UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA «LA SAPIENZA» FACOLTÀ DI SCIENZE UMANISTICHE Lettere e Filosofia, Lingue, Patrimonio Culturale CONFERENZA DIDATTICA DI FACOLTÀ A cura di CLELIA FALLETTI Prima sessione 21 marzo 2005 INDICE Premessa ............................................................................ p. 9 PARTE PRIMA Saluti del Presidente della Commissione per l’innovazione didattica d’Ateneo, del Prorettore delegato a Diritto allo studio, orientamento e politiche per gli studenti, e dei Presidi delle Facoltà di Filosofia, di Lettere e Filosofia e di Studi Orientali ......................... 13 Roberto Antonelli, Introduzione ...................................... 15 RELAZIONI DEI PRESIDENTI DEI CORSI DI STUDI Delia Gambelli, Area didattica dei Corsi di Studi in Lingue e Letterature moderne e in Mediazione linguistico-culturale ........................................................... Gianfranco Rubino, Corso di laurea specialistica in Studi letterari e linguistici ........................................ Biancamaria Scarcia Amoretti, Corso di Studi in Scienze storiche .......................................................................... Anna Maria Gloria Capomacchia, Corso di laurea specialistica in Studi storico-religiosi ........................... Gian Luca Gregori, Corso di laurea specialistica in Società, culture e storia del mondo antico ............. 31 43 51 61 63 Marina Righetti, Corso di Studi in Scienze storico-artistiche ................................................................................. Antonello Biagini, Corso di Studi in Scienze sociali per la cooperazione, lo sviluppo e le relazioni fra i popoli 65 71 Giovanni Colonna, Corso di Studi in Scienze archeologiche ........................................................................... 75 Luciano Mariti, Corso di Studi in Arti e scienze dello spettacolo ...................................................................... 83 Francesca Bernardini, Corso di Studi in Lettere ............. 103 PARTE SECONDA Saluto del Rettore Renato Guarini ................................... 117 Stefano Tortorella, La Riforma e la legge 270: valutazioni e prospettive. Corsi di Studi e nuove tabelle. Requisiti minimi ........................................................... 119 Clelia Falletti, Certificazione dei Corsi di Studi e strumentazione necessaria. Test d’ingresso come autovalutazione degli studenti ................................................ 129 Luciana Cassanelli, Relazione sull’Orientamento e tutorato ................................................................................ 137 Ferruccio Marotti, E-learning e digitale .......................... 145 Virginia Verrienti, Internazionalizzazione e censimento degli Accordi internazionali di Ateneo esistenti ........ 149 FACOLTÀ DI SCIENZE UMANISTICHE Strutture organizzative e offerta didattica........................ 161 I docenti, le biblioteche, gli archivi, i centri e le fondazioni............................................................................... 167 I Corsi di Studi ................................................................. 176 Il volume, aperto da una Premessa di Clelia Falletti Cruciani, responsabile della Commissione didattica di Facoltà, raccoglie le relazioni presentate alla Conferenza didattica della facoltà di Scienze umanistiche. La Conferenza, tenutasi in un periodo di grandi e continui impegni didattici e scientifici, si è potuta svolgere grazie all’abnegazione dei Presidenti dei Corsi di laurea, dei responsabili di Commissione e del personale tecnico-amministrativo della Presidenza e di molti Dipartimenti. A loro va un sentito ringraziamento. Roberto Antonelli PREMESSA a Facoltà di Scienze umanistiche, insieme con la nuova Facoltà di Lettere e filosofia, la Facoltà di Filosofia e quella di Studi orientali, è l’erede della ex Facoltà di Lettere e filosofia che si è scissa in ottemperanza della legge del decongestionamento nel 2001. Le quattro nuove Facoltà si sono riorganizzate secondo progetti culturali e formativi diversi e non secondo una ripartizione percentuale meccanica degli insegnamenti già esistenti. La scelta di assumere per la nostra Facoltà il nome particolare di Scienze umanistiche indica il tentativo di dare una risposta alle questioni scientifiche e culturali aperte con il rinnovamento epistemologico verificatosi nel mondo della cultura a partire dagli anni Sessanta del Novecento e alle esigenze di riflessione e rinnovamento poste dalle innovazioni culturali, metodologiche e tecnologiche degli ultimi decenni. Contemporaneamente al decongestionamento, e quindi alla nascita della Facoltà, è intervenuta la Riforma della didattica. Ciò ha consentito di partire fin dall’inizio con uno slancio non tanto di rinnovamento quanto di rifondazione, in cui tutto appariva come possibile: possibile ripensare l’università che vogliamo, di ricerca e formazione, con curricula aperti alle richieste dinamiche del mondo contemporaneo. Ciò si è concretizzato in un grande rinnovamento dell’offerta formativa: la Facoltà di Scienze umanistiche ha istituito otto L 10 Premessa nuovi Corsi di studio, articolati in quasi trenta curricula per le lauree triennali e quasi altrettanti per le Lauree specialistiche, che garantiscono al tempo stesso unità culturale di base con adeguate differenziazioni specialistiche ma soprattutto garantiscono il rispetto di quella relazione fra ricerca scientifica, didattica e società che costituisce una modalità fondamentale per una formazione aperta e moderna negli studi umanistici. Le iniziative culturali della Facoltà costituiscono il punto d’incontro fra l’attività scientifica delle grandi Scuole che costituiscono la nostra tradizione in quanto eredi della ex Facoltà di Lettere e Filosofia (in particolare Scienze storiche, archeologiche e antropologiche dell’antichità, Teatro e Spettacolo, Lingue e letterature moderne, Studi filologici, linguistici e letterari e Studi romanzi), e le esigenze di rinnovamento degli ultimi decenni. (Sui nuovi Corsi di Studi, sull’assetto organizzativo della Facoltà e sui docenti afferenti alla Facoltà, si veda il prospetto allegato alla fine del volumetto.) La FSU vuole soprattutto insegnare ad attivare un occhio critico per guardare il mondo contemporaneo nella sua complessità e metamorfosi. La FSU è una Facoltà europea, che intende trasmettere il senso di essere umanisti, proprio oggi, proprio nel momento in cui in l’integrazione europea, attuata su basi pressoché esclusivamente economiche, richiede un bilanciamento forte sul piano della cultura, non arroccata in una vecchia idea di Europa ma aperta all’Altro e al Mondo. È nostra intenzione dar corso ad una nuova, grande stagione umanistica, nella quale si riscoprano i valori fondamentali della nostra cultura e una visione globale del sapere, contro la parcellizzazione e l’asfissia della eccessiva specializzazione. La grande sfida che la Facoltà di Scienze umanistiche, e l’intera area di cui è parte, si appresta ad affrontare è dunque la ricomposizione dei saperi umanistici e tecnico-scientifici e degli stessi orizzonti della tecnica entro un progetto culturale Premessa 11 complessivo e unitario, reso possibile dalla larga disponibilità di risorse presenti nella “Sapienza”, secondo una cultura del progetto, degli obiettivi e della loro verifica che potrà costituire il terreno d’incontro anche fra aree di tradizioni diverse ma disponibili al cambiamento e all’interrelazione, al di là delle tradizionali partizioni dei saperi. Un primo passo in questa direzione è la costituzione del nuovo Ateneo di cui fa parte la Facoltà di Scienze umanistiche. Infatti, un processo di riflessione analogo e parallelo, svoltosi nelle Facoltà di Architettura, di Studi orientali e di Scienze della comunicazione, ha portato alla comune proposta di un Ateneo delle Scienze Umane, delle Arti e dell’Ambiente capace di aggregare competenze e risorse intellettuali comprese nelle aree scientifico-didattiche di Architettura, Scienze Umanistiche, Sociologia e Scienze della comunicazione, Beni culturali, Scienze naturali, ambientali e dell’informazione, Statistica, Psicologia, Ingegneria, e Scienze sociali politiche ed economiche. Sono aree interrelate sia per tradizioni disciplinari sia per l’attenzione dedicata alle innovazioni che lo sviluppo contemporaneo delle scienze ha determinato, tanto da rendere possibile l’individuazione di interessi culturali e prospettive scientifiche e formative comuni. Il risultato è un progetto d’Ateneo coerente e nel contempo aperto, capace di proporre nuovi percorsi formativi interdisciplinari e di rispondere alle domande che la rapidità delle innovazioni pone all’Università europea (e italiana in particolare). Un altro passo avanti è sicuramente questa prima Conferenza didattica di Facoltà. È una Conferenza necessaria e urgente dopo i primi tre anni della Riforma degli ordinamenti didattici, ma che, pur cadendo alla giusta distanza dall’avvio della Riforma, rischia di essere troppo anticipatrice per la situazione ancora fluida e profondamente confusa a causa della non definizione del nuovo assetto che gli affastellati 12 Premessa decreti legge stanno apportando in continuazione: come saranno le nuove aree? Si arriverà nelle università italiane a una comune decisione sul valore quantitativo dei moduli didattici? e quale sarà questo valore? e in che modo inciderà sulle tabelle che descrivono la nostra offerta didattica? Le lauree di primo e di secondo livello di una stessa area saranno denotate da una coerenza interna oppure le lauree specialistiche, o magistrali, avranno una coerenza diversa? e quale sarà questa coerenza? La formazione degli insegnanti sarà compito dell’università o l’università sarà deprivata di questa importante funzione? ecc. ecc. ecc. In tale situazione si è deciso di non aspettare ulteriormente rimandando sine die la Conferenza e facendone dipendere la convocazione da eventi di cui non abbiamo né la responsabilità né il controllo, ma di progettare due sessioni: una prima, immediata, che da una parte rispecchi la riflessione che l’esperienza sul campo della Riforma ha prodotto nei diversi Corsi di Studi e che dall’altra introduca temi e prospettive più generali; una seconda sessione, programmatica, da tenere dopo l’estate quando, si spera, avranno avuto risposta da parte del Ministero e dei tavoli tecnici approntati dal Ministro tutte, o almeno gran parte, delle questioni aperte e urgenti. Clelia Falletti Cruciani PARTE PRIMA La sessione si apre alle ore 9.30 con i saluti del prof. Ruggero Matteucci (Presidente della Commissione per l'innovazione didattica d'Ateneo) che esprime apprezzamento per la tempestività della convocazione di questa Conferenza didattica di Facoltà, e i saluti del prof. Pietro Lucisano, Prorettore delegato a Diritto allo studio, orientamento e politiche per gli studenti, che si felicita dell'iniziativa della Conferenza, e auspica che sempre più gli studenti siano posti al centro della comunità di ricerca dell'Ateneo. I Presidi delle Facoltà di Filosofia (prof. Marco Maria Olivetti), di Lettere e Filosofia (prof. Guido Pescosolido), di Studi Orientali (prof. Federico Masini), nel porgere i loro saluti e augurare un buon lavoro alla Conferenza, auspicano una sempre maggiore collaborazione tra le nuove quattro Facoltà nate dal decongestionamento della vecchia Facoltà di Lettere e Filosofia. INTRODUZIONE ROBERTO ANTONELLI nnanzitutto i più calorosi ringraziamenti al Rettore, ai I Prorettori e ai Presidi delle Facoltà ‘sorelle’ che ci hanno onorato con la loro presenza, quindi un particolare ringraziamento al personale tecnico e amministrativo della Presidenza e dei Dipartimenti, che ha consentito lo svolgimento della II Conferenza didattica, pur in situazione di lavoro già pesante; lo stesso ringraziamento ai docenti relatori, con particolare riguardo ai Presidenti di Corso di studi che si sono assunti, in tempo d’intensa attività didattica, il peso di impegnative relazioni, in una situazione già di enorme sforzo organizzativo, ancora non adeguatamente supportato, da nessun punto di vista, per le note difficoltà di tutta l’Università italiana. Alcune relazioni sono già state trasmesse a tutti per via telematica, insieme ad altri dati essenziali per comprendere l’attuale situazione della Facoltà, i suoi compiti e i suoi obiettivi: ricordo in particolare i dati, pur ancora da affinare, riguardanti il numero di esami e di tesi per ogni docente e disciplina e le tabelle allegate alla relazione della Commissione Programmazione presieduta da Mario Liverani, che ringrazio ancora, insieme a tutti i colleghi che hanno collaborato con lui, per lo straordinario lavoro. Altre relazioni saranno proposte oralmente stamane per la prima volta e completeranno il dossier della Conferenza, che si svolgerà in tre tempi: oggi, la presen- 16 Parte prima tazione e una prima discussione dei materiali, con alcune proposte, che riporteremo in Consiglio di Facoltà in forma di deliberati specifici, come del resto ogni altra decisione necessaria ad una migliore organizzazione didattica. Entro l’inizio dell’estate una seconda sessione dedicata esclusivamente alla discussione e alla formulazione di proposte per il nuovo anno accademico, una volta metabolizzati i risultati di questa prima sessione: se saranno già note le decisioni dei tavoli ministeriali potremo allora iniziare anche la revisione dei curricula e dei Corsi di Studi. Nell’intervallo si tenterà anche di organizzare un convegno dedicato esclusivamente all’insegnamento delle lingue, che veda protagonisti soprattutto i lettori, soggetti fondamentali del nuovo assetto formativo non solo nelle Facoltà umanistiche ma certo soprattutto delle Facoltà umanistiche: sarà un convegno che dovrà riesaminare tutta la problematica del lavoro dei lettori, da quello istituzionale (con la partecipazione della loro rappresentanza nazionale), a quello scientifico e culturale: la partecipazione dei lettori alla vita scientifica e didattica della Facoltà va infatti allargata anche dal punto di vista culturale e istituzionale (e vi sono Dipartimenti in cui questo già avviene: tanto più nei Corsi di laurea e nel Consiglio di Facoltà). Il collega Carlo Serra Borneto, impossibilitato a partecipare, ha inviato un progetto per la costituzione di un Centro linguistico basato su principi in gran parte nuovi e molto funzionali, che discuteremo nell’ambito della definizione finale degli spazi delle ex Vetrerie Sciarra, nella Giunta di Presidenza convocata per domani: ne riparleremo poi in sede di convegno linguistico. Discorso analogo, ove possibile, andrà fatto per i professori a contratto: domani sarà insediata la Commissione Contratti, il cui primo compito sarà quello di completare il censimento dei nostri professori, inserendoli, così come i Lettori, nell’indirizzario e nel libretto di Facoltà, raccogliendo i loro curricula e pubblicazioni e fornendo ai Corsi di Studio e al Introduzione 17 CdF tutti i dati relativi alle funzioni svolte. Il sito di Facoltà, che come avrete visto è in via di riorganizzazione, potrà così contenere tutti i dati relativi all’attività scientifica e didattica della Facoltà (vi invito al riguardo a completare rapidamente la scheda preparata dalla Commissione Programmazione, così come vi invito a completare le risposte relative all’attività scientifica, secondo le richieste della Commissione Iniziative Culturali): non solo per evitare sovrapposizioni e per garantire la partecipazione di tutta la Facoltà alle nostre iniziative scientifiche, ma anche perché in autunno cercheremo di realizzare la prima Conferenza sull’attività scientifica svolta nella Facoltà di Scienze Umanistiche. La Conferenza è stata convocata in data forse prematura rispetto alla molteplicità dei nostri impegni, ma le iniziative governative, spesso contraddittorie e mutevoli da un giorno e da una settimana all’altra, si accavallano tumultuosamente e impongono anche a noi un ritmo frenetico, come ad un ritmo frenetico ci obbligano gli stessi adempimenti ordinari. Mi spiace di sottoporre la Facoltà ad uno stress dovuto a continue informazioni, richieste e allegati ma era ed è necessario riprendere continuamente le fila di un discorso che altrimenti ci travolgerebbe: uno dei compiti primari della Conferenza è del resto quello di portare tutti ad una condivisione di informazioni e opinioni, e, direi, anche di preoccupazioni che questi anni così convulsi determinano in ciascuno di noi, da tanti punti di vista. La cosa più pericolosa sarebbe vivere il cambiamento in modo isolato, senza informazioni sufficienti, in modo non trasparente: per questo la trasparenza è stata un fondamento della Presidenza Matthiae e lo è anche della mia – con l’impegno, magari, a rallentare il ritmo dei primi mesi, una volta conquistata una velocità e un’organizzazione «da crociera» (a cominciare da fatti minimi ma importanti: al prossimo CdF valuteremo l’opportunità di concentrare tutte le attività 18 Parte prima «gestionali», quantomeno di CdF e CdS e delle iniziative culturali di Facoltà, in un’unica giornata, a partire dal prossimo anno accademico, come si era già accennato a suo tempo). Un solo esempio, che credo interesserà tutti, su come stanno procedendo i lavori parlamentari: è dell’altro ieri la notizia, smentita invece il giorno precedente, dell’approvazione della riforma, alla Camera, sembra, dei concorsi (ora sarebbero a vincitore unico) e della riduzione a un anno dello straordinariato dei (soli?) ricercatori, con conseguenze finanziarie devastanti. Una riflessione dunque è urgente, per avere coscienza della situazione e reagire alla frustrazione e al degrado anche intellettuale che finisce col coinvolgere chi non capisce ciò che sta accadendo. Non scegliamo noi i tempi: ce li impone l’evoluzione dei fatti, poiché occorre anche intervenire, per quel che si può, sull’iter legislativo, come si è fatto, con successo, per la legge 270; l’abbiamo continuato a fare per lo stato giuridico, ancora nell’ultimo CdF, tenteremo di farlo di nuovo, organizzando a Roma, insieme alle Facoltà ‘sorelle’, se vorranno, una Conferenza nazionale delle Facoltà dell’area umanistica. Vi sono problemi, nel mutamento generale, che riguardano e che colpiscono in modo particolare proprio le Facoltà umanistiche, a cominciare dalle modalità di ripartizione delle risorse (presto avrete un altro allegato fondamentale: la relazione di Cristiano Violani con cui è stato illustrato in Senato Accademico il nuovo modo di ripartire le risorse fra gli Atenei, con conseguenze importanti anche per i corsi di laurea, come vedremo). Occorre inoltre riflettere sull’esperienza dell’ultimo triennio (il primo della riforma), con nostre autonome valutazioni su aspetti positivi e negativi, su punti critici, su correzioni da apportare, con proiezioni sul futuro, a legge 270 approvata, pur in una situazione che porterebbe al disimpegno, quantomeno psicologico: un dato significativo al riguardo è offerto Introduzione 19 dai pensionamenti anticipati in crescita. Il tutto, proporrei, sempre su due versanti, che si intersecano e che non vanno mai tenuti distinti: 1) riflessione e interventi sulla situazione generale, determinata da un governo che sta sistematicamente penalizzando l’università pubblica, all’insegna di una vera e propria ideologia del produttivismo (non della produttività) e del ragionierismo, particolarmente pericolosa negli studi umanistici, in cui rischiano l’estinzione molti settori di grande tradizione scientifica e di grande rilievo per la cultura civile italiana e la sua dimensione internazionale; 2) interpretazione e gestione delle leggi e della situazione di fatto, tentando di migliorare al massimo possibile l’offerta formativa e le condizioni di ricerca e didattiche di studenti e docenti. È quanto si è tentato anche per la programmazione, dove abbiamo lavorato a partire dalla nostra situazione, pur in presenza di una circolare ministeriale devastante, che non solo chiede di programmare in assenza totale di risorse aggiuntive, quindi sulla base del fondo cassa esistente, ma pretende anche di interferire nell’autonomia dell’Università, riservandosi il potere di intervenire sulle proposte degli Atenei, contro la Costituzione, come è stato rilevato anche dalla Conferenza dei Rettori. Ciò non vuol dire acconsentire agli indirizzi ideologici (più che politici o efficientistici) dell’attuale governo (che quanto ad efficienza, nella scuola e nell’università, non ha finora migliorato nulla): noi dovremo allargare le basi della discussione e del confronto, coinvolgendo le altre Facoltà di Lettere italiane, contro una teoria e una prassi che stanno distruggendo l’università, e in particolarissimo modo l’area umanistica. Ma il problema in realtà non riguarda solo l’Italia, pur se in Italia l’ideologia liberistica ha assunto aspetti e toni particolarmente acuti e deculturalizzati. Sarebbe forse il tempo di proporre all’intera «Sapienza» di farsi promotrice di una Carta di Roma della cultura e della ricerca, da presentare a tutte le Università europee. Quanto incide infatti sui bilanci di uno 20 Parte prima Stato moderno la spesa per ricerca e università? Veramente poco, soprattutto quando a parole tutti riconoscono l’importanza dell’innovazione anche a fini economici e produttivi; ma perché allora prevalgono politiche restrittive in tutta Europa, specie nell’area umanistica, e perché tanto «produttivismo» di corto respiro (del resto inefficiente e di scarsa produttività generale)? Appare una scelta tutta politica più che economica, contrariamente a quanto si afferma e a quanto viene sostanzialmente accettato: il sapere critico non ha mai entusiasmato il Potere, e l’Università è la sede primaria del sapere critico. Non sarà un caso che, generalizzando comportamenti indubbiamente devianti e casi sempre più rari e del resto concentrati in singole aree, più vicine proprio alle ideologie più «professionalizzanti» e «produttivistiche», l’Università sia oggetto da tempo di una aggressione mediatica faziosa, tesa a rappresentarla come la sede di tutte le corruzioni e inefficienze. Per tutte queste ragioni la Conferenza che iniziamo oggi è veramente APERTA: dopo tre anni di applicazione della riforma, senza mezzi finanziari aggiuntivi, anzi con violente detrazioni ai fondi ordinari, ognuno di noi in quanto docente ha un’esperienza da portare, una propria «verità», tanto più larga ovviamente se, come avviene per Presidenti di Corso di Studi e Direttori di Dipartimento, si hanno responsabilità istituzionali e dunque, necessariamente, un’ottica d’intervento più ampia. Ai Presidenti di Corso di Studi spetterà dunque il compito di proporre analisi più ravvicinate della situazione: io mi limiterò ad alcune considerazioni generali d’apertura. Per la nostra Facoltà di Scienze Umanistiche, così come credo per la nuova Lettere e Filosofia, per Filosofia e per Studi Orientali è tanto più gravosa la mancanza di fondi e la possibilità conseguente di riequilibrare il corpo docente anche in base alla richiesta formativa, in quanto l’applicazione della riforma Introduzione 21 ha coinciso con l’inizio del decongestionamento: anche la recente ripartizione del bilancio 2004 d’Ateneo, pur costituendo un primo sforzo di rilettura della situazione in termini di riequilibrio, ha tenuto in nessun conto le esigenze specifiche del decongestionamento e ha penalizzato tutte le Facoltà ex-Lettere e Filosofia a causa dell’impossibilità di calcolare il numero degli esami delle nostre Facoltà, data la situazione di emergenza in cui operano le nostre Segreterie studenti, senza adeguato personale e senza informatizzazione realmente operativa. Dei mezzi promessi al tempo del decongestionamento sono arrivate (e solo in parte) le ex-caserme Sani, per la Facoltà di Studi Orientali, l’acquisto e l’inizio dei lavori alle ex-Vetrerie Sciarra (da sei mesi) per la nostra Facoltà (con vari problemi ancora da risolvere, soprattutto per l’area linguistica ma con prevedibile consegna, a norma di contratto, entro due anni), ancora nulla per la nuova Facoltà di Lettere e Filosofia e per quella di Filosofia, contro tutti gli accordi presi a suo tempo. Non credo sia inutile rinnovare l’impegno a sostenere la giusta e urgente soluzione dei loro grandi problemi: non si può fare didattica adeguata nelle condizioni in cui attualmente operiamo, fino al limite dell’illegalità e della pericolosità, oltre che dello stesso scarso impatto formativo (se non fosse per l’abnegazione dei docenti e degli stessi studenti, che non può però durare all’infinito). La protrazione dell’apertura delle Facoltà fino alle 21.30, proposta dalla collega Vanda Perretta e fatta propria con grande rapidità ed efficienza dal prorettore Palumbo e dal Rettore, hanno consentito, e consentiranno per l’immediato futuro, di proseguire i corsi, ma naturalmente non risolvono i problemi strutturali: non è inutile notarlo, nel momento in cui si parla di intempestive iniziative volte a sostituire gli spazi eventualmente lasciati dalla Facoltà di Studi Orientali, con l’arrivo, per fortuna rapidamente smentito, di Facoltà diverse da quelle di Scienze Umanistiche e nuova Lettere e Filosofia. Gli spazi delle exVetrerie e quanto verrà assegnato alla nuova Lettere e Filosofia 22 Parte prima e a Lingue e Filosofia, sono sempre stati classificati come «aggiuntivi» rispetto all’esistente, qualunque ne sia lo status presente; ricordo che il fabbisogno minimale stabilito dalla Commissione decongestionamento d’Ateneo fissava in 26.000 mq aggiuntivi il fabbisogno per il decongestionamento: sottolineo che nulla è cambiato, anzi. Il numero delle immatricolazioni complessive dell’area umanistica è cresciuto anno dopo anno: nel 2001 gli iscritti alla vecchia Facoltà erano 15.078, nel 2004-2005 superano ampiamente quella cifra, pur se non possiamo indicarla con precisione matematica poiché i dati ufficiali tengono conto soltanto degli studenti in regola col pagamento delle tasse: si può comunque calcolare un incremento di circa il 30% (così come per la Facoltà di Lettere). Per restare sul certo dirò solo che le immatricolazioni nel 2004-2005 vedono 2024 studenti per la nostra facoltà, 2706 per la nuova Lettere, 545 per Filosofia, 507 per Studi Orientali: quindi nel complesso quasi seimila studenti (5782), a cui occorre aggiungere tutti gli iscritti del Vecchio Ordinamento (non calcolabili con assoluta precisione) e quelli dei Corsi interfacoltà (più di seicento i soli immatricolati quest’anno accademico, fra Scienze Umanistiche e Lettere). Dunque, posto che il livello delle iscrizioni alle quattro Facoltà è in costante ascesa dal 2002, ma in termini continui, non «esplosivi», possiamo dire che oggi, anche a seguito del decongestionamento, le quattro Facoltà sopportano un carico didattico e un rapporto docente/studente molto peggiore di quello che portò, fra le altre cose, al decongestionamento. Nel complesso è però importante anche notare come le immatricolazioni nelle due Facoltà «gemelle» siano sostanzialmente omogenee, con una tendenza alla crescita della nuova Lettere: sostanzialmente, dunque, la previsione formulata al momento del piano di decongestionamento (due Facoltà di Lettere con circa settemila studenti ciascuna) è stato assolutamente confortato dai dati reali: anzi, in conseguenza della riforma Ber- Introduzione 23 linguer-Zecchino, si è andati molto oltre. Mi permetto un’osservazione: in un Paese normale il nostro decongestionamento sarebbe considerato un GRANDE SUCCESSO: in Italia no, quasi una SCIAGURA, almeno per i docenti e per la qualità della vita e dello studio degli studenti. Problema di Governo del Paese ma anche problema d’Ateneo, delle passate gestioni rettorali, se alcuni colleghi ancora biasimano il modo in cui è stato realizzato il decongestionamento: ma l’opzione libera alle due Facoltà fu scelta in relazione anche alle risorse attese – e che fine abbiano fatto i fondi di decongestionamento per la docenza arrivati dal Ministero, questo io ancora non l’ho capito. Ora la via più facile rispetto al peggioramento del rapporto docenti/studenti sarebbe l’adozione di politiche malthusiane (come surrettiziamente impone il Ministero, tramite i «requisiti minimi»): per sopravvivere e per favorire gli stessi interessi formativi degli studenti. La considererei peraltro una sconfitta, ideale e anche gestionale e formativa; esploreremo la possibilità di ogni altra soluzione per i Corsi sovraffollati e tenteremo tutto prima di rassegnarci. Ma non accetteremo peraltro che si confonda un «Test d’ingresso», volto a consigliare e orientare lo studente, con il numero chiuso: molti docenti, del resto, individualmente e con soddisfazione generale degli studenti, lo hanno già sperimentato prima della riforma. Non lo chiameremo neppure «Test di autovalutazione», ad evitare ogni equivoco, ma lo proporremo ad un prossimo CdF, se vi sarà consenso sulla proposta, beninteso, nell’interesse della formazione degli studenti di Scienze Umanistiche e dell’equilibrio dell’offerta didattica e dei carichi di lavoro, come vedremo più avanti. La Facoltà di Scienze Umanistiche riesce a sopravvivere e a fornire una buona didattica, generalmente apprezzata dalle opinioni espresse dagli studenti, grazie al contributo degli affidamenti e dei contratti, che costituiscono una spesa considere- 24 Parte prima vole per l’Ateneo e per le nostre Facoltà, pur se vengono pagate cifre irrisorie (direi vergognose), talvolta erogate con più di un anno di ritardo, e non per responsabilità precipua degli Uffici. Un’istituzione nata per favorire ai più alti livelli professionali l’interscambio con la società e i saperi più innovativi e specialistici è divenuta così, per le condizioni generali del sistema universitario, e per qualche responsabilità anche nostra, un elemento patologico del sistema. Nella nostra Facoltà vi sono più di 130 professori a contratto: costituiscono, come ho già rilevato a suo tempo, più della metà del corpo docente strutturato, con eguali responsabilità ma ovviamente con minori disponibilità nei confronti degli studenti e del sistema: direi perfino troppa, nelle condizioni date. Non possiamo per ora che ringraziarli, ma dobbiamo costruire intanto le premesse e le regole per una riforma del quadro: si veda la citata Commissione Contratti, pur se credo che su questo piano si potrà fare qualcosa in termini molto limitati. L’articolazione dell’offerta formativa, conseguente alla riforma 3+2, rende indispensabile il ricorso ai contratti ma impone di guardare anche ad altre questioni: prima fra tutte l’approvazione di un decongestionamento impostato in tempi di risorse crescenti e attuato ora in una situazione totalmente diversa, in regime cioè di risorse decrescenti. La risposta formativa delle due Facoltà «gemelle», Scienze Umanistiche e Lettere, è stata diversa nell’impostazione ma infine in entrambi i casi apprezzata dalle immatricolazioni studentesche: sia quella con più numerosi Corsi di Studi triennali a carattere specialistico o «professionalizzante» di Lettere (più di quindici, per altrettante lauree Specialistiche), sia quella di Scienze Umanistiche, fondata su una maggiore preparazione comune e quindi su un’ipotesi di forti fondamenti e di grande versatilità culturale, con minor numero di Corsi di Studi (sette Triennali, otto Specialistici), ma con più alto numero di curricula (circa trenta per i Corsi Triennali e all’incirca altrettanti per quelli Specialistici). Introduzione 25 Elementi di squilibrio rispetto alla domanda di formazione per la laurea Triennale vi sono sia nella Facoltà di Scienze Umanistiche che in quella di Lettere, ma forse al momento sono più pronunciate in quella di Scienze Umanistiche, vista la minore articolazione di Corsi di Studi, pur se alcune tendenze sono comuni (la forte richiesta di formazione nelle Lingue e nello Spettacolo). Nella Facoltà di Scienze Umanistiche, a fronte di Corsi come Arti e scienze dello spettacolo con una media triennale di circa 600 immatricolati, ma con una tendenza, sembrerebbe, nell’ultimo anno, ad un maggiore equilibrio rispetto al resto della FSU, e come Mediazione linguistica (380 immatricolati in media, ma in crescita), si hanno le medie triennali dei corsi di laurea in Lettere, circa 100 immatricolati l’anno, e Storia, circa 70, con una tendenza in entrambi i casi alla crescita, mentre sono «virtuosi» i Corsi di Studi in Lingue e letterature moderne, ora assestato sui 150 e Scienze storico-artistiche (poco meno di 240 in media, ma in crescita) e Scienze archeologiche (160 ma in diminuzione costante). Qualche maggiore attenzione collettiva, in supporto agli enormi sforzi compiuti dalla Commissione Orientamento e in particolare da Luciana Cassanelli e da Roberto Sesena, sembra che si debba dedicare all’orientamento degli immatricolati, ancora non ben praticato in tutte le aree della Facoltà. Anche un test d’orientamento e d’ingresso, da non limitare soltanto al post-iscrizione, appare necessario in taluni settori. Più difficile al momento attuale proporre indicazioni per le lauree Specialistiche: bisognerà dedicarvi particolari attenzioni collegiali nei prossimi mesi. La legge 270 d’altronde, mentre consente movimenti più liberi fra triennio e biennio specialistico, impone di riconsiderare con attenzione i percorsi complessivi di alcuni curricula, se si vuole evitare una frammentazione formativa. È lo stesso problema, mutatis mutandis, posto dal numero di crediti-base scelto per i moduli: come nella nostra Facoltà, l’Italia si è divisa fra chi preferisce la 26 Parte prima base 4+4 (evoluzione generalizzata del sistema a base 4), come noi e Roma 3, e chi ha scelto la base 6 e i suoi sottomultipli. La Conferenza nazionale dei Presidi di Lettere ha deciso di affrontare presto la questione, per rendere omogeneo il sistema e per permettere la massima mobilità interuniversitaria: questione particolarmente sentita da noi, vista la presenza a Roma di quattro grandi Facoltà umanistiche pubbliche. Il punto fondamentale naturalmente rimane quello di favorire l’accorpamento delle verifiche di fine modulo in veri e propri esami complessivi, ferma restando la libertà dello studente di preferire verifiche alla fine di ogni singolo modulo di 4 crediti (e la possibilità di arrivare anche a corsi di 4+4+4): quel che già avveniva nel Vecchio Ordinamento con le verifiche in corso d’anno. Come risulta evidente dalle tabelle della Commissione Programmazione, persiste un notevole squilibrio fra alcuni esami (con punte, non rare, che arrivano oltre i mille studenti a docente) e altri, anche non specialistici, con punte inferiori alle cinquanta unità. Nella programmazione abbiamo proposto un modesto elemento di riequilibrio di Facoltà per la docenza (poco più del 16%); nella discussione organizzativa aperta da questa Conferenza dovremo anche esaminare altre ipotesi: alcune tradizionali, come la divisione per ordine alfabetico o per priorità d’iscrizione, altre più innovative ma già ampiamente praticate in molte Facoltà italiane, volte a favorire passaggi anche momentanei fra settori affini o a conferire affidamenti per settori affini, rimanendo nel gruppo disciplinare originario. A mio parere quest’ultima è una soluzione didatticamente seria (a patto ovviamente che sia basata sull’effettiva competenza dei docenti): consentirebbe di unire difesa delle specializzazioni scientifiche, equilibrio della presenza studentesca ed equità dei carichi di lavoro. Soprattutto, è un problema che rimanda ad una questione che non abbiamo mai affrontato fino in fondo ma che è fonda- Introduzione 27 mentale per una corretta interpretazione e attuazione della riforma e per il superamento di alcuni suoi elementi negativi: noi dovremo elaborare, per ogni Corso di Studi, un profilo formativo dello studente basato sui contenuti e sui metodi che lo studente dovrà aver appreso al termine del percorso curriculare, in relazione agli sbocchi professionali, a prescindere dalle gabbie burocratiche dei titoli delle discipline e dei raggruppamenti disciplinari. La distribuzione in tutta la Facoltà di un Libretto dello studente sarà anch’essa funzionale allo scopo: è assurdo che oggi i primi ad avallare la frammentazione dei percorsi si sia noi, perfino al livello minimale di un’informazione immediata sul percorso curriculare del singolo studente. Tutto ciò varrà anche a organizzare meglio anche i carichi di lavoro e la funzione docente, senza strappi rispetto alla ricerca scientifica dei singoli docenti e con migliore possibilità di programmazione. Naturalmente si tratta di un argomento molto delicato, ma sarà opportuno aprire intanto la discussione e proseguirla poi nei Corsi e nella prossima sessione della Conferenza. Il meglio sarebbe poter prendere qualche decisione in merito rapidamente, prima della programmazione dell’offerta didattica per il prossimo anno (in tempo quindi per la guida di Facoltà) e prima del 21 maggio, scadenza finale per il manifesto completo degli studi. Su tutto permane una necessità: riformulare la manualistica, tentando di tenere insieme fondamenti e ricerca, piacere della ricerca come tratto distintivo del percorso universitario, anche dal punto di vista dello studente. È difficile ma niente affatto impossibile, soprattutto se procederemo insieme, magari con una Collana di facoltà… Si tratta insomma di pervenire ad un’ottimizzazione delle risorse di docenza a nostra disposizione, tenendo conto anche che è stato appena approvato in Senato Accademico il regolamento per i Contratti part-time degli studenti, a norma di legge, finora disattesa, e che è aperto il problema di una pro- 28 Parte prima grammazione urbana e regionale. Il numero programmato esiste già anche alla «Sapienza» nelle Facoltà «ricche» (Medicina, Architettura, etc.) ma anche a Lettere di Roma 3; è una soluzione per molti di noi, me compreso, odiosa ma ora c’è un fatto nuovo: la richiesta perentoria, con gravi penalizzazioni previste per Università e Facoltà «fuori-legge», di ottemperare ai cosiddetti «requisiti minimi», ivi compreso il rapporto docenti/studenti e la disponibilità di risorse materiali per assicurare il buon andamento degli studenti; presto saremo giudicati, e premiati o penalizzati, nell’attribuzione dei Fondi di funzionamento ordinari, sui successi degli studenti (a cominciare dalla loro capacità di laurearsi in corso), e sulla loro possibilità di trovare o meno lavoro. Gli indicatori delle Facoltà umanistiche, riguardo a quest’ultimo aspetto, sono, sorprendentemente, diremmo, soddisfacenti: lo ha recentemente confermato anche un’indagine commissionata dalla Facoltà di Lettere di Padova, che ha anche sottolineato come l’apprendimento dei laureati in Lettere (Vecchio Ordinamento) sia risultato importante e utilizzato anche su posti di lavoro non legati all’insegnamento. Dovremo commissionare anche noi una ricerca del genere (se non ricordo male, anni fa lo fece il Corso di laurea in Filosofia). Dovremo affrettare i tempi per dotare tutti i Corsi di Studi della cosiddetta Certificazione «di qualità», elemento assolutamente necessario per non perdere altre quote nei Fondi di funzionamento ordinario: attualmente sono all’avanguardia nell’indicatore specifico le Facoltà di Architettura Valle Giulia e di Ingegneria; a Scienze Umanistiche soltanto il Corso di laurea in Lettere è certificato. Dovrà investire l’Ateneo perché la certificazione costa, e noi non abbiamo i fondi necessari, ma potremo farlo in parte anche noi, dal prossimo anno, magari destinando allo scopo, come si è iniziato a ipotizzare nella Commissione Incentivazione, i fondi ricevuti appunto per l’incentivazione, troppo esigui per altri scopi. La figura di un Introduzione 29 Manager didattico per Corso di Studi è assolutamente necessaria e costituisce anche un investimento per il futuro, così come sarà un investimento una risoluta iniziativa per l’Internazionalizzazione dei corsi di studio, per la quale abbiamo appena costituito una Commissione. Come si è accennato, il