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ARCHITETTURA TECNICA
I materiali.
Calcestruzzo.
I componenti del calcestruzzo sono il legante, l’inerte e l’acqua. Con il termine
inerte si intende l’insieme di ghiaia e sabbia, la granulometria massima dipende dalle
dimensioni del getto, e per ottenere una buona resistenza la curva granulometrica
dell’inerte deve essere continua, questo lo si valuta tramite l’uso di setacci, e la
percentuale di passante per i vari setacci mi permette di costruire la curva di Fuller.
Poi abbiamo il legante che generalmente è il cemento Portland che è stato scoperto
circa 150 anni fa, infatti dalla macinazione di certi minerali fino alla polvere, e questa
poi viene ad essere mescolata con dell’acqua si è visto che si aveva l’indurimento
dell’impasto con una certa resistenza a trazione e a compressione. La resistenza
dell’impasto a 28 giorni dipende dalla finezza della macinazione, più fine è questa più
rapido sarà l’indurimento (perché le particelle di cemento vengono idratate prima e
più velocemente), in realtà a tempo infinito tutti i cementi presentano la medesima
resistenza. Dalla diversa finezza di macinazione ottengo tre tipi di cemento il 325, 425
e 525 (Kg/cm2) a 28 giorni dell’impasto. Si deve anche dire che la resistenza
dell’impasto dipende anche da quanta acqua viene usata, più questa è elevata minore
sarà la resistenza dell’impasto, infatti, l’acqua in eccesso non necessaria per
l’idratazione lascia dei vuoti nell’impasto. Quindi si deve limitare la quantità d’acqua
nell’impasto, la questione si scontra con l’esigenza di garantire una certa fluidità
dell’impasto, per far questo si potrebbero usare degli additivi detti fluidificanti (anche
se il loro uso è sconsigliato), la fluidità dell’impasto si misura tramite l’ausilio del cono
di Ambrams, dopo aver costipato l’impasto all’interno del tronco di cono, lo si solleva e
si misura lo slump, in ragione del quale ottengo il grado di fluidità del cls. Oltre per la
fluidità il cls deve essere testato per la sua resistenza, per questa ragione si fa un certo
numero di cubetti (dipendente dalle dimensioni del getto) che dalla loro rottura si
ottiene la resistenza cubica caratteristica Rck, questi cubetti devono essere stagionati
nelle stesse condizioni di stagionatura del getto principale. Per resistenza
caratteristica si intende che solamente il 5% degli eventuali cubetti provati può essere
al di sotto di tale valore. Se voglio ottenere la medesima resistenza del cls a 28 gg in
poco tempo devo usare la maturazione a vapore tramite l’uso di teloni riempiti di
vapore, si ottengono i medesimi risultati dei 28 gg nel giro 10 ore, questi sistemi si
usano quando si hanno grosse produzioni industriali in cantieri fissi. Nel cemento di
classe 325 si deve mettere un rapporto cemento/acqua di 0,4, mentre per i
precompressi si usa quello di classe 525, ed inoltre in questo tipo di applicazione si
deve curare la quantità d’acqua (che deve essere la minore possibile), la curva
granulometrica, ed infine si deve fare attenzione al tempo di trasporto, questo per
evitare che il calcestruzzo faccia presa all’interno della betoniera.
I laterizi.
L’elemento base dei laterizi è l’argilla, nella quale non devono essere presenti
dei residui organici, e deve essere fatta stagionare all’aperto (per permettere l’azione
sgretolante del ghiaccio, essa quindi diviene se impastata con acqua facilmente
formabile e può essere stampata, e quindi si ottiene il laterizio crudo. Dopo di che
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questi pezzi vengono avviati alla fornace, con dei carrelli a scarto ridotto, costituita da
un lungo tunnel rivestito di mattoni refrattari, dove la temperatura viene portata
progressivamente a 900 °C, il raffreddamento deve essere altrettanto lento per evitare
fessurazioni nel prodotto. Tutti gli elementi in laterizio vengono fatti in questo modo,
quello che cambia è il processo di stampaggio.
Acciaio.
L’acciaio fondamentalmente è un materiale che nasce con una sua forma
precostituita, il profilo principale è quello a doppio T, questi sono di due tipi: abbiamo
gli IPE e gli He. I primi hanno un dimensione preponderante quindi vengono usati per
resistere alla sollecitazione di flessione, essi vengono definiti dall’altezza (IPE100
significa che h=100mm), arrivano fino ad una altezza di 600mm. Mentre le He hanno
delle dimensioni che possono essere inscritte pressappoco in un quadrato, queste
vanno bene per le strutture compresse avendo raggi d’inerzia simili. Delle He esiste la
serie leggera (A), quella media (B) e quella pesante (M).
Il legno.
Questo è il materiale più antico per le costruzioni, esso presenta una buona
resistenza all’inflessione (capacità di resistenza sia a trazione che a compressione), ha
una buona elasticità, un facile lavorabilità e una buona durabilità a meno che non ci
siano dei fenomeni di imbibizione. Il legno possiede anche una limitata resistenza al
fuoco, infatti, nei primi momenti sulla superficie del legno si forma uno strato
carbonificato che fa da isolante alla formazione di strati carbonificati successivi che si
formano più lentamente. I limiti costruttivi del legno vengono imposti dalla natura, poi
sono nate delle colle negli anni 50-60 che resistono all’umidità che hanno permesso di
incollare vari elementi lignei dando vita al compensato resistente all’umidità e al legno
lamellare. I lamellari sono delle strutture formate da listelli, questo ha permesso di
usare del legno scelto (perché i listelli hanno delle dimensioni contenute), e di
costruire delle travi con luce fino ai 60m, questo è possibile perché il legno lamellare è
naturale ma lavorato in modo industriale, questo legno può essere trattato con varie
sostanze che lo rendono ignifugo e intaccabile da tarli e parassiti, che possono
diminuire la durabilità del manufatto.
Gli isolanti.
