LA BIBBIA E GLI ALIENI: MITOPOIESI MODERNA O NEO-EVEMERISMO SOSTENIBILE? (SECONDA PARTE) di Fabio Marino Anno IV nr. 19 Tracce La rivista elettronica del mistero d’eternità Questa rivista telematica, in formato pdf, non è una testata giornalistica, infatti non ha alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Viene fornita in download gratuito solamente agli utenti registrati del portale e una copia è inviata agli autori e ai collaboratori. Per l’eventuale utilizzo di testi e immagini è necessario contattare i rispettivi autori. DALLA GENESI ALL’EDEN INSERTO CENTRALE DI 20 PAGINE The BLUE ROOM PROJECT Roberto La Paglia SILA STELLA DEL CANE Magia Rituale, fenomeno UFO e strategie del controllo Carlo Barbera IL TRANSITO DI VENERE E LA “FINE” DI UN CICLO LE MISTERIOSE ORIGINI DELL’ANTICO TESTAMENTO Simone Barcelli Roberto La Paglia IL CAINO BIBLICO Alessandro Demontis Débora Goldstern intervista Christopher Dunn L'aura umana Alfonso Neto La conferenza di Antonio Chiumiento a Porto Cesareo (7 Luglio 2012) Resoconto del C.U.T. Antonello Vozza Gianluca Rampini intervista Nick Pope Tecnologia perduta nell’Antico Egitto Cieli aperti menti chiuse LE FIRME DI QUESTO NUMERO Alateus Aezio (Il Fatto Storico) Daniele Bagnoli (Dita di Fulmine) Antonello Vozza (C.U.T.) Simone Lega (Edizioni XII) Debora Goldstern Alfonso Neto Roberto La Paglia Carlo Barbera Antonella Beccaria Alessandro Demontis Stefano Panizza Michele Proclamato Noemi Stefani Fabio Marino Simone Barcelli Gianluca Rampini CONTENUTI ARTICOLI Pag.15 Alessandro Demontis - Il Caino biblico Pag.44 Pag.18 Alfonso Neto - L’aura umana EDITORIALE Roberto La Paglia (Traduzione e adattamento dallo spagnolo di Simone Barcelli) Pag.38 Domenico Dati - Cos’è la gravità? Pag.64 Antonello Vozza - La conferenza di Antonio Chiumiento a Porto Cesario Pag.45 Pag.72 Roberto La Paglia - Le misteriosi origini della Genesi THE BLUE ROOM PROJECT Roberto La Paglia Pag.88 AA.VV. - Eredità atlantidee per Templari d'oltreoceano Pag.50 Pag.96 Simone Barcelli - La civiltà di Asikli Hoyuk SIRIO, LA STELLA DEL CANE Carlo Barbera RECENSIONI Pag.5 Simone Barcelli, “Il ritorno del Serpente Piumato” (Cerchio della Luna Editore, 2012) Pag. 59 Leonardo Dragoni, “La verità sui cerchi nel grano” (Edizioni Alvorada, 2010) Pag.60 IL TRANSITO DI VENERE E LA FINE DI UN CICLO Simone Barcelli Pag.58 NEWS Redazionale INTERVISTE Pag.31 Gianluca Rampini intervista Nik Pope (Cieli aperti menti chiuse) Pag.59 SEGNALI IN LIBRERIA Stefano Panizza Pag. 66 Debora Goldstern intervista Christopher Dunn (Tecnologia perduta dell’Antico Egitto) Traduzione e adattamento dallo spagnolo di Simone Barcelli RUBRICHE Pag. 3 NOTE A MARGINE di Gianluca Rampini Pag. 4 CONTAMINAZIONI di Luigi Milani Pag. 7 LIBRARSI di Carpeoro Pag. 8 IL FATTO STORICO di Aezio Pag. 9 DITA DI FULMINE di Daniele Bagnoli Pag.10 LUCI DALL’OLTREVERSO di Fabio Marino Pag.21 XAARAN di Antonella Beccaria Pag.23 L’OTTUPLICE SAPERE ORIENTALE di Michele Proclamato Pag.63 NON PRENDIAMOCI SUL SERIO della redazione Pag.80 CONFESSO, HO VIAGGIATO di Noemi Stefani Pag.86 LIFE AFTER LIFE di Noemi Stefani NAVIGA TRA LE PAGINE CON IL SIMBOLO REDAZIONE Progetto grafico e impaginazione a cura di Simone Barcelli. Revisione testi a cura della redazione. Gianluca Rampini [email protected] Simone Barcelli [email protected] Fabio Marino [email protected] Questa rivista telematica, in formato pdf, non è una testata giornalistica, infatti non ha alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Viene fornita in download gratuito solamente agli utenti registrati del portale e una copia è inviata agli autori e ai collaboratori. Per l’eventuale utilizzo di testi e immagini è necessario contattare i rispettivi autori. Traduzioni Sabrina Pasqualetto [email protected] Anna Florio [email protected] Antonio Nicolosi [email protected] Germana Maciocci [email protected] Carla Masolo [email protected] 2 NOTE A MARGINE di Gianluca Rampini Il fattore umano Mi scuserete se ancora una volta faccio uso personale del mezzo. Nel farlo però vorrei affrontare un tema che, a mio parere, è fondamentale per chi tratta di tematiche di confine. In particolare per chi si occupa di ufologia e di contatti tra umani ed alieni. Il fattore umano o, per meglio dire, la testimonianza umana, il valore dei testimoni. Questo argomento ha assunto una valenza personale per una ragione piuttosto particolare. Da molti mesi a questa parte, con i ritmi che la vita odierna consente, sto lavorando ad un libro in cui ho raccolto la storia personale e, a dir poco, sconvolgente di una donna. Non posso ancora svelare la natura delle sue esperienze ma, date le premesse, qualcuno un’idea riuscirà a farsela. Un’insegnante, una ricercatrice che conoscevo per altre ragioni rispetto al segreto che ha voluto condividere con me. Il tutto è avvenuto per caso. Non entro nei dettagli della vicenda perché non hanno in questa sede rilevanza ma devo dire che ho molto riflettuto sull’opportunità di portare a termine questo lavoro. Nonostante abbia trovato verifiche indipendenti a supporto della storia che mi è stata raccontata, se mi limitassi ai fatti, nulla potrebbe essere dimostrato come vero. Devo quindi impormi un ragionamento che poi, come dicevo, può essere condivido da chiunque si occupi di argomenti così sfuggenti. Devo valutare quanto per me conti la sola testimonianza delle persone coinvolte nella storia. Si può prescindere da questo? Si deve prescindere da questo? Ci sono molte situazioni in cui i fatti descritti da un testimone non lasciano alcuna evidenza riscontrabile dietro di sé. Vanno quindi scartati? Il defunto Monsignor Balducci, demonologo del Vaticano, che spesso si è occupato di questioni ufologiche sosteneva che la testimonianza ha un valore altrettanto rilevante delle prove “scientifiche”. Naturalmente da chi provenga da un contesto religioso non è che ci possa aspettare un’opinione tanto diversa. Le apparizioni Mariane, o fenomeni BVM ( Beata Vergine Maria) come si usa chiamarli in ufologia, sono esempi perfetti di questo genere di situazioni. Molte persone, non solo religiosi, sono propense a valutare con metro diverso la credibilità di testimoni solo per l’oggetto di ciò che viene visto o vissuto. Si è più propensi a credere che tre ragazzini abbiano veramente visto la Madonna piuttosto che un gruppo di boscaioli abbiano vissuto un’esperienza di contatto con esseri alieni. Travis Walton ed i suoi colleghi, protagonisti del rapimento dello stesso, hanno superato sei diversi test poligrafici (macchina della verità) nell’ambito delle indagini che precedettero il ritrovamento dello scoparso Walton (il caso di Travis Walton è forse il più famoso e credibile caso di rapimento alieno, ndr). Senza voler offendere la sensibilità di nessuno, anche fatti molto più importanti e dati per veri, non sono altro che testimonianze. La Resurrezione di Gesù è forse l’esempio più eclatante. I quattro Vangeli che ne parlano, tutti per altro in modo diverso, non sono che la testimonianza degli Apostoli. Sì, è vero, c’è la Sindone. Ma ammesso e non concesso che sia vera (probabilmente lo è), essa testimonia uno sconosciuto fenomeno energetico, forse associato alla figura di 3 Gesù, ma non necessariamente alla sua resurrezione dalla morte. Quindi in definitiva buona parte della Fede Cristiana deve affidarsi al racconto di chi sostiene di aver vissuto quei momenti. Non so se ci avete riflettuto spesso ma non è cosa da poco. Noi critichiamo tanto religioni come quella dei Mormoni, ad esempio, perché basata sull’incredibile racconto del fondatore, Joseph Smith. Ma a voler essere onesti si tratta sempre di credere alla parole di chi le racconta. Di certo io non ho l’opportunità di sottoporre la persona in questione alla macchina della verità ma ho cercato in tutti i modi di forzare qualche contraddizione che però non si è verificata. Nonostante tutto dovrò fidarmi delle sue parole, per lo meno dovrò fidarmi del fatto che lei consideri reali le esperienze che ha condiviso con me. Il mio ruolo alla fine sarà quello di tramite tra lei e chiunque vorrà leggere della sua esperienza, di tramite tra lei e qualcuno che possa aver vissuto una esperienza paragonabile. Ed io che pensavo che con il passare degli anni e l’accumularsi dell’esperienza avrei consolidato le mie opinioni, avrei progressivamente composto il puzzle di questa nostra realtà. Nei fatti invece mi rendo conto che l’unica consapevolezza che ho raggiunto è che il numero di pezzi del puzzle non fa altro che aumentare. Tornando al punto, come considerare una testimonianza, ritengo che chi come noi si occupa di questi argomenti sia tenuto per lo meno ad ascoltare queste testimonianze e con un po’ di intuito e di esperienza cercare di discernere tra quelle oneste e quelle che non lo sono. Sapendo che l’errore è sempre dietro l’angolo. CONTAMINAZIONI di Luigi Milani Il detective dell’impossibile Il mondo del fumetto ha spesso affrontato tematiche di confine, le stesse che interessano, o così ci auguriamo, i lettori della nostra rivista. Nel nostro Paese uno degli autori più rappresentativi è senza ombra di dubbio Alfredo Castelli, autore, redattore e storico del fumetto. Il celebre fumettista milanese, classe 1947, dopo i fasti di serie divenute leggendarie, quali Gli Aristocratici, su disegni di uno straordinario Ferdinando Tacconi, nel 1982 realizza per Bonelli Editore il personaggio di Martin Mystère, il detective dell’impossibile, protagonista dell’omonima serie a fumetti. Mystère è uno studioso che vive affascinanti e scatenate avventure alle prese con misteri irrisolti – uno tra tutti Atlantide – tra UFO e fatti considerati inspiegabili dalla scienza ufficiale e perciò spesso colpevolmente rimossi. L’approccio del professore ai vari misteri che si trova ad affrontare è di tipo scientifico, e lo spessore conferito al personaggio, non ultimo un certo eloquio forbito e ironico – tipico peraltro del suo autore, il grande Castelli, da molti non a torto conside- rato una sorta di Umberto Eco del fumetto – rappresentano un unicum nella produzione fumettistica di casa nostra. Coniugando abilmente temi e linguaggi “alti” con ambientazioni e situazioni mutuate da un 4 certo cinema d’antan di ambientazione esotico-avventurosa, Castelli è riuscito a innovare profondamente il panorama fumettistico nostrano, senza neppure lasciarsi ingabbiare dal meccanismo della serialità. In tal senso non è esagerato affermare che Martin Mystère rappresenta una sorta di ipotetico e spericolato anello di congiunzione tra il tradizionale fumetto popolare e quello cosiddetto d’autore. Il risultato è raggiunto grazie anche all’indubbio prestigio dei suoi autori, tra i quali, oltre allo stesso Castelli, non possiamo non ricordare le splendide matite di Giancarlo Alessandrini, principale disegnatore della serie, nonché suo copertinista. Tra i personaggi presenti sin dagli inizi nella serie ricordiamo gli Uomini in Nero, una setta segreta che da migliaia di anni si propone di rintracciare ed eliminare possibili tracce, non solo di un remoto, ovviamente non codificato passato della razza umana, ma anche e soprattutto dei presunti contatti che si ipotizza siano intercorsi tra i nostri progenitori e antichissime civiltà extraterrestri, ben più evolute della nostra. Ciò al fine di mantenere un imprescindibile status quo che consenta agli Uomini in Nero di perseguire scopi tanto oscuri quanto perniciosi. Se qualcuno tra i nostri lettori crede di ravvisare in questa trama echi della teoria del complotto, largamente diffusa nella cultura popolare d’oltreoceano, ebbene sappia che è nel giusto. Castelli infatti fa propria anche questa tendenza, ovviamente piegandola alle proprie necessità narrative, senza tralasciare di miscelarla con elementi mutuati dalle opere di autori a noi ben noti, quali Erich von Däniken o l’immancabile Peter Kolosimo. Nello specifico, per quanto concerne le origini degli Uomini in Nero, queste si perderebbero nella notte dei tempi, e sarebbero legate agli esiti della leggendaria guerra che avrebbe visto protagoniste le civiltà perdute di Atlantide e Mu. Un altro esempio illuminante dell’approccio di Castelli è rappresentato dall’introduzione del personaggio di Java nel classico 5 ruolo del partner dell’eroe. Java è nientemeno che un Uomo di Neanderthal, scoperto dall’instancabile studioso in Mongolia. Ancora: l’arma che utilizza il dinamico professore è un’antichissima pistola, proveniente dal continente perduto di Mu, in grado di emettere raggi paralizzanti. Particolare non trascurabile, o perfido inside joke a seconda delle chiavi di lettura adottate, il nome dell’arma è Murchadna, termine d’origine sanscrita che sta per “stupefacente”, usato nella tradizione mitologica indiana per indicare uno dei dardi di Kama Deva, il dio del piacere sessuale e dell’amore carnale. La serie del BVZM – acronimo ironico che sta per “Buon Vecchio Zio Martin”, un’altra grande innovazione: il personaggio “invecchia”, a differenza di quanto avviene di solito per gli altri eroi del fumetto – ha poi generato le Storie da Altrove, serie di albi speciali a cadenza annuale dedicata al disvelamento dei fantasiosi retroscena di avvenimenti storici narrati in una chiave quasi distopica. Non di rado fanno la loro comparsa nelle storie personaggi storici realmente esistiti, dai nostri Gabriele D’Annunzio e Garibaldi a Sherlock Holmes e Dracula. In una prossima puntata ci sposteremo invece negli Stati Uniti, dove andremo a esaminare, sempre dal nostro peculiare angolo d’osservazione, l’opera di un vero e proprio titano del fumetto, Jack “The King” Kirby. Il trucco è nella sottile inquietudine dell’atmosfera, rispetto al colpo di scena che strappa un sussulto. Dopo Seasons e la nuova edizione di Ci sono stati dei disordini, L’estate del diavolo rappresenta un’ulteriore bella prova della versatilità dell’autore, che si dimostra in grado di spaziare con uguale disinvoltura dalla narrazione impegnata del romanzo breve dedicato al ricordo dei fatti del G8 di Genova, alla fiction pura di una raccolta di racconti sovrannaturali e fantastici. Halloween è in arrivo; niente di meglio quindi che lasciarsi andare ad un’atmosfera un po’ dark e leggere racconti di spiriti e di avvenimenti soprannaturali, soprattutto se le storie provengono da una penna raffinata ed elegante come quella di Luigi Milani. L’estate del diavolo è una raccolta di racconti essenzialmente noir che si ricollegano alla lunga tradizione delle gothic novel e dei “Racconti del Terrore e del Mistero”, mantenendo una linea parallela rispetto all’horror contemporaneo che sempre di più tende a momenti splatter del tutto assenti nei racconti di Milani. 6 LIBRARSI di Carpeoro Simone Barcelli IL RITORNO DEL SERPENTE PIUMATO Il dio Quetzalcoatl tra Vecchio e Nuovo Mondo Gennaio 2012 Cerchio della Luna Editore Ho conosciuto Simone Barcelli qualche anno fa, ero direttore della rivista Hera da una decina di mesi e mi si presentò in redazione con la sua bella compagna un giovanottone con un simpatico accento romagnolo che mi mise in mano un libriccino dal titolo Tracce d’Eternità mentre un gran sorriso che gli illuminava tutto il volto. In realtà Simone non era un esordiente nel mondo dei misteri: già da tempo con altre persone era contitolare di un portale di archeologia eretica e di altre tematiche di ricerca di confine molto conosciuto dal nome Paleoseti, e in aggiunta ne stava per fondare uno nuovo, oggi tra i pilastri di queste tematiche sul web col medesimo titolo del suo libro Tracce d’Eternità. Fu proprio la lettura del volumetto che mi aveva portato, terminata piacevolmente in un paio di giorni, che mi spinse a proporgli, senza indugio, una collaborazione stabile e continuativa con la rivista da me diretta, bruciando sul tempo il tentennamento piuttosto snobistico e supponente di una rivista concorrente, che non riusciva, e non riuscì mai a vendere, più della metà delle copie che vendeva Hera al tempo della mia direzione. Da allora ho avuto modo di collaborare con Simone e ho avuto anche il piacere altri due suoi libri, prima L’enigma delle origini della razza umana (2011) e poi quello uscito recentemente, Il ritorno del Serpente Piumato (2012). Quest’ultimo in particolare si occupa delle vestigia archeologiche, mitiche e simboliche delle civiltà meso e sudamericane centrando l’attenzione sulla figura centrale e fondante. Non sono certamente addentro come Simone per entrare nel merito degli argomenti trattati, ma posso certificare che, come gli altri, ha la straordinaria qualità di offrire al lettore un completo quadro d’insieme della presenza della divinità, con diversi nomi e a diverse latitudini della divinità in oggetto. Un viaggio assolutamente documentato all’inseguimento del della presenza del Serpente Piumato 7 ponendo in stupefacente evidenza le analogie ricorrenti con la nostra tradizione cristica, o cristiana che dir si voglia, supportato da annotazioni, citazioni e riferimenti puntuali e circostanziati e da molte immagini la maggior parte delle quali scattate personalmente dall’Autore con evidente passione per la sua ricerca. Una bella narrazione, una vacanza culturale, ma anche un viaggio scientifico. Cosa si può chiedere di più a un libro e al suo povero autore? Carpeoro IL FATTO STORICO di Aezio Quotidiano di Storia e Archeologia La città “perduta” di Sliasthorp Gli archeologi danesi dell’Università di Aarhus pensano di aver trovato la leggendaria città vichinga di Sliasthorp, nella baia di Schlei nel nord della Germania, vicino al confine con la Danimarca. Finora sono state scavate circa 200 case e mucchi di armi. Nell’VIII secolo, Sliasthorp servì come un centro militare strategico per i primi re danesi. Gli archeologi hanno anche scoperto una grande casa che venne bruciata nel decimo secolo e, secondo alcune fonti, Sliasthorp venne attaccata proprio in quel periodo. “Sia il vallo di Dannevirke che la grande città vichinga di Hedeby potevano essere controllati da questo luogo”, ha dichiarato l’archeologo Andres Dobat. “Il sito è enorme. Dovunque scaviamo, troviamo case – ne abbiamo contate circa 200″, dice Dobat. “E le case che abbiamo scavato finora erano piene di reperti: perline, gioielli, pezzi di vetro, asce, chiavi e punte di freccia”. “Non siamo ancora pienamente consapevoli del significato avuto da questo sito. Ma i nostri scavi ci hanno già dato una prospettiva completamente nuova su molte cose, compresa l’organizzazione militare dell’età vichinga e la natura delle prime città in Scandinavia”. Le prime fonti scritte sulla storia della Danimarca – gli Annales Regni Francorum dell’804 – dicono che Sliasthorp svolse un ruolo importante in epoca vichinga. L’aggressivo re vichingo Gøtrik (noto anche come Godfred o Gudfred) decise di trasformare quello che all’inizio del IX secolo era un piccolo insediamento in un centro militare, vicino al confine del primi regno danese. Strategicamente, fu una scelta intelligente. Il lungo vallo di Dannevirke era situato a poche centinaia di metri a sud. Così, qualora ci fosse bisogno di rinforzi al confine con l’impero carolingio, sarebbero potuti facilmente arrivare da Sliasthorp. La città poteva ospitare l’esercito del re Godfred: ciò permetteva al re di contrattaccare nel caso in cui lo Jutland venisse attaccato da Carlo Magno. Essendo inoltre vicino alla baia di Schlei, le navi vichinghe potevano facilmente trasportare personale, armi e cibo da e verso la città. Sliasthorp venne poi effettivamente attaccata. “Abbiamo trovato i resti di un’enorme casa distrutta dalle fiamme nel corso del X secolo”, racconta Dobat. “La casa era lunga oltre 30 metri e larga 9, e nei resti dei pilastri dei muri e dell’ingresso, abbiamo trovato frecce e triboli. Ciò suggerisce che la casa venne attaccata durante un conflitto militare e bruciata”. Science Nordic LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI DE “IL FATTO STORICO” 8 DITA DI FULMINE di Daniele Bagnoli “Vernice del deserto" potrebbe contribuire a scoprire la vita su Marte Curiosity è appena sbarcato su Marte con il preciso intento di scovare (sempre ammesso che esistano) tracce di vita presente o passata sul pianeta. Ma gli astronomi rimasti sulla Terra non hanno impiegato il loro tempo nel solo progetto di esplorazione marziana: grazie ai moderni microscopi, infatti, hanno scoperto che la la patina che ricopre alcuni campioni di roccia terrestre, del tutto simili nell'aspetto ad alcune rocce marziane, potrebbe essersi originata dalla morte di miliardi di microrganismi. La principale ipotesi sulla formazione di questa "laccatura" della roccia, uno strato scuro tendente al nero che riveste anche alcune formazioni rocciose terrestri, prevede che alcuni microrganismi, dopo la morte, abbiano ceduto parte del loro manganese per formare, assieme ad alcuni minerali argillosi, una patina spessa qualche millesimo di millimetro. "Ogni forma di vita terrestre ha bisogno di manganese per eseguire molte funzioni biologiche" spiega Barry E. DiGregorio, co-autore della ricerca e professore alla University of Buckingham. DiGregorio e il suo team hanno recentemente pubblicato sulla rivista Geomorphology uno studio sulla formazione di quella che viene chiamata "vernice del deserto" (rock varnish) nelle condizioni ambientali di alcuni fiumi nordamericani. "I microrganismi coinvolti nella formazione di questa vernice rocciosa a base di manganese, osservati in alcuni dei campioni che abbiamo esaminato, assorbono questo elemento dalla polvere atmosferica, dal vapore acqueo e da altre forme di precipitazioni, tutte presenti anche su Marte". PROSEGUI LA LETTURA DELL’ARTICOLO SUL SITO DITA DI FULMINE 9 LUCI DALL’OLTREVERSO di Fabio Marino LA BIBBIA E GLI ALIENI MITOPOIESI MODERNA O NEO-EVEMERISMO SOSTENIBILE? SECONDA PARTE CONSIDERAZIONI LOGICHE E GENERALI Nella parte precedente abbiamo iniziato ad analizzare alcune dissonanze che inducono a pensare che la “revisione” di cui è oggetto la Bibbia da parte di giovani esperti ha poco a che vedere con un neoevemerismo, ma è solo una mitopoiesi moderna. In questa seconda parte, entriamo un po’ più in dettaglio, ed è altresì opportuno segnalare che la trattazione sarà volutamente di carattere generale e non approfondita (ma comunque piuttosto accurata), per facilitare la scorrevolezza del testo. Da ultimo, verranno esposte teorie certamente scientifiche ed accreditate in campo internazionale, ma che non necessariamente e in tutti i casi riflettono il mio pensiero. E cominciamo dalle fonti che vengono utilizzate per avvalorare talune idee - diciamo così - un pochino azzardate. Iniziamo subito col dire che l’idea di un “Dio” o di “Dèi” che fossero in realtà extraterrestri non è nuova, né originale. Infatti, risale al 1973 (sic!) la fondazione, da parte di un ex-giornalista, Claude Vorilhon, rinominatosi Rael, di un movimento a carattere religioso e “settario”. Secondo il suo racconto, Vorilhon sarebbe stato contattato da un rappresentante di una civiltà extraterrestre, gli Elohim (quando si dice la coincidenza…), il 13 dicembre 1973, nel cratere di un vulcano spento vicino a Clermont-Ferrand. L’evoluzione del Raelismo, ovviamente, non ci interessa in questa sede; ma è la prova che un’ideamadre nasce quarant’anni fa su basi presuntamente rivelate, e dà la stura a una serie di argomentazioni ed affinamenti al riguardo. Basti pensare che l'affermazione Fig. 1: una donna raeliana e i suoi simboli 10 cardine dei Raeliani e dei loro emuli attuali sarebbe che il genere umano (e solo esso) sia stato artificialmente creato venticinque mila anni fa da esseri provenienti da un altro mondo; in linea puramente teorica, una tecnologia sufficientemente sviluppata potrebbe essere in grado di compiere una tale attività di ingegneria genetica. Peccato, però, che le moderne scoperte biomolecolari rivelino una stretta affinità del genere umano in buona sostanza con ogni organismo vi- Fig. 2: un frammento di Bibbia masoretica vente sulla Terra, e nel suo genoma non siano presenti segni di alterazione genetica… Ma la cosa interessante è che i moderni pseudo esegeti, del tutto digiuni di lavori imponenti sulla storia del popolo ebraico, dell’ebraismo e della sua letteratura basino le loro costruzioni “bizzarre” su alieni ed extraterrestri non sui testi più antichi, ma sul testo masoretico. Parliamo, quindi (e sia detto a chiare lettere) di un testo composto, edito e diffuso da un gruppo di ebrei noto come Masoreti fra il primo e il X secolo d.C. In altre parole, laddove i più prudenti fra gli esegeti biblici collocano la redazione pressoché definitiva della Bibbia nel periodo della cattività babilonese (a partire dal 587 a.C.), costoro traducono (spesso arbitrariamente e in maniera errata, sintatticamente, etimologicamente e semioticamente) testi SUCCESSIVI di OLTRE quindici secoli, con tutto ciò che ne consegue: alterazioni dei copi- sti, errori dei medesimi, aggiustamenti in corso d’opera, modificazione di termini dell’ebraico antico, e, last but not least, perdita dell'effettiva pronuncia vocalizzata delle parole. Come è possibile leggere “addirittura” in Wikipedia: “Nel corso del tempo si sono sviluppate differenze nella sillabazione e nella pronuncia non solo tra le scuole della Palestina e di Babilonia (differenze già notate nel III secolo) ma nelle varie sedi d'insegnamento di ogni paese. In Babilonia la scuola di Sura differiva da quella di Nehardea; differenze simili esistevano nelle scuole della Palestina, dove la principale sede d'insegnamento negli ultimi tempi era la città di Tiberiade. Queste differenze devono essersi accentuate con l'introduzione dei segni grafici per la pronuncia e cantillazione; e ogni località, seguendo la tradizione della sua scuola, aveva un codice standard che includeva le sue letture (il grassetto è mio).” Un ulteriore, significativo esempio 11 è il famoso tetragramma YHWH (comunemente letto dai non ebrei come Jahvè), la cui lettura REALE è ormai sconosciuta agli stessi Ebrei, che al suo posto da tempo immemorabile e per rispetto al nome di Dio leggono Adonai, come nel famoso “Shemà Israel ( :”)שמע ישראל (“שמע ישראל י*ה*ו*ה אלהינו י*ה*ו*ה ,”אחדe cioè: “Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è Uno”. La frase contiene proprio il Tetragramma , ה*ו*הcome detto non pronunciabile, e quindi viene letta "Shema' Ysrael, Ado-nai Eloheinu, Ado-nai ehad". Ma arriviamo alla “vexata quaestio” di El, Eloha, Elohim e variazioni sul tema, e, visto che ci siamo, cerchiamo anche di identificare questo “alieno” di nome Jahvè. Vi va di imbarcarvi in un viaggio che, per la necessaria tirannia dello spazio, sarà superficiale e limitato, ma spero illuminante? Partiamo, allora! Innanzi tutto, chi erano gli Ebrei? Da dove venivano? Qual era la loro religione originale? Contrariamente a quel che normalmente si pensa, e cioè che il popolo ebraico abbia attraversato una prolungata fase di nomadismo a partire dall’alta Mesopotamia (segnatamente, con ogni probabilità, da Harran) fino a giungere alla Palestina, per poi spostarsi in Egitto in epoca ancora imprecisata (ma comunque intorno ai primi secoli del II millennio a.C.), i ritrovamenti archeologici più recenti assegnano agli Ebrei un’origine meno “avventurosa”. Essi, in effetti, avrebbero fatto parte proprio del popolo cananeo, con cui condividono molte cose, a partire (in una fase diciamo “proto-ebraica”) dalle credenze religiose. Vi sono molti segni, archeologici e anche nel testo biblico, di una fase (non sappiamo quanto prolungata) di politeismo da parte della futura Figura 3: la stele di Merenptah, inizi del XIII sec. a.C. nazione ebraica. Uno di questi segni è dato proprio dalla persistenza di parole come Figura 4: “Israele” in geroglifico “Elohim” nel contesto biblico, che però nella redazione definitiva assumeranno ben altra connotazione, come vedremo. 12 V’è di più: la prima volta che viene citato il nome di Israele è nella famosa stele di Merenptah (foto sopra) e i geroglifici che parlano chiaramente di Israele sono questi: Seguendo la regola normale il testo viene letto "verso le facce degli esseri umani, degli uccelli, ecc", cioè da destra verso sinistra. La traslitterazione è come segue: y s r i ’ r/l (ysri’l: la somiglianza con il nome "Israele" nell'ebraico è evidente); vi sono poi alcuni elementi grafici (detti “determinativi”) che consentono di identificare un “popolo di Israele” che è “straniero”. Si tratta del primo esempio, in assoluto, dell'esistenza di un gruppo etnico chiamato “Israele”, il cui nome contiene, indiscutibilmente, la radice (così comune a tanti termini ebraici) “el”. Ma chi era El? El (il cui plurale è... El-im, non Elohim!) era la divinità principale dei Cananei, segnatamente dei Cananei del Nord. Egli era il Dio supremo di una strana assemblea divina, poco nota, e il termine El si riferisce alla Divinità in sé, in quanto tale. Dal termine El discende il termine Eloha, che si riferisce alla Divinità in senso generico, e che contempla un plurale usuale, come detto Elohim, con il chiaro significato (in ottica cananea, s'intende) di “dèi”. Non può sorprendere, dunque, che se (come gli studi archeologici e scientifici più accreditati dimostrano) gli Ebrei furono, ai loro primordi, politeisti, la parola Elohim non può non ricorrere nei loro testi. In ogni caso, poiché alcuni “studiosi” ritengono evidente anche la “variazione sessuale” degli angeli in astronave che quei “poveri primitivi” ritenevano dèi, va sottolineato che la “Asherah” di cui qualcuno parla come sorella/moglie di Dio era un personaggio esclusivamente cananeo, e, soprattutto, che in Ebraico non esiste una parola equivalente a “dea”. Tuttavia, con il passare dei secoli, Israele si avviò prima alla monolatria/enoteismo, e poi al monoteismo. Che successe? Perché rimasero i segni degli Elohim nel Sacro Libro? Per un motivo molto semplice: perché il termine assunse le caratteristiche di SINGOLARE, non di plurale. In effetti, per quanto riguarda il fatto che El sarebbe il padre di altri dèi, gli Elohim, divinità minori maschili citati spesso nella Bibbia (o il “capo” di una spedizione extraterrestre...), occorre tener presente che l'uso di un simile plurale sarebbe né più né meno che una forma di "pluralis maiestatis" o meglio plurale "di astrazione" (come più correttamente si chiama in ebraico), allo stesso modo in cui, per riferirsi alla divinità siro-palestinese di Baal (Signore, Padrone), si usava il plurale di rispetto "Ba‘alim", o per Astarte si parlava di "Astarti" (Giudici 10:6). Insomma, il plurale (che diventa singolare perché il verbo che lo segue è al singolare: una peculiarità della lingua ebraica) è rimasto sia come “inconscia” reliquia dei tempi politeisti, sia per indicare la TOTALITA' degli attributi della Divinità. Un'evenienza frequente nell'antichità, al punto che anche nelle lettere di Amarna si trovano esempi analoghi. In quelle missive, spesso il vassallo si appellava al Faraone definendolo “miei dèi, mio dio sole”: in pratica, affermava che il Faraone era la totalità del suo pantheon. Cosa dire, però, del Salmo 82, citato nella prima parte? Senza scomo- dare Sant'Agostino, che già 1.700 anni fa aveva adeguatamente spiegato la parte “sospetta” del salmo (“...6 Io ho detto: "Voi siete dèi, siete tutti figli dell'Altissimo. 7 Tuttavia voi morrete come gli altri uomini, e cadrete come ogni altro potente"), tutte le principali correnti esegetiche concordano nel ritenere che gli “dèi” di cui si parla sono in realtà i Giudici, a cui era stata affidata dall'Altissimo (“El-yon”) la cura della giustizia, e che in realtà stavano cadendo nella corruzione, abdicando di fatto al compito loro affidato (“...3 Difendete il debole e l'orfano fate giustizia all'afflitto e al povero. 