Villa San Benedetto Menni L INFORMA MENTE Periodico di Informazione Quadrimestrale Anno 5 - Numero 15 - Ottobre 2007 Settembre mese di centenarie! I l mese di settembre per la nostra RSA ha rappresentato un traguardo molto importante: due nostre care ospiti hanno compiuto infatti i tanto attesi 100 anni! La Signora Alessandra, che risiede al Piano Terra, e la Signora Tosca che invece risiede al Secondo Piano, hanno trascorso con noi un bel pomeriggio di festa, rispettivamente il giorno 17 ed il giorno 28 settembre. In entrambi i reparti queste importanti date sono state nominate da mesi, tutti gli ospiti hanno Òcontato i giorniÓ che mancavano allÕevento con trepidazione ed emozione, cos“ come noi operatori! Giˆ, perchŽ non • da tutti arrivare a questo traguardo cos“ in forma come loro! Hanno sempre lo spirito necessario per fare due chiacchiere, per raccontare stralci della loro lunga vita e, salute permettendo, per partecipare a tutte le attivitˆ animative e feste che si svolgono nei reparti! Proprio perchŽ lÕintera Casa ha vissuto con trasporto lÕattesa del raggiungimento di questo importante traguardo, voglio condividere con voi lettori questa gioia, presentandovi in breve le nostre due protagoniste: Alessandrina M., chiamata in famiglia Adalgisa, • nata a Erba il 17 settembre 1907. é stata la prima di 4 figli, 3 sorelle ed un fratello. La famiglia aveva a Erba un mulino, lÕunico della zona, che dunque permetteva loro un buon tenore di vita. Alessandra ed una sorella hanno potuto infatti frequentare il Collegio di Como che era situato nellÕarea dellÕex Ospedale Psichiatrico S. Martino fino alla classe 6¡. Terminati gli studi, • rimasta a casa ad aiutare la mamma nelle faccende domestiche. La Signora Alessandra ricorda con affetto una frase che la madre ripeteva spesso a lei e alle sorelle: ÒImpara lÕarte e mettila da parteÓ. Nel corso della sua lunga vita ha fatto tesoro di queste parole ed ha potuto constatare che erano molto veritiere. Infatti, intorno ai ventÕanni, ha frequentato a Milano un corso per imparare a cucire pantaloni da uomo; lavoro che in quel periodo non ha svolto, ma che al momento opportuno si • rivelato molto utile. Una sorella si • poi sposata e con il marito • partita per il Brasile; Alessandra • andata con loro, e per 10 anni ha vissuto lˆ aiutando ad accudire le due nipoti. Ha imparato a parlare il Portoghese ed ha insegnato alle nipoti il dialetto brianzolo! Tornata in Italia, la situazione economica della famiglia non era pi• molto florida; la seconda guerra mondiale aveva infatti portato alla chiusura del mulino e quindi dellÕattivitˆ del padre. La signora Alessandra ha allora messo a frutto le parole insegnatale dalla madre ed • L INFORMA MENTE andata a lavorare come sarta nella ditta Corbetta di Erba, dove • rimasta fino allÕetˆ della pensione. La nostra Alessandrina non si • mai sposata, e non ama molto parlare di questo aspetto della sua vitaÉ Purtroppo il suo fidanzato, che era aviatore, • venuto a mancare in giovane etˆ e cos“ lei non ha pi• cercato lÕamore. Amore che per˜ non le • mancato da parte della famiglia, che • sempre stata molto unita e presente. Ancora oggi • in contatto con lÕunica sorella rimasta in vita oltre a lei, la sorella in Brasile, che ora ha 96 anni, e con i nipoti e pronipoti (6 oltre oceano e 2 in Italia). Grosso rimpianto della sua vita • quello di non essere rimasta in Brasile in modo definitivo; stava molto bene lˆ e avrebbe voluto invecchiare insieme alla sua famiglia, ma gli eventi della vita lÕhanno riportata qui in Italia. Nel 1999 si • trasferita presso la nostra struttura dove • arrivata a questo importante traguardo con serenitˆ. Tosca B., nata allÕIsola dÕElba il 28 settembre 1907. é stata la maggiore di ben 9 fratelli: 4 maschi e 5 femmine. é andata a scuola fino alla 5¡ elementare, poi, fidanzatasi molto giovane con un Ufficiale della Marina, riferisce di aver avuto una vita molto bella e ricca di viaggi! Il suo fidanzato, infatti, quando poteva la raggiungeva allÕIsola dÕElba, altrimenti le mandava un telegramma con specificato il porto in cui si trovava e lei partiva per raggiungerlo. Racconta di viaggi in giro per lÕItalia ma anche di belle gite fatte fino in Svizzera! La vita della signora Tosca • stata quindi allÕinsegna dei viaggi e della scoperta di posti molto belli. Si • sposata a 24 anni, e quando parla del marito traspare lÕemozione dÕaver vissuto davvero un grande amore. ÒLui mi adorava racconta cos“ come io stravedevo per lui. Abbiamo passato insieme 50 anni di vita stupendi!Ó. Hanno avuto due figlie, che hanno dato alla signora 4 nipoti; una vive qui vicino, ed • proprio lei che ha pensato di far avvicinare la nonna 4 anni fa, portandola qui da noi. La signora Tosca parla con molta nostalgia della sua terra, ma riconosce che da sola non poteva pi• stare e che la vicinanza della nipote sicuramente • molto positiva. Parlando di Marciana Marina, il suo paese dÕorigine, il racconto si arricchisce di emozioni e bei ricordi. Durante la nostra chiacchierata la signora Tosca descrive con una tale accuratezza la sua casa che sembra quasi di vederla a due passi dal mare; racconta di panorami stupendi e di quanto fosse bello vedere il mare a volte ingrossato a volte invece cos“ calmo e blu. La casa era molto bella e grande, ed • ancora di proprietˆ della loro famiglia. La signora Tosca ultimamente si definisce stanca e un poÕ acciaccata, ma sicuramente contenta di poter vivere lÕemozione del raggiungimento dei 100 anni cos“ come di poterla condividere con noi. Sommario Settembre mese di centenarie! 