Maggio 2012 A cura dello Spi-Cgil dell’Emilia-Romagna Speciale Reggio Emilia donne & diritti articolo 18 bilancio sociale fratelli cervi amore Argentovivo | pagine. In primo piano I Diritti della Cgil e i rovesci di Monti h Maurizio Fabbri Segretario generale Spi-Cgil Emilia-Romagna La vicenda politica italiana ci costringe, settimana dopo settimana, quasi giorno per giorno, ad avere una straordinaria attenzione a quanto sta accadendo attorno a questo “strano” governo tecnico. Perché la battaglia contro lo stravolgimento dello stato sociale si fa passo dopo passo e sulle cose concrete Il processo che si è sviluppato attorno agli interventi legislativi sulle pensioni e sul mercato del lavoro è stato un gioco complesso, che ha visto momenti di disponibilità alla trattativa da parte dell’esecutivo susseguirsi a irrigidimenti in parte inspiegabili. È per questo che la Cgil ha fatto uno straordinario lavoro quotidiano per non abbassare la guardia e per cercare di guardare alle cose concrete, agli interessi veri dei lavoratori e dei pensionati. Oggi possiamo aggiungere un ulteriore tassello alla nostra analisi, guardando a come si è sviluppata la trattativa sull’articolo 18 e guardando indietro a come si è mosso complessivamente sui temi sociali il governo. Tutto ci indica che da parte del governo Monti (liberale e di destra, anche se appoggiato in nome dell’emergenza finanQuesto numero di Argentovivo è interamente illustrato da fotografie di Giovanni Salvarani, 23 anni, reggiano. Giovanni, che studia sociologia all’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, ci ha spiegato: “Uso il mezzo fotografico come strumento di analisi dell’evoluzione sociale. Preferisco l’analogico (la pellicola), ma utilizzo anche fotocamere digitali. In queste pagine ho voluto documentare diversi aspetti di Reggio Emilia, sia in centro che nella periferia ancora agricola”. I suoi scatti sono visibili su Flickr all’indirizzo: http://flickr.com/ giosalvarani Maggio 2012 ziaria da gran parte del centro-sinistra) è in atto un tentativo di cambiare il sistema complessivo delle tutele universali, facendo leva proprio sulla pesante crisi economica che stiamo attraversando e sull’incapacità di gran parte del sistema politico di dare risposte convincenti e serie. Sul piano del welfare questo vuol dire passare a un modello tutto di tipo anglosassone, basato in pratica sul sistema assicurativo. Una sorta di “fai da te”, in cui le tutele vengono a ridursi in modo drammatico e in cui soprattutto si esce dall’idea di universalità. Le risorse pubbliche vengono così finalizzate alla quantità e non all’universalità del trattamento. Se noi come sindacato non combattiamo questo processo, chi diventerà immediatamente più debole sono i giovani che faranno fatica ad avere una pensione se dovranno costruirsi un proprio sistema di protezione (attraverso, per intenderci, sistemi di welfare aziendale o assicurativi privati), ma anche tanti pensionati. Oggi una gran parte della popolazione è abbastanza garantita da sistemi di protezione pubblica sul piano sanitario e sociale; ma se domani non dovessimo più averli i pensionati, che oggi percepiscono pensioni medie di 1000 euro, saranno trascinati in pochi anni nelle fasce della povertà. Lo scontro in atto è ben più grande di noi, si gioca nell’intera Europa, in Francia e in Germania. In Italia si attacca la sinistra e la Cgil perché forse hanno un disegno sociale ed economico alternativo a questa destra. In questo senso va letta l’accelerazione che c’è stata, quando ancor prima del merito dell’articolo 18 è stata attaccata la concertazione e il ruolo generale del sindacato confederale. È questo il vero attacco alla Costituzione: se non si riconosce che siamo portatori di interessi generali, non ci si deve preoccupare neanche della democrazia e della rappresentanza del sindacato. È evidente che abbiamo di fronte uno scontro politico decisivo che per ora è stato stoppato dal no della Cgil prima e del Pd poi, e soprattutto da una forte condivisione alle nostre proposte che vanno ben oltre la nostra rappresentanza. Si è prodotto un primo importante risultato, il possibile reintegro dei lavoratori nei licenziamenti per ragioni economiche. Un risultato importante che ha unito i sindacati, dimostrando che si può riformare garantendo i diritti ai lavoratori. Si può cambiare quindi, ma l’epilogo lo avremo solo nelle elezioni del 2013. E’ lì che si deciderà se imbocchiamo una strada alternativa a questa destra liberista. È per questo che dobbiamo continuare a tenere molto alta l’attenzione, a seguire giorno per giorno l’evoluzione dell’azione del governo e del parlamento, perché arretramenti sono sempre dietro l’angolo, con nostre proposte e rappresentando i crescenti bisogni sociali. È indispensabile che il sindacato dei pensionati prenda in mano la bandiera della difesa del reddito e della condizione dei pensionati, rilanciando il fondo nazionale per la non autosufficienza, che fa tutt’uno con la battaglia di chi vuole difendere l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e il sistema di welfare universale. È su questa base che va ripresa l’iniziativa dei pensionati. Un’iniziativa che è a difesa delle tutele collettive. Lo faremo con una presenza e una mobilitazione costante sul territorio, possibilmente unitaria, con gli attivi di distretto, con il confronto quotidiano con i partiti, le