reperimento di fondi è un aspetto essenziale: anche per questo aspetto si è deciso di costituire una Commissione di lavoro, che operi in stretto collegamento con i Presidenti di Corso di Studi e con la Commissione Orientamento. La nostra Facoltà è nata su un forte progetto culturale, che stiamo tentando faticosamente di portare avanti in mezzo a mille difficoltà; in base allo stesso progetto culturale è stato anche proposto e approvato l’Ateneo federato delle Scienze umane delle Arti e dell’Ambiente, a cui ha aderito anche la Facoltà di Studi Orientali. Eleggeremo entro luglio il Presidente, come abbiamo visto nell’Assemblea di Facoltà del 7 marzo, e provvederemo presto ad attivarlo. Ma credo che dovremo nel contempo provvedere anche ad aggiornare quel progetto e a riaprire il dialogo, del resto mai interrotto e recentemente rinsaldato (durante le ultime elezioni rettorali), con la Facoltà di Lettere e con quella di Filosofia. Personalmente credo che la confluenza in un Ateneo comune sarebbe molto vantaggioso per tutte e quattro le Facoltà, dalle questioni minime, eppure rilevanti per gli studenti, per la vita quotidiana e per il bilancio finanziario (come quelle relative alle mutuazioni), alle massime, come quelle in generale connesse al raggiungimento di una massa critica, scientifica e didattica, che lo porterebbe ad essere la prima istituzione del genere in Europa. Naturalmente dovrebbe salvaguardare il carattere interdisciplinare oggi indispensabile alle discipline umanistiche, cominciando a riflettere proprio sull’evoluzione che hanno avuto le Facoltà di Lettere e Filosofia negli ultimi quarant’anni: si pensi soltanto che in Italia dalla 30 Parte prima vecchia «Facoltà di Lettere e Filosofia» si sono progressivamente distaccate ben nove nuove Facoltà e si ricordi anche quante strettissime relazioni le nostre singole aree disciplinari intrattengono con Dipartimenti e Facoltà di Architettura, di Scienze Naturali, di Giurisprudenza, etc. etc. Si tratterà di discutere e di scegliere, certo prevedendo anche modifiche sostanziali allo statuto della «Sapienza», ma non credo che troveremo interlocutori disinteressati: in tal senso parlano quantomeno le stesse scelte, culturalmente ben comprensibili, della Facoltà di Lettere e di quella di Filosofia per due Atenei federati diversi, l’uno di Scienze Umanistiche (come la nostra Facoltà), l’altro di Scienze e Tecnologia. Del resto anche i molti problemi gestionali che porterà la presenza di Dipartimenti interfacoltà afferenti a due diversi Atenei federati, per quanto in parte risolti o risolvibili, potrebbero essere tagliati alla radice, in caso di afferenza ad uno stesso Ateneo: si rifletta soltanto sul dato che tutti, dico tutti, i Dipartimenti di Scienze Umanistiche, di Lettere e di Studi Orientali sono interfacoltà e che tutti i Corsi di Studi delle quattro Facoltà necessitano a tutt’oggi di insegnamenti impartiti in almeno una delle altre Facoltà. AREA DIDATTICA DEI CORSI DI STUDI in LINGUE E LETTERATURE MODERNE e in MEDIAZIONE LINGUISTICO-CULTURALE DELIA GAMBELLI PRESENTAZIONE L’Area didattica qui presentata comprende due Corsi di Laurea di primo livello: il Corso di Studi in Lingue e Letterature Moderne (classe 11), attivato dal 2001-2002, e il Corso di Studi in Mediazione Linguistico-Culturale (classe 3), attivato dal 2002-2003. Vi afferiscono 25 professori ordinari, 16 professori associati, 9 ricercatori. Lingue e Letterature Moderne Professori Ordinari Professori Associati Ricercatori Totale Mediazione Linguistico-Culturale Totale 16 9 25 10 7 6 2 16 9 33 17 50 I 50 docenti afferenti provengono da 4 diversi Dipartimenti, situati vuoi a Villa Mirafiori (Via Carlo Fea 2), vuoi 32 Parte prima Lingue e Letterature Moderne/Mediazione linguistico-culturale presso la Città Universitaria, nella sede centrale della Facoltà di Scienze Umanistiche. L’offerta didattica si svolge attualmente, oltre che con il supporto di affidamenti interni, di numerosi affidamenti esterni e di 17 professori a contratto (9 per Lingue e Letterature; 8 per Mediazione), per un totale di 126 CFU per Lingue e Letterature Moderne e 88 CFU per Mediazione LinguisticoCulturale. STUDENTI ISCRITTI E IMMATRICOLATI Iscritti 574 319 893 LINGUE E LETTERATURE MODERNE MEDIAZIONE LINGUISTICO-CULTURALE Totale Immatricolati 155 390 545 ESAMI E TESI Nell’attesa di poter presentare dati definitivi e completi, sono qui sotto riportati, a titolo indicativo, i numeri di esami svolti e di tesi discusse in alcune aeree didattiche in media in un anno accademico: Area Anglistica Francesistica Germanistica Ispanistica Lusitanistica Slavistica Esami 4200 900 420 1650 450 250 Tesi 165 50 48 55 45 35 33 QUADRO GENERALE DELL’OFFERTA FORMATIVA a. Lingue e Letterature Moderne a.1. I curricula Il Corso di Studi in Lingue e Letterature Moderne si articola in tre curricula: I. Lingue e letterature II. Lingua e traduzione letteraria III. Letterature comparate I tre curricula prevedono una prima annualità comune, senza alcuna differenziazione al loro interno. L’offerta formativa si fonda sul presupposto che un laureato in Lingue e Letterature Moderne abbia una buona cultura di base in ambito linguistico, storico-letterario, critico e filologico per quanto attiene alla sua cultura d’origine, prima ancora che in quello delle lingue e letterature che formano il suo campo privilegiato di formazione. I. Curriculum di Lingue e letterature In questo ambito specifico, si è inteso privilegiare la conoscenza linguistica non semplicemente in termini d’uso, quanto piuttosto come conoscenza preliminare e indispensabile per affrontare in sede critica il testo originale. Bagaglio essenziale della sua formazione saranno pertanto l’analisi delle componenti strutturali del testo letterario, la capacità di riconoscere e servirsi dei diversi linguaggi, l’interpretazione delle modalità di produzione di significato, la decostruzione del suo portato ideologico, la ricostruzione dei suoi rapporti col contesto. Al termine del percorso formativo il laureato dovrà essere in grado di servirsi delle conoscenze specifiche appena indicate sia nella propria lingua, sia in quelle da lui scelte come fondamentali. 34 Parte prima II. Curriculum di Lingua e traduzione letteraria In questo ambito specifico si è inteso privilegiare la conoscenza linguistica non semplicemente in termini d’uso, quanto piuttosto come competenza traduttiva. Bagaglio essenziale della sua formazione saranno pertanto la capacità di riconoscere e servirsi dei diversi linguaggi con particolare attenzione alle componenti strutturali del testo letterario, la traduzione da e nelle lingue prescelte, la produzione e traduzione di linguaggi multimediali III. Curriculum di Letterature comparate Nell’ambito più specifico si è inteso allargare il campo di studi in modo da poter ottenere, attraverso l’esame approfondito di testi significativi appartenenti a varie tradizioni letterarie e culturali, una solida conoscenza delle realtà linguistiche e delle modalità creative che hanno segnato il panorama letterario moderno e contemporaneo. Parallelamente, si è voluta estendere l’acquisizione di metodologie proprie della critica letteraria in un’ottica di comunicazione e di continuo scambio transnazionale, in quanto elemento irrinunciabile di una prospettiva realmente comparatistica. a.2. Obiettivi formativi I laureati in Lingue e Letterature Moderne dovranno: possedere una solida formazione di base in linguistica teorica e in lingua e letteratura italiana; possedere la completa padronanza scritta e orale di almeno due lingue straniere (di cui una dell’Unione Europea, oltre l’italiano) del patrimonio culturale delle civiltà di cui sono espressione; possono anche ottenere una discreta competenza scritta e orale in una terza lingua; essere in grado di servirsi con competenza degli strumenti di base dell’analisi e dell’interpretazione del testo letterario, nonché procedere alla sua collocazione nell’ambito della cultura e del contesto storico artisti- Lingue e Letterature Moderne/Mediazione linguistico-culturale 35 co di cui è prodotto; essere in grado di utilizzare i principali strumenti informatici e della comunicazione telematica negli ambiti specifici di competenza. a.3. Capacità professionali I laureati in Lingue e Letterature Moderne potranno: accedere all’insegnamento delle lingue straniere, assolti gli obblighi previsti dalla legislazione vigente; svolgere attività professionali nei settori dei servizi culturali, del giornalismo, della radio-televisione, dell’editoria e nelle istituzioni culturali in Italia e all’estero; svolgere attività professionali nelle rappresentanze diplomatiche e consolari; svolgere attività professionali in enti, imprese e attività commerciali operanti nel settore del turismo culturale e dell’intermediazione tra le culture europee ed extraeuropee; svolgere attività professionali finalizzate all’espansione della comunicazione e dei rapporti interculturali. Il Corso di Studi provvederà a organizzare, in accordo con enti pubblici e privati, gli stages e i tirocini atti a concorrere al conseguimento dei crediti richiesti e all’inserimento nel mondo del lavoro. a.4. Sbocchi professionali I laureati in Lingue e Letterature Moderne potranno trovare sbocchi professionali: presso istituzioni pubbliche e private preposte all’insegnamento delle lingue straniere; presso aziende ed enti pubblici o privati che operano nel settore dell’informazione, della comunicazione e della trasmissione della cultura a livello nazionale e internazionale; presso imprese e attività commerciali e turistiche con scambi internazionali; presso enti operanti nel settore degli scambi culturali; 36 Parte prima presso sedi diplomatiche, consolari e legazioni governative all’estero. Potranno inoltre accedere, secondo le modalità previste dalla legge, ai livelli ulteriori di formazione universitaria, ai fini dell’insegnamento e della ricerca. Per conseguire la Laurea lo studente deve aver acquisito 180 crediti. b. Mediazione Linguistico-Culturale b.1. I curricula Il Corso di Studi in Mediazione linguistico-culturale, già articolato in due curricula (Mediazione linguistico-interetnica; Culture della città e del territorio), al momento vede attivato solo il primo curriculum. Il Corso di Studi in Mediazione linguistico-culturale comprende: attività linguistico-formative finalizzate al consolidamento della competenza scritta e orale dell’italiano e delle altre lingue di studio e all’acquisizione delle conoscenze culturali e linguistiche necessarie alla mediazione interlinguistica e interculturale; l’introduzione, ai fini della mediazione linguistica scritta e orale, alla traduzione di testi inerenti alle attività dell’impresa o dell’istituzione; gli insegnamenti economici e giuridici funzionali all’ambito di attività previsto, nonché le discipline maggiormente collegate alla vocazione del territorio; tirocini formativi o corsi presso aziende, istituzioni e università, italiane o estere. Il Corso di Studi intende essere fortemente professionalizzante, con l’intento di fornire solide competenze linguisticopragmatiche a laureati in grado di svolgere il ruolo di mediatore linguistico negli scambi istituzionali e commerciali con Lingue e Letterature Moderne/Mediazione linguistico-culturale 37 l’estero. Tale figura professionale, soprattutto con riferimento ad aree linguistiche di scarsa circolazione, può configurarsi come quella di un mediatore linguistico-culturale interetnico ed indirizzarsi quindi verso i flussi migratori che attualmente coinvolgono non solo l’Italia, ma più in generale la UE, così da proporsi come interlocutore privilegiato per organizzazioni governative e non, italiane ed internazionali. Al laureato quindi dovrà essere fornita un’articolata visione della civiltà contemporanea, che lo metta in grado innanzi tutto di cogliere nei loro esatti valori sociali e politici i contatti interetnici che ai nostri giorni si vengono intensificando obbligandoci al confronto con realtà talora drammatiche, sempre poco note. Il Corso di Studi in Mediazione linguistico-culturale, di fatto, vuole dare la possibilità di agire nel contesto di una «Nuova Europa» che veda nel moltiplicarsi delle relazioni interetniche motivo di arricchimento culturale e di innovative prospettive di lavoro. Questo percorso intende quindi fornire sia una preparazione di carattere economico/giuridico/storico-politico grazie a cui muoversi nell’ambito dei rapporti internazionali, sia un’adeguata conoscenza delle attività di istituzioni ed imprese produttive e/o culturali del territorio, soprattutto in relazione ai loro rapporti con realtà economiche e culturali diverse, creando una figura professionale capace di curare i rapporti internazionali (fra persone e/o enti) e di proporsi come vero e proprio intermediatore linguistico di impresa/di istituzione/di comunità. Le lingue attivate sono: francese, inglese, polacco, portoghese, rumeno, russo, spagnolo, tedesco, ungherese, yiddish. Possono essere mutuate le seguenti lingue: arabo, cinese, giapponese, ceco e slovacco. Di grande interesse nell’attuale contesto di incroci linguistico-culturali è la possibilità di uno studio che abbini le lingue di tradizione europea a quelle del Vicino ed Estremo Oriente. 38 Parte prima Lingue e Letterature Moderne/Mediazione linguistico-culturale 39 b.2. Obiettivi formativi Il Corso di laurea di primo livello in Mediazione linguistico-culturale vuole creare una figura professionale dotata di: solide competenze, orali e scritte oltre che in italiano, in almeno due lingue straniere, di cui una necessariamente appartenente all’ambito comunitario europeo; ampia e solida preparazione circa gli universi culturali relativi alle aree linguistiche studiate oltre l’italiano; una adeguata preparazione generale in ambito economico, giuridico, storico-politico, socio-antropologico; capacità di utilizzare gli strumenti per la comunicazione e la gestione dell’informazione; conoscenze generali delle problematiche di specifici ambiti di lavoro con particolare riferimento alle dinamiche interetniche. b.4. Sbocchi professionali I laureati di questo Corso saranno prioritariamente operatori nel campo della mediazione interculturale. Pertanto, troveranno sbocco professionale nel campo dei rapporti internazionali, a livello interpersonale e di impresa (relazioni con l’estero, rapporti import/export, prestazioni presso le filiali all’estero di imprese italiane e/o di filiali straniere in territorio nazionale nel settore della redazione, in lingua straniera oltre che in italiano, di testi quali memoranda, rapporti, verbali, corrispondenza, traduzioni specialistiche in ambito giuridico, economico, sociologico o culturale. Essi potranno altresì trovare occupazione in ogni altra attività di assistenza linguistica alle imprese e all’interno delle istituzioni in diversi ambiti, fra cui quello informatico, editoriale, turistico, giornalistico. b.3. Capacità professionali Il laureato in questo corso di studio, in modo specifico, dovrà possedere: una solida competenza «tecnica» delle lingue apprese, in ambiti settoriali specifici: giuridico, economico, amministrativo; una sufficiente preparazione in aree disciplinari integrative, oltre quella linguistica, ovvero discipline economico-giuridiche, storico-culturali; la capacità di utilizzare gli strumenti per la comunicazione e la gestione dell’informazione. Potrà quindi svolgere attività professionali per cui è richiesta una specifica conoscenza linguistica affiancata da peculiari competenze tecniche. Settori privilegiati saranno: le relazioni interculturali in ambito comunitario ed extracomunitario; le relazioni finanziarie e commerciali in ambito internazionale; le relazioni giuridico-amministrative in ambito internazionale; traduzione ed assistenza linguistica in ambiti istituzionali e settoriali. Per conseguire la Laurea lo studente deve aver acquisito 180 crediti. BILANCI E RIFLESSIONI Sull’insegnamento delle Lingue Il primo problema che i Corsi di laurea triennale hanno dovuto affrontare per ottemperare agli adempimenti didattici prescritti dalle nuove Tabelle è stato quello dettato dalla divisione in due distinti settori scientifico-disciplinari di quella che prima costituiva un’unica materia di insegnamento, peraltro ibrida e dai confini ambigui: la Lingua e letteratura straniera. Le nuove Tabelle non hanno comportato infatti, e giustamente, un semplice e facilmente aggirabile cambio di codice e di sigla, ma una nuova idea dell’insegnamento della Lingua. Non più strumento propedeutico per la migliore conoscenza e 40 Parte prima Lingue e Letterature Moderne/Mediazione linguistico-culturale 41 fruizione di un fenomeno letterario, ma disciplina provvista di un’autonomia scientifica e di un valore didattico autonomo. L’insegnamento della Lingua all’Università è complesso e composito, in quanto comprende, o dovrebbe comprendere, lezioni di Linguistica, corsi di lettorato, frequenza di laboratorio. Inoltre si esplica e si esercita anche lungo un altro campo di grande impatto didattico, oltre che scientifico: la traduzione. Sempre presente, nei due Corsi, e particolarmente curata, vuoi nel curriculum di Lingua e traduzione vuoi lungo tutto il percorso della Mediazione, lì dove le Lingue diventano attività di base e solo la Mediazione da/verso appartiene alle attività caratterizzanti. Ora, per ottenere gli esiti auspicati e realizzabili, l’offerta formativa dell’insegnamento linguistico esige un rapporto particolarmente stretto docenti/studenti. Nella situazione attuale, per la mancanza o scarsezza di docenti di Lingua, l’insegnamento è spesso affidato a professori a contratto che lavorano in situazioni di grave disagio e frustrazione. In alcuni settori (Anglistica, Ispanistica, Francesistica, in particolare) si hanno in aula 150-200 studenti; il che, oltre a comportare un lavoro immane per gli insegnanti (numero enorme di compiti da correggere e di ore per lo svolgimento degli esami orali e la loro verbalizzazione), compromette l’efficacia dell’insegnamento. Apprendere una lingua all’Università, in una Facoltà di Scienze Umanistiche a cui ha aderito non solo il 90% di docenti di Lingua e di Letteratura, ma la maggior parte dei collaboratori ed esperti linguistici presenti nell’ex-Facoltà di Lettere e Filosofia (collaboratori dalla straordinaria professionalità e competenza), vuol dire offrire alla città e al suo territorio una capacità formativa eccezionale e multifunzionale, che sarebbe un peccato e uno spreco sottovalutare o comprimere. La carenza di personale docente inquadrato è tale che anche le aree «minori», che finora hanno attirato numeri inferiori di studenti rispetto alle lingue «maggiori», sono aree di grande sofferenza, perché un docente unico si trova obbligato a svolgere tutti i moduli richiesti per le varie annualità, per più settori scientifico-disciplinari e per più Corsi di Studi. Per i nostri studenti, per come è concepita e svolta l’offerta formativa, accostarsi all’apprendimento di una Lingua straniera–lingua e traduzione significa intraprendere un percorso impervio e non privo di rischi ma che può rivelarsi estremamente produttivo ed efficace come disciplina intellettuale. Significa ritrovarsi all’origine delle lingue, cioè del mondo; significa l’incontro con lo straniero, l’estraneo. Significa interrogarsi sulla propria identità culturale, a cominciare dall’identità della lingua madre. Significa, attraverso quella disperata e affascinante avventura che è sempre la traduzione, affrontare l’esperienza e l’esperimento dell’analisi e interpretazione di un testo, toccarne con mano il corpo enigmatico. In queste condizioni, non ci si può meravigliare che gli studenti non sempre riescano a superare le prove di Lingua straniera–lingua e traduzione secondo le scadenze previste, con l’eccezione felice del Corso in Mediazione, i cui studenti nella grande maggioranza riescono a rispettare i ritmi curriculari previsti. Questo, grazie a un percorso molto compatto, incentrato principalmente sullo studio delle Lingue e dei linguaggi settoriali. Sull’insegnamento delle Letterature I problemi delle Letterature non sono meno urgenti per essere meno evidenti e più discreti. 42 Parte prima Qui tali problemi, su cui è auspicabile che si apra una riflessione ampia e collettiva per lo meno in vista e prima dell’applicazione di nuove Tabelle, sono semplicemente enunciati: la divisione per molti settori (non tutti) della Lingua dalla Letteratura consente agli studenti di frequentare moduli di Letteratura senza aver studiato la Lingua relativa, di fatto autorizzando lo studio di testi letterari non in lingua originale; l’abbreviazione degli studi (da curricula quadriennali a triennali) e il conseguente restringimento degli spazi della Letteratura rende opportuna una interrogazione sul canone e forse una sua ridefinizione; analogamente, si rende opportuna una discussione mirata a ridefinire il rapporto con la storia letteraria; non vanno sottovalutate né trascurate le possibilità delineatesi con l’applicazione della riforma, in particolare in merito ai nuovi confini tra Letterature e Culture, e agli inediti contorni dell’insegnamento della Letteratura per Mediazione. Lingue e Letterature Moderne/Mediazione linguistico-culturale 43 CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN STUDI LETTERARI E LINGUISTICI A cura di GIANFRANCO RUBINO 1. OBIETTIVI Il Corso di laurea specialistica in Studi letterari e linguistici, istituito nello scorso a.a. 2003/2004, con l’attivazione del solo curriculum di Studi letterari e linguistici dell’Europa e delle Americhe, annovera al momento attuale 36 immatricolati e 13 iscritti, per un totale di 49 studenti. Ha dunque in quest’anno quasi triplicato le immatricolazioni. Non vi sono ancora laureati. I docenti afferenti sono 30, di cui 5 appartenenti a settori di Lingua. A grandi linee, ci si è conformati agli obiettivi formativi indicati dalla tabella della classe, che prevedono di far acquisire ai laureati a) conoscenze approfondite della storia della letteratura e della cultura di una civiltà del continente europeo o americano nelle sue differenti dimensioni, compresa quella di genere; b) un’approfondita conoscenza della lingua relativa all’ambito culturale scelto; c) la conoscenza di una seconda lingua/letteratura; d) sicura padronanza dei principali strumenti informatici, in particolare delle loro applicazioni in ambito umanistico. 2. PROBLEMI TABELLARI Una valutazione della funzionalità della tabella di riferimento ai fini del conseguimento degli obiettivi difficilmente può effettuarsi senza investire anche l’ordinamento didattico del triennio corrispondente, ovvero quello inerente alla laurea in Lingue e letterature. Si tratta certo di un’operazione ormai 44 Parte prima retrospettiva, se si considera che in tempi brevi occorrerà procedere a una ristrutturazione complessiva dell’intero percorso formativo, comprendente triennio e biennio. Resta in ogni modo da osservare come l’ammontare dei crediti riservati alle discipline caratterizzanti nel curriculum di primo livello sia lungi dal garantire una preparazione autosufficiente, mentre d’altra parte la teorica completezza istituzionale del triennio rende più complicato individuare le strade maestre da imboccare nel biennio di specializzazione. Se il percorso viene infatti considerato concluso nelle sue grandi linee, e tale è in effetti il senso del triennio, c’è da chiedersi come innestarvi la specializzazione, e cioè in che cosa essa consista e dove vada collocata. Quale che sia la risposta in termini di strategie didattiche, va comunque ricordato che anche nel biennio il numero di crediti formativi a disposizione per le caratterizzanti appare troppo esiguo perché si possa parlare realmente di un approfondimento (o forse di un’estensione... bisognerebbe discuterne). Si tratta di 16 crediti per la letteratura straniera prescelta, di 16 per la relativa lingua, e di 4 per la seconda letteratura o lingua. Tra l’altro, non si vede perché una specializzazione in studi letterari e linguistici (al plurale) comporti di fatto il perfezionamento in una sola lingua/letteratura (al singolare), con radicale restringimento del campo del triennio. A questo assetto si aggiunga la variabilità delle provenienze (laurea quadriennale in lingue, laurea triennale in lingue conseguita con la conversione dalla quadriennale, lauree di altre classi, lauree conseguite in altre università). Ne consegue la necessità di un calcolo preventivo e dettagliato di crediti e debiti formativi, per giunta da effettuare sulla scala di tutti i 300 crediti del quinquennio, il che in alcuni casi può comportare un carico curricolare molto esiguo per le caratterizzanti, in altri invece rischia d’implicare un iter didattico molto più pesante. In entrambe le eventualità la nozione di specializzazione sembra incontrare forti difficoltà di concreta applicazione. Lingue e Letterature Moderne/Mediazione linguistico-culturale 45 Fra le incongruenze dell’ordinamento tabellare spicca l’obbligo di conseguire un numero minimo di crediti nell’ambito delle letterature antiche ed extraeuropee, comprese nelle attività formative di tipo affine o integrativo. Si tratta di discipline che, per chi vi acceda per la prima volta, comportano difficoltà considerevoli nel seguire i relativi corsi e superare gli esami corrispondenti. Se si eccettua la lingua e letteratura latina, almeno in teoria più familiare agli studenti, è da considerare molto improbabile che al termine dei 4 crediti minimi richiesti dalla tabella uno studente possa acquisire adeguate competenze di ebraico, di armenistica, caucasologia, mongolistica e turcologia, di lingua e letteratura persiana. 3. QUESTIONI APPLICATIVE E STRATEGIE DIDATTICHE Quest’ultimo problema ci consente di entrare nell’argomento delle modalità applicative della tabella. C’è chi ritiene che lo studente della laurea specialistica di una determinata classe debba seguire, quando gli occorrano dei crediti non relativi alle caratterizzanti, dei corsi di pari livello attinenti alle rispettive specialistiche nelle quali sono comprese le discipline prescelte fra quelle di base o affini o integrative. Ove la si accolga, una prospettiva del genere trascina con sé delle implicazioni estremamente impegnative. Qualora al contrario si ritenga possibile ipotizzare, come di fatto sembrerebbe acquisito nella nostra Facoltà, la possibilità da parte dello studente di seguire dei corsi di base del triennio o (meglio ancora) di accedere a programmi concordati, appare allora praticabile una gestione più flessibile (e realistica) del percorso didattico. Se dalla riflessione sui dati istituzionali si passa a quella sui contenuti, i problemi si estendono con tutta evidenza alle scelte didattiche da compiere o, per essere più precisi, alla necessità di compiere delle scelte didattiche. È questo un compito 46 Parte prima che compete, oltre che alle singole discipline, specie se si tratti di materie e settori policattedra coincidenti con intere aggregazioni dipartimentali, soprattutto ai Corsi di Studi. In primo luogo, una strategia didattica funzionale e credibile per la Laurea specialistica deve raccordarsi a quella che caratterizza il triennio. L’individuazione della scansione e della tipologia dei corsi non può quindi prescindere da un’informazione preventiva e capillare su quanto avviene negli anni precedenti. La rielaborazione tabellare alla quale per legge si dovrebbe attendere di qui a poco potrebbe consentire, come già premettevo, una riformulazione più mirata dell’intero percorso curricolare del quinquennio. Ma il problema non è solo quello di por mano a razionalizzazioni tabellari, ovvero di operare, per ricorrere a una metafora informatica, sul hardware; non è meno importante intervenire sui contenuti didattici, e cioè, per restare in ambito metaforico, sul software. Ora, un coordinamento di questo tipo, data la continua pressione quotidiana di ordine burocratico e organizzativo, non risulta sul piano pratico molto agevole. Tuttavia bisognerebbe proporselo, almeno come limite asintotico di tipo metodologico. Sotto questo profilo, le discussioni aprioristiche di tipo quantitativo sul numero di crediti più opportuno per un singolo modulo mi sembrano esterne ai veri nodi strategici. Quello che a mio parere bisogna identificare in modo più preciso e rigoroso è il genere di competenze e di saperi che s’intende trasmettere. A me sembra che rimanga molto irregolare e soggettivo, per non dire umorale, il rapporto fra cognizione del quadro generale (quella che, fino a qualche anno fa, si chiamava parte istituzionale) e specifico approfondimento di temi, problemi e figure chiave (quello che, fino a qualche tempo fa, si usava denominare corso monografico). Una questione di questa natura, che in vario modo concerne tutti i settori disciplinari, investe in modo specifico, per quanto riguarda le letterature straniere, la storia (diacronica o non?) delle Lingue e Letterature Moderne/Mediazione linguistico-culturale 47 letterature, gli autori maggiori, le pratiche metodologiche e gli orizzonti della critica, le grandi dominanti tematiche, le definizioni di genere. Si tratta certo di rivedere il canone, non tanto in termini di gerarchie qualitative, quanto in chiave di funzionalità rispetto agli obiettivi minimi (e irrinunciabili) previsti per il discente. Ma è soprattutto necessario un altro livello di riflessione, che riguarda il modo di concepire la disciplina, d’individuare l’assetto più produttivo per presentarla e impartirne l’insegnamento: continuità o discontinuità, diacronia o acronia, materiali più remoti o più recenti, forme e contenuti, autori o opere, e così via. Come ben si capisce, nell’ambito quantitativamente limitato dei due anni di Specialistica questi problemi si aggravano, sia perché per essere affrontati in positivo devono presupporre come già impostata la problematica nel triennio precedente, sia perché la nozione stessa di specializzazione comporta l’identificazione dei contenuti e degli ambiti privilegiati che si ritengono basilari per garantire quel surplus di conoscenza e/o di saper fare promesso dal titolo di studio. Requisito fondamentale per un Corso di laurea appare quello di manifestare un’omogeneità minima, attraverso la definizione di un livello coerente di organizzazione delle cognizioni da trasmettere e da richiedere allo studente. Occorre naturalmente evitare che questa convergenza su alcuni principi condivisi possa in qualunque modo soffocare la specificità anche metodologica dei singoli settori, nonché la libertà didattica e le stesse competenze individuali dei docenti. Un’iniziativa parziale nella direzione di un dialogo interdisciplinare, coronata da crescente successo, è stata quella di un modulo tematico gestito in collaborazione da tutte le discipline caratterizzanti. Un’altra questione cruciale riguarda l’insegnamento della cultura e della lingua. Le denominazioni ministeriali delle classi inerenti allo studio delle civiltà straniere menzionano la cultura e le culture, ed è evidente che una tale terminologia solle- 48 Parte prima cita implicitamente un concreto ampliamento contestuale del campo didattico inerente ai paesi esteri. Ma in realtà non mi sembra si manifestino per ora offerte pedagogiche di tipo specifico in questa direzione, che pure in linea teorica sarebbe legittimata dall’inclusione delle storie della cultura nelle singole declaratorie e nel ventaglio disciplinare dei settori rimodellati qualche anno fa dalla Riforma. Discorso un po’ diverso andrebbe fatto per l’anglistica e l’americanistica, data la ben nota familiarità di queste discipline con i famosi cultural studies, peraltro controversi. Certo, c’è una questione di competenze specifiche dei docenti, tradizionalmente orientati verso la letteratura in senso stretto, pur nel rispetto degli aspetti collaterali. Per di più, l’intraprendenza propositiva post-riforma, che ha introdotto Mediazioni linguistiche e culturali, nuovi Corsi in Turismo e Moda, rischia, se non controbilanciata, di soffocare sempre di più l’ambito che definiremo specificamente letterario. Quest’ultima prospettiva può corrispondere a una scelta ineluttabile di ordine pratico, o scaturire da un’opzione di fondo più meditata e deliberata. In ogni modo la questione andrebbe affrontata con chiarezza, nei suoi aspetti teorici e applicativi, anche se, per la verità, concerne soprattutto la Laurea triennale. In effetti, la specialistica di Studi letterari e linguistici sembrerebbe esplicitare il suo campo specifico senza equivoci. Ma la problematica di un’estensione, di una delimitazione o di un’integrazione del quadro cognitivo e didattico rimane importante. 4. RISORSE INDISPENSABILI A quest’ultimo proposito, occorre ricordare che una specializzazione più mirata sui settori spiccatamente linguistici è pur sempre concepibile nella Classe 42S così come si presenta allo stato attuale. Ma è anche necessario sottolineare che, dopo la Lingue e Letterature Moderne/Mediazione linguistico-culturale 49 separazione dei settori delle lingue e delle letterature straniere effettuata da parte ministeriale, scarseggiano le risorse di docenza per elaborare un’offerta sufficientemente ampia e scientificamente credibile sul piano dell’insegnamento linguistico. E quelle poche risorse a disposizione sono convogliate evidentemente nel triennio, che le travolge in un impiego ipertrofico, gravato inoltre dal peso della richiesta linguistica avanzata da parte di altre aree, di altri settori, di altri Corsi di Studi. Situazione paradossale soprattutto per quanto riguarda la Specialistica, che a fronte di più ridotte dimensioni numeriche ed esigenze quantitative (peraltro ormai crescenti) contempla tuttavia impostazioni più mirate e più sofisticate dell’insegnamento linguistico, non certo ridotto al suo impiego veicolare (il che comunque dovrebbe valere anche per il triennio). Tale insegnamento dovrebbe sempre essere impartito da titolari di specifica competenza e pertinenza, piuttosto che riposare, come già avviene, sul sacrificio di docenti di letteratura in prestito. Infine, la Specialistica, in quanto rientra nell’offerta didattica della Facoltà al più alto livello, richiede un trattamento logistico ben diverso da quello che spesso si tende a riservarle. A rigore, neppure il numero ridotto di iscritti, valido l’anno scorso anche se non più oggi, rappresentava una buona ragione per subordinare l’assegnazione delle aule alle esigenze di tutti gli altri Corsi. È comprensibile che i bassi numeri possano indurre in certi casi a soluzioni semi-clandestine come le lezioni negli studi (spesso irrealizzabili, e comunque contrarie al principio di pubblicità dei corsi universitari, oltre che alla specificità dei dipartimenti). Ma è anche certo che l’adozione di espedienti precari rischia d’inviare agli studenti il segnale che la Facoltà non crede alla propria offerta didattica. Il che, naturalmente, non è. Vi sarebbero altre questioni da trattare, e andrebbero approfondite quelle sopra elencate. È probabile che il lavoro di 50 Parte prima rielaborazione previsto dalla legislazione in corso consentirà di ragionarne. Per il resto, le prospettive culturali e organizzative sono affidate alla dialettica di Facoltà e all’intraprendenza dei componenti del Corso di laurea. CORSO DI STUDI in SCIENZE STORICHE BIANCAMARIA SCARCIA AMORETTI uesta breve presentazione del Corso di Studi in Scienze Storiche (classe 38) è il frutto di una riflessione sulla base delle note inviatemi da alcuni colleghi (allegate alla mia relazione e che in parte sono qui riproposte integralmente, mentre rinvio alla Guida di Facoltà e al Manifesto degli Studi in merito al numero dei docenti, alle discipline insegnate, ecc.), di materiale fornitomi dalle Segreterie della Presidenza e, soprattutto, dei dati puntuali e, pressoché, esaustivi elaborati dalla dott.ssa Alessandra Cocozza, tutor d'orientamento per il nostro Corso a partire da quest'anno accademico: un'iniziativa, quella del tutor d'orientamento, per noi positiva e da rendere continuativa. Il Corso di Studi in Scienze Storiche è stato attivato nel momento in cui si è costituita la Facoltà di Scienze umanistiche. Il cursus triennale si è articolato e si articolerà anche per il prossimo anno accademico in 5 curricula, 3 strutturati secondo un’impostazione cronologica (Storia antica, Storia medievale, Storia moderna e contemporanea), 2 con una più spiccata fisionomia disciplinare (Studi storico-religiosi, curriculum Storico-etno-antropologico). Le lauree specialistiche che si configurano come diretta derivazione del Corso di Studi in Scienze Storiche sono 4: S ocietà, Culture e Storia del Mondo Antico (classe 93/S), Studi Q 52 Parte prima sulle Società e le Culture del Medioevo (classe 97/S), Storia delle Civiltà e delle Culture dell'Età Moderna e Contemporanea (classe 98/S), Studi Storico-Religiosi (classe 72/S). Pur rinviando ai rispettivi Presidenti l'onere di una valutazione puntuale delle singole situazioni che so non essere omogenee, vorrei incominciare proprio con una riflessione sulle lauree specialistiche, in quanto sbocco naturale della triennale, nella persuasione dell'inevitabile interdipendenza tra le due. La logica sottesa all'attivazione delle specialistiche è stata di mantenere viva una tradizione di studio che ha visto nella «Sapienza» uno dei centri più specializzati nel settore (così è, per esempio, per Studi Storico-Religiosi), di porsi ad un livello competitivo con altre sedi universitarie (sempre per esempio, una specialistica in Storia del Mondo Antico, è attiva, oltre che alla «Sapienza», solo in altre 8 sedi italiane). Il numero degli immatricolati in linea generale non è alto, sebbene si registri un incremento costante: Società, Culture e Storia del Mondo Antico passa dai 3 studenti del 2002 ai 5 odierni; Studi sulle Società e le Culture del Medioevo dai 4 del 2002 ai 7 del 2004; Studi Storico-Religiosi – quella verso cui l'utenza studentesca ha dimostrato uno specifico interesse – registra 7 immatricolati nel 2002-2003, 11 l'anno successivo; 11, nel 2004-2005 a iscrizioni ancora aperte. L'utenza è varia: non tutti gli studenti provengono da studi storici e non tutti hanno compiuto il triennio o hanno conseguito una laurea quadriennale, nella nostra Facoltà o nel nostro Ateneo o in Italia. In nessun caso, ci sono stati abbandoni; numerose le tesi già assegnate; molte quelle già discusse, cosa che permette una prima valutazione della ricaduta sul mercato del lavoro, valutazione ricavata in forma empirica in colloqui informali con laureati e laureandi. A prescindere dalla possibilità di continuare gli studi, accedendo ai dottorati di ricerca – con un'offerta particolarmente ricca e differenziata sul piano disciplinare nel settore umanistico della nostra Università – la laurea biennale Scienze storiche 53 può fornire ipotesi di sbocchi professionali o avanzamenti di carriera nel caso di studenti lavoratori, se viene a completare in maniera organica e costruttiva il percorso di studi precedenti, e non si configuri, invece, come integrazione a largo spettro del curriculum triennale. Questa considerazione, insieme ad altre, beninteso, quale, in particolare, l'enfasi posta oggi sull'Europa e sul Mediterraneo, ha indotto il Corso di Studi a ripensare una nuova articolazione, che recepirà anche la recente riformulazione delle tabelle ministeriali e che ci auguriamo possa diventare operativa a partire dall'anno accademico 2006-2007. Si prevedono per il cursus triennale 3 curricula, dedicati rispettivamente agli Studi Europei, agli Studi Mediterranei, agli Studi Storico-Religiosi e Etno-Antropologici, cui si andrà ad aggiungerne un quarto, Storia e Formazione che presenterà un percorso formativo, per così dire, 'classico', ma che, nelle intenzioni di chi lo ha pensato, dovrebbe costituire un solido, e secondo noi indispensabile, punto di partenza per una serie di profili professionali, dal giornalismo all'editoria, alle professioni collegate alla conservazione e catalogazione libraria e simili. In tutti e quattro i nuovi curricula, avranno un ruolo significativo le lingue così come le competenze informatiche, specificamente intese come strumento e complemento delle conoscenze storiche. Ma torniamo all'esistente. Il Preside ci ha sollecitato una riflessione sugli effetti della riforma. È evidente l'impatto negativo dell'incertezza normativa di questi anni, mentre non è valutabile, a detta delle nostre segreterie che forniscono dati solo per il 2001-2002, il beneficio in termini di recupero degli abbandoni. L'impulso alla frequenza è certamente da promuovere, ma si scontra con la nostra mancanza di spazi. L'organizzazione della didattica in moduli è limitante e frammentaria, senza compensi significativi in termini di spendibilità professionale. Va ricordato in proposito che non è stata ancora formalizzata l'utilizzazione del titolo triennale anche ai soli fini di 54 Parte prima concorsi pubblici. Il che svuota di senso l'amplissima gamma di possibilità formative e teoricamente professionalizzanti che offriamo. Ci si è spesso fatto notare che il nostro Corso è in sofferenza per una non equilibrata proporzione tra docenza e utenza, nel senso che il Corso di Studi in quanto tale dovrebbe avere più immatricolati. Le cifre sono, effettivamente, inferiori a quanto potremmo auspicare. Mi preme, però, sottolineare che da un lato si è verificato negli anni scorsi un costante incremento, significativo soprattutto quest'anno, dall'altro che il Corso svolge la funzione di servizio per tutta la Facoltà, come emerge da un riscontro anche parziale del numero di esami sostenuti con un congruo numero di docenti afferenti al nostro Corso (emblematici i casi di Storia moderna, Storia contemporanea e Storia medievale fino ad arrivare al caso limite di Storia delle tradizioni popolari che, per il solo 2004, registra circa 1800 esami). A questo punto sarei tentata di introdurre una riflessione generale sull'impatto negativo di una politica culturale, che non è solo italiana, tesa a togliere centralità all'apprendimento della storia nel complesso delle scienze umanistiche non solo in ambito universitario, e di ricordare come questa politica si traduca, tra l'altro, nella sottrazione all'università della preparazione dei docenti di storia delle scuole superiori, con ricadute penalizzanti che è difficile contenere, specie in presenza di mancanza di mezzi per promuovere la ricerca, per costruire reti intelligenti con le istituzioni operanti sul territorio, ecc. Per cui diventa più che comprensibile l'insistenza sulla necessità di incrementare l'organico – materia su cui almeno ci è richiesto di esprimerci – sia nella direzione delle 'grandi' storie, in quanto anche discipline di servizio, sia a favore di insegnamenti più specialistici ma indispensabili a mantenere viva la grande tradizione culturale di cui la nostra Facoltà si sente erede. Cose note ma mai abbastanza. Scienze storiche 55 Ad ogni buon conto, in questa sede vorrei soffermarmi soprattutto su quanto sappiamo dei nostri studenti immatricolati quest'anno. I risultati dell'indagine della nostra tutor, almeno per me, non sono affatto scontati. Paragonando il numero degli immatricolati negli ultimi tre anni e quello degli iscritti, emerge che questo numero supera la somma dei primi. Ciò a dire che ci sono studenti che 'si convertono' alla storia dopo il primo anno. Questo potrebbe essere un dato interessante in merito all'anno propedeutico comune, tanto più che tra gli immatricolati il 47% è indeciso sul curriculum da seguire, mentre un'opzione netta si delinea come segue: un 24% si orienta verso il settore moderno e contemporaneo; 11% verso il settore medievistico; 9% verso gli studi storico-religiosi; 7% verso il settore etno-antropologico; 1% verso il settore antichistico. Mi si è fatto notare, per esempio, l’interesse del fatto che il settore medievistico in percentuale sia secondo per adesioni dopo quello moderno-contemporaneo, soprattutto se si tiene conto della contrazione di presenza della storia medievale (e antica) nei programmi della scuola dell'obbligo e superiore. Tutto ciò è in ogni caso significativo se lo si integra, sia pure con le dovute cautele, con una serie di altri elementi: solo il 31% degli immatricolati è studente lavoratore (di cui il 23% a tempo pieno). Forse non ce lo saremmo aspettato, ma i maschi sono il 70%. I nostri immatricolati provengono per il 25% dal liceo scientifico e un altro 21% da istituti tecnici, solo il 19% dal classico. I pendolari sono solo il 17%, mentre i fuori sede il 19%. Mentre il 50% è molto soddisfatto del tutor, e il 45% si esprime positivamente sull'utilità delle guide ai corsi, solo il 13% si dichiara molto soddisfatto del Centro orientamento (SORT) e il 22% dell'attività di orientamento dei docenti. Potrei continuare, ma chi fosse interessato a questo tipo di informazioni può consultare il materiale che correda la mia relazione. Infine, un dato scoraggiante e commovente insieme: il 54% non si esprime in merito alle attese post-laurea; ma il 31% ci 56 Parte prima Scienze storiche 57 sceglie per arricchire la sua cultura generale e ben un 59% viene da noi per passione (sic!). Evoluzione immatricolazioni Corso di laurea triennale Scienze storiche 90 TABELLA IMMATRICOLATI 80 a.a. 2002-03 TRIENNIO 58 Antico 2 Medievale 3 Mod. e contemp. 