DIMENSIONE SPIRITUALE E
MORALE DELL’ESISTENZA
CRISTIANA
11-3-2012
IMPARARE GESÙ. IMPARARE
L'ARTE DEL VIVERE
PREGHIERA DEI VINCENZIANI
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Signore, fammi buon amico di tutti,
fa’ che la mia persona ispiri fiducia:
a chi soffre e si lamenta,
a chi cerca luce lontano da Te,
a chi vorrebbe cominciare e non sa come,
a chi vorrebbe confidarsi
e non se ne sente capace.
2
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Signore, aiutami,
perché non passi accanto a nessuno
con il volto indifferente,
con il cuore chiuso,
con il passo affrettato.
3
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Signore, aiutami ad accorgermi subito:
di quelli che mi stanno accanto,
di quelli che sono preoccupati e disorientati,
di quelli che soffrono senza mostrarlo,
di quelli che si sentono isolati senza volerlo.
4
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Signore, dammi una sensibilità che sappia
andare incontro ai cuori.
Signore, liberami dall’egoismo,
perché Ti possa servire,
perché Ti possa amare,
perché Ti possa ascoltare
in ogni fratello
che mi fai incontrare.
5
PREMESSE
Sarà una riflessione molto impegnativa a livello culturale, intellettuale, e soprattutto perché la vita cristiana è davvero esigente: non è
facile, è difficile, ma è felice (cf Paolo VI).
6
COS’È UN RITIRO
I Domenica “il Signore ci ha guidato nel
deserto”; II Domenica: “il Signore ci ha guidato
al monte: sono sempre luoghi privilegiati per
essere un po’ più vicino a Dio, uscire da tutte
le cose di ogni giorno e percepire che c’è Dio,
che è il centro della nostra vita. Vi auguro che
possiate sentire la vicinanza di Dio e che vi
guidi ogni giorno” (BENEDETTO XVI, 4-3-2012,
parrocchia romana, congedo).
7
IL NOSTRO SCOPO
“Imparate Gesù, imparate che cosa ha fatto,
detto, sofferto; imparate, così, anche la
Chiesa, i Sacramenti e così imparate anche a
vivere, perché vivere è un’arte, e Gesù ci
mostra quest’arte” (BENEDETTO XVI 4-3-2012,
parrocchia romana, ingresso).
8
«Abbiamo bisogno di salire sul monte della
trasfigurazione per ricevere la luce di Dio,
perché il suo Volto illumini il nostro volto.
9
È nella preghiera personale e comunitaria che
noi incontriamo il Signore non come un’idea,
o come una proposta morale, ma come una
Persona che vuole entrare in rapporto con noi,
che vuole essere amico e vuole rinnovare la
nostra vita per renderla come la sua” (BENEDETTO XVI 4-3-2012, parrocchia romana,
omelia).
10
ABBIAMO SENTITO PARLARE DI
• pastorale familiare
• morale familiare o matrimoniale
• spiritualità familiare o coniugale o
matrimoniale
11
QUALCHE DOMANDA
• Ma cos’è spirituale? E cos’è morale?
• Che rapporto e che differenza fra queste due
dimensioni?
• Ma so cos’è teologia?
12
RAPPORTO FRA 2 DIMENSIONI:
MORALE / SPIRITUALE PREMESSE
• Potremmo fare un’analisi dei termini:
• Spirituale: anima? spirito? Spirito? In
opposizione a corpo, materia, carne? Il tutto
magari nei vari periodi storici.
13
BIBBIA: DIVERSO LINGUAGGIO,
MA IDENTICO CONTENUTO
• Giovanni Paolo II nella teologia del corpo evidenzia
che Cristo, Giovanni e Paolo usano termini diversi,
ma concetti equivalenti:
• Cristo parla di purezza del cuore;
• Giovanni contrappone la concupiscenza che viene dal
mondo e tutto ciò che viene dal Padre (Cf 1 Gv 2, 1617 sulla triplice concupiscenza).
• Paolo contrappone carne e Spirito, vita secondo la
carne e vita secondo lo Spirito.
14
Gal 5, 16-17
“16Vi
dico dunque: camminate secondo lo
Spirito e non sarete portati a soddisfare il
desiderio della carne. 17La carne infatti ha
desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha
desideri contrari alla carne; queste cose si
oppongono a vicenda, sicché voi non fate
quello che vorreste.
15
Gal 5, 18-21
18Ma
se vi lasciate guidare dallo Spirito, non
siete sotto la Legge. 19Del resto sono ben note
le opere della carne: fornicazione, impurità,
dissolutezza, 20idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, 21invidie, ubriachezze, orge e cose del
genere.
16
Gal 5, 21-23
Riguardo a queste cose vi preavviso, come già
ho detto: chi le compie non erediterà il regno
di Dio. 22Il frutto dello Spirito invece è amore,
gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà,
fedeltà, mitezza, dominio di sé; 23contro queste cose non c'è Legge.
