INCONTRO
marzo 2014
a cura della parrocchia S. Martino V. - Biassono
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA QUARESIMA 2014
Si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà (cfr 2 Cor 8,9)
lavorato con mani d’uomo, ha pensato con intelligenza
d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore
d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato»
(Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 22).
Lo scopo del farsi povero di Gesù non è la povertà in se
stessa, ma – dice san Paolo – «...perché voi diventaste
ricchi per mezzo della sua povertà». Non si tratta di un
gioco di parole, di un’espressione ad effetto! È invece una
sintesi della logica di Dio, la logica dell’amore, la logica
dell’Incarnazione e della Croce. Dio non ha fatto cadere su di noi la salvezza dall’alto, come l’elemosina di chi
dà parte del proprio superfluo con pietismo filantropico.
Non è questo l’amore di Cristo! Ci colpisce che l’Apostolo
dica che siamo stati liberati non per mezzo della ricchezza
di Cristo, ma per mezzo della sua povertà. Eppure san
Paolo conosce bene le «impenetrabili ricchezze di Cristo»
(Ef 3,8), «erede di tutte le cose» (Eb 1,2).
Che cos’è allora questa povertà con cui Gesù ci libera e ci
rende ricchi? È proprio il suo modo di amarci, il suo farsi
prossimo a noi come il Buon Samaritano che si avvicina
a quell’uomo lasciato mezzo morto sul ciglio della strada
(cfr Lc10,25 ss). Ciò che ci dà vera libertà, vera salvezza e
vera felicità è il suo amore di compassione, di tenerezza e
di condivisione. La povertà di Cristo che ci arricchisce è il
suo farsi carne, il suo prendere su di sé le nostre debolezze,
i nostri peccati, comunicandoci la misericordia infinita di
Dio. La povertà di Cristo è la più grande ricchezza: Gesù è
ricco della sua sconfinata fiducia in Dio Padre, dell’affidarsi a Lui in ogni momento, cercando sempre e solo la sua
volontà e la sua gloria. È ricco come lo è un bambino che
si sente amato e ama i suoi genitori e non dubita un istante
del loro amore e della loro tenerezza. La ricchezza di Gesù
è il suo essere il Figlio, la sua relazione unica con il Padre
è la prerogativa sovrana di questo Messia povero. Quando
Gesù ci invita a prendere su di noi il suo “giogo soave”, ci
invita ad arricchirci di questa sua “ricca povertà” e “pove-
Cari fratelli e sorelle,
in occasione della Quaresima, vi offro alcune riflessioni,
perché possano servire al cammino personale e comunitario di conversione. Prendo lo spunto dall’espressione di san
Paolo: «Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù
Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi
diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2 Cor 8,9).
L’Apostolo si rivolge ai cristiani di Corinto per incoraggiarli ad essere generosi nell’aiutare i fedeli di Gerusalemme che si trovano nel bisogno. Che cosa dicono a noi, cristiani di oggi, queste parole di san Paolo? Che cosa dice
oggi a noi l’invito alla povertà, a una vita povera in senso
evangelico?
La grazia di Cristo
Anzitutto ci dicono qual è lo stile di Dio. Dio non si rivela
con i mezzi della potenza e della ricchezza del mondo, ma
con quelli della debolezza e della povertà: «Da ricco che
era, si è fatto povero per voi...». Cristo, il Figlio eterno di
Dio, uguale in potenza e gloria con il Padre, si è fatto povero; è sceso in mezzo a noi, si è fatto vicino ad ognuno di noi;
si è spogliato, “svuotato”, per rendersi in tutto simile a noi
(cfr Fil 2,7; Eb 4,15). È un grande mistero l’incarnazione
di Dio! Ma la ragione di tutto questo è l’amore divino, un
amore che è grazia, generosità, desiderio di prossimità, e
non esita a donarsi e sacrificarsi per le creature amate. La
carità, l’amore è condividere in tutto la sorte dell’amato.
L’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le
distanze. E Dio ha fatto questo con noi. Gesù, infatti, «ha
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INCONTRO
a questa miseria da condizioni sociali ingiuste, dalla mancanza di lavoro che le priva della dignità che dà il portare
il pane a casa, per la mancanza di uguaglianza rispetto ai
diritti all’educazione e alla salute. In questi casi la miseria
morale può ben chiamarsi suicidio incipiente.
Questa forma di miseria, che è anche causa di rovina economica, si collega sempre alla miseria spirituale, che
ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il
suo amore. Se riteniamo di non aver bisogno di Dio, che
in Cristo ci tende la mano, perché pensiamo di bastare a
noi stessi, ci incamminiamo su una via di fallimento. Dio
è l’unico che veramente salva e libera. Il Vangelo è il vero
antidoto contro la miseria spirituale: il cristiano è chiamato
a portare in ogni ambiente l’annuncio liberante che esiste
il perdono del male commesso, che Dio è più grande del
nostro peccato e ci ama gratuitamente, sempre, e che siamo fatti per la comunione e per la vita eterna. Il Signore
ci invita ad essere annunciatori gioiosi di questo messaggio di misericordia e di speranza! È bello sperimentare la
gioia di diffondere questa buona notizia, di condividere il
tesoro a noi affidato, per consolare i cuori affranti e dare
speranza a tanti fratelli e sorelle avvolti dal buio. Si tratta
di seguire e imitare Gesù, che è andato verso i poveri e i
peccatori come il pastore verso la pecora perduta, e ci è
andato pieno d’amore. Uniti a Lui possiamo aprire con
coraggio nuove strade di evangelizzazione e promozione
umana. Cari fratelli e sorelle, questo tempo di Quaresima
trovi la Chiesa intera disposta e sollecita nel testimoniare
a quanti vivono nella miseria materiale, morale e spirituale il messaggio evangelico, che si riassume nell’annuncio
dell’amore del Padre misericordioso, pronto ad abbracciare in Cristo ogni persona. Potremo farlo nella misura in
cui saremo conformati a Cristo, che si è fatto povero e ci
ha arricchiti con la sua povertà. La Quaresima è un tempo
adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di
quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire
altri con la nostra povertà. Non dimentichiamo che la vera
povertà duole: non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione penitenziale. Diffido dell’elemosina
che non costa e che non duole. Lo Spirito Santo, grazie al
quale «[siamo] come poveri, ma capaci di arricchire molti;
come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto» (2
Cor 6,10), sostenga questi nostri propositi e rafforzi in noi
l’attenzione e la responsabilità verso la miseria umana, per
diventare misericordiosi e operatori di misericordia. Con
questo auspicio, assicuro la mia preghiera affinché ogni
credente e ogni comunità ecclesiale percorra con frutto l’itinerario quaresimale, e vi chiedo di pregare per me.
Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca.
ra ricchezza”, a condividere con Lui il suo Spirito filiale
e fraterno, a diventare figli nel Figlio, fratelli nel Fratello
Primogenito (cfr Rm 8,29). È stato detto che la sola vera
tristezza è non essere santi (L. Bloy); potremmo anche dire
che vi è una sola vera miseria: non vivere da figli di Dio e
da fratelli di Cristo.
La nostra testimonianza
Potremmo pensare che questa “via” della povertà sia stata
quella di Gesù, mentre noi, che veniamo dopo di Lui, possiamo salvare il mondo con adeguati mezzi umani. Non è
così. In ogni epoca e in ogni luogo, Dio continua a salvare
gli uomini e il mondo mediante la povertà di Cristo, il
quale si fa povero nei Sacramenti, nella Parola e nella sua
Chiesa, che è un popolo di poveri. La ricchezza di Dio
non può passare attraverso la nostra ricchezza, ma sempre
e soltanto attraverso la nostra povertà, personale e comunitaria, animata dallo Spirito di Cristo. Ad imitazione del
nostro Maestro, noi cristiani siamo chiamati a guardare le
miserie dei fratelli, a toccarle, a farcene carico e a operare concretamente per alleviarle. La miseria non coincide
con la povertà; la miseria è la povertà senza fiducia, senza
solidarietà, senza speranza. Possiamo distinguere tre tipi di
miseria: la miseria materiale, la miseria morale e la miseria
spirituale.
La miseria materiale è quella che comunemente viene
chiamata povertà e tocca quanti vivono in una condizione
non degna della persona umana: privati dei diritti fondamentali e dei beni di prima necessità quali il cibo, l’acqua,
le condizioni igieniche, il lavoro, la possibilità di sviluppo
e di crescita culturale. Di fronte a questa miseria la Chiesa
offre il suo servizio, la sua diakonia, per andare incontro
ai bisogni e guarire queste piaghe che deturpano il volto
dell’umanità. Nei poveri e negli ultimi noi vediamo il volto
di Cristo; amando e aiutando i poveri amiamo e serviamo
Cristo. Il nostro impegno si orienta anche a fare in modo
che cessino nel mondo le violazioni della dignità umana,
le discriminazioni e i soprusi, che, in tanti casi, sono all’origine della miseria. Quando il potere, il lusso e il denaro
diventano idoli, si antepongono questi all’esigenza di una
equa distribuzione delle ricchezze. Pertanto, è necessario
che le coscienze si convertano alla giustizia, all’uguaglianza, alla sobrietà e alla condivisione.
Non meno preoccupante è la miseria morale, che consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato. Quante
famiglie sono nell’angoscia perché qualcuno dei membri
– spesso giovane – è soggiogato dall’alcol, dalla droga, dal
gioco, dalla pornografia! Quante persone hanno smarrito
il senso della vita, sono prive di prospettive sul futuro e
hanno perso la speranza! E quante persone sono costrette
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INCONTRO
SILENZIO, POVERTÀ, LOTTA
Carissimi
parrocchiani,
vorrei, anzi, vorremmo
lasciarci guidare nel cammino
di Quaresima di quest’anno,
da tre parole: SILENZIO,
POVERTÀ, LOTTA.
Silenzio innanzitutto: per
fare che cosa? Per guardarmi
dentro, per conoscermi
meglio, per mettere ordine nella mia vita. Vorremmo
fermarci per “ascoltarci”, per ascoltare il nostro cuore.
Vorremmo fare esattamente quello che ha fatto il figlio
minore della parabola quando al colmo della miseria, dice
San Luca “RIENTRÒ IN SE STESSO…”
Ma c’è una seconda ragione che ci spinge a fare silenzio.
È quella che sembra indicarci Sant’Agostino alla ricerca
di Dio là dove s’accorge che quel Dio che cerca “altrove”
abita dentro di lui. Abbiamo proprio bisogno di fare
silenzio, di andare con Gesù nel deserto, per rinnovare la
consapevolezza che Dio è presente nella mia vita, la abita, la
accompagna. Ecco una prima conclusione: il rinnovamento
spirituale della mia vita che è una finalità del cammino
quaresimale e la rinnovata presa di coscienza della presenza
di Dio, passano certamente attraverso il silenzio, un silenzio
pieno di preghiera.
Povertà è l’altra parola che vorremmo custodire in questo
tempo forte di Quaresima. Povertà intesa non solo nel senso
della sobrietà e dell’essenzialità nel nostro stile di vita. Non si
tratta cioè di togliere il superfluo, di fare qualche “fioretto”,
di essere sobri nell’uso della parole e delle immagini anche
televisive. Ci è chiesto, come ci ricorda il Papa nel suo
messaggio quaresimale, di imitare Gesù che “da ricco si è
fatto povero per noi”. È una quaresima speciale quella di
quest’anno. Cade in un momento storico di vera povertà per
tante nostre famiglie. Ci è chiesto di “spogliarci” di qualche
cosa di cui possiamo fare a meno. Sarà un regalo, un vestito
nuovo, sarà una scelta alimentare meno raffinata, una gita
che vorremmo da tempo…. per aiutare concretamente
qualche famiglia in difficoltà che conosciamo o che possiamo
aiutare attraverso la cassetta della carità di Quaresima posta
in ogni nostra Chiesa. Ad ogni nostra parrocchia è lasciata
la libertà di destinare quanto raccolto per le urgenze anche
di carattere missionario, che ritiene opportune. Non basta
più essere attenti ai poveri, dobbiamo “diventare un po’ più
poveri”.
Lotta è l’ultima parola che vorremmo affidarci per il nostro
cammino verso la Pasqua. Anche qui vorrei essere preciso.
Non si tratta di lottare semplicemente contro l’egoismo,
contro il male, contro i vizi capitali che ci assediano.
Dobbiamo tornare a dare un nome al male e cioè satana.
