Bimestrale dell’“Associazione Amici del Banco” Anno I° - n. 3 / 2005 Tribunale di Sassari n. 265/2004 - Distribuzione gratuita - Poste Italiane spa. spedizione in a.p. - 70% - DCB Sassari Lettera aperta di un amico in pensione Cara Amica, caro Amico, scrivo a Te, che sei mio ex collega, perché come me pensionato del Banco di Sardegna, o della Banca di Sassari, o della Bipiesse, o della Sardaleasing, o di Numera, o di Tholos, ed anche a Te che ancora presti la tua collaborazione attiva in una di queste Aziende per le quali i nostri Amici pensionati hanno pur’essi lavorato! Vi scrivo queste note perché coltivo un grande sogno! Perché, come tutti gli altri Amici che già fanno parte dell’Associazione, aspiro a dar forza, forma e sostanza ad una grande unione di donne e di uomini decisi ad ampliare e ricreare grandi spazi di amicizia e solidarietà, per dare più senso e più significato alla nostra vita di ex lavoratori, per completare e vitalizzare anche all’esterno il nostro attivismo di lavoratori ancora impegnati in azienda. La nostra Associazione offre l’opportunità a quanti ad essa aderiscono di essere presenti nelle iniziative culturali, ricreative, sociali, di solidarietà attiva verso gli studenti e i giovani senza lavoro, di impulso alle azioni di sviluppo che competono alle Istituzioni ed alle Aziende, per il bene della nostra Isola. Per tutto questo ti invito a compilare il modulo di domanda riprodotto nell’ultima pagina del giornale per l’iscrizione all’Associazione! Non permettere al tuo desiderio di estrema autonomia di perdere l’occasione di ritrovare tanti Amici, di riabbracciarli anche, se vuoi, solo idealmente, ma sapendo che, se tu hai tanti impegni che assorbono tutto il tuo tempo, ci sono altri che, anche a tuo nome, operano per l’amicizia e la solidarietà della grande famiglia che si identifica con i lavoratori di tutti i tempi del Banco e delle sue Società collegate. Non negare la tua adesione all’Associazione! Se non ci potrai dare oggi la tua collaborazione attiva, sapremo attendere la tua disponibilità! Non negarci oggi l’iscrizione! La modesta quota sociale che Tu ti impegnerai a corrispondere annualmente sarà, comunque, la prova tangibile del tuo interesse per l’attività e la vitalità dell’Associazione. In pari tempo essa esprimerà la misura della nostra forza e del nostro “peso” nella società in cui operiamo. Più soci saremo, maggiormente incisiva sarà la nostra azione! Più Amici, più solidarietà! Più Amici, più forza! G. Tito Sechi Presidente dell’Associazione Amici del Banco La Sardegna prima della Storia Dai dinosauri all’uomo Reca questo titolo il volume di Pier Giorgio Pinna, edito da CUEC. Il lavoro è il risultato di una serie di inchieste, che riguardano in prevalenza il mondo dei fossili, svolte dall’Autore per “La Nuova Sardegna”. Tali inchieste, arricchite ed elaborate, hanno dato luogo a questa guida divulgativa illustrata sul mondo della paleontologia nell’isola. La prefazione è di Giovanni Lilliu, la postfazione di Sergio Frau, la grafica dello Studio Biplano con la collaborazione di Paolo Curreli e Francesco Molinu. Nel lavoro si evidenzia che la Continua a pag. 6 Reminiscenze personali UN BANCHIERE DI LUNGO CORSO Dodici settembre 1953. Viale Umberto, n. 36. Direzione generale dell’Istituto di credito agrario per la Sardegna: colloquio col dottor Angelo Giagu de Martini, segretario della Direzione generale dell’Istituto di credito agrario per la Sardegna. Prova di dattilografia, superata, assunzione immediata. Inizia il mio lavoro di bancario, conclusosi trentacinque anni dopo, trascorsi tra l’Istituto di credito agrario per la Sardegna (nato nel 1927 dalla fusione delle Casse provinciali di credito agrario di Sassari e Cagliari) e il Banco di Sardegna, istituto di credito di diritto pubblico (nato nel 1953, dall’assorbimento dell’I.C.A.S. nel Banco di Sardegna, istituito con provvedimento dall’Alto Commissario per la Sardegna, Pietro Pinna, 1944). Venticinque anni vissuti, come tutti i dipendenti dell’epoca, caratterizzati dal potenziamento dell’Icas, con l’assunzione di giovani laureati, primo fra essi, il dottor Giagu, essendo direttore generale il comm. Oreste Pieroni. L’apporto di giovani laureati in discipline attinenti ai settori operativi dell’Azienda consente il consolidamento territoriale e il potenziamento delle Casse comunali di credito agrario (con l’intesa e la partecipazione della Regione) mediante l’istituzione, ad iniziativa e cura dello stesso Istituto, di Uffici di corrispondenza in tutti i comuni dell’isola. E il Banco così crebbe, gettando le basi per la riorganizzazione e l’ammodernamento della struttura, incrementando lo sviluppo del credito agrario, finanziando la proprietà contadina e la produzione agricola, consolidando il capitale e il patrimonio immobiliare. Gli anni del Banco con l’esercizio del credito ordinario sono stati molto impegnativi per il dott. Giagu, in funzione di segretario del Consiglio d’amministrazione. Con questo indirizzo il dott. Giagu pone le basi per lo sviluppo e l’organizzazione interna e periferica dell’Azienda, si facilitano i rapporti con altre Istituzioni bancarie pubbliche e private, crea i presupposti per facilitare l’approvazione della legge istitutiva del Banco di Sardegna, come istituto di credito di diritto pubblico. Gli anni successivi sono di innovazione e trasformazione delle banche, che coinvolgono anche il Banco di Sardegna, come istituto di credito di diritto pubblico, più rispondente alle esigenze della collettività isolana, creando i presupposti per raggiungere nuovi traguardi nel settore del credito, istituendo sezioni speciali di opere pubbliche, di credito fondiario e dell’istituzione della Sardaleasing. Sono, però, anche gli anni di maggior travaglio della banca, conseguente ai rapporti per la partecipazione e il sostegno alla soluzione di problemi economici (chimica, petrolchimica, siderurgica, mineraria, ecc.) portano alla trasformazione del Banco di Sardegna in società per azioni e alla conseguente nascita della Fondazione del Banco. L’opera intelligente e continua del dottor Giagu, interprete delle norme di legge, delle direttive del Consiglio e delle sue applicazioni si esaurisce con la cessazione dalla carica di Direttore generale del Banco di Sardegna ed il collocamento in pensione nel 1991 ed il riconoscimento della Repubblica, il cui Presidente lo insignisce Cavaliere del lavoro. Gli Amici del Banco, molti dei quali hanno avuto anche rapporti di stretta collaborazione, non possono non ricordare con simpatia l’averlo avuto come collega, certamente (siamo tutti pensionati bancari), ma nelle diverse fasi di rapporto, Segretario di Direzione generale dell’Istituto di credito agrario per la Sardegna; Segretario di Consiglio d’amministrazione del Banco di Sardegna, istituto di credito di diritto pubblico e, infine, Direttore generale del Banco di Sardegna (1969-1991). Mario Era Il Banco con FederExport per le imprese sarde Per esportare create i consorzi Vi è una realtà italiana fatta di piccole e medie imprese che per esportare hanno costituito ben 118 consorzi. Sono quasi quattromila queste imprese lungimiranti che hanno capito che occorre “Cooperare per crescere”. Con questo slogan propositivo il Banco di Sardegna e FederExport hanno invitato, venerdì 23 settembre, le imprese produttrici sarde ad Olbia per il II Forum Internazionale. Il primo Forum si era tenuto a Portoconte lo scorso anno. L’incontro è servito per fare il punto sui risultati dell’export conseguiti dalle imprese consorziate, sulle problematiche presenti, sulla necessità di riforme normative che alleggeriscano i “lacci e lacciuoli” e siano mirate a sostenere ed incentivare l’export delle piccole e medie imprese, posto che ormai la globalizzazione ed altri fattori hanno ridotto a lumicino le grandi imprese italiane. Continua a pag. 8 SOMMARIO Lettera aperta pag. 1 Un banchiere di lungo corso » 1 Per esportare create consorzi » 1-8 La Sardegna prima della Storia » 1-6 La nascita e lo sviluppo del credito » 2-3 Basilea 2 » 3-9 Un collega valoroso » 4 Incontro a “La Scala” » 4 Quando in banca si ride » 4 Invito a Palazzo » 4 In memoria degli amici scomparsi » 4 Il viale Marconi ed il suo traffico » 5 La Sardegna dei sortilegi » 5 Boh! » 5 Una squadra per la città » 6 Mario Da Passano » 6 Gli oliveti di Sassari » 7 Berchideddu » 8 Extracomunitari a Sassari » 9 Ferrovie in agonia » 10 Spigolature » 10 La Ziddai » 11 La “prima” Pintadera » 11 Concorso Borsa Premio » 11 Pasta e fagioli con cozze » 12 La Burrida » 12 Consigli utili » 12 2 Pagine della nostra storia La nascita e lo sviluppo del credito in Sardegna attraverso la lettura di Luigi Siotto Il lavoro di Luigi Siotto “Del credito fondiario e del credito agrario in Sardegna”1 offre uno straordinario spunto per ripercorrere le tappe della storia del credito nella nostra isola a partire dalle sue origini fino ad arrivare al momento della costituzione a Cagliari, nel 1944, del Banco di Sardegna di Cagliari2. Scrive nel 1948 Siotto delle grandi necessità della proprietà immobiliare sarda, evidenziando le gravi deficienze dei nostri villagi; esigenze sia di tipo quantitativo – numero di case e di vani – sia di tipo qualitativo, dato il genere “assai grezzo e quasi primitivo” di buona parte delle costruzioni. Né meno impellenti erano i bisogni della proprietà rustica. L’agricoltura sarda, afferma Siotto, pur non potendo arrivare a conquiste clamorose era tuttavia suscettibile di notevoli miglioramenti sia nel campo produttivo che in quello sociale. I miglioramenti e risanamenti, nonché la ripresa e sviluppo delle costruzioni edilizie, la riorganizzazione dell’ordinamento fondiario, i miglioramenti nell’attività agraria, richiedevano però capitali ingenti che i proprietari sardi non avevano ed erano pertanto costretti a ricorrere al credito. Lo sviluppo della Sardegna, secondo Siotto, era sempre stato condizionato dal problema del credito. A partire dai Monti Frumentari, che avevano lo scopo esclusivo di assicurare il grano alle semine ed al consumo dei contadini che ne fossero privi. Per tali caratteristiche, sostiene Siotto, seppure di credito si vuole in questo caso parlare, si trattava comunque di un credito in forma molto embrionale. E d’altra parte, aggiunge Siotto, la Sardegna arrivò praticamente sino alla fine del Regno Sardo (1848) senza possedere alcun Istituto di credito propriamente detto in quanto l’attività delle Casse di Risparmio di Cagliari e Alghero, sorte nel 1845, era stata nei primi anni tanto modesta da passare quasi “inavertita”. Il primo Istituto di credito degno di tale nome che insediò in Sardegna fu la Banca Nazionale che inaugurò la sua prima succursale a Cagliari nel 1857 e successivamente la filiale di Sassari nel 1861. Con la costituzione del Banco di Cagliari (1869) si iniziò tutta una serie di esperimenti bancari che fallirono i loro scopi in pochi anni e che lasciarono un profondo scetticismo nei risparmiatori sardi che, secondo Siotto, durava ancora ai tempi in cui egli scriveva. Fra questi – come li definisce l’Autore – “esperimenti” si colloca la Cassa di Risparmio di Cagliari (1844 - 1845), primo vero istituto di credito specializzato della Sardegna (credito fondiario) dalle cui ceneri nacque, nel 1898, il Credito Fondiario Sardo, autorizzato nel 1920 ad operare non più solo in Sardegna ma in tutto il Regno. Dopo il fallimento di tutte le iniziative bancarie Luigi Siotto Primo Presidente del Banco di Sardegna 22 dicembre 1955 - 4 novembre 1959 realizzate fra il 1869 e il 1891, di cui precendentemente accennato, si tornò alla sola attività della Banca Nazionale, e fu solo dopo il 1900 che la Banca Commerciale e il Credito Italiano aprirono filiali nell’isola sollevandola da una profonda depressione nella quale si era venuta a trovare. A quest’opera di ripresa contribuì anche la legge 28-1897 relativa al credito agrario che istituiva, nelle due province sarde, le Sezioni della Cassa Ademprivile per amministrare i beni ex ademprivili incamerati dal demanio nell’isola. Ma, fatto ancor più importante, questa stessa legge ricostituì i Monti Frumentari e Nummari3. Infine, nel 1920 furono istituite le Casse Provinciali di Credito Agrario di Cagliari e Sassari le quali ebbero facoltà di eseguire tutte e tre le specie di operazioni (di esercizio, per miglioramenti agrari, per miglioramenti fondiario-agrari) allora previste. Esse furono successivamente fuse con R.D.L. nel 1927 nell’Istituto di Credito Agrario per la Sardegna. Questo, pur svolgendo un’attività notevole, non ha mai goduto delle disponibilità necessarie per far fronte alle necessità dell’agricoltura dell’isola. Vale la pena, sostiene Siotto, citare altri due tentativi significativi. Il primo, è rappresentato dalla Società Bancaria Sarda fondata nel 1904 che, pur avendo la forma di banca di credito ordinario si focalizzò soprattutto sull’agricoltura