1 Studi stor.-relig. 7 a.a. 2003-04 59 3 0 4 11 a.a. 2004-05 77 5 1 2 11 70 IMMATRICOLATI Corso 60 50 40 30 20 10 0 2002 2003 2004 2005 TABELLA ISCRITTI a.a. 2002-03 TRIENNIO 107 Antico 3 Medievale 4 Mod. e contemp. 1 Studi stor.-relig. 7 a.a. 2003-04 192 5 5 4 13 a.a. 2004-05 245 8 6 3 22 Evoluzione iscrizioni Corso di laurea triennale Scienze storiche 180 160 140 120 ISCRITTI Corso 100 80 60 40 20 0 2002 2003 2004 2005 58 Parte prima Scienze storiche Evoluzione immatricolazioni Corso di laurea specialistica Studi storico-religiosi 59 Evoluzione iscrizioni Scienze storiche 12 180 10 166 160 166 8 140 133 120 133 6 Iscritti 4 100 80 49 60 49 40 2 13 20 13 0 0 2002 2003 2004 2005 2002 2003 S1 2004 2005 Evoluzione iscrizioni Corso di laurea specialistica Studi storico-religiosi 12 10 Scelte orientative del curriculum in valori numerici e in percentuale sul campione schedato 8 2% Antico 6 11% Medievale 1 9 24% Moderno e contemporaneo 4 19 40 2 0 2002 2003 2004 2005 47% Indeciso 7 6 7% Etno-antropologico 9% Storico-religioso 60 Parte prima Scienze storiche Studenti pendolari in valori numerici CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN STUDI STORICO-RELIGIOSI A cura di ANNA MARIA GLORIA CAPOMACCHIA No 38 Sì 8 Non risponde 4 61 Il Corso di laurea specialistica in Studi Storico-Religiosi afferisce alla Classe 72/S (Lauree specialistiche in scienze delle religioni); è stato attivato nella Facoltà di Scienze Umanistiche a partire dall’a.a. 2002-2003 ed è la naturale continuazione del curriculum in Studi Storico-Religiosi del Corso di Studi in Scienze Storiche. Il Corso di laurea specialistica si inserisce nella tradizione di quegli studi storico-religiosi che hanno fatto dell’Università di Roma uno dei più importanti centri specializzati nel settore, tanto nel campo della Storia delle religioni che della Cristianistica. Afferiscono al Corso 13 docenti, che rappresentano vari ambiti della Cristianistica, della Storia delle religioni, l’Islamistica, gli Studi Antropologici, l’Archeologia cristiana, la Semitistica, la Linguistica moderna. Si tratta di 4 professori ordinari, 1 professore associato e 8 ricercatori, ai quali si devono aggiungere professori esterni e docenti a contratto. Afferiscono al Corso docenti inseriti in 5 differenti Dipartimenti. Il Corso ha un carattere marcatamente specialistico, ma ha raggiunto un ottimo livello di interesse fra gli studenti. Le discipline che ne costituiscono le componenti caratterizzanti sono presenti nella maggior parte degli altri Corsi di laurea specialistica della Facoltà, ma sono richiesti anche per i curricula specialistici delle altre tre facoltà nate dalla divisione della vecchia Facoltà di Lettere e Filosofia (la nuova Facoltà di Lettere e le Facoltà di Filosofia e di Studi orientali). Gli immatricolati del Corso di laurea specialistica in Studi Storico-Religiosi sono stati, in base ai dati risultanti dal prospetto de “La Sapienza”, 7 nell’a.a. 2002-2003, 11 nell’a.a. 2003-2004, e in questo a.a. 2004-2005, risultano essere, al 62 Parte prima momento dell’ultimo aggiornamento, 11. Non risultano casi di abbandono. Numerose tesi di laurea sono state assegnate ed alcune sono già giunte a compimento. La prevista revisione degli attuali Corsi di laurea specialistica messa in atto dal Ministero consentirà di mantenere intatte le caratteristiche e la specificità di questo Corso, valorizzando, semmai, la componente antropologica, già ben rappresentata nel Corso, in una più armonica articolazione con quella storico-religiosa. Il Corso di laurea specialistica in Studi Storico-Religiosi, presieduto, alla sua fondazione, dal Prof. Paolo Siniscalco, vede ora Presidente il Prof. Gilberto Mazzoleni. Docenti del Corso partecipano all’attività di collaborazione con gli Istituti Superiori di Roma e Provincia, avendo aderito al progetto di Facoltà “Saperi Umanistici”, tendente ad incrementare lo scambio culturale tra Scuola e Università. Il settore della Cristianistica sta usufruendo di un assegno di ricerca della Facoltà, sotto la direzione del Prof. Giancarlo Pani. Importante è la partecipazione dei docenti del Corso a Dottorati di Ricerca. In particolare 5 docenti, membri del Dipartimento di Studi Storico-Religiosi, fanno parte del Collegio dei Docenti del Dottorato di Ricerca in “Storia Religiosa” dell’Università “La Sapienza”, per il quale curano regolarmente seminari e seguono, in qualità di tutors, tesi di Dottorato. Scienze storiche CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN SOCIETÀ, 63 CULTURE E STORIA DEL MONDO ANTICO A cura di GIAN LUCA GREGORI La laurea specialistica in Società, culture e storia del mondo antico, afferente alla classe 93/S (Storia Antica), è stata attivata presso la Facoltà di Scienze Umanistiche a partire dall’A.A. 2002/03. Attualmente gli iscritti risultano 10, così ripartiti negli anni: 2002/2003: 3 2003/2004: 2 2004/2005: 5 Non risultano casi di abbandono. Ha conseguito finora il titolo finale 1 studentessa, iscrittasi nell’A.A. 2002/03. 4 studenti stanno al momento lavorando alla laurea magistralis. La maggior parte degli studenti è in possesso della laurea triennale in Scienze storiche dopo aver transitato dal Vecchio al Nuovo ordinamento; si segnala tuttavia il caso di 1 laureato triennale in Lettere e di 3 laureati in Scienze archeologiche. In un caso la studentessa è in possesso della laurea quadriennale in Lettere. La maggior parte degli studenti si è laureata nella nostra Facoltà; si è iscritta tuttavia alla specialistica in storia antica anche una studentessa laureatasi a Pavia. Il corpo docente afferente è costituito complessivamente da 13 professori e ricercatori, che coprono con le loro competenze i tre ambiti principali della storia antica (Oriente, Grecia, Roma). Lauree specialistiche della classe 93/S risultano ad oggi attivate stando al sito del MIUR solo nelle Università di Bologna, Firenze, Lecce, Padova, Pavia, Perugia, Roma La Sapienza (oltre che nella nostra Facoltà, in quella di Lettere e Filosofia), Trieste e Venezia. 64 Parte prima Un congruo numero di crediti è stato attribuito nell’ordinamento didattico alla dissertazione finale (48 CFU su 120): se da un lato ciò riduce il numero di moduli a carico dello studente, dall’altro ci si è posti l’obiettivo di creare una figura professionale fornita sì di solita cultura sul mondo antico, ma soprattutto capace di muoversi autonomamente e con consapevolezza critica nel cammino della ricerca. L’attuale ordinamento didattico è stato del resto concepito come naturale proseguimento degli studi intrapresi dallo studente nel curriculum antico del corso di studi di scienze storiche; chi lo desidera potrà poi continuare nel cammino della ricerca tentando, una volta conseguita la laurea magistralis, il concorso di ammissione al dottorato di ricerca interfacoltà in Filologia Greca e Latina e Storia Antica con sede amministrativa nella nostra Università. Alla luce dei nuovi provvedimenti ministeriali l’ordinamento didattico di questa specialistica sarà tuttavia presto da rivedere, perché le nuove tabelle ministeriali sembrano aver recepito l’opportunità di un accorpamento della attuale specialistica in storia antica da un lato con le altre specialistiche del settore storico (costituendosi una unica classe di laurea specialistica in scienze storiche), dall’altro con la specialistica in Filologia e letterature dell’antichità, ridenominata ora Filologia, storia e letterature dell’antichità. CORSO DI STUDI in SCIENZE STORICO-ARTISTICHE MARINA RIGHETTI 1.1. Introduzione Il Corso di Studi in Scienze Storico-Artistiche afferisce al Dipartimento di Storia dell’arte, condividendo gli spazi con il Corso di laurea in Studi Storico-Artistici attivato presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. Nel Dipartimento è inoltre attiva la Scuola di Specializzazione in Storia dell’arte. 1.2. Docenti Sette professori di prima fascia, sei di seconda fascia e quattro ricercatori costituiscono il nucleo dei docenti afferenti al Corso di Studi. La didattica è attualmente (a.a. 2004-2005) svolta con la collaborazione di 16 docenti a contratto, 3 professori con affidamento esterno e 1 docente chiamato presso il Dipartimento grazie alla legge sul «rientro dei cervelli». - DOCENTI I fascia II fascia Ricercatori Docenti a contratto Affidamenti esterni Docenti chiamati con legge «rientro dei cervelli» 7 6 4 16 3 1 66 Parte prima 1.3. Finalità e scopi del Corso di Studi a) Finalità didattiche I laureati in Scienze Storico-Artistiche dovranno: – acquisire le linee generali della storia dell'arte dall'antichità al presente; – acquisire una buona competenza di base finalizzata all'indagine storico-artistica, tramite l'apprendimento delle metodologie di ricerca e di interpretazione storiche, filologiche e critiche, della museologia e delle istituzioni, della conservazione e legislazione riguardanti il patrimonio artistico, e di nozioni fondamentali di contesto, da acquisirsi nei settori storici, letterari, demoetnoantropologici, archivistici e librari, musicali, cinematografici; – dovranno inoltre possedere cognizioni di storia delle tecniche artistiche, delle scienze chimiche e fisiche applicate ai beni culturali; – possedere la padronanza scritta e orale di almeno una lingua dell'Unione Europea (oltre all'italiano). b) Capacità professionali I laureati in Scienze Storico-Artistiche – potranno svolgere attività professionali coerenti con la tipologia di competenze fornita dal Corso di laurea in enti pubblici e privati, nei settori della tutela e conservazione del patrimonio storico-artistico, della ricerca e della divulgazione, comunicazione ed educazione al patrimonio storico artistico; – dovranno essere in grado di utilizzare i principali strumenti informatici in ambito storico artistico, a fini di catalogazione, documentazione e produzione editoriale. Scienze storico-artistiche c) Sbocchi professionali I laureati in Scienze Storico-Artistiche – potranno trovare sbocchi professionali nella pubblica amministrazione e nelle aziende private indirizzate alla tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio storico artistico e alla diffusione e trasmissione della cultura (ad es. sovrintendenze, musei, biblioteche e archivi specializzati, gallerie d'arte, aziende editoriali, anche multimediali, imprese di restauro dei monumenti); – potranno accedere, nei modi previsti dalla legge, ai livelli ulteriori della formazione universitaria ai fini dell'insegnamento e della ricerca. 1.4. Iscritti alla laurea triennale nell’a.a 2004-05 ISCRITTI A.A. 2004-2005 TRIENNALE immatricolati I anno II anno III anno fuori corso da 1 anno fuori corso da 2 anni fuori corso da 3anni fuori corso da più di 3 anni totale 243 10 180 180 166 73 25 2 879 27,64% 1,13% 20,47% 20,47% 18,88% 8,30% 2,84% 0,22% 100% ISCRITTI A.A. 2004-2005 TRIENNALE in corso fuori corso totale 613 266 879 69,73% 30,26% 100% 67 68 Parte prima Scienze storico-artistiche 1.5. Iscritti alla laurea specialistica nell’a.a. 2004-05 (dati stimati a marzo 2005) Iscritti alle diverse annualità Fuori corso da più di 3 anni ISCRITTI A.A. 2004-2005 SPECIALISTICA iscritti al II anno immatricolati fuori corso da 1 anno fuori corso da 2 anni totale 15 70 8 1 94 Fuori corso da 3 anni 15,95% 74,46% 8,51% 1,06% 100% Fuori corso da 2 anni immatricolati Fuori corso da 1 anno I anno ISCRITTI A.A. 2004-2005 SPECIALISTICA in corso fuori corso totale 85 9 94 90,42% 9,57% 100% III anno II anno 1.6 Laureati in Storia dell’arte LAUREATI TRIENNIO 2001-LUGLIO 2004 Storia dell'arte (V.O.-N.O.) Altri corsi di Laurea (V.O.-N.O.) TOTALE Facoltà Percentuale sul totale 321 2150 2471 12,99% CORSI DI LAUREA IN STORIA DELL’ARTE 2001-LUGLIO 2004 Vecchio Ordinamento Lettere Nuovo Ordinamento Laurea Triennale Scienze Storico Artistiche Nuovo Ordinamento Laurea Specialistica Storia dell’Arte Totale Distribuzione studenti in corso e fuori corso Fuori corso 193 127 1 321 In corso 69 70 Parte prima Iscritti alle diverse annualità Laurea Specialistica Fuori corso da 1 anno Fuori corso da 2 anni Iscritti II anno CORSO DI STUDI in SCIENZE SOCIALI PER LA COOPERAZIONE, LO SVILUPPO E LE RELAZIONI FRA I POPOLI ANTONELLO BIAGINI Immatricolati Presentazione Iscritti in corso e fuori corso Laurea Specialistica Fuori corso In corso Il Corso di laurea di primo livello in Scienze Sociali per la cooperazione, lo sviluppo e le relazioni tra i popoli (Corso interfacoltà tra le Facoltà di Scienze Umanistiche e Scienze della Comunicazione), classe di laurea 35, ha 250 iscritti per l’a.a. 2004-2005. Il corso intende approfondire la dimensione storica di lunga durata da cui è scaturito l'attuale contesto politico e sociale mondiale. Particolare attenzione è riservata alla storia delle istituzioni europee, alle relazioni interculturali dei rapporti tra i popoli e all'analisi dei sistemi educativi dei vari Stati. Il Corso di laurea in Scienze sociali per la cooperazione, lo sviluppo e le relazioni fra i popoli ha come obiettivo quello di fornire le competenze necessarie per gestire la comunicazione e l'organizzazione nelle istituzioni pubbliche, private, in particolare nelle organizzazioni non governative e nell'ambito della cooperazione decentrata. Le attività formative mirano a integrare conoscenze di tipo sociologico, psicologico, antropologico con conoscenze specifiche del sistema della cooperazione internazionale e decentrata, del terzo settore e delle istituzioni educative. 72 Parte prima Riflessioni Andrebbe posto l’accento sull’importanza di «difendere » quei Corsi ad alta specificità (legandoli a quei Corsi ad alta frequenza) per scongiurare nell’università il rischio della licealizzazione. Andrebbe difeso il criterio della divisione dell’insegnamento della materia con un sistema equanime (divisione per lettera alfabetica) al fine di evitare la sperequazione dei numeri tra un esame e l’altro all’interno del singolo insegnamento. Andrebbe chiarito che l’accesso al Corso di laurea specialistica andrebbe «filtrato» mediante alcuni criteri, ad esempio: esami superati, curriculum, etc. Il problema dei contratti: ho chiaramente fatto presente che non si può definire a livello di Facoltà un criterio unico, ma che va lasciata la libertà di decisione ai singoli Corsi di studi, all’interno di quella linea di «solidarietà» enunciata da Antonelli stesso nella sua introduzione. Occorre infine ribadire con chiarezza la copertura finanziaria di un posto di tutorato, fondamentale per un corretto rapporto con gli studenti. È necessario un confronto tra i Presidenti delle lauree specialistiche perché presentino un criterio di accesso alle medesime, in accordo con i responsabili dei Corsi di primo livello. Docenza Relativamente alla docenza, l'indirizzo di Relazioni tra i popoli ha assegnato nove corsi a contratto, nelle aree della Storia dell'Europa orientale, delle Relazioni internazionali, dell'Informatica e della Storia Contemporanea. Il Corso organizza, da ormai due anni, un'attività di stage, che è anche di approfondimento teorico, sulle istituzioni nazionali e parlamentari. Cooperazione, sviluppo e relazioni fra i popoli 73 Lo stage, organizzato presso la Camera dei deputati, ha ottenuto una buona risposta anche in studenti appartenenti agli indirizzi di Cooperazione Internazionale/Sviluppo locale o di altri Corsi di laurea della Facoltà di Scienze Umanistiche. È stata recentemente sottoscritta una convenzione per tirocini (8 unità), con il Comune di Roma (Assessorato alle Politiche Sociali), che ha previsto anche la possibilità di accogliere studenti come volontari. Sono stati avviati dei colloqui con l'ICS per verificare la possibilità che esso diventi un partner del Corso di Studi. Si tratta certamente di strumenti parziali, ma che rispondono all'esigenza di accompagnare l'acquisizione delle conoscenze teoriche alla pratica. È necessario rafforzare la presenza dell'Università su questo terreno, data anche l'organizzazione del piano di studi e quindi l'obbligo, per legge, di effettuare tirocini e stages nel periodo universitario. Stiamo tentando di organizzare viaggi all'estero per favorire lo scambio con studenti di università straniere (in particolare dell'Europa centro-orientale), usufruendo dei fondi messi a disposizione dall'Ateneo. C'è una diffusa richiesta di sostegno per proiettarsi nel mondo della cooperazione: a chi rivolgersi per effettuare stages, tirocini, maturare esperienze sul campo. Si tratterebbe, cioè, di poter rappresentare il mondo della cooperazione nella sua complessità e fornire agli studenti indicazioni in tal senso. Gli studenti apprezzano la volontà da parte dell’Università di affrontare e risolvere i loro problemi: in tal senso il servizio di tutorato diviene struttura centrale nell’organizzazione della didattica. Emerge da parte di alcuni studenti la domanda di allargare lo sguardo oltre l'Europa, di integrare, cioè, gli insegnamenti disponibili con la storia dell'Africa, dell'Asia e del Sud Ame- 74 Parte prima rica, e ai processi di decolonizzazione della seconda metà del Novecento. Complessivamente, il livello delle conoscenze linguistiche degli studenti è piuttosto scarso: inglese e un'altra lingua europea, entrambe a livello scolastico. CORSO DI STUDI in SCIENZE ARCHEOLOGICHE GIOVANNI COLONNA Attività del Corso Gli scambi culturali con l’area dell’Europa Orientale hanno ormai consolidato una vasta rete di rapporti con numerose sedi universitarie di molti Paesi: Ungheria, Romania, Albania, Turchia, Grecia, Russia, Cipro. In questo ambito ogni anno all’interno del Corso si organizzano Convegni e viaggi di studio che aiutano anche l’apprendimento delle diverse lingue da parte degli studenti e dei dottorandi che vi partecipano. Lo scopo è quello di favorire il dialogo tra gli studiosi dei diversi Paesi anche in vista dell’ampliamento dell’Unione Europea. Il Corso in questi pochi anni ha acquistato un ruolo importante perché coinvolge «giovani» studiosi di storia politica, delle relazioni internazionali, storia economica, storia della cultura, ecc., secondo modalità già sperimentate positivamente dal Centro interuniversitario di Studi sull’Europa centroorientale dell’Università di Roma «La Sapienza». In prospettiva questa attività potrebbe e dovrebbe portare alla stipula di accordi tra le Università per lo scambio di studenti e dottorandi, a progetti tipo Erasmus, Socrates e a ricerche comuni. l Corso di Studi in Scienze Archeologiche è strutturato, I sia a livello di laurea triennale che di laurea specialistica – la futura laurea magistrale – in cinque curricula, quattro dei quali, attivi fin dall’a.a. 2001-02, corrispondono alle grandi scansioni cronologico-areali del mondo antico, inteso nella più vasta accezione (Preistorico, Orientale, Classico, Medievale), mentre il quinto, attivo solo dal 2002-03, ha un carattere ‘trasversale’ e prevalentemente topografico-metodologico (Archeologia della città e del territorio). Il Corso di Studi fa capo, per quanto attiene agli spazi della didattica e alle attività di ricerca, al Dipartimento di Scienze Storiche, Archeologiche e Antropologiche dell’Antichità, istituito nel 1983, presso il quale sono attive anche due diverse Scuole di Specializzazione in Archeologia e un unico Dottorato di ricerca in Archeologia, con sede amministrativa nel nostro Ateneo, che dal 2003 riunisce i cinque Dottorati precedentemente in funzione. Il corpo docente del Corso di Studi è composto attualmente da 21 professori (tra I e II fascia) e 24 ricercatori, ai quali si affiancano 2 docenti richiamati grazie al “rientro dei cervelli” e 20 docenti esterni (tra titolari di affidamento e titolari di contratto). Le discipline insegnate nel Corso di Studi nell’anno 200405 sono 48, delle quali 13 rientrano tra quelle classificate in tabella come “affini e integrative”, quasi tutte pertinenti 76 Parte prima all’ambito delle scienze fisiche e naturali oppure delle tecnologie. Assieme ad alcune delle discipline “caratterizzanti” (come Legislazione dei Beni culturali), esse costituiscono un nutrito allargamento dell’offerta didattica, voluto dalla Riforma a fini prevalentemente professionalizzanti. È questo un aspetto positivo della Riforma, venuto ad accrescere ulteriormente un’offerta didattica che già nella vecchia Facoltà di Lettere e Filosofia era eccezionalmente ricca, a livello nazionale e internazionale, in piena coerenza con l’indiscusso primato di Roma come capitale mondiale dell’archeologia, in senso oggettivo non meno che storico: offerta didattica che con il ‘decongestionamento’ del 2000 è stata ereditata in misura preponderante dalla Facoltà di Scienze Umanistiche. Non è questa la sede né il momento per rievocare le vicende che hanno portato alla formazione di un corpo di discipline e saperi specialistici che occorre assolutamente conservare, se la nostra Facoltà intende mantenere il livello di eccellenza raggiunto in questo campo nel passato dall’Università di Roma. Basti ricordare che esso è stato accumulato e tesaurizzato nel corso di quasi due secoli, a partire dall’unico insegnamento, intitolato significativamente col binomio “Archeologia e Storia antica”, previsto nell’atto istitutivo della Facoltà di Lettere della Sapienza nel lontano 1810. È sopraggiunto quindi il fondamentale incremento, promosso dallo Stato italiano tra il 1871 e il 1889, quando alla Facoltà fu affiancata la Scuola Nazionale di Archeologia, col compito di formare insieme con essa i quadri per la gestione dell’intero patrimonio archeologico italiano, cui tenne dietro l’istituzione della Gipsoteca, unica in Italia, divenuta ben presto il maggiore tra i molti musei dell’Ateneo. Né meno rilevante, possiamo aggiungere, è stato l’incremento avutosi nel secondo dopoguerra, tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60 dello scorso secolo, in concomitanza con l’avvio di cantieri di scavo per la prima volta finanziati e gestiti dall’Ateneo, che hanno portato a scoperte di enorme Scienze archeologiche 77 incidenza culturale, a cominciare, in ordine cronologico, da quelle di Pyrgi, di Lavinio e di Ebla: scavi che tuttora continuano, consentendo agli studenti di archeologia della nostra Facoltà di acquisire sul campo esperienze di estrema importanza per la loro formazione. Altro aspetto largamente positivo della Riforma è stato l’ingresso nella didattica, formalmente riconosciuto e valutato, delle cosiddette “altre attività” formative, particolarmente necessarie in campo archeologico, nelle quali rientrano la partecipazione agli scavi e alle ricognizioni sul terreno, le attività di laboratorio, i tirocinii presso i musei, i viaggi d’istruzione complementari ai corsi d’insegnamento. La Riforma ha altresì consentito, coinvolgendo i ricercatori nell’impegno della docenza a partire dal 2002-03, di colmare talune lacune provocate dal ‘decongestionamento’ e di moltiplicare, laddove necessario o comunque opportuno, i corsi delle discipline di base, arricchendo anche sotto questo profilo l’offerta didattica complessiva e stabilendo un più equilibrato rapporto numerico tra studenti e docenti, essenziale non solo per l’insegnamento ma anche per il proficuo svolgimento delle “altre attività” previste dall’attuale ordinamento degli studi. Si può dire che la risposta studentesca sia stata in linea generale abbastanza soddisfacente, come risulta dalle Tabelle allegate, tenuto conto anche del disorientamento provocato dal fatto nuovo di due Facoltà dello stesso Ateneo con offerta didattica in parte coincidente nel settore archeologico. Le immatricolazioni al corso di laurea triennale, dopo il picco di 180 toccato nel 2002-03, si sono mantenute a una quota di poco superiore alle 160, consentendo al totale degli iscritti di raggiungere nel 2004-05 le 559 unità, con un numero complessivo di studenti fuori corso di poco superiore a del totale (27%). Le immatricolazioni al corso di laurea specialistica sono andate salendo da 11 nel 2002-03 a 23 nel 2004-05, ma il totale 78 Parte prima di 27 iscritti raggiunto nello stesso anno rivela una preoccupante incidenza di abbandoni. Il numero degli esami sostenuti nei due corsi di laurea dal 2001 al 2003-04 appare invece decisamente elevato (7758), specialmente se si considera che oltre la metà di essi, e precisamente il 57%, è stato sostenuto nell’ultimo dei tre anni accademici che è stato possibile prendere in considerazione. Quanto alle lauree conseguite nello stesso triennio, esteso in questo caso fino al luglio 2004, sono state complessivamente 263, con una percentuale del 9,39% sul totale delle lauree conseguite nello stesso periodo all’interno della Facoltà di Scienze Umanistiche. Di esse 201 sono lauree di vecchio ordinamento e 62 di nuovo (60 triennali e 2 specialistiche), con quelle del nuovo ordinamento concentrate per la metà nel curriculum C l a s s i c o (31), seguito a distanza dall’Orientale e dal Medievale (11 ciascuno), a distanze ancora maggiori dal Preistorico (8) e da quello, attivo solo dal 2002-03, sulla Archeologia della città e del territorio (1). Il numero relativamente basso dei laureati sembra denotare una certa ‘sofferenza’, da imputare verosimilmente in primo luogo alla quantità di moduli didattici, e quindi di esami, che le tabelle dei corsi di laurea prevedono sulla base delle indicazioni ministeriali. Quantità che, a prescindere dal carico di studio previsto per ciascun modulo e fatta salva la ricchezza di opzioni offerta dagli insegnamenti del Corso di Studi, appare di per sé eccessiva, tanto da configurarsi, alla luce della sperimentazione compiuta nel decorso triennio, come un aspetto negativo della Riforma. Da sanare auspicabilmente con l’adozione per quanto possibile di moduli didattici di 6 invece che di 8 o 4 CFU. Scienze archeologiche 79 ELABORAZIONE DATI Iscrizioni a.a. 2001-02/2004-05 TI 400 TI 350 300 250 TM 200 TM TM TM TI 150 100 50 TI SM SM SI SM SI 0 TM: Triennale matricole TI: Triennale iscritti SM: Specialistica matricole SI: Specialistica iscritti Tot. iscritti triennale Tot. iscr. specialistica 2001-02 148 12 2001-02 160 2002-03 180 133 11 2002-03 313 11 2003-04 161 343 19 10 2003-04 504 29 2004-05 166 393 23 4 2004-05 559 27 80 Parte prima Scienze archeologiche Iscrizioni a.a.2004-2005 81 Laureati Matricole II anno III anno I fuori corso II fuori corso III fuori corso 166 126 123 104 31 10 Per un totale di 559 40 40 20 20 00 2002 2002 2003 2003 2004 2004 Anno 30 30 Laureati LAUREATI 25 25 55 N.B.: I dati relativi all'anno 2004 non sono completi, perché non pervenuti. 6% II fuori corso 3% III fuori corso 29% Matricole In corso 19% I fuori corso Fuori corso Laureati per curriculum e per anni 3 b. LAUREATI PER CURRICULUM Curr. Città e territorio 22% II anno 22% III anno Curr. medievale Curr. classico Curr. orientale Curr. preistorico 0 2 4 6 Anno 2002 8 10 Anno 2003 12 Anno 2004 14 16 18 N.B.: I dati relativi all'anno 2004 non sono completi, perché non pervenuti. CORSO DI STUDI in ARTI E SCIENZE DELLO SPETTACOLO LUCIANO MARITI l Corso di Studi in Arti e scienze dello spettacolo (DASS) I è costituito da un Corso di laurea triennale (Arti e Scienze dello Spettacolo) e da un Corso di laurea specialistica (Saperi e Tecniche dello Spettacolo Teatrale, Cinematografico, Digitale), ambedue articolati in tre curricula: 1. Teatro e arti performative; 2. Cinema; 3. Arti e tecniche dello spettacolo digitale. A partire dal prossimo anno accademico sarà, inoltre, attivato un nuovo curriculum triennale in Culture e tecnologie della moda e del costume che intende occuparsi di una «cultura» della moda e del costume a fronte di corsi della stessa area incentrati su aspetti economico-commerciali. Al Corso è stato riconosciuto, recentemente, il possesso dei «requisiti minimi». 1. OFFERTA FORMATIVA Il Corso di Studi è formalmente uno dei DAMS attivati nelle Università italiane, ma è al tempo stesso diverso per la specificità dei suoi curricula. I primi due curricula sono frutto di un’attività teorico-pratica già sviluppatasi negli anni precedenti alla Riforma universitaria, mentre il curriculum di Arti e 84 Parte prima tecniche dello spettacolo digitale – nato dalla consapevolezza che le nuove tecnologie e la presenza di un mondo virtuale, stiano modificando le stesse modalità di studiare e di fare spettacolo – è unico in Italia. I.1. QUADRO DELLA DOCENZA Il Corso attualmente annovera 16 docenti di ruolo: 5 ordinari, 2 associati e 9 ricercatori confermati. Nel triennio ha perso due unità di docenza in ruolo (RU), ma ne ha acquisite tre (2 PO e 1 PA). La percentuale di contratti dell’intero Corso di Studi è del 34,2% (26 moduli su 76) mentre gli affidamenti onerosi interni sono il 19,73% (15 moduli), gli esterni onerosi il 3,94% (3 moduli), i gratuiti il 2,63% (2 moduli). La didattica impartita dai docenti non di ruolo, indispensabile per la specificità dell’offerta formativa, è assicurata dalla alta competenza e qualificazione professionale di docenti quali Giampietro Calasso rientrato in Italia dagli USA nel corrente anno accademico, di Carmelo Rocca (ex segretario generale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali), di Giancrisostomo Profita (direttore generale «Cinema» del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali), di Giuseppe Cereda (già direttore di Rai Tre), di Domenico Procacci, uno dei produttori più qualificati del nuovo cinema italiano. Tuttavia la inadeguatezza dei compensi, poco più che simbolici, sta allontanando verso altri lidi le personalità di rilievo e comunque non può che rendere occasionali e quasi insostenibili alcuni aspetti fondamentali della didattica quali esami, tesi, ricevimento e servizi di tutorato. Nel suo insieme il carico didattico – quale risulta oggettivamente dai dati che verranno elencati relativi a esami, tesi e organizzazione – risulta molto pesante. Arti e scienze dello spettacolo 85 I.2. QUADRO DELL’UTENZA STUDENTESCA I.2.1. Immatricolazioni, iscrizioni, transizioni e passaggi Come si può costatare nell’allegato Elaborazione dati (Tabella I), le immatricolazioni alla laurea triennale hanno avuto un incremento esponenziale, quasi triplicando in tre anni il valore iniziale: 386 IMMATRICOLAZIONI del 2001-02 (il 31,63% rispetto alla Facoltà) 540 IMMATRICOLAZIONI del 2002-03 (il 38,24% rispetto alla Facoltà) 680 IMMATRICOLAZIONI del 2003-04 (il 39% rispetto alla Facoltà) 697 IMMATRICOLAZIONI del 2004-05 (il 35% rispetto alla Facoltà) La laurea specialistica ha avuto anch’essa un sensibile incremento passando da 2 immatricolazioni dell’a.a. 2002-03 a 27 dell’a.a. successivo fino ai 52 dell’a.a. corrente. Le transizioni dal vecchio al nuovo Corso di Studi sono state nel 2001-02 ben 677 ridottesi poi sensibilmente a 22 e 23 nei due anni successivi, in cui si sono gestiti rispettivamente 72 e 44 passaggi (vd. Elaborazione, Tabella III). Gli iscritti alla nuova laurea (vd. Elaborazione, Tabelle I-II) sono passati dagli 80 del 2001-2, ai 393 (392 Tr.+1 Sp.) del 2002-03, ai 1095 (1066 Tr.+29 Sp.) del 2003-4, ai 1387 (1344 Tr.+43 Sp.). Nel complesso fra immatricolati ed iscritti il Corso di Studi ha gestito: 466 STUDENTI nel 2001-02 933 STUDENTI nel 2002-03 1802 STUDENTI nel 2003-04 (il 23,22% rispetto alla Facoltà) 2084 STUDENTI nel 2004-05 (il 26,63% dei 7825 studenti presenti attualmente in Facoltà). 