La nostra montagna è fatta di turismo, di sport, di discese sulla neve e lunghe camminate sui passi, ed anche – perché no – di qualche serata in compagnia, gustando vini e pietanze che la nostra ottima cucina sa offrire. In tutto questo non può però essere dimenticato anche l’aspetto culturale che la terra bellunese può e sa mostrare alla sua gente ed a chi viene a visitare questi luoghi. Ecco allora che guardo con interesse ed entusiasmo all’iniziativa “Una Montagna di Libri”, che offre questa serie di appuntamenti capaci di garantire un ricco panorama sulla narrativa italiana. Non dobbiamo infatti dimenticare che l’arricchimento di un popolo passa anche attraverso la sua crescita interiore, in cui lo studio e la lettura di libri giocano un ruolo chiave. Quello proposto è uno spunto importante, soprattutto per le fasce di giovani della nostra terra, che devono imparare ad amare una (talvolta) dimenticata passione per gli autori italiani, anche del passato. Il libro può essere un ottimo compagno di viaggio e di vita, presentandoci punti di vista e strumenti che meglio ci aiutano a capire la realtà che ci circonda. Gianpaolo Bottacin Presidente della Provincia di Belluno Comune di Cortina d’Ampezzo Buongiorno a tutti, è con grande piacere che faccio gli onori di casa alla prima edizione della rassegna culturale “Una Montagna di Libri”. Come già ripetuto in varie occasioni, un obiettivo prioritario dell’Amministrazione Comunale è quello di conferire al paese un rinnovato respiro intellettuale e culturale, che possa offrire a residenti e ospiti occasioni di intrattenimento e di riflessione di prestigio. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce questo nuovo ciclo di incontri. Il fatto che il progetto sia stato ideato da Francesco Chiamulera, un ragazzo di Cortina molto in gamba, non può che farmi piacere ed anche per questo motivo come Amministrazione Comunale abbiamo deciso di sostenere l’iniziativa inserendola all’interno del calendario invernale della nostra località. Siamo sicuri che i risultati ripagheranno appieno la nostra fiducia. Come Sindaco di questa meravigliosa vallata auguro agli organizzatori, agli ospiti e soprattutto al pubblico che seguirà “Una Montagna di Libri” un piacevole soggiorno. Buone feste a tutti. Andrea Franceschi Sindaco di Cortina d’Ampezzo Quello di Cortina d’Ampezzo è un pubblico esigente. Negli anni, ha potuto conoscere e apprezzare alcuni tra i più grandi narratori contemporanei, che hanno scelto Cortina come un punto di ritrovo di eccellenza. Un vero perno di alta cultura, unica nel suo genere, orgogliosamente diversa da ogni altra località montana italiana. Il riferimento va alla storica stagione culturale ampezzana dei decenni passati: quegli incontri che nacquero dai cenacoli letterari del Circolo Stampa e che vissero in varie iniziative lungo un arco trentennale, a partire dai primi anni Settanta. Il Palazzo delle Poste, la discussa e celebrata creazione di Edoardo Gellner che sorge nel centro del centro di Cortina, a due passi dal Corso Italia, ha visto succedersi nomi del calibro di Giovanni Arpino, Saul Bellow, Dino Buzzati, Piero Chiara, Sergio Saviane, Leonardo Sciascia. Dà un certo brivido snocciolarli così. A distanza ormai di una generazione e mezzo, ci proponiamo, con umiltà, di tornare a dare voce ai libri e ai loro Autori. Soprattutto, di offrire ai lettori la possibilità di un incontro “a tu per tu”, nell’intimità della bellissima Sala Cultura del Palazzo delle Poste (sì, lo stesso degli incontri di tanti anni fa!). Una “nicchia” calda e vivace che si offre contemporaneamente a residenti e villeggianti; un focolare letterario intorno a cui radunarsi nel freddo dell’inverno ampezzano o aspettando la primavera. Una Montagna di Libri è al suo esordio, alla sua prima edizione. Un ringraziamento sentito a coloro che ci aiutano e sostengono in questa scommessa: il Comune di Cortina d’Ampezzo e la Provincia di Belluno, innanzitutto, e poi i tanti nostri preziosi sostenitori sul territorio (li trovate elencati nelle prossime pagine): vere e proprie “istituzioni” ampezzane, in senso lato, che hanno offerto, di volta in volta, un contributo, un omaggio, uno speciale bagaglio di esperienza. Ne avevamo bisogno. Grazie. Francesco Chiamulera Responsabile Una Montagna di Libri Giovanni Spadolini tra Ilario Sovilla e l’ex sindaco di Cortina Roberto Gaspari. Il rapporto tra il libro, il suo autore e i suoi lettori è un filo conduttore tra conoscenza, sapienza e l’umiltà dell’ascolto. Ci si incontra, come tra le pagine, tra le righe, quelle scritte e quelle interpretate, le librerie, ma anche la cultura degli incontri che gli scrittori da sempre fanno per presentare le loro opere. È una parte importante nella storia delle persone che amano leggere, scrivere, interpretare o scoprire la realtà del loro tempo. Stretta tra le montagne, Cortina da sempre ha offerto, assieme al rapimento della bellezza della natura, la mente come spazio totale per far affiorare quello che l’umanità ciclicamente ha offerto. Estate 1980: un incontro del Circolo Stampa Cortina. In piedi, a sinistra, il pittore cortinese Eddy Demenego. Seduti, tra gli altri: Giancarlo Vigorelli; Domenico Porzio; la giornalista ampezzana Giovanna Mariotti; Enrico Rossaro, presidente dell’Apt. Francesco Cossiga e Gianni Bisiach all’Hotel Savoia, primi anni Novanta. Una Montagna di Libri è l’omaggio che la cultura fa proprio al rapporto indissolubile tra la meraviglia dell’opera dell’uomo, il libro, e la civiltà della montagna, che tutela la sua storia, la sua memoria e l’emozione che solo la natura sa dare. Un percorso letterario che vuole portare in cima all’intelletto l’emozione generosa della conoscenza e dei suoi autori. Vera Slepoj Alberto Sinigaglia Primi anni Ottanta. Grande affluenza di pubblico al Palazzo delle Poste. Sempre al Palazzo delle Poste. Da sinistra Camillo Berti, Rinaldo Zardini, Giovanna Mariotti. Presidenti onorari 6 domenica 27 dicembre 2009 ore 17.30 domenica 27 dicembre 2009 ore 18.00 Concerto d’apertura con OFICINA MUSICUM Maestro concertatore al cembalo Riccardo Favero GLI ANNI DEL PIOMBO Mario Cervi presenta GLI ANNI DEL PIOMBO Coordina Luigi Bacialli, direttore di Rete Veneta MARIO CERVI è nato a Crema nel 1921, ma ha sempre vissuto a Milano, dove si è laureato in Legge. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, inizia a lavorare al «Corriere della Sera», prima come cronista, poi come inviato speciale. Grande amico e collega di Indro Montanelli, nel 1974 lo segue nella fondazione del «Giornale Nuovo», di cui sarà direttore dal 1997 al 2001. Lasciata la carica, continua a firmare commenti e fondi. Ha pubblicato numerosi libri, tra i quali Storia della guerra di Grecia e, con Montanelli, la celebre Storia d’Italia in tredici volumi e Milano ventesimo secolo. LUIGI MASCHERONI è nato a Varese nel 1967. Ha scritto per «Il Sole 24 Ore», «Il Foglio», «il Domenicale». Dal 2001 lavora al «Giornale». Insegna Teoria e tecniche del linguaggio giornalistico all’Università Cattolica di Milano. Nel 2007 ha pubblicato Il clan dei