Direttore responsabile Don Piero Agrano
Stampa Scuola Grafica Salesiana di Torino
OPERA DELL’AMORE INFINITO
BETANIA
UT SINT UNUM
In caso di mancato recapito inviare a
C . M . P. N O R D d i T O R I N O
per la restituzione al mittente che
si impegna a pagare la relativa tariffa
BETANIA DEL SACRO CUORE
Via Lamarmora, 31 10030 Vische (TO)
Spedizione in A.P. art. 2 comma 20/C legge 662/96
Filiale di Torino numero 1 anno 2012 Autorizzazione
del tribunale di Torino n° 3806 del 21/05/1987
TAXE PERÇUE TASSA RISCOSSA TORINO CMP
numero 1 gennaio febbraio 2012
2a 3a cop N 1-2012:2011
11-01-2012
9:25
Pagina 4
BETANIA - UT SINT UNUM
Amministrazione
Segretariato Amiche di Betania
10030 VISCHE (Torino) - Tel. 011.98.37.502 - Fax 011.98.37.950
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Copertina: Studio Gualtiero Sabattini - Milano
Incontri di spiritualità
per Amiche, Amici di Betania e simpatizzanti
BETANIA DEL SACRO CUORE - VISCHE
animati da don Pierfranco Chiadò - dalle ore 9,30 alle ore 16,00
➤ 5° Lunedì 30 gennaio 2012
➤ Lunedì 20 febbraio 2012
➤ Lunedì 19 marzo 2012
➤ Lunedì 16 aprile 2012
BETANIA DEL SACRO CUORE - ROMA
animati da don Carlo Giannini - dalle ore 9,30 alle ore 16,00
➤ Giovedì 26 gennaio 2012
➤ Giovedì 23 febbraio 2012
➤ Giovedì 22 marzo 2012
➤ Giovedì 26 aprile 2012
Indice
AMICHE E AMICI DI BETANIA - TORINO
100 ANNI FA
“Bisognava proprio dire la data in cui Gesù
ha fatto loro dono del suo Cuore”
Santuario di Santa Rita
animati da don Lello Birolo - ore 15,00 in Via Vernazza 40
Incontri dell’Alleanza Sacerdotale
➤ Lunedì 23 gennaio 2012
➤ Lunedì 26 marzo 2012
➤ Lunedì Santo 2 aprile 2012 a Betania del Sacro Cuore - Vische.
Festa per tutte le Amiche/ci e Simpatizzanti di Betania: dalle ore
9,30 alle 16,00. Meditazione tenuta da DON MAURO AGRESTE.
La prenotazione per il pranzo è indispensabile entro il 25-3-2012
telefonare a Maria Pia Minati 011.9002775.
L’anno della fede
NECROLOGIO
IL VANGELO
E IL QUOTIDIANO
Il canto della sirena
Educare alla vita buona del Vangelo
Il Mistero di Maria alla luce della Venerabile
Madre Luisa Margherita de la Touche
GRAZIE RICEVUTE
AMICHE E AMICI DI BETANIA - MILANO
in Via Ponzio 75 - Alle ore 15,00
➤ Domenica 22 gennaio 2012
➤ Domenica 26 febbraio 2012
➤ Domenica 25 marzo 2012
➤ Domenica 22 aprile 2012
NOTIZIARIO
PROFILI
Ricordando Orsola Villa
e Delphine Kouakou
AMICHE E AMICI DI BETANIA - BARI
Chiesa S. Ferdinando
animati da don Oronzo Valerio - dalle ore 10,00 alle ore 12,00
➤ Sabato 14 gennaio 2012
➤ Sabato 11 febbraio 2012
➤ Sabato 10 marzo 2012
➤ Sabato 7 aprile 2012
PrimaPagina • N. 1 - 2012
«Quando Dio Padre volle eleggere una creatura pura, perché fosse la sua cooperatrice attiva nell’opera dell’Incarnazione; quando il Figlio volle scegliersi una Madre dalla
quale potesse avere la sua umanità; quando lo Spirito di
Amore ebbe deciso di esercitare la sua azione fecondatrice su di una Vergine per farle generare il Cristo, l’adorabile Trinità non fece una creazione nuova. Prese una donna
della stirpe di Adamo, in tutto simile per la sua natura alle
altre donne sue sorelle: la preservò soltanto dalla macchia
del peccato».
(Madre Luisa Margherita, Al Servizio di Dio Amore, pp.
230-231).
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“...bisognava proprio dire la data in cui Gesù
ha fatto loro dono del suo Cuore”
Poco più di cent’anni fa, Madre Luisa Margherita scriveva quanto
segue nel suo diario, il 13 ottobre 1906:
«Questa mattina, durante la Messa, mi sono sentita spinta a dire ciò
che il dolcissimo Maestro, vivente in me, mi diceva interiormente:
«Alla vigilia di questa grande tribolazione attraverso cui stanno per
passare i sacerdoti della Francia e altri ancora, è venuto il momento
di far conoscere a tutti (non solo a qualcuno, ma a tutti) la manifestazione speciale che del suo Cuore il divino Maestro ha fatto loro,
affinché possano compren­dere di quale amore essi sono amati e per
essa donar loro consolazione nelle sofferenze e coraggio nelle lotte.
Gesù mi ha anche detto, mi sembra, che nel comunicare questo ai
sacerdoti, a tutti i sacerdoti, si doveva dire la data esatta in cui Egli
aveva fatto loro dono del suo Cuore. Tale data è, se ben ricordo, nella
prima quindi­cina del giugno 1902.
Egli dice che la precisione di questa data è utile. Non so se devo scrivere tutto questo al Padre; non so come stia di salute, dove risieda
e nemmeno se è vivo. Mio Gesù, fammi conoscere ciò che devo fare».
In quell’epoca, la Madre si trovava già in Italia, poiché il monastero
della Visitazione di Romans era stato espulso manu militari il 6
marzo precedente. In circostanze del genere è, dunque, sorprendente vedere evocata l’importanza della data in cui era avvenuta la
manifestazione principale del Signore a Madre Luisa Margherita,
vale a dire il giugno 1902. “Egli dice che la precisione di questa data
è utile”.
Bisogna riconoscere che questo ci lascia perplessi. A più di cent’anni di distanza, quale avvenimento prendere in considerazione? Nel
1902, l’8 maggio, ci fu l’eruzione del vulcano della Montagna Pelata
a Saint-Pierre della Martinica, con 30.000 morti. Ma ci fu anche la
pubblicazione del libretto che è considerato l’evento scatenante della
crisi modernista “II vangelo e la Chiesa” dell’abate Alfred Loisy.
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Tuttavia, se si guardano le cose più da vicino, esattamente il primo
venerdì del mese di giugno 1902, festa del Sacro Cuore, il 6, Suor
Luisa Margherita riceve il messaggio del Signore che le viene comunicato durante un’adorazione davanti al Santissimo Sacramento.
Si dà il caso che proprio allora (in Francia) abbiano avuto luogo
le elezioni legislative e sia stata appena eletta nella camera dei
deputati una maggioranza repubblicana, il Blocco delle Sinistre.
Facendo seguito al governo di Waldeck-Rousseau, che aveva fatto
votare esplicitamente la legge sulle associazioni nel 1901, con lo
scopo di costringere la Chiesa ad entrare nell’ambito dei gruppi
controllati dalla Repubblica, il presidente della Repubblica, Emilio
Loubet, proveniente dal dipartimento della Drôme, ha affidato a
Combes il compito di formare il governo.
Emilio Combes era stato un tempo seminarista ad Albi, dottore in
lettere, con una tesi sulla psicologia di San Tommaso d’Aquino. In
seguito studiò medicina ed aprì uno studio nelle Charentes. Lì fu
iniziato alla franco-massoneria nel 1869, nella loggia degli “Amici
Riuniti”. Messosi in politica, fu senatore della sinistra nel 1885. Nel
1895 fu per un anno ministro della Pubblica Istruzione, delle Belle
Arti, e dei Culti. A questo titolo rilasciò la seguente dichiarazione
al momento dell’inaugurazione del Liceo di Beauvais:
«Nell’epoca in cui le antiche credenze, più o meno assurde, comunque erronee, tendono a scomparire, proprio nelle logge si rifugiano
i principi della morale ».
In quel tempo tutti avevano studiato retorica e sapevano parlare.
L’assemblea nazionale era il luogo di dibattiti appassionati e burrascosi, nel corso dei quali ci si interrompeva senza scrupoli. Ecco
un estratto della lunga seduta del 10 giugno 1902 alla Camera dei
Deputati, in cui Emilio Combes, nuovo presidente del Consiglio,
presentava gli obiettivi del suo governo:
– Presidente del Consiglio: “Cedendo a colpevoli suggestioni, una
parte del clero (esclamazioni a destra, applausi a sinistra).
– De Brady d’Asson: “Vi spetta, in effetti, Signor Abate, di parlare
del clero...”.
– Presidente del Consiglio: “Una parte del clero...”.
– La Roche - Joubert: “Quale clero, quello massonico o quello
cattolico?”. (Esclamazioni a destra: – quale, quale?)
– Presidente dell’Assemblea: “Signori, lasciate che il Presidente
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del Consiglio vada fino alla fine, senza interromperlo! Dopo si aprirà
la discussione”.
– Presidente del Consiglio: “Una parte del clero ha voluto fare
confusione fra la causa della Chiesa cattolica e quella delle congregazioni religiose; contrariamente allo spirito della legislazione, è
scesa nell’arena elettorale. Tali deviazioni sono intollerabili; dovremo
esaminare con voi se i mezzi di azione di cui il governo dispone siano
sufficienti a impedirne il ritorno “ (Applausi a sinistra).