istituzioni locali, le associazioni. Non siamo certo noi a cercare l’esasperazione sociale, rifiutiamo i movimenti come i cosiddetti “Forconi”. Ma non risparmieremo una singola occasione per opporci allo stravolgimento del patto sociale, all’attacco forsennato ai diritti di tutti. Maggio 2012 Argentovivo | pagine. In primo piano Argentovivo | pagine. In primo piano Articolo 18, dalla parte della legge Luigi Mariucci insegna diritto del lavoro alla Università di Venezia-Ca’ Foscari ed è responsabile sui temi lavoro dell’esecutivo PD dell’Emilia-Romagna. A lui, autore tra l’altro di numerosi articoli sull’Unità sull’articolo 18, abbiamo chiesto di aiutarci a capire perché è così fondamentale la difesa di questa parte dello statuto dei lavoratori “L ’articolo 18 introduce una tutela contro i licenziamenti ingiustificati ed estende ai rapporti di lavoro un principio che è normale in giurisprudenza e cioè che quando un atto è illegittimo quell’atto va abrogato e va ricostituita la situazione di partenza. Nel rapporto di lavoro questo si chiama reintegrazione. La tutela contro i licenziamenti ingiustificati ha naturalmente una funzione di deterrenza nei confronti di ogni possibile abuso nella gestione del rapporto di lavoro e rende più forte il lavoratore in corso di rapporto, proprio al fine di rendere esigibili i suoi diritti in materia di professionalità, salute e sicurezza, retribuzione. Per questo l’articolo 18 costituisce un principio di civiltà giuridica. Quindi è del tutto infondato pensare che questa norma debba essere cambiata per aumentare l’occupazione, perché se bastasse restituire ai datori di lavoro la libertà di licenziamento come si fa per esempio negli Stati Uniti là ci dovrebbe essere il pieno impiego, invece ci sono una ventina di milioni di disoccupati. La campagna contro l’articolo 18 è una campagna strumentale, sbagliata. Su questo punto il governo Monti ha fatto una forzatura incomprensibile visto che si possono introdurre modifiche rendendo più funzionale l’applicazione della norma”. Maggio 2012 Professore, si parla molto in questo periodo di confronti tra modelli diversi, di modello tedesco e di modello anglosassone. L’Italia come si colloca? “Ogni modello ha una sua struttura, noi in Italia dobbiamo decidere se andiamo verso assetti e sistemi di tipo mercatista, fondati sul primato assoluto del mercato rispetto ai diritti, o invece verso sistemi che proprio di fronte alle sfide della globalizzazione mantengono un equilibrio tra le esigenze dell’impresa e la dignità del lavoro. Da questo punto di vista io ritengo che l’ispirazione più giusta sia il sistema tedesco che non a caso è fondato su meccanismi forti di cooperazione e di co-determinazione, cominciando dal fatto che nelle società per azioni i rappresentanti dei lavoratori siedono nei consigli di sorveglianza e il fatto che in tutte le aziende i lavoratori eleggono un consiglio aziendale che ha notevoli poteri di intervento sulle politiche dell’impresa. Poi credo che sia anche utile ispirarsi alla disciplina tedesca in materia di tutela contro i licenziamenti ingiustificati. Naturalmente deve essere un’ispirazione vera. Nel senso che nel sistema tedesco prima di fare un licenziamento il datore di lavoro deve chiedere un parere al consiglio aziendale cioè all’organo di rappresentanza di tutti i lavoratori. E già qui si apre un problema perché in Italia ancora dobbiamo introdurre regole in materia di democrazia della rappresentanza sindacale. In Italia siamo al punto che devono intervenire i giudici per restituire alla Fiom-Cgil il diritto di utilizzare i diritti sindacali sul luogo di lavoro, alla Fiat. Il secondo punto è che in ogni caso per ogni tipo di licenziamento è il giudice che valuta se alla fine disporre un indennizzo o una reintegrazione e questa valutazione viene fatta sentendo sia il lavoratore che il datore di lavoro su un piede di pari dignità. Prevedere invece la liberalizzazione dei licenziamenti economici, come è fin qui la proposta del governo Monti, consente invece un margine molto ampio a forme di abuso e al ricorso ai licenziamenti arbitrari, definiti formalmente come licenziamenti economici”. In primo piano “Su questa cosa della magistratura e dei giudici in Italia bisogna che ci mettiamo d’accordo perché nessuno può impedire al cittadino di ricorrere al giudice per la tutela dei propri diritti e interessi, e lo dice una norma della Costituzione, l’articolo 24. Dopo di che, visti i problemi di tempi della giustizia, in particolare della giustizia del lavoro c’è una legge del 1973 sul processo del lavoro che è largamente disapplicata, dobbiamo intervenire su questo. Non si capisce perché in alcuni distretti giudiziari le cause di lavoro abbiano dei tempi ragionevoli e in altri tempi interminabili. Io penso che in materia di controversia sui licenziamenti si debbano introdurre procedure speciali dirette ad accelerare le controversie. E, ultima istanza, nessuno può togliere il diritto di un lavoratore come di un qualsiasi cittadino di ricorrere al proprio giudice naturale, come dice la Costituzione”. Il dibattito sulla riforma del lavoro ha suscitato molta confusione all’inizio e molta perplessità poi sull’operato del governo. Cosa secondo lei è necessario fare per affrontare la crisi economica e finanziaria? “In Italia le cose più importanti oggi sono due. Garantire meccanismi di sostegno al reddito dei