INCONTRO marzo 2014 a cura della parrocchia S. Martino V. - Biassono MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA QUARESIMA 2014 Si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà (cfr 2 Cor 8,9) lavorato con mani d’uomo, ha pensato con intelligenza d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 22). Lo scopo del farsi povero di Gesù non è la povertà in se stessa, ma – dice san Paolo – «...perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà». Non si tratta di un gioco di parole, di un’espressione ad effetto! È invece una sintesi della logica di Dio, la logica dell’amore, la logica dell’Incarnazione e della Croce. Dio non ha fatto cadere su di noi la salvezza dall’alto, come l’elemosina di chi dà parte del proprio superfluo con pietismo filantropico. Non è questo l’amore di Cristo! Ci colpisce che l’Apostolo dica che siamo stati liberati non per mezzo della ricchezza di Cristo, ma per mezzo della sua povertà. Eppure san Paolo conosce bene le «impenetrabili ricchezze di Cristo» (Ef 3,8), «erede di tutte le cose» (Eb 1,2). Che cos’è allora questa povertà con cui Gesù ci libera e ci rende ricchi? È proprio il suo modo di amarci, il suo farsi prossimo a noi come il Buon Samaritano che si avvicina a quell’uomo lasciato mezzo morto sul ciglio della strada (cfr Lc10,25 ss). Ciò che ci dà vera libertà, vera salvezza e vera felicità è il suo amore di compassione, di tenerezza e di condivisione. La povertà di Cristo che ci arricchisce è il suo farsi carne, il suo prendere su di sé le nostre debolezze, i nostri peccati, comunicandoci la misericordia infinita di Dio. La povertà di Cristo è la più grande ricchezza: Gesù è ricco della sua sconfinata fiducia in Dio Padre, dell’affidarsi a Lui in ogni momento, cercando sempre e solo la sua volontà e la sua gloria. È ricco come lo è un bambino che si sente amato e ama i suoi genitori e non dubita un istante del loro amore e della loro tenerezza. La ricchezza di Gesù è il suo essere il Figlio, la sua relazione unica con il Padre è la prerogativa sovrana di questo Messia povero. Quando Gesù ci invita a prendere su di noi il suo “giogo soave”, ci invita ad arricchirci di questa sua “ricca povertà” e “pove- Cari fratelli e sorelle, in occasione della Quaresima, vi offro alcune riflessioni, perché possano servire al cammino personale e comunitario di conversione. Prendo lo spunto dall’espressione di san Paolo: «Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2 Cor 8,9). L’Apostolo si rivolge ai cristiani di Corinto per incoraggiarli ad essere generosi nell’aiutare i fedeli di Gerusalemme che si trovano nel bisogno. Che cosa dicono a noi, cristiani di oggi, queste parole di san Paolo? Che cosa dice oggi a noi l’invito alla povertà, a una vita povera in senso evangelico? La grazia di Cristo Anzitutto ci dicono qual è lo stile di Dio. Dio non si rivela con i mezzi della potenza e della ricchezza del mondo, ma con quelli della debolezza e della povertà: «Da ricco che era, si è fatto povero per voi...». Cristo, il Figlio eterno di Dio, uguale in potenza e gloria con il Padre, si è fatto povero; è sceso in mezzo a noi, si è fatto vicino ad ognuno di noi; si è spogliato, “svuotato”, per rendersi in tutto simile a noi (cfr Fil 2,7; Eb 4,15). È un grande mistero l’incarnazione di Dio! Ma la ragione di tutto questo è l’amore divino, un amore che è grazia, generosità, desiderio di prossimità, e non esita a donarsi e sacrificarsi per le creature amate. La carità, l’amore è condividere in tutto la sorte dell’amato. L’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze. E Dio ha fatto questo con noi. Gesù, infatti, «ha 1 INCONTRO a questa miseria da condizioni sociali ingiuste, dalla mancanza di lavoro che le priva della dignità che dà il portare il pane a casa, per la mancanza di uguaglianza rispetto ai diritti all’educazione e alla salute. In questi casi la miseria morale può ben chiamarsi suicidio incipiente. Questa forma di miseria, che è anche causa di rovina economica, si collega sempre alla miseria spirituale, che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore. Se riteniamo di non aver bisogno di Dio, che in Cristo ci tende la mano, perché pensiamo di bastare a noi stessi, ci incamminiamo su una via di fallimento. Dio è l’unico che veramente salva e libera. Il Vangelo è il vero antidoto contro la miseria spirituale: il cristiano è chiamato a portare in ogni ambiente l’annuncio liberante che esiste il perdono del male commesso, che Dio è più grande del nostro peccato e ci ama gratuitamente, sempre, e che siamo fatti per la comunione e per la vita eterna. Il Signore ci invita ad essere annunciatori gioiosi di questo messaggio di misericordia e di speranza! È bello sperimentare la gioia di diffondere questa buona notizia, di condividere il tesoro a noi affidato, per consolare i cuori affranti e dare speranza a tanti fratelli e sorelle avvolti dal buio. Si tratta di seguire e imitare Gesù, che è andato verso i poveri e i peccatori come il pastore verso la pecora perduta, e ci è andato pieno d’amore. Uniti a Lui possiamo aprire con coraggio nuove strade di evangelizzazione e promozione umana. Cari fratelli e sorelle, questo tempo di Quaresima trovi la Chiesa intera disposta e sollecita nel testimoniare a quanti vivono nella miseria materiale, morale e spirituale il messaggio evangelico, che si riassume nell’annuncio dell’amore del Padre misericordioso, pronto ad abbracciare in Cristo ogni persona. Potremo farlo nella misura in cui saremo conformati a Cristo, che si è fatto povero e ci ha arricchiti con la sua povertà. La Quaresima è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà. Non dimentichiamo che la vera povertà duole: non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione penitenziale. Diffido dell’elemosina che non costa e che non duole. Lo Spirito Santo, grazie al quale «[siamo] come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto» (2 Cor 6,10), sostenga questi nostri propositi e rafforzi in noi l’attenzione e la responsabilità verso la miseria umana, per diventare misericordiosi e operatori di misericordia. Con questo auspicio, assicuro la mia preghiera affinché ogni credente e ogni comunità ecclesiale percorra con frutto l’itinerario quaresimale, e vi chiedo di pregare per me. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca. ra ricchezza”, a condividere con Lui il suo Spirito filiale e fraterno, a diventare figli nel Figlio, fratelli nel Fratello Primogenito (cfr Rm 8,29). È stato detto che la sola vera tristezza è non essere santi (L. Bloy); potremmo anche dire che vi è una sola vera miseria: non vivere da figli di Dio e da fratelli di Cristo. La nostra testimonianza Potremmo pensare che questa “via” della povertà sia stata quella di Gesù, mentre noi, che veniamo dopo di Lui, possiamo salvare il mondo con adeguati mezzi umani. Non è così. In ogni epoca e in ogni luogo, Dio continua a salvare gli uomini e il mondo mediante la povertà di Cristo, il quale si fa povero nei Sacramenti, nella Parola e nella sua Chiesa, che è un popolo di poveri. La ricchezza di Dio non può passare attraverso la nostra ricchezza, ma sempre e soltanto attraverso la nostra povertà, personale e comunitaria, animata dallo Spirito di Cristo. Ad imitazione del nostro Maestro, noi cristiani siamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle, a farcene carico e a operare concretamente per alleviarle. La miseria non coincide con la povertà; la miseria è la povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza. Possiamo distinguere tre tipi di miseria: la miseria materiale, la miseria morale e la miseria spirituale. La miseria materiale è quella che comunemente viene chiamata povertà e tocca quanti vivono in una condizione non degna della persona umana: privati dei diritti fondamentali e dei beni di prima necessità quali il cibo, l’acqua, le condizioni igieniche, il lavoro, la possibilità di sviluppo e di crescita culturale. Di fronte a questa miseria la Chiesa offre il suo servizio, la sua diakonia, per andare incontro ai bisogni e guarire queste piaghe che deturpano il volto dell’umanità. Nei poveri e negli ultimi noi vediamo il volto di Cristo; amando e aiutando i poveri amiamo e serviamo Cristo. Il nostro impegno si orienta anche a fare in modo che cessino nel mondo le violazioni della dignità umana, le discriminazioni e i soprusi, che, in tanti casi, sono all’origine della miseria. Quando il potere, il lusso e il denaro diventano idoli, si antepongono questi all’esigenza di una equa distribuzione delle ricchezze. Pertanto, è necessario che le coscienze si convertano alla giustizia, all’uguaglianza, alla sobrietà e alla condivisione. Non meno preoccupante è la miseria morale, che consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato. Quante famiglie sono nell’angoscia perché qualcuno dei membri – spesso giovane – è soggiogato dall’alcol, dalla droga, dal gioco, dalla pornografia! Quante persone hanno smarrito il senso della vita, sono prive di prospettive sul futuro e hanno perso la speranza! E quante persone sono costrette 2 INCONTRO SILENZIO, POVERTÀ, LOTTA Carissimi parrocchiani, vorrei, anzi, vorremmo lasciarci guidare nel cammino di Quaresima di quest’anno, da tre parole: SILENZIO, POVERTÀ, LOTTA. Silenzio innanzitutto: per fare che cosa? Per guardarmi dentro, per conoscermi meglio, per mettere ordine nella mia vita. Vorremmo fermarci per “ascoltarci”, per ascoltare il nostro cuore. Vorremmo fare esattamente quello che ha fatto il figlio minore della parabola quando al colmo della miseria, dice San Luca “RIENTRÒ IN SE STESSO…” Ma c’è una seconda ragione che ci spinge a fare silenzio. È quella che sembra indicarci Sant’Agostino alla ricerca di Dio là dove s’accorge che quel Dio che cerca “altrove” abita dentro di lui. Abbiamo proprio bisogno di fare silenzio, di andare con Gesù nel deserto, per rinnovare la consapevolezza che Dio è presente nella mia vita, la abita, la accompagna. Ecco una prima conclusione: il rinnovamento spirituale della mia vita che è una finalità del cammino quaresimale e la rinnovata presa di coscienza della presenza di Dio, passano certamente attraverso il silenzio, un silenzio pieno di preghiera. Povertà è l’altra parola che vorremmo custodire in questo tempo forte di Quaresima. Povertà intesa non solo nel senso della sobrietà e dell’essenzialità nel nostro stile di vita. Non si tratta cioè di togliere il superfluo, di fare qualche “fioretto”, di essere sobri nell’uso della parole e delle immagini anche televisive. Ci è chiesto, come ci ricorda il Papa nel suo messaggio quaresimale, di imitare Gesù che “da ricco si è fatto povero per noi”. È una quaresima speciale quella di quest’anno. Cade in un momento storico di vera povertà per tante nostre famiglie. Ci è chiesto di “spogliarci” di qualche cosa di cui possiamo fare a meno. Sarà un regalo, un vestito nuovo, sarà una scelta alimentare meno raffinata, una gita che vorremmo da tempo…. per aiutare concretamente qualche famiglia in difficoltà che conosciamo o che possiamo aiutare attraverso la cassetta della carità di Quaresima posta in ogni nostra Chiesa. Ad ogni nostra parrocchia è lasciata la libertà di destinare quanto raccolto per le urgenze anche di carattere missionario, che ritiene opportune. Non basta più essere attenti ai poveri, dobbiamo “diventare un po’ più poveri”. Lotta è l’ultima parola che vorremmo affidarci per il nostro cammino verso la Pasqua. Anche qui vorrei essere preciso. Non si tratta di lottare semplicemente contro l’egoismo, contro il