COMUNE DI GARDONE VAL TROMPIA - ASSESSORATO ALL'ISTRUZIONE ANNO 1991 GLI INTERNATI POLITICI della Val Trompia durante la prima guerra mondiale Volle Trompio - Cordone - Staz. Tram e Hlberga Berctfa FRANCESCO BEVILACQUA L'arresto e l'internamento del sindaco e di gran parte della giunta municipale, sotto l'accusa di attività antipatriottica ed antimilitarista, per aver preso posizione contro l'intervento italiano nella prima guerra mondiale, sono certamente fatti clamorosi, che possono apparire inspiegabili se la Comunità coinvolta è famosa per una tradizione irripetibile nella produzione di armi da fuoco. Inspiegabili per chi non conosca la comunità gardonese, per la quale l'impegno assiduo a produrre armi per la caccia in periodo di pace ed armi per l'esercito in periodo di guerra, non è certo manifestazione di una cultura di odio o di violenza, bensì espressione di una specializzazione produttiva secolare. Inspiegabili per chi non conosca la vivacità delle vicende politiche e sindacali che hanno caratterizzato la Valle Trompia fin dagli ultimi decenni dell'800, a seguito di una precoce industrializzazione. Il materiale e le note inedite che le ricerche appassionate di Francesco Bevilacqua hanno reso disponibili, contribuiscono a far luce su una vicenda significativa nella storia di Gardone e sulle sofferenze umane di cittadini ed amministratori locali "colpevoli" di aver assunto un atteggiamento di opposizione alla guerra, che oggi ci appare nella sua dimensione "profetica". Sofferenze che si sommano a quelle dei quattrocento richiamati alle armi ed al dolore delle famiglie dei trentadue morti per causa di guerra. La Comunità Gardonese, orgogliosa della propria storia scritta con l'impegno ed il sacrificio, ringrazia l'autore per il lavoro dedicato a Gardone ed alla Valle Trompia ed affida alla stampa i risultati delle sue ricerche perché il tempo non li disperda. Giuseppe Sa/vinelli (Sindaco di Gardone V.T.) In momenti così altamente drammatici, come quelli vissuti in questi primi mesi del 1991, col cuore continuamente travagliato tra la speranza non utopica di una pace duratura e la tragica realtà di una guerra nel Medio Oriente, ancora una volta da qualcuno ricercata e voluta, l'aver voluto parlare, con il presente lavoro, di una sostanziale e vissuta contrarietà alla guerra, mi sembra in ogni caso quantomeno doveroso, da più punti di vista. Ripercorrere la storia, rivedere, seppure limitati ad un ben dettagliato periodo storico, gli avvenimenti più significativi nella loro dinamicità e nella loro crudeltà, può forse anche contribuire a rilanciare nelle nuove generazioni quel desiderio d'amore e di pace sempre più necessari. Far comprendere, soprattutto agli studenti, che il rifiuto di risolvere qualsiasiproblema attraverso la violenza è un ideale da perseguire: questo l'intento dell'assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Gardone Val Trompia nel volere dare alle stampe e divulgare il paziente e qualificato lavoro di Francesco Bevilacqua con le testimonianze degli internati politici valtrumplini nel corso della prima guerra mondiale. Far condividere l'idea che il pagare sulla propria persona, direttamente quindi, il concretizzarsi dei valori in cui si crede è altamente ammirevole: questa anche la speranza contenuta nella documentazione che il Comune di Gardone V.T. mette volentieri a disposizione delle biblioteche scolastiche e dei cittadini tutti, con la voluta sottolineatura dei sacrifici e delle privazioni di quanti, onorando la nostra Valle Trompia, meritano ufficialmente il nostro affetto, la nostra riconoscenza ed il nostro ricordo. Non sia inutile al proposito garantire l'impegno, per il quinquennio 1990-95 da parte dell'Assessorato alla Pubblica Istruzione, di dare alle stampe per quanti amano la cultura e la storia, ulteriori documentazioni e altre testimonianze significative della nostra realtà attuale e della nostra tradizione valligiana. Pietro Angelo Gasparini (Assessore all'Istruzione, al Commercio ed all'Artigianato) // timore che una stagione rilevante della piccola storia gardonese svanisse con gli ultimi testimoni di essa mi ha tormentato fastidiosamente per anni. Solo la promessa di Francesco per un impegno in tale direzione mi lasciava la speranza che personaggi ed eventi ancora a noi vicini non finissero nell'oblio. Una volta distrutti i documenti, sempre più rari e introvabili, sarebbero divenute scientificamente impossibili la ricerca e l'analisi storica. Lo Storico con infinita pazienza e grande dedizione ha recuperato appassionanti testimonianze documentali di un tempo quasi perduto e le ha tradotte in questo volume frutto della Sua faticosa ricerca. Francesco