17
Gal 5, 24-25
24Quelli
che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. 25Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito”.
18
1 Gv 2, 16-17
“16Perché
tutto quello che è nel mondo - la
concupiscenza della carne, la concupiscenza
degli occhi e la superbia della vita - non viene
dal Padre, ma viene dal mondo. 17E il mondo
passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la
volontà di Dio rimane in eterno!”
19
Mt 5, 8
“Beati
i puri di cuore, perché vedranno Dio”.
20
Paolo presenta una contrapposizione non tra
anima e corpo, né tra spirito e materia, ma
piuttosto, tra uomo che vive secondo lo Spirito
e uomo che vive secondo la carne. Allora è
ancora più chiaro perché Cristo parla di
adulterio non tanto del corpo, quanto del
cuore (cf Mt 5, 27-28).
21
Mt 5, 27-28
“27Avete
inteso che fu detto: Non commetterai
adulterio. 28Ma io vi dico: chiunque guarda
una donna per desiderarla, ha già commesso
adulterio con lei nel proprio cuore”.
22
Mt 15, 7-9
“7Ipocriti!
Bene ha profetato di voi Isaia,
dicendo: 8Questo popolo mi onora con le
labbra, ma il suo cuore è lontano da me.
9Invano essi mi rendono culto, insegnando
dottrine che sono precetti di uomini».
23
Mt, 15, 10b-11
«Ascoltate e comprendete bene! 11Non ciò
che entra nella bocca rende impuro l'uomo;
ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro
l'uomo!».
24
Mt 15, 17-18
17Non
capite che tutto ciò che entra nella
bocca, passa nel ventre e viene gettato in una
fogna? 18Invece ciò che esce dalla bocca
proviene dal cuore. Questo rende impuro
l'uomo.
25
Mt 15, 19-20
19Dal
cuore, infatti, provengono propositi
malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false
testimonianze, calunnie. 20Queste sono le cose
che rendono impuro l'uomo; ma il mangiare
senza lavarsi le mani non rende impuro
l'uomo».
26
MORALE
• “Ha perso, ma è come se avesse vinto
moralmente”. “platonico”?
• Oppure cos’è etico e se è diverso rispetto a
morale.
• Moralismo?
• Dimensione razionale.
• Rapporto e diversità con l’imperativo
categorico kantiano il “tu devi”.
27
MORALISMO?
Ecco le stupende parole con cui il Santo Padre
comincia la sua prima enciclica: “All'inizio
dell'essere cristiano non c'è una decisione
etica o una grande idea, bensì l'incontro con
un avvenimento, con una Persona, che dà alla
vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione
decisiva” (Deus caritas est, 25-12-2005, 1).
28
Il papa commenta Ef 4, 1
“Io dunque, prigioniero a motivo del Signore,
vi esorto: comportatevi in maniera degna della
chiamata che avete ricevuto”.
29
IL 23 FEBBRAIO 2012
AL CLERO ROMANO
« E poi (Paolo) dice Esorto (Ef 4,1): è il suo
compito quello di esortare, ma non è un ammonimento moralistico. Esorto dalla comunione con Cristo; è Cristo stesso, ultimamente,
che esorta, che invita con l’amore di un padre
e di una madre ».
30
TEOLOGIA MORALE
Optatam Totius (Conc. Vaticano II) 16
“Si ponga speciale cura nel perfezionare la
teologia morale, in modo che la sua esposizione scientifica, maggiormente fondata
sulla Sacra Scrittura, illustri l'altezza della
vocazione dei fedeli in Cristo e il loro obbligo
di apportare frutto nella carità per la vita del
mondo”.
31
TEOLOGIA MORALE
Veritatis Splendor (VS) 29
La "scienza che accoglie e interroga la rivelazione divina e insieme risponde alle esigenze
della ragione umana; [...] è una riflessione che
riguarda la moralità, ossia il bene e il male
degli atti umani e della persona che li compie,
e in tale senso è aperta a tutti gli uomini;
32
ma è anche teologia, in quanto riconosce il
principio e il fine dell'agire morale in Colui che
solo è buono e che, donandosi all'uomo in
Cristo, gli offre la beatitudine della vita
divina".
33
TEOLOGIA MORALE
VS 110
La "riflessione scientifica sul Vangelo come
dono e comandamento di vita nuova, sulla
vita secondo la verità nella carità, sulla vita di
santità della Chiesa, nella quale risplende la
verità del bene portato sino alla sua perfezione".
34
ELEMENTI COMUNI, DI FONDO
• il primato dell'iniziativa di Dio, del suo amore
e della sua Grazia.
• Il riferimento alla Parola
• l’aspetto scientifico
• legame fra dono e comandamento
• il rapporto con la vita
• la ricerca della santità, della carità, della
perfezione
35
TEOLOGIA: COS’È?
• Lasciamoci guidare da uno che di teologia se
ne intende e ne parla in un luogo alquanto
particolare.
