Periodico d’informazione trimestrale della Cooperativa Sociale Coopselios Società Cooperativa Sped. in A.P. / 70% Fil EPI di RE | Tassa riscossa | Taxe percue coopselios NOTIZIE ANNO X | SETTEMBRE 2008 Rinnovo del C.C.N.L • NUOVI ASILI IN BIO-ARCHITETTURA • DISABILITÀ. TRA ESPERIENZA E VALORI • NUOVI PROGETTI: ALZHEIMER CAFÉ 36 SOMMARIO NOTIZIE DALLA COOPERATIVA 3. Attivo l’Ufficio Soci: nuove convenzioni e nuova organizzazione sociale 4. Nuovi servizi educativi nell’Area di Reggio Emilia. Apre il nido d’Infanzia di Barco 5. Affascinante sfida a Barco Inaugurato l’asilo nido di Mesero APPROFONDIMENTI DAI SETTORI 6. anziani | Sindrome del “Burnout”. Una ricerca del Settore Anziani nell’Area di Reggio 7. infanzia | L’apprendimento di una seconda lingua nella prima infanzia 9. disabili | Disabilità. Tra esperienza e valori 11. minori | Affidi educativi territoriali di Sarzana FOCUS 12. Il C.C.N.L. passo passo 14. Rapporto Pubblico-privato e sussidiarietà LA VOCE DI COOPSELIOS 16. Vecchi Giganti. Ventennale della Casa Protetta di Villa Minozzo e decennale della Residenza “I Ronchi” di Castelnovo ne’ Monti Buon Compleanno Residence! Decennale del “Residence degli Ulivi” di Podenzana 17. “Alzheimer Café”. Un nuovo progetto prende forma 18. Gita degli ospiti della R.S.A. di Guastalla al Lago di Garda 19. Colonie estive a Marinella Immaginari in mostra a Frascati Hanno collaborato a questo numero: Danila Bocelli Sabrina Bonaccini Lina Borghi Claudio Boriotti Roberta Carena Olindo Cervi Vania Lodesani Aldo Manfredi Claudia Manzini Valter Mastropaolo Roberta Prandi Moira Puntelli Dino Terenziani Diego Soldano Afro Somenzari Coopselios notizie Periodico trimestrale diffuso gratuitamente ai soci della Cooperativa Aut. Trib. RE n. 972 del 29/9/1998 Sped in Abb. Post. Art. 2, comma 20/c, Legge 662/96 - RE Tassa riscossa - Taxe percue Proprietario: Guido Saccardi Cooperativa Sociale COOPSELIOS Società Cooperativa Via M.K. Gandhi, 3 42100 Reggio Emilia Tel. 0522 323676 Fax 0522 323658 www.coopselios.com [email protected] Direttore Responsabile Fabrizio Montanari Comitato di Redazione Marzia Allegretti, Sabrina Bonaccini, Franco Dallari, Ester Schiaffonati, Antonietta Serri, Luca Vetricelli Segretaria di redazione Giulia Caramaschi [email protected] Progetto grafico kitchen | www.kitchencoop.it Impaginazione Comma-Compograf - RE Stampa Cooperativa Sociale L’Olmo Montecchio Emilia (RE) NOTIZIE DALLA COOPERATIVA 3 ORGANIZZAZIONE SOCIALE Attivo l’Ufficio Soci: nuove convenzioni e nuova organizzazione sociale Dal 1° settembre 2008 Coopselios ha riattivato l’Ufficio Soci. Responsabile dell’ufficio è Claudia Manzini, socia della cooperativa dal 1988. La nuova organizzazione aziendale ha il significato di rafforzare i valori mutualistici ai quali Coopselios da sempre si ispira. L’Ufficio Soci dipende direttamente dalla Presidenza o, in sua mancanza, dalla Vice Presidenza e intende essere ambito propositivo di decisioni assunte dalla Presidenza, dal Consiglio di Amministrazione e dalla Commissione Sociale. Fra le sue mansioni, l’Ufficio Soci organizzerà e gestirà le attività sociali e le iniziative a carattere previdenziale, assistenziale e ricreativo a beneficio dei soci; si occuperà di formulare proposte di convenzione a favore dei soci con fornitori, enti, associazioni, cooperative; collaborerà all’organizzazione degli incontri sociali e delle sezioni soci nelle diverse aree territoriali. Inoltre, suo compito specifico sarà quello di curare le relazioni con i soci utili al fine di sviluppare e consolidare il senso di appartenenza alla cooperativa, anche rilevando periodicamente i bisogni espressi dei soci. Fra le attività già avviate, ricordiamo tre convenzioni e l’inizio dei lavori per mettere in moto la nuova organizzazione sociale. Convenzioni attive È già attiva la convenzione con Mutua Nuova Sanità e la possibili- Claudia Manzini tà di ampliare i servizi ai familiari delle socie/i (richiesta da inoltrare entro e non oltre il 30 novembre 2008). Inoltre, per i soci che risiedono a Reggio Emilia, nei prossimi giorni verrà firmata la convenzione con il Multisala 900 di Cavriago. Tale convenzione permette ai soci, esibendo la tessera sociale (che verrà consegnata nelle prossime settimane), di usufruire di uno sconto sull’abbonamento al teatro dialettale e sul biglietto del cinema; prevede inoltre la consegna all’Ufficio Soci di 200 biglietti gratuiti per la visione dei film in programmazione che i soci potranno richiedere all’ufficio stesso. Sono infine disponibili ingressi gratuiti per le partite in casa della Reggiana Calcio. Per informazioni e richieste rivolgersi sempre a Claudia Manzini. Organizzazione Sociale Nei mesi di ottobre e novembre i soci di tutte le aree territoriali saranno invitati a partecipare riunioni informative per la costituzione delle sezioni soci locali. Le sezioni soci rappresentano le articolazioni territoriali della cooperativa e hanno la finalità di: • coinvolgere e informare la base sociale nei diversi territori di attività; • proporre iniziative sociali locali; • mantenere vivo il rapporto fra i soci; • instaurare e intrattenere rapporti organici tra il Consiglio di Amministrazione e la base sociale; • formulare pareri consultivi in merito alle più importanti scelte di conduzione aziendale; • collaborare al reclutamento dei nuovi soci e alla diffusione della cooperazione; • promuovere e realizzare iniziative che favoriscono la sensibilità alle tematiche sociali; • promuovere e sostenere le iniziative a carattere assicurativo di previdenza complementare e finanziaria sottoscritte dalla cooperativa con agenzie esterne a favore dei propri soci, delle loro famiglie e dei territori in cui operano le sezioni soci. Orari di apertura dell’Ufficio Soci: dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 13.30 pomeriggi di lunedì e mercoledì, presso la Sede di Reggio Emilia. Per Info: Claudia Manzini [email protected] tel. 0522/378676 oppure 335/1453580 Claudia Manzini Ufficio Soci settembre 2008 | Coopseliosnotizie 4 NOTIZIE DALLA COOPERATIVA INAUGURAZIONI Nuovi servizi educativi nell’Area di Reggio Emilia. Apre il nido d’infanzia di Barco Sabato 6 settembre è stato inaugurato dall’Amministrazione Comunale di Bibbiano il nuovo polo scolastico di Barco, che ospita il nido e la scuola dell’infanzia statale. Un progetto davvero ambizioso e interessante che coniuga molti aspetti innovativi sia dal punto di vista architettonico che gestionale, come lo stesso Sindaco, Sandro Venturelli ha ricordato nel discorso inaugurale. La presenza di numerosi esponenti politici quali: l’Assessore del Comune di Bibbiano Andrea Carnevali, la Presidente della Provincia Sonia Masini, l’Assessore Regionale Paola Manzini, l’Assessore Provinciale Gianluca Chierici, la Consigliera Regionale Laura Salsi, l’Onorevole Maino Sonia Masini, Presidente della Provincia, all’inaugurazione del Polo Educativo Marchi, la Senatrice Ileana Pignedoli, hanno sottolineato l’importanza e il valore di queall’interno di un contesto territoriale con una propria sta inaugurazione, che dimostra come, nella nostra storia e identità. Mantenere questo livello di relazione Provincia, investire sui servizi per l’infanzia sia una scelta imprescindibile per creare senso di responsabilità profonda e significativa con il proprio territorio è, per e diritto di cittadinanza per tutti, a partire dai bambini. una cooperativa di grandi dimensioni come Coopselios, molto complesso, ma rimane una priorità fondamentaProgetti come questo, danno slancio alla diffusione di valori forti come il senso di comunità educante, il senso le per costruire quella sinergia progettuale che riesce a estrapolare il meglio da ogni soggetto coinvolto nella di responsabilità condivisa, il significato di ascolto e realizzazione dei servizi. C’è bisogno di tutti e che tutti accoglienza, la circolarità dei saperi e delle relazioni. mettano a disposizione capacità tecniche, cultura orgaQuesti concetti che spesso vengono evocati da tecnici, nizzativa, disponibilità economiche e tanta passione; politici e