e, dopo un brillante inizio, cessò di operare e nel 1926 venne posta in liquidazione. Il secondo è l’istituzione da parte del Credito Fondiario Sardo, nel 1925, di una sezione di credito ordinario che raggiunse uno sviluppo insolito per la Sardegna con le sue 12 filiali e una vastissima rete di corrispondenti (rese praticamente bancabili quasi tutti i comuni dell’isola). Secondo Siotto ciò dettò serie preoccupazioni nei grandi Istituti nazionali e questa fu la sua rovina. Infatti, dopo alcuni anni tali Istituti riuscirono a far breccia sull’Ispettorato per il Credito e il Risparmio che ordinò, nel 1937, lo scioglimento della Sezione di credito ordinario con la motivazione che ciascun Ente dovesse specializzarsi in un dato ramo del credito. Nonostante ciò il Credito Fondiario Sardo seppe, successivamente a tale “amputazione”, assestare e consolidare la sua struttura e proseguire in un significativo sviluppo attraveso la sua attività fondamentale. A questo punto della sua analisi storica Siotto sottolinea la gravità della vicenda Credito Fondiario Sardo in termini di totale assenza delle Autorità sarde dell’epoca. Questo perché il Credito Fondiario Sardo, con la sua sezione di credito ordinario e la fusione del Credito Agrario per la Sardegna avrebbe potuto dare origine ad un vero Istituto regionale di credito che, sul tipo del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia avesse le sue Sezioni di credito ordinario, di credito fondiario e di credito agrario. E, Continua a pag. 3 3 La nascita e lo sviluppo del credito in Sardegna attraverso la lettura di Luigi Siotto Segue da pag. 2 aggiunge Siotto, di un Istituto di questo tipo la Sardegna aveva sicuramente bisogno come sottolineava una gran parte di economisti dell’epoca. Infatti, sostiene Siotto, all’epoca vi era una considerevole domanda di finanziamenti da parte di piccoli industriali e commercianti; domanda che non poteva essere soddisfatta in quanto larga parte del risparmio sardo veniva assorbita dai grandi Istituti di credito nazionale mentre le disponibilità del Credito Agrario e del Credito Fondiario Sardo erano insufficienti a soddisfare tale domanda. Siotto sostiene che l’organizzazione unitaria del credito, attuata attraverso la creazione di un grande Istituto regionale avrebbe portato enormi vantaggi all’economia isolana attraverso l’assorbimento completo del risparmio sardo ed il suo reimpiego opportunamente distribuito fra i vari rami della produzione in relazione ai singoli bisogni stagionali e a seconda delle diverse contingenze. In sostanza, la tesi sostenuta da Siotto è che, in contrapposizione a quanto avveniva allora in termini di dispersione di mezzi e di energie, un Istituto di questo tipo avrebbe dovuto concentrare tutte le forze per impedire l’esodo dalla Sardegna dei capitali sardi e massimizzare le economie (data la compenetrazione dei diversi rami di attività) nelle spese generali riducendo così al minimo il costo del denaro; ma soprattutto, attraverso le sue diverse sezioni, sarebbe stato in grado di indirizzare il risparmio verso quel settore di attività che, ad un dato momento avesse dovuto avere maggiore necessità. Ma un tale Istituto non venne costituito. Nacque infatti a Cagliari con D.L.L. 28-12- 1944 N° 417 recante provvedimenti regionali per la Sardegna il Banco di Sardegna, Istituto di Credito di diritto pubblico avente personalità giuridica, il quale venne autorizzato a compiere tutte le operazioni di banca e al quale venne annessa una Sezione autonoma per l’esercizio del credito Industriale. Con tale evento si conclude l’analisi di Siotto che, lo ricordiamo, pubblica il lavoro oggetto di questo articolo nel 1948. La conclusione di Siotto è che tale evento non rappresentava la soluzione ai problemi del credito in Sardegna, in quanto, contrariamente alla tesi da lui proposta, creava un terzo Istituto regionale di credito (dopo il Credito Fondiario Sardo e l’Istituto di credito Agrario per la Sardegna - ICAS) anziché come auspicabile, un unico Istituto complesso a sezioni autonome4. Maria Pulina 1 Da: Studi sassaresi, vol. XXII, Gallizzi, Sassari, 1948. 2 Il Banco di Sardegna di Cagliari che nacque nel 1944, per carenze di dotazione e di capitale, attivò solo una Sezione di Credito Industriale. Successivamente, nel 1953 venne creato, dalla fusione dell’ICAS (Istituto di Credito Agrario per la Sardegna) e del Banco di Sardegna di Cagliari, il Banco di Sardegna, Istituto di credito di diritto pubblico con sede legale a Cagliari e sede amministrativa e direzione generale a Sassari, di cui Siotto fu il primo presidente. 3 n.d.r. A differenza della tipologia di attività svolta dai Monti Frumentari, come precedentemente descritta, i Monti Nummari erano finalizzati alla concessione di anticipazioni in denaro agli agricoltori. 4 n.d.r. Come già accennato in nota 2, successivamente al Banco di Sardegna di Cagliari nacque, nel 1953, il Banco di Sardegna, Istituto di credito di diritto pubblico con sede legale a Cagliari e con sede amministrativa e Direzione Generale a Sassari. Nel tempo il banco di Sardegna si configurò con Sezioni autonome di credito agrario e fondiario, come auspicato da Siotto. Mentre la Sezione di credito industriale diede vita al CIS - Credito Industriale Sardo, con sede in Cagliari. BASILEA 2: Le azioni di professionalizzazione della rete commerciale delle banche Il numero 2 de “La Pintadera” riportava un articolo1 sul Nuovo Accordo sul capitale, noto come Basilea 2, che evidenziava tra l’altro come quest’ultimo cambierà i rapporti banca-impresa. In particolare, dal lato delle imprese si sottolineava la necessità di sviluppare una nuova cultura basata sulla “trasparenza” e, dal lato delle banche, l’assunzione di un ruolo più attivo di supporto alle imprese per l’ottimizzazione della propria posizione di rischio. In questo articolo si vuole focalizzare l’attenzione sugli impatti che il cambiamento nei rapporti banca-impresa ha sulla rete di vendita delle banche e sulle azioni che è opportuno che queste ultime intraprendano per preparare professionalmente al meglio i ruoli di relazione con la clientela. A tal fine è utile partire da una domanda: come cambia, concretamente, il rapporto gestore della relazione-cliente a seguito dell’applicazione di Basilea 2? In primo luogo, la necessità di definire un rating, vale a dire un indicatore sintetico del grado di rischio da assegnare a ciascun cliente, implica l’applicazione da parte dei gestori di un processo di analisi della clientela più strutturato e standardizzato rispetto al passato. In particolare, si richiede un maggiore approfondimento da parte del gestore dell’analisi qualitativa (misurazione della capacità imprenditoriale, delle prospettive del mercato dell’azienda, valutazione dei piani industriali, analisi dei flussi finanziari, ecc.) che consente di cogliere sfumature e aspetti rilevanti difficilmente desumibili dalle sole analisi quantitative tradizionali. In secondo luogo, il gestore per ottimizzare la relazione con il cliente potrà: • suggerire azioni migliorative della posizione complessiva, evidenziandone gli impatti sul rating, sul pricing e sul valore complessivo; • identificare il pacchetto di offerta prodotti che, per tipologie e caratteristiche, ottimizza le condizioni praticabili; • proporre specifici servizi di consulenza per aiutare la clientela a migliorare la propria posizione di rischio. Emergono quindi evidenti le implicazioni sul profilo professionale del gestore. Nella sfera relazionale saranno fondamentali: • l’efficacia con cui il gestore comunicherà al cliente gli impatti dell’introduzione di Basilea 2, le variabili utilizzate per l’assegnazione del rating e le nuove logiche di determinazione del pricing che sarà strettamente collegato al rating assegnato; • la capacità di assumere un ruolo consulenziale a supporto del cliente, nell’individuazione delle possibili azioni da attivare per migliorarne il posizionamento verso la banca. Nella sfera delle competenze sarà necessario soprattutto lo sviluppo e/o il rinforzo: • delle capacità di analisi del business, in quanto la bontà della valutazione degli elementi qualitativi che Continua a pag. 9 4 UN COLLEGA VALOROSO INCONTRO A “LA SCALA” Lo ricordo ancora perfettamente anche se sono trascorsi ormai tantissimi anni Martedì 4 ottobre 2005 hanno avuto inizio gli incontri fra gli amici nel locale Francesco Puliga era un uomo d’altri tempi; alto, robusto, fortissimo; abbron“LA SCALA” che un gruppo di soci dell’Associazione Amici del Banco ha zato dal sole. Sempre gioioso. Svolgeva il suo lavoro di addetto all’ufficio individuato a Sassari in via Volentè. “apertura corriere” della Sede del Banco di Sardegna di Cagliari con estrema La struttura dispone di una bellissima sala con bar e cucina annessa e può diligenza, sempre rispettoso e disponibile nei confronti dei colleghi e dei supeospitare sino a 100 persone sedute. Si può ascoltare della buona musica e riori. Uno dei suoi compiti era quello di recarsi quotidianamente all’Ufficio ammirare un bel paesaggio da una terrazza che si affaccia verso il golfo postale centrale per ritirare il mare di corrispondenza indirizzata al Banco; dell’Asinara. Non può essere ignorata la vista della bellissima pineta che cirallora non esistevano le”E-mail”, l’”home Banking” o Internet. conda la scuola professionale “Ipia”. Possedeva una moto, forse “Guzzi”, rossa, di sua proprietà, con la quale si La disponibilità di parcheggio, la presenza di un Supermercato e di una pizzeria recava ogni mattina all’Ufficio postale di Piazza del Carmine con decine di renderanno sicuramente più agevole la presenza dei soci promotori e di quelli che chili di plichi in partenza e rientrava in Sede con altrettanti chili di posta in nel tempo vorranno condividere quanto sino ad oggi realizzato. arrivo. Per svolgere meglio il suo lavoro gli avevano dato una borsa di pelle Tutti coloro che hanno aderito all’iniziativa sono consapevoli delle difficoltà ormai scolorita e sdrucita; all’interno di questa poteva stipare si e no il 40 perche inevitabilmente si presenteranno, ma anche fiduciosi della buona riuscita cento della massa di corrispondenza in del progetto in forza dei ripetuti imput arrivo o in partenza e lui si arrangiava ricevuti da diversi amici circa la manlegando con un grosso spago la corricanza di un locale come punto di incona cura di Antonio Loi spondenza in esubero che sistemava tro per creare aggregazione e dove saldamente con altro spago nella parte Nei primi anni settanta, il Banco aprì in Sassari l’Agenzia n° 2, in pieno potersi confrontare portando ognuno le posteriore del sellino della sua moto. centro storico, nel Corso Vittorio Emanuele, in un vecchio stabile ubica- proprie esperienze. Per la sua dote di disponibilità e per la to quasi di fronte a quello ove attualmente opera la predetta Dipendenza. Siamo certi che facendo gruppo potrepeculiarità del suo lavoro ogni giorno Ricordo, particolarmente ai non sassaresi, che a circa venti metri da quel- mo discutere argomenti di varia natura veniva richiesto da diversi colleghi, lo stabile, sfocia nel Corso Vittorio Emanuele la famosa, per quei tempi, trovando magari la soluzione di quei dell’esecuzione di operazioni personali Via dei Corsi. La leggenda narra, tra l’altro, che i fanti della gloriosa problemi che da soli non saremo riuscialle poste. Lo conoscevano e lo stima- “Brigata Sassari” prima di affrontare le battaglie sul Carso, proprio lì spa- ti a risolvere. rassero i primi colpi di gioventù. vano tutti gli addetti ai vari sportelli Allo sportello della neo Dipendenza venne destinato l’unico siciliano Il locale ospiterà le assemblee della postali; quando rientrava in Sede, ter- doc.allora in organico al Banco; dipendente, si diceva, molto portato alle Associazione Amici del Banco – minato lo smistamento della corrispon- relazioni con la clientela. Sezione di Sassari e sarà la sede ideale denza del Banco, faceva il giro dei vari Subito dopo l’apertura dello sportello in un afoso pomeriggio agostano, in per programmare tutti assieme le iniziauffici per consegnare ai colleghi le mancanza di clienti, mentre dialogavo con il predetto collega, improvvi- tive di carattere culturale, ricreativo e copie dei telegrammi o le ricevute samente notai che il suo volto si apriva ad uno smagliante sorriso, ed sociale. anche i baffeti, a quel tempo nerissimi, tendevano ad orientarsi all’insù. postali; riceveva da tutti un ringrazia- Volgendo lo sguardo verso l’ingresso capii immediatamente il motivo di Potremo indire incontri per discutere mento e una simpatica battuta. del Fondo Aggiuntivo Pensioni e conotanto interesse. Possedeva anche una barca a remi (di Avanzava con passo titubante verso il bancone una giovane donna, di scere dal nostro valido rappresentante quelle vecchie robuste barche da pesca- bella presenza, alquanto formosa, tipica figura di popolana molto vistosa