male, contro i vizi capitali che ci assediano. Dobbiamo tornare a dare un nome al male e cioè satana. Oggi il demonio lavora molto perché non è creduto; anzi molti ridono solo a sentire questo nome. Chi parla di satana è ritenuto uomo del medioevo e perciò più compatito che ascoltato. Credo che sia arrivato il tempo di smascherare satana. Ricordiamo che Gesù nel deserto fu tentato da satana come abbiamo ascoltato nel Vangelo della 1a domenica di Quaresima. San Pietro nella sua lettera dice che “satana è come un leone ruggente va in cerca di qualcuno da divorare”. San Paolo quando parla della lotta spirituale, fa chiaro riferimento agli “spiriti del male”… Non lasciamoci ingannare da satana che fa di tutto perché la gente non creda alla sua esistenza. Tutto questo però non deve spaventarci ma, se mai, farci più accorti nella lotta contro le tentazioni in tutte le loro manifestazioni. Deve darci forza la certezza che Cristo ha vinto satana e che con la grazia di Cristo, tutti noi possiamo vincerlo. Le armi per vincere satana sono quelle cha la Chiesa ci indica da sempre e che la Madonna dice in ogni apparizione: la preghiera quotidiana, la confessione frequente, la S. Messa domenicale, il digiuno, la carità. Buona Quaresima Don Giuseppe 3 INCONTRO Esercizi spirituali della Comunità Pastorale “NON LASCIAMOCI RUBARE IL VANGELO” Gli Esercizi Spirituali nella Vita Ordinaria sono una esperienza personale di incontro con il Signore nella preghiera e nella vita quotidiana. Si pongono su un piano diverso rispetto agli altri strumenti di formazione e di educazione alla fede (catechesi, conferenze, incontri, dibattiti, corsi) perché coinvolgono tutte le dimensioni della persona (intelletto, memoria, corpo, emotività, immaginazione, volontà) e generano comportamenti e scelte di vita. In questo senso gli Esercizi delle nostre comunità parrocchiali non sono un ulteriore impegno da incasellare tra i mille della giornata bensì sono la sosta quotidiana di silenzio, l'incontro con noi stessi e con Dio, di cui abbiamo profondo bisogno ma che proprio i nostri troppi impegni spesso ci negano. Il centro dell'esperienza è la relazione personale ed intima col Signore (che per alcuni è riscoperta e per altri novità) nella quale gradualmente ma efficacemente avviene una vera crescita spirituale che si traduce spontaneamente in scelte di vita coerenti. I risultati sono spesso sorprendenti: tutto assume un senso e un significato nuovo. Viene scoperta la propria identità spirituale e la missione personale che Dio affida a ciascuno. La conseguenza naturale è una nuova sensibilità e un rinnovato impegno verso le chiamate che vengono dal contesto ecclesiale e sociale in cui si vive. Si tratta in sintesi, di un viaggio in un mondo per molti inesplorato, di una affascinante avventura alla scoperta di una identità cristiana personale e di nuova vita: la vita nello Spirito. Scrive così Papa Francesco (Evangelii Gaudium n°97): “Chi è caduto in questa mondanità guarda dall’alto e da lontano, rifiuta la profezia dei fratelli, squalifica chi gli pone domande, fa risaltare continuamente gli errori degli altri ed è ossessionato dall’apparenza. Ha ripiegato il riferimento del cuore all’orizzonte chiuso della sua immanenza e dei suoi interessi e, come conseguenza di ciò, non impara dai propri peccati né è autenticamente aperto al perdono. È una tremenda corruzione con apparenza di bene. Bisogna evitarla mettendo la Chiesa in movimento di uscita da sé, di missione centrata in Gesù Cristo, di impegno verso i poveri. Dio ci liberi da una Chiesa mondana sotto drappeggi spirituali o pastorali! Questa mondanità asfissiante si sana assaporando l’aria pura dello Spirito Santo, che ci libera dal rimanere centrati in noi stessi, nascosti in un’apparenza religiosa vuota di Dio. Non lasciamoci rubare il Vangelo!” E da qui il tema che abbiamo scelto quest’anno per la nostra settimana di esercizi spirituali: “Non lasciamoci rubare il Vangelo”! Vogliamo metterci allora in ascolto dello Spirito, e lasciarci guidare dalle riflessioni di Papa Francesco. Invitiamo tutti a leggere questa bellissima Esortazione e a mettersi sempre in cammino per una profonda conversione personale. Buoni Quaresima e buoni Esercizi a tutti! Don Simone CATECHESI DEGLI ADULTI Dalla lettera pastorale “IL CAMPO È IL MONDO: Vie da percorrere incontro all’umano” è nato il programma di catechesi per essere aiutati nell’impresa di seminare il buon seme nel “campo che è il mondo”. quest’opera di Dio (perché è impossibile che un’opera così possa nascere dallo sforzo dell’uomo) una famiglia affidataria e uno dei responsabili. Toccante è stata la testimonianza di Alessandro Mele che si è lasciato interrogare dalle circostanze: da un “banale” invito a cena decide di dire sì alla richiesta: “Vieni, abbiamo bisogno di te” e lascia tutto per impegnarsi nell’opera. Da questa scelta, che nasce da un’amicizia, tutta la sua vita entra in una dinamica di conversione alla logica di Dio, che è una logica di amore e affidamento all’interno di un progetto. E sempre dall’amicizia e dal lasciarsi interrogare nasce la testimonianza della famiglia di Pietro Paraboni con tre figli: dopo il primo “sì” a una proposta di affido, ne sono seguiti altri tre ed ora è una famiglia di 11 persone. La loro realtà è evidentemente cambiata, ma anche se i problemi non mancano, l’affidarsi a Dio porta ad una serenità mai sperimentata. Da quest’incontro abbiamo imparato che tra le famiglie cristiane deve nascere una solidarietà che porta a testimoniare l’importanza della famiglia per il mondo intero. LA FAMIGLIA – “Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo scelse voi per la gloria del Padre” Nel primo incontro si è riflettuto sulla FAMIGLIA, un’istituzione che nuove ideologie vogliono