Si ha conferma di queste prospettive nella seduta del 12 giugno
1902. Emilio Combes dichiara:
«Ora, signori, il suffragio universale si è pronunciato, senza equivoci
possibili, a favore della politica del precedente ministero. Inoltre,
realizzando nella sua generalità la maggioranza che aveva sostenuto
Waldeck-Rousseau e che, sostenendolo, si era resa solidale con le sue
azioni, ha manifestato in modo positivo che voleva la continuazione
di quella politica. Qual è questa politica? Essa ha assorbito la vita
parlamentare di questi ultimi tre anni. La si può riassumere dicendo
che non è stata altro che una lotta incessante del partito repubblicano contro i due pericoli costituiti dalla congiura della reazione
cesariana e delle pretese teocratiche (Applausi a sinistra). È questa
politica che noi siamo determinati a perseguire e che vi invitiamo a
perseguire con noi, fino al disarmo concreto del nemico». (Applausi
sugli stessi banchi).
Lucien Millevoye: “Non si pronuncia la parola nemico qui dentro.”
Presidente del Consiglio: «Perché, signori, fintanto che avremo il
nemico in piedi, faccia a faccia con noi, e fintanto che non avremo
fatto cadere dalle sue mani le armi di cui dispone, la Repubblica
sarà minacciata, come è accaduto in passato (applausi a sinistra e
all’estrema sinistra), con agitazioni perpetue, che non giungeranno,
senza dubbio, a compromettere la sua esistenza, ma che ostacoleranno il suo sviluppo e le impediranno di produrre tutti i risultati
che attendono gli oratori che mi hanno preceduto, dal punto di vista
politico, economico e sociale». Nuovi applausi dagli stessi banchi).
Combes giustificherà la sua politica in una «campagna laica”, poi
in “una seconda campagna laica”:
«Per la maggioranza repubblicana, la legge delle associazioni era
ben altra cosa che una legge di controllo; era una legge di difesa sociale, una legge di espulsione degli ordini religiosi dediti all’insegna4
mento, alla predicazione ed al commercio; degli “insegnanti”, perché
erano giudicati inadatti a formare degli uomini liberi e dei cittadini;
dei “predicatori”, perché spogliavano il clero concordatario di una
delle sue funzioni essenziali, perché, sotto la parvenza di predicazioni, portavano avanti delle vere campagne contro le nostre leggi
più liberali; dei “commercianti”, perché avvilivano l’idea religiosa
in “traffici indegni di uomini di fede e disinteressati”. Il successore
di Waldeck - Rousseau non ha dunque fatto altro, applicando la sua
legge, che tradurre in atti le aspirazioni del partito repubblicano e
le disposizioni intime dello stesso Waldeck - Rousseau. Avrebbe abbandonato la politica tradizionale della Repubblica, avrebbe tradito
il suo partito, avrebbe ingannato l’attesa dei suoi contemporanei,
se non avesse compiuto la stessa opera salutare che la Rivoluzione
aveva svolto cent ‘anni prima. Le congregazioni religiose si ergevano
insolentemente, disprezzando le leggi che le avevano disperse, come
una minaccia per lo Stato laico, le sue idee ed i suoi costumi. Esse
erano anche qualcosa di più di una minaccia, erano passate dalla
minaccia alla fazione. Cospiravano, al cospetto di tutto il mondo, con
i partiti monarchici, la rovina delle nostre istituzioni».
Queste citazioni non offrono che un’idea sommaria della passione
politica anticlericale di quell’epoca. Chi dice passione dice soggettività: si resta sbalorditi prendendo visione delle parole di queste
persone che credevano di instaurare la libertà in Francia. Essi accusavano a torto le congregazioni di distogliere la ricchezza della
nazione con ciò che chiamavano il famoso “miliardo della Congregazione”. Emilio Combes non riconoscerà mai l’affare delle schedature. Per lui si tratterà solo di un attacco ingiustificato da parte dei
suoi avversari politici. Sta di fatto che un antico massone, Giovanni
Battista Bidegain aveva rivelato alla fine del 1904 che gli ufficiali e
i funzionari cattolici erano schedati per le loro opinioni religiose. In
seguito allo scandalo nazionale che ne seguì, Emilio Combes sarà
costretto a dare le dimissioni, il 19 gennaio 1905. Gli succederà il
governo Sarrien, con Clémanceau primo ministro, e Aristide Briand,
quello che negozierà la separazione fra Stato e Chiesa. Questo governo cadrà a sua volta, e Clémanceau sarà il presidente del Consiglio il 20 ottobre 1906. Era lui a dichiarare in un discorso rimasto
celebre, del 30 ottobre 1902:
«State attenti: sul suolo dell’antica monarchia francese rimangono
organismi di teocrazia autoritaria che ingombrano il terreno comune ed arrestano lo sviluppo delle libertà pubbliche. Bisogna che
il terreno sia sgomberato di questi resti della tirannide. Bisogna
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fare piazza pulita per la libertà. Facciamo un grande cammino per
l’uomo libero, per il popolo francese, che possa riprendere, come nei
giorni della Rivoluzione, il suo cammino felice verso l’avvenire».
Oggi le passioni del passato sono spente, anche se non ci vorrebbe
molto per riattizzarle. Re­immergendoci nel contesto politico esacerbato dell’anno 1902, comprendiamo meglio l’intervento del Signore
Gesù attraverso la persona dell’innocente giovane religiosa, Luisa
Margherita, come poteva lei sapere tutto questo nel suo monastero?
Ed è, tuttavia, questo ritorno al passato che ci permette di capire
la delicatezza del Signore verso i suoi sacerdoti. Alla vigilia della
presa del potere del massone anticlericale Combes fino alla settimana che precedette l’accesso al potere del terribile Clémanceau,
anticattolico viscerale, il Signore fa sapere ai suoi sacerdoti che li
ama, che li sostiene e li rinnova nelle circostanze della persecuzione
in cui si trovano:
«È venuto il momento, alla vigilia di questa grande tribolazione che
i sacerdoti stanno per attraversare, e di altre ancora, di far scoprire
a tutti (non ad alcuni,ma a tutti) la manifestazione speciale che il
divino Maestro ha fatto del suo Cuore, allo scopo di far loro comprendere di quale amore sono amati e di offrire loro, in tal modo,
consolazione nelle loro pene e coraggio nelle loro battaglie».
P. Pierre Vignon
Incontri di spiritualità
Amiche di Betania – Oristano
Animati da Mons. Mario CUOMO - dalle ore 9,00 alle ore 12
Anche questo anno vogliamo proseguire l’esperienza bella e arricchente del ritiro mensile nel quale ritrovarci come Opera Vocazioni e
Amiche di Betania nel desiderio di sostenere le Vocazioni al Sacerdozio.
Le date degli incontri che si terranno presso il Seminario Arcivescovile sono le seguenti:
➤ Giovedì 19 gennaio 2012
➤ Giovedì 9 febbario 2012
➤ Giovedì 8 marzo 2012
➤ Giovedì Santo 5 aprile 2012
➤ Martedì 1° maggio 2012
➤ Giovedì 17 maggio 2012
INCONTRI
DELL’ALLEANZA SACERDOTALE
Per l’anno 2012 abbiamo in programma cinque incontri
per i Sacerdoti che si sentono legati a Betania del Sacro
Cuore e intendono condividere la spiritualità che fa riferimento al messaggio di Madre Luisa Margherita Claret
de la Touche.
Ogni incontro avrà inizio alle ore 10,30 con l’Adorazione
Eucaristica nel santuario del Sacro Cuore, seguita – alle
ore 11,30 – dalla riflessione e condivisione fraterna sul
tema proprio della giornata. La conclusione sarà con il
pranzo alle ore 12,30.
Per l’anno 2012, proseguiamo la meditazione sulle «Virtù
sacerdotali del Cuore di Cristo», e il testo di riferimento
è il libro «Il Sacro Cuore e il Sacerdozio» (pp. 104-126).
Lunedì 9 gennaio
La purezza
Lunedì 13 febbraio
La misericordia
Lunedì 12 marzo
L’amore per il Padre
Lunedì 16 aprile
L’amore per la Vergine Madre
Lunedì 14 maggio
L’amore per la Santa Chiesa
Don Gianmario Cuffia
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Nomina
Cardinalizia
per S. E. R. Monsignor
Giuseppe Bertello
Il 6 gennaio 2012, dopo la recita dell’Angelus, il Santo Padre ha annunciato la celebrazione del concistoro previsto
il 18 febbraio con la creazione di 22 nuovi Cardinali, fra cui
compare anche l’arcivescovo Giuseppe Bertello, Presidente
del Governatorato dello Stato Città del Vaticano.
Ai voti augurali della parrocchia di Foglizzo (paese natìo
del neo Cardinale) e della diocesi di Ivrea (dove è stato
ordinato sacerdote), si aggiunge la fraterna preghiera dei
fedelissimi dell’Opera dell’Amore Infinito, essendo Mons.
Bertello membro dell’Alleanza Sacerdotale.
L’Amore di Dio che lo ha sostenuto nella sua vita sacerdotale ed episcopale, continui a sorreggerlo nella quotidiana dedizione alla Santa Sede come membro del Collegio
Cardinalizio.
Don Gianmario Cuffia
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L’ANNO DELLA FEDE
Come membri dell’Opera dell’Amore Infinito, siamo grati al Santo
Padre Benedetto XVI per avere indetto «L’Anno della Fede», prendendo spunto dal cinquantesimo anniversario dell’apertura del
Concilio Vaticano II, che ricorrerà il prossimo 11 ottobre. «Noi abbiamo creduto all’Amore» è la divina parola ispiratrice del cammino
dell’Opera collegato con il messaggio e il carisma della Serva di Dio
Luisa Margherita Claret de La Touche.
