MARTEDÌ 11 MARZO 2014 ANNO 139 - N. 59 821 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 281 Milan, notte decisiva Servono vittoria e due gol A. Bocci e A. Ravelli alle pagine 40 e 41 QUESTIONE FEMMINILE E TEMPI DELLE RIFORME Lo scrittore Veronesi: io, mio figlio e gli striscioni dell’odio Oggi con il Corriere I sogni e gli antieroi di Lucio Dalla L’articolo a pagina 36 Il secondo cd a 9,99 euro più il prezzo del quotidiano Giannelli La lettera Ultimatum del presidente degli industriali al premier Renzi PRIMO IMPATTO CON LA REALTÀ Squinzi: meglio un lavoro in più che pochi euro nelle buste paga di MASSIMO FRANCO 9 771120 498008 40 3 1 1> rispetto ad una situazione grave e complicata. L’esigenza di fare presto rimane la parola d’ordine a caratteri cubitali di Palazzo Chigi. Ma sotto, scritta in un «corpo» più piccolo, ne sta affiorando un’altra. È quella dei «due tempi». Due tempi per la riforma elettorale: quello della Camera e quello del Senato. Due tempi per il piano contro la disoccupazione, che l’anglismo «jobs act» non rende più facile: prima la parte normativa, poi la realizzazione. E doppio registro anche per la riduzione del cuneo fiscale, in attesa di capire bene come saranno trovati e soprattutto distribuiti i fondi. D’altronde, quando il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ammette che le stime sul Prodotto interno lordo dell’Italia sono vicine a quelle della Commissione europea e decide di «tenersi basso», ridimensiona i margini di manovra governativi. Non significa che Renzi possa fare poco: può fare, ma a patto di misurarsi con la realtà. La fretta sta partorendo u n s i s te m a e l e t to r a l e sghembo, soffuso di dubbi di incostituzionalità e ostaggio degli attacchi delle opposizioni in Senato: ora anche di quelle interne alla coalizione. La stessa facilità con la quale è stata stabilita in prospettiva l’abolizione di fatto della «Camera Alta», probabilmente si ritorcerà contro la maggioranza; e la costringerà ad una progressiva marcia indietro. La votazione di ieri sulle «quote rosa» si inserisce in questo inizio di stallo, evocando non solo una sfasatura nei tempi ma anche maggioranze variabili. Cresce il sospetto che il governo del «fare presto» si insabbi in un indefinito «farò presto». Eppure, a volte, la lentezza non è segno di indecisione, bensì di maturità e di realismo. © RIPRODUZIONE RISERVATA ulte agli enti che non onorano i debiti con le imprese: domani provvedimento in Consiglio dei ministri. Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, in una lettera al Corriere, dà l’ultimatum al premier Matteo Renzi e al suo governo: la «questionechiave» per riportare la crescita in Italia è «la riduzione del cuneo pagato dalle aziende». E propone una domanda agli italiani: «Vogliono un lavoro o qualche decina di euro in più in tasca?». A PAGINA 8 A PAGINA 6 I tagli e il rischio Multe agli enti della somma zero che non pagano di DARIO DI VICO di SERGIO RIZZO T M aglio dell’Irpef o taglio dell’Irap? Spinta ai consumi o assunzioni? Il rischio degli effetti a somma zero. A PAGINA 9 Legge elettorale, tanti democratici in segreto votano contro la parità. Vince Berlusconi Il pugno di Putin No alle quote per le donne NOSTALGIE Il Pd si spacca tra accuse e sospetti, protestano le deputate guardi grigiastri tra le novanta deputate che volevano l’Italicum più rosa. La Camera ha bocciato tutti gli emendamenti all’Italicum per la parità di genere. Respinto anche il terzo emendamento che prevedeva la proporzione del 40-60% per i capilista. Lo scrutinio segreto, richiesto dall’opposizione, ha provocato la spaccatura dei democratici. Molte deputate pd hanno lasciato l’Aula per protesta. A PAGINA 3 DA PAGINA 2 A PAGINA 5 Il racconto La sconfitta delle novanta di FABRIZIO RONCONE S Roma Un giorno con il sindaco sotto accusa Marino: mi fanno la guerra perché do fastidio a molti di ALDO CAZZULLO N ANSA / ETTORE FERRARI Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano L’ Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Fondato nel 1876 Sfida Champions a Madrid asse Renzi-Berlusconi ha affossato le «quote rosa»: a dimostrazione che il patto istituzionale tra i due prevale sulle logiche di partito. Il tentativo di mettere in difficoltà il presidente del Consiglio utilizzando in modo pretestuoso questo argomento è fallito. Ma il prezzo della sua vittoria è la rivolta di mezzo Pd: a cominciare dalla componente femminile che ieri, dopo la bocciatura, ha lasciato platealmente l’Aula della Camera. È la conferma che Renzi, al di là delle apparenze, deve fare i conti con sacche persistenti di ostilità nelle proprie file; e che per salvare le «larghe intese» è stato costretto a spaccare il proprio partito. A votare contro la legge voluta dalle donne del Pd sono stati i deputati berlusconiani e del Nuovo centrodestra, ma anche i renziani. Si sapeva che il Cavaliere era contrarissimo, e la sinistra imbarazzata e divisa. L’epilogo riconsegna così un premier vincitore a metà; esposto all’accusa di avere fatto un regalo a Berlusconi; e costretto a giustificarsi con le proprie elettrici. Per questo, l’episodio di ieri sera rischia di prendere una piega insidiosa. Renzi adesso sa che il cosiddetto Italicum, la riforma elettorale concordata con Forza Italia, può diventare un bersaglio del Pd. Per questo è difficile dire se si è trattato di una mossa scaltra o di un autogol. Certamente aumenta la confusione. E le tensioni nella coalizione di governo costringono il premier a prendere atto che l’idea delle riforme-blitz deve cedere il passo ad una visione più graduale e realistica. Bisogna rallegrarsene, dopo l’ubriacatura iniziale sulla «velocità» come primo comandamento del governo; e in parallelo meditare sul rischio di creare aspettative troppo grandi In Italia EURO 1,40 www.corriere.it Deputate con abiti bianchi per protesta ieri in Aula a Montecitorio. Da sinistra: Laura Ravetto, Gabriella Giammanco e, di spalle, Nunzia De Girolamo on sono avvelenate e neppure cattive, le due torte mandate da ignoti al sindaco più criticato d’Italia e quindi del mondo. È il compleanno di Ignazio Marino (anche se in tutto il giorno risponderà a poche telefonate, quasi tutte della madre novantenne). CONTINUA A PAGINA 11 La tragedia di Lecco Così la più grande delle sorelline elogiava la madre su Internet Simona e la mamma amica che l’ha uccisa di GIUSI FASANO «N on trovo spiegazioni», ha detto ai carabinieri il padre delle tre bambine uccise domenica a Lecco. Bashkim Dobrushi è rientrato lunedì mattina dall’Albania. La madre, autrice del triplice infanticidio, si trova ancora in prognosi riservata all’Ospedale Manzoni. Su Internet, la figlia maggiore, la tredicenne Simona, aveva scritto un messaggio: «Mia mamma è la mia migliore amica». ALLE PAGINE 18 E 19 Marelli, Santucci con un commento di Giuseppe Panissidi Studio negli Usa Messaggi sulla Rete Un esame che può predire l’Alzheimer tre anni prima WhatsApp, fuga per la privacy L’alternativa viene dalla Russia di ADRIANA BAZZI di MASSIMO GAGGI A PAGINA 21 A PAGINA 23 Il senatore Pepe Espulsioni, nuovo caso tra i grillini di EMANUELE BUZZI A PAGINA 11 SOVIETICHE DOPO KIEV A CHI TOCCA? di JEAN-MARIE COLOMBANI N on ci sono dubbi sulla natura della dimostrazione di forza avviata da Vladimir Putin in Ucraina: è la minaccia più seria sulla nostra sicurezza dalla caduta del Muro di Berlino. Come ha confidato Angela Merkel a Barack Obama, Putin vive «in un altro mondo». Il mondo che inevitabilmente ogni dittatore si costruisce, sviluppando il più delle volte una visione che sfugge a qualsiasi razionalità, tranne quella che consiste nel giustificare il ricorso all’autoritarismo. Di qui, la costante tematica della Russia minacciata, se non accerchiata, dall’Unione Europea. Contro qualsiasi realtà economica e politica. Il mondo di Vladimir Putin è quello della nostalgia; nostalgia dell’impero sovietico che per l’ex ufficiale del Kgb sostituisce il pensiero strategico. CONTINUA A PAGINA 36 A PAGINA 12 Battistini e Sarcina 2 Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera Primo Piano # Il governo Le riforme Affondata la parità di genere La rivolta delle donne del Pd Democratici spaccati al voto segreto, decine per il no Ma Renzi assicura: nelle nostre liste ci sarà alternanza La vicenda L’accordo Il dialogo Pd-FI e il vertice al Nazareno Dopo la vittoria di Renzi alle primarie parte il dialogo tra il segretario del Pd e il leader di Forza Italia sulla riforma del sistema elettorale, che ha avuto il suo momento centrale lo scorso 18 gennaio: il sindaco di Firenze e il Cavaliere si incontrano per un faccia a faccia nella sede romana del Pd, al Nazareno, e trovano un accordo di massima. Sul testo concordato il segretario democratico cerca la convergenza con altri partiti, a cominciare dagli alleati di governo del Nuovo centrodestra La soluzione La nuova intesa che si applica solo alla Camera Il 4 marzo il Pd del premier Renzi mette a punto una proposta con Forza Italia che trova favorevoli Alfano e il Ncd: la nuova legge si applicherà alla Camera, mentre al Senato varrà il sistema proporzionale uscito dalla sentenza della Corte costituzionale dell’11 gennaio, con l’obiettivo, auspicato dal presidente del Consiglio, di varare nel giro di 12-18 mesi proprio la riforma che abroga l’attuale configurazione di Palazzo Madama. Il Cavaliere in una nota conferma: «L’accordo c’è ma Renzi mi ha deluso» Le divisioni Stop in Aula alle modifiche sull’alternanza A complicare il cammino della nuova legge elettorale, la questione sulla parità di genere, con la richiesta venuta da 90 parlamentari per l’alternanza uomo-donna nella composizione delle liste. Ieri, a scrutinio segreto, i tre emendamenti sulla parità di genere sono stati bocciati. Respinto anche il cosiddetto emendamento «salva Lega», che avrebbe dovuto salvaguardare i partiti con forte radicamento territoriale. Ma il Carroccio ostenta indifferenza: «Noi non l’avevamo chiesto» ROMA — Sulla parità dei sessi in politica, o quantomeno sulla non discriminazione di genere nelle liste elettorali, il Parlamento italiano non crede nelle donne. E come era prevedibile, dopo la richiesta di voto segreto avanzata da Forza Italia, la Camera ha bocciato uno dopo l’altro gli emendamenti trasversali presentati per colorare un po’ di rosa le mini liste bloccate previste dall’Italicum. Il fronte del no — anche alla proposta di riservare almeno il 40% dei posti di capilista a uno dei due sessi — ha cementato l’opposizione dura e pura di Forza Italia e più di 100 «vietcong» del Partito democratico che, a volto coperto, hanno affondato anche i tre emendamenti che portavano come prima firma quella della compagna di partito Roberta Agostini. I tre voti segreti, dunque, sono finiti con la sconfitta del fronte delle donne: 335 a 227, 344 a 214 e 298 a 253. Da solo il Pd, che si era schierato a favore della parità di genere, avrebbe potuto fare meglio con i suoi 293 deputati. Una mano contro le donne, poi, l’hanno data anche i grillini che si sono schierati contro la parità di genere stabilita per legge. Invece il governo, con la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi (Pd), è rimasto neutrale «rimettendosi all’Aula». La legge elettorale, dunque, continua a viaggiare secondo quanto stabilito dall’accordo Renzi-Berlusconi che non prevedeva concessioni alla rappresentanza di genere. Tanto da permettere in teoria, con un trucco contabile, l’assegnazione dei posti da capolista nei 120 collegi tutti allo stesso sesso. Nel Pd di Matteo Renzi è così deflagrata la protesta delle 101 deputate che accusano di «alto tradimento» molti dei 192 colleghi di partito. Le donne del Pd, che han- no aderito alla proposta delle colleghe di Forza Italia di indossare qualcosa di bianco per marcare il punto della parità di genere, hanno abbandonato l’Aula dopo aver incassato tre no consecutivi agli emendamenti Agostini appoggiati pure da alcune donne di Forza Italia (Prestigiacomo, Ravetto, Polverini, Carfagna). Le autoconvocate del Pd hanno chiesto al capogruppo Roberto Speranza una A Montecitorio Ieri la Camera ha respinto a scrutinio segreto i tre emendamenti per la parità di genere nell’Italicum che erano stati promossi dal Pd e accolti da uno schieramento bipartisan. Dopo la terza bocciatura, molte deputate hanno lasciato l’Aula in segno di dissenso riunione straordinaria dei deputati Dem, ma si sono dovute accontentare della rassicurazioni del premier nonché segretario democratico, Matteo Renzi: «Il Pd rispetta il voto del Parlamento sulla parità di genere. Ma rispetta anche l’impegno sancito dalla direzione su proposta del segretario: nelle liste democratiche l’alternanza sarà assicurata». Resta da vedere, però, come verranno ripartiti nel Pd i primi e i secondi posti in lista (gli unici che contano nell’Italicum). Per la presidente della Camera, Laura Boldrini, quella sulla parità di genere è «un’occasione persa»: «Rispetto il voto ma non posso negare la mia profonda amarezza». La seduta riprende oggi alle 10 quando mancano ancora una manciata di scrutini segreti prima del voto finale che, a questo punto, potrebbe slittare a domani. Dopo il colpo inferto dal fronte dei maschi — che cementa l’accordo sull’Italicum siglato da Renzi, Berlusconi e Alfano — la «maggioranza» teme colpi di coda. Mancano all’appello alcuni voti a rischio: tra gli altri quello sulle preferenze (La Russa) e quello sulla norma di salvaguardia che vincola l’entrata in vigore della legge alla riforma del Senato (Lauricella). 1º EMENDAMENTO RESPINTO Prevedeva l’alternanza di genere in lista, vietando che potessero esserci due candidati dello stesso sesso in sequenza CONTRARI 335 FAVOREVOLI 227 2º EMENDAMENTO RESPINTO Prevedeva che nessuno dei due sessi potesse essere rappresentato in misura superiore al 50% per i capilista CONTRARI 344 FAVOREVOLI 214 3º EMENDAMENTO RESPINTO Prevedeva la proporzione del 40-60% per i capilista CONTRARI 298 FAVOREVOLI 253 Foto: Ansa I numeri in Aula 197 Le donne alla Camera I deputati del Pd Tot. 293 110 donne Su Facebook Il post del premier Renzi dopo la bocciatura della parità di genere Emendamento ritirato Nessun accordo tra i partiti Salta la norma «salva Lega» Niente accordo nella commissione Affari costituzionali alla Camera sull’emendamento cosiddetto «salva Lega» che Forza Italia ha quindi deciso di ritirare. La proposta prevedeva che un partito radicato su un territorio specifico potesse ottenere seggi in Parlamento anche senza superare le soglie stabilite a livello nazionale. L’obiettivo era quello di assicurare una rappresentanza parlamentare al Carroccio. Dalla Lega ufficialmente nessun rammarico: ««Non l’abbiamo chiesto noi e non abbiamo bisogno di salvagenti» ha dichiarato il vicepresidente Bragantini. Dino Martirano 183 © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il retroscena L’idea di una riforma che non porti la firma del governo ma venga direttamente dai partiti. Il modello francese Nuovo Senato, il cambio (in corsa) del progetto Abbandonata l’idea dei 108 sindaci Ci saranno governatori e delegati regionali ROMA — Prima o poi i «senatoritacchini» finiranno arrosto, ma saranno loro a scegliere la ricetta più indolore. Il premier si è via via convinto che la riforma di Palazzo Madama vada corretta in profondità. Primo passaggio, cambiare il vocabolario. Non si parlerà più di «abolizione», si useranno termini più soft come «trasformazione» e i senatori saranno raggiunti da messaggi rassicuranti sull’importanza della futura Camera delle autonomie, destinata a diventare «un pilastro della Repubblica federale». La bozza è nelle mani di Graziano Delrio, regista delle politiche di governo. In coordinamento con Maria Elena Boschi e Lorenzo Guerini, il sottosegretario a Palazzo Chigi sta scrivendo un testo che tiene conto del lavoro dei «saggi» di Napolitano. Ma dopo aver consegnato ai partiti il suo «contributo al dibattito» il governo si tirerà fuori, perché il Senato non accetterebbe mai una iniziativa esterna per il suo superamento. La stesura del testo di legge costituzionale sarà lasciata ai gruppi parlamentari, Pd in primis: non a caso Anna Finocchiaro ha fatto avere a Delrio una sua proposta. Renzi ha fiutato l’aria (tesa) che si respira a Palazzo Madama. Tra i suoi ha preso a serpeggiare il timore che una riforma incompresa metterebbe a rischio stabilità e durata dell’esecuti- Camere a confronto vo. I numeri sono ristretti e quei senatori che non ci stanno a sparire dalla storia, si preparano a scatenare i costituzionalisti... «Se salta il Senato si apre una crisi di sistema», avverte Gaetano Quagliariello. E il sottosegretario Luciano Pizzetti la mette così: «La crisi della Repubblica rischia di raggiungere il punto di non ritorno, solo un folle amante del caos può lavorare per far saltare le riforme». Per non prestare il fianco ad agguati e trappole Renzi asseconderà le ri- I Parlamenti all’estero per numero di seggi 0 300 600 900 650 Regno Unito 480 Giappone 1500 320 577 Francia 1200 780 630 Italia 348 242 631 69 Germania 266 350 Spagna 435 Stati Uniti Belgio chieste delle forze politiche, evitando strappi e imposizioni. Sul Senato il premier ha detto di giocarsi tutto, «o si entra nella Terza Repubblica, o sono guai» è il leitmotiv. Il leader del Pd vuole portare a casa la riforma e non si impunta sui dettagli. Per lui i paletti sono due, un Senato a costo zero e una sola Camera che vota la fiducia. L’idea di chiamare sugli scranni 108 sindaci e 31 consiglieri nominati dal Quirinale è tramontata, l’assemblea delle autonomie avrà una composizione mi- 150 71 100 Camera bassa Camera alta sta: tutti i «governatori», alcuni sindaci e un numero di rappresentanti delle Regioni scelti tra i consiglieri, che verrebbero sostituiti dai primi dei non eletti. Accantonato il modello del Bundesrat tedesco si lavora sul Senato in salsa francese, eletto a suffragio indiretto. Il nodo sono le competenze. Cosa faranno, gli ex senatori? Non scalderanno il banco, è l’input che arriva da Palazzo Chigi. E se pure non guadagneranno un euro, avranno un ruolo «alto e nobile». Si occuperanno di legislazione europea in rapporto alla legislazione regionale e locale, avranno funzioni ispettive e di controllo e zero voce in capitolo sui bilanci. La svolta è legata alla riforma del Titolo V e all’abolizione delle Province. Renzi vuole arrivare alle Europee con la rivoluzione del Senato approvata in prima lettura, procedendo in parallelo con la legge elettorale. Ma adesso Palazzo Madama dovrà accelerare sul disegno di legge Delrio che cancella le Province. Sì, perché se non viene licenziato entro la prima settimana di aprile si rischia di fare una «legge beffa» e di tornare al voto per rinnovarle. Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 Primo Piano 3 # In bianco A sinistra la stretta di mano tra Laura Ravetto (FI) e il leghista Buonanno. Nella foto piccola la presidente della Camera Boldrini, sopra un gruppo di deputate, sotto Michela Vittoria Brambilla(FI), a destra nella foto grande Giuseppina Castiello (FI) e poi dall’alto la deputata pd Cristina Bargero con un foulard sulla testa, sotto a sinistra Nunzia De Girolamo (Ncd), a destra Barbara Saltamartini (Ncd), sotto Eleonora Cimbro (Pd) (Ansa, Benvegnù-Guaitoli, De Luca, Eidon, Inside) In Aula L’amara presa d’atto mentre il ministro Boschi, terminato un complicato colloquio con Verdini, spedisce sms Il giorno più lungo delle parlamentari (sconfitte) ROMA — L’epilogo della giornata, nella tribunetta riservata ai cronisti parlamentari, è stato intuibile un’ora prima che gli emendamenti per la «parità di genere» fossero votati. La scena. Colpo d’occhio sull’emiciclo di Montecitorio, dichiarazioni spontanee, brusìo. Il ministro Maria Elena Boschi, dopo un lungo e complicato colloquio con il potente Denis Verdini, l’uomo che per il Cavaliere muove truppe e tiene il pallottoliere, adesso è rilassata e spedisce sms. Il leghista Gianluca Buonanno, vestito da domatore di leoni (non è una battuta: indossa una vera divisa con i bottoni dorati), prepara un intervento dei suoi. Alessandro Di Battista (M5S) si agita in piedi nella solita speranza di suscitare l’interesse dei fotografi. I quali, però, stavolta, hanno altro nel mirino. La maggior parte delle novanta deputate appartenenti a Forza Italia e Pd, a Sel, Scelta civica e Ncd, che giovedì firmarono l’appello per modificare l’Italicum e renderlo più equamente rosa, tengono sguardi grigiastri e a volte immobili, l’immagine plastica dello sconforto, niente a che vedere con l’abbacinante ingresso del mattino, tutte qui a sfoggiare un indumento di colore bianco, così come Il fronte aveva suggerito — incitando alla provocazione pacifica — la La delusione delle forzista Laura Ravetto (lei, in novanta deputate camicia candida). entrate baldanzose al Rosy Bindi e Anna Miotto mattino vestite di bianco hanno scelto un foulard. Gabriella Giammanco un maglione dolcevita. Alessandra Moretti un vestitino corto al giGiacca da domatore nocchio. Nunzia De Girolamo, pure lei in camicia e con una E il leghista Buonanno si presenta indossando specie di papillon stretto al collo. una giacca Ridevano e scherzavano, si da domatore di leoni chiamavano per darsi coraggio e adesso invece eccole lì, mogie e rassegnate. Quel demonio di Luca D’Alessandro — ex responsabile della comunicazione del Pdl, gran tifoso laziale, molto vicino a Verdini — s’è infatti messo a raccogliere le firme necessarie per chiedere che il voto avvenga con scrutinio segreto. Nell’anonimato. E nel buio dell’anonimato è chiaro a tutti che gli emendamenti verranno, con tutta probabilità, bocciati. Stefania Prestigiacomo, poco fa, alla buvette, l’aveva messa giù quasi definitiva: «I maschietti di tutti i partiti vogliono conservare la poltrona. A scrutinio segreto, ancora una volta, saremmo spacciate. E mi sa che se perdiamo, i guai peggiori saranno però per il Pd» (vedremo che sarà profetica). Ora la Prestigiacomo si alza. Prende la parola. E parte tosta, l’accento siciliano con effetto leggermente melodrammatico per dire che le dispiace ma il suo partito, Forza Italia, dopo anni e anni, è ancora impantanato in certi atteggiamenti retrogradi e non lascia neppure libertà di coscienza per il voto. Punto. Basta. Nient’altro da aggiungere. Poi piega il microfono, facendolo sbattere. E lancia un’occhiata di fuoco, che è un miscuglio di rancore e di disprezzo. A chi è indirizzata l’occhiataccia? A Renato Brunetta, il suo capogruppo, che siede due file più in basso, sulla destra. Brunetta nemmeno si volta; si limita a mettersi con quella smorfia che non sai mai se è un ghigno di perfidia o un sorriso pieno di ironia. Comunque resta così, con questa smorfia, per qualche minuto, finché la presidente Laura Boldrini non gli concede di parlare. Prestigiacomo e lo scrutinio segreto: anche stavolta i maschietti vogliono conservare la poltrona Il succo del suo breve intervento è più o meno questo: il mio partito, esattamente come il Pd, ha concesso libertà di voto a tutti i suoi deputati e quindi, davvero, non si capisce la ragione, la necessità di certe polemiche (alla fine del discorso è lui a voltarsi verso la Prestigiacomo e la trova con gli occhi di fuori che urla cose incomprensibili qui dalla tribunetta, ma che se pure lo fossero, con tutta probabilità, sarebbero irriferibili). Al voto si arriva così. Con questa atmosfera. Tra dolenti discorsi (tipo quello di Rosy Bindi) e allegre chiacchierate al cellulare: la Santanché se la spassa con qualcuno, lei da sempre netta nel condannare il documento delle sue novanta colleghe e, però, come la Prestigiacomo, pure lei già un po’ avanti nell’analisi politica. «Su questa storia degli emendamenti, l’unico che rischia di farsi male è il Pd, vale a dire Renzi». Intanto si fanno calcoli, proiezioni di voto. Gira voce che i grillini potrebbero riservare qualche sorpresa, Renata Polverini annuncia che lei non cambia idea e voterà certamente a favore dei tre emendamenti, Laura Ravetto e Gabriella Giammanco cominciano a pensare di averla fatta grossa e cercano lo sguardo benevolo di Brunetta: il quale, naturalmente, non le degna e, anzi, continua ostentataSguardi con Brunetta mente a fissare il vuoto. Comunque ormai ci siamo. L’occhiata di fuoco della La presidente Laura Boldrini Prestigiacomo rivolta (con sciarpa bianca) avvia le al capogruppo Brunetta operazioni di voto. Succede tutto con una certa che neppure si volta rapidità. Primo emendamento respinto con 335 no e 227 sì. Secondo emendamento re- La previsione spinto con 344 no e 214 sì. Santanchè: su questa Terzo emendamento respin- storia degli to con 298 no e 253 sì. È chiaro che Pd e Fi si sono emendamenti l’unico che spaccati: ma non ci vogliono rischia di farsi male è il Pd analisi troppo sofisticate per capire che il vero pasticcio è tra i democratici. I quali, se avessero sostenuto in modo compatto gli emendamenti, avrebbero potuto contare sui 293 voti dei deputati che compongono il gruppo; senza considerare che le proposte di modifica sono state certamente votate anche dai 36 deputati di Sel, da molte parlamentari del centrodestra e degli altri gruppi. Si sentono grida provenire dai banchi dei democratici. Gianni Cuperlo si alza e osserva scuotendo la testa. La Moretti gesticola, stringe i pugni. Maria Chiara Carrozza, ex ministro dell’Istruzione nel governo Letta, apre l’Ipad e subito spedisce un tweet: «Vorrei sapere come hanno votato i colleghi del gruppo Pd su questi emendamenti sulla parità di genere...». Un minuto dopo arriva il tweet di Giuditta Pini: «Che lo spirito di Lorena Bobbit accompagni stanotte i colleghi che hanno bocciato l’emendamento #opencamera #paritadigenere». Le deputate del Pd in circolo — ma intanto una inciampa, una molla una manata su una sedia — cercano di trovare una spiegazione, un colpevole. «Contali! Contali quei maledetti voti!» «Ci hanno tradito i nostri compagni!». «Mi fanno schifo!». «Cornuti malefici!». All’improvviso una voce più alta: «Andiamo a riunirci tutte nell’aula Berlinguer!». Molti deputati democratici abbandonano i banchi a passo veloce, a capo chino, muti. Roberto Giachetti fa per avvicinarsi al gruppo delle colleghe che sta ancora lì, raccolto, ma capisce che non è aria. I lavori dell’Aula vengono sospesi. Fabrizio Roncone © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 Primo Piano 5 Il governo Il premier Il leader pd respinge gli attacchi della minoranza Renzi: la riforma passerà anche al Senato. E si prepara al nuovo fronte dell’economia L’agenda Vertice con i ministri per le misure da varare Il Consiglio dei ministri fissato per domani è cruciale per il governo Renzi. È lì che il premier presenterà le riforme che vuole portare a definitiva approvazione entro tre mesi: dallo sgravio fiscale per i redditi più bassi al taglio del cuneo fiscale, dai fondi per l’edilizia scolastica al piano casa e alle misure del Jobs act sul mercato del lavoro Edilizia scolastica per la ripresa Renzi ha dedicato grande enfasi al promesso piano di ristrutturazione degli edifici scolastici che arriverà al Consiglio dei ministro: 2 miliardi e mezzo già trovati, 4 raggiungibili e 10 in tre anni sono le cifre elencate dal premier per mettere a norma le scuole. Un modo, ha detto Renzi, «per iniettare nel sistema nuove risorse che torneranno in modo virtuoso nell’economia» ROMA — Sono giorni decisivi, questi, per Matteo Renzi. Sul fronte della riforma elettorale e su quello del Consiglio dei ministri di domani. Le prime 24 ore sono state superate (anche se la Camera licenzierà il nuovo sistema solo oggi o, forse, addirittura domani), nonostante le insidie dei bersaniani che hanno tentato di incastrare il premier e di metterlo all’angolo con la scusa delle «quote rosa». Prima volevano coinvolgerlo in un’assemblea del gruppo, perché prendesse posizione, rompendo il patto sottoscritto al Nazareno con Silvio Berlusconi. Patto che, naturalmente, non può essere infranto, visti i numeri risicati del Senato. Poi, platealmente, nell’aula di Montecitorio Alfredo D’Attorre, Guglielmo Epifani e Nico Stumpo hanno chiesto ai grillini di collaborare con loro per cambiare la legge elettorale e, di conseguenza, anche la maggioranza che la sostiene. Un altro tentativo andato a vuoto, che però la dice lunga sugli umori di una parte della minoranza del Partito democratico nei confronti del presidente del Consiglio. I bersaniani, e non solo loro (si veda Rosy Bindi che da giorni chiede «una gestione collegiale» del Pd) approfittano di ogni si- tuazione per tentare di riappropriassi della «ditta». Già sono molti nei gruppi parlamentari, ora vorrebbero allargarsi anche nel partito per condizionare le mosse del premier che in realtà non dà loro molta retta, anche perché ha stretto buoni rapporti con i «Giovani turchi» e siglato una sorta di pace armata con massimo D’Alema di cui presenterà il nuovo libro martedì prossimo. E comunque, secondo Renzi, «quello che conta è il risultato. E il risultato è che la riforma verrà approvata alla Camera e poi anche al Senato, anche se ci sarà qualche ri- La presentazione Il rottamatore e il libro di D’Alema Il premier Matteo Renzi, il prossimo 18 marzo, presenterà il nuovo libro di Massimo D’Alema Non solo Euro al Tempio di Adriano a Roma. Sarà l’occasione per un faccia a faccia tra i due esponenti pd che spesso hanno polemizzato tra loro. © RIPRODUZIONE RISERVATA tardo». Su questo non ha dubbi nemmeno il lettiano Francesco Boccia, che pure non la voterà: «A Palazzo Madama, dove non c’è nemmeno il voto segreto, il patto è blindato». Anche se ieri sera la bersaniana Roberta Agostini minacciava: «Potrebbero esserci dei contraccolpi». Ma in questa giornata convulsa dell’Italicum il premier ha dovuto affrontare anche una discussione a dir poco animata con il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta, che gli chiedeva di pronunciare un no «chiaro ed esplicito alla parità di genere». L’inquilino di Palazzo Chigi si è guardato bene dall’accontentare il presidente dei deputati di FI. Anzi. La sua replica è stata secca e ultimativa: «È il Parlamento che deve decidere liberamente e autonomamente». Dunque, non è passata la linea invocata da Brunetta e il governo si è rimesso all’Aula, senza esprimere parere contrario come avrebbe invece voluto il capogruppo di Forza Italia. Ma c’è l’altro fronte, delicato anche questo. Il premier, che ha passato l’intera giornata chiuso a Palazzo Chigi, benché senza i vestiti d’ordinanza (indossava un golfino rosso e un paio di jeans) si è buttato a capofitto sui dossier della conferenza stampa di mercoledì. Quindi, insieme a Del Rio, e in contatto telefonico con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che era all’Ecofin, ha studiato fin nei minimi dettagli le coperture per i provvedimenti che verranno varati dal Consiglio dei ministri. Ci saranno coperture in parte a regime e in parte una tantum, che saranno poi sostituite, il prossimo anno, da coperture che arriveranno da risparmi di spesa fissi. «Non si può sforare e non serve — è la convinzione di Renzi — ci saranno coperture congrue e corrette». Ma il presidente del Consiglio sa che su questo fronte è imminente una nuova battaglia: quella con la Cgil di Susanna Camusso, che promette di mobilitare la sua organizzazione contro l’esecutivo. «Penso che sia la prima volta nella storia — ironizzava ieri Renzi con i suoi — che si minaccia uno sciopero contro un governo che vuole mettere direttamente i soldi in busta paga dei lavorator i » . Q u i n d i a g g i u n ge va : « C ’ è un’emergenza e sarebbe interesse di tutti superarla e cercare di agganciare la ripresa, e invece c’è chi preferisce difendere interessi corporativi...». Maria Teresa Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA Dialogo L’onorevole di FI Daniela Santanchè, 52 anni, ieri mentre parla con il ministro del Pd (Riforme e Rapporti con il Parlamento) Maria Elena Boschi, 33 anni (Olympia) Gli incontri internazionali Dopo la prima visita di Stato in Tunisia, per il premier Renzi l’agenda internazionale è fitta. Sabato 15 marzo incontrerà a Parigi il presidente francese Francois Hollande e due giorni dopo avrà un vertice con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Un altro appuntamento importante sarà il Consiglio europeo: è fissato per i prossimi 20 e 21 marzo a Bruxelles Brunetta mostra tramonti Il forzista Renato Brunetta mostra le foto di un tramonto ai colleghi Mariastella Gelmini e Gregorio Fontana mentre in Aula si discute la legge elettorale (Benvegnù-Guaitoli) Il centrodestra La pasionaria Ravetto a Fitto: «Ringraziateci, abbiamo combattuto a viso aperto» Berlusconi e i due pericoli scampati: la legge elettorale è salva e Forza Italia ha retto ROMA — Portare a casa l’accordo, a tutti i costi. Perché oggi per Silvio Berlusconi il patto siglato con Matteo Renzi su legge elettorale e riforme è una sorta di assicurazione sulla vita in vista delle prossime scadenze (a partire dalla definizione della sua pena che arriverà il 10 aprile alle Europee), alle quali non vuole arrivare in una posizione di debolezza e fuori dai giochi politici. Poi, una volta stabilito il suo cammino giudiziario, si capirà quale linea vorrà prendere il Cavaliere. Ma oggi bisogna rimanere fedeli alle intese. Per questo, pur non avendo una posizione pregiudizialmente contraria alla parità di genere («Fosse per me, potremmo candidare tutte donne...» ha scherzato con i tanti e le tante che lo hanno chiamato in queste ore), Berlusconi si è fidato di chi gli ha spiegato che, in caso di sì alle quote rosa, il suo partito si sarebbe drammaticamente spaccato, e l’accordo sarebbe certamente andato in fumo. Era chiaro infatti che se fossero passati gli emendamenti per la parità di genere, con l’obbligo di candidare e probabilmente eleggere il 50% di donne (o anche solo il 40% dei capilista), la rivolta degli uomini, dei gruppi dirigenti non solo forzisti sarebbe stata eclatante. E si sarebbe rovesciata sui voti immediatamente successivi. Così, la battuta di una delle pasionarie azzurre delle quote, Laura Ravetto, a Raffaele Fitto ha un gran fondo di verità: «Dovreste ringraziarci per aver fatto la nostra battaglia a viso aperto: se ci fosse stato un incidente avrebbero dato la colpa a noi di FI per aver fatto fallire l’intesa, invece così è evidente che i problemi potranno arrivare dal Pd e invece non arriveranno dai grillini, che avrebbero potuto far saltare tutto ma non lo hanno fatto perché l’Italicum a loro va benissimo...». Non si dispera nemmeno Stefania Prestigiacomo, che alla Camera ha parlato rappresentando le ragioni del gruppo di donne e sparuti uomini pro parità: dopo aver criticato il suo partito per i «passi indietro» rispetto al passato, adesso allarga le braccia: «Era una battaglia che dovevamo fare, ma con il voto segreto non avevamo speranze di vincerla. Vedremo se al Senato cambierà qualcosa, ma noi sentiamo di aver fatto quello che dovevamo». Certo, il fatto che né Renzi né Il rischio Il Cavaliere si è fidato di chi gli spiegava che con il sì alla parità di genere sarebbe andata in fumo l’intesa sull’Italicum Il confronto All’ex premier la divisione interna non è dispiaciuta: è la prova che nel partito si può discutere e schierarsi Berlusconi abbiano voluto esporsi sul tema prima del voto ha pesato, ma l’ex ministro non se la prende con loro: «Si è cercata una mediazione, ma evidentemente entrambi sapevano che se si fossero schierati avrebbero rischiato di spaccare i rispettivi partiti... È andata così, la sconfitta deriva dalla spaccatura nel Pd, ma non credo che la nostra sia stata una battaglia inutile». Sicuramente, è stata «una battaglia illiberale e di retroguardia» quella combattuta dalle colleghe, secondo Daniele Capezzone, uno degli uomini che più nettamente ha pronunciato il suo no secco, assieme a Brunetta e a Gasparri. Ma c’è da scommetterci che a Berlusconi la divisione tra i suoi, conciliata alla fine nel voto segreto che ha mantenuto fermo l’accordo, non sia dispiaciuta affatto: mostrare un partito in cui albergano tutte le posizioni, in cui «si può discutere e schierarsi» su questi temi aiuta a coprire le varie aree dell’elettorato variegato di Forza Italia. Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA Gelmini «Bene così La parità non si misura in quote» ROMA — «Ha prevalso il buon senso». Mariastella Gelmini, vicecapogruppo vicario di Forza Italia alla Camera, è da sempre contraria alle quote rosa. Perché? «Non so come faccia una società liberale a ridurre tutto a un problema di quote. La parità è fondamentale ma non si introduce così». Poteva essere un aiuto. «La parità va coltivata nella coscienza civile del Paese. È una battaglia culturale, che si combatte soprattutto fuori dal Parlamento, tra le donne che lavorano». E come? «La vera quota non è quella rosa, ma quella finanziaria. Bisogna introdurre un welfare per l’infanzia, per gli asili nido. La conquista deve riguardare il tempo delle donne». Le quote erano un inizio. «No, rischiavano invece di offendere il genere che volevano tutelare. Perché erano un’implicita affermazione di incapacità. Germania, Danimarca e Norvegia non hanno quote. Averle sarebbe stato ammettere la nostra arretratezza». Ammettiamola: c’è. Non siamo la Norvegia. «Bisogna avere fiducia nella capacità delle donne di auto affermarsi. È un movimento inarrestabile che porterà l’affermazione delle donne al vertice». Inarrestabile, forse, ma lungo. Forza Italia si è spaccata: la Prestigiacomo ha votato in dissenso. «C’era libertà di coscienza». La Prestigiacomo ha negato. «Non polemizzo, ci sarà stata un’incomprensione: non siamo il Movimento 5 Stelle». Non si è capito se Berlusconi era a favore o meno. «Berlusconi è da sempre a favore della parità delle donne. Il suo governo è stato il primo a dare grandissimo spazio alle donne». Con molte polemiche su come siano arrivate al potere e sulle loro qualità. «Le polemiche con Berlusconi non mancano mai, ma lui si è sempre battuto perché le donne arrivassero ai vertici». Al di là del merito, c’era una questione politica. «Sì, questi emendamenti erano anche un escamotage, un grimaldello per rimettere in discussione l’accordo elettorale e per far saltare tutto. Nel Pd li hanno strumentalizzati contro Renzi. Non a caso, non c’era una renziana tra le firmatarie dell’appello. E nessuna ministra vestita di bianco. Il Pd è andato in pezzi». Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera Primo Piano Il governo Le parti sociali «Ridurre il cuneo fiscale delle aziende è l’unica strada per creare occupazione» Imprese e governi L’ultimo affondo contro Berlusconi Estate 2011, il mondo delle imprese preme sul governo Berlusconi perché intervenga contro la crisi. Mentre cresce lo spread dei titoli italiani sul Bund tedesco e dopo i tonfi di Piazza Affari, i toni tra l’esecutivo e Confindustria, guidata da Emma Marcegaglia, si fanno sempre più accesi Finché a novembre arriva l’ultimatum: «Il governo agisca o se ne vada». Lo firmano, oltre a Confindustria, Abi, cooperative e Rete imprese Italia. Berlusconi lascia il 12 novembre Squinzi: chiediamo agli italiani se vogliono un lavoro o qualche decina di euro in più Nella lettera al «Corriere della Sera» che qui pubblichiamo, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi interviene nel dibattito sulla riduzione delle tasse che si è aperto nei giorni scorsi, dopo l’annuncio del premier Matteo Renzi di voler intervenire con un taglio da 10 miliardi. Misure che Renzi sta mettendo a punto in vista del Consiglio dei ministri di domani: domenica sera il premier ha annunciato di voler intervenire a favore delle famiglie con «qualche decina di euro in più in busta paga» a chi ne guadagna fino a 1.500 al mese. Secondo il leader degli industriali, la misura ideale sarebbe invece la riduzione del cuneo fiscale pagato dalle aziende. Per un miglioramento della competitività delle imprese e per aiutare l’occupazione. ❜❜ C di GIORGIO SQUINZI aro direttore, molti vorrebbero farci credere che siamo fuori dalla crisi. Personalmente sono abituato a dire le cose che penso e a farlo in modo diretto. È vero, i numeri sembrano migliori di qualche trimestre fa, ma di crescita vera e propria non possiamo ancora parlare. La ripresa, se viaggerà a questi ritmi, sarà purtroppo lentissima. Per crescere sul serio e stabilmente nel tempo dobbiamo fare poche cose ed efficaci. Cresceremo se il costo delle nostre imprese sarà confrontabile con quello dei nostri diretti concorrenti. Non entro sulle tante voci che paghiamo più degli altri. Mi concentro su una sola questione del dibattito di questi giorni. Da tempo diciamo che occorre intervenire in maniera seria sul cuneo fiscale, perché quello è il fattore che più ci penalizza rispetto alle economie avanzate. Più di 35 punti di svantaggio competitivo rispetto alla Germania sono un abisso che non possiamo pensare di colmare facendo leva sempre sulla nostra creatività e fantasia. Un miglioramento di competitività di costo si tradurrebbe immediatamente in effetti positivi sia sull’occupazione, sia sulla competitività d’impresa. È strutturale, agisce in profondità. Non si tratta di una misura fatta per gli imprenditori: non siamo iscritti al club Irap o Irpef. Siamo da tempo convinti che la questione chiave è la riduzione del cuneo pagato dalle aziende. Ridurlo vorrebbe dire venire incontro a chi produce e genera valore in Italia, allo sforzo di chi crede nel nostro Paese. La riduzione del costo del lavoro agirebbe in favore degli occupati e di chi un lavoro purtroppo oggi non ce l’ha, ma lo avrebbe se il suo costo gravasse meno sul bilancio delle imprese. Sarebbe interessante chiedere agli italiani se vogliono un lavoro o qualche decina di euro in più in tasca. Sarebbe interessante stimare quante delle crisi industriali che stiamo affrontando sono crisi generate da costi eccessivi. Cresceremo se le regole del fare impresa saranno poche, rigorose e comprensibili. Lo dico da tempo: attenti ad affidarsi solo agli slogan, alle scorciatoie facili da enunciare, quanto difficili, lunghe e costose da praticare. Sul lavoro non cediamo alla tentazione di introdurre nuove forme contrattuali aggiuntive. Rendiamo più chiare, semplici e flessibili quelle esistenti, all’ingresso come all’uscita dell’occupazione. Togliamo i pesi e le complicazioni inutili della riforma Fornero e avremo più lavoro. Se avessimo destinato alla riduzione dei costi impropri del lavoro e dei tanti colli di bottiglia che bloccano le assunzioni, l’energia e il tempo che abbiamo perso in una disputa ideologica anacronistica, pregiudiziale e sterile, la crescita la Gli alti e bassi con Monti e Fornero L’incontro Matteo Renzi e Giorgio Squinzi a un convegno di Confindustria a Firenze il 6 febbraio terremmo già stretta tra le mani. Forse molti giovani sarebbero occupati. Cresceremo se, a fianco della sacrosanta spending review, faremo una regulation review che rimuova le troppe norme che generano costi, tempi, ruoli, poteri inutili. Che alimentano caste e corruzione. L’imprenditore non può passare la maggior parte del suo tempo sul codice civile o con gli avvocati. Il suo mestiere è un altro. Tra le cose fatte da Confindustria c’è una precisa ricognizione di ciò che va eliminato, razionalizzato, ridotto. Un manuale per la semplificazione a disposizione di tutti. Cresceremo se il basilare principio che regola il rapporto tra qualsiasi cliente e fornitore verrà rispettato, in primo luogo dallo Stato: pa- ✒ Il premier ad aprile a Pechino, una sfida per il made in Italy di DARIO DI VICO M atteo Renzi si recherà in visita ufficiale in Cina nella prima metà di aprile. Nei prossimi giorni il neopremier avrà modo di definire sia le date del viaggio sia il calendario degli appuntamenti in terra asiatica. Il governo italiano tiene fede in questo modo all’impegno preso da Enrico Letta e ribadito dall’ex presidente del Consiglio alle autorità cinesi in occasione della trasferta a Sochi. La visita di Renzi cadrà in un momento particolarmente intenso dei rapporti economici tra i due Paesi. L’interesse di Pechino per investimenti diretti in Italia è considerato alto e sono considerati sotto osservazione, tra gli altri, i distretti della meccanica e quattro settori di specializzazione (ambientale, sanitario, agro-industria e urbanizzazione). Un dossier particolarmente caldo è quello degli elettrodomestici grazie all’eventualità che la Indesit alla ricerca di un partner internazionale alla fine possa scegliere il colosso cinese Haier. Il relativo rallentamento della crescita del Pil di Pechino (+7,5%) non dovrebbe nuocere all’export italiano. È vero, infatti, che per effetto della lotta contro la corruzione si venderanno meno prodotti di lusso ma l’aumento dei consumi interni dovrebbe aprire nuove strade al made in Italy. © RIPRODUZIONE RISERVATA (Corbis) gare i propri debiti e pagarli in tempi corretti, come si fa in tutto il resto del mondo. La parola d’ordine è ridare competitività al Paese e alle sue imprese. Mille cose si possono fare e tante sono le ricette proposte. Tutte hanno una loro legittimità. Ma, mi spiace dirlo, non è tempo per perdersi in esperimenti. Sono lussi che non ci possiamo permettere. Abbiamo perso decine di migliaia di imprese, milioni di posti di lavoro, un quarto della produzione industriale. Numeri da brivido. Occorrono poche scelte chiare, decise e dritte all’obiettivo. Il lavoro deve costare come negli altri Paesi, quindi molto meno. Le regole devono essere semplici come quelle della migliore Europa. Bisogna pagare ciò che si acquista. Non è un regalo o un incentivo. È dovuto. Il Paese si è retto in questi durissimi anni sulle spalle di chi è andato a cercarsi per il mondo nuovi mercati. Abbiamo bisogno di una scossa forte che ci dia fiducia per continuare. Alla politica il difficile compito di scegliere. Un cosa però deve essere chiara: senza impresa non c’è crescita, non c’è lavoro, non c’è Italia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il sindacato Il segretario insiste sulla mobilitazione: Irpef o Irap? Al premier piace il calcio, ma il mondo non è fatto di derby Renzi e Landini, due fronti di guerra per Camusso ROMA — Se un leader si misura dalla capacità di decidere anche a costo di scontrarsi con blocchi sociali consolidati, Matteo Renzi domani è atteso alla prova del nove. Mai nessun presidente del Consiglio prima di lui ha sfidato così sia il sindacato sia le associazioni imprenditoriali, con l’intento di scavalcarli, non riconoscendo loro una reale rappresentatività. Qualcosa che va oltre lo scontro fra Bettino Craxi e la Cgil di Luciano Lama sulla scala mobile nel 1984 o la battaglia tra Silvio Berlusconi e il sindacato sulla riforma delle pensioni nel 1994 o la sfida sulla modernizzazione lanciata da Massimo D’Alema alla Cgil di Sergio Cofferati nel 1997 o la guerra tra Berlusconi e Cofferati sull’articolo 18 nel 2002. Tutti scontri dove il presidente del Consiglio, fosse di destra o di sinistra, si impegnava contro un avversario di cui riconosceva la rappresentatività e temeva la forza, al punto da non essere mai sicuro di vincere. L’unico che ci riuscì fu Craxi, ma era il più decisionista di tutti. Ora invece Renzi si è permesso di dire in tv, a proposito delle decisioni che prenderà domani: «Avremo i sindacati contro? Ce ne faremo una ragione», scatenando l’applauso della platea di sinistra della trasmissione Che tempo che fa. Impensabile fino all’altro ieri. Renzi si è impossessato del sentimento diffuso nell’opinione pubblica di diffidenza, quando non ostilità, verso le parti sociali, percepite più come apparati di potere e fonte di privilegi che espressione di chi la mattina va in fabbrica o in ufficio o manda avanti un’azienda. «Ascoltiamo Confindustria, ascoltiamo i sindacati, ma cosa dobbiamo fare lo faremo non pensando alle associazioni di categoria ma alle famiglie e alle imprese». Più chiaro di così... Una rivoluzione. Solo comunicativa per ora. Ma tanto è bastato a frastornare le vittime. Raffaele Bonanni, di prima mattina, ha spedito al presidente del Consiglio, che aveva anche invitato i sindacati a mettere tutte le loro spese online, il link al sito della Cisl dove sono pubblicati i bilanci del sindacato bianco e ha lanciato l’hashtag «Renzi rispetti il sindacato». Ma è da Susanna Camusso, che già il giorno prima aveva minacciato la mobilitazione del sindacato rosso, che è venuta la rispo- Cgil Il segretario Susanna Camusso Le forze in campo Il leader pd e la Fiom dialogano Ma l’apparato di 5,7 milioni di tesserati prova a resistere ai 350 mila metalmeccanici sta più dura. Dopo aver invitato anche lei Renzi a visitare il sito Cgil per i bilanci, il segretario ha ammonito il premier: «Mi è parso disattento al fatto che c’è una parte del Paese che ha pagato un prezzo altissimo nella crisi. Una parte che attende una svolta e sta guardando ai tanti annunci di Renzi e alle coerenze che ci saranno con la politica economica che farà». Meno tasse per i lavoratori vuole Camusso e non sgravi Irap per le imprese. «A Renzi piace il calcio, ma il mondo non è fatto di derby. Il tema è a chi vuoi dare delle risposte», insiste. Non c’è rapporto tra Renzi e Camusso, non c’è mai stato. Renzi salta gli schemi, le liturgie. Riconosce come sindacalista «dal quale imparo qualcosa ogni volta che lo incontro» Maurizio Landini, un leader di estrema sinistra, lontanissimo sui contenuti quindi, ma un rottamatore come lui, che da capo della Fiom, il sindacato dei metalmeccanici, sta terremotando il percorso congressuale della Cgil che, a maggio, rieleggerà con percentuali bulgare Camusso segretario generale. Di questo nessuno dubita nel sindacato rosso. Ma la domanda è un’altra: quanto può durare? Quanto ci metterà Landini, se continuerà a mettere in discussione la «democraticità» della Cgil, a far saltare equilibri di potere consolidati? Landini, come Renzi, è un animale mediatico. Se intercettasse lui la richiesta di un nuovo modo di fare sindacato? E cavalcandola riuscisse a imporre nuovi modi di selezione della classe dirigente, fino alle primarie per scegliere le candidature alla guida dell’organizzazione? Al momento nessuno nel sindacato ci crede perché l’apparato della Cgil, a differenza del Pd, è ancora molto forte per essere abbattuto da un rottamatore che ha la sua roccaforte nella Fiom, appena 350 mila iscritti su quasi 5,7 milioni di tesserati Cgil. Eppure Renzi irride Camusso e parla con Landini. Il buffo è che probabilmente non sa che se c’è un sindacato che tiene il bilancio segreto come fosse quello della Cia, questo è proprio la Fiom. E così i due rottamatori saranno pure diversissimi, ma a questo punto per Camusso sono uguali: due avversari da battere. Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA Nei primi tempi da Confindustria arriva un’apertura di credito — a cominciare dalle speranze sulla riforma del lavoro — al governo tecnico varato da Mario Monti il 16 novembre 2011. Ma i rapporti si fanno sempre più tesi. Nell’estate 2012, Giorgio Squinzi, eletto a capo degli industriali a maggio, dà «voto insufficiente, tra il 5 e il 6» all’esecutivo, «anche se il giudizio è ancora in sospeso». E sulla riforma Fornero: «È una boiata, ma va approvata» Le aperture a Letta poi le critiche Nei giorni dopo il voto, senza una chiara maggioranza, le imprese premono perché si superi lo stallo e si formi un esecutivo. Quando Letta giura, Viale dell’Astronomia commenta: «Governo di qualità». Ma i rapporti col tempo si incrinano. A dicembre Confindustria attacca la legge di Stabilità. A febbraio arriva l’ultimatum: «O si cambia passo o è meglio votare». La replica di Letta: «Ognuno faccia il suo lavoro». I due si incontrano faccia a faccia, ma la tregua non regge Le richieste sul lavoro al nuovo esecutivo A dicembre, quando circolano le prime informazioni sulle misure del Jobs Act, Squinzi mostra apprezzamento per il piano sul lavoro del segretario del Pd: «Va nella direzione giusta». Il 22 febbraio giura il nuovo governo. Pochi giorni dopo, pur preoccupato dalla Tasi («un’altra botta»), il leader degli industriali usa una metafora da Formula 1: «Renzi potenza nel motore ce l’ha, auguriamoci che sia capace di scaricarla per terra». E chiede interventi su cuneo fiscale e lavoro Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 7 8 Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera Primo Piano Il governo Le misure GLI SCAGLIONI DI REDDITO E LE ALIQUOTE IRPEF redditi fino a 15.000* euro aliquota Padoan: all’Ue non chiediamo favori «Meno tasse con riduzioni di spesa» *La «no tax area» vige per le pensioni fino a 7.500 euro e per i redditi da lavoro dipendente fino a 8.000 euro al 23% REDDITO MEDIO PER AREA GEOGRAFICA DI RESIDENZA* NORD- OVEST 22.313 euro (+2,18% rispetto al 2010) NORD- EST 20.666 euro (+2,04% rispetto al 2010) Il ministro dell’Economia: riduzione del cuneo con risparmi permanenti «Priorità alla crescita e all’occupazione. Pil, nel 2014 salirà dello 0,6%» DAL NOSTRO INVIATO I fondi strutturali Bruxelles sblocca 12 miliardi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Mentre alle otto di ieri sera — ultimissimo giorno valido, sull’orlo della procedura di infrazione — giungeva a Bruxelles la lettera con cui il governo italiano cerca di spiegare i ritardamenti dei pagamenti pubblici, arrivava anche una buona notizia a nove zeri. Non sono proprio soldi freschissimi, nuovi, né vengono attribuiti per meriti speciali. Ma per un rimescolamento di quote, di carte. E tuttavia, quei 12,1 miliardi in planata nelle nostre casse fanno pur sempre colpo: nei fondi Ue per la coesione 2007-2013, cofinanziati da Roma e dall’Unione Europea, per un complesso gioco di matematica finanziaria sono state abbassate le aliquote di cofinanziamento e così è stata abbassata anche la parte italiana. Risultato ottenuto da 4 riprogrammazioni concordate fra Roma e Bruxelles nel 2012-2013: appunto 12,1 miliardi, da impiegare anche in breve. A Roma si festeggia, ma a Bruxelles — tanto per cambiare — si diffida. C’è da accordarsi entro il 22 aprile sulla programmazione delle risorse Ue per l’Italia nel 2014-2020 (32,8 miliardi), e voci confuse nei giorni scorsi — dopo l’insediamento del governo Renzi — già parlavano di usarle in parte per la riduzione del cuneo fiscale. O per altre misure congiunturali: insomma per riempire nuovi o vecchi buchi. Rapido l’altolà del commissario Ue alle politiche regionali Johannes Hahn, che nell’ambito della Commissione per l’accordo di partenariato ha scritto una lettera al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio: quei soldi, ha ammonito, devono essere usati per misure strutturali, non congiunturali. Altrettanto rapida la risposta di Delrio: «l’Italia non ha mai chiesto e non chiederà di utilizzare Fondi strutturali per problemi di finanza pubblica o per il cuneo fiscale. Intendiamo entro la scadenza prevista, il 22 aprile, scegliere con decisione le azioni a favore delle imprese, del lavoro e dei servizi innovativi alle persone, perseguendo strategie, progettazioni precise e scadenze certe». Luigi Offeddu [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA BRUXELLES — Il neoministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, nel suo esordio all’Eurogruppo, ha cercato di rassicurare sulla difficile situazione economica dell’Italia, indicando genericamente che darà priorità a l r i l a n c i o della crescita e dell’occupazione. Ai ministri finanziari ha però promesso di non abbandonare i vincoli di bilancio e di riequilibrare i tagli di tasse con riduzioni delle spese. Padoan ha citato l’atteso all e g ge r i m e n to della tassazione e della contribuzione sul costo del lavoro, che prevede «una riduzione del cuneo fiscale coperta in modo permanente da tagli di spesa». All’Ue verrà chiesto tempo per attuare le riforme necessarie al rilancio dell’economia, quando provocano un Il caso «aggravamento momentaneo» della finanza pubblica. Il ministro dell’Economia, che al mattino a Bruxelles ha incontrato il presidente belga del Consiglio Ue Herman Van Rompuy per parlare dell’im- minente semestre di presidenza italiana del’Ue, ha spiegato l’esigenza di flessibilità nelle politiche di bilancio. «Spostiamo l’enfasi sugli obiettivi della crescita e dell’occupazione» ha dichiarato A Bruxelles Il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi e il ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan ieri all’Eurogruppo precisando che le riforme devono «cominciare subito», ma «si ha bisogno di un orizzonte di medio termine» per vedere risultati «tangibili». Ha indicato «due-tre anni». Per Padoan il rapporto con Bruxelles deve diventare collaborativo e meno conflittuale: «Siamo venuti in Europa per fare, non per chiedere favori». Il suo passato negli organismi internazionali (Fmi di Washington e Ocse di Parigi) gli ha fatto subito comprendere i maggiori margini di trattativa provocati dalla riduzione di potere della Commissione europea, che è in scadenza e da aprile vedrà il suo «controllore» dei bilanci nazionali, il finlandese Olli Rehn, in aspettativa per la campagna elettorale delle elezioni europee del maggio prossimo. Padoan ha ridimensionato a «gossip» le polemiche sulla diverse interpretazioni dei recenti richiami della Commissione europea al governo dell’ex premier Enrico Letta e del suo predecessore Fabrizio Saccomanni. «Molte delle direzioni del governo sono in linea con il governo precedente», ha affermato diplomaticamente aggiungendo che sare b b e « u n a s c i o cc h e z z a disperdere l’enorme risultato delle finanze pubbliche accumulato». Rispetto al duo Letta-Saccomanni ha però sotto- SUD 15.701 euro (+1,54% rispetto al 2010) CENTRO 20.682 euro (+1,96% rispetto al 2010) ISOLE 15.933 euro (+0,98% rispetto al 2010) TOTALE NAZIONALE 19.655 euro (+2,10% rispetto al 2010) * Ci sono 1.201 soggetti con regione non indicata. Il reddito medio è comprensivo dei redditi soggetti a tassazione sostitutiva (cedolare secca) Fonte: Ministero delle Finanze lineato che ora «intende accelerare» e ha preso le distanze dalle previsioni di crescita nel 2014 (promettevano un ottimistico 1,1% del Pil in contrasto con lo 0,6% dell’istituzione di Bruxelles). «I numeri che abbiamo sott’occhio sono più vicini a quelli della Commissione — ha dichiarato Padoan —. Il mio atteggiamento è di essere prudente, preferisco tenermi basso». La Commissione europea ha confermato di aver ricevuto dall’Italia la lettera in risposta alla contestazione Ue sui ritardi dei pagamenti ai fornitori della pubblica amministrazione. Padoan ha rinviato i dettagli del problema al Con- siglio dei ministri di domani. Ha anticipato solo la predisposizione di «uno strumento legislativo permanente» in grado di evitare anche un nuovo «accumulo di debiti» in futuro. Poi è rientrato nella riunione notturna con i ministri dell’eurozona, che puntano a superare le divisioni all’Ecofin di oggi e a concludere l’accordo sull’Unione bancaria entro domani: in modo da arrivare all’approvazione nell’ultima sessione dell’Europarlamento in aprile, come chiede da tempo il presidente della Bce Mario Draghi. Ivo Caizzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il provvedimento domani al Consiglio dei ministri: la spinta per la fatturazione elettronica Ultima chiamata, multe per gli enti che non pagano Molti comuni e Regioni non conoscono l’entità dei debiti verso le aziende di SERGIO RIZZO Li chiamano ormai, con terminologia da diserzione militare, i «renitenti». Sono i Comuni che non certificano i loro impegni verso i fornitori, ma anche le Regioni che ancora non si decidono a chiedere allo Stato i soldi per pagare i debiti con le imprese. Come la Sicilia, la quale avrebbe due miliardi pronti da spendere. Perché invece restano nelle casse dell’Erario? Versione del Tesoro: il decreto con cui la scorsa primavera sono stati sbloccati i pagamenti stabilisce che per accedere alle anticipazioni di fondi statali, da restituire in trent’anni, le Regioni debbano assumere l’impegno a tagliare le spese di un importo corrispondente oppure, in alternativa, aumentare le tasse. Due medicine amare, per qualcuno impossibili da ingoiare. E i soldi non si muovono. Prima di lasciare il ministero dell’Economia, Fabrizio Saccomanni aveva spedito alle Regioni «renitenti» una lettera chiedendo loro di darsi una mossa. Ma senza grossi risultati. Così ora si tratta di passare dalle parole ai fatti. Succederà, a meno di sorprese, domani in Consiglio dei ministri. Dove sarà presentato un provvedimento per chiudere la partita dei debiti commerciali dello Stato. Una operazione che il governo di Matteo Renzi considera cruciale su almeno due piani. Il primo è la soluzione di una faccenda che si trascina da troppo tempo con implicazioni gravissime sulle imprese e sull’intera economia. E che si è rivelata più complicata del previso. L’offensiva innescata dal governo di Mario Monti ha squarciato il velo sul disordine contabile di molti enti locali, incapaci perfino di ricostruire la loro reale situazione debitoria. Casi concentrati prevalentemente nel Mezzogiorno, dove grandi città come Napoli mettono in luce enormi difficoltà amministrative. Per non parlare dei Comuni che hanno accumulato debiti fuori bilancio difficili da giustificare, e quindi complicati da certificare senza andare incontro a problemi seri, come procedimenti per danno erariale a carico di sindaci e assessori. Oppure di quello sterminato universo di società controllate dagli enti locali, la cui esposizione con le imprese sfugge persino alle statistiche rendendo così difficilissi- mo delimitare l’esatto perimetro dei debiti pubblici. Il secondo piano è politico. Oltre a essere un fatto di civiltà, pagare in tempi rapidi e senza tentennamenti gli arretrati con i fornitori può essere una contropartita efficace a favore delle imprese: deluse da un taglio del cuneo fiscale che dovrebbe finire tutto o quasi nelle tasche dei lavoratori sotto forma di riduzione delle Arretrati Per il Tesoro le amministrazioni «renitenti» vanno vincolate al pagamento degli arretrati tasse sul reddito. Ecco allora che si profilano sanzioni piuttosto pesanti nei confronti dei “renitenti”. Ecco un intervento sulla contabilità degli enti locali, che si baserà finalmente sulla “cassa”, cioè sui movimenti effettivi di denaro, anziché sulla “competenza”. Ecco un’accelerazione all’utilizzo della fattura elettronica, che dovrebbe rendere d’ora in poi impossibile agli amministratori pubblici di mettere la polvere sotto il tappeto. Ed ecco anche qualche soldo in più rispetto ai 47 miliardi già stanziati. Quanti davvero ne sarebbero necessari per scrivere la parola fine, nessuno (ahimè) lo sa con esattezza. Troppe sono le zone d’ombra che da domani dovranno essere illuminate a giorno. Perché anche su questa vicenda, che si intreccia strettamente con il taglio del cuneo fiscale, il governo Renzi si gioca la faccia. E fatalmente si arriva alla coperta: sempre troppo corta. Un bel rebus, considerando la carne che è stata messa al fuoco e il proposito, ribadito dal nuovo ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, di voler rispettare a tutti i costi il vincolo europeo del 3% nel rapporto fra deficit pubblico e prodotto interno lordo. Tanto più che perfino i più ottimisti sono certi che nonostante l’impegno di Carlo Cottarelli la spending review non potrà impreziosire i 22,8 60 miliardi di euro L’ammontare di crediti arretrati della pubblica amministrazione che sono stati effettivamente pagati fino ad oggi secondo le comunicazioni del ministero dell’Economia. Le ultime rilevazioni informali indicano che la cifra è salita a circa 25 miliardi di euro miliardi di euro L’obiettivo del Tesoro è rimborsare in due anni un totale di 60 miliardi di debiti della pubblica amministrazione verso le imprese. È in arrivo una nuova tranche di 10-15 miliardi con la garanzia dello Stato sulla cessione dei crediti alle banche conti pubblici di effetti speciali già a partire da quest’anno. Non resta dunque che scavare nelle pieghe del bilancio, utilizzando tutti i margini di flessibilità possibili. I soldi per l’edilizia scolastica, per esempio, già a quanto pare sarebbero disponibili: erano soltanto nascosti, nel senso che non erano mai stati utilizzati. Difficoltà progettuali e burocratiche ne hanno ostacolato l’impiego. Quanto al taglio del cuneo fiscale, bisogna vedere quei 10 miliardi necessari come saranno contabilizzati: se tutti o solo in parte a valere sul 2014. E comunque gli esperti del Tesoro confidano di poter contare su risorse per certi versi inaspettate del bilancio. L’obiettivo del deficit per quest’anno, in vista del traguardo ambizioso del pareggio di bilancio, era stato fissato nel 2,5% del Pil: il che significa avere un margine teorico di mezzo punto senza superare il limite invalicabile del 3%. Otto miliardi di euro o giù di lì. Che in un frangente del genere non si buttano certo via. Va da sé che la situazione è delicata. Soprattutto dopo le ultime bacchettate di Olli Rehn, e a poco più di tre mesi dall’assunzione della presidenza di turno dell’Unione Europea, non si può neppure ipotizzare di aprire un nuovo contenzioso con Bruxelles. Ed è qui che in soccorso di Renzi può venire (paradossalmente, dopo le schermaglie della settimana scorsa) il dividendo dell’esecutivo di Enrico Letta. Che in un anno difficilissimo, nonostante la crescita negativa dell’economia di quasi due punti, ha tenuto il disavanzo inchiodato al 3%. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 Primo Piano tra 15.000 e 28.000 euro 41.320 2010 2011 42.280 reddito complessivo medio 2011 19.655 29.010 27.330 in euro 30.000 25.000 20.020 19.810 15.000 16.830 20.020 pensione lavoro autonomo spettanza spettanza reddito da dell'imprenditore dell'imprenditore partecipazione (contabilità (contabilità semplificata) ordinaria) DISTRIBUZIONE PER CLASSI DI REDDITO COMPLESSIVO DEI DIPENDENTI E PENSIONATI Preconsuntivo Gen Gen 2013 2014 22.080 18,82 18,77 17,40 18,45 21,56 12,65 1.253 -12,5% privata 174 50 8,0% pubblica 1.258 3 -15,3% 5.340 oltre 300 mila (EFFETTIVO) DEI BENEFICI di DARIO DI VICO Reddito medio Reddito Lavoro medio Dipendente Complessivo Imposta netta Media COMPOSIZIONE DEL GETTITO PER CATEGORIE DI BILANCIO Gen-Gen 2013 Gen-Gen 2014 Irpef 21.558 Irpef 21.211 14,34 9,42 16,83 da 200 mila a 300 mila da 100 mila a 200 mila da 35 mila a 70 mila da 20 mila a 26 mila da 7.500 a 15 mila da 70 mila a 100 mila da 26 mila a 35 mila da 15 mila a 20 mila fino a 7.500 LA TREGUA FISCALE E IL CALCOLO Var. % 2013-2014 1.432 IRAP 22.731 22.287 Ires Ires 273 111 Classi di reddito complessivo L'analisi IRAP (In milioni di euro) (Importi in in euro) 10.000 lavoro dipendente e assimilati (più rapidamente: 25.420 + 43% della parte eccedente 75.000) al 43% LAVORATORI DIPENDENTI PRINCIPALI GRANDEZZE FISCALI 16.670 16.500 17.480 15.520 14.980 20.000 al 41% (più rapidamente: 17.220 + 41% della parte eccedente 55.000) ✒ VALORI MEDI DEI REDDITI (Al netto dei contribuenti minimi) al 38% oltre i 75.000 euro tra 55.000 e 75.000 euro (più rapidamente: 6.960 + 38% della parte eccedente 28.000) 10,25 7,19 1,63 0,96 0,13 0,09 1,13 0,66 0,09 0,05 2.421 3.174 975 988 Dipendenti 29,58 6.373 6.295 Pensionati Imposte sul patrimonio e sul reddito Tasse e imposte sugli affari Imposte sulla produzione, Lotto e altre consumi e dogane attività di gioco e monopoli CORRIERE DELLA SERA al 27% tra 28.000 e 55.000 euro (più rapidamente: 3.450 + 27% della parte eccedente 15.000) Tasse I tecnici del Tesoro al lavoro. Pronta la revisione degli ammortizzatori sociali Irap e Irpef, l’ipotesi di un taglio a rate Spunta la stretta sulle reversibilità Per la copertura possibili risparmi sulle commesse per i caccia F-35 Le misure Due miliardi per l’edilizia scolastica 1 Il Consiglio dei ministri di domani sbloccherà poco più di due miliardi di euro stanziati negli anni passati ma mai spesi per piani di edilizia scolastica. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha nel frattempo fatto appello ai sindaci affinché segnalino i lavori urgenti da fare nelle scuole del proprio territorio. Debiti verso le imprese, corsia veloce 2 In arrivo anche un pacchetto di misure per potenziare l’operazione di pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione verso le aziende fornitrici. Verranno sbloccati anche i debiti accumulati fino a tutto il 2013 e ci saranno sanzioni per le amministrazioni inadempienti. Irap o Irpef? Taglio bilanciato a tappe 3 È una corsa frenetica per trovare le coperture quella in corso al ministero dell’Economia e continuerà fino a domani. Si profila un taglio del prelievo sul lavoro articolato su più anni per tagliare di una decina di miliardi, non tutti nel 2014, l’Irpef pagata dai lavoratori e l’Irap versata dalle aziende. ROMA — Si gioca a Bruxelles la partita più importante per la riduzione del cuneo fiscale da 10 miliardi promessa dal governo Renzi: quella delle coperture. Ieri il ministro Pier Carlo Padoan, che tornerà a Roma in serata per la riunione decisiva alla vigilia del Consiglio dei ministri, ha ripetuto che il taglio «sarà coperto in modo permanente da tagli di spesa». Tutto ruota intorno alla possibilità (o meno) di utilizzare nella fase transitoria, in cui i risultati via via crescenti della revisione della spesa non saranno ancora a regime, risorse una tantum, come quelle del rientro dei capitali. A ieri sera il confronto sembrava serrato, con Palazzo Chigi sempre deciso a giocarsi tutto subito con un occhio però alle posizioni di Bruxelles, senza escludere dunque un percorso più prudente di riduzione del cuneo fiscale. Percorso che, qualora la linea di utilizzare le entrate una tantum non dovesse passare, potrebbe essere in due tappe: una prima con un taglio da 2-3 miliardi di euro, finanziata con i fondi che il governo ha già reperito, e una seconda alimentata con i tagli più strutturali e/o con una tassa sulle rendite finanziarie e i grandi patrimoni. Sarebbe stata invece scartata, dopo un aspro confronto con le associazioni datoriali, l’idea di sfoltire gli incentivi alle imprese che varrebbero 1,5 miliardi. Così come è stata esclusa, per bocca del sottosegretario Delrio, l’idea di utilizzare i Fondi europei. Se Bruxelles dovesse insistere per avere coperture tutte strutturali, i tagli dovrebbero riguardare anche settori non direttamente coinvolti dalla spending review. Ci sono interventi potenzialmente popolari, come il taglio delle spese militari, compresi gli aerei da guerra F-35 per i quali l’Italia prevede una spesa di 14 miliardi in 15 anni. Ma tra le ipotesi dei tecnici del Tesoro ci sono anche misure più delicate, come la stretta sulle pensioni di reversibilità, la quota dell’assegno previdenziale che va al coniuge dopo la morte dell’altro. E anche l’introduzione di un limite di reddito per avere diritto all’indennità di accompagnamento, quella che spetta agli invalidi civili totali. Due voci che costano allo Stato 40 miliardi di euro l’anno. Ma anche una materia socialmente sensibile, dove gli interventi sono stati più volte annunciati e poi sempre archiviati. Quanto al derby Irap/Irpef, per trovare una mediazione fra i sostenitori del taglio alle imprese e quelli del taglio ai lavoratori, il percorso del governo potrebbe riguardare almeno due anni con l’impegno a invertire il rapporto Irap-Irpef. Se nel 2014 il taglio del cuneo dovesse andare tutto all’Irpef e quindi ai lavoratori l’anno prossimo andrebbe tutto all’Irap e quindi alle imprese. Con un’ipotesi ancor più di com- Edilizia scolastica Sbloccati 2 miliardi per l’edilizia scolastica. Il nodo delle rendite finanziarie Indennità Nel mirino anche l’indennità di accompagnamento per i redditi più elevati promesso: quest’anno il 70% all’Irpef e il 30% all’Irap, l’anno prossimo il contrario e cioè il 70% all’Irap e il 30% all’Irpef. Certi sono invece gli altri provvedimenti annunciati da Renzi, a partire dalle prime norme del Jobs act: disegni di legge che introducono semplificazioni nel mercato del lavoro e anche la riforma degli ammortizzatori sociali con una rimodulazione graduale dei fondi ora previsti per la Cig in deroga. L’ipotesi di interventi onerosi, invece, passa attraverso l’uso dei fondi Ue, che sono vincolati a progetti di sviluppo e che arriverebbero in seguito. Varo sicuro anche per le norme che sbloccano i fondi — circa 2 miliardi — già in possesso dei Comuni per ristrutturare le scuole. E per il piano casa, con la cedolare ridotta in caso di contratti a canone ridotto. Infine le norme per accelerare il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, che potrebbero avere anche l’effetto di alimentare gli incassi Iva contribuendo alla copertura del taglio del cuneo. Antonella Baccaro Lorenzo Salvia © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ Le garanzie sui prestiti? Valgono anche per avvocati e tributaristi di ISIDORO TROVATO I l nuovo corso è già iniziato. Da ieri il Fondo di garanzia delle Pmi è esteso anche ai professionisti e non solo a chi appartiene agli Ordini professionali ma anche alle associazioni professionali, quelle iscritte nell’elenco tenuto dal ministero delle Sviluppo economico (tributaristi, grafologi, osteopati ecc.). La valutazione dei professionisti avverrà sulla base di due indici calcolati su dati contabili riportati nelle due ultime dichiarazioni fiscali presentate. Il mondo delle professioni potrà avere accesso ai fondi fino ad una cifra che non sia superiore al 5% delle risorse totali del fondo. Si tratta di un provvedimento auspicato e atteso da tempo 9 dai professionisti che ottengono così un accesso al credito agevolato e privilegiato, un passo che riconosce lo stato di crisi profonda che ha colpito tutte le categorie e che, fatalmente, incide soprattutto sui più giovani. Da ieri, quindi, sul sito del ministero dello Sviluppo economico (www.fondidigaranzia.it) è stata aperta una nuova sezione in cui i professionisti potranno registrarsi e ottenere che sia lo Stato a farsi garante per l’accesso al credito. E il tutto con un percorso semplificato che non richiede documenti cartacei ma che si svolge interamente online. Si tratta di un bel passo avanti per chi si presentava in banca a chiedere un prestito per aprire uno studio, per ingrandire quello vecchio o magari per avere liquidità e far fronte al ritardo dei pagamenti (spesso causati dalla pubblica amministrazione). L’equiparazione dei professionisti alle piccole e medie imprese è un percorso intrapreso da tempo anche dall’Europa che infatti destina fondi anche alla formazione. Non a caso il mondo delle professioni ha già fatto richiesta alle Regioni perché non sprechino i fondi comunitari che potrebbero servire a finanziare la formazione dei giovani professionisti e l’aggiornamento continuo per tutti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Per dirimere la querelle tra i sostenitori del taglio dell’Irpef e i promotori del taglio dell’Irap il senatore e giuslavorista Pietro Ichino ha provato a vestire per un giorno i panni di Re Salomone. Ha proposto di applicare il provvedimento «su di una zona limitata e statisticamente simile in modo da misurare con precisione come e quanto le imprese e i lavoratori reagiscono a una forte riduzione dell’imposizione sulle imprese stesse, e/o sui redditi da lavoro». Come si fa per testare gli effetti dei farmaci, ha aggiunto. Il guaio della proposta è che comporterebbe un lungo ritardo nelle scelte definitive e quindi minerebbe in partenza l’intento di dare ossigeno ai consumi o al rilancio dell’occupazione. Ma metodo Ichino a parte siamo proprio sicuri che gli effetti di trasmissione dei benefici, nell’uno o nell’altro caso (taglio Irpef o Irap), sarebbero immediati o comunque certi? Cominciamo dal lato imprese. Alcuni economisti (contrari) sostengono che ad avvantaggiarsi di un taglio del costo del lavoro sarebbero in primo luogo le aziende che esportano, quelle che già hanno mercato da soddisfare. Aumenterebbe la loro competitività ma non è affatto detto che tutto ciò si tradurrebbe in nuova occupazione. Le aziende potrebbero utilizzare meglio la manodopera che già hanno, riassorbendo quote di cassa integrazione o chiamando agli straordinari. Non è detto quindi che l’ampliamento della produzione porti in dote più posti di lavoro. A meno che non si ricorra a una misura selettiva: concentrare tutto il taglio dell’Irap su nuove assunzioni. Chi difende «la via dell’Irap» (o comunque dell’intervento sul costo del lavoro) sostiene che le aziende avrebbero la possibilità di riprendere a investire dopo La competitività tanto tempo, magari L’intervento ammodernando i per migliorare macchinari e la competitività favorendo quelle tecnologie che non o gli acquisti tagliano lavoro anzi lo incrementano. Un’altra strategia che le imprese potrebbero implementare è intervenire, riducendolo, sul prezzo delle merci vendute sul mercato interno. In questo modo importeremmo meno. È chiaro che stiamo parlando in ogni caso di un taglio dell’Irap veramente significativo, almeno sopra i 5 miliardi altrimenti tutti i discorsi fin qui fatti si sbriciolano. Sono in molti tra gli addetti ai lavori a sostenere che la trasmissione degli effetti del taglio dell’Irpef (più soldi in busta paga) appare più immediata. Stiamo parlando di una cifra che può variare dagli 80 ai 100 euro mensili, che potrebbe essere cumulata anche trimestralmente per sottolinearne la corposità. C’è il rischio concreto, infatti, che il beneficio salariale non venga adeguatamente percepito e quindi non dia seguito al cambio di umore necessario per poi procedere agli acquisti. Se il taglio dell’Irpef si concentra sui redditi attorno ai 1.500 euro netti al mese è difficile che quei soldi prendano la via del risparmio. Secondo diversi osservatori è prevedibile che vadano a sostenere i consumi di cibo, abbigliamento, elettrodomestici e prodotti del sistema casa. Più arduo che possano aiutare le vendite di moto e di auto. Se, come chiede la Cgil per mettere fuorigioco i lavoratori autonomi, la riduzione delle tasse avvenisse via detrazioni il rischio è di sminuire l’effetto-annuncio perché il beneficio verrebbe riscontrato solo a fine anno. A meno che non si lavori sugli assegni per i figli con una misura che assomiglierebbe molto da vicino a un «coefficiente famiglia». Tra tante opinioni non manca quella degli iper-scettici il cui ragionamento suona così: se i tagli dell’Irpef vengono coperti dalla spending review guadagneranno meno i burocrati e di più gli operai ma dal punto di vista della domanda il gioco è a somma zero. © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera Primo Piano 11 Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 ❜❜ Roma Il caso Il colloquio Ho toccato interessi forti, qualche nemico me lo sono fatto. Caltagirone? Con lui c’è rispetto reciproco, ci siamo incontrati due volte «L’intervento del governo per salvare la Capitale? Detesto il nome di quel decreto, ma ho dovuto alzare i toni per evitare il blocco» Tra le buche, la Magliana e Parigi Lo slalom di Marino: do fastidio a molti La giornata del sindaco di Roma bersagliato dalle polemiche SEGUE DALLA PRIMA Alle 8 meno un quarto c’è già la prima riunione — per preparare il viaggio a Parigi — e la prima contestazione da destra: cosa va a fare il sindaco a Parigi? «Mi pare giusto ricambiare la visita del mio collega Bertrand Delanoë». Guardi che Delanoë scade tra due settimane, il 23 si elegge il suo successore. «Appunto, farò un comizio in piazza a sostegno della candidata di sinistra, Anne Hidalgo. In Campidoglio dopo cinque anni di black-out abbiamo ripreso i contatti con l’estero: Spagna, Paesi Bassi, Corea, Messico, Perù, Croazia, Bulgaria, Estonia…». Sindaco, Roma è un disastro. Alluvioni, buche, traffico, incidenti mortali, dissesto finanziario. Non a caso va salvata di continuo: ogni governo deve varare un decreto «Salva-Roma». Com’è possibile? «Detesto il nome di quel decreto. Ma ho dovuto alzare il tono per evitare il blocco della capitale. Renzi ha capito, e ha firmato. Non è vero che abbiamo litigato. I giornali inventano. Mi accusano di tutto. Il Tempo è arrivato a pubblicare una mia fotografia travestito da donna nomade: mi rimproverano di aver mandato la polizia, durante l’alluvione, a evacuare i campi rom abusivi alla foce dell’Aniene. Confesso: sono colpevole. Ho mandato la polizia perché non volevo che la piena si portasse via un bambino». Contro l’alluvione non si poteva fare di più? «Certo: cinquant’anni fa si poteva fare molto di più. Interi quartieri, da Ostia a Primaporta, sono sorti in zone alluvionali. Ci sono condomini con dentro le idrovore che a ogni pioggia pompano via l’acqua. Dicono che sono case condonate; però il fiume quando straripa non guarda i condoni. Ma io ho un piano...». I collaboratori lo portano via: «Sindaco, è tardi, la aspettano alla Magliana» (quasi tutti gli danno del lei). «Benissimo, prendo la bici». «Guardi che sono venti chilometri». «Non è vero! L’altro giorno dicevate lo stesso di Casalpalocco e ci sono arrivato in un attimo». «Oggi non può, è in ritardo». «Almeno usiamo Car2Go». «Cosa?». «Non sapete? Da oggi si può scaricare sul telefonino un programma che ti fa vedere l’auto in car sharing più vicina. Guardate: ce n’è una a 235 metri, ha il 78% di carburante. Con la stessa carta si può prendere un’auto a Parigi, Berlino, Londra, Denver...». Alla fine lo convincono a prendere la macchina del Comune, una Punto bianca. «Ci sono troppe auto in centro. Entro la fine di questa consiliatura via dei Fori Imperiali sarà interamente pedonale. Lo sa che le sculture della colonna Le visite Il sindaco Ignazio Marino «incontra» in una scuola della Magliana Geronimo Stilton, popolarissimo protagonista di una fortunata serie di libri per l’infanzia (foto Benvegnù-GuaitoliLannutti). In basso, il primo cittadino è alla stazione Termini per scoprire la lapide dedicata a Modesta Valenti, la clochard morta in stazione nel 1983. La commemorazione e la targa sono un auspicio affinché «nessuno muoia più abbandonato» (foto Lapresse). Nel pomeriggio, ultima tappa (foto a destra, Benvegnù): la visita al quartiere Primavalle: ancora una scuola, la sede Legambiente e il centro anziani Traiana si stanno sgretolando?». Quando va in bici, come fanno a scortarla? «Non creda alle leggende. Non esistono poliziotti ciclisti. Io non ho scorta. Ogni tanto viene organizzata una protezione sui luoghi dove devo andare». Sulle scale del Campidoglio trova Paolo Cirino Pomicino, che però non è qui a dare consigli sul bilancio: «Marino mi deve sposare, sono venuto a vedere la sala». Un passante lo saluta: «A sindaco, te fanno ‘a guera, eh?». E lui: «È vero, un po’ la guerra me la fanno. In un anno abbiamo chiuso la discarica di Malagrotta, e il proprietario, Cerroni, è finito in galera. Ho appena cambiato i vertici dell’Ama, la municipalizzata dei rifiuti. Ho disdetto contratti d’affitto assurdi: un garage di Scarpellini, quello degli affitti d’oro alla Camera, ci costava da solo un milione l’anno. Le Assicurazioni di Roma La giornata del primo cittadino Ore 7.45 in Campidoglio Campidoglio, vertice per pianificare il viaggio a Parigi dal 12 al 14 marzo (incontro con il sindaco Delanoë) 1 Ore 9.30 Alla Magliana Alla Magliana, visita a una scuola per un incontro sui diritti, con Geronimo Stilton testimonial 2 Ore 11.30 Ore 13.30 Stazione Termini Tribunale Visita al centro di accoglienza Binario 95 insieme all’amministratore delegato di Fs Mauro Moretti 3 In Tribunale per firmare il protocollo per i beni confiscati alla criminalità, col presidente della Provincia Zingaretti 4 Ore 16 Primavalle A Primavalle, visita di una scuola, di Legambiente e del centro anziani. Serata in Campidoglio per firmare atti 5 rimborsavano cifre folli, a un tronista che guidava ubriaco hanno dato un milione e 200 mila euro. Ora cambierò i trasporti. Stiamo rivedendo tutti i contratti di servizio al ribasso. Ho toccato parecchi interessi forti. Qualche nemico me lo sono fatto». Compreso Caltagirone? «Con lui c’è rispetto reciproco. Ci siamo visti due volte. La prima per parlare dell’Acea: voglio diminuire i consiglieri d’amministrazione e i loro stipendi. La seconda per parlare della linea C della metro: voglio completarla, ma con tempi certi. Alla voce “stazione san Giovanni” era scritto: “Data da destinarsi”. Ma scherziamo?». La prima tappa è una scuola della Magliana che prende il nome dal proprio indirizzo, «Via Cutigliano». Ad attenderlo c’è un attore travestito da Geronimo Stilton, che distribuisce libri sui diritti dell’infanzia. Il sindaco si è preparato in m a c c h i n a e l o s a l u t a c o m e a To p a z i a : «Stratopico!». I bambini gli danno il cinque come a Renzi, per fortuna la preside non ha preparato canzoncine. I genitori sono meno entusiasti: i bagni sono rimasti rotti per anni, il giardino è pieno di oleandri che fanno venire le allergie. Marino promette che li farà sradicare: «Ma voi in cambio dovete piantare un orto. Con i pomodori, la lattuga, il prezzemolo...». Si riparte per la stazione Termini. Il sindaco fa rallentare a ogni cassonetto per ispezionarli: «Vede? Sono stati tutti svuotati. A dirigere l’Ama ho chiamato un esperto di rifiuti; prima c’era un esperto di razze equine. Il personale va rimotivato. L’assenteismo è del 18%: ogni giorno mille persone non vanno a lavorare». E l’Atac, il carrozzone dei trasporti? «Alemanno ha assunto duemila persone. Quasi tutti impiegati. Ora li manderò sugli autobus, come controllori: tra il 30 e il 60% dei passeggeri non paga il biglietto. Faremo in modo che tutti entrino dalla porta anteriore». Allora ci vorranno molti, ma molti più autobus... «Sì, e anche più autisti. Quelli di adesso meritano un plauso. Hanno tutti 50 giorni di ferie arretrati». Ci sono più dirigenti all’Atac che alla Nasa. «Li ridurremo. La loro carriera deve essere legata ai risultati. Chi non li porta viene allontanato». Privatizzare? «Non lo escludo. Ma il controllo deve restare pubblico». A Termini lo aspettano il capo delle Ferrovie Moretti e i clochard del centro di accoglienza Binario 95. Uno di loro sta scrivendo al computer una poesia per il sindaco: «Quanno è l’ora de parlà/ batti i pugni e nun ce pensà/ poi se davvero ci rispetti/ dà una mano ai senza tetti/ che ce n’hanno de bisogno/ te lo dico e mi vergogno». Si scopre una targa a Modesta Valenti, morta in stazione senza soccorso. Poi si va in tribunale, a firmare il protocollo per la gestione dei beni sequestrati: «Vi ringrazio per aver scoperto che la catena di Pizza Ciro era in mano alle mafie, e per aver consentito a chi ci lavorava di continuare a farlo. L’altra sera ero in un locale sequestrato, Pummarola Drink, al Pantheon, e mi sono trovato molto bene...». Sulla via del Campidoglio si torna a parlare di bilancio. «Monti ha tolto i 500 milioni che il governo passava a Roma. Alemanno ha fatto il bilancio 2013 come se quei soldi ci fossero. Da qui il disavanzo di 816 milioni». In Italia tutti dicono che il predecessore ha lasciato un buco. «Io però l’ho fatto certificare dalla Guardia di finanza. Ora avremo i fondi europei: 200 o 300 milioni. E il principesultano dell’Arabia Saudita, che conosco da quando trapiantai il fegato a sua madre, finanzierà un progetto archeologico». Arriva una serie di sms: «Sono gli amici americani che s i s ta n n o s ve g l i a n d o . A P i t ts b u r g h , a Philadelphia...». Come intende rilanciare l’economia della capitale? «Ho un piano. Manutenzione delle strade e delle scuole. No a nuove costruzioni: riqualificare il costruito, a cominciare dalle caserme. Più turismo religioso. Ne ho parlato con il Santo Padre, lavoreremo insieme. Sa che l’83% degli alberghi è già prenotato per fine aprile, quando Wojtyla sarà fatto santo? E poi il turismo congressuale. L’Italia è rimasta indietro: la prima al mondo è Vienna, Roma non è neanche nelle prime venti. Termineremo la Nuvola di Fuksas, perché serve una grande struttura. Nel 2016 ci sarà il convegno mondiale dei cardiologi: 15 mila persone che possono spendere anche mille euro al giorno». Suona il telefono: «Mamma anche io ti voglio bene. Sì, passami Helder, così mi fa gli auguri» (Helder è la badante peruviana). A Primavalle lo aspettano in un’altra scuola elementare. «Non è vero che non conosco Roma. Questa zona ad esempio mi è familiare. Da neolaureato lavoravo al pronto soccorso del Gemelli. Arrivavano poliziotti e terroristi feriti negli scontri a fuoco. Vedevi l’umanità dolente delle periferie». Davanti alla scuola c’è il centro anziani: qualcuno si alza a salutare Marino, altri rimangono seduti a giocare a carte. «Cosa posso fare per voi?». «Siccome lei è anche dottore, io avrei un dolorino allo stomaco...». L’accoglienza non è entusiasta ma neppure polemica. È quasi buio, una bambina romena gli regala un disegno con un sole rosso e la dedica: «Grazie sindaco per avere visto il tramonto con me». Alla fine di una giornata trascorsa a ritmi folli resta soprattutto il respiro di una città immensa, soffocato dalla crisi, dallo smog, dal traffico. «Ha detto traffico? Ma io ho un piano...». Aldo Cazzullo © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Il «meetup» di Napoli lancia la scomunica del parlamentare. La replica: è una trappola orchestrata da Fico con una trentina di iscritti su 5 mila Nuovo processo nei Cinque Stelle, Pepe a rischio espulsione Il senatore campano contestato dalla base «Spese eccessive e attriti coi fedelissimi» MILANO — Una miccia accesa. Ancora a Palazzo Madama, ancora per una possibile espulsione. I Cinque Stelle non trovano pace. In discussione stavolta è Bartolomeo Pepe. A far scattare la «scomunica» non è né il blog di Beppe Grillo, né la riunione dei parlamentari, ma il meetup di Napoli. Domenica il parlamentare è stato sfiduciato nel corso di una assemblea. Contestate sia le spese eccessive sostenute sia gli attriti con al- cuni esponenti pentastellati. Durissima la reazione del senatore campano che accusa i fedelissimi, in prima linea Roberto Fico, della scelta. «Io sono del meetup di Acerra e Casalnuovo non appartengo al meetup di Napoli — si difende Pepe (che ha preso le distanze dal nucleo partenopeo) —. Eppure, hanno indetto una riunione alle 15, nonostante non potessi partecipare perché ero impegnato a Cosenza ad un incontro sul- Chi è La carriera Bartolomeo Pepe, 51 anni, senatore, consulente tecnico dell’Isde (i medici per l’ambiente), sfiduciato dal meetup di Napoli per le note spese e gli attriti con i colleghi l’emergenza ambientale». Poi passa al contrattacco: «Hanno cambiato forzatamente l’ordine del giorno dell’assemblea, sia Fico che la senatrice Vilma Moronese, affinché il meetup di Napoli prendesse le distanze da me. Hanno deciso una sfiducia che non era all’ordine del giorno, una trentina di persone su 5.000 iscritti. Tutta gente del Vomero per giunta, la zona dove abita Fico. Trenta persone che sfiduciano un senatore della Repubblica». Il presidente della Commissione di Vigilanza, però, controbatte con una diversa versione dei fatti. «Quello che è accaduto ieri — spiega Fico — è staccato dal gruppo parlamentare, ed è una questione che andava avanti da molto tempo. È stato deciso che Pepe, per atteggiamenti e modi, non rappresenta più il territorio». E chiude il discorso: «Con Pepe niente di personale, ma le decisioni condivise non sono in discussione». Nel tardo pomeriggio va in scena a Palazzo Madama una riunione — programmata da giorni — per la ridistribuzione del peso del Movimento nelle diverse commissioni dopo la fuoriuscita dei nove espulsi. Pepe non si presenta: è in Campania per incontrare gli attivisti. «Può darsi che la questione venga affrontata in una prossima riunione», glissa il capogruppo Maurizio Santangelo. I senatori discutono. «C’è qualche malumore, ma nessuna azione organizzata», trapela dai Cinque Stelle. Pepe tuttavia non è stato l’unico Cinque Stelle ad essere stato preso di mira dai meetup locali. Domenica nell’incontro regionale tra i gruppi di lavoro del Friuli Venezia Giulia del Movimento è stato sfiduciato Lorenzo Battista, senatore già espulso dopo la votazione sul blog. I pentastellati friulani hanno chiesto anche un passo indietro all’ex M5S. Che ha replicato: «Con quale diritto i grillini di Trieste chiedono le dimissioni su una persona che hanno allontanato?». Emanuele Buzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera Esteri La crisi A sei giorni dal controverso referendum, la Crimea torna a parlare la lingua di Putin e inizia la caccia agli attivisti dell’opposizione Mosca stringe l’assedio, la Nato reagisce Ospedali e treni in mano ai russi. In volo gli aerei radar dell’Alleanza DAL NOSTRO INVIATO SINFEROPOLI — Stava mettendo una flebo. Gli hanno detto d’uscire. «Ma io sono un medico, non posso...», ha tentato di rispondere il tenente colonnello Valeri Pivovark, 36 anni: «In trenta, mi hanno puntato le armi addosso. Ho capito che era inutile obiettare». Nel vento siberiano che alle tre del pomeriggio taglia la Crimea, vestito solo della divisa grigio topo, il dottor Pivovark è livido davanti al portone di ferro che sbarra l’ospedale militare A4614 «San Luca» di Sinferopoli, appena preso dai russi. È a due passi dal Parlamento occupato e dal Palazzo del governo occupato, subito dietro il tribunale occupato, e un po’ più in là ci sono la banca centrale occupata, gli studi di Krm Tv e di Tele Mar Nero occupati, il quartier generale della Marina militare ucraina occupato... «Ci hanno radunati in una sala col personale amministrativo. Sono entrati dei tizi con la fascia rossa sul braccio, senz’armi. Due erano mascherati. Hanno comunicato che da oggi una commissione gestirà la struttura. Poi ci hanno portati tutti qui fuori. Non abbiamo potuto svuotare neanche gli armadietti. Dentro, ci sono venti pazienti gravi. Uno è in rianimazione. A quello che stavo curando, ho detto che sarei tornato. Ma è una bugia: non lo so, se potrò tornare...». Dodici giorni dopo l’invasione fraterna di Putin, sei giorni prima del pacifico referendum a mitra spianati che la donerà a Putin, la Crimea torna alla sua nuova, vecchia vita scandita da Mosca. Spariscono i giornalisti curiosi — un’ucraina che attraversava un check-point — e si prelevano da casa quattro attivisti dell’opposizione. Sul plasma sempre acceso della cafeteria Sportivnaya, non passano più le dichiarazioni patetiche dei leader di Kiev («Non cederemo mai!»): le tv indipendenti sono censurate e la sera solo canali russi, documentari retrò della flotta del Mar Nero, cronache di popolo che accoglie i marines, dibattiti sui fascisti che comandano a Maidan. E da ieri il russo è diventato la lin- Le immagini satellitari mostrano le posizioni di alcune navi della flotta russa nella baia di Sebastopoli gua ufficiale a Sebastopoli, città della Crimea dove è ospitata la flotta di Mosca. Già dalla settimana prossima, è la promessa, gli stipendi pubblici saranno pagati in rubli. Da Volgograd, i «Lupi della notte» in Harley Davidson scortano 30 tonnellate d’aiuti alimentari inviati dal vicino amico. Potrebbe essere introdotto subito una specie di visto sui passaporti: da Kiev, per «ragioni tecniche» vengono cancellati molti treni. Chi atterra, è perquisito. La Nato alza i suoi aerei-radar Awacs a «monitorare» il con- Autostrada MM-18 valico UC R AIN U A IN A Così i militari russi hanno preso il controllo della penisola di Crimea confine CRI CRIMEA M Kerch terminal traghetti vp Yevpatoriya as aerea base 2 R i morc hi at ori russi Kirovsky base aerea Gvardeyskoye base aerea 3 Feodosia base navale Sinferopoli Perevalnoye base militare B Bakhchysaray b militare base Belbek base aerea I nc r o c i a t o r e l a nc i a m i s s i l i Spazzami n e russo Navi da guerra russe Hovercraft Tre navi russe si sono posizionate in modo da bloccare i movimenti di tre navi ucraine nel porto Due navi lanciamissili armeggiate nel porto Uno dei due hovercraft armati con missili guidati della flotta russa 2 Fregate SAM Flotta russa del Mar Neroo 0 C a c c i a t o r pe di ni e r e CORRIERE DELLA SERA craino Comando navale ucraino Hovercraft russo Samum Blocco navale 1 Cacciatorpediniere Mar Nero Dzhankoy base aerea Ri morc hi at ore uc rai n o Nave ammi rag l i a ucrai n a 2 Incrociatori lanciamissili Fonte: Airbus Defense and Space-Cnes, FT, NYT km. 30 Sebasto Se bas opoli o Sebastopoli opo Ba Balaklav Balaklava baase della de del guardia costiera e di confine base BIELORUSSIA Legenda Basi russe prima della crisi Principali luoghi controllati dai russi dopo la crisi 9 Navi d’assalto anfibie La marina militare ucraina in Crimea 1 Sottomarino 1 Fregata 3 Corvette 7 Patrol craft 5 Navi d’assalto anfibie 5 Spazzamine UCRAINA ROMANIA KERCH H BELBEK SEBASTOPOLI SINFEROPOLI I russi controllano gli ingressi delle due uniche autostrade che collegano la Crimea al resto dell’Ucraina per impedire a Kiev di inviare truppe Termin Terminal di traghetti sullo traghet stretto bloccato da navi russe I russi si sono impadroniti della principale base aerea ucraina in Crimea Navi russe impediscono alle navi della marina ucraina di lasciare il porto Occupati dai soldati russi il Parlamento regionale, il palazzo del governo, il tribunale, due reti tv, la banca centrale e l'ospedale militare Affari e politica Ricchissimi e potenti, hanno scaricato Yanukovich. Il nuovo governo di Kiev li ha coinvolti nel dialogo Stadi, news, carbone: il sistema oligarchi L’ultima risorsa per non perdere l’Est Mosca avverte: quelle regioni in preda al caos fomentato dai fascisti DAL NOSTRO INVIATO 9 Spazzamine RUSSIA AUTOSTRADE 10 Corvette 9 Patrol craft © RIPRODUZIONE RISERVATA B ai a d i S e b as t o po l i F re g at a uc rai n a La flotta di Putin sul Mar Nero 810° Brigata Veicoli trasporto truppe Francesco Battistini Grandi manovre strada M-17 M 7 Autostrada valicoo 1 fine polacco e romeno, come ai tempi della Guerra fredda. Il confine Nord è pattugliato dall’Autodifesa popolare: gruppi di dieci energumeni, un capo che parli inglese, tutti quanti addestrati dalle unità Gru, l’ex Kgb militare. Si vota, ma come si vota? Vietato chiedere dettagli. Negli ultimi anni, le elezioni «normali» erano sempre coi brogli: senza osservatori internazionali e col boicottaggio dalle opposizioni, immaginarsi come andrà. Per le strade, i cartelloni del governo locale spiegano che la scelta sarà fra il sì e il sì: di qui la mappa d’una Crimea putiniana e felice, di lì una penisola con la svastica. Il premier filorusso Sergej Aksionov sforna un sondaggio favorevole — l’80% sarebbe per l’annessione alla Russia, mentre quelli di Maidan dicono che non si va oltre il 41 — e offre alla minoranza tatara qualche ministero: no grazie, gli rispondono, «noi boicottiamo queste urnetruffa». Londra e Washington fanno sapere che non riconosceranno il risultato, Aksionov si stupisce: «Sarà una giornata di democrazia». S’è anche deciso che sabato il campionato può ricominciare: Tavrija Sinferopoli contro Dinamo Kiev. Si gioca a Kiev, però: «I tifosi fascisti qui non li vogliamo». DONETSK — Le tribune dello stadio sono arancioni e nere come la maglia della squadra, lo Shakhtar Donetsk. Considerati gli standard locali i prezzi dei biglietti sono popolari (6 euro in curva), o abbordabili (15 euro le gradinate centrali). La partita si può seguire bene dappertutto, nessuno si sente declassato o peggio escluso. Ogni tifoso, ogni cittadino-cliente è parte di una comunità moderna, anzi futuribile, a basso costo. Questo impianto, la Donbass Arena, dal 2009 il vero orgoglio di Donetsk, è stato costruito da un figlio di questa città, dall’uomo più ricco d’Ucraina. Rinat Akhmetov, 47 anni, l’oligarca per eccellenza. Soldi, industria, lavoro, cura del consenso fino al populismo, peso politico. In una parola: potere. Tanto potere in una terra divisa, su cui grava sempre più presente l’ombra dell’antica casa russa. Ancora ieri un portavoce del ministero degli Esteri ha fatto sapere che «Mosca è indignata dal caos che domina le regioni orientali», fomentato dalle formazioni di destra con cui le nuove autorità ucraine «sono conniventi». Ancora tensione. Ieri Vitali Klitschko, uno dei leader della rivoluzione di Maidan, è stato accolto con lanci di uo- va a Kharkiv. L’altro giorno, domenica 9 marzo, ha rischiato la stessa cosa a Donetsk. Se non che lì il proprietario del lussuoso Donbass Hotel lo ha convinto a non uscire. E chi è questo proprietario così persuasivo? Ma Akhmetov, naturalmente, che ha poi preso da parte l’ex pugile per spiegargli come si può superare la crisi con la Russia. Gli oligarchi dominano da quindici-vent’anni l’economia dell’Ucraina. Akhmetov, Sergej Taruta, Dmitri Firtash, Igor Kolomoysky, Petro Poroshenko e qualcun altro. Pochi nomi, poche mani in cui si concentra la proprietà dell’industria pesante, delle risorse naturali e dell’energia, delle infrastrutture, delle telecomunicazioni. Fino a poche settimane fa erano in affari con i politici, controllavano una quota dei parlamentari nazionali, le televisioni e i giornali principali. Dire Akhmetov, per esempio, significava pensare automaticamente al clan di Viktor Yanukovich, il presidente cacciato dalla rivolta di Kiev. Oppure Taruta significava Yulia Tymoshenko e il suo entourage. Businessmen disinvolti, opportunisti, anfibi. Le loro fabbriche, i loro palazzi, le loro società non si sono mai mosse dal Paese; i guadagni, i dividendi non ci sono mai arrivati. Hanno ac- cumulato e messo al sicuro ricchezze nelle banche occidentali. Si stima che sempre Akhmetov abbia imboscato 12,5 miliardi di dollari tra Londra e il Principato di Monaco, dove ha la residenza. Dodici miliardi: la stessa cifra di cui ha bisogno lo Stato per non dichiarare bancarotta nel giro di pochi mesi. Non stupisce, dunque, che i super ricchi abbiano fiutato per tempo il cambio di stagione. Akhmetov è arrivato persino ad affermare di non aver mai fatto affari con Yanukovich. Ed è anche comprensibile che il nuovo presidente del Paese, Oleksandr Turchynov si sia rivolto a loro per cercare di non perdere l’Est. L’ultima risorsa rimasta. Akhmetov non si espone direttamente, ma sarebbe stato lui a suggerire a Kiev di affidare a Taruta la guida del distretto di Donetsk. E così è accaduto. Taruta, 58 anni, azionista di riferimento del conglomerato che produce carbone, acciaio ed energia nella re- In prima linea Rinat Akhmetov 47 anni, magnate dei metalli, patron della società calcistica Shakhtar Donetsk Sergej Taruta 58 anni: carbone, acciaio ed energia. È neo-governatore del distretto di Donetsk Petro Poroshenko 48 anni: re del cioccolato, finanziatore delle proteste di piazza Maidan gione, prima di prendere possesso del Governatorato ha dovuto far arrestare Pavlo Gubarev, un giovane famiglio di Yanukovich improvvisatosi tribuno della piazza filo moscovita. Sabato 8 marzo l’oligarca neo-governatore è comparso per la prima volta in pubblico, in un incontro con le organizzazioni non governative (filo europee) nel Politecnico. E lì, tra poltrone sgualcite e severe architetture proto sovietiche, Taruta ha lanciato una proposta di mediazione semplice, quasi banale. «L’Ucraina deve avere relazioni di amicizia con l’Unione Europea e con la Russia. E dobbiamo considerare Europa e Russia partner allo stesso livello». Un’equidistanza politica ed economica dichiarata per evitare una scelta forse impossibile: i soldi di Bruxelles e Washington o le materie prime di Mosca? Tutti e due, rispondono gli oligarchi, pensando di poter tenere insieme tutto. Il vento di Kiev e la controrivoluzione dell’Est; le minacce di Vladimir Putin e l’angosciata impotenza di Angela Merkel e di Barack Obama; le spinte separatiste della Crimea e i proclami «unionisti» di Maidan. Oltre, quasi inutile dirlo, a preservare le proprie fortune personali. Il problema è che a Donetsk, nell’Est dell’Ucraina, le cose si stanno complicando. «Akhmetov è nemico del popolo», «Taruta vattene», gridano i dimostranti agitando le bandiere russe. Non sarà facile neanche per gli oligarchi, dunque, fin qui abituati a fare ciò che vogliono in questo Paese e di questa gente. Giuseppe Sarcina [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Esteri 13 Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 Il giallo Resta senza una spiegazione la tragedia dei cieli La mappa Un misterioso iraniano ha acquistato i biglietti dei passeggeri sospetti Pechino CINA Qui si sono perse le tracce dell’aereo Kuala Lumpur Continua la ricerca dell’aereo scomparso La vicenda La scomparsa Il Boeing 777-200 della Malaysia Airlines in volo da Kuala Lumpur a Pechino con 239 persone a bordo scompare dai radar alle 2.41 di sabato (venerdì sera in Italia) mentre volava tra la costa della Malaysia e quella del Vietnam Le ipotesi L’intelligence Usa non esclude l’ipotesi terrorismo. L’aereo sarebbe esploso in volo senza che il pilota abbia avuto il tempo di lanciare il «Mayday». Passaporti falsi A bordo c’erano due passeggeri con passaporti falsi, uno italiano e uno austriaco. Entrambi i biglietti erano stati comprati a Bangkok. Secondo il capo dell’aviazione civile malese i due sospetti assomigliano al calciatore Balotelli (nella foto su un aereo ieri) Le ricerche Nonostante il progressivo allargamento del raggio di azione della task force multinazionale finora le ricerche sono senza esito WASHINGTON — Terrorismo. Avaria. Le ipotesi sulla fine del Boeing 777 sono sempre queste. Teorie parallele alle ricerche del relitto, fino a questa notte introvabile. E come in un mistero a puntate compaiono nuovi personaggi. L’ultimo è il signor Alì, un iraniano che ha acquistato a Pattaya, Thailandia, i biglietti poi usati dai due famosi impostori che viaggiavano con i passaporti europei rubati. Forse due connazionali del personaggio misterioso. La rivelazione ha mantenuto l’attenzione sulla coppia di passeggeri imbarcatisi sul volo Kuala Lumpur-Pechino delle Malaysia Airlines con i documenti dell’italiano Luigi Maraldi e dell’austriaco Christian Kozel. Ieri le autorità hanno annunciato di aver identificato uno dei due. Quando è stato chiesto che aspetto avesse, un funzionario ha replicato con una battuta sconcertante e mezzo sorriso: «Ricordano quel giocatore italiano... Come si chiama... Balotelli». I reporter hanno sollecitato chiarimenti ma non hanno ottenuto risposte. Si riferiva al colore della pelle o al taglio alla moicana? Oppure un depistaggio? In precedenza le fonti ufficiali, creando ancora più confusione, avevano annunciato che «avevano tratti somatici asiatici», versione contraddetta qualche ora dopo con l’allusione al calciatore del Milan. La tv Nbc ha invece parlato di «aspetto mediterraneo» e ha citato come fonte l’intelligence Usa che ha ricevuto le immagini registrate dalle telecamere. Infine è uscita la storia che potrebbero essere iraniani, anche se non vi è alcuna conferma ufficiale. I passi dell’indagine portano comunque alla Thailandia. È stato il Financial Times a svelare il ruolo dell’iraniano Alì. Ristoratore, ha vissuto a lungo a Pattaya, quindi sarebbe tornato in patria. Da qui ha contattato telefonicamente un’agenzia a lui nota che ha una clientela iraniana chiedendo il biglietto più economico per arrivare in Europa. L’impiegata ha eseguito una prima prenotazione su due voli separati ma i ticket non sono stati confermati. Quindi il 6 nuova telefonata e un intermediario, sempre iraniano, ha pagato in contanti i biglietti poi finiti ai due «europei». La polizia thailandese non ha escluso che il giro possa essere legato all’immigrazione clandestina o a persone in cerca di asilo politico. Sono, ovviamente, supposizioni. La polizia ha precisato, però, che gli impostori sono usciti dal Paese non usando i passaporti contraffatti, quindi significa che ne avevano altri. Il risvolto iraniano fa tornare alla mente un precedente. La rete di terroristi appoggiati Guarda il video con una chiamata gratuita al La veglia Una veglia a Kuala Lumpur: alle lanterne volanti sono affidati pensieri per le 239 persone a bordo del volo MH370 delle Malaysia Airlines scomparso l’8 marzo (Reuters) +39 029 475 48 50 da Teheran e coinvolti in un’esplosione a Bangkok nel 2012. Alcuni avevano visitato Pukhet e Pattaya. Inoltre si erano rivolti ad un connazionale esperto in falsificazione di documenti. Un membro del gruppo è stato arrestato in se- guito a Kuala Lumpur. Per ora si tratta di profili ambigui non necessariamente legati al terrorismo. Per questo proseguono i contatti con le intelligence per trovare smentite o conferme. All’esame anche una segnalazione su Videoconferenza WASHINGTON — «La Nsa con i suoi abusi sta mettendo in pericolo il futuro di Internet, sta incendiando la rete. Tocca a voi, alla comunità di esperti, cercare di salvare il web. Siete come dei pompieri». Edward Snowden, in diretta online, si è rivolto così ieri ai partecipanti del South by Southwest Festival, una manifestazione molto seguita che ogni anno attira a Austin, in Texas, tantissimi studiosi e operatori della «tech community». La «talpa» dello scandalo del Datagate, che ha rivelato gli abusi della National Security Agency, ha parlato in chat dal suo esilio moscovita, dove si è riparato l’anno scorso dopo aver diffuso alla stampa i dettagli dei vari programmi di sorveglianza di massa. Conversando con Christopher Soghoian, esperto nei problemi legati alla tecnologia dell’American Civil Liberties Union, Snowden è tornato ad attaccare la Nsa, lanciando un appello a livello mondiale: «Se permettiamo alla Nsa di agire anche in futuro in modo così sfrenato, allora la comunità internazionale dovrà accettare che tutti potranno compiere gli stessi abusi». A chi gli chiede perché a suo giudizio è meno grave che le aziende abbiano accesso ai big data, rispetto al governo, Snowden replica: «Non ho nulla contro Facebook o Google. Possono fare ciò che vogliono, basta lo facciano con senso di responsabilità». cartier.it - 02 30 26 748 Snowden accusa la Nsa: «Minaccia il futuro del web» TANK MC M OV I M E N TO M A N I FAT T U R A 1 9 0 4 M C DALLA CREAZIONE DEL PRIMO OROLOGIO TANK NEL 1917, LA COLLEZIONE TANK HA CONTINUATO A RINNOVARSI E SPERIMENTARE NUOVE SOLUZIONI. L’ESTETICA INCREDIBILMENTE RAFFINATA DEL NUOVO TANK MC È DOTATA DEL MOVIMENTO MANIFATTURA CARTIER 1904 MC. FONDATA NEL 1847, LA MAISON CARTIER CREA OROLOGI D’ECCEZIONE CHE COMBINANO AUDACIA ESTETICA E SAVOIR-FAIRE OROLOGIERO. MALAYSIA rischio attentati che Taiwan avrebbe trasmesso a Pechino qualche giorno prima del disastro. Così come una rivendicazione (debole) di un gruppo estremista. I malaysiani, messi sotto accusa dalla Cina per la gestione dell’emergenza, proseguono le ricerche del jet. Vi partecipano unità di 10 Paesi, 35 aerei, una quarantina di navi che hanno allargato il raggio della perlustrazione. Un’area immensa. Pechino ha annunciato di aver modificato la traiettoria dei suoi satelliti per «battere» la zona. Guido Olimpio @guidoolimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Esteri Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera La crisi I ribelli nella regione orientale del Paese tentano di esportare senza il permesso del governo di Tripoli ret energetica La rete ITALIA Gela Mediterraneo Giacimento petrolio Giacimento gas Giacimento petrolio e gas B Barili di petrolio al giorno Bouri Zintan Produzione di petrolio Pr pr prima della rivoluzione Brigate di Zintan 1,6 Ghadamis milioni Wafa 200 mila Al Faroug Sadun al Sawayli Bahr Essalam GRECIA Mar MALTA TUNISIA LEGENDA Oleodotto Oleodott Gasdotto milizie isl islamiche gruppi re regionali minori Consiglio militare di Cirenaica Brigata dei martiri del 17 febbraio Al Khums Derna Bengasi Misurata Tripoli Brigata dei martiri di Abu Salim Ansar al Sharia Brigata dei Martiri di Libia Consiglio militare di Tripoli Brigata Scudo Sadun al Sawayli Brigate di Zintan EGITTO Brigata Qaaqa ALGERIA Bu Attifel L IBIA El Feel Cufra Battaglione martiri di Rafallah Shahati CORRIERE DELLA SERA La Libia alla battaglia per il petrolio Ordine d’assalto contro i separatisti Catturata la petroliera che aveva caricato greggio in Cirenaica I separatisti libici ieri mattina avevano sgozzato un cammello e organizzato una cerimonia sul molo di Al Sidra, ripresi dalle tv locali, per festeggiare l’evento: il primo carico di petrolio «cirenaico» finalmente stivato in una petroliera e pronto alla partenza per mercati stranieri. Il primo realizzarsi dei piani di finanziamento del governo indipendente di Barqa (Cirenaica in arabo) autoproclamatosi tale a fine 2013 e ovviamente non riconosciuto da Tripoli. In realtà la «Morning Glory», che batte bandiera nordcoreana ma per gli analisti non apparterrebbe a Pyongyang, è stata sì la prima nave a superare divieti e ostacoli del governo centrale riuscendo a mettere nelle sue cisterne greggio per circa 30 milioni di dollari. Ma la sua impresa ieri sera sembrava finita lì. In allarme da sabato quando la nave aveva attraccato al porto vicino a Ras Lanuf, tra Sirte e Bengasi, il premier Ali Zidan e il Congresso generale nazionale (Cgn, il parlamento) ieri erano passati alle maniere forti. Mobilitate la marina e l’aviazione militari, a cui era stato dato mandato in ca- so di bombardare la nave, le autorità di Tripoli in serata hanno preso in custodia la petroliera e il suo carico fuori dal terminale di Al Sidra e l’hanno scortata verso ovest, al porto di Misurata o forse di Al Zawiya, vicino a Tripoli e fuori dalla portata delle milizie separatiste. Sul comandante e sull’equipaggio pende un ordine di arresto, mentre il petrolio sarà scaricato mettendo fine, salvo sorprese, all’avventura della «Morning Glory». Ma l’allarme non è per questo calato, anzi: il fatto che i separatisti siano riusciti a far arrivare e a caricare una nave in un «loro» terminal segna un’escalation innegabile, altre in passato — come una petroliera maltese in gennaio — non erano riuscite ad avvicinarsi alla costa. E comunque i porti orientali dell’ex Jamahiriya (soprattutto Al Sidra, Ras Lanouf e Zuwetina) sono bloccati e inoperosi da luglio. L’esportazione di greggio è crollata da mesi a 300 mila barili al giorno dagli 1,6 milioni ai tempi di Gheddafi. Produzione Il blocco dei porti orientali ha causato un forte crollo della produzione Corea del Nord 100% dei voti per Kim Jong-un Debutta la sorella PYONGYANG — Il leader supremo della Corea del Nord, il 31enne Kim Jong-un, è stato eletto all’unanimità all’Assemblea del popolo. Il