1 Un momento di riflessione insieme a Benedetto Menni 3 PRIMO PIANO Vacanza Romagnola Un esperienza da condividere Calendario iniziative di Villa S. Benedetto 4 5 6 APPROFONDIMENTI È ora di alzarsi forza, devi andare a… “Prego: favorisca patente, libretto e… carta di qualità!” La residenzialità 7 8 10 VOLONTARIATO Intervista allo psichiatra Formazione, cineforum e tanto altro ancora News 11 13 14 Per concludere, rinnoviamo come animatrici dellÕRSA i nostri auguri alla Signora Alessandrina e alla Signora Tosca, e auguriamo loro di trascorrere serenamente e in salute la loro festa. Elena Giovannetti FORMAZIONE Formazione - Questionario di gradimento 15 2 L INFORMA MENTE Un momento di riflessione insieme a Benedetto Menni P preso su di sŽ la sofferenza dellÕumanitˆ, facendosi servo-salvatore perchŽ solo cos“ lÕuomo pu˜ recuperare la sua identitˆ radicata in Dio. roseguiamo con la rassegna epistolare di Benedetto Menni che con molta ÒpassioneÓ ha saputo scrivere e descrivere i veri momenti di guida e di stimolo allÕattivitˆ e allÕopera di beneficenza. LÕinfermo sacramento di Cristo ÒÉfaremo molto bene ai poveri infermi i quali, quanto pi• sono sventurati, tanto pi• rappresentano, al vivo, Ges•, nostro Redentore amatissimoÓ Ges• rivela lÕamore di Dio sanando ogni infermitˆ umana, ha compassione per chi soffre, ridona vita per chi lÕha persa, perchŽ la gloria di Dio si manifesti sul volto dellÕuomo sofferente, scoprendo Dio-amore, identificato, unito con lÕuomo nella sofferenza. LÕincontro con lÕuomo malato • un luogo teologico, dove Dio si fa presente e si fa carne; • la sua rivelazione di amore. é il sacramento dellÕEucaristia vissuta col sofferente. Se lÕEucaristia • il sacrificio stesso del corpo e del sangue del Signore Ges•, offerto per la salvezza dellÕuomo, • lo stesso Ges• che soffre nel volto del sofferente. Egli stesso dice: Éogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli pi• piccoli, lÕavete fatto a me (Mt. 25) LÕamore per Dio, non fa differenza dellÕamore per lÕuomo sofferente, perchŽ amare Dio si completa nellÕamare uomo. (lettera 346 di san Benedetto Menni) Conoscere lÕuomo, amarlo, servirloÉ • conoscere Dio in lui perchŽ la storia umana • luogo dellÕincontro con Dio. é lui che si • fatto uomo, nato, sofferente e morto ma risorto. LÕuomo • capace di conoscenza e dÕamare; nellÕessere umano si rivela qualcosa di Dio, cio• il suo mistero dÕincarnazione. LÕincontro LÕuomo incontra lÕuomo sofferente, emarginato, sfigurato, a volte dimenticatoÉcerca la sua somiglianza che • in Dio ma questo Dio • un Dio uomo, spogliato, sofferto e crocifisso perchŽ Egli ama tanto e non vuole che nessuno si perda, ma abbia la vita in lui nella pienezza; per questo ha offerto la sua vita in cambio di una vita nuova. La vita trovata viene poi condivisa nellÕamore, perchŽ lÕincontro diventi vita che si trasforma in amore. LÕincontro con lÕuomo porta alla conoscenza dellÕessere uomo, trova la sua dignitˆ, lÕesistenza e magari, la pienezza di essere chiamato figlio-creatura. Non pu˜ parlare sullÕuomo se non ha una conoscenza della vita umana la quale esprime la totalitˆ del suo essere: corpo, anima e spirito. Ma per capire ha bisogno dÕessere come lui nella sua natura umana, e quindi saper andare in fondo al mistero di Dio incarnato, che • Ges•. Egli si • incarnato, divenuto uomo e ha Per san Benedetto Menni, accogliere un malato, • accogliere Dio, la sua viva immagine; • la grande espressione dellÕospitalitˆ che implica accoglienza dellÕospite, attenzione alle sue necessitˆ, assistenzaÉ si tratta di mettere il malato al centro dellÕopera ospedaliera, servire lui non solo corpi malati, ma uomini malati, composti di anima e corpo, con necessitˆ e infermitˆ corporale e spirituale (lettera di san Benedetto Menni al suo Ordine). Cio• servire cristianamente, difendendo la sua dignitˆ e diritto umano, e offrire il servizio di qualitˆ sia dal punto di vista scientifico (medico) che spirituale. Solo cos“ si vive la parola, trovando il senso nel servizio. Suor Wenda 3 L INFORMA MENTE PRIMO PIANO Vacanza Romagnola una lucertola a prendere il sole e chi chiacchierava o brontolava. Alle ore 11 cÕera il primo tuffo nellÕacqua salata, bisogna sottolineare la bravura e lÕimpegno dei coraggiosi nuotatori (Franco, Anna e Marina) che si cimentavano in piroette, acrobazie e tante bevute. Verso le 12.15, un poÕ per il caldo e un poÕ per la fame, si riprendeva la via del ritorno per pranzare. Dopo la meritata pennichella pomeridiana ci si schierava sulle sdraio a prendere il sole, intervallando bagni, passeggiate ai mercatini della spiaggia e gite al largo sul pedal˜. Tutte le sere dopo aver cenato, le proposte di uscita variavano: a piedi ci si recava sul lungo mare ad ammirare le vetrine dei negozi e a gustarsi un buon gelato. In pulmino si andava allo sbaraglio, lungo strade e viuzze sconosciute alla ricerca di un posticino per gustare prodotti tipici della zona (piadine, cassoni, gelati artigianali ecc.). QuestÕesperienza, anche se stancante, • stata arricchente e costruttiva perchŽ ha permesso agli operatori coinvolti di scoprire lati e aspetti di ognuno che la vita comunitaria non evidenziava. Le figure professionali coinvolte hanno assunto diversi ruoli propri della vita sociale perchŽ, oltre a portare avanti gli obiettivi educativi perseguiti, • stato necessario fare maternage proteggendoli, tranquillizzandoli e coccolandoli. Alla luce di ci˜ particolarmente significativo • opo un anno di vita comunitaria, di condivisione degli stessi spazi si • osservato in alcuni ospiti un sufficiente adattamento e una buona capacitˆ di adeguarsi ai ruoli socialmente condivisi, riuscendo cos“ a far fronte alle esigenze e ai bisogni comuni. A fronte di ci˜ le diverse figure professionali coinvolte hanno elaborato un progetto, mirato a proporre ad alcuni ragazzi della comunitˆ, un soggiorno-vacanza. LÕobiettivo principale, oltre allÕaspetto ludicoricreativo che questÕesperienza offriva (un ambiente e un soggiorno accogliente e gradevole), era quello di mantenere in un contesto nuovo le autonomie e le abilitˆ fino ad ora raggiunte dai ragazzi. Non • stato facile ma tra alti e bassi, la mattina del 26 agosto siamo partiti per Torre Pedrera una piccola frazione sita a nord di Rimini. Dopo varie peripezie, lamenti pianti e qualche canzoncina, siamo giunti sani e salvi a destinazione. La giornata tipo iniziava alle 7.40, quando in tutte tre le camere la sveglia suonava simultaneamente e allora tutti in piedi per ÒstirarsiÓ, lavarsi, indossare il costume e scendere di corsa per riempire il pancino con il ricco buffet dellÕalbergo. Dopo aver completato lÕigiene orale ci si recava tutti insieme a piedi alla spiaggia privata, il tragitto era lungo ma una volta