Intorno all‟Alessi ciclo di incontri sull‟opera di Galeazzo Alessi in occasione del quinto centenario della nascita GALEAZZO ALESSI E L‟UMBRIA Venerdì 16 novembre 2012 – ore 15.30 Genova, Dipartimento di Scienze per l’Architettura - Facoltà di Architettura BREVE PERCORSO CONOSCITIVO DELL‟OPERA UMBRA DI GALEAZZO ALESSI, DALLE PRIME ESPERIENZE GIOVANILI ALLA MATURITA‟ ARTISTICA Il primo periodo umbro Maria Carmela Frate 1 FORTUNA CRITICA Alessi non ha avuto grossa fortuna critica, specie in Umbria. Qui la sua opera è stata maggiormente presa in considerazione nel XIX secolo quando si era reso necessario creare una identità perugina. Frequentemente è stato considerato eclettico, nell‟accezione negativa del termine, per quella sua variabilità di caratteristiche che, apparentemente, rendono così diverse le sue opere. 2 FORTUNA CRITICA Spesso si ha a disposizione solo un vastissimo numero di attribuzioni - più o meno attendibili - da parte di scrittori e storici antichi e moderni. Come spesso succede agli artisti dotati di particolare fecondità e di inventiva, gli sono state attribuite opere di cui non si conosce la paternità. Di contro, altre spesso gli sono state sottratte. 3 CONOSCENZA DELLE SUE OPERE La sua produzione in Umbria, trattata in maniera sommaria e ingiustamente lasciata in ombra, se non del tutto ignorata, è di estremo interesse non solo per se stessa ma perché rappresenta l’inizio e l’epilogo della sua vita artistica di architetto e, collocandosi immediatamente prima e dopo i suoi soggiorni a Genova e a Milano, può completare la valutazione della evoluzione della personalità artistica. Una ricerca approfondita permetterebbe una critica più equa e coerente nella lettura delle sue architetture e, soprattutto la possibilità di un testo che ne illustri l’opera per intero. 4 FONTI E DOCUMENTI La situazione documentale è alquanto incerta per la scarsità di documenti di archivio che scientificamente attestino la paternità delle sue opere. Il 4 giugno 1540, infatti, si interrompono le Riformanze cittadine in concomitanza con l’insediamento del duca si Castro Pier Luigi Farnese figlio del papa Paolo III. Nel 1542 fu istituita dal papa la magistratura dei Conservatori dell’Ecclesiastica Obbedianza La magistratura dei Priori delle Arti fu ripristinata solo nel 1553. Nel 1548 Alessi è già lontano da Perugia 5 Galeazzo Alessi Perugia 1512 – 1572 Date principali: 1512 – 1536 Perugia 1536 – 1542 Roma 1542 – 1548 Perugia 1548 – 1569 Genova, Milano, ... 1569 – 1572 Perugia Alessi proviene da famiglia di buon rango ed è chiamato fin da giovane messere, signore, sua signoria; ciò ne testimonia le origini nobili e benestanti. Il padre Bevignate di Ludovico Alessi fu Priore dell‟Arte della Lana nel 1514 e nel 1523. (1) A. Fabbretti, Cronache inedite perugine, Vol.III p.4, Vol IV pp.152-153; RITRATTI DI GALEAZZO ALESSI (Perugia 1512-1572) a) Ritratto, da una stampa del XVII sec.; b) ritratto, XVII sec. , raccolta del Museo storico-topografico di Perugia; c) Busto in piazza Italia a Perugia, foto L. Sportolari 2012; «Di Galeazzo Alessi, architetto perugino, Memorie, Attinte dai Patrii Scrittori ed Archivi, per Adamo Rossi, 1873». 6 settembre 1560 [...] Che la famiglia degli Alessi nella città di Perugia è antichissima [...] Per il valore e meriti degli uomini d’essa il re Ladislao re di Cicilia, Napoli ed Ongaria negli anni di N. S. 1409 li donò l’arme, la quale sino al presente possiede [...] […] In ogni sua azione fu squisitissimo, forbito nel vestire, e non meno grave nei costumi che nel parlare, il quale era però accompagnato da una certa giocondità e piacevolezza incredibile. Era di mezza statura, assai compressa, di barba nera, di occhi piccoli ma sereni, e d’animo grandissimo. […] F. Alberti, Elogio di G. Alessi ... 1913. IL CONTESTO Palazzo del Capitan del Popolo (1473-1481) PERUGINO Palazzo dell‟Università Vecchia 1483-1490 Campanile di San Pietro (disegno attribuito a B. Rossellino) 10 Agostino di Duccio Dossale nella cappella della Madonna del voto (1459), basilica di san Domenico Oratorio, facciata, realizzata tra il 1451 e il 1461 11 Arco di Agostino di Duccio La porta di rappresentanza (1460-1480 c.a), inserita nella cinta muraria medievale, è chiamata “di San Pietro” ed è considerata “insieme alla porta Capuana di Napoli, il più bell’ingresso di città del Rinascimento” (Aldo Ballo e Ottorino Gurrieri). Piero della Francesca - Polittico – Annunciazione 1470 circa Galleria Nazionale dell‟Umbria, prov. Monastero di Sant‟Antonio - Pg San Benedetto Novello Ampliamento della chiesa e ricostruzione del campanile a forma di cipolla in mattoni sagomati ad andamento curvilineo : 1472-75; modifiche: 1540, 1640 e 1750 (campanile); Chiesa del Gesù a Perugia (1562-1571), costruita sulla vecchia chiesa di Sant’Andrea e sovrapponendo tre oratori: della Congregazione dei Nobili, degli Artisti dei Coloni Assemblamenti di casalini Palazzo Baldeschi in p.zza della Repubblica XVI sec. Palazzo Friggeri in p.zza IV Novembre XVI sec. Le insulae