distruggere. Attraverso un video abbiamo scoperto l’esperienza di COMETA, nata nel 1986 da un incontro con don Giussani che ha ridato senso e significato alla vita di due fratelli, Erasmo e Innocente Figini, che hanno aperto le loro famiglie all’accoglienza di bambini in affido. La Missione di Cometa è Accogliere per educare e il metodo consiste nel proporre e sviluppare la normale dimensione della famiglia. Quattro sono le Comunità Familiari formate da 14 figli naturali e 24 in affido residenziale, 50 sono le famiglie coinvolte nell’esperienza dell’affido e tante le attività collegate (vedi il sito www.puntocometa.org). Sono venuti a parlarci di 4 INCONTRO LA POVERTÀ – “Beati voi puri” Don Augusto responsabile per la zona di Monza della Caritas. L’incontro è iniziato con una riflessione personale di don Augusto, il Natale scorso, davanti al presepe, costatando che esso è fatto di tante statuine di gente che lavora, ma mancano i poveri. Così ha raccontato l’esperienza fatta in tre incontri con: 1.Una famiglia povera, sfrattata e senza possibilità di lavoro. Nell’incontrarli ho visto tanta dignità, rispetto e un benessere relazionale; da qui la domanda: Qual'è la povertà? Questa famiglia è davvero povera? La povertà non è solo quella economica. 2.Una moglie con un marito ammalato di alzheimer che soffriva la mancanza di relazione ma con una grande stima per il marito. La stima è fondamentale in un rapporto. 3.Un carcerato seguito dentro e fuori dal carcere. Si fa molto ma manca il nostro coinvolgimento personale… 1891 Rerum novarum (Leone XIII): difesa dei ceti più deboli e del riposo nel giorno del Signore 1931 Quadragesimo anno (Pio XI): etica ed economia devono camminare insieme. 1961 Mater et magistra: (Giovanni XXIII) processo di adeguamento tra sviluppo, economia e progresso, criteri di giustizia ed equità. Don Walter ci ha fatto riflettere anche sui nostri comportamenti: • come ragioniamo quando vengono toccati i nostri soldi • cura del creato e della cosa pubblica: se una cosa è di altri devo averne più cura • la fatica che facciamo ad entrare nella logica della solidarietà • le strutture di peccato, cioè quando non so più distinguere il bene dal male, tra bisogno e desiderio La bella testimonianza di Chiara, una mamma che lavora come insegnante, ha messo in evidenza le varie problematiche della donna che lavora e come le ha affrontate come moglie, madre e ora da separata. Ha testimoniato la sua fede in Cristo con scelte precise di attenzione ai figli, agli alunni e l’accettazione e il perdono del marito che l’ha lasciata. I cristiani sono abituati a lavorare per i poveri ma non con i poveri. Occorre essere capaci di condivisione! Noi cerchiamo di rispondere ai bisogni soddisfacendoli, forse qualche volta dobbiamo fare la “fatica” di portare la persona a riflettere sul desiderio. (vedi brano evangelico della Samaritana) IL BENE COMUNE – “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri” Gv. 13,14. Come è stato affrontato il tema in una terra difficile come la Calabria? Il presidente della Cooperativa GOEL, Vincenzo Linarello, ci ha raccontato l’esperienza che ha fatto nascere il Progetto GOEL per la legalità e lo sviluppo. La radice dell’impegno è in Dio: dalla fede in Lui nasce tutta l’esperienza di GOEL. La storia inizia da un percorso vocazionale di laici che hanno deciso di vivere un’esperienza comunitaria nella metà degli anni ’90. Un incontro determinante è stato quello con il Vescovo Giancarlo Bregantini che chiama, nel ’97 la comunità e affida loro l’incarico della Pastorale sociale e del lavoro. Vivono in un territorio occupato dalla ‘ndrangheta e Mons. Bregantini si fa una domanda: “Come faccio a dire che Dio ti ama senza esserne coinvolto? Lo devo dimostrare!”. Uno dei modi era creare nuovo lavoro per dare delle opportunità al popolo che era ormai senza speranza. Il Vangelo è parola e azione, quindi quando la gente non crede più occorre dimostrarlo con i fatti. È così che sono nate tre cooperative e contemporaneamente è iniziata una campagna d’informazione nelle piazze e alle feste patronali; la gente ha ricominciato a sperare e a chiedere aiuto per far nascere delle imprese. L’audacia dei progetti l’insegna l’Eucaristia perché l’insignificante (pane-vino) diventa il posto dove Dio s’incarna e cambia la realtà. Dio non chiama chi è capace, ma rende capace chi risponde alla chiamata. Solo dentro la fede nell’Eucaristia può nascere la convinzione che è possibile cambiare il territorio. IL LAVORO – “Non è costui il figlio del falegname?” Don Walter Magnoni, Responsabile diocesano del servizio della pastorale sociale e del lavoro, ha introdotto la riflessione con una domanda: dove si parla di lavoro nella Bibbia? Nella Genesi, nei Salmi, nei libri Sapienziali, nelle Lettere di san Paolo. Dio stesso è colui che alterna il lavoro al riposo. L’uomo in Genesi viene chiamato a coltivare e custodire la terra. Sempre in Genesi c’è la fatica legata al lavoro che diventa punizione; quando accade questo? Ogni volta che il lavoro non è secondo la volontà di Dio: Babele è la pretesa dell’uomo di fare tutto senza Dio. I cristiani con il loro lavoro hanno segnato la storia. Nel 480 d.C. S. Benedetto con la regola Ora et labora introduce: • la dignità del lavoro normale • la gestione dei beni senza possesso e attaccamento • il tempo per ogni cosa Nel 1209 S. Francesco fonda un ordine per la crescita della società in armonia con le cose e la natura. Ogni epoca presenta i vari aspetti del lavoro e le varie problematiche legate alle classi sociali: i ricchi, i poveri e i poveracci. Nasce un sistema di solidarietà: il Monte di pietà nel 1400, nel 1800 le Casse Rurali e grandi santi che proponevano il lavoro come: Don Bosco (Salesiani), S. G. Cottolengo, fondatore delle Case