Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
INDICE
1 - INTRODUZIONE
3
1.1 - PREMESSA
3
1.2 - IL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO
4
1.3 - OGGETTO E NATURA DELLA VAS
5
2 – SINTESI PERCORSO METODOLOGICO GENERALE
9
2.1 – IL D.LGS. 152/2006 E S.M.I. – NORME IN MATERIA AMBIENTALE
9
2.3 - DESCRIZIONE SINTETICA DEL RAPPORTO TRA VAS E FASI DEL PIANO
3 – FASE METODOLOGICA FINALIZZATA ALLA ANALISI DI CONTESTO
12
14
3.1 – DESCRIZIONE FASE “0”
14
3.2 – DESCRIZIONE FASE “1”
3.2.1 –
Orientamenti iniziali del P.G.T.
3.2.1.1. – Linee programmatiche dell'amministrazione proponente il P.G.T. (autorità proponente)
3.2.1.2. – Previsioni sovralocali, locali e settoriali
3.2.1.3. – Interessi locali
3.2.2. – Schema operativo P.G.T. - VAS
3.2.2.1. – Identificazione significativa delle fonti delle informazioni
3.2.3 –
Individuazione soggetti interessati e definizione delle modalità di informazione e comunicazione
3.2.4. – Verifica siti Rete Natura 2000
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15
24
29
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29
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31
3.3 – DESCRIZIONE FASE “2”, SCOPING (fase A2.1)
3.3.1 –
Elementi territoriali, pianificatori e programmatici per la definizione dell’ambito
di influenza del P.G.T. (scoping)
Quadro pianificatorio e programmatico di riferimento sovralocale
Riferimenti territoriali-programmatici P.T.P.R. - P.T.R.
Riferimenti territoriali-programmatici P.T.C.P.
Quadro normativo urbanistico generale di Olgiate Comasco
Quadro normativo pianificatorio di pari livello
Previsioni Parè
Previsioni Faloppio
Previsioni Albiolo
Previsioni Solbiate
Previsioni Beregazzo con Figliaro
Previsioni Oltrona San Mamette
Previsioni Lurate Caccivio
Previsioni Gironico
Quadro normativo settoriale significativo sovralocale
Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA)
Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA)
Programma di Sviluppo Rurale (PRS)
Programma Energetico Regionale (PER)
Piano di Bacino del fiume Po
Piano Agricolo Triennale regionale
Piano Agricolo Triennale 2007-2009 della Provincia di Como
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3.3.2 –
Piano Ittico Provinciale
Piano Energetico Provincia di Como
Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti (PPGR)
Piano Cave della Provincia di Como
Piano d’Ambito Territoriale Ottimale (PdA)
Quadro normativo settoriale attinente il territorio comunale
Aggiornamento dello studio per la definizione della componente geologica del P.G.T.
Studio idrologico e idraulico dei corsi d’acqua per l’individuazione del reticolo idrico minore
Piano di classificazione acustica del territorio comunale
Piano di riorganizzazione del sistema della viabilità e della sosta
Analisi di contesto
Descrizione generale e paesaggistica, aspetti storici e patrimonio culturale
Aspetti socio-economici generali
Aria e clima
Acqua
Suolo
Biodiversità, vegetazione, flora, fauna
Rumore - Radiazioni
Rifiuti
Energia
L’insediamento e la popolazione
Il sistema della mobilità e dei servizi locali
4 - CONCLUSIONI ATTINENTI LA FASE “2 SCOPING”
4.1. – IDENTIFICAZIONE E PROPOSTA DI AMBITO DI INFLUENZA DEL P.G.T.
5 – FASE METODOLOGICA FINALIZZATA AGLI ASPETTI VALUTATIVI
5.1 – DESCRIZIONE FASE “2”, POST-SCOPING
5.1.1 –
Determinazione degli obiettivi generali (fase P2.1)
5.1.2 –
Costruzione scenario di riferimento e di DdP (fase P2.2)
5.1.3 –
Analisi di coerenza esterna (fase A2.2)
5.1.4 –
Definizione di obiettivi specifici, costruzione di alternative/scenari di sviluppo
e definizione azioni (fase P2.3)
5.1.5 –
Effetti ambientali attesi ed indicatori (fase A2.3)
5.1.5.1 – Stima degli effetti ambientali attesi (fase A2.3) legati ad ambiti di
trasformazione/riqualificazione e valutazione delle alternative (fase A2.4)
5.1.6 –
Analisi di coerenza interna (fase A2.5)
5.1.7 –
Progettazione del sistema di monitoraggio (fase A2.6)
5.1.8 –
Studio di Incidenza (fase A2.7)
6 - ALLEGATI
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N.B.: nel presente documento in corsivo vengono evidenziate le fonti da cui sono tratte parti delle
argomentazioni riprodotte nel presente documento
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1 - INTRODUZIONE
1.1 - PREMESSA
Il presente documento ha la finalità di definire la proposta di Rapporto Ambientale per la VAS del
Documento di Piano componente programmatica del Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) del
Comune di Olgiate Comasco.
La redazione del Rapporto Ambientale conclude la fase di elaborazione del Documento di Piano
(DdP) del P.G.T..
La sua redazione richiede che la descrizione del processo risponda effettivamente a esigenze di
chiarezza, completezza e trasparenza e che tale descrizione venga completata con due importanti
elementi aggiuntivi:
1.
la redazione della Sintesi non Tecnica, ovvero del documento chiave per la partecipazione
del pubblico non “addetto ai lavori” alla definizione del P.G.T.;
2.
la descrizione del sistema di monitoraggio, ovvero l'elemento chiave per la Valutazione
Ambientale della fase di attuazione del P.G.T. e per la verifica della sua effettiva capacità di
conseguire gli effetti desiderati.
Il Rapporto Ambientale costituisce il documento principale del processo di consultazione e di
partecipazione del pubblico che conclude la redazione del P.G.T. prima della sua adozione e
approvazione. A esso sono affidate funzioni di informazione, consultazione, partecipazione che
sostanziano la legittimità del processo di Valutazione Ambientale del P.G.T.; la consultazione delle
autorità con competenze ambientali, promossa in merito al presente documento, ha anche lo scopo
di contribuire a fornire, in particolare, osservazioni, suggerimenti e proposte di integrazione,
eventuali correzioni e modifiche.
In questo capitolo vengono illustrate sommariamente gli obiettivi collegabili alla applicazione della
procedura di VAS.
Il secondo capitolo illustra sommariamente la procedura metodologica di VAS in senso generale
(per dettagli vedasi documento di scoping).
Il terzo capitolo illustra il caso specifico con le considerazioni finalizzate all’analisi contestuale
sulla base della normativa attualmente applicabile al caso in esame.
Il quarto capitolo riporta le conclusioni legate alla fase di “scoping”.
Il quinto capitolo definisce la fase di VAS connessa alla fase valutativa del Rapporto Ambientale.
Il sesto contiene gli allegati.
Si precisa che la fase di scoping qui in parte riproposta sino al capitolo quarto in un contesto
illustrativo concepito sulla base della continuità fra fasi (scoping prima conferenza, rapporto
ambientale seconda conferenza), è stata aggiornata sulla base di riscontri documentali ed
approfondimenti intervenuti nel frattempo, mantenendone comunque inalterato il corpo strutturale.
Difatti a seguito della prima conferenza di valutazione tenutasi in data 20.02.2009 presso il Comune
di Olgiate Comasco, ed a seguito della pubblicazione su WEB della seguente documentazione:
− documento di Scoping
− documento di Piano, orientamenti iniziali
− documentazione fotografica
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
− verbale Conferenza del 20.02.2009.
1.2 - IL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO
Seguendo criteri d’approccio alle problematiche urbanistiche concernenti l’adeguamento del
P.R.U.G. vigente ai contenuti della L.R. 11.03.05 n°. 12, occorre precisare che gli apporti
tecnico/disciplinari finalizzati alla formazione del P.G.T. (Piano di Governo del Territorio)
definiscono l’assetto dell’intero territorio comunale attraverso le seguenti componenti, come
rispettivamente riscontrate negli artt. 8, 9 e 10 pari legge:
Il Documento di Piano
Il Piano dei Servizi
Il Piano delle Regole
Entro un disegno unitario di pianificazione esse interpretano la fase programmatica, quella
strutturale e quella operativa, dove gli obiettivi strategici di sviluppo e di tutela del patrimonio
comunale, attraverso l’individuazione della “città pubblica” intesa come sistema organico dei
servizi, devono dotarsi di adeguate regole d’intervento per meglio coinvolgere le risorse territoriali
disponibili, pubbliche e private,verso indirizzi attuativi ampiamente condivisi, verificando la
sostenibilità ambientale e la qualità paesaggistica delle previsioni stesse di sviluppo.
Più in particolare il P.G.T. si pone come strumento complesso fondato su una concezione unitaria e
coordinata del processo di pianificazione.
Le direttive e gli scenari territoriali costruiti a partire dal quadro conoscitivo a corredo del
Documento di Piano debbono essere coerentemente garantiti e tradotti dal Piano delle Regole in
termini regolamentativi delle azioni operative, nonché rivolti alle attrezzature pubbliche o di
interesse generale nel contesto del Piano dei Servizi, incentivando le dovute e reciproche sinergie di
riequilibrio territoriale fra le varie componenti insediative e di protezione naturale.
Sotto il profilo metodologico e contenutistico sarà innanzitutto necessario accertare le condizioni di
efficienza dei servizi pubblici e di interesse generale esistenti ed il loro utilizzo con l’obiettivo di
precisare la politica degli interventi da programmare nel periodo di efficacia, al fine di assicurarne, a
supporto delle funzioni insediate e previste, una idonea dotazione globale comprensiva di corridoi
ecologici e del verde di connessione fra il compendio rurale e quello edificato, nonché una razionale
distribuzione sul territorio comunale, dimostrandone l’idoneo livello qualitativo in termini di
fruibilità, accessibilità e fattibilità.
L’identificazione di Comune a valenza naturalistica da una parte e produttivo/residenziale dall’altra
determina altresì l’incombenza di monitorare i suddetti obiettivi anche sui fabbisogni espressi dalla
popolazione fluttuante che gravita quotidianamente sul sistema urbanizzativo locale, suscitandone,
ove necessario la previsione di componenti aggiuntive, ai fini di una risposta sempre più qualificata,
opportunamente commisurata alle peculiarità ambientali e infrastrutturale del sito.
I criteri cui ispirare la redazione del P.G.T. si ricollegano ai contenuti della D.G.R. 29.12.05 n°.
8/1681 e in ogni caso sono sommariamente contrassegnati dalle seguenti sequenze:
1^:
analisi degli elementi costitutivi del P.R.U.G. vigente e controllo delle basi di
rappresentazione cartacee e digitali (da acquisire), nonché dello stato di fatto insediativo ed
infrastrutturale;
2^:
verifica delle soglie di attuazione del P.R.U.G. medesimo; aggiornamento degli elementi di
sintesi sull’ambito comunale e sul compendio territoriale di appartenenza, compresi i riferimenti
sovraccomunali eventualmente prevalenti sulla pianificazione locale; esame suggerimenti e proposte
già pervenute, a seguito dell’emanazione del citato pubblico avviso; completamento del quadro
conoscitivo e apprestamento della mappa della sensibilità paesaggistica dei luoghi;
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
3^:
coordinamento sistematico degli obiettivi programmatici delineati in sede di approccio e
predisposizione del documento di Piano, tenuto conto delle risultanze della valutazione ambientale
strategica;
4^:
formazione e redazione della prima bozza progettuale del P.G.T., articolato nelle tre
componenti fondative considerato l’apporto derivante dai momenti partecipativi all’uopo
organizzati;
5^:
apprestamento degli elaborati definitivi suscettibili di adozione consiliare.
La documentazione conoscitiva e propositiva sarà acquisita e rielaborata, avvalendosi
dell’opportuna tecnica informatica.
1.3 - OGGETTO E NATURA DELLA VAS
La valutazione strategica dei Piani o Programmi, come in questo caso riferita al processo di
formazione del nuovo P.G.T. del Comune di Olgiate Comasco, fa riferimento ad una specifica
Direttiva Europea (2001/42/CE) e non riguarda le opere, come nella nota Valutazione d’Impatto
Ambientale (VIA), ma appunto i Piani e Programmi, assumendo per queste caratteristiche più
generali la denominazione di Valutazione Ambientale Strategica (VAS).
La VAS, nata concettualmente alla fine degli anni ottanta, è un processo sistematico di valutazione
delle conseguenze ambientali di proposte pianificatorie, finalizzato ad assicurare che queste
vengano incluse in modo completo e considerate in modo appropriato, alla pari degli elementi
economici e sociali all’interno dei modelli di “sviluppo sostenibile”, a partire dalle prime fasi del
processo decisionale. La VAS riguarda i processi di formazione dei piani più che i piani in senso
stretto. Si tratta quindi di uno strumento di aiuto alla decisione più che un processo decisionale in se
stesso.
Per definire in termini concreti la VAS occorre porre attenzione sull’aggettivo “strategico”, che la
differenzia in modo sostanziale dalla VIA. Si prenda un esempio concreto: una necessità del
territorio di collegamento trasporti: la VIA si pone il problema di verificare e mitigare gli impatti
ambientali rispetto ad una decisione già assunta, ad esempio di una strada che collega un punto A ad
un punto B; la VAS interviene a monte, giudicando come quel collegamento possa essere
“strategicamente” risolto.
Nelle valutazioni riguardanti la pianificazione territoriale-urbanistica spesso si assiste ad una
sottolineatura delle valenze ambientali, trascurando in tutto o in parte i concetti di sviluppo
sostenibile. Ma quando nella valutazione non vengono considerate anche le valenze economiche e
sociali, non si dovrebbe parlare di valutazione di sostenibilità ma invece di valutazione di
compatibilità ambientale. La VAS quindi è ben lungi da costituire una VIA applicata ai piani.
La VAS permea il piano e ne diventa elemento costruttivo, valutativo, gestionale e di monitoraggio.
È importante sottolineare che i processi decisionali politici sono fluidi e continui: quindi la VAS
deve intervenire al momento giusto del processo decisionale.
Sempre più, negli ultimi tempi, l’attenzione si è spostata dalla metodologia all’efficacia: si può
semplificare il modello concettuale della formazione di un piano con e senza VAS così:.
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Fig. 1 – Modello concettuale di VAS
La VAS permette di giungere ad un processo in cui il piano viene sviluppato basandosi su di un più
ampio set di prospettive, obbiettivi e costrizioni, rispetto a quelli inizialmente identificati dal
proponente.
La VAS viene vista come uno strumento di supporto sia per il proponente che per il decisore:
inserendo la VAS nel processo lineare “avvio-obiettivi-iter”, in effetti si giunge ad una
impostazione che prevede il ricorso a feedback in corso d’opera, così da meglio calibrare l’intero
processo.
In effetti la VAS deve essere vista più come uno “strumento” di formulazione del piano che come
un documento in senso stretto. La preparazione del report finale è forse la parte meno rilevante della
VAS in quanto tale report dovrebbe essere visto non solo come esito della valutazione ma, anche e
soprattutto, come una documentazione del processo utilizzato e dei contenuti che ne sono scaturiti.
La VAS deve essere inserita nei punti strategici del processo decisionale, se si vuole che il processo
sia efficace e deve accompagnare tutto il processo decisionale. La VAS ha tra i suoi fini principali
quello di mostrare le conseguenze delle azioni previste, dando pertanto importanti informazione ai
decisori e al pubblico e rappresentando quindi un rafforzamento del processo di pianificazione
partecipata.
Fig. 2 – Schematizzazione del processo lineare connesso alla VAS
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Dal punto di vista operativo la VAS deve basarsi da un lato su metodologie semplici e mirate
espressamente al livello strategico, dall’altro su dati organizzati, senza il cui supporto è impossibile
qualsiasi valutazione.
Solitamente le metodologie di valutazione sono di due tipi:
- una valutazione nel piano, con una stretta integrazione dei temi ambientali nel processo costruttivo
pianificatorio, con l’uso di indicatori ambientali e di carte d’analisi e di sintesi;
- una valutazione del piano, con una procedura di valutazione ex ante ed ex post, così da valutare le
possibili trasformazioni e da monitorarle nel corso della gestione dello strumento pianificatorio.
Oggetto della presente Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è, come precedentemente riferito,
il Documento di Piano componente programmatica del Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) del
Comune di Olgiate Comasco.
Come ribadito dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di
Como, approvato con D.C.P. 02.08.06 n°. 59 (B.U.R.L. 20.09.06 n°. 38), si evidenzia che, proprio
al fine di adeguarsi al panorama normativo comunitario, è prevista la procedura di valutazione
ambientale strategica per Piani e Programmi (P.G.T.). A tale proposito si evidenzia che i P.T.P.R., i
P.T.C.P., come pure i Documenti di Piano degli stessi P.G.T., vi rientrano a tutti gli effetti.
Infatti, ai sensi dell’art. 3, commi 1 e 2, paragrafo a), della direttiva quadro 2001/42/CE, la
pianificazione comunale è da ritenersi tipologia soggetta all’obbligo di VAS.
Per quanto concerne le disposizioni comunitarie di riferimento si rimanda all’apposito paragrafo.
La menzionata direttiva comunitaria è stata recepita:
•
dal D.lgs 152/06 del 03.04.2006, a livello statale, modificato con successivo D.lgs 4/08 del
16.01.2008;
•
dalla L.R. 12/05 dell’11.03.2005 della Lombardia che, all’interno dell’art. 4, ha voluto
anticipare una serie di indicazioni tese a promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio
assicurando, contemporaneamente, un elevato livello di protezione ambientale.
La VAS, così come emerge dall’attenta analisi di questa normativa, si pone come uno strumento
che, predisposto anteriormente all’avvio della procedura legislativa di adozione del PGT, cresce e si
sviluppa in parallelo al Piano stesso, accompagnandolo in tutto il suo iter di formazione,
consultazioni incluse.
La VAS prevede un’approfondita conoscenza sia del contesto ambientale di riferimento,
generalmente espressa in termini di indicatori di stato e di pressione, sia dei criteri generali e
specifici di sostenibilità, consentendo di gettare le basi per condurre il confronto e quindi procedere
correttamente alla valutazione ambientale stessa.
Dal suddetto quadro conoscitivo la VAS recepisce gli indirizzi e gli obiettivi di tutela e salvaguardia
ambientale ed al contempo ne verifica e misura lo stato in essere e quindi, una volta effettuate nuove
scelte programmatiche, ne rivaluta gli effetti diretti, secondari, cumulativi, sinergici prevedibili a
breve, medio e lungo termine. In tal modo è possibile assicurare la sostenibilità ed un elevato livello
di protezione ambientale in riferimento alle diverse azioni che andranno ad esprimersi sul territorio
attraverso i programmi pianificatori.
Le scelte di pianificazione non sono solo da verificare e misurare, ma per ognuna di queste occorre
effettuare una valutazione anche rispetto a ragionevoli e possibili alternative.
Schema norme di riferimento generali assunte nel presente documento
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• Modalità per la pianificazione comunale, Deliberazione Giunta regionale 29 dicembre 2005,
n. VIII/168;
• Legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 per il governo del territorio e successive modifiche e
integrazioni;
• Indirizzi generali per la Valutazione Ambientale di Piani e Programmi – Deliberazione
Consiglio regionale 13 marzo 2007, n. VIII/351;
• Determinazione della procedura per la valutazione ambientale di Piani e Programmi - VAS
Deliberazione Giunta regionale 27 dicembre 2007, n. VIII/6420;
• Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”, modificato con
successivo Decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4;
• Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo del Consiglio del 27 giugno 2001
concernente la valutazione degli effetti di determinati Piani e Programmi sull’ambiente,
• Decisione 871 CE del Consiglio del 20.10.2008 - Protocollo sulla valutazione ambientale
strategica alla convenzione sulla valutazione dell'impatto ambientale in Protocollo.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
2 – SINTESI PERCORSO METODOLOGICO GENERALE
2.1 – IL D.LGS. 152/2006 E S.M.I. – NORME IN MATERIA AMBIENTALE
In riferimento al D.lgs. 152/06 e s.m.i., si statuisce nella Parte Prima all’art. 3-quater, quanto segue
(vengono qui elencati gli aspetti più significativi del presente disposto normativo, precisando, come
in questo caso, che l’art. 35 comma 2 ter del D.lgs. 152/06 e s.m.i. – “disposizioni transitorie e
finali”- stabilisce che . le procedure di VAS avviate precedentemente all'entrata in vigore del
decreto sono concluse ai sensi delle norme vigenti al momento dell'avvio del procedimento):
1. Ogni attività umana giuridicamente rilevante ai sensi del presente codice deve conformarsi al principio
dello sviluppo sostenibile, al fine di garantire che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali
non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future.
2. Anche l'attività della pubblica amministrazione deve essere finalizzata a consentire la migliore
attuazione possibile del principio dello sviluppo sostenibile, per cui nell'ambito della scelta comparativa di
interessi pubblici e privati connotata da discrezionalità gli interessi alla tutela dell'ambiente e del
patrimonio culturale devono essere oggetto di prioritaria considerazione.
3. Data la complessità delle relazioni e delle interferenze tra natura e attività umane, il principio dello
sviluppo sostenibile deve consentire di individuare un equilibrato rapporto, nell'ambito delle risorse
ereditate, tra quelle da risparmiare e quelle da trasmettere, affinché nell'ambito delle dinamiche della
produzione e del consumo si inserisca altresì il principio di solidarietà per salvaguardare e per migliorare
la qualità dell'ambiente anche futuro.
4. La risoluzione delle questioni che involgono aspetti ambientali deve essere cercata e trovata nella
prospettiva di garanzia dello sviluppo sostenibile, in modo da salvaguardare il corretto funzionamento e
l'evoluzione degli ecosistemi naturali dalle modificazioni negative che possono essere prodotte dalle attività
umane.
L’art. 4, Parte Seconda, Capo I, riporta:
3. La valutazione ambientale di piani, programmi e progetti ha la finalità di assicurare che l'attività
antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sostenibile, e quindi nel rispetto della capacità
rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, della salvaguardia della biodiversità e di un'equa distribuzione
dei vantaggi connessi all'attività economica. Per mezzo della stessa si affronta la determinazione della
valutazione preventiva integrata degli impatti ambientali nello svolgimento delle attività normative e
amministrative, di informazione ambientale, di pianificazione e programmazione.
4. In tale ambito:
a) la valutazione ambientale di piani e programmi che possono avere un impatto significativo sull'ambiente
ha la finalità di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e contribuire all'integrazione di
considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione, dell'adozione e approvazione di detti piani e
programmi assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile.
b) la valutazione ambientale dei progetti ha la finalità di proteggere la salute umana, contribuire con un
migliore ambiente alla qualità della vita, provvedere al mantenimento delle specie e conservare la capacità
di riproduzione dell'ecosistema in quanto risorsa essenziale per la vita. A questo scopo, essa individua,
descrive e valuta, in modo appropriato, per ciascun caso particolare e secondo le disposizioni del presente
decreto, gli impatti diretti e indiretti di un progetto sui seguenti fattori:
1) l'uomo, la fauna e la flora;
2) il suolo, l'acqua, l'aria e il clima;
3) i beni materiali ed il patrimonio culturale;
4) l'interazione tra i fattori di cui sopra.
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L’art. 11, Parte Seconda, Capo II, evidenzia quanto segue:
1. La valutazione ambientale strategica è avviata dall'autorità procedente contestualmente al processo di
formazione del piano o programma e comprende, secondo le disposizioni di cui agli articoli da 12 a 18:
a) lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità;
b) l'elaborazione del rapporto ambientale;
c) lo svolgimento di consultazioni;
d) la valutazione del rapporto ambientale e gli esiti delle consultazioni;
e) la decisione;
f) l'informazione sulla decisione;
g) il monitoraggio.
2. L'autorità competente, al fine di promuovere l'integrazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale
nelle politiche settoriali ed il rispetto degli obiettivi, dei piani e dei programmi ambientali, nazionali ed
europei:
a) esprime il proprio parere sull'assoggettabilità delle proposte di piano o di programma alla valutazione
ambientale strategica nei casi previsti dal comma 3 dell'articolo 6;
b) collabora con l'autorità proponente al fine di definire le forme ed i soggetti della consultazione pubblica,
nonché l'impostazione ed i contenuti del Rapporto ambientale e le modalità di monitoraggio di cui
all'articolo 18;
c) esprime, tenendo conto della consultazione pubblica, dei pareri dei soggetti competenti in materia
ambientale, un proprio parere motivato sulla proposta di piano e di programma e sul rapporto ambientale
nonché sull'adeguatezza del piano di monitoraggio e con riferimento alla sussistenza delle risorse
finanziarie.
3. La fase di valutazione è effettuata durante la fase preparatoria del piano o del programma ed
anteriormente alla sua approvazione o all'avvio della relativa procedura legislativa. Essa è preordinata a
garantire che gli impatti significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione di detti piani e programmi
siano presi in considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro approvazione.
4. La VAS viene effettuata ai vari livelli istituzionali tenendo conto dell'esigenza di razionalizzare i
procedimenti ed evitare duplicazioni nelle valutazioni.
5. La VAS costituisce per i piani e programmi a cui si applicano le disposizioni del presente decreto, parte
integrante del procedimento di adozione ed approvazione. I provvedimenti amministrativi di approvazione
adottati senza la previa valutazione ambientale strategica, ove prescritta, sono annullabili per violazione di
legge.
2.2 – LA DIRETTIVA 2001/42/CE COME RECEPITA DALLA DELIBERA DI CONSIGLIO
REGIONALE DELLA LOMBARDIA 13 MARZO 2007 N. 351 E DALLA DELIBERA DI
GIUNTA REGIONALE DELLA LOMBARDIA 27 DICEMBRE 2007 N. 6420
La Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo del 27 giugno, riguarda la valutazione degli effetti
di determinati Piani e Programmi. La Delibera di Consiglio 13 marzo 2007 n. 351 della Regione
Lombardia ne ha recepito i contenuti ed affinato la procedura.
Definizioni significative tratte dalla Direttiva:
1. Valutazione Ambientale
•
•
•
•
•
l’elaborazione di un rapporto ambientale,
lo svolgimento di consultazioni con il pubblico e i soggetti istituzionali;
la valutazione del rapporto ambientale;
la valutazione dei risultati delle consultazioni nell'iter decisionale;
la messa a disposizione e la divulgazione delle informazioni sulla decisione.
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2.
Rapporto Ambientale - parte della documentazione del piano o del programma contenente
l'individuazione, la descrizione e la valutazione degli effetti significativi che l'attuazione del
piano o del programma potrebbe avere sull'ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce
degli obiettivi e dell'ambito territoriale del piano o del programma. In sintesi esso deve (punti
aggiornati con disposizioni dettate dal D.lgs. 152/06 e s.m.i. e allegato IV “Decisione 871 CE
del Consiglio del 20.10.2008 - Protocollo sulla valutazione ambientale strategica alla
convenzione sulla valutazione dell'impatto ambientale in Protocollo”):
1. I contenuti e gli obiettivi principali del piano o programma e il nesso con altri
pertinenti piani o programmi.
2. Gli aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e della salute e la sua
evoluzione probabile ove il piano o il programma non fosse attuato.
3. Le caratteristiche ambientali e sanitarie nelle aree che potrebbero essere
significativamente interessate.
4. I problemi ambientali e sanitari attinenti al piano o al programma.
5. Gli obiettivi di protezione ambientale e sanitaria stabiliti a livello internazionale,
nazionale od altro, pertinenti al piano o al programma, e i modi in cui, durante la sua
preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di altre considerazioni ambientali e
sanitarie.
6. Gli effetti significativi probabili, in termini di ambiente e salute [1], stabiliti
dall’articolo 2, paragrafo 7.
7. Le misure volte a prevenire, ridurre o attenuare gli eventuali effetti negativi
sull’ambiente e sulla salute che potrebbero derivare dall’attuazione del piano o del
programma.
8. Una sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione
di come è stata effettuata la valutazione, nonché le difficoltà incontrate nella
raccolta delle informazioni richieste, quali carenze tecniche o mancanza di
conoscenze.
9. Le misure previste per il monitoraggio degli effetti ambientali e sanitari
dell’attuazione del piano o del programma.
10. I probabili effetti transfrontalieri significativi sul piano dell’ambiente e della salute.
11. Un compendio non tecnico delle informazioni fornite.
[1] Detti effetti devono comprendere quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve,
medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi.
3. Possibili effetti significativi - correlati ai seguenti elementi:
1. La pertinenza del piano o del programma per l’integrazione delle considerazioni
ambientali e sanitarie, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile.
2. In quale misura il piano o il programma stabilisce un quadro di riferimento per
progetti ed altre attività, o per quanto riguarda l’ubicazione, la natura, le dimensioni
e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse.
3. In quale misura il piano o il programma influenza altri piani o programmi, inclusi
quelli gerarchicamente ordinati.
4. Problemi ambientali e sanitari attinenti al piano o al programma.
5. Il carattere degli effetti ambientali e sanitari, quali grado di probabilità, durata,
frequenza, reversibilità, ampiezza ed estensione (area geografica o entità
demografica delle popolazioni interessate).
6. I rischi per l’ambiente e per la salute.
7. Il carattere transfrontaliero degli effetti.
8. In quale misura il piano o programma interesserà aree di particolare valore o
vulnerabili, compresi territori che godono di una tutela nazionale o internazionale
riconosciuta.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
4.
Integrazione ambientale del piano – ovvero il processo effettivo e continuo che si sviluppa
durante tutte le quattro fasi del ciclo di vita del piano:
0.
1.
2.
3.
Orientamento e Impostazione;
Elaborazione e Redazione;
Consultazione e Adozione/Approvazione;
Attuazione, Gestione e Monitoraggio.
La Delibera di Giunta 27 dicembre 2007 n. 6420 della Regione Lombardia (Determinazione della
procedura per la valutazione ambientale di Piani e Programmi – VAS), ha approvato in via
principale dei modelli metodologici, procedurali e organizzativi, in riferimento alla valutazione
ambientale di Piani e Programmi (VAS).
Questi modelli, e la relativa modulistica di stampo procedurale, sono stati organizzati e
personalizzati in riferimento alla tipologia di P/P da sottoporre a VAS (PGT, PGT per piccoli
comuni < 5.000 abitanti, PTCP, ecc.).
Il presente documento si allinea a tali disposizioni procedurali, in particolare prevedendo la
fattispecie di cui al modello allegato 1a, in quanto il comune qui trattato è caratterizzato da una
popolazione superiore a 5.000 abitanti.
2.3 - DESCRIZIONE SINTETICA DEL RAPPORTO TRA VAS E FASI DEL PIANO
Sinteticamente la procedura sinergica tra PGT (per piccoli comuni) e VAS è definita così dalla
Delibera di Consiglio 13 marzo 2007 n. 351 della Regione Lombardia, integrata proceduralmente
dalla Delibera di Giunta 27 dicembre 2007 n. 6420:
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Tab.1 – Schema generale – Valutazione Ambientale - VAS
Si precisa che ai fini esplicativi della presente sezione, attinente la descrizione sintetica delle fasi
connesse alla attuazione della procedura sinergica P.G.T.-VAS e formulata come da schema
generale sopra proposto, il documento guida cui riferirsi sotto l’aspetto sostanziale, è
essenzialmente costituito dal “Manuale Operativo” prodotto nell’ambito del progetto ENPLAN
riguardante la valutazione ambientale di Piani e Programmi ed inserito nel filone programmatico
introdotto in maniera definitiva dalla Direttiva 2001/42/CE già accennata.
Pertanto la metodologia adottata risulta essere determinata dal risultato del combinato dei disposti
della D.g.r. 6420/07 e dei disposti indicativi del “Manuale”, ed è il prodotto della concertazione tra
autorità procedente (autorità a cui spetta il ruolo formativo/operativo del P.G.T.) ed autorità
competente per la VAS (vedasi descrizione più avanti).
Un’ulteriore appunto: la piena applicazione dei disposti indicativi procedurali della D.g.r. 6420/07
è relativa alle procedure di formazione/approvazione dei P.G.T. (o meglio del Documento di Piano)
intraprese successivamente alla entrata in vigore del riferimento normativo.
Nel presente caso, essendo antecedente a tale soglia temporale la procedura del DdP del P.G.T. di
Olgiate Comasco, l’amministrazione procedente/competente per la VAS potrebbe definire
diversamente la tempistica enunciata dalla tabella sopra riportata (garantendo comunque possibilità
di partecipazione paritetiche e consone), pur mantenendo lo schema procedurale della D.g.r.
6420/07 inalterato.
Infine una precisazione metodologica: il percorso generale proposto nella fase di scoping ha valore
puramente indicativo considerando che le peculiarità programmatiche e di contesto della realtà
locale qui oggetto di trattazione possono definire scelte valutative diversamente articolate.
A partire dal successivo capitolo tre verrà esposta la linea specifica adottata per Olgiate Comasco,
illustrando il percorso seguito con indicazione delle fasi così come proposte dalla tabella 1.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
3 – FASE METODOLOGICA FINALIZZATA ALLA ANALISI DI CONTESTO
3.1 – DESCRIZIONE FASE “0”
Si fa presente che, cronologicamente:
• in data 23.08.2006 è stato pubblicato l'avviso di avvio del procedimento previsto dall'art. 13
della L.R. 12/05 per la raccolta delle istanze di suggerimenti e proposte da chiunque ne
possa avere interesse;
• in data 28.12.2006 è avvenuto l’affidamento agli architetti G. Tettamanti e G. Moretti di
Como della predisposizione degli atti di P.G.T..
Le istanze pervenute sono state oggetto di esame da parte della amministrazione al fine di
addivenire ad una prima elaborazione del documento programmatico di P.G.T..
• in data 04.02.2008 è avvenuto l’affidamento agli architetti G. Tettamanti e G. Moretti di
Como della predisposizione del Rapporto Ambientale;
• in data 26.03.2008 è stato avviato il procedimento VAS.
L’individuazione dell’autorità competente per la VAS, si è formalizzata con un atto formale di
Giunta Comunale. La Deliberazione di G.C. del 21.02.2008 ha individuato in tal senso l’Autorità
Competente per la VAS.
Tale Deliberazione (unitamente alla D.G.C. del 26.03.2008) ha provveduto a individuare anche:
• i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati, ove
necessario anche transfrontalieri, da invitare alla conferenza di valutazione;
• le modalità di convocazione della conferenza di valutazione;
• i singoli settori del pubblico interessati all’iter decisionale;
• le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico, di diffusione e
pubblicizzazione delle informazioni.
3.2 – DESCRIZIONE FASE “1”
3.2.1 – Orientamenti iniziali del P.G.T.
Sinteticamente vi sono tre tipi di componenti basilari che paiono essere decisivi all’interno del
complesso iter decisionale pianificatorio.
• Le linee programmatiche dell'amministrazione proponente il P.G.T., che si
sostanziano in macroindirizzi affidabili al Piano di Governo del Territorio;
• Le previsioni sovralocali locali e settoriali, ovvero individuabili: -- nelle scelte delle
istituzioni sovralocali (pianificazione/programmazione sovracomunale), che a livello
socio-economico-ambientale incidono e condizionano le scelte eminentemente locali; -nelle componenti derivanti da direttive e programmi di settore di tipo specialistico che
parimenti influenzano il livello locale; -- nelle previsioni generali e settoriali di stampo
locale.
• Gli interessi locali, definibile nel complesso quale componente sintetica delle esigenze
della realtà comunale, sostanzialmente legata alle caratteristiche intrinseche delle
componenti produttivo-economiche e residenziali.
In sintesi le tre componenti sopra descritte concretano il quadro pianificatorio/programmatorio alla
base delle successive scelte del DdP del P.G.T..
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
3.2.1.1. – Linee programmatiche dell'amministrazione proponente il P.G.T. (autorità
proponente)
Le tematiche generali di sostenibilita’, cui rapportare le scelte di P.G.T. (DdP) dell'Amministrazione
Comunale di Olgiate Comasco, sono riportate nel sottostante elenco che permette intuitivamente di
cogliere il carattere precipuo e chiaro delle decisioni iniziali da intraprendere e rispettare al fine di
poter dotare il Comune di uno strumento di pianificazione rispettoso dell’ambiente, delle esigenze
socio-economiche e chiaramente sostenibile nel senso ampio e riconosciuto del termine.
TEMATICHE DI SOSTENIBILITA’ APPLICABILI AL DDP IN ESAME
1)
ARIA – CLIMA;
2)
ACQUA;
3)
SUOLO;
4)
BENI MATERIALI – PATRIMONIO CULTURALE (patrimonio culturale: l'insieme
costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici in conformità al disposto di cui
all'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42);
5)
POPOLAZIONE – SALUTE UMANA;
6)
BIODIVERSITA’ – FLORA – FAUNA;
7)
RUMORE;
8)
RADIAZIONI;
9)
RIFIUTI;
10)
ENERGIA;
11)
MOBILITA’ – TRASPORTI.
La tabella sottostante riporta, invece, la sintesi delle linee programmatiche specifiche del P.G.T.
(coerentemente ereditate anche dagli atti di livello programmatico-urbanistico antecedenti il DdP)
così come desumibili dagli orientamenti iniziali del P.G.T., (e diversificate più in dettaglio),
partendo dalla considerazione (prima colonna) delle tematiche di sostenibilità come sopra elencate:
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
TEMI
LINEA
PROGRAMMATICA
AZIONI CONNESSE
SUB-AZIONI
Contenere la trasformazione territoriale entro
limiti fisicamente sostenibili
Limitazione dello sviluppo
urbanistico
Favorire interventi di completamento del
tessuto edilizio anche attraverso la
diversificazione funzionale
Consolidare il ruolo strategico di Olgiate nel
sistema relazionale polifunzionale ComoVarese e generalmente insubrico
Valorizzazione caratteri
urbani endogeni/esogeni
1
2
3
4
5
7
8
9
10
11
Localizzare e qualificare coerentemente i
servizi strategici – Città Pubblica (finalità P.
dei Servizi)
Ambiente urbano
Promozione della qualità
edilizia
Tutela e valorizzazione dei
nuclei storici
Ottimizzazione ciclo rifiuti
Ottimizzazione ciclo acque
Integrazione componente
radiazioni
elettromagnetiche ed
inquinamento
acustico/atmosferico
1
2
3
4
5
6
Confermare e consolidare lo sviluppo del
settore produttivo–terziario anche tramite la
riconversione di complessi incongruenti e la
diversificazione dimensionale
Ambiente naturale
Salvaguardia aree agroforestali
Valorizzare e qualificare gli edifici
improntatoli su tipologie che garantiscano
una miglior qualità abitativa degli edifici
(privilegio del verde privato e delle
caratteristiche tipologiche e costruttive
improntate
sul
miglior
inserimento
ambientale, sull’omogeneità urbanistica e sul
contenimento energetico)
Promuovere e favorire il recupero del
patrimonio edilizio esistente
Salvaguardare ed incrementare la vivibilità
del centro storico
Promuovere comportamenti coerenti
Monitorare punti di captazione idro-potabile;
recupero acque meteoriche
Garantire opere/interventi di minimizzazione
del rischio da esposizione
Utilizzare in modo sostenibile le risorse
legate alle attività
Valorizzare le attività agrarie e forestali
attraverso
il
potenziamento
della
multifunzionalità
ed
articolazione
dell’indotto
Incentivare la produzione locale e le attività
connesse
Limitare gli effetti del degrado
Tutela
paesistica/ecosistemi
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Proteggere dagli effetti negativi vegetazione,
flora e fauna
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Valorizzazione
prescrizioni Rete
Ecologica locale e
sovralocale
Tutela risorse idriche
1
7
11
Mobilità e trasporti
Completamento e
razionalizzazione della
viabilità di livello locale e
sovralocale
Valorizzazione mobilità
ciclo-pedonale
Preservare e rafforzare le peculiarità naturali
Limitare gli effetti dei dissesti
Delineare i prodromi di un parco locale di
interesse comunale
Tutelare i valori naturali, ambientali e
paesaggistici
Preservare particolari zone tampone del
PTCP
Monitorare il sistema idrografico
Incrementare l’efficienza del sistema locale
Eliminare eventuali situazioni di pericolosità
o di difficoltà
Ridurre gli effetti negativi dovuti a traffico
di attraversamento (variante S.S. 342)
Dislocare in modo ottimale le infrastrutture a
parcheggio pubblico-privato
Migliorare le interconnessioni ambiente
antropizzato-naturale
Migliorare le interconnessioni tra polarità
urbane
Tab. 2 – Linee programmatiche e relative azioni considerate dal piano
La tabella in particolare evidenzia le scelte di carattere generale da perseguire ritenute compatibili
con gli obiettivi dell’amministrazione comunale.
In particolare il presente documento (e tutto l’iter connesso alla VAS) parte dal presupposto di
dover considerare, per la valutazione, il Documento di Piano, e più concretamente le elaborazioni di
tipo programmatico ivi connesse ai fini di permettere una analisi più specifica e puntuale rispetto ai
contenuti principali (ad esempio, gli ambiti di trasformazione, la classificazione paesistica, ecc.).
A tale proposito si procede ad esaminare più nel dettaglio le suddette linee programmatiche e azioni
connesse, sviluppate nel perfezionamento degli obiettivi del P.G.T..
AMBIENTE URBANO (Tavola P3.1 del DdP – Orientamenti Iniziali)
Limitazione dello sviluppo urbanistico
L’intendimento è quello di predeterminare la minor quantità possibile di aree
di espansione, normalmente critiche in rapporto ai valori territoriali, non
ultimo quello morfologico: il risultato è basato sulla considerazione che la
lettura dell’edificato/ambiente naturale, deve individuare soglie critiche di
edificazione ed ambiti di pregio ambientale che possano determinare criticità
locali. Il territorio urbanizzato e/o da urbanizzare può essere contenuto
all’interno di ben definiti limiti fisici onde inibire fenomeni, seppur limitati, di
sprawling urbano.
Gli effetti voluti possono essere pertanto mirati a valorizzare i seguenti aspetti
territoriali:
• Contenimento della trasformazione insediativa entro limiti fisicamente
sostenibili e funzionalmente compatibili, comunque con l’intento di
privilegiare benefici pubblici diffusi e conseguentemente di perseguire
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
il miglioramento degli standard civili riconducibili al comfort
abitativo singolo e sociale; in sostanza limiti di edificabilità coerenti
con le peculiarità geomorfologiche, paesistiche e scenografiche del
territorio comunale.
Utilizzazione razionale del compendio già urbanizzato: ovvero
definizione ed incentivazione di una progettualità degli spazi edificati
e dei vuoti interclusi (completamento delle porosità e delle
interstizialità persistenti, compattezza della tessitura urbana) coerente
con la volontà di inibizione dello sprawling, ovvero prefigurazione di
interventi di completamento del tessuto edilizio consolidato.
Ottimizzazione delle opportunità insediative attraverso il
completamento residuale e la diversificazione funzionale dei tessuti
urbani, ai fini del ridimensionamento delle eventuali conflittualità
fruitive.
Risulta del tutto coerente con quanto sinora riportato, riconoscere aree inserite
all’interno del tessuto urbanizzato non ancora utilizzate a scopi edificatori, per
le quali dovranno essere pretesi elevati standard quali-quantitativi.
Il quadro nascente da siffatti e prioritari interventi di tutela, confortato e
completato dai principali coni percettivi di vertice esterno e dalle visuali di
ampio orizzonte panoramico riscontrabili presso i luoghi suscettibili di diffusa
frequentazione e fruizione, conferma le cennate circoscritte attitudini alla
trasformazione insediativa in localizzazioni integranti il tessuto urbano
consolidato, opportunamente defilate, peraltro, rispetto alle suddette direttrici
di maggiore sensibilità paesistica.
Tale constatazione consente di porre le premesse per ripensare i
comportamenti fruitivi del territorio sotto un profilo più propriamente
qualitativo al fine di recuperare una migliore essenza del vivere, attraverso
modelli eco-compatibili d’uso e consumo delle risorse, diffusamente
accessibili ed economicamente sostenibili, assoggettando a regime di tutela i
compendi più sensibili sotto il profilo ambientale, affinché le opportunità
insediative possano attribuire al bilancio costi-benefici effetti positivi per le
relazioni locali.
L’orientamento dell’azione amministrativa non persegue l’obiettivo
dell’esaurimento delle potenzialità edificatorie determinate in funzione dei
parametri di calcolo del P.T.C.P. (vedasi in particolare tabella
successivamente riportata), preferendo valutare gli aspetti dimensionali con
rigorosa verifica di sostenibilità ambientale ed urbanizzativa affinché le
opportunità insediative possano attribuire al bilancio costi-benefici effetti
positivi per la comunità locale. Pertanto lo sviluppo del processo edificatorio
è indirizzato a definire indicazioni localizzative non dotate di rilevante
valenza paesistica, bensì connotate da condizioni urbanizzative
sostanzialmente già soddisfacenti ovvero suscettibili di perfezionamento con
il concorso degli interventi previsti, secondo le priorità delineate dal sistema
della “Città Pubblica” descritto dal Piano dei Servizi.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Inoltre questi limiti, a prescindere dalle potenzialità certificate, (mq. 119.930
da potersi utilizzare nelle zone tampone) debbono confrontarsi con lo stato di
attuazione del P.R.U.G. stesso, compresi gli ambiti suscettibili di avviare
iniziative di programmazione negoziata (come contemplate dal Documento
d’Inquadramento), con le condizioni urbanizzative primarie e secondarie
connesse al sistema della cosiddetta “città pubblica, con il livello attrattivo
che i settori produttivi secondario e terziario esercitano sulle utenze del
compendio d’influenza logistica e gravitazionale.
• Valorizzazione caratteri urbani endogeni/esogeni
Innanzitutto appare imprescindibile in un contesto urbanistico /gerarchico
/relazionale, consolidare il ruolo strategico di Olgiate nel sistema
polifunzionale Como-Varese e generalmente insubrico, ovvero nel compendio
geografico medio occidentale, quale luogo di raccordo interprovinciale
fortemente “gravitante” sulla conurbazione varesina, ma allo stesso tempo
recapito logistico dei collegamenti nord-sud (confine di stato – Malpensa,
Milano).
Tale polarità si identifica altresì come luogo di cerniera nel reticolo della
viabilità extraurbana del compendio interprovinciale dove in particolare
raccorda il tracciato storico a nord verso i valichi del Gaggiolo (S.P. n° 20
Albiolo-Rodero) e Valmorea Bizzarone, nonché a sud-est verso Appiano
Gentile con l’asse collinare della viabilità trasversale rappresentato dalla
citata S.P n. 17 (quello tipicamente precollinare si identifica con la S.S. n. 342
mentre il più meridionale, pedemontano, si riconosce nella S.P. n° 32
“Novedratese”), comprese le diramazioni verso Vedano Olona e VenegonoTradate-Gallarate-Malpensa.
L’identificazione di Comune Attrattore nel richiamato P.T.C.P determina
altresì l’incombenza di monitorare i suddetti obiettivi anche sui fabbisogni
espressi dalla popolazione fluttuante che quotidianamente gravita sul sistema
urbanizzativo locale, per motivi di lavoro, studio o interesse terziario,
suscitandone, ove necessario la previsione di componenti aggiuntive ai fini di
una accoglienza sempre più qualificata.
Entro questo scenario il ruolo di polo attrattore attribuito dal P.T.C.P. vigente
pone con rinnovato impegno la centralità di Olgiate nel compendio territoriale
di appartenenza quale recapito strategico di iniziative relazionali ed occasioni
di scambio socio-economico e culturale, ai fini di favorire la crescita delle
popolazioni coinvolte coniugata alla riqualificazione delle peculiarità proprie
dell’identificazione storica ed all’ottimizzazione e salvaguardia delle risorse
paesistiche ed ambientali: il quadro cui commisurare orientamenti e scelte è
quello della sostenibilità e della compatibilità.
Questa consapevolezza determina la necessità di sollecitare attività
concentrate su contesti come, ad esempio, comparti interni al tessuto
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
consolidato decisamente rilevanti sotto l’aspetto urbano, suscettibili di
promuovere interventi combinati e diversificati che possano coniugare
interessi privati ed interessi pubblici.
Di converso, nell’ottica urbana di ricerca e sostegno ai valori neg-entropici (o
virtuosi ai fini della sostenibilità) della centralità locale, rileva puntare
conferma e rafforzamento del settore produttivo secondario (ai sensi degli
artt. 8 e 54 N.T.A. del P.T.C.P.), favorendo l’individuazione di un polo di
espansione in ampliamento di comparti già funzionalmente all’uopo previsti
dal P.R.U.G. vigente, nonché processi di riconversione di complessi dismessi
o contrassegnati da attività incompatibili con il compendio di appartenenza,
comunque finalizzati alla diversificazione e crescita dei livelli occupazionali.
Consolidamento del settore produttivo-terziario attraverso la diversificazione
dimensionale delle medie strutture di vendita ed il presidio delle unità di
vicinato secondo le indicazioni derivanti dall’apposito studio in corso di
espletamento.
Infine sostegno al consolidamento del terziario, seguendo gli indirizzi
economici di ricerca di specializzazione e qualificazione, non trascurando
l’opportunità di ridefinire l’interesse generale come interpretato dal sistema
relazionale della “Città Pubblica”.
Tenuto conto che la Città di Olgiate Comasco ha già acquisito agli atti una
proposta di Piano dei Servizi, apprestato in regime transitorio ai sensi
dell’art. 25 L.R. 12/05 quale contributo attuativo del P.R.U.G. vigente, sotto il
profilo metodologico e contenutistico sarà necessario verificarne il grado di
rispondenza agli standard prestazionali delineati dal sopravvenuto scenario
cui ricondurre la pianificazione territoriale, promuovendo, se del caso, le
dovute integrazioni delle dotazioni globali comprensive di corridoi ecologici
e del verde di connessione fra il compendio rurale e quello edificato ai fini di
una ulteriore testatura della loro razionale distribuzione sul territorio
comunale, in termini di fruibilità, accessibilità e fattibilità, secondo la nuova
concezione di ottimizzazione che la L.R. 12/05 cit. ha loro conferito.
Occorre prevedere la qualificazione delle funzioni di interesse sovracomunale
come parte organica ed integrante della “città pubblica”.
Il Piano dei Servizi, come opportunamente aggiornato, illustra in tal senso
questo orientamento, perseguendo l’obiettivo della massima efficienza rispetto
ad un utilizzo più adeguato delle infrastrutture e servizi collettivi.
• Promozione della qualità edilizia
L’obiettivo intrinseco da perseguire è anche quello di fornire una offerta
abitativa compatibile con l’attuale trend di sviluppo demografico ed al
contempo adeguare la medesima offerta a criteri di sostenibilità ambientale che
possano predeterminare un incremento edificatorio consono in un contesto
qualitativamente equilibrato nel rapporto tra volume costruito e spazi a verde.
Al contempo si dovranno innescare meccanismi in grado di determinare oltre
ad una diffusa qualità abitativa, anche calibrati livelli di accessibilità veicolare
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
e pedonale, predeterminando azioni di mitigazione degli impatti attraverso
opere di compensazione ambientale, nel rispetto del prevalente territorio
naturale circostante (agricolo/boschivo).
• Tutela e valorizzazione dei nuclei storici
Azione volta al recupero del patrimonio edilizio esistente con particolare
attenzione ai nuclei di antica formazione ed ai beni architettonici e culturali
(Palazzo Volta, Villa Camilla, Villa Peduzzi, Medio Evo, ecc.).
Valorizzazione architettonica e di contesto degli ambiti storicamente
caratterizzati con recupero del patrimonio edilizio esistente con particolare
attenzione ai nuclei di antica formazione, ai beni architettonici-culturali.
Ottimizzazione ciclo rifiuti
Occorre razionalizzare e rendere più efficiente a livello locale il sistema di
raccolta a livello differenziato dei rifiuti prodotti.
Inoltre rivisitazione dei comportamenti connessi al ciclo degli
smaltimenti/raccolta rifiuti e controllo dei servizi tecnologici per favorire
effettive tendenze al risparmio, al recupero ed al conferimento ecologico
differenziato.
Ottimizzazione ciclo acque
Occorre preservare a livello locale la risorsa “scarsa” acqua, sotto forma di:
prelievo minimale, efficienza dei sistemi di rifornimento ad uso potabile, tutela
delle falde idriche e dei corsi/bacini d’acqua, recupero acque meteoriche.
Integrazione componente radiazioni elettromagnetiche ed inquinamento
acustico/atmosferico
L’azione deve determinare primariamente una valutazione delle criticità
collegabili alle linee di alta tensione di proprietà Terna SpA (direzionate nella
parte nord del territorio in senso e/w) ed alle antenne telefoniche ivi
riscontrabili.
Occorre peraltro porre l’obiettivo della minimizzazione del rischio collegabile
all’esposizione a fonti generanti onde acustiche pericolose per la salute, anche
considerando lo studio della zonizzazione acustica di cui si è dotata
l’Amministrazione Comunale.
Infine monitoraggio e risoluzione delle criticità dovute al traffico
prevalentemente in funzione della riduzione dei carichi di inquinamento
atmosferico.
AMBIENTE NATURALE (Tavola P3.1 del DdP – Orientamenti Iniziali)
Salvaguardia aree agro-forestali
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Azione rivolta alla valorizzazione delle attività agrarie e forestali attraverso il
potenziamento della multifunzionalità ed articolazione dell’indotto agricolo
compatibile (turismo rurale ed escursionistico, enogastronomico, svago ecc.): è
finalizzata anche a coniugare la presenza dell’uomo con la prevenzione del
degrado e la salvaguardia dell’equilibrio ambientale.
Chiaramente
occorrerà
privilegiare
l’utilizzazione
sostenibile
e
l’incentivazione delle attività tipiche.
Tutela paesistica/ecosistemi
Occorre riconoscere la specificità dell’ecosistema di appartenenza, in accordo
con quanto stabilito al punto successivo, promuovendo la riqualificazione
della rete ecologica locale e sovralocale. consolidando un atteggiamento
virtuoso nei confronti della conservazione territoriale e della comprovata
sostenibilità ambientale degli indirizzi insediativi attivabili.
Tale constatazione consente di porre le premesse per ripensare i
comportamenti fruitivi del territorio sotto un profilo più propriamente
qualitativo al fine di recuperare una migliore essenza del vivere, attraverso
modelli eco-compatibili d’uso e consumo delle risorse, diffusamente
accessibili ed economicamente sostenibili, assoggettando a regime di tutela i
compendi più sensibili sotto il profilo ambientale.
Valorizzazione prescrizioni Rete Ecologica locale e sovralocale
L’azione è volta a qualificare e integrare le prescrizioni locali e sovralocali
(più avanti specificate) di tipo ambientale, in particolare rapportandosi con
atteggiamento dialettico alla realtà comunale ed agli ambiti di Rete Ecologica
del PTCP. Definendo ad esempio i caratteri di un asse portante di un parco
comunale (sub-urbano), ispirato ai contenuti della D.G.C. 03.09.07 n. 142:
•
il territorio olgiatese, tenuto conto del progressivo consolidarsi nel
tempo degli ambiti urbanizzati e del relativo sistema delle reti infrastrutturali,
denota peculiarità paesistiche e morfologico-strutturali articolate in diversi
gradi di sensibilità, suscettibili di riconoscimento in classi o valori ambientali
•
esse corrispondono ad ambiti localmente identificati per esigenza di
protezione a prescindere dalla loro appartenenza a compendi sovraordinati a
carattere provinciale
•
tuttavia ne costituiscono rispetto complementare ed integrato: nei
confronti ad esempio della rete ecologica provinciale e dei suoi elementi
costitutivi (a mente dell’art. 11 N.T.A. del P.T.C.P. vigente) si pongono come
sistema “del verde di connessione” fra le aree rurali e quelle edificate
interpretando il compito di fungere da corridoi di rilevanza ecologica
•
il Documento di Piano, entro il complessivo quadro degli indirizzi
programmatici della pianificazione, attribuisce le definitive perimetrazioni e
significanze funzionali, compresi i risvolti normativi per l’esercizio della
tutela stessa e la gestione delle sostenibilità ambientali, anche rapportate agli
obiettivi di garanzia della continuità territoriale con i comuni contermini.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 22
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Vieppiù, è da sottolineare in questa analisi che la possibilità di inibire
l’espansione urbana entro prefigurati limiti fisici (così come prefigurato nel
tematismo urbano), determina l’opportunità di assoggettare ad una più
rigorosa tipologia di tutela ambiti inseriti dal P.T.C.P. stesso in zona tampone
(e quindi suscettibili di potenzialità edificatorie) candidandole per una
estensione della rete ecologica stessa poiché ritenuti sedimi imprescindibili
come componenti organiche di peculiarità paesaggistiche ad elevato grado di
sensibilità vedutistico-morfologico-strutturale.
Si prefigura pertanto una effettiva complementarietà con la rete ecologica
provinciale garantendo continuità territoriale rispetto ai comuni limitrofi
soprattutto in termini di tessuto agrario.
Tema qualificante l’azione è anche il riconoscimento e la valorizzazione delle
peculiarità storico/naturalistiche e panoramiche del paesaggio inteso come
sorgente ed al tempo stesso oggetto di percezione
Tutela risorse idriche
Occorre monitorare la qualità delle acque superficiali e sotterranee e
prevederne, anche nell’ambito del sistema individuato dal reticolo idrico
minore, modalità di tutela.
Adeguamento delle reti tecnologiche primarie, legate al potenziamento delle
risorse idriche e dei relativi manufatti d’accumulo, nonché alla sistemazione
della rete fognaria.
MOBILITA’ E TRASPORTI (Tavola P3.1 del DdP – Orientamenti Iniziali)
Completamento e razionalizzazione della viabilità di livello locale e
sovralocale
Tema caratterizzante è il sistema di razionalizzazione/gerarchizzazione della
rete viaria comunale finalizzata a determinare un miglior assetto
infrastrutturale collegato alle tratte di interesse tipologicamente
sovracomunale.
Sotto questo profilo il nodo principale è rappresentato dalla risoluzione
dell’attuale assetto infrastrutturale imperniato sul tracciato intraurbano della
S.S. n°. 342 e sulle connessioni ivi esercitate dalla S.P. n°. 17 e dalla S.P. n°.
23.
Le novità sul punto recentemente intervenute consistono nell’avvio dei lavori
di realizzazione della variante S.P. n. 17 tratto Faloppio/S.P. n. 23 e
nell’adozione del provvedimento urbanistico di inserimento nell’azzonamento
vigente della variante alla S.S. n. 342.
Priorità assoluta riveste ormai l’attivazione di ogni presenza istituzionale
tendente a definire l’esecutività della variante alla S.S. 342 secondo le più
recenti indicazioni progettuali. A tale proposito occorre evidenziare
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
l’importanza del progetto preliminare della variante alla S.S. 342 relativa agli
abitati di Solbiate ed Olgiate Comasco, redatto da ANAS spa e dalla
Provincia di Como, come assentito dai comuni stessi.
Inoltre, razionalizzazione del sistema della viabilità per conseguire la
selezione dei flussi di traffico e restituire alle relazioni urbane la maglia viaria
interstiziale: realizzazione della variante alla S.S. n°. 342 che risolva anche il
nodo di Somaino monitoraggio della realizzazione del raccordo S.P. n° 17 e
S.P. n° 23 lungo il confine con Faloppio, completamento di interventi minori
atti a drenare verso gli assi di importanza extraurbana il traffico ad origini e
destinazioni prettamente comunali.
Ciò conferma e giustifica l’introduzione possibile di alcuni raccordi
interstiziali al tessuto urbano consolidato, funzionali al miglioramento dei
collegamenti interfrazionali ed alla attivazione di percorsi protetti di tipo
ciclopedonale destinati ad assicurare le connessioni preferenziali con le varie
componenti della “Città Pubblica” come descritta nel Piano dei Servizi.
•
Valorizzazione mobilità ciclo-pedonale
L’azione è volta ad implementare il sistema di interconnessione fra polarità
urbane per consentire oltremodo interazioni utili e compatibili fra ambiente
antropizzato e naturale.
Dagli attesi sviluppi progettuali e soprattutto dalla tempistica esecutiva
dipende la reale possibilità di ricucire le varie componenti insediative e
l’intero sistema dei rapporti e delle reciprocità fruitive, riscoprendo la rete dei
percorsi protetti con particolare privilegio verso il recupero dell’ex sede FNM
Como-Varese, (di cui allo studio di fattibilità predisposto dall’associazione
“Iubilantes” di Como ed agli approfondimenti esecutivi già progettati e
operanti per due tratti nel quadro della proposta Re. Ver. Med. D.G.R. 7.02.05
n° 7/20442), con l’intento di costituire, unitamente al riuso dei manufatti
(stazione, caselli, ecc.), l’asse portante di un parco comunale del sopra
descritto parco comunale.
Tutto ciò contribuisce alla valorizzazione delle infrastrutture riservate alla
mobilità protetta nel quadro della riscoperta di itinerari didattico/naturalistici
e di coni ottico/percettivi di ampio orizzonte.
3.2.1.2. – Previsioni sovralocali, locali e settoriali
Un’importante distinzione, da verificare con i soggetti preposti, appare quella tra gli obiettivi
direttamente perseguibili da un piano urbanistico comunale, e quelli comunque di interesse, ma il
cui perseguimento dipende da altri strumenti esterni/locali a cui il piano può concorrere.
Il nascente Piano di Governo del Territorio deve pertanto rapportarsi con le scelte e la
pianificazione/programmazione assunta dalle istituzioni di livello gerarchicamente superiore
(Comunitario, Nazionale, Regionale, Provinciale, Sovracomunale), di pari livello (medesimo
comune con lo strumento urbanistico previgente e comuni contermini) o con il sistema normativo/di
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
studi settoriali di stampo generale o del medesimo ente (Comune attraverso studi locali specifici),
che definiscono pertanto scenari ambientali ai quali il Comune di Cadegliano Viconago dovrà
attenersi onde poter programmare lo sviluppo e la tutela del suo Territorio.
Una precisazione di carattere generale: il sistema di previsioni qui riprodotte sinteticamente
costituiscono quelle ritenute più significative per la realtà locale.
I livelli istituzionali ai quali in particolare rapportarsi sono:
•
Comunitario: si riprendono gli obiettivi indicati dal Consiglio Europeo di Barcellona 2002,
opportunamente scremati per le finalità del presente documento.
Schematicamente:
Lotta ai cambiamenti climatici
Garantire la sostenibilità dei trasporti
Affrontare le minacce per la sanità pubblica
Gestire le risorse naturali in maniera più responsabile
Un accenno al sistema di Rete Natura 2000.
Con la Direttiva Habitat (Direttiva 92/42/CEE) è stata istituita la rete ecologica europea
“Natura 2000”: un complesso di siti caratterizzati dalla presenza di habitat e specie sia
animali e vegetali, di interesse comunitario (indicati negli allegati I e II della Direttiva) la cui
funzione è quella di garantire la sopravvivenza a lungo termine della biodiversità presente
sul continente europeo. L'insieme di tutti i siti definisce un sistema strettamente relazionato
da un punto di vista funzionale: la rete non è costituita solamente dalle aree ad elevata
naturalità identificate dai diversi paesi membri, ma anche da quei territori contigui ad esse ed
indispensabili per mettere in relazione ambiti naturali distanti spazialmente ma vicini per
funzionalità ecologica.