Vanni Lubino, al quale vanno gli augutore) che teneva nel porticciolo di ed abbigliata in maniera non certo castigata. ri di tutto il gruppo per la sua recente Marina Piccola a Cagliari e utilizzava, In risposta alla domanda di rito rivoltagli dall’operatore di sportello, ten- elezione, tutte le novità inerenti al dente a conoscere a quale tipologia di operazione bancaria fosse interesnei giorni di riposo, per dedicarsi al suo sata, la cliente, con fare noncurante, introdusse una mano all’interno della Fondo stesso. hobby, la pesca. Ricordo che un sabato scollatura, e da quel “sito”, che a Cagliari è noto come il “canale di Non mancherà la musica,il ballo,il mattina mi invitò a una battuta di pesca Mammarranca”, tiro fuori un rotolo di banconote di grossa taglia bisbi- gioco di carte, sedute di scacchi e bridal polpo. La giornata era bella e lumi- gliando a mezza voce: “a me li mette a libretto”. “Certo signora”, fu la ge e quant’altro manifestato dai frenosa e con quattro vigorose vogate ci pronta risposta dell’impiegato, “ho però necessità di alcuni dati personali quentatori, ovviamente tutto sempre nel eravamo trovati oltre i moli del portic- necessari per la statistica, sa…la Banca d’Italia….stia tranquilla però, le rispetto delle norme di legge che regolaciolo, in mare aperto. Inizia la pesca, notizie sono strettamente riservate. Mi dica signora, quale è la sua pro- mentano l’utilizzo del locale. fessione?” ”Soggu BBBBBBB”, fu l’immediata risposta della controparche pareva fortunata, quando improvvi- te, senza imbarazzo alcuno ne tentennamento di sorta. “No signora”, Abbiamo tanto entusiasmo che speriasamente si leva un forte vento di mae- tentò di replicare il dipendente, “la statistica della Banca d’Italia non mo di trasmettere a tutti quegli amici strale che spinge la barca al largo. Da credo contemplati questa voce, però provo a controllare,…. ma no …, che ancora ci guardano con pessimismo esperto marinaio Francesco si era reso non c’è proprio, anche se, visto il reddito ci dovrebbe essere….. però non ed incredulità e speriamo si convincano immediatamente conto del pericolo che c’è. Se Lei è d’accordo possiamo classificarla quale “CASALINGA”, nel breve del contrario. incombeva e, senza dire una parola, cosa ne pensa?”. “Già anda bé, tantu in casa lu fozzu”. Mario Vacca vira di bordo e, in piedi come gli auten- PS: Ciao GiBi a disposizione cinquemila tici marinai, ha iniziato a remare controvento per rientrare in porto. La burrasca prendeva sempre più violenza e sempre maggiore preoccupazione leggevo sul viso di Francesco e sempre maggior vigore notavo nella sua voga. Siamo rientrati salvi in porto, lui stremato, io un po’….impaurito. Rinnovando anche quest’anno l’ormai tradizionale invito, le banche il 1° ottoMa non sono questi episodi che volevo raccontarvi. Intendevo solo presentarbre hanno aperto gli scrigni dei loro vi Francesco Puliga e dirvi che è stato un eroe. L’affetto e la simpatia che ci univa palazzi per rendere omaggio ai propri Nel febbraio del 1943 Cagliari era stata violentemente bombardata da centiagli Amici scomparsi, con i quali clienti ed a tutti i cittadini secondo i naia di aerei “alleati” che l’avevano rasa a suolo. Una bomba aveva colpito in negli anni abbiamo condiviso lavoro, più squisiti canoni dell’ospitalità. pieno la Sede storica del Banco di Sardegna in Via Torino, sventrandola; le Il Banco di Sardegna ha ricevuto i progetti e collaborazioni, si conserva casseforti erano state spostate dalla loro ubicazione e aperte tanto che biglietsuoi ospiti a Sassari, nel Palazzo di nei nostri cuori. ti di banca erano sparsi fra le macerie un po’ dappertutto. Francesco, che aveva Viale Umberto, a Mores, nell’edificio intuito quella tragedia era corso, dopo il “cessato allarme”, a controllare e Per rinnovare questa cara comunandell’antico Monte granatico ed a davanti a quello spettacolo, in una città deserta, senza polizia, con il pericolo za di affetti, la Sezione di Sassari Genova a Palazzo Spinola dei Marmi. di atti di sciaccallaggio, impossibilitato ad informare i suoi superiori che erano della nostra Associazione ha provveA Sassari, inoltre, il Sanpaolo ha aperscomparsi, prende la decisione di non abbandonare la Banca (al tempo ICAS) duto a far celebrare una Santa Messa to ai visitatori il suo Palazzo e, per due giorni e due notti ininterrottamente ha fatto la guardia a quello che in memoria di tutti i colleghi defunti Giordano. Plaudiamo all’iniziativa del restava della Sede salvando i denari e gli arredi. Banco di rendere visitabili pure gli presso la Parrocchia del Cristo Nessuno, in seguito, ha messo in evidenza o premiato quest’atto di attaccaantichi edifici dei Monti Frumentari. Redentore, giovedì 10 novembre, cui mento al lavoro. Desidero farlo ora io portando a conoscenza degli “Amici del Per questo motivo l’Associazione si hanno partecipato numerosissimi Banco” quest’atto valoroso perché perduri il ricordo di un uomo semplice, di rende disponibile in futuro a collabocolleghi in pensione ed in servizio, un collega onesto. rare per l’assistenza dei visitatori in unitamente ai familiari. ZULU diverse antiche sedi frumentarie. QUANDO IN BANCA SI RIDE Invito a Palazzo IN MEMORIA DEGLI AMICI SCOMPARSI 5 IL VIALE MARCONI ED IL SUO TRAFFICO Costernato ed allibito ho appreso dell’ennesimo incidente (l’ultimo mortale è accaduto l’8 Giugno c.a.) verificatosi sul nostro Viale Marconi, arteria di vitale importanza per tutta la nostra cittadinanza e non solo. Sono sgomento per la tragica perdita di un giovane nostro cittadino, colpevole soltanto di recarsi in moto al lavoro a quell’ora, come quasi tutti i pendolari, del lavoro e dello studio. Sono inoltre allibito e scandalizzato per il senso di impotenza e di fatalità e forse anche per l’indifferenza che paralizza da lungo tempo tutte le autorità preposte alla sicurezza stradale ed alla incolumità dei cittadini. È vero che sulla carreggiata è presente la doppia striscia bianca continua, così come è vero che gli utenti della strada sono indisciplinati. Ma è anche vero che più di un automobilista, nelle lunghe code davanti ai semafori (perché, caduto il tappo de “Is Pontis Paris”, ora sono i semafori a creare ingorghi micidiali), si spazientisce e cerca una scorciatoia: le infrazioni più frequenti, oltre al superamento del ridicolo limite di velocità a 50 Km/h, sono il mancato rispetto delle corsie d’incolonnamento e l’inversione di marcia. Poi ci sono quelli che, infischiandosene bellamente di tutti i divieti, attraversano il viale Marcono per entrare ed uscire negli spazi del Centro Commerciale e di tutti gli esercizi di cui il viale è costellato. Chiunque di noi si rechi a Cagliari con mezzi propri lo fa a rischio della propria incolumità, come se partecipasse alla battaglia quotidiana di una cruenta guerra mai dichiarata. Per dare maggiore sicurezza alla strada, a mio avviso, è di primaria importanza la presenza costante degli agenti della polizia urbana finalizzata alla repres- sione immediata di tutte le infrazioni e di tutti gli abusi (e nonsoltanto per piazzare l’autovelox); solo la loro presenza costante e la loro inflessibilità può contribuire in maniera determinante ad una necessaria campagna di rieducazione stradale sul campo. Nulla è più diseducativo del lassismo (vero o soltanto percepito) da parte delle autorità preposte a far rispettare la legge. Essendo però sbagliato confidare soltanto sul rispetto delle norme, che diventano insopportabilmente penalizzanti in presenza di strutture inadeguate, chiedo se non si ritenga giunto ormai il momento di mettere finalmente mano alla viabilità esterna alla città di Quartu Sant’Elena ed a quella dell’area vasta di Cagliari. È pensabile un viale Marconi con spartitraffico centrale, che renda impossibili le manovre azzardate, munito di corsia d’emergenza, di piste ciclabili e pedonali, con sovrappassi o sottopassi e con piazzole attrezzate per la sosta degli autobus del CTM, dove i passeggeri possano attendere ed utilizzare i mezzi in tutta sicurezza? È pensabile poter disporre di un viale Marconi pensato ed attrezzato a misura d’uomo e non soltanto a misura di “commerciante”, ma anche i commercianti sono utenti e schiavi di questa strada, per cui la sua razionalizzazione andrebbe anche a loro beneficio, oltre che a vantaggio di tutta la collettività. Non credo si tratti di un’impresa impossibile da realizzare, anche perché sono pochi chilometri di strada, su cui però gravita un volume di traffico del tutto eccezionale per i canoni della Sardegna. Ideale sarebbe un accordo tra tutti gli Enti interessati per una radicale razionalizzazione del sistema viario intercomunale. Non credo che sia impossibile neppure il reperimento dei fondi necessari; con un pò di pazienza e molta pratica, è possibile identificare gli strumenti programmatici che ne assicurino la copertura finanziaria. Se si riuscirà a realizzare quest’opera, si contribuirà in maniera notevole e benemerita al risparmio di immense risorse (umane, materiali e finanziarie) che giornalmente vengono ingoiate dalla macchina infernale dell’infortunistica stradale. Cordiali saluti. ANDREA MANUNZA LA SARDEGNA DEI SORTILEGI È probabilmente capitato ad ognuno di noi che molte delle storie, fiabe e leggende raccontate dalle nostre madri o nonne non corrispondessero a quelle che più frequentemente trovavamo nei libri di scuola o in altri libri. Così come sarà capitato di non capire fino in fondo se le nostre mamme e nonne, nel raccontarle, si stavano riferendo a personaggi e fatti realmente esistiti e accaduti; cosa che, sicuramente, non sapevano neanche loro in quanto le avevano a loro volta sentite raccontare secondo un processo di trasmissione orale di una magia di cui, come sostengono gli Autori di questo libro, c’era bisogno in quanto, per crescere in un mondo duro e difficile come quello dei nostri padri, le forze normali dell’uomo non bastavano, c’era bisogno del soprannaturale. E forse a noi non interessava neppure che ci venisse svelato quel segreto su qual era il limite tra realtà e leggenda in ciò che ci sentivamo raccontare. Questo libro è una raccolta di racconti popolari tradizionali, di miti e leggende che gli Autori interpretano con la metafora del viaggio. Un viaggio nella memoria della nostra Isola, per il quale ciascuno di loro ha scelto una delle quattro grandi aree geografiche che tradizionalmente delimitano e definiscono la loro regione di provenienza: la Gallura (Franco Fresi), il Logudoro (Franco Enna), la Barbagia (Natalino Piras) e il Campidano (Gian Luca Medas). La Gallura di Franco Fresi, nella sezione intitolata Racconti del Paese, è un microcosmo dove storie di vita di tutti i giorni si mescolano a credenze, magie e sortilegi: ecco allora il personaggio de La femina agabbadòri, colei che nel racconto viene chiamata per praticare una sorta di eutanasia al vecchio moribondo, sofferente da tanto tempo. A quei tempi, non solo le forze dell’uomo non bastavano per sopravvivere alle difficoltà e alla solitudine ma, qualche volta anche per morire occorreva rivolgersi a personaggi primordiali. Ed ecco ancora, nel racconto Sequestro con sorpresa, il personaggio del santàiu, uno dei tanti girovaghi, quasi mendicanti, che portavano per le campagne una cassettina con la statua in miniatura al quale i devoti campagnoli chiedevano grazie e salute. Un santàiu, accolto come mendicante in una casa la notte della vigilia di Natale, aveva salvato tutta la famiglia da un fulmine scomparendo l’indomani. “Era Macistu, il Maestro”, aveva detto il padrone di casa non trovandolo l’indomani mattina e vedendo il giaciglio che era stato predisposto per lui intatto. “Che vergogna, è venuto Nostro Signore a casa mia e non l’abbiamo riconosciuto”. Nelle Storie dal Logudoro, invece, Franco Enna preferisce ricondurci alle paristorias, alle leggende antiche di eroi e di giganti, da Eracle a Eleonora d’Arborea utilizzando però come filo conduttore gli umori di un vecchio parroco di paese, Babbai Maiale, che racconta a suo modo le storie della Bibbia sulle origini del mondo. Ed ecco allora la leggenda dell’Arca di Noè in cui, per colpa della moglie di Noè che si lascia “ammaliare” da un animale tanto strano quanto brutto, il Maligno riesce ad entrare nell’Arca e, quando il Diluvio cessa anche il demonio esce all’aperto e diffonde nell’aria, nell’acqua e nei campi la sua insaziabile malignità. Ecco perché, sentenzia Babbai Maiale, nonostante il Diluvio Universale niente è cambiato nella vita degli uomini. Malos fini tando e malos sezios ot tottugantos, cattivi erano e cattivi siete rimasti tutti quanti! In Storie della Barbagia di Natalino Piras, il personaggio centrale è Mussingallone, una sorta di antico e moderno Bertoldo, un personaggio della tradizione orale e scritta conosciuto principalmente in area nuorese – barbaricina, che si prende gioco di sciocchi. Come nel racconto in cui mobilita tutto