COMUNIONE E MISSIONE SERVIZIO DI SPIRITUALITÀ MISSIONARIA A CURA DEL CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO - TRENTO comunione e missione - redazione: via s. g. bosco 7, 38100 trento - direttore: carlo speccher direttore responsabile: agostino valentini - ccp 13870381 - registrazione presso il tribunale di trento n. 178 n. 7 luglio 2008 - periodico mensile dell’opera diocesana per la pastorale missionaria di trento anno XXXVII - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe perçue - Tassa riscossa Trento - contiene I. R. Luglio 2008 La tua parola è luce per il cammino dei popoli 356 lettera del direttore Carissimi amici, questo numero di Comunione e Missione conclude un anno pastorale ricco di iniziative per l’animazione missionaria. Un bellissimo segno di convivenza pacifica è stata la 9a Festa dei Popoli che si è tenuta a Trento l’ultima domenica di maggio; interessante la gioiosa sfilata di tutti i popoli per le vie del centro alla quale hanno partecipato anche l’Arcivescovo, il Sindaco e altre autorità. In Piazza Fiera è stato commovente il momento della preghiera in cui ogni rappresentante delle varie religioni ha pregato per la pace e la solidarietà tra i popoli. La presenza di questi fratelli immigrati ci porta a fare alcune consi- Vita Trentina Editrice 1 derazioni sulla loro integrazione. Le linee di tendenza rilevano una crescita sempre maggiore dei flussi migratori. Oggi circa 195 milioni di persone sono migranti in Paesi diversi da quelli di origine, poco meno della metà sono donne. Questo comporta una crescita di esigenze sempre più pressanti, a livello sociale ed ecclesiale. La prima riguarda l’integrazione - interazione intesa come capacità di trovare un ragionevole equilibrio tra il rispetto dell’identità propria e il riconoscimento di quella altrui. La Chiesa avverte le tensioni tra sicurezza e accoglienza che tali realtà presentano. È evidente il diritto, prima di tutto, a vivere in pace e dignità nel proprio Paese. Di conseguenza, i Paesi di origine devono adoperarsi, aiutati dalla comunità internazionale, per aumentare il proprio sviluppo, per non costringere i propri cittadini a lasciare la patria per cercare altrove una vita degna. Tuttavia, il raggiungimento del bene comune dell’intera umanità richiede sostegno, solidarietà, assi2 stenza e cooperazione da parte di altri quando un Paese non riesce a garantire sviluppo, pace e sicurezza. Le persone emigrano, tra le altre cause, per poter provvedere alla propria famiglia di cui hanno bisogno come tutti. Di conseguenza, le famiglie non devono essere disperse e indebolite, lasciando in uno stato di estrema vulnerabilità, in particolare, le donne e i bambini. Il 17 giugno in Seminario, c’è stato l’ultimo incontro con i nostri missionari in vacanza, una vera festa di famiglia piena di gioia, durante la quale suor Bruna Menghini, missionaria in Libia, ha svolto un’interessante relazione riguardante la testimonianza dei cristiani in un paese dove la maggior parte della popolazione è di religione mu sul-mana. L’estate è tempo propizio per riposare e recuperare le forze che in autunno ci daranno un rinnovato impegno per la missione in favore del Regno di Dio. Buona estate a tutti. don Carlo Speccher Appunti di spiritualità missionaria don Gianni Poli don Bruno Morandini ELISEO E LA LEZIONE DELLA MISSIONE Lettura dal Secondo Libro dei Re (2Re 5,1-19) Quando Gesù parlò di un missionario che mostrò l’amore di Dio agli stranieri, portò l’esempio di Eliseo: un uomo che confonde e affascina. È un profeta dalla parola forte, ma non è come Isaia o Geremia, lui non scrive niente, non c’è nulla di intellettuale in lui. Già questo basta a mettere in discussione le scelte pastorali della mia Chiesa: in Amazzonia, con pochissimi preti e tantissime comunità, suona stonata ogni frase che dà risalto all’Eucaristia, come culmine e fonte della nostra preghiera. Se è costitutiva della comunità, perché mettiamo i cristiani in condizione di incontrarla solo due volte l’anno? Un galantuomo, buono e saggio, non potrebbe consacrare il pane e il vino per la sua comunità? Se bastano sette-otto incontri per preparare una coppia al matrimonio, perché per preparare al Sacramento della Comunione con il Corpo e il Sangue di Cristo servono sei anni di studio teologico? Io non rimpiango di aver passato tutto quel tempo in Seminario, ma Eliseo, profeta analfabeta, mi fa ronzare in testa pensieri che interrogano le mie convinzioni pastorali. Eliseo è rozzo. In lui non c’è nulla di elegante o educato, ma Dio lo chiama. È un contadino forte e ricco, ma quando incontra Elia lascia tutto quello che ha e tutto quello che è. Eliseo si appassiona di Dio, ma né vocazione né missione gli cambiano i cromosomi: rozzo è e rozzo resta. Quando arriva Nàaman, in barba alla sacralità dell’accoglienza, non esce neanche di casa per dargli il benvenuto; quando parla al suo re, lo manda a quel paese usando un linguaggio da osteria... Eliseo scatena l’amore di Dio anche se lui è una miniera di maleducazione. È un bifolco, ma Dio parla agli uomini per mezzo di lui. Dio è fantastico, perché non si lascia imbrogliare dalle nostre meschinerie, dai nostri difetti, dal nostro lato oscuro o brutto, e per mezzo di noi parla al nostro popolo e al mondo. Non è il fatto di essere prete, o in missione, che mi corregge, la missione non mi toglie nessun difetto. A volte penso che se la Chiesa fosse un’azienda, mi avrebbe già licenziato, o non mi avrebbe neanche assunto. Noi cristiani non siamo truppe scelte, siamo come Eliseo: pieni di limiti. Quando nell’enciclica Fidei Donum Benedetto XVI parla di aiutare le chiese di missione mandandovi i figli migliori, mi perdoni il papa, ma mi fa sorridere: 3 chi decide qual’è il prete migliore o la suora migiore o la famiglia migliore? Credo che il missionario sia colui che Dio, con la sua fantasia, ha fatto arrivare in missione. Eliseo fa miracoli. Beh, qui noi non si arriva a tanto, però è impressionante quanto amore scateni la missione! Non è dovuto alla nostra persona. C’è chi si ricorda una mia battuta, una mia parola o un mio consiglio, che a me sembra troppo saggio per essere uscito dalla mia bocca. C’è chi rinuncia alla vacanza e mi dà quello che spenderebbe se andasse al mare; ci sono gruppi che mi aiutano rimanendo in casa lavorando a maglia o a uncinetto e vendendo i