Il benessere all’interno di un ambiente è determinato da due parametri: la
temperatura e l’umidità. Per ottenere il benessere si può percorrere due strade
diverse, la prima è quella di fornire calore e togliere calore e lo stesso con l’umidità, la
seconda strada è quella di isolare il nostro ambiente dall’esterno. Tra queste due
strade è preferibile ovviamente la seconda, in quanto oggi giorno l’energia ha un costo
elevato, ovviamente l’isolamento deve essere sia termico che acustico, tali isolamenti si
ottengono con dei panelli (poliuretano, polistirolo e comunque sono dei materiali
cellulari) che devono essere traspiranti ma non devono lasciare passare l’acqua. Per i
materiali fonoassorbenti questi devono sia isolare dal rumore proveniente
dall’esterno, ma anche da quello interno.
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Alluminio.
Il principale uso di questo materiale è nei serramenti, esso è leggero e ha una
buona durabilità, la resistenza dell’alluminio è 1/3 di quella dell’acciaio, ma ha un peso
specifico pari ¼ di quello dell’acciaio, quindi il rapporto massa/resistenza è a favore
dell’alluminio. Questo materiale viene usato anche nei panelli multistrato che sono
rivestiti di alluminio per la finitura esterna, e questi panelli possono essere piani,
ondulati o sagomati, questi panelli vengono generalmente usati per le coperture.
Plastica.
L’uso principale di tale materiale è nei serramenti e nelle tubazioni dove il PVC
la fa da padrone, i serramenti di questo materiale hanno una buona durabilità, sono
indeformabili, e hanno un costo interessante.
La distribuzione dei singoli elementi.
Abitazione.
Generalmente una abitazione singola può essere distinta in due zone distinte,
quella giorno dove confluiscono la cucina, il soggiorno, pranzo e l’ingresso, poi
abbiamo la zona notte dove abbiamo le camere da letto con i rispettivi servizi (il cui
numero dipende da quello delle camere da letto). La disposizione di questi ambienti
dipende dalla tipologia dell’abitazione. Partiamo a considerare il monolocale, questa
abitazione è pensata per una persona sola o al massimo due persone, per questa
tipologia di abitazioni non si può andare al di sotto di 35-45m2. Ci deve essere una
separazione tra zona giorno e zona notte (per accedere nella zona notte si passa per la
zona giorno). Le dimensioni sono un minimo di 16m2 per avere pranzo, soggiorno e
cucina tutto assieme, mentre per una stanza da letto singola ci devono essere un
minimo di 9m2, mentre per una doppia di 14m2. Tutti i vano abitabili devono avere una
illuminazione e areazione diretta pari a superficie di almeno 1/8 della superficie
dell’ambiente. Ed inoltre la distanza tra due finestre affacciate deve essere almeno di
10m. Queste regole devono essere rispettate per tutti gli ambienti abitabili (pranzo,
soggiorno, cucina, camere da letto), mentre non sono abitabili i bagni, i ripostigli, i
disimpegni e tutti gli ambienti interrati. Mentre perché una mansarda sia abitabile,
essa deve avere una altezza media di 2,70m con un minimo di 1,80m, ovviamente tutti
gli ambienti abitabili devono avere una altezza minima di 2,70m. Questi sono i minimi
inderogabili, da qui in poi possiamo considerare delle aggiunte, per esempio la
separazione dei vari ambienti (cucina, soggiorno e pranzo), poi si può mettere uno
studio e un ambiente di servizio (lavanderia), quando si hanno così tanti ambienti nella
zona giorno è meglio avere un servizio igienico anche nella zona giorno che deve avere
un antibagno. Come detto nella zona notte il numero dei bagni dipende dal numero
della camere da letto, in linea generale il numero dei bagni deve essere pari a 2/3 del
numero delle camere. Se il bagno è cieco ci deve essere un aspiratore automatico
capace di aspirare 10 volumi all’ora. L’abitazione può essere su più livelli, comunque se
questa è un appartamento il livello è unico, se l’abitazione è costituita da una casa
singola o a schiera è consigliabile a limitarsi su due livelli. Vediamo la questione per la
caldaia, se trattiamo il caso di un condominio con riscaldamento centralizzato, la
caldaia solitamente viene messa in un locale dedicato a livello interrato, mentre se il
riscaldamento è autonomo devo vedere se la potenza occorrente è minore di
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30000Kcal, se questo è vero posso usare una caldaia murale, oppure metterla in un
vano all’interno della stessa unità abitativa con la possibilità di installare delle griglie
di areazione. La caldaia può essere messa anche in cucina, ma in questo caso si deve
verificare che la potenza della caldaia sommata a quella dei focolari della cucina sia
minore di 30000Kcal. Se queste due condizioni non si verificano devo prevedere un
vano caldaia con una comunicazione diretta con l’esterno, e tutti i meccanismi
meccanici ed elettrici devono essere a prova di fuoco, questo vale anche per la porta, e
il perimetro esterno del vano deve resistere alla fiamma per 120 minuti. Il vano caldaia
può essere anche interrato ma l’accesso deve essere indipendente e all’esterno
dell’edificio. Il vano deve avere delle dimensioni tali da permettere che la caldaia sia
ispezionabile da tutti i lati, per questo ci deve essere uno spazio minimo di 60cm su
tutti i lati che diventano 130cm nel lato dove c’è il bruciatore, poi si deve tenere conto
di tutti gli spazi occupati dai vari meccanismi necessari, quindi in totale otteniamo
2,5x3,40m. Nelle case secondarie i concetti sono i medesimi, quello che cambia è
l’orientamento che non è più una sola funzione dell’esposizione, ma diventa anche
funzione del panorama che ci sta attorno.
Edilizia sportiva.
Per edilizia sportiva si intendono tutti quei impianti dove vengono eseguite delle
attività sportive, anche se le tipologie sono le più diverse, il concetto fondamentale per
questo tipo di edilizia è che si deve prevedere due zone distinte e separate: quella dove
si eseguono le attività sportive e quella riservata agli spettatori, quest ultima zona
potrebbe non essere presente per gli impianti più piccoli. Queste due zone
fondamentali dovranno comunque essere separate e questo concetto deve essere
insito nella progettazione fin dall’inizio. Accanto a questi due spazi c’è tutta una serie
di altri spazi adibiti ai servizi generali sia per gli spettatori sia per gli atleti, e devono
essere dimensionati in ragione del numero di persone, prima di tutto si deve stabilire il
percorso di accesso a questi servizi, che devono essere separati tra pubblico e atleti, ed
inoltre l’ingresso ai servizi dedicati agli atleti devono essere custoditi, un altro
problema da risolvere è la divisione dei percorsi fatti dagli atleti con scarpe normali da
quelli fatti con scarpe sportive, questo per preservare la pavimentazione, tale
separazione diviene tassativa nel caso delle piscine, questo per un discorso igienico.