Bevilacqua, gardonese di adozione pur risiedendo a Villa, trasmette così alle future generazioni, con grande generosità, il ricordo di un'avventura ricca di coraggio e di amore per la comunità gardonese. Franzini Angelo, il sindaco, e tutti gli altri protagonisti di questa storia a cavallo tra la fine dell'800 e gli inizi del '900, interpreti di un mondo che cambia, riappaiono, dopo anni di oblio, con tutto il loro coraggio e con tutta la loro forza morale, testimoni di un desiderio di pace e di libertà per il quale ogni prezzo può essere pagato. Giorgio Entrata (Assessore alla Cultura della Comunità Montana di Valle Trompia) La pazienza certosina dello storico Francesco Bevilacqua ha permesso di recuperare uno spaccato di storia gardonese che rischiava di svanire nel nulla. L'opera illustra un periodo storico compreso tra la fine dell'800 e gli inizi del '900, dove gli ideali di pace e di libertà erano vissuti dai protagonisti con coraggio e fermezza morale, da essere esempio, ancora oggi, per le generazioni future. Si tratta di personaggi, come il sindaco Angelo Franzini e tanti altri protagonisti meno noti, ma sempre importanti, che hanno contribuito anche loro alla storia valtrumplina, che hanno vissuto e pagato per lo stesso ideale che ha ispirato la storica frase del Presidente Sandro Pertini: "Svuotiamo gli arsenali di guerra e riempiamo i granai". Enzo Zamboni (Presidente della Commissione Consiliare della Pubblica Istruzione) NOTE INTRODUTTIVE La causa occasionale dello scoppio della prima guerra mondiale fu l'uccisione dell'Arciduca Ereditario d'Austria Francesco Ferdinando e della consorte, duchessa di Hohenberg, avvenuta il 28 giugno 1914 a Seràjevo per mano di due giovani patrioti serbi. Il precario equilibrio che aveva mantenuto l'Europa in un lungo periodo di pace, l'ultimo conflitto risale alla guerra Franco-Prussiana del 1870-71, era stato irrimediabilmente compromesso. In questo tempo di pacifica convivenza, le varie nazioni Europee avevano raggiunto una certa ricchezza, un certo benessere ed un discreto splendore. Sotto questa facciata pacifica però si nascondevano rancori, odii e cupidigie che venivano tenuti sotto controllo da un magistrale lavoro di diplomazia internazionale. L'enormità del pericolo e la coscienza della catastrofe alla quale si sarebbe andati incontro in caso di un nuovo conflitto, avevano spaventato tutti gli uomini che si astenevano dal compiere determinate azioni che avrebbero potuto portare ad un conflitto armato. A far crollare questa illusoria pace contribuivano formidabili interessi, aspirazioni imperialistiche e, non meno importanti, i legittimi reclami dei popoli che miravano ad una maggiore libertà e giustizia. la stessa Italia, non ancora compiuta, desiderava riavere i figli del Trentino e dell'lstria. La Francia, perse Alsazia e Lorena nella guerra Franco-Prussiana, auspicava riprendersi le due provincie. La Polonia, divisa dal 1782 fra l'impero tedesco, austriaco e russo, mirava a conquistare la sua indipendenza nazionale. Analogo motivo avevano i popoli Slavi, Croati, Boemi e Romeni incorporati nell'Impero Austro-Ungarico. La penisola Balcanica era continuamente oppressa da incessanti lotte fra Bulgari, Romeni, Serbi, Greci, Turchi e tutti lottavano per la loro individualità nazionale. È in questo clima di pace apparente che le nazioni Europee gareggiavano nell'accrescere i loro armamenti. Considerando una visuale più nazionale, è da tenere presente quanto abbia contribuito a creare le condizioni per lo scoppio della prima guerra mondiale la nostra impresa coloniale awenuta in Libia nel 1911. Con questa conquista l'Italia aveva fatto oscillare l'equilibrio fra le potenze Europee ed inoltre, indebolendo la Turchia, che aveva la sovranità in Libia, aveva favorito la ribellione dei popoli Balcani. È in questo clima di tensioni che arriviamo al 28 giugno 1914. L'Austria, enormemente offesa dall'eccidio, inviò un "ultimatum" alla Serbia che non accettò e il 28 luglio 1914 fu dichiarata la guerra. La macchina della guerra, una volta messa in moto, non poteva essere più arrestata e così iniziò anche il complesso sistema delle alleanze e gli interventi in guerra si succedettero a catena. Il 30 luglio la Russia proclamava la mobilitazione generale per difendere la Serbia; la Germania il 31 luglio, dopo un "ultimatum", dichiarò guerra alla Russia; la Francia si schierò dalla parte della Russia ed entrò nel conflitto il 3 agosto. La Germania invase il neutrale Belgio per attaccare la Francia e così suscitò la reazione dell'Inghilterra che le dichiarò guerra il 5 agosto. Alla fine del mese, il 23, anche il Giappone prendeva parte alle ostilità contro