TAXE PERÇUE TASSA RISCOSSA Periodico Mensile dell’INPAL per i Siciliani nel Mondo - Anno XV - N. 4 APRILE 2004 - P.I. Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 comma 20/B - Legge 662/96 D.C.I. Sicilia Prov. CT Direzione, redazione e Amministrazione: Ufficio Zona INPAL - 95031 Adrano - Piazza Mercato, 72 - Tel. 095 7692946 - Fax 095 7602814-7153840 - e-mail [email protected] ADRANO EURISPES In Sicilia +103,7% stranieri in 10 anni Meta di un continuo flusso migratorio che porta a ondate sulle sue coste vecchie carrette del mare cariche di centinaia di persone, la Sicilia ha visto crescere del 103,7% in dieci anni, dal 1991 al 2001, il numero dei residenti stranieri, in maggioranza nordafricani. E’ uno dei dati contenuti nel primo Rapporto Sicilia presentato dall’Eurispes. L’Isola è l’ottava regione italiana per numero di soggiornanti stranieri: 47.904 al 31 dicembre 2001 (incidenza dello 0,9% sulla popolazione). La provincia che ne ospita di più è Palermo (3.958), seguita da Catania (2.347) e Trapani (1.809). Le cifre si riferiscono a quelli in regola con i documenti di permanenza in Italia. Per provenienza, al primo posto sono i tunisini che costituiscono il 78,6% del totale e vivono in prevalenza nelle province di Trapani, Palermo e Ragusa, dove la loro densità è tale che rappresentano il 40% del totale di tutti gli extracomunitari presenti nell’Isola. Al secondo posto i marocchini seguiti da mau- La posizione dei Socialisti Democratici Il trasformismo all’origine della crisi dei partiti Al Direttore di “Universo Sicilia” e Presidente dell’Associazione Politica SDF (Socialisti Democratici Federalisti) è stato chiesto un parere a proposito del trasformismo dei politici eletti nei consigli comunali, provinciali e regionali, i quali saltano da un partito all’altro superando ogni forma di pudore e di decenza. Castiglione si è così espresso: “in un ambiente intriso di piccoli miserabili interessi di natura personale, segnato fra l’altro, dal decadimento politico ed ideologico, in questa situazione alcuni faccendieri, di professionisti del trasformismo, di commercianti della politica, si vanno impadronendo del potere attraverso il saccheggio delle istituzioni, distruggendo ogni residua speranza di fare progredire questa realtà sociale segnata dal sottosviluppo economico e culturale. Esperti, consulenti ed incaricati, pagati a fior di milioni di euro, sono selezio- Vincenzo Castiglione, Presidente dei SDF. nati dai capi delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali, per essere posti al servizio dell’interesse esclusivo di chi governa. Senza una condanna esplicita dei partiti e dei candidati su tali metodi di governo nessun voto riceveranno dai Socialisti Democratici nelle prossime elezioni europee”. Vincenzo Castiglione riziani, srilankesi e filippini. Per gli immigrati, l’agricoltura rappresenta il principale mercato di sbocco: a Ragusa il 75,9% di tutti gli stranieri che lavorano nella provincia sono addetti a questo settore. Ma un’occupazione può essere offerta anche dai servizi (a Messina, ad esempio, un terzo degli extracomunitari assunti operano in questo campo), dall’edilizia dove il dato medio è del 12,5% degli occupati, con una punta del 25% a Messina, o dal commercio dove spicca per addetti stranieri il dato di Catania che a fronte di una media regionale dell’8,3%, si attesta al 20,3%. Dunque, sostiene l’Eurispes, “piuttosto che strategie di prevenzione di eventuali fenomeni di destabilizzazione, occorre pensare alla realizzazione di servizi reali non solo per quanti sbarcano clandestinamente, ma anche per coloro che arrivano in Sicilia in maniera regolare, in conseguenza di un ricongiungimento familiare o perché assunti in modo regolare”. Taità Redditi parlamento I tecnici più ricchi dei politici I più ricchi sono i “tecnici”. I politici, nel governo, occupano solo le posizioni di rincalzo nella classifica dei redditi più alti che si evince dai dati resi noti dalla Camera e dal Senato. Il primo, non è una novità, resta Silvio Berlusconi con oltre 12 milioni di euro. Al secondo posto, il ministro per l’innovazione tecnologica Lucio Stanca (512.083), a seguire il ministro per le infrastrutture Pietro Lunardi (433.876). Anche il quarto è un tecnico: Luigi Mazzella, ministro per la Funzione Pubblica, che guadagna 372.296. Primo tra i politici, Antonio Marzano (Attività Produttive) con un reddito annuo di 319.921. Ultimo tra i tecnici, il ministro per la Salute, Girolamo Sirchia, settimo con 281.228, scavalcato anche dal ministro per gli Italiani all’estero Mirko Tremaglia, seppur di poco, con 281.961. Spicca la posizione di Giulio Tremonti (Economia) staccato al dodicesimo posto con 177.883. La Loggia (248.138), Martino (224.570), Frattini (213.012), Castelli (182.144), Prestigiacomo (178.972), Buttiglione (176.009), Urso (175.827), Giovanardi (170.859), Micci- L’On. Silvio Berlusconi chè (170.498), Letta (170.016), Alemanno (169.841), Gasparri (169.373), Maroni (169.384), Bossi (169.276). Elisant Quale opposizione al sindaco Ma in questo Comune è possibile criticare senza rischiare di essere considerati nemici personali? Esiste in questo Comune una sola possibilità di confronto fra le parti politiche, fra chi governa e chi non è d’accordo con il modo di governare del primo cittadino? Nelle grandi democrazie accade che la maggioranza governa e l’opposizione critica; il fatto curioso è dato dall’anomalia che in Italia e in particolare in Adrano, chi governa critica l’opposizione in quanto critica il governo fino al punto di sentirsi offeso per le critiche che riceve. In buona sostanza ci troviamo di fronte al paradosso che non si capisce più che sia l’aggressore e chi l’aggredito. Gli Amministratori comunali non perdono occasione per criticare chi li critica, quasi a volere vantare il diritto di essere intoccabile. Su questo terreno Berlusconi insegna, quando non è più in grado di controbattere, finisce col dire d’essere stato frainteso. L’opposizione, dice il Sindaco, fa soltanto chiacchiere, non ha proposte, è senza un programma, insomma è una opposizione che parla solo male di chi governa. A dire il vero anche i partiti senza consigliere, che sulla Ciampi: rilanciare un’Europa capace di accrescere ricerca “Occorre valorizzare la strategia delineata nel vertice di Lisbona per rilanciare un’Europa capace di accrescere la ricerca, gli investimenti, la formazione, l’innovazione e la competitività”. E’ il passaggio principale del messaggio inviato dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi al Dott. Marcantonio Muzi Falcone, Presidente della Federazione Relazioni Pubbliche Italia, in occasione del 50° anniversario del Premio Oscar di Bilancio. “Il cinquantesimo anniversario del Premio Oscar di Bilancio - scrive Ciampi - sottolinea carta si dicono contro l’Amministrazione, spesso finiscono per criticare i gruppi consiliari dell’opposizione, prescindendo dal dovere democratico di far sentire nell’opinione pubblica una proposta politica alternativa. Eppure le cose stanno molto diversamente di come ci vengono propinate dai monologhi televisivi dell’On. Sindaco. Il fatto stesso che l’opposizione non appare in tutto il suo vigore è dato dalla constatazione che l’Amministrazione, la maggioranza consiliare che sostiene Mancuso con i partiti della C.d.L. non hanno in questi anni proposto nulla di concreto e di programmaticamente realizzato. E’ possibile fare opposizione al nulla? Per la gioia di chi ci amministra bisogna riconoscere che ad Adrano mancano i partiti, i quali hanno dimostrato di non avere alcunchè da dire sui governi che hanno devastato la realtà sociale, economica e politica della città.Continuando su questa strada nessuna prospettiva si apre in direzione del cambiamento politico, neppure sul terreno di una aggregazione capace di proporre uomini e cose adeguati alla gravità della situazione della città e dei suoi cittadini. Vincenzo Castiglione Il Presidente della Repubblica, Azeglio Ciampi. l’impegno costante della Federazione Relazioni Pubbliche Italiane nel promuovere la cultura finanziaria ed economica d’impresa. In questo quadro il vostro prestigioso riconoscimento promuove l’informativa societaria, un metodo capace di coniugare una gestione consapevole dei sistemi di relazione con una comunicazione trasparente, completa ed efficace della rendicontazione”. “Con questa consapevolezza rivolgo a Lei, Presidente, ai vincitori e a tutti i presenti un cordiale augurio di buon lavoro”. ■ UNIVERSO SICILIA APRILE 2004 MATTOMONDO DIAMOGLI UNA BUONA SPALMATA... ANZI NO Si spalma, come si sa, il burro o la marmellata sul pane, il colore sulle pareti, l’olio sugli arrosti, in tante altre belle o interessanti spalmature. Ora abbiamo scoperto che si possono spalmare i debiti per esempio quelli delle società sportive, dei celebrati clab che ingaggiano giocatori da tutto il mondo al suon di miliardi e altri ancora ne fanno piovere sugli emonumenti che spesso corrispondono, quelli di un mese, agli introiti di un comune mortale per tutta la vita. Ora si è scoperto che diverse di queste società hanno aperti pesanti conti con il fisco e con gli enti previdenziali. Tutti allora a caccia di rimedi e il primo a cui si è pensato è quello di una bella spalmatura che vuol dire, consentire che i debiti vengono rateizzati e diluiti in tempi lunghissimi. S’è parlato a proposito di un decreto legge ma poi alla fine, o per ora, non se n’è fatto niente perché s’è vista l’indecenza di simili interventi quando non si fa niente in casi altrimenti seri e drammatici. Allora spalmiamoci le mani con una bella saponata e non pensiamoci più a queste cose. DIVENTANO FEMMINE Questo succederebbe nel nostro mediterraneo dove si verificano strani fenomeni con l’aumento della temperatura: pesci che spariscono, varietà che prendono altre strade e altre che calano di numero e registrano curiose trasformazioni come, si legge, dei pesce spada che prima si moltiplicavano rigogliosi nel nostro mare e ora si riducono di numero e, cosa inaudita, cambiamo di sesso come è stato scoperto da alcuni studiosi: 14 su 100 maschi diventano femmine. Ci sarà una spiegazione, ma questi esperti non ce l’anno fornita e nemmeno ci hanno spiegato se è un fatto positivo o negativo; sicuramente si inserisce in quel vasto repertorio di trasformazione che oggi più rapidamente ci tocca rilevare sulla superficie delle terre e dei mari che prima sembrava dormissero e che ora sono in frenetiche metamorfosi. Cambiamenti vertiginosi che in pochi anni potrebbero cambiare la faccia della terra. Se poi si sciogliessero, come si teme, le immense distese dei ghiacciai polari dovremmo temere che sia l’anticipo della fine del mondo. Per fortuna molti di noi si potranno risparmiare questi spaventi. NOVITA’ ANCHE NELLE CHIESE I fedeli sono abituati a vedere quella specie di piccoli camerini che sono i confessionali dove i fedeli vanno a ripulirsi delle loro impurità confessando al prete i peccati e promettendo di non ricaderci più. Il prete, nello sgabuzzino sta seduto mentre il penitente è fuori inginocchiato. In confessionale, si capisce d’estate c’è caldo e d’inverno freddo motivo per cui qualche accolto parroco ha pensato di dotare queste piccole costruzioni lignee di aria condizionata: così si soffre per i peccati, come giusto, ma non si aggiunge freddo o caldo eccessivo. Dove si dice il progresso. TEMA IN CLESSE DI LAURA ROSSI IV ELEMENTARE DI CIUCHILANDIA: “PERCHE’ AMO LA SQUOLA” Io amo la squola mi piace perché me lo dice la mia maestra la squola è bella perché ci sono le vacanze quando non abbiamo alcun pensiero e ce ne andiamo a giocare. Viva la squola dice la maestra che è buona e con lei non facciamo niente e perciò ci annoiamo. Quando facciamo schifio la maestra si arrabbia e si mette a gridare parolacce ma botte non ce ne da. Se la squola fosse sempre vacanza sarebbe meglio perché ci divertiamo di più ma non può essere dice la maestra la squola ci vuole se no resteremo come gli asini che non sanno leggere e scrivere e sono stupidi. La squola non è cattiva ma il tempo non passa mai e ci annoiamo anche la maestra si annoia e si mette a leggere il giornale per vedere che cosa fa il signor Berlusconi che deve essere uno molto importante e lo sentiamo nominare continuamente dalla radio dalla televisione dai giornali ma non abbiamo capito che cosa fa. A noi del signor Berlusconi non ce ne importa niente perché la cosa che ci piace è divertirci e basta. Viva la squola quando ce vacanza e viva la maestra quando non si arrabbia e non ci da botte perché ha paura di mio padre e ci vuole bene a questi figli di .......