La parola «amore», nel linguaggio corrente, è usata e abusata. Tanti sono i significati ad essa attribuiti, spesso contradditori. Come
credenti possiamo dare un contenuto a quella parola, rivisitando
l’esperienza della Rivelazione di Dio, come ci è trasmessa dal magistero della Chiesa e dalla testimonianza dei Santi. Per questo
motivo, riteniamo che l’Anno della Fede sia un dono e una responsabilità. Il dono che ci viene regalato da un Pontefice la cui sollecitudine è sempre stata quella di rendere il mondo più consapevole
della centralità di Dio rivelato in Gesù Cristo. Una responsabilità
ci viene affidata insieme con questo dono: essere sempre più capaci
di rendere ragione della fede, a fronte di tutte le sfide poste in gioco
dalla cultura e dall’ambiente in cui viviamo. Per questo motivo, ci
impegniamo a vivere l’Anno della Fede secondo le prospettive che
il Papa ha presentato nella lettera apostolica.
Nel n. 2 della Lettera Porta Fidei, il Papa ci svela la preoccupazione
centrale del suo pontificato, già annunciata nell’omelia della prima
Messa solenne del suo ministero petrino:
«La Chiesa nel suo insieme, ed i Pastori in essa, come Cristo devono mettersi in cammino, per condurre gli uomini fuori dal deserto,
verso il luogo della vita, verso l’amicizia con il Figlio di Dio, verso
Colui che ci dona la vita, la vita in pienezza».
Credo che questa preoccupazione del Santo Padre possa trovare una
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piena sintonia nei membri dei quattro rami dell’Opera, impegnati,
ciascuno nella propria attività, a trasmettere lo spirito di adorazione
e donazione all’Amore Infinito come mezzo per uscire dal deserto
dell’aridità, del non senso, della vita vuota, ed incontrare la sorgente pura dell’Amore rivelato nel Cuore di Cristo, che ci permette di
sperare contro ogni tentazione di scoraggiamento.
Siamo consapevoli che non è una missione semplice, osservando,
come ricorda il Papa, che «mentre in passato era possibile riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente accolto nel suo
richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati, oggi
non sembra più essere così in grandi settori della società, a motivo
di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone». Vale
la pena, tuttavia, di impegnarsi nella missione dei seminatori di
amore, con l’entusiasmo degli operai nella vigna del Signore, consapevoli, come ricorda Benedetto XVI, che «anche l’uomo di oggi può
sentire di nuovo il bisogno di recarsi come la samaritana al pozzo
per ascoltare Gesù, che invita a credere in Lui e ad attingere alla
sua sorgente zampillante di acqua viva (cfr. Gv. 4,14)».
A partire dal n. 10 della lettera di indizione dell’Anno della Fede,
il Papa delinea con precisione il percorso di quest’anno particolare:
«Vorrei, a questo punto, delineare un percorso che aiuti a comprendere in modo più profondo non solo i contenuti della fede, ma insieme a questi anche l’atto con cui decidiamo di affidarci totalmente a
Dio, in piena libertà. Esiste, infatti, un’unità profonda tra l’atto con
cui si crede e i contenuti a cui diamo il nostro assenso. L’apostolo
Paolo permette di entrare all’interno di questa realtà quando scrive:
Con il cuore... si crede... e con la bocca si fa la professione di fede (Rm
10,10). Il cuore indica che il primo atto con cui si viene alla fede è
dono di Dio e azione della grazia che agisce e trasforma la persona
fin nel suo intimo.
L’esempio di Lidia è quanto mai eloquente in proposito. Racconta
san Luca che Paolo, mentre si trovava a Filippi, andò di sabato per
annunciare il Vangelo ad alcune donne; tra esse vi era Lidia e il
Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo. (At 16,14).
Il senso racchiuso nell’espressione è importante. San Luca insegna
che la conoscenza dei contenuti da credere non è sufficiente se poi il
cuore, autentico sacrario della persona, non è aperto dalla grazia che
consente di avere occhi per guardare in profondità e comprendere
che quanto è stato annunciato è la Parola di Dio.
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Professare con la bocca, a sua volta, indica che la fede implica una
testimonianza ed un impegno pubblici. Il cristiano non può mai
pensare che credere sia un fatto privato. La fede è decidere di stare
con il Signore per vivere con Lui. E questo stare con Lui introduce
alla comprensione delle ragioni per cui si crede. La fede, proprio
perché è atto della libertà, esige anche la responsabilità sociale di
ciò che si crede.
La Chiesa nel giorno di Pentecoste mostra con tutta evidenza questa dimensione pubblica del credere e dell’annunciare senza timore
la propria fede ad ogni persona. È il dono dello Spirito Santo che
abilita alla missione e fortifica la nostra testimonianza, rendendola
franca e coraggiosa.
La stessa professione della fede è un atto personale ed insieme
comunitario. È la Chiesa, infatti, il primo soggetto della fede. Nella
fede della Comunità cristiana ognuno riceve il Battesimo, segno
efficace dell’ingresso nel popolo dei credenti per ottenere la salvezza. Come attesta il Catechismo della Chiesa Cattolica: Io credo; è
la fede della Chiesa professata personalmente da ogni credente,
soprattutto al momento del Battesimo. Noi crediamo è la fede della
Chiesa confessata dai Vescovi riuniti in Concilio, o più generalmente, dall’assemblea liturgica dei fedeli. Io credo: è anche la Chiesa
nostra Madre, che risponde a Dio con la sua fede e che ci insegna a
dire Io credo – Noi crediamo.
Come si può osservare, la conoscenza dei contenuti di fede è essenziale per dare il proprio assenso, cioè per aderire pienamente con
l’intelligenza e la volontà a quanto viene proposto dalla Chiesa. La
conoscenza della fede introduce alla totalità del mistero salvifico
rivelato da Dio. L’assenso che viene prestato implica quindi che,
quando si crede, si accetta liberamente tutto il mistero della fede,
perché garante della sua verità è Dio stesso che si rivela e permette
di conoscere il suo mistero di amore (...).
Per accedere a una conoscenza sistematica dei contenuti della fede,
tutti possono trovare nel Catechismo della Chiesa Cattolica un sussidio prezioso ed indispensabile. Esso costituisce uno dei frutti più
importanti del Concilio Vaticano II (...). È proprio in questo orizzonte che l’Anno della fede dovrà esprimere un corale impegno per
la riscoperta e lo studio dei contenuti fondamentali della fede che
trovano nel Catechismo della Chiesa Cattolica la loro sintesi sistematica e organica. Qui, infatti, emerge la ricchezza di insegnamento
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che la Chiesa ha accolto, custodito ed offerto nei suoi duemila anni
di storia.
Dalla Sacra Scrittura ai Padri della Chiesa, dai Maestri di teologia
ai Santi che hanno attraversato i secoli, il Catechismo offre una
memoria permanente dei tanti modi in cui la Chiesa ha meditato
sulla fede e prodotto progresso nella dottrina per dare certezza ai
credenti nella loro vita di fede».
Facciamo tesoro di questo insegnamento che il Papa ci dona e viviamolo, come membri dell’Opera dell’Amore Infinito, nel cuore della
Chiesa per essere rinfrancati nella missione fondata su una testimonianza credibile della nostra fede.
Don Gianmario Cuffia
NECROLOGIO
– Padre Pierino GHI SJ. - CUNEO. Ha conosciuto l’Opera nel 1948.
Era in corrispondenza con Betania.
– Don Luigi GRASSO - RODELLO (CN). Membro dell’Alleanza dal
1952. Partecipava sovente alla Giornata Sacerdotale.
– Anna COLETTO - RIVOLI (TO). Amica di Betania dal 1991.
– Maria COLETTO - VILLARBASSE (TO). Dal 1991 partecipava al
pellegrinaggio annuale a Vische.
– Suor Benedetta MARRAS - FIRENZE. Dal 1991 riceveva la Rivista
Betania-Ut Sin Unum.
– Suor Maria Luisa DEIANA - IMOLA (BO). Amica di Betania dal
1960.
– Gina MADEDDU - CAGLIARI. Amica di Betania dal 1961 – Sorella
di Don Elvio e di Suor Efisia Maria (di Betania).
– Luigina GIACHINO - IVREA (TO). Amica di Betania dal 2005.
– Maria GIACOMELLI STEFANI - BRENO (BS). Amica di Betania
dal 1967.
– Rosaria LOTTA - ORISTANO. Missionaria dell’Amore Infinito dal
1964.
– Sr. Maria ZONTA - BANGLADORE (INDIA). Dal 1993 riceveva la
rivista Betania – Ut sint Unum.
12
IL VANGELO E IL QUOTIDIANO
il quotidiano è il giorno vissuto,
il quotidiano è il giornale che lo racconta.
La mia presunzione
è leggere il quotidiano alla luce del Vangelo.
IL CANTO DELLA SIRENA
«Beati voi, quando tutti diranno ogni sorta di male
contro di voi, per causa mia....» (Mt 5,18)
«Sarete condotti davanti ai governanti ed ai re, per causa mia,
per dare testimonianza a loro ed ai pagani...» (Mt 10,18)
All’inizio di novembre è risuonato bello e forte «il canto della Sirena».
Tutti ricordiamo la fantastica avventura di Ulisse, in navigazione
verso la patria lontana. La nave passa vicino all’Isola delle Sirene.
Il mito omerico racconta che i naviganti, ascoltato il loro canto, ne
rimanevano così ammaliati da perdere il controllo della nave e finire
sugli scogli; naufraghi perduti dal desiderio di godere quel canto
divino. Ulisse l’astuto tappò con cera le orecchie dei suoi marinai,
si fece legare all’albero della nave e ordinò ai compagni di rifiutare
i suoi ordini, mentre sfioravano l’isola incantata. Ascolterà Ulisse
il canto delle deliziose sirene?