lavoratori che stanno perdendo il lavoro perché il problema in Italia è la mancanza di lavoro, la crescita della disoccupazione. In secondo luogo introdurre meccanismi efficaci di contrasto alla precarietà, perché i giovani e le donne soprattutto cercano lavoro, non lo trovano e quando lo trovano, trovano lavori “cattivi”, precari. Qui la proposta del Governo introduce alcune misure, a mio giudizio insufficienti e inadeguate, e quindi anche questa parte deve essere modificata e in ogni caso deve essere modificata la proposta in materia di articolo 18. Occorre garantire la parità di trattamento per ogni tipo di licenziamento sia esso licenziamento per giustificato motivo soggettivo, cioè per ragioni disciplinari, o per motivi economici”. Maggio 2012 Argentovivo | pagine. Ma in Italia, non è solo questione di regole ma anche di un sistema giudiziario che deve applicarle e che non sembra adeguato. Argentovivo Argentovivo || pagine. pagine. Cgil Emilia-Romagna “Rendersi conto per rendere conto” È lo slogan che ha ispirato la costruzione del primo bilancio sociale della Cgil EmiliaRomagna, un gioco di parole che potrebbe essere tradotto in un concetto semplice: trasparenza h Mayda Guerzoni Il senso dell’operazione bilancio sociale è quello di mettere sotto la lente di ingrandimento la macchina Cgil, le forme e i modi del suo funzionamento, in rapporto alle scelte politiche, alle risorse e ai risultati, per renderla più trasparente sia al proprio interno che fuori. Un impegno assunto alla conferenza di organizzazione del 2008, poi realizzato nel solco indicato dalla Cgil nazionale e con l’assistenza della società di consulenza Re.Fe. di Milano. Nell’insieme sono stati necessari sei-sette mesi di lavoro, svolto da un apposito gruppo di progetto, rappresentativo del dipartimento organizzazione, dell’amministrazione, delle categorie regionali. Il percorso è stato partecipato ma non senza ostacoli, come spiega Pietro Bellucci, segretario organizzativo della Cgil Emilia-Romagna, perché “la rendicontazione sociale non è un fatto tecnico-contabile, da delegare agli uffici amministrativi: è prima di tutto un processo culturale, complesso e faticoso.“ C’è una novità importante, nel bilancio sociale della Cgil Emilia-Romagna, rispetto alle esperienze di altre strutture regionali, ovvero il tentativo di rendicontare non la singola struttura ma la confederalità, con l’analisi integrata dell’intero sistema Cgil della regione. L’obiettivo sarà realizzato in due fasi. Per adesso si indagano la confederazio- Maggio 2012 ne e le categorie regionali, Spi compreso, insieme a Caaf e patronato Inca, con qualche anticipazione dalle camere del lavoro, come i dati sui servizi di tutela individuale, tesseramento, contribuzione sindacale, delegati sui posti di lavoro. La seconda fase comprenderà anche le undici camere del lavoro territoriali. Il tutto con il traguardo del prossimo congresso. Il bilancio sociale – raccolto in una pubblicazione che sarà distribuita al gruppo dirigente e agli interlocutori istituzionali e sociali - è suddiviso in tre grandi sezioni. La prima riguarda l’Identità: storia, valori, missione, soggetti sociali rappresentati, contesto socio economico, mappa del sistema Cgil sul territorio. Nella sezione “Organizzazione e risorse” si illustrano i mezzi umani e finanziari a disposizione, gruppi dirigenti e personale con relative competenze, formazione, trattamento, bilancio economico. Da ultimo si parla di “Obiettivi, attività, risultati” a proposito delle funzioni “istituzionali” della Cgil: contrattazione, politiche del lavoro e di sviluppo; tesseramento e rappresentatività; tutela individuale e servizi; informazione e comunicazione. Sul tema “sensibile” del finanziamento si è compiuta una scelta di grande chiarezza. “Di fronte alle campagne denigratorie scatenate contro la Cgil, accusata – sottolinea Bellucci - di essere assistita dal denaro pubblico, abbiamo dato l’unica risposta vera, spalancando le porte per metterci in piazza senza timori, perché siamo un’organizzazione sana e pulita. Risulta infatti lampante, con tanto di numeri e grafici, che i nostri veri finanziatori in Emilia Romagna sono gli iscritti, attivi e pensionati, che nel 2011 Cgil Emilia-Romagna considera la tutela collettiva e quella individuale come due facce della stessa medaglia, da tenere sempre strettamente legate nelle scelte e nell’iniziativa politica; che rivendica un ruolo forte nella realtà della regione e intende spenderlo nella costruzione delle strategie per superare la crisi. Su questa strada sarà determinante la traduzione pratica del “patto per lo sviluppo” sottoscritto in novembre con la Regione e tutti gli attori sociali ed economici. Il documento ne richiama le linee essenziali ed elenca obiettivi e attività che i dipartimenti e le categorie regionali si propongono per perseguire la crescita e l’occupazione, per combattere le disuguaglianze. La Cgil regionale si è misurata insomma con il proprio modo di lavorare, incontrando difficoltà che non vanno sottovalutate: una certa disomogeneità nella gestione dei bilanci, pratiche operative spesso a compartimenti stagni, banche dati da aggiornare come quella sulla contrattazione. Ma Bellucci elenca con orgoglio gli aspetti nettamente positivi messi in luce: la completa certificazione del tesseramento (809.236 iscritti nel 2011) e dunque della rappresentanza; la capacità storica