N°79 MARZO 2014 F R E E P R E S S
EDITORIALE
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Ho già detto un milione di volte che mi piacciono le interviste. Mi piace scoprire piacentini entusiasti con
idee che realizzano con successo anche in una città di provincia, in un momento non felice per il nostro
paese in generale. Questo mese ce ne sono due.
Partiamo da Monica Martino, biologa nutrizionista, romana e piacentina d’adozione. Monica ha un blog
(blog.giallozafferano.it/bionutrichef ) “Il blog nasce dall’esigenza di portare a conoscenza la mia esperienza d’intollerante in cucina. Ho iniziato così, senza grosse aspirazioni ma le tantissime manifestazioni
di ringraziamento non fanno che ripagare questo mio proposito. Inoltre è un appoggio alla mia professione: un conto è dire cosa mangiare e un altro come mangiare.” La vera sorpresa, per me, è stata la
rivisitazione dei pisarei e fasò in versione ‘arricchita’ che Monica ha preparato usando le sue farine
alternative, e più precisamente la farina di castagne, come dice lei, per dare una sferzata di sapore in
più a questo buonissimo piatto. Devo dire che sono molto curiosa di assaggiarli.
Il suo nome in cinese è 卡罗达, da 15 anni il suo secondo mondo è la Cina. Dice di essere nata con
la valigia, ma dopo 6 anni a Venezia, 3 a Shanghai e 2 a Roma ha deciso che la qualità della vita nella
piccola Piacenza è molto più alta e appagante. L’ha intervista per voi Sara Marenghi, siete curiosi di
sapere cosa fa e cosa si è inventata al suo ritorno a Piacenza? Articolo da leggere…
La nuova rubrica dedicata al lavoro di Arianna Groppi ‘Creatività a tempo indeterminato’ mi piace moltissimo. Questo mese ci parla dei Santafabbrica, una coppia di ragazzi che oltre ad avere una magnifica
relazione da ormai 5 anni, per cementare ancora di più il loro rapporto hanno deciso di lavorare anche
insieme. Il luogo da dove è partito tutto è una chiesa sconsacrata che è diventata la sede di un gruppo di
Makers piacentini che sotto a cupole e volte condividono spazi e idee per realizzare i loro progetti e i loro
manufatti. E’ da qui che ad Augusta e Davide nasce l’idea del nome Santafabbrica. Quando vedono ‘lo
spazio’ se ne innamorano, contattano amici e insieme decidono di prenderla in affitto per trasformarla
in un laboratorio per creativi.
Marzo è un mese ricco di eventi e appuntamenti divertenti per la nostra città, vi consiglio di tenere
d’occhio l’agenda.
Tiziana Carabia
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Z O N A A T R A F F I C O L I M I TATO
N 7 9 M arzo 2 0 1 4
F R E E P R E S S
DIRETTORE Tiziana Carabia
HANNO COLLABORATO
Lodovica Aloisantoni, Elisa Bozzi, Valentina Elmiger,
Arianna Groppi, Gloria Luzzani, Sara Marenghi,
Elisa Mogavero, Enrico Pagani, Paola Pedrini,
Paolo Rebecchi, Alessandra Sogni,
Roberta Suzzani, Olivia Teragni, Claudia Valla
MARKETING
Rosanna Pedegani: cell. 335.6626344
Elisabetta Toninelli: cell.339.7335888
Arianna Groppi: cell. 348.6942840
PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE
[email protected]
STAMPA Grafiche Lama
Puoi trovare ZTL in tutti gli esercizi pubblici ed i locali.
Per tutto il mese nei seguenti punti autorizzati:
BACICCIA Via Dionigi Carli,7 - Piacenza
INFORMAGIOVANI
Piazza Cavalli - Piacenza
LIBRERIA DEL CORSO
Corso Vittorio Emanuele, 160 Piacenza
LIEVITA Via Conciliazione 7A - Piacenza
In.Rete Società Coperativa redazione,
amministrazione e pubblicità
Via Conciliazione, 55 - 29100 Piacenza
Tel. 0523.579288 Cell. 335.6626344
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Numero 79 - MARZO 2014
Autorizzazione del Tribunale di Piacenza
n. 627 del 31/5/2006.
N. iscrizione ROC: 14379 del 14/07/2006
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D O V E A N D A R E I N PA U S A P R A N Z O
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M I L A N O TATO O C O N V E N T I O N
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ZTL FO O D
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S P E E D D AT E
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AREA BLOG
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ONE BOOK
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U N I C H AT
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L A S TA N Z A D E L C I N E M A
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L A V O R I C R E AT I V I
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M EET & G REET
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L A B OT T E G A D E G L I O G G ET TI
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S P O RTZ O N E
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A P P. TO C O N L’A RT E
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T E AT R O
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CINEMA
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TVZONE
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CARN ET
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AGENDA IN PILLOLE
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www.ztlfreepress.com
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Giornate FAI di Primavera
22 e 23 marzo 2014
Sulle orme dei romani:
Piacenza: città romana “Urbs Aemiliae Princeps”
Veleia “Augusta Veleia”
Piacenza: Palazzo Farnese. Mostre
“ La nascita del Museo di Piacenza tra antiquaria e archeologia”
“ Abitavano fuori porta. Gente della Piacenza romana”
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Venerdi 21 Museo Archeologico dalle ore 15,00 alle ore 16,00 (ultima visita). Visite alla
mostra permanente “Abitavano fuori porta. Gente della Piacenza romana” con la guida
della prof. Mimma Berzolla Grandi. Ingresso riservato iscritti FAI su prenotazione.
Prenotazione: Segreteria delegazione cell. 347 5414633 - e-mail delegazionefai.piacenza@
fondoambiente.it; Punto FAI Libreria del Corso c.so Vittorio Emanuele 160, PC
ore 17,00 Salone PierLuigi: Inaugurazione delle GFP 2014 e della mostra “La nascita del
Museo di Piacenza tra antiquaria e archeologia” alla presenza delle autorità cittadine, della
Soprintendenza e del Capo Delegazione FAI; presentazione della mostra stessa a cura
della dott.ssa AnnaMaria Carini.
A seguire visite alla nuova mostra del Museo Archeologico (aperte a tutti) a partire dalle ore
17,30, a cura delle dott.sse AnnaMaria Carini e Mimma Berzolla Grandi.
Venerdì 21, Spazio Mostre di Palazzo Farnese ore 18.30. Iniziative collaterali: conversazione
a cura della dott.ssa Cristina Mezzadri : “La cucina dei romani, tra frugalità e opulenza”
a seguire una “gustatio e una “secundae mensae” (solo per iscritti FAI, su prenotazione e a
pagamento).
Prenotazione: Segreteria delegazione cell. 347 5414633
e-mail: [email protected]; Punto FAI c/o Libreria del Corso c.so
Vittorio Emanuele 160, Piacenza.
Sabato 22 e Domenica 23, Museo Archeologico dalle ore 9,30 alle ore 17,00 (ultima visita),
visite alla mostra permanente “Abitavano fuori porta. Gente di Piacenza” Visite a cura degli
apprendisti ciceroni del Liceo Classico M. Gioia
Presso la sede del Liceo Classico M. Gioia, Viale Risorgimento 1, dalle ore 9,30 alle ore 17,00
(ultima visita) installazioni e video a cura degli “apprendisti ciceroni” del Liceo M. Gioia.
Corsie preferenziali riservate ai soli iscritti al FAI
Sabato 22 e Domenica 23, Spazio Mostre di Palazzo Farnese dalle ore 9,30 alle ore 17,00
(ultima visita)
“Il porto fluviale di Placentia” installazione e studio a cura degli “apprendisti ciceroni” del
Liceo Colombini.
“Calpurnia: chi era costei?” video, pettegolezzi, notizie storiche.
A cura degli “apprendisti ciceroni” del Liceo G.M. Colombini.
Museo Archeologico di Palazzo Farnese Visite guidate al “fegato etrusco”ed alla nuova
mostra “La nascita del Museo tra antiquaria e archeologia”A cura degli “apprendisti
ciceroni” del Liceo G.M.Colombini
Sabato 22 - Chiesa dei Teatini “Letture di brani di autori classici e moderni” su temi
riguardanti “Piacenza e il suo territorio in epoca romana,dalle ore 10,00 alle ore 17,00
Antiquarium Santa Margherita, via Sant’Eufemia 12, Piacenza
Sabato 22 e Domenica 23 dalle ore 9,30 alle ore 16,30 (ultima visita).
Visita a cura degli accompagnatori culturali della Delegazione.
Corsie preferenziali riservate ai soli Iscritti al FAI.
Area archeologica di Via Monte di Pietà Piacenza, via Monte di Pietà 3,
Piacenza
Sabato 22 e Domenica 23 dalle ore 9,30 alle ore 16,30 (ultima visita).
Visita a cura degli accompagnatori culturali della Delegazione.
Corsie preferenziali riservate ai soli Iscritti al FAI.
Area archeologica via Trebbiola 44, Piacenza
Sabato 22 e Domenica 23 dalle ore 9,30 alle ore 16,30 (ultima visita).
Visita a cura degli accompagnatori culturali della Delegazione.
Corsie preferenziali riservate ai soli Iscritti al FAI.
“Veleia, area archeologica: i luoghi e la storia”
Sabato 22 alle ore 10.00 – Inaugurazione.
Dalle ore 10.30 alle ore 16.30 (ultima visita), visite guidate all’area archeologica ed al Museo.
A cura degli apprendisti ciceroni del Liceo E. Mattei di Fiorenzuola d’Arda, Piacenza.
Domenica 23 dalle ore 10,00 alle ore 16,30 (ultima visita), visite guidate all’area archeologica
ed al Museo.
A cura degli “apprendisti ciceroni” del Liceo E. Mattei di Fiorenzuola d’Arda, Piacenza.
Domenica 27 Aprile dalle ore 9.30 alle ore 16.30 (ultima visita), nell’area del “Forum” letture
dall’”Aulularia” di Plauto.