presidente non aveva sfidanti, nella sua circoscrizione affluenza al 100%. Era il primo voto organizzato da quando Kim ereditò il potere, nel 2011 (nella foto Afp, Kim va al seggio con la sorella minore Kim Yo-jong, 26 anni, al suo esordio in pubblico). E se l’Eni, prima oil company in Libia ma quasi assente in Cirenaica, resiste producendo «all’80 per cento della sua capacità massima, ovvero 220230 mila barili al giorno» come ha dichiarato recentemente l’ad Paolo Scaroni, le altre major internazionali hanno chiuso o ridotto al minimo le attività. La stessa compagnia di Stato Noc è in seria difficoltà per le attività dei «pirati», come ieri ha definito i separatisti di Barqa il ministro del Petrolio ad interim Omar Shakmak. L’incidente della «Morning Glory» sembra comunque aver dato una scossa sull’emergenza petrolio a Zidan e al Cgn, alle prese con una crisi politica e di sicurezza sempre più grave, che solo la settimana scorsa aveva visto l’assalto al Parlamento a Tripoli da parte di una folla che chiedeva le dimissioni delle autorità «transitorie» che in febbraio si erano autoestese il mandato fino a dicembre. Ieri il presidente del Cgn nonché capo delle Forze armate, Nouri Abu Sahmein, ha annunciato di aver ordinato all’esercito di formare una «forza militare speciale incaricata di rompere l’assedio e liberare i terminal petroliferi». Al loro fianco entreranno in azione ex combattenti della rivoluzione contro Gheddafi, ovvero milizie schierate con Tripoli. La forza «entrerà in azione entro sette giorni» e agirà sotto il diretto comando del premier Zidan. Cecilia Zecchinelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Il dibattito Presentato a Milano il libro di Giuseppe Recchi, presidente Eni, dedicato alle sfide per lo sviluppo dell’Occidente Sicurezza energetica, un obiettivo per la politica Il significato della rivoluzione innescata dallo sfruttamento di «shale gas» e «shale oil» MILANO — «Dopo la conquista dei territori, da sempre la sicurezza energetica è stata la causa scatenante delle scelte politiche». La riflessione di Giuseppe Recchi, presidente dell’Eni, è la premessa per capire la rivoluzione energetica in atto, quella innescata dallo sfruttamento dello shale gas e dello shale oil (gas e petrolio estratti dagli scisti argillosi attraverso la tecnica della frantumazione), che ha cambiato lo scenario dell’energia. Una trasformazione che impone all’Italia, se vuole rimanere competitiva, di pianificare e prendere decisioni rapide e strategie di lungo periodo. Da Paese importatore, gli Stati Uniti sono diventati in pochi anni esportatori di energia ma soprattutto autosufficienti. Con ricadute sugli equilibri internazionali. Gli effetti si fanno sentire anche sulle relazioni fra l’Europa e i suoi fornitori di materie prime e sulla competitività del nostro sistema industriale. Il tema è al centro dell’ultimo libro di Recchi «Nuove energie. Le sfide per lo sviluppo dell’Occidente» (Marsilio), che è stato presentato ieri a Milano. Un «tema cruciale», come ha evidenziato Piergaetano Marchetti, presidente della Fondazione Corriere. Sul palco anche l’ambasciatore Sergio Romano, che ha firmato la prefazione. Romano ha ricordato la relazione tra politica estera e politica energetica e ha evidenziato i limiti della «mancanza di una politica energetica europea comune». Ricordando le tensioni di questi giorni con la Russia per le vicende legate all’Ucraina e alla Crimea, ha sottolineato come con un’Europa unita sul piano energetico e con fonti diversificate di approvvigionamento «sarebbe più difficile per la Russia usare il proprio potere di chiudere i rubinetti del gas» verso l’Occidente. Il 40% della nostra energia è prodotto con il gas naturale, che noi per la maggior parte importiamo. Eppure «l’Italia è il terzo Paese europeo per riserve petrolifere identificate», ha ricordato Paolo Panerai, editore del gruppo Class, e Chi è Giuseppe Recchi Nato nel 1964, laureato in ingegneria a Torino, è Presidente di Eni dal 2011; vice presidente di GE Capital; consigliere di Exor; membro dell’European Advisory Board di Blackstone. Per Marsilio ha appena pubblicato il libro «Nuove energie. Le sfide per lo sviluppo dell’Occidente» L’antiterrorismo vuole riavere le indagini Ajdabiya Sabha Pr Produzione di petrolio alla fine del 2013 I due marò ospite del panel moderato dal direttore del «Corriere della Sera», Ferruccio de Bortoli. «Se sfruttassimo le nostre riserve — ha detto Panerai — risparmieremmo 10 miliardi all’anno, in più ci sarebbe il beneficio indotto delle royalties». Il costo dell’energia è determinante per la competitività del sistema industriale. Come conferma il finanziere Andrea Bonomi, che vede nel libro di Recchi «un urlo alla pianificazione, perché un Paese che non pianifica una strategia energetica, in una situazione di cambiamenti, mette a ri- schio la sua competitività. Gli investimenti vanno da un’altra parte». Risparmio energetico e rispetto dell’ambiente devono far parte delle strategie perché «i modelli di con- 90 40 per cento: la percentuale dell’energia usata in Italia che dipende dall’estero per cento: la percentuale dell’energia usata in Italia prodotta con gas naturale sumo di oggi — conclude Guido Barilla, presidente del gruppo di famiglia — non sono sostenibili in futuro». Francesca Basso © RIPRODUZIONE RISERVATA NEW DELHI — Accusata di lungaggini nelle indagini sulla vicenda dei due marò italiani e di non avere neppure la giurisdizione sul caso, la Nia (la polizia antiterrorismo indiana), ha chiesto di poter difendere la sua posizione dinanzi alla Corte Suprema: lo scrive il giornale Indian Express, secondo cui l’agenzia avrebbe chiesto al giudice di sentire la propria versione, nella speranza di essere riammessa in gioco. Dopo che il governo indiano ha rinunciato al Sua Act, la legge anti pirateria, la difesa di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone ha presentato un’istanza per chiedere che la polizia antiterrorismo non si occupi più del caso. Adesso la Nia vuole dire la sua, in particolare sulla sua giurisdizione a portare avanti indagini su indicazione del governo o dei tribunali (l’articolo 5 della sezione 6 del Nia Act), che potrebbe — secondo l’agenzia — avere conseguenze anche su altre inchieste. Libertà di parola Corte suprema Via libera ai braccialetti WASHINGTON — La Corte Suprema americana ha emesso un verdetto che autorizza gli studenti a indossare, durante le lezioni, dei braccialetti che le autorità scolastiche della Pennsylvania avevano vietato perché «offensivi». Era stato il Distretto di Easton a stigmatizzare gli orpelli colorati che due studentesse, Brianna Hawk e Kayla Martinez, avevano acquistato dalla Fondazione «Keep a Breast» per favorire la consapevolezza riguardo il tumore al seno. Sui braccialetti figuravano le parole «I love boobies», ovvero «Io amo le tette». I docenti avevano chiesto alle due ragazze, nel 2010, di togliersi i braccialetti perché «offensivi». Ma Brianna e Kayla si erano rifiutate, ricevendo un giorno e mezzo di sospensione. La questione era finita in tribunale, con il presupposto che «non si può limitare la libertà di parola». Fino a che, ieri, si è espressa la Corte Suprema: le ragazze hanno ragione. Esteri 15 Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 Il personaggio Cuba González, «il più pazzo», era stato dato per morto nel 2010. Guru della «setta» che si ispira al Medioevo e fa affari in Cina Messico, la seconda morte del superboss dei Templari Assassinato dai marines, nuovo colpo al narcotraffico In onore del boss Un poliziotto mascherato in un «santuario» dei Templari a Buenavista. Dopo la presunta morte di González nel 2010, nel Michoacan sono comparsi diversi «santuari» per onorare St. Nazario, il boss venerato come un santo (Ap / Marco Ugarte) WASHINGTON — Questa volta affermano di avere la prova: le impronte digitali. Sono quelle di Nazario Moreno González, alias El mas loco, il più pazzo, uno dei narco-apostoli dei Cavalieri templari. I marines lo hanno ucciso in un conflitto a fuoco a Tumbiscatio, Sierra Madre del Sud, una delle roccaforti dell’organizzazione criminale. La conferma delle autorità è dovuta. Gonzalez, 44 anni, era già stato dato per morto nel 2010, ma allora i complici avevano portato via il cadavere impedendo l’identificazione. Tattica da guerriglieri piuttosto comune nella guerra messicana. Il trafficante era braccato dall’inizio di febbraio. Un suo uomo era stato catturato il 7 e aveva dato informazioni preziose. Sulle sue orme si sono lanciati anche i gruppi di autodifesa, le formazioni di cittadini che nello stato di Michoacan hanno preso le armi contro i banditi. Alcuni sono inquadrati come i famosi «Rurales», una milizia che appoggia (o sostituisce) le autorità. I rastrellamenti sulla Sierra, combinati con l’attività di intelligence, hanno permesso alla fine di individuare il ricercato sul quale c’era una taglia di 2,4 milioni di dollari. Moreno era una leggenda «nera». Nella sua autobiografia si descriveva umile, abituato a indossare vestiti di seconda mano e a mangiare fagioli ripassati. Ma trattava milioni grazie ai traffici del suo cartello. Prima come fondatore della Familia Michoacana, quindi come custode della «dottrina» dei Templari. Infatti Nazario, che non si separava mai dalla Bibbia, ha scritto un codice di comportamento per il gruppo che mescola principi New Age, riferimenti Addio a Melba eroina rivoluzionaria Ideologo religiosi, comportamenti da pseudo setta e simboli medievali. Spadoni, elmi, santini con guerrieri crociati sono l’aspetto folkloristico di una formazione spietata. Moreno e gli altri leader sostengono che i loro seguaci non bevono, non usano droga e proteggono i cittadini. Fandonie per proteggere un’intensa attività criminale. I Templari sono coinvolti nel traffico di anfetamine e per molto tempo hanno usato lo strategico porto di Lazaro Cardenas per importare gli indispensabili precursori chimici necessari alla produzione di pillole poi vendute negli Usa. Altro settore «economico» è quello dei minerali. Pochi giorni fa le autorità hanno smantellato un network che vedeva cinesi e Templari alleati nell’esportazione illegale di ferro. Un recente studio ha calcolato che il Messico ha perso, nel solo 2013, 1,3 miliardi di dollari a causa dell’export illegale di minerali. E una fetta di quel denaro è finito nelle casse dei Cavalieri di Michoacan. Perduto Gonzalez, il cartello va avanti sotto la guida dell’ex maestro Servando Martinez, alias «La Tuta», personaggio che ama concedere interviste dalla latitanza e star su Youtube, così come da Enrique Plancarte, detto El Kike. Quest’ultimo ha due figli noti nel mondo dello spettacolo. In particolare Melissa, di professione cantante e piuttosto appariscente. Prima ha negato qualsiasi parentela poi quando i media hanno rilanciato la notizia ha dovuto ammettere. E una foto pubblicata sul web non lascia dubbi: la ragazza, poco prima di uno show, indossa un corpetto con la croce dei Templari. L’uccisione del boss rappresenta comunque un nuovo successo per il presidente Peña Nieto, accolto con grande scetticismo e sospetto. Il 22, sempre i marines, hanno messo a segno il colpo impossibile catturando Joaquín El Chapo Guzmán, la guida del Cartello di Sinaloa, personaggio ritenuto inafferrabile e coperto da protezioni politiche. Chi era Nazario Moreno González, alias El mas loco, 44 anni, leader del clan dei Templari, è stato ucciso nel Michoacan. Era già stato dato per morto nel 2010 Successori A guidare i Templari sono ora l’ex maestro Servando Martinez, alias «La Tuta», e Enrique Plancarte, detto «El Kike». Nella foto: la figlia di quest’ultimo, Melissa, cantante L’AVANA — Melba Hernández, «l’eroina della rivoluzione cubana», è morta a 92 anni all’Avana. La Hernández era una delle due donne che accompagnarono Fidel Castro nelle sue prime imprese (nella foto sopra, Melba a sinistra, con Haydée Santamaría). «Con profondo dolore, la direzione del Partito e dello Stato informano che l’eroina Melba Hernández Moncada Rodríguez è morta la notte scorsa a seguito di complicanze associate al diabete di cui soffriva da molti anni», riporta il quotidiano ufficiale Granma. Melba Hernández aiutò Castro a lanciare la battaglia rivoluzionaria dopo il fallito attacco alla caserma Moncada del 1953. Negli ultimi anni era apparsa in pubblico a eventi ufficiali accompagnata da uno dei fratelli Castro, a volte Fidel, altre Raúl. Nata il 28 luglio del 1921, Hernández era cinque anni più anziana di Fidel. Aiutò a finanziare il Partito comunista cubano e prestò servizio come ambasciatrice in Vietnam e Cambogia. Guido Olimpio guidoolimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA ITALIA SOTTOCOSTO 23 aeroporti e 64 rotte nazionali Pisa Bari G Genova Torino Treviso 19 26 26 € .99 € .99 € .99 Roma Fiumicino Catania Lamezia Palermo 14 14 14 € .99 € .99 € .99 Bari Lamezia Comiso 19 19 26 € .99 € .99 € .99 Milano (Orio al Serio)* Pescara Alghero Cagliari 19 25 25 € .99 € .99 € .99 Posti assegnati Secondo bagaglio a mano gratis Prenota entro la mezzanotte del 13 Marzo 14. Offerta di sola andata a partire da, valida per viaggiare dal Lunedì al Giovedì, ad Aprile e Maggio. Tasse incluse. Soggetto a disponibilità, termini e condizioni. Spese opzionali escluse. . *Dal 13 Maggio al 2 Giugno incluso tutti I voli Ryanair da/per Milano (Orio al Serio) opereranno da/per Milano Malpensa T1, Per ulteriori informazioni visita il sito Ryanair.com. 16 Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 17 18 Cronache La tragedia di Lecco Bashkim Dobrushi è rientrato domenica sera dall’Albania I protagonisti Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera «Ha ucciso le nostre bimbe non la potrò perdonare mai» Il padre delle vittime: «Ma lei era una brava madre» Brescia Femminicidio tra donne: 16 anni di carcere Un anno esatto dopo l’omicidio, avvenuto il 10 marzo 2013 a Gussago, nel Bresciano, il Tribunale di Brescia ha condannato a 16 anni Angela Toni, 35 anni, per aver ucciso nel sonno con due colpi di pistola l’ex compagna e convivente Marilena Ciofalo. Il pm aveva chiesto una condanna a 30 anni. Quello di Brescia, secondo il legale di Angela Toni, Fausto Pellizzari, è il primo caso in Italia di femminicidio tra donne. Secondo l’accusa, Angela Toni avrebbe ammazzato per gelosia dopo aver scoperto la nuova relazione dell’ex compagna. © RIPRODUZIONE RISERVATA LECCO — In un’ora non ha mai pronunciato il suo nome. Nel suo racconto è stata solo lei. Non «mia moglie», o la «mia ex-moglie», o Edlira. Lei ormai, nelle parole di Bashkim Dobrushi, è solo la donna «che ha ucciso le mie bambine. Non potrò mai perdonarla. E non voglio neppure provare a capirla». Il padre di Simona (13 anni), Keisi (11 anni) e Sidny (3 anni) è rientrato domenica sera dall’Albania. Un volo da Durazzo a Bergamo, poi in auto fino a Lecco. Nel primo pomeriggio di ieri, di fronte ai carabinieri e al magistrato Silvia Zannini, ha cercato di ricostruire le ultime fasi del rapporto con la donna da cui si era separato lo scorso 12 febbraio, la madre che sabato notte ha ucciso le tre figlie nella casa della periferia sud di Lecco dove la famiglia aveva vissuto per più di 5 anni. Era partito il giorno prima, e domenica ha ricevuto una telefonata dal fratello: «Devi rientrare, c’è un problema». Bashkim Dobrushi, 45 anni, operaio specializzato, cercava di capire. «I carabinieri dicono che devi rientrare». A quel punto, raccontava ieri un amico, si è reso conto: «Le ragazze? È successo qualcosa alle mie figlie?». La madre Edlira Copa, 37 anni, le ha uccise con due coltelli, poi ha sistemato i tre cadaveri sul letto matrimoniale e dopo quasi quattro ore, all’alba, è uscita di casa per bussare a un vicino, col collo e i vestiti coperti di sangue per un tentativo di suicidio. Gli investigatori dei carabinieri, guidati dal comandante provinciale Rocco Italiano, avevano bisogno di ricostruire il passato, di capire se ci fossero stati segnali La telefonata «Torna in Italia, c’è un problema». E lui ha pensato subito alle figlie di squilibrio nei mesi scorsi. «Le mie bambine erano meravigliose e lei era una brava madre — ha spiegato però l’uomo — brava come tutte le madri. Anche se prima e dopo la separazione avevamo spesso litigato, e se non andavamo più d’accordo, non avrei mai immaginato che potesse fare del male alle mie figlie. Le vedevo sempre, quasi tutti i giorni, e non c’erano mai stati problemi». Ieri la donna è stata di nuovo operata per le conseguenze della ferita all’addome che si è procurata con un coltello. Gli accertamenti della Procura, fino a questo momento, hanno stabilito che Edlira non era in cura per patologie psicologiche e non abusava di farmaci. Ma saranno gli psichiatri ora a dover capire quale e quanto profondo fosse lo squilibrio latente che l’aveva portata a credere, come lei stessa ha spiegato agli inquirenti, che per le sue figlie non ci fosse altro «che un futuro di miseria e di prostituzione». Un delirio che, dopo i tre omicidi, l’ha spinta fino alla convinzione di «aver fatto la cosa giusta». Altri psicologi, ieri mattina, hanno parlato della morte di Simona ai suoi compagni della terza F, scuola di Maggianico. Fiori e biglietti sul banco della ragazza, come su quello della sorella Keisi, alle elementari, e poi all’asilo frequentato dalla più piccola delle sorelle. Il prevosto di Lecco, monsignor Franco Cecchin, ha guidato le preghiere nelle parrocchie di tutta la città: «Quella mamma è finita in una solitudine senza ritorno». Paolo Marelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Il commento DOLORE E VENDETTA: I BUCHI NERI DELL’ESISTENZA di GIUSEPPE PANISSIDI D opo l’8 marzo, giorno di festa e di lotta, purtroppo la parte materna dell’umano, «metà di un intero», secondo Platone, rischia di divenire colpevolmente «altra», ogniqualvolta essa non esiti a sopprimere i propri contributi viventi al creato. Sembra dunque maturo il tempo per recuperare margini di senso nella tradizione culturale occidentale, costituitasi nella temperie aurorale della cultura greca classica, entro il testo della filosofia e nell’opera dei grandi tragici. Quasi venticinque secoli fa ad Atene andava in scena «Medea» di Euripide, un capolavoro assoluto, autentica rivelazione dei «buchi neri» dell’esistenza. Medea uccide i suoi due figli, preda lucida e cieca ad un tempo, della disperazione vendicativa verso il marito, deciso ad abbandonarla per un’altra donna, a dispetto della sua completa dedizione. La condanna non Cronache 19 Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 Divisi per sempre Il racconto A sinistra Bashkim Dobrushi, padre delle bimbe uccise, ieri all’uscita della caserma dei carabinieri di Lecco (foto Cardini). L’uomo si trovava in Albania ed è rientrato precipitosamente non appena saputo della tragedia. A destra, la madre omicida fotografata in un attimo di serenità con la seconda delle sue figlie. Nella foto in basso i fiori collocati sul banco di scuola di Simona, la più grande delle tre sorelle, a Maggianico, il quartiere di Lecco dove si trova l’istituto L’ultimo litigio con il marito e lo sfogo con la madre: «Ho in testa mille pensieri» I giorni tristi di Edlira E sua figlia scriveva «Tu sei la mia amica» DAI NOSTRI INVIATI riguarda soltanto la donna, ma anche il marito, spinto dalla brama di potere a infrangere il patto d’amore e di lealtà che li aveva uniti. Compiuto l’orrendo misfatto, Medea, impietosamente si giudica detestabile e mentre invoca la morte, con altrettanto vigore contesta al marito la sua inumana tracotanza, la celebre «hybris» del mondo culturale greco. «Li ho uccisi perché devi soffrire, né hai il diritto di affermare che li amavi, dal momento che li hai abbandonati». Cerca la sofferenza di quell’uomo, perché confusamente e grecamente percepisce valori di verità nel cuore tragico dell’esistenza: «La sofferenza è sapere». Madre ferita, crede che anche il suo uomo è «giusto» che soffra, per umana volontà. Questioni umane, insomma. Ad esse il testo tragico intona un inno per un’auspicabile, pur ardua, saggezza, di contro alla «grande bruttezza», entro eque relazioni di effettiva parità di genere, secondo una terminologia invalsa di recente. Perché, soltanto a pronunciarlo, vi leggiamo, il «nome della saggezza appare vincente». Viverla è ancora meglio. Medea, infine, si allontana sul carro del sole, da cui vanta la discendenza: efficace metafora che illumina l’idea profonda del tragico quale «conflitto tra ragioni». Ché, tra ragione e torto, si dà conflitto, non mai tragedia. LECCO — Anonima fino a essere invisibile, madre amorevole, donna senza eccessi. E, soprattutto, irrimediabilmente sola. Edlira era così. Il suo mondo erano le sue bambine, il resto era uno sfondo lontano di cui non le importava niente. Non più da quando suo marito l’aveva abbandonata per un’altra donna. C’erano soltanto Simona, Keisi e Sidny, «le mia bellezze», «la mia forza», «i miei angioletti» , come le chiamava lei. E soprattutto con Simona, la più grande, era come una sorella, una guida nelle inquietudini dei suoi 13 anni. Madre e confidente, tanto che la ragazzina scriveva di lei su Ask «mia mamma è la mia migliore amica» e alla domanda: se la tua vita fosse un film quale sarebbe il titolo? rispondeva «Simona e la lotta contro la vita». Può darsi che Edlira abbia curiosato nella vita segreta che sua figlia viveva sulla Rete. Se lo ha fatto ha visto l’ultimo post che la tredicenne ha scritto poche ore prima di essere ammazzata: «Sono arrivata al limite». Esattamente come lei e proprio nello stesso giorno: arrivata al limite, sull’orlo del burrone. Per Edlira, che tutti chiamavano Eda, il giorno del non ritorno è stato sabato, il più anonimo di sempre. Nessuno l’ha vista, se è uscita di casa l’ha fatto senza incontrare nemmeno un volto conosciuto da salutare, nessuno ha potuto cogliere un segnale, un campanello d’allarme dell’ultima ora. Con il senno del poi i vicini ragionano sul fatto che in effetti era strano che lei, abitudinaria com’era, non fosse nemmeno uscita per buttare via il sacchetto della spazzatura. Che la sua Ford Focus grigia fosse rimasta lì fuori parcheggiata tutto il giorno. Piccoli dettagli che rac- Il pm chiede vent’anni «Kabobo è seminfermo di mente» Sentenza rinviata: non capisce l’interprete Killer Adam Kabobo MILANO — Il pm Isidoro Albertini ha chiesto alla giudice Manuela Scudieri che Adam Kabobo, il ghanese che la mattina dell’11 maggio 2013 a colpi di piccone uccise a Milano tre passanti e ne ferì altri tre, sia condannato a 20 anni di reclusione e, dopo, ad altri 6 anni di misura di sicurezza in una casa di cura. Per l’assassino del 64enne pensionato Ermanno Masini, del 21enne Daniele Carella e del 40enne Alessandro Carolè, 20 anni sarebbero il massimo della pena una volta che si sia considerato da un lato lo sconto automatico determinato dalla scelta del rito abbreviato da parte della difesa e, dall’altro, il riconoscimento della semi- infermità mentale, conseguente alla perizia dello psichiatra Ambrogio Pennati e della criminologa Isabella Merzagora sul fatto che il ghanese analfabeta sia affetto sì da «schizofrenia paranoide», ma al momento della strage la sua capacità di intendere non fosse «totalmente assente» e quella di volere fosse «sufficientemente conservata». Arringhe e sentenza il 31 marzo, a cui l’udienza è stata rimandata perché Kabobo, che a stento comprende qualche parola di un particolare dialetto, non si intendeva con l’interprete di ieri. Luigi Ferrarella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA L’incidente la scorsa estate Condannato il pirata della strada che travolse la sedicenne in bicicletta Vittima Beatrice Papetti Una condanna a tre anni e quattro mesi che, se venisse confermata anche in Cassazione diventando definitiva, permetterà all’imputato, che sta già scontando parte della pena agli arresti domiciliari, di chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali in alternativa al carcere. Si è chiuso così in primo grado il processo al pirata della strada che l’estate scorsa a Gorgonzola, hinterland milanese, travolse e uccise Beatrice Papetti (una ragazza di 16 anni che stava tornando a casa in bicicletta) e poi scappò senza soccorrerla e si presentò ai carabinieri solo una settimana dopo. «La pena non è giusta, ma questa è la legge italiana» ha spiegato subito dopo la sentenza il padre della ragazza, Nerio Papetti, assistito dall’avvocato Domenico Musicco, anche presidente dell’Associazione vittime di incidenti sulla strada e sul lavoro, che da anni si batte per l’introduzione del reato di omicidio stradale. Il 10 luglio scorso, verso mezzanotte, Beatrice era stata investita e uccisa sulla strada provinciale di Gorgonzola (Milano). Il suo corpo era stato sbalzato a 70 metri di distanza dopo l’impatto. Proprio il padre era intervenuto sul posto perché quella notte era di turno come volontario su un’ambulanza. © RIPRODUZIONE RISERVATA contano di una giornata passata a nascondersi e sicuramente, come racconta sua madre Atlije, a piangere. Un pianto disperato. «Ho telefonato a mia figlia nel pomeriggio» dice la donna in un’intervista a una televisione albanese «ed è stata l’ultima volta che l’ho sentita. Non la chiamo mai, di solito è lei a farlo, ma avevo come un presentimento, sentivo qualcosa dentro, una voce che mi diceva “chiamala, senti se va tutto bene”. Abbiamo parlato a lungo, mi ha detto che non ce la faceva più. Le ho chiesto se aveva litigato ancora con il marito o con i fratelli di lui ma mi ha risposto che almeno per quel giorno no, non avevano litigato. L’ho supplicata di lasciar stare, di non darsi pena per le questioni economiche. Le ho detto “stai su col morale, venderò tutti i miei terreni, ti aiuterò io”. Ma lei niente, ha con- Chiusa in casa Sabato nessuno l’ha vista uscire, nemmeno per buttare i rifiuti: la sua auto è rimasta ferma tutto il giorno tinuato a piangere. Piangeva perché la situazione economica a casa era peggiorata. Mi ha detto: ho in testa mille pensieri e non so da dove cominciare». Perché Eda ha scelto proprio sabato per decidere che tutto era ormai perduto? Può darsi che una spiegazione venga dal giorno precedente. Venerdì mattina suo marito Bashkim — separato formalmente dal 12 febbraio ma che già da mesi vive in un’altra casa — si era presentato di buon’ora nell’appartamento della moglie. Voleva salutare le bambine prima che andassero a scuola perché quella stessa sera sarebbe partito per il suo paesino albanese ai confini con il Kosovo: andava dalla sua famiglia a presentare la nuova fidanzata. Eda lo ha guardato mentre baciava le piccole, l’ha salutato senza troppe parole e ha richiuso la porta alle sue spalle più depressa che mai. In quest’ultima settimana erano successe poche cose ma importanti. La più grave era stata una lite con lui, per la prima volta su questioni di soldi negati non a lei ma alle bimbe. Era stato per la gita scolastica di Simona: 230 euro per andare a Roma che lui voleva conteggiare nei 1.100 euro degli alimenti del mese e che invece lei avrebbe voluto a parte. Già ossessionata dall’idea di non poter garantire una vita dignitosa alle sue figlie, Eda era rimasta sconvolta da quella lite. Forse è per questo, per provare a spendere il meno possibile e pagare la gita, che martedì si è presentata alla sede locale della Caritas per chiedere uno dei loro pacchi alimentari: qualche chilo di pasta, zucchero, sale... Anche quel giorno senza far trapelare emozioni. Nessuno l’avrebbe detta disperata. Si vedeva sempre mentre accompagnava le bambine a scuola con la sua aria mesta o mentre faceva la spesa al centro commerciale. Sorrisi pochi e poca voglia di chiacchierare. Invisibile fra la gente. Sola e triste. E si capisce anche dalle frasi che condivideva su Facebook o dalle fotografie che postava quasi ogni giorno da un paio di settimane. Più si va indietro nella sua «macchina del tempo» sul social network più si incontrano immagini di giorni felici. Lei al mare, lei ai bordi di una piscina, panorami estivi, le sue bimbe sorridenti, baci e abbracci. Da fine febbraio in poi soltanto frasi amare da condividere, le faccette meno allegre della sua Sidny, la piccolina di 3 anni, oppure risposte malinconiche a chi le faceva domande. Il 3 marzo Mimoza le chiedeva «ma che ti succede sorella?» dopo aver letto una citazione postata da Eda sui figli. «Sto diventando sentimentale...» è stata la risposta alle dieci di sera. Quello stesso giorno un altro post parlava dei tormenti di una donna che stava andando alla deriva: «Non possiamo mai giudicare le vite degli altri, perché ogni persona conosce solo il suo dolore e le sue rinunce». Giusi Fasano Gianni Santucci © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Cronache Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera # Istruzione Almalaurea: in un anno meno 4% di occupati con la triennale e meno 2 con la magistrale Sempre più laureati senza impiego (e chi ce l’ha guadagna poco) Per chi esce dagli atenei del Sud stipendi più bassi fino a 200 euro Un laureato impiega almeno un anno per trovare un lavoro, precario e da poco più di mille euro netti al mese: ma se il graduato in questione è donna e, peggio ancora, se ha ottenuto il suo titolo in un ateneo del Sud, i tempi per ottenere un posto dignitoso si allungano e la busta paga, al contrario, si intirizzisce. La — desolante — conferma arriva dal sedicesimo rapporto di Almalaurea, realizzato su 450 mila laureati dei 64 atenei del consorzio, che inquadra il futuro lavorativo di chi, dopo aver raggiunto il massimo livello di istruzione, si confronta col mondo del lavoro, uscendone spesso con le ossa rotte. Anche se chi ha una laurea resta avvantaggiato rispetto a chi ha raggiunto solo il diploma di scuola media superiore, perché a 5 anni dal titolo solo l’8% dei laureati non lavora, il quadro generale è quello di «una sensibile, ulteriore frenata della capacità di assorbimento del mercato del lavoro». Nel dettaglio: tra i laureati di primo livello (laurea triennale, o breve), il tasso di occupazione è sceso di 4 punti solo nell’ultimo anno, di 16 se si confronta il dato con il 2008: a un anno dal titolo il 66% dei laureati brevi lavora o quantomeno svolge uno stage retribuito. Tra i colleghi magistrali la contrazione registrata è di due punti, e di 11 rispetto al 2008. Tra gli studenti che scelgono di proseguire con la laurea specialistica, infatti, lavorano in 70 su 100. Quelli che stanno messi peggio sono i magistrali a ciclo unico, per lo più studenti dei vecchi corsi di laurea: per loro il crollo è del 3% rispetto al rapporto dell’anno scorso, ma del 23% rispetto all’indagine 2008. E l’analisi delle caratteristiche del lavoro trovato è il segno delle difficoltà che i laureati post riforma hanno affrontato in questi ultimi anni. I contratti a tempo indeterminato hanno avuto un calo, rispetto all’indagine 2008, del 15% tra i trienna- Il confronto Ma resta ancora il vantaggio su chi ha soltanto il diploma li, dell’8% tra i magistrali, del 5% tra quelli a ciclo unico. E questi sono dati che rientrano nella media. Anche se l’indagine non prende in considerazione alcuni atenei importanti — come la Statale di Milano o l’Università di Pisa — restituisce una frattura netta tra un Sud disarmato che arranca, dove i laureati stentano a trovare un’occupazione, e spesso si accontentano di lavoretti poco qualificanti, e un Nord avanzato, dove cominciare a lavorare, o anche frequentare La classifica La retribuzione mensile netta degli occupati a un anno dalla laurea Venti degli atenei presi in considerazione dal rapporto di Almalaurea ordinati per tasso di occupazione dei laureati a tre anni dalla laurea Università Stpendio Tasso Tasso di occupazione* medio netto Tasso di (comprende anche attività disoccupazione* di stabilità mensile del lavoro* di formazione retribuita) in euro 92,7 3,3 48,8 964 2011 88,3 8,3 50 1.251 2010 88 6,5 58,6 1.218 2009 87,4 1 Milano S. Raffaele 2 Milano Iulm Laurea di primo livello 3 Genova 8,3 57,7 1.246 2008 5 Venezia Ca’ Foscari 85,7 9,5 50,4 1.103 2007 6 Udine 85,6 9,8 50,5 1.202 4 Trieste 85,5 8,3 51,1 1.188 84,4 11,4 56,9 1.235 2012 9 Firenze 83,8 10,2 52,2 1.126 2011 83,7 10,1 49,6 1.161 2010 11 La Sapienza 82,1 12,6 52,1 1.132 2009 12 Roma Tre 81,3 12 49,5 1.117 2008 13 Camerino 80,4 15,2 63,3 1.132 2007 79 15,6 54,5 1.084 10 Bologna 14 Cagliari 77,8 54,6 1.202 18,5 46,8 1.085 2012 73,2 18,1 61,0 1.142 2011 18 Bari 71,9 18,9 50,8 1.018 2010 19 Napoli II 71,1 20,4 59,0 1.082 2009 28 64,2 1.045 2008 74,5 16 Salerno 17 Catania 20 Reggio Calabria 59 Università Mediterranea Fonte: Elaborazione su dati Almalaurea 1.060 1.152 1.230 1.275 1.299 1.038 1.071 1.125 1.153 1.212 1.290 Magistrale a ciclo unico 14,3 15 Siena un corso di formazione retribuito, è quasi scontato, e dove gli stipendi sono fino a 200 euro più alti. A parità di condizioni di partenza, chi si laurea all’Università di Reggio Calabria Mediterranea ha il 59% di possibilità di lavorare o di frequentare uno stage pagato, a tre anni dal titolo, percependo 1.045 euro al mese netti. Chi esce dallo Iulm di Milano nell’88,3% dei casi ha un’occupazione dopo tre anni, e la sua busta paga arriva a 1.251 euro. Il tasso di disoccupazione dei laureati così può oscillare dal 28% dell’università calabrese, passando per il 20,4% della II Università di Napoli e il 18,5% di Salerno per arrivare al 3,3% dell’ateneo di Milano S.Raffaele, senza disdegnare Genova (6,5%), Torino e Trieste (8,3%). Un sistema a due velocità? «Non facciamoci ingannare dalle apparenze — spiega Andrea Cammelli, fondatore di Almalaurea —. Non è detto che gli atenei del Sud siano peggiori, è il sistema imprenditoriale del Le aziende «Non è detto che le università meridionali siano peggio: le aziende faticano ad assumere» Magistrale 8 L’Aquila 7 Torino 1.003 2012 In Sicilia 970 1.035 1.094 1.156 1.210 1.239 2007 * dati in % Sud che non funziona e fatica ad assorbire laureati. Al Nord il 3% dei laureati si sposta per andare all’estero, ma il 18% degli studenti del Sud emigra al Nord per lavoro. A fare la differenza è anche la specializzazione». Quindi, oltre al prestigio dell’ateneo, quando si sceglie il corso di laurea bisogna considerare che i laureati di Ingegneria e delle professioni sanitarie, nonché dei gruppi educazione fisica e scientifico, sono favoriti nella ricerca di lavoro rispetto ai colleghi dei percorsi giuridico-psicologico e geo-biologico. E poi: più giovani, quindi chi si laurea prima, e chi conosce inglese e tedesco, è più ricercato. Il resto, è fortuna. Valentina Santarpia D’ARCO © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista La presidentessa dell’università, dove si è formato il manager italiano chiamato a gestire le finanze di Apple «Ma il 78% degli studenti Luiss in dodici mesi lavora» Marcegaglia: «La sfida di essere internazionali Metà dei corsi in inglese e altri docenti dall’estero» MILANO — Qualcuno la fortuna se l’è creata con una classica startup dell’era «giochi digitali»: forse il nome Riccardo Zacconi ai più non dice granché, neppure se al suo biglietto da visita si aggiunge che è il fondatore e il boss della King Digital Entertainment, ma alzi la mano chi non ha sentito nominare almeno una volta (e magari scaricato) il tormentone planetario Candy Crush Saga. Qualcun altro il successo l’ha trovato in settori (e posti di potere) più tradizionali: il presidente di Citigroup Luigi De Vecchi, per dire, o il numero due della Banca europea degli investimenti Dario Scannapieco. E poi c’è lui, l’ultimo (solo in ordine di tempo) a scalare i titoli della stampa economica internazionale e il primo, ormai, degli «ex» arrivati al top del top: anche Luca Maestri, il nuovo uomo-guida della finanza globale Apple, la sua laurea l’ha presa alla Luiss. I vertici di Cupertino, Silicon Valley, regno che fu del genio Steve Jobs: bel timbro, non c’è dubbio, per la Libera Università Guido Carli. Dove festeggiano la nomina di Maestri per quello che, per l’ateneo romano, significa: per usare le parole di Emma Marcegaglia — presidente Luiss, ex presidente di Confindustria (cui l’istituto fa capo), leader in carica delle Confindustrie europee — «una ulteriore spinta a muoverci ancora di più nella direzione imboccata da qualche anno: qualità certificata dall’internazionalizzazione». Pensa, in primis, al corpo docente? «Anche agli studenti. Oggi il grosso dei 7.800 iscritti alle varie facoltà, cui vanno sommati gli 800 dei master, viene dalla capitale o dal Centro-Sud. Ma già il 50% di chi frequenta gli Mba è straniero. E in inglese è la metà dei corsi. Bene. Il fascino di Roma è indubbio: abbiamo intenzione di aumentarne le tanti ragioni di appeal aggiungendoci l’attrattività degli studi. La Luiss può farlo. E può, chiaramente, se è in grado di attirare docenti di fama internazionale accanto ai nostri migliori nomi». Suona come un progetto già in fase di realizzazione. «Lo è. Stiamo preparando il prossimo anno accademico. Vogliamo arrivarci con 40 nuovi docenti, da affiancare ai cento già di ruolo (su circa mille complessivi, ndr), scelti tra le migliori università europee e non solo. Vogliamo, soprattutto, che oltre alla loro esperienza portino ulteriore capacità di fare ricerca». Il 2014-2015 sarà davvero l’anno buono? «È quello per cui stiamo lavorando. Ma non partiamo da zero. La Luiss ha già un’eccellente School of government, all’interno di Scienze politiche. L’aveva voluta Luca Cordero di Montezemolo, quand’era presidente di Confindustria, puntando a una ❜❜ I giovani e le imprese Già finanziate 24 proposte di startup: così sono nati centocinquanta impieghi per under trenta La scheda Imprenditrice Emma Marcegaglia, 48 anni, a Roma alla sede della Luiss (Samantha Zucchi / Insidefoto) sorta di Ena italiana: prepara alti funzionari per l’amministrazione pubblica e va decisamente bene. Dopodiché, quest’anno abbiamo varato la School of european political economy: tengo molto ai temi della politica economica europea, saranno sempre più fondamentali, e a insegnarli sono docenti del calibro di Jean-Paul Fitoussi, Marcello Messori, Stefano Micossi. Ora dobbiamo completare il cerchio con le facoltà core della Luiss: il marketing internazionale, o scouting, se preferisce, che stiamo facendo guarda soprattutto alle Business School: management, organizzazione d’impresa, finanza». Sfida alla Bocconi? O l’università mila- Manager Emma Marcegaglia, 48 anni, mantovana, imprenditrice, è presidente di BusinessEurope, associazione che rappresenta le Confindustrie europee. È stata presidente di Confindustria dal 2008 al 2012, prima donna a ricoprire questa carica L’ateneo Dal 2010 Marcegaglia è presidente della Luiss, Libera università internazionale degli studi sociali «Guido Carli», di Roma che ha quattro dipartimenti: Economia e finanza, Impresa e management, Giurisprudenza e Scienze politiche nese è semplicemente un modello? «È uno dei modelli. Strada ne abbiamo fatta tantissima: vogliamo farne di più». Però per voi, università di Confindustria, dovrebbe essere più semplice il rapporto con le aziende. O è solo teoria? «No, è realtà. I rapporti con le imprese sono ottimi. Non solo: il 78% dei nostri laureati lavora entro dodici mesi dal diploma. Ed è l’ultimo dato, quello che ingloba i lunghi anni della crisi». È quasi il doppio della media nazionale presentata ieri da Almalaurea, circuito cui peraltro né la Luiss né la Bocconi aderiscono. Quali sono i settori che per voi resistono? Chi, nonostante la recessione, ha continuato ad assumere? «Siamo a Roma, i rapporti per noi più facili sono evidentemente quelli con Eni o Enel: l’energetico assorbe molti nostri laureati. Ma funzionano bene anche i programmi, a partire dagli stage, con alcune multinazionali, soprattutto nella farmaceutica e nell’alimentare. E sono parecchie le imprese, di vari settori, che ci chiedono corsi di formazione manageriale ad hoc». Spinte a diventare imprenditori in proprio, magari sull’esempio di Zacconi e del successo Candy Crush? «Ci sono, ci sono. Il 16 aprile festeggeremo il primo anno di Luiss Enlab, la “Fabbrica delle Startup”. È uno spazio di 1.500 metri quadri al secondo piano della stazione Termini, dove creiamo innovazione e posti di lavoro. Solo nei primi dieci mesi abbiamo selezionato 400 proposte e ne abbiamo finanziate 24, per un investimento di due milioni cui vanno aggiunti i 3,5 messi a disposizione da altri investitori. In questo modo sono nati 150 posti di lavoro under 30. Numeri piccoli, ancora, d’accordo: ma dimostrano che “si può fare”». Raffaella Polato © RIPRODUZIONE RISERVATA Le minacce al magistrato e i proiettili a Crocetta PALERMO — Un proiettile da mitraglietta recapitato con una busta anonima al governatore Rosario Crocetta e una testa di maiale lasciata davanti al portone della casa di villeggiatura di un giudice impegnato sul fronte antimafia come il presidente del Tribunale di Caltanissetta Claudio Dell’Acqua fanno alzare la tensione in Sicilia. Con prefetti e apparati di sicurezza pronti a rafforzare controlli soprattutto per i magistrati più a rischio, come succede da Caltanissetta a Trapani, passando per Palermo dove tanti giovani improvvisano presidi di «scorta civica» attorno ai pubblici ministeri più esposti. Ma è infuocato anche il fronte politico dove l’ennesima minaccia a Rosario Crocetta arriva il giorno dopo le critiche lanciate contro il governatore da Berlusconi e dal leader di Forza Italia nell’isola, Vincenzo Gibiino, che aveva invocato «un colpo di Stato regionale». E Crocetta: «Ecco cosa succede quando si estremizzano i toni. Chi mi ha minacciato? Nel mio caso non basta la rubrica telefonica. Si, ho paura, ma intensificheremo l’azione antimafia». È lo stesso impegno espresso da Anm, forze politiche e sindacali e Confindustria, tutte pronte a manifestare solidarietà a Crocetta e Dell’Acqua. F. C. © RIPRODUZIONE RISERVATA Arresti a Napoli «Voti comprati con 50 euro o il biglietto per lo stadio» Per «comprare» un voto alle Politiche dello scorso anno venivano offerte poche decine di euro, a volte la spesa o due biglietti per la partita. Questa l’accusa che ha portato agli arresti domiciliari quattro persone, tra cui il consigliere comunale di Napoli Gennaro Castiello e il consigliere della IV municipalità Mario Maggio. In tutto, sono sette gli indagati. Secondo l’accusa Castiello, che lo scorso anno si candidò alla Camera con il Mir (Movimento degli italiani in rivoluzione), nella speranza di ottenere i voti sufficienti per essere eletto (come si evincerebbe da numerose intercettazioni ambientali e telefoniche), attraverso una rete di politici locali e faccendieri, fece distribuire piccole somme agli elettori delle zone più povere di Napoli, come Poggioreale e i Quartieri spagnoli. In molti casi il candidato metteva a disposizione 50 euro a voto, 30 dei quali destinati all’elettore e 20 all’intermediario. Malgrado ciò non fu eletto. Dopo l’insuccesso, Castiello cercò inutilmente di recuperare i soldi elargiti, dal momento che i voti ottenuti erano stati inferiori alle aspettative, mentre gli accordi prevedevano la corresponsione delle somme solo in presenza di effettivi consensi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cronache 21 Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 # Roma I sintomi e la malattia Perdita di memoria Il morbo compromette la capacità lavorativa. È normale, di quando in quando, dimenticare un compito, una scadenza o il nome di un collega, ma la dimenticanza frequente o un’inspiegabile confusione mentale a casa o sul lavoro può significare che c’è qualcosa che non va Le attività quotidiane Una persona molto impegnata può confondersi di tanto in tanto: per esempio dimenticare qualcosa sui fornelli accesi o non ricordare di servire parte di un pasto. Il malato di Alzheimer potrebbe preparare un pasto e non solo dimenticare di servirlo, ma anche scordare di averlo fatto I problemi di linguaggio A tutti può essere capitato di avere una parola «sulla punta della lingua», ma di non riuscire a pronunciarla. Il malato di Alzheimer può invece dimenticare parole semplici o sostituirle con parole improprie rendendo quello che dice difficile da capire Il disorientamento È normale talvolta dimenticare che giorno della settimana sia o ciò che si aveva in mente di comprare, ma il malato di Alzheimer può perdere la strada di casa, non sapere dove è e come ha fatto a trovarsi nel posto in cui è arrivato La capacità di giudizio Scegliere di non portare una maglia o una giacca in una serata fredda è un errore comune, ma un malato di Alzheimer può vestirsi in modo inappropriato, indossando per esempio un accappatoio per andare a fare la spesa o due giacche in una giornata calda «Medici obiettori» Abortisce sola in bagno Difficoltà di pensiero Compilare un libretto degli assegni può essere difficile per molte persone sane, ma per chi è affetto dal morbo di Alzheimer riconoscere i numeri o compiere calcoli può essere impossibile sfolipidi, per l’esattezza) che deriverebbero dalla precoce distruzione delle membrane delle cellule cerebrali coinvolte nella malattia. I ricercatori hanno seguito 525 persone ultrasettantenni in cinque anni e hanno individuato 53 soggetti che hanno sviluppato sintomi di Alzheimer. Hanno confrontato il loro «profilo lipidico» (cioè i fosfolipidi presenti nel sangue) con quello di altrettanti soggetti sani. E sono riusciti a individuare chi era a rischio di andare incontro a quel declino mentale progressivo che si chiama, appunto, Alzheimer. ROMA — Prima di arrivare alle carte bollate per provare ad avere un figlio sano, Valentina e Fabrizio hanno vissuto sulla propria pelle l’esperienza di diversi aborti, l’ultimo in ospedale senza assistenza. Sono loro l’ultima coppia che, in ordine di tempo, ha ottenuto dal Tribunale della Capitale un’ordinanza che solleva il dubbio di legittimità costituzionale delle legge 40. Valentina, infatti, è portatrice di una grave anomalia genetica, ma alla coppia è stato negato l’accesso alla fecondazione assistita e soprattutto alla diagnosi genetica preimpianto per impedire la trasmissione della patologia al nascituro. «Valentina ha abortito da sola nel bagno dell’ospedale Pertini di Roma — spiega Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Coscioni, nonché uno dei legali della coppia, presentando ieri il provvedimento del Tribunale —. Questa è omissione di soccorso, un reato penale, anche se la coppia ha deciso di non denunciare la struttura. È la dimostrazione di come la legge 194 in Italia non garantisca sempre la presenza di un medico non obiettore nel caso dell’interruzione volontaria della gravidanza». Il primo tentativo della coppia di avere un figlio era terminato con un aborto, a causa di una gravidanza extrauterina. I due ragazzi ci avevano riprovato: al quinto mese di gestazione, tuttavia, quando è stata effettuata la villocentesi sono emersi gravi problemi al feto. La coppia ha deciso di interrompere la gravidanza nell’ottobre del 2010. E lì la donna racconta di essere stata lasciata sola per colpa dei medici obiettori: «Dopo 15 ore di dolori lancinanti, vomito e svenimenti, ho partorito dentro il bagno dell’ospedale con il solo aiuto di mio marito». Adriana Bazzi Francesco Di Frischia [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Salute Lo scienziato: non c’è cura, ma si potrà intervenire prima Il test sul sangue che scopre l’Alzheimer con 3 anni d’anticipo Risultati esatti nel 90 per cento dei casi È l’ossessione dei neuroscienziati: trovare un test capace di predire la comparsa della malattia di Alzheimer. Ci stanno provando in molti e ora un nuovo e promettente risultato arriva dagli Stati Uniti: ricercatori della Georgetown University di Washington hanno appena annunciato, sulle pagine della rivista Nature Medicine, di aver messo a punto un esame in grado di preannunciare il rischio di malattia con tre anni di anticipo e con un’accuratezza del 90 per cento, grazie all’analisi di dieci tipi diversi di grassi nel sangue. Un concreto passo in avanti, hanno commentato gli esperti, anche se questi risultati andranno confermati. L’Alzheimer è una sfida gigantesca per i sistemi sanitari nel prossimo futuro: sono 44 milioni le persone affette da questa patologia in tutto il mondo e il numero triplicherà entro il 2050; in Italia i malati attualmente superano quota 700 mila, con un impegno sociosanitario enorme, che ricade, in gran parte, sulle famiglie. «Oggi come oggi non ci sono terapie in grado di rallentare (e curare) la malattia — commenta Giovanni Frisoni, direttore scientifico dell’Irccs Fatebenefratelli di Brescia —. Semmai qualche farmaco può aiutare a controllare alcune sue manifestazioni, come per esempio il deficit dell’attenzione (donepezil o rivastigmina o galantamina) o le performance cognitive (memantina). Sono solo sintomatici, rimborsati dal sistema sanitario nazionale. Poi ci sono altri interventi farmacologici che agiscono sul metabolismo cerebrale, come alcune miscele di acidi grassi, ma sono a carico del paziente». In ogni caso le cure vengono prescritte quando la malattia si è già manifestata, all’inizio, con disturbi della memoria e un decadimento cognitivo e, successivamente, con la perdita progressiva della capacità, per il paziente, di gestirsi autonomamente. Il vero La ricerca L’ex premier francese Nicolas Sarkozy e Bernadette Chirac ieri a Nizza per inaugurare l’Institut Claude Pompidou, un centro di ricerca sull’Alzheimer problema è trovare una terapia capace di contrastare la malattia nelle fasi precoci, magari prima che dia segno di sé. Ma per fare questo occorre sperimentare i farmaci quando il danno cerebrale non è ancora evidente. Ecco perché è importante avere un test che individui le persone a rischio e che queste persone possano entrare nelle sperimentazioni di molecole-prototipo curative. Ed ecco perché il nuovo test (è più interessante di altri perché è fatto sul sangue ed è quindi molto semplice: non prevede, per esempio, una puntura lombare con il prelievo del liquido cerebrospinale) solleva non poche questioni etiche. In altre parole, questa indagine (se la sua efficacia verrà confermata) non servirà tanto per dire alle persone risultate positive «ok, hai una certa probabilità di andare incontro alla malattia quindi ti propongo un trattamento preventivo» (perché non c’è. O meglio, ci sono le solite regole, come ribadisce Frisoni, che valgono un po’ per tutto: corretta alimentazione, adeguata attività fisica eccetera). Servirà piuttosto per dire: «Ok, sei a rischio Alzheimer, vuoi entrare in uno studio clinico per valutare se il farmaco X o Y può essere efficace nel ritardare la comparsa dei sintomi e, come si dice oggi, nel modificare il decorso della malattia?». Il nuovo test si basa sul dosaggio di dieci lipidi (fo- 1 3 2 1 CORTECCIA CEREBRALE 2 IPPOCAMPO 3 IPOTALAMO IL MORBO Nella malattia di Alzheimer un processo degenerativo danneggia lentamente il cervello, compromettendo soprattutto la corteccia cerebrale (1) sede delle funzioni cognitive superiori, l’ippocampo (2) struttura fondamentale per la memoria, e l’ipotalamo (3) importante, fra l’altro, per le emozioni CERVELLO SANO CERVELLO MALATO ’area Una sezione dell’area oggetto geetto cerebrale in un soggetto goolare, sano: la massa è reg regolare, ni ev v videnti non vi sono danni evidenti La ste stessa sezione in un sogg soggetto malato ddi Alzheime Alzheimer: evidenzia laa riduzione della massa D’ARCO 44 700 Milioni È il numero dei malati di Alzheimer in tutto il mondo: il morbo prende il nome dal neurologo tedesco che nel 1907 ne enucleò le caratteristiche Mila È il numero delle persone affette dal morbo di Alzheimer in Italia. L’inizio della malattia è graduale e si sviluppa in una durata media di dieci anni © RIPRODUZIONE RISERVATA Il futuro dell’Authority L’ANTICORRUZIONE TRA ESIGENZE DI IMMAGINE E RINNOVAMENTO ROMA — Quando Matteo Renzi ha parlato con Raffaele Cantone per comunicargli l’intenzione di affidargli la guida dell’Authority anticorruzione, il magistrato ha spiegato al neopresidente del Consiglio che per ottenere qualche risultato bisognava mettere l’organismo in condizione di lavorare seriamente. «Quello è scontato — gli ha risposto il premier —, per noi è un fattore d’immagine molto importante». Poi domenica sera è arrivato, improvviso e in diretta tv, l’annuncio della nomina prossima ventura. Ma ammesso che davvero domani il Consiglio dei ministri approvi la scelta di Cantone su proposta del titolare della Pubblica amministrazione di concerto coi colleghi di Giustizia e Interno (per poi passare alla firma del presidente della Repubblica, previo parere delle commissioni parlamentari competenti), bisognerà restituire a quella mossa d’immagine un po’ di contenuti. Altrimenti non avrebbe nemmeno senso che il pubblico ministero anticamorra accettasse l’incarico, visto che un’immagine ce l’ha già, e piuttosto buona. Il primo nodo da sciogliere sarà la composizione dell’Anac, Autorità nazionale anticorruzione. Attualmente coincide con la Civit, la commissione varata nel 2009 dall’ex ministro Brunetta per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche, composta da tre membri e presieduta dalla professoressa di Scienza delle finanze Romilda Rizzo. L’interpretazione «minimale» vorrebbe che la nuova Anac (di cinque componenti) fosse solo un’integrazione della Civit, con la nomina del nuovo presidente e di un altro membro, nel rispetto della «parità di genere». Ma nell’interpretazione più «propulsiva» della riforma si potrebbe invece azzerare il vecchio organismo e creare il nuovo, o comunque separarli, in modo da marcare la discontinuità col passato e più diretti legami con gli obiettivi della legge Severino. Un articolo dello stesso Cantone La nomina e la riforma Dopo l’annuncio del premier Renzi della nomina del pubblico ministero Cantone è necessaria una riforma dell’organismo Il nodo dell’autonomia Va deciso se lasciare che l’ente sia un’integrazione di una commissione già esistente o dargli una propria autonomia pubblicato la settimana scorsa su L’Espresso indicava come segnale «più disarmante» del disinteresse della politica verso l’anticorruzione, proprio il mancato varo dell’Anac che «oggi funziona con i membri scelti per un altro organismo». Un invito piuttosto esplicito al rinnovamento complessivo, che dovrebbe innescarsi con la sua nomina. Quanto agli interventi che l’Autorità è chiamata a promuovere, ci sono strumenti già previsti dalla legge che possono essere utilizzati, mentre altri andrebbero introdotti per garantirne l’efficienza. Tra i primi rientra la collaborazione con «gli organismi paritetici stranieri», che fornirebbe all’Anac sponde utili per adeguarsi agli standard europei in tema di prevenzione e trasparenza. Ci sarebbe invece bisogno di qualche aggiustamento per garantire un po’ di concretezza a quello che forse è il compito principale della nuova Au- Chi è Magistrato Raffaele Cantone, 50 anni, fino al 2007 ha fatto parte della Direzione distrettuale antimafia napoletana. Oggi lavora alla Suprema Corte di Cassazione torità: «la vigilanza e il controllo sull’effettiva applicazione e sull’efficacia delle misure adottate dalle pubbliche amministrazioni» per combattere il la corruzione. Per esempio dotare l’Anac di poteri ispettivi, e prevedere la possibilità di infliggere sanzioni a chi non adempie a doveri e indicazioni ricevute. Questo potrebbe far diventare l’Authority un effettivo controllore della gestione del contrasto e della prevenzione del malaffare, sul territorio e nell’intera amministrazione dello Stato. Un obiettivo ambizioso, che potrebbe davvero segnare un cambio di passo rispetto al passato; con l’auspicabile risultato di dare qualche risposta a problemi strutturali e mai risolti (spesso nemmeno mai affrontati), oltre che soddisfare le impellenti esigenze «d’immagine» del nuovo capo del governo. Giovanni Bianconi © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 Cronache L’incontro Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera Gli impegni di lavoro, il nuovo spot dell’acqua Rocchetta e la vita in famiglia: «Quando recito disciplina ferrea. Hollywood? So che non ci andrò mai» Laura, i nipoti, il fidanzato e la felicità Ma non riesce a vedersi (bella) com’è ❜❜ Gli affetti Chiatti si racconta: «Insicura di carattere, soffro di dismorfofobia» Piccolo e grande schermo Zia Amo fare la zia andare a prendere i miei nipotini a scuola e all’asilo, portarli fuori. Mi fa sentire una persona normale. Figli io? Ne vorrei tre La carriera ❜❜ Al cinema Laura Chiatti ha girato 20 film, il primo nel 1998. Ha lavorato con Francesca Comencini, Sofia Coppola e Paolo Sorrentino (nella foto, «L’amico di famiglia») Il teatro Mi piacerebbe fare un musical ma non sono ancora pronta per ballare e recitare dal vivo Da bambina sognavo di fare la cantante ma ero troppo emotiva Umbra Laura Chiatti, 31 anni, è di Castiglione del Lago (Update) Con il fidanzato Riservatissima sulle questioni di cuore, il fidanzato è il collega Marco Bocci. Pare che sia stata fissata la data di nozze il 4 luglio (Olycom) In tivù Eccola nel nuovo spot Rocchetta (dove prende il posto di Cristina Chiabotto) accanto