prodotti in mercatini missionari (e io lo so che tra una sferruzzata e l’altra, ci scappa anche un’Ave Maria per i missionari lontani!); ci sono bambini che rinunciano ai capricci perché educati a pensare a chi ha meno di loro. Alcuni mi scrivono pur sapendo che non otterranno risposta, perché il ringraziamento che spetta loro si perderà, sorpassato da un contrattempo, da un povero Cristo che si prenderà il mio tempo e mi impedirà di scrivere un ‘grazie’ su di un pezzo di carta. Ma tutto questo amore accade non perché io sia io, ma perché io sono in missione! Sono i miracoli che escono dalle mani di Eliseo, nonostante Eliseo sia quel che sia. In questo brano mi rispecchio quasi di più in Nàaman che nel profeta. Come Nàaman, anch’io qui sono straniero. Lui è tentato di pensare che i fiumi della sua Damasco siano migliori e anch’io ho la perenne tentazione che l’efficienza europea sia migliore. Lui non capisce perché per guarire debba lavarsi sette volte in un torrentello e anch’io rimango dubbioso di fronte a espressioni religiose differenti, quasi strampalate: le processioni accompagnate dallo scoppio continuo di petardi, la richiesta frequente di benedire bottiglie d’acqua, il rispetto del prete dovuto più alla paura della scalogna che alla condivisione dell’ideale cristiano… Eppure queste persone nascondono una fede grande: si incontrano cercando di capire la Parola anche quando invece di essere letta è massacrata da un lettore quasi analfabeta, cercano Dio e lo pregano in cappelle che sembrano offrire solo afa e rumore… Beata la fede del popolo di Dio! La serva del re di Aram si preoccupa della salute dell’ufficiale lebbroso, un nemico, e lo manda dal ‘rezador’ (l’uomo che sa la preghiera giusta per quella malattia); i servi di Nàaman spiegano con calma al loro padrone che deve obbedire al consiglio del profeta! Noi missionari ci sentiamo come Nàaman: con molta religione, molto tempio, molta catechesi, ma con una fede tutta da imparare! 4 >> PER UN CAMMINO COMUNE << Quale cammino d’animazione per il prossimo anno? È questa la domanda fondamentale che ha guidato la due giorni di verifica e programmazione realizzata dal Centro a fine maggio. L’intervento del Vicario generale don Lauro Tisi ha arricchito il nostro incontro e ci ha confermato in alcune importanti intuizioni emerse già nel primo lavoro di gruppo: - la centralità della persona e quindi l’importanza della relazione e del contatto personale; - l’ascolto del territorio, con particolare attenzione alle categorie più deboli, per conoscere le attese e i problemi della gente e comprendere meglio il nostro ruolo di animatori missionari; - la collaborazione fra le varie espressioni della Chiesa presenti nelle singole persone e nei gruppi per il bene di tutta la comunità; - l’impegno a vivere anche comunitariamente la proposta di Gesù Cristo, lasciandoci guidare dalla sua Parola per far nostro il suo stile missionario nell’incontro con le persone. Da questo primo confronto sono state definite alcune linee d’azione e priorità per l’animazione: 1. Estendere l’esperienza di comunità, incentrata sull’ascolto della Parola e sul riconoscimento dei reciproci carismi, realizzata dall’equipe. A tale proposito si propone di allargare la partecipazione ad altre persone o di moltiplicare l’esperienza individuando nelle varie zone qualcuno disponibile a fare tale cammino; potrebbero diventare questi gli animatori locali. 2. A livello diocesano si concorda sull’opportunità di superare la divisione fra animatori religiosi e laici per portare avanti insieme l’animazione nei decanati. 3. Metterci in ascolto del territorio. 3.1. Come Centro per monitorare la situazione dei nostri decanati. Intensificando il dialogo con il gruppo missionario decanale, dove è 5 ben formato ed ha la capacità o la possibilità di incidere sulle dinamiche pastorali in atto, o con il Consiglio Pastorale decanale, là dove il gruppo missionario decanale non esiste o è marginale rispetto ai vari ambiti pastorali. Per fare ciò è importante attuare anche una ricerca sociologica del territorio, perché non si riesce ad amare e operare fruttuosamente in una realtà che non si conosce. Resta fondamentale comunque ascoltare il “vissuto” delle persone e dei gruppi, cercando di evidenziare il positivo presente in tante realtà. 3.2. L’ascolto del territorio sarà l’impegno prioritario anche dei gruppi missionari parrocchiali e decanali chiamati ad animare la comunità perché viva la Missione e non si limiti ad essere aperta e sensibile alle missioni. Un gruppo attento alla Missione spazia dall’attenzione ai problemi mondiali agli stili di vita, dall’accoglienza ai più poveri ad una particolare attenzione alla presenza degli immigrati, dalla proposta di esperienze formative alla capacità di cogliere e far circolare gli stimoli che vengono da altre espressioni di Chiesa e da altri popoli. 4. Rivisitare il nostro “vissuto” per riscoprire l’identità, il ruolo e le motivazioni del gruppo missionario. Quale gruppo missionario propone la Diocesi? In questa prospettiva il Vicario ci suggeriva di tentare di elaborare una Carta dei Valori del Centro Missionario in base alla quale identificare i vari gruppi che si interessano alle missioni ed oggi presentano tanti volti diversi. Per far questo è importante accostare e sentire anche i gruppi che sembrano camminare da soli per capire il motivo di tale scelta. 5. Verso una pastorale integrata resta l’obiettivo prioritario di tutta l’animazione missionaria e ci chiede un supplemento di impegno nella collaborazione con le varie espressioni pastorali sia a livello diocesano che locale. Su queste indicazioni di fondo si articolerà pure la formazione degli animatori; verranno proposti, anche per il prossimo anno, tre o quattro incontri comunitari di cui comunicheremo in seguito tempi e luoghi. Donaci, Signore, il coraggio di perdere tempo con le persone e di seguire la via debole dell’ascolto e delle relazioni. Aiutaci a comprendere che, al di là dei programmi e documenti, solo l’amore dato e ricevuto è in grado di riempire di senso la vita dell’uomo. A noi che progettiamo il futuro apri gli occhi perché possiamo far nostro il tuo stile missionario. Questa preghiera che ci ha guidato nell’incontro di programmazione, ci accompagni nel nostro impegno missionario che non conosce ferie. 