Visite guidate all’area archeologica ed al Museo a cura degli apprendisti ciceroni del Liceo E.
Mattei di Fiorenzuola d’Arda, Piacenza.
Eventi collaterali in Cappella Ducale di Palazzo Farnese
Le Giornate FAI di Primavera saranno precedute da tre conversazioni/dibattito, aperte a tutti,
su temi attinenti la romanità di Piacenza e di Veleia presso la Cappella Ducale di Palazzo
Farnese, alle 17,30, nelle date di: Giovedì 27 febbraio, (relatrici Daniela Patrizia Locatelli(
soprintendenza per i beni archeologici e Cristina Mezzadri, archeologa), giovedì 6 marzo,
(relatori AnnaMarina Carini, eventi culturali Museo Archeologico, e PierLuigi Dall’Aglio, prof.
di topografia antica dip. di Storia Culture Civiltà Università di Bologna) e giovedì 13 marzo
(relatore Nicola Criniti, professore universitario, storico, studioso)
Eventi collaterali in Val Tidone
Tra le iniziative legate alle Giornate FAI di Primavera, nei giorni di sabato 22 e domenica
23 visite al Museo Archeologico della Val Tidone. I volontari dell’Associazione Pandora
terranno aperto il Museo (orari di apertura: 9.00-12.00 e 16.00-19.00), garantendo visite guidate
al percorso espositivo. Particolarmente significativo sarà il coinvolgimento degli studenti delle
scuole locali in qualità di “apprendisti ciceroni”. Il Museo è collocato a Pianello V.T. nei locali
sotterranei della Rocca Municipale.
Per maggiori informazioni consultare il sito: www.archeomuseovaltidone.it.
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FOOD
di Sara Marenghi
Bucatini all’Amatriciana o Matriciana?
Storia di ordinaria follia in un ristorante a Roma
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E’ successo tutto così alla svelta che ho avuto solo il tempo necessario per preparare la valigia: destinazione ROMA. Il compito (mio e di altre 3 amiche/maestre) era quello di accompagnare una gruppo
di ragazzini nella capitale per partecipare alla finale del Concorso di Musical organizzato dal Lim (Laboratorio Ials Musical) a metà febbraio. L’idea (mia e di altre 3 amiche/maestre) era quella di mollare i
ragazzini a studiare a scuola e farci un giro turistico per Roma. Il risultato è che abbiamo passato due
giorni interi nei corridoi e nelle sale della scuola di Musical ad aspettare i ragazzini sudati che finissero
di studiare… ah, ma perché le idee vanno sempre al contrario della realtà??
Però la soddisfazione di “gustarmi” Roma, almeno nel piatto, me la sono tolta! Carciofi alla romana,
abbacchio con patate, ma soprattutto loro: i mitici bucatini all’Amatriciana!! Belli, ricchi di sugo e unti:
sì, così devono essere! Il problema è che tutto ciò è stato apprezzato alle 23.30 di notte e io, poco
avvezza a queste abbuffate notturne, ho passato il resto della nottata a rantolare nel letto…
Seduti a quel tavolo, in una tipica trattoria nel centro di Roma, ho rivolto al cameriere una delle più
stupide domande che mai potessero venirmi in mente: “scusi ma si dice Amatriciana o Matriciana?”
pensando, stupidamente appunto, che la questione non fosse una ferita aperta. E qui inizia una filippica lunghissima… “cara signora, grandi discussioni sono sorte sul termine Matriciana. C’è chi sostiene
che la ricetta sia di Amatrice (da cui Amatriciana), e chi, invece, ritiene che si tratti di un piatto romano.
In effetti, se si scava alla radice, si può notare come le differenze tra le due ricette siano notevoli: in
bianco e senza cipolla ad Amatrice, con il sugo e la cipolla a Roma. La ricetta in realtà nasce a Roma
(ovviamente – e che te lo dico a fa’?), e sono gli abitanti di Amatrice a crearne una copia riveduta e
corretta… Mi sono spiegato?” Annuisco sperando che la cosa sia finita lì, ma mi accorgo che il cameriere ha davvero voglia di spiegarmi tutto.
“Dice la tradizione che gli abitanti di Amatrice venivano a svernare a Roma, poichè il loro clima era
molto rigido d’inverno. Non c’erano grandi simpatie tra i Romani e gli Amatriciani, tanto è vero che a
Roma girava una battuta, un po’ pesante, con la quale si sosteneva che gli abitanti di Amatrice non potevano essere concittadini di Ponzio Pilato, poichè lui si era lavato le mani, mentre loro non si lavavano
neanche quelle!”. Colgo la battuta al volo e interrompo la spiegazione prendendo come scusa il fatto
che pure io mi devo lavare le mani, e lascio così il cameriere al suo lavoro (anche perché, diciamolo
pure, la mia fame aveva raggiunto livelli al limite
della sopportazione!!). Al mio ritorno eccolo lì, un
ricco piatto di bucatini all’amatriciana/matriciana
(non ho ancora capito come si dice), fumanti e
con una pioggia di pecorino. Ah, come me li sono
goduti!
Alla richiesta del conto, il cameriere (Massimo,
ho scoperto) mi porta anche un altro biglietto…
la ricetta!
1/2 chilo di bucatini, 150 g di guanciale (se non
è guanciale pare che non si possa chiamarla
Matriciana), un cucchiaio di olio di oliva extravergine, vino bianco secco, 6 o 7 pomodori
maturi, un pezzetto di peperoncino, 100 g di
pecorino romano grattugiato, sale. Bisogna ungere la padella col cucchiaio d’olio extra vergine
d’oliva e rosolare il guanciale tagliato a listarelle
(“MAI tagliarlo a dadini perché si induriscono e
basta!” mi ammonisce il cameriere), col peperoncino. Una spruzzata di vino bianco, poi togliere il
guanciale (sia per togliere l’eccesso di olio e sia
per non farlo seccare troppo). Unire i pomodori
tagliati a fettine e senza semi.Dopo 2 o 3 minuti
bisogna rimettere dentro i pezzetti di guanciale e
togliere il peperoncino. Rimescolare ancora per
pochissimo. Guarnire cla pasta lessata al dente
con altro pecorino. ***
PS: ah, per chi volesse sapere come è andato a
finire il concorso ecco i risultati: i nostri ragazzi si
sono portati a casa ben 2 Borse di Studio!!! Cristian Testa e Letizia Maserati se le sono decisamente guadagnate soprattutto nelle performance
teatrali, i loro compagni hanno esultato di gioia e
le loro Maestre (come nel miglior copione di film
romantico) hanno pianto un sacco.
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DOVE ANDIAMO
IN PAUSA
PRANZO?
E’ sempre la solita storia: dove andiamo a mangiare? Non ho voglia del solito panino! Mi piacerebbe
scoprire posti nuovi! Bene ci pensa ZTL a togliervi dall’impiccio di dover tirare la monetina per organizzare la vostra pausa pranzo. Riparte la nostra rubrica dedicata a chi vuole scoprire sempre posti
nuovi o a chi cerca un luogo di cui innamorarsi. Ecco le differenti proposte che abbiamo scelto per voi:
ANTICA OSTERIA
DEL TEATRO
Fast, low cost e stellato. Lo chef Filippo Chiappini
Dattilo, patron dell’Antica Osteria del Teatro, ha
voluto raccogliere la sfida di mettere queste tre
parole in una sola frase. O per meglio dire in una
sola cucina. La cucina della Bottiglieria del Teatro. Cucina è innovazione e creatività. Cucina è
stare al passo con i tempi. E i tempi, oggi, sono
stretti. Come rendere adatta l’Alta Cucina alle
nuove esigenze della pausa pranzo? La risposta
è in via Verdi 16 alla Bottiglieria del Teatro. Un
menu fast e low cost che non rinuncia a essere
stellato. Due piatti a scelta da una piccola ma
variegata carta che ogni mese cambia volto, accompagnati da acqua, calice di vino o di birra e
caffè. E alla fine una dolce sorpresa offerta dallo
chef. Il tutto a 30 euro. In alternativa si può scegliere il piatto unico di carne a 20 euro. «La Bottiglieria, con il suo menu fast dà la possibilità a
chiunque di apprezzare i piaceri della miacucina
in una chiave più disinvolta, veloce e disimpegnata». La Bottiglieria è aperta a pranzo dal martedì
al sabato eccetto i festivi.
Antica Osteria del Teatro
Via Verdi 16, 29121 Piacenza (Pc)
Tel. 0523 323777
Chiuso domenica e lunedì
LA TRAPPOLA
LA MUNTA’
E’ la tradizione tutta piacentina del pranzo della
domenica quella che va in scena al Ristorante
la Muntà! Basta fare due passi sulla suggestiva
scalinata della “Muntà di Rat” per trovare uno
di quegli angoli accoglienti che la nostra città sa
riservare. In un’atmosfera che “sa molto di casa”
potrete trovare tutti il meglio dell’enogastronomia
piacentina: salumi, anolini, arrosti. Dal lunedì al
venerdì a mezzogiorno menù fisso a 12 euro,
potete comunque mangiare alla carta se lo desiderate. Aperto anche domenica ma solo per il
pranzo. Tenete d’occhio il menù perché ogni volta
i piatti possono cambiare. Merito della fantasia
dei gestori che, amanti dell’arte e della musica
hanno trasformato il loro ristorante in un luogo
delle sorprese. E visto che la bella stagione si avvicina provate a chiedergli un pranzo in terrazza,
saranno lieti di improvvisarvi una tavolata con
vista sulla “Vecchia Piacenza”. Martedì serata
con musica dal vivo, trovate il programma nella
nostra agenda.
LA MUNTA’
Chiuso Domenica sera
72, v. Mazzini - 29121 Piacenza
Tel. 0523 498929
La passione per il fatto in casa è una filosofia di
vita alla Trappola. La cuoca Alberta, piacentina
da generazioni, vi aspetta per farvi provare tutti i
piatti tipici della tradizione, dai tortelli con la coda
ai pisarei, dalla picula al merluzzo, ma anche le
rane fritte (ormai introvabili) e la bomba di riso,
piatto antico a base di piccione; il tutto immersi in un’atmosfera familiare e non pretenzioso.