amministratori, trovano nella concretezza di quella passione che abbiamo visto nelle insegnanti, questo progetto un riscontro oggettivo, dove il dialogo nelle ausiliarie, nel pedagogista che hanno lavorato per tra soggetti differenti (Comune, Stato e cooperazione preparare questa importante apertura. sociale) può dare vita a nuove esperienze, attivare Per l’Area di Reggio e in particolare per il settore nuove sinergie. Infanzia, l’acquisizione di questo nido da 75 bambini è Una sfida che Coopselios ha colto fin dalle sue origini, stato un traguardo importante, che ha permesso di quando ha iniziato la collaborazione con il Comune di dare lavoro a 16 operatori, consentendo a molti di essi Bibbiano gestendo una sezione di nido dai 24 ai 36 di rimotivarsi dopo anni di esperienza in un nuovo promesi all’interno della scuola dell’infanzia comunale. I getto educativo. dialoghi e gli incontri portano con se difficoltà e tempi di conoscenza e comprensione talvolta lunghi. Ma questo è il nostro compito: porci come interlocutori compe- Lina Borghi tenti e ricchi di esperienze da condividere, ma capaci di Responsabile Tecnico di Produzione ascoltare e “modellare” il proprio intervento educativo Area Reggio Settore Infanzia Coopseliosnotizie | settembre 2008 NOTIZIE DALLA COOPERATIVA 5 INAUGURAZIONI E BIO-ARCHITETTURA Affascinante sfida a Barco Il Nuovo Polo Educativo di Barco, inaugurato da poco nel pomeriggio di un affollatissimo sabato (circa 500 persone presenti), ha tutte le caratteristiche per rientrare nei criteri che oggi definiscono la bio-architettura. Frutto della capacità dell’Ufficio Tecnico del Comune di Bibbiano, questo progetto ha già ottenuto un importante riconoscimento dal Ministero dell’Ambiente che l’ha inserito in un progetto pilota, insieme ad altri 20 interventi sul territorio nazionale, come modello da incentivare e promuovere. Il riscaldamento della struttura è stato realizzato a pavimento integrato con impianto di ventilazione e trattamento aria, con un recupero del calore pari al 75% del necessario. Il calore infatti non è fornito dalle classiche caldaie a gas ma da impianto geotermico composto da 12 sonde geotermiche della profondità ciascuna di 110 metri. La produzione di acqua calda da maggio a settembre è prodotta da 24 mq di pannelli solari termici con sistema a specchi per concentrazione solare. Le acque piovane vengono immesse in una vasca di recupero delle acque da 20 mc che alimenta tutti gli scarichi dei WC dei bagni delle sezioni con una autonomia di circa 3 settimane. Data questa particolarità, la struttura è stata presentata al convegno “Architettura tra sostenibilità e efficienza energetica” organizzato da “Il Sole 24 Ore” il 22 maggio scorso. Quattro sezioni (piccoli, medi, Il Sindaco di Mesero Riccardo Molla presenta il nuovo asilo grandi, part-time), 75 bambini in tutto, un atelier grande e illuminato e una collaborazione con la Scuola dell’Infanzia Statale (che occupa le altre tre sezioni disposte intorno alla piazza interna) che sta iniziando ora, collaborazione che siamo sicuri sarà proficua e utile, soprattutto per genitori e bambini, che resteranno nella stessa struttura fino alla soglia dell’ingresso alle elementari. Naturalmente la gestione delle 4 sezioni di nido comprende tutti gli aspetti di un nido convenzionato – riscossione rette, personale insegnante e ausiliario, coordinatore pedagogico –, con tutto ciò che ne consegue: formazione in rete con il personale Coopselios di Reggio e provincia, progetto pedagogico e organizzativo dei servizi di nostra gestione, documentazione e progettazione didattica secondo il nostro approccio educativo alla conoscenza, approccio che ci fortifica in quanto la qualità dei nostri servizi è ormai riconosciuta dalle tante amministrazioni locali che collaborano con Coopselios. Aldo Manfredi Coordinatore Pedagogico Inaugurato l’asilo nido di Mesero È stato inaugurato sabato 30 agosto, alla presenza di numerose famiglie e bambini, l’asilo nido “Il glicine” realizzato a Mesero da Coopselios che, sulla base dell’accordo con l’Amministrazione Comunale, provvederà per vent’anni alla gestione della struttura. “Il glicine” si aggiunge alle 40 strutture per l’infanzia della nostra cooperativa che quotidianamente eroga servizi a oltre 2.000 bambini in 6 province italiane. L’asilo è stato costruito utilizzando i principi della bio-architettura e della bio-edilizia, attraverso l’impiego di materiali naturali, di tecniche finalizzate al risparmio energetico e alla riduzione degli agenti inquinanti. La struttura accoglierà 28 bambini tra i 10 e 36 mesi. Presenti all’inaugurazione, oltre ai tecnici del settore infanzia e alla coordinatrice del nido Diletta Buriol, il Sindaco del Comune di Mesero, Riccardo Molla, e il Presidente di Coopselios, Guido Saccardi. settembre 2008 | Coopseliosnotizie 6 NOTIZIE DALLA COOPERATIVA ANZIANI Sindrome del “Burnout”. Una ricerca del Settore Anziani nell’Area di Reggio l burnout è una sindrome che può colpire quegli operatori che per motivi professionali sono coinvolti in una relazione d’aiuto. Occuparsi degli altri può infatti portare ad una serie di disfunzioni psicofisiche fino a procurare una sindrome vera e propria. Le cause sembrano essere molteplici ma sostanzialmente si possono dividere in due categorie: cause sociali, attinenti all’ambiente di lavoro (organizzazione, clima aziendale ecc.) e cause psicologiche (ad es. la capacità di gestire le proprie emozioni). L’attenzione nei confronti del benessere psicologico dei soci lavoratori e gli sviluppi che un simile approfondimento poteva avere in termini di prevenzione e cura del disagio, ha portato il Settore anziani, in collaborazione con l’area di Reggio Emilia, ad effettuare una ricerca sul burnout in sei strutture residenziali (le R.S.A. “I Ronchi” di Castelnovo ne’ Monti, “A. Bisini” di Guastalla, “Al Parco” di Scandiano e le Case Protette di Correggio, Villa Minozzo, Monticelli Terme) coinvolgendo una settantina di operatori. La considerazione dalla quale si è partiti si rifà ad una corrente di pensiero che considera lo stress e il burnout lungo un continuum unico, per cui si pensa che un eccessivo stress definisca uno stato di burnout. Questo vuol dire che gradi intermedi di stress possono comunque segnalare disfunzioni sia sociali che psicologiche. I risultati della ricerca, basata sulla somministrazione di questionari al personale socio sanitario delle strutturecampione, indicano che circa la metà degli operatori si collocano al di sopra della soglia di attenzione per quanto riguarda sia lo stato di stress che di burnout. Mentre sembra non emergere un rapporto di causa effetto tra le difficoltà organizzative e gli stati di stress e burnout che, al contrario, sembrano dipendere dal difficile rapporto con l’emotività che si scatena nella particolare relazione con l’utente. Tutte le relazioni d’aiuto vedono infatti, uno di fronte all’altro, persone che interagiscono. Quasi sempre si prende in considerazione ciò che succede all’utente; meno si considera ciò che succede all’operatore coinvolto nel processo di cura. Tuttavia, la vita emotiva presente nella relazione non è un’esperienza esclusiva dell’utente (anziano o familiare) e, anche nelle situazioni più di routine, l’operatore può sentire la paura di perdere il controllo della situazione, di dover affrontare delle tematiche I Coopseliosnotizie | settembre 2008 Operatori coinvolti nella ricerca psicologiche che non si sente in grado di gestire, può trovarsi ad ascoltare aspetti dell’ospite che gli evocano eventi dolorosi personali. Emerge allora la forte necessità di preparare il personale a sviluppare ed utilizzare modalità comunicative e relazionali che gli consentano di gestire al meglio il rapporto con l’anziano. Per porre rimedio a una situazione così difficile e diffusa crediamo sia importante realizzare un programma di formazione permanente, da affidare a uno psicologo, strutturato in due fasi. Una prima fase che preveda una formazione teorica sulla comunicazione nella relazione d’aiuto con particolare attenzione alla