di radicamento territoriale consolidata negli anni (504 le sedi in regione); un patrimonio di oltre diecimila delegati nei luoghi di lavoro; una mole invidiabile di contrattazione prodotta. “Abbiamo compiuto un grande viaggio dentro il corpo vivo della nostra struttura – commenta il segretario generale regionale Vincenzo Colla – che viene illustrata in modo ordinato e sistemico, semplice e comprensibile, negli aspetti di efficacia ma senza nascondere le debolezze. Sono convinto che il bilancio sociale debba diventare tratto distintivo di una nuova cultura organizzativa, dove la trasparenza costituisce un valore di fondo.” Argentovivo | pagine. hanno contribuito con l’81,6% del totale dei proventi.” Un apporto in crescita di tre punti rispetto al 2009, conseguito attraverso la trattenuta mensile in busta paga o sulla pensione (1% per i lavoratori attivi, tra lo 0,35% e lo 0,50% per i pensionati), autorizzata da una specifica delega. Molto in sintesi, dal bilancio sociale si può tirare qualche somma: la Cgil emiliano-romagnola è un sindacato che Maggio 2012 Argentovivo | pagine. Speciale territori /Reggio Emilia È proprio qui la festa Per lo Spi reggiano festeggiare Liberetà tra Casa Cervi e le piazze della città è più che un traguardo. Vuol dire raccogliere i frutti di anni di relazioni importanti con la società cittadina, di impegno a favore dei più deboli, di un’attività intensa e capillare che ne ha fatto uno dei territori più forti del sindacato pensionati emiliano-romagnolo L a strada che in questo difficile 2012 porta alla festa nazionale di Liberetà arriva dritta a Reggio Emilia, passando però prima da un luogo simbolo della Resistenza e dell’intera storia italiana: il Museo Cervi, anzi casa Cervi dove papà Alcide vide nascere e poi strappare alla vita dai fascisti i suoi sette figli. Un passaggio non retorico né scontato. Ce lo racconta Marzia Dall’Aglio, segretaria dello Spi reggiano, tirando fuori dal suo armadio un libretto prezioso che ha ormai vent’anni: “Non c’era tempo di piangere”, il diario “minimo” di Margherita, una delle donne di casa Cervi (vedova di uno dei fratelli fucilati dai fascisti). A intercalare i ricordi di Margherita le tavole bellissime fatte per l’occasione da Nani Tedeschi e conservate al terzo piano della Camera del Lavoro di Reggio. È da allora che la strada dello Spi di Reggio (e della stessa Marzia, che viene proprio da Gattatico) si incrociano con casa Cervi. La lotta partigiana diventa nel dopoguerra la testimonianza dei valori che hanno fatto nascere la Repubblica, democrazia e lavoro innanzitutto, i due assi portanti della famiglia Cervi e della loro vicenda. È così che l’idea, che è stata di Carla Cantone, di portare la festa di Liberetà nella bassa emiliana si è concretizzata subito, perché il terreno è fertile. Reggio Emilia e la sua provincia sono una realtà complessa, di cooperative e lotte partigiane, di grandi personaggi politici. Una complessità in cui spiccano alcune figure di donne (prima tra tutte Nilde Jotti) e poi sindache e presidenti donne di provincia. La stessa Marzia Dall’Aglio è la prima (e finora unica) segretaria donna di una categoria della Camera del Lavoro, e non a caso una categoria che si chiama Spi. Quello che a maggio porta alla festa di Liberetà è un percorso lungo quindi di cui oggi si vedono i frutti, in una stagione italiana in cui proprio le donne hanno un ruolo forte e trainante. Un valore aggiunto, come si dice, valori rinnovati che le donne posso portare anche in Cgil. Uno Spi che davvero serva di supporto ai problemi della gente, che stia loro vicino a risolvere nella pratica i problemi. Un obiettivo che ha un taglio diverso rispetto al passato e questo caratterizza lo Spi di Reggio Emilia guidato da una donna. Un taglio improntato si potrebbe dire alla concretezza femminile. Le donne portano il loro vissuto in campo politico e sindacale, un vissuto fatto soprattutto di situazioni quotidiane da risolvere, di grande concretezza e anche in qualche modo di maggior semplicità. Che non vuol dire ridurre a nulla o a poco, ma semplificare i problemi per cercare di risolverli. La “cifra” della segretaria è stata sin dal suo discorso programmatico quella della collegialità, unita alla trasparenza. Mai più decisioni calate dall’alto, ma grande partecipazione di tutti e chiarezza della discussione. Lo Spi di Reggio ha una percentuale di rappresentanza degli anziani tra le più alte d’Italia. “Siamo credo uno dei Maggio 2012 Argentovivo | pagine. Speciale territori /Reggio Emilia territori più forti – dice Marzia Dall’Aglio – e ci sono alcuni fattori precisi che l’hanno reso così forte. Anzitutto la scelta dello Spi di essere presente in modo capillare. Siamo il terminale della Cgil in tutti i comuni della provincia, ma non solo: anche nella città siamo presenti con ben otto leghe. L’altro fattore di forza è la qualità del lavoro che viene svolto dal patronato Inca, che è per noi un patrimonio straordinario”. Rispetto agli altri territori, dove il 60% circa degli iscritti è fatto dalle leghe, a Reggio ben l’80% degli iscritti proviene dal patronato. E questo perché Spi e Inca lavorano strettamente insieme (non solo con il contributo di sedi e fondi dello Spi). Un’accoppiata vincente la definisce Marzia. Che guarda anche al difficile futuro dei pensionati. È una “sfida” (in senso positivo) anche nei confronti della Cgil: va bene la