Austria e Germania. L'Italia riuscì a mantenere la sua neutralità per circa un anno, ma il 24 maggio 1915 anch'essa dichiarò guerra all'Austria. Mentre gli americani iniziarono a parteciparvi nel 1917. La guerra fin dall'inizio si dimostrò cruenta e lunga: vennero usate nuove armi quali mitragliatrici, aeroplani, sommergibili, artiglierie e gas asfissianti e le conseguenze furono disastrose. Solo nel 1918 si potè mettere la parola fine. Il 4 novembre venne firmata la pace, su quel capitolo di storia durante il quale scaturirono i fatti che formano l'argomento del presente lavoro. Francesco Bevilacqua BREVE PREMESSA Nella sala consigliare del Comune di Gardone V.T., la sera del 16 marzo 1990, tenni una conferenza sui primi socialisti della nostra valle. L'argomento piacque e sembrò a molti così interessante da ritenere di doverlo rendere pubblico. Rispondendo con piacere a questo desiderio, mi accingo ad effettuare la stesura definitiva dei fatti esposti oralmente, ritoccando alcuni dei protagonisti, unendo fotografie e riproduzioni di documenti inediti appartenenti tutti alla mia personale biblioteca. Un sentito grazie a tutte le autorità, (più uno in particolare all'amico Piero Angelo Gasparini), che mi hanno dato la possibilità di ricordare questa gente nostra d'altri tempi. Una pagina di storia della nostra Valle poco conosciuta, ma significativa e oserei quasi dire gloriosa, è quella che riguarda gli internati politici durante la prima guerra mondiale. Questo episodio, nel momento in cui avvenne, ebbe tanta risonanza anche a livello nazionale. Negli anni successivi fu praticamente dimenticato, quasi a voler nascondere una colpa. A tutt'oggi risulta essere un capitolo della nostra storia piuttosto trascurato da tutti. Ciò può essere avvenuto perché gli eventi di quel periodo, (la prima guerra mondiale), ed i successivi, (l'epidemia della "Spagnola", la nascita del fascismo con conseguenti vent'anni di dittatura, la seconda guerra mondiale, la resistenza partigiana ed ultimo l'instaurazione repubblicana), furono tanti e di tale importanza da far dimenticare i protagonisti di prima. Cinquantatrè anni dopo il primo conflitto, la professoressa Graziella Aimone per prima accennò velatamente a questo periodo in un ormai raro fascicoletto stampato nel 1968 a cura dell'amministrazione comunale di Gardone V.T. in occasione del cinquantenario della Vittoria. Alcuni anni dopo, nel 1980, sul numero due di "Studi Bresciani", il professore Gianfranco Porta, commentando alcune lettere di Filippo Turati, inquadrò l'argomento senza poterlo approfondire data la totale mancanza di documenti ufficiali. Egli si rifece molto intelligentemente alla stampa dell'epoca che però risultò essere poco attendibile cau- sa la censura che mutilando molte sue parti rese più difficoltosa l'interpretazione. Si accontentò quindi di alcune testimonianze orali rilasciategli dai parenti e dagli amici degli stessi protagonisti. Ora è possibile effettuare uno studio più approfondito grazie al mio assiduo e costante interessamento che ha fatto scoprire importantissimi documenti inediti ed unici. La famiglia di uno dei nostri personaggi, che per il momento non desidera essere nominata, li aveva conservati con molta cura. Mi permetto, pur rispettando l'anonimato, di inviarle il più profondo e riconoscente grazie, mio personale e di tutta la Valle. Il carteggio risulta composto di seicentosettantadue unità tra cartoline, lettere, cartoline postali, telegrammi, biglietti da visita e dispacci vari; una vera miniera di certificati più che sufficienti ad effettuare studi di varia natura: storica, sociale, politica, economica, statistica-e religiosa. Nella primavera del 1914 in diverse regioni e provincie d'Italia vi furono le elezioni amministrative. A Gardone, cittadina armiera per eccellenza, risultò avere la maggioranza il partito socialista e si ebbe così la prima giunta di sinistra della provincia di Brescia. Queste persone, che per prime dettero vita ad una politica sociale, più equa, almeno a livello ideologico, erano anche nettamente contrarie alla guerra ed in questo senso svolsero un'attiva propaganda antimilitarista e non interventista. La prima guerra mondiale scoppiò in quel fatale agosto del 1914: costò all'Italia un milione ed ottocentomila vittime ed un milione e duecentomila feriti di cui trecentocinquantamila rimasero mutilati ed invalidi per tutta la vita. Alla fine si aggiunse la terribile epidemia della "Spagnola" che da sola causò novecentomila decessi. L'Italia entrò nel vortice internazionale un po' dopo. Il 20 maggio 1915 la Camera dei Deputati aveva approvato a larghissima maggioranza un decreto reale che dava al Governo "poteri straordinari in caso di guerra" e furono proprio questi "poteri straordinari" a far succedere i fatti di cui ci occupiamo. Il 23 maggio fu decisa la mobilitazione generale e nello storico 24 maggio "l'esercito marciava". Inizialmente tutti coloro che chia- Angelo Franzini detto "Bocela" Sindaco di Gardone V.T. ramente manifestarono la loro ideologia di pace e di non conflittualità furono semplicemente tenuti sotto controllo, mentre in seguito vennero presi gravi provvedimenti. 