La Rete è costituita da:
• Zone a Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva Uccelli
(79/409/CEE)al fine di tutelare in modo rigoroso i siti in cui vivono le specie
ornitiche contenute nell’allegato 1 della medesima Direttiva. Le ZPS vengono
istituite anche per la protezione delle specie migratrici non riportate in allegato, con
particolare riferimento alle zone umide di importanza internazionale ai sensi della
Convenzione di Ramsar. Gli stati membri richiedono la designazione dei siti,
precedentemente individuati dalle regioni, al Ministero dell'Ambiente e della Tutela
del Territorio - Direzione per la Conservazione della Natura, presentando l’elenco dei
siti proposti accompagnato da un formulario standard correttamente compilato e da
cartografia. Il Ministero dell’Ambiente trasmette poi successivamente i formulari e le
cartografie alla Commissione Europea e da quel momento le Zone di Protezione
Speciale entrano automaticamente a far parte di Rete Natura 2000.
• Siti di Importanza Comunitaria (SIC) istituiti ai sensi della Direttiva Habitat al fine di
contribuire in modo significativo a mantenere o a ripristinare un habitat naturale
(allegato 1 della direttiva 92/43/CEE) o una specie (allegato 2 della direttiva
92/43/CEE) in uno stato di conservazione soddisfacente. Gli stati membri
definiscono la propria lista di Siti di Importanza Comunitaria proposti (pSIC) sulla
base dei criteri individuati nell’articolo III della Direttiva 92/43/CEE. Per
l’approvazione dei pSIC la lista viene trasmessa formalmente alla Commissione
Europea, Direzione Generale (DG) Ambiente, unitamente, per ogni sito individuato,
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
ad una scheda standard informativa completa di cartografia. Spetta poi
successivamente al Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, designare,
con decreto adottato d'intesa con ciascuna regione interessata, i SIC elencati nella
lista ufficiale come "Zone speciali di conservazione" (ZSC).
Sostanzialmente la logica della Direttiva indica una preservazione della biodiversità attuata
attraverso un sistema integrato d’aree protette, buffer zone e sistemi di connessione, così da
ridurre e/o evitare l’isolamento delle aree e le conseguenti problematiche sugli habitat e le
popolazioni biologiche.
•
Nazionale: vengono indicate sommariamente le strategie d’azione ambientale per lo
sviluppo sostenibile in Italia (Del CIPE 2.8.2002). Dalle liste iniziali, sensibilmente più
articolate, sono stati estratti quegli obiettivi teoricamente più pertinenti per una situazione
quale quella in oggetto (piano comunale).
Schematicamente:
Riduzione delle emissioni nazionali dei gas serra del 6,5% rispetto al 1990, nel periodo tra il 2008 e il 2012.
Formazione, informazione e ricerca sul clima
Riduzione delle emissioni globali dei gas serra del 70% nel lungo termine
Conservazione della biodiversità
Protezione del territorio dai rischi idrogeologici, sismici e vulcanici e dai fenomeni erosivi delle coste
Riduzione e prevenzione del fenomeno della desertificazione
Riduzione dell’inquinamento nelle acque interne, nell’ambiente marino e nei suoli
Riduzione della pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione agricola e forestale, sul mare e
sulle coste
Riequilibrio territoriale ed urbanistico
Migliore qualità dell’ambiente urbano
Uso sostenibile delle risorse ambientali
Valorizzazione delle risorse socioeconomiche e loro equa distribuzione
Miglioramento della qualità sociale e della partecipazione democratica
Riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e mantenimento delle concentrazioni di inquinanti al di sotto di
limiti che escludano danni al la salute umana, agli ecosistemi e al patrimonio monumentale
Riduzione dell’inquinamento acustico e riduzione della popolazione esposta
Riduzione esposizione a campi elettromagnetici in tutte le situazioni a rischio per la salute umana e l’ambiente
naturale
Rafforzamento della normativa sui reati ambientali e della sua applicazione
Riduzione del prelievo di risorse senza pregiudicare gli attuali livelli di qualità della vita
Conservazione o ripristino della risorsa idrica
Miglioramento della qualità della risorsa idrica
Gestione sostenibile del sistema produzione/ consumo della risorsa idrica
Riduzione della produzione, recupero di materia e recupero energetico dei rifiuti
•
Regionale: alle linee strategiche di riferimento contenute nella deliberazione della Giunta
Regionale del 7 aprile 2000 n. 6/49509 ed al Piano Territoriale Paesistico approvato con
deliberazione del Consiglio Regionale del 6 marzo 2001 n. VIII/197. Oltremodo il P.T.R.
(Piano Territoriale Regionale) attualmente adottato determina sommariamente le seguenti
linee operative generali:
Schematicamente:
1)
Favorire, come condizione necessaria per la valorizzazione dei territori, l’innovazione, lo sviluppo della
conoscenza e la sua diffusione: in campo produttivo (agricoltura, costruzioni e industria) e per ridurre l’impatto
della produzione sull’ambiente; nella gestione e nella fornitura dei servizi (dalla mobilità ai servizi); nell’uso delle
risorse e nella produzione di energia; nelle pratiche di governo del territorio, prevedendo processi partecipativi e
diffondendo la cultura della prevenzione del rischio
2)
Favorire le relazioni di lungo e di breve raggio, tra i territori della Lombardia e tra il territorio regionale
con l’esterno, intervenendo sulle reti materiali (infrastrutture di trasporto e reti tecnologiche) e immateriali
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
(sistema delle fiere, sistema delle università, centri di eccellenza, network culturali), con attenzione alla loro
sostenibilità ambientale e all’integrazione paesaggistica
3)
Assicurare a tutti i territori della Regione e a tutti i cittadini l’accesso ai servizi pubblici e di pubblica
utilità, attraverso una pianificazione integrata delle reti della mobilità, tecnologiche, distributive, culturali, della
formazione, sanitarie, energetiche e dei servizi
4)
Perseguire l’efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica utilità, agendo sulla
pianificazione integrata delle reti, sulla riduzione degli sprechi e sulla gestione ottimale del servizio
5)
Migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare nella sua accezione estensiva di spazio
fisico, relazionale, di movimento e identitaria: contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati e
sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili, attraverso la promozione della qualità architettonica degli
interventi, la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici, il recupero delle aree degradate, la riqualificazione
dei quartieri di ERP, l’integrazione funzionale, il riequilibrio tra aree marginali e centrali, la promozione di
processi partecipativi
6)
Porre le condizioni per un’offerta adeguata alla domanda di spazi per la residenza, la produzione, il
commercio, lo sport e il tempo libero, agendo prioritariamente su contesti da riqualificare o da recuperare e
riducendo il ricorso all’utilizzo di suolo libero
7)
Tutelare la salute del cittadino, attraverso la prevenzione e il contenimento dell’inquinamento delle
acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico
8)
Perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di utilizzo del territorio, agendo
sulla prevenzione e diffusione della conoscenza del rischio (idrogeologico, sismico, industriale, tecnologico,
derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla presenza di manufatti, dalle attività estrattive), sulla
pianificazione e sull’utilizzo prudente e sostenibile del suolo e delle acque
9)
Assicurare l’equità nella distribuzione sul territorio dei costi e dei benefici economici, sociali ed
ambientali derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio
10)
Promuovere un’offerta integrata di funzioni turistico-ricreative sostenibili, mettendo a sistema le risorse
ambientali, culturali, paesaggistiche e agroalimentari della Regione e diffondendo la cultura del turismo non
invasivo
11)
Promuovere un sistema produttivo di eccellenza attraverso: il rilancio del sistema agroalimentare come
fattore di produzione ma anche come settore turistico, privilegiando le modalità di coltura a basso impatto e una
fruizione turistica sostenibile; il miglioramento della competitività del sistema industriale tramite la
concentrazione delle risorse su aree e obiettivi strategici, privilegiando i settori a basso impatto ambientale; lo
sviluppo del sistema fieristico con attenzione alla sostenibilità
12)
Valorizzare il ruolo di Milano quale punto di forza del sistema economico, culturale e dell’innovazione
e come competitore a livello globale
13)
Realizzare, per il contenimento della diffusione urbana, un sistema policentrico di centralità urbane
compatte ponendo attenzione al rapporto tra centri urbani e aree meno dense, alla valorizzazione dei piccoli centri
come strumenti di presidio del territorio, al miglioramento del sistema infrastrutturale, attraverso azioni che
controllino l’utilizzo estensivo di suolo
14)
Riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori della Lombardia, anche
attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricolo e forestale come elementi di ricomposizione paesaggistica, di
rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli habitat
15)
Supportare gli Enti Locali nell’attività di programmazione e promuovere la sperimentazione e la qualità
programmatica e progettuale, in modo che sia garantito il perseguimento della sostenibilità della crescita nella
programmazione e nella progettazione a tutti i livelli di governo
16)
Tutelare le risorse scarse (acqua, suolo e fonti energetiche) indispensabili per il perseguimento dello
sviluppo attraverso l’utilizzo razionale e responsabile delle risorse anche in termini di risparmio, l’efficienza nei
processi di produzione ed erogazione, il recupero e il riutilizzo dei territori degradati e delle aree dismesse, il
riutilizzo dei rifiuti
17)
Garantire la qualità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la progettazione delle reti ecologiche, la
riduzione delle emissioni climalteranti ed inquinanti, il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei
suoli, elettromagnetico e luminoso, la gestione idrica integrata
18)
Favorire la graduale trasformazione dei comportamenti, anche individuali, e degli approcci culturali
verso un utilizzo razionale e sostenibile di ogni risorsa, l’attenzione ai temi ambientali e della biodiversità,
paesaggistici e culturali, una fruizione turistica sostenibile, attraverso azioni di educazione nelle scuole, di
formazione degli operatori e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica
19)
Valorizzare in forma integrata il territorio e le sue risorse, anche attraverso la messa a sistema dei
patrimoni paesaggistico, culturale, ambientale, naturalistico, forestale e agroalimentare, e il riconoscimento del
loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l’identità della Lombardia
20)
Promuovere l’integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli interventi derivanti dallo sviluppo
economico, infrastrutturale ed edilizio, tramite la promozione della qualità progettuale, la mitigazione degli
impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi già realizzati
21)
Realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi, con particolare attenzione alla
rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo l’agricoltura e il paesaggio come fattori di qualificazione
progettuale e di valorizzazione del territorio
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
22)
Responsabilizzare la collettività e promuovere l’innovazione di prodotto e di processo al fine di
minimizzare l’impatto delle attività antropiche sia legate alla produzione (attività agricola, industriale,
commerciale) che alla vita quotidiana (mobilità, residenza,turismo)
23)
Gestire con modalità istituzionali cooperative le funzioni e le complessità dei sistemi transregionali
attraverso il miglioramento della cooperazione
24)
Rafforzare il ruolo di “Motore Europeo” della Lombardia, garantendo le condizioni per la competitività
di funzioni e territori forti
•
Provinciale: con riferimento al Piano territoriale di Coordinamento Provinciale approvato
con deliberazione del Consiglio Provinciale del 2 agosto 2006 n. 59/35993 e pubblicato in
data 20 settembre 2006 sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Schematicamente:
Assetto idrogeologico e difesa del suolo
Tutela dell’ambiente e valorizzazione ecosistemi
Costituzione rete ecologica provinciale per conservazione biodiversità
Sostenibilità sistemi insediativi mediante riduzione consumo di suolo
Definizione centri urbani aventi funzioni di rilevanza sovracomunale-polo attrattore
Assetto rete infrastrutturale della mobilità
Consolidamento posizionamento strategico della Provincia di Como nel sistema economico globale
Introduzione della perequazione territoriale
Costruzione di un nuovo modello di “governance” urbana
•
Sovracomunale: non risultano presenti significative previsioni a questo livello.
•
Comunale: con riferimento al P.R.U.G. vigente.
•
Comuni contermini:
•
Parè;
•
Faloppio;
•
Albiolo;
•
Solbiate;
•
Beregazzo con Figliaro;
•
Oltrona San Mamette;
•
Lurate Caccivio;
•
Gironico.
•
A livello settoriale, le prescrizioni sovralocali che possono essere riportate brevemente
sono:
•
Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA);
•
Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA);
•
Programma di Sviluppo Rurale (PRS);
•
Programma Energetico Regionale (PER);
•
Piano di Bacino del fiume Po;
•
Piano Agricolo Triennale Regionale;
•
Piano Agricolo Triennale 2007-2009 della Provincia di Como;
•
Piano Ittico Provinciale;
•
Piano Energetico Provincia di Como;
•
Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti (PPGR);
•
Piano Cave della Provincia di Como;
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
•
Piano d’Ambito Territoriale Ottimale (PdA).
A livello settoriale e soprattutto significativo per Olgiate Comasco, l’Amministrazione si è
dotata dei seguenti studi:
•
Aggiornamento dello studio per la definizione della componente geologica del
P.G.T.;
•
Studio idrologico e idraulico dei corsi d’acqua per l’individuazione del reticolo
idrico minore;
•
Piano di classificazione acustica del territorio comunale;
•
Piano di riorganizzazione del sistema della viabilità e della sosta.
3.2.1.3. – Interessi locali
Risulta decisamente chiaro che il responso derivante dalle proposte/istanze sinora effettuate (circa
280) dalla popolazione in merito all’avviso di avvio del procedimento per gli atti del Piano di
Governo del Territorio, hanno riguardato prioritariamente interessi particolari e privati ed, in tono
decisamente trascurabile, aspetti di tipo ambientale. Risulta decisamente chiaro che il responso
derivante dalle proposte/istanze sinora effettuate dalla popolazione in merito all’avviso di avvio del
procedimento per gli atti del Piano di Governo del Territorio, hanno riguardato esclusivamente
interessi particolari e privati, senza considerare aspetti di tipo ambientale.
A tale proposito la delimitazione dell’ambito urbanizzato rispetto alla parte restante del territorio
comunale, ai fini della definizione della classe di consumo del suolo come più avanti specificata,
rappresenta una soglia di riferimento oggettivamente superiore in ordine alle modifiche di
destinazione funzionale prospettabili.
3.2.2. – Schema operativo P.G.T. - VAS
Lo schema operativo del P.G.T. (modalità di redazione, consultazione, reperimento database, ecc.),
tiene in particolare considerazione la identificazione dei dati e delle informazioni a disposizione
dell’ente su territorio ed ambiente. Come citato nel capitolo di introduzione, lo schema operativo
deriva da quanto emanato dalla D.G.R. 29.12.05 n°. 8/1681. Simultaneamente e sinergicamente si
svolge la Valutazione Ambientale Strategica del P.G.T., qui trattata.
3.2.2.1. – Identificazione significativa delle fonti delle informazioni
Vengono ora descritte in forma sintetica le principali fonti delle informazioni di potenziale interesse
per la parte di analisi della VAS del Documento di Piano del P.G.T. di Olgiate Comasco.
Il Sistema Informativo Territoriale regionale (www.cartografia.regione.lombardia.it) comprende:
- cartografie e basi informative geografiche di interesse generale, derivanti dalla trasposizione in
formato digitale della cartografia tecnica regionale;
- cartografie e basi informative tematiche riguardanti aspetti specifici del territorio, con dati che
sono riferiti alle basi informative geografiche;
- fotografie aeree e riprese aereofotogrammetriche;
- banche dati o sistemi informativi relativi ad attività particolari e realizzati attraverso specifici
progetti di settore.
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
La tabella seguente contiene i riferimenti alle principali basi informative tematiche ed alle banche
dati specifiche del SIT, per i principali fattori ambientali, nonchè i riferimenti locali specifici come
ad esempio studi settoriali ecc..
Archivio storico qualità dell’aria (ARPA)
ARIA - CLIMA
Rapporto sulla qualità dell’aria di Como e
Provincia
Banca dati INEMAR (INventario EMissioni
ARia)
Sistema Informativo Bacini e Corsi d’Acqua
(SIBCA)
Servizi Idrici Regionali Integrati per
l'Osservatorio (SIRIO)
Studio del reticolo idrico minore
ACQUA
SUOLO
Studio geologico comunale
Sistema informativo dei suoli
Mosaico degli strumenti urbanistici comunali
(MISURC)
Sistema rurale lombardo
BENI
MATERIALI
--PATRIMONIO Sistema Informativo Beni Ambientali (S.I.B.A.)
CULTURALE
Sistema Informativo Regionale dei Beni
Culturali (SIRBEC)
POPOLAZIONE --- SALUTE UMANA
Comune di Olgiate Comasco --- CCIA
Sistema Informativo Statistico degli Enti Locali
(SIS.EL.)
Annuario Statistico Regionale (ASR)
BIODIVERSITA’ --- FLORA --- FAUNA
P.T.C.P. Provincia di Como
Rete Ecologica Regionale
Carta Naturalistica della Lombardia
DUSAF
Sistema rurale lombardo
RUMORE
RADIAZIONI
Sistema Inform. del Rumore Aeroportuale
(SIDRA)
Comune - Piano di classificazione acustica del
territorio comunale
Eventuali studi locali - ARPA
RIFIUTI
ENERGIA
Comune di Olgiate Comasco - Provincia
Programma Energetico Regionale
Piano Energetico Provincia di Como - Comune
MOBILITA’ --- TRASPORTI
Sistema Informativo Trasporti e Mobilità
(SITRA)
Comune - Piano del Traffico
Tab. 3 – Principali fonti delle informazioni
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
3.2.3 – Individuazione soggetti interessati e definizione delle modalità di informazione e
comunicazione
L’autorità procedente, d’intesa con l’autorità competente per la VAS, con specifico atto formale ha
individuato e definito le Autorità Istituzionali (soggetti competenti in materia ambientale ed enti
territorialmente interessati) che vengono coinvolte nella Conferenza di valutazione ed i soggetti del
pubblico interessati all’iter decisionale.
Non è risultato opportuno attivare nel caso in esame consultazioni con enti transfrontalieri, in
quanto non vi sono effetti transfrontalieri.
Le Autorità Istituzionali vengono consultate mediante l'indizione della conferenza di valutazione
nella fase di avvio del confronto e della conferenza di valutazione del Documento di Piano e del
Rapporto Ambientale nella fase di adozione.
I Soggetti portatori di interessi vengono coinvolti ed informati mediante l'indizione di assemblee sia
nella fase di avvio del confronto che in quella di illustrazione degli obiettivi specifici e delle linee
d'azione.
Le modalità di convocazione della conferenza di valutazione, articolata almeno in una seduta
introduttiva ed in una seduta finale di valutazione.
Le modalità di informazione/comunicazione e di partecipazione del pubblico, per la diffusione e
pubblicizzazione delle informazioni, sono state organizzate in funzione degli elementi di diffusione
di informazioni in dotazione.
3.2.4. – Verifica siti Rete Natura 2000
Non risultano nel caso di Olgiate Comasco siti SIC (o pSIC), e ZPS.
I siti SIC più prossimi risultano essere quelli riferiti ad un ambito circoscritto interno al Parco della
Pineta di Appiano Gentile e Tradate ed all’ambito inserito nel Parco Spina Verde.
3.3 – DESCRIZIONE FASE “2”, SCOPING (fase A2.1)
3.3.1 – Elementi territoriali, pianificatori e programmatici per la definizione dell’ambito di
influenza del P.G.T. (scoping)
In precedenza si è chiarito che il termine “definizione dell'ambito di influenza del P.G.T.” traduce, il
termine inglese scoping e quindi possiedono il medesimo significato.
Le proposte di Documento di Piano per Olgiate Comasco, qui oggetto di analisi, possono
sinteticamente essere analizzate nella seguente maniera ai fini della determinazione dell’ambito di
influenza.
Quadro pianificatorio e programmatico di riferimento sovralocale:
• Riferimenti territoriali-programmatici P.T.P.R. - P.T.R.;
• Riferimenti territoriali-programmatici P.T.C.P..
Quadro normativo pianificatorio di pari livello:
• Comune di Olgiate Comasco (P.R.U.G. vigente).
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
Comuni contermini:
•
Parè;
•
Faloppio;
•
Albiolo;
•
Solbiate;
•
Beregazzo con Figliaro;
•
Oltrona San Mamette;
•
Lurate Caccivio;
•
Gironico.
Quadro normativo settoriale significativo sovralocale:
•
Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA);
•
Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA);
•
Programma di Sviluppo Rurale (PRS);
•
Programma Energetico Regionale (PER);
•
Piano di Bacino del fiume Po;
•
Piano Agricolo Triennale regionale;
•
Piano Agricolo Triennale 2007-2009 della Provincia di Como;
•
Piano Ittico Provinciale;
•
Piano Energetico Provincia di Como;
•
Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti (PPGR);
•
Piano Cave della Provincia di Como;
•
Piano d’Ambito Territoriale Ottimale (PdA).
Quadro normativo settoriale attinente il territorio locale:
•
Aggiornamento dello studio per la definizione della componente geologica del
P.G.T.;
•
Studio idrologico e idraulico dei corsi d’acqua per l’individuazione del reticolo
idrico minore;
•
Piano di classificazione acustica del territorio comunale;
•
Piano di riorganizzazione del sistema della viabilità e della sosta.
Vediamo in dettaglio le previsioni, espresse sinteticamente sotto forma di obiettivi e previsioni
sull’ambito territoriale di Olgiate Comasco.
Quadro pianificatorio e programmatico di riferimento sovralocale
Riferimenti territoriali-programmatici P.T.P.R. - P.T.R.
Per quanto attiene agli strumenti di pianificazione territoriale regionale non si riscontrano, oltre agli
indirizzi per l'esame paesistico dei progetti (Criteri per la determinazione della Classe di Sensibilità
dei Siti - DGR 8 novembre 2002 n VII/lI045 ai sensi dell'art. 30 del P.T.P.R., Piano Territoriale
Paesistico Regionale), riferimenti particolari o puntuali al Territorio comunale di Olgiate Comasco.
Il Documento di Piano si pone quindi l'obiettivo di "maggior definizione" rispetto agli indirizzi di
tutela enunciati dal P.T.P.R. e che qui di seguito vengono richiamati.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Paesaggi delle colline e degli anfiteatri morenici
Nel contesto del paesaggio collinare la morfologia morenica, ultima
scoria dei movimenti glaciali quaternari, assume una precisa individualità
di forma e struttura. Sono segni di livello macroterritoriale che occupano
con larghe arcature concentriche i bacini inferiori dei principali laghi nel
Varesotto, nel Comasco, nella Franciacorta e nella parte orientale della
provincia di Brescia. L'originalità di questo ambito, che si distingue da
quello delle colline pedemontane di formazione terziaria, attiene dunque
sia alla conformazione planimetrica e altitudinale con elevazioni costanti
e non eccessive, sia alla costituzione dei suoli (in genere ghiaiosi) e alla
vegetazione naturale e di uso antropico. Caratteristica è anche la
presenza di piccoli (Montorfano, Sartirana) o medi laghi (Varese,
Annone... ) rimasti chiusi fra gli sbarramenti morenici, di torbiere e altre
superfici palustri. Il paesaggio attuale delle colline moreniche è il risultato
di un'opera di intervento umano tenace che ha modellato un territorio reso
caotico dalle eredità glaciali, povero di drenaggi e formato da terreni
sterili.
Il palinsesto territoriale su cui poggia questa unità possiede un suo
intrinseco pregio ambientale e pur conoscendo in passato altrettante,
seppur meno dirompenti, fasi di sfruttamento antropico. Anzi è proprio il
connubio fra le modificazioni di antica data ti lo scenario naturale a
offrirle i massimi valori estetici. Basta riferirsi ad alcuni dei molti
estimatori che nel Settecento gustarono qui le delizie della villeggiatura
per ricavare l'idea di un contesto già fortemente permeato dalla presenza
dell'uomo: ville o 'palagi camperecci', impreziositi di 'horti, giardini et
altre delitie insigni', ma anche modesti e contenuti nuclei di sorprendente
coerenza architettonica, di felice inserimento urbanistico; e poi un
mosaico di appezzamenti coltivi, terrazzati e tutti alacremente condotti,
nei quali allignavano specie delle più diverse: vigneti, castagni e noccioli,
frumento e granturco; ma soprattutto gelsi, dai quali dipese a lungo
l'economia della famiglia contadina, produttrice di bozzoli e fornitrice di
larga manodopera per filande e filatoi.
L'eredità di questo disegno non va dispersa. Il paesaggio raggiunge qui,
grazie anche alla plasticità dei rilievi, livelli di grande suggestione
estetica. Un'equilibrata composizione degli spazi agrari ha fatto perdurare
aree coltive nelle depressioni più ricche di suoli fertili e aree boscate sulle
groppe e sui declivi. In tal uni casi alla coltivazione, tramite
l'interposizione di balze e terrazzi si sono guadagnate anche pendici molto
acclivi. Infine l'alberatura ornamentale ha assunto un significato di
identificazione topologica come rivelano, ad esempio nel paesaggio
dell'anfiteatro morenico gardesano, gli 'isolini' di cipressi o le folte
'enclosures' dei parchi e dei giardini storici. Gli insediamenti colonici non
si presentano nelle forme auliche e estensive della pianura.
I.:appoderamento è frazionato così come frazionata risulta la
composizione del paesaggio agrario. I fabbricati si raccolgono attorno a
modeste corti cintate o, nei casi più rappresentativi, formano nuclei di
piccola dimensione ma di forte connotazione ambientale. I.:organizzazione
plurima di queste coti, delle cinte perimetrali dai portali ronati, la
dominanza dell'edificio padronale, l'enfasi degli spazi collettivi creano
un'articolazione di visuali, prospetti, fondali di notevole pregio (valga il
caso esemplare di Castellaro Lagusello).
Un'organizzazione territoriale non priva di forza e significato, nel
contempo attenta al dialogo con la natura, i cui segni residui vanno
recuperati e reinseriti come capisaldi di riferimento paesaggistico. La
vicinanza di questa unità tipo logica alle aree conurbate della fascia
pedemontana lombarda ne ha fatto un ricétto preferenziale di residenze e
industrie ad alto consumo di suolo. Ciò ha finito per degradarne gli
aspetti più originali e qualificanti. Gli stessi imponenti flussi di traffico
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Indirizzi di tutela (paesaggi
delle
colline
e
degli
anfiteatri morenici)
I paesaggi delle colline e degli
anfiteatri morenici hanno un
valore eccezionale sia dal punto
di vista della storia naturale, sia
da quello della costruzione del
paesaggio
umano.
Sono
paesaggi che offrono richiami
quasi
mediterranei
benché
impostati su forme del suolo
prodotte dal glacialismo. Ogni
intervento che può modificare la
forma delle colline (crinali dei
cordoni
morenici,
ripiani.
trincee,
depressioni
intermoreniche
lacustri
o
palustre) va perciò escluso o
sottoposto a rigorose verifiche di
ammissibilità. Deve anche essere
contemplato il ripristino di
situazioni ambientali deturpate
da cave e manomissioni in
genere. Vanno salvaguardati i
lembi boschivi sui versanti e
sulle scarpate collinari, i prati
aridi di crinale, i luoghi umidi, i
siti faunistici, la presenza, spesso
caratteristica, di alberi, di
gruppi di alberi di forte
connotato
ornamentale
(cipresso, ulivo).
Questi elementi introducono alla
tutela del paesaggio agrario,
presente
spesso
con
la
viticoltura praticata sui terreni a
terrazzo o su ripiani artificiali;
contesti che vanno rispettati
insieme
con
il
sistema
insediativo
tradizionale,
rappresentato da corti e case
contadine
costruite
generalmente con ciottoli o
pietra locale, da ville signorili
con
parchi
e
giardini.
I.:insediamento e la trama
storica centrata talora sui
castelli, su chiese romaniche
(pievi), su ricetti conventuali
aggreganti gli antichi borghi,
vanno salvaguardati nei loro
contenuti e nelle loro emergenze
visive.
Una
particolare
attenzione
va
posta
agli
interventi che possano alterare
gli scenari collinari resi famosi
da eventi storici (battaglie
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
commerciale che si imperniano su tracciati stradali pensati per
comunicazioni locali (il caso, davvero critico, del1'area brianzola)
generano una situazione di congestione e inquinamento cui occorre porre
urgente rimedio.
risorgimentali
nell'anfiteatro
morenico del Garda) e dalla loro
significatività
rispetto
all'immagine colta e popolare.
Tab. 4 – P.T.P.R. estratto
Il P.T.R. (Piano Territoriale Regionale), attualmente in fase di adozione, prevede che l’area in
questione appartenga al:
o
Sistema Territoriale dei Laghi
o
Sistema Territoriale Metropolitano
o
Sistema Territoriale Pedemontano.
Un breve accenno ora sulla Rete Ecologica della Regione Lombardia (RER).
Il PTR riconosce la RER tra le infrastrutture prioritarie per la Lombardia e ne definisce i contenuti
generali al cap. 1.5.6..
Con la deliberazione n. 8/8515 del 26 novembre 2008, la Giunta Regionale della Lombardia ha
approvato i prodotti realizzati nella 2^ fase del progetto Rete Ecologica Regionale, come già
previsto nelle precedenti deliberazioni n.6447/2008 (documento di piano del PTR contenente la
tavola di Rete Ecologica) e n.6415/2007 (prima parte dei Criteri per l’interconnessione della Rete
con gli strumenti di programmazione degli enti locali).
La Rete Ecologica Regionale (RER), riconosciuta come infrastruttura prioritaria del Piano
Territoriale Regionale, costituisce strumento orientativo per la pianificazione regionale e locale.
La RER, e i criteri per la sua implementazione, si propongono di fornire al Piano Territoriale
Regionale il quadro delle sensibilità prioritarie naturalistiche esistenti, ed un disegno degli elementi
portanti dell’ecosistema di riferimento per la valutazione di punti di forza e debolezza, di
opportunità e minacce presenti sul territorio regionale; aiutare il P.T.R. a svolgere una funzione di
indirizzo per i P.T.C.P. provinciali e i P.G.T./P.R.G. comunali; aiutare il P.T.R. a svolgere una
funzione di coordinamento rispetto a piani e programmi regionali di settore, aiutandoli ad
individuare le sensibilità prioritarie ed a fissare i target specifici in modo che possano tener conto
delle esigenze di riequilibrio ecologico; anche per quanto riguarda le pianificazioni regionali di
settore può fornire un quadro orientativo di natura naturalistica ed ecosistemica, e delle opportunità
per individuare azioni di piano compatibili; fornire agli uffici deputati all’assegnazione di contributi
per misure di tipo agroambientale indicazioni di priorità spaziali per un miglioramento complessivo
del sistema.
Il documento “RER - Rete Ecologica Regionale” illustra la struttura della Rete e degli elementi che
la costituiscono, rimandando ai 99 settori in scala 1:25.000, in cui è suddivisa l'area di pianura, ossia
il contesto più problematico, rimando non attuato per l'ambito montano, ossia il contesto regionale
che ad esclusione di alcune aree abbastanza circoscritte, presenta un quadro di connettività
ecologica per fortuna ancora sufficientemente salvaguardato. Il documento “Rete ecologica
regionale e programmazione territoriale degli enti locali” fornisce indispensabili indicazioni per la
composizione e la concreta salvaguardia della Rete nell'ambito dell'attività di pianificazione e
programmazione.
La RER viene definita e realizzata con i seguenti obiettivi generali:
• Riconoscere le aree prioritarie per la biodiversità;
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
Individuare un insieme di aree e azioni prioritarie per i programmi di riequilibrio
ecosistemico e di ricostruzione naturalistica ai vari livelli territoriali;
• Fornire lo scenario ecosistemico di area vasta e i collegamenti funzionali per:
•
L’inclusione dell’insieme dei SIC e delle ZPS nella Rete Natura 2000
(Direttiva Comunitaria 92/43/CE);
•
Il mantenimento delle funzionalità naturalistiche ed ecologiche del sistema
delle Aree Protette nazionali e regionali;
•
L’identificazione degli elementi di attenzione da considerare nelle diverse
procedure di Valutazione Ambientale;
•
L’integrazione con il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) del Po
che costituisce riferimento per la progettazione e la gestione delle reti
ecologiche;
• Articolare il complesso dei servizi ecosistemici rispetto al territorio, attraverso il
riconoscimento delle reti ecologiche di livello provinciale e locale.
In sostanza la RER, insieme con la Rete Verde Regionale si configura come sistema, e
congiuntamente perseguono gli obiettivi di presidio e salvaguardia definiti nell’ambito del sistema
rurale, paesistico e ambientale della Lombardia individuato al punto 1.5.1 del Documento di PTR e
in coerenza con le previsioni del Piano Paesaggistico.
Riferimenti territoriali-programmatici P.T.C.P.
L’Amministrazione Provinciale di Como ha avviato la procedura di adozione del P.T.C.P. che si è
conclusa con la deliberazione di approvazione del Consiglio Provinciale 02.08.06 n°.59
(B.U.R.L. 20.09.06 n°. 38).
Il Comune di Olgiate Comasco appartiene all’ambito omogeneo n.22 Colline occidentali e Valle
del Lanza per la parte del territorio comunale a nord della SS. 342 ed all’ omogeneo n.25 Collina
olgiatese e Pineta di Appiano Gentile per la parte del territorio comunale a sud della SS. 342.
Sotto il profilo storico-ambientale, viene qui riportata, a stralci, la definizione di unità tipologica di
paesaggio come illustrata nella “Relazione del PTCP”, nonché la descrizione del suddetto ambito.
La definizione delle unità tipologiche di paesaggio (UTP) deriva da una lettura del territorio articolata
principalmente, ma non esclusivamente, su basi morfologiche ed ambientali. Essa costituisce aggiornamento
e modifica dell’articolazione territoriale suggerita nel contesto degli studi propedeutici alla redazione dei
Piani paesistici provinciali.
In riferimento a questi ultimi, che individuavano per il territorio comasco un numero di unità tipologiche di
paesaggio sostanzialmente analogo a quello proposto nel presente PTCP, se ne sottolinea la validità
dell’analisi e dei contenuti propositivi e di merito, non a caso sovente ripresi anche integralmente nella
trattazione delle unità tipologiche di paesaggio. Agli stessi si fa quindi rimando per approfondimenti inerenti
l’evoluzione storica del paesaggio e per il relativo corredo iconografico.
In linea generale il tracciamento dei confini tra le unità tipologiche di paesaggio ha risposto a criteri di
omogeneità dei contesti paesaggistici, con particolare riferimento all’univocità dei contesti descritti e della
loro percezione visiva, così come delineata dall’esistenza di vette, crinali, spartiacque ed altri elementi
fisico-morfologici agevolmente riconoscibili nelle loro linee costitutive essenziali. Tuttavia in pochi casi,
relativi alle unità di collina e pianura, l’oggettiva difficoltà nell’identificazione di tali elementi ha condotto a
privilegiare l’utilizzo, per convenzione, di confini di origine antropica, coincidenti con alcune delle
principali arterie stradali del territorio.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Parte del territorio comunale a nord della SS. 342
Unità tipologica di paesaggio n. 22 – Colline occidentali e Valle del Lanza
Sintesi dei caratteri tipizzanti
La denominazione di alcune aree protette contiene già in sé i connotati peculiari che ne caratterizzano il
paesaggio; nessuna di esse è però altrettanto efficace nel disegnare un contesto visivo quanto la Spina
Verde. La città di Como si estende infatti senza soluzione di continuità in direzione di Chiasso,
disponendosi parallelamente ad una conurbazione più rada, posta a sud e dislocata lungo il tracciato
dell’antica strada “Garibaldina”. Le due aree costituirebbero un continuum paesaggistico non fosse per
l’esistenza di una dorsale stretta ed allungata, morbida verso la collina comasca e strapiombante verso
Como, che si incunea come una benefica spina nel cuore del tessuto urbanizzato. Il crinale comprende alcuni
rilievi arrotondati e culmina in corrispondenza dell’interessante parete del Sasso di Cavallasca (604 m). La
vegetazione è prevalentemente costituita da boschi di suoli acidi, con locale dominanza del castagno, del
pino silvestre e della robinia; nelle aree più scoscese si insediano inoltre pregevoli brughiere rupestri.
Il versante meridionale della Spina Verde si inserisce nel contesto di un’ampia unità di paesaggio articolata
lungo la direttrice Como–Varese e morfologicamente caratterizzata dall’alternarsi di morbidi rilievi e valli
incassate. Queste ultime si sviluppano generalmente da nord a sud e sono solcate da corsi d’acqua di una
certa importanza, quali il Seveso, il Lura, il Faloppia e il Lanza. Le variazioni collinari non obbediscono a
leggi organizzative facilmente percepibili per l’estrema varietà di dossi, pendenze, conche e piane.
Va detto che la presenza di depositi alluvionali di sabbia e ghiaia ha determinato nell’ultimo secolo un
diffuso sviluppo dell’attività estrattiva, con ripercussioni localmente significative sull’assetto del paesaggio.
Inoltre il paesaggio agro-forestale e l’originaria maglia dei percorsi risultano oggi un po’ ovunque stravolti
da infrastrutture non adeguatamente mitigate e dall’incontrollata espansione dell’edilizia residenziale e
produttiva, anche se l’antropizzazione non ha ancora raggiunto in tale contesto l’irreversibile saturazione di
altre zone. La situazione di elevato rischio di perdita dei valori paesaggistici nella quale versa da tempo
l’unità di paesaggio giustifica senz’altro l’inserimento della stessa tra gli “ambiti di criticità” identificati dal
PTPR.
Il paesaggio conserva ancora la riconoscibilità dei propri tratti entro alcuni lembi di territorio, ad esempio in
Val Grande, nei dintorni di Solbiate e lungo il solco della Valle del Lanza.
Quest’ultima, ubicata all’estremo limite occidentale del comprensorio, è ancora in gran parte caratterizzata
da un armonico complesso di boschi, aree agricole e zone umide e risulta tutelata dalla presenza di un parco
locale di interesse sovracomunale, di recente riconoscimento. Un’analoga tipologia di parco è attualmente in
fase istitutiva e interesserà gran parte delle aree verdi che si dipanano a contorno dell’alto corso del torrente
Lura.
Il territorio è ricco di testimonianze archeologiche, tra le quali vanno citati i numerosi resti rinvenuti in
Rodero, sul colle di San Maffeo, e i reperti della civiltà di Golasecca. L’intera zona venne più volte
coinvolta nelle vicende storiche del capoluogo, soprattutto in epoca medioevale, durante la guerra tra Milano
e Como. Anche episodi di storia più recente hanno dato notorietà a questi luoghi, come San Fermo della
Battaglia, che deve il proprio nome alla vittoria di Garibaldi sugli austriaci del 1859. Qualche esempio di
prestigiosa villa arricchisce il paesaggio dei lieti colli, edificate generalmente quali residenze di villeggiatura
di nobili comaschi, come Villa Imbonati a Cavallasca e Villa Odescalchi a Parè. Interessanti edifici legati
allo sfruttamento dell’acqua sono ancora visibili lungo la Valle dei Mulini, solcata dal torrente Faloppia, e
lungo il torrente Lanza: la forza idraulica vi ha azionato fin dal tardo medioevo mulini e segherie e durante
l’800 alcuni stabilimenti industriali (seterie, cartiere, fornaci).
Lo scenario che più esaustivamente racchiude l’unità di paesaggio, nonché parte del Canton Ticino, può
essere ammirato dalla Chiesa di San Maffeo, posta su un rilievo tondeggiante che si eleva per 504 m nei
pressi di Rodero. Da diversi punti del territorio è possibile inoltre godere di ampie viste sulle Alpi
occidentali, nelle quali campeggia il massiccio profilo del Monte Rosa. Il Sentiero Italia e il Sentiero
Confinale si sviluppano, in coincidenza di tracciato, lungo l’intero settore settentrionale dell’unità di
paesaggio, arricchiti nell’area del Parco Regionale Spina Verde dalla presenza di percorsi tematici di
interesse archeologico, religioso e naturalistico. Da ultimo una citazione merita anche il tracciato dell’antica
ferrovia a Valmorea.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Landmarks di livello provinciale
Villa Imbonati a Cavallasca
Sasso di Cavallasca
Villa Odescalchi a Paré
Paesaggi agro-forestali della Val Grande
Nucleo di Gironico al Monte
Testimonianze di archeologia industriale della Valle dei Mulini
Colle di San Maffeo
Paesaggi forestali e zone umide della Valle del Lanza
Principali elementi di criticità
Perdita di valore del paesaggio, per la progressiva e non controllata espansione dell’edificato e l’abbandono
di percorsi e manufatti storici
Diffusa presenza di ambiti estrattivi
Interruzione dei corridoi ecologici
Presenza di specie estranee al contesto ecologico
Parte del territorio comunale a sud della SS. 342
Unità tipologica di paesaggio n. 25 – Collina olgiatese e Pineta di Appiano Gentile
Sintesi dei caratteri tipizzanti
L’amplissimo settore della provincia di Como posto a sud delle direttrici Como-Varese e Como-Lecco,
genericamente denominato con il termine “Brianza”, è caratterizzato da un assetto territoriale
sostanzialmente omogeneo e significativamente differente dai precedenti.
Percepibili differenze nella struttura paesaggistica suggeriscono tuttavia di suddividere nella presente
trattazione l’area briantea collinare in due settori, convenzionalmente disgiunti all’altezza della Strada
Statale dei Giovi.
L’unità tipologica di paesaggio è ripartibile in tre sottozone geomorfologiche: i terrazzi antichi, i terrazzi
recenti e le valli fluviali escavate. L’ambiente dei terrazzi antichi si distingue per il grado di povertà e
acidità dei suoli, argillosi e rossastri, dovuti ad alterazione profonda (“ferrettizzazione”) dei depositi
fluvioglaciali, risalenti al Pleistocene inferiore. La vegetazione naturale potenziale è rappresentata da boschi
acidofili di farnia e rovere, spesso accompagnati da betulla e pino silvestre. Il sistema dei terrazzi recenti
corrisponde agli affioramenti dei depositi alluvionali, fluviali e fluvioglaciali del Pleistocene medio e
superiore. La vegetazione potenziale è rappresentata da querceti con farnia e carpino bianco.
Particolare significato ai fini della conservazione della biodiversità possiedono le rare zone umide, non di
rado localizzate in coincidenza di aree con cessata attività di cavazione dell’argilla. Il sistema delle valli
fluviali comprende infine ambienti di forra, generalmente incisi nell’arenaria (localmente detta “molera”) e
nella formazione conglomeratica del Ceppo.
La vegetazione potenziale è rappresentata da saliceti arbustivi e populo-saliceti a salice bianco.
Nella realtà odierna l’intera unità tipologica di paesaggio presenta un forte carico insediativo, con fitte
maglie infrastrutturali e densità di popolazione tra le più elevate d’Europa, che ha corroso e consumato il
territorio, celandone e/o banalizzandone l’assetto strutturale. Piuttosto comune è l’esperienza di non
riconoscere i confini di un paese rispetto all’altro perché tutto è omogeneizzato in una crescente uniformità
del paesaggio costruito. La vegetazione stessa risulta significativamente distante dall’assetto potenziale,
essendo in gran parte dominata da boschi di robinia e frequentemente invasa da essenze originarie di altre
regioni biogeografiche.
Tracce di alberature di pregio permangono talvolta nei parchi delle ville, storicamente insediate con il
possesso delle visuali e il tracciato dei viali dall’altura al piano. Più in generale il paesaggio “relitto” è
caratterizzato dagli insediamenti di colle e da scorci panoramici sugli orizzonti montani circostanti. Tra le
aree meno alterate sotto il profilo ambientale, vere e proprie “terre di risulta” nelle quali è ancora possibile
distinguere in parte i tratti dell’originaria struttura paesaggistica del territorio, possono essere citate:
- il Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate, area di rilevante importanza per la
considerevole estensione dei suoi complessi boschivi, con dominanza di pino silvestre sui terrazzi e di farnia
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
nelle valli incise dai corsi d’acqua principali (Bozzente, Gradaluso e Fontanile). L’area protetta include il
terrazzo ferrettizzato delimitato dai fiumi Olona e Lura, tra i più estesi e meglio caratterizzati della
Lombardia;
- alcuni lembi di paesaggio agro-forestale lungo le aste dei principali corsi d’acqua (Antiga, Seveso), uno dei
quali, il Lura, è attualmente tutelato da un parco locale di interesse sovracomunale.
Il forte sviluppo edilizio che ha caratterizzato il comprensorio brianteo negli ultimi decenni ha fatto spesso
perdere le tracce degli importanti elementi storico-culturali in grado di contraddistinguere i diversi luoghi.
L’architettura tradizionale, soffocata dall’edificato diffuso, è talvolta rintracciabile in antiche residenze
contadine, esempi di cascine, mulini o fornaci, oggi trasformate in private residenze o semplicemente
abbandonate. Tuttavia i nuclei storici dei centri di maggiori dimensioni ospitano ancora prestigiose ville ed
edifici religiosi.
Le greenways sono ancora poco comuni, sebbene alcuni percorsi tematici siano stati recentemente realizzati,
ad esempio entro i confini del Parco Regionale Pineta di Appiano Gentile e Tradate. In crescita è la
progettazione e realizzazione di piste ciclabili.
Landmarks di livello provinciale
Ambienti agro-forestali della Pineta di Appiano Gentile e Tradate
Centro storico di Appiano Gentile
Principali elementi di criticità
Perdita di valore del paesaggio per la progressiva e non controllata espansione dell’edificato residenziale e
produttivo
Diffusa presenza di ambiti estrattivi
Interruzione dei corridoi ecologici
Presenza di specie estranee al contesto ecologico
Elementi del paesaggio P.T.C.P. riscontrabili nel territorio comunale
ID
-----
ID
P6.53
P6.54
P6.55
Elenco degli elementi areali
TIPOLOGIA
TOPONIMO
-----
-----
Elenco degli elementi puntuali
TIPOLOGIA
TOPONIMO
Edificio Storico
Culturale
Edificio Storico
Culturale
Edificio Storico
Culturale
villa Camilla
palazzo Volta-VolpiCaimi
palazzo BulgheroniGiovio
Il comune di Olgiate Comasco risulta essere in base al PTCP “polo attrattore di livello
sovracomunale”.
Il territorio comunale di Olgiate Comasco risulta fortemente marcato dalla presenza di ampie aree
afferenti la rete ecologica (vedi tav. A2.2 PGT), per le quali le previsioni urbanistiche vengono
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
fortemente limitate al fine di salvaguardare queste importanti presenze di rilievo prettamente
ambientale.
In sintesi le definizioni tratte dalla “Relazione del PTCP” esplicano a tal proposito:
SORGENTI DI BIODIVERSITA’ DI PRIMO LIVELLO (CORE AREAS)
Aree generalmente ampie, caratterizzate da elevati livelli di biodiversità e da ecomosaici continui. Sono
equiparabili alle “matrici naturali primarie” della rete ecologica di altri PTCP. Da tutelare con attenzione.
Sono aree ove prioritariamente promuovere e sostenere iniziative di istituzione/ampliamento di aree
protette. Vedi NTA.
SORGENTI DI BIODIVERSITA’ DI SECONDO LIVELLO (CORE AREAS)
Aree più o meno ampie, caratterizzate da valori medi di biodiversità e da ecomosaici continui. Sono
equiparabili ai “gangli” della rete ecologica di altri PTCP. Da tutelare con attenzione. Sono aree ove
prioritariamente promuovere e sostenere iniziative di istituzione/ampliamento di aree protette. Vedi NTA.
CORRIDOI ECOLOGICI (ECOLOGICAL CORRIDORS)
Strutture lineari caratterizzate da continuità ecologica, in grado di connettere le sorgenti di biodiversità
mantenendo i flussi riproduttivi. Sono ulteriormente categorizzati in due livelli in relazione all’importanza
delle aree che essi connettono. I corridoi ecologici di primo livello coincidono con i “varchi ineliminabili”
della rete ecologica. Da tutelare con attenzione attraverso corrette strategie di conservazione del paesaggio
Sono aree ove prioritariamente promuovere e sostenere iniziative di istituzione/ampliamento di aree
protette. Vedi NTA.
ELEMENTI AREALI DI APPOGGIO ALLA RETE (STEPPING STONES)
Aree di modeste dimensioni che costituiscono punti di appoggio alla rete ove mancano corridoi ecologici.
Da tutelare con attenzione attraverso corrette strategie di conservazione degli ecosistemi e del paesaggio.
Vedi NTA.
ZONE TAMPONE DI PRIMO LIVELLO (BUFFER ZONES)
Aree con funzione di interposizione tra aree naturali o paranaturali ed aree antropizzate, caratterizzate da
ecomosaici sufficientemente continui e mediamente diversificati. Da gestire con attenzione in aderenza ai
principi dello sviluppo sostenibile, allo scopo di consolidare ed integrare la rete ecologica.
ZONE TAMPONE DI SECONDO LIVELLO (BUFFER ZONES)
Aree con funzione di interposizione tra aree naturali o paranaturali ed aree antropizzate, caratterizzate da
ecomosaici discontinui e poco diversificati. Da gestire in aderenza ai principi dello sviluppo sostenibile,
attivando politiche locali polivalenti.
ZONE DI RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE (RESTORATION AREAS)
Aree ove attuare progetti di ricucitura della rete (in prima istanza identificati con gli ambiti territoriali
estrattivi). Da gestire mediante progetti di ricucitura e de-frammentazione della rete ecologica.
In particolare per Olgiate Comasco si può sintetizzare la seguente situazione paesaggisticoambientale del PTCP (vedi tav. A2.2 PGT):
•
•
•
•
•
CAP ambiti sorgenti di biodiversità di primo livello: l’ambito risulta allocato nella parte
del territorio posta verso nord – nord/ovest in prossimità dei confini di Faloppio ed Albiolo.
CAS ambiti sorgenti di biodiversità di secondo livello: tre aree, ovvero l’ambito ad est
verso Gironico, a sud/ovest verso Beregazzo e a sud verso a cavallo dei confini territoriali
con Beregazzo, Oltrona San Mamette e Lurate.
ECP corridoi ecologici di primo livello: due ambiti riconoscibili, ovvero l’area a nord/est
verso Gironico e l’area ad ovest verso Solbiate.
ECS corridoi ecologici di secondo livello: due aree fondamentalmente: a sud/ovest verso
Beregazzo ed a sud/est verso Lurate.
BZP zone tampone di primo livello: ne esistono cinque, dislocate nelle parti residuali
della Rete Ecologica nel settore centro-sud-occidentale del territorio.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
•
BZS zone tampone di secondo livello: otto aree, localizzate principalmente verso i settori
sud ed ovst del territorio ed in modo più esteso sotto il profilo dell’estensione rispetto alle
BZP.
ZRA zone di riqualificazione ambientale: area della cava Baragiola a confine con
Gironico.
Gli ambiti non ricompresi nel tessuto urbanizzato, occupano una superficie complessiva di
mq 6.616.773 (60,70% dell’intero territorio comunale).
Altro aspetto importante da sottolineare deriva dall’art. 38 delle N.T.A. del PTCP, che introduce un
elemento di dettaglio sostanziale in merito alla verifica della soglia di sostenibilità insediativa.
Sulla scorta delle prescrizioni sovraordinate impresse in materia dal P.T.C.P. (rete ecologica
articolata nelle tipologie di tutela progressivamente elevata), i limiti di espansione della superficie
urbanizzata devono innanzi tutto discendere da tale scenario, tenuto debitamente conto del consumo
di suolo connesso al P.R.U.G. vigente (39,30%) nonché del relativo indice, come calcolati
applicando il disposto dell’ art. 38 NTA del P.T.C.P. cit. (“sostenibilità insediativa”).
Il valore verificato per Olgiate Comasco e che qui si rappresenta, permette di fissare la capacità di
espansione e di consumo di suolo ammissibile in applicazione dell’Indice del Consumo del Suolo
(ICS) all’uopo calcolato.
Fig.3 – Rete Ecologica Provinciale
Qui sotto segue la tabella che definisce il parametro ICS per Olgiate Comasco.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Tab. 5 – I.C.S. Olgiate Comasco e superficie ammissibile espansione
Il PTCP individua inoltre contenuti specifici per il settore forestale e per il settore agricolo.
SETTORE FORESTALE
Tra i problemi evidenziati viene evidenziata la crescita della superficie boschiva, a causa della
colonizzazione delle aree agricole e pascolive, e contestuale decadimento qualitativo. Anche la
polverizzazione della proprietà costituisce un ostacolo ad una efficace programmazione. A fronte
delle problematiche emerse si ravvisa la mancanza di strumenti programmatori di competenza
provinciale che abbiano valenza operativa: i Piani di Assestamento Forestale sono redatti dai
comuni e si limitano alle gestione della massa legnosa.
Pur non rinunciando a dare alcune linee di fondo in merito alla gestione forestale, individuabili nel
promuovere la riconversione dei boschi cedui in fustaie e nel sostenere la valorizzazione energetica
delle biomasse, Il PTCP rinvia al Piano di Indirizzo Forestale (P.I.F.), previsto dalla l.r. 8/1976
modificata dalla l.r. 80/1989, le prescrizioni in materia forestale, indicando altresì una serie di
azioni che il P.I.F. deve necessariamente sviluppare e che trovano attuazione nei PRUG/PGT e nei
PRI.
Le azioni prescritte dal PTCP sono:
individuare le tipologie forestali presenti sul territorio;
definire una scala di priorità in merito alla loro conservazione e valorizzazione;
definire, per ogni tipologia, le principali modalità di gestione ed eventuali limitazioni al
mutamento d’uso, vincolanti per le autorità forestali e per i soggetti gestori dei boschi;
definire le linee gestionali volte a contrastare e contenere gli effetti negativi delle
perturbazioni ambientali, quali incendi o altre forme di dissesto;
individuare e monitorare i popolamenti forestali protettivi, con funzione prioritaria di difesa
idrogeologica, e definire le linee guida per eventuali interventi;
stabilire le procedure per il rilascio delle autorizzazioni in materia forestale;
definire le priorità di intervento che costituiranno riferimento per l’utilizzo degli eventuali
finanziamenti provinciali disponibili.
SETTORE AGRICOLO
Le caratteristiche strutturali dell’agricoltura che influenzano l’assetto territoriale sono individuate
nella ridotta ampiezza aziendale, nell’estrema frammentazione della superficie agraria utilizzabile e
negli elevati valori fondiari, derivanti dalle aspettative di utilizzo alternativo dei terreni. Ciò
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
conduce ad una fragilità complessiva del settore, i cui sintomi sono ravvisabili sia nei redditi
agricoli non competitivi con quelli degli altri settori, sia nella bassa remunerazione del capitale
fondiario.
A ciò si affianca un progressivo invecchiamento degli operatori agricoli, con conseguente
abbandono dell’attività e dei terreni e possibili rischi per gli equilibri ambientali e territoriali.
Dal punto di vista della strumentazione di governo del territorio il PTCP intende ovviare alla
mancanza di una precisa identificazione delle aree a maggiore vocazione agricola e, per questo,
meritevoli di maggiore tutela. A questo fine il Piano fornisce, come visto, la mappatura della rete
ecologica provinciale, all’interno della quale individua le aree a maggiore vocazione agricola. Per
tali aree viene esclusa la possibilità da parte degli strumenti urbanistici comunali di prevederne la
variazione della destinazione d’uso.
Per le aree agricole non comprese nella carta della rete ecologica provinciale la variazione di
destinazione d’uso dovrà prestare attenzione alla preservazione delle dimensioni e dell’unità
territoriale delle aree agricole.
Infine il PTCP rinvia ai Piani di Sviluppo Socio Economico delle Comunità montane la gestione
degli equilibri tra pascolo e bosco, nell’intento da un lato di mantenere e recuperare le aree
pascolive e dall’altro di evitarne l’ampliamento a scapito del bosco.
Quadro normativo urbanistico generale di Olgiate Comasco
Le previsioni vigenti del P.R.U.G. in essere sono esemplificate nella tavola di P.G.T. specifica.
SITUAZIONE URBANISTICA
•
•
•
•
•
P.R.U.G. Vigente
Varianti con procedura ordinaria
D.G.R. 06.11.98 n° 39438
D.G.R. 29.10.01 n°. 7/6650
D.G.R. 09.11.01 n°. 7/6772
D.G.R. 09.06.03 n°. 7/13263
D.G.R. 26.03.04 n°. 7/16946
D.G.R. 22.12.05 n°. 7/1579
Varianti con procedura semplificata D.C.C. 27.03.99 n°. 11
D.C.C. 22.02.00 n°. 4
D.C.C. 27.06.00 n°. 53
D.C.C. 13.03.01 n°. 3
D.C.C. 27.03.01 n°. 15
D.C.C. 27.11.03 n°. 54
D.C.C. 06.05.04 n°. 16
D.C.C. 07.11.06 n°. 73 – P.I.O.
D.C.C. 21.12.07 n°. 95 – Recesso P.L.I.S.
D.C.C. 25.10.07 n°. 70 – Via Cappelletta
Adozione
D.C.C. 23.12.08 n°. 69 – S.S. 342
Documento d’Inquadramento
D.C.C. 14.07.05 n° 26
D.C.C. 11.04.06 n° 26
Rg 3 Cava di recupero
D.G.R. 23.02.03 n° 728.
La tavola A4.1 del DdP illustra in particolare lo stato di attuazione del P.R.U.G. vigente. A far
tempo dal conseguimento dell’efficacia giuridica (D. G.R. 06.11.98 n. 39438) esso ha subito cinque
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
modifiche ordinarie (ossia approvate dalla Regione) e undici variazioni semplificate a mente L.R.
23/97.
Rispetto ai ventuno comparti di zona C5 “residenziali di nuova formazione” otto non sono stati
attivati.
Relativamente ai comparti di zona D5 “produttiva di nuova formazione” e D8 “terziario di nuova
formazione” risultano inattuati rispettivamente due e un ambito.
Il Documento d’Inquadramento e l’atto integrativo cit. ha inoltre individuato undici comparti da
assoggettare a P.I.I., di cui soltanto tre sono stati approvati: ex Bulgheroni (D.C.C. 07.11.06 n. 70 –
residenza e commerciale-terziario), Lema Lezzeni (D.C.C. 27.09.07 n. 60 – residenza e terziario), il
terzo come appresso descritto.
Le zone a normativa speciale AS n. 1 “ex Fornace”, n. 3 “ex Cava”, n. 4 “via Milano”, non hanno
conseguito le risultanze operative previste.
Soltanto la zona AS2, sottoposta a P.I.I., approvato con D.C.C. 12.01.08 n. 4 e successiva D.G.C.
04.05.09 n. 67 a mente dell’art. 3 delle norme del P.I.I., è suscettibile di essere interessata dalla fase
di cantierizzazione.
La capacità insediativa teorica globale di Piano è commisurata a 19.198 abitanti.
ATTI PRELIMINARI P.G.T.
a.
b.
c.
d.
e.
f.
g.
h.
i.
j.
D.G.C. 02.08.06 n°. 116 “Linee di Indirizzo”
Avvisi avvio del procedimento 23.08.06 e 11.10.06
D.G.C. 14.11.06 n° 168 “Indirizzi per l’affidamento dell’incarico professionale”
Determina R.A.T. d’incarico 28.12.06 n° 1875/92 allo Studio di Pianificazione
G.&G. di Como; architetti Giuseppe Tettamanti e Giovanna Moretti
D.G.C. 21.02.08 n° 26 “Individuazione autorità competente per la V.A.S.”
D.G.C. 26.03.08 “Avvio procedimento V.A.S.”
Determina R.A.T. d’incarico 04.02.08 n° 179 per la V.A.S. allo Studio G.&G. di
Como; architetti Giuseppe Tettamanti e Giovanna Moretti
Collaudo finale database cartografico (art. 3 L.R. 12/05), 09.10.08 prot. 24505
Determina R.A.T. d’incarico 12.11.08 n° 62/1363 “Analisi settore terziario”
D.G.C. 09.02.09 n° 29 “Individuazione autorità procedente”.
Quadro normativo pianificatorio di pari livello
Si rileva una non significativa continuità insediativa, con parziale eccezione delle terminazioni
urbane poste lungo le principali aste viarie sovracomunali.
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Fig. 4 – estratto tavola A1.3 corografia (fonte: DdP)
Le sottostanti confinanze possono fare riferimento alle destinazioni come sotto elencate.
Previsioni Parè
P.R.U.G. vigente, P.d.S. approvato.
Da rapportarsi principalmente a: aree agro-forestali.
Previsioni Faloppio
Rev. P.R.U.G. vigente.
Da rapportarsi principalmente alla continuità insediativa lungo la S:P. 17 e via Gerbo, oltre ad
ambiti di tipo agro-forestale.
Previsioni Albiolo
P.G.T. approvato.
Da rapportarsi principalmente a: aree agro-forestali.
Previsioni Solbiate
P.G.T. approvato.
Da rapportarsi principalmente a: edificazione eminentemente commerciale sulla S.S. 342 interrotta
da un corridoio ecologico.
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Previsioni Beregazzo con Figliaro
Rev. P.R.U.G. vigente.
Da rapportarsi principalmente a: continuità insediativa lungo gli assi stradali di connessione ed aree
agro-forestali.
Previsioni Oltrona San Mamette
P.R.U.G. vigente.
Da rapportarsi principalmente a: aree agro-forestali.
Previsioni Lurate Caccivio
P.G.T. approvato.
Da rapportarsi principalmente a: aree agro-forestali. Insignificatività connettiva di tipo insediativo.
Previsioni Gironico
P.G.T. approvato.
Da rapportarsi principalmente a: aree agro-forestali.
Quadro normativo settoriale significativo sovralocale
Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA)
Il principale riferimento normativo e programmatico regionale del settore acque, è il Programma di
Tutela e Uso delle Acque (PTUA), approvato dalla Regione Lombardia con DGR 2244 del 29
marzo 2006.
L’art. 45 della l.r. 26/2003, in attuazione della Direttiva Quadro 2000/60/CE sulle acque, prevede la
predisposizione del Piano di gestione del bacino idrografico, costituito dall’ Atto di Indirizzo per la
politica di uso e tutela della acque della Regione Lombardia e dal Programma di Tutela e Uso della
Acque (PTUA).
Il PTUA individua le azioni, i tempi e le norme di attuazione per raggiungere gli obiettivi dell’Atto
di Indirizzo:
• promuovere l’uso razionale e sostenibile delle risorse idriche, con priorità per quelle
potabili;
• assicurare acqua di qualità, in quantità adeguata al fabbisogno e a costi sostenibili per gli
utenti;
• recuperare e salvaguardare le caratteristiche ambientali delle fasce di pertinenza fluviale e
degli ambienti acquatici;
• incentivare le iniziative per aumentare la disponibilità, nel tempo, della risorsa idrica.
Il PTUA ha inoltre lo scopo di:
• tutelare in modo prioritario le acque sotterranee e i laghi, per la loro particolare valenza
anche in relazione all’approvvigionamento potabile attuale e futuro;
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
•
•
•
•
destinare alla produzione di acqua potabile tutte le acque superficiali oggetto di captazione a
tale fine e quelle previste quali fonti di approvvigionamento dalla pianificazione;
perseguire l’idoneità alla balneazione per tutti i laghi significativi e per i corsi d’acqua
emissari dei grandi laghi prealpini;
designare quali idonei alla vita dei pesci i grandi laghi prealpini e i corsi d’acqua aventi stato
di qualità buono o sufficiente;
definire e proteggere gli usi non convenzionali delle acque e dell’ecosistema ad esse
connesso, quali gli usi ricreativi, la navigazione e l’ambiente naturale;
perseguire l’equilibrio del bilancio idrico per le acque superficiali e sotterranee,
identificando in particolare le aree sovrasfruttate.
Al PTUA sono associabili tre regolamenti:
Regolamento Regionale 24.3.2006 – n. 2 “Disciplina dell’uso delle acque superficiali e
sotterranee, dell’utilizzo delle acque a uso domestico, del risparmio idrico e del
riutilizzo dell’acqua in attuazione dell’art. 52, comma 1, lettera c) della legge
regionale n. 26/2003;
Regolamento Regionale 24.3.2006 – n. 3 “Disciplina e regime autorizzatorio degli scarichi
di acque reflue domestiche e di reti fognarie, in attuazione dell’articolo 52, comma 1,
lettera a) della legge regionale 26/2003;
Regolamento Regionale 24.3.2006 – n. 4 “Disciplina dello smaltimento delle acque di prima
pioggia e di lavaggio delle aree esterne, in attuazione dell’articolo 52,comma 1,
lettera a) della legge regionale 26/2003.
Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA)
La Regione Lombardia, attuando i principi delle politiche di contenimento e riduzione e di gas
climalteranti di origine antropica stabilite nel protocollo di Kyoto nel dicembre del 1997, ha inteso
predisporre un Piano per la Qualità dell’Aria (PRQA).
Il PRQA prevede:
il recupero di informazioni sul territorio, sul clima, sul quadro normativo e su quello
istituzionale programmatico;
la realizzazione dell’inventario delle emissioni, sulla base di un’analisi effettuata per aree e
sorgenti;
la stima dello stato della qualità dell’aria mediante rilevazione dell’inquinamento esistente, con
utilizzo di modelli di dispersione e trasformazione degli inquinanti;
la previsione dell’evoluzione delle emissioni nel tempo in funzione di differenti ipotesi di
sviluppo e la stima del conseguente stato di qualità dell’aria;
l’individuazione di strategie e delle misure conseguenti da adottare per il raggiungimento dei
valori obiettivi stabiliti in relazione ad ogni inquinante, con indicazione dell’analisi costibenefici per gli interventi previsti.
Programma di Sviluppo Rurale (PRS)
Il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia rappresenta lo strumento di
programmazione che la Regione Lombardia mette a disposizione del sistema agricolo e
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
agroindustriale, rapportandosi attivamente con gli ambiti naturalistici significativi (esempio Rete
Natura 2000).
Gli obiettivi sono:
• accrescere la competitività del settore agricolo e forestale promuovendone la
ristrutturazione, lo sviluppo e l’innovazione;
• valorizzare l’ambiente e lo spazio naturale sostenendo la gestione del territorio;
• migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle
attività produttive.
Programma Energetico Regionale (PER)
Il PER è approvato con d.g.r. n. 12467 del 21 marzo 2003.
Gli obiettivi strategici del Programma Energetico Regionale sono:
• ridurre il costo dell’energia per contenere i costi per le famiglie e per migliorare la
competitività del sistema delle imprese;
• ridurre le emissioni climalteranti ed inquinanti, nel rispetto delle peculiarità dell’ambiente e
del territorio;
• promuovere la crescita competitiva dell’industria delle nuove tecnologie energetiche;
• prestare attenzione agli aspetti sociali e di tutela della salute dei cittadini collegati alle
politiche energetiche, quali gli aspetti occupazionali, la tutela dei consumatori più deboli ed
il miglioramento dell’informazione, in particolare sulla sostenibilità degli insediamenti e
sulle compensazioni ambientali previste.
Per raggiungere gli obiettivi strategici così formulati occorre agire in modo coordinato su diverse
linee di intervento:
• ridurre la dipendenza energetica della Regione, incrementando la produzione di energia
elettrica e di calore con la costruzione di nuovi impianti ad alta efficienza,
• ristrutturare gli impianti esistenti elevandone l’efficienza ai nuovi standard consentiti dalle
migliori tecnologie,
• migliorare e diversificare le interconnessioni con le reti energetiche nazionali ed
internazionali in modo da garantire certezza di approvvigionamenti,
• promuovere l’aumento della produzione energetica a livello regionale tenendo conto della
salvaguardia della salute della cittadinanza,
• riorganizzare il sistema energetico lombardo nel rispetto delle caratteristiche ambientali e
territoriali e coerentemente con un quadro programmatorio complessivo,
• ridurre i consumi specifici di energia migliorando l’efficienza energetica e promuovendo
interventi per l’uso razionale dell’energia,
• promuovere l’impiego e la diffusione capillare sul territorio delle fonti energetiche
rinnovabili, urbanistici.
Piano di Bacino del fiume Po
Ha valore di piano territoriale di settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnicooperativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate
alla conservazione, alla difesa e valorizzazione del suolo e alla corretta utilizzazione delle acque,
sulla base delle caratteristiche fisiche e ambientali del territorio interessato.
Le disposizioni contenute nello strumento approvato hanno carattere immediatamente vincolante
per le amministrazioni e gli enti pubblici, nonché per i soggetti privati.
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
In attesa della stesura di un Piano a carattere complessivo, l’Autorità di Bacino ha predisposto una
serie di piani stralcio, tra cui il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) e il Piano Stralcio
per le Fasce Fluviali (PSFF).
Piano Agricolo Triennale regionale
In base alla l.r. 11/98 (Riordino delle competenze regionali e conferimento di funzioni in materia di
agricoltura), art.6, che prevede la predisposizione del Piano Agricolo Triennale degli interventi,
delle iniziative e delle risorse da attivarsi a sostegno del sistema agroalimentare e silvo-pastorale,
della pesca, dell’agriturismo, della caccia, dello sviluppo rurale e della sana alimentazione, la
Regione Lombardia predispone il Piano Agricolo Triennale secondo le competenze che le sono
attribuite.
Il piano agricolo triennale traccia il quadro del sistema agro-alimentare lombardo, delinea i probabili
scenari futuri e, a fronte delle tendenze evolutive del contesto nazionale e internazionale, individua
le potenzialità e le criticità del sistema.
Il Piano regionale di riferimento è costituito dal PAT 2003-2005 che individua quattro obiettivi:
1) Sostegno e sviluppo del sistema produttivo agricolo ed agroalimentare.
2) Valorizzazione e tutela dell’agricoltura di montagna, di collina e delle aree più fragili.
3) Sviluppo sostenibile del territorio rurale e compatibilità ambientale.
4) Governance regionale per l’agricoltura lombarda.
Gli obiettivi operativi del PAT regionale trovano puntuale riscontro in quelli del Piano provinciale,
che ne ricalca l’articolazione con una accentuata attenzione all’integrazione intersettoriale
dell’economia locale e al ruolo dell’agricoltura quale legante delle relazioni tra economia e
ambiente.
Piano Agricolo Triennale 2007-2009 della Provincia di Como
Il quadro complessivo che si sta delineando a livello comunitario, nazionale e regionale porta a
formulare gli obiettivi del Piano, che si conformano a tre principali linee guida: competitività,
sostenibilità ambientale e sviluppo rurale.
Queste linee guida, unitamente alle indicazioni emergenti dall’analisi di dettaglio sullo stato del
settore agricolo e delle molteplici filiere produttive presenti sul territorio lariano, dall’esame dei
fattori di criticità e delle potenzialità presenti hanno consentito di formulare i seguenti obiettivi del
Piano, articolati in obiettivi specifici:
• Obiettivo 1 – Miglioramento della qualità e dell’efficienza del sistema produttivo
E’ obiettivo specificamente destinato alle strutture aziendali e di filiera per accrescere la
competitività, sfruttare al meglio le potenzialità produttive, valorizzare i prodotti locali sia in
termini di qualità e visibilità sia in termini di posizionamento nel mercato e trattenimento del
valore aggiunto presso il settore.
Obiettivi specifici:
a. Integrazione di filiera e filiera corta
b. Ammodernamento delle strutture produttive
c. Valorizzazione dei prodotti tipici e dell’offerta agro-alimentare del territorio
• Obiettivo 2 – Sviluppo e consolidamento della multifunzionalità del settore agricolo
A fianco del consolidamento e del sostegno alle strutture produttive trova logica
complementarità il riconoscimento e la valorizzazione delle funzioni terziarie
dell’agricoltura, assai importanti in tutto il territorio provinciale. Nelle aree di pianura il
tessuto urbano sta progressivamente destinando a spazi residuali buona parte del territorio
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
rurale, ed in esso diventa generalizzata la connotazione di agricoltura periurbana dell’attività
agricola che su di esso si svolge. Nelle aree montane la funzione di presidio territoriale e di
tutela ambientale dell’agricoltura è rilevante almeno quanto quella produttiva. Gli interventi
per il conseguimento di questo obiettivo trovano obiettivi specifici nella diversificazione
dell’attività agricola, nell’integrazione con gli altri settori in un quadro di polifunzionalità.
Obiettivi specifici:
a. Diversificazione dell’attività agricola
b. Utilizzo della professionalità in agricoltura per la fornitura di servizi alle
amministrazioni locali
• Obiettivo 3 – Sviluppo sostenibile e governance provinciale
Gli interventi previsti in funzione dei due obiettivi precedenti richiedono anche la diffusione
di un tessuto in cui svilupparsi. Si tratta cioè non solo di attivare e consolidare gli interventi
a difesa dello spazio “territorio e ambiente”, ma di rendere fertile l’ambiente
socioeconomico affinché lo sviluppo economico sia perseguito e realizzato nel rispetto e nel
solco della sostenibilità ambientale, oltre che economica. L’oggetto di questo obiettivo è
identificabile nel sistema infrastrutturale e dei servizi attraverso il quale viene orientata la
modalità realizzativa delle attività produttive. L’azione si rivolge quindi alle istituzioni
pubbliche e private le cui attività sono interrelate a quelle delle imprese agricole e
dell’indotto agroalimentare attraverso due tipologie di intervento, di seguito descritte.
a. Difesa dell’ambiente e dello spazio rurale
b. Sviluppo e diffusione di un efficiente sistema di servizi pubblici.
Piano Ittico Provinciale
I principali strumenti normativi che disciplinano le attività di gestione della fauna ittica e della
pesca in Regione Lombardia sono:
la Legge Regionale 5/12/2008 n. 31 “Testo unico delle leggi regionali in materia di
agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale”;
il Regolamento Regionale 22/5/2003 n. 9 “Attuazione della L.R. 30 luglio 2001 n. 12
«Norme per l’incremento e la tutela del patrimonio ittico e l’esercizio della pesca nelle acque
della Regione Lombardia»”;
il Documento Tecnico Regionale per la gestione ittica, approvato con DGR.7/20557 l’11
febbraio 2005.
A questi si aggiungono poi ulteriori specifici provvedimenti della Giunta Regionale e l’ampio
panorama della normativa che riguarda le aree protette in cui sono talvolta esplicitate prescrizioni e
vincoli relativi alla gestione dell’ittiofauna.
L’art. 131 della Legge Regionale 5/12/2008 n. 31 recita“ La Regione, persegue la salvaguardia delle
acque interne dalle alterazioni ambientali e disciplina l’attività piscatoria nel rispetto dell’equilibrio
biologico e ai fini dell’incremento naturale della fauna stessa”.
La Provincia di Como, nell’esercizio delle funzioni amministrative attribuitegli dalla legge,
persegue le seguenti finalità:
mantenere e incrementare le popolazioni ittiche di pregio soggette a maggior pressione di
pesca;
tutelare le specie ittiche di interesse conservazionistico;
consentire lo sviluppo dell’attività di pesca dilettantistica come attività del tempo libero;
valorizzare e razionalizzare la pesca professionale;
pianificare una gestione delle acque correnti e dei bacini idrici che privilegi la tutela della
riproduzione naturale e la sopravvivenza della fauna ittica.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 49
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Tali finalità sono perseguite attraverso le seguenti tipologie di azioni, che concorrono a formare la
cosiddetta “gestione ittica”:
azioni di salvaguardia e riqualificazione ambientale;
azioni di gestione faunistica;
azioni di governo dell’attività di pesca;
attività di vigilanza.
Il ruolo principale del Piano Ittico Provinciale è stabilire gli obiettivi dettagliati della gestione ittica
nelle singole acque di competenza e individuare le azioni da realizzarsi per raggiungere i suddetti
obiettivi, con l’indicazione dei necessari sistemi di verifica e monitoraggio. Nel complesso, ai fini di
una loro migliore applicabilità, molte indicazioni di carattere gestionale si riferiscono non a limitati
contesti ambientali, ma a bacini imbriferi più ampi piuttosto che a singole specie o a singole
tipologie di alterazione ambientale, così da consentirne la piena efficacia sull’intero territorio
provinciale, senza particolari vincoli di natura geografica.
Il Piano Ittico ha durata triennale. Gli elementi conoscitivi faunistico-ambientali su cui sono basate
le scelte di pianificazione sono raccolti ed organizzati nella Carta Ittica Provinciale e sono quindi
consultabili in tale ambito.
Nella sua articolazione, il Piano Ittico Provinciale rispetta i dettami previsti dalla normativa di
settore, con riferimento all’art.138, comma 6 della L.R. 31/2008, e al Documento Tecnico
Regionale per la gestione ittica.
Piano Energetico Provincia di Como
Un breve elenco di principali obiettivi della pianificazione energetica, caratterizzano il Piano
Energetico della Provincia di Como:
•
•
•
•
•
razionalizzazione dei consumi;
diversificazione delle fonti tradizionali e sostituzione con fonti rinnovabili;
utilizzazione di fonti, tecnologie, competenze e servizi energetici locali;
limitazione di infrastrutture energetiche;
contenimento dell’inquinamento ambientale.
Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti (PPGR)
Il vigente Piano Provinciale di Organizzazione dei Servizi di Smaltimento dei rifiuti solidi urbani
ed assimilabili è stato predisposto ad inizio anni ’90 ed attualmente in fase di revisione.
La revisione del Piano di Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali della Provincia di Como integrata e
preceduta dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica e dalla cartografia delle Aree
idonee e non idonee alla realizzazione di impianti è giunta alla fase di adozione provinciale
prevista dalla Legge Regione n. 26 del 2003 e preliminare all'adozione definitiva demandata agli
Organi Regionali.
Obiettivi del nuovo piano.
Raggiungimento e mantenimento della soglia minima del valore del 35% di raccolta
differenziata dei rifiuti urbani, finalizzata all’effettivo riciclo e recupero di materia (rif. D.lgs.
152/06).
Entro il 2010:
- Riciclaggio e recupero complessivo, tra materia ed energia, pari ad almeno il 60% in peso
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
dei rifiuti prodotti
- Il 40% in peso dei rifiuti prodotti deve essere finalizzato al riciclo e recupero di materia
- Recupero dei residui prodotti dall’inceneritore o dall’utilizzo dei rifiuti come mezzo di
produzione di energia per una percentuale pari ad almeno il 60%.
Piano Cave della Provincia di Como
Il Piano Cave vigente, è stato approvato con Delibera di Consiglio Regionale 25 febbraio 2003 n.
7/728, ed ha validità di 5 anni (settore delle sabbie e ghiaie e dei pietrischi) e di 20 anni (settore
pietre ornamentali).
Con deliberazione di Giunta Provinciale n. 306/47935 del 09/10/2008 sono state avviate le
procedure di redazione della nuova proposta del Piano Cave Provinciale e della correlata VAS ai
sensi della L.R. n. 14/1998 e della D.G.R. n. 6420/2007. Con deliberazione di Giunta Provinciale n.
323/52365 del 06/11/2008 si è dato corso agli ulteriori adempimenti prescritti dalla D.G.R. n.
8/6420 del 27/12/2007.
Ad Olgiate Comasco un’area è ricompresa nel Piano delle Cave della provincia di Como ed
identificata come Rg 3 (recupero).
Piano d’Ambito Territoriale Ottimale (PdA)
Obiettivi significativi (tema, servizio idrico integrato):
• Assicurare soddisfacimento della domanda presente e futura prevista, nell’ambito del Servizio
Idrico Integrato;
• Raggiungere e mantenere nel tempo i livelli di servizio posti alla base del piano stesso;
• Garantire il rispetto dei limiti di legge per quanto concerne la qualità dell’acqua erogata dalle
utenze e di quella scaricata a valle dagli utilizzi;
• Garantire il raggiungimento, dal punto di vista igienico e di salvaguardia ambientale, degli
obiettivi imposti dal D.Lgs. 152/99 in termini di dotazione delle infrastrutture fognarie e
depurative;
• Favorire, anche in connessione con l’obiettivo di riequilibrio di cui sopra, il contenimento dei
consumi idrici, inteso sia come razionalizzazione dell’uso dell’acqua,anche a livello
domestico, sia come riduzione delle perdite.
Quadro normativo settoriale attinente il territorio comunale
Aggiornamento dello studio per la definizione della componente geologica del P.G.T.
Nella fase successiva di analisi del contesto verrà riportato uno stralcio afferente lo studio.
Per approfondimenti vedasi successiva analisi di contesto, tematica SUOLO.
Studio idrologico e idraulico dei corsi d’acqua per l’individuazione del reticolo idrico
minore
Nella fase successiva di analisi del contesto verrà riportato uno stralcio afferente lo studio.
Per approfondimenti vedasi successiva analisi di contesto, tematica ACQUA.
Piano di classificazione acustica del territorio comunale
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Per approfondimenti vedasi successiva analisi di contesto, tematica RUMORE.
Piano di riorganizzazione del sistema della viabilità e della sosta
Per approfondimenti vedasi successiva analisi di contesto, tematica MOBILITA’.
3.3.2 – Analisi di contesto
Descrizione generale e paesaggistica, aspetti storici e patrimonio culturale
I CARATTERI LOCALI
Il territorio del comune risulta compreso tra i 348 e i 454 metri sul livello del mare ed è connotato
da una superficie pari a 1.090,00 Ha (ettari).
Il Comune di Olgiate Comasco è posto a cerniera di due importanti direttrici: est-ovest (S.S. 342
Varese – Como) e nord-sud (S.P. Lomazzo - Bizzarone – Mendrisio) e si caratterizza per un
territorio dal paesaggio variegato in cui l’edificato occupa prevalentemente la parte centrale, con
due significative estensioni lungo la Statale Como/Varese nelle direzioni sud/est e nord/ovest.
Rispetto a questa circostanza la collocazione lungo la fascia medio occidentale della provincia,
definisce il ruolo strategico di Olgiate nel sistema relazionale polifunzionale Como-Varese e
generalmente insubrico.
Tale polarità si identifica altresì come luogo di cerniera nel reticolo della viabilità extraurbana del
compendio interprovinciale dove in particolare raccorda il tracciato storico a nord verso i valichi del
Gaggiolo (S.P. n° 20 Albiolo-Rodero) e Valmorea Bizzarone, nonché a sud-est verso Appiano
Gentile con l’asse collinare della viabilità trasversale rappresentato dalla citata S.P n. 17 (quello
tipicamente precollinare si identifica con la S.S. n. 342 mentre il più meridionale, pedemontano, si
riconosce nella S.P. n° 32 “Novedratese”), comprese le diramazioni verso Vedano Olona e
Venegono-Tradate-Gallarate-Malpensa.
Le riflessioni già effettuate sulla conformazione geomorfologica e paesistica del territorio comunale
entro l’ambito geografico di appartenenza hanno consentito di evidenziare le seguenti peculiarità
identificative:
-- Il compendio agro-forestale condiviso a nord con Albiolo, Faloppio e Parè che contrassegna il
percorso del torrente Lura, cogliendo significativa continuità tipologica a est nella articolazione
morfologica del limitrofo territorio comunale di Gironico (PLIS sorgenti del torrente Lura).
-- Il valore simbolico-vedutistico-storico-culturale della ex sede ferroviaria Como-Varese e del
sistema relazionale di cui rappresenta il recapito attrattivo e logistico, quale polarità storica
dell’identità urbana e del comprensorio sovra comunale e quale tratto funzionale del sistema
delle percorrenze protette Grandate (Como) – Malnate (Varese).
-- Il compendio boscato sud che, risalendo verso ovest lungo la roggia Antiga sino a Solbiate,
intercetta oltre la S.P. n. 23, il Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate,
attraverso l’esiguo lembo di Oltrona S.M. e soprattutto l’esteso fronte di Beregazzo con F..
CENNI STORICI
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Il toponimo Olgiate deriverebbe da "olgia" o da "olla" (nel Latino di Plauto "aula") cioè pentola,
vaso, anfora per la cottura e la conservazione dei cibi, ma anche delle monete. La desinenza "ate"
presente in tanti toponimi soprattutto in Lombardia vede tante interpretazioni: per alcuni servirebbe
a trasformare in nome di luogo i nomi comuni di cose.
C'è invece chi sostiene che Olgiate potrebbe derivare da "aulcia", piccola particella di terreno
coltivato, arativo o prato. Sempre la desinenza "ate" per alcuni sarebbe di origine etrusca, per altri
celtica o ligure. Si confronti "Margate" nell'Inghilterra sud-orientale.
Sino all'anno 1862, cioè sino ad un anno dopo la proclamazione del Regno d'Italia (1861) il Comune
si chiamava semplicemente "Olgiate". L'aggiunta dell'aggettivo "Comasco" data appunto dal 1862,
forse per distinguerlo da Olgiate Olona e da Olgiate Molgora.
(Notizie tratte da Olgiate Comasco - Ieri Oggi Domani)
Le origini di questo centro abitato risalgono ad età preromana ligure-celtica.
In età romana ebbe rilevanza strategica ed economica, come dimostrano i numerosi ritrovamenti
archeologici effettuati dal secolo scorso in poi: sono venute in luce tra l'altro, ceramiche aretine del
I° secolo dell'officina di Marco Perennio (cui è dedicata la strada d'ingresso ad Arezzo).
Nel Medio Evo Olgiate Comasco fu un centro di arimanni longobardi, già citati in documenti del IX
secolo: essi vi edificarono la chiesa romanica di San Cassiano, donata nel 1093 ai Cluniacensi, che
ebbero privilegi da Papa Urbano II e vi eressero un monastero poi soppresso nel secolo XIII.
Dell'antica Chiesa, nel 1895- 96, si conservano alcuni cimeli.
A conferma dell'importanza del centro arimannico, i documenti del secolo XII-XIII chiamano il
borgo con il nome di "Olgeate, qui dicitur Longobardorum", per cui ancora nel secolo XVI talora
è detto Olgiate Lombardone.
In età Comunale, pur essendo nel Contado di Como, dopo esserne stata contesa la giurisdizione
anche da Milano, Olgiate ebbe oltre ai Consoli, un proprio Podestà citato in documenti del 1215 e vi
erano ben quattro chiese: San Cassiano (o Santi Ippolito e Cassiano), San Giorgio, Santa Maria di
Somaino e Sant'Ilario di Baragiola.
Secondo gli Statuti di Como del secolo XIV Olgiate era il centro di distribuzione del sale e sede
della "caneva" per tutta la pieve di Uggiate, che abbracciava le colline ad ovest di Como; il compito
di "canevari", ossia pubblici tesorieri, era affidato agli Umiliati, che esercitavano l'ospitalità in una
casa tuttora riconoscibile in un rione del centro abitato.
A partire dall'età Viscontea e Sforzesca ad Olgiate ebbero vasti possedimenti alcune famiglie
nobili comasche come i Lucini, i Volpi, i Rovelli, gli Odescalchi, che vi eressero case padronali, i
Lucini posero il patronato anche sulla Chiesa di San Gerardo, eretta nel secolo XIII e rinnovata nel
secolo XVI, dedicata al Santo Monzese a cui venerazione fu promossa nel 1207 dagli Oliatesi per
un voto, come attestano i documenti del secolo XIII.
Nel 1652 il Comune di Olgiate riscattò la sua libertà, sottraendosi all'infeudazione cui avrebbe
voluto assoggettarlo il governo spagnolo. In quel tempo era titolare beneficiato della Chiesa di Santa
Maria di Somaino il Cardinal Benedetto Odescalchi, futuro Papa Innocenzo XI, ora venerato come
beato.
Verso la fine del Settecento ed ai primi dell'Ottocento vi soggiornarono i Giovio, che avevano
una casa di villeggiatura tuttora esistente nel Centro Storico.
Esistono lettere scritte da Olgiate dal Conte Gian Battista Giovio al Pindemonte, al Cesarotti, al
Foscolo. Per eredità divenne possessore di un antico palazzo cinquecentesco lo scienziato
Alessandro Volta; in quel palazzo ora ha sede il Municipio.
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Con le riforme amministrative introdotte dalla Repubblica Cisalpina fondata da Napoleone nel
1797, Olgiate Comasco (così chiamato per la prima volta) fu individuato come capoluogo del XXI°
Distretto del Dipartimento dell'Olona (Legge 2 Vendemmiale dell'anno VII, 23 settembre 1798).
Durante il Risorgimento il borgo di Olgiate Comasco, situato a mezza strada tra Como e Varese e a
ridosso del confine svizzero, ebbe un ruolo strategico, specialmente per le azioni garibaldine sia nel
1848 (Garibaldi, che aveva fondato il Battaglione “F.Anzani”, chiese aiuti alla Deputazione
Comunale Olgiatese, se ne conserva l'autografo) sia soprattutto nel 1859 quando i Cacciatori delle
Alpi più volte fecero capo ad Olgiate per impostare le loro azioni militari (battaglia di San Fermo).
Anche i patrioti locali diedero il loro contributo alle Guerre di Indipendenza; tra gli altri l'ing.
Angelo Testoni, volontario nel 1848, impegnato come geniere a fortificare Marghera e a difendere il
ponte sulla laguna di Venezia nel 1849: egli sarebbe stato uno dei primi Sindaci di Olgiate dopo
l'unità d'Italia. Altri patrioti ruotavano allora nell'ambiente olgiatese: tra gli altri il Camozzi (con lo
scultore Vincenzo Vela), proprietario di una splendida villa neoclassica (Villa Camilla).
Questa Villa costruita dai Conti Lucini Passalacqua su progetto dell'Arch. Gioacchino Crivelli
circondata da uno splendido parco è ora sede della Biblioteca Comunale. Alla fine del secolo ed ai
primi del novecento essa ebbe ad ospitare il Cardinal Andrea Ferrari (ora beato), che talora vi
faceva capo quando era in visita pastorale nella finitima pieve di Appiano.
In quegli anni sorsero le Ville Terragni e Roncoroni (esempio, quest'ultima dell'arte "Liberty").
La Villa Scalini (eretta dal senatore Gaetano Scalini nel secondo Ottocento) originariamente tardo neoclassica, fu poi completamente rifatta negli anni '20 in stile eclettico: proprietà comunale, è stata
sede amministrativa principale ed ora, con il nome di Villa Peduzzi è sede del distretto
dell'Azienda Sanitaria Locale di Como.
Lo storico campanile del fico
(Tratto da "IERI, OGGI E DOMANI" di A. Vitelli e G. Annoni pubblicato a cura della Biblioteca
Comunale di Olgiate Comasco)
E' durante la dominazione spagnola che fu costruito il campanile dell'attuale chiesa parrocchiale
(una torre a base quadrata con sovrastante ottagono terminale). I lavori furono poi interrotti.
La causa di questo, scrive il prevosto Sterlocchi, fu che l'appaltatore, prevedendo una grossa
perdita sul contratto, fuggì, lasciando incompiuta l'opera che fu in qualche modo terminata dal
Comune. Da una notizia dell'archivio parrocchiale si apprende che la costruzione fu completata nel
1636 dopo vent'anni di sosta.
Il campanile è noto da sempre come "campanile del fico" dacchè un fico selvatico (ma forse non
troppo) attecchì e si sviluppò per causa di qualche seme portato dal vento o dagli uccelli fra le
connessure delle pietre a livello della cella campanaria.
In proposito trascriviamo questo commento trovato su di un "Bollettino Parrocchiale" del 1932: "il
fico secolare, abbarbicato fin a incerti limiti sul campanile, testimonio della ridda insultatrice che
scorre sui destini del nostro paese, ha piegato i suoi rami. Forse è caduta su di lui la maledizione
dell'infruttuosità: "ogni albero che non porta frutto, sia tagliato e messo a bruciare"? Non credo
perché posto eccezionalmente in alto, tanto in alto, ebbe l'avito compito di rappresentare
gelosamente il rifiorire gagliardo, su piccolo ceppo, delle preziose tradizioni religiose e morali.
Vecchio, sull'antica torre, non sordo allo scampanìo che diffonde le voci di preghiera sul dolore e
sulla gioia, vide cadere, rosa dal tempo, come una grande madre stanca per gli anni e la fatica, la
vetusta chiesa. Una solitudine dolorosa, fischiando il vento tra le occhiaie, esso, rimasto sopra le
macerie auspice di quella resurrezione che ha dato alla voce il cuore, al campanile la chiesa più
bella. Tra le fibre rattrappite e rigide,sulla corteccia lebbrosa, come sopra un millenario papiro,
aveva scritto tutti i nomi di quella resurrezione, li viveva succhiando tra pietra e pietra le scarse
linfe della sua vita... In quei ricordi di fioritura spenta, ricostruisco la vita del "sotto il campanile
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
del fico"; in lui che umile, ma tanta storia ebbe dai nostri padri... Sembrò che attorniato da tanto
fervore di ricostruzione giunto fino alle sue radici, insanabile al progresso nelle fibre convulse e
torte dalla vecchiaia, dignitosamente si fosse ritirato a meritato riposo lasciando il suo testamento:
"affinché la torre che rimarrà col mio nome alzi lo sguardo più in alto, a dominare la cupola
superba e la orgogliosa facciata..."
COMPLESSI ARCHITETTONICI DI RILIEVO ED EMERGENZE STORICO-CULTURALI
(Informazioni tratte da sito prolocolgiate.it)
PALAZZO VOLTA
Tra gli edifici che più si distinguono e primeggiano in Olgiate c'è senza dubbio Palazzo Volta. In
origine quest'edificio era la villa di campagna dei Caimi, una tra le famiglie più importanti
dell'Olgiate del XVIII secolo: erede dei Caimi, invitato a soggiornare nella splendida tenuta è stato
lo scienziato fisico Alessandro Volta, inventore della pila. Ristrutturato, Palazzo Volta è oggi la
sede dell'Amministrazione Comunale. A tutto il palazzo fa da cornice uno splendido giardino
fiorito, arricchito da una caratteristica fontana a forma di cono di piramide.
VILLA CAMILLA E BIBLIOTECA COMUNALE
E' stata costruita intorno al 1846 dai Lucini Passalacqua ed è stata così chiamata in onore di Camilla
Camozzi Momo, visto il passaggio di proprietà intercorso tra le due famiglie. Dal 1998 la villa
ospita la biblioteca comunale, intitolata a Sergio Mondo, vero centro culturale di Olgiate e punto di
riferimento, come coordinatore e centro sistema delle Biblioteche, circa 30, dell'ovest Como. Nella
sala corsi al piano interrato è possibile trovare anche le sei vetrine contenenti gli Uccelli Impagliati
della Collezione Rusconi.
CENTRO CONGRESSI MEDIOEVO
Attiguo alla Villa Camilla c'è il Centro Congressi Medioevo. L'ingresso è sovrastato da una torretta,
adibita a sede della Pro loco, al culmine della qual è possibile avere una veduta d'insieme del cortile
sottostante. Il piano superiore ospita l'Auditorium, capace di contenere più di trecento persone,
adibito a sala congressi e conferenze. Lungo il loggiato, si può arrivare fino alla porta che nasconde
dietro di sè la splendida chiesetta.
CHIESA SS. IPPOLITO E CASSIANO
Posta all'ingresso del Paese, fu costruita verso la seconda metà del XVI secolo, sopra le rovine di
un'antica chiesa romanica del secolo XI. Il campanile della chiesa, chiaro segno della dominazione
spagnola è stato reso famoso da un episodio insolito e singolare: infatti, su di esso verdeggiava un
fico, da qui il nome " il campanile del fico".
CHIESA DI SAN GERARDO
Risale al 1207 la storia che narra di un tale Gerardo dei Tintori, da Monza, fondatore dell'ospedale
monzese, al quale fecero voto gli olgiatesi al fine di guarire da una terribile pestilenza: vista la
miracolosa guarigione dalla tremenda malattia, gli abitanti di Olgiate decisero di recarsi in
pellegrinaggio a Monza tutti gli anni, per venerare la sua salma, trovata sotto un sambuco dagli
antichi padri e trasportata a Monza con un carro di buoi; inoltre decisero di erigere una chiesa in suo
onore, la chiesa di San Gerardo, appunto. Ogni anno migliaia di olgiatesi rendono onore alla salma
nella giornata del 25 aprile, con un vero e proprio pellegrinaggio fatto con ogni mezzo, a piedi, in
pullman o in auto, nella chiesa di Monza, dove, in una teca di vetro è conservata la salma.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
VILLA PEDUZZI
E' il vero e proprio centro strategico di Olgiate. Immerso nel verde di un ampio parco, dove si
possono apprezzare esemplari secolari di sequoie, tigli ed olmi e viali alberati che seguono il
disegno di un otto, intagliandosi in modo perfetto con il centro del parco, dove ha sede la Villa
Peduzzi. Appartenente ad una delle famiglie che hanno fatto la storia del paese di Olgiate,
attualmente ospita la sede dell' ASL, azienda sanitaria locale. Retrostanti la Villa si estendono due
prati di enormi dimensioni, incastonati in una cornice d'altri tempi, fatta dalle innumerevoli varietà
di alberi, arbusti e cespugli, alcuni secolari, che fanno della Villa un vero e proprio polmone verde.
VINCOLI
(vedasi anche tavola del DdP)
Aree sottoposte a vincolo D.Lgs. 42/04 art. 142 c.1 lett. c):
• Torrente Lura ed affluenti;
• Roggia Antiga ed affluenti.
Aree sottoposte a vincolo D.Lgs. 42/04 art. 142 c.1 lett. g):
• Boschi.
Aree sottoposte a vincolo D.Lgs. 42/04, ex 1089/39:
• Edifici di culto.
Vincolo captazioni idriche e fascia di rispetto (D. Lgs. 258/00 e D.G.R. 12693/03):
• N. 7 punti
Vincolo cimiteriale.
Infrastrutture tecnologiche:
• Elettrodotti: due linee aeree ad alta tensione di proprietà Terna SpA sono
sostanzialmente accostate nella maggior parte del percorso, sulla linea est-ovest nella
parte a nord del territorio di Olgiate Comasco.
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Fig .5 – Olgiate Comasco, SIBA e legenda (fonte Sistema Inf. Territoriale della Regione Lombardia)
COORDINATE IDENTIFICATIVE
1-
SUPERFICIE TERRITORIALE
Kmq 10,90
2-
ALTEZZA m/s.l.m.
min.
max
3-
COERENZE
4-
DISTANZA DAL CAPOLUOGO
Nord
Est
Sud-ovest
Ovest
Km 13
5-
FRAZIONI e LOCALITA’ PRINCIPALI
Somaino, Casletto, Rongio, Boscone
6-
ISTRUZIONE , CULTURA, SPORT
E TEMPO LIBERO
348,00
454,00
Albiolo/Faloppio/Parè
Gironico/Lurate Caccivio
Beregazzo con Figliaro/Oltrona S.M.
Solbiate/Beregazzo con Figliaro
Asilo nido comunale
Asilo nido privato
Scuola materna
n°. 2
Scuola elementare
n°. 3
Scuola Media Inferiore
Scuola media superiore: Liceo Scientifico
Centro territoriale permanente
Biblioteca
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Centro Congressi Medioevo
Attrezzature Sportive Comunali con piscina
Associazioni
Centro Fitness
Pro-Loco
7-
DIOCESI
Como
8-
SPORTELLO UNICO
Sede locale
8bis-
POLO CATASTALE
Sede locale
9-
UFFICI FINANZIARI ED ERARIALI
Como
10-
STAZIONE DEI CARABINIERI
Sede locale
11-
COMPAGNIA GUARDIA DI FINANZA
Sede locale
12-
1314-
INFRASTRUTTURE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE
S.S. n°. 342 ‘‘Briantea’’
S.P. n° 17
S.P. n° 23
CORSI D’ACQUA PRINCIPALI
Torrente Lura, Roggia Antiga
POPOLAZIONE RESIDENTE
ab. al 31.12.08 11.139
15-
LINEE DI PUBBLICO TRASPORTO STRADALE A.S.F.
F.N.M.A.
C74 --- Como/Valmorea (feriale)
C64 --- Olgiate/Appiano/Lomazzo
C76 --- Tradate/Olgiate
C77 --- Como/Varese
16-
ACI
Sede Locale
17-
POLIZIA LOCALE
P.zza Alessandro Volta 1
18-
VIGILI DEL FUOCO
Appiano Gentile
19-
SANITA’ E ASSISTENZA
ASL sede locale
Ambulatorio
Farmacia n. 2
Casa di Riposo
Casa Alloggio per bambini
Ambulatorio veterinario
Assistenza domiciliare
AVIS
Consorzio servizi sociali
Coop. Soc. ARCA assistenza disabili
Laboratorio analisi mediche ‘‘Le Betulle’’
Servizio autoambulanza
20-
ACQUEDOTTO
In gestione a ‘‘Tre Torri s.r.l.’’
21-
FOGNATURA
In gestione a ‘‘Tre Torri s.r.l.’’
Bacino ‘‘Faloppia’’ per parte del territorio posto a N/W
con depuratore a Ronago
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Bacino ‘‘Alto Lura’’ per parte restante del territorio
con depuratore a Bulgarograsso
22-
CENTRO RACCOLTA DIFFERENZIATA
via Fossi di Rongio
23-
UFFICIO POSTALE
Sì
24 -
ISTITUTI DI CREDITO
11
ASSICURAZIONI
Sì
25-
DISTRIBUTORE CARBURANTE
Sì
26-
ECONOMIA
Turismo
Agenzie Viaggi
Sì
Esercizi alberghieri
1
Colonia estiva
1
Attività agro-colturali
Unità Locali
44
Attività industriali
Unità Locali
213
Addetti
3.070
Unità Locali.
227
Addetti
754
Grande e media distribuzione
2 +17
Unità Locali
237
Addetti
900
Attività commerciali
Altre
CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE ATTINENTI LA TEMATICA PAESAGGIO
(Desunte da: Paesaggio,turismo e Agenda 21 Locale “Azione di accompagnamento agli Enti Locali
DocUP Obiettivo 2 Misura 3.5 Sottomisura B”; Promotore del progetto: Regione Lombardia
Direzione Generale Qualità dell’Ambiente)
LA TUTELA DEL PAESAGGIO E LO SVILUPPO SOSTENIBILE
La scelta è di trattare unitariamente e non separatamente il tema del paesaggio e del turismo, pur
nella consapevolezza che non sempre l’esigenza di assicurare una protezione della qualità
ambientale-paesistica e delle testimonianze culturali si traduce, in particolare nei territori meno
vocati, in fattori di incentivazione della domanda o dell’offerta turistico-ricettiva.
Sul tema del paesaggio si è registrata un’evoluzione importante dagli anni che videro la luce della
prima legislazione di tutela del paesaggio e dei beni ambientali (1939) e che puntava a preservare la
bellezza dei luoghi e il valore di eredità culturale e di pregio artistico dei manufatti attraverso un
sistema di vincoli, di autorizzazioni e controlli, fino all’approdo degli anni 2000 con nuovi
orientamenti che si sono manifestati in nuovi approcci culturali e tecnici, e che si sono tradotti nella
legislazione e nella pianificazione più recenti.
In questo ampio arco di tempo si inserisce l’importante fase dell’affermazione della pianificazione
paesistica avvenuto con l’approvazione della legge “Galasso” alla metà degli anni ’80 e della
legislazione regionale di attuazione.
Tutto questo si può sintetizzare nel richiamo a quella definizione che mette in evidenza l’evoluzione
in atto del concetto di paesaggio: da sintesi di valori naturalistici di eccellenza e di beni culturali
fino a divenire “.. parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”. (Convenzione Europea del
Paesaggio).
A fondamento di questa rinnovata concezione del paesaggio si stagliano ora tre elementi
fondamentali per la sua analisi, la sua pianificazione, la sua tutela attiva: l’identità culturale, le
trasformazioni socio-economiche, l’attenzione alla partecipazione.
In generale c’è una maggiore attenzione a riconoscere l’elemento dinamico e la matrice sociale,
culturale ed economica delle trasformazioni del paesaggio ed anche una tendenza ad avvicinare le
politiche di pianificazione-gestione del paesaggio ad altre attività d’interesse pubblico e di governo
del territorio: le discipline e gli strumenti della pianificazione del territorio, le politiche agricole e
forestali, la progettazione di opere pubbliche e private, l’informazione, l’educazione ambientale e la
partecipazione civile.
LA CONVENZIONE EUROPEA DEL PAESAGGIO (C.E.P.)
Come già accennato, l’espressione più evidente dei nuovi orientamenti si ritrova nella Convenzione
Europea del Paesaggio. Nell’ottobre del 2000 a Firenze, dopo un lungo lavoro preparatorio iniziato
nel 1994 dalla Conferenza permanente dei poteri locali e regionali d’Europa, e dopo che il Comitato
dei Ministri, nel luglio 2000, ne ha adottato il testo definitivo, è stata presentata per la firma degli
Stati membri la Convenzione Europea del Paesaggio (C.E.P.).
La C.E.P. si basa sull’assunto che il paesaggio debba diventare, superando una logica strettamente
specialistica ed una visione dirigistica delle scelte in materia, “..un tema politico di interesse
generale, poiché contribuisce in modo molto rilevante al benessere dei cittadini europei che non
possono più accettare di “subire i loro paesaggi”, quale risultato di evoluzioni tecniche ed
economiche decise senza di loro. Il paesaggio è una questione che interessa tutti i cittadini e deve
venir trattato in modo democratico, soprattutto a livello locale e regionale”.
L’obiettivo finale della C.E.P. non è però quello di promuovere una indefinita partecipazione né una
generica crescita culturale della cittadinanza, ma resta quello di puntare alla tutela del paesaggio
europeo e quindi di contribuire all’efficacia degli strumenti operativi di salvaguardia,
pianificazione-progettazione e gestione del paesaggio, con una particolare attenzione al livello
locale e regionale.
LA POLITICA DEL PAESAGGIO E GLI OBIETTIVI DI QUALITÀ PAESISTICA
Per questo la Convenzione pone l’attenzione sulla necessità di definire ed attuare un’organica
“Politica del Paesaggio” concepita come la matrice di azioni e misure concrete volte alla tutela del
paesaggio. Questi interventi di salvaguardia attiva fanno riferimento a specifici “Obiettivi di qualità
paesaggistica” che le autorità devono definire interpretando le esigenze espresse dalla popolazione
riguardo al loro ambiente di vita e si articolano in azioni:
• di salvaguardia, per preservare gli aspetti più significativi del paesaggio,
• di gestione, per governare in modo sostenibile le trasformazioni del paesaggio,
• di pianificazione, per orientare l’evoluzione del paesaggio puntando anche sulla qualità delle
trasformazioni.
Viene sottolineata l’importanza di promuovere la conoscenza, l’analisi e la valutazione dei diversi
paesaggi, delle loro componenti, della loro evoluzione nonché la catalogazione e il rilevamento dei
beni culturali, storici e monumentali che connotano la specificità dei paesaggi. Questo sforzo fatto
di azioni di promozione della partecipazione, di informazione, formazione e sensibilizzazione ma
anche di studi, di rilevamenti ed analisi sistematiche, è indispensabile per giungere ad un’attenta
valutazione della qualità del paesaggio.
IL TURISMO SOSTENIBILE
Il legame tra turismo e paesaggio appare evidente a partire dalla considerazione che il paesaggio è
spesso la risorsa primaria che crea le premesse e il contesto favorevole allo sviluppo del turismo.
Per Turismo Sostenibile si intende, in particolare, un turismo che privilegi la gestione sul lungo
periodo delle risorse per garantire il soddisfacimento dei bisogni economici e sociali senza intaccare
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
l’integrità di cultura, natura, biodiversità e paesaggio che divengono aspetti qualificanti dell’offerta
turistica; due sono i documenti di riferimento che è utile ricordare quando si parla di Turismo
Sostenibile: la Carta di Lanzarote (1995) che afferma che “lo sviluppo del turismo deve essere
basato sul criterio di sostenibilità, ovvero deve essere ecologicamente sostenibile nel lungo periodo,
economicamente conveniente, eticamente e socialmente equo nei riguardi delle comunità locali.
(…) La sostenibilità del turismo richiede per definizione che esso integri l’ambiente naturale,
culturale e umano (…)” e la Carta Europea del Turismo durevole nelle aree protette, redatta da un
gruppo di operatori e professionisti del settore turistico, che recita “per definizione di Turismo
Sostenibile s’intende “ qualsiasi forma di sviluppo, pianificazione o attività turistica che rispetti e
preservi nel lungo periodo le risorse naturali, culturali e sociali e contribuisca in modo equo e
positivo allo sviluppo economico e alla piena realizzazione delle persone che vivono, lavorano o
soggiornano nelle aree protette. L’attuazione di un turismo così concepito necessita di una
riflessione globale, concentrata e di un rafforzamento di tutte le interazioni positive fra l’attività
turistica e gli altri settori del territorio. Per l’impresa turistica, l’approccio strategico consiste
nell’adeguare la propria offerta alle aspettative dei visitatori e mettere in atto misure per la
valorizzazione del patrimonio locale, così come tenere conto dell’ambiente e dello sviluppo
sostenibile nella gestione dell’impresa”.
Il turismo sostenibile ha quindi da un lato l’impegno di tutelare il patrimonio sul quale fonda la sua
attività, ovvero il patrimonio paesaggistico, e dall’altro quello di contenere l’impatto delle proprie
infrastrutture e dei turisti stessi: la chiave per ottenere quanto sopra è sicuramente quella di far
interagire le politiche di sviluppo e promozione turistica e le politiche proprie dell’ambiente e del
territorio.
L’identità dei luoghi e ciò che il paesaggio esprime svolgono inoltre, nei riguardi del turismo
sostenibile e delle sue potenzialità, un ruolo fondamentale: non ci si riferisce solo a paesaggi con
caratteristiche di naturalità eccezionale, ma anche a tutti quei paesaggi “culturali” che, hanno subito
importanti trasformazioni e si presentano ricchi di storia e significati; leggere il paesaggio e le sue
peculiarità, tutelarlo e valorizzarlo sono dunque i primi passi per avviare il percorso di
consapevolezza necessaria per dar vita ad un turismo sostenibile, che deve servire a far conoscere e
riconoscere il territorio e non solo attrarre visitatori.
L’attività turistica per essere sostenibile deve:
• svilupparsi gravando il meno possibile sulle risorse ambientali (acqua, aria, suolo, risorse
biologiche)
• far leva sulle caratteristiche e suoi valori ambientali e paesistici del territorio, rendendo
possibile il benessere e la crescita culturale dei turisti, favorendo l’incontro dei visitatori con
la comunità locale e la sua cultura in un rapporto di reciproca integrazione tra economia del
territorio ed offerta turistico-ricettiva.
Aspetti socio-economici generali
La provincia di Como è considerata come un’area a vivace dinamicità economica per anni sostenuta
dal forte sviluppo del settore industriale con grande vocazione imprenditoriale. Tali fattori hanno
garantito una significativa ricchezza e prosperità per la popolazione dell’intero territorio.
Questo modello spontaneo è stato messo in crisi dalla sempre più crescente competizione con altri
territori altrettanto sviluppati.
Per il mantenimento della prosperità dell’area comasca è necessaria una progettazione strategica ed
integrata che miri ad approfondire le nuove logiche competitive (accessibilità, sviluppo tecnologico,
valorizzazione delle risorse ambientali ecc.).
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
A partire dagli anni ’70, e per tutti gli anni ’80, il sistema produttivo comasco è stato dominato dalla
presenza di piccole e medie imprese perlopiù organizzate in distretti industriali con una fortissima
predisposizione all’export. Negli stessi anni la specializzazione ad alto livello tecnologico è derivata
da un orientamento imprenditoriale mirante all’alta qualità e alla possibilità di giovarsi del supporto
dell’Università per la ricerca, il trasferimento tecnologico e la capacità di attrazione di risorse sul
territorio.
A partire dagli anni ’90, affievolita la spinta verso le esportazioni, il sistema economico subisce una
decelerazione, aggravata dal ridimensionamento del ruolo propulsivo del settore industriale e dal
rallentamento nel tasso di formazione di nuove imprese.
L’economia della provincia di Como è caratterizzata da una forte vocazione manifatturiera la quale
occupa più del 45% degli addetti, circa il 20% dell’intero tessuto produttivo. Il comparto
metalmeccanico e dei mezzi di trasporto concentra circa un terzo delle imprese manifatturiere
seguito dalla filiera legno-mobile-arredo (26%) e del tessile-abbigliamento (21%), mentre le restanti
si suddividono fra alimentare, carta-stampa-editoria, chimica-gomma e manifatture varie.
Secondo settore di specializzazione è costituito dalle costruzioni con una concentrazione di imprese
superiore ai valori medi lombardi ed italiani.
MANIFATTURIERO
20%
COSTRUZIONI
15%
COMMERCIO
25%
TURISMO
6%
TRASPORTI
3%
SERVIZI FINANZIARI
2%
ATTIVITÀ PROFESSONALI 24%
ALTRI SERVIZI
5%
La maggior parte delle imprese edili (77,5%) opera nelle costruzioni, quasi l’8% in attività di
finitura degli ambienti, il 6% nelle opere stradali (pavimentazione, impermeabilizzazione ed asfalto)
ed i restanti si occupano di attività varie fra cui scavi e demolizioni.
Rilevante risulta essere il settore commerciale che rappresenta circa un quarto dell’intero sistema
produttivo.
Considerevolmente basso è il peso delle imprese agricole che raggiungono appena il 5,9% del totale
delle imprese attive, contro il 7,9% della Lombardia ed il 20,4% dell’Italia.
Nonostante le risorse paesistico naturali, il settore turistico è di poco superiore alla media regionale,
ma inferiore a quello italiano.
Fra le imprese alberghiere spiccano gli esercizi di categoria a quattro e cinque stelle a conferma di
un turismo di alta qualità, mentre gli esercizi extra-alberghieri si ripartiscono in campeggi e villaggi
turistici (43,1%), affittacamere (22,9%), ostelli e rifugi (33,9%).
Le attività artigianali sono pari al 39% (regionale 33,1% e nazionale 32,6%); esse si concentrano per
il 71,8% nel settore manifatturiero e in quello edilizio. Dal 1996 al 2001 risulta essere un settore in
continua crescita.
Como è inoltre una delle province lombarde con maggiore incidenza di piccole e medie imprese.
La struttura socio-economica e territoriale di tali centri, pur essendo chiaramente connotabile come
urbana, non riesce ancora ad esprimere una realtà sufficientemente organizzata e coordinata. Il
bacino considerato dal progetto ha infatti la forma di una piccola città lineare, che presenta caratteri
urbani senza avere però la concentrazione e la densità che solitamente si accompagna ad essi.
Pur essendo l’area tra quelle lombarde più sviluppate sotto il profilo economico, si evidenzia uno
squilibrio tra lo sviluppo raggiunto e la struttura dei servizi che dovrebbero sostenerlo, con il
rischio, comune ad altri comprensori, di perdita dell’identità socio-culturale e di efficienza.
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Sotto il mero profilo commerciale è da sottolineare come Olgiate Comasco sia dotata di grande e
media struttura di vendita.
A proposito il PTCP individua Olgiate Comasco come comune polo commerciale, sviluppatosi in
particolare per la presenza dell’asse di comunicazione rappresentato dalla statale briantea.
Informazioni seguenti desunte da Studio della componente commerciale
La rete di vendita di Olgiate Comasco è costituita da 131 esercizi per complessivi 25.852 mq. di
vendita; di questi esercizi, 23 (per 3.685 mq.) appartengono al settore alimentare e/o misto a
prevalenza alimentare e 108 (per 22.167 mq.) a quello non alimentare. Le superfici alimentare e non
alimentare del centro commerciale Bennet, sebbene facenti capo a un’unica autorizzazione, sono
state conteggiate separatamente.
In Olgiate Comasco sono presenti 17 medie strutture (delle quali 3 appartenenti al settore alimentare
e/o “misto” e 14 al non alimentare) e due grandi strutture di vendita: una “mista” (si tratta del centro
commerciale Bennet) e una non alimentare.
Tab.6 – Numero esercizi commerciali in Olgiate Comasco anni 2003-2008 (al 30.06).
Fonte: Banca Dati Commercio R.L.
Sostanzialmente la rete di vendita si distribuisce in cinque nuclei: aree in fregio alla S.S. 342
Briantea, aree in fregio alla S.P. 23 Lomazzo – Bizzarone, aree in fregio alla S.P. 17 Garibaldina,
aree a Nord del tracciato della S.S. 342 Briantea e aree a Sud della S.S. 342 Briantea.
Il sistema distributivo delle aree a Nord della S.S. 342, dove si trova l’abitato di più antica
formazione, è destinato all’utenza locale.
Emerge una forte vocazione commerciale di portata sovralocale delle aree poste a ridosso delle
maggiori vie di comunicazione, quali la S.S. la S.P. 23 e la S.P. 17, dove peraltro si concentrano le
medie strutture di vendita e dove si trova la grande struttura – centro commerciale Bennet.
Le aree a Sud della S.S. 342 sono caratterizzate dalla presenza di un numero contenuto di esercizi,
tra cui una grande struttura non alimentare, posta in via Segantini (connessa con la S.S. 342 stessa).
Il rapporto tra domanda e offerta indica la funzione di centralità svolta da Olgiate Comasco, con la
convergenza un consistente numero di potenziali consumatori residenti fuori Comune.
STATISTICHE
In Olgiate Comasco vi sono 44 aziende agricole e 677 unità locali (fonte ISTAT anno 2001).
Seguono alcune tabelle riepilogative.
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Bovini
Bufalini
Ovini
Caprini
Suini
Polli da
carne
Galline
da uova
Avicoli
Conigli
Struzzi
Equini
11
0
1
3
4
2
10
10
4
1
4
Tab. 7 – Aziende agricole totali e con allevamenti, secondo la specie
Censimento comunale anno 2000
Agricoltura
1
Trasporti
Pesca
Estrazione
Industria
minerali
manifattur.
0
2.475
0
magazz.
Intermed.
monetaria
e
comunicaz.
finanziaria
60
126
Energia, Costruzioni
gas,
acqua
9
Attività
Pubblica
professionali
amm.
Commercio
e
Alberghi e
riparazioni
ristoranti
785
72
302
Istruzione
Sanità
Altri
servizi
servizi
Totale
sociali
373
35
267
128
91
4.724
Tab. 8 – Addetti alle Unità Locali delle imprese, delle istituzioni pubbliche e delle
imprese no profit rilevate al censimento industria e servizi per sezione di
attività economica. Comunale. Anno 2001
Unità locali con
addetti
883
Addetti
Dipendenti
Dipendenti medi
Unità locali artigiane
4.062
3.178
3.162
344
Tab. 9 – Numero di unità locali con addetti, addetti, dipendenti, dipendenti medi, unità locali artigiane.
Olgiate Comasco, 31.12.2007. Fonte: SMAIL - CCIAA di Como su dati propri e INPS
Imprese attive
con addetti
756
Addetti
Dipendenti
Dipendenti medi
3.739
2.868
2.873
Imprese attive
artigiane
316
Tab. 10– Numero di imprese attive con addetti, addetti, dipendenti, dipendenti medi, imprese attive
artigiane. Olgiate Comasco, 31.12.2007. Fonte: SMAIL - CCIAA di Como su dati propri e INPS
Aria e clima
ARIA
Le considerazioni sottoriportate sono derivate dal Rapporto sulla Qualità dell’aria di Como e
Provincia ultimo disponibile, elaborato da A.R.P.A. Lombardia.
Il territorio lombardo è stato suddiviso sotto il profilo della qualità dell’aria in tre macrozone (rif.
D.G.R. n. VII/6501 del 19/10/01, modificata dalla d.G.R. n. VII/1863 del 28/10/02, revisionata con
la D.G.R. n. 5290 del 02/08/07), qui espresse:
• Zone critiche, corrispondenti alle parti di territorio per le quali devono essere adottati i piani
d’azione e i piani integrati;
• Zone di risanamento, corrispondenti alle parti di territorio per le quali devono essere adottati
i piani integrati;
• Zone di mantenimento, corrispondenti alle parti di territorio per le quali devono essere
adottati i piani di mantenimento.
L’insediamento di Olgiate Comasco rientra nella zona di risanamento di tipo A.
Per zona di risanamento si intende quella parte del territorio regionale nel quale i livelli di uno o più
inquinanti sono compresi tra il valore limite ed il valore limite aumentato del margine di tolleranza.
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
In particolare, la d.G.R. n° 6501 prevede l’esistenza di una zona di risanamento di tipo A (zona di
risanamento per più inquinanti), e di una zona di risanamento di tipo B (zona di risanamento per
inquinamento da O3).
I principali inquinanti che si trovano nell’aria possono essere divisi, schematicamente, in due
gruppi: gli inquinanti primari e quelli secondari.
I primi vengono emessi nell’atmosfera direttamente da sorgenti di emissione antropogeniche o
naturali, mentre gli altri si formano in atmosfera in seguito a reazioni chimiche che coinvolgono
altre specie, primarie o secondarie.
Nella Tabella seguente sono riassunte, per ciascuno dei principali inquinanti atmosferici, le
principali sorgenti di emissione.
Tab. 11 – sorgenti emissive dei principali inquinanti (fonte ARPA)
Tab. 12 – fonti di emissione suddivise in macrosettori (fonte ARPA)
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Tab. 13 – distribuzione percentuale delle emissioni in provincia di Como nel 2005 (fonte ARPA)
Nella Provincia di Como il trasporto su strada e il riscaldamento costituiscono la principale fonte di
inquinamento per buona parte degli inquinanti. Il trasporto su strada in particolare, come si
evidenzia dalla tabella soprastante contribuisce a circa un quarto delle emissioni di CO2 (26%) ed
un sesto a quelle di COV (14%), e a buona parte delle emissioni di NOx (47%), PM10 (26%) e CO
(36%).
Dalla medesima tabella si possono trarre le seguenti considerazioni circa le fonti che contribuiscono
maggiormente alle emissioni delle seguenti sostanze inquinanti:
SO2 – il contributo maggiore (35%) è dato dalla Combustione nell’industria, seguito dai Processi produttivi
(29%), dalla Combustione non industriale e dalla Produzione di energia e trasformazione di combustibili
(16%) e dal Trasporto su strada (2%).
NOx – la principale fonte di emissione è il Trasporto su strada, (47%).
COV – l’Uso di solventi contribuisce per il 45% alle emissioni.
CH4 – per questo parametro le emissioni più significative sono dovute, per il 39%, al Trattamento e
smaltimento dei rifiuti e per il 37% ai Processi di estrazione e di distribuzione dei combustibili.
CO – la fonte principale di emissione è la Combustione non industriale (49%), seguita dal Trasporto su
strada (36%).
CO2 – i contributi principali (51%) sono le Combustioni, sia industriali che non industriali e, per il 26%, il
Trasporto su strada.
N2O -- il maggior contributo percentuale (35%) è dovuto alla Combustione non industriale e per il 33%
all’Agricoltura.
NH3 – per questo inquinante le emissioni più significative sono dovute, per l’80% all’Agricoltura e per il
15% al Trasporto su strada.
PM2.5 , PM10 e PTS - le polveri, sia grossolane, che fini ed ultrafini sono emesse principalmente dalle
Combustioni non industriali (dal 48 al 55%) e secondariamente dal Trasporto su strada (dal 24 al 28%).
CO2 eq – come per la CO2 i contributi principali (48 %) sono le Combustioni, sia industriali che non
industriali e, per il 23%, il Trasporto su strada.
Precursori O3 – per i precursori dell’O3 le principali fonti di emissione sono le Combustioni (32%), l’Uso
di solventi (28%) e il Trasporto su strada (26%).
Tot Acidificanti – per gli acidificanti le fonti di emissioni principali sono il Trasporto su strada (35%), le
varie forme di Combustione (36%) e l’Agricoltura (15%).
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Tab. 14 – valore limite dei principali inquinanti (fonte ARPA)
L'OZONO STRATOSFERICO E L'INQUINAMENTO DA OZONO URBANO
L'ozono è un gas naturale che si forma normalmente nella stratosfera, lo strato dell'atmosfera
terrestre che sovrasta la troposfera (sede dei fenomeni meteorologici) e si estende dai 10-15 Km fino
a 30 Km circa. Il massimo di concentrazione dell'Ozono si misura a circa 20-25 Km d'altezza dal
suolo. A tale quota, i raggi solari ultravioletti (al di sotto di 2420 Å) "bombardano" intensamente le
molecole di ossigeno atmosferico (O2) che si scindono in due atomi di ossigeno che si ricombinano
velocemente con un'altra molecola O2 formando una molecola di Ozono, cioè ossigeno triatomico
O3. Poichè l'Ozono è un gas molto instabile si forma e si disfa in continuazione in base a una serie
di reazioni dette di Chapman il cui risultato netto è un assorbimento di radiazione ultravioletta e una
produzione di calore che scalda la stratosfera con grandi implicazioni per la circolazione generale di
tutta l'atmosfera.
Fig. 5 - Ozono della stratosfera viene distrutto da vari gas prodotti dall'uomo
L'Ozono che si forma con le reazioni di Chapman assorbe fortemente la radiazione solare nella
banda UV-B tra 2000 e 3200 Å, che è la più dannosa per la vita sulla terra. In assenza di intervento
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
umano, la concentrazione di Ozono oscilla ciclicamente con le stagioni ma ritorna sempre ai valori
iniziali. La quantità di ozono totale sopra una certa località si misura in DU (Dobson) che dà
l'altezza espressa in millesimi di cm che dovrebbe avere la colonna cilindrica di base unitaria se
contenesse solo ozono alla pressione di 1 atm e zero gradi di temperatura. La quantità di ozono
all'equatore si mantiene pressochè costante anche se prossima ai minimi per tutto l'anno (DU=250)
mentre alle alte latitudini l'ozono raggiunge il minimo (DU=300) all'inizio della stagione fredda e il
massimo all'inizio della stagione calda (DU=400) Come mostra la figura soprastante, i gas
inquinanti prodotti dall'uomo, tra i quali soprattutto il Freon (propellente per le bombolette spray
con formula CFCl3 o CF2Cl2) e l'ossido di azoto (NO) prodotto dai motori degli aerei si propagano
nella stratosfera e favoriscono la diminuzione dell'ozono. Si producono i famosi "buchi nell'ozono".
L'OZONO URBANO: LO SMOG FOTOCHIMICO
Se l'ozono da un lato ci protegge dai pericolosi raggi UV, dall'altro è un gas tossico, e quindi è
dannoso quando si forma nell'atmosfera che noi respiriamo.
Nell'atmosfera urbana i motori a scoppio e le caldaie producono ossidi di azoto (NO) combinando
nella camera di combustione l'Ossigeno con l'Azoto ad alte temperature. L'ossido di azoto è inerte e
inodore ma si trasforma rapidamente in NO2 reagendo con l'ozono (in aria pulita) oppure con CO e
con i radicali prodotti dalla scomposizione delle molecole organiche di cui è ricca l'atmosfera
cittadina. Il biossido di azoto è molto tossico sia per l'uomo che per le piante. Inoltre nelle giornate
estive, con forte irraggiamento solare, l'NO2 si scinde (fotolisi) in NO + O e l'ossigeno libero cosi
formato si lega con l'ossigeno molecolare O2 formando Ozono che si accumula nei bassi strati
soprattutto sopra le aree verdi ove maggiore è la presenza di ossigeno. In queste aree, in condizioni
di scarsa ventilazione, l'ozono puo' ristagnare a lungo e quindi anche un blocco del traffico non
porta a un rapido miglioramento.
Fig. 6 - meccanismo di formazione dello smog fotochimico
Le possibili reazioni di distruzione dell'Ozono sono infatti in queste condizioni poco probabili,
poichè l'NO in presenza di eccesso di idrocarburi viene rapidamente trasformato in NO2 come
abbiamo visto in precedenza e d'altra parte non vi sono raggi UV energetici che ne possano
provocare la scissione come nell'alta atmosfera. Si genera dunque uno smog fotochimico, un
problema che riguarda tutte le maggiori città del mondo, non sfuggendo nemmeno quelle italiane,
assediate dal traffico.
Le tabelle successive riportano i dati di emissione per inquinante e per macrosettore/settore calcolati
per il territorio di Olgiate Comasco (fonte INEMAR anno 2005).