gestione delle proprie emozioni; una seconda fase di incontri sui vissuti emotivi degli operatori. Una formazione che miri soprattutto a far emergere i vissuti emotivi difficili da riconoscere ed elaborare, al fine di evitare un eccessivo meccanismo difensivo, nel quale negazione, proiezione e rimozione diventino lo stato predominante: una situazione nella quale diventa veramente difficile evitare quello stato di insoddisfazione diffusa che rischia di trasformarsi in conflittualità più o meno esplicita tra colleghi, impedendo così quel rapporto di collaborazione e spirito di gruppo che sono fondamentali per un lavoro di qualità. Inoltre se il gruppo è coeso può diventare anche il contenitore di quella emozionalità che i singoli fanno fatica a gestire da soli. Valter Mastropaolo Psicologo coordinatore APPROFONDIMENTI DAI SETTORI 7 INFANZIA L’apprendimento di una seconda lingua nella prima infanzia olte famiglie oggi ritengono fondamentale per il futuro dei loro figli l’apprendimento di una seconda lingua, in particolare dell’inglese che è parlato in molti paesi del mondo. Sempre più viene richiesto di attivare precocemente questa competenza nei bambini, a partire dal nido. Il bilinguismo è un fenomeno complesso e la ricerca non è ancora giunta ad una conoscenza piena dei meccanismi di convivenza di più lingue nella stessa mente. Tuttavia l’attualità del tema e le richieste delle famiglie ci impongono di affrontare l’ambito in questione. Molte domande si pongono quindi come temi da approfondire: come acquisisce il linguaggio il bambino? Si è bilingui allo stesso modo se si apprende una seconda lingua alla nascita o più tardi? Qual è il metodo migliore per trasmettere due lingue senza creare squilibri? M IL CONTESTO TEORICO DI RIFERIMENTO Tutti gli esseri umani sono dotati di un capitale genetico che permette loro di acquisire il linguaggio. Tuttavia, per imparare a parlare, il piccolo dell’uomo Bambini negli asili nido di Coopselios deve essere messo a contatto con qualcuno dotato di parola, che parlandogli inneschi il processo di acquisizione del linguaggio. Nei primissimi anni di vita infatti, come sostengono le più recenti teorie psicologiche e delle neuro-scienze, i bambini apprendono quel complesso meccanismo che viene chiamato comunicazione verbale. In particolare ci pare importante il riferimento a Jerome Bruner e alle sue teorie circa lo sviluppo del linguaggio, i metodi di apprendimento e la ricerca del significato. Bruner mette in luce come l’intenzione comunicativa sia la condizione essenziale per l’apprendimento del linguaggio, in lingua così come in seconda lingua; pertanto c’è un’intenzione che precede il linguaggio stesso. Si tratta delle situazioni, delle esperienze comunicative condivise tra adulti e bambini sin dalla nascita: il cambio, il pasto, le attività condivise che, giocate sul piano di un agire accompagnato e commentato dal linguaggio intenzionale dell’adulto, fanno da sfondo alla comunicazione stessa. È all’interno di queste situazioni condivise e ripetute (definite format) che cominciano ad evidenziarsi previsioni e aspettative che gradualmente si trasformeranno in intenzioni comunicative vere e proprie. L’adulto nell’ambito di queste situazioni gioca un ruolo importante in quanto da un lato interpreta l’intento comunicativo del bambino, dall’altro svolge una funzione di tutor, che sorregge l’interazione stessa. Sono la coerenza e la sistematicità con cui l’adulto gioca il proprio ruolo comunicativo, che favoriscono, a loro volta, la capacità produttiva del bambino. Si tratta di una comunicazione reale basata sull’entrare in relazione; e in questo universo di parole, gesti, cura del corpo, attività condivise il settembre 2008 | Coopseliosnotizie 8 APPROFONDIMENTI DAI SETTORI INFANZIA Bambini negli asili nido di Coopselios linguaggio assume nel tempo un significato complesso e denso che nasce da un vissuto esperienziale giocato con altri. Possiamo affermare che i bambini imparano la prima e la seconda lingua quando la lingua è intesa come strumento efficace per i rapporti con gli altri e con il mondo. Ripercorrere in seconda lingua ciò che i bambini hanno affrontato in prima lingua, significa anche riutilizzare schemi mentali che i bambini si sono costruiti e questo potrebbe facilitare enormemente i processi di comprensione, confronto, riflessione metalinguistica da parte dei bambini stessi. IL SETTING DI APPRENDIMENTO E LA METODOLOGIA DA ADOTTARE L’esperienza maturata ci conferma che alcuni ambiti di intervento educativo che sostengono i molteplici linguaggi dei bambini facilitano enormemente i processi di apprendimento: la narrazione, il gioco simbolico, l’attività teatrale, l’espressività in tutte le sue forme artistiche e non, il canto e la musica, il gioco in senso lato ma anche le routines che scandiscono in modo ripetuto e preciso la giornata. Emerge la visione di un bambino protagonista del proprio processo di apprendimento che parla e riflette mentre agisce, con il corpo e con le cose, con gli altri, in un lavoro di gruppo continuamente ripreso e discusso in vista di Coopseliosnotizie | settembre 2008 una costruzione condivisa della conoscenza. Questo vale sicuramente anche per l’apprendimento della seconda lingua. Ne consegue che le proposte rivolte ai bambini, non possono porsi come unità didattiche prestabilite, ma al contrario devono prendere spunto dal vissuto esperienziale dei bambini stessi e costruirsi secondo una metodologia progettuale. Il bambino piccolo apprende se interessato e coinvolto, se immerso in situazioni motivanti che rappresentino una esperienza significativa. La presenza e le proposte dell’insegnante non possono quindi bastare. Affinché i bambini apprendano è necessario che spazi e materiali siano predisposti con ricchezza e varietà in modo da costituire un valido interlocutore nei processi di apprendimento. La logica è quella costruttivo-interazionista, dove non ci sono proposte pre-costituite. La lingua inglese, infatti, non deve essere approcciata come una materia di studio, ma come un semplice mezzo per comunicare, nella convinzione che un inserimento precoce in un contesto di lingua straniera sia il modo migliore per assimilarla attraverso un metodo di apprendimento naturale. UN SERVIZIO SPERIMENTALE: IL NIDO IN LINGUA INGLESE A MILANO A settembre, in collaborazione con la società Kids in progress, inizierà la sperimentazione di un nido in lingua inglese per bambini dai 12 ai 36 mesi, in via Premuda a Milano. Il progetto intende coniugare il Reggio approach con l’insegnamento precoce della lingua inglese. Le attività quotidiane verranno svolte da personale madrelingua inglese, semplicemente assecondando la curiosità del bambino e predisponendo contesti interessanti a sostegno delle sue potenzialità e dei suoi molteplici linguaggi. Non lezioni, ma full immersion protratte nell’arco di tutta la giornata attraverso la predisposizione di attività quotidiane strutturate per fasce d’età e tutte improntate sul gioco e sulla creatività del bambino. L’approccio prevede la partecipazione attiva dei bambini nell’apprendimento della lingua in un ambiente attrezzato e ben organizzato anche con atelier creativi. Ci auspichiamo che il progetto possa essere un’ulteriore occasione per diversificare le tipologie di servizi offerti e per fare avanzare la ricerca sul campo. Sabrina Bonaccini Responsabile Tecnico Settore Infanzia APPROFONDIMENTI DAI SETTORI 9 DISABILI Disabilità. Tra esperienza e valori o scorso giugno si è svolto il convegno “Disabilità. Tra esperienza e valori”, organizzato dal Settore Disabili di Coopselios, in collaborazione con l'Azienda Sanitaria Locale di Piacenza e con il patrocinio del Comune di Fiorenzuola D’Arda (PC). Per l’occasione sono stati presentati due percorsi molto importanti per il Settore Disabili, percorsi che hanno introdotto innovazione e qualificazione dei servizi e che si sono conclusi con la realizzazione di due prodotti che contribuiscono a definire l’identità del Settore stesso e rappresentano un punto di riferimento per i tecnici