(censura), così dice lei lo detto a mia madre e mi ha fatto sapere che è una brutta parola e .......(censura) ce la maestra e tutta la sua famiglia. Questa qui non la deve più dire glielo detto e cantato perché se no mio padre si incavola e fa un macello. Mi sono stufata con questo tema finisco e me ne vado a giocare. Il Pazzariello Premiati i vincitori del “IV° Premio Letterario Giovanile Sicilia Mondo” L’Australia vuole parlare italiano In un mondo globalizzato cresce ovunque l’intersse per le lingue estere. Il fenomeno di curiosità o utilizzo di un idioma diverso viene stimolato spesso dalla presenza di comunità di diverse origine che fanno attività in paese. E’ questo un po’ quello che è successo in Australia dove gli italiani, di origine o di prima generazione hanno stimolato l’interesse degli autoctoni per la nostra lingua. E’ nata così una nuova sede ed una nuova offerta didattica per l’Italian Didactic Centre di Adelaide (Australia). Che ha dato il via ai nuovi corsi di primo livello di lingua italiana. Le lezioni si svolgeranno a scadenza settimanale, probabilmente di mercoledì, nella sede dell’Istituto stesso. Ed hanno già registrato diverse iscrizioni. Soprattutto di giovani. Del resto il Centro Didattico, fondato nel 1980, si è sempre distinto per la professionalità con cui ha svolto i propri compiti culturali. Diventando nel tempo sinonimo di affidabilità e competenza. Al momento sono attivi corsi di italiano per più livelli: principianti, intermedi ed avanzati. Ma anche corsi di aggiornamento per l’insegnamento dell’italiano, corsi di cultura italiana; anche in forma di lezioni private. E ancore lezioni di computer e lezioni di lavoro. Il tutto con la possibilità di accedere ad un centro multimediale. A.T. Casini condanna le guerre di religione In occasione della sua visita in Marocco per incontrare i vertici del paese, il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini ha citato le parole del Papa ribadendo che: “Nessuna guerra può essere mossa in nome di una religione”. Nel suo intervento Casini ha ricordato che: “Durante il semestre della presidenza italiana dell’Unione Europea si è lanciata l’Assemblea Euromediterranea, un forum permanente di dialogo - ed ha sottolineato che - i paesi che si affacciano su questo mare, come il Marocco e l’Italia, un paese islamico ed uno cattolico, devono essere in prima fila nel dialogo interreligioso”. Il presidente della Camera ha inoltre confermato l’ importanza della collaborazione tra il Marocco e l’Europa: “Paesi come questo - ha dichiarato - sono infatti bastioni come la deriva islamica estremistica, contro il fanatismo musulmano”. M. Consolo Troppi bambini muoiono per le strade italiane In Italia ogni anno 7.500 persone perdono la vita per incidenti stradali: oltre 20 mila sopravvivono ma con gravi danni e invalidità e con un costo pari a 15 miliardi di euro spesi. In più di 30 anni, dal 1969 al 2000, hanno perso la vita 19 mila bambini, 55 mila sono rimasti invalidi, oltre 350 mila i ricoverati e circa 1.500.000 al pronto soccorso. I dati sono dell’Istituto Superiore di Sanità, presentanti da Franco Taggi, direttore del reparto ambiente e traumi durante la presentazione del quadro europeo sugli incidenti stradali, in occasione della Giornata mondiale della sicurezza stradale. In pratica ogni anno 170 bambini muoiono a causa di incidenti stradali ma, per fortuna, il trend è in diminuzione e mentre nel 2969 su 100 mila bambini morti 8 erano causati da incidenti stradali, oggi se ne contano 2 con una riduzione del 74,7%. Secondo una ricerca su 25 mila ragazzi delle scuole superiori per conto dell’ISS, il 18% dei giovani ritiene che l’assunzione di cannabis (spinello) è ininfluente sulla sicurezza Carlo Santagati di Dornstetten e Jennifer Sanfilippo di Caracas, vincitori ex-aequo del “IV° Premio Letterario Giovanile Sicilia Mondo” sul tema “La sicilianità: un valore da coltivare tra i giovani della tua generazione. Quali le tue motivazioni?”, hanno ricevuto la targa-ricordo dal Presidente di “Sicilia Mondo” Mimmo Azzia e dal Coordinatore giovanile Francesco Geremia. stradale, il 9% ritiene ininfluenti anche gli psicofarmaci, il 7% giudica ininfluente anche l’assunzione di cocaina per quanto riguarda la sicurezza stradale, il 6% anche l’assunzione di pasticche di ecstasy e il 4% di LSD. «Occorre fare scacco matto in cinque mosse - ha detto Taggi - massimizzando dovunque l’uso dei dispositivi di sicurezza, tolleranza zero verso la guida in stato di ebbrezza alcolica e sotto l’influenza di sostanze psicotrope, l’eccesso di velocità e la velocità pericolosa, il mancato rispetto della distanza di sicurezza e l’uso di cellulari durante la guida. Inoltre occorre migliorare il sistema emergenza-urgenza e aumentare concretamente la percezione del rischio di incidente stradale tra gli utenti», ha concluso l’esperto dell’ISS ricordando che occorre mantenere sotto i limiti la velocità definita e soprattutto fare attenzione a quella pericolosa. «Se il limite è 40 km orari davanti alle scuole, può essere però pericoloso per i bambini che escono». T. Bene Alla solenne cerimonia erano presenti i genitori dei premiati, numerosi amici ed una delegazione di siciliani provenienti dal Sud Africa e dalla Grecia, presenti a Catania per una iniziativa di Turismo Sociale che hanno festeggiato i vincitori del premio. Carlo Santagati e Jennifer Sanfilippo hanno ringraziato con brevi parole illustrative sugli elaborati 2 COME CAMBIANO I TEMPI CON LA DESTRA QUALCHE ARANCINO CI SCAPPA!!! CON LA SINISTRA AL COMUNE SI FACEVA LA FAME!!! Sciuscià e Giuggiolone. Eurispes: otto ragazzi su dieci sono credenti La stragrande maggioranza dei ragazzi italiani è credente. In particolare i bambini lo sono per l’81,9%, gli adolescenti per il 73,2%. Tra i piccoli appena il 5,1% afferma di essere ateo, mentre un bambino su dieci non ha ancora un’idea precisa al riguardo. Tra gli adolescenti invece, poco più di un ragazzo su dieci afferma di non credere in Dio, mentre il 15,6% non sa rispondere. E’ quanto emerge da un recente sondaggio EurispesTelefono Azzurro, contenuto nel Quarto Rapporto Nazionale sulla condizione dell’Infanzia e dell’adolescenza, condotto su un campione di ragazzi appartenenti alle fasce di età compresa tra 7-11 anni, e 12-19 anni. La rilevazione sul campo ha riguardato circa 84 scuole italiane di ogni ordine e grado, e ha interessato 5.076 bambini e 5.710 adolescenti. prescelti dalla commissione aggiuLa distribudicataria. zione dei dati I presenti hanno poi usufruito rileva una magdella ospitalità di “Sicilia Mondo” giore presenper i 7 giorni previsti dal bando ed za di credenti hanno potuto visitare Catania, Militra le bambine: tello Val Catania, Acireale, Le Gole l’84,7% condell’Alcantara, Siracusa, Piazza tro l’81,2% dei Armerina, Agrigento, Palermo, bambini. Tra Taormina e visita sull’Etna. questi ultimi è D.A. maggiormente diffusa la percentuale di coloro che affermano di non essere credenti (il 6,4% contro il 3,7% delle intervistate) e gli “indecisi”. La percentuale di bambini credenti, molto elevata in tutte le aree geografiche, assume un valore variabile dall’80,6% (Nord-Est) all’84,4% (Centro). Sopra la media anche la quota di bambini che affermano di essere credenti nel Nord-Ovest (83,3%). Le Isole si collocano in posizione mediana (i bambini credenti costituiscono l’81,5% del complesso), seguite dal Sud (80,8%). Le regioni del Nord-Est e del Sud si distinguono anche per una maggiore presenza di “indecisi” rispetto al sentimento religioso, pari rispettivamente al 10,8% e al 10,9%, contro una media nazionale del 9,9%. Anche la pratica religiosa risulta essere molto diffusa. La frequenza in chiesa o in altri luoghi di culto interessa infatti poco meno di nove bambini su dieci. Nello specifico, il 46% degli intervistati si reca in chiesa con cadenza settimanale; una percentuale lievemente minore, il 43,3%, lo fa qualche volta. Nel complesso, la mancata frequenza ai luoghi di culto interessa una piccola minoranza di bambini: il 7,6% del campione. M.C. 3 APRILE 2004 UNIVERSO SICILIA Adrano: questa terra è la mia terra Con questo titolo di una bellissima canzone popolare dell’americano Guthrie Woody si apre la collaborazione del Professore Pietro Scalisi studioso e profondo conoscitore della realtà Adranita, della storia, dell’arte, del costume, di tutti gli aspetti della complessa realtà della nostra città dalla storia millenaria. Ad Adrano il Prof. Scalisi ha dedicato tra l’altro, tre libri preziosi sulle vicende storiche, sull’arte, sul paesaggio urbano ed extraurbano con affascinanti descrizioni di itinerari cittadini e campestri alla scoperta di una realtà sconosciuta a molti e che ha radici in tempi lontanissimi. Opere di grande pregio questi del Prof. Scalisi scritte benissimo, con linguaggio chiaro e comprensibile, avvincenti, che rivelano un mondo in cui siamo immersi e che guardiamo distrattamente. Il Prof. Scalisi rievocherà uomini e cose della nostra storia locale, storie e leggende, attualità e passato, lontano e vicino per farci meglio conoscere la nostra terra, l’opera degli uomini e della natura, il bene e il male, problemi annosi e attuali. Il Prof. Scalisi sarà lieto di rispondere a quesiti e domande dei lettori, su uomini e cose della storia di Adrano. Pasqualino Sangiorgio IL TERRITORIO DI ADRANO Prima di tutto desidero ringraziare vivamente il direttore responsabile di “Universo Sicilia”, per l’invito rivoltomi ad occuparmi di questa nuova rubrica dal bel titolo “Adrano: questa terra è la mia terra”; titolo efficacemente proposto dal prof. Pasqualino Sangiorgio che di questo periodico è da molti anni autorevole direttore culturale. Desidero inoltre inaugurare la presente