il paese nella costruzione della Torre che serve per raggiungere il sole, tagliarlo e venderlo alla gente dei paesi vicini. Infine, in Storie del Campidano, Gian Luca Medas ha scelto di raccontare la creazione del mondo in termini di rappresentazione scenica in cui Issu e Issa (Adamo ed Eva) percorrono il loro cammino di espiazione “deportati” in Sardegna, dopo il peccato originale. Ma, alla storia della creazione del mondo Gian Luca Medas aggiunge anche altre leggende del mondo religioso, come ad esempio quelle di Fra’Ignazio, della Madonna di Bonaria, di Sant’Efis, nonché storie di Janas di cui alcune d’animo buono e altre, le Biringhines, crudeli in quanto, per prevedere il futuro devono mangiare carne umana, possibilmente di neonato. emmepi BOH!!! Dalla stampa isolana sono stati segnalati negli ultimi tempi numerosi e durevoli stati di crisi che hanno colpito le industrie operanti in Sardegna con gravi ripercussioni sulla stabilità dei posti di lavoro: - crisi dell’industria metallurgica - crisi dell’industria tessile - crisi dell’industria chimica - crisi dell’industria estrattiva (settore lapideo) - crisi di alcuni comparti dell’industria agroalimentare - crisi (o segnali di cedimento) dell’industria turistica. Dalla stessa stampa si è appreso che la Sardegna non sarà più inclusa fra le Regioni italiane ammesse a beneficiarie delle politiche comunitarie di sostegno previste dall’Obiettivo 1, avendo raggiunto un livello di PIL pro capite superiore al 75% della media comunitaria. Boh!! AlfaSigma 6 UNA SQUADRA PER LA CITTÀ MARIO DA PASSANO Ricordo che durante la mia infanzia Sassari ferie anonime di quelle città del “continente” tarci fuori strada, non offrirebbe la certezza era racchiusa in una limitata rete di strade gestite dalla diffusa speculazione edilizia. di una corretta soluzione. Sassari, come capoluogo del Nord Sardegna, affronta oggi che raggruppava tutta la sua economia con Quartieri anonimi e senza vitalità. la presenza, oltre che degli abitanti, dei Nell’esodo generalizzato abitanti-artigiani l’ennesima sfida: rinunciare, in seguito ai laboratori di falegnami, fabbri, agricoltori, dal centro storico, inoltre, molti hanno scel- nuovi assetti provinciali, al territorio meccanici e piccoli negozianti. Tutti opera- to di trasferirsi nell’agro, sfidando le regole dell’Alta Gallura, che negli ultimi vent’anni vano in una piccola comunità. Gli ambulan- edilizie più elementari. Edificando case a ha fatto registrare il massimo sviluppo in ti che allestivano i mercatini di Piazza Tola, macchia di leopardo senza servizi e tuttavia Sardegna, per ricostruirsi un nuovo ruolo di guida della fetta più contenuta che le rimane. piazza Mazzotti e quello più grande di Porta senza le pastoie e il malessere della città. Macello animavano il centro e offrivano Poverissima di parcheggi e con una vivi- Se ciò che l’aspetta sarà un aggravio di diffiagli acquirenti della città e dei paesi vicini le bilità sempre più insopportabile, non si fa coltà o rinnovate prospettive di sviluppo rispettive merci novità stagionali e le mode fatica a vedere i risultati. Oggi Sassari è dipenderà solo da noi. Bisogna tener conto, del tempo. Ci si conosceva un po’ tutti e ridotta a rivitalizzarsi parzialmente sol- crederci fermamente, che questa città possienelle cose positive e negative della vita tanto in rarissime circostanze come la de grandi individualità e potenzialità comune tutti si sentivano parte integrante “Faradda” o i riti della Settimana santa. imprenditoriali e che, con la realizzazione della stessa comunità. Sassari era una città Troppo scarne e molto diluite le occasio- degli elementi di base può uscire dal torpore - e in parte lo è ancora. Ha sempre accolto ni di incontro perché si possa parlare di in cui si avvita da troppi anni. in modo del tutto naturale e senza traumi gli perpetuazione di quelle tradizioni che Personalmente, sono convinto che così avverrà ed è per questo “accudiddi”, qualunmotivo che cerco di que fosse la loro proLa Sardegna prima della Storia. Dai dinosauri all’uomo comunicare come venienza. Ciascuno, poi, da parte sua Segue da pag. 1 posso il mio pensiero. Oggi, e sempre più nel arrivasse dai paesi vicini o dal “conti- Sardegna è una inesauribile miniera, un immenso museo paleontologico a futuro, il progetto di nente”, non faticava cielo aperto che si rivela, da questo punto di vista, una terra davvero unica rinascita economica e granché a integrarsi sia in Italia che nel Mediterraneo. Basti pensare che almeno un quinto della sociale di Sassari deve essere condiviso dalla con i residenti. Del superficie della Sardegna ha un considerevole interesse paleontologico. resto, a Sassari hanno E alla scoperta di questo patrimonio Pier Giorgio Pinna ci conduce attraverso stragrande maggiorangovernato sinora non un percorso “alla portata di tutti” in termini di lessico (peraltro aiutati in appen- za degli abitanti. La sua pochi sindaci nativi di dice da un glossario) e gradevole per le belle immagini, schede di sintesi e realizzazione richiede altre località. mappe che arricchiscono il percorso; sono anche presenti, in chiusura del volu- che tutti i responsabili delle organizzazioni Rammento ancora le me, alcune schede per itinerari. che amministrano e strade cittadine che Un libro quindi per “far conoscere”. Dove il porsi il problema di come “conooperano nel territorio soprattutto nelle giorscere” per valorizzare ed evitare il depauperamento del patrimonio descritto nel cooperino come se nate di festa, risuonalibro è il messaggio di fondo che lo stesso Autore afferma di voler trasmettere. facessero parte dello vano, insieme ai canti sardi, motivi Infatti, sostiene Pinna che la Sardegna, pur disponendo di un’inesauribile stesso organismo. E’ napoletani e romani miniera di fossili, non riesce a sfruttare questa risorsa. Anzi, quando si toc- necessario che le istitulanciati a tutto volu- cano determinati temi, molti politici e imprenditori appaiono scettici, a volte zioni migliorino il sisteme dalle radio dei addirittura diffidenti: quello dei fossili non sembra essere un settore interes- ma di relazioni che le uniscono. Le iniziative negozi dei barbieri. In sante nel quale fare investimenti. questo e in altri modi Invece, a fini di valorizzazione sarebbe importante in primo luogo la collabora- richiedono maggiore e semplici e popolari ( zione tra Istituti Scientifici (Università, Soprintendenza) e collezionisti profes- più solido coordinamolti si ricorderanno sionali. Per la conservazione occorrono Musei. In evidenza va tenuto il Museo mento, unico presupposto per tradurle in fatti i venditori ambulanti provenienti dal napo- Paleontologico “Domenico Lovisato” di Cagliari e altri piccoli Musei con sezio- concreti. Si può e si ni paleontologiche che si stanno costituendo. Ma per la conoscenza bisogna avvideve fare di più, questa letano che vendevano per le strade magliette cinare gli interessati ai giacimenti fossiliferi con veri e propri itinerari turistici. è una certezza. La stagione del decadimento e lenzuola), un po’ Bisogna parlarne nelle scuole, informare con i mezzi mediatici. tutti si coagulavano Pier Giorgio Pinna indica alcuni modelli all’estero e in Italia. In Francia, economico e sociale con una facilità negli Stati Uniti, in Spagna e in Gran Bretagna la valorizzazione di questo non può e non deve straordinaria. Persone patrimonio è cominciata da tempo: giacimenti estesissimi che ricevono la essere un fatto irreversie abitudini di diversa visita di decine di studiosi, centinaia di scolaresche e di migliaia di appas- bile. Dobbiamo lavoraprovenienza si fonde- sionati. Un flusso turistico (ed economico) ininterroto. In Italia, in Trentino re come se fossimo tutti vano in un unico Alto Adige esistono esposizioni di pregio che richiamano turisti da tutta componenti della squapacifico calderone di Europa; in Toscana sono presenti ben cinque Musei paleontologici; a Bolca, dra “Città di Sassari”. dedicarci rumore e odori del vicino a Verona, sin dalla fine della seconda guerra mondiale si sfruttano le Dovremo tutti a riflettere sulla centro storico. Il risorse di un immenso giacimento di fossili marini. necessità comune di un grande Paolo Galleri, con i suoi disegni, le E in Sardegna? A parte i già citati Musei Domenico Lovisato e gli altri pic- dialogo costruttivo tra caricature e le poesie, coli con sezioni paleontologiche, il nodo insoluto resta sempre l’incapacità di quanti presiedono e da quel grande osser- convogliare fondi, anche nazionali ed europei, per creare ricchezza cultura- sono interessati alla vatore che era, ha rap- le, occupazione e un ritorno economico. L’obiettivo è allora uno solo: fare gestione della cosa presentato quel capire quale ricchezza può derivare dalle nostre testimonianze più remote. pubblica. Verificare i mondo con impareg- L’idea base è che in ogni centro considerato dagli specialisti di particolare rapporti tra Enti, giabile maestria. significato, sia valutata la possibilità di far sorgere percorsi culturali, musei Istituzioni e Società Questo preambolo diffusi, itinerari turistici. E che l’intero pacchetto sia poi venduto al meglio civile per analizzare lo stato dell’arte e trovare per dire che, quando sulla penisola e all’estero. aggiustamenti in corso si parla di Sassari, di emmepi d’opera, perché aldilà un centro storico delle posizioni politivivo, allegro, cionfraiolo e laborioso sappiamo tutti benissi- devono fare da collante per il centro stori- che, degli schieramenti di parte e degli mo a che cosa ci riferiamo. E’ opinione co, la sua memoria, i suoi valori. Non organismi di rappresentanza siamo, innancomune che, quando si diventa grandi, si resta che un’ esistenza grigia, molto grigia zitutto, cittadini di Sassari e, nonostante le ritorna con la mente ai tempi andati. Beh, in questa città capoluogo di provincia e difficoltà, innamorati della nostra città. alle soglie dei 60 anni lo faccio anch’io, che ama fregiarsi di titoli come “città Continuare a mantenere le distanze tra le differenti posizioni e specificare i distinguo tra non tanto per auspicare un ritorno al pas- regia” e “città turistica”. sato, sarebbe un’assurdità, quanto per dire Il giornale “Nuova Sardegna”, con la sua meriti e demeriti non potrà assicurare a che da molto tempo questa è una città feri- cronaca quotidiana, ci conferma nei vari Sassari un futuro credibile e di buona salute. ta, senza una precisa identità, con un’ani- aspetti questa realtà. L’economia si è sfi- Ritengo indispensabile avere alcuni proma travagliata. La trasformazione è adde- lacciata, tanto da perdere progressiva- getti pilota sui quali richiedere la converbitabile alla fuga in massa dal centro stori- mente tutte le possibilità di crescita che in genza e la priorità di tutti coloro che posco verso quartieri di nuova realizzazione, qualche maniera si sono presentate. sono con la loro opera contribuire al ai molti residenti che hanno perduto, nel Qualche treno è passato ma non lo abbia- miglioramento delle cose. tempo, le motivazioni per rimanerci. Gli mo preso preferendo perderci in discus- Per la creazione di una squadra è necessario avere alcuni obiettivi strategici comuni: artigiani, ingolositi da una proposta affret- sioni estenuanti e senza costrutto. tata e non pianificata in maniera adeguata, Il naturale sbocco turistico estivo, Due aspetti ritengo particolarmente prioritari: in buona parte si sono trasferiti a Predda Platamona, dopo la rimpianta dipartita del - i collegamenti con i centri vicini: Alghero, Porto Torres, Sorso, Sennori; Niedda, anche se oggi si assiste ad una mitico sindaco Oreste Pieroni, è il classico loro fuga anche dalla zona industriale, tra- esempio delle occasioni perdute: si è preferi- - il recupero della vivibilità del centro storico. sformatasi progressivamente in un mega to abbandonare a se stesso l’unico tratto di centro commerciale peraltro sufficiente mare della città. La demagogia e l’invidia I collegamenti tra Sassari e l’Hinterland per un mercato di almeno il triplo di abi- spicciola anche con il comune di Sorso allo stato attuale rappresentano una grantanti rispetto al nostro. Questa realtà hanno di solito avuto il sopravvento sugli de debolezza e sono un freno allo svilupabnorme danneggia ancor di più la disse- indirizzi generali degli anni passati. Da trop- po. Il primo lotto della metropolitana, pi anni Sassari non sente parlare di un piano ancora da inaugurare, senza un suo natustata e fragile economia del territorio. La città, che avrebbe dovuto espandersi in regolatore concreto, con tutto ciò che signi- rale allargamento ad Alghero-Aeroporto, maniera naturale verso il mare, per lunghi fica: danni irreversibili al patrimonio della PortoTorres e Sorso, in tempi brevi, anni è stata al contrario dirottata verso la sua storia. Buona parte della memoria è stata sarebbe un’incompiuta estremamente parte alta in quartieri periferici