Oggi il demonio lavora molto perché non è creduto; anzi
molti ridono solo a sentire questo nome. Chi parla di satana
è ritenuto uomo del medioevo e perciò più compatito che
ascoltato. Credo che sia arrivato il tempo di smascherare
satana. Ricordiamo che Gesù nel deserto fu tentato da satana
come abbiamo ascoltato nel Vangelo della 1a domenica di
Quaresima. San Pietro nella sua lettera dice che “satana
è come un leone ruggente va in cerca di qualcuno da
divorare”. San Paolo quando parla della lotta spirituale, fa
chiaro riferimento agli “spiriti del male”… Non lasciamoci
ingannare da satana che fa di tutto perché la gente non creda
alla sua esistenza.
Tutto questo però non deve spaventarci ma, se mai, farci
più accorti nella lotta contro le tentazioni in tutte le loro
manifestazioni.
Deve darci forza la certezza che Cristo ha vinto satana e
che con la grazia di Cristo, tutti noi possiamo vincerlo. Le
armi per vincere satana sono quelle cha la Chiesa ci indica
da sempre e che la Madonna dice in ogni apparizione: la
preghiera quotidiana, la confessione frequente, la S. Messa
domenicale, il digiuno, la carità.
Buona Quaresima
Don Giuseppe
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INCONTRO
Esercizi spirituali della Comunità Pastorale
“NON LASCIAMOCI RUBARE IL VANGELO”
Gli Esercizi Spirituali nella Vita Ordinaria sono una esperienza personale di incontro con il Signore nella preghiera e nella vita quotidiana. Si pongono su un piano diverso
rispetto agli altri strumenti di formazione e di educazione
alla fede (catechesi, conferenze, incontri, dibattiti, corsi)
perché coinvolgono tutte le dimensioni della persona
(intelletto, memoria, corpo, emotività, immaginazione,
volontà) e generano comportamenti e scelte di vita.
In questo senso gli Esercizi delle nostre comunità parrocchiali non sono un ulteriore impegno da incasellare
tra i mille della giornata bensì sono la sosta quotidiana
di silenzio, l'incontro con noi stessi e con Dio, di cui
abbiamo profondo bisogno ma che proprio i nostri troppi
impegni spesso ci negano. Il centro dell'esperienza è la
relazione personale ed intima col Signore (che per alcuni
è riscoperta e per altri novità) nella quale gradualmente
ma efficacemente avviene una vera crescita spirituale che
si traduce spontaneamente in scelte di vita coerenti.
I risultati sono spesso sorprendenti: tutto assume un senso
e un significato nuovo. Viene scoperta la propria identità
spirituale e la missione personale che Dio affida a ciascuno. La conseguenza naturale è una nuova sensibilità
e un rinnovato impegno verso le chiamate che vengono
dal contesto ecclesiale e sociale in cui si vive. Si tratta in
sintesi, di un viaggio in un mondo per molti inesplorato,
di una affascinante avventura alla scoperta di una identità
cristiana personale e di nuova vita: la vita nello Spirito.
Scrive così Papa Francesco (Evangelii Gaudium n°97):
“Chi è caduto in questa mondanità guarda dall’alto e
da lontano, rifiuta la profezia dei fratelli, squalifica
chi gli pone domande, fa risaltare continuamente gli
errori degli altri ed è ossessionato dall’apparenza. Ha
ripiegato il riferimento del cuore all’orizzonte chiuso della sua immanenza e dei suoi interessi e, come
conseguenza di ciò, non impara dai propri peccati né
è autenticamente aperto al perdono. È una tremenda
corruzione con apparenza di bene. Bisogna evitarla
mettendo la Chiesa in movimento di uscita da sé, di
missione centrata in Gesù Cristo, di impegno verso
i poveri. Dio ci liberi da una Chiesa mondana sotto
drappeggi spirituali o pastorali! Questa mondanità
asfissiante si sana assaporando l’aria pura dello
Spirito Santo, che ci libera dal rimanere centrati in noi
stessi, nascosti in un’apparenza religiosa vuota di Dio.
Non lasciamoci rubare il Vangelo!”
E da qui il tema che abbiamo scelto quest’anno per la
nostra settimana di esercizi spirituali: “Non lasciamoci
rubare il Vangelo”! Vogliamo metterci allora in ascolto
dello Spirito, e lasciarci guidare dalle riflessioni di Papa
Francesco. Invitiamo tutti a leggere questa bellissima
Esortazione e a mettersi sempre in cammino per una profonda conversione personale. Buoni Quaresima e buoni
Esercizi a tutti!
Don Simone
CATECHESI DEGLI ADULTI
Dalla lettera pastorale “IL CAMPO È IL MONDO:
Vie da percorrere incontro all’umano” è nato il programma di catechesi per essere aiutati nell’impresa di seminare
il buon seme nel “campo che è il mondo”.
quest’opera di Dio (perché è impossibile che un’opera
così possa nascere dallo sforzo dell’uomo) una famiglia
affidataria e uno dei responsabili. Toccante è stata la
testimonianza di Alessandro Mele che si è lasciato interrogare dalle circostanze: da un “banale” invito a cena
decide di dire sì alla richiesta: “Vieni, abbiamo bisogno
di te” e lascia tutto per impegnarsi nell’opera.
Da questa scelta, che nasce da un’amicizia, tutta la sua
vita entra in una dinamica di conversione alla logica di
Dio, che è una logica di amore e affidamento all’interno
di un progetto.
E sempre dall’amicizia e dal lasciarsi interrogare nasce
la testimonianza della famiglia di Pietro Paraboni con
tre figli: dopo il primo “sì” a una proposta di affido, ne
sono seguiti altri tre ed ora è una famiglia di 11 persone.
La loro realtà è evidentemente cambiata, ma anche se i
problemi non mancano, l’affidarsi a Dio porta ad una
serenità mai sperimentata. Da quest’incontro abbiamo
imparato che tra le famiglie cristiane deve nascere una
solidarietà che porta a testimoniare l’importanza
della famiglia per il mondo intero.