addetti all’ambito delle diverse abilità. Nella prima parte del convegno è stata presentata, attraverso diversi contributi, la pubblicazione “Telefoni alla mamma?” realizzata al fine di documentare il progetto di collaborazione tra operatori e familiari sperimentata nei Centri Socio Riabilitativi della Val d’Arda. Nella seconda parte i coordinatori territoriali e di struttura del Settore Disabili hanno presentato la Carta dei Valori che definisce i principi ai quali il settore stesso si ispira. L “TELEFONI ALLA MAMMA?” La giornata si è aperta con i saluti del Sindaco di Fiorenzuola, Giovanni Compiani e del Presidente di Coopselios, Guido Saccardi. A seguire, il Direttore del Distretto di Levante dell’Azienda USL di Piacenza, Lino Carra, è entrato nel merito del progetto di collaborazione tra operatori e familiari nei Centri Socio Riabilitativi della Val d’Arda e della ricerca che ne è seguita, supportato da una rappresentanza di familiari e operatori coinvolti nel percorso: Davide Caravaggi – Psicologo conduttore degli incontri, Desolina Gadolini – Rappresentante delle famiglie, Monica Pezzulli – Educatore. Il progetto nasce nel 2002 come sperimentazione e con il supporto di un finanziamento regionale, per poi attuarsi e concretizzarsi negli anni successivi in modo sempre più stabile e calzante ai bisogni espressi sia dalle famiglie che dai gruppi degli operatori. L’idea del progetto di incontro-confronto fra familiari e operatori dei servizi è sorta a fronte del riconoscimento di una forma di conflittualità fra i due gruppi. Da una parte, l’eccessiva solitudine in cui le famiglie spesso si ritrovano a gestire il disagio genera aspettative di assi- Copertina della pubblicazione “telefoni alla mamma?” stenza, anche personalizzata, che contrastano con le modalità operative praticate all’interno dei servizi. Dall’altra i mutamenti all’interno delle strutture, sia in termini di utenza che di professionalità coinvolte, hanno consentito una maggiore elaborazione, e di conseguenza una maggiore capacità di ascolto, rispetto ai bisogni espressi dalle famiglie. Da qui l’intento di migliorare il rapporto tra servizio e famiglia attraverso la creazione di un linguaggio comune che permetta un più ampio ambito di confronto e una maggiore collaborazione fra i soggetti interessati, arrivando a superare il vissuto esclusivamente soggettivo di ogni parte coinvolta. settembre 2008 | Coopseliosnotizie 10 APPROFONDIMENTI DAI SETTORI DISABILI Il progetto si è sviluppato in 4 fasi; le prime due sono preliminari e fra loro parallele nel tempo; la terza sancisce il vero e proprio inizio del progetto di collaborazione ed è il risultato di esigenze emerse nel corso delle prime due fasi progettuali; la quarta fase invece costituisce un momento di bilancio conclusivo per tutti i partecipanti. 1) Supporto psicologico alle famiglie: organizzazione di un gruppo di mutuo aiuto guidato da un referente psicologo, sperimentazione di supporto individuale, rilevazione di tematiche di interesse dei familiari e successivi incontri sulle tematiche stesse. 2) Supervisione psicologica rivolta agli operatori: incontri con gli operatori sulle stesse tematiche e secondo le stesse modalità adottate per gli incontri con le famiglie; incontri a cadenza mensile d’equipe interna ai servizi. 3) Integrazione dei gruppi di lavoro: a partire dal 2005 i due gruppi di lavoro, famiglie e operatori, sono stati messi a confronto in incontri plenari. I contenuti degli incontri plenari vertono su tematiche di interesse comune già analizzate separatamente nei rispettivi gruppi e sull’interpretazione reciproca dei ruoli ricoperti (familiare o operatore). 4) Fase di ricerca: a due anni dall’inizio del progetto di integrazione si è deciso di fare il punto su quanto realizzato, sia allo scopo di stimolare un momento di riflessione sulle tappe percorse e i mutamenti avvenuti, sia allo scopo di ipotizzare possibili evoluzioni del progetto stesso. Ciò che è emerso è che il percorso effettuato ha prodotto risultati particolarmente significativi sia all’interno del gruppo delle famiglie che del gruppo degli operatori, con importanti ricadute anche sugli stessi utenti. - I familiari degli ospiti hanno certamente acquisito maggiore consapevolezza nei confronti degli atteggiamenti di chiusura autoreferenziale. In seguito ai lavori di gruppo e all’integrazione fra famiglie e operatori si è osservato, da una parte, molta più disponibilità all’ascolto e alla collaborazione fra gli stessi familiari e, dall’altra, un mutamento cruciale rispetto alle aspettative nei confronti del servizio, con una radicale diminuzione della conflittualità. - È aumentata la partecipazione alle attività promosse dal servizio: i lavori di gruppo hanno mutato, nelle famiglie, la percezione del servizio erogato, inteso non solo come un luogo in cui trovare la necessaria assistenza, ma anche come un’importante opportunità per sperimentare nuove occasioni conoscitive e relaCoopseliosnotizie | settembre 2008 zionali. - Anche gli operatori hanno sviluppato una maggiore propensione all’ascolto mostrando una particolare sensibilità nei confronti della necessità di sapere ascoltare le famiglie e il loro punto di vista sulla relazione con l’utente/congiunto, al punto da accogliere in maniera favorevole la proposta di avviare forme sperimentali di co-progettazione dei percorsi con gli utenti. - Gli incontri in equipe ristrette e in equipe plenarie hanno fornito, da una parte, l’occasione per una condivisione approfondita di un lavoro inevitabilmente carico di tensioni relazionali ed emotive e, dall’altra, maggiori strumenti di auto-valutazione oggettiva del lavoro stesso. - Infine, è stato pienamente raggiunto l’obiettivo iniziale, volto alla creazione di un linguaggio comune fra familiari e operatori. Un linguaggio comune rappresenta in primo luogo una piattaforma condivisibile sulla quale confrontarsi e capirsi a vicenda, in secondo luogo costituisce un trampolino di lancio per elaborare forme di co-progettazione su percorsi di riconosciuta importanza. Sono state individuate quattro parolechiave (socializzazione, cambiamento, relazione, intervento individualizzato) sulle quali sono stati elaborati, all’interno dei gruppi integrati, definizioni condivise e possibili percorsi di lavoro. LA CARTA DEI VALORI. OLTRE LE ABILITÀ La seconda parte della giornata è stata dedicata alla presentazione della Carta dei Valori, introdotta da Ester Schiaffonati, Direttore dell’Area di Piacenza. La Carta dei Valori è il risultato di un percorso che ha coinvolto i coordinatori dei servizi, il Responsabile Tecnico di Settore, e gli operatori ed è espressione della multispecializzazione alla quale si orienta la cooperativa, oltre che esplicitazione e valorizzazione del suo know how tecnico. La Carta ha il fine di declinare i valori che sottendono la filosofia d’intervento all’interno dei servizi che si occupano della disabilità. Strutturare una identità di Settore attraverso la definizione dei suoi valori di riferimento consente di sviluppare il senso di appartenenza degli operatori. Condividere questi valori e diffonderli consente inoltre di utilizzare e praticare un approccio metodologico, organizzativo e progettuale nel processo di lavoro all’interno dei servizi, che trova espressione concreta nell’agito professionale quotidiano di ciascun operatore. Danila Bocelli Responsabile Tecnico Settore Disabili APPROFONDIMENTI DAI SETTORI 11 MINORI Affidi educativi territoriali di Sarzana 2. L’acquisizione del codice deontologico e metodologico er formare un gruppo è necessario creare delle coordinate sia di ordine pratico che di ordine emotivo, in modo tale che i singoli possano riconoscersi in un sistema di regole e valori. Un gruppo di lavoro deve prima di tutto avere delle regole comportamentali condivise. Le regole spesso sono definite nel contratto di assunzione e messe in pratica sul luogo di lavoro (orario, divisa, spazi, mansioni, ecc.), spesso tutto ciò si svolge all’interno di una struttura ben definita sia essa una scuola piuttosto che una officina