1119 luglio 1915 fra le quattro e le sette del mattino avvenne "il fatto". A Gardone furono arrestati il Sindaco, il vicesegretario comunale, alcuni assessori ed alcuni consiglieri comunali. Nei giorni successivi vennero via via arrestati anche tutti i responsabili delle sezioni socialiste di Gardone, Ponte Zanano, Villa, Cogozzo e Brescia. Un analogo provvedimento fu preso un po' ovunque su quasi tutto il territorio nazionale. Questi "nemici", dopo essere stati tenuti in cella di isolamento nelle carceri di Brescia per ben otto giorni, vennero trasportati, con una tradotta militare via Parma, a Firenze dove albergarono nella scuola Luigi Alamanni in attesa di essere destinati ai vari luoghi di domicilio coatto. Il tutto fece molto scalpore dato che gli arrestati erano brave persone, molto conosciute, stimate e benvolute. Non furono mai né processati né condannati: le loro colpe furono unicamente quelle di professarsi socialisti antinterventisti, cosa che in quel preciso momento era come dichiararsi nemici della patria. Una seconda ondata di arresti fu motivata da altre cause; per alcuni fu perché leggevano e diffondevano il giornale "L'Avanti", per altri perché la pensavano "a modo loro" e per altri ancora perché non aveva- Andrea Zambonardi detto "Nicotera" Assessore e consigliere comunale di Gardone no aderito all'acquistò dei cedolini del prestito nazionale. A tutti toccò la stessa sorte; vennero inviati un po' in tutta Italia e sempre singolarmente. Fu un periodo alquanto duro: soli, lontani dalla famiglia e tra gente "quasi straniera" che li considerava come dei carcerati. Tutta la questione fu naturalmente portata in Parlamento. Fra coloro che ebbero il peso e l'autorità di farsi sentire in campo nazionale vi furono gli onorevoli Claudio Treves e Filippo Turati i quali svolsero una intensa attività parlamentare in favore degli internati. Il compito più delicato spettò al deputato socialista Oddino Morgari il quale fece più volte il giro d'Italia per poter raggiungere i vari luoghi di domicilio coatto dei prigionieri e poter così conferire con loro. Significativa è una sua lettera con l'intestazione della Camera dei Deputati, datata Roma 25 ottobre 1915, diretta a Simone Beltrami, internato a Viareggio: "Caro Beltrami, Posdomani, 27, ira due treni / ma non so ancora quali / sarò in Viareggio per parlarti. Sai che ho incarico di un'inchiesta sugli internati diparte nostra. Però ignoro il tuo indirizzo e non mi gusta cercarlo presso il locale ufficio di P.S., che può anche rifiutarmi la informazione. Pregoti dunque di scrivermi l'indirizzo medesimo in una lettera al mio nome fermo in posta, Viareggio. Arrivando, ne farò domanda, cordiali saluti dal tuo O. Morgari". Tommaso Beretta, Francesco Cuzzetti ed Èrcole Pareli, tre noti professionisti bresciani, con gratuite ed appassionate difese, cercarono di risolvere il penoso problema. L'avvocato Beretta mise addirittura in movimento tutto il mondo politico parlamentare di Brescia, coin- Marco Beretta Segretario comunale di Gardone V.T. pgwtsp» <K» «f /-? XÌ/ S S&Zc^* /e y , x J^^lx^b 7^ *^^- V^sr^ ^WiV^ ^^st^**^^ ' s •*/ ' ^ és^,' /*~~ ^^ ^^< / S*"^ *~ volgendo i due Bonardi, il senatore Carlo e l'onorevole Italo, Giacomo Bonicelli, Giuliano Corniani, Giovanni Maria Longinotti, Giorgio Montini e soprattutto il senatore di Lonato, Ugo Da Como, allora sottosegretario al Tesoro, per mezzo del quale fu possibile arrivare alla persona di Armando Diaz, comandante supremo dell'esercito, al presidente del Consiglio dei Ministri Antonio Salandra ed al ministro senza portafoglio Salvatore Barzilai, repubblicano. Ebbe rapporti con Francesco Ciccotll, redattore capo del giornale "L"Avanti", \\ quale dette molto spazio sul suo quotidiano a tutta la controversia. A Gardone due fuS" rono le persone dc\e più di altre cercarono di aiutare gli internati: il socialista Andrea Zambonardi, soprannominato Nicotera, assessore comunale, il quale, pur compreso nel numero degli internati venne esonerato perché ammalato, si adoperò con non pochi rischi per rimanere in contatto con tutti gli amici; l'altra fu il segretario comunale Marco Beretta, al quale spettò il difficoltoso compito di stipulare