LA FAMIGLIA – “Accoglietevi gli uni gli altri come
Cristo scelse voi per la gloria del Padre”
Nel primo incontro si è riflettuto sulla FAMIGLIA,
un’istituzione che nuove ideologie vogliono distruggere. Attraverso un video abbiamo scoperto l’esperienza
di COMETA, nata nel 1986 da un incontro con don
Giussani che ha ridato senso e significato alla vita di due
fratelli, Erasmo e Innocente Figini, che hanno aperto
le loro famiglie all’accoglienza di bambini in affido. La
Missione di Cometa è Accogliere per educare e il
metodo consiste nel proporre e sviluppare la normale dimensione della famiglia. Quattro sono le
Comunità Familiari formate da 14 figli naturali e 24 in
affido residenziale, 50 sono le famiglie coinvolte nell’esperienza dell’affido e tante le attività collegate (vedi il
sito www.puntocometa.org). Sono venuti a parlarci di
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INCONTRO
LA POVERTÀ – “Beati voi puri”
Don Augusto responsabile per la zona di Monza della
Caritas. L’incontro è iniziato con una riflessione personale di don Augusto, il Natale scorso, davanti al presepe,
costatando che esso è fatto di tante statuine di gente che
lavora, ma mancano i poveri. Così ha raccontato l’esperienza fatta in tre incontri con:
1.Una famiglia povera, sfrattata e senza possibilità di
lavoro. Nell’incontrarli ho visto tanta dignità, rispetto
e un benessere relazionale; da qui la domanda: Qual'è
la povertà? Questa famiglia è davvero povera?
La povertà non è solo quella economica.
2.Una moglie con un marito ammalato di alzheimer che
soffriva la mancanza di relazione ma con una grande
stima per il marito. La stima è fondamentale in un
rapporto.
3.Un carcerato seguito dentro e fuori dal carcere. Si fa
molto ma manca il nostro coinvolgimento personale…
1891 Rerum novarum (Leone XIII): difesa dei ceti più
deboli e del riposo nel giorno del Signore
1931 Quadragesimo anno (Pio XI): etica ed economia
devono camminare insieme.
1961 Mater et magistra: (Giovanni XXIII) processo di
adeguamento tra sviluppo, economia e progresso, criteri
di giustizia ed equità.
Don Walter ci ha fatto riflettere anche sui nostri comportamenti:
• come ragioniamo quando vengono toccati i nostri soldi
• cura del creato e della cosa pubblica: se una cosa è di
altri devo averne più cura
• la fatica che facciamo ad entrare nella logica della
solidarietà
• le strutture di peccato, cioè quando non so più distinguere il bene dal male, tra bisogno e desiderio
La bella testimonianza di Chiara, una mamma che lavora
come insegnante, ha messo in evidenza le varie problematiche della donna che lavora e come le ha affrontate
come moglie, madre e ora da separata. Ha testimoniato
la sua fede in Cristo con scelte precise di attenzione ai
figli, agli alunni e l’accettazione e il perdono del marito
che l’ha lasciata.
I cristiani sono abituati a lavorare per i poveri ma
non con i poveri. Occorre essere capaci di condivisione!
Noi cerchiamo di rispondere ai bisogni soddisfacendoli,
forse qualche volta dobbiamo fare la “fatica” di portare la
persona a riflettere sul desiderio. (vedi brano evangelico
della Samaritana)
IL BENE COMUNE – “Se dunque io, il Signore e
il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete
lavare i piedi gli uni agli altri” Gv. 13,14.
Come è stato affrontato il tema in una terra difficile come
la Calabria? Il presidente della Cooperativa GOEL,
Vincenzo Linarello, ci ha raccontato l’esperienza che ha
fatto nascere il Progetto GOEL per la legalità e lo
sviluppo. La radice dell’impegno è in Dio: dalla fede in
Lui nasce tutta l’esperienza di GOEL. La storia inizia da
un percorso vocazionale di laici che hanno deciso di vivere un’esperienza comunitaria nella metà degli anni ’90.
Un incontro determinante è stato quello con il Vescovo
Giancarlo Bregantini che chiama, nel ’97 la comunità e
affida loro l’incarico della Pastorale sociale e del lavoro.
Vivono in un territorio occupato dalla ‘ndrangheta e
Mons. Bregantini si fa una domanda: “Come faccio a dire
che Dio ti ama senza esserne coinvolto? Lo devo dimostrare!”. Uno dei modi era creare nuovo lavoro per dare
delle opportunità al popolo che era ormai senza speranza.
Il Vangelo è parola e azione, quindi quando la gente non
crede più occorre dimostrarlo con i fatti.
È così che sono nate tre cooperative e contemporaneamente è iniziata una campagna d’informazione nelle
piazze e alle feste patronali; la gente ha ricominciato a
sperare e a chiedere aiuto per far nascere delle imprese.
L’audacia dei progetti l’insegna l’Eucaristia perché l’insignificante (pane-vino) diventa il posto dove Dio s’incarna
e cambia la realtà.
Dio non chiama chi è capace, ma rende capace chi
risponde alla chiamata. Solo dentro la fede nell’Eucaristia può nascere la convinzione che è possibile cambiare
il territorio.
IL LAVORO – “Non è costui il figlio del falegname?”
Don Walter Magnoni, Responsabile diocesano del servizio della pastorale sociale e del lavoro, ha introdotto
la riflessione con una domanda: dove si parla di lavoro
nella Bibbia?
Nella Genesi, nei Salmi, nei libri Sapienziali, nelle Lettere
di san Paolo. Dio stesso è colui che alterna il lavoro al
riposo. L’uomo in Genesi viene chiamato a coltivare e
custodire la terra. Sempre in Genesi c’è la fatica legata
al lavoro che diventa punizione; quando accade questo?
Ogni volta che il lavoro non è secondo la volontà di Dio:
Babele è la pretesa dell’uomo di fare tutto senza Dio. I
cristiani con il loro lavoro hanno segnato la storia. Nel
480 d.C. S. Benedetto con la regola Ora et labora introduce:
• la dignità del lavoro normale
• la gestione dei beni senza possesso e attaccamento
• il tempo per ogni cosa
Nel 1209 S. Francesco fonda un ordine per la crescita
della società in armonia con le cose e la natura. Ogni
epoca presenta i vari aspetti del lavoro e le varie problematiche legate alle classi sociali: i ricchi, i poveri e i
poveracci. Nasce un sistema di solidarietà: il Monte di
pietà nel 1400, nel 1800 le Casse Rurali e grandi santi
che proponevano il lavoro come: Don Bosco (Salesiani),
S. G. Cottolengo, fondatore delle Case della divina
Provvidenza, don G. Cocchi, fondatore degli Artigianelli
e tanti altri. La Chiesa nel secoli ha sempre difeso la
dignità dell’uomo, rispondendo ai problemi del loro
tempo, con varie encicliche sociali:
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INCONTRO
• Nello straniero vedere la persona e non il diverso.
Occorre avere attenzione e rispetto portando i nostri
valori. Le persone non si aiutano ma s’incontrano.
L’aiuto (vedi organizzazioni internazionali che vanno
bene solo per l’emergenza) non serve a niente, ma ciò
che serve realmente è creare progetti per educare le
persone a vivere delle proprie risorse e competenze.