della divina Provvidenza, don G. Cocchi, fondatore degli Artigianelli e tanti altri. La Chiesa nel secoli ha sempre difeso la dignità dell’uomo, rispondendo ai problemi del loro tempo, con varie encicliche sociali: 5 INCONTRO • Nello straniero vedere la persona e non il diverso. Occorre avere attenzione e rispetto portando i nostri valori. Le persone non si aiutano ma s’incontrano. L’aiuto (vedi organizzazioni internazionali che vanno bene solo per l’emergenza) non serve a niente, ma ciò che serve realmente è creare progetti per educare le persone a vivere delle proprie risorse e competenze. Anna Nel 2000 Mons. Bregantini fa nascere il Cenacolo di riflessione: sudando col cuore, con le braccia, con la testa. Nascono le domande: “Perché la Calabria non cambia pur avendo gente capace? Perché dietro ci sono dei progetti di gente infiltrata in logge massoniche deviate con collegamenti in tutta Italia, creando una rete di sistema. Cosa fare per contrapporsi? Creare un altro sistema con obiettivi precisi: • creare risposte libere • superare il fatalismo con le parole, cioè fare politica nel vero senso della parola (occuparsi del bene comune). La gente vedendo, ascoltando e dando loro la prova attraverso le attività, comincia a crederci. Per maggiori informazioni su tutte le attività e la possibilità di associarsi vedi il sito: www.goel.coop/goel-il-progetto.reinsediamento-sud.html GOEL significa riscattato. In Israele il Goel era quel parente stretto che interveniva per riscattare un parente imprigionato dai debiti. Cosa fare? Assumiamo noi la responsabilità che altri non si vogliono assumere, facendolo con amore come Gesù: solo così si rimette in moto la storia. Le Comunità cristiane devono rendersi consapevoli che insieme si possono contrastare gli insediamenti malavitosi che esistono anche da noi e creare gruppi di studio del problema. STARE INSIEME Nella Chiesa nessuno è straniero Alla luce della Parola di Dio “il Signore protegge lo straniero” (salmo 145), con don Giuseppe, a livello di Comunità Pastorale, ci siamo fatti carico di affrontare la presenza dei migranti nel nostro territorio e di riuscire a cogliere in essi non una presenza di disagio ma la potenziale ricchezza di valori umani che ognuno ha in sé. Per favorire la “cultura dell’incontro” abbiamo organizzato una serata con protagonisti i migranti e, nel tempo, poter arrivare attraverso la reciproca conoscenza e scambi di vissuto ad una migliore integrazione in cui i migranti siano “un’occasione che la Provvidenza ci offre per contribuire alla costruzione di una società più giusta , una democrazia più compiuta, un Paese più solidale, un mondo più fraterno e una comunità cristiana più aperta, secondo il Vangelo”. LO STRANIERO – “Ricordate che anche voi siete stati stranieri in terra d’Egitto” Il dott. Paolo Viganò medico infettologo e presidente del Gruppo Solidarietà Africa GSA di Seregno “Per un mondo dove la pace sia frutto della giustizia, dell’impegno e della solidarietà”. Ci ha introdotti al tema con grande simpatia e capacità comunicativa raccontandoci il suo percorso vocazionale iniziato in oratorio dove sei “costretto” a relazionarti con ragazzi di ogni tipo. È così che s’impara a capire le persone che la vita ti pone davanti… lui che nel reparto infettivi incontra soprattutto persone che provengono dal mondo e con problemi di salute e personalità gravi. Ci ha parlato del suo impegno per l’Africa che è notevole e iniziato in età giovanile, acquisendo una grande esperienza, ma con uno stile fondamentale che è quello di camminare con il passo dell’ultimo. Alcuni punti dell’accoglienza dello straniero messo in evidenza: (Papa Francesco: Messaggio giornata del Migrante 2014) COMUNITÀ PASTORALE MARIA VERGINE MADRE DELL’ASCOLTO AZIONE CATTOLICA BANCO ALIMENTARE CARITAS GRUPPO MISSIONARIO SPAZIO APERTO SPAZIO APERTO... • I barconi che arrivano sulle nostre coste… la gente che arriva sono i migliori del villaggio, i più forti e quelli che hanno possibilità economiche. Sono persone “lanciate” verso l’Europa per far arrivare valuta alle famiglie del villaggio. La nostra accoglienza è carente, disorganizzata, tipicamente italiana… • L’accoglienza non deve essere pietistica. Lo straniero che arriva ha bisogno di “scontrarsi”; non li aiutiamo se tolleriamo le loro menzogne e furbizie. Devono essere considerati persone con diritti e doveri. Cena, musica, condivisione in un incontro tra culture 22 MARZO ORE 19:00 Oratorio femminile di Biassono La serata prevede una cena a buffet . Portate condivise cucinate dai participanti alla serata 6 INCONTRO PRIMA MESSA DI DON MIRCO: LA FESTA DI TUTTI... UN ENTUSIASMO CONTAGIOSO… Mancano esattamente 3 mesi all’ordinazione sacerdotale di don Mirco Motta. È un avvenimento importante non solo per lui ma per tutta la nostra comunità parrocchiale. Questo traguardo affascina e deve interrogare ciascuno di noi soprattutto i più giovani: è bello vedere che ancora nel 2014 un giovane abbia deciso di intraprendere questo cammino, di fare una scelta cosi radicale, di dedicarsi totalmente al Signore e ai fratelli. In questi mesi dai piccoli ai più grandi si incontrano per preparare e prepararsi a questo importante evento che coinvolgerà l’intero paese. Dalle quasi 80 persone di ogni età che si stanno cimentando in canto, ballo e recitazione nell’allestire il meraviglioso musical del Re Leone che verrà messo in scena sabato 7 giugno. Dai ragazzi e dalle signore che stanno preparando i costumi, le scenografie (alcuni abiti ci verranno inviati da un padre missionario indiano). Alle donne che il giovedì sera si trovano in oratorio maschile per preparare gli addobbi da porre per gran parte del paese come segno visibile di festa, aiutate la domenica dai bimbi e dagli adolescenti del laboratorio