meccanica, con lo stesso gruppo di colleghi con cui condividere tempi, spazi e strumenti. L’educatore territoriale non ha una struttura fisica in cui entrare, timbrare il cartellino e svolgere la propria attività, non condivide lo stesso luogo con i propri colleghi ma con altri professionisti (ad esempio con gli insegnanti), il suo lavoro si articola nelle scuole, nelle case, sul territorio. È quindi un lavoro “senza struttura”? Quando ho iniziato a lavorare nel gruppo affidi educativi ancor prima di porre questa domanda agli educatori, ho dovuto argomentare e discutere con loro alcune idee ed opinioni che gli educatori stessi avevano di sé e del proprio lavoro. Nel gruppo aleggiava l’idea che un buon educatore è solo colui che lavora per passione e con forte senso di altruismo, che fare l’educatore non è e non può essere un lavoro, ma una missione, e quindi era impossibile seguire un codice comportamentale e un programma prestabilito, in virtù del fatto che ogni utente era di per sé una “eccezione”. Tutto ciò ha dato inizio ad una lunga discussione su quanto la professionalità offuscasse la personalità dell’educatore o quanto la programmazione incidesse negativamente sulla spontaneità del rapporto con l’utente, fino ad arrivare alla domanda “è quindi un lavoro senza struttura?” Questo è stato il mio primo compito: dare una struttura mentale a coloro che per tipologia di lavoro non hanno una struttura fisica in cui lavorare, imparare a fare come la chiocciola che si porta sempre con sé la propria casetta. Le fondamenta della casetta sono state e sono gli arti- P coli del codice comportamentale e deontologico, riconosciuto e riconoscibile da tutti, in quanto è il prodotto delle difficoltà e delle esperienze realmente vissute dagli educatori, discusse, affrontate e quindi generalizzate sotto forma di regole comportamentali. Tali regole sono state scritte in un libretto dato in dotazione a tutti gli educatori, e che viene sistematicamente illustrato ai nuovi assunti. Fatte le fondamenta, la casetta doveva essere ancora costruita, bisognava creare dei muri portanti, e poi suddividere gli ambienti ed infine arredarla. I muri portanti della struttura sono stati creati attraverso l’apprendimento di un linguaggio comune, un linguaggio tecnico e comprensibile con cui poter parlare all’interno del gruppo. Gli educatori provenivano da esperienze formative le più disparate (laurea in scienze della formazione, in scienze politiche, in psicologia, diploma scuola magistrale, ragioneria, liceo) e quindi avevano linguaggi differenti e spesso imprecisi. Il mio secondo compito è stato quindi quello di dare un codice comune il più possibile fruibile a tutti. Questo ha richiesto un tempo maggiore e soprattutto una sistematicità quasi petulante, che impegna ancor oggi tutto il gruppo di lavoro in incontri di formazione teorica, in incontri di supervisioni a cadenza mensile, nella compilazione di relazioni semi-strutturate di osservazione del minore, di elaborazione del progetto educativo e del suo andamento, per ciascun utente. Tutto il resto fa parte del clima di lavoro, anche questo va curato con riunioni di gruppo, ascoltando i dissidi che si possono creare tra colleghi, condividendo le difficoltà che man mano si incontrano. Insomma questo è un lavoro che ha bisogno di una forte e solida struttura, ma non di rigidità, è un lavoro che si fa con passione ma non per passione, con professionalità utilizzando la propria personalità, è un lavoro per persone serie e responsabili ma non seriose, che sanno aspettare pur continuando a muoversi, è un lavoro per chi sa stare nelle sfumature dei colori e non solo nel bianco o nel nero. Moira Puntelli Psicologa del Servizio Affidi Educativi settembre 2008 | Coopseliosnotizie 12 FOCUS RINNOVO DEL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO Il C.C.N.L. passo passo iprendiamo in modo più diffuso e particolareggiato quanto abbiamo anticipato nelle varie comunicazioni aziendali degli scorsi mesi sul rinnovo del C.C.N.L., il Contratto Nazionale di Lavoro. R 1 - Inquadramento del personale La prima e significativa novità è l’inquadramento del personale che entrerà in funzione con l’anno prossimo. Finora tutto il personale era inquadrato su 10 livelli. La parte più cospicua era inquadrata tra il terzo livello (es. Area/categoria le ADB), il quarto (ADBQ o OSS) e il quinto livello (RAA o Operatrici infanzia). In altri termini l’inquadramento dipendeva semplicemente dalla mansione. Sei un’ADB: terzo livello; sei una OSS o ADBQ: quarto livello; sei un’insegnante dell’infanzia: quinto livello… e così per tutta la vita lavorativa. Un modo semplice e chiaro ma che non tiene conto del contributo professionale e operativo che ciascuno dà all’interno dell’azienda. Con gennaio prossimo tutto il personale sarà inquadrato in 6 aree e 13 progressioni economiche o categorie. Posizioni economiche Profili A1 (ex 1° Livello) Addetta/o alle pulizie, addetta/o alla sorveglianza e custodia locali, addetta/o all'assolvimento di commissioni generiche, addetta/o ai servizi di spiaggia, ausiliaria/o. A2 (ex 2° Livello) Bagnina/o, operaia/o generica/o, centralinista, addetta/o alla cucina. B Lavoro qualificato e servizi generici alla persona B1 (ex 3° Livello) Operaia/o qualificata/o, autista con patente B/C, aiuto cuoca/o, addetta/o all'infanzia con funzioni non educative, addetta/o alla segreteria, assistente domiciliare e dei servizi tutelari operatrice/ore socio-assistenziale addetta/o all’assistenza di base o altrimenti definita/o non formata/o. C Lavoro specializzato, servizi qualificati alla persona C1 (ex 4° Livello) Operaia/o specializzata/o, cuoca/o, autista con patente D/K, autista soccorritrice / ore, autista accompagnatrice/ore, impiegata/o d'ordine, animatrice/ore senza titolo, assistente domiciliare e dei servizi tutelari operatrice/ore socio-assistenziale addetta/o all'assistenza di base o altrimenti definita/o formata/o, operatrice/ore tecnico dell'assistenza, istruttrice/ore di attività manuali ed espressive, istruttrice/ore di nuoto, guida. C2 (Nuovo livello OSS) Operatore Socio Sanitario effettivamente operante in servizi e strutture sociosanitarie (OSS). C3 (ex 5° Livello) Capo operaia/o, capo cuoca/o, assistente domiciliare e dei servizi tutelari operatrice/ore socio-assistenziale addetta/o all'assistenza di base o altrimenti definita/o coordinatrice/ore (RAA). D1 (ex 5° Livello) Educatrice/ore senza titolo, maestra/o di attività manuali ed espressive, guida con compiti di programmazione, massaggiatrice/ore, animatrice/ore con titolo, infermiera/e generica/o, assistente all'infanzia con funzioni educative, operatrice/ore dell'inserimento lavorativo, impiegata/o di concetto operatrice/ore dei servizi informativi e di orientamento. D2 (ex 6° Livello) Impiegata/o di concetto con responsabilità specifiche in area amministrativa, educatrice/ore professionale, assistente sociale, infermiere, capo cuoca/o-dietista, fisioterapista, terapista occupazionale, psicomotricista, logopedista, ricercatrice/ore dei servizi informativi e di orientamento. D3 (ex 7° Livello) E1 (ex 7° Livello) Educatrice/ore professionale coordinatrice/ore. Capo ufficio, coordinatrice/ore di unità operativa e/o servizi semplici. E2 (ex 8° Livello) Coordinatrice/ore di unità operativa e/o servizi complessi, psicologa/o,sociologa/o, pedagogista, medico. F1 (ex 9° Livello) Responsabile di area aziendale, psicologa/o - sociologa/o - pedagogista -medico se in possesso di 5 anni di esperienza nel settore cooperativo. F2 (ex 10° Livello) Responsabile di area aziendale strategica, direttrice/ore aziendale. A Lavoro generico e servizi ausiliari D Lavoro specializzato, professioni sanitarie, servizi socio educativi E Professioni specialistiche, attività di coordinamento F Attività di direzione Coopseliosnotizie | settembre 2008 FOCUS 13 RINNOVO DEL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO Il nuovo sistema di classificazione è articolato in sei aree/categorie individuate mediante declaratorie che descrivono l’insieme dei requisiti indispensabili per l’inquadramento nelle categorie stesse, corrispondenti a livelli omogenei di conoscenze, competenze e capacità necessarie per l’espletamento delle relative attività lavorative. L’inquadramento del personale nelle sei categorie e nelle rispettive posizioni economiche è determinato esclusivamente in relazione alle mansioni effettivamente svolte e non prevede automatismi di scorrimento tra le posizioni economiche. Occorre, tuttavia, mettere in evidenza, come sia stata inserita una nuova posizione economica: la C2. In questa posizione saranno inquadrate le OSS che effettivamente svolgeranno detta mansione. Vuol dire che se una OSS svolge le stesse attività di una ADB o ADBQ rimarrà inquadrata nella posizione C1. Ci siamo soffermati a lungo sul nuovo inquadramento, cercando di dare dettagli ampi e precisi, perché ci pare essere la parte più complessa del nuovo contratto di lavoro. 