politica contrattuale come “cuore pulsante” del sindacato ma i servizi devono diventare più centrali alla politica del sindacato. Un sindacato che fa politica non solo per gli anziani ma per tutte le persone. Memoria, immigrazione e anziani, badanti: lo Spi di Reggio è attivissimo, impegnato a tempo pieno su molti fronti. Quello che però considera il suo fiore all’occhiello è il rapporto con le giovani generazioni, a partire dalla presenza nelle scuole. Per esempio il progetto sulla sicurezza stradale, che non è solo un’iniziativa importante e di successo, ma serve anche a far capire cosa è e cosa fa lo Spi. Il senso è quello però di trasmettere valori ai bambini nelle scuole, valori che vanno dalla Memoria al rapporto sereno tra i bambini e gli uomini in “divisa”, le istituzioni. E poi lo Spi, all’interno della Cgil, è sempre stato in prima linea sui temi del lavoro ai giovani, della precarietà senza mai fare battaglie solo ed esclusivamente per le persone anziane. “Anche nei confronti con i comuni – spiega Marzia - nella contrattazione sociale non parliamo mai solo di questioni che attengono agli anziani. Lo Spi chiede diritti per tutti, dalle scuole per l’infanzia fino alle strutture per gli anziani non autosufficienti”. Diritti di cittadinanza, concetto chiave che parte proprio dal rivendicare politiche per tutte le generazioni. È una scelta molto politica perché è rivolta al benessere dell’intera comunità, al funzionamento di un sistema. Tra l’altro il sindacato pensionati anche a Reggio è l’unica categoria che riesce a sviluppare piattaforme unitarie. Spesso quelle sintonie che Cgil Cisl e Uil non trovano, i sindacati pensionati le realizzano sul terreno del welfare. “Non ci siamo mai divisi – dice Marzia Dall’Aglio – sui temi che attengono al benessere delle persone.” Maggio 2012 Argentovivo | pagine. Speciale territori /Reggio Emilia Un sindacato a tutto campo Sono tanti i temi sui quali lo Spi di Reggio Emilia è impegnato. Dall’informazione su previdenza e fisco, destinata a tutta la cittadinanza, alla richiesta di regolamentazione delle assistenti domiciliari, al forte impegno per la sicurezza stradale, con tante iniziative insieme ai giovanissimi I nformare sui diritti e sulle procedure burocratiche, su temi come le pensioni, gli assegni di cura, l’assistenza sanitaria, è una delle responsabilità prioritarie del sindacato. A Reggio Emilia la segreteria provinciale dello Spi-Cgil ha scelto, ormai da anni, di puntare moltissimo sull’informazione, con la consapevolezza che la corretta informazione non è utile soltanto agli iscritti del sindacato dei pensionati, ma può essere un punto di riferimento anche per la cittadinanza nel suo complesso. Così, a fianco ai metodi tradizionali di comunicazione, come “Reggio informa”, il giornale trimestrale che viene inviato a tutti gli iscritti della provincia, lo Spi ha costruito negli anni una rete informativa solida e variegata, che i cittadini della provincia, e non solo, hanno imparato a conoscere ed apprezzare. In primo luogo, lo Spi ha puntato sulla televisione, attivando una collaborazione con Telereggio, la più importante tv cittadina, che con il passaggio al digitale terrestre è divenuta visibile su tutto il territorio regionale. Il frutto più importante della collaborazione è “Diritti in diretta”, una trasmissione settimanale realizzata dallo Spi insieme al patronato Inca, in cui alcuni esperti rispondono alle domande telefoniche poste in diretta dai telespettatori, su temi come la previdenza e il fisco. La trasmissione, che va in onda tre volte la set- Maggio 2012 timana (comprese le repliche) in fasce orarie diverse, è seguitissima, tanto da essere una di quelle che fa registrare gli ascolti più alti nell’intera programmazione di Telereggio. Oltre a “Diritti in diretta”, lo Spi-Cgil produce anche “Primo piano”, un servizio settimanale di tre minuti che va in onda il giovedì sera in coda al telegiornale, per comunicare agli ascoltatori le iniziative dello Spi. E non c’è solo la televisione: lo Spi organizza incontri e dibattiti dal vivo, sul modello della trasmissione televisiva, e cura un programma anche su una radio locale. Nell’ultimo anno, poi, lo Spi di Reggio Emilia ha rinnovato completamente la sua comunicazione online, inaugurando il suo nuovo sito web, spireggio.it, curato da un esperto di lungo corso politico sindacale come Guglielmo Cusi. Lo Spi di Reggio Emilia è molto impegnato da anni anche sul tema della sicurezza stradale. Insieme agli altri sindacati dei pensionati, alle istituzioni cittadine, alla Polizia stradale e alle associazioni, lo Spi organizza incontri e iniziative, soprattutto nelle scuole, per spiegare ai giovanissimi come ci si comporta in maniera sicura sulle strade. Nell’immediato, l’obiettivo è insegnare ai bambini e ai ragazzi a essere pedoni responsabili: difatti, gran parte degli incidenti mortali sulle strade sono causati da in- Speciale territori /Reggio Emilia domiciliari, le cosiddette badanti: in provincia si stima ce ne siano circa 5 mila, che offrono i loro servizi a 10 mila famiglie. La situazione attuale è piuttosto confusa e a tratti drammatica: le famiglie che hanno bisogno di assistenza non sanno a chi affidarsi, si rivolgono nel migliore dei casi a persone che hanno lavorato in casa di qualche conoscente o vanno in parrocchia a chiedere aiuto. Dall’altra parte, le assistenti, provenienti soprattutto