ASSOCIAZIONE NAZIONALE INGEGNERIA DELLA SICUREZZA
Riunione dell’Ufficio di Presidenza della Quinta Commissione Legislativa
dell’Assemblea Regionale Siciliana per discutere sui temi della salute e sicurezza nei
luoghi di lavoro
PALERMO 18 settembre 2007
Illustrissimo Presidente On. Giuseppe Gianni
Ringraziamo sentitamente per l’incontro concesso alla nostra Associazione, considerato il ruolo
strategico che assume la Quinta Commissione Cultura, Formazione e Lavoro dell’Assemblea
Regionale Siciliana.
Riteniamo che questo incontro sia un riconoscimento importante e prestigioso sia per
l’Associazione in sé che per la figura dell’ “Ingegnere della Sicurezza”, professionista che in vari
ruoli, quotidianamente a contatto con le realtà del mondo del lavoro, promuove la sicurezza e tutela
l’integrità fisica dei lavoratori.
Con lo scopo di contribuire alla riduzione del fenomeno infortunistico ed in particolare alla
riduzione del numero delle cosiddette “morti bianche” desideriamo sottoporre
alla Vostra
attenzione alcune riflessioni associate a proposte operative, frutto dell’esperienza professionale
degli associati, sia nella qualità di funzionari degli Enti pubblici preposti alla prevenzione e
vigilanza negli ambienti di lavoro (A.S.L. , D.P.L. , INAIL, VV.F, ecc.) sia come consulenti (RSPP,
Coordinatori per la sicurezza nei cantieri, ecc.) che anche come professionisti a vario titolo
impegnati.
L’Associazione Nazionale Ingegneria della Sicurezza ringrazia per l’Audizione concessa e si rende
disponibile a fornire ulteriori contributi.
Il Presidente
Dott. Ing. Antonio Leonardi
Associazione Nazionale Ingegneria della Sicurezza - via Petrella n 22 – 95126 CATANIA
Tel: 095.388735 - Fax 095.2937795 - E-mail: [email protected] - www.anisitalia.org
PRESENTAZIONE
DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE INGEGNERIA DELLA SICUREZZA
I drammatici episodi di infortunio sul lavoro che si sono verificati di recente nel
nostro paese, hanno risvegliato nel mondo politico, nelle parti sociali e nei professionisti, la
necessità ed il dovere di intervenire in maniera forte e decisa per tutelare la salute e la
sicurezza dei lavoratori.
In tale contesto si è inserita la costituzione dell’”Associazione Nazionale
Ingegneria della Sicurezza”.
Ringraziamo la S.V. e tutti i membri della Commissione per l’odierno incontro che
riteniamo prestigioso ed importante perché permette all’Associazione di interloquire con le
Istituzioni, da Voi rappresentate, su un tema di grande importanza quale è la tutela della
salute e della sicurezza dei lavoratori.
L’Associazione, composta da “Professionisti della Sicurezza”, ha l’obiettivo
fondamentale di promuovere e diffondere la cultura della sicurezza negli ambienti di vita e
di lavoro e di affermare e valorizzare sempre di più il ruolo strategico dell’”Ingegneria della
Sicurezza”, disciplina in grado di offrire profili professionali e strumenti di analisi e
progettazione idonei a garantire, tutelare e promuovere la sicurezza del cittadino e del
lavoratore nei suoi molteplici aspetti, considerando anche che la maggior parte degli
infortuni avvengono a causa di carenze di sicurezza su macchine, impianti, attrezzature,
cantieri, etc.
Per raggiungere il suo obiettivo fondamentale di promozione e diffusione della
cultura della sicurezza, l’ANIS intende esercitare la funzione di Osservatorio permanente
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per l’analisi e il monitoraggio delle dinamiche infortunistiche e di Centro di Ricerca sulle
tematiche della sicurezza in tutti i settori (industrie, cantieri edili, strutture sanitarie,
trasporti, etc.) al fine di individuare soluzioni tecniche, sistemi e procedure per prevenire e
contrastare vecchi e nuovi rischi in un sistema in continua evoluzione.
L’Associazione ha intrapreso anche iniziative congiunte con le Università degli Studi
allo scopo di diffondere la cultura della sicurezza nell’ambito dei corsi di laurea ed in
particolare nei corsi istituiti presso la Facoltà di Ingegneria, proponendo, tra l’altro, specifici
corsi di Laurea in Ingegneria della Sicurezza al fine di creare una specifica figura
professionale che possa svolgere un ruolo strategico nello scenario della sicurezza nei
luoghi di lavoro.