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Tab. 15 – Olgiate Comasco, valori di emissione per macrosettori/settori anno 2005 (fonte INEMAR)
Tab. 16 – Olgiate Comasco, valori di emissione per macrosettori/settori anno 2005 (fonte INEMAR)
Da quanto sopra, emergono due specifiche e scontate problematiche legate alle emissioni: l’apporto
di inquinanti correlati al trasporto su strada (si ritengono in tal senso la S.S. 342 e gli assi stradali
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sovracomunali i recapiti viari cui legare prioritariamente tale condizione) e l’apporto derivante dai
processi di combustione civile, ed in misura diversa, industriale.
La stazione di Olgiate Comasco ha rilevato i seguenti dati (fonte ARPA, ultimo dato disponibile):
• NO2: 114 µg/mc
(limite 200)
• CO: 5,4 mg/mc
(limite 10 su max media 8h)
• O3: 55 µg/mc
(limite media anno di informazione 180)
• PM10: 39 µg/mc
(limite media anno 40).
GLI EFFETTI SULLA SALUTE E SULL' AMBIENTE
L'importanza della determinazione degli inquinanti atmosferici è conseguente all'influenza che tali
sostanze hanno sulla salute degli esseri viventi e sull'ambiente in generale.
Gli inquinanti atmosferici hanno effetti diversi sui vari organismi a seconda della concentrazione
atmosferica, del tempo di permanenza e delle loro caratteristiche fisico-chimiche. D'altro canto
anche la sensibilità di piante ed animali agli inquinanti atmosferici è differente a seconda delle
peculiarità degli organismi stessi e del tempo di esposizione cui sono sottoposti. Ne consegue che la
valutazione degli effetti sull'ambiente e sulla salute è complessa ed articolata.
Gli apparati più soggetti agli effetti delle sostanze immesse in atmosfera sono quelli deputati alla
respirazione e alla fotosintesi. Le sostanze più dannose sono quelle di tipo gassoso e le particelle più
sottili che riescono ad arrivare nelle profondità dell'apparato respiratorio e fotosintetico superando le
barriere di difesa presenti nelle vie aeree superiori e negli apparati fogliari. Le patologie conseguenti
possono perciò interessare i bronchi, il parenchima o la pleura cosi come il floema fogliare.
Gli effetti degli inquinanti possono essere di tipo acuto, quando insorgono dopo un breve periodo di
esposizione (ore o giorni) ad elevate concentrazioni di inquinanti, o di tipo cronico, se si
manifestano dopo un lungo periodo (anni o decenni) ad esposizioni non necessariamente elevate ma
continue.
La conoscenza dei meccanismi di azione degli inquinanti necessita di ulteriori approfondimenti
poiché, se da un lato si hanno informazioni sugli effetti acuti provocati da una singola sostanza,
dall'altro non sono ben noti gli effetti cronici delle miscele di inquinanti a concentrazioni poco
elevate. D'altronde recenti indagini segnalano un aumento proprio delle patologie bronchiali e
polmonari e dei danni alla vegetazione conseguenti al peggioramento degli ambienti sottoposti alla
pressione antropica. Questi segnali rendono evidente l'urgenza di approfondire le relazioni tra il
degrado della qualità dell'aria e l'incremento delle malattie respiratorie e di esaminare la tossicità
dello smog fotochimico sulle piante.
L'inquinamento produce anche un danno sociale, relativo alla popolazione nel suo complesso: danni
apparentemente trascurabili possono produrre un aumento della frequenza della malattia. La
prevenzione diventa quindi imperativa sia a livello individuale (minor utilizzo di automobili e moto,
ecc.) sia a livello collettivo (ad esempio normative e sanzioni adeguate) così da indurre dei
cambiamenti volti al miglioramento della qualità dell'aria nel comportamento dei singoli e
dell'intera società.
Tuttavia è molto difficile stabilire se e in che misura l'inquinamento dell'aria è responsabile di una
malattia respiratoria o della morte di una pianta. Infatti è necessario calcolare l'influsso di tutti i
fattori potenzialmente influenti come l'effetto combinato della miscela di sostanze presenti in
atmosfera e lo stato di salute e sociale del paziente, piuttosto che il succedersi di eventi siccitosi che
possono rendere più sensibile la vegetazione a certi inquinanti.
Per misurare e caratterizzare la miscela di sostanze nocive presenti nell'aria si possono utilizzare
diversi tipi di indicatore.
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Gli ossidi di azoto (NOx) sono indicatori non specifici, nel senso che quanto più elevata è la loro
concentrazione, tanto è maggiore l'inquinamento atmosferico nel suo complesso. Dagli studi
epidemiologici più recenti emerge un'evidenza medica e scientifica dovuta all'esposizione al
particolato fine (particelle di dimensione inferiore ai 10 µm) e ultrafine (particelle di dimensione
inferiore a 0.1 µm). Il particolato atmosferico di queste dimensioni riesce a penetrare in profondità
nell'apparato respiratorio. Si parla infatti di frazione "respirabile" per le particelle di diametro al di
sotto di 10 µm, e toracica per quelle più piccole di 2.5 µm.
Non essendo la salute un parametro misurabile si cerca di rilevare le conseguenze dell'inquinamento
atmosferico, come il peggioramento della funzione polmonare o i giorni di attacchi di asma, la
frequenza di emicranie e irritazioni agli occhi. Possono venire considerate anche la frequenza del
ricorso a prestazioni mediche.
Stabilire nessi tra la qualità dell'aria e le sue conseguenze sulla salute degli esseri viventi e sugli
ecosistemi è una questione molto complessa; l'azione patologica di alcuni inquinanti è spesso
amplificata dalla presenza in aria di altre sostanze; l'effetto dell'esposizione può manifestarsi anche
con un ritardo di diversi anni; gli effetti dell'inquinamento atmosferico si manifestano spesso con la
diffusione di patologie croniche, raramente caratterizzate da improvvisi picchi epidemici.
Si rimanda allo specifico studio (R.Q. aria Como e Provincia di ARPA) al fine di implementare il
presente estratto.
CLIMA
Per quanto attiene le condizioni climatiche dell’ambito geografico di appartenenza (Pianura
Padana), si può affermare quanto segue.
Le principali caratteristiche fisiche del contesto lombardo sono la spiccata continentalità dell'area e
il debole regime del vento.
La situazione meteorologica della pianura padana, con la presenza delle Alpi e dell'Appennino è
particolarmente svantaggiata; la Lombardia si trova infatti nella parte centrale della Pianura Padana,
in un contesto che presenta caratteristiche uniche, dal punto di vista climatologico, determinate in
gran parte dalla conformazione orografica dell'area. Si tratta di una vasta pianura circondata a Nord,
Ovest e Sud da catene montuose che si estendono fino a quote elevate, determinando così
peculiarità climatologiche sia dal punto di vista fisico sia da quello dinamico.
Le principali caratteristiche fisiche sono la spiccata continentalità dell'area, il debole regime del
vento e la persistenza di condizioni di stabilità atmosferica.
Dal punto di vista dinamico, la presenza della barriera alpina influenza in modo determinante
l'evoluzione delle perturbazioni di origine atlantica, determinando la prevalenza di situazioni di
occlusione e un generale disaccoppiamento tra le circolazioni nei bassissimi strati e quelle degli
strati superiori.
Tutti questi fattori influenzano in modo determinante le capacità dispersive dell'atmosfera, e quindi
le condizioni di accumulo degli inquinanti, soprattutto in periodo invernale, ma anche la presenza di
fenomeni fotochimici nel periodo estivo.
Il clima della pianura padana è, pertanto, di tipo continentale, ovvero caratterizzato da inverni
piuttosto rigidi ed estati calde, l’umidità relativa dell'aria è sempre piuttosto elevata. Le
precipitazioni di norma sono poco frequenti e concentrate in primavera ed autunno. La ventilazione
è scarsa in tutti i mesi dell’anno.
La continentalità del clima è meno accentuata in prossimità delle grandi aree lacustri e in prossimità
delle coste dell’alto Adriatico.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Durante l’inverno il fenomeno di accumulo degli inquinanti è più accentuato, a causa della scarsa
circolazione di masse d’aria al suolo. La temperatura media è piuttosto bassa e l'umidità relativa è
generalmente molto elevata.
La presenza della nebbia è particolarmente accentuata durante i mesi più freddi. Lo strato d'aria
fredda, che determina la nebbia, persiste spesso tutto il giorno nel cuore dell'inverno, ma di regola si
assottiglia in modo evidente durante le ore pomeridiane.
La zona centro-occidentale della pianura Padana, specie in prossimità delle Prealpi, è interessata
dalla presenza di un vento particolare, il foehn, corrente di aria secca che si riscalda scendendo dai
rilievi. La frequenza di questo fenomeno è elevata nel periodo compreso tra dicembre e maggio,
raggiungendo generalmente il massimo in marzo. Il fenomeno del foehn, che ha effetti positivi sul
ricambio della massa d'aria quando giunge fino al suolo, può invece determinare intensi fenomeni di
accumulo degli inquinanti quando permane in quota e comprime gli strati d'aria sottostanti,
formando un inversione di temperatura in quota.
In generale, si ha il fenomeno dell'inversione termica quando la temperatura dell'aria diminuisce
avvicinandosi al suolo oppure aumenta con la quota invece di diminuire: se l'aumento di
temperatura parte dal suolo, per irraggiamento notturno in condizioni di cielo sereno o poco
nuvoloso e di calma di vento o di vento debole, si ha l'inversione da irraggiamento con base al
suolo; se l'aumento di temperatura lo si incontra a partire da una certa quota sul suolo si ha
l'inversione con base in quota, come nel caso di subsidenza anticiclonica.
Nei mesi invernali si hanno spesso combinazioni di inversione con base al suolo con inversioni da
subsidenza ed in questo caso lo spessore totale può essere assai superiore a quello della semplice
inversione da irraggiamento con base al suolo.
Dopo l'alba, per effetto del riscaldamento del suolo da parte del sole, si creano dei moti turbolenti
che tendono a distruggere l'inversione iniziando dalla sua parte inferiore, mentre al tramonto si
riforma l'inversione al suolo.
E’ possibile evidenziare alcune fluttuazioni abbastanza significative negli ultimi 170 anni, ad
esempio, per il clima di Milano, di cui sono noti i parametri termici dal 1838. E’ stato accertato
infatti un andamento climatologico che ha innalzato sempre di più le temperature invernali, in
particolare le minime e, dopo un marcato aumento iniziale ed una fase di stazionarietà, anche le
temperature estive.
Queste variazioni che, calcolate a livello decadico, sono di circa 2°C per le temperature estive, e di
circa 4 °C per le temperature invernali, sono dovute, fino ai primi decenni del 1900, alle fluttuazioni
climatiche naturali, seguite al termine della "Piccola Era Glaciale (1550-1750)", caratteristiche della
nostra era, ed attualmente alle variazioni di origine antropica conseguenti all'aumento della
superficie edificata dell'area urbana milanese.
Questo ciclo climatico, che ha portato ad una minore escursione termica diurna ed annuale degli
estremi termici, ha avuto il culmine nel corso del decennio 1920-30.
Negli anni 1940-50 questa tendenza si è in parte bloccata: infatti, gli inverni hanno ripreso ad essere
più rigidi, e le estati più calde, successivamente negli anni 1960-70 gli inverni hanno continuato ad
essere sempre più miti, ma le estati più fresche, mentre dal 1970 gli inverni rigidi sono sempre più
delle eccezioni e le estati tornano ad essere più torride, oltre che afose, gli autunni e le primavere
sono diventate le più calde in assoluto ed il clima di Milano tende a prendere caratteristiche sempre
più tropicali.
Ne consegue una maggiore variabilità stagionale e, in definitiva, un peggioramento, dal punto di
vista ambientale, delle condizioni climatiche.
La tropicalizzazione del clima di Milano è confermata anche dalla variazione del regime
pluviometrico, che a fronte di una stazionarietà delle precipitazioni invernali e ad una diminuzione
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
delle precipitazioni primaverili ed autunnali, mostra un incremento dell’intensità delle precipitazioni
estive.
Molto più complesse sono invece le ragioni delle differenze climatiche tra zone urbane e rurali,
specie per quanto riguarda la temperatura, che è generalmente più elevata in ambiente urbano.
E' però da tener presente che le differenze dei valori climatici tra zone urbane e zone rurali
rappresentano solo l'aspetto più facilmente percepibile dai sensi umani e più facilmente misurabile
dai correnti strumenti meteorologici di un fenomeno di ben maggiore portata definito "le città come
isole di calore".
Tali isole, costituite ed individuate nelle maggiori città, producono a loro volta la variazione dei
parametri meteorologici e climatici locali urbani, avendo per le altre conseguenze l'effetto ultimo di
ostacolare il ricambio dell'aria sovrastante le città; in taluni casi queste isole di calore possono pure
originare fenomeni di miglioramento ambientale, come è, ad esempio, il caso non insolito e sempre
più frequente, di pressoché totale preservazione dell'ambiente urbano dalla presenza di nebbia che
pure può essere fitta, nello stesso momento, nelle zone rurali circostanti.
TEMPERATURA (STAZIONE DI COMO, VILLA GALLIA)
L’andamento delle temperature medie minime (carta delle isoterme di Gennaio) indica un valore
relativo al mese più freddo intorno a 4 °C. La situazione di luglio evidenzia la temperatura media
dell’aria nel mese più caldo (24 °C). La media annuale ha un valore intorno ai 13 °C.
MESE
MEDIA
MESE
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
4.02
5.70
8.87
12.46
17.78
21.01
23.33
23.16
18.37
14.18
8.29
4.16
Tab. 17 – Como villa Gallia, temperature mensili periodo 1991-2000 (fonte Punto Energia)
PRECIPITAZIONI (STAZIONE DI COMO, VILLA GALLIA)
Confrontando i valori medi dell’ultimo decennio (1991-2000), elaborati per la stazione di Como,
con i risultati ricavati dalla serie storica (1921-2001) si osserva un aumento delle precipitazioni. In
effetti, si passa da precipitazioni medie annue di 1354.8 mm/anno, calcolati sugli ottantuno anni, ad
altezze di pioggia annue di 1574.3 mm/anno. Questo dato, confrontato con altri presenti in
letteratura, sembra confermare una tendenza generale all’aumento delle precipitazioni nell’area
insubrica.
Dall’osservazione del diagramma di sintesi delle caratteristiche pluviometriche è possibile effettuare
ulteriori valutazioni relative alle precipitazioni medie massime e minime.
Massimo principale autunnale (Novembre) e massimo primaverile caratterizzati da precipitazioni
abbondanti; nel caso della primavera anche a carattere temporalesco, contraddistinte da fenomeni
violenti di breve durata (in media 1-3 ore), di ridotta estensione, che possono essere associati a
grandine, trombe d’aria e rapide variazioni di pressione e temperatura.
Minimo principale invernale (febbraio) in genere caratterizzato da precipitazioni di maggiore durata
ma meno intense, o da cielo sereno e relative gelate notturne.
Acqua
(Considerazioni locali tratte da individuazione del reticolo idrico minore)
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La D.G.R. n° 7/7868 stabilisce che “le funzioni concernenti la manutenzione dei corsi d’acqua
appartenenti al reticolo minore saranno esercitate dai Comuni e dalle Comunità Montane” a partire
dalla data di pubblicazione del provvedimento (BURL 15/02/02) ed inoltre provvede a “trasferire ai
Comuni o alle C. M. le funzioni riguardanti la realizzazione di opere di pronto intervento”.
Le successive modifiche ed integrazioni del provvedimento, di cui le più importanti sono contenute
nella Del. G.R. 01/08/2003 N. 7/13950, non mutano tali disposizioni.
L’allegato A della d.g.r. 01/08/2003 N. 7/13950 individua il reticolo idrico principale; le
competenze, per gli elementi di quest’ultimo, restano in carico ad Enti superiori; con l’allegato B
(“Criteri per l’esercizio dell’attività di polizia idraulica di competenza comunale") si forniscono, tra
l’altro, i criteri minimi per la determinazione degli elementi del reticolo idrico, qualora l’elemento
idrografico sia indicato come demaniale nelle carte catastali o secondo normative vigenti, o sia stato
oggetto di interventi di sistemazione idraulica con finanziamenti pubblici o sia rappresentato come
corso d’acqua nelle cartografie ufficiali (IGM, CTR).
Infine l’Allegato C stabilisce i canoni regionali di polizia idraulica.
PREMESSA
Il reticolo idrografico superficiale del comune di Olgiate è caratterizzato da una certa complessità,
propria di molti ambiti collinari e pedemontani. L’orografia determina le direttrici idrografiche che
costituiscono il sistema dei principali corsi d’acqua del territorio comunale: il T.Lura a nord e ad est,
il T.Antiga a ovest.
I due bacini idrografici sono separati dalla dorsale collinare su cui sorge il centro abitato di Olgiate,
caratterizzata a sua volta dalla presenza di rogge, affluenti dei due principali torrenti, con andamento
centrifugo.
La costituzione geologica del sottosuolo determina le caratteristiche di infiltrazione sotterranea:
questa è massima in corrispondenza dei depositi permeabili (sabbie e ghiaie) che danno luogo a falde
acquifere rilevanti. Viceversa, dove predominano depositi fluvioglaciali o lacustri a prevalente
componente argillosa, l’infiltrazione è limitata e il deflusso superficiale è marcato. Quest’ultima
condizione si realizza anche laddove l’originario substrato è stato interessato da trasformazioni
antropiche, con rilevanti superfici impermeabilizzate a causa della costruzione di edifici, capannoni
industriali, centri commerciali e piazzali di parcheggio.
Questi elementi antropici hanno purtroppo, in qualche caso, sconvolto il sistema idrografico
originario, sovrapponendo al naturale deflusso e alla possibile espansione laterale dei corsi d’acqua
canalizzazioni artificiali ed elementi di contenimento longitudinale (muri, manufatti vari, edifici). E’
appena il caso di sottolineare come queste trasformazioni antropiche, non sempre condotte secondo
le buone regole dell’idraulica e dell’idrologia, hanno comportato in passato – e purtroppo
comportano ancora oggi- rischi affatto trascurabili: le piene dell’Antiga, per esempio, hanno più
volte interrotto la viabilità e provocato vari danni.
La presenza di un elevato grado di antropizzazione del territorio, unitamente alla struttura geologica,
caratterizzata come si è detto dalla diffusa presenza di depositi superficiali a granulometria fine, si
traduce in genere in tempi di corrivazione piuttosto brevi, con regime dei corsi d’acqua strettamente
dipendente dalle precipitazioni meteoriche. Il regime degli afflussi precipitativi determina quindi in
larga misura quello dei corsi d’acqua, specie per quanto concerne le fasi di piena; essendo del tutto
trascurabile, in tali condizioni, l’apporto delle acque di falda.
Viceversa il contributo delle acque sotterranee, che in alcuni casi alimentano i corsi idrici, diventa
determinante in regime di magra, alimentando i torrenti (in particolare il Lura) anche durante l’estate
in periodi di prolungata siccità.
Lo sviluppo areale dei bacini idrografici, che si estende ben oltre i confini comunali, determina
portate non indifferenti in caso di eventi meteorici intensi.
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A questa forte variabilità del regime torrentizio, caratteristica intrinseca del sistema idrografico di
Olgiate, si aggiunga che in tempi recenti, come sembra ormai acquisito dalla comunità scientifica, gli
squilibri climatici globali determinano “picchi” di precipitazioni concentrate in brevi periodi, con
piene improvvise e violente.
Altri elementi negativi riscontrati durante i rilievi sono rappresentati dal pessimo stato qualitativo
delle acque superficiali in alcuni tratti del sistema idrografico. Si è infatti verificata la presenza di
caratteri organolettici (presenza di schiume, odori sgradevoli, colorazioni anomale) che fanno
presupporre un degrado qualitativo non banale.
Al di là di questi problemi, peraltro comuni a moltissimi centri urbani, i torrenti e le rogge di Olgiate
presentano comunque valenze ambientali interessanti e meritevoli di tutela. In molti casi la
vegetazione igrofila sviluppatasi lungo i torrenti è la base per ecosistemi ricchi e variati, con
presenza di specie animali diversificate. Esistono numerosi tratti ad elevata valenza paesaggistica e
notevole valore turistico-ricreativo-sportivo.
RETICOLO IDRICO INDIVIDUATO
A-RETICOLO IDROGRAFICO PRINCIPALE
torrente lura (co018)
Il T. Lura rappresenta il principale elemento idrografico che interessa il comune di Olgiate
Comasco.
Per la sua importanza tale torrente è compreso nel Reticolo idrico principale.
Il T. Lura nasce in comune di Uggiate Trevano; nella zona interessata segna, per buona parte del suo
corso, il confine tra i comuni di Faloppio e Olgiate Comasco.
La lunghezza totale del torrente, fino allo sbocco nel T.Seveso è di 24 Km; il tratto che interessa il
comune di Olgiate è di poco inferiore ai 4 km. L’unico affluente di una certa consistenza è il Lura di
Albiolo, che confluisce nell’asta torrentizia principale nel territorio comunale. La classificazione di
grandezza dell’alveo adottata negli studi dell’Amm.ne Prov.le di Como è “A” (alveo fino a 3 m), la
tipologia dell’alveo è indicata con la sigla “C” (Canale); la pendenza media del torrente è di circa
1,02%.
Nel tratto interessato la larghezza dell’alveo varia peraltro da 2 a 8 m.
La situazione dal punto di vista della qualità delle acque, presenta sintomi di degrado con episodi di
inquinamento e qualità generalmente non accettabile. Il tratto del Lura a est di Olgiate (al confine
con il comune di Gironico) appare compromesso, come testimoniano i pessimi caratteri
organolettici riscontrati.
Anche le serie storiche dei referti analitici confermano il cattivo stato qualitativo delle acque.
torrente riale
Questo torrente segna per un breve tratto il confine comunale tra Olgiate e Gironico.
Il tratto interessato, di lunghezza di poco superiore a 50 m, interessa marginalmente il Comune di
Olgiate al di fuori del centro abitato, poco prima dello sbocco del Riale nel Lura.
B-RETICOLO IDROGRAFICO MINORE
torrente antiga
Il T. Antiga interessa per gran parte del suo corso il territorio comunale di Olgiate Comasco, che
attraversa con decorso N-S nella sua porzione occidentale.
L’Antiga nasce nella zona di Somaino, al confine con il comune di Solbiate, in corrispondenza di
una zona umida alimentata da una probabile sorgente, assimilabile ad un fontanile.
Dall’analisi della cartografia ufficiale (IGM), è stato riscontrato che il corso dell’Antiga, dopo
l’attraversamento della SS 342, decorreva con un tracciato molto simile all’attuale, a S di
Somainello, fino alla zona a N degli attuali centri commerciali. Attraversava quindi l’attuale SP
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Lomazzo-Bizzarone, fino a collegarsi col ramo posto più a est, che si origina a partire dalla zona di
Croce Grande (vecchio pozzo comunale in disuso). La costruzione della SP Lomazzo-Bizzarone, e
più tardi quella dei centri commerciali, hanno determinato uno sconvolgimento dell’idrografia
superficiale dell’area. Infatti la costruzione della strada (in rilevato) ha interrotto l’alveo dell’Antiga,
che è stato deviato a ovest della massicciata stradale e che ora segue un percorso tortuoso e in parte
tombinato in corrispondenza dei centri commerciali.
Il seguito del tracciato del torrente, verso S, è chiaramente riconoscibile anche nelle cartografie più
moderne.
L’Antiga presenta un regime spiccatamente torrentizio, con piene determinate dagli eventi meteorici
intensi, con veloce ruscellamento superficiale e altrettanto rapido scorrimento della piena, in
particolare nella zona a monte dove il corso è regolato dalla presenza di manufatti (canali, collettori,
tombinature).
Dopo l’attraversamento della zona dei centri commerciali, il torrente scorre in una piana
fluvioglaciale che permette il rallentamento del flusso idrico per effetto delle buone condizioni di
naturalità e della possibilità di espansione della piena, fino a formare un vasta zona palustre al
margine orientale della SP Lomazzo-Bizzarone.
Prima dell’attraversamento di Via Milano il torrente riceve un affluente in riva sinistra. Si tratta di
una roggia, con funzione di scolmatore delle acque bianche provenienti dal centro di Olgiate (3a).
Dopo la confluenza il torrente attraversa in sottopasso Via Milano.
A valle del ponte sulla Via Milano il torrente attraversa un altro tratto densamente urbanizzato e
scorre in un alveo canalizzato, tra muri in cls e argini in terra.
Infine, a valle del ponte di via Torino, il corso riprende verso sud, attraversando zone agricole e
boschive, prive di elementi antropici.
Più a valle, l’Antiga forma una valle ben delimitata da versanti collinari, fino al confine con il
comune di Oltrona San Mamette.
Lo stato qualitativo della acque del torrente appare preoccupante, soprattutto nella zona dell’ex
inceneritore di rifiuti in loc. Rongio.
rogge affluenti nel t. antiga
1-roggia 3a
Questa roggia decorre dal centro di Olgiate alla zona di Via Milano, che attraversa in sottopasso;
piega quindi verso ovest e si immette nell’Antiga in sinistra orografica. Il tracciato è ben
riconoscibile sul terreno mentre la portata idrica è evidente solo in periodi piovosi.
2-roggia 3b
Si tratta di un modesto corso d’acqua che si origina nella zona ad ovest della SP LomazzoBizzarone. La roggia attraversa una zona umida e affluisce nel T.Antiga dopo il sottopasso della
Strada Provinciale.
torrente lura di albiolo
Questo torrente nasce al di fuori del territorio comunale, in comune di Bizzarone, attraversa la
porzione settentrionale del comune di Olgiate e affluisce nel Lura al confine con Faloppio in sponda
orografica destra.
Il tracciato, dapprima in direzione NW-SE, piega decisamente a E in corrispondenza della ditta
Monteoliveto, per invertire la direzione di flusso (da S verso N) a causa di uno sbarramento
morenico.
altre rogge
roggia 1a
E’ una roggia che si origina a partire dal centro abitato di Olgiate Comasco (zona occidentale),
scorre quindi in Loc. Fornace e dopo un tratto tombinato confluisce nel Lura. In condizioni di magra
il deflusso idrico risulta limitato o assente.
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valletta della troncaja
Si tratta di un roggia con decorso complessivo SE-NW, che si origina in prossimità della strada
comunale di Baragiola, attraversa in sottopasso il vecchio tracciato ferroviario (linea Como-Varese)
e affluisce quindi nella roggia 1a. Il decorso della roggia avviene tutto in territori agricoli e
boschivi; non sono presenti manufatti esclusi alcuni muri di delimitazione delle proprietà.
Nella parte a valle la roggia è stata parzialmente tombinata.
Fig. 7 – Olgiate Comasco, reticolo idrico proposto (fonte studio del reticolo idrico minore)
BACINI IDROGRAFICI LOCALI
La figura seguente individua la suddivisione del territorio olgiatese per aree afferenti i vari bacini
idrografici locali.
Sostanzialmente, schematizzando, si può affermare che gran parte del nucleo centrale urbanizzato e
le aree poste verso est, sud-est, appartengono direttamente o indirettamente al bacino dell’Antiga.
Viceversa, la restante parte afferisce il Torrente Lura ed in minima parte il Faloppia (aree a nordovest).
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Fig. 8 – Olgiate Comasco, bacini e linee di deflusso (fonte Sistema Informativo Territ. Regione Lombardia)
CICLO ACQUE
(Considerazioni generali desunte da Rapporto sullo stato dell’ambiente (ciclo integrato delle
acque), Agenda 21 provinciale)
I fattori di pressione, possono essere suddivisi, per la loro complessità, in cinque principali
paragrafi:
captazioni e volumi d’acqua prelevati (derivazioni superficiali e sotterranee)
servizi di acquedotto (pubblici e privati) e consumi
servizi di fognatura e di collettamento
servizi e capacità di depurazione
scarichi.
Le risorse idriche rappresentano una tra le principali condizioni minime per garantire l’esistenza e lo
sviluppo di ogni comunità. La loro corretta gestione, unita ad un uso razionale, sono quindi
condizioni indispensabili affinché siano sempre disponibili in quantità opportune e con una qualità
accettabile.
Il ciclo integrato delle acque, tuttavia, include e rappresenta elementi di criticità e aspetti
problematici che caratterizzano il rapporto fra le aree urbanizzate e l’assetto ambientale del
territorio in cui esse sono inserite. I diversi utilizzi delle risorse idriche si trovano spesso
reciprocamente in evidente conflitto: gli intensi usi civili e industriali delle acque, associati a locali
situazioni di inefficienza dei servizi di distribuzione, collettamento e depurazione, possono
compromettere la funzionalità idrobiologica dei corpi idrici recettori finali (superficiali e
sotterranei), rappresentando un serio pericolo per i consumi idropotabili e per la stessa industria del
turismo (balneabilità).
Il quadro normativo vigente, inoltre, pone di fronte ad un imponente sforzo organizzativo,
finalizzato ad assicurare una migliore gestione dell’intero comparto idrico per il miglioramento e il
mantenimento qualitativo e quantitativo delle acque dei laghi, dei fiumi e di falda.
Anche il clima deve essere inteso come fattore di pressione. Le precipitazioni, in particolare i
fenomeni intensi, costituiscono infatti un fattore di rischio idrogeologico, causa delle piene dei corsi
d’acqua e delle esondazioni di alcuni laghi (in particolare il Lario e il lago di Pusiano) che possono
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generare diffusi e gravi problemi di dissesto, instabilità delle sponde nonché danni consistenti alle
strutture abitative, commerciali e turistiche.
Un altro importante fattore di pressione, legato direttamente alle reti idriche (captazioni, acquedotti,
collettamento e depurazione), è quello dei consumi energetici. Il funzionamento delle reti
rappresenta infatti una tra le voci più energivore nel quadro complessivo dei consumi del territorio
provinciale e necessita quindi di adeguati interventi finalizzati all’uso razionale dell’energia e alla
diminuzione degli sprechi.
CAPTAZIONI E VOLUMI D’ACQUA PRELEVATI
La particolare ricchezza di risorse idriche del territorio lariano garantisce le esigenze di
approvvigionamento idrico per i diversi utilizzi (potabile, industriale, irriguo ecc.).
Le principali fonti sono rappresentate dalle falde acquifere (fonte principale), dalle sorgenti e dai
serbatoi naturali costituiti dai laghi (quello di Como in particolare) e dai fiumi.
La pressione antropica è caratterizzata dalle diverse tipologie di captazione d’acqua (attingimenti,
derivazioni superficiali e derivazioni di acque sotterranee), dai servizi di acquedotto e dai volumi
prelevati (espressi in milioni di metri cubi) e suddivisi per ogni settore d’utilizzo (civile e
produttivo).
Il bilancio idrico per settori, secondo la metodologia proposta nel PTUA della Regione, si basa
sostanzialmente sul criterio del confronto con il “livello piezometrico ideale”.
Al fine di mantenere il livello piezometrico ottimale e di conseguenza non depauperare la risorsa
idrica sotterranea, si possono valutare nel dettaglio, in caso di espansioni residenziali o di altra
natura, condizioni che implichino un consistente approvvigionamento idrico; la disponibilità della
risorsa idrica può essere indagata attraverso una corretta quantificazione e caratterizzazione
idrogeologica.
SERVIZI DI ACQUEDOTTO
I sistemi di rifornimento dell’acqua destinata al consumo umano e delle acque ad uso produttivo
sono costituiti da acquedotti singoli e/o interconnessi tra di loro, distribuiti in modo uniforme su
tutto il territorio provinciale. L’acquedotto in sintesi è composto da: punto di captazione (acqua
sotterranea, acque superficiali o sorgenti), impianto di adduzione, serbatoio e la rete di
distribuzione.
Nel momento in cui l’acqua viene prelevata deve essere sottoposta a misure di potabilizzazione, in
risposta alla non sempre ottimale qualità delle acque grezze per garantire una distribuzione di acqua
destinata al consumo umano conforme alla normativa vigente.
La pressione sul sistema distributivo è caratterizzata, principalmente, dai consumi idrici pro capite,
mentre per le infrastrutture dei sistemi, l’età degli impianti e delle reti, l’efficienza del trattamento,
le perdite di rete e i il rapporto ricavi/costi, costituiscono invece i principali indicatori dell’efficacia,
dell’efficienza e dell’economicità delle gestioni dell’ acquedotto.
FASCE DI RISPETTO DEI POZZI AD USO PUBBLICO
Punti di captazione idropotabile a servizio dell’acquedotto comunale.
• N. 7 (2 dismessi) dislocati principalmente nella parte a nord del territorio amministrato.
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Tab. 18 – Olgiate Comasco, dati significativi pozzi (fonte dati studio geologico comunale)
La Regione Lombardia, con DGR n. 15137 del 27/06/96, ha definito i nuovi criteri per
l'individuazione delle aree di salvaguardia delle opere di captazione delle acque sotterranee ad uso
idropotabile.
Per l'individuazione della zona di rispetto oltre al metodo geometrico utilizzato finora (cerchio con
raggio minimo di 200 m), sono stati individuati due nuovi metodi: un metodo idrogeologico per
falde protette ed un metodo temporale per falde freatiche.
L'utilizzo di un criterio diverso da quello geometrico comporta una variazione dei limiti della fascia
di rispetto che, il più delle volte, specie per acquiferi poco vulnerabili, viene ad essere ridotta.
La Regione Lombardia, per i pozzi esistenti, lascia alle Amministrazioni Comunali la facoltà di
scegliere se individuare le fasce di rispetto secondo i nuovi criteri o mantenere quello geometrico.
Portate
medie
da
sorgenti
(l/s)
Portate
medie da
derivazioni
(l/s)
Portate
medie
da
pozzi
(l/s)
Portate
medie
per uso
civile
potabile
(l/s)
Portate
medie ad
uso civile
non
potabile
(l/s)
Portate
medie
uso
irriguo
(l/s)
Portate
medie uso
industriale
(l/s)
Portate
medie per
piscicoltura
(l/s)
Portate
medie per
produzione
energia
(l/s)
Portate
medie
compl.
(l/s)
0,00
0,00
145,00
119,00
0,00
2,00
24,00
0,00
0,00
145,00
Tab. 19 – Olgiate Comasco, captazioni da grandi e piccole derivazioni: portate.
(dal Catasto Utenze Idriche della Regione Lombardia)
SERVIZI DI FOGNATURA E COLLETTAMENTO
Le reti fognarie del territorio provinciale sono ancora per la maggior parte di tipo unitario (fognatura
mista), ma in progressiva modificazione verso le tipologie “separate”: reti bianche (acque piovane,
da recapitare direttamente ai corpi idrici naturali) e reflue (acque nere e bionde o di prima pioggia,
da convogliare alla depurazione prima dei diversi recapiti finali).
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Le strutture delle diverse reti fognarie e di collettamento discendono dall’applicazione di stadi
successivi, legati alle varie fasi di sviluppo urbanistico delle realtà territoriali, in particolare a partire
dal dopoguerra fino all’assetto attuale, così come disegnato dai Piani Regolatori dei singoli Comuni
La pressione sul sistema di smaltimento delle acque è strettamente legata alla copertura delle reti,
alla popolazione servita, alla quantità e qualità delle acque piovane, alla quantità degli scarichi e,
quindi, dell’approvvigionamento idrico.
Fig. 9 – Olgiate Comasco, rete fognaria (fonte Sistema Informativo Territ. Regione Lombardia)
SERVIZI DI DEPURAZIONE
Sul territorio della provincia di Como sono attivi 43 impianti di depurazione di acque reflue urbane,
cioè al servizio delle pubbliche fognature di Comuni o Consorzi di Comuni. Tuttavia gran parte del
Nord della provincia non è ancora coperto dal servizio di depurazione. Su 162 comuni, 38 risultano
infatti totalmente sprovvisti di sistemi di collettamento e di impianti di depurazione. Tali comuni
sono tutti ubicati nei territori delle comunità montane.
Per quanto attiene l’aspetto depurativo delle acque reflue, il territorio comunale appartiene quasi
interamente al bacino dell’Alto Lura ed in parte minore al Bacino “Faloppia” per parte del territorio
posto a N/W con depuratore a Ronago.
L'Altolura s.r.l gestisce il collettamento e la depurazione delle acque reflue, industriali e civili, del
bacino intercomunale di Lurate Caccivio, Olgiate Comasco, Villa Guardia, Bulgarograsso, Oltrona
San Mamette, Solbiate, Gironico, Parè, Beregazzo con Figliaro, avente superficie complessiva pari a
circa 40 kmq ed uno sviluppo di collettori di circa 33 Km., con recapito finale il Torrente Lura.
La raccolta e l'allontanamento dei reflui avviene tramite l'innesto nel collettore di Altolura s.r.l.
delle reti fognarie comunali gestite dalle stesse Amministrazioni o da società di gestione, quindi le
acque vengono convogliate all'impianto di Bulgarograsso, dove avviene il servizio depurativo.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
La capacità di progetto dell’impianto di depurazione è pari 30.000 abitanti equivalenti (settore
civile) ed a 124.000 abitanti equivalenti per il settore produttivo.
L’impianto di depurazione di Ronago, che tratta circa 14.100 abitanti equivalenti (comuni di
Ronago, Bizzarone, Uggiate Trevano, Faloppio, parte di Olgiate a n/w), e che immette le acque
reflue trattate nel torrente Faloppia immissario del Fiume Breggia, ha subito di recente una serie di
interventi di ampliamento dell’impianto e di rifacimento di tratti di collettori al fine di garantire una
più efficiente capacità depurativa.
SCARICHI
Di importanza significativa risulta essere il tema degli scarichi finali “autorizzati e non”, diretti nei
corpi lacustri, nei corsi d’acqua superficiali, nel suolo e provenienti dai diversi sistemi di fognatura
e collettamento, dagli impianti di depurazione e da unità abitative e/o produttive isolate o non
connesse alle reti tecnologiche.
GIUDIZIO SINTETICO SULLA QUALITÀ DEL TORRENTE LURA
La Regione Lombardia, adottando un criterio basato sulle dimensioni del bacino idrografico (parte
di territorio drenato direttamente o tramite affluenti da un determinato corso d’acqua) con la DGR
VII/12127 del 14 febbraio 2003 ha individuato i fiumi significativi, sia naturali che artificiali e
usando i dati relativi al monitoraggio condotto nel periodo 2000-2002 ha successivamente
proceduto alla classificazione di tali corsi d’acqua per tratti (ai sensi del D.Lgs. n. 152/1999,
integrato da D.Lgs. 258/2000).
IBE (Indice Biotico Esteso): Lo stato biologico dei corsi d’acqua superficiali è restituito mediante
una classe di qualità individuata, tra le cinque predefinite, seguendo la metodica IBE basata sul
rilevamento della diversità e consistenza della comunità dei macroinvertebrati benthonici. L’indice
biologico consente di evidenziare e verificare, per le singole stazioni di campionamento ed anche
per i diversi tratti del corso d’acqua, le variazioni nel tempo della qualità e indirettamente gli
eventuali effetti, dovuti a forme di inquinamento o variazioni dell’alveo e delle portate, che
potrebbero non essere rilevati attraverso i normali controlli chimico fisici. I valori del punteggio
IBE, da 0 a 12, sono raggruppati in 5 classi di qualità, da 1 a 5 (da non inquinato a gravemente
inquinato).
LIM (Livello Inquinamento da Macrodescrittori): Il LIM è un indice di qualità chimica delle acque e
si ottiene sommando i punteggi derivati dal calcolo del 75° percentile di sette parametri chimici,
analizzati con frequenza mensile. Il punteggio varia da 560 (livello 1, non inquinato) a 35 (livello 5,
più inquinato).
SECA (Stato Ecologico del Corso d'Acqua): Dall'incrocio tra indice chimico e biologico, e
considerando il peggiore dei due, si ottiene il SECA, che esprime la complessità degli ecosistemi
acquatici.
SACA (Stato Ambientale del Corso d'Acqua): Lo stato di qualità ambientale viene individuato tra i
cinque predefiniti ed ottenuto incrociando il dato dello stato ecologico con quello delle
concentrazioni dei principali inquinanti. Tale indice consente di evidenziare e verificare, per le
singole stazioni di campionamento e per i diversi tratti di un corso d’acqua, le eventuali variazioni
della qualità ambientale e la rispondenza agli obiettivi definiti dalla normativa nazionale.
Dato significativo Torrente Lura, punto più prossimo rilevato (Lomazzo – POLSOSLUCN1),
monitoraggio qualitativo acque, qualità corsi d’acqua superficiali (LIM, IBE, SECA) biennio 20012002 (fonte R.L., attraverso sito SIMO2):
• IBE MEDIA:
5,00
• CLASSE LIM:
5,00
• TOT. LIM:
50,00
• SECA:
5,00
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
• CLASSE IBE:
4,00.
Ulteriori indagini condotte, in base ad analisi continuative sui prelievi e secondo le classificazioni di
legge, portano i seguenti dati per quanto attiene il punto del T. Lura ad Olgiate Comasco:
• CLASSE LIM:
3,00
• SECA:
3,00
• CLASSE IBE:
2,00.
STATO AMBIENTALE
La figura seguente permette di definire lo stato ambientale del Torrente Lura sulla scorta degli studi
riportati nel Rapporto sullo stato dell’ambiente (ciclo integrato delle acque), Agenda 21 provinciale.
Il Torrente in questione è definito come “pessimo”.
Fig. 10 --- Classificazione ambientale ed ecologica fiumi e laghi provincia (fonte Rapporto sullo stato
dell’ambiente (ciclo integrato delle acque), Agenda 21 provinciale)
POSSIBILI INTERVENTI CONCRETI MIGLIORATIVI PER LO STATO DELLE ACQUE DEL TORRENTE
LURA
Le considerazioni seguenti sono tratte da: Sostenibilità ambientale degli interventi di protezione
idraulica nel torrente Lura: un progetto pilota di gestione integrata e partecipata ricerca finanziata
dalla Fondazione CARIPLO Cadorago
Il deflusso vitale è alimentato oggi quasi esclusivamente dagli effluenti di depurazione. Il risultato è
che a valle del depuratore i dati qualitativi siano pessimi, poiché non vi è alcun corpo idrico che
diluisce lo scarico, come sarebbe necessario.
Nonostante l’azione dei depuratori sia stata efficace nella riduzione degli inquinanti allo scarico, si
potrebbe ipotizzare di regolare il deflusso delle acque in tutto il suo corso, mediante un sistema di
laminazioni progressive.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
I sistemi di laminazione sono antichi, in alcuni casi straordinari. I laghi di Mantova, medioevali,
hanno disegnato un paesaggio architettonico e naturalistico unico al mondo, tanto da essere
classificati Siti d’importanza comunitaria e tutelati dalla convenzione di Ramsar sulla conservazione
degli ambienti umidi.
Si potrebbe poi pensare di coniugare la necessità delle vasche di laminazione con la costituzione di
un parco naturalistico, agricolo e fruitivo che abbia il T. Lura come elemento nodale del sistema.
PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL BACINO DEL PO
Fondamentale, in questo contesto, appare il Piano di Assetto Idrogeologico del bacino del Po,
approvato con DPCM 24.5.2001, che per la sistemazione dei corsi d’acqua prevede, accanto alle
convenzionali misure strutturali di tipo intensivo, misure innovative di tipo estensivo, tra cui
“interventi di rinaturazione e recupero dei suoli abbandonati e/o dimessi, privilegiando in
particolare gli interventi integrati di rinaturazione e di recupero funzionale delle lanche e delle aree
golenali ed esondabili”.
PROGRAMMA DI TUTELA ED USO DELLE ACQUE (DGR 29 MARZO 2006 N. 8/2244)
Prevede di perseguire i seguenti obiettivi:
promuovere l’uso razionale e sostenibile delle risorse idriche, con priorità per quelle
potabili;
assicurare acqua di qualità, in quantità adeguata al fabbisogno e a costi sostenibili per gli
utenti;
recuperare e salvaguardare le caratteristiche ambientali delle fasce di pertinenza fluviale e
degli ambienti acquatici;
incentivare le iniziative per aumentare la disponibilità, nel tempo, della risorsa idrica.
Suolo
PREMESSA
Lo sviluppo economico di un territorio si nutre necessariamente di suolo, la stessa risorsa primaria
che l’uomo nel tempo modifica per abitare, lavorare ed organizzare le proprie attività. Il suolo non è
solo una piattaforma passiva che ospita i processi di sviluppo delle comunità, ma è un elemento
fondamentale dell’ecosistema e, come tale, vive le trasformazioni che subisce come contributi
importanti alla ridefinizione dell’equilibrio dell’ecosistema locale.
I processi di formazione dei suoli richiedono tempi molto lunghi, a volte centinaia e migliaia di
anni: il suolo è una risorsa naturale comunque esauribile e deve essere utilizzato secondo scrupolosi
criteri di sostenibilità.
In questo senso, la priorità assoluta riguarda la necessità di conservare piuttosto che, più spesso,
recuperare i suoli pregiati, che svolgono l’insostituibile funzione di produrre e sostenere gli habitat
naturali e che sono fondamentali per garantire la tutela delle falde acquifere sotterranee.
L’analisi delle componenti ambientali e antropiche che caratterizzano l’utilizzo e la gestione del
suolo, tanto nella loro individualità quanto nel complesso delle loro interazioni, rappresentano
quindi un requisito fondamentale e necessario per definire lo stato di qualità dell’ambiente, in grado
di fornire dati rappresentativi sia dello stato di conservazione delle risorse naturali del suolo sia
della pressione a cui esse vengono sottoposte, per valutare l’influenza che determinate scelte
possono esercitare sui delicati equilibri ecologici ed infine per ridimensionarne i rischi attraverso
decisioni oculate di assetto e utilizzo del territorio.
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(Considerazioni locali tratte dall’aggiornamento dello studio per la definizione della componente
geologica del P.G.T.)
CARATTERI GENERALI
La superficie comunale presenta particolarità morfologiche derivate dagli eventi geologici e
geomorfologici che ne hanno determinato l’attuale assetto. Nella zona settentrionale e orientale del
comune prevalgono i rilievi morenici; la parte meridionale è formata da una vasta area subpianeggiante, digradante complessivamente verso sud. I corsi d’acqua principali (T.Lura a Nord e ad
Est e T.Antiga ad Ovest) delimitano il territorio comunale con morfologie differenti: il T.Lura
scorre in un’ampia vallata caratterizzata da tratti a morfologia tipicamente valliva -in
corrispondenza dei depositi morenici, alternati a zone pianeggianti occupate da sedimenti
alluvionali. L’Antiga si sviluppa invece al margine di un territorio sub-pianeggiante nel tratto
settentrionale e centrale del comune, a cui segue una valle marcata, scavata tra le colline moreniche,
nella porzione più a sud, al confine con Oltrona e Beregazzo.
L’altimetria della zona collinare raggiunge la quota massima di 454,3 m/slm (dosso collinare del
Roccolo di Somaino) mentre la quota media della zona urbanizzata varia intorno ai 400 m/slm. I
dislivelli sono raccordati da pendii per lo più a debole inclinazione; localmente le pendenze possono
essere maggiori, in particolare in corrispondenza di alcuni dossi gonfolitici e morenici, laddove i
torrenti hanno inciso valli e versanti.
La morfologia attuale del territorio comunale è collegata agli eventi glaciali verificatisi nell'era
quaternaria. Come è noto in tale era si sono succedute diverse fasi glaciali con l'espansione delle
colate provenienti dalle valli lacustri principali, fino a interessare il territorio considerato.
L’area olgiatese è quindi caratterizzata dalla presenza di terreni morenici, fluvioglaciali e glaciolacustri appartenenti a diversi cicli di espansione e di deposito dei ghiacciai.
CARTA GEOLITOLOGICA E GEOMORFOLOGICA (Rif. Tavola 1.1 studio geologico)
I principali aspetti geomorfologici di origine naturale e antropica riportati nella carta sono i
seguenti:
-
Principali creste moreniche: sono tracciate in carta con una linea rossa marcata a tratto pieno,
dove sono riconoscibili con sicurezza, o tratteggiata, dove l’andamento è ipotizzabile in base
alla morfologia. Si tratta delle culminazioni delle morene di origine glaciale che caratterizzano il
paesaggio e la struttura geologica di Olgiate Comasco. Osservando la carta si riconosce anzitutto
un sistema settentrionale, costituito dagli archi di Gerbo-Cantalupo e da quelli presenti nella
zona di C.na M.Arese-Casotto della Valle, incisi dalla valle del T.Lura.
Si nota quindi un sistema centrale formato dai dossi della zona urbanizzata di Olgiate (con la
massima culminazione in corrispondenza del parco comunale di Villa Camilla) e dai rilievi
riconoscibili al confine con Figliaro (al limite ovest del territorio di Olgiate) e nella zona di
Mombello (area Avon spa). E’ probabile che anticamente questi dossi fossero continui e in
seguito siano stati incisi dalla valle del T.Antiga.
Infine nella porzione Sud del territorio sono visibili due ulteriori culminazioni (al confine con i
comuni limitrofi di Lurate Caccivio e Beregazzo).
Tutti i rilievi morenici presenti nel territorio comunale sono classificabili come morene frontali,
ovvero accumuli di detriti erosi dal ghiacciaio e trasportati dalla massa glaciale in direzione
approssimativa nord-sud, o meglio Nord-Est/Sud-Ovest.
La disposizione delle cerchie moreniche in direzione est-ovest ha prodotto effetti macroscopici
sull’idrografia, determinando la deviazione del T.Lura dal suo tracciato originario N-S,
all’attuale assetto est-ovest nella zona settentrionale di Olgiate.
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
-
-
Aree potenzialmente inondabili: si tratta di alcune zone, situate nelle valli dei T.Lura e Antiga,
frequentemente inondabili in occasione di piene.
Aree interessate da attività estrattiva: si tratta dell’ambito della ex cava Baragiola e di alcune ex
cave di argilla.
Orli di terrazzi morfologici fluviali e fluvioglaciali: rappresentano il bordo di terrazzi al limite
della scarpata incisa dai torrenti. Sono osservabili, con una certa evidenza, solo lungo la valle
del Lura, in corrispondenza di una zona “a meandri” e lungo il T.Lura di Albiolo. In altre aree
del territorio comunale non sono invece visibili se non in forma di tracce o relitti.
Interventi di ingegneria naturalistica, scogliere, gabbionate: sono riportati i punti dove sono
stati effettuati interventi di sistemazione in ambito fluviale.
Nella Tavola 1.1 sono riportate le unità geologiche e le caratteristiche litologiche e geotecniche
generali dell’area oggetto di studio.
UNITA’ POSTGLACIALI
Si tratta di depositi alluvionali recenti ed attuali, privi di alterazione superficiale, con suoli assenti o
poco sviluppati (Olocene). Quest’unità affiora in modo diffuso e riconoscibile solo lungo l’asse
torrentizio del T.Lura, dove caratterizza l’alveo e alcune zone meandriformi adicenti.
La composizione dei terreni è a granulometria grossolana, con disposizione in livelli o lenti a
composizione ghiaiosa-ciottolosa o sabbiosa. Sono presenti, talvolta, intercalazioni a granulometria
più fine. Lo sviluppo del suolo è assente in quanto questi terreni sono soggetti alla dinamica fluviale
attuale. Sono riconoscibili strutture di corrente e gradazioni. Dal punto di vista geotecnico questi
terreni sono classificabili come granulari, sciolti, con buone caratteristiche meccaniche. Il drenaggio
delle acque è buono, anche in superficie.
ALLOFORMAZIONE DI CANTU’
Si tratta di depositi glaciali, fluvioglaciali e di contatto glaciale con spessore di alterazione
superficiale da 0 a 2 mt.
Questa alloformazione è presente, nell’area studiata, con varie tipologie di depositi.
• Depositi glaciali
• Depositi fluvioglaciali
• Depositi lacustri
ALLOGRUPPO DI BESNATE
Nell’area in esame i terreni appartenenti a questo allogruppo comprendono depositi glaciali,
fluvioglaciali/fluviali e lacustri.
Sono presenti le seguenti tipologie di depositi.
• Depositi glaciali
• Depositi fluvioglaciali
• Depositi lacustri, lacustri proglaciali, lacustri margino glaciali
DEPOSITI "VILLAFRANCHIANI" (PLIOCENE)
Sono costituiti in prevalenza da limi e argille, con livelli torbosi e lenti di sabbie e ghiaie di
estensione variabile. Si tratta di depositi marini deltizi o di piana costiera, sedimentati all'interno di
solchi vallivi incisi nel substrato gonfolitico; lo spessore è estremamente variabile, anche a causa
della successiva reincisione avvenuta ad opera degli scaricatori glaciali quaternari. In questa unità si
rileva la presenza di piccole falde acquifere sfruttabili all'interno di corpi lenticolari sabbiosoghiaiosi.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
In località prossime a quelle in esame i depositi villafranchiani si presentano ricchi di fossili che
permettono una loro sicura attribuzione cronostratigrafica.
La formazione non affiora nel territorio di Olgiate Comasco, mentre è stata rinvenuta in numerosi
pozzi, in profondità.
GONFOLITE (OLIGOCENE-MIOCENE)
Costituisce il substrato roccioso su cui poggiano i depositi superficiali e glaciali.
Si tratta di un deposito molassico deltizio di origine fluvio-marina e di età oligo-miocenica,
costituito da un conglomerato, con elementi di provenienza alpina, molto cementato da matrice -in
genere silicea-, talora in alternanza con arenarie (molasse) e argille marnose.
Il massiccio gonfolitico è interessato da fratturazioni e fessurazioni, che caratterizzano soprattutto la
facies conglomeratica, data la sua notevole rigidità; gli interstrati molassici presentano invece una
tenacità assai minore e sono spesso ridotti ad un ammasso sabbioso.
La permeabilità della Gonfolite, pur variando in dipendenza del grado di fratturazione, è
generalmente scarsa; tale formazione rappresenta quindi la base del complesso di acquiferi
sovrastanti.
CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE GENERALI (Rif. Tavola 1.2 studio geologico)
L’osservazione della carta permette anzitutto di distinguere due direttrici principali, ovvero uno
spartiacque idrogeologico disposto in senso est-ovest (non coincidente con lo spartiacque
morfologico superficiale) e una linea, a decorso NW-SE, che separa la zona orientale del comune
con significativo deflusso idrico sotterraneo (con presenza di falde estese ed accertate) dall’area
occidentale, dove si trovano solo falde idriche sospese discontinue.
I principali acquiferi del territorio comunale sono la falda del Faloppia e la falda del settore
meridionale.
La falda del Faloppia è un sistema acquifero ben delimitato, con direzione di flusso SSW-NNE. Si
tratta di un acquifero di tipo libero, contenuto in depositi ghiaiosi e sabbiosi, con locali
intercalazioni conglomeratiche e argillose. Tale acquifero è delimitato alla base dal substrato
roccioso gonfolitico e talora dall’unità delle argille villafranchiane.
La falda del settore meridionale a valle dello spartiacque idrogeologico è un acquifero di tipo libero,
contenuto in depositi ghaioso-sabbioso-conglomeratici. Tali depositi sono delimitati, a letto,
dall’unità delle argille villafranchiane. La direzione di flusso di questa falda, nella porzione
meridionale del territorio di Olgiate, è NE-SW.
VULNERABILITA’ DEGLI ACQUIFERI
Dall’analisi della carta si può notare che buona parte del territorio comunale è caratterizzata da
vulnerabilità della falda media (zona centrale) o bassa – moderata (zone caratterizzate da depositi
argillosi).
Le aree a maggiore vulnerabilità coincidono con la zona della cava Baragiola (falda affiorante) e
con la porzione settentrionale del territorio comunale (fascia del T.Lura e zone caratterizzate da
depositi fluvioglaciali).
VINCOLI GEOLOGICI E IDROGEOLOGICI (Rif. Tavola 2.1 studio geologico)
Vengono riportate, con diverse retinature, le aree soggette a vincolo. L'osservanza ed il rispetto di
tutti i vincoli esistenti è fondamentale per una corretta pianificazione urbanistica, geologica,
idrologica e idrogeologica del territorio comunale.
L'elenco dei vincoli è il seguente:
fascia di rispetto fluviale (m 150 dalla sponda o dall’argine)
fasce di rispetto degli alvei di corsi d’acqua (R.D. 523/1904)
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
zone di tutela assoluta delle captazioni (pozzi e sorgenti) ad uso idropotabile (D.Lgs.
n.258/2000)
zone di rispetto dei pozzi ad uso idropotabile (D.Lgs. 152/1999, D.Lgs. n.258/2000)
fasce di rispetto dei corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrico minore (Del. G.R. n.7/7868
del 25 gennaio 2002 e successive modifiche)
CARTOGRAFIA DI SINTESI (Rif. Tavola 2.2 studio geologico)
Nella Carta di sintesi, sono riportati, in accordo con quanto previsto nella D.G.R. 28 ottobre 2001
n.7/6645, gli elementi che rappresentano ambiti di pericolosità e di vulnerabilità presenti sul
territorio. Infatti “la carta di sintesi deve rappresentare le aree omogenee dal punto di vista della
pericolosità riferita allo specifico fenomeno che la genera. Pertanto tale carta sarà costituita da una
serie di poligoni che definiscono una porzione di territorio caratterizzata da pericolosità omogenea
per la presenza di uno o più fenomeni di dissesto idrogeologico in atto o potenziale o da
vulnerabilità idrogeologica”.
AREE VULNERABILI DAL PUNTO DI VISTA GEOMORFOLOGICO
1 Aree caratterizzate da superfici a morfologia accidentata con pendenze da moderatamente elevate
a elevate (10-30%), a rischio di erosione idrica laminare moderata
2 Scarpata con elevata acclività.
AREE VULNERABILI DAL PUNTO DI VISTA IDROGEOLOGICO
1. Zona di rispetto delle captazioni idropotabili
2. Aree con vulnerabilità delle risorse idriche sotterranee elevata
3. Centri di pericolo per le acque sotterranee.
AREE VULNERABILI DAL PUNTO DI VISTA IDRAULICO
1. Aree ad elevata pericolosità potenziale per possibile esondazione dei torrenti Lura e Antiga,
individuate con criterio geomorfologico
2. Aree soggette a impaludamento
3. Fasce di rispetto dei torrenti.
CARATTERISTICHE GEOTECNICHE
Sono state individuate quattro classi di terreni:
1. Terreni con caratteristiche geotecniche scadenti con stato di consistenza tenero per la presenza di
sedimenti fini coesivi (limi argillosi o sabbie limose)
2. Terreni prevalentemente coesivi consolidati o sovraconsolidati con caratteristiche geotecniche
medie e variabili in funzione della litologia locale
3. Terreni prevalentemente granulari, sciolti o mediamente addensati, con caratteristiche
geotecniche generalmente buone, salvo condizioni locali sfavorevoli a causa della varietà della
litologia
4. Substrato roccioso (Gonfolite).
AREE INTERESSATE DA RILEVANTI MODIFICAZIONI DI CARATTERE ANTROPICO
Si tratta dell’area dell’ex cava Baragiola, e dell’area dell’ex inceneritore di rifiuti in loc. Fornaci di
Rongio, il cui intorno è stato interessato da processi di rimodellamento antropico con accumulo e
interramento di rifiuti, ceneri e scorie di incenerimento.
AREE CONTIGUE A ZONE AD ELEVATA PERICOLOSITÀ GEOLOGICA
Sono aree contigue a zone di rispetto dei torrenti o ad ambiti ad elevata pericolosità geologica.
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL BACINO DEL PO
Sono state individuate tre tipologie d’area:
• Ee– Aree a pericolosità molto elevata di esondazione
Corrispondono alla classe 4b di fattibilità geologica e in esse valgono le norme di cui
all’art. 9, comma 5 del PAI.
• Eb– Aree a pericolosità elevata di esondazione
Corrispondono alla classe 3c di fattibilità geologica e in esse valgono le norme di cui
all’art. 9, comma 6 del PAI.
• Em– Aree a pericolosità media o moderata di esondazione
Corrispondono alla classe 3c di fattibilità geologica e in esse valgono le norme di cui
all’art. 9, comma 6 bis del PAI.
FATTIBILITA’ DELLE AZIONI DI PIANO PROPOSTA
E’ stata, a conclusione dello studio, definita una serie di classi di fattibilità (in conformità alla DGR
156/05), strettamente legate alle condizioni di pericolosità geologica dei terreni.
I:
II:
III:
IV:
Fattibilità senza particolari limitazioni: aree per le quali gli studi non hanno individuato
specifiche controindicazioni di carattere geologico all’urbanizzazione.
Fattibilità con modeste limitazioni: aree nelle quali sono state rilevate modeste limitazioni
all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica delle destinazioni d’uso dei terreni per
superare le quali si rendono necessari approfondimenti di carattere geologico-tecnico
idrogeologico e/o prescrizioni per interventi costruttivi.
Fattibilità con consistenti limitazioni: zone nelle quali sono state riscontrate consistenti
limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica delle destinazioni d’uso dei terreni
per l’entità o la natura dei rischi individuati; vengono individuate le prescrizioni specifiche per
la mitigazione del rischio e/o i supplementi di indagine specifici.
Fattibilità con gravi limitazioni: l’alto rischio comporta gravi limitazioni all’utilizzo a scopi
edificatori e/o per la modifica delle destinazioni d’uso delle particelle. Dovrà essere esclusa
qualsiasi nuova edificazione se non opere destinate al consolidamento o alla sistemazione
idrogeologica per la messa in sicurezza delle aree.
Nel territorio comunale di Olgiate Comasco, data la grande variabilità litologica determinata da
differenti tipologie di depositi quaternari, spesso con orizzonti coesivi, e vista anche la struttura
collinare variegata con pendenze e terrazzi, non sono state identificate zone 1, ovvero zone dove
non esistono, a priori, limitazioni di carattere geologico. Sono invece state delimitate zone 2, 3 e 4.
La figura seguente, descrive compiutamente quanto sinora affermato.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Fig. 11 – Olgiate Comasco, carta di fattibilità (fonte studio geologico comunale)
ANALISI DEL RISCHIO SISMICO
Il comune di Olgiate Comasco ricade, a livello generale, in zona sismica 4 (D.g.r n°14964 del 7
novembre 2003) vale a dire con il minimo valore di ag (accelerazione orizzontale massima
convenzionale su suoli rigidi – tipo A) fissato in 0.05g che caratterizza le condizioni sismiche di
base.
Le particolari condizioni geologiche e geomorfologiche di una zona (condizioni locali) possono
influenzare, in occasione di eventi sismici, la pericolosità sismica di base producendo effetti diversi
da considerare nella valutazione generale della pericolosità sismica dell'area.
La metodologia proposta dalla Regione Lombardia prevede tre livelli di approfondimento con grado
di dettaglio in ordine crescente: i primi due livelli sono obbligatori (con le opportune differenze in
funzione della zona sismica di appartenenza, come meglio specificato nel testo della direttiva) in
fase di pianificazione, mentre il terzo è obbligatorio in fase di progettazione sia quando con il 2°
livello si dimostra l’inadeguatezza della normativa sismica nazionale per gli scenari di pericolosità
sismica locale caratterizzati da effetti di amplificazione, sia per gli scenari di pericolosità sismica
locale caratterizzati da effetti di instabilità, cedimenti e/o liquefazione e contatto stratigrafico e/o
tettonico tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche molto diverse.
Il livello 3° è obbligatorio anche nel caso in cui si stiano progettando costruzioni il cui uso prevede
affollamenti significativi, industrie con attività pericolose per l’ambiente, reti viarie e ferroviarie la
cui interruzione provochi situazioni di emergenza e costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche
importanti, sociali essenziali.
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Il 1° livello, che si applica in fase pianificatoria, consiste in un approccio qualitativo e costituisce lo
studio propedeutico ai successivi livelli di approfondimento; si tratta di un metodo empirico che
permette l’individuazione delle zone dove i diversi effetti prodotti dall’azione sismica sono
prevedibili, sulla base di osservazioni geologiche e sulla raccolta dei dati disponibili.
