La nostra montagna è fatta di turismo, di sport, di discese sulla neve e lunghe camminate
sui passi, ed anche – perché no – di qualche serata in compagnia, gustando vini e
pietanze che la nostra ottima cucina sa offrire. In tutto questo non può però essere
dimenticato anche l’aspetto culturale che la terra bellunese può e sa mostrare alla sua
gente ed a chi viene a visitare questi luoghi.
Ecco allora che guardo con interesse ed entusiasmo all’iniziativa “Una Montagna di
Libri”, che offre questa serie di appuntamenti capaci di garantire un ricco panorama
sulla narrativa italiana.
Non dobbiamo infatti dimenticare che l’arricchimento di un popolo passa anche
attraverso la sua crescita interiore, in cui lo studio e la lettura di libri giocano un ruolo
chiave.
Quello proposto è uno spunto importante, soprattutto per le fasce di giovani della
nostra terra, che devono imparare ad amare una (talvolta)
dimenticata passione per gli autori italiani, anche del passato.
Il libro può essere un ottimo compagno di viaggio e di
vita, presentandoci punti di vista e strumenti che meglio ci
aiutano a capire la realtà che ci circonda.
Gianpaolo Bottacin
Presidente della Provincia di Belluno
Comune
di Cortina d’Ampezzo
Buongiorno a tutti,
è con grande piacere che faccio gli onori di casa alla prima edizione della rassegna
culturale “Una Montagna di Libri”.
Come già ripetuto in varie occasioni, un obiettivo prioritario dell’Amministrazione
Comunale è quello di conferire al paese un rinnovato respiro intellettuale e culturale,
che possa offrire a residenti e ospiti occasioni di intrattenimento e di riflessione di
prestigio. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce questo nuovo ciclo di incontri.
Il fatto che il progetto sia stato ideato da Francesco Chiamulera, un ragazzo di Cortina
molto in gamba, non può che farmi piacere ed anche per questo motivo come
Amministrazione Comunale abbiamo deciso di sostenere l’iniziativa inserendola
all’interno del calendario invernale della nostra località. Siamo
sicuri che i risultati ripagheranno appieno la nostra fiducia.
Come Sindaco di questa meravigliosa vallata auguro agli
organizzatori, agli ospiti e soprattutto al pubblico che seguirà
“Una Montagna di Libri” un piacevole soggiorno.
Buone feste a tutti.
Andrea Franceschi
Sindaco di Cortina d’Ampezzo
Quello di Cortina d’Ampezzo è un pubblico esigente. Negli anni, ha potuto conoscere e apprezzare
alcuni tra i più grandi narratori contemporanei, che hanno scelto Cortina come un punto di ritrovo di
eccellenza. Un vero perno di alta cultura, unica nel suo genere, orgogliosamente diversa da ogni altra
località montana italiana.
Il riferimento va alla storica stagione culturale ampezzana dei decenni passati: quegli incontri che
nacquero dai cenacoli letterari del Circolo Stampa e che vissero in varie iniziative lungo un arco
trentennale, a partire dai primi anni Settanta. Il Palazzo delle Poste, la discussa e celebrata creazione
di Edoardo Gellner che sorge nel centro del centro di Cortina, a due passi dal Corso Italia, ha visto
succedersi nomi del calibro di Giovanni Arpino, Saul Bellow, Dino Buzzati, Piero Chiara, Sergio Saviane,
Leonardo Sciascia.
Dà un certo brivido snocciolarli così.
A distanza ormai di una generazione e mezzo, ci proponiamo, con umiltà, di tornare a dare voce ai libri
e ai loro Autori. Soprattutto, di offrire ai lettori la possibilità di un incontro “a tu per tu”, nell’intimità
della bellissima Sala Cultura del Palazzo delle Poste (sì, lo stesso degli incontri di tanti anni fa!). Una
“nicchia” calda e vivace che si offre contemporaneamente a residenti e villeggianti; un focolare
letterario intorno a cui radunarsi nel freddo dell’inverno ampezzano o aspettando la primavera.