Tutti i servizi richiedono una adeguata aerazione diretta, soprattutto per le docce, per
creare delle grandi superficie di aerazione diretta si può creare dei dislivelli nella
copertura. Anche l’infermeria fa parte dei servizi generali, si va dal piccolo spazio
dedicato, a più infermerie per gli impianti più grandi, l’infortunato può essere in
qualsiasi posizione (sia tra il pubblico che tra gli atleti) e deve essere raggiunto senza
difficoltà, oltre alla possibilità di accesso all’infermeria ci deve essere un percorso
apposito per permettere il trasporto dell’infortunato in barella fino all’ambulanza.
Accanto all’infermeria ci deve essere un servizio igienico completamente dedicato a
questa. Oltre a questi ci devono essere dei vani per accogliere tutti gli attrezzi sportivi
necessaria all’attività. Per quanto riguarda l’ingresso al pubblico questo deve essere
separato da quello degli atleti, e ci deve essere eventualmente la presenza della
biglietteria, comunque il controllo deve essere sempre presente, la biglietteria deve
essere dimensionata in ragione dell’affluenza di pubblico. Oltre a questo devono essere
previsti dei percorsi detti vie di fuga nel caso ci sia la necessità dell’evacuazione, l’unità
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per il passaggio di una persona è di 60cm, come minimo la via di fuga deve essere larga
due moduli cioè 120cm. La larghezza della via di fuga viene stabilità in ragione del
numero di persone da evacuare e se l’uscita è diretta o meno. Le gradinate per il
pubblico devono avere l’accesso dall’alto, mentre l’uscita deve essere in basso, un altro
problema da risolvere per le gradinate è la curva di visibilità che ci consente di
determinare se il profilo delle gradinate è tale da rendere visibile il campo da tutti o
meno, per far questo ovviamente si deve tenere conto della posizione del piano di
gioco. Ogni 14 persone ci deve essere una scala di risalita, ogni 10 file orizzontali ci
deve essere un corridoio. I servizi per il pubblico devono essere divisi per sesso, e si
deve prevedere un certo numero di servizi per i portatori di handicap, per queste
persone si devono prevedere degli ascensori, comunque meglio sarebbe prevedere
degli spazi accessibili alla base delle gradinate. Posso anche avere degli spazi per la
ristorazione (bar ecc.) questi devono essere facilmente individuabili e accessibili dal
maggior numero di clienti. All’esterno dell’impianto sportivo, se questo è di rilevanti
dimensioni, devono essere previsti degli spazi per il parcheggio, con delle strade
d’accesso adeguate. Ovviamente si deve tenere con che le infrastrutture di servizio
sono costose, quindi si deve cercare che queste siano il più possibile usate dal maggior
numero di persone possibili, quindi in generale si deve cercare di aglomerare più
opere limitrofi.
Edifici direzionali.
Sono tutti quei edifici adibiti ad accogliere le attività terziarie, prima di tutto ci si
deve preoccupare della loro collocazione, infatti, questi edifici devono accogliere due
tipi di persone, quelli che lavorano e gli eventuali clienti, devono essere facilmente
raggiungibili e quindi devono avere una collocazione baricentrale, se siamo nei centri
storici comunque devono essere facilmente accessibili tramite i mezzi pubblici. Prima
di tutto l’ingresso deve contenere tutti quei servizi che consentono al cliente di
indirizzarsi nelle varie parti dell’edificio. La razionalizzazione dei singoli uffici andrà
fatta prima, in ragione della divisione delle varie attività, i servizi igienici e specialistici
andranno dimensionati in ragione del numero dei fruitori, ed inoltre si devono seguire
tutta una serie di norme di sicurezza e abitabilità, infatti, gli uffici devono essere
dimensionati adeguatamente con illuminazione e aerazione diretta, negli edifici di
grandi dimensioni deve essere previsto anche un impianto di condizionamento, con il
completo trattamento dell’aria, dove ho l’aggiunta di aria esterna e l’espulsione di
quella viziata.
Edifici commerciali.
All’interno di queste strutture possono essere ospitate più attività commerciali,
l’edificio commerciale può essere un unico complesso oppure più complessi separati.
Fondamentale per queste strutture è lo studio dell’accessibilità e della localizzazione,
l’edificio commerciale a seconda dei regolamenti comunali deve prevedere una
superficie di parcheggio come minimo pari alla superficie dell’attività. Anche la
viabilità assume una importanza fondamentale, soprattutto per i centri commerciali.
Oltre a tutto questo si deve fare attenzione all’aspetto estetico per attirare i potenziali
clienti, ma questi clienti da potenziali devono diventare reali, per far questo il cliente si
deve sentire a proprio agio all’interno della struttura che deve essere ben illuminata,
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ben dimensionata e ben organizzata, soprattutto per i percorsi interni. L’accesso deve
essere ampio e ben visibile, mentre l’uscita deve avere uno spazio più ristretto per
evitare per quanto possibile i furti, e per agevolare il controllo. L’ambiente soprattutto
per i centri commerciali deve dare il senso dell’eleganza, ma si deve evitare l’uso di
materiali troppo costosi, che limitano la flessibilità dell’ambiente stesso nel tempo.
L’obiettivo è quello di ottenere il maggior pregio estetico con dei materiali il più
possibile economici, per permettere delle variazioni estetiche molto rapide.
Edilizia produttiva.