magnatizie in corso Cavour LA FORMAZIONE A PERUGIA Dopo i primi studi umanistici e scientifici Alessi compie il vero e proprio apprendistato artistico con Giovan Battista Caporali (Perugia c.1476-1560) pittore, architetto e trattatista vitruviano. ( L. Pascoli, Le vite di scultori, pittori e architetti moderni, Di Galeazzo Alessi , Vol. I, Roma 1730, p. 280. A. Monaldin, Le vite dei più celebri architetti d’ogni nazione e d’ogni tempo, Galeazzo Alessi perugino, Roma 1768, p. 259. F. Baldinucci, Galeazzo Alessi architetto, Vol. V, 1817, pag. 118) Il Lancellotti individua, tra i maestri dell'Alessi, l'architetto perugino Giulio Danti, ma questi, coetaneo di Alessi, ne fu probabilmente collaboratore. (O. Lancellotti, Scorta Sagra, 8 dicembre della 1^ metà del „600, ASP, CM 312) 17 1536 – PARTENZA PER ROMA L‟ambiente culturale in Umbria era troppo statico per Galeazzo Alessi; egli si sentiva attratto verso altre realtà, verso un ambiente più aperto e fecondo di scambi. A ventiquattro anni, nel 1536, partì per Roma «considerando di non poter far mai in patria quel progresso che egli si era posto in cuore» e strinse «forte amicizia con Michelangelo» (L. Pascoli, Le vite di scultori, pittori e architetti moderni, Di Galeazzo Alessi , Vol. I, Roma 1730, p. 281;) [l’amicizia con Michelangelo è molto dubbia] Qui fu al seguito prima dei cardinali Campeggio, Ghinucci e poi di Ascanio Parisani, vescovo di Rimini, in qualità di “cameriero” cioè facendo parte delle sue corti private, addetto a incombenze artistiche di alto rilievo (Antonio da Sangallo il Giovane già lavorava in Umbria e nelle Marche con Ascanio Parisani ). 18 1502-1508 ca (Bramante muore nel 1514) Nel 1536 Antonio da Sangallo è riconfermato architetto di S. Pietro; il disegno, tradotto in un grandioso modello ligneo nel 1539, non fu realizzato. Egli morirà nel 1546 e gli succederà Michelangelo) La sua formazione nell‟ambiente romano si compie tra il mondo espressivo classico di Bramante e Antonio da Sangallo il Giovane ……. 19 Nel 1540 a Parigi è stampato il III libro di Serlio nel quale si figurano e si descrivono l e antiquità di Roma Si tratta della prima trattazione organica sull'architettura antica e contiene la descrizione di numerosi edifici romani, compreso il Pantheon, illustrati con pianta, alzato, sezione e dettagli prospettici. Accanto alle illustrazioni dei monumenti antichi troviamo costruzioni moderne tra cui le piante del Bramante di Raffaello e del Peruzzi per San Pietro. Particolarmente importanti da un punto di vista documentario, sono i disegni che illustrano alcuni progetti di Bramante nella stesura originaria, come quello del Tempietto di San Pietro in Montorio. 20 Dal 1538, i lavori cominciarono nel 1546 Dal 1546 ……..e la rottura con la tradizione di Michelangelo Roma, dunque, fu la sua prima vera scuola: MICHELANGELO, BRAMANTE, ANTONIO DA SANGALLO IL GIOVANE, RAFFAELLO, PERUZZI 21 1536-1542 – ALESSI E’ A ROMA IL PRIMO PERIODO PERUGINO 1542-1548 – ALESSI E’ A PERUGIA 22 A Roma fu eletto dal papa “ARCHITECTORE SOPRA LA FABBRICA DELLA FORTEZZA PERUGINA”. M. Labò, Galeazzo Alessi, voce del Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1960, p. 238. All‟inizio della vita riguardante Alessi, il Vasari scrive: [……] servendo in sua giovinezza il Cardinale di Rimini […….] fu tra le sue prime opere come volle detto signore la riedificazione delle stanze della Fortezza di Perugia con tanta commodità e bellezze, che in luogo sì piccolo fece uno stupore e pure sono state capaci più volte del Papa con tutta la sua corte[1]. [1] G. Vasari, Vita di Galeazzo Alessi perugino, Perugia Boncompagni 1873 con note dei Letterati Dott. Manzoni di Lugo e cav. G Frizzoni di Bergamo. 1542 – RITORNO A PERUGIA 23 Già dal 1540 Antonio da Sangallo il Giovane lavorava alla Rocca Paolina. Nel 1544 Alessi è citato come Architectore sopra la fabbrica (non è chiaro se Alessi gli subentrò o lo affiancò nei lavori). Alessi riceve 90 ducati “di Hordine et commissione expressa […] per recognitione delle tante fatiche et incomodo che ha già per due anni sopportati e tuttavia sopporta in servitio di detta fabbrica”. L. Fumi, 1901 p.170 Mappa del Piccolpasso, 1579 24 Biblioteca Augusta Perugia Galeazzo Alessi Il Sozi (1) riferisce che, nei primi decenni del cinquecento […..] non bastando i molti scarchimi che s’aveano di tante et altri pubblici e privati edifici, che con molta tristezza dei perugini si gettavano per terra piacque al cardinale d’Arimini (2) […..] che si gettasse per terra il portone di porta Sole […..] per avere quella pietra e servirsene per la nuova fortezza. …..distruzioni avvenute tra il 1542 e il 1545, proprio durante la legazione di Ascanio Parisani….. (1) R. Sozi, Annali, memorie e ricordi di Perugia cominciando l’anno 1540, Perugia, Biblioteca Augusta ms 1221, XVI sec, cc. 59r 60r (2) Si tratta di Ascanio Parisani, vescovo di Rimini, legato pontificio a Perugia dal 1542 al 1545, di cui Alessi era “cameriero”. Mappa scenografica di Eusebi, 1602 circa 1542-1544 – IL LATO DI LEVANTE DELLA ROCCA PAOLINA CON L‟APPARTAMENTO DEL CASTELLANO E LA PORTA MARZIA In una struttura militare come la Rocca, Alessi inserisce la Loggia dorica, come elemento di eleganza e di armonica bellezza. La Loggia era a corredo dell‟appartamento del Castellano (con annesso giardino e cappella). a) Foto storica; b) da una incisione del Carattoli e del Monotti, XIX secolo, scansione effettuata dagli apparati a corredo della 26 tesi C. Ascani-Maddoli, foto Fratticioli 1967 Serafino Siepi, nella guida perugina di cui è autore, scrive: “[….] La bellissima loggia architettata dall’Alessi è lunga palmi 117. Ha cinque arcate coi pilastri dorici e i triglifi nel fregio, e alle estremità due ale che portano tanta larghezza per quanta ne è richiesta per dar luogo, in pianta, a due nicchioni che ornano interamente i capi della loggia. […..] S. Siepi, Descrizione topologica e Historica della città di Perugia, Perugia 1822, vol. II p. 631 1542 LAVORI NELLA ROCCA PAOLINA – LOGGIA DORICA disegno ricostruttivo di Stanislao Nicolai 1824, presso Galleria nazionale dell‟Umbria 27 […] Si alzano i pilastri sopra i piedistalli che pareggiano una grandissima balaustra compresa nelle arcate. Giace il tutto sopra un vago e insieme robusto basamento ordinato con grandi bozze rustiche che formansi a scarpa da sotto ciascun pilastro, lasciando negli intervalli altrettanti archi rustici. […]. Si rileva l‟uso dell‟ordine “rustico” per il basamento, combinato con l‟uso dell‟ordine “tuscanico” per le paraste superiori. 1542 LAVORI NELLA ROCCA PAOLINA – LOGGIA DORICA disegno ricostruttivo firmato Stanislao Nicolai 1824, presso Galleria Nazionale dell‟Umbria 28 Anche se la demolizione della Rocca, avvenuta nel 1849, non consente un giudizio critico autentico, si possono fare alcune considerazioni: Il linguaggio architettonico di Alessi è plastico, di impronta romana, frutto di un gusto assimilato nel suo soggiorno a Roma. Qui i motivi fondamentali del suo stile sono già riconoscibili: senso della misura e della chiarezza costruttiva; semplificazione delle forme te attraverso la plasticità delle strutture a vista; ricorso alla trabeazione dorico/toscana. 1542-1544 - LAVORI NELLA ROCCA PAOLINA – LOGGIA DORICA Disegno di Stanislao Nicolai 1824, presso Galleria Nazionale dell‟Umbria 29 Villa Farnesina, Roma, Baldassarre Peruzzi 1508-12. Loggia di Paolo III (1534-49) o Loggia ai Prati, Roma, 1543. Gli affreschi che ne decorano l'interno, fortemente danneggiati sono affidati a Girolamo Siciolante da Sermoneta, un collaboratore di Perin del Vaga, che li porta a compimento tra il 1543 e il 1544. C ANTONIO DA SANGALLO IL GIOVANE 31 Loggia di Paolo III (1534-49) o Loggia ai Prati, Roma, 1543. La loggia di Paolo III si trova in posizione speculare rispetto a quella di Giulio II e nei documenti camerali è spesso indicata come la "loggia verso Prata", poiché le cinque arcate sostenute da pilastri si aprono verso i giardini che circondano il Castello 32 Alcuni riferimenti classici nella composizione dell‟impaginato Sono presenti nell‟arco di Duccio La loggia della Fortezza è una premessa alle logge genovesi presenti nella sistemazione del porto di Genova con la Porta del molo. ARCO DI DUCCIO A PERUGIA - PORTA DEL MOLO A GENOVA 33 Particolarmente intenso fu per Alessi il periodo della legazione di Tiberio Crispo (1545-1548), Tiberio Crispo era fratello - per parte di madre - di Costanza Farnese, l'amatissima figlia di Paolo III Farnese e dal papa ricevette molti favori. La vasta opera di edilizia civile, promossa dal Cardinale, è dai biografi attribuita per tradizione all‟Alessi che, certamente, ebbe una parte importante, impossibile però da documentare per la scarsità dei documenti ufficiali. Nel 1545 a Parigi esce il I libro di Serlio dedicati alla geometria ed ai fondamenti matematici dell'architettura 1545-1548 – LEGAZIONE DEL CARDINALE TIBERIO CRISPO 34 Tiberio Crispo fu l‟ideatore politico del rinnovamento Galeazzo Alessi fu l‟ideatore materiale e come architetto e urbanista ebbe un ruolo fondamentale. Trascurando le attribuzioni infondate spettano indubbiamente a lui la costruzione, a Perugia, di: •la loggia dei Priori (1545) •la Chiesa della Madonna del Popolo (1548) fatta erigere in seguito all‟apertura della via Nuova (1547) •la loggia dell‟Angelo (1546-48) 1545-1548 – LEGAZIONE DEL CARDINALE TIBERIO CRISPO 35 Adamo Rossi nelle sue Memorie attinte dai patrii, scrittori ed archivi riporta gli interventi eseguiti in quegli anni: […..] si aprì la via che dal Corso mette al Soprammuro […..] […..] e le si fabbricò al fianco la chiesa della Madonna del Popolo […..] […..] si fece la piazza della Paglia, la Strada che di lì mena alle Prome, e dà capo sullo scoperto donde si prospetta la Svizzera perugina, un portico, non guari dopo cangiato in tempietto; si acconciò ad uso di residenza governativa […..]. A. Rossi, Di Galeazzo Alessi architetto perugino, Memorie attinte dai patrii, scrittori ed archivi in Giornale di erudizione artistica, vol. II fascicolo III, e A. Rossi, Di Galeazzo Alessi architetto perugino, Perugia 1873, p. 10. 