da Ucraina e Moldavia, hanno gravissimi problemi di ambientamento, specialmente per quanto riguarda la lingua, e sono a volte costrette a lavorare in nero, senza alcuna tutela. Nel corso di un importante convegno nel novembre del 2011, lo Spi ha proposto alle istituzioni cittadine di istituire un albo delle assistenti domiciliari, in modo da creare una rete, che comprenda le lavoratrici, le istituzioni, le famiglie e il volontariato. Secondo lo Spi non soltanto ciò servirebbe a far incontrare domanda e offerta di assistenza: sarebbe anche un modo per garantire da un lato le famiglie reggiane, che potrebbero trovare interlocutori affidabili e garantiti, dall’altro la dignità delle lavoratrici, che potrebbero essere più facilmente tutelate e aiutate, ad esempio con corsi di formazione e di lingua italiana. Ovviamente, osserva lo Spi, la precondizione indispensabile è che l’albo delle assistenti domiciliari abbia una guida pubblica: soltanto le istituzioni possono infatti ricoprire questo doppio ruolo di garanzia. Argentovivo | pagine. vestimenti, soprattutto di giovanissimi e anziani, tanto che in Italia si contano ogni anno circa 600 decessi di pedoni. In prospettiva, però, il sindacato e gli altri promotori delle campagne di sensibilizzazione hanno l’ambizione di migliorare la sicurezza complessiva delle strade: del resto, i giovani pedoni di oggi saranno i guidatori di domani. Spiegare in età precoce quali sono le regole fondamentali della guida, a partire dalla prudenza, e anche qualche semplice nozione, come il significato dei cartelli stradali più comuni, può aiutare a far nascere nei ragazzi la curiosità di conoscere le regole della strada, e magari anche l’attitudine a rispettarle. Un altro tema sul quale lo SpiCgil di Reggio Emilia si è speso molto è quello delle assistenti Maggio 2012 Speciale territori /Reggio Emilia Argentovivo | pagine. La città delle donne A dialogo con le responsabili uscente ed entrante del coordinamento donne pensionate, Giuliana Guaitolini e GioVanna Calvi “N ello Spi ci sono tutti i saperi del mondo”. Un’affermazione grande come una montagna, ma fatta con la leggerezza di una piuma. A dirlo sorridendo è una che nello Spi ci crede molto e che però, per fortuna, riesce anche a non prendersi eccessivamente sul serio. Siamo nel mondo delle donne Spi mentre parliamo con Giuliana Guaitolini, che da poco ha lasciato il ruolo di responsabile del coordinamento donne pensionate di Reggio Emilia per passare il testimone a GioVanna Calvi. Un mondo complicato perché le donne oltre a farsi carico di tutti gli impegni degli uomini devono anche affermare il proprio punto di vista, stando però sempre attente a non sembrare troppo “femministe”, a non fare la figura dei “panda” (insomma della specie protetta) come dicono spesso con un sorriso un po’ amaro. “Ci sono sempre problemi più urgenti, ultima la battaglia sull’articolo 18, che rendono difficile affrontare le questioni più strettamente legate al genere”, spiega GioVanna. Il paradosso di una maggioranza (anche nello Spi reggiano le iscritte sono il 54% del totale) che combatte per la parità. Ma non è una questione di numeri e di forma, sia Giuliana che GioVanna ci tengono molto a sottolinearlo. È una questione di valori di cui le donne sono portatrici, valori acquisiti attraverso la concretezza del vissuto quotidiano, attraverso la capacità di stabilire relazioni. Nel lavoro dello Spi di Reggio Emilia le donne le troviamo ovunque ma soprattutto nei servizi. Perché i servizi (stiamo parlando ad esempio della recente campagna per la certificazione dell’esenzione dai ticket sanitari) sono la possibilità di fare qualcosa di immediato, di concreto, di dare le risposte di cui le persone hanno bisogno. Di attuare insomma dei diritti. Non quindi un ruolo “tecnico” come qualcuno pensa, ma un modo decisamente concreto di fare politica. “Le donne – dice Giuliana – si spendono di più se ottengono dei risultati concreti, se possono vedere quello per cui lavorano”. Maggio 2012 Speciale territori /Reggio Emilia per le famiglie, le più penalizzate sono proprio loro. Lo Spi reggiano ha fatto una scelta forte: quella di affidare alla responsabile del coordinamento anche le deleghe relative alle questioni femminili negli altri settori. Una sorta di trasversalità che vuol cercare proprio di riportare tutte le tematiche delle donne all’interno dell’attività generale del sindacato. Certo i coordinamenti donne sono andati molto avanti in questi anni e GioVanna Calvi spiega che intende continuare sulla strada di creare dei gruppi di lavoro in tutti e sei i distretti della provincia (attualmente sono tre compreso il capoluogo ma le relazioni in questo senso sono ben avviate). Questo “mondo delle donne” non è certo privo di problemi e contraddizioni. Prima tra tutte quella che riguarda il rapporto tra pensionate e “attive”, tra le più anziane e le più giovani, queste ultime non strutturate in coordinamenti. Ma anche qui la visione dello Spi cerca di superare le barriere delle generazioni e non si limita ai problemi delle donne meno giovani. Il sindacato pensionati “al femminile” quindi non si occupa solo e in prevalenza di temi come la solitudine, le pensioni, l’assistenza domiciliare, ma piuttosto di dimissioni in bianco, di lavoro di cura, di welfare. Tant’è che tra le recenti iniziative principali ci sono quelle nei confronti dei comuni relative alla