PER APPROFONDIRE - www.azionecattolica.it/settori/ACR - www.cittàdeibambini.it - D. MARCELLI, Il bambino sovrano, Cortina Editore - Il bambino ecologico, Stampa Alternativa Millelire - L. CHIORAZZI, Se non fosse per i bambini in fondo a scuola non si starebbe male, Armando Editore - Rapporti UNICEF sull’istituzione del garante per l’infanzia: www.unicef.it - R. TONUCCI, Se i bambini dicono basta, Laterza - “Cittadini in Crescita” n. 1/2001 – Periodico curato dall’Istituto degli Innocenti di Firenze, disponibile on-line sul sito www.minori.it - R. VOLPI, Liberiamo i bambini, Donzelli Editore - W. ERIBRUCH, La grande domanda, Edizioni E/O - R. ALBANI, Si fa come dico io, Pratiche Editrici Strumento a cura dell’Ufficio Centrale ACR Per informazioni rivolgersi a: Elisabetta PEA email: [email protected] tel. 06661321 Via Aurelia 481 - 00165 ROMA 16 PREMESSA L’Azione Cattolica, come associazione impegnata nella formazione di un laici cristiani capaci di vivere in pienezza il vangelo nella concretezza della vita quotidiana, da sempre è impegnata nell’accompagnamento dei più piccoli. In particolare l’ACI ha espresso in questi anni la sua attenzione verso i bambini ed i ragazzi attraverso l’ACR ed il servizio educativo al quale tanti adulti e giovani di AC si sono sentiti chiamati. In particolare il servizio associativo verso i più piccoli nasce dalla consapevolezza, divenuta scelta, di considerare i bambini e i ragazzi come parte attiva della Chiesa, dell’associazione, della parrocchia, della società: persone in grado di interpretare il proprio mondo, di raccontarlo ed esprimerlo con autenticità, di rappresentare con dignità il proprio punto di vista. Ogni luogo vissuto dai più piccoli può in tal senso diventare ambiente di protagonismo. Per questo motivo nel rilancio della riflessione, e della vita, associativa legata al protagonismo dei bambini e dei ragazzi abbiamo voluto dilatare gli orizzonti, per immaginare dei percorsi che mettessero in gioco tutti gli ambienti di vita nei quali i nostri, e tutti, i ragazzi si trovano a vivere quotidianamente. Ecco dunque la scelta dei tre percorsi, tra loro complementari, nei quali abbiamo deciso di sviluppare questo progetto. Il percorso associativo per promuovere una riflessione sulla partecipazione dei ragazzi alla vita associativa attraverso il coinvolgimento nelle forme di espressione democratiche della vita associativa con una particolare valorizzazione dell’itinerario assembleare. Il percorso ecclesiale con il quale si intende promuovere un’attivazione della soggettività dei ragazzi nella vita della comunità cristiana. Ed infine il percorso territoriale-sociale che vuole da un lato aprire il confronto con le altre forme di partecipazione dei ragazzi che già sono presenti in Italia e dall’altro progettare dei percorsi comuni tra la nostra associazione e tutti coloro che nella nostra società sentono forte la neces- 2 Per l’incontro nazionale dell’EdR: ogni partecipante dovrebbe portare il risultato dell’attività, il puzzle realizzato in cui è scritto cosa manca nelle aule. 4. IL PROTAGONISMO DEI RAGAZZI NELLA CITTÀ Obiettivo: i ragazzi analizzano la città in cui vivono per scoprire quali sono gli spazi da loro accessibili e osservano cosa li rende tali. Attività: il bambino o ragazzo è invitato a “leggere” la propria città per scoprire quali sono gli spazi a lui accessibili e quali no. Con una cartina delle città delle diocesi (si possono reperire da tuttocittà o da internet) i ragazzi devono segnare con dei puntini rossi i luoghi che non possono utilizzare mentre con un puntino verde quelli dove possono avere accesso. Successivamente ognuno sceglie 2 dei luoghi segnati in rosso e 2 di quelli in verde e, dopo averli presentati, comincia a progettare delle proposte per migliorare o valorizzare alcune zone della città. I progetti possono avere le più disparate forme che la fantasia dei ragazzi suggerirà (disegni, lettera ecc.). Per l’incontro nazionale dell’EdR: ogni partecipante dovrebbe portare il risultato dell’attività, le cartine delle città con i puntini e alcune proposte di miglioramento. 15 Per l’incontro nazionale dell’EdR: ogni partecipante dovrebbe portare il risultato dell’attività, la propria piramide e/o gli articoli dello statuto riscritto dai ragazzi. 