• BENEDETTO XVI, 9-9-2007
Visita all’abbazia di Heiligenkreuz (monastero
austriaco cistercense)
36
RAPPORTO TEOLOGIA / PREGHIERA
“Nell’epoca dei Padri della Chiesa, la vita
monastica veniva qualificata come vita a
modo degli angeli. E come caratteristica
essenziale degli angeli si vedeva il loro essere
adoratori.
37
La vita degli angeli è adorazione. Questo
dovrebbe valere anche per i monaci. Essi
pregano innanzitutto non per questa o
quell’altra cosa, ma semplicemente perché Dio
merita di essere adorato.
38
Come oasi spirituale un monastero indica al
mondo di oggi la cosa più importante, anzi,
alla fine l’unica cosa decisiva: esiste un’ultima
ragione per cui vale la pena vivere, cioè Dio e
il suo amore imperscrutabile.
39
ECCO LA TEOLOGIA:
DIO OGGETTO O SOGGETTO VIVENTE?
La teologia cristiana, del resto, non è mai un
discorso solamente umano su Dio, ma è sempre al contempo il Logos e la logica in cui Dio
si rivela. Per questo intellettualità scientifica e
devozione vissuta sono due elementi dello
studio che, in una complementarietà irrinunciabile, dipendono l’una dall’altra.
40
UN RISCHIO PER I TEOLOGI
Nell’ansia di ottenere il riconoscimento di
rigorosa scientificità nel senso moderno, la
teologia può perdere il respiro della fede.
41
NO AL SENTIMENTALISMO
Dove si trascura la dimensione intellettuale,
nasce troppo facilmente una forma di pia
infatuazione che vive quasi esclusivamente di
emozioni e di stati d’animo che non possono
essere sostenuti per tutta la vita.
42
NO AL RAZIONALISMO
E dove si trascura la dimensione spirituale, si
crea un razionalismo rarefatto che sulla base
della sua freddezza e del suo distacco non può
mai sfociare in una donazione entusiasta di sé
a Dio” (fine citazione del Papa).
43
COS’È SPIRITUALITÀ?
“La spiritualità o vita spirituale ha un ovvio
riferimento allo Spirito, a vivere secondo lo
Spirito, in suprema docilità a Colui che guida i
figli di Dio fino alla perfezione dell'amore”
[CASTELLANO J., Morale e spiritualità, in
ANCILLI E. (a cura di), Dizionario enciclopedico
di spiritualità, II vol., pp. 1671].
44
ALCUNE PRECISAZIONI
Invece che di teologia spirituale, si potrebbe
parlare di teologia della vita spirituale, ma non
di qualsiasi vita spirituale, bensì della Vita
Spirituale o nello Spirito Santo, o anche
teologia del discepolato cristiano (cf Bruno
Moriconi, ocd).
45
L’AZIONE DELLO SPIRITO SANTO
Si tratta di un processo di crescita conseguenza dell’incontro di comunione e donazione
reciproca. Al centro ci sono la santificazione e
il suo dinamismo determinato dall’alto (Dio) e
dal basso (l’uomo e il suo limite).
46
SPIRITO SANTO E FILIAZIONE
• Lo stretto rapporto fra preghiera e azione è
costituito dalla filiazione nello Spirito.
• “Voi avete ricevuto uno spirito da figli adottivi
per mezzo del quale gridiamo Abbà, Padre”
(Rom 8, 15). Nella preghiera faccio esperienza,
grazie allo Spirito, di tale filiazione e tale
filiazione è la base, sempre nello Spirito, di
tutta la mia esistenza, delle mie scelte.
47
DIMENSIONE DINAMICA, ETICA
DELLA VITA CRISTIANA
«Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di
Dio, costoro sono figli di Dio» (Rom 8, 14).
È figlio di Dio chi si lascia guidare dallo Spirito.
Non basta essere battezzati per essere figli di
Dio; la fede dev’essere vissuta; ecco la morale!
(cf Mt 7, 21-27; 25, 31-46).
48
Mt 7, 21-27
“21Non
chiunque mi dice: «Signore, Signore»,
entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la
volontà del Padre mio che è nei cieli.
49
Conta ascoltare …
24Perciò
chiunque ascolta queste mie parole e
le mette in pratica, sarà simile a un uomo
saggio, che ha costruito la sua casa sulla
roccia. 25Cadde la pioggia, strariparono i fiumi,
soffiarono i venti e si abbatterono su quella
casa, ma essa non cadde, perché era fondata
sulla roccia.
50
Ma non basta
26Chiunque
ascolta queste mie parole e non le
mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto,
che ha costruito la sua casa sulla sabbia.
27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi,
soffiarono i venti e si abbatterono su quella
casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
51
Mt 25, 31-33
“Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua
gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul
trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno
radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni
dagli altri, come il pastore separa le pecore
dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra
e le capre alla sinistra.
52
Mt 25, 35-36
Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare,
ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero
straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete
vestito, malato e mi avete visitato, ero in
carcere e siete venuti a trovarmi».