Qualche tempo fa dunque, si è levato il canto ammaliatore. Si stava
compiendo il primo anno di episcopato a Torino dell’Arcivescovo Cesare Nosiglia. Già un anno. Con pronta intelligenza, un noto giornalista de La Stampa, una firma prestigiosa, ha dedicato un articolo a
questa ricorrenza, ha tracciato un bilancio e lo ha valutato positivo.
Il nuovo Arcivescovo Cesare a Torino è stato bravino. Si è subito
occupato dei poveri, dei senza fissa dimora, dei nomadi, dei giovani
precari per il lavoro, dei giovani della movida alla cocaina. Così deve
essere; così deve fare un Vescovo. La Stampa, con lodevole tempismo,
ha cantato la sua canzone. È la sua strategia da sempre a Torino:
affascinare la barca della Chiesa ed il suo nocchiero; condurlo sulla
sua isola: la Chiesa utile è quella che funziona come il 118 (una
volta si diceva: come la Crocerossa della storia). La Chiesa utile è
quella che si china sulle ferite della città, per lenirle e liberarle. Le
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ferite troppo spesso sono provocate (in particolare quelle inferte ai
giovani) dalle assenze o dalla trascuratezza dei poteri politici, industriali, finanziari, culturali. Ma questo la grande stampa non lo
può dire, perché sono i suoi sponsor. Altre ferite permangono aperte
senza soluzione, perché mai viene il loro turno di finire sul tavolo
operativo delle istituzioni ed autorità invaghite dalla Reggia e dalle
Residenze Sabaude, di Torino Film Festival. Come occuparsi dei
campi nomadi, della domanda di case popolari, degli ospiti stranieri
o rifugiati politici. Grandi lodi alla Chiesa, esaltazione stucchevole
dei Santi sociali, perché sono sociali. Che siano “santi” non interessa. Raccoglie grandi consensi il canto della sirena torinese. Mezza
città si riconosce e benedice, anche chi si compiace di manifestare
orientamento cristiano. Ma il Vescovo Cesare?
LA MISSIONE DEL VESCOVO E DELLA SUA CHIESA
Il nostro Vescovo Cesare sa e dice forte una quantità di cose. Non
si lascerà incantare dalla Sirena Torinese; guiderà la nave lontano
dall’isola voluttuosa del consenso, dai suoi scogli mortali. Il Vescovo
Cesare sa che il suo compito è annunciare il Vangelo; che liberare dal
male è segno del Vangelo; ma che la preghiera del Vangelo è “liberaci dal Male”, dal maligno, dal principe di questo mondo. Sa che in
questa città occorre restituire il posto a Dio esiliato. Così nasceranno
ancora i suoi santi e saranno certamente anche sociali, cureranno
le ferite come da sempre. Sa che, liberate dal peccato degli egoismi di casta e delle falsità ideologiche, le responsabilità politiche,
amministrative, finanziarie, culturali, la gestione egemonica della
pubblica opinione, potranno efficacemente lottare per estirpare la
causa delle piaghe, delle ferite.
Il Vescovo sa e dice forte... Compito suo e della sua Chiesa è informare quanti guidano e gestiscono la città, quanti ne godono il pacifico
possesso, che è Dio a dare la vita all’uomo, non l’uomo a se stesso;
che questa terra non è un loro dominio per sempre. Come per tutti
gli uomini è una dimora temporanea; e non soltanto perché limitata
dalle tornate elettorali, dagli umori e dalle speculazioni della economia globale, dalla variabilità dei venti culturali, dai capricci degli
sponsor; ma perché bisogna partire. Trasferimento sicuro.
Missione del vescovo è tenere all’erta tutti: tra un po’ si parte! Quanto? Un po’! Ed allora il Giudice sarà un Altro. Si parte per un altro
regno, che è quello del Dio ora deposto. Si parte, vegliamo perché
14
non sappiamo quando. Tutti i poteri di questo mondo piegheranno
le ginocchia, davanti alla venuta del Signore Re della Gloria.
QUANDO IL VESCOVO È AMATO?
Non può essere amato un Vescovo, da chi detiene uno o più dei poteri
di questo mondo. Quando apre bocca e dice il vangelo «spariglia le
carte buone»; i giochi non tornano più. Come il Vescovo, anche i preti
di Torino adulati dalla cultura dominante, dai media, dall’informazione, finanche dalle istituzioni, sanno. Dicono forte? Sono solo tre o
quattro i preti portati sulla scena; gli altri non sono considerati utili
alla città: si attardano sulla dimensione privata dell’esistenza, i sentimenti religiosi; si occupano di insegnare la vita buona del Vangelo.
Rammarico? Ambire a riconoscimenti? Il riconoscimento al Sermig
è stato dato perché è un gruppo... «missionario»? A Torino è toccato
un Vescovo «spoglio». Come sta scritto: «Ma voi... tra voi chi è più
grande sia vostro servo». Occorre restare discepoli, condiscepoli e
fratelli sempre. Cesare naviga sicuro, con buona pace delle Sirene.
GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
Torino è solo un pezzo di mondo. Ma nel mondo, come sta la missione, l’annuncio della Pasqua di Cristo che libera dalla morte ed
i segni del Regno di Dio che viene? Gode buona salute? Continua
coraggiosa e fedele?
Risponde un grande conoscitore:
«Dagli anni ’70-’80 l’animazione missionaria non ha più presentato la vera identità di uomini e donne mandati dalla Chiesa ad
annunziare Cristo ai popoli del mondo. Istituti missionari e religiosi, sulla scia della secolarizzazione, hanno ridotto il missionario
a un operatore sociale. Ormai ci concentriamo solo su campagne e
slogan contro la fame del mondo, la vendita delle armi, le multinazionali che sfruttano i popoli, il debito estero dei paesi africani, la
privatizzazione dell’acqua... E sulle riviste viene fuori un’immagine
fuorviante del missionario. Oggi i missionari fanno notizia perché,
magari strumentalizzati contro le loro stesse intenzioni, manifestano per l’acqua pubblica o contro la vendita delle armi...» (Piero
Gheddo).
Nel mondo continuano ad esserci splendidi missionari, ma qualcuno
denuncia gli effetti del Canto della Sirena.
15
Dopo il tempo della secolarizzazione, nel mondo scristianizzato, la
Chiesa rema con fatica nella sua navigazione. La vele sembrano
afflosciate; il soffio potente dello Spirito si fa attendere e desiderare.
Il canto della Sirena tenta di carpirle la sua speranza oltre questo
mare, di farla approdare sulle spiagge di questo mondo. La Chiesa
solca il mare indicando all’uomo la direzione del mistero di Dio.
Tiene vivo il desiderio di Dio nel cuore della gente; unica speranza
di una terra di vita nuova. Agli uomini bisognerà pur dire che la
vicenda della Chiesa di Cristo, Signore della terra e del mare, finirà in festa. Ma che la festa della totale liberazione dal male, della
nuova creazione, non è qui; ci sarà, ma sarà Altrove.
don Lello Birolo
OGIO
L
NECRO
A mezzanotte un grido si udì: «Ecco lo sposo! Uscitegli incontro! –
Allora tutte le vergini si risvegliarono a preparare le loro lampade»
(Mt 25,6-7).
Così a Betania di Vische, a mezzanotte del 18 ottobre 2011 lo sposo
è arrivato e ha chiamato alle Nozze eterne Suor Maria Maddalena
MUNIER, di 89 anni, e 64 anni di vita religiosa.
Per il suo grande amore per Betania e per il suo infaticabile lavoro
per tutta l’Opera, l’Amore Infinito la ricompensi e l’accolga nel suo
Regno di gioia e di pace.
Le Suore di Betania del Sacro Cuore
16
Educare alla
vita buona del Vangelo
Van Gogh, Primi passi, New York, Metropolitan Museum of Art
L’educazione interessa noi e la nostra famiglia
Il capitolo terzo del Documento dell’episcopato italiano ci indica
come la questione educativa non consista primariamente in una
serie di norme da trasmettere o in un codice di regole da far rispettare ma in un accompagnamento, una relazione.
Tale verità è affermata fin dall’inizio del capitolo che ci invita a considerare nostro Signore Gesù Cristo come unico Maestro. Dio infatti
non ha scelto di salvarci facendo calare dal cielo un codice scritto di
parole da venerare e regole a cui attenerci ma è venuto in mezzo a
noi a farci percorrere la via di Dio, e ci ha proposto se stesso quale
via e verità e vita. Gesù è appunto l’Emmanuele, il Dio con noi. Egli
è il maestro che, come ai discepoli di Emmaus, si mette al nostro
fianco a farci compagnia mentre ci guida. Così ci educa a comprendere, amare ed attuare il disegno buono di Dio nei nostri confronti.
In Lui e nel dinamismo dello Spirito Santo – come leggiamo all’inizio
del terzo capitolo: Noi siamo coinvolti nell’opera educatrice del Padre
e siamo generati come uomini nuovi, capaci di stabilire relazioni
vere con ogni persona. È questo il punto di partenza e il cuore di
ogni azione educativa.Una delle prime pagine del Vangelo secondo
Giovanni ci aiuta a ritrovare alcuni tratti essenziali della relazione
educativa tra Gesù e i suoi discepoli, fondata sull’atteggiamento di
amore di Gesù e vissuta nella fedeltà di chi accetta di stare con lui
(cfr Mc 3,14) e di mettersi alla sua sequela.1
Accettare di stare con lui e mettersi alla sua sequela è quanto abbiamo deciso di fare il giorno del nostro battesimo. Per la quasi
totalità dei battezzati tale decisione è stata presa dai genitori e
crescendo ognuno di noi ha poi accolto e fatta propria l’adesione a
Educare alla vita buona del vangelo. Orientamenti pastorali dell’episcopato italiano per il decennio 2010-2020, n. 25.