rubrica con un articolo di carattere generale, in qualche modo (come vedremo in seguito), sono straordinariamente significative, con una valenza che spesso travalica l’ambito locale. Tralasciando il Paleolitico finale e il Mesolitico, epoche in cui in quest’area geografica la presenza dell’uomo sembra essere stata sporadica, da almeno 70 secoli (dal Neolitico ad oggi) tutte le civiltà che sono transitate per la Sicilia, o che in questa regione si nono stabilmente insediate o comunque sviluppate, hanno interessa- Adrano: le gole del Simeto nei pressi del Ponte dei Saraceni. introduttivo, sulle caratteristiche geografico-fisiche del territorio di Adrano per poi passare, di volta in volta, alla trattazione di specifici argomenti storico-artisticoambientali che ovviamente riguardino Adrano. Perché, com’è facilmente immaginabile, ogni vicenda storica, artistica, ambientale, umana, sociale e politica, anche la più minuscola e remota, sarebbe improponibile senza quel supporto fisico ben definito, che chiamiamo territorio, da cui i valori naturalistico-ambientali e le vicende culturali traggono sostanza, significato, concretezza. Il territorio di Adrano, in relazione al numero dei suoi abitanti (e ancor più se nel conto mettiamo i tanti emigrati sparsi ovunque nel mondo, che nonostante tutto continuano a mantenere un rapporto non solo affettivo con questa terra d’origine) è estremamente esiguo: 82,5 Kmq con una densità che è di circa 500 abitanti per Kmq; quando la densità media nazionale e regionale si aggira intorno ai 200 abitanti per Kmq. Ma se il territorio di Adrano nel suo insieme risulta esiguo, esigue non sono le sue bellezze naturali e ambientali e le sue vicende storiche e culturali che, anzi to il territorio di Adrano. Tutto ciò è inequivocabilmente attestato dalle diverse aree archeologiche (della preistoria, della protostoria e della storia antica) che insistono nel nostro territorio; dalle innumerevoli testimonianze materiali, anche monumentali, e dagli innumerevoli reperti archeologici che si conservano nel museo locale del Castello Normanno e in altri musei nazionali e internazionali, nonché da numerose pubblicazioni storiche e letterarie e da una montagna di documenti rintracciabili negli archivi storici di Palermo, catania, Adrano e altri comuni. Ma tornando alle caratteristiche geografiche del territorio di Adrano, desidero sottolineare brevemente che esso territorio ricade interamen- te nel perimetro della regione etnea (cioè del più grande vulcano d’Europa) di cui occupa una parte del settore sud occidentale, estendendosi dal fiume Simeto (il più grande fiume della Sicilia) all’apice del cratere centrale, con un dislivello di oltre 3000 metri in soli 20 chilometri di lunghezza e una doppia inclinazione, da est a ovest e da nord a sud, che ne favorisce in maniera unica l’esposizione ai raggi del sole. La straordinaria divaricazione altitudinale tra il punto più basso sul Simeto (150 metri di quota) e il punto più alto fissato sull’apice del cratere centrale dell’Etna, a circa 3340 metri sul livello del mare, realizza una diversità pedologica, vegetazionale, geologica e morfologica non comune che può essere riassunta nelle seguenti tre fasce altimetriche: - fascia basale (fino a circa 600 metri di quota), la più antropizzata e perciò stesso la più esposta ai rischi di degrado, che comprende, il centro urbano storico e contemporaneo e le brevi ma fertilissime pianure alluvionali del Simeto e del Salso e quelle dell’altipiano lavico detto il “Terrazzo di Adrano”, dove, grazie anche alla presenza di numerose sorgenti naturali, da sempre sono in atto coltivazioni intensive e specialistiche, con risultati eccezionali sul piano della qualità dei prodotti e del reddito economico; - fascia media (fino a circa 1000 metri di quota), ricca di terreni lavici di antichissima formazione con coltivazioni miste che vanno dal pistacchio al mandorlo, dall’ulivo alla vite e a tante altre varietà di alberi da frutto; - fascia montana, che oggi coincide con le zone di maggiore protezione del Parco dell’Etna, dove ampie aree di particolare importanza naturalistica ancora integre (come l’area di Prato Fiorito e quella della pineta comunale) si mescolano ad una miriade e mirabile presenza di conetti vulcanici secondari antichi e recenti che danno luogo a prospettive panoramiche di straordinario fascino e bellezza. Questo è in sintesi il territorio di Adrano, la mia terra, un concentrato di valori spesso unici in bilico tra il disfacimento e la tutela. Mi auguro che prevalga questo L’ANGOLO DELLA POESIA A CONCA Non parru di li tempi troppu antichi, ma di li tempi ca eru carusu, la vita si passava tra lammichi, e lu poviru sempri bisugnusu. Lu pani, era picca e ‘ddi muddichi, iù li ‘ccampava era chiddu l’usu, mangiari pocu e vecchi vistimenti, vita di puvirtà ‘ccù fami e stenti. Eppuru tanti erumu cuntenti, atturniati passamu la sirata, ‘ccù Patri, Matri, suruzzi e parenti, e ‘nta lu menzu la conca ‘ddumata. ‘Ccù tanta nicissità, uri e mumenti, assemi ni scurava la nuttata, ‘nta seggi vecchi e tavuli assittati, mangiamu nuciddi e favi caliati. Alivi cuciuti, menzi ‘incinnirati, ficurinia sicca a passuluni, nuci, mustarda e mennuli ‘nfurnati, e lu vinuzzu ‘nta lu buttigghiuni. Tra puvureddi chisti ‘mpruvvisati, erunu spissu ‘ppi tanti ragiuni, stati, autunnu, mmernu, e primavera, passamu la vita ccù gioia sincera. Pietro Scalisi secondo orientamento. E non per ragioni sentimentali, ma morali e insieme politici, quando per politica si intende il perseguimento del bene comune: che promuove lo sviluppo economico e sociale senza stravolgere il territorio; che eleva lo spirito pubblico e la cultura dei cittadini mettendo al primo posto la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e ambientale. Perché nulla è peggio della perdita della memoria storica e della identità collettiva e personale. Pietro Scalisi Ora li tempi di ‘natra manera, canciunu tuttu, strammau la natura, finiu l’affettu e l’amiciazia vera, li genti sparpagghiati quannu scura. ‘nà vota s’addumava ‘nà lumera, e bineva ‘nsemi na famigghia pura, ma ora ‘ccù sti cosi a nuvitati, ginituri suli e figghi strati strati. Oggi parraiu di tempi passati, e macari di l’epuca prisenti, siddu l’antichi erumu arritrati, vuatri picciotti ‘npocu strafuttenti. Vecchi tignusi e giuvini rasati, mittemu ‘nsemi li nostri sintimenti, parramu cuntenti e senza rancuri, lassamu l’odiu e truvamu l’amuri. Si non vuliti, ‘ppì natri du uri, vi l’assicuru mi mettu a pinzari, mi fazzu ‘ncuttu comu ‘mpuncituri, e vi custringiu ‘npocu a ragiunari. La prima cosa ‘ppì li ginituri, onuri e rispettu duviti purtari, è l’urtima parola e mi staiu mutu, ‘zzoccu faciti, ‘llaviti rinnutu. Alfio Sciacca Fra poesia e cornamusa Alfio Sciacca arricchisce la panoramica dialettale lirica di Adrano Una innata, ricca e umana “Vena poetica” accomuna i fratelli Sciacca: Luigi (docente di Educazione Artistica e bravo pittore), autore fra l’altro di “Ricordi duci”, “L’omu”, “Amaru di matri”; Angelo, che compose le lirica “Ad Adrano”; Alfio, (che personalmente e cordialmente per la poesia dedicatami e da lui stesso letta nella serata in cui ho presentato il mio libro “Personaggi illustri” nell’ex convento S. Domenico), di cui l’archivio storico, artistico e letterario del Castello Normanno conserva molte poesie e il manoscritto: “Note auto biografiche”. Alfio Sciacca è nato in Adrano da Salvatore e da Angela Scalisi il 20 Agosto 1934; travagliata è stata le sua fanciullezza economicamente difficile a causa del conflitto bellico della II Guerra Mondiale, che «Per lo sfollamento ha causato per la intera famiglia la fame giorno dopo giorno», per cui si è dedicato «per necessità al lavoro nei campi, assieme al padre e al fratello maggiore» (manoscritto). «In quegli anni tristi, scrive Sciacca, si viveva in campagna, trascorrendo la notte all’interno dei pagliai, illuminati da una piccola lumera: qui mio padre, per passare un po’ di tempo, suonava la ciaramella». A proposito della cornamusa (cui ha dedicato la poesia “La ciaramella” nel 1987) Sciacca scrisse: «Da questa vicenda è nata in me la passione a questo bellissimo strumento, molto tradizionale, un po’ quasi in fase di essere trascurato; però io, dal 1950 ad oggi, suonò ancora con forte attaccamento, con simpatia maggiore, tanto li costruisco da artigiano, adoperando il coltello, facendo pure l’accordatore». Per un grave artrosi, impossibilitato a recarsi in campagna, s’è dedicato alla «lavorazione artigianale della lavica-pomice, costruendo, a pezzetti più pezzettini, altarini, chiesette, campanili in miniature, come pure il PONTE DEI SARACENI, che si trova nel Castello Normanno di Adrano, oggi grande Museo»: ha partecipato a numerose mostre artigianali nella Villa Comunale, ottenendo targhe e non pochi riconoscimenti. A partire dagli Anni Settanta la poesia non lo ha abbandonato mai (tranne alcuni mesi, a causa delle morte della moglie, avvenuta il 16-XII-2002). Gli è stata preziosa l’amicizia affettuosa dei due maggiori poeti dialettali adraniti, dai quali ha appreso molto, rimanendone molto grato artisticamente: Antonino Bulla e Turi Cariola: al primo ha dedicato una bella poesia, in occasione delle sue nozze “A DUI PALUMMEDDI” nel 1987, al secondo la poesia “MORI L’ARTISTA MA L’OPIRA NO” nell’anniversario della morte ( 15-X-1986). Per quasi un trentennio è viva la vena poetica di Sciacca, riconosciuta valida e premiata in tanti concorsi lirici a Piazza Armerina, a Caltanissetta, a Palagonia, a S.M. di Licodia, a Militello Val di Catania: da molti anni partecipa al “Centro Culturale Callicari” di Biancavilla, pubblicando poesie in “Sciuri di Mungibeddu”. Gran parte delle sue composizioni poetiche, raccolte in “Liriche in dialetto”, “Nuove liriche in dialetto”, “Ultime liriche in dialetto”, si conserva nel- l’archivio storico, artistico e letterario del Castello Normanno. Citare tutte le poesie, di mia conoscenza, è impossibile, però fra le più ricche di caldo sentimento, di sincero entusiasmo e di vivace originalità, gradevoli ai lettori per un musicale ritmo, dovuto alla rima, mi piace ricordare: Musa patruna, Noi oggi, Petri e ciuri, A conca, Ppi quarchi cristianu ca strammau, Terra d’oru, Pizzeddi di petra di lava, La pipa di Mungibeddu, Prieri di l’annu novu, Tri figghi d’arti, Vi parru ccu virità, Fu Casteddu ieri e oggi, Casteddu Nurmannu e Musiu, Cauru forti, Chi è lu tiatru, Cchi pena ca sentu, Cori e sintimentu, Finisci l’annu, La mangiata di la cona, Sugnu d’arti, L’omu, Quasi quasi, Li stissi cosi, Vecchiu emigratu, Ci voli lu nicissariu, Nan fari a lu cuntrariu, Lu telefunu. Per apprezzare la bellezza dei versi di Sciacca è sufficiente leggerli anche una sola volta: essi arrivano al cuore del lettore graditi, carezzevoli, musicali, simili all’acqua dolce di un bel ruscello. Però per comprendere e apprezzare l’interiorità nobile del suo sentire, è necessaria una attenta rilettura.Allora ti sembra di vedere un uomo che abbraccia con calore, umanità ed entusiasmo tutto ciò che lo circonda e lo agita: il suo paese, la sua religione, i suoi amici, il suo ambiente e particolarmente il suo prossimo. C’è