36 In relazione ai mutamenti nella città di Perugia e in Umbria, il Pellini annota che il cardinale Crispo […..] con l’haver dato principio alla erettione del ponte del Chiugio, ad una strada nel campo della Battaglia, anco ordinò che si facesse la piazza della Paglia dinanzi alla casa de Ranieri, et Santa Lucia; affinchè si togliesse l’abuso di venderla con l’atre erbe intorno alle scale del Duomo, et attese con grande diligenza alla strada dall’una all’altra piazza con la chiesa nuova, che in luogo di Santa Maria del Popolo vi fece con grande et perpetuo ornamento della città, opera et disegno di Galeazzo Alessio perugino, che molto in cose simili d’architettura valeva […..]. Et mise la prima pietra alla chiesa et monastero di Santa Chiara nella contrada di Porta Sant’Angelo. P. Pellini, Dell’Historia di Perugia, XVI sec., Venezia 1664, ristampa anastatica, Città di Castello 1970, vol III, libro VI, pp. 745-746 archivio di San Pietro, aggiungere Perugia 38 La prima loggia (A) secondo Adamo Rossi risale al periodo 1545-48 durante la legazione di Tiberio Crispo Non vi sono certezze definitive sulla paternità dei 4 progetti e della direzione dei lavori. Vi si leggono però affinità architettoniche LE QUATTRO LOGGE DEI PRIORI Grafico e foto G. Ser-Giacomi 2012 39 «Si acconciò ad uso di residenza governativa e si coronò di loggia il palazzo attiguo a quello del Popolo ». A. Rossi, Di Galeazzo Alessi architetto perugino Memorie attinte dai patrii scrittori ed archivi, Perugia1873, p.10 M. Labò, Galeazzo Alessi a Genova, Atti del V Convegno Nazionale di Storia dell‟Architettura, Perugia 1948, p. 370. 1545-48 – LOGGIA DEI PRIORI (A) foto M. C. Frate 2012 40 Galeazzo Alessi La coerenza dell‟Alessi si esprime anche in opere di modesta portata e relativo impegno come la loggia principale, nella quale si ripete il motivo della spartizione geometrica del piano, per mezzo di lesene toscane, appena in rilievo, tra le quali si inseriscono le tre ampie arcate perfettamente a tutto sesto. Alla base delle finestre, una balaustra in travertino chiaro, costituita da brevi colonne appena sagomate, attribuisce equilibrio al prospetto. 1545-48 – LOGGIA DEI PRIORI (A) 41 1545-48 – LOGGIA DEI PRIORI (A) Foto e disegni G. Ser-Giacomi (la loggia a partire dal 1907 a oggi); foto L. Sportolari 2012 42 LOGGIA A - LOGGIA B I due motivi della loggia: •Ordine toscano •Ordine a tutto sesto Il ritmo principale: •Arco “a giogo” 1545-48 e 1569-72 LOGGE DEI PRIORI Disegni G. Ser-Giacomi 2012 LOGGIA C - LOGGIA D Il doppio motivo orizzontale e verticale La chiarezza delle proporzioni 1569-72 – LOGGE DEI PRIORI disegni G. Ser-Giacomi 2012 44 A B Gli schemi geometrici delle 4 logge C D LOGGE DEI PRIORI: A (1545-48); B, C, D (1569-72) Foto e disegni G. Ser-Giacomi 2012 Abbattute case e botteghe medievali, la strada Nuova unisce, tagliandoli perpendicolarmente, il corso Vannucci e la piazza del Sopramuro, dove sorgevano il mercato e i macelli della città. L‟Alessi fu l‟ideatore della fisionomia della strada: il suo andamento rettilineo era rivoluzionario per l‟urbanistica di quei tempi, con i palazzi non più in continuità senza interruzione, ma intesi come unità autonome. Lo stesso schema, del resto, sarà poi sviluppato e ampliato nella famosa alessiana strada Nuova di Genova. La strada Nuova perugina, pur a un livello più modesto, possiede una sua semplice eleganza. 1547 – APERTURA DELLA VIA NUOVA Mappa catastale, Catasto Gambini 46 Filmato via Nuova e chiesa di Santa Maria del popolo a cura di Matteo Falzetti Università di Camerino scuola di Architettura e design “Eduardo Vittoria” Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura corso di Storia dell’architettura moderna 2010-2011 prof. Francesco Maria Quinterio 47 I quattro angoli erano fregiati (ancora ne rimangono varie tracce) da cunei di travertino, che terminavano con quattro stemmi ovati di Paolo III e del Cardinale Crispo, tolti nel 1798 e poi recentemente rimessi sul versante del Corso. 1547 – APERTURA DELLA VIA NUOVA foto L. Sportolari 2012 48 Lungo la strada, perfettamente in schiera con altre costruzioni, Alessi costruì la Chiesa di Santa Maria del Popolo, sorta al posto dell‟originale Santa Maria del Mercato, luogo di culto e di riunione per alcune arti (Speziali, Sartori, Pellicciari) e luogo in cui i Priori fino al 1400 vi prestavano giuramento all‟entrata in carica. 1548 – SANTA MARIA DEL POPOLO Foto L. Sportolari 2012 49 Pala di Santa Maria del Popolo, 1548-1549, Chiesa di Santa Maria del Popolo, Perugia. «Madonna in gloria col Bambino tra i Santi Lorenzo e Ercolano; in basso il popolo di Perugia». attribuita a Cristoforo Gherardi, presso Galleria Nazionale dell'Umbria (n. inv. 534) Cristoforo Gherardi, Borgo San Sepolcro, 1508-1556; Lattanzio Pagani Monterubbiano, documentato 1535-1582. 