53
QUALCHE SPUNTO PER LA
RIFLESSIONE (in base a Mt 25)
• La storia è in mano a Lui.
• Gesù sembra non unire, ma separare!
• “Non crediate che io sia venuto a portare pace
sulla terra; sono venuto a portare non pace,
ma spada. 35Sono infatti venuto a separare
l'uomo da suo padre e la figlia da sua madre e
la nuora da sua suocera; 36e nemici dell'uomo
saranno quelli della sua casa” (Mt 10, 34-36).
54
ORA, NELLA VITA QUOTIDIANA
Gesù cambia o si limita a constatare?
L’Amore trasformante è qui, nella storia di ogni
giorno; alla fine, potrà cambiare ben poco,
perché non ci costringerà a cambiare.
55
ALLA FINE
In realtà, non decide nulla in modo arbitrario,
non cambia nulla, ma si limita a constatare chi
è capra, chi è pecora e si è capra o pecora non
perché si nasce capra o pecora, non c'è alcun
determinismo o predestinazione che annulla il
libero arbitrio, ma ognuno decide di essere
capra o pecora con le proprie azioni.
56
SPIRITO SANTO E PREGHIERA
Cosa o chi chiedo nella preghiera?
“Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare
cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre
vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli
che glielo chiedono!» (Lc 11, 13).
57
La speranza è attendere ciò che io ho scelto?
Nella preghiera devo chiedere la forza per
potere fare ciò che io ho deciso? Lo Spirito
Santo è il maestro e l’artefice della preghiera
(cf CCC 741).
58
SE PREGO BENE …
• (non in modo legalista), mi accorgo che sto …
fuori posto.
• Nel senso che mi accorgo che devo convertirmi.
59
SE PREGO MALE …
(appunto in modo moralista), intendo la
preghiera come dovere, come il pagamento di
una tassa, come un mezzo per comprare
qualcosa da Dio e quindi mi acquisto da lui
una qualche ricompensa.
60
SE PREGO MALE …
prego e sto a posto, proprio perché ho pregato, ho assolto il mio dovere. L’aver incontrato
Lui a me non interessa. Un po’ come i lebbrosi
(cf Lc 17, 11-19) che, una volta ottenuta la
guarigione, non vanno a ringraziare Gesù
perché hanno ottenuto ciò che volevano e se
ne vanno.
61
RAPPRTO TRA PREGHIERA E
SACRAMENTO DELLA PENITENZA
• confessione: più sul morale
• direzione spirituale: più sullo spirituale.
62
• Meno preghi, meno ti confessi.
• Meno preghi e meno sai fare l’esame di
coscienza.
• Meno ti confessi e meno sai pregare.
63
LA VERA DISTRAZIONE
• A proposito della preghiera, che è ovviamente
un cardine della vita spirituale, è … notorio
che un lamento molto frequente è la caduta
ripetuta nelle distrazioni. Cos’è distrazione?
• Fra parola e mente?
• fra parola e volontà?
64
Es 32 e Dt 9
Assistiamo quasi ad un battibecco tra Dio e
Mosè. Dio dice a Mosè: “Il tuo popolo, che tu
hai fatto uscire dall’Egitto, si è traviato”. Mosè
ribatte: “Al contrario, essi sono il tuo popolo,
la tua eredità, che tu hai fatto uscire
dall’Egitto”.
65
Ger 20, 7. 9
Geremia arriva alla protesta esplicita e grida a
Dio: “Mi hai sedotto! […] Non penserò più a
lui, non parlerò più in suo nome!”
66
CANTALAMESSA R., La vita nella
signoria di Cristo.
“È avvenuta come una saldatura tra il cuore di
questi uomini e il cuore di Dio e nulla e
nessuno li smuove più. Il contrasto,
l’interrogativo angoscioso, lo sconcerto, è a
livello della loro mente (perché perdura il
mistero dell’agire di Dio), ma non del loro
cuore. Non è mai intaccata la sottomissione
del cuore”.
67
L’ORANTE IPOCRITA
• “Questo popolo si avvicina a me solo a parole
e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è
lontano da me” (Is 29, 13).
• “Non si tratta della semplice distrazione nella
preghiera, per cui la mente è assente da ciò
che si dice; no, si tratta di qualcosa di molto
più grave: il cuore mentisce, contraddice la
bocca”.
68
L’ORANTE BIBLICO
“è quello che può dire con le parole di
Geremia: Ma il mio cuore è con te, tu lo sai!;
l’orante ipocrita è quello di cui Dio dice: Ma il
suo cuore è lontano da me.
69
L’orante biblico ha il cuore con Dio e la bocca,
spesso, contro Dio nel senso che usa parole
dure, di lamento e perfino di accusa con Dio;
l’orante ipocrita, al contrario, ha la bocca con
Dio (mai userebbe parole men che rispettose
nei confronti di lui) e il cuore contro Dio”.