Ma non è tutto, La Trappola vi intrappola anche
a pranzo con un menù veloce e alla portata di
tutti. Con soli otto euro è possibile gustare un
piatto a scelta fra alcuni proposti giornalmente e
rigorosamente preparati da Alberta accompagnato da acqua e caffè e la possibilità di acquistare
una vasta gamma di vini al bicchiere piacentini a
prezzi economici.
OSTERIA D’UNA VOLTA Caffè Cavour
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E’ come essere a casa all’Osteria d’una volta potrete pranzare con migliori piatti piacentini
cucinati come solo le casalinghe sanno fare. Non
a caso lo staff del ristorante di via San Giovanni,
36 è tutto al femminile. Anolini con il famoso
“Brodo di terza” e il consueto carrello dei bolliti
sono solo alcune delle specialità che è possibile
trovare ogni giorno della settimana. Tutto rigorosamentefatto in casa, anche il pane . Per non
parlare dei dolci. La maestra è Laura che ogni
giorno sforna torte e dolci al cucchiaio, una passione la sua che l’ha spinta a ad aprire questo
piccola bottega dei piaceri.
OSTERIA D’UNA VOLTA
Via San Giovanni, 36 20121 Piacenza
Tel. 0523 304034
A chi ha pochissimo tempo per la pausa pranzo
e agli amanti del ‘panino’, consigliamo il Caffè
Cavour un bar shabby chic dove trovare piatti di
piccola cucina ma anche fantastiche focaccine
farcite, focaccia di Recco con il formaggio, focaccia ligure, tranci di pizza, sfiziosi panini e piadine
(€3,50). Special Menù: Pizza o focaccia + bibita
a €4,50.
La gentilezza e la premura dei gestori del bar
sono compresi nel prezzo e di questi tempi direi
che non è poco!
Caffè Cavour
Via Cavour, 41/F – Piacenza
Tel. 0523313134
13
SPEEDDATE
parole veloci con...
a cura di Sara Marenghi
CARLOTTA TREVISAN
Come ti definisci?
Curiosa, versatile, a volte impaziente, dormigliona.
e come ti definiscono gli altri?
Positiva e sorridente. Più di una persona mi ha detto
che presto mi verranno le rughe perché rido troppo.
La canzone ideale per un giorno triste e quella
per uno allegro
Io nelle scelte musicali sono una commercialona
classicona! Per un giorno triste scelgo “June afternoon” dei Roxette, così mi tiro su. Per il giorno
allegro non scelgo una canzone, ma il Canone di
Pachelbel
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Il suo nome in cinese è 卡罗达, da 15 anni il suo
secondo mondo è la Cina. Dice di essere nata con
la valigia, ma dopo 6 anni a Venezia, 3 a Shanghai
e 2 a Roma ha deciso che la qualità della vita nella piccola Piacenza è molto più alta e appagante.
Insegnante, traduttrice e interprete di Cinese…. Perché proprio il Cinese?
Me lo chiedono in tanti! Con il “senno del prima”
è perché ero affascinata dal lontano Oriente e
dalla millenaria cultura cinese. La scrittura, in
particolare! In cinese non esiste l’alfabeto, bensì
un carattere per indicare ogni cosa che ci circonda, un po’ come i geroglifici. Con il “senno del
poi” penso ci siano molti vantaggi nel conoscere
la lingua più parlata al mondo.
A 13 anni cosa volevi fare da grande? A 13 anni sognavo di fare la ballerina di danza
classica, ma ero totalmente negata. La cosa divertente è che qualche anno dopo incontrai la mia
maestra di danza e parlando dei miei viaggi in
Cina, mi disse: “Che bello! Sarebbe stato il mio
sogno studiare il cinese”! Ecco!
E invece cosa stai facendo?
E invece faccio due mestieri che amo molto, il
primo ha a che fare con la Cina ovviamente: traduco, interpreto, insegno e scarrozzo su e giù per
l’Italia e l’Europa gruppi di turisti cinesi. Nel secondo mestiere sono una principiante ma penso
mi riesca bene, forse ancora meglio del primo:
faccio la mamma del mio bimbo di 4 mesi.
Il posto dove vengono più le idee?
Il primo posto è quello a cui il 99% dei lettori sta
pensando! Il secondo posto è in treno, quando
viaggio da sola. Tutta quell’umanità che sale e
scende, mi fa venire un sacco di idee!
A cosa non potresti mai rinunciare?
A mordere le guance del mio bimbo, alla coppa e
al salame, al mio trolley “vissuto”
L’ultima figuraccia fatta
Sono una maestra in figuracce! Le più comuni
sono quando interpreto in cinese. A volte capita
di pronunciare delle parole con il tono sbagliato,
facendo così dico cose completamente diverse
rispetto a quello che dovevo tradurre…e i cinesi
si fanno delle gran risate!
L’ultima cosa che fai prima di dormire
Da quattro mesi a questa parte, rimboccare le coperte a Carlo. Quanto mi piaceva quando la mia
mamma lo faceva a me.
Un posto dove non sei mai stata e vorresti
andare
In Tibet. Vorrei andare prima che la Cina decida
di invaderlo completamente e di distruggere la
cultura millenaria di quella terra. Temo che presto
i tibetani faranno la fine degli indiani d’America.
Entri in una stanza dove ci sono 3 uomini: chi
e perché attrae la tua attenzione?
Quello moro, alto, con la carnagione scura, sorridente e un po’ timido! Come l’uomo che mi sono
scelta, del resto.
Che cosa non hai mai capito della gente?
Non ho mai capito quelli che insultano al volante.
State pensando che guido male? No dai, è la gente
perennemente incazzata che non è comprensibile.
L’8 marzo è…
L’8 è il numero più positivo che esista nella cultura cinese e dopo tanti anni trascorsi laggiù, me
ne sono convinta anch’io: indica ricchezza e prosperità, e per coincidenza il numero migliore che
si potesse assegnare alle donne. A prescindere
che sarebbe corretto festeggiarci tutto l’anno,
io sono contenta di questa tradizione. E che sia
un momento per ricordare tutte le donne meno
fortunate di noi.
L’Agenzia Generale di Piacenza seleziona giovani ambosessi
da avviare a un percorso formativo mirato all’inserimento
nel proprio organico di Junior Sales Manager. Lavoro in ambiente giovane e dinamico con concrete prospettive di crescita e di carriera. Inviare curriculum vitae entro il 25marzo a
[email protected]
AREABLOG
a cura di Roberta Suzzani
blog.giallozafferano.it/bionutrichef/
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Anni 29+3 (quasi 4). «Ma il test
dell’elasticità mentale mi ha dato
29 anni, quindi va bene così»
Provenienza: Roma, ma di origini
meridionali.
Attuale residenza: Piacenza o giù
di lì. «Da due anni ho traslocato
dalla pianura pontina in quella
padana».
Lavoro: biologa nutrizionista.
Passione: «Quante battute ti hanno
dato per questo articolo?»
In effetti per raccontare – e lasciare che si racconti - Monica Martino una pagina non basta. Una vocazione da scienziata e una passione
da buona forchetta che ha deciso di non tenere questi due mondi separati ma li ma messi insieme in
una scodella e li ha mescolati per benino creando Esperimenti in cucina: una biologa ai fornelli (blog.
giallozafferano.it/bionutrichef/)
Un blog, perché?
«Il blog nasce dall’esigenza di portare a conoscenza la mia esperienza di intollerante in cucina. Ho
iniziato così, senza grosse aspirazione ma le tantissime manifestazioni di ringraziamento non fanno
che ripagare questo mio proposito. Inoltre è un appoggio alla mia professione: un conto è dire cosa
mangiare e un altro come mangiare».
Quando è nata questa tua passione per la nutrizione?
«Dopo la maturità classica scelgo la via della biologia e nel 2011 mi sono laureata con una una tesi
inerente al primo trimestre di gravidanza umana. La passione per la nutrizione inizia un anno prima della laurea quando inizio a frequentare corsi per igiene alimentare e di educazione alimentare ma diventa
la scelta decisiva quando scopro di essere intollerante ad alcune sostanze in modo serio e decido di
cambiare il mio stile di vita alimentare in quanto non era più compatibile all’accezione di buona salute.
«Dopo 6 anni di ricerca scientifica era ora anche di scoprire il mondo e… Attualmente mi occupo di
consulenze alimentari all’interno di un team di specialisti, consulenze per igiene e sicurezza alimentare
e mi diletto a fare dell’editing grafico e ad essere
una pubblicista»
Da Roma alla Valdarda: metti una crocetta
Amore, Lavoro, Voglia di nebbia
«Nessuna di queste. Manca la casella “L’occasione della mia vita per iniziare ad essere indipendente”. I sacrifici sono ripagati e solo ora me
ne sono accorta e poi, sto imparando ad amare
il nord Italia come forse non avrei mai pensato».
Le tue ricette sono sempre gustose: sano non
vuol dire poco buono.
«Sono una buona forchetta e a tavola voglio mangiare con gusto. Dico sempre di ritenermi fortunata poiché le intolleranze (che non sono malattie!)
mi hanno permesso di conoscere e di non poter
più fare a meno di alimenti sani, alternativi e soprattutto buonissimi. Se poi è possibile poterli cucinare seguendo comunque la tradizione italiana o
le varie espressioni culinarie etniche, ancora meglio».
Pisarei e fasö arricchiti, come è nata questa
ricetta? E in generale come nascono le tue
ricette. Chi le sperimenta? Chi sono le tue
cavie?
«Prima di tutto: Piacentini, non voletemi male!