1548 – SANTA MARIA DEL POPOLO 50 La pala un tempo era sull‟altare maggiore di Santa Maria del Popolo. Il dipinto rappresenta la vergine Maria con il bambino, tra San Lorenzo e Sant‟Ercolano; ritrae anche il popolo e i magistrati in preghiera, a testimoniare il giuramento che i priori prestavano in quel luogo. 1548 – SANTA MARIA DEL POPOLO Conferma sulla paternità alessiana di Santa Maria del Popolo è il documento delle Ricordanze, il libro ufficioso redatto dai Priori. In una memoria del 1569, a costruzione avvenuta, si annota: […] Ci occorre anche di dire alle SS. VV. che il rettore di Santa Maria del Popolo ha fatto più e diversi motivi di levar le colonne che sono avanti alla porta di quella Chiesa, per farci le scale e certi botteghini, et mai la città ha voluto tolerarlo, perché non si guasti la prospettiva et impedisca la porta per dove entrano et escono i priori suoi magistrati quando pigliano lo officio. E perché pur adesso ha fatto le provisioni che si vedono, et ha tentato di voler fare il medesimo, non habbiamo voluto consentirvi et preghiamo le SS.VV. che li ha già detti rispetti non vogliano patirlo né anche loro […]. A.S.P., Ricordanze 2, cc 206v, 207r, Ricordi lasciati dal magnifico signor Bino Signorelli et compagni magnifici signori Priori di luglio agosto et settembre MDLXIX 1548 – SANTA MARIA DEL POPOLO 52 L‟arco “a giogo”, che sarà motivo fondamentale nel linguaggio architettonico dell‟Alessi, appare qui per la prima volta nelle sue opere. In questa architettura rimane sobrio ed essenziale, unico, non inserito in una trama architettonica né reiterato come motivo geometrico. 1548 – SANTA MARIA DEL POPOLO foto L. Sportolari 2012 53 1570 ca – PALAZZO DEI PRIORI Disegno G. Ser-Giacomi 2012 L‟arco “a giogo” utilizzato dall‟Alessi nella quarta loggia di Palazzo dei Priori 1570 ca – PIEVE DEL VESCOVO scansione effettuata dagli apparati a corredo della tesi di C. Ascani-Maddoli, foto Fratticiol 1967i L‟arco “a giogo” utilizzato dall‟Alessi nella Pieve del Vescovo (Corciano) 54 Lungo l‟architrave e l‟arcata, le sottilissime cornici attribuiscono purezza alle forme classiche, ormai premanieriste, disegnando una trama di linee in tensione. Si legge il gioco chiaroscurale nell‟alternarsi dei pieni e dei vuoti, nella luce e nell‟ombra che si addensa nel porticato, nelle finestre, nelle nicchie vuote ricavate nella parete di fondo. 1548 – SANTA MARIA DEL POPOLO foto L. Sportolari 2012 55 Si legge quel senso di quiete e di sobria freschezza, motivo centrale della poesia di questa architettura. 1548 – SANTA MARIA DEL POPOLO foto L. Sportolari 2012 56 Cappella Pazzi, Firenze, Brunelleschi, dal 1433. Ninfeo di Genazzano, Bramante, 1508-1509. Incendio di Borgo, Stanze Vaticane, Raffaello, 1514. Piccola Farnesina ai Baullari, Roma, Sangallo il Giovane, 1523. Mappa catastale del Gambini; la Piazza delle Prome, rafforzata dal muro di sostegno e dai contrafforti, affaccia verso la piana (presso ASP). Veduta dal Bulagaio verso Porta Sole: è visibile il fianco del tempietto sugli arconi residui della fortezza del Monmaggiore (anomimo settecentesco) Il nuovo piano regolatore, attuato dal Cardinale Crispo, prevedeva la sistemazione della Piazza della Paglia (ora piazza Danti) e quindi da qui l‟apertura di una strada che «di lì mena alle Prome e da capo sullo scoperto dove si prospetta la Svizzera Perugina[1]». [1] A. Rossi, Di Galeazzo Alessi architetto perugino Memorie attinte dai patrii scrittori ed archivi, Perugia 1873, p. 10. Il rinnovamento prevedeva anche di «[….] costruire [….] una vaga loggia per comodo di chiunque volea profitare per prendere aria stando al coperto [….] » S. Siepi, Descrizione topologica e istorica della città di Perugia, Perugia 1822, vol. I, p. 387 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE Disegni : a) mappa catasto Gregoriano, ASP 1884; b) veduta dal Bulagajo verso porta Sole, anonimo XVII sec. In sostanza, il Papa, attraverso il Cardinale Tiberio Crispo, con l‟edificazione di questo portico per l‟utilità pubblica, intendeva compensare i perugini della distruzione della città (guerra del sale 21 gennaio 154005 giugno 1540). Allora non esisteva l‟attuale via delle Prome, quindi il portico segnava il limite estremo. In forma di loggia coperta, si affacciava direttamente sulla pianura dominando dall‟alto due rioni della città . 1545-1548 – LOGGIA DI PORTA SOLE, POI TEMPIETTO Disegno U. Tarchi, L’arte del Rinascimento nell’Umbria e nella Sabina, Milano 1954, Tav. CCXXXII; foto L. Sportolari L‟area di porta Sole era stata già oggetto di interventi. 1. Nel 1372 - su progetto del Gattapone – era stata costruita la fortezza trecentesca dell‟abate di Monmaggiore. L‟operazione aveva richiesto l’inglobamento del precedente tessuto edilizio e la costruzione dei muraglioni, in parte sulle vecchie mura etrusche. La fortezza fu distrutta nel 1376, con la cacciata dell‟abate. 