2 - Incremento retributivo Parte molto attesa del rinnovo contrattuale riguarda gli aumenti retributivi. (vedi tabelle a fianco) Con riferimento al 4° livello corrisponderanno a € 130,00 a regime (31/12/2009), così ripartiti: • € 60,00 dal 1 gennaio 2008 • € 40,00 dal 1 gennaio 2009 • € 30,00 dal 1 dicembre 2009 3 - Arretrati • Una tantum, al 4° livello, di € 200,00 (da cui detrarre quanto già corrisposto come IVC nel periodo) relativa al biennio 2006/2007, da corrispondere nel mese successivo alla firma del rinnovo; • Possibilità di corrispondere gli arretrati consolidati dal 1 gennaio 2008 alla firma del rinnovo in due tranche, comunque entro il 31/12/2008: € 60,00 per x 7 mesi (luglio) pari a € 410 (da cui detrarre quanto già corrisposto come IVC nel periodo). 4 - Lavoro festivo e domenicale Introduzione, con entrata in vigore dal 1 dicembre 2009, di una maggiorazione retributiva per il lavoro festivo e domenicale, sotto forma di indennità oraria pari al 15% della normale retribuzione. Quest’ultima voce è già in vigore in Coopselios, anzi rappresenta una condizione di miglior favore, almeno per qualche tempo, a dimostrazione che Coopselios sia un punto di riferimento per la cooperazione sociale in tutto il terzo settore privato. In vigore dal 1.1.2008 Liv. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Mensile lordo 1060,95 1070,75 1120,63 1205,21 1277,95 1348,07 1435,09 1548,96 1710,78 1953,78 In vigore dal 1.1.2009 Aree A B C D E F Posizioni economiche 1 2 1096,16 1106,28 1157,21 1245,21 1282,51 1320,47 1392,82 1482,72 1600,37 1767,56 2018,62 In vigore dal 1.12.2009 Aree Posizioni economiche 1 2 A 1122,57 1132,94 B 1185,72 C 1275,21 1313,4 D 1352,18 1426,37 E 1518,45 1638,93 F 1810,14 2067,25 3 1320,37 1482,72 3 1352,18 1518,45 VALUTAZIONE FINALE Ogni rinnovo contrattuale, una volta concluso, rappresenta una conquista, un passo avanti. Siamo molto soddisfatti del contratto concluso nonostante le lungaggini e le difficoltà dell’approdo. È nostra convinzione che il ritardo della presentazione della piattaforma e le divisioni sindacali non abbiano giovato. Aver avuto la possibilità di chiudere l’accordo molti mesi addietro poteva significare erogare qualcosa in più a costi sopportabili. Infatti, vorremmo che i nostri soci comprendessero come Coopselios abbia fatto uno sforzo enorme pur di raggiungere una conclusione positiva del contratto accollandosi l’onere di recuperare i costi contrattuali in un tempo brevissimo: poco più di un anno. Olindo Cervi Direttore delle Risorse Umane settembre 2008 | Coopseliosnotizie 14 FOCUS RINNOVO DEL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO Rapporto Pubblico-privato e sussidiarietà e riflessioni sul C.C.N.L. delle cooperative sociali scontano sempre una difficoltà dovuta al fatto che le parti si accordano, senza avere certezza dei comportamenti della Pubblica Amministrazione, il principale cliente-fruitore dei servizi erogati che però non è tenuto a nessun impegno (fatto salvo evidentemente gli obblighi di legge). Succede così che gli adeguamenti contrattuali, spesso insoddisfacenti per i lavoratori, diventano assai gravosi per le cooperative, a fronte dell’incertezza del recupero tempestivo dell’aumento dei costi. Il convitato di pietra pubblico, in quanto monopolista della domanda, è in grado di determinare, da una parte, il livello di applicabilità del contratto, che tuttora viene rispettato a macchia di leopardo nelle varie regioni italiane e, dall’altra, i risultati di bilancio delle cooperative che lo applicano, combattendo sul recupero degli aumenti di costo dei servizi. Questa situazione sempre meno sostenibile si giustifica con la particolarità del settore relativamente giovane (il primo C.C.N.L. è del 1992) e del tutto speciale. Un poco di storia per esplicitare il quadro di riferimento. La legge 381 “Disciplina delle cooperative sociali” è per l’appunto del 1991 e ha permesso di inquadrare in una fattispecie certa il variegato mondo che fino ad allora era chiamato della “solidarietà sociale”. Due le motivazioni principali della definizione di un contratto di lavoro nazionale: l’una per far uscire una parte dei lavoratori delle cooperative sociali dal lavoro grigio gestito con i regolamenti interni, l’altra per avere un riferimento certo nella contrattazione con la committenza pubblica. Il contratto iniziale fu contenuto, senza grandi rimostranze da parte dei destinatari, tenuto conto che tra i circa 40.000 addetti dichiarati al tempo, la gran parte erano stati volontari (o quasi) che vedevano trasformato il loro impegno solidale in una professione e dunque mostravano un qualche disinteresse per il livello salariale. Anche il successivo allargamento della base occupazionale si è alimentato per tutti gli anni ’90 di donne in maggioranza di età compresa tra L Coopseliosnotizie | settembre 2008 Dino Terenziani i 35 e i 45 anni, che rientravano nel mondo del lavoro dopo una interruzione dovuta ad obblighi familiari, donne propense a un impegno part-time, che trasferivano le competenze e le motivazioni dell’accudimento domestico nella nuova professione. Con il passaggio di secolo l’allargamento delle esternalizzazioni ha richiesto molta mano d’opera che il mercato del lavoro però offre in misura limitata, proprio per lo scarso appeal del settore poco soddisfacente in termini economici e molto impegnativo per qualità e quantità delle prestazioni. Da qui nascono anche livelli di turn over, ormai considerati fisiologici, che si aggirano per molte cooperative sociali attorno al 30% anno. Attualmente i lavoratori impiegati sfiorano le 300.000 unità e compongono un aggregato ben diverso da quello del 1992, in cui si aprono problemi FOCUS 15 RINNOVO DEL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO di motivazione, di riconoscimento sociale e di formazione di grande impatto, non affrontabili in questa sede. All’ordine del giorno c’è infatti il nuovo C.C.N.L., sottoscritto il 30 luglio 2008 dopo un troppo lungo periodo di vacanza contrattuale, che quantomeno ha il pregio di aggiornare le retribuzioni ferme dal 2006. Certamente non risolve il gap economico con gli altri 8 contratti (davvero troppi) presenti nel settore dei servizi alla persona e non recupera l’andamento effettivo dell’inflazione che uno studio CISL valuta attorno al 40% dal 1993 (anno del famoso Accordo di Luglio) fino al 2006. Lo stesso studio stima infatti l’aumento salariale nel periodo per gli addetti delle cooperative sociali non superiore al 26%. Questi dati generali, riassunti nella partenza contrattuale bassa nel 1992 e in un insufficiente recupero negli anni successivi, giustifica l’insoddisfazione dei lavoratori per il loro trattamento economico. Il nuovo contratto realizza però uno sforzo rilevante per le cooperative che l’hanno sottoscritto, perché comporta un aumento del costo del lavoro del 12% al 31/12/2009 data di scadenza. Se a ciò si aggiunge il superamento totale del salario convenzionale, previsto dalla legge 602 del 1970, l’onere economico diventa pesante e deve trovare un adeguato riconoscimento da parte della Pubblica Amministrazione, pena gravi problemi di bilancio per le cooperative