Rientra tra le attività principali dell’ANIS quella di instaurare rapporti di
collaborazione con Enti ed Istituzioni presenti sul territorio, con le parti sociali, le
associazioni di categoria, gli Ordini professionali e le Università, per sviluppare iniziative
sinergiche sia per la definizione di politiche di sicurezza, ambiente e salute, sia per la
promozione di interventi normativi e legislativi in materia di prevenzione e tutela della
salute e della sicurezza della collettività.
L’ANIS, vuole anche rivestire un ruolo fondamentale nell’ambito della formazione
che considera un efficace e prioritario strumento di prevenzione e promozione della salute
e sicurezza. A tale scopo organizza dibattiti, convegni, corsi di specializzazione,
perfezionamento e aggiornamento, che permettono la crescita culturale e professionale di
progettisti, consulenti e di tutte le figure professionali operanti nello scenario della
sicurezza. Tra le attività previste dall’ANIS figura anche la diffusione dei principi etici e
deontologici nei confronti del professionista della sicurezza, al fine di garantire un
adeguato livello di qualità della prestazione professionale nell’interesse collettivo.
Restando a Vostra disposizione, l’occasione ci è gradita per porgere
Cordiali Saluti.
Il Presidente
(dott. ing. Antonio Leonardi)
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PROPOSTE OPERATIVE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE
INGEGNERIA DELLA SICUREZZA
1) Potenziamento e riassetto degli Organi di Vigilanza
2) Istituzione di Osservatori per il monitoraggio dell’applicazione della
normativa in materia di sicurezza e delle dinamiche infortunistiche
3) Formazione e promozione della cultura della prevenzione. Inserimento
dell’ insegnamento della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nei
percorsi scolastici e universitari
4) Interventi atti ad innalzare i livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro
5) Interventi atti ad innalzare i livelli di sicurezza nei Cantieri edili
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1. Potenziamento e riassetto degli Organi di Vigilanza
1.1. Potenziamento degli Organi di Vigilanza
Sia il Disegno di Legge sul Testo Unico che il Patto per la Salute , recentemente siglato tra
Ministero della Salute e Regioni, prevedono il “potenziamento operativo degli organi di
Vigilanza ed, in particolare, dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro
delle ASL, e delle Direzioni Provinciali del lavoro, coerente e funzionale in rapporto ai
LEA in corso di rideterminazione ed alle esigenze territoriali. Il potenziamento operativo
deve riguardare sia la consistenza numerica degli operatori che la consistenza professionale,
nonché l’aggiornamento continuo al fine di adeguare l’attività di prevenzione alle esigenze
di tutela della salute all’interno di un mercato del lavoro in continua evoluzione.
L’attuale consistenza professionale, sia quantitativa che qualitativa, dei Servizi delle ASL è
assolutamente inadeguata con fortissime disomogeneità tra le varie Regioni. Basti pensare
che il rapporto tra tecnici della Prevenzione e abitanti è pari a 1/26000 circa in Lombardia,
1/20000 circa nella provincia di Modena e 1/120000 nella Provincia di Catania, e che il
rapporto tra Medici (del lavoro e igienisti) e Ingegneri operanti nei Servizi si attesta intorno
a 15 a 1; questo dato dovrebbe immediatamente rendere l’idea del rapporto tra l’importanza
data agli aspetti igienico-sanitari, certamente fondamentali, rispetto a quelli, altrettanto
importanti, strettamente inerenti la prevenzione degli infortuni. Come è noto, il problema
drammatico italiano è rappresentato dai circa 1300 morti e da circa un milione di infortuni
all’anno sul lavoro, che avvengono spesso a causa di carenze di sicurezza su macchine,
impianti, attrezzature, cantieri, la cui sicurezza è garantita anche, secondo quanto previsto
dalla L. 833/78, da verifiche e controlli da parte di figure professionali con specifica
competenza tecnica.
A tal proposto si sottolinea come tutta l’attività professionale degli ingegneri, a partire dai
percorsi universitari, ha come obiettivo fondamentale garantire e assicurare la sicurezza del
cittadino e del lavoratore in tutti gli ambienti di vita e di lavoro. In tal senso si sottolinea
anche quanto emerso nella recente e interessantissima Conferenza Nazionale sulla salute e
sicurezza sul lavoro organizzata dal Ministero della Salute, dove su dieci testimonianze di
infortuni nei luoghi di lavoro ben sette erano dovuti a problemi di sicurezza su macchine.
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1.2. Istituzione dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione Infortuni,
l’Igiene e la Sicurezza nei luoghi di lavoro.