come cancellata per sempre. E adesso, la ricerca dannosa per tutto il sistema produttivo. Prunizzedda ed Eba Ciara che recano impres- dei colpevoli, il desiderio di attribuire una La sua realizzazione consentirebbe invece sa una connotazione molto simile a certe peri- paternità agli errori del passato, oltre a por- di ottenere quella fluidità nei collegamen- In un Convegno così intitolato il 29 giugno scorso l’Università degli Studi di Sassari ha commemorato il Prof. Mario Da Passano, docente di chiara fama recentemente scomparso. All’incontro, organizzato dal Preside della Facoltà di Scienze Politiche, Prof. Virgilio Mura e dal Direttore del Dipartimento di Storia, Prof. Antonello Mattone, ha partecipato un pubblico di amici, docenti, studenti, estimatori dello studioso. Il valore delle opere e la figura di Mario Da Passano sono stati analizzati ed illustrati dai professori Ettore Dezza, Vito Piergiovanni e Mario Sbriccoli, rispettivamente delle Università di Pavia, Genova e Macerata. Per sintetizzare in poche parole le qualità e la figura dello studioso riteniamo illuminante il giudizio espresso da Mario Sbriccoli: Mario Da Passano è “il più grande storico della legislazione penale che l’Italia abbia avuto”. Opere recenti del docente scomparso sono: il volume “Emendare o Intimidire? La codificazione del diritto penale in Francia e in Italia durante la Rivoluzione e l’Impero” e l’inedito “Delitto di Regina Coeli”. La Pintadera con questa breve nota, nel ricordare lo Studioso, rinnova le sue espressioni di affetto e di solidarietà alla collaga Maria Grazia Cadoni ed al figlio Andrea per la dolorosa perdita del loro amato marito e genitore. e la storia del diritto moderno (G.T.S.) ti che darebbe finalmente fiato a tutta l’economia dei centri storici interessati. Farebbe diminuire a livelli fisiologici la necessità di costruire ulteriori parcheggi e darebbe molti altri vantaggi sia ai residenti che ai turisti. E’ un tema che rappresenta l’interesse di tutti, non ha colore politico e sul quale si possono ottenere delle convergenze progettuali trasversali ai normali schieramenti. Per il centro storico sarebbe auspicabile adottare il metodo che molte amministrazioni comunali del Nord Italia adottano da tempo: ciascun proprietario di abitazione è responsabile del decoro esterno della propria casa. Nel caso che un proprietario non mantenga in condizioni dignitose la facciata della casa viene richiamato dal Comune a provvedere alla manutenzione. Se rifiuta, l’operazione viene effettuata dall’amministrazione comunale con l’imputazione al proprietario in cartella esattoriale degli oneri relativi. Facilitiamo il ritorno al centro degli artigiani ( almeno di quelli che non creano disturbanti acustici o inquinamento particolare). Valorizziamo queste imprese e incoraggiamole in ogni modo. Credo che riguardo a queste idee si possono e si devono trovare convergenze operative. Sarebbe veramente una bella cosa per tutti. Il bicchiere può essere mezzo pieno o meno vuoto. La mano che regge il bicchiere deve essere ferma e i muscoli coordinati tra loro. Altrimenti, anche il contenitore, oltre al contenuto, poco o molto che sia, andrà disperso. Tutti devono sentirsi parte della mano che regge il bicchiere mezzo pieno della città. Sebastiano Casu 7 Economia e ambiente GLI OLIVETI DI SASSARI: com’erano e come sono. Cosa ne sarà? Tempo fa, nel mentre che badavo alla mia campagnetta da poco ereditata (un oliveto vicino a Sassari di 6.000 metri quadrati), mi capitò di scambiare quattro chiacchere con un confinante che non conoscevo, né sapevo che lavoro facesse, né che ruolo occupasse nella vita sociale. Parlando del più e del meno arrivammo ad esternarci le nostre opinioni sullo stato degli oliveti di Sassari. Al mio interlocutore dissi che, secondo me, ormai, dei tanto decantati oliveti di Sassari - sempre lindi, ben seguiti e belli con i loro stretti viottoli delimitati dai ben noti muretti a secco e, nel mezzo di ogni podere, arricchiti da piccole case rustiche dai tetti rossi, il tutto ben mimetizzato nell’intenso verde restava ben poca cosa, come si poteva vedere dando un’occhiata intorno alla città. Allungando lo sguardo a tutti gli oliveti del circondario di Sassari, potevamo chiaramente osservare che questi erano ora invasi da una miriade di case di ogni tipo e foggia sorte a casaccio in mezzo agli alberi, con grave pregiudizio per la sopravvivenza delle campagne stesse. Alle mie manifestazioni di disappunto per la piega che stava prendendo l’evolversi della situazione con riguardo all’ambiente, il mio confinante mi faceva notare che ormai gli oliveti intorno a Sassari interessavano solo come terreni dove poterci costruire la casa in campagna per andarci ad abitare, o soggiornarci periodicamente, o venderla per specularci. Detti terreni perciò non avevano nessun valore agricolo ed ogni proprietario non vedeva l’ora di costruirci o di vendere. Anche lui del resto si dichiarava orientato in tal senso, mentre io, che dimostravo interesse soltanto per le piante, ero da considerarsi una mosca bianca. Al mio dirimpettaio dissi anche che, secondo me, tutte le case sorte da poco, così confusamente ed affrettatamente negli oliveti, erano da considerarsi fuori legge perché, in quanto destinate ad abitazione, mancavano delle infrastrutture essenziali, quali le fogne, l’acqua della rete idrica, una viabilità appropriata ecc. e la colpa di tanto abuso e degrado non era soltanto dei proprietari delle campagne ma soprattutto di chi aveva dato l’autorizzazione a costruirvi. Il mio confinante si trovò perfettamente d’accordo con me, anche perché, osservò, una recente ricognizione aerea sugli oliveti di Sassari, aveva confermato i rischi di compromissione ed alterazione del complesso arboreo, patrimonio che aveva dato a Sassari un’immagine di città immersa in un sano, arioso e felice verde, da considerarsi perciò come una cornice essenziale per l’erogazione del necessario ossigeno alla città. Un vero e proprio parco pubblico insomma, con al centro la città, fruibile da tutti senza abitarlo né alterarlo, ma solo coltivarlo in linea con la tradizione ormai consolidata da secoli. Il mio confinante, con molta spontaneità, mi disse però anche che: “se non facciamo così, cioè se non diamo le autorizzazioni a costruire, non ci votano”. Stavo parlando con l’assessore all’urbanistica del Comune di Sassari che in poche battute condensava i motivi dell’autodistruzione di una città, delle sue tradizioni e delle sue campagne. Dal giorno di quel colloquio ad oggi sono passati diversi lustri e la situazione degli oliveti di Sassari non ha fatto altro che peggiorare sempre di più. Sassari insomma, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, non ha saputo difendersi dall’assalto delle auto, delle strade e del cemento; né ha saputo difendere i suoi splendidi oliveti impiantati secoli fa dai padri camillini; né ha saputo conservare le sue preziose fonti naturali (le acque dei dintorni di Sassari erano ben conosciute ed apprezzate per la loro bontà e salubrità sin da tempi assai remoti). Circa le fonti naturali di Sassari e l’acqua che beviamo, c’è da dire che ora l’acqua la compriamo e siamo convinti di bere acque minerali pregiate solo perché vengono da fuori, senza pensare che quell’acqua non potrà mai essere pura come quella che avevamo dalle nostre fonti. Basti pensare che l’acqua, in quanto bene biodegradabile nel breve tempo, non può passare impunemente le soste che fa nelle stive delle navi, nei Tir al sole e nei negozi, con conseguenti alterazioni dannose per la nostra salute. Forse per la salute è meno dannoso bere l’acqua del rubinetto di casa!. Sassari quindi è stata travolta e stravolta dalla parte negativa del così detto “progresso” per il non lodevole comportamento di un discreto numero di quelle persone che abbiamo eletto per governarci “saggiamente”. II mio barbiere, che è un nostalgico del noto ventennio, mi dice spesso che se ci fosse stato “Lui” questi scempi non sarebbero avvenuti (perchè gli amministratori comunali avrebbero adempiuto all’incarico solo per dovere civico, senza interessi personali e senza oneri per il Comune; non come succede adesso che lo fanno unicamente per tornaconto personale!) e Sassari ora avrebbe avuto i suoi oliveti integri e produttivi, sì da essere in grado, con l’utilizzo dei propri prodotti tipici (olio pregiato, acque sorgive, agriturismo ecc.) di sopperire a quasi tutte le necessità che la vita moderna impone. I sistemi nostalgici ed impositivi del mio barbiere non possono certo fermare i moderni sistemi democratici anche se questi, a volte, hanno aspetti piuttosto negativi, soprattutto dal punto di vista ambientale. Nostalgie a parte comunque, sono convinto che gli oliveti intorno alla città costituivano (e forse quello che resta può essere ancora salvato) un patrimonio di tutti i cittadini; un patrimonio tipico, irripetibile, che creava, e crea ancora in parte, un ecosistema prezioso e valido per un’ottima vivibilità dell’uomo nella zona; insomma necessario come l’aria e l’acqua, e quindi da non utilizzarsi come terreno per costruirci la casa di abitazione, la piscina, il campo da tennis ed altro. Gli oliveti di Sassari andavano certificati a livello europeo per la loro bellezza e salubrità ed andavano tutelati per la loro produttività. Il prodotto avrebbe senz’altro costituito una fonte tangibile di reddito per la comunità, soprattutto adesso con i sopraggiunti mezzi meccanici per la raccolta delle olive, che hanno praticamente risolto tutti i problemi connessi alle asperità del suolo, al frazionamento dei poderi ed alla presenza di altre colture. Insomma, pochi individui, in cambio di voti, hanno consentito la manipolazione in negativo di una parte notevole di un bene che era ed è di tutta la comunità. E se quelli che non hanno contribuito a tale scempio si organizzassero e chiedessero il ripristino dei beni andati distrutti, oppure l’incriminazione per disastro ambientale dei colpevoli!. Quali ne sarebbero le conseguenze?. Le leggi vigenti non consentono di abbattere gli ulivi; il suolo non può essere modificato a proprio piacimento; le falde acquifere non possono essere inquinate da scarichi - di qualunque natura essi siano -; ne l’aria può essere contaminata dai miasmi provenienti dalle abitazioni prive di fogne. Di recente un tribunale sardo ha ordinato l’abbattimento di una casa costruita nel circondario di un centro abitato perché, pur avendo avuto il proprietario il permesso comunale a costruire, mancavano le infrastrutture atte a supportare un igienico e moderno impianto di casa di abitazione (piano paesaggistico, fogne, strade, acqua, luce, ecc.). A Sassari è successo purtroppo un’autentico saccheggio del suo circondario olivetato, con abbattimento di alberi, apertura sconsiderata di strade, costruzione di ville, piscine e campi sportivi vari senza minimamente preoccuparsi di nulla. Basti pensare agli essenziali scarichi fognari!. Un mio amico che si è costruito la villa a Monte Bianchinu (che è un sito fra i più ambiti), a cui facevo notare che non mi sembrava regolare poter abitare detta casa per la mancanza delle fogne nella zona, mi fece presente che lui era il proprietario del terreno e quindi poteva fare in buona sostanza ciò che voleva; del resto il Comune aveva dato sia il permesso a costruire che il permesso ad abitare quella casa ed inoltre aveva pagato gli oneri di urbanizzazione. Se le fogne non c’erano era semmai un problema del Comune! .Anche il conseguente inquinamento dell’aria e dell’acqua era un problema del Comune. Un’altro mio amico che casa in campagna non ne ha, a proposito di quelli che abitano in campagna e della mancanza di fogne commenta così la situazione anomala: “prima hanno rovinato gli oliveti - che erano e sono un bene comune - per sistemarsi in ampi spazi; ora vogliono i servizi a spese di tutti. Sarebbe una soluzione iniqua”. Conosco nuclei familiari che abitano in campagna da più di trenta anni e mai hanno svuotato il pozzo nero!. Casi del genere ce ne sono a centinaia e le linde fontanelle naturali che prima ornavano il circondario sono diventate cloache e sono state disattivate. (Un pò come succede nei tratti di costa inquinati. Chi di dovere, anziché preoccuparsi di scoprire da dove proviene l’inquinamento e combatterlo per eliminarlo, fa molto più in fretta a risolvere il caso vietando la balneazione!). I liquami fognari provenienti dai pozzi neri (dire fosse asettiche è in pratica la stessa cosa) sono ormai penetrati in profondità nei terreni intorno a Sassari, con la conseguenza che le preziose acque delle falde acquifere sono diventate imbevibili. (Ma noi beviamo acqua minerale!, dicono coloro che abitano in campagna, senza considerare però che le falde acquifere possono portare le acque in ogni angolo del globo e le acque minerali che siamo costretti ad acquistare, con un discreto dispendio