70
• Comunicazione con Dio formalmente perfetta
e ipocrita nella sostanza: il Fariseo.
• Comunicazione con Dio formalmente
irrispettosa, ma sostanzialmente perfetta e
gradita a Dio: Mosè.
71
Dallo stato d’animo ipocrita sboccia una
preghiera strana e contorta che chiamerei la
preghiera diplomatica. Nell’esperienza umana,
è facile accorgersi quando si tratta di un
colloquio amichevole e cordiale e quando si
tratta di un colloquio diplomatico.
72
Nel primo caso, si è liberi interiormente, ci si
guarda negli occhi, non si soppesano le parole
nel retro della mente, ci si intende anche con
poche parole, anche senza parole, con il
semplice sguardo.
73
Nel secondo caso, non si sa come nascondere
l’impaccio: gli sguardi si evitano, le parole
sono studiate, si parla molto, stando attenti a
non dire niente e non si vede l’ora che la cosa
finisca.
74
La differenza, nel caso della preghiera, è che
l’uomo vede la faccia, mentre Dio scruta il
cuore e, dunque, l’uomo si può ingannare, Dio
no.
75
L’ipocrita inganna se stesso, non Dio. Lo
sguardo di Dio va diritto alla sorgente; in chi lo
prega egli cerca una cosa sopra tutte: la
sincerità del cuore. Con questa, tutto il resto
gli è accetto; senza questa, nulla gli è gradito”
(fine citazione Cantalamessa).
76
Tutto ciò ci fa toccare con mano lo stretto
rapporto tra fede, vita, preghiera, spiritualità e
morale.
77
CHIAMATA DI DAVIDE
Samuele era stato inviato dal Signore a
Betlemme, per consacrare re un figlio di
Iesse, ma non sapeva con precisione di
chi si trattasse. Pensava di dover
consacrare Eliab, ma il Signore gli disse:
78
COSA DIO GUARDA
• “Non guardare al suo aspetto né all'imponenza della sua statura. Io l'ho scartato,
perché io non guardo ciò che guarda l'uomo.
L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il
cuore”(1 Sam 16, 7).
• “Cuore è la sede dell’attività cosciente, sia
intellettiva che affettiva” (nota Bibbia di
Gerusalemme).
79
Così riflettiamo sul rapporto tra coscienza e
cuore, che in un certo senso si equivalgono. Il
Signore non soltanto guarda il mio cuore, ma
vede che è duro.
80
Ez 36, 26-27
“26
Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di
voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore
di pietra e vi darò un cuore di carne. 27Porrò il
mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme”.
81
Mt 19, 7-8
7Gli
domandarono: «Perché allora Mosè ha
ordinato di darle l'atto di ripudio e di
ripudiarla?». 8Rispose loro: «Per la durezza del
vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare
le vostre mogli; all'inizio però non fu così.
82
1 Sam 15, 22
“Samuele esclamò: Il Signore forse gradisce gli
olocausti e i sacrifici come obbedire alla voce
del Signore? Ecco, obbedire è meglio del
sacrificio, essere docili è più del grasso degli
arieti”.
83
Samuele non condanna il culto sacrificale in
genere. Ma è l'obbedienza interiore che piace
a Dio, non solo il rito esterno. Compiere questo contro il volere di Dio, vuol dire fare omaggio a un altro e non a Dio, vuol dire cadere
nell'idolatria.
84
LA LEGGE DELLO SPIRITO
NUOVA ALLEANZA
È in gioco il rapporto tra cuore, Spirito e legge
morale. Al centro c’è l’agire di Dio. L’uomo non
dovrà contare più solo sulla propria luce e
sulla propria forza!
85
MISERICORDA PIÙ GRANDE DI OGNI
PECCATO
“Anche quando l’uomo rifiuta la verità e il
bene che il Creatore gli propone, Dio non lo
abbandona, ma, proprio attraverso la voce
della coscienza, continua a cercarlo e a
parlargli, affinché riconosca l’errore e si apra
alla Misericordia divina, capace di sanare
qualsiasi ferita” (BENEDETTO XVI, Discorso 262-2011).
86
Non possiamo non collegarci col decalogo, nei
suoi pregi e nei suoi enormi limiti e
soprattutto ricordiamo la centralità della
misericordia (all’opposto del rigore verso i
recidivi!)
87
IL DECALOGO
• Contesto del decalogo: liberazione operata da
Dio.
• Dt 6, 10-12 non dà certo il primato alla legge
né alle opere dell’uomo.
• Vertice della morale dell’Antico Testamento
non è il Decalogo, ma la Morale profetica.
88
• La condotta morale del popolo deve essere la
risposta all'azione di Dio a riguardo e a
beneficio d'Israele.
• La morale dell'Antico Testamento riveste un
carattere religioso, perché si fonda sul fatto
dell'alleanza stipulata con Dio.