milanesi. Mario Cervi con Indro Montanelli Mezzo secolo di storia italiana raccontata da un grande del giornalismo, Mario Cervi, classe 1921, a un giovane collega, Luigi Mascheroni, classe 1967. Gli anni del piombo è la testimonianza di un protagonista della carta stampata in una cronaca che diventa storia e si trasforma in un’acuta riflessione sul quarto potere in Italia. Nel dialogo con Luigi Mascheroni, Cervi alterna spassosi aneddoti ad arguti ritratti dei più noti giornalisti del secolo scorso, a cominciare dal suo grande amico Indro Montanelli per passare a Oriana Fallaci, Orio Vergani, Dino Buzzati, Giulio De Benedetti. Infiniti i retroscena: gli esordi al «Corriere» nell’Italia del Dopoguerra grazie a una “raccomandazione”, i grandi processi di «nera» del dopoguerra e le battaglie giornalistiche, da Erich Priebke al caso Mattei; i servizi come inviato sulla crisi di Suez, sul colpo di Stato dei colonnelli in Grecia, sul golpe di Pinochet in Cile; il lungo sodalizio umano e professionale con Indro Montanelli, la fondazione del «Giornale» e poi il lavoro di storico, fino alla discesa in campo di Silvio Berlusconi e alla frattura con i fondatori de il Giornale che per Cervi si ricompose qualche anno dopo. «Non aspiro alla qualifica di giornalista scomodo un po’ per non esserlo davvero stato, un po’ perché l’aggettivo scomodo ormai imperversa. C’è il comunista scomodo, il critico scomodo, il regista scomodo, il ministro scomodo: tutti ben sistemati, di solito, in 7 poltrone comodissime». 8 lunedì 28 dicembre 2009 ore 17.45 Sandro Cappelletto presenta ALTRAVELOCITÀ. AVVENTURE DI UN VIAGGIATORE IN TRENO Conversazione con Ennio Rossignoli, editorialista del Corriere delle Alpi e di Voci di Cortina SANDRO CAPPELLETTO, scrittore e storico della musica, giornalista professionista e firma del quotidiano La Stampa, ha pubblicato molti libri di argomento musicale, fra i quali La voce perduta, prima biografia critica di Carlo Broschi, Farinelli, Mozart, la notte delle Dissonanze da cui è nato un fortunato concerto-racconto realizzato assieme al Quartetto Savinio, e un’inchiesta politica sugli enti lirici italiani (Farò grande questo teatro!). Autore di programmi radiofonici e televisivi per la Rai (crea nel 2001 la trasmissione di Radio Tre La scena invisibile, e realizza con Nino Criscenti un film televisivo su Maurizio Pollini), ha scritto numerosi testi teatrali e libretti per il teatro musicale. Ha diretto il settore drammaturgia e didattica del Teatro dell’Opera di Roma. Dal 2001 è membro della commissione artistica della Scuola di Musica di Fiesole, e nel 2005 è responsabile del Festival Giuseppe Sinopoli di Taormina. Dal maggio 2009 è direttore artistico dell’Accademia Filarmonica Romana. ALTRAVELOCITÀ. AVVENTURE DI UN VIAGGIATORE IN TRENO Viaggiatori affastellati, pendolari esasperati, passeggeri rassegnati e turisti disorientati, è arrivato il vostro cantore, il paladino di chi si sposta in treno, la guida nei meandri di Trenitalia, il vendicatore dei torti e ritardi subiti, lo spiritoso testimone delle peripezie sui binari della Penisola, l’esperto conoscitore di vagoni, sedili, ritirate e stazioni. In 13 episodi godibilissimi e graffianti, il narratore/viaggiatore inventato da Sandro Cappelletto per dare voce ‘’alla plebe che viaggia’’ racconta come un normale passeggero finisca per trasformarsi in implacabile professionista del viaggio tentando di sopravvivere a quelli che Trenitalia eufemisticamente definisce ‘’disagi’’, ‘’cause tecniche’’, ‘’motivi indipendenti da’’. Grazie alla satira sulle giungla delle tariffe, alla galleria di ritratti del personale viaggiante, ai rivoltosi che guidano un assalto all’Intercity, all’inesperto incappato nelle prenotazioni Eurostar, al Robin Hood ferroviario che inventa cento modi di autoridursi i costi dei biglietti, tutti i viaggiatori occasionali o i pendolari a vita si potranno identificare nei personaggi di Altravelocità e fare tesoro dei suggerimenti che l’alter ego di Sandro Cappelletto elargisce. 