finanziario, risentono anche di questo inquinamento che viene prodotto a Sassari. - “Forse è l’unica cosa che esportiamo”-!). Un mio cognato, che ha un fratello che vive a Washington, ha potuto visitare il parco comunale di quella città. Trattasi di parco, aperto a tutti, che contiene magnifici alberi e tanti animali selvatici (anche cervi e daini). In questo parco quel Comune consentì, con adeguata contropartita finanziaria, la costruzione di un numero limitato di unità abitative di pregio, naturalmente entro l’ambito di un disegno architettonico ben studiato e dotato di adeguate infrastrutture. Non esistono recinzioni, le strade sono poche e ben mimetizzate; chi vi abita può coltivare solo piccoli spazi e nei modi stabiliti dal Comune. Pietro Moirano segue nel prossimo numero 8 BERCHIDEDDU Per esportare create i consorzi Sviluppo targato Banco di Sardegna Segue da pag. 1 Il forum ha registrato gli interventi, fra gli altri, dei Presidenti dell’Associazione degli Industriali del Nord Sardegna e dell’Isola, Massimo Putzu e Gianni Biggio; del Presidente e del Direttore Generale del Banco, prof. Antonio Sassu e Dott. Natalino Oggiano, del Vice Presidente FederExport e Presidente della Banca di Sassari, Ivano Spallanzani; del Presidente FederExport, Gianfredo Comazzi; dell’Assessore regionale alla Programmazione Francesco Pigliaru. Due tavole rotonde, alle quali hanno partecipato numerosi altri esperti hanno discusso di “Politiche l’altro, la funzione dello “Sportello internazionale per le esportazioni”, con funzioni di coordinamento e non come sovrastruttura, ponendo in evidenza, inoltre, che con la riforma del titolo quinto della Costituzione, in approvazione in Parlamento, ritorna alla competenza primaria dello Stato la disciplina della promozione dell’esportazione, oggi frammentata a livello di regioni ricche e di regioni povere. Su queste problematiche di vitale importanza delle imprese della nostra Isola, l’Associazione Amici del Banco vuole richiamare l’atten- per il rilancio delle piccole e medie imprese” e di “Un Sistema Italia più integrato: le leve per l’internazionalizzazione”. Di rilevante interesse per le imprese sarde segnaliamo tre indicazioni di rilievo scaturite dall’incontro: il Presidente Sassu ha assicurato particolari trattamenti di favore nei confronti degli imprenditori dell’Isola che si consorzieranno per esportare; il Dott. Oggiano ha richiamato l’attenzione sull’insostituibile funzione dei consorzi fidi, specie in prospettiva Basilea 2 e per la funzione di cooperazione che potrebbe favorire la nascita dei consorzi export; il Vice Ministro Adolfo Urso ha chiarito, tra zione del mondo politico e di quello economico: l’impresa e la cultura dell’Isola possono realmente crescere e svilupparsi soltanto promuovendo gli scambi internazionali e, in particolare, le esportazioni. Si metta fine alle scoordinate apparizioni nelle mostre e nelle fiere internazionali sul turismo e sulle produzioni locali degli enti locali e delle imprese: la Sardegna deve avere un marchio e un punto d’intesa unico. La via dei Consorzi, della cooperazione e del coordinamento è, nel mondo globalizzato, l’unica che possa portare al concreto sviluppo economico e sociale dei Sardi. Giuseppe Tito Sechi Gli anni Cinquanta cambiarono il “mondo” anche della comunità di Berchiddeddu e frazioni: apertura della strada per LoiriOlbia, che pose fine al secolare isolamento di quelle popolazioni; impianto di posti di telefono pubblico presso negozietti della zona, che consentirono il contatto con i propri cari lontani, “persino” in Continente; impianto e fornitura della corrente elettrica, che “illuminò” le case, consentì di conoscere i fatti del mondo attraverso la radio e introdusse l’uso delle lavatrici, liberando le donne dell’immane sacrificio del bucato nei fiumi della zona. Sempre in quegli anni, ai primi barlumi del progresso, s’interessò della zona il Banco di Sardegna con l’istituzione a Berchiddeddu della Cassa Comunale di Credito Agrario. La sua realizzazione non solo fu atto lungimirante del Banco, ma anche dall’appassionato interessamento del Sindaco di Buddusò, Francesco Molinu, e del suo Delegato, Guido Murrighile (Berchiddeddu passò dal comune di Buddusò a quello di Olbia il 16 agosto 1958), i quali non tralasciarono occasione per convincere la competente Sede di Pattada della creazione della Cassa in una zona di oltre mille abitanti su un’area di seimila ettari agli inizi dello sviluppo socio economico. Il primo dipendente della Cassa fu il dinamico e intraprendente Lorenzo Molinas, commerciante del luogo e addetto al Servizio Abigeato, mentre il primo Consiglio di Amministrazione fu costituito da Lorenzo Arcadu (presidente), piccolo proprietario e apicoltore; Guido Murrighile, Delegato del Sindaco, prima di Buddusò e poi di Olbia, figura carismatica e punto di riferimento per molta gente del luogo; Paolo Beccu, uno dei pochi proprietari della zona, persona saggia ed apprezzato ufficiale dei barracelli. Tutte persone del luogo, che conoscevano vita e miracoli di quella gente povera, ma laboriosa, dignitosa e onesta. L’apertura della Cassa di Credito, che divenne una sorta di Tesoriere della comunità, contribuì indiscutibilmente al miglioramento della zona in tutti i settori e all’eliminazione del divario purtroppo esistente tra proprietari terrieri e povera gente, consentendo a questa, attraverso prestiti pluriennali di acquistare bestiame in numero proporzionale all’appezzamento di terreno posseduto, evitando così di dover provvedere all’allevamento delle bestie per conto d’altri, come invece avveniva nella soccida e nella mezzadria. La stessa Cassa, con i suoi prestiti fiduciari o gli anticipi sui contributi regionali da esigersi da parte degli abitanti della zona, è da annoverare tra i maggiori protagonisti del progresso locale, se pensiamo che molte opere si sono potute realizzare grazie ad essa: miglioramenti fondiari, recinzioni, pozzi, acquisto di materiale edilizio, ecc., che gli ideatori ed i lettori di la “Pintadera” conoscono meglio di qualsiasi altra persona per tante personali esperienze. Anche l’aspetto urbano ne risentì positivamente: intonaco dato all’interno e nelle facciate delle case; rifacimento dei tetti; aumento delle stanze in ogni singola abitazione e la costruzione di nuovi caseggiati forniti di servizi igienici e docce fecero, dopo qualche anno, della ridente solatia Berchiddeddu con le candide casette dai tetti rossi nell’amena vallata d’Olevà, un’oasi di operosità. La presenza della Cassa contribuì alla trasformazione di un’economia di sopravvivenza in una più razionale, in cui la gente, agevolata anche dai primi collegamenti stradali e telefonici con altri paesi, abbandonò gradualmente il sistema del baratto istituendo quello dello scambio delle merci con il corrispettivo in denaro: non più, quindi, un determinato numero di pecore per una vacca o olio con miele o lardo con formaggio, ma tutto rapportato in lire, senza trasferimento di bestiame da un paese all’altro e senza portare “pesi sulle spalle”. Di quel periodo mi piace ricordare il pane ornato senza pintadera dalle donne della zona in occasione di particolari ricorrenze religiose o propiziatorie, usando semplicemente striscioline di pasta lavorata, ricavata dalla farina di trigu sardu (grano duro) o trigu cossu (grano tenero), che “fermavano” sui pani a forma circolare. Quindi non un disegno fisso impresso dalla pintadera, ma una serie di mini sculture ideate e poi elaborate dalle abili mani delle contadine. Gianfranco Trudda 9 BASILEA 2: Le azioni di professionalizzazione della rete commerciale delle banche Segue da pag. 3 entrano nel calcolo del rating dipende dalla capacità del gestore di apprezzare correttamente elementi quali le strategie di mercato dell’impresa, il grado di innovatività, la qualità del management, ecc.; • delle capacità di comprensione degli impatti che i diversi elementi valutativi hanno nella determinazione del rating, al fine di poter correttamente individuare azioni in ottica migliorativa da suggerire al cliente e presentare, anche attraverso il supporto di simulazioni, i vantaggi (ad esempio in termini di condizioni praticabili) delle azioni suggerite sui diversi fattori (andamentali, qualitativi, di bilancio). Per far fronte all’adeguamento di professionalità sin qui descritto le banche potranno far leva sui tradizionali strumenti di sviluppo del Personale: comunicazione, formazione e supporto, sistemi di incentivazione. In primo luogo, infatti ai ruoli della rete dovrà essere fornita una chiara comunicazione dei contenuti del cambiamento che l’introduzione di Basilea 2 implica, lavorando soprattutto lungo la catena gerarchica e dal Centro verso la periferia (es. Capi Area, Capi Filiale, Gestori). In particolare, sarà fondamentale comunicazione sia gli impatti sul proprio ruolo sia i messaggi da trasmettere nelle comunicazioni con la clientela. In secondo luogo, dal lato della formazione sarà necessario programmare interventi focalizzati in particolare: • su tematiche di business e analisi finanziaria; • sulle logiche e modalità di funzionamento dello specifico modello di rating della banca (vale a dire delle variabili considerate e dell’impatto delle stesse sul profilo di rischio complessivo del cliente, che ne determinano l’assegnazione ad una specifica classe di rating con implicazioni anche sul pricing o tasso e condizioni praticate); • sul rinforzo delle capacità di gestione della relazione e comunicazione, con riferimento specifico all’articolazione di efficaci argomentazioni di “vendita” in un contesto che prevede un nuovo approccio alla valutazione delle rischiosità del cliente e alla definizione del pricing; • sull’acquisizione delle capacità per operare con i nuovi processi e procedure del credito che saranno introdotte. Alle azioni di formazione sarà però necessario affiancare, perlomeno nelle prime fasi, interventi di supporto alla nuova operatività dei gestori. Alcune esempi riguardano: • la costituzione di “task force” di affiancatori on the job; • l’attivazione di servizi di help-desk informatico e di assistenza nell’utilizzo delle nuove procedure; • la predisposizione di strumenti esperti che abilitino il gestore a svolgere un ruolo realmente consulenziale. Infine, per motivare la rete commerciale a compiere il significativo sforzo di cambiamento richiesto, sarà opportuno far leva sui sistemi di incentivazione. In questo senso non è possibile ipotizzare soluzioni specifiche in quanto gli interventi di dettaglio dipendono dalle caratteristiche particolari del modello di incentivazione che ciascuna banca ha in essere. In termini generali si può però indicare l’opportunità di una presenza nel modello di indicatori della qualità del credito, della redditività corretta per il rischio o, in altri termini, di indicatori del valore complessivo generato a livello di portafoglio e/o di cliente. Salvatore Cambosu 1 Salvatore Cambosu, “Basilea 2: Una nuova politica del credito”, in La Pintadera, anno I n. 2, pag. 7. EXTRACOMUNITARI A SASSARI È da un po’ di tempo che a Sassari si sono insediati numerosi extracomunitari (soprattutto cinesi, arabi, russi ed anche negri) che svolgono svariate attività. I cinesi sono commercianti che esercitano la loro attività per lo più in posti fissi; negli arabi si notano ambulanti ma anche generici disposti a fare qualsiasi lavoro; i russi, o meglio le russe (in massima parte ucraine), sono vedove oltre la cinquantina in cerca di lavoro per il mondo, perché nel loro paese d’origine non esiste la pensione di reversibilità. Le russe hanno un livello d’istruzione pari a quello della nostra scuola media superiore. I cinesi, i più numerosi, sono presenti in nuclei familiari con bambini delle età più svariate che frequentano le nostre scuole. Anche negli arabi si notano nuclei familiari. L’altro giorno mi sono imbattuto in un bambino cinese di circa tre anni che parlava perfettamente l’italiano, ma anche il cinese e l’inglese. Devo dire che la cosa mi ha lasciato perplesso perchè i miei nipoti, che hanno 16 ed 8 anni, parlano solo l’italiano. Di una cosa mi sono convinto, quando i miei nipoti saranno in età adulta, le loro potenzialità di trovare lavoro saranno senz’altro minori di quelle degli extracomunitari che ora ci circondano, soprattutto con riguardo ai cinesi, perché questi provengono da un mondo che ha risolto di recente in maniera rivoluzionaria importanti problemi sociali, hanno perciò una forte carica di affermazione, conoscono molte lingue, si addentrano nella nostra cultura ed hanno alle spalle un mondo in forte espansione che li spinge a produrre e a progredire. Insomma gli extracomunitari che ci stanno invadendo hanno abbracciato bene il fenomeno della globalizzazione e, stando così le cose, ci sovrasteranno anche perché noi, che non abbiamo avuto il coraggio di risolvere nessuno dei problemi sociali che ci assillano, non