86 Parte prima Il numero dunque degli studenti che hanno fatto parte del Corso dalla sua istituzione è cresciuto al ritmo del 100% nei tre anni raddoppiando di anno in anno. Gli studenti Fuori Sede ammontano al 50% circa (vd. Elaborazione, Tabella IV), dato stabile nel triennio 2001-04, che induce a riflettere sulla necessità di un orario delle lezioni più adeguato alla situazione. I.3. ORGANIZZAZIONE DELLA DIDATTICA E SERVIZI I.3.1. Tutor didattico Svolto dai professori e dai ricercatori afferenti al Corso di Studi, il tutorato ha finora assolto soltanto ad uno dei cinque compiti previsti dalla legge n. 341: consiglia nella formulazione dei piani di studio, ma non previene la dispersione e il ritardo negli studi, non promuove una partecipazione attiva alla vita universitaria, non suggerisce i metodi di studio e le modalità di integrazione della preparazione scolastica di base; non analizza le difficoltà incontrate dagli studenti nel processo di apprendimento. Tuttavia, è da poco tempo in attività un tutor di orientamento affidato a due studenti a contratto, che sta svolgendo un lavoro sistematico e proficuo. I.3.2. Mediateca Sono a disposizione del Corso una Biblioteca specializzata e una Videoteca, nonché strutture di ricerca come il Centro Teatro Ateneo. Altre strutture sono in convenzione o con accesso remoto (Rai, Cinecittà, ecc.). La gloriosa biblioteca fondata da Giovanni Macchia e dotata di più di 20.000 volumi, da alcuni anni, purtroppo, non è pienamente consultabile, causa la mancanza di locali idonei, di personale e di finanziamenti. Ma è assicurato un servizio di consultazione libri, adeguato alle esigenze primarie della didat- Arti e scienze dello spettacolo 87 tica. È inoltre disponibile per gli studenti una mediateca dotata di un ricco catalogo e con postazioni per la consultazione di internet e la visione di materiale audiovisivo. Il tasso di frequenza annuale della biblioteca è di c. 2200 unità, quello della videoteca è di 5000 unità, mentre 8000 è ogni anno il numero delle unità di utenza delle postazioni internet. I.3.3. Sito Web Il sito internet (www.dass.uniroma1.it) realizzato nel 2003 e curato dal personale tecnico del Dipartimento di Arti e Scienze dello Spettacolo, fornisce agli studenti, oltre ad informazioni tempestive sui programmi didattici e culturali (moduli, laboratori, seminari, eventi, scadenze), anche materiali di studio: documentazione bibliografica, norme per la stesura delle tesi di laurea, ecc. Consente un accesso diretto all’archivio video e a cataloghi on line. Riporta le notizie di prima mano: le news, le scadenze Erasmus, le offerte di laboratori e tirocini, la rubrica post-it (informazioni su spettacoli, rassegne, festival, ecc. curate dalla redazione); e una serie di link mette in contatto coi luoghi più significativi della cultura teatrale. Inoltre, permette la prenotazione on line degli esami, un servizio che ha procurato notevoli vantaggi nella gestione dei numerosissimi esami. In prospettiva il sito dovrebbe essere concepito come l’archivio vivo di una didattica dinamica, come ambiente a disposizione sia del docente che vi potrà immettere materiale didattico, sia dello studente che vi potrà riportare gli esiti della propria esperienza didattica e utilizzarlo per la personalizzazione dell'apprendimento. I.3.4. Altre attività formative Le altre attività formative sono state organizzate sia in collaborazione con Enti esterni all’Università sia all’interno dell’Università, specialmente in collaborazione con il Centro 88 Parte prima Teatro Ateneo, che da decenni svolge ricerca sperimentale attraverso laboratori teatrali. Il prof. Ferruccio Marotti sta sperimentando laboratori intensivi residenziali – senza alcun costo aggiuntivo per l’Ateneo e per gli studenti – fra i quali si possono citare quelli svolti a Labro (Umbria) e a Toffia (Rieti). Ma difficoltà ulteriori si annunciano per l’imminente restauro del Teatro Ateneo e del nostro stesso Dipartimento che renderà ancora più esigui gli spazi a disposizione. I.4. INTERNAZIONALIZZAZIONE Sono stati attivati rapporti Erasmus e Socrates con una o più Università dei seguenti paesi: Francia, Spagna, Polonia, Malta, Danimarca. I.5. MASTER E IFTS Sarà attivato a breve il master di I livello Gianmaria Volonté. Teorie e tecniche del performer, curato dal prof. Ferruccio Marotti in collaborazione con la Casa del Cinema e con il Comune di Roma. È inoltre attiva una collaborazione da parte della prof. Clelia Falletti al progetto di master europeo European Masters in Performer studies, già finanziato dalla Commissione Europea (3° classificato fra i 60 presentati nel 2003 a Bruxelles), che sarà lanciato nel 2007 in collaborazione con altre Università europee. Sono stati attivati quest’anno due corsi IFTS (Istruzione Formazione Tecnico Superiore) finanziati dalla Regione Lazio in collaborazione con aziende e scuole: 1. Tecnico superiore esperto di produzione cinematografica; 2. Tecnico superiore esperto di immagini e suono digitali. Arti e scienze dello spettacolo 89 II. RISULTATI DEI PROCESSI FORMATIVI II.1. ESAMI E LAUREE Al ritmo di crescita esponenziale degli studenti ha corrisposto un equivalente incremento del numero di esami. Nel triennio 2001-2004 si è passati da 1776 a 3969 a 11.009 esami con un tasso di crescita dal primo al secondo anno del 125% e dal secondo al terzo di ben il 175% (vd. Elaborazione, Tabella V). Stando ai dati disponibili (vd. Elaborazione, Tabelle VIVII), il numero dei laureati di Vecchio e Nuovo Ordinamento risulta stabile almeno per il 2002 e il 2003 (i soli anni su cui sono disponibili dati certi) attestandosi, rispetto alla Facoltà, rispettivamente intorno al 27% e 22%. Va rilevato che le tesi sono in prevalenza di Vecchio Ordinamento e solo nel corrente a.a. si delinea una prevalenza delle tesi di Nuovo Ordinamento. Lauree queste ultime che scendono sensibilmente di numero dal 2002 (n. 133) al 2003 (n. 82), ma in ripresa nel 2004. II.2. ABBANDONI E FUORI CORSO In presenza di dati relativi – come si spiega nella Statistica abbandoni (vd. Elaborazione, Tabella VIII) – si è ricorsi a un metodo statistico che indica in un ipotetico 14% il tasso di abbandono. Un dato abbastanza confortante. Così come lo sono i dati oggettivi sugli studenti Fuori Corso (vd. Elaborazione, Tabella II), che, nel 2004-05, risultano essere 416, vale a dire il 20%, la maggioranza dei quali è iscritta al I anno (244) e al II anno (112). Solo 53 studenti stazionano al III anno e 3 al IV. Il dato è estremamente positivo se confrontato con le percentuali del Vecchio Ordinamento, ma può essere ulteriormente migliorato per avvicinarsi alla virtuale virtuosità indicata dal MIUR. 90 Parte prima II.3. DATI E RISULTATI DELLA VALUTAZIONE DI STUDENTI E DOCENTI (desunti dai questionari distribuiti dal Nucleo di Valutazione della Facoltà) Il campione di studenti preso in considerazione – 2100 studenti per gli a.a. 2001-2003 di cui una parte minore (13%) appartenente al Vecchio Ordinamento – è sufficiente per delineare un quadro non oggettivo ma sufficientemente orientativo. La frequenza alle lezioni si è mantenuta costantemente alta: quasi 1800 studenti su 2100 (vale a dire l’86%) hanno frequentato con regolarità. Il 62% dichiara di aver frequentato più del 75% delle lezioni. Pur essendo questo dato ricavato durante le lezioni e quindi da studenti disposti alla frequenza, appare confermato dalla bassa percentuale di non frequentanti del Nuovo Ordinamento che si deduce dagli esami. Gli esami vengono sostenuti con un ritmo affannoso, come del resto hanno lamentato gli studenti in altre sedi, dato che in un anno (in cui sono previsti tra i 9 e i 14 esami relativi a moduli da 4 e 8 CFU) solo una parte non superiore al 40% c. sembrerebbe tenere il giusto ritmo (il 24% dichiara di sostenerne più di sei esami, il 22% n. 5-6 , il 22% n. 3-4). Riguardo all’organizzazione della didattica si evince che le informazioni disponibili o date direttamente dai docenti sono ritenute soddisfacenti dall’86% dei 2100 studenti, come lo è anche la rispondenza tra temi di programma e Corso. È ritenuto ugualmente adeguato il materiale didattico (libri, dispense ecc.) messo a disposizione. Sulle assenze del docente alle lezioni, solo 42 studenti (il 2%) hanno trovato da eccepire. I docenti risultano reperibili al 64%; irreperibili o non collaborativi solo al 2,5%, ma il 24% di studenti non entra in contatto col docente. Dato importante che sottolinea la necessità di rendere più funzionale il tutorato o di trovare nuove forme di contatto. Arti e scienze dello spettacolo 91 Pressoché tutti gli studenti riconoscono la regolarità della cadenza delle lezioni. Le date degli appelli secondo il 30% sono pubblicate con troppo ritardo. Le aule appaiono sufficientemente adeguate soltanto al 30% di studenti, mentre ben il 70% le ritiene poco o per niente idonee. Riguardo alle interconnessioni degli orari delle lezioni, 1500 studenti sono soddisfatti dell'assetto raggiunto (70%) e ritengono di poter seguire adeguatamente i programmi; il 20%, ha trovato difficoltà. Il 43% porta avanti simultaneamente lezioni ed esami. Gli studenti, nel complesso, sono soddisfatti della qualità della didattica, mentre l’8% lo è poco e meno del 2% è del tutto insoddisfatto. Le lezioni sono ritenute «interessanti» dall’86% degli studenti; il 4% le considera non sufficientemente chiare e il 6% poco o punto utili per sostenere gli esami. Un numero considerevole di studenti ritiene che il docente stimoli l’interesse per la disciplina, ma non del tutto la partecipazione attiva alle lezioni (per il 19% lo fa solo di rado). Dai questionari compilati dal corpo docente si evince che l'insoddisfazione sullo stato delle cose è contenuta. Si dichiarano abbastanza soddisfatti della propria didattica. Ma il disagio è particolarmente avvertito per le condizioni materiali (spazi e aule in cui si svolgono sia le lezioni sia le altre attività formative) e per l’inadeguatezza della strumentazione tecnica e informatica di cui dovrebbero dotarsi le aule. In sintesi, la compilazione dei questionari offre indicazioni preziose sui punti in cui il disagio studentesco è più evidente, del resto confermate da una assemblea didattica tenuta dal nostro Corso di Studi due anni fa. 92 Parte prima III. DISAGI E SOFFERENZE I punti deboli che implicano aggiustamenti e cambi di rotta riguardano: l’informazione e la comunicazione fra docenti e studenti; la inadeguatezza delle aule e della strumentazione tecnologica impegnata nelle lezioni; il frammentismo, vale a dire una esagerata parcellizzazione e moltiplicazione di moduli e per conseguenza di esami, la cui preparazione peraltro richiede tempi troppo stretti, determinando un rapporto non equilibrato fra tempo-lezione e tempostudio. Arti e scienze dello spettacolo 93 150 posti e di 390 ore in un’aula di almeno 250 posti. La situazione ci costringe all’elemosina delle aule, rende ingovernabile la mutabilità dell’attività didattica inchiodata ad un orario rigidissimo. L’attrezzatura tecnica delle aule è inferiore a quella di una scuola media di campagna. La nostra Facoltà non dispone di un tecnico (per sostituire la lampada di un proiettore può passare anche un mese e mezzo!). Inoltre, l'assenza di studi adeguati costringe i docenti in uno stato di faticosa coabitazione, impedendo loro un rapporto più continuato con gli studenti. E non permette di svolgere in tutta regolarità le prove d'esame, quando queste vengano esiliate, per carenza di altri locali, negli studi. III.1. INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE III.3. EFFETTI DELLA DIDATTICA MODULARE Negli anni passati il livello d'informazione è stato basso a causa di un’insufficiente informatizzazione. Abbiamo provato a distribuire moduli di comunicazione con gli studenti utilizzati con molto profitto per ascoltare proteste ed esigenze, progettare l’organizzazione e tenere il passo nella gestione. Ma solo la recente e piena attivazione di un nostro sito web ha in gran parte risolto annosi problemi di informazione e comunicazione. Occorre, tuttavia, ottimizzare il sito della Facoltà. III.2. L E CONDIZIONI MATERIALI : SPAZI , AULE , ATTREZZATURE DIDATTICHE Malgrado l’impegno inesausto della Facoltà, che ha ottenuto un prolungamento dell’orario fino alle 22.00, rimane macroscopica l'assenza di spazi e di aule adeguati. Il Corso ha necessità fisiologica per un intero anno accademico di circa 880 ore in un’aula almeno di 100 posti, 170 ore in un’aula almeno di Il passaggio dal vecchio al nuovo sistema di insegnamento pone alcuni problemi ed esige revisioni e aggiustamenti. Il nuovo sistema modulare presenta, idealmente, aspetti positivi. La formazione dello studente non può che cambiare nel momento in cui cambia la percezione del mondo, la comunicazione, l’esperienza culturale che oggi è rapida, multimediale, ipertestuale, multifocale, ecc. e questo esige un’articolazione organica, non meccanicistica, del sapere. Organica, ossia vicina ai processi viventi della cultura. E tuttavia, questo nuovo sistema modulare sta rivelandosi a doppio taglio. Nel migliore dei casi può favorire feconde dialettiche fra le diverse facce di un sapere prismatico, può addestrare lo studente a costruirsi un ordinato ma mobile orizzonte culturale. Nel peggiore dei casi, lo studente, costretto allo slalom fra troppi moduli, può confondersi ed accattare quel che resta di uno sbriciolamento culturale; e allora il suo orizzonte culturale 94 Parte prima non sarà altro che un "effetto di parallasse", ossessione del dover ricostruire allineamenti, del dover vedere su una stessa linea punti diversamente posti nello spazio. Il vero problema manifestamente sofferto dagli studenti nonché dai docenti è il frammentismo, effetto di quel malinteso sistema modulare che ha fatto di questa Riforma un edificio con mille finestre e mille porte, un padiglione delle meraviglie in cui si può vedere di tutto. La riduzione del modulo base a 6 CFU o meglio a 4 + 4 CFU potrebbe ridurre il frammentismo, valorizzare indirettamente aspetti didattici del vecchio ordinamento come la coerenza, la profondità e l’unitarietà della lezione, innescando quel rapporto stocastico, sempre desiderato da ogni valida pedagogia, fra studenti e docenti. E potrebbe altresì favorire una riduzione dei contratti e introdurre snellezza organizzativa (aule e orario). Anche se bisognerebbe riconoscere che la durata della lezione, quando si tratti di una vera lezione, non è né lunga né corta, è larga. IV. I GRANDI OBIETTIVI E LA LOGICA DELLA RIFORMA Crediamo che non si possa dire nulla di sensato, oggi, sulla riuscita o meno dei Tre Grandi Obiettivi della Riforma universitaria: accrescere il numero dei laureati, riducendo gli abbandoni e la durata degli studi; aumentare la spendibilità dei titoli nel mondo del lavoro, facendo della prosecuzione degli studi nei livelli più alti una scelta anziché una necessità; adattare l'Università italiana agli standard internazionali. Se e come questi grandi obiettivi saranno realizzati, lo potremo sapere nell’immediato futuro, ma se ci si pone nel punto di vista di chi la Riforma la vive, appare evidente che tra idea e pratica c’è a dir poco una certa scistosità. Arti e scienze dello spettacolo 95 Ciò nonostante la Riforma introduce logiche completamente diverse dal passato, persino anomale, ma di costante innovazione. Permette finalmente di progettare la formazione. E consente di aggiustare il meccanismo in corsa. In tre anni abbiamo modificato non poco e non poco possiamo ancora modificare. Ma se su certi aspetti organizzativi è possibile intervenire, un limite insormontabile è costituito dall'assenza di finanziamenti. Credo che il nostro Corso di Studi abbia attirato un alto numero di studenti – nostra croce e delizia – perché aperto e ben disposto ad assecondare la spinta all'innovazione. È un Corso che non solo riscuote l’interesse degli studenti, come dicono le schede di valutazione; ma che, volendo essere immodesti, anche in condizioni di miseria, sta suscitando un certo interesse a livello nazionale. È un tipo di Corso che coniuga le cosiddette due culture. Fa coesistere istanze tecnologiche (nei curricula di Arti e tecniche dello spettacolo digitale e di Cinema ) e, per controcanto, istanze antropologiche e storiche (nel curriculum di Teatro e arti performative). Cerca di far convivere la funzione puramente orientativa del sapere e quella pratica del "fare", dando concretezza al sapere e orientamento metodologico al fare. Produce posti di lavoro, dato che lo “spettacolo” è una potentissima industria culturale. Ma soprattutto è un Corso che interpreta pienamente gli obiettivi di questa Facoltà. La quale è stata chiamata di Scienze Umanistiche e non di Lettere perché «le lettere ormai non contengono il resto ma il resto contiene le lettere» (come ha scritto il prof. Alberto Asor Rosa in un bellissimo articolo). Resta comunque un paradosso da sciogliere: i dati presentati sono la manifestazione chiara di un favore crescente di cui il Corso ha goduto in questi anni, e la testimonianza dichiarata di una didattica “interessante” che forse riesce ad interpretare alcuni nuovi, emergenti, bisogni culturali dei giovani. Ma questo prolungato e ininterrotto ritmo di crescita si è svolto di 96 Parte prima fronte a una assoluta e devastante immobilità delle strutture che avrebbero dovuto accompagnare tale crescita, abbandonata invece a se stessa o considerata una strana escrescenza. Budget decurtato, condizioni materiali immutate, decresciuto il finanziamento per contratti e affidamenti, nessun incremento nella docenza, più di un mese per sostituire la lampada, ecc. Tutto ciò ha comportato un carico didattico per i docenti pesantissimo e un’organizzazione capillare per non incorrere in tragedie annunciate. Noi abbiamo corso come pazzi ma con l’impressione di correre su un tapis roulant, abbiamo corso stando fermi. Forse a qualcuno dei Tre Grandi Obiettivi della Riforma ci siamo avvicinati (almeno a quello relativo all’incremento dei laureati: quasi il 27% della Facoltà). Eppure la prospettiva che di fatto ci si apre davanti per il futuro è una curva ad “u”: decrescere, arrestarsi a questo capolinea, ritornare indietro. Quello che dovrebbe essere il nuovo abito dell’Università si sta trasformando in una camicia di forza. Ecco che fine può fare un Grande Obiettivo della Riforma quando viene trattato a costo zero. L’abitudine alla povertà rende poveri, anche di spirito. E noi siamo delusi. Arti e scienze dello spettacolo ELABORAZIONE DATI (con la collaborazione dei Tutor d'Orientamento di Arti e Scienze dello Spettacolo, Chiara Maione e Stefano Ruggeri) TABELLA I: MATRICOLE E ISCRITTI a.a. 2001/02-2004/05 (dati SATIS al 17/02/05) 2001-02 2002-03 2003-04 2004-05 Triennale Matricole Iscritti 386 80 540 392 680 1066 697 1344 Specialistica Matricole Iscritti 2 27 52 1 29 43 1400 TI 1200 TI 1000 800 TM 600 400 TM TM TI TM 200 TI SM SI 0 2001-02 2002-03 TM: Triennale matricole TI: Triennale iscritti SM: Specialistica matricole SI: Specialistica iscritti 2003-04 SM SI 2004-05 97 98 Parte prima Arti e scienze dello spettacolo TABELLA II: MATRICOLE, ISCRITTI, FUORI CORSO a.a. 2004/2005 (dati Segreteria Amministrativa al 17/02/05) MATRICOLE II ANNO III ANNO FUORI CORSO Per un totale di 697 498 388 416 1999 N.B.: Sono presenti 42 studenti dei quali non è possibile identificare l'anno di iscrizione. 20% fuori corso 36% matricole Di cui i fuori corso sono così suddivisi: I II III IV F.C. F.C. F.C. F.C. 244 112 57 3 TABELLA III: TRANSIZIONI e PASSAGGI a.a. 2001/02-2003/04 TRANSIZIONI dal Vecchio al Nuovo Ordinamento 2001/02 677 2002/03 22 2003/04 23 PASSAGGI da altri Corsi/Facoltà/Università 2002/03 72 2003/04 44 44% in corso TABELLA IV: PROVENIENZA STUDENTI C.d.S. A.S.S. (su dati campione) 44% III anno 56% II anno I anno II anno III anno Totale Fuori Sede 234 213 266 713 In Sede 231 186 300 717 Totale 465 399 566 1430 99 100 Parte prima Arti e scienze dello spettacolo TABELLA V: ESAMI Esami C.d.S. A.S.S. vs Esami FSU V. e N. Ordinamento (triennale e specialistica) (dati Segreteria Tecnico Didattica) 101 Statistiche laureati con i valori numerici e per anno 180 160 140 a.a. 2001/2002 Es. C.d.S. A.S.S. 1776 Esami altri C.d.S. 12272 Tot.Es. FSU 14048 2002/2003 3969 21927 25896 2003/2004 11009 51657 62666 120 100 80 60 TABELLA VI: LAUREE Lauree C.d.S. A.S.S. vs Lauree FSU V. e N. Ordinamento (triennale e specialistica) 2002 297 815 1112 2003 229 813 1042 2004 48 242 290 Totale 574 1870 2444 N.B.: I dati relativi all'anno 2004 non sono completi, perché non pervenuti. TABELLA VII: LAUREE C.d.S. A.S.S. Distinzione tra tesi di V.O. e N. O. (dati Segreteria Tecnico Didattica) Anno 2002 2003 2004 20 0 2002 (dati Segreteria Tecnico Didattica) Anno C.d.S. A.S.S. Altri C.d.S. Totale FSU 40 Nuovo Ordinamento Vecchio Ordinamento 133 164 82 146 27 20 N.B.: I dati relativi all'anno 2004 non sono completi, perché non pervenuti. 2003 2004 Nuovo Ordinamento Vecchio Ordinamento TABELLA VIII: STATISTICA ABBANDONI Per valutare un’ipotesi relativa agli abbandoni nell’arco di tempo che va dall’a.a. 2001/2002 al 2003/2004, nell’incertezza dei dati della Segreteria Studenti, si è ricorsi alla creazione di due modelli: uno reale e l’altro ipotetico, cioè si sono confrontati i dati reali degli iscritti al nostro corso di laurea con quelli che sarebbero dovuti essere effettivamente dalla Riforma a oggi se non ci fossero stati abbandoni. Modello reale Consideriamo il numero degli studenti iscritti (dal II anno di corso in poi in regola con il pagamento delle tasse) dell’anno accademico in corso 2004-05, che dovrebbe contenere il bacino complessivo degli studenti immatricolati, transitati o passati al nostro Corso di laurea e ancora non laureati. TOTALE: 1320 102 Parte prima Modello teorico Sommiamo insieme gli immatricolati dal 2001-02 al 2003-04 (386+540+680) con gli studenti risultati iscritti regolarmente al 2001-02 (+80) e con le transizioni vecchio-nuovo Ordinamento (+677+22+23) e i passaggi da altre facoltà (+72+44). TOTALE: 2524 CORSO DI STUDI in LETTERE FRANCESCA BERNARDINI A questo dato vanno sottratti i laureati di Nuovo Ordinamento dal 2002 al 2004 (–574) considerando che i dati del 2004 non sono completi. TOTALE: 1950 1. ORDINAMENTO DIDATTICO Questi 1950 dovrebbero essere gli iscritti effettivi (dal II anno di corso in poi) al nostro Corso di laurea ad oggi. Risultati Confrontando i dati dei due modelli si può ipotizzare che gli abbandoni nell’arco di tempo considerato sia stato di circa 630 studenti pari al 32%. Considerando che i dati 2004 relativi alle lauree sono fortemente incompleti si può supporre che il dato non debba essere così negativo. Valutando gli stessi modelli, ma considerandoli fino all’anno precedente si avrà, infatti, che il tasso di abbandono del Corso di Studi in Arti e scienze dello spettacolo è invece del 14%. Il Corso di Studi in Lettere è articolato in un Corso di laurea triennale in Lettere. Letterature Linguaggi Comunicazione culturale (classe 5) e in un Corso di laurea magistrale in Testo, linguaggi e letteratura (classe 16/S). Il Corso di laurea triennale, attivo dall’a.a. 2001-02 con il solo nome di Lettere, è stato progettato come un corso finalizzato a fornire agli iscritti sia le tradizionali competenze storicoletterarie, linguistiche, filologiche dall’antichità classica alla contemporaneità, sia le competenze necessarie per operare e comunicare attraverso gli strumenti propri della complessa società di oggi, soprattutto informatici e massmediologici. Il Corso di laurea nella prima formulazione si articolava in cinque curricula (1. Generalistico; 2. Antico; 3. Medievale e moderno; 4. Contemporaneo; 5. Scienze del testo), con un primo anno comune a tutti; a questi si aggiunse nell’a.a. 200203 il curriculum Antropologico. L’ordinamento didattico è stato sottoposto a un’attenta revisione nell’a.a. 2003-04 e rinnovato, da una parte per esplicitare l’integrazione dei due ordini di competenze sopra indicate e il suo carattere innovativo, dall’altra per rendere più specifici e differenziati i percorsi 104 Parte prima formativi e garantire una continuità con i curricula della laurea magistrale: il Corso di laurea ha assunto, oltre alla denominazione Lettere, il sottotitolo Letterature Linguaggi Comunicazione culturale e risulta oggi articolato in sette curricula (1. Lettere classiche; 2. Filologia e letterature romanze; 3. Letteratura, lingua e filologia italiana; 4. Letterature e culture dell’Italia contemporanea; 5. Letteratura, scrittura, editoria e giornalismo; 6. Letteratura, arti e musica; 7. Antropologia culturale). Il Corso di laurea magistrale in Testo, linguaggi e letteratura, attivo dall’a.a. 2002-03, si articola in otto curricula, di cui cinque costituiscono il completamento di percorsi formativi avviati nella Laurea triennale (1. Scienze del testo; 2. Filologia, linguistica e letterature greca e latina; 3. Filologia, linguistica e letterature romanze; 4. Filologia, linguistica e letteratura italiana medievale e moderna; 5. Filologia, linguistica e letteratura italiana contemporanea), tre l’approfondimento di percorsi disciplinari specifici o professionalizzanti (6. Linguistica; 7. Teoria e critica letteraria; 8. Informatica umanistica); va sottolineato che il curriculum di Informatica umanistica è unico in Italia e quello di Linguistica tra i pochi attivati, sempre a livello nazionale. 1. IL PROGETTO CAMPUSONE Il Corso di laurea in Lettere, dopo aver partecipato al progetto Apollo, è stato inserito nel progetto sperimentale CampusOne per il primo triennio di applicazione della Riforma che ha istituito i Corsi di nuovo ordinamento. Obiettivi fondamentali e aspetti qualificanti del progetto sono: modelli didattici capaci di offrire una solida preparazione di base e competenze in grado di soddisfare la domanda di formazione che viene dal territorio (Istituti di istruzione superiore Lettere 105 e mondo del lavoro); una migliore diffusione e conoscenza dell’offerta formativa tra le parti interessate (studenti degli Istituti di istruzione superiore e dell’Università, famiglie, mondo del lavoro); il miglioramento dei servizi di supporto alla didattica; l’introduzione della figura professionale del manager didattico; la messa a punto di metodologie di valutazione della qualità dei processi e dei prodotti delle attività universitarie; il monitoraggio delle carriere degli studenti; azioni sul fronte delle attività di orientamento e di tutorato, delle attività di stage e di placement; l’internazionalizzazione – quest’ultima affidata all’azione Campus di Ateneo. Per applicare correttamente il modello CampusOne il manager didattico, assunto a contratto, ha partecipato preliminarmente a un corso di formazione e successivamente ai corsi sul Sistema-Qualità, insieme con il Presidente del Corso di Studi, il Vice-presidente e tre unità di personale tecnico-amministrativo. Sono stati nominati tutti gli organi e sono state svolte tutte le attività previsti dal progetto: sono stati istituiti moduli didattici di attività formative professionalizzanti e di sostegno; è stato effettuato il monitoraggio delle carriere studentesche; è stato costituito il Comitato d’indirizzo; le funzioni sono state suddivise tra le commissioni, ognuna con un responsabile: tra queste, è stata istituita la Commissione per l’Autovalutazione, composta dal Presidente del Corso di Studi, dal Vice-presidente, da un docente (dott.ssa Monica Cristina Storini) in possesso dei requisiti e del titolo di autovalutatore, per aver seguito corsi specifici, un’unità di personale tecnicoamministrativo, uno studente; tutte le attività delle commissioni e degli altri organi sono state registrate; è stato organizzato l’archivio del Corso di Studi, informatizzato e cartaceo; è stata avviata l’attività di formalizzazione delle procedure; sono stati elaborati e verificati, a cura del prof. Tullio De Mauro e della prof.ssa M. Emanuela Piemontese, i test di autovalutazione sulle competenze linguistiche, che nei primi mesi dell’a.a. 106 Parte prima 2004-05 sono stati somministrati agli studenti delle scuole superiori, e che verranno somministrati nel prossimo anno accademico agli studenti universitari. Sarà possibile avviare il monitoraggio del placement solo se saranno disponibili adeguate risorse. Sono stati preparati tre rapporti di autovalutazione, esaminati da valutatori esterni; tutte le attività del Corso di laurea sono state esaminate durante una visita del collegio di valutatori esterni nominati dalla CRUI e da un valutatore esperto di sistemi alla conclusione del triennio. Il modello CampusOne prevede un’organizzazione, verificata in tutte le sue fasi, che realizzi la struttura del Sistema Qualità; ciò è possibile soltanto se tutte le parti interessate – in primis i docenti e il personale tecnico-amministrativo (qualora sia disponibile), poi le strutture della Facoltà e dell’Ateneo, in parte gli studenti – condividono il modello, ne conoscono le procedure e collaborano alla sua realizzazione e al suo funzionamento, e se quindi le responsabilità e le funzioni sono equamente suddivise e svolte da tutte le parti interessate. Questo risultato al momento non è stato compiutamente raggiunto dal Corso di Laurea in Lettere, principalmente per la mancanza di personale tecnico-amministrativo e per la mancata collaborazione (scarsa o del tutto assente) di una parte del personale docente, in parte per il cattivo funzionamento della segreteria centrale di Ateneo, in parte per le resistenze di una quota non indifferente di studenti a utilizzare il servizio di tutorato, a collaborare al monitoraggio, fornendo i dati al manager didattico, a partecipare agli incontri. 2.1. Organizzazione del Corso di Studi Il Corso di Studi è stato organizzato secondo il modello CampusOne, in commissioni e in organi in grado di soddisfare gli obiettivi e le richieste del progetto. Le varie funzioni e competenze previste dal modello sono state assicurate dalle commissioni (1. Rapporti interni; 2. Rapporti esterni e stages; 3. Lettere 107 Autovalutazione; 4. Revisione e programmazione; 5. Orientamento e tutorato; 6. Piani di studio; 7. Tecnica, adeguamento degli strumenti alla didattica; 8. Accertamento conoscenza della lingua straniera), dalla Segreteria e dal Comitato d’indirizzo; quest’ultimo è composto da quattro docenti, dal manager didattico e da quattro rappresentanti del mondo del lavoro e delle parti sociali, partecipa alla revisione dell’organizzazione complessiva, dell’ordinamento e dell’offerta didattica, propone nuovi percorsi formativi in funzione delle richieste provenienti dal mondo del lavoro, collabora all’organizzazione degli stages. Nell’a.a. 2002-03 è stata inoltre eletta la Giunta, con funzioni di coordinamento, di revisione delle attività del Corso di Studi e di programmazione. Nell’a.a. 2003-04, in seguito alla ristrutturazione del Corso di Studi e alla riprogettazione dell’Ordinamento didattico, i docenti si sono distribuiti in gruppi di lavoro corrispondenti ai curricula, ognuno con un coordinatore. Nell’a.a. 2004-05 con un finanziamento dell’Ateneo, è stata istituita la figura del tutor didattico d’orientamento, che solo in parte ricopre le funzioni del manager didattico. 3. DOCENZA Il Corso di Studi conta nell’organico attualmente 30 docenti di ruolo: 11 professori ordinari, 2 professori fuori ruolo, 5 professori associati, 12 ricercatori; nel triennio ha perso 1 professore ordinario, ma ha acquisito 3 professori ordinari per chiara fama e 1 professore associato; prestano inoltre attività didattica 2 titolari di contratti triennali di ricerca MIUR. A fronte di aree scientifico-disciplinari ben rappresentate (Filologia e linguistica romanza, Letteratura italiana, Letteratura italiana moderna e contemporanea) o sufficientemente rappresentate (Lingua e letteratura latina), ve ne sono altre carenti di perso- 108 Parte prima nale (Lingua e letteratura greca, Glottologia e linguistica, Critica letteraria e letterature comparate, Antropologia culturale) o del tutto mancanti (Filologia classica, Storia della lingua italiana, Didattica delle lingue moderne, Filosofia del linguaggio, Geografia). Tali carenze sono state colmate con contratti e affidamenti esterni, onerosi o gratuiti, e con affidamenti interni; sono inoltre stati attivati con contratti e affidamenti esterni, onerosi o gratuiti (affidati a personalità di prestigio del mondo del lavoro, della cultura e dell’editoria), moduli didattici sperimentali, professionalizzanti oppure di discipline non impartite nella Facoltà o atti a fornire una preparazione idonea all’accesso ai Dottorati di ricerca, nonché di laboratorio. In particolare, a) per la Laurea triennale: Storia della musica, Etnomusicologia, Fondamenti antropologici dei diritti umani, Organizzazione e gestione delle imprese culturali, Formazione e gestione delle risorse umane, Comunicazione d’impresa, Organizzazione internazionale, Scrittura giornalistica, Editing e tecniche di redazione, Informatica umanistica (un modulo in progressione per ogni anno di corso), Laboratorio di scrittura controllata (3 moduli), Laboratorio di scrittura creativa, Studi di genere, Teoria della letteratura in prospettiva di genere, Storia delle scritture femminili, Teoria e tecniche della scrittura creativa; b) per la Laurea specialistica: Retorica e scrittura per i nuovi media, Linguistica computazionale, Informatica umanistica, Informatica applicata agli archivi storici); c) Altri moduli didattici introduttivi ai corsi delle Lauree triennale e di sostegno (Lingua latina: 3 moduli; Lingua greca: 2 moduli). Negli anni, con l’ampliarsi dell’offerta formativa, è cambiato il rapporto percentuale tra docenti di ruolo e docenti esterni: nell’a.a. 2001-02, i crediti erogati ammontavano al 72% per i docenti strutturati e al 28% per i docenti esterni; nell’a.a. 2002-03 ammontavano al 55% per i primi e al 45% per i secondi; nell’a.a. 2003-04 al 65% per i primi e al 35% per i secondi; nell’a.a. 2004-05, ammontavano al 64% per gli strut- Lettere 109 turati, al 4% per contrattisti MIUR e assegnisti di ricerca, al 32% per gli esterni (un calo minimo, se si considera che l’inizio dell’anno accademico ha coinciso con la fine del progetto CampusOne e quindi del finanziamento relativo). Il carico didattico, reso pesante per alcuni settori disciplinari dal servizio prestato all’intera Facoltà, non risulta sempre equamente distribuito. 4. UTENZA STUDENTESCA 4.1. Laurea triennale Le immatricolazioni alla Laurea triennale hanno seguito il seguente andamento (i dati forniti dalla segreteria sono imprecisi per difetto e sono stati integrati con il monitoraggio, ma ancora non sono del tutto completi): a.a. 2001-02 122 a.a. 2002-03 111 a.a. 2003-04 49 a.a. 2004-05 103 I passaggi da altri Corsi di laurea della Facoltà di Scienze umanistiche, o di Lettere e Filosofia sono in incremento: 11 nell’a.a. 2002-03; 23 nell’a.a. 2003-04; nell’a.a. 2004-05 fino ad oggi (aprile) ne risultano 14, di cui 5 ammessi al primo anno. Non sono disponibili i dati sui passaggi dal vecchio al nuovo ordinamento. Se si prende in esame la coorte CampusOne, ovvero gli studenti immatricolati nell’a.a. 2001-02, si rileva che il 32% circa proviene dal liceo classico, il 27% dal liceo scientifico, il restante 41% da altri istituti (a maggioranza Istituto magistrale e Istituto commerciale); gli studenti che non lavorano sono il 72%, gli studenti lavoratori il 10% (il 18% non ha risposto). Frequenta le lezioni il 95% degli studenti, non frequenta il 4% (l’1% non ha risposto). Gli abbandoni dichiarati nel corso del 110 Parte prima triennio sono stati 17 (16 rilevati nel corso o alla fine del primo anno, 1 al terzo), pari per il primo anno a poco più del 13%, per oltre l’89% da parte di studenti lavoratori, per il secondo anno allo 0%, per il terzo anno a meno dell’1%; va segnalato che non risultano abbandoni tra gli studenti immatricolati nell’a.a. 2002-03, ma la valutazione definitiva andrà fatta alla fine del triennio. Al terzo anno (a.a. 2003-04) del gruppo iniziale rimanevano 107 studenti su un totale di 124 (di cui 17 trasferiti da altro Corso di laurea o dal Vecchio Ordinamento). Risultano laureati a febbraio 2005 28 studenti (il 22,6%); è previsto che si laureino ad aprile 2005 altri 4 studenti; la percentuale complessiva dei laureati regolarmente entro il triennio ammonta al 25,8%. Anche se il monitoraggio dei laureati non è del tutto completo e di conseguenza la percentuale dei laureati probabilmente aumenterà, il risultato è comunque deludente, se si considera che al 30 giugno 2004 gli studenti che risultavano in regola o in anticipo con gli esami ammontavano complessivamente al 43%. Da due incontri dei docenti con gli studenti (giugno 2003 e febbraio 2004), sono emerse in buona parte le cause delle difficoltà incontrate dagli studenti; nonostante il numero ridotto dei partecipanti (13 studenti al primo incontro, 25 al secondo), i risultati sono attendibili, perché suffragati da due incontri degli studenti, in numero ampiamente maggiore, con i valutatori esterni; le difficoltà risultano essere: - sovrapposizione degli orari delle lezioni; - eccessiva frammentazione delle discipline (moduli da 4 CFU) e di conseguenza numero eccessivo di esami; - concentrazione degli esami in un periodo troppo breve (soprattutto per la sessione invernale); - eccessiva varietà delle discipline previste per ogni anno di corso; programmi di alcune discipline sproporzionati per eccesso ai CFU assegnati; Lettere 111 - scarsa offerta didattica per alcune discipline; - programmi degli esami di lingua straniera non calibrati sulle esigenze degli studenti di Lettere. Coincidendo tali risultati con quelli del riesame, si è provveduto a rivedere i programmi d’esame (ove necessario sono stati ridotti – ma non tutti i docenti sono risultati disponibili in tal senso) e a distribuire in maniera più equilibrata i corsi tra I e II semestre; nell’a.a. 2003-04 il Corso di Studi ha proposto l’ampliamento del numero di CFU per ogni modulo didattico da 4 a 6, e, essendo stata la proposta respinta dal Consiglio di Facoltà, ha organizzato una parte consistente dell’offerta didattica in moduli da 4+4 CFU o da 8 CFU; sono stati progettati percorsi formativi complementari nei contenuti tra varie discipline; per quanto possibile è stata ampliata l’offerta didattica per le discipline carenti. Per la scarsità di aule non è stato possibile ovviare alla sovrapposizione degli orari. Un motivo di fondo per il ritardo nelle carriere studentesche consiste nelle gravi carenze riscontrabili nella preparazione di base delle matricole, soprattutto di quelle provenienti da Istituti tecnico-commerciali, professionali, linguistici, ecc., ma condivise anche da una parte non indifferente di studenti provenienti dai licei classici e scientifici. Per colmarle, è necessario verificare le competenze minime con test d’accesso e organizzare moduli didattici di recupero e di sostegno, nonché prevedere un numero maggiore di corsi pomeridiani e serali per gli studenti lavoratori. Per ridurre il ritardo nelle carriere studentesche risulta inoltre necessario potenziare il servizio di tutorato, ancora poco utilizzato dagli studenti. Nell’anno accademico in corso si è confermato l’aumento della frequenza alle lezioni, già evidente lo scorso anno accademico, probabilmente perché il numero degli studenti in ingresso è di gran lunga superiore al numero dei laureati; questo ha comportato il sovraffollamento in molti corsi per l’inadeguata capienza delle aule ed ha anche evidenziato in alcuni casi una 112 Parte prima suddivisione disomogenea degli studenti tra i docenti della medesima disciplina. Sono stati organizzati stages per tutti gli studenti che l’hanno richiesto: 15 presso aziende esterne (4 da 4 CFU, 11 da 8 CFU), 7 presso l’Archivio del Novecento (5 da 4 CFU, 2 da 8 CFU); sono in corso 2 stages presso l’Archivio del Novecento; sono attualmente previsti 21 stages nel corso del 2005 (7 da 4 CFU, 14 da 8 CFU). 4.2. Laurea magistrale Le immatricolazioni alla Laurea magistrale hanno seguito il seguente andamento (i dati forniti dalla segreteria sono stati verificati al momento dell’ammissione al Corso e del riconoscimento dei CFU maturati, ma, per il ritardo nell’invio dei fascicoli personali degli studenti da parte della segreteria, non sono ancora del tutto completi): a.a. 2002-03 4 a.a. 2003-04 9 a.a. 2004-05 29 laureati: 2 Risultano iscritti ad anni di corso successivi: 11. Rispetto al primo anno la percentuale dei laureati ammonta al 50%. Non risultano abbandoni. Oltre all’immatricolazione per la quasi totalità dei laureati triennali in Lettere, si registra l’afflusso di laureati da altre Università (Palermo, Teramo), di laureati in possesso della laurea triennale conseguita in altri Corsi di laurea (Filosofia, Scienze della comunicazione) oppure in possesso della laurea quadriennale (in Lettere, Lingue e letterature straniere moderne, Lingue e civiltà orientali); per l’a.a. 2003-04 solo 4 provengono dalla Laurea triennale in Lettere, la maggioranza (5) da altri Corsi di laurea o da varie Lauree quadriennali; per l’a.a. in corso, su sette immatricolati ammessi (i rimanenti 22 fascicoli non sono ancora pervenuti dalla segreteria), 3 provengono dal Lettere 113 Corso di Laurea triennale in Lettere. Ciò evidenzia da una parte il fenomeno rilevante e interessante della mobilità studentesca a livello nazionale, trasversale rispetto alle classi di laurea, dall’altra il problema grave costituito dagli immatricolati con debiti formativi anche rilevanti, che prefigurano fin dall’inizio il protrarsi degli studi almeno per un terzo anno. Per colmare i debiti formativi, si è scelto finora di indirizzare gli studenti ai corsi di Laurea triennale, propedeutici ai corsi di Laurea specialistica, ma sarebbe necessario attivare corsi intensivi di recupero. Per i due primi anni accademici l’offerta formativa è stata sufficiente, la capienza delle aule adeguata, ed è stato possibile evitare la sovrapposizione degli orari; con l’aumento progressivo delle immatricolazioni, è possibile prevedere che nel prossimo anno accademico sarà necessario incrementare l’offerta formativa e si proporrà il problema delle aule (numero, capienza). È stato svolto uno stage da 8 CFU presso un’azienda esterna; si prevede un incremento nel corso del 2005. 