Da quando abito nel piacentino non ero riuscita
ancora a mangiare i pisarei e fasö fino a qualche
mese fa, dopo aver visto come si preparavano
questi gnocchetti ad una festa di arti e mestie-
ri ed essere stata ispirata da una ricetta di una
food-blogger parmense che anche nel suo caso
aveva arricchito l’originale ricetta piacentina.
L’idea in più è stata, oltre ad utilizzare le mie
farine alternative, la farina di castagne per dare
una sferzata di sapore in più a questo buonissimo piatto che per me è stata una vera sorpresa.
I miei ospiti sono le mie “cavie” e spesso hanno
avuto modo di assaggiare miei piatti particolari,
apprezzando l’alternativa come il mio ragu con la
soia che viene tranquillamente scambiato per un
normalissimo ragu di carne.
Mai fatto un piatto che proprio no, non è venuto?
«All’inizio avevo qualche problema con le nuove
tipologie di farine ed è passato diverso tempo prima di riuscire a fare degli impasti che non temono il confronto con quelli classici. Il peggior piatto
preparato? Una pizza senza glutine… un pianto»
Il tuo piatto preferito
«Sicuramente la pizza, la mangerei a tutte le ore
e nel mio piano alimentare di controllo del peso
c’è».
La ricetta del cuore
«La Sacher Torte (intollerante, ovviamente), la
torta con la quale ho festeggiato il mio primo
compleanno da persona indipendente… certi
traguardi sospirati non si dimenticano».
OneBook
a cura di Anna Maria Losi
Il sogno di Schroder
di Amity Gaige - edizioni Einaudi
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Eric Schroder ha un sogno: essere felice. All’età di cinque
anni con il padre fugge da Berlino Est in America. Vive in
un sobborgo di Dorchester fino a quattordici anni quando si
imbatte in un depliant pubblicitario di un campus estivo pieno
di immagini di ragazzi americani felici. Il desiderio di partecipare al campus e di essere come loro è talmente grande
che lo spinge ad inviare la domanda di iscrizione come fosse
uno di loro, creandosi una nuova identità: Eric Kennedy.
L’esperienza trascorsa nei mesi estivi al campus lo convincono che per riuscire ad affrancarsi dalla sua condizione
sociale, deve separarsi definitivamente da Eric Schroder e
dai suoi legami con il passato, padre compreso. Si laurea
come Eric Kennedy, Come Eric Kennedy si sposa e diventa
padre. Crede di aver tracciato la via che lo porterà alla realizzazione personale, ma a metà del percorso si accorge che la
direzione che ha preso la sua vita non è quella giusta. Dopo la
nascita della figlia, la relazione con la moglie silenziosamente
si inaridisce. Le promesse fatte alla nascita di Meadow di non
dimenticare mai quel momento, di non tradire mai l’amore assoluto che lo aveva invaso, vengono disattese. Gli piaceva l’amore, ma non il lavoro che questo costantemente necessita per non affievolirsi. La
separazione è inevitabile. Il distacco dalla figlia che per un anno intero, dopo aver perso il lavoro, aveva
accudito lo deprime e lo fa sentire impotente. I rari fine settimana che trascorre con la figlia gli rendono
insopportabili i giorni in sua assenza: senza Meadow la vita si allontana dalle cose. Per allungare il
tempo concesso dalla legge per vederla, decide di portarla con sé in una gita che si dilata nel tempo
fino a trasformarsi in un rapimento. Amity Gaige è stata annoverata dalla National Book Foundation tra
i 5 migliori scrittori emergenti americani. Il suo talento narrativo riesce a trasformare un criminale in un
padre amorevole, al cui fianco ci si ritrova schierati alla fine della storia. L’autrice riesce a farci riflettere sulle tante battaglie che molti di noi hanno combattuto non tanto per essere felici, ma per ottenere
ragione. Come scrive il protagonista:”Questa è la cronistoria di quello che io e Meadow abbiamo fatto.
Non so come finisce, ma comincia con l’amore”
UNICHAT
Ciao Ale! Hai partecipato ad un Erasmus?
No, sono stato negli Stati Uniti grazie al Premier Scholars Program ma il principio è
molto simile all’Erasmus. Un grande trimestre nel campus di UC Davis in California.
Bhe?! Racconta!
Sono andato “Alla scoperta del Far West” . Il sole, il caldo, la polvere, le
montagne, il Pacifico …tutto condito da una buona dose di assignments, ma
questi fanno parte della tua vita di studente negli Stati Uniti. Fin dall’inizio sono
stato catapultato in un altro mondo. Dopo le prime settimane, che mi sono servite
per ambientarmi, la California è un posto fantastico e fa passare di mente ogni
difficoltà. Ad un certo punto ci si sveglia scoprendo che hai conosciuto molte
persone nuove e che l’America è diventata casa tua.
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Ma tre mesi non sono tanti?
Il trimestre è sicuramente la differenza che più si nota e, purtroppo, ci si riesce ad
abituare a questo metodo solo verso la fine del periodo di permanenza, quando è
già arrivata l’ora di tornare a casa. E’ tutto molto più veloce, con compiti e
verifiche parziali che si susseguono ogni settimana in contemporanea alle lezioni.
Inoltre UC Davis offre ogni giorno molte attività a cui è difficile rinunciare: concerti,
mostre, festival, attività sportive e approfondimenti su progetti scientifici e
artistici in atto al campus.
Esperienza da ripetere?
E’ stata sicuramente un’esperienza ai massimi livelli. Dal punto di vista didatticoprofessionale ho studiato in una delle università migliori del mondo nel campo
degli studi agrario-scientifici. E poi ho potuto comprendere ed apprezzare altri
punti di vista e modi di vivere, oltre che ovviamente migliorare il mio livello
d’inglese.
Alessandro Terron,
23 anni di Verona, iscritto al 2° anno della laurea magistrale
in Scienze e tecnologie agrarie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore,
sede di Piacenza
Makeup by Chiara
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STANZE
DI CINEMA
a cura di Mattia Gradali
Midnight in Paris- la sindrome dell’epoca d’oro
11 maggio 2011, festival del cinema di Cannes, il film che apre le danze del famoso contest cinematografico è Midnight in Paris del pluripremiato Woody Allen. Considerato uno tra i suoi migliori lavori, Midnight
in Paris narra l’esperienza vissuta da Gil Pender durante un soggiorno nella capitale francese. Sullo sfondo
della più romantica città del mondo il protagonista ha modo di rivivere il passato in prima persona, scarrozzato nel tempo da un taxi che puntualmente lo passa a prendere a mezzanotte. Gil, che vive con l’idea
di essere nato nell’epoca sbagliata avrà modo di frequentare gli artisti che hanno reso magica la Ville
lumière, come Salvador Dalì, Hernest Hemingway e Francis Sott Fitzgerald, convincendosi così del fatto
che gli anni ’20 della “generazione perduta” siano l’epoca più bella della storia. Il nucleo fondante della
bellezza di questa pellicola è la questione della sindrome dell’epoca d’oro, in altre parole una piccolissima e innocente forma di psicosi che porta, chi ne soffre, a convincersi della propria inadeguatezza nel
presente. E’ manifesto che la sindrome dell’epoca d’oro non sia una malattia, né tanto meno una forma di
pazzia, è soltanto un piccolo disagio e un’acuta sensazione nostalgica nei confronti di determinati periodi
storici che hanno colpito la nostra fantasia. Come il protagonista anche noi, persone reali, possiamo nutrire
il desiderio, più o meno intenso, di prendere parte a un passato estatico, essere testimoni di un’epoca che
ci ha avvinti. Mi piace pensare a questa sindrome ottimisticamente, alla stregua di una fantasticheria, di
un gioco mentale utile a sconfiggere il tedio della vita quotidiana. Le infinite potenzialità del pensiero sono
il nostro segno caratteristico e la nostra più bella qualità. Scrivo ciò con l’augurio che rimanga sempre
in ognuno di noi la voglia e la determinazione di non smettere mai di sognare e se dovesse succedere il
contrario, aspettate la mezzanotte a Parigi, che non si sa mai.
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Lavoro:
creatività
a tempo
indeterminato
a cura di Arianna Groppi
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Chi si reinventa campa cent’anni.
Ma si, diciamo che pure che anche i proverbi si devono rinnovare per sopravvivere alla crisi.
In questo articolo dedicato alla nuova imprenditorialità creativa parliamo proprio di una coppia di ragazzi
che oltre ad avere una magnifica relazione da ormai 5 anni, per cementare ancora di più il loro rapporto
hanno deciso di lavorare anche insieme incominciando una avventura chiamata Santafabbrica.
E già dal nome si capisce che qui abbiamo a che fare con degli ossimori: cose che solitamente non
stanno insieme ma che, grazie ad una giusta dose di inventiva, possono diventare un binomio perfetto.
Come il luogo da dove è partito tutto: una chiesa sconsacrata che è diventata la sede di un gruppo di
Makers piacentini che sotto a “cupole e volte” condividono spazi e idee per realizzare i loro progetti e i
loro manufatti. E’ da qui che ad Augusta e Davide nasce l’idea del nome Santafabbrica. Quando vedono
lo spazio se ne innamorano, contattano amici e insieme decidono di prenderla in affitto per trasformarla
in un laboratorio per creativi.
Ma vi chiederete: cosa fa Santafabbrica?
Tutto.
Augusta: laurea in architettura, master in exhibition design e poi una serie interminabile di
progetti per mostre, produzioni video, produzioni
film, foto, concerti, musica, teatro, cinema, vinili,
vintage e pure un po’ vanitas.
Davide: scenografo dalle mani d’oro, segugio
da mercatini, fotografo inaspettato e carpentiere
inamidato…
Che cosa poteva nascere da due così se non il
primo laboratorio dedicato alla ricostruzione di
atmosfere. È un po’ come nel proverbio citato
all’inizio: loro reinventano il passato per creare
suggestioni contemporanee. Ma facciamo un esempio pratico, che forse si capisce meglio. Avete
bisogno di dare ad un evento un’allure alla David
Linch? Bene loro vi adatteranno vecchi mobili, vi
posizioneranno le giuste luci, vi cercheranno le
musiche perfette per allontanare ogni possibile
accusa di banalità. Sotto al marchio Santafabbrica: sono nati gli improbabili spazi per le interviste
al Festival Internazionale “Concorto”, un palazzo
abbandonato è diventato un teatro temporaneo,
tradizionali cortili piacentini sono stati trasformati
in oniriche feste di compleanno.