9 10 domenica 3 gennaio 2010 ore 17.45 Antonia Arslan presenta LA STRADA DI SMIRNE con Omar Monestier, direttore Il Mattino di Padova ANTONIA ARSLAN, nata a Padova nel 1938, laureata in archeologia, è stata professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’università di Padova. È autrice di saggi pioneristici sulla narrativa popolare e d’appendice (Dame, droga e galline. Il romanzo popolare italiano fra Ottocento e Novecento) e sulla “galassia sommersa” delle scrittrici italiane (Dame, galline e regine. La scrittura femminile italiana fra ‘800 e ‘900). Attraverso l’opera del grande poeta Daniel Varujan ha riscoperto la sua profonda e inespressa identità armena. Ha curato un libretto divulgativo sul genocidio (Metz Yeghèrn. Il genocidio degli armeni, di Claude Mutafian) e una raccolta di testimonianze di sopravvissuti rifugiatisi in Italia (Hushèr. La memoria. Voci italiane di sopravissuti armeni). Il suo primo romanzo, La masseria delle allodole, è stato pubblicato da Rizzoli nel 2004, è diventato un caso letterario e si è classificato secondo (con due voti di scarto) al Premio Campiello del 2004 e nello stesso anno ha vinto il Premio Stresa di narrativa. Nel 2007 è uscito nelle sale il film omonimo tratto dal romanzo, diretto dai fratelli Taviani. LA STRADA DI SMIRNE Tre bambine e un maschietto vestito da donna si imbarcano su una nave per l’Italia. Altri orfani trovano rifugio prima ad Aleppo e poi a Smirne. Sono i sopravvissuti al genocidio degli armeni. Le prove che dovranno affrontare non sono finite. 25 luglio 1916: alla fine di un viaggio attraverso l’orrore e la morte, in fuga dalla masseria delle allodole, Shushanig e i suoi quattro figli, scampati al massacro degli armeni, riescono a imbarcarsi su una nave che fa rotta verso Venezia. All’orizzonte si apre per le tre figlie e il bambino di Shushanig un mondo sconosciuto, carico di promesse ma anche di preoccupazioni. Sono rimasti a terra, invece, i salvatori di Shushanig: la serva greca Ismene, il prete Isacco e il vecchio mendicante turco Nazim. Ad Aleppo, Ismene e Isacco uniscono le loro forze e le loro vite, dedicandosi alla cura dei bambini armeni che hanno perso la famiglia ma hanno avuto salva la vita. Quella che sembra la fine di un’odissea è in realtà l’inizio di nuovi drammatici rivolgimenti. Antonia Arslan ci regala con il suo secondo romanzo un altro episodio della saga familiare che dall’Anatolia arriva fino in Italia. Una storia trascinante, filtrata da una prosa evocativa, poetica, magica. 11 12 sabato 20 febbraio 2010 ore 17.45 Camillo Langone MANIFESTO DELLA DESTRA DIVINA e GUIDA ALLE MESSE Una conversazione con Ario Gervasutti, direttore Il Giornale di Vicenza CAMILLO LANGONE è nato a Parma, dove è tornato da qualche anno dopo avere abitato a Vicenza, Verona, Caserta, Viterbo, Pisa, Bologna, Reggio Emilia, Trani. Ha pubblicato alcuni libri. Scrive sul “Foglio”, sul “Giornale”, su “Panorama” e su “Ventiquattro” del Sole 24 Ore, occupandosi in particolar modo di letteratura, enogastronomia e religione. Sul “Foglio”, oltre alla rubrica