Una Montagna di Libri è al suo esordio, alla sua prima edizione. Un ringraziamento sentito a coloro
che ci aiutano e sostengono in questa scommessa: il Comune di Cortina d’Ampezzo e la Provincia
di Belluno, innanzitutto, e poi i tanti nostri preziosi sostenitori sul territorio (li trovate elencati nelle
prossime pagine): vere e proprie “istituzioni” ampezzane, in senso lato, che hanno offerto, di volta in
volta, un contributo, un omaggio, uno speciale bagaglio di esperienza.
Ne avevamo bisogno. Grazie.
Francesco Chiamulera
Responsabile Una Montagna di Libri
Giovanni Spadolini tra Ilario Sovilla e
l’ex sindaco di Cortina Roberto Gaspari.
Il rapporto tra il libro, il suo autore e i suoi lettori è un
filo conduttore tra conoscenza, sapienza e l’umiltà
dell’ascolto. Ci si incontra, come tra le pagine, tra le righe,
quelle scritte e quelle interpretate, le librerie, ma anche
la cultura degli incontri che gli scrittori da sempre fanno
per presentare le loro opere. È una parte importante
nella storia delle persone che amano leggere, scrivere,
interpretare o scoprire la realtà del loro tempo.
Stretta tra le montagne, Cortina da sempre ha offerto,
assieme al rapimento della bellezza della natura, la mente
come spazio totale per far affiorare quello che l’umanità
ciclicamente ha offerto.
Estate 1980: un incontro del Circolo Stampa Cortina.
In piedi, a sinistra, il pittore cortinese Eddy Demenego.
Seduti, tra gli altri: Giancarlo Vigorelli; Domenico Porzio; la
giornalista ampezzana Giovanna Mariotti; Enrico Rossaro,
presidente dell’Apt.
Francesco Cossiga e Gianni Bisiach all’Hotel
Savoia, primi anni Novanta.
Una Montagna di Libri è l’omaggio che la cultura
fa proprio al rapporto indissolubile tra la meraviglia
dell’opera dell’uomo, il libro, e la civiltà della montagna,
che tutela la sua storia, la sua memoria e l’emozione che
solo la natura sa dare.
Un percorso letterario che vuole portare in cima
all’intelletto l’emozione generosa della conoscenza e dei
suoi autori.
Vera Slepoj
Alberto Sinigaglia
Primi anni Ottanta. Grande affluenza di pubblico
al Palazzo delle Poste.
Sempre al Palazzo delle Poste. Da sinistra Camillo
Berti, Rinaldo Zardini, Giovanna Mariotti.
Presidenti onorari
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domenica 27 dicembre 2009
ore 17.30
domenica 27 dicembre 2009
ore 18.00
Concerto d’apertura con
OFICINA MUSICUM
Maestro concertatore al cembalo
Riccardo Favero
GLI ANNI DEL PIOMBO
Mario Cervi
presenta
GLI ANNI DEL PIOMBO
Coordina Luigi Bacialli,
direttore di Rete Veneta
MARIO CERVI è nato a Crema nel 1921, ma ha sempre vissuto a
Milano, dove si è laureato in Legge.
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, inizia a lavorare al
«Corriere della Sera», prima come cronista, poi come inviato speciale.
Grande amico e collega di Indro Montanelli, nel 1974 lo segue nella
fondazione del «Giornale Nuovo», di cui sarà direttore dal 1997 al 2001.
Lasciata la carica, continua a firmare commenti e fondi.
Ha pubblicato numerosi libri, tra i quali Storia della guerra di Grecia
e, con Montanelli, la celebre Storia d’Italia in tredici volumi e Milano
ventesimo secolo.
LUIGI MASCHERONI è nato a Varese nel 1967.
Ha scritto per «Il Sole 24 Ore», «Il Foglio», «il Domenicale».
Dal 2001 lavora al «Giornale». Insegna Teoria e tecniche del linguaggio
giornalistico all’Università Cattolica di Milano.
Nel 2007 ha pubblicato Il clan dei milanesi.