tutta la sua vita, che artisticamente e musicalmente rimane per sempre legata all’armonia incantevole, che scaturisce limpida e carezzevole, come il suono della sua cornamusa. Saro Franco UNIVERSO SICILIA APRILE 2004 “Sicilia Mondo”: Soddisfazione per i risultati dei COMITES “Sicilia Mondo” esprime soddisfazione per i risultati elettorali che hanno accompagnato il rinnovo dei Comites, caratterizzato dal voto per corrispondenza. Una conquista che certamente va mantenuta e perfezionata. Nonostante le lamentate insufficienze delle liste elettorali e la incompletezza dei dati forniti dall’AIRE, ha trionfato il meccanismo virtuoso della partecipazione, della scelta e, quindi, della democrazia, cioè della voglia di farsi sentire e di decidere le proprie cose. “Sicilia Mondo” rivolgendosi alle Associazioni aderenti prima della consultazione elettorale, aveva puntato prioritariamente sulla partecipazione e quindi sulle scelte dei candidati per i quali ha raccomandato le qualità per- sonali, il rapporto rappresentativo e reale con le comunità nelle società di residenza, la capacità di portare avanti e far valere le loro esigenze. Una raccomandazione che è andata oltre gli schieramenti per privilegiare programmi e contenuti tenendo presente i poteri, piuttosto limitati degli attuali COMITES rispetto al ventaglio dei tantissimi problemi delle nostre comunità in attesa di risoluzione. Ma è anche vero che questa prova elettorale rappresenta una esercitazione in vista del voto politico. In questo senso, la elezione dei COMITES, il loro funzionamento, i rapporti tra i rappresentanti eletti, le comunità e le società di residenza, rappresentano una palestra importantissima di formazione, di crescita e di maturità democratica per l’ingresso nella vita politica italiana attraverso l’esercizio del voto politico, ricordando che le nostre comunità che vivono all’estero, tranne i pochi rientrati in Italia per votare, non hanno mai partecipato alle elezioni nazionali italiane. Va dato atto che nel rinnovo dei COMITES l’associazionismo di emigrazione ha svolto un ruolo di primissimo piano. Ancora una volta - ha affermato Azzia, Presidente di “sicilia Mondo” - è stata la vittoria dell’associazionismo, cioè della realtà vivente e rappresentativa delle nostre comunità, un associazionismo che ha scritto la storia dell’emigrazione italiana, sempre punto di riferimento e di partenza, sempre in grado di adeguarsi ai cambiamenti delle società e mai punto di arrivo. Un associazionismo che in ogni tempo ha tenuto in vita i legami di italianità e dei suoi valori e che oggi con la sua presenza diffusa in tutti le parti del mondo, rappresenta la centrale promozionale ed operativa della cultura e della internazionalizzazione di tutte le realtà italiane. “Sicilia Mondo” si sente gratificata per i risultati che hanno premiato il suo impegno e ringrazia le Associazioni aderenti, i corrispondenti della rivista “Sicilia Mondo” e le comunità siciliane che in occasione dei COMITES si sono resi artefici e protagonisti delle proprie scelte dimostrando maturità e capacità di decisione. M.A. Il cane è il migliore amico dell’uomo Nell’”Odissea” di Omero, Ulisse fa ritorno da una lunga guerra sotto le mura di Troia dopo tanti anni di infiniti vagabondaggi ma sempre meravigliosi. Ulisse torna a casa dopo circa vent’anni, travestito da mendicante, e trova ancora, già vecchio, il suo cane e quando lui gli si avvicina il cane, Argo, dimena la coda e cerca di alzarsi, ma non ci riesce, e muore nell’atto di riconoscere il padrone. mano che non ha cibo da offrire e quando se ne vanno tutti gli altri amici, lui resta. Mark twain ha detto: “se raccogliete un cane che sta morendo di fame e lo rendete prospero, non vi morderà. Questa è la principale differenza tra un cane e un uomo”. Indipendentemente dal fatto che il cane sia o meno il migliore amico dell’uomo, pare certo che sia il più antico amico animale. Gli indiani americani avevano si può addire essendo sempre un animale. Indipendentemente da questo ragionamento, il cane agisce però nei confronti degli uomini come se fosse pieno di amore e di affetto per loro, e quella dimostrazione di amare viene presa come un fatto e, di solito, l’affetto viene pienamente ricambiato. L’unico animale che viene considerato come un “beniamino”, che viene tenuto soltanto per l’affetto che si nutre nei suoi confronti è il cane e questo ispira spesso l’amore profondo che viene lui prodigato. Di recente gli psicologi hanno scoperto che il fatto di possedere un animale prediletto contribuisca enormemente alla salute mentale e alla stabilità emotiva. Quelli che possiedono un cane e ricambiano il suo effetto lo sanno già da tempo. Giuseppe Miraglia 4 Dall’Italia alle Ande, per studiare i vulcani Prevedere eruzioni vulcaniche e sismi attraverso la misurazione di emissioni acustiche. È questo il compito al quale è chiamata a rispondere la nuova stazione di monitoraggio installata dal Cnr sulle Ande argentine, in cima al vulcano Peteroa. “Grazie a queste rilevazioni”, spiega Gabriele Paparo, ricercatore dell’Idac, Istituto di acustica del Cnr, e responsabile italiano della stazione, “possiamo prevedere, prima di quanto ci permettano i sismografi, l’evolversi di fenomeni che potrebbero dare luogo a eventi catastrofici”. I primi risultati saranno disponibili entro la fine del 2004 grazie all’elaborazione dei dati che ogni giorno vengono acquisiti e trasferiti attraverso un telefono satellitare, che controlla i sensori di emissione acustica in funzione giorno e notte. L’Italia esporta così la sua esperienza nel settore, già sperimentata con analoghe stazioni collocate per esempio sul Vesuvio, in Argentina grazie alla collaborazione con il dipartimento di Onde elastiche del Comitato nazionale di energia atomica di Buenos Aires, nell’ambito di un accordo bilaterale promosso dal ministero degli Esteri italiano. “Si tratta di un progetto particolarmente importante perché oltre a rendere possibile la codificazione del vulcano andino, può darci indicazioni significative per situazioni tettoniche analoghe”, prosegue Paparo. Il Peteroa, formatosi solo un milione di anni fa, infatti, fa parte del Planchon, un antico sistema vulcanico. E’ quindi un vulcano “giovane”, esplosivo, come il Vesuvio, e molto attivo dal punto di vista tettonico. Inoltre, la posizione del Peteroa, localizzato a 32° di latitudine Sud, proprio in corrispondenza della faglia di Juan Fernandez, che forma una lastra litosferica orizzontale che si incunea sotto alcuni segmenti delle Ande, fa di questo vulcano un caso di studio particolarmente interessante. “Anche perché”, conclude il ricercatore dell’Idac - Cnr, “i vulcani del Sud America sono legati a sostanziali differenze morfologiche del Pacifico che agisce in modo diverso alle varie latitudini”. Grazie alle misurazioni delle emissioni acustiche del Peteroa sarà quindi possibile scoprire che cosa hanno in comune vulcani esplosivi di emisferi diversi, se c’è sincronismo tra loro e soprattutto se è possibile prevederne l’attività esplosiva. Scop-Tach Spaghetti, passione del sud La lealtà e l’assoluta fedeltà di un cane sono divenute atti di fede per la maggior parte delle persone nella nostra cultura occidentale, tanto che un filosofo ha detto che l’unico amico assolutamente disinteressato che l’uomo può avere in questo mondo pieno di egoismo, quello che non lo lascia mai solo, quello che non si dimostra mai ingrato e sleale è il suo cane. Bacerà la pochissimi animali addomesticati, ma tra questi c’era il cane. Anche gli aborigeni australiani avevano il “dingo” che era un cane semi selvaggio. Però bisogna pur dire che se un cucciolo è allevato dagli uomini, per esso l’uomo diventa il capo per ciò che riguarda quel cucciolo e in seguito quel cane, e la sua fedeltà però è una questione di istinto più che una virtù morale cui non [email protected] • www.adranonline.it/dinosidotifotografo Piazza Barone Guzzardi 6-7 • 95031 Adrano (CT) • Tel./Fax 095 7699150 Il Sud è la prima area di consumo in Italia per consumo di pasta di semola tradizionale e all’uovo. Lo rivela l’Osservatorio IsmeaNielsen che ha riscontrato una stabilità di consumi di pasta delle famiglie italiane relativi allo scorso anno rispetto ai livelli del 2002. Secondo l’analisi, gli acquisti domestici hanno riguardato poco meno di un milione di tonnellate (-0,7 per cento), a fronte di una spesa di circa 1 miliardo e mezzo di euro (+1,4 per cento). In particolare, la pasta di semola ha mostrato una flessione degli acquisti dello 0,7 per cento in quantità contro un incremento della spesa dell’1,3 per cento dovuto a un aumento dei prezzi medi del 2 per cento. All’interno di questa categoria, è soprattutto la pasta integrale a registrare una sensibile contrazione degli acquisti (-10 per cento), mentre per la tipologia normale il calo è limitato a un meno 2,4 per cento. Per gli altri tipi di pasta, il prodotto secco all’uovo fa registrare un meno 3,2 per cento delle quantità acquistate, mentre per la pasta secca ripiena il dato dei consumi non si discosta molto dai livelli 2002. Bene la pasta fresca, in crescita del 6 per cento circa, mentre sia la fresca confezionata, sia gli gnocchi registrano una battuta d’arresto. Dalla ripartizione geografica dei dati, infine, emerge un generalizzato calo dei consumi di pasta di semola al Centro, a fronte di una sostanziale tenuta sia al Nord che nel Meridione. Per il prodotto di semola tradizionale e quello all’uovo, il Sud si conferma prima area di consumo, mentre nelle regioni nordoccidentali risulta particolarmente apprezzato il prodotto fresco, sia ripieno, sia confezionato. A.T. Comunicato Stampa “Conoscere la nostra storia siciliana e valorizzare le sue realtà” è il tema scelto da “Sicilia Mondo” per la “Giornata del siciliano nel mondo” da tenersi possibilmente il 15 maggio p.v. nella ricorrenza della Costituzione dello Statuto della Regione Siciliana. È questo il contenuto di una circolare spedita dal Presidente di “Sicilia Mondo” Avv. Domenica Azzia ai Presidenti delle Associazioni aderenti ed ai suoi corrispondenti: «La iniziativa della “giornata del siciliano”, ha fatto il giro del mondo dove attualmente vive “un’altra Sicilia” di oltre dieci milioni di siculi tra quelli in possesso di cittadinanza e passaporto italiano, discendenti oriundi e naturalizzati. La giornata è divenuta così un appuntamento annuale per ritrovarsi, stare insieme, ripercorrere valori, momenti e tradizioni, rinsaldare amicizie e vincoli nel segno di una identità siciliana mai dismessa. Le testimonianze degli anni precedenti ci confermano che la manifestazione ha assunto sempre più un significato culturale ed emotivo condiviso dalle comunità siciliane, come occasione che certamente migliora momenti e qualità della vita per chi vive lontano dalla Sicilia. Il tema di quest’anno sulla storia e le realtà della Sicilia sarà certamente motivo di ulteriore arricchimento per tutti. Da parte delle Associazioni aderenti, la manifestazione potrà essere celebrata in mille modi e nella data ritenuta più favorevole, con il coinvolgimento delle Istituzioni locali, di quelle italiane e delle altre associazioni