114 Parte prima Lettere Coorte 2001-2002 Laurea triennale La situazione al 16/03/2005 Coorte 2003/2004 CampusOne Studenti III anno Campione: 44 studenti su 124 2% abbandoni 7% da 0 a 30 cfu 7% da 31 a 60 cfu 16% da 151 a 180 cfu 23% da 61 a 90 cfu 30 25 20 15 10 5 27% da 121 a 150 cfu 0 18% da 91 a 120 cfu Laureati Crediti formativi maturati al 30 giugno 2004 14 12 studenti 10 8 6 4 2 0 0-30 31-60 61-90 91-120 121-150 Crediti formativi maturati al 30 giugno 2004 151-180 abbandoni Lauree previste 115 PARTE SECONDA La sessione riapre alle ore 15.00 con i Saluti del Rettore Renato Guarini LA RIFORMA E LA LEGGE 270: VALUTAZIONI E PROSPETTIVE. CORSI DI STUDI E NUOVE TABELLE. REQUISITI MINIMI STEFANO TORTORELLA ell’anno accademico 2001-2002 la Riforma della didat- N tica universitaria, avviata dal DM 3 novembre 1999, n. 509, è entrata a pieno regime in tutte le università italiane; nell’ateneo romano della Sapienza l’inizio di tale processo coincideva di fatto con la fase di decongestionamento che vedeva gemmare dalla vecchia Facoltà di Lettere e Filosofia quattro nuove Facoltà, fra cui la nostra di Scienze Umanistiche. Ricordo, se mai ce ne fosse bisogno, le principali novità della riforma: 1) si delineava un’architettura a più livelli comprendente i Corsi di laurea triennali (180 crediti), di Laurea specialistica (300 crediti, corrispondenti ai 180 del triennio + 120 del successivo biennio), e, di seguito, i corsi di Specializzazione o di Dottorato di ricerca, cui si potevano aggiungere corsi di perfezionamento scientifico e di alta formazione, ciascuno di 60 crediti, successivi al conseguimento della laurea (Master di I livello) e della laurea specialistica (Master di II livello); 2) le tabelle ministeriali che prima della riforma imponevano corsi di laurea della durata legale di 4, o 5, o 6 anni, nominalmente identici in tutte le università venivano sostituite dalle Classi dei Corsi di studio, definite da prospetti allegati a decreti Murst e comprendenti le diverse tipologie di attività formative (di base, caratterizzanti, affini o integrative, a scelta dello studente, per la prova finale e la conoscenza della lingua straniera, e attività 120 Parte seconda volte ad acquisire ulteriori conoscenze linguistiche, abilità informatiche, tirocini, ecc.); 3) si introduceva il credito come l’unità di misura del lavoro di apprendimento richiesto ad uno studente per ogni attività formativa svolta per conseguire un titolo di studio universitario (1 CFU=25 ore di lavoro). Gli obiettivi della riforma consistevano: 1) nel rendere la durata reale degli studi corrispondente alla durata legale per la generalità degli studenti adeguatamente impegnati negli studi; 2) ridurre l’elevato tasso di abbandono, e, al contrario, aumentare la popolazione universitaria e il numero dei laureati; 3) innovare e diversificare la didattica, delineando un sistema improntato alla più ampia flessibilità; 4) consentire ai laureati di primo livello di accedere al mondo del lavoro, caratterizzando la prosecuzione degli studi di secondo e terzo livello come una scelta piuttosto che un obbligo. Al di là delle buone intenzioni il processo di attuazione della Riforma si è presentato irto di difficoltà. Cruciale sarebbe stata la disponibilità di nuove e aggiuntive risorse al fine di agevolare il cambiamento, ma è avvenuto piuttosto il contrario; non sono cambiate le strutture, le infrastrutture e i servizi. Un primo ciclo di laurea triennale si è concluso e si cominciano ad avere i primi laureati del biennio specialistico; sulla scorta dell’esperienza maturata nella nostra Facoltà, ma anche delle indicazioni che vengono dalle altre università italiane, sono possibili alcune prime valutazioni e considerazioni, che, inevitabilmente tenderanno a sovrapporre situazioni diverse. Per quanto concerne il momento anteriore all’accesso ad un Corso di laurea universitario, va osservato che un ottimo lavoro è stato portato avanti dalla Commissione di Orientamento e tutorato della Facoltà nello stringere rapporti con le scuole superiori, ma, a livello nazionale, si ha l’impressione del permanere di compartimenti stagni chiusi tra scuola secondaria – sui cui contenuti formativi ci sarebbe molto da dire – e università. I dati delle immatricolazioni e delle iscrizioni alla La riforma e la legge 270 121 Sapienza e più in generale le indicazioni che emergono dal Rapporto 2004 sullo Stato dell’università elaborato dal Comitato nazionale di valutazione del sistema universitario (Cnvsu) mostrano un aumento della domanda di formazione universitaria (nel 2003 il 76% dei maturi si è immatricolato all’indomani del conseguimento del titolo della scuola superiore); sul piano nazionale, considerando i laureati nel 2002, la quota dei laureati in corso del nuovo ordinamento raggiunge il 40,9% e il dato pare significativo anche tenendo conto che si tratta di studenti transitati dal vecchio al nuovo ordinamento. Si registra anche una flessione degli studenti definiti “immatricolati inattivi”, vale a dire gli studenti che non sostengono alcun esame nel corso dell’anno solare successivo all’immatricolazione. Sono dati, certamente parziali, che, insieme ad altri, vanno letti con cautela, ma che indicano una ricaduta positiva della Riforma. Una delle novità più significative della Riforma è costituita dall’introduzione del sistema dei crediti; nella costruzione dei corsi di laurea, ciascuna sede universitaria ha esercitato la propria fantasia nell’individuare la misura dei crediti corrispondenti ad un modulo di base; non c’è uniformità di criteri neanche per corsi attivati all’interno dello stesso ateneo. Al di là del vincolo che almeno la metà delle 25 ore di attività lavorative sia riservata allo studio individuale, non sono fissati criteri circa la suddivisione del credito tra ore di docenza e ore di studio individuale. Se esaminiamo nel nostro ateneo le quattro Facoltà derivanti dalla ex Lettere e Filosofia, rileviamo che la Facoltà di Scienze Umanistiche utilizza un modulo di base di 4 crediti e multipli (con sei ore di docenza frontale per credito), Lettere e Filosofia un modulo di 4 crediti e multipli (con otto ore di docenza per credito), Studi orientali un modulo di 4/8 crediti e di 5 per le lingue (con sei ore di docenza per credito), Filosofia un modulo di 5 crediti (con sei-sette ore di docenza per credito). Tutto ciò genera confusione e non favorisce la mobilità degli studenti. 122 Parte seconda Si ritiene giustamente che siano decisive le motivazioni per docenti e studenti ad impegnarsi in una didattica adeguata al livello di ogni corso, una didattica che si fondi su un ripensamento profondo del contenuto dei corsi. Non c’è dubbio che soprattutto per discipline vaste e complesse sia estremamente difficile, se non impossibile, condensare contenuti – anche di base –- in un modulo di 24 o 32 ore; d’altra parte è necessario operare una equilibrata riduzione dei programmi, che non significa svendere la materia, o abiurare alla serietà degli studi, come ancora troppi docenti ritengono. Occorre evitare la moltiplicazione e la frammentarietà degli insegnamenti, per quanto sia consentito dalla varietà e dalla ricchezza dell’offerta formativa che caratterizza i nostri corsi. È interesse di tutti che quanto più possibile gli studenti impegnati a pieno tempo negli studi universitari conseguano la laurea in un tempo adeguato; raggiungere il tetto dei 180 CFU in tre anni non è affatto facile. E allora compito dei Corsi di studio, e dei singoli docenti, sarebbe quello di dar vita ad una più efficiente organizzazione della propria didattica, predisponendo prove intermedie ed esoneri e ottimizzando i calendari delle lezioni. Se non si può derogare dal principio secondo cui non è lecito fissare appelli d’esame durante il periodo di tempo destinato alla didattica, è pur vero che non possiamo chiudere gli occhi e ignorare le difficoltà degli studenti; dobbiamo “inventare” soluzioni, come quella di una diversa e più articolata scansione dell’anno accademico, che permettano di individuare pause utilizzabili per aumentare le prove di verifica e in generale di recuperare tempi morti. Tra l’altro la 509 introduceva la possibilità che gli studenti potessero iscriversi o a tempo pieno (con l’impegno a conseguire 60 crediti per anno) o a tempo parziale (tra i 20 e i 40 crediti l’anno), ma il regolamento che disciplina tale possibilità – pure prevista dal Regolamento Didattico – è stato approvato dal nostro Ateneo solo di recente ed entra in vigore a partire dall’anno accademico 2005/2006. La riforma e la legge 270 123 La vera scommessa della Riforma universitaria, come anche del DM 270/04 di cui parlerò più avanti, sta nel destino dei laureati: che tipo di sbocco troveranno i nuovi laureati una volta usciti dal ciclo formativo? Se si scorre il quadro generale dell’offerta formativa delle università italiane nel sito del MIUR e ci si sofferma sui previsti ambiti occupazionali, si rileva una insufficiente chiarezza dei profili di uscita e una coerenza troppo vaga tra offerta formativa e sbocchi lavorativi attesi. C’è il problema di un rapporto organico con il mondo esterno e c’è la necessità di interagire con nuovi profili professionali definiti da Stato, Regioni, Enti Locali. Nel DM 509/99 (art. 3, comma 4) si indicava come obiettivo del corso di laurea (triennale) quello di “assicurare allo studente un’adeguata padronanza di metodi e contenuti scientifici generali, nonché l’acquisizione di specifiche conoscenze professionali”, consentendo all’interno di uno stesso corso di laurea percorsi sia formativi per il proseguimento nei corsi di laurea specialistica sia spendibili professionalmente; il nodo sta proprio qui: quale percorso è spendibile professionalmente dopo un triennio? e nell’ambito di quali Classi di laurea, visto che il tasso di professionalità può essere differente, poniamo il caso tra un Corso di Scienze filosofiche e un Corso di Scienze archeologiche? D’altra parte non mi pare che il DM 270/04 prospetti soluzioni più soddisfacenti, ma su questo aspetto ritornerò più avanti. Le lauree biennali non sembrano, allo stato attuale delle cose, fornire allo studente una adeguata e reale formazione specialistica, il che spiega in parte il paradosso di un numero di lauree attivate di primo livello quasi triplo di quello delle lauree specialistiche (dati MIUR 2003-2004); per quanto concerne i corsi di specializzazione, archeologi e storici dell’arte attendono ancora che si dia seguito alla proposta, ormai indilazionabile, di riassetto delle Scuole specialistiche nell’ambito della Tutela, Gestione e Valorizzazione del Patrimonio Culturale. 124 Parte seconda Nell’ottobre 2004 è stato pubblicato il nuovo “Regolamento sull’autonomia didattica degli atenei”, il DM 270. Nell’art. 3 sono definiti i titoli di studio: la laurea (triennale), la laurea magistrale (che sostituisce la laurea specialistica), il diploma di specializzazione e il dottorato di ricerca. Tutti i corsi triennali devono assicurare “l’acquisizione di un’adeguata padronanza di metodi e contenuti scientifici generali” (comma 3). Alcuni di questi corsi possono essere orientati “all’acquisizione di specifiche conoscenze professionali”, acquisizione “preordinata all’inserimento del laureato nel mondo del lavoro ed all’esercizio delle correlate attività professionali regolamentate”. Ne deriva che mentre nella 509 conviveva sempre il doppio binario, per così dire formativo e professionalizzante, nella 270 si distinguono percorsi unicamente formativi da percorsi insieme formativi e professionalizzanti. Se si voleva mantenere il doppio binario e offrire agli studenti, accanto a quello formativo, un percorso professionalizzante più chiaramente indirizzato al mondo del lavoro al termine del triennio, tanto valeva valorizzare al meglio quanto già previsto nella legge in vigore. Dopo varie incertezze, sono rimasti i Master come “corsi di perfezionamento scientifico e di alta formazione permanente e ricorrente” (comma 9); a questo proposito non si può non rilevare l’eccessiva proliferazione – che non riguarda certo questa Facoltà – di Master, non sempre qualificati e disciplinati solo dai regolamenti interni dei singoli atenei in assenza di una programmazione e di un quadro di riferimento nazionali. Nell’art. 5, comma 3, si osserva che i regolamenti didattici di ateneo determinano “per ciascun corso di studio la frazione dell’impegno orario complessivo che deve essere riservata allo studio personale o ad altre attività formative di tipo individuale”. Si conferma così l’assenza di regole nella distribuzione delle ore del singolo credito tra docenza e studio individuale. Nell’art. 6, comma 4, permane la grave ambiguità, per cui “per essere ammessi ad un corso di specializzazione occorre essere in pos- La riforma e la legge 270 125 sesso almeno della laurea, ovvero di altro titolo di studio conseguito all’estero, riconosciuto idoneo”; non si capisce perché per l’accesso ad un corso di specializzazione (cioè di terzo livello) si richieda il titolo di primo e non di secondo livello. L’art. 7 illustra la principale novità del DM 270: per conseguire la laurea magistrale (II livello) lo studente deve avere acquisito 120 crediti, in luogo dei 300 (180+120) previsti nella 509. L’accesso alla laurea di II livello è svincolato dal possesso di un titolo triennale di una classe determinata, il che propone il delicato problema della definizione dei requisiti di accesso. Con la 509 si presentava spesso disagevole il passaggio dal triennio di una sede universitaria al biennio di una sede diversa; in teoria lo sganciamento dalla triennale rende il sistema più flessibile e gli interscambi triennio/biennio più semplici, ma sembra pericoloso demandare la definizione dei vincoli per l’accesso alle lauree magistrali alle singole università, che potrebbero introdurre regole quanto mai diverse, ora più rigide, ora più elastiche. L’art. 9 definisce l’attivazione dei Corsi di studio “nel rispetto dei requisiti strutturali, organizzativi e di qualificazione dei docenti”, così come “determinati con decreto del Ministro”, e subordinata “all’inserimento degli stessi nella banca dati dell’offerta formativa del Ministero” (comma 2 e 3). L’art. 10 definisce obiettivi e attività formative delle classi: per i Corsi di laurea triennale i decreti ministeriali vincolano soltanto il 50% dei crediti (quindi 90 su 180) limitatamente alle attività di base e a quelle caratterizzanti; per i corsi di laurea magistrale le tabelle vincolano il 40% dei crediti (48 su 120) limitatamente agli ambiti delle attività caratterizzanti. Gli altri crediti, sia relativi alle stesse attività sia alle altre tipologie di attività, sono determinati dall’autonomia delle singole sedi. Nelle attività formative autonomamente scelte dallo studente è introdotto un vincolo che ne limita la libera scelta: tali attività devono essere coerenti con il progetto formativo (comma 5, punto a). Sembra di capire che nel caso di percorsi professionalizzanti 126 Parte seconda (art. 3, comma 5) siano previste specifiche attività formative “relative agli stages e ai tirocini formativi presso imprese, amministrazioni pubbliche, enti pubblici o privati, ecc.” (comma 5, punto e). Il comma 7, punto a, dell’art. 11 appare di non facile interpretazione; esso sembra riguardare l’organizzazione dell’attività didattica comune a Corsi di laurea (o gruppi affini di essi) afferenti alla medesima classe: tutti questi corsi devono condividere “le stesse attività formative di base e caratterizzanti comuni per un minimo di 60 crediti prima della differenziazione dei percorsi formativi prevista dall’articolo 3, comma 4”. Per fare un esempio, all’interno della Classe 13 in Scienze dei beni culturali, sono attualmente attivati due Corsi di laurea, l’uno in Scienze archeologiche, l’altro in Scienze storico-artistiche; stando alla lettera del DM 270 gli studenti iscritti ai due corsi di laurea dovrebbero avere in comune 60 crediti scelti all’interno delle attività formative di base e caratterizzanti (ad esempio all’interno degli ambiti di Lingua e letteratura italiana, o delle discipline storiche, o delle discipline relative ai beni storico-archeologici e artistici e così via, ma non necessariamente gli stessi settori scientifico-disciplinari). Non è scritto entro quale anno – non necessariamente il primo – questi crediti in comune vanno maturati, ciò che sarà definito dai regolamenti di ateneo. Si dice solo che i crediti devono essere conseguiti prima della differenziazione dei percorsi in senso professionalizzante (ma all’interno di ciascuno dei corsi afferenti alla stessa classe?). È questa la biforcazione ad Y di cui tanto – e a sproposito – si parla? Mi pare che la confusione sia sovrana e c’è da sperare che i successivi decreti ministeriali possano fare in qualche modo chiarezza su un punto tanto delicato. Presumibilmente prima della pausa estiva, o immediatamente dopo, dovrebbero uscire i decreti ministeriali con le tabelle delle nuove Classi di laurea. Per quanto riguarda le proposte del tavolo tecnico di area umanistica, coordinato da Gianni Guastella, sono state defini- La riforma e la legge 270 127 te 10 Classi di laurea triennale e 25 di laurea magistrale, con l’accorpamento delle quattro lauree biennali di storia in una unica di Scienze storiche (ex 98/S) e con il trasferimento di alcune specificità di storia antica nella classe Filologia, storia e letterature dell’antichità (ex 15/S). All’interno delle tabelle è stato usato il modulo di base di 6 crediti, che ritengo opportuno sia adottato dai Corsi di studio della nostra Facoltà. Sono state definite Classi “asteriscate” quelle Classi di laurea di pertinenza di un tavolo tecnico, ma su cui hanno espresso pareri anche altri tavoli tecnici ad esse interessati: fra queste rientra la Classe di laurea triennale 39 Scienze del Turismo di pertinenza dell’Area di Giurisprudenza, Economia e Sociologia. Salvo aggiornamenti dell’ultim’ora, sono in ritardo i lavori del tavolo che si occupa della formazione degli insegnanti: le lauree magistrali dovrebbero sostituire le scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario (Ssis). La lista delle Classi di laurea magistrale destinate ad ospitare i corsi abilitanti all’insegnamento comprende: Filologia, storia e letterature dell’antichità (ex 15/S), Filologia moderna (ex 16/S), Scienze filosofiche (ex 18/S), Scienze geografiche (ex 21/S), Lingue e letterature europee e americane (ex 42/S), Musicologia e beni musicali (ex 51/S), Scienze umane e pedagogiche (ex 86/S), Storia dell’arte (ex 95/S), Scienze storiche (ex 98/S). Concludo facendo alcune brevi considerazioni a proposito dei cosiddetti requisiti minimi, con cui si intendono i requisiti relativi alle quantità e alle caratteristiche delle dotazioni che devono essere disponibili per la durata normale dei Corsi di studio da attivare. Alle 3 Banche Dati MIUR/CINECA è stata aggiunta quest’anno una quarta Banca Dati denominata PreOFF, relativa alla procedura di verifica del possesso dei requisiti minimi. In questa Banca Dati le Università devono provvedere ad inserire i Corsi di studio che si propongono di attivare nell’a.a. 2005-06, con le informazioni rilevanti ai fini della verifica: le modalità di svolgimento della didattica, i settori scienti- 128 Parte seconda fico-disciplinari, l’utenza sostenibile intesa come il numero di studenti del primo anno al quale le Università possono garantire le dotazioni indispensabili ai fini dello svolgimento adeguato delle attività formative per la durata normale degli studi. Il numero minimo di docenti di ruolo per i Corsi di laurea triennale corrisponde a 9 docenti per il primo corso della Classe e 7 per i Corsi successivi al primo. Il numero minimo per i Corsi di laurea magistrale corrisponde a 6 per il primo Corso della classe e 4 per i Corsi successivi. Le numerosità massime teoriche di studenti per i Corsi di laurea triennale vanno da 75 a 300 a seconda del gruppo cui la classe appartiene (la maggior parte dei corsi della Facoltà di Scienze Umanistiche prevede un massimo di 230 studenti, 300 per Arti e Scienze dello Spettacolo); per i Corsi di laurea magistrale vanno da 60 a 120 a seconda del gruppo cui la Classe appartiene (la maggior parte dei nostri Corsi prevede un massimo tra i 100 e i 120 studenti). L’insieme dei docenti della Facoltà per ciascun Corso di studio deve essere in grado di assicurare la copertura dei settori scientifico-disciplinari da attivare relativi alle attività formative di base e caratterizzanti, in percentuale almeno pari al 40% per i Corsi di laurea e 50% per i Corsi di laurea magistrale. Tutti questi criteri e parametri sono definiti nell’allegato 1 al DM n. 15/2005. CERTIFICAZIONE DEI CORSI DI STUDI E STRUMENTAZIONE NECESSARIA. TEST D’INGRESSO COME AUTOVALUTAZIONE DEGLI STUDENTI CLELIA FALLETTI 1. LA “VALUTAZIONE” NEL CONTESTO EUROPEO E NAZIONALE In ambito europeo, la valutazione della qualità dell’istruzione superiore è prassi ormai consolidata da anni. Risale al 24 settembre 1998 una R a c c o m a n d a z i o n e d e l C o n s i g l i o dell’Unione Europea, in cui si invitano gli Stati membri a cooperare in materia di garanzia della qualità dell’istruzione superiore e a sostenere, ed eventualmente, istituire “sistemi trasparenti di valutazione della qualità”. L’obiettivo è di garantire la qualità dell’istruzione superiore nell’Unione Europea. Il mezzo è l’introduzione di sistemi di valutazione della qualità. La garanzia di qualità (quality assurance) è necessaria, in un‘Europa dai confini che tendono ad allargarsi sempre di più, per il riconoscimento delle qualifiche accademiche e professionali a livello comunitario e per assicurare l’occupabilità all’interno della Comunità e la sua competitività a livello mondiale. Il convegno di Bologna del giugno 1999 ha prodotto la Dichiarazione congiunta dei Ministri Europei dell’istruzione superiore, che prevede, tra gli obiettivi da conseguire entro il primo decennio del 2000, la definizione di metodologie comparabili, grazie proprio alla cooperazione europea, nella valutazione della qualità. 130 Parte seconda L’incontro di Salamanca del marzo 2001 tra più di 300 istituzioni europee di istruzione superiore ha posto la qualità “come pietra angolare dello spazio europeo dell’istruzione superiore e quale condizione basilare per l’affidabilità, l’effettiva validità dei titoli, la mobilità, la compatibilità e l’attrattiva nell’area europea dell’istruzione superiore”. A Praga nel maggio 2001, i Ministri europei dell’istruzione superiore, riunitisi per esaminare l’avanzamento del processo avviato a Bologna e definire orientamenti e priorità per gli anni successivi, hanno redatto un Documento dei Ministri europei in cui si riconosce il ruolo vitale dei sistemi di garanzia della qualità per assicurare alti standard di qualità e per facilitare la compatibilità delle qualifiche in tutta Europa. E, tra le altre cose, i Ministri dei paesi europei hanno spronato le università ad attrezzarsi per la predisposizione e la mutua accettazione di “meccanismi di valutazione e di accreditamento/certificazione”. L’EUA (Associazione delle Università Europee) ribadisce l’importanza della qualità e della certificazione della qualità. La qualità, secondo l’EUA, dipende “da una gestione universitaria basata sui principi dell’efficacia, della produttività scientifica e accademica e della competitività”. La qualità inizia garantendo standard minimi, si allarga alla capacità di miglioramento e include una dimensione competitiva a livello nazionale e internazionale. Oggi quasi tutti i paesi europei si sono dotati di agenzie nazionali di valutazione, che hanno il compito di introdurre e sperimentare procedure di valutazione a livello nazionale nel settore dell’istruzione superiore. In quasi tutti i paesi l’iniziativa è stata presa a livello governativo e le agenzie nazionali operano, in modo indipendente, sotto la direzione di un consiglio (board) composto da rappresentanti del mondo accademico e del mondo del lavoro. In altri casi l’agenzia è istituita presso la Conferenza dei Rettori del paese. Certificazione dei Corsi di studi 131 La metodologia di valutazione prevede due fasi: 1. autovalutazione effettuata dalla stessa organizzazione che si vuole valutare, e che produce un documento (RAV: Rapporto di AutoValutazione); 2. valutazione esterna effettuata da un gruppo di valutazione costituito da esperti esterni, che produce un documento finale (RV: Rapporto di Valutazione). 1.1. L’esperienza italiana Nasce quindi la necessità per i Corsi di Studi italiani di adottare procedure di valutazione. Finora, nel nostro paese, le uniche esperienze di valutazione della qualità dei Corsi di Studi sembrano essere 1. l’esperienza Campus, 2. l’esperienza S.I.N.A.I., 3. e la proposta del Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario (CNVSU) per l’“Accreditamento dei CdS”. 1.1.1. L’esperienza Campus L’esperienza Campus/CRUI è del 1995-2000; ha interessato 32 università, 94 corsi di diploma universitario, 5000 studenti. I diplomi universitari che hanno avuto accesso ai fondi del progetto hanno dovuto rispondere a una serie di requisiti innovativi, tra i quali l’obbligo di avviare un processo di autovalutazione e poi di valutazione esterna, a fronte di un modello di gestione della qualità. Il modello adottato da Campus utilizzava come requisiti di base le prescrizioni dell’ISO 2001 (ISO sta per International Organization for Standardization, ed è una federazione mondiale) sia per una garanzia di certificazione che come stimolo e aiuto per una migliore organizzazione della gestione del diploma tramite l’adozione di alcuni principi, come il principio della 132 Parte seconda - pianificazione - sistematicità - verifica e correzione, con l’obiettivo di contribuire, a regime, ad una maggiore efficacia dell’azione di formazione. 1.1.2. L’esperienza S.I.N.A.I. L’esperienza S.I.N.A.I. (Sistema Nazionale di Accreditamento dei CdS in Ingegneria) è frutto di un progetto di ricerca finanziato dal CNVSU: “Sperimentazione di un Modello di valutazione dei Corsi di Studio in Ingegneria ai fini dell’accreditamento”. Si tratta di una sperimentazione condotta dalla Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Ingegneria tra il 1999 e il 2000 su 9 corsi di diplomi universitari. È una valutazione dei Corsi di Studi basata sulla valutazione della didattica e dell’organizzazione, integrate in un’unica procedura. Questi i punti fondamentali considerati nella valutazione: • specificare obiettivi di apprendimento che abbiano valore (cioè validi per quella professione); • fornire agli studenti i mezzi per raggiungere gli obiettivi di apprendimento; • disporre di un’organizzazione credibile e di procedure gestionali e metodi di valutazione appropriati (e questo vuol dire che il Corso di Studi deve adottare un sistema di gestione per tenere sotto controllo i propri processi, con particolare riferimento ai risultati). Gli aspetti-chiave che debbono essere valutati e che caratterizzano il modello sono cinque: 1. obiettivi 2. sistema organizzativo 3. risorse Certificazione dei Corsi di studi 133 4. processi 5. risultati. Ciascun aspetto-chiave si articola, a sua volta, in elementi che permettono di descrivere la capacità di un Corso di Studi di raggiungere gli obiettivi e che vengono valutati singolarmente: se valutati positivamente nel loro complesso, gli elementi portano a una valutazione positiva del relativo aspetto-chiave. Anche il S.I.N.A.I. si basa sulla doppia procedura di Autovalutazione interna + Valutazione esterna, su tutti e cinque gli aspetti chiave. 1.1.3. La proposta CNVSU E infine c’è la proposta CNVSU di accreditamento. Nel dicembre 2000 il CNVSU ha nominato un gruppo di lavoro su “Accreditamento dei CdS”, incaricato di definire opportunità, procedure e metodologie generali per l’accreditamento dei Corsi di Studi alla luce di quanto stabilito dal DM 509/99. Il rapporto finale del gruppo (luglio 2001) propone un modello informativo per l’avvio di un sistema di accreditamento; è un modello che si presenta con le qualità di essere ridotto all’essenziale, di essere adattabile all’esistente (cioè alle esigenze dei Nuclei di valutazione), di essere flessibile e quindi aperto a successive integrazioni. Il modello informativo individua i seguenti cinque aspetti per la descrizione dei Corsi di Studi: 1. requisiti 2. programma 3. risorse e servizi 4. osservazione, analisi e miglioramento 5. organizzazione. 134 Parte seconda 2. COMPITI E RESPONSABILITÀ DERIVANTI DALL’AUTONOMIA DEGLI ATENEI E DALLA RIFORMA - E STRUMENTI PER GESTIRLI 2.1. Nuove responsabilità Con la Riforma dell’università, e ancor prima con l’Autonomia dell’università, è aumentato ed è diventato più complesso il carico delle responsabilità degli atenei nei confronti della società, del mondo del lavoro nell’ambito dell’istruzione superiore e della formazione. Basti citare alcuni brani da un documento del novembre 2002 sulla Riforma dei Corsi di studio universitari (Fonte: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - Guida all’università e alle professioni, Roma, novembre 2002, a cura di IUAV università degli studi e CIMEA della fondazione CRUI). Vi si parla del fatto che la nuova architettura del sistema degli ordinamenti didattici universitari consente agli atenei, in regime di completa autonomia, di progettare in proprio i corsi di studio; del fatto che la Riforma vuole portare l’università italiana verso il modello europeo delineato dagli accordi della Sorbonne e di Bologna; e che tali accordi “si propongono di costruire, entro il primo decennio del 2000, uno spazio europeo dell’istruzione superiore, articolato essenzialmente su due cicli o livelli principali di studio, finalizzato a realizzare la mobilità internazionale degli studenti e la libera circolazione dei professionisti ed a favorire il riconoscimento internazionale dei titoli di studio”. Cita la legge 370/99 che imposta nuove procedure e criteri per la programmazione e la valutazione del sistema universitario. Infine il documento parla della “nuova responsabilità” che oggi l’università ha “sulla carriera e sulla preparazione dei suoi studenti, fino a quando gli stessi non conseguano il titolo finale. Le università dovranno farsi carico che le competenze acquisite dallo studente non vengano superate e rese obsolete da un eccessivo prolungarsi della carriera di studente. La responsabi- Certificazione dei Corsi di studi 135 lità e le conseguenze che ciò genera non sono, quindi, più soltanto a carico dello studente ma coinvolgono anche l’ateneo, cui viene indicata una corresponsabilità nei confronti della società e del mondo del lavoro, che accolgono i suoi laureati”. Ed esplicita i risultati attesi: “Una volta completate tutte le fasi della riforma, questi sono i risultati che ci si attende: • riduzione dei drop-out; • superamento/riduzione dei fuori corso; • abbassamento dell’età media dei laureati; • aumento del numero dei cittadini con titolo di studio universitario; • miglioramento delle condizioni di employability; • pari opportunità in ambito europeo”. Orientamento, innovazioni didattiche, tutorato, diritto allo studio, diplomi professionalizzanti, iniziative di scambio comunitarie: questi sono alcuni fra i compiti nuovi per i quali università e docenti si debbono attrezzare. 2.2. Nuovi strumenti In questo panorama, l’adozione di modelli di autovalutazione e di valutazione esterna per monitorare e migliorare la propria offerta didattica e per ottenere l’accreditamento è uno strumento che sta diventando ormai urgente, anche se irto di difficoltà. In aiuto potrebbe venire l’adozione della nuova figura introdotta già dall’università di Roma “La Sapienza” con la riforma dell’architettura degli studi, e cioè il Manager didattico per gestire e coordinare i servizi formativi, accentrare attività precedentemente svolte da più soggetti e prendere in mano attività precedentemente non svolte, come le procedure di autovalutazione e valutazione esterna. Dall’esperienza già maturata in questi anni, le attività che i manager didattici svolgono prevalentemente sono attività di: 136 Parte seconda - potenziamento e sperimentazione delle nuove modalità organizzative a supporto del processo formativo; - interfaccia con enti esterni (enti territoriali e parti sociali); - supporto alle attività di promozione e informazione; - coordinamento delle attività di stage; - monitoraggio della qualità dell’offerta didattica e dei servizi formativi; - supporto agli studenti; - organizzazione logistica dei corsi. Un altro strumento può essere il test d’ingresso come autovalutazione degli studenti. Una proposta, sappiamo, largamente impopolare, e uno strumento che ha un costo – ma su cui occorre discutere. Se non altro perché è previsto dall’art. 6 del DM 509/99 (Regolamento per l’autonomia didattica degli Atenei) ed è ribadito nell’art. 6 della 270 (di Modifica al Regolamento). Il test d’ingresso di autovalutazione potrebbe essere un formidabile alleato per la programmazione e anche per calibrare gli obiettivi e i risultati dei Corsi di Studi (rendendoci così soggetti attivi nella valutazione di qualità dei CdS), se fosse impiegato per conoscere con precisione il target dei nostri corsi, le nuove leve annuali di studenti, la loro formazione in ingresso, e se ci attrezzassimo per fornire dei pacchetti di moduli propedeutici (quelli che all’estero chiamano foundation courses) per colmare eventuali lacune in settori disciplinari sui quali le scuole di provenienza non preparano a sufficienza. Contribuiremmo così in parte alla riduzione del fenomeno del drop out e faremmo salvo, in modo concreto e non sulla carta e a parole, il diritto allo studio e alla scelta della professione da parte dello studente. ORIENTAMENTO E TUTORATO LUCIANA CASSANELLI La crescente complessità del mercato del lavoro, la conseguente moltiplicazione e frammentazione dei percorsi formativi e i rilevanti cambiamenti introdotti dalle recenti riforme che riguardano l’istruzione universitaria rendono le attività di orientamento un nodo sempre più strategico perché i percorsi formativi individuali da un lato, ed il sistema-formazione, dall’altro, raggiungano pienamente i propri obiettivi. (M. Morcellini, L’orientamento nella società della comunicazione, 2003) 1. ORIENTAMENTO E DISSEMINAZIONE Dall’a.a. 2000-2001 è stata nominata una Commissione di Facoltà di nove membri incaricata di promuovere le attività di orientamento e tutorato indicate dalla legge 509, coordinata dal delegato del Preside. 1.1. Orientamento interno ed esterno Primo compito importante della Commissione è stato quello della preparazione di materiale informativo sulla nascita di quattro nuove Facoltà derivate dal decongestionamento dell’antica Facoltà di Lettere e Filosofia. Compiti della Commissione sono stati e sono quelli di interfaccia tra i rispettivi Corsi di laurea e la Facoltà (presidenza e S0rT) su tutti i temi e le 138 Parte seconda attività di orientamento. La Commissione ha lavorato in contatto costante con la segreteria didattica organizzativa di Facoltà e in base agli indirizzi proposti dalla Commissione centrale di Ateneo e dal Servizio Orientamento. Per brevità e chiarezza si distingue tra Orientamento interno e esterno: Orientamento interno: in collegamento con le commissioni orientamento dei Corsi di Studi, operanti nei mesi di settembre-ottobre per fornire soprattutto alle matricole informazioni sulla riforma del 3+2, sui Corsi di laurea e sulle tabelle, sui crediti, etc. Orientamento esterno: rivolto sia alle scuole che a singole istituzioni che chiedono notizie sui Corsi e sulle proposte didattiche della Facoltà. Si organizza in due modi e tempi diversi. La Commissione fin dal suo insediamento ha preparato l’elenco aggiornato degli Istituti di istruzione secondaria superiore, con gli indirizzi e i professori referenti dell’orientamento, essenziale tramite di collegamento con le scuole stesse. Durante tutto l’anno sono richiesti dalle scuole interventi nella loro sede sia a carattere propriamente informativo (quanti e quali Corsi, quale differenza tra le Facoltà separate, i crediti e la Riforma) sia a carattere disciplinare (un incontro sulla professione dell’archeologo, dello storico dell’arte, oppure una lezione su un tema scelto in accordo con il professore di scuola, oppure un piccolo ciclo di lezioni su temi innovativi o poco presenti nella scuola, come indicati più avanti). Il programma delle Conferenze Sinopoli è stato inviato alle scuole e negli ultimi incontri erano presenti alcuni professori e studenti dei licei romani. Sono state organizzate anche visite alle Biblioteche e ai Musei della Facoltà, richieste da alcune scuole. Ma incontri informativi sono stati avanzati anche a livello di municipi o di grandi istituzioni private di formazione. Ci sono richieste anche da ambiti regionali e anche da fuori regione! Orientamento e tutorato 139 La Commissione ha partecipato attivamente alla manifestazione “Porte aperte alla Sapienza”, organizzata dagli uffici rettorali. Tutte queste attività hanno comportato la preparazione di materiali cartacei e multimediali: dai semplici pieghevoli e manifesti e locandine, all’aggiornamento del fascicolo stampato a cura dell’ufficio rettorale (aggiornato ogni anno per i Corsi nuovi o rinnovati, per le lauree biennali, per i Master, ecc.) agli avvisi e lettere per gli incontri, programmi di lezioni, comunicati stampa etc. Finora poco efficace, il sito web di Facoltà sta ora rapidamente migliorando. Nel Regolamento riguardante l’autonomia didattica degli atenei (DM 509/99) si specifica che nelle Facoltà ogni Corso di laurea “deve assicurare allo studente una adeguata padronanza di metodi e contenuti scientifici generali” necessari per raggiungere gli obiettivi formativi. Al fine di evitare l’alto numero di ritardi o abbandoni è opportuno sia orientare meglio gli studenti in entrata, e in realtà ancora a scuola, sia chiarire da subito agli studenti appena entrati quali siano le loro carenze da colmare per poter affrontare gli studi con profitto e reciproca soddisfazione. 1.2. “Saperi Umanistici” di orientamento nelle scuole superiori La Facoltà ha in corso da settembre 2004 il Progetto Saperi Umanistici di orientamento degli studenti delle ultime classi delle scuole superiori (in ottemperanza di quanto deciso dal Senato Accademico del 22 aprile 2004). Il progetto ha iniziato a sviluppare un proficuo rapporto di collaborazione con un congruo numero di scuole superiori allo scopo di verificare degli obiettivi comuni, rispetto al nodo cruciale delle competenze e dei saperi minimi. I test a cui sottoporre gli studenti degli ultimi anni delle superiori naturalmente tengono conto dei livelli più avanzati di elaborazione raggiunti dalla ricerca specifica. 140 Parte seconda Gli obiettivi primari sono: 1) arrivare ad una cooperazione con le scuole superiori che aiuti i giovani a scegliere la Facoltà a seconda delle proprie attitudini e anche ad adeguare la propria preparazione al tipo di scelta effettuata, auspicabilmente prima dell’accesso, ma talora anche successivamente; 2) costituire sulla stessa base un set di test orientativi di accesso, relativi ai Corsi di Studi, per consentire agli studenti, nello spirito della legge, di vagliare le competenze raggiunte; 3) collaborare all’organizzazione nelle stesse scuole di corsi tesi a recuperare i debiti formativi e mettere nelle condizioni di accedere ai corsi universitari. Sono stati svolti o sono ancora in corso i seguenti progetti, articolati in una serie di incontri (se ne prevedono al massimo 4-5) con le classi o con gruppi di studenti interessati, da tenersi presso le Scuole, riguardanti il mondo islamico (prof. Biancamaria Scarcia Amoretti), le tematiche del mito (prof. A. Maria Gloria Capomacchia), la società greca (prof. Paola Lombardi), la società romana (prof. Silvia Orlandi); oltre a seminari su documenti, manoscritti, libri (prof. Emma Condello con altri docenti dell’area), sull’arte contemporanea (prof. Carla Subrizi) e sul mestiere dell’archeologo (prof. Paolo Matthiae). Inoltre sono stati proposti e attivati corsi di aggiornamento sulla Letteratura italiana contemporanea e un corso di formazione su Teoria e tecniche di scrittura controllata per insegnanti (a cura della prof. Francesca Bernardini). Grazie all’Azione d’Ateneo del Progetto Campus One per la certificazione delle abilità linguistiche, sono stati somministrati agli studenti di alcune scuole superiori test di valutazione sulle competenze minime di lingua italiana e sulla comprensione di testi, per poter intervenire tempestivamente con opportune misure atte a colmare eventuali debiti formativi (proff. Tullio De Mauro ed Emanuela Piemontese). Orientamento e tutorato 141 2. PROGETTO “TUTORATO D’ORIENTAMENTO” 2.1. Premessa Il tutorato è stato istituito dalla legge di Riforma, ma l’attuazione nei primi anni è stata parziale e confusa con gli altri momenti d'incontro tra docente e studente svolto in particolari orari di ricevimento dedicati alla revisione dei programmi d’esame, alle indicazioni bibliografiche e ad altri aspetti della didattica. Il tutorato invece prevede un'assistenza personalizzata ad ogni studente dall’ingresso all’Università fino al primo contatto con il mondo del lavoro (placement); si deve porre attenzione a quella serie di difficoltà che lo studente può incontrare nel suo curriculum, che vanno dal restare indietro nella preparazione degli esami fino a perdere alcune sessioni, rischiando così di andare ad ingrossare le file dei fuori corso e/o infine di abbandonare l’Università. 