Mario Cervi
con Indro Montanelli
Mezzo secolo di storia italiana raccontata da un grande del giornalismo,
Mario Cervi, classe 1921, a un giovane collega, Luigi Mascheroni,
classe 1967. Gli anni del piombo è la testimonianza di un protagonista
della carta stampata in una cronaca che diventa storia e si trasforma
in un’acuta riflessione sul quarto potere in Italia. Nel dialogo con Luigi
Mascheroni, Cervi alterna spassosi aneddoti ad arguti ritratti dei più noti
giornalisti del secolo scorso, a cominciare dal suo grande amico Indro
Montanelli per passare a Oriana Fallaci, Orio Vergani, Dino Buzzati, Giulio
De Benedetti.
Infiniti i retroscena: gli esordi al «Corriere» nell’Italia del Dopoguerra
grazie a una “raccomandazione”, i grandi processi di «nera» del
dopoguerra e le battaglie giornalistiche, da Erich Priebke al caso Mattei;
i servizi come inviato sulla crisi di Suez, sul colpo di Stato dei colonnelli
in Grecia, sul golpe di Pinochet in Cile; il lungo sodalizio umano e
professionale con Indro Montanelli, la fondazione del «Giornale» e poi
il lavoro di storico, fino alla discesa in campo di Silvio Berlusconi e alla
frattura con i fondatori de il Giornale che per Cervi si ricompose qualche
anno dopo.
«Non aspiro alla qualifica di giornalista scomodo un po’ per non esserlo
davvero stato, un po’ perché l’aggettivo scomodo
ormai imperversa. C’è il comunista scomodo, il
critico scomodo, il regista scomodo, il ministro
scomodo: tutti ben sistemati, di solito, in
7
poltrone comodissime».
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lunedì 28 dicembre 2009
ore 17.45
Sandro Cappelletto
presenta
ALTRAVELOCITÀ.
AVVENTURE DI UN VIAGGIATORE
IN TRENO
Conversazione con Ennio Rossignoli,
editorialista del Corriere delle Alpi
e di Voci di Cortina
SANDRO CAPPELLETTO, scrittore e storico della musica, giornalista
professionista e firma del quotidiano La Stampa, ha pubblicato molti
libri di argomento musicale, fra i quali La voce perduta, prima biografia
critica di Carlo Broschi, Farinelli, Mozart, la notte delle Dissonanze da cui
è nato un fortunato concerto-racconto realizzato assieme al Quartetto
Savinio, e un’inchiesta politica sugli enti lirici italiani (Farò grande
questo teatro!).
Autore di programmi radiofonici e televisivi per la Rai (crea nel 2001 la
trasmissione di Radio Tre La scena invisibile, e realizza con Nino Criscenti
un film televisivo su Maurizio Pollini), ha scritto numerosi testi teatrali
e libretti per il teatro musicale. Ha diretto il settore drammaturgia e
didattica del Teatro dell’Opera di Roma.
Dal 2001 è membro della commissione artistica della Scuola di Musica
di Fiesole, e nel 2005 è responsabile del Festival Giuseppe Sinopoli
di Taormina. Dal maggio 2009 è direttore artistico dell’Accademia
Filarmonica Romana.
ALTRAVELOCITÀ. AVVENTURE DI UN VIAGGIATORE IN TRENO
Viaggiatori affastellati, pendolari esasperati, passeggeri rassegnati e
turisti disorientati, è arrivato il vostro cantore, il paladino di chi si sposta
in treno, la guida nei meandri di Trenitalia, il vendicatore dei torti e ritardi
subiti, lo spiritoso testimone delle peripezie sui binari della Penisola,
l’esperto conoscitore di vagoni, sedili, ritirate e stazioni.
In 13 episodi godibilissimi e graffianti, il narratore/viaggiatore inventato
da Sandro Cappelletto per dare voce ‘’alla plebe che viaggia’’ racconta
come un normale passeggero finisca per trasformarsi in implacabile
professionista del viaggio tentando di sopravvivere a quelli che
Trenitalia eufemisticamente definisce ‘’disagi’’, ‘’cause tecniche’’, ‘’motivi
indipendenti da’’.
Grazie alla satira sulle giungla delle tariffe, alla galleria di ritratti del
personale viaggiante, ai rivoltosi che guidano un assalto all’Intercity,
all’inesperto incappato nelle prenotazioni Eurostar, al Robin Hood
ferroviario che inventa cento modi di autoridursi i costi dei biglietti, tutti
i viaggiatori occasionali o i pendolari a vita si potranno identificare nei
personaggi di Altravelocità e fare tesoro dei suggerimenti che l’alter ego
di Sandro Cappelletto elargisce.