Al fine di superare le differenze attualmente esistenti tra territorio e territorio e tra le ASL e
e le Direzioni provinciali del Lavoro del territorio regionale, la non adeguata integrazione
operativa tra i vari soggetti pubblici della Prevenzione e la sovrapposizione degli interventi e
per assicurare una migliore organizzazione e gestione delle attività di vigilanza e
prevenzione in tutto il territorio nazionale
si propone l’istituzione DELL’AGENZIA
REGIONALE PER LA PREVENZIONE INFORTUNI, L’IGIENE E LA SICUREZZA
NEI LUOGHI DI LAVORO, che possa inglobare i compiti attualmente svolti in materia di
vigilanza e prevenzione nei luoghi di lavoro e nei cantieri edili dalle ASL e dalle Direzioni
Provinciali del Lavoro, e da vari altri enti pubblici , le cui competenze finiscono spesso per
per sovrapporsi, creando notevoli confusioni nell’utenza, nelle imprese e nei lavoratori.
2. Istituzione di Osservatori per il monitoraggio dell’applicazione della
normativa in materia di sicurezza e delle dinamiche infortunistiche
Per approfondire le problematiche della sicurezza e trovare soluzioni tecniche che riducano
ai minimi termini i rischi di infortunio a cui sono sottoposti i lavoratori, l’Associazione
propone l’istituzione di un Osservatorio regionali con diramazioni provinciali, per il
monitoraggio dell’applicazione della normativa in materia di sicurezza e delle dinamiche
infortunistiche . In particolare, tali Osservatori, con la partecipazione sia degli Enti Pubblici
preposti alla sicurezza (Regioni, ASL, Ispettorati del lavoro, INAIL, etc.), che delle
Associazioni di professionisti della sicurezza, portatrici dei preziosi contributi dei
Coordinatori per la sicurezza nei cantieri, degli RSPP, etc., dovrebbero analizzare e studiare,
per ogni singolo infortunio o malattia professionale, le cause, le dinamiche di accadimento
nonché
le misure tecniche organizzative e procedurali la cui mancata applicazione ha
causato l’infortunio o la malattia. A tal proposito si potrebbe costituire una Banca dati sugli
infortuni e sulle relative “soluzioni tecniche” (best practice) da attuare per ridurre la
probabilità che si possano verificare gli stessi infortuni.
2.1. Osservatori Regionali e Provinciali “ Sicurezza nei cantieri edili”
L’obiettivo dell’Osservatorio, con il coinvolgimento degli Enti Pubblici preposti (Autorità di
vigilanza sui LL.PP., ITACA, Assessorati ai LL.PP., ANCI, UPI, Ordini Professionali,
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Associazioni di professionisti della sicurezza etc.). dovrebbe essere quello di approfondire
la conoscenza, la comprensione ed il monitoraggio del fenomeno infortunistico al fine di
sostenere politiche ed interventi uniformi e comuni per la sicurezza e la salute nei cantieri e
fornire indicazioni ai decisori politici, tecnici e ai soggetti interessati per sviluppare azioni
integrative di intervento.
Inoltre, gli osservatori dovrebbero essere di supporto alle P.A. per il monitoraggio della
normativa in materia di progettazione e pianificazione della Sicurezza delle opere edili a
Committenza Pubblica istituendo dei meccanismi che consentano di inserire, nella
valutazione dell’idoneità tecnico-professionale delle imprese, ai fini di appalti e sub-appalti,
il rispetto della normativa in materia di sicurezza e igiene del lavoro.
Tale iniziativa potrebbe rientrare in quelle previste dalla recente Legge Regionale sui LL.PP.
21 agosto 2007 n.20 all’art. 3.
3. Formazione e promozione della cultura della prevenzione - Inserimento
dell’ insegnamento
della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nei
percorsi scolastici e universitari
3.1. Istituzione di Corsi di Laurea in Ingegneria della Sicurezza.
Considerato che la formazione specifica è certamente uno strumento fondamentale per la
progettazione e pianificazione della sicurezza ai fini dell’abbattimento del fenomeno degli
infortuni e delle cosiddette morti bianche si ritiene opportuno che si istituiscano, in tutte le
facoltà di Ingegneria, corsi di Laurea in Ingegneria della Sicurezza,
e si inseriscano
specifiche materie attinenti la Salute e Sicurezza sul lavoro in tutti i corsi di laurea in
Ingegneria e in altre Facoltà universitarie ad indirizzo tecnico-scientifico, con l’obiettivo di
formare delle figure professionali con competenze e conoscenze specifiche nel settore della
sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
Si precisa che l’istituzione di tali corsi di Laurea in Ingegneria della Sicurezza era stata già
prevista dalla Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Ingegneria, ma non è stata mai di fatto
attuata.