La Carta di pericolosità sismica locale (PSL) viene derivata dalle carte di base (Carta geologica,
geomorfologica, ecc.) e comprende le perimetrazioni delle aree caratterizzate da situazioni in grado
di determinare gli effetti sismici locali. Essa rappresenta il riferimento per l’applicazione dei
successivi livelli di approfondimento. Gli scenari di pericolosità sismica locale ed i relativi effetti
sono rappresentati nella seguente tabella:
Sigla
Scenario di pericolosità sismica locale
Z1a
Zona caratterizzata da movimenti franosi attivi
Z1b
Zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti
Z1c
Zona potenzialmente franosa o esposta a rischio di frana
Z2
Zone con terreni di fondazione particolarmente scadenti (riporti poco addensati, terreni
granulari fini con falda superficiale)
Z3a
Zona di ciglio H>10 m (scarpata con parete subverticale, bordo di cava, nicchia di
distacco, orlo di terrazzo fluviale o di natura antropica)
Z3b
Zona di cresta rocciosa e/o cucuzzolo appuntite o arrotondate
Z4a
Zona di fondovalle con presenza di depositi alluvionali e/o fluvioglaciali granulari e/o
coesivi
Z4b
Zona pedemontana di falda di detrito, conoide alluvionale e conoide deltizio-lacustre
Z4c
Zona morenica con presenza di depositi granulari e/o coesivi (comprese le coltri
loessiche)
Z4d
Zone con presenza di argille residuali e terre rosse di origine eluvio-colluviale
Z5
Zone di contatto stratigrafico e/o tettonico tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche
molto diverse
Effetti
Instabilità
Cedimenti e
liquefazioni
Amplificazioni
topografiche
Amplificazioni
litologiche e
geometriche
Comportamenti
differenziali
Tab. 20 – scenari di pericolosità sismica
Nell’ambito del comune di Olgiate Comasco sono state riconosciute le seguenti situazioni:
Z2:
corrisponde all’affioramento di litotipi generalmente argillosi e limosi presenti soprattutto
lungo il corso del T.Antiga, nella parte occidentale di Olgiate.
Z3a: è invece limitata a due soli ambiti del territorio comunale (cava Baragiola e zona di scarpata
al confine con il comune di Lurate Caccivio).
Z4c: risulta particolarmente estesa, in quanto buona parte del territorio comunale di Olgiate
Comasco è interessato dall’affioramento di depositi morenici.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Fig. 12 --- Olgiate Comasco, carta di pericolosità sismica locale (fonte studio geologico comunale)
USO DEL SUOLO
Le immagini sotto esposte sono invece direttamente tratte dal Sistema Informativo Territoriale della
Regione Lombardia e definiscono il tematismo dell’uso del suolo (DUSAF) e la copertura del suolo
(Corine 2000) relativi al territorio comunale.
In linea generale, gli elementi naturali principali riguardanti il territorio di Olgiate Comasco sono:
• boschi di latifoglie (principalmente localizzati negli ambiti boschivi corrispondenti al settore
nord-ovest ed ovest);
• Boschi misti di latifoglie e conifere (verso est e sud);
• seminativo semplice e arborato (principalmente aree periferiche agli abitati ed intercluse dai
sistemi a bosco);
• prati (sostanzialmente interstiziali nel sistema naturale).
Dati DUSAF 1.0
Aree sterili
(mq)
Aree verdi
urbane,sportive,
ricreative
(mq)
Boschi e
vegetazione
naturale
(mq)
Ghiacciai e
risorse
idriche
(mq)
79.906
324.232
3.859.260
14.838
Prati
(mq)
Seminativi e
legnose
agrarie
(mq)
636.138 2.411.515
Urbanizzato
produttivo,
servizi e vie di
comunicazione
(mq)
Urbanizzato
residenziale
(mq)
Zone estrattive e
discariche e aree di
cantiere
(mq)
0
2.915.872
725.200
Tab. 21 – Olgiate Comasco, Uso reale del suolo (DUSAF): base dato principali categorie di uso del suolo
classificate nella cartografia DUSAF
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Dati DUSAF 2.0
Seminativo
semplice
(mq)
Seminativo
arborato
(mq)
Colture
ortoflorovivaistiche
a pieno campo
(mq)
Seminativi
(totale)
(mq)
Vigneti
(mq)
Legnose
agrarie
(totale)
(mq)
Area totale
(mq)
Legnose
agrarie
totale
(%)
Seminativi
totale
(%)
2.330.163
46.268
18.724
2.395.155
16.360
16.360
10.966.965
0,15
21,84
Tab. 22 – Olgiate Comasco, Uso reale del suolo (DUSAF): indicatore percentuale sul territorio comunale
di seminativi e legnose agrarie
I codici Corine identificabili sono: 2.1.1 (ocra, seminativi in aree non irrigue), 2.4.3 (verde marcio,
aree prevalentemente occupate da colture agrarie con spazi naturali) 2.4.1, 3.1.3 (verde, boschi
misti); 1.1.2 (grigio, tessuto urbano discontinuo), 1.2.1 (giallo, aree industriali o commerciali) per la
parte urbanizzata.
Una immagine ulteriore definisce lo stato di fatto delle aree agricole caratterizzate prevalentemente
da prati permanenti (grigio, codice 2311), seminativi semplici (ocra, codice 2111), cespuglieti in
aree agricole abbandonate (marrone, codice 3242), colture orticole a pieno campo (rosa, codice
21131) e vigneti (rosa, codice 221).
Fig.13 – Olgiate Comasco, DUSAF 1.0 e legenda (fonte Sistema Informativo Territ. della R. L.)
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Fig.14 – Olgiate Comasco, DUSAF 2.0 e legenda (fonte Sistema Informativo Territ. della R. L.)
Fig.15 – Olgiate Comasco, Corine 2000 e legenda (fonte Sistema Informativo Territ. della R. L.)
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Fig.16 – Olgiate Comasco, aree agricole stato di fatto e legenda (fonte Sistema Info. Territ. della R. L.)
CONSUMO DEL SUOLO - PTCP
Altro aspetto importante da sottolineare in merito alla tematica suolo deriva dall’art. 38 delle N.T.A.
del PTCP, che introduce un elemento di dettaglio sostanziale in merito alla verifica della soglia di
sostenibilità insediativa.
Il valore da verificare, e prima rappresentato nella tabella di calcolo, fornisce una superficie di
espansione ammissibile per Olgiate Comasco non superiore a mq. 119.930.
Biodiversità, vegetazione, flora, fauna
La biodiversità rappresenta la misura della diversità della vita sulla nostro pianeta, ossia l’insieme
degli esseri viventi, animali e vegetali, che lo popolano. Essa è il risultato di lunghi processi
evolutivi che, da oltre tre miliardi di anni, fanno sì che la vita si adatti alle continue mutazioni delle
condizioni sulla Terra.
Tra le varie forme di ricchezza di un territorio, la biodiversità è stata sinora fortemente sottovalutata.
Questo patrimonio è costituito da un enorme massa di informazioni genetiche che caratterizzano e
rendono uniche le singole specie.
Sebbene l’estinzione delle specie sia un fenomeno naturale, proprio perché legato alla
contemporanea evoluzione di nuove specie, l’intervento dell’uomo, in particolare attraverso
l’urbanizzazione, l’inquinamento dell’aria e dei suoli, la deforestazione e l’utilizzo di tecnologie
non appropriate, ha amplificato notevolmente la portata di questo fenomeno.
La erosione della biodiversità porterà conseguenze gravi nell’immediato futuro, anche a livello
locale, in quanto le numerose specie di animali, di piante e di microrganismi sono di per sé
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
condizione essenziale per la vita dell’uomo, fonte potenziale di alimenti, di sostanze medicinali e di
altri prodotti strategici per il benessere sociale ed economica della comunità.
Il territorio comunale è ricompreso nelle seguenti aree della rete ecologica così come individuata dal
PTCP della Provincia di Como.
•
•
•
•
•
•
•
CAP ambiti sorgenti di biodiversità di primo livello: l’ambito risulta allocato nella parte
del territorio posta verso nord – nord/ovest in prossimità dei confini di Faloppio ed Albiolo.
CAS ambiti sorgenti di biodiversità di secondo livello: tre aree, ovvero l’ambito ad est
verso Gironico, a sud/ovest verso Beregazzo e a sud verso a cavallo dei confini territoriali
con Beregazzo, Oltrona San Mamette e Lurate.
ECP corridoi ecologici di primo livello: due ambiti riconoscibili, ovvero l’area a nord/est
verso Gironico e l’area ad ovest verso Solbiate.
ECS corridoi ecologici di secondo livello: due aree fondamentalmente: a sud/ovest verso
Beregazzo ed a sud/est verso Lurate.
BZP zone tampone di primo livello: ne esistono cinque, dislocate nelle parti residuali
della Rete Ecologica nel settore centro-sud-occidentale del territorio.
BZS zone tampone di secondo livello: otto aree, localizzate principalmente verso i settori
sud ed ovst del territorio ed in modo più esteso sotto il profilo dell’estensione rispetto alle
BZP.
ZRA zone di riqualificazione ambientale: area della cava Baragiola a confine con
Gironico.
Partendo dal principio che ogni sistema territoriale locale possa analizzare criticamente il proprio
patrimonio di biodiversità per definire le strategie per la sua conservazione/incremento, risulta utile
per il prosieguo effettuare una analisi della componente naturalistica per comprendere l’attuale
funzionalità ecologica del territorio, e le sue potenzialità.
A seguire si cercherà di riassumere parte dei connotati identificativi del predetto ecosistema.
Non è infrequente osservare la commistione di specie proprie degli habitat forestali e di specie con
attitudini sinantropiche, cioè legate agli ambienti modificati e gestiti più continuativamente
dall’uomo. L’esistenza di aree prative e di colture, che irregolarmente interrompono la continuità
degli ecosistemi forestali, incrementa considerevolmente la biodiversità generale, creando i
presupposti per l’instaurarsi di popolamenti faunistici sufficientemente diversificati.
I boschi rappresentano un estremo residuo di "naturalità" in un territorio in parte urbanizzato, ed in
essi possono perciò trovare rifugio le specie animali e vegetali legate all’ambiente forestale che
altrimenti scomparirebbero dall’intera area.
Il bosco è un complesso sistema di relazioni tra animali e vegetali, spesso minacciato da forze
naturali: con il suo intervento l’uomo deve assicurarsi che l’equilibrio venga rispettato e mantenuto,
e nello stesso tempo la sua attività non deve essere eccessiva.
Da tener in considerazione lo stato di produzione potenziale annua di biomasse, che può
determinare consistenti benefici, non solo in termini energetici, ma soprattutto ambientali (migliore
accrescimento delle specie arboree, maggiore funzionalità biologica, miglior drenaggio del terreno
superficiale, migliore regimazione delle acque superficiali e conseguente diminuzione del rischio
idrogeologico).
Va rilevato, infatti, che uno dei maggiori problemi che interessano molte aree è l’evidente
sovrabbondanza di biomassa, in aree in cui l’accrescimento naturale non è stato adeguatamente
compensato da sistematiche operazioni di potatura, taglio e pulizia del sottobosco.
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
L’accumulo naturale al suolo di biomasse legnose e arbustive ‘‘morte’’ genera localmente situazioni
preoccupanti, perché rappresenta una causa di dissesto idrogeologico nella occlusione degli alvei dei
torrenti, con effetti negativi sulla normale regimazione delle acque superficiali.
Ora alcune ulteriori considerazioni sul tematismo attinente il bosco.
Tab.23 – funzioni percettivo-funzionali attribuibili al bosco
FUNZIONE PRODUTTIVA
Il significato di bosco è storicamente coincidente con la produzione di legname.
FUNZIONE PROTETTIVA
Il concetto di protezione svolto dalla volta forestale è un concetto complesso ed articolato; la protezione di esplica per
ciascun bosco su più fronti, anche in funzione della sua ubicazione.
Il concetto di protezione si lega da un lato all’azione antierosiva e regimante, dall’altro all’azione di tutela delle risorse
idriche svolte dalla copertura forestale.
La presenza di popolamenti forestali lungo i corsi d’acqua, grazie soprattutto all’azione di trattenuta meccanica operato
dagli apparati radicali, è in grado di limitare gli effetti erosivi delle acque incanalate, causa potenziale di fenomeni di
instabilità e dissesto.
Inoltre la presenza della copertura forestale è in grado di mitigare il dirompente effetto delle gocce di pioggia,
attenuando l’azione erosiva dell’acqua battente e dilavante, che tenderebbe ad asportare le porzioni superficiali del
terreno privandolo della parte più fertile.
L’intercettazione delle gocce di pioggia da parte delle chiome, l’evapotraspirazione, l’infiltrazione dell’acqua nel suolo
determinano inoltre un rallentamento nella velocità di deflusso delle acque e un conseguente aumento dei tempi di
corrivazione, contribuendo ad attenuare i picchi di piena.
Il bosco e le fasce arborate svolgono inoltre un ruolo nella tutela delle risorse idriche ed in generale della qualità delle
acque in quanto svolgono un effetto protettivo nei confronti degli inquinanti (fasce tampone); tale effetto si esplica in
misura maggiore nelle aree adiacenti ai fontanili, alle sorgenti, ai pozzi, ai laghi, alle zone umide e paludose ed in
generale ai corsi d’acqua.
FUNZIONE ETEROPROTETTIVA
La funzione eteroprotettiva definisce il ruolo del bosco come protezione nei confronti di fattori esterni al bosco stesso,
come ad esempio la protezione effettuata dalle aree forestali verso nuclei abitativi posti alla base delle stesse, la
protezione contro i dissesti in genere, sia di versante che di sponda.
FUNZIONE AUTOPROTETTIVA
La funzione autoprotettiva rappresenta il ruolo di protezione che il bosco ha nei confronti di se stesso e di tutti gli
elementi che lo costituiscono. Tutti i boschi, in qualità di entità biologiche, in assenza di interferenze esterne sono
sistemi auto perpetuanti ma alcune formazioni, più di altre, si sviluppano in condizioni stazionali tali che la funzione di
auto protezione presenta la sua massima espressione si sviluppano in ambiti in cui si sono verificati eventi naturali
calamitosi (frane, incendi, cave).
FUNZIONE IDROPROTETTIVA/TUTELA DELLE RISORSE IDRICHE
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La funzione idroprotetttiva o tutela delle risorse idriche rappresenta il ruolo svolto dal bosco nei confronti degli
ecosistemi acquatici (fiumi, laghi, zone umide, paludi, sorgenti, pozzi, fontanili ecc.). La funzione di prevenzione dal
dissesto spondale è stata valutata nell’ambito della funzione protettiva; nello specifico caso si valuta invece il ruolo di
filtro svolto dalla vegetazione prossima ai bacini cioè la capacità delle piante di contenere la migrazione di carichi
inquinanti dagli ecosistemi terrestri a quelli acquatici – funzione tampone o di fitodepurazione. Inoltre l’identificazione
di punti di derivazione idrica per il consumo umano o per l’agricoltura facilita l’individuazione di pratiche selvicolturali
idonee e l’adozione di accortezze durante la realizzazione degli interventi che evitino il danneggiamento delle falde.
FUNZIONE NATURALISTICA
In generale si può affermare che i boschi rivestono una notevole importanza per la conservazione della biodiversità.
Questo vale in primis laddove, come nella parte collinare - montana del territorio indagato, il bosco presenta una buona
diffusione territoriale, ma anche, e per certi versi in misura ancor maggiore, nella parte di pianura, in cui gli ambiti
boscati, per quanto limitati, possono costituire le uniche isole di naturalità in una matrice territoriale estremamente
semplificata ed antropizzata.
Le aree boscate offrono un beneficio ecologico che dipende dal grado di autoregolazione e perpetuazione (espressione a
diversi stadi della dinamica evolutiva), dalla composizione e ricchezza floristica, dalla struttura complessiva e dalla
stratificazione.
La ricchezza di specie animali e vegetali, la complessità della rete alimentare che le lega e l’equilibrio ecologico che ne
deriva sono gli elementi che maggiormente determinano il grado di naturalità dell’ecosistema bosco: più questi sono
presenti in forma complessa e strutturata, più il bosco può dirsi a prevalente attitudine naturalistica. Questa situazione si
verifica piuttosto di rado e in genere è limitata alle aree boscate più mature, con copertura continua su ampie superfici e
poco disturbate dall’intervento antropico.
Viceversa, per quanto riguarda i territori boscati di pianura e collina, l’alta frammentazione, l’estensione ridotta, la loro
disaggregazione nello spazio, rendono l’ambiente poco permeabile ai movimenti della flora e soprattutto della fauna. In
tali contesti risulta essenziale il ruolo svolto dalle aree protette (parchi e riserve naturali).
In questi ambiti la funzionalità degli ecosistemi è strettamente legata alla conservazione e alla creazione di una struttura
di collegamento (rete ecologica) che consenta di evitare i pericoli dell’isolamento ecologico - ambientale.
FUNZIONE PAESAGGISTICA
A questi soprassuoli boschivi e a questi ambiti territoriali viene attribuito un ruolo preminente di caratterizzazione e
valorizzazione del paesaggio. Questa valenza è legata da un lato alla loro struttura, composizione, articolazione delle
forme e dei colori, dall’altro al ruolo svolto all’interno del contesto in cui sono inseriti e nella connessione in forma
armonica con gli altri elementi del paesaggio (specchi d’acqua, prati, ambiti di elevata urbanizzazione, zone industriali,
residenziali, commerciali, rete viaria, ecc.). In particolare questa seconda accezione, legata pertanto al contesto
territoriale, ne rende la valutazione difficoltosa e non del tutto oggettiva, in quanto entrano in gioco elementi di carattere
estetico, difficilmente parametrizzabili sovente legati ad una visione individuale.
FUNZIONE DIDATTICA E TURISTICO-FRUITIVA
L’attribuzione di una specifica funzione fruitiva ad un determinato territorio implica delle scelte gestionali finalizzate
proprio a questo sfruttamento; questo non significa che un bosco od un percorso dotato di vegetazione e frequentato dal
pubblico non assolva altre funzioni, ma che gli indirizzi di gestione debbono per prima cosa tener conto della fruizione
per garantire la sicurezza degli utenti.
FUNZIONE DI SALUBRITÀ AMBIENTALE
L’aumento dell’urbanizzazione in Europa e nel resto del mondo sta causando un aumento della tensione tra il desiderio
di disporre di aree verdi all’interno e nelle immediate vicinanze delle città da un lato, il bisogno e il desiderio di città
compatte con nuove aree residenziali, commerciali, artigianali ed industriali dall’altro.
La conservazione della vegetazione esistente e la creazione di nuovi spazi verdi non deve limitare lo sviluppo urbano.
Anzi, aree verdi ben progettate e disegnate possono fornire molti benefici, diretti e indiretti, alla popolazione urbana. La
creazione di aree verdi in ambiti urbani e periurbani è direttamente correlabile alla qualità della vita e degli ambienti di
lavoro e può così contribuire ad conferire caratteri di sostenibilità ai processi di sviluppo in corso.
Le aree verdi all’interno e delle città o dei conglomerati urbani non sempre riescono a esprimere tutte le loro potenzialità
in quanto non adeguatamente valorizzate e molto spesso relegate ad occupare spazi di risulta (ambiti di degrado).
Nelle zone urbane e nell’interfaccia città-campagna esiste spesso una mancanza di integrazione tra progettazione delle
aree verdi e altri tipi di pianificazione. La comunicazione talvolta difficile tra urbanisti, forestali (o tecnici ambientali in
genere) e pubblici amministratori non migliora l’integrazione. Inoltre i benefici dei boschi urbani sono spesso difficili da
quantificare. Mezzi e metodi che contribuiscano a dimostrare cosa siano questi benefici e in che modo siano collegati ad
altri fattori possono contribuire a migliorare il processo decisionale.
A. VEGETAZIONE – FLORA
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Il territorio dell’alta pianura lombarda, è coperto da estese superfici boscate; in questo territorio il
bosco si presenta in molte forme differenti, in relazione alle differenti condizioni ambientali ed
all’azione dell’uomo. Nel complesso si riscontrano caratteristiche vegetazionali di notevole
interesse: boschi di betulle, querce, pini, rovere e carpino. Di particolare importanza vegetazionale
deve essere considerata la presenza di boschi acidofili di latifoglie e aghifoglie, ambienti
particolarmente sensibili e delicati.
Gli attuali boschi misti di farnia (Quercus robur) e carpino (Carpinus betulus) sono quello che
rimane delle rigogliose foreste che alcuni secoli fa ricoprivano l'intera Pianura Padana.
La farnia (Quercus robur L.) è un albero a foglie decidue appartenente alla famiglia delle
Fagacee. Essa è la specie tipo attraverso cui il genere Quercus è definito. È la quercia più
diffusa in Europa, e il suo areale è alquanto vasto. Questa pianta è caratterizzata da notevoli
dimensioni, crescita lenta (cosa che ne determina il raro impiego come pianta ornamentale) e
da rinomata longevità. Se lasciata crescere in autonomia può vivere sino a qualche secolo,
mentre con interventi di potatura o di taglio alla base del fusto la vita può estendersi in
maniera rilevante. Si calcola che alcuni esemplari viventi superino i 1.000 anni di vita.
Il Carpino bianco (Carpinus betulus L.) è un albero della famiglia delle Betulaceae,
sottofamiglia Coryloideae, diffuso nell'Europa occidentale. Il carpino bianco è un albero
poco longevo (150 anni), di media altezza (15-20 m) con portamento dritto e chioma
allungata. Le foglie sono ovali, appuntite con il margine doppiamente seghettato, durante
l'autunno, prima di cadere a terra, assumono una colorazione giallo acceso tendente
all'arancione. I fiori sono unisessuali, riuniti in infiorescenze (amenti) anch'essi unisessuali e
poratati sul medesimo individuo (specie monoica). I singoli fiori maschili sono nudi con 612 stami portati singolarmente per ogni brattea. I fiori singoli femminili hanno perigonio e
sono portati a coppie su una serie di bratte e bratteole che nel frutto diverranno una brattea
triloba, tipica della specie. Il frutto è un achenio che contiene un seme non alato. Produce un
legno pesante, duro ma poco duraturo soprattutto se esposto in ambiente umido, di colore
chiaro. Da un punto di vista ecologico, la specie può tollerare una certa ombra e necessita di
temperature relativamente elevate, è invece esigente per quanto riguarda il suolo. È
miglioratrice del terreno ed è dotata di notevole capacità pollonifera.
Oltre a queste due specie dominanti sono presenti:
la rovere (Quercus petraea) è una quercia caducifoglie di prima grandezza, appartenente alla
famiglia delle Fagacee. Si differenzia dalla roverella per le dimensioni del fusto e per il lato
inferiore delle foglie (glabro) che sono semplici, decidue, di forma ellittica, con margine
lobato e 5-8 paia di lobi arrotondati, senza peli. L'apice è ottuso e arrotondato. La pagina
superiore è verde lucido, quella inferiore più pallida. Il tronco è eretto, robusto e slanciato,
ramificato solo nella parte superiore. I rami sono molto nodosi e formano una corona densa,
globosa e regolare. I rami giovani non sono pelosi. La sua chioma si espande verso l’alto
raggiungendo un'altezza di 30-40 metri in bosco. È una quercia dalla discreta longevità,
ragginge infatti i 500-800 anni d'età e le dimensioni massime definitive vengono raggiunte a
120-200 anni.
il ciliegio (Prunus avium) chiamato anche ciliegio degli uccelli o ciliegio selvaggio è un
albero originario del Medio Oriente, si tratta di una pianta da frutto appartenente alla
famiglia delle Rosacee, genere Prunus. Assieme al Prunus cerasus, esso è una delle due
specie di ciliegio selvatico che sono all'origine delle varietà di ciliegio coltivato. Esso
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
necessita dunque per espandersi, di un ambiente e di un micro clima forestale. Tuttavia esso
viene piantato in popolazioni miste, viali in ranghi che necessitano allora di una protezione
imperativa durante i primi anni, perché raggruppati, questi alberi diventano molto appetibili
per i caprioli e più sensibili al cancro batterico, e alla cilindrosporiosi, oltre che agli attacchi
degli insetti.
l'acero campestre (Acer campestre)
l'acero di monte (Acer pseudoplatanus)
il frassino (Fraxinus excelsor), il nocciolo (Corylus avellana)
il biancospino (Crataegus monogyna)
il prugnolo (Prunus spinosa)
il pioppo nero (Populus nigra)
l'ontano nero (Alnus glutinosa).
La specie dominante è la robinia (Robinia pseudoacacia), albero infestante proveniente dal nord
America adattatosi al nostro ambiente.
La Robinia pseudoacacia L. è una pianta della famiglia delle Fabaceae, originaria
dell'America del Nord. Pianta con portamento arboreo (altezza fino a 25 metri) o arbustivo;
spesso ceduato, con forte attività riproduttiva agamica, i polloni spuntano sia dal colletto sia
dalle radici. Corteccia di colore marrone chiaro molto rugosa. Foglie imparipennate, lunghe
fino a 30-35 cm con 11-21 foglioline ovate non dentate lunghe fino a 6 cm con apice esile.
Di giorno aperte la notte tendono a sovrapporsi. Fiori bianchi o crema, lunghi circa 2 cm
simili a quelli dei piselli, riuniti in grappoli pendenti. Frutti a forma di baccello prima verdi
poi marroni lunghi circa 10 cm, deiscenti a maturità. Presenza di numerose spine lunghe e
solide sui rami più giovani. La robinia è specie eliofila, che non si rinnova facilmente sotto
parziale copertura, trova l’ottimo nei suoli sciolti e ben drenati, anche poveri di nutrienti ed a
reazione subacida, mal si adatta ai terreni molto argillosi. Come tutte le leguminose, è in
simbiosi radicale con microrganismi azotofissatori e quindi può arricchire il suolo di azoto.
Nel complesso, la robinia è una specie pioniera, che però (almeno al di fuori del suo areale
di vegetazione naturale) presenta una limitata longevità (60-70 anni) e quindi nelle zone più
fertili è specie transitoria che può essere gradualmente sostituita da altre specie più longeve.
FLORA TIPICA
Occasionalmente Presenza di essenze, come la primula (Primula vulgaris), la polmonaria
(Polmonaria officinalis) e il dente di cane (Erythronium dens-canis). Altre specie presenti sono la
pervinca (Vinca minor), il mughetto (Convallaria majalis), l'anemone dei boschi (Anemone
nemorosa) e la scilla (Scilla bifolia).
POSSIBILE INCIDENZA ANTROPICA
Viene qui riportata una elencazione (di stampo assolutamente generico e puramente indicativo) delle
possibili incidenze delle attività antropiche (da legare in questa trattazione alle attività collegate alla
edificazione/urbanizzazione) sugli habitat/vegetazioni e la flora.
In questi casi le possibili incidenze sull’ambiente possono comportare:
a) Variazione o frammentazione della superficie degli habitat/vegetazioni
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b) Alterazione della qualità dell’aria e delle acque
c) Messa a dimora di specie esotiche
Su questi potenziali effetti occorre definire un quadro di mitigazioni da adottare caso per caso.
B. FAUNA
L’alto numero di specie – animali o vegetali – che abitano un’area è in pratica determinato dalla
varietà di ambienti presenti, oltre che dalla loro qualità. Infatti, un ambiente monotono ospiterà
solamente una ristretta cerchia di specie, escludendo tutte quelle che per vivere esigono situazioni
più differenziate.
Nei boschi misti di latifoglie vivono alcune specie ritenute indicatrici di buono stato dei boschi. Tra
le specie di uccelli si riconoscono specie quali la cincia bigia (Parus palustris), il picchio muratore
(Sitta europaea) e il rampichino (Certhia brachydactyla). Inoltre in questi boschi si possono
facilmente udire il tambureggiare del picchio verde (Picus viridis) e del picchio rosso maggiore
(Picoides major), così come il canto del fringuello (Fringilla coelebs) e del pettirosso (Erithacus
rubecula). Passeggiando attraverso i boschi è possibile incontrare alcuni innocui rettili come il
colubro liscio (Coronella austriaca) e il biacco (Hierophis viridiflavus), o simpatici scoiattoli rossi
(Sciurus vulgaris) in cerca di cibo; tra i tronchi degli alberi trovano rifugio anche i ghiri (Glis glis) e
rapaci notturni come l'allocco (Strix aluco). Habitat per molte specie di uccelli quali il gufo comune
(Asio otus) e lo sperviere (Accipiter nisus), che sferra i suoi attacchi alle prede comparendo
all'improvviso dal fitto degli alberi. Nel periodo riproduttivo nelle aree umide si concentra la
maggior parte degli anfibi presenti, tra cui la raganella (Hyla intermedia), il rospo smeraldino (Bufo
viridis) ed il tritone crestato (Triturus carnifex). Nelle aree agricole la presenza di filari, prati a
sfalcio e piccoli boschetti, garantisce la sopravvivenza di alcune specie come la tortora selvatica
(Streptopelia turtur) e l'averla piccola (Lanius collurio), oltre ai rapaci che sfruttano i prati e i campi
come terreno di caccia dove reperire le loro prede: la civetta (Athene noctua), il lodolaio (Falco
subbuteo) e il gheppio (Falco tinnunculus). Ampiamente distribuiti in tutte le aree agricole, fino al
margine delle abitazioni, sono alcuni mammiferi quali la volpe (Vulpes vulpes), il riccio (Erinaceus
europaeus) e le minilepri o silvilago (Silvilagus floridanus). Infine, l'unica specie ittica attualmente
vivente nel Torrente Lura è il vairone (Leuciscus muticellus).
Anche lo stato colturale, cioè il tipo di gestione forestale a cui sono sottoposti i boschi, è
determinante per la fauna. Boschi abbandonati da tempo saranno apprezzati dagli insetti xilofagi
(che si nutrono di legno) e ai loro predatori.
Variegate sono le forme di vita. Le più conosciute sono i Vertebrati, ma non bisogna dimenticare le
moltitudini di Insetti e Microrganismi che abitano il suolo boschivo, i Bioriduttori.
Tale nome definisce la fondamentale opera di smontaggio e riciclaggio della materia organica
condotta da questo esercito di piccoli consumatori, il loro interessante lavoro riporta sostanze ed
energia vitale in ciclo nella catena alimentare. Si calcola ad esempio che in un ettaro di bosco di
querce la biomassa (cioè la quantità in peso di esseri viventi in un determinato ambiente) dei
vertebrati erbivori e carnivori sia in media 7 Kg. per ettaro, mentre la biomassa dei bioriduttori
(lombrichi, larve di insetti, batteri, funghi, ecc.) è di circa 600 Kg per ettaro.
POSSIBILE INCIDENZA ANTROPICA
Viene qui riportata una elencazione (di stampo assolutamente generico e puramente indicativo) delle
possibili incidenze delle attività antropiche (da legare in questa trattazione alle attività collegate alla
edificazione/urbanizzazione) sulla fauna.
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
In questi casi le possibili incidenze sull’ambiente sono dovute a:
1. Utilizzo di macchinari ed occupazione di suoli (fase di cantiere)
2. Produzione di rifiuti, polvere e rumori (fase di cantiere)
3. Distruzione di superfici boscate
4. Ostacolo alla distribuzione geografica ed alla migrazione delle specie
e possono comportare:
a) Mortalità diretta
b) Asportazione o deterioramento di nidi o altri siti riproduttivi
c) Perdita di habitat idonei
d) Incremento della presenza antropica
e) Rumori, rifiuti, polveri e inquinamento luminoso.
Su questi potenziali effetti occorre definire un quadro di mitigazioni da adottare caso per caso.
Rumore - Radiazioni
Accanto alle criticità più conosciute delle città (inquinamento atmosferico, traffico, rifiuti), si
inseriscono altri problemi la cui percezione da parte dei cittadini è spesso scarsa o nulla.
Si tratta dell’inquinamento legato agli agenti fisici (rumore ed onde elettromagnetiche) e
dell’inquinamento negli ambienti confinati (in particolare il radon). L’attenzione a questi temi è
cresciuta di recente, a causa della presa di coscienza che l’inquinamento legato a questi fattori può
avere effetti sulla salute.
Per ciò che riguarda il rumore, si tratta un indicatore ambientale e sanitario ancora sottovalutato, a
causa soprattutto della soggettività della percezione uditiva. Nella vita quotidiana di una metropoli
il rumore è un’esperienza comune. La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, a questa
si aggiungono i locali notturni e di ristorazione situati nei centri storici delle città, le varie attività
ricreative (partite, concerti, manifestazioni), le attività artigianali e industriali. Anche se allo stato
attuale non esiste alcuna evidenza che il rumore, in particolare da traffico, possa provocare danni
all’apparato uditivo, il disturbo sulle popolazioni può essere lo stesso molto significativo per effetti
di natura socio-psicologica (disturbo, annoyance). Un clima acustico migliore è dunque un obiettivo
comune a molte realtà urbane e la valutazione dell’inquinamento acustico è infatti inserita in
numerosi progetti di sintesi di qualità ambientale.
L’interesse verso l’inquinamento elettromagnetico ha assunto negli ultimi anni un’importanza
crescente legata ai possibili effetti sulla salute derivanti dalla permanenza prolungata in prossimità
di elettrodotti, di emittenti radiotelevisive e di antenne per la telefonia mobile. Il fenomeno
comunemente definito “inquinamento elettromagnetico” è legato alla generazione di campi elettrici,
magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al naturale fondo terrestre o ad eventi
naturali, ma prodotti da tali impianti. Le sorgenti di campi elettromagnetici diffuse negli ambienti
urbani sono molto numerose sia nell’ambito delle frequenze estremamente basse (ELF: Exstremely
Low Frequency), sia nell’ambito delle radiofrequenze (impianti radio televisivi e stazioni radio
base). Particolare importanza riveste, in ambito urbano, l’inquinamento domestico. Infatti i vari
elettrodomestici producono campi elettromagnetici. Dato il crescente interesse per questo tema si è
assistito ad un aumento delle attività di controllo alle frequenze suddette.
Tra i vari agenti inquinanti dell’ambiente indoor deve essere menzionato il radon (222Rn), un gas
nobile radioattivo prodotto dal decadimento dell’uranio (238U) e presente nella crosta terrestre.
Mentre in atmosfera il radon si diluisce rapidamente, negli ambienti confinati si accumula e, in
alcuni casi, può arrivare a livelli di concentrazione tali da rappresentare una fonte di rischio per la
salute degli occupanti. L’attenzione verso questo gas deriva dal fatto che l’effetto sanitario legato
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
all’esposizione ad esso e ai suoi prodotti di decadimento consiste nell’aumento di rischio di
insorgenza di tumore polmonare. Gli aspetti normativi hanno dunque come obiettivo finale la
“riduzione del rischio” ad un livello che può essere considerato “accettabile”.
RUMORE
L’inquinamento acustico è, nelle aree urbane, uno dei fattori di pressione ambientale più diffusi e
percepiti. I rapporti dell’Agenzia Europea, relativi all’esposizione della popolazione europea al
rumore, confermano come in tutto il continente europeo oltre 120 milioni di persone siano esposte a
livelli sonori superiori a 65 dB (A), mentre ben 450 (il 65% circa della popolazione europea)
risultano essere esposti a livelli sonori superiori ai 55 dB(A).
L’interesse per il tema dell’inquinamento acustico è relativamente recente, ma ha già attirato
l’attenzione generale, specie nelle aree urbane, dove è ormai un riconosciuto fattore di pericolo per
la salute e di degrado della qualità della vita. La sua incidenza varia in relazione alle dimensioni e
alle caratteristiche dei centri abitati, degli insediamenti produttivi, del traffico, della densità
demografica e della posizione geografica dei siti.
Il D.P.C.M. 14.11.97 stabilisce i valori limite delle sorgenti sonore in attuazione all'art.3, comma 1,
lettera a), delle legge 26.10.1995 n° 447.
Tali valori sono da riferirsi alle classi di destinazione d'uso del territorio comunale determinate dalla
tabella di seguito riportata:
Classe 1.
Aree particolarmente protette: ospedaliere, scolastiche, destinate a riposo e svago,
residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici urbani,
parchi e riserve naturali istituiti con legge, aree verdi non utilizzate a fini agricoli, etc..
Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: aree urbane interessate
Classe 2.
prevalentemente da traffico veicolare locale, bassa densità di popolazione, limitata
presenza di attività commerciale ed assenza di attività industriali ed artigianali.
Classe 3.
Aree di tipo misto: aree urbane con traffico veicolare locale o di attraversamento,
media densità di popolazione, attività commerciali ed uffici, attività artigianali limitate
ed assenza di attività industriali; aree rurali con attività impieganti macchine operatrici.
Classe 4.
Aree di intensa attività umana: aree urbane ad intenso traffico veicolare, alta densità di
popolazione, elevata presenza di attività commerciali ed uffici, presenza di attività
artigianali; aree presso strade di grande comunicazione e linee ferroviarie; aree
portuali; aree con limitata presenza di piccole industrie.
Classe 5.
Aree prevalentemente industriali: insediamenti industriali e scarsità di abitazioni.
Classe 6.
Aree esclusivamente industriali: attività industriali ed assenza di insediamenti
abitativi.
In particolare vengono determinati i valori limite di emissione, i valori limite di immissione ed i
valori di qualità riferiti alle classi di destinazioni d'uso adottate dai comuni ai sensi e per gli effetti
dell'art. 4, comma 1, lettera a) e dell'art. 6, comma 1, lettera a), della legge 26.10.1995 n° 447.
Nel dettaglio i valori di cui sopra sono i seguenti:
valori limite di emissione - Leq in dB(A)
Classi di destinazione d'uso del territorio
I
II
III
IV
V
VI
aree particolarmente protette
aree prevalentemente residenziali
aree di tipo misto
aree di intensa attività umana
aree prevalentemente industriali
aree esclusivamente industriali
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
tempi di riferimento
Diurno (06.00 - 22.00)
45
50
55
60
65
65
notturno (22.00 - 06.00)
35
40
45
50
55
65
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A)
Classi di destinazione d'uso del territorio
I
II
III
IV
V
VI
aree particolarmente protette
aree prevalentemente residenziali
aree di tipo misto
aree di intensa attività umana
aree prevalentemente industriali
aree esclusivamente industriali
tempi di riferimento
Diurno (06.00 - 22.00)
50
55
60
65
70
70
notturno (22.00 - 06.00)
40
45
50
55
60
70
tempi di riferimento
Diurno (06.00 - 22.00)
47
52
57
62
67
70
notturno (22.00 - 06.00)
37
42
47
52
57
70
valori di qualità - Leq in dB(A)
Classi di destinazione d'uso del territorio
I
II
III
IV
V
VI
aree particolarmente protette
aree prevalentemente residenziali
aree di tipo misto
aree di intensa attività umana
aree prevalentemente industriali
aree esclusivamente industriali
Effetti del rumore sull’uomo
Livelli di rumore troppo elevati producono effetti negativi sulla salute dell’uomo: a questo
proposito, nel 2001 il Ministero della Salute ha inserito il tema del rumore nel ‘‘Rapporto annuale
sullo stato di salute dei cittadini’’, identificandolo come una delle principali cause di disturbo.
Al tempo stesso, livelli diversi di pressione sonora causano effetti differenti sulla salute: dal
semplice disagio psicologico, accompagnato da reazioni comportamentali, come noia, fastidio e
irritazione, a vere e proprie patologie a carico degli apparati uditivo, nervoso, cardiovascolare,
digerente e respiratorio. In particolare, l’esposizione a livelli elevati di pressione sonora durante la
notte incide profondamente, senza che l’organismo se ne accorga, sulla qualità del sonno: ciò può
causare durante la giornata problemi come difficoltà di concentrazione, affaticamento, disturbi
dell’umore, scarsa tolleranza alle frustrazioni e agli eventi stressanti, irritabilità.
A tal proposito si possono formulare ipotesi di risanamento acustico legate prevalentemente alla
viabilità principale di attraversamento. I potenziali interventi di mitigazione mirati alla sorgente
possono essere così distinti:
• Interventi attivi: interventi sul manto stradale (asfalto fonoassorbente o pavimentazione
particolare), ottimizzazione degli impianti semaforici e introduzione di misure che portino
ad una diminuzione della velocità;
• Interventi passivi: barriere acustiche con pannelli fonoisolanti e/o fonoassorbenti, ostacoli
alla propagazione del suono quali terrapieni filari di alberi, cespugli e vegetazione in genere;
• Interventi diretti ai recettori: miglioramento dei requisiti acustici passivi degli immobili
residenziali.
RADIAZIONI
RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE
Il Sole, la Terra e l’atmosfera emettono costantemente onde elettromagnetiche. A questo fondo
elettromagnetico naturale si aggiungono i campi elettromagnetici prodotti dall’uomo.
Nell’ambito delle radiazioni elettromagnetiche è necessario distinguere tra radiazioni ionizzanti,
intese come radiazioni in grado di interagire con la materia provocando la ionizzazione degli atomi
e delle molecole della stessa, e radiazioni non ionizzanti.
Le onde di frequenza superiore a 300 milioni di Hertz sono denominate ‘‘radiazioni ionizzanti’’
(IR), proprio perché comportano la ionizzazione della materia, a danno dei tessuti viventi.
Diversamente, le onde di frequenza inferiore sono chiamate ‘‘radiazioni non ionizzanti’’ (NIR) e
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
sono responsabili del tanto dibattuto fenomeno dell’inquinamento elettromagnetico o
‘‘elettrosmog’’. A loro volta, le radiazioni non ionizzanti si distinguono in onde elettromagnetiche a
bassa frequenza (ELF, Extremely Low Frequency) e onde elettromagnetiche ad alta frequenza.
Le principali sorgenti artificiali di ELF sono gli elettrodotti, ovvero la rete per il trasporto e la
distribuzione dell’energia elettrica, a cui si associano le cabine di trasformazione, le sottostazioni e
tutti gli apparecchi alimentati da corrente elettrica. Le sorgenti principali di onde elettromagnetiche
ad alta frequenza sono invece gli impianti di trasmissione radiotelevisiva (i ponti radio e gli impianti
per la diffusione radiotelevisiva) e quelli per la telecomunicazione (i telefoni cellulari e le stazioni
radio-base per la telefonia cellulare).
E’ opportuno distinguere gli effetti sanitari causati da radiazioni non ionizzanti a bassa e ad alta
frequenza: i campi magnetici a bassa frequenza sono stati classificati dalla IARC (Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro) nella categoria ‘‘potenzialmente cancerogeni’’, mentre
l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sottolinea che non esistono evidenze significative
per concludere che l’esposizione a campi elettromagnetici ad alta frequenza induca o provochi gravi
patologie.
L’esposizione alle radiazioni non ionizzanti è dovuta ad una gran varietà di sorgenti e può
verificarsi secondo diverse modalità e a livelli diversi: per brevi periodi o in modo continuativo.
Le reali condizioni di rischio dipendono quindi dalle caratteristiche delle sorgenti emittenti e dalle
loro caratteristiche: potenza, direzione della provenienza, frequenza, collocazione rispetto ai
soggetti esposti.
Con particolare riferimento alle frequenze ELF (Extremely Low Frequencies, generalmente
comprese tra 50 e 60 Hz), le sorgenti di maggior interesse dal punto di vista dei rischi connessi
all’esposizione della popolazione sono costituite dalle linee ad alta ed altissima tensione (AT e
AAT).
Nel primo caso, esiste la possibilità di elevati livelli di esposizione per periodi prolungati, mentre
nel secondo il livello di rischio dipende dalla capillare diffusione negli ambienti domestici.
Al fine di definire nel nostro caso specifico, la tipologia di radiazioni significativa (ovvero elettromagnetica), occorre ribadire che esistono due linee aeree ad alta tensione di proprietà Terna SpA,
sostanzialmente accostate nella maggior parte del percorso, sulla linea est-ovest nella parte nord del
territorio di Olgiate Comasco.
Altre sorgenti di potenziale inquinamento elettromagnetico locale sono rappresentate dagli impianti
radiotelevisivi (RT) e dai ripetitori per telefonia mobile (RTM), i quali tuttavia, pur essendo molto
diffusi in ambiente urbano, danno luogo ad un’esposizione meno significativa rispetto a quella
dovuta ad impianti RT, proprio perché sono caratterizzati da una potenza in antenna molto più bassa
e generano un’emissione limitata ad una ben precisa direzione.
RADIAZIONI LUMINOSE
La legge regionale n. 17/2000 definisca l’inquinamento luminoso dell’atmosfera come ‘‘ogni forma
d’irradiazione di luce artificiale che si disperda al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente
dedicata e, in particolar modo, se orientata al di sopra della linea dell’orizzonte’’.
L’inquinamento luminoso è oggi un problema molto delicato. La legge regionale (‘‘Misure urgenti
in tema di risparmio energetico ed uso di illuminazione esterna e di lotta all’inquinamento
luminoso’’) prevede, tra le sue finalità, la riduzione dell’inquinamento luminoso e dei consumi
energetici ad esso collegati, nonché la tutela dell’attività di ricerca scientifica e divulgativa svolta
dagli Osservatori Astronomici locali. Il tema, d’altra parte, non si collega solamente ad aspetti
energetici, ma interessa anche aspetti e problematiche di conservazione e salvaguardia degli
equilibri ecologici, all’interno e all’esterno delle aree naturali protette, sottoposti all’azione di
significativi fattori di pressione proprio a causa del crescente numero di fonti luminose notturne.
Olgiate Comasco non è però inserita in alcuna fascia di rispetto di osservatori astronomici.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Rifiuti
Il ciclo e la gestione dei rifiuti rappresentano un indicatore privilegiato per verificare la sostenibilità
di un ecosistema urbano. I rifiuti costituiscono infatti un fattore di pressione antropica sugli
ecosistemi, nel senso che una loro corretta gestione può, da un lato, diminuire notevolmente
l’impatto provocato e, dall’altro, trasformare i rifiuti stessi in risorsa preziosa, sia come materia
prima, attraverso il riciclaggio e il recupero, sia come risorsa energetica, grazie alla
termovalorizzazione.
In quest’ottica, si profilano soluzioni interessanti per due ordini di problemi: l’eliminazione fisica
del rifiuto, la migliore alternativa alla discarica e a forme fortemente impattanti di smaltimento, e la
riduzione dell’utilizzo di nuove materie prime e combustibili fossili.
L’obiettivo prioritario è comunque la riduzione dei quantitativi di rifiuti prodotti in ambito urbano,
soprattutto dei rifiuti che non possono più essere utilizzati e che sono dunque irrimediabilmente
destinati ad essere stoccati, resi inerti e conferiti in discarica. A questa esigenza cercano di
rispondere le più recenti normative comunitarie e nazionali, che impongono livelli crescenti di
recupero e riciclaggio del rifiuto, escludendo il più possibile il ricorso alle discariche e prevedendo
la riduzione degli imballaggi, che oggi contribuiscono in misura considerevole a comporre il
volume totale dei rifiuti.
(Considerazioni desunte da piano provinciale di gestione dei rifiuti urbani – provincia di Como)
L’attuale rete impiantistica su cui è fondata la gestione del rifiuto urbano della Provincia di Como
poggia sui seguenti capisaldi:
DESTINAZIONI RSU INDIFFERENZIATO
1. impianto di termodistruzione di Como “La Guzza” di titolarità A.C.S.M. SpA
2. discariche controllate di Gorla Maggiore (VA) di titolarità del Comune di Gorla Maggiore e
Mozzate (CO) di titolarità del Comune di Mozzate.
PRINCIPALI DESTINAZIONI RACCOLTE DIFFERENZIATE
1. piattaforma di raccolta e selezione “La Guzza” di titolarità ECONORD SpA
2. piazzole di compostaggio della frazione verde di Anzano del Parco GARDEN AZIENDA
AGRICOLA Snc), Cirimido (VERDEAMBIENTE Srl), Villaguardia (CONSORZIO
COMENSE INERTI SpA)
3. Impianto di Compostaggio FORSU di titolarità ECONORD SpA (Comune di Guanzate).
Gli impianti a servizio della raccolta differenziata sopra citati costituiscono i principali recapiti
presenti in Provincia; in realtà i flussi delle raccolte separate, per il loro consistente numero ed
eterogeneità, confluiscono in una molteplicità di destinazioni, rappresentate per lo più da impianti di
raccolta e recupero gestiti da privati in base ad autorizzazioni.
I dati 2007-2008 sono reperibili dall’Osservatorio Rifiuti della Provincia di Como.
Raccolta totale:
4.970 t.
5.028 t.
Raccolta differenziata:
2.664 t.
2.638 t.
Produzione pro-capite totale:
1,23 kg/ab. giorno
1,24 kg/ab. giorno
% raccolta differenziata:
53,6
52,5
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
E’ presente sul territorio un centro per la raccolta differenziata.
Dato produzione rifiuti speciali anni 2002-2003-2004 in tonnellate (fonte ARPA Lombardia
attraverso sito SIMO2):
• Anno 2002:
4.856.853
• Anno 2003:
4.961.348
• Anno 2004:
5.054.128
I dati derivano da autodichiarazioni e non sono rappresentative dell’universo della produzione di
rifiuti speciali.
Energia
Il problema energetico costituisce probabilmente il fulcro principale della tematica dello sviluppo
sostenibile.
La questione dell’energia può essere trattata con due differenti considerazioni fortemente
intrecciate: il consumo e la produzione.
La prima è in massima parte connessa agli stili di vita della popolazione e difficilmente scelte di
natura politica e di gestione del territorio riescono ad incidere in maniera rilevante sui consumi
totali, la seconda può essere gestita ed orientata, da decisioni assumibili anche dalla sfera locale.
La combustione “non industriale”, all’interno della quale rientrano i processi di produzione di
energia, in particolare il riscaldamento domestico, costituisce una fonte rilevante per quasi tutti gli
inquinanti.
Perciò questo appare il settore (insieme al traffico veicolare) su cui intervenire con maggiore
intensità al fine di ridurre le emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti.
Esperienze già compiute e oramai consolidate hanno mostrato che la realizzazione di impianti di
cogenerazione centralizzati a livello comunale o sovracomunale, attraverso la realizzazione di una
rete di teleriscaldamento, portano a sensibili riduzioni in termini globali delle emissioni, nonchè un
risparmio economico da parte della collettività. Queste sono scelte che vanno però inquadrate
almeno nel medio termine temporale, comportando investimenti di risorse (anche finanziare) non
indifferenti.
Nel più breve termine è fondamentale incentivare l’adozione, per i singoli edifici, di tecniche di
produzione energetica che minimizzino l’impatto ambientale (impianti solari termici e fotovoltaici),
oltre che promuovere un corretto isolamento termico delle costruzioni.
Ai fini di ottenere un ampio margine di riduzione delle emissioni di CO2 e di risparmio energetico
in molti edifici è necessaria l’adozione di un approccio integrato, ossia un approccio che tiene
conto, oltre che della qualità di isolamento termico dell’involucro, di fattori quali gli impianti di
riscaldamento e di raffreddamento, l’energia usata per la ventilazione, gli impianti di illuminazione,
l’esposizione e l’orientamento dell’edificio, il recupero di calore, l’apporto di calore dal sole e da
altre fonti di energia rinnovabili.
In fase di progettazione e posizionamento degli edifici è basilare dare ampio riscontro ai vincoli
bioclimatici ed ecologici esistenti in relazione allo sfruttamento di energie rinnovabili, adottando
strategie coordinate in materia di riscaldamento e condizionamento.
Gli edifici con elevato grado di coibentazione hanno fabbisogni energetici inferiori anche del 50%
rispetto ad altri convenzionali; tale risultato viene ottenuto con tecniche quali l'ottimizzazione dei
sistemi di esposizione solare passiva, lo sfruttamento della luce naturale, il raffreddamento naturale
ed il controllo dell’irradiazione e dell’abbagliamento solare.
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
L’adozione di sistemi di captazione attivi e di impianti ad alta efficienza, può ulteriormente ridurre
il fabbisogno di energia anche di un quarto rispetto ad un edificio tradizionale. Negli stessi edifici
esistenti, le cui caratteristiche fisiche ed architettoniche non possono essere modificate, esiste
comunque un notevole potenziale di risparmio se le condizioni favorevoli vengono adeguatamente
sfruttate.
(Le informazioni che seguono sono desunte da: Energia e Agenda 21 Locale “Azione di
accompagnamento agli Enti Locali DocUP Obiettivo 2 Misura 3.5 Sottomisura B”; Promotore del
progetto: Regione Lombardia Direzione Generale Qualità dell’Ambiente)
In sintesi, la tematica qui trattata può essere vista sotto il profilo dell’offerta (sostenibilità attiva) e
della domanda (sostenibilità passiva).
Lato offerta (l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili)
Rientrano in questa categoria gli interventi finalizzati alla produzione di energia elettrica o termica
da fonti energetiche rinnovabili, come, ad esempio, l’installazione di collettori solari, pannelli
fotovoltaici, impianti eolici e di micro-idraulica, così come l’utilizzo della biomassa legnosa e del
biogas prodotto dalle discariche e dagli allevamenti zootecnici.
L’USO ENERGETICO DELLA BIOMASSA
È la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura (sostanze vegetali
e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie ad esse connesse, nonché la parte biodegradabile dei
rifiuti industriali e urbani (Decreto legislativo n. 387/03). A livello normativo, l’utilizzo energetico
delle biomasse viene regolamentato in base alla tipologia della materia prima utilizzata:
• materiale vegetale (vergine) che non ha subito alcun trattamento chimico (DPCM
8/3/2002): in questo caso, le biomasse rientrano tra i “combustibili per usi civili”, che
possono essere impiegati negli impianti termici che non sono inseriti in un ciclo di
produzione industriale (ad esempio, materiale vegetale prodotto da coltivazioni agricole
dedicate, materiale vegetale prodotto da interventi selvicolturali, manutenzioni forestali e
potatura);
• materiale residuale che abbia subito trattamenti di tipo chimico (Decreto legislativo
22/97): il combustibile rientra nella categoria “rifiuto” e il suo recupero energetico
avviene in impianti dedicati (DM 05/02/98) (ad esempio, rifiuti della lavorazione del
legno, provenienti dall’industria della carta, del sughero e del legno).
INSTALLAZIONE DI IMPIANTI SOLARI TERMICI
Un impianto solare termico è un sistema in grado di trasformare l’energia irradiata dal sole in
energia termica, ossia calore, che può essere utilizzato negli usi quotidiani, come, ad esempio, il
riscaldamento dell’acqua nelle strutture di servizio (piscine, impianti sportivi, ecc.) o il
riscaldamento degli ambienti.
La quantità di acqua calda sanitaria a circa 45 °C prodotta da un pannello solare è mediamente pari
a 80-130 litri/giorno per ogni mq di pannello installato. Per riscaldare tale quantitativo d’acqua
occorrono circa mezza giornata di sole nel periodo estivo ed una giornata nel periodo invernale.
Il dimensionamento dei pannelli solari avviene sulla base di diversi parametri: la zona geografica di
installazione (condizioni di irradiazione), l’esposizione, il numero dei componenti della famiglia
che abita l’edificio e quindi il consumo di acqua calda previsto (in media pari a 30-50 litri/giorno a
persona). Indicativamente, sul territorio lombardo, per riscaldare un volume d’acqua pari a circa 50
litri, è necessario installare 1 mq di pannelli solari, orientati in maniera ottimale (inclinazione 30°
con esposizione a Sud). Il risparmio annuale di energia primaria, per ogni mq di pannelli solari
installato, è pari a 862 kWh/mq.
INSTALLAZIONE DI IMPIANTI FOTOVOLTAICI
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
La produzione di energia elettrica mediante energia solare avviene tramite celle fotovoltaiche, ossia
dispositivi costituiti da due strati sovrapposti di materiali semiconduttori (nella maggior parte dei
casi si tratta di silicio), che, esposti alla luce, generano una corrente elettrica. Più celle connesse in
serie formano un modulo e più moduli connessi in serie e in parallelo formano un campo
fotovoltaico.
Gli impianti fotovoltaici possono essere collegati alla rete elettrica o costituire un sistema “isolato”
(i cosiddetti “stand alone”). Nei sistemi collegati alla rete, l’energia elettrica eventualmente prodotta
in eccesso dal sistema fotovoltaico viene assorbita dalla rete elettrica, che, a sua volta, integra il
fabbisogno energetico non soddisfatto dal sistema stesso quando la produzione è bassa. Nei sistemi
isolati, invece, è necessario un accumulatore a batterie per far fronte ai periodi di minore
disponibilità di energia solare.
Le soluzioni architettoniche esistenti sono essenzialmente:
• tetto piatto (pannelli montati su appositi supporti al di sopra della copertura degli edifici);
• tetto inclinato (i pannelli sono parte integrante della copertura degli edifici);
• facciata (combinazione dei pannelli con altri elementi, come le superfici vetrate).
Attualmente l’efficienza di conversione di un sistema fotovoltaico, ossia il rapporto tra l’energia
elettrica prodotta e l’energia solare incidente, è di poco superiore al 12%. Il dimensionamento dei
pannelli fotovoltaici avviene sulla base di diversi parametri: la zona geografica di installazione
(condizioni di irradiazione), l’esposizione, i consumi elettrici dell’utenza. Indicativamente per ogni
kWp sono necessari circa 8 mq di pannelli fotovoltaici (in funzione della tecnologia e della
localizzazione), in grado di produrre circa 1.100 kWh (Nord Italia). L’inclinazione ottimale dei
pannelli rispetto al piano orizzontale è di 30°, con una esposizione a Sud.
GLI IMPIANTI MINI-IDROELETTRICI
Con il termine mini-idroelettrico si intende, per convenzione, l’ambito del settore idroelettrico che
fa riferimento ad impianti di piccola potenza, inferiore ai 3 MW.
La possibilità di impiego della risorsa idroelettrica, su piccola scala, interessa realtà più piccole
caratterizzate da un uso dell’energia prodotta diverso da quello tipicamente industriale. È il caso, ad
esempio, dell’utilizzo dei salti d’acqua sugli acquedotti, oppure di piccole turbine (da pochi kW a
poche decine di kW) posizionate su rigagnoli o torrenti di montagna, asservite all’alimentazione di
realtà locali, o ancora su canali irrigui o di bonifica.
Generalmente un impianto mini-idroelettrico è costituito da uno sbarramento a monte del salto che
convoglia l’acqua verso la sezione di presa di una condotta, che, a sua volta, porta l’acqua a valle
del salto, dove è posizionata una turbina che trasforma l’energia meccanica in energia elettrica.
GLI IMPIANTI EOLICI
Quando si parla di energia del vento si intende l’energia cinetica associata alle masse d’aria che si
spostano da aree ad alta pressione verso aree a bassa pressione. L’intensità e la direzione del vento
dipendono da diversi fattori, che possono essere sia di carattere globale che locale, come
l’irraggiamento solare, il movimento di rotazione della Terra, la forza di attrito (dipendente dalla
“rugosità” della superficie terrestre) e l’orografia.
Per alcune tipologie di impianti mini-eolici, già con venti medi di 7 m/s si rileva un potenziale di
rendimento interessante: in particolare, in presenza di questo vento medio previsto, un impianto tipo
(altezza del mozzo pari a 12 metri) produce, ad un’altitudine di 250 metri sul livello del mare, una
potenza elettrica di quasi 4.000 kWh. Questo rendimento sarebbe sufficiente per rifornire una casa
di abitazione europea media (3.500 kWh/anno, secondo il gruppo di interesse “Energia eolica”,
Austria).
USO RAZIONALE DELL’ENERGIA: TELERISCALDAMENTO E COGENERAZIONE
La produzione contemporanea di energia termica ed elettrica è una delle migliori tecnologie
disponibili per ridurre l’impatto ambientale dei sistemi energetici e limitare le emissioni dei gas
serra in atmosfera. Infatti la trasformazione dell’energia termica ottenuta dalla combustione di un
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 109
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
combustibile (gas, gasolio, carbone, biogas, ecc.) in energia elettrica ha un rendimento variabile tra
il 35% e il 55%. Con lo sviluppo dei sistemi cogenerativi, il calore “di scarto”, o meglio il calore
che non è stato convertito in energia elettrica, viene, in parte, recuperato innalzando il rendimento
globale del sistema. L’energia termica può essere poi distribuita attraverso una rete di
teleriscaldamento urbano per il riscaldamento degli edifici e la produzione di acqua calda sanitaria.
Lato domanda (risparmio energetico)
Gli interventi sul lato della domanda sono riconducibili sia ad azioni di sostegno all’introduzione di
apparecchiature e/o tecnologie ad alta efficienza, come, ad esempio, le lampade fluorescenti a basso
consumo o gli elettrodomestici di classe A, la cogenerazione, il teleriscaldamento, sia ad azioni
volte ad una ridefinizione degli strumenti di pianificazione territoriale (Regolamenti Edilizi) al fine
di introdurre in modo efficace criteri volti al contenimento dei consumi di energia ed alla
promozione delle fonti energetiche rinnovabili, soprattutto rispetto al settore edilizio residenziale.
I REGOLAMENTI EDILIZI SOSTENIBILI
Il Regolamento Edilizio è uno strumento urbanistico che, nel momento in cui viene affrontato
secondo criteri di sostenibilità, può giocare un ruolo determinante nella definizione di politiche di
efficienza energetica nel settore edilizio. In particolare, vengono introdotti tre criteri noti da tempo
ma scarsamente applicati: il risparmio energetico, l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile e
l’impiego di tecnologie bioclimatiche. Possono essere previsti tanto interventi obbligatori, come, ad
esempio, l’installazione di caldaie a condensazione, collettori solari per la produzione di acqua
calda, sistemi di contabilizzazione del calore, utilizzo di vetri doppi, sia interventi facoltativi (ad
esempio, il tetto verde piano o inclinato, i pannelli radianti integrati nei pavimenti o nelle solette, gli
impianti fotovoltaici).
UNA METODOLOGIA PER LA CERTIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI
La Certificazione della qualità energetica degli edifici ha lo scopo di determinarne e certificarne il
consumo o il fabbisogno energetico reale, attraverso l’utilizzo di opportuni indicatori e classi di
riferimento che consentano il confronto con altri edifici. Lo strumento permette, inoltre, di
individuare e consigliare opportune misure di efficienza energetica (come, ad esempio, la diagnosi
energetica). La diagnosi energetica degli edifici rappresenta il passo immediatamente successivo
alla certificazione energetica, dove, oltre ad un insieme sistematico di rilievo, raccolta ed analisi dei
parametri relativi ai consumi specifici e alle condizioni di esercizio dell’edificio e dei suoi impianti
(certificazione energetica), si esegue una valutazione tecnico-economica dei flussi di energia. La
diagnosi si propone di definire il bilancio energetico dell’edificio, individuare gli interventi di
riqualificazione tecnologica, valutare per ciascun intervento le opportunità tecniche ed economiche
e migliorare le condizioni di comfort e di sicurezza, riducendo le spese di gestione.
IL RISPARMIO ENERGETICO NELL’ILLUMINAZIONE
La Regione Lombardia ha recentemente emanato la Legge Regionale n. 38/04, che interviene sul
tema del risparmio energetico legato ai sistemi di illuminazione esterna. Attraverso tale norma, la
Regione intende ridurre i fenomeni di inquinamento luminoso e conseguentemente contenere i
consumi energetici connessi, al fine di tutelare le attività di ricerca scientifica svolte dagli
Osservatori astronomici professionali nonché la protezione degli equilibri ecologici delle aree
naturali protette.