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domenica 3 gennaio 2010
ore 17.45
Antonia Arslan
presenta
LA STRADA DI SMIRNE
con Omar Monestier,
direttore Il Mattino di Padova
ANTONIA ARSLAN, nata a Padova nel 1938, laureata in archeologia,
è stata professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea
all’università di Padova. È autrice di saggi pioneristici sulla narrativa
popolare e d’appendice (Dame, droga e galline. Il romanzo popolare
italiano fra Ottocento e Novecento) e sulla “galassia sommersa” delle
scrittrici italiane (Dame, galline e regine. La scrittura femminile italiana
fra ‘800 e ‘900). Attraverso l’opera del grande poeta Daniel Varujan ha
riscoperto la sua profonda e inespressa identità armena.
Ha curato un libretto divulgativo sul genocidio (Metz Yeghèrn.
Il genocidio degli armeni, di Claude Mutafian) e una raccolta di
testimonianze di sopravvissuti rifugiatisi in Italia (Hushèr. La memoria.
Voci italiane di sopravissuti armeni).
Il suo primo romanzo, La masseria delle allodole, è stato pubblicato
da Rizzoli nel 2004, è diventato un caso letterario e si è classificato
secondo (con due voti di scarto) al Premio Campiello del 2004 e nello
stesso anno ha vinto il Premio Stresa di narrativa. Nel 2007 è uscito
nelle sale il film omonimo tratto dal romanzo, diretto dai fratelli Taviani.
LA STRADA DI SMIRNE
Tre bambine e un maschietto vestito da donna si imbarcano su una nave
per l’Italia. Altri orfani trovano rifugio prima ad Aleppo e poi a Smirne.
Sono i sopravvissuti al genocidio degli armeni.
Le prove che dovranno affrontare non sono finite.
25 luglio 1916: alla fine di un viaggio attraverso l’orrore e la morte, in fuga
dalla masseria delle allodole, Shushanig e i suoi quattro figli, scampati
al massacro degli armeni, riescono a imbarcarsi su una nave che fa
rotta verso Venezia. All’orizzonte si apre per le tre figlie e il bambino
di Shushanig un mondo sconosciuto, carico di promesse ma anche di
preoccupazioni.
Sono rimasti a terra, invece, i salvatori di Shushanig: la serva greca
Ismene, il prete Isacco e il vecchio mendicante turco Nazim. Ad Aleppo,
Ismene e Isacco uniscono le loro forze e le loro vite, dedicandosi alla
cura dei bambini armeni che hanno perso la famiglia ma hanno avuto
salva la vita.
Quella che sembra la fine di un’odissea è in realtà l’inizio di nuovi
drammatici rivolgimenti. Antonia Arslan ci regala con il suo secondo
romanzo un altro episodio della saga familiare che dall’Anatolia arriva
fino in Italia. Una storia trascinante, filtrata da una prosa evocativa,
poetica, magica.
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sabato 20 febbraio 2010
ore 17.45
Camillo Langone
MANIFESTO
DELLA DESTRA DIVINA
e
GUIDA ALLE MESSE
Una conversazione con Ario Gervasutti,
direttore Il Giornale di Vicenza
CAMILLO LANGONE è nato a Parma, dove è tornato da qualche
anno dopo avere abitato a Vicenza, Verona, Caserta, Viterbo, Pisa,
Bologna, Reggio Emilia, Trani. Ha pubblicato alcuni libri. Scrive sul
“Foglio”, sul “Giornale”, su “Panorama” e su “Ventiquattro” del Sole 24
Ore, occupandosi in particolar modo di letteratura, enogastronomia
e religione. Sul “Foglio”, oltre alla rubrica quotidiana “Preghiera”, cura
la pagina dei ristoranti e quella delle messe, la prima del genere mai
apparsa in Italia.
MANIFESTO DELLA DESTRA DIVINA
DIFENDI, CONSERVA, PREGA!