E pensare che tutto è incominciato con l’idea di
mettere le gambe ad una valigia.
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meet&greet
prefazioni, introduzioni, post e note d’autore
a cura di Bookbank
Jane Austen & Virginia Woolf
In questo mese di marzo, mese “in rosa”, voglio fare un omaggio alla scrittura femminile,
riportando alcuni pezzi di “Una stanza tutta
per sé” di Virgina Woolf, illustre capostitpite
dei manifesti femminili del Novecento europeo. Adoro i romanzi di Jane Austen e
Virgina Woolf ne cattura la complessità e la
bellezza, e la descrive solo come lei può permettersi di fare…
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“Senza volersene vantare o arrecare dolore
al sesso opposto, possiamo dire che Orgoglio
e pregiudizio è un buon libro. E comunque
non ci sarebbe stato nulla di cui vergognarsi
ad essere còlti nell’atto di scrivere Orgoglio
e pregiudizio. Eppure Jane Austen era felice
che un cardine della porta cigolasse, perché
così poteva nascondere il suo manoscritto
prima che qualcuno entrasse nella stanza.
Per Jane Austen vi era qualcosa di disdicevole nello scrivere Orgoglio e pregiudizio.
E dunque, mi chiedevo, Orgoglio e Pregiudizio
sarebbe stato un romanzo migliore se Jane Austen non avesse ritenuto necessario nasconderne il manoscritto allo sguardo dei visitatori? Ne lessi una pagina o due per capire; ma non riuscii a trovare alcun
segno del fatto che le condizioni materiali della vita dell’autrice ne avessero in minima parte danneggiato
il lavoro. Ed era quello, forse, il vero miracolo della sua opera. Ecco una donna, agli inizi dell’Ottocento,
che scriveva senza odio, senza amarezza, senza paura, senza protestare, senza far prediche. La stessa
condizione nella quale scriveva Shakespeare, pensavo, guardando il testo di Antonio e Cleopatra. E
quando alcuni paragonano Shakespeare a Jane Austen, forse intendono dire che ambedue erano riusciti
a dissolvere nella mente ogni ostacolo; ed è per questa ragione che non conosciamo Jane Austen e
non conosciamo Shakespeare, ed è per questa
ragione che Jane Austen pervade di sé ogni parola che ha scritto, proprio come fa Shakespeare.
Se qualcosa faceva soffrire Jane Austen, questa
era la ristrettezza della vita che le veniva imposta.
Era impossibile per una donna andarsene in giro
da sola. Lei non viaggiò mai. Non attraversò mai
Londra su un omnibus, né mai fece colazione da
sola in un locale pubblico. Ma forse era nella natura stessa di Jane Austen non desiderare ciò che
non aveva. Il suo genio e le condizioni della sua
vita si accordavano completamente.
[…]
Che genio, che integrità bisognava avere davanti
a tutta quella critica, in mezzo a quella società
puramente patriarcale, per insistere coraggiosamente nella realtà così come la vedevano gli
occhi di una donna! Soltanto Jane Austen c’è
riuscita; e anche Emily Bronte. Scrissero come
scrivono le donne, e non come scrivono gli uomini. Fra le mille donne che scrivevano romanzi in
quell’epoca, furono le sole a ignorare completamente i perpetui ammonimenti dell’eterno pedagogo: scrivi questo, pensa quello. Furono le sole
a dimostrarsi sorde a quella voce insistente, ora
brontolante, ora condiscendente, ora dominante,
ora ferita, ora scandalizzata, ora arrabbiata, ora
familiare, quella voce che non lascia in pace le
donne, ma deve sempre inseguirle, come una
governante troppo onesta; scongiurandole, come
Sir Egerton Brydges, di essere più raffinate; introducendo perfino nella critica poetica la critica
del sesso; consigliando loro, se vogliono essere
brave e vincere, suppongo un vistoso premio, di
mantenersi entro certi limiti che sembrano convenienti al signore in questione.
(...) Il linguaggio corrente agli inizi dell’Ottocento
era più o meno questo (...) Questo è il linguaggio
di un uomo (...). Charlotte Brontë, nonostante il
suo splendido talento di prosatrice, barcollava e
cadeva, con quell’arma ingombrante tra le mani.
(...) Jane Austen le diede un’occhiata, si mise a
ridere e s’inventò uno stile perfettamente naturale ed elegante, adeguato alle sue necessità, al
quale d’altronde rimase sempre fedele. Perciò,
con molto meno genio letterario di Charlotte
Brontë, riesce a dire infinitamente di più.”
Virginia Woolf
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Milano
Tattoo
Convention
di Elisa Bozzi
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Anche per l’edizione 2014 la Milano Tattoo Convention (7-8-9 febbraio) si conferma come una delle
più importanti e seguite manifestazioni internazionali legate alla cultura del tatuaggio, e senza dubbio
la maggiore in Italia. Il gotha del tatuaggio a livello mondiale si è riunito all’Ata Hotel Quark di Milano
e ha dato sfoggio di incredibili capacità artistiche, con risultati formidabili sulla pelle dei fortunati che,
per tempo, hanno prenotato per avere un segno indelebile sulla pelle. Anche in questa diciannovesima
edizione i tatuatori sono arrivati da tutto il mondo.
Dagli Stati Uniti i rappresentanti della East Coast e della West Coast, così differenti tra di loro, dal
traditional newyorkese al chicano californiano, rappresentato dall’ormai noto studio Lowrider Tattoo di
Fountain Valley. Ha attirato lo sguardo del pubblico uno dei protagonisti dello show televisivo di DMAX
Milano City Ink Luca Natalini. Di grande impatto la nuova tendenza proveniente da oltralpe fatta di grafismi e figure che ricordano in qualche modo l’estetica della grafica anni Settanta. Tra i migliori i francesi
ToKo Lören e Xoil, ma da non perdere di vista anche i nostrani Trafficanti d’Arte P’Ink e Marco Galdo.
Hanno come sempre incuriosito i tattoist giapponesi, sicuramente i più affascinanti da osservare grazie
alle loro tecniche tradizionali. I tatuaggi vengono eseguiti su un tatatami, non sul tipico lettino, dove sia
il cliente che l’artista sono posizionati. Il tatuaggio viene poi eseguito non con le classiche macchinette
elettriche, ma con un bastone di bamboo con gli aghi in punta. Il risultato è eccezionale. Tra i grandi
nomi presenti a Milano Horitoshi, che realizza tatuaggi inconfondibili con la tradizionale tecnica tebori.
E poi ancora i tribali polinesiani, anch’essi realizzati con tecniche antiche e spettacolari.
Anche la città di Piacenza è stata rappresentata alla convention con due studi che operano da molti anni
a livelli altissimi: PMP con Ylenia Curotti e Carlo Tacchino, e Da Cosa Nasce Cosa con Michele Turco.
Gli appassionati di tatuaggi possono trovare pubblicazioni sul genere e affini, abbigliamento, ogget-
tistica, così come i professionisti hanno la possibilità di incontrare i maggiori fornitori di materiale
per tattoo.
La convention, anche quest’anno, è stata una
ricca carrellata variopinta di spunti a cui ispirarsi.
Non sono mancate le mostre, gli spettacoli, i
premi e la musica dal vivo.
Anche quest’anno il bagno di folla è stato totale,
con file lunghissime alle casse e difficoltà di movimento all’interno. Forse è giunto il momento di
pensare ad una location un po’ più ampia.
La cosa positiva è che evidentemente sono sempre di più gli interessati alle decorazioni corporali
permanenti.
Aspettiamo con ansia la prossima edizione e
siamo sicuri che, se non sarà come questa, sarà
ancora più bella e interessante.
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LA BOTTEGA
DEGLI OGGETTI
INUTILI E
MERAVIGLIOSI
a cura di Alessandra Sogni
SARDINE. Questa non è una crociera
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Ridere. La bocca forma una piccola barca, denti ai remi lingua a tamburo, parole come vele pronte a spiegarsi. Ridere dunque è navigare?
Ho comprato una barca a vapore che stava in svendita. Era carina giallo
e latta, abbinamento teneramente improbabile, decisamente irresistibile. L’ho portata a casa, ne ho studiato il manuale, pensato al varo.
Mi sono preparata alla partenza. Ho dimenticato lo champagne, chissenefrega. Siamo al mare. Sul ponte, i Capitani Wally e Wanda Edgewhale hanno scaldato il motore, candela
e acqua salata e sono pronti a pensare che lo scoglio di Wetsocks sia un punto eccellente per calare nei flutti.
L’equilibrio diventa bilico, quasi biblico in quella musica, sembra Nyman, sembra un nuovomondo. Schiuma,
onde che curvano, la voce dice solo forza, ma non così. Così: fooooooooorzaaaaaaaa e poi delle “a” piccoline
che salgono, mentre la giallolatta si staglia nella perpendicolare del mare e poi ci casca dentro e si ribalta e la
colonna sonora, adesso, è una pavana di cozze per gli intrepidi. Noi vogliamo del rum. Mare scaravolto, mare
bianco e blu eppure trasparente. La barca si perde, perde pezzi, perde Wally e Wanda capitani di ventura, di
sale e di sardine. Arrivano le papere. Chiamate dal muggito dei leoni di mare, scendono i paguri su tappi verdi
di latta, arriva il martin pescatore con due salvagenti di alghe a mo’ di occhiali e arriva un’ondata enorme e
bellissima sui miei piedi, fredda e imprevista da svegliare un sogno. Capisco che la mia barca a vapore non
è mezzo da flutti, né da corrente. Nasce per uno scaffale, pensata per bambini che hanno altro a cui giocare.