alla finta nipote: quella vera ha 7 anni ROMA — Quando dichiara di soffrire di dismorfofobia — è un’autodiagnosi, evidentemente — tocca consultare il dizionario Oxford di medicina: «Convincimento ostinato e angoscioso che il proprio corpo sia deforme e repellente o paura morbosa che possa divenire tale». Lei semplifica: «È l’alterazione della percezione che hai di te stessa, ti vedi come non sei. Ma io questa cosa la sto mettendo a posto». Laura Chiatti è sorprendente. L’abbiamo appena vista su RaiUno nei panni della vicemamma del «Bello» di Braccialetti rossi e poi, ancora, nel nuovo spot di Rocchetta, dove ha preso il posto di Cristina Chiabotto e, in attesa di «ricongiungersi» con Alex Del Piero per Uliveto, si «allena» con una finta nipote che da grande vuole diventare bella come lei. La nipote ve- ra, invece, si chiama Emily, ha sette anni e non dice più di voler fare l’attrice come la zia. «“È proprio una bella rottura di scatole, ti chiedono tutti l’autografo”, sbuffa quando siamo al ristorante e magari il personale della cucina esce a chiedermelo. In effetti non li capisco neppure io. Cioè, la foto sì, la mia firma proprio no», spiega Laura. Total black dalla testa ai piedi, pastrano nero che nasconde anche solo l’idea di pancia (è inutile chiedere conferme sulla sua presunta gravidanza, come pure dettagli sulle nozze estive con il collega Marco Bocci, umbro come lei), è seduta su un divanetto dell’ufficio romano della sua agente e amica Alessandra Lateana, qui in versione cerbero nel fissare i paletti: «Niente domande sulla vita privata». Ma Laura, sul fidanzato, risponde lo stesso: «Non c’è nulla di male a dire che sono molto felice e molto innamorata». A dispetto dell’armatura scelta per l’occasione, si illumina e si addolcisce se parla di ciò che la fa sentire una donna normale: «Essere zia, anzitutto. Quando torno a Perugia vado a prendere Emily a scuola, la porto a casa, mangia con me, facciamo i compiti, poi usciamo per ritirare dall’asilo il fratellino Elia di due anni e mezzo, e andiamo alle giostre, al cinema, nella sala giochi». Non è un caso che tra dieci anni si immagini con tre figli, ancora attrice, serena. Quello che non ti aspetti, invece, è quanto le costi recitare. «Nessuno crede che io sono terrorizzata e me la faccio sotto. Mi sento inadeguata, non all’altezza della situazione, preferisco stare due passi indietro per paura di L’inglese ❜❜ Lo studio Ho già abbandonato sette o otto corsi di inglese. Non sono abbastanza motivata Mi appassiona la cronaca nera Se rinascessi vorrei diventare criminologa sbagliare. Però questo è caratteriale, facevo così anche da ragazza». Confessa di amare la sua vita «fuori dal cinema», i festival la annoiano, ma sul lavoro è molto disciplinata. «Quando sto a Roma, nella casa ai Parioli che ho preso in affitto sette anni fa, i miei ritmi sono molto precisi: sveglia alle sei, poi vado sul set, rientro a casa alle otto di sera, mangio, doccia, letto. Se invece non lavoro, come oggi, mi alzo tardi, anche alle 11.30: soffro di insonnia, passo le ore a guardare il soffitto. A Perugia, anzi a Magione, c’è mia mamma che pensa a me, mi prepara la pizza e i tortellini in brodo». Non ha sempre voluto fare l’attrice, anzi. «Non vengo da una famiglia di artisti, anche se mio padre e mia madre lo erano, a modo loro: lui metalmeccanico, lei titolare di un negozio di abbigliamento. Sognavo semmai di diventare cantante, ma avevo troppa ansia da prestazione, sono emotiva. Ed è curioso che oggi riesca a cantare per divertimento». La paura ancora da superare è quella della diretta. «Non ho preferenze tra ruoli per il cinema o per la tivù. La cosa per la quale non mi sento ancora pronta, e mi piacerebbe molto affrontare, è un bel musical a teatro». La bioenergetica la sta aiutando: «Ne faccio un’ora e mezzo alla settimana, mi serve a riallineare corpo e mente. Non ci credevo molto, prima, e invece ho visto i risultati, ormai la pratico da più di un anno». Se rinascesse farebbe la criminologa. «Sono appassionata dei programmi di cronaca nera: Chi l’ha visto?, Linea gialla, Quarto grado». Garantista fino all’ultimo, la infastidisce che si cerchi subito il colpevole tra le mura domestiche, nonostante le statistiche sulla violenza di genere conducano verso quella direzione: «Parolisi, secondo me, è innocente». Rivendica il diritto di andare ai provini con tacco assassino e trucco e parrucco appena fatto, perché a lei piace così. «Il regista deve essere lungimirante e guardare i miei occhi, non il mio corpo. Sai quante volte dopo che recito una scena mi dicono: però che brava!, come se da me non se lo aspettassero». L’inglese non riesce proprio a impararlo. «Ho abbandonato 7-8 corsi, finora. Non sono abbastanza motivata. Del resto, non sarò mai Meryl Streep, non andrò a Hollywood, mi piace lavorare qui in Italia e assicurarmi un futuro tranquillo nel nostro Paese». Elvira Serra @elvira_serra © RIPRODUZIONE RISERVATA Prato I dipendenti non la inseguono: «Temevamo si facesse del male» Napoli E ora anche i ragazzi dicono no alle catene online che invitano a bere «Ho bisogno di medicine» Un’anziana rapina la banca con un’arma giocattolo La rivolta dei genitori che scrivono su Facebook: «Basta sfide alcoliche» Ha aspettato il proprio turno allo sportello della cassa dell’istituto di credito come una normale cliente. Ma quando si è trovata davanti al cassiere, la donna, dell’età apparente tra i 60 e i 70 anni, ha tirato fuori una pistola, «visibilmente di plastica» riferiscono gli investigatori, e poi un coltello. E, minacciando l’impiegato, gli ha chiesto di darle i soldi. L’anziana, come ha raccontato ai carabinieri il cassiere della banca, avrebbe anche detto che «i soldi le servivano per le medicine». La rapina nella filiale della Cassa di risparmio di Lucca-Pisa-Livorno di via Tacca, a Prato, è avvenuta ieri mattina poco dopo le 11.30. La donna, presi i soldi, circa 4.000 euro, si è diretta verso l’uscita e ha fatto perdere le tracce. «Noi non l’abbiamo seguita soprattutto perché temevamo si potesse fare del male da sola, magari con gli stessi strumenti di minaccia con cui ha chiesto a noi il denaro», avrebbero spiegato alcuni dipendenti della banca ai carabinieri, intervenuti dopo che era stato dato l’allarme e stupiti per l’età della donna che ha messo a segno il colpo. Insieme alle ricerche della donna sono scattati gli accertamenti consueti, a partire dalla visione delle riprese delle telecamere a circuito chiuso della banca, anche per accertare se davvero ad agire fosse stata un’anziana e non piuttosto una persona travestita da donna di età avanzata. Le immagini avrebbero evidenziato che era vestita in modo da es- sere poco identificabile: pantaloni, giacca, sciarpa, cappello di lana e un paio di occhiali con lenti scure. I militari stanno visionando i filmati per comprendere la fisionomia ed il modo di camminare dell’autrice della rapina. I testimoni interrogati — al momento del colpo in banca c’erano vari clienti oltre al personale —, a cui è stato chiesto se per caso non avessero notato qualcosa di strano, hanno tutti risposto di non aver notato prima nulla di strano e che la donna sembrava davvero un’anziana e non una persona camuffata. Tutti hanno confermano che la donna parlava perfettamente l’italiano. © RIPRODUZIONE RISERVATA Bari «Lei è morto: renda 6 anni di pensione» Per il suo Comune risultava morto da 6 anni. Ma Francesco Giuzio, 79 anni, è vivo. Ora però l’Inps gli chiede di rendere 72 mila euro: i 6 anni di pensione dati al «morto» (Arcieri) NAPOLI — «Sono Pippo, sono il papà di Giovanni, Alberto, Andrea e Matteo... Ci metto la faccia e dico basta con queste catene alcoliche su Facebook». Pippo Fenderico, napoletano del Vomero, ha postato un video su Facebook che in poche ore è diventato virale. Un messaggio contro le NekNomination nel quale invita i ragazzi a non raccogliere la sfida della Rete e gli altri genitori a metterci a loro volta la faccia e a dire no a una tendenza che arriva dall’Australia e che, in Europa, ha fatto finire più di un adolescente in coma etilico. Il «gioco» prevede che un ragazzo nominato debba bere, entro 24 ore, una bevanda alcolica mentre viene ripreso dalla telecamera. Deve postare il video su Facebook e poi nominare tre amici. Se non lo fa deve offrire da bere a chi l’ha nominato. Pippo, un lavoro da manager e una attività di volontariato in parrocchia, ha fatto proseliti con la sua iniziativa. Sulla sua bacheca, in poche ore, sono stati postati tanti video di altri papà che dicono no alle nomination alcoliche. «Ho capito che dovevamo dire basta e farlo usando il linguaggio dei nostri figli e i loro canali di comunicazione. Niente prediche, ma la condan- na di fenomeni pericolosi con fermezza, senza temere di uscire dal branco. Ma ora la faccia deve mettercela ogni genitore». Il figlio sedicenne di Pippo, studente del liceo Alberti, ha fatto il suo filmato bevendo e ha nominato tre amici. «Era camomilla — dice il papà — ma è stato un errore. Uno dei ragazzini che ha nominato ha bevuto birra. C’è un solo modo per uscirne: spezzare la catena». Sono #iocimettolafaccia e #insiemesiamosquadra gli hashtag che hanno scelto i genitori per i propri messaggi contro le «Nek». E a Napoli, effettivamente, il gioco della catena alcolica si è arenato. Merito anche di ragazzi decisi. Sono numerosi i video di quelli che con acqua, una zuppa di latte o una bevanda gasata hanno preso le distanze dalle «Nek». Molti di studenti delle scuole più prestigiose della città. «Bevo se voglio, quando voglio e quel che voglio. Nessuno mi dice cosa fare. Non sono ostaggio di alcun meccanismo, né di quelli che vogliono governare le nostre menti» ha detto nel suo video Alberto Panzera, 19 anni, ultimo anno allo scientifico. Anna Paola Merone © RIPRODUZIONE RISERVATA Hannover Merkel saluta la mano bionica È la stretta di mano tra il premier inglese David Cameron, la cancelliera tedesca Angela Merkel e una protesi di mano bionica controllata da uno smartphone al CeBit di Hannover. Cronache 23 Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 # Tecnologia La piattaforma dei fratelli Durov è già scaricata da milioni di utenti. La corsa alla sicurezza dei propri dati Fuga da WhatsApp per la privacy Il popolo del web emigra in Russia Il successo di Telegram, con messaggi crittografati e «a tempo» Il confronto Telegram È un’app per smartphone e tablet che in pochi giorni ha registrato diversi milioni di download Le caratteristiche Punta molto sulla privacy grazie a una protezione crittografica che garantisce la riservatezza dei messaggi. Ha una funzione «secret chat» che, sostiene l’azienda, non memorizza su server i messaggi inviati e consente la distruzione a tempo dei messaggi. L’app è gratuita e la piattaforma consente la comunicazione tra pc e smartphone WhatsApp È un’app per smartphone creata cinque anni fa da Jan Koum. Basta inserire il proprio numero di telefonino e, senza fornire altri dati, si possono mandare messaggi di testo e vocali, foto e video a chiunque abbia scaricato la app. Il tutto gratis per il primo anno e poi al costo di 99 centesimi l’anno. I numeri Conta oltre 450 milioni di utenti attivi al mese e 50 miliardi di messaggi scambiati al giorno. È stato appena acquistata da Facebook per una cifra di circa 19 miliardi di dollari DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Milione dopo milione, continua la lenta emorragia di utenti dei servizi di messaggistica che lasciano Whatsapp — l’applicazione venduta a sorpresa dal fondatore, Jan Koum, a Facebook poco più di due settimane fa — per passare a piattaforme alternative. Ragazzi e adulti che temono di ritrovarsi controllati in tutte le loro scelte di vita e di consumo dall’occhio inquisitore dell’azienda di Zuckerberg, passano a Snapchat, a Line, ma soprattutto a Telegram: un vero e proprio clone russo di Whatsapp che nei giorni scorsi ha guadagnato parecchi milioni di utenti. Cinque milioni li ha conquistati in un solo giorno, il 22 febbraio, quando, 48 ore dopo l’annuncio dell’acquisizione da parte dell’azienda di Mark Zuckerberg, il servizio di WhatsApp rimase bloccato per 210 minuti a causa di un’avaria dei server. Ma perché di questa emorragia (comunque limitata: WhatsApp ha 450 milioni di utenti) ha beneficiato un nuovo entrante come Telegram, cioè una società che vive grazie alle donazioni del ricco 27 Miliardi È il numero di messaggi che mediamente vengono scambiati in un giorno nel mondo fra gli utenti di WhatsApp. Sono invece 400 milioni le fotografie che in media vengono condivise imprenditore russo Pavel Durov, assai più di altri servizi di messaggistica più noti e consolidati come WeChat, Kik, Line, Viber, Snapchat? E perché adesso in questo business si lancia anche la piattaforma Wickr annunciando un grosso investimento per garantire la sicurezza dei messaggi (crittati e dotati di un meccanismo di autodistruzione) finanziato da molti investitori tra i quali spuntano l’ex zar antiterrorismo Richard Clark e Gilman Louie, l’ex capo del fondo di «venture capital» della Cia? Una risposta precisa a queste domande ancora non ce l’ha nessuno. O meglio, una riposta la si può andare a cercare consultando la voce «sicurezza»: molto simile a Wha- tsApp, Telegram offre tuttavia comunicazioni più sicure agli utenti spaventati dallo spionaggio della Nsa, l’agenzia federale di «intelligence» che setaccia sistematicamente Internet. Durov, un imprenditore libertario che si atteggia a filantropo, sostiene di aver lanciato Telegram perché voleva creare un sistema di comunicazione inaccessibile alle autorità russe. Sulla sua purezza filantropica, però, è lecito avanzare qualche dubbio, soprattutto dopo che l’imprenditore ha ceduto una quota consistente di VKontakte, il suo «social network», una specie di Facebook russo con 200 milioni di utenti, al miliardario Alisher Usmanov, molto vicino al presidente Vladimir Putin. Mentre Telegram punta sulla sicurezza, Line, che ha 360 milioni di utenti nel mondo e cresce rapidamente in Spagna, nel mondo arabo e in America Latina, arranca negli Usa (solo 10 milioni di utenti) nonostante abbia arricchito la I fondi Al momento la nuova applicazione vive grazie a fondi privati Vaticano Gli interessi Un mercato in cui si lanciano sia imprenditori che servizi segreti che era necessario andare in Asia perché papa Benedetto XVI non aveva fatto in tempo. La presidenza coreana, in una nota, afferma che il Papa incontrerà a Seul la presidente Park Geunhye. «Prego — ha detto il cardinale Andrea Yeom Soo-jung in un messaggio rilanciato da AsiaNews — che questa visita possa portare pace e riconciliazione alla penisola coreana». sua messaggistica con l’offerta di servizi aggiuntivi: giochi, foto, «stickers» digitali. Anche le altre piattaforme americane si stanno sforzando di migliorare l’offerta di servizi e la protezione delle comunicazioni. È chiaro che dopo quasi un anno di rivelazioni a raffica di Snowden sullo spionaggio informatico dei servizi segreti americani, gli utenti sono preoccupati: rassicurarli fa, quindi, parte del business della messaggistica. Ma non è di certo solo la Nsa a spiare: oggi tutti, governi e privati, si contendono lo sterminato patrimonio di informazioni che gli utenti mettono in rete tutti i giorni. Chi per interesse commerciale, chi pensando alla lotta contro il terrorismo, chi per obiettivi di spionaggio internazionale. E i ruoli dei protagonisti di questa battaglia, anche a livello industriale, non sono sempre chiari. © RIPRODUZIONE RISERVATA Massimo Gaggi Ad agosto viaggio apostolico del Papa in Corea del Sud Papa Francesco dal 14 al 18 agosto sarà in Corea del Sud. Occasione del viaggio, ha detto Padre Lombardi, portavoce del Vaticano, è la VI Giornata della gioventù asiatica, che si svolgerà nella diocesi di Daejeon. «Bisogna andare in Asia», aveva detto papa Bergoglio (ieri ad Ariccia per gli esercizi spirituali, nella foto Afp) lo scorso luglio, sull’aereo che lo riportava da Rio a Roma dopo la Giornata mondiale della gioventù, aggiungendo Dopo l’incidente Fiorello a casa ma sotto osservazione Ieri lo showman Fiorello (in alto foto Ansa) è stato dimesso dal policlinico «Gemelli» di Roma, dove era ricoverato dal 3 marzo a causa di un incidente stradale con lo scooter. «Voglio tornare a star bene» sono le parole, riferite da un amico, di Fiorello che, comunque, verrà tenuto sotto osservazione anche a casa. «È stato sottoposto a esami diagnostici, che hanno evidenziato il fisiologico riassorbimento della lesione emorragica post traumatica e la naturale evoluzione dell’ematoma del muscolo trapezio destro», spiega una nota dell’ospedale. Non solo ma «la ferita lacero contusa frontale destra verrà medicata giornalmente fino alla rimozione dei punti di sutura, che non avverrà prima di 7 giorni», prosegue il comunicato. La scelta delle dimissioni viene motivata dai sanitari con le «condizioni cliniche in miglioramento e la richiesta del paziente di tornare in ambiente familiare più idoneo al suo stato emotivamente provato. È stato deciso di effettuare una dimissione protetta a domicilio dove verrà continuato un assiduo monitoraggio clinico da parte dell’equipe di Neurochirurgia del policlinico Gemelli coordinata dal professor Giulio Maira». Fiorello il 3 marzo aveva travolto Mario Bartolozzi, pensionato di 73 anni che attraversava sulle strisce. «È ancora mortificato e si tiene costantemente aggiornato sulle condizioni di mio padre», ha detto Laura Bartolozzi, figlia di Mario, che è ricoverato in una clinica privata. Dopo un intervento all’omero, alla tibia e al perone, il pensionato a breve dovrà nuovamente operarsi. © RIPRODUZIONE RISERVATA+ © RIPRODUZIONE RISERVATA Gran Bretagna Il capo del governo conservatore non vuole un istituto privato. La moglie Samantha: «Per Nancy voglio un’adolescenza normale» La scelta di Cameron: la figlia studierà in una scuola pubblica LONDRA — Il padre è andato a Eton, la madre ha frequentato il Marlborough College — la stessa scuola di Kate, duchessa di Cambridge — ma lei, Nancy, la figlia maggiore dei Cameron, studierà presso un liceo statale. Che in Gran Bretagna la notizia occupi spazio sui giornali e tempo sui chat-show è sintomatico di un problema che nonostante i tentativi di vari governi, conservatori, laburisti e di coalizione, perdura: sarà anche la patria del fish and chips e dei Rolling Stones, ma il Paese di Elisabetta II rimane una nazione comandata da un’elite. Il 54% dei deputati conservatori ha frequentato scuole private, così come il 40% dei liberal democratici e il 20% dei laburisti. Venti deputati hanno studiato a Eton (un liberal democratico, gli altri conservatori). Il 30% si è laureato a Oxford o Cambridge. Non è solo una questione di tradizione, classismo o pregiudizio. Le statistiche parlano chiaro. Nelle scuole private un terzo degli allievi raggiunge il massimo dei voti alla maturità. Nelle scuole statali soltanto il 7,5%. Le eccezioni ci sono, ma questi non sono dati che possono infondere fiducia La motivazione «L’infanzia è già stata atipica È importante avere amici veri di tutte le estrazioni sociali» nel cuore di un genitore in procinto di scegliere la scuola per il proprio figlio. Interrogato l’anno scorso su dove avrebbero studiato i figli, Cameron si era schierato fermamente dalla parte della scuola pubblica, dicendosi entusiasta dei cambiamenti in atto nelle classi di tutto il Paese. Lui che viene preso in giro per via del suo iter accademico un po’ snob — non è il solo, chiaramente, lo stesso Tony Blair aveva studiato al prestigioso Fettes College, una delle più care scuole scozze- si, prima di laurearsi a Oxford — sarebbe stato il primo premier conservatore in carica a spedire i figli in una scuola non privata. Oggi il passo sembra più vicino. Amici della coppia hanno confidato alla stampa che per Nancy, che ha compiuto dieci anni e che entro novembre deve presentare Insieme David Cameron con la figlia Nancy pattina sul ghiaccio al lancio del Vip Winter Wonderland in Hyde Park. Il premier britannico sceglierà per lei una scuola pubblica (foto d’archivio, Lapresse) domanda per iscriversi alla secondary school, la scuola privata è stata esclusa. Mamma Samantha, in particolare, vuole assicurare ai figli un’adolescenza «normale». Preferisce — dicono suoi conoscenti — che «i ragazzi vengano giudicati per quello che sono, non per via del cognome, della loro classe, dello status, della famiglia alla quale appartengono» (lei è più nobile del marito, discende da Carlo II). La loro infanzia, precisa la moglie del premier, è già stata relativamente anormale. È importante che si facciano amici veri, di tutte le estrazioni sociali. Stranamente, a credere ai resoconti dei giornali, per Samantha la rivelazione dell’importanza della scuola statale sarebbe giunta a liceo terminato. Arrivata all’università della West of England di Bristol per studiare arte, si sarebbe trovata per la prima volta in un ambiente dove a nessuno importava che istituto aveva frequentato. Anzi. La targa Marlborough avrebbe potuto danneggiarla. Se la signora Cameron spinge, il marito le va dietro, felice anche, sicuramente, del fatto che la scelta di una scuola statale gli toglierà almeno un grattacapo. Sino a novembre c’è tempo per cambiare idea, è chiaro. Sarà poi interessante scoprire in quale scuola statale Nancy otterrà un posto. Il ministro per la scuola, Michael Gove, ha appena fatto sapere che la figlia Beatrice a settembre comincerà a frequentare la Grey Coat Hospital School, a due passi da Westminster (e ben lontano dal quartiere di Kensington dove abita). Una scuola statale, certo, ma selettiva. Lo stessa formula alla quale erano arrivati i Blair. Paola De Carolis © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera 25 Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 Economia `V `ii ÀÃi /- >L > ÃiÌÌ>> Õââ 1Vi > ÃiÌÌ>> /Ì ` -Ì>Ì >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää /Ì /- Ì« ££ä£Éä{É£{ Î]äää¯ £ää]£{ Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £ÎÈ]Óx Ó]£ Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÎ]Óx ä]äÈ Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ £äÈ]Î Ó]Ç£ Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £äÓ]x ä]Ó{ Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ ££Ó]ÎÈ Î]xx /Ì i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° £ääÎ iÌÌ ¯ `À> È°Èn]{x ä]Îx¯ £ iÕÀ ä]xί e À>VvÀÌi °ÓÈx]xä ä]£¯ £ iÕÀ £{Î]Îää Þi ä]Óx¯ e £ iÕÀ ä]nÎÎn ÃÌiÀi ä]Èί e Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]È ä]{£ £ iÕÀ £]Ó£Ó vÀ° ÃÛ° Û° Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £ä{]Ç Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £äÎ]äÓ ä]È{ £]{È Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £ää]ÎÓ Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ £££]{ VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]Óä Î]x£ Î]Èn ä]{ä £ iÕÀ n]nÇÎx VÀ°ÃÛi° ä]£È¯ e £ iÕÀ £]x{£ `°V>° £]äί e Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££ä]Ó£ Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££{]£È Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ £ä]Èä £]£ Ó]{£ Ó]n{ VÌ änä£ÉäÉ£x ä]Înä¯ £ää]££ VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]xÈä¯ £ää]ää VÌ £££xÉä{É£n ä]ÈÇǯ £ää]££ ä]xÈ ä]Èx £]Óä /- Ì°-Ì>À £°ÇÇ]{Ç ä]äx¯ *>À} >V{ä® Ü ià £È°Î{]£n ä]Îȯ } } >Ã`>µ {°ÎÓÈ]È ä]Ó£¯ / i® £x°£Óä]£{ £]䣯 -E* xää £°nÇ{]xä ä]£¯ >`À` £ä°£{]Èä La lente {°ÎÇä]n{ ä]£ä¯ e ÓÓ°ÓÈ{]Î £]Çx¯ ä]Îä¯ e ä]ä¯ +ÕÌ° ,i`° ivv° £ääÎ iÌÌ ¯ ä]xn¯ e £]Înn£ `>À i`° Óä°ÇxÎ]ÎÈ /- Ì° - >Ài ÓÓ°£Î£]{n r L’aumento Montepaschi Gli industriali farmaceutici: operazione gestita da manager esterni. Oggi i conti della banca LE BANCHE E LA RISPOSTA CONSOB Fondazione Mps sotto il 30%, Aleotti vende SULLE QUOTE DI BANKITALIA La scorsa settimana la famiglia della Menarini ha ceduto il 3% , l’ente l’1,59% N uove incognite per la rivalutazione delle quote Bankitalia nel conto economico delle banche. Un possibile stop dall’Esma, l’Authority che vigila sui mercati finanziari in Europa, al percorso previsto dalla legge metterebbe a rischio qualcosa come 900 milioni di imposte. Mentre non è chiaro chi debba intervenire — il Tesoro, le Authority nazionali o magari l’Ifric, l’organismo internazionale che fissa le regole contabili, la Consob rimette ai singoli consigli delle banche la decisione su come trattare le quote. Tra i primi ad affrontare il bivio c’è Unicredit che riunisce oggi il board: contabilizzare come prescrivono la legge e lo statuto Bankitalia (e dunque pagare) oppure aspettare le indicazioni internazionali? «Non ci è arrivato un rigo che contraddica la norma» ha detto per tutti il presidente dell’Abi Antonio Patuelli . Paola Pica © RIPRODUZIONE RISERVATA La lente/ 2 MILANO — Cominciano a vedersi i primi effetti dell’ondata di vendite e acquisti che per tre giorni la scorsa settimana ha reso il Montepaschi protagonista assoluto di Piazza Affari con oltre il 30% del capitale passato di mano e un rialzo di quasi il 20%. Ieri è stato uno dei grandi azionisti, la famiglia toscana Aleotti, a dichiarare di avere venduto il 3% di Mps, riducendo così la quota all’1,034%, detenuto attraverso la Finamonte srl. Nel frattempo la Fondazione Mps ha continuato a vendere piccoli pacchetti di azioni scendendo ieri sotto la soglia d’opa, a quota 29,9%. Appena giovedì scorso aveva comunicato a Consob di non avere ceduto azioni e aveva aggiornato la partecipazione al 31,48%. In tre giorni l’ente presieduto da Antonella Mansi ha dunque venduto l’1,59% per 40,6 milioni, che serviranno in gran parte per rimborsare i circa 300 milioni di debiti residui. Ieri il titolo ha continuato la crescita chiudendo a 0,215 euro, +1,13%. La vendita delle azioni da parte di Aleotti è avvenuta mercoledì 5, proprio il giorno in cui il titolo del Monte ha cominciato a fibrillare. Alcuni rumor non Un anno a Piazza Affari SOCI PRINCIPALI Ieri 0,215 euro (+1,13%) 0,246 0,227 JP Morgan Coop Centro Italia 0,188 Unicoop Firenze 0,169 Famiglia Aleotti Mag ‘13 Lug ‘13 Set ‘13 Nov ‘13 Gen ‘13 La cessione L’ente ha incassato 40 milioni Le stime Le stime degli analisti: perdite a 882 milioni escludevano che a vendere fosse stato (anche, se non solo) uno dei grandi soci privati del Montepaschi affiancano la Fondazione Mps. Ieri è arrivata la conferma da parte della famiglia del gruppo farmaceutico Menarini, entrata in Mps nel 2012 con il 4% per 173 milioni — in concomitanza con l’arrivo di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola ai vertici dell’istituto — e aveva espresso nel board Alberto Aleotti. In serata gli Aleotti hanno spiegato di avere affidato già da diversi mesi la gestione di Finamonte ad un consiglio di amministrazione «esterno alla fami- glia, che gestisce le partecipazioni in piena autonomia. La nostra fiducia nell’attuale management Monte dei Paschi e nelle prospettive di ripresa della banca è e rimane immutata». È tuttavia evidente che la loro eventuale partecipazione all’imminente aumento di capitale da 3 miliardi sarà molto limitata. La ritirata da Mps non è stata indolore per Finamonte: il 3% è stato venduto attorno a 0,21 centesimi, dunque la perdita — compresa la minusvalenza potenziale sull’1% — dovrebbe essere attorno ai 70 milioni. Oggi per Mps è una giornata *cui va aggiunto lo 0,69% della controllata Coofin decisiva. Il consiglio approverà i conti 2013 (che il mercato conoscerà mercoledì mattina): le attese degli analisti sono di una perdita media di 882 milioni. Particolare attenzione sarà sulle rettifiche sui crediti deteriorati, che alla fine del terzo trimestre ammontavano già a circa 20 miliardi, in vista dell’asset quality review e degli stress test della Bce, e sugli effetti positivi del calo dello spread Btp/Bund sul portafoglio di circa 20 miliardi di titoli di Stato. Fabrizio Massaro [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Credito Dopo lo sciopero generale il maggior sindacato di categoria preannuncia la nuova piattaforma Orari lunghi e meno sportello È la «rivoluzione» del bancario L’ I big al congresso Fabi, prove di dialogo sul contratto © RIPRODUZIONE RISERVATA Mar ‘14 3,7% 2,5% 1,14% * 1% 1,034% D’ARCO TRENITALIA, LA RETE E ITALO L’AUTHORITY ACCENDE IL FARO accesso alla rete ai concorrenti non sempre sarebbe stato garantito dalle Ferrovie. Lo ipotizza l’Autorità dei trasporti che ha individuato delle «criticità» nelle condizioni che regolano l’utilizzo dell’infrastruttura e ha quindi deciso di aprire una procedura per garantire condizioni «eque» e «non discriminatorie». Nel mirino c’è il gestore della rete Rfi, che controlla anche l’operatore Trenitalia, diventato ex monopolista dopo l’arrivo sul mercato del concorrente privato Ntv («Italo») fondato da Luca di Montezemolo. La decisione dell’Autorità è maturata «nell’ambito dell’indagine conoscitiva» avviata il 21 gennaio scorso, e ancora in corso sull’accesso alle infrastrutture ferroviarie, e sulla base di audizioni gli operatori e delle loro segnalazioni. Axa 0,207 0,149 29,89% Fondazione Mps La coperta è corta. Sempre di più. Lo sanno bene le banche, che hanno già messo le mani avanti, e i sindacati che dopo la rottura unilaterale decisa dall’Abi hanno riaperto le trattative sul nuovo contratto di lavoro per 300 mila dipendenti. Il negoziato, partito subito con una rottura, non potrà procedere per vie ordinarie, come al solito, ma stavolta dovrà arrivare a un vero punto di svolta per il mondo delle banche. Dovrà definire una sorta di «riforma del bancario» da cui la figura di chi sta allo sportello ne uscirà molto cambiata. In parte la trasformazione è già avvenuta. La crisi ha tolto ogni certezza al lavoro in banca, «posto fisso» per eccellenza. E la diffusione di Internet ha generato un ecosistema in cui mobile banking e banking online sono diventati l’unico punto di contatto con i clienti. Tra aperture al sabato, orario lungo, vendita di biglietti, servizi di pagamento e consulenza varia allo sportello, il mestiere di chi sta in agenzia è già molto cambiato. E continuerà a cambiare con il passare degli anni e con l’evoluzione dei modelli di banca. Il nuovo contratto, nelle intenzioni dei sindacati, dovrà dare una veste normativa a questo cambiamento. Altrimenti, dopo aver perso quasi 50 mila bancari, c’è il rischio di doverne accompagnare alla porta «altri 20 mila nei prossimi cinque anni», come ha avvertito Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, che ieri a Roma ha aperto il lavori del XX Congresso nazionale del sindacato autonomo dei bancari. L’appuntamento cade nel pieno della trattativa sul rinnovo del contratto e, vuoi per la posta in gioco vuoi per la forte sindacalizzazione del mondo bancario, al congresso Fabi sfilerà lo stato maggiore del mondo bancario: dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, al numero uno di Federcasse, Alessandro Azzi, intervenuti ieri, al vicepresidente dell’Associazione bancaria, Francesco Micheli, ai top manager di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, di Unicredit, Roberto Nicastro, di Mps, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ai numeri uno di Bpm, Dino Giarda, Ubi, Victor Massiah, Cariparma, Giampiero Maioli e Banca Popolare, Pierfrancesco Saviotti, che tra oggi e domani parleranno a due- Multinazionali Chiquita, maxifusione con Fyffes Maxifusione tra Chiquita (Usa) e Fyffes (Irlanda). Nasce ChiquitaFyffes, colosso delle banane da 5 miliardi di dollari di fatturato annuo. mila delegati sindacali. L’obiettivo è trovare un punto di raccordo per tornare al tavolo della trattativa sul contratto con le idee più chiare. Patuelli lo ha detto chiaramente: «Ci sono stati momenti di confronto, ma le trattative iniziano oggi». A giudicare dal clima del primo giorno i presupposti sembrerebbero buoni. Certo, il sindacato non vuole fare sconti. Ieri Sileoni ha tenuto a precisare che «quando si dice che in Italia il costo del lavoro nelle banche è tra i più alti di Europa, ci si dimentica che nel conto rientrano anche le retribuzioni dei top manager». Stipendi «che stridono con il buon senso» secondo il segretario generale della Fabi, che ha esortato gli istituti a «recuperare il ruolo sociale perduto». Patuelli ha invece chiesto «più etica e più efficienza» nelle banche, impegnandosi a «trovare la soluzione» nell’ambito «delle prospettive di sviluppo su cui ci troveremo a ragionare nei prossimi anni». Da questo punto di vista non c’è differenza tra banche commerciali, popolari e credito cooperativo. Tutte sono chiamate a un ripensamento che rimette al centro il cliente (famiglie o imprese) per costruirci intorno nuove fonti di ricavo con servizi e prodotti che richiedono nuove professionalità. Come tutelarle lo diranno i sindacati. Con un colpo di teatro Sileoni ha voluto invertire i ruoli, annunciando ieri al Congresso che stavolta saranno i sindacati bancari a presentare all’Abi la nuova piattaforma del contratto. Non viceversa. Federico De Rosa © RIPRODUZIONE RISERVATA La nomina in assemblea Fossati vuole una Telecom «presidenziale» Telecom Italia: indietro tutta all’assemblea del 20 dicembre scorso o avanti tutta, verso quella del prossimo 16 aprile. Sia come sia, la battaglia per la governance è riesplosa e si torna al braccio di ferro tra l’azionista Marco Fossati e il blocco «spagnolo» guidato da Telefonica. Ieri il gruppo telefonico ha comunicato di avere «ricevuto da parte del socio Findim una richiesta di integrazione dell’ordine del giorno dell’assemblea degli azionisti ordinari [...] l’inserimento è il seguente: nomina da parte dell’assemblea del Presidente del consiglio di amministrazione». La stessa richiesta era giunta anche dall’alleato forte di Fossati, l’associazione dei piccoli azionisti guidata da Franco Lombardi, l’Asati. E in soldoni può significare solo una cosa: la Findim sta pensando di ripresentare una lista per il cambio della governance in Telecom Italia con un presidente di peso. L’ultima volta, se riavvolgiamo il nastro all’assemblea combattuta dello scorso dicembre, il nome sul tavolo era stato quello di Vito Gamberale, ex amministratore delegato di Telecom e attualmente alla guida di F2i. L’integrazione dell’ordine del giorno può essere richiesta da un socio che abbia un quarantesimo del capitale (come, appunto, Fossati). In questi giorni, forse già oggi, arriverà la pubblicazione dell’assemblea di Telecom, ma a questo punto ormai i giochi sono stati scoperti. Per la presentazione della lista c’è ancora tempo fino al 22 marzo. Lo statuto di Telecom Italia prevede già che il presidente possa essere nominato direttamente dall’assemblea (laddove generalmente viene nominato il consiglio di amministrazione che poi decide al proprio interno il passaggio della poltronissima del presidente), ma in ogni caso l’iter deve essere richiesto da un azionista per essere attivato. Il board oggi si riunirà per assumere le delibere necessarie per integrare la richiesta ma si tratterà di un passaggio formale: la prossima notizia sarà la lista della minoranza e quella che dovrà presentare la maggioranza. Massimo Sideri [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 Economia Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera Ricavi Rcs a 1,31 miliardi Perdite in calo a 218 milioni Indebitamento in discesa a 476 milioni. Titolo su del 4,2% MILANO — Migliorano i conti di Rcs Mediagroup, editore del Corriere della Sera. Ieri il consiglio presieduto da Angelo Provasoli si è riunito per cinque ore e ha approvato i risultati del 2013. Il consolidato si è chiuso con una perdita netta più che dimezzata a 218,5 milioni (da 507,1 milioni). Nel quarto trimestre dell’anno, in particolare, il risultato ha registrato un ulteriore miglioramento passando da un rosso di 127 milioni a 43,2. Dopo la diffusione dei dati il titolo in Borsa ha registrato un’impennata terminando la seduta con un guadagno del 4,26% a 1,616 euro. I ricavi sono diminuiti da 1,5 a 1,3 miliardi ma il fatturato delle attività digitali (sulle quali Rcs ha investito circa 20 milioni con un rafforzamento dei sistemi verticali, lo sviluppo di nuovi servizi e dell’e-commerce) è cresciuto del 3% a 147 milioni raggiungendo quota 11% su quello totale. Rcs sottolinea che «sono stati raggiunti i target di profittabilità e generazione di cassa previsti dal piano per il 2013» e che «per l’esercizio in corso si prevedono ricavi e indebitamento in miglioramento», con l’obiettivo «di triplicare Il manager Pietro S. Jovane Presidente Angelo Provasoli il margine operativo ante oneri non ricorrenti». Il risultato netto 2014 è previsto ancora negativo «sebbene in miglioramento rispetto a quanto registrato nel 2013». Le azioni di efficienza del gruppo guidato da Pietro Scott Jovane hanno superato i 10 milioni portando i benefici a quota 92 milioni. L’accelerazione realizzata nel 2013 e quella ulteriore prevista per quest’anno consentiranno «di raggiungere il target triennale di taglio dei co- sti previsto dal piano con un anno di anticipo». Grazie all’aumento di capitale, alla cessione del gruppo Dada e del comparto immobiliare via San Marco, l’indebitamento finanziario netto passa da 845,8 a 476 milioni. Il consiglio tornerà a riunirsi il 24 marzo per completare l’esame dei punti all’ordine del giorno e convocare l’assemblea degli azionisti per l’8 maggio. Nel dettaglio l’area quotidiani Italia registra nel 2013 ricavi per 487,9 milioni, in calo del 13,3% con una contrazione del fatturato pubblicitario del 18,4%. La raccolta sui mezzi online è invece in crescita e raggiunge il 21,5% dei ricavi pubblicitari dell’area. I ricavi diffu- L’assemblea Mittel rinnova il consiglio, esce Zaleski Dalla Sega confermato presidente Le dimissioni di Arnaldo Borghesi da consigliere delegato e da ogni altro incarico e l’uscita dal board di Romain Zaleski: i soci Mittel hanno preso atto del duplice congedo ed eletto ieri il nuovo consiglio a 11 (tre donne). Franco Dalla Sega (foto) è stato confermato presidente. Borghesi lascia con un accordo bonario da 3,3 milioni. In attesa della nomina di un nuovo capo azienda, la finanziaria è condotta dal direttore generale Maurizia Squinzi. sionali diminuiscono ma sono stati sostenuti dall’aumento del 16,5% di quelli editoriali digitali. Il margine operativo, escludendo oneri e proventi non ricorrenti, è positivo per 45,5 milioni. Corriere e Gazzetta dello Sport confermano le posizioni di leadership nei settori di riferimento con copie medie diffuse pari rispettivamente a 496 mila (in flessione del 3,9%) e 282 mila (-8,8%). Continua la crescita degli indicatori di traffico e lettura dei due siti, che nei 12 mesi raggiungono com- Prospettive Per il 2014 si prevedono fatturato in crescita e risultato in miglioramento plessivamente oltre 44,8 milioni di utenti unici mensili, con un aumento del 5,8%. Nei primi mesi del 2014 sono stati poi lanciati i siti nuovi, «multimediali e con forte presenza di video». Complessivamente le edizioni digitali dei due quotidiani hanno superato i 149 m i l a a b b o n a m e n t i . Pe r quanto riguarda le altre aree, da segnalare che i ricavi dell’area libri sono diminuiti dell’1,8% rispetto a una contrazione del mercato del 4,3%, e il gruppo ha consolidato la seconda posizione fra le case editrici anche grazie a un balzo del 19,5% registrato da Bompiani. Nell’e-book i ricavi sono aumentati dell’80%. CASE, RITORNO AL PASSATO COMPRAVENDITE GIÙ COME TRENT’ANNI FA di GIULIANA FERRAINO Meno case vendute, meno valore scambiato, meno mutui erogati per comprare l’abitazione: il 2013 è stato un altro anno di crisi per il mercato immobiliare residenziale italiano, che torna indietro di 30 anni. Secondo l’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi) dell’Agenzia delle Entrate, le compravendite di case sono scese del 9,2% rispetto al 2012, con appena 403.124 contratti firmati, sotto ai livelli del 1985, quando i passaggi di proprietà erano stati circa 430 mila. Cade anche il valore complessivo degli immobili scambiati, pari a 66,8 miliardi, circa 8 miliardi in meno del 2012 (-10,7%). Con due eccezioni: Milano e Bologna, le uniche due città dove nel 2013 le compravendite sono aumentate rispettivamente +3,4% e +1,5%. I dati peggiori riguardano invece Napoli (-15,3%) e Genova (-10,3%), mentre Torino chiude a -8,2% e Roma a -7,3%. Le quotazioni però calano in tutta Italia, a partire La discesa dei da Torino (-4% nel secondo contratti immobiliari semestre rispetto al primo), del 9% ha riportato Genova (-3,8%) e Napoli (le compravendite 3,1%). Va male anche Roma (sui livelli del 1985 1,8%), mentre i cali più lievi sono a Verona (-0,2%), Venezia (-0,4%) e Milano (-0,5%). Il credit crunch ha pesato la sua parte, e le abitazioni comprate grazie ai mutui delle banche sono diminuite del 7,7%, con circa 17,6 miliardi di capitale complessivamente erogato, poco più di 2 miliardi di euro rispetto a quanto concesso per i mutui ipotecari accesi nel 2012 (-10,6%). C’è però un piccolo segnale positivo: quando prendiamo in considerazione il mercato immobiliare in generale, osserviamo che nel 2013 il calo è in frenata, con una contrazione complessiva dell’8,9% rispetto al crollo del 24,8% dell’anno prima. A dare una mano al mattone italiano è stato soprattutto il ritorno degli investitori stranieri che puntano soprattutto sulle superficie commerciali. E la tendenza si sta consolidando in questi primi mesi del 2014. @16febbraio 1985 © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA B ANCA NCA POPO POPOLARE LARE DI PU PUGLIA GLIA E BASI BA SILICATA LICATA AUTORITA’ PORTUALE DI AUGUSTA Societ So cietàà cooper cooperativ ativaa per per azioni Sede sociale in Matera, Sede Matera, via Ti Timmari mmari 25 Iscrizione Registro Imprese di Matera e Codice Fiscale 00604840777 Il Commissario dell’Autorità Portuale di Augusta, ai fini di cui all’art. 18 del Regolamento per l’esecuzione del Codice della Navigazione, rende noto che presso la sede dell’Autorità Portuale di Augusta, Palazzina ED1 Porto Commerciale di Augusta, C./da Punta Cugno - 96011 Augusta (SR) -, sono depositate le numero 22 istanze di rinnovo di concessioni demaniali marittime in scadenza il 31.12.2013. L’elenco delle predette istanze è pubblicato, in allegato all’avviso, all’Albo Pretorio dei Comuni di Augusta, di Priolo Gargallo e di Melilli, nonché sul sito internet dell’Autorità Portuale di Augusta (www.portoaugusta.it). Le istanze e la documentazione che le correda sono disponibili per la consultazione presso l’Ufficio Demanio dell’Autorità Portuale di Augusta, sita presso il Porto Commerciale, C/da Punta Cugno - 96011 Augusta (SR). Si invitano tutti coloro che potessero avervi interesse a presentare per iscritto, entro il perentorio termine di 30 (trenta) giorni consecutivi dalla data di pubblicazione del presente avviso sulla GURI, quelle osservazioni ritenute opportune a tutelare i propri diritti ed interessi legittimi. Nell’ambito di tali osservazioni potranno essere formulate anche proposte di utilizzo alternativo dei predetti spazi in funzione di massimizzazione dei traffici marittimi e dell’impiego di personale. Con avvertenza che trascorso il termine stabilito non sarà presa in considerazione alcuna proposta ulteriore, non sarà accettato alcun reclamo e si darà ulteriore corso alle pratiche inerenti le predette istanze. Le eventuali istanze in concorrenza dovranno essere presentate, a pena di inammissibilità, all’Autorità Portuale di Augusta entro il medesimo perentorio termine indicato per la formulazione di osservazioni. L’avviso relativo alle predette istanze è stato inviato per la pubblicazione sulla GURI il giorno 03/03/2014. Il Commissario - Dott. Enrico Maria Pujia 1) Rideterminazione del numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione da 9 a 11. 2) Nomina Consiglieri di Amministrazione. 3) Determinazione del compenso degli amministratori. 4) Nomina componenti del Collegio Sindacale e designazione del Presidente. Determinazione compenso. 5) Nomina componenti del Collegio dei Probiviri. 6) Relazioni del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale e della Società di Revisione. Bilancio al 31.12.2013. Deliberazioni inerenti e conseguenti. 7) Determinazione del sovrapprezzo di emissione di nuove azioni per l’anno 2014 ex art. 6 dello Statuto. 8) Aggiornamento annuale politiche di remunerazione ed incentivazione. L'analisi Sergio Bocconi © RIPRODUZIONE RISERVATA Convocazione Co nvocazione Asse ssemble mbleaa Or Ordinaria dinaria de deii So Soci ci I signori soci sono convocati all’asse assemble mbleaa ordinaria de deii soci che si terrà in prima convocazione venerdì 28 marzo 2014 alle ore 9,30 e, occorrendo,, iin seconda se conda convocazione sabato 29 marzo 2014 alle ore 9,30 presso il Centro Polifunzionale sito in Altamura in Via Madonna del Buoncammino (adiacente al Santuario “Madonna del Buoncammino”), con il seguente ordine del giorno: ✒ Editoria Nuovo consiglio il 24 marzo, assemblea prevista per l’8 maggio Ai sensi dell’art. 23 dello statuto sociale, hanno diritto ad intervenire all’assemblea ed esercitarvi il diritto di voto solo coloro che risultino iscritti nel libro dei soci almeno novanta giorni prima di quello fissato per l’assemblea in prima convocazione e siano in grado di esibire la certificazione di partecipazione al sistema di gestione accentrata. I soci che hanno immesso i propri titoli a dossier presso la Banca potranno richiedere apposita attestazione presso tutti gli sportelli della stessa. La Banca, verificata la sussistenza dei requisiti prescritti, emette un biglietto di ammissione nominativo, non cedibile, valevole per l’esercizio del diritto di voto. E’ ammessa la rappresentanza di un socio da parte di altro socio che non sia amministratore, sindaco o dipendente della società. Ciascun socio può rappresentare fino a un massimo di tre soci. Non è ammessa la rappresentanza da parte di persona non socia, anche se munita di mandato generale. Le limitazioni anzidette non si applicano ai casi di rappresentanza legale. La delega per la partecipazione all’assemblea, compilata a termini di legge, deve essere sottoscritta dal socio delegante, con firma autenticata a norma di legge ovvero autenticata dal preposto della dipendenza o da un funzionario presso gli uffici della Banca. La delega è valida tanto per la prima che per la seconda convocazione. Le candidature alle cariche sociali sono disciplinate ai sensi dell’art. 24 dello statuto nonché dal vigente regolamento assembleare. Presso la sede sociale sarà depositata, a far data dal giorno 13 marzo 2014, a disposizione dei soci che volessero prenderne visione, la documentazione di cui alle vigenti norme. Per ulteriori informazioni il socio potrà rivolgersi al Servizio Relazioni Esterne, chiamando il Numero Verde 800012511. Altamura, 27 febbraio 2014 p. il Consiglio di Amministrazione Il Presidente dott. Michele Stacca CITTA’ DI ERCOLANO (Provincia di Napoli) AVVISO ESITO DI GARA Oggetto: Appalto per l’affidamento del servizio di recupero e smaltimento dei rifiuti ingombranti e beni durevoli per mesi 12 (dodici) dal 01/10/2013 al 30/09/2014; categoria dei servizi n. 16; codice NUTS: ITF3; codice CIG: 5229242B00; Si avvisa, ai sensi dell’art. 65 del D.Lgs. n. 163/2006 e s.m. e i., che il servizio in oggetto è stato aggiudicato provvisoriamente in data 19.11.2013 a mezzo di asta pubblica, con il criterio del prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara, determinato mediante ribasso sull’elenco prezzi unitari, con contratto da stipularsi a misura, con l’individuazione ed esclusione delle offerte anormalmente basse, definitivamente aggiudicati con Determina Dirigenziale n. 11/18/240 del 10.12.2013, catalogata in data 07.01.2014 al n. 2775. Hanno prodotto offerte nei termini n. 11 imprese. Aggiudicataria della gara è risultata alla Ditta ECO ENERGY. s.r.l., con sede in AIROLA 82011 (BN) alla Via Caracciano Zona P.I.P., Partita I.V.A. 01395640624, per il prezzo di €. 113.800,00, pari al ribasso offerto del 36,77%, oltre I.V.A. al 10%. Termine dell’esecuzione del servizio è di gg. 365 (trecentosessantacinque). Il R.U.P. è il Dr. Gerardo Imperato - Funzionario del Settore Servizi Tecnici. Il Dirigente - Ing. Ripoli Andrea %". )".. ..1. (3" ""( ." ("1 "& ")" "1." , /44!4 ))" ' 4/,/4# 88/ /74$ 4.!" $"4... " 4 %2:%26:%5 "44 .$7. &.4 &. - !"4$ .89$ +"74"9$" !&"4 44. 7!"9$" !4999$" .7 /7 -"4. .4 74$/4. " $"//$",) 651%6 01%5::5%:::: '&./49$" &."& ( :0%::::) !&$.4$ $!& //8$ 7.$ )#5)#6# $!&."/8$ $/4 &. /7.99 "$" /$44 .//$ &. 7.$ %6):#:6# /&/ . 48 $/4$ &./$" '"$" /$44 .//$( 7.$ %)1#)50%6: $"(." )".." ())" 0(" /'+*#'/+4) .4.$ 79$" +!$. .//$, &.8 8. -"$! -$.4) 49$" && 4"4 / ./.8 $ 4 &.$. $"4!&$."!"4 8. "$! ! $. $.4 7 -.4) $!! 0 )/) %1526::1 "$" $ 4. *7"4) /4 "4/$ &.$!"4$ 8. -"$! / $" 7. 7" 8$ 4 "874 &.! $.4 "$" "$! "&""4!"4 !"4$ /! 7 4.$. $.4 '!//!$ ( 49$" && 4"4 / ./.84 /!".) 7.4 51 !/ $." "47. $"/748 $.."4 4 $"/" /.89$) .!" &."4$.$ ..8$ $.4 '8 /& ".( $. %5:: :2:26:%) 744 $"9$" !!//$" . /$"$ .&$.44 " "$ " /& ". " $7!"49$" . &7 4 /7 /4$ 222')((1'.) $&. 7$$ $ 4$.$ &. !$ 4 8 /& ". .) 74 7 :02:26:% $. #5:) /&$"/ .$!"4$ $44) ") 7/&& $ $!$) "$ /44$ 4./!//$ " 4 :2:526:% " 4 :2:526:% &7 4$ - $ 9" ) .44$. ". 11' (" (. " PROVINCIA REGIONALE DI PALERMO DIREZIONE GESTIONE RISORSE UMANE GARE E CONTRATTI ESITO DI GARA Si rende noto che nella G.U.R.S. n. 9 del 28/02/2014 è stato pubblicato l’esito della gara celebrata il 09 gennaio 2014 relativa alla fornitura, mediante somministrazione, di gasolio per il riscaldamento degli Istituti scolastici di 2° grado, per le sedi degli Uffici provinciali, della Sovrintendenza Scolastica Provinciale, dei posti fissi di Piano Battaglia e Piano Zucchi nonché gasolio per autotrazione per gli automezzi spalaneve, presumibilmente per il periodo ottobre 2013/ottobre 2014 e che è risultata aggiudicataria in via definitiva l’A.T.I. Cancascì Petroli s.r.l. (CG) – S.C.E.L. s.r.l. (Associata), con sede in Misilmeri (PA), per l’importo di € 574.280,94 al netto del ribasso dell’8,40% offerto in sede di gara. Il Dirigente: Dr. Maurizio Zingale REGIONE TOSCANA - Giunta Regionale Direzione Generale Organizzazione e Risorse Settore Patrimonio e Logistica Via di Novoli 26 - 50127 Firenze, Italia ESTRATTO DI BANDO DI GARA Procedura e criterio di aggiudicazione: Procedura aperta indetta ai sensi del D. Lgs. n. 163/2006 art. 55 con il criterio prezzo più basso art. 82 D. Lgs. 163/2006. Oggetto: Servizi di vigilanza armata da espletarsi a mezzo di Guardie Particolari Giurate presso le sedi della Giunta Regionale Toscana oltre che presso le sedi degli Enti, Organismi, Agenzie e Aziende Regionali aderenti al contratto aperto suddivisa in tre lotti: LOTTO 1 Province di Firenze e Pistoia. (CIG 557238800D) LOTTO 2 Province di Lucca, Pisa, Livorno e Massa Carrara (CIG 5572422C18) LOTTO 3 Province di Siena, Grosseto e Arezzo (CIG 5572443D6C). CPV: 98341140-8. Luogo di esecuzione della prestazione: Sedi della Giunta Regionale ubicati sul territorio della Regione Toscana. Durata o termine d’esecuzione: 48 mesi. Importo stimato: € 7.539.235,60.IVA esclusa (vedasi Bando di gara). Termine per la presentazione delle offerte o della presentazione delle domande: 31/03/2014. Data di spedizione del bando alla G.U.C.E.: 18.02.2014. Il bando in edizione integrale è pubblicato sulla GUCE e sulla GURI. Il capitolato speciale d’appalto, insieme ai documenti di gara, sono disponibili ai seguenti indirizzi Internet: http://www.regione.toscana.it/appalti/profilo_committente, http://www.e.toscana.it/start. Il Dirigente responsabile del contratto Dr.ssa Angela Di Ciommo AVVISO PER ESTRATTO DEL BANDO DI GARA L’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” indice una procedura aperta ai sensi dell’art. 55 del D.Lgs. 163/06, per l’affidamento del Servizio di portierato e assistenza alla didattica per l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” - di durata biennale con l’opzione per un ulteriore biennio, per un importo biennale di € 1.340.000,00 oltre IVA, da aggiudicare con il criterio di aggiudicazione del prezzo più basso. Le offerte dovranno pervenire entro le ore 12.00 del 10.4.2014 all’Ufficio di Segreteria della Direzione sita in Napoli alla via Chiatamone n. 61/62. La documentazione di gara è visionabile sul sito www.unior.it ed il bando è stato trasmesso alla Commissione Europea in data 26.2.2014. f.to Il Direttore Generale dott. Giuseppe Giunto COMUNE DI SAN CIPRIANO D’AVERSA L’ORGANISMO STRAORDINARIO DI LIQUIDAZIONE visti - il D.P.R. 24.08.1993, n. 378; - il D.Lgs. 18.08.2000, n. 267; considerato - che occorre dare avvio alla procedura di rilevazione delle passività al 31.12.2012; dandone pubblico avviso INVITA chiunque ritenga di averne diritto, a presentare, entro un termine perentorio di sessanta giorni, la domanda in carta libera atta a dimostrare la sussistenza del debito. Per la visione integrale dell’Avviso e del modello di istanza si rimanda al sito istituzionale dell’ente (www.comune.sanciprianodaversa.ce.it). San Cipriano d’Aversa, 3 marzo 2014 IL PRESIDENTE - Dott. Goliardo Miniati Tribunale di Biella Fallimento n. 31/2013 SAMAR SRL in liquidazione Il curatore del fallimento in epigrafe INVITA a manifestare l’interesse ad acquistare i marchi appartenenti alla SAMAR S.R.L. in liquidazione, mediante proposta irrevocabile di acquisto con indicazione del prezzo offerto. La MANIFESTAZIONE DI INTERESSE, unitamente alla PROPOSTA IRREVOCABILE, dovrà pervenire presso lo studio del dott. Paolo Garbaccio a Biella via Ravetti n. 2/a, tel. 01530479, fax 0152430001, e-mail [email protected]. Per ulteriori informazioni e l’elenco dei marchi tuttora in essere è possibile contattare il curatore fallimentare. Il curatore fallimentare Dott. Paolo Garbaccio Economia 27 Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 Finanza e imprese La rete di 30 negozi. L’apertura di Milano Eataly, mossa di Tamburi Socio di Farinetti al 20% Investimento da 120 milioni. Ipotesi Piazza Affari MILANO — Gli anglosassoni la definirebbero una classica operazione win-win: non ci sono perdenti, né destinatari di Opa ostili, ma solo (presunti) vincitori. Per due motivi: Eataly apre a un socio con le conoscenze giuste in vista di una possibile quotazione in Borsa entro il 2017. La banca d’affari Tip (Tamburi Investment Partners) entra come azionista di minoranza in un’azienda in fortissima espansione per la sua capacità di rappresentare il brand Italia oltreconfine sostituendosi in parte alla domanda di prodotti tipici del nostro Paese finora appannaggio di contraffattori italian sounding. Ieri la merchant-bank di Giovanni Tamburi ha acquisito il 20% della società guidata da Oscar Farinetti con un investimento da 120 milioni di euro tramite il veicolo Clubitaly. Un’operazione che valorizza quindi la società circa 600 milioni. Dice Farinetti — ipotizzando l’apertura al mercato dei capitali — che «l’esperienza del team Tamburi potrà essere fondamentale». Soprattutto l’ingresso di Tip permette a Eataly di trovare quella liquidità necessaria per finanziare il progetto di espansione all’estero che prevede le aperture già contrattualizzate di Mosca, San Paolo, Londra (oltre Energia 30 gli store della società guidata da Oscar Farinetti. Prossime apertura a Mosca, San Paolo e Londra 5.500 i metri quadri del punto vendita Eataly al Teatro Smeraldo di Milano che aprirà tra una settimana 400 milioni di euro il fatturato consolidato di Eataly previsto nel 2014. L’ebitda è fissata a 45 milioni Il marchio Un’immagine di Eataly a Bari. Il gruppo prevede un fatturato di 400 milioni di euro nel corso del 2014 Milano prevista per il 18 marzo al Teatro Smeraldo) e consente di guardare con fiducia a un vero e proprio sbarco negli States dopo il successo inatteso dei punti vendita di New York e Chicago. L’ambizione ✒ Meno partite Iva, più giovani P er sfuggire alla crisi (e al declino del posto fisso) la parola chiave per i giovani è sempre più autoimpiego. Comunica il ministero dell’Economia e delle Finanze che il 49,1% delle 78 mila nuove aperture di partite Iva nel mese di gennaio è di under 35 che godono del regime agevolato. Tuttavia il dato complessivo testimonia un inatteso dietrofront rispetto alla voglia di imprenditorialità: l’anno passato i nuovi autonomi erano circa il 9% in più. Pesa la Gestione Separata Inps? F. Sav. dell’imprenditore convinto sostenitore del premier Renzi (al quale ha chiesto un’operazione di marketing puntando sul marchio Italia) è di aprire anche a Los Angeles, Washington, Boston e di raddoppiare la Grande Mela con uno store nel World Trade Center. La famiglia Farinetti che — insieme agli storici soci Unieuro controlla Eataly tramite la Eatinvest — scende così al 60% (il restante 20% è in mano all’imprenditore bresciano Nocivelli). Nel 2014 la società punta a un fatturato di circa 400 milioni di euro. Numeri lusinghieri, ma per fare il salto servono spalle più robuste. Tamburi in cuor suo spera invece in un’altra Moncler. 