«Non temere la sacralità e i sentimenti, di cui il laicismo
consumistico ha privato gli uomini trasformandoli in
bruti e stupidi automi adoratori di feticci», con questa
esortazione Pier Paolo Pasolini, nel 1975, precorreva in
modo geniale il suo tempo e anticipava la contraddizione
più lacerante del mondo contemporaneo.
Il conservatorismo inteso come difesa dei valori dello
spirito, come un recupero di ciò che di buono aveva il
nostro passato, di ciò che rende ogni uomo “Uomo”, è il
tema di questo pamphlet, colloquiale e agile.
“Difendi, conserva, prega!”: una difesa in controtendenza dei doveri contro i
diritti, dell’obbedienza e del rispetto contro l’individualismo sfrenato che regola
la società odierna.
Camillo Langone scandaglia il pensiero politico, filosofico, religioso e ci esorta
a recuperare quella «destra divina» che Pasolini diceva chiusa «dentro di noi, nel
sonno», e a rispondere con ritrovato orgoglio e coraggio allo scetticismo e al
materialismo imperante che toglie a ognuno di noi quello che ha di più caro: la
propria dignità di uomo, la propria storia.
GUIDA ALLE MESSE
Dio è uno, ma infiniti sono i modi per celebrarlo. In una
sorta di contemporanea versione dell’antica usanza del
pellegrinaggio, Camillo Langone, critico di professione
e nell’animo, oltre che fervente cattolico, ogni domenica
varca la soglia di una chiesa con il taccuino in mano
alla ricerca della messa perfetta, scoprendo messe con
tamburelli e chitarra elettrica, altre con latino e incenso,
altre ancora con preti carismatici e comunitari.
I lettori cortinesi, in particolare, vi troveranno recensite
la Chiesa parrocchiale e la Chiesa della Madonna della
Difesa. E scopriranno cosa pensa Langone di allestimenti
natalizi, di alberi e presepi, panche e cori, raccolta delle
offerte e genuflessioni vacanziere…
Guida alle messe è uno straordinario viaggio, condotto
con professionalità e rispetto da un acuto cronista del
nostro tempo che alla fine scopre che anche il sacro in
Italia è un sacro all’italiana.
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venerdì 2 aprile 2010
ore 17.45
Antonello Caporale
presenta
PECCATORI
con Ugo Savoia,
direttore del Corriere del Veneto
ANTONELLO CAPORALE vive e lavora a Roma.
Per «la Repubblica», dove scrive dal 1989, cura il «breviario», pillole
quotidiane di politica, e le «interviste senza rete».
Sul sito web del giornale firma «Piccola Italia», vizi e stravizi del
Belpaese.
Ha pubblicato La ciurma. Incontri straordinari sul barcone della politica
(2006); e per BCDe Impuniti. Storie di un sistema incapace, sprecone e
felice (2007) e Mediocri. I potenti dell’Italia immobile (2008).
www.antonellocaporale.it
PECCATORI
GLI ITALIANI NEI DIECI COMANDAMENTI
Chi sono i nuovi italiani e cosa sognano, chi venerano, cosa santificano?
Quali regole osservano, quante volte deviano e quanti peccati
commettono? Il vaccino dal peccato è l’osmosi, il miscuglio che diventa
zuppa densa, uniforme. Tutti uguali, tutti brutti e cattivi, tutti ladri.
È banale, nel senso di ordinario, di consueto, di regolare.
«All’italiana» è una definizione così comune che oramai serve per
illustrare le vicende tristi, o soltanto buffe. Per ricordare i nostri stravizi
o l’abitudine alla devianza. Per mettere in guardia (sono italiani!) o
patire insieme (siamo italiani!). Qual è la nostra colpa e, soprattutto,
dov’è la nostra colpa? La devozione al potere, la consegna del silenzio,
il nuovo perbenismo. Affari e quasi sempre preghiere. La nostra nuova
vita consegnata all’Imperatore, manipolata dai sondaggi, illustrata
perennemente da una telecamera.
Antonello Caporale, in questo nuovo viaggio, indaga sulle responsabilità
di ciascuno, raccontando i fatti e le omissioni quotidiane di casa nostra.