4 Liberate il misero e il bisognoso; salvatelo dalla mano degli empi. 5 Essi non conoscono nulla e non intendono nulla, e camminano nelle tenebre tutti i fondamenti della terra sono smossi...”). Da qui, l'osservazione che anche i Giudici, “potenti come dèi” sulla Terra in virtù del Patto diretto con YHWH, sono in realtà soggetti alla naturale legge della morte come tutti gli uomini. Se non bastasse, si dovrebbe pensare in primo luogo al rapporto speciale che gli ebrei ritenevano e ritengono di avere con l'Unico Dio. In quest'ottica, i Giudici sono “dèi” perché chiamati ad amministrare la giustizia in conformità a quella contenuta nella parola di Dio; in secondo luogo, l'esegesi cristiana del Salmo 82 prende le mosse dal fatto che la Scrittura definisce "dèi" coloro ai quali Dio rivolge la sua Parola. Si è innalzati insomma al rango di interlocutori di Dio, quando Egli rivolge direttamente la sua Parola, e in certo senso si viene resi simili a Colui che ci parla. Inoltre, non bisogna dimenticare TRE elementi fondamentali: 1 – è fuori di discussione, sotto qualsiasi ottica, che il Salmo 82 sia un attacco contro le magistrature corrotte. Dio pronuncia un’aspra requisitoria contro i giudici respon13 sabili di corruzione e di ingiustizia. La sentenza pronunciata da Dio è severissima e nessuno può rifugiarsi nell’immunità e nell’impunità; 2 – i fautori di ipotesi alternative dimenticano, regolarmente, a) che il Salmo POTREBBE contenere (come altre parti della Bibbia e come già segnalato) elementi “tradizionali” di stampo politeista (cosa, come detto, niente affatto sorprendente); b) - che esiste un ultimo versetto (regolarmente ignorato e mai citato) che recita: “8 Sorgi, Dio, a giudicare la terra, perché a te appartengono tutte le genti.”: è evidente, dunque, che il Dio di cui si parla (e comunque lo si voglia chiamare) non è il “magister” di una ristretta porzione di territorio e/o il “padre-padrone” di un singolo popolo, ma il “Dominus” di ogni popolazione, per cui, in effetti, il Salmo termina con la speranza che Dio, il vero Altissimo, prenda in mano la situazione e ponga tutta l’umanità sotto la sua diretta giurisdizione; 3 - viene usata l'espressione "elohim" un titolo che designa sicuramente potere ma che può essere utilizzato tanto per Dio quanto per gli uomini. Infatti nel contesto del Salmo 82 i protagonisti sono dei giudici, ovvero persone che erano caratterizzate da una certa autorità, ed è chiaro il linguaggio sarcastico che viene utilizzato, perché questi "elohim" in realtà erano dei giudici iniqui e per questo motivo Dio li giudicherà. Ma sottolineiamolo, una volta di più: quando, nella Bibbia, si parla di “Elohim” intendendo “Dio”, è invariabilmente al singolare il verbo che segue il sostantivo, rendendo perciò quest'ultimo (per la grammatica ebraica) di genere singolare. Affermazioni diverse da questa sono certamente quanto meno tendenziose. Resta ora da “interpretare” il ruolo di Jahvè in tutto questo. In effetti, la succitata stele di Merenptah non ne fa cenno alcuno. Anzi, per secoli non esisterà alcun testo che citi contemporaneamente Israele e YHWH! Sorprendente, invece, è il fatto che esistano riferimenti egizi a YHWH ben prima della stele, e che tali riferimenti sembrino essere connessi con una località, non con una Divinità. Questo luogo pare esser posto nella regione meridionale di Canaan (guarda la combinazione...), il che lascia facilmente supporre la nascita sincretistica di un unica figura divina a partire dall'El del Nord (il futuro Regno di Efraim o di Israele, caratteristicamente “portato” all'adorazione di tutto quello che gli passava per le mani, al punto di essere il centro costante delle invettive profetiche) e dallo YHWH del Sud, il Dio del patto, il Signore degli Ebrei giunti in Egitto al seguito degli Hyksos e poi ritornati in patria, con un Dio dal nome antico, ma dagli attributi nuovi. Attributi, tra l'altro, spesso mutuati dai Madianiti (una tribù di cui era capo e sacerdote Ietro, il suocero di Mosè), con connotazioni a volte simili a quelle di Aton, tanto da lasciare spazio all'ipotesi freudiana sulla nascita del Dio ebraico. E che YHWH fosse un Dio in un certo senso “nuovo” lo si evince dalla stessa Bibbia, in quanto nella teofania del roveto ardente sull'Har Karkom - figura 5, in pagina - (che parrebbe essere il vero Monte Sinai - ma di questo discuteremo in un prossimo articolo) la voce dice a Mosè: “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, ma a loro non mi sono rivelato con il mio vero nome”. Una cosa va sottolineata: è probabile che il libro più antico della Bibbia non sia il “Genesi”, ma proprio l'“Esodo”, che andrebbe perciò riguardato come la storia dell'epopea di un popolo APPARENTEMENTE nuovo. Cosa è accaduto, dunque, al “Dio nazionale ebraico”? Perché questa idea di uno YHWH “extraterrestre”? Che fine fa El? E che cosa è successo (SE è successo) davvero durante l'Esodo? Infine, quali sono le considerazioni di carattere storico e logico che mi spingono a... respingere l'ipotesi di un “neo-evemerismo”? Lo vedremo nella prossima, conclusiva parte di questa rubrica (diventata troppo lunga); ma qualche indizio, a là Ellery Queen è giusto fornirlo: pensate a una serie di dèi, che diventano uno, poi si sdoppiano in due per tornare a essere uno; pensate alle date accertate con una certa sicurezza dall'archeologia; pensate allo scacchiere geopolitico della seconda metà del II millennio a.C.; pensate a un Esodo che non fu un'invasione. Come Ellery, anch'io sono certo che siete arrivati alla soluzione del caso... Fig. 5: la sommità dell'Har Karkom (Monte dello Zafferano) 14 IL CAINO BIBLICO Alessandro Demontis Il personaggio biblico chiamato Caino, celebre per aver assassinato il fratello Abele, è uno di quelli sui quali si son svolte ricerche per verificarne l’attendibilità storica. Seppur avara di parole in merito a questo personaggio, la Bibbia ci lascia alcune frasi chiave che possono aiutare nella ricerca. 15 Se finora non si è riusciti a riconoscere la possibilità che Caino sia davvero esistito è solo perché non si è tentato di mettere in relazione le poche informazioni bibliche Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden. Ora Caino si unì alla moglie che concepì e partorì Enoch; poi divenne costruttore di una città, che chiamò Enoch, dal nome del figlio.” Genesi 4:16-17 con le fonti mesopotamiche relative. Un tentativo simile è stato fatto da Zecharia Sitchin, il quale pensa di aver identificato la stirpe discendente da Caino negli Amakandu. Questo nome, in un testo canaanita, è attribuito a un personaggio nato dall’unione della Terra e del Mare Sotterraneo, ma è anche il nome di una tribù che si spostò nella terra di Dunnu/ Dan (il testo chiama ‘Dunnu dei due fiumi’). Secondo il testo BM74329 conservato al British Museum, il leader degli Amakandu si chiamava Ka’in, e fondò una città con due torri. Questi particolari ci rimandano a ciò che la Bibbia dice di Caino: “Caino si allontanò dal 16 Potrebbe la terra di Nod essere la terra di Dunnu? L’indicazione di ‘Dunnu dei due fiumi’ potrebbe riferirsi ai fiumi mesopotaici Tigri ed Eufrate, sulle sponde dei quali stava l’E.din sumero e l’Eden biblico. Può la città con le due torri essere la città costruita da Caino/Ka’in per il figlio Enoch? Le liste reali assire ci tramandano di due re che sembrano fare riferimento a questo mito, un’usanza molto diffusa tra i babilonesi e gli assiri, i quali incorporavano nei propri nom reali quelli di divinità ed eroi del passato. Questi re sono Asur-en-duni (nella lista di re assiri è AsurDan I), il cui nome significa: Ashur signore di Dun/Dan, e Asur-bel-ka'ini (nella lista di re assiri è Asur-bel-Kati), il cui nome significa Ashur signore dei kainiti. A questo punto è interessante notare che nel II millennio, a est della mesopotamia, viveva un popolo chiamato ‘Kenita’, al quale si deve la nascita della prima forma di Yahwismo. Stando alle fonti bibliche, i Keniti erano stanziati sia nella terra di ‘Levante’ (corrispondente alla parte estrema a nordest del Sinai fino alla parte superiore della mesopotamia) sia in 17 Canaan e nell’ odierno Iran. Jethro, suocero di Mosè, è uno dei Keniti famosi nella Bibbia. Il nome sembra essere di origine iraniana, e in aramaico QENI significa ‘lavoratore dei metalli’, un particolare che ci riporta a Tubal-Cain, discendente di Caino, che secondo la Bibbia fu il primo fabbro fondatore della metallurgia. L’argomento è certamente interessante e meritevole di approfondimento. Ciò che si può dire da questa breve analisi è che effettivamente potrebbe esserci un legame tra Caino e le popolazioni Kenite, esperti metallurgi, attraverso suo figlio Tubal-Cain, appunto il ‘fondatore’ della lavorazione dei metalli. L'aura umana Alfonso Neto Traduzione e adattamento dallo spagnolo a cura di Simone Barcelli L'aura umana è, come suggerisce il nome, una sorta di alone luminoso, ma normalmente invisibile per l'occhio umano, che forma un grande campo elettricamente carico e circonda il corpo degli individui. Se imparare a distinguere l'aura può essere, a volte, una questione di quindici o venti minuti, la maggior parte delle persone 18 non sono a conoscenza della sua esistenza, probabilmente a causa di una sorta di cecità funzionale. La gente spesso guarda gli oggetti in modo selettivo, in modo che ignora la maggior parte dei dettagli, perché si focalizza l'attenzione solo su alcuni aspetti salienti. Molte ricerche sono state effettuate per dimostrare e rilevare l'aura umana. Tra i pionieri c’era il dottor Walter J. Kilner, il primo a condurre una serie di esperimenti scientifici al fine di determinare, con l’ausilio di apparecchiature di laboratorio, la natura dell’aura. Questi esperimenti sono stati avviati nel 1908, quando il dottor Kilner osservò in primo luogo un alone attorno al corpo umano. Poi si avvide della possibilità che l’aureola (o aura) potesse riflettere lo stato fisiologico del uomo, anzi, scoprì che i colori e i motivi formanti l’aura erano collegati a determinate malattie e disturbi fisici. Nel 1920 il Dr. Kilner pubblicò il suo libro “atmosfera umana”, testo che mise in evidenza l’opinione dell'autore, secondo cui il 95%degli individui normali può imparare a vedere e interpretare la propria aura. In Russia il metodo Kerlian, con un metodo fotografico, ha permesso agli scienziati di fotografare e valutare il campo magnetico che circonda ogni essere umano, senza eccezioni. Recentemente i ricercatori della Stanford University (USA) hanno migliorato l'invenzione russa, fotografando il colore dell'aura umana. Un ricercatore presso la Cornell University, il professor Otto Rhan, ha scoperto dopo lunghi studi che la radiazione umana più intensa proviene dalla punta delle dita, in particolare quelle della mano destra. La prova della vera natura dell’aura umana, è nei dipinti religiosi in cui compaiono aloni bianchi intorno alle figure di santi e vergini. Grazie, quindi, agli sforzi di molti ricercatori, oggi è possibile fare affermazioni specifiche e di peso in relazione al aura umana. Il campo che circonda il corpo fisico, che di solito si estende per circa tre pollici, capelli inclusi, si ritiene possa essere di origine eterica o bioplasma. Questa striscia è sensibile al tocco, e un individuo può trovare la propria essenza reale senza troppe difficoltà. Alcuni ricercatori hanno scoperto che l’aura interna risponde alla forza di attrazione dei magneti. Quindi, la nostra aura ha una massa, probabilmente a causa della presenza di particelle di ferro. L’aura si estende intorno al corpo in uscita, come ad esempio i capezzoli e le dita e non si tratta di superfici più o meno piatte. Curiosamente, questo è vero anche per qualsiasi corpo conduttore elettricamente carico. Scienziati provenienti da Russia, 19 Stati Uniti e Gran Bretagna, hanno scoperto che, attraverso l’aura, è forse possibile determinare il carico massimo elettrico. Quanto più splende l’aura di un individuo, maggiore è la carica elettrica in grado di trasmettere. Ogni individuo che utilizza tecniche di respirazione, può imparare ad aumentare l’energia dell’aura e orientarla a piacimento attraverso un certo punto. Quando un individuo si rende conto per la prima volta della presenza dell’aura, non può notare la sua evoluzione in forme e colori. La capacità di distinguere i disegni colorati nell’aura è una questione di pazienza e pratica. Altre persone riescono a vedere immediatamente i colori, ma pochi conoscono l’arcobaleno di luce intorno al proprio corpo, presente fin dall’infanzia. Sebbene l’interpretazione dei colori dell’aura abbiano ancora bisogno di ulteriore ricerca (e quindi di documentazione), si può cercare un accenno di plausibile verità. Ad esempio, sulla stretta relazione tra la presenza di alcuni colori e lo stato emotivo della persona, il suo stato fisiologico e il suo stato mentale. La maggior parte delle prove raccolte fino ad oggi sono di carattere empirico, e questo argomento è ancora aperto ad ulteriori ricerche per quanto riguarda l’interpretazione da assegnare alle singole sfumature e tonalità. Le interpretazioni più diffuse per quanto riguarda i colori dell'aura sono comunque questi: - il rosso, che di solito rappresenta energia e vitalità. Quando una persona si arrabbia, la sua aura è prevalentemente rossastra; - il blu, legato allo studio della filosofia, ma sono numerosi gli studi sulle diverse tonalità di questo colore; - il giallo, un segno di attività mentale, rappresenta l’analisi critica e il ragionamento logico; - il nero, la prova di dolo o anche del male o di una profonda depressione; - il bianco, invece, richiede necessariamente ulteriori indagini. Yoga e oculisti credono che indichi una persona evoluta, come 20 un insegnante o un guru. D’altronde, al bianco si attribuisce la definizione di pace e armonia, spesso notato nei bambini piccoli. In caso di malattie, si presentano macchie marroni attorno agli organi malati. O comunque delicati; - il grigio, che sembra essere legato alle emozioni di una natura negativa, come la paura e in generale a tutti i tipi di depressione. - una miscela di colore gialloverde sembra essere associata alla frode e all’inganno, anche se il verde accompagna quelle persone che amano la vita all’aria aperta. Nonostante quanto affermato in questo articolo, sarà bene ricordare che resta ancora molto da fare per essere sicuri del significato dei diversi colori che integrano l’aura umana. XAARAAN di Antonella Beccaria La spada nella roccia all’eremo di Montesiepi e la leggenda di San Galgano Una spada nella roccia italiana. È nell’eremo di Montesiepi antecedente all’abbazia di San Galgano, a Chiusdino, in provincia di Siena. Una spada nella roccia italiana. È nell’eremo di Montesiepi antecedente all’abbazia di San Galgano, a Chiusdino, in provincia di Siena. NOVITA’ Antonella Beccaria, Giacomo Pacini È inimmaginabile per chiunque la quantità di Male che bisogna accettare per ottenere il Bene”, afferma il Divo Giulio Prima edizione marzo 2012 Divo ritratto nel fortunato film di Paolo Sorrentino. E Giulio Andreotti, l’uomo in carne e ossa, di male ne ha attraversato tanto o, quantomeno, tante sono state le realtà opache che hanno accompagnato la sua storia. Fin dai tempi della Seconda guerra mondiale e dei suoi rapporti con i servizi segreti alleati, proseguendo con la stagione dei dossier, l’esplosione del terrorismo, le coperture degli stragisti neofascisti, l’allestimento di apparati non ortodossi, come Gladio e l’Anello, fino alle clientele necessarie per raccogliere consenso e ai rapporti ambigui con la mafia. Difficile dire se il Divo Giulio sia stato il maggiore statista italiano del Novecento o il grande Belzebù che si è nutrito della parte più oscura della storia nazionale. Quello che è certo è che ripercorrere la sua vicenda significa attraversare tutti i maggiori scandali italiani dal dopoguerra a oggi, dal golpe Borghese al delitto Moro, dalla P2 a Michele Sindona, fino all’omicidio del giornalista d’assalto Mino Pecorelli. Questa biografia di Giulio Andreotti, rigorosa e documentata, ricostruisce per la prima volta senza pregiudizi e senza timori l’intera storia politica, quella ufficiale e quella inconfessabile, del ‘grande vecchio’ dell’Italia del Novecento, tracciando un percorso inquietante dentro le ombre più dense della prima Repubblica. 21 “Desperados” di James D. Horan: un saggio che va oltre i miti e le leggende di un’epopea lontana L’autore è lo storico e giornalista James D. Horan, scomparso nel 1981, che nel libro Desperados – L’epopea dei fuorilegge americani da Jesse James a Butch Cassidy (uscito poche settimane fa per i tipi della Odoya), dà un’immagine sui generis di un’epopea di solito contrassegnata da eroismi (luminosi o tenebrosi che siano) a tutto tondo: Horan ripercorre le storie vere di leggendari banditi, fuorilegge e assaltatori di banche, treni e diligenze del West. Un ritratto unico e nitido, autorevole e appassionante di queste ombre a cavallo che attraversarono la scena del grande melodramma americano del Middle Border, dove si traccia un illuminante e inedito parallelo tra la banda dei fratelli James e Younger e il famigerato Mucchio Selvaggio che circondava Butch Cassidy. Tutti uomini in carne e ossa, disperati e malvagi ma non privi di fascino. Il libro ci rivela così il carattere insicuro e ombroso nascosto dietro alla maschera da bandito di Jesse James, sfatando al contem- dati o un gesto galante verso il gentil sesso. La sua morte per mano di Bob Ford mise fine a un regno del terrore che sconvolse il Middle West per ben sedici anni. Ma ancora più a ovest Butch Cassidy, Sundance Kid e i loro compagni erano pronti a profilarsi e incombere sullo stesso “banditesco sentiero”. Dal 1882 al 1889 il Mucchio Selvaggio formò un piccolo esercito che riunì centinaia di spietati razziatori, malviventi, giocatori d’azzardo, ladri di cavalli, ballerine d’infimo ordine e cowboy rinnegati. Dal loro covo sulle colline sfidarono il governo degli Stati Uniti tenendo testa a interi squadroni di cavalleria, fino a quando i suoi capi si trasferirono in Sud America, rimanendo simboli vipo il mito del Robin Hood che venti di un’intera era della storia non trascura mai una nobile atamericana. tenzione nei confronti dei disere- Per leggerne ancora si veda qui. Gli ignoti che si riuniscono sotto la sigla Anonymous promettono battaglia contro censura, imperialismo, finanza d’assalto, devastatori dell’ambiente e militarismo. Questo libro è un’inchiesta su una forma di lotta da nuovo millennio che ha finito per colpire sette religiose, corporation, partiti reazionari e dittature mediorientali. Ogni volta che verrà compiuto un abuso, compariranno gli anonimi fustigatori il cui volto è rappresentato dalla maschera del giustiziere Guy Fawkes. E già oggi si può intuire il loro scopo: servizi digitali che garantiscano agli utenti la libertà di espressione. AVVERTENZA di Antonella Beccaria Mi rivolgo a voi, Anonymi. Questa non vuole essere la ricostruzione completa al millimetro della vostra storia. Qualcuno di voi me l’ha raccontata o almeno mi ha fornito la sua visione che non per forza è quella di tutti. Poi ne ho letto, rimbalzando un po’ ovunque per il web, e in fase di stesura delle pagine che seguono ho compiuto una scelta arbitraria: estrapolare da ciò che avete firmato, in toto o in parte, alcune operazioni che mi sembra vi descrivano meglio. Rimane fondamentale l’inciso «secondo me». Leggetelo come il necessario imho, in my humble opinion, come si usa scrivere nelle mailing list e nei gruppi di discussione in rete. Quella che voi e altri lettori incontrerete scorrendo questo testo è una specie di biografia non autorizzata. E se alla fine ciò che leggerete non vi piacerà, non “bombardate” troppo forte il mio sito. All’origine del libro c’è la volontà di tributarvi un merito indiscutibile: combattere per la libertà di informazione. Perché, credetemi, almeno un tratto in comune ce l’abbiamo, voi e io: crediamo che l’informazione debba essere libera. A qualunque costo. E comunque la prenderete, sarà stato un viaggio entusiasmante. Un viaggio all’interno di un enorme scherzo tremendamente serio. 22 L’OTTUPLICE SAPERE ORIENTALE di Michele Proclamato L’AGOSAPERE Una piccola premessa Non è difficile per me vedere e a volte intuire, ciò che a molti può sembrare improbabile o inspiegabile. È un dono, questo, ricevuto nella penombra di una basilica viva e parlante, oggi ferita. Convivo con questo talento, passando dall’euforia datami dallo “scoprire”, alla tristezza di una situazione per la quale mi sento spesso solo parzialmente compreso, se non deriso, al massimo tollerato, come si può tollerare un vicino di casa riservato, sicuramente inoffensivo, ma certamente un po’… strano. In ogni caso, ho scelto questo destino fatto di un sapere che mi ha reso sempre più simile a un ponte teso fra le sue mille interpretazioni, che io so essere solo apparentemente diverse. Il mio fine ultimo e la speranza prima, sono quelli di traghettare aspetti superficialmente ancora intesi come “esoterici”, in un ambito scientifico strettamente ufficiale, poiché, con tutto il cuore, credo che il futuro dell’uomo potrà avere un nuovo impulso, da una terza via, dettata dalla fusione di questi due aspetti, oggi ancora pericolosamente distanti. Vorrei perciò dimostrare che l’Agopuntura, sostanzialmente, è una delle tante, eccelse, interpretazioni, di quel sapere universale del quale mi occupo da anni, affinchè si possano chiarire alcuni aspetti, oggi probabilmente sconosciuti alla medicina ufficiale, che ancor più potrebbe progredire se, con se- rietà, accettasse di prendere in esame altri punti di vista. Mi scuso, quindi, fin da ora, se nel mio scrivere, a volte, si avvertirà l’insopportabile sentore di una saccenza non avvalorata, in questo caso specifico, da titoli o attestati medici specifici, ma spero vorrete considerarmi come un pioniere che cerca di ri-aprire antiche porte con chiavi conoscitive che ho solo ri-forgiato. Senza indugiare oltre, passo, pertanto, alle vere eterogenee motivazioni del mio scrivere. Una medicina nata in Mesopotamia Con estrema onestà, dico che non mi occupo di Agopuntura e non ho esperienze dirette della sua capacità curativa, ma credo di aver capito, in sintesi, che tale tecnica terapeutica (contravvenendo a ogni canone curativo occidentale di tipo ufficiale), basandosi sull’interpretazione del fluire di un’energia femminile e maschile (Yin e Yang) chiamata QI, sia in grado, da millenni, di curare l’uomo attraverso l’identificazione di canali energetici definiti Meridiani e nodi, nei quali vengono immessi degli aghi specifici, affinchè le due energie di cui sopra, vengano, tonificate in caso di deficienza, o liberate e fatte defluire, in caso di eccesso. In tale contesto, la malattia, di per sé, è il frutto di una serie di comportamenti mentali o alimentari che culminano in stati energetici caratterizzati da una so23 stanziale mancanza di equilibrio fra i due tipi di energia. Ho appreso, inoltre, che oggi la medicina occidentale ha parzialmente accettato l’uso dell’Agopuntura, anche ufficialmente, in quanto, innegabilmente, ci si è resi conto che esistono meccanismi fisici che avvalorano la sua utilità in un grandissimo numero di disturbi, nei quali la “malattia” non avrebbe altro modo di essere combattuta e vinta se non attraverso l’uso chimico e farmacologico. Ma persiste tutt’oggi, sempre da parte della medicina ufficiale, una sostanziale diffidenza verso questo sistema curante, dovuta soprattutto ad un motivo fondamentale, il seguente: il raffinato sistema di meridiani utilizzato da ben 5000 anni dagli agopuntori cinesi, materialmente, non ha una corrispondenza anatomica diretta nel corpo umano “occidentale”. Ci si trova, quindi, di fronte ad un paradosso in termini per il quale, un tipo di medicina effettivamente valido per una civiltà, non è ritenuto completamente tale per una civiltà “altra”, come la nostra. Non solo: l’Agopuntura funziona chiaramente anche in Occidente, ma, sostanzialmente, la nostra medicina… non sa perché. E qui inizia il mio di lavoro, poiché rimango allibito di fronte a tanta superficialità occidentale. Infatti, con lo stesso sistema conoscitivo con cui i cinesi curano, divinano ed esercitano “marzialmente” la loro destrezza fisica, noi occidentali ab- biamo costruito, dipinto, scolpito, numerato, eccetera. Si tratta di un sistema figlio di una fisiologia celeste, impressa senza tema in quella umana e regalataci in tempi e modi sconosciuti, in un momento della storia tutto da definire. Partirò, quindi, proprio dai Meridiani dell’Agopuntura, per tracciare un quadro estremamente complesso, la cui sintesi, però, a mio avviso, risiede in un'unica parola: OTTAVA. Chi ha avuto modo di approcciare i miei studi sa che, per me, vi sono delle sequenze numeriche di fondamentale importanza per la comprensione di ciò che ci circonda, perciò, per prima cosa, desidero riassumere i “numeri” dell’antica medicina taoista in questione. Vi sono 8 Meridiani “curiosi” ai quali viene imputata la formazione del corpo umano, che, a loro volta, danno origine a 12 organi. Tali organi sono garanti di 12 meridiani principali, responsabili ciascuno di 4 meridiani secondari definiti: Tendino-muscolari, Distinti, Luo longitudinali e Luo trasversali, per un totale di 48 meridiani. Di conseguenza, la somma di organi, meridiani secondari e principali ammonta a 72 unità. Arrivati a questo punto, ho riassunto l’essenza numericocostitutiva dell’insieme ed è il momento di passare all’esame di un resoconto plurimillenario mesopotamico, noto come Lista Sumera dei Re, affinché si possa cominciare a vedere come e quanto sia diffusa tale sequenza numerica, garante, essenzialmente - come ho appreso attraverso i miei studi - della codifica, mai completamente decifrata dall’uomo, di un sistema creativo, che definirei… divino. Prima però, desidero anticipare ai “pazienti” lettori, che questa mia interpretazione, pur avendo le caratteristiche descrittive di uno studio storico, “spero” potrà dare risposte anche mediche, ad un presunto mistero per il quale, sulla Terra, l’anatomia umana e la sua fisiologia, sembrano avere più interpretazioni ed utilizzi diversi, comunque gravidi di effetti positivi, come l’Agopuntura dimostra. Lista Sumera dei Re Dopo la discesa della regalità dai cieli, La regalità fu a Eridu, In Eridu Alulim divenne re, Egli regnò per 28800 anni. Alalgar regnò per 36000 anni. "Due" re; Essi regnarono per 64800 anni. Poi Eridu cadde E la regalità fu spostata a BadTibira Divenne re a Bad-Tibira Enmenluanna; Egli regnò per 43200 anni. Enmengalanna regnò per 28800 anni. Dumuzi il pastore regnò per 36000 anni. "Tre" re essi regnarono 108000 anni. Bad-ti-bira cadde E la regalità fu spostata a Larak. A Larak, Ensipadzidanna regnò 28800 anni. "Un" re ……. Egli regnò per 28800 anni. Larak cadde E la regalità fu spostata a Sippar. A Sippar Enmeduranna divenne re E governò per 21000 anni Poi Sippar cadde E la regalità fu spostata a Shuruppak. Ubaratutu divenne re, egli governò per 18600 anni 24 "Un" re …….. egli governò per 18600 anni. In "Cinque" città “Otto”re, essi regnarono per” 241200” anni, Poi il Diluvio “travolse tutto”. Quella che avete appena letto è la traduzione di ciò che, inciso in caratteri cuneiformi, fa sfoggio di sé, da migliaia di anni, su un prisma in pietra, passato alla storia come Prisma di Blundell, dal nome del suo scopritore. Ho studiato, e profondamente mi impegno tutt’ora nel farlo, il significato di tale testo ed ho imparato a mie spese e da tempo, quanto sia sicuro nascondere in un luogo visibile a tutti, qualcosa di estremamente importante, rendendolo praticamente… invisibile. Ora, seguendo il filo conduttore della simbologia e dell’analogia, che guida fin dall’inizio i miei studi e le mie ricerche, vorrei procedere con la “mia” dimostrazione delle motivazioni poste alla base di questa “scienza” orientale, chiedendovi la pazienza e la disponibilità ad abbracciare un percorso solo apparentemente tortuoso e fuorviante. Cercherò, quindi, di accompagnarvi attraverso quelle che sono state le innumerevoli domande che mi sono posto e che hanno condizionato le mie “peregrinazioni” nei vari campi del sapere. Per prima cosa, proviamo a sostituire gli OTTO Meridiani Curiosi, con gli Otto Re mesopotamici, ottenendo in tal modo Otto frequenze temporali. Osserviamo poi il computo finale degli Otto momenti regnanti, dove possiamo ritrovare, numericamente, qualcosa che molto ha a che fare con i 12 organi ed i relativi 12 meridiani principali e, proseguendo nell’esame, è mol- to importante notare, che tale computo possiede una strana particolarità: esso, infatti, è frazionabile in 1\3 e 2\3 di un ulteriore somma pari a 36 unità. Passiamo ora all’esame del luogo in cui si svolge tutta la scena: il testo parla di 5 città, esattamente come 5 sono gli Elementi principali presenti nell’Agopuntura. Credo, quindi, di poter affermare che le analogie numeriche, pur appartenenti a significati e contesti temporali, geografici e civili completamente diversi, sembrano essere molteplici. Ritengo, inoltre, importante sottolineare che la lista termina la sua descrizione parlando di Re, città e momenti regnanti, posti storicamente prima del Diluvio e penso sappiate, che la scienza è disposta ad avvalorare tale catastrofico evento, o più eventi minori del genere, incasellandoli in un ambito storico piuttosto aleatorio, posizionato fra i 10000 ed i 12000 anni fa. Faccio questa precisazione, per dare una pur minima idea del contesto storico attraverso il quale ci stiamo muovendo. Ciò premesso, diviene spontaneo domandarsi cosa rappresentano quegli enormi archi di tempo, chiaramente intesi dall’archeologia in modo piuttosto goliardico, tanto da abbandonare il reperto, senza spiegazione, in una polverosa teca, in quel di Oxford, ma per avere una risposta è necessario fare un ulteriore passaggio. Cimatica A questo punto, abbandoniamo la Lista per parlare di una scienza semi-ufficiale, chiamata Cimatica. Oggi è appurato, grazie ad una lunga serie sperimentale culminata negli anni ‘70 in pubblicazioni ed articoli su riviste accreditate, che determinati materiali, come: sabbia, polvere, acqua, ecc. ecc, dimostrano una plasmabilità piuttosto accentuata, se stimolati dal suono. Vorrei qui riportare, brevemente, un ”espe-rimento” utilizzato dal prof. Richard Buck-minster Fuller (filosofo, architetto, inventore, ecc. ecc.), per dimostrare ai suoi studenti il pote-re strutturante del suono. In sintesi, egli intinge-va un palloncino bianco, (di quelli, una volta, sempre pre- senti nei pressi delle giostre), in una vernice molto densa, poi lo poneva accanto a una cassa acustica e incrementando una frequenza prestabilita, mostrava come sulla superficie colorata apparissero prima dei punti, che, 25 in brevissimo tempo, venivano collegati da rette ben precise (Figg. 1,2). I l risultato finale era rappresentato da una rete geometrica nella quale, a volte, era possibile notare la coesistenza di un insieme di solidi, famosi da millenni presso ogni civiltà e comunemente chiamati in occidente: solidi Platonici (Fig.3). Il Prof. Fuller spiegava che quel palloncino, nella spasmo-dica ricerca di un equilibrio, pur di non esplodere, riesce a veicolare l’energia sonora che lo colpisce, in quell’intricato substrato geometrico. Substrato che, sostanzialmente, rappresenta un luogo di bassa pressione dove, l’alta pressione sonora viene canalizzata, ottenendo un concreto equilibrio dinamico, garante del futuro sferico dello sfortunato orpello infantile. Ora, immaginiamo la Lista Sumera dei Re sotto il punto di vista Cimatico. Facendo le dovute sostituzioni, possiamo percepire, negli enormi archi di tempo, l’essenza vibrazionale dei Meridiani Curiosi e, proseguendo in questo gioco di corrispondenze Sino-Mesopotamiche, possiamo ipotizzare la Lista, come la sintesi della descrizione di un sistema creante di tipo sonicoenergetico, in grado di palesarsi geometricamente, grazie a meridiani e punti ben precisi, attraverso i quali scorre un tipo di energia che potremmo ora identificare con il QI. In tal modo, siamo in grado di “interpretare” la struttura responsabile, nella tradizione cinese, della nascita della forma del corpo umano, in modo sicuramente inedito e forse illuminante. Continuando a “giocare” con i numeri e per portare a termine ciò che gioco non è, sono costretto ad utilizzare un secondo esempio millenario, per poter fornire ulteriori informazioni su quello che si nasconde dietro il significato numerico dei Meridiani, ma, soprattutto, per meglio comprendere il senso energetico dello Yin e dello Yang, anche perché, spero vi stiate domandando che cosa, in quella che sembra essere la descrizione di un momento creativo, è destinato a diventare il palloncino. L’Agopuntura celeste Esiste, anche in questo caso da millenni, un esempio che, solo apparentemente, rappresenta una visione cosmologica egizia. Il suo nome, ormai famoso in tutto il mondo, è “Zodiaco di Dendera” e la sua esecuzione viene fatta risalire al 57 d.C., in pieno periodo Tolemaico. Si tratta di un disco in pietra di alcuni metri di diametro, trafugato dal tempio di Dendera durante il periodo di dominazione napoleonica, dove oggi, nella camera delle stelle, rimane solo una copia. Osserviamo l’immagine (Fig. 4), risalente ad una riproduzione di fine ottocento di Gerolamo Segato. Di nuovo, permettetemi di condurvi in questa indagine. In sintesi stiamo vedendo un’enorme sfera, che contiene una serie di Esseri, sicuramente compositi e viventi, che rappresentano pianeti, stelle e costellazioni. All’esterno di tale visione si può notare un’altra serie di enormi Esseri, suddivisi in Neter, (le tipiche divinità egizie con la testa di falco) e Donne umane. Stiamo, quindi, osservando una visione celeste