regionali. A Catania la “Giornata del Siciliano nel mondo” sarà celebrata il 20 maggio p.v., alle ore 10.00, presso il salone della sede sociale di Via Renato Imbriani n° 253, con una conferenza stampa e la presentazione della rassegna stampa “Sicilia Mondo” 2003. Pertanto, Ti prego vivamente di volermi informare sulla data della celebrazione e di trasmettere, poi, una breve relazione con foto da pubblicare in “Sicilia Mondo”. Rilanciare la “Giornata del Siciliano nel Mondo” significa far conoscere e valorizzare l’immagine della nostra Sicilia. Per questo conto sul Tuo impegno. In attesa di leggerTi, Ti prego gradire le più vive cordialità da estendere ai soci della Associazione». Il Presidente (Avv. Domenico Azzia) 5 APRILE 2004 UNIVERSO SICILIA A RUOTA LIBERA di Pasqualino Sangiorgio Buone Feste (per questa volta...) Schegge di Carmelo Ambra PANTANI... A proposito di... Alla morte si addice il silenzio. Specialmente a quella di chi ha sofferto, in solitudine, nella disperazione. Tutti, sportivi e non, abbiamo pianto un giovane uomo che se n’è andato disgustato da questo mondo, mentre i media da ogni emittente, da ogni giornale, ci spiegavano che la “sensibilità”..., che i “valori”... Come se queste belle cose fossero presenti in ognuno di noi in egual misura e per ognuno avessero le stesse valenze! Perché in molti abbiamo temuto che anche le feste fossero in pericolo, almeno qualcuna, ma è stato per fortuna un falso allarme, uno dei tanti che appaiono per tribolare ulteriormente la nostra vita. E così un’altra grande data del calendario cristiano è passata e ci avviamo verso l’estate fiduciosi in quel meglio che sembra ancora una volta un lontano miraggio. Quasi senza accorgercene siamo in clima elettorale e tanti diventano buoni, non ci sono più avidi lupi ma pavidi agnelli belanti, che invocano quel voto, che, dicono risolverà i nostri problemi mentre oimè appare più verosimile che la soluzione riguarderà i loro. Viviamo in uno stato di precarietà, ci sentiamo minacciati e abbiamo paura in un mondo che sembra impazzito in preda a furie scatenate. I cavalli con le mutande Questa l’abbiamo sentita l’altro giorno inserita nel discorso oggi attualissimo della raccolta dei rifiuti urbani e della pulizia delle città. Nel centro storico della città nel magico scenario della Trinità dei Monti, oggetto di interesse di turisti affluiti da ogni parte del mondo, sostano ancora delle carrozzelle che portano a spasso i visitatori trascinate non da roboanti motori ma da tranquilli cavalli i quali, bestie eleganti e distinte, come tutte le creature hanno dei bisogni, emettono delle sostanze che lo stomaco rifiuta e che non sono proprio odorose anche se vengono da un nobile animale; che cosa hanno pensato per risolvere il problema? Semplicissimo imbracare la gentile creatura, per capirci mettergli le mutande che così raccolgono le feci, soffocano i cattivi odori e non sporcano le strade. Questa storia delle mutande ai cavalli ci ha fatto ricordare di quel tale Daniele da Volterra, che è passato alla storia con il nomignolo di Braghettone, pittore e scultore di non eccelse qualità, allievo di Michelangelo, fu incaricato dal Papa Paolo IV e coprì con brache le troppo evidenti nudità del Giudizio Universale nella Cappella Sistina di S. Pietro. Il Bilancio delle Feste Passate le feste Pasquali abbiamo tirato le somme e fatta la facile scoperta che soldi ne erano rimasti pochi e acquisti meno perché le casse sono vuote, gli aumenti sono all’ordine del giorno e non consola affatto sentirsi dire che si tratta non di fatti reali, ma di percezioni, di impressioni, che non dovrebbero perciò impressionarci e che invece hanno un segno sinistro perché sono non semplici paure ma triste realtà. DECENZA... “Decenza vorrebbe che Prodi si dimettesse”, ha detto il Cavaliere qualche tempo fa a “Radio anch’io”. E’ un uomo incredibile il Cavaliere! In quanto ad anticomunismo, poi, è un vero mostro. Però, c’è uno dei suoi che questo primato glielo insidia seriamente. La sofferenza di Bondi al solo sentir parlare di comunismo è così acuta da far temere per le sue coronarie. E’ pur vero che il Maestro delle Libertà fa la commedia, ma egli no, la sua ossessione sembra autentica. E dire che in passato è stato comunista! Forse avrà subito qualche trauma. Che ne sappiamo... Lo Schifani sembra seguire l’esempio, ma non ce la fa; la sua avversione non appare così genuina come vorrebbe far credere. Anche lui, come il Maestro, pensa che il cavalcare quelle antiche paure possa tornare utile alle loro libertà. Infine c’è Fede. Che dire di lui? C’è chi crede e chi non crede. Lui crede. Che fede, ragazzi! LADRI... Il Cavaliere ha detto anche, ma stavolta dalla Grecia (chissà perché, quant’egli si trova all’estero è sempre più baldanzoso), che i politici di professione sono ladri. In un primo momento non ha fatto distinzioni, ma poiché l’esternazione non è piaciuta neanche ai suoi, ha poi precisato ( non “rettificato”, che diamine!) che si riferiva solo a quelli dell’opposizione, con particolare riguardo alle sinistre. Il Bondi ha conosciuto un momento di assoluta felicità. Gli scienziati sono tutti smemorati Dagli studi fatti nella mia giovinezza, mi ricordo delle strane storielline che circolavano circa la smemoratezza di alcuni scienziati di tanto tempo fa. Poiché si tratta di avvenimenti abbastanza divertenti mi sembra sia interessante raccontarli ai nostri lettori, in sommi capi naturalmente senza dilungarci. Penso che sarebbe meglio, a mio modesto parere, essere meno intelligenti (attenzione a non confondere “l’intelligenza” con la “stupidità”) e ricordarsi qualcosa in più che piuttosto l’inverso. stelle e non riesce a vedere che cosa ha davanti ai piedi”. Archimede (287-212 a.C.), come si sa, scoprì il principio della spinta dal basso in alto mentre si trovava ai bagni pubblici, esaltato oltre ogni limite, dimenticò completamente di non avere addosso i vestiti e corse a casa nudo, attraversando le strade della città, gridando: “EUREKA, EUREKA!” (Ho capito, ho capito). In fin dei conti questa non può essere stata una distrazione così terribile da parte di Archimede in quanto, anticamente, gli scienziati non si preoccupavano come noi della nudità in pubblico. Avvicinandoci al presente, a quanto mi è dato di ricordare nei miei studi, anche fuori dalla scuola, VIARL GAUSS, un matematico tedesco, vissuto dal 1777 al 1855, durante la malattia di sua moglie, mentre il dottore si trovava in camera da letto per curarla, stava elaborando un suo problema ed era pienamente assorto nella sua soluzione che quando il dottore uscì per dare a Gauss la triste notizia che sua moglie stava morendo, egli ancora fermamente fisso nel problema fece un cenno al dottore e mormorò: “Si, si, ma ditele di aspettare un momento finchè non avrò finito”. Vi sarebbero altri esempi di smemoratezza di scienziati, ma io mi fermo qui in ossequio alla vera intelligenza di questi signori che hanno contribuito ad arricchire con la soluzione di molti problemi la conoscenza del mondo. Giuseppe Miraglia E “Caravaggio: l’ultimo tempo” a Napoli dal 24 ottobre R ST O M di Gaetano Piazza Roxas Platone PER NOI MOSCHE IL PROBLEMA DELLA SOPRAVVIVENZA E’ SEMPRE PIU’ ATTUALE. 1. Bizzarramente quella che in un mondo rovesciato aspetta la felicità della sera. 2. L’inganno e la bugia sono il presente e solo il futuro può svelare la verità. 3. Non pensare che gli altri siano migliori di te, perché l’apparenza nasconde la realtà. 4. La giornata è finita senza incanti o speranze e bisogna aspettare il silenzio... in silenzio. 5. Nessuno sa cosa sia il domani e ogni previsione è solo speranza. 6. Vivere due volte la stessa vita o vivere due vite diverse? Tutte e due le situazioni sono pura follia 7. Conviene a tutti cancellare le presenze ingombranti. Queste danno una luce che abbaglia e disturba. 8. Se ti annoi o dormi cerca di non sbadigliare o russare. Resta in silenzio. Agli altri importa solo questo. 9. Sulle alture del Golan attendiamo invano da trent’anni la pace. Le armi sono le uniche voci che parlano mentre l’uomo continua a tacere. 10. Felicità è avere poco e credere che sia molto. Perché gli scienziati sarebbero degli smemorati nasce dall’idea che essi si debbano concentrare così intensamente su questioni difficilissime, al punto di non notare le cose comuni, quotidiane, che accadono intorno a loro. Sempre a proposito di scienziati smemorati si narra che TALETE, che visse nel 624546 a.C., come riferisce PLATONE che scrisse due secoli dopo, una rotta, mentre studiava attentamente le stelle, non accorgendosi dove mettesse i piedi, cadde in un pozzo. Una donna anziana corse ad aiutarlo in risposta alle sue grida e, dopo averlo fatto uscire, disse piena di disapprovazione: “Ecco un uomo che vorrebbe studiare le La mostra “Caravaggio: l’ultimo tempo” sarà inaugurata a Napoli il 24 ottobre 2004 nel Museo di Capodimonte. Il 15 aprile, a Roma, il presidente della Giunta Regionale della Campania, Antonio Bassolino, il direttore generale del ministero per i Beni e le Attività Culturali, Mario Serio, l’assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Rachele Furfaro e il Soprintendente per il Polo Museale Napoletano, Nicola Spinosa, hanno presentato la mostra. A quasi vent’anni dalla rassegna su “Caravaggio e il suo tempo”, ospitata nelle sale del Museo di Capodimonte nel maggio 1985, la mostra intende ricostruire il percorso artistico dell’ultimo Caravaggio, presentando, per la prima volta insieme in Italia, venticinque capolavori dei suoi ultimi anni di attività, tra i quali la celebre Flagellazione, per la cappella de Franchis in San Domenico Maggiore a Napoli, oggi al Museo di Capodimonte, la Crocifissione di Sant’Andrea del Museum of Art di Cleveland, la Salomè con la testa del Battista della National Gallery di Londra e, per la prima volta a Napoli dopo il recente restauro, la Sant’Orsola conficca il Tiranno, dipinta per il principe Marc’Antonio Doria e ora di proprietà di Banca Intesa. Fuggito da Roma perche’ accusato di omicidio, Michelangelo Merisi da Caravaggio arriva a Napoli nell’autunno 1606. Inizia così una nuova fase della sua breve carriera: quattro anni di intenso lavoro e incessante sperimentazione, passati alla disperata ricerca di incarichi e commissioni che lo portarono a spostarsi freneticamente fra Malta, Siracusa, Messina e Palermo per fare, poi, nuovamente ritorno a Napoli prima di concludere tragicamente la sua vita sulla spiaggia di Porto Ercole nell’estate 1610. La mostra, posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Napoletano e dalla Regione Campania-Assessorato ai Beni Culturali e Assessorato al Turismo, insieme con il Comune di Napoli e in collaborazione con Civita. Partecipano la Regione Sicilia e il Pio Monte della Misericordia. Il sostegno finanziario, non istituzionale, è assicurato dalla Compagnia di San Paolo, che “intende così confermare il proprio impegno per la valorizzazione artistico-culturale del Mezzogiorno”. P.P. UNIVERSO SICILIA APRILE 2004 6 Baccini: “dalla moda in Italia Le Lingue di “Contatto”, all’Italia nel mondo. Anche nel voto” come funzionano e cosa sono A margine della presentazione del