6 123456789012345678901234567890121234567890 123456789012345678901234567890121234567890 123456789012345678901234567890121234567890 123456789012345678901234567890121234567890 123456789012345678901234567890121234567890 123456789012345678901234567890121234567890 123456789012345678901234567890121234567890 123456789012345678901234567890121234567890 I libri presentati in questa rubrica si possono prendere in prestito presso il Centro di Documentazione del Centro Missionario Diocesano sa vané. bambine solda to in cost a d’a vorio sav soldat costa d’av di D. Rizzi e M. Zaurrini (pref. p. Albanese), Infinito, 2006 (segn. INF141) Ce l’avevo sul comodino da mesi, questo libro, e non mi decidevo ad aprirlo. In copertina una bambina saltellante, sullo sfondo una sfumata cartina dell’Africa. Ci sono cose difficili più di altre da affrontare, tabù che ci colpiscono come frustate in pieno viso: le bambine soldato sono una di queste. Già quella dei bambini soldato, realtà spaventosa a cui tuttavia le nostre orecchie si sono in qualche modo assuefatte, è qualcosa di difficile da sopportare, ma le bambine soldato escono dall’immaginabile, sono l’orrore tradotto in gesto e umana aberrazione. Questo libro affronta quest’ultimo tabù e bisogna farsi forza per aprire le pagine che racchiudono dolori definitivi e inenarrabili degenerazioni. Gli autori si recano in Costa d’Avorio per vedere i progetti che l’associazione Soleterre (www.soleterre.it) ha messo in piedi per aiutare gli orfani di guerra e le bambine che provano ad uscire dalla loro esperienza di combattenti. Allo sgomento degli autori di fronte alle contraddizioni africane, si intrecciano le storie di tante bambine che sono passate attraverso la guerra e le molte forme in cui la malvagità umana può declinarsi. Piccole vite e vicende diverse ma sempre uguali, in un crescendo di crudeltà che pare ogni volta raggiungere l’ultima frontiera. E queste sono le bambine “fortunate”, quelle che si sono lasciate alle spalle un passato che comunque non le abbandonerà più. Il libro racconta anche la storia della guerra civile ivoriana iniziata nel 2002 e terminata nel 2006 e scoperchia un’altra vicenda tragica di cui non si parla mai: gli abusi sessuali dei componenti le missioni umanitarie dell’ONU. Storie di ordinaria follia, storie che vorremmo non leggere mai, ma che è doveroso affrontare e necessario conoscere. In chiusura, un lampo di speranza: la spiegazione del progetto che Soleterre ha avviato per ridare un futuro alle ex ragazze soldato. I diritti d’autore della vendita del libro sono interamente devoluti a questo progetto. Chiara Santamaria 7 VIDEO DVD VIDEO DVD VIDEO DVD VIDEO DVD VIDEO a disposizione presso il centro missionario MAKING OFF Tentazioni di un giovane mussulmano per uscire dalla frustrazione di una vita senza prospettive. Ovvero come un teppista delle periferie di Tunisi, che sogna di fare il danzatore, possa diventare un kamikaze integralista. Il film propone uno degli approcci più originali e profondi del cinema arabo al tema del terrorismo, cogliendo l’aspetto “trasgressivo” dell’estremismo religioso che esercita un grande fascino presso giovani senza autostima, rifiutati da una società che non li rispetta. Così il giovane Bahta esprime nel martirio, paradossalmente, il suo diritto ad esistere. VERSO IL SUD Ad Haiti, negli anni ottanta, i turisti stranieri trascorrono le loro vacanze oziando tra le palme di alberghi da sogno affacciati sulla spiaggia. Tre donne nord-americane, giungono sull’isola alla ricerca di un’avventura, di riposo e di un po’ di evasione dalla noia del lavoro e dei loro matrimoni. Riescono a trovare quello che cercano in Legba, un enigmatico adone locale che le affascina con la sua bellezza e passione. Sarà questa passione a condurle fuori dalla gabbia del turismo, aprendo loro gli occhi sulla realtà di Haiti, un paese povero e pericoloso sullo scorcio del moribondo e violento regime “Baby Doc” Duvalier. L’INCUBO DI DARWIN Nel 1954, nel lago Vittoria in Tanzania (il più grande lago del mondo), viene introdotto un pesce predatore. Improvvisamente la ricca fauna lacustre cambia, e la carpa si ritrova ad essere, con la sua enorme mole, la regina indiscussa del lago e il motore trainante dell'economia locale. Fiorisce la pesca, la lavorazione e l'esportazione del prodotto, ma questo anzichè migliorare l'economia del paese creerà dei profondi squilibri al suo interno. 8 ARRIVEDERCI AL 2009! Approfittiamo di questa pagina, che sappiamo molto letta dai gruppi, per dare qualche cifra relativa all’iniziativa “Abbiamo RISO per una cosa seria…”, cui è già stato dedicato spazio in questa pubblicazione a maggio. Ci sembra importante però riprendere un’ultima volta l’argomento e riconoscere l’impegno del territorio dando qualche nome e cognome e qualche numero. Onoreremo così l’impegno preso con tutti voi qualche mese fa, di dare evidenza ai risultati della vostra presenza in piazza. Dietro quello che potrà sembrare un elenco di nomi e cifre si nasconde il nostro ringraziamento sentito, che ci piace rendere pubblico. E’ un ringraziamento che va ai parroci, a quanti si sono spesi per realizzare l’iniziativa, preparandola, partecipando agli incontri da noi proposti e a quanti hanno gestito direttamente le postazioni. Alcuni li conosciamo personalmente, e nel loro ruolo di referenti hanno fatto da ponte con i singoli territori, molti altri non li abbiamo incontrati, sicuramente dimenticheremo qualcuno, qualche realtà che ha dato il suo importante contributo. Ce ne scusiamo. Il senso di queste righe risiede però soprattutto nel permetterci di sottolineare ancora una volta, attraverso un “Grazie!”, che l’impegno sul territorio, al Nord del mondo, è essenziale per cambiare le cose al Sud: la vostra presenza in piazza ha rappresentato una testimonianza di coinvolgimento e cittadinanza attiva ed un investimento nei confronti della comunità. Accettare di mettersi in gioco, informarsi, conoscere e poi attivarsi e informare ed attivare altri, giovani e non, cambiare atteggiamenti e stili rappresenta il più prezioso investimento per la comunità. Arrivederci dunque al 2009! I chili ordinati e offerti sono stati, nel solo Trentino, 2.872, per un totale ricavato di 18.106,65 euro ovvero 6,43 euro a confezione contro i 5 euro minimi richiesti (ma manca ancora il dato di una delle 40 postazioni allestite!). Difficile stimare il numero di persone coinvolte, sicuramente sopra le 200 (calcolo molto approssimativo), giovani e meno giovani, appartenenti a gruppi missionari, oratoriali, di scout, di catechesi. Un ringraziamento particolare a Roberto, animatore del Centro Missionario di Trento e al Centro intero per il sostegno. Ma proviamo ad elencare tutti quanti. 