3. IL PROTAGONISMO DEI RAGAZZI NELLA SCUOLA Obiettivo: i ragazzi si accorgono che loro sono indispensabili nella scuola, che non sono loro ad essere stati creati per la scuola ma la scuola per loro. sità di (ri-)centrare l’attenzione sui ragazzi avendo a cuore però la valorizzazione della loro capacità di sentirsi e rendersi protagonisti. Per questo ci sembra importante animare una riflessione ed un dibattito culturale sulla partecipazione dei ragazzi: dentro l’associazione, nella Chiesa e nella società civile che abbia nel confronto con famiglie, studiosi, operatori ed educatori il suo motore primo. Un dibattito che abbia al centro la valorizzazione della soggettività dei ragazzi, nell’orizzonte prospettico di un “dialogo tra le generazioni”, e che sappia essere occasione di rilancio, anche in senso pedagogico, delle forme concrete di partecipazione attiva e di educazione alla piena cittadinanza e al senso e al valore delle istituzioni. Attività: I ragazzi vengono divisi in squadre, possibilmente 4. Ad ogni squadra viene dato un plico contenente delle prove che potrebbero essere: - una serie di operazioni - una cartina dell’Italia su cui collocare delle città indicate sotto la cartina - posizionare delle date riportate su un foglio accanto a degli eventi storici(eventi che anche loro conoscono come la scoperta dell’America,naturalmente) - correggere degli errori di ortografia di un brano. Un progetto certamente ampio, che si propone obiettivi importanti e che non vuole aggiungersi al già ricco e denso periodo assembleare: tuttavia ci sembra che sia proprio questa la stagione per mettere a fuoco e precisare, come associazione tutta, l’attenzione alla soggettività ed al protagonismo dei ragazzi in AC quale segno importante e originale dell’identità associativa. Siamo anche consapevoli che la varietà delle nostre realtà associative diocesane richiederà modi differenti e ritmi diversi di attivazione e promozione del progetto, affinché esso possa essere scelto e portato avanti con gradualità e impegno. Quando ogni squadra avrà terminato tutte le prove verrà assegnato loro un pezzo di un puzzle. Tutte e 4 le squadre dovranno ricomporre il puzzle che dovrebbe raffigurare un’aula scolastica, ovviamente deve essere vuota, senza gli alunni. Ci piace affidare, infine, il progetto a Vittorio Bachelet, di cui ci apprestiamo a ricordare i 25 anni dalla sua tragica morte: “… la presenza dei piccoli nell’AC aiuterà l’associazione stessa a capirsi ed ad attuare meglio il suo compito. Se noi capiremo come i ragazzi possono essere soggetti attivi nella Chiesa, capiremo anche come gli adulti possono essere soggetti attivi nella Chiesa”. A questo punto dovrebbe prendere piede un dibattito che potrebbe essere di questo genere: - guardando il puzzle e facendo finta che non sia un’aula cos’altro potrebbe essere? - non trovate che manchi qualcosa di fondamentale per farla sembrare un’aula scolastica? (mancano gli alunni naturalmente) 14 Giuseppe Notarstefano Responsabile Nazionale ACR 3 INTRODUZIONE Nelle pagine che seguono trovate alcune indicazioni concrete su come promuovere e sviluppare la riflessione sul protagonismo e partecipazione dei ragazzi, con una particolare attenzione al lavoro dell’équipe diocesane dei ragazzi. Tali suggerimenti vanno affiancati a quanto già programmato dalle singole èquipe diocesane e alle idee ed iniziative che verranno in mente. Non si tratta di un Vademecum (ce ne è già troppi in associazione!) ma uno strumento in grado di attivare e promuovere la discussione all’interno delle associazioni diocesane e parrocchiali. Lo strumento è pensato anche in occasione del momento di convocazione nazionale delle èquipe dei ragazzi che ci sarà a Roma il prossimo 28-30 Gennaio, ma diventa anche l’occasione per attivare un percorso di riflessione e progettazione a livello locale. Nel sussidio è possibile trovare tre schede aventi per destinatari le èquipe diocesane ACR, diversificate in tre livelli d’esperienza: 1. realtà diocesane che vivono già l’esperienza dell’Èquipe Diocesane dei Ragazzi; 2. realtà diocesane, che non hanno esperienze simili, ma che le stanno progettando; 3. realtà diocesane senza Èquipe Diocesane dei Ragazzi e che per il momento non ne prevedono l’avvio. Si possono trovare, in seguito, suggerimenti per le attività da svolgere con l’Èquipe Diocesane dei Ragazzi nel mese di Gennaio. Le attività sono pensate come approfondimento del “protagonismo” dei ragazzi nella vita quotidiana ed in particolare in quattro ambiti: 1. nella famiglia; 2. nell’associazione; 3. nella scuola; 4. nella città. 