In primo luogo si deve tenere della localizzazione, che deve tenere conto della
possibilità da parte dei veicoli pesanti di arrivare al complesso produttivo, ed inoltre si
deve osservare l’esigenza di evitare di accostare tali insediamenti vicino alle zone
residenziali, sarebbe auspicabile che la zona industriale fosse asservita anche da una
linea ferroviaria per il trasporto delle merci. Ed inoltre si devono prevedere dei
parcheggi sia per le automobili che per gli autotreni, ed inoltre l’accesso all’autostrada
deve essere il più possibile agevole. Il progetto dell’edilizia produttiva richiede la
conoscenza della tipologia della produzione (come il prodotto viene lavorato,
trasportato e stoccato), dopo di che si devono definire tutti i percorsi dalle materie
prime al prodotto finito, stabilito tutto questo i percorsi devono essere dimensionati in
ragione del volume produttivo, ed inoltre si deve prevedere la presenza di eventuali
carri ponte, e gli spazi per i macchinari e gli addetti. Ci devono essere degli spazi di
controllo della produzione, l’ufficio per la gestione, per il magazziniere, per il
personale, ed i servizi igienici per il personale con la eventuale presenza di docce se la
lavorazione lo richiede, e oltre a tutto questo si deve prevedere una infermeria che
deve essere dimensionata in ragione del numero dei dipendenti. In relazione alle
esigenze aziendali si deve prevedere uno spazio per la mensa, uno spazio per il
servizio di catering, nelle aziende più grandi può essere prevista una cucina apposita.
Ed inoltre ci deve essere uno spazio per le conferenze che può coincidere con lo spazio
mensa. Ed inoltre ci possono essere degli spazi riservati ad uffici tecnici e/o
amministrativi che possono essere separati o meno dall’area produttiva. Tutti gli spazi
qualunque essi siano devono essere fruibili dai portatori di handicap, e per
raggiungere tali spazi devono essere previsti dei percorsi appositamente studiati.
Edilizia scolastica.
Prima di tutto si deve vedere il raggio di influenza della scuola, sarà più piccolo
se l’età degli alunni è minore, e diventerà più grande quando l’età aumenta, per una
scuola materna il raggio di influenza è di 300m, mentre per un istituto superiore
questo deve essere raggiungibile in 30-40 minuti dai mezzi pubblici. Oltre a questo si
deve prevedere l’indice di influenza che definisce il numero di alunni per 100 abitanti,
e questo ci consente di determinare il numero di alunni potenziali. Per una scuola
media si deve prevedere come minimo 250 alunni perché sia ragionevole costruire una
nuova scuola. Tutti i vani andranno definiti in ragione del numero di studenti e delle
esigenze specifiche, ad ogni modo si deve evitare di creare degli spazi persi
(disimpegni, corridoi) e si deve cercare il più possibile di compattare le aule, oltre a
questo si deve prevedere in posizione baricentrica dei servizi, i quali devono essere
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raggiunti agevolmente. Alla scuola deve essere affiancata una palestra che può essere
ad uso esclusivo della scuola stessa oppure può essere accessibile anche ai terzi.
Ospedali.
Prima di tutto si devono studiare tutta la normativa in merito e le ultime
realizzazioni, oggi si tende a diminuire le dimensioni delle stanze e quindi il numero
dei posti letto, oltre a questo si deve prevedere lo spazio per il personale di assistenza.
Per le sale operatorie si deve tenere conto delle numerose norme a riguardo.
Edifici specialistici (poliambulatorii).
Prima di tutto si deve prevedere uno spazio per accogliere gli utenti e indirizzati
ai vari ambulatori, in questo spazio ovviamente ci devono essere delle sale d’attesa. La
tendenza odierna è quella di creare degli spogliatoi per accelerare i tempi. Poi deve
essere prevista uno spazio con lettiga nel caso dei malati più gravi che deve essere
trasportata agevolmente all’esterno, poi devo creare dei piccoli magazzini per il
deposito della biancheria, ed inoltre si devono prevedere una piccola farmacia per i
medicinali di prima necessità.
Alberghi.
L’aspetto fondamentale è quello di isolare il più possibile le stanze
acusticamente, per far questo si deve mettere il bagno tra la stanza e il corridoio, e
all’ingresso si deve mettere una controporta, o comunque fare un piccolo disimpegno,
ed inoltre i bagni di delle stanze devono essere attigui per sfruttare la medesima
colonna di scarico e per motivi di isolamento acustico. Poi ci sono tutti i servizi
accessori, per esempio i depositi di piano (per la biancheria, per la pulizia ecc). Poi ci
possono essere dei ristoranti, delle sale di soggiorno, e la dimensione di questi dipende
dalla categoria dell’albergo. Posso avere l’albergo di città dove è di fondamentale
importanza l’isolamento acustico dall’esterno, mentre negli alberghi in zone turistiche
devo adoperare tutte le astuzie possibili per ottenere per il maggior numero di stanze
possibili un affaccio turisticamente rilevante. Ovviamente se l’albergo è di soggiorno
nelle stanze si deve prevedere qualche metro in più per sistemare degli armadi
aggiuntivi, mentre se è un albergo di passaggio usato prevalentemente da lavoratori
devo prevedere uno spazio per sistemare una scrivania. Poi si deve decidere quante
stanze avranno un letto doppio, e quante singolo, ma questo dipende dalle scelte del
gestore, poi si deve prevedere un ascensore per il trasporto dei bagagli.
Dimensionamenti.
Il fulcro del dimensionamento è l’uomo, infatti, per passare ha bisogni come minimo di
60cm, ed inoltre l’uomo mediamente in quiete consuma 20 litri d’aria al minuto.
Quindi una stanza perfettamente chiusa di 20m3 perfettamente chiusa, dopo 16 ore
circa si è finito l’ossigeno, è per questo che le dimensioni minime di una stanza da letto
singola e di 9m2, che per una altezza di 2,70m fanno circa 25m3, e dopo 8 ore si sono
consumati più di metà dell’ossigeno disponibile. Quindi per una autorimessa devo
avere come minimo 16m2, per una cucina abitabile 14m2, la superficie apribile per i
vani abitabili deve essere pari ad almeno 1/8 della superficie del vano, poi nei bagni
ciechi devo avere un aspiratore che mi garantisce almeno 10 volumi all’ora. Il
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davanzale deve essere alto 1m, le finestre 1,40m più 40cm per l’eventuale avvolgibile,
mentre la larghezza delle finestre deve andare dai 60 ai 120cm. Una porta deve essere
larga come minimo 80cm, meglio 85, questo per far passare i mobili, per i bagni e per i
ripostigli posso arrivare a 75cm ma non al di sotto, mentre l’altezza delle porte deve
essere di 2,10m. nei bagni le vasche hanno dimensioni 170x70cm, mentre per i piatti
doccia ho che 90x90 e 80x80. Mentre per il wc e il bidet le dimensioni sono 35x65, e la
distanza tra gli apparecchi sanitari deve essere di 15cm, meglio se 20cm. La lavatrice
standard è 60x60cm, quelle piccole sono 45x60cm, il modulo base per le cucine
componibili è 60x60cm, questo vale sia per il frigorifero che per la lavastoviglie.