120 milioni di euro la valorizzazione del 20% di Eataly acquisita dalla banca d’affari Tip di Gianni Tamburi 33 per cento la crescita media del fatturato annuo di Eataly. L’ebitda è superiore: 75% per esercizio Fabio Savelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Paolo Gallo, nato nel 1961, è amministratore delegato di Acea da aprile 2013, di cui era già direttore generale Acea, il pressing del comune Una maxi cedola per i soci MILANO — Utile netto pari a 141,9 milioni, in crescita dell’83,3% rispetto al 2012, margine operativo lordo salito a 766 milioni (+10,2%) e proposta di un dividendo pari a 0,42 euro, di cui 0,25 euro già distribuito a titolo di acconto da sottoporre all’assemblea: sono le cifre del bilancio di Acea, approvato ieri dal consiglio di amministrazione, che ha anche presentato le linee del piano industriale 2014-2018. «Nei prossimi cinque anni — ha detto l’amministratore delegato Paolo Gallo — investiremo 2,4 miliardi su sistema idrico integrato, ambiente, reti intelligenti ed energia». La multiutility di Roma intende crescere nel trattamento industriale dei rifiuti, diventando il terzo operatore nazionale (ora è il sesto). Mentre nel settore acqua, dove si prevedono investimenti per 1,3 miliardi, il piano prevede l’ammodernamento della rete, il potenziamento della depurazione e l’introduzione di nuove tecnologie. Il board ha anche ha deliberato l’adozione di un programma di emissioni obbligazionarie fino a un importo massimo di 1,5 miliardi di euro «con l’obiettivo di ridurre ulteriormente gli oneri finanziari e allungare la durata medio del debito». Sono giorni di tensione per Acea. L’azionista di maggioranza, il Comune di Roma che ha il 51%, il 3 marzo scorso ha scritto al consiglio per un’integrazione all’ordine del giorno dell’assemblea degli azionisti, chiedendo la riduzione da 9 a 5 dei consiglieri e la nomina di un nuovo board. Mossa che non è stata gradita dai soci privati: l’imprenditore Francesco Caltagirone (16,5%) e Suez Environnement (12,5%) del colosso francese Gdf- Il vertice Oggi il sindaco Marino incontra i vertici Suez. Gallo: investimenti per 2,4 miliardi Suez. Anche la Consob è intervenuta, segnalando che la titolarità del 51% di azioni Acea è dell’assemblea capitolina e non del sindaco né della Giunta (che pure si è riunita domenica). Il consiglio ha chiesto al sindaco Ignazio Marino «le necessarie informazioni previste dalla legge» per procedere a convocare l’assemblea. Oggi i soci francesi incontreranno Marino, che la scorsa settimana ha visto Caltagirone. Francesca Basso © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA COMUNICATO Ai sottoscrittori del Fondo chiuso di investimento immobiliare “FIP – Fondo Immobili Pubblici”, riservato ad investitori qualificati Si informa che : • Il Rendiconto di gestione al 31 dicembre 2013 del Fondo “FIP – Fondo Immobili Pubblici” è stato approvato dal CdA della Investire Immobiliare SGR S.p.A. in data 28 febbraio 2014 e messo a disposizione dei sottoscrittori presso la sede della SGR e della Banca Depositaria. • Il valore della quota del Fondo al 31 dicembre 2013 è pari ad € 113.826,224. • A seguito dell’approvazione del Rendiconto, nell’interesse dei partecipanti e in conformità a quanto stabilito dal Regolamento di gestione, la Investire Immobiliare SGR S.p.A. distribuisce ai partecipanti del Fondo “FIP - Fondo Immobili Pubblici” l’importo di € 57.567.652 a titolo di proventi, corrispondenti a € 4.331 per quota, al lordo della ritenuta fiscale eventualmente applicabile, e l’importo di € 7.496.688 a titolo di rimborso capitale, corrispondenti a € 564 per quota. • Il pagamento avrà luogo a far data dal 17 marzo 2014. Si invitano i sottoscrittori a presentare la propria richiesta di pagamento alla Investire Immobiliare SGR S.p.A. secondo le modalità pubblicate nel sito internet www.fondoimmobilipubblici.com Investire Immobiliare SGR S.p.A. - Gruppo Banca Finnat Euramerica Soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Banca Finnat Euramerica S.p.A. Sede legale Palazzo Altieri Piazza del Gesù, 49 - 00186 - Roma – Uffici Piazza del Gesù, 48 - 00186 - Roma - Tel. +39 06 69629.1 Fax +39 06 69629.212 Iscritta all’Albo matricola n. 144 - Cap. soc. Euro 8.600.000 i.v. - R.E.A. 998178 - C. F., n. Iscr. Registro Imprese di Roma e P. Iva 06931761008 www.fondoimmobilipubblici.com COMUNE DI RECCO (Provincia di Genova) ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per il Piemonte ESITO DI GARA D’APPALTO - LAVORI L’ANAS S.p.A. - Compartimento della viabilità per il Piemonte - corso G. Matteotti n. 8 -10121 - TORINO (tel. 011.573911; fax 011.5660906), comunica che è stata esperita gara d’appalto con procedura aperta, ai sensi del D. Lgs. n. 163/2006 e s.m.i., per l’affidamento dei seguenti lavori: GARA: TOLAV029-13. Luogo di esecuzione: Provincia di Novara: lavori di risanamento delle strutture in cemento armato del viadotto dello svincolo di Cameri - S.S. n. 703 (Tangenziale di Novara). Categoria prevalente OG3 (classifica II). Importo dei lavori a b.a. € 790.885,89, di cui € 57.987,60 per oneri relativi alla sicurezza. Si rende noto che questo Compartimento ai sensi del D.Lgs. 163/2006 ha aggiudicato definitivamente i lavori sopraindicati al R.T.I. TEC.MO EDILIZIA S.R.L. - CONTROLLI E LAVORI SPECIALI S.R.L., con sede in Aversa (CE), che ha offerto il ribasso del 28,629%. Alla gara hanno partecipato n. 95 imprese, sono state ammesse n, 87 imprese. IL CAPO COMPARTIMENTO Ing. Raffaele CELIA CORSO G. MATTEOTTI, 8 - 10121 TORINO Tel. 011/5739202 - Fax 011/5162982 sito internet www.stradeanas.it AVVISO ESITO GARA Si rende noto che è stata aggiudicata la procedura aperta con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 83 D.Lgs.vo n. 163/2006 s.m.i., per l’affidamento in appalto dei SERVIZIO TRASPORTO SCOLASTICO. Periodo A.S. 2014 - 2018/19. CIG: 5450563ADE. Impresa aggiudicataria: MAZZINI MARCO - GENOVA. Importo aggiudicazione: €. 1.095.00,00.= (IVA esclusa). Esito gara integrale disponibile su sito www.comune.recco.ge.it. IL FUNZIONARIO RESPONSABILE (Dott.ssa Seriana ROMEO) CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO AVVISO PUBBLICO DI RIAPERTURA DEI TERMINI PER LA PRESENTAZIONE DELLE CANDIDATURE PER LA DESIGNAZIONE DI TRE COMPONENTI NELLA COMMISSIONE REGIONALE CONSULTIVA PER LE ATTIVITA’ ESTRATTIVE In esecuzione della determinazione del Direttore del Servizio Giuridico, Istituzionale 4 marzo 2014, n. 161 si rende noto che sono riaperti i termini previsti nell’avviso pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione (B.U.R.) 30 luglio 2013, n. 61 per la presentazione delle candidature per la designazione di tre componenti della Commissione regionale consultiva per le attività estrattive, istituita dall’art. 8, comma 1 della legge regionale 6 dicembre 2004, n. 17. La designazione, da parte del Consiglio regionale, concerne, ai sensi dell’art. 8, comma 3, lett. f) della l.r. 17/2004, “tre esperti, esterni all’amministrazione regionale, in possesso dei necessari requisiti di professionalità e competenza, rispettivamente, in ingegneria mineraria, in geologia ed in scienze agronomiche e forestali”. La riapertura dei termini di che trattasi ha la durata di quindici giorni consecutivi decorrenti dal giorno della pubblicazione del presente avviso nel B.U.R.. Sono fatte salve le domande proposte in relazione all’avviso pubblicato nel B.U.R. n. 61/2013, le quali possono comunque essere reiterate entro il termine sopra stabilito. Le candidature devono essere presentate per iscritto al Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Via della Pisana n. 1301 – 00163 Roma. Le modalità di presentazione sono: a) consegna a mano all’accettazione corrispondenza del Consiglio regionale, ubicato presso la stessa sede del Consiglio regionale; b) a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno; La presentazione entro il termine è comprovata, rispettivamente, dal timbro apposto dall’accettazione corrispondenza del Consiglio e dal timbro apposto dall’ufficio postale accettante. Qualora cada in un giorno festivo, il termine per la presentazione della domanda è prorogato di diritto al primo giorno successivo non festivo. Per quanto non diversamente previsto nel presente avviso si rinvia all’avviso pubblicato sul B.U.R. n. 61/2013. Si ricorda che chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso è punito dal codice penale e dalle leggi speciali in materia, come previsto dall’articolo 76 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa). I dati raccolti sono utilizzati esclusivamente per il procedimento per il quale sono stati forniti, ai sensi dell’articolo 13 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (Codice in materia di protezione dei dati personali) e successive modifiche. Per eventuali chiarimenti ed informazioni gli interessati possono rivolgersi all’Arca Lavori Aula: Supporto tecnico-regolamentare/Servizio Giuridico, Istituzionale – Via della Pisana, 1301 – 00163 Roma (tel. 06 65932194). Il Direttore del Servizio Giuridico, Istituzionale - f.to Avv. Costantino Vespasiano CONSIP S.p.A. a socio unico ANAS S.p.A. ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per le Marche Compartimento della viabilità per il Piemonte AVVISO DI GARA Unione Europea COMUNE DI NAPOLI ESTRATTO ESITO DI GARA - PROCEDURA NEGOZIATA SENZA PREVIA PUBBLICAZIONE DI BANDO Si avvisa che in data 04/03/2014 è stato inviato alla GUUE l’avviso di esito della gara ad oggetto: “Laboratori di Educativa Territoriale” suddiviso in lotti. Determinazione di aggiudicazione definitiva n. 101 del 19/12/2013. Elenco delle ditte invitate, importi dei singoli lotti ed altre informazioni sono riportati nel testo integrale pubblicato sul sito www.comune.napoli.it. Il Dirigente del Servizio Autonomo C.U.A.G Area Gare Forniture e Servizi avv. Rossana Lizzi CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO AVVISO PUBBLICO DI ULTERIORE RIAPERTURA DEI TERMINI PER LA PRESENTAZIONE DELLE CANDIDATURE PER LA DESIGNAZIONE DI TRE COMPONENTI NELLA CONSULTA REGIONALE PER LA SALUTE MENTALE In esecuzione della determinazione del Direttore del Servizio Giuridico, Istituzionale 5 marzo 2014, n. 169 si rende noto che sono ulteriormente riaperti i termini previsti nell’avviso pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione (B.U.R.) 6 novembre 2010, n. 41, parte terza, e già riaperti con l’avviso pubblicato sul B.U.R. 9 luglio 2013, n. 55, per la presentazione delle candidature per la designazione di tre componenti della Consulta regionale per la salute mentale, istituita dall’art. 1 della legge regionale 3 luglio 2006, n. 6 e successive modifiche. La designazione, da parte del Consiglio regionale, concerne, ai sensi dell’art. 2, comma 1, lett. e) della I.r. 6/2006, “tre esperti” da scegliere “tra gli operatori del settore”. La riapertura dei termini di che trattasi ha la durata di quindici giorni consecutivi decorrenti dal giorno della pubblicazione del presente avviso nel B.U.R.. Sono fatte salve le domande presentate in relazione all’avviso pubblicato nel B.U.R. n. 41/2010, parte terza, e all’avviso pubblicato nel B.U.R. n. 55/2013, le quali possono comunque essere reiterate entro il termine sopra stabilito. Le candidature devono essere presentate per iscritto al Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Via della Pisana n. 1301 - 00163 Roma. Le modalità di presentazione sono: a) consegna a mano all’accettazione corrispondenza del Consiglio regionale, ubicato presso la stessa sede del Consiglio regionale; b) a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno. La presentazione entro il termine è comprovata, rispettivamente, dal timbro apposto dall’accettazione corrispondenza del Consiglio e dal timbro apposto dall’ufficio postale accettante. Qualora cada in un giorno festivo, il termine per la presentazione della domanda è prorogato di diritto al primo giorno successivo non festivo. Per quanto non diversamente previsto nel presente avviso si rinvia all’avviso pubblicato sul B.U.R. n. 41/2010, parte terza. Si ricorda che chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso è punito dal codice penale e dalle leggi speciali in materia, come previsto dall’articolo 76 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa). I dati raccolti sono utilizzati esclusivamente per il procedimento per il quale sono stati forniti, ai sensi dell’articolo 13 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (Codice in materia di protezione dei dati personali) e successive modifiche. Per eventuali chiarimenti ed informazioni gli interessati possono rivolgersi all’Area Lavori Aula: Supporto tecnico-regolamentare/Servizio Giuridico, Istituzionale - Via della Pisana, 1301 - 00163 Roma (tel. 06 65932194). Il Direttore del Servizio Giuridico, Istituzionale - f.to Avv. Costantino Vespasiano Sul foglio inserzioni della Gazzetta Ufficiale n. 28 del 10 marzo 2014 sarà pubblicato il bando di gara relativo alla sotto indicata procedura aperta ai sensi dell’art. 55, comma 5 del D.Lgs. n. 163/06 s.m.i., da aggiudicarsi con il criterio del prezzo più basso ai sensi degli artt. 81 e 82 del citato Decreto. Oggetto: ANLAV001-14- SS.SS. N°16 “Adriatica” - N° 77 “della Val di Chienti” - N° 77 Var “Pontelatrave-Sfercia” - N° 4 “Salaria” - N° 685 “delle Tre Valli Umbre” - N° 81 “Piceno-Aprutina” - RA11 “Raccordo Aut.le Ascoli - Porto d’Ascoli” - Lavori di Manutenzione Ordinaria per il ripasso della segnaletica orizzontale - Triennio 2014-2016”. CUP F76G11000830001 - CIG 5564842CE1. Importo a base d’appalto: € 920.000,00 (Euro novecentoventimila/00) per lavori a misura, comprensivi di € 70.000,00 (settantamila/00) per oneri inerenti la sicurezza non soggetti a ribasso. Categoria prevalente: OS10 classifica III per lavori pari ad € 920.000,00. Durata dell’Appalto: 36 mesi. Responsabile del Procedimento: Ing. Paolo Lalli. Il bando e disciplinare di gara sono disponibili in formato elettronico scaricabile dal sito www.stradeanas.it nell’apposita sezione “appalti ad evidenza pubblica” nell’area dedicata alla gara. Termine per presentare le domande di partecipazione e relative offerte per la suddetta procedura aperta: ore 12.00 del 6 maggio 2014. IL DIRIGENTE AREA AMMINISTRATIVA Ancona, lì 11 marzo 2014 Dott. Massimo Siano VIA ISONZO, 15 - 60124 ANCONA Tel. 071/5091 - Fax 071/200400 • sito internet www.stradeanas.it ESITO DI GARA D’APPALTO - LAVORI L’ANAS S.p.A. - Compartimento della viabilità per il Piemonte - corso G. Matteotti n. 8 -10121 - TORINO (tel. 011.573911; fax 011.5660906), comunica che è stata esperita gara d’appalto con procedura aperta, ai sensi del D. Lgs. n. 163/2006 e s.m.i., per l’affidamento dei seguenti lavori: GARA: TOLAV032-13. Luogo di esecuzione: Provincia di Cuneo: lavori di rifacimento giunti di dilatazione ponti e viadotti - S.S. n. 231 “di Santa Vittoria”. Categoria prevalente OS 11 (classifica II). Importo dei lavori a b.a. € 815.380,03, di cui € 21.000,00 per oneri relativi alla sicurezza. Si rende noto che questo Compartimento ai sensi del D.Lgs. 163/2006 ha aggiudicato definitivamente i lavori sopraindicati all’impresa BIDIEMME COSTRUZIONI S.R.L., con sede in Isernia, che ha offerto il ribasso del 32,865%. Alla gara hanno partecipato n. 51 imprese, sono state ammesse n. 47 imprese. IL CAPO COMPARTIMENTO Ing. Raffaele CELIA CORSO G. MATTEOTTI, 8 - 10121 TORINO Tel. 011/5739202 - Fax 011/5162982 sito internet www.stradeanas.it Via Isonzo, n. 19/E 00198 - Roma AVVISO PER ESTRATTO DEL BANDO DI GARA E’ indetta una gara a procedura aperta ai sensi del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i., per l’affidamento dei servizi di sviluppo, conduzione, manutenzione e supporto del sistema informativo dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sigef ID 1426 - 2 Lotti. La gara è aggiudicata secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. La base d’asta è: per il Lotto 1 Euro 979.260,00, IVA esclusa; per il Lotto 2 Euro 964.427,50, Iva esclusa. Termine di presentazione delle offerte: entro le ore 12:00 del 16/04/2014. Il testo integrale del bando di gara è stato pubblicato sulle GUUE e sulla GURI alle quali è stato inviato il 27/02/2014 e può essere consultato e prelevato (unitamente alla documentazione di gara) su: www.consip.it. L’Amministratore Delegato (Dott. Domenico Casalino) Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665/6256 - Fax 02 2588 6114 Via Valentino Mazzola, 66/D - 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 77711 - Fax 081 49 77712 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126 RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano 28 Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. 06/03 EUR 5,099 5,095 Strategic Debt Fd A 10/03 GBP 1,041 1,041 Borsa Protetta Maggio 05/03 EUR 62,680 62,680 KIS - Key X 06/03 EUR 133,340 133,170 PS - Absolute Return B 07/03 EUR 117,140 117,220 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC 06/03 EUR 5,107 5,103 Strategic Debt Fd A H 10/03 EUR 1,224 1,223 Borsa Protetta Novembre 05/03 EUR 60,500 60,530 KIS - Multi-Str. UCITS A USD 06/03 USD 156,450 156,150 PS - Algo Flex A 04/03 EUR 110,110 110,640 06/03 EUR 5,107 5,103 Strategic Debt Fd A H 10/03 USD 1,730 1,730 Inflazione Più Arancio 07/03 EUR 55,620 55,610 KIS - Multi-Str. UCITS D 06/03 EUR 114,980 114,770 PS - Algo Flex B 04/03 EUR 104,860 105,350 AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC 06/03 EUR 5,584 5,582 Strategic Debt Fd X 10/03 GBP 1,060 1,060 Mattone Arancio 07/03 EUR 43,650 44,010 KIS - Multi-Str. UCITS P 06/03 EUR 117,730 117,510 PS - Best Global Managers A 04/03 EUR 104,980 104,710 AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS 06/03 EUR 5,216 5,214 Strategic Debt Fd X H 10/03 EUR 1,285 1,284 Profilo Dinamico Arancio 07/03 EUR 63,680 63,660 KIS - Multi-Str. UCITS X 06/03 EUR 118,300 118,100 PS - Best Global Managers B 04/03 EUR 108,600 108,310 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 07/03 EUR 111,130 110,790 PS - Bond Opportunities A 06/03 EUR 161,280 161,170 PS - Bond Opportunities B 06/03 EUR 120,200 120,120 PS - Dynamic Core Portfolio A 07/03 EUR 99,430 99,380 PS - EOS A 04/03 EUR 132,040 134,320 PS - Equilibrium A 04/03 EUR 100,590 100,000 PS - Fixed Inc Absolute Return A 07/03 EUR 98,660 98,620 PS - Inter. Equity Quant A 07/03 EUR 110,990 111,290 PS - Inter. Equity Quant B 07/03 EUR 113,190 113,490 PS - Liquidity A 07/03 EUR 124,400 124,390 PS - Opportunistic Growth A 07/03 EUR 96,040 95,890 PS - Opportunistic Growth B 07/03 EUR 101,090 100,930 PS - Podium Flex A 07/03 EUR 85,620 85,400 PS - Podium Flex C 07/03 USD 84,500 84,260 PS - Prestige A 04/03 EUR 100,300 101,080 PS - Quintessenza A 04/03 EUR 103,080 103,340 PS - Quintessenza B 04/03 EUR 106,150 106,400 PS - Target A 04/03 EUR 104,010 104,170 PS - Target B 04/03 EUR 103,960 104,110 PS - Titan Aggressive A 04/03 EUR 104,770 105,340 PS - Total Return A 07/03 EUR 102,690 102,690 PS - Total Return B 07/03 EUR 96,070 96,080 PS - Valeur Income A 07/03 EUR 109,970 110,090 AZ F. Bond Target 2016 DIS AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89 [email protected] Nome Nome Nome AcomeA America (A1) 06/03 EUR 16,156 16,225 AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC 06/03 EUR 5,811 5,811 Strategic Debt Fd X H 10/03 USD 1,762 1,761 Profilo Equilibrato Arancio 07/03 EUR 61,360 61,330 KIS - Selection D 07/03 EUR 123,220 123,680 AcomeA America (A2) 06/03 EUR 16,633 16,704 AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS 06/03 EUR 5,523 5,523 UK Abs. Target Fd P1 10/03 GBP 1,235 1,237 Profilo Moderato Arancio 07/03 EUR 57,610 57,620 KIS - Selection P 07/03 EUR 125,010 125,470 Top Italia Arancio 07/03 EUR 48,930 49,410 AcomeA Asia Pacifico (A1) AcomeA Asia Pacifico (A2) AcomeA Breve Termine (A1) 06/03 EUR 06/03 EUR 06/03 EUR 4,178 AZ F. Cash 12 Mesi 06/03 EUR 5,338 5,337 UK Abs Target Fd P2 10/03 EUR 1,182 1,183 KIS - Selection X 07/03 EUR 124,540 124,910 4,286 AZ F. Cash Overnight 06/03 EUR 5,248 5,248 UK Abs Target Fd P2 10/03 GBP 1,265 1,267 KIS - Sm. Cap D 07/03 EUR 100,090 100,580 14,550 AZ F. Cat Bond ACC 28/02 EUR 5,297 5,293 UK Equity Fd A 10/03 GBP 3,393 3,417 KIS - Sm. Cap P 07/03 EUR 104,700 105,210 AZ F. Cat Bond DIS 28/02 EUR 5,280 5,275 UK Equity Fd A 10/03 USD 5,583 5,666 KIS - Target 2014 X 06/03 EUR 102,190 102,200 4,189 4,298 14,552 AcomeA Breve Termine (A2) 06/03 EUR 14,701 14,699 AcomeA ETF Attivo (A1) 06/03 EUR 4,529 4,495 AZ F. CGM Opport Corp Bd 06/03 EUR 5,965 5,967 UK Equity Fd B 10/03 EUR 4,057 4,109 AZ F. CGM Opport European 06/03 EUR 6,941 6,900 UK Equity Fd B 10/03 GBP 3,412 3,437 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it AcomeA ETF Attivo (A2) 06/03 EUR 4,632 4,598 AcomeA Eurobbligazionario (A1) 06/03 EUR 17,023 17,019 AZ F. CGM Opport Global 06/03 EUR 6,322 6,296 UK Equity Fd B 10/03 USD 5,669 5,754 Invesco Funds AcomeA Eurobbligazionario (A2) 06/03 EUR 17,204 17,200 AZ F. CGM Opport Gov Bd 06/03 EUR 5,494 5,498 UK Equity Fd X 10/03 EUR 4,263 4,317 Asia Balanced A 07/03 USD 23,560 23,540 ASIAN OPP CAP RET EUR 07/03 EUR 12,345 12,267 AcomeA Europa (A1) 06/03 EUR 13,388 13,326 AZ F. Commodity Trading 06/03 EUR 4,406 4,379 UK Equity Fd X 10/03 EUR 4,128 4,180 Asia Balanced A-Dis 07/03 USD 15,490 15,480 FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR 07/03 EUR 108,027 107,463 AcomeA Europa (A2) 06/03 EUR 13,704 13,640 AZ F. Conservative 06/03 EUR 6,401 6,424 UK Equity Fd X 10/03 GBP 0,512 0,516 Asia Consumer Demand A 07/03 USD 13,680 13,640 FLEX STRATEGY RET EUR 07/03 EUR 91,475 91,668 AcomeA Globale (A1) 06/03 EUR 11,245 11,231 AZ F. Core Brands 06/03 EUR 5,584 5,594 UK Equity Fd X 10/03 GBP 3,440 3,465 Asia Consumer Demand A-Dis 07/03 USD 13,340 13,300 HIGH GROWTH CAP RET EUR 07/03 EUR 118,503 118,813 AcomeA Globale (A2) 06/03 EUR 11,644 11,629 AZ F. Corporate Premium ACC 06/03 EUR 5,530 5,537 UK Equity Fd X 10/03 USD 5,766 5,852 Asia Infrastructure A 07/03 USD 13,780 13,780 ITALY CAP RET A EUR 07/03 EUR 25,587 25,626 AcomeA Italia (A1) 06/03 EUR 20,817 20,737 AZ F. Corporate Premium DIS 06/03 EUR 5,309 5,315 Asian Bond A-Dis M 07/03 USD 10,039 10,032 SHORT DURATION CAP RET EUR 07/03 EUR 915,930 915,920 AcomeA Italia (A2) 06/03 EUR 21,330 21,247 AZ F. Dividend Premium ACC 06/03 EUR 5,560 5,561 Balanced-Risk Allocation A 07/03 EUR 14,700 14,710 AcomeA Liquidità (A1) 06/03 EUR 8,901 8,902 AZ F. Dividend Premium DIS 06/03 EUR 4,968 4,969 Em. Loc. Cur. Debt A 07/03 USD 14,525 14,487 AcomeA Liquidità (A2) 06/03 EUR 8,902 8,903 AZ F. Emer. Mkt Asia 06/03 EUR 5,687 5,678 Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M 07/03 USD 9,342 9,318 AcomeA Paesi Emergenti (A1) 06/03 EUR 6,300 6,284 AZ F. Emer. Mkt Europe 06/03 EUR 3,011 3,028 Em. Mkt Corp Bd A 07/03 USD 11,880 11,877 AcomeA Paesi Emergenti (A2) 06/03 EUR 6,462 6,446 AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. 06/03 EUR 4,524 4,495 AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1) 06/03 EUR 3,904 3,897 AZ F. European Dynamic 06/03 EUR 5,251 5,244 AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2) 06/03 EUR 4,012 4,005 AZ F. European Trend AcomeA Patrimonio Dinamico (A1) 06/03 EUR 5,157 AcomeA Patrimonio Dinamico (A2) 06/03 EUR 5,149 5,253 5,245 AZ F. Formula 1 Absolute AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC 06/03 EUR 06/03 EUR 28/02 EUR 3,287 5,393 5,572 3,284 5,387 5,567 AcomeA Patrimonio Prudente (A1) 06/03 EUR 6,075 6,069 AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS 28/02 EUR 5,529 5,524 AcomeA Patrimonio Prudente (A2) 06/03 EUR 6,202 6,196 AZ F. Formula Target 2014 06/03 EUR 4,740 4,738 AcomeA Performance (A1) 06/03 EUR 21,265 21,235 AZ F. Formula Target 2015 ACC 06/03 EUR 6,005 6,001 AcomeA Performance (A2) 06/03 EUR 21,555 21,524 AZ F. Formula Target 2015 DIS 06/03 EUR 5,563 5,559 AZ F. Formula 1 Conserv. 06/03 EUR 4,953 4,950 AZ F. Global Curr&Rates ACC 06/03 EUR 4,306 4,314 Invictus Global Bond Fd 04/03 EUR 106,000 105,938 Invictus Macro Fd 05/03 EUR 79,779 79,878 Sol Invictus Absolute Return 06/03 EUR 106,550 107,249 AZ F. Global Curr&Rates DIS 06/03 EUR 4,095 4,102 AZ F. Global Sukuk ACC 28/02 EUR 4,951 4,938 AZ F. Global Sukuk DIS 28/02 EUR 4,951 4,938 AZ F. Hybrid Bonds ACC 06/03 EUR 5,227 5,217 AZ F. Hybrid Bonds DIS 06/03 EUR 5,167 5,157 AZ F. Income ACC 06/03 EUR 6,238 6,254 AZ F. Income DIS 06/03 EUR 5,796 AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC 06/03 EUR Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] Bluesky Global Strategy A 07/03 USD 1486,536 1487,484 Euro Corp. Bond A 07/03 EUR 16,362 16,354 Bond Euro A 07/03 EUR 1236,051 1236,118 Euro Corp. Bond A-Dis M 07/03 EUR 12,492 12,486 Bond Euro B 07/03 EUR 1195,688 1195,764 Euro Short Term Bond A 07/03 EUR 10,886 10,889 Bond Risk A 07/03 EUR 1425,877 1426,225 European Bond A-Dis 07/03 EUR 5,516 5,525 Bond Risk B 07/03 EUR 1366,942 1367,292 Glob. Bond A-Dis 07/03 USD 5,752 5,743 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A 07/03 EUR 1605,785 1607,872 Glob. Equity Income A 07/03 USD 61,410 61,240 PS - Value A 04/03 EUR 104,320 104,740 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B 07/03 EUR 1546,880 1548,907 Glob. Equity Income A-Dis 07/03 USD 15,470 15,420 PS - Value B 04/03 EUR 106,480 106,900 CompAM Fund - SB Bond B 06/03 EUR 1067,007 1065,850 Glob. Inv. Grade.Corp. Bond A-Dis M 07/03 USD 11,232 11,228 CompAM Fund - SB Equity B 06/03 EUR 1110,037 1108,899 Glob. Structured Equity A-Dis 07/03 USD 40,970 40,910 CompAM Fund - SB Flexible B 06/03 EUR 1015,394 1013,747 Glob. Targeted Ret. A 07/03 EUR 10,301 10,323 European Equity A 07/03 EUR 1410,209 1421,031 Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A 07/03 EUR 12,725 12,725 European Equity B 07/03 EUR 1336,461 1346,737 Multiman. Bal. A 06/03 EUR 116,586 116,529 06/03 EUR 26,765 26,741 Azimut Formula 1 Absolute 06/03 EUR 7,239 7,229 Azimut Formula 1 Conserv 06/03 EUR 6,891 6,892 44,430 116,136 116,074 India Equity E 07/03 EUR 26,370 26,340 05/03 EUR 70,634 70,771 Japanese Eq. Advantage A 07/03 JPY 3026,000 2993,000 Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M 05/03 EUR 73,504 73,639 Pan European Eq. A 07/03 EUR 17,890 18,010 Multiman.Target Alpha A 05/03 EUR 106,487 106,298 Pan European Eq. A-Dis 07/03 EUR 16,140 16,260 5,812 Pan European Eq. Inc. A-Dis 07/03 EUR 11,790 11,850 4,491 4,501 Pan European High Inc A 07/03 EUR 18,510 18,520 AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS 06/03 EUR 4,248 4,257 Pan European High Inc A-Dis 07/03 EUR 13,460 13,470 AZ F. Institutional Target 06/03 EUR 5,490 5,504 Pan European Struct. Eq. A 07/03 EUR 14,130 14,230 AZ F. Italian Trend 06/03 EUR 3,669 3,661 Pan European Struct. Eq. A-Dis 07/03 EUR 13,430 13,530 Renminbi Fix. Inc. A 07/03 USD 10,711 10,719 Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis 07/03 EUR 9,347 9,458 US Equity A EH 07/03 EUR 13,960 13,930 US High Yield Bond A 07/03 USD 11,720 11,731 AZ F. Lira Plus DIS Azimut Formula Target 2013 06/03 EUR 6,922 6,923 Azimut Formula Target 2014 06/03 EUR 6,719 6,719 Azimut Garanzia 06/03 EUR 12,900 12,900 Azimut Prev. Com. Crescita 28/02 EUR 10,988 10,755 Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C 28/02 EUR 10,996 10,760 Azimut Prev. Com. Equilibrato 28/02 EUR 12,045 11,905 Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C 28/02 EUR 12,048 11,907 28/02 EUR 10,877 10,747 06/03 EUR 06/03 EUR 4,720 4,720 5,957 5,956 AZ F. Opportunities 06/03 EUR 5,334 5,323 06/03 EUR 06/03 EUR 06/03 EUR 06/03 EUR 4,061 Azimut Prev. Com. Obbli. 28/02 EUR 10,127 10,071 Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C 28/02 EUR 10,127 10,071 Azimut Reddito Euro 06/03 EUR 17,338 17,382 Azimut Reddito Usa 06/03 EUR 5,942 5,995 Azimut Scudo 06/03 EUR 8,620 8,652 Azimut Solidity 06/03 EUR 8,720 8,742 Azimut Strategic Trend 06/03 EUR 6,191 6,199 Azimut Trend America 06/03 EUR 12,428 12,486 Azimut Trend Europa 06/03 EUR 13,220 13,201 Azimut Trend Italia 06/03 EUR 18,519 18,476 Azimut Trend Pacifico 06/03 EUR 6,768 6,774 Azimut Trend Tassi 06/03 EUR 10,122 Azimut Trend 06/03 EUR 26,870 Comm Euro R1C A 06/03 EUR 110,550 109,710 Comm Harvest R3C E 07/03 EUR 73,050 73,530 07/03 EUR 929,580 932,330 6,376 5,978 5,169 4,059 US High Yield Bond A-Dis M Croci Euro R1C B 07/03 EUR 115,690 117,260 Croci Japan R1C B 07/03 JPY 8468,720 8424,260 Croci US R1C B 07/03 USD 161,040 161,070 Dyn. Cash R1C A 06/03 EUR 101,550 101,550 Paulson Global R1C E 28/02 EUR 6562,120 6350,050 Sovereign Plus R1C A 06/03 EUR 106,190 106,350 Systematic Alpha R1C A 05/03 EUR 10191,780 10220,260 6,403 6,004 07/03 USD 10,724 07/03 EUR 100,520 100,710 Sparta Agressive A 07/03 EUR 102,330 102,690 WM Biotech A 07/03 EUR 155,500 156,620 WM Biotech I 07/03 EUR 1580,500 1591,750 www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 NM Augustum Corp Bd A 07/03 EUR 186,250 186,250 NM Augustum High Qual Bd A 07/03 EUR 144,310 144,430 NM Balanced World Cons A 07/03 EUR 131,980 132,080 NM Euro Bonds Short Term A 07/03 EUR 137,580 137,550 NM Euro Equities A 07/03 EUR 45,850 NM Global Equities EUR hdg A 07/03 EUR AZ F. Qinternational 06/03 EUR 5,062 5,061 AZ F. QProtection 06/03 EUR 5,217 5,215 AZ F. Qtrend 06/03 EUR 4,935 4,936 AZ F. Renminbi Opport 06/03 EUR 5,359 5,335 AZ F. Reserve Short Term 06/03 EUR 6,300 6,300 AZ F. Short Term Gl High Yield ACC 06/03 EUR 5,071 5,070 AZ F. Short Term Gl High Yield DIS 06/03 EUR 5,043 5,042 AZ F. Solidity ACC 06/03 EUR 5,917 5,931 AZ F. Solidity DIS 06/03 EUR 5,573 5,586 AZ F. Strategic Trend 06/03 EUR 5,692 5,702 07/03 EUR 106,520 106,580 Strategic Bond Inst. C hdg 07/03 USD 106,690 106,750 46,400 Strategic Bond Retail C 07/03 EUR 105,200 105,270 70,940 71,010 Strategic Bond Retail C hdg 07/03 USD 105,310 105,390 NM Inflation Linked Bond Europe A 07/03 EUR 104,200 104,220 Strategic Trend Inst. C 07/03 EUR 103,140 103,310 NM Italian Diversified Bond A 07/03 EUR 110,270 110,200 Strategic Trend Retail C 07/03 EUR 101,130 101,290 NM Italian Diversified Bond I 07/03 EUR 112,450 112,380 NM Large Europe Corp A 07/03 EUR 134,070 134,050 NM Market Timing A 07/03 EUR 104,430 104,510 NM Market Timing I 07/03 EUR 105,010 105,080 NM Q7 Active Eq. Int. A 07/03 EUR 59,670 60,000 NM Q7 Globalflex A 07/03 EUR 104,480 104,860 Fondo Donatello-Michelangelo Due 30/06 EUR 52927,939 52659,382 NM Total Return Flexible A 07/03 EUR 121,800 121,740 Fondo Donatello-Tulipano 30/06 EUR 47475,755 48904,331 NM VolActive A 07/03 EUR 97,700 97,910 Fondo Donatello-Margherita 30/06 EUR 27116,197 26640,389 NM VolActive I 07/03 EUR 98,010 98,220 57863,932 57813,049 AZ F. Top Rating ACC 06/03 EUR 5,010 5,015 AZ F. Top Rating DIS 06/03 EUR 5,010 5,015 AZ F. Trend 06/03 EUR 5,897 5,902 AZ F. US Income 06/03 EUR 5,399 5,446 05/03 99,470 EUR 07/03 USD 31,100 31,020 Fondo Donatello-David 30/06 EUR US Value Equity A-Dis 07/03 USD 29,730 29,660 Fondo Tiziano Comparto Venere 30/06 EUR 477314,036 Caravaggio di Sorgente SGR 30/06 EUR Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com AUGUSTUM EQUITY EUROPE I 07/03 EUR 108,140 109,190 AUGUSTUM G.A.M.E.S. A 07/03 EUR 112,020 112,270 AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 07/03 EUR 148,700 149,030 05/03 05/03 Kairos Multi-Str. B 31/01 EUR 567856,932 561570,953 Asian Equity B 07/03 EUR 95,740 95,180 Kairos Multi-Str. I 31/01 EUR 583827,444 576858,129 Asian Equity B 07/03 USD 134,360 133,560 Kairos Multi-Str. P 31/01 EUR 533738,745 527974,042 Emerg Mkts Equity 07/03 USD 439,620 441,390 Kairos Income 07/03 EUR 6,806 6,807 Emerg Mkts Equity Hdg 07/03 EUR 429,520 431,270 Kairos Small Cap 07/03 EUR 10,479 10,539 European Equity 07/03 EUR 290,160 292,690 European Equity B 07/03 USD 358,830 361,940 Greater China Equity B 07/03 EUR 120,260 121,530 Greater China Equity B 07/03 USD 171,250 173,040 Growth Opportunities 07/03 USD 72,560 72,700 Growth Opportunities Hdg 07/03 EUR 79,480 79,640 Japanese Equity 07/03 JPY 132,210 131,250 A S&P 11,051 EUR 5,465 EUR 06/03 USD 278,790 278,760 KIS - America P 06/03 EUR 195,980 195,970 KIS - America X 06/03 EUR 196,970 196,960 KIS - Bond A-USD 06/03 USD 169,190 169,270 10,158 KIS - Bond D 06/03 EUR 121,300 121,360 26,885 KIS - Bond P 06/03 EUR 125,240 125,290 KIS - Bond Plus A Dist 06/03 EUR 126,630 126,570 KIS - Bond Plus D 06/03 EUR 128,620 128,560 KIS - Bond Plus P 06/03 EUR 130,460 130,390 KIS - Dynamic A-USD 06/03 USD 172,590 172,720 KIS - Dynamic D 06/03 EUR 120,280 120,380 KIS - Dynamic P 06/03 EUR 122,460 122,560 KIS - Emerging Mkts A 06/03 EUR 122,610 121,540 05/03 Maximum 05/03 Progress 05/03 Quality 5,149 EUR 6,321 EUR 6,922 EUR Abs. UK Dynamic Fd P1 10/03 GBP 1,558 1,559 AZ F. Active Selection 06/03 EUR 5,322 5,324 Abs. UK Dynamic Fd P1 H 10/03 EUR 1,713 1,715 AZ F. Active Strategy 06/03 EUR 5,239 5,241 Abs. UK Dynamic Fd P2 10/03 GBP 1,591 1,592 AZ F. Alpha Man. Credit 06/03 EUR 5,449 5,446 Abs. UK Dynamic Fd P2 H 10/03 EUR 1,784 1,785 AZ F. Alpha Man. Equity 06/03 EUR 4,918 4,919 Europ. Equ. (ex UK) Fd A 10/03 GBP 2,705 2,712 AZ F. Alpha Man. Them. 06/03 EUR 3,669 3,655 Europ. Equ. (ex UK) Fd A 10/03 EUR 3,242 3,268 AZ F. American Trend 06/03 EUR 3,159 3,175 Europ. Equ. (ex UK) Fd B 10/03 EUR 3,263 3,290 AZ F. Asset Plus 06/03 EUR 5,543 5,543 Europ. Equ. (ex UK) Fd X 10/03 EUR 3,268 3,294 KIS - Emerging Mkts D 06/03 EUR 121,300 120,250 AZ F. Asset Power 06/03 EUR 5,405 5,405 Europ. Equ. (ex UK) Fd X H 10/03 GBP 2,866 2,889 KIS - Europa D 06/03 EUR 126,000 125,660 AZ F. Asset Timing 06/03 EUR 5,019 5,020 Pan Europe Fd A 10/03 EUR 3,649 3,676 KIS - Europa P 06/03 EUR 127,960 127,610 AZ F. Best Bond 06/03 EUR 5,335 5,340 Pan Europe Fd A 10/03 GBP 3,065 3,071 KIS - Europa X 06/03 EUR 128,390 128,040 AZ F. Best Cedola ACC 06/03 EUR 5,629 5,621 Pan Europe Fd A 10/03 USD 5,045 5,093 KIS - Global Bond P 06/03 EUR 101,510 101,400 AZ F. Best Cedola DIS 06/03 EUR 5,141 5,134 Pan Europe Fd B 10/03 EUR 3,628 3,656 KIS - Income D 06/03 EUR 104,390 104,390 ABS- I 31/01 EUR 14690,218 14057,114 ABSOLUTE RETURN EUROPA 28/02 EUR 5038,824 5035,637 BOND-A 31/01 EUR 703354,240 696998,377 BOND-B 31/01 EUR 703354,240 696998,377 EQUITY- I 31/01 EUR 585979,854 602512,491 PRINCIPAL FINANCE 1 30/09 EUR 59550,161 60088,629 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it Dividendo Arancio 07/03 EUR 47,910 48,220 2547,337 31/01 EUR 867189,677 857158,267 KAIROS INTERNATIONAL SICAV Global Equity 2506,583 Kairos Multi-Str. A Fondi Unit Linked Flex Equity 100 www.sorgentegroup.com US Value Equity A www.vitruviussicav.com Fondi Index Linked Social Responsability www.pegasocapitalsicav.com Strategic Bond Inst. C 10,734 KIS - America A-USD AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 Orazio Conservative A 5,177 11,777 11,782 66,380 DB Platinum IV AZ F. Qbond 11,879 66,500 Currency Returns Plus R1C AZ F. Patriot DIS 28/02 EUR 06/03 EUR 4,709 06/03 EUR AZ F. Patriot ACC Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C Agriculture Euro R1C A 4,709 AZ F. Macro Dynamic AZ F. Pacific Trend 11,873 11,633 44,590 06/03 EUR AZ F. Lira Plus ACC 28/02 EUR 11,633 07/03 USD DB Platinum Azimut Dinamico Azimut Prev. Com. Protetto 07/03 EUR Greater China Eq. A Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A www.azimut.it - [email protected] Azimut Prev. Com. Garantito Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Multiman. Bal. M AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981 www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 Nome Numero verde 800 124811 [email protected] Nextam Bilanciato 07/03 EUR 6,785 6,803 Nextam Obblig. Misto 07/03 EUR 7,282 7,293 BInver International A 07/03 EUR 6,311 6,332 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 07/03 EUR 5,379 5,408 CITIC Securities China Fd A 07/03 EUR 5,079 5,156 Fidela A 07/03 EUR 5,447 5,457 Income A 07/03 EUR 5,634 5,625 International Equity A 07/03 EUR 6,964 6,989 Italian Selection A 07/03 EUR 6,961 6,970 Japanese Equity B 07/03 USD 131,180 130,230 Liquidity A 07/03 EUR 5,341 5,341 Japanese Equity Hdg 07/03 EUR 172,090 170,840 Multimanager American Eq.A 07/03 EUR 4,786 4,788 Swiss Equity 07/03 CHF 131,650 133,250 Multimanager Asia Pacific Eq.A 07/03 EUR 4,304 4,318 Swiss Equity Hdg 07/03 EUR 99,940 101,150 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 07/03 EUR 3,996 4,022 US Equity 07/03 USD 168,410 168,760 Multimanager European Eq.A 07/03 EUR 4,559 4,577 US Equity Hdg 07/03 EUR 185,400 185,790 Strategic A 07/03 EUR 5,168 5,173 Usa Value Fund A 07/03 EUR 5,966 5,976 Ver Capital Credit Fd A 07/03 EUR 5,504 5,502 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] AZ F. Best Equity 06/03 EUR 5,129 5,117 Pan Europe Fd B 10/03 USD 5,007 5,056 Convertibile Arancio 07/03 EUR 60,450 60,720 KIS - Income P 06/03 EUR 107,880 107,890 AZ F. Bond Target 2015 ACC 06/03 EUR 5,935 5,931 Pan Europe Fd X 10/03 EUR 3,930 3,960 Cedola Arancio 07/03 EUR 57,510 57,460 KIS - Italia P 06/03 EUR 133,150 133,180 PS - 3P Cosmic A 07/03 EUR AZ F. Bond Target 2015 DIS 06/03 EUR 5,494 5,490 Pan Europe Fd X 10/03 EUR 3,622 3,649 Borsa Protetta Agosto 05/03 EUR 61,670 61,650 KIS - Italia X 06/03 EUR 131,490 131,510 PS - 3P Cosmic C 07/03 CHF 74,460 74,630 AZ F. Bond Target 2016 ACC 06/03 EUR 5,351 5,347 Pan Europe Fd X 10/03 GBP 3,011 3,017 Borsa Protetta Febbraio 05/03 EUR 60,040 60,060 KIS - Key 06/03 EUR 132,850 132,680 PS - Absolute Return A 07/03 EUR 111,150 111,220 75,150 75,240 8a+ Eiger 07/03 EUR 5,990 6,096 8a+ Gran Paradiso 07/03 EUR 5,295 5,311 8a+ Latemar 07/03 EUR 5,914 5,939 8a+ Matterhorn 28/02 EUR 820574,507 815570,736 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 1335116B Economia/Mercati Finanziari 29 Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 Sussurri & Grida Piazza Affari CORSA DI A2A E UNICREDIT IN CALO YOOX E PIRELLI Fürstenberg fa cassa, ai fondi Usa il 4% della banca Ifis di GIACOMO FERRARI Borse europee contrastate per l’intera seduta, in cerca di direzione tra gli sviluppi della crisi ucraina e i risultati delle principali società quotate. Tra quelle che alla fine sono riuscite ad archiviare un risultato positivo c’è Piazza Affari, grazie anche al leggero miglioramento della produzione industriale italiana a gennaio. L’indice Ftse-Mib è terminato infatti in progresso dello 0,58% e lo spread Bund-Btp ha chiuso stabile a 174 punti base. La performance migliore all’interno del paniere delle blue-chips è stata quella di A2A (+3,41%) in attesa del consuntivo 2013 all’esame venerdì del consiglio di gestione. Segue Unicredit (+2,98%) che oggi presenterà il nuovo piano industriale e su cui JPMorgan ha ritoccato al rialzo il target-price. Bene, inoltre, Unipolsai (+2,92%), Autogrill (+2,24%) e Atlantia (+2,17%), mentre nel resto del listino Rcs MediaGroup ha guadagnato il 4,26% dopo la diffusione dei dati di fine anno, risultati in linea con le attese. In ribasso invece alcuni titoli del lusso, a cominciare da Yoox (2,79%), e del comparto industriale, con Pirelli che ha ceduto l’1,73%, seguita da Buzzi-Unicem (-1,64%), Cnh Industrial (-1,35%) e Mediaset (-1,24%). ( f.mas.) La corsa ai titoli bancari italiani da parte dei grandi fondi internazionali non si limita a colossi come Intesa Sanpaolo o Unicredit ma si estende anche a istituti di nicchia. È il caso di Banca Ifis, l’istituto specializzato nel factoring fondato nel 1983 da Sebastien Egon von Fürstenberg, che ne è anche azionista di riferimento con La Scogliera spa, e guidato dall’amministratore delegato Giovanni Bossi. Ieri La Scogliera ha ceduto il 4% di Ifis a due importanti fondi americani con base a Londra per 28,2 milioni, pari a 13 euro per azione, meno della chiusura di ieri di 13,75 euro (+2,61%) ma in linea con la media dell’ultima settimana. Il nome degli acquirenti non è noto ma non è escluso che si dichiarino in Consob, se non decideranno di frazionare le quote. Anche sei mesi fa Fürstenberg aveva ceduto a un gruppo di investitori istituzionali l’11% dell’istituto a 9,1 euro per azione per 54,6 milioni. Ora La Scogliera, dall’originario 70% è scesa al 52,6% circa. Per Sebastien Egon — classe 1950, figlio di Clara Agnelli e Tassillo Fürstenberg — non è solo un modo per liquidare parte della partecipazione con un incasso totale di quasi 83 milioni in sei mesi, a fronte di un titolo raddoppiato di valore in un anno. L’obiettivo, spiegano fonti vicine al gruppo, è piuttosto quello di estendere il flottante e dunque la liquidità del titolo a fronte di una maggiore richiesta di investimento da parte dei fondi. La cessione delle azioni è avvenuta dopo la presentazione dei conti 2013, chiusi con 84,8 milioni di utile (+8,5) e con crediti deteriorati in diminuzione, in controtendenza rispetto al settore bancario. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° (s. rig.) Banca Generali, il polo bancario controllato dall’assicurazione triestina, ha chiuso il 2013 con un utile in crescita del 9% a 141 milioni di euro, moltiplicando commissioni di gestione (+18% a 296 milioni), masse totali (29,1 miliardi, + 11%) e ricavi (+11 per cento a 367 milioni). La banca, guidata da Pierpaolo Motta — 43 filiali e 1.500 promotori — si occupa soprattutto di gestione dei patrimoni: fondi comuni, gestioni patrimoniali, assicurazioni e proporrà ai soci una cedola di 95 centesimi, in crescita del 6 per cento sull’esercizio precedente con un monte dividenti che sfiora i 110 milioni. Di questi, buona parte (51,029 per cento), andranno al Leone di Trieste. La spinta che ha caratterizzato il 2013 non sembra essersi esaurita, visto che il mese di febbraio si è chiuso con una raccolta netta in crescita a 300 milioni, che hanno portato il totale da inizio anno a 527 milioni, ovvero un aumento del 28%. rispetto al primo bimestre dell’anno scorso. Essendo focalizzata sulla raccolta e con impieghi molto selezionati, Banca Generali non corre neppure i rischi comuni agli istituti da ieri alle prese con l’Asset quality review: ha un Tier 1 ratio al 14,2 % e un Total capital ratio al 14,8 %. Un modo diverso di fare banca: se ne sono accorti anche gli investitori, in un anno il titolo è passato da 15,4 a 22,94 euro. @Righist £]ÈÓ {]Óä £]äÈ ³Î]{£ ³£]xÈ ä]Çn{ ³ä]£ä ³£x]{{ Ç]x Ó]ÓÎ ³Ç]ÇÈ £]Ènä ³x]Ó{ ³{È]£È ä]Ç{ ³ä]Èä ³ÓÇ]äx £]äxä ä]äÇ ³În]{ ]xx ³ä]În ³Î£]Çx ä]ä{ä p p ä]ää£ ³£]xÓ ³{]ÎÇ ä]Çä£ p p p p p p ³{]äÈ ³£ä]{n Î]ÓÎ{ ³Ó]Ç{ ³Óä]Ç ä]{ä ³Ó]{Ó ³£{]xä Î]È ä]£Ó ³{]£Î Ç]Çxx p p p £]È{ ³]ä ä]ääx ³£]{ ³Ó{]Óä £]Çn£ Î]£È £Ó]äÇ È]ÈÎä ³Ó]£Ç ³£Î]n £È]Î£ä ³Ó]Ó{ ³£]ÎÈ È]£Óä p ³£Ó]È£ £ä]Çää ³ä] ³]Èn £x]äää ³ä]{ä ³ÓÈ]Ó{ £]nÓä £]£Î ³£{]Ç È]Îää £]£Ó ³ä]Ç Ó£]ÎÎä ³Ó]È£ ³Ç]ÇÈ ££]xÇä ä]{ ³£Ç]{Î È]xää p ³Ó]£x {]äÓn ³Ó]£È ³ÓÇ]n ££]nxä p p p £]ä£ ³£]În Ó]£Óä ³{]x³ÓnÇ]È£ ä]nÓÎ ä] ³Ó£]Î ££x]{ää ³Ó]{ä ³£n]ÎÈ ä]Îä ä]{{ ³ä]xÎ £]äÎÇ ³ä]ä{ ³£Ó]Îx ä]룂 ä]nÈ ³£ä]x{ Î]££Ó ³{]£ ³xÎ]{Î ä]x£ä ³£]Ó ³{ä]Óä ä]{Îä p p p Î]ndz£äÎ]Çn ä]£ ä]n ³Ó£]È{ Ó]£{ ³ä]Î{ ³£x]nä Ó]äÎn ³ä]Îä ³Ó]Ç È]Ó{x p ä]Îä ]xÎä ³Ç]È{ ³{n]£n ä]Óx ³ä]ä ³Ó{]ää ä]{£x ³ä]Σ ³Ón]nx ä]{ä ³{]Ó ³{Î]x £]{n ³Ó]£{³ÓÓ]ÈÓ ä]ÓÓ{ ³Î]äÓ ³È{]£È ä]{x £]Ç{ ³£]ÈÇ 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>««>ÀÌiiÌi > Ãi}iÌ -Ì>À° 6>ÕÌ> > £ÓäΣ{ Ó ÎÎ ÈÎ Î £Ó{ £xx (f.ta.) Mustak Musa è un uomo d’affari anglo-indiano che vive a Londra e, tra i suoi investimenti, spicca il settore alberghiero. Da qualche tempo è interessato all’Italia e, assistito dallo Studio Carnelutti di Milano, è tornato alla carica per l’acquisto dell’Hotel Excelsior di Venezia, affacciato sul Lido e in piena decadenza dopo essere stato a lungo teatro per vacanze, balli, ricevimenti che riempivano le cronache mondane. Musa è pronto a investire un centinaio di milioni, che comprendono le spese di ristrutturazione per il rinnovo totale dell’albergo. L’offerta, condivisa con un fondo immobiliare londinese, ha scadenza 18 marzo e prevede il rimborso immediato e completo, contestuale al perfezionamento dell’operazione, dei crediti ipotecari delle banche creditrici (le principali sono Intesa Sanpaolo e Unicredit). Fino a poche settimane fa la gestione dell’Excelsior faceva capo a Est capital, una Sgr con sede a Padova, attraverso il fondo Real Venice 1. Poi, a causa del rapido peggioramento della situazione finanziaria, l’assemblea del fondo ha deciso a maggioranza il cambio della guardia, con l’entrata in scena del gruppo Hines, ma le banche creditrici devono ancora esprimersi sul nuovo progetto e ora la novità è l’offerta che verrà presentata agli azionisti veneziani del fondo Real Venice 1, tra cui Palladio finanziaria e la Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo. © RIPRODUZIONE RISERVAT >Ì > VÕÀ> `i½>}iâ> }À>ÃÌV> ,>`VÀ° iÌi ÕÀii\ ÛiÃÌ °° > -V>`iâ> À *À° iÌÌ L’offerta di Musa per l’Excelsior di Venezia +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕÌ° v ÃÕ ÜÜÜ°VÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® £]äÈ Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® £]äää Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® ]xÇä VÌi ÀÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® Ó£]xÓä VµÕi *Ì>L °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® £]£äx VÃ}> 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ad Harlem per i bambini svantaggiati: aveva 84 anni. O’Gorman è stato autore di diverse raccolte poetiche, tra cui spicca The Night of the Hammer, con cui nel 1958 vinse il Lamont Poetry Prize assegnato dall’Academy of American Poets. Anteprima I retroscena dei rapporti tra la Chiesa e il regime in un libro di Kertzer edito da Rizzoli Soltanto la morte impedì a Pio XI di andare allo scontro con il Duce Ma in Vaticano prevalse una linea favorevole al fascismo di ALBERTO MELLONI L a funzione della storia della nostra cultura è cambiata. Nel secondo Novecento essa è stata il pane quotidiano delle classi dirigenti e delle élites politiche, tanto quanto oggi lo è l’utilizzo di abborracciate categorie economiche nel discorso pubblico. Quella stagione è finita, lasciando fame di storia. Essa è spesso soddisfatta dalla forza mediatrice del giornalismo; più di rado — è quello che sta facendo la serie Rai de Il tempo e la storia di Massimo Bernardini — restituendo agli specialisti una funzione davanti al grande pubblico. Per quel pubblico, non meno che per le élites dei decenni passati, la storia dei rapporti fra l’Italia e la Chiesa ha avuto un grande buco nero, coinci- Il saggio Esce in libreria domani il libro di David Kertzer «Il patto col diavolo» (traduzione di Leonardo Clausi, Rizzoli, pagine 558, 24), che ripercorre le vicende dei rapporti tra il Vaticano e il fascismo durante il pontificato di Pio XI (nella foto) Achille Ratti (1857-1939) fu eletto Papa nel 1922 e assunse il nome di Pio XI. Inizialmente guardò con favore al fascismo, con il quale la Chiesa firmò i Patti lateranensi nel 1929, risolvendo la questione romana, ma poi si ricredette e divenne sempre più critico verso il regime di Benito Mussolini L’approccio La ricostruzione ha un ritmo da docu-fiction e scandaglia a fondo la dimensione psicologica dei protagonisti Il cardinale Gasparri e Mussolini (seduti in primo piano) in Vaticano il 7 giugno 1929, dopo la ratifica dei Patti lateranensi dente col pontificato di Pio XI. Oscurato dalla diatriba fra modesti avvocati e modesti accusatori di Pio XII, schiacciato dalla riduzione di Benedetto XV alla frase sulla «inutile strage», Ratti ha iniziato ad uscire dal cono d’ombra con l’apertura degli archivi vaticani sul suo papato, disposta nel 2006. Con la lentezza propria dei lavori di storia, gli anni di Pio XI, eletto nel 1922 e morto a febbraio del 1939, alla viglia della guerra, sono oggi più studiati. Le origini del rapporto col regime sono state esplorate come mai prima da Cattolici e fascisti di Alberto Guasco (Il Mulino), premio Pirovano di quest’anno. La storiografia e le fonti sono state oggetto di due importanti volumi di Lucia Ceci editi da Laterza, Il Papa non deve parlare e L’interesse superiore. Hubert Wolf, vittima della passione a far titoli sanguigni, ha analizzato diversi momenti del pontificato rattiano nel suo Il Papa e il diavolo (Donzelli). E ancor prima Pio XI, Hitler e Mussolini di Emma Fattorini (Einaudi) aveva individuato nel percorso spirituale di Pio XI la ragione del risen- timento crescente del Papa brianzolo davanti al Duce. Ora David Kertzer, già rettore della Brown University, entra da par suo in questo panorama con Il patto col diavolo, in uscita per Rizzoli. Una ricerca ampia, scritta in uno stile che è quello della docu-fiction: con verve immaginifica — tradotta in modo non impeccabile — Kertzer riempie i molti vuoti che esistono fra le carte. Aggiunge dettagli indispensabili in una «sceneggiatura» e assenti dai documenti. E ricostruisce, come in un set intimo, la dimensione psicologica dei suoi personaggi. Le espressioni del viso, i dolori alle varici, lo stato d’animo dell’uno e dell’altro fanno una trama di «sentiment» sulla quale si dipana però la storia cruda: quella che arriva al patto col diavolo — ma chi sia il diavolo e chi faccia il patto, questo il «film» di Kertzer lo svela solo nelle ultime decine di pagine. Prima c’è un libro su Mussolini e Ratti e sulla nebulosa che li circonda: «tirapiedi» e «collaboratori», grazie ai quali comprendere, secondo Kertzer, la riottosa remissività del Papa davanti ad un interlocutore che detesta e di cui capisce gli inganni, ma dal quale non arriva mai a prendere le distanze. Se non in quel discorso che avrebbe dovuto fare nel febbraio 1939: un j’accuse che la morte gli sfila di mano e che il successore metterà in archivio fino alla sua parziale conoscenza nel 1959 e alla sua analisi completa da parte di Emma Fattorini quasi mezzo secolo dopo. Al suo lettore Kertzer dice tutto quel che pensa della personalità di Mussolini: ne coglie le descrizioni dalle fonti diplomatiche, ne contabilizza le amanti, dà corpo a patemi e voluttà, inserite in un catalogo del vorace vitalismo che con rapidi versi Malaparte L’aneddoto Nunzio apostolico a Varsavia nel 1920, con i bolscevichi alle porte della città polacca, Ratti si fece inviare una pistola («Sorge il sole, canta il gallo, Mussolini monta a cavallo») imputava all’arcitaliano iperattivismo dei mediocri. Dall’altra parte Kertzer esplora il cortile vaticano: quello di cui il Papa di oggi dice «non siamo una corte», e dal quale cent’anni fa si pretendeva il contrario. Un orticello di dettagli inattesi (Ratti che si fa mandare la pistola a Varsavia, con i bolscevichi alle porte), di sordidi segreti di Pulcinella (come il sanguinoso litigio fra il gesuita Tacchi Venturi, dotto tramite fra Papa e Duce, ed un suo giovane amante), di leggende vaticane (il passo «montanaro» del Papa di Desio). E in questo incornicia tre paure: quella del comunismo, della sottovalutazione del comunismo, e di tutto ciò (ebraismo, modernità, libertà) che ne appare prodromo o frutto. In questo scenario Kertzer accompagna un Pio XI che muta: ma per lui non abbastanza da incidere a fondo. Ne sono sensori e corresponsabili, a suo avviso, i segretari di Stato: cioè il cardinal Gasparri — il rampolliano che si lamenterà di essere stato licenziato «come un cane» — e poi il cardi- Trasposizioni Claudio Grisancich adatta la classica forma metrica orientale alla realtà metropolitana Nel cuore di Trieste sbocciano haiku giapponesi di DARIO FERTILIO P rendiamo un poeta come Claudio Grisancich, il più illustre discendente di una dinastia in lingua triestina che annovera Virgilio Schönbeck-Giotti e Carolus Cergoly. Mescoliamo la sua vena intima e crepuscolare a quella passiva e ricettiva della cultura giapponese, capace di trasfondere nei tre scarni versi di uno haiku l’apertura ai fenomeni naturali e all’infinito. Aggiungiamo il tono beffardo, amaro e contestatore, che lo stesso Grisancich adotta all’alba dei suoi 75 anni, quasi non sopportasse più le mediocri crudeltà del mondo che lo circonda. Il risultato saranno i 99 Haiku metropolitani che oggi pubblica una piccola casa editrice, la Fuorilinea, in sfida aperta alle leggi dell’ovvietà editoriale (pp. 62, 13). C’è un tradimento aperto in questi brevissimi, fulminei componimenti: anziché cogliere l’evanescenza dei fenomeni natu- Cielo di latte chiarore invernale, rabbrividisci! Quanti regali per il tuo compleanno ma il suo manca Danza nel buio allegro il lampione, ecco la casa! L’eco allegra di voci lontane, ma sei malato Vecchio dolore quasi non ci fai caso guai se ti manca! rali come gli orientali cultori dell’haiku, Grisancich vi trasfonde un molto occidentale bisogno di rivalsa nei confronti delle frustrazioni e delusioni della vita, a tratti addirittura l’improperio e la battuta amara. In questo modo lo haiku, che secondo regole codificate consiste di una concatenazione precisa (tre versi in successione di cinque, sette e cinque sillabe) finisce per somigliare spesso a un epigramma pungente. E, soprattutto, l’ambiente in cui il poeta si muove è decisamente metropolitano: niente laghi e vulcani, niente nevi che si sciolgono e passeri che cinguettano, così tipici del gusto nipponico, ma strade e traffico osservati dal vetro di una finestra. Il che non vale sempre, tuttavia: in altri haiku Grisancich mantiene, della ispirazione originaria giapponese, il gusto per il lampeggiare di uno stato d’animo, colto al volo e subito destinato a spegnersi. Così, ecco «l’eco allegra/ di risate lontane/ ma sei malato», oppure «un te di fretta/ neanche un saluto,/ mesto mattino», o ancora «chiama l’amico/ che da tempo non vedi/ ti fa felice». Non mancano scherzosi riferimenti al folclore triestino: «rientri tardi/ troppo cibo e vino:/ dove la chiave?» e autoritratti domestici: «svogliatamente/ da solo in cucina/ fai cruciverba». Un piacevole profumo di passato emana dalla raccolta di Grisancich: il ricordo delle antologie di poeti triestini da lui curate, ma anche qualcosa che è legato al gusto orientaleggiante tipico della città emporio, in cui le navi del Lloyd austriaco collegavano Trieste al Sol Levante, e dove ogni casa borghese conserva ancor oggi per eredità vasi, tazze e teiere, sottotazze e piattini cinesi o giapponesi. L’effetto è sottile e spiazzante come una bevanda leggera ed esotica, dal fondo amaro ma corretto dalla coscienza della vanità d’ogni cosa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Nato nel 1948, lo storico americano David Kertzer insegna alla Brown University, nello Stato del Rhode Island, di cui è stato anche rettore. È considerato uno dei massimi esperti dei rapporti tra la Chiesa cattolica e gli ebrei Kertzer ha pubblicato diversi saggi per Rizzoli, tra cui «Prigioniero del Papa re» (1996) sulla vicende del piccolo ebreo Edgardo Mortara, sottratto alla famiglia dalle autorità dello Stato pontificio all’età di sette anni, nel 1858. Tra le altre opere di Kertzer: «I Papi contro gli ebrei» (2002) e «Prigioniero del Vaticano» (2005) nal Pacelli, l’uomo che il fascismo pensa di poter usare per moderare il risentimento pontificio, come sostengono molte carte di regime non sempre sincere. Ma Kertzer (e con tanto di ritratti) individua livelli meno vistosi dell’entourage: come il sullodato Tacchi Venturi, il generale dei gesuiti Ledóchowski, il cui ruolo nella mancata enciclica contro il razzismo è enorme, monsignor Pizzardo o padre Gemelli. In fondo a questo percorso c’è l’ingresso della Chiesa e del papato nell’afasia bellica e nella incapacità di leggere una realtà devastata dal conflitto, nel cui fumo si mescola, e per chi lo vede da lungi si confonde, quello della Shoah. Il principale merito di Kertzer non è però scrivere il fatto come un patto, ma informare anche il lettore più disinformato di tutto ciò che potrebbe ignorare: cosa indispensabile per i lettori americani dell’originale, a forse anche per gli italiani che vivono oggi il paradossale antagonismo fra storia e memoria. Sulla memoria, infatti, l’impegno è forte e crescente: ma quanto l’Italia celebra il 27 gennaio — ricorrenza istituita con una legge che tacque la parola fascismo — tanto più ci si trova davanti ad una «sagra della memoria» indispensabile e ambigua: e non meraviglia che spiriti acuti come quello di Elena Löwenthal ne sentano il paradossale contrappasso. La memoria, infatti, è come un grande e pesante vaso, che non può essere poggiato nel vuoto di conoscenze: e oggi, anche Kertzer lo mostra, rischia di essere posato lì, in un vuoto che alla fine non cerca di capire che cosa sia effettivamente accaduto, ma che cosa sia utile dire su ciò che si pensa sia stato. In questo vuoto la ricerca italiana ha avuto un’occasione e l’ha persa. Può un Paese come l’Italia, dove la Chiesa ha un peso nel dare significato o nel toglierlo alle istituzioni democratiche (con valori negoziabili o meno), dove il culto del capo si ripresenta puntuale ad ogni passaggio storico, rinunciare ad avere conoscenze su cui posare civismo e memoria? Il libro di Kertzer conferma che la risposta è no: ma mentre se crolla Pompei sentiamo l’onta dell’accidia vanitosa di anni, la negligenza nella ricerca fa fatica, anche per colpa degli storici, a trovare ascolto. Ma i problemi che genera non sono più piccoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 Cultura Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera Le iniziative del Corriere I grandi filosofi La collana Gli autori che hanno coltivato l’amore per il sapere sono compagni preziosi nell’esercizio di ogni attività intellettuale Il piano dell’opera 1 11 febbraio 2014 PLATONE a cura di Roberto Radice 2 18 febbraio KANT Tommaso Tuppini 3 25 febbraio EINSTEIN Roberto Maiocchi 4 4 marzo NIETZSCHE di GIANCARLO DIMAGGIO Tommaso Tuppini 5 Oggi ARISTOTELE S ono a cena con i miei amici