4 2. IL PROTAGONISMO DEI RAGAZZI NELL’ AC Obiettivo: i ragazzi si accorgono che la nostra associazione è per loro,che essi sono i protagonisti a partire dai gruppi parrocchiali fino ad arrivare alle Èquipe Diocesane dei Ragazzi ed ai delegati per l’ACR nelle assemblee diocesane e nazionali. Attività: sarebbe costruttivo spiegare ai ragazzi dell’EdR l’organizzazione dei vari organi in AC con un cartellone che parta dalla responsabilità a livello parrocchiale per arrivare a quelle a livello nazionale. Ogni ragazzo pesca una responsabilità e poi tutti insieme decidono dove collocarle nella piramide costruita da loro. Chi guida alla fine deve spiegare che la piramide deve essere rovesciata perché chi si trova in cima non è più importante ma, per un periodo di tempo limitato, si preoccuperà di chi è alla base; ciò non esclude il fatto che ognuno ha l’impegno a “vivere” con responsabilità l’associazione indipendentemente dall’età, sesso, o ruolo ricoperto. Per evidenziare la centralità dei ragazzi si potrebbe consegnare ad ognuno di loro (o dividendoli in gruppi, a ciascun gruppo) un articolo dello statuto che sancisca le metodologie di rappresentanza e di elezione dei vari ruoli di responsabilità. Quando ogni gruppo avrà letto e capito l’articolo che gli è stato consegnato dovrà trascrivere l’articolo con un linguaggio più semplice e presentarlo agli altri; al termine della condivisione, chi guida l’attività farà notare loro come in AC anche i ragazzi siano protagonisti a partire dai gruppi parrocchiali fino ad arrivare alle Èquipe Diocesane dei Ragazzi ed ai delegati per l’ ACR nelle assemblee diocesane e nazionali. Utile sarebbe programmare (anche dopo l’incontro nazionale delle EdR) una visita nei luoghi dell’associazione incontrando anche i componenti della presidenza per chiedere di avviare una serie di attività di incontro e ascolto con i più piccoli dell’associazione. 13 Un esempio di questo schema potrebbe essere: Al termine di ogni attività vi è suggerito un simbolo, legato al cammino fatto, da realizzare e portare a Roma dalle èquipe che parteciperanno all’Incontro nazionale delle EdR; il lavoro proposto verrà approfondito durante lo stesso. Per le èquipe diocesane che non prenderanno parte all’appuntamento di gennaio 2005 o che non hanno ancora avviato il progetto dell’EdR le attività possono essere comunque delle tracce di lavoro e soprattutto di riflessione che, avendo come idea di fondo quella di una riflessione associativa allargata sul protagonismo dei ragazzi dentro e fuori l’associazione, ben si inseriscono nel cammino, non rappresentando né un di più né un intralcio del cammino, né un appuntamento “scontato” dell’itinerario assembleare. Quanto emergerà dal lavoro dei prossimi mesi sarà possibile spedirlo al centro nazionale ([email protected]; Via Aurelia 481, 00165 Roma; o fax 06/66132360) per permettere una raccolta di tutti i passi che l’ACR di tutta Italia sta compiendo per valorizzare il contributo dei più piccoli alla Chiesa e al Mondo. Dopo aver compilato questa tabella, chi guida l’attività dovrebbe far notare loro come sarebbe impossibile spostare i riquadri dello schema, perché ciascuno dei componenti dà agli altri qualcosa di speciale ed unico che se venisse a mancare causerebbe dei cambiamenti sia durante la vita quotidiana (come quelle che hanno disegnato nel fumetto), sia nei rapporti interpersonali all’interno della famiglia: ecco perché il ruolo dei ragazzi all’interno del nucleo familiare è fondamentale, centrale ed insostituibile. Buon lavoro. L’Ufficio Centrale ACR Per l’incontro nazionale dell’EdR: ogni partecipante dovrebbe portare il risultato dell’attività, disegni e tabelle. 12 5 SCHEDA A ATTIVITÀ PER LE EDR Destinatari: tutte le èquipe diocesane che hanno già l’EdR avviata. 1. IL PROTAGONISMO DEI RAGAZZI NELLA FAMIGLIA Indicazioni: rendere l’EdR una concreta risorsa per tutta l’Associazione e per tutta la Chiesa Locale. Obiettivo: i ragazzi scoprono che ogni componente della famiglia è indispensabile e che loro sono unici speciali e parte fondamentale della loro famiglia. Come lavorare in concreto In èquipe diocesana (con gli educatori) Si possono organizzare 2 o 3 incontri, eventualmente allargati ai referenti parrocchiali, di studio sulla partecipazione attiva dei ragazzi dell’ACR all’interno del territorio diocesano. È molto utile, in questa sede, approfondire particolari esperienze maturate negli ultimi anni nei diversi ambienti del quotidiano: città, scuola, luoghi di ritrovo, associazioni, ecc. (per chi dovesse incontrare problemi nel raccogliere esperienze all’interno della propria diocesi è possibile ricercare anche all’esterno dei “confini diocesani” magari contattando il centro nazionale). Ulteriori strumenti utili potrebbero risultare i lavori che si svolgeranno a Roma in occasione dell’incontro nazionale delle èquipe dei ragazzi dal 28 al 30 Gennaio 2005. Con i ragazzi dell’EdR Creare con l’EdR una raccolta completa di tutte le esperienze vissute dai ragazzi, le proposte avanzate dai più piccoli e presentarla ai diversi organi di “governo” locale (sindaci, presidenti province, consigli comunali, ecc) e al consiglio diocesano chiedendo, se possibile, una sessione di studio sulla partecipazione dei più piccoli all’interno dell’ACI diocesana. 