di Creando e Ricreando. Per poi passare a quei giovani che stanno mettendo a punto un momento per dire grazie a don Mirco del tempo trascorso insieme in oratorio e per rivivere quei meravigliosi ricordi. Alle varie persone che si stanno trasformando in veri chef per preparare un pranzo degno di una festa ma nello stesso tempo accessibile a tutti. Ed è bellissimo vedere l’entusiasmo che ciascuno sta mettendo, la voglia di fare, di stare insieme (dalla ragazza di 15 anni che si trova a recitare e instaurare un rapporto con una mamma di 40 anni, a giovani che, nonostante abitino nello stesso paese, non si conoscevano prima di trovarsi a dipingere insieme). Un entusiasmo non fine a se stesso ma un entusiasmo contagioso. Sì, proprio così. Le persone che si stanno mettendo in gioco aumentano di settimana in settimana, attraverso un tam-tam di parole, oppure perché passate a salutare le amiche del gruppo maschere del musical il martedì sera, e allora decidono di fermarsi e ripresentarsi il martedì successivo magari invitando qualcun altro. Non sono le “solite” facce che si vedono, ma gente nuova, ragazzi e giovani che non bazzicavano da un bel po’ in parrocchia, in oratorio… E di gente ne serve ancora tanta, più siamo più è bello!!!! E sì, perché nonostante siano mesi in cui si sta lavorando per la preparazione, le cose da fare sono ancora molte. Dai numerosi addobbi rossi e bianchi da porre per il paese alle sagome in legno necessarie per la processione eucaristica che si svolgerà la sera di domenica 8 giugno. E ancora, giovani appassionati di pittura per le scenografie e che vogliono dare una mano per il pranzo e via dicendo. Ciascuno si senta partecipe a questa grande festa. La festa di una comunità che si ritrova ancor più ad essere una famiglia unita, attiva, viva, con le inconfondibili caratteristiche che ci appartengono da sempre: la dedizione al servizio, l’aiutare dove c’è bisogno, mettersi in gioco nelle piccole e grandi cose, condividere la gioia di un giovane parrocchiano che sta raggiungendo il primo grande traguardo verso la Felicità vera. Quindi forza, chi non l’avesse ancora fatto, si faccia avanti, manca poco alla NOSTRA festa!!! Monica 7 INCONTRO All’Open day del Centro Culturale “Don Passamonti” il giornalista Luigi Geninazzi ha presentato il suo libro “L’Atlantide rossa” sulla fine del comunismo in Europa IL CAMBIAMENTO DEVE PARTIRE DALL’UOMO Chi ha fatto cadere il comunismo nell’Europa dell’Est? Chi ha provocato il crollo del muro di Berlino? A 25 anni di distanza sono ancora rari i testi sull’argomento, che trova poco spazio e spesso viene affrontato in modo superficiale anche sui manuali scolastici. Eppure si è trattato di un cambiamento epocale, che il dissidente divenuto poi presidente della Cecoslovacchia, Vaclav Havel, da laico, non ha esitato a definire un “miracolo”. Un contributo importante su questo tema ci è offerto dal recente volume intitolato “L’Atlantide rossa. La fine del comunismo in Europa” scritto da Luigi Geninazzi, con la prefazione di Lech Walesa. Giornalista e scrittore che è stato testimone diretto dei fatti accaduti in quegli anni, Geninazzi è intervenuto in Sala Civica domenica 2 marzo in occasione dell’Open day 2014 del Centro Culturale “Don Passamonti”. Presentando il suo libro, ci ha aiutato a capire come sia stato possibile rovesciare in modo pacifico un potere assoluto e dispotico cambiando il volto dell’Europa e del mondo. “Nell’immaginario collettivo il comunismo è scomparso in una notte con il crollo del Muro di Berlino il 9 novembre del 1989, in modo improvviso come la mitica città di Atlantide – ha affermato Geninazzi, svelando il significato del curioso titolo. “Ma il Muro non è crollato, è stato abbattuto. Non in una notte ma nel corso di lunghi anni. Non è caduto, l’ha buttato giù gente cocciuta e coraggiosa che ha sfidato un potere illiberale e repressivo a mani nude”. Infatti, questa volta la classe operaia non è andata all’assalto del Palazzo d’Inverno con le armi in pugno, ma ha preferito incrociare le braccia in attesa che il sedicente governo degli operai e dei contadini accettasse di negoziare con i diretti interessati e riconoscesse i loro fondamentali diritti. “Fu la prima breccia nel Muro – come scrive il giornalista nel suo libro – che iniziò a sgretolarsi sul litorale baltico già nel 1980 con la nascita di Solidarnosc, il sindacato libero polacco fondato da Lech Walesa”. Questo nuovo movimento operaio, che nei cantieri esponeva l’immagine della Madonna di Czestochowa e faceva celebrare la Messa, diventò ben presto un movimento di popolo la cui voglia di libertà finì per contagiare le altre nazioni dell’Europa sovietizzata. Tanto che nell’89 con un impressionante “effetto domino” caddero uno dopo l’altro i vari tasselli dell’impero sovietico. Quella dell’89 fu dunque una straordinaria rivoluzione pacifica, dove “non si è rotto neanche un vetro”, perché “chi manifestava contro il regime – spiega Geninazzi – non nutriva sentimenti di odio e di vendetta, non si muoveva in forza di un’ideologia. Si trattava di un movimento di natura etica, fondato sull’esperienza umana della solidarietà”. Ma come mai prima tutti gli altri tentativi di opporsi alla dittatura comunista erano miseramente falliti? La rivoluzione dell’89 non sarebbe stata possibile senza il contributo determinante di Papa Wojtyla – ha detto il giornalista, che ha avuto la grazia di incontrare più volte il grande Papa polacco. A questo proposito Geninazzi ha citato le parole scritte da Walesa nella prefazione: “ogni volta che mi viene rivolta la domanda su chi abbia fatto cadere il comunismo nell’Europa dell’Est sono solito rispondere che il merito va per oltre il 50% a Giovanni Paolo II”. E ancora: “Giovanni Paolo II ha fatto appello alle risorse