Nessuna competizione estiva ai giardini del Louvre, nessun giovane occhio che brilla scartando il pacchetto. Si
potrebbe star qui a inanellare metafore con l’esistenza, tra una barca lunga un palmo buona solo per fontane e
la vita della maggior parte di noi, partenze, talenti, destini e ardimenti. Fallire, lanciarsi, lasciarsi sbarbattare tra
i flutti a mulinello, di testa, di corpo. Invece mi va di sognare, alle porte di questa nuova stagione verso quello
che porterà. C’è il sole e l’onda sulle scarpe sta seccando, le calze che diventano dure come solo il mare sa.
La giallolatta, in piazzetta, si è data al commercio di monete vintage nella fontana comunale, in barba al racket
dei pesci rossi. Le papere cantano d’amore e il martin pescatore ha sposato un paguro cingendolo con un
cuore di alghe. I leoni marini sono in ferie anticipate e Wally e Wendy, dalla baia, fanno surf.
Rido, e la mia bocca forma una piccola nave. Ridere è navigare.
La
Pireina
dal 1907 cucina tipica piacentina
Se varcate le soglie della città e chiedete ad una persona qualunque in quale
ristorante si può trovare la vera cucina tradizionale piacentina, la risposta
unanime sarà: la Pireina.
È dal 1907 che nella trattoria di via Borghetto ogni piatto sembra uscito dalla
cucina di una “razdora”. Tutte è cucinato con semplicità e genuinità, con
un’attenzione particolare agli ingredienti. Ad assaggiare i loro storici tortelli “con
la Coda” o l’impareggiabile “Picula ad cavall” si ha la sensazione di entrare a far
parte di un segreto di famiglia dove le ricette si tramandano da una generazione
all’altra. E da una generazione all’altra si tramanda anche l’inconfondibile spirito
di accoglienza. La signora Pireina prima e il “Gnasso” ora incarnano la perfetta
figura dell’oste: colui che ti accoglie come se ti conoscesse da una vita. Sarà
per questo che tutto il mondo della cultura che a Piacenza è venuto e viene per
uno spettacolo, un concerto, una mostra o una conferenza finisce sempre per
“mettere i piedi” sotto ai tavoli della Pireina. Perché qui si respira aria di casa e
si impara ad apprezzare dall’interno la magnifica tradizione culinaria e goliardica piacentina.
Via Borghetto 137, 29121 Piacenza
Tel. 0523.338578 - 328.0658289 - [email protected]
Chiuso domenica sera e lunedì tutto il giorno
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a cura di Enrico Pagani
SPORTZONE
Rebecchi Nordmeccanica, un’altra Coppa Italia in bacheca
Se bastano due indizi a fare una prova, quattro trofei vinti nelle ultime quattro manifestazioni nazionali
dimostrano abbondantemente che la Rebecchi Nordmeccanica è in Italia la squadra da battere. Il primo
trofeo della serie per le piacentine era arrivato poco meno di dodici mesi fa, quando la squadra di Caprara
aveva trionfato in quel di Varese nella sua prima Final Four di Coppa Italia. Un anno dopo ecco che la società
della famiglia Cerciello mette in bacheca un’altra Coppa Italia, dopo una due-giorni a Treviso che ha visto
il sestetto biancoblù dominare prima Busto Arsizio e poi Bergamo senza perdere per strada nemmeno un
set. In mezzo a questi due trionfi c’era stato nel maggio 2013 il primo Scudetto della storia della società
ai danni di Conegliano e, sei mesi più tardi, una Supercoppa Italiana alzata al PalaBanca battendo ancora
una volta la squadra veneta. Limitandoci a parlare della stagione in corso, tutto era iniziato a ottobre
come meglio non si poteva, con 8 vittorie consecutive in campionato e addirittura 13 se si considerano
anche la Champions League e la Supercoppa Italiana. Poi, è evidente, qualcosa è successo. Saranno state
forse le voci che accostavano Gianni Caprara alla Nazionale italiana, il risultato è stato che alla ripresa del
campionato dopo la sosta natalizia le biancoblù hanno inanellato una serie di quattro sconfitte consecutive
che hanno fatto comparire i fantasmi di una crisi. La squadra devastante ammirata nella prima parte di
stagione sembrava sparita, a farsi notare non erano più le schiacciate della Meijners o della Bosetti, le
magie della Ferretti e le incredibili difese della Sansonna, ma una serie di errori e incertezze in tutti i
fondamentali. Crisi o non crisi, due di queste quattro sconfitte Leggeri e compagne le hanno pagate a caro
prezzo, dovendo salutare la Champions League in seguito al doppio 3-1 subìto contro Zurigo nei Playoff
a 12, peraltro dopo essersi qualificate come prime in un girone di ferro davanti alla corrazzata Dinamo
Mosca. Le altre due sconfitte – una a Busto e l’altra in casa con Modena – hanno invece avuto l’effetto di
assottigliare il largo vantaggio che le ragazze di Caprara avevano guadagnato sulle inseguitrici. Fortuna
che, dopo l’eliminazione dalla Champions League i meccanismi hanno ricominciato pian piano a funzionare e sono arrivate prima la qualificazione alla Final Four di Treviso, poi un convincente trio di vittorie in
campionato e, infine, le due vittorie schiaccianti nella due-giorni al Palaverde. Ora che lo stato di forma
pare tornato quello di due mesi fa, l’obiettivo non può che essere quello di chiudere la regular season al
primo posto per poi giocarsi i Playoff di campionato in una posizione di vantaggio. A parte questo – che
non darebbe del resto nessuna garanzia di vittoria – l’importante sarà confermarsi Campioni d’Italia e, se
possibile, ambire a realizzare un altro Triplete.
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APPUNta
MENTO
CON L’ARTE
a cura di Elisa Mogavero
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La primavera si annuncia ricca di appuntamenti artistici interessanti.
Protagonista indiscussa di questa stagione artistica è lei, la Ragazza con l’orecchino di Perla, in mostra
fino al 25 maggio a Bologna a Palazza Fava di Bologna. La fama del dipinto di Vermeer ha raggiunto
livelli mediatici altissimi, con un’operazione commerciale che prevede circa 220.000 visitatori. In effetti
l’esperienza di guardare la misteriosa ragazza è stata protagonista del bellissimo romanzo di Tracy
Chevalier, oltre ad essere stata interpretata dalla emozionante Scarlett Johansso (con Colin Firth nei
panni di Jan Vermeer), dal libro al film che lo mettono al centro di una storia di finzione dall’alto po-
tere mediatico. Rimane quindi da scoprire se lo
sguardo “dal vivo” sarà in grado di catturarci da
qualsisasi angolazione, se il nostro occhio avrà
l’illusione di vedere l’intera perla, disegnata in
realtà utilizzando solo due pennellate a forma di
goccia separate l’una dall’altra, se la sbavatura
del rossetto saprà intrigarci. Ricchissimo programma per la “Primavera di Milano”. Il 12 marzo
si inizia con Klimt a Palazzo Reale e si prosegue il
26 con la grande retrospettiva di Piero Manzoni,
il genio dell’ultima avanguardia milanese, trovato
morto nel suo studio di Brera non ancora trentenne, ma già pietra miliare della storia dell’arte
mondiale. Il 25 marzo al Pac arriva finalmente
Regina José Galindo,artista guatemalteca che
usa il proprio corpo come denuncia politica e
sociale, mettendolo al centro di performance di
forte impatto. Il mese di aprile vedrà protagonista
Bruno Munari al Museo del Novecento (3 aprile)
e “Bernardino Luini e i suoi figli”, allestita da Lissoni e dedicata alla famiglia di pittori lombardi,
seguaci di Leonardo, che inaugura in contemporanea al Salone del Mobile (10 aprile). A Roma
dal 20 marzo presso le Scuderie del Quirinale,
Frida Kahlo dimostrerà di essere un’icona ancora
vivente – come testimoniamo le fotografie che
completano la mostra dei dipinti con protagonisti
il suo volto, il suo corpo, la sua malattia, la sua
ossessione. Da metà marzo, la fotografa tedesca
Candida Höfer porta a Palazzo Te la sua visione di
Mantova, proseguendo il ciclo de “La casa degli
dei”, un progetto dell’Assessorato alle Politiche
Culturali e alla Promozione Turistica del Comune
di Mantova che vede protagonisti internazionali
dell’arte contemporanea dialogare con gli spazi
di Palazzo Te. Quando l’arte contemporanea sa
dialogare con il passato è sempre un successo,
come hanno dimostrato i due precedenti appuntamenti con Fabrizio Plessi e Bill Viola. Ultimo
tip per chi è convinto che la moda sia arte: “The
Glamour of Italian Fashion 1945-2014 al Victoria
& Albert Museum” (dal 5 aprile al 27 luglio) Dalla
prima sfilata d’alta moda del 1951 a Firenze con
giornalisti da tutto il mondo e compratori dai department store ameircani, agli stilisti come Roberta di Camerino, Missoni, Krizia e Armani che
hanno fatto grande Milano, fino a Roma con la
Cinecittà degli anni della “dolce vita” che diventa
icona del made in Italy. E’ la prima volta che Londra dedica una grande mostra al “made in Italy”
e ai nostri grandi stilisti…che sia un segno che,
per uscire da una fase critica, si debba partire da
ciò che si sa fare bene?
33
TEATRO
a cura di Arianna Groppi
Per una volta vogliamo parlarvi di un teatro che non
c’è. O meglio di un teatro che non c’è ancora. O meglio, c’è ma deve essere riaperto. Insomma quello
che vi vogliamo raccontare è il sogno di Anna, Daria e Valentina, nate e cresciute a Pontenure, che
si incontrano durante un laboratorio teatrale e nel
2005 fondano l’associazione culturale Crisalidi.