1
17
Cristo, come si accoglie il più bel regalo che un genitore possa fare
al proprio figlio. Ma con il battesimo riceviamo dalla nostra famiglia
non solo un’altissima dignità alla quale educarci; al tempo stesso
riceviamo la missione di essere educatori gli uni per gli altri. Al
numero 26 si afferma infatti la necessità del cammino educativo
per ogni battezzato.
«Cristiani si diventa, non si nasce». Questo notissimo detto di Tertulliano sottolinea la necessità della dimensione propriamente educativa nella vita cristiana. Si tratta di un itinerario condiviso, in cui
educatori ed educandi intrecciano un’esperienza umana e spirituale
profonda e coinvolgente. Educare richiede un impegno nel tempo, che
non può ridursi a interventi puramente funzionali e frammentari;
esige un rapporto personale di fedeltà tra soggetti attivi, che sono
protagonisti della relazione educativa, prendono posizione e mettono
in gioco la propria libertà. Essa si forma, cresce e matura solo nell’incontro con un’altra libertà; si verifica solo nelle relazioni personali e
trova il suo fine adeguato nella loro maturazione».2
Il primo luogo in cui questo avviene è la famiglia. Le altre varie
agenzie educative – civili e confessionali – trovano il loro senso soltanto se non contraddicono i principi di vita buona che si ricevono
in famiglia, anzi li promuovono e tutelano e, nei casi di fragilità familiare, li riparano. Per questo motivo la Chiesa da sempre si dedica
all’educazione e alla cultura; inoltre tra i principi non negoziabili
della Dottrina Sociale c’è la libertà di educazione, alla base delle
tante scuole paritarie nei paesi democratici.
Se tra le famiglie cristiane abbiamo a che fare con una gioventù
compromessa riguardo ai valori e agli stili di vita questo accade
essenzialmente per l’incoerenza tra l’educazione ricevuta in casa e
quella veicolata dalla cultura dominante che prescinde dal Vangelo.
Nelle prime pagine de Il libro dell’Amore Infinito la venerabile Madre Luisa Margherita ci consegna la sua analisi della situazione di
crisi sociale che si diffondeva all’inizio del secolo scorso e che troviamo simile per certi aspetti anche alla nostra società. Con grande
apprensione ne rintraccia cause ed effetti anche nel degrado della
famiglia ed invita i sacerdoti ad aiutare Gesù, “l’eterno sacerdote” a
far risorgere e vivificare l’uomo e con lui – possiamo ben dire – anche
la famiglia.3 Sono scritti che denunciano situazioni oggi invece lar2
3
ibid. n. 26.
L.M.Claret de la Touche, Il libro dell’amore infinito, p. 23.
18
gamente diffuse, anche approvate e radicate nella mente attraverso
le trame e le vicende di tanta programmazione televisiva. L’uomo
era stato creato per dei grandi amori. Doveva soprattutto amare Dio,
suo Creatore e Padre (…) Doveva amare quelli che lo avevano fatto
nascere: il padre, la madre, che avevano sorretto la sua debolezza di
bambino, che lo avevano educato, fatto crescere, formato al lavoro
e alla virtù. Ed ora vediamo quanti figli irriconoscenti disertano il
focolare, avidi di indipendenza, senza rispetto e gratitudine verso
coloro che li avevano colmati di tanti benefici! (…) Doveva amare la
sposa alla quale volontariamente si era unito: osso delle sue ossa,
carne della sua carne, aiuto fedele che doveva portare con lui il peso
delle sollecitudini per la famiglia, consolarlo nei momenti della difficoltà e del dolore, condividerne le gioie ed essere sempre al suo fianco, compagna inseparabile nel cammino della vita. Invece in molte
nazioni vediamo spezzarsi il vincolo coniugale; inoltre aumentano le
unioni non santificate dal sacramento del matrimonio: unioni senza
dignità né stabilità, soggette al capriccio e alle passioni. Doveva
amare i figli, corona di gioia del suo focolare, speranza e sostegno
nella sua vecchiaia. Doveva crescerli nell’amore al bene, sviluppare
nel loro cuore quei grandi ideali che rendono l’uomo coraggioso e
fedele; doveva coltivare nelle loro menti le grandi verità, così da
renderli leali e responsabili nelle loro scelte. Ma ora lo stesso amore
paterno è deviato e segue una falsa strada. Sono diminuite le nascite,
la famiglia si è chiusa, come si sono chiusi i cuori; si ha paura dei
vincoli, dei pesi, e l’educazione, anziché essere di contenimento alle
passioni nascenti dei figli, le lascia crescere senza freno.4
Si può affermare che forse la televisione ha preso il posto di Dio?
La beata madre Teresa di Calcutta definì la famiglia regalo indispensabile e in numerose occasioni la fondatrice delle Missionarie
della Carità ebbe parole di incoraggiamento per la famiglia, la cui
crisi nei paesi industrializzati risiede nella povertà delle relazioni
tra i membri, non certo carenti di beni materiali ma povere di amore.
Anche il Beato Giovanni Paolo II si è molto adoperato per la santità
della Famiglia, istituendo nel 1981 un Dicastero per la pastorale
familiare e la promozione della famiglia, il Pontificio Consiglio per la
Famiglia e dedicando al tema un documento apposito, l’Esortazione
Apostolica Familiaris Consortio (22. XI. 1981). Da non dimenticare
che il 1994 fu l’Anno Internazionale della Famiglia .
Al magistero del Documento attinge anche il santo padre Benedetto
4
ibid. pp. 20-22.
19
XVI che lo scorso 1° dicembre ha richiamato l’urgenza del protagonismo della famiglia cristiana in collaborazione con i sacerdoti e sotto
la guida dei Vescovi per quanto riguarda l’educazione di bambini,
adolescenti e giovani all’amore, inteso come dono di sé e comunione;
la preparazione dei fidanzati alla vita matrimoniale con un itinerario di fede; la formazione dei coniugi, specialmente delle coppie
giovani; le esperienze associative con finalità caritative, educative e
di impegno civile; la pastorale delle famiglie per le famiglie, rivolta
all’intero arco della vita, valorizzando il tempo del lavoro e quello
della festa.5
I due pontefici educano al ruolo insostituibile della famiglia nell’urgente compito della nuova evangelizzazione stessa : La nuova evangelizzazione dipende in gran parte dalla Chiesa domestica. Nel nostro tempo, come già in epoche passate, l’eclissi di Dio, la diffusione
di ideologie contrarie alla famiglia e il degrado dell’etica sessuale
appaiono collegati tra loro. E come sono in relazione l’eclissi di Dio e
la crisi della famiglia, così la nuova evangelizzazione è inseparabile
dalla famiglia cristiana. La famiglia è infatti la via della Chiesa
perché è “spazio umano” dell’incontro con Cristo. (…) La famiglia
fondata sul sacramento del Matrimonio è attuazione particolare
della Chiesa, comunità salvata e salvante, evangelizzata ed evangelizzante. Come la Chiesa essa è chiamata ad accogliere, irradiare e
manifestare nel mondo l’amore e la presenza di Cristo.6
Come già espresso in occasione del Congresso Eucaristico di Ancona
il papa ha indicato l’alta dignità della famiglia cristiana che è luogo
privilegiato di educazione umana e cristiana e rimane, per questa
finalità, la migliore alleata del ministero sacerdotale. […] Nessuna
vocazione è una questione privata, tantomeno quella al matrimonio,
perché il suo orizzonte è la Chiesa intera.7
Il carattere sacramentale del matrimonio fa degli sposi cristiani
autentici collaboratori dei presbiteri; infatti i due sacramenti che
li originano – Ordine e Matrimonio – sono conferiti per il servizio
della Comunione ed entrambi trovano la loro origine e la loro finalità nell’Eucarestia.
Concludiamo con le indicazioni del documento quando sottolinea la
Discorso del Santo Padre Benedetto XVI alla plenaria del Pontificio Consiglio per la
famiglia, 1 dicembre 2011.
5
6
7
ibid.
ibid.
20
responsabilità di padri e madri. Esiste un nesso stretto tra educare
e generare: la relazione educativa s’innesta nell’atto generativo e
nell’esperienza di essere figli. L’uomo non si dà la vita, ma la riceve.
Allo stesso modo, il bambino impara a vivere guardando ai genitori e
agli adulti. Si inizia da una relazione accogliente, in cui si è generati
alla vita affettiva, relazionale e intellettuale. Il legame che si instaura all’interno della famiglia sin dalla nascita lascia un’impronta indelebile. L’apporto di padre e madre, nella loro complementarità, ha
un influsso decisivo nella vita dei figli. Spetta ai genitori assicurare
loro la cura e l’affetto, l’orizzonte di senso e l’orientamento nel mondo.
Il ruolo di ciascuno dei due genitori nella differenza sessuale è determinante. Anche nel caso di unioni ferite o spezzate. Queste situazioni possono essere un’occasione per altre famiglie della comunità
cristiana attenta perché permettono di esercitare una vera carità.
Oggi viene enfatizzata la dimensione materna, mentre appare più
debole e marginale la figura paterna. In realtà, è determinante la
responsabilità educativa di entrambi. È proprio la differenza e la
reciprocità tra il padre e la madre a creare lo spazio fecondo per la
crescita piena del figlio. Ciò è vero perfino quando i genitori vivono situazioni di crisi e di separazione. Il ruolo dei genitori e della
famiglia incide anche sulla rappresentazione e sull’esperienza di
Dio. Il loro compito di educare alla fede si inserisce nella capacità
generativa della comunità cristiana, volto concreto della Chiesa madre. Pure in questo ambito, si tratta di avviare un processo che dal
battesimo si sviluppi in un percorso di iniziazione che accompagni,
nutra e porti a maturazione.8
A.M.