2.2. Funzioni e competenze del tutor d’orientamento La Facoltà di Scienze Umanistiche ha avviato da settembre un progetto sperimentale triennale di Tutorato d’Orientamento, in ottemperanza di quanto deciso dal Senato Accademico del 22 aprile 2004. L’obiettivo principale è quello di ridurre gli eventuali disagi degli studenti all’inizio del percorso formativo, perché la maggior parte delle difficoltà si incontrano proprio durante il primo anno di università; soprattutto si tende ad evitare che le matricole si sentano lasciate a loro stesse davanti alle difficoltà, che possono essere di tipo burocratico-organizzativo, di socializzazione orizzontale (tra studenti), e di socializzazione verticale (tra studente e docente) e di apprendimento nell’impatto con la realtà dello studio universitario. La prima fase del progetto ha previsto il monitoraggio delle carriere degli studenti dal primo anno di corso delle lauree triennali, da operare su tutti i Corsi di laurea in modo da rac- 142 Parte seconda cogliere dati indispensabili per verificare e tenere sotto controllo l’andamento del nuovo sistema universitario: numero di immatricolati, numero di crediti formativi maturati rispetto alla percentuale prevista per il primo anno, eventuali situazioni di difficoltà, numero degli abbandoni. Dopo la raccolta e l’elaborazione dei dati raccolti in un data-base, il progetto si propone di mettere a punto delle azioni di sostegno e chiarificazione relative al processo di apprendimento, di gestione della frequenza e di organizzazione complessiva della didattica. Per tutti i passaggi relativi alla preparazione dei questionari distribuiti agli studenti, alla loro somministrazione e all'elaborazione finale, è richiesta la consulenza e la collaborazione di esperti, quali i colleghi della stessa Sapienza, presenti nel Corso di Studi in Scienze della Formazione. Ribadito che i tutor disciplinari o tutor didattici sono i docenti delle discipline, per questa continua verifica del percorso degli studenti si è ritenuta indispensabile la presenza, accanto ai docenti, di tutor che, secondo le formule della peer education e dell’orientamento a cascata, sono stati individuati tra gli studenti senior (laureati o laureandi dei corsi triennali/biennali; laureati o laureandi dei corsi quadriennali, dottorati o dottorandi; con competenze informatiche, preferibilmente con esperienza di attività di orientamento già svolto presso lo sportello SOrT di Facoltà o presso le strutture di un Corso di Studi). I tutor, in totale nove, sono stati assegnati a tutti i Corsi di Studi triennali: 1 o 2 a seconda del numero degli immatricolati, con le seguenti funzioni: - aiutare la matricola ad orientarsi nella nuova struttura dando tutte le informazioni relative alle strutture e funzioni dello studente; - aiutarla nell’organizzazione del percorso di studio, con un contributo di riflessione critica sui tempi di studio e successione degli esami; Orientamento e tutorato 143 - proporsi come riferimento costante durante il primo anno di vita universitaria per individuare le difficoltà eventuali; - monitorare l’approccio e l’inserimento universitario. Per armonizzare il lavoro e scambiare le esperienze è stato organizzato un gruppo di lavoro composto dai delegati dei presidenti dei Corsi di Studi: i proff. Clelia Falletti, Gloria Capomacchia, Francesco Dante, Arianna Punzi, Vanda Perretta, Stefano Tortorella, coordinati dalla prof. Luciana Cassanelli e per gli aspetti tecnico-organizzativi, dal dott. Roberto Sesena. I tutor, dopo un incontro di consulenza con il prof. Lucisano, hanno preparato un questionario per la raccolta dei dati degli studenti immatricolati (per ovviare ai gravi ritardi dei dati ufficiali inviati delle Segreterie studenti solo a fine febbraio). Il censimento delle matricole è ovviamente il primo atto indispensabile per l’avvio del monitoraggio. Ogni tutor è contattabile dagli studenti in orari e sedi stabilite presso i Corsi di Studi e attraverso un indirizzo email. Le domande più frequenti sono state relative alle informazioni sulle aule, sugli orari delle lezioni, sui vari servizi offerti dall’Università, sulle scelte delle discipline da frequentare e su eventuali problemi amministrativi. Tutte le matricole hanno difficoltà a distinguere tra le strutture: Facoltà, Corso di Studi e curriculum, Dipartimento e ad orientarsi nella ricerca delle aule distribuite tra i Dipartimenti. Quasi tutti i tutor hanno affiancato all’attività prevista dal progetto tutorato d’Orientamento un’attività svolta per il Corso di Studi, in particolare per l’aggiornamento e l’elaborazione dei dati richiesti dalla relazione sui primi tre anni della Riforma che i Presidenti dei Corsi di Studi hanno presentato stamani nella Conferenza di Facoltà. La fase prossima del progetto prevede il completamento del censimento del primo semestre con la registrazione degli esami sostenuti e la verifica di eventuali difficoltà delle matricole che non hanno maturato crediti, per individuare quali siano i punti 144 Parte seconda di criticità sia nella struttura organizzativa del Corso che nella loro formazione di ingresso. E-LEARNING PER UNA FACOLTÀ DI SCIENZE UMANISTICHE FERRUCCIO MAROTTI 3. LAVORI IN CORSO E PROPOSTE PER L’AA. 2005-2006 1. È in corso di preparazione un materiale multimediale di presentazione della Facoltà di Scienze Umanistiche (a carico dell’Ufficio Studenti di Ateneo). 2. Il sito web di Facoltà deve essere prontamente e costantemente aggiornato come importante strumento di informazione; deve avere link dei Dipartimenti e dei Corsi di Studi; è urgente completare l’informazione con i medaglioni dei docenti tutti, le indicazioni delle strutture di ricerca e di didattica (biblioteche, musei, laboratori), le offerte di borse di studio, di borse per l’estero, le pubblicazioni a cura della Facoltà e quant’altro dimostri la ricchezza e varietà dell’offerta scientifica e didattica della Facoltà. 3. I testi delle guide dei Corsi di studio dovrebbero essere redatti con uno stile meno burocratico, semplificando le tabelle con le indicazioni delle discipline e dei crediti, anche con l’aiuto dei tutor. 4. Il servizio dei tutor dei Corsi di Studi va confermato per il prossimo anno e completato aggiungendo un tutor per il nuovo Corso di Studi in Scienze del turismo. 5. Il rapporto con le scuole deve essere ottimizzato e soprattutto anticipato con programmi di incontri tra ottobre e novembre. primi, interessanti esperimenti di quel che oggi si chiama I e-learning hanno avuto luogo negli anni Settanta nelle università americane, soprattutto in area di studi tecnico scientifici, ma non solo: si trattava, all’epoca, di un complesso di strumenti basati sulla televisione via cavo, un home-decoder, computer e telefono. All’epoca ero nel Comitato Ricerche Tecnologiche del CNR e fui incaricato di sperimentarlo, in collegamento con la rete di università americane, presso l’Istituto di Elettronica dell’Università di Bologna, insieme con il progetto di rete bibliografica delle università statunitensi OCLC (Ohaio Columbus Library Connection), sperimentato presso il Laboratorio di Studi sulla Documentazione del CNR, entrambi con notevole successo. Ma il mancato sviluppo della Cable TV in Italia non ha permesso di diffondere questa tecnologia presso di noi. Nel 1980 l’allora Rettore Ruberti, per dare impulso a due aree ancora poco sviluppate nella nostra università, volle costituire due Centri interfacoltà, il CATTID – Centro per le Applicazioni della Televisione all’Insegnamento a Distanza – e il CTA – Centro Teatro Ateneo. Maria Amata Garito ed io dirigemmo dall’inizio rispettivamente il CATTID e il CTA, suddividendoci il compito di sviluppare in parallelo i software 146 Parte seconda per l’insegnamento a distanza e l’hardware per uno studio televisivo universitario digitale. Il progetto – che si collegava anche con quello di una Audiovisual Encyclopedia of Performing Arts della State University di New York – prevedeva all’inizio, da parte del Centro Teatro Ateneo, un’ampia raccolta di materiali documentari nel campo dello spettacolo, per realizzare un “numero zero” di e-learning digitale, in collaborazione con la RAI. Erano gli anni dell’inizio, per l’Italia, della rivoluzione digitale, rivoluzione che nel giro di due decenni ha trasformato totalmente l’industria elettronica, con la creazione dei cosiddetti new media (televisione digitale, telefonini digitali e cinema digitale, oltre che computer molto più potenti, veloci ed economici), e sta trasformando profondamente la nostra vita e il nostro modo di comunicare, in maniera analoga a quanto fece quasi sei secoli or sono Gutenberg con l’invenzione della stampa: un passaggio epocale di cui forse non siamo ancora pienamente coscienti. Per quanto riguarda la nostra università, il passaggio della Garito dal CATTID al Consorzio Nettuno (altra istituzione fortemente voluta da Ruberti) e il blocco di attività imposto dal Rettore Tecce al CTA hanno purtroppo fatto perdere alla “Sapienza” un iniziale primato di ricerche nel campo dell’elearning in area umanistica. Successivamente il CATTID infatti ha sviluppato programmi di e-learning per alcuni insegnamenti di carattere scientifico-tecnico della Facoltà di Scienze della Comunicazione, ma non ha più interagito con il CTA nella ricerca di un possibile sviluppo specifico dell’e-learning in area umanistica. Lo e-learning praticato su larga scala dal Consorzio Nettuno (che comprende ormai molte università italiane), attualmente su due canali satellitari digitali, si rivolge infatti con efficacia all’area scientifica, ma riporta gli stessi criteri didattici di presentazione anche nell’area umanistica, senza E-learning per una facoltà di Scienze umanistiche 147 una specifica ricerca di adeguamento del mezzo all’oggetto di insegnamento. La lezione viene somministrata da un docente, seduto o in piedi davanti alla telecamera, che si avvale di un computer per la presentazione di tabelle riassuntive, di calcoli, di grafici o di immagini statiche. Il tutto come in una presa diretta, senza soluzioni di continuità, senza “montaggio”. Viceversa, per noi che ci occupiamo di spettacolo, è noto fin dai tempi di Ejzenstein che un opportuno montaggio in jump cut di immagini diverse e di suoni complementari eccita fortemente i meccanismi psichici dell’attenzione di chi guarda: ogni teoria di montaggio cinematografico, ogni teoria di ripresa di un evento, in ultima analisi, non è altro che un tentativo di tradurre in termini tecnologici e di simulare i meccanismi psicomentali dell’attenzione individuale. Un interessante tentativo in questa direzione di insegnamento audiovisivo di singoli momenti della Storia dell’arte, che ha precorso i tempi ma purtroppo non ha avuto alcun seguito, è stato fatto da Carlo Ludovico Ragghianti in collaborazione con la Olivetti, con i “Critofilm d’arte”. Un’analoga ricerca di utilizzazione dell’audiovisivo cinetico come strumento didattico interattivo, invece della riproduzione pura e semplice della lezione cattedratica, fu fatto negli anni ’80 al CTA in collaborazione con l’ETI (Ente Teatrale Italiano) con una serie di tre video sugli elementi strutturali del teatro, in forma di “concept film”, secondo la definizione di Gregory Bateson e Margareth Mead, sperimentandolo poi ampiamente nelle scuole superiori e nelle università di molte città italiane, senza però poter giungere alla diffusione interattiva via etere, causa un cambiamento di gestione dell’ETI. In qualche modo entrambe le esperienze mostrano come la mancata autonomia gestionale, il doversi comunque appoggiare ad organismi esterni per ragioni economiche, porti inevitabilmente ad interrrompere esperimenti innovativi di notevole portata concettuale. 148 Parte seconda Lo sviluppo delle tecnologie digitali in area umanistica, a parer mio può essere oggi utilizzato in modo ancor più innovativo e interessante, con un più ampio uso dei supporti audiovisivi cinetici, della grafica bidimensionale e tridimensionale cinetica, dei set virtuali e delle cosidette realtà virtuali realizzate al computer, oltre che – nei casi in cui ciò sia utile – delle immagini dei documeni storici. Esempi significativi, didatticamente molto efficaci, sono stati realizzati da almeno un decennio in Francia e in Inghilterra, ad esempio in area egittologica e storica, utilizzando softwares tridimensionali cinetici, di cui Piero Angela, nei suoi programmi di divulgazione scientifica e storica, fa oggi ampio uso. Nel momento in cui finalmente in Italia si stanno realizzando le cosiddette “autostrade elettroniche”, cioè le reti di trasmissione in banda larga, che permettono di trasferire a distanza via computer immagini cinetiche, una Facoltà di Scienze Umanistiche in un’Università “La Sapienza” che vuole recuperare il proprio primato intellettuale e gestionale – e che è oppressa peraltro da un’organica mancanza di spazi per la didattica – dovrebbe nuovamente investire in una ricerca su una tipologia di insegnamento che si avvalga dei computer (che ormai tutti gli studenti hanno e utilizzano massicciamente per i videogiochi) come strumento di elaborazione e di trasmissione biunivoca di un sapere umanistico che non può non confrontarsi con la grande rivoluzione digitale dei nostri giorni. INTERNAZIONALIZZAZIONE E CENSIMENTO DEGLI ACCORDI INTERNAZIONALI DI ATENEO ESISTENTI VIRGINIA VERRIENTI 1. CENSIMENTO DEGLI ACCORDI INTERNAZIONALI 1.1. ACCORDI CULTURALI DI F ACOLTÀ ( RI P. IX – RELAZIONI I N - TERNAZIONALI) * Sono Accordi di collaborazione culturale e scientifica in settori specifici selezionati nell’ambito del bando 2003. Si tenga presente che alcuni di questi accordi abbracciano anche la Facoltà gemella, in quanto stipulati prima della divisione. Area 10: Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storicoartistiche Sette accordi fra l’Università di Roma “La Sapienza” e: 1. Universidade Federal do Rio de Janeiro – BRASILE Responsabile scientifico: prof. Silvano Peloso 2. Università Statale di Campinas – BRASILE Responsabile scientifico: prof. Ettore Finazzi-Agrò 3. Università La Habana – CUBA (Ricerca sul concetto di “contaminazione” e di “frontiera” nei diversi ambiti culturali) Responsabile scientifico: prof. Rosalba C. Campra 4. Convenzione École Française de Rome (area 10/11, conferma 2004) Responsabile scientifico: prof. Silvio Panciera 5. Humboldt Universität zu Berlin – GERMANIA (Immagini 150 Parte seconda della “Heimat” e della “Fremde” nell’Europa delle Regioni) Responsabile scientifico: prof. Paolo Chiarini 6. Pontificia Università di Lima – PERÙ Responsabile scientifico: prof. Gilberto Mazzoleni 7. Eötvös Lorand Budapest – UNGHERIA Responsabile scientifico: prof. Peter Sàrközy 1.2. ACCORDI CULTURALI. DIPARTIMENTI (2003) Area 10: Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storicoartistiche Dodici Accordi distribuiti tra Studi Romanzi (7); Scienze storiche, archeologiche, antropologiche dell’antichità (1); Anglistica (1); ex Germanistica (1); Centro Interuniversitario di Studi Ungheresi (2). I 12 accordi sono con i seguenti paesi: - Brasile 3: Studi Romanzi: E. Finazzi-Agrò, S. Peloso, E. Finazzi-Agrò - Francia 1: Scienze storiche, archeologiche, antropologiche dell’antichità: M. Barbanera - Germania 1 (Düsseldorf): Istituto di Lingue Germaniche: M. Ponzi - Kyrgistan 1: Centro Interuniversitario di Studi Ungheresi: A. Biagini - Polonia 1: Centro Interuniversitario di Studi Ungheresi: A. Biagini - Portogallo 1 (Lisboa): Studi Romanzi: S. Peloso - Romania 3 (Alba Julia; Bucuresti; Cluj-Napoca): Studi Romanzi: L. Valmarin - USA 1 (Kentucky): Anglistica: A. Portelli Area 11: Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche Quattro Accordi con il Centro Interuniversitario di Studi Ungheresi: Internazionalizzazione 151 - Bulgaria 1: A. Biagini - Polonia 2 (Jagellonian Un. Cracovia; Rzeszov): A. Biagini - Ungheria 1 (Szeged) 1.3. R ETI T EMATICHE S OCRATES ( RI P. IX – RELAZIONI I NTERNAZIONALI) 2004/2005 Dati non pervenuti alla data della Conferenza di Facoltà. 2003 ACUME Cultural Memory in European Countries Coordinatore: Università di Bologna Contact: Vita Fortunati CLIOHNET Studi storici. Opera a vari livelli: studenti, insegnanti, professori universitari. Coordinatore: Università di Pisa Contact: Ann K. Isaacs ATHENA II (finanz. CE dal 1998): Women’s and gender studies in Europe, esteso anche a partner non accademici, centri di documentazione come il Centro di Documentazione delle Donne ed equivalenti in Europa, con attenzione anche a paesi non europei. Coordinatore: Università di Utrecht Contact: Rosi Braidotti Responsabile scientifico di Ateneo: Maria Serena Sapegno 2002 Una filosofia per l’Europa. Nord e Sud, Oriente e Occidente Coordinatore: Università di Urbino Contact: Giuseppe Giliberti 152 Parte seconda 1.4. E RASMUS M UNDUS ( RI P. IX – RELAZIONI I NTERNAZIONALI) 1. Corsi post-lauream Erasmus-Mundus - Attivazione di corsi congiunti di II livello, con curriculum integrato e rilascio di un titolo congiunto doppio o multiplo, riconosciuto da tutti i paesi partecipanti; aperti a studenti laureati europei (senza borsa) e provenienti da Paesi Terzi che riceveranno invece una borsa dal consorzio. - I corsi devono essere attivati da istituzioni di istruzione superiore di almeno 3 differenti stati dell’UE o EEAEFTA (Islanda, Lichtenstein, Norvegia). - I consorzi selezionati riceveranno un contributo dall’UE per 5 anni. 2. Borse di studio 3. Partnership I corsi selezionati dall’Azione 1 hanno la possibilità di creare partnership con istituzioni di paesi terzi. In questo caso è prevista la mobilità di studenti e docenti europei. 4. Attrattività e visibilità Il I bando (2005/2006), già chiuso, non registra la partecipazione della “Sapienza”. Il II bando (2006/2007) ha scadenza il 31 maggio 2005. Giornata informativa nel mese di aprile. http://www.uniroma1.it/internazionale/europa/prog/erasmusmundus.htm 1.5. P ROGETTI S PECIALI 2003/04 Quattro progetti, di cui i due di seguito elencati sono di Scienze Umanistiche, ma coordinati da altre Università: - PROG Erasmus Curriculum Development: Masters in Performer’s Studies Coordinatore: Università di Malta Docente partner: prof. C. Falletti Internazionalizzazione 153 - IP Intensive Programme: Schlüsselwörter Mitteleuropas Coordinatore: Università di Dresda Docente partner: prof. V. Perretta 2004/05 6 Progetti (4 IP; 2 MOD: moduli europei) 1 coordinato dalla Sapienza (Facoltà di Scienze Statistiche); nessuno di Scienze Umanistiche. 2005/2006 2 Progetti (IP) Nessuno coordinato dalla Sapienza; nessuno della Facoltà di Scienze Umanistiche. Dal 2003/2004 al 2005/2006 l’Ateneo ha ottenuto finanziamenti CE per 12 progetti, così distribuiti: - Architettura Quaroni: 2; Valle Giulia 1 - Ingegneria: 3 - Scienze Umanistiche: 2 - Filosofia, Giurisprudenza, Medicina, Scienze Statistiche: 1 a testa. 2. I NTERNAZIONALIZZAZIONE 2.1. Il decreto e le note ministeriali: linee-guida; cofinanziamento; scadenze; valutazione dei progetti L’art. 23 del DM 5 agosto 2004, n. 262, relativo alla Programmazione Triennale 2004-2006, si inserisce a pieno nella linea di sviluppo delle politiche culturali del MIUR, tese negli ultimi anni a rafforzare la dimensione europea delle Università, nello spirito della dichiarazione di Bologna e del Consiglio Europeo di Lisbona e con l’obiettivo di giungere alla costruzione di “uno spazio europeo dell’istruzione superiore”. 154 Parte seconda L’articolo indica le linee guida per le azioni atte a promuovere la internazionalizzazione delle Università e l’ammontare degli interventi destinati allo scopo nel triennio 2004-2006, pari a complessivi 15 milioni di Euro in regime di cofinanziamento e fino al 50% dei costi ammissibili. a) Tipologie di progetti. Sono ammesse al cofinanziamento tre tipologie di progetti: A. La progettazione e la realizzazione congiunte, su basi di reciprocità, di Corsi di studio (di cui all’art. 3 del DM n. 509 del 1999), previa stipulazione di accordi o convenzioni che prevedano la mobilità di docenti e studenti di istituzioni universitarie di almeno un altro paese. B. Iniziative finalizzate, in collaborazione con Università di altri paesi, all’istituzione, in tali paesi, di Corsi di studio o strutture didattiche atte a valorizzare i modelli formativi delle università italiane. C. Iniziative finalizzate alla realizzazione di programmi congiunti di ricerca che prevedano la mobilità di docenti, ricercatori, dottorandi e assegnisti di ricerca, italiani e stranieri. Quest’ultima tipologia rappresenta una novità in termini di progetti finanziabili, finalizzata a “dare un ulteriore sostegno alla mobilità dei ricercatori e del personale coinvolto nella ricerca”. Viene infatti ribadito che i contributi concessi dal Ministero saranno preordinati alla copertura di spese riguardanti prevalentemente la mobilità del personale coinvolto, mentre per le tipologie A e B le spese che non riguardano la mobilità del personale coinvolto non possono superare il 15% dei costi ammissibili. b) Il cofinanziamento è destinato ai progetti che prevedano la cooperazione con Università di paesi di aree geografiche di interesse strategico, ed è suddiviso in parti uguali tra: Internazionalizzazione 155 - area dell’Unione Europea: contributo complessivo 7,5 milioni di euro, di cui 2,5 per la cooperazione italo-tedesca e 2,5 per la cooperazione italo-francese; - area mediterranea (2 mil.), U.S.A.(2 mil.), America Latina (1,5) area balcanica (1), Cina, India, Giappone (1), per un totale di 7,5 milioni di euro. Per ognuna delle tipologie A, B, C, è indicato il tetto massimo di cofinanziamento previsto. c) Tempi e scadenze, selezione da parte degli Atenei. Le proposte devono essere formulate e redatte utilizzando i moduli disponibili sul sito web del Ministero a partire dal 15 dicembre e con chiusura del sistema alle ore 14 del 28 febbraio 2005. Entro la stessa data deve essere presentata alla Ripartizione IX–Relazioni Internazionali/Rapporti con la CE la documentazione richiesta (si veda il sito del MIUR). Ogni Ateneo selezionerà non più di 12 progetti da proporre al MIUR (dei quali non più di 8 di tipo A) entro il 29 aprile 2005. d) Valutazione. La valutazione dei progetti viene effettuata da un “Comitato tecnico-scientifico” composto “da esperti, anche esterni all’Amministrazione” costituito con decreto ministeriale. A tal fine il MIUR ha chiesto ai Rettori e ai Direttori degli Istituti di istruzione superiore di segnalare entro il 30 gennaio 2005, per il triennio 2004-2006, i nominativi di 5 esperti tra i professori ordinari e associati con esperienza nell’ambito della cooperazione internazionale. La valutazione dei progetti che prevedono la cooperazione con Università francesi e tedesche sarà affidata, rispettivamente, al Consiglio Scientifico dell’Università ItaloFrancese e al Consiglio Direttivo dell’Università Italo-Tedesca. Oltre i criteri di valutazione indicati dalla nota ministeriale 1872 del 16 dicembre 2005 – utilizzo di strumenti di traspa- 156 Parte seconda renza (ECTS; DS); modalità di rilascio del titolo; qualità del processo formativo; caratterizzazione interdisciplinare dei progetti – avrà “rilevante considerazione l’entità della quota di cofinanziamento da parte dell’Ateneo” (comprendente contributi di partners, U.E., Regioni, ecc.), se superiore al 50% (nota ministeriale n. 1790 del 1° dicembre 2004). L’Ateneo dovrà infatti dichiarare, per i progetti selezionati, l’impegno al cofinanziamento. Saranno prioritariamente valutati (comma 5 del DM 5/8/2005, n. 262) i progetti che prevedano a) interventi finanziari per borse di studio a supporto della mobilità degli studenti e per lo scambio di docenti, ricercatori, personale tecnico e amministrativo; b) un sistema di valutazione dei risultati del progetto; e i progetti che coinvolgano una rete di Atenei italiani. 2.2 Alcune considerazioni sulla internazionalizzazione e su alcuni programmi Appare evidente da quanto su esposto in base al decreto e alle successive note ministeriali l’importanza della prima selezione delle proposte inoltrate, selezione che spetta ai singoli Atenei. Da questa prima valutazione dipenderà anche l’entità delle quote di cofinanziamento da parte dell’Ateneo che, se superiori al 50%, costituirà titolo di preferenza presso i valutatori del MIUR. È evidente anche il ruolo degli esperti di cui i rettori devono esprimere i nominativi. Tenuto conto di questi aspetti sembrerebbe opportuno – come proposto dal preside Antonelli e vista la delicatezza degli equilibri politici tra le diverse componenti e facoltà del nostro Ateneo – che un organo ad hoc, costituito da rappresentanti delle diverse aree scientifiche, affiancasse il lavoro delle Relazioni Internazionali – cui già competono, tra gli altri incarichi, gli Accordi Culturali, il Programma Erasmus Mundus e le Reti Tematiche Socrates – o Internazionalizzazione 157 addirittura assumesse in toto la selezione dei progetti ed esprimesse i nominativi dei 5 esperti con ruolo di valutatori presso il MIUR. A un siffatto organo potrebbe essere inoltre affidato il compito di elaborare un progetto di Ateneo per la internazionalizzazione della “Sapienza” per il triennio 2007-2009, nel quale le iniziative di singoli docenti promotori dovrebbero andare a confluire secondo precisi obiettivi strategici rispondenti alla politica culturale dell’Ateneo. Solo in questo modo, secondo il parere del preside Antonelli, si potrebbe arrivare a quel “piano organico e di lungo periodo” che è invece necessario per mantenere il ruolo internazionale della “Sapienza”. Un po’ diverso è invece il discorso che riguarda l’altro canale attraverso il quale passa l’ampliamento degli orizzonti culturali delle Università e cioè il Programma Erasmus-Socrates (borse di scambio studenti e docenti, programmi speciali ecc.) In primo luogo l’obiettivo è ovviamente quello più limitato della “europeizzazione”, limitato quindi ai confini sia pure sempre più ampi dell’Europa; in secondo luogo l’orientamento e le scelte dei singoli Atenei devono rispettare le direttive e gli intenti dell’UE: così per esempio un peso sempre maggiore viene dato negli ultimi anni ai paesi dell’Est europeo. Anche nell’ambito di questo programma si sente l’esigenza di un piano più ampio che razionalizzi secondo strategie o linee-guida la mobilità di studenti, docenti, l’iniziativa progettuale didattica e di ricerca, senza ignorare gli orientamenti delle Facoltà gemelle. Da un lato, con l’introduzione delle lauree triennali la mobilità degli studenti sembra essere diventata più problematica, mentre dall’altro lato c’è stato negli ultimi anni – anche a causa della divisione dell’ex Facoltà di Lettere – un moltiplicarsi e sovrapporsi di flussi di studenti che penalizza gli scambi di più vecchia data e non consente di utilizzare tutte le borse richieste. Vorrei infine con l’occasione ricordare i cambiamenti avvenuti nel Socrates da un anno a questa parte: a) la sostituzione 158 Parte seconda del Contratto Istituzionale con la Carta Universitaria Erasmus (che consente alle istituzioni di candidarsi per le diverse azioni del Programma); b) la decentralizzazione di alcune attività presso le varie Agenzie Nazionali. All’Agenzia Nazionale dobbiamo rendere conto della utilizzazione delle borse di mobilità. Per un monitoraggio delle attività che consenta di evitare sprechi inutili, sarebbe necessario il rispetto delle scadenze di presentazione delle candidature, riportate di seguito: 1° marzo: con l’inizio della II fase del Programma Erasmus, vanno inoltrate entro il 1° marzo le candidature per i Progetti speciali, gestiti contrattualmente dalla CE: IP, PROG, MOD, DISS e TN; 1° novembre: entro il 1° novembre le candidature per le altre attività centralizzate gestite dalla CE: ECTS Label e DS Label. È richiesta comunicazione al Settore Programmi Internazionali (Ripartizione IV Studenti) entro il 30 settembre. 30 ottobre: entro il 30 ottobre vanno consegnati al Settore Programmi Internazionali gli accordi bilaterali Erasmus/Socrates relativi alle borse per la mobilità studentesca e dei docenti (SM e TS), controfirmati dai partner (rinnovo di accordi annuali, o pluriennali). L’ufficio li trasmetterà alla Agenzia Nazionale entro il 1° marzo, insieme alle candidature per le altre attività Erasmus decentrate: organizzazione della mobilità di docenti e studenti (OM), e introduzione dell’ECTS. Occorre tenere presente che nel caso di accordi pluriennali non scaduti il Settore richiede comunque una nota di rinnovo da parte del docente romano promotore o responsabile, prima di inserirli nel bando. I bandi del programma Erasmus/Socrates escono nei mesi di marzo, maggio e settembre. Nei primi due si deve tenere Internazionalizzazione 159 conto dell’area disciplinare per cui è stato stipulato l’accordo. Il terzo bando è aperto a studenti di tutte le facoltà dell’Ateneo. Il non rispetto dell’area disciplinare e insufficienti competenze linguistiche hanno creato negli ultimi anni non pochi problemi agli studenti stessi, che talvolta si sono visti rifiutati dall’Università partner. Si ricorda pertanto che gli studenti che non sono iscritti a lingue possono eventualmente far valutare le proprie conoscenze linguistiche dai docenti Erasmus in occasione dei bandi e, se valutati carenti, possono frequentare i corsi intensivi gratuiti di lingue straniere organizzati nel mese di settembre a Villa Mirafiori. STRUTTURE ORGANIZZATIVE PER LA DIDATTICA DELLA FACOLTÀ DI SCIENZE UMANISTICHE Preside: Prof. Roberto Antonelli Vicepreside: Prof. Stefano Tortorella Segreteria di presidenza: sig.ra Rosalba Pecorella, sig. Antonio Montefusco, dott.ssa Simona Beltrami, sig.ra Tiziana Perugia. Segreteria tecnico-didattica e orientamento studenti: dott. Giovanni Casaburo, responsabile della Segreteria tecnico-didattica; sig.ra Nadia Rettura; dott. Roberto Sesena, responsabile sportello S.Or.T. (Servizio Orientamento e Tutorato); sig.ra Maria Dragoni, RAEF Socrates/Erasmus. L’OFFERTA DIDATTICA Le Lauree di primo livello La Facoltà ha attivato otto (nove per l’a.a. 2005/2006) Corsi di laurea di primo livello, che prevedono un corso di studi di tre anni, durante il quale gli studenti acquisiscono 180 crediti formativi equamente distribuiti. I Corsi di laurea, a loro volta, sono divisi in più curricula: all’ambito di competenza proprio di ciascun curriculum, corrisponde un ventaglio di capacità professionali che vengono acquisite nel Corso di studi di primo livello e una serie di sbocchi professionali sul mercato del lavoro che rispondono in modo concreto alle competenze acquisite e certificate dal titolo ottenuto alla fine del Corso di studi. I Corsi di laurea di primo livello sono i seguenti: • ARTI E SCIENZE DELLO SPETTACOLO (classe 23). Curricula: Teatro e arti performative; Cinema; Arti e tecniche dello spettacolo digitale; Cultura e tecnologia della moda e del costume (che sarà attivo dal prossimo a.a.). 162 Facoltà di Scienze umanistiche • LETTERE (classe 5). Curricula: Lettere classiche; Filologia e letterature romanza; Letteratura, lingua e filologia italiana; Letterature e culture dell’Italia contemporanea; Letteratura, scrittura, editoria e giornalismo; Letteratura, arti e musica; Antropologia culturale. • LINGUE E LETTERATURE MODERNE (classe 11). Curricula: Lingue e letterature; Lingua e traduzione; Letterature comparate. • MEDIAZIONE LINGUISTICO-CULTURALE (classe 3). • SCIENZE ARCHEOLOGICHE (classe 13). Curricula: Preistorico; Orientale; Classico; Medievale; Archeologia della città e del territorio. • SCIENZE DEL TURISMO (classe 39): sarà attivo dal prossimo a.a. • SCIENZE STORICHE (classe 38). Curricula: Antico; Medievale; Moderno e contemporaneo; Storico-religioso; Storico etno-antropologico. • SCIENZE STORICO-ARTISTICHE (classe 13). Curricula: Medievale; Moderno e contemporaneo; Storia e valorizzazione del museo e del territorio; Curatore di eventi artistici e culturali. • SCIENZE SOCIALI PER LA COOPERAZIONE, LO SVILUPPO E LE RELAZIONI FRA I POPOLI (classe 35; interfacoltà con la Facoltà di Scienze della Comunicazione. Questa Laurea di primo livello è ad accesso programmato e accoglie 150 studenti per Facoltà). Curricula: Storico; Sociologico-economico. Per il corso di laurea in Arti e scienze dello spettacolo è previsto un test d’accesso pre-iscrizione, senza sbarramento; per tutti gli altri corsi è previsto un test di orientamento post-iscrizione. Le Lauree specialistiche La Facoltà di Scienze Umanistiche ha attivato undici Corsi di laurea specialistica, che si consegue dopo un corso di studi di due anni successivo alla Laurea di primo livello, durante il quale si acquisiscono altri 120 crediti, equamente ripartiti. I Corsi di laurea Specialistica sono i seguenti: • Archeologia (classe 2S). Curricula: Archeologia preistorica; Archeologia orientale; Archeologia classica; Archeologia medievale; Archeologia delle città e del territorio. • Saperi e tecniche dello spettacolo teatrale, cinematografico, digitale (classe 73S). Curricula: Teatro e arti performative; Cinema; Arti e tecniche dello spettacolo digitale. • Società, cultura e storia del Mondo Antico (classe 93S). • Storia dell’arte (classe 95S). Curricula: Storia dell’arte medievale; Storia dell’arte moderna; Storia dell’arte contemporanea; Conservazione e valorizzazione del museo e del territorio; Curatore di arte contemporanea. • Storia delle civiltà e culture dell’età Moderna e Contemporanea (classe 98S). Curricula: Formazione scientifica e per la didattica della storia; Archivi, biblioteche, musei storico-etno-antropologici. Strutture organizzative per la didattica 163 • Storia delle civiltà e delle culture del Medioevo (classe 97S). • Studi letterari e linguistici (classe 42S). Curricula: Studi letterari e linguistici dell’Europa e delle Americhe; Studi storici e letterari dell’Europa centroorientale e del Sud-Est europeo. • Studi storico-religiosi (classe 72S). Curricula: Cristianistica; Storia delle religioni. • Testo, linguaggi e letteratura (classe 16S). Curricula: Linguistica; Filologia, linguistica e letteratura greca e latina; Filologia, linguistica e letterature romanze; Filologia, linguistica e letteratura italiana medievale e moderna; Filologia, linguistica e letteratura italiana contemporanea; Scienze del testo e dei linguaggi; Teoria e critica letteraria; Informatica umanistica. • Innovazione e sviluppo (classe 88S; interfacoltà con la Facoltà di Scienze della Comunicazione). Le Lauree secondo il Vecchio Ordinamento In conformità a quanto previsto dal D.M. 3/11/1999, n. 509 e successivi Decreti Attuativi e la delibera del Senato Accademico dell’Università di Roma “La Sapienza” dell’8/6/2001, la Facoltà di Scienze Umanistiche rilascia il diploma di Laurea quadriennale agli studenti che, all’entrata in vigore dei nuovi ordinamenti, erano già iscritti a un corso di Laurea di vecchio ordinamento della durata quadriennale, e che potranno perciò completare gli studi in base alle regole con cui hanno iniziato il loro Corso di laurea. In particolare, per gli studenti che conservano il vecchio ordinamento è stato concordemente stabilito 1) che essi possano continuare a sostenere esami in ciascuna delle quattro Facoltà derivanti dalla suddivisione secondo lo Statuto della antica Facoltà (esclusi, quindi, quelli di nuova istituzione), senza che questi esami vengano considerati fuori Facoltà; 2) che ciascuna delle quattro Facoltà derivanti dalla suddivisione dell’antica Facoltà di Lettere e Filosofia possa rilasciare la Laurea relativa a tutti i Corsi di Laurea presenti nella disattivata predetta Facoltà. I Corsi di laurea che conducono alle lauree nel Vecchio Ordinamento sono cinque: 1) Lettere 2) Lingue e letterature straniere 3) Filosofia 4) Geografia 5) Lingue e civiltà orientali Gli studenti dei cinque Corsi di Laurea possono a) seguire il piano di studi previsto dallo Statuto della Facoltà, approvato nel 1938; b) seguire uno dei piani previsti da ciascun Corso di laurea in seguito alla liberalizzazione del 1969; c) seguire un piano individuale. 164 Facoltà di Scienze umanistiche Stages e tirocini Numerose convenzioni vengono annualmente stipulate dalla Facoltà con aziende ed enti selezionati che abbiano una individuata affinità con il percorso di studi degli studenti, consentendo loro di svolgere attività formative nel mondo del lavoro al fine di completare il proprio curriculum di studi. Programmi internazionali Socrates/Erasmus La possibilità di studiare all’estero per brevi periodi presso le Università europee viene garantita agli studenti viene offerta ai programmi internazionali Socrates/Erasmus. La Facoltà cura la formazione linguistica degli studenti Erasmus in partenza e in arrivo organizzando corsi di lingua italiana e corsi di lingua straniera (francese, tedesco, portoghese e spagnolo). Formazione post-lauream: master, corsi di alta specializzazione Master di I livello. Il Master Gianmaria Volontè. Le tecniche dell’attore, dal teatro al cinema allo spettacolo Digitale. Nasce dalla collaborazione del Centro Teatro Ateneo e del Dipartimento di Arti e Scienze dello Spettacolo con la Casa del Cinema del Comune di Roma. Ha lo scopo di formare i giovani nel campo della recitazione, servendosi delle tecniche che si fondano sul lavoro di K. Stanislavskij, di L. Strasberg, di B. Brecht e di J. Grotowski, e sulle recenti scoperte delle scienze comportamentali, unendo così il retaggio europeo con gli strumenti e le tecniche sviluppate nel teatro e sopra tutto nel cinema americano negli ultimi cinquant'anni. Master di II livello. Il Master in Curatore di arte contemporanea. Nasce dall’esigenza di formare una figura specifica del curatore nell’ambito della Storia dell’Arte Contemporanea, le cui funzioni nell’ambito del sistema artistico-culturale ed espositivo sono sempre più richieste e necessarie. Il Master si propone come profilo di alta formazione nel settore della curatela critica e come proseguimento formativo complementare e specialistico successivo alle lauree triennali, specialistiche e ai diplomi di Specializzazione in Storia dell’Arte. Corso di Alta Formazione in Traduzione. La traduzione come mediazione interculturale due è attivato allo scopo di formare e approfondire le competenze linguistiche finalizzate alla traduzione in lingua italiana di testi attinenti al patrimonio culturale europeo ed extraeuropeo con particolare riferimento ai lessici specialistici giuridico-economici, legati all’esercizio della figura di mediatore culturale. Strutture organizzative per la didattica 165 Scuole di Specializzazione: Storia dell’arte Archeologia Dottorati di ricerca. Presso i vari Dipartimenti afferenti in tutto o in parte alla Facoltà di Scienze Umanistiche sono attivi diversi Dottorati di ricerca della durata di tre anni ai quali si accede tramite concorso nazionale. ORGANIZZAZIONE DIDATTICA DELLA FACOLTÀ L’attività didattica dei Corsi di Studi è organizzata in moduli didattici aventi come base comune il credito (Credito Formativo Universitario: CFU), che è l’unità di misura quantitativa del lavoro di apprendimento richiesto per l’acquisizione di conoscenze e abilità nelle attività formative previste dagli ordinamenti didattici. A un credito corrispondono 25 ore di lavoro dello studente tra didattica e studio individuale per un ammontare annuo medio di 1500 ore corrispondenti a 60 crediti. I crediti si acquisiscono con il superamento dell’esame, o di altra forma di verifica del profitto: esami e verifiche si attuano con prove d'esame che si svolgono, di norma, al termine di ogni modulo didattico (o somma di moduli omogenei) e/o nelle classiche sessioni d’esame di febbraio, giugno, settembre; la loro valutazione qualitativa è espressa con una votazione in trentesimi. I crediti si distribuiscono in sei tipologie di attività formative: a) di base b) caratterizzanti c) affini o integrative d) a scelta dello studente e) relative alla prova finale e alla conoscenza della lingua straniera f) altre (ulteriori conoscenze linguistiche, abilità informatiche e relazionali, tirocini, etc.) Per conseguire una Laurea di primo livello occorre maturare 180 crediti ripartiti nei tre anni. Per conseguire la Laurea specialistica occorre aver maturato 300 crediti: ciò vuol dire che, se lo studente è già in possesso di 180 crediti integralmente riconosciuti all’atto di immatricolazione nella Laurea specialistica, dovrà maturarne nella Specialistica 120, equamente ripartiti in due anni: è per questo motivo che esiste una coerente continuità fra i curricula proposti per la Laurea di primo livello e quella specialistica. Ove lo studente volesse nella Specialistica optare per un curriculum o una Laurea diversi da quelli seguiti nella Laurea di primo livello, potrà avere un debito formativo, in aggiunta ai 120 suddetti, che avrà modo di soddisfare durante il corso biennale. 