Poi arriva il sogno: riportare in vita il Teatro Serra
all’interno dei giardini di Villa Raggio nel paese in
cui sono nate. E per farlo hanno ideato 50+1 il Festival di teatro contemporaneo in programma per il
prossimo maggio. L’idea è quella di ridare vita a un
piccolo Teatro di fine ‘800 che solo recentemente
ha subito alcuni interventi di ristrutturazione tanto
da renderlo nuovamente agibile, portando così alla scoperta del pubblico è un vero e proprio gioiellino
in stile Vittoriano costruito interamente in vetro e ghisa alla fine dell’800. Il nome Teatro Serra deriva
dalla sua suggestiva collocazione all’interno delle serre costruite dalla famiglia per mettere al riparo
le loro preziose collezioni di piante esotiche tra cui si narra ci fossero esemplari rarissimi di orchidee.
Ma un teatro senza pubblico è solo un contenitore vuoto. E per riempire quello che, il Censimento dei
Teatri Chiusi Italiani ha definito il “Teatro più piccolo d’Italia”, sono sufficienti 50 persone, non una di
più non una di meno. O meglio una persona ci sta, ma la si mette sul palco. Da qui il nome 50 + 1 il
Festival dove saranno la modernità e della spontaneità del teatro contemporaneo a fare da cornice al
fascino senza tempo di questo teatro. Quattro sono gli artisti professionisti che presenteranno spettacoli autoprodotti, diretti e interpretati, attraverso una rassegna di alta qualità artistica e che premia
la passione e la professionalità necessarie per portare avanti progetti teatrali indipendenti. Ma quello
che vi abbiamo raccontato fino ad ora rischiava di rimanere solo un sogno, se Anna, Daria e Valentina
non avessero deciso di ovviare alla cronica carenza di fondi per la cultura , affidando il destino del loro
progetto al Crowfounding: un sistema in cui di reperiscono fondi attraverso una sorta di grande “colletta
universale”. Tutto avviene nella democraticità del web, dove tutti possono donare una cifra, anche
minima per contribuire alla nascita di progetti che difficilmente avrebbero visto la luce.
Seguendo questo link : http://eppela.com/ita/projects/672/festival-501
sarà possibile conoscere i dettagli del progetto e aiutare chi, nella nostra città, si impegna per realizzare
un festival che riapre porte chiuse e svela bellezze storiche e talenti culturali.
35
a cura di Elisa Bozzi
CINEZONE
Ferzan Ozpetek di nuovo al cinema
Dopo la scorpacciata cinematografica dei premi Oscar, marzo si presenta al cinema con interessanti
novità. Dopo il successo di “300”, tratto dai fumetti di Frank Miller, arriva al cinema giovedì 6 marzo
“300 – L’alba di un impero” nuovo capitolo della
saga epica che sposta questa volta l’azione su
un nuovo campo di battaglia, il mare, dove il generale greco Temistocle tenta di unire tutto il suo
popolo, alla testa di una carica che cambierà il
corso della guerra. Samuel L. Jackson è protagonista di “Un ragionevole dubbio”, legal thriller che
ricorda nel plot film come “Nella morsa del ragno” e “La giuria”. Claudio Amendola dirige Ennio
Fantastichino, Ricky Memphis e Antonello Fassari
nella commedia “La mossa del pinguino”, storia
di un gruppo di amici appassionati di curling che
sognano le olimpiadi. Stessa data di uscita anche
per l’ultimo film del sempre interessante Ferzan
Ozpetek, “Allacciate le cinture”. Elena si divide tra
Antonio e Fabio, due ragazzi che, in modo diverso,
decidono di amarla. Tredici anni dopo però le turbolenze della vita non sono più solo sentimentali.
Di produzione inglese è, invece, il drammatico
“Il superstite”, diretto da Paul Wright, storia di
un naufragio tra leggenda e superstizione. L’11
marzo arriva sugli schermi “National Theatre
Live – Othello”, con Adrian Lester e Rory Kinnear, rappresentazione agile e lucida della tragedia
shakespeariana, mentre il 13 sarà la volta di “47
Ronin”, avventura fantasy in 3D tratta dal più
tramandato racconto giapponese e interpretato
da Keanu Reeves. Spike Jonze dirige “Lei”, con
Joaquin Phoenix e Scarlett Johansson. Theodore è impiegato di una compagnia che attraverso internet scrive lettere personali per conto di
altri. Quando una nuova generazione di sistemi
operativi, animati da un’intelligenza artificiale
sorprendentemente “umana”, arriva sul mercato, Theodore comincia a sviluppare con essa una
relazione. Una commedia di amori incrociati,
tradimenti e riconciliazioni è “Maldamore”, di
Angelo Longoni, con Ambra Angiolini, Luisa Ranieri, Alessio Boni, Luca Zingaretti e Ettore Bassi.
Il drammatico confronto tra due donne, eredi di
una tragedia familiare, nella soffocante Polonia
degli anni Sessanta è il tema conduttore di “Ida”,
diretto da Pawel Pawlikowski. Kenneth Branagh,
Keyra Knightley e Kevin Costner sono i protagonisti di “Jack Ryan – L’iniziazione” (20 marzo),
diretto dallo stesso Branagh. Jack Ryan deve
recarsi in Russia per dare un consiglio finanziario a un miliardario che lo incastra assegnandoli
la colpa di un attentato terroristico finalizzato al
collasso dell’economia americana. Dal bestseller
di Nick Hornby è tratto il film “Non buttiamoci giù,
con Pierce Brosnan, storia di quattro sconosciuti
che la notte di capodanno si trovano casualmente
sulla sima di un grattacielo per suicidarsi. Prende
spunto, invece, da Hitchcock, “Il ricatto, con John
Cusack e Elijah Wood. Mercoledì 26 marzo è atteso sugli schermi “For no good reason”, biografia
di Ralph Steadman, illustratore e caricaturista
inglese, con Johnny Depp e Terry Gilliam. Stessa
data di uscita per “Captain America – The Winter
Soldier”, ancora con Samuel L. Jackson e Scarlett Johansson, e “Storia di una ladra di libri”, di
Brian Percival, adattamento del romanzo di Zusak
Markus con Geoffrey Rush e Emily Watson.
a cura di Elisa Bozzi
TVZONE
Orange is the new black
Il titolo incuriosisce, “Orange is the new black”. Il colore arancio diventa sinonimo del più elegante e misterioso dei colori. Ma se pensiamo che l’arancio è il colore delle divise carcerarie americane, forse c’è
qualcosa che non quadra… La serie, da marzo su Rai4, è incentrata sulle vicende di Piper Champman,
il cui rapporto decennale con il corriere della droga Alex (Laura Prepon) provoca il suo arresto e la
costringe ad un anno di detenzione in un penitenziario federale. Per pagare il suo debito con la società,
Piper deve scambiare la sua comoda vita di New York con il fidanzato Larry (Jason Biggs) con una tuta
arancione e una sconcertante cultura in prigione, dove è costretta a mettere in discussione tutto ciò
che crede e a formare nuove e inaspettate alleanze con un gruppo di eccentriche e schiette detenute.
I personaggi secondari sono curati nei minimi dettagli e degni del successo della serie. Facendo una
veloce carrellata troviamo Jason Biggs, qui vittima del passato della fidanzata, in realtà perfettamente
in linea con le avventure di American Pie; poi c’è la cuoca sovietica Red, una Kate Mulgrew in splendida
forma, la cui bravura le permette di passare da Star Trek alla Signora in giallo come se nulla fosse. Si
spazia poi dalla cristiana invasata Doggett, alla stalker Crazy Eyes fino all’enigmatica Miss Claudette,
tutte abbastanza sfaccettate da non cadere in quegli stereotipi banali e prevedibili che sono sempre in
agguato. Non mancano il sesso blasfemo in chiesa, la divisione etnica o la violenza delle guardie sulle
detenute più o meno condiscendenti, per finire con il tradimento a tinte lesbo di Piper. Protagonista della
serie è Taylor Schilling, nota al grande pubblico soprattutto per essere stata la protagonista di Argo al
fianco di Ben Affleck. Quello che ne viene fuori è un ritratto corale, una serie di ritratti femminili (ma
attenzione pure ai secondini) estremamente variegati, spesso lontani dai soliti personaggi televisivi e
dagli stereotipi: donne delinquenti, lesbiche o comunque bisessuali, appartenenti alle più varie etnie,
religioni, stili di vita. C’è di tutto e di più, dentro il carcere di Orange is the new black, che non è il new
Oz o il new Prison Break, bensì offre uno sguardo differente e personale sulla vita in prigione, vissuta
sulla propria pelle per davvero da Piper Kerman, il cui romanzo autobiografico ha ispirato il telefilm.
Uno sguardo tutto nuovo per quella che, nonostante l’ambientazione carceraria, si è rivelata la serie più
libera della scorsa stagione televisiva statunitense.
CARNET
A Milano Affordable
Art Fair
Torna a Milano la quarta edizione di Affordable
Art Fair, la fiera “democratica” che offre il meglio
dell’Arte contemporanea a prezzi accessibili. Dal 6
al 9 marzo, nelle sale di Superstudio Più i visitatori
possono ammirare e acquistare stampe, fotografie e
dipinti provenienti da numerose gallerie internazionali e partecipare a workshop e seminari. Con il tetto
fissato sotto i €5,000 e opere di ogni tipo di stile o
tecnica – dalla pittura, alle stampe originali, scultura
e fotografia – rimane solo l’imbarazzo della scelta.
Info: affordableartfair.com
Cinema d’essai al Jolly
Prosegue nel mese di marzo la Rassegna del Mercoledì del cinema Jolly2 di San Nicolò, che propone le
pellicole più premiate nei festival internazionali con
spettacolo unico alle 21.30. Mercoledì 5 marzo verrà
proposto “L’arte della felicità” di Alessandro Rak, film
di animazione presentato al Festival di Venezia 2013.
Il 12 marzo sarà la volta di “Disconnect “, di Alex Rubin, mentre il 19 tocca a “Il capitale umano” di Paolo
Virzì. Il mese di marzo si conclude con “Dallas buyers
club” di Jean-Marc Vallée mercoledì 26.