8
Educare alla vita buona del vangelo. n.27.
21
Il Mistero di Maria
alla luce della Venerabile
Madre Luisa Margherita de la Touche
Il IV affresco che gli evangelisti ci offrono è la Madre Santa ai piedi
della croce. Lei che aveva seguito il Figlio momento per momento,
condividendo tutto nella missione che Egli era venuto a compiere;
ora alla fine forte e coraggiosa sta ai piedi di quel patibolo infame
su cui vede inchiodato il suo amato Figlio.
Chissà quali sentimenti e pensieri sono passati nella sua mente e
nel suo cuore di madre.
Chissà quali interrogativi sono affiorati nel suo spirito davanti a
tanta efferatezza ed ingratitudine.
Lei Madre Tenerissima,Dolcissima, Sensibilissima vede quel suo
diletto Figlio oltraggiato, schernito, deriso, vilipeso, umiliato. «Egli
non ha più apparenze umane» dice il profeta Isaia «Tanto il suo
aspetto è sfigurato».Quel dolce volto che aveva tante volte accarezzato e baciato è tutto intriso di sudore e sangue. Lei vede attimo per
attimo l’agonia su quel corpo straziato e di tanto in tanto gli occhi si
incrociano per infondersi forza a vicenda. Qui la Spada profetizzata
trafiggerà il cuore di Maria che parteciperà fino alla fine all’opera
della redenzione unita al Figlio in modo unico e singolare.
Dice bene la venerabile Madre Luisa Margherita: «Ha dato la cooperazione con la sua ubbidienza ai disegni di Dio su di lei; ha unito la
sua fedeltà alle grazie versate in lei con tanta profusione; ha donato
le sue sofferenze e il martirio del suo cuore come testimonianza
dell’amore e della riconoscenza».
Proprio per la grandezza della sua fede, del suo amore e del dolore
sa cogliere e comprende il soffrire di ogni umana creatura. Lei sa
capire le lacrime, le attese e le delusioni di ogni madre, lei proprio
per questo sa infondere coraggio e forza anche nell’ora del dolore e
sa aprire i cuori alla luce pasquale della Speranza.
È in quell’ora che per volontà del Figlio morente ci accoglie come
22
figli: “Donna ecco tuo figlio”. Alla Madre nell’ora del grande dolore
chiede di allargare il suo cuore ad ogni umana creatura.
«Ecco i tuoi figli, amali come hai amato me, custodiscili come hai
custodito me, sii loro accanto come sei stata accanto a me».
Da quell’ora ognuno di noi sa che ha un rifugio sicuro in quel cuore
immacolato; che può contare sul suo affetto materno e sulla sua
premurosa protezione. Mi sembra molto bello terminare la nostra
riflessione con una pagina stupenda della Venerata Madre Luisa
Margherita che imitò la Madre Santa in modo eroico:
«O Gesù, unico e sovrano amore della mia anima, io mi abbandono
a te; tu sai tutto, tu vedi ogni cosa, tu solo puoi giudicare tutto.
Tu mi hai insegnato che davanti all’uragano (sia che provenga dalle
passioni umane, sia che provenga direttamente dalla tua divina
Giustizia) bisogna chinarsi con l’umiltà, la dolcezza e la pazienza.
Piego dunque amorosamente il capo e mi anniento ai tuoi piedi, mi
riposo su di Te.
Un giorno, Gesù, Tu mi hai detto: “Io perfezionerò nel tuo cuore la
facoltà di soffrire e quella di amare, affinché tu possa comprendere
e sentire in te i dolori del Mio”. Così non mi stupisco se una pena, in
apparenza leggera, ferisce profondamente il mio cuore.
O mio Dio, sono stanca della volubilità delle cose umane e degli
affetti terreni, nessuno dei quali è stabile e permanente...
Ho sete della tua divina immutabilità; vorrei bere a questa sorgente
d’amore, sempre abbondante e sempre uguale, che è in Te.
Amore eterno, sempre identico, senza cambiamento né avvicendamento, io ti amo, ti adoro, ti desidero; ma nell’attesa di possederti,
voglio benedirti e ringraziarti. Ti ringrazio di non permettere che io
trovi riposo fuori di Te. Ti ringrazio per le sofferenze del corpo che mi
uniscono al mio Redentore crocifisso; ti ringrazio per le sofferenze del
cuore che mi staccano dalle cose create; ti ringrazio per le sofferenze
dello spirito, per tutto ciò che umilia e per tutto ciò che spoglia.
Ti ringrazio per le tue misericordie e per le divine prevenienze del tuo
amore, per le luminosità così pure che mi fai intravedere, per le tue
parole che mi danno coraggio e per le tue dolcezze che mi consolano».
Don Paolo Gheza
23
Grazie ricevute
per intercessione di Madre Luisa Margherita
ARGENTINA
Un giovane di 36 anni ebbe un incidente di motocicletta, con fratture multiple, soprattutto alla testa. Venne operato due volte per
la quantità di coaguli di sangue che si erano formati; non dava più
segni di vita. Io l’affidai, nella preghiera, all’intercessione di Madre
Luisa Margherita. I parenti erano molto afflitti. Parlai loro della
Madre perché la pregassero, ed ecco dopo 3 mesi aprì gli occhi. Oggi
il giovane inizia a parlare bene, vuole fare molte cose, esce per il suo
quartiere per camminare e quando sua nonna malata andò a visitarlo, lui la incoraggiò a pregare molto per ottenere la guarigione…
Sono contenta perché il Signore fa meraviglie con ognuno di noi. Il
nome del giovane è Gustavo Alejandro B.
Ecco quanto ci ha ottenuto la Venerabile Madre. I santi dal cielo ci
seguono pregando per noi...
Avevo promesso alla Madre di comunicare questa grazia, è quello
che ora compio.
E. M.
SALTA (ARGENTINA)
Mio nipotino, Bautista, fu più volte in pericolo già prima di nascere, io (la nonna) ho chiesto alle Suore di Betania di pregare Madre
Luisa Margherita, ho ricevuto con gioia la grazia. Ora sta bene.
Desidero che la grazia venga pubblicata.
Maddalena Alliende Posse
TORINO
Per l’ennesima volta, con il cuore amareggiato, per una triste crisi
matrimoniale di uno dei miei figli, mi sono rivolta all’intercessione
della cara Madre Luisa Margherita, ottenendo la riappacificazione
degli sposi già con i figli.
Con il cuore pieno di gratitudine…
Amica di Betania F. T.
24
NOTIZIARIO
VISCHE
LA PACE È QUANDO LE PROMESSE DI DIO SI REALIZZANO
Giornate di spiritualità autentica
per Amici/che di Betania e sim­patizzanti, 1-6 agosto 2011
«Il mondo non conosce Dio, non sa qual è la volontà di Dio. Spesso anche
molti credenti credono che il cristianesimo sia una morale. Ma Gesù è forse
venuto a cambiare dei nomi? A scrivere Nuovo al posto di Antico? Non è
venuto a dare una Vita nuova?».
Dal 1 al 6 agosto 2011 si sono svolti gli esercizi spirituali che le suore di
Betania propongono ogni estate agli Amici-Amiche e simpatizzanti appartenenti all’Opera, presso la struttura d’accoglienza del Monastero di Vische.
Gli esercitanti, laici e re­ligiosi, sposati e liberi sono soprattutto donne e provengono da Torino e provincia, da Ivrea e da Biella, da Milano e hinterland;
non sono mancate le Amiche della Sardegna che vedono sempre ampiamente
ripagata l’impresa di raggiungere Vische attra­versando mari e monti... Ma
per ammissione di tutti i partecipanti sono state effettivamente giornate di
Grazia, una splendida oc­casione per crescere nella conoscenza del Signore e
del suo amore misericordioso attraverso la rivelazione di quanto grandi siamo
noi, creature fragili e al tempo stesso capolavori della po­tenza divina, amati
e destinati a cose meravigliose!
Le catechesi sono state proposte da Don Mauro Agreste, par­roco nella diocesi
di Ivrea, che ci ha accompagnato e ha celebrato i sacramenti con noi e per
noi; ci ha anche provocato a fare di­scernimento proponendo di volta in volta
alcuni esercizi per tenere allenato lo spirito, appunto come l’invito a riflettere
riportato in apertura di questa breve relazione. I preziosi insegnamenti ave­
vano lo scopo di spiegare una rivelazione che troviamo negli scritti della ven.
madre Luisa Margherita: «Voglio stabilire nella tua anima il regno della mia
pace» (Diario intimo, 3/10/1905).
Don Mauro ci ha da subito indicato la finalità di questo tempo: «Lo scopo
25
della settimana di esercizi è plasmarci perché lo Spirito ci trasfiguri e faccia
di noi Amore Infinito nell’al di qua! Se non bruci d’amore molti moriranno
di freddo». Ci ha dato un consiglio per un’autentica vita spirituale: creare
un legame affettuoso e af­fettivo con il Signore Gesù e ci ha anche affidato
un compito: in­vitare alcune persone nel nostro ambiente e tra le nostre co­
noscenze a pregare per i sacerdoti in semplicità ma con fede e fervore.