89
ASPETTI POSITIVI DEI
PRECETTI NEGATIVI
“I precetti negativi esprimono con particolare
forza l'esigenza insopprimibile di proteggere la
vita umana, la comunione delle persone nel
matrimonio, la proprietà privata, la veridicità e
la buona fama” (VS 13).
90
INDICATIVO DI SALVEZZA
• La menzione delle azioni salvifiche precede i
comandi del Decalogo.
• Dio si rivela come il liberatore e l'amico del
popolo.
• Dio imparte i suoi comandi solo in base a
precedenti benefici e doni.
91
IMPERATIVO ETICO
• I comandamenti valgono in quanto sono
espressione di una chiamata divina che esige
risposta.
• Non sono un'imposizione esterna, né un
mezzo di autogiustificazione, ma il sì
dell'amore fedele all'iniziativa gratuita e
misericordiosa di Jahvè.
92
ECCO COME IL CURATO D’ARS
INCORAGGIAVA I DEBOLI
“Il buon Dio sa tutto. Prima ancora che voi vi
confessiate, sa già che peccherete ancora e
tuttavia vi perdona. Come è grande l’amore
del nostro Dio che si spinge fino a dimenticare
volontariamente l’avvenire, pur di perdonarci!”.
93
• La storia delle persone guidate dallo Spirito
non è facilmente programmabile, è ricca di
sorprese, poiché non è lo Spirito che
dev'essere obbediente all'anima, ma l'anima
allo Spirito. Un santo è un uomo spirituale, la
cui esistenza si muove per l'istigazione e
l'inclinazione dello Spirito.
• Perdere una pace comoda e trovare la vera
pace.
94
• Alla base della mia vita c’è lo Spirito Santo,
l'unica mia sicurezza o preferisco le sicurezze
umane?
• Spesso siamo o troppo programmati o troppo
improvvisati. E lo Spirito Santo? Siamo davvero guidati dallo Spirito Santo nelle scelte, p.
es. nella vocazione, nella procreazione responsabile?
95
PREGHIERA E VITA
La preghiera (dimensione spirituale) incide
(dovrebbe, almeno) sulla vita (morale), ma è
anche vero che la vita incide sulla preghiera
(anche in senso negativo?)
96
DIFFERENZA TRA AGIRE E FARE
• Il fare è orientato all’avere.
• L’agire incide sull’essere.
97
L’IMPORTANZA DELL’ETICA
Io sono costituito – in bene ed in male – dalle
mie azioni; il mio valore dipende dalle mie
azioni, la mia persona sarà giudicata in base
alle mie azioni. Davvero, il giudizio degli altri (i
genitori, i superiori, la gente …) conta molto
poco. Gli altri non possono danneggiarmi né
con le azioni né con le parole (cf Rom 8, 35 e
ss. e Mt 15, 1 e ss.)
98
Rom 8, 35
“35Chi
ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la
tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la
fame, la nudità, il pericolo, la spada?
99
Rom 8, 37-39
37Ma
in tutte queste cose noi siamo più che
vincitori grazie a colui che ci ha amati. 38Io
sono infatti persuaso che né morte né vita, né
angeli né principati, né presente né avvenire,
né potenze, 39né altezza né profondità, né
alcun'altra creatura potrà mai separarci
dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro
Signore.
100
CONTINUI CAMBIAMENTI INVISIBILI
"Tutti gli esseri soggetti al divenire non restano mai identici a se stessi, ma passano
continuamente da uno stato ad un altro
mediante un cambiamento che opera sempre,
in bene o in male ... Ora, essere soggetto a
cambiamento è nascere continuamente ...
101
NOI I GENITORI DI NOI STESSI
… Ma qui la nascita non avviene per un
intervento estraneo, com'è il caso degli esseri
corporei ... Essa è il risultato di una scelta
libera e noi siamo così, in certo modo, i nostri
stessi genitori, creandoci come vogliamo, e
con la nostra scelta dandoci la forma che
vogliamo” (S. GREGORIO NISSENO, De vita
Moysis).
102
L’IMPORTANZA DELL’AGIRE
Mt 7, 21-27. “Non chiunque mi dice: Signore,
Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui
che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
[…] Chiunque ascolta queste mie parole e le
mette in pratica, è simile a un uomo saggio
che ha costruito la sua casa sulla roccia”.
103
Mt 16, 27. “Poiché il Figlio dell'uomo verrà
nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e
renderà a ciascuno secondo le sue azioni”.
Mt 19, 16. Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli
disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono
per ottenere la vita eterna?».
Mt 25, 31-46.
104
• Lc 3, 10.12.14. Folle, pubblicani e soldati
ponevano tutti la medesima domanda a
Giovanni Battista che battezzava nel Giordano:
«Che cosa dobbiamo fare?».
• Lc 10, 25-37. Un dottore della legge si alzò per
metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare
per ereditare la vita eterna?» Gesù rispose con
la parabola del buon samaritano.
105
Gv 14, 21“Chi accoglie i miei comandamenti e
li osserva, questi mi ama” (cf Gv 14, 15; 15,
10. 14).