riguardante la Via Lattea, che presenta una strana particolarità. Infatti, mentre ciò che si trova all’interno della sfera, grazie ai nostri mezzi scientifici, è quasi obsoleto, ciò che appare all’esterno non è affatto contemplato ai giorni nostri ed inoltre, per gli egizi, gli Esseri, che come enormi Atlanti sorreggono la visione celeste, sono materialmente molto più grandi, non solo delle stelle, ma addirittura di intere costellazioni. Di conseguenza, vorrei che usaste il numero, per capire il perché di una simile simbologia, tenendo presente una massima di Giordano Bruno: ”Il numero è limpido principio fisico, metafisico e razionale”. Torniamo, quindi, ai numeri, osservando che gli Atlanti in questione sono 12 e, chiaramente, sorreggono quello spaccato siderale attraverso 24 braccia. È pertanto semplice rivedere in tale rappresentazione, un modo con il quale la somma della Lista Sumera dei Re, a distanza di tempo, riappare presso un’altra civiltà. Posso ora dirvi che il computo totale di corpi celesti contenuti in quella sfera lattea, che molto ricorda il famoso palloncino del professore americano, è pari a “72” unità. Tornando nuovamente agli Esseri, possiamo osservare che si suddividono in modo frazionario 26 in 1\3 femminili, paria 4 unità e 2 \3 maschili, pari ad 8 unità. Siamo, quindi, di fronte a nuove informazioni numeriche ben precise, condensabili nel concetto Taoista di Yin e Yang. Stiamo osservando, forse per la prima volta, il QI suddiviso in modo frazionario, nella sua accezione maschile e femminile, da una civiltà che sicuramente può aiutarci a capire determinati concetti energetici che crediamo appannaggio del solo mondo orientale. Ovviamente, dei grandi osservatori celesti come gli egizi non potevano essere così ottusi da vedere presso il 30° parallelo esclusivamente 72 corpi celesti, chiaramente ciò è inverosimile, essi erano e sono infinitamente di più e la cosa è palese, visivamente, oggi come allora. Quindi, penso che ciò che gli egizi stanno cercando di dirci attraverso tale rappresentazione, è qualcosa che ancora a molti sfugge. Infatti, non stanno descrivendo una semplice visione siderale, bensì un meccanismo creante che, in questo caso, pone nei numeri in questione, il fondamento del materiale celeste. Quindi, essi sono, contemporaneamente, causa materica e sistemica di una creazione, in questo caso macroscopica. Consideriamo poi, “come”, il meccanismo frazionario posto all’esterno dello zodiaco, si ripercuote al suo interno: i 72 esempi siderali sono la somma di un’ulteriore suddivisione (la cui spiegazione qui tralascio), costituita da 24 corpi celesti femminili e 48 maschili, quindi gli egizi applicavano l’idea di Yin e Yang persino alla creazione stellare. Ma devo aggiungere che non è tutto. Infatti, Dendera rappresenta la seconda parte di un atto creante, per noi inesistente, iniziato in Mesopotamia, un big bang dode- cafonico del passato. Sommando poi, tutti i riferimenti numerici presenti nello Zodiaco (36+72), avremo 108 unità, delle quali, 1\3 (36) per noi sono invisibili. Di nuovo, gli egizi suggeriscono un fatto essenziale, che dovrebbe essere fondamentale per chi si occupa di agopuntura, e cioè, che la nostra realtà (e vedremo anche la sua fisiologia), è saldamente legata, direi fusa, con un sistema dimensionale di cui siamo perfettamente all’oscuro, anche se, in altri campi dello scibile umano, già da decenni, le cose non stanno esattamente così. In sintesi: il palloncino rappresenta, “spazialmente”, la Galassia, mentre le OTTO frequenze l’energia destinata a diventare corpi celesti, la cui appartenenza maschile o femminile ed i relativi rapporti, delineano quella sottile trama geometrica attraverso la quale scorre l’energia creante, o meglio, il QI. E, come ho avuto modo di accertare, l’uomo, presso tutte le civiltà del passato, è specchio frattale di questa struttura dimensionale. Vero, falso, probabile? Andiamo avanti. Gli esempi dimensionali Mi rendo conto di quanto sia difficile accettare una tematica come la mia, sempre ai confini dell’inverosimile, ma, io per primo, ho dovuto accogliere una realtà secondo la quale il passato umano rivela, in questo senso, sorprese conoscitive che andrebbero valutate con molta più serietà e fiducia, soprattutto alla luce del fatto che, proprio la nostra civiltà, sta cercando in tutti i modi di appurare, nei laboratori di fisica nucleare di tutto il mondo, quale sia il segreto della materia, come essa sia veramente composta, ma soprattutto cosa ne è responsabile. In tale contesto, negli ultimi decenni, una Teoria del Tutto si è andata affermando, resistendo, per ora, all’arrivo di altre, come quella piuttosto geometrica (Algebra di Lie E8), del fisico Antony Garret Lisi. Mi riferisco alla Teoria delle Stringhe. Un principio secondo il quale, lo dico in modo molto semplicistico, la materia altro non è che figlia di un sistema multidimensionale. Si è arrivati ad ipotizzare 26 dimensioni, nelle quali, sostanzialmente, delle corde, o stringhe, vibrano (suono) a grandezze invisibili per i nostri attuali strumenti, ma il motivo per cui insisto sulla dimensionalità della materia, è duplice. Il primo è numerico. Ritengo che sia molto importante sapere che i presupposti equazionali della Teoria sopra citata, furono ideati da un grandissimo matematico Indiano: Srinivasa Aiyangar Ramanujan. Lui, geniale bramino ormai famosissimo, ipotizzò, nel secolo scorso, una realtà di-mensionale Ottuplice dalla quale dipende la “nostra”, e motivò tutto ciò attraverso le sue celeberrime Equazioni Modulari (Fig. 5). Ma qual è il sistema numerico da cui trae ispirazione per descrivere tale visione creante del tutto? Come si può dedurre dall’immagine allegata, è il seguente: ”8-12-24”. 27 Oggi, questi numeri, definiti magici dai fisici più accreditati (come ad esempio: Michio Kaku), sono il fondamento numerico della Teoria delle Stringhe, una teoria dimensionale, motivo per cui, anche a livello medico, dovremmo predisporci ad accettare una realtà nella quale, l’anatomia umana potrebbe possedere caratteristiche non valutate appieno. Perché insisto su tale concetto? Per un motivo ben preciso, riposto proprio in quella presunta mancata corrispondenza fra meridiani-nodi cinesi ed anatomia ufficiale occidentale. Io mi sento di affermare, infatti, che l’Agopuntura funziona, semplicemente perché simula, ripercorre e ricorre ad una struttura anatomica, posta dimensionalmente altrove, ma perfettamente coerente e COLLEGATA a tutti i livelli materici, COMPRESI QUELLI ANATOMICI. La struttura meridianica, quindi, solo apparentemente non corrisponde a quella anatomica ufficiale. Essa, infatti, fondamentalmente, si ispira alla sua matrice sistemica. Per cui sarebbe estremamente utile, per capire certi risultati medici ascrivibili all’Agopuntura, comprendere quali sono quelle caratteristiche dimensionali alle quali si ispira. E questo è il secondo motivo per il quale voglio soffermarmi su questo aspetto. Ritorniamo all’immagine dello Zodiaco di Dendera ed osserviamo il suo interno. Con un minimo di attenzione è possibile notare che tutti i corpi celesti obbediscono ad una spirale sinistrorsa, che culmina con una strana coscia centrale. Questo significa che al suo interno vi è movimento. Un movimento dettato da una legge chiarissima un tempo. Ora osserviamo gli Esseri posti all’esterno: sono disposti sfericamente e sono… immobili. Di conseguenza: all’interno dello Zodiaco vi è spazio per muoversi e tempo per farlo, all’esterno invece, il concetto di tempo e spazio deve essere inteso diversamente, vista la sua immobilità. Ancora: se all’interno vi è movimento, spazio, tempo e materia, non può mancare la caducità, quindi la morte. E all’esterno? All’esterno no! Stiamo, quindi, osservando un luogo archetipico dove tempo, spazio, movimento, materia e morte, trovano la loro causa, ma non esistono. Queste, dimensionalmente, sono le caratteristiche a cui si ispira numericamente l’Agopuntura. Sostanzialmente, essa, quando opera sull’anatomia umana, lo fa con riferimento all’anatomia archetipica della creazione tutta, la stessa dell’uomo e, trovandoci di fronte ad un tipo di creazione cimatica, è di estrema importanza tutelarla, facendo sì che la struttura a bassa pressione, il corpo umano, non manifesti ostruzioni energetiche o malattie, affinchè la struttura archetipica dimensionale, gli Otto meridiani curiosi (ad alta pressione), continui ad emanare energia, nel pieno rispetto di un equilibrio, tutelato da numeri che rappresentano intervalli musicali dodecafonici. Fisiologia numerica Se la mia analisi avesse connotati esclusivamente teorici, non dovremmo trovare, nella realtà, nessun tipo di appiglio, ma se ciò che sto dicendo corrisponde al vero, allora dovremmo trovare esempi non solo umani, ma planetari o stellari, che si rifanno ad un simile meccanismo archetipico. Prima di passare a tale analisi, però, sono costretto ad inda- gare ancora la simbologia zodiacale egizia. Provate con me ad utilizzare gli esseri in modo numerico. Sommando le loro parti, possiamo ottenere 36 unità e, vista la loro disposizione, ecco perché, da sempre, suddividiamo la sfera in 360° e potrei anche aggiungere che qui risiede il motivo fondamentale per cui il Tempo è stato unanimemente suddiviso nel modo corrente (12-24 ore). Per tornare, però, al nocciolo della questione, proviamo a moltiplicare l’invisibile (36) per il visibile (i 72 corpi celesti) ed avremo un risultato che, in questa dimensione, viene definito: Precessione degli Equinozi (Fig. 6). La Precessione degli Equinozi gode di una fama dimenticata, che a stento oggi riusciamo a giustificare. L’uomo la conosce da tempo immemorabile, senza sapere chi sia stato capace di temporalizzare un cammino assiale terrestre pari a 25.920 anni. Ma vediamo sinteticamente in cosa consiste. Sostanzialmente, l’ipotetico asse terrestre Nord–Sud disegna un’altrettanto ipotetica ellisse celeste, attraverso spostamenti pari a 1° dei 360° celesti, ogni 72 anni. La conseguenza più evidente di questa “corsa” platonica è l’apparizione - ogni 2160 anni circa - all’Equinozio di Primavera, alle spalle del Sole, di una nuova costellazione zodiacale. La scienza ufficiale motiva tale “movimento-terrestre”, attraverso l’attrazione gravitazionale Lu28 ni-Solare. Come è facile notare, i numeri di cui ci stiamo occupando riappaiono questa volta, in un contesto, secondo me, solo apparentemente planetario. Infatti, sarebbe d’uopo immaginare cosa mettono in campo i corpi celesti, affinchè questo impeccabile meccanismo si consumi. Perché ciò avvenga, infatti, le velocità orbitali, rotazionali e le direzioni seguite da un massa enorme di corpi celesti, dovranno sintonizzarsi, affinchè la Terra, il Sole, il Sistema solare e le relative costellazioni, con i relativi sistemi orbitali, rotazionali e direzionali possano allinearsi in un determinato luogo spaziale, in un preciso istante, dopo un altrettanto preciso periodo. Per darvi un’idea: la Terra ha una velocità rotazionale equatoriale pari a 1.668 Km orari, ai quali si somma una velocità di fuga di 11.186 metri al secondo. Ora, immaginate tutte queste velocità a livello galattico e chiedetevi se un simile evento precessionale potrebbe esistere, se l’unica ragione motivante fosse l’attrazione Luni-solare! Affinchè ciò avvenga, è necessaria, a mio avviso, una legge galattica in grado di armonizzare, non i movimenti di più corpi siderali, bensì la fisiologia di un unico essere vivente, chiaramente composito, come ad esempio, la Via Lattea. Di conseguenza, lo schema numerico dimensionale di cui sopra viene utilizzato affinchè tutto ciò avvenga con estrema precisione, in un arco di tempo millenario. Per cui avremo una corrispondenza tangibile, a livello galattico, di un sistema numerico dimensionale, in grado di gestire, non solo la fisiologia siderale, ma anche, e giustamente, quella umana, come nel caso dell’Agopuntura. Ora vi doman- do: vi sembra più corretta l’interpretazione del fenomeno in questione da parte della scienza ufficiale, o quella suggeritaci dagli egizi? Perché, anche in questo caso, effetti falsamente “locali” come quelli precessionali, sono sostanzialmente decisi a livelli sistemici altri. Allo stesso modo si comporta l’Agopuntura. Di conseguenza e giustamente, il sistema dei meridiani è un sistema curante non locale, in grado di agire localmente, grazie alla perfetta interpretazione di una legge creante dimensionale, capace di armonizzare e raggiungere ogni parte o organo del nostro corpo universale, attraverso un sistema simpatico di risonanza, di stampo cimatico. In altre parole: curare un organo sollecitando alcuni punti posti, ad esempio, sull’orecchio del paziente, è l’applicazione di un sapere, conscio dei rapporti archetipici esistenti in un corpo umano. Accennavo, all’inizio, all’uomo. La medicina ufficiale, non dovrebbe ignorare come e quanto i processi circolatori, respiratori e cardiaci utilizzino intervalli che rappresentano frazioni o multipli numerici precessionali. Un esempio, fra le centinaia che la fisiologia umana può offrire è il seguente: È, a mio avviso, evidente come e quanto l’essere umano interpreti in pieno, non una fisiologia esclusivamente terrestre, ma uno schema creante, come già ricordato, universale. Dovremmo, quindi, chiederci perché esistono simili corrispondenze numeriche fra la fisiologia umana, quella celeste ed il sistema curante dei meridiani e, forse, potremmo renderci conto di quanto la nostra visione anatomica sia sostanzialmente parziale, direi arretrata. Se dovessi poi riassumere come, dove e quanto, il sistema numerico in questione è apparso nella storia umana, dovrei ri-scrivere un libro ormai storico, dal titolo: ”Il Mulino di Amleto”, scritto dal Prof. Giorgio De Santillana, nel 1969. Altre interpretazioni Per avvalorare maggiormente il mio punto di vista, vorrei ora ricorrere ad un secondo tipo di anatomia, quello Vedico, per dimostrare che la struttura anatomica umana, può avere più interpretazioni ed usi, mai errati se riferiti alla “matrice” in questione. Penso sia noto che lo Yoga, se applicato secondo canoni ben precisi, dia all’uomo capacità tali da poter interagire “mentalmente“, oltre che fisicamente, con vari aspetti della fisiologia umana. In questo caso, alimentazione, meditazione ed una ben precisa “attività” fisica, concentrata nell’ottenimento di determinate ”posizioni“, possono avere, come risultato finale, uno stato psicofisico spiritualmente eccelso definito Nirvana. Insomma, il risultato finale si potrebbe intendere come una Guarigione, piuttosto “elevata”, dal 29 peso del vivere in questa realtà. Allora, vediamo che tipo di fisiologia anatomica viene utilizzata dagli Yogi, da millenni, per ottenere tutto ciò. Iniziamo dicendo che 8 sono gli stadi principali dello Yoga: 4 fisici e 4 mentali. Aggiungiamo poi, che l’anatomia in questione è sostanzialmente costituita da 72000 Nadi, che sono essenzialmente dei canali energetici destinati a convogliare un tipo di energia dalle caratteristiche composite, definita in questo caso: Prana. Infine possiamo osservare che 3 gruppi di Nadi principali, disposti all’interno ed ai lati della colonna vertebrale, sono chiamati a veicolare 4 tipi di energia ben precisa. Tralascio il contesto Chakra, poichè richiede dei passaggi conoscitivi che mi allontanerebbero troppo dall’argomento in questione. Proseguiamo, quindi, con il nostro esame: come viene coagulata e finalizzata una simile struttura anatomica? Attraverso 108 posizioni Yogiche. Di nuovo osserviamo come si raggruppano gli Esseri intorno allo Zodiaco di Dendera: 3 gruppi di 4. Ed il computo totale di elementi? 108 unità. Ebbene, a questo punto, il “cerchio” si può chiudere, dicendo che la l’anatomia Vedica, come quella Taoista, si basa sullo stesso livello sistemico creante, con alcune piccole modifiche. Vi domando: possiamo negare che lo Yoga abbia effetti benefici sul corpo e sulla mente? Credo proprio di no, eppure, anche in questo caso, esso utilizza un’anatomia che non coincide con quella occidentale. Ecco dimostrato come sulla Terra sembrano esistere diverse interpretazioni anatomiche di cui quella occidentale è solo l’ultima arrivata e la più limitata, nonché limitante, poiché frutto non dimensionale. Prima di lasciarvi, permettetemi di ritornare in Cina, per mostrarvi una delle interpretazioni più sublimi di ciò che mi piacerebbe che anche Voi chiamaste l’OTTAVA: l’IChing. (Fig.8) E’facile, a questo punto, cogliere le caratteristiche principali di un simbolo in grado di rappresentare il mondo dell’arte divinatoria cinese e vedere, all’interno di un OTTAGONO, 24 linee spezzate e 12 intere. Lo stesso schema dei meridiani viene utilizzato dai sapienti cinesi per divinare e la cosa molto dovrebbe farci riflettere su ciò che definiamo realtà e le sue caratteristiche spazio-temporali. Nel frattempo, vorrei congedarmi, mostrandovi uno dei sigilli ermetici utilizzati da Giordano Bruno (Fig.9), non per divinare, bensì per riportare “a galla” un certo tipo di memoria immortale, che, detto fra noi, è… la stessa cosa. Chissà, forse potrebbe esserci utile per capire, perché in Piazza San Pietro, al Bernini, (Fig. 10) fu ordinato di porre OTTO Direzioni come quelle utilizzate dei Nativi Americani per pregare e curare. (Fig.11) Ma sto, come mio solito, andando fuori tema, in fondo, io sono solo il vicino… un po’ strano. 30 Gianluca Rampini intervista Nick Pope Cieli aperti menti chiuse Ciao Nick, prima di tutto vogliamo ringraziarti per essere nostro ospite. La maggior parte delle persone sanno che sei un ricercatore Ufo e che hai un background governativo. Puoi raccontarci qualcosa in più a questo proposito e come sia avvenuta la transizione alla ricerca non governativa? stesse risorse per svolgere questo genere di indagini. Dal tuo punto di vista com’è realmente il rapporto tra la ricerca Ufo gevernativa e quella privata? C’è solo quello che vediamo o c’è dell’altro al di fuori della vista del pubblico? Mi spiace dire che in molti casi i governi non prendono in seria considerazione la ricerca privata. Ci sono state alcune eccezioni in cui si svilupparono collaborazioni (tentai per esempio di costruire un buon rapporto tra il MoD e alcuni dei maggiori gruppi britannici di ricerca) ma sono rare. Ho lavorato per il Governo Britannico per ventun’anni, al Ministero della Difesa. Dal 1991 al 1994 fui destinato a una sezione in cui i miei compiti includevano indagini sugli avvistamenti Ufo. Quando lasciai il Mod (Ministry of Defense, ndt) ho portato avanti alcune delle ricerche in questo campo in ambito privato, sebbene ora non Prima di affrontare l’argomento abbia più lo stesso tempo e le Ufo vero e proprio, ci piacereb31 be sapere qualcosa di più del tuo lavoro con i media, con il cinema e le serie tv. Ti è stato chiesto di dare un punto di vista più realistico per promuovere film o serie tv. È corretto? Cosa pensi delle moderne produzioni su questo argomento? C’è un qualche programma segreto per svelare o insabbiare informazioni, oppure è solo show business? È solo show business. Ora lavoro come conduttore e giornalista mentre continuo a occuparmi di promozione di film o serie tv di fantascienza. Ho anche scritto due romanzi sci-fi io stesso. Non c’è nessun programma segreto. I film devono divertire, i documentari devono informare. Il mio lavoro è generalmente di Ricostruzione di ciò che incontrarono i militari della base di Bentwaters, ( Rendleshan Forest ) creare interesse per il prodotto. Ma capisco che alcune persone diventino sospettose a questo riguardo, dato il mio precedente lavoro per il Ministero della Difesa. caso sul mio sito (www.nickpope.net). Certamente è uno dei casi ufologici più rilevanti e solidi che abbiamo, forse il più solido di tutti. Come in tutti i casi ci sono alcuni punti deboli (ad esempio le differenza Ok. Addentriamoci adesso tra i racconti dei testimoni), ma nell’ufologia. Tu hai lavorato preso nel suo complesso è un molto sul “Rendelsham Forest caso molto robusto. Non va diIncident”, forse il più importan- menticato che il Mod (Ministero te caso ufologico moderno do- della Difesa, ndt) lo classifica po Roswell, o forse addirittura come “non spiegato”. più importante di Roswell perché l’oggetto non identificato, Affrontiamo brevemente la in questo caso, era operativo. questione dei cerchi nel grano. Resiste questo caso? Ci sono Sappiamo che non hai una popunti deboli o è realmente così sizione definitiva a questo proimportante? posito, ma noi siamo interessati soprattutto a una tua afferC’è molto materiale su questo mazione circa l’interesse della 32 famiglia reale per questo argomento. Puoi spiegarci meglio? Posso dire poco riguardo l’interesse della famiglia reale in questo argomento, a causa della delicatezza della questione, ma non è un segreto che nel corso degli anni, alcuni membri della famiglia reale abbiano dimostrato un interesse concreto e personale negli Ufo e in altri aspetti del paranormale. È discutibile fino a che punto questo possa essere definito un interesse ufficiale, il che è quasi una domanda costituzionale. Scorrendo il tuo sito ci par di capire che tu supporti il SETI. Credi sia realmente utile ed efficace, soprattutto tenendo presente tutta l’attività Ufo sul nostro pianeta e la limitazione dello spettro di ricerca, dovuto all’utilizzo di onde radio? stica di Stephen Hawking riguardo al rischio di inviare messaggi a potenziali ascoltatori oppure l’idea del Meti (il Meti è un programma per inviare messaggi verso lo spazio, sostanzialmente la versione atCome ho detto spesso, Il SETI e tiva del Seti. M sta per Messala comunità ufologica cercano ge, ndr) è qualcosa da prendela stessa cosa, ma in luoghi dif- re in seria considerazione? ferenti e con diverse metodologie. Sono un sostenitore del SE- Per quanto rispetto Stephen HaTI. wking, credo che Frank Drake e Credo che il loro lavoro sia mol- Seth Shostak abbiano ragione in to eccitante e potrebbero essere questo caso, quando sottolineaproprio loro, e non gli ufologi, a no che siamo una civiltà indivicompiere la clamorosa scoperta duabile ormai da molti anni, ad della vita extraterrestre. esempio attraverso le trasmissione radio televisive. Quindi è E condividi l’opinione pessimi- tardi per preoccuparsi del Meti. 33 Una civiltà che abbia la capacità di minacciarci, se esiste, è già al corrente della nostra esistenza. Ci sono molte voci a proposito di un possibile programma spaziale segreto della Nasa. Credi si siano veramente fermati nell’andare nello spazio o questo è ciò che vogliono farci credere? Nell’industria aereonautica militare la tecnologia corre sempre 10 o 15 anni avanti rispetto a quanto noi pensiamo. In altre parole, in qualsiasi momento, ci sono velivoli segreti e droni, l’esistenza dei quali non verrà resa pubblica per molti anni a venire. Lo stesso principio va applicato al programma spaziale. È sicuramente vero. La Nasa, ad esempio, ha lanciato diversi satelliti militari, le cui specifiche sono state classificate. Sono sicuro che le cose poi vanno ben oltre a questo. (rivelazione, ndt) ufficiale a proposito della presenza extraterrestre sul nostro pianeta. Puoi tu, provenendo da una posizione governativa, darci una prospettiva migliore su questo argomento? mia divisione la tolse, essendosi convinto che l’oggetto fosse un prototipo segreto americano. Ora la fotografia e i negativi sono scomparsi a tutto ciò che ne rimane è una povera fotocopia di una ricostruzione schematica basata sui miei ricordi. Per quanto ne so io, non esiste nessun piano di divulgazione in questo senso. L’argomento più sensibile e in qualche modo oscuro, in ufoloUno dei partecipanti del Disclogia, sono i rapimenti alieni. sure Project del Greer ha dichia- Abbiamo sentito parlare di que- Qual è la tua opinione in proporato che sul lato oscuro della sta foto (vedi sotto, in pagina) sito? Luna c'è una base umana. Così del caso Calvine come la miglioil segreto sulla Luna non sareb- re mai ricevuta dal Ministero Proprio come il fenomeno Ufo, be che non ci siamo mai stati, della Difesa ma che è poi stata anche questo non ha una singola ma che ci siamo ancora e siamo perduta. spiegazione. Credo ci siano diffeuna presenza regolare. Cosa ne Ci puoi spiegare questa storia? renti spiegazioni per il fenomeno pensi, in generale, del Disclosudelle abductions. Alcuni casi sare Project? Un approfondimento sull’intera ranno di certo falsi, altri potrebvicenda lo si può trovare sul mio bero essere attribuiti a qualche Il Disclosure Project ha fatto sito www.nickpope.net . Essen- forma di allucinazione o illusiomolte cose buone ma, inevitabil- zialmente ci furono spedite alcu- ne. mente, alcune testimonianze so- ne foto di un Ufo che i nostri e- A questo si possono aggiungere no impossibili da verificare. sperti scientifici e tecnici confer- sogni realistici, paralisi del sonAffermazioni come queste rien- marono essere reali e inquano, sindrome dei falsi ricordi e trano nel “interessanti se vere”. dranti un Ufo a forma di diavari altri aspetti. mante di circa 25 metri di diaComunque, quanto detto non Molte persone nel campo metro. Una copia è stata appesa spiega tutti i casi e sospetto ci dell’ufologia si aspettano ci sarà al muro del mio ufficio per molti sia qualche altro fattore una qualche forma di disclosure anni, fino a quando il capo della all’opera. Alcuni studi scientifici su addotti non mostrano prove di patologia The Calvine Ufo recostruction psicologiche o di falsità e nel ritornare a quelle esperienze mostrano vere reazioni psicologiche (ad esempio, respiro e battito cardiaco aumentati) non rilevate nei gruppi di controllo di non addotti. È recentemente nata una nuova ipotesi sul caso Roswell, secondo la quale si tratterebbe di un velivolo russo e che la ragione 34 della segretezza fosse dipesa al non voler riconoscere una simile superiorità alla tecnologia russa. Ti sembra plausibile? meno Ufo in generale fosse il prodotto di una campagna di depistaggio creata durante la Guerra Fredda contro i sovietici, potrebbe contenere qualche verità. Ma dubito sia una soluzioNon credo. Se fosse vero, dubito ne definitiva. che gli americani avrebbero allestito la storia del disco volante Da Roswell, e passando per per i media, per poi ricorrere al- l’incontro di Eisenahowe a Mula smentita. rok con alcuni alieni, è opinioDetto ciò, la storia che il fenone comune che il governo ame- ricano abbia in atto una qualche collaborazione con alcune razze aliene. Credi sia vero? E nel caso, è solo una questione americana? Non ho informazioni a questo proposito. Se è successo, di certo non è successo nel Regno Unito. Sulla tua pagine Facebook ho visto che hai postato alcuni commenti fatti sul sito di Graham Hancock. Questo mi fa venire in mente il suo libro “Supernatural”, nel quale afferma che le visite aliene possono essere un fenomeno innescato da uno stato alterato di coscienza. Ci può essere qualcosa di vero? Hai mai affrontato l’argomento delle esperienze sciamaniche? Graham Hancock potrebbe aver ragione, sebbene come ho detto prima, dubito ci sia una spiegazione sola per tutti i racconti di rapimenti alieni. Ma vale certamente la pena analizzare le esperienze sciamaniche e gli stati alterati di coscienza in relazione ai rapimenti alieni ed altri fenomeni paranormali. Oltre ai casi di Roswell e Rendelsham Forest, quale consideri essere il miglior caso che supporti l’ipotesi della presenza extraterrestre? Non credo necessariamente che questi casi supportino l’ipotesi extraterrestre; inspiegato signi- 35 fica inspiegato, non alieno. Ma l’altro caso più difficile da spiegare, oltre a quelli citati, è probabilmente il “Cosford incident”. Una serie di avvistamenti che avemmo nel Regno Unito per un periodo di sei ore il 30 e 31 marzo 1993. Dei rapporti che ricevetti e investigai, uno dei più interessanti venne da una pattuglia di polizia militare alla Royal Airforce Base di Cosford. I militari videro l’UFO volare direttamente sopra la base militare. Ma il più impressionante mi arrivò dall’ufficiale meteorologico di una seconda base militare, a Shawbury. Egli vide un grande oggetto volante non identificato, a forma di delta, muoversi lentamente attraverso la base, a circa 70 metri dal terreno, a un velocita di non più di 30 km/h. Egli vide l’Ufo sparare un raggio di luce (come un laser) verso il terreno, sondando il terreno avanti e indietro, poco oltre le reti di recinzione, come se stesse cercando qualcosa. L’ufficiale sentì uno spiacevole ronzio a una bassa frequenza provenire da quel velivolo, specificando che lo sentì bene quanto le mie parole. Egli stimò le dimensioni dell’oggetto essere tra quelle di un C-130 e quelle di un Boeing 747. Poi mi disse che il raggio si ritrasse in un modo innaturale e che l’oggetto sfrecciò via all’orizzonte molto più veloce di un qualsiasi velivolo militare. Qui si tratta di un esperto ufficiale dell’aereonautica con otto anni di servizio, che ha regolarmente visto elicotteri e aerei, e che nonostante questo ha affermato che ciò che vide non era come niente che avesse mai visto. Noi lanciammo una completa indagine ma l’avvistamento rimane tutt’ora inspiegato. tive, posso dire che il fenomeno Ufo, qualsiasi cosa sia, pone un problema di sicurezza difensiva e di volo. Inoltre, è certamente degno di un più serio studio scientifico di quello che esiste al momento. Tornando a Facebook e ai social network in generale, Per quanto sia difficile realizza- l’ufologia moderna è pesantare un’immagine completa di mente influenzata da questi questo argomento, puoi riassu- nuovi media e dal loro potere mere la tua posizione riguardo di interazione. all’intero fenomeno ufo? Quanto questo è positivo e quando negativo? La riassumerei così: la maggior parte degli avvistamenti può I nuovi media e i social network essere spiegato in termini con- sono una spada a doppio taglio venzionali, ma alcuni non pos- per l’ufologia, così come per sono. Non abbiamo spiegazioni molti altri argomenti. definitive per questi ultimi, no- Sul lato positivo, è molto facile nostante vi siano molte teorie. reperire materiale, condividere Non posso escludere una spie- ricerche, localizzare testimoni e gazione extraterrestre, ma non così via. ci sono nemmeno prove a soste- Il lato negativo è che si da voce gno. a un sacco di gente matta, delle Basandomi sulle mie ricerche e quali sarebbe meglio non sentir investigazioni ufficiali governa- proprio parlare. 36 La torre di controllo della base di Cosford. C’è un sacco di buon materiale in rete, ma è sempre più difficile trovarlo, tra tutte le altre porcherie. È preoccupante il fatto che le persone non sono molto predisposte a dare il giusto peso alle informazioni e nel discernere quali sono le fonti attendibili e quali no. Condivido l’idea che la comunità ufologica stia andando in circolo, avendo sempre le stesse discussioni e controversie avute nel passato. D’altro canto l’argomento è sempre condotto dagli eventi. Non saprei dire cosa porterà il futuro, ma mentre alcuni sviluppi sembreranno simili a eventi passati, altri invece, sono certo, saranno nuovi e Ho la sensazione che l’Ufologia interessanti. sia in qualche modo impantanata, niente di veramente im- Bene, ringraziandoti di nuovo portante accade più, o se suc- per il tuo tempo, come facciacede viene catturato dal rumo- mo usualmente, chiudiamo re di fondo della rete. l’intervista chiedendo Cosa possiamo aspettarci in l’opinione a proposito questo campo negli anni a ve- dell’incombente dicembre nire? 2012. 