Mentre per il portone d’ingresso del garage la luce netta deve essere come minimo di
2,50m, alla quale vanno aggiunti 10 cm per lato per i contrappesi.
Percorsi.
I percorsi possono essere orizzontali e verticali, nei percorsi orizzontali
distinguiamo quelli esterni e quelli interni, i primi devono consentire un facile accesso
all’edificio, e possono essere differenziati in ragione degli utilizzatori (personale,
clienti ecc.), possono essere pedonali o carrai, se ci sono dei parcheggi, questi non
devono interferire con i percorsi pedonali, questo diventa fondamentale nelle grandi
strutture sportive. Questo per permettere un deflusso rapido, e da qui l’esigenza di
creare dei svincoli su due livelli. Per i percorsi pedonali è di fondamentale importanza
eliminare le barriere architettoniche, l’ingresso degli edifici deve essere sempre
facilmente individuabile, e i percorsi devono essere i più brevi possibile. La questione
si complica se sono in presenza di edifici industriali dove devo creare una adeguata
accessibilità agli autotreni, per far questo si deve tenere conto della larghezza della
strada prospiciente agli ingressi (questi automezzi sono lunghi 16,77m), con una
strada prospiciente larga 7m è necessario un cancello di 7,5-8m come minimo.
Passiamo ai percorsi interni, intanto si deve dire che tutti i percorsi interni sia
orizzontali che verticali devono essere dimensionati al minimo indispensabile, infatti
tutti questi spazi richiedono un certo costo di costruzione e tempi di percorrenza
superiori. Per percorsi verticali si intendono le scale e gli ascensori, le scale, per non
sprecare spazio, devono essere dimensionate in modo strettamente necessario, in
ragione della tipologia dell’edificio. Devono essere almeno larghe 90 cm se vanno a
servire una singola abitazione, se invece servono a più appartamenti devono essere
larghe come minimo 100cm, se è anche una via di fuga questo limite deve essere
portato a 120cm. Il rapporto alzata e pedata deve rispettare la seguente legge
2a+p=63, mentre se ho una scala a gradoni è 2a+p=n63, quindi prima stabilisco l’alzata
e poi la pedata in ragione del numero di passi necessari per il supermento. I corridoi
devono essere larghi almeno 120cm per permettere l’incrocio di due persone, ma oltre
a questo si deve tenere conto del passaggio di mobili. Per la scala e per gli ascensori è
importante che questi abbiano una posizione il più possibile baricentrica per ridurre i
percorsi, ed inoltre per gli edifici pubblici o quelli privati oltre i tre piani deve essere
previsto un ascensore per l’accessibilità da parte dei disabili. Ovviamente per la
collocazione di un ascensore si devono prevedere tutti quei spazi tecnici per i
meccanismi, tutto attorno alla cabina, e sia dei vani sotto che sopra alti almeno 1,35m
per la sicurezza dei manutentori. Gli ascensori per una altezza fino ai tre-quattro piani
funzionano tramite l’uso di un pistone telescopico, che tramite un paranco ha una
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escursione pari alla metà di quella della cabina, oltre ai quattro piani si deve prevedere
al di sopra un ulteriore vano per l’argano, oppure c’è il sistema a cremagliera (lunga
quanto il vano dell’ascensore) e il motore è subito sopra alla cabina.
Compatibilità dei manufatti con il cotesto.
Il primo fattore che si deve osservare nella nostra progettazione è quello di
osservare il contesto circostante nel quale andiamo ad inserire il nostro edificio, si
deve cercare di uniformare il nostro edificio a questo contesto, questo non vuol dire
copiare la tipologia prevalente nel nostro contesto circolate per trasferirla al nostro
edificio, ma sta nella nostra sensibilità scegliere gli accorgimenti necessari al nostro
inserimento. Questo lo si può fare conducendo delle ricerche ad hoc, quindi studiando
le altezze, i volumi, le aperture e i materiali, per scegliere la soluzione più appropriata.
Questo diventa molto più semplice se mi trovo in una anonima periferia degli anni 6070, in questo caso si potrebbero creare delle soluzioni migliorative all’ambiente
circostante, la questione diventa ben più difficile se l’ambiente è vergine.
Bisogni fondamentali e il loro soddisfacimento.
Nella progettazione tutto deve essere finalizzato alla ricerca del confort delle
persone, ma oltre a questo si deve cercare anche il confort per le necessità dell’edificio,
per esempio il confort dei macchinari. Comunque il confort dei macchinari deve avere
dei parametri più restrittivi rispetto a quello dell’uomo. Il confort viene definito
principalmente dalla temperatura e dall’umidità, ma oltre a questo è indispensabile
avere un adeguato ricambio d’aria legato al numero medio di addetti presenti. Per il
confort è importante anche l’illuminazione, e la sua intensità dipende dall’attività che
si deve svolgere all’interno dell’edificio, se si deve lavorare su dei piani ci devono
essere almeno 250-300lux, ma anche ci deve essere una illuminazione costante. Altra
questione fondamentale è che la temperatura e l’umidità devono essere costanti,
evitando le stratificazioni, quindi devono essere scelti dei sistemi per l’impiantistica
adeguati, con bontà nel dimensionamento e scelta dei materiali, ci deve essere un buon
isolamento e una buona traspirazione dei muri. Quindi accanto alla durabilità ed
economicità dell’edificio, deve essere anche confortevole. Ed inoltre il nostro edificio
deve essere sicuro, oltre che dal punto di vista statico, sia dal punto di vista
dell’impianto elettrico, ci deve essere un impianto antincendio, e ci devono essere delle
sufficienti vie di fuga. Per valutare la durabilità di un edificio deve essere valutato
l’elemento che ha una durata minore, comunque si deve cercare che tutti gli elementi
dell’edificio abbiano una durata uniforme, questo è vero se viene fatta regolarmente la
manutenzione ordinaria. La struttura dell’edificio comunque deve prevedere una
durabilità oltre i 50 anni, mentre per le reti tecnologiche, la loro durabilità va
concordata con il committente e le sue esigenze.