legge 194, quindi alla questione dell’aborto e dei consultori. E della violenza e più complessivamente del rispetto delle scelte che le donne compiono. E poi più di una resistenza le donne la trovano ancora da parte dei “maschi” del sindacato. “Vorremmo far capire – dicono quasi all’unisono sia Giuliana che GioVanna – che occupandoci di temi come salute al femminile noi non togliamo ma portiamo qualcosa in più all’intera organizzazione”. Insomma un riconoscimento maggiore come parte integrante del sindacato, non certo come un movimento o una componente più o meno esterna. E l’esempio più immediato è quello di quanto è successo durante l’ultimo, sofferto congresso della Cgil, in cui non solo lo Spi è stata la parte “saggia”, quella che ha cercato in maniera più determinata l’unità, ma ancor più le donne dello Spi (soprattutto a Reggio dove la situazione è diversa dal quadro nazionale) hanno cercato di concentrare la discussione sul merito delle mozioni, delle diverse proposte, senza schierarsi necessariamente da una parte o dall’altra. Di carne al fuoco, come si dice, ce n’è davvero tanta e per il futuro la nuova responsabile del coordinamento donne ha progetti precisi. A cominciare dal recuperare e valorizzare la storia delle persone che entrano nello Spi, quei “saperi del mondo” che nascono dal fatto che il sindacato pensionati è la categoria formata da persone di tutte le categorie. Argentovivo | pagine. A Reggio Emilia, dove il comune nei suoi “stati generali” ha in qualche modo innestato una marcia in più verso la privatizzazione dei servizi e anche verso il welfare aziendale, il tema della contrattazione sociale è particolarmente avvertito. E se lo Spi reggiano intende rafforzare il legame con l’Inca e accentuare il carattere di politica sociale che i servizi rappresentano, allora le donne finiscono per trovarsi proprio al centro di questo snodo. D’altra parte le donne in questo momento difficile della vita italiana protagoniste lo sono davvero, non solo come dirigenti (Cgil e Spi ne sono testimonianza prima) ma anche purtroppo come “vittime” principali dell’emergenza che investe il nostro paese. Dalle pensioni all’articolo 18, ai tagli ai servizi Maggio 2012 Le pagine Auser/Reggio Emilia Argentovivo | pagine. Cercasi amore disperatamente Auser non è solo servizio agli anziani ma anche dialogo e azione tra le generazioni. A Reggio Emilia i giovani incontrano i meno giovani e ne nascono dei progetti (a star bassi) straordinari A Villa Minozzo, un borgo di quattromila anime sull’appenino reggiano, dieci ragazzi (e qui già le parole si fanno deboli perché le “etichette” proprio non funzionano) diciamo diversamente abili, accompagnati da un registramaestro e dai volontari Auser hanno deciso che “abili” lo possono essere come gli altri. E possono arrivare addirittura dove molti avrebbero timore ad andare: sotto le luci del palcoscenico. Vila Mnòc, come si dice lassù, è un po’ isolata e la “banda dei dieci” (ragazzi anche qui un po’ per dire perché le età vanno dai 20 ai 40) grazie all’Auser viene portata nei centri di Castelnovo Monti e Cavola. Tutto parte da una delle attività di base dell’Auser, il trasporto sociale. Tanto importante per i ragazzi di Villa che si arriva anche a comprare un pulmino attrezzato. Da qui si parte ma il traguardo è tutt’altro che Maggio 2012 scontato. L’arrivo infatti è tra le braccia di un regista teatrale, Luca Del Monte, che nella zona della montagna reggiana ha fatto l’operatore di strada e ha incrociato tra le tante anche la strada dell’Auser. Mettere insieme uno spettacolo con dei ragazzi ai quali a volte sono preclusi anche i gesti minimi propri della gente di teatro è un mezzo miracolo. Ci vuole una persona come Luca, che da ognuno sa prendere esattamente quello che il ragazzo sa dare. Le parole le “rubiamo” dall’articolo dedicato a loro dal giornale locale “Tutto Montagna” e firmato da Giuliana Sciaboni. Parole che sono di Barbara Ruffini, volontaria e animatrice del progetto insieme a Paola Coli: “Mi piace pensare che il confine tra abilità e disabilità qui sparisca. Comunicare emozioni è una grande abilità della disabilità”. E visto che l’emozione più grande è l’amore, il gruppo (Fabrizio, Alex, Agnese, Clarice, Grazia, Mauro, Devid, Dino e Davide) decide di cercare proprio l’amore, e anche disperatamente. Nel dicembre scorso lo spettacolo è sbarcato anche nel bellissimo teatro Bismantova di Castelnovo Monti. E per il 2012 i programmi sono ancora più audaci. Rubiamo ancora le parole di una protagonista, Loredana Mercanti, che è volontaria Auser e anche mamma di uno dei protagonisti: “È un’esperienza bellissima che permette a questi giovani di stare insieme di dire ‘ci sono’, di vivere con gli altri. Li aiuta a socializzare e a far valere i ‘loro diritti’. Ma soprattutto permette alle altre persone di rendersi conto che loro esistono e che stanno bene in società”. Abbiamo citato i nome di nove protagonisti. Il decimo infatti era Guido, che nei giorni dello spettacolo era in ospedale e che adesso purtroppo non c’è più. Di lui, dice Barbara, non c’è più “la forza e l’energia con cui ‘strappava’ ogni giorno… spero che diventi ‘guida’ dei nostri passi”. Ma l’Auser reggiano ci sorprende anche con il percorso Le pagine Auser /Reggio Emilia miglie fuggite dalla guerra in Libia… Tutto lavoro per i prossimi numeri di Argentovivo. P. S. Sicuramente non abbiamo citato