2. Nel 1543 ca – Ascanio Parisani, legato pontificio a Perugia, aveva distrutto molte costruzioni per ricavare il materiale per la Rocca Paolina Mappa catastale – IL CONTESTO DI PORTA SOLE Catasto gregoriano ASP 1884 62 NOTE RELATIVE ALL’ATTRIBUZIONE Nelle guide storiche della città di Perugia, ad attribuire al Sangallo il progetto del tempio di Sant‟Angelo è solo l‟Orsini, forse perché probabilmente permanevano alcune incertezze nell‟attribuzione dovute alle scarse documentazioni coeve disponibili; egli, infatti, scrive che «Fu fatto fare quest‟edifizio da Paolo III, per uso di loggia. Facilmente sarà architettura di Antonio da Sangallo, di cui si servì questo Pontefice nella fabbrica della Fortezza». B. Orsini, La guida di Perugia, Perugia 1784, a cura di B. Toscano, Treviso 1974, p. 253 Con riferimento alla presenza a Perugia di Antonio da Sangallo il giovane e alla data del 1540, il Pellini riporta: «[…..] ritornò il duca Pierluigi [Farnese, duca di Castro] verso la fine di giugno in Perugia, et col disegno di Antonio di Sangallo architetto in que‟ tempi molto famoso, et col giuditio di Antonio Vitelli, si diede principio alla fortezza […..]» P. Pellini, Della Historia di Perugia, vol III, pp. 635-636), evenienze ribadite dal Bonazzi nella sua “Storia di Perugia dalle origini al 1860” (i disegni della fortezza sono nella Galleria degli Uffizi, Gabinetto delle stampe e dei disegni, a Firenze) 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE 63 NOTE RELATIVE ALL’ATTRIBUZIONE Serafino Siepi nella Descrizione topologica e istorica della città di Perugia non esprime un proprio giudizio ma riferisce proprio il pensiero dell‟Orsini quando afferma che «[…] la proporzione del tutto e delle parti è elegante dice il Signor Orsini che ne attribuisce l‟architettura ad Antonio da Sangallo, accreditato artista. [….]». S. Siepi, Descrizione topologica e Historica della città di Perugia, Perugia 1822, vol. II p. 631 Oggi altri storici e buona parte degli stessi documenti attesterebbero la paternità di Galeazzo Alessi: il A. Rossi nel suo testo restituisce l‟opera all‟Alessi, come pure il U. Tarchi e A. Venturi. Su tale paternità successivamente il Labò non pone riserve, specie per certi particolari stilistici e architettonici che costituiscono prove materiali inconfutabili. La conferma viene anche da G. Algeri. A. Rossi, Galeazzo Alessi architetto perugino, Perugia 1873, p. 10 U. Tarchi, L’arte nel Rinascimento nell’Umbria e nella Sabina, Milano 1954, tavv. CCXLVI, CCXLVII, CCXLVIII A. Venturi, Storia dell’arte italiana, vol XI, parte III, Milano 1940 p. 592 M. Labò, Galeazzo Alessi architetto perugino. Testo del discorso tenuto il 15 settembre 1942 e pubblicato successivamente ne I palazzi di Genova di P.P.Rubens, Genova 1970, p. 59; Galeazzo Alessi a Genova in Atti del V Convegno Nazionale di Storia dell’architettura (Perugia 1948), Firenze 1957, p. 369; Galeazzo Alessi, in Dizionario biografico degli italiani, vol. II, Roma 1960, p. 238. 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE 64 Lungo l’architrave che sovrasta l’ingresso, è scolpita una iscrizione che così recita: «PAULUS III, PONTIF. MAX. PUBBLICAE COMMODITATI PORTICUM EXTRUENDAM VIAMQUE FACIENDAM CURAVIT AN. D. MDXLVIII». La parola “porticum” sul fregio dell‟edificio indica la volontà originaria di Tiberio Crispo di realizzare - a nome del pontefice Paolo III Farnese - un‟architettura aperta con funzione di “comodità”, anche se inizialmente la critica ipotizzò la funzione mercantile della loggia. 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE Foto L. Sportolari 2012 65 NOTE RELATIVE ALLA DATAZIONE Inizio lavori 1545 secondo G. Algeri (1546 secondo il Belforti) della Loggia Fine lavori 1548 Tempietto; La data MDXLVIII (1548) riportata sul fregio secondo A. Rossi (condiviso anche dal Mariotti e dal Siepi) si riferisce alla data della tamponatura e della trasformazione della loggia in chiesetta. I primi lavori di costruzione sembrano doversi anticipare di due anni, ossia ad annum 1546, come afferma il Belforti nel XVIII sec., anno in cui il Cardinal Crispo «[… ] fece in questo luogo una vaga loggia per comodo di chiunque voleva profitarne per prender l‟aria …. Fu però questo portico poco dopo ridotto ad forma d‟oratorio e lo dedicò lo stesso legato all‟Angiolo della Pace, concedendo che nella casa medesima contigua si potessero esercitare gli Accademici del Disegno […. ]» G. Belforti, Illustrazioni storiche e topografiche della città e del contado di Perugia, con postille di A. Mariotti, ms fine XVIII sec., BAP (ad annum 1546) , stampa 1974 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE 66 […..] aveva questo portico cinque arcate aperte e tre chiuse dall’annessa casa […..], divisa ognuna da pilastri dorici di mattoni con le basi di essi e il sovrastante cornicione di travertino …..] S. Siepi, “Descrizione topologica e istorica della città di Perugia, Perugia 1822, p. 387 Loggia La loggia era a cinque arcate aperte, suddivise da semplici paraste toscane, di ordine dorico 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE Disegni presso Accademia di Belle Arti di Perugia 67 L‟apertura sui 5 lati deve aver reso impraticabile in alcuni periodi dell‟anno la loggia perché fortemente esposta