Anna
Nel 2000 Mons. Bregantini fa nascere il Cenacolo di
riflessione: sudando col cuore, con le braccia,
con la testa. Nascono le domande: “Perché la Calabria
non cambia pur avendo gente capace? Perché dietro ci
sono dei progetti di gente infiltrata in logge massoniche
deviate con collegamenti in tutta Italia, creando una rete
di sistema. Cosa fare per contrapporsi? Creare un altro
sistema con obiettivi precisi:
• creare risposte libere
• superare il fatalismo con le parole, cioè fare politica nel
vero senso della parola (occuparsi del bene comune).
La gente vedendo, ascoltando e dando loro la prova attraverso le attività, comincia a crederci.
Per maggiori informazioni su tutte le attività e la possibilità di associarsi vedi il sito:
www.goel.coop/goel-il-progetto.reinsediamento-sud.html
GOEL significa riscattato. In Israele il Goel era quel
parente stretto che interveniva per riscattare un parente
imprigionato dai debiti. Cosa fare? Assumiamo noi la
responsabilità che altri non si vogliono assumere, facendolo con amore come Gesù: solo così si rimette in moto
la storia. Le Comunità cristiane devono rendersi consapevoli che insieme si possono contrastare gli insediamenti
malavitosi che esistono anche da noi e creare gruppi di
studio del problema.
STARE INSIEME
Nella Chiesa nessuno è straniero
Alla luce della Parola di Dio “il Signore protegge lo
straniero” (salmo 145), con don Giuseppe, a livello di
Comunità Pastorale, ci siamo fatti carico di affrontare la
presenza dei migranti nel nostro territorio e di riuscire a
cogliere in essi non una presenza di disagio ma la potenziale ricchezza di valori umani che ognuno ha in sé.
Per favorire la “cultura dell’incontro” abbiamo organizzato una serata con protagonisti i migranti e, nel tempo,
poter arrivare attraverso la reciproca conoscenza e scambi
di vissuto ad una migliore integrazione in cui i migranti
siano “un’occasione che la Provvidenza ci offre per contribuire alla costruzione di una società più giusta , una
democrazia più compiuta, un Paese più solidale, un
mondo più fraterno e una comunità cristiana più aperta,
secondo il Vangelo”.
LO STRANIERO – “Ricordate che anche voi siete
stati stranieri in terra d’Egitto”
Il dott. Paolo Viganò medico infettologo e presidente del Gruppo Solidarietà Africa GSA di Seregno “Per un mondo dove la pace sia frutto della giustizia,
dell’impegno e della solidarietà”.
Ci ha introdotti al tema con grande simpatia e capacità
comunicativa raccontandoci il suo percorso vocazionale
iniziato in oratorio dove sei “costretto” a relazionarti con
ragazzi di ogni tipo.
È così che s’impara a capire le persone che la vita ti pone
davanti… lui che nel reparto infettivi incontra soprattutto
persone che provengono dal mondo e con problemi di
salute e personalità gravi.
Ci ha parlato del suo impegno per l’Africa che è notevole
e iniziato in età giovanile, acquisendo una grande esperienza, ma con uno stile fondamentale che è quello di
camminare con il passo dell’ultimo. Alcuni punti dell’accoglienza dello straniero messo in evidenza:
(Papa Francesco: Messaggio giornata del Migrante 2014)
COMUNITÀ PASTORALE MARIA VERGINE MADRE DELL’ASCOLTO
AZIONE CATTOLICA
BANCO ALIMENTARE
CARITAS
GRUPPO MISSIONARIO
SPAZIO APERTO
SPAZIO APERTO...
• I barconi che arrivano sulle nostre coste… la gente
che arriva sono i migliori del villaggio, i più forti e
quelli che hanno possibilità economiche. Sono persone
“lanciate” verso l’Europa per far arrivare valuta alle
famiglie del villaggio. La nostra accoglienza è carente,
disorganizzata, tipicamente italiana…
• L’accoglienza non deve essere pietistica. Lo straniero
che arriva ha bisogno di “scontrarsi”; non li aiutiamo
se tolleriamo le loro menzogne e furbizie. Devono essere considerati persone con diritti e doveri.
Cena, musica, condivisione in un incontro tra culture
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MARZO
ORE 19:00
Oratorio femminile di Biassono
La serata prevede una cena a buffet . Portate condivise cucinate dai participanti alla serata
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INCONTRO
PRIMA MESSA DI DON MIRCO:
LA FESTA DI TUTTI... UN ENTUSIASMO CONTAGIOSO…
Mancano esattamente 3 mesi all’ordinazione sacerdotale
di don Mirco Motta. È un avvenimento importante non
solo per lui ma per tutta la nostra comunità parrocchiale.
Questo traguardo affascina e deve interrogare ciascuno di
noi soprattutto i più giovani: è bello vedere che ancora
nel 2014 un giovane abbia deciso di intraprendere questo
cammino, di fare una scelta cosi radicale, di dedicarsi totalmente al Signore e ai fratelli. In questi mesi dai piccoli
ai più grandi si incontrano per preparare e prepararsi a
questo importante evento che coinvolgerà l’intero paese.
Dalle quasi 80 persone di ogni età che si stanno cimentando in canto, ballo e recitazione nell’allestire il meraviglioso
musical del Re Leone che verrà messo in scena sabato 7
giugno. Dai ragazzi e dalle signore che stanno preparando
i costumi, le scenografie (alcuni abiti ci verranno inviati
da un padre missionario indiano). Alle donne che il giovedì sera si trovano in oratorio maschile per preparare gli
addobbi da porre per gran parte del paese come segno
visibile di festa, aiutate la domenica dai bimbi e dagli adolescenti del laboratorio di Creando e Ricreando. Per poi
passare a quei giovani che stanno mettendo a punto un
momento per dire grazie a don Mirco del tempo trascorso
insieme in oratorio e per rivivere quei meravigliosi ricordi.