Specchio infranto di una società che non coltiva passioni ma solo
furbizie. L’Italia vista dalla cima, Silvio e Veronica, e
dal fondo, Noemi e le altre.
Non avrai altro Dio all’infuori di me…
Dieci capitoli quanti sono i comandamenti.
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Traditi, violati, taciuti o, in un amen, dimenticati.
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sabato 3 aprile 2010
ore 17.45
Andrea Vitali
presenta il suo nuovo romanzo
LA MAMMA DEL SOLE
e
ALMENO IL CAPPELLO
con Alberto Sinigaglia,
giornalista La Stampa
ANDREA VITALI è nato nel 1956 a Bellano, sul lago di Como, dove
esercita la professione di medico di base. Ha pubblicato Il meccanico
Landru (1992), A partire dai nomi (1994), L’ombra di Marinetti (1995,
premio Piero Chiara), Aria del lago (2001 e, con Garzanti, Una finestra
vistalago (2003, premio Grinzane Cavour 2004, sezione narrativa, e
premio letterario Bruno Gioffrè 2004), Un amore di zitella (2004), La
signorina Tecla Manzi (2004, premio Dessì), La figlia del podestà (2005,
premio Bancarella 2006), Il procuratore (2006, premio Montblanc per
il romanzo giovane 1990), Olive comprese (2006) e Il segreto di Ortelia
(2007), La modista (2008, premio Ernest Hemingway) e Dopo lunga e
penosa malattia (2008). Nel 2008 gli è stato conferito il premio letterario
Boccaccio per l’opera omnia.
arzo 2010
uscita prevista: m
LA MAMMA DEL SOLE
La motonave “Nibbio”, vecchia gloria della Navigazione Lariana,
sta effettuando il suo ultimo viaggio. A Bellano, proveniente
dalla sponda occidentale, scende un’anziana e misteriosa
passeggera: sta cercando il vecchio parroco, don Carlo Gheratti,
e attraversa a fatica il paese arso dalla canicola estiva… Quando
dal Pio Ospizio San Generoso di Gravedona arriva la notizia
della scomparsa dell’anziana ospite, i carabinieri della stazione
di Bellano iniziano a indagare. Ma c’è un altro enigma. Dietro pressante
richiesta del Partito e della Prefettura, i carabinieri devono raccogliere
informazioni su una «celebre» concittadina, Velia Berilli, madre di dodici
figli: «una compagnia composita, variegata, dietro la quale si potevano
riconoscere con sicurezza i figli legittimi». Ma perché mai Velia Berilli
interessa così tanto le autorità?
Due misteri, insomma, cui si aggiunge un terzo problema: in caserma si
è rotto il vetro del cesso, e aggiustarlo non sarà semplice...
ALMENO IL CAPPELLO
La fanfara di Bellano è nei guai. Evelindo Gavazzi
– cui è affidato il delicato compito di suonare il
bombardino nella fanfara che sul molo accoglie
i viaggiatori che sbarcano a Bellano – non fa più
parte dell’organico: è bloccato in casa a suon di
sberle dalla novella sposa Noemi, che non sopporta
che faccia tardi e torni a casa ubriaco.
Almeno il cappello racconta le avventure della banda
orfana di bombardino e della sua gloriosa rinascita.
Protagonista è un’improbabile congrega di musicisti,
e soprattutto Onorato Geminazzi, giunto nel borgo
come in esilio dalla natía Menaggio: sarà proprio
il Geminazzi – in seguito a un imprevisto intreccio di
circostanze – l’artefice e protagonista della rinascita
della banda e della sua trasformazione nel glorioso
Corpo Musicale Bellanese.
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lunedì 5 aprile 2010
Concerto di chiusura con
ore 17.30
Riccardo Favero
lunedì 5 aprile 2010
Vera Slepoj
L’ETÀ DELL’INCERTEZZA
ore 18.00
al cembalo
in una conversazione con
Sabino Acquaviva
LA FINE DI UN MITO.