quotidiana “Preghiera”, cura la pagina dei ristoranti e quella delle messe, la prima del genere mai apparsa in Italia. MANIFESTO DELLA DESTRA DIVINA DIFENDI, CONSERVA, PREGA! «Non temere la sacralità e i sentimenti, di cui il laicismo consumistico ha privato gli uomini trasformandoli in bruti e stupidi automi adoratori di feticci», con questa esortazione Pier Paolo Pasolini, nel 1975, precorreva in modo geniale il suo tempo e anticipava la contraddizione più lacerante del mondo contemporaneo. Il conservatorismo inteso come difesa dei valori dello spirito, come un recupero di ciò che di buono aveva il nostro passato, di ciò che rende ogni uomo “Uomo”, è il tema di questo pamphlet, colloquiale e agile. “Difendi, conserva, prega!”: una difesa in controtendenza dei doveri contro i diritti, dell’obbedienza e del rispetto contro l’individualismo sfrenato che regola la società odierna. Camillo Langone scandaglia il pensiero politico, filosofico, religioso e ci esorta a recuperare quella «destra divina» che Pasolini diceva chiusa «dentro di noi, nel sonno», e a rispondere con ritrovato orgoglio e coraggio allo scetticismo e al materialismo imperante che toglie a ognuno di noi quello che ha di più caro: la propria dignità di uomo, la propria storia. GUIDA ALLE MESSE Dio è uno, ma infiniti sono i modi per celebrarlo. In una sorta di contemporanea versione dell’antica usanza del pellegrinaggio, Camillo Langone, critico di professione e nell’animo, oltre che fervente cattolico, ogni domenica varca la soglia di una chiesa con il taccuino in mano alla ricerca della messa perfetta, scoprendo messe con tamburelli e chitarra elettrica, altre con latino e incenso, altre ancora con preti carismatici e comunitari. I lettori cortinesi, in particolare, vi troveranno recensite la Chiesa parrocchiale e la Chiesa della Madonna della Difesa. E scopriranno cosa pensa Langone di allestimenti natalizi, di alberi e presepi, panche e cori, raccolta delle offerte e genuflessioni vacanziere… Guida alle messe è uno straordinario viaggio, condotto con professionalità e rispetto da un acuto cronista del nostro tempo che alla fine scopre che anche il sacro in Italia è un sacro all’italiana. 13 14 venerdì 2 aprile 2010 ore 17.45 Antonello Caporale presenta PECCATORI con Ugo Savoia, direttore del Corriere del Veneto ANTONELLO CAPORALE vive e lavora a Roma. Per «la Repubblica», dove scrive dal 1989, cura il «breviario», pillole quotidiane di politica, e le «interviste senza rete». Sul sito web del giornale firma «Piccola Italia», vizi e stravizi del Belpaese. Ha pubblicato La ciurma. Incontri straordinari sul barcone della politica (2006); e per BCDe Impuniti. Storie di un sistema incapace, sprecone e felice (2007) e Mediocri. I potenti dell’Italia immobile (2008). www.antonellocaporale.it PECCATORI GLI ITALIANI NEI DIECI COMANDAMENTI Chi sono i nuovi italiani e cosa sognano, chi venerano, cosa santificano? Quali regole osservano, quante volte deviano e quanti peccati commettono? Il vaccino dal peccato è l’osmosi, il miscuglio che diventa zuppa densa, uniforme. Tutti uguali, tutti brutti e cattivi, tutti ladri. È banale, nel senso di ordinario, di consueto, di regolare. «All’italiana» è una definizione così comune che oramai serve per illustrare le vicende tristi, o soltanto buffe. Per ricordare i nostri stravizi o l’abitudine alla devianza. Per mettere in guardia (sono italiani!) o patire insieme (siamo italiani!). Qual è la nostra colpa e, soprattutto, dov’è la nostra colpa? La devozione al potere, la consegna del