Alle varie persone che si stanno trasformando in veri chef
per preparare un pranzo degno di una festa ma nello stesso tempo accessibile a tutti. Ed è bellissimo vedere l’entusiasmo che ciascuno sta mettendo, la voglia di fare, di stare
insieme (dalla ragazza di 15 anni che si trova a recitare
e instaurare un rapporto con una mamma di 40 anni, a
giovani che, nonostante abitino nello stesso paese, non si
conoscevano prima di trovarsi a dipingere insieme). Un
entusiasmo non fine a se stesso ma un entusiasmo contagioso. Sì, proprio così. Le persone che si stanno mettendo
in gioco aumentano di settimana in settimana, attraverso
un tam-tam di parole, oppure perché passate a salutare le
amiche del gruppo maschere del musical il martedì sera,
e allora decidono di fermarsi e ripresentarsi il martedì
successivo magari invitando qualcun altro. Non sono le
“solite” facce che si vedono, ma gente nuova, ragazzi e
giovani che non bazzicavano da un bel po’ in parrocchia,
in oratorio… E di gente ne serve ancora tanta, più siamo
più è bello!!!! E sì, perché nonostante siano mesi in cui
si sta lavorando per la preparazione, le cose da fare sono
ancora molte. Dai numerosi addobbi rossi e bianchi da
porre per il paese alle sagome in legno necessarie per la
processione eucaristica che si svolgerà la sera di domenica
8 giugno. E ancora, giovani appassionati di pittura per le
scenografie e che vogliono dare una mano per il pranzo e
via dicendo. Ciascuno si senta partecipe a questa grande
festa. La festa di una comunità che si ritrova ancor più
ad essere una famiglia unita, attiva, viva, con le inconfondibili caratteristiche che ci appartengono da sempre: la
dedizione al servizio, l’aiutare dove c’è bisogno, mettersi
in gioco nelle piccole e grandi cose, condividere la gioia
di un giovane parrocchiano che sta raggiungendo il primo
grande traguardo verso la Felicità vera. Quindi forza, chi
non l’avesse ancora fatto, si faccia avanti, manca poco alla
NOSTRA festa!!!
Monica
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INCONTRO
All’Open day del Centro Culturale “Don Passamonti” il giornalista Luigi Geninazzi ha presentato il
suo libro “L’Atlantide rossa” sulla fine del comunismo in Europa
IL CAMBIAMENTO DEVE PARTIRE DALL’UOMO
Chi ha fatto cadere il comunismo nell’Europa dell’Est?
Chi ha provocato il crollo del muro di Berlino?
A 25 anni di distanza sono ancora rari i testi sull’argomento, che trova poco spazio e spesso viene affrontato in
modo superficiale anche sui manuali scolastici. Eppure si
è trattato di un cambiamento epocale, che il dissidente
divenuto poi presidente della Cecoslovacchia, Vaclav
Havel, da laico, non ha esitato a definire un “miracolo”.
Un contributo importante su questo tema ci è offerto dal
recente volume intitolato “L’Atlantide rossa. La fine del
comunismo in Europa” scritto da Luigi Geninazzi, con la
prefazione di Lech Walesa.
Giornalista e scrittore che è stato testimone diretto dei
fatti accaduti in quegli anni, Geninazzi è intervenuto in
Sala Civica domenica 2 marzo in occasione dell’Open
day 2014 del Centro Culturale “Don Passamonti”.
Presentando il suo libro, ci ha aiutato a capire come
sia stato possibile rovesciare in modo
pacifico un potere assoluto e dispotico
cambiando il volto dell’Europa e del
mondo.
“Nell’immaginario collettivo il comunismo è scomparso in una notte con il
crollo del Muro di Berlino il 9 novembre del 1989, in modo improvviso come
la mitica città di Atlantide – ha affermato Geninazzi, svelando il significato
del curioso titolo. “Ma il Muro non è
crollato, è stato abbattuto. Non in una
notte ma nel corso di lunghi anni. Non
è caduto, l’ha buttato giù gente cocciuta
e coraggiosa che ha sfidato un potere
illiberale e repressivo a mani nude”.
Infatti, questa volta la classe operaia
non è andata all’assalto del Palazzo d’Inverno con le
armi in pugno, ma ha preferito incrociare le braccia in
attesa che il sedicente governo degli operai e dei contadini
accettasse di negoziare con i diretti interessati e riconoscesse i loro fondamentali diritti.
“Fu la prima breccia nel Muro – come scrive il giornalista
nel suo libro – che iniziò a sgretolarsi sul litorale baltico
già nel 1980 con la nascita di Solidarnosc, il sindacato
libero polacco fondato da Lech Walesa”. Questo nuovo
movimento operaio, che nei cantieri esponeva l’immagine della Madonna di Czestochowa e faceva celebrare
la Messa, diventò ben presto un movimento di popolo
la cui voglia di libertà finì per contagiare le altre nazioni dell’Europa sovietizzata. Tanto che nell’89 con un
impressionante “effetto domino” caddero uno dopo l’altro i vari tasselli dell’impero sovietico.
Quella dell’89 fu dunque una straordinaria rivoluzione
pacifica, dove “non si è rotto neanche un vetro”, perché
“chi manifestava contro il regime – spiega Geninazzi
– non nutriva sentimenti di odio e di vendetta, non si
muoveva in forza di un’ideologia. Si trattava di un movimento di natura etica, fondato sull’esperienza umana
della solidarietà”.
Ma come mai prima tutti gli altri tentativi di opporsi alla
dittatura comunista erano miseramente falliti?
La rivoluzione dell’89 non sarebbe stata possibile senza
il contributo determinante di Papa Wojtyla – ha detto il
giornalista, che ha avuto la grazia di incontrare più volte
il grande Papa polacco. A questo proposito Geninazzi
ha citato le parole scritte da Walesa
nella prefazione: “ogni volta che mi
viene rivolta la domanda su chi abbia
fatto cadere il comunismo nell’Europa
dell’Est sono solito rispondere che il
merito va per oltre il 50% a Giovanni
Paolo II”. E ancora: “Giovanni Paolo
II ha fatto appello alle risorse spirituali
e alla fede del nostro popolo e ci ha
invitato a non avere paura. Nel 1979
è tornato in Polonia e per la prima
volta ci siamo ritrovati uniti, ci siamo
accorti di quanto eravamo numerosi.
Mi sono chiesto spesso come mai ogni
volta che organizzavo uno sciopero nei
cantieri navali di Danzica mi ritrovavo
attorno non più di dieci persone e poi,
all’improvviso, nel 1980 furono 10 milioni di persone. Io
facevo sempre le stesse cose, gli stessi discorsi. Ma la gente
era cambiata, era diventata più cosciente, più matura, più
determinata.”