abbiamo entusiasmi, tanto meno voglia di espanderci e, soprattutto stiamo invecchiando. Anche a Sassari quindi avremo sempre più bisogno degli extracomunitari. Ci serviranno i cinesi perché ci porteranno abbigliamento a buon mercato; fra poco ci porteranno le loro auto, che costeranno meno della metà delle nostre e chissà che non ci portino a breve, a costi popolari com’è loro caratteristica, medicinali ed assistenza sanitaria, visto che da noi hanno costi proibitivi; gli arabi e gli africani ci faranno lavori generici a basso costo e le ucraine, che ci faranno da badanti, visto che nella nostra popolazione gli anziani stanno aumentando vistosamente, saranno indispensabili perché i loro costi sono accessibili un po’ a tutti (chiedono tre euro l’ora, contro i tredici euro che chiede il personale locale, peraltro introvabile). Questa nostra, non tanto futura, totale dipendenza dai paesi emergenti, visto che ci porteranno praticamente tutto e nulla abbiamo da contraccambiare, emarginerà le nostre genti. Occorre pertanto valorizzare, su iniziative del Comune, i nostri giovani facendo intraprendere, obbligatoriamente a tutti, validi studi universitari che consentano loro di evolversi e conseguire diplomi a valenza globale sì da poter lavorare dignitosamente ovunque. L’università è, in buona sostanza, l’unica risorsa che abbiamo a Sassari ed è totalmente da abolire il numero chiuso che è quello che contribuisce a spegnere gli entusiasmi dei giovani. In attesa che possa concretizzarsi quest’utopia al momento però che cosa possiamo fare noi dell’associazione “Amici del Banco” per i nostri giovani in quanto culturalmente inferiori ai figli degli extracomunitari?. Qualcosa la possiamo fare, visto che rientra negli scopi della nostra Associazione anche quello di adoperarsi per diffondere al cultura ed anche il Banco è impegnato in tal senso. Possiamo organizzare, per i nostri nipoti e per i figli dei colleghi in servizio, corsi di lingue orientali in modo che, quando andranno all’università, possano essere culturalmente alla pari con i figli degli immigrati. Non è difficile al momento trovare, fra gli extracomunitari, personale disposto a dar lezioni a buon mercato. Prego il Direttore di pubblicare questa mia lettera provocatoria e, nell’attesa di vedere le reazioni di quanti la leggono, ringrazio. pm 10 SPIGOLATURE di G. Tito Sechi Studiosi di rango. Il 29 giugno scorso l’Università degli Studi di Sassari ha commemorato Mario Da Passano, docente di chiara fama recentemente scomparso, dal prof. Mario Sbriccoli definito “il più grande storico della legislazione penale che l’Italia abbia avuto”. Opere recenti: il volume “Emendare o Intimidire? La codificazione del diritto penale in Francia e in Italia durante la Rivoluzione e l’Impero” e l’inedito “Delitto di Regina Coeli”. Sardi con onore. Auguri a Pasquale Chessa per il Premio dell’Aquila d’Oro conferitogli a Ferrara lo scorso 24 settembre per il suo libro “Guerra Civile”, edito da Mondadori. La nostra Associazione, nell’ambito di programmati incontri culturali, si adopererà perché venga a Sassari per una chiaccherata con noi. Vicende FS in Sardegna FERROVIE IN AGONIA Stiamo assistendo, noi tutti abitanti di quest’Isola tanto ammirata quanto trascurata, al lento e inesorabile declino del sistema di trasporto su rotaia. Le Istituzioni ogni tanto emettono un flebile lamento, indecise forse se sia più opportuno passare tutto sotto silenzio oppure rimboccarsi le maniche, riappropriarsi delle competenze in materia ed imboccare decisamente la via del recupero e della ferma contestazione nei confronti di Trenitalia e dello Stato. L’unica voce decisa, un vero e persistente grido di dolore, viene invece dai sindacati dei ferrovieri. Sembra essere solo questa la categoria di lavoratori colpita da questa lenta agonia delle ferrovie. Non possiamo prevedere quando tutte le organizzazioni sindacali, le organizzazioni imprenditoriali, le associazioni che tutelano i consumatori e lo stesso mondo della cultura e del volontariato si mobiliteranno per una grande e decisa lotta comune. Il trasporto ferroviario, lo sanno tutti, è e rimane una indispensabile infrastruttura per lo sviluppo economico e sociale dell’Isola. Consideriamo solo che un efficiente, diffuso, funzionale sistema di trasporto su rotaia, anche per la Sardegna significherebbe: meno morti e meno stress tra gli utenti della strada; minori costi di trasporto; meno inquinamento; più efficace penetrazione delle nostre merci nei mercati d’oltremare e scambi commerciali a costi più contenuti; maggiore mobilità, più socializzazione, più turismo. Quanti, per le lunghe distanze, non preferirebbero un treno rapido, puntuale, sicuro ad un’avventura su un mezzo gommato con la probabile decurtazione dei punti della patente per gli onnipresenti limiti di velocità su strade inadeguate? Il pessimismo, comunque è d’obbligo. Se non fosse per i Ferrovieri … Un socio che non si rassegna Piccolo è brutto. Alla grande rassegna del “made in Italy” che si è tenuta a Londra, alla Fiera di Earls Court, dal 23 al 25 settembre, la Sardegna del turismo, della cultura e della civiltà nuragica, dei preziosi prodotti dell’agroalimentare e dell’artigianato, si è presentata ancora una volta alla spicciolata, divisa e disorganizzata. I primi passi per la cooperazione e l’integrazione li hanno fatti i Comuni della Gallura e quelli del Monte Acuto. E pensare che Londra rappresenta il mercato sardo per eccellenza, almeno in termini di turismo del low cost. Un mercato, quindi, che incomincia a conoscere la Sardegna, verso il quale i consorzi misti, enti e imprese, semmai saranno costituiti, non dovranno più andare attraversando il mare con zattere o, al più, in barca a remi! Campanili inutili, anzi dannosi. La Gallura è cresciuta molto in questi ultimi decenni. Grazie soprattutto alla felice osmosi tra l’imprenditoria locale e quella venuta da fuori che ha generato un salto di qualità e dato slancio alle nuove generazioni, non solo di imprenditori, ma anche di amministratori o di professionisti. Tuttavia, sino a quando non verranno abbattutti i campanili delle contrapposizioni, lo sviluppo resterà infrenato e sacrificato. Un consiglio spassionato ai Galluresi! Siate più Gallura e meno tempiesi, olbiesi, calangianesi, ecc. ecc. Così nel sughero, così nel granito. Così pure nel vino: sia Vermentino DOCG, e non vermentino di Monti, di Tempio, di Olbia, ecc. ecc. Insomma costituite questi benedetti Consorzi e cercate assieme i mercati, consolidate la vostra ricchezza. La ricchezza della Sardegna! SardiNews. Il prestigioso mensile diretto da Giacomo Mameli ha pubblicato nel numero uscito a luglio un ampio dossier realizzato dal Presidente della nostra Associazione sulla seconda edizione del Concorso “Il Banco di Sardegna per la Scuola”, al quale gli “Amici del Banco”, secondo le finalità statutarie, ha dato il suo concorso d’idee e di collaborazione. Il servizio da conto della cerimonia di premiazione che si è tenuta a Sassari l’8 giugno scorso ed illustra i lavori realizzati dai giovani degli Istituti di Arbus, Isili e Cagliari, vincitori nell’ordine dei primi tre premi. Un nuovo D.H. Lawrence per la Sardegna? I quotidiani “La Nuova Sardegna” e “Il Nord Sardegna” hanno di recente dato ampia notizia dell’inusitato interesse manifestato dalla rockstar gallese Julian Cope per la nostra grande ed ancora inesplorata civiltà nuragica. Il “nostro” musicista-scrittore (ha pubblicato un volume sulle culture megalitiche europee la cui copertina riproduce il portale di una Tomba dei Giganti di Olbia) ha tenuta una conferenza, visitato numerosi siti archeologici, dimostrando una conoscenza ammirata della Sardegna, alla quale intende dedicare un libro ed un film. Se son rose … fioriranno. L’Isola dei Nuraghi. È certo nostro destino che la più significativa ed originale civiltà del Mediterraneo occidentale venga fatta conoscere al mondo da studiosi, scrittori ed artisti stranieri! Noi Sardi ancora, anche negli atti ufficiali della Regione, parliamo al più di cultura nuragica, senza l’orgoglio e la volontà di volare alto. Manchiamo ancora di un grande ed autorevole Museo Nazionale della Civiltà Nuragica e di un Centro Studi e Ricerche, senza del quale gli scavi non serviranno a dissipare i tanti misteri dei nostri antenati ed a far conoscere la Sardegna. Dell’istituzione di queste indispensabili strutture a Sassari, la nostra Associazione ha formulato la proposta in occasione di un Convegno da noi organizzato in questa città nel dicembre del 2004. Per tutta risposta il 1° aprile di quest’anno i giornali davano notizia che la Giunta regionale aveva stanziato cospicui fondi per il “Museo della cultura nuragica” da realizzare …a Cagliari. Limba sarda comuna. Una commissione di esperti, di cui fanno parte, tra gli altri l’antropologico Giulio Angioni, lo storico Manlio Brigaglia ed i linguisti Roberto Bolognesi e Michele Contini, sta lavorando per trovare l’accordo per la scelta della lingua sarda “ufficiale”, quella che sarà utilizzata, assieme all’italiano, anche per gli atti della pubblica amministrazione regionale. Che si sia finalmente deciso, almeno per la lingua, di far fuori le divisioni e le frammentazioni croniche dei Sardi, sempre schierati gli uni contro gli altri? E poi, non esiste già il Logudorese, lingua doc? 11 BANDITA LA TERZA EDIZIONE DEL CONCORSO “IL BANCO DI SARDEGNA PER LA SCUOLA” con la collaborazione della nostra Associazione 50.000 Euro per premiare i migliori progetti degli studenti dei Licei e degli Istituti Tecnici e Professionali della Sardegna. Lo scorso 28 ottobre è stato approvato il Regolamento della terza edizione del concorso per le Scuole Superiori dell’Isola istituito dal Banco ed organizzato con la collaborazione della nostra Associazione e dell’Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna. Di seguito pubblichiamo un estratto del documento per dar conto ai nostri Associati ed a tutti i colleghi delle società della sub-holding del nostro lavoro e dell’impegno di volontario servizio a favore dei giovani espletato dall’Associazione secondo le finalità del suo Statuto. Partecipanti al concorso. Sono ammessi a partecipare al concorso gli studenti regolarmente iscritti e frequentanti, per l’anno scolastico 20052006, l’ultima classe dei Licei e degli Istituti Tecnici e Professionali della Sardegna, facenti parte di una o più sezioni, che si impegnino a realizzare in comunione tra loro e con l’assistenza degli insegnanti, in conformità alle vigenti direttive scolastiche, uno dei progetti di studio e ricerca prescelto tra quelli proposti dal Regolamento. Il team partecipante, a pena di esclusione, deve essere costituito da non meno di dieci studenti.Al fine di favorire la partecipazione e lo sviluppo di relazioni di lavoro tra i giovani, è consentita la partecipazione anche di più team appartenenti ad un solo Istituto, come pure la formazione di team interdisciplinari, costituiti da studenti appartenenti a non più di tre Istituti. Del team possono far parte anche studenti delle quarte classi, in numero non superiore ad un terzo dei componenti del gruppo. Oggetto del concorso. Con l’intento di promuovere la cultura d’impresa e stimolare le facoltà di analisi e lo spirito creativo dei giovani che si accingono a lasciare le scuole secondarie di secondo grado per affrontare il mondo del lavoro professionale e delle attività commerciali, ovvero quello degli studi superiori universitari, formano oggetto del concorso Progetti di studio e di ricerca elaborati dagli studenti, sapientemente coordinati dai docenti incaricati. A tal fine gli elaborati devono essere mirati ad offrire l’opportunità ai giovani diplomandi di svolgere analisi e ricerche sui peculiari aspetti sociali, culturali, storici ed economici, della complessa ed originale realtà del territorio in cui vivono, finalizzati alla ideazione, progettazione e realizzazione simulata di un’attività imprenditoriale, per quanto possibile innovativa ed originale, preferibilmente sotto forma di cooperativa giovanile o femminile. Il termine previsto per la realizzazione dei Progetti ed il loro inoltro al Banco di Sardegna scadrà improrogabilmente il 30 aprile 2006. Entro la predetta data gli elaborati, corredati dell’elenco nominativo degli studenti che hanno attivamente partecipato alla realizzazione del lavoro e dell’indicazione dei docenti che li hanno assistiti, sottoscritto dal Preside dell’Istituto, dovranno essere spediti a mezzo posta, con plico raccomandato A.R., all’indirizzo indicato al precedente art.2, oppure al medesimo indirizzo recapitati a mano . Gli elaborati, realizzati in non meno di tre copie, possono essere costituiti, oltre che dal testo dattilo- scritto - corredato necessariamente della bibliografia e dell’indicazione specifica delle altre fonti assunte a base della ricerca – anche da foto, filmati, grafici, ed altro materiale