166 Facoltà di Scienze umanistiche Attività di orientamento e tutorato a) Tutorato di orientamento Per ogni corso di studio è istituito un servizio di tutorato di orientamento per l’accoglienza e il sostegno degli studenti immatricolati al primo anno dei Corsi di laurea di primo livello. Il compito dei tutor d’orientamento prosegue negli anni successivi al primo con il monitoraggio della carriera dei singoli studenti iscritti, al fine di mettere la Facoltà e i Corsi di Studi in grado di conoscere e quindi di attivare strumenti per prevenire la dispersione e il ritardo negli studi. b) Tutorato didattico Il tutorato didattico viene svolto dai professori e dai ricercatori afferenti al Corso di Studi. I compiti del tutor didattico sono di fornire agli studenti un’informazione generale che consenta loro di orientarsi sull’organizzazione dei Corsi di studi, sugli insegnamenti impartiti, sulle biblioteche e gli altri servizi a disposizione; assisterli nella formulazione di piani di studio, qualora non siano istituite delle commisioni apposite; fornire loro consigli sui metodi di studio e sul modo di integrare la preparazione di base acquisita nel corso della scuola secondaria; fornire loro indicazioni bibliografiche e assisterli nell’uso degli strumenti di studio; analizzare le difficoltà incontrate dagli studenti nel processo di apprendimento e prospettarle al Consiglio del Corso di Studi, in vista delle iniziative didattiche che questo riterrà di dover assumere. Strutture organizzative per la didattica 167 I DOCENTI DELLA FACOLTÀ Professori Ordinari AMADASI Maria Giulia ANTONELLI Roberto BARTOLONI Gilda BERNARDINI Francesca BIAGINI Antonello BOITANI Pietro BORDINI Silvia CADEI Antonio CAMPRA Rosalba CANETTIERI Paolo CARANDINI Andrea CARANDINI Silvia CAZZELLA Alberto CECCHELLI Margherita Maria CERRÓN PUGA Maria Luisa CHIARINI Paolo CIERI VIA Claudia COLAIACOMO Claudio COLAIACOMO Paola COLAJANNI Antonino COLOMBO Rosa Maria COLONNA Giovanni CONDELLO Emma DALAI EMILIANI Maria Luisa EQUINI SCHNEIDER Eugenia FAIOLA Simonetta FINAZZI AGRÒ Ettore FRASCHETTI Augusto FUSINI Nadia GAMBELLI Delia GEBERT Lucyna GIARDINA Andrea GODMAN Peter GORNI Guglielmo GREGORI Gian Luca GUI Francesco INGLESE Giorgio LA ROCCA Eugenio LIVERANI Mario LOBERA SERRANO Francisco LUX Simonetta MARINELLI Luigi MARITI Luciano MAROTTI Ferruccio MATTHIAE Paolo MAZZOLENI Gilberto MERCURI Roberto PANELLA Clementina PARISE Nicola PELOSO Silvano PERRETTA Vanda PICOZZI Maria Grazia PITOCCO Francesco PONZI Mauro PORTELLI Alessandro RIGHETTI Marina ROMANELLI Raffaele ROSSI Luigi Enrico ROSSI PINELLI Orietta (Vittoria) RUBINO Gianfranco SCAIOLA Anna Maria SCARCIA AMORETTI Biancamaria SCHIESARO Alessandro SERRA BORNETO Carlo VALMARIN Luisa VIOLATO Gabriella VON PRELLWITZ Norbert ZANCAN Marina 168 Facoltà di Scienze umanistiche Strutture organizzative per la didattica Professori Fuori Ruolo ASOR ROSA Alberto DE MAURO Tullio GATTO Ludovico PANCIERA Silvio PERONI Renato PISAPIA Biancamaria SECCHI Giovanna Maria SCOLES Emma Professori Associati ACCARDO Lucia ARZENI Flavia BAGLIONE Maria Paola BARBANERA Marcello BARICH Barbara BEEBE TARANTELLI Carole BIANCHINI Simonetta BIGA Maria Giovanna BILARDELLO Vincenzo BULLA Guido CALDIRON Vittorio CAPEZZONE Leonardo COMBI Maria Domenica CUCCHIARELLI Andrea CURZI Valter D’ACHILLE Anna Maria FALLETTI Clelia FENELLI Maria FRANGIPANE Marcella FUMAGALLI Maddalena GALATERIA Daria GIULIANI Rita MACCHIONI Silvana MANFREDINI Alessandra MARIANI Giorgio MARIOTTI Flavia MARTINEZ DE CARNERO CALZADA Fernando NETTO SALOMÃO Sonia NIGRO Lorenzo PANI Giancarlo PIEMONTESE Maria Emanuela PUNZI Arianna RUBEO Ugo SAPEGNO Maria Serena SARACINO Maria Antonietta SÁRKÖZY Péter SEVERINO Gabriella TOLOMEO CASTELLI Rita TORTORELLA Stefano TRUSSO Giuseppina Francesca VERRIENTI Maria Virginia VILLARI Francesco WARDLE Mary Louise ZAMBIANCHI Claudio ZUCCARO Rosalba Ricercatori ANCIDEI Giuliana ANDREUSSI Maddalena ANSELMINO Lucilla BARBIERI Aroldo BERTI Silvia BEVILACQUA Gabriella BIANCHI Luca Maria BONETTI Maria Rita CAJANI Luigi CANCELLIERI Margherita CAPOMACCHIA Anna M. Gloria CASINI Maria CASSANELLI Luciana CIANCARELLI Roberto CIATTINI Alessandra CICCARELLO DI BLASE Maria Grazia COCCI Alfredo CONATI BARBARO Cecilia CURSI Marco D’ALESSIO Maria Teresa DANTE Francesco DESIDERI Giovannella DI LERNIA Savino DRAGO Luciana DURANTI Riccardo FANARA Giulia FARIELLO Angelamaria FITZGERALD Joan FORNI Giovanna Maria GABRIELI Carla GALATERIA Mascia Marinella GANGEMI Maria Luisa GIGLI Elisabetta GIRALDI Anna Maria GUIZZI Francesco ILLUMINATI Anna JAIA Alessandro Maria KOESTERS GENSINI Sabine E. LANDOLFI MANFELLOTTO Annalisa LARICCIA Stefano LA ROCCA Adolfo LOMBARDI Paola LUPACCIOLU Marina MAIRA Salvatore MARCANTONIO Angela MARINONE Mariangela MASTROPASQUA Aldo MICHETTI Laura Maria MICOCCI Claudia MINUNNO Gabriella MONACO Emanuela MONDELLO Elisabetta MORANDI Alessandro MORI Fiorella MOSCOLONI Maurizio ORLANDI Silvia OTTAI Antonella PALADINI Angela Maria PATERNOSTRO Rocco PIERRO Elena PISI Paola PISTILLI Pio Francesco POLLASTRI Alessandra QUARENGHI Paola ROMANO Franca SAGUÌ SERAFIN Lucia SANTANO MORENO Julián SARMATI Elisabetta SCHETTINO NOBILE Carla SIMONI Fiorella SIST Loredana SMIRNOVA TROCINI Galina STASOLLA Francesca Romana STORINI Monica Cristina SUBRIZI Carla TAGLIETTI Franca TATTONI Igina THEMELLY Pietro TINTI Luisa TORELLI Marina TREBBI Maurizio UNALI Anna VANZETTI Alessandro VAZZOLER Laura ZAMPETTI Daniela ZOCCA Elena 169 170 Facoltà di Scienze umanistiche Strutture organizzative per la didattica Contratti triennali BROGGIATO Maria CALASSO Gian Pietro DI NOCERA Gian Maria LEMORINI Cristina RIMELL Victoria SANVITO Paolo Professori di altre università titolari di affidamento presso la FSU per l’a.a. 2004-2005 ALBANO LEONI Federico BULTRIGHINI Umberto CALDERONI Gilberto CARAFA Paolo CARDARELLI Andrea COCCHINI Francesca DE MINICIS Maria Elisabetta DERIU Fabrizio FOURMENT-BERNI CANANI Michèle FRAJESE Vittorio GATTO TROCCHI Cecilia GENSINI Stefano GRECO Antonella GUAITOLI Marcello HARRISON Gualtiero IACOBINI Antonio JERONIMIDIS Anna MAGRÌ Donatella MANZI Giorgio MIGLIO Luisa NAPOLETANO Guido PALERMO Luciano RUGGIERI Vezio TOSCANO Silvia TRAVAINI Lucia VALENTINI Valentina VON FALKENHAUSEN Vera Professori a contratto per l’a.a. 2004-2005 ALDERUCCIO Daniela ALHAIQUE Francesca ALVARO Corrado ANTONELLI Sara BARTOCCI Maurizio BASSETTI Sergio BELLO Cecilia BENINI Vivia BETTA Manuela BEVILACQUA Anna BRANCHESI Lida BRUSCO Simona CACCHIONE Annamaria CAPASSO Riccardo CARA Anna Marcella CARDINALI Marco CASSINI Marco CASTELLI GATTINARA Enrico CASTELLUCCI Attilio CAVALLO Michele CELANI Simone CEREDA Giuseppe CHAPEL Anne-Claire CHESSA Pasquale CHIARI Isabella CINQUE Luigi CIOTTI Fabio COLESANTI Giulio CONTI Francesco CORRADINI Maria Grazia CRISAFULLI Fabrizio CUTRUFELLI Maria Rosa DAMIANI Marco DE BERNARDINIS Flavio DE BONIS Maria Caterina DE CESARIS Dario DEL PRETE Federico DE MELIS Francesco DEON Stefania DI GIUSEPPE Helga DI NICOLA Laura DI PALMA Guido DI ROCCO Emilia ENULESCU Dana FACCIOLI PINTOZZI Liliana FAIOLI Michele FORMENTON MACOLA Luca FORNARI Francesca FORTI Micol FRANCHI Cinzia FRAPICCINI David GALANTINI Luca GALLO Luigi GALLUZZI Anna GARGANI David GASPARRINI Lorenzo GENTILI Sonia GHIRARDELLO Stefania GIANNINI Veronica GRISOLIA Raul HUYZENDVELD (ARNOLDUS) M. Henriette IMPERIALI Andrea LATOUR Lucia LAURENZA Sabatino LEKIC Miodrag LENA CORRITORE Andrea LEONETTI Francesca 171 LIVERZIANI Claudia LOMBARDO Maria Luisa MAGGIOLI Marco MAIOARANI Arianna MANDARANO Nicolette MANTOVAN-KROMER Daniela MANZARI Francesca MARABELLI Maurizio MARIANI Alessandra MATTOGNO Grazia MEYER Susanne MISKARYAN Marine MONARI Giorgio NICITA Paola NIED CURCIO Martina Lucia PACINI Gianlorenzo PAGNOTTA Luca Alberto PALMIERI Alberto PASSARELLI Maria Antonietta PASTORE Stefania PEYRONEL Luca PEZZICA Lorenzo PIERONI Augusto PIRO Salvatore PIZZARDI Flaviano POLESE REMAGGI Luca POLOSA Annalisa PROCACCI Domenico PROFITA Giancrisostomo PROSPERI PORTA Chiara QUERCIOLI MINCER Laura RAMAZOTTI Marco RANDAZZO Francesco RANIERI Umberto REALI Roberto RECCHIA Giulia RICCI Carla ROCCA Carmelo ROCCASECCA Pietro RODEGHIERO Flavio ROJAS Manuela del Carmen ROSCANI Roberto 172 Facoltà di Scienze umanistiche RUZZA Luca SANTARELLI Lidia SANTIEMMA Adriano SCHIAVETTO Franco Lucio SCICHILONE Giovanni SCUDERO Domenico SERRICHIO Laura SODINI Silvana SPICACCI Nerina SPOSETTI Patrizia STAFFIERI Gloria STASI Annio Gioacchino Strutture organizzative per la didattica TAMIOZZO Raffaele TANNI Valentina TEDESCHI Stefano TOMASSETTI Isabella TORTORA Daniela TREVISAN Myriam TRIDICO Pasquale VIANELLO Daniele ZAMBARDINO Bruno ZANI Isabella ZAPPONI Camilla Lettori Collaboratori ed esperti linguistici a tempo indeterminato Anglistica BATES Richard DU PLAT TAYLOR Marianna FINCH Jonathan LEYLAND Joanna PRESTON Carole WESTON Anita WILSON Stephen Francesistica BERGER Dominique CAMPESTRE Odile CESCUTTI Tatiana NICOLAS Jérôme VAN GEERTRUYDEN Martine Germanistica SCHLANSTEIN Lisa SCHLICHT Michael Ispanistica - Lusitanistica FERNANDEZ LOYA Carmelo SALAZAR ZAGAZETA Carlos Miguel TURULL CREXELLS Isabel URMAN David Nestor 173 Slavistica ENDER Zooia NEGARVILLE Ludmila Lettori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa (a tempo determinato) BERMEJO RUBIO Juan Felipe (lingua portoghese e brasiliana) DE CARVALHO CORREIA Isabel (lingua portoghese e brasiliana) ERTL Karin (lingua tedesca) GUERREIRO HENRIQUE Ana Sofia (lingua portoghese e brasiliana) LISOMAR SILVA Maria (lingua portoghese e brasiliana) OLIVIERI Ugo Carlo (lingua portoghese e brasiliana) OTERO VARELA Inmaculada (lingua galega) RODRIGUEZ GOMBAU Eva (lingua spagnola) TORIBIO DELGADO Raquel (lingua spagnola) Lettori di scambio culturale ENE Claudia (lingua rumena) FERRAN Florence (lingua francese) JAEGER Daniel (lingua tedesca) ROJDESTVENSKAYA Rimma SORIA MILLAN Maria Pilar (lingua spagnola) STEIN Luis Eloi (lingua portoghese e brasiliana) STEPP Ulrike (lingua tedesca) BIBLIOTECHE, MUSEI, ARCHIVI, CENTRI E FONDAZIONI Biblioteche Biblioteca “Angelo Monteverdi” (Studi romanzi e Italianistica) Biblioteca di Filologia greca e latina (con la Sezione bizantinoneoellenica) Biblioteca e Mediateca di Arti e scienze dello spettacolo Biblioteca di Filosofia Biblioteca di Geografia Biblioteca di Glottologia Biblioteca di Informatica Biblioteca di Lingue e letterature straniere Biblioteca di Scienze dell’Antichità Biblioteca di Storia dell’arte “Giulio Carlo Argan” Biblioteca di Storia della musica e discoteca 174 Facoltà di Scienze umanistiche Biblioteca di Storia moderna e contemporanea Biblioteca di Studi orientali Biblioteca di Studi storico-religiosi Biblioteca di Studi sulle società e le culture del Medioevo Musei Museo dell’Arte classica Museo di Etruscologia e antichità italiche Museo delle Origini Museo del Vicino Oriente Museo laboratorio d’Arte contemporanea Laboratori Laboratorio linguistico di Villa Mirafiori Laboratorio di Informatica Laboratorio audiovisivi di Glottoantropologia Laboratorio del Museo del Vicino Oriente Laboratorio di restauro del Museo delle Origini Laboratorio di restauro del Museo di Etruscologia e antichità italiche Laboratorio di tecnica pittorica dell’Estremo Oriente Laboratorio geocartografico Laboratorio di Cartografia archeologica Laboratorio di Informatica e Didattica della Storia Laboratorio informatico per la Didattica e la Ricerca della Storia dell’Arte (STARLAB) Archivi, Centri, Fondazioni Centro interdipartimentale di servizi per l’automazione nelle discipline umanistiche Archivio del ’900 Archivio storico fotografico Archivio “Lionello Venturi” Biblioteca “V. Crescini” Biblioteca e Fondo “E. Monaci” Centro di Documentazione di Storia dell’Arte Bizantina Centro di studio del pensiero antico (C.N.R.) Centro interuniversitario di ricerca sulle attività e l’ambiente del Sahara antico Centro interuniversitario per gli Studi ungheresi in Italia Centro Ricerche Informatica e Letteratura (CRILET) Centro Teatro Ateneo Coro polifonico “Diego Carpitella” Strutture organizzative per la didattica Fondazione “Giovanni Gentile” Fondazione “La Sapienza - Giuseppe Ungaretti” Istituto di Studi filosofici “Enrico Castelli” Lessico intellettuale europeo Società filologica romana 175 176 Facoltà di Scienze umanistiche I CORSI DI STUDI DELLA FACOLTÀ DI SCIENZE UMANISTICHE ARTI E SCIENZE DELLO SPETTACOLO a. Laurea di primo livello Il Corso di laurea Arti e Scienze dello Spettacolo è articolato in quattro curricula: 1. Teatro e arti performative 2. Cinema 3. Arti e tecniche dello spettacolo digitale 4. Culture e tecnologie della moda e del costume (attivo dal prossimo a.a.) Il curriculum di Teatro e arti performative è caratterizzato da insegnamenti di storia del teatro, della danza e del mimo, di drammaturgia, regia, scenografia; il curriculum di Cinema ha insegnamenti di tipo storico, teorico e tecnico, fra cui filmologia, teoria e tecnica del linguaggio cinematografico, cinema documentario; il curriculum di Arti e tecniche dello spettacolo digitale è un settore di studi del tutto originale e unico in Italia e all’estero che prepara all’uso scientifico, ma anche artistico, della tecnologia digitale per lo spettacolo (dalla web television, alle diverse applicazioni di internet, al restauro delle teche audiovisive europee, ecc.); il curriculum di Culture e tecnologie della moda e del costume è un nuovo curriculum che offre insegnamenti caratterizzanti su temi di ricerca relativi alla produzione, analisi e comunicazione dell’immagine di moda considerata nei suoi aspetti culturali, spettacolari, mediali ed estetici. Agli insegnamenti caratterizzanti, cui è da aggiungere l’ambito organizzativo-economico, il Corso affianca le discipline umanistiche delle lingue e letterature (l’italiana e le straniere), la storia, la storia dell’arte, l’antropologia culturale, la psicologia, per costruire così una solida competenza che consenta agli studenti di collocare le arti e i mestieri dello spettacolo nel territorio delle conquiste artistiche, insopprimibile patrimonio dell’umanità. Gli strumenti moderni della multimedialità e della cultura digitale, sostenuti da una conoscenza solida delle scienze umane e delle arti, aprono ai giovani un campo professionale di forte interesse e di grandi prospettive. Arti e scienze dello spettacolo è una laurea proiettata nel mondo del lavoro, che prepara laureati in grado di operare nei campi del teatro, cinema, tv, industria culturale, set digitali per lo spettacolo. Gli ambiti di riferimento degli sbocchi professionali sono, tra gli altri: l’organizzazione, la gestione, la distribuzione di eventi culturali per enti pubblici e privati; la verifica, la riflessione critica, la prospettiva storica con applicazioni nel Strutture organizzative per la didattica 177 giornalismo, nell’editoria e nella scuola di tutti i gradi; l’ideazione in proprio di prodotti artistici e la loro esecuzione e distribuzione; la collabora nelle équipe artistiche con la fornitura di script, drammaturgie, sceneggiature, apparati e consulenze letterarie per le produzioni documentarie e la fiction; la produzione di progetti e programmi in campo pedagogico (scuole), terapeutico, del disagio sociale e dell’associazionismo; le tecnologie digitali per lo spettacolo; il restauro di audiovisivi con le nuove tecniche digitali. Se si considera che lo show business internazionale è il decimo campo occupazionale a livello mondiale, il corso offre un nuovo e sicuro sbocco professionale per i giovani. Le arti e i mestieri dello spettacolo si basano su tecniche che gli studenti potranno conoscere e sperimentare. Il Corso di Studi in Arti e scienze dello spettacolo offre agli studenti una vasta scelta di laboratori e la possibilità di periodi di tirocinio presso Istituzioni esterne in grado di preparare i nuovi professionisti dello spettacolo. b. Laurea specialistica La Laurea specialistica Saperi e tecniche dello spettacolo teatrale, cinematografico, digitale si articola in tre curricula: 1. Teatro e arti performative 2. Cinema 3. Arti e tecniche dello spettacolo digitale La Laurea specialistica Saperi e tecniche dello spettacolo teatrale, cinematografico, digitale è organica continuazione della Laurea di primo livello in Arti e scienze dello spettacolo. Conforme al sistema universitario europeo, la Laurea fornisce conoscenze e competenze finalizzate all’esercizio di quelle professioni, nel campo dello spettacolo, che richiedono un’elevata qualificazione. Il programma di formazione prevede due anni di studio con l’acquisizione di 120 crediti. Alle discipline caratterizzanti i singoli curricula, il corso affianca gli insegnamenti, comuni ai tre curricula, di ambito economico (come la produzione e l’organizzazione dello spettacolo) e giuridico (la legislazione dello spettacolo), e le varie discipline delle lingue e letterature (l’italiana e le straniere), della storia, della storia dell’arte, dell'antropologia, della psicologia, della semiotica, della linguistica, dell’estetica. Un insieme di conoscenze e metodologie che intende produrre un sapere non astratto, ma capace di coniugarsi anche con la pratica, attraverso esperienze di laboratori, stages, tirocini presso istituzioni ed enti pubblici e privati, e in collaborazione con iIl Centro Teatro Ateneo. 178 Facoltà di Scienze umanistiche Strutture organizzative per la didattica Professori ordinari Silvia Carandini Paola Colaiacomo Antonino Colajanni Luciano Mariti Ferruccio Marotti Discipline dello spettacolo Letteratura inglese Discipline demoetnoantropologiche Discipline dello spettacolo Discipline dello spettacolo Professori associati Vittorio Caldiron Clelia Falletti Cinema, fotografia e televisione Discipline dello spettacolo Ricercatori Roberto Ciancarelli Giulia Fanara Salvatore Maira Antonella Ottai Angela Maria Paladini Paola Quarenghi Luisa Tinti Maurizio Trebbi Laura Vazzoler Discipline dello spettacolo Cinema, fotografia e televisione Cinema, fotografia e televisione Discipline dello spettacolo Discipline dello spettacolo Discipline dello spettacolo Discipline dello spettacolo Discipline dello spettacolo Discipline dello spettacolo LETTERE a. Laurea di primo livello Il Corso di laurea in Lettere (Letterature – Linguaggi – Comunicazione culturale) si articola in sette curricula: 1. Lettere classiche 2. Filologia e letterature romanze 3. Letteratura, lingua e filologia italiana 4. Letterature e culture dell’Italia contemporanea 5. Letteratura, scrittura, editoria e giornalismo 6. Letteratura, arti e musica 7. Antropologia culturale Obiettivo primario del Corso di laurea è riunificare le Humanae litterae con i vasti sistemi del sapere altro da esse: sono pertanto posti al centro 179 della riflessione le conoscenze e le metodologie scientifiche insieme con le tecniche e i modi specifici di esprimersi, narrare, creare storie e poesie, istituire relazioni interpersonali e interculturali; contenuti qualificanti della didattica e della ricerca sono la scoperta, la riscoperta e la creazione del testo, la ricerca delle fonti e del documento, l'attenzione agli aspetti anche pratici della produzione e della trasmissione del sapere (dal libro al computer), lo studio e l'uso della letteratura etnografica come analisi critica, le relazioni e gli scambi tra i linguaggi e i codici espressivi delle diverse arti. In tutti i curricula sono assicurate una solida preparazione di base e una formazione complessiva, pur nelle diverse prospettive culturali, metodologiche e professionalizzanti, nelle quattro grandi aree del sapere scientificoumanistico: quella storico-letteraria, quella linguistica, quella delle scienze del testo e quella antropologica. Caratteristica del Corso di laurea è un forte ancoraggio nella storia, senza rinunciare alle più importanti acquisizioni del formalismo, dello strutturalismo e della semiologia; una visione indirizzata fortemente alla didattica dei contenuti culturali, con specifici percorsi per l'insegnamento e, soprattutto, alla divulgazione giornalistica e radio-televisiva; ma anche con grandi aperture all'innovazione, con la possibilità, per gli iscritti al Corso di laurea, di scegliere percorsi che aprano la strada a carriere meno tradizionali, come quella del pubblicitario o del consulente editoriale (ci si soffermerà soprattutto sugli aspetti del letterario che maggiormente aprono alla contemporaneità), e del mediatore culturale (nelle scuole, negli enti locali, nazionali, europei e internazionali) – con piena consapevolezza delle tecniche retoriche della comunicazione e della pubblicità, sia per meglio manovrare lo strumento comunicativo, sia per comprendere le espressioni risultanti dalla frammentazione delle tradizioni sino alla complessità delle comunità transnazionali, per pensare positivamente un mondo di differenze culturali. Fondamentale sarà la capacità di leggere criticamente qualsiasi scritto, sia esso un testo letterario, un articolo giornalistico, un resoconto etnografico o un saggio. Crediamo, infatti, che l'operazione di lettura possa essere funzionale all'operazione di scrittura e che sempre la debba precedere: poter scrivere significa soprattutto saper leggere. Specificità fondamentale del Corso di laurea è quindi l'attenzione costante al testo, sondato nelle sue specificità tematiche, formali, retoriche, metriche (se poetico). Fondamentale, poiché caratterizzante i due Dipartimenti e le aree scientifiche che principalmente fanno capo al Corso di Studi (Studi filologici, linguistici e letterari, Studi romanzi e Filologia classica) è l'aspetto linguisticofilologico: l'attenzione al testo e alla sua trasmissione, la verifica puntuale dell'interpretazione, l'analisi esatta degli aspetti formali. La pratica dell’ermeneutica e l'attenzione al dettaglio non devono prescindere però da una 180 Facoltà di Scienze umanistiche visione profonda delle trasformazioni prodotte da conflitti e contaminazioni di culture e dalla crisi delle categorie tradizionali di identità. Così nel Corso di laurea in Lettere è data attenzione speciale agli studi antropologici e a quelli di genere, alle specificità culturali delle minoranze linguistiche, alla cultura della differenza, con corsi specifici dedicati alla scrittura delle donne e a quella delle minoranze etniche. L’insieme salda, crediamo, il meglio della nostra tradizione culturale, quindi del nostro passato, con quanto di più avanzato vi sia nel quadro delle scienze che guardano al futuro. b. Laurea specialistica La Laurea specialistica in Testo, linguaggi e letteratura si articola in otto curricula: 1. Scienze del testo e dei linguaggi 2. Linguistica 3. Filologia, linguistica e letterature greca e latina 4. Filologia, linguistica e letterature romanze 5. Filologia, linguistica e letteratura italiana medievale e moderna 6. Filologia, linguistica e letteratura italiana contemporanea 7. Teoria e critica letteraria 8. Informatica umanistica La Laurea specialistica assicura una preparazione approfondita atta a sviluppare autonome capacità di ricerca negli ambiti filologico, letterario e linguistico-glottologico, con specifiche competenze di livello superiore in ogni settore culturale connesso alla produzione, alla circolazione e all'analisi di testi. Tale formazione permette ai suoi laureati di intervenire attivamente, con competenze propositive, organizzative e dirigenziali, nel funzionamento dei sistemi complessi che caratterizzano la società dell'informazione e della comunicazione. Il laureato specializzato in questo indirizzo possiede solide basi teoriche per l'analisi dei processi di comunicazione e dei meccanismi della produzione e comunicazione letteraria, e conoscenze approfondite sia metodologiche, sia operative, in tutti i campi che ineriscono alla testualità e ai linguaggi, soprattutto verbali, ma anche iconici, gestuali, musicali. Sa utilizzare queste competenze (anche con il ricorso ai principali strumenti informatici e della comunicazione telematica) così per costruire come per esaminare testi. Possiede, a questo fine, gli strumenti propri della scienza della letteratura, linguistica, della glottologia, della filologia e delle principali scienze della comunicazione: elementi di retorica, di stilistica, di metrica, di ecdotica, di analisi e storia della scrittura e del libro e delle altre tecniche di comunicazione orali e scritte. Strutture organizzative per la didattica 181 Ha altresì una buona conoscenza di una o più delle lingue e letterature straniere dell'Unione Europea. Possiede infine buone competenze storicoartistiche e storico-musicali che gli consentiranno di correlare i testi verbali alle immagini e alla musica. La Laurea specialistica in Testo, linguaggi e letteratura mira a fornire le seguenti capacità professionali: - possedere i fondamenti della conoscenza teorica e tecnica dei vari linguaggi del sapere, nei loro aspetti storici ed epistemologici ed applicare didatticamente tali competenze; - acquisire solide basi teoriche dei processi di comunicazione in generale e dei meccanismi della produzione e della comunicazione letteraria in particolare; - capacità di analizzare approfonditamente qualsiasi tipo di testo; - capacità di elaborare testi complessi, di vario carattere; - capacità di comparare e collazionare accuratamente testi di qualsiasi genere e di stabilire gli eventuali rapporti genetici intercorrenti fra di loro; - capacità di trasformare, modulare e ricreare qualsiasi testo con il ricorso a tecniche specifiche di analisi e selezione dei componenti tematici essenziali e dei registri stilistici; - capacità di organizzare, coordinare e produrre testi di carattere compilativo, come dizionari, grammatiche, libri scolastici, e svolgere qualsiasi attività redazionale; - capacità di produrre in sede informatica software e data-base complessi di tipo testuale. In puntuale correlazione con le capacità professionali descritte, si prevede che gli sbocchi professionali del laureato in Testo, linguaggi e letteratura riguardino aziende, enti, istituti, direttamente o indirettamente coinvolti in lavori di analisi o di produzione testuale o di comunicazione o di divulgazione culturale. Professori ordinari Francesca Bernardini Napoletano Paolo Canettieri Claudio Colaiacomo Peter Godman Guglielmo Gorni Giorgio Inglese Roberto Mercuri Luigi Enrico Rossi Alessandro Schiesaro Marina Zancan Letteratura italiana contemporanea Filologia e linguistica romanza Letteratura italiana Antichità ed istituzioni medievali Filologia della letteratura italiana Letteratura italiana Letteratura italiana Lingua e letteratura greca Lingua e letteratura latina Letteratura italiana contemporanea 182 Facoltà di Scienze umanistiche Strutture organizzative per la didattica Professori fuori ruolo Alberto Asor Rosa Tullio De Mauro Letteratura italiana Glottologia e linguistica Professori associati Simonetta Bianchini Maria Domenica Combi Andrea Cucchiarelli Maria Emanuela Piemontese Arianna Punzi Maria Serena Sapegno Filologia e linguistica romanza Discipline demoetnoantropologiche Lingua e letteratura latina Glottologia e linguistica Filologia e linguistica romanza Letteratura italiana Ricercatori Aroldo Barbieri Giovannella Desideri Angelamaria Fariello Marinella Galateria Sabine Elisabeth Koesters Gensini Annalisa Landolfi Aldo Mastropasqua Claudia Micocci Elisabetta Mondello Rocco Paternostro Monica Cristina Storini Lingua e letteratura latina Filologia e linguistica romanza Letteratura italiana Letteratura italiana contemporanea Glottologia e linguistica Filologia e linguistica romanza Letteratura italiana contemporanea Letteratura italiana Critica letter. e letterat. comparate Letteratura italiana Letteratura italiana LINGUE E LETTERATURE MODERNE a. Laurea di primo livello Il Corso di laurea in Lingue e letterature moderne si articola in tre curricula: 1. Lingue e letterature 2. Lingua e traduzione 3. Letterature comparate Nato in sostituzione del vecchio Corso di laurea in Lingue e letterature straniere, la sua offerta didattica è profondamente rinnovata e costruita intorno ai due poli rappresentati dalle discipline linguistico-letterarie scelte 183 come caratterizzanti. La Facoltà di Scienze Umanistiche ha posto su un livello paritario tutte le lingue insegnate: pertanto, accanto alla letteratura è presente l’insegnamento di Lingua e traduzione non solo per le cinque lingue veicolari comunitarie (inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese), ma anche per tutte le altre impartite nella FSU: nederlandese, polacco, rumeno, russo, serbo e croato. Il Corso di Studi in Lingue e letterature moderne si prefigge di mettere gli studenti in grado non solo di padroneggiare due lingue straniere, ma anche di muoversi con sicurezza nel campo dei rispettivi patrimoni culturali e in quello dell’analisi e dell’interpretazione del testo letterario. Tutti gli studenti, indipendentemente dal curriculum prescelto, otterranno alla fine del triennio la laurea in Lingue e letterature moderne che darà loro la possibilità di accesso alla Laurea specialistica e agli ulteriori livelli (dottorato e master) che li qualificheranno professionalmente o ai fini dell’insegnamento e della ricerca. Con la Laurea di primo livello, gli studenti che intendono inserirsi nel mondo del lavoro avranno a disposizione un ventaglio di possibilità: le prospettive di sbocchi professionali, oltre al tradizionale campo dell’insegnamento, sono quelle offerte dalla capacità di svolgere attività in ambiti che comprendono l’editoria, il giornalismo, le istituzioni culturali, il campo dell’intermediazione fra culture europee ed extra-europee, gli enti che operano nel settore dell’informazione e della trasmissione della cultura, ecc. Rispetto a tali possibilità, il curriculum prescelto porterà, di caso in caso, ad una maggiore competenza del laureato nell’ambito di un determinato settore (quello storico-letterario nel caso del 1° curriculum; quello linguistico e della traduzione, nel caso del 2°; quello critico-comparatistico nel 3°), il che a sua volta si tradurrà in una maggiore qualificazione o competenza per le attività più direttamente legate all’ambito di formazione prescelto. I laureati saranno in grado di utilizzare i principali strumenti informatici e della comunicazione telematica negli ambiti specifici di competenza. Della solida tradizione anteriore si conserva, accanto all’espansione dell’insegnamento puramente linguistico, il forte risalto attribuito allo studio della letteratura che si abbina a percorsi didattici nei quali è assicurata una formazione generale che salvaguardi ricchezza e varietà di interessi culturali specifici di una facoltà umanistica. Il carattere interlinguistico e interculturale del Corso di Studi, la sua apertura verso le realtà europee ed extraeuropee è messo in rilievo dalla fitta rete di relazioni internazionali che ad esso fanno capo. Lo studente ha quindi la possibilità di entrare in contatto diretto con il mondo di cui studia la lingua e la letteratura, grazie alla presenza nella FSU di professori ospiti in virtù di accordi culturali diretti o accordi Socrates. Questi ultimi consentono inoltre agli studenti di sostenere parte degli esami nei paesi europei di cui studiano la lingua e di confrontarsi così con le più varie realtà didattiche e culturali. 184 Facoltà di Scienze umanistiche Strutture organizzative per la didattica 185 b. Laurea specialistica Il Corso di studi della Laurea specialistica in Studi letterari e linguistici si articola in due curricula: Il Corso di Studi organizza, in accordo con enti pubblici e privati, gli stages e i tirocini atti a concorrere al conseguimento dei crediti richiesti e all’inserimento nel mondo del lavoro. 1. Studi letterari e linguistici dell’Europa e delle Americhe 2. Studi storici e letterari dell’Europa centro-orientale e del Sud-est europeo Professori ordinari Obiettivo primario è quello di impartire allo studente una solida preparazione specifica, utilizzabile nell’esercizio concreto delle professioni di pertinenza. Nel contempo, il Corso intende assicurare al laureato una formazione culturale d’insieme, comprensiva di conoscenze e di strumenti metodologici che gli premettano di orientarsi criticamente e di operare in ambiti professionali diversi. Il curriculum di Studi letterari e linguistici dell’Europa e delle Americhe prevede l’acquisizione di conoscenze avanzate nella storia della letteratura e della cultura di un paese appartenente allo spazio euro-americano nelle sue differenti dimensioni; l’acquisizione della sicura competenza scritta e orale della lingua corrispondente; l’acquisizione dei principali strumenti informatici negli ambiti specifici di competenza. Si tratta di un bagaglio di conoscenze particolarmente idoneo per operare nel quadro dei crescenti contatti internazionali relativi all’integrazione europea e al fenomeno della globalizzazione, con particolare riferimento ai rapporti con le Americhe. Il laureato del curriculum in Studi storici e letterari dell’Europa centroorientale e del Sud-est europeo possiederà conoscenze approfondite della storia della letteratura e della cultura di una civiltà del continente europeo nelle sue differenti dimensioni, compresa quella di genere; un’approfondita conoscenza della lingua riferita all’ambito culturale scelto; la conoscenza di una seconda lingua/letteratura; sicura padronanza dei principali strumenti informatici, in particolare delle loro applicazioni in ambito umanistico. Potranno così accedere all’insegnamento delle lingue straniere, nelle modalità richieste dalla legislazione di pertinenza; svolgere attività professionali di rilevante responsabilità nei settori dei servizi culturali, del giornalismo, della radiotelevisione, dell’editoria e nelle istituzioni culturali in Italia e all’estero; svolgere attività professionali di alta responsabilità finalizzate all’espansione della comunicazione e dei rapporti interculturali. Le competenze conseguite potranno essere utilizzate nell’esercizio delle funzioni di elevata responsabilità nell’ambito della diplomazia culturale, quali gli Istituti di cultura italiani all’estero, gli Istituti di cultura stranieri in Italia, organismi culturali con profilo internazionale; e nello svolgimento di attività di istruzione in Italia e all’estero. Pietro Boitani Rosalba Campra Maria Luisa Cerrón Puga Paolo Chiarini Simonetta Faiola Neri Ettore Finazzi Agrò Nadia Fusini Lucana Gebert Silvano Peloso Alessandro Portelli Gianfranco Rubino Anna Maria Scaiola Gabriella Violato Norbert Von Prellwitz Critica lett. e letterature comparate Lingue e letterature ispano-americane Letteratura spagnola Letteratura tedesca Letteratura inglese Letteratura portoghese e brasiliana Letteratura inglese Slavistica Letteratura portoghese e brasiliana Lingue e letterature anglo-americane Letteratura francese Letteratura francese Letteratura francese Letteratura spagnola Professori fuori ruolo Biancamaria Pisapia Emma Scoles Maria Giovanna Secchi Lingue e letterature anglo-americane Filologia e linguistica romanza Letteratura francese Professori associati Anna Lucia Accardo Carole Beebe Tarantelli Guido Bulla Maddalena Fumagalli Daria Galateria Rita Giuliani Flavia Mariotti Ugo Rubeo Lingue e letterature angloamericane Letteratura inglese Letteratura inglese Letteratura tedesca Letteratura francese Slavistica Letteratura francese Lingue e letterature angloamericane Ricercatori Maria Grazia Ciccarello Di Blase Joan Fitzgerald Carla Gabrieli Letteratura spagnola Letteratura inglese Letteratura inglese 186 Facoltà di Scienze umanistiche Angela Marcantonio Fiorella Mori Elisabetta Sarmati Galina Smirnova Trocini Igina Tattoni Strutture organizzative per la didattica Filologia ugro-finnica Lingua e letteratura nederlandese Letteratura spagnola Slavistica Lingue e letterature anglo-americane MEDIAZIONE LINGUISTICO-CULTURALE a. Laurea di primo livello Il Corso di laurea in Mediazione linguistico culturale si pone come obiettivo la creazione di figure professionali che siano in grado, all’interno degli enti pubblici e privati in ambito nazionale e internazionale, di gestire autonomamente rapporti e interazioni professionali, avendo acquisito, oltre alle indispensabili competenze linguistiche e culturali, una formazione tecnico-specialistica di base di natura economica e giuridica particolarmente orientata anche allo studio dell’ambiente. I laureati potranno svolgere attività professionali nel campo dei rapporti internazionali e attività di assistenza linguistica alle imprese e negli ambiti istituzionali. I laureati di questo Corso troveranno sbocco professionale nel campo dei rapporti internazionali (UE, ONU, FAO, UNESCO, organizzazioni non governative ecc.), a livello interpersonale e di impresa (relazioni con l’estero, rapporti import/export, prestazioni presso le filiali all’estero di imprese italiane e/o di filiali straniere in territorio nazionale); nell’organizzazione di eventi nell’ambito del turismo culturale e della moda; nel settore della ricerca documentale in ambito nazionale e internazionale; della redazione, in lingua straniera oltre che in italiano, di testi quali memoranda, rapporti, verbali, corrispondenza, traduzioni specialistiche in ambito giuridico, economico, sociologico o culturale. Essi potranno altresì trovare occupazione in ogni altra attività di assistenza linguistica alle imprese e all’interno delle istituzioni in diversi ambiti, fra cui quello informatico, editoriale, turistico, giornalistico. Professori ordinari Rosa Maria Colombo Delia Gambelli Francisco Lobera Serrano Luigi Marinelli Vanda Perretta Mauro Ponzi Letteratura inglese Letteratura francese Lingua e traduzione-Lingua spagnola Slavistica Letteratura tedesca Letteratura tedesca 187 Carlo Serra Borneto Luisa Valmarin Lingua e traduzione-Lingua tedesca Lingua e letteratura romena Professori associati Flavia Arzeni Giorgio Mariani Sonia Netto Salomão Maria Antonietta Saracino Péter Sárközy Giuseppina Francesca Trusso Marina Virginia Verrienti Mary Louise Wardle Letteratura tedesca Lingue e letterature anglo-americane Lingua e traduz.