i complicati documenti per un eventuale rientro. In questo periodo particolare fece le veci del sindaco il socialista Sortolo Cotelli. Nonostante il grande impegno di tutti, i risultati ottenuti furono alquanto scarsi. L'insuccesso era motivato dal fatto che la disposizione disciplinare adottata era un provvedimento di ordine militare (e quindi sottoposta unicamente a quel codice) e veniva automaticamente a cessare alla fine del conflitto mondiale. La loro lotta non fu del tutto inutile: ottennero che a partire dal di- cembre 1915, nel giro di un mese, tutti i prigionieri si avvicinassero ai luoghi di residenza, ma assolutamente non a Brescia e provincia perché ritenute zone di guerra. Alcuni andarono a Torino, altri a Milano e di altri vedremo singolarmente dove furono mandati. I protagonisti di questi fatti sono piuttosto numerosi e la loro analisi sarà il più possibile precisa. Di alcuni trascriverò delle lettere personali, errori compresi, dato che la maggior parte di loro aveva frequentato la seconda o la terza elementare ad eccezione di Luigi Aimone, medico condotto di Gardone, Simone Beltrami, ragioniere, e Antonio Selva che avendo frequentato la scuola commerciale era cassiere nella ditta Redaelli Giuseppe e fratello. Questi era giunto a Gardone da Venaria Reale dove era nato e fu ne!1945jL primo sindaco elettivo di Gardone" Valfrompia dopo la liberazioTié] ' Gli Arrestati a Brescia furono quattro. Silvio Ardovini, nato a Pieve d'Olmi nel 1894 da Luigi e da Adele Gazza, fu arrestato il 19 luglio, internato a Raviscanina e successivamente andò con il gruppo di Torino. Mori a Cremona nel 1983. Ardiccio Donegani, nato a Brescia nel 1897 da Angelo e da Luisa Contarelli, fu arrestato il 19 luglio ed internato a Rieti; successivamente andò con il gruppo di Torino, chiamato quindi alle armi fu fatto prigioniero dagli austriaci. In seguito tradì gli amici alla questura fascista e scoperto venne giustiziato ad Anderlecht il 25 agosto 1932 dai suoi compagni. Defendente Fonzago, nato a Pian Camuno nel 1896 da Angelo e da Lorenzina Morandini, fu arrestato il 19 luglio, fu internato ad Orvieto e successivamente andò con il gruppo di Torino. Morì a Spirano nel 1975. Giovanni Nenna, nato a Trani nel 1896 da Antonio e da Annunciata Mucciaccia, venne a Brescia dove il padre gestiva una trattoria. Fu arrestato il 19 luglio ed internato a Livorno. Successivamente andò con il gruppo di Milano; chiamato alle armi, morì in combattimento il 10 settembre 1916 a soli vent'anni. A Villa Cogozzo ce ne furono tre. Paolo Bertoletti nato a Leno nel 1883 da Giovanni e da Carolina Toetti. Trasferitosi a Villa vi lavorò come muratore. Fu arrestato il 19 luglio ed internato a Montepulciano; successivanjente andò con il gruppo di Milano. Morì a Leno nel 1962. Giuseppe Prati, nato a Nave nel 1891 da Pietro e da Santa Bettelli. Trasferitosi a Cogozzo, lavorò come operaio presso la ditta Mylius. Fu arrestato il 19 luglio ed internato a CastiglioFi Fiorentino e successivamente andò con il gruppo di Torino. Morì a Nichelino nel 1972. drillo Mensi Morì a Brescia nel 1956. Dedicò tutta la vita prima alla realizzazione dell'asilo di Ponte Zanano e poi al suo funzionamento. Uomo buono e generoso fu tormentato dai fascisti. Affermava con sicurezza di conoscere tutti i più impensati nascondigli della valle di Polaveno e meglio ancora tutti i tetti di Ponte Zanano. Sposò Domenica Stella Guerini ed ebbe tre figli: Spartaco, che morì a Mauthausen in campo di concentramento nel 1945, Amilcare e Benvenuto. Belleri, saputo dalla stampa della morte di Cirillo Mensi, spedì la seguente cartolina postale. Da notare che in quel periodo si preferivano usare le cartoline postali al posto delle lettere perché, Giuseppe Buffali detto "Tutina" Domenico Boroni detto "Pitela" Vi fu un terzo socialista che avrebbe dovuto essere arrestato: Cirillo Mensi, nato a Villa nel 1885 da Antonio e da Angela Bagozzi. Gli venne risparmiata la sorte dei compagni perché molto ammalato. Morì infatti il 21 agosto del 1915. Il Mensi, con Giuseppe Buffoli, soprannominato "Tutina", fu uno dei primi socialisti di Villa. Si prodigò per l'apertura dell'asilo, della scuola, della cooperativa, del circolo socialista e della cassa di mutuo soccorso. Fu il Buffoli, alla fine del conflitto mondiale, a formare a Villa con Domenico Boroni, chiamato Pitela, ed Irò Gherardi, la seconda giunta socialista della valle con sindaco Angelo Massari. A Ponte Zanano arrestarono Lorenzo Belleri, meglio conosciuto come il "Lorenz de la Bionda", nato a Gardone nel 1891 da Giuseppe e da Lucia Borsi. Arrestato il 19 luglio prima fu internato a Montecatini e poi andò con il gruppo di Milano, successivamente fu chiamato alle armi nel 1916 ed inviato al fronte. .1 Lorenzo Belleri detto "Lorenz de la Bionda" Irò Gherardi vigendo la censura, non erano soggette a verifiche e giungevano a de- , ' CARTOLINA POSTALE; (CARTE PÓSTALE'p1, CABTOLIXA POSTALE (CARTE'POSTALE DJl X -£Zs?