spirituali e alla fede del nostro popolo e ci ha invitato a non avere paura. Nel 1979 è tornato in Polonia e per la prima volta ci siamo ritrovati uniti, ci siamo accorti di quanto eravamo numerosi. Mi sono chiesto spesso come mai ogni volta che organizzavo uno sciopero nei cantieri navali di Danzica mi ritrovavo attorno non più di dieci persone e poi, all’improvviso, nel 1980 furono 10 milioni di persone. Io facevo sempre le stesse cose, gli stessi discorsi. Ma la gente era cambiata, era diventata più cosciente, più matura, più determinata.” Come scrive Vaclav Havel nel suo “Il potere dei senza potere”, uno dei testi che ha ispirato la rivoluzione di velluto della Cecoslovacchia, “il cambiamento delle strutture deve partire dall’uomo, dal suo rapporto con se stesso e con gli altri”. E Geninazzi spiega: “Non basta indignarsi per quel che sta fuori, occorre guardare dentro di noi: la riscoperta della nostra dignità è la condizione fondamentale per una rivoluzione non violenta. L’unica 8 INCONTRO grande risorsa contro il potere è un io che ha scelto di vivere nella verità.” Purtroppo oggi i tanti movimenti di protesta sembrano non aver fatto tesoro di questa esperienza, che anche nei Paesi dell’Est pare quasi dimenticata. Come impedire che questa preziosa eredità vada irrimediabilmente perduta? “Occorre trasmetterla alle nuove generazioni – ha concluso il giornalista – attraverso l’educazione e la testimonianza”, perché, come ebbe a dire il grande scrittore polacco e premio Nobel per la letteratura C. Milosz, “la forza di un popolo sta nella memoria". Anna Monti BILANCIO ECONOMICO 2013 ENTRATE Offerte S. Messe Offerte in Cassetta Offerte per Celebrazione Sacramenti e Funzioni Offerte Candele Offerte Avvento - Quaresima di Carità Ristrutturazione Chiesa Entrate varie 134.542 3.475 49.969 29.300 25.891 137.611 88.249 TOTALE469.037 USCITE Emolumenti 3 Sacerdoti 30.000 Remunerazione Dip./Collab. Religiosi 52.102 Remunerazione Coll. Domestici 11.000 Ritenute Fiscali/Previd. 20.379 Utenze25.864 Spese Manutenzione Ordinaria 16.385 Spese per Assicurazioni 7.413 Spese Ordin. di Culto 10.814 Altre spese generali 26.385 Erogazioni caritative 13.643 Cereria2.423 Ristrutturazione Chiesa 223.780 Spese varie 37.657 Donazioni a Terremotati/Alluvionati 26.002 TOTALE503.846 La Commissione Affari Economici della Parrocchia ringrazia tutti i fedeli per la generosità e vuole piacevolmente sottolineare come, anche quest’anno e malgrado le difficoltà economiche, la Comunità non abbia fatto mancare il proprio contributo per i tanti impegni economici della Parrocchia sia per l’aiuto alle persone e alle famiglie in difficoltà che per la riduzione del debito relativo alla ristrutturazione della Chiesa Parrocchiale. Tale contributo è risultato essere in linea con quanto donato lo scorso anno. Si evidenzia comunque che il debito al 31/12/2013 risulta ancora in essere per circa € 380.000. 9 INCONTRO QUARESIMA DI SOLIDARIETÀ Ci prepariamo a vivere nel modo migliore la quaresima 2014, non circondandoci dei migliori oggetti ma rinnovando noi stessi attraverso il distacco dai falsi beni: Gesù Cristo, che affronta il Calvario per la salvezza di tutta l’umanità, ci impone di volgere lo sguardo verso gli altri, per ascoltarne la voce, per comprendere anche ciò che essi non manifestano: ecco il senso del digiuno quaresimale, ecco il momento per distaccarci dal nostro egocentrismo per prestare attenzione a coloro che ci vivono accanto nella nostra casa, nella nostra via, nella classe dei nostri figli e nipoti, con attenzione fraterna. A tutti riserviamo un gesto di amicizia in più, perché siamo membri di una comunità cristiana, che prega Gesù anche facendosi carico delle “emergenze” in cui vivono oggi tante persone. Chi ha perso il lavoro e non riesce a trovarne un altro, chi non riesce più a far fronte alle spese quotidiane ed ha già rinunciato a curarsi della propria salute, non sa più a che cosa rinunciare. Eppure bisogna pagare la luce, il gas, le spese condominiali, l’affitto di casa ma… per quanto tempo si può dilazionare il pagamento prima di perdere tutto? Sono stranieri e sono italiani, sono persone senza una rete parentale di supporto, sole e, spesso, con bambini da crescere. Perché non perdano la speranza la nostra comunità può offrire, a chi ha bisogno, un gesto di fraternità e di sostegno: depositando un’offerta in denaro nella cassetta posta accanto all’altare in chiesa, oppure offrendo un alloggio anche temporaneo, un lavoro anche saltuario, una segnalazione di casi di disagio da comunicare agli operatori della Caritas parrocchiale. La missione da sostenere in questa quaresima è vicina a noi. La Caritas parrocchiale offre ascolto, aiuto, consiglio ma di fronte alla povertà vera non può non intervenire con un contributo economico per le “bollette”, le medicine non mutuabili, il latte per i neonati e i pannolini, gli omogeneizzati per lo svezzamento , i buoni pasto, le docce, il cambio dell’abito. Potremo continuare a farlo solo se la comunità vorrà aiutarci in questo periodo difficile per tanti, consentendoci di essere tempestivi nell’intervento seppure parziale. Tutto quello che noi e le altre Associazioni caritative sul territorio riescono a dare sono frutto del volontario impegno e, soprattutto, delle vostre generose offerte: chi offre diventa un poco più povero per arricchirsi nel cuore. Gabriella Romagnoli, per il Centro di Ascolto Caritas Carissimo Tommy, i bambini come te sono un onore per il nostro Oratorio, siete il tesoro più prezioso che ci è stato donato; di voi siamo orgogliosi; voi date il senso alle giornate, giornate lunghe come quelle del Feriale, che tanto ti piacevano. Sei un dono perché con il tuo sorriso, il piacere di stare con i tuoi inseparabili amici e di giocare con gli