DESTRA, SINISTRA,
E NUOVA CIVILTÀ
Coordina Gianluca Salvagno,
direttore Il Gazzettino di Belluno
VERA SLEPOJ, psicologa e psicoterapeuta, laureata in psicologia
all’Università di Padova, è stata membro di tutte le commissioni
ministeriali per l’attivazione dell’ordine professionale. Presiede
dal 1989 la Federazione italiana psicologi e l’International Health
Observatory. Autrice di numerose pubblicazioni scientifiche, vive
e lavora tra Padova, Milano e Londra. Nel campionato 1999/2000 è
stata responsabile della conduzione psicologica dell’intero staff della
squadra di calcio del Palermo.
Dal 1999 al 2004 è stata Assessore alla cultura, politiche sociali, pari
opportunità e cooperazione internazionale alla Provincia di Padova.
È stata membro del comitato TV e minori istituito dal Ministero delle
Comunicazioni nel 2001. Con decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri, è stata membro dell’Authority per il Volontariato (agenzia
per le ONLUS). È editorialista di quotidiani e settimanali a diffusione
nazionale. Ha pubblicato Capire i sentimenti (Mondadori 1996), Cara
TV con te non ci sto più (insieme a Marco Lodi e Alberto Pellai, Franco
Angeli 1997), Legami di famiglia (Mondadori 1998), Le ferite delle donne
(Mondadori 2002), Le ferite degli uomini (Mondadori 2004).
L’ETÀ DELL’INCERTEZZA
Per capire veramente i nostri ragazzi bisogna mettere da parte tutti i
luoghi comuni sull’adolescenza, i giudizi affrettati e le etichette dei mass
media. Questo libro ha il pregio e la saggezza di sollevarsi dall’urgenza
della cronaca e osservare l’adolescenza in una prospettiva più ampia,
storica e antropologica, per coglierne l’essenza profonda. Dopo di che
diventano finalmente più chiari tutti gli atteggiamenti e i comportamenti
apparentemente più inspiegabili dei giovani di oggi.
I piercing, i tatuaggi, i graffiti si capiscono meglio se si mettono in
relazione coi riti di passaggio caratteristici di molte culture passate. Il
fascino esercitato dai mass media con le figure ormai scomparse dello
sciamano o del mentore. Certi picchi di entusiasmo e testardaggine con
i miti romantici e cavallereschi.
Con una chiarezza che non diventa mai semplificazione, Vera Slepoj
affronta e spiega tutti i tratti caratteristici di questa “età incerta”: la ricerca
frenetica di identità, la scoperta del corpo e del sesso, i problemi legati
ad alcol, droghe e disturbi alimentari, e quella tendenza alla ribellione
insita anche nel più pacato e conformista dei ragazzi.
Questo libro diventa così un perfetto manuale di istruzioni per i genitori
di figli adolescenti, ideale per capire che cosa hanno dentro quando ci
sembrano degli alieni, perché non ascoltano quando gli parliamo e non
parlano quando li vorremmo ascoltare.
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lunedì 5 aprile 2010
ore 17.45
Sabino Acquaviva
LA FINE DI UN MITO.
DESTRA, SINISTRA,
E NUOVA CIVILTÀ
Coordina Gianluca Salvagno,
direttore Il Gazzettino di Belluno
LA FINE DI UN MITO. DESTRA, SINISTRA E NUOVA CIVILTÀ
Introduzione di Francesco Alberoni
SABINO ACQUAVIVA. Professore di sociologia presso la Facoltà di
Scienze Politiche dell’Università di Padova, ne è stato preside dal 1977
al 1978 e direttore del dipartimento di sociologia dal 1985 al 1988.
Visiting Fellow all’All Souls College di Oxford nel 1975-76, è membro
del comitato scientifico (Conseil de Perfectionement) dell’Institut
Européen des Hautes Etudes Internationales della Facoltà di Legge ed
Economia dell’Università di Nizza. Ha diretto per due anni la struttura
cultura della RAI.