~ 5 ' ^ 1 NJ•j j ^ * > 3i < s-i^ i s \^ ' V •;ft <? ^ ! V * & -?J t > >• ', , ^, 1 ì ». ì ^X X H 1H 'S\ i S H'K V :* f- * t^ ^1 t - \ /t \ \\ y^ : ft ,^ <ò ^ ? - 4 4\ V] 1* '{fH *:v,s ,•» -s§ ^\ ^^ ' * 'X* ì IX^VJ^ \5 M -^,' J \S^ V ». 'i -^ l ' / ^ i^ ^ J •! » t J * I K f^ 5 ,• s ^ \* *• ' \Ì ^ ^:1«i' •/\ \ fx rl x* in r > l? ^ X " ^^ ) i ^ -^i 1iK' " % 4^! 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Saluti cordiali nostro Belleri Lorenzo - internato politico -". Il maggior numero di arrestati si ebbe a Gardone Valtrompia. L'allora .primo cittadino Angelo Gasparre Siro Franzini soprannominato "Bocela", fu forse il primo ad essere prelevato dalla sua abitazione. Simone Beltrami Vice segretario comunale a Gardone V.T. Nato a Gardone V.T. nel 1870 da Lorenzo e da Maria Pacchetti era rimasto orfano di padre a nove anni e pur non avendo terminato la terza elementare incominciò a lavorare per guadagnarsi da vivere dato che vi era la miseria più nera. Si avvicinò giovanissimo al partito socialista e ne fu per circa cinquant'anni un protagonista. Venne preso ili 9 luglio ed inviato lontano, ad Ortueri, in Sardegna, volutamente punito con più rigore. Ottenuto il permesso di avvicinarsi, si stabilì con tutta la famiglia, per tutta la durata della guerra, a Germanedo di Lecco dove la raccomandazione di un suo cognato gli aveva fatto trovare lavoro presso l'officina meccanica "Bianchi & Cameroni" di Lecco. Morì a Gardone, nel 1938, dove era ritornato ormai in pensione. Significative testimonianze del suo esilio sono cinque cartoline postali, due spedite da Ortueri, due da Lecco ed una da Gardone, indirizzate a Simone Beltrami, anch'egli esiliato, e particolarmente toccanti sono le parole con le quali si rivolge all'amico. "Ortueri (Prov, Cagliari) 25-8-915. Carissimo Simone. In seguito a corrispondenze del Leali e di Bertoli, ho potuto avere tuo preciso indirizzo, onde con mia compiacenza rivolgerti le presenti brevi righe, ed assicurarti che per quanto sia stato esiliato con maggior rigore lontano, mi trovo egualmente sano di spirito e di corpo!?. E tanto meglio da ieri che ho avuto notizie dal buon Piloni che le pratiche sono avviate al Ministero e MRTOLIKA POSTALE ITALlAXA (CARTE • ? ?Y Kb!*? »1 * ' .K 'H.:»*1!T \ Ìl ? N Ì 1 4 l ^ « d 5 j sv 3-^ J J ^ °V\V J ^ 'N - *°£, •^yflf^^y- r+p -^V''»^»^^^? CARTOLI (CA fa jet*; VCE<*/-C, oo /a nosfra innocenza e correttezza ci assicurano colla riabilitazione la libertà di abbracciare le nostre spose / nosf/ /ygf//, / nosfri am/'c/ ed / AJOsfr/..... nemici ai quali perdoneremo, lasciando però loro il grave rimorso della viltà compiuta. Ho ricevuto lettere e notizie di molti compagni, compresi gli assessori, che incitati a proseguire costanti nell'improbo lavoro e sventando cosi l'agguato avversario. Dammi tue buone nuove e gradisci cordiali e fraterni saluti dall'aff. tuo ANGELO FRANZ/NI." "Ortueri 3-9-915 Carissimo Simone. Ricevetti e lessi commosso tua prima, di ieri sera, poiché come vedesi la prima forse smarrita ho i I piacere di saperti in salute ed in cura... quanto me e gli altri amici. Quale buon indizio però, debbo comunicarti la nuova che ieri ho avuto comunicazione telegrafica da questo comando deiR.R. Carabinieri, che m'è concesso di rientrare in continente con libera scelta di soggiorno (salvo la zona di guerra). La nostra innocenza si fa strada, s/'a pure lentamente, ma il suo trionfo non lo dubitare non è molto lontano. Ho ricevuto tue nuove da Bertoli, ed ho scritto pure ad esso della nuova, telegrafandola a Gardone. Ora sto facendo pratiche a mezzo dei compagni di Brescia per trovare collocamento nella Città o Prov. di Milano vicino alla mia famiglia e sposa che potrò rivedere anch'io, e vicino anche agli egregi compagni che propugnarono la nostra riabilitazione e libertà. Basta! Di là ti scriverò, col mio indirizzo. Ti saluta ed abbraccia fraternamente il sempre tuo aff. ANGELO FRANZINI." "Lecco 29-2-916 Carissimo Simone. Ricevetti con sommo piacere tua gradita con saluti, ed ero tuttavia titubante a scriverti mancandomi il preciso tuo indirizzo. Siamo sempre in attesa che faccia bel tempo... ma dubito ci tocchi attendere ancora fino a bellus ultimato. In ogni modo questa settimana intendo volgere ai nostri patroni informazioni sull'esito del mio memoriale, dispostissimo compilare in seguito un'Jaccuse contro i vili autori del nostro danno. Intanto speriamo con