3.2. Insegnamento della “Salute e Sicurezza sul Lavoro” nei programmi
scolastici e universitari.
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Al fine di sensibilizzare ed informare i giovani si ritiene opportuno inserire la materia della
salute e sicurezza nel lavoro nei programmi scolastici ed universitari e nei percorsi di
formazione professionale.
Tale, fondamentale innovazione nel percorso formativo ed educativo dei giovani, peraltro
già previsto dal Disegno di legge delega sul testo Unico, è uno degli obiettivi inseriti nel
sesto programma di azione comunitaria che ha, tra le sue finalità, quella di formare i giovani
lavoratori, affinché, una volta entrati nel mondo del lavoro, riescano già a pensare e ad agire
in termini di salute e sicurezza.
Quindi nel corso di studi dovrebbero essere introdotti delle ore annue minime, in percentuale
al numero di ore totale di lezione, da destinare allo studio, all’informazione e alla
formazione sulla salute e sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro e alla promozione della
cultura della prevenzione.
Tale percentuale dovrebbe essere raddoppiata negli istituti universitari e di istruzione
secondaria superiori, i cui percorsi di studio formativi prevedano l’insegnamento e lo
svolgimento di esercitazioni teoriche e pratiche.
Inoltre si ritiene opportuno che tale percentuale sia almeno del 5% nei corsi di studio con
materie tecnico – scientifiche e giuridiche.
Altro aspetto importante è l’introduzione di corsi di formazione sulla prevenzione indirizzati
al personale scolastico (Dirigenti, docenti e non docenti).
3.3. Istituzione del Libretto Formativo dei Lavoratori
Si propone di istituire il “Libretto Formativo dei Lavoratori” (D.d.L, Dirigenti, preposti,
operai, impiegati, RSPP, RLS, Coordinatori, Capi Cantiere, etc..) che consente di tracciare
l’intero percorso di informazione/formazione del lavoratore, permettendo, in tal modo, di
ricostruire facilmente le competenze acquisite in materia di sicurezza.
4. Interventi atti ad innalzare i livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro
4.1. Misure di finanziamento a favore di azioni di miglioramento della
sicurezza e igiene del lavoro.
Riteniamo fondamentale prevedere misure di finanziamento a favore di azioni di
miglioramento della sicurezza e igiene del lavoro quali:
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Ø Campagne di rottamazione di macchine e attrezzature non a norma con sostituzione
di prodotti Marcati CE. Si potrebbe utilizzare un meccanismo simile a quello della
riduzione d’imposta applicata in questi anni alle ristrutturazioni edili ed in ultimo ai
lavori atti al risparmio energetico;
Ø Finanziamenti agevolati per investimenti di innovazione tecnologica che abbiano
come obiettivo il miglioramento delle condizioni di sicurezza;
Ø Diminuzione dei premi INAIL per chi attua investimenti di innovazione tecnologica,
organizzativa (magari con l’ausilio della Comunicazione annuale della Sicurezza
Aziendale (CSA)) che abbiano come obiettivo il miglioramento delle condizioni di
sicurezza, verificandone gli obiettivi e i contenuti;
Ø Sostegno finanziario alle iniziative di formazione al lavoro in sicurezza
verificandone gli obiettivi e i contenuti;
Ø Misure di finanziamento agevolato a favore di azioni di miglioramento della
sicurezza e igiene del lavoro con l’introduzione di volontari Sistemi di Gestione della
Sicurezza sul Lavoro (SGSL).
5. Interventi atti ad innalzare i livelli di sicurezza nei Cantieri edili, con
particolare riferimento ai LL.PP. - Appalti
5.1. Definizione delle gravi inosservanze delle norme in materia di sicurezza,
che possono comportare la rescissione del contratto d’appalto
Altra problematica di grande rilievo sia per i Coordinatori che per le imprese e i
Committenti, è quella relativa alla definizione delle gravi inosservanze delle norme in
materia di sicurezza, a seguito delle quali, la stazione appaltante, su proposta del
Coordinatore in fase di esecuzione, può rescindere il contratto di appalto. A questo riguardo
l’art. 31 comma 2, della Legge 109/94, prevede la risoluzione del contratto per gravi o
ripetute violazioni dei piani di sicurezza e rimanda al decreto sui contenuti minimi dei Piani
di Sicurezza (poi emanato con il DPR 222/03) la definizione di “quali violazioni della
sicurezza determinano la risoluzione del contratto”. Purtroppo il DPR 222/03 non ha, a tal
proposito, specificato alcunché pertanto si è al momento davanti ad una vacatio legis.