arrivati cÕera chi si metteva ancora a riposare sulla sdraio, chi giocava con la sabbia, chi si metteva come D 4 L INFORMA MENTE stato il nostro ruolo nel mantenere una relazione privilegiata con lÕospite, lÕessere il punto di riferimento e dar loro la certezza di essere sempre presenti. Ringraziamo nuovamente i medici, le coordinatrici del reparto e il Dottor Sesana per la disponibilitˆ e la fiducia dataci, auspicando per lÕanno 2008 di ripetere unÕesperienza simile per˜ a Rio De Janeiro. Cinzia Invernizzi, Simona Matta e Marilena Ciceri Un esperienza da condividere Sono un Ausiliaria e racconto la mia esperienza nel reparto di RSA secondo piano. LÕ Ausiliario socio assistenziale ASA, • un operatore dellÕarea sociale che in virt• di una specifica formazione e basandosi sulle sue capacitˆ di relazionarsi correttamente, attua un intervento diretto con lÕospite e la famiglia. LÕobiettivo del suo lavoro • mantenere e recuperare il benessere psicofisico dellÕospite e supplire alle sue carenze di autonomia nelle sue funzioni personali essenziali, igienico sanitarie e relazionali, attraverso interventi, sia propri sia coordinati, con altri operatori (assistenti sociali, educatori, personale sanitario, amministrativi). LÕASA • la figura che, secondo la mia opinione, • a pi• contatto con lÕospite nellÕarco di tutta la giornata. Il lavoro, infatti, inizia al mattino con il prendersi cura dellÕigiene, dare la colazione, imboccare gli ospiti non autosufficienti, farli camminare per garantire loro un poÕ di movimento. Poi arriva il pranzo e anche questa • una occasione per star vicino a chi ha pi• bisogno, si accom- pagnano al letto coloro che riposano nel pomeriggio, sopraggiunge lÕora del the e della cena e poi ha inizio il riposo notturno. é un lavoro che richiede molte energie ma, secondo me, pi• che un impegno fisico, richiede, soprattutto, un impegno psicologico. Prima 5 L INFORMA MENTE come abbiamo passato la giornata. Ricordo, una sera in cui dovendo riaccompagnare un ospite al suo letto, egli si • mostrato particolarmente resistente e aggressivo allora, io e una collega gli abbiamo preso la mano, gli abbiamo chiesto della figlia e subito il suo sguardo • cambiato, si • calmato e siamo cos“ riuscite a portarlo a letto serenamente. Questi sono i momenti pi• gratificanti e a fine turno mi chiedo sempre se ho fatto bene il mio lavoro, se ho fatto il meglio per gli ospiti e se ho capito, veramente le loro esigenze, il tutto per ricominciare il giorno dopo con una marcia in pi•. di tutto sono tanti gli ospiti non autosufficienti che non possono svolgere le normali attivitˆ di vita quotidiana come mangiare da soli, camminare, lavarsi e a volte parlare ed esprimere i bisogni pi• semplici. Ci si pone, quindi spesso, con un atteggiamento sostitutivo prendendosi la responsabilitˆ di fare al posto loro e di farlo al meglio per loro, mettendosi nei loro panni e capire cosa provano, pertanto la relazione e la fiducia che lÕospite ha nei nostri confronti, credo che sia importante. Conoscere lÕospite, cercare di capire cosa provi, conoscere le sue abitudini, conoscere anche la sua vita passata, entrare in relazione con lui, farsi conoscere, credo che sia fondamentale per chi crede in questo lavoro. Io, sono da poco assunta e ho incontrato alcune difficoltˆ nellÕentrare in relazione con lÕospite nel conoscerlo e nel farmi conoscere ma, soprattutto, nel conquistare la sua fiducia. Difficoltˆ che sto superando stando a contatto con tanti ospiti, informandomi sulle loro condizioni fisiche, osservandoli, ascoltandoli e conoscendoli, cercando, in particolare, di stare con loro essendo me stessa e non nascondendomi dietro un ruolo. Il lavoro che svolgo in RSA • un lavoro impegnativo ma ripagato dal sorriso dellÕospite o dal fatto che conoscendoci e chiamandoci entrambi per nome ci ringraziamo per Spesso vedo gli ospiti tristi, silenziosi, arrabbiati della loro condizione fisica e quasi rassegnati di vivere in una casa di riposo. é in questi casi che provo un p˜ di frustrazione e mi rendo conto di quanto manchi un sostegno psicologico che li aiuti a vedere la loro vecchiaia in maniera pi• serena e ad accettare la loro condizione fisica. Secondo la Sig.ra A. del 2¡ piano gli ASA che lavorano l“ sono tutti bravi, ci sono sia quelli che sentono di pi• questo lavoro e quelli che fanno questo lavoro perchŽ non hanno potuto farne altri. Mi sembra importante anche questa opinione. Rosa Messere Calendario iniziative di Villa S. Benedetto Ottobre-Dicembre 2007 Sabato 20 Ottobre Castagnata Gioved“ 1 Novembre Festivitˆ di Tutti i Santi Menni. Alla sera Cena con i volontari della struttura. Marted“ 30 Ottobre Anniversario Suor Maria Giuseppina Recio, fondatrice delle Suore Ospedaliere del Sacro Cuore di Ges• Venerd“ 2 Novembre Commemorazione dei Defunti Venerd“ 7 Dicembre Inaugurazione del Mercatino di Natale, che si chiuderˆ mercoled“ 26 Dicembre. Mercoled“ 21 Novembre Canonizzazione di Benedetto 6 L INFORMA MENTE APPROFONDIMENTI È ora di alzarsi forza, devi andare a … Orario di lavoro e orario di vita i capita spesso di guardare lÕorologio e dire..Ó o mamma,.. sono giˆ le tre del pomeriggio..Ó Ebbene, quello che vivo, nella mia quotidianitˆ e penso in quella di altri di voi, • che il tempo non basta mai. LÕorologio scandisce i nostri impegni, le nostre attivitˆ ma soprattutto i nostri ritmi, in funzione sia delle ore di luce che di buio, cos“ come lÕattivitˆ lavorativa che costituisce, nella maggior parte delle persone, un impegno di grosso calibro nella propria quotidianitˆ. to su un periodo di sette giorni e in un arco temporale di riferimento medio di 12 mesi (ARIS-UNEBA). Questo consente di rispettare il limite di 48 ore, attraverso una specie di regola della compensazione: in una settimana lavorativa si potrˆ superare il limite, in unÕaltra settimana non si supererˆ il limite, purchŽ, nel periodo di riferimento, vi siano, in media, settimane lavorative inferiori a 48 ore. M Ci˜ • reso necessario dallÕesigenza di garantire sempre, senza soluzione di continuitˆ, ottimali livelli di assistenza. Si costituisce cos“ una banca ore (in eccesso o in difetto) che deriva dallÕaccantonamento