Per non lasciarci condizionare dal relativismo e dai poteri oc­culti che dominano tramite l’emotività siamo stati istruiti in­nanzitutto su cosa sia davvero
la volontà di Dio, parallelamente anche sulla grandezza dell’uomo – spirito,
anima e corpo – tre di­mensioni per le quali siamo immagine e somiglianza
della Trinità santissima; abbiamo compreso qualcosa dell’azione menzognera
del nemico di Dio e la vincente risposta di Dio attraverso l’Incarnazione del
Verbo e l’azione dello Spirito Santo. La pace è qualcosa di dinamico, è la
realizzazione delle promesse di Dio; il regno è fare esperienza di Dio, gustare Dio, esser disponibili a ri­flettere su obbedienza e sottomissione a partire
dalla comunione, il fattore fondamentale, Lui con noi e noi tra noi. Non sono
man­cate le riflessioni sugli scritti di madre Luisa Margherita e le ci­tazioni e
gli esempi dalla vita di altri santi. Alcune lezioni hanno ri­guardato la Chiesa
e i Novissimi; in occasione del Perdono d’Assisi abbiamo apprezzato l’inestimabile valore delle indulgenze che una mentalità non cattolica vuole far
dimenticare. Abbiamo compreso qualcosa in più del Paradiso, degli angeli
e abbiamo iniziato a lavorare su noi stessi per una spiritualità autentica, per
motivarci al perdono, all’amore vero, a produrre insomma quel frutto dello
Spirito di cui parla san Paolo «amore, pace, gioia, pa­zienza, benevolenza,
bontà, mitezza, fedeltà, dominio di noi stessi» (Gal 5, 22).
Gli Amici e le Amiche di Betania del Sacro Cuore sono i più numerosi nell’Opera dell’Amore Infinito e hanno il compito di vi­vere e testimoniare quella Parola
«Dio è Amore» (1 Gv 4) negli ambienti della quotidianità. Gli esercizi sono
l’occasione provvidenziale per confermarci nell’Atto di Consacrazione che
ab­biamo rinnovato alla conclusione. Per tutti un augurio, che è al tempo
stesso un compito e una grazia da chiedere: «Chi vede me incontri Te».
A quanti avrebbero voluto partecipare ma ne sono stati im­pediti, a quanti
hanno il buon desiderio di mantenersi in esercizio, a quanti per curiosità volessero leggere gli appunti delle ricche catechesi, è sufficiente visitare il sito
dell’Opera: www.operaamoreinfinito.it, in HOME PAGE – Condivisione.
A.M.
LE MISSAI RIUNITE IN ASSEMBLEA GENERALE
A Betania di Vische, noi Missai, dal 17 al 23 agosto 2011, ci siamo riunite
in Assemblea Generale. Abbiamo vissuto giornate intense ed emozionanti,
26
durante le quali abbiamo pregato insieme, ci siamo confrontate, abbiamo
verificato il cammino compiuto, abbiamo rinnovato gli incarichi, a livello
generale dell’Istituto, abbiamo progettato il futuro. Provenivamo da Paesi
diversi: dall’Italia, dall’Argentina, dal Madagascar, dalla Polonia e dalla
Colombia.
L’incontro ha avuto per tema: “Come Gesù, presenti al mondo” ed è stato
un avvenimento ecclesiale di portata internazionale.­ Ci siamo sentite parte
viva nella Chiesa ed inserite nell’Opera dell’Amore Infinito.
L’esperienza della bellezza e della ricchezza delle differenze, vissuta nell’Amore, è culminata con la rielezione della nostra carissima Silvana a Responsabile
Generale e nel rinnovo del Consiglio Generale. Tutto si è svolto in un clima
sereno, cordiale e festoso.
Le nostre care Suore di Betania si sono unite a noi, per dimostrarci la gioia
e vicinanza, con tanta preghiera, con affetto fraterno, con sincera carità.
Il Vescovo, Mons. Arrigo Miglio, di ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid, ci ha fatto una gradita visita, intrattenendosi familiarmente
con noi ed ascoltandoci con paterna benevolenza.
Mentre “bene - diciamo” e “diciamo grazie” al Signore per le meraviglie che
ha compiuto per noi, assicuriamo di cuore a Silvana e alle nuove Consigliere
stima, riconoscenza, affetto e condivisione di responsabilità.
Le affidiamo al Signore affinché il suo Spirito le illumini nel loro impegnativo
compito di condurre noi Missai sulle Sue vie, per essere “come Gesù, presenti
al mondo”.
Marina
MEDELLIN (COLOMBIA)
II 29 settembre 2011 abbiamo avuto un incontro di preghiera con S. Ecc.
Mons. Hugo Torres, Vescovo ausiliare di Medellin. Monsignore è per noi,
Missionarie dell’Amore Infinito, di grande sostegno, si è anche offerto di
accompagnarci in alcune parrocchie della Diocesi per stabilire l’adorazione
del Santissimo Sacramento per la santificazione dei sacerdoti. È stata una
bellissima riunione.
Anche S. Ecc. Mons. RicardoTobón Restrepo, Arcivescovo di Medellin si interessò delle Missionarie dell’Amore Infinito incoraggiandoci ad andare avanti.
Helena
27
VISCHE (TO)
Ogni anno, da ottobre a maggio il gruppo di Amiche e Amici di Betania si
ritrova mensilmente a Vische, proveniente da varie parti del Canavese e anche
da Torino, e a volte da Biella.
All’incontro, con le buone e cortesi Suore, si recitano le Lodi seguite dall’arrivo dell’Assistente don Pierfranco Chiadò che con le sue vive pennellate
di alta spiritualità viene ascoltato sempre con molto interesse. Terminata la
meditazione, ancora un pensiero conclusivo della Venerabile Madre Luisa
Margherita con possibilità di alcuni interventi personali e chiarificativi. Entro
la mattinata la celebrazione della Santa Messa e al pomeriggio Adorazione
del Santissimo Sacramento.
Quest’anno sono stati trattati i Misteri Gloriosi del santo Rosario passando
poi alla presentazione di personaggi senza nome del Vangelo. Poiché non è
possibile passare in rassegna tutta la materia trattata, mi limiterò a ricordare
in particolare uno dei Misteri molto importanti: quello dell’Ascensione di
Gesù al Cielo.
Ecco alcuni pensieri dell’Assistente:
«Con l’Ascensione di Gesù inizia un tempo di testimonianza coraggiosa che
ha davanti a sé il mondo e nella storia matura l’esperienza cristiana grazie
alla forza dello Spirito promesso dal Signore».
Nella maestà di questo grandioso avvenimento gli Apostoli guardano il cielo immenso, ma «gli Angeli li richiamano al loro compito: “Perché state a
guardare il cielo?”. Il biblista Fabris scrive: “Con l’Ascensione di Gesù al
Cielo inizia il tempo della Chiesa che progressivamente deve raggiungere
tutti gli uomini. Gesù è salito al cielo e gli Apostoli prendono coscienza del
loro grande compito di missionarietà, di grandioso impegno apostolico di
cristiani e di testimoni.
Gesù, prima di elevarsi, benedice, ed essi si separano non col pianto ma con
la gioia, avvolti di luce e di grazia, e diventano una forza che si estende in
tutto il mondo. E la nube è segno della presenza velata di Dio, perciò la nube
che toglie Gesù dallo sguardo degli Apostoli segna la fine di presenza visibile
nel mondo e inaugura la spiritualità».
Ed ora ancora un pensiero, quello della Venerabile Madre Luisa Margherita:
«... le sue mani continuano a benedire gli Apostoli. Non si distingue più altro
che le sue mani ... poi tutto si perde nella luce: il Cristo è entrato nella sua
gloria».
Annamaria Venditti
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BARI
Nell’incontro delle Amiche di Betania del 12 novembre u.s., il nostro Assistente Don O. Valerio ci ha fatto la gradita sorpresa di accompagnare Mons.
Mario Cuomo, apostolo dell’Opera dell’Amore Infinito in Sardegna, presente
in questi giorni a Bari, per i suoi Esercizi Spirituali.
Mons. Cuomo ci ha parlato della sua trentennale esperienza nel Brasile, dove
ha fatto conoscere e diffuso la spiritualità dell’Opera a Sacerdoti, Seminaristi,
a laici in molte parrocchie.
In seguito ha approfondito l’Atto di Abbandono di Madre Luisa Margherita
che, naturalmente abbiamo poi pregato insieme.
Nel libro Al Servizio di Dio Amore, leggiamo questo scritto della Madre:
«Bisogna lasciarci lavorare da Dio e dai suoi strumenti, soffrire nel timore,
nella debolezza, e solo abbandonarsi alla volontà del Padre, che è Volontà
di Amore. Non scoraggiarsi mai per i tanti imprevisti del quotidiano, ma
avere totale sicurezza nella Misericordia del Signore, che provvede a tutte
le nostre necessità». (Cf. pag. 177-178).
Dopo un breve dibattito e riflessione, abbiamo concluso pregando per i sacerdoti e per la Beatificazione della nostra carissima Madre Luisa Margherita
Claret de la Touche.
Mons. Cuomo, accomiatandosi, ha promesso di inviarci un suo libretto intitolato «SALVATEVI», con la presentazione dell’Opera dell’Amore Infinito nella
prima parte, libretto che abbiamo ricevuto e gradito molto.
Gina Notarnicola
HO BISOGNO DI VOI…
Mi rivolgo a tutti voi con la mia triste situazione familiare. Mio figlio, Petar
(27 anni) si trova nel profondo del male: la sua vita ha toccato il fondo. Atti
criminali di vario genere, droga, peccati di tutti i tipi. Ha iniziato a 18 anni
in modo incosciente ed è arrivato fino a qui. In tutto questo tempo prego il
Signore per lui. Io so che ogni uomo decide nella sua libertà tra il bene e il
male. Io, però, non posso alzare le mani da colui che ho portato in grembo:
lui è mio figlio e non posso fare a meno di inginocchiarmi davanti il Signore
implorando la Sua Misericordia. Provo dolore, tristezza, sconfitta. Ho bisogno
della vostra preghiera per la sua anima. Gesù ha lasciato tutte le altre per
andare in cerca di una pecora perduta. Non ce la faccio più da sola e chiedo
aiuto: metto Petar nei vostri cuori e nelle vostre preghiere invocando su tutti
voi la benedizione Divina!