altri, piccoli e grandi, ci mostri che ciascuno di noi, nell’amare gli altri e nel lasciarsi amare, costruisce giorno dopo giorno nella sua vita, un pezzetto di Paradiso che vivremo con Gesù: ora sono le sue mani che accarezzano i tuoi capelli un po’ ribelli. La tua morte ci ha lasciato un vuoto incolmabile, non possiamo neanche permetterci di dire che cosa prova la tua famiglia però ci hai lasciato anche una grande responsabilità: vivere come hai fatto tu, con la gioia e la fatica di amare, essere amati e amare insieme. Così Gesù non è lontano ma è presente nelle nostre piccole e grandi storie personali. In questi giorni Tommy ho fatto fatica a pensare ma ho trovato queste parole: «I santi, che sono passati a migliore vita, non ricevono subito la ricompensa dei loro meriti, ma aspettano noi, per ricevere insieme con noi la beatitudine completa». Adesso noi chiediamo a Gesù e lo preghiamo di avere la pazienza e la forza di continuare il cammino della vita per incontrarci con te e con Lui in quel Paradiso che insieme abbiamo già sperimentato per così poco tempo. Il nostro, Tommy, è un grazie e un arrivederci: ci vediamo! Don Valerio Ciao! 10 INCONTRO LE DOMENICHE DI QUARESIMA ICONA: PAROLA RIVOLTA AL CREDENTE La Comunità Pastorale propone per la Quaresima di quest’anno un particolare cammino verso la Pasqua con un momento di preghiera, riflessione e contemplazione sul Vangelo della domenica attraverso un’incona. La tradizione, parlando di “icona” insegna che si tratta di un evento che impegna direttamente Dio, non solo in quanto “oggetto” rappresentato, ma anche come soggetto operante. È lo Spirito Santo il vero iconografo. Lo Spirito Santo, guida la mano dell’artista, tanto che per questo motivo, un icona non si firma e non si data. L’autore è lo Spirito Santo, l’uomo presta le sue mani, il suo corpo, il suo spirito, le sue capacità. Iconografo è chi ha imparato ad essere un canale privilegiato che consente allo Spirito Santo di comunicarsi e di passare dal cuore dell’artista al legno della tavola. Non a caso, anche in passato, i maggiori maestri iconografi furono monaci e spesso anche santi. Icona è dunque l’espressione artistica della teologia e della fede della Chiesa. Le icone “sono veri e propri trattati di teologia a colori” ci aiuteranno ad interpretarne il linguaggio l’icografi Silvano e Maria Grazia della Fraternità della Luce nata nel 1987 fondata da don Luigi Bonalumi che a svolto il suo ministero a Lissone per quarant’anni. CHIESA PARROCCHIALE DI MACHERIO, ORE 16.00 16 MARZO 23 MARZO ICONA DELLA SAMARITANA ICONA DELL' OSPITALITÀ DI ABRAMO 30 MARZO 6 APRILE ICONA DEL CIECO NATO ICONA DI LAZZARO 11 INCONTRO COMUNITÀ PASTORALE “MARIA VERGINE MADRE DELL’ASCOLTO” PARROCCHIA DI BIASSONO QUARESIMA 2014 Domenica 9 marzo, 1a domenica di Quaresima: dopo ogni Messa imposizione delle Ceneri RICORDIAMO: Ogni domenica: ore 16.00 ore 17.00 nella chiesa di Macherio per la Comunità Pastorale meditazione sul vangelo della domenica contemplando L’ICONA scritta da Maria Grazia e Silvano Redaelli. Nella 1a domenica Vespero e presentazione del messaggio quaresimale del Papa. Vespero e Benedizione Eucaristica in parrocchia Ogni mercoledì: ore 6.30 ore 8.45 ore 9.00 ore 18.30 GIORNATA DI DESERTO S. Messa per adulti e lavoratori, al termine esposizione dell’Eucarestia e Adorazione silenziosa Celebrazioni delle lodi S. Messa con predica S. Messa Ogni venerdì: ore 9.00 Via Crucis e predica quaresimale (seguono le confessioni) ore 18.30 Celebrazione del Vespero e della Parola di Dio ore 20.45 Via Crucis per adulti, giovani e lavoratori, e meditazione quaresimale ALCUNE ATTENZIONI PARTICOLARI • • • • • Ogni sabato dalle ore 14.30 alle ore 18.30: i sacerdoti sono a disposizione per la S. Confessione. Tutti i venerdì di quaresima sono di magro: il primo e l’ultimo anche digiuno. La S. Messa di vigilia del sabato delle ore 17.30 sarà celebrata in forma solenne. Nelle S. Messe domenicali, al posto dell’atto penitenziale faremo IL RITO DELL’ASPERSIONE Per la PREGHIERA PERSONALE o FAMILIARE la parrocchia mette a disposizione il libretto “STRADE BUONE DEL MONDO: IL CAMBIAMENTO” lo troviamo sulle mensoline alle porte della Chiesa • Per la CARITÀ DI QUARESIMA quest’anno aiuteremo LE TANTE FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ DELLA PARROCCHIA con l’iniziativa: “SOLIDALI CON LE FAMIGLIE”. La cassetta con il cartello illustrativo è davanti l’altare della Madonna. Raccomandiamo a chi può la santa messa quotidiana GLI APPUNTAMENTI DI QUARESIMA Domenica 9 marzo: a Macherio per i ragazzi di 1a media della comunità pastorale: INIZIO DEL CAMMINO DEI CENTO GIORNI con la presenza dei genitori Domenica 16 marzo: Domenica Insieme per i ragazzi di 3a el. e incontro con i genitori alle ore 15.00 in oratorio femminile 24 – 29 marzo SETTIMANA DI ESERCIZI SPIRITUALI DELLA COMUNITÀ PASTORALE (sarà dato il volantino domenica 23 marzo) Domenica 23 marzo: Sabato 22 marzo: Venerdì 11 aprile: Domenica 13 aprile: Domenica Insieme per i ragazzi di 5a el. e incontro con i genitori alle ore 15.00 in oratorio femminile Prima Confessione a Biassono ore 20.45 VIA CRUCIS della Comunità Pastorale animata dai preadolescenti DOMENICA DELLE PALME: ore 9.45 ritrovo in oratorio maschile, benedizione degli ulivi e processione verso la Chiesa Parrocchiale per la S. Messa delle ore 10.15 Nel pomeriggio INCONTRO DIOCESANO ADOLESCENTI CON IL CARDINALE Lunedì 8 aprile: FESTA DELLA COMUNITÀ PASTORALE Ore 21.00 a Sovico: S. Messa Solenne. Ritrovo ore 20.30 in piazza della Chiesa di Macherio per la fiaccolata e la recita del S. Rosario. Martedì 25 marzo: SOLENNITÀ DELL’ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE FESTA DELLA COMUNITÀ PASTORALE Ore 21.00 a BIASSONO S. Messa solenne, a cui seguirà un momento di festa 12