9 GRUPPO Aldeno, Gruppo Missionario PARROCO d. Daniele Morandini REFERENTI/CONTATTI Alma Baldo e consorte, Sr. Mariangela (comboniana) Besagno di Mori e Mori d. Tarcisio Guarnieri Gruppo Missionario Maddalena Girardelli, nostro riferimento da quando l’iniziativa è nata Borgo Valsugana, Suore di Maria Bambina d. Mario Busarello Suor Adriana, Suor Giusi, le catechiste Calavino, Gruppo Missionario Decanale d. Rodolfo Pizzolli d. Flavio Girardini d. Celestino Riz d. Cesare Serafini Lorenzo Rigotti (Gruppo Lasino) Cembra e Segonzano, Gruppi Missionari Decanali e Parrocchiali d. Pietro Dellantonio d. Rodolfo Minati d. Carlo Gilmozzi Don Pierino, Vittorio Nardin e tanti altri al di qua e al di là della valle (tante località e tanti giovani) Lavarone, Gruppo Missionario d. Renzo Gretter Aldina Gasperi; i ragazzi dell’Oratorio, Walter e Maria in special modo; le signore dei gruppi di Luserna e Carbonare; don Guido Piva Levico, Ass. Caminho Aberto e Gruppo Miss. d. Ernesto Ferretti Il socio Roberto Lorenzini, attivissimo sul territorio con Gruppo, Ass.Caminho Aberto, Comune di Levico e ACCRI Meano, Parrocchia d. Iosko Mihelcic Silvio Brugnara Riva del Garda, Torbole, d. Giovanni Binda Pregasina - Gruppi Miss. d. Ferdinando Murari Gabriella Trenti, Zita Miorelli, le catechiste, la Parrocchia di S.Maria Assunta Rovereto, Parrocchia Sacra Famiglia e piazza d. Gianni Damolin d. Gianni, i giovani della Parrocchia (rimasti senza riso già domenica mattina), i soci Adelmo Calliari e Paolo Rosà, per la piazza Alessandra, Rosanna e Maddalena Taio, Gruppo Missionario Decanale d. Mario Brusacoram d. Marco Leonardo d. Tullio Sicher Don Carlo Daz, Severina Giovannini Telve Valsugana, Gruppo Ragazzi Cresima d. Franco Torresani Lorena e Gisella Martinello, le catechiste e tutti i ragazzi Tione, Gruppi Missionari Decanali e Parrocchiali d. Olivo Rocchetti d. Igor Michelini d. Walter Sommavilla Gabriella Zendri, Pia Bugna, in generale le signore dei Gruppi Mis. del Decanato; i giovani di Roncone e i loro animatori Zambana e Lavis Gruppo Missionario d. Paride Chiocchetti d. Marco Bertò Gabriella Mihelcic e tutte le signore del gruppo di Zambana dalla prima edizione; Loretta Calliari e le signore del gruppo di Lavis; il gruppo Scout di Lavis; i Padri Canossiani di Lavis NEL CUORE DELLA MISSIONE TRACCIA PER LA PREGHIERA (282) “EGLI CERCA PRETESTI CONTRO DI ME...” LA PAURA DELLO STRANIERO a cura di padre Gianfranco Bettega Introduzione Guida: In molte valli i Gruppi Decanali e Parrocchiali “vanno in vacanza”. Il Centro Missionario vuol farvi una proposta contro corrente: continuare, almeno a livello parrocchiale, la “Lettura orante della Bibbia” invitando anche altre persone. Per questo prepariamo anche per questi mesi la preghiera. E’ troppo importante che la Parola di Dio torni nelle mani di ogni cristiano. In molte Comunità di missione la gente si incontra nelle case ogni settimana, per tutto l’anno, perché crede davvero che la “Parola è luce nel cammino” e che lo Spirito Santo parla alle piccole comunità riunite nel suo nome. In alcuni gruppi la guida della preghiera sorvola sulle domande. E’ invece importantissimo fermarsi, discutere, riflettere, pregare perché è qui che lo Spirito di Dio ci parla. Guida: Questo mese i nostri Amici di Manaus ci invitano a riflettere e pregare a partire dal personaggio Nàaman, straniero, nemico e lebbroso, respinto dal Re (il potere) e accolto da Eliseo (il Profeta di Dio). Come ci potrà aiutare la Parola in questo tempo di paure e di ronde xenofobe? 1. Chiedere luce - Invochiamo lo Spirito Santo Lett.: O Padre, come non riunire nella nostra preghiera l’umanità intera, dato che il tuo Divin Figlio nostro fratello Gesù Cristo ha versato il suo sangue per tutti gli uomini, di tutti i paesi e di tutti i tempi? Ma permettimi, Signore, un’intenzione speciale per il mio popolo, il mondo senza voce. Ci sono migliaia e migliaia di creature umane, nei paesi poveri e nelle zone povere dei paesi ricchi senza diritto di alzare le loro voci, senza possibilità di reclamare, di protestare, malgrado giusti siano i diritti che devono difendere. I senza casa, i senza cibo, gli ignudi, gli ammalati, i derelitti, i disoccupati, coloro che non hanno futuro, i disperati rischiano di cedere al fatalismo, allo scoraggiamento, perdono la voce, diventano dei senza voce. Che sempre più, o Padre, siano uno con tuo Figlio! Che il Cristo veda con i nostri occhi, ascolti con le nostre orecchie, parli con le nostre labbra. E manda, o Signore, il tuo Spirito, perché lui solo può rinnovare la faccia della terra. Lui solo potrà cancellare gli egoismi, condizione indispensabile perché siano superate le strutture ingiuste che tengono milioni di esseri umani in schiavitù. Lui solo potrà aiutarci a costruire un mondo più umano e cristiano. (Dom Helder Camara) 2. Vedere - Guardiamo la vita Guida: I giornali di giugno ci hanno più volte stancato con proposte e controproposte. Dopo le elezioni la ricetta maggiormente somministrata si chiama paura. Ed è condita con ingredienti quali clandestini, extracomunitari, rom, lucciole, islamici, ecc. E’ davvero strano che un popolo che ha vissuto per anni sulla sua pelle l’esperienza dell’emigrazione si comporti così con l’altro. E’ vero però che i mezzi di comunicazione esaltano il negativo e che la nostra cultura trentina, è in fondo accogliente. Ma partiamo da qualche fatto: Lett.: Da L’Adige di sabato 7 giugno: «Quattromila “no” alla paura . Trento, sotto la pioggia un corteo silenzioso per la convivenza.. Senza immigrati l’economia non regge; senza badanti, servizi sociali in banca rotta. » Si sono mescolati, sotto gli ombrelli, trentini e extracomunitari di ogni provenienza. C’erano il Sindaco, il Vescovo e il Governatore, «tutti uniti nel dire che la convivenza pacifica e civile è possibile e che tutti hanno pari diritti e doveri.» Da L’Avvenire, stessio giorno: «Dramma immigrati. Altri tredici morti in mare. Ancora un naufragio tra la Libia e le coste italiane. Polemiche a tutto campo su clandestinità e prostituzione.» Domandiamoci - Perché una certa paura dello straniero può anche essere giustificata? Ma perché qualcuno ci sta spingendo ad esagerare? - Chi ricorda qualche fatto di quando noi eravamo emigranti? Eravamo davvero migliori? - Che effetto fa vedere il Vescovo, il Sindaco di Trento e il Governatore marciare con tanti altri cittadini? Che lezione ci hanno dato? Noi avremmo fatto lo stesso? 