volume “La moda in Italia. Il Novecento”, Nove Colonne ha potuto intervistare Mario Baccini, sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e Presidente della Commissione per la Promozione della cultura italiana all’estero. “Cercheremo di trovare sinergie per produrre idee, insieme”, ha detto in conferenza stampa. Insieme al Ministero degli Affari Esteri, oltre le fondazioni e le associazioni ci saranno anche le idee delle imprese: di che tipo di imprese? Certo, anche delle imprese. Noi facciamo tutto questo per promuovere l’impresa italiana. Tutta la nostra politica estera vuole promuovere non solo la cultura, ma anche l’azienda italiana perché poi vogliamo anche, in qualche modo, riuscire a dare una mano alle nostre imprese affinché nel tessile e nell’arte della moda abbiano gli spazi che meritano nel mondo. Per fare questo bisogna creare il “tessuto” di base, ed è proprio quello che stiamo facendo. Questo è l’obiettivo, trasformare la simpatia di cui godiamo nel mondo e trasformarla in affidabilità. Il marchio italiano, quindi, oltre che bello deve diventare anche affidabile. Ma come si fa con le copie che circolano nel mondo? Purtroppo le cose belle si copiano sempre. Se non ci copiassero, mi preoccuperei, perché significherebbe che valiamo poco. Certo, noi tentiamo di evitarlo, il fenomeno delle copie. Un agevole libro come “La moda in Italia” potrebbe essere letto e consultato dalle imprese italiane? Il problema è come diffonderlo, bene, e a chi va, perché il consumo e i consumatori sono tanti. Bisognerebbe mandare a ciascuno, nel mondo, un marchio doc per come si identifica l’italianità. Credo che si potrebbe ottenere la massima diffusione mandando un messaggio globale tramite e i nostri Istituti Italiani di Cultura, le nostre Ambasciate, che ci potrà consentire di raggiungere risultati migliori. La buona tavola trova spazio tra i banchi di scuola Le cattive abitudini alimentari si combattono a scuola, grazie ad adeguate campagne d’informazione. A pensarla così è la Coldiretti, secondo cui un bambino informato oggi è un consumatore consapevole domani. Per la Coldiretti, “occorre informare i bambini di oggi sui valori del benessere e della qualità del vivere legati ad una sana alimentazione e aiutarli cosa a diventare cittadini-consumatori consapevoli di domani”. Nelle giovani generazioni vanno “recuperati i principi della tradizione, della sana alimentazione, della stagio- nalità dei prodotti e della realtà territoriale, per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti della nostra agricoltura con i cibi consumati ogni giorno”. Obiettivo che la Coldiretti, ricorda, sta realizzando con il progetto “Educazione alla Campagna Amica”, che coinvolge oltre centomila alunni delle scuole elementari e medie, che partecipano ad oltre tremila lezioni e agli oltre cinquemila laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole e in classe. ■ Cambiamo discorso e parliamo di Comites, come ha visto la tornata elettorale e soprattutto, come può commentare i risultati delle elezioni? Mi sembra che ci sia stata una grande partecipazione e nonostante la straordinaria difficoltà per far votare all’estero tante persone, tanti italiani, i nostri consolati sono stati all’altezza di questo compito. Devo dare qui atto a tutti i nostri consoli generali, a tutte le nostre sedi, anche le più decentrate, che con mezzi limitati a disposizione sono riusciti a consentire le operazioni di voto. E non è stata una cosa semplice. Come prima esperienza ritengo sia stata positiva. Anche come seconda, in realtà. Come prima esperienza dal punto di vista della tenuta sul voto, un voto che è un prevoto elettorale, perché la prossima volta si voterà per le politiche. Quindi volevamo capire se la struttura potesse reggere e questo è stato già un primo risultato positivo. C.R. Il primo effetto delle migrazioni nella storia, fenomeno permanente e ricorrente di ogni popolo in ogni tempo, è il contatto. Contatto che si crea e coltiva anche nell’ambito linguistico. E’ appunto per “necessità da contatto” che nasceva ad esempio, in aree coloniali, il pidgin: lingua artificiale originata dalla vicinanza tra due culture (quella dominante e quella dominata). Semplificato a livello fonetico e sintattico, il pidgin era parlato da persone che non conoscevano ciascuno la lingua dell’altro. In base agli studi sull’evoluzione della lingua madre degli emigrati italiani si scopre che le prime generazioni riconoscono e usano un maggior numero di parole, mentre i più giovani ne riconoscono molte meno, e spesso solo a livello passivo. Oltre al fatto che molte parole in elenco sono cadute in disuso o sono utilizzate raramente. Per quanto riguarda lo scenario americano, i prestiti più numerosi che si affermano con l’arrivo dei primi migranti nella seconda metà dell’800, sono quelli di carattere culinario. Gli italianismi più recenti, non solo del settore gastronomico, sembrano prestiti importati direttamente dall’Italia a causa dell’aumento di prestigio del nostro paese e degli scambi sempre più intensi con gli Stati Uniti, che portano alcuni studiosi a parlare di “imborghesimento” dell’italianismo. Fino a qualche anno fa (ora la cosa è meno diffusa) in Italia si assisteva a fenomeni che prevedevano l’utilizzo di un determinato termine per identificare una determinata etnia : è così che i senegalesi, pur non essendo tutti commercianti, venivano chiamati “Vu cumprà”. E gli italiani emigrati in altri paesi? Nella Svizzera tedesca la parola Tschingg veniva usata per indicare dispregiativamente i nostri connazionali. Si tratta della “germanizzazione” fonica della parola “cinque” e ha origine dal gioco della morra che gli immigrati italiani di fine Ottocento facevano per le strade. D’altra parte il germanese, tedesco parlato dagli immigrati italiani in Germania, comprende ora i termini: “pulia” al posto di Bauleiter (caporeparto), “tolemaccio” per Dolmetscher (interprete), “baostello” per Baustelle (cantiere); “imbocciarsi in un baostello”, infine, significa trovare lavoro in un cantiere. Tornando agli italiani all’estero, Ritals, era invece l’appellativo degli italiani emigrati in Francia, che veniva percepito e usato dagli stessi italiani come un nome , ironico forse ma certamente diverso dall’offensivo macaronì. Ma dall’analisi della parola “Rital”, non è difficile intuire il perché dell’enfasi di quella “r” iniziale, che diventa maiuscola e che simboleggia l’unico residuo della nuova francesità per un italiano: la sua impossibilità, anche dopo molti anni, di pronunciare correttamente il suono francese della lettera “r”. P.P. Vino: quelli che non dimenticano un bicchiere di Sicilia La Sicilia resta nel cuore, e anche un bicchiere di vino fa tornare alla mente ricordi che non si cancellano. “Ci sono dentro i profumi, i sapori e i colori della vostra terra. O meglio, della “nostra” terra, perché sono legato alla Sicilia e soprattutto ai siciliani. Spero di tornare presto”. E’ il commento del calciatore Stefano Morrone, l’anno scorso nella squadra del Palermo e ora in seria A con il Chievo Verona, che ha fatto vista al padiglione della Sicilia, al Vinitaly di Verona. Il centrocampista ha fatto “assaggiare” un po’ di Sicilia anche ai compagni di squadra Simone Perrotta, centrocampista nel giro della Nazionale, e Giorgio Frezzolini, portiere in seconda. “Appena ho saputo che a pochi passi da casa mia - ha detto Morrone - potevo gustare i prodotti siciliani, non ho perso tempo”. Prima tappa della visita è stato lo stand dell’Azienda Vinicola Miceli, che si è aggiudicata il Gran Premio Vinitaly 2004, grazie alle medaglie ottenute dall’ Entelechia e dal Tanit. Ad accogliere i giocatori c’erano il presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, e l’asses- Associazione Regionale Sicilgrano - Catania 95124 - CATANIA Piazza S. Maria di Gesù n. 3 Uffici zonali sono aperti a: — Maniace — Bronte — Grammichele — Raddusa — Castel di Iudica — San Cono Tutte le sedi di cui sopra sono ubicate presso le sedi comunali dell’A.I.C. Per una puntuale assistenza tecnica in grado di garantire uno sviluppo adeguato alle nuove tecniche di produzione rivolgetevi all’Associazione Regionale Sicilgrano. sore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Castiglione. Dopo le strette di mano, un giro per gli altri stand con Morrone guida d’eccezione che ha fatto gustare ai suoi compagni ora la pasta di mandorla, ora i dolcetti al pistacchio, accompagnati da un ottimo moscato. “Siamo venuti ad ambientarci e raccogliere sostenitori - ha scherzato Perrotta - in vista della partita che disputeremo contro la Roma, in campo neutro a Palermo”. Nel padiglione dei ‘’Vini di Sicilia, Istituto regionale della Vite e del Vino”, ha fatto tappa, invece, l’ ex campione di ciclismo Francesco Moser. “Voi siciliani siete fortunati - ha detto Moser, oggi costruttore di biciclette e produttore di vini - il sole della vostra terra arricchisce le uve”. Taità Sicilia: buon appetito con la manna La manna, di biblica memoria, è sostanzialmente una miscela di zuccheri estratta in modo naturale dalla corteccia del frassino e si presenta sotto forma di bastoncini croccanti e untuosi al tatto, di colore giallino e sapore dolce, che fondono in bocca. In Sicilia si sta pensando di vendere la manna come prodotto biologico. Ne ha tutte le caratteristiche, essendo ricavata in modo naturale dalla corteccia del frassino in una zona ormai circoscritta delle Madonie, nel palermitano, e soprattutto da anziani che si dedicano ancora al lavoro di inciderne la corteccia. Fra i giovani, la manna è quasi sconosciuta, tranne per chi ha fatto qualche lettura della Bibbia, secondo la quale la manna è il nutrimento che Dio mandò dal cielo agli ebrei durante i 40 anni trascorsi nel deserto con Mosè. Nella tradizione biblica è piovuta dall’alto, ma per legge deve essere ricavata soltanto ‘’da incisione nella corteccia dell’orniello o del frassino” (l’orniello è una varietà di frassino), dai quali cola come succo che poi si rapprende. E’, in assoluto, il prodotto alimentare che in Italia è regolato dalla legge più antica, emanata nel 1927 (n. 1773) e mai modificata, forse anche per rispetto della tradizione biblica, ma sostanzialmente perché la manna non si mangia più. La piccola produzione siciliana è destinata in gran parte alle preparazioni medicinali (è un leggero lassativo) o per usi di laboratorio. Autore 7 APRILE 2004 UNIVERSO SICILIA Bankitalia: cresce il reddito familiare, ma operai e impiegati stentano I redditi delle famiglie italiane sono cresciuti fra il 2000 e il 2002 dell’1,1% al netto dell’inflazione, toccando quota 27.868 euro. Ma, a fronte di questa media nazionale, per operai e impiegati sbarcare il lunario è sempre più difficile: il loro reddito reale infatti è passato da 26.477 euro del 2000 a 27.505 del 2002 che depurato dell’inflazione si traduce in un calo dell’1,8%. Questo il quadro dipinto dalla Banca d’Italia nell’ultimo supplemento al Bollettino statistico su “I bilanci delle famiglie italiane nel 2002”. Quanto a ricchezza, in media le famiglie italiane dispongono di un patrimonio netto - tra case, aziende, oggetti di valore, strumenti