Inoltre, la legge rende obbligatoria la redazione di Piani dell’illuminazione per i Comuni che
ricadono all’interno delle fasce di protezione degli Osservatori astronomici e
prescrive, per gli impianti di illuminazione pubblici, l’uso di lampade ad alta efficienza. Per quanto
riguarda la scelta delle sorgenti luminose, in particolare, si prescrive l’uso di lampade che abbiano la
migliore efficienza luminosa esistente, ovvero sorgenti ai vapori di sodio ad alta e bassa pressione.
Queste lampade possiedono un’elevata efficienza luminosa, compresa tra 90 e 130 Lumen/Watt,
rispetto ad esempio ai 40-60 Lumen/Watt delle sorgenti ai vapori di mercurio. Inoltre, sono
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 110
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
caratterizzate da una durata media (massimo di 20.000 ore) quasi doppia rispetto alle lampade più
comuni (ad eccezione delle sorgenti a fluorescenza).
La sostenibilità energetica del turismo
La ricerca della sostenibilità energetica nel settore turistico passa attraverso la diffusione di una
nuova cultura di uso razionale delle risorse naturali.
Gli interventi di sostenibilità energetica che possono essere realizzati nelle aree turistiche, in
particolare quelle lacustri e montane, si possono ricondurre a due filoni:
• la razionalizzazione e il risparmio energetico nel settore alberghiero (ad esempio
nell’illuminazione, nell’installazione di impianti più efficienti, nella predisposizione di
“carte dei consumi sostenibili”, oppure attraverso la certificazione energetica degli edifici,
...);
• la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili (solarizzazione di strutture ricettive e di
svago, come alberghi, piscine, agriturismi, campeggi, piuttosto che attraverso l’utilizzo di
biomasse in agriturismi montani).
Piano energetico della Provincia di Como
Ha suddiviso con una zonizzazione territoriale energetica il territorio di competenza in cinque
macrozone rappresentative delle diverse realtà territoriali comasche. L’aggregazione delle diverse
municipalità secondo queste cinque aree è avvenuta attraverso il riconoscimento di caratteristiche
comuni a tutti i paesi della provincia (caratteristiche socio-economiche, culturali e ambientali, grado
di vocazione industriale).
Quattro zone sono state contraddistinte con il nome del Comune che ha saputo fornire un'impronta
economica e sociale ai Comuni circostanti rispetto ai quali è anche il più consistente per numero di
abitanti. Una zona invece è definita in base alle caratteristiche morfologiche del territorio su cui
insiste.
Le cinque zone territoriali individuate sono: Lago e Valli, Como e Dintorni, Erbese, Canturino,
Olgiatese.
Zona Olgiatese
La zona dell’Olgiatese comprende la parte sud-occidentale della preovincia. Dal punto di vista
morfologico il territorio si presenta generalmente pianeggiante.
La zona comprende 32 Comuni, con una popolazione di oltre 117.000 abitanti. Tutti gli scambi
commerciali tra Como e Varese passano per questa macrozona, imprimendo una forte impronta
commerciale alla sua economia. Olgiate Comasco è il Comune più importante, in cui operano
diverse industrie e piccole imprese.
BONIFICA E RECUPERO AREA EX INCENERITORE SITO FOSSI RONGIO
(Tratto dalla Relazione attinente lo studio di fattibilità)
Si propone la riqualificazione dell’area mediante la realizzazione di un parco energetico che possa
offrire al territorio olgiatese energia in forma di calore ed elettricita’.
Le premesse progettuali si fondano su due basi:
la bonifica e messa in sicurezza del sito dovute alla preesistente attivita’ di incenerimento
dei rifiuti
la presenza dell’area ecologica
La presenza del fabbricato ex forno in ottime condizioni strutturali.
Gli studi effettuati nel corso degli anni sull’attivita’ dismessa hanno evidenziato la presenza di
depositi residuali sull’area e di depositi sulla struttura dell’ex forno che necessitano di una messa in
sicurezza e di una bonifica delle strutture.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Le biomasse derivanti dalla frazione organica verde e dalla frazione umida del rifiuto urbano
consentono con un procedimento naturale di ottenere il biogas.
E’ quindi possibile rilevare la possibilita’ di realizzare un impianto di produzione di biogas ed un
depuratore per le acque reflue.
Il biogas prodotto potra’ alimentare una turbina che con un sistema di cogenerazione potra’ fornire
calore da distribuire su una rete di teleriscaldamento ed energia elettrica.
DATI LOCALI
Per Olgiate Comasco può essere utile consultare la seguente tabella che definisce i consumi di gas
ed energia elettrica fatturata per tipologia di utenti e settori di attività (anno 1999).
Energia fatturata nel
settore agricolo
(migl./ Kwh)
Energia fatturata
nel settore industra
(migl./ Kwh)
Energia fatturata nel
settore servizi
(migl./ Kwh)
39.462,6
8.887,4
55,0
Energia fatturata nel
settore servizi
generali edifici
(migl./ Kwh)
10.220,0
Tab. 24 – consumi, Olgiate Comasco anno 1999
L’insediamento e la popolazione
Il Comune di Olgiate Comasco conta al 31.12.2008 11.139 abitanti, con densità di popolazione di
1.022 abitanti/kmq..
Il Comune di Olgiate Comasco è posto a cerniera di due importanti direttrici: est-ovest (S.S. 342
Varese – Como) e nord-sud (S.P. Lomazzo - Bizzarone – Mendrisio) e si caratterizza per un
territorio dal paesaggio variegato in cui l’edificato occupa prevalentemente la parte centrale, con
due significative estensioni lungo la Statale Como/Varese nelle direzioni sud/est e nord/ovest.
1991
1992
1993
1994
1995
9.588
9.687
9.785
9.921
9.978
2000
2001
2002
2003
2004
1996
1997
1998
1999
10.058 10.142 10.225 10.301
2005
2006
2007
2008
10.381 10.381 10.501 10.722 10.829 10.997 11.093 11.109 11.139
Tab. 25 – storico popolazione
Rileva sottolineare che Olgiate Comasco denota un andamento demografico in costante crescita nel
periodo considerato (1998-2008), consolidando il processo evolutivo storicamente contrassegnato
dai censimenti. Infatti dai dati forniti dalle unite tabelle 1 e 2 si evince che: dal 1951 al 1991 la
popolazione residente aumenta da 5.623 a 9.564 abitanti pari ad un incremento del 70,09% (1,75%
medio annuo), dal 1991 al 2001 essa sale a 10.354 unità pari all’8,26% (0,83% annuo).
Nel periodo successivo (2001-2008), il tasso di sviluppo consente di attestare la popolazione a
11.139 abitanti pari ad un incremento assoluto di 785 unità, corrispondente al 7,58% (1,08%
annuo), marcando una sensibile positività dell’andamento demografico senz’altro collegato
all’entrata a regime del nuovo P.R.U.G.. Rispetto ad un esame articolato del periodo più recente ai
fini di un riscontro oggettivamente utilizzabile il tasso può essere ricondotto all’1,17% medio
annuo.
Rapportato al futuro quinquennio (periodo di efficacia del Documento di Piano) condurrebbe ad una
stima di 11.806 (+ 667) abitanti al 2013 e 12.513 (+ 1.374) al 2018 soglia sensibilmente inferiore
alla capacità insediativa globale teorica del PRUG vigente (19.198 unità).
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Ciò significa che il processo di trasformazione territoriale ancora in fase dinamica, è destinato a
normalizzarsi soltanto all’esaurimento dei residui programmi edificatori perfezionati.
Fig. 17 – Olgiate Comasco popolazione censimenti 1861-2001 (fonte Wikipedia)
La tabella seguente identifica invece la dotazione di edifici suddivisa per epoca di costruzione.
Epoca di costruzione
Prima del
1919
n.
%
Dal 1919
al 1945
n.
%
Dal 1946
al 1961
n.
%
Dal 1962
al 1971
n.
%
Dal 1972
al 1981
n.
%
Dal 1982
al 1991
n.
%
Dopo il
1991
n.
%
167
187 10,6
268 15,1
434 24,5
324 18,3
192 10,8
198 11,2
9,4
Totale
1.770
Tab. 26 – edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione (elaborazione Provincia di Como)
Il sistema della mobilità e dei servizi locali
RETE STRADALE E STRUTTURA
Nella tavola (vedi tav. A1.4 PGT) si riporta la viabilità principale di riferimento per l’ambito
considerato.
Per quanto riguarda il traffico veicolare interessante il territorio comunale, vengono qui di seguito
sviluppate alcune considerazioni.
Il territorio si identifica altresì come luogo di cerniera nel reticolo della viabilità extraurbana del
compendio interprovinciale dove in particolare raccorda il tracciato storico a nord verso i valichi del
Gaggiolo (S.P. n° 20 Albiolo-Rodero) e Valmorea Bizzarone, nonché a sud-est verso Appiano
Gentile con l’asse collinare della viabilità trasversale rappresentato dalla citata S.P n. 17 (quello
tipicamente precollinare si identifica con la S.S. n. 342 mentre il più meridionale, pedemontano, si
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 113
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
riconosce nella S.P. n° 32 “Novedratese”), comprese le diramazioni verso Vedano Olona e
Venegono-Tradate-Gallarate-Malpensa.
Occorre infine rilevare che Olgiate Comasco è interessata, come esposto, dal passaggio della futura
variante alla S.S. n°342.
I problemi e le carenze del sistema sono aggravati dalla criticità strutturale del trasporto pubblico
che offre scarse alternative all’uso dei mezzi automobilistici privati e dalla conseguente
sovrapposizione del traffico locale a quello in transito lungo le direttrici principali.
Centri di gravitazione sono Como (capoluogo di Provincia), Varese (per questioni logistiche). Le
rete principale viaria porta alle interconnessioni stradali con l’autostrada Chiasso - Milano
attraverso soprattutto i caselli di Lomazzo e Turate.
Il nucleo urbano di Olgiate Comasco è servito da quattro autolinee extraurbane:
C64 Olgiate Comasco – Appiano Gentile – Lomazzo
C74 Como – Valmorea
C 76 Tradate – Olgiate Comasco
C77 Como – Varese
RETE CICLO-PEDONALE
Fig.18 – sentieristica sovracomunale
I percorsi pedonali, in considerazione delle caratteristiche morfologiche del territorio, hanno
rivestito un’importanza fondamentale nell’organizzazione dello stesso e nelle attività economiche
della popolazione locale.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Da sottolineare in questa sede le più significative direttrici intra ed extracomunali dei percorsi
protetti a fruizione ciclo-pedonale interferenti, nel quadro della identificazione delle componenti
della così detta “mobilità dolce”, con il recupero funzionale della ex sede ferroviaria Como- Varese
(vedasi immagine complessiva precedente, tratto giallo), secondo lo studio di fattibilità predisposto
dall’associazione “Iubilantes” di Como (ed agli approfondimenti esecutivi già progettati e operanti
per due tratti) nel quadro della proposta Re. Ver. Med. D.G.R. 7.02.05 n° 7/20442.
Anche al giorno d’oggi questa rete potrebbe costituire un’ossatura importante dell’ambito
territoriale comunale e non solo.
DATI LOCALI E PROBLEMATICHE
La tabella successiva definisce il quadro degli spostamenti all’ultimo censimento.
Femmine
Maschi
Luogo di destinazione
Nello
stesso
comune
di dimora
abituale
Fuori
del
comun
e
1.265
1.347
Totale
Luogo di destinazione
Totale
Nello
stesso
comune
di dimora
abituale
Fuori del
comune
2.612
1.406
1.780
Luogo di destinazione
Totale
Nello
stesso
comune
di dimora
abituale
Fuori del
comune
Totale
3.186
2.671
3.127
5.798
Tab. 27 – Popolazione residente che si sposta giornalmente per luogo di destinazione. Censimento
Comunale. Anno 2001. Femmine e maschi.
L’indice di motorizzazione al 2004 è di 81 veicoli ogni 100 abitanti, di cui 64 autovetture.
PIANO DI RIORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DELLA VIABILITA’ E DELLA SOSTA
L’Amministrazione Comunale di Olgiate Comasco, con l’affidamento dell’incarico per la redazione
del Piano di riorganizzazione del sistema della viabilità e della sosta, si è data come obiettivi
generali:
• la razionalizzazione del sistema di circolazione e della sosta veicolare;
• la riqualificazione urbana, mediante la valorizzazione degli spazi di relazione fra aree
residenziali, servizi di interesse collettivo e zone verdi;
• il miglioramento delle condizioni di accessibilità e di sicurezza stradale per favorire la
fruizione degli spazi urbani da parte degli utenti deboli.
A seguire si propongono specifici stralci del suddetto Piano.
Il Comune di Olgiate Comasco gode di una buona accessibilità veicolare poiché è servito
direttamente:
- dalla Strada Statale n. 342 Briantea Como - Varese;
- dalla Strada Provinciale n. 23 Lomazzo-Bizzarone;
- dalla Strada Provinciale n. 17 Garibaldina.
Il suo centro dista 10 km dallo svincolo Como Sud (SS n. 342) e 12 km dallo svincolo di Lomazzo
(SP n. 23) dell’autostrada A9 Milano-Chiasso.
L’analisi della rete viaria principale di interesse sovracomunale evidenzia che:
- Non esiste un sistema tangenziale a servizio del traffico di transito: la Strada Statale n. 342
Briantea (viale Trieste - via Vittorio Emanuele II - via Roma - via Liancourt); taglia il Centro
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 115
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Abitato di Olgiate Comasco da sud-est a nord-ovest e su di essa, in area centrale, si innesta la
Strada Provinciale n. 17 “Garibaldina” (via Boscone – via Tarchini);
- Il Centro Storico di Olgiate è intersecato a sud dalla Strada Statale n. 342 (via Vittorio
Emanuele II) e lambito ad ovest dalla Strada Provinciale n. 17 (via Tarchini);
- La Strada Provinciale n. 23 Lomazzo-Bizzarone (via per Lomazzo – via Bizzarone), separa i
quartieri di Casletto e Somaino dal nucleo urbano centrale.
A livello di rete stradale comunale gli assi principali sono:
- via Milano che collega, in direzione sud, il Centro con la SP n. 23 Lomazzo – Bizzarone;
- viale Michelangelo, che consente di raccordare il tronco urbano della la SP n. 17 con il ramo
est dell’intersezione SS 342 / SP 23;
- via Sempione/via Sterlocchi, tronchi a senso unico contrapposto che dalla SP n. 17 (via
Tarchini): consentono l’accesso al Centro Storico e all’intero quadrante urbano nord-est;
- via De Amicis - Luraschi / via San Gerardo, con analoga funzione di accesso al quadrante
nord-est dalla SS 342 (viale Trieste);
- via don Sterlocchi, a servizio preminente del complesso sportivo;
- le radiali che collegano il Centro Abitato di Olgiate con i comuni limitrofi:
o via Indipendenza - via Risorgimento (Gironico);
o via Carducci - via Baragiola (Lurate Caccivio);
o via Repubblica (Oltrona di S. Mamette);
o via Perretta (Albiolo);
o via Grandi e via Marconi (Beregazzo con Figliaro).
Problematiche principali riscontrate dagli studi collegati al Piano:
1. la quantità e la qualità del traffico sulla Strada Statale Briantea (24.000 veic./g – 9.000 veicoli in
attraversamento)
2. la sicurezza degli utenti deboli (pedoni e ciclisti) lungo la rete principale, secondaria e locale
3. l’accessibilità ai principali servizi e alle attività economiche insediate nel Centro
4. la scarsa accessibilità veicolare al quadrante urbano nord-est dalla SS n. 342
5. la scarsa integrazione fra le diverse linee del Trasporto Pubblico Locale
Per ulteriori informazioni si consiglia di approfondire la lettura dello strumento qui trattato.
PROPOSTE PER UNA MOBILITÀ SOSTENIBILE
Nel settore dei trasporti la componente energetica è determinante. Infatti l’eccessivo consumo di
combustibili fossili provoca fenomeni di inquinamento a scala locale (smog urbano) e globale
(effetto serra). Questa breve scheda non si propone certo di essere esaustiva a questo proposito, ma
può evocare alcune possibili linee di approfondimento. Vengono affrontati, in particolare, gli aspetti
più specificatamente legati ai combustibili che già sono stati considerati in riferimento ad altri
settori di impiego.
Gli interventi di sostenibilità in questo ambito possono quindi essere organizzati in direzione di due
obiettivi:
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 116
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
• la riduzione dei consumi di combustibili fossili attraverso l’incremento dell’efficienza del
parco veicolare (sostituzione dei veicoli più vecchi e meno efficienti con veicoli
caratterizzati da regimi di marcia a minor consumo), l’ottimizzazione degli spostamenti
(trasporti casa-scuola e casa-lavoro e logistica delle merci) e/o la sostituzione dei vettori di
spostamento con vettori collettivi normalmente più efficienti (treno, metropolitana, autobus,
car pooling e car sharing …);
• l’incremento dell’uso dei biocombustibili (biodiesel) e carburanti a ridotto impatto
ambientale (GPL, metano).
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
4 - CONCLUSIONI ATTINENTI LA FASE “2 SCOPING”
4.1. – IDENTIFICAZIONE E PROPOSTA DI AMBITO DI INFLUENZA DEL P.G.T.
Dalle considerazioni ed analisi di cui al precedente capitolo la situazione di interferenza in merito
alle decisioni assumibili dal DdP del nascente P.G.T. può essere schematizzato come segue:
•
Ambito comunale:
•
Ambiente urbano: verifica delle soglie di criticità insediativa e comunque entro i
limiti posti dal PTCP in applicazione degli indici di consumo del suolo;
•
Ambiente naturale: mantenimento livelli di inintenferenza;
•
Mobilità e trasporti: razionalizzazione rete viaria locale e sovralocale.
•
Ambito comuni confinanti:
•
Parè, Faloppio, Albiolo, Solbiate, Beregazzo con Figliaro, Oltrona San Mamette,
Lurate Caccivio, Gironico: mantenimento delle attuali relazioni territoriali.
Occorrerà verificare le ripercussioni da ascriversi agli effetti connessi alla entrata in
esercizio della variante alla S.S. n. 342 nonché della conclusione dei lavori della
variante S.P. n. 17, in particolare riferibili alla accessibilità da e per.
•
Ambiti extracomunali non limitrofi:
• Interferenze allo stato attuale della pianificazione non rilevabili.
E’ evidente che, dalla considerazione degli elementi sopra descritti (indicazioni PTR, PTCP,
P.R.U.G. vigente di Olgiate Comasco, comuni contermini, studi di settore sovralocali e locali,
analisi di contesto) e dalla presentazione delle linee programmatiche del PGT, emergono scelte
preliminari di piano tendenti ad ottenere e connotare un deciso ambito di influenza (spaziotemporale, semplice e cumulativo e di induzione) non limitabile al solo territorio comunale,
considerando con buona approssimazione che le scelte di tipo viabilistico di interferenza con la
viabilità primaria, nonché quelle di piena attenzione e rispetto dei dettami normativi-programmatici
sovraordinati e settoriali rafforzano ancor più tale conclusione.
Giova peraltro osservare che un particolare ed utile apporto conoscitivo può venire dalla
condivisione con le altre amministrazioni interessate, per implementare la base di conoscenza
comune sugli aspetti socio-economici determinanti per i loro effetti ambientali.
La prima convocazione della conferenza (di avvio del confronto), basata sul presente documento,
ha fornito utili indicazioni da parte dei soggetti coinvolti sulle indicazioni circa la portata e il
dettaglio delle analisi ambientali necessarie per la Valutazione Ambientale del P.G.T., nonché
ulteriori informazioni riguardanti l’ambito di influenza del piano.
L'identificazione dell'ambito d'azione spazio-temporale del P.G.T. è la componente che permette di
stabilire il livello di approfondimento delle analisi che dovranno essere sviluppate nella successiva
analisi di dettaglio e, di conseguenza, il livello di disaggregazione delle informazioni necessarie alla
costruzione degli indicatori per la descrizione e valutazione degli effetti ambientali attesi.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
5 – FASE METODOLOGICA FINALIZZATA AGLI ASPETTI VALUTATIVI
5.1 – DESCRIZIONE FASE “2”, POST-SCOPING
5.1.1 – Determinazione degli obiettivi generali (fase P2.1)
In questa sezione viene proposta l’elencazione degli Obiettivi Generali, derivabili dalle Linee
Programmatiche di cui al precedente punto 3.2.1.1 (in particolare vedasi tabella 2, colonna “linea
programmatica”).
In sintesi, per comodità di lettura e trattazione:
•
•
•
Obiettivo Generale Ambiente Urbano: “OG-AU”;
Obiettivo Generale Ambiente Naturale: “OG-AN”;
Obiettivo Generale Mobilità e Trasporti: “OG-MT”.
Una annotazione procedurale: in questa fase gli “Obiettivi Generali” (OG) sono stati
opportunamente adattati e rivisti rispetto alla loro qualificazione descrittiva desumibile dalla
precedente tabella 2, al fine di renderli omogenei/coerenti per la presente analisi, in particolare gli
OG sono derivati dalla condensazione dei tematismi rappresentati nella suddetta tabella.
•
•
•
OG-AU
1. identità geografica e socio-culturale
2. identità funzionale
OG-AN
1. identità rurale
2. identità naturale
3. minimizzazione delle pressioni sull’ambiente
OG-MT
1. ridefinizione del sistema della viabilità e delle connessioni locali
In particolare:
o identità geografica e socio-culturale
o identità funzionale
o identità rurale
o identità naturale
o ridefinizione del sistema della viabilità e delle connessioni locali
possono essere definiti principalmente quali Obiettivi Generali di carattere endogeno che
derivano dalle analisi del P.G.T. e dai processi di partecipazione, consultazione e negoziazione
interni al processo di pianificazione e programmazione.
o minimizzazione delle pressioni sull’ambiente
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 119
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
può essere definito principalmente quale Obiettivo Generale di carattere esogeno che deriva
invece da politiche, decisioni, P/P di Enti od organismi esterni, non modificabili dal P.G.T.
considerato.
5.1.2 – Costruzione scenario di riferimento e di DdP (fase P2.2)
La costruzione dello scenario di riferimento rappresenta un esercizio di previsione finalizzato a
stimare l'evoluzione nel tempo del contesto socio-economico, territoriale e soprattutto ambientale,
culturale e paesaggistico, su cui il P.G.T. agisce in assenza dalle azioni previste dal P.G.T.. Si tratta
in sostanza di definire l'alternativa zero.
Le alternative di P.G.T. sono costituite da insiemi diversi di azioni, misure, provvedimenti
normativi, ecc..
Lo scenario di riferimento permette di paragonare e differenziare le alternative di P.G.T.,
consentendo di valutare gli effetti derivanti da ciascuna alternativa e di “ordinare” le alternative
stesse secondo una gerarchia di desiderabilità.
Appare legittimo considerare in questa trattazione quale alternativa zero, la condizione urbanistica
(in senso lato, ovvero con effetti e ripercussioni su temi territoriali, ambientali, sociali ed
economici) derivante dalla applicazione delle opportunità normative e localizzative imprimibili sul
territorio considerando i disposti del P.T.C.P. (che peraltro nella determinazione degli ambiti
urbanizzati si è avvalso delle destinazioni d’uso dei vigenti P.R.U.G.); tale situazione rappresenta
pertanto anche sommariamente la condizione da riferire ad una possibile evoluzione senza
l’attuazione del Piano; la tavola specifica è riprodotta all’allegato alternativa 1.
Lo scenario di DdP proposto, viene descritto successivamente nelle sue parti significative.
5.1.3 – Analisi di coerenza esterna (fase A2.2)
L'analisi di coerenza esterna accompagna lo svolgimento dell'intero processo di Valutazione
Ambientale, ma assume un rilievo decisivo in due particolari occasioni:
• nel consolidamento degli obiettivi generali, dove l'analisi di coerenza esterna verifica che gli
obiettivi generali del P.G.T. siano consistenti con quelli del quadro programmatico nel quale
il P.G.T. si inserisce;
• nel consolidamento delle alternative di P.G.T., dove l'analisi di coerenza interna è volta ad
assicurare la coerenza tra obiettivi specifici del P.G.T. e le azioni proposte per conseguirli.
Ai fini pratici viene ora illustrata qualitativamente, con l’ausilio di relazioni matriciali l’analisi di
coerenza esterna di tipo verticale e di tipo orizzontale.
ANALISI DI COERENZA ESTERNA VERTICALE
L'analisi della coerenza esterna verticale è finalizzata a verificare l'esistenza di relazioni di coerenza
tra obiettivi e strategie generali del P.G.T. e obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale, territoriale
ed economica desunti da documenti programmatici di livello diverso da quello del P/P
(Piano/Programma) considerato, nonché da norme e direttive di carattere internazionale,
comunitario, nazionale regionale e locale. Tale analisi deve verificare numerosi riferimenti:
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 120
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
1.
2.
3.
la coerenza dello scenario di riferimento elaborato per il P.G.T. con gli scenari previsti dagli
altri livelli di pianificazione sovraordinati facendo riferimento alle modalità di recepimento e
di eventuale adeguamento alla realtà locale, all’integrazione con gli obiettivi specifici di
livello locale;
la coerenza delle informazioni utilizzate per la definizione della base di dati con quelle
utilizzate in altri livelli di pianificazione/programmazione;
la coerenza degli indicatori assunti nel P.G.T. con quelli adottati nei P/P di diverso livello.
I riferimenti di cui al punto 1. sono quelli enunciati al capitolo 3. In particolare al paragrafo 3.2.1.2 e
3.3.1, ovvero nel nostro caso specifico:
a. Livello COMUNITARIO (Consiglio Europeo di Barcellona 2002, Direttive
92/43/CE e 79/409/CEE)
b. Livello NAZIONALE (Del. CIPE 02.08.2002)
c. P.T.P.R. – P.T.R.
d. P.T.C.P.
I riferimenti di cui al punto 2. sono quelli stabiliti attraverso la precedente tabella 3, al capitolo 3, in
particolare al paragrafo 3.2.2.1. Si ritiene inutile approfondire il legame di coerenza esterna per
questa condizione, in quanto le informazioni reperite sono, per quanto confrontabili, le medesime
utilizzate per i P/P sovraordinati.
Stessa valutazione per il punto 3; si rimanda al punto 5.1.5 successivo ove vengono elencati gli
indicatori di Piano. Si può affermare che gli indicatori assunti dal P.G.T. risultano confrontabili con
quelli significativi e gerarchicamente superiori appartenenti a P/P sovraordinati.
TEMA
OG
a
b
c
d
identità geografica e
socio-culturale
AU
identità funzionale
identità rurale
AN
identità naturale
minimizzazione delle
pressioni sull’ambiente
MT
ridefinizione del sistema
della viabilità e delle
connessioni locali
Tab.28 – Matrice descrittiva delle relazioni fra OG e scenari derivanti da altri livelli di
pianificazione sovraordinati
LEGENDA TABELLA 28
a. SCENARIO livello COMUNITARIO
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
b. SCENARIO livello NAZIONALE
c. SCENARIO P.T.P.R. – P.T.R.
d. SCENARIO P.T.C.P.
Coerenza esterna verificata
Coerenza esterna non verificata
Insignificatività relazionale
Commento sintetico matrice tabella 28
Per significatività delle interrelazioni con gli OG del DdP e considerando che a livello provinciale il
PTCP condensa sul proprio territorio i riferimenti gerarchicamente superiori (comunitario,
nazionale e regionale), si rileva essere utile commentare in modo sintetico la coerenza esterna
verticale fra questi due livelli di pianificazione.
Le strategie programmatiche provinciali, come già esposto, possono essere così inquadrate:
1- Assetto idrogeologico e difesa del suolo
2- Tutela dell’ambiente e valorizzazione ecosistemi
3- Costituzione rete ecologica provinciale per conservazione biodiversità
4- Sostenibilità sistemi insediativi mediante riduzione consumo di suolo
5- Definizione centri urbani aventi funzioni di rilevanza sovracomunale-polo attrattore
6- Assetto rete infrastrutturale della mobilità
7- Consolidamento posizionamento strategico della Provincia di Como nel sistema economico globale
8- Introduzione della perequazione territoriale
9- Costruzione di un nuovo modello di “governance” urbana
•
•
•
•
Strategia 1 del PTCP: coerenza verificata in funzione dello studio della componente
geologica locale
Strategia 2 - 3 del PTCP: coerenza verificata in funzione degli OG locali attinenti l’ambiente
naturale
Strategia 4 del PTCP: coerenza verificata in funzione degli OG locali relativi e all’ambiente
urbano e all’ambiente naturale
Strategia 6 del PTCP: coerenza verificata in funzione degli OG locali relativi ai trasporti ed
alla mobilità.
Le strategie 5 – 7 – 8 – 9, pur verificabili, non presentano apprezzabile attinenza con gli OG del
DdP proposto.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 122
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
ANALISI DI COERENZA ESTERNA ORIZZONTALE
L'analisi di coerenza esterna di tipo orizzontale deve invece verificare la compatibilità tra gli
obiettivi generali del P.G.T. e gli obiettivi generali desunti dai piani e programmi di settore;
debbono essere presi in considerazione i P/P dello stesso livello di governo e dello stesso ambito
territoriale di riferimento. Si tratta cioè di verificare se strategie diverse possono coesistere sullo
stesso territorio e di identificare eventuali sinergie positive o negative da valorizzare o da eliminare.
Nel nostro caso specifico vengono presi in considerazione i seguenti P/P significativi del livello
territoriale locale:
a. Aggiornamento dello studio per la definizione della componente geologica del P.G.T.;
b. Studio idrologico e idraulico dei corsi d’acqua per l’individuazione del reticolo idrico
minore;
c. Piano di classificazione acustica del territorio comunale;
d. Piano di riorganizzazione del sistema della viabilità e della sosta.
TEMA
OG
a
b
c
d
identità geografica e
socio-culturale
AU
identità funzionale
identità rurale
AN
identità naturale
minimizzazione delle
pressioni sull’ambiente
MT
ridefinizione del sistema
della viabilità e delle
connessioni locali
Tab.29 – Matrice descrittiva delle relazioni fra OG e scenari
derivanti da livelli di pianificazione locali
LEGENDA TABELLA 29
a. SCENARIO Aggiornamento dello studio per la definizione della componente geologica
del P.G.T.
b. SCENARIO Studio idrologico e idraulico dei corsi d’acqua per l’individuazione del
reticolo idrico minore
c. SCENARIO Piano di classificazione acustica del territorio comunale
d. SCENARIO Piano di riorganizzazione del sistema della viabilità e della sosta
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Coerenza esterna verificata
Coerenza esterna non verificata
Insignificatività relazionale
*da confrontare in sede attuativa
Commento sintetico matrice tabella 29
Risulta implicita in questo caso, laddove significativa, la coerenza orizzontale con lo studio
geologico e il reticolo idrico minore, in quanto assunti quale parte integrante del proponendo DdP.
Sono da porre a confronto e congruenza gli OG dell’ambiente urbano in merito alle risultanze e
prescrizioni derivanti dal Piano di classificazione acustica e dal Piano di riorganizzazione della
viabilità.
5.1.4 – Definizione di obiettivi specifici, costruzione di alternative/scenari di sviluppo e
definizione azioni (fase P2.3)
OBIETTIVI SPECIFICI ED AZIONI
Dall’effetto combinato della analisi di contesto di cui al paragrafo 3.3.2 precedente, dalla
enucleazione degli Obiettivi Generali
•
•
•
Obiettivo Generale Ambiente Urbano: “OG-AU”
Obiettivo Generale Ambiente Naturale: “OG-AN”
Obiettivo Generale Mobilità e Trasporti: “OG-MT”
e dalla analisi della tabella 2, opportunamente rivista ed integrata, si possono dedurre i seguenti
obiettivi specifici “OS” (in corsivo):
1
1.
2.
OG-AU
identità geografica e socio-culturale
1.
consolidamento del ruolo e della fisionomia identificativa del territorio
identità funzionale
1.
determinazione soglie critiche di edificabilità
2.
controllo urbanistico del sistema insediativo locale
3.
consolidamento e sviluppo della struttura produttiva e terziaria
4.
tutela e valorizzazione dei nuclei storici
5.
miglioramento standard di qualità edilizia
6.
individuazione di priorità strategiche (Piano dei Servizi) e di elementi
caratterizzanti la struttura della Città Pubblica
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
7.
2
1.
2.
3.
3
1.
riduzione effetti negativi delle pressioni antropiche sull’ambiente e la salute
(aria – acqua – radiazioni – rifiuti - rumore)
OG-AN
identità rurale
1.
salvaguardia e valorizzazione sostenibile di aree agro-forestali
2.
incentivazione produzione locale ed indotto
identità naturale
1.
tutela paesistica/ecosistemi
2.
valorizzazione prescrizioni Rete Ecologica
minimizzazione delle pressioni sull’ambiente
1.
tutela risorse idriche
OG-MT
ridefinizione del sistema della viabilità e delle connessioni locali
1.
completamento e razionalizzazione della viabilità
2.
valorizzazione mobilità ciclo-pedonale ed interconnessioni tra polarità
urbane ed ambiente agro-forestale
Gli obiettivi specifici devono essere concreti, misurabili e/o valutabili per quanto alcuni assumano
un livello di parametrazione difficoltoso (è il caso ad esempio di obiettivi legati alla qualità del
paesaggio). Le possibili incompatibilità tra obiettivi specifici devono trovar soluzione attraverso la
definizione delle priorità.
In ogni caso la partecipazione dei cittadini e degli altri attori coinvolti nel processo di P.G.T. è
fondamentale per definire obiettivi specifici attenti ai reali problemi, tecnicamente e socialmente
raggiungibili.
Le “azioni” ovvero “AZ” (ordinate numericamente attraverso codici per comodità di trattazione
successiva), caratteristiche del nascente P.G.T, vengono ora accostate a ciascun obiettivo specifico,
ovvero “OS”.
1.1
OG-AU identità geografica e socio-culturale
1.1.1 OS1 – consolidamento del ruolo e della fisionomia identificativa del territorio
AZ1 definizione dei caratteri significativi del territorio nel contesto geografico di appartenenza
AZ2 valorizzazione delle peculiarità storico/naturalistiche ed insediative
1.2
OG-AU identità funzionale
1.2.1 OS1 - determinazione soglie critiche di edificabilità
AZ3 individuazione di ambiti di trasformazione coerenti con limiti fisici territoriali individuati su
base geomorfologica e paesistica
AZ4 definizione ambiti di riqualificazione interni al tessuto urbanizzato
1.2.2 OS2 – controllo urbanistico del sistema insediativo locale
AZ5 completamento coerente del tessuto edilizio consolidato
AZ6 conferma della normativa speciale inerente gli ambiti denominati “AS”
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 125
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
1.2.3 OS3 – consolidamento e sviluppo della struttura produttiva e terziaria
AZ7 promozione controllata di interventi rivolti alle strutture produttive, artigianali e terziarie
AZ8 riconversione funzionale di complessi incongruenti con il contesto
1.2.4 OS4 - tutela e valorizzazione dei nuclei storici
AZ9 incentivazione interventi di recupero degli edifici di impianto storico
AZ10 valorizzazione integrità tipologica, architettonica, culturale e simbolica
1.2.5 OS5 – miglioramento standard di qualità edilizia
AZ11 promozione interventi di qualificazione strutturale e fruitiva degli edifici esistenti
AZ12 incentivazioni legate a nuovi interventi improntati alla componente “bio”
1.2.6 OS6 - individuazione di priorità strategiche (Piano dei Servizi) e di elementi
caratterizzanti la struttura della Città Pubblica
AZ13 città pubblica: razionale distribuzione sul territorio comunale, in termini di fruibilità,
accessibilità e fattibilità
AZ14 individuazione e valorizzazione di funzioni caratterizzanti il ruolo della città (“polo
attrattore”)
1.2.7 OS7 – riduzione effetti negativi delle pressioni antropiche sull’ambiente e la salute
(aria- acqua – radiazioni - rifiuti - rumore)
AZ15 previsione di attività potenzialmente insediabili/insediate a basso impatto (aria)
AZ16 minimizzazione prelievi, ottimizzazione sistema di distribuzione e scarichi reflui e
compartecipazione per miglioramento dei livelli di qualità delle acque superficiali (acqua)
AZ17 controllo effetti nelle adiacenze di linee elettriche ad alta tensione (radiazioni)
AZ18 promozione e controllo obiettivi impressi a livello provinciale (rifiuti)
AZ19 riduzione effetti negativi imputabili alla componente rumore (piano di classificazione
acustica)
2.1
OG-AN identità rurale
2.1.1 OS1 – salvaguardia e valorizzazione sostenibile di aree agro-forestali
AZ20 individuazione forme di sviluppo attività eco-sostenibili e multifunzionali
2.1.2 OS2 – incentivazione produzione locale ed indotto
AZ21 attivazione di forme di produzione legate al territorio
2.2
OG-AN identità naturale
2.2.1 OS1 – tutela paesistica/ecosistemi
AZ22 valorizzazione elementi ecosistemici significativi e limitazione degli effetti critici per
vegetazione autoctona e fauna
AZ23 conservazione e gestione dei boschi e dei prati onde prevenire il degrado dei suoli
AZ24 applicazione delle disposizioni derivanti dallo studio geologico
2.2.2 OS2 – valorizzazione prescrizioni Rete Ecologica
AZ25 previsione di una estensione complessiva delle aree protette a livello comunale
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
AZ26 delineare i prodromi di un parco locale di interesse comunale imperniato sul tracciato
dell’ex ferrovia Como-Varese e sul corso del torrente Lura
2.3
OG-AN minimizzazione delle pressioni sull’ambiente
2.3.1 OS1 – tutela risorse idriche
AZ27 monitoraggio qualità acque superficiali e sotterranee
3.1
OG-MT ridefinizione del sistema della viabilità e delle connessioni locali
3.1.1 OS1 – completamento e razionalizzazione della viabilità
AZ28 razionalizzazione della rete viaria comunale (Piano della viabilità) per massimizzare
l’accessibilità complessiva infraurbana (anche in funzione della realizzazione della variante
alla S.S. n. 342 in un unico lotto funzionale)
AZ29 dislocazione ottimale strutture pubbliche a parcheggio
3.1.2 OS2 – valorizzazione mobilità ciclo-pedonale ed interconnessioni tra polarità urbane
ed ambiente agro-forestale
AZ30 realizzazione di infrastrutture riservate alla mobilità protetta (rete infraurbana)
AZ31 adeguamento rete sentieri locale da riferirsi anche a tracciati di livello sovracomunale
(implementazione tratto locale della “Re. Ver. Med.”).
COSTRUZIONE DI ALTERNATIVE/SCENARI DI SVILUPPO CON RELATIVE AZIONI
Ogni alternativa/scenario di P.G.T. è finalizzata a rispondere a una gamma di obiettivi specifici
attraverso possibili diverse linee di azione. Ciascuna alternativa/scenario è costituita quindi da un
insieme di azioni, misure, norme che caratterizzano la soluzione e la differenziano rispetto alle altre
alternative/scenari.
Il processo di selezione dell'alternativa/scenario di P.G.T. è un processo complesso nel quale
intervengono vari aspetti:
• le caratteristiche degli effetti ambientali di ciascuna linea di azione e del loro insieme;
• l'importanza attribuita da ciascun attore a ogni effetto e a ogni variabile;
• la ripercorribilità del processo di selezione;
• l'esplicitazione dell'importanza attribuita ai differenti elementi da parte di chi prende la
decisione finale;
• la motivazione delle opzioni effettuate.
Una alternativa/scenario di P.G.T. “ragionevole” dovrebbe comunque tenere nel debito conto, nel
suo insieme della:
• sostenibilità economico-sociale;
• sostenibilità ambientale;
• sostenibilità territoriale;
• fattibilità tecnica.
Le azioni di P.G.T. dalla cui differente combinazione possono scaturire ragionevoli
alternative/scenari, possono comprendere:
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 127
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
•
•
definizione di vincoli e destinazioni d'uso - classificazione del territorio in aree omogenee
per una determinata caratteristica (livello di tutela, destinazione urbanistica, uso del suolo,
ecc.) utilizzate nella pianificazione per stabilire come orientare lo sviluppo in diverse
porzioni del territorio; è solitamente molto utilizzato nei P/P di livello strategico;
realizzazione di strutture e infrastrutture - consistono nella previsione, localizzazione e
definizione di opere quali strade, ferrovie, centri sportivi, abitazioni,ecc.; sono un elemento
caratteristico di quasi tutti i piani di governo del territorio e di molti P/P strategici; ciò che
varia in modo sostanziale è in genere il livello di dettaglio con cui tali interventi sono
definiti;
misure gestionali/normative, politiche e strumenti per l'attuazione del piano costituiscono la tipologia più varia di elementi a disposizione per attuare una alternativa di
P.G.T.; in generale sono strumenti utilizzati nell'ambito di P.G.T. in cui la componente
attuativa sia prevalente; tuttavia ricadono in questa tipologia anche misure e indirizzi tipici
di P.G.T. a forte componente strategica.
Nel nostro caso appare opportuno e significativo pensare di attribuire alla alternativa uno il
medesimo scenario della alternativa zero (paragrafo 5.1.2) derivante dalla applicazione delle
opportunità normative e localizzative imprimibili sul territorio considerando i disposti del P.T.C.P.
(che peraltro nella determinazione degli ambiti urbanizzati si è avvalso delle destinazioni d’uso dei
vigenti P.R.U.G.); tale situazione rappresenta pertanto sia la condizione da riferire alla evoluzione
probabile senza l’attuazione del Piano, sia uno scenario primario alternativo
(ALTERNATIVA/SCENARIO 0 = ALTERNATIVA/SCENARIO 1)
L’ALTERNATIVA 2 rappresentata in questa sede ha come struttura di base la n. 1 (vedasi per
approfondimenti par. 5.1.5.1).
Altre alternative rappresentabili non paiono essere significative in quanto presumendo il concetto di
compatibilità con il PTCP quale parametro fondante cui basare le scelte del DdP, il confronto con
l’applicazione asettica di queste azioni può consentire di interfacciare concretamente due scenari
effettivamente proponibili ed interrelati (allegati grafici alternative 1 e 2).
Il confronto fra le due alternative così individuate viene effettuato direttamente al paragrafo 5.1.5.1,
ponendo in parallelo i punti di forza e le criticità derivanti da entrambe le soluzioni.
In particolare, considerando la tipologia di Linee Programmatiche/Obiettivi Generali assunti dalla
Amministrazione Comunale di Olgiate Comasco per il proprio territorio, è stata concepita la
valutazione delle alternative sulla base delle scelte specifiche proposte dal DdP che
significativamente possono produrre effetti apprezzabili.
In sostanza queste scelte sono riconducibili ai nuovi ambiti di trasformazione/riqualificazione che
possono essere definiti con una diversa entità/collocazione in funzione della scelta della alternativa
uno o alternativa due (scenario DdP proposto).
E’ importante osservare che i paragrafi 5.1.3, 5.1.4 e 5.1.5 contemplano la valutazione su Obiettivi
Generali, Specifici ed Azioni attribuibili contemporaneamente alle alternative prescelte, al fine di
poter disporre di un quadro generale di riferimento utile per la fase di stima e confronto di cui al
punto 5.1.5.1 citato e che dettaglierà meglio la questione.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 128
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
In questa sezione viene invece considerata la situazione generale (Obiettivi Generali (OG), Obiettivi
Specifici (OS) azioni (AZ)), così come potrebbe essere ascritta alla alternativa uno ed alla
alternativa due, partendo dal principio di unificare, per quanto possibile, i tematismi principali.
In particolare si è pensato, nel caso in oggetto, di “imporre” alla alternativa uno i medesimi OG, OS
e AZ attribuibili alla proposta di DdP del PGT con l’intento di perseguire quella omogeneizzazione
sopra accennata, partendo dal principio che risultano fra loro coerenti (tabella coerenza esterna).
Vengono inoltre evidenziate, per comodità di lettura delle tabelle, con opportuna colorazione delle
celle, quelle azioni (n. 3, 25 e 26) che definiscono delle potenziali diverse linee di condotta fra
l’alternativa 1 e l’alternativa 2; verranno sottoposte al confronto ed alla stima degli effetti
ambientali attesi al paragrafo 5.1.5.1.
Difatti l’azione 3 fissa dei limiti fisici territoriali non previsti direttamente dalle indicazioni
derivanti dal PTCP; parallelamente il medesimo PTCP classifica come ambiti, potenzialmente
trasformabili sotto il profilo urbanizzativo, talune aree agro-forestali che rivestono una particolare
importanza strategica sotto il profilo ambientale per Olgiate Comasco (azione 25 e 26).
Il percorso valutativo fra le due alternative assunte prevede pertanto due livelli a scala diversa:
o
o
primo livello: valutazione e stima effetti ambientali a scala generale attraverso l’attribuzione
dei medesimi OG – OS – AZ considerando che gli scenari PTCP e DdP possano essere
sovrapponibili in quanto coerenti;
secondo livello: valutazione e stima effetti ambientali a scala significativa considerando
quali elementi di differenza fra i due scenari la localizzazione degli ambiti di trasformazione
e di riqualificazione; successiva definizione della alternativa con maggiori caratteri di
sostenibilità socio-economico-ambientale.
TM
OG
AMBIENTE URBANO
OS
AZ
1-definizione dei caratteri significativi
1.1
del territorio nel contesto geografico di
1.1.1 consolidamento del ruolo e appartenenza
identità
della fisionomia identificativa del
geografica
e territorio
2-valorizzazione delle peculiarità
socio-culturale
storico/naturalistiche ed insediative
3-individuazione
1.2.1 determinazione
critiche di edificabilità
1
AU
soglie
di
ambiti
di
trasformazione coerenti con limiti fisici
territoriali
individuati
su
base
geomorfologica e paesistica
4-definizione
ambiti di riqualificazione
interni al tessuto urbanizzato
1.2
identità
funzionale
1.2.2 controllo urbanistico del
sistema insediativo locale
6-conferma della normativa speciale
inerente gli ambiti denominati “AS”
1.2.3 consolidamento e sviluppo
della struttura
terziaria
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
produttiva
5-completamento coerente del tessuto
edilizio consolidato
e
7-promozione controllata di interventi
rivolti
alle
strutture
produttive,
artigianali e terziarie
8-riconversione funzionale di complessi
incongruenti con il contesto
Pagina 129
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
9-incentivazione
1.2.4 tutela e valorizzazione dei
interventi di recupero
degli edifici di impianto storico
nuclei storici
10-valorizzazione
integrità tipologica,
architettonica, culturale e simbolica
11-promozione
1.2.5 miglioramento standard di
qualità edilizia
1.2.6 individuazione di priorità
strategiche (Piano dei Servizi) e di
elementi caratterizzanti la struttura
della Città Pubblica
interventi
di
qualificazione strutturale e fruitiva degli
edifici esistenti
12-incentivazioni legate a nuovi
interventi improntati alla componente
“bio”
13-Città
Pubblica:
razionale
distribuzione sul territorio comunale, in
termini di fruibilità, accessibilità e
fattibilità
14-individuazione e valorizzazione di
funzioni caratterizzanti il ruolo della
città (“polo attrattore”)
15-previsione di attività potenzialmente
insediabili/insediate a basso impatto
(aria)
1.2.7 riduzione effetti negativi
delle
pressioni
antropiche
sull’ambiente e la salute (ariaacqua – radiazioni – rifiuti –
rumore)
16-minimizzazione
prelievi
e
ottimizzazione sistema di distribuzione e
scarichi reflui e compartecipazione per
miglioramento dei livelli di qualità delle
acque superficiali (acqua)
17-controllo effetti nelle adiacenze di
linee elettriche ad alta tensione
(radiazioni)
18-promozione e controllo obiettivi
impressi a livello provinciale (rifiuti)
19-riduzione
effetti negativi imputabili
alla componente rumore (piano di
classificazione acustica)
Tab.30 – Ambiente Urbano, O.G. e relativi O.S. ed azioni ascrivibili alla alternativa 1 (scenario PTCP) ed
alla alternativa 2 (scenario DdP)
TM
OG
2.1
identità rurale
AMBIENTE NATURALE
OS
AZ
2.1.1
salvaguardia
e 20-individuazione forme
di sviluppo
eco-sostenibili e
valorizzazione sostenibile di aree
agro-forestali
attività agricole
multifunzionali
2.1.2 incentivazione produzione
locale ed indotto
21-attivazione di forme di produzione
legate al territorio
2
AN
22-valorizzazione elementi ecosistemici
significativi e limitazione degli effetti
critici per vegetazione autoctona e fauna
2.2
identità naturale
2.2.1 tutela paesistica/ecosistemi
23-conservazione e gestione dei boschi e
dei prati onde prevenire il degrado dei
suoli
24-applicazione delle disposizioni
derivanti dallo studio geologico
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 130
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
25-previsione
2.2.2 valorizzazione prescrizioni
Rete Ecologica
2.3
Minimizzazione
2.3.1 tutela risorse idriche
delle
pressioni
sull’ambiente
di
una
estensione
complessiva delle aree protette a livello
comunale
26-delineare
i prodromi di un parco
locale di interesse comunale imperniato
sul tracciato dell’ex ferrovia ComoVarese e sul corso del torrente Lura
27-monitoraggio
qualità
superficiali e sotterranee
acque
Tab.31 – Ambiente Naturale, O.G. e relativi O.S. ed azioni ascrivibili alla alternativa 1 (scenario PTCP) ed
alla alternativa 2 (scenario DdP)
TM
OG
MOBILITA’ E TRASPORTI
OS
AZ
28-razionalizzazione della
3.1.1
completamento
razionalizzazione della viabilità
3.1 ridefinizione
3 del sistema della
viabilità e delle
MT connessioni
locali
3.1.2
e
valorizzazione mobilità
ciclo-pedonale ed interconnessioni
tra polarità urbane ed ambiente
agro-forestale
rete viaria
comunale (Piano della viabilità) per
massimizzare l’accessibilità complessiva
infraurbana (anche in funzione della
realizzazione della variante alla S.S. n.
342 in un unico lotto funzionale)
29-dislocazione ottimale
pubbliche a parcheggio
strutture
30-realizzazione di infrastrutture
riservate alla mobilità protetta (rete
infraurbana)
31-adeguamento
rete sentieri locale da
riferirsi anche a tracciati di livello
sovracomunale (implementazione tratto
locale della “Re. Ver. Med.”)
Tab.32 – Mobilità e trasporti, O.G. e relativi O.S. ed azioni ascrivibili alla alternativa 1 (scenario PTCP)
ed alla alternativa 2 (scenario DdP)
5.1.5 – Effetti ambientali attesi ed indicatori (fase A2.3)
EFFETTI AMBIENTALI ATTESI
I momenti principali dell'attività di valutazione degli effetti ambientali e territoriali delle alternative
di P.G.T. comprendono l'individuazione degli effetti ambientali attesi dalle singole linee d'azione
che costituiscono l'alternativa di P.G.T..
Per individuare tutti gli effetti ambientali rilevanti connessi a un'alternativa di P.G.T. occorre
procedere analizzando in modo integrato, gli effetti di ogni linea di azione del P.G.T., su aspetti
quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i
fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il
paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori.
Nel caso in esame si provvede ad individuare una unica serie di matrici valide per entrambe le
alternative individuate; per le azioni che presentano una connotazione diversa come prima definite
(azioni n. 3, 25 e 26), verranno dettagliate le differenze al paragrafo 5.1.5.1.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 131
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Le matrici (suddivise per ambienti) riportano nella prima colonna le azioni correlate con le
tematiche di sostenibilità caratterizzanti l’ambiente (vedasi precedente paragrafo 3.2.1.1).
La legenda riporta la tipologia di correlazione qualitativa derivante; è ovvio che il meccanismo
valutativo è di stampo semplificativo avendo come fine la mera individuazione delle tipologie di
pressioni imprimibili all’ambiente.
A margine di ogni matrice vengono illustrati i potenziali benefici (“punti di forza”) ed i potenziali
rischi (“punti di criticità”) derivanti dalla attuazione di ciascuna azione e dalla considerazione di
quanto previsto dagli allegati alla Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno del Parlamento Europeo
(interrelazioni tra fattori - effetti secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine,
permanenti, temporanei, positivi e negativi).
1.1.1
1-definizione
dei
caratteri
significativi del territorio nel
contesto
geografico
di
appartenenza
2-valorizzazione delle peculiarità
storico/naturalistiche ed insediative
+
MOBILTA’
TRASPORTI
ENERGIA
RIFIUTI
RADIAZIONI
RUMORE
BIODIVERSITA’
FLORA-FAUNA
POPOLAZIONE
SALUTE
PATRIMONIO
CULTURALE
SUOLO
AZIONE
ACQUA
ARIA-CLIMA
O.S.
AMBIENTE URBANO
+
+ + + + + +
1.2.1
3-individuazione
di ambiti di
trasformazione coerenti con limiti
fisici territoriali individuati su base
geomorfologica e paesistica
4-definizione
ambiti
di
riqualificazione interni al tessuto
urbanizzato
1.2.2
5-completamento coerente
tessuto edilizio consolidato
1.2.3
?
?
del
?
+
6-conferma della normativa
speciale inerente gli ambiti
denominati “AS”
7-promozione controllata di
interventi rivolti alle strutture
produttive, artigianali e terziarie
?
?
? ?
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
?
?
? ?
Pagina 132
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
1.2.6
1.2.5
1.2.4
8-riconversione funzionale di
complessi incongruenti con il
contesto
?
9-incentivazione interventi di
recupero degli edifici di impianto
storico
+ +
10-valorizzazione
integrità
tipologica,
architettonica,
culturale e simbolica
+ +
11-promozione interventi di
qualificazione strutturale e fruitiva
degli edifici esistenti
+
+
+
+
12-incentivazioni legate a nuovi
interventi
improntati
alla
componente “bio”
+ +
13-Città Pubblica: razionale
distribuzione
sul
territorio
comunale, in termini di fruibilità,
accessibilità e fattibilità
+
14-individuazione e valorizzazione
di funzioni caratterizzanti il ruolo
della città (“polo attrattore”)
+ +
15-previsione
di
attività
potenzialmente insediabili/insediate
a basso impatto (aria)
+
16-minimizzazione prelievi e
ottimizzazione
sistema
di
distribuzione e scarichi reflui e
compartecipazione
per
miglioramento dei livelli di qualità
delle acque superficiali (acqua)
1.2.7
?
+ +
+
17-controllo effetti nelle adiacenze
di linee elettriche ad alta tensione
(radiazioni)
18-promozione e
obiettivi
impressi
provinciale (rifiuti)
a
controllo
livello
+
+
+ +
+ + +
+ +
+
+ +
19-riduzione
effetti
negativi
imputabili alla componente rumore
(piano di classificazione acustica)
Tab.33 – Ambiente Urbano, matrice correlazioni azioni – ambiente valide per le due alternative proposte
LEGENDA TABELLA 33
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 133
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Correlazione positiva (calibrata in assoluto con simbolo accrescitivo
+)
-
Correlazione incidente (calibrata in assoluto con simbolo accrescitivo )
-
Correlazione potenzialmente incidente (calibrata in assoluto con simbolo accrescitivo )
Insignificatività correlazionale (con
? legami da calibrare in fase attuativa)
O.S. 1.1.1
AZIONE 1-2: PUNTI DI FORZA
• riconoscibilità del territorio e del ruolo locale
• consolidamento della posizione strategica di Olgiate Comasco nel compendio geografico
medio occidentale, quale luogo di raccordo interprovinciale fortemente “gravitante” sulla
conurbazione varesina, ma allo stesso tempo recapito logistico dei collegamenti nord-sud
(confine di stato – Malpensa, Milano)
• valorizzazione delle peculiarità storico/naturalistiche ed insediative, anche con riferimento
alle componenti panoramiche del paesaggio inteso come sorgente ed al tempo stesso oggetto
di percezione
• ripensamento di comportamenti fruitivi del territorio sotto un profilo più propriamente
qualitativo
• imprimere una migliore essenza del vivere, attraverso modelli eco-compatibili d’uso e
consumo delle risorse
• perfezionamento delle politiche di privilegio ed incentivo della residenzialità convenzionata,
rivolta alle categorie sociali a maggior rischio
• incremento livello di attrattività occupazionale
• sviluppo socio-economico improntato alla sostenibilità
• occasioni di scambio socio-economico e culturale
• riqualificazione delle peculiarità proprie dell’identificazione storica
• ottimizzazione e salvaguardia delle risorse paesistiche ed ambientali
O.S. 1.1.1
AZIONE 1-2: PUNTI DI CRITICITA’
• controllo della sostenibilità della popolazione fluttuante
O.S. 1.2.1
AZIONE 3-4: PUNTI DI FORZA
• inibizione effetti di diffusione urbana
• definizione di limiti di edificabilità coerenti con le peculiarità geomorfologiche, paesistiche
e scenografiche del territorio comunale tenendo conto di “elementi caratterizzanti il territorio
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 134
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
(Landmarks)” rappresentativi delle emergenze storico-paesistico-ambientali di livello
comunque definibile sovracomunale
• incremento del regime di tutela di altre opzioni territoriali più sensibili sotto il profilo
ambientale
• definire indicazioni localizzative non dotate di rilevante valenza paesistica, bensì connotate
da condizioni urbanizzative sostanzialmente già soddisfacenti
• amplificazione della compattezza urbana territoriale laddove perseguibile
• azione da rapportare alla inibizione di indici di densità elevati e pesanti concentrazioni
volumetriche, secondo tipologie contrastanti con i tradizionali impianti edilizi
• limitazione controllata e sostenibile della evoluzione demografica imprimibile
• razionalizzazione estensione del sistema delle urbanizzazioni primarie
• incremento dei livelli di percettività urbana nelle sue peculiarità più salienti
• valorizzazione intrinseca dei luoghi urbani di valore strategico-pubblico
• possibilità di attribuzione di quote significative di servizi per la popolazione
• ricadute positive occupazionali
• minimizzazione trasformazione urbana dei suoli da attuare attraverso il governo del Piano
delle Regole
• incremento attrattività ricettiva locale con possibili ricadute socio-economiche di scala ed
offerta di un servizio indispensabile all’importanza logistica ed al ruolo attrattore cittadino di
scambi economici e relazioni socio-culturali
• maggior fruibilità turistica
• sviluppo coerente delle componenti produttive e artigianali
• mantenimento e valorizzazione di visuali significative
O.S. 1.2.1
AZIONE 3-4: PUNTI DI CRITICITA’
• rischio da valutare in funzione di un potenziale carico insediativo in funzione di elementi
ambientali locali (in termini di biodiversità, vegetazione, flora e fauna) nei casi di nuove
edificazione
• attenta valutazione in sede attuativa della tipologia di attività produttivo/artigianale
insediabile (Piano delle Regole) in funzione dei rischi di tipo ambientale e del grado di
sostenibilità derivabile
• incremento da ponderare dei carichi di reflui
• incremento carico rifiuti
• parziale effetto di maggior consumo energetico da compensare anche con l’azione 12
• minimizzazione del depauperamento della risorsa suolo da attuare con meccanismi correlati
ad elevati indici di permeabilità
• prestare attenzione al rischio di decrementare i valori di accessibilità nel caso di edificazione
all’interno del tessuto urbano e di corretto adeguamento stradale per gli ambiti di
trasformazione
• attenta valutazione del layout afferente le nuove edificazioni
O.S. 1.2.2
AZIONE 5-6: PUNTI DI FORZA
• razionalizzazione spostamenti infraurbani
• valorizzazione peculiarità insediative locali
• assoggettare a regime di tutela i compendi più sensibili sotto il profilo geomorfologico
idrografico e vedutistico
• recapitare gli indici di densità edilizia a limiti di effettiva compatibilità con le peculiarità
geomorfologiche e vedutistiche
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 135
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
•
•
•
organicità interventi
possibilità di imprimere caratteri insediativi connotati da elevati standard qualitativi
qualificazione a verde spazi inedificati del tessuto urbano
incremento dotazione di aree pertinenziali con caratteristiche drenanti per i nuovi
insediamenti
• alternanza coerente di spazi pieni-vuoti
• minor percezione, nella sua accezione negativa, della compattezza urbana
• controllo amministrativo pubblico tramite apprestamento di strumenti urbanistici coerenti
per l’attuazione degli ambiti definiti “AS” e conseguente beneficio pubblico
• riorganizzazione e sistemazione ambientale area di cava
O.S. 1.2.2
AZIONE 5-6: PUNTI DI CRITICITA’
• rischio da valutare in funzione di una insufficiente manutenzione del verde privato
• controllo popolazione insediabile
• costi di realizzazione eccessivi
• ambiti “AS”: definizione sostenibile in sede attuativa di opere compatibili con gli scenari
prevalenti attuali in termini di aria e clima (attività insediabili), acqua (prelievo idrico e
smaltimenti, rapporti con corsi d’acqua superficiali), suolo (dimensionamento ed allocazione
aree effettive di trasformazione dei suoli, superfici filtranti), biodiversità (tutela habitat reali
e definizione potenziali), rifiuti ed energia (minor dissipazione risorse ed utilizzo di
tecnologie rinnovabili per guadagno attivo e fase passiva), trasporti e mobilità (applicazione
coerente indicazioni DdP proposto)
O.S. 1.2.3
AZIONE 7-8: PUNTI DI FORZA
• coerenza funzionale ambiti insediati
• organicità interventi
• riconoscibilità ruolo strategico locale
• incremento fruibilità locale
• ricadute positive occupazionali
• incremento del regime di tutela di altre opzioni territoriali più sensibili sotto il profilo
ambientale
• amplificazione della compattezza urbana territoriale laddove perseguibile
• azione da rapportare alla inibizione di indici di densità elevati e pesanti concentrazioni
volumetriche
O.S. 1.2.3
AZIONE 7-8: PUNTI DI CRITICITA’
• costi di realizzazione da valutare in sede attuativa
• incremento da ponderare dei carichi di reflui
• incremento carico rifiuti
• parziale effetto di maggior consumo energetico da compensare anche con l’azione 12
• minimizzazione del depauperamento della risorsa suolo da attuare con meccanismi correlati
ad elevati indici di permeabilità
• prestare attenzione al rischio di decrementare i valori di accessibilità
O.S. 1.2.4
AZIONE 9-10:
PUNTI DI FORZA
• valorizzazione peculiarità delle emergenze storico-architettoniche
• incremento della riconoscibilità architettonico-culturale locale
• orientamento mirato verso un turismo di qualità
• organicità interventi
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 136
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
•
•
•
•
riduzione numerica assoluta immobili non utilizzati
rifunzionalizzazione ambiti degradati e/o abbandonati
riduzione consumi energetici in funzione della riqualificazione degli edifici
incremento della qualità abitativa
perseguire l’integrità tipologica e il significato simbolico scolpito nella comunità locale e
nella memoria storica collettiva
O.S. 1.2.4
AZIONE 9-10:
PUNTI DI CRITICITA’
• rischio di non imprimere l’attivazione degli interventi riqualificativi sugli immobili
degradati privati
O.S. 1.2.5
AZIONE 11-12:
PUNTI DI FORZA
• organicità interventi
• riduzione numerica assoluta immobili non utilizzati
• riduzione consumi energetici in funzione della riqualificazione degli edifici (anche con
sistemi captazione solare per energia–fotovoltaico)
• diffusa qualità abitativa imprimibile sulle nuove costruzioni
O.S. 1.2.5
AZIONE 11-12:
PUNTI DI CRITICITA’
• rischio di non imprimere l’attivazione degli interventi riqualificativi sugli immobili
• valutazione costi di realizzazione
O.S. 1.2.6
AZIONE 13-14:
PUNTI DI FORZA
• individuazione delle priorità di interesse pubblico
• realizzazione di mix funzionali a valenza pubblica finalizzati al conseguimento di
attrezzature e servizi a sostegno del sistema pubblico locale
• definizione degli elementi caratterizzanti il territorio:
1- Ambiti di rilevanza monumentale e relative fasce di rispetto
Villa Camilla
Villa Peduzzi
Palazzo Volta
Parrocchiale dei SS.Ippolito e Cassiano
Medio Evo (Centro Congressi)
Chiesa di S. Gerardo
Chiesa della frazione Somaino
2- Nuclei di antica formazione
Sono rappresentati dalle frazioni, ovvero dagli agglomerati storici:
Olgiate
Rongio
Cassina del Pè
Baragiola
Bontocco
Cantalupo
Somaino
Casletto
S.Giorgio
3- Tessuto urbano ad alta incidenza di verde
Porzioni di territorio caratterizzate da sistemi insediativi di interesse paesistico per la qualità
del verde di pertinenza ed altresì già gravitanti sulle aree servita dalle reti tecnologiche
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 137
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
primarie, dove eventuali integrazioni volumetriche non dovranno alterare in modo
irreversibile lo stato dei luoghi e gli impianti arborei d’alto fusto maturi
• possibilità di rendere sistemici gli spazi pubblici connessi
• riconoscibilità ruolo strategico locale e specializzazione
• incremento fruibilità locale
• messa a sistema territorio antropizzato-naturale incentrato sugli elementi del paesaggio
locale in grado di qualificare il territorio (es.: aree a valenza agro-forestale)
• riorganizzazione anche nell’ottica di un incremento delle disponibilità di spazi
• razionalizzazione spostamenti infraurbani
• imprimere una migliore essenza del vivere, attraverso modelli eco-compatibili d’uso e
consumo delle risorse
O.S. 1.2.6
AZIONE 13-14:
PUNTI DI CRITICITA’
• valutazione costi di realizzazione
• rischio collegato ad una mancata sincronia con la realizzazione di infrastrutture di supporto
(parcheggi, viabilità, …)
O.S. 1.2.7
AZIONE 15-16-17-18-19: PUNTI DI FORZA
• riduzione impatti sull’ambiente delle attività antropiche in senso lato
• affermazione modelli di utilizzo fonti energetiche rinnovabili
• favorire la ricarica attiva delle falde idriche
• razionalizzare il sistema degli scarichi di reflui
• riequilibrare il rapporto idrografico-ecosistema
• incremento efficacia sistema idrico-integrato
• raggiungimento compartecipato di livelli di qualità delle acque superficiali ottimali
• conoscenza effettiva degli effetti dell’elettromagnetismo
• valutazione impatti sorgenti radiazioni elettromagnetiche da linee elettriche ad alta tensione
• maggiori possibilità di intervento locale verso la riduzione degli impatti di reti di livello
sovralocale
• miglioramento raccolta rifiuti differenziati % su obiettivi provinciali
• efficienza sistema di raccolta e smaltimento rifiuti
• riduzione effetti rumore anche attraverso le modalità prescritte dal Piano di classificazione
acustica
O.S. 1.2.7
AZIONE 15-16-17-18-19: PUNTI DI CRITICITA’
• scarsa redditività economica di scelte “ecologiste” per l’utilizzo di fonti rinnovabili
• scarsa conoscenza dell’acqua quale elemento “finito”
• scarsa reattività di enti coinvolti nella gestione delle reti di trasporto dell’energia elettrica
• pressione rifiuti dipendente da meccanismi di produzione-consumo globali
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 138
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
di
+ + + + + +
23-conservazione e gestione dei
boschi e dei prati onde prevenire il
degrado dei suoli
+ + + +
di una estensione
complessiva delle aree protette a
livello comunale
MOBILTA’
TRASPORTI
ENERGIA
RIFIUTI
RADIAZIONI
RUMORE
BIODIVERSITA’
FLORA-FAUNA
POPOLAZIONE
SALUTE
22-valorizzazione
elementi
ecosistemici
significativi
e
limitazione degli effetti critici per
vegetazione autoctona e fauna
25-previsione
2.2.2
PATRIMONIO
CULTURALE
+
24-applicazione delle disposizioni
derivanti dallo studio geologico
2.3.1
SUOLO
21-attivazione di forme
produzione legate al territorio
ACQUA
O.S.