alle correnti rigide. Ne ha colto la durezza Walter Binni nei suoi scritti: […..] Una volontà ferrea incrudisce l‟aria e le cose e le persone, un‟alacrità eccezionale investe i veri perugini: dalla loro reazione alla tramontana, dalla gioia che provano nei giorni di tramontana io li riconosco simili a me, che, da ragazzo, in quei giorni, non riuscivo a star fermo in casa e mi precipitavo su a porta Sole, verso le piazze più solitarie e più alte, verso la vista scura e nitida (di un nitore acceso da quell‟aria intatta da ogni scoria di vapore) della gobba massiccia di monte Tezio, del profilo tagliente di monte Acuto, delle linee aspre dei monti di Gubbio, verso il loro varco ad un cielo profondo di azzurro quasi notturno. W. Binni, La tramontana a Porta Sole Scritti perugini e umbri, Perugia 1984, pubblicato nel periodico Tuttitalia, Firenze 1964. 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE 68 Qualche anno dopo la sua costruzione, infatti, fu disposta dallo stesso Tiberio Crispo la tamponatura delle 5 arcate; la loggia si trasformò da spazio civico in spazio religioso. Diventò chiesetta, dedicata all‟Angelo Della Pace, poiché si alludeva alla pace ritornata ai perugini dopo la guerra del Sale con Paolo III. Tempietto, come dicono A. Rossi e G. Algeri Oratorio, come la chiama G. Belforti 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE Disegni presso Accademia di Belle Arti di Perugia 69 ICONOGRAFIA Con la tamponatura delle arcate, sulla facciata si aprì un bel portale di accesso, sobrio e lineare, e , sul fianco, delle finestrelle quadrate a cartella, intorno a cui si ripete il motivo in pietra bianca, appena sagomata a cartiglio. La materia usata, il mattone per i pilastri e il travertino chiaro per la trabeazione che corre lungo i capitelli e le basi, contribuisce ad esaltare il senso di semplicità e di equilibrio che tuttora si percepisce nella piccola chiesa. 1548 – LOGGIA DI PORTA SOLE, POI TEMPIETTO a) foto storica del 1899 (per gentile concessione della Biblioteca Augusta di Perugia) b) foto storica del XX secolo di Girolamo Tilli, inv. 1043 (tratta da Un viaggio nel tempo e nella memoria a cura di A. Grohmann, 2007) 70 Tamponatura (Alessi riesce ad annullare quel senso di frattura dovuta ai due tempi di esecuzione) Dedica [……] La facciata di questa Chiesa ha quattro pilastri coi loro piedistalli, ed intavolato, senza il frontespizio; è d‟ordine dorico. Ma la porta è ornata nel modo ionico. La Cella corrisponde del pari all‟esterno, rapporto alla sua semplicità. […] B. Orsini, La guida di Perugia, Perugia 1784, a cura di B. Toscano, Treviso 1974, p. 253 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE Disegno di U. Tarchi, L’arte del Rinascimento nell’Umbria e nella Sabina, Milano,1954, Tav. CCXXXII; foto L. Sportolari 2012 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE foto L. Sportolari 2012 Foto: Lanfranco Sportolari finestrelle “a cartella”, intorno a cui si ripete il motivo in pietra bianca, appena sagomata a cartiglio. 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE 73 Finestra “a cartella” nella Loggia di Porta Sole. Il motivo delle finestre “a cartella” nelle opere alessiane a Perugia, Genova e Milano 1548 – LOGGIA DI PORTA SOLE, POI TEMPIETTO Foto L. Sportolari, disegni G. Ser-Giacomi 74 A sottolineare l‟importanza delle singole parti della struttura portante, Alessi differenzia i materiali: •mattone per i pilastri •travertino chiaro per la trabeazione che corre lungo i capitelli, per le basi e i capitelli delle colonne 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE Foto L. Sportolari 2012 75 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE Foto L. Sportolari 2012 Foto: Lanfranco Sportolari Paraste binate La loggia è a 3 campate, impostate su 8 pilastri sormontati da una trabeazione posta all‟altezza della chiave delle volte. I 4 pilastri d‟angolo, molto robusti, hanno ritmo binato ossia con il raddoppio del pilastro/parasta su ogni prospetto; ogni parasta estrema fascia l‟intero prospetto. 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE Disegni di U. Tarchi, L’arte del Rinascimento nell’Umbria e nella Sabina, Milano,1954, Tav. CCXXXII. 77 La soluzione del pilastro d‟angolo mediante la parasta binata sui due prospetti 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE Foto M. C. Frate 2011 78 I pilastri dorici (toscani) in laterizio costituiscono l‟ordine maggiore trabeato Le arcate a tutto sesto sono arretrate e costituiscono l‟ordine minore. Ugo Tarchi riferisce anche le misure prese dallo stilobate: “8 metri la facciata, 14 metri e 80 la profondità, 2 metri e novanta la luce dell’arco”. 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE Disegni: presso Accademia di Belle Arti di Perugia; U. Tarchi, L’arte del Rinascimento nell’Umbria e nella Sabina, Milano,1954, Tav. CCXXXII; foto L. Sportolari 2012 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE Foto L. Sportolari 2012 Foto: Lanfranco Sportolari Tutti i pilastri sono posti su basamento alto, anche quelli dell‟ordine minore…… 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE E LOGGIA DEI PRIORI Foto L. Sportolari 2012 81 ……tranne che sulla facciata principale, dove l‟ordine minore parte da terra. 