rinnovata fede che si prenda almeno in esame la nostra situazione. In attesa di riabbracciarti presto ti saluta con affetto il Comasco nolente ANGELO." "Gardone 25-4-917 Carissimo Simone. Finalmente è venuto il messia cioè ho avuta la licenza di ritornare in famiglia dopo l'infausta data... per sistemare i miei affari e la mia salute con la bellezza di cinque giorni di vacanza!.. Basta; però me la sono goduta lo stesso la soddisfazione di rivedere la famiglia, ed ieri quella di godere la compagnia del carissimo maestro Daffini col quale abbiamo fatto visita a tua moglie che ho riveduto tanto volentieri e l'ho trovata d'ottima salute e di buon morale. Speriamo non s/a lungi la data del ritorno definitivo e di potere in simposio fraterno, tutti uniti festeggiare il fatidico avvenimento con somma desolazione dei nostri czar. Con tale auspicio t'augura buona Pasqua l'aff. tuo A. Franzini." Oy,^-;^^;! ^ ^V-ft- I Tx? i >•• S- ?*$1 7 - l^f * WMHit^ ri ^....1:^*'!--: vt n. . -5\. ,>fc tò" $>• ^ ^ltl;f;l^r^ 'Ì-\ I ^| * -^ «^l; i* '^HJ * ; |iii,!;4^i-|fl i:-k> -ì^•!<>...K.V s ^ ^vl-^ s rv-- ^.< I- 1*^ - 'ft '•' ^: " vT ^ v--,.s~>^ ..-j«,^ ft ^::^T:l;:fck rs ^ viV',; , s.-:- .% xv, ^.$. ± .|^|s K , - -'^ ^ - *^' -J -^u - , ^ -•? -^"X; ^ * -Vì ^::l||:Ìfm||^ •T.-|x^Ì t ' ^ v T $--. ^•|: is^-Kc;*Kr-;»srr"-^ •:;::-r"---r- -r.r.-»- •-•*£••-—>, ?'^m-^-te^*(te:~à±é&~i ^ "Germanedo (sopra Lecco) 13-6-918 Carissimo Simone. A mezzo di mia moglie apprendo la ferale notizia del gravissimo lutto che colpisce te ed i tuoi diletti figli. Purtroppo caro Simone non ho parole che valgano ad esprimerti il mio intimo cordoglio, e per leni re il grande dolore che ti colpisce!.. È l'unico caso in cui la rassegnazione sia doverosa e consigliabile, non fosse altro per l'affetto e cure amorose di cui i cari bimbi hanno maggior bisogno in mancanza di quello perduto!.. Coraggio quindi caro Simone è l'unica parola di fede e di conforto che sinceramente ti possa inviare un fedele amico che divide la già troppo dura sorte... Nel tuo grande cordoglio ti sia conforto l'affettuoso saluto dell'indimenticabile amico ANGELO". Simone Angelico Beltrami, destinatario di queste cartoline, era il vice segretario comunale del Comune di Gardone. Per la sua alta e robusta mole era chiamato "Simonu". Nato a Gardone nel 1877 da Girolamo e da Gattinà Beretta, fu anche decorato al valore civile per avere salvato un operaio che si era impigliato in una turbina. Come i suoi compagni fu prelevato il 19 luglio ed internato prima a Viareggio e poi a Lovere dove trovò lavoro, grazie alla raccomandazione dell'amico architetto Egidio Dabbeni, presso la ditta "Franchi e Gregorini". Rimasto nel frattempo vedovo con cinque figli, si stabilì definitiva- mente con tutta la famiglia a Castro di Lovere; tornò a Gardone solamente molto più tardi dove, ospite della figlia Dina, ormai gravemente ammalato morì nel 1952. La gravita della situazione patita dal Beltrami la si può rilevare da uno scritto inviato all'amico Marco Beretta, segretario comunale di Gardone. Lovere 26 marzo 1916 Carissimo Marco, il cognato Giulio, in occasione della sua venuta, mi aveva riferito che da tempo le notabilità di Gardone avevano sotto scritto una petizione diretta alle competenti autorità, affinchè mi ridonassero alla mia famiglia. Sono stato male informato, perché mi giunge solo ora la minuta di detta petizione. Del resto meglio cosi, una disillusione di meno patita, fra le tante che ho trangugiate amaramente. La commedia cosi ha avuto un atto dimeno, non per questo cessa di essere meno interessante. I personaggi sono investiti della loro parte: chi si affanna a voler essere degli uomini necessari, chi vendicativi per cattivo animo, chi menzogneri per partito preso, chi nazionalisti colla pelle degli altri, chi Scarpia di losca ricordanza, e cosi via per tutti i gusti. E la legge della ragione sempre si calpesta. Mi hai fatto pervenire due lettere ufficiali di pertinenza di S.E. l'on. Da Como, nelle quali rilevasi di essersi interessato del mio caso, e suo malgrado, dopo tanto tempo, non ha raggiunto lo scopo. E si che non ho rubato, né fatto la spia, e nemmeno ho parlato male di Garibaldi! Perché dunque devono occorrere dei lunghi mesi per ponderare sul da farsi? Te la dirò io, caro Marco, la ragione dell'arbitrio che oggi trionfa calpestando la legge: è la politica del giorno che grida il crucifige ad ogni socialista, vuoi estirpare la mala pianta a tutti i costi, ma anche i ciechi lo sanno che è una politica balorda questa! Si era agito anche contro diversi preti, e nella mia peregrinazione ne ho conosciuti parecchi, ma verso di essi si è trovato il modo di dimostrare l'insussistenza dell'accusa