2.1.1
20-individuazione forme di
sviluppo attività agricole ecosostenibili e multifunzionali
2.2.1
AZIONE
2.1.2
ARIA-CLIMA
AMBIENTE NATURALE
+
+ + + + + +
26-delineare
i prodromi di un
parco locale di interesse comunale
imperniato sul tracciato dell’ex
ferrovia Como-Varese e sul corso
del torrente Lura
27-monitoraggio qualità
superficiali e sotterranee
+ + + + + + +
acque
+
+ +
Tab.34 – Ambiente naturale, matrice correlazioni azioni – ambiente valide per le due alternative proposte
LEGENDA TABELLA 34
Correlazione positiva (calibrata in assoluto con simbolo accrescitivo
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
+)
Pagina 139
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
-
Correlazione incidente (calibrata in assoluto con simbolo accrescitivo )
Insignificatività correlazionale (con
? legami da calibrare in fase attuativa)
O.S. 2.1.1
AZIONE 20: PUNTI DI FORZA
• incentivazione produttività e competitività
• mantenimento/incremento produzione
• prevenzione degrado ambiti utilizzati
• presidio di conoscenza storico-produttiva comparto agro-forestale
O.S. 2.1.1
AZIONE 20: PUNTI DI CRITICITA’
• rischio sviluppo non coerente con contesto agro-forestale
• valutazione accessibilità luoghi di produzione ed eventuali interventi
O.S. 2.1.2
AZIONE 21: PUNTI DI FORZA
• crescita culturale locale
• salvaguardia attiva testimonianze antropiche agrocolturali
• consolidare la specificità storica della produzione agricola
• incentivazione a forme di utilizzo di energie rinnovabili legate alle attività rurali
• prevenzione degrado ambiti utilizzati
• stabilizzazione rapporti attività antropiche-territorio naturale
• incentivazione produttività e competitività
• mantenimento/incremento produzione
O.S. 2.1.2
AZIONE 21: PUNTI DI CRITICITA’
• valutazione accessibilità luoghi di produzione ed eventuali interventi
• possibile insufficiente consapevolezza del ruolo degli operatori rispetto alle tematiche di
sostenibilità
O.S. 2.2.1
AZIONE 22-23-24: PUNTI DI FORZA
• incremento potenziale livelli di biodiversità
• consolidare un atteggiamento virtuoso nei confronti della conservazione territoriale
• riconoscimento specificità ecosistemiche territoriali
• possibilità di coniugare con maggior livello di relazione elementi areali naturali anche in
funzione delle azioni 25-26
• prevenzione degrado
• riconoscimento antropico del ruolo sistemico dei boschi-prati
• sviluppo conoscenza ambiti naturali
• prevenzione abbandono ed abusi edilizi
• prevenzione degrado del sistema idrogeologico
• prevenzione dissesti con accorgimenti di corretta gestione delle aree
O.S. 2.2.1
AZIONE 22-23-24: PUNTI DI CRITICITA’
• prestare attenzione alla caratterizzazione fra specie vegetali autoctone/non tipiche
• difficoltà ad incentivare i privati verso il mantenimento dei boschi in quanto apparentemente
privi di redditualità
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 140
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
O.S. 2.2.2
AZIONE 25-26:
PUNTI DI FORZA
• rapportare alla scala locale le previsioni sovraordinate
• ripensare i comportamenti fruitivi del territorio sotto un profilo più propriamente qualitativo
al fine di recuperare una migliore essenza del vivere, attraverso modelli eco-compatibili
d’uso e consumo delle risorse, diffusamente accessibili ed economicamente sostenibili,
assoggettando a regime di tutela i compendi più sensibili sotto il profilo ambientale
• apprestamento di un parco comunale, ispirato ai contenuti della D.G.C. 03.09.07 n. 142 e
sulla scorta delle seguenti considerazioni:
• il territorio olgiatese, tenuto conto del progressivo consolidarsi nel tempo degli
ambiti urbanizzati e del relativo sistema delle reti infrastrutturali, denota peculiarità
paesistiche e morfologico-strutturali articolate in diversi gradi di sensibilità,
suscettibili di riconoscimento in classi o valori ambientali
• esse corrispondono ad ambiti localmente identificati per esigenza di protezione a
prescindere dalla loro appartenenza a compendi sovraordinati a carattere
provinciale
• tuttavia ne costituiscono rispetto complementare ed integrato: nei confronti ad
esempio della rete ecologica provinciale e dei suoi elementi costitutivi (a mente
dell’art. 11 N.T.A. del P.T.C.P. vigente) si pongono come sistema “del verde di
connessione” fra le aree rurali e quelle edificate interpretando il compito di fungere
da corridoi di rilevanza ecologica
• il Documento di Piano, entro il complessivo quadro degli indirizzi programmatici
della pianificazione, attribuisce le definitive perimetrazioni e significanze funzionali,
compresi i risvolti normativi per l’esercizio della tutela stessa e la gestione delle
sostenibilità ambientali, anche rapportate agli obiettivi di garanzia della continuità
territoriale con i comuni contermini
• ripensamento di comportamenti fruitivi del territorio sotto un profilo più propriamente
qualitativo
• imprimere una migliore essenza del vivere, attraverso modelli eco-compatibili d’uso e
consumo delle risorse
• assoggettare a regime di tutela i compendi più sensibili sotto il profilo ambientale
• tutela e salvaguardia delle caratteristiche paesistico-ambientali dei luoghi
• dettagliare correttamente gli ecosistemi ecologici presenti
• arricchire e diversificare la rete sovraordinata di livello provinciale (zone tampone ad es.)
• maggior dotazione di aree a verde pubblico-private
• maggior possibilità di incidere sul mantenimento di aree naturali
• messa in rete organica di ambiti a verde nel tessuto prevalentemente edificato con ambiti
eminentemente naturali
• conservazione specie vegetazione e flora e salvaguardia corridoi fauna locale
• salvaguardia visuali significative
O.S. 2.2.2
AZIONE 25-26:
PUNTI DI CRITICITA’
• preservazione manutentiva aree a verde interstiziali
• frammistioni da valutare ambiti antropici-naturali
• possibile insufficiente consapevolezza rispetto alle tematiche di sostenibilità
O.S. 2.3.1
AZIONE 27: PUNTI DI FORZA
• favorire la ricarica attiva delle falde
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 141
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
• incrementare la qualità delle acque superficiali (T. Lura soprattutto) e sotterranee
• riequilibrare il rapporto idrografico-ecosistema
O.S. 2.3.1
AZIONE 27: PUNTI DI CRITICITA’
• scarsa conoscenza dell’acqua quale elemento “finito”
• qualità acque superficiali dipendente da sistemi anche esterni al territorio locale
3.1.1
28-razionalizzazione della rete
viaria comunale (Piano della
viabilità)
per
massimizzare
l’accessibilità
complessiva
infraurbana (anche in funzione
della realizzazione della variante
alla S.S. n. 342 in un unico lotto
funzionale)
MOBILTA’
TRASPORTI
ENERGIA
* * * * * * * * * *
+
+
+
+
29-dislocazione ottimale strutture
pubbliche a parcheggio
3.1.2
RIFIUTI
RADIAZIONI
RUMORE
BIODIVERSITA’
FLORA-FAUNA
POPOLAZIONE
SALUTE
PATRIMONIO
CULTURALE
SUOLO
ACQUA
AZIONE
ARIA-CLIMA
O.S.
MOBILITA’ E TRASPORTI
30-realizzazione di infrastrutture
riservate alla mobilità protetta (rete
infraurbana)
+
+
+
+
+
31-adeguamento
rete sentieri
locale da riferirsi anche a tracciati
di
livello
sovracomunale
(implementazione tratto locale
della “Re. Ver. Med.”)
Tab.35 – Mobilità e Trasporti, matrice correlazioni azioni – ambiente valide per le due alternative proposte
LEGENDA TABELLA 35
Correlazione positiva (calibrata in assoluto con simbolo accrescitivo
+)
-
Correlazione incidente (calibrata in assoluto con simbolo accrescitivo )
Insignificatività correlazionale (con
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
? legami da calibrare in fase attuativa)
Pagina 142
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
*
Correlazioni basate sugli aspetti correttivi viabilistici locali e funzionali al sistema insediativo
O.S. 3.1.1
AZIONE 28-29:
PUNTI DI FORZA
• gerarchizzazione viabilità con possibilità di riqualificare i tratti locali ora a adibiti in
prevalenza a traffico sovra locale, per conseguire la selezione dei flussi di traffico in
coerenza con le prospettive di realizzazione della variante alla S.S. n°. 342 in un unico lotto
funzionale
• conseguente risoluzione dell’attuale assetto infrastrutturale imperniato sul tracciato
intraurbano della S.S. n°. 342 e sulle connessioni ivi esercitate dalla S.P. n°. 17 e dalla S.P.
n°. 23.
• razionalizzazione del sistema della viabilità per conseguire la selezione e la canalizzazione
dei flussi di traffico
• possibilità di ricucire le varie componenti insediative e l’intero sistema dei rapporti e delle
reciprocità fruitive anche di dimensione sovracomunale
• incremento livelli di accessibilità
• dislocazione aree a parcheggio funzionali alla residenza-attività
• riduzione rumore
• riduzione inquinamento atmosferico
O.S. 3.1.1
AZIONE 28-29:
PUNTI DI CRITICITA’
• scarse possibilità di intervenire localmente (non considerando la variante alla S.S. n°. 342)
in modo più articolato al fine di eliminare l’interferenza traffico locale-sovracomunale
O.S. 3.1.2
AZIONE 30-31:
PUNTI DI FORZA
• possibilità di collegamento con la rete di percorsi fruitivi basati sul recupero della sede della
ex Ferrovia Como-Varese di cui allo studio di fattibilità predisposto dall’associazione
“Iubilantes” di Como (ed agli approfondimenti esecutivi già progettati e operanti per due
tratti) nel quadro della proposta Re. Ver. Med. D.G.R. 7.02.05 n° 7/20442, con l’intento di
costituire, unitamente al riuso dei manufatti (stazione, caselli, ecc.), l’asse portante del
predetto parco comunale
• favorire le correlazioni tra polarità urbane
• messa in rete organica ambiente urbano-naturale e culturale (edifici religioso-culturali)
• riscoperta di itinerari didattico/naturalistici e di coni ottico/percettivi di ampio orizzonte
• incremento fruizione e livelli di attrattività alternativa
• possibilità di mettere in rete e di rendere sinergici le potenzialità anche di livello turisticoricettive con le potenzialità locali legate ad attività agro-forestali
O.S. 3.1.2
AZIONE 30-31:
PUNTI DI CRITICITA’
• scarsa predisposizione geometrica di alcune strade comunali.
LA COSTRUZIONE DEGLI INDICATORI
Gli indicatori sono elementi di collegamento e di coerenza tra le differenti componenti del P.G.T. e
contemporaneamente svolgono un ruolo chiave nella visualizzazione, comprensione e attuazione.
Perciò la loro definizione e organizzazione durante il ciclo di vita del P.G.T. è considerato uno degli
aspetti più importanti della Valutazione Ambientale (VAS).
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 143
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Nelle diverse fasi di elaborazione e valutazione del P.G.T. gli indicatori sono strumenti atti a
consentire:
• la descrizione dei caratteri quantitativi e qualitativi e delle modalità d'uso delle risorse
ambientali disponibili nell'area interessata dagli effetti del P.G.T.;
• la fissazione degli obiettivi ambientali generali e specifici e il loro livello di conseguimento;
• la previsione e la valutazione degli effetti ambientali significativi dovuti alle azioni previste
dal P.G.T.;
• il monitoraggio degli effetti significativi dovuti alla attuazione del P.G.T..
La definizione di indicatori e la loro utilizzazione accompagna dunque tutte le fasi del P.G.T.: il
nucleo iniziale di indicatori selezionato nella fase di impostazione del P.G.T. si arricchisce nella
fase di definizione degli obiettivi, si precisa nella fase di valutazione delle alternative, si struttura
nella fase conclusiva con la progettazione del monitoraggio e viene controllato nella fase di
attuazione e revisione del P.G.T..
Il sistema riprodotto nella seguente tabella degli indicatori effettivamente significativi viene riferito
a ciascuna tematica di sostenibilità (paragrafo 3.2.1.1), ed a ciascuna Azione direttamente od
indirettamente influenzata in modo apprezzabile.
La scelta si è basata su una semplice ed ulteriore considerazione: taluni obiettivi specifici e relative
azioni producono a livello strategico limitati effetti sull’ambiente (vedasi tabelle paragrafo 5.1.5); è
parso obiettivamente superfluo pensare di costruire degli indicatori basati su questa tipologia di
comportamenti indotti/inducibili.
Al contrario si è cercato di definire un numero limitato di indicatori effettivamente significativi (e
riguardanti l’intero sistema delle tematiche ambientali) che potessero descrivere i principali
fenomeni territoriali ascrivibili al caso in specie e che costituissero la base per la fase del
monitoraggio ambientale.
tema
ARIA
indicatori
AZ
fonte
Concentrazione inquinanti e valori di
immissione
3
6
7
8
12
15
28
30
31
INEMAR
ARPA con campagne
locali
Qualità delle acque superficiali e
sotterranee
16
27
ARPA con controlli
Disponibilità di risorsa idrica:
3
4
5
6
7
8
9
11
16
Comune-ATO
ACQUA
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 144
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
% utenze collettate (scarichi reflui)
Uso del suolo non urbanizzato (aree
protette)
SUOLO
PATRIMONIO
CULTURALE
Comune
23
24
PAI
Provincia
Comune
Volume edifici recuperati e funzionali
8
9
10
Comune
POPOLAZIONE
Struttura economica locale (addetti e
tipologia di aziende)
Tipologia di copertura vegetale
RUMORE
Comune
Superficie territoriale interessata da
rischio o pericolosità idrogeologica
Abitanti residenti-fluttuanti
BIODIVERSITA’
VEGETAZIONE
FLORA
FAUNA
3
4
5
6
7
8
9
10
13
16
27
1
2
3
4
5
6
25
26
Estensione suoli a destinazione agroforestale
Strade con valori > 65 decibel
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
1
2
3
4
5
7
8
9
11
20
21
3
22
25
26
20
21
22
23
24
25
26
CCIA
Comune
19
28
30
Comune
Comune
Comune
Comune
DUSAF
Pagina 145
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
RADIAZIONI
Popolazione esposta
17
ARPA
Produzione di rifiuti urbani – ind.li
18
Provincia
Raccolta differenziata
18
Provincia
Potenze installate (o quantità) di
impianti fotovoltaici e termici su
edifici
12
Comune
Energia consumata per settori di
attività
3
4
6
7
8
11
21
ISTAT
Estensione percorsi ciclo-pedonali
14
30
31
Comune
Dotazione parcamento auto
29
Comune
RIFIUTI
ENERGIA
MOBILITA’
TRASPORTI
Tab. 36 –Proposta di indicatori significativi per il Piano
5.1.5.1 – Stima degli effetti ambientali attesi (fase A2.3) legati ad ambiti di
trasformazione/riqualificazione e valutazione delle alternative (fase A2.4)
In questa sezione vengono proposte considerazioni rivolte agli interventi proponibili per Olgiate
Comasco applicando due tipologie di alternative, già precedentemente introdotte e derivanti dalle
diverse linee di condotta ascrivibili alle azioni 3, 25 e 26. Al termine si procederà alla
valutazione/scelta della alternativa da privilegiare.
In particolare il principio formativo è basato sul fatto che, stante la serie di azioni connotate da
tematismi improntati sostanzialmente alla sostenibilità ambientale-sociale ed economica (è il caso
dell’intero sistema di azioni del cosiddetto Ambiente Naturale, delle azioni attinenti l’Ambiente
Urbano, in particolare le n. 1-2-5-9-10-12-14-15-16-17-18-19, e delle azioni Mobilità e Trasporti
considerando che prevedono solo modifiche/adeguamenti alla struttura della rete viaria esistente), è
parso utile focalizzare la valutazione ed il confronto sulle tematiche che conducono alla scelta dei
nuovi ambiti di trasformazione e di riqualificazione ed alla conseguente dotazione di aree “protette”
(il complesso della rete ecologica locale, integrazione della rete ecologica del PTCP).
In altri termini la valutazione delle alternative si fonda principalmente sugli effetti imprimibili
all’ambiente nelle sue componenti qui rilevate maggiormente sensibili: suolo e biodiversitàvegetazione-flora-fauna.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 146
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
La filosofia alla base della presente analisi della stima degli effetti ambientali attesi è così
schematicamente sintetizzabile:
1.
2.
3.
4.
Definizione alternativa 1 basata sulle potenzialità intrinseche derivanti dalle prescrizioni del
PTCP soprattutto in merito alla tematica consumo di suolo (ICS), come peraltro già illustrato
nel presente documento al paragrafo 5.1.2;
Definizione alternativa 2 derivante dalla precedente ed in termini quantitativi ridotta in
funzione delle attuali necessità derivanti dagli orientamenti dell’amministrazione pubblica
locale e dei caratteri principalmente eco-paesistici degli ambiti;
Confronto quantitativo (per quanto possibile), considerando, vista la natura delle due
alternative, l’aspetto della miglior efficienza (delta pressioni) della numero 2 rispetto alla
numero 1, ovvero il miglior rendimento relativo; questo permette di valutarne
percentualmente l’incremento “prestazionale”;
Determinazione criticità locali/caratteri prevalenti proprie di ciascuna alternativa (analisi
qualitativa).
In questo modo si intende confrontare le due alternative (1- scenario PTCP e 2- scenario proposta
DdP).
La scelta delle alternative realmente proponibili e non astrattamente concepite è, nel caso in esame,
da rapportarsi alla esiguità dello spettro di soluzioni localizzative imprimibili al territorio; occorre a
tal proposito tenere presente che:
1. il P.T.C.P. ha determinato una estensione dell’ambito urbanizzato ed una
articolazione della rete ecologica che offre limitati margini per la definizione di
scenari effettivamente sostenibili e proponibili;
2. la conformazione urbana, geomorfologica e del sistema infrastrutturale può
permettere amplificazioni del tessuto urbanizzato da ponderare attentamente e
localmente.
A.
STIMA EFFETTI AMBIENTALI ATTESI-POTENZIALI
Sotto il profilo metodologico il percorso qui affrontato prevede di associare i dati significativi, il
rapporto con i fattori di sostenibilità e la rappresentazione dei punti di forza e delle criticitàsensibilità associabili.
L’omogeneizzazione da assumere per gli scenari/alternative trattati prevede inoltre di connotarle
con il medesimo ipotetico indice volumetrico derivabile dai valori assoluti desunti dal DdP per gli
ambiti ATR e ATP.
Si fa presente che l’utilizzo dei dati seguenti desunti dal DdP proposto è stato finalizzato in modo
diverso; pertanto non sono da confrontare in assoluto le risultanze derivabili.
L’indice medio derivabile per gli ambiti ATR (confrontare DdP, nn. 1-2-3) è pertanto:
1. superficie ATR complessiva:
20.912
mq.
2. volume attribuito complessivo:
13.700
mc.
3. indice derivabile:
0,655 mc./mq.
L’indice medio derivabile per gli ambiti ATP (confrontare DdP, nn. 1-2) è:
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 147
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
1. superficie ATP complessiva:
2. volume attribuito complessivo:
3. indice derivabile:
62.239
30.600
0,492
mq.
mq.
mq./mq.
ALTERNATIVA 1 scenario PTCP (cfr. allegato grafico)
Questo scenario è costituito dalla allocazione dei seguenti ambiti, considerando per gli ambiti ATR
4,5,6,7,8,9 un indice volumetrico territoriale di 0,655 mc./mq. e per l’ambito ATP3 un indice di
copertura pari a 0,492 mq./mq.:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
ATR 1
ATR 2
ATR 3
ATR 4
ATR 5
ATR 6
ATR 7
ATR 8
ATR 9
ATP 1
ATP 2
ATP 3
ATTR 1
RFR 1
RFR 2
RFR 3
RFR 4
RFR 5
RFR 6
RFR 7
RFR 8
RFR 9
RFR 10
RFR 11
RFR 12
RFR 13
RFR 14
RFR 15
RFR 16
RFR 17
RFR 18
RFR 19
RFR 20
RFR 21
RFP 1
RFP 2
RFP 3
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
5.010
12.800
3.102
5.362
18.197
2.929
2.126
32.804
7.970
9.366
52.873
24.173
11.687
4.596
5.469
32.375
3.263
16.846
3.839
22.489
8.685
2.494
4.308
4.998
36.282
2.153
8.071
5.928
6.289
4.386
15.010
2.983
7.596
8.945
10.204
7.035
4.984
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
volume mc.
2.500
volume mc.
9.000
volume mc.
2.200
volume mc.
3.512
volume mc. 11.919
volume mc.
1.918
volume mc.
1.393
volume mc. 21.486
volume mc.
5.220
superficie mq. 4.600
superficie mq. 26.000
superficie mq. 11.893
volume mc. 30.000
volume mc.
4.550
volume mc.
5.450
volume mc. 12.000
volume mc.
3.000
volume mc.
8.500
volume mc.
3.000
volume mc. 27.000
volume mc.
8.600
volume mc
2.500
volume mc.
3.500
volume mc.
5.000
volume mc. 48.000
volume mc.
2.500
volume mc.
7.000
volume mc.
3.500
volume mc.
3.800
volume mc.
4.300
volume mc.
2.000
volume mc.
2.500
volume mc.
7.500
volume mc.
4.500
superficie mq. 5.000
superficie mq. 3.500
superficie mq. 2.400
Pagina 148
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
• RFP 4
• RFP 5
• RFPF 1
superficie mq. 4.692
superficie mq. 9.319
superficie mq. 114.833
superficie mq. 2.300
superficie mq. 3.700
superficie mq. 33.000 (polifunzionale).
La struttura concettuale della presente alternativa è quella di determinare la massimizzazione delle
possibilità urbanizzative derivanti dal PTCP in merito al consumo di suolo (max 119.930 mq.),
considerando che per gli ATP si applica l’art. 38 sesto comma lett. a) delle NTA del PTCP.
DATI SIGNIFICATIVI DI SINTESI
Le sottostanti considerazioni sono da riferire al dato incrementale demografico residente come più
avanti calcolato ed al dato relativo alle dotazioni derivanti da ambiti a prevalente destinazione
produttivo-artigianale; la componente fluttuante non interviene in questa analisi essendo
ininterferente per le presenti alternative.
1-PAESAGGIO
Il compendio geografico cui riferire il territorio comunale di Olgiate Comasco è contraddistinto
dalla estrema frangia occidentale della provincia confinante con quello di Varese, lungo la
principale direttrice pedemontana est-ovest della s.s. n° 342.
Già è stato fatto cenno al ruolo strategico ivi esercitato da siffatta collocazione laddove
intercettando anche le s.p. 23 e17 configura la cerniera di collegamento fra i valichi di frontiera del
Gaggiolo ,di Bizzarone e di Valmulini-Ronago-Pedrinate-Chiasso e le diramazioni verso Vedano
Olona, Venegono, Tradate, Malpensa a sud-ovest, nonché verso Appiano, Turate, Mozzate, Milano
a sud.
Questo assetto infrastrutturale ha inoltre favorito un drenaggio insediativo senza soluzioni di
continuità saldando le identità frazionali storiche, salvo la località Boscone gravitante su Faloppio.
La conformazione urbana ha tuttavia conservato la dimensione comunale ossia garantendo il
presidio di significative cesure verdi verso tutti i comuni contermini.
Questo sistema costituisce altresì la componente baricentrica della rete ecologica provinciale
fungendo da breccia di raccordo con il P.L.I.S. “Sorgenti del Lura” a nord-nord-est e con il Parco
Regionale della Pineta di Appiano/Tradate a sud-ovest, attraverso Beregazzo C.F. e Oltrona S.M..
Entro questo contesto insediativo, infrastrutturale e naturalistico è possibile riprendere i contenuti
delle “linee programmatiche” come esposte in precedenza.
Olgiate Comasco non solo rappresenta la quinta città della Provincia per classe demografica ma
soprattutto esercita la polarità più significativa del compendio nord-occidentale ponderalmente
distribuita fra i capoluoghi comasco e varesino, lungo peraltro la direttrice nord-sud europea verso
la metropoli milanese.
Questa strategicità geografico/infrastrutturale ha determinato la progressiva attrattività storica del
territorio olgiatese dapprima per il comparto produttivo secondario (di 1° e 2° generazione), di
seguito per le attività commerciali riconducibili a medie e grandi strutture di vendita e più
recentemente per il terziario pubblico di interesse sovracomunale (Scuola Media Superiore, sede
ASL, Polo Catastale, SUAP, Presidio sanitario ed assistenziale, Istituti di credito ed assicurativi
ecc.).
La descritta complessità polifunzionale ha tuttavia trovato una configurazione compatta
sufficientemente articolata per tipologia fruitiva e fisiologicamente sviluppata attorno ai nuclei di
antica formazione, garantendo condizioni di residenzialità e di servizi alla persona sostanzialmente
conformi alle”qualità” intrinseche del sito: il 61% del territorio comunale risulta essere non
urbanizzato e dotato di valenze ecologiche e paesistiche di rilevante comfort ambientale.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 149
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Le riflessioni già effettuate sulla conformazione geomorfologica e paesistica del territorio comunale
entro l’ambito geografico di appartenenza hanno consentito di evidenziare le seguenti peculiarità
identificative:
Il compendio agro-forestale condiviso a nord con Albiolo, Faloppio e Parè che contrassegna
il percorso del torrente Lura, cogliendo significativa continuità tipologica a est nella
articolazione morfologica del limitrofo territorio comunale di Gironico (PLIS sorgenti del
torrente Lura).
Il valore simbolico-vedutistico-storico-culturale della ex sede ferroviaria Como-Varese e del
sistema relazionale di cui rappresenta il recapito attrattivo e logistico, quale polarità storica
dell’identità urbana e del comprensorio sovracomunale, da ricondurre a gronda di servizio a
un parco comunale sub-urbano, quale tratto funzionale del sistema delle percorrenze protette
Grandate (Como) – Malnate (Varese).
Il compendio boscato sud che, risalendo verso ovest lungo la roggia Antiga sino a Solbiate,
intercetta oltre la S.P. n. 23, il Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate,
attraverso l’esiguo lembo di Oltrona S.M. e soprattutto l’esteso fronte di Beregazzo con F..
Olgiate Comasco, comune attrattore nel compendio provinciale nord-occidentale, annovera fra le
peculiarità di un territorio paesisticamente significativo alcune testimonianze architettoniche
suscettibili di tutela, compresi gli obiettivi di recupero funzionale compatibili con la rilevanza
culturale e l’assetto tipologico originario.
In questa sede, tenuto conto di “tali elementi caratterizzanti il territorio (Landmarks)”
rappresentativi delle emergenze paesistico-ambientali sovracomunali, se ne indicano le
delimitazioni fisico-morfologiche insuscettibili, ove prescritto, di nuova edificabilità, nonché le
articolazioni identificative ai fini del reperimento di una coerente disciplina degli interventi come
perfezionata nel Piano delle Regole.
Si prefigura pertanto la seguente classificazione:
1- Ambiti di rilevanza monumentale e relative fasce di rispetto
Villa Camilla
Villa Peduzzi
Palazzo Volta
Parrocchiale dei SS.Ippolito e Cassiano
Medio Evo (Centro Congressi)
Chiesa di S. Gerardo
Chiesa della frazione Somaino
2- Nuclei di antica formazione
Sono rappresentati dalle frazioni, ovvero dagli agglomerati storici:
Olgiate
Rongio
Cassina del Pè
Baragiola
Bontocco
Cantalupo
Somaino
Casletto
S.Giorgio
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 150
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
3- Tessuto urbano ad alta incidenza di verde
Porzioni di territorio caratterizzate da sistemi insediativi di interesse paesistico per la
qualità del verde di pertinenza ed altresì già gravitanti sulle aree servita dalle reti
tecnologiche primarie, dove eventuali integrazioni volumetriche non dovranno alterare
in modo irreversibile lo stato dei luoghi e gli impianti arborei d’alto fusto maturi.
Al riguardo dovrà evincere dal tessuto urbano consolidato i comparti suscettibili di riqualificazione
funzionale, finalizzati alla ricucitura della maglia insediativa attraverso soprattutto il
perfezionamento dell’assetto urbanizzativo primario e secondario.
Il Piano delle Regole dovrà altresì riprenderne gli aspetti parametrici e procedurali per disciplinare
le fasi operative secondo indicazioni conformative ossia vincolanti, producendo effetti diretti sul
regime giuridico delle aree.
La definizione del quadro conoscitivo del territorio comunale e del suo assetto complessivo (urbano,
extraurbano, agrario, paesistico, infrastrutturale, idrogeologico, ecosistemico, storico/monumentale/
architettonico ecc.) deve peraltro “considerare” le previsioni derivanti dalla programmazione
territoriale di “livello sovraordinato”, proponendone quelle modifiche ed integrazioni che si
ravvisano necessarie.
CLASSI DI SENSIBILITÀ PAESISTICA DA DDP
Estrapolazione da tavola DdP, codificando AURB come ambito urbanizzato prevalente e ANURB
come ambito non urbanizzato prevalente:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
ATR 1
ATR 2
ATR 3
ATR 4
ATR 5
ATR 6
ATR 7
ATR 8
ATR 9
ATP 1
ATP 2
ATP 3
ATTR 1
RFR 1
RFR 2
RFR 3
RFR 4
RFR 5
RFR 6
RFR 7
RFR 8
RFR 9
RFR 10
RFR 11
RFR 12
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
AURB
ANURB
AURB
ANURB
AURB
AURB
ANURB
AURB
AURB
molto alta
molto alta
molto alta
molto alta
molto alta
molto bassa
media
molto alta
molto alta
molto alta
media
molto alta
molto alta
molto alta
molto alta
molto bassa
bassa
molto alta
bassa
media
bassa
bassa
media
bassa
bassa
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 151
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
RFR 13
RFR 14
RFR 15
RFR 16
RFR 17
RFR 18
RFR 19
RFR 20
RFR 21
RFP 1
RFP 2
RFP 3
RFP 4
RFP 5
RFPF 1
AURB
ANURB
ANURB
ANURB
AURB
AURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
AURB
AURB
AURB
AURB
AURB
bassa
molto alta
media
media
bassa
alta
molto alta
molto alta
molto alta
molto bassa
bassa
bassa
bassa
bassa
bassa
Se volessimo quantificare il valore paesistico virtuale connesso alle scelte urbanizzative degli
ambiti, si potrebbero operare le seguenti elaborazioni:
VALORE PAESISTICO (VP) = area ambito x valore di sensibilità paesistica (VSP)
VSP è convenzionalmente pari
AURB
Bassa
Media
Alta
a:
=
=
=
1/mq.
3/mq.
4/mq.
=
=
=
2/mq.
3/mq.
5/mq.
ANURB
Molta bassa
Media
Molto alta
Pertanto:
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
ATR 1
ATR 2
ATR 3
ATR 4
ATR 5
ATR 6
ATR 7
ATR 8
ATR 9
ATP 1
ATP 2
ATP 3
ATTR 1
RFR 1
RFR 2
RFR 3
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
5.010
12.800
3.102
5.362
18.197
2.929
2.126
32.804
7.970
9.366
52.873
24.173
11.687
4.596
5.469
32.375
x5
x5
x5
x5
x5
x2
x3
x5
x5
x5
x3
x5
x5
x5
x5
x2
= 25.050
= 64.000
= 15.510
= 26.810
= 90.985
=
5.858
=
6.378
= 158.619
= 39.850
= 164.020
= 46.830
= 120.865
= 58.435
= 22.980
= 27.345
= 64.750
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 152
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
RFR 4
RFR 5
RFR 6
RFR 7
RFR 8
RFR 9
RFR 10
RFR 11
RFR 12
RFR 13
RFR 14
RFR 15
RFR 16
RFR 17
RFR 18
RFR 19
RFR 20
RFR 21
RFP 1
RFP 2
RFP 3
RFP 4
RFP 5
RFPF 1
VP TOT.
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
3.263
16.846
3.839
22.489
8.685
2.494
4.308
4.998
36.282
2.153
8.071
5.928
6.289
4.386
15.010
2.983
7.596
8.945
10.204
7.035
4.984
4.692
9.319
114.833
=
VP TOT. normalizzato
((VP. TOT)/1.000)
=
x1
x5
x1
x3
x1
x1
x3
x1
x1
x1
x5
x3
x3
x1
x4
x5
x5
x5
x2
x1
x1
x1
x1
x1
=
3.263
= 84.230
=
3.839
= 67.467
=
8.685
=
2.494
= 12.924
=
4.998
= 36.282
=
2.153
= 40.355
= 17.784
= 18.867
=
4.386
= 60.040
= 14.915
= 37.980
= 44.725
= 20.408
=
7.035
=
4.984
=
4.692
=
9.319
= 114.833
=1.564.943
=
1.565
In particolare è da evidenziare:
In merito alla presente alternativa, l’allegato grafico descrive gli ambiti potenziali di trasformazione
e di riqualificazione (interni al tessuto edificato).
Sono state considerate esclusivamente alternative di localizzazione di aree di trasformazione da
ubicarsi in zone che connotassero in maniera soddisfacente l’ambito a cui appartengono e
prevalentemente in zone tampone come definite dal PTCP.
APPROFONDIMENTO:
VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE
Gli ambiti considerati sono esclusivamente quelli ricadenti nella Rete Ecologica (ATR + ATP) in
quanto significativi sotto il profilo paesaggistico; in particolare si possono utilizzare al presente
scopo i seguenti indicatori di qualità paesaggistica:
1. morfologia dei luoghi;
2. qualità del soprassuolo;
3. percezione visiva.
Per ogni indicatore considerato si possono assegnare dei valori e quindi sommarli al fine di stabilire
una soglia di riferimento.
Tale soglia fornisce il valore paesaggistico globale del sito.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
1. Morfologia dei luoghi
La morfologia rappresenta un fattore importante da un punto di vista percettivo, e influenza
notevolmente la biodiversità: un territorio poco caratterizzato fornisce minori possibilità per la
formazione di habitat diversificati e di nicchie ecologiche, rispetto a un territorio
morfologicamente diversificato.
MORFOLOGIA
Piatta
Lievemente acclive
Acclive a balze
Fortemente acclive
Prevalentemente diversificata
VALORI
0
2
3
4
6
2. Qualità del soprassuolo
La tabella seguente può fornire qualitativamente un valore legato alla classe di soprassuolo
individuabile.
CLASSI DI SOPRASSUOLO
di primo livello
1 edificato
di secondo livello
di terzo livello
1.1 storico
1.1.1 compatto di generale pregio
1.1.2 con frammista edificazione
recente
1.2
residenziale,
1.2.1 di buon valore architettonico
commerciale, altro
1.2.2 edificazione bassa con verde
1.2.3 normale edificazione
1.2.4 degradata o caotica
1.3 interesse pubblico
1.3.1 giardino
1.3.2 edificio
1.4 industriale - artigianale
1.4.1 in normale stato
1.4.2 degradata, in abbandono
1.5 infrastrutture (strade, ferrovie)
2 seminativo
2.1 semplice
2.2 arborato
2.3 coltura orticola
3 colture legnose agrarie
3.1 vigneto
e colture specializzate
3.2 frutteto
3.3 oliveto
3.4 serre, vivai e colture sotto tunnel
4 arboricoltura da legno (pioppeto)
5 bosco
5.1 alto fusto
5.2 ceduo
6 pascolo, prato pascolo e prato permanente
7 incolto
7.1 arbustivo
7.2 con alberi
7.3deteriorato
7.4 erbaceo
8 aree nude
8.1 rocce e accumuli detritici naturali
8.2 aree estrattive
8.3 altro
9 acqua
9.1 corsi d’acqua con vegetazione arborea ai lati
9.2 corsi d’acqua con sponde nude
9.3 bacini idrografici
VALORE
6-8
3
3
3
2
0
4-8
2
2
0
2
3
4
3-4
4
3
5
2
5
7
6
6
6
6
4
6
8
0
6
8
6
6-8
3. Percezione visiva
La scala utilizzata e le caratteristiche discriminanti sono le seguenti:
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
• 1° livello: prevalenza di unità sceniche di valore elevato per l’alto grado di definizione
spaziale, l’integrità degli elementi costitutivi e la mancanza di sensibili fenomeni di degrado;
molto sensibile ad eventuali trasformazioni (valore 4);
• 2° livello: prevalenza di unità sceniche di valore intermedio tra i livelli estremi; mediamente
sensibile ad eventuali trasformazioni (valore 1);
• 3° livello: prevalenza di unità sceniche di basso valore per mancanza di definizione spaziale
(es. zone di transizione, paesaggio di dettaglio) o per gravi fenomeni di degrado in atto; poco
sensibile ad eventuali trasformazioni (valore 0).
Conclusioni
CLASSI DI VALORE PAESAGGISTICO
VALORI NUMERICI
CLASSI DI VALORE PAESAGGISTICO
14 – 18
molto alto
9 - 13
medio alto
5-8
medio
0-4
basso
ATR1
L’ambito presenta allo stato attuale (prevalenza di incolto deteriorato) la seguente possibile
valutazione paesaggistica:
MORFOLOGIA:
piatta
SOPRASSUOLO:
CLASSE 7.4
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=0
V=4
V=1
MEDIO (=5)
La trasformazione può determinare:
MORFOLOGIA:
piatta
SOPRASSUOLO:
CLASSE 1.2.2
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=0
V=3
V=1
BASSO (=4)
ATR2
L’ambito presenta allo stato attuale (prevalenza di seminativo semplice) la seguente possibile
valutazione paesaggistica:
MORFOLOGIA:
piatta
SOPRASSUOLO:
CLASSE 2.1
PERCEZIONE VISIVA:
3° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=0
V=3
V=0
BASSO (=3)
La trasformazione può determinare:
MORFOLOGIA:
piatta
SOPRASSUOLO:
CLASSE 1.2.2
PERCEZIONE VISIVA:
3° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=0
V=3
V=0
BASSO (=3)
ATR3
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
L’ambito presenta allo stato attuale (prevalenza di prato) la seguente possibile valutazione
paesaggistica:
MORFOLOGIA:
piatta
SOPRASSUOLO:
CLASSE 6
PERCEZIONE VISIVA:
3° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=0
V=6
V=0
MEDIO (=6)
La trasformazione può determinare:
MORFOLOGIA:
piatta
SOPRASSUOLO:
CLASSE 1.2.2
PERCEZIONE VISIVA:
3° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=0
V=3
V=0
BASSO (=3)
ATR4
L’ambito presenta allo stato attuale (prevalenza di incolto erbaceo) la seguente possibile
valutazione paesaggistica:
MORFOLOGIA:
fortemente acclive
SOPRASSUOLO:
CLASSE 7.4
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=4
V=6
V=1
MEDIO ALTO (=11)
La trasformazione può determinare:
MORFOLOGIA:
Acclive a balze
SOPRASSUOLO:
CLASSE 1.2.2
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=3
V=3
V=1
MEDIO (=7)
ATR5
L’ambito presenta allo stato attuale (prevalenza di prato, con valore mediato da presenza di
bosco ceduo) la seguente possibile valutazione paesaggistica:
MORFOLOGIA:
lievemente acclive
SOPRASSUOLO:
CLASSE 6+5.2
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=2
V=6
V=1
MEDIO ALTO (=9)
La trasformazione può determinare:
MORFOLOGIA:
lievemente acclive
SOPRASSUOLO:
CLASSE 1.2.2
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=2
V=3
V=1
MEDIO (=6)
ATR6
L’ambito presenta allo stato attuale (prevalenza di incolto erbaceo) la seguente possibile
valutazione paesaggistica:
MORFOLOGIA:
piatta
SOPRASSUOLO:
CLASSE 7.4
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=0
V=6
V=1
MEDIO (=7)
La trasformazione può determinare:
MORFOLOGIA:
SOPRASSUOLO:
PERCEZIONE VISIVA:
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
piatta
CLASSE 1.2.2
2° livello
V=0
V=3
V=1
Pagina 156
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
BASSO (=4)
ATR7
L’ambito presenta allo stato attuale (prevalenza di bosco ceduo) la seguente possibile
valutazione paesaggistica:
MORFOLOGIA:
lievemente acclive
SOPRASSUOLO:
CLASSE 5.2
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=2
V=6
V=1
MEDIO ALTO (=9)
La trasformazione può determinare:
MORFOLOGIA:
lievemente acclive
SOPRASSUOLO:
CLASSE 1.2.2
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=2
V=3
V=1
MEDIO (=6)
ATR8
L’ambito presenta allo stato attuale (prevalenza di seminativo semplice) la seguente possibile
valutazione paesaggistica:
MORFOLOGIA:
piatta
SOPRASSUOLO:
CLASSE 2.1
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=0
V=3
V=1
BASSO (=4)
La trasformazione può determinare:
MORFOLOGIA:
piatta
SOPRASSUOLO:
CLASSE 1.2.2
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=0
V=3
V=1
BASSO (=4)
ATR9
L’ambito presenta allo stato attuale (prevalenza di prato) la seguente possibile valutazione
paesaggistica:
MORFOLOGIA:
lievemente acclive
SOPRASSUOLO:
CLASSE 6
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=2
V=6
V=1
MEDIO ALTO (=9)
La trasformazione può determinare:
MORFOLOGIA:
lievemente acclive
SOPRASSUOLO:
CLASSE 1.2.2
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=2
V=3
V=1
MEDIO (=6)
ATP1
L’ambito presenta allo stato attuale (prevalenza di seminativo semplice) la seguente possibile
valutazione paesaggistica:
MORFOLOGIA:
lievemente acclive
SOPRASSUOLO:
CLASSE 2.1
PERCEZIONE VISIVA:
3° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=2
V=3
V=0
MEDIO (=5)
La trasformazione può determinare:
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 157
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
MORFOLOGIA:
lievemente acclive
SOPRASSUOLO:
CLASSE 1.4.1
PERCEZIONE VISIVA:
3° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=2
V=2
V=0
BASSO (=4)
ATP2
L’ambito presenta allo stato attuale (prevalenza di seminativo semplice) la seguente possibile
valutazione paesaggistica:
MORFOLOGIA:
lievemente acclive
SOPRASSUOLO:
CLASSE 2.1
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=2
V=3
V=1
MEDIO (=6)
La trasformazione può determinare:
MORFOLOGIA:
lievemente acclive
SOPRASSUOLO:
CLASSE 1.4.1
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=2
V=2
V=1
MEDIO (=5)
ATP3
L’ambito presenta allo stato attuale (prevalenza di prato) la seguente possibile valutazione
paesaggistica:
MORFOLOGIA:
lievemente acclive
SOPRASSUOLO:
CLASSE 6
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=2
V=6
V=1
MEDIO (=9)
La trasformazione può determinare:
MORFOLOGIA:
lievemente acclive
SOPRASSUOLO:
CLASSE 1.4.1
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=2
V=2
V=1
MEDIO (=5)
ATTR1
L’ambito presenta allo stato attuale (prevalenza di seminativo semplice) la seguente possibile
valutazione paesaggistica:
MORFOLOGIA:
piatta
SOPRASSUOLO:
CLASSE 2.1
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=0
V=3
V=1
BASSO (=7)
La trasformazione può determinare:
MORFOLOGIA:
piatta
SOPRASSUOLO:
CLASSE 1.2.1
PERCEZIONE VISIVA:
2° livello
VALORE PAESAGGISTICO ATTRIBUIBILE:
V=0
V=3
V=1
BASSO (=5)
Una sintetica valutazione (fondata sulla ipotesi di edificazione con edifici bassi e ampie aree a verde
per ATR, in normale stato per ATP e di buon valore architettonico per ATTR) può fornire le
seguenti indicazioni:
ATR: si verifica un significativo deterioramento del valore morfologico/percettivo per ATR4,
ATR5, ATR6, ATR7, ATR9, decrementando il valore di 3-4 punti; discorso a parte per l’ATR3:
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 158
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
esso pur presentando un decremento di 3 punti, è da ascrivere alla presenza residuale, su fronte
strada in ambito sostanzialmente urbanizzato, di aree prative.
ATP: significativo deterioramento per l’ambito ATP3 (4 punti).
2-ECONOMIA LOCALE
Il ruolo di polo attrattore attribuito dal P.T.C.P. vigente pone con rinnovato impegno la centralità di
Olgiate nel compendio territoriale di appartenenza quale recapito strategico di iniziative relazionali
ed occasioni di scambio socio-economico e culturale, ai fini di favorire la crescita delle popolazioni
coinvolte coniugata alla riqualificazione delle peculiarità proprie dell’identificazione storica ed
all’ottimizzazione e salvaguardia delle risorse paesistiche ed ambientali: il quadro cui commisurare
orientamenti e scelte è quello della sostenibilità e della compatibilità.
Attesa la consistenza e l’articolazione insediativa delle 248 unità locali riconducibili al settore
industriale o artigianale di produzione pari a 3.180 addetti, alle 236 gravitanti sul settore
commerciale pari a 785 addetti, alle 318 miste o fornitrici di servizi per 761 addetti (fonte
C.C.I.A.A. “I comuni della provincia di Como. 2005”), richiamato lo studio della componente
commerciale rassegnato nel giugno 2009 come parte integrante del PGT (Società di ricerca e
pianificazione di Anzini Mauro & C. s.n.c. – all. E) nonché i caratteri tendenziali del
consolidamento/riconversione delle attività stesse nell’attuale momento critico dell’economia
globalizzata, rapportato allo stato di attuazione del PRUG vigente ed alle aspettative emerse dal
processo partecipativo, gli ambiti di trasformazione/riqualificazione sono appresso identificati, per
la presente alternativa:
PRODUTTIVO
• ATP n. 1via Grandi
• ATP n. 2via Repubblica
• ATP n. 3via Repubblica
• Cinque RFP (dal n° 1 al n° 5) sono collocati in ambito urbanizzato del PTCP.
L’estensione complessiva di superficie coperta è di mq. 59.393.
RICETTIVO
La scarsa dotazione di strutture ricettive (un solo esercizio alberghiero con 25 posti letto) e la
disponibilità riscontrata a intraprendere una iniziativa imprenditoriale finalizzata a fornire
un’ulteriore offerta di un servizio indispensabile all’importanza logistica ed al ruolo attrattore
cittadino di scambi economici e relazioni socio-culturali, ha spinto all’identificazione appresso
elencata:
• ATTR n. 1- via Repubblica.
Volume complessivo mc. 30.000.
POLIFUNZIONALE
Si tratta del compendio immobiliare ex AVON COSMETICS, identificato come ambito di
riqualificazione RFPF, appartenendo all’area urbanizzata del PTCP.
• RFPF n. 1- via XXV Aprile.
Superficie coperta 33.000 mq.
3-ARIA
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 159
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Il tematismo presente, in funzione della alternativa 1 qui in discussione (volumi residenziali
edificabili, attività previste, viabilità, con esclusione della variante alla S.S. 342), può essere ridotto
considerando che gli effetti possono essere ricondotti alla componente attività produttive.
La quantificazione allo stato attuale risulta improponibile, considerato che gli effetti sono legati
principalmente al tipo di attività insediabile.
A tal fine è utile riprendere il seguente elenco di inquinanti (dati provinciali, tematismo aria-clima
analisi di contesto) per definire l’associazione pressione/causa.
SO2 – il contributo maggiore (35%) è dato dalla Combustione nell’industria, seguito dai Processi produttivi
(29%), dalla Combustione non industriale e dalla Produzione di energia e trasformazione di combustibili
(16%) e dal Trasporto su strada (2%).
NOx – la principale fonte di emissione è il Trasporto su strada, (47%).
COV – l’Uso di solventi contribuisce per il 45% alle emissioni.
CH4 – per questo parametro le emissioni più significative sono dovute, per il 39%, al Trattamento e
smaltimento dei rifiuti e per il 37% ai Processi di estrazione e di distribuzione dei combustibili.
CO – la fonte principale di emissione è la Combustione non industriale (49%), seguita dal Trasporto su
strada (36%).
CO2 – i contributi principali (51%) sono le Combustioni, sia industriali che non industriali e, per il 26%, il
Trasporto su strada.
N2O -- il maggior contributo percentuale (35%) è dovuto alla Combustione non industriale e per il 33%
all’Agricoltura.
NH3 – per questo inquinante le emissioni più significative sono dovute, per l’80% all’Agricoltura e per il
15% al Trasporto su strada.
PM2.5 , PM10 e PTS - le polveri, sia grossolane, che fini ed ultrafini sono emesse principalmente dalle
Combustioni non industriali (dal 48 al 55%) e secondariamente dal Trasporto su strada (dal 24 al 28%).
CO2 eq – come per la CO2 i contributi principali (48 %) sono le Combustioni, sia industriali che non
industriali e, per il 23%, il Trasporto su strada.
Precursori O3 – per i precursori dell’O3 le principali fonti di emissione sono le Combustioni (32%), l’Uso
di solventi (28%) e il Trasporto su strada (26%).
Tot Acidificanti – per gli acidificanti le fonti di emissioni principali sono il Trasporto su strada (35%), le
varie forme di Combustione (36%) e l’Agricoltura (15%).
4-ACQUE REFLUE – componente residenziale e produttiva
Sul territorio della provincia di Como sono attivi 43 impianti di depurazione di acque reflue urbane,
cioè al servizio delle pubbliche fognature di Comuni o Consorzi di Comuni. Tuttavia gran parte del
Nord della provincia non è ancora coperto dal servizio di depurazione. Su 162 comuni, 38 risultano
infatti totalmente sprovvisti di sistemi di collettamento e di impianti di depurazione. Tali comuni
sono tutti ubicati nei territori delle comunità montane.
Per quanto attiene l’aspetto depurativo delle acque reflue, il territorio comunale appartiene quasi
interamente al bacino dell’Alto Lura ed in parte minore al Bacino “Faloppia” per parte del territorio
posto a N/W con depuratore a Ronago.
L'Altolura s.r.l gestisce il collettamento e la depurazione delle acque reflue, industriali e civili, del
bacino intercomunale di Lurate Caccivio, Olgiate Comasco, Villa Guardia, Bulgarograsso, Oltrona
San Mamette, Solbiate, Gironico, Parè, Beregazzo con Figliaro, avente superficie complessiva pari a
circa 40 kmq ed uno sviluppo di collettori di circa 33 Km., con recapito finale il Torrente Lura.
La raccolta e l'allontanamento dei reflui avviene tramite l'innesto nel collettore di Altolura s.r.l.
delle reti fognarie comunali gestite dalle stesse Amministrazioni o da società di gestione, quindi le
acque vengono convogliate all'impianto di Bulgarograsso, dove avviene il servizio depurativo.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 160
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
La capacità di progetto dell’impianto di depurazione è pari 30.000 abitanti equivalenti (settore
civile) ed a 124.000 abitanti equivalenti per il settore produttivo.
L’impianto di depurazione di Ronago, che tratta circa 14.100 abitanti equivalenti (comuni di
Ronago, Bizzarone, Uggiate Trevano, Faloppio, parte di Olgiate a n/w), e che immette le acque
reflue trattate nel torrente Faloppia immissario del Fiume Breggia, ha subito di recente una serie di
interventi di ampliamento dell’impianto e di rifacimento di tratti di collettori al fine di garantire una
più efficiente capacità depurativa.
L’incremento di abitanti previsti dalla presente alternativa (+ 1.738 abitanti dato dedotto dal
successivo punto 5, a cui è stato aggiunto il valore di 220 abitanti derivanti dagli ambiti “AS”) è da
ponderare con attenzione per le capacità dell’impianto di depurazione di Bulgarograsso
prevalentemente coinvolto (5,80% della capacità a regime dell’impianto, settore residenziale);
stessa considerazione (sotto il profilo quantitativo) per le capacità collegate al sistema di
captazione/distribuzione della rete acquedotto; occorre approfondire gli aspetti di distribuzione sul
territorio (pressione, ecc.).
Per il settore produttivo-ricettivo gli aspetti sono da valutare in sede attuativa.
5-SUOLO-BIODIVERSITA’-POPOLAZIONE
Il concetto qui rappresentato è funzionale alla determinazione di volumi edificabili, del numero di
abitanti insediabili considerando il rapporto di 150 mc./mq.
Attraverso il metodo MVA, applicato nella redazione del PTCP, e la rappresentazione DUSAF
mediata da valutazioni dirette dei luoghi e dal rilievo aerofotogrammetrico, sono poi state
individuate le superfici potenziali oggetto di trasformazione/riqualificazione che determinano un
decremento di biodiversità in quanto suscettibili di modificazioni antropiche; il loro valore
complessivo fornisce una utile fonte di comparazione possibile per la scelta della alternativa da
prescegliere. Il valore calcolato (in mq.) viene normalizzato con denominatore 1.000 (valore
normalizzato = valore/1.000).
Gli ambiti RFR n. 4,8,9,11,12 - RFP n. 5 - RFPF n. 1 non vengono considerati nella valutazione
sulla tematica biodiversità in quanto allo stato attuale già urbanizzati/antropizzati.
•
•
•
•
•
•
superficie suscettibile di trasformazione/riqualificazione urbanizzativa:
volume attribuito ATR, RFR
superficie coperta attribuita a ATP, RFP:
superficie coperta attribuita a RFPF:
volume attribuito a ATTR:
abitanti equivalenti ATR, RFR (150 mc./ab.)
mq.546.471
mc.227.848
mq. 59.393
mq. 33.000
mc. 30.000
ab. 1.518
•
•
•
•
superficie totale di trasformazione/riqualificazione urbanizzativa:
volume totale:
superficie coperta totale:
abitanti equivalenti totali:
mq.546.471
mc.257.848
mq. 92.393
ab. 1.518
•
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – incolto erbaceo preval.)
ambito ATR1:
(1) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 5.010 x 1,7 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo preval.)
•
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
1,7
mq.
8,52
Pagina 161
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
ambito ATR2:
(2) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 12.800 x 1,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito ATR3:
(3) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 3.102 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – incolto erbaceo preval.)
ambito ATR4:
(4) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 5.362 x 1,7 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo+ bosco latif.)
ambito ATR5 valore mediato:
(5) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 18.197 x 1,7 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – incolto erbaceo preval.)
ambito ATR6:
(6) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 2.929 x 1,7 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – bosco latif. preval.)
ambito ATR7:
(7) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 2.126 x 3,2 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo preval.)
ambito ATR8:
(8) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 32.804 x 1,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito ATR9:
(9) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 7.970 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo preval.)
ambito ATP1:
(10) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 9.366 x 1,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo+boschi misti)
ambito ATP2 valore mediato :
(11) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 52.873 x 1,5 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito ATP3:
(12) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 24.173 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo preval.)
ambito ATTR1:
(13) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 11.687 x 1,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato+bosco latif.)
ambito RFR1 valore mediato:
(14) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 4.596 x 2,5 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato+bosco latif.)
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
1,0
mq.
12,80
2,0
mq.
6,20
1,7
mq.
9,12
1,7
mq.
30,93
1,7
mq.
4,98
3,2
mq.
6,80
1,0
mq.
32,80
2,0
mq.
15,94
1,0
mq.
9,37
1,5
mq.
79,31
2,0
mq.
48,35
1,0
mq.
11,69
2,5
mq.
11,49
Pagina 162
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
ambito RFR2 valore mediato :
(15) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 5.469 x 2,6 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo+rimboschimento)
ambito RFR3 valore mediato :
(16) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 32.375 x 1,2 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo+bosco latif.)
ambito RFR5 valore mediato :
(17) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 16.846 x 2,2 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito RFR6:
(18) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 3.839 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – incolto erbaceo preval.)
ambito RFR7:
(19) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 22.489 x 1,7 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo preval.)
ambito RFR10:
(20) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 4.308 x 1,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito RFR13:
(21) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 2.153 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo+boschi misti)
ambito RFR14 valore mediato:
(22) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 8.071 x 2,1 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito RFR15:
(23) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 5.928 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato+rimboschimento)
ambito RFR16 valore mediato:
(24) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 6.289 x 2,1 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo preval.)
ambito RFR17:
(25) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 4.386 x 1,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito RFR18:
(26) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 15.010 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito RFR19:
(27) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 2.983 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
2,6
mq.
14,22
1,2
mq.
38,85
2,2
mq.
37,06
2,0
mq.
7,68
1,7
mq.
38,23
1,0
mq.
4,31
2,0
mq.
4,31
2,1
mq.
16,95
2,0
mq.
11,86
2,1
mq.
13,21
1,0
mq.
4,39
2,0
mq.
30,02
2,0
mq.
5,97
Pagina 163
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
•
•
•
•
ambito RFR20:
(28) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 7.596 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – incolto arbustivo preval.)
ambito RFR21:
(29) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 8.945 x 1,8 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo preval.)
ambito RFP1:
(30) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 10.204 x 1,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito RFP2:
(31) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 7.035 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito RFP3:
(32) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 4.984 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito RFP4:
(33) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 4.692 x 2,0 =
• superficie totale equivalente normalizzata virtuale di decremento
potenziale di biodiversità (da 1 a 33) alt. 1:
• valore totale equivalente normalizzato virtuale di decremento
potenziale di biodiversità (da 1 a 26) alt. 2 (valore adimensionale – mq/mq)
2,0
mq.
15,19
1,8
mq.
16,10
1,0
mq.
10,20
2,0
mq.
14,07
2,0
mq.
9,97
2,0
mq.
9,38
mq. 590,27
590,27
Tenuto conto di un andamento demografico in costante crescita, testimonianza probante della
vivacità socio-economica relazionale del sistema urbano olgiatese, il processo di assestamento
territoriale ancora in fase dinamica, è destinato a normalizzarsi soltanto all’esaurimento dei residui
programmi edificatori conformi alle previsioni urbanistiche vigenti, nella misura stabilita dal PGT,
come componente integrante del dimensionamento ivi calcolato, rapportato al sistema della città
pubblica la cui descrizione è affidata al Piano dei Servizi.
6-RUMORE
Le previsioni (volumi residenziali edificabili, attività previste, viabilità) dovranno essere messe a
confronto con le previsioni del Piano di classificazione acustica.
7-RIFIUTI – componente residenziale e produttiva
RESIDENZIALE
Partendo dai dati 2008 (vedasi analisi di contesto, tema rifiuti), in particolare la produzione procapite totale pari a 1,24 kg./ab. giorno, si può evincere quanto segue:
• incremento abitanti:
1.738 unità
• incremento ponderale produzione rifiuti giornaliera:
2.155 kg.
• incremento ponderale produzione rifiuti annua:
780.000 kg.
PRODUTTIVO
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 164
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Da un calcolo informatico relativo alle superfici coperte degli insediamenti produttivi come
identificati dalla restituzione aerofotogrammetria del territorio olgiatese, il dato alla soglia
temporale del volo è pari a circa 250.000 mq. complessivi.
Il dato della presente alternativa determina una previsione (ATP+RFP) pari a 59.393 mq., ovvero
percentualmente un incremento valutabile nella misura del + 24% circa. Il valore è assolutamente
passibile di verifica puntuale delle superfici effettivamente destinate ad attività produttive
(sicuramente superiore al dato di 250.000 mq., considerato che alcune attività possono essere anche
interstiziali e connesse col sistema insediativo residenziale esistente). Il dato incrementale è solo
finalizzato a fornire una comparazione fra alternative.
La possibilità di minimizzarne il peso specifico dipende esclusivamente da comportamenti/stili di
vita e modalità di produzione.
8-ENERGIA – componente residenziale
La tabella afferente il tema “energia” del presente documento, individua all’ultima colonna un
valore (anno 1999) collegato all’energia fatturata nel settore servizi generali edifici pari a
10.220.000 Kwh per l’intera popolazione residente (abitanti al 1999 pari a 10.301); il valore procapite risulta pertanto pari a 992 Kwh/anno e quindi:
• incremento abitanti (dato DdP):
1.738 unità
• incremento ponderale consumi energetici annuo:
1.725.000 Kwh
In questo caso (vedasi analisi di contesto, tema energia) le possibilità di decremento significativo
dell’impatto primario/derivato riferibile al consumo energetico sono da rapportare principalmente
all’utilizzo di fonti energetiche alternative e rinnovabili.