delle ore di lavoro superiori e inferiori alle 36/38. Esse, non danno origine immediatamente a maggiorazioni retributive, ma entrano nel computo medio che in Villa San Benedetto • fissato nellÕarco temporale di un mese. Vi • poi, nella nostra specifica struttura, un accordo che permette il pagamento della sola maggiorazione al superamento delle 20 ore calcolato in un periodo di sei mesi e in accordo con il dipendente. LÕorario di lavoro • stato regolamentato in tanti modi e in tempi diversi, anche in funzione delle evoluzioni migliorative che accompagnano le sempre pi• emergenti necessitˆ. Legato fortemente alle esigenze sociali ed economiche delle collettivitˆ sviluppate, troviamo orari di lavoro pieni, parziali, a turni, di giornata, notturni, il fine settimana, spezzati, inseriti in periodi, definiti, indefiniti, stagionali, a progetto ecc. Insomma le tipologie sono tante e varie e sta alla fortuna di tutti noi saper conciliare i tempi di lavoro con i tempi pi• prettamente privati. Per dare un poÕ di numeriÉ, in un anno un lavoratore, potenzialmente, potrebbe lavorare 2.496 ore (48x52 settimane, esclusi i periodi di ferie) in rapporto ad un tetto di ore, a pagamento ordinario, di 1.872 Ð per un tempo pieno di 36 Ð e di 1.976 Ð per un tempo pieno di 38 Ð. Insomma un conto • quanto il lavoratore pu˜ per legge lavorare, un conto • la retribuzione oraria ordinaria, supplementare e straordinaria agganciata allÕorario di lavoro e disciplinato dai contratti applicati. é insito comunque, che il ricorso a ore di lavoro eccedenti la norma, viene circoscritto a esigenze reali e particolari, cos“ come i vari contratti collettivi regolamentano anche il tetto massimo di superamento del limite (ARIS 180 e UNEBA 160 ore straordinarie annue/pro-capite). Sempre, continuando a dare un p˜ di numeri, il 2006 si • chiuso con un totale di ore lavorate cumulate, per tutti i dipendenti, paria a 179 che suddiviso per il totale dei dipendenti in servizio al 31 dicembre Dal punto di vista giuridico • il decreto legislativo n. 66 del 2003, in attuazione della direttiva comunitaria n. 93/104/CE, che ha dato un assetto organico e riassuntivo allÕintera materia, comunque integrato e sviluppato sia dai CCNLL di categoria sia da accordi sindacali territoriali o aziendali di miglior favore. In generale lÕorario normale di lavoro • stabilito in 40 ore settimanali, calcolate non necessariamente sulla base della settimana lavorativa, ma per ogni periodo di sette giorni. Ai contratti collettivi • data la possibilitˆ di stabilire un orario normale di lavoro inferiore alle 40 ore. Per esempio i nostri contratti lo stabiliscono in 36 e 38 ore e pu˜ essere programmato in turni giornalieri diurni e notturni, con calendari di lavoro plurisettimanali o annuali e con orari superiori e inferiori alle 36/38 ore. LÕorario settimanale non pu˜ superare le 48 ore, comprese le ore di lavoro straordinario. Il limite delle 48 • calcola- 7 L INFORMA MENTE Facciamo degli esempi il turno del mattino finisce alle ore 14.00 se il giorno dopo si riprende con un mattino, il periodo di riposo intercorrente da un giorno allÕaltro • di 17 ore. 2006 (177) • pari a +1. In sostanza la media mensile, calcolata su un periodo di 12 mesi delle ore in eccesso o in difetto Ð rispetto al tempo pieno di 36/38 Ð • di 157 ore per un caso e 165 ore per il secondo caso. Se si riprende con un turno di pomeriggio il periodo intercorrente • di 24. Pi• problematico • quando si termina il turno di pomeriggio alle ore 22.00 e si ricomincia il giorno dopo con il mattino alle ore 07.00. in questo caso le ore di riposo sono 9. Un altro aspetto importante • per esclusione il periodo di non lavoro tra un turno e lÕaltro (riposo giornaliero). Un tema di grande attualitˆ • rivestito dalla questione del riposo di 11 ore consecutive in ogni periodo di 24 ore. La legge rinvia di fatto alle specificazioni contrattuali, infatti il contratto UNEBA precisa che le 11 ore giornaliere possono anche essere frazionate nelle 24 ore purchŽ complessivamente non inferiori. Il contratto ARIS invece, si attiene alla normativa nazionale e pertanto prevede le 11 ore consecutive tra un turno e lÕaltro. Quindi attenzione quando si cambiano i turni!! Questo mette in evidenza, ancor di pi•, di quanti elementi bisogna considerare nella programmazione dei propri orari di vita e di lavoro. Sonia Belbusti “Prego: favorisca patente, libretto e … carta di qualità!” Il Sistema di Gestione della Qualità fra controllo e possibile garanzia di una dimensione umana della cura. I l Sistema di Gestione della Qualitˆ • per molti sinonimo di una modalitˆ di controllo e valutazione del lavoro molto burocratizzata. Molti la immaginano come una pericolosa minaccia che assume la forma di un cumulo di scartoffie in continua crescita, dal quale alla fine rischieremo di essere sommersi. Non solo. Il cumulo va costruito. E lo si fa quotidianamente compilando schede, registrando dati ed interventi, scrivendo e ancora scrivendo, programmando, discutendo, pensando, impiegando in tutto questo ÒfareÓ parte del tempo che quotidianamente si direbbe meglio speso se investito nelle mansioni di rito che ogni operatore deve svolgere verso i degenti. In realtˆ, per quanto realistica e sensata possa essere questa immagine, rischia di fornirci una sbrigativa e autoassolutoria possibilitˆ di sfuggire da una responsabilitˆ importante. Quale essa sia • facile e forse scomodo dirlo: si tratta di valutare se quello che facciamo tutti i giorni al lavoro viene eseguito secondo parametri che garantiscano, in qualche modo, la miglior presa in carico possibile dellÕospite, se questa porta a dei risultati e se questi risultati siano quelli attesi o meno. In ultima analisi, nel nostro caso, se tutto il Òsistema curaÓ messo in atto • sinonimo di umanitˆ, di qualitˆ e come dimostrarlo. 8 L INFORMA MENTE zionassero • limitata. Inoltre chi decide se un dato modo di operare • opportuno oppure no? Della miriade di conseguenze che un nostro intervento pu˜ produrre, quali sono quelle considerate utili e quali no? Se ogni volta si dovesse decidere tutto questo il lavoro sarebbe impossibile da svolgere. La ÒproceduraÓ ci aiuta a mettere in pratica quella che fino ad allora • stata valutata essere lÕazione, attuabile, pi• idonea a garantire il miglior servizio allÕospite; non da meno, la ÒproceduraÓ mette al riparo lÕoperatore da critiche riferibili a modalitˆ operative arbitrarie. ÒFino ad allora?