sociali. L’attuale fase di ristrettezza delle risorse pubbliche disponibili e l’attesa di ulteriori tagli non rende agevole il confronto con la Pubblica Amministrazione, costretta a scambiare l’aumento dei propri costi con una riduzione dei servizi. Le cooperative sociali tuttavia non saranno in grado di reggere un mancato adeguamento delle tariffe, con il rischio di dover abbandonare il campo o ad una ripubblicizzazione dei servizi di certo più onerosa o alle scorribande di imprese irregolari (siano esse cooperative o private) che fanno pagare ai propri dipendenti l’insufficiente remunerazione delle prestazioni rese. Credo che i dati riportati non si prestino a letture di parte e che Pubblica Amministrazione, cooperative sociali e sindacato, in base ad una reciproca fiducia sperimentata in 20 anni di proficua collaborazione, possano valutare le attuali difficoltà per cercare insieme la soluzione più appropriata, che non può più essere quella semplicistica dell’ulteriore riduzione della retribuzione effettiva degli operatori. Intanto occorre una vigilanza attenta perché tutte le cooperative applichino correttamente il C.C.N.L., realizzata di comune accordo da tutti i protagonisti e certificata dal rispetto almeno delle tabelle ministeriali del costo del lavoro. Su questa base irrinunciabile si può aprire un confronto serio che tenda a conciliare retribuzioni più soddisfacenti per i lavoratori, bilanci di cooperativa, capacità di spesa della Pubblica Amministrazione. Credo che la quadratura di questo cerchio si possa cercare nell’applicazione, finalmente operativa, del principio di sussidiarietà per cui il pubblico governa il sistema e affida i servizi (al proprio interno o all’esterno) in base all’efficienza nel produrli, le cooperative si impegnano a ricercare soluzioni che soddisfino l’utenza nel rispetto dei requisiti necessari, ma senza il vincolo di procedure organizzative imposte, il sindacato controlla che questo processo si realizzi non comprimendo le condizioni di lavoro e, di più, favorendo la diffusione degli eventuali risultati migliorativi tra gli operatori. Occorre insomma superare gli stereotipi del “Pubblico più equo e più qualitativo, del privato sociale utilizzato solo perché più a buon mercato e del sindacato attento all’aumento delle retribuzioni a prescindere”. In questo percorso l’Osservatorio Provinciale sugli appalti dei servizi socio-assistenziali-educativi e di inserimento lavorativo delle cooperative sociali, che dal 2000 opera con successo nella logica di favorire qualificati rapporti contrattuali tra Pubblico e cooperazione sociale, intende fornire un contributo tecnico-consulenziale, perché in una sede che vede la presenza dei rappresentanti di tutti i protagonisti si possano approfondire le considerazioni soprariportate, con l’impegno a riportare le conclusioni condivise in un Convegno aperto a tutti gli interessati ad un effettivo rinnovamento del nostro Welfare. Dino Terenziani Presidente Osservatorio Cooperazione Sociale di Reggio Emilia settembre 2008 | Coopseliosnotizie 16 LA VOCE DI COOPSELIOS RICORRENZE Cooperativa ma soprattutto i territori e le comunità locali. Nel corso di questi anni i valori fondanti di Coopselios si sono potuti Ventennale della Casa consolidare e alimentare con i rapProtetta di Villa Minozzo porti che la cooperativa ha agito come parte vitale della comunità e decennale della territoriale: qualità del servizio, Residenza “I Ronchi” di iniziative solidaristiche, mantenimento di un’occupazione stabile Castelnovo né Monti dei soci lavoratori della montagna, trasparenza imprenditoriale nei Coopselios ha festeggiato due confronti delle Amministrazioni importanti ricorrenze che riguarPubbliche. dano le attività al servizio degli anziani dell’Appennino Reggiano: i E così, per festeggiare un lungo e 20 anni della Casa protetta di Villa proficuo cammino insieme, il Settore Anziani di Coopselios ha Minozzo e i 10 anni della offerto agli ospiti delle Residenze, Residenza “I Ronchi” di alle loro famiglie e alla cittadinanCastelnovo ne’ Monti. za tutta una pubblicazione che Un lungo percorso che ha coinvolraccoglie storie, ricordi e immagini to i soci lavoratori della della montagna e uno spettacolo di Ivana Monti, dedicato proprio alla memoria, come valore fondante per la promozione di una cultura dell’anziano. “MIA CARA MADRE. Ricordi e voci della nostra terra dal 1913 alla Liberazione 1945”, è la storia attraverso il ricordo e il canto popolare, della nostra terra. Hanno partecipato all’evento Clementina Santi, Assessore alla Cultura della Comunità Celebrazione al Teatro di Castelnovo ne’ Monti Vecchi Giganti Montana, Luigi Fiocco, Sindaco di Villa Minozzo, Gianluca Marconi, Sindaco di Castelnovo ne’ Monti, Guido Saccardi, Presidente di Coopselios, e Dina Bonicelli, Responsabile Tecnico del Settore Anziani di Coopselios. Buon Compleanno Residence! Decennale del “Residence degli Ulivi” di Podenzana Il 13 settembre 2008 in occasione del decimo anniversario dall’apertura del “Residence degli Ulivi” di Podenzana, è stata organizzata una grande festa.... Alla presenza di Dirigenti e operatori della cooperativa, di soci volontari, di parenti e amici degli ospiti e della autorità – il Presidente della Provincia di Massa Carrara, Osvaldo Angeli, il Vice Sindaco, Rolando Rocchi e l’Ufficiale dell’anagrafe del Comune di Podenzana, Massimo Baldassini – è stato festeggiato il decimo compleanno del “Residence degli Ulivi”. La giornata si è aperta con la proiezione di due filmati realizzati dalle educatrici Erika e Paola: la descrizione della realtà di un malato di Alzheimer in versione favola e momenti di vita di ospiti e personale in struttura. A seguire, esibizione delle bambine Elisa, Teodora e Alice con la canzone “Il mondo è mio”. Infine il rinfresco e, come ogni compleanno che si rispetti, la torta preparata appositamente dal personale della struttura. Il tutto accompagnato dal gruppo musicale “I Bandana”. Coopseliosnotizie | settembre 2008 LA VOCE DI COOPSELIOS 17 NUOVI PROGETTI “Alzheimer Café”. Un nuovo progetto prende forma Si è appena concluso, alla Casa Protetta per anziani “Villa Verde” di Ancarano a Piacenza, il percorso formativo “Il malato demente e il caregiver: strumenti operativi”. Il progetto nasce dalla necessità che si riscontra nel quotidiano di ogni struttura per anziani, quando ci si trova a dover “gestire” una persona affetta da malattia di Alzheimer. Ci si trova a dover affrontare una situazione nuova, per la quale non si è preparati: vivere ventiquattro ore su ventiquattro con un individuo che sta lentamente perdendo le proprie facoltà mentali. Il percorso formativo, voluto fortemente dall’Area di Piacenza e dall’Associazione Alzheimer di Piacenza rappresentata dal Presidente Andrea Gelati, ha inteso offrire a operatori e familiari soluzioni pratiche e strumenti per affrontare il quotidiano e i problemi che questa patologia comporta nella gestione di chi ne è affetto. Ha rappresentato inoltre un aiuto ad assumere un atteggiamento più costruttivo e meno fatalistico. Casa Protetta “Villa Verde” di Ancarano (PC) In particolare sono stati approfonditi gli strumenti, le competenze e le tecniche operative per migliorare la relazione e la comunicazione con il “malato”, ma anche per stimolare e mantenere le sue abilità residue nel maggior tempo possibile concesso dalla patologia. Non solo, durante il corso familiari e operatori hanno acquisito importanti inforAnziani nelle strutture di Coopselios mazioni sui diversi aspetti della patologia, sui comportamenti-atteggialogia, il ruolo della riabilitazione, i menti corretti per la gestione della farmaci a disposizione, la gestione malattia nelle sue diverse fasi di delle emozioni, la gestione dell’asgravità, ma anche sulle risorse sistenza, l’alimentazione, la comuassistenziali e terapeutiche disponicazione non verbale e il contatto nibili sul territorio di appartenen- fisico. za. Tutto il percorso formativo è legaIl percorso formativo è stato artito al progetto, elaborato insieme colato in un ciclo di cinque inconalla Associazione