silenzio, il nuovo perbenismo. Affari e quasi sempre preghiere. La nostra nuova vita consegnata all’Imperatore, manipolata dai sondaggi, illustrata perennemente da una telecamera. Antonello Caporale, in questo nuovo viaggio, indaga sulle responsabilità di ciascuno, raccontando i fatti e le omissioni quotidiane di casa nostra. Specchio infranto di una società che non coltiva passioni ma solo furbizie. L’Italia vista dalla cima, Silvio e Veronica, e dal fondo, Noemi e le altre. Non avrai altro Dio all’infuori di me… Dieci capitoli quanti sono i comandamenti. 15 Traditi, violati, taciuti o, in un amen, dimenticati. 16 sabato 3 aprile 2010 ore 17.45 Andrea Vitali presenta il suo nuovo romanzo LA MAMMA DEL SOLE e ALMENO IL CAPPELLO con Alberto Sinigaglia, giornalista La Stampa ANDREA VITALI è nato nel 1956 a Bellano, sul lago di Como, dove esercita la professione di medico di base. Ha pubblicato Il meccanico Landru (1992), A partire dai nomi (1994), L’ombra di Marinetti (1995, premio Piero Chiara), Aria del lago (2001 e, con Garzanti, Una finestra vistalago (2003, premio Grinzane Cavour 2004, sezione narrativa, e premio letterario Bruno Gioffrè 2004), Un amore di zitella (2004), La signorina Tecla Manzi (2004, premio Dessì), La figlia del podestà (2005, premio Bancarella 2006), Il procuratore (2006, premio Montblanc per il romanzo giovane 1990), Olive comprese (2006) e Il segreto di Ortelia (2007), La modista (2008, premio Ernest Hemingway) e Dopo lunga e penosa malattia (2008). Nel 2008 gli è stato conferito il premio letterario Boccaccio per l’opera omnia. arzo 2010 uscita prevista: m LA MAMMA DEL SOLE La motonave “Nibbio”, vecchia gloria della Navigazione Lariana, sta effettuando il suo ultimo viaggio. A Bellano, proveniente dalla sponda occidentale, scende un’anziana e misteriosa passeggera: sta cercando il vecchio parroco, don Carlo Gheratti, e attraversa a fatica il paese arso dalla canicola estiva… Quando dal Pio Ospizio San Generoso di Gravedona arriva la notizia della scomparsa dell’anziana ospite, i carabinieri della stazione di Bellano iniziano a indagare. Ma c’è un altro enigma. Dietro pressante richiesta del Partito e della Prefettura, i carabinieri devono raccogliere informazioni su una «celebre» concittadina, Velia Berilli, madre di dodici figli: «una compagnia composita, variegata, dietro la quale si potevano riconoscere con sicurezza i figli legittimi». Ma perché mai Velia Berilli interessa così tanto le autorità? Due misteri, insomma, cui si aggiunge un terzo problema: in caserma si è rotto il vetro del cesso, e aggiustarlo non sarà semplice... ALMENO IL CAPPELLO La fanfara di Bellano è nei guai. Evelindo Gavazzi – cui è affidato il delicato compito di suonare il bombardino nella fanfara che sul molo accoglie i viaggiatori che sbarcano a Bellano – non fa più parte dell’organico: è bloccato in casa a suon di sberle dalla novella sposa Noemi, che non sopporta che faccia tardi e torni a casa ubriaco. Almeno il cappello racconta le avventure della banda orfana di bombardino e della sua gloriosa rinascita. Protagonista è un’improbabile congrega di musicisti, e soprattutto Onorato Geminazzi, giunto nel borgo come in esilio dalla natía Menaggio: sarà proprio il Geminazzi – in seguito a un imprevisto intreccio di circostanze – l’artefice e protagonista della rinascita della banda e della sua trasformazione nel glorioso Corpo Musicale Bellanese. 