Ó S“, perchŽ non • detto che si possa fare di meglio, che a qualcuno non venga unÕidea migliore per rendere un servizio pi• garante di qualitˆ, pi• Òqualitativamente umanoÓ. Se il nostro lavoro consistesse esclusivamente nel costruire qualcosa di materiale sarebbe sicuramente pi• semplice valutare la qualitˆ del nostro fare. Invece la caratteristica essenziale della nostra professione • quella di esistere ed operare in un contesto non materiale, fatto di relazioni, comportamenti, dinamiche, riferibili non solo a coloro a cui il servizio viene erogato, ma anche agli erogatori del servizio stesso. Le dimensioni umana, personale, soggettiva diventano gli elementi che caratterizzano il contesto nella sua totalitˆ - operatori, degenti, servizi - e quelli attorno ai quali si rivendicano diritti, doveri e prese di posizione rispetto al nostro operare. Ma come coniugare questi concetti decisamente astratti con il doveroso riscontro del servizio fornito? Quando ci risulta facile lamentarci dellÕimperfezione del sistema, dellÕapparente meccanicitˆ e ridondanza, del tempo impiegato a compilare schede, registrare parametri e inserire crocette negli appositi spazi; quando, comprensibilmente, ci sentiamo portati a vivere le incombenze che il sistema ci propina come delle maledizioni o delle perdite di tempo, spostiamo lÕattenzione su quanto di buono e di utile ci pu˜ fornire, soprattutto in termini di ridiscussione del nostro operato (punto delicato per ognuno di noi) e in nuovi spunti operativi che non sono compresi nel nostro repertorio professionale. Il Sistema di Gestione della Qualitˆ ci viene incontro, cercando di rendere meno astratti e soggettivi gli elementi costitutivi del nostro lavoro e, soprattutto, i risultati e le procedure che si seguono per ottenerli. Pu˜ essere definito come un processo che ci costringe a mettere la testa in ogni situazione che affrontiamo, a riflettere ed interrogarci su cosa stiamo facendo, sul come, sulle finalitˆ, sugli effetti delle nostre azioni. Non lascia spazio alla casualitˆ, al rischio, non contempla lÕesistenza di terreni inesplorati. Dˆ voce al cambiamento, al miglioramento del servizio, alla tutela del lavoro dellÕoperatore e dei diritti dellÕospite. AffinchŽ tutto questo possa diventare un processo automatico ci si deve dare la possibilitˆ di analizzarlo, di valutarlo sulla base di ci˜ che passo dopo passo viene messo in opera in ogni ambito, per ogni ruolo, in ogni circostanza. Pertanto va reso patrimonio comune, accessibile e discutibile. Va registrato. Va scritto. E nulla vieta, anzi • auspicabile, lÕindirizzarsi verso un sistema di registrazione fatto di un numero minimo di ÒschedeÓ, essenziali e funzionali a comprendere a che punto siamo e da l“ valutare in che direzione proseguire. Il SGQ non si propone di sostituire quello che • il cuore della capacitˆ professionale di ognuno di noi, fatto soprattutto di motivazione, esperienza, intuito, conoscenze tecniche e umanitˆ. Egli si propone invece di aiutarci a indirizzare meglio tutti questi elementi in modo da farli convogliare, con minor sforzo e con maggior facilitˆ, verso lÕottenimento di risultati condivisi e condivisibili. Ci rende protagonisti noi ed il degente, nella quotidianitˆ, tanto sulla ÒcartaÓ quanto nella realtˆ. In questÕottica, anche lÕiniziale sforzo di costruire tutto un insieme di procedure da zero, oggettivamente faticoso, pu˜ trovare un senso e darci una motivazione per proseguire il lungo percorso intrapreso, verso una migliore qualitˆ interna e una maggiore competitivitˆ esterna della Struttura. Una modalitˆ apparentemente pi• ÒumanisticaÓ rischia di sconfinare nel soggettivismo, dove ognuno segue degli schemi che ha appreso per esperienza, ma dove la possibilitˆ di condividere questi schemi e di cambiarli in caso non fun- Maddalena Pinti 9 L INFORMA MENTE La residenzialità Le caratteristiche peculiari delle strutture residenziali U azioni organizzate attorno a dei rituali regolari. na struttura residenziale • un luogo che diventa per un periodo la ÒcasaÓ del paziente, qualora questo, per vari motivi, abbia perso, non abbia o non possa pi• abitare la sua casa. Attraverso la ripetizione quotidiana di eventi strutturati, di setting, e di attivitˆ programmate, cos“ come il ripetersi di interazioni interpersonali, si crea una cornice di significati e di azioni, che pu˜ essere interiorizzata dal paziente. Gli viene offerto, innanzitutto, un luogo in grado come minimo di garantirgli la sopravvivenza, soddisfando quei bisogni comuni a tutti, che permettono di non morire fisicamente e psichicamente. Ma non solo! In questa situazione, infatti, lÕabitare stesso assume valenza terapeutica, e le dimensioni della domesticitˆ e della quotidianitˆ rappresentano il contenitore allÕinterno del quale si stabiliscono rapporti interpersonali significativi. Uno dei problemi, sempre presente nelle strutture residenziali, • il conflitto tra le esigenze individuali e le regole imposte dalla vita comunitaria. Al paziente, infatti, viene chiesto continuamente di mediare il suo interesse personale con quello degli altri, e di dare un contributo attivo e intenso per il funzionamento del gruppo. Le strutture residenziali offrono una realtˆ complessa che richiede una serie di competenze da parte dellÕoperatore: la capacitˆ, innanzitutto, di prendersi carico globalmente del paziente; il saper vivere e condividere con lo stesso gli aspetti della quotidianitˆ, compresi i pi• banali; la capacitˆ di lavorare in equipe con altre figure professionali; avere unÕottica olistica in grado di cogliere le potenzialitˆ terapeutiche dellÕuso in uno stesso contesto di modelli e orientamenti diversi; essere in grado di correggere e contenere le complesse relazioni che i pazienti propongono, quali le dinamiche simbiotiche, fusionali, rifiutanti, distruttiveÉ Uno degli obiettivi principali