tutti i nomi dei volontari e tutte le istituzioni che partecipano ai vari progetti e ce ne scusiamo. Ma un po’ è colpa dell’Auser che lavora proprio con tutti, che ha steso una rete sul territorio che seguire nei dettagli non poi così facile. Argentovivo | pagine. opposto, dai giovani agli anziani. A Correggio, all’ospedale, c’è il progetto “Letto a letto”. I ragazzi prendono i libri dalla biblioteca e li portano ai lungo degenti, li scelgono con loro, ne parlano, spesso li leggono. Proprio i libri, quelli di carta, quelli che pensiamo i ragazzini e le ragazzine stiano abbandonando per iPad, smart phones ed e-book. Invece son lì, i libri, a fare da tramite tra le generazioni, pagine spesso ingiallite che vengono sfogliate una ad una. Per i ragazzi è la possibilità di socializzare, di “fare la cosa giusta” e persino di guadagnare crediti formativi a scuola. Per i pazienti dell’ospedale è un raggio di sole, vita e gioventù che raccontano storie e spezzano la monotonia e l’angoscia della degenza. Di progetti così l’Auser reggiano ne ha da raccontare. Sandro Morandi, attuale presidente e in passato a lungo segretario provinciale dello Spi-Cgil, tira fuori con un po’ di nonchalance e un mezzo sorriso sotto i baffi un volantino in cui si annuncia per metà maggio la presentazione di un modello di aereo fatto dai ragazzi dell’università di Modena e Reggio: il mitico transaereo RE 8000 delle Officine Reggiane (scusate se è poco). E poi ci sarebbe da parlare di tutta l’attività di Rubiera (altro che “ronde”… qui si va in giro ad aggiustare la città), delle mille feste, delle nonne che insegnano a ricamare, delle esperienze a favore delle fa- Maggio 2012 LO strumento più utile per conoscere i tuoi diritti ennto oom AArg to meen rggo to m Ar ivoo| | didiritrittiti ArArge ov ntov gent tovivivo | diritti en Arg Argentovivo | diritti Argomento 2012 na | n.33mmararzo zo 2012 a-Romag | n. ll’Emmiliilia de na ag il Cg om i-R Sp l dell’E ra dello n.3 marzo 2012 AAcu cura dello Spi-Cgi dell’Emilia-Romagna | A cura dello Spi-Cgil i::: nnttiti gooom m AAArrg meeen rg ti: ilia-Romagna | n.3 marzo 2012 A cura dello Spi-Cgil dell’Em roghe: ri tori oroog e:e: ror zato pro izza le il orttiz mill mor gh ro e: le amm il ghh lep m ro mil ad am eppr ito ad lm l er m ri ori to zat in za rtiz ito e tiz mo h or er am m ic m ad if ininmme ritoadtiam odifdif mod iche ichein erito mo modifiche ensionam entii m en men ppen na ent io nam alliiali nsio sio ti pe socia m iieeeepe na soc cicial ns so ); is so b 6 e ; 6 s) ); li bi bis o 6 6 ic e e 6 rt li 6 glii i tico (A (Ar ol s); sugl ic bi rt 6 % su e (A 6 20 li za ritenu ta uta (Artico nnu lii nti % sug 20 20% ta20 en glco te arit su rren ririte orre enz % orr za ec dec d a ut a rr d en co ti de a n nz nttiii ve co ro p deco ere con da i ti tr ti en al ven pro e ov i eeal proventicada cont ssssi triripr ressi alalt tere int i in ss , re ri tri te in e an b inte ari,i, ilari ban nccar tiba ep ddep ba titi,, de sisitiiti renti, pooosi en ar cocor milar sit rrrren po co i, zide tito inc ntliga ilaririi sim tr rre lilii sim sisim co al tito ri e ol alt i tit n ni i o zio tr al ila obb ga e li i ni b ol b io tit o az tri ig al bligazioni e . obbl 2) a m 2). ob m ma 2). com comm ,co 29, lo29 29 tico icolo (A(Ar mmaa 2). rtrtic ,,co (A coolloo29 rti (A ni Sioni pen o pe ent pen pAg ni to ento nSSio AAm lpA gm pA en ioioni mm nS gA pe to en l te. gA pA tAn Con l . in te. nte l ininCoCont ntA Ante . in ContAn aborato Hanno coll ratoto bo llabo ococolla rato nnosto ero: num que aHa nn Ha ora lab col er o m nn Ha nu to o:o:ni es er mro: ques aqu nu nzo Lore Rob me nu oto oni i esterta nz aaqu re Lo aLore be li nz Robe Lug rtrtaLo ma ni Nor zoon Ro ren berta Ro i gl Lu a i rm i chin gl Norm Mar Lugli naaLu Mir No i rmirana No archch tag ininilia Bat erto Mirn Rob MMar ini rch aaMa rn agiialia MiMGab tt Ba o nig rt Dio gl la be tta riel Ro Ba rtoBattagliaigi Robeberto on Ro iellaDiDi igi on Gabr ielielallaDionigi brbr GaGa Scaricalo gratuitamente dal sito dello Spi-Cgil Emilia-Romagna www. spier.it Lo Spi-Cgil Emilia-Romagna è in via Marconi 69, 40122 – Bologna. Tel. 051/294799 Editore) Illustrazioni: Mario Carletti (Pizzi Edi)tore) Edizitore tizi(Piz ore) (Piz i Edit Carlet etti rio(Pizz tti MaCarl rio Ma ni:Carle i: io Mar zio zion oni: stra Illu Illustra Illustrazi gomen Ar ;; 12 o 20 nno oo::: SC Fi err an 12 20 ii ppe SC Fi al sc l an fi Co i FiS FiS n l o 12; al zi 20 sc ra ll fi no et ni an d io ni fisca lilii de Co: lirapezironni i; trazzio del ood m el et m dde de ell an;;no 2012; io ni aa ieefisc azper mod ali ost tr mpraz ion ’itra d det st li i zio n del po o mo tra im li ;; i; de d’ e 12 ag ni scsca sta 20 lio po o agglioni d’ei imre ion 12 raz ititiiaan 20 dost det en ddd no an mp dded’i 12; glio ani sca 20 ciia re i no unnc an a en iti dde dd em re h i nu sc he de iacia ncun nom201 aa 2; i an nal dite, denu oon red gi re ee dei al den nal gi em ioon re sch izzi ddi e, sc alle ale, ad on gi re a em ad na sch , zio ale ion addi reg e nal . izio ute add ddu ca . te e ri lllle ca su ri e. ut su sulle ricadute. le ad sulric uoottee rrii ee qqu iA il m iA niii FA e one.. il m eg qu FA e AASSSSe i gn ote Ar ili e en m ri AS pot FA l iliA i d FAm gn i rAziio egn ne di qu ASS nSSiio one pe lldiSe . io ne g ione g A Az nS pe m ne. or di gi Ag ione mAg AzAzi one di penSio di di orior gg mAgi m di