Ester Čuić
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PROFILI
ricordando Orsola Villa
Missionaria dell’Amore lnfinito dal 1990
Alle prime ore del mattino del 25 luglio 2011, una luminosa giornata
estiva, la nostra carissima Orsola è tornata alla Casa del Padre, alla
età di 86 anni. Abitava in un piccolo paesino in provincia di Como,
vicino alla chiesa che frequentava con assiduità e fede.
Faceva la sarta e svolgeva il suo lavoro con passione, pazienza, precisione.
Orsola è entrata nell’Istituto delle Missionarie dell’Amore Infinito,
in età adulta ed ha sempre dimostrato un forte senso di appartenenza. Coraggiosa ed intraprendente, affrontava lunghi e disagiati
viaggi per raggiungere i luoghi di ritrovo e di incontro delle Missai.
Finché la sua salute glielo ha permesso ha partecipato a Ritiri,
Esercizi Spirituali, Aggiornamento, Fraternità e si rammaricava di
non poterci incontrare con più frequenza.
L’abbiamo vista ad Avigliana per il Corso di Esercizi nel 2005 ancora
attiva nel porre domande e nell’intervenire nella discussione fra di
noi e col relatore e poi la sua esistenza si è svolta nella sua camera
da letto perché il suo fisico non la reggeva più.
La ricordo come una donna discreta, silenziosa, umile, riservata,
rispettosa. Donna di poche parole che viveva in modo essenziale,
senza grosse pretese, di tutto ringraziava. Donna dotata di un profondo spirito di preghiera. Donna capace di legami fraterni: era
stata ospite di Maria Minasso, Missai della Zona Piemonte-Liguria,
in provincia di Imperia.
L’anno scorso aveva festeggiato i 20 anni di Consacrazione nel suo
letto, perché ormai era inferma da 3 anni, amorevolmente assistita
dalla nipote. Ogni volta che le facevamo visita, Orsola ci accoglieva
con gioia, ci sorrideva e ci chiedeva se il nostro viaggio, per andare
da lei era stato lungo. Si informava della vita dell’Istituto, se nella
Zona di Milano c’erano nuove vocazioni, se continuavamo ad incontrarci per i Ritiri e le Fraternità.
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Non ci lasciava ripartire senza essersi assicurata che sua nipote ci
avesse offerto un piccolo ristoro. Aveva accanto a sé: il breviario, il
rosario ed il lavoro a maglia, sferruzzava avanti e indietro, disfaceva
e rifaceva con infinita pazienza la maglia che non ha mai terminato,
allo stesso modo, penso, con cui Dio si stava comportando con lei.
Disfacendola, la conformava a Sé.
Durante il suo funerale, il brano del Vangelo di Matteo 11,25/30,
che il suo parroco ha letto,mi è sembrato molto appropriato per
descrivere l'esistenza di Orsola. Gesù predilige i piccoli ed esulta in
cuor suo perché essi conoscono i misteri del Regno, che sono tenuti
nascosti a coloro che si credono sapienti ed intelligenti.
A mio parere, Orsola ha vissuto la consacrazione a Dio Amore Infinito, con semplicità.
Il dono che le veniva offerto l’ha vissuto fino in fondo, proprio nel
momento in cui era più fragile, «affaticata ed oppressa», bisognosa
di essere accudita.
Ora che ha raggiunto la Casa del Padre, dopo la fatica del passaggio,
è nel meritato riposo e prega per noi che siamo in cammino, pellegrini, verso la pienezza dell’Amore.
Marina
ricordando Delphine Kouakou
Amica di Betania - febbraio 2011
Per ricordare Delphine non si possono usare le solite frasi di circostanza per una persona che muore e ci lascia: esse sembrerebbero
povere e stereotipate.
Delphine era una persona fuori da ogni schema comune: la sua
compostezza, la serenità del suo viso, il suo sorriso, sono rimasti
nella memoria di ognuno di noi.
Era conosciuta in tutte le chiese di Palermo, dove si recava a pregare per Lodi, Adorazioni Eucaristiche, Vespri e altre funzioni, come
hanno testimoniato i venti sacerdoti che hanno celebrato la messa
dei suoi funerali, definita dai presenti quasi una «beatificazione».
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Delphine aveva espresso il desiderio di indossare per i suoi funerali un abito uguale a quello indossato per la cerimonia del suo
battesimo, mediante cui nel 1992 era divenuta cristiana all’età di
quaranta anni.
Era amata da tutti e questo amore è stato testimoniato dalla partecipazione alla sua veglia funebre di tutti coloro che la conoscevano,
bianchi e scuri, sacerdoti e laici, diaconi e seminaristi tra cui suo
figlio Christian.
La comunità della nostra chiesa, a pochi passi dalla quale Delphine
abitava, ha cercato di fare quanto poteva per alleviare i suoi dolorosissimi ultimi giorni. Un dolore da noi solo ipotizzato, considerata la
gravità della sua malattia, ma mai manifestato con un solo lamento.
Anche con la febbre alta e i piedi piagati, ha voluto sempre essere
presente alle celebrazioni.
Negli ultimi giorni, quando qualcuno di noi era con lei, ha potuto
osservare che anche nel dolore e nella sua costrizione a letto, all’improvviso raccoglieva le forze per inginocchiarsi e lodare il Signore.
Alla celebrazione funebre, don Meli, l’ha descritta come una piccola
ape che, volando sui fiori più belli, raccoglieva il miele della fede
pronta a ridistribuirlo a quanti incontrava, con parole di affetto e
saggi consigli, non teneva nulla per se, siamo sicuri che non dimenticherà nessuna delle persone a cui ha sorriso e su cui ha posato
il suo sguardo sereno e, beata alla destra di Dio, pregherà per noi
«scuri e bianchi».
Pina Rubino
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2a 3a cop N 1-2012:2011
11-01-2012
9:25
Pagina 4
BETANIA - UT SINT UNUM
Amministrazione
Segretariato Amiche di Betania
10030 VISCHE (Torino) - Tel. 011.98.37.502 - Fax 011.98.37.950
E-mail: [email protected]
www.operaamoreinfinito.it
C.C.P./BETANIA: 00250100
Copertina: Studio Gualtiero Sabattini - Milano
Incontri di spiritualità
per Amiche, Amici di Betania e simpatizzanti
BETANIA DEL SACRO CUORE - VISCHE
animati da don Pierfranco Chiadò - dalle ore 9,30 alle ore 16,00
➤ 5° Lunedì 30 gennaio 2012
➤ Lunedì 20 febbraio 2012
➤ Lunedì 19 marzo 2012
➤ Lunedì 16 aprile 2012
BETANIA DEL SACRO CUORE - ROMA
animati da don Carlo Giannini - dalle ore 9,30 alle ore 16,00
➤ Giovedì 26 gennaio 2012
➤ Giovedì 23 febbraio 2012
➤ Giovedì 22 marzo 2012
➤ Giovedì 26 aprile 2012
Indice
AMICHE E AMICI DI BETANIA - TORINO
100 ANNI FA
“Bisognava proprio dire la data in cui Gesù
ha fatto loro dono del suo Cuore”
Santuario di Santa Rita
animati da don Lello Birolo - ore 15,00 in Via Vernazza 40
Incontri dell’Alleanza Sacerdotale
➤ Lunedì 23 gennaio 2012
➤ Lunedì 26 marzo 2012
➤ Lunedì Santo 2 aprile 2012 a Betania del Sacro Cuore - Vische.
Festa per tutte le Amiche/ci e Simpatizzanti di Betania: dalle ore
9,30 alle 16,00. Meditazione tenuta da DON MAURO AGRESTE.
La prenotazione per il pranzo è indispensabile entro il 25-3-2012
telefonare a Maria Pia Minati 011.9002775.
L’anno della fede
NECROLOGIO
IL VANGELO
E IL QUOTIDIANO
Il canto della sirena
Educare alla vita buona del Vangelo
Il Mistero di Maria alla luce della Venerabile
Madre Luisa Margherita de la Touche
GRAZIE RICEVUTE
AMICHE E AMICI DI BETANIA - MILANO
in Via Ponzio 75 - Alle ore 15,00
➤ Domenica 22 gennaio 2012
➤ Domenica 26 febbraio 2012
➤ Domenica 25 marzo 2012
➤ Domenica 22 aprile 2012
NOTIZIARIO
PROFILI
Ricordando Orsola Villa
e Delphine Kouakou
AMICHE E AMICI DI BETANIA - BARI
Chiesa S. Ferdinando
animati da don Oronzo Valerio - dalle ore 10,00 alle ore 12,00
➤ Sabato 14 gennaio 2012
➤ Sabato 11 febbraio 2012
➤ Sabato 10 marzo 2012
➤ Sabato 7 aprile 2012
Direttore responsabile Don Piero Agrano
Stampa Scuola Grafica Salesiana di Torino
OPERA DELL’AMORE INFINITO
BETANIA
UT SINT UNUM
In caso di mancato recapito inviare a
C . M . P. N O R D d i T O R I N O
per la restituzione al mittente che
si impegna a pagare la relativa tariffa
BETANIA DEL SACRO CUORE
Via Lamarmora, 31 10030 Vische (TO)
Spedizione in A.P. art. 2 comma 20/C legge 662/96
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del tribunale di Torino n° 3806 del 21/05/1987
TAXE PERÇUE TASSA RISCOSSA TORINO CMP
numero 1 gennaio febbraio 2012
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