delle strutture residenziali • quello di rispondere a un bisogno fondamentale dellÕindividuo, che • quello di sentirsi parte di qualcosa, di sentirsi legato al proprio ambiente di vita, di avere dei punti di riferimento importanti in figure affettivamente significative. Per fare in modo che ci˜ si realizzi • importante il ÒclimaÓ, lÕÒatmosferaÓ che si crea tra gli operatori, tra i pazienti e tra gli operatori e i pazienti. é necessaria una sollecitazione attiva, che si esprime anche attraverso determinate A questo proposito • necessario approntare una serie di accorgimenti che consenta- 10 L INFORMA MENTE no agli operatori di entrare ed uscire continuamente dalle relazioni per poter mantenere la Ògiusta distanzaÓ, come, ad esempio, le supervisioni o le riunioni di equipe. Tutto questo allo scopo di offrire al paziente uno spazio emotivo e un luogo fisico che siano alla portata della sua capacitˆ di relazione. La struttura residenziale • chiamata a sostituire qualche cosa che viene a mancare allÕospite, per far s“ che i suoi bisogni vengano comunque salvaguardati. Clara Polito VOLONTARIATO Intervista allo psichiatra uando ho proposto questo argomento alla redazione di Informalmente, la prima domanda • stata Òchi inter visti?Ó. Ho risposto Òme stessoÓ quasi scherzosamente. Ma mentre mi venivano proposti i motivi per i quali la mia scelta (e ci˜ che avrei scritto) forse non avrebbe portato a un risultato proprio proprio obiettivo, in me si • andata rafforzando la convinzione che ho effettivamente un mezzo per farmi le domande giuste, quelle obiettive, quelle col tranello e quelle scomode: utilizzando quelle che mi fanno sempre utenti e familiari e alle quali io rispondoÉ Q In primo luogo, perchŽ ha fatto lo psichiatra? Ho sempre pensato che non cÕ• niente di pi• complicato del comportamento di un essere umano e del suo modo di interagire con lÕambiente; e che non cÕ• niente di pi• misterioso dei quadri di malattia che colpiscono questo aspetto del funzionamento umano. Volevo capire meglio. Eppoi, quando ho dovuto scegliere tra le due opzioni che mi prospettavo, cÕerano pochi bambini e la crescita ÒzeroÓ della popolazione italiana non mi lasciava ben sperare per la mia idea alternativa, la pediatria. Due opzioni molto diverseÉ Neppure tanto: sono le due branche della medicina in cui • meno scontata la piena e consapevole collaborazione del paziente. Questa • lÕunica difficoltˆ che incontra nella sua professione? Assolutamente no. In cima a quelle che chiunque incontra nel lavoro Ð qualsiasi lavoro Ð e a quelle che incontra qualsiasi medico, io ci metterei il fatto che, a differenza delle altre branche della medicina, in psichiatria • frequente il caso in cui il concetto di benessere che hanno in mente il paziente, i suoi familiari e il medico non collimi. SicchŽ ognuno si muove in una direzione diversa, mirando a obiettivi diversi e dando peso diverso a determinati fattori. E valutando in maniera diversa i concetti di miglioramento o guarigione, e le aspettative che sono loro connesse. Ma non dovrebbe essere il paziente ad avere ragione? Nel senso che il suo concetto di benessere • quello pi• calzante? S“, in questo senso. Non credo. E talvolta non • neppure quello che ha pi• peso. Vede, spiego spesso che stare bene non significa svegliarsi la mattina vedendo tutto rosa, con un sorriso stampato sulle labbra e la leggerezza nel cuore, come molte persone chiedono Òvoglio stare bene, essere feliceÓ. Io penso che stare bene significhi essere in grado di affrontare, ogni mattina, al risveglio, quello che ci riserverˆ la giornata; vivere questÕultima non solo con i migliori risultati, ma anche con i minori danni possibili; ed essere sempre pronti a cogliere quei fugaci e sporadici momenti di gioia che la vita ci riserva. Senza troppe pretese. Come psichiatra non posso pensare di perseguire la felicitˆ del mio paziente, in maniera contingente, contestuale. Io perseguo lÕefficacia e lÕefficienza con cui utilizza gli strumenti 11 L INFORMA MENTE perchŽ non utilizzare questÕultima che, per esempio, non ha effetti collaterali come i cosiddetti psicofarmaci? Lei usa i farmaciÉ Domanda complessa e articolata per rispondere alla quale vorrei affrontare un argomento per volta. PerchŽ non utilizzare sempre la psicoterapia e lasciare da parte i farmaci? PerchŽ non tutte i disturbi, le patologie, sono affrontabili, gestibili, curabili, arginabili con la psicoterapia (soprattutto non con la sola psicoterapia). Alcune patologie, per loro stessa natura, infatti, comportano tali alterazioni dei meccanismi di pensiero, percezione, comprensione, relazione, che non cÕ• altra via se non quella farmacologica. Un esempio? Le psicosi di tipo schizofrenico. Ed anche altre patologie, apparentemente meno impegnative, gravi o invalidanti, come i disturbi dÕansia, che nella psicoterapia hanno terapia specifica, in particolari situazioni di acuzie non sono immediatamente gestibili con la psicoterapia: il paziente • troppo angosciato, per esempio, per poter affrontare una seduta. E poi cÕ• la questione dei tempi. Per quanto lento sia un farmaco nel fare effetto, la psicoterapia rischia di essere pi• lunga. Non • una regola (per esempio, esiste una forma di psicoterapia chiamata breve con caratteristiche specifiche e attuabile solo in presenza di determinate, irrinunciabili condizioni di base), ma spesso • quello che accade. Io uso i farmaci, • vero; ma credo anche che un buon intervento non possa prescindere da un approccio anche psicologico. psichici in suo possesso per adattarsi al meglio delle sue possibilitˆ. Per adattare il motto: non gli regalo pesce; provo a insegnargli a pescare. E perchŽ dice che il modo di interpretare il concetto di benessere da parte del paziente talvolta non • neppure quello che ha pi• peso? PerchŽ ogni singolo individuo non vive in un eremo come un eremita, ma • parte Ð volente o nolente Ð di strutture sociali sempre pi• complesse, a partire dalla coppia, alla famiglia fino alla societˆ in senso pi• ampio. Nel corso del trattamento, un occhio va tenuto anche alle ricadute che i cambiamenti indotti nel paziente causeranno sul suo entourage, in modo da non