e di salvarli dall'ignominiosa imputazione di spie e furono senz'altro mandati in zona delle operazioni, nelle loro residenze. Quanto può fare l'ingerenza partigiana! Stomacato da questa ridicola commedia, rinuncio a qualsiasi altra pratica da farsi, in attesa che spuntili di in cui il buon senso faccia capolino fra gli uomini. A che prò indirizzare delle suppliche a certa gente che non ha cuore, gaudente degli affanni altrui? Caro Marco, volevo dirti tante altre cose, ma smetto, per la tema di tediarti, voglio solo ripeterti il vecchio adagio: "II tempo è galantuomo". Non te ne avrai a male della mia sfuriata, è uno sfogo dell'intimo dell'amarezza mia, ma che è I ungi in me ogni idea di portarti offesa. Cordialmente ti saluto. Tuo aff. Simone Beltrami". j A dimostrare il clima che si era creato in paese vi è una lettera che il cognato Giuseppe Fausti inviò al Beltrami in esilio. "Cognato carissimo STOZZO 24-3-916 Ti lamenterai del mio silenzio, e con giusta ragione, ma mi devi perdonare. Sono diventato mezzo selvaggio, e potrei dire, che lo sono del tutto. Ti dico la verità che ho lavorato molto e in luoghi di molta disciplina, ma mai come in questo serraglio di bestie feroci. Guai se ti scappa la cacca 2 volte, perché sei sicuro che ta a Beltrami a Viareggio da un militante alquanto cattolico. "Egregio e Chiarissimo Signore, Signor Simone Beltrami. te la fanno pagare con il minimo di se/ ore d/ mu/fa, per /a pr/ma i/o/fa, e se uno è recidivo allora processo e se l'avvocato non è bravo è fucilato! Perdio che razza d'Italia grande che vogliono fare! se e/ ammazzano tutti è inutile ingrandirla. Il mio lavoro ora va discretamente, e a forza di difendere la mia squadra ora cne s/'amo // 60% ma c'è ne i/o/ufo de//a pazienza a farla capire a questi imbecilli. S/ guadagnava il 60%ancheprima, ma ce lo rubavano i sig.i capi, galantuomini dell'arsenale; l'Arrigo capo primo. Ne avrei tante da dirti ma te le dirò a cocca, ap- pena la neve sarà sparita dalla croce di Pezzo/o, intendo venire anche se non mi danno il permesso. La tua salute la credo eccellente, e ne ho piacere assa/ e la mia è cosi cosi, i saluti di miei figli e baci e arnvederci presto, almeno spero. Tuo cognato Pi (Giuseppe Fausti). In paese la serie di arresti non fu malvista solamente dai diretti interessati e dalle loro famiglie, ma anche da parecchi cittadini pur di opinioni politiche diverse. A dimostrare tale solidarietà vi è una lettera invia- Divido — toto corde — il di Lei intenso dolore, e mi solleva l'animo la cara speranza che la gagliardia dell'animo suo pari alla grandezza del Bene compiuto e della vita intemerata saprà trarre tutto il coraggio necessario per affrontare con meno cordoglio l'acerba sorpresa toccatale. Benché suo avversario politico, ma amico del vero non dubito della di Lei innocenza e dei suoi buoni sentimenti Patriottici, dei quali ne ha dato secura prova; perciò presto la giustizia saprà ridonarlo puro ed altiero alla tranquillità della sua famiglia la quale vive nella certezza della sua buona sorte. Coraggio adunque in questa ansiosa attesa, come di coraggio ne è piena la sua dolce famiglia e congiunti. Meglio vale sventura con innocenza che diversamente, e le strade che ci aprono disgrazie, sogliono sempre avere brevi progressi, anzi vengono poi coronate da gioie più ineffabili e costanti. Così sarà di Lei. Tanto bene compiuto. Tanta cooperazione indefessa, e tanta carità versata senza distinzione di persone, non può liquidarsi per devolver di tempo, e presto, dalla giustizia ridonato puro ed intatto al suo Paese, troverà quelle gioie e quelle soddisfazioni care, che solo si trovano dopo la prova di dolorose evenienze. Per quanto ripeto, suo avversario politico aggradisca i miei sinceri sentimenti, e ringraziandola tanto de//a cortese illustrata inviatami, mi creda con osservanza. Devotissimo Egidio De Cursu Gardone V.T. fì 7-8-1915 Fra i numerosi personaggi accomunati nella stessa sorte vi furono anche i fratelli Edoardo e Paolo Taricco. Nati a Torino, uno nel 1874 e l'altro nel 1886 da Michele e da Domenica Benedetto si trasferirono in seguito con la famiglia a Gardone. Paolo fu arrestato il 19 luglio ed inviato a Piedimonte d'Alife in provin- -^n-^3 '•f^txi^ CARTOLINA POSTALE JTALIANA. / / ^ &-~l-H; S ÌSTALS X^--»-v9- oh ^^#-t.<s^«^J) •j@T Ca-Ci^T-^-'^ e ^-^6S^^ eia di Caserta, mentre Edoardo venne prelevato con il secondo gruppo e venne internato a Bussoleno di Susa. Questi morì a Gardone nel 1952, Paolo a Rimini nel 1968. Importante è la cartolina postale che Edoardo inviò al Beltrami esattamente un mese dopo i primi arresti non immaginando che più tardi sarebbe toccata anche a lui la stessa sorte. "