-Lingua portogh. e brasiliana Letteratura inglese Filologia ugro-finnica Lingua e traduzione–Lingua inglese Ragoni Letteratura tedesca Lingua e traduzione–Lingua inglese Ricercatori Riccardo Duranti Julián Santano Moreno Letteratura inglese Lingua e traduzione–Lingua spagnola SCIENZE ARCHEOLOGICHE a. Laurea di primo livello Il Corso di laurea si articola in cinque curricula: 1. Preistorico 2. Orientale 3. Classico 4. Medievale 5. Archeologia della città e del territorio Il curriculum Preistorico ha insegnamenti che toccano le principali aree del mondo in cui si sono verificati i più importanti processi nella storia dell’uomo, come la nascita dell’agricoltura e della vita sedentaria, la nascita della città e dello Stato. Il vasto ambito geografico coperto include, oltre all’Italia e all’Europa, Il Vicino e Medio Oriente e l’Africa, mentre l’insegnamento dell’ecologia preistorica approfondisce i rapporti tra le comunità umane e il loro ambiente naturale. Il curriculum Orientale offre agli studenti la possibilità di affrontare in modo ampio e completo, sotto le varie angolazioni della storia, dell’archeologia, della storia dell’arte, lo studio di civiltà, quali quelle di Sumeri, Assiri, Babilonesi, Ittiti, Fenici, Egiziani, Persiani, che hanno dato origine 188 Facoltà di Scienze umanistiche alle prime società statuali mature e ai primi imperi della storia, influenzando fortemente anche le vicende del mondo mediterraneo. Il curriculum Classico permette allo studente un tipo di approfondimento unico in Italia degli studi storici e archeologici sul mondo etrusco, greco e romano, dalle fasi più arcaiche a quelle più recenti, sia nei territori di origine che in quelli periferici delle province. L’indirizzo offre un’ampia varietà di discipline che coprono anche lo studio di specifiche classi di materiali, come la numismatica o l’epigrafia, e aspetti metodologici, come la topografia e il rilievo archeologico. L’insegnamento di Metodologia della ricerca archeologica costituisce un punto di raccordo con gli altri indirizzi. Il curriculum Medievale completa il panorama dell’offerta didattica con discipline come l’archeologia cristiana o l’archeologia e la topografia medievale, che offrono, nella storia del Medioevo, il fondamentale punto di osservazione diretta sulla cultura materiale. Il curriculum Archeologia della città e del territorio consente allo studente di approfondire lo studio dell’organizzazione antropica dello spazio nel mondo antico in una prospettiva diacronica, comparativa e pluridisciplinare. Ad una indispensabile formazione di base nel settore delle storie, delle letterature e delle arti antiche, si uniscono gli insegnamenti di carattere metodologico. La conoscenza dell’ambiente e delle tecniche di rilevamento e di prospezione, anche subacquee, della cartografia, dei sistemi informativi territoriali, della metodologia di scavo, della cultura materiale consentiranno allo studente di superare le barriere cronologiche e disciplinari e di operare sul territorio, compresi i siti urbani pluristratificati. Caratterizzano il curriculum elementi di flessibilità che consentono almeno due percorsi: uno di carattere più topografico, l’altro rivolto alla metodologia e allo scavo. Tutti i curricula offrono per la prima volta agli studenti un’ampia gamma di discipline naturalistiche e l’apprendimento di metodi e tecniche analitiche dei materiali. Attività di laboratorio sono previste nei numerosi Musei afferenti al Dipartimento di Scienze Storiche Archeologiche e Antropologiche dell’Antichità (Museo delle Origini, Museo del Vicino Oriente, Museo delle Antichità Etrusche e Italiche, Museo dell’Arte Classica) e lo studente potrà spendere parte dei crediti previsti nel corso di studio in stages ed esercitazioni pratiche sul terreno sotto la guida dei docenti e nei numerosi e prestigiosi cantieri di scavo del Dipartimento, che includono le attività di varie missioni archeologiche in Italia e all’estero, tra cui i cosiddetti ‘Grandi Scavi’ dell’Università “La Sapienza” in Italia, in Turchia, in Siria. Le numerose collaborazioni con enti di ricerca italiani e stranieri costituiranno un ulteriore arricchimento delle possibilità e offerte di formazione, anche sul campo, degli studenti. I laureati in Scienze Archeologiche potranno trovare sbocchi professionali presso Istituzioni pubbliche e private, inclusi gli Enti locali, sedi della Strutture organizzative per la didattica 189 ricerca, tutela, valorizzazione e fruizione dei beni archeologici, anche attraverso imprese editoriali o multimediali (Sovrintendenze, Musei, Biblioteche, Parchi archeologici, Case editrici, Gruppi multimediali ecc.). Potranno inoltre accedere, nei modi previsti dalla legge, ai livelli superiori della formazione universitaria ai fini dell’insegnamento e della ricerca. b. Laurea specialistica Il Corso di laurea specialistica in Archeologia intende offrire, a chi possiede la preparazione di base conseguita con la Laurea di primo livello nello stesso ambito disciplinare, un allargamento e un approfondimento delle conoscenze con l’acquisizione di metodologie e competenze mirate a consentire un approccio criticamente valido alla documentazione materiale del passato, inteso nella più vasta accezione. Il corso si articola nei cinque curricula di: 1. Archeologia preistorica 2. Archeologia orientale 3. Archeologia classica 4. Archeologia medievale 5. Archeologia della città e del territorio Il percorso formativo va dalla corretta classificazione dei dati al loro inserimento in prospettive di più ampio respiro, nella consapevolezza del contributo che l'archeologia può e deve dare alla ricostruzione storica. Nel contesto di tale percorso, inteso a sviluppare capacità di ricerca individuale in stretta relazione col dibattito scientifico a livello internazionale, particolare rilievo assume l'elaborazione di una tesi di Laurea recante un contributo originale al progresso delle conoscenze. Il corso si propone inoltre di consentire l’acquisizione di abilità nel settore della gestione, conservazione e restauro del patrimonio artistico, documentario e monumentale, e di rendere in grado gli studenti di utilizzare in modo adeguato i principali strumenti informatici e della comunicazione telematica negli ambiti specifici di competenza. Professori ordinari Gilda Bartoloni Andrea Carandini Alberto Cazzella Margherita Maria Cecchelli Trinci Giovanni Colonna Eugenia Equini Schneider Eugenio La Rocca Etruscologia e antichità italiche Archeologia classica Preistoria e protostoria Archeologia cristiana e medievale Etruscologia e antichità italiche Archeologia classica Archeologia classica 190 Facoltà di Scienze umanistiche Mario Liverani Paolo Matthiae Clementina Panella Nicola Franco Parise Maria Grazia Picozzi Storia del Vicino Oriente antico Archeol. e st. arte del Vicino Oriente antico Metodologie della ricerca archeologica Numismatica Archeologia classica Professori fuori ruolo Renato Peroni Preistoria e protostoria Professori associati Maria Paola Baglione Marcello Barbanera Barbara Barich Maria Giovanna Biga Maria Fenelli Marcella Frangipane Alessandra Manfredini Lorenzo Nigro Etruscologia e antichità italiche Archeologia classica Preistoria e protostoria Storia del Vicino Oriente antico Topografia antica Preistoria e protostoria Preistoria e protostoria Archeol. e st. arte del Vicino Oriente antico Ricercatori Maddalena Andreussi Luca Maria Bianchi Maria Casini Cecilia Conati Barbaro Maria Teresa D’Alessio Savino Di Lernia Luciana Drago Giovanna Maria Forni Alessandro Maria Jaia Marina Lupacciolu Mariangela Marinone Cardinale Laura Maria Michetti Alessandro Morandi Maurizio Moscoloni Elena Pierro Lucia Saguì Serafin Sartori Carla Schettino Nobile Vacca Loredana Sist Francesca Romana Stasolla Franca Taglietti Camilli Alessandro Vanzetti Daniela Zampetti Topografia antica Archeologia classica Preistoria e protostoria Preistoria e protostoria Archeologia classica Preistoria e protostoria Etruscologia e antichità italiche Topografia antica Topografia antica Preistoria e protostoria Archeologia cristiana e medievale Etruscologia e antichità italiche Etruscologia e antichità italiche Preistoria e protostoria Archeologia classica Metodologie della ricerca archeologica Archeologia classica Egittologia e civiltà copta Archeologia cristiana medievale Archeologia classica Preistoria e protostoria Preistoria e protostoria Strutture organizzative per la didattica 191 SCIENZE DEL TURISMO (sarà attivato nel prossimo a.a.) a. Laurea di primo livello Il Corso di laurea in Scienze del turismo si propone di formare operatori culturali indirizzati alla valorizzazione e al potenziamento del settore del turismo culturale, in grado di promuovere e coordinare la fruizione delle risorse culturali territoriali e ambientali (archeologiche, artistiche, storiche, demoantropologiche, ecc.). Per quanto concerne il piano formativo, si intende privilegiare il profilo culturale, di tipo umanistico, base fondamentale di quella cultura necessaria per svolgere qualsiasi attività di promozione socio-culturale. Le conoscenze fondamentali da acquisire nell’arco dei tre anni di corso riguardano le materie storiche, archeologiche, storico-artistiche, geografiche, antropologiche, storico-religiose, letterarie, che consentano di cogliere, nel loro intreccio, la particolare configurazione culturale di un territorio (in primo luogo regionale, ma anche nazionale e sopranazionale) e di finalizzare la formazione all’esercizio di una professione turistica intesa come pedagogia del patrimonio storico e culturale del nostro paese; nella consapevolezza delle implicazioni di carattere economico, sociale, manageriale che l’attività e la promozione turistica comportano, la preparazione offerta dal corso interessa anche insegnamenti di carattere sociologico, economico, giuridico. Ampio spazio viene riservato alla conoscenza delle lingue (almeno due) e all’informatica, indispensabili veicoli di comunicazione in una realtà sociale sempre più eterogenea e senza confini. È prevista anche l’acquisizione di metodiche disciplinari nelle tecniche di promozione, divulgazione e fruizione del patrimonio e delle attività culturali, ivi comprese le forme multimediali (siti internet, e-books, ecc.). All’apprendimento tradizionale gli studenti potranno unire la formazione in laboratorio, grazie alla disponibilità in sede di biblioteche, musei, archivi documentari e iconografici e grazie ad appropriati stages, tirocini, viaggi di studio organizzati dal Corso in accordo con Enti pubblici e privati. Il Corso curerà la formazione tanto degli studenti a tempo pieno, quanto di quelli a tempo parziale, contemplando anche l’attivazione di moduli con insegnamento serale diretto soprattutto a studenti lavoratori. L’opportunità di attivare un Corso di scienze turistiche nella Facoltà di Scienze Umanistiche deriva in prima istanza dalla compresenza di due fattori: la straordinaria rilevanza del patrimonio di beni storici, archeologici, artistici, religiosi e ambientali di Roma e del Lazio, che costituisce da sempre una forte motivazione di visita, di soggiorno e di studio, e il ruolo sempre crescente che il turismo e la cultura rivestono nell’economia di queste aree. Si tratta di un corso caratterizzato da un forte valore professionalizzante, e, auspicabilmente, da un rapporto diretto con il mercato del lavoro, 192 Facoltà di Scienze umanistiche Strutture organizzative per la didattica che, in sintonia con la sempre maggiore diffusione di un atteggiamento attento e consapevole da parte degli utenti italiani e stranieri, avverte la necessità di poter disporre di operatori qualificati, o guide specializzate. I laureati in Scienze del Turismo potranno dunque trovare sbocchi professionali nei settori dell'organizzazione turistica e della divulgazione e promozione della cultura presso Enti pubblici, Istituzioni specifiche e Strutture private (Soprintendenze, Musei, Enti locali, agenzie turistiche, società di gestione multimediale, società di servizi, uffici stampa di enti e imprese del settore), nel campo dell’editoria del turismo e nel giornalismo culturale, nel settore del turismo culturale e scolastico. Professori ordinari Filologia e linguistica romanza Storia romana Roberto Antonelli Gian Luca Gregori Professori associati Vincenzo Bilardello Storia dell’arte moderna Fernando Martinez De Carnero Lingua e traduzione – Lingua spagnola Calzada Stefano Tortorella Archeologia classica Claudio Zambianchi Storia dell’arte contemporanea Ricercatori Lucilla Anselmino Margherita Cancellieri Alfredo Cocci Francesco Guizzi Metodol. e tecn. della ricerca archeologica Topografia antica Storia medievale Storia greca SCIENZE STORICHE a. Laurea di primo livello Il Corso di laurea in Scienze Storiche si articola in cinque curricula: 1. Antico 2. Medievale 3. Moderno e contemporaneo 4. Storico-religioso 5. Etno-antropologico 193 Nel Corso di Studi in Scienze Storiche lo studente apprende le linee generali della storia dell’umanità, padroneggia l’uso delle fonti di ogni tipo, acquisisce i linguaggi e gli stili storiografici. Caratteristica dell’insegnamento delle materie storiche nella Facoltà di Scienze Umanistiche è la valorizzazione come documento di ogni reperto del passato: le fonti scritte, le tradizioni orali, la cultura materiale, le espressioni artistiche. Questo è reso possibile anche dalle aperture e dai collegamenti che il Corso di Studi in Scienze Storiche instaura con le discipline archeologiche e artistiche, con l’antropologia e con le altre scienze sociali, con le discipline filologiche e letterarie. La disponibilità, in sede, di biblioteche, musei, archivi documentari ed iconografici, permette allo studente di unire all’apprendimento tradizionale la formazione in laboratorio e di partecipare in modo attivo alle molteplici attività culturali della Facoltà (seminari, congressi, mostre, esposizioni). In strutture dotate di attrezzature specifiche è possibile approfondire lo studio e la pratica dell’informatica applicata alla ricerca e alla didattica della storia. Il curriculum Antico propone uno studio globale che si estende dalle civiltà del Vicino Oriente all’epoca tardoromana. L’interesse per i rapporti tra Oriente e Occidente e tra Europa continentale e spazi mediterranei rappresenta una costante attiva nella ricerca come nella didattica, mentre la formazione tradizionale si integra con i metodi nuovi. Questo indirizzo attribuisce particolare importanza alla conoscenza delle lingue antiche e alle lingue moderne più rilevanti. Il curriculum Medievale propone una visione ampia, comparativa e diacronica delle civiltà e delle culture nell’area europea e in quella mediterranea, con ampie aperture allo studio delle relazioni culturali ed economiche con altre aree. Una particolare attenzione viene dedicata alle espressioni della scrittura, sia dal punto di vista paleografico sia da quello codicologico e diplomatistico. Il curriculum Moderno e contemporaneo rivolge un interesse particolare alla metodologia storica, allo studio comparato dello sviluppo delle diverse aree del mondo, ai temi specifici della storia dell’Europa e dell’Unione Europea, della Russia e delle Americhe, alla storia delle relazioni internazionali, alla didattica della storia. Il curriculum Storico-religioso propone lo studio delle religioni (le grandi religioni monoteistiche, le religioni del mondo antico, le religioni di interesse etnologico, i nuovi movimenti religiosi) in quanto prodotti culturali. In questo senso studiare le religioni significa studiare le culture di appartenenza, comparare le religioni significa comparare le culture, rilevandone le specificità. Questo indirizzo pone quindi lo studente in continuo rapporto con i problemi della diversità culturale. 194 Facoltà di Scienze umanistiche Il curriculum Storico-etno-antropologico mira a dare agli studenti una formazione complessiva, che ha come obiettivo la conoscenza delle complesse interrelazioni sviluppatesi nelle diverse fasi storiche, compresa quella che stiamo vivendo, tra i diversi sistemi storico-sociali, considerati nella loro globalità. Tale conoscenza è di grande utilità per comprendere ed essere in grado di gestire i profondi processi, anche dolorosi, di cambiamento ai quali stiamo assistendo e a cui dobbiamo in ogni modo trovare una risposta. Il curriculum Storico-etno-antropologico ha anche come obiettivo quello di affrontare l’antico tema delle “tendenze della storia umana” in una prospettiva che tenga conto della reciproca influenza delle varie istanze sociali e che consideri il cambiamento e la trasformazione come il risultato di queste mutue relazioni. Esso offre, dunque, una buona preparazione a tutti coloro che opereranno in quelle istituzioni internazionali e nazionali le quali si propongono di gestire i grandi cambiamenti in atto e la complessa dialettica tra i processi globalizzanti (non solo in senso economico) e lo sviluppo di particolarismi e di etnicismi. I laureati del Corso di studi in Scienze Storiche potranno trovare sbocchi professionali presso biblioteche, archivi, musei, editoria (tradizionale e di comunicazione informatica e telematica), giornalismo, istituzioni europee e mondiali, istituti di cultura italiana all’estero, pubbliche relazioni. Potranno inoltre trovare sbocchi nell’insegnamento (se avranno formulato il loro curriculum in modo che risulti propedeutico al successivo biennio di perfezionamento). b. Lauree specialistiche Al secondo livello, il Corso di studi in Scienze storiche si articola in quattro Lauree specialistiche: 1. Società, culture e storia del Mondo Antico 2. Storia delle civiltà e delle culture del Medioevo 3. Storia delle civiltà e culture dell’Età Moderna e Contemporanea 4. Studi storico-religiosi La laurea in Società, culture e storia del Mondo Antico si propone come un naturale completamento del curriculum Antico del Corso di studi di primo livello in Scienze Storiche e mira da un lato ad allargare le conoscenze degli studenti sulle civiltà del Mediterraneo antico, dall’altro a perfezionare gli strumenti della ricerca e lo studio delle fonti antiche. Peso rilevante è attribuito all’elaborazione della tesi finale, in quanto la figura di “dottore” che s’intende creare è quella di un giovane fornito di una solida cultura nell’ambito del mondo antico, capace di muoversi autonomamente Strutture organizzative per la didattica 195 nella ricerca ed in grado eventualmente di accedere a corsi post lauream, in particolare al dottorato di ricerca in filologia greca e latina e storia antica. I laureati nel Corso di laurea specialistica in oggetto avranno perciò: - avanzate competenze nelle metodologie proprie delle scienze storiche (nei settori della storia orientale antica, della storia Greca, e della storia Romana), nonché nelle tecniche di ricerca richieste per il reperimento e l’utilizzo critico delle fonti antiche in lingua originale; - conoscenze fondamentali nelle discipline e nelle tecniche ausiliarie (la topografia e l’urbanistica antica, l’epigrafia, la numismatica, l’archeologia classica e orientale, ecc.); - una formazione specifica e approfondita sulle culture antiche dell’Europa, del Vicino Oriente e dell’Africa settentrionale, nelle loro differenti dimensioni (politica, socio-economica, culturale, religiosa, tecnologica, archeologico-urbanistica, geografico-ambientale, ecc.); - un’autonoma capacità di ricerca nel campo della storia antica dell’Europa, del Vicino Oriente e dell’Africa settentrionale; - capacità di utilizzare pienamente i principali strumenti informatici negli ambiti specifici di competenza. Essi dovranno essere in grado di utilizzare efficacemente, in forma scritta e orale, almeno una lingua moderna dell’Unione Europea, oltre all’italiano, con riferimento anche ai lessici disciplinari della storia antica. I laureati nel Corso di laurea specialistica in Storia antica potranno esercitare funzioni di elevata responsabilità nei settori dei servizi, dell’industria culturale e delle istituzioni culturali e di ricerca (biblioteche, musei…), nonché nell’editoria specifica ed in quella connessa alla diffusione dell’informazione e della cultura storica. Potranno inoltre trovare sbocchi nell’insegnamento secondario, se avranno formulato il loro piano di studio in modo adeguato. Il Corso organizza, in accordo con enti pubblici e privati, quali la Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma e la Soprintendenza Archeologica di Roma, stages e tirocini, presso Musei, aree archeologiche ed Archivi. La laurea in Storia delle civiltà e delle culture del Medioevo mira a fornire una preparazione specifica relativa alla storia ed alle culture del periodo medievale. Gli studenti svilupperanno pertanto capacità autonome di ricerca, apprendendo sia a reperire ed utilizzare criticamente le fonti, sia a valersi criticamente della bibliografia italiana ed internazionale (con particolare riferimento ai lessici ed ai repertori specifici della medievistica). Affineranno anche la padronanza nell’uso degli strumenti informatici per l’ambito specifico di competenza. I laureati potranno esercitare funzioni di responsabilità negli istituti di cultura e ricerca pubblici e privati, in istituzioni governative e locali, nei servizi volti al recupero della cultura e delle 196 Facoltà di Scienze umanistiche tradizioni locali, nell’editoria specifica del settore ed in quella connessa alla diffusione della cultura storica; avranno inoltre i requisiti necessari per accedere al dottorato di ricerca ed a master di II grado. La laurea in Storia delle civiltà e culture dell’Età Moderna e Contemporanea si articola in tre curricula: 1. Formazione scientifica e per la didattica della storia 2. Archivi, biblioteche, musei 3. Storico-etno-antropologico I laureati in Storia delle civiltà e culture dell’Età Moderna e Contemporanea dovranno possedere avanzate competenze delle metodologie proprie delle scienze storiche, nonché delle tecniche di ricerca richieste per il reperimento e l’utilizzo critico delle fonti archivistiche e bibliografiche e delle analisi statistiche e demografiche; possedere una preparazione specifica del pensiero e delle metodologie delle scienze sociali ed economiche; possedere una formazione specialistica approfondita dei momenti e degli aspetti salienti della storia moderna nelle sue differenti dimensioni, compresa quella di genere, allargando progressivamente l’orizzonte dall’Europa ai Paesi extraeuropei; dimostrare autonoma capacità di ricerca nel campo della storia moderna; essere in grado di utilizzare fluentemente, in forma scritta e orale, almeno una lingua dell’Unione Europea oltre l’italiano, con riferimento ai lessici disciplinari. I laureati nei Corsi di laurea specialistica potranno svolgere attività professionali altamente qualificate in Enti pubblici e privati per i servizi culturali, per il recupero delle attività, tradizioni e identità locali e negli Istituti di cultura di tipo specifico in centri di studi e di ricerca, pubblici e privati; in istituzioni governative e locali nei settori culturali; di operare negli ambiti del giornalismo e dell’editoria. Saranno inoltre in grado di utilizzare i principali strumenti informatici e della comunicazione telematica negli ambiti di specifica competenza. La laurea in Studi storico-religiosi intende introdurre lo studente alle metodologie e tecniche necessarie per affrontare lo studio delle grandi religioni monoteistiche, delle religioni d’interesse etnologico, del mondo antico orientale e classico, dei nuovi movimenti religiosi, nonché fornirgli conoscenze avanzate sull’identità storica e culturale, sui testi sacri e infine sulle tradizioni esegetiche di ebraismo, cristianesimo, islamismo, delle grandi religioni mondiali e delle religioni dell'antichità. I laureati potranno, grazie alla loro formazione, esercitare funzioni di elevata responsabilità presso istituzioni e centri di ricerca, pubblici e privati, sul fenomeno religioso, presso sedi della ricerca storica, della conoscenza, comprensione, trasmissione – anche attraverso imprese editoriali, informatiche e di comunicazione telema- Strutture organizzative per la didattica 197 tica – di ogni tipo di documento di interesse religioso, simbolico e culturale (biblioteche, archivi, musei, istituzioni europee e organizzazioni internazionali, istituti di cultura italiana all'estero); potranno lavorare nel giornalismo e nell’editoria religiosa; negli Istituti di scienze religiose; nelle istituzioni preposte all'intermediazione culturale con le collettività extracomunitarie presenti nel territorio; nella comunicazione inter-religiosa; in consulenze per le attività in aree monumentali e di interesse storico-religioso e cristianistico, nonché nell'ambito delle attività musicali e dello spettacolo. Potranno infine trovare sbocchi nell'insegnamento, se avranno formulato il loro curriculum in modo da includere le materie previste dall'ordinamento ministeriale. Professori ordinari Maria Giulia Amadasi Emma Condello Augusto Fraschetti Andrea Giardina Gilberto Mazzoleni Francesco Pitocco Raffaele Romanelli Biancamaria Scarcia Amoretti Semitistica/Lingue e lett. dell'Etiopia Paleografia Storia romana Storia romana Storia delle religioni Storia moderna Storia contemporanea Storia dei paesi islamici Professori fuori ruolo Ludovico Gatto Silvio Panciera Storia medievale Storia romana Professori associati Leonardo Capezzone Giancarlo Pani Gabriella Severino Rita Tolomeo Castelli Storia dei paesi islamici Storia del Cristianesimo e delle chiese Storia medievale Storia dell’Europa orientale Ricercatori Giuliana Ancidei Silvia Berti Gabriella Bevilacqua Anna Maria Gloria Capomacchia Alessandra Ciattini Marco Cursi Paleografia Storia moderna Storia greca Storia delle religioni Discipline demoetnoantropologiche Paleografia 198 Facoltà di Scienze umanistiche Maria Luisa Gangemi Elisabetta Gigli Anna Illuminati Stefano Lariccia Adolfo La Rocca Paola Lombardi Emanuela Monaco Silvia Orlandi Paola Pisi Alessandra Pollastri Franca Romano Macrì Fiorella Simoni Pietro Themelly Marina Torelli Anna Unali Elena Zocca Strutture organizzative per la didattica Storia medievale Storia medievale Storia romana Informatica Storia romana Storia greca Storia delle religioni Storia romana Storia delle religioni Letteratura cristiana antica Discipline demoetnoantropologiche Storia medievale Storia moderna Storia romana Storia medievale Storia del Cristianesimo e delle chiese SCIENZE STORICO-ARTISTICHE a. Laurea di primo livello Il Corso di laurea in Scienze storico-artistiche si articola in cinque curricula: 1. Storia dell’arte medievale 2. Storia dell’arte moderna 3. Storia dell’arte contemporanea 4. Storia e valorizzazione del museo e del territorio 5. Curatore di eventi artistici e culturali Il Corso di Studi, con i suoi cinque curricula, offre allo studente del Corso di laurea di primo livello un eccezionale ventaglio di possibilità formative, in continuità con la più antica e alta tradizione di insegnamento della storia dell’arte in Italia, ma insieme nella prospettiva di una forte innovazione dei contenuti disciplinari e di apertura alle richieste di nuove e rinnovate figure professionali che vengono dalla società contemporanea. Si propongono a chi intenda scegliere la via della ricerca e dell’insegnamento i curricula di Storia dell’arte medievale, Storia dell’arte moderna e Storia dell’arte contemporanea, articolati per aree cronologiche ma fondati su una base culturale unitaria, in sequenza con i corrispondenti curricula della Laurea specialistica in Storia dell’arte e del Diploma di Specializzazione per insegnanti della Scuola primaria e secondaria. Alla prima 199 annualità comune, di impostazione metodologica e di orientamento tra i vari possibili percorsi, seguono i progressivi approfondimenti storico-critici degli anni successivi, caratterizzati dal confronto tra gli approcci più attuali all’opera d’arte – da una rigorosa filologia all’iconologia, alla semiotica, alla storia sociale dell’arte e alla storia della cultura materiale – ma anche dall’ampia possibilità di scelta tra le discipline di contesto dell’ambito letterario, filologico, storico, antropologico, filosofico, sociologico, del settore dello spettacolo e della comunicazione come delle scienze applicate. L’offerta formativa si specializza ulteriormente nei due curricula progettati per dare concretezza a nuove professioni intermedie nel campo della conservazione e tutela del patrimonio storico-artistico e in quello della promozione, gestione e cura espositiva delle varie forme di creatività artistica contemporanea. Il curriculum di Storia e valorizzazione del museo e del territorio, pur assicurando una solida preparazione culturale generale e specifica, intende sviluppare le conoscenze e competenze necessarie per l’attività nelle istituzioni museali, in cui si prevedono tirocini orientati soprattutto a progetti di didattica e comunicazione con le diverse fasce di pubblico. Gli altri due poli dell’itinerario formativo saranno costituiti, da un lato, dai metodi di analisi e catalogazione sul campo dei beni storico-artistici, con l’addestramento all’uso delle procedure informatiche adottate dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero dei beni e attività culturali; dall’altro, dalle discipline connesse alla pratica conservativa, quali la teoria e storia del restauro, la chimica e la fisica applicate all’indagine delle tecniche e dei materiali costitutivi, le metodiche diagnostiche. Non meno attuale il taglio del curriculum per Curatore di eventi artistici e culturali, che attraverserà ambiti disciplinari come l’archeologia industriale, la storia della fotografia, la storia dell’architettura contemporanea, il disegno industriale, la storia delle arti decorative, la storia del cinema e offrirà agli studenti, grazie alle strutture e ai programmi del MuseoLaboratorio della Sapienza, straordinarie opportunità di tirocinio, in particolare nel campo della progettazione e assistenza alla curatela espositiva. Di particolare interesse e rilevanza formativa è l’attività culturale che gli studenti svolgeranno nella città di Roma, sul territorio, nei Musei e Laboratori d’arte e di restauro a contatto diretto con le opere d’arte e con le problematiche e i grandi eventi legati alle testimonianze e alla produzione artistica. Infatti sono previste nel Corso di laurea in Scienze storico-artistiche attività culturali, in forma di tirocini presso musei, sovrintendenze, gallerie d’arte, istituti e imprese di restauro, aziende editoriali anche multimediali, archivi, biblioteche, accademie e istituti di cultura italiani e stranieri. 200 Facoltà di Scienze umanistiche I laureati in Scienze storico-artistiche potranno trovare sbocchi professionali nella pubblica amministrazione e nelle aziende private indirizzate alla tutela, alla conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico e alla diffusione e trasmissione della cultura. Potranno inoltre accedere ai livelli ulteriori della formazione universitaria – Scuola di specializzazione, Master e Dottorati – ai fini dell’insegnamento, dell’attività di tutela e conservazione delle opere d’arte e della ricerca teorica e storico-artistica. b. Laurea specialistica Il Corso di laurea specialistica di Storia dell’arte si articola in cinque curricula: 1. Storia dell’arte medievale 2. Storia dell’arte moderna 3. Storia dell’arte contemporanea 4. Storia e valorizzazione del museo e del territorio 5. Curatore di eventi artistici e culturali Il Corso di laurea specialistica offre allo studente un ventaglio di possibilità formative, in continuità con la tradizione di insegnamento della disciplina in Italia, ma insieme nella prospettiva di una forte innovazione per nuove e/o rinnovate figure professionali. A chi intenda scegliere la via della ricerca e dell’insegnamento si propongono i curricula di Storia dell’arte medievale, Storia dell’arte moderna e Storia dell’arte contemporanea, articolati per aree cronologiche in sequenza con i corrispondenti curricula della laurea di primo livello e caratterizzati dagli approcci più attuali all’opera d’arte, dalla filologia all’iconologia, dalla semiotica alla comparatistica, alla storia sociale dell’arte e della cultura materiale. L’offerta formativa si specializza ulteriormente nei due curricula progettati per una più diretta professionalizzazione. Il curriculum di Storia e valorizzazione del museo e del territorio sviluppa le conoscenze e competenze necessarie per le attività museali e sul campo, con tirocini negli ambiti della didattica e comunicazione, della catalogazione informatica, delle metodiche diagnostiche e delle pratiche conservative. Non meno attuale il curriculum per Curatore di arte contemporanea che, grazie ai programmi del Museo-Laboratorio di Ateneo, garantirà esperienze formative nel campo della progettazione e assistenza alla curatela espositiva. Strutture organizzative per la didattica 201 Professori ordinari Silvia Bordini Antonio Cadei Claudia Cieri Via Maria Luisa Dalai Emiliani Simonetta Lux Marina Righetti Orietta Rossi Pinelli Museologia e critica artistica e del restauro Storia dell’arte medievale Museologia e critica artistica e del restauro Storia dell’arte moderna Storia dell’arte contemporanea Storia dell’arte medievale Museologia e critica artistica e del restauro Professori associati Valter Curzi Anna Maria D’Achille Silvana Macchioni Rosalba Zuccaro Storia dell’arte moderna Storia dell’arte medievale Storia dell’arte moderna Storia dell’arte contemporanea Ricercatori Luciana Cassanelli Gabriella Minunno Pio Francesco Pistilli Carla Subrizi Storia dell’arte moderna Storia dell’arte moderna Storia dell’arte medievale Storia dell’arte contemporanea SCIENZE SOCIALI PER LA COOPERAZIONE, LO SVILUPPO E LE RELAZIONI FRA I POPOLI a. Laurea di primo livello Il Corso di laurea in Scienze sociali per la cooperazione, lo sviluppo e le relazioni fra i popoli è un Corso di laurea interfacoltà, ovvero pensato, organizzato e gestito da due Facoltà dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”: Scienze Umanistiche e Scienze della Comunicazione. Il Corso di laurea si articola in due curricula: 1. Storico 2. Socio-economico Il curriculum Storico intende fornire le conoscenze e gli strumenti culturali per approfondire sia la dimensione storica e di lunga durata che ha portato alla formazione dell’attuale sistema internazionale globale, sia le specificità delle diverse realtà statali, nazionali, sub-nazionali, culturali, religiose e identitarie in genere. Particolare attenzione viene rivolta ai grandi 202 Facoltà di Scienze umanistiche temi della politica mondiale; al sistema delle relazioni e delle istituzioni internazionali, anche in riferimento ai diversi approcci teorici; alla storia e al ruolo dell’Unione Europea nella sua “riconciliazione” con i nuovi paesi membri dell’Europa centro orientale; alle dinamiche di conflitto e cooperazione che si sviluppano attorno al nodo strategico dei rapporti internazionali nel bacino del Mediterraneo; allo sviluppo sostenibile; alle problematiche di genere; alle tematiche interculturali e della comunicazione. Il curriculum Socio-economico analizza le dinamiche dello sviluppo e del sottosviluppo in una prospettiva sia socio-economica che politico-comparata. Quali sono gli obiettivi principali del Corso di Studi? L’era della cosiddetta “globalizzazione” ha fatto emergere la consapevolezza che il sistema dei rapporti internazionali e transnazionali, nelle sue articolazioni politiche, economiche e sociali, sia sempre più importante nel determinare le dinamiche dello sviluppo delle stesse società nazionali. Al contempo, si sono profilati fenomeni di resistenza e differenziazione che richiedono un’adeguata conoscenza e un approfondimento delle tematiche multiculturali, ovvero del rapporto “globale-locale”. Inoltre, si è accresciuta la consapevolezza che ai processi di sviluppo e di integrazione a carattere economico si debba accompagnare un rafforzamento della dimensione politica, compresa quella partecipativa, e della democrazia internazionale. Infine, l’intensificarsi delle politiche di cooperazione, in stretta connessione con le operazioni di peace keeping e di nation building, ha prodotto una domanda di nuove risorse, professionalità e competenze a livello globale. Il Corso approfondisce pertanto le conoscenze e fornisce gli strumenti di critica, analisi (e intervento) riguardanti: - i processi di interdipendenza e integrazione a livello politico, economico, sociale e culturale, sia nel lungo periodo che nella storia del XX secolo e nell’attualità; - le istituzioni internazionali come l’Unione Europea, il Consiglio d’Europa, le Nazioni Unite, ovvero il Fondo Monetario Internazionale, il G8, l’Organizzazione del Commercio Internazionale che operano a livello continentale e globale; - le politiche per lo sviluppo e la cooperazione internazionale, tornate a essere una priorità per le istituzioni internazionali e a determinare i rapporti tra società avanzate e paesi emergenti non solo in riferimento allo sviluppo economico di questi ultimi, ma anche alle modalità della ricostruzione del tessuto sociale e politico di società sconvolte da conflitti intestini; - il fenomeno delle migrazioni e dei rapporti tra comunità culturalmente differenti all’interno delle società occidentali, che hanno creato la necessità di nuovi saperi dedicati ai temi dell’intercultura e della mediazione culturale; - la comunicazione pubblica, politica, istituzionale, d’impresa, che assolve a un ruolo prioritario nell’implementazione di politiche per lo sviluppo e Strutture organizzative per la didattica 203 nel contesto delle strategie della cooperazione internazionale. In tale ambito un posto di assoluto rilievo è detenuto dalle nuove tecnologie informatiche; - lo sviluppo sostenibile e la tutela dell’ambiente (anche sotto il profilo della ricerca e dello sviluppo tecnologico), che richiedono crescenti interventi di carattere politico a livello sopranazionale. In merito agli obiettivi formativi e professionalizzanti, il Corso intende: fornire la preparazione culturale di base per specialisti ed esperti delle dinamiche politiche, storiche, sociali ed economiche all’origine dell’attuale contesto globale e del sistema internazionale; improntare le competenze degli studenti ai criteri e agli standard richiesti dall’Unione Europea nei suoi programmi e nelle sue politiche per la formazione (tali standard sono consigliati anche per coloro che intendano operare all’interno delle realtà locali e nazionali); assicurare l’acquisizione di specifiche competenze nell’ambito a) della comunicazione pubblica, politica, istituzionale e d’impresa, b) della comunicazione scritta, orale e attraverso i media e le nuove tecnologie informatiche, c) dell’impostazione ed elaborazione di analisi e progetti; offrire esperienze di stage e tirocinio, ovvero momenti di interazione diretta con professionisti ed operatori delle strutture della cooperazione internazionale (ad es., attività di formazione all’interno delle ONG e delle istituzioni parlamentari italiane ed europee). Gli sbocchi professionali previsti sono: operatore e/o funzionario all’interno delle strutture e istituzioni internazionali, quali Unione Europea, Consiglio d’Europa, OCSE, ONU, UNESCO, FAO, FMI, Banca Mondiale, etc.; operatore nelle ONG (organizzazioni non governative) che si occupano dei temi dello sviluppo, attive nel campo della cooperazione internazionale; operatore e/o funzionario nella Pubblica amministrazione locale e nazionale (ministeri, regioni, comuni, enti locali); operatore nel settore privato e consulente di aziende e società con esigenze di progettazione di interventi in campo sociale ed economico, realizzazione di programmi con standard internazionali, attuazione di eventi culturali, etc.; giornalista ed operatore della comunicazione nei diversi ambiti mediatici; operatore culturale e della formazione in ambito pubblico e privato; insegnante e operatore culturale, anche in istituti italiani all’estero o istituti stranieri in Italia; mediatore culturale e interculturale. La figura del mediatore culturale, completamente nuova e ancora non istituzionalizzata, è quella di chi, in un determinato ambiente sociale ed economico (scuola, fabbrica, carcere), si occupa della mediazione tra esigenze diverse e del problem solving di frizioni nate dalla convivenza di gruppi sociali appartenenti a identità culturali differenti. 204 Facoltà di Scienze umanistiche Professori ordinari Antonello Folco Biagini Francesco Gui Storia dell’Europa Orientale Storia dell’Europa Orientale Professori associati Francesco Villari Storia e Istituzioni delle Americhe Ricercatori Rita Bonetti Luigi Cajani Francesco Dante Annamaria Giraldi Storia moderna Storia moderna Storia dell’Europa Orientale Storia moderna