6 Attività: i ragazzi avranno a disposizione un foglio suddiviso in quattro riquadri dove dovranno disegnare un fumetto che rappresenti (con parole ed immagini come ogni fumetto che si rispetti!) una scena tipica che coinvolge generalmente tutti i componenti della loro famiglia e soprattutto che li veda protagonisti. Dopo aver condiviso con gli altri ciò che avranno disegnato, spiegando minuziosamente la scena rappresentata nel fumetto, dovranno compilare uno schema in cui scriveranno ciò che ogni componente della loro famiglia “dà” agli altri; ad esempio: “Mio fratello riesce sempre a far sorridere il mio papà quando prende un bel voto a scuola”, “La mia mamma riesce sempre a consolarmi quando sono triste”. 11 SCHEDA C Destinatari: tutte le èquipe diocesane che non hanno ancora avviato l’EdR e che al momento non hanno in programma la sua formazione. Per rendere “tangibile e visibile” il lavoro che si va svolgendo: coinvolgere i diversi canali di informazione e comunicazione locale: radio, tv, settimanali, quotidiani, giornalini parrocchiali, newsletter, mailing list, ecc. al fine di diffondere quanto realizzato dai ragazzi, cercando, in questo modo, di sensibilizzare maggiormente anche chi non è vicino al mondo dei ragazzi. Indicazioni: aiutare a maturare la consapevolezza negli educatori e in tutta l’associazione che i bambini e i ragazzi dell’ACR sono davvero importanti per l’associazione e che è fondamentale il contributo che possono offrire. Vagliare la possibilità di avviare il progetto delle Èquipe Diocesane dei Ragazzi. Come lavorare in concreto In èquipe diocesana (con gli educatori): - dedicare un incontro di èquipe per riflettere su come i bambini e i ragazzi dell’ACR contribuiscono alla vita delle associazioni parrocchiali e di tutta la chiesa locale; - inviare i risultati di questa riflessione a tutti gli educatori invitandoli, se possibile, a fornire il loro contributo su questa riflessione; - capire se c’è la volontà di inserire, all’interno della programmazione diocesana, il progetto delle èquipe dei ragazzi; - eventualmente raccogliere informazioni sulle esperienze vissute dalle èquipe dei ragazzi di altre diocesi (è possibile contattare il Centro Nazionale) o consultare il sito internet dell’ACI. 10 7 SCHEDA B Destinatari: tutte le èquipe diocesane che non hanno ancora avviato l’EdR ma sono interessate ad iniziare questa esperienza. - creare un programma di lavoro con i ragazzi: cosa desiderate fare… dove volete arrivare durante questa avventura?; - una volta formata l’EdR e stilato un programma presentare a tutta l’associazione i componenti. Indicazioni: pensare e stabilire dei criteri generali per la formazione dell’Èquipe Diocesana dei Ragazzi e per i lavori iniziali della stessa. Come lavorare in concreto In èquipe diocesana (con gli educatori): - l’èquipe si deve interrogare sul senso che questa iniziativa deve avere all’interno della vita della associazione; - individuare un membro di èquipe che diventi referente per il progetto dell’EdR; questa persona potrà farsi affiancare da alcuni educatori della diocesi; - se si dovessero incontrare delle difficoltà nel proporre le attività a tutte le singole associazioni parrocchiali, valutare l’ipotesi di comunicare solo con alcune “parrocchie pilota”; - decidere: i tempi del percorso elettivo: dal livello parrocchiale fino a quello diocesano. Le modalità di votazione (con urne, schede ecc. o altri sistemi); chi può essere votato; da quanti acierrini deve essere formata l’EdR parrocchiale e diocesana; quanti, per ogni parrocchia, faranno parte dell’EdR diocesana (un utile strumento di aiuto è il libretto sull’Itinerario assembleare: è possibile reperirlo sul sito Internet dell’ACI o contattando la segreteria ACR, Sig.na Elisabetta 06/661321); 8 9 Azione Cattolica dei Ragazzi ORA TOCCA A NOI! Per una partecipazione attiva e corresponsabile dei ragazzi al bene comune