Ecco gli effetti del discorso che Pietro fece nel
giorno di Pentecoste:
At 2, 37. All'udir tutto questo si sentirono
trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri
apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?».
106
TEOLOGIA MORALE SPECIALE
La morale delle virtù:
• le teologali,
• le cardinali,
• altre ancora (p. es. l’umiltà).
107
LA MORALE FAMILIARE,
MATRIMONIALE (VI e IX C.)
•
•
•
•
il Sacramento del Matrimonio,
l'affettività,
la sessualità;
la castità prima del matrimonio e durante il
matrimonio: la castità coniugale...
108
LEGAME TRA SPIRITUALITÀ
FAMILIARE E MORALE FAMILIARE
• Cosa si capisce della differenza tra i metodi
naturali e la contraccezione (tema scientifico e
morale) senza una vera spiritualità coniugale?
• Senza spiritualità coniugale il ricorso ai metodi
naturali è comunque chiusura alla vita, alla
volontà di Dio, ad un rapporto autentico col
coniuge, vero scopo della castità coniugale e
della procreazione responsabile: ecco la
tematica della tenerezza (cf Carlo Rocchetta).
109
IL FIDANZAMENTO
• Solo morale: una serie forse anche casistica di
regole, di norme, di tentazioni, sospetti, ma è
peccato veniale o mortale?
• due eccessi: soggettivismo lassista o rigorismo
intransigente
• Occorrono insieme l’aspetto spirituale e
l’impegno educativo: come aiutiamo,
educhiamo, preveniamo future rotture, divorzi
…?
110
UNA PICCOLA DOMANDA
Come si può parlare di spiritualità coniugale se
si decide di stare – rimanere - in peccato
mortale?
111
LA MORALE DELLA VITA FISICA
(V C.)
•
•
•
•
il rispetto dell'integrità della persona: aborto,
L’eutanasia,
La FIVET,
La pena di morte …
112
LA VITA NELL’OTTICA PASQUALE
A livello morale c’è il V comandamento, ma
conta molto di più una spiritualità pasquale
caratterizzata non dal conservare la vita per
sé, a tutti i costi, ma dal donarla, dal sacrificarla per gli altri.
113
Mc 8, 35-36
“Perché chi vorrà salvare la propria vita, la
perderà; ma chi perderà la propria vita per
causa mia e del vangelo, la salverà. Che giova
infatti all'uomo guadagnare il mondo intero,
se poi perde la propria anima?” Cf Papa
Wojtyla in Evangelium vitae (in particolare nel
parallelo Abele Cristo).
114
Gv 12, 24-25
“In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano
caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la
sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna”.
115
LA MORALE SOCIALE (VII C.)
• È collegata con la Dottrina Sociale della
Chiesa.
• l'impegno del laico cristiano;
• il rapporto tra fede e politica.
• Come c’è una spiritualità del lavoro, così c’è
una morale del lavoro, pensiamo agli aspetti
etici del lavoro, delle varie professioni.
116
Contro tangentopoli ci fu un impegno sul
piano legale, ma conta anche un impegno
morale, ma forse anche di più un impegno a
livello spirituale: pensiamo alla spiritualità
degli anawim, dei poveri di Jawhè. Poi ci
sarebbe anche tutto il discorso sul piano
educativo.
117
LA LEGGE DELLO SPIRITO
“Per il cristiano la legge nuova è nient’altro
che la presenza in lui della grazia dello Spirito
Santo, che lo guida. Questa presenza dello
Spirito è luce, ma anche forza che permette
all’uomo di realizzare ciò che lo Spirito gli
svela: la sua vocazione” (VEREECKE L.).
118
MORALE SENZA SPIRITUALE
• Morale = Diritto Canonico
• legalismo e minimismo procedono di pari
passo. Papa Wojtyla esorta a "non fermarsi
alle esigenze minime della legge" (VS 18), ma
addita la perfezione.
119
MORALE SENZA SPIRITUALE
• Il ricco (cf Mt 19, 16-22) osservava la legge,
ma non volle fare il salto verso la perfezione,
nell'amore, nel dono, nella sequela di Cristo.
• I farisei (“essi conoscono bene le Scritture, del
Messia sanno tutto, ma non capiscono niente,
appunto perché non hanno il rapporto vivo
con Qualcuno”).
120
• Marta (Lc 10, 38-42): un agire morale cui manca
qualcosa!
• Il fratello del figliuol prodigo (cf Lc 15, 25-32).
Il moralista non conosce lo stupore, la gratitudine , si
ritiene ... creditore nei confronti di Dio: io ho fatto
delle buone azioni, ho acquistato ... credito presso
Dio, il quale, quindi, ha degli obblighi nei miei
confronti.
121
Il moralista deve acquistare punti per una
certa graduatoria, classifica, è in perenne
ansia da prestazione, affanno. Spesso è
caratterizzato da orgoglio (è il classico servo
utile), fanatismo, narcisismo spirituale.