37 Siamo ormai molto vicini. Ti aspetti che succeda qualcosa di realmente percettibile? Ho condotto approfondite ricerche in questo senso e sono sicuro che niente di inusuale succederà. Quando finisce un calendario, non significa che il mondo finisca. Il mio calendario finisce ogni anno e tutto quello che succede è che devo comprarmene uno nuovo. COS’E’ LA GRAVITA’ Domenico Dati Dalla Scienza convenzionale per avere una spiegazione di cosa sia la gravità (una delle quattro interazioni fondamentali), dobbiamo risalire al Caduta di un grave 1666 a Sir Isaac Newton , e a quando la sua testa fu colpita da un’irriverente mela (anche se sembra non sia mai accaduto, una leggenda insomma). E comunque, prima di questo “tragico” evento, ci fu Galileo Galilei che riuscì a determinare, tramite sfere e un piano inclinato, il valore d’accelerazione di gravità molto vicino al valore convenzionale di (9,80665 m/s2), stabilita dalla terza CGPM nel 1901. Senza contare gli esperimenti sulla caduta dei gravi condotti sulla torre di Pisa. In questo filmato viene riproposto l’esperimento di Galileo Galilei, da un’astronauta sulla Luna (missione Apollo 15) 38 http://www.youtube.com/watch?v=5C5_dOEyAfk Trat- to da Wikipedia Galileo Galilei formula una sua teoria sulla caduta dei gravi sottoposti Effetto fionda ad accelerazione di gravità, poi dobbiamo quindi attendere Sir Isacc Newton e la sua mela che la “codifica” in legge della gravitazione universale, ma presentava ancora dei “punti deboli” che verranno affrontati da Albert Einstein nella Teoria della relatività generale. In soldoni, la gravità nella fisica classica è interpretata come una forza d’attrazione conservativa agente fra corpi massivi, la cui manifestazione più evidente, nell’esperienza quotidiana, è la forza peso. Come definizione, in fisica il campo gravitazionale è un definito come la deformazione dello spaziotempo creata dalla presenza di corpi dotati di massa o energia. Si tratta del campo associato all’interazione gravitazionale, una delle quattro interazioni fondamentali. In meccanica classica, il campo gravitazionale è trattato come un campo di forze conservativo, mentre in relatività generale è un campo tensoriale, rappresentato matematicamente da un tensore metrico, legato alla curvatura dello spazio-tempo attraverso il tensore di Riemann. Il campo gravitazionale generato dalla Terra, ad esempio, in prossimità della superficie terrestre assume valori prossimi a 9,8 m/s², e per convenzione si adotta tale valore di riferimento per l’accelerazione di gravità. L’effettiva accelerazione che la Terra produce su un corpo in caduta varia, al variare del luogo in cui questa è misurata. Il valore dell’accelerazione aumenta con la latitudine per due ragioni: - la rotazione della Terra, che produce una forza centrifuga che si oppone all’attrazione gravitazionale; questo effetto da solo fa sì che l’accelerazione di gravità sia 9,823 m/s² ai poli e 9,789 m/s² all’equatore; - lo schiacciamento della Terra ai poli, che allontana ulteriormente dal centro della Terra ogni corpo che si trova alle basse latitudini, facendo sì che la forza di gravità che agisce su di esso sia leggermente inferiore, dato che è inversamente proporzionale al quadrato della distanza tra i baricentri del corpo e della Terra. La combinazione di questi due effetti rende il valore di g misurato ai poli circa lo 0,5% più grande di quello misurato all’equatore. Riassumendo, secondo la Scienza convenzionale se non abbiamo massa o energia, non possiamo avere un campo gravitazionale e quindi la gravità (una “mela” difficile da digerire). Infatti, qualcuno come il ricercatore Erik Verlinde ha iniziato a mettere in discussione “la mela” con altre Teorie …e secondo la Scienza di Confine che cos’è la gravità? Ma prima alcune considerazioni. Ora proviamo per un’instante a immaginare il nostro pianeta Terra (nonostante la sua massa) senza forza gravità su di esso, che cosa succederebbe ? Per prima cosa addio all’atmosfera, non ci sarebbe più nessun tipo di forza a contenere i gas senza più peso che compongono l’atmosfera terrestre, l’acqua degli oceani, quella che scorre nei fiumi o delle cascate si troverebbe a fluttuare libera. Forse solo le piante rimarrebbero ben piantate nel terreno (finché non inizia anch’esso a fluttuare), inutile dire che fine farebbero tutte le specie animali: http://www.youtube.com/watch?v=O9XtK6R1QAk http://www.youtube.com/watch?v=JAWuMd6GOfs Senza la gravità la vita non può esistere; la cara gravità, che diamo tanto per scontato, è più importante dell’aria che respiriamo e dell’acqua che beviamo. Esiste una forza in natura che interagisce con la materia in modo immediato, anche se ci troviamo nello spazio: il magnetismo. Intimamente, almeno una volta, avremo pensato che il magnetismo c’entra con la gravità, ma in che modo, dal momento che i magneti permanenti interagiscono solo con alcuni metalli (che possono essere anche 39 diamagnetici o paramagnetici) e non certo sulla carne o sulle ossa. Ma se noi stessi fossimo dei magneti posti nello spazio (in assenza di gravità) ad abitare su un gigantesco polo magnetico, ecco che inizieremmo ad avvicinarci alla realtà. Un’altra considerazione è che la gravità oltre ad essere continua è anche molto precisa, stabile, quasi paragonabile a degli “invisibili binari” sui quali la vita può appoggiarsi sopra, scorrendo verso la propria direzione (crescita). Dobbiamo quindi immaginare una forza magnetica (una “Colla Magnetica”) capace d’interagire su qualunque tipo di materia che esiste sul nostro pianeta, a cui siamo sottoposti continuamente, istante per istante, e che imprime un’accelerazione a ogni atomo di cui è composta la materia stessa. Scriveva Edward Leedskalnin, il creatore di Coral Castle (Homestead in Florida, USA) nel suo libro “Magnetic Current” del 1945 : In un magnete permanente il “vero magnete” non è il metallo ma le particelle che compongono il campo magnetico e che vi ci scorrono all’interno. Le particelle che compongono il campo magnetico sono “piccolissime” e penetrano qualunque cosa, attraversano più facilmente il metallo che l’aria. Sono in costante movimento da una direzione contro l’altra e se guidate nei giusti canali, possiedono il movimento perpetuo. I magneti del Nord e Sud possono essere magneti (forza magneti- Tubo Vortex riflessione/inversione (da immaginare in verticale) ca) singolarmente (o solo del Nord o solo del Sud ed è una dichiarazione di monopolo magnetico) Il Nord e Sud come magneti individuali sono forze cosmiche, esse mantengono insieme questa terra e qualunque cosa su di essa. Per essere di qualche uso pratico devono essere presenti in grande quantità. In un magnete permanente a volte alcune particelle riescono a sfuggire dal campo magnetico, ma sopraggiungono altre a prendere il loro posto. Sono delle dichiarazioni che descrivono il magnetismo in una maniera completamente diversa da quello che è il classico dipolo magnetico in fisica. I monopoli magnetici sono la “Colla Magnetica” che può essere sia positiva (del Nord) o negativa (del Sud), in ambedue i casi ha effetto su qualunque tipo di materia esistente sulla terra. Ma da dove proviene un flusso così potente, veloce e abbondante di particelle monomagnetiche positive, tale da imprimere ai gravi quella che poi viene percepita come “accelerazione di gravità”? Questo viene spiegato da Pier Luigi Ighina, nella sua “Legge del Ritmo” (e le particelle monomagnetiche altro non sono che l’atomo magnetico). La Fonte di questo “Flusso” è il nostro sole, unico corpo attivo di tutto il sistema solare; dal sole parte il flusso d’energia monomagnetica positiva (di “Colla Magnetica”), seguendo un movimento a spirale, come un vettore o un nastro trasportatore, trasporta luce, calore e radiazioni con esso (ed è quindi quella che diverrà gravità sulla terra). Il vortice di Flusso d’energia positiva discendente proveniente dal sole, investirà il pianeta Terra sottoponendolo a una formidabile pressione magnetica: le particelle trapasseranno qualunque tipo di materia presente sul pianeta, imprimendo una “prima accelerazione gravitazionale” verso il centro del pianeta. Le particelle mono-magnetiche positive vorticando (verso destra) attraverseranno la materia senza danno, poiché la materia stessa è formata da queste particelle (sia positive che negative) che si sono unite solidificandosi in una particella neutra (come in un microscopico magnete permanente a livello atomico). Nessun tipo di materia presente sul pianeta può fermarle poiché piccolissime, arriveranno da tutte le parti fino a un’esatto punto situato nel centro del pianeta, dove collideranno. A questo punto , come similmente si verifica in un Tubo Vortice di Ranque-Hilsch (Ranque-Hilsch Vortex Tube – RHVT), avverrà una riflessione e inversione delle particelle mono-magnetiche: l’energia da positiva (fascia rossa nella figura) diventa negativa (fascia blu) e 40 cambia verso, velocità, colore e polarità, risalendo verso la superficie del pianeta (si realizza un’aspirazione d’energia monomagnetica proveniente dal sole, che darà vita al fenomeno finale della gravità). Risalendo lentamente e vorticando in senso opposto (sinistro), trapassando qualunque tipo di materia, imprimeranno una “seconda accelerazione ma questa volta antigravitazionale” (trattandosi di un flusso ascendente), che stabilizza e definisce quella che viene finalmente percepita come “forza di gravità” (in questo dualistico vorticare ascendente e discendente, non viene formata materia in modo accidentale e ne viene dissolta quella già esistente, solo esercitata la risultante e stabile “forza di gravità” come la avvertiamo, a causa delle differenti velocità delle due correnti di flusso mono-magnetiche). Il Flusso d’energia monomagnetica negativa opaco aspirato dal sole, risalirà fino ad esso, dove ostacolerà/impedirà la fuoriuscita d’energia magnetica positiva luminosa nel suo punto d’impatto, dando origine a una“macchia solare” perforando con verso sinistroso la granulazione fotosferica solare. http://www.youtube.com/watch?v=n7q8oknyHek loro viaggio verso la terra (si muo- forma di vita terrestre non risenvono dal sole nello spazio con mo- tono la potente pressione esercitata dall’energia magnetica luminosa se non indirettamente come peso o forza di gravità (o come vedremo in seguito, una “prima forza di gravità”). Entriamo con l’energia solare nell’interno del globo terrestre (il magma viene riscaldato da essa e siccome niente può fermare il penetrare di queste particelle se non Il sole è come un proiettore cinematole particelle stesse, esse raggiungrafico che proietta la sua rotazione geranno tutte insieme un unico esatto punto nel centro del pianevimento a spirale a causa della ta in cui si scontreranno); vedreloro uguale polarità positiva, ten- mo così che al centro di esso le dono a respingersi tra di loro). particelle solari, non rallentate Esse attraversano la luna che ne perché sfuggite all’impatto con le rallenta in parte la velocità e giun- sostanze terrestri, formano come gono sulla terra esercitando su di un piccolo sole. Questo piccolo essa una notevole forza e pressio- sole (interno) della terra ne (come un’arancia stretta salda- (chiamato Aurora) agisce come mente in un pugno). Esse scendo- una parabola infuocata che attrae no verso la terra con movimento a verso di sé le particelle dell’energia solare rallentate dalla materia terrestre e quindi prive di luminosità e riflettendole le rilancia verso il sole (scontrandosi avviene un’inversione e riflessione; l’energia calda Yang diventa fredda, yin cambia colore dal giallo al blu, risalendo al sole con rotazione sinistrosa). Il sole attrae verso di sé le particelle rallentate e riflesse dal fuoco interno della terspirale e si introducono in essa come farebbe una grossa vite che ra, grazie alla minor potenza che le differenziano da quelle che nel stringa senza far conoscere la pressione esterna. È appunto gra- sole stesso sono ancora a livello Energia è il movimento delle par- zie a questo movimento a spirale originario (l’energia terrestre yin essendo vicina alla sua origine coticelle che compongono la mate- che gli esseri umani e ogni altra lora il cielo di blu, cosa che non ria solare in continua trasformariesce alla gialla solare zione. Yang distante dalla sua origine). Magnetica è la capacità posseduta In questo modo, a partire dal cenda tali particelle di respingere partro della terra, si sviluppa un moticelle uguali a se stesse e di attivimento ascendente di energia rare quelle differenti. magnetica non luminosa, che in Luminosa è la potenza di velocità parte bilancia la pressione del movimento di tali particelle. dell’energia solare sulla superficie Seguiamo queste particelle di eterrestre (quindi la forza di gravità nergia magnetica luminosa nel Queste immagini provengono dal telescopio giapponese Hinode; gli astronomi, visionandole, sono rimasti confusi perché mostrano le emissioni di plasma ricadere verso la superficie del sole, venendo aspirate all’interno del sole stesso e riassorbite (vedere anche la Teoria di Nassim Haramein). “Con queste conoscenze possibili a realizzarsi in un tempo non lontano, il genere umano verrà portato ad una rinnovata esistenza in armonia con le forze della natura” (PierLuigi Ighina). Inizieremo la trattazione della Legge del ritmo con estratti dai vari allegati che Ighina pubblicava a nome del C.I.S.M (Centro Internazionale Studi Magnetici). Andiamo a vedere che cos’è il sole da vicino, con la mente libera. Esso è formato di una materia che si muove, si arroventa, si trasforma producendo Energia MagneticaLuminosa (o asiatico Yang, ndr). Cosa vuol dire Energia Magnetica Luminosa? 41 che avvertiamo è una forza risultante tra l’energia discendente gialla luminosa Yang e quella ascendente anti-G blu opaca yin). Vediamo ora cosa succede quando l’energia magnetica priva di luce, salendo dalla terra con movimento a spirale di senso contrario a quello dell’energia luminosa, viene assorbita nella fornace solare. gravitazionale del Sole che applica la sua pressione sulla superficie di pianeti , su tutte le cose su di essi e nelle loro profondità cm3 per cm3 (Gravità). Per questa ragione la Terra e gli altri pianeti del sistema solare sono considerati FERMI (IMMOBILI). 2) Nel sistema solare qualunque effetto di movimento (quale orbitale o di rotazione) è illusorio, poiché dato dal movimento a spirale http://www.youtube.com/watch?v=Gvb11bmE1vU dell’energia magnetica positiva Penetrando nel sole essa provoca, (Yang), che come un vettore tranella parte intaccata, un impedi- sporta luce, calore e radiazioni mento all’uscita dell’energia ma- provenienti dal Sole, che seguono gnetica luminosa, creando una il percorso a spirale dell’energia. macchia scura chiamata dagli es- http://www.youtube.com/watch?v=oH7yuBFQAAA seri umani “macchia solare” Pier Luigi Ighina: “Qui abbiamo la (l’esplosione o eruzione solare si macchina rotativa che produce il verifica in prossimità di queste movimento rotatorio d’energia macchie solari dovute appunto Solare. La quale da la possibilità di all’impedimento/ ostacolo subita far vedere gli oggetti in movimendall’uscita energetica). to per impressione e se voi vedete. Le macchie solari, come è noto, Quest’oggetto qua sopra ch’è ferproducono variazioni sul campo mo si vede l’immagine in movimagnetico terrestre e sono provo- mento. (proiezione esterna ma nel cate non solo dalla terra ma ancaso della terra la proiezione è che dall’energia non luminosa di interna su di essa). Questo è la ritorno dagli altri pianeti del siste- cosiddetta presa in giro che il sole ma solare. fa a tutti gli scienziati del mondo! Il duplice movimento a spirale di Quando gli scienziati cominceranenergia magnetica ascendente e no a capire questo cominceranno discendente, che collega il sole e a conoscere cos’è il ritmo solarela terra, è stato chiamato “Ritmo terrestre!” Magnetico”(ed è la vera essenza Segue un’interessante animazione dell’Etere). di sistema solare, da prendere in Esso è il promotore di ogni vitalità considerazione il modele manifestazione energetica esi- lo Ticonico (dove il sole va consistente sul globo terrestre. derato al centro al posto della Terra). Considerazioni Modello Sistema Solare (da selezionare il 1) La Terra e tutti gli altri corpi Tychonian) celesti sono immersi nella morsa Attività Solare e Macchie solari in Real Time Aggiornamento La legge del ritmo dimostrata Si noti la perforazioda Edward Leedskalnin? Nel suo ne con verso sinistroso della granulazione libro “Magnetic Current”, scopre fotosferica 42 una differenza molto interessante tra i due poli d’una barra magnetica. Infatti, le particelle magnetiche sono uguali in forza e numeri in entrambi i poli. Ma non si comportano allo stesso modo, infatti c’è un po’ più di attrazione con il Polo Sud verso il basso a spingere via la limatura di ferro, mentre non vi è più l’attrazione mentre si solleva la limatura di ferro con il Polo Nord. Anche se le forze sono uguali in forza, non significa che siano esattamente identiche. Questa differenza della forza attrattiva dei poli magnetici su di un corpo metallico (limatura di ferro) può esser data, appunto, dal disturbo che esercitano i flussi della legge del ritmo d’Ighina: le forze uguali si sommano (quelle dei magneti e dell’energia Yang/yin), schiacciando di più la limatura di ferro, mentre forze opposte si sottraggono diminuendo l’attrazione risultante sulla limatura. Credo che sia questo il modo in cui Leedskalnin si sia orientato su gravità e antigravità (e dimostra che la gravità è un fenomeno di natura magnetica!) In oltre osservate la disposizione della limatura non schiacciata che chiaramente è sottoposta a forza diagonale…( tipo “/” o di tipo “\”) N.B. benché le forze sembrino uguali è nella differenza di velocità con cui precipitano i monopoli positivi sulla terra ad imprimere l’accelerazione ai gravi, mentre l’energia negativa più lenta la compensa. Il transito di Venere e la fine di un ciclo SIRIO la Stella del Cane The Blue Room Project 43 SIGNS Magazine – Anno II – Numero 5 – Settembre 2012 EDITORIALE Quanto realmente conosciamo del mondo che ci circonda, e quanto ancora si nasconde ai nostri occhi, gelosamente custodito da un passato che, forse, non si sente ancora pronto a palesarsi in uno scenario che di certo lo sminuirebbe e lo taccerebbe di falsità. La situazione attuale non ci concede certo molte divagazioni, le priorità sono cambiate e con esse è cambiato anche il mondo di vivere e sentire quanto ci accade intorno In un momento così particolarmente delicato, nel quale il futuro non soltanto si tinge di nero ma, sempre più spesso, si nasconde all’orizzonte dei nostri sguardi, il fatto stesso di impegnarsi a capire diventa un valore aggiunto del quale si sente un estremo bisogno. Per quanto cultura e conoscenza vengano ormai relegati nei più oscuri meandri di un sistema caratterizzato dall’informazione stile “mordi e fuggi”, ampiamente di parte e non così libera come molti ancora si ostinano a farci credere, è necessario rimboccarsi le maniche e ricominciare da zero, e non soltanto da un punto di vista sociale, economico o politico, la vera necessità è quella di riscoprirsi e dare un senso alla nostra esistenza. Quando si inizia a perdere la coscienza di se stessi, quando la nostra stessa identità è offuscata dalle incertezze e dai dubbi, probabilmente bisogna fermarsi un attimo, riprendere fiato e iniziare a domandarsi quale sia il vero senso di tutto ciò che ci circonda, di quello che ci tiene prigionieri e di quello che potrebbe invece renderci liberi. Ho sempre pensato che la ricerca nel campo delle tematiche misteriose non sia soltanto un particolare hobby al quale si dedicano animi sognatori e fantasie sfrenate; indagare le nostre origini, la storia, i suoi enigmi, oppure volgere lo sguardo in alto e pensare che altre forme di vita, non necessariamente simili alla nostra, possano popolare l’universo, è un cammino che si snoda attraverso due ben distinte fasi, che si riveleranno in seguito in perfetta sinergia tra loro. Non si può indagare il mistero senza prima indagare su noi stessi, senza effettuare quella riscoperta del proprio essere che sarà il primo passo verso un nuovo modo di sentire e percepire il mondo. Chi indaga il mistero quasi sempre si ritrova a scoprire che, in realtà, ha sempre indagato se stesso, perché proprio l’uomo è il più grande dei misteri. Da questa consapevolezza nasce la speranza di un mondo e di un futuro migliore, costruito da uomini e donne che si sentono intimamente partecipi di quanto gli accade intorno. Questa varietà di sensazioni, modi di percepire e di osservare le cose, è anche il riassunto di questo nuovo inserto di SIGNS, attraverso il quale ci addentreremo nel mondo dei segreti militari con le notizie relative al Blue Room Project, ma esploreremo anche connessioni che risiedono in dimensioni diverse, in correnti di pensiero che formano quasi un ponte attraverso il quale cielo e terra, stelle e pianeti, simboli e realtà, si incontrano continuamente all'ombra di Sirio, la Stella del Cane, l'importante contributo firmato dall'amico Carlo Barbera. Questo ed altro troverete nelle pagine 44 che seguono, un menu che predilige poche ma importanti portate, il tutto condito dalla certezza che non possiamo costruire il presente se non siamo consapevoli del nostro passato, e non possiamo accedere a questa consapevolezza se ignoriamo totalmente le nostre origini, così come non possiamo costruire il futuro se non abbiamo bene in mente chi siamo e chi vogliamo essere. Buona lettura Roberto La Paglia Rivista di informazione ufologica, esopolitica, misteri e scienze di frontiera. Supplemento gratuito, abbinato a “Tracce d’eternità” Direttore Responsabile Emilio Raciti Direttore Editoriale Roberto La Paglia Coordinatore Salvatore Giusa Webmaster e coordinazione in Rete Roberto La Paglia Editor esterno / Direttore grafica Simone Barcelli Siti di riferimento www.ufosigns.org http://esomisteri.blogspot.com www.centroufologicosiciliano.info Partner http://wearealiens.wordpress.com/ http://centroufologicotaranto.wordpress.com/ http://www.centroufologicosiciliano.info/ http://www.cauitalia.beepworld.it/ http://inaufraghidellestelle.blogspot.com/ http://aurelio132.interfree.it/csfsite.htm http://www.eugeniosiragusa.it/home.html http://ovniparanormal.over-blog.com/ www.simonebarcelli.org I numeri arretrati di SIGNS Magazine sono acquistabili online: http://www.ufosigns.org http://esomisteri.blogspot.com www.centroufologicosiciliano.info The Blue Room Project Roberto La Paglia Molto spesso il colore blu viene associato al volo e, in particolare, viene usato come identificativo rispetto a tutto ciò che orbita intorno alla tecnologia aerospaziale e all’aviazione militare. Si tratta del colore dell’Air Force, che ricorda il cielo e i suoi infiniti misteri; non a ca- so quindi, dato che uno degli enigmi più impenetrabili è quello degli Ufo, il progetto sviluppato nella base di Wright Patterson venne battezzato “Blue Room Project”. Su questo identificativo sono sorte decine e decine di ipotesi, tutte legate tra loro da 45 un unico filo conduttore: il progetto Blue Room riguarda artefatti extraterrestri in mano al governo, sarebbe quindi la prova definitiva del fatto che la verità è stata per anni manipolata e abilmente nascosta ai nostri occhi. Una affermazione del genere, che rispecchia in fondo quel ragionevole dubbio ormai presente nella maggior parte di coloro che, direttamente o indirettamente, seguono la questione Ufo, potrebbe acquistare maggior valore qualora si riuscisse a rispondere con assoluta certezza ad un semplice quesito: esiste veramente il Blue Room Project? I dati in nostro possesso, provenienti da indagini effettuate da ricercatori indipendenti, riescono a fornirci soltanto due informazioni, due indizi che diventano il punto di partenza per questa indagine: il progetto Blue Room nacque intorno agli Anni ’50 e fu sicuramente operativo nel periodo tra il 1955 e il 1965; esisterebbe uno spezzone di pellicola in 35 mm che documenterebbe quanto classificato all’interno del progetto. Trovandoci costretti a confrontarci con quelle che, al momento, appaiono come pure e semplici ipotesi, non possiamo fare altro che scavare più a fondo in cerca di notizie più consistenti. Nel gergo in uso presso l’Intelligence, una Blue Room identifica una porzione di spazio posta all’interno di un edificio di massima sicurezza, uno spazio progettato e attrezzato per contenere elementi classificati ad alta sensibilità o di elevato interesse tecnologico. A questo punto è lecito supporre che, se Wright Patterson è effettivamente collegata con la questione Ufo, una Blue Room al suo interno non può essere di certo casuale; anche in questo modo, comunque, rimaniamo ancora legati al campo delle ipotesi, proviamo quindi a spostare la nostra attenzione su un altro fronte, quello della documentazione. Una delle prime richieste inoltrate al FOIA (Freedom of Information Act), venne fatta il 30 dicembre del 1980 dal ricercatore William Moore; il 7 gennaio del 1981, Moore ricevette una laconica risposta da parte della U.S. Air Force attraverso la quale veniva informato che non esiste alcun file riguardante un Progetto Blue Room, così come non esiste materialmente nessuna Blue Room in nessuna delle basi dislocate nel territorio americano. Nonostante ciò bisogna registrare un evento che sembra smentire queste due affermazioni: il fatto in questione riguarda il senatore ed ex generale Barry Goldwater, il quale, durante una intervista, riferì di un suo colloquio avvenuto nella prima metà degli Anni ’60, con il generale Curtis LeMay. Durante quella conversazione il senatore disse di essere a conoscenza di una stanza nella base di Wright Patterson nella quale venivano custodite attrezzature e macchinari posti sotto il massimo codice di segretezza. Si potrebbe ovviamente obiettare che non necessariamente il senso di questa frase debba essere riferito a materiali di origine aliena, potrebbe anche trattarsi di tecnologia terrestre in fase di sperimentazione, questo però non chiarisce per quale motivo, quando Goldwater chiese di accedere alla sala, gli venne bruscamente negato il permesso. 46 Riconoscendo che anche questo dubbio non scioglie completamente le riserve sulla questione, non ci resta che passare ad un successivo documento, la lettera di un privato cittadino, Brian Parks, indirizzata al FOIA; proprio a questa lettera i militari risposero in maniera del tutto sorprendente, contraddicendo quanto scritto in risposta a William Moore. “…esiste una sala chiamata Blue Room ma tutti i file e i documenti che la riguardano, siano essi fotografici che contributi video, sono stati bruciati”! L’Air Force ammette quindi l’esistenza di una Blue Room, un progetto in funzione già da anni che per qualche misterioso motivo è stato soppresso, arrivando addirittura a distruggere completamente ogni tipo di documentazione. La lettera riportata in foto è del tutto chiara, riporta un numero di progetto e un numero di identificazione USAF entrambi relativi alla Blue Room; i fraintendimenti, a questo punto, sono ridotti al minimo: i filmati girati in 35 mm sono stati distrutti, insieme a tutto il resto del materiale, il 9 settembre del 1965, stranamente dopo qualche anno dall’interesse manifestato da Goldwater e dal rifiuto di fargli visitare il progetto. Il Blue Room Project quindi, come la stessa lettera conferma, venne avviato nel 1955 e andò avanti per diversi anni; i relativi filmati vennero distrutti (?) dalle Forze Armate nel 1965; il colonnello Anderson, che firma la lettera, fornisce anche un numero di protocollo e un identificativo. Potremmo a questo punto ragionevolmente affermare che un Blue Room Project è effet- tivamente esistito, anche se non possiamo con altrettanta certezza identificare di cosa il progetto stesso si occupasse. L’indagine sarebbe quindi chiusa, ma in realtà non è così! La questione si complica Proprio quando alcuni dubbi stavano per sciogliersi la questione si complica; d’altra parte chiunque abbia un minimo di esperienza rispetto a questo tipo di indagini non dovrebbe certo stupirsi. Nel maggio del 2012 Anthony Bragaglia spedisce una mail al centro richieste del FOIA, chiedendo maggiori delucidazioni rispetto al progetto Blue Book. Dopo poco tempo una mail di risposta lo avvisa del fatto che è stato assegnato un numero di protocollo alla sua richiesta; passano ancora pochi giorni e una nuova mail, firmata Lynn Kane Centro Analisi FOIA, lo avvisa che la sua richiesta è stata girata al NASIC (National Air and Space Intelligence Center), il quale si ripromette di rispondere al più presto essendo l’ente al quale fa riferimento il Blue Room Project. In pratica, nella risposta, Lynne Kane, ammette nuovamente che l’Air Force è a conoscenza del Blue Room Project, che questo è stato ospitato presso la base di Wright Patterson, e che adesso è parte del NASIC che ne è responsabile. Questa risposta riapre l’intera questione e aggiunge una nuova, curiosa, coincidenza al discorso rimasto in sospeso che riguardava la vera finalità della Blue Room. Pur confermando ancora una volta l’esistenza del Progetto non si accenna a nessuna distruzione o chiusura dello stesso, 47 mentre il riferimento al NASIC risulta particolarmente curioso, visto che proprio in un documento rilasciato da questa organizzazione, documento che ne definisce la mission, si legge testualmente: “…raccogliere e analizzare dati di intelligence su attuali e future minacce provenienti dall’aria e dallo spazio”. La tentazione di accostare questo estratto all’idea diffusa che la Blue Room contenga reperti alieni è di certo molto forte, ma andiamo avanti con il nostro racconto. Il 17 maggio 2012, ad appena tre giorni dall’ultima mail, Bragaglia riceve una lettera che fa cadere nuovamente un velo misterioso sull’intero caso. “Department of the Air Force National Air & Space Intelligence Center (AF ISR Agency) Wright-Patterson AFB Ohio 17 maggio 2012 NASIC / SCOK (FOIA) 4180 Watson Way Wright-Patterson AFB OH 45433-5648 Mr. Anthony Bragalia (Indirizzo) Abbiamo cercato più volte in passato per quanto riguarda i record associati a "Blue Room" ma senza alcun esito. Qualora interpretasse questa risposta come una negazione di informazioni potrà appellarsi al segretario dell'Air Force entro 60 giorni dalla data della presente lettera. In questo caso dovrà allegare al suo appello i motivi per il riesame e una copia della presente lettera. L'appello sarà trasmesso al segretario dell'Air Force, Thru: NASIC / SCK (FOIA), 4180 Way Watson, Wright-Patterson AFB OH 4533-5648. Cordiali saluti, Gery D. Huelsman Libertà NASIC Manager Information Act” Se non esiste alcun record, a cosa si riferiva il colonnello Anderson? Questa stessa domanda venne rivolta da Gentile Signor Bragalia: Questa lettera viene scritta in merito alla sua richiesta, datata 26 aprile 2012 e indirizzata al Freedom of Information Act (FOIA), in merito ai record relativi al "Blue Room".Alla sua richiesta è stato assegnato il numero di protocollo FOIA 2012-03668-F. E’ stata condotta una ricerca in merito ai record da lei richiesti, ma senza nessun risultato. 48 Bragaglia il 5 giugno 2012 proprio al NASIC, insieme a un altro dubbio: come avrebbe fatto il colonnello Anderson ad ammettere che la pellicola della Blue Room era stata distrutta se di questa misteriosa camera non esiste alcun record? Quali fonti aveva consultato? Se non esiste alcun record da dove provengono i numeri di identificazione riportati nella risposta? In merito alle nuove richiesta si attende ancora una risposta; sembra quasi di assistere ad un remake della vicenda che ebbe come pro ta go ni sta la mi ster ios a IPU (Interplanetary Phenomenon Unit), sulla quale ancora si attendono risposte, ma questa è un’altra storia, l’ennesimo racconto di verità nascoste che purtroppo sembra ormai diventato così comune quando si cerca di capire cosa realmente si muove dietro gli spessi drappi che nascondono il potere ai nostri occhi. Nell'era della comunicazione globale istantanea - l'ufologia, anziché trarre giovamento da un'informazione sempre più libera ed incontrollabile, ha subito un grave danno. Perchè oggi chiunque, nel più assoluto anonimato e senza avere un minimo di preparazione in materia, può impunemente riversare nel Web le informazioni più assurde, i falsi video più spudorati, le storie più inverosimili. Ed è stato così che, all'alba del terzo Millennio, di pari passo con la progressiva apertura di molti archivi governativi e militari, anziché assistere alla morte della «congiura del silenzio» UFO (il sistematico insabbiamento di dati sino all'eliminazione fisica di chi sapeva o diceva troppo), abbiamo visto nascere la «congiura del rumore», vale a dire l'inondazione della Rete con materiale fasullo, al punto che oggi, persino per i ricercatori più esperti, diventa difficoltoso districarsi nella ragnatela di bugie. In quest'opera La Paglia non cedendo alla seduzione degli scoop da Web ricostruisce puntigliosamente quello che fu il substrato bellico e militarista in cui si manifestò per le prime volte in maniera palese il fenomeno UFO: il Ventennio fascista, la Seconda Guerra Mondiale, il maccartismo della Guerra Fredda. Fu in quest'ultimo contesto di spie, di caccia alle streghe e di operazioni top secret USA che, nel Paese che ha il più alto numero di servizi segreti, iniziarono a muoversi misteriosi «silencers» dai sistemi spicci e violenti, i fantomatici Men in Black che oggi ispirano film e fumetti; e fu quello il periodo in cui si segnalarono orripilanti mattanze di uomini e animali, con modalità che di convenzionale avevano ben poco. E in barba a ciò, l'Amministrazione americana (presto imitata da quella sovietica) e la scienza ufficiale continuarono a negare, a non vedere, a non sapere. O peggio, a dire di non sapere… Qui interviene l'autore, documenti alla mano, svelando anche la storia dell'ufologia occulta, vale a dire quel rapporto - spesso ignorato - che lega gli UFO alle religioni, siano esse «tradizionali» (come il Cristianesimo e le sue manifestazioni mariane) o «pagane», come lo gnosticismo. Quindi scava a fondo nei segreti militari: dal progetto HAARP alle scie chimiche, dai Governi Ombra alle basi sotterranee; infine, passa al setaccio gli enigmi spaziali di questa e di altre terre, Marte incluso: scoprirete così le molteplici tipologie aliene ed il modus operandi degli E.T. stessi, attraverso rapimenti UFO, sparizioni di feti, ma anche fenomeni di occultamento sottomarino e persino di «luci fantasma" e di «UFO di ghiaccio». 