esporlo a nuove tensioni o problemi che non riuscirebbe a gestire esponendolo di conseguenza ad altre difficoltˆ e a possibili ricadute. Quindi, talvolta • meglio non farlo stare troppo meglio? No, non intendo questo. Ma, per tornare al mio esempio, le direi che mentre provo a insegnargli a pescare cerco anche di spiegargli cosa pescare, dove farlo, e quando e con chi. Non • un poÕ quello che fa lo psicologo o lo psicoterapeuta? Che differenza cÕ• tra loro e lo psichiatra? In termini pratici e molto semplicistici, lo psichiatra • un medico; lo psicologo no. Lo psicologo • stato istruito sul pensiero e sul comportamento, su come si sviluppano e su come evolvono e su come possono Ð diciamo cos“ Ð disfunzionare. Per essere psicoterapeuta, lo psicologo si deve espressamente preparare, seguendo corsi specifici e sottoponendosi a una psicoterapia didattica. Lo psichiatra ha studiato le malattie mentali e ne ricerca le cause; pu˜ a sua volta essere psicoterapeuta, avendo seguito analogo iter di preparazione o essendo stato preparato allÕuopo nellÕambito dei corsi che da medico lo portano a essere psichiatra. Tuttavia, solo lo psichiatra, qualsiasi sia la sua impostazione Ð psicodinamica o biologica, psicologica o medica - pu˜ prescrivere farmaci. Quindi lei applica i due approcci contemporaneamente? Ci provo. Nelle intenzioni e nei progetti il doppio intervento cÕ• sempre. Fino a partire dal momento in cui mi avvicino a un paziente, lo interpello, ci parlo, pongo una diagnosi, progetto una terapia, la spiegoÉ Non credo sia possibile fare lo psichiatra prescindendo dallÕuno o dallÕaltro tipo di approccio. Una comprensione del mio e dellÕaltrui comportamento • alla base delle mie relazioni Ð delle relazioni di chiunque Ð e quindi non vedo perchŽ non dovrebbe esserlo anche in quelle con i miei pazienti. Ecco un punto cruciale: i farmaci. PerchŽ usarli? Se esiste la psicoterapia, (continua sul prossimo numero) 12 Diego Inghilleri L INFORMA MENTE Formazione, cineforum e tanto altro ancora per i volontari di Villa San Benedetto Menni LÕiniziativa si articolerˆ in tre serate il cui programma prevede due momenti: un primo momento dedicato alla visione del film e in un secondo durante il quale avrˆ luogo un approfondimento e una discussione mediata anche dalla presenza di un medico. E ccoci, ancora una volta, su queste pagine per aggiornarci su ci˜ che c'• di nuovo nel settore volontariato a ÒVilla San BenedettoÓ. Importante ed entusiasmante, sia per la proposta sia per le ricadute che promette, • stato l'inizio del corso di formazione per i volontari. Come gruppo di coordinamento, lo abbiamo pensato, lo abbiamo proposto, ne abbiamo organizzato i particolare con il conduttore ed abbiamo aspettato che la prima sessione avesse il via. Il riscontro alla fine • stato gratificante: sia il conduttore che i partecipanti sono stati coinvolti in un'atmosfera di autenticitˆ e di disponibilitˆ che ha reso il lavoro coinvolgente e produttivo. Altro fiore all'occhiello • stata l'organizzazione di un ciclo di proiezioni cinematografiche (cineforum) con il comune di Tavernerio. Fine di tale iniziativa • puntare lÕobiettivo su alcuni aspetti della malattia mentale: quelli che spesso sono pi• visibili e con cui • pi• difficile misurarsi; quelli che passano inosservati e che invece dovrebbero essere meglio accolti, capiti e considerati; tutti calati nella vita quotidiana in modo da poterne valutare lÕincidenza su chi ne soffre, su chi li incontra, su chi ci convive. Per questo scopo si • deciso di utilizzare un mezzo che del disagio mentale si • spesso interessato: il ÒcinemaÓ. DallÕampia filmografia a disposizione, si sono scelti lavori di ampio respiro, allÕapparenza forse poco impegnativi ma molto incisivi. Quello che si • voluto fare, infatti, non • stato rivolgersi tanto a opere che trattano della malattia psichiatrica, quanto a pellicole dove la malattia psichiatrica ed il disagio che ne consegue sono co-protagonisti, come lo sono nel quotidiano. Conoscere le difficoltˆ che incontra chi sopporta un simile peso, potrebbe aiutare nel difficile compito non solo di comprenderne i limiti, ma anche di apprezzarne le possibilitˆ Ð operative, sociali e relazionali- che rimangono fonte di gratificazione per la persona stessa, per chi gli vive accanto e conta su di lei per la societˆ. Le date di proiezione sono: - venerd“ 5 OTTOBRE 2007; - venerd“ 26 OTTOBRE 2007; - venerd“ 16 NOVEMBRE 2007 alle ore 21,00 e avranno sede presso la sala civica ÒRosario LivatinoÓ del Comune di Tavernerio. I film scelti sono: ÒIPOTESI DI COMPLOTTOÓ, interpretato da Mel Gibson e Julia Roberts, per conoscere il disturbo delirante; ÒA BEAUTIFUL MINDÓ, con Russel Crowe, per trattare la schizofrenia; il terzo film • stato individuato in Ò4 PAZZI IN LIBERTA'Ó per affrontare in modo simpatico il disturbo schizofrenico paranoideo, il disturbo di personalitˆ ossessivo e un tipo di personalitˆ artistica. Le proiezioni si svolgeranno nella sala comunale ÒRosario LivatinoÓ a Tavernerio senza costo di entrata. Prossimamente esporremo il volantino in bacheca. Il progetto ÓOpen DayÓ, che ha come obiettivo lÕorganizzazione di una giornata di ÒPorte AperteÓ per tutte le associazioni del paese e quindi anche per la nostra sede, prosegue con la realizzazione di un gruppo di lavoro formato dai rappresentanti delle varie associazioni presenti ad Albese. Questa occasione ci permetterˆ di aprirci alla realtˆ del nostro circondario in un rapporto di conoscenza e collaborazione reciproca. La realizzazione di questi progetti • possibile grazie al supporto di varie persone, volontari e non, che si rendono disponibili con le loro capacitˆ e la loro inventiva arricchendo di possibilitˆ lÕoperato dellÕAssociazione. Mariangela Forasacco 13 L INFORMA MENTE A Maria Il nostro più affettuoso e sincero saluto. Ti ricorderemo sempre come persona e come collega. Il dono pi• grande che ci hai lasciati • la tua intensa generositˆ e disponibilitˆ ad imparare. Aperta amorevolmente, a qualsiasi miglioramento della tua individualitˆ e della tua professionalitˆ, per garantire, sempre ed ad ogni costo, un buon servigio ai nostri ospiti. Grazie! Tutti