Normativa.
Una delle leggi più importanti e la legge 10/67 detta legge Bucalossi, prima di
questa legge il diritto di edificare era insito nel diritto di proprietà, dopo tale diritto
viene dato in concessione dal comune, questo è l’ente che deve prendere tutte le
decisioni in ambito edificatorio e di pianificazione. In questa attività è prevista
l’adozione dei piani regolatori, che ogni comune si deve dotare, l’iter di approvazione
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del piano regolatore è previsto dalla legge regionale 61/85, nella redazione si parte da
uno studio preliminare affidato a un progettista/urbanista (anche esterno) che deve
produrre tutta una serie di tavole che descrivono le linee da seguire, comunque in
questa sede devono essere tutte rispettate le normative a livello regionale e nazionale,
e ad ogni modo l’intervento deve avere come finalità quello di migliorare il territorio.
Nello studio preliminare si devono fissare dei parametri di edificabilità che tengono
conto dell’aumento demografico previsto e dell’afflusso esterno, si deve tenere conto
anche della vocazione del territorio (agricola, residenziale, industriale ecc.), ed inoltre
con l’aumento probabile del numero di abitanti si devono prevedere delle scuole e
tutte le altre strutture di servizio, ovviamente il tutto deve essere dimensionato in
ragione del numero di abitanti. Quando lo studio preliminare è riuscito a far quadrare
tutti i conti, questo viene portato all’attenzione del consiglio comunale che può far
proprie le previsioni del progettista, ma l’approvazione vera e propria viene
demandata al consiglio regionale che deve controllare che il PRG rispetti tutti i vari
parametri, in seguito all’approvazione questo viene pubblicato per 30gg, duranti i
quali i cittadini possono sollevare delle osservazioni che devono essere di carattere
generale che prendono in considerazione gli aspetti generali. Dopo questo termine il
comune ha 90gg di tempo per rispondere alle osservazioni dei cittadini, poi tutti i
documenti vengono mandati alla regione, che può dare tre giudizi differenti: approvare
il piano, approvazione del piano con delle modifiche e bocciatura del piano. Nel
secondo caso la regione rimanda il PRG al comune con delle modifiche, il comune può
approvare le modifiche, oppure non accettarle e non approvare il PRG, oppure
bocciare in toto il PRG. Il periodo di adozione del nuovo PRG viene definito periodo di
salvaguardia, infatti, in tale periodo si adottano sempre le condizioni più restrittive tra
i due PRG. Prima della legge Bucalossi veniva data la licenza ad edificare, mentre dopo
viene data la concessione ad edificare, quest’ultima è onerosa, infatti, si devono pagare
gli oneri di urbanizzazione primari e secondari, i primi fanno riferimento a tutti i
servizi diretti (strade, fognature ecc), mentre i secondi fanno riferimento a tutte quelle
opere esterne all’area di edificazione (scuole, ospedali, strade esterne, fognature
esterne ecc), la quota parte di questi oneri viene determinata in ragione del costo della
costruzione. Oltre alla concessione edilizia c’è la dichiarazione di inizio attività (DIA)
che deve essere avvallata da un tecnico che dichiara sotto la propria responsabilità che
tutti i parametri urbanistici vengono rispettati e dopo 20gg se il comune non eccepisce
nulla si possono iniziare i lavori.
Legge 1086 del ’71.
Questa legge prevede degli adempimenti che sono abbastanza onerosi, questa
legge si applica a tutte quelle strutture in cemento armato precompresso, in cemento
armato e acciaio, tali opere devono essere denunciate al genio civile, ma da alcuni anni
a questa parte questa denuncia viene fatta dal costruttore al comune. In questa
denuncia si deve precisare chi è il committente, il progettista, il calcolatore, il direttore
dei lavori, il collaudatore (che deve essere un architetto o un ingegnere iscritto all’albo
professionale da almeno 10 anni e che non ha nessun ruolo nella costruzione e che non
ne avrà), deve essere inviata la lettera di nomina del collaudatore sottoscritta dal
committente, ed inoltre deve essere inviata la dichiarazione di non partecipazione
all’opera redatta dal collaudatore. Alla denuncia deve essere allegato il progetto
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architettonico, le tavole statiche, le relazioni di calcolo. Il progetto architettonico deve
essere firmato dal progettista, le tavole statiche devono essere firmate dal calcolatore e
dal direttore dei lavori (che è responsabile della qualità dei materiali usati che sono
indicati nelle tavole statiche), anche le relazioni illustrative tecniche devono essere
sottoscritte dal direttore dei lavori. Il tutto deve essere presentato in duplice copia al
comune che controlla se ci sono tutti gli elementi, dopo di che una copia viene data a
chi ha portato la denuncia firmata e timbrata dal comune, l’altra viene depositata in
archivio, questo per creare una base documentale per le eventuali dispute giudiziarie.