illustrativo. Tutto il materiale, inoltre, deve essere riprodotto anche su supporto informatico. Commissioni giudicatrici. I Progetti partecipanti al concorso saranno analizzati e recensiti in prima istanza da Commissioni Tecniche Provinciali, costituite da esperti delle materie in concorso, nominati dal Banco di Sardegna d’intesa con l’Associazione Amici del Banco. La graduatoria di merito, la scelta dei vincitori e l’indicazione degli eventuali segnalati sono rimesse alla Commissione Centrale d’esame del Concorso, alla quale spetta il va e di coordinamento con i singoli Istituti scolastici e con l’Ufficio Scolastico della Sardegna, nonché con le Commissioni giudicatrici è espletata dall’”Associazione Amici del Banco”, d’intesa con il Banco di Sardegna. Cerimonia di premiazione. L’esito del concorso sarà proclamato nel corso della cerimonia ufficiale di premiazione che si terrà a Sassari non oltre la prima decade del mese di giugno 2006, in data che sarà tempestivamente resa pubblica a mezzo dei mass media e sarà ufficialmente comunicata agli studenti concorrenti per il tramite dei propri Istituti scolastici di appartenenza. Destinazione e ripartizione delle borse-premio. giudizio finale sulla scorta delle schede di recensione elaborate dalle Commissioni Tecniche e dell’esame diretto degli elaborati in concorso. La Commissione Centrale sarà formata dal Presidente del Banco di Sardegna, che la presiederà, dai Rettori delle Università di Cagliari e di Sassari, dal Presidente dell’Associazione degli Industriali della Sardegna, dal Presidente regionale dell’API Sarda, dal Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, dal Presidente dell’”Associazione Amici del Banco” o dai loro Rappresentanti. I giudizi e la graduatoria espressi dalla Commissione d’esame sono definitivi e insindacabili. Criteri di valutazione degli elaborati. Il giudizio delle Commissioni esaminatrici riferito a ciascun Progetto in gara sarà espresso sulla base di un voto compreso tra 0 (zero) e 10 (dieci) attribuito in relazione a ciascuno dei seguenti parametri: (1) – Coerenza con la traccia proposta; (2) – Completezza della trattazione; (3) – Originalità della proposta; (4) – Analisi economica. Budget; (5) – Conti economici e previsionali dei primi tre anni di attività; (6) – Statuto e atto costitutivo; (7) – Fattibilità; (8) – Attività di coordinamento della Scuola. Segreteria del concorso. L’attività organizzati- Le borse-premio sono destinate a premiare il lavoro di gruppo degli studenti che hanno attivamente partecipato alla realizzazione dei migliori Progetti presentati al Concorso. Esse saranno così ripartite dalla Commissione centrale: PRIMO PREMIO: euro quindicimila (€ 15.000), destinato agli studenti che hanno realizzato il Progetto primo classificato; SECONDO PREMIO: euro settemila (€ 7.000), destinato agli studenti che hanno realizzato il Progetto secondo classificato; TERZO PREMIO: euro cinquemila (€ 5.000), destinato agli studenti che hanno realizzato il progetto terzo classificato. QUARTO PREMIO: euro quattromila (€ 4.000), destinato agli studenti che hanno realizzato il Progetto quarto classificato; QUINTO PREMIO: euro tremila (€ 3.000), destinato agli studenti che hanno realizzato il Progetto quinto classificato; PREMI DAL SESTO AL DECIMO: ciascuno di euro duemila (€ 2.000), destinati agli studenti che hanno realizzato i Progetti classificati dal sesto al decimo posto. Ciascun premio sarà ripartito in parti uguali tra tutti i componenti del team cui è stato assegnato. Inoltre: LA ZIDDAI Dumani so’ li candareri, sott’a un zéru di zirigli la Ziddai azzési è pronta a ra faradda cu’ ri balchòni e ri parazzi tinti di manti riccamaddi e di bandéri. L’àgniri intantu hani pisaddu battagliòra e frùndiani li zirigli da un’ara all’althra di ru zéru carignéndi l’ari di ra nòtti finz’a isthudassi ill’òrthi e ill’aribari. Dumani li bètti cururaddi azzendarani la Ziddai più ghe li zirigli di ra nòtti e l’àgniri appazaddi currèndi cu’ ri bètti azzèsi fazaràni accudì li sassaresi a ra Ziddai, da ra Cònza a Cappuzzini e da ri Mucci finz’a Luna e Sòri. Dino Siddi ( da “Pà rimunì un cuzzòru” Ed. Chiarella – Sassari) “PREMI AMICIZIA”, costituiti da sei (6) contributi di Euro mille (€ 1.000) ciascuno saranno assegnati agli Istituti scolastici convenzionati col Banco di Sardegna per il servizio di Tesoreria che risulteranno classificati, in relazione ai progetti realizzati dai propri studenti, ai primi sei posti di apposita graduatoria di merito. TARGHE DI MERITO E DI PARTECIPAZIONE. In occasione della cerimonia ufficiale di premiazione agli Istituti scolastici classificati in graduatoria nelle prime dieci posizioni sarà attribuita una Targa di riconoscimento del risultato conseguito a livello regionale. Una targa di partecipazione sarà pure assegnata agli altri Istituti scolastici ricompresi in graduatoria. Temi oggetto del concorso. I progetti di studio e di ricerca devono essere redatti con riferimento alla realtà economica e sociale della Sardegna, avendo presenti le finalità in precedenza riportate. La parte introduttiva dell’elaborato, contenente le motivazioni che hanno ispirato l’opera e le analisi e le ricerche effettuate, dovrà essere redatta anche in una lingua estera di libera scelta. Premessa un’accurata indagine analitica della realtà economica e sociale della comunità comunale/provinciale in cui opererà l’impresa, si individui e descriva un settore di intervento nel quale, in base ad una adeguata ricerca di mercato, risulti redditizia un’attività d’impresa innovativa, volta alla produzione di beni e/o servizi. L’indagine analitica, oltre che su dati e documenti ufficiali e relativa letteratura, deve mirare anche ad acquisire notizie, giudizi ed indicatori di tendenza Una volta prescelto uno dei numerosi filoni di ricerca offerti e disponibili sul tema proposto ed effettuata una attenta analisi, censimento e catalogazione delle risorse offerte dal territorio comunale/provinciale/regionale e di quelle ancora da scoprire o da creare con fantasia imprenditoriale, si descriva ed analizzi questa idea originale e si effettui una adeguata indagine di mercato facendo anche ricorso alle Camere di Commercio, agli organismi istituzionali ed alle categorie imprenditoriali dei settori interessati, possibilmente con interviste ad amministratori, imprenditori ed esperti locali. Costituisce elemento di valutazione anche la progettazione di un idoneo sito Internet. La realizzazione del progetto prescelto, redatto secondo le indicazioni specifiche pertinenti, deve comprendere la costituzione simulata dell’impresa, munita dei requisiti previsti per beneficiare delle specifiche e diversificate provvidenze statali e regionali, che dovranno essere specificate nell’elaborato. Il Progetto dovrà essere corredato dello Statuto, dell’atto costitutivo, del master plan, nel quale dovranno in particolare essere analizzate le esigenze tecniche, organizzative e finanziarie ritenute necessarie per l’avvio dell’attività d’impresa, nonché del bilancio d’impianto e del budget relativo ai primi tre anni di esercizio. LA “PRIMA” PINTADERA Pintadera il nome che gli archeologi hanno dato a questo tipo di piccolo marchio in terracotta, col quale si “segnava “ il pane nei paesi del Mediterraneo, a cavallo dell’anno mille prima di Cristo. Simbolo del grano e del lavoro della terra, è stato scelto come logo del Banco di Sardegna.e denominazione del nostro giornale. La terracotta, esposta nel Museo nazionale G. A. Sanna, di Sassari, è stata rinvenuta presso il nuraghe Santu Antine, di Torralba (SS). Il reperto è attribuito alla cultura nuragica, prima età del ferro: 900-500 a.c. 12 L’ANGOLO DELLA FAMIGLIA Il cuciniere Pasta e fagioli con cozze La Burrida Ingredienti per 4 o 6 persone: È un piatto tipico della Sardegna meridionale e viene servito essenzialmente come antipasto; è molto più gustosa se mangiata fredda almeno due giorni dopo la sua preparazione e può essere consumata tranquillamente anche a più riprese. Le quantità di questa ricetta sono considerate per cinque, sei persone. Ingredienti: Un chilo e mezzo di gattuccio di mare che i pescivendoli normalmente offrono già spellato e tagliato a tocchetti; due spicchi di aglio; il fegato dello stesso pesce; tre etti di noci; un quarto di olio extravergine di oliva; due bicchieri di aceto di vino 300 grammi di fagioli borlotti 800 grammi di cozze 150 grammi di pasta (bavette n. 13) 2 patate medie 6 pomodori di media grandezza 2-3 spicchi di aglio prezzemolo, basilico, peperoncino 1 cipolla non grande, olio extra vergine di oliva Mettere in un tegame capace l’olio di oliva (4 cucchiai) unendo un po’di peperoncino, la cipolla tagliata finemente, uno spicchio d’aglio e un po’ di prezzemolo tritato. Far cucinare per 2 minuti, aggiungete mezzo bicchiere di vernaccia e continuare la cottura per 2 minuti ancora, unite le patate tagliate a tocchetti, continuate la cottura per altri 6 minuti circa. In un tegamino a parte mettere a bollire con acqua e sale e uno spicchio di aglio in camicia i fagioli per circa 10 minuti. Raschiate le cozze con l’apposita spazzolina sotto l’acqua corrente, risciacquatele accuratamente. Ponetele in un tegame, coprite e fatele aprire a fuoco vivo, eliminate la parte vuota della conchiglia, togliere il liquido trasferendolo in una chicchera dopo averlo filtrato, aggiungere 4 cucchiai di olio e un po’ di aglio e prezzemolo tritato, farli saltare per 2 minuti a fuoco vivo. Trasferite i fagioli nel tegame, associate i pomodori dopo averli passati nel passa pomodoro, aggiungete 2 o 3 bicchieri del brodo dei fagioli, un rametto di basilico e continuare la cottura quanto basta. Aggiungere il liquido delle cozze con altri 3 o 4 bicchieri di acqua, portare a bollitura e versare la pasta dopo averla tagliati a pezzettini, appena e cotta la pasta (al dente) trasferite le cozze nel tegame e continuate la cottura della pasta quanto basta. Lavare il pesce e metterlo a bollire in acqua, salata normalmente, fino al raggiungimento della giusta cottura, scolarlo e farlo raffreddare; nella stessa acqua di cottura del pesce cuocere per pochi minuti il suo fegato. A parte far soffriggere nell’olio gli spicchi d’aglio divisi in 4 o spappolati e farli dorare; aggiungere il fegato ben schiacciato con una forchetta e le noci, precedentemente sbucciate e finemente tritate, aggiungere quindi il sale e rosolare a fuoco moderato fino a quando la miscela non diventi perfettamente amalgamata; aggiungere un po’ per volta l’aceto e continuare la cottura fino a quando la salsa non diventi omogenea. In una terrina provvista di coperchio stendere a strati i pezzi del gattuccio ormai freddo e ricoprirli con l’intingolo del fegato ben caldo. Terminata quest’ultima operazione coprire la terrina e lasciar riposare almeno 24 ore prima di servire. (d.t.) Consigli utili Cavoli senza odore Quando questi ortaggi si lessano nell’ambiente si impregna di un odore non gradevole. Per eliminare l’inconveniente aggiungere all’acqua di cottura due noci intere, ovviamente lavate, oppure aggiungere un cucchiaio di latte all’acqua dove bolle il cavolo. Questo secondo espediente contribuirà a rendere l’ortaggio più saporito. (d.t.) R.G. Associazione Amici del Banco Sede Legale: Via Moleschott, 16 - Tel. 079 296564 - Fax 079226579 - 07100 Sassari Direttore responsabile: Mario Era RICHIESTA DI ISCRIZIONE ALL’ASSOCIAZIONE Redattore capo: Antonio Loi Il sottoscritto ________________________________________________________________ Redazione Sezione Sassari Giuseppe Tito Sechi, Salvino Casu, Pietro Moirano, Mario Vacca Sezione Cagliari-Oristano Andrea Manunza, Dina Tuveri, Gigi Zuddas Bruno Serreli Sezione Nuoro Salvatore Cambosu nato a ______________________________________________ il ______________________ residente a __________________________ via ______________________________ n. ____ Tel. _____________________ Fax _____________________ Cell. _____________________ nella qualità di _______________________________________________________________ (Pensionato ovvero Dipendente del _________________ indicare l’Azienda di appartenenza) chiede di essere iscritto all’Associazione Amici del Banco, ai sensi dell’art. 4 dello Statuto, ed autorizza l’Associazione al trattamento dei dati personali per gli usi amministrativi necessari per il funzionamento dell’organizzazione. Il sottoscritto, inoltre, precisa che: r È disponibile ad offrire concreta collaborazione. r Non è, all’attualità, disponibile ad offrire specifica collaborazione. • Inoltre, resto in attesa di ricevere dall’Associazione il modulo recante la disposizione permanente di addebito della quota sociale annuale. Cordiali saluti. _________________________________ (firma leggibile) Direzione e redazione Tel. 079 226564 - Fax 079 226579 Via Moleschott, 16 - Sassari Impaginazione, Fotocomposizione e Stampa Tipografia Gallizzi Via Venezia, 5 - Tel. 079 276767 Sassari