49 Magia Rituale, fenomeno UFO e strategie del controllo SIRIO la Stella del Cane Carlo Barbera La personale esperienza nel campo delle manifestazioni UFO e del Contatto con Entità Extraterrestri ci porta a considerare il fenomeno come espressione della coscienza umana e della mente, collocandolo nel campo di quelle forze più intimamente legate al nostro essere e al nostro andare, in altre parole, alla nostra identità cosmica, ed eterna. Non volendo neppure prendere in considerazione le scientifiche idiozie degli scettici ad oltranza e dei debunkers, l’ipotesi Extraterrestre, che per prima ha tentato di spiegare il fenomeno UFO, è stata affiancata da altre teorie di cospirazione e di controllo mentale che dipingono un’umanità succube di governi ombra e vampiri alieni, e da teorie di squarci nel continuum spaziotempo che permettono l’ingresso ad apparizioni ultraterrene, che possono indifferentemente assumere la forma di dischi volanti, Uomini-Falena, Chupacabras o, se vogliamo, la vergine Maria. Quel che è certo è che il fenomeno UFO è complesso e multiforme e non può essere spiegato esclusivamente in termini di piccoli e poco socievoli scherzi della natura, provenienti da Zeta Reticoli a bordo dei loro caduchi mezzi volanti, con sei dita, la pelle grigia, la passione per la violazione della privacy e per l’umano DNA. Il termine UFO indica, molto meno emotivamente, un fenomeno aereo di natura non identificata, sia esso una forma di luce plasmatica percepita dagli occhi umani, più o meno soggetti ad una qualsiasi forma di espansione di coscienza, o un ben più materiale veicolo spaziale sperimentale che esegue incomprensibili manovre nei cieli dell’Area 51. Sarà solo la nostra fantasia a limitare i connotati del fenomeno, mai negandogli i connotati di un fatto “reale” ma rendendolo semmai inesplicabile, un labirinto misterioso quanto la nostra mente. Per chi, come noi, è esploratore della coscienza, non è difficile collegare il fenomeno UFO e la pratica del Contatto Extraterrestre alla magia, alla meditazione, alla psichedelia, e a tutte quelle pratiche atte all’espansione della coscienza e del campo di percezione della realtà. Senza voler assolutamente dire che gli UFO sono frutto di allucinazioni, possiamo invece affermare con una discreta certezza che sono il prodotto di una coscienza espansa. Vale a dire che i testimoni di avvistamenti Ufo, coscienti o meno, raggiungono in quel preciso momento, per disparati motivi, uno stato di coscienza dilatato, recettivo quindi a gamme di frequenze abitualmente non percepibili o relegate a livelli subconsci e non elaborate dalla mente cosciente. Simili stati di coscienza, raggiunti per mezzo di trance 50 indotta o spontanea, mettono in comunicazione i medium ed i channelers con energie sottili ed entità. Lo stesso dicasi per le operazioni magiche dove i maghi realizzano rituali per invocare spiriti e demoni. LA MAGIA RITUALE DI ALEISTER CROWLEY Un esempio classico e completo di tali procedure può essere la famosa “Amalantrah Working” (Operazione Amalantrah) realizzata nel 1918 dal leggendario occultista inglese Aleister Crowley. Tale operazione magica produsse una serie di visioni che Crowley ricevette da Gennaio a Marzo di quell’anno attraverso la “Donna Scarlatta” del tempo, Roddie Minor. Nella sua vita, Crowley, ebbe un certo numero di “Donne Scarlatte”, che agirono come “Canali” per le trasmissioni ultraterrene di origine angelica e/o demoniaca evocate dalle sue operazioni magiche. La Donna Scarlatta aveva un ruolo fondamentale nei rituali di magia sessuale realizzati da Crowley, che combinava, con molta disinvoltura, droghe e pratiche definite al tempo, oscene e bestiali, atte ad evocare quelle energie potenti e misteriose ‘praeter-umane’ dalle quali Crowley voleva così ardentemente attingere. Riportiamo alcune frasi di uno dei più grandi conoscitori di Crowley, Kenneth Grant, pubblicate nel suo “Aleister Crowley e il Dio Occulto” (Ed.Astrolabio): decenni. Crowley chiamò tali esseri "entità Enochiane" presumibilmente perchè per l’evocazione fu utilizzata una “chiamata Enochiana”, un sistema cabalistico di linguaggio concepito nel diciassettesimo secolo dal mago elisabethiano, Dr.John Dee. Tramite le “chiamate Enochiane” il Dr.John Dee ed il suo “scrutatore”, Edward Kelly, ebbero, più di un secolo prima, i loro strani incontri con quelli che definirono “piccoli uomini”, che si muovevano all’interno di “una piccola nuvola fiammeggiante”. Il favorevole risultato magico ottenuto da Crowley in questa operazione lascia pensare che, con la magia rituale, egli aprì intenzionalmente un portale di ingresso che permise alle entità LAM, come ad altre entità, un accesso al piano della Terra. Alcuni sono convinti che Crowley attinse dalla stessa oscura e misteriosa riserva sub-conscia collettiva da cui, negli ultimi decenni, scaturisce il fenomeno di massa delle “abductions”, come descritte e documentate da esperti nel campo come Budd Hopkins, John Mack, David Jacobs ed altri. Ma prima di addentrarci in tali considerazioni è importante sottolineare che la maggioranza degli addotti riescono a ricordare e ricostruire i dettagli delle loro esperienze con gli alieni solo dopo essersi sottoposti a sedute di regressione ipnotica. E’ doveroso a questo punto ricordare che per mezzo della regressione ipnotica, il soggetto viene introdotto ad uno stato di coscienza alterato, sicuramente dilatato, non dissimile a quello prodotto dall’hashish e dal sesso rituale descritto in operazioni magiche come l’Amalantrah Working, ed utilizzato per innescare l’apertura di un portale di ingresso a queste misteriose entità. Secondo Kenneth Grant, questa tradizione è stata tramandata e resa viva dagli Adepti moderni di Aleister Crowley, i quali seguono i suoi passi praticando magia rituale per rendere attiva la Corrente 93, flusso di volontà stellare veicolata da queste “entità aliene”. Nel suo “Outside the Circles of Time” Grant scrive: ”Alcuni credono che il fenomeno UFO sia una parte del “miracolo”, e una crescente massa di prove sembra suggerire che entità misteriose sono presenti all’interno dell’atmosfera terrestre da tempo immemorabile e che un numero sempre maggiore di persone nascono con l’innata capacità di vedere, o in qualche modo percepire la loro presenza… Quelle che un tempo erano le preghiere per un intervento divino sono ora divenute un’invocazione ad entità extraterrestri o inter- “Crowley era consapevole della possibilità di aprire i cancelli spaziali e di immettere una corrente extraterrestre nell’onda vitale umana…Vuole una tradizione occulta - espressa da Lovecraft in modo persistente nei suoi scritti – che un qualche potere transfinito e superumano stia schierando le sue forze con l’intento di invadere e prendere possesso di questo pianeta… Questo ricorda gli oscuri accenni di Charles Fort riguardo alla presenza sulla terra di una società segreta già in contatto con esseri cosmici che, forse, sta già preparando la via per il loro avvento. Crowley dissipa l’aura di male con cui Lovecraft e Fort tingono il fatto; egli preferisce interpretarlo thelemicamente, non come un attacco alla coscienza umana, ma abbracciando altre stelle ed assorbendo le loro energie in un sistema che ne è quindi arricchito e reso veramente cosmico…” Attraverso l’Operazione Amalantrah – che nei rituali includeva l’ingestione di hashish e mescalina – Crowley entrò in contatto con un’entità interdimensionale chiamata LAM, che risulta essere estremamente simile all’immagine di “grigio” divenuta popolare negli ultimi 51 dimensionali, a seconda se le manifestazioni siano intese accadere all’interno della coscienza umana, o all’esterno di essa, invocazioni rivolte a entità apparentemente oggettive ma spesso invisibili. La Loggia Nuova Iside possiede nei suoi archivi i sigilli di alcune di queste entità. I sigilli provengono da un grimoire di origine sconosciuta che forma una parte dell’oscura qabalah di Besqul, localizzata dai maghi nel Tunnel di Quliefi. Il grimoire descrive Quattro Porte di ingresso extraterrestre nel e dall’Universo conosciuto.” Grant si riferisce a una forma di magia rituale praticata da gruppi come la Golden Dawn e l’Ordo Templi Orientis (O.T.O.). I "Sigilli" sono composti da linee e diagrammi che rappresentano le firme di entità accessibili ad un mago addestrato che abbia familiarità con le “chiamate Enochiane” ed altri metodi di evocazione degli “spiriti”. Un grimoire è un elenco di tali sigilli ed un manuale per il loro uso. Nel 1946, un noto discepolo di Crowley, Jack Parson, un tempo capo della branca californiana dell’O.T.O. e celebre scienziato missilistico, utilizzò questa tradizione di contatto interdimensionale e, con l’aiuto di “Frater H”, realizzò nel deserto californiano una serie di operazioni magiche chiamate “Babalon Workings” che portarono al contatto con un genere di entità, niente affatto dissimile al LAM di Crowley. La vicenda si rende ancor più bizzarra se si tiene presente che il collega di Parson in tale operazione, citato come Frater H, era in realtà L.Ron Hubbard, più tardi conosciuto come il capo carismatico e fondatore di Scientology. Sembra che Hubbard svolse un ruolo simile a quello di Edward Kelly, “scrutatore” del già citato Dr.John Dee, di cui Crowley era un ardente ammiratore. Uno scrutatore opera come un recettore di comunicazioni ultraterrene, spesso usando una sfera di cristallo, in congiunzione con i rituali e le cerimonie del mago, al fine di convocare esseri provenienti da altre dimensioni. Mago e scrutatore lavorano assieme, mano nella mano, evocando questi esseri ultraterreni: siano essi angeli, demoni o spiriti dei defunti. La Donna Scarlatta di Crowley adempiva a questa stessa funzione; ad esempio, la prima moglie di Crowley, Rose Kelly, ricevette in stato di trance magica i tre capitoli del celebre Libro della Legge, il manoscritto che traccia la fondazione della filosofia magico-religiosa di Crowley, Thelema. Da un punto di vista magico, il portale d’ingresso per entità extraterrestri aperto da Crowley con il contatto con l’entità LAM può essere stato potenziato ed ulteriormente aperto dall’operazione Babalon di Parson ed Hubbard, producendo uno straordinario salto in avanti nel paradigma della coscienza umana. Come Kenneth Grant scrive: “L’Operazione (Babalon) ebbe inizio…esattamente prima dell’ondata di inspiegabili fenomeni aerei definiti Dischi Volanti. Parson aprì una porta e qualcosa l’ha attraversata volando.” Alcuni ricercatori, ipotizzano che la detonazione delle due bombe atomiche sul Giappone alla fine della Seconda Guerra Mondiale, possa aver in qualche modo contribuito all’apertura di questa porta tra le dimensioni o, almeno, attratto la curiosità di nostri vicini galattici. La Storia Thelemica racconta che nel 1947 terminò il primo stadio dell’Operazione Babalon, quando le strade di Parson ed Hubbard si divisero tumultuosamente (sembra che Hubbard fuggì con la moglie di Parson e una gran parte della sua ingente fortuna). Fu in quello stesso anno, che ebbe inizio l’era moderna degli UFO, con l’avvistamento di Kenneth Arnold, sul Monte Rainer, nello Stato di Washington, seguito, non molto tempo dopo dal leggendario schianto di un disco volante a Roswell, in New Mexico. Il 1947 fu anche l’anno del trapasso della Grande Bestia, Aleister Crowley e, solo l’anno successivo, nel 1948, Albert Hoffmann diede la nascita all’LSD. Accanito sostenitore della connessione tra i misteriosi eventi che fermentarono nell’inconscio collettivo tra il 1946 ed il 1948, il ricercatore John Judge, rilasciò un’intervista a radio KPFK di Los Angeles, il 12 Agosto 1989, in un programma chiamato “Unidentified Fascist Observatories” (Osservatori Fascisti Non Identificati), in cui dichiarò che Kenneth Arnold e Jack Parson erano colleghi di volo, sebbene non sono stati trovati riscontri a supporto di tale dichiarazione. Quel che è certo è che Parson ed Hubbard realizzarono la loro operazione magica ed il loro contatto interdimensionale con entità aliene nel deserto della California, negli stessi anni in cui questa zona fu teatro di straordinarie manifestazioni ed attività di dischi volanti. LA CORRENTE STELLARE DI SIRIO In questo scenario sorsero in quegli anni “contattati” come Gorge Adamski e Gorge Hunt Williamson che descrivevano il proprio tipo di messaggeri cosmici traspor- 52 tati da dischi volanti, navi sigariformi, spesso originari dal pianeta Venere, o altri pianeti del nostro sistema solare. Nel 1930, prima dell’incontro con i suoi “Fratelli dello Spazio”, George Adamski gestì un monastero denominato “Ordine Reale del Tibet”, che gli permise di ottenere un permesso per produrre del vino sacrificale durante il periodo del Proibizionismo. Quando il Proibizionismo terminò, anche il monastero di Adamski chiuse le sue porte, ed egli decise di aprire un chiosco di panini vicino all’Osservatorio di Monte Palomar. Qui Adamski dichiarò di aver aiutato gli astronomi a fotografare diversi UFO, ma tale dichiarazione non fu mai confermata dal personale dell’osservatorio. Il primo incontro di Adamski con i Fratelli dello Spazio avvenne nel Deserto Mojave, il 20 Novembre 1952, quando, in compagnia di Gorge Hunt Williamson ed alcuni altri amici, fu testimone di un inseguimento di un oggetto sigariforme da parte di jet militari. Proprio prima di scomparire alla vista, la nave spaziale espulse un disco argentato, che atterrò a breve distanza da Adamski e i suoi compagni. Quando egli si avvicinò al disco fu salutato da un uomo con lunghi capelli bianchi, vestito con una tuta ad unico pezzo. L’uomo spiegò telepaticamente di essere originario di Venere e di essere preoccupato dalla possibilità che le radiazioni della boma atomica potessero raggiungere altri pianeti del sistema solare; disse anche che vari esseri provenienti da tutta la galassia stavano visitando la Terra nutrendo la stessa preoccupazione. Secondo lo stesso Adamski, egli fu preso a bordo di una nave aliena e volò visitando diversi luoghi nell’universo, compreso il lato oscuro della Luna. Durante il corso della sua scorribanda aerea, Adamski scattò una serie di fotografie delle quali, sebbene famosissime, è stata spesso discussa l’autenticità. In “Osservatori Fascisti Non Identificati”, John Judge asserì che Adamski era uno strumento della CIA, e nel suo giro di conferenze nel mondo negli anni ’50 e ’60 seminò disinformazione per conto dell’Agenzia. Il collega di Adamski, Gorge Hunt Williamson, autore di molti libri sugli UFO, promulgò l’idea di un battaglia tra il bene ed il male, tra i “buoni” provenienti dalla Stella del Cane, Sirio, contro i “cattivi” provenienti da Orione. Il pianeta Sirio è un tema ricorrente nel campo dell’Occulto e del fenomeno UFO. La Stella d’Argento, il misterioso ed antico Ordine Ini- ziatico riattivato da Crowley, era simbolo ed espressione della diretta volontà di Nu-Iside (Sirio) e, come Kenneth Grant ha dichiarato, Crowley “identificava inequivocabilmente il suo Santo Angelo Guardiano con Sothis (Sirio), o Set-Iside.”. A questo proposito, deve essere ricordato il “Mistero di Sirio” di Robert Temple, pubblicato nel 1977, che documenta la storia della tribù Dogon in Africa, e dei loro favolosi incontri con i Nommo, una razza di esseri, con tre occhi e chele da granchio, provenienti da Sirio. Secondo quanto racconta la leggenda dei Dogon, questi emissari intergalattici tramandarono alla tribù africana dati astronomici risalenti fino al 3200e.v., tra cui la conoscenza che Sirio ha una stella compagna, invisibile all’occhio nudo. Queste leggende anticipano enormemente l’avvento dei telescopi, e furono successivamente confermate dagli astronomi. Questa stella compagna, Sirio B, non fu mai fotografata prima del 1970. Oltre alla conoscenza riguardante Sirio B, i Dogon conoscevano le quattro Lune di Giove, l’anello attorno a Saturno, e che i pianeti del nostro sistema solare orbitano attorno al sole. Nel “Mistero di Sirio”, Temple fa risalire il contatto con i Nommo a Sumer, circa nel 4500 e.v. A quel tempo, egli dice, queste creature con tre occhi e chele da granchio, apparvero nelle loro potenti navi spaziali provenienti dalle stelle, concedendo all’umanità vasti segreti; rivelando misteri e conoscenza esoterica che fu tramandata ad Adepti di varie società segrete in Egitto, nel Medio Oriente ed in Grecia. Temple sostiene che questi iniziali contatti posero i semi per le varie religioni misteriche, i cui germogli includono personaggi come Giordano Bruno, il Dr.John Dee, l’intera tradizione che pose le pietre di fondazione della Massoneria, ed altre scuole segrete di conoscenza esoterica come i Cavalieri Templari e i Rosacroce. La Massoneria sostiene che la civilizzazione della Terra fu inizialmente formata da Iniziati provenienti dal sistema solare di Sirio, equiparati alla Trinità Egiziana di Iside, Osiride e Horus. In questa mitologia, Osiride è un precursore del Cristo, divinità morente che poi risorge, formando le basi del sacerdozio Egiziano dell’adorazione del dio Sole. Gli adepti di queste religioni misteriche si sono sempre riferiti a se stessi, in un modo o in un altro, come Illuminati, coloro che sono stati “illuminati” dall’adorazione del dio solare e della dea lunare. 53 Nel suo trattato, Temple nota che l’intero calendario Egiziano compiva una rivoluzione attorno ai movimenti di Sirio e che il calendario annuale iniziava con i “giorni del cane”, il periodo in cui Sirio sorgeva dietro il Sole. Secondo Philip Vandenburg nel suo “La maledizione del Faraone”: “un archeologo chiamato Duncan MacNaughton scoprì nel 1932 che il lungo tunnel oscuro nella Grande Piramide di Cheope funziona come un telescopio, rendendo visibili le stelle anche durante il giorno. La grande Piramide è orientata, secondo MacNaughton, per fornire una visione, dalla Camera del Re, dell’area del cielo del Sud in cui Sirio si muove durante l’anno”. La più brillante stella dei cieli, Sirio, è utilizzata nella navigazione perchè rimane fissa nel cielo. Volendo fare un paragone, Sirio è approssimativamente 35 volte più grande del nostro sole, ed è considerata nei circoli esoterici come “il dio occulto del cosmo”. Il famoso emblema dell’occhio ‘che tutto vede’ sospeso sopra la piramide tronca, oltre ad essere un motivo comune alla tradizione massonica è, prima di tutto, la descrizione dell’Occhio di Sirio. Non è un segreto che molti dei padri fondatori della Nazione Americana furono Massoni; ciò spiega la strana presenta dell’Occhio di Sirio sulla banconota da un dollaro, un simbolo visto ogni giorno da milioni di persone in tutto il pianeta, un’immagine impressa per sempre nella psiche umana. In tempi recenti, un intero esercito di teorici della cospirazione attribuisce all’antico simbolo dei connotati insidiosi ed oscuri. Per essi l’occhio nel triangolo rappresenta i temibili “Illuminati”, oscuri e potenti personaggi che occupano gli occulti posti alla cima della Piramide, e che connettono fra loro ordini fraterni e società segrete come i Cavalieri di Malta, la Massoneria e i Rosacroce, in un’estesa trama di cospirazione atta ad istituire un nuovo ordine mondiale, un futuristico incubo Orwelliano, una società totalitaria mascherata da democrazia libertaria, che usa linguaggi e simboli della Massoneria per programmare le masse. A rendere ulteriormente confusa una situazione già abbastanza complessa, il XX° secolo ha visto sorgere una nuova generazione di contatti che rendevano omaggio alla “Stella del Cane”, accrescendo di ulteriori elementi la leggenda dell’Occhio sospeso sulla Piramide. Proprio al volgere del secolo, un gentiluomo di Haiti di nome Lucien-Francois Jean-Maine costituì un ordine chiamato il “Culto del Serpente Nero”, che utilizzava rituali dell’O.T.O. di Crowley combinati con pratiche voodoo. Secondo quanto riferito, operazioni magiche condotte con questi rituali nel 1922, evocarono un’entità chiamata LAM, esattamente la stessa entità con cui Aleister Crowley entrò in contatto alcuni anni prima. Il già citato contattista gorge Hunt Williamson, tra il 1950 ed il 1960, evocò alcuni presunti abitanti di Sirio, conversando con essi in linguaggio “enochiano” o “angelico”, già usato da John Dee nel 1700 e successivamente da Aleister Crowley. Nei suoi vari libri e nelle molte conferenze Williamson parlò anche della presenza sulla Terra di una società segreta che era stata in contatto con Sirio per migliaia di anni; l’emblema di questa società segreta era l’occhio di Horus, altrimenti conosciuto come l’occhio che tutto vede. In un affascinante saggio intitolato: “Magia, Sesso, Assassinio, e la Scienza del Simbolismo”, l’autore James Shelby Downard descrive un “culto di adorazione a Sirio” che era arrivato fino ai più alti livelli della CIA. In questo brano provocatorio, Shelby descrive uno dei loro rituali che avevano luogo nell’Osservatorio Palomar sotto la luce di Sirio, telescopicamente focalizzata per inondare i suoi partecipanti della luce della maestosa Stella del Cane. PSICOTRONICA Dopo l’onda di interesse per Sirio iniziata nel 1970 da Robert Temple, nel 1974, lo scrittore di fantascienza Philip F.Dick visse una sorta di “esperienza mistica” che ebbe origine in una serie di “contatti” che egli definì “trasmissioni psicotroniche”. Esse iniziarono il 20 Marzo 1974, sotto forma di potenti onde mentali che lo inondarono con una quantità smisurata di impulsi cerebrali audio visivi, descritti da Dick come violenti e sgradevoli, dei “messaggi morti”. Durante le settimane seguenti, fu disturbato da manifestazioni notturne nella sua camera da letto, “attività di fosforo viola, per otto ore ininterrotte”; tale manifestazione era la sorgente degli impulsi mentali che sopraffacevano Dick con immagini di grafica moderna ed estratta, con musica sovietica che risuonava nella testa, nomi e parole pronunciate in linguaggio russo. Lo scrittore giunse alla conclusione di essere il bersaglio delle trasmissioni di agenti del controllo mentale sovietico. Inizialmente Dick aveva una percezione negativa delle emanazioni che invadevano la sua mente ma successivamente cominciò a percepire nella forza che lo contattava qualcosa di completamente differente. 54 In una lettera a Ira Einhom, datata 10 Febbraio 1978, Dick entrò nei particolari della sua esperienza con le aggressioni psicotroniche è dichiarò che, ad un certo punto, le trasmissioni gli “sembravano senzienti”. Spiegò che percepiva chiaramente una forma di vita aliena, localizzata in uno strato superiore dell’atmosfera della Terra, che era stata “…attratta e potenziata dalle trasmissioni psicotroniche sovietiche a micro-onda.” E che, attraverso di esse era entrata in contatto con lui. Questa forma di vita aliena operava come una “stazione”, un terminale di una qualche forma di rete di comunicazione interplanetaria che “…conteneva e trasmetteva grandi quantità di informazioni.”. Secondo le affermazioni di Dick, nei mesi che seguirono, il contatto con l’entità aliena che intanto aveva battezzato Zebra, migliorò enormemente le sue condizioni mentali e fisiche. Inoltre l’entità aliena gli fornì complesse e precise informazioni riguardo se stesso e riguardo suo figlio che, secondo Zebra, era affetto dalla nascita da un grave difetto non diagnosticato che richiedeva urgente ed immediata chirurgia. La moglie di Dick si precipitò con il bambino dal medico chiedendo un controllo riguardo il difetto indicato da Zebra e, con lo sgomento generale, si apprese che il bimbo era effettivamente affetto da quella grave deformazione. Un intervento chirurgico fu programmato d’urgenza per il giorno seguente ed il bambino fu salvato. La moglie di Dick, Tessa ed altri testimoni degli eventi hanno da allora confermato le predizioni di Zebra riguardante le sue condizioni mediche e quelle del figlio, Christopher. Phil Dick era sicuro della totale positività di Zebra e notò il suo grande disprezzo per i sovietici e per i loro esperimenti psicotronici. Zebra rivelò a Dick che la Terra stava morendo, e che lo sconsiderato utilizzo dei gas propellenti stava “…distruggendo lo strato di atmosfera in cui Zebra…esisteva”. Solo diversi anni dopo la sua mistica esperienza con Zebra, Phil Dick scrisse una novella, basata su questi eventi, intitolata VALIS. Nel romanzo Zebra prese il nome di VALIS (Vast Active Living Intelligence System) e veniva identificato come un prodotto del sistema stellare di Sirio e descrivendo i suoi operatori come esseri con tre occhi e muniti di chele. Mai prima di allora Phil Dick aveva citato Sirio nei suoi racconti ma con VALIS la Stella del Cane ebbe in quegli anni una grande popolarità, alla quale contribuirono altri casi nella letteratura del contatto. MK ULTRA C’è da dire che la stella Sirio non è stata solo menzionata nella ricerca occulta e nella fenomenologia del contatto ufologico ma è anche stata posta in relazione ad alcuni esperimenti di controllo mentale facenti parte del nefasto progetto della CIA denominato MK ULTRA. Iniziato presumibilmente nel 1953, all’interno di un programma esente dalla supervisione del Congresso, il progetto MK-ULTRA era composto da agenti addestrati come “spie psichiche”, che testavano radiazioni, shock elettrici, microonde ed impianti elettrici su soggetti inconsapevoli. Lo scopo finale di MK-ULTRA era quello di creare assassini programmati. A questo proposito la CIA testò anche un’ampia gamma di droghe al fine di scoprire il composto chimico ideale per il controllo mentale. L’LSD fu una delle droghe che interessò maggiormente gli psichiatri della CIA, al punto che nel 1953, l’Agenzia tentò di acquistare l’intero fabbisogno mondiale di acido lisergico dai Laboratori Sandoz, in Svizzera. E’ un dato di fatto che, per molti anni, la CIA fu la sorgente principale di LSD legale o meno. Negli ultimi decenni varie informazioni sulla tecnologia del controllo mentale si sono diffuse nella comunità di ricerca, anche grazie ad un gentile signore finlandese di nome Martin Koski ed alle sue affermazioni riportate in un libretto che titola “la mia vita dipende da voi”. Koski ha diffuso la sua terribile descrizione di un mondo soggetto ad un esteso controllo mentale, documentando l’alterazione cerebrale subita su se stesso e su molti altri. I presunti operatori di queste nefaste operazioni di controllo mentale includevano agenzie di Intelligence come la Royal Canadian Mounted Police (RCMP), la CIA e l’Intelligence Finlandese. Sirio viene evocata, nei racconti di Koski, ancora una volta in un episodio di controllo mentale. Egli sosteneva di essere stato rapito e che i “dottori” che avevano operato su di lui avevano dichiarato di essere “alieni provenienti da Sirio”. Nel suo libro Koski sosteneva che questi personaggi gli avevano impiantato uno schermo nella memoria per celare la loro identità e le loro intenzioni. Sulla base di affermazioni come questa trovò credito la teoria, sostenuta da un gruppo di ricercatori nei primi anni ’90, che i rapimenti alieni fossero una copertura per il programma di controllo mentale messo in atto dal progetto MK-ULTRA, un inganno perpetrato dagli spettri 55 della CIA. Secondo Walter Bowart, nella sua riedizione di ‘Operation Mind Control’, una vittima del controllo mentale racconta di un incidente accaduto presumibilmente all’inizio degli anni ’70. Nei ricordi recuperati attraverso la regressione ipnotica, è stato rivelato che la vittima era stata al centro di un finto rapimento alieno, con l’intenzione di creare uno schermo che avrebbe nascosto il reale programma in atto sulla vittima. Il soggetto dichiarò di aver visto un bambino vestito in un piccolo costume alieno, simile in apparenza a quello degli alieni di Spielberg. Questo non fornisce certamente una spiegazione esauriente per l’intero fenomeno ufologico e neppure vuole significare che forme di intelligenza extraterrestre non abbiano mai visitato la Terra. E’ comunque sconcertante considerare l’impatto che il fenomeno dei rapimenti alieni ha avuto sulla coscienza umana e quanto tutto ciò abbia mutato le credenze e le strutture psichiche di milioni di abitanti di questo pianeta, creando un nuovo paradigma che solo alcune decine di anni fa era del tutto impensabile. Walter Bowart nel suo “Operation Mind Control”, afferma che alla fine degli anni ’70, il membro del Congresso Americano Charlie Rose, ebbe un incontro con un inventore canadese che aveva ideato e costruito un elmetto che simulava stati di coscienza e di realtà sensoriale. Rose prese parte ad un esperimento che consisteva nella riproduzione di un programma di rapimento alieno dallo scenario estremamente realistico e drammatico. L’elmetto produceva campi magnetici a bassa frequenza sui lobi temporali, l’area di effetto associata alla distorsione temporale e ad altri stati alterati di coscienza. E’ probabile che l’inventore dell’elmetto fosse il Dr.Michael Persinger, clinico neuropsichiatria e professore di neuroscienza, il cui lavoro negli anni si è focalizzato sugli effetti dei campi elettromagnetici sugli organismi biologici e sul comportamento umano. Il Dr.Persinger fu anche l’inventore di un “elmetto magico” di cui si occupò la stampa americana in quegli anni. Alcuni ricercatori collegarono il nome di Persinger alle operazioni di intelligenze connesse al progetto MK ULTRA. Egli sosteneva la teoria che gli UFO sono il prodotto di effetti elettromagnetici rilasciati dalla crosta terrestre sottoposta a stiramenti tettonici. L’elmetto di Persinger aveva caratteristiche simili alla fantomatica apparecchiatura denominata TLE (Temporal Lobe Epilepsy) ritenuta da molti il congegno utilizzato dagli aggressori psichici per sferrare trasmissioni psicotroniche come quelle riportate nel romanzo VALIS di Philip Dick. Una delle fenomenologie più frequenti attribuite al TLE è la visione del divino, la creazione di forme di comunicazione diretta con dio o con divinità di qualsiasi forma e natura. COMMUNION Whitley Strieber, autore del best seller “Communion”, nel tentativo di spiegare la propria esperienza di rapimento, prese in esame la possibilità di essere stato vittima del TLE. Gli esami che eseguì per accertare un condizionamento psicotronico risultarono negativi ma rimane notevole la componente magica nella sua esperienza e nel suo personale modo di affrontarla. Dopo l’iniziale regressione ipnotica che lo rese cosciente per la prima volta della presenza dei “visitatori”, Strieber iniziò a praticare una forma di meditazione per evocare nella sua mente la loro immagine, in modo da poterli descrivere con maggiore dovizia di particolari. Al primo tentativo di evocazione riuscì a visualizzare con estrema facilità un alieno grigio nel campo visivo della sua mente. Cosciente o meno di aver compiuto un’evocazione magica a tutti gli effetti, Strieber, ripeté l’esperimento in molte occasioni, evocando volontariamente questi esseri oltre il velo della percezione. Precedentemente alle sue esperienze di contatto, Strieber fu un membro della Fondazione Gurdjeff, un’organizzazione di auto-trasformazione dedicata alle tecniche di meditazione e di espansione della coscienza elaborate dal mistico russo G.I.Gurdjeff. Strieber ha spiegato che le tecniche apprese in quell’addestramento e particolarmente una forma di canto a doppia tonalità, gli avevano permesso di rimanere cosciente in alcune esperienze con i visitatori che altrimenti avrebbe vissuto in modo inconsapevole. Ciò che allora Strieber non sapeva era che lo stesso Gurdjeff era in contatto con esseri di Sirio, proprio attraverso questo metodo del canto a doppio tono, che può anche essere definito come “Canto Enochiano”. In Communion, Strieber sostiene che lo stato mentale prodotto dagli incontri con i ‘visitatori’ potrebbe assomigliare a quello prodotto da una rara droga chiamata Tetradotossina, che in piccole dosi causa anestesia e- 56 sterna, e in dosi maggiori può provocare esperienze di “uscita dal corpo”. Dosi ancora maggiori di tale droga possono simulare esperienze di morte. Secondo Strieber, la Tetradotossina è la sostanza di base per il “veleno degli zombies” di Haiti. Ciò che non dice è che la Tetradotossina fu precisamente uno dei molti componenti psicoattivi utilizzati dalla CIA per il loro leggendario progetto MK-ULTRA. In Communion, Strieber