finanziari, al netto di mutui e altri debiti - di 103.000 euro, in crescita del 10,8% rispetto a due anni prima. Ma la polarizzazione è anche in questo caso abbastanza marcata: se infatti più di un quarto delle famiglie (27,6%) può contare su una ricchezza sopra i 200.000 euro, quasi 2 (il 19,5%) su 10 “possiede meno di 10.000 euro”. E si amplia il divario tra chi abita nelle regioni settentrionali rispetto ai cittadini del Mezzogiorno: “mentre nel 1991, scrive Bankitalia, la ricchezza mediana delle famiglie del Nord era superiore di circa il 40% alla corrispondente ricchezza delle famiglie del Sud, nel 2002 il dato diventa circa il doppio”. Anche nell’analisi dei patrimoni le famiglie di operai mostrano l’andamento “più negativo: la loro ricchezza nel 2002 scende infatti ad un livello di circa il 38% della mediana generale”. Tornando al reddito familiare netto annuo, la foto di Bankitalia illustra anche una situazione difficile per i nuclei che dipendono da un pensionato: in questo caso le risorse a disposizione, negli anni considerati, sono rimaste praticamente inchiodate registrando in termini reali un misero +0,7%. Decisamente meglio è andata invece la dinamica per le famiglie dei lavoratori autonomi, il cui reddito è passato dai 36.568 euro del 2000 ai 40.245 del 2002, con un incremento nominale del 10,1% e, depurato dall’inflazione, del 4,4%, ben quattro volte sopra la media nazionale. A.C. Grande onoreficenza per imprenditore italiano in Cina L’imprenditore italiano Elio Matacena ha ricevuto la massima onorificenza del governo cinese nel settore della Cooperazione Scientifica e Tecnologica Internazionale. La cerimonia si è svolta nella Grande Sala del Popolo, prospiciente Piazza Tiananmen, presenti le massime Autorità cinesi del settore della Scienza e della Tecnologia. L’onorificenza è stata consegnata all’ottantenne armatore napoletano, presidente della “La moda in Italia. Il Novecento”. E’ questo il titolo di un agile libretto tascabile presentato nei giorni scorsi alla Farnesina dall’editore Cristina Palombi, dal sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e Presidente della Commissione per la Promozione della cultura italiana all’estero Mario Baccini e dall’autore, Michele Rak. Promosso dal Ministero Affari Esteri e suggerito dalla Fototeca di Roma, il libro si innesta in un quadro più generale di promozione della cultura e della lingua italiana nel mondo - sottolinea Baccini - per promuovere il made in Italy e l’italianità, che sono un valore e non solo un mercato. “E il made in Italy - ha detto ancora il sottosegretario - non è in difficoltà”. Proprio Baccini firma la prefazione del volume, in cui sottolinea come «la moda fa parte del patrimonio culturale e al tempo stesso costituisce un tassello importante del Sistema Italia per i vasti settori produttivi e commerciali ad essa collegati». Non solo. «La comunicazione avviene anche tramite il vestire - dice ancora Baccini - E poi il vestire è stato la nostra politica estera». E se il riferimento più immediato è al dopoguerra e alle seduzioni di moda esercitate sugli americani, altro e importante riferimento più vicino è all’anno appena trascorso, “anno tematico” dedicato alla moda e al design italiano, che ha coinvolto la rete degli Istituti Italiani di Cultura e ha dato vita anche a pubblicazioni particolari. Come questa, inviata proprio agli IIC. «Siamo passati dalla Torre di Babele delle informazioni sulla moda a un libro che, in una sequenza logica, racchiude queste informazioni» ha concluso Baccini. Il ‘900 presentato in schede, immagini, nomi, suddiviso in stagioni e periodi precisi. Migliaia le voci di chi lavora nel settore. «È un libro sul lavoro. E il lavoro di chi firma gli abiti è una punta del lavoro di chi taglia, di chi cuce... i veri promotori della moda italiana, al pari degli stilisti, ovviamente, ha detto l’autore Michele Rak, professore all’Università di Siena ed esperto di linguaggi del mutamento culturale. Lettere e telegrammi da stilisti, dal vicesindaco di Roma Garavaglia e dal presidente della provincia di Roma Gasbarra per questo “piccolo oggetto”, come lo definisce l’editore, da leggere e sfogliare, da consultare sempre. R.C. più stretta fra l’Italia e la Cina. «L’amicizia tra popoli - ha detto nel suo discorso di ringraziamento - genera cultura, civiltà, progresso. Le attività tecnologiche da me avviate nella Repubblica Popolare Cinese promettono affermazioni su scala mondiale». Matacena ha intrecciato sin dal 1966 importanti rapporti con le autorità della Repubblica Popolare Cinese. I progetti da lui presentati sono stati inseriti in due Protocolli di Cooperazione Infortuni domestici Censis, 8000 morti l’anno Ogni anno tra le mura domestiche muoiono 8000 persone. E’ questo un altro dato allarmante che emerge dal rapporto annuale del Censis su “Il valore della sicurezza in Italia”, secondo il quale, però, le maggiori situazioni di rischio o di pericolo di cui gli italiani hanno paura sono gli incidenti stradali (80,7%), seguiti a ruota dall’inquinamento di aria ed acqua (75,8%), dai disastri naturali (74,9%), dalle fughe di gas (68,4%), alla manipolazione degli alimenti (64,8%). Il primo rapporto annuale è frutto di interviste rivolte a 800 italiani tra i 18 ed i 35 anni di età, di cui il 51,6% donne ed il 48,4% uomini. E da tali dati scaturisce, come ha tenuto a Moda In un libro la storia dello stile italiano dal ’900 Caronte & Tourist SpA e della “Ponte di Archimede SpA”, una Società per le nuove tecnologie nei settori infrastrutturale ed eco-energetico, dal ministro della Scienza e della Tecnologia Xu Guanhua. Ottantenne, iperattivo, Matacena, primo italiano a ricevere un’onorificenza del genere dalle autorità cinesi, ha sottolineato l’estrema significatività di tale riconoscimento, quale testimonianza delle immense prospettive di una collaborazione sempre Italia: calano i turisti nelle grandi città La crisi internazionale nel 2003 ha colpito anche il turismo, che ha subito una flessione delle entrate, -21,% sul 2002 (passando dai 28.207 milioni di euro a 27.605). Sull’andamento complessivo ha inciso anche la bilancia commerciale che ha registrato una crescita degli italiani che sono andati all’estero, con uscite che crescono del 2,1% passando dai 18.811 milioni di euro del 2002 ai 18.193 milioni. Il quadro emerge dai dati resi noti a Venezia dalla quinta conferenza su “L’Italia e il turismo internazionale nel 2003” promossa dal Ciset (centro studi sui flussi turistici), dall’Università Ca’ Foscari di Venezia e dall’ufficio Italiano Cambi (Uic). L’Italia ha registrato una contrazione dei viaggiatori in arrivo (2,8%) ed i pernottamenti (-3%). I grandi assenti sono stati i turisti americani e giapponesi. L’area maggiormente interessata dal turismo internazionale in Italia è stata la provincia di Roma (3.540 milioni di euro le entrate che cala però del 4,5% rispetto al 2002). Unica città che ha registrato una crescita è stata Venezia 2.364 milioni di euro di entrate (pari ad +2,7%) a fronte delle flessioni di tutte le altre grandi città(Milano -7,6%, Firenze -18,6%, Verona -1,6%, Trieste -5,9% e Napoli stazionaria). ■ rimarcare Giuseppe De Rita, il presidente del Censis, l’assenza di “una cultura della sicurezza che non è ancora un valore sociale”. Come, tra l’altro, dimostra il fatto che a fronte di 4 milioni di incidenti domestici (“dato sottostimato - secondo il rapporto Censis - c’è un sommerso di un altro buon 20%”) e di 8 mila morti l’anno, la paura di un incidente domestico è messa al terzultimo posto con il 43,3%. Le altre situazioni di rischio o di pericolo sono: il cattivo stato degli edifici (61,2%), l’incidente sul lavoro (57,6%), i comportamenti poco sicuri degli altri (51,3%) e, dopo gli incidenti domestici, i viaggi in aereo (42,9%) ed il black-out (34,9%). Dal 1988 al 2000 gli incidenti tra le mura di casa sono passati da 2.743.000 a 4.380.000 con un aumento del 59,7% e parallelamente le persone infortunate sono cresciute del 65,5% passando da 2.103.000 a 3.480.000. E, nel 2003, su cento italiani infortunatisi tra le mura domestiche, il 22,4% sono uomini ed il 32,8% donne: le casalinghe rappresentano il 33,1%, i pensionati il 28,6%, studenti e disoccupati il 28,9% mentre gli occupati sono il 25,6%. Dove accade un infortunio? E’ la cucina il luogo più frequente seguita poi dal salotto e dal bagno. Scop-Tach Scientifica e Tecnologica conclusi tra i Governi italiano e cinese, nel 2000 e nel 2002. In particolare, i progetti promossi dalla Società presieduta da Matacena riguardano la realizzazione di un tunnel subacqueto, il “Ponte di Archimede”, fissato al fondo del mare o dei laghi con una fitta filiera di tiranti, nonché il sistema di produzione energetica “pulita” ENERMAR, in grado di sfruttare le correnti marine captandone la forza. F.S. Italia: il pesce dolce fa la differenza Sono cresciuti, nel 2003, gli acquisti domestici di prodotti ittici in Italia. La rilevazione è dell’Ismea in base ai risultati dell’Osservatorio Ismea-Nielsen. Complessivamente, sono stati di 410 mila tonnellate i consumi di pesce, con una crescita dell’1 per cento su base annua. La spesa, pari a 3,6 miliardi di euro, è risultata invece superiore del 2,5 per cento ai livelli 2002, per effetto di un aumento medio dei prezzi dell’ 1,4 per cento. Nel dettaglio delle diverse tipologie, aumenta l’acquisto di prodotti freschi e decongelati (+2,2% in volume; +4% in valore) e di conserve (+4% e +10% circa) che rappresentano, nell’ordine, gli aggregati che incidono maggiormente sul dato complessivo. In flessione invece gli acquisti delle famiglie italiane di prodotti ittici congelati e surgelati e di pesce secco, salato e affumicato. Per la categoria del fresco e decongelato, si rileva, in termini quantitativi, una crescita soprattutto per i pesci d’acqua dolce (+11%) e i molluschi (+7%). I pesci di mare, invece, registrano una leggera contrazione (-1,7%), dovuta al calo degli acquisti di orate (-8,4%), merluzzi (-4%) e sogliole (5%). Tra le specie d’acqua dolce più richieste, i dati dell’Osservatorio rivelano un incremento degli acquisti di pesce persico (+31%), trote (+10%), trote salmonate (+7,5%) e salmoni (+7%). Tra i molluschi, invece, aumenta il consumo domestico di vongole (+35%), seppie (+22%) e calamari (+12%). R.S. È l’Associazione capace di assicurare la necessaria assistenza per una: • corretta coltivazione olivicola • buona conoscenza delle tecniche di produzione dell’olio • professionalità per la conservazione dell’olio prodotto Per tutto questo l’ASPO conta una capillare rete di uffici sempre a disposizione dei produttori. AGRIGENTO CALTANISSETTA CATANIA LEONFORTE (EN) TRAPANI Per informazioni rivolgersi all’ASPO 95031 ADRANO - Piazza Mercato 72 - Tel. 095 7692946 - Fax 095 7602814 UNIVERSO SICILIA APRILE 2004 Roma piange Gabriella Ferri E’ morta Gabriella Ferri. La cantante è caduta dal terzo piano di un appartamento di Corchiano in provincia di Viterbo. Portata all’ospedale di Civita Castellana, le sue condizioni sono apparse subito gravissime. Si è deciso pertanto di trasportarla in eliambulanza al San Camillo di Roma dove però è giunta priva di vita. Gabriella