Come scrive Vaclav Havel nel suo “Il potere dei senza
potere”, uno dei testi che ha ispirato la rivoluzione di
velluto della Cecoslovacchia, “il cambiamento delle
strutture deve partire dall’uomo, dal suo rapporto con
se stesso e con gli altri”. E Geninazzi spiega: “Non basta
indignarsi per quel che sta fuori, occorre guardare dentro
di noi: la riscoperta della nostra dignità è la condizione
fondamentale per una rivoluzione non violenta. L’unica
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INCONTRO
grande risorsa contro il potere è un io che ha scelto di
vivere nella verità.”
Purtroppo oggi i tanti movimenti di protesta sembrano
non aver fatto tesoro di questa esperienza, che anche nei
Paesi dell’Est pare quasi dimenticata. Come impedire
che questa preziosa eredità vada irrimediabilmente perduta? “Occorre trasmetterla alle nuove generazioni – ha
concluso il giornalista – attraverso l’educazione e la testimonianza”, perché, come ebbe a dire il grande scrittore
polacco e premio Nobel per la letteratura C. Milosz, “la
forza di un popolo sta nella memoria".
Anna Monti
BILANCIO ECONOMICO 2013
ENTRATE
Offerte S. Messe
Offerte in Cassetta Offerte per Celebrazione Sacramenti e Funzioni
Offerte Candele Offerte Avvento - Quaresima di Carità Ristrutturazione Chiesa
Entrate varie
134.542
3.475
49.969
29.300
25.891
137.611
88.249
TOTALE469.037
USCITE
Emolumenti 3 Sacerdoti
30.000
Remunerazione Dip./Collab. Religiosi
52.102
Remunerazione Coll. Domestici
11.000
Ritenute Fiscali/Previd.
20.379
Utenze25.864
Spese Manutenzione Ordinaria
16.385
Spese per Assicurazioni
7.413
Spese Ordin. di Culto 10.814
Altre spese generali
26.385
Erogazioni caritative
13.643
Cereria2.423
Ristrutturazione Chiesa
223.780
Spese varie
37.657
Donazioni a Terremotati/Alluvionati
26.002
TOTALE503.846
La Commissione Affari Economici della Parrocchia ringrazia tutti i fedeli per la generosità e vuole piacevolmente
sottolineare come, anche quest’anno e malgrado le difficoltà economiche, la Comunità non abbia fatto
mancare il proprio contributo per i tanti impegni economici della Parrocchia sia per l’aiuto alle persone e alle
famiglie in difficoltà che per la riduzione del debito relativo alla ristrutturazione della Chiesa Parrocchiale.
Tale contributo è risultato essere in linea con quanto donato lo scorso anno. Si evidenzia comunque che il
debito al 31/12/2013 risulta ancora in essere per circa € 380.000.
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INCONTRO
QUARESIMA DI SOLIDARIETÀ
Ci prepariamo a vivere nel modo migliore la quaresima
2014, non circondandoci dei migliori oggetti ma
rinnovando noi stessi attraverso il distacco dai falsi beni:
Gesù Cristo, che affronta il Calvario per la salvezza di tutta
l’umanità, ci impone di volgere lo sguardo verso gli altri,
per ascoltarne la voce, per comprendere anche ciò che essi
non manifestano: ecco il senso del digiuno quaresimale,
ecco il momento per distaccarci dal nostro egocentrismo
per prestare attenzione a coloro che ci vivono accanto
nella nostra casa, nella nostra via, nella classe dei nostri
figli e nipoti, con attenzione fraterna.
A tutti riserviamo un gesto di amicizia in più, perché
siamo membri di una comunità cristiana, che prega Gesù
anche facendosi carico delle “emergenze” in cui vivono
oggi tante persone. Chi ha perso il lavoro e non riesce a
trovarne un altro, chi non riesce più a far fronte alle spese
quotidiane ed ha già rinunciato a curarsi della propria
salute, non sa più a che cosa rinunciare. Eppure bisogna
pagare la luce, il gas, le spese condominiali, l’affitto di casa
ma… per quanto tempo si può dilazionare il pagamento
prima di perdere tutto?
Sono stranieri e sono italiani, sono persone senza una
rete parentale di supporto, sole e, spesso, con bambini
da crescere. Perché non perdano la speranza la nostra
comunità può offrire, a chi ha bisogno, un gesto di
fraternità e di sostegno: depositando un’offerta in denaro
nella cassetta posta accanto all’altare in chiesa, oppure
offrendo un alloggio anche temporaneo, un lavoro anche
saltuario, una segnalazione di casi di disagio da comunicare
agli operatori della Caritas parrocchiale. La missione da
sostenere in questa quaresima è vicina a noi.
La Caritas parrocchiale offre ascolto, aiuto, consiglio ma
di fronte alla povertà vera non può non intervenire con
un contributo economico per le “bollette”, le medicine
non mutuabili, il latte per i neonati e i pannolini, gli
omogeneizzati per lo svezzamento , i buoni pasto, le
docce, il cambio dell’abito. Potremo continuare a farlo
solo se la comunità vorrà aiutarci in questo periodo
difficile per tanti, consentendoci di essere tempestivi
nell’intervento seppure parziale. Tutto quello che noi
e le altre Associazioni caritative sul territorio riescono a
dare sono frutto del volontario impegno e, soprattutto,
delle vostre generose offerte: chi offre diventa un poco più
povero per arricchirsi nel cuore.
Gabriella Romagnoli,
per il Centro di Ascolto Caritas
Carissimo Tommy,
i bambini come te sono un onore per il nostro Oratorio, siete il tesoro più prezioso che ci è stato donato; di voi siamo
orgogliosi; voi date il senso alle giornate, giornate lunghe come quelle del Feriale, che tanto ti piacevano.
Sei un dono perché con il tuo sorriso, il piacere di stare con i tuoi inseparabili amici e di giocare con gli altri, piccoli e
grandi, ci mostri che ciascuno di noi, nell’amare gli altri e nel lasciarsi amare, costruisce giorno dopo giorno nella sua
vita, un pezzetto di Paradiso che vivremo con Gesù: ora sono le sue mani che accarezzano i tuoi capelli un po’ ribelli.
La tua morte ci ha lasciato un vuoto incolmabile, non possiamo neanche permetterci di dire che cosa prova la tua
famiglia però ci hai lasciato anche una grande responsabilità: vivere
come hai fatto tu, con la gioia e la fatica di amare, essere amati e
amare insieme. Così Gesù non è lontano ma è presente nelle nostre
piccole e grandi storie personali.
In questi giorni Tommy ho fatto fatica a pensare ma ho trovato
queste parole: «I santi, che sono passati a migliore vita, non
ricevono subito la ricompensa dei loro meriti, ma aspettano
noi, per ricevere insieme con noi la beatitudine completa».