i tuoi colleghi. News A tutti i dipendenti N el mese di dicembre 2007, in occasione della busta paga, verrˆ anche distribuito il questionario per la rilevazione del clima aziendale. Oltre a invitarvi con una elevata e generale partecipazione vi comunico che il ritiro del cedolino di dicembre dovrˆ avvenire da parte dei singoli interessati, direttamente presso lÕufficio personale, affinchŽ possa essere consegnato il questionario in oggetto. QuestÕanno si compone di 51 domande a risposta chiusa similmente alla tipologia di domande che erano state previste lÕanno scorso. Richiederˆ un tempo variabile tra i 5 e i 10 min. per la compilazione ma, sono sicura, che sarˆ speso bene alla luce di un sano miglioramento. Ringrazio fin da ora. Sonia Belbusti Abbiamo il piacere di accogliere nell’anno 2007 - LUCA - 13.01.2007 figlio di Gualtieri Cristina (asa RSD) - FAIDI - 24.02.2007 figlia di Mences Noemi (inf RSA) - FRANCESCA - 11.04.2007 figlia di De Oliveira Rita (inf RSP) e Marinaro Antonio (oss RSD) - PIETRO - 26.04.2007 figlio di Ceruti Valentina (ani RSA) - SOFIA - 19.05.2007 figlia di Piazza Chiara (edu RSP) - MATTEO - 01.07.2007 figlio di Percali Mirella (inf RSP) - REBECCA - 27.07.2007 figlia di Allia Luana (asa RSA) - MATTIA - 22.08.2007 figlio di Maggioni Francesca (inf RSA) - LISA - 09.09.2007 figlia di Bellati Laura (edu RSP) É e attendiamo ancora i nati di ben altre 4 dipendenti! 14 L INFORMA MENTE FORMAZIONE Corsi di formazione per educatori professionali Ortoterapia quale strumento tecnico nella riabilitazione Luogo: Scuola agraria del parco di Monza Viale Cavrigna, 3 Data: dal 16.10.2007 al 18.10.2007 Costo: 300,00 Euro Info: Fantucchio Rosella - Tel. 039.2302979206 E-mail: [email protected] Quali comunitˆ terapeutiche per i pazienti borderline? Luogo: Milano via Daverio, 7 Salone degli affreschi Societˆ Umanitaria Data: 17.11.2007 Costo: 100,00 Euro Info: Burattin Alessandro - Tel. 3331349559 E-mail: [email protected] La tecnologia al servizio della qualitˆ della vita Luogo: c/o Ledha via Livigno, 2 Milano Data: dal 08.11.2007 al 04.12.2007 Costo: Gratiuto Info: Cremona Anna - Tel. 02.6570425 E-mail: [email protected] LÕeducatore progettista: lÕevoluzione di una professione Òmodulo di approfondimentoÓ Luogo: AIAS di Milano via Paolo Mantegazza, 10 Data: 25 e 26.10.2007 Costo: Gratuito Info: Galli Daniela - Tel. 02.3302021 E-mail: [email protected] La risorsa gruppo nella terapia psichiatrica Luogo: Voghera Data: dal 05.11.2007 al 22.12.2007 Costo: Gratuito Info: Cappella Andrea - Tel. 0383343011 E-mail: [email protected] Corsi di formazione per infermieri Le nuove responsabilitˆ ed il ruolo dellÕinfermiere professionale Luogo: Brescia-p/sso Laser soc. coop. Via Callegari,11 - Brescia Data: 17.12.2007 Costo: Gratuito Info: Severino Linda - Tel. 0498944570 E-mail: [email protected] Infermieri e terapia farmacologica: conoscenze e competenza Luogo: Azienda Speciale Comunale ÒCremona solidaleÓ Data: 28-29.11.2007 Costo: 85,00 Euro Info: Zampini Cinzia - Tel. 0372533622 E-mail: [email protected] La risorsa gruppo nella terapia psichiatrica Luogo: Voghera Data: dal 05.11.2007 al 22.12.2007 Costo: Gratuito Info: Cappella Andrea - Tel. 0383343011 E-mail: [email protected] Le neuropatie: percorso clinico, diagnostico e terapeutico Luogo: aula magna P.O Desio via Mazzini, 1 e ambulatorio EMG Desio Data: dal 24.11.2007 al 30.11.2007 Costo: Gratuito Info: Multimedia Sistem - Tel. 0362383333 E-mail: [email protected] Comunicare • salutare. Strategie per migliorare la comunicazione interna ed il lavoro di strada. Luogo: Fondazione onlus casa di riposo Cittˆ di Sondrio via Don Guanella, 36 - Sondrio Data: dal 26.10.2007 al 23.11.2007 Costo: Gratuito Info: Management Consulting - Tel. 0458402994 E-mail: [email protected] Corsi di formazione per fisioterapisti Obiettivo qualitˆ. LÕanziano oggi fra residenzialitˆ e domicilio; alcune problematiche sanitario-assistenziale Luogo: Centro sociale via Sacchetti, 1 Vigevano - Pavia. Data: 15-17.10.2007 Costo: Gratuito Info: Gulino Enrica - Tel. 0381299431 E.mail: [email protected] Il metodo Feldenkrais e lÕanziano. Si pu˜ smettere di imparare? Luogo: Sondrio Data: 20-21.10.2007 Costo: 150,00 Euro Info: Bolotta Rosa - Tel. 026174352 E-mail: [email protected] 15 L INFORMA MENTE In questa edizione del giornalino, la redazione ha pensato di chiedere alcune opinioni ai nostri lettori riferite al gradimento di lettura di Informalmente. Voglia al riguardo compilare le domande a seguire dando un giudizio personale, tagliare lungo la linea prestampata e porre il questionario nellÕapposita cassetta delle lettere situata al piano terra in prossimitˆ della portineria o negli ambulatori. Il suo giudizio sarˆ utile al fine di migliorare il giornalino stesso e ci darˆ importanti informazioni circa la prosecuzione del nostro lavoro. La compilazione • molto semplice, basta barrare la casella di interesse. Grazie per la collaborazione. Lei • un: O O O O O La redazione ospite parente volontario dipendente lettore occasionale é la prima volta che legge Informalmente Dove ha conosciuto informalmente Legge il giornalino O O O O O O O O O SI reparto portineria ambulatorio altro luogo NO specifica quale ÉÉÉÉÉÉÉ specifica quale ÉÉÉÉÉÉÉ sempre, quando esce occasionalmente mai me lo leggono altre persone altro ÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ. Ritiene che gli argomenti siano: O O O O O trattati esaurientemente specifici per la realtˆ di Villa S. Benedetto utili interessanti altro ÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ SI SI SI SI NO NO NO NO Quali suggerimenti ha da proporci? Grazie, pu˜ imbucare il questionario compilato nella cassetta sita in portineria o nel contenitore presso gli ambulatori. Redazione • Diego Inghilleri, Emanuele Fumagalli, Valentina Ceruti, Sara Verga, Francesca Magistrelli, Mariangela Forasacco, Maddalena Pinti. Impaginazione grafica e stampa • Arti Grafiche Maggioni - Dolzago. , Per informazioni e suggerimenti: Redazione Informalmente Via Roma 16 - 22032 Albese con Cassano - Tel. 031.4291511 E-mail: [email protected] ✂ QUESTIONARIO DI GRADIMENTO DEL GIORNALINO INFORMALMENTE