sostiene la possibilità che i Grigi, per comunicare, possono non aver utilizzato telepatia mentale ma qualcosa di natura più tecnica come onde a frequenza extra bassa irradiate nel suo cervello. Su questa linea, Strieber aggiunge che la stessa terra genera una grande quantità di campi magnetici nel campo da 1 a 30 hertz.che interagiscono con la nostra mente e la nostra energia. Esistono forse condizioni naturali per la risposta del nostro cervello, come esperienza psicologica della nostra specie vivente su questa creatura macrocosmica. Esiste una relazione con il nostro pianeta che non abbiamo ancora compreso completamente e forse gli antichi dei, gli esseri elementari e i moderni visitatori sono solo un effetto di un mistero più grande. IL FUTURO Affrontando il fenomeno ufologico e l’ipotesi extraterrestre dal punto di vista esoterico della magia rituale, abbiamo tracciato uno scenario forse oscuro, forse inquietante, privo cioè di risposte che possano sedare la nostra atavica ansia di uomini di fronte a realtà sconosciute. Abbiamo piuttosto messo in evidenza occulte relazioni tra mondi distanti o spesso in apparente conflitto fra loro, mondi nascosti, sia pure per differenti motivi, agli uomini ignari di un destino di cui non risultano essere padroni. Sono gesta di uomini ai margini ad aver tracciato la storia, con lettere d’oro o di sangue. Sono gesta che spesso rimangono oscure, nascoste tra le pieghe del mondo, appunti ai confini della Storia degli uomini e della civiltà. Sono atti di coraggio o di viltà, come eroici e maledetti sono gli uomini ed i loro sogni più profondi. Le porte dimensionali aperte dalle epiche operazioni magiche del Dr.John Dee e di Aleister Crowley sono tramandati come sogni di visionari e perversi. E’ la Storia, che si sbarazza degli eroi, maledicendoli con la propria viltà. Altri hanno fatto della perversione un’arte di logica e forse sono proprio quelli che la Storia la scrivono indisturbati. Ciò che vogliamo ipotizzare è l’effettivo potere di tali Atti, liberandoli da ogni valutazione morale e da ogni restrizione ideologica. Liberare il potere che ha reso possibile l’ingresso nella sfera della coscienza umana di un nuovo paradigma cosmico, all’interno del quale la razza umana può trovare la propria funzione simbiotica con le altre razze dell’universo. I tentativi degli uomini, spesso goffi e disastrosi, di possedere tale potere hanno generato dei mostri senza testa, che si nutrono degli incubi da loro stessi generati. Non è questa la storia che condurrà al futuro e non è questa la storia che la futura umanità ricorderà alle sue origini. L’onda stellare di Sirio, che scorre impetuosa dalle Porte del Tempo, appare essere l’artefice della nostra Mutazione. La straordinaria accelerazione evolutiva del ‘900, che include le due guerre mondiali e tutte le tremende convulsioni della razza umana, sembra istruita da invincibili potenze cosmiche, regolate dalla legge della Forza. La Forza che conduce alla Mutazione e all’Evoluzione che è virtù nelle mani del singolo uomo, eppure lo travalica essendo Volontà stessa dell’Universo. Se c’è qualcosa da invocare, prima di tutto, è l’apertura della mente di fronte allo sconosciuto, la disponibilità a mettere in discussione se stessi e le strutture portanti del proprio mondo. Oltre ciò vi è l’esperienza, la diretta conoscenza delle cose che apre nuovi portali alla saggezza. Oltre ciò vi è l’esperienza diretta dell’universo, quello che, ormai certamente, sembra essere il nostro futuro. "La mia osservazione dell’Universo mi convince che ci sono esseri di intelligenza e potere di più alta qualità che qualsiasi cosa che possiamo concepire come umana; che essi non sono necessariamente basati sulle strutture cerebrali e nervose che noi conosciamo, e che l’unica e sola possibilità per il genere umano di avanzare nell’insieme è di prendere contatto individualmente con tali esseri”. A.Crowley, 1944 57 NEWS I primi neuroni coltivati sulla nanocellulosa (ANSA) – GOTHENBURG, 4 APR – Cellule nervose coltivate su nanoimpalcature di cellulosa potrebbero essere il primo passo verso la creazione di modelli tridimensionali del cervello. Il risultato si deve all’universita’ di Chalmers e all’universita’ di Gothenburg che hanno mostrato che la nanocellulosa stimola la formazione di un network di neuroni. La tecnica, secondo i ricercatori, potrebbe contribuire alle ricerche sul cervello in particolare studi che riguardano la malattia di Alzheimer e la malattia di Parkinson. Morto Neil Armstrong, primo uomo sulla Luna (TGCOM 24) All'età di 82 anni è morto Neil Armstrong, il primo uomo che il 21 luglio del 1969 mise piede sulla Luna. A dare la notizia è stata la rete americana Nbc. Armstrong, comandante della missione Apollo 11, aveva subito un intervento chirurgico di quadruplo bypass coronarico lo scorso 7 agosto. Obama: "E' stato tra i più grandi eroe americani". Neil Armstrong è morto per "le complicazioni post operatorie" dopo l'intervento chirurgico di quadruplo bypass coronarico che subì il 7 agosto scorso. Lo ha reso noto la famiglia dell'austronauta che ha definito Neil "un eroe americano riluttante", che, "ha servito la nazione con orgoglio, come pilota di caccia della marina, di aerei sperimentali e austronauta". Neil Armstrong si colloca tra i più grandi eroi americani: così il presidente statunitense, Barack Obama, commenta la scomparsa del primo uomo che mise piede sulla luna. "Michelle e io siamo profondamente colpiti dalla morte di Armstrong", afferma il presidente in una nota. "Neil è stato tra i più grandi eroi americani, ma non solo del suo tempo, ma di tutti i tempi", aggiunge Obama, sottolineando come "quando lui e il suo equipaggio atterrarono sulla luna si realizzarono le aspirazioni di un'intera nazione. Dimostrarono come lo spirito americano può andare oltre l'inimmaginabile" e che "niente è impossibile". "Oggi - conclude il presidente americano - lo spirito pioneristico di Neil vive in tutti quegli uomini e quelle donne che hanno votato le loro vite alla scoperta dell'ignoto". Si tratta di un uomo - conclude Obama "che ci ha insegnato l'enorme potere di un piccolo passo". Armstrong raggiunse la luna a bordo dell'Apollo 11 insieme con Buzz Aldrin e Michael Collins il 20 luglio del 1969. Fu il primo uomo a posare piede sul suolo lunare, quando pronunciò la storica frase: "That's a small step for a men a giant leap for mankind", un piccolo passo per un uomo, un balzo da gigante per l'umanità. Neil Armstrong nacque il 5 agosto 1930 in Ohio figlio di Stephen Koenig Armstrong e Viola Louise Engel, famiglia di origine tedesca. Combattè come pilota di jet per la marina militare americana nella guerra di Corea. Ha frequentato la Purdue University, dove si laureò in ingegneria aeronautica nel 1955. Diventò pilota civile e per la NASA testò l'X-15, in grado di raggiungere i 6.401 km/h. Fu selezionato come astronauta nel 1962. Per il Programma Gemini comandò la missione Gemini 8, che fu la prima che vide l'aggancio di due oggetti orbitanti, nel 1966, ma subito dopo l'aggancio la missione fu interrotta a causa di un malfunzionamento dei propulsori di manovra. Nel 1968 fu comandante dell'equipaggio di riserva nella missione Apollo 8, che prevedeva anche orbite lunari. Il 6 maggio 1968 sfuggi' miracolosamente alla morte in un incidente durante una esercitazione con il simulatore volante LLRV (Lunar Landing Research Vehicle). Nel luglio 1969, Armstrong comandò la missione di allunaggio Apollo 11. Durante la fase di avvicinamento, Armstrong prese i controlli manuali del modulo lunare Eagle e lo pilotò fuori da una zona particolarmente rocciosa. Le sue prime parole furono, "Houston, qui Base della Tranquillità. L'Aquila è atterrata". Quasi sette ore più tardi, il 21 luglio, uscì dal Lem e divenne il primo essere umano a camminare sulla Luna. Dopo il pensionamento dalla NASA, Armstrong insegnò ingegneria all'Università di Cincinnati. E' stato membro delle commissioni che indagarono sull'incidente dell'Apollo 13 nel 1970 e dello Space Shuttle Challenger nel 1986. Il 13 agosto 1969 il Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon gli assegnò la Medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza civile americana. 58 SEGNALI IN LIBRERIA LA VERITÀ SUI CERCHI NEL GRANO LEONARDO DRAGONI EDIZIONI ALVORADA Falso e bugiardo. Non il libro, ma l’ambiente che gira attorno ai crop circle. Non so se la frase possa sposare appieno il pensiero di Leonardo Dragoni, ma la sensazione che si ha leggendo le sue pagine è proprio questa. E non potrebbe essere altrimenti, nel momento in cui vengono snocciolati, senza soluzione di continuità, tutta una serie di personaggi equivoci e situazioni inaccettabili, anche al semplice buon senso. Si parte, infatti, da banali illazioni che nessuno verifica. Con il tempo verranno, poi, arricchite dai particolari più improbabili e veicolate come verità scientifiche. E si prosegue con affermazioni sensazionalistiche lanciate da sedicenti esperti, indifferenti del fatto che siano prive di qualunque supporto. Sanno, infatti, che sarà la massa dei belivier a farsi inconsapevolmente carico della diffusione del loro messaggio. Perché la credibilità di un’idea non è il risultato delle prove che la sostengono, ma del fatto che tanti ne parlino, in una sorta di autoreferenza che si poggia sul nulla (o al massimo su una spruzzatina di scienza). Insomma, ingenuità e faciloneria sembrano farla da padrone. Ma il peggio lo si raggiunge di fronte alle vergognose invenzioni di sana pianta che, purtroppo, sembrano una costante nella presentazione della casistica, forse figlie dell’incredibile business di cui ormai è impregnato il fenomeno. Una parentesi personale. Mi ha fatto piacere che nella parte finale del libro sia stata pubblicata, unitamente ad altre interviste, quella fatta allo scrivente alcuni anni or sono. Allora ero un belivier, ottenebrato dalla scellerata divulgazione che da sempre si fa sull’argomento (con le dovute, seppur rare, eccezioni). Poi, ha avuto il sopravvento un lungo e faticoso approfondimento autonomo, che mi ha portato ad averne una visione diametralmente opposta. Un j’accuse, nella sostanza, che spero faccia capire di come sia sempre necessario dubitare di quanto venga detto e scritto, ed in fondo anche delle mie parole, e si debba imparare a ragionare con la propria testa. Tornando al libro, 59 direi che non è di facilissima lettura, specialmente nella prima parte. Non perché il linguaggio sia nebuloso o i contenuti complessi, ma per la costante attenzione, necessaria a seguire i ragionamenti proposti incessantemente dall’autore. Debbo, poi, riconoscergli una pazienza certosina a smontare le tante (troppe) teorie che circolano sul fenomeno, figlie, a volte, delle fantasie più sfrenate. A dire il vero, nella fase iniziale di ogni singolo processo, fa di tutto per tentare il lettore a dar credito alla “strana” idea di turno. Poi, però, cala implacabile, ma sempre con rispetto, la mannaia della ragione, che ne rende evidente l’inconsistenza. Anche se mi sembra di cogliere che, nonostante tutte le evidenze contrarie, ulteriormente dimostrate dalla casistica analizzata, la porta del mistero l’abbia solo socchiusa. Forse l’ancora di salvataggio è l’assenza, nella stragrande maggioranza dei casi, di una seria documentazione. In altre parole, se dove è stato possibile reperirla si è constatato che nulla vi era di anormale, ove mancante, a livello puramente teorico, nulla si può dire. Ragionamento formalmente corretto, non c’è che dire. O forse, il suo dubbio, è anche la comprensibile concessione alla speranza che, dico per fortuna, guida l’Uomo, nonostante tutto e contro tutti. Non mi sento, invece, di condividere l’apprezzamento, seppur solo accennato, all’opera di Haselhoff e del BLT. Perché le aspettative, trattandosi di uomini di scienza, erano tante e non credo siano state mantenute. Erano loro che dovevano far fare il salto di qualità allo studio del fenomeno (non certo chi accosta i cerchi all’improbabile Nibiru o alla fine dei tempi), salto che, in realtà, non c’è stato (ed il totale e successivo disimpegno del primo, e parziale del secolo, non può far pensare niente di buono. Fortunatamente negli ultimi anni, Cicap a parte, sono usciti allo scoperto alcuni validi ricercatori che, seppur timidamente, hanno cominciato a guardare con occhi nuovi e disincantati al fenomeno (e Dragoni è uno di questi). Strada tutta in salita, avviso, e per due motivi. A buttar li che un cerchio è perfetto e creato per di più durante un nubifragio, ci vuole un battito di ciglia, a smontar la storia un lungo e faticoso lavoro di ricerca ed analisi (più semplice cedere al “meraviglioso”). Poi, nel migliore dei casi, viene fatta attorno al ricercatore terra bruciata, nel peggiore, invece, si passa agli insulti, se non alle minacce. Come in molte credenze irrazionali, il fanatismo gioca la sua parte, evidentemente. In conclusione, mi permetto di consigliare il libro a chi vuol davvero capire, i creduloni ne stiano alla larga, perderebbero solo tempo e denaro. Stefano Panizza Il transito di Venere e la fine di un ciclo Simone Barcelli La notizia, già diffusa all’inizio di marzo, a margine dei lavori della terza edizione di “Kon Tiki, Rassegna del Documentario di Archeologia e di Viaggi”, ha ripreso a correre incontrollata sul web poco più di tre mesi fa. In quell’occasione l’archeologa Maria Longhena, apprezzata saggista, avrebbe dichiarato che il passaggio di Venere tra la Terra e il Sole, avvenuto il 5 giugno, di fatto avrebbe anticipato la fine del calendario Maya (e la fine del mondo) perché “L’allineamento del Sole e di Venere simboleggia eventi nefasti poiché la divinità legata a questo pianeta era associata a guerre, alluvioni, carestie, tragedie”. La studiosa, riferendosi alla fine del ciclo calendariale al compimento del Conto lungo, ha tirato in ballo anche le incisioni sulla pietra rinvenuta a Tortuguero, che prevedono “la discesa dal cielo di un essere soprannaturale, il quale porterà…”: non si può desumere altro dalla lastra perché illeggibile. Poiché la posta il ballo è davvero alta (ne va della sopravvivenza dell’umanità…), urge fare alcune considerazioni per riportare ordine in queste rivelazioni prive di senso. Il transito di Venere L’evento, oltre che raro, era particolarmente atteso dagli astronomi perché ha permesso di comprendere qualcosa in più di questo pianeta, tanto simile alla Terra. L’osservazione avvenuta con la luce riflessa della Luna, poiché il telescopio Hubble, non potendo essere puntato in direzione del Sole, è stato rivolto verso il nostro 60 satellite, catturando la luce solare riflessa, permettendo di isolare quella che ha attraversato l’atmosfera di Venere. La sperimentazione poi proseguirà nell’osservazione dei pianeti esterni al nostro sistema solare. I prossimi transiti di Venere davanti al Sole avverranno nel dicembre 2117 e nel dicembre 2125, perché il duplice fenomeno si concretizza nel giro di otto anni. Il mondo (o il calendario Maya…) sarebbe dovuto quindi terminare già l’8 giugno 2004, con il primo di questi due transiti. Facendo una ricerca a ritroso di questi transiti, scopriremo che il tragico destino avrebbe potuto realizzarsi diverse volte in passato: 7 dicembre 1631, 4 dicembre 1639, 6 giugno 1761, 3 giugno 1769, 9 dicembre 1874 e 6 dicembre 1882. Un calendario imperfetto Oggi la scrittura maya, in buona parte decifrata, può dirsi pienamente compresa e questo ha permesso di svelare la cronologia di questo popolo, calcolata partendo da un punto determinato del Lungo computo risalente al 6 settembre 3114 a.C., che a ben vedere doveva rappresentare qualcosa di davvero importante che andava tramandato. La durata di quest’era, presidiata dal dio Xolotl come rappresentazione gemellare di Quetzalcoatl, è fissata in 5125 anni. La leggenda vuole che questo Sole possa terminare con esplosioni e terremoti, alla fine di un ciclo di 52 anni come avvenuto per i precedenti. Tenendo in considerazione la durata complessiva delle quattro ere (17.141 anni), facendo di conto (la cronologia Mexica/ Nahuatl pone il diluvio che distrusse il primo Sole approssimativamente 13.133 anni prima della compilazione del Codice, risalente all’11.600 a.C.), il Quinto Sole iniziato nel 3114 a.C. terminerebbe nel fatidico 2012. Ma è anche vero che Maya e Aztechi avevano in uso due calendari che incrociandosi tra loro, ogni 52 anni preannunciavano la possibile fine del Sole con il ritorno del Serpente Piumato. La data corretta per quest’avvenimento, ammesso e non concesso che sia esatta la data iniziale del calendario, andrebbe dunque spostata al 2039 (esattamente 520 anni dopo il 1519, che segna l’arrivo di Cortes nel Nuovo Mondo). Nella tomba 116 di Tikal, scolpita su due ossi, è raffigurata la canoa celeste, associata alla Via Lattea, che conduce il dio del mais al centro dell’Universo nella notte della creazione del mondo, che per Linda Schele e David Freidel (protagonisti della decodifica dei codici Maya) è il 13 agosto 3114 a.C. In ogni modo la data iniziale del calendario maya è ancora fortemente discussa. Sull’argomento si è espresso in maniera davvero esaustiva il ricercatore Stefano Panizza: “…Ma a guardare bene non tutti gli archeologi sono concordi sulla data d’inizio del calendario (fondamentale per calcolarne la fine). Ci sono ben ventuno versioni, e quasi tutte diverse. La più antica (Robert Heneling) parte dal 1 aprile del 8498 a.C., la più recente (Vaillant) inizia l’8 aprile del 2594 a.C., con una sostanziale predominanza per i mesi di aprile ed agosto. Vediamole tutte e ventuno con i rispettivi autori: Robert Heneling 1 aprile 8498 a.C. – Charles P.Bowditch 16 dicembre 3634 a.C. – Charles H. Smiley 26 giugno 3392 a.C. – Nancy K. Owen 20 maggio 3379 a.C. – Maud W. Makemson 11 febbraio 3374 a.C. – Herbert J.Spinden 15 ottobre 3374 a.C. – D.H. Kelley 6 luglio 3207 a.C. – Martin 3 aprile 3171 a.C. – J.T.Goodman 8 agosto 3114 a.C. – Juan H. Martinez 9 agosto 3114 a.C. – Goodman, Martinez, Thompson 11 agosto 3114 a.C. – Nowotny 11 agosto 3114 a.C. – Beyer 12 agosto 3114 a.C. – Grube, Sabloff, Lounsbury, Thompson (1935) F.Lounsbury (1978) 13 agosto 3114 a.C. – Bohm, Bohumil e Vladimir Bohm 4 agosto 3100 a.C. – kreichgauer 14 maggio 2997 a.C. – Hocheitner 28 dicembre 2868 a.C. – Escalona Ramos 19 marzo 2584 a.C. – Weitzel 3 aprile 2594 a.C – Antoon, Leon, Vollemaere 5 aprile 2594 a.C. – Vaillant 8 aprile 2594 a.C. Oggi si tende, invece, a dare per sicura la data del 11 (o 13) agosto del 3114 a.C. che invece proprio certa non la è. Qualche voce fuori dal coro lo ha comunque ribadito. Mi riferisco ai fratelli Bohumil e Vladimir Boehm, con uno studio pubblicato sulla rivista Astronomiche Nachrichten, che ritengono che la data finale sia da posticipare all’anno 2116. Oppure al professor Gerardo Aldana 61 dell’università californiana di Santa Barbara che, nel suo ultimo libro Calendars and years II: Astronomy and time in the Ancient and Medieval world, ritiene ci sia stato un errore di conversione del calendario maya in quello gregoriano (per lui la fine del calendario è il 21 dicembre del 2013). Ad ulteriore prova della possibilità che la data del 21 dicembre 2012 possa non essere quella corretta, vi sono precise discrepanze astronomiche. Eclissi e movimenti del pianeta Venere, per i quali abbiamo le relative date nel calendario maya, non corrispondono, infatti, ai fenomeni celesti che sappiamo essere avvenuti in ben determinati periodi…”. Il dio “cattivo” Il Serpente Piumato (Quetzalcoatl per gli Aztechi, Kukulkan per i Maya) era considerato il dio della stella del mattino con il titolo di Tlahuizcalpantecuhtli o Tlahuizcalpantecutli (“signore della stella dell’aurora”), personificazione della stella del mattino, in sostanza il pianeta Venere quando appare al mattino. Dalle numerose rappresentazioni rinvenute nella Mesoamerica, non c’è ombra di dubbio che il Serpente Piumato vada associato a questo pianeta. Questa divinità non era cattiva, anzi: era un dio benevolo che istruiva i nativi insegnando loro arti e mestieri. Associato ai venti, alla medicina e alla fertilità, la sua permanenza tra gli umani corrisponde a un ciclo felice, l’Età dell’Oro dell’Anàhuac. Il fratello gemello Xolotl era la stella della sera: invariabilmente ci si riferiva al pianeta Venere. Xolotl era colui che aiutava i defunti nel loro viaggio e per tale ragione è raffigurato come uno scheletro o come un uomo con la testa di cane (similmente alla divinità egizia Anubi). Come gemello di Quetzalcoatl rappresentava l’aspetto demoniaco di Venere, stella della sera. Nell’età delle Acque aveva salvato l’umanità bagnando col proprio sangue le ossa dei morti tanto da riportarli in vita. La stele Maya che smentisce la fine del mondo Citare le incisioni presenti sulla stele Maya di Tortuguero (una pietra calcarea denominata “Monumento 6”, rinvenuta sulla collina di Tortuguero, a Macuspana, nel 1958) è oltretutto controproducente per avvallare teorie sulla fine del mondo. Nel marzo 2011 in Messico, a Villahermosa (nello stato del Tabasco), c’è stata una conferenza stampa nel corso della quale è stata mostrata al pubblico parte della stele che, seppur incompleta (quattro delle sette parti della stelesaranno esposte quest’anno al Museo Regionale di Antropologia Carlos Pellicer; i pezzi mancanti sono conservati al Metropolitan Museum di New York e in collezioni private), smentisce la data finora erroneamente interpretata come un annuncio di fine del mondo: il 23 dicembre 2012. In quell’occasione l’antropologo e archeologo José Luis Romero, vice direttore dell’INAH (l’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia di Città del Messico), ha dichiarato al riguardo che “in quel poco che possiamo vedere, in ogni lato della stele, è impressa la data del 23 dicembre 2012, in cui si prevede l’arrivo di un signore del cielo, in coincidenza con la chiusura di un numero di cicli”. La data incisa sulla pietra, come ha ribadito Romero, rimanda a Bactum XIII, che corrisponde all’inizio di una nuova era e non certamente, come finora supposto, alla fine del mondo. Juan Antonio Ferrer Aguilar, referente locale dell’INAH, ha aggiunto che il contenuto delle iscrizioni si riferisce alla battaglia combattuta da Balam Ahau nel VII secolo d.C. e ad altre date importanti del suo periodo di governo: il 23 dicembre 2012 è da intendere come data del declino del dio maya “dei nove passaggi” Bolom Yokte, associato alla creazione dell’universo, annunciante una nuova era. Scritto questo, c’è da aggiungere che l’attesa per il 5 giugno 2012 non ci ha rubato certamente il sonno. Qualche incubo, invece, potrebbe averlo chi, privo di senno, continua a mettere in circolazione notizie così tendenziose. 62 Non prendiamoci sul serio... 63 La conferenza di Antonio Chiumiento a Porto Cesareo (7 Luglio 2012) Resoconto del C.U.T. Antonello Vozza Sabato 7 Luglio 2012 è stata svolta nella stupenda cornice di Porto Cesareo la conferenza del Dott. Antonio Chiumiento, professore in economia e matematica. L’evento è stato organizzato dal nostro caro amico Cosimo Fanizza, senza il cui impegno questa conferenza non si sarebbe svolta. Siamo arrivati giusto qualche minuto prima per veder entrare il professore che mi ha riconosciuto e ha poi associato tutti i componenti. Eravamo in quattro, oltre me: il presidente Vincenzo Puletto, Franco Pavone e Sergio Patrono. Abbiamo scambiato due convenevoli e conosciuto i suoi collaboratori Luca Bortali e Ofelia Stradella, quindi ci siamo raccontati qualche aneddoto di storia ufologica. Il professore si è dimostrato davvero una persona simpatica, con cui abbiamo immediatamente stretto amicizia (una sua eccellente caratteristica), tanto che alle ultime battute della conferenza Chiumiento ha invitato al tavolo dei relatori anche il nostro presidente! 64 Una altra sua caratteristica, bene precisarlo, è che non parla mai né di alieni, né di velivoli extrarrestri: il professore lascia decidere l’interlocutore, così come faremo noi adesso, evitando di dire se sia un pregio o meno, ma è sua indole di matematico, come ama ripetere. L’evento, iniziato verso le 21 circa, si è concluso poco dopo le 23.30, quando il professore ha presentato sommariamente l’ultimo suo libro, Alieni Tra Noi, che abbiamo acquistato, in cui ha scritto dell’esperienza del caso Mortegliano. verso Taranto dopo aver salutato. Per il resto, siamo contenti d’aver conosciuto un ricercatore serio come il Prof. Chiumiento, o meglio Antonio, una persona che di certo non merita tutto ciò che sta subendo in questo periodo. Sono venute a galla ulteriori novità, almeno per il sottoscritto: era una voce, ma il professore ha chiaramente detto che a contattarlo è stato il padre del testimone chiave, Leonard D’Andrea, Giuseppe: questi è un militare in pensione, già apparentente al 2° Reparto di stanza ad Aviano, ove si istruiscono i militari all’approccio verso gli oggetti volanti non identificati. La creatura (che sembrava agitata sino all’arrivo del D’Andrea) inoltre, e anche questa era solo una voce, ha sfiorato Leonard sia sul torace -sopra la giacca - e sul viso, senza tuttavia toccarlo, ma a quel punto avviene qualcosa che Leonard non ha ancora messo a fuoco. Il professore ha raccolto inoltre quasi tutte le testimonianze dei presenti, circa 15, 16 testimoni, anche se all’appello mancano gli occupanti di due auto che non si sono ancora fatti sentire. Ha concluso col dire che tutti i dettagli, dichiarazioni dei testimoni integrali comprese, saranno disponibili sul suo prossimo libro. Ci saremmo voluti intrattenere di più, purtroppo il tempo è tiranno e ci siamo reincamminati 65 Christopher Dunn Tecnologia perduta dell’Antico Egitto Intervista esclusiva di Deborah Goldstern Traduzione e adattamento dallo spagnolo a cura di Simone Barcelli L’ingegnere aerospaziale Christopher Dunn parla in esclusiva della sua ricerca su uno dei monumenti più importanti della storia del mondo archeologico, la Piramide di Giza, forse un’opera architettonica di riferimento, che conserva ancora i segreti inviolabili sulla sua costruzione. Dunn, che ha raggiunto la fama nel 1988 con il suo libro "The Giza Power Plant: Technologies of Ancient Egypt", è uno degli studiosi 66 più autorevoli, con più di quarantacinque anni di lavoro ininterrotto nel compito di svelare i misteri rimasti sul passato egiziano, concentrandosi in particolare sul mistero della Piramide di Giza. Nel 2010 è uscito il secondo libro di Dunn "Lost Technologies of Ancient Egypt: Advanced Engineering in the Temples of the Pharaohs", un successo come il precedente. come uno dei principali operatori del settore. Nella sua opera classica, “Piramidi di Giza e Templi”, risalente al XIX secolo, Petrie si riferisce all'uso di trapani nella costruzione di questi monumenti in pietra ed io ho pensato che questa era una dichiarazione rivoluzionaria e controversa per l’epoca. Questa tecnica, con punte di diamante, poteva essere in uso presso le dinastie egizie per la perforazione del porfido, ancor prima della Parliamo dall’inizio Come mai un in- comparsa della ruota del vasaio. gegnere aerospaziale si interessa ai misteri della Piramide di Giza? Potrebbe spiegarci il lavoro di Petrie? Per quello che posso ricordare, l'Egitto è sempre fascinoso per me. Dopo Petrie è stato introdotto nella materia aver lavorato in produzione per sedici attraverso Tompkins, dopo l'acquisianni, ho letto "I segreti della Grande zione di una copia del suo libro del Piramide" di Peter Tompkins. Questo 1883. In qualità di ingegnere sono libro mi ha ispirato, in quanto intro- stato molto sorpreso di scoprire che il duce diversi punti di vista sulla natura grande pubblico non era a conoscendella Grande Piramide, proponendo za degli elementi di prova presentati una serie di idee circa la sua costruda Petrie a sostegno della tesi che zione. La teoria della tomba è stata metodi di produzione avanzati sono messa in discussione e la mia mente, stati usati nell'antico Egitto. Petrie ha improvvisamente, si è aperta a realiz- descritto manufatti che dimostrano zare che la storia era molto più ricca e come gli antichi Egizi usassero sofisticomplessa di quanto ci viene insegna- cati torni, seghe e trapani. Questi mato. nufatti sono ancor oggi al Museo PeQuando si tratta di tecnologia utiliz- trie di Londra. Ho visitato questo muzata nell'antico Egitto, il nome di Wil- seo diverse volte e scritto molto sui liam Matthew Flinders Petrie appare suoi studi, sulla capacità di foratura degli antichi Egizi. Petrie ha trovato chiaramente difficoltà a convincere i suoi colleghi che gli antichi egizi avrebbero avuto bisogno, per fare quel tipo di lavoro, di punte di diamante; nei suoi scritti e nelle conferenze, Petrie ha relazionato di come gli antichi egizi fossero in grado di forare il granito e lasciare scanalature a spirale, a cento centimetri di distanza. Le ricerche di Petrie sono state finanziate dalla Royal Society di Londra, quindi è comprensibile che non poteva andare oltre nella trattazione dell’argomento perché sarebbe stato troppo controverso. Come ingegnere, però, leggendo il suo libro, è chiaro che egli non accettava il punto di vista classico e attuale; dalla descrizione di questi artefatti, i tecnici hanno 67 concluso che gli elementi necessari per la loro produzione non sono emersi nel corso della ricerca archeologica. Ho trattato del lavoro Petrie in un capitolo del mio secondo libro, che contiene anche un aggiornamento circaa queste ricerche. In sintesi, nel corso della storia sono stati utilizzati molti metodi per forare materiali. Dai primi lavori con l'impiego di sabbia, osso, pietra e legno, si è passati a un metodo più avanzato e preciso. Il mio lavoro recente si concentra non solo sugli strumenti utilizzati per tagliare la pietra, ma anche sulle macchine necessarie per guidarli, che hanno permesso la creazione di geometrie precise e complesse di molti artefatti L'ipotesi proposta in "Lost Technologies of Ancient Egypt: Advanced Engineering in the Temples of the Pharaohs" è che la Piramide di Giza ha funzionato come una sorta di centrale elettrica, basata sulla produzione di idrogeno, poi convertito in microonde lanciate nello spazio. Si allude anche alla piramide come sintonizzatore terrestre. Quali sono stati i passaggi che ha dovuto sostenere per arrivare a questa tesi, e quali conclusioni ha tratto sulla base di questi studi? La fonte principale per la produzione di energia nella Grande Piramide non è l’idrogeno, ma l'energia meccanica della Terra che è dinamica energia sismica. L'energia potenziale bloccata nelle piastre della Terra ha per risultato di spingere l'uno all'altro. Quando queste piastre scivolato, come è avvenuto in India e Indonesia nel 2004, viene rilasciata una quantità enorme di energia. Nello stesso anno lo slittamento ha generato uno tsunami che ha causato 230.000 vite! Si stima che l'energia rilasciata nella superficie della terra, solo dal terremoto in Indonesia, era equivalente a 1500 bombe atomiche simili a quelle di Hiroshima. Propongo che le piramidi sono state utilizzate per sfruttare l'energia del pianeta. Ciò è stato fatto in modo che fosse in armonia con le frequenze naturali della Terra, quindi la descrizione di una piramide come un "sintonizzatore terrestre" è abbastanza precisa, e che tiene conto delle placche terrestri come "scatole di risonanza", che è molto appropriato. Facendo vibrare la piramide (sintonizzatore), la Terra (tavola armonica) risuona, e le conseguenti oscillazioni della stessa consentono alle piastre di scivolare delicatamente invece di muoversi assieme in blocco. John Cadman ha dimostrato, con un modello di lavoro, che la camera sotterranea e i passaggi principali da un settore a un altro, agiscono come un generatore di impulsi introdotto nella Piramide. La vibrazione che ne risulta viene catturata dalla "Camera del Re" e dai risonatori di linea della Grande Galleria, che portano il suono attraverso l'aria, dirigendola verso la Ca- 68 mera del Re. È stato inoltre dimostrato che la Camera del Re è un assemblaggio preciso di granito, specificamente sintonizzato, come spazio che risponde armonicamente sulla frequenza della Terra, come se fosse uno strumento musicale. Questa energia viene assorbita dalla Piramide e lo "strumento" meccanico è la Grande Galleria Grande. Con l'introduzione di idrogeno, che viene creato nella cosiddetta "Camera della Regina", il gas assorbe energia a una frequenza armonica superiore, elevandolo a una melodia superiore. L’onda che ne scaturisce viene guidata, stimolando l’emissione di energia. Ancora oggi, quattordici anni dopo la pubblicazione di questo libro, questa ipotesi sembra fantastica e futuristica. Tuttavia, le nuove prove sembra- no sostenerla. Uno dei pochi pezzi che