Adesso noi chiediamo a Gesù e lo preghiamo di avere la pazienza e
la forza di continuare il cammino della vita per incontrarci con te e
con Lui in quel Paradiso che insieme abbiamo già sperimentato per
così poco tempo.
Il nostro, Tommy, è un grazie e un arrivederci: ci vediamo!
Don Valerio
Ciao!
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INCONTRO
LE DOMENICHE DI QUARESIMA
ICONA: PAROLA RIVOLTA AL CREDENTE
La Comunità Pastorale propone per la Quaresima di
quest’anno un particolare cammino verso la Pasqua con
un momento di preghiera, riflessione e contemplazione
sul Vangelo della domenica attraverso un’incona.
La tradizione, parlando di “icona” insegna che si tratta
di un evento che impegna direttamente Dio, non solo in
quanto “oggetto” rappresentato, ma anche come soggetto
operante. È lo Spirito Santo il vero iconografo.
Lo Spirito Santo, guida la mano dell’artista, tanto che per
questo motivo, un icona non si firma e non si data. L’autore è lo Spirito Santo, l’uomo presta le sue mani, il suo
corpo, il suo spirito, le sue capacità.
Iconografo è chi ha imparato ad essere un canale privilegiato che consente allo Spirito Santo di comunicarsi e
di passare dal cuore dell’artista al legno della tavola. Non
a caso, anche in passato, i maggiori maestri iconografi
furono monaci e spesso anche santi.
Icona è dunque l’espressione artistica della teologia e della
fede della Chiesa.
Le icone “sono veri e propri trattati di teologia a colori”
ci aiuteranno ad interpretarne il linguaggio l’icografi Silvano e Maria Grazia della Fraternità della Luce nata
nel 1987 fondata da don Luigi Bonalumi che a svolto il suo
ministero a Lissone per quarant’anni.
CHIESA PARROCCHIALE DI MACHERIO, ORE 16.00
16 MARZO
23 MARZO
ICONA DELLA
SAMARITANA
ICONA DELL'
OSPITALITÀ
DI ABRAMO
30 MARZO
6 APRILE
ICONA DEL
CIECO NATO
ICONA DI
LAZZARO
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INCONTRO
COMUNITÀ PASTORALE
“MARIA VERGINE MADRE DELL’ASCOLTO”
PARROCCHIA DI BIASSONO
QUARESIMA 2014
Domenica 9 marzo, 1a domenica di Quaresima: dopo ogni Messa imposizione delle Ceneri
RICORDIAMO:
Ogni domenica: ore 16.00
ore 17.00
nella chiesa di Macherio per la Comunità Pastorale meditazione sul vangelo della domenica
contemplando L’ICONA scritta da Maria Grazia e Silvano Redaelli.
Nella 1a domenica Vespero e presentazione del messaggio quaresimale del Papa.
Vespero e Benedizione Eucaristica in parrocchia
Ogni mercoledì:
ore 6.30
ore 8.45
ore 9.00
ore 18.30
GIORNATA DI DESERTO
S. Messa per adulti e lavoratori, al termine esposizione dell’Eucarestia e Adorazione silenziosa
Celebrazioni delle lodi
S. Messa con predica
S. Messa
Ogni venerdì:
ore 9.00 Via Crucis e predica quaresimale (seguono le confessioni)
ore 18.30 Celebrazione del Vespero e della Parola di Dio
ore 20.45 Via Crucis per adulti, giovani e lavoratori, e meditazione quaresimale
ALCUNE ATTENZIONI PARTICOLARI
•
•
•
•
•
Ogni sabato dalle ore 14.30 alle ore 18.30: i sacerdoti sono a disposizione per la S. Confessione.
Tutti i venerdì di quaresima sono di magro: il primo e l’ultimo anche digiuno.
La S. Messa di vigilia del sabato delle ore 17.30 sarà celebrata in forma solenne.
Nelle S. Messe domenicali, al posto dell’atto penitenziale faremo IL RITO DELL’ASPERSIONE
Per la PREGHIERA PERSONALE o FAMILIARE la parrocchia mette a disposizione il libretto “STRADE BUONE DEL
MONDO: IL CAMBIAMENTO” lo troviamo sulle mensoline alle porte della Chiesa
• Per la CARITÀ DI QUARESIMA quest’anno aiuteremo LE TANTE FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ DELLA PARROCCHIA con l’iniziativa: “SOLIDALI CON LE FAMIGLIE”.
La cassetta con il cartello illustrativo è davanti l’altare della Madonna.
Raccomandiamo a chi può la santa messa quotidiana
GLI APPUNTAMENTI DI QUARESIMA
Domenica 9 marzo: a Macherio per i ragazzi di 1a media della comunità pastorale:
INIZIO DEL CAMMINO DEI CENTO GIORNI con la presenza dei genitori
Domenica 16 marzo: Domenica Insieme per i ragazzi di 3a el. e incontro con i genitori alle ore 15.00 in oratorio femminile
24 – 29 marzo SETTIMANA DI ESERCIZI SPIRITUALI DELLA COMUNITÀ PASTORALE
(sarà dato il volantino domenica 23 marzo)
Domenica 23 marzo:
Sabato 22 marzo:
Venerdì 11 aprile:
Domenica 13 aprile:
Domenica Insieme per i ragazzi di 5a el. e incontro con i genitori alle ore 15.00 in oratorio femminile
Prima Confessione a Biassono
ore 20.45 VIA CRUCIS della Comunità Pastorale animata dai preadolescenti
DOMENICA DELLE PALME:
ore 9.45 ritrovo in oratorio maschile, benedizione degli ulivi e processione
verso la Chiesa Parrocchiale per la S. Messa delle ore 10.15
Nel pomeriggio
INCONTRO DIOCESANO ADOLESCENTI CON IL CARDINALE
Lunedì 8 aprile:
FESTA DELLA COMUNITÀ PASTORALE
Ore 21.00 a Sovico: S. Messa Solenne.
Ritrovo ore 20.30 in piazza della Chiesa di Macherio per la fiaccolata e la recita del S. Rosario.
Martedì 25 marzo:
SOLENNITÀ DELL’ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE
FESTA DELLA COMUNITÀ PASTORALE
Ore 21.00 a BIASSONO S. Messa solenne, a cui seguirà un momento di festa
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Scarica

Si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà(cfr 2 Cor 8,9)