9-MOBILITA’
Sotto questo profilo il nodo principale è rappresentato dalla risoluzione dell’attuale assetto
infrastrutturale imperniato sul tracciato intraurbano della S.S. n°. 342 e sulle connessioni ivi
esercitate dalla S.P. n°. 17 e dalla S.P. n°. 23.
Le novità sul punto recentemente intervenute consistono nell’avvio dei lavori di realizzazione della
variante S.P. n. 17 tratto Faloppio/S.P. n. 23 e nell’adozione del provvedimento urbanistico di
inserimento nell’azzonamento vigente della variante alla S.S. n. 342.
Rispetto a questa circostanza la collocazione lungo la fascia medio occidentale della provincia,
potrà consolidare il ruolo strategico di Olgiate nel sistema relazionale polifunzionale Como-Varese
e generalmente insubrico.
Tale polarità si identifica altresì come luogo di cerniera nel reticolo della viabilità extraurbana del
compendio interprovinciale dove in particolare raccorda il tracciato storico a nord verso i valichi del
Gaggiolo (S.P. n° 20 Albiolo-Rodero) e Valmorea Bizzarone, nonché a sud-est verso Appiano
Gentile con l’asse collinare della viabilità trasversale rappresentato dalla citata S.P n. 17 (quello
tipicamente precollinare si identifica con la S.S. n. 342 mentre il più meridionale, pedemontano, si
riconosce nella S.P. n° 32 “Novedratese”), comprese le diramazioni verso Vedano Olona e
Venegono-Tradate-Gallarate-Malpensa.
A proposito rileva osservare che la centralità del ruolo sovracomunale in tale sede “tecnicamente”
riscontrato non può prescindere dalla ottimizzazione e dalla riorganizzazione globale del settore
della mobilità: l’ultimazione dei lavori relativi al nuovo raccordo della s.p. 17 con la s.p. 23, la
realizzazione in tempi rapidi della variante alla s.s. 342, la riqualificazione ad uso ciclo-pedonale
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 165
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
della ex sede ferroviaria della linea Como-Varese, costituiscono interventi strutturali alla vasta scala
territoriale assolutamente preliminari ad ogni credibile programma di ridisegno della città e di un
armonico presidio/sviluppo delle sue peculiarità ambientali (storico-antropiche e naturali).
Infatti la restituzione della s.s. 342 e della s.p. 17 alla rete della “comunicazione urbana” potrà
liberare la piena e diffusa esplicazione del sistema relazionale, facilitando nel contempo l’apporto
prestazionale del trasporto pubblico: non più città per parti ma città omogeneamente integrata.
Per converso i flussi di traffico identificati da origini/destinazioni a media-lunga percorrenza,
disporranno di un recapito adeguato alle dovute esigenze di fluidità e sicurezza; le attività produttive
(infrastrutturali e commerciali riconducibili alla media e grande distribuzione), peraltro già
logisticamente collocate, ne trarranno un oggettivo giovamento in termini di accessibilità ed
efficienza aziendale.
Attesa l’estrema criticità costituita dall’attuale assetto viabilistico imperniato sulla s.s. n° 342 e s.p.
n° 17, (pesantemente interferenti sul sistema relazionale connesso al tessuto urbano e territoriale), la
rete viaria a valenza extralocale è contraddistinta dalle seguenti direttrici principali, ferma restando
la classificazione extraurbana della s.p. n° 23:
Via Risorgimento – Gironico
Via Gerbo – Faloppio
Via Perretta – Albiolo
Via Grandi/Marconi –Figliaro/Solbiate
Via Milano – Beregazzo
Via Repubblica – Oltrona S.M.
Via Baragiola – Lurate Caccivio.
Ciò induce una sovrapposizione di flussi di traffico impropri (in quanto di attraversamento) rispetto
non solo alle origini/destinazioni prettamente urbane, ma anche alle esigenze riconducibili alla
mobilità protetta. E’ indubbio che siffatto scenario potrà subire una importante razionalizzazione in
termini di classificazione selettiva dei flussi stessi, e dei consequenziali effetti benefici ambientali
(inquinamento atmosferico, acustico ecc.) e fruitivi (sicurezza, attraversamenti, restituzione al
trasporto pubblico di sedi maggiormente fluide ecc.), a conclusione delle opere riferite al raccordo
diretto fra la s.p. 17 in località Gerbo e la s.p. 23 in fase di realizzazione, ma soprattutto al
concretizzarsi del richiamato progetto di variante alla s.s.342, preferibilmente inteso come lotto
unico sino alla rotatoria di Solbiate (soluzione suscettibile di superare anche il nodo di Somaino).
Su tale modello e sui tempi di entrata a regime, prevedibilmente medi, si fonda la proposta di
interventi minimi finalizzata ad assicurare alla maglia infrastrutturale urbana e locale una
organizzazione di “sistema” cui affidare il pieno espletamento di scambi e relazioni riconducibili al
soddisfacimento dei fabbisogni generalmente legati a prestazioni e servizi erogabili dalla “città
pubblica”, meglio descritti nel Piano dei Servizi.
In particolare trattasi di:
• Riqualificazione del collegamento esistente verso la località Boscone,via Bontocco, via
Cantalupo sino a via Tommaseo;
• Ridisegno geometrico dell’incrocio via Tarchini (s.p. 17), via Colombo, via dei Baietti;
• Adeguamento funzionale di via Sterlocchi compresa l’intersezione con via Tarchini;
• Riqualificazione del collegamento s.p. 23, via Monsecco, via delle Fontane, via della
Scaletta;
• Raccordo via Liancourt (s.s.342) – via Usuelli;
• Raccordo via Liancourt, via Grandi/Marconi;
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Pagina 166
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
• Raccordo via Milano, nuova rotatoria sulla s.p. 23 recante il peduncolo di servizio al Centro
Commerciale collocato ad ovest della medesima strada provinciale;
• Raccordo via Leonardo da Vinci, via Segantini con prosecuzione verso il tracciato di cui al
punto precedente;
• Riqualificazione via Cappelletta secondo il progetto definitivo approvato con D.G.C.
21.05.08 n° 82 e raccordo con via Repubblica;
• Raccordo via Luraschi, via Carducci e contestuale rotatoria all’innesto su via Vittorio
Emanuele II (s.s. 342);
• Riqualificazione e rettifica via S.Giovanni Bosco,
• Raccordo fra v. dei Fossi di Rongio e la piattaforma ecologica come componente
infrastrutturale del P.A. contemplato dall’ambito RFP n. 2.
La presente proposta inserisce inoltre le più significative direttrici intra ed extracomunali dei
percorsi protetti a fruizione ciclo-pedonale interferenti, nel quadro della identificazione delle
componenti della così detta “mobilità dolce”, con il recupero funzionale della ex sede ferroviaria
Como- Varese, secondo quanto già esposto nella presente relazione.
Relativamente al trasporto pubblico le linee A.S.F. C74 Como-Valmorea e le linee F.N.M.A. C64
Olgiate-Appiano-Lomazzo, C76 Tradate-Olgiate, C77 Como-Varese, come indicate in recapiti e
fermate, risultano coerenti con l’assetto insediativo qui delineato e con il modello infrastrutturale
sopra descritto.
A completamento del settore viene recepita la previsione orientativa del P.T.C.P. recante la
metrotramvia, ramo ovest, collegamento Como-Olgiate, compreso il terminal ivi collocato.
Sotto il profilo quantitativo la tabella riferita agli spostamenti giornalieri per luogo di destinazione
al 2001 (tema il sistema della mobilità) quantifica in 5.798 persone il predetto potenziale; il
rapporto percentuale rispetto alla popolazione 2001 (10.381 abitanti) è pari al 56%.
Il flusso incrementale stimato dalla presente alternativa (a parità di condizioni di attrattività e
considerando solo l’apporto derivante dal settore residenziale previsto) è pertanto pari a 973 persone
(56% di 1.738).
1-urbanizzato
2-extra-urb.
MOBILTA’
TRASPORTI
ENERGIA
RIFIUTI
RADIAZIONI
RUMORE
BIODIVERSITA’
FLORA-FAUNA
POPOLAZIONE
SALUTE
PATRIMONIO
CULTURALE
SUOLO
ACQUA
ambito
ARIA-CLIMA
10-MATRICE CORRELATIVA
? ?
? ? +
?
Tab.37 – Alternativa 1, matrice correlazioni azioni – ambiente
N.B.: la simbologia e la legenda sono le medesime di cui al paragrafo 5.1.4.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 167
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Punti di forza
• maggior compattezza interna del tessuto urbanizzato
Punti di criticità-sensibilità
• limitazione aree agro-forestali
• limitazione effetti di coesione/connessione ambientale
• inibizione parziale di visuali percettive sensibili
• rischio da valutare in funzione di un potenziale carico insediativo in relazione ad elementi
ambientali locali (in termini di biodiversità, vegetazione, flora e fauna)
• incremento da ponderare dei carichi di reflui
• incremento carico rifiuti
• parziale effetto di maggior consumo energetico
• minimizzazione del depauperamento della risorsa suolo da attuare con meccanismi correlati
ad elevati indici di permeabilità
• prestare attenzione al rischio di decrementare i valori di accessibilità nel caso di edificazione
all’interno del tessuto urbano
• valutazione attenta di rispetto andamento orografico peculiare
• attenta valutazione del layout afferente le nuove edificazioni.
ALTERNATIVA 2 scenario DdP proposto (cfr. allegato grafico)
La presente alternativa scaturisce dalla precedente, alla quale sono stati stralciati taluni ambiti di
trasformazione (ovvero ricadenti all’interno della Rete Ecologica provinciale, PTCP) che, sotto il
profilo prioritariamente paesaggistico (considerando anche potenziali soglie di criticità insediative
già enunciate in sede di presentazione delle linee programmatiche - punto 3 ed effetti di
frammentazione di aree ecologicamente sensibili) presentavano condizioni potenziali di
significativo deterioramento del valore morfologico/percettivo. Tali ambiti risultano essere
pertanto: ATR4, ATR5, ATR6, ATR7, ATR9, ATP3. Viene anche stralciato l’ambito ATR8 per
condizioni di difficile accessibilità veicolare da via Capuana, in considerazione della consistenza
volumetrica/abitanti teorici rapportata alla giacitura possibile imprimibile all’ambito.
Questo scenario è costituito pertanto dalla allocazione dei seguenti ambiti:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
ATR 1
ATR 2
ATR 3
ATP 1
ATP 2
ATTR 1
RFR 1
RFR 2
RFR 3
RFR 4
RFR 5
RFR 6
RFR 7
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
superficie mq.
5.010
12.800
3.102
9.366
52.873
11.687
4.596
5.469
32.375
3.263
16.846
3.839
22.489
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
volume mc.
2.500
volume mc.
9.000
volume mc.
2.200
superficie mq. 4.600
superficie mq. 26.000
volume mc. 30.000
volume mc.
4.550
volume mc.
5.450
volume mc. 12.000
volume mc.
3.000
volume mc.
8.500
volume mc.
3.000
volume mc. 27.000
Pagina 168
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
RFR 8
RFR 9
RFR 10
RFR 11
RFR 12
RFR 13
RFR 14
RFR 15
RFR 16
RFR 17
RFR 18
RFR 19
RFR 20
RFR 21
RFP 1
RFP 2
RFP 3
RFP 4
RFP 5
RFPF 1
superficie mq. 8.685
superficie mq. 2.494
superficie mq. 4.308
superficie mq. 4.998
superficie mq. 36.282
superficie mq. 2.153
superficie mq. 8.071
superficie mq. 5.928
superficie mq. 6.289
superficie mq. 4.386
superficie mq. 15.010
superficie mq. 2.983
superficie mq. 7.596
superficie mq. 8.945
superficie mq. 10.204
superficie mq. 7.035
superficie mq. 4.984
superficie mq. 4.692
superficie mq. 9.319
superficie mq. 114.833
volume mc.
8.600
volume mc
2.500
volume mc.
3.500
volume mc.
5.000
volume mc. 48.000
volume mc.
2.500
volume mc.
7.000
volume mc.
3.500
volume mc.
3.800
volume mc.
4.300
volume mc.
2.000
volume mc.
2.500
volume mc.
7.500
volume mc.
4.500
superficie mq. 5.000
superficie mq. 3.500
superficie mq. 2.400
superficie mq. 2.300
superficie mq. 3.700
superficie mq. 33.000 (polifunzionale).
DATI SIGNIFICATIVI DI SINTESI
Le sottostanti considerazioni sono da riferire al dato incrementale demografico residente come più
avanti calcolato ed al dato relativo alle dotazioni derivanti da ambiti a prevalente destinazione
produttivo-artigianale; la componente fluttuante non interviene in questa analisi essendo
ininterferente per le presenti alternative.
1-PAESAGGIO
Rif. commenti di stampo generale e dettagli metodologia: vedasi omologa tematica alternativa 1.
CLASSI DI SENSIBILITÀ PAESISTICA DA DDP
Estrapolazione da tavola DdP, codificando AURB come ambito urbanizzato prevalente e ANURB
come ambito non urbanizzato prevalente:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
ATR 1
ATR 2
ATR 3
ATP 1
ATP 2
ATTR 1
RFR 1
RFR 2
RFR 3
RFR 4
RFR 5
RFR 6
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
AURB
ANURB
AURB
molto alta
molto alta
molto alta
molto alta
media
molto alta
molto alta
molto alta
molto bassa
bassa
molto alta
bassa
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
RFR 7
RFR 8
RFR 9
RFR 10
RFR 11
RFR 12
RFR 13
RFR 14
RFR 15
RFR 16
RFR 17
RFR 18
RFR 19
RFR 20
RFR 21
RFP 1
RFP 2
RFP 3
RFP 4
RFP 5
RFPF 1
ANURB
AURB
AURB
ANURB
AURB
AURB
AURB
ANURB
ANURB
ANURB
AURB
AURB
ANURB
ANURB
ANURB
ANURB
AURB
AURB
AURB
AURB
AURB
VALORE PAESISTICO (VP)
media
bassa
bassa
media
bassa
bassa
bassa
molto alta
media
media
bassa
alta
molto alta
molto alta
molto alta
molto bassa
bassa
bassa
bassa
bassa
bassa
= area ambito x valore di sensibilità paesistica (VSP)
Pertanto:
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
ATR 1
ATR 2
ATR 3
ATP 1
ATP 2
ATTR 1
RFR 1
RFR 2
RFR 3
RFR 4
RFR 5
RFR 6
RFR 7
RFR 8
RFR 9
RFR 10
RFR 11
RFR 12
RFR 13
RFR 14
RFR 15
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
5.010
12.800
3.102
9.366
52.873
11.687
4.596
5.469
32.375
3.263
16.846
3.839
22.489
8.685
2.494
4.308
4.998
36.282
2.153
8.071
5.928
x5
x5
x5
x5
x3
x5
x5
x5
x2
x1
x5
x1
x3
x1
x1
x3
x1
x1
x1
x5
x3
= 25.050
= 64.000
= 15.510
= 164.020
= 46.830
= 58.435
= 22.980
= 27.345
= 64.750
=
3.263
= 84.230
=
3.839
= 67.467
=
8.685
=
2.494
= 12.924
=
4.998
= 36.282
=
2.153
= 40.355
= 17.784
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 170
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
VP
RFR 16
RFR 17
RFR 18
RFR 19
RFR 20
RFR 21
RFP 1
RFP 2
RFP 3
RFP 4
RFP 5
RFPF 1
VP TOT.
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
6.289
4.386
15.010
2.983
7.596
8.945
10.204
7.035
4.984
4.692
9.319
114.833
x3
x1
x4
x5
x5
x5
x2
x1
x1
x1
x1
x1
=
VP TOT. normalizzato
((VP. TOT)/1.000)
=
= 18.867
=
4.386
= 60.040
= 14.915
= 37.980
= 44.725
= 20.408
=
7.035
=
4.984
=
4.692
=
9.319
= 114.833
=1.115.578
=
1.116
ANALISI E COMMENTI AMBITI
RFR 1 e RFR 2
Confermano ed integrano il P.A. n° 7 di zona C5 previsto dal PRUG vigente; interpretano un ruolo
strategico per la frazione Somaino riservando la parte limitrofa a via della Scaletta a parcheggio
attrezzato a servizio soprattutto della Scuola Elementare ivi insistente. L’ambito n. 1, mq. 4.596,
occupa mq. 2.153 in zona CAP del P.T.C.P., corrispondenti a prato degradato.
RFR 3
Si identifica con il vasto comparto di zona F1 n° 18 del PRUG vigente (vincolo decaduto), di cui
comunque si consolida la funzione logistica in quanto, unitamente all’ambito RFP 1, i soggetti
interessati dovranno realizzare il raccordo stradale (comprese le rispettive intersezioni) con le vie
Marconi e Liancourt (s.s.342), come contributo alla riorganizzazione viabilistica delle frazioni
Somaino e Casletto con particolare riferimento al nodo semaforico esistente.
Sotto il profilo distributivo:
1- la parte ad est di detto raccordo dovrà destinare mq. 2.500 circa ivi contermini a parcheggio,
assegnando il resto a edilizia convenzionata pari ad una volumetria complessiva di mc.
7.000.
2- la parte ad ovest potrà disporre di una consistenza edificatoria libera di mc. 5.000.
RFR 4
Già inserito in zona D3 “produttiva di riconversione plurifunzionale” e parzialmente in A2 del
PRUG vigente, l’ambito viene restituito alla sua effettiva pertinenza fondiaria. La consistenza
edificatoria equivale a mc. 3.000, o comunque pari all’esistente.
RFR 5
Racchiude la parte preponderante del comparto di zona F1.19 del PRUG vigente (vincolo scaduto,
ancorché l’area sia di proprietà comunale) nonché sedimi di zona E1 non più funzionali all’attività
agricola,configurandosi come completamento del processo insediativo a nord di via dei Canali.
RFR 6
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Coincide esattamente con il comparto denominato P.A. n° 2 di zona C5 nel PRUG vigente.
RFR 7
Riguarda il comparto di zona F1 n° 31 del PRUG vigente (vincolo decaduto) di cui si mantiene la
striscia contermine alla sede ex ferrovia Como-Varese.
La consistenza edificatoria deve essere ripartita in mc. 9.000 per edilizia convenzionata e mc.
18.000 per edilizia libera a compensazione della cessione al Comune del comparto di zona F1 n° 30
e del sedime di pertinenza della palazzina retrostante previa demolizione.
RFR 8
Si identifica con il comparto di zona D6 “terziario di completamento” del PRUG vigente,
attualmente sede della ditta GIEM Confezioni s.r.l., destinata a trasferirsi nell’ambito RFP1; la
modifica di destinazione contempla la cessione al Comune dell’area a parcheggio antistante via
Segantini nonché la realizzazione del prolungamento di v. Leonardo da Vinci sino a via Segantini e
del raccordo sino all’asta viaria connessa al compendio AS4. La consistenza edificatoria equivale a
mc. 8.600, o comunque pari all’esistente.
RFR 9
Si riferisce al comparto di zona D6 del PRUG vigente accessibile da v. S. Abbondio suscettibile di
riconversione. La consistenza edificatoria è calcolata in mc. 2.500, o comunque pari all’esistente.
RFR 10
Riguarda l’integrale riproposizione del P.A. n° 25 zona C5 del PRUG vigente.
RFR 11
E’ classificato come zona C1 nel PRUG vigente; tuttavia la presenza di un impianto agricolo,
oggettivamente incompatibile con il tessuto residenziale di pertinenza, determina la necessità di
assoggettare il cambio di destinazione a Piano Attuativo.
RFR 12
Il comparto storico della ditta Boselli, il cui trasferimento aziendale è subordinato all’approvazione
del P.A. di zona D5 del PRUG vigente, adottato con D.C.C. 53/09, già indicato nel Documento
d’Inquadramento come suscettibile di P.I.I., è ripreso con le sue prerogative parametriche: in
particolare vi si evince che la componente residenziale occupa mc. 48.000 e quella terziaria mq.
s.l.p. 4.000.
Fra i benefici pubblici sono annoverate la realizzazione della rotatoria all’intersezione di via
Carducci con via Vittorio Emanuele II e del raccordo stradale fra la stessa v. Carducci e v. Luraschi.
RFR 13 e 14
Riguardano l’integrale riproposizione dei P.A. n° 17 e n° 20, zona C5 del PRUG vigente.
RFR 15
Attribuisce dignità edificatoria (mq. 3.994) ad un ambito di zona E1 interstiziale rispetto al tessuto
urbano circostante; la parte inclusa nel rispetto cimiteriale (mq. 1.934) è ceduta al Comune per
realizzarvi parcheggi.
RFR 16
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 172
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Riperimetra il P.A. n° 27 di zona C5 del PRUG vigente (mq. 3.643), cedendo al Comune l’area
ricompresa nel rispetto cimiteriale (mq. 2.646) per le finalità espresse relativamente all’ambito RFR
15.
RFR 17
Riperimetra il P.A. n° 26 di zona C5 del PRUG vigente.
RFR 18
Attribuisce valenza edificatoria (mq. 5.932) ad una porzione d’ambito di zona A2 del PRUG
vigente; il sedime collocato entro la fascia di rispetto cimiteriale (mq. 9.078) è ceduto al comune
anche per riqualificare il tratto interessato di via S. Giovanni Bosco.
RFR 19
Coincide esattamente con il comparto denominato P.A. n° 28 di zona C5 nel PRUG vigente.
RFR 20
Si identifica con il comparto di zona F1 n° 41 (vincolo decaduto) del PRUG vigente da assoggettare
ad edilizia convenzionata.
RFR 21
Riguarda il comparto di zona F1 n° 40 (vincolo decaduto) del PRUG vigente, di cui si autorizza la
destinazione residenziale nella metà est adiacente al tessuto edificato esistente. L’altra metà (mq.
4.500) è ceduta al Comune.
RFP 1
Riperimetra i comparti di zona D8 n°1 e di zona F3 n° 1 del PRUG vigente secondo le necessità di
trasferimento dell’azienda GIEM Confezioni s.r.l.; essa dovrà concorrere pro quota proporzionale
alla realizzazione del raccordo stradale fra la s.s. 342 e via Marconi.
RFP 2
Ripropone il comparto di zona D5 del PRUG vigente.
RFP 3
Costituisce un’area E1 nel PRUG vigente, interclusa rispetto al tessuto urbano consolidato lungo le
vie dei Baietti e Cascina Bella, immediatamente confinante con comparti edificati di zona D6 e D4.
RFP 4
Si identifica con il comparto di zona D8 n°2 del PRUG vigente.
RFP 5
Conferma il comparto di zona D3 previsto dal PRUG vigente limitrofo a via Michelangelo, peraltro
ricompreso nel Documento di Inquadramento come suscettibile di P.I.I..
RFPF 1
Coincide con il compendio SODISCO s.r.l. (ex Avon Cosmetics): superficie fondiaria mq. 103.316,
territoriale mq. 114.833.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 173
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
La polifunzionalità è riferita ai settori della produzione secondaria, tecnologicamente non
inquinante, e terziaria da realizzarsi utilizzando i manufatti esistenti e mantenendo la dotazione a
parcheggio ad est di v. XXV Aprile.
Il Piano delle Regole determinerà la ripartizione percentuale delle attività ed i benefici pubblici
derivanti dalla convenzione del Piano Attuativo cui assoggettare la definizione degli interventi.
ATR 1
Occupa il lembo sud di un comparto parzialmente edificato e delimitato dalla via Baragiola, da una
carrareccia ad est e dalla sede ex ferrovia Como-Varese ad ovest; risulta pertanto morfologicamente
e strutturalmente scollegato rispetto al compendio agro-forestale che si sviluppa al confine nord.
ATR 2
Si sviluppa longitudinalmente lungo via Gabelli a partire dall’imbocco su via Trieste (s.s. 342).
La porzione ricompresa nella fascia di rispetto cimiteriale dovrà essere ceduta al Comune; inoltre
per non compromettere il corridoio visivo rivolto al vecchio nucleo di Rongio l’edificazione si
concentrerà nel sedime sud dell’ambito garantendo continuità con il tessuto urbano contiguo.
ATR 3
Chiude il processo insediativo consolidato sul lato ovest di via Gabelli sino a via Cappelletta senza
peraltro aumentare la profondità del lotto.
L’utilizzo di superficie agricola è, analogamente all’ATR 2, del tutto ininfluente e marginale.
ATP 1
Riguarda le necessità di ampliamento della ditta SISME s.p.a.; l’area adiacente al complesso
industriale esistente risulta delimitata a sud dal tracciato della futura variante s.s. 342, che ne
determina di fatto la cesura rispetto al compendio agro- colturale a sud-est.
Il concorso finanziario nella realizzazione della prevista riorganizzazione viabilistica di Somaino,
suscettibile di migliorare sensibilmente l’accessibilità all’impianto, dovrà essere assicurato in sede
di pianificazione attuativa degli interventi edificatori. La superficie di mq. 9.366 concorre a
determinare consumo di suolo per il 20% ossia mq. 1.873 a mente dell’art. 38 sesto comma lett. a)
del P.T.C.P..
ATP 2
Si identifica come completamento del polo produttivo in essere a sud-ovest di v. Repubblica.
L’importanza logistica del sito è attestata dalla tangenza con il nuovo raccordo fra la s.s. 342 e la
s.p. 23, tratto integrante e funzionale della variante cit., ma anche dalla opportunità di contemplare
nel P.A. il collegamento di Olgiate da est con la piattaforma per la raccolta differenziata ora
raggiungibile da Beregazzo.
Inoltre renderà fattibile, per ragioni di affinità ed accessibilità l’allestimento dell’area riservata alle
esigenze della Protezione Civile come inserita nel Piano dei Servizi.
Il comparto in ogni caso non supera via Fossi di Rongio per non compromettere il compendio agrocolturale che si estende a nord-est. La superficie di mq. 52.873 risulta così ripartita:
a) mq. 45.411 in zona BZP del P.T.C.P.
b) mq. 7.462 in ambito urbanizzato del PTCP.
A mente dell’art. 38 sesto comma lett. a) del P.T.C.P. la superficie a) concorre a determinare
consumo di suolo per il 20%, ossia mq. 9.082.
ATTR 1
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
E’ collocato lungo il tratto terminale di via Repubblica, antistante il complesso industriale sul lato
opposto e risulta intercluso fra la sede esistente della variante alla s.s. 342 decorrente dalla rotatoria
della Benedetta, e la bretella nord di innesto sulla via Repubblica stessa.
Questa situazione determina l’oggettivo superamento dell’appartenenza del sito alla componente
CAS della rete ecologica provinciale tenuto altresì conto che l’ambito è privo di alberature.
A titolo esemplificativo, in merito al consumo di suolo PTCP, la presente alternativa non ha
utilizzato l’intera potenzialità, limitandosi a mq. 45.707 pari al 1,07%, equivalente allo 0,42%
dell’intero territorio comunale (mq. 10.900.000).
A maggior ragione quindi risulta doveroso rimarcare la continuità di tale azione nel consolidare un
atteggiamento virtuoso nei confronti della conservazione territoriale e della comprovata sostenibilità
ambientale degli indirizzi insediativi previsti.
Queste considerazioni, ma soprattutto il bilancio ampiamente positivo delle aree riservate a tutela
che arricchiscono sensibilmente, per le loro peculiarità paesistico/ambientali, oltre alle dotazioni di
rete ecologica, anche la qualità dei siti interessati, corredano di motivazioni fondate la presente
proposta relativamente all’identificazione degli ambiti di trasformazione-riqualificazione.
IL SETTORE PRIMARIO AGRICOLO
Ricomprende gli ambiti (AAC) preposti all’esercizio delle attività agro/colturali, orto-fruttiflorovivaistiche e zootecniche come identificate nella rete ecologica provinciale ai sensi dell’art.15
secondo e terzo comma NTA del PTCP e dei “criteri e modalità per l’individuazione delle aree
destinate all’attività agricola” approvati con D.C.P. 12.02.07 n° 11/1847, tenuto conto dei dati
S.I.A.R.L..
Essi configurano altresì piena conformità con i contenuti della D.G.R. 19.09.08 n° 8/8059 recante
disposizioni per la definizione entro il PTCP stesso degli “ambiti di interesse strategico”.
La superficie complessivamente coinvolta è di mq. 2.880.424 (26,67% del territorio comunale).
LE AREE DI VALORE PAESAGGISTICO AMBIENTALE ED ECOLOGICHE
In ordine alla tutela paesistico-ambientale le specifiche indicazioni fornite dalla prima conferenza di
VAS, sulla scorta delle componenti costitutive della rete ecologica provinciale, trovano puntuale
declinazione in una articolata distribuzione negli ambiti di protezione ambientale urbana (PAU,
coincidenti con i corridoi ecologici ed il sistema del verde di connessione fra il compendio rurale e
quello edificato, come evidenziati nel Piano dei Servizi) corrispondenti a mq. 1.515.205 (14,03%
del territorio comunale), e negli ambiti di non trasformazione denominati riqualificazione naturale e
paesistica (RNP), coerentemente perimetrate rispetto alle peculiari caratteristiche territoriali come
risultanti dalle classi di sensibilità paesistica impresse (DdP tav. A5.3); la superficie interessata
occupa mq. 1.676.360 (15,52% del territorio comunale).
Rientra fra gli obiettivi di valorizzazione e di riqualificazione ambientale l’istituzione di un Parco
Comunale sub-urbano che, collegato a nord-nord-est con il PLIS delle “Sorgenti del Lura”, di cui
accompagna il corso verso sud, identifica l’elemento di maggior rilevanza strategica e fruitiva
nell’adattamento funzionale della ex sede della linea ferroviaria Como-Varese ad uso ciclopedonale, secondo il descritto progetto predisposto dall’Associazione “Iubilantes onlus” di Como
nel quadro della proposta RE.VER.MED. D.G.R. 3.09.07 n° 142.
Il programma di recupero è esteso anche ai manufatti storici di servizio ferroviario con particolare
attenzione rivolta alla stazione: essa potrebbe fungere da sede del Parco e delle attività istituzionali,
promozionali, ricreative e culturali collegate.
Il Parco è orientativamente interessato ad una superficie minima di mq.1.993.523.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
2-ECONOMIA LOCALE
Rif. commenti di stampo generale: vedasi omologa tematica alternativa 1.
Ambiti alternativa 2.
PRODUTTIVO
• ATP n. 1via Grandi
• ATP n. 2via Repubblica
• Cinque RFP (dal n° 1 al n° 5) sono collocati in ambito urbanizzato del PTCP.
L’estensione complessiva di superficie coperta è di mq. 47.500.
RICETTIVO
• ATTR n. 1- via Repubblica.
Volume complessivo mc. 30.000.
POLIFUNZIONALE
• RFPF n. 1- via XXV Aprile.
Superficie coperta 33.000 mq.
3-ARIA
Rif. commenti di stampo generale: vedasi omologa tematica alternativa 1.
4-ACQUE REFLUE – componente residenziale e produttiva
Rif. commenti di stampo generale e dettagli metodologia: vedasi omologa tematica alternativa 1.
L’incremento di abitanti previsti dalla presente alternativa (+ 1.435 abitanti dato dedotto dal
successivo punto 5, a cui è stato aggiunto il valore di 220 abitanti derivanti dagli ambiti “AS”) è da
ponderare con attenzione per le capacità dell’impianto di depurazione dell'impianto di
Bulgarograsso prevalentemente coinvolto (4,78% della capacità a regime dell’impianto, settore
residenziale); stessa considerazione (sotto il profilo quantitativo) per le capacità collegate al sistema
di captazione/distribuzione della rete acquedotto; occorre approfondire gli aspetti di distribuzione
sul territorio (pressione, ecc.).
Per il settore produttivo-ricettivo gli aspetti sono da valutare in sede attuativa.
5-SUOLO-BIODIVERSITA’-POPOLAZIONE
Rif. commenti di stampo generale e dettagli metodologia: vedasi omologa tematica alternativa 1.
Gli ambiti RFR n. 4,8,9,11,12 - RFP n. 5 - RFPF n. 1 non vengono considerati nella valutazione
sulla tematica biodiversità in quanto allo stato attuale già urbanizzati/antropizzati.
•
•
•
•
superficie suscettibile di trasformazione/riqualificazione urbanizzativa:
volume attribuito ATR, RFR
superficie coperta attribuita a ATP, RFP:
superficie coperta attribuita a RFPF:
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
mq.452.910
mc.182.400
mq. 47.500
mq. 33.000
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Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
•
volume attribuito a ATTR:
abitanti equivalenti ATR, RFR (150 mc./ab.)
mc. 30.000
ab. 1.215
•
•
•
•
superficie totale di trasformazione/riqualificazione urbanizzativa:
volume totale:
superficie coperta totale:
abitanti equivalenti totali:
mq.452.910
mc.212.400
mq. 80.500
ab. 1.215
•
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – incolto erbaceo preval.)
ambito ATR1:
(1) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 5.010 x 1,7 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo preval.)
ambito ATR2:
(2) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 12.800 x 1,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito ATR3:
(3) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 3.102 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo preval.)
ambito ATP1:
(4) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 9.366 x 1,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo+boschi misti)
ambito ATP2 valore mediato :
(5) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 52.873 x 1,5 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo preval.)
ambito ATTR1:
(6) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 11.687 x 1,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato+bosco latif.)
ambito RFR1 valore mediato:
(7) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 4.596 x 2,5 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato+bosco latif.)
ambito RFR2 valore mediato :
(8) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 5.469 x 2,6 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo+rimboschimento)
ambito RFR3 valore mediato :
(9) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 32.375 x 1,2 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo+bosco latif.)
ambito RFR5 valore mediato :
(10) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 16.846 x 2,2 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito RFR6:
(11) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 3.839 x 2,0 =
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
1,7
mq.
8,52
1,0
mq.
12,80
2,0
mq.
6,20
1,0
mq.
9,37
1,5
mq.
79,31
1,0
mq.
11,69
2,5
mq.
11,49
2,6
mq.
14,22
1,2
mq.
38,85
2,2
mq.
37,06
2,0
mq.
7,68
Pagina 177
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – incolto erbaceo preval.)
ambito RFR7:
(12) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 22.489 x 1,7 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo preval.)
ambito RFR10:
(13) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 4.308 x 1,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito RFR13:
(14) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 2.153 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo+boschi misti)
ambito RFR14 valore mediato:
(15) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 8.071 x 2,1 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito RFR15:
(16) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 5.928 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato+rimboschimento)
ambito RFR16 valore mediato:
(17) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 6.289 x 2,1 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo preval.)
ambito RFR17:
(18) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 4.386 x 1,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito RFR18:
(19) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 15.010 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito RFR19:
(20) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 2.983 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito RFR20:
(21) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 7.596 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – incolto arbustivo preval.)
ambito RFR21:
(22) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 8.945 x 1,8 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – agricolo preval.)
ambito RFP1:
(23) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 10.204 x 1,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito RFP2:
(24) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 7.035 x 2,0 =
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
1,7
mq.
38,23
1,0
mq.
4,31
2,0
mq.
4,31
2,1
mq.
16,95
2,0
mq.
11,86
2,1
mq.
13,21
1,0
mq.
4,39
2,0
mq.
30,02
2,0
mq.
5,97
2,0
mq.
15,19
1,8
mq.
16,10
1,0
mq.
10,20
2,0
mq.
14,07
Pagina 178
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
•
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito RFP3:
(25) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 4.984 x 2,0 =
indice biodiversità (metodo MVA del PTCP – Sin – prato preval.)
ambito RFP4:
(26) superficie equivalente di decremento potenziale di biodiversità
mq. 4.692 x 2,0 =
• superficie totale equivalente normalizzata virtuale di decremento
potenziale di biodiversità (da 1 a 26) alt. 2:
• valore totale equivalente normalizzato virtuale di decremento
potenziale di biodiversità (da 1 a 26) alt. 2 (valore adimensionale – mq/mq)
2,0
mq.
9,97
2,0
mq.
9,38
mq. 441,35
441,35
Il dimensionamento qui proposto, si attesta su un valore teorico di 1.435 abitanti, restando intesa
una dotazione media capitaria di mc. 150, comprensivo della componente riconducibile alle aree
assoggettate a normativa speciale (AS) nel P.R.U.G. vigente e confermate (220 abitanti), nonché
quelle già ivi suscettibili di edificabilità previo P.A. (241 ab.) ovvero definite come D3 (414 ab.) per
un totale di 875 abitanti.
In conclusione il dimensionamento perseguito in questa sede propositiva comporta un aumento di
capacità insediativa commisurata a 1.435 abitanti nel prossimo decennio ribadendo la volontà di
attribuire ai programmi di sviluppo una consistenza commisurata al rinnovamento fisiologico del
tessuto urbano e a integrazioni peraltro ispirate al requisito della sostenibilità.
6-RUMORE
Le previsioni (volumi residenziali edificabili, attività previste, viabilità) dovranno essere messe a
confronto con le previsioni del Piano di classificazione acustica.
7-RIFIUTI – componente residenziale e produttiva
Rif. commenti di stampo generale e dettagli metodologia: vedasi omologa tematica alternativa 1.
RESIDENZIALE
Partendo dai dati 2008 (vedasi analisi di contesto, tema rifiuti), in particolare la produzione procapite totale pari a 1,24 kg./ab. giorno, si può evincere quanto segue:
• incremento abitanti:
1.435 unità
• incremento ponderale produzione rifiuti giornaliera:
1.780 kg.
• incremento ponderale produzione rifiuti annua:
640.000 kg.
PRODUTTIVO
Il dato della presente alternativa determina una previsione (ATP+RFP) pari a 47.500 mq., ovvero
percentualmente un incremento valutabile nella misura del + 19% circa. Il valore è assolutamente
passibile di verifica puntuale delle superfici effettivamente destinate ad attività produttive
(sicuramente superiore al dato di 250.000 mq., considerato che alcune attività possono essere anche
interstiziali e connesse col sistema insediativo residenziale esistente). Il dato incrementale è solo
finalizzato a fornire una comparazione fra alternative.
La possibilità di minimizzarne il peso specifico dipende esclusivamente da comportamenti/stili di
vita e modalità di produzione.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 179
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
8-ENERGIA – componente residenziale
Rif. commenti di stampo generale e dettagli metodologia: vedasi omologa tematica alternativa 1.
• incremento abitanti (dato DdP):
• incremento ponderale consumi energetici annuo:
1.435 unità
1.425.000 Kwh
In questo caso (vedasi analisi di contesto, tema energia) le possibilità di decremento significativo
dell’impatto primario/derivato riferibile al consumo energetico sono da rapportare principalmente
all’utilizzo di fonti energetiche alternative e rinnovabili.
9-MOBILITA’
Rif. commenti di stampo generale e dettagli metodologia: vedasi omologa tematica alternativa 1.
Il flusso incrementale riferito agli spostamenti giornalieri per luogo di destinazione stimato dalla
presente alternativa (a parità di condizioni di attrattività e considerando solo l’apporto derivante dal
settore residenziale previsto) è pari a 803 persone (56% di 1.738).
Gli interventi di sostenibilità in questo ambito possono essere organizzati in direzione di due
obiettivi:
• la riduzione dei consumi di combustibili fossili attraverso l’incremento dell’efficienza del
parco veicolare (sostituzione dei veicoli più vecchi e meno efficienti con veicoli
caratterizzati da regimi di marcia a minor consumo), l’ottimizzazione degli spostamenti
(trasporti casa-scuola e casa-lavoro e logistica delle merci) e/o la sostituzione dei vettori di
spostamento con vettori collettivi normalmente più efficienti (treno, metropolitana, autobus,
car pooling e car sharing …).
1-urbanizzato
2-extra-urb.
MOBILTA’
TRASPORTI
ENERGIA
RIFIUTI
RADIAZIONI
RUMORE
BIODIVERSITA’
FLORA-FAUNA
POPOLAZIONE
SALUTE
PATRIMONIO
CULTURALE
SUOLO
ACQUA
ambito
ARIA-CLIMA
10-MATRICE CORRELATIVA
? ?
? ?
?
Tab.38 – Alternativa 2, matrice correlazioni azioni – ambiente
N.B.: la simbologia e la legenda sono le medesime di cui al paragrafo 5.1.4.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 180
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Punti di forza
• amplificazione della compattezza urbana territoriale tenuto conto della localizzazione
adiacente al tessuto urbano esistente ed alla contiguità con l’edificato
• preservazione aree rilevanti sotto il profilo paesaggistico e di gestione della rete ecologica
locale
• azione da rapportare alla inibizione di indici di densità elevati e pesanti concentrazioni
volumetriche, secondo tipologie contrastanti con i tradizionali impianti edilizi
• inibizione effetti di diffusione urbana oltre determinati limiti fisici
• incremento dei livelli di percettività urbana nelle sue peculiarità
• mantenimento e valorizzazione di visuali di ampio respiro
• incremento accessibilità per comparti interessati da riqualificazione
• valorizzazione urbana dei comparti
• ricalibrazione dotazione auto
• possibilità di edilizia “calmierata”
Punti di criticità-sensibilità
•
•
•
•
•
•
•
•
B.
rischio da valutare in funzione di un potenziale carico insediativo in funzione di elementi
ambientali locali (in termini di biodiversità, vegetazione, flora e fauna)
massimizzare aree a verde interconnesse in rete con gli ambiti naturali
rischio legato a minor permeabilità relazionale per fauna per interruzione di continuità
definire modalità di delimitazione degli ambiti da urbanizzare con staccionate, ecc.
incremento da ponderare dei carichi di reflui
incremento carico rifiuti
parziale effetto di maggior consumo energetico
attenta valutazione delle accessibilità relazionabile soprattutto alle edificazioni correlate a
nuove infrastrutture di livello locale
calibrazione nuove infrastrutturazioni viarie
minimizzazione del depauperamento della risorsa suolo da attuare con meccanismi correlati
ad elevati indici di permeabilità vegetazionale
vedasi punti precedenti
attenta valutazione del layout afferente le nuove edificazioni
ingombri volumetrici relazionati all’orografia locale.
SINTESI DATI E CONCLUSIONI
Si fa presente che le presenti risultanze sono esclusivamente basate sui dati presentati in sede di 2^
conferenza di valutazione in merito ad ambiti di riqualificazione/trasformazione (rif. periodo di
validità del DdP).
Alternativa 1
•
•
•
•
•
•
valore paesistico normalizzato equivalente virtuale totale:
superficie totale di trasformazione/riqualificazione urbanizzativa:
volume totale:
superficie coperta totale:
abitanti equivalenti totali:
valore tot. equiv. normalizzato virtuale di decremento
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
mq.
mc.
mq.
ab.
1.565
546.471
257.848
92.393
1.518
Pagina 181
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
•
•
•
•
potenziale di biodiversità:
incremento ponderale produzione rifiuti annua residenziale:
incremento % produzione rifiuti annua produttivo:
incremento ponderale consumi energetici annuo residenziale:
incremento spostamenti generabili giornalieri:
kg.
%
Kwh
n.
590,27
780.000
24
1.725.000
973
Alternativa 2
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
valore paesistico normalizzato equivalente virtuale totale:
superficie totale di trasformazione/riqualificazione urbanizzativa:
volume totale:
superficie coperta totale:
abitanti equivalenti totali:
valore tot. equiv. normalizzato virtuale di decremento
potenziale di biodiversità:
incremento ponderale produzione rifiuti annua residenziale:
incremento % produzione rifiuti annua produttivo:
incremento ponderale consumi energetici annuo residenziale:
incremento spostamenti generabili giornalieri:
mq.
mc.
mq.
ab.
1.116
452.910
212.400
80.500
1.215
kg.
%
Kwh
n.
441,35
640.000
19
1.425.000
803
meno
meno
meno
meno
meno
29%
17%
18%
13%
20%
meno
meno
meno
meno
meno
25%
18%
21%
17%
17%
Delta % pressioni derivanti da Alternativa 2
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
valore paesistico normalizzato equivalente virtuale totale:
superficie totale di trasformazione/riqualificazione urbanizzativa:
volume totale:
superficie coperta totale:
abitanti equivalenti totali:
valore tot. equiv. normalizzato virtuale di decremento
potenziale di biodiversità:
incremento ponderale produzione rifiuti annua residenziale:
incremento % produzione rifiuti annua produttivo:
incremento ponderale consumi energetici annuo residenziale:
incremento spostamenti generabili giornalieri:
Quindi valutati gli elementi significativi di pressione, parametri di interrelazione con i fattori di
sostenibilità, punti di forza e criticità, mediate da elementi di potenziale impatto paesistico legato
alla possibile giacitura degli insediamenti (corroborate dalle conclusioni derivanti dalla tavola A5.3
del DdP) ed alle caratteristiche dei suoli in termini vegetazionali, si ritiene coerente con i cennati
principi considerare l’alternativa 2 ai fini del perfezionamento della proposta di DdP a condizione
che vengano risolte/ridotte in sede attuativa le indicazioni prima descritte.
Queste considerazioni, ma soprattutto il bilancio ampiamente positivo delle aree riservate a tutela
che arricchiscono sensibilmente, per le loro peculiarità paesistico/ambientali, oltre alle dotazioni di
rete ecologica, anche la qualità dei siti interessati, d’altra parte corredano di motivazioni fondate la
proposta del Documento di Piano risultante.
Pertanto, ed in conclusione, seguendo l’approccio metodologico sin qui rappresentato, l’alternativa
selezionata è da ritenersi costituita dal sistema di Obiettivi Generali, Specifici ed Azioni come
identificati dalle tabelle 30, 31 e 32 e dal sistema di azioni territoriali specifiche (n. 3, 25 e 26, che
inducono,
direttamente
od
indirettamente,
le
localizzazioni
degli
ambiti
di
trasformazione/riqualificazione) così come generate dalla alternativa 2 e materialmente
identificabile nella proposta di DdP da produrre in sede di 2^ valutazione.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 182
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
La selezione è comunque da ritenersi orientata in funzione della prerogative del presente
documento.
5.1.6 – Analisi di coerenza interna (fase A2.5)
L'alternativa di P.G.T. (o DdP) selezionata, si caratterizza per un insieme di obiettivi specifici e
linee di azione che configurano uno scenario determinato.
Perciò il processo descritto nei paragrafi precedenti è un attrezzo essenziale per configurare
quell'insieme di differenti linee di azione che chiamiamo P.G.T..
L'analisi di coerenza interna consente di verificare l'esistenza di contraddizioni all'interno del
P.G.T..
Essa esamina la corrispondenza tra base conoscitiva, obiettivi generali ed azioni.
Nel nostro caso si valuta la coerenza tra gli obiettivi generali del P.G.T. e gli strumenti approntati
dal piano per il loro raggiungimento (obiettivi specifici).
Questo tipo di analisi ha anche funzione di eliminare ridondanze oltre che contraddizioni nelle
diverse azioni e, in fase di monitoraggio, permette di valutare la coerenza tra
obiettivi/azioni/risultati effettivamente raggiungibili.
O.S.
OG
1.1
OG
1.2
OG
2.1
OG
2.2
OG
2.3
OG
3.1
1.1.1
1.2.1
1.2.2
1.2.3
1.2.4
1.2.5
1.2.6
1.2.7
2.1.1
A
2.1.2
A
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 183
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
2.2.1
B
2.2.2
B
2.3.1
3.1.1
3.1.2
Tab.39 –Matrice di coerenza Obiettivi Generali – Obiettivi Specifici
LEGENDA TABELLA 39
Coerenza
Incoerenza
Coerenza da migliorare
Laddove la coerenza tra gli obiettivi è stata classificata come “da migliorare” significa che
l’obiettivo (e le relative azioni) può essere portato a completa coerenza adottando le indicazioni
migliorative riportate a seguire. Anche la classificazione degli effetti (potenziali) può ovviamente
essere mitigata dall’assunzione delle suddette indicazioni.
A-
COERENZA OS 2.1.1/2.1.2 NELL’AMBITO DELL’OBIETTIVO GENERALE 2.1
Indicazioni migliorative: disciplinare ambito di applicazione e finalità; in un caso (2.1.1) si
intende ricorrere alla salvaguardia funzionale delle aree agricole/aziende per promuovere fra
l’altro l’intendimento della salvaguardia territoriale; nell’altro caso si ritiene di dover
promuovere la produzione tipica locale geografica come elemento di sostenibilità
ambientale.
B-
COERENZA OS 2.2.1/2.2.2 NELL’AMBITO DELL’OBIETTIVO GENERALE 2.2
Indicazioni migliorative: disciplinare ambito di applicazione e finalità; in un caso (2.2.1) si
intende valorizzare gli ecosistemi attuali in funzione di una loro riqualificazione; nell’altro
caso si percorre la strada della implementazione/integrazione programmatica delle aree di
rete ecologica.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 184
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
5.1.7 – Progettazione del sistema di monitoraggio (fase A2.6)
Il sistema di monitoraggio e di controllo degli impatti ambientali significativi derivanti
dall'attuazione del P.G.T., ha lo scopo di verificare le modalità e il livello di attuazione del piano, di
valutare gli effetti delle linee d’azione e di fornire indicazioni in termini di riorientamento di piano.
La progettazione del sistema di monitoraggio presuppone, in fase di elaborazione del piano,
l’organizzazione logica di una serie di attività:
• l’identificazione dell’ambito di indagine del monitoraggio;
• la definizione degli indicatori da utilizzare;
• l’organizzazione di modalità e tempi per la raccolta e per l’elaborazione delle informazioni
necessarie al loro calcolo, a partire da banche dati conosciute;
• la periodicità della produzione del rapporto di monitoraggio.
L’ambito di indagine del monitoraggio comprenderà necessariamente:
• il processo di piano, ovvero le modalità e gli strumenti attraverso cui il piano è posto in
essere;
• il contesto, ovvero l’evoluzione delle variabili esogene, non legate alle decisioni di piano e
su cui è basato lo scenario di riferimento;
• gli effetti di piano, ovvero gli impatti derivanti dalle decisioni di piano, il grado di
raggiungimento degli obiettivi in termini assoluti (efficacia) e di risorse impiegate
(efficienza).
Sulla base delle informazioni acquisite, vengono ora rappresentati gli indicatori, così come definiti
al paragrafo 5.1.5, specificandone in ordine: la descrizione, la fonte, lo stato attuale ove disponibile,
la previsione del Piano, l’intervallo di monitoraggio.
Si fa presente che la principale difficoltà legata al monitoraggio è da legare al reperimento di
informazioni/dati che possano avere una sostanziale e chiara attinenza al territorio; in alcuni casi
dovrebbe essere il medesimo comune ad attivare l’acquisizione del database o in maniera diretta
(sulla scorta delle informazioni grafico-analitiche derivanti dal DdP ad esempio) o attraverso altri
enti.
tema
indicatori
descrizione
fonte
stato attuale
previsione
intervallo
peso
SUOLO
ACQUA
ARIA
(anni)
Concentrazione
inquinanti e
valori di
immissione
concentrazione con
principali inquinanti
e valori di
immissione
(tonn./anno per
settore)
INEMAR
ARPA
campagne
locali
dati
disponibili per
INEMAR
anno 2005
Qualità delle
acque superficiali
e sotterranee
determinazione
parametri di qualità
acque superficiali
ARPA con
controlli
IRER
R.L.
Disponibilità di
risorsa idrica:
mc disponibili procapite
utenze collettate
(rete fognaria)
Uso del suolo non
urbanizzato (aree
protette)
decremento
3
2 per
INEMAR
da 2009
5
dati da
reperire
------
3
5
ComuneATO
dati a
disposizione
mantenimento
contenimento
2
5
% utenze collettate
Comune
dati a
disposizione
incremento
2
10
mq. complessivi
Comune
vedi dato DdP
vedi dato
DdP
5
10
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 185
RIFIUTI
RADIAZI
ONI
RUMO
RE
BIODIVERSITA’
VEGETAZIONE
FLORA
FAUNA
POPOL
PATRI
MONIO
CULT.
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Superficie
territoriale
interessata da
rischio o
pericolosità
idrogeologica
mq complessivi
PAI
Provincia
Comune
dato a
disposizione
classi 3 e 4
studio
geologico
decremento
5
5
Volume edifici
recuperati e
funzionali
mc complessivi
Comune
Attuale = stato
zero
incremento
3
5
Abitanti residenti
– stanze
inoccupate
numero assoluto
Comune
------
Vedi dati
DdP
3
10
Struttura
economica locale
(addetti e
tipologia di
aziende)
numero assoluto
CCIA
Comune
vedi dato DdP
------
3
5
Tipologia di
copertura vegetale
% superficie sul
totale forestale
attinente tipologie
prevalenti autoctone
Comune
dato da
reperire
incremento
5
10
Estensione suoli a
destinazione agroforestale
mq complessivi
Comune
DUSAF
vedi dati
presente
documento
presidio e
consolidamento
5
8
Strade con valori
> 65 decibel
% su lunghezza rete
comunale
Comune
dato da
campionare
decremento
2
2,5
Popolazione
esposta
numero assoluto
popolazione esposta
a elettromagnetismo
superiore a valori di
legge
ARPA
dato da
reperire
mantenimen
to
5
2
kg/abitante e kg. e
per mq. di sup.
ind.li
Provincia
Comune
R.L.
vedi dati
presente
documento e
dati da
reperire
decremento
1
2,5
% sul totale raccolto
Provincia
vedi dati
presente
documento
incremento
1
2,5
Potenze installate
(o quantità) di
impianti
fotovoltaici e
termici su edifici
KW complessivi /
numero assoluto
superfici captanti
Comune
Attuale = stato
zero
incremento
2
2,5
Energia
consumata per
settori di attività
KW complessivi
ISTAT
vedi dati
presente
documento
controllo
5
2,5
ml
Comune
------
estensione
3
5
mq complessivi
Comune
------
incremento
3
2,5
Produzione di
rifiuti urbani e di
origine ind.le
MOBILITA’
TRASPORTI
ENERGIA
Raccolta
differenziata
Estensione
percorsi ciclopedonali
Dotazione
parcamento auto
Tab. 40 –Sistema di monitoraggio
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 186
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
N.B.: può essere valutata, in sede di report di monitoraggio, per la tematica suolo, l’utilizzo dell’uso
reale del suolo (anche con dati DUSAF) in rapporto alla attuazione percentuale, con cadenza
triennale, di quanto stabilito/verificato dal DdP, nonché l’utilizzo di matrici in grado di riassumere
con parametri quantitativi la percentuale dei suddetti obiettivi raggiunti; ciascun obiettivo di
monitoraggio andrà opportunamente “pesato” e graduato in funzione del livello prestazionale
ottenuto (l’ultima colonna propone un valore pesato relativo che specifica il valore gerarchico di
ciascun indicatore in funzione delle criticità locali, ∑=100).
In generale si ritiene di stabilire di poter implementare/correggere il set attuale di indicatori in
funzione delle esigenze (economiche – di disponibilità …) riscontrabili al momento dell’attuazione
delle verifiche.
Inoltre, alcune tematiche che denotano scarsa criticità locale attuale, possono anche essere
monitorate nel caso in cui la loro evoluzione temporale conduca a situazioni diverse da quelle
odierne.
Monitoraggio post approvazione P.G.T.. Cenni metodologici.
La responsabilità del monitoraggio può essere affidata all'amministrazione responsabile per
l'attuazione del P.G.T..
L'identificazione degli indicatori necessari per il monitoraggio della gestione e attuazione del P.G.T.
dovrebbe essere accompagnata dalla costruzione del database delle informazioni necessarie per
calcolarli. Il database dovrebbe essere georiferito e appoggiarsi al Sistema Informativo Territoriale
(SIT) dell'Ente responsabile per la gestione del P.G.T..
Il sistema dovrebbe basarsi sulla cooperazione tra strutture che assolvono alle seguenti funzioni:
• gestione e monitoraggio del P.G.T.;
• valutazione e revisione del piano e rapporti di monitoraggio;
• sviluppo studi e ricerche.
La prima funzione comprende le competenze informatiche necessarie per la gestione del sistema di
monitoraggio, per l'aggiornamento del P.G.T. e il calcolo delle variazioni degli indicatori.
La seconda funzione ha il compito di valutare l'andamento degli indicatori, di aggiornare il
Rapporto Ambientale e proporre le eventuali revisioni di piano.
La terza assolve al compito di sviluppare la conoscenza del sistema tramite nuovi studi e ricerche.
L'attività di reporting assolve anche alla importante funzione di conservare la memoria del piano:
scorrendo i vari rapporti si può ricostruire il percorso compiuto dal P.G.T.. L'archivio della memoria
del P.G.T. sarà costituito sia dai testi dei vari rapporti, reperibili on-line, i quali forniscono il quadro
sintetico della vicenda, sia dalle schede di ambito spaziale omogeneo che offrono il dettaglio
analitico. Infatti, ogni qual volta una scheda d'ambito viene modificata, perché cambiano i valori
degli indicatori o gli interventi previsti, la scheda vecchia non viene annullata ma riversata
nell'archivio della memoria del P.G.T..
La funzione di tale archivio è importante, poiché il P.G.T., come gran parte delle attività umane, si
configura come un processo di apprendimento che avviene anche attraverso errori (errori di
previsione, errori di valutazione, errori di scelta politica, ecc.); se non si conserva memoria degli
errori si finisce per continuare a sbagliare senza imparare.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 187
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
Altrettanto importante è l'attività di sviluppo della conoscenza tramite studi e ricerche su temi nuovi
o mirati all'approfondimento di temi insufficientemente indagati.
Gli strumenti a disposizione del monitoraggio sono molteplici e dipendono dal fenomeno oggetto di
studio. È possibile distinguere le seguenti tipologie di strumenti:
1. gli strumenti con cui si eseguono misurazioni e campionamenti, che devono essere conformi
agli standard internazionali e garantire una buona affidabilità nei valori e continuità di
misura;
2. gli strumenti con cui si archiviano i dati del monitoraggio: i cataloghi e i database relativi
alle informazioni già disponibili e costantemente aggiornabili costituiscono una fonte di
informazione essenziale per la definizione del nucleo di indicatori da utilizzare nei
monitoraggi;
3. gli strumenti di visualizzazione dell'informazione associata al monitoraggio: i GIS sono
attualmente lo strumento più in uso per produrre mappe tematiche atte ad analizzare dove
sono le stazioni, quali dati sono disponibili per ciascuna di esse, ecc., nonché la
distribuzione sul territorio dei risultati del monitoraggio;
4. gli strumenti per l'analisi statistica dei dati, costituiti da numerosi pacchetti software e atti a
permettere la visualizzazione degli indici statistici sintetici riferiti a una serie di dati.
Tutti questi strumenti necessitano della costruzione di indicatori, o meglio della continua verifica,
adattamento, aggiornamento degli indicatori già predisposti nella fase di elaborazione e Valutazione
Ambientale del P.G.T..
Sul territorio europeo, nazionale e regionale esistono molteplici reti di monitoraggio per controllare
i principali parametri ambientali.
Nella situazione italiana le informazioni derivate da queste reti di monitoraggio sono raccolte dai
vari Enti responsabili per i vari settori ambientali (esempio: l’ARPA); sono inoltre spesso
disponibili anche presso le Direzioni Generali responsabili per l'ambiente delle singole Regioni
(Regione Lombardia).
Altri Enti che svolgono un ruolo di coordinamento e raccolta dei dati sono le ASL per gli aspetti
sanitari, l'ISTAT per quanto concerne gli aspetti socio-economici e le Camere di Commercio,
nonché eventuali altri Enti presenti sul territorio per gli aspetti economico-finanziari.
Informazione e controllabilità pubblica hanno importanti conseguenze sul piano pratico: i database
del sistema di monitoraggio devono essere accessibili al cittadino e ai soggetti che operano sul
territorio, secondo quanto prescrive il principio base dell'e-government e secondo quanto sancito
dalla Convenzione di Aarhus e dalla stessa Direttiva 01/42/CE.
In seguito ai risultati dei rapporti di monitoraggio, l'amministrazione responsabile dell'attuazione del
P.G.T. potrà decidere se e come intervenire sul P.G.T. stesso. Qualora gli scostamenti tra i valori
previsti e i valori registrati per gli indicatori siano modesti, l'amministrazione potrebbe comunque
continuare a effettuare i monitoraggi con le modalità già stabilite, sussistendo anche la possibilità
che tali scostamenti siano dovuti al verificarsi di condizioni contingenti particolari. Tuttavia, nel
momento in cui tali scostamenti risultassero significativi, diventerebbe necessario prendere
provvedimenti contro il peggioramento delle condizioni ambientali e socio-economiche. Se le cause
di tale fenomeno non fossero chiare, i monitoraggi dovrebbero essere intensificati, in modo da
valutare con attenzione come intervenire. Se la responsabilità degli effetti inattesi fosse di interventi
previsti dal P.G.T. e non ancora interamente finanziati o realizzati, sarebbe naturalmente corretto
procedere a una revisione del P.G.T. stesso; se gli interventi fossero già stati realizzati, si dovrebbe
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 188
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
valutare come attenuarne gli effetti e comunque rivedere il P.G.T. al fine di escludere l'attuazione di
interventi simili.
Un parere sulla necessità di retroazione può anche essere espresso dai cittadini e dagli altri Enti
territorialmente competenti, ai quali deve essere comunque garantito l'accesso alle relazioni di
monitoraggio, la possibilità di verificarne i contenuti, di esprimere pareri e di segnalare la necessità
di eventuali integrazioni.
Rapporti di monitoraggio e valutazione periodica (VAS)
I rapporti di monitoraggio rappresentano i documenti di pubblica consultazione che
l'amministrazione responsabile per il P.G.T. deve emanare con una periodicità fissata in fase di
definizione del sistema di monitoraggio.
La struttura di tali rapporti deve essere organizzata al fine di rendere conto in modo chiaro:
• degli indicatori selezionati nel nucleo con relativa periodicità di aggiornamento;
• dell'area di monitoraggio associata a ciascun indicatore;
• dello schema di monitoraggio adottato (disposizione dei punti, fonti dei dati, metodologie
prescelte, riferimenti legislativi, ecc.) e della periodicità di acquisizione dei dati;
• delle difficoltà/problematiche incontrate durante l'esecuzione del monitoraggio;
• delle variazioni avvenute nei valori degli indicatori, con un'analisi accurata dei dati e
l'interpretazione delle cause che hanno dato origine a un determinato fenomeno;
• dei possibili interventi di modificazione del P.G.T. per limitarne gli eventuali effetti
negativi;
• delle procedure per il controllo di qualità adottate.
La descrizione degli elementi sopra elencati deve consentire un’agevole comprensione di tutte le
fasi del lavoro svolto; è inoltre essenziale che la parte relativa alle condizioni causa-effetto risulti
opportunamente documentata in modo da consentire l'analisi e la discussione sui risultati raggiunti.
5.1.8 – Studio di Incidenza (fase A2.7)
Si omette la descrizione dello Studio di Incidenza delle scelte del Piano sui siti Rete Natura 2000,
in quanto territorialmente assenti.
I siti SIC più prossimi risultano essere quelli riferiti ad un ambito circoscritto interno al Parco della
Pineta di Appiano Gentile e Tradate ed all’ambito inserito nel Parco Spina Verde.
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 189
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
6 - ALLEGATI
Tavole esemplificative
•
Tavola P3.1 del DdP – Orientamenti Iniziali (da fase di scoping)
• ALTERNATIVA 1, rappresentazione grafica
• ALTERNATIVA 2, rappresentazione grafica (elaborazione desunta da DdP-PGT)
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 190
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 191
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
ALLEGATO 1
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 192
Rapporto Ambientale – edizione novembre 2009
ALLEGATO 2
V.A.S. per il P.G.T. – Comune di Olgiate Comasco
Pagina 193
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