Alzheimer di tri con cadenza mensile e ha coinPiacenza, di creare all’interno della volto gli operatori, i fisioterapisti, struttura “Villa Verde” uno spazio gli animatori, i coordinatori, le dedicato all’Alzheimer Café. A tale RAA (Responsabili delle Attività progetto hanno aderito, attraverso Assistenziali), le RAI (Responsabili varie consulenze, anche i profesdelle Attività Infermieristiche) di sionisti, i medici geriatri specializtutte le strutture per anziani delzati in sindromi di demenza, i l’area di Piacenza. neurospichiatri e medici di mediciIn sintesi, gli argomenti trattati na generale che operano o collabonei vari incontri sono stati la pato- rano quotidianamente nel consultorio per demenze dell’azienda AUSL di Piacenza. Si tratta di un ulteriore servizio offerto dalla Casa Protetta “Villa Verde” in risposta alle numerose richieste del nostro territorio a fronte di un considerevole aumento di persone affette dalla patologia. Un particolare e sentito ringraziamento per il grande aiuto dato a tutti noi addetti ai lavori è rivolto al Dott. Lucio Lucchetti, medico geriatra del consultorio settembre 2008 | Coopseliosnotizie 18 LA VOCE DI COOPSELIOS STORIE DI VITA per demenze dell’azienda AUSL di Piacenza, alla dottoressa Dordoni, neuropsichiatra del consultorio per demenze dell’azienda AUSL di Piacenza, al Dott. Mauro Bonomini, all’assistente sociale Andrea Albasi e al Dott. Buonanno, medico fisiatra dell’Azienda AUSL di Piacenza; e non ultimo un grande ringraziamento per la collaborazione e la disponibilità al presidente dell’Associazione Alzheimer di Piacenza Andrea Gelati. Claudio Boriotti Responsabile Tecnico di Produzione Area Piacenza Settore Anziani Gita degli ospiti della R.S.A. di Guastalla al Lago di Garda Tra le attività di animazione proposte agli ospiti dalla R.S.A. “Attilio Bisini” di Guastalla (RE) spicca la organizzazione e la realizzazione di gite. Quella di quest’anno, al Lago di Garda, aveva come precipuo scopo quello di far star bene i nostri ospiti, di farli divertire, ma soprattutto di rispondere al loro diritto di continuare, nonostante la condizione di non autosufficienza, ad essere integrati nel contesto sociale, a conoscere e ad apprendere. La nostra idea di anziano è quella di una persona portatrice di diritti quali l’integrazione nel contesto sociale e la valorizzazione della sua individualità. Il diritto, inolCoopseliosnotizie | settembre 2008 tre, di non essere considerata “irrecuperabile” ma ancora portatrice di risorse residue che devono essere riconosciute e valorizzate anche per mantenere e accrescere l’autostima. Una persona che ha ancora desiderio di apprendere e di conoscere. Una persona da “accogliere” con una sua storia, con sue sofferenze, con suoi desideri, portatrice di risorse e saperi. Ecco perché cerchiamo di assistere i nostri ospiti anche a partire dalle loro necessità. Ed è proprio dall’ascolto dei loro pensieri e dei loro desideri che è nata l’idea di recarci per un giorno in un luogo ameno, ma ricco di storia e di cultura, dove poter trascorrere momenti spensierati, dedicandoci al benessere psicofisico e alla conoscenza di nuovi luoghi e dei loro trascorsi storici. Una gita che ha riscosso grande entusiasmo, anche a fronte delle difficoltà organizzative che hanno dovuto tener conto da un lato della pianificazione dell’itinerario e dall’altro degli step logistici relativi alla conduzione di persone in carrozzina. A Sirmione abbiamo accompagnato gli anziani al Museo archeologico, dove sono in mostra reperti Un momento di riposo durante la gita al Lago romani di grande pregio, raffigurazioni musive e dipinti murali che ricordano quelli di Pompei. Ci siamo poi recati alle Grotte di Catullo. Nella cornice di grande suggestione ci hanno incantato il paesaggio, gli ulivi e le grandi siepi di rosmarino. Infine siamo scesi per una passeggiata al molo. Dopo un pranzo a base di pesce servito in un tipico ristorante, nel pomeriggio abbiamo passeggiato visitando anche alcuni negozi, dove gli ospiti hanno potuto acquistare alcuni souvenir. La brezza, il sole e il paesaggio hanno contribuito notevolmente alla realizzazione di questa gita indimenticabile, che ha prodotto un effetto di grande soddisfazione sugli ospiti, al punto tale che hanno espresso il desiderio di ripetere l’avventura. E come ci insegna Lewald “Si può rimanere giovani fino alla fine se si tengono gli occhi e l’anima aperti al bello, al grande, al buono, al vero”. Vania Lodesani Coordinatrice Roberta Carena R.A.A. Afro Somenzari Terapista Occupazionale LA VOCE DI COOPSELIOS 19 STORIE DI VITA Colonie estive a Marinella rare e a giocare insieme, questo è ciò che abbiamo fatto e che ci piace fare. Ma la cosa più bella è il momento in cui ti accorgi che stanno crescendo quando capiscono che dividere gli spazi e i tempi non significa averne meno per se stessi ma più per tutti. L’esperienza di quest’anno è stata tutto questo e molto altro per cui non esistono parole. L’esperienza di quest’anno è stata vita nel suo senso più brillante e chiassoso. Grazie ragazzi, ci vediamo l’anno prossimo. Diego Soldano Educatore Attività nelle colonie di Marinella Forse è una favola, o forse è una storia vera, più probabilmente è entrambe le cose. È il racconto di un giorno, dopo l’altro, di quattro settimane. È l'insieme di tante vite, un progetto comune, per i ragazzi e con i ragazzi, è il racconto delle colonie estive svolte a Marinella di Sarzana, gestite, ormai da due anni, da Coopselios. Come ogni anno, insieme al mare e ai giochi, i ragazzi si sono impegnati nell’allestimento e nella rappresentazione, di fronte ai genitori, di un piccolo spettacolo. Il tema di quest’anno è stato “il dialetto di Sarzana”, un ritorno a un passato ormai dimenticato e per molti mai conosciuto, che si è rivelato un passo in avanti. Vedere l’impegno divertito nel parlare come facevano i nonni, osservare la soddisfazione di essere parte attiva nella stesura della sceneggiatura, portando ogni mattina foglietti dove facevano mostra di sé proverbi e “modi di dire” in dialetto chiesti ai parenti e ai vicini, preparare scenografie con loro, insegnare e imparare a lavo- Immaginari in mostra a Frascati A Frascati il 19 giugno 2008, presso le Scuderie Aldobrandini, abbiamo organizzato una mostra per raccontare, attraverso un’esposizione di diversi materiali: immagini, approfondimenti, documentazioni, prodotti dei bambini, una mostra per rendere visibili i progetti delle quattro sezioni e dell’atelier realizzati durante l’anno 2007/2008. La scelta di un palazzo storico al centro del Paese, luogo che accoglie mostre da ogni parte del mondo, non è stata casuale. Il nostro era un progetto ambizioso finalizzato alla restituzione, in parte, dello stare al nido dei bambini, del loro pensare, del loro fare. Per una giornata intera i bambini sono stati i protagonisti: loro hanno tagliato il nastro, alla presenza delle autorità (erano presenti la Dott.ssa Mariagrazia Toppi, la Dott.ssa Pacifici e il Geom. Battistoni), di alcuni rappresentanti del Consiglio di gestione e dei genitori. Hanno visitato la mostra insieme agli adulti presenti, ritrovando con grande stupore le loro foto, i disegni e gli oggetti da loro costruiti. Noi adulti abbiamo solo aiutato i bambini a comunicare col mondo attraverso tutte le potenzialità, le forze e i linguaggi di cui sono dotati. Siamo consapevoli che essere riusciti ad ascoltare ed affiancare i bambini nelle loro strategie e nei loro immaginari, ci ha condotto verso percorsi della conoscenza originali e di grandissimo interesse, testimoniati dagli innumerevoli complimenti che ci sono giunti da tutti i visitatori. Abbiamo affascinato e stupito piacevolmente e semplicemente, lasciando traccia di un anno vissuto insieme; le immagini, a volte, testimoniano molto di più di un racconto verbale, soprattutto nelle realtà dove il nostro progetto pedagogico è ancora poco conosciuto. I bambini guardano i loro lavori Roberta Prandi Responsabile Tecnico di Produzione Area Liguria-Toscana-Lazio Settore Infanzia settembre 2008 | Coopseliosnotizie