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE Foto BAP 82 Come nelle opere bramantesche, c‟è perfetta corrispondenza tra esterno e interna nella lettura del sistema strutturale 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE Disegni;: a) presso Accademia di Belle Arti di Perugia; b) U. Tarchi, L’arte del Rinascimento nell’Umbria e nella Sabina, Milano 1954, Tav. CCXXXII; presso Accademia di Belle Arti di Perugia Vista verso il fianco Vista verso il presbiterio Il sistema architettonico e l’articolazione dello spazio e delle superfici sono perfettamente leggibili anche dall’interno. La volta a botte è lunettata in corrispondenza degli archi dell’ordine minore. 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE Foto Biblioteca Augusta Perugia 2010 84 La volta riconduce a quella di Santa Maria del Popolo e trova ispirazioni sangallesche. Successivamente è stata decorata con festoni, angeli ed elementi naturali, organizzati secondo il gusto a grottesche. Tra due lunette trova collocazione lo stemma in rilievo a stucco del cardinale Crispo. 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE, POI TEMPIETTO Foto Biblioteca Augusta Perugia 2010 85 Angelo Pacis e Loggia ai Prati, interni. […] Le imposte, che nella parte esterna servono a‟ pilastrini delle arcate girano anche, e risaltano internamente su‟ pilastrini che reggono il volto. La proporzione del tutto, e delle parti è elegante. Le sacome ritengono gentilezza. E siccome tutte le parti di questa piccola Chiesa corrispondono a dovere tra esse, ed al tutto insieme, così l‟occhio di chi la rimira dee rimaner contento [……]. B. Orsini, La guida di Perugia, Perugia 1784, a cura di B. Toscano, Treviso 1974, p. 253 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE Foto Biblioteca Augusta Perugia 2010 87 Il locale posteriore fu destinato a sacrestia Successivamente fu realizzata la scalinata (piaggia delle Prome o strada delle tre piagge). 1545-48 – LOGGIA DI PORTA SOLE Disegni presso Accademia di Belle Arti di Perugia; Foto BAP 88 1546 ca - 1577 – IL PONTE DELLA BASTIOLA A BASTIA (attribuito) Iscrizione: “PAULUS III PONT. MAX. IUSSU TI. CRISPUS CAR. LEGATUS A PUNDAMENTIS EREXIT ANNO DOMINI MDXLVI.” La costruzione fu molto lunga e Alessi non riuscì a vederne la realizzazione. Tra alcune carte conservate nell‟archivio locale, vi è una lettera diretta al Governatore di Perugia, datata 1577, in cui si sollecita il compimento del ponte «opera necessarissima et di servizio pubblico»; scansione effettuata dagli apparati a corredo della tesi di C. Ascani-Maddoli, foto Fratticioli 1967 Costituito da quattro grossi arconi a pieno centro leggermente ribassato, il ponte esprime, nella sua essenzialità e con spirito romano classico, il movimento plastico delle membrature. Ricorda il ponte di Rimini, simile anche per le decorazioni sui pilastri. Nel ponte della Bastiola vi sono semplici incavi circolari sottolineati da una fascia leggermente in rilievo (pochi se ne sono conservati). Attraverso un semplice motivo geometrico, l‟artista riduce l‟inerzia della massa muraria. 1546 ca – 1577 – IL PONTE DELLA BASTIOLA (attribuito) L‟ultima opera giovanile a Perugia, poco prima del suo primo viaggio a Genova, è il disegno e il modello per il Convento di Santa Caterina. In un libretto del Borsiere intitolato: «Rechordo de quante denare noie pagammo per la fabricha de Santa Chiara», sotto il dì 5 Aprile 1548, si legge questo ordine di pagamento: “Patritio pagarete a messere Galeazzo Alegi scudi tredici che tante le R.mo Cardinali vuoli che li si paga per reconosciere le sue fatighe a fare la pianta et modello di detta fabbrica como per ordine di signoria reverendissima ha fatto fede per la sua polizza lo Magnifico Messer Bartolomeio al presente commessarrio della cittadella di Perugia.” Un ordine, spedito il giorno innanzi, era così concepito: “Patritio pagarete a Cesare [forse di Domenico Alfani] depentore et intagliatore, baiocchi 50 per avere servito messere Galeazzo Alegi in componere il modello de Sncta Juliana nova da farsi a Santa Chiara[1]”. [1] A. Rossi, Di Galeazzo Alessi architetto perugino Memorie attinte dai patrii scrittori ed archivi, Perugia 1873, p. 10. 1548 - SANTA CATERINA A PORTA SANT’ANGELO 91 Galeazzo Alessi Il modello ligneo alessiano comprendeva chiesa e convento, anche se l‟attuale chiesa è stata totalmente ricostruita nel „600 e inaugurata nel 1720. [Partito per Genova, probabilmente seguì la costruzione da lontano]. 1548 - SANTA CATERINA A PORTA SANT’ANGELO a) Da un disegno settecentesco, ms CM 72, presso Asp; b) scansione effettuata dagli apparati a corredo della tesi di C.92AscaniMaddoli, foto Fratticiol i 1967 AGOSTO 1548 ALESSI E‟ A GENOVA E CURA I LAVORI PER VILLA CAMBIASO 1548-1567 – ALESSI LAVORA A GENOVA E MILANO 93