psicoanalisti, Giulio e Tullio, amicizia di cui non rivelo le origini. Una pizzeria a Trastevere è il teatro della conversazione. Chi scrive è uno psicoterapeuta cognitivista. Parte dei nostri dialoghi è la ripetizione di un copione. Giulio è un’esegeta di Lacan, Tullio si posiziona nel mondo post-freudiano (il protagonista del serial tv In Treatment è un esempio verosimile di quel tipo di psicoanalisi) in cui la psicoanalisi è costruzione intersoggettiva del significato, posizione con la quale concordo — per me ho scelto una psicoanalista di quell’orientamento. Poco prima che ci servano la pizza, la recita è già al secondo atto: disaccordo completo. Giulio sostiene un’ermeneutica radicale (si parte da Heidegger, si passa per Gadamer), per cui l’analisi è un incontro idiosincratico tra soggetti, comprensibile solo all’interno dello scambio analitico. Ogni osservazione esterna è impossibile, depriverebbe il soggetto parlante della sua voce, in nome di un’oggettività che ne Roberto Radice 6 18 marzo SCHOPENHAUER Tommaso Tuppini 7 25 marzo FREUD Alfredo Civita 8 1 aprile PASCAL Alberto Peratoner 9 8 aprile SANT’AGOSTINO Carlo Chiurco 10 15 aprile ARENDT Olivia Guaraldo 11 22 aprile CARTESIO Alberto Peratoner 12 29 aprile SARTRE La psiche alla prova del pensiero schiaccerebbe la libertà. Dissento per due motivi. Il primo è la mia avversione per Lacan, per me nulla più di una sorta di paralinguaggio. Il secondo è nel nome di Darwin e Popper. Dopo Darwin, considero le teorie pulsionali di Freud una reliquia del passato, che sopravvive in cenacoli a dimostrare che nel mondo post-moderno nulla scompare davvero. Gli umani si sono evoluti guidati da motivazioni che permettevano sopravvivenza, adattamento all’ambiente e coesione del gruppo. L’istinto di morte, postulato da Freud, è inutile, è sufficiente l’entropia a fare quel lavoro. Una psicoterapia che si basi sull’idea che siamo guidati da tale istinto nasce fallace. Popper è l’altro motivo del contendere. Si tratta della responsabilità dello psicoterapeuta verso la società. C’è qualcosa di unico e irriproducibile nell’incontro tra paziente e psicoterapeuta? Sì. Questo esime il clinico dal dovere rendere conto della sua azione? Ritengo di no. Memore delle critiche di Popper a Freud, mi colloco in una comunità di scienziati cognitivi che operazionalizza idee falsificabili e si affida alle prove per decidere cosa è buona pratica e cosa va lasciato in disuso nelle periferie della storia delle idee. Gli psicoterapeuti cognitivisti sono educati a questo. Molti psicoanalisti oggi condividono tale assunto e, per esempio, la teoria freudiana del transfert, in formulazioni più moderne e ostensibili, è stata investigata e corroborata da dati. Ci servono la pizza, birra artigianale italiana influenza il tono della conversazione. Il cognitivismo trascura la costruzione del significato, sostiene Giulio, riduce l’uomo ai suoi sintomi e l’animo umano non è misurabile. So che in parte dice il vero. Parte della psicoterapia cognitiva resta miope al significato personale sottostante ai sintomi. Per gran parte invece vi è attenta. Sulla misurabilità mi scaldo. Si tratta di essere quanto più popperiani possibile. L’ineffabile del discorso terapeutico resterà, ma tutto ciò che si può trasformare in variabile oggetto di verifica beh, io lo voglio misurare. E vedere se cambia in una psicoterapia di successo. E voglio che parametri esterni al mio giudizio clinico valutino se ho ben lavorato o commesso errori. Tullio fa da arbitro. Tutti noi abbiamo fallimenti e successi nella nostra pratica clinica. Vero. Ma, obietto, una disciplina che riuscisse a salvare 7 persone su 10, e fornisse dati a supporto, non sarebbe preferibile ad una che ne salvasse 5 su 10? Per questo vogliamo misurare il misurabile. Concordiamo, non senza una nota di compiacimento, di sentirci personaggi di un dialogo platonico. Foucault interviene nella conversazione e qui siamo più d’accordo. Nel frattempo abbiamo espresso diverse scelte nelle birre: io sono per le ambrate di stampo belga. Innanzitutto me ne piace il colore. Giulio e Tullio optano per delle chiare di frumento, Weizenbier. Ridiscutere Freud sulla scia di Darwin e di Popper La cura dei disturbi mentali ha bisogno dei classici Non considerate le osservazioni sul cibo marginali. Lasciando Cartesio alle spalle, il corpo è considerato il nucleo della nascita delle idee, la conoscenza è conoscenza incorporata. Dicevo: Foucault. Da cognitivista sono abituato a fidarmi dei dati empirici che indicano cosa è efficace in psicoterapia e cosa no. Questo rende noi cognitivisti facilmente proni a presumere di avere un sapere superiore. Ma, chi controlla i controllori? La scelta delle variabili da misurare e dei protocolli da valutare empiricamente non è un fattore da trascurare. I cognitivisti sono influenti politicamente, ben piazzati nelle commissioni che erogano i finanziamenti. Quindi un gruppo di potere. Che tende a perpetuare se stesso e accrescersi, niente di strano. Gli psicoanalisti — enclave dominante per decenni — lo sanno, lo hanno notato e hanno osservato che l’efficacia maggiore delle terapie cognitive dipendeva in parte da cosa si sceglieva di misurare. La comunità più ampia di psicoterapeuti e ricercatori ha considerato la critica ragionevole. Di conseguenza, gli studi più recenti sull’ef- Modelli In senso orario, a partire dalla foto in alto a sinistra: Michel Foucault (1926-1984), Jacques Lacan (1901-1981), Charles Darwin (1809-1882) e Karl Popper (1902-1994) In alto, illustrazione di Camilla Guerra Evoluzione Ci hanno garantito la sopravvivenza i principi della coesione del gruppo e dell’adattamento all’ambiente ficacia delle psicoterapie tendono a includere misure del funzionamento interpersonale (tema psicoanalitico) e non solo il cambiamento sintomatico. I cognitivisti hanno imparato qualcosa. Gli psicoanalisti, almeno i più illuminati, si allenano a sottoporre la loro pratica a verifica. Il confronto si svolge sul campo. Cosa funziona meglio? Oggi è difficile dirlo. La psicoterapia cognitiva è sicuramente molto più studiata. Le basi della sua efficacia più solide e ampie. Ma in generale il cosiddetto equivalence effect sembra prevalere: le psicoterapie manualizzate e studiate empiricamente tendono a generare risultati di efficacia paragonabile. Forse le psicoterapie cognitive offrono risultati migliori degli altri approcci, ma di poco e non è per niente certo. Intanto gli psicoanalisti modificano i protocolli, imparano le regole del gioco. Già, le regole del gioco. Perché alla fine di quello si tratta. Esiste una componente ineffabile, irripetibile, non misurabile nella seduta psicoterapeutica? Sì. Esiste una componente misurabile? Sì. Qual è il gioco che preferiamo giocare? Io mi sento più a mio agio nella partita in cui si debba rendere conto ad un osservatore terzo che analizza i dati. Ma a quel punto non è più importante. Tullio onora Gigi Proietti e racconta la storiella del cavaliere bianco e del cavaliere nero. Giulio replica con qualcosa di irriferibile. La gentile ombra di Epicuro si è posata sul nostro tavolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA In edicola e in ebook n edicola oggi il quinto titolo della collanaa «Grandangolo» del «Corriere della Sera» dedicata a 35 grandi filosofi e pensatori: il nuovo volume è una monografia su una delle personalità fondative del pensiero occidentale, Aristotele, a cura di Roberto Radice (ogni libro 5,90, in ebook 3,59). Come ricorda lo studioso, nella parte relativa ai dati biografici di Aristotele, nella Scuola di Atene dipinta da Raffaello Sanzio i due grandi greci «Platone e Aristotele, sono raffigurati mentre passeggiano. Il primo indica il cielo; il secondo, sorreggendo l’Etica nicomachea, tende la mano davanti a sé, verso l’uomo e la Terra». Aristotele era Michele Ciliberto 14 13 maggio HEGEL Tommaso Tuppini 15 20 maggio MONTAIGNE Nicola Panichi 16 27 maggio TOMMASO Carlo Chiurco 17 3 giugno DARWIN Roberta Lanfredini 18 10 giugno KEYNES Roberto Marchionatti 19 17 giugno ABELARDO Carlo Chiurco 20 24 giugno PLOTINO Roberto Radice 21 1 luglio GALILEO Roberto Maiocchi 22 8 luglio WITTGENSTEIN Luigi Perissinotto 23 15 luglio VOLTAIRE Gianni Paganini 24 22 luglio POPPER Roberto Maiocchi 25 29 luglio SOCRATE Roberto Radice 26 5 agosto KIERKEGAARD Marco Fortunato 27 12 agosto NEWTON Roberto Maiocchi 28 19 agosto HEIDEGGER Costantino Esposito Aristotele, scienziato dell’antichità e logico moderno I Gabriella Farina 13 6 maggio BRUNO considerato infatti, e lo fu per secoli, autorità suprema nel campo delle conoscenze umane, della «scienza» — ben illustra Radice nel saggio — e la sua categorizzazione del mondo fu indiscussa a lungo, tra sfere celesti perfette e centralità della Terra nel cosmo (lo mostra l’ipse dixit con cui ci si riferiva a lui). E dal punto di vista logico filosofico, la costruzione conoscitiva di Aristotele non ha cessato di essere elaborata e discussa dai maggiori autori moderni come, ad esempio, Hegel. Il 18 marzo, in edicola il volume dedicato a Schopenhauer. (Ida Bozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA 29 26 agosto JUNG Marco Garzonio 30 2 settembre SMITH Stefano Fiori 31 9 settembre FOUCAULT Fabrizio Palombi 32 16 settembre WEIL Wanda Tommasi 33 23 settembre HUSSERL Tommaso Tuppini 34 30 settembre EPICURO Roberto Radice 35 7 ottobre MARX Mario Cingoli Terza Pagina 33 Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 Biennale Il direttore ha chiesto ai 65 Paesi partecipanti di mostrare le trasformazioni dal 1914 a oggi Elzeviro L’intervento in memoria del regista IL MONDO ABITABILE DI MAZZACURATI di MATTEO CODIGNOLA I film che Carlo aveva un bisogno fisico di guardare a intervalli regolari, e possibilmente ravvicinati, erano suoi quanto quelli che girava, o avrebbe voluto girare. Forse, anche di più. Nei lavori degli altri Carlo cercava infatti una sostanza per lui vitale, una materia psichica e visiva che non compare nei manuali, né influenza l’attribuzione di stelline o pallini, ma che alcuni film, in modo spesso imprevedibile, sprigionano. Hollywood Party, ad esempio, di cui era difficile Carlo non vedesse almeno una ❜❜ Di una delle pellicole, «Withnail and I», sosteneva che gli avesse salvato la vita scheggia al giorno. L’idea che una comparsa imbucata a una festa potesse radere al suolo, per una goffaggine quasi sperimentale, tutto quello in cui si imbatteva, gli sembrava un frammento di autobiografia forse solo congetturale, ma in ogni caso rassicurante. Quanto a un altro film nei confronti del quale ammetteva la propria dipendenza, Withnail and I, sosteneva che gli avesse, a suo tempo, salvato la vita. Era accaduto subito dopo il successo del suo film d’esordio, Notte italiana, quando chiunque incontrasse lo incoraggiava a realizzare una seconda opera bella quanto la prima, certo, ma magari un po’ più monetizzabile: e allora scoprire che qualcuno aveva scritto e anche diretto la storia di due attori scannati ridotti a spalmarsi di antigelo per sopravvivere alle notti londinesi, e una volta entrati in possesso del cottage di uno zio, rischiare l’inedia per la manifesta incapacità di cuocere un pollo, era stato come intravedere un mondo, e un cinema, più abitabili. Volendo — ma nessuno di noi, organizzando la rassegna che apre domani alla Cineteca di Bologna, voleva — fra i film che Carlo amava si potrebbero rintracciare elementi su cui poi Carlo i film li L’architettura in cura a Venezia La diagnosi di Koolhaas: una disciplina in condizioni non buone dal nostro inviato a Venezia PIERLUIGI PANZA faceva. Tanto per dire, sia in Chinatown e nei Compari sia nella Passione e nel Toro ci sono personaggi catapultati in situazioni aliene, e in circostanze meteo generalmente avverse. Solo che la ragione per cui abbiamo scelto il film di Polanski e quello di Altman è diversa. Per capirla, la strada più breve è forse vedere il film che apre la rassegna, e cioè Crumb. Il documentario di Terry Zwigoff è insieme il ritratto di un grande artista e un viaggio nella malattia mentale — un’indagine minuziosa sui rapporti fra l’inferno personale e familiare in cui Robert Crumb vive e il sorriso enigmatico con cui lo racconta. Scoprire che un regista come Carlo si riconoscesse per intero in un film emulsionato dalla luce buia del disagio psichico può aiutare a far capire meglio chi fosse, e cosa si nasconda, a volte, nel suo cinema. Non sempre i film a Carlo piacevano per la ragioni più ovvie — e in ogni caso, quando gli piacevano davvero, non ne parlava molto. L’unico commento a uno dei suoi preferiti, A Serious Man, era l’invito a considerarne la genesi — inventata (da Carlo) ma piuttosto verosimile — e cioè gli anni in cui uno dei due fratelli Coen aveva supplicato invano l’altro di fare un film sulla loro sfigatissima infanzia e sul posto schifoso in cui erano cresciuti, finché l’altro, dopo avere mormorato per metà della vita che a nessuno sarebbe fregato niente, aveva detto e va bene, facciamolo. Neanche sul film che negli ultimi anni lo ossessionava, e cioè The Fantastic Mr Fox, Carlo aveva molto da dire. La sua autentica devozione per l’animazione di Wes Anderson si basava su ragioni che eri — caldamente — invitato a constatare di persona. Poi ce n’era un’altra, che ho scoperto per caso raccontandogli come Anderson, dopo avere preparato il film con cura maniacale, lo avesse diretto e montato al computer dalla suite dell’albergo parigino in cui si era rinchiuso per mesi, nonostante la sua troupe, che lavorava a Londra, lo scongiurasse ogni giorno di rinunciare ai fasti del room service e prendere un aereo, l’Eurotunnel, un Solex, quello che voleva, e venire a controllare il lavoro di persona. Questa mini epopea di un regista sedentario e inamovibile, che il suo film preferisce immaginarselo, e non ha neanche tanta voglia di vederlo, gli tornava fino in fondo: per «giusta distanza», mi ha detto ridendo, intendevo più o meno questo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Alla Cineteca di Bologna Domani al via la retrospettiva con il film «Notte italiana» Si inaugura domani alle 18, al cinema Lumiére della Cineteca di Bologna, in piazzetta Pasolini 2/B, la retrospettiva cinematografica dedicata alla memoria di Carlo Mazzacurati, presidente della Cineteca dagli inizi del 2012 alla scomparsa, avvenuta poche settimane fa. Si incomincerà con Crumb, di Terry Zwigoff, girato nel 1994, ritratto di un artista bizzarro e della sua famiglia altrettanto stravagante. Introduce Matteo Codignola (editor della Adelphi), di cui pubblichiamo sopra il discorso introduttivo all’intera rassegna. Seguirà alle 21 Notte italiana, del 1987, il film d’esordio di Carlo Mazzacurati. P roporre una mostra intitolata Fundamentals — che vuol dire fondamenti, ma anche fondazioni, ma anche fondamentali… — in una stagione di assenza del fondamento e di grande disorientamento è la scommessa lanciata dall’architetto Rem Koolhaas per la Biennale di Architettura, che si aprirà il 7 giugno a Venezia. Una rassegna particolare, questa 14ª edizione, per il numero record di Paesi partecipanti (65, prima erano 55, ci sono anche Kenya, Mozambico, Emirati Arabi, Nuova Zelanda…), perché resterà aperta quasi sei mesi anziché tre (fino al 23 novembre) e perché i Padiglioni nazionali non presentano esposizioni autonome ma hanno svolto un compito assegnato loro dal curatore: hanno dovuto rispondere al tema Absorbing Modernity 1914-2014, ovvero mostrare quali sono state le trasformazioni architettoniche nei loro Paesi nel secolo dei grandi conflitti «per il quale non dobbiamo sentire rimpianti» (Koolhaas). «Ho preso queRem Koolhaas (1944) sta via — afferma l’architetto-guru che balzò all’attenzione nel 1978 con il libro Delirious New York (manifesto dell’antipianificazione e della indifferenza al contesto urbano) — perché le precedenti Biennali hanno mostrato uno stato dell’architettura in non buone condizioni». Le sei Biennali del nuovo Millennio sono state tutte curate da archistar del globalismo radical chic dai nomi quasi impronunciabili (Dejan Sudjic, Kurt Foster, Richard Burdett, Aaron Betsky, Kazuro Sejima e David Chipperfield), proprio come Koolhaas. Il quale riparte dal tema della Biennale di Portoghesi del 1980 (La presenza del passato, alla quale aveva partecipato) chiedendo ai curatori dei padiglioni nazionali che fine abbiano fatto le architetture dei loro Paesi. L’esito della ricerca, che Koolhaas anticipa, «è che c’è stata una perdita e un susseguirsi di cancellazioni e che l’architettura non è più un fatto occidentale». Tutti possono costruire dovunque (giapponesi alla Mecca o al Polo nord) e ovunque si costruisce in una sorta di neo International-style (quello dei grattacieli in ferro e vetro con elementi iconici di riconoscimento) «partendo anche da condizioni storiche e sociali molto diverse». La postmodernità del capitalismo avanzato è dunque finita in un imbuto, anche se «sopravvivono elementi di stili nazionali in forme meno visibili». Koolhaas non offre una valutazione su questo esito della ricerca. Contiamo che si esprima a Biennale aperta (sono previsti moltissimi incontri), poiché sarebbe interessante conoscere il parere dello schivo Premio Pri- Il modellino del Padiglione Centrale della 14esima Biennale di Architettura di Venezia diretta da Rem Koolhaas tzker 2000 che ha realizzato architetture e boutique in tutto il mondo sul tema analizzato: difendere oggi le identità nazionali è Regionalismo retrò oppure una declinazione del globale nel locale? La risposta è resa ancor più interessante dal fatto che Koolhaas sta trasformando il Fondaco dei Tedeschi sul Canal Grande in un uno shopping mall con tanto di scale mobili e altre tipologie da non-luoghi. Anche qui: cancellare per affermare un nostro segno contemporaneo o attestarsi alla imbalsamazione della grande reliquia? Questo accenno alle tipologie ci porta alla seconda sezione dell’esposizione. Si intitola Elements of Architecture ed è al Padiglione centrale ai Giardini. Qui, con disciplina da en- tomologo, Koolhaas espone cent’anni di porte, balconi e finestre, caloriferi di tutti i tipi, non per creare un abaco bensì un’enciclopedia dei tipi, che vengono pure raccolti in un volumone manualistico intitolato Gli elementi dell’architettura (curato con studenti di Harvard). Non si tratta, però, solo di analisi strutturalista delle forme. «Pensiamo ai balconi, che importanza hanno avuto nella costruzione di consenso dei dittatori. E pensiamo alle porte elettroniche dentro le quali transitiamo: raccolgono elementi su di noi che finiranno nei Big Data». Anche qui l’analisi mostra come ogni tipologia locale sia stata progressivamente «sacrificata sull’altare della modernità». Anche in questa sezione Ko- Dal 7 giugno al 23 novembre, Rolex come partner Sei mesi di «Fundamentals» La 14ª mostra di architettura diretta da Rem Koolhaas e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta (titolo Fundamentals) si terrà dal 7 giugno al 23 novembre a Venezia, ai Giardini della Biennale e all’Arsenale (preview il 5 e 6 giugno, inaugurazione 7 giugno, info www.labiennale.org, catalogo Marsilio). La mostra (che vede Rolex come partner) sarà affiancata da 65 partecipazioni nazionali (11 i Paesi esordienti). Tre le sezioni: Absorbing Modernity 1914-2014, Elements of Architecture, Monditalia. Il Padiglione Italia in Arsenale, organizzato dal Ministero per i Beni e le attività culturali con la Pabaac (Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee), è curato da Cino Zucchi. olhaas non intende indirizzare verso qualcosa, ma presentare tutto come un accadimento, quasi un destino. Semmai prende le distanze da tutto: dalla modernità delle orrende periferie, dalle villette a schiera e sembrerebbe dalle nazioni come identità superate… La terza sezione della rassegna sarà Monditalia all’Arsenale. Qui, con le pareti coperte da un’enorme Tavola Peutingeriana le sezioni Teatro, Danza, Cinema e Musica della Biennale realizzeranno per sei mesi delle performance sul tema della Biennale. Segno che l’architettura sta diventando performance? Forse questo potrebbe essere un indiretto suggerimento di indirizzo per l’architettura futura, quella che deve nascere anche «dai desideri degli individui — ha sottolineato il presidente della Biennale, Paolo Baratta — e da una società che sa cosa chiedere agli architetti. Oggi arte e architettura contemporanee sono preda del mercato e di un certo conformismo: bisogna ricostruire il loro rapporto con la società non solo in termini finanziari e tecnologici». La 14ª rassegna ha dunque l’ambizione di porre un mattone di «ricominciamento» dell’architettura lasciando aperte le possibilità per qualsiasi tipo di dimensione futura, sia essa S, M, L, XL (Small, Medium, Large o Extra large) come dal titolo di un celebre libro del 1995 nel quale Koolhaas prendeva ogni distanza possibile dal vitruvianesimo e da ogni idea di tradizione. © RIPRODUZIONE RISERVATA Eventi collaterali In contemporanea con la kermesse, la Fondazione ospita il suo evento a Ca’ Corner Automi sonori e strumenti (re)inventati Prada mette in mostra l’arte da ascoltare di STEFANO BUCCI S postamenti (sonori) dell’arte: sono quelli che proporrà Art or Sound, la mostra che la Fondazione Prada presenterà nella sua sede veneziana di Ca’ Corner della Regina dal 7 giugno al 3 novembre (preview dal 4 al 6; info www.fondazioneprada.org), ancora una volta in contemporanea con la Biennale. Stavolta, per di più, si tratta dell’edizione dedicata all’architettura (dal 7 giugno al 23 novembre) curata proprio da Rem Koolhaas, che tra i numerosi progetti realizzati per la maison ha firmato (con il suo studio Oma) anche il Museo di arte contemporanea che verrà inaugurato a Milano in contemporanea con l’Expo 2015. Se l’anno scorso, in concomitanza con la Biennale d’arte, la Fondazione aveva in qualche modo puntato dritto sulla nostalgia con When attitudes become form. Bern 1969 / Venice 2013 che rimetteva in scena (pur reinterpretandola) la storica mostra post-pop e postminimalista del 1969 firmata da Harald Szeemann alla Kunsthalle di Berna, stavolta il curatore Germano Celant si ci- A fianco: la pendola automatica di Jacquet Droz (1785 circa). Sopra: Arman, The spirit of Yamaha (1997) menta «con il rapporto tra arte e suono, con gli aspetti iconici dello strumento musicale, con la figura dell’artista-musicista». Utilizzando anche i mille metri quadri delle stanze del secondo piano nobile, per la prima volta dopo la riapertura del palazzo di Calle de Ca’ Corner avvenuta nel 2011 con l’esposizione di una selezione dell’intera collezione d’arte Prada. Dunque, opere d’arte e oggetti sonori. Oltre un centinaio di lavori. E vista la propensione moderno-contemporanea della Fondazione, non stupisce davvero la presenza degli strumenti di Alvin Lucier e John Cage; delle scatole sonore di Robert Morris e Nam June Paik; delle sculture cinetiche di Takis e Stephan von Huene; di installazioni (naturalmente musicali) come Oracle di Robert Rauschenberg o come Numbers runners e Handphone table di Laurie Anderson. La griffe (artistica) Prada si ritrova nei pianoforti reinventati da Arman, da Richard Artschwager, da Joseph Beuys; nei curiosi ibridi (chitarra-violino) di Ken Butler e nei banjo di William T.Wiley; in una schiera di nomi celebri (e ormai straquotati): Christian Marclay, Janet Cardiff, Martin Creed, Doug Aitken. E in nomi nuovi che non sono più soltanto promesse: Anri Sala, Athanasios Argianas, Haroon Mirza, Ruth Ewan, Maywa Denki. Colpisce positivamente che proprio Prada proponga, quasi volendo anticipare ancora una volta le nuove tendenze del collezionismo, una carrellata di classici che spaziano dai preziosi strumenti firmati da Antonio Grandi e Giovanni Battista Casarini agli automi (stavolta settecenteschi) dello svizzero Pierre Jacquet Droz fino all’Ottocento della Trompette naturelle di Adolphe Sax e dell’organino da strada di Cocchi-BacigalupoGraffigna. Al classico richiamano (proprio mentre il Guggenheim New York celebra il futurismo italiano) anche gli intonarumori di Luigi Russolo e gli oggetti di Giacomo Balla. In fondo è però una sorpresa forse solo apparente perché, spiega Celant nel ricco catalogo di Art or Sound pubblicato dalla Fondazione, questa mostra «oltre a sottolineare il rapporto di ambivalenza tra musica e arte, propone una inversione di tendenza». © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera Eventi UNA MOSTRA A MILANO L’allestimento L’impronta di Studio Azzurro al Palazzo della Ragione L’associazione Una grande famiglia di 300 mila soci e tantissimi volontari Touring Club Il nuovo racconto del Belpaese Un viaggio multimediale tra le nostre meraviglie Centoventi anni di storia per disegnare il futuro V ai dove ti portano le immagini del cuore. Si inizia pedalando, si prosegue guardando l’Italia dal finestrino. Poi planandoci sopra. Si finisce con il dubbio che questo sia un grande Paese, nonostante tutto. Ottima materia prima, diversità storiche e geografiche, cultura. Il Touring, che si è inventato e ha cercato di rendere accessibile negli anni il turismo bianco rosso e verde, festeggia i suoi (primi) 120 anni. Lo fa guardando al futuro. «In viaggio con l’Italia» non è una celebrazione, perché nessuno se n’è andato, anzi è come se la grande famiglia di 300 mila soci e infiniti volontari, con questa mostra desse appuntamento ai prossimi 120 anni. Intanto, apre il sipario sul suo racconto visivo e sonoro fino al 25 maggio. Come in ogni viaggio che si rispetti, le situazioni lungo la strada cambiano. Una scelta, più che stilistica, concettuale. E allora ecco l’impronta di Studio Azzurro, sperimentatori di linguaggi multimediali, già incoronati dalla Biennale di Venezia e dall’Expo di Shangai, che per sei mesi hanno lavorato all’allestimento e creato un continuo gioco di interazioni. I piedi su una grande ruota (di bicicletta) genera scampanel- lio e parole di romanzieri, poeti e scrittori che hanno raccontato questo Paese. Ma soprattutto gira la ruota e partono le immagini di un film di sei borghi italiani. Ci sono Lucca, Spoleto, Trieste, Siracusa, Matera e Chioggia, ma sono solo l’esempio di una grande bellezza. L’amore per il minore fa parte della filosofia Touring. Le immagini raccontano i borghi: su uno schermo le immagini avanzano, nell’altro vanno all’indietro. La storia siamo noi. Alle pareti i pannelli, la cartografia. Un’atmosfera elegantemente in bianco e nero racconta una storia sacrosanta ma ferma. Ma, siccome il mondo va avanti, gli artisti l’hanno riletta proiettandola nel futuro. Nel secondo ambiente la strada continua. Veloce o lenta. Asfaltata, ciottolata, sterrata e ferrata. Basta appoggiarci il piede e da finestrini immaginari scorrono paesaggi verissimi. Si viaggia su un tapis roulant Ieri e oggi La mostra «In viaggio con l’Italia» a Palazzo della Ragione (Piaggesi/Fotogramma) senza bisogno di fare la valigia. «Abbiamo costruito il tappeto su cui muoversi con tante monetine da un centesimo collegate che fanno da sensori: un ottantina di euro, fa parte del nostro amore per l’artigianato» racconta Fabio Cirifino, due delle quattro mani di Studio Azzurro. Si prosegue in treno: alle pareti sono appesi vecchi cartelli di stazioni e passaggi a livello, trofeo di un’epoca in cui Touring era (anche) produttore di segnaletica. Un documentario, da oscar alla memoria, racconta come fosse possibile stampare le vecchie guide con lastre di pietra che dal vivo mostrano tutto il peso della loro storia. Nel quarto ambiente si sale fra le nuvole. Basta sfiorare col piede la luce di un aeroplano e si decolla sopra una mappa geografica, si sfoglia l’atlante d’Italia, mentre sugli schermi lo zoom si fa paesaggio. Poi lo spazio dedicato all’unico paese al mondo in cui nell’arco di 30 chilometri si trovano più cucine locali. Ancora tecnologia: tante mani che apparecchiano un grande tavolo, ricettario infinito, sapori e saperi, il gusto delle parole: eccellenza gastronomica. Poi l’omaggio alla gestualità e al saper fare si sposta in fabbrica. «Basta spostare alcuni oggetti di legno, vetro, ceramiche o tessuto che si accendono le immagini di lavorazione» spiega Cirifino. La costruzione di un violino a Cremona, il vetro a Murano, il marmo nelle cave di Carrara. Suggestioni visive e sonore. Una grande sezione è poi dedicata a un altro compleanno all’interno della festa. Un Omaggio alla provincia Lucca, Spoleto, Trieste, Siracusa, Matera e Chioggia protagoniste di un filmato-installazione La scelta artistica La suggestione di essere trasportati, dal tapis roulant alla bici, dal treno all’aereo totem (in tinta), meridiana segnatempo, rende omaggio alle cento candeline delle Guide Rosse, piccole enciclopedie tascabili: 2200 fotografie d’archivio scorrono e sono tante facce dello stesso Paese. Non solo monumenti ma angoli d’Italia, situazioni, momenti che diventano arte. Dal 1914 a oggi delle Guide Rosse sono Il ritratto Il presidente Franco Iseppi illustra i cambiamenti dell’associazione con l’avvento della Rete e del mercato globale «Saremo i civil servant del turismo tricolore 2.0» nacque il Touring Club ItaQ uando liano, nel 1894, c’era la monarchia, si comunicava con il telegrafo, ci si spostava con la carrozza a cavalli e se dicevi “Nike” parlavi di una famosa statua greca, non di un marchio di abbigliamento sportivo. Era un altro mondo, eppure i 57 fondatori erano ciclisti e turisti, cioè persone a loro modo proiettate nel futuro, che si servivano di un mezzo come la bicicletta, all’epoca sinonimo di modernità, per girare l’Italia per diletto, attività all’epoca ancora al limite dell’eccentrico (i termini turista e turismo sono stati usati ufficialmente per la prima volta nel 1947 alla Società delle Nazioni, tanto per dire). Oggi che viaggiare è attività globale e si prende l’aereo come fosse un autobus, il Touring Club è più che mai sulla breccia (300 mila gli iscritti e moltissimi i volontari), ma si sta piut- tosto ponendo il problema (ineludibile) di adeguare politiche, finalità e strutture a tempi che cambiano a velocità fuori portata di un mezzo a pedali. «Come tutte le associazioni, anche noi abbiamo necessità di cambiare radicalmente, ma senza tradire la nostra identità. L’Italia è la nostra casa e il nostro scopo rimane educare i cittadini al turismo, non gestire fette di potere nel settore — dice Franco Iseppi, presidente del Touring — . Siamo perfino percepiti come una vera e propria istituzione, forse perché abbiamo svolto bene il nostro lavoro, ma siamo un’associazione privata che intende rimanere tale, per dimostrare che anche i privati possono svolgere una funzione pubblica: la nostra è quella di essere un civil servant per istituzioni e viaggiatori grazie alla nostra secolare esperienza e al nostro patrimonio di conoscenze. Non appena possibile vorremmo rendere disponibile il nostro archivio su tutte le piattaforme tecnologiche e motivare i nostri soci affinché diventino sempre più una community, la più grande comunità di viaggiatori in Italia». Una metamorfosi profonda, epocale, necessaria per guardare in faccia il presente, perché il futuro è già qui e il Touring 2.0 non può aspettare: «Dob- biamo modernizzare la nostra visione del turismo. I nostri fondatori, convinti fautori dell’Unità nazionale, hanno sempre pensato che non fosse solo un prodotto commerciale, ma addirittura uno strumento di integrazione sociale e culturale del Paese — conferma Iseppi —. Oggi si tratta più che altro di creare appartenenza, rafforzare il senso di cittadinanza, di confronto tra le culture e quindi il valore delle ❜❜ L’ambizione Vogliamo dimostrare che anche i privati possono svolgere una funzione pubblica ospitando il confronto tra culture diversità». Tenendo presente una cosa: il turismo è diventato un prodotto di sistema, c’è se c’è la politica dei beni culturali, dell’enogastronomia, del territorio, delle infrastrutture, e se c’è un rapporto virtuoso tra tutti questi elementi strutturali. «Anche noi, se vogliamo incidere sul sistema come attori, non dobbiamo più occuparci di quel piccolo universo che è il turismo, ma del come attraverso di esso si possa svolgere un ruolo vero per lo sviluppo del Paese, per far sì che l’Italia diventi realisticamente più attrattiva e accogliente. Dobbiamo renderci conto della responsabilità che ognuno di noi ha rispetto alla grande comunità dove è inserito». L’offerta aumenta, si diversifica, ma il fenomeno va gestito: «Il nostro universo di riferimento è completamente cambiato: siamo passati da un turi- state stampate più di dieci milioni di copie (la prima «Piemonte, Lombardia, Canton Ticino» fu spedita gratuitamente a tutti i soci) che colpirono pure i francesi che nel ’24 stamparono la versione «Italie des Alpes a Rome». Il viaggio dell’esposizione finisce con le testimonianze di gente comune, i volontari, il miglior esempio dell’evoluzione del Touring. Gente che, con il proprio lavoro, tiene a galla posti meravigliosi che in Italia rischierebbero di sparire. Un piccolo palco, si sale al centro tra quattro monitor: escono le loro parole, sono proposte per un futuro migliore e possibile. Fedele alla vecchia missione Touring: far conoscere l’Italia agli italiani. Una mostra che sembra fatta su misura per i bambini iper tecnologici di oggi con grande fame di storia. Basta pensare di viaggiare, con curiosità e pazienza di scoprire, il resto succede tutt’intorno. Un sentiero reso magico nella penombra della loggia di piazza Mercanti. Lo spirito sensoriale difficilmente si sarebbe potuto cogliere travolto dalla luce di un loft o di una galleria moderna. In più di un secolo le cose cambiano, lo spirito nel raccontarle, no. Stefano Landi © RIPRODUZIONE RISERVATA smo generalista a un turismo personale, à la carte — dice Iseppi —. E con il contesto generale sono cambiate le prospettive del nostro stesso turismo: quello interno, inutile illudersi, al massimo avrà un lieve incremento, mentre adesso come adesso sappiamo che è agli stranieri che si deve se la nostra industria turistica sta ancora in piedi. Ormai nel mondo una persona su sette viaggia e noi, come Paese e come associazione, dobbiamo saper cogliere questa opportunità in nome di un turismo sostenibile, compatibile, responsabile, personale, tecnologico ma verde: per l’Expo 2015, ad esempio, stiamo studiando una tessera che estenda ai visitatori stranieri i benefici che hanno i soci del Touring». E anche in questo campo non c’è tempo da perdere, perché l’alternativa è quella di dare ragione ai pessimisti, secondo i quali l’Italia, una volta scomparsa un’industria incapace di stare sul mercato globale, avrà un’unica chance: trasformarsi in una specie di parco dei divertimenti per i cinesi e gli altri nuovi ricchi della Terra. Marcello Parilli © RIPRODUZIONE RISERVATA Eventi 35 Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 La benefica invasione Nel 2013 il turismo straniero in Italia ha sorpassato in arrivi e presenze quello domestico (50,4% e 50,1%). I viaggiatori cinesi sono il fenomeno degli ultimi anni: dal 2008 al 2012 sono cresciuti del 104% (foto Photo/Fabio Muzzi) La guida Dal 13 marzo al 25 maggio, a Milano, al Palazzo della Ragione, l’esposizione «In viaggio con l’Italia» (curata da Studio Azzurro, info su touringclub.it). Inoltre, con la Camera di Commercio, il Touring propone «Milano Destinazione 2015», incontri aperti a tutti e gratuiti. 21 marzo: «Il turismo a Milano e in Italia dopo EXPO 2015»; 2 aprile: «I mercati emergenti, una sfida da vincere»; 9 maggio: «L’immagine delle destinazioni»; 21 maggio: «Alimentazione, artigianato, cultura e made in Italy, ovvero quello che il mondo ci invidia». Con il sostegno di Vittoria Assicurazione e Intesa San Paolo (main sponsor), Europ Assistance e Comieco e Camera di Commercio di Milano. Scarica l’«app» Eventi Informazione, approfondimenti, gallery fotografiche e la mappa degli appuntamenti più importanti in Italia. È disponibile sull’App Store di Apple la nuova applicazione culturale del «Corriere della Sera Eventi». È gratis per 7 giorni. L’eredità Il fondatore del Touring e i tempi giusti per alimentare lo stupore Le pedalate di Bertarelli alfiere del movimento lento Ancora oggi l’Italia è da scoprire passo dopo passo di ENRICO BRIZZI S 1894 300 199 La fondazione Il Touring Club Italiano è stato fondato l’8 novembre 1894 da un gruppo di 57 velocipedisti, per diffondere i valori ideali e pratici del ciclismo e del viaggio Le migliaia di soci E’ questo il numero degli iscritti al Touring Club (in passato hanno sfiorato i 500 mila). Il mensile a loro destinato, Qui Touring, è la rivista di turismo più diffusa in Italia Le Bandiere Arancioni Il numero di Comuni dell’entroterra che hanno beneficiato di questo «marchio di qualità» Touring. L’ultimo è Bovino, in provincia di Foggia ono trascorsi 120 anni da quando Luigi Bertarelli e altri cinquantasei appassionati dei viaggi in velocipede fondarono a Milano il Touring Club. L’Italia era unita da poco più di tre decenni, e la generazione dei fondatori era la prima libera di viaggiare fra Torino, Firenze, Roma e Napoli senza essere sottoposta al rituale dei controlli di frontiera. Nei gentiluomini ardeva una vera e propria sete di conoscenza, e le regioni più remote erano ancora ammantate di esotismo: i Settentrionali si spingevano lungo le baie e nelle contrade fiorite di Campania e Sicilia con un In bici Luigi Vittorio Bertarelli e Federico Johnson, i fondatori del Touring Club misto di meraviglia ed eccitazione, e i Italiano, entrano a Roma, ultima tappa del loro viaggio (Archivio Touring Club) Meridionali restavano a bocca aperta di fronte alla corona imbiancata delle Alpi. questo senso, ai giorni nostri si trova in parte solcata, sorvolata, percorsa a rotta C’erano poi, e per nostra fortuna ci prima linea nella valorizzazione dei di collo e, in definitiva, sconosciuta. Ecco allora che guadagnare un metro sono ancora, consistenti flussi turistici viaggi a piedi e in bicicletta, una forma provenienti dall’Estero: per governarli e di turismo praticamente sconosciuta al- alla volta fra il Tirreno e l’Adriatico, o fra non disperderne il potenziale, il Tou- le masse fino a una ventina d’anni fa, e l’Alto Adige e la Sicilia, aggrappati agli ring pubblicò nel 1922 la prima «Guida oggi considerata non solo ecologica e spallacci dello zaino o al manubrio di d’Italia per stranieri», seguita di pochi salubre, ma anche decisamente à la pa- una bici, diventa una pratica necessaria per rendersi conto di come vive davvero anni da un Atlante internazionale, che ge. invece regalò ai sudditi del Regno l’inSono sempre più numerosi, infatti, la gente, di come s’intersecano accenti e comparabile lusso di organizzare in quanti decidono di regalarsi l’avventura culture, di sfatare pregiudizi e, infine, di proprio avventurose puntate oltrecon- di un weekend, una settimana o un me- tornare a sorprendersi per l’umana ricfine (per non dire di quelle solo sogna- se spostandosi a forza di gambe, co- chezza che compone il mosaico della te). prendo una tappa alla volta con pazien- nostra società. I pigri obietteranno che tal modo di Ciò che oggi colpisce maggiormente za antica e occhi nuovi. nel valutare la mole di intuizioni, iniziaChi scrive ha avuto l’opportunità di spostarsi affatica i polpacci, espone a tive, testi e apparati cartografici, è la coprire nell’ultimo decennio svariate sorprese, e non mette al riparo dal rilungimiranza nelle scelte di campo. Se migliaia di chilometri a piedi e, al di là schio degli acquazzoni. Bisogna amnegli anni Trenta fu attivo promotore dei benefici sul piano personale, è con- mettere che è vero. Ma solo a prezzo di della prima autostrada, la Milano-La- vinto che i viaggi «a passo d’uomo» re- un po’ di fatica, possiamo permetterci ghi, nel Dopoguerra il Club iniziò a dif- stino un formidabile mezzo di cono- uno sguardo profondo su noi stessi e su fondere una nuova consapevolezza: si scenza: la velocità dei trasporti su gom- quanto ci circonda, per guadagnarci batté per la diffusione dei campeggi, ma e su rotaia, per non dire degli aerei, davvero il diritto di sentirci a casa in contro il sovraffollamento delle stazioni ci hanno permesso di credere che nes- ogni angolo d’Italia. Ecco perché siamo sicuri che Luigi balneari e l’inquinamento delle città, sun posto è lontano, ma finiscono per per l’istituzione di nuovi parchi e a favo- negarci la possibilità di conoscere il no- Bertarelli e i suoi cinquantasei sodali, da re della navigazione a vela, considerati stro stesso Paese ad eccezione delle bravi velocipedisti innamorati del Bel oggi altrettanti capisaldi del «turismo grandi città o delle principali stazioni Paese, sarebbero oggi in prima linea inintelligente». turistiche. L’Italia rimane in massima sieme a noi. © Enrico Brizzi 2014 Risale agli anni Settanta la campagna Testo originale per Il Corriere contro l’uso indiscriminato delle autodella Sera mobili, mentre gli anni a cavallo fra i due millenni hanno visto il sodalizio Enrico Brizzi (1974) è autore de Gli impegnato sul fronte delle «bandiere Sacrifici e benefici Psicoatleti (Dalai, 2011), dove racconta arancioni», attribuite ai più meritevoli il suo viaggio attraverso il Paese fatto fra i piccoli Comuni periferici rispetto Ho percorso a piedi per i 150 anni dell’unità d’Italia. alle principali rotte turistiche. migliaia di chilometri. A Al cammino a piedi sono dedicati anche Il genius specifico del TCI sta insomi suoi libri Nessuno lo saprà (2006) e ma nell’intercettare tendenze virtuose prezzo dei polpacci duri, in tema di turismo, per supportarle e ho sfatato molti pregiudizi Il pellegrino dalle braccia d’inchiostro (2007), entrambi editi da Mondadori diffonderle nella società italiana: in ❜❜ I volontari / Luca Ferraro di Napoli Cento anni fa/1 Guide Rosse «poliglotte» Un secolo di copertine rosso vermiglio: nel 1914 venne pubblicata la prima delle Guide Rosse del Touring, dedicata a Piemonte, Lombardia, Canton Ticino. La tiratura iniziale era di 150 mila copie. Da allora, delle Guide Rosse sono state stampate e diffuse più di dieci milioni di copie. Lo scopo delle Guide era di fornire un apparato completo di informazioni pratiche e chiare per i viaggiatori. Nel 1922 venne pubblicata la prima edizione francese e sul finire del 1924 uscì il primo volume in inglese Cento anni fa / 2 Le «spedizioni» delle scuole La prima gita scolastica compie cento anni: nel 1913, infatti, nel segno del Touring, nasceva il Comitato Nazionale del Turismo Scolastico e, l’anno successivo, le prime «spedizioni» degli studenti. Attraverso il Comitato, il TCI nei decenni ha diffuso la cultura di viaggio nelle scuole. Tra le iniziative promosse, il concorso Classe Turistica - Festival del Turismo Scolastico insieme al Ministero dell’Istruzione e rivolto alle superiori: gli studenti partecipano con il racconto della propria gita. Info: www.touringclub.it. I volontari / Silvana Bozzetti di Brescia «Un brivido per le navate di San Giorgio» «In queste chiese-gioiello mi sento a casa» «I Studente Luca Ferraro, 25 anni, futuro architetto, è uno dei trenta volontari del Touring Club di Napoli l primo amore? La Basilica di San Giacomo degli Spagnoli, il primo monumento custodito e la prima chiesa “aperta” dai volontari del Touring a Napoli. Era il 2011 e avevo 23 anni, praticamente la mascotte di Aperti per Voi visto che ero l’unico giovane del gruppo». Oggi ad affiancare Luca Ferraro, studente di architettura, ci sono dieci giovani angeli custodi innamorati della loro città. «A Napoli i volontari sono 80, ma i giovani lavorano praticamente tutti con me: da quest’anno mi occupo dell’organizzazione di eventi, del sito web e della ricerca e formazione dei volontari, persone motivate e convinte che i beni culturali sono ancora uno dei principali motivi di attrazione del nostro Paese. Non siamo guide turistiche, però abbiamo il compito di assicurare accoglienza e informazione. Riflettendo sullo spirito del volontario, credo che quello che facciamo possa essere sintetizzato in tre parole: cultura, turismo e promozione del territorio, con profonde radici sociali. Quando vado in basilica, aperta anche grazie alla mia presenza, sento di dare un contributo importante alla città. Ma il bello è il rapporto che si crea con i turisti: vero, concreto, umano». Oggi che la Basilica di San Giacomo degli Spagnoli è chiusa per manutenzione, Luca si prende cura della Basilica di San Giovanni Maggiore. «È stata più volte abbandonata e restaurata, con stratificazioni architettoniche importanti. Rispetto a San Giacomo ha quindi molto più impatto sulle persone, ma la mia preferita rimane San Giorgio Maggiore. Quando entro mi prende un brivido lungo la schiena, forse perché ha solo due navate e non una, tre o cinque come in tutte le basiliche Paleocristiane. La causa? All’inizio del ‘900 la terza navata è stata abbattuta per costruire via Duomo. Pochi lo sanno; per fortuna, quando aprirà ad aprile, a svelarne i segreti ci sarà qualche angelo custode». © RIPRODUZIONE RISERVATA I Insegnante Silvana Bozzetti, insegnante in pensione, volontaria per il Touring Club dal 2009 n pensione dal 1997, ma attivissima da sempre. Il sabato riservato alle attività del Centro Culturale Artistico della Franciacorta e al volontariato, il resto del tempo alla ricerca e stesura di libri dedicati alle bellezze della sua città: Brescia. Silvana Bozzetti, 71 anni di contagioso entusiasmo, ama l’arte, tanto che, alla carriera di insegnante di educazione tecnica, affianca ora quella di esperta in quadrature. «Ha presente le finte architetture prospettiche? Su quelle ci ho fatto una tesi di laurea. È stato parlando dei miei studi a una ragazza deliziosa che già faceva la volontaria per Aperti per Voi che ho iniziato a occuparmi dell’iniziativa del Touring Club Italiano. Mi disse, ”Ma perché non viene ad aiutarci?”. Ho iniziato subito. Era il 2009 ed eravamo in 23, quasi tutti pensionati. Ora siamo in 100». Due sabati al mese, mezza giornata, Silvana accoglie i turisti in visita alle chiese di Santa Maria della Carità e di San Giorgio, aperte solo grazie alla presenza dei volontari Touring. «Le conosco benissimo e le considero un po’ casa mia, forse perché il mio compito è quello di accogliere le persone e di invitarle a entrare. Se qualcuno ha fretta e non mi chiede informazioni, ci rimango male. La cosa più bella è quando la gente ti ringrazia e ti fa capire che, senza di noi, certi monumenti non li avrebbe mai scoperti. All’inizio mi occupavo dell’area archeologica di Palazzo Martinengo, ma c’era un freddo cane e ci andavo poco. Così mi hanno affidato la chiesa di Santa Maria della Carità e quella di San Giorgio. La prima è una bomboniera Barocca, interamente affrescata. La Chiesa di San Giorgio, invece, è più semplice e di una bellezza severa, q u a s i i n te r i o r e . E i o c h e n o n a m o l’esteriorità e l’opulenza mi ci sento proprio bene». © RIPRODUZIONE RISERVATA testi di Carlotta Lombardo 36 Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile CRISI UCRAINA ✒ Quote rosa sì, forse, no. È un dibattito su cui il mondo femminista italiano si interroga e divide da anni. Ma per la politica — è il coro semi-unanime, eccezion fatta per le parlamentari, e, a dire il vero nemmeno per tutte — il discorso è diverso. Ed è il problema dei problemi, perché disvela non la pochezza delle donne, bensì quella di chi dovrebbe rappresentarci, o, addirittura, governarci. Nei Paesi del Nord le quote rosa funzionano perché la meritocrazia funziona in qualsiasi settore. Persino in politica. Negli Stati Uniti, l’«Affirmative action» per le quote razziali funzionò per lo stesso identico motivo. Farne a meno, nell’uno e nell’altro caso, sarebbe stato un errore imperdonabile. Ma qui, in Italia, è inutile illudersi, vestirsi di bianco rischia di diventare soltanto uno spettacolo di folklore per regalare ai fotografi qualche immagine in più e ai giornalisti un aneddoto con cui arricchire i loro articoli. La versione nostrana delle quote rischia di essere una parodia, alle volte umiliante, di quello che succede altrove: lì dove le donne il potere lo gestisco- no da tempo, lì dove sono ai vertici della politica e a capo di aziende importanti. Per anni, per troppi anni, i parlamentari, nel centrosinistra come nel centrodestra, qualunque fosse la legge elettorale, sono andati avanti per cooptazione. Perché erano fedeli al capo supremo, o, più banalmente, al leader di corrente. Lo stesso è valso per le donne. Che sono state promosse solo grazie a questo poco lodevole criterio. In quante riunioni, si è assistito alla penosa ricerca di un’esponente femminile per chiudere le liste, la segreteria o la Direzione? Come Ciccio Ingrassia, che in «Amarcord», arrampicato su un albero urlava «Voglio una donna!», ogni volta il leader (maschio) di turno cercava spasmodicamente una «lei» per completare l’organigramma. E poniamoci un’ultima, urticante e, per noi donne, anche masochistica domanda: se un uomo avesse avuto alle spalle solo il curriculum di ex portavoce ex Unhcr della pur brava Laura Boldrini, avrebbe vinto la poltrona di presidente della Camera? Maria Teresa Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA GUERRA PER IL PETROLIO IN LIBIA MILIZIE AL POSTO DEL GOVERNO ✒ Cade anche l’ultimo dei tabù nel braccio di ferro tra milizie tribali e governo centrale in Libia: il blocco della produzione e delle esportazioni di gas e petrolio, con rischi enormi per le infrastrutture produttive. La vicenda della petroliera battente bandiera nordcoreana ferma al terminale di Sidra, che le milizie dell’est vogliono gestire in modo autonomo, ma le autorità di Tripoli minacciano addirittura di fare saltare in aria, è solo l’ultimo, grave episodio di una lunga catena. Le conseguenze sono già all’orizzonte: la bancarotta del governo centrale, nato dalle ceneri della dittatura di Gheddafi rovesciata dalla rivoluzione (con l’aiuto determinante della Nato) nel 2011, ma soprattutto lo sfaldamento dello Stato e la sua cantonizzazione in tante enclave indipendenti, molte delle quali dominate da gruppi costituiti da criminali e fondamentalisti islamici. Una prospettiva tragica per il Paese e i suoi vicini. Non vogliamo sembrare troppo catastrofici, ma le memorie dei pirati che per secoli hanno scorazzato nel Mediteranno con base nei porti tra Tobruk, Sirte e Tripoli devono servire da monito anche per l’Italia. Neppure nei momenti cruciali delle battaglie combattute nell’estate del 2011 si era giunti a pregiudicare così da vicino le strutture base della ricchezza del Paese. Tutt’altro. Allora sia milizie ribelli che militari pro-Gheddafi furono bene attenti a non danneggiare pozzi, impianti, oleodotti e gasdotti, sino ai terminali sulla costa. Adesso non è più così. Se nel 2012 si era tornati a produrre giornalmente 1,6 milioni di barili di greggio, da dicembre nepp u r e s i a r r i va a q u ot a 350.000 e le cifre variano di continuo. Le milizie autonomiste della Cirenaica, in lotta aperta con la Tripolitania, occupano i terminali di Brega, Tobruk, Ras Lanuf, oltre ai pozzi nel cuore del deserto. Tra le compagnie straniere danneggiate c’è ovviamente l’Eni, che ha però il vantaggio di avere incentrato i suoi investimenti nell’ovest e sul terminale di Melita, non lontano dal confine con la Tunisia. Ma anche l’Eni dipende da una lunga serie di fragili accordi bilaterali patteggiati con la milizia di Zintan e le tribù berbere. L’incertezza impera e lo Stato centrale resta assente. Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA I FONDI NERI NEL PARTIDO POPULAR SVANITI NELLE NEBBIE DELL’IMPUNITÀ ✒ La tangentopoli spagnola rischia di svanire tra le nebbie. Quando un anno fa affiorarono sui giornali (El Mundo più di ogni altro) i conti di fondi neri registrati in bell’ordine dall’ex tesoriere del Partido Popular Luis Barcenas furono in tanti a credere che Mariano Rajoy, leader del Pp e del governo, avrebbe chiuso lì la sua carriera. Per quasi tre mesi la sede del partito di calle Genova fu assediata da cortei che ne chiedevano le dimissioni. Le ambasciate a Madrid studiavano le conseguenze di un’incriminazione su spread e impegni internazionali della Spagna. Non si arrivò alle monetine di craxiana memoria, ma il clima era quello. Oggi, è rimasto solo il capo dell’opposizione, il socialista Perez Rubalcaba, a pungere Rajoy con la «vergogna di 20 anni di fondi neri». Ma la sua è ormai un’arma spuntata. I revisori dei conti consultati dalla Procura generale anticorruzione non trovano collegamenti tra le donazioni registrate nel quadernetto del tesoriere e gli appalti concessi da Comuni, Province e Comunità a guida Pp. Per i revisori non c’è nesso causale. Una so- cietà ottiene cantieri per miliardi e dona appena 50 mila euro. Un’altra vince solo un paio di appalti e versa 4 volte tanto. Anche i tempi, dicono i consulenti, non tornano: ci sono finanziamenti prima di alcuni appalti e altri molto dopo. Se erano tangenti, insomma, mancavano di metodo. Di certo, una metodologia efficace è mancata anche alle indagini. Nel caso Barcenas non ci sono intercettazioni telefoniche o ambientali rilevanti che coinvolgano i presunti corruttori. Neppure si è fatto uso (o abuso) della carcerazione preventiva che ha reso famoso Antonio Di Pietro nel suo passato di pm. Se in Italia si fossero usati i sistemi della magistratura spagnola, probabilmente, non si parlerebbe di seconda Repubblica. Secondo il Dipartimento di Stato Usa (Rapporto sui Diritti Umani 2013) nel regno di Juan Carlos si respira una «sensazione di impunità» per politici e funzionari pubblici. La dipendenza del potere giudiziario da quello esecutivo non aiuta a pensarla diversamente. Andrea Nicastro © RIPRODUZIONE RISERVATA Contro la poca razionalità di Putin sanzioni più dure e denaro meno facile di JEAN MARIE COLOMBANI SEGUE DALLA PRIMA Sull’obiettivo che egli persegue, ascoltiamo gli avvertimenti degli europei più interessati, quelli che sono in prima fila, i baltici e i polacchi. Cosa dicono? Che verosimilmente la Moldavia sarà presto sottoposta alle stesse pressioni dell’Ucraina, in nome della salvaguardia della minoranza russa. Prima degli Stati baltici, di cui Putin non ha mai accettato davvero l’indipendenza, sebbene siano membri dell’Unione Europea e, alcuni di essi, della Nato. Putin non ha forse deciso di recente, malgrado gli accordi internazionali esistenti, di disporre alle loro frontiere batterie di missili? Quanto al metodo, esso è direttamente ricavato dal manuale del perfetto emulo di Stalin. Come all’epoca staliniana, l’Ucraina è considerata il punto chiave strategico di cui Putin non ammette che possa sfuggire al proprio controllo. E chiunque voglia ostacolare tale volontà è subito qualificato come «fascista». Non che nostalgici del fascismo e del nazismo non siano presenti nei ranghi degli oppositori dell’ex presidente Yanukovich: è probabile che saranno rappresentati alle elezioni presidenziali previste il 25 maggio, se tuttavia si terranno. Ma sono una minoranza fra tante altre. E il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha una propria idea dell’umorismo nella Storia: non ha avuto scrupoli ad accusare gli ucraini del movimento euro-Maidan di «pogrom» nei confronti dei russofoni. In realtà, egli si attiene esattamente al modo di agire dei suoi predecessori sovietici. L’intervento in Crimea (prima forse di altre regioni del sud-est ucraino) avviene «su richiesta» di popolazioni ritenute inquiete. Questo ci ricorda qualcosa: il 1956, di fronte alla volontà di emancipazione degli ungheresi, i carri armati russi annientarono la rivolta di Budapest in nome di un «aiuto fraterno richiesto dal popolo ungherese»; e il 1968, con identico scenario, i carri armati russi si installarono a Praga per gli stessi motivi. Più tardi, specialmente riguardo alla Polonia, per esprimere la volontà di non lasciarsi sfuggire nessun Paese satellite, sarà invocato un concetto: la «normalizzazione». Cosa dichiara oggi Putin? Che interviene in Crimea e si tiene pronto per andare oltre finché la «situazione non sarà normalizzata». Traducendo: finché l’Ucraina non rientrerà nei ranghi, cioè nel girone russo. CHIARA DATTOLA LE QUOTE ROSA FUNZIONANO ALL’ESTERO A RISCHIO DI PARODIA NEL NOSTRO PAESE Dall’inizio della crisi, Putin alterna parole concilianti e gesti che le contraddicono: quando dichiara che non è necessario, «per il momento», che la Russia intervenga in Ucraina, sceglie proprio quel momento per impadronirsi della Crimea. Aveva agito nello stesso modo nel 2008, quando si impossessò di due regioni della Georgia, l’Ossezia del sud e l’Abkhazia. Oggi, dopo la Crimea, si dedicherà a seminare disordine in tutte le regioni russofone per giustificare l’escalation. La risposta è evidentemente molto ardua. C’è da osservare che per ora, nell’avversità, l’Unione Europea dimostra una vera capacità di coesione. Mentre Barack Obama è stato scombussolato al punto di dover rimettere in causa la propria visione tattica che consiste nel non urtare la Russia per cercare di ottenere un appoggio a una soluzione politica in Siria. C’è da constatare che Vladimir Putin dà solo un segno di sostegno minimo a Bashar alAssad, che continua allegramente i suoi massacri. E che ha aggiunto un sostegno deciso al successore di Chavez in Venezuela, dove gli scontri con l’opposizione hanno già causato qualche decina di morti. Il problema è che quello dell’Europa e degli Stati Uniti è un discorso ragionevole. Si tratta di rispettare l’integrità dell’Ucraina semplicemente per evitare che le frontiere degli Stati limitrofi della Russia siano modificate dai movimenti dell’esercito russo. Tutti si dicono consapevoli della necessità di rispettare gli interessi economici e politici della Russia in questa regione; pronti anche a fare ogni sforzo possibile per ripristinare le capacità di dialogo in Ucraina, paese che deve poter intrattenere buone relazioni con la Russia come con l’Unione Europea. Ma — e il ma è enorme — «l’altro mondo» di Putin sfugge a tale razionalità. Bisognerà quindi, con ogni probabilità, rendere più dure le sanzioni, pur sapendo che spesso sono di discutibile efficacia. Da questa prospettiva, i punti deboli dei sostenitori di Putin sono due: il denaro e l’economia. Il denaro: tenuto conto di quello che rappresenta la fuga di capitali verso l’Europa, il fatto di proibire agli oligarchi di mettere i loro beni al riparo, può portarli, come è successo in Ucraina, a riconsiderare il loro sostegno al potere di Putin. L’economia: a termine, è in effetti il punto debole della Russia, poiché essa vive soprattutto delle sue esportazioni. In attesa che un crollo della demografia conduca irresistibilmente al declino russo. Ma la vera via d’uscita pacifica e ragionevole si potrebbe trovare se i russi stessi rimettessero in causa la dittatura che subiscono e accettano. Il risveglio di una opposizione degna di questo nome? È esattamente quello che ha temuto Putin quando ha visto i manifestanti di Kiev mettersi in marcia. ( traduzione di Daniela Maggioni) © RIPRODUZIONE RISERVATA CALCIO E VIOLENZA Quel vuoto di civiltà scempio degli stadi di SANDRO VERONESI E ro indeciso se andare o no allo stadio di Firenze, la settimana prossima, a vedere insieme a mio figlio la gara di ritorno di Europa League tra Fiorentina e Juventus. Ci sono andato tante volte, da ragazzo, anche da solo, in curva Ferrovia, sfidando il clima ostile che a Firenze accompagna ogni partita con la Juve: un paio di volte ho anche passato un brutto momento, fuori dallo stadio, quando qualche banda di esagitati si faceva vanto di intimidire i tifosi avversari con cariche e minacce, ma non mi è mai successo nulla di male, né ho mai visto succedere nulla di male; ragion per cui quelle domeniche consacrate a dei colori così poco popolari nella mia terra le ricordo con orgoglio, come un’esperienza di formazione, che sarebbe stato bello replicare in compagnia di un figlio adolescente. Tanto, mi dicevo, dal punto di vista sportivo quella partita sarà importante qualsiasi sia il risultato della gara d’andata, che verrà giocata sette giorni prima a Torino; se comportasse la qualificazione della Juventus al turno successivo avrebbe un sapore particolarmente dolce, e se invece ne sancisse l’eliminazione sarebbe una cocente delusione, certo, ma pur sempre uno di quei dolori che vale la pena provare per radicarsi ancor più nella propria passione. Ero indeciso se andare o no allo stadio di Fi- renze, la settimana prossima, a vedere insieme a mio figlio la gara di ritorno di Europa League tra Fiorentina e Juventus: ma dopo aver visto i giornali non lo sono più. Io mio figlio lo devo educare. E però provo una grande frustrazione nel vedermi costretto a una scelta del genere: com’è possibile, mi chiedo, che esistano persone tanto stronze da scrivere striscioni che inneggiano alle tragedie di Superga e dell’Heysel, o da sfruttare le partite di calcio per professare razzismo e antisemitismo? Come può essere così? Viene per l’ennesima volta da chiedersi cosa si possa fare per interrompere questa deriva, che dalla violenza verbale dei decenni passati, quella che attraversavo spavaldamente quando ero ragazzo, ha incistato nel tifo calcistico il bubbone purulento dell’odio razziale e dello sfregio del ❜❜ Ero indeciso se andare a vedere la partita Fiorentina-Juventus Dopo quello che ho letto ho preferito stare a casa lutto. La Lega Calcio, come abbiamo visto con la pagliacciata della «discriminazione territoriale», è totalmente inadeguata ad affrontare un simile problema — non sa neanche da dove cominciare; la magistratura ha cose più importanti di cui occuparsi, come anche le forze dell’ordine: e così, in questo vuoto di civiltà, anche tollerando una certa quota di cattivo gusto e di volgarità campanilistica (inevitabile e perfino normale, per chi frequenta gli stadi), diventa di colpo impossibile pensarsi parte di uno scempio del genere — e si sta a casa. Il che alla fine aggrava il problema, poiché in questo modo, partita dopo partita, gli stadi diventano sempre più irreversibilmente la cloaca massima della nostra civiltà decadente, il water closet del nostro inconscio collettivo fuori controllo. Non resta che sperare nei giocatori, che tra loro ancora si rispettano e si scambiano la maglia: provate a dirlo anche voi, vi prego, sui vostri account di Twitter e di Facebook, che vi fa schifo esser presi a pretesto per affermare le più spregevoli delle identità, e che a sentirvi incoraggiati in questo modo vi viene voglia di fare gol nella vostra porta. Dal divano dove io, mio figlio e milioni d’altri tifosi siamo confinati, si leverà un coro di gioia come se aveste segnato in rovesciata. © RIPRODUZIONE RISERVATA 37 Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 Lettere al Corriere MUSSOLINI IN TRIBUNALE COME SI SAREBBE DIFESO Risponde Sergio Romano Se Mussolini non fosse stato fucilato, avrebbe subito un processo. Gli argomenti dell’accusa si possono immaginare; nessuno, che io sappia, ha mai scritto con quali argomenti il Duce si sarebbe difeso. Sarebbe interessante chiarire questo punto. Aldo Spranzi [email protected] titola «The trial of Mussolini» e il suo autore è Cassius, uno pseudonimo tratto dalla storia romana dietro il quale vi era il laburista Michael Foot, una delle più combattive e discusse personalità della scena politica britannica del secondo dopoguerra. Nell’edizione italiana, pubblicata a Roma nel 1946, il titolo divenne «Un inglese difende Mussolini», ma l’intenzione di Foot era di mettere alla gogna la classe politica conservatrice della Gran Bretagna. Nel suo pamphlet fantastorico Mussolini e il suo avvocato chiamano sul banco dei testimoni gli uomini politici britannici che avevano maggiormente elogiato Mussolini per la sua Caro Spranzi, e vi fosse stato un processo, l’avvocato difensore avrebbe dato all’imputato una copia del libro che era stato pubblicato a Londra nell’ottobre del 1943 e di cui abbiamo parlato altre volte, anche su questa pagina. S’in- S USA E PUBBLICITÀ Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 battaglia antibolscevica, il suo dinamismo, le sue riforme sociali. Se vi fosse stato un vero processo, Mussolini avrebbe certamente adottato quella linea. Avrebbe messo a disposizione della corte la sua corrispondenza con Churchill alla vigilia della Seconda guerra mondiale? Sull’esistenza di questa corrispondenza non è mai stata fatta sufficiente chiarezza. Secondo una tesi molto diffusa in Italia, le lettere erano in una borsa che interessante apprendere quali sono i concreti programmi degli stessi. Tutti gareggiano nelle critiche, ma quando si tratta di costruire vi è silenzio. Statua della libertà Caro Romano, lei che li conosce un po’ meglio di noi, che effetto farebbe in Usa vedersi la Statua della Libertà pubblicizzare un bel prosciutto italiano brandito al posto della lanterna? Victor Uckmar [email protected] PARITÀ DI GENERE / 1 Donne in politica Gennaro Goglia Civitavecchia Suppongo che lei si riferisca a quell’immagine pubblicitaria del David di Michelangelo in cui la fionda è stata sostituita da un mitra. Dopo avere visto ciò che gli americani hanno fatto delle loro rispettive bandiere negli anni della rivoluzione generazionale, non riesco a scandalizzarmi. Sono sicuro che Michelangelo, osservando la scena dal girone dei grandi artisti, sorride e perdona. Contesto vivamente l’ultima frase della lettera dal titolo «Quote rosa, meglio di no» apparsa ieri sul Corriere. La sperimentata pochezza dei politici maschi è di tale infimo livello che è impensabile sia eguagliata da parlamentari donne. Sandro Cuscianna [email protected] PARITÀ DI GENERE / 2 Chi se ne avvantaggia vero e proprio pretesto per ostacolare o affondare la nuova legge elettorale. Credo che non converrebbe a nessuno che un politico/a sia eletto/a per il solo fatto di essere inserito/a nella quota obbligatoria. Se si vuole trovare una soluzione al problema credo che si potrebbe adottare una quota non inferiore al 40% per entrambi i generi. Le norme antidiscriminatorie introdotte in Sudafrica e negli Usa hanno dimostrato, in molti casi, che i beneficiari non erano meritevoli per competenza e capacità e che spesso i discriminati sono stati proprio i favoriti di prima. Domenico Agostini docagostini@ gmail.com La questione o polemica se introdurre il principio della parità di genere mi sembra un IMPRESA Servono programmi Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, a partire dal suo insediamento continuativamente stimola il governo ad abbassare le tasse e a snellire la burocrazia, condizione essenziale per la crescita, ma la crescita avviene solo con l’attività degli imprenditori e sarebbe La tua opinione su sonar.corriere.it Il ministro Alfano: dal governo arriverà una riduzione fiscale senza precedenti. Siete ottimisti? EURO prima e la nostra economia è in recessione da anni. SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì La presidente della Camera Boldrini: accenti sessisti nella satira sulla ministra Boschi. Giusto? 30 No 70 di Dacia Maraini quio tra l’ambasciatore d’Italia a Londra Giuseppe Bastianini e il ministro degli Esteri britannico Lord Halifax. Venne discussa la possibilità di una mediazione italiana e Bastianini scrisse a Roma per sostenere tale prospettiva. Ma Mussolini tagliò corto con un secco rifiuto scritto di suo pugno sul dispaccio dell’ambasciatore. Dieci giorni dopo l’Italia dichiarava guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. Come usava dire Talleyrand in queste occasioni quel rifiuto fu peggio di un crimine: fu un errore. La storia non ha bisogno di processi nelle aule di giustizia per pronunciare le sue condanne. I nemici dell’euro aumentano ogni giorno. Ormai tutti i problemi italiani sono colpa dell’euro. La colpa è semmai dei padri dell’euro, osannati per anni, che non hanno capito che l’euro sarebbe stato una risorsa per il Paese se accompagnato dalle riforme che l’Europa continua a chiederci. Sono però arrivato alla conclusione che ormai sia troppo tardi e che la cura dimagrante imposta da Bruxelles aggravi ancor più la situazione drammatica in cui ci troviamo. Mi chiedo a che cosa sono serviti i tanti sacrifici imposti agli italiani dai governi che si sono succeduti in questi anni. Il debito pubblico continua ad aumentare, la disoccupazione ha raggiunto valori mai visti © RIPRODUZIONE RISERVATA Virgilio Avato [email protected] ANNUNCI Meglio ridurre le spese Il ministro Alfano si esalta dichiarando «Dal governo arriverà una riduzione fiscale senza precedenti». Vedremo e se son rose fioriranno. Personalmente, tuttavia, avrei preferito sentire Alfano o, ancor meglio, Renzi dichiarare orgogliosamente «Dal governo una riduzione di spese senza precedenti». Pietro Volpi [email protected] SGRAVI FISCALI Famiglie monoreddito Sembra che il governo Renzi per rilanciare i consumi voglia diminuire le aliquote Irpef per i redditi sotto i 25 mila euro annui. Si spera che stavolta il nuovo esecutivo voglia aiutare principalmente le famiglie monoreddito purtroppo dimenticate dai precedenti governi. Basti pensare che l’assegno che si riscuote per il coniuge a carico è rimasto fermo a 25,82 euro al mese. Giovanni Papandrea [email protected] Interventi & Repliche Gli arretrati dell’Asp di Cosenza A completamento tragicomico del puntuale articolo di Luigi Offeddu (Corriere di ieri) vorrei sottolineare una comunicazione che informa che il direttore generale dell’Asp di Cosenza, Gianfranco Scarpelli, è stato interdetto per due mesi dall’esercizio di pubblica funzione. Pertanto «L’interdizione del dottor Scarpelli, sostituito pro tempore dal direttore sanitario Dr. Palumbo, inibisce attualmente qualsiasi predisposizione di mandati di pagamento/atti transattivi poiché la firma del Direttore Generale deve essere apposta in ultima istanza». Peccato dover sottolineare che Asp di Cosenza deve alla nostra azienda € 2.042.751,77 relativi al periodo 2008 Angelo Fracassi Presidente Dasit Spa Past President Assobiomedica Energie rinnovabili Desidero precisare che il problema delle energie rinnovabili è ingegneristico e non economico: che cosa non si spenderebbe per un’aria (o acqua) un po’ più pulita? E così subdolamente i governi nazionale o europeo già da anni ci costringono a sprecare di buon grado miliardi (di euro) per provvedimenti inutili, a presunta salvaguardia dell’Ambiente, col pretesto aggiuntivo di numerosi posti di lavoro (incentivi a tutte le «rinnovabili», lentissimo smantellamento del nucleare, ecc.). Ma il vero problema delle «rinnovabili» (fotovoltaico, eolico, biomasse) è che si «sporca» e si danneggia l’Ambiente molto di più per allestirle di quanto non si tragga beneficio ecologico usandole (ricordiamo anche che sono «intermittenti», cioè inaffidabili). Gli impianti elettrici «rinnovabili» si fabbricano con materiale pregiato e lavorazione energivora (pale eoliche di 60-70 metri!), inclusi quelli a biomasse che sottraggono buon mais a chi se ne ciba(va). La loro durata, prima del rifacimento completo, è ottimisticamente di una ventina di anni, dopo i quali si dovranno smaltire quantità di scorie non biodegradabili anche molto tossiche (non ultimo © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. CONSIGLIERI DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 Fulvio Conti, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 DIRETTORE GENERALE DIVISIONE QUOTIDIANI Alessandro Bompieri La subdola misoginia sotto i riflettori L’ otto marzo è poco o niente sentito qui negli Stati Uniti. Solo nelle università qualcuno ne parla, ma come di una iniziativa sopratutto europea. È stato detto che il ricordo dell’incendio della fabbrica di camicie avvenuta il 25 marzo 1911 a New York non c’entra niente con l’otto marzo che invece si riferirebbe al primo sciopero delle donne socialiste russe. Ma che importanza ha? L’incendio è avvenuto veramente. E anche se la data poi è stata adattata, o mescolata ad un altro ricordo, in questi tempi di delitti quotidiani conto le donne, è importante soffermarsi a riflettere sulle difficoltà femminili in un mondo fatto ancora a misura d’uomo. Anche se il giorno non è quello, è bene ricordare che in quel lontano 25 marzo del 1911, ben 146 operai, di cui 123 donne, quasi tutte italiane ed ebree, sono morti soffocati dai fumi dell’incendio perché i due proprietari della fabbrica di camicie, la Triangle, li avevano chiusi a chiave per evitare che uscissero durante il lavoro. Il fatto fece scandalo e i sindacati americani chiesero e ottennero in quella occasione maggiori sicurezze per gli operai. In questa America emancipata però oggi sembra avanzare una nuova e preoccupante misoginia. Subdola e travestita da inattese libertà. Basta guardarsi in giro in questa New York tutta luci e pubblicità di spettacoli, per capire che il problema, cacciato dalla porta, sta rientrando dalla finestra in forma di sogno di seduzione mercantile. L’eros più urlato e esplosivo è diventato il linguaggio principale della nuova comunicazione, di cui Negli Usa l’eros più la rete fa sfoggio attraverso la pradi un linguaggio crudo e bruurlato è diventato tica tale improntato all’odio verso le il linguaggio donne, sopratutto verso quelle che occupano posti di responsadella nuova bilità e di prestigio. La rete si comunicazione riempie di rutilanti e anonimi insulti verso chi chiede maggiore uguaglianza di diritti oltre che di doveri. Nell’anonimato si esprime un livido e massimalistico disprezzo contro il diverso. Solo nelle università, qui in questa America studiosa, tira un’aria diversa. In queste università private ma con tradizione di meritocrazia, dove gli studenti — tanti — che non hanno soldi, lavorano nel campus e si guadagnano gli studi, dove gli insegnanti vengono giudicati con voti semestrali dai loro stessi allievi, dove l’internazionalismo culturale vige sensibile e spregiudicato, in queste università dove si impara l’italiano con commovente entusiasmo, dove si scandaglia con intelligente disponibilità la storia del mondo e le sue possibili modificazioni, ci si rende conto che la esclusione delle donne dalla gestione del potere non aiuta lo sviluppo, ma anzi lo frena. Non è facile farlo capire a chi è preso da una tale paura viscerale di mettere in discussione la propria identità maschile, da preferire il delitto al confronto. Ma poiché si tratta, come sempre, di sedimentazioni culturali e storiche, la cosa non è irrimediabile e anche se sforzo un poco il mio ottimismo, voglio pensare che qualcosa stia avvenendo nella coscienza collettiva. Se persino il capo di una Chiesa immobilista e misogina per tradizione, auspica una maggiore presenza femminile nel mondo decisionale, qualcosa significherà. ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Nidasio fino ad oggi. È il caso classico della beffa che si aggiunge al danno. FONDATO NEL 1876 CONDIRETTORE E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] Il sale sulla coda Mussolini aveva con sé durante la fuga e che sarebbe scomparsa grazie a un colpo di mano dei servizi britannici, mandati sul Lago di Como per proteggere la reputazione di Churchill. Renzo De Felice era convinto che questa corrispondenza esistesse e continuò a ricercarla insistentemente sino alla fine della sua vita. Alcuni storici britannici hanno fatto ricerche negli archivi del loro Paese, ma non ne hanno trovato traccia. In realtà vi sono altri documenti da cui risulta che la Gran Bretagna, nella primavera del 1940, cercò di evitare che l’Italia entrasse in guerra a fianco della Germania. Alla fine di maggio vi fu un collo- Troppi nemici @ PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 10,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. Fr. 3,00; Cipro € 2,00; Croazia Hrk 15; CZ Czk. 64; Egitto € 2,00; Francia € 2,00; Germania € 2,00; Grecia € 2,00; Irlanda € 2,00; Lux € 2,00; Malta € 2,00; Monaco P. € 2,00; Olanda € 2,00; Marocco € 2,20; Portogallo/Isole € 2,00; SK Slov. € 2,20; Slovenia € 2,00; Spagna/Isole € 2,00; Hong Kong HK$ 45; Thailandia THB l’arsenico dell’arseniuro di gallio) di gran lunga superiori a quelle dei tanto temuti reattori nucleari (che sono ben più riciclabili). Giusto Buroni [email protected] La scelta del dialetto Mi chiedo quale dei dialetti sardi sia stato riconosciuto come lingua da utilizzare nelle lezioni di sardo che si terranno a Cagliari (Corriere, 8 marzo). Spero che la scelta sia caduta sul logudorese, tra l’altro ufficializzato già molti anni fa dal noto vocabolario sardoitaliano/italiano-sardo del canonico Giovanni Spano. Sebastiano Caronni Orsenigo, Pavia EDIZIONI TELETRASMESSE: Tipografia Divisione Quotidiani RCS MediaGroup S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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Successo e polemiche in America Set Leila Mimmack (la giovane Maria) e Joe Coen (Giuseppe). A destra, Diogo Morgado (Gesù) La Bibbia in tv, una favola pop S e a Dio per mettere insieme il Creato servirono sei giorni, Noè per riferire come andò quell’immane impresa tra cielo e terra ci impiega solo tre minuti. Tanto dura il racconto che il patriarca fa ai suoi figli, rannicchiati tremanti dentro l’Arca, mentre fuori imperversano venti e fulmini e il mondo tutto è sommerso dal Diluvio. Quasi una favola per esorcizzare la paura dei bambini: ecco la luce che squarcia le tenebre, la terra che si separa dal mare, l’uomo che nasce con il volto intriso d’argilla… Tre minuti di storie meravigliose arricchite da effetti specialissimi. È la Genesi vista dalla «Bibbia» del Terzo Millennio. L’Antico e il Nuovo Testamento riletti con gli occhi di oggi e in quella chiave pop, semplice e divulgativa, in sintonia con lo stile introdotto da papa Francesco. È la nuova versione del libro più diffuso nel mondo, dal 23 marzo in prima visione su Retequattro, dove le cinque puntate andranno in onda in Nel cast Il fascino umano di Gesù irrita i tradizionalisti Usa Sansone ha le trecce rasta, Giuseppe è un giovane modo che l’ultima coincida con il giorno di Pasqua. Un kolossal made in Hollywood, la cui realizzazione ha impegnato una troupe di 400 persone, un team di 47 esperti tra sceneggiatori, teologi e biblisti e un budget di 22 milioni. Ad affrontare tanta e tale sfida tre registi, due britannici (Christopher Spencer e Tony Mitchell) e un canadese (Crispin Reece). E visto che Dio saggiamente qui non compare, il ruolo chiave della vicenda, quello di Gesù, è affidato al portoghese Diogo Morga- Hayek e Cassel protagonisti Garrone cerca attori con «volti antichi» Ispirato a tre delle cinquanta fiabe di Giambattista Basile (1566-1632), il nuovo film di Matteo Garrone, The tale of tales, vedrà protagonisti Salma Hayek e Vincent Cassel. La casa di produzione ha annunciato che Garrone è alla ricerca di «volti interessanti ma antichi e privi di elementi moderni. Non adatti ai casting tatuaggi evidenti e acconciature contemporanee». do, capelli lunghi e biondi, barbetta fintamente incolta, sorriso mozzafiato, fisico statuario. Così bello e così sexy da far subito coniare su Twitter l’hashtag #HotJesus e irritare i più tradizionalisti dei cattolici americani, che accusano il film di mostrare un Salvatore dal fascino troppo umano. Ma nonostante le polemiche, negli Usa Son of God, titolo della versione «corta» di tre ore per il cinema, ha sbancato il box office totalizzando nei primi tre giorni 28 milioni di dollari. Un record d’incassi che la dice lunga sull’attualità di una Bibbia forse non letta da tutti, ma i cui episodi cardine hanno una tale forza narrativa da aver ispirato pellicole come Ben Hur, I dieci comandamenti, Il re dei re, L’ultima tentazione di Cristo, La Passione Sansone Nonso Anozie, inglese di origini nigeriane Maria Roma Downey interpreta Maria durante la Passione Piccolo con la regista, della commedia francese Cena tra amici. Nel cast, Valeria Golino, Micaela Ramazzotti, Alessandro Gassmann, Luigi Lo Cascio, Rocco Papaleo. di Cristo… Oltre naturalmente il celebre Gesù di Zeffirelli e la Bibbia anni Sessanta di John Huston, che oltre a quello di regista, si accollava pure i ruoli di Dio, di Noè e del narratore della vicenda. Una produzione italiana voluta da Dino De Laurentiis, che ebbe un successo strepitoso ovunque. A cercare di replicarlo è questa nuova serie, già vista nel mondo da oltre 100 milioni di spettatori, la cui carta vincente sta nel calibrare con grande senso dello spettacolo stereotipi consolidati e innovazioni di linguaggio e tecnologia. Tutto, assicurano i produttori Mark Burnett e Roma Downey «nel massimo rispetto dei testi sacri». Ciò non toglie che, visti i tempi, i prodigi divini si debbano adeguare ai prodigi digitali. Così, basta un cenno di Mosè perché le acque del Nilo si trasformino in sangue mentre il Faraone ci sguazza dentro. E un altro cenno perché il Mar Rosso si apra a lasciar passare gli ebrei e si richiuda subito dopo ad annegare i perfidi egizi. E ancora le mura di Gerico crollano come carte da gioco al soffio dell’Altissimo, mentre per abbattere quelle del tempio dei Filistei bastano i muscoli king-size di un Sansone nero dalle treccioline rasta. Quanto al Diavolo tentatore di Cristo nel deserto, sembra la Morte del Settimo Sigillo di Bergman: alto, pallido, incappucciato di nero. Molte le scene di esplicita violenza, ma del resto nella Bibbia non manca. Molti gli scontri tra eserciti alla Cecil de Mille. Molte le sorprese, tra cui scoprire che Giuseppe non è il solito anziano che salva la reputazione della giovanissima Maria, ma un suo coetaneo di bell’aspetto. E visto che il tema va alla grande, Hollywood coglie la Bibbia al balzo. Dopo Son of God, in progetto ci sarebbe un Mosè di Spielberg, un Esodo di Ridley Scott, una Redenzione di Caino formato thriller soprannaturale. Intanto in arrivo c’è Noah con Russel Crowe. Così preso dalla parte da volere a tutti i costi che la sua performance venga vista dal Papa. «Caro Santo padre, Le farebbe piacere vedere il film di Darren Aronofsky? Sono certo che lo troverà suggestivo», ha cinguettato su twitter l’attore australiano. Al momento, da @Pontifex nessuna risposta. Giuseppina Manin © RIPRODUZIONE RISERVATA Hollywood Nuova saga dopo «Twilight» e «Hunger Games». Kate Winslet: un film che racconta gli adolescenti che si sentono diversi dal gruppo Un futuro da incubo per i ragazzi di «Divergent» Insieme Theo James (29 anni) e Shailene Woodley (22) in «Divergent» LOS ANGELES — Dopo Twilight e Hunger Games Hollywood punta su un’altra storia che ha per protagonisti dei giovani che cercano la loro identità. Divergent racconta una società futura in cui le persone hanno messo fine alle guerre dividendosi autonomamente in fazioni a seconda del loro temperamento. Ancora una volta, un film tratto da un best seller (stavolta di Veronica Roth) e diretto da Neil Burger. Gli attori sono nati quasi tutti negli anni Novanta: Shailene Woodley, Theo James, Miles Teller, Zoe Kravitz. Nel cast Kate Winslet e Ashley Judd. Girato a Chicago, tra scenari avveniristici e antiche case abbandonate, il film potrebbe diventare una saga. «Tutti i diritti dei libri successivi a questo sono già stati acquistati — spiegano alcuni attori —. Contiamo di ritrovarci tutti per il secondo round, Insurgent e anche per il terzo, Allegiant». Hollywood va a nozze con questo genere di produzioni anche se in questo caso, la speranza è di dare vita «non a un cinema seriale e dozzinale — dice il regista —, ma a film con un alto tasso spettacolare anche a partire dalle colonne sonore: abbiamo affiancato compositori affermati, come il Leader Kate Winslet (38 anni) in una scena di «Divergent», il film di Neil Burger in cui interpreta una leader che vuole dare la caccia e uccidere ogni adolescente «non omologato» nostro Hans Zimmer, a musicisti che i ragazzi seguono molto, come Junkie XL». Il mandato è insomma conquistare i giovani. Lo ha ben chiaro anche Kate Winslet: «I ragazzi di oggi cercano aggregazione e immedesimazione nelle nuove saghe cinematografiche. D’altro canto, molto prima di Titanic (lei ne fu giovanissima interprete, ndr.), erano film come Gioventù bruciata che creavano connes- sioni tra chi a quei tempi aveva vent’anni. In Divergent ho trovato temi interessanti: mi riferisco alla famiglia, agli adolescenti o anche a quei ventenni che si sentono diversi dal gruppo, ma che, proprio per questo, hanno bisogno di farne parte, di sentirsi parte di lotte comuni». La protagonista del film è Shailene Woodley, classe 1991: «Recito da quando ero bambina ma il successo è arrivato con Paradiso amaro, al fianco di George Clooney. Il regista, Alexander Payne, resta uno dei miei preferiti. Recentemente, ho avuto molti consensi per i film indipendenti che ho scelto ma penso sia giusto alternarli a produzioni più spettacolari come Divergent». Descrive così il suo personaggio: «Sarò Beatrice Tris anche nei futuri capitoli della saga. Se le generazioni precedenti sono cresciute con Indiana Jones, oggi sono queste bande di ragazzi al servizio di un mondo in pericolo che piacciono molto alla mia generazione. Ognuno di noi ha una spiccata personalità e tra tutti c’è solidarietà oltre alla ricerca di sentimenti, amicizia, passioni. Io in particolare sono un’attivista che lotta per l’ambiente». A incoraggiarla ad accettare questo ruolo è stata Jennifer Lawrence, la star di Hunger Games: «È stata la prima a dirmi che avrei dovuto girare questa trilogia di film. Sono nata in California, nella Simi Valley, un vasto distretto di Los Angeles. Sono cresciuta con il cinema e la televisione e ho molte amicizie nel settore. Ciò che mi interessa sono le storie basate su copioni che affrontano le difficoltà e gli interrogativi della mia generazione». Giovanna Grassi © RIPRODUZIONE RISERVATA Spettacoli 39 Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 L’album più venduto «Racine carrée» del cantante belga di origini ruandesi Brevi Stromae, record italiano: la prima volta al vertice di un disco tutto francese SU RAIDUE Al via «The Voice» J-Ax tra i giudici «The Voice Italia» prende il via domani su Rai2 con i coach Noemi, Piero Pelù, Raffaella Carrà e la novità JAx. «Il rap in televisione è sempre stato trattato con poca credibilità — dice J-Ax — ma le cose stanno cambiando. Fino ad ora i rapper veri hanno sempre diffidato del piccolo schermo». «Amore, politica, malattie: racconto la vita» N on ci era riuscita Carla Bruni. Nemmeno Aznavour negli anni d’oro. Figuriamoci Gainsbourg, Brassens o gli altri chansonnier. Mai un album in francese era arrivato al numero 1 della classifica italiana. Per dirla con Paolo Conte «i francesi che si incazzano» non erano solo quelli del ciclismo, ma anche quelli della musica. Regola rotta da Stromae. «Racine carrée» è il disco più venduto in Italia secondo i dati Fimi. Il vero Sanremo, quello che si vede con i numeri e i risultati, lo ha vinto lui. Meglio di tutti i cantanti in gara, compresa la vincitrice Arisa, terza con «Se vedo te». Meglio anche di Ligabue, pure lui ospite del Festival, che ha dovuto lasciargli il posto. I francesi continuano ad avere l’umore storto, visto che il ragazzo è belga (con origini ruandesi), ma un album francofono non era mai arrivato fin lassù. Aznavour, Manu Chao, Daft Punk e altri hanno avuto dei numero 1, ma cantando in italiano, spagnolo o inglese. Il record sinora era di Carlà: quarta posizione nel 2003. «Ho sempre avuto l’ambizione di essere ascoltato da un pubblico non francese, ma non mi sarei mai aspettato questa sorpresa», esordisce. 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Anche Manu Chao e Daft Punk sono stati in testa ma cantavano in spagnolo e inglese Carla Bruni quarta Il record per un disco in francese era di Carla Bruni: quarta nel 2003 Già nel 2010 si era fatto notare con «Alors on dance», pezzo danzereccio che invitava al ballo in risposta alla crisi economica. «Quella canzone mi ha fatto vedere che c’era la possibilità di trovare il supporto anche fuori — racconta —. In effetti non è qualcosa di diverso da quello che accade da voi o da noi con gli artisti anglofoni. Per me la musica è prima di tutto una questione di feeling, che si coglie anche senza capire tutte le parole, e poi viene la lingua». Curioso che lo dica lui che è uno chansonnier 2.0. Di quella tradizione ha ripreso il gusto per la parola, per il raccontare storie, per i personaggi. Quella tradizione però l’ha aggiornata con suoni moderni e l’ha meticciata con influenze che arrivano dall’Africa. «Sono influenzato da PERITO Elettronico 59 anni, esperienza pluriennale vendita componentistica elettronica attiva/passiva, semiconduttori, sensori per automazione di macchine, buon Inglese. Mobile 335.78.83.524 AUTISTA di direzione, fattorino, esperienza ventennale e referenziato, iscritto liste mobilità. 338.18.10.874 CERCO lavoro come autista o magazziniere. Esperienza pluriennale. Patente C, CQC. 329.80.07.404 CONDUTTORE manutentore di impianti condizionamento riscaldamento con patente secondo grado vapore. Disponibilità immediata. 328.42.68.082. CAMP BOSS- Pluriennale esperienza. Valuta proposte. Disponibilita' immediata. 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Nel disco c’è «Tous les mêmes» (a sinistra un’immagine del video) Nuovo cd di Renga e tour in Messico Esce oggi «Tempo reale» il nuovo cd di Francesco Renga: «Mi avrebbe fatto piacere vincere Sanremo, ma l’importante era presentare il mio nuovo progetto». Nel disco, oltre al brano di Elisa, anche uno di Sangiorgi e un duetto con la Amoroso. A maggio due show a Milano e Roma, poi un tour in Messico. DAL METROPOLITAN Brel, Aznavour, Edith Piaf, Claude Nougaro e tanti altri. Da loro ho imparato che il nostro lavoro non è quello di parlare della nostra vita ma quello di raccontare storie», commenta. Nelle canzoni dell’album si va dal racconto di un bimbo che cerca il padre (il suo è scappato quando aveva 3 anni ed è una delle vittime del genocidio in Ruanda), a un dialogo con il cancro in «Quand c’es» («Ho la fortuna di non aver perso familiari per quella malattia, ma ne ho BADANTE signora referenziata, cerco lavoro fisso disponibile anche weekend. 328.40.56.917 DAMA compagnia 58enne psicologa naturopata, assistenza persone. Formazione Steineriana. Milano città. 377.97.90.853 paura. Piuttosto che nasconderli, mostro anche i miei lati oscuri», spiega), alla fotografia sociopolica di «Bâtard», all’amore «però letto con malinconia, perché la mia musica è come la vita, mischia felicità e tristezza». Stromae, il nome d’arte è l’anagramma di Maestro, non trascura l’immagine. I video sono altrettanto importanti. In quello di «Tous les mêmes» gioca con l’ambiguità: il suo volto e per metà uomo e per metà donna. Per «Formidable» ha scelto inve- ce di girare una candid camera fingendosi ubriaco per strada (come ha poi fatto anche a Sanremo). Ci è cascata pure la polizia gli si è avvicinata per vedere se era tutto ok. Fisico slanciato, lineamenti androgini, stiloso in farfallino e abiti slim. Il mese prossimo lancerà Mosaert, sua linea di abbigliamento: «Si tratta solo di 4 polo e altrettante calze. Però è un altro modo di esprimermi». ATTICI MM Maciachini. Piani alti, terrazzi. box. CE: C - IPE: 74,9 kWh/mqa 02.88.08.31 www.filcasaimmobili.it LEAGEL srl, affermata azienda operante nel settore dei semilavorati per gelateria e pasticceria ricerca, per ampliamento propria rete di vendita, agenti per il territorio della Germania. Si richiede esperienza nel settore alimentare, competenza, capacità organizzativa, professionalità, conoscenza della lingua tedesca e disponibilità a trasferirsi sul territorio. Il trattamento economico sarà molto interessante e fortemente motivante. 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Nel cast Anita Hartig e Vittorio Grigolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA SOCIETÀ d'investimento internazionale acquista direttamente appartamenti e stabili in Milano. 02.46.27.03 ATTICO APERTURA punto vendita a Milano. Ricerchiamo anche alla prima esperienza 6 addetti alle vendite e gestione reparto. Full-time. Per info: 02.53.44.33 Andrea Laffranchi L’opera di Zeffirelli nei nostri cinema qualsiasi cilindrata, pagamento immediato. Autogiolli, Milano. 02.89504133 - 02.89511114 CERCHI inusuali amanti? Appuntamenti intriganti? Anonimo, efficiente, vantaggioso. Approfittane 899.996.101 da 32 centesimi/minuto. VM18 MCI CONCEDITI nuove amiche unicamente tue! Troverai sempre quella giusta! Approfittane 899.996.101 da 32 centesimi/minuto. VM18 MCI Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA Rubriche in abbinata obbligatoria: Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport: n. 0: € 4,00; n. 1: € 2,08; n. 2, 3, 14: € 7,92; n. 5, 6, 7, 8, 9, 12, 20: € 4,67; n. 10: € 2,92; n. 1: € 3,25; n. 13: € 9,17; n. 15: € 4,17; n. 17: € 4,58; n. 18, 19: € 3,33; n. 21: € 5,00; n. 24: € 5,42. Rubriche in abbinata facoltativa: n. 4: Corriere della Sera € 4,42; Gazzetta dello Sport € 1,67; abbinata € 5,00. n. 16: Corriere della Sera € 1,67; Gazzetta dello Sport € 0,83; abbinata € 2,08. n. 22: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 4,67. n. 23: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 5,00. 40 Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera Sport il sondaggio Domenica riparte il campionato di F1 con nuove regole e motori. Secondo voi la Red Bull è davvero fuori dai giochi (A) o ha la capacità e i mezzi per tornare competitiva (B) ? Vota con uno squillo. Chiamata gratuita A +39 029 475 4851 B La Grecia corteggia Max Allegri (a.rav.) Massimiliano Allegri ha ricevuto un’offerta dalla nazionale della Grecia per diventare c.t. dopo il prossimo Mondiale. L’ex allenatore del Milan, esonerato dopo la sconfitta contro il Sassuolo, sta valutando la proposta e andrà presto a parlare con i vertici della Federazione, forse già la prossima settimana. Al momento non è affatto sicuro che Max dica sì, ma è comunque un’ipotesi da tenere presente. Allegri, che in +39 029 475 4852 Champions Rimontare l’Atletico, questa la missione rossonera Milan batti un colpo DA UNO DEI NOSTRI INVIATI MADRID — Via dall’angusto campionato, via dalla pazza (e un po’ cafona) folla della bassa classifica, via dalle squadre che si chiudono e fanno catenaccio, questa è l’Europa e il Milan ci sta come nel tinello di casa, si sente capito e rispettato, qua la grandezza del passato trova ancora spazio nei discorsi delle conferenze e nelle paure degli avversari, pur favoriti (l’Atletico non ha mai perso in casa nella Liga, 52 gol fatti e 10 subiti), pur creativi (i colchoneros hanno organizzato una colletta di 25 mila euro per dotare di bandierine i loro tifosi), pur presumibilmente cattivi nello stadio fortino. Via, soprattutto, dalla prospettiva di non esserci l’anno prossimo: conta il qui e ora, serve prolungare il permesso di soggiorno nella Ue. « L a storia conta — assicura Clarence Seedorf, l’uomo Seedorf: «Un’opportunità per superare noi stessi» di mondo che, a maggior ragione si sente a suo agio quando può parlare tre lingue e ammirare vasti orizzonti —, il Milan ne ha una che parla da sola, i giocatori lo sentono quando girano per l’Europa e vogliono contribuire a scriverla. Sono motivati, felici di uscire dal nostro campionato per poter giocare questa partita così importante. Non siamo qui solo per noi ma per l’Italia, ci servono punti Uefa». Il ricordo che fa sorridere è quello rispolverato da Adriano Galliani (che ieri sera ha cenato con Florentino Perez e Carlo Ancelotti alla ricerca di suggerimenti per battere l’Atletico): la stagione 2006/2007, così difficile in campionato, così esaltante in Champions, con quell’ottavo di finale giocato a Monaco di Baviera e i gol di Inzaghi e Seedorf. «In quell’anno abbiamo tirato fuori energie che non c’erano. Quel ricordo mi dà fiducia, coraggio, ottimismo. Giocheremo con il cuore, da squadra, che è molto più importante di ogni aspetto tattico». L’ambiente è già cambiato da Udine, assicura Clarence, ed è vero che lui sembra molto più rilassato del suo collega Simeone, è vero che la truppa mostra facce sorridenti, compresa quella di Mario Balotelli che giocherà dal primo minuto e avrà un’altra straordinaria occasione di crescita. Perché è così che Seedorf ha impostato la sfida: «Un’opportunità per superare noi stessi, come nella vita succede tante volte». Servono due gol per passare il turno, Balo è chiamato a inventarsi qualcosa. La società ci crede, ieri sera è arrivata anche Barbara Berlusconi che oggi, assieme a Galliani, parteciperà al banchetto ufficiale Uefa. L’idea per riuscire nell’impresa è quella di riproporre la stessa partita di San Siro. «Il Allegria I rossoneri scherzano durante l’allenamento di ieri in attesa dell’Atletico. Sotto Kakà, 31 anni, (LaPresse Ansa) Madrid, ore 20.45 Atletico Madrid Milan (4-4-2) 13 Courtois 20 Juanfran 23 Miranda 2 Godin 3 Filipe Luis 10 Arda Turan 14 Gabi 4 Mario Suarez 6 Koke 19 Diego Costa 8 Raul Garcia (4-2-3-1) 32 Abbiati 20 Abate 13 Rami 25 Bonera 28 Emanuelson 34 De Jong 15 Essien 27 Taarabt 16 Poli 22 Kakà 45 Balotelli Arbitro: Klattenburg (Inghilterra) Tv: ore 20.45 diretta Sky Sport 1, Sky Calcio 1 e Premium Calcio loro vantaggio è minimo — continua Clarence —, non credo che le due squadre cambieranno atteggiamento». Gli interpreti, infatti, saranno più o meno gli stessi, con la differenza di Abate al posto di De Sciglio, giudicato stanco. Ci sarà Poli (nonostante, dopo il trauma cranico, ieri in allenamento sia stato colpito da una pallonata in faccia) in quel ruolo chiave di incursore ed equilibratore, ci sarà Taarabt, che «sta crescendo e sarà importante», ci sarà Kakà, «che non deve sentire il peso di vincere da solo», infine «ci deve essere una squadra che si aiuta». E se dovesse andare male? Per una volta non conta solo il risultato, ma conta anche il come: solo una figuraccia potrebbe innervosire Silvio Berlusconi. «Ho tutta la fiducia, costruiremo un bellissimo futuro. Il percorso non dipende da questa partita, che va vissuta con serenità. Sul percorso ogni tanto c’è qualche incidente ma si va avanti». Il percorso è una strada che attraversa l’Europa. Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Il protagonista In 90 minuti può cancellare gli amari ricordi del Real e convincere il c.t. Scolari Kakà vuole regolare i conti con Madrid DA UNO DEI NOSTRI INVIATI MADRID — Dallo scintillante Santiago Bernabeu al fatiscente Vicente Calderon, passando per Milano. Riccardo Kakà è tornato a Madrid e il suo sorriso pallido e un po’ sperduto è stato il più fotografato dai cellulari dei tifosi all’aeroporto e davanti all’albergo che ospita la squadra. Se per il Milan quello di stasera è l’incrocio decisivo di una stagione dimessa, per il brasiliano è tante cose tutte insieme, raccolte in 90 minuti da giocare più con il cuore che con le gambe: l’ultima chiamata per il Mondiale, innanzitutto. Poi, in ordine sparso, una rivincita sulla Spagna che lo ha accolto come un re e cacciato senza gloria e un derby se, nel profondo, a Riccardino fosse rimasto un po’ di quell’orgoglio blanco, simbolo della sua vecchia squadra. Kakà è stato acquistato da Florentino Perez nel giugno del 2009 per la smodata cifra di 67 milioni e mezzo di euro. Doveva essere il simbolo di una nuova grandeur madridista per tentare di dare l’assalto al Barcellona e invece il suo ingaggio è stato oscurato da quello di Ronaldo, pagato 80 milioni. Se il brasiliano, nella sua amara esperienza madrilena, sia rimasto schiacciato più dal paragone con Cristiano o dagli infortuni, non lo sapremo mai sino in fondo. Resta però una certezza: in Spagna il vero Kakà non lo hanno mai visto. Mentre Cristiano Ronaldo diventava il simbolo del Madrid, l’ex milanista passava dall’infermeria alla panchina, con tappe malinconiche in tribuna. In Spagna non si è mai sentito a casa. O, come aggiungono i fedelissimi, non è mai riuscito a dimenticare il Milan. Magari più semplicemente è stato fre- gato dalla sfortuna. La pubalgia è stata scomoda compagna di viaggio durante il primo anno, il menisco del ginocchio sinistro gli ha rovinato il secondo e nel terzo ci ha pensato Mourinho a lasciarlo quasi sempre fuori. Totale, tutto compreso, 120 partite e appena 29 reti. Così Galliani, nella notte fra l’1 e il 2 settembre, ha fiutato l’affarone: riportare a casa il figliol prodigo praticamente gratis e con l’ingaggio più che dimezzato. I milanisti lo amano dal profondo del cuore. La sua maglietta numero 22 è la più venduta sulle ban- L’occasione L’amico-allenatore Clarence ha bisogno del suo talento, la sfida con gli spagnoli è un’occasione da non fallire carelle e lui è il più applaudito a San Siro. Il rendimento, però, è stato altalenante: bene all’inizio, così e così adesso, proprio quando l’amico Seedorf ha bisogno del suo talento: 19 presenze, 5 reti, le ultime una doppietta all’Atalanta il 6 gennaio, più di due mesi fa. Clarence si aspetta molto da Riccardino nello stadio dei colchoneros, pieno sino all’inverosimile. Loro due, ex Real al pari di Essien e Robinho, sanno bene quanto sia dura espugnare il Vicente Calderon. Ma, come ricorda il Professore, «niente è perduto, la sfida è aperta». Il Milan sogna di andare ai quarti di Champions con i gol di Kakà. Kakà sogna di eliminare l’Atletico anche per dimostrare allo scettico c.t. Scolari che merita un posto tra i 23 del Mondiale. Tutto in una notte. E non è soltanto un modo di dire. Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA Il programma Champions League Ottavi di finale, ritorno Oggi, ore 20.45 Bayern-Arsenal (and. 2-0) SkySp3, SkyC2, PremiumC1 Atletico Madrid-MILAN (and. 1-0) SkySp1, SkyC2, PremiumC Domani, 12/3, ore 20.45 Barcellona-Manchester City (and. 2-0) Rete4, SkySp1, SkyC1, PremiumC Psg-Bayer Leverkusen (and. 4-0) SkyS3, SkyC2, PremiumC1 Martedì 18/3, ore 20.45 Chelsea-Galatasaray (and. 1-1) Real Madrid-Schalke 04 (and. 6-1) Mercoledì 19/3, ore 20.45 Borussia Dortmund-Zenit (and. 4-2) Manchester U.-Olympiacos (and. 0-2) Europa League Ottavi di finale, andata Giovedì 13/3, ore 19 (ritorno giovedì 20/3) Ludogorets-Valencia SkyC3 Porto-NAPOLI SkyC1, PremiumC Basilea-Salisburgo SkyC4 ore 21.05 JUVENTUS-FIORENTINA Canale5, SkyC2, PremiumC Az Alkmaar-Anzhi SkyC5 Lione-Viktoria Plzen SkyC6 Siviglia-Betis Siviglia SkyC4 Tottenham-Benfica SkyC3 Sport 41 Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 questo periodo si aggiorna guardando partite e studiando l’inglese, era stato indicato anche tra i candidati per la panchina degli azzurri, la probabile decisione di Prandelli di continuare anche dopo l’impegno in Brasile sembra però far sfumare questa possibilità. Un’alternativa sempre calda porta al Monaco, dove sembra si siano stancati di Claudio Ranieri. © RIPRODUZIONE RISERVATA Si qualifica se... Il Milan parte dallo 0-1, si qualifica se vince 2-0 o se vince con un gol di scarto segnandone almeno due 7 gli anni passati dal quarto di Champions con il Bayern: a San Siro finì 2-2 (Pirlo, Kakà e doppietta di Van Buyten), nel ritorno a Monaco (11 aprile 2007), il Milan vinse 2-0 (gol di Seedorf e Inzaghi) e passò il turno. Vinse il trofeo battendo in finale il Liverpool 2-1 1 Serie B: Palermo, 3 gol e A vicina Spalletti esonerato dallo Zenit Il Palermo allunga e «vede» la A: battuta 3-0 la Juve Stabia (Bolzoni 2 e Vazquez). Oggi recupero di Carpi-Modena. Classifica: Palermo p. 53; Empoli 46; Latina 45; Avellino e V. Lanciano 44; Cesena 43; Trapani e Crotone 42; Spezia 40; Siena (-7) 39; Carpi* e Pescara 38; Brescia 37; Modena e Varese 36; Ternana 35; Bari (-3) 32; Novara 31; Reggina 25; Cittadella 23; Padova* 22; Juve Stabia 15. (*) una partita in meno L’esperienza in Russia di Luciano Spalletti è giunta al capolinea: il sito russo Sport Express scrive che è stato esonerato. Al suo posto in panchina Sergei Semak, ex giocatore dello Zenit. A Spalletti, alla guida del club dal 2009 (2 campionati, 1 Coppa di Russia, 1 Supercoppa), sarebbero state fatali la sconfitta interna di Champions con il Borussia (2-4) e l’ultimo 0-0 in campionato con il Tomsk, penultimo. La deriva del tifo Tosel indaga su Juve-Fiorentina e sugli ultrà della Roma Nazionale Cori, striscioni, insulti Il peggio dello Stadium all’esame del giudice Cassano in azzurro? No (per ora) Mariella Scirea: via il nome dalla curva DAL NOSTRO INVIATO vittoria in trasferta per il Milan in questa edizione della Champions il 26 novembre 2013 a Glasgow: 3-0 al Celtic. Sono seguite una sconfitta (1-3 a Barcellona) e un pareggio (1-1 ad Amsterdam contro l’Ajax) 17 gli anni passati dall’ultima volta che l’Atletico Madrid (con Diego Simeone in campo) è approdato ai quarti di finale di Champions. Nel marzo 1997, uscì poi con l’Ajax (1-1 ad Amsterdam e 2-3 al Calderon ai supplementari) TORINO — Domenica si è avuta una dimostrazione pratica dell’assioma di Gigi Buffon: «Gli esempi ai bambini li devono dare i genitori, non i calciatori». Da un punto di vista sportivo, la prima (di tre) Juventus-Fiorentina, è stata esemplare. Fuori, però, nessuno si è adeguato al comportamento di giocatori e tecnici. Si è sentito e visto di tutto: cori antisemiti (parte Juve) e nefandezze sull’Heysel (parte Fiorentina), oltre al solito campionario di insulti «semplici» di cui ormai, completamente assuefatti, neanche ci accorgiamo più. Sui fatti di Torino, il giudice sportivo Gianpaolo Tosel ha disposto un supplemento di indagine. «Una parte dei tifosi stipati nella Curva Sud della Juventus, nei minuti finali del primo tempo, intonava un coro dal biasimevole tenore antisemita le cui parole non sono state comprese dagli ispettori. Tuttavia, tale coro, è sufficientemente intellegibile nel file-video allegato come relazione integrativa dalla stessa Procura federale. L’organismo è incaricato quindi di acquisire e di riferire al giudice stesso, anche tramite l’Osservatorio sulle Manifestazio- ni Sportive, ogni ulteriore circostanza utile». La società viola rischia 50 mila euro di multa, la curva della Juventus, con la fedina penale già macchiata, un’altra squalifica. Anzi due. La vedova di Gaetano Scirea, Mariella, ha chiesto di togliere il nome di suo marito alla curva. «Gaetano è stato un esempio di sportività, non può essere accostato a episodi di grande inciviltà». In tema di cori, anche i tifosi della Roma sono indagati per il solito ritornello antipartenopeo. Anche per loro incombe un’altra domenica fuori dallo stadio. Considerato il clima generale, la Juventus avrebbe potuto evitare il tweet sulla «Fiorentina buona a Tifo La curva dei supporter della Fiorentina domenica durante la partita con la Juventus nella quale sono stati esposti striscioni offensivi (Ansa) pranzo». Al di là del giudizio sulla battuta, l’intervento è apparso avulso dal contesto. Hai vinto, fai il bravo. Certo, in un posto normale, o almeno passabile, la freddura passerebbe inosservata. Ma l’Italia è il Paese dei brillanti (se il comico lo faccio io) e dei permalosi (se lo fai tu). La Fiorentina, a livello di società, non ha replicato, i tifosi sì. Tra questi l’ex capitano/bandiera/ dirigente Giancarlo Antognoni: «Uscita inopportuna. Ormai lo stile manca a tutti». Bisogna stare attenti anche alle perifrastiche. Fernando Llorente ha chiam a to F r a n ces co Totti per spiegare che la frase attribuita a suo fratello («Fernando parla italiano meglio di Totti») è stata una forzatura giornalistica, un fraintendimento. «Francesco è un grande uomo, un esempio». Eccolo. Tutto questo ha messo nelle note a margine, ma non troppo, lo straordinario campionato della Juventus. Antonio Conte ha concesso un giorno di riposo: il tecnico ha visto qualcuno stanco. La parte finale della stagione lo vedrà sempre di vedetta. C’è il timore di un rilassamento, di un atteggiamento al risparmio, consciamente o inconsciamente. Incombe il Mondiale, per quasi tutti i giocatori della Juventus. E l’Europa League, dopo il primo assaggio, ha fatto venire appetito. Prima lo scudetto, però Madama vuole provare a vincere la Coppa. E non è un coro da stadio, ma un desiderio vero. Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli avversari Infortunio Il romanista fuori da 6 a 9 mesi, perderà anche il Mondiale con l’Olanda Simeone carica i colchoneros «Per noi è come una finale» Il crac di Strootman e quei 4’ di troppo DA UNO DEI NOSTRI INVIATI MADRID — Il primo tackle duro Diego Simeone lo ha già fatto, proprio come quando era giocatore: un’entrataccia all’interprete, una signora bionda e impaurita, colpevole di non aver riportato fedelmente il suo pensiero nella conferenza stampa della vigilia. Il Cholo aveva tutte le ragioni del mondo, ma il richiamo è sembrato un po’ sopra le righe. L’allenatore è nervoso e il nervosismo, in certi momenti, non è un gran compagno di viaggio. Ma non c’è da illudersi. Simeone, di solito, sa gestire le pressioni e in attesa del Milan ha catechizzato i suoi giocatori facendo un grande lavoro psicologico: guai ad abbassare la guardia proprio ora che siamo vicini alla meta. «Per noi è come una finale». Perciò l’allenatore tiene tutti sulla corda e non svela le carte anche se la formazione è già decisa e sarà la stessa di San Siro con il ritorno del terzino Filipe Luis al posto di Insua. «Il risultato dell’andata condizionerà la tattica del Milan che sarà costretto ad attaccare. Per noi sarà decisivo il lavoro del centrocampo». Che deve chiudere gli spazi e ripartire. Gabi e Cholo Diego Simeone Mario Suarez dovranno formare una diga per respingere i rossoneri, Arda Turan e Koke avranno il compito di rilanciare l’azione sulle fasce e innescare, insieme a Raul Garcia, il cecchino Diego Costa. «Dovremo approfittare degli spazi che il Milan, inevitabilmente, sarà costretto a lasciare». Detta così sembra la vecchia tattica italiana, difesa e contropiede, che il Cholo ha imparato alla perfezione nel nostro campionato. Ma il suo Atletico sa fare di più: calcio intenso, aggressivo e duro, combinato a un pressing asfissiante. «Mi aspetto il Milan migliore, una squadra che ha dalla sua la forza della storia e giocatori di grande richiamo: Balotelli può fare la differenza, Taarabt ha qualità e non andrà lasciato libero di attaccare, così come Poli e Emanuelson». Tutto è stato preparato come si deve. La parola, ora, spetta al campo. a.