Info: www.jolly2.com
La grande prosa
al Municipale
Si annuncia come uno degli eventi teatrali più importanti dell’anno la lettura delle Operette Morali di
Giacomo Leopardi che vedrà protagonista martedì 25
e mercoledì 26 marzo, alle 21, al Teatro Municipale di
Piacenza, Mario Martone, regista teatrale e cinematografico, insieme alla Fondazione del Teatro stabile
di Torino. Un lavoro sorprendente, vincitore del Premio Ubu 2011 per la regia, firmata da Martone, che
si preannuncia come una rivelazione profonda dello
spirito leopardiano, tema tanto caro al regista.
Info: www.teatripiacenza.it
Kandinsky a Palazzo Reale
Una grande monografica presenta oltre 80 opere
di Kandinsky provenienti dalle collezioni del Centre
Pompidou di Parigi. Dalle prime esperienze in Russia, alla progressiva semplificazione e stilizzazione
delle forme; dall’esperienza al Bauhaus fino agli anni
30 in Francia. Kandinsky sviluppò una propria teoria per combinare le varie forme del lavoro creativo
(pittura, musica, arti popolari, disegni di bambini)
colmando le tradizionali divisioni artistiche di periodi
o scuole di pensiero diverse. Fino al 27 aprile.
Info: www.kandinskymilano.it
39
AGENDA IN PILLOLE
MARZO
VARIE
Lunedì 3 marzo
Macbeth Suite
da Shakespeare a Verdi
Sala dei Teatini
Via Scalabrini - ore 21:00 – 22:00
Regia Lorenzo loris. Direzione musicale Patrizia
Bernelich.
CORO FILARMONICO DI PIACENZA
CORO PONCHIELLI-VERTOVA DI CREMONA
40
Mercoledì 5 marzo
Musica al lavoro
Salone Nelson Mandela
della Camera del Lavoro
Via XXIV Maggio, 18 - ore 21:30 – 22:30
In occasione della ricorrenza della Giornata internazionale della Donna, è in programma lo spettacolo:
“Monologhi slabbrati”, con testi poetici di Stefano
Raimondi, interpretati da Marta Comerio.
Giovedì 6 marzo
Giornate FAI di primavera
Eventi collaterali
Cappella Ducale di Palazzo Farnese,
Piazza della Cittadella, Piacenza
ore 17:30 – 18:30
Conversazione/dibattito, aperta a tutti, su temi
attinennti la romanità di Piacenza e di Veleia. “31
maggio 218 a.C. Piacenza 53° colonia romana”
Anna Maria Carini conservatrice del Museo Archeologico - Pier Luigi Dall’Aglio prof. di Topografia
Antica presso Università di Bologna.
Venerdì 7 marzo
Rassegna teatrale: Teatro e oltre
Teatro San Matteo
Vicolo San Matteo, Piacenza
Rassegna teatrale di gruppi piacentini con anteprima di arte varia.
Anfitrione - Pittura Fresca
Inizio spettacolo ore 21.15; anteprima ore 20.45.
Altri appuntamenti sabato 8 marzo, sabato 15,
sabato 22.
Teatro Danza 2013-2014
Teatro Gioia ex Chiesa dei Gesuiti
Via Melchiorre Gioia, 20 - ore 21:00 - 21:00
Balletto Civile/Fondazione Teatro Due
“Il sacro della primavera” da La sagra della primavera di Igor Stravinskij. Ideazione e coreografia di
Michela Lucenti
Giovedì 13 marzo
Giornate FAI di primavera
Eventi collaterali
Cappella Ducale di Palazzo Farnese,
Piazza della Cittadella, Piacenza
ore 17:30 – 18:30
Conversazione/dibattito, aperta a tutti, su temi
attinennti la romanità di Piacenza e di Veleia.
“Veleia: i luoghi e la storia” - Nicola Criniti professore, storico, studioso.
Società dei Concerti
Stagione 2014
Sala Grande del conservatorio
“G. Nicolini”,
Via Santa Franca, 35, Piacenza - ore 20:30 – 21:30
Giuseppe Albanese (pianoforte)
venerdì 14
Stagione lirica 2013-2014
Teatro Municipale
Via Verdi, 41 - Piacenza - ore 20:30 – 20:30
Giuseppe Verdi - SIMON BOCCANEGRA
Melodramma in un prologo e tre atti su libretto di
Francesco Maria Piave dal dramma Simon Bocanegra di Antonio Garcia Gutiérrez
Corrado Casati, maestro del coro
CORO DEL TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA
ORCHESTRA REGIONALE DELL’EMILIA ROMAGNA
martedì 18 marzo
Stagione di Prosa 2013-2014
Altri Percorsi
Teatro Municipale
Via Verdi, 41 - Piacenza - ore 20:30
Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
“Natale in Casa Cupiello” di Eduardo De Filippo.
Adattato, diretto e interpretato da Fausto Russo
Alesi.
Giovedì 20 marzo
Musica al lavoro:
rassegna di musica e parole
10 edizione
Salone Nelson Mandela
della Camera del Lavoro
Via XXIV Maggio, 18 - ore 21:30 – 22:30
“Ius Soli”
con Edda Pando, peruviana, tra le pioniere dell’autorganizzazione immigrata in Italia, e Marco Carini,
consigliere regionale Pd in Emilia Romagna.
martedì 25 marzo
Stagione di Prosa 2013-2014
Teatro Municipale
Via Verdi, 41 - Piacenza - ore 21.00-23.00
Fondazione del Teatro Stabile di Torino
“Operette morali” di Giacomo Leopardi. Adattamento e regia di Mario Martone.
Altro spettacolo mercoledì 26 marzo.
domenica 30 marzo
Stagione di danza 2013-2014
Teatro Municipale
Via Verdi, 41 - Piacenza- ore 16:00 – 16:00
Balletto Yacobson di San Pietroburgo - Don Chisciotte
Piacenza Jazz Fest 2014
XI edizione
Dal 2 marzo al 5 aprile 2014
sabato 1
Gazebo suonante con la “Girlesque Street Band”
Presso il gazebo sarà possibile acquistare i biglietti
o gli abbonamenti per i concerti
Piazza Cavalli - dalle 15.00 alle 19.00
ore 21.15: concerto dello Spirit Gospel Choir
diretto da Andrea Zermani feat. Sherrita Duran
Basilica di Santa Maria di Campagna - Piazzale
delle Crociate
domenica 2
Spazio Rotative - Via Benedettine, 66 - ore 18.00
Richard Galliano con “Tangaria
domenica 9
Conservatorio Nicolini - Via Santa Franca, 35
ore 21.15 - (biglietto intero euro 18)
Symcoock - Goloubev
Towner - Girotto
venerdì 14
Fiorenzuola d’Arda - Teatro Verdi - ore 21.15
Ray Mantilla Quartet: “80 Birthday Tour”
in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del
Comune di Fiorenzuola d’Arda
sabato 15
Conservatorio Nicolini - Via Santa Franca, 35
ore 21.15 - Vincitori Bettinardi 2013
Antonio Vivenzio - Mario Nappi - Francesco
Nasone
Ingresso libero con tessera PcJazzClub o ANSPI
mercoledì 19
Teatro President - Via Manfredi - ore 21.15
Joshua Redman Quartet
feat. Aaron Goldberg, Reuben Rogers e Greg
Hutchinson
sabato 22
Spazio Rotative - Via Benedettine, 66 - ore 21.15
Benni - Brunello - Petrin “I mille cuori di Poe
41
sabato 29
Teatro President - Via Manfredi - ore 21.15
Riccardo Zegna Quintet - Drew Gress Quintet “7 Black Butterflies
Rassegna Il jazz
al centro
aperitivo swing
Evento collaterale
al Piacenza jazz fest 2014
In collaborazione con la Direzione del Centro
Commeciale Gotico di Piacenza - Concerti liberi e
gratuiti presso la “Piazza del Gusto” con aperitivo
offerto dalla Direzione del “Gotico” - In occasione
dell’iniziativa “Il Jazz al Centro”, presso il Centro
Commerciale “Gotico” sarà allestita una parte della
mostra Fermoimmagine - Scatti dai precedenti
Jazz Fest;
domenica 9
GEORGIA ON MY MIND
42
Georgia Ciavatta voce
Gianni Satta tromba
Renato Podestà chitarra
Alex Carreri contrabbasso
Roberto Lupo batteria
domenica 16
GIPSY SOUL TRIO
Luciano Poli chitarra
Hillary Katch chitarra e percussioni
Mauro Sereno contrabbasso
domenica 23
MILANO HOT JAZZ ORCHESTRA
Paolo Gaiotti cornetta, washboard, voce
Andrès Villani sax baritono e soprano, flauto
Claudio Perelli sax alto e soprano, clarinetto, flauto
Filippo Perelli sax tenore, alto e soprano, flauto
Nanna Freddi banjo
Carlo Marchesi pianoforte e voce
Tito Mangialajo Rantzer contrabbasso
Achille Legnazzi batteria
LOCALI
Baciccia
Caffè Letterario
via Dionigi Carli, 7 tel. 0523606684
TUTTE LE DOMENICHE HAPPY HOUR 18>21
MAXI SCHERMO CON ANTICIPI E POSTICIPI
E CHAMPIONS.
LA MUNTA’
Chiuso Domenica sera
72, v. Mazzini - 29121 Piacenza
Tel. 0523 498929
Gli appuntamenti live del martedì sera
Programma di marzo:
4/3 - Serata di Carnevale con Dj
11/3 - Mikeless e Goia de Fangaz
18/03 - Evento collaterale Piacenza Jazz Fest
The Swing Legacy
15/3 - Evento collaterale Piacenza Jazz Fest
Pearl and The Pigs
Milestone
Via Emilia Parmense, 27
Prenotazione dei tavoli 345.7404041
Info: 0523-579034 - 349-8967582
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