17 18 lunedì 5 aprile 2010 Concerto di chiusura con ore 17.30 Riccardo Favero lunedì 5 aprile 2010 Vera Slepoj L’ETÀ DELL’INCERTEZZA ore 18.00 al cembalo in una conversazione con Sabino Acquaviva LA FINE DI UN MITO. DESTRA, SINISTRA, E NUOVA CIVILTÀ Coordina Gianluca Salvagno, direttore Il Gazzettino di Belluno VERA SLEPOJ, psicologa e psicoterapeuta, laureata in psicologia all’Università di Padova, è stata membro di tutte le commissioni ministeriali per l’attivazione dell’ordine professionale. Presiede dal 1989 la Federazione italiana psicologi e l’International Health Observatory. Autrice di numerose pubblicazioni scientifiche, vive e lavora tra Padova, Milano e Londra. Nel campionato 1999/2000 è stata responsabile della conduzione psicologica dell’intero staff della squadra di calcio del Palermo. Dal 1999 al 2004 è stata Assessore alla cultura, politiche sociali, pari opportunità e cooperazione internazionale alla Provincia di Padova. È stata membro del comitato TV e minori istituito dal Ministero delle Comunicazioni nel 2001. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, è stata membro dell’Authority per il Volontariato (agenzia per le ONLUS). È editorialista di quotidiani e settimanali a diffusione nazionale. Ha pubblicato Capire i sentimenti (Mondadori 1996), Cara TV con te non ci sto più (insieme a Marco Lodi e Alberto Pellai, Franco Angeli 1997), Legami di famiglia (Mondadori 1998), Le ferite delle donne (Mondadori 2002), Le ferite degli uomini (Mondadori 2004). L’ETÀ DELL’INCERTEZZA Per capire veramente i nostri ragazzi bisogna mettere da parte tutti i luoghi comuni sull’adolescenza, i giudizi affrettati e le etichette dei mass media. Questo libro ha il pregio e la saggezza di sollevarsi dall’urgenza della cronaca e osservare l’adolescenza in una prospettiva più ampia, storica e antropologica, per coglierne l’essenza profonda. Dopo di che diventano finalmente più chiari tutti gli atteggiamenti e i comportamenti apparentemente più inspiegabili dei giovani di oggi. I piercing, i tatuaggi, i graffiti si capiscono meglio se si mettono in relazione coi riti di passaggio caratteristici di molte culture passate. Il fascino esercitato dai mass media con le figure ormai scomparse dello sciamano o del mentore. Certi picchi di entusiasmo e testardaggine con i miti romantici e cavallereschi. Con una chiarezza che non diventa mai semplificazione, Vera Slepoj affronta e spiega tutti i tratti caratteristici di questa “età incerta”: la ricerca frenetica di identità, la scoperta del corpo e del sesso, i problemi legati ad alcol, droghe e disturbi alimentari, e quella tendenza alla ribellione insita anche nel più pacato e conformista dei ragazzi. Questo libro diventa così un perfetto manuale di istruzioni per i genitori di figli adolescenti, ideale per capire che cosa hanno dentro quando ci sembrano degli alieni, perché non ascoltano quando gli parliamo e non parlano quando li vorremmo ascoltare. 19 20 lunedì 5 aprile 2010 ore 17.45 Sabino Acquaviva LA FINE DI UN MITO. DESTRA, SINISTRA, E NUOVA CIVILTÀ Coordina Gianluca Salvagno, direttore Il Gazzettino di Belluno LA FINE DI UN MITO. DESTRA, SINISTRA E NUOVA CIVILTÀ Introduzione di Francesco Alberoni SABINO ACQUAVIVA. Professore di sociologia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova, ne è stato preside dal 1977 al 1978 e direttore del dipartimento di sociologia dal 1985 al 1988. Visiting Fellow all’All Souls College di Oxford nel 1975-76, è membro del comitato scientifico (Conseil de Perfectionement) dell’Institut Européen des Hautes Etudes Internationales della Facoltà di Legge ed Economia dell’Università di Nizza. Ha diretto per due anni la struttura