3. Riflettere - La Parola di Dio illumina la vita Guida: La lettura biblica che ci viene proposta ci può aiutare ad interpretare e vivere in modo umano e cristiano i fatti che quotidianamente stiamo vivendo. C’è un re che ha paura dello straniero, che si chiama Nàaman. E’ l’atteggiamento esagerato di certi politici e di tanti di noi. C’è Eliseo, profeta di Dio, che ha tutt’altro atteggiamento. Ma anche Nàaman rivela un comportamento un po’ ambiguo verso chi lo accoglie. E qualcuno riesce a mediare fra ospite e ospitante. Leggiamo con attenzione per capire quale messaggio la Parola ci dà oggi e in queste circostanze. Lett.: Dal 2° libro dei Re 5,1-14 (leggiamo dalle nostre Bibbie) Domandiamoci - Il re d’Israele agisce da politico, Eliseo da Profeta di Dio. Chi vedevano nello straniero l’uno e l’altro? - Di fronte allo straniero noi cristiani siamo capaci di assumere un atteggiamento più vicino a quello di Eliseo e dello stesso Gesù di cui siamo discepoli? Quale? - In pratica, come superare le nostre paure ? 4. Pregare alla luce della Parola Tutti: Signore, insegnaci a non amare noi stessi, a non amare soltanto i nostri, a non amare soltanto quelli che amiamo. Insegnaci a pensare agli altri, ad amare in primo luogo quelli che nessuno ama. Facci la grazia di capire che ad ogni istante ci sono milioni di esseri umani, che sono pure tuoi figli e nostri fratelli, che muoiono di fame, senza aver meritato di morire di fame; che muoiono di freddo senza aver meritato di morire di freddo. Signore, abbi pietà di tutti i poveri del mondo. Abbi pietà degli ammalati, che sono sempre stati i tuoi preferiti quando eri su questa terra. E non permettere più, o Signore, che viviamo felici da soli. Facci sentire l’angoscia della miseria universale e liberaci da noi stessi. (Raul Follerou) Guida: Lasciamo un momento di silenzio o di preghiere spontanee. (silenzio o preghiere) Guida: Terminiamo con il Padre nostro, dandoci le mani in segno di solidarietà con chi non ha di che vivere con dignità. Tutti: Padre nostro... 5. Agire - Chiediamo a Dio quello che lui vuole da noi Guida: Che cosa potremmo fare per creare un clima differente di fronte all’immigrato, a livello di consiglio decanale o parrocchiale, di comunità o di società civile? 6. Partire - Qualcuno là fuori ci aspetta Guida: Aiutaci, Signore, a vincere ogni paura e ad andare incontro allo straniero con un cuore Missionario. Tutti: Guidaci, Signore, all’incontro di ogni fratello e sorella. Guida: (Segno della Croce) Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen. L Attilia Franchi, dell’equipe di animazione missionaria, condivide con noi le impressioni che la 9a festa dei popoli le ha suscitato. Per correttezza i nomi utilizzati in questo articolo sono inventati. a nostra città si colora, risuona di ritmi lontani e vicini, si ferma un attimo per una preghiera comune nella diversità delle fedi. Lentamente l’utopia per una convivenza pacifica bussa alla mia mente. Cammino con loro fra le vie della città. Quanti volti sconosciuti, quante storie di migrazioni e, all’improvviso, mi sento straniera in casa. Freneticamente cerco volti a me familiari ma non ne scorgo. Sento lingue incomprensibili, mi chiedo come farò a comunicare. Mi sento sola nella moltitudine. Ma è questo ciò che prova chi arriva da noi? Poi una mano picchietta sulla mia spalla. Mi volto. Un sorriso, un volto conosciuto finalmente. “Hai già pranzato?” “No” “Allora sei mia ospite, oggi mangerai eritreo”. Straniera in casa, riconosciuta, accolta e divenuta ospite. Ecco lo spirito che stiamo perdendo: accoglierci semplicemente come uomini e donne che si incontrano. Utopia, forse, non lo so. Quanti volti conosciuti, quante storie accolte che custodisco. Oggi è un giorno di festa e si riescono a scordare le tante porte chiuse in faccia quotidianamente. Buon giorno, sono tunisino, ho letto che avete bisogno di operai. No, lavoro solo con i comunitari. Salve, sono rumeno, cerco lavoro. Sei un rom? E il ricevitore viene riagganciato senza attendere risposta. Buon pomeriggio mi chiamo Mario, ho 55 anni, ho visto che cerca una persona con esperienza. No guardi è troppo vecchio. La realtà vissuta sul posto di lavoro si mescola al mio viaggio immaginario e tutto si confonde. Ma oggi è festa. “Bom dia. Ti ricordi ancora di me?” sono passati più di due anni. “Certo che mi ricordo!”. “Ti presento mia moglie. E’ stato difficile ma ce l’ho fatta, ho trovato lavoro, finalmente ho una casa, e aspettiamo un bimbo”. “Auguri di cuore” e le mani si uniscono in una stretta che sembra non voler finire. “Jambo, anche tu qui?” “Si anche se sono clandestino ho diritto come tutti a fare festa.” “Come clandestino? Il datore di lavoro non ti aveva fatto il contratto?” “Si, ma al primo stipendio, mi ha dato un assegno con meno soldi. Sono andato in banca per farmi dare i contanti, sai devo mandare qualcosa a casa, ma il conto era scoperto.” “Ti sei rivolto ai sindacati?” “Si, e ho scoperto che il contratto di lavoro era falso, e che altri lo avevano denunciato per questo. Ho iniziato a cercare un altro lavoro, ma nulla, così al momento del rinnovo del permesso di soggiorno non ero apposto con la documentazione ed ho perso la possibilità del rinnovo”. Sono ormai le 18 e molte persone conosciute si stanno allontanando. Sorridono, sono felici. “Ehi ragazzi dove andate? Qui finiamo alle 20.” “Ci avviamo verso il dormitorio.” Qualcuno sente questo scambio di parole e interviene. “Come dormitorio?” “Si alcuni di noi dormono al dormitorio, non abbiamo casa.” Un laconico “ah” è l’unico commento. Si allontana. Fra me e me penso, beh oggi è giorno di festa non si può chiedere perché dormono nei dormitori, interessarsi all’altro. Ci raggiunge Mohammed, mi chiede se posso aiutarlo perché lunedì si deve presentare a Bolzano. Attraverso le agenzie interinali ha trovato un lavoro per tre giorni, di cui uno di prova ma non ha i soldi per il biglietto. “Va bene posso aiutarti. Come