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Sarebbe quindi necessario un intervento legislativo che possa permettere di colmare la
lacuna normativa. A tal proposito, nella consapevolezza che il compito è alquanto arduo,
sembra logico, per la definizione di queste gravi inosservanze, fare riferimento agli articoli
penalmente sanzionati dei DPR 547/55, 303/56, 164/56, 626/94 e succ. modf., 494/96.
Similmente andrebbero definiti i “ casi di pericolo gravi ed imminente” a seguito dei quali il
CSE, ai sensi dell’art. 5 comma 6 del D.Lgs 494/96, “sospende le singole lavorazioni fino
alla comunicazione scritta degli avvenuti adeguamenti effettuati dalle imprese interessate”.
Tale definizione renderebbe certamente più oggettive sia la decisione dei Coordinatori che il
giudizio da parte degli Organi di vigilanza e/o della Magistratura sull’operato del
Coordinatore stesso.
5.1.1 Riorganizzazione degli Osservatori Regionali sui Lavori Pubblici.
Parallelamente alla definizione dei casi di pericolo grave ed
imminente, suggeriamo che vangano riorganizzati gli Osservatori Regionali sui LL.PP., con
una sezione specifica relativa alla della gestione della sicurezza negli appalti pubblici, con
lo sviluppo del casellario informatico e stabilendo le violazioni che, quando riscontrate,
costituiscono motivo di esclusione dalla gara di appalto.
5.2. Svolgimento del Ruolo di Coordinatore per la Sicurezza in fase di
Esecuzione da parte del Direttore dei Lavori.
L’art. 127 del DPR 554/99 afferma che “le funzioni del Coordinatore per la Sicurezza in fase
di esecuzione (CSE) sono svolte dal Direttore dei Lavori”, a meno che quest’ultimo non
abbia i requisiti per l’espletamento del ruolo di CSE, nel qual caso dovrà essere nominato un
direttore operativo avente i requisiti necessari. Da una interpretazione restrittiva di quanto
sopra potrebbe conseguire che il Direttore dei Lavori, titolato a svolgere il ruolo del CSE,
deve accettare il duplice incarico o rinunciare ad entrambe le prestazioni. Questa
interpretazioni comporta la negazione di una specificità professionale frutto sia di una
formazione specifica che di anni di esperienza che differenzia la figura professionale del
Direttore dei Lavori dalla figura professionale del Coordinatore per la Sicurezza in fase di
esecuzione, pertanto, un Direttore dei Lavori, pur avendo i requisiti, potrebbe non essere
interessato a ricoprire il ruolo di CSE. A tal proposito la scrivente associazione auspica un
intervento legislativo regionale che chiarisca la non obbligatorietà del duplice incarico
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ritenendo che, affidare gli incarichi a professionisti con specifici curriculum professionali, in
particolare nel campo della sicurezza per quanto riguarda il CSE, fa sì che la sicurezza dei
lavoratori sia garantita nel miglior modo possibile oltre ad essere un arricchimento per la
gestione dell’opera pubblica.
5.3. Prezzari Regionali della Sicurezza
Allo stato attuale la norma che regola la stima dei costi della sicurezza è il DPR
222/03. A seguito dell’emanazione del DPR anzidetto, sono stati superati i metodi di stima
dei costi della sicurezza basati sul calcolo di una percentuale sull’importo di ogni
lavorazione del cantiere. Infatti, l’art. 7 c.3 del DPR 222/03 ha stabilito che la stima dovrà
essere congrua, analitica per voci singole, a corpo o a misura, riferita ad elenchi prezzi
standard o specializzati, oppure basata su prezzari o listini ufficiali vigenti nell’area
interessata. A tal proposito riteniamo che sia necessario che la Regione emani uno specifico
e dettagliato prezziario della sicurezza, tenendo conto di quanto proposto dalle “Linee Guida
per l’applicazione del DPR 222/03” emanate dalla Conferenza delle Regioni e delle
Province Autonome, a cura del Coordinamento Tecnico della Prevenzione nei Luoghi di
Lavoro e di Itaca (Istituto per l’innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità
Ambientale). A tal proposito si sottolinea che l’attuale prezziario dei costi della sicurezza
inserito nel recente Prezziario Regionale dei LL.PP. è alquanto incompleto (solo due pagine)
e soprattutto non conforme a quanto stabilito dal DPR 222/03.
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Audizione 5° Commissione ARS