cultura della RAI. È un affermato studioso di problemi sociali, particolarmente noto per alcune opere come L’eclissi del sacro nella civiltà industriale, pubblicato in cinque lingue, o La strategia del gene. Tra le sue opere ricordiamo Il seme religioso della rivolta, Rusconi, 1979; L’eclissi del sacro nella civiltà industriale, 1985, Ed. di Comunità; Eros, morte ed esperienza religiosa, 1993, Laterza; Progettare la felicità?, 1994, Laterza; Strategia del gene, 1995, Laterza; Fine di un’ideologia: la secolarizzazione, (con R. Stella), 1989, Borla; In principio era il corpo, 1993, Borla; La ragazza del ghetto, 1995, Mondadori; Sociologia delle religioni. Problemi e prospettive, (con E. Paci), 1996, Carocci. Giovani sulle strade del terzo millennio. I giovani degli ostelli: tra pellegrinaggio interiore e turismo culturale, (con F. Scarsini), 1999, San Paolo Edizioni; La democrazia impossibile. Monocrazia e globalizzazione della società, 2002, Marsilio; L’eclissi dell’Europa. Decadenza e fine di una civiltà, Editori Riuniti, 2006. Nell’ambito di una nuova civiltà che annuncia il futuro, il significato della parola “politica” cambia in maniera sostanziale. I politici amministrano, distruggono, fanno le guerre, ma non inventano il futuro. “Oggi è politica internet, ma anche YouTube, sono politica le PlayStation su cui si formano milioni di giovani, sono politica le canzonette che trasmettono valori, il diffondersi delle droghe, i talk show, anche i più sciocchi”. Lo afferma Alberoni nell’introduzione, i mille nuovi strumenti che consentono di ideare il futuro. Sabino Acquaviva esamina gli elementi di questa diversa maniera di costruire, gestire e governare il mondo, frutto della trasformazione della società. Siamo di fronte a una realtà nuova: per comprenderla è illogico riferirsi alle categorie tradizionali di destra e sinistra, ormai vecchie, ammuffite, inutili. La politica reale è diventata un’altra cosa. Farla, parlarne, scriverne ci costringe anche a pensarla diversamente. 21 27 dicembre 2009 Concerto d’apertura con ore 17.30 Oficina Musicum ore 18.00 Mario Cervi GLI ANNI DEL PIOMBO Organizzatore e responsabile Francesco Chiamulera Presidenti onorari Vera Slepoj Alberto Sinigaglia Comitato promotore Michele Carbogno Edoardo Falanga Sandra Magnani Irene Pompanin Nicoletta Sovilla Paola Valle Informazioni www.unamontagnadilibri.it [email protected] +39 333 7170499 Si ringraziano Oficina Musicum ed il M° Riccardo Favero per i concerti offerti. L’incisore Livio Ceschin per l’utilizzo delle sue opere, elaborate per questa pubblicazione 28 dicembre 2009 Sandro Cappelletto ore 17.45 ALTRAVELOCITÀ. AVVENTURE DI UN VIAGGIATORE IN TRENO Cinema Eden, 1980: convegno sull’opera di Piero Chiara. Si riconoscono, oltre all’Autore (secondo da sinistra), Giancarlo Vigorelli e Leonardo Mondadori. 3 gennaio 2010 Antonia Arslan ore 17.45 LA STRADA DI SMIRNE 20 febbraio 2010 Camillo Langone ore 17.45 MANIFESTO DELLA DESTRA DIVINA e GUIDA ALLE MESSE 2 aprile 2010 Antonello Caporale ore 17.45 PECCATORI 3 aprile 2010 Andrea Vitali ore 17.45 LA MAMMA DEL SOLE e ALMENO IL CAPPELLO Francesco Cossiga agli incontri dell’Hotel Savoia, primi anni Novanta. Si riconoscono, da sinistra: Lino Del Favero, presidente dell’Azienda di Soggiorno, Giulio Andreotti, Giancarlo Vigorelli. 5 aprile 2010 Concerto di chiusura con ore 17.30 Riccardo Favero ore 18.00 Vera Slepoj L’ETÀ DELL’INCERTEZZA e Sabino Acquaviva LA FINE DI UN MITO. DESTRA, SINISTRA E NUOVA CIVILTÀ Una stretta di mano tra Ilario Sovilla e Giulio Andreotti.