fai per dormire poi a Bolzano?” “No non ti preoccupare, ormai è un mese che dormo in una fabbrica abbandonata, l’impor16 tante per me è poter lavorare qualche giorno.” “Ricordo quando ti alzavi alle 4 di mattina e andavi a piedi fino a Lavis pur di mantenere il posto di lavoro.” “Tutto si risolverebbe se potessi avere un contratto a tempo indeterminato ma dipendo dalle agenzie interinali. Magari lavoro un mese, poi son fermo, poi mi richiamano. Non è facile. Ma ormai è un po’ così per tutti.” “Scusa Mohammed ho visto Tatiana, è da tanto tempo che non la vedo vado a salutarla. Ci si vede dopo.” “Note buna Tatiana, come stai? Che bello l’abito tradizionale che indossi.” “Grazie.” “Dimmi, lavori sempre come badante?” “Si” “Tutto bene? non mi sembri felice.” “Vedi la famiglia per la quale lavoro è una buonissima famiglia, mi aveva promesso di mettermi in regola. Ci speravo perché desideravo portare in Italia anche mio figlio. Ma nulla, però meglio così che non lavorare.” Beh oggi è un giorno di festa, lasciamo da parte la tristezza e torniamo a danzare. Sono presto le 20. A questo punto anche il mio viaggio è concluso. Sogno, utopia, si sono mescolati, fusi con la realtà, con delle verità che non dobbiamo tenere celate solo perché è stato un giorno di festa. Lentamente mi avvio verso casa, domani si torna al lavoro. Attilia Due continenti, tre missionarie, tre quotidianità molto diverse si mostrano in queste lettere. N oi siamo impegnate nella promozione integrale del nostro popolo. A Pasqua abbiamo celebrato la risurrezione di Gesù e dato il Battesimo a 75 nuovi cristiani adulti e 30 bambini. Cerchiamo di dare speranza alla gente che in questo periodo, come non mai, è stanca e scoraggiata. Dopo le elezioni questa nazione è precipitata in un baratro e ci vorrà tanto per venirne fuori. Quelli al potere sono avidi di denaro e potere: 44 ministeri con assistenti e portaborse; i loro stipendi sono un affare da 300 miliardi di scellini all’anno mentre il I n questi giorni abbiamo avuto una professione solenne nella nostra comunità. Per averne un’altra ci vorranno almeno dieci anni, visto che Catherine ha appena iniziato il postulato. Qui in Africa questo genere di feste richiedono sempre un grande investimento di energie e di mezzi, pena l’essere tagliati fuori da tutto un contesto che crea anche la comunione nella chiesa locale. La nostra fatica è quella di cercare incessantemen- popolo muore nella miseria e la delinquenza aumenta ovunque. I prezzi di frutta e verdura sono alle stelle e i poveri sono disperati. Anche chi lavora, con i miseri salari, non ce la fa. Da noi ad ogni luna piena i Borana fanno razzie a mano armata e rubano le bestie di Samburu e Rendille. E così cresce l’odio tribale. Sulla strada spesso sparano, rubano e uccidono. E chi se ne cura? …così la vita è dura e preghiamo che il Signore ci aiuti e ci protegga. sr. Maria Vittoria Filippi comboniana - Kenya te una strada per testimoniare la nostra fede e il nostro amore in un linguaggio comprensibile alla gente del posto senza scendere a compromessi con abitudini incompatibili con il Vangelo. Ci chiediamo spesso se facciamo bene, per esempio, a spendere soldi per un pranzo di tante persone: non sarà una controtestimonianza della nostra scelta di povertà? Ma i poveri in queste occasioni fanno anche più di noi... E allora? Cerchiamo in 17 tutte le maniere di evitare gli eccessi, spiegando ad esempio che non ci si può ubriacare in una festa che è, sì, la celebrazione della vittoria del Signore risorto in una piccola creatura, ma questa vittoria si celebra all’ombra della croce e questo non bisogna dimenticarlo mai. Facciamo festa alla maniera umana, nella semplicità e nella gio- I l nostro lavoro continua, con i bambini di strada, con gli adolescenti e con le giovani mamme del centro della città di São Paulo. Le cose non sono facili, le situazioni di miseria e di violenza sono sempre molto grandi e difficili ma si cerca di fare il possibile per dare un supporto alle famiglie che cercano il nostro aiuto. Cerchiamo di dare continuità ai programmi di sostegno alle famiglie. Mensilmente solo nel progetto Ser Mulher (essere donna) vengono distribuite 50 ceste di alimenti e vengono sostenute 30 mamme adolescenti con un’adozione di 70 ia di cuori che hanno gustato quanto è buono il Signore e vogliono dirlo a tutti, anche mangiando e bevendo insieme, ma senza affogarcisi. Non posso fare a meno di pensare alle feste della mia famiglia, dove era proprio così. sr. Giovanna Maria Gottardi carmelitana scalza - Cameroun Reais. Sappiamo che questo è molto poco ma per chi non ha nessun reddito sapere che ogni mese può contare su qualcosa significa molto. Tutte queste persone frequentano i nostri progetti e le attività di formazione e i servizzi che sono offerti dall ‘Associazione. Il progetto Ser Mulher accompagna all’incirca 150 adolescenti nelle diverse attività che sono di estrema importanza per poter dare un appoggio e un sostegno a giovani che senza di noi non saprebbero a chi rivolgersi. sr. Elda Munari laica - Brasile APPUNTAMENTI DEI GRUPPI MISSIONARI (decanali o interparrocchiali) Si rende noto a tutti i Gruppi Missionari (decanali o interparrocchiali) che il prossimo anno desiderino pubblicare i propri appuntamenti in questo spazio di avvisare il Centro Missionario entro il 5 settembre. Si può mandare un calendario con indicati tutti gli appuntamenti dell’anno oppure mandare comunicazione di mese in mese. E’ comunque buona norma, considerati i tempi tecnici di stampa e distribuzione, far arrivare gli avvisi entro il 10 del mese precedente. 