Ferri era nata a Roma nel 1942. Da molto tempo soffriva di crisi depressive. Dopo un periodo di grandi successi si era appartata per lunghi anni dal mondo dello spettacolo. Nel 2000 era tornata ad apparire una prima volta in tv dopo otto anni di assenza. Poi nel gennaio scorso aveva preso parte allo show di Enrico Montesano su RaiUno. Gabriella Ferri esordì nel 1963 all’Intra’s Club di Milano e in seguito, nel 1965, al Bagaglino di Roma con un repertorio di stornelli e canzoni popolari romane. Si fece subito notare per la sua prorompente romanità e la presenza scanica. Accanto a lei dal 1968 al 1970 recitò anche Montesano, da poco reduce dal debutto televisivo. Gabriella approdò presto in tv, partecipando a diversi spettacoli: Questa sera Gabriella Ferri (1971), Senza rete (1972), Dove sta Zazà (1973), Il circo delle voci (1974). “Dove sta Zazà”, diretto da Antonello Falqui e mandato in onda dalla Rai nel 1973, fu forse il suo momento di maggior successo. R.S. L’AIDS, meglio il preservativo alla castità Meglio il preservativo che astenersi dal sesso. Questo è il pensiero dei giovani italiani che rispondono con un secco no alla castità e un sì altrettanto netto al “cappuccetto”. Educazione sessuale come materia di insegnamento a scuola con docenti esterni medici: consapevolezza inoltre che l’Aids si contrae attraverso lo scambio di siringhe e rapporti “non protetti”. Questo è il risultato di un’indagine dell’Anlaids fra 2.059 studenti degli ultimi 3 anni delle scuole medie superiori di Roma (ma il campione è rappresentativo di tutta Italia), coordinata dall’immunologo prof. Fernando Aiuti presidente dell’Anlaids: «l’Aids fa ancora paura - ha detto l’esperto - lo dimostrano le drammatiche cifre dell’ultimo rapporto del centro operativo Aids (Coa) dell’Istituto Superiore di Sanità: 1.275 nuovi casi nel 2003 con Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte e Toscana in testa. Non bisogna abbassare la guardia - ha aggiunto Aiuti - perché l’Aids si può vincere, anche con un bonsai». Da venerdì 9 aprile è partita infatti su 2.700 piazze italiane la campagna dell’Anlaids per finanziare le ricerche contro l’Aids, come quella del vaccino “made in Italy” di Barbara Ensolini dell’Istituto Superiore di Sanità, borse di studio, case alloggio e campagne di educazione. L’indagine, per il momento solo romana, ha coinvolto il 54% delle femmine tra i 16 e i 19 anni e il prossimo anno sarà estesa in tutta Italia: emerge che solo 6,27 giovani su 100 sostengono che la castità è l’unico mezzo per difendersi dall’Aids sconfessando così il libretto ai ragazzi del Ministero della sanità e della Pubblica istruzione. Inoltre l’87,23% è favorevole al preservativo nei rapporti sessuali completi e il 37,59% degli intervistati attribuisce infine al test dell’HIV una importanza fondamentale contro la malattia. Il cento per cento dei giovani sa che l’Aids si può prendere con lo scambio di siringhe mentre l’98,64% lo attribuisce al sesso. Ancora una volta i giovani italiani non si lasciano ingabbiare e sfuggono a tutte le pretese di conoscenza dei loro genitori o dei “grandi” in generale. Chi pensava che in Italia si preferisse evitare il sesso magari attendendo la maggiore età o il matrimonio è stato smentito. I giovani italiani non rinunciano ai piaceri del corpo, ma non per questo stanno meno attenti alla loro salute. T.R. Ultrà: alla scoperta del mondo del tifo e delle curve La curva. Gli ultras, la loro mentalità. E poi ancora il calcio moderno, le contestazioni e le “battaglie”, o ancora i cori, gli striscioni e le esultanze. E una ridda di sigle, stemmi e acronimi dietro i quali si identificano ragazzi che della loro passione, il tifo, hanno fatto quasi una professione se non proprio una missione di vita. Che comporta delle scelte precise, l’adesione a un codice tacito e condiviso che determina regole di comportamento e, a volte, anche di pensiero. Con il rischio, dietro l’angolo, della sindrome del branco, con la possibilità, dimostrata, di interrompere un derby per una notizia infondata. Ma anche con la possibilità di esercitare il proprio libero arbitrio e con la voglia di educare nuove leve di ultras, come ci spiega Leo, portavoce del gruppo “Brescia 1911 - Curva Nord” in una lunga chiacchierata attraverso calcio, curve e dintorni. Da quanto tempo frequenti la curva Nord? “Sono in curva da più di un decennio, e in particolare faccio parte del gruppo ‘Brescia 1911’ da un paio d’anni”. Quindi sei una sorta di “capo ultras”? “Assolutamente no, perché in curva non c’è nessun capo. Tutti facciamo tutto, a partire dagli striscioni fino all’organizzazione delle nostre iniziative”. Parliamo della curva: secondo te fra di voi c’è qualcuno che non paga il biglietto? “Assolutamente no. Fra abbonati e paganti tutti cacciano i soldi”. Quindi non avete rapporti “privilegiati” con la società? “No, e non li vogliamo nella maniera più totale. Anzi, in passato, come noto, abbiamo anche rifiutato offerte vantaggiose in questo senso”. Il vostro gruppo si identifica con un’idea politica? “La politica è quanto di più distante c’è dalla curva Nord e dal gruppo Brescia 1911: la nostra bandiera è l’apoliticità. Certo, ognuno ha le sue idee, ma il bello è proprio questo: allo stadio siamo tutti amici nel nome del Brescia e non vogliamo vedere stemmi e simboli che non siano quelli della squadra”. E in curva Nord c’è spazio anche per altri gruppi, oltre al vostro? “Certo, sono i benvenuti. Oltre a noi c’è ad esempio la “Vecchia Guardia”, con la quale collaboriamo attivamente. Siamo tutti nella stessa curva, anche se stiamo dietro due striscioni diversi non fa differenza”. Cos’è successo durante il derby di Roma, il 21 marzo scorso? “Faccio una premessa: gli ultras spesso vengono strumentalizzati e pagano colpe non loro. Ovviamente sono dispiaciuto per quello che è successo, ma non do giudizi perché non ero presente. Una cosa però posso dirla: mi ha colpito che nonostante le smentite delle autorità nessuno abbia creduto che la storia del bambino fosse una bugia. E questo dovrà pur significare qualcosa... La colpa è di chi non ha voluto la cultura del dialogo: il rispetto porta rispetto. Mogli tradite vanno dal Parroco fanno chiudere la casa chiusa “Bocca di Rosa” ad Arezzo. Qui “l’eroina” della canzone di Fabrizio De Andrè aveva assunto le sembianze di giovani ed avvenenti prostitute di varie nazionalità (specie dell’est europeo e del centro America), che erano un richiamo irresistibile per impiegati, professionisti, imprenditori, specie durante le pause-pranzo. La scappatelle hanno però fatto infuriare le rispettive mogli che si sono rivolte prima al parroco e poi, suo tramite, ai Carabinieri. Così, le autorità hanno fatto il loro dovere e hanno chiuso - con l’operazione “Salomè” - tre case d’appuntamento poste nel centro storico. Sei le persone denuncia- Il modo giusto per sostenere ”UNIVERSO SICILIA” Abbonarsi! Conto Corrente Postale N° 14577951 8 te: due aretini di 50 e 60 anni, proprietari delle abitazioni che fungevano da case d’appuntamenti; e quattro donne, colombiane e dominicane, dai 30 ai 45 anni di età, che facevano le cosiddette “maman”. Sono quattordici le prostitute straniere segnalate. Le loro nazioni di provenienza sono Moldavia, Romania, Colombia, Santo Domingo. Tutte giovani e assai avvenenti, erano richiestissime dalla clientela per un giro di affari valutato in diverse migliaia di euro al giorno. Le tariffe variavano dai 60 euro di uno strip-tease privato o di un “massaggio particolare”, ai 200 euro per rapporti completi e poco di più per orge con più ragazze. Le “piccanti scoperte” potrebbero non finire qui: i carabinieri continuano ad indagare nel sospetto che esistano in zona altre “case di piacere”. Solo pochi giorni fa, nell’aretino vi fu una retata di personaggi “vip” per festini a base di sesso e droga. Taità ABBIGLIAMENTO DONNA ~ CORREDO PER UOMO E PER DONNA ESCLUSIVISTA CALEFFI ~ LINEA WALT DISNEY Adrano (CT) • Piazza Barone Guzzardi n. 2/3/4 Tel./Fax 095 7699150 Negli ultimi tempi il mondo degli ultras è diviso da una polemica sull’utilizzo o meno dei coltelli. Ti risulta? “Sinceramente non so come si stiano regolando gli altri: quello che posso dire è che noi combattiamo con tutte le nostre forze contro l’uso delle lame e della violenza gratuita in generale. Dopo la morte di Vincenzo Spagnolo (il tifoso del Genoa accoltellato nel ‘95, ndr) c’è stato un grande incontro fra tutte le più importanti tifoserie, che decisero di bandire le lame dagli stadi perché non si può rischiare la vita per una partita. Noi aderiamo a quel cartello e combattiamo tutti i giorni contro l’uso delle armi in generale, sia anche un bastone. Ai ragazzi che si avvicinano alla curva insegniamo la lealtà e la vera mentalità ultras. Quello che fanno gli altri però non lo so e non mi interessa”. La vostra opinione rispetto alle forze dell’ordine? “Senza generalizzare, anche fra poliziotti e carabinieri ci sono quelli più o meno corretti e quelli più o meno professionali. Il problema è che quelli ‘meno’ non pagano mai i loro errori, anzi li paghiamo noi con provvedimenti anticostituzionali come la diffida: una vera e propria limitazione della libertà personale che, prima che tu venga processato, ti impedisce di andare allo stadio. Noi non ce l’abbiamo a priori con le forze dell’ordine, anche se ci sono reparti della celere addestrati in un modo piuttosto che in un altro...” Tutte le curve si uniscono alla battaglia contro il calcio moderno. Quali sono i suoi mali? “Semplicemente che non si tratta più di sport, ma di business: non è possibile speculare su una passione per colpa della pay-tv. Sia chiaro, la pay-tv va bene: magari uno sta male o solo non ha voglia di andare allo stadio e così può vedere la partita. Ma non esiste che per colpa della televisione uno sia costretto ad andare allo stadio le sere d’inverno quando fa -5 gradi o la domenica all’ora di pranzo, come vogliono fare dall’anno prossimo”. Però le pay-tv portano soldi nelle casse delle società... “Sì certo, e so anche che il Brescia può permettersi di pagare lo stipendio a Baggio grazie ai soldi della tv. Ma io non posso mica saltare il lavoro di lunedì perché gioca Baggio”. A.R. UNIVERSO SICILIA Editore: AIC - INPAL Sede: Via Dante, 130 - 90100 Palermo Direttore culturale: Pasqualino Sangiorgio Direttore responsabile: Vincenzo Castiglione Vice Direttore: Giuseppe Miraglia Hanno collaborato: Anna Costanzo - Saro Franco - Scalisi Pietro Gaetano Piazza Roxas - Carmelo Ambra - Alfredo Torrisi Elisabetta Santoianni - Domenico Azzia - Alfio Scaicca Chiuso in redazione il 23 Aprile 2004 Amministratore: Alfredo Torrisi Questo periodico viene spedito in: Australia, Argentina, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Spagna, Gran Bretagna, Irlanda, Ungheria, Brasile, Stati Uniti, Luxembourg, Venezuela. Stampa: Tipo-Lito Placido Dell’Erba 95033 Biancavilla (CT) - Via Imperia, 15 - Tel. 095.985167 - Fax 095.985414 Segreteria editoriale: 95124 Catania - Piazza S. Maria di Gesù, 3 Tel. 095.311547 - Fax 095.7153840 Abbonamento e sottoscrizioni volontarie di sostegno: Versamento C.C.P. 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