La copia riconsegnata viene fotocopiata, e una copia viene conservata al cantiere e
l’originale deve essere conservato in un ambiente sicuro. Questa documentazione deve
essere conservata per almeno 10 anni, anche se è meglio superare tale termine. Oltre a
questo con il procedere dei lavori si devono fare dei prelievi sui materiali usati, e
questi devono essere inviati a degli istituiti ufficiali o privati autorizzati, questi istituti
rilasciano dei certificati inerenti alle prove di rottura di questi materiali. Anche il
direttore dei lavori può disporre delle prove dirette sulla struttura in cantiere, per
esempio delle prove di carico sui solai, queste possono essere condotte tramite l’uso di
sacchi di cemento o con dei cassoni d’acqua, durante il carico si misura l’abbassamento
del solaio tramite il flessimetro, e lo si confronta con il valore di calcolo, anche se
comunque questi non saranno mai uguali, comunque l’importante è che l’elemento
torni elasticamente allo stato originario, in altri termini si deve evitare che la struttura
lavori in campo plastico. Il flessimetro oltre che in mezzeria deve essere messo agli
appoggi, questo per verificare se ci sono degli eventuali cedimenti, se ci sono è meglio
ripetere la prova per verificare se questi cedimenti sono legati ad un eventuale
rilassamento del materiale o a cause ben più gravi. Per ogni prova di carico diretta si
deve redigere un verbale. Il direttore dei lavori deve raccogliere tutti i documenti
inerenti ai verbali delle prove dirette, ai certificati delle prove sui materiali e la
relazione finale dei lavori, tutti questi documenti vanno dati al collaudatore che deve
controllare, il collaudatore può disporre la ripetizione delle prove se necessario e
osservare la diligenza nell’esecuzione dei lavori, e alla fine emette una sua relazione
detta certificato di collaudo che deve essere mandato al genio civile se è una pratica
vecchia oppure al comune se è nuova (l’originale viene tenuto dal collaudatore), tale
certificato va tenuto assieme al certificato di abitabilità, che sono due certificati di
fondamentale importanza.
Legge 13 dell’89.
Tale legge afferma che i progetti relativi alle nuove costruzioni e alle
ristrutturazioni (essa si deve applicare anche all’edilizia pubblica convenzionata)
complete si deve garantire l’accessibilità, l’abitabilità e la visibilità dell’edificio stesso, e
viene fatto obbligo al progettista stesso di presentare una dichiarazione di conformità
a tale legge. Per accessibilità si intende la possibilità anche per le persone con impedite
capacità sensoriali e motorie di raggiungere l’edificio e di usufruire di tutti gli spazi
mantenendo un livello adeguato di sicurezza e di indipendenza, e quindi questa legge
prevede l’abbattimento delle barriere architettoniche. Per visibilità si intende che per
tutti quei edifici dove c’è l’accessibilità, devono essere raggiungibili tutti gli spazi
aperti al pubblico e almeno un servizio igienico dimensionato opportunamente per i
portatori di handicap. Ad ogni modo se la visitabilità non è rispettata l’edificio deve
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essere adattabile, in altri termini ci deve essere la possibilità di modificare nel tempo
lo spazio per renderlo accessibile alle persone con handicap, quindi si deve prevedere
un adeguato vano scale per poter installare in un futuro l’ascensore, l’adattabilità non
c’è se si devono intaccare le strutture portanti che richiedono degli interventi onerosi.
L’accessibilità deve essere garantita anche all’esterno con almeno un percorso
percorribile dalle persone con handicap. Viene inoltre posta una deroga
all’installazione dell’ascensore per gli edifici residenziali con meno di tre piani,
comunque ci può essere un servoscale, l’ascensore va comunque installato se i livelli
sono più di tre e questo vale per tutti gli edifici. Nell’edilizia convenzionata devono
essere accessibili almeno il 5% degli alloggi presenti, devono inoltre essere accessibili
gli ambienti destinati ad attività sociali e gli edifici sedi di aziende sottoposte
all’obbligo di assunzione degli portatori di handicap. Negli edifici residenziali non
compresi nelle categorie precedenti si ritiene soddisfatta la visitabilità se il soggiornopranzo e almeno un bagno sono accessibili. Tutti gli edifici pubblici e questo vale anche
per le sedi di culto e le unità immobiliari dove sono previsti degli spazi di relazione e
per tutti gli edifici (anche privati) aperti al pubblico di superficie minore a 250m2 deve
essere soddisfatto il requisito della visitabilità. Le aziende non sottoposte all’obbligo di
assunzioni di dipendenti con handicap devono comunque essere adattabili, ma questo
vale per tutte le unità immobiliari anche quelle residenziali, tale normativa ci fornisce
tutte le dimensioni specifiche per la fruibilità degli spazi da parte delle persone con
handicap.
D.M. 16/01/96.
Questa normativa fissa i sovraccarichi che per le abitazioni civili sono di 200
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Kg/m , mentre per gli ambienti suscettibili di affollamento si passa ai 300-400Kg/m2,
se oltre a questo ci sono dei carichi dinamici allora si arriva a 500Kg/m2, per i balconi e
i ballatoi, scale e disimpegni si considerano 400Kg/m2, mentre per i sottotetti bastano
100Kg/m2. Per il carico di neve qui a Padova si considerano 128Kg/m2, per
determinare tale carico si deve vedere la zona di appartenenza e applicare le relazioni
esplicitate nella stessa normativa (che dipendono dall’altezza sul livello del mare, si
deve tenere conto della forma della copertura), in modo del tutto simile si determina
l’azione del vento che mediamente a Padova è pari a 70Kg/m2, questo dipende dalla
zona, dalla forma dell’edificio, dall’esposizione e dalla distanza dal mare. Ed inoltre
questo decreto fissa le forze sismiche che dipendono dall’accelerazione (che ha una
componente verticale e orizzontale) date dall’entità del nostro sisma, e dalla massa del
nostro edificio che dipende dai carichi permanenti e da una percentuale dei carichi
accidentali. Nel terremoto ci sono delle forze verticali, ovviamente a noi interessano
quelle verso il basso che vanno a gravare la nostra struttura, e poi ci sono delle forze
orizzontali e queste vanno applicate nei punti d’appoggio.
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Conduzione di un cantiere.