È un affermato studioso di problemi sociali, particolarmente noto per
alcune opere come L’eclissi del sacro nella civiltà industriale, pubblicato
in cinque lingue, o La strategia del gene. Tra le sue opere ricordiamo Il
seme religioso della rivolta, Rusconi, 1979; L’eclissi del sacro nella civiltà
industriale, 1985, Ed. di Comunità; Eros, morte ed esperienza religiosa,
1993, Laterza; Progettare la felicità?, 1994, Laterza; Strategia del gene,
1995, Laterza; Fine di un’ideologia: la secolarizzazione, (con R. Stella),
1989, Borla; In principio era il corpo, 1993, Borla; La ragazza del ghetto,
1995, Mondadori; Sociologia delle religioni. Problemi e prospettive,
(con E. Paci), 1996, Carocci. Giovani sulle strade del terzo millennio.
I giovani degli ostelli: tra pellegrinaggio interiore e turismo culturale,
(con F. Scarsini), 1999, San Paolo Edizioni; La democrazia impossibile.
Monocrazia e globalizzazione della società, 2002, Marsilio; L’eclissi
dell’Europa. Decadenza e fine di una civiltà, Editori Riuniti, 2006.
Nell’ambito di una nuova civiltà che annuncia il futuro, il significato della
parola “politica” cambia in maniera sostanziale. I politici amministrano,
distruggono, fanno le guerre, ma non inventano il futuro. “Oggi è
politica internet, ma anche YouTube, sono politica le PlayStation su cui si
formano milioni di giovani, sono politica le canzonette che trasmettono
valori, il diffondersi delle droghe, i talk show, anche i più sciocchi”.
Lo afferma Alberoni nell’introduzione, i mille nuovi strumenti che
consentono di ideare il futuro. Sabino Acquaviva esamina gli elementi di
questa diversa maniera di costruire, gestire e governare il mondo, frutto
della trasformazione della società. Siamo di fronte a una realtà nuova:
per comprenderla è illogico riferirsi alle categorie tradizionali di destra
e sinistra, ormai vecchie, ammuffite, inutili. La politica reale è diventata
un’altra cosa. Farla, parlarne, scriverne ci costringe anche a pensarla
diversamente.
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27 dicembre 2009 Concerto d’apertura con
ore 17.30 Oficina Musicum
ore 18.00 Mario Cervi
GLI ANNI DEL PIOMBO
Organizzatore e responsabile
Francesco Chiamulera
Presidenti onorari
Vera Slepoj
Alberto Sinigaglia
Comitato promotore
Michele Carbogno
Edoardo Falanga
Sandra Magnani
Irene Pompanin
Nicoletta Sovilla
Paola Valle
Informazioni
www.unamontagnadilibri.it
[email protected]
+39 333 7170499
Si ringraziano
Oficina Musicum
ed il M° Riccardo Favero
per i concerti offerti.
L’incisore Livio Ceschin
per l’utilizzo delle sue opere,
elaborate per questa pubblicazione
28 dicembre 2009 Sandro Cappelletto
ore 17.45 ALTRAVELOCITÀ. AVVENTURE
DI UN VIAGGIATORE IN TRENO
Cinema Eden, 1980: convegno sull’opera di Piero Chiara.
Si riconoscono, oltre all’Autore (secondo da sinistra),
Giancarlo Vigorelli e Leonardo Mondadori.
3 gennaio 2010 Antonia Arslan
ore 17.45 LA STRADA DI SMIRNE
20 febbraio 2010 Camillo Langone
ore 17.45 MANIFESTO DELLA DESTRA DIVINA
e
GUIDA ALLE MESSE
2 aprile 2010 Antonello Caporale
ore 17.45 PECCATORI
3 aprile 2010 Andrea Vitali
ore 17.45 LA MAMMA DEL SOLE
e
ALMENO IL CAPPELLO
Francesco Cossiga agli incontri dell’Hotel Savoia, primi
anni Novanta. Si riconoscono, da sinistra:
Lino Del Favero, presidente dell’Azienda di Soggiorno,
Giulio Andreotti, Giancarlo Vigorelli.
5 aprile 2010 Concerto di chiusura con
ore 17.30 Riccardo Favero
ore 18.00 Vera Slepoj
L’ETÀ DELL’INCERTEZZA
e
Sabino Acquaviva
LA FINE DI UN MITO.
DESTRA, SINISTRA E NUOVA CIVILTÀ
Una stretta di mano tra Ilario Sovilla e Giulio Andreotti.
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Mario Cervi - Una Montagna di Libri