18 Le conversazioni dell’80° Incontro con i direttori del CMD Mons. Menghini ricorda Mons. Domenico Dompieri (1927 - 1968) Mons. Dompieri, un grande prete appassionato per le missioni e per le vocazioni. Quando nel 1927 il Vescovo Endrici lo chiamò per affidargli il compito di dar vita ad un Ufficio diocesano per l’animazione missionaria della comunità e l’accompagnamento dei missionari, ha avviato un’opera che nessuno poteva immaginare avrebbe assunto le dimensioni che noi conosciamo. In 40 anni di paziente lavoro capillare, attraverso incontri, convegni, diffusione della stampa, ha saputo suscitare in migliaia di persone quella coscienza e sensibilità missionaria che ha permesso alla nostra diocesi di essere additata spesso ad esempio per il suo zelo per le missioni. La sua passione e la sua forte carica di spiritualità hanno entusiasmato e valorizzato le zelatrici, le sue api operose, come le chiamava, impegnate non solo a raccogliere aiuti per le missioni, ma soprattutto sul suo esempio nell’ambito vocazionale. Don Valentino Felicetti (1968 - 1980) Quando mons. Gottardi mi ha chiamato alla guida del CMD, il Concilio aveva dato una svolta formidabile alla Chiesa e alla Missione. Secondo le indicazioni del decreto “Ad gentes” e il documento di Paolo VI “Evangelii Nuntiandi” era necessario rinnovare le cose puntando su comunione e missione, uno slogan che é anche oggi un progetto per il Centro. Comunione con i missionari religiosi che erano per lo più degli sconosciuti; era necessario un rapporto vivo con loro andandoli a trovare in missione. Comunione con i giovani arrivata con l’operazione Formigueiro, a sostegno dei primi Fidei Donum presenti in Brasile da cui sono nati i gruppi missionari giovanili. Comunione fra i missionari e le parrocchie ottenuta tramite i viaggi missionari che mettevano in contatto i missionari con le famiglie e quindi con le parrocchie. Comunione con gli animatori missionari delle varie realtà diocesane (Istituti religiosi, GLAM, Lega Missionaria Studenti) mediante un incontro personale con 19 queste realtà che animavano la missione con vari accenti e diversità. Ed è nato il Centro Missionario, punto d’incontro di tutti gli operatori missionari in diocesi. Non tutto era facile, ma gli incontri settimanali di preghiera e riflessione hanno sostenuto lo sforzo di coniugare insieme comunione e missione. La stessa rivista Comunione e Missione che il CMD pubblica anche oggi, è nata in quegli anni. Don Girolamo Iob (1980 - 1993) Oltre a ringraziare il Signore per quanto ha suscitato e operato per mezzo di tante persone, nel suo progetto di amore per il mondo, desidero esprimere la gratitudine a quanti hanno collaborato con entusiasmo, dedizione e spirito di sacrificio a servizio della missione. Negli anni ‘80 l’urgenza della giustizia, fondata nella carità e nella verità, ha interpellato in modo straordinario la missione. Non era possibile non vedere l’urgenza della giustizia, della libertà politica, economica, culturale, religiosa di tanti, troppi poveri. Toccando con mano il dolore della gente a loro affidata, molti missionari hanno abbracciato decisamente la causa dei poveri, fino ad essere espulsi o a pagare con la propria vita questa loro scelta, come i missionari martiri in Mozambico. Anche il CMD, ha colto questa ansia e questa nuova esigenza, proposta dal Paolo VI nell’“Evangelii Nuntiandi” e da Giovanni XXIII nella “Mater et Magistra”. Alcuni significativi avvenimenti hanno segnato gli anni ‘80: l’apertura di due missioni con i preti Fidei Donum, in Bolivia e Ciad; l’acquisto nel 1985 dell’attuale sede del CMD; la costituzione dell’Opera Diocesana per la Pastorale Missionaria nel 1987; l’avvio, sempre nel 1987, dell’iniziativa dell’esperienza estiva, un mese in missione per i giovani. Fin dal 1981 era nato il Gruppo Volontari Laici per la cooperazione internazionale. Diversi volontari, intere famiglie, furono inviati dalla nostra Chiesa in missione anche tramite alcuni organismi di volontariato membri della FOCSIV, finché nel 1987 venne aperta presso il Centro una sezione dell’ACCRI. Per rispondere al nuovo problema dell’immigrazione il CMD, insieme alla Caritas, le ACLI e l’associazione Trentini nel Mondo, ha fondato l’ATAS per l’accoglienza degli stranieri. I popoli impoveriti del Sud esigevano però un cambio profondo di mentalità e di comportamento sociale ed economico nel Nord. Per promuovere nuovi stili di vita il CMD ha pubblicato il libretto “Per un mondo nuovo”, accolto con entusiasmo in molte scuole e gruppi e ha favorito la costituzione della cooperativa Mandacarù, per il commercio equo e solidale. Oggi, grazie all’impegno e alla presa di 20 coscienza che viene dal mondo missionario, le cose sono cambiate anche se c’è ancora molta strada da percorrere per mettere al primo posto le richieste e le necessità vere delle comunità impoverite, valorizzandole come primi e più importanti soggetti del loro sviluppo. Mons. Mariano Manzana (1993 - 2004) Ho sempre inteso il CMD come un osservatorio privilegiato, una finestra della diocesi sul mondo. Stimolato dalle parole di Paolo VI “Quando la Chiesa prende coscienza di sé, si riscopre missionaria” e di Giovanni Paolo II “Volete avere una misura della fede di una persona, dell’impegno di una comunità, di un popolo, guardate la sua dimensione missionaria” , arrivando al CMD ho raccolto un’eredità ed ho cercato di sviluppare tale impegno ricordando che il Centro doveva esprimere la dimensione missionaria della Chiesa locale, attorno al suo Pastore, il Vescovo. A partire dagli anni ‘80 si era sviluppato un mondo di collaborazione e di iniziative verso i temi della fame, della solidarietà e sorgeva il dubbio se era ancora valida la missione o se era sostituita dal dialogo interreligioso, dalla promozione umana, fino a pensare superflua la proposta cristiana. Ricordando che il dono più bello che la Chiesa può fare all’umanità è consegnarle, annunciarle la fede, per dare un senso e una risposta alle domande profonde che sono nella vita dell’uomo, il CMD doveva aiutare i nuovi protagonisti della missione, i laici e la famiglia, a riscoprire la vocazione missionaria propria di ogni cristiano, perché dipende dall’impegno battesimale, confermato nella cresima. Attraverso il CMD si voleva non solo favorire un dialogo della diocesi verso tutti i suoi figli, verso le missioni, verso le comunità, ma cogliere dalle comunità stesse lo stimolo per la missione ascoltando, accanto alla voce dei missionari, quella offerta dalla presenza degli stranieri nella nostra terra. In questo senso era nata anche la Festa dei Popoli come momento per aiutare a cogliere i valori e vedere gli altri non come una minaccia, ma come un dono. Costante è stato lo sforzo per coinvolgere le forze ecclesiali nella missione, cogliendo dai missionari stimoli profondi di innovazione, di impegno e di cambiamento della nostra vita. esperienza estiva dei giovani in missione ha inciso profondamente L’esperienza nel mondo giovanile della nostra diocesi. Con le adozioni a distanza sono stati proposti piccoli progetti a favore dei ragazzi, senza legare una