La prima figura fondamentale è il committente, che è colui che essendo il
proprietario del suolo, ha il diritto di superficie su di questo, e ha un certo interesse ad
edificare, se questo è possibile. Il committente può essere una persona fisica, più
persone fisiche oppure una persona giuridica, tale soggetto ha l’obbligo di sostenere i
pagamenti necessari e di avere delle chiare linee guida sull’opera che si andrà a
realizzare, deve inoltre nominare un’altra figura fondamentale che è il progettista,
inizialmente ci sarà uno stretto rapporto tra queste due figure. Il progettista deve
interpretare i desideri del committente sempre rimando nel rispetto delle leggi, e deve
mettere a disposizione tutta la sua capacità professionale nella realizzazione del
progetto che deve rispettare tutti i dettami di un coretto inserimento urbanistico, e
tutti i canoni necessari progettuali necessari. È sempre compito del progettista seguire
tutto l’iter amministrativo, dall’ottenimento della concessione edilizia (o permesso di
costruire dal 30/06/2003), per ottenerla entrano nell’iter altre figure professionali,
cioè il calcolatore che può essere lo stesso progettista, oppure può essere nominato dal
committente, oppure negli appalti la nomina aspetta al costruttore. Il calcolatore
statico è chiamato ad inserire nel progetto architettonico tutte le strutture necessarie
per il sostentamento della struttura, comunque anche il progettista deve creare
preliminarmente delle magli strutturali con delle luci adeguate, quindi anche il
progettista deve fare attenzione alla struttura. Ovviamente la responsabilità statica è
del calcolatore, mentre il progettista è responsabile dei dimensionamenti e del rispetto
della normativa. Poi il committente deve nominare un’altra importante figura
professionale che è il responsabile della sicurezza del cantiere, questo deve redigere
un piano di sicurezza, che è una relazione esplicativa di tutte le norme necessarie per
la sicurezza del cantiere, che riguardano sia gli addetti che tutti i mezzi usati (per
esempio la messa in sicurezza dell’impianto elettrico), tale relazione va redatta in fase
progettuale. Il coordinatore del piano di sicurezza deve controllare che tutte le norme
di tale piano vengono rispettate, se ciò non avviene tale figura deve inviare una lettera
al costruttore intimandolo di far rispettare le norme, altrimenti si deve sospendere il
cantiere e inviare una lettera alla SPISAL, con una dichiarazione di sospensione del
cantiere. Poi c’è il direttore dei lavori che al compito di sostituirsi al committente, di
rappresentarlo e di tutelarlo, questo anche perché il committente non è autorizzato ad
entrare in cantiere, ma può farlo solo se accompagnato dal costruttore, questo per
motivi di sicurezza. Ed inoltre il direttore dei lavori deve verificare che i lavori eseguiti
sino a regola d’arte e che sia rispettato in tutto e per tutto il progetto sia architettonico
che statico. Il costruttore è il responsabile di tutta l’organizzazione di macchinari e di
persone, esso viene scelto da committente, ed esso è responsabile di tutti i lavori
eseguiti dalle maestranze specializzate e deve seguire gli ordini del direttore dei lavori,
se questi ordini sono in contrasto con le regole del buon costruire o semplicemente
con la statica dell’edificio, in questo caso il costruttore può per iscritto inviare al
direttore dei lavori le sue eccezioni, e si può ragionare, se invece questo non avviene, il
costruttore può contestare per iscritto tale ordine, in questo caso il direttore dei lavori
ha due scelte o cambiare l’ordine oppure pretendere che venga eseguito (scrivendolo
nel giornale degli ordini), a questo punto l’impresa deve eseguire l’ordine ma
scrivendo una nota di riserva su tale ordine, in questo modo se accade qualcosa il
responsabile è il direttore dei lavori. Il collaudatore deve essere una figura
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completamente estranea all’iter della costruzione, ci sono due tipi di collaudatore
quello statico e quello amministrativo, che deve eseguire un controllo economico e
quindi di tutte le pratiche amministrative e i relativi costi, per questa figura non
servono i 10 anni di esperienza come per il collaudatore statico. È il collaudatore
amministrativo a decidere il compenso che il committente deve dare al costruttore,
tale figura è obbligatoria nelle opere pubbliche. Mentre il collaudatore statico è
obbligatorio per tutte quelle opere che rientrano nella 1086/71.
I documenti.
I documenti che ci consento di arrivare al contratto d’appalto sono i seguenti:
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Progetto grafico approvato.
Concessione edilizia.
Progetto statico
Piano di sicurezza, che serve all’impresa per determinare gli oneri necessari per
il rispetto di tale piano.
Contratto d’appalto, questo contiene una serie di clausole che devono essere
rispettate dal committente e dal costruttore, sia dell’uno che dell’altro devono
essere precisate le sedi legali e tutti i dati personali, ci deve essere la
localizzazione dell’oggetto del contratto, cioè la sua ubicazione, devono essere
indicati gli estremi della concessione, poi devono essere riportati tutti gli oneri a
carico delle due parti, si deve stabilire se l’importo è forfetario o a misura cioè in
ragione all’elenco prezzi allegato, le modalità di pagamento, la data di inizio e
fine lavori, gli oneri dell’impresa è di eseguire i lavori secondo determinate
modalità, rispettare il contratto collettivo dei lavoratori, rispettare tutte le
norme di sicurezza e di custodia del cantiere. Ed inoltre può essere prevista una
penalità se il costruttore ritarda la consegna dell’opera, può essere prevista una
data di revisione dei prezzi (se l’opera richiede dei tempi prolungati), si deve
riportare a chi ci si deve rivolgere per eventuali controversie, il contratto
d’appalto può essere eventualmente registrato.
Capitolato d’appalto e un elenco di tutte le opere e la loro modalità di
esecuzione, possono essere precisate le modalità di misurazione, ma spesso
queste sono indicate nell’elenco dei prezzi.
Elenco dei prezzi unitari qui devono essere riportate le misurazioni precise che
derivano dal progetto con il rispettivo costo unitario, tali prezzi generalmente
vengono valutati dal costruttore, accanto all’elenco dei prezzi c’è il computo
metrico che definisce le quantità totali delle opere, è da qui che deriva il prezzo
definitivo dell’opera. Oppure è il progettista che fissa i prezzi e questi possono
venire accettati o meno dal costruttore, che può operare anche degli sconti, il
committente ovviamente scegli l’offerta migliore.
Libretto delle misure, questo è il primo documento di contabilità, esso premette
di determinare la quantità dei vari materiali, poi abbiamo il registro di
contabilità che riporta tutti i prezzi unitari.
Stato di avanzamento è quel documento che ci permette di capire a che punto è
arrivato il costruttore, dallo stato di avanzamento e dai documenti contabili,
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possiamo determinare il costo sostenuto fino ad ora e le quantità di materiali
usati, quindi è un riassunto.
• Certificato di pagamento (altro documento contabile), questo riporta tutte le
somme pagate da committente e quali sono a credito del costruttore, con tutte le
clausole necessarie, con eventuali somme a carico del costruttore per esempio
per un eventuale ritardo.
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