122
• Il moralista lapida l’adultera.
• Il moralista in fondo o non si fida di Dio, non si
sente amato da Dio, non fa questa esperienza,
quindi Lo teme, teme la Sua chiamata, la Sua
voce, tende a nascondersi, è sicuro che Dio
viene solo a disturbarlo.
123
Il sacramento della penitenza male inteso è il
trionfo di morale contro spirituale: senso di
colpa, senza le virtù, solo decalogo, senza
Bibbia.
124
IL MORALISTA
(SENZA DIMENSIONE SPIRITUALE)
• conosce il dovere, ma non la gioia, è triste,
ripetitivo, schematico, non creativo, il
moralista non perdona o perdona in modo
giuridico, formale, disprezzando il perdonato.
• non ... si perdona: soffre continuamente sensi
di colpa, tende alla disperazione.
125
Si obbedisce magari alla legge, ma senza
percepire i valori in essa presenti, magari solo
per non essere scoperti, per non subire il
castigo. Manca il rapporto con Lui.
126
SPIRITUALE SENZA MORALE
• Culto senza vita.
• Ecco, invece, il vero culto gradito a Dio, perché
il cuore è coinvolto ed è coinvolta la vita!
• “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia
di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio
vivente, santo e gradito a Dio; è questo il
vostro culto spirituale” (Rom 12, 1).
127
• preghiera senza impegno morale;
• Sacramenti come punti di arrivo;
• dimensione verticale senza dimensione
orizzontale;
• Individualismo ed emotivismo.
128
TEOLOGIA MORALE
• Devo fare la volontà di Dio, devo osservare la
legge. devo anzitutto capire e sapere qual è la
volontà di Dio, qual è la legge, la Parola che
devo osservare.
• Mi devo rifare a Bibbia, magistero, coscienza,
Spirito Santo.
129
TEOLOGIA SPIRITUALE
Come, perché e per Chi fare il bene, come
fare la volontà di Dio, con quale amore,
affetto, unione con Dio.
130
MANUALI DI TEOLOGIA MORALE
• CAFFARRA C., Teologia morale (storia), in
ROSSI L. - VALSECCHI A. (a cura di), Dizionario
Enciclopedico di Teologia Morale, Paoline,
Roma 1981, pp. 1093-1112.
• MELINA L. - NORIEGA J. - PÉREZ - SOBA J. J.,
Camminare nella luce dell’amore. I fondamenti della morale cristiana, Cantagalli, Siena
2008.
131
TEOLOGIA SPIRITUALE
• ATTARD M., Morale, in BORRIELLO L. –
CARUANA E.– DEL GENIO M.R. – SUFFI N. (a
cura di), Dizionario di mistica, Libreria Editrice
Vaticana, Città del Vaticano 1998, pp. 894-897
• BERNARD C. A., Teologia spirituale, Paoline,
Roma 1983, pp. 62-65.
• CANTALAMESSA R., La vita nella signoria di
Cristo, Àncora, Milano 1989.
132
• CASTELLANO J., Morale e spiritualità, in
ANCILLI E. (a cura di), Dizionario enciclopedico
di spiritualità, II vol., Città Nuova, Roma 1992,
pp. 1670-1676.
• MORICONI B., Nascere dall'alto. Teologia della
vita spirituale (Introduzione e temi fondamentali). Appunti ad uso degli studenti, Teresianum, Roma, pp. 25-36.
133
SPIDLIK T., Manuale fondamentale di spiritualità, Piemme, Casale Monferrato 1997, pp. 2531.
134
“Il servizio dei poveri deve essere preferito a
tutto. Non ci devono essere ritardi. Se nell'ora
dell'orazione avete da portare una medicina o
un soccorso a un povero, andatevi
tranquillamente.
135
Offrite a Dio la vostra azione, unendovi
l'intenzione dell`orazione. Non dovete
preoccuparvi e credere di aver mancato, se
per il servizio dei poveri avete lasciato
l'orazione.
136
Non è lasciare Dio, quando si lascia Dio per
Iddio, ossia un'opera di Dio per farne un'altra.
Se lasciate l'orazione per assistere un povero,
sappiate che far questo è servire Dio. La carità
è superiore a tutte le regole, e tutto deve
riferirsi ad essa. E' una grande signora: bisogna
fare ciò che comanda” (Lettere e conferenze
spirituali di san Vincenzo de' Paoli)
137
Teresa di Calcutta amava ripetere: “Io sono
soltanto una povera donna che prega:
pregando, Gesù mi mette nel cuore il Suo
amore ed io corro a portarlo ai poveri. Gesù,
per la preghiera, sacrificava anche la carità per
insegnarci che, senza Dio, siamo troppo poveri
per poter aiutare i poveri!”
138
“Frutto del silenzio è la preghiera, frutto della
preghiera è la fede, frutto della fede è l’amore,
frutto dell’amore è il servizio, frutto del
servizio è la pace” (TERESA DI CALCUTTA).
139
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