famiglia ad un singolo, perché i bambini potessero avere scuola e cibo, “la pancia e la testa piena”. L’iniziativa “Il Caro Natale” si poneva 21 entro la prospettiva dei nuovi stili di vita, invitando a considerare nelle spese natalizie, quando le persone esprimono il dono e l’affetto, anche la condivisione con i più poveri. Un’esperienza mi è rimasta particolarmente nel cuore, nell’incontro con i missionari sul loro posto di missione (oltre 350) in Asia, Africa e America Latina: la consegna della medaglia con l’effigie su una faccia dei Martiri Anauniesi e sul retro del nostro Duomo, coniata dalla diocesi per celebrare i 1600 anni dei tre martiri. Nella Celebrazione Eucaristica ho consegnato questa medaglia a tutti i missionari visitati dal ‘95, fino agli ultimi giorni quando ho lasciato il Centro. Diventava veramente un gesto simbolico: noi che siamo stati evangelizzati da tre laici venuti da lontano, adesso siamo partiti sulla stessa fede, chiamati dallo stesso Signore, per donare la Fede ad altri. Quella medaglia entrava veramente nel cuore dei missionari e della loro gente e diventava un gesto di vera comunione con la Chiesa che li aveva inviati e li sosteneva. Il mio impegno è stato “interrotto”, mandandomi di nuovo in missione, con molte paure, ma oggi anche, ringraziando il cielo, con gioia. Don Carlo Speccher (in carica dal 2004) E’ bello sentire quanto c’è stato, ma io devo parlare del futuro. Ci sono degli incoraggiamenti, ma c’è anche la consapevolezza che la missione vive in un mondo che cambia, come ci richiamano i vescovi nei documenti “Annunciare il Vangelo in un mondo che cambia” e “La parrocchia dal volto missionario in un mondo che cambia”. Per rilanciare la Missione, dobbiamo innanzitutto chiedere al Signore il dono della fede. Anche nella nostra società trentina oggi le cose cambiano proprio per mancanza di fede ma non ci manca la speranza, perché siamo convinti che lo Spirito Santo è sempre attivo e continua a guidare la Chiesa. I Vescovi ricordano che l’evangelizzazione è sempre una questione di amore e deriva dalla coscienza di essere amati da Cristo ma l’attività missionaria della Chiesa italiana deve caratterizzarsi sempre più come comunione, scambio tra Chiese. Oggi dobbiamo essere pronti ad accogliere la freschezza che viene dalle giovani Chiese, dove spesso la fede è ancora viva e i seminari sono pieni. I Vescovi ci chiedono “di aiutare a far sì che la missionarietà pervada tutti gli ambiti della pastorale e della vita cristiana”. L’impegno per i prossimi 10 anni, sarà proprio quello di lavorare per una pastorale integrata, frutto della comunione all’interno della Chiesa per rilanciare la missione. 22 SOMMARIO Lettera del direttore pag. 1 Traccia per la preghiera di gruppo pag. 11 Voci dai gruppi pag. 15 Voci dalla missione pag. 17 Appunti di spiritualità missionaria pag. 3 Per un cammino comune pag. 5 Libro pag. 7 Appuntamenti dei gruppi missionari pag. 18 DVD pag. 8 Le conversazioni dell’80° pag. 19 ACCRI pag. 9 Arrivi e partenze dei missionari pag. 23 444 ARRIVI E PARTENZE DEI MISSIONARI 4 4 4 sono arrivati: dal Brasile dall’Equador dall’India dalla Libia dalla Tanzania dall’Uganda dall’Uganda p. Ezio Datress p. Bruno Galas p. Luigi Jellici sr. Bruna Menghini Elio Pozza p. Ettore Pedrini sr. Mary Silvia Pedrini sono partiti per: l’Albania p. Luciano Fozzer l’Argentina p. Giorgio Graiff il Benin sr. Lina Ravanelli il Brasile p. Diego Fuitem il Brasile p. Diego Vanzetta il Brasile d. Graziano Odorizzi il Brasile sr. Miriam Zendron la Costa d’Avorio sr. Carmelina Odorizzi il Ghana p. Giorgio Abram il Kenya p. Francesco Avi il Perù p. Gianni Pacher il Puerto Rico p. Albino Simonetti la R. D. Congo p. Antonio Trettel il Sud Africa p Aldo Chistè Taiwan p. Giovanni Rizzi comboniano marianista salesiano Miss. di Maria laico comboniano comboniana di di di di di di di Preghene Riva del Garda Tesero Brez Valfloriana Cadine Albiano gesuita barnabita camilliana conventuale salesiano diocesano s. Cuore camilliana conventuale camilliano combioniano salesiano saveriano comboniano camilliano di Trento di Amblar di Albiano di Denno di Ziano di Mezzocorona di Valda si Albiano di Trento - Cristo Re di Baselga di Pinè di Levico di Saccone di Sagron-Mis di Pietramurata di Cavizzana 23 INIZIA TIVE INIZIATIVE dal 15 settembre al 4 ottobre sabato 4 ottobre sabato 13 settembre D’A UTUNNO D’AUTUNNO I giardini di Allah mostra fotogtafica e bibliografica presso la biblioteca comunale di Trento in via Roma Veglia missionaria ore 20.00 Duomo di Trento Assemblea diocesana si invitano tutti gli animatori missionari a questo primo incontro che segnerà l’avvio del nostro commino comune Gli incontri del CMD programma di massima: relatori, film e temi sono da definire o potrebbero subire variazioni ven 10 ottobre ore 18.00 presso il bar Barycentro mer 15 ottobre ore 20.00 presso il teatro S. Marco ven 24 ottobre ore 18.00 presso il bar Barycentro mer 29 ottobre ore 20.00 presso il teatro S. Marco CONVERSAZIONE CINEFORUM CONVERSAZIONE CINEFORUM tema: Acqua e salute film: La sposa siriana tema: Donna e islam tema: Cibo e costo delle materie prime film: The Constant Gardener tema: da definire Il fascicolo è espressione del gruppo “COMUNIONE E MISSIONE” del Centro Missionario Diocesano - via s. Giovanni Bosco 7/1, 38100 Trento - tel. 0461 891270, fax 0461 891277 Il gruppo è composto da: gianfranco bettega - rita bianchi - francesca boldrin - lucia borzaga - maddalena brugnara - tatiana brusco - adelmo calliari - franco castellan - gianni damolin - laure edine - evaristo fia - antonio filosi - attilia franchi - carmine giacomuzzi - celestino luchi - gianluigi lutteri sarah maule - ada pezzè - claudio righi - roberto rosa - mariangela seregni - carlo speccher - laura gardumi - loredana valentini - lorenza wegher - sr. agata wojcik - maddalena zorzi opera diocesana per la pastorale missionaria, via s.giovanni bosco 7, trento - c.c.postale 13870381 cassa rurale della valle dei laghi - sarche: IBAN: IT08 V081 3234 4420 0012 1000 338 e-mail: [email protected] - internet: www.arcidiocesi.trento.it/missioni vita trentina editrice società cooperativa, via s.giovanni bosco 5, trento - c.p. 347 tel. 0461 272666, fax 0461 272655 - e-mail: [email protected] - www.vitatrentina.it 24 composizione: centro missionario diocesano - stampa: nuove artigrafiche, trento