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — A tre mesi dal Mondiale, e in attesa di incontrare nelle prossime ore il presidente federale Abete per discutere del suo futuro, Cesare Prandelli (foto sopra) ha dato il via all’ operazione di ringiovanimento dell’ Italia. Ieri, nel primo giorno di allenamenti all’Acqua Acetosa di Roma, il c.t. ha iniziato a visionare i giovani più interessanti del campionato con l’obiettivo di trovare risorse nuove da inserire nel gruppo che si dovrà formare dopo il Brasile. L’obiettivo di questo stage, che la Lega di A ha fatto cadere dall’alto, è quello di valutare attraverso il confronto di dati fisici e tecnici, la risposta dei potenziali azzurri del futuro. Una specie di nazionale sperimentale, come aveva fatto nell’ultimo anno il c.t. dell’Italbasket, Simone Pianigiani. Tra i 30 convocati (Romagnoli è stato costretto al forfait per un problema muscolare Lesione del legamento del ginocchio: perché non è stato subito sostituito? ROMA — Il verdetto pareva già scritto, dopo l’infortunio nella partita contro il Napoli. Purtroppo per Kevin Strootman e per la Roma non ci sono state sorprese: l’olandese dovrà star fuori tra i sei e i nove mesi per la «lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, con possibile interessamento meniscale». Una botta terribile per il centrocampista, che chiude il campionato e deve rinunciare al Mondiale brasiliano, dove sarebbe stato il capitano degli oranje. Nelle prossime ore il giocatore sceglierà dove farsi operare. La differenza dei tempi di recupero sarà data dalla necessità o meno di intervenire sul menisco e dalla risposta personale del calciatore alle cure. Ha fatto discutere la dinamica dell’incidente. Strootman era entrato in campo con una vistosa protezione al ginocchio destro, che era stato colpito da Valbuena durante l’amichevole di mercoledì scorso tra Francia e Olanda. Il ginocchio infortunato, però, è il sinistro e non ci sono collegamenti tra i due fatti. Semmai sembra quasi certo che Strootman abbia subito la lesione (almeno parziale) già al 7’, quando una spallata di Dzemaili gli ha fatto perdere l’equilibrio, facendogli appoggiare il peso del corpo in maniera innaturale sull’articolazione. L’olandese è finito a terra, urlando dal dolore. È stato portato fuori dal campo, si è rialzato dopo il solito spray «miracoloso» e ha provato a riprendere il gioco. Quattro minuti dopo, però, senza altri contatti con avversari, è crollato a terra nell’area di rigore giallorossa. È stato un errore non farlo uscire subito? I minuti in più hanno aggravato la sua lesio- Intempestivo Forse un errore non farlo uscire subito, ma questo non ha aggravato l’infortunio Incoraggiamento Totti: «Kevin pensa solo al recupero, la tua volontà farà la differenza» ne? La prima risposta è quasi sicuramente «sì», perché il dolore era già alto. La seconda è molto probabilmente «no», perché il danno ormai era stato fatto. «È una notizia drammatica per Kevin — ha detto il c.t. olandese Louis van Gaal —. Posso immaginare che gli sia crollato il mondo addosso. Non andare in Brasile è un sogno infranto». Moltissimi i messaggi dei compagni di squadra (anche del presidente Pallotta) e dei tifosi, tanto che l’hashtag #ForzaKevin ha spopolato su Twitter. Francesco Totti, che nel 2006 rischiò di saltare il Mondiale per un infortunio, ha voluto essere vicino a Kevin: «Ora devi pensare solo a recuperare e so già che lo farai con la stessa determinazione che metti ogni volta che giochi: la tua volontà farà la differenza». Nell’immediato, il sostituto di Strootman sarà probabilmente Rodrigo Taddei, che a Napoli si è ben comportato. I lunghi tempi di recupero possono condizionare anche il mercato futuro: ora più che mai è necessario il prolungamento di contratto di Miralem Pjanic. Luca Valdiserri A terra Kevin Strootman k.o. sul prato del San Paolo (Ansa) © RIPRODUZIONE RISERVATA all’adduttore sinistro), ci sono cinque portieri (compreso Perin, già chiamato per la Spagna); otto difensori; undici centrocampisti e sei attaccanti. Nove giocano in B: il portiere Leali (Spezia); i difensori Camporese (Cesena) e Rugani (Empoli); i centrocampisti Bernardeschi e Dezi (Crotone), Gagliardini (Cesena) e Viviani (Latina) e Bellomo (Spezia) più l’attaccante Comi (Lanciano). Molto si è parlato in queste ore della possibilità di un ritorno di Cassano (foto sotto) in nazionale per il Mondiale brasiliano, visto quanto sta combinando nel Parma, lanciatissimo verso l’Europa. L’orientamento non è questo, dopo l’esperienza dell’Europeo 2012, ma in attacco la situazione al momento è tutt’altro che definita ed è il reparto dove permangono i maggiori dubbi, anche a causa dell’infortunio di Giuseppe Rossi. Per cui tutto può diventare possibile, anche quello che ora appare impossibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA 42 Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera IL BUONO DEL BIOLOGICO DAL 1978 Sport 43 Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 F1, la Red Bull è preoccupata Volley, il girone delle azzurre Parigi-Nizza, tappa a Hofland «Il nostro dominio è forse finito», ha ammesso Dietrich Mateschitz, il proprietario della Red Bull campione del mondo alle prese con problemi di affidabilità alla vigilia del Mondiale di F1 che parte domenica in Australia. Anche se, continua Mateschitz, «la situazione può evolvere e Vettel e la squadra sanno accettare ogni sfida». Poi la speranza: «La macchina sarà all’altezza». Sorteggiati a Parma i gironi della prima fase del Mondiale femminile di volley che si disputerà in Italia dal 23 settembre al 12 ottobre prossimi. Le azzurre sono state inserite nella pool A (giocheranno a Roma) e dovranno vedersela con Germania, Argentina, Croazia, Tunisia e, quasi sicuramente (le qualificazioni non sono ancora concluse), Repubblica Dominicana. L’olandese Hofland ha vinto in volata la 2a tappa della Parigi-Nizza, mentre il francese Bouhanni si conferma al comando della classifica generale. Il 22enne, alla prima vittoria di tappa in carriera, ha chiuso in 4 ore, 53 minuti e 46 secondi dopo i 205 km da Trek da Rambouillet a Saint-Georges sur Baulche. Nibali è arrivato 31°, nel gruppo. Nerazzurri In 5 partite recuperati 7 punti alla Fiorentina Evasione fiscale Mazzarri in rimonta Adesso la sua Inter ha di nuovo un’anima Hoeness rischia 10 anni di carcere «Ma non sono un parassita» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Thohir: «Ma la strada è ancora lunga» MILANO — Come ha spiegato una volta Walter Mazzarri, «il calcio non è una scienza esatta, ma va studiato come una scienza». Ed è per questo che i numeri spiegano tante cose. Ce n’è uno di grande significato, per capire il momento dell’Inter: nelle ultime cinque partite (Sassuolo, Fiorentina, Cagliari, Roma e Torino), i nerazzurri hanno guadagnato sette punti sulla Fiorentina, che li precede. Il 2 febbraio, non appena si era chiuso il mercato, la squadra di Montella (per altro sconfitta a Cagliari) aveva 41 punti e 33 quella di Mazzarri, uscita battuta dallo Stadium contro la Juve. Adesso il divario si è assottigliato: 45 punti contro 44 e l’idea del quarto posto, nonostante la grande corsa del Parma, non è più un traguardo impossibile. Siccome non è che l’Inter in queste cinque partite abbia messo in vetrina un calcio straordinario, gli undici punti raccolti (tre vittorie e due pareggi, uno all’Olimpico con la Roma) danno l’idea di una squadra che ha ritrovato lo spirito da battaglia del suo allenatore. Inquieto davanti alla panchina, ma concreto. Non era facile riconsegnare un’identità a una squadra che sembrava aver smarrito la propria anima a gennaio, in uno ra 11, la strada è lunga». Neldei momenti più agitati e diffi- l’occasione, il presidente è apcili da capire del post-triplete. parso più pragmatico che ottiMazzarri ci è riuscito, puntando mista. Su Ranocchia, che è torsu una conoscenza migliorata nato in squadra dopo due mesi della rosa; sul ritorno al gol di di purgatorio: «Prima della fine Palacio (seconda rete del 2014, della stagione valuteremo tutti i dopo Firenze); sull’arrivo di giocatori, quelli che resteranno Hernanes, l’uomo che sa tenere e quelli che saranno ceduti. Ma insieme la squadra e saltare è positivo che tutti nella squal’uomo, come si dice adesso; sul recupero di Icardi, che sta imparando a soffrire; sul ritorno di Samuel e Cambiasso, i due grandi «vecchi» che spiegano perché sia stato così difficile rinnovare la squadra, dopo il 2011 (secondo dra vogliano dare il masposto in campionato e simo, perché noi vogliaCoppa Italia) e permo bene a tutti, ma alla ché Zanetti sia per fine vogliamo che renora il più votato fra dano al meglio». E sulle «stelle» nerazla vecchia guardia: zurre (vedere il sito «Palacio sta trattando www.inter.it). il rinnovo del conCosì Erick tratto; Cambiasso ha Thohir è ripartito giocato bene, come da Milano con l’aria era capitato prima con più soddisfatta riSamuel, ma alla fine spetto all’ultima sua della stagione giudicheErik Thohir e Massimo Moratti, fianco a fianco domenica apparizione milanese remo tutti, non solo loro, a San Siro durante la sfida con il Torino, sembrano in(1-1 con il Cagliari): perché vogliamo costruire dicare Rodrigo Palacio: El Trenza, dopo l’ultimo «La vittoria sul Torino è una squadra per i prossimi derby (gol di tacco), ha risolto (di testa) anche stato un bel regalo di comtre anni. Sarà importante la la pratica con i granata . Dopo un avvio pleanno per i tifosi; spero che pianificazione non soltanto deldi 2014 faticoso, Palacio si era la squadra sia sempre solida e la prossima stagione». sbloccato a Firenze. che possa conquistare punti in Più che una «rivoluzione ogni partita. Ne mancano ancomorbida, non in stile america- Ammirati da El Trenza MotoGp Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Basket Undici vittorie consecutive in campionato e un’Europa che sorride Poker Cal Crutchlow, Claudio Domenicali, Gigi Dall’Igna e Andrea Dovizioso Ducati prepara la svolta «Torneremo da podio» Il manifesto rosso del 2014 è chiaro: «Non ci interessa lo spirito olimpico, vogliamo il podio». Lo ha detto ieri alla presentazione Ducati all’Audi Forum di Monaco l’ingegner Luigi Dall’Igna, nuovo boss di Ducati Corse dopo una vita all’Aprilia. L’attacco ai posti nobili della MotoGp occupati da Yamaha e Honda avverrà con Andrea Dovizioso e Cal Crutchlow in sella e con l’adesione alla categoria Open, l’alternativa ai prototipi Factory dotata di centralina unica ma con 24 litri di benzina anziché i 20 dei prototipi e 12 motori a disposizione anziché 5. Una novità che ha creato molte polemiche e ha spinto gli organizzatori a inventarsi pure la Factory 2, categoria intermedia che prevede limitazioni per quelle moto Open che durante il campionato dovessero ottenere tre terzi posti o due secondi o una vittoria: in quel caso i litri no, dove si cambia tutto per partito preso», come l’ha definita il d.g. Fassone (a Radiouno), l’atteggiamento del presidente Thohir è quello di un azionista di maggioranza, che guarda il mondo interista con il sereno distacco di chi deve ricostruire la squadra, senza farsi condizionare dalla passione, che ha sempre guidato Moratti e che ha portato i nerazzurri in cima al mondo (18 dicembre 2010). È il calcio del terzo millennio, del fairplay finanziario voluto dall’Uefa (ma non per tutti), dei bilanci da quadrare, della globalizzazione. È il calcio di adesso. scenderebbero a 22,5 e i motori a 9. Una mossa, tecnica e politica, «contro di noi», dicono in Ducati. Il cui software sofisticato, troppo da prototipo appunto, sarebbe fuori dallo spirito della Open, come sostiene soprattutto la Honda. Dall’Igna spiega: «Per un team privato è più difficile lavorare sul software rispetto a una Casa come la Ducati e così la Dorna ha preso questa decisione. È un compromesso, come tale lo accettiamo, anche se non mi fa felice. Per noi comunque la scelta Open resta decisiva per lo sviluppo». E la fiducia è tanta: «Vogliamo invertire la tendenza negativa degli ultimi anni. Qui ho trovato grandi competenze tecniche e rapporti umani perfetti». Ora è il momento del gas. L’impressione è che qualcosa di buono verrà. al.p. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’EA7 non solo vince ma piace I segreti? Difesa, esterni e lunghi Milano che piace alla gente che piace. È bello, il Forum strapieno, in diecimila colorati di bianco e di rosso, un fenomeno sociale transgenerazionale. Vecchi amanti che tornano, cercando il lenimento ai lunghi anni nostalgici, quelli che aspettano, dal 1996. Insieme alle nuove generazioni di genitori e figli, sapientemente «allevati» dalle politiche promozionali della società. Soltanto marketing? O c’è di più? C’è la squadra. Costretti in passato a dire sotto il vestito niente, adesso sotto il raso vive e si muove un corpo seducente. Dicono che il lievito sulla torta sia stato l’arrivo di Daniel Hackett. Probabile. Un reagente. Che ha trasmesso carisma e consapevolezza ad un gruppo che si va facendo sempre più consistente e comincia ad essere convincente. La EA7 non perde in campionato dall’antivigilia di Natale a Cantù (11 vittorie cons e c u t i ve ) e d a n c h e n e l panorama europeo sta sorgendo il sole dell’avvenire. Segreti? Non ce ne sono. Semmai, da rilevare alcune caratteristiche che stanno entrando in sintonia. In primo Leader Daniel Hackett, 26 anni, all’EA7 dal 24 dicembre scorso (LaPresse) luogo, la difesa di Moss e Melli, l’espansionismo del primo sulle linee esterne che filtra gli attacchi avversari e spinge chi scappa (pochi) nelle forche della mobilità laterale (scivolamenti) e nell’esplosività verticale del secondo. Poi, una lama sottile, velenosa e spietata, come il primo passo di Langford, seta che uccide, per creare dal nul- BERLINO — Andrà in prigione oppure no? In un Paese incline nel passato alla speculazione filosofica, questo interrogativo molto concreto anima oggi il dibattito politico-sportivo. Stiamo parlando di Uli Hoeness (nella foto), la bandiera del Bayern, una corazzata che sbaraglia senza pietà gli avversari in Bundesliga e che vuole prendersi quest’anno anche la Champions. L’ex campione del mondo sta giocando la sua partita più difficile perché nel processo per evasione fiscale iniziato ieri a Monaco rischia dieci anni di reclusione. La faccia l’ha già persa quando, qualche mese fa, fu rispolverata una vecchia intervista alla Bild in cui proclamava: «Lo so che è stupido, ma io pago tutte le mie tasse». Ora non fa che scusarsi, anche con accenti che, questa volta, non sembrano del tutto insinceri. Ma potrebbe essere troppo tardi, se è vero, come ha ammesso il suo avvocato, che i redditi nascosti al Fisco, grazie ad un conto segreto in Svizzera, ammontano addirittura a 33,5 milioni di euro. I giornali tedeschi parlano da tempo della «caduta di un idolo», ricordando la grande popolarità di un manager che ha sempre dimostrato correttezza e ha esaltato i valori della solidarietà. Sono in la il colpo al cuore avversari. Ancora, la forza dell’ariete Gentile, capace di abbattere il muro difensivo anche da fermo e, naturalmente, la visione ambidestra di Hackett, che tiene il campo sotto controllo producendo anche l’indotto di Jerrells che, liberato dal peso di una responsabilità gestionale esclusiva, sta diventato arma tattica micidiale. La buona novella? La EA7 è in grado di vincere anche quando uno di questi «fulcri» si inceppa. Allora, un segreto c’è? Lo sa solo Luca Banchi: «Il metronomo del nostro gioco in attacco non è, come potrebbe sembrare, negli esterni. Ma nei lunghi. Con la sequenza dei blocchi, dei tagli, delle spaziature, sono loro che danno ritmo al nostro attacco. Sono loro che dettano le frequenze e danno armonia». Quella «armonia di gioco superiore» che il coach milanese va cercando. E che lo spaventoso atletismo del nigeriano Gani Lawal e la consistente crescita del giamaicano Samardo Samuels sembrano garantire. Werther Pedrazzi © RIPRODUZIONE RISERVATA molti a ricordare le tante iniziative di beneficenza, e perfino l’aiuto offerto a ex colleghi in difficoltà, come Gerd Müller, minacciato dall’alcolismo. Ma forse non è solo per questo che la repubblica del calcio, che è sempre un mondo a parte, ha preso immediatamente le sue difese. Le dimissioni dalla presidenza del Bayern sono state respinte, i tifosi si sono stretti intorno a lui. «La grande maggioranza di noi lo appoggerà. Ha sbagliato, ma questo non fa di lui una cattiva persona», ha dichiarato a Deutsche Welle Bernd Hoffmann, il presidente del club di Nabburg di cui Hoeness è un membro onorario. La politica si è divisa, ma non ha ruggito più di tanto. Certo, i socialdemocratici sono stati molto critici, ma quello che conta veramente sono i legami ancora ben saldi con la leadership cristiano-sociale bavarese. «Abbiamo bisogno di lui», ha detto l’ex governatore e candidato cancelliere Edmund Stoiber. In mezzo Angela Merkel, come sempre, che si è detta a suo tempo «delusa». La sentenza dovrebbe arrivare giovedì. Per l’ex nazionale tedesco, che ha affiancato a quella di dirigente una fortunata attività di industriale nel campo degli insaccati, il problema è che i giudici tedeschi spesso non si limitano a valutare le prove ma vogliono andare alla ricerca della verità. La dichiarazione volontaria con cui Hoeness si autoaccusò un anno fa potrebbe essere ritenuta incompleta e non sufficiente per ridurre la pena. Lui, intanto, ha confessato tutto il confessabile. «Ero pazzo, non facevo altro che giocare in borsa somme elevatissime, ma non sono un parassita», si è giustificato. La Corte, però, ha la moviola. Paolo Lepri © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera Antonio Angioni partecipa commosso al dolore dell'Avvocato Antonio Mucciarelli e della sua famiglia per la prematura perdita dell' L'Ordine degli Avvocati di Milano sentitamente partecipa al lutto dei familiari per la scomparsa dell' Avv. Prof. Guido Mucciarelli Avv. Guido Paolo Giovanni Mucciarelli - Milano, 10 marzo 2014. Vittorio e Salvatore Grimaldi partecipano commossi al dolore di Francesco per la scomparsa del fratello Prof. Guido Mucciarelli - Roma, 10 marzo 2014. Maurizio Tamagnini si stringe con affetto all'amico Francesco e alla sua famiglia nel dolore per la perdita del caro Avv. Guido Mucciarelli - Milano, 10 marzo 2014. Sergio Ravaglia, profondamente colpito, partecipa con grande affetto al dolore di Francesco, del suo papà e della sua famiglia per la scomparsa del caro Avv. Prof. Guido Mucciarelli - Milano, 10 marzo 2014. Bepi Gasparrini, con Tina, Luciana e Carlo, partecipa al dolore della famiglia Mucciarelli ricordando con commozione il caro amico Guido uomo colto e sensibile e giurista valoroso. - Milano, 10 marzo 2014. Valeria e Bruno, con Alessandra e Fabio sono vicini a Francesco, Carla ed Elena nel momento della perdita del loro caro Guido - Milano, 10 marzo 2014. Angelo Casò ricorda con affetto Guido Mucciarelli e partecipa al dolore dei familiari. - Milano, 10 marzo 2014. Giovanni Recordati è affettuosamente vicino a Francesco Mucciarelli e alla sua famiglia nel ricordo del carissimo fratello Prof. Avv. Guido Paolo Mucciarelli - Milano, 10 marzo 2014. Oreste Dominioni, Fabrizio Gobbi, Francesco Sbisà e Tiziana Bellani sono vicini a Francesco e partecipano al suo grande dolore per la perdita del fratello prof. avv. Guido Mucciarelli - Milano, 10 marzo 2014. Domenico Pulitanò e Mario Zanchetti sono vicini a Francesco nel dolore per la morte del fratello ed amico prof. avv. Guido Mucciarelli - Milano, 10 marzo 2014. Salvatore Catalano partecipa al dolore di Francesco per la perdita del fratello Avv. Prof. Guido Mucciarelli - Milano, 10 marzo 2014. L'ingegner Ignazio Capuano e la società Reno De Medici partecipano al grande dolore dell'Avvocato Antonio Mucciarelli e della famiglia per la scomparsa del Prof. Avv. Guido Mucciarelli - Milano, 10 marzo 2014. L'Amministratore Delegato, Carlo Clavarino assieme ai membri del Consiglio d'Amministrazione ed alla Direzione Legale di Aon Italia partecipa al grande dolore del Professor Avvocato Antonio Mucciarelli e famiglia per la scomparsa dell' Avv. Prof. Guido Mucciarelli - Milano, 10 marzo 2014. I condomini, l'Amministratore, il custode del condominio di via della Moscova 40/5 - Milano partecipano al dolore della famiglia per la prematura scomparsa dell' Avv. Guido Mucciarelli - Milano, 10 marzo 2014. Mauro Micillo profondamente colpito dalla scomparsa della piccola Matilde esprime il suo più accorato cordoglio a Matteo, Elisabetta e Cecilia De Laurentiis e si unisce al loro dolore con sincera commozione. - Milano, 11 marzo 2014. Alla piccola Matilde De Laurentiis compagna di sci di mio figlio Federico, che riposi in pace nel cuore della sua mamma e del suo papà.- La famiglia Bruno. - Milano, 10 marzo 2014. Ciao Matilde sarai sempre nei nostri cuori.- I bambini della classe Arcobaleno della Scuola Materna di via Palermo, Milano con i genitori. - Milano, 10 marzo 2014. Il Presidente Andrea Beltratti, l'Amministratore Delegato Tommaso Corcos, il Consiglio di Amministrazione e tutti i dipendenti di Eurizon Capital Sgr sono vicini con infinito affetto a Matteo, Elisabetta e Cecilia per la prematura scomparsa di Matilde De Laurentiis - Milano, 10 marzo 2014. Tommaso Corcos, commosso per la prematura scomparsa di Matilde è vicino alla famiglia in questo momento di grande dolore e porge le sue sentite condoglianze. - Milano, 10 marzo 2014. Mi stringo a Matteo, Elisabetta e Cecilia in questo momento di infinito dolore per la perdita della piccola Matilde Nicola Doninelli. - Milano, 10 marzo 2014. Il Presidente Tommaso Corcos, l'Amministratore Delegato Massimo Mazzini, il Consiglio di Amministrazione e tutti i dipendenti di Eurizon Capital SA partecipano sinceramente addolorati al lutto che ha colpito Matteo, Elisabetta e Cecilia per la scomparsa improvvisa della piccola Matilde De Laurentiis - Lussemburgo, 10 marzo 2014. È mancata all'affetto dei suoi cari Luisa Grimaldi Quartieri Lo annunciano con tanta tristezza i figli Giampaolo con Bona, Ferdinando con Sanchia ed i nipoti Chiara, Sofia e Lorenzo.- I funerali si terranno mercoledi 12 alle ore 11 nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. - Milano, 10 marzo 2014. Felipe e Caroline, Roberto e Cecile, Luigi e Federica si stringono a Ferdinando per la perdita della cara mamma Sesi Grimaldi Quartieri Prof. Avv. Guido Mucciarelli - Milano, 10 marzo 2014. Luisa Grimaldi Quartieri I condomini e l'amministratore del condominio Toti 4 - Milano partecipano al lutto della famiglia per la scomparsa della sig.ra Luisa Grimaldi Quartieri Il Board of Directors della Transearch International Partners, partecipa commosso al lutto della famiglia per la perdita del Dott. Marco Fertonani Ciao amico e maestro di sempre; grazie per tutto quello che hai fatto per me, per la fiducia che mi hai dato, per avermi chiamato a vivere con te indimenticabili vicende professionali e umane.- Insieme alla mia famiglia stringo in un grande abbraccio Mara e Claudio.- Claudio Crosta. - Milano, 10 marzo 2014. Adina Berté con Ferruccio, Gloria e famiglia si stringe forte a Mariuccia e Claudio nel dolore per la perdita dell'amatissimo Marco - Milano, 10 marzo 2014. Ciao Marco un ultimo forte abbraccio.- Enio, Giovanna e Laura. - Milano, 10 marzo 2014. È mancata all'affetto dei suoi cari Ne danno il triste annuncio il marito, il figlio e la cognata.- I funerali avranno luogo a Milano martedì 11 marzo 2014 alle ore 14.45 nella parrocchia SS. Trinità. - Milano, 10 marzo 2014. Pasquale - Milano, 10 marzo 2014. Dott. Pasquale De Vita Il Presidente Carlo Edoardo Valli, i Consiglieri e la Direzione in persona e a nome dell'AC Milano esprimono il proprio cordoglio per la scomparsa del Dott. Pasquale De Vita Grazie dott. Marco Fertonani per il tempo che ho potuto professionalmente trascorrere con lei, esempio continuo anche a livello umano.- Loredana Spolti. - Milano, 10 marzo 2014. Partecipa al lutto: Sergio Brasca. Marco Fertonani e della sua autorevole dolcezza.- Roberto Rocca Rey. - Milano, 10 marzo 2014. Ciao Marco mi mancheranno i caffè del lunedì, i discorsi, l'Inter...- Ti ricorderò sempre con grande affetto.Sergio Zanetta. - Milano, 10 marzo 2014. Alfredo Ambrosetti, memore di tanti anni di preziosissima collaborazione professionale, partecipa, con profonda commozione, al dolore della moglie signora Mara e del figlio Claudio per la scomparsa del carissimo Dott. Marco Fertonani - Milano, 11 marzo 2014. Laura e Oscar Bellazzi, Mariella e Roberto Paraboni, Giovanna e Massimo Aldini, Elisa e Mimmo Pulitanò, Silvana e Livio Sposito, Rosalba e Pepe Giolitti, Iosella e Piero Pittini, Maria Luisa Attanasio piangono l'amico fraterno Giorgio Castoldi improvvisamente e crudelmente sottratto alla loro vita e al loro affetto e lo ricordano per la sua grande umanità, generosità e rigore professionale. - Milano, 10 marzo 2014. Federica Graziola e tutta la famiglia abbracciano forte Martina e Donella per la perdita del caro Il Presidente Carlo Andrea Bollino ed i Consiglieri dell'Associazione Italiana degli Economisti dell'Energia partecipano affettuosamente al dolore della famiglia del - Milano, 10 marzo 2014. Dott. Pasquale De Vita per molti anni Presidente AGIP Petroli ed Unione Petrolifera e ne ricordano la capacità e le doti di uomo e di manager. - Roma, 8 marzo 2014. Il Consiglio di Amministrazione della Saras SpA, ricordando la grande competenza e professionalità, partecipa sentitamente al lutto dei familiari per la scomparsa di Pasquale De Vita - Milano, 10 marzo 2014. Il Presidente del Gruppo Tamoil Fuad Krekshi, unitamente al Consiglio di Amministrazione e al Collegio Sindacale, all'Amministratore Delegato di Tamoil Italia S.p.A. Luca Luterotti, al Direttore Generale di Tamoil Raffinazione S.p.A. Mohamed Abulaiha, ai dirigenti e ai dipendenti tutti, esprime le più sentite condoglianze alla famiglia De Vita per la perdita dell'insigne e stimato Presidente Dott. Pasquale De Vita ricordandone le grandi qualità umane e professionali. - Milano, 10 marzo 2014. Il Presidente Carlo Alessi, il Direttore ed il Consiglio Direttivo dell'Automobile Club Caltanissetta si uniscono al grande dolore della famiglia per la scomparsa del Dott. Pasquale De Vita - Caltanissetta, 10 marzo 2014. La nostra mamma Emanuela Fanciulli è volata via con le prime luci dell'alba...- Cara mamma, rimarrai sempre nei nostri cuori e che tu possa finalmente ritrovare la serenità che meriti!- Un grossissimo bacio anche dai tuoi due nipotini.- Raffaele, Stefania, Leonardo e Ludovico.Per informazioni orario cerimonia contattare il numero: 335.82.23.969. - Milano, 8 marzo 2014. Partecipa al lutto: Marina Alessio Altichieri. Susy con figli e nipoti piange affranta la sorella Emanuela Partecipa al lutto: Emanuele Setti. Emanuela ci hai lasciato troppo presto, sarai sempre nei nostri cuori.- Dino, Betta, Stefano, Filippo con Sofia. - Milano, 8 marzo 2014. Giorgio Castoldi Ricordando con tanta simpatia e stima il Ela coraggiosa, generosa e solare.- Insieme a te se ne va un pezzo della nostra vita.- Un abbraccio immenso a Susi, Emanuele, Raffaele e Stefania.Maurizio e Nadia. - Milano, 10 marzo 2014. Massimo e Paola si stringono con affetto a Stefania, Raffaele, Susy e Didi per la scomparsa della cara Ela - Milano, 10 marzo 2014. È mancata all'affetto dei suoi cari Maria Teresa Domenighetti Ne danno l'annuncio il marito Domenico, i figli Susanna, Costante e Denise con famiglie e parenti tutti.- I funerali avranno luogo mercoledì 12 marzo alle ore 11 presso la chiesa Santa Maria di Loreto in Lugano (CH). - Lugano, 8 marzo 2014. Ing. Sergio Sacco Ciao amore la tua Laurica. - Milano, 9 marzo 2014. Partecipano al lutto: Silvia e Giorgio. Stefania Andrea e i nipoti. Fiorina Berti e famiglia. In una solitudine piena di domande Pierangelo con Paola, Orsola e Tito, Matteo ed Elisa piange Sergio coraggioso e forte fratello. - Novara, 10 marzo 2014. Alessandro e Roberta con Francesco si uniscono al dolore della famiglia per la prematura scomparsa del caro amico Sergio - Milano, 10 marzo 2014. Sergio Sergio Sacco - Milano, 10 marzo 2014. uomo retto, spirito libero e arguto polemista, affinché Dio possa accoglierlo nella sua Misericordia. - Roma, 10 marzo 2014. Il Presidente, il consiglio di Amministrazione e il personale di EMIT Feltrinelli piangono la morte del Segretario Generale Dott. Mario Palmaro e partecipano con affetto al dolore della famiglia. - Milano, 10 marzo 2014. Molto addolorato dell'andata in Cielo del carissimo amico Dott. Mario Palmaro per la sua giovane vita che da lassù assisterà, guiderà e benedirà Annamaria e i giovanissimi figli Giacomo, Giuseppe, Giovanna e Benedetto.- Li raggiunga il dolore mio, di mia moglie Amelia e dei miei familiari, uniti alla mesta preghiera.- Francesco e Amelia Rocca. - Milano, 10 marzo 2014. Il Comitato Verità e Vita partecipa al grande dolore di Anna Maria e dei figli per la prematura scomparsa del suo Presidente Mario Palmaro che oggi contempla, nella Luce che non conosce tramonto, quella verità che per tutta la vita ha servito con impegno, con sapienza e perseveranza, segnando ogni sua scelta con estrema coerenza e rendendo fino all'ultimo testimonianza a Dio, Padre della vita. - Bologna, 9 marzo 2014. Fedele e Annick Confalonieri con i figli Yves e Aline si stringono affettuosamente a Ugo Mera per la perdita della cara moglie Alessandra Barbiero Mauro Crippa e tutti i colleghi della Direzione Generale Informazione di Mediaset si uniscono con affetto al dolore di Ugo Mera per la perdita della moglie Alessandra Barbiero - Cologno Monzese, 10 marzo 2014. Marco Giordani, Paolo Calvani, Simone Sole e Pasquale Straziota sono vicini a Ugo Mera per la scomparsa della moglie Alessandra Barbiero - Cologno Monzese, 10 marzo 2014. Gina Nieri Consigliere di Amministrazione Mediaset con tutti i colleghi della Direzione si stringe ad Ugo e ai suoi figli nel dolore profondo per la perdita della moglie e mamma Alessandra Barbiero - Milano, 10 marzo 2014. Walter, con immutato affetto partecipa commosso al dolore di Wanda, Gisella, Betty e di tutti i familiari per la scomparsa dell'amico di una vita e stimato nella professione - Sirtori, 10 marzo 2014. Partecipano al lutto: Adriana e Paolo Bussi. prof. Mario Palmaro Marco Carganico - Milano, 10 marzo 2014. Partecipano al lutto: Lidia con Lucia. Riccardo con Stefano. Professore Il direttore del Dipartimento di Scienze Umane professor Alberto Gambino e l'intero corpo accademico dell'Università Europea si stringono alla giovane famiglia per la prematura scomparsa del Marco Carganico - Milano, 10 marzo 2014. I dirigenti, i dipendenti e tutti i collaboratori della società MolMed S.p.A. partecipano al dolore del Direttore Generale R&D e Operations Germano Carganico per la scomparsa del padre La famiglia Bonsaglia e i condomini di viale Romagna 58 Milano partecipano con affetto al dolore di Laurica per la scomparsa di Giorgio Castoldi Partecipano al lutto: Ulrico Carlo, Barbara, Giovanni e Matteo Hoepli. Susanna Schwarz. Marco Sbrozi. Marisa Barbaccia. Eugenio Franti. Il Presidente della società MolMed S.p.A., Professor Claudio Bordignon, il Consiglio di Amministrazione ed il Collegio Sindacale nelle persone di Romolo Bardin, Maurizio Carfagna, Alberto Carletti, Riccardo Cortese, Marina Del Bue, Gianluigi Fiorendi, Sabina Grossi, Mario Masciocchi, Alfredo Messina, Lorenzo Salieri, Raffaella Ruggiero, Fabio Scoyni, Flavia Daunia Minutillo, Enrico Scio, partecipano con dolore al lutto del Direttore Generale R&D e Operations Germano Carganico per la scomparsa del padre caro amico resterai sempre con noi.- Fulvio, Gabriella, Andrea, Ingi. - Milano, 10 marzo 2014. la Casa Editrice Libraria Ulrico Hoepli S.p.A. e tutti i suoi collaboratori sono affettuosamente vicini alla moglie e ai figli. - Milano, 10 marzo 2014. - Milano, 10 marzo 2014. Ciao Vicinissimo al dolore dei suoi cari piango la perdita di Partecipa al lutto: Margherita Bianchi. Presidente dell'AC Roma e Vice Presidente Aci. - Milano, 10 marzo 2014. - Cadorago, 10 marzo 2014. - Milano, 10 marzo 2014. Giuseppina Bertoli in Giudici Adolfo, Alessandro, Pietro Vannucci partecipano al dolore della famiglia De Vita per la perdita del caro ricordando le innumerevoli giornate trascorse insieme per discutere i problemi del settore petrolifero italiano. - Roma, 10 marzo 2014. Partecipano al lutto: Daniela Belli. Giuseppe Biffis. Marco Boido. Barbara Busetto. Mario Ceretti. Filippo Cesarino. Laura Cesati. Claudio Crosta. Giulia Galli. Gianna Gaudioso. Gabriele Ghini. Fabrizia Gobetti. Enzo Mignone. Laura Molin. Elisabetta Negusanti. Aldo Neuburger. Paola Palatucci. Franco Parvis. Eleonora Peris. Paolo Petruccioli. Tiziana Piacentini. Consuelo Pizzo. Enrico Rovelli. Mariangela Rustico. Sonia Scazzosi. Claudia Senatore. Loredana Spolti. Corina Stan. Claudia Visani Scozzi. Sergio Zanetta. È mancato l' Giorgio è partito in silenzio per il suo ultimo viaggio.- Addolorati la moglie Donella Dami, i figli Francesco e Martina Castoldi con Laura e Federico lo ricordano a tutti coloro che gli hanno voluto bene.- Il funerale si terrà mercoledì 12 alle ore 11 nella parrocchia di San Benedetto Abate presso Don Orione, via Caterina da Forlì, Milano. - Milano, 10 marzo 2014. Ugo Aniasi addolorato partecipa al lutto dei familiari per la scomparsa dell'amico - Londra, 10 marzo 2014. - Londra, 10 marzo 2014. Il nostro amato Marco Dott. Marco Fertonani Marco - Milano, 10 marzo 2014. Caro sei stato un mentore e un amico.- Ti ricorderemo sempre con grandissimo affetto Paola Caburlotto e Mauro Mineo. - Milano, 10 marzo 2014. grande protagonista e pioniere dell'Executive Search in Italia, uomo di studi e di azione, di illuminante intelligenza e grande umanità.- Un abbraccio affettuoso alla moglie Mara e al figlio Claudio da tutti i collaboratori e consulenti. - Milano, 10 marzo 2014. Matilde Lo Studio Pirola Pennuto Zei & Associati partecipa al dolore del Professor Avvocato Francesco Mucciarelli per la prematura scomparsa del - Milano, 11 marzo 2014. La Proper Transearch piange la scomparsa del suo fondatore e Presidente appassionato e illuminato artefice della nascita e dello sviluppo della azienda in Italia e nel mondo. - London, 10 marzo 2014. I soci di L-GAM sono vicini a Ferdinando per la scomparsa della madre Il Presidente Mario Monti, il Vice Presidente Luigi Guatri, il Rettore Andrea Sironi, il Consigliere Delegato Bruno Pavesi, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio dei Revisori dei Conti, il corpo docente e il personale dell'Università Bocconi partecipano commossi al grande dolore del professor Francesco Mucciarelli e della famiglia per la scomparsa del Marco Fertonani che lascia di sé il migliore dei ricordi.- Custodi dell'immenso affetto che li ha sempre uniti, lo piangono sua moglie e suo figlio Claudio con la propria famiglia.- L'estremo saluto a Marco verrà dato il giorno 11 marzo alle 16.30 presso la cappella della Casa Funeraria San Siro in via Amantea. - Milano, 10 marzo 2014. Il Presidente Tommaso Corcos, l'Amministratore Delegato Nicola Doninelli, il Consiglio di Amministrazione e tutti i dipendenti di Epsilon Sgr partecipano al lutto di Matteo, Elisabetta e Cecilia De Laurentiis per la scomparsa della piccola - Milano, 10 marzo 2014. Prof. Avv. Guido Mucciarelli Un tramonto struggente ha concluso la luminosa giornata terrena di Anna, Marisa, Silvia, Luciana con Roberto e figli abbracciano Donatella, Dodi e Matilde ricordando Silvano - Milano, 10 marzo 2014. Con Silvano Boccardi scompare un maestro per la riabilitazione e per ciascuno di noi, tutti suoi allievi.- Luigi Tesio, Ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa, Università degli Studi di Milano. - Milano, 10 marzo 2014. Il presidente, il Consiglio d'Amministrazione e tutti gli operatori della Fondazione Don Carlo Gnocchi partecipano al dolore dei familiari per la perdita del caro Prof. Silvano Boccardi maestro e padre fondatore della medicina riabilitativa italiana, competente e generoso collaboratore della "baracca".- Il Beato don Gnocchi, con il quale ha tanto contribuito a donare dignità, qualità di cura, recupero e speranza a tanti piccoli e grandi, ottenga per lui conforto e pace eterna. - Milano, 10 marzo 2014. "Le anime dei giusti sono nelle mani del Signore". Ha lasciato la vita terrena, accolta tra le braccia del Padre, la duchessa Maria Letizia Gladys de Vargas Machuca Lo annunciano il figlio Diego, i nipoti Fadrique, Tomàs, Ludovica e Letizia, le pronipoti Violante, Beatrix e Laudomia.- I funerali saranno celebrati oggi 11 marzo alle ore 14.45 nella Basilica di Santa Maria delle Grazie, Milano. - Milano, 10 marzo 2014. Giovanni e Ginevra Ventimiglia di Geraci sono vicini ai cari amici il Duca Don Diego de Vargas Machuca e i Conti Alvise e Fadrique Donà dalle Rose nel momento del passaggio alla gioia senza fine della indimenticabile donna e amica duchessa Maria Letizia Gladys de Vargas Machuca esempio di fede, speranza e carità. - Lugano, 10 marzo 2014. Francesco Aspesi, Fabrizia Baldissera, Giuliano Boccali, Vermondo Brugnatelli, Maria Piera Candotti, Alessandro Passi, Agata Pellegrini, Guido Pellegrini, Cinzia Pieruccini, Tiziana Pontillo, Daniela Rossella, Paola Maria Rossi e Massimo Vai, con le loro famiglie, addolorati annunciano la scomparsa del Prof. Dott. Carlo Della Casa loro maestro e predecessore, già titolare della cattedra di Sanscrito nell'Università degli Studi di Palermo, poi in quella di Milano (1974-1997) e qui Direttore dell'Istituto di Glottologia e Lingue Orientali (1980-1997), ricordandone con affettuosa, immutata gratitudine la conoscenza vastissima e la profonda umanità. - Torino, 8 marzo 2014. Le Edizioni Unicopli partecipano al dolore per la scomparsa del Prof. Carlo Della Casa - Milano, 10 marzo 2014. Luigi Strada I condomini di via Terraggio 17 - Milano e l'Amministratore partecipano con cordoglio al lutto della famiglia per la scomparsa del sig. Luigi Strada - Milano, 10 marzo 2014. Emilio e Maria Chiara Curtoni ricordano con affetto e gratitudine il Professor Giuseppe Roberto Burgio Maestro indimenticabile di pediatria e di vita. - Piacenza, 9 marzo 2014. Alberto Vierucci, Elio Novembre e Maurizio de Martino partecipano con affetto e viva commozione la scomparsa del Prof. Giuseppe Roberto Burgio scienziato, clinico, e ineguagliabile Maestro della moderna pediatria. - Firenze, 9 marzo 2014. Francesco Cella, Luigi Cella, Piera Ferraris ed Elisa Nembri, con commossa partecipazione, sono vicini al dottor Gian Luca Sichel nel dolore per la scomparsa del padre Gianni Sichel - Milano, 10 marzo 2014. Maurizio e Luisa, Francesco e Alessandra partecipano con affetto al grande dolore di Gian Luca e famiglia per la perdita del caro padre Gianni Sichel - Milano, 10 marzo 2014. Il Presidente Achille Colombo Clerici, i Consiglieri, i Consulenti, il Segretario Generale di Assoedilizia Associazione della Proprietà Edilizia partecipano con profondo cordoglio al lutto della famiglia per la scomparsa della signora Carla Lischetti - Milano, 10 marzo 2014. I condomini e l'amministratore del condominio via Necchi n. 12, Milano, partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa della sig.ra Ilona Margot Wollner - Milano, 10 marzo 2014. 2004 - 2014 Luciana Balsamo da dieci anni sei sempre nei nostri cuori.- Tuo figlio Alessandro e tuo nipote Giacomo. - Milano, 11 marzo 2014. Ad esequie avvenute di Aldo Paolettoni (Grande ristoratore) morto in Aosta il 1º marzo.Ringrazio tutti coloro che hanno condiviso il mio dolore.- Giovanni. - Milano, 10 marzo 2014. SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] Fax 02 25846003 Telefono: 02 50984519 45 Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile 6-> -5 ! 6:9 ->+ 6!+ -:+ 6:> ->! 6: --- 6!9 -:9 6!9 -:! 69> --- 69! -- 69! -- -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" * 38 &*48&(&8 3883&==3 ,""& ( 3"&,*& ( )&, 3&8&, &( ; *$ ( ; &4,( )""&,3& ,* .&,"" 4.34 (83*8 4$&3&8/ )3,(' (2*8&&(,* (( ==,33 ,*0;&483 8;88 ( *,483 *&4,( .,38*, ( 8)., ).&)*8 4,(""&8, 4; 8;88 ( *,483 3"&,*& 4(<, ;(8&)& 83&<& .&,<4$& 4;(( =,* &*83* (( &&(&/ ).38;3 &* "3;( ;)*8, ,<;*0; ,* <(,3& ),(8, <&&*& & :>/ ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" ,48 ,3&*, *,< ,(,"* ,) ).,44, / (3& 8*& &(*, 3*8, *=& 3&48 &3*= 3;"& *,* 10;&( .,(& 3& ,8*= 8 $-%( (3), ("$3, "(&3& ;3 & (& ,( ;<,(, ,.38, &,""& ,<4& ).,3(& < ,38, ,38 ,(8, ,38 (), %8 *,* ,48 3& ,(,"* ,(=*, 34& "(&3& ) )) 3 4 0 )4 ); )3 ) ) ) )0 3*, &,""& %8 3 3 ); 3 ' )) )4 0 ) )3 )4 ) )0 ) ;<,(,4, 10;&( 44&* &(*, .,(& (& (3), ).,3( %"& %8 ' ' ); 0 )4 )3 ) ) )3 ) ) ,.38, 3) 3;"& 43 &4 ,8*= / (3& &)&*& < %"& %8 ' 0 4 / ) ); )4 ) 0 ) )3 ,<4& ,) ,3&*, 3*8, 3&48 &* *=& 3,* %"& %8 0 3 )) 3 ' 0 )0 )3 )4 ) ) ) ) & Sudoku Diabolico 8 7 3 3 5 7 1 7 3 9 Puzzles by Pappocom 5 7 4 2 6 6 5 6 8 1 2 3 Altri giochi su www.corriere.it LA SOLUZIONE DI IERI 4 4 9 8 3 6 9 2 8 7 5 1 4 2 4 7 9 5 1 8 3 6 8 2 3 7 9 4 6 5 1 9 5 6 8 1 3 2 4 7 4 7 1 5 6 2 3 8 9 1 9 4 3 2 5 7 6 8 6 8 5 1 7 9 4 2 3 "6 -$"&( -.6" - (&- %.2-% 2(($% (*&!& 5$"&( "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 (% -$$(& -" ".(& "-& 2& 5&"." $-" 7 3 2 6 4 8 1 9 5 $!" !&!" a 9,90 euro più il prezzo del quotidiano &(56- 9&9 !"( &2"( 7 (-# $ "-( & -&".( (. &$. .$& "% "-2 Da giovedì con il Corriere il secondo volume della ccollana La grande cucina iitaliana, le ricette rregionali presentate da Carlo Cracco. Disponibile C il volume dedicato al Veneto. (#9( &#(# -. ((2 5$ !"&( Da giovedì con il Corriere Ricette venete: Cracco racconta la grande cucina Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 5 1 8 4 3 6 9 7 2 $."&#" .$( "%5-( "&88, %"& ).,44, 8*& 3,8,* ;*, &3*= *,< ).3& ,44, %"& ,( & 2&).,**8 )48,4, *8&&(,* (( ==,33 &*< (2;3,. .,4&=&,* &( 4;, *83, 4;( 3 ( ,3 ,*&=&,**, &( 8)., 4;(( 0;4& 8,8(&8 ( ,*8&**8 ;3,.,/ ;( 4;, ,3, )3&&,*( 4,33,*, ,33*8& 34$ ,3&*8(& $ )*8*",*, *,3 ;* 38 &*48&(&8 4;( &833*, *83,%)3&&,*( 4;& 488,3& 4; ,3&*8(& ;3,.&/ )., 48&( 4,(""&8, (83,</ "( &"-( 5&(. "-. "-(" (. 5& "22 $ *( "22 $ .."( Oggi su www.corriere.it I più letti Brasile 2014 Stadio di Manaus Champions Inaugurato lo stadio che ospiterà la sfida ItaliaInghilterra il 14 giugno. Il Milan tenta l’impresa Emirati Arabi la figlia che porta in 1 Usa, tribunale i genitori Renzi: sindacati contro, ce 2 ne faremo una ragione aereo disperso: 3 Malesia, identificato un sospetto Crozza in gran forma: 4 bordate contro tutti rosa, Forza Italia è 5 Quote sul no. «Deciderà l’Aula» Facile da ricordare Il numero di cellulare «050 7777777» all’asta per 1,5 milioni di euro. Fukushima Tre anni dopo Reportage a tre anni dall’esplosione della centrale nucleare. Foto. Ritorno degli ottavi: rossoneri impegnati contro l’Atletico Madrid per ribaltare la sconfitta dell’andata, 0-1. Alle 20.45 in campo a Madrid. Al Milan serve vincere con 2 gol. 46 Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER RIDERE PER DISTRARSI Un cast di comici per Gregoraci I nuovi martedì con Carrie e l’eros Torna il programma comico condotto da Gigi e Ross con Fatima Trotta ed Elisabetta Gregoraci (foto). In diretta dall’Auditorium Rai di Napoli, per otto serate, i conduttori guideranno la squadra di comici che piace ai più giovani. Confermati nel cast Marco Della Noce nelle vesti di Larsen, il bizzarro microfonista della Brianza, il prof. Enzo Fischetti (indispensabile per tradurre le battute troppo «terrone» al pubblico) e il musicista dj Frank Carpentieri che scandirà il ritmo del programma con le sue musiche originali. Ospite di questa sera Roberto Giacobbo. La7 sceglie un martedì sera (anzi tanti martedì sera) di sapore sessuale per sostituire Salvo Sottile e la sua «Linea gialla» chiusa anzitempo per ascolti non all’altezza. E così gli orfani della cronaca nera potranno consolarsi con le 4 splendide amiche — Carrie (Sarah Jessica Parker nella foto), Miranda, Charlotte e Samantha — che vivono a New York tra fidanzati, sesso, amore, glamour, sfilate, cocktail. Una serie indimenticabile bella da rivedere. A seguire le fantasie «inconfessabili» di «La Malaeducaxxxion», il talk di Elena Di Cioccio. Made in sud Rai2, ore 21.10 Sex and the city La7, ore 21.10 ,>Ó ,>Î ,iÌi{ >>ix Ì>>£ >Ç /Û À>°Ì À>°Ì i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix >Ç°Ì ÌÛ°Ì È°ää 1," 7-° ÌÌÕ>ÌD È°£ä 1 "// ° ÌÌÕ>ÌD È°Îä / £° *,6-" -1 6/ -6, ",/° È°{x 1 "// ° ÌÌÕ>ÌD ££°Óx 1 "// < ° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää *,"6 1" "° 6>ÀiÌD £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°£ä 6,//" ° ÌÌÕ>ÌD £x°Óä 6/ ,//° ÌÌÕ>ÌD £È°xä , *, /" /", ° £Ç°ää / £° £n°xä ½,/° +Õâ° `ÕVi >À Ì Óä°ää /", ° -, Óä°Îä , /1"° 6>ÀiÌD° `ÕVi >Û Ã> Ó£°£ä 1", --] */"" - " "° ÃiÀi° ÕV>> ÌÌââiÌÌ° i «À}À>>\ /} £ Èä ÃiV` È°{ä ,/"" -° ,>}>ââ n°£x 1 1" <<"° -iÀi n°Îx -*,/ "1-76- -,/ 7-/, ° /iiv £ä°ää /Ó -° ÌÌÕ>ÌD ££°ää // 6"-/,° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä / Ó "-/1 -" /° ÌÌÕ>ÌD £Î°xä Îΰ ,ÕLÀV> ` >ÌÌÕ>ÌD £{°ää //" //"° ÌÌÕ>ÌD £È°£x " - // ,,-"/° /iiv £Ç°{x / Ó - °°-° /" Ó° £Ç°xä , / -*",/° £n°£x / Ó° £n°{x -+1, -* ", ££° /iiv Ç°Îä /, 1" ", " ," ° ÌÌÕ>ÌD n°ää ",° ÌÌÕ>ÌD £ä°ää ,/,° ÌÌÕ>ÌD ££°£ä / Î 1/° ££°£x -,° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää / ΰ £Ó°Óx /Î 1", /° ÌÌÕ>ÌD £Ó°{x * +1"/ "° ÌÌÕ>ÌD £Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £{°ää / ," ° / ," /"° £{°Óä / ΰ /" ΰ £{°xä /, " ,"° ÌÌ° £x°ää / Î °°-° £x°äx /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £x°£ä /,, "-/,° /iiv £È°ää -*// " "° VÕiÌ £È°{ä "° VÕiÌ £°ää / ΰ £°Îä / ,° / , /"° Ç°Óä n°£x °{ä £ä°{ä 6 ° /iiv 1 /,° /iiv , ,° /v - "- ¶ ÌÌÕ>ÌD , // ½/ ° ÌÌ° / { /"°/ / /6 ",-° /iiv - ", "° /iiv " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD 1, -/,//" Ó£° /v 9 -,/ *--" ° /iiÛi> *-/,"° 7iÃÌiÀ] 1Ã>] £xÈ® / { /"°/ -,/"° /iiÛi> /*-/ ½",° ->« "«iÀ> È°ää / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD n°ää / x // ° n°{x // " +1° ÌÌÕ>ÌD £ä°ää / x ", £ä° ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° /"°/ £Î°{ä 1/1° ->« £{°äx , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £{°£ä /"6/, ° ->« £{°{x 1" " ° /> Ã Ü £È°äx , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £È°£x -,/"° /iiÛi> £Ç°£ä *"," +1° ÌÌÕ>ÌD £n°xä 6 / 1 /,"t +Õâ Óä°ää / x° Óä°{ä -/,- "/< 6" ½,,1 <° /} ->ÌÀV° `ÕVi V>ÀÀ> i *Vi n°{x 1 *, ° /iiv ££°Óx ,° "1- 6-" ° /iiv £Ó°Óx -/1" *,/"° /"°/ £Î°äx -*",/ -/° £Î°{ä , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £{°ää , ,/" £Î 6° ,i>ÌÞ £{°£ä -*-" ° >ÀÌ £{°Îx ," /° >ÀÌ £x°ää /",9 ° -iÀi £x°xä 1 1" £ÉÓ° -iÀi £Ç°ää "7 / 9"1, "/,° /iiv £Ç°Óx /° /iiv £n°Óä "6 1- Ó° -iÀi £n°Îä -/1" *,/"° /"°/ £°Óä °-° - , ° /iiv È°ää / Ç° i «À}À>>\ iÌiÆ "ÀÃV«Æ /À>vvV È°xx "6 -° ÌÌÕ>ÌD Ç°ää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD Ç°Îä / Ç° Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi /â>> *>i> ££°ää ½, /,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÞÀÌ> iÀ £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/, - , - "° /iiv £È°{ä "--," ",,° /iiv £n°£ä ½-*//", , 9° /iiv Óä°ää / Ç° £Î°Óä , /-\ /* 1, *, , ,,° /iiv £{°£x - ,1-° -iÀi £x°£ä ", 9° /iiv £È°ää -/ 6/ *,° 6>ÀiÌD £È°xä / "° 6>ÀiÌD £Ç°xä / ,-° 6>ÀiÌD £n°Óä -/ 6/ *,° 6>ÀiÌD £°Óä - ,1-° -iÀi Óä°£x ", 9° /iiv Ó£°£ä ," 1 , -1*,-/,° /iiv ÓÓ°ää ,<< , 6 ° 6>ÀiÌD Óΰää *""° -iÀi Óä°Îä / Ó Óä°Îä° Ó£°ää /*, / 6" " /9 ,ÕLÀV> Ó£°£ä -1° 6>ÀiÌD° } E ,ÃÃ] >Ì> /ÀÌÌ>] Ã>LiÌÌ> Ài}À>V Óΰ{x / Ó° Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Óä°£x - " "- 1/° ,i>ÌÞ Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ó£°äx ,'° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi Û> Àà ÓΰÓä <"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ° >V Ó£°£x "* " " "° i`>] Ì>>] £Èx®° ,i}> ` Õ} iV° iÀÛ] iÀ>`i] À>âi> À>>Ì>° i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°Ì Ó£°£ä " , /" /1" "° À>>ÌV] 1Ã>] Óä£Ó®° ,i}> ` -VÌÌ Vð <>V vÀ] />ÞÀ -V }] ÞÌ i >iÀ° i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°Ì Ó£°£ä ,,"7° /iiv° -Ìi« i i] >Ìi >ÃÃ`Þ] i ÓÓ°ää / /"",,"7 *"*° /iiv ÓÓ°xx ,6"1/" ° /iiv° Þ ÕÀi] /À>VÞ -«À`>à Óä°Îä "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ Ó£°£ä -8 / /9° /iiv° ->À> iÃÃV> *>ÀiÀ] >ÌÌÀ>] ÀÃÌ >Ûà Óΰ£ä 1 888" ° /> ÓΰÓä *",/ *",/° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕ 6ië> ä°xx / £ "//° £°Óx /*" ° £°Îä -"//"6" ° ÌÌÕ>ÌD Ó{°ää Ó 8/° " " 1/1,"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi >Ã> ÀÕV ä°xx , *, /" /", ° Ó{°ää ä°£ä £°ää £°äx £°Îx Óΰ{ä -* *" - 1° >V £°Óä / { / 7-° £°{x / * ° ÃiÀi ÓΰÎä ° i`>] 1Ã>] Ó䣣®° ,° Ü>À`° 6Vi 6>Õ} ] iÛ >iÃ] 7> ,Þ`iÀ Óΰxä -"7° 6>ÀiÌD° `ÕVi >ÀÞ >Ã] /i >ÕV>À £°Óx , ,/" £Î° ,i>ÌÞ ,>{ ,>x ,> -ÌÀ> ,> Õ« ,i> /i >Ãà /Û À>°Ì /Î "//° / ," ° /" ΰ -* *° ÌÌ° *, *,° ÕÃV> £ä°xä ££°Îä £Ó°ää £Ó°xx £{°ää £x°Îä £È°Îx £È°xä £n°xx £°Îx Óä°Îä i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ ä°Óx / Ç / -° ÌÌÕ>ÌD £°Îä "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ £°{ä "6 -° ii>Þ /6 £È°Óä 1", ,"° 6>ÀiÌD £Ç°ää 9 /-° ÕÃV>i £n°ää *,"*"-/" , ° /iiv £°ää *,// " /,"**"° -iÀi £°Îä -- E "9° /iiv Óä°ää ", *-1° ÕÃV>i Óä°Óä 1", ,"° 6>ÀiÌD Óä°{x ,"" ° 6>ÀiÌD Ó£°ää ,/9 -89 " 9° /iiv ÓÓ°ää 9 / ° 6>ÀiÌD 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi Zac Efron, l’Iraq I fantasmi del passato e la foto portafortuna inseguono Amell Un marine (Zac Efron) sopravvissuto a tre missioni in Iraq, attribuisce la propria buona sorte alla foto di una donna (Taylor Schilling, foto con Efron) che non ha mai incontrato. Ho cercato il tuo nome Canale 5, ore 21.10 Freccia Verde (Stephen Amell, foto) è in fin di vita: la cura che gli viene somministrata dal suo team gli causa diverse allucinazioni come la visita di tre fantasmi del passato. Arrow Italia 1, ore 21.10 La prof Littizzetto al liceo scientifico Tasse, casa, lavoro Dibattito da Floris Luciana Littizzetto torna a vestire i panni della professoressa Isa Passamaglia nella seconda stagione della fiction ambientata in un liceo scientifico. Fuoriclasse Rai1, ore 21.10 Tasse, casa, lavoro. Giovanni Floris ne discute con Nunzia De Girolamo, Dario Nardella, Gianni Alemanno, Giuseppe Recchi, Maurizio Belpietro, Dominik Salvatore. Ballarò Rai3, ore 21.05 Ç°£x n°{x °Îx £ä°Óä ££°££ ££°xä £Î°£x £{°äx £{°xx £x°Îx £È°Óä £Ç°äx £Ç°£ä £Ç°xx £°Îä Óä°Óx Ó£°£ä ÓÓ°Îx Óΰäx ä°{ä À>°Ì À>°Ì -/,° -iÀi "-/ 7",° -iÀi 8 ° -iÀi *,6/ *, / ° -iÀi ,"/,- --/,-° /iiv -/,° -iÀi ,1-° /iiv *,6/ *,/ ° -iÀi ,"/,- --/,-° /iiv äÓ£ä° -iÀi " /, ° -iÀi , 7- ", "° 8 ° -iÀi -/,° -iÀi - /1,9° -iÀi ,"-° -iÀi , 9° / ÀiÀ®° ,i}> ` 7ià À>Ûi° 7" , ° ÌÌÕ>ÌD "69 "9° ÀÀÀ® **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD £È°Óä 6, ,1-/ ° "«iÀ> £Ç°{x , 7- ", "° £Ç°xä 6 //, -"7° /> Ã Ü £n°{ä 1 ] "<,/° ÕÃV> £°{ä -"-/"6 ° ÕÃV> Óä°{ä *--*,/"1/° ÌÌ° Ó£°£x 1,"° À>>ÌV® £°ää " ,6" Çn nÓ° VÕiÌ £°Îä ,- -/ //°V° Óä°ää , x{° VÕiÌ Óä°Îä /*" -/",° VÕiÌ Ó£°£x 7/, ,--"° V° ÓÓ°£x 79 *"6,/9¶ ",- /,,° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £Ç°xä , 7- ", "° £Ç°xx //9 ° /ii° £n°{ä * 6/° /iiÛi> £°Óx /, ,6,-° -iÀi Óä°£ä ,- " ," ° -iÀi Ó£°£ä / - " 1 <" ° 6>ÀiÌD ä°Îx , ° Ó°Óx , 7- "//° À>°Ì À>°Ì £Ç°Óx , 7- ", "° £Ç°Îä ° £°Îä * ] ", °°° Ó£°£x /,,,° Óΰäx "//", ,"--"° £°Óx , 7- "//° £°Îä **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD À>°Ì Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ý >Ç` `>Ý°Ì V>ÃÃ°Ì >Ç°Ì £Ç°xx 7 8 1° >ÀÌ £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x , ° /iiv £°Îä 6"//° /iiv Óä°Óä 6 /","1-° /iiv Ó£°£ä 7 8 1° >ÀÌ ÓÓ°Óx 1 1 * ° Óΰ£x 1"6 66 /1, */, * ° >ÀÌ £n°£ä , **° ÌÌÕ>ÌD £°£ä "-- /",/° ÌÌÕ>ÌD £°{ä 1", 5° ÌÌÕ>ÌD Óä°{ä "-- /",/° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä 9 - \ // " <1 ,"° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää 7E",,° /iiv £{°ää " */," -/ ° -iÀi £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°Îä / -*",/° ÌÌÕ>ÌD Óä°{ä -/," /- ,-/"° VÕiÌ>À ÓÓ°Îä 7E",,° /iiv £n°Îx 1/"° ÌÌÕ>ÌD £°Îä , /1// "-/° V° Óä°Óä " *1 ° VÕiÌ>À Ó£°£ä , /1// "-/° VÕiÌ>À ÓÓ°ää " / , 7,-° VÕiÌ>À £n°äx " "° ,i>ÌÞ £n°xx / Ç° £°ää 5 //° ÌÌÕ>ÌD Óä°äx 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä ] 1 " -,," ° /v Óΰää *, -1-* /° /v ä°{x "6 -° ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì £°äx "9° >ÀÌ £°£ä - * / 6®° >ÀÌ £°Îä - /"*" "° >ÀÌ £°xä ,/" " < "° >ÀÌ Óä°£ä *** *° >ÀÌ Ó£°Óä * "" , " E "9° >ÀÌ Àði`>ÃiÌ°Ì £x°xx " - "-- ",° £Ç°Îx , , 1/"° £°Óx /° /iiv Óä°£ä , ° /iiv Ó£°ää 6, ° Óΰ£ä -/", ° ÓΰÎx , ",° £°xx /, "- //,° ViÌÛ°Ì £°£x , 1"° VÕiÌ>À Óä°£x , ° 6>ÀiÌD Ó£°£ä ½- / ° 6>ÀiÌD Óΰ£x 1 , -,6/"° £°£x 7 1,/ 66° ÀÀÀ® i`>ÃiÌ°Ì £Ç°Îä " /" -*"- , ° VÕiÌ>À £n°Îä *, /""° /v £°Îä ° /iiv Óä°Óä 1 *, ° /iiv Ó£°£ä ,6 " *"° Óΰää 1" " ° /> Ã Ü ÌÛÓäää°Ì Óä°ää ,"-," "1,- ,/° ,i}i Óä°Îä 1", ", "° ÌÌ° Óä°xx / /° Ó£°Óä /, ° ÓÓ°{x "° /iiv Óΰ{ä ",<" 1 ,-/ ,"-,"°°° 47 Corriere della Sera Martedì 11 Marzo 2014 Pay Tv Film e programmi Mandelli circondato da troppe donne Figlio maschio in una famiglia di femmine, Andrea (Francesco Mandelli, foto) è vessato da una madre generale, tre sorelle fastidiose, una nonna farneticante, una badante svogliata. Pazze di me Sky Cinema 1, ore 21.10 Colpo in Brasile per Walker e Diesel -Þ i> -«ÀÌ £{°£ä 1 ½*,"66-" 1 Õ >ÀÀÛ> > à }iià «iÀ vÕiÀ>i `i «>`Ài i ÃV«Ài ` >ÛiÀi Õ> ÃÀi> >VÃÌ> ` VÕ }À>Û> ½iÃÃÌiâ>° -Þ i> *>Ãà £È°£ä " / <<" ½8 iÝ] i -Ìi> à ÕÃV «iÀ Õ Ã ÃV«\ «>ÀÌÀi `ÀÃi iâ >} Õ V i viÃÌ> i ÛÌi `ii `i° -Þ i> *>Ãà £n°äx " 1 ","" /1//" , L m Õ `Ã>ÃÌÀ] ÀiÃVi > > >ÌiiÀi Õ >ÛÀ] > « à L>ÌÌi i] >`Ài Ã}i > VÕ ÃiÀÛi Õ >}}À`° -Þ i> >Þ £°£ä ,6"- -iV` v ViÌÀ>Ì ÃÕ> vÀÌÕ>Ì> ÃiÀi VÀi>Ì> `> i i -iÀ}i ° }iV> ÃV«Ài V i >ÀÌ] VÌi ` *iÞÀ>V m >VÀ> ÛÛ°°° -Þ i> >ÃÃVà £°{ä - /-"," " " , > ÃV>Õ««> >à i Õ }ÀÕ«« ` «iÃV iÀiVV ÌÌ> VÌÀ Õ> >Ûi ÕÌÀ>`iÀ> «iÀ > ëÀ>ÛÛÛiâ> `i À Û>}}° -Þ i> >Þ Ó£°ää 7, ½, -iÌÌi "ÃV>À «iÀ v ViÌÀ>Ì ÃÕ> ÛÌ> i i >ÛÛiÌÕÀi i`ÀiÌi `i ÌiiÌi /°° >ÜÀiVi *° "½/i®° -Þ i> >ÃÃVà // *",/ ½1 6,-" -iÌ }>iÌÌ ÌÀ> «ÀÌ>}ÃÌ `i> «iV>] ° >Üi i 1° / ÕÀ>] >LiÌ>Ì> i vÕÌÕÀ° >Ì >} "ÃV>À° -Þ i> ÕÌ 7/, ",- -- > VÀi>ÌÀ `i ºi VÀ>V i ` >À>»] Õ> ÃÌÀ> ` >ÛÛiÌÕÀ> i ` >Vâ> ÌiÀ«ÀiÌ>Ì> `> ° 7>Ìà i Ài>ââ>Ì i ÓääÇ° -Þ i> >Þ , "*" iÛ] VÀ>i }iÌÕ] Ûii ÃÌÀiÃÃ>Ì `>> v`>â>Ì> V i } ë> à `i>À° *iÀ µÕiÃÌ >VViÌÌ> Õ V>ÀV `iV>Ì°°° -Þ i> >Ý ", ½ " Õ «>ià `i> ÕÃ>> à ÃÌ> «iÀ ÃÛ}iÀi Õ >ÌÀ\ iiÀ} i >Ãi `ii VµÕi «ÀÌ>}ÃÌi° -° >V>i° -Þ i> *>Ãà ӣ°£ä " / iÌÀi à }iià Ûii `ÃÌÀÕÌÌ> `>½>«V>ÃÃi] Ãi >V À>} ÌÀ>««>Ì V>Ã> ` >ià À>V° -Þ i> £ / ,6 `iÌiVÌÛi i`à V i`i >ÕÌ >` `}>À > *i «iÀ `>}>Ài ÃÕ Õ V` VÕ «>ÀÌV>À VV` V Õ `i À>VVÌ `i ÃVÀÌÌÀi° -Þ i> Ìà ÓÓ°{ä -*, -° ,> Ài}ÃÌ> ` º/ i vÌ » `À}i /° >}ÕÀi i ° ÕÃÌ i> Ã>}> `i½Õ À>}° -Þ i> >Ý ÓÓ°xä 66 ½/ « Õ> ÌÌi ÌÀ>ÃVÀÃ> V Õ> ÃÕLÀiÌÌi] Õ «ÌV Ûii VÌ `> Õ >Ài° i VÃi}Õiâi ÀÃÕÌ> «iÀ ÌÕÌÌ L>À>ââ>Ìt -Þ i> £ ÓÓ°xx -/* 1* { ,6"1/" -i> à >À> ` Þ] L>iÀ> i v}> `i½Õ Ìiâ>Ì > À>`iÀi > ÃÕ µÕ>ÀÌiÀi VÕ Ã >i> À>}>ââ° -Þ i> >Þ Óΰäx ," "/ 1 }ÀÕ«« ` >â> `iV`i ` ÌÀ>ÃVÀÀiÀi } > `i> «iÃi `>° ½Ìi >À}` `ÛÀiLLi iÃÃiÀi > ÀëÃÌ> >i À ÀV iÃÌit -Þ i> Ìà ä°Îx 1"6 ½"," iÌ] >ÀÀVV Ìà }À>âi > Õ> V`ÌÌ «À«À ÀÌ`ÃÃ>] iÌÌi `ÃVÕÃÃi > Ã> ÛÌ> `« > ÀÌi `i> ÃÕ> >>Ìi° -Þ i> ÕÌ ä°{ä "* iÕV> ÃV>i ÃÕ ÃvÀÕÌÌ>iÌ `i} «iÀ> ii `ÕÃÌÀi ` /À ` ° Vi° -Þ i> >ÃÃVà ä°{x - < , 7ii] VÀÀiÀi LVViÌÌ> > iÜ 9À] `iÛi VÃi}>Ài Õ «>VV iÌÀ ä ÕÌ° «>VV «iÀ¢ ÀÃÕÌ> «iÀVð°° -Þ i> >Ý £{°ää -/\ " -Þ -«ÀÌ Ó £{°{x -"\ /"1 9 , 1/ 6,- 9 "1,-° £nä *>À} ââ>° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £{°xx "\ ,* *"6 -iÀi ° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ £x°{x -1,\ 1 -ÕÀv Ì i «Ã 9>V Ì E -> £È°£x -1,\ -1, -,9>V Ì E -> £È°{x ,19\ ,1-,- -/",,-Õ«iÀ £x -Þ -«ÀÌ Ó £Ç°Îä "\ *,- - / , , , 1iv> 9ÕÌ i>}Õi° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Ç°{x 9 / E - 9>V Ì E -> £n°ää "\ /, /", " -iÀi -Þ -«ÀÌ £ £n°Îä "\ 16 /1- ", / -iÀi -Þ -«ÀÌ £ £°ää / -\ /,<" /1, " /* 7À` /ÕÀ >ÃÌiÀà £äää `> 7ið ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ Ó Óä°ää *1/"\ ° ,, ° "6, `>i *ià i`° vviÀÌ> ÕÀëÀÌ Óä°{ä "\ // " , 1 >«Ã i>}Õi° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ Óΰää "/" -"\ * / `>i ÌVÀÃð vviÀÌ> ÕÀëÀÌ -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £x°äx "7 / 9"1, "/, Ý £È°£ä -- ÃiÞ >i £Ç°ää 1 " ÃiÞ >i £n°£x 7 E ",,\ 1 / -* Ý Ài £n°xä /1//" ,/" ÃiÞ >i - E / Vi`i £°£ä ° °°-° Ý Ài Óä°äx , - Ý Ài Óä°£ä -1, 9- ÃiÞ >i Ó£°ää , - Ý Ài Ó£°£ä x -Þ 1 Ó£°Îä ° °/° , ÃiÞ >i Ó£°{x , E "- Vi`i Ó£°xx / ""7 Ý Ài ÓÓ°ää /- ÃiÞ >i ÓÓ°£x / -*"6, 1 ÃiÞ >i £{°xä 6-/ -*"- " /," -1" , £x°ää *," / ,1 79 1- x Ý vi £È°Îä - " / -*// -Þ 1 £°£ä 1,, /",/ £°Óä ,/9 / , -Þ i> >Ý Óä°Óä 1 ", -/, 1-/, -Þ 1 Ó£°ää 6-/ -*"- " /," -1" , ÓÓ°xä -/, / Î -Þ 1 ÓÓ°xx 1,, /",/ Óΰäx /"1, ÃiÞ >i Óΰxä ½1-" -/ ,-- -Þ 1 ä°{x *," / ,1 79 / 9 Ý vi £{°Îä "9 // - , Ó £x°Óä ,"--, Ó £È°ää " -/,- 6- Vi`i £Ç°ää -/9 1- " - ,"// i`à £Ç°{x "," iÀ>} £n°£x *"" ,"E "\ 66 /1, 1 Ó £n°Îä -/- Î i`à £°äx /1//" ,/9\ -/, Ó Óä°äx -*" " Vi`i Óä°Îä 1"6 66 /1, */, * i`à ӣ°£ä 7 8 1 ,> Õ« Ó£°Óä /- - /79 Vi`i Ó£°{ä 6 /1, / >ÀÌ iÌÜÀ £{°£x /,<" /*" ÃVÛiÀÞ -ViVi £x°£ä , 1" /8ÃÌÀÞ >i £È°£ä " //" ÃVÛiÀÞ -ViVi £Ç°Îä -/, -/", ÃVÛiÀÞ -ViVi £n°ää / * ,- , 6 / -Þ 1 £°äx -\ " 6/ ÃVÛiÀÞ >i Óä°ää , +1//," ,1"/" / ," ÃVÛiÀÞ >i Ó£°xä 1 /,, >Ì> i}À>« V ÓÓ°ää " 6,\ ",- ½"," ÃVÛiÀÞ >i ÓÓ°xä 1/"-/, *, ½ , " >Ì> i}À>« V £x°£n ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°{n -* 7,,",-° /Û *ÀiÕ i> £È°äÎ 1 ° /iiv " £È°£ä 1 *, ° /v 9 £È°£x " * ",/"° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £È°{x - - / "° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £È°x{ 1 ° /iiv " £È°xÈ 1 , // *, 1 //" ° /Û 9 £Ç°ÓÎ *, ", ° *ÀiÕ i> £n°Îx " -/° - Ü " £n°Îx 9 "/° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°ÎÈ " /, ° /iiv 9 £n°xÇ <""° - Ü *ÀiÕ i> £°ä 1° *ÀiÕ i> £°Óx , *, ° /iiv 9 £°ÎÈ *-9 ° /iiv " Óä°£n , *, ° /iiv 9 Óä°Ó{ *-9 ° /iiv " Óä°Îx *," / , / Ó° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Con la polizia alle calcagna, Brian O’Conner e Dominic Torretto (Paul Walker e Vin Diesel, foto) arrivano a Rio de Janeiro, ritrovo dei più grandi piloti del mondo, per realizzare un colpo ai limiti dell’impossibile. Fast & Furious 5 Cinema Energy, ore 21.15 Amicizie al femminile con Julia Roberts L’amicizia tra sei donne diverse per età, censo, temperamento che si ritrovano in un salone di bellezza, tra pettegolezzi e i vari alti e bassi della vita. Con Julia Roberts, Sally Field, Shirley MacLaine. Fiori d’acciaio Sky Cinema Passion, ore 21 Uno scrigno perduto dal potere fantastico i`>ÃiÌ *ÀiÕ Un avventuriero (Michael Sheen) scopre incredibili segreti, tra cui la mitica Mydas Box, manufatto da tempo perduto, che garantisce ricchezza senza limiti ma anche devastante potere soprannaturale... The Adventurer Premium Cinema, ore 21.15 £Î°xä " -/° - Ü " £{°£n 1 -* -,"° *ÀiÕ i> £{°Óä " " 1",° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £{°ÓÇ ,° "1- 6-" ° /iiv " £{°ÓÇ 1 , // *, 1° /Û 9 A fil di rete di Aldo Grasso Le minestre riscaldate delle domeniche in tv C erte domeniche capisci come gira il mondo. Dopo aver ricevuto un mare di critiche per aver scritto il «clap and jump per Renzi», l’insegnante di musica della scuola Raiti, Paolo Genovese, si è presentato a «Domenica Live», ospite di Barbara D’Urso. Ha risentito le critiche (alcune delle quali esageratamente feroci), ha fatto buon viso a cattivo gioco e ha avuto il suo quarto d’ora di celebrità. Ha parlato di bambini «consapevoli e felici», ha strappato persino il plauso di qualche opinionista Vincitori e vinti presente in studio. Tv, buona maestra. A Siracusa adesso tutti Fabio lo indicheranno come il maeFazio stro che è andato dalla D’Urso e Politica in tv, lui, nel suo piccolo, diventerà Matteo Renzi un personaggio! I bimbi d’Italia da Fabio si chiaman Balilla, il suon Fazio supera «La d’ogni squilla… gabbia» di Paragone. Certe domeniche vorresti esPuntata ricca di sere altrove per non sentire le «Che tempo che fa» «prediche utili» di Laura Bolcon Matteo Renzi: a drini e della «dottoressa Anseguire il programma nunziata» su Rai3. La presidendi Rai3 4.163.000 te della Camera, l’eterna indispettatori, gnata, Miss Broncio, è tornata 14,4% di share sulla satira che la brava Virginia Raffaele ha dedicato a Maria Gianluigi Elena Boschi: «Mi è dispiaciuto Paragone di vedere la satira. Ci sono tanti La Gabbia modi per fare satira ma quando di Paragone si cede al sessismo la satira disuperata venta qualcos’altro». Sessismo? da Renzi da Fazio. Maschilismo di una donna verSpostata alla so un’altra donna? Non si posdomenica, «La gabbia» sono più prendere in giro gli soffre, per la prima aspetti estetici neanche se una parte, il talk di Fabio ministra è bella come la Boschi? Fazio: a seguire il Siamo già al «femminismo di programma di La7 Stato»? Siamo alla censura? 582.000 spettatori, Certe domeniche ti chiedi 2,8% di share perché un’azienda come la Rai, un tempo l’industria culturale più importante del Paese, debba ancora organizzare feste aziendali come il «Premio Minestra Riscaldata». Domenica sera, a Sanremo, pareva di assistere a una festa rionale, a un raduno di reduci, all’autoreferenzialità più sfrenata. Solidale con la nostra vacuità, Rai1 non fissa alcun limite al nostro capitombolo nel grottesco. Prossimo anno, premio speciale alla Boldrini e al maestro di Siracusa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv Ó£°£x / 6 /1,, -/," " - , " ° *ÀiÕ i> Ó£°£x 9° /iiv 9 Ó£°£ ,< " 6 ,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°{£ *,- , ,/" ° /iiv " Ó£°{x 9° /iiv 9 ÓÓ°£È "--* ,° /iiv 9 ÓÓ°x 1 *,- /° /Û *ÀiÕ i> ÓΰäÓ ---° /iiv " Óΰäx "---" ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓΰäÇ *,//9 // ,-° /v 9 ä°ä£ / ", -° /iiv 9 ä°äÎ ---° /iiv " ä°Îä <""° - Ü *ÀiÕ i> ä°{Ó 6 // ° *ÀiÕ i> 48 Martedì 11 Marzo 2014 Corriere della Sera