sembrano sfuggire alla censura, attualmente in mostra nel Museo del Cairo, è l'album chiamato Principe Sabu, scoperto nei pressi della piramide di Sakkara e attribuito al prima dinastia. L'oggetto sembra riferirsi a un antico manufatto di fattura sconosciuta; perché viene ignorato l'uso e la tecnologia di questo meccanismo? È un pezzo di artigianato incredibile. Ho potuto fotografare il reperto nel 1986 e ne ho scritto al riguardo nel mio libro. Si tratta di un piatto di pareti sottili, che ha tre lobi piegati verso l'interno in modo equidistante. I lobi sono anche a parete sottile. Il centro ha un asse (una porzione rialzata) con un foro. Ci sono state molte speculazioni su come sia stato realizzato il piatto e come sia stato utilizzato. Tra le teorie proposte, quella che fosse un dispositivo per la combustione del petrolio, quella di un dispositivo rotante in grado di reare il suono oppure un meccanismo per ricevere e/o trasmettere segnali. Si ipotizza inoltre che sia stata fatta da macchinari semplici con l'utilizzo di tecniche più avanzate. Dall’osservazione visiva dell'oggetto, le parti sono accurate. Sarebbe necessario fornire una risposta definitiva circa la loro composizione e precisione geometrica, prima di fare affermazioni forti riguardo all'uso. È l'artefatto egizio più notevole e ha bisogno di un esame più attento, forse sono necessarie informazioni aggiuntive. Quando si tratta di screditare la tesi di questa tecnologia nell’Egitto predinastico, s’invoca la mancanza di strumenti sviluppati per la costruzione di questi monumenti, mai recuperati sul posto durante gli scavi. Tuttavia, questa presunta mancanza di prove non può spiegare alcuni di questi edifici, in particolare la piramide di Giza, che sfida tutte le leggi oggi conosciute. Cosa ne pensi di questa controversia? La mancanza di prove non è una prova e non spiega nulla. Abbiamo l'obbligo di essere fedeli ai metodi scientifici e proporre soluzioni che funzionano. Si noti che la civiltà egizia è durata 3000 anni. Ci viene insegnato che gli 69 strumenti che sono stati utilizzati all'inizio della civiltà erano in pietra, scalpelli di rame, martelli e asce; corda per legare e trascinare oggetti, manici in legno, rulli, eccetera. Ci viene insegnato che gli egiziani usavano questi stessi strumenti per migliaia di anni. È ragionevole proporre, per una civiltà intelligente che ha espresso il suo genio in edifici e statue, il fatto che non fosse abbastanza intelligente per migliorare strumenti e metodi? Tutti gli sforzi che sono stati fatti dagli egittologhi per dimostrare questi metodi primitivi, hanno fallito miseramente. I risultati non si possono confrontare con gli originali, né si possono riprodurre certe opere ingegneristiche dell’Antico Egitto. Pertanto, non è difficile confutare questi metodi primitivi suggeriti in una parte della documentazione archeologica. Gli egittologi hanno fatto molto bene la loro parte. La nostra sfida, come osservatori interessati e persone in cerca della verità, è quella di dimostrare i metodi di la- voro e ricercare le prove, ma gli strumenti non sono quelli indicati dalla documentazione archeologica. Nel 1992 un evento importante, prima che fosse sospeso, fu l’introduzione del robot creato dall’ingegnere tedesco Rudolf Gantenbrink nel condotto della Camera della Regina. Nel 2002 il National Geographic inviò il robot o Pyramid Rover, ma il progetto fallì. Recentemente una società privata, quella del Djedi robot, ha fatto rivelazioni esplosive di sconosciuti geroglifici e disegni non umani, ma per ora non sono altro che questo. Come sono avvenute tutte queste scansioni? Ho seguito da vicino questa inchiesta, come milioni di persone in tutto il mondo. Ho scritto circa la scoperta di Gantenbrink nel mio libro, ho pubblicato articoli e relazionato circa le scansioni successive dopo che il mio libro era stato pubblicato. Questi articoli possono essere letti nel mio sito www.gizapower.com. La spedizione del 2002, seppur interrotta, ha generato molto interesse. Penso sia stato un passo molto importante perché apre un'altra area di studio. Cosa dobbiamo sperare? L'esplorazione più recente nel 2011 è stata molto significativa per me. È stata anche la meno pubblicizzata, rispetto alle scansioni precedenti, e l’Occidente ha prestato poca attenzione. Prima della scansione, nel 2002, ho fatto una previsione di quello che avrebbe trovato dietro la porta Gan- 70 tenbrink. Dopo i risultati, ho dovuto modificare in parte la stima, ma la previsione era essenzialmente la stessa: dietro quella porta si dovevano trovare le prove della presenza di cavi e di un albero, in basso, attraverso il quale le sostanze chimiche potevano venire pompate. Le immagini della spedizione del 2011 hanno mostrato immagini sgranate, tra cui quella che inquadrava quelli che potevano essere fili elettrici; ma ancora più importante è stato il fatto che ha rivelato con chiarezza quali sono i simboli elettrici. Quei simboli sul pavimento dietro la "porta", non sono geroglifici. Si è ipotizzato che fossero marchi in muratura, ma sono unici e non si trovano da nessun'altra parte, in questa o in qualsiasi altra piramide. Ma visto nel contesto della teoria della centrale elettrica, con accessori ed elettrodi metallici, questi segni possono essere chiaramente interpretati come simboli del potere. Quelli con una forma simile a un numero di cinque sono i connettori, e quello in mezzo è un simbolo per un cavo elettrico con doppini ritorti. Inoltre, vi è una linea dipinta sul terreno, a identificare la polarità dell'elettrodo sul lato che viene verniciato. Zahi Hawass, per nove anni al Consiglio Supremo delle Antichità in Egitto, era un avversario difficile per le ricerche sulla civiltà egizia, almeno quelle che contgraddicevano l'età accettata dalla maggior parte degli studiosi. Ha avuto scontri animati con ricercatori del calibro di Robert Bauval, John Anthony West e Graham Hancock, tra gli altri. Nel 2011 la sua rimozione dalla carica è stato interpretato come un segnale di forte cambiamento. Sulla scorta della sua lunga esperienza in Egitto, pensa che possiamo aspettarci cambiamenti significativi nel settore o continueremo a ripetere gli stessi dogmi conservatori? trebbe aver avuto nella storia egiziana per una rapida transizione. Sappiamo che questa idea è fortemente contrastata dagli egittologi più ortodossi, che negano la presenza di Atlantide nel passato dell'Egitto. L'idea di una cultura madre, come fonte di ogni conoscenza avanzata, sembra sollevare un diffuso rifiuto, ma le prove a favore di questa ipotesi sono sempre maggiori. neano che l’Egitto può essere uno dei luoghi più importanti in cui questi enigmi verranno alla luce. Lei sente qualcosa di speciale in questa data, qualsiasi cosa accadrà? Le date diventano speciali quando la gente le rende speciali. È difficile per me credere che i Maya potessero prevedere gli eventi di diverse migliaia di anni. Non ci credo. C'è sempre stato un segmento della società che propoPenso che sia prematuro pensare che Fa sua questa idea di un passato de- ne e sostiene l'idea del giorno del giuquesto fatto permetterà una nuova rivante da Atlantide, o propone altre dizio. Io personalmente non la penso interpretazione degli antichi Egizi. ipotesi? così. Io sono vivo oggi perché ciò che è Quando la politica e l'ideologia sono stato profetizzato in passato non è più influenti della ricerca scientifica, la La mia convinzione è che la Terra, nel- avvenuto. scienza ne esce sofferente. Molti egi- la preistoria, sia stata abitata da una ziani di oggi hanno abbracciato que- civiltà avanzata. Questa civiltà è stata Ultima domanda. Cosa consiglia a ste nuove indagini sui loro monumen- distrutta, e ciò di cui discutiamo oggi, coloro che che si avvicinano allo stuti; anche il mio lavoro ha riscontrato è lo scheletro dei suoi successi. In Egit- dio del passato in maniera critica? commenti positivi, ma la loro voce to si propone che una razza di persone deve essere ascoltata da coloro che chiamate Khemitians, fossero respon- La mia raccomandazione per chi vuole detengono il potere. sabili per le piramidi. In altre parti del compiere le proprie ricerche, o moniSi tratta di dibattere sulla questione mondo esistono leggende e miti che torare la ricerca degli altri, è quella di della tecnologia, chi possa aver deter- narrano di razze superiori. Il mito di essere onesti, leggere o ascoltare beminato la sua accellerata nell’arcaico Atlantide è credibile, ma difficile da ne. Assicurarsi che le prove siano inEgitto, presumibilmente durante le provare. terpretate correttamente. Se possibiprime dinastie. La mitica Atlantide è Si parla molto del 2012 come un an- le, esaminare le prove di persona. Biuno dei nomi indicati come un proba- no critico, in cui si pensa che molti sogna chiedere agli esperti, senza inbile candidato e l'influenza che posegreti saranno rivelati. Altri sottoli- namorarsi mai delle proprie idee. 71 DALLA GENESI ALL’EDEN LE MISTERIOSE ORIGINI DELL’ANTICO TESTAMENTO ROBERTO LA PAGLIA Ponendoci alla ricerca delle origini del popolo ebraico, e usando a tale scopo le informazioni contenute nell’Antico Testamento, arriviamo alla conclusione che tutto abbia avuto inizio a partire dai Patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe. Tale conclusione si rivela in 72 perfetta sintonia con la tradizione biblica e il pensiero corrente; difficilmente viene messa in discussione, è un fatto scontato che le origini degli Ebrei possono essere ricostruite attraverso le migrazioni di Abramo. Scopo di queste pagine è quello di andare oltre, di osservare i vari scenari con diversi occhi e, soprattutto, in relazione a quanti, in quegli stessi scenari, erano presenti e contribuivano a formare i vari periodi storici e le innumerevoli correnti religiose e culturali. Iniziamo quindi a seguire i passi di Abramo; partito da un luogo chiamato Ur dei Caldei si dirige verso Haran, quindi nel paese di Canaan, la Terra Promessa che in seguito assumerà il nome di Israele. Tralasciando il fatto che Ur dei Caldei potrebbe anche non essere la città sumera di Ur (Cyrus H. Gordon la identifica con Urfa, nella Mesopotamia settentrionale), andiamo avanti rapidamente nel nostro racconto. Dopo una lunga serie di vicissitudini e migrazioni, gli Ebrei arrivano in Egitto, vi dimorano per un lungo periodo, rappresentato dal numero epico/ simbolico di quattrocento anni, per poi diventare protagonisti del famoso Esodo che li riporterà nella loro Terra Promessa. Abbiamo prove certe riguardo agli eventi appena descritti? Pur trovandoci di fronte ad alcuni autori che riportano 73 l’Esodo come una pura invenzione, testimonianze archeologiche venute alla luce in Israele ne confermerebbero la veridicità, sia pure in proporzioni molto più ridotte, mentre per quanto riguarda la linea temporale si continua a rimanere incerti tra il XVII secolo a.C. e il XII secolo a.C. Da notare che queste due datazioni rappresentano anche due diverse correnti; i fautori del XII secolo a.C. si rifanno infatti a quanto riporto in “The Bible and the Ancient Near East” di Cyrus H. Gordon e Gary A. Rendsburg, mentre i fautori del XVII secolo considerano l’Esodo come un ricordo dell’antica eruzione vulcanica che distrusse l’isola di Thera; da quest’ultima osservazione potrebbero nascere diverse connessioni che ci porterebbero alle altrettanto famose migrazioni dal continente sommerso di Atlantide, ma si tratta di divagazioni che non riguardano l’argomento principale di questo articolo. Quello che riguarda invece la migrazione di Abramo dalla Mesopotamia a Canaan, almeno dal punto di vista dell’archeologia, rimane ancora avvolto nel mistero; in ogni caso lo scenario che più ci interessa, quello che viene fuori dagli episodi appena narrati, indica uno sviluppo culturale non certo isolato ma con radici profonde nelle tradizioni della Mesopotamia settentrionale, nel paese di Canaan e nel nord dell’antico Egitto. Si tratta in pratica di migrazioni e lunghe soste in paesi essenzialmente pagani, con numerosi tratti in comune, che prediligevano un pantheon sotterraneo e che si affidavano a un sistema religioso di tipo politeista. Non andremmo quindi molto lontani dalla verità affermando che gli antenati degli ebrei erano probabilmente di origine mesopotamica. Abramo quindi, spostandosi da un paese con una tradizione religiosa densa di insondabili misteri, fonda la dinastia ebraica nel paese di Canaan, un luogo nel quale la divinità suprema era rappresentata da El, padre di tutti gli Dei, noto anche con il nome di Ab-Adam 74 (il Padre dell’Uomo). Il dio El era assiso su un trono che si trovava al centro dei Due Abissi, con lui regnavano i suoi figli: Yam, Baal, Mot e la figlia Anat. Da notare che il dio El assumeva il nome di El-Elyon, che tradotto letteralmente significa “Dio Altissimo”. Seguendo la linea di pensiero dell’autrice britannica Karen Armstrong (“A History of God), potremmo anche azzardare l’ipotesi, per molti versi logica e storicamente accettabile, che Abramo fosse in origine devoto al Dio Altissimo, ElElyon, signore del paese di Canaan. Questo in sintesi lo scenario di provenienza degli Ebrei al loro ingresso in Egitto, paese nel quale la situazione mutò radicalmente; è noto infatti che proprio in quel periodo, in Egitto, si sviluppava una nuova corrente religiosa nota come Monolatria, ovvero l’adorazione in esclusiva di un Dio senza per questo negare l’esistenza degli altri, da non confondersi quindi con il Monoteismo (negazione degli altri Dei). Lo scenario, sostanzialmente, non sembra cambiare; anche nel paese di Canaan Abramo si ritrova a confrontarsi con una religione pagana derivata in gran parte dai culti mesopotamici, una religione che, come lo stesso Antico Testamento riporta più volte, attraeva enormemente gli ebrei. Non si può logicamente negare che a un certo punto il sincretismo divenne l’unico modo per riaccostare la casta sacerdotale al popolo; fu un percorso lento, che si prolungò nel corso di migliaia di anni, del quale si possono notare tracce sparse nei testi biblici, soprattutto quando si accenna ai misteriosi Elohim. Tenuto conto di questo lento processo, quando venne re- almente composto l’Antico Testamento? Quasi certamente i vari libri vennero ricomposti, e questo avvenne in un periodo imprecisato, un periodo sul quale ancora oggi il dibattito è completamente aperto; quello che sappiamo con certezza riguarda un lasso di tempo tra il 617 e il 537 a.C., periodo durante il quale gli ebrei vennero tratti in cattività dai Babilonesi. Esisteva già in quel tempo un dogma religioso proprio del popolo ebraico? Possiamo completamente escludere il fatto che, proprio in tale occasione, vennero adattate alcune leggende allora diffuse nella città di Babilonia? Di certo gli ebrei avevano già dei testi religiosi propri, in seguito soppiantati dall’Antico Testamento, testi che purtroppo oggi non possiamo confrontare nell’ottica di uno studio comparativo. Questa circostanza è certo 75 un grave problema in vista di una maggiore comprensione di quelle che furono le vicende che portarono alla stesura della Bibbia così come oggi la conosciamo, ci impedisce di trovare nella diversità punti di contatto che potrebbero essere a loro volta indizi rivelatori di fatti, circostanze e ulteriori similitudini atte a comprendere meglio la storia delle civiltà. A differenza dell’antico Egitto nel quale ciò non avvenne (i testi delle Piramidi si possono confrontare, ad esempio, con i Testi dei Sarcofagi), gli Ebrei possiedono un solo gruppo di testi, divulgato dai sacerdoti che risiedevano a Gerusalemme. Si tratta in pratica di una sorta di “monopolio” che ci impedisce di andare indietro; cosa accadde ai testi antecedenti? L’unico modo che ci resta per tentare di intravedere cosa si potrebbe nascondere dietro l’Antico Testamento è quello di rileggerlo con occhi diversi, tenendo sempre bene in mente quanto scritto finora relativamente alle origini. Tutti conosciamo il racconto della Genesi, inutile ripeterlo in questo contesto, nel quale però è opportuno far notare come lo scenario sia completamente cambiato rispetto alle vecchie tradizioni pagane dalle quali proveniva Abramo. Non esistono più gli Dei ma un solo Dio, e non si tratta di un essere fisico bensì di una entità ultraterrena; non si parla più delle vicende divine, il protagonista assoluto è adesso il genere umano, in poche parole cambia completamente la prospettiva pur mantenendo intatti alcuni temi di fondo quali la cosmogonia, la creazione, il Diluvio e la nascita di una nuova terra. Questi ultimi particolari diventano assolutamente importanti, si tratta infatti delle prove che esisteva già una precedente teologia, una formazione culturale dalla quale si è attinto abbondantemente. Volendo però trascurare quest’ultima affermazione ci si potrebbe ritrovare in pieno dilemma: una nuova religione rivelata misteriosamente? Una verità che soppianta e pone alla stregua di fantastiche invenzioni le precedenti cosmogonie? Forse le cose non sono andate esattamente così. Riprendiamo nuovamente in mano la Genesi, il racconto nel quale un essere soprannaturale crea in maniera del tutto pacifica il mondo; nessuna fisicità, nessun contatto, nessuna azione “sospetta” che lo possa mettere in relazione agli Dei mesopotamici o egiziani. Questa natura così pacifica subisce però di colpo un’improvvisa mutazione; tutto ha inizio con il Diluvio Universale, quindi lo stesso Dio scende sulla Terra per disperdere le genti e confondere le lingue (episodio della Torre di Babele), continua poi scagliando zolfo e fuoco sulle città di Sodoma e Gomorra. Questa fisicità si accentua andando avanti nella lettura; Dio appare tra vento, terremoti, fuoco, fulmini, tutti scenari che riportano alla mente le divinità pagane; potrebbe comunque trattarsi di pura coincidenza, ma non è così, e per dimostrarlo 76 basterà andare avanti nella lettura, passando al Libro dei Salmi, e più esattamente al Salmo 88. Proprio in questa occasione faremo la conoscenza di Rahab, fatto a pezzi dal Dio degli Eserciti; ma chi è Rahab? Il primo indizio ci viene dato dal profeta Isaia il quale lo descrive come un drago che, al tempo delle generazioni passate, viveva nel mare; in pratica sarebbe il più conosciuto Leviatano. La storia che è stata riportata assume un particolare significato quando si prova a leggerla in maniera globale, facendo molta attenzione alla descrizione fornita dalla Bibbia. Questi gli elementi da tenere in considerazione: Rahab abitava nelle profondità del mare, era un drago o un serpente dalla forma tortuosa, è stato fatto a pezzi. Iniziamo adesso a ripercorrere la strada all’indietro: con il termine grande mare oppure oceano, sia gli abitanti della Mesopotamia che gli antichi egizi usavano descrivere il cielo e gli abissi spaziali; un serpente dalla forma tortuosa era una delle raffigurazioni del Nilo, lo smembramento era l’azione che contribuì alla creazione del mondo secondo il canone egizio. Tutte queste curiose coincidenze sembrano indicare quindi nella figura di Rahab non certo un mostro ma una divinità, mentre le descrizioni riportate nella Bibbia sembrano voler narrare sommessamente una vera e propria battaglia tra il Dio di Israele e lo stesso Rahab o Leviatano. Quest’ultimo particolare ci riporta alle battaglie condotte dagli Dei sumeri e da quelli egiziani, un contesto dal quale l’Antico Testamento non sembra del tutto immune. Se questa battaglia effettivamente avvenne, e ciò rispetterebbe le antiche tradizioni dalle quali si andò evolvendo in maniera sincretica la cosmogonia ebraica, perché non viene riportata nell’Antico Testamento? Probabilmente non sarebbe stata consona a un Dio che non è più fisico, e proprio per tale motivo venne eliminata, pur rimanendo sotto forma allegorica. Ma i misteri non si fermano qui. Riprendiamo ancora una volta la Genesi, in particolare il periodo che riguarda la creazione, creazione che avvenne in sei giorni. Durante il primo giorno vengono separate le tenebre dalla luce; questo passaggio è da sempre stato spiegato dicendo che si tratta della luce del giorno, ma andando avanti ci accorgiamo che sole, luna e stelle vennero create il quarto giorno, a quale luce quindi si riferisce l’Antico Testamento? La soluzione non è semplice, 77 tranne che si avanzi l’ipotesi che la luce creata il primo giorno sia da intendersi in modo completamente diverso; se la luce non era quindi quella che comunemente intendiamo essa non poteva essere che Dio stesso, disceso sulla Terra per attestare la propria unicità. Questa attestazione è evidente quando si cita la separazione della luce dalle tenebre; Dio separò il concetto di Monolatria lasciando negli Inferi gli altri Elohim e ribadendo la propria unicità. In tal senso, e certo non a caso, sia in Mesopotamia che in Egitto il luogo nel quale vivevano gli Dei era sotterraneo, così come nella cosmogonia durante la creazione il Dio Supremo era letteralmente e fisicamente precipitato sulla Terra fecondandola. Questa spiegazione svelerebbe un secondo mistero contenuto nella Genesi: per quale motivo, se il sole, la luna e le stelle vennero creati il quarto giorno, già a iniziare dal primo si legge ad ogni chiusura la frase “…e fu sera e fu mattina”? Logicamente notte e giorno non sarebbero dovute esistere mancando gli elementi essenziali per fare una distinzione, ma se intendiamo la separazione di luce e tenebre come un simbolo di morte e resurrezione, caduta e rinascita, anche la frase appena citata risulta facilmente comprensibile, poi- ché anch’essa non è altro che una affermazione esoterica di morte e rinascita. La linea di ricerca appena intrapresa apre però anche una seconda visione della creazione; potremmo infatti trovarci a leggere il resoconto di due ben distinte creazioni: durante i primi tre giorni viene creato il mondo metafisico, mentre nei restanti tre prende vita il mondo fisico. Quelle riportate sono ovviamente ipotesi, ragionevoli dubbi fondati su curiosi e molteplici parallelismi che sembrano incastrarsi perfettamente tra loro; narrare la storia di un popolo senza tenere conto delle sue radici, delle vicende che lo videro protagonista e dei coinvolgimenti che logicamente lo legarono alle civiltà con le quali entrò in contatto, significherebbe riportare una idea parziale del suo passato. Questo metodo di ricerca non è certo un modo per screditare una religione o delle intime convinzioni; la fede è un intimo convincimento che merita sempre e comunque il dovuto rispetto, Roberto La Paglia CANARIE: UN VIAGGIO NEL MISTERO Editore Paranormaltour Non è facile spiegare in poche righe quali strade, quali sensazioni ci portino ad affrontare tematiche che, a prima vista, potrebbero apparire infinitamente lontane da quello che è il nostro quotidiano. Una delle tante risposte potrete trovarla proprio tra le pagine che state per leggere, una selezione per certi versi unica nel suo genere, la prima che si prefigge di raccogliere e sottoporre all’attenzione del grande pubblico uno degli aspetti forse meno conosciuti ma estremamente affascinante delle Canarie, i suoi antichi e moderni misteri. Molto spesso questo incredibile “paradiso terrestre” viene ampiamente menzionato soltanto negli spazi pubblicitari delle agenzie turistiche, questo scenario ha portato, nel tempo, ad accantonare spesso la storia dell’arcipelago, con le sue numerose leggende, i luoghi mitici e gli innumerevoli fatti misteriosi che ancora oggi ne disegnano i contorni. 78 la storia e le sue innumerevoli connessioni, così come lo studio dei miti e delle antiche cosmogonie, sono e dovrebbero essere dei resoconti asettici e sempre aperti a un costante aggiornamento, poiché si tratta dell’unico modo che abbiamo per tentare di comprendere le nostre origini e provare a dare un senso diverso, forse meno angosciante, alla nostra presenza su questo pianeta. I LIBRI DI ROBERTO LA PAGLIA 79 CONFESSO, HO VIAGGIATO di Noemi Stefani EL ALAMEIN Passato e presente s’incontrano Estate si associa al pensiero di vacanze e mi reputo fortunata finché potrò farle. Brevi, solo pochi giorni, se posso nei luoghi che preferisco, dove la mia mente insegue la storia e l'archeologia, per cercare i posti dove quei fatti accadevano nel tempo. Il Mediterraneo e l'Egitto, che ormai ho visitato più volte, sono i miei luoghi preferiti. Ascoltando le proposte dell'agenzia di viaggi, mi sono lasciata subito incantare da una fotografia che rapiva lo sguardo. Era soltanto una spiaggia come tante, ma la trasparenza e il colore turchino del mare erano aldilà d’ogni immaginazione per la loro bellezza e il senso di pace che m’ispirava. Il nome poi, ha completato e chiuso il cerchio facendomi desiderare di essere già lì. El Alamein. Quel nome mi faceva tornare indietro nel tempo. Quando alle medie studiavo storia e la seconda guerra mondiale non era soltanto un programma scolastico. Per me la vera storia era quella che sentivo dalla voce di mio padre, quella che ci parla attraverso i ricordi. Mio padre era stato richiamato militare a Bengasi e per non far scadere i documenti si era spo80 sato per procura con la mamma. Lei a Milano alla chiesa di S.Luigi con un amico di famiglia che faceva le veci; lui sotto una pianta di palme nel deserto Libico. Nemmeno un po’ di festa per il matrimonio, né allora né dopo perché tanto era inutile spendere dei soldi che non ce n'erano, ma si erano voluti sempre bene ugualmente, fino alla fine. Era tornato giusto in tempo, prima dell'apocalisse, prima di esser bloccato lì dalla guerra. Se non mi piaceva la minestra, sorrideva, e mi spiegava com'era il suo pranzo nel deserto. La sua razione era fatta di un primo strato di mosche, uno di cibo e quando si alzava il vento (il Ghibli) un dito di sabbia sul fondo. C'era poco da fare gli schizzinosi se volevi sopravvivere. In quei giorni tristi, spesso capitava che nelle famiglie più d’uno partisse per la guerra. Così si erano arruolati i fratelli della mamma: il Bepi nell'aereonautica ancora a livelli sperimentali; l'Emilio, disperso in Russia; e il Nanni, carrista ad El Alamein. Ci sono state migliaia di morti in questa stupida guerra, e loro sono stati fortunati. Sono tornati tutti e tre. Del primo non si diceva nulla. Si era soltanto incattivito e chiuso ancor di più nel suo carattere ostico. L'altro è tornato quando ormai si disperava di rivederlo. Il Nanni si era salvato per miracolo. Era riuscito a sopravvivere fingendosi morto e nascondendosi sotto un mucchio di cadaveri. Era vivo, ma beveva perché aveva molto da dimenticare. Non era più lo stesso. Folle dalla paura, si svegliava di notte e si metteva a urlare “Eccoli… arrivano!”, e spa81 rava nel cortile. Raccontava delle punture che gli facevano nel petto prima di mandarli all'attacco, delle atrocità che aveva visto con i suoi occhi. Aveva visto bruciare, con il lanciafiamme, dei poveri negri dentro i loro tucul, e diceva “Cosa avran fa de mal quei pori cristian”. I tucul erano una sorta di costruzioni di paglia impastata nel fango, che si possono ancora vedere nei piccoli centri in Africa. Aveva visto i Mammalucchi armati di scimitarra mutilare e sventrare dei corpi senza alcuna pietà. Era tornato sconvolto, era troppo per lui, beveva, e beveva. Invece era quasi allegro quel giorno, che con il suo più grande amico (detto "il longo", perché era alto) erano andati ad arruolarsi come volontari e così risolvevano il problema della disoccupazione. In alternativa c'erano le miniere, e sarebbe dovuto partire ugualmente. Lui era contento e la nonna, invece, piangeva per la rabbia e lo sconforto. Sapeva cosa voleva dire guerra perché aveva già vissuto sulla sua pelle quella del '15, e non pensava di essere coinvolta ancora in un'altra tragedia. fischiare nelle fessure delle vetrate, e muovere le tende oscuranti. Una stanza d'albergo è sempre un luogo estraneo la prima sera. È come se fosse rimasto qualcosa. L'energia delle tante persone che si sono fermate qui, i loro pensieri. L'aria è satura di odori, hanno dormito in quel letto, dove avrei dormito io. Soltanto quando incomincio ad aprire la valigia, a buttare qua e là le mie cose che poi vedo in giro, la stanza diventa più familiare e rassicurante. Spengo la luce e provo a dormire, sono stanca e vento permet- Sì, perché il Nanni lo avevano preso abile e arruolato, mentre "il longo" era rimasto a casa per il fisico non adatto. Pensavo a queste cose quando il Boeing è atterrato nel deserto all'aeroporto di El Alamein. Più di 45 gradi. Un aeroporto senza aria condizionata, dove più di trecento persone in fila attendevano di avere il visto di entrata, mentre due funzionari grondavano di sudore e qualche volta sbagliavano i timbri, costringendoci a rifare la fila. Quanti tipi di sudore esistono, quanti tipi di odore in tanti corpi umani diversi costretti a stare troppo vicini uno all'altro? Tanti. Gli abiti incollati alla pelle, finalmente siamo arrivati al Ghazala Resort. È sera, e dalla terrazza della hall vedo un posto qualunque, una piscina con pochi che si attardano a parlare, un mare qualunque e nel fondo una barriera e pochi scogli. C'è molto vento, e mi mette un senso di tristezza. Il vento c'era anche quella sera e lo sentivo 82 tendo mi addormento. Mi svegliano delle voci forti. Un occhio al mio orologio sul comodino, sono le tre e mezzo di notte. Ma chi grida così? Sembra una televisione ad alto volume. Temporeggio un attimo, tra il sonno e la veglia e spero che finisca da sé, e poi penso di chiamare la reception per i rumori molesti. Mi fermo appena in tempo, perché dall'armadio che ho di fronte al letto, vedo filtrare una luce azzurra. La televisione è la mia. Si è accesa da sola. E si spegne da sola perché se ne va la corrente. Buio totale, nemmeno le luci d'emergenza. Mi alzo e vado a guardare dal terrazzino della stanza. Fuori la luna illumina un paesaggio spettrale. Non posso evitare di pensare alla battaglia, a quei poveri morti. Di fronte a me sono ben definite le dune del deserto con qualche rara palma e un cielo di piombo con poche stelle. Solo tre brillano luminose. Sono quelle della cintura di Orione, le stesse che immagino allineate sopra le piramidi al Cairo a poco più di trecento chilometri da me. La corrente torna, e anche l'aria condizionata. Nelle notti seguenti succederà spesso che la televisione si accenda e si spenga da sola per questi sbalzi di tensione inspiegabili. Il Ghazala Resort si trova in una posizione strategica per chi vuol visitare più posti. È stato costruito pochi anni fa da uno sceicco del luogo, che abita una villona abbastanza vicina all'hotel. A pochi chilometri dall'aeroporto di El Alamein, è in una zona (Dabah) rinomata per la sua bellezza e frequentata da tutta l'élite degli egiziani, circa centoquaranta chilometri da Alessandria, trecentodieci dal Cairo, e circa quattro ore dall'Oasi di Siwa. È anche abbastanza vicino al museo dedicato alla seconda guerra mondiale e al sacrario dedicato ai militari italiani, tedeschi e inglesi caduti in questa terra. 83 Che cosa ricordo di più? Una sabbia bianca e impalpabile come cipria. Onde che scavano e franano la riva, acqua verde, azzurra, turchina, blu cobalto e persino rosa, a secondo dei raggi del sole e da come si spostano le nuvole. Colori che cambiano continuamente e che non avevo mai ammirato prima nella loro purezza. Se il paradiso esiste davvero, deve essere un posto molto simile a questo. Alessandria d'Egitto Alessandria d'Egitto, qui si fece la storia nei secoli. M’impressiona girare per le strade di questa città ricostruita da architetti italiani. Sembra di passeggiare nella vecchia Milano, o Torino, sembra di stare in Italia... I romani sono passati di qui. Si vede la loro traccia guardando il grande scavo dell'Anfiteatro Romano. E' imponente, peccato che gli scavi siano stati interrotti perché nel 900 gli egiziani hanno costruito orrendi palazzoni proprio in mezzo ai ruderi e quindi non hanno nessuna intenzione di farsi demolire le loro case, nemmeno per una buona causa come la storia. Non poteva mancare la visita alla famosissima Biblioteca di Alesssandria demolita più volte nel corso della storia e ricostruita in modo imponente usando le tecniche più innovative. Gli egiziani hanno voluto mantenere il più possibile il ricordo della struttura originale costruendo tutto con una simbologia. Per terminare la breve visita ad Alessandria, la guida ci mostra il luo- go, dove probabilmente si ergeva il famosissimo Faro. S’innalzava a guidare le navi che lo vedevano da molte miglia di distanza. Era costruito tenendo conto della tecnica degli specchi del grande Archimede, ed è andato distrutto, finito in mare durante uno dei tanti terremoti nei secoli. È rimasta la fortezza di Qaitbay, ricostruita su quello che in origine era il palazzo della bella Cleopatra. Quanta storia che si può sol- 84 tanto immaginare. Il tempo ha lasciato soltanto vaghi segni e un lontano ricordo. El Alamein - Seconda guerra mondiale Dopo un po’ l'autobus si ferma lungo la strada assolata, ma quasi nessuno vuole scendere. Troppo caldo. Guardiamo dai finestrini una lapide, diventata famosa per le parole incise nella piastra. “MANCO' LA FORTUNA NON IL VALORE. 01 LUGLIO 1942”, appena 111 km da Alessandria. Qui i soldati italiani si sono dovuti fermare e arrendere. Proseguiamo per il Museo Militare, dove sono esposti i reperti della battaglia, le vecchie divise, manichini vestiti come soldati di allora, fucili, baionette, granate, maschere antigas, cucchiai, scarponi senza suola, e quant'altro è stato ritrovato in mezzo alle sabbie del deserto. Fa molto caldo, ma io mi sento i brividi e sudo freddo. Ne hanno ritrovati soltanto pochi di questi ragazzi, circa 4,500 su 40,000. Guardo le foto di Rommel alle pareti mentre visita le trincee. Ma guarda, c'è un piccolo monumento al soldato carri- sta... Penso allo zio Nanni... “Visto, ti hanno fatto il monumento”, e mi scappa un sorriso... Sento un groppo allo stomaco, pensieri vanno e vengono. Uomini trattati come carne da macello per l'ottusità di chi li governa e decide di vita e di morte. Quando siamo arrivati al Sacrario Italiano, c'era più di un km da fare a piedi sotto il sole del mezzogiorno da dove ci ha lasciato il pullman. Sul muro all'entrata un'altra frase storica che appartiene a Rommel, generale tedesco e grande stratega detto "la volpe del deserto". “Il soldato tedesco ha stupito il mondo, il bersagliere italiano ha stupito il soldato tedesco”. Un viale terroso, fiorito da cespugli di buganvillee, rosa e lilla, ai lati con tante lapidi a memoria dei bersaglieri, fanti, alpini e tutti i corpi militari che hanno combattuto. C'è un guardiano sulla porta del Sacrario e sorride gentile a chi entra. Tante scritte sui muri per ricordare chi non c'è più e tante lapidi con tanti nomi italiani. Mi si stringe il cuore e non posso restare più di tanto. Percepisco la paura della morte imminente, la disperazione di lasciare la vita quando invece è ancora piena di promesse. Prego per loro, senza voce, senza parole, e lascio quell'ombra velocemente. Il resto della settimana è volato in un attimo, ma a me era rimasto un senso di oppressione che ancora adesso stenta ad andare via. Una nota in rosa. Al ritorno, altra attesa penosa all'aeroporto, più di trecento persone chiuse in un locale, senza aria condizionata e senza finestre, per aspettare il volo. C'erano anche bambini molto piccoli e faceva pena vederli piangere in braccio a genitori impotenti. Bisogna- 85 va solo aspettare. Il Boeing era visibile dalle vetrate sporche. Una buona notizia, che sollievo, si parte mezzora prima. Mai successo in nessun viaggio. E notizia ancora migliore, si atterra alla Malpensa mezz'ora prima. Il pilota era una donna, e non aggiungo nessun altro commento, non ce n'è bisogno. LIFE AFTER LIFE di Noemi Stefani Jesus insegnaci la vita La PAZIENZA <<Non è sempre facile avere pazienza. Sentire che bisogna saper aspettare il tempo di risposta di quelli che ci ascoltano. E se non arriva quello che vorremmo allora tutto deve essere fermato, lasciato lievitare come se fosse un pane. Il pane non può essere servito crudo. Il processo è completo quando la farina e l'acqua insieme al sale e al lievito hanno creato una sostanza che si solleva soffice, gonfia e pronta per essere elaborata dalle mani. Gli incapaci sbagliano gli ingredienti, il tempo di lievitazione e la cottura. Uscirà dal forno una sostanza che non nutre, è poco bella da 86 vedere e sarà sgradita al palato... La PAZIENZA Bisogna saper servire con pazienza, dare amore senza avere tutto presto, e dentro di noi ciò che serve, è il senso di dare con amore che conta. Senza amore anche le azioni più nobili non portano nessun frut- to. Perché il frutto è il risultato di un processo d'amore che viene dal sacrificio di un piccolo seme. Senza morire dell'ego resta poco da fare... Dare non è fare grandi azioni, o decidere per grandi imprese. Darai tutto il tuo amore e senza avere ritorno sarà il dono per grandi opere. Ti porterai a essere una persona che vale se decidi che tu non sei una semplice apparenza, se ti senti portato verso chi è più debole, e salvare e servire sono gli unici desideri che ti distinguono. Perché vi affannate a rincorrere ciò che vorreste, cercate sempre di possedere e di tenere stretto quello che vi resta tra le mani? Meritare le cose dipende da ciò che deve essere, dall'uso che voi farete di ciò che vi verrà dato. Se non avete, non vuol dire che non potrete avere. Significa che ci sono dei tempi e delle azioni che si devono completare, che il destino non è dato per avere cose o sentimenti che restano inespressi, non è tutto PRESTO. Abbiate PAZIENZA, lasciate lievitare il vostro senso per quello che vorreste, state a guardare come tutto si compie secondo una legge precisa che collega gli eventi a tessere un tessuto per voi esatto. Nemmeno un sasso passa inconcludente, perché anche la sua funzione viene registrata da Chi tiene conto di tutte le cose e avrà cura che per quel sasso tutto serva a renderlo adatto al luogo e alla dimensione che deve avere. Moglie tieniti forte a chi ti ha voluto compagna perché se resti annoiata dei suoi errori anche lui poi non troverà motivo per darti amore e fedeltà che tu pretendi. E tu marito non essere meschino con chi ti dedica tanto tempo e sentimento. Seguila nelle sue difficoltà che è degna di rispetto perché sa portare tanto peso e resta lieta. Molto viene dato a chi sa stare secondo il testo (destino) che vuole. Se viene tolto qualcosa è sempre per dare al testo un senso capace di formare il tema che si è scelto. Seguite il cammino che volete, pensate che è stato scelto per voi e con il vostro consenso prima di essere carne, tenetene 87 conto e sollevatevi dai pensieri di morte che pesano. Una vita finisce e un'altra continua a vivere senza forma apparente, senza peso, esattamente in linea con la Creazione. PAZIENZA allora! Tutto va e tutto viene verso chi è capace di tenere il corso degli eventi secondo la sua vera natura. Lasciate che tutto sia... Sarà senza peso e vi porta a salire >> P.S: Se servono chiarimenti avete l'indirizzo della mia posta elettronica. Scrivetemi pure in privato, vi risponderò. Eredità atlantidee per Templari d'oltreoceano AA.VV. Il presente articolo è una riedizione più elaborata di articoli dell’autore, già pubblicati sullle riviste Hera e Il Giornale dei Misteri Col progressivo incremento del revisionismo storico, dall'apocrifia accademica svincolano resti di insediamenti Vichinghi in Canada, tracce di Fenici in Brasile, di romani sulle coste texane e fondali di Rio De Janeiro, così in Nordamerica, con ricercatori a caccia di un tesoro rossocrociato nascosto sull'isola di Oak. Da accurate indagini del prof. Enrico Calzolari (fig 1), nel 2007 appresi uno studio con elementi illuminanti segreti templari, nonché dissacranti la storicità del più noto navigatore genovese. A declassare Colombo, anche la verosimile flotta cinese dell'amiraglio Zeng He, alla testa di 300 navi con un'ammiraglia di abnorme dimensione (dieci volte una Caravella), approdante sulla costa statunitense del Pacifico agli albori del 1400. 88 Soprassedendo il Cipango, ovunque non sopiscono efferate indagini alla conoscenza templare, pregna di incensite ricchezze e arcane dottrine aventi simbolismi di una sospetta matrice... atlantidea. Quello di Atlantide non è più solo un mito, ma perdute memorie ricostituite da scoperte mai ufficializzate, come nell'Atlantico occidentale (fig 2), probabile primario continente "perduto", e intendiamoci, pure sott'acqua, ove da tempo Graham Hancock e prede- cessori puntarono l'indice investigativo. Il mare nasconde verità legate all'occulto passato terrestre, e la superficie conserva preziosi reperti costellati da simboli di non esclusa pre arcaica estrazione, appartenente ad antichi così remoti da poter antecedere il popolo degli iconografici Atlantidei? Forse, e forse giunti dalle stelle o rinati dalle ceneri di un'evoluta ed estinta umanità spazzata via prima dello sbarco Anunnaki del 450.000 A.C. (fonte: Zecharia Sitchin). Per reminiscenza atlantidea, un esempio lunigianese potrebbe testimoniare la tragedia relativa alla "scomparsa" di continenti (Antartide) o del suo sommerso/ inabissato ex grande avamposto atlantico al di là delle colonne d'Ercole. Si tratta di una doppia spirale di origine templare (fig 3) visibile presso la chiesa di Porto Venere in S.Lorenzo (SP), avente in basso un segmento dentato (sospetta catena montuosa) e in alto due lettere greche Lamda sovrastanti due cerchi simboleggianti: forse il sole e la luna (Calzolari: “...si sostiene che i Templari ebbero a identificare il Sole in Dio e la Luna nella Madonna…”). Il professore tuttavia, non esclude una mia personale interpretazione di lettura, e cioè né Sole o Luna, ma due pianeti rappresentanti la Terra e un pianeta in transito attiguo ad essa, ovvero ciò che il compianto Sitchin e Roberto Bon- fig. 4 cristiano dettagliarono con Nibiru, primo indiziato circa globali diluvi terrestri ogni 3600 anni. Sempre in mia considerazione, le due spirali di succitata effige suggerirebbero ondate di marea travolgenti una terra costituita da monti prossimi ad essere investiti da mega-tsunami. Calzolari comunque, sostiene che l'effige spezzina può determinarsi nel sistema di lettura "colmate le valli e spianate i monti" (vuotopieno a cremagliera) e in un secondo sistema di lettura determinante che, le due lettere lamda sovrapposte simboleggerebbero il doppio senso del movimento rotatorio della Terra con due angoli di inclinazione dell'eclittica: l'attuale 23°27' e l'antecedente 24° al cataclisma globale creato da due corpi celesti che, passando vicini, causarono il catastrofico innalzamento delle maree. Come tutte le genti e i miti al mondo raccontano di questi eventi, anche i Templari in rimembranza potrebbero essere stati partecipi a tale apprendimento. Secondo Calzolari, la loro attività transoceanica portò essi a carpire (e ricordare in Lunigiana) epiche narrazioni mesoamericane e loro costumi. Questi, sono constatabili in una figura muraria realizzata dai Templari presso Codiponte ove sono raffigurate due facce di riconducibile fattezza oltreoceanica, aventi 89 per ornamento due identici copricapi tipici degli Amerindi (fig 4, Chiesa a Codiponte, SP). Questi avrebbero trasmesso ai Templari conoscenze e simboli ereditati da avi sopravissuti alla tragedia dell'Atlantide sprofondata oltre le colonne d'ercole; tuttavia, questa, per calcolo delle probabilità, dovrebbe essere stata la più grande colonia marina dell'impero atlantideo, avente come madre patria l'attuale Antartide, ove "anonime" spedizioni scientifiche avrebbero scoperto occulte meraviglie imprigionate tra i ghiacci (alto fig 5). Altresì, le attuali vette delle Azzorre (già meta Cartaginese e forse Templare) rappresenterebbero l'apice di un vasto territorio un tempo emergente dal mare e rap- presentante la parte di un impero atlantideo. È ipotizzabile che i Templari sapessero questo, e molto altro a noi oggi appena noto. Nei bassi fondali a sud ovest delle Azzorre, furono rilevate rovine da cui si può delineare un tracciato sino al muro di Bimini, e da lì sino a Cuba: una serie di ex isole collimanti con la descrizione di Platone conducente a occidente. Nel mare meridionale cubano, a 600 metri di profondità, giace un complesso piramidale tutt'altro che blasonato rispetto al megalitico Yonaguni giapponese (basso fig 5 unità sottomarina sovietica in esplorazione). Il 18/12/09, la trasmissione Voyager mandava in onda un esteso capitolo denominato La Notte dei Templari: indagini di ricercatori europei e statunitensi, confermavano quanto Calzolari ebbe a tra- smettermi in precedenza. Per oltre due secoli, i Templari attraversarono segretamente l'Atlantico anticipando Colombo di almeno trecento anni. Sulla questione, evitando contesti di ricerca circa tracce di ori Templari nascosti in Islanda, Canada, Scozia o Pirenei, si tenterà di scoprire le ragioni che spinsero i rossocrociati ad attraversare repentinamente l'oceano, con indizi circa la loro presenza nel nuovo continente. Nel libro Arte Precolombina di Alberto Rex Gonzales, sono raffigurate placche discoidali in bronzo arsenioso appartenute alle misconosciute civiltà dell'Aguada e del Beni (dal 600 al 900 d.C.). Alla luce di un attenta analisi combinata con Calzolari, non è dato sapere da CHI dette civiltà abbiano ereditato i misteriosi simboli insiti nei bronzi (lascito atlantideo? I sospetti non mancano). In uno di questi (fig 6, placca del Beni) si appura la presenza di due doppie spirali che riconducono a quella di Porto Venere e molte altre site negli ornamentali templari d'Italia e dell'Europa medioevale. In comprovazione, la presenza simbolica del Tau (alfabeto greco) inciso in piccolo sopra la doppia spirale superiore (alto fig 7), riscontra con la simbologia lunigianese dove imperava l'ordine Templare dei Cavalieri del Tau (basso fig 7: simbolo Tau in Val di Pino). Come Calzolari insegna, i valichi lunigianesi ed i porti del levante ligure formavano un'imponente sistema viario templare convergente ai porti di Ile Rousse e St. Florent (Corsica), noti per aprire rotte verso la Spagna e relative Canarie. I Templari in Portogallo, custodi della rotta atlantica che dalle Canarie portava alle Americhe, condivisero tale conoscenza con il reame Portoghese, che, al fine di 90 proteggere i cavalieri dall'Inquisizione, non chiuse il loro l'ordine, ma, lo mutuarono nel nome di Ordo do Cristo (Ordine di Cristo). Nel Medioevo perciò, gli ex Templari di adozione portoghese attraversarono l'Atlantico più volte per giungere nella Mesoamerica e più a meridione come in... Patagonia! Da una estesa relazione libraria del Bartocci e attigue analisi di Calzolari, si enuncia come presso il centro portoghese di Sagres con illecito Cristoforo Colombo (complice il fratello Bartolomeo) riuscì a ottenere una rotta atlantica costata la vita al corrotto ex capo Templare dell'Ordo do Cristo, pugnalato dal Re Giovanni I per violazione del segreto atlantico e tradimento. Pertanto, la ragione per cui Colombo impresse la Croce Templare sulle vele delle Caravelle spagnole, non sarebbe stata per inneggiare l'araldica di Genova (che mai lo accreditò), ma piuttosto per "onorare" gli ex Templari dell'Ordo do Cristo che permisero la fuga di notizie avvenuta al centro di Sagres, già fondato dal Principe Enrico (figlio di Re Giovanni I) e maestro del nuovo ordine cri- stiano, tra cui membri figurava un certo Vasco De Gama! Tra le singolari connotazioni di Colombo, una emerge nel libro di Roberto Marino Colombo, l'ultimo dei Templari; il navigatore però, non incarnò originarie virtù dell'ordine, ma quelle di un ramingo fuggiasco (col figlio Diego) dall'ospitale Portogallo che ne ordinò la cattura, a cui scampò rifugiandosi in Spagna. Perché, dunque, la Lunigiana sarebbe stata un epicentro Templare ricco di simbologie presenti in Sudamerica? Calzolari ricorre agli antichissimi valichi preistorici lunigianesi: i Templari sfruttarono vie di comunicazione utilizzate da paleolitici liguri e autoctoni dell'Oltrepò Pavese (dal 17000 a.C. > fine ultima glaciazione) valicanti i passi per trasportare l'argento che estraevano da Monte Valerio (Cento Camerelle, Piombino). Nel valico di Porciorasco ed annesso ex sito Templare, è presen- te un disco Solare (fig 8) tipico del Guatemala. Come per l'esempio di Codiponte ed altri, si potrebbe pensare che gli amerindi avrebbero potuto, nel passato, giungere in Europa e trasmettere la loro simbologia. Tuttavia, teoricamente ciò potrebbe risultare improbabile: degli amerindi, non risultano cronache di grande navigazione, e le loro imbarcazioni (canoe, piroghe, 91 eccetera) perlopiù erano adatte a percorrenze fluviali, ivi le più grandi (fig 9) più consone alla navigazione costiera che oceanica. Al merito però, va detto che alcune delle antiche cronache amerinde rivelano che Maya, Atzechi e Incas sarebbero i discendenti di alcuni scampati al disastro di Atlantide, e ciò denoterebbe una persa ed antica conoscenza di navigazione atlantica (altrimenti, detti avi come avrebbero potuto salvarsi?). Già l'ebreo Abraham Zacuto (matematico e astronomo) dichiarò che i Templari soppressi in Parigi, sotto tortura rivelarono di aver raggiunto lontane terre a occidente. Azzorre e Canarie, quindi, sarebbero state un avamposto per rotte verso le Americhe con opportuno appoggio sull'asse Bermuda. In base ai reperti descritti dallo studioso José Vizinho (allievo di Zacuto, conoscitore della Carta Medicea) le Azzorre furono meta cartaginese, poichè egli rilevò loro monete datate 300 a.C., mentre le Canarie, già note erano a Fenici e Romani. È possibile, quindi, che certe simbologie siano state trasmesse al vecchio continente e agli Amerindi da una civiltà atlantica scomparsa tra i flutti del mare? È una probabilità che si veste di certezze, come è certo che i fondali atlantici nascondano antiche vestigia (fig 10). Si vedano anche, gli esempi Messicani del complesso di Uxmal (alto fig 11), con spirali quadrangolari comuni nell'antica Grecia, visibili anche in vasi etruschi, o greci e romani come al museo El- fesina di Elusi (centro fig 11), come le lettere Lamda di Uxmal collimanti con le due Lamda nell'effige di Porto Venere (basso fig 11), le cui spirali parentelano con numerosissimi reperti europei e d'oltreoceano. Che optare? Greci assimilanti simbologie dalla nemica Atlantide o Greci navigatori che raggiusero il Messico? Templari influenzati dalla cultura Ellena o da genti oltreoceaniche? Fu la cultura amerinda a produrre dette simbologie o qualcuno le trasmise a loro arrivando da dove? O forse transoceanici Fenici trasmisero agli Amerindi ciò che (anche) nutriva la vicina Grecia? Indizi suggeriscono il contrario. O più semplicemente, in un dimenticato passato terrestre una scomparsa e remota civiltà colonizzò tutto il pianeta lasciando tracce archeologiche in ogni con92 tinente. Circa approdi al nuovo continente, non sono pochi i sostenitori della tesi fenicia, ma anche quella romana, già indagata sulle coste texane dall'esperto Osvaldo Carigi. I Fenici possedevano navi veloci, robuste e particolarmente adatte per affrontare il mare in tempesta (esempio navale poi assimilato dai Romani). Nel 1872 Ladislau Netto, ex direttore del Museo Nazionale di Rio de Janeiro, fu licenziato per aver dichiarato di aver scoperto alla foce del Fiume Paraiba una piastra avente incisioni fenice, similmente rinvenute cento anni dopo in Honduras su pietre e anfore giacenti innanzi la costa. Al noto archeologo subacqueo Robert Marx, dopo aver recuperato sospette anfore fenice e romane nei bassi fondali brasiliani (1982), fu negata dalle autorità brasiliane l'immersione presso due probabili relitti romani da lui individuati (tutt'oggi il cacciatore di tesori, vive l'impossibilità di perlustrare i fondali brasiliani, fig 12). Pertanto, se i Fenici furono i primi e i romani secondi ad approdare oltreoceano, Roma, con la vittoria nelle guerre puniche, avrebbe carpito rotte oceaniche dai Fenici che a loro volta (tesi da non escludere) potrebbero essere stati emissari navigatori per conto dei Faraoni egiziani (cocaina e caffeina rinvenuta nelle mummie: elementi esclusivamente reperibili nel "nuovo continente"). Dette rotte transoceaniche sarebbero poi state ereditate dal Sacro Romano Impero, e successiva- mente custodite in segreto dalla nascente Santa sede romana dello Stato Pontificio. Sic stantibus rebus, da essa i Templari a loro volta sarebbero riusciti a trafugare documenti relativi a segreti oltreoceanici (quindi, le rotte!). Tuttavia, prima dell'avvento templare, non è detto che avi lusitani non fossero già conoscitori delle Americhe per due motivi: 1) tale popolo da tempi immemorabili ha sempre avuto innanzi a 93 sè l'Atlantico; 2) commercialmente i Fenici, frequentavano assiduamente le coste atlantiche della penisola iberica, e perciò, è lecito supporre che entrambi i popoli abbiano condiviso ciò che altri non sapevano. È comunque certo che le placche di bronzo arsenioso di Alberto Rex Gonzales, denunciano elementi impossibili a ignorarsi. Simboli anellanti culture assai distanti tra loro nel tempo e nello spazio... con Greci, Precolombiani, Templari e i misteriosi Atlantidei? Platone: “davanti alla foce chiamata Colonne d'Ercole, c'era un isola che offriva un passaggio alle altre isole e dalle isole a tutto il continente che sta dalla parte opposta di quello che è veramente il mare”. Ed è proprio da "quella parte opposta", che una placca di bronzo rinvenuta a Cercania de Cochabamba (Bolivia, fig13, civiltà sconosciuta) richiama un contesto Greco-Romano con simbologie assunte dai Templari. Come a Elfesina di Elusi, in siti archeologici e musei, su alcuni vasi e manufatti è possibile riscontrare il fiore della vita (alto sx fig 13), che nella casistica, può presentarsi a numero variabile di petali. Questi similmente, è presente in succitata placca boliviana con due fiori a noe e dieci petali dettagliati con una spirale e due labirinti. Nel contesto sudamericano, la realtà delle spirali in oggetto assume parentela al cospetto delle numerosissime spirali petroglifiche appartenute agli eruditi Anasazi; l'inspiegabile scomparsa di tale misterioso popolo mesoamericano, si accosta all'equivalente scomparsa dei peruviani Incas, nonchè le estinte civiltà del Beni e dell'Aguada. Vista la spirale, un'altra consuetudine simbolica ricorrente in Europa e nei bronzi in questione fa il Le prove indiziarie qui inizialmente raccolte, stanno a indicare che i Templari assunsero nella loro simbologia esoterica, elementi che appartenevano sia agli Amerindi sia ai Greci. Certo, i romani molto assorbirono dalla cultura greca, e quindi i Templari avrebbero potuto cogliere elementi dalla loro eredità; ma non si spiega come gli Amerindi del nord Argentina, Perù, Bolivia e Cile andino (aree presidiate dal Beni e Aguada) possano aver condiviso la medesima simbologia. La tesi di Calzolari ha una risposta: sarebbero stati i Templari a ricevere dagli Amerindi codeste simbologie. Altresì è difficoltoso dimostrare l'opposto; gli oltreoceanici non avrebbero potuto aver attinto nulla dai Templari, a prova del fatto che l'ordine dei crociati nacque oltre due, tre secoli dopo la verso al labirinto. Il suo archetipo encefalico dalle ignote origini (fig 14) è diffuso in tutto il mondo, e si ritiene che forse, il più antico sia a Luzzanas (Sardegna, 6000 a.C.): si tratta di petroglifi, pitture rupestri, tracciati terreni o botanici, incisioni oggettistiche e numismatiche. Il modello che a noi interessa presenta forma rettangolare o quadrata come in una placca di bronzo della cultura divinatoria demoninata Las Manos Vacias; la provenienza è sconosciuta e l'appartenenza non è certa (si suppone Aguada). Nelle sue incisioni centrali è possibile constatare la presenza di una spirale e due labirinti: per comparazione Calzolari esibisce un eclatante esempio presente in Lunigiana presso la Chiesa di Monte dei Bianchi; la familiarità dei labirinti è impressionante, peraltro assai poco dissimile dal labirinto coniato su una moneta della antica Grecia (es. fig15). 94 datazione delle placche di bronzo arsenioso (600-900 d.C.) e relativa scomparsa dei loro possessori. Tali simboli quindi, i Templari li avrebbero conosciuti da successivi autoctoni sudamericani relativi al termine dell'era precolombiana, periodo Incas, Azteco e opportunamente Maya nella Mesoamerica. Nella prossima e ultima parte, emergeranno ancora elementi pre 95 colombiani, in primis costituenti uno dei simboli più familiari al contesto Templare... Croci Orbicolari! E molto altro... (Continua nel prossimo numero) La civiltà di Asikli Hoyuk Simone Barcelli Asikli Hoyuk, a circa trenta chilometri da Aksaray, è un sito archeologico al centro della Cappadocia; poco conosciuto, non pare destare particolare interesse e non è nemmeno inserito come meta preminente dagli operatori turistici. Eppure, in pieno Neolitico (attorno all’8000 a.C.), fu scelto per crearvi un importante insediamento di qualche migliaio di residenti, immerso com’era in un paesaggio vulcanico dominato da quelle che un tempo erano valli fluviali, poi trasformatesi in depositi di tufo: una zona fertile e ricca di ossidiana, due buone ragioni per convincere i no- stri antenati a fermarsi, cambiando radicalmente le precedenti abitudini. tazioni oscillanti tra 7000 e 6.600 a.C. Gli scavi sistematici iniziarono solamente sul finire degli anni Ottanta del secolo Archeologi al lavoro Il sito, scorso sotto la guida di Ufuk tuttora oggetto di studio, fu Esin, in considerazione individuato nel 1964 dell’urgenza di procedere alla dall’archeologo Ian A. Todd, mappatura completa che rinvenne in strati superfi- dell’insediamento, poiché era ciali migliaia di artefatti realiz- imminente la realizzazione di zati con l’ossidiana, segno del- una diga sul lago Mamasin, le la presenza di una notevole cui acque avrebbero sommerindustria, il cui prodotto era so parzialmente il sito (sorte destinato per lo più al comgià toccata all’insediamento di mercio in un ambito che deve Nevali Cori). Da allora le camconsiderarsi assai vasto, abpagne di scavo si sono sussebracciando tutto il Vicino Oguite quasi senza sosta, anche riente. I primi accertamenti se oggi non sussiste più alcun con la tecnica del C-14, esepericolo di sommersione, coguiti all’epoca su almeno cin- me confermato recentemente que manufatti, produssero da96 8200-7400 a.C., facendo di Asikli Hoyuk uno dei primi siti neolitici dell’altopiano dell’Anatolia. Non c’è dubbio che questa località, fin dal Paleolitico, fosse meta dei cacciatori/raccoglitori che vagavano nei dintorni, nel primo tentativo di stanziamento sedentario. Scheletri in casa Le abitazioni in mattoni crudi finora rinvenute sono quattrocento, allidall’archeologo Gunes Duru, dalle piogge. La parte più inte- neate e adiacenti, tanto da con il quale mi sono breveressante che si sta scavando è suggerire una convivenza somente intrattenuto proprio ad senz’altro quella in fondo allo ciale senza i classici requisiti legati alla proprietà privata. La Asikli Hoyuk; grazie a una co- scavo stratigrafico noscenza locale, ho potuto dell’insediamento, dov’è stata presenza di pochi edifici ben più grandi rispetto alla media, infatti accedere direttamente rinvenuta anche una formapossono intendersi come luoall’interno del sito, documen- zione rotondeggiante con tando gli scavi più recenti con all’interno alcune buche: po- ghi di aggregazione di una le immagini a corredo di que- trebbe essere stato un pozzo parte della comunità. Poiché sto resoconto. L’archeologo mi per la raccolta dell’acqua pio- gli edifici sono privi di apertuha spiegato che molte delle vana. Le ultime datazioni con re sulle pareti, similmente alle abitazioni già scavate sono ora il C-14, eseguite stavolta sulle abitazioni di Catalhoyuk (ma protette con coperture per ceramiche rinvenute in tre dif- anche a quelle degli indiani Anasazi), si ritiene che evitare possibili deterioraferenti strati di occupazione, menti provocati soprattutto hanno prodotto il risultato di l’ingresso avvenisse dal tetto piano mediante scale di legno removibili. Un’area dedicata, a ridosso del sito, presenta ricostruzioni attendibili di queste abitazioni, realizzate con materiale e tecnica dell’epoca. All’interno delle camere ‘multifunzione’, ampie mediamente sui venti mq., sono state individuate una settantina di sepolture, quasi tutte corredate da offerte funebri di collane e braccialetti. Infatti, i defunti erano seppelliti in posizione fetale all’interno di fosse create sotto il pavimento degli edifici stessi. 97 Dall’analisi dei resti scheletrici sappiamo che la vita media dell’uomo era attorno ai cinquantacinque anni, mentre quella della donna non andava oltre i venticinque: le evidenti deformità riscontrate sulle articolazioni suggeriscono che il gentil sesso fosse impiegato anche in lavori solitamente svolti dai maschi, come il trasporto di carichi particolarmente pesanti. Il campione ci permette inoltre di attestare al 50% la mortalità infantile; un’analoga percentuale è riservata agli scheletri che presentano evidenti segni di bruciature, a conferma che sovente, dopo il decesso, i corpi erano inceneriti in forni predisposti allo scopo (forse all’interno di santuari o templi destinati alle pratiche religiose), come d’altronde già accertato negli scavi di Cayoyu e Nevali Cori, con il rinvenimento di analoghi focolari. Poiché ad Asikli Hoyuk non è stato ancora rinvenuto quello che potremmo definire un cimitero, per il momento si scorge la possibilità che la sproporzione tra le sepolture e il numero di abitazioni sia riconducibile a un culto funebre riservato a una ristretta classe di dignitari. Stupisce, semmai, la completa mancanza di manufatti che possano richiamare precisi simbolismi legati a pratiche religiose, come ad esempio quelle della Dea Madre o del Toro Celeste, attestate a Catalhoyuk, Gobekli Tepe e altri siti similari presenti in Turchia, ma anche nella vasta area di riferimento, cioè il bacino del Mediterraneo. Collane e bracciali Una ventina di anni fa si rinvenne nel sito una collana con dieci per98 le di agata magistralmente perforate per quasi dieci millimetri, databile ad almeno il 7000 a.C. La scoperta induce a considerare che gli ‘artigiani’ di Asikli Hoyuk avessero raggiunto un livello sorprendente di tecnologia nella lavorazione di questi manufatti, tenendo in considerazione che l’agata è una varietà di quarzo che, per la particolare durezza, si può forare ancor oggi solo con l’utilizzo di un trapano munito di punta conica diamantata. Una semplice punta d’acciaio non riuscirebbe nemmeno a scalfire l’agata, anzi la scheggerebbe. Una simile tecnologia, addirittura risalente a novemila anni fa, non può essere assolutamente conciliabile con le conoscenze che oggi pensiamo di avere del nostro passato. Senza dimenticare che una tecnica del genere avrebbe richiesto uno svilup- Trapanazioni Un ultimo (per ora) indizio da non sottovalutare, che in questo contesto non ci pare per niente fuori posto, è fornito dal rinvenimento, sempre ad Asikli Hoyuk, dello scheletro di una giovane donna che presenta tracce della prima trapanazione al cervello finora conosciuta: anche questo reperto è custodito al Museo Archeologico di Aksaray. Probabilmente si trattava di un intervento chirurgico, poiché è stato determinato che la tecnica fu utilizzata mentre la ragazza era ancora in vita e il decesso avvenne pochi giorni dopo. La gente che visse ad Asikli Hoyuk continua a inviarci messaggi, nepo lento e graduale di almeno ottenibile solamente con l’uso anche tanto cifrati, che non qualche centinaio d’anni. Nel di lenti telescopiche. Lo sosappiamo (o non vogliamo) frattempo, a questa magnifica stengono i ricercatori accettare. Forse perché non si collana si è aggiunto un altro dell’Institut Français d’Etudes tratta solo di stravolgere comstupefacente manufatto: un Anatoliennes di Istanbul e del pletamente le cronologie finobraccialetto d’ossidiana, rinve- Laboratoire de Tribologie et ra accettate: bisognerebbe nuto nel 1995 e databile allo de Dynamiques des Systèmes ammettere l’esistenza di una stesso periodo della collana, di Saint-Etienne, (lo studio è civiltà, tra Paleolitico e Neoliche oltre a presentarsi in for- stato pubblicato dal Journal of tico, talmente evoluta da asma quasi regolare, denota Archaeological Science nel di- somigliare dannatamente alla un’incredibile simmetria della cembre 2011), che hanno anostra. cresta anulare centrale e una nalizzato il reperto con il meBibliografia superficie, simile a uno spec- todo della tribologica multihttp://www.asiklihoyuk.org http://www.asiklihoyuk.org/neolithic_in_t chio, accuratamente pulita e scala, tecnica già sviluppata rifinita. Realizzare questo per l’industria automobilistica urkey_en.pdf http://phys.org/news/2011-12-oldestbracciale, ora esposto al Mu- (per determinare le proprietà obsidian-bracelet-reveals-amazing.html seo Archeologico di Aksaray, meccaniche della carrozzeria) http://www.ancientwisdom.co.uk/turkeyashikli.htm richiederebbe oggi una tecni- e ora adattata all’archeologia. ca complessa di lucidatura, Venerdì 23 novembre 2012 ore 18:00 a Ravenna, Casa Melandri, via Ponte Marino 2, per il XXXIX ciclo annuale 2012-2013 del Centro Relazioni Culturali di Ravenna, presentazione del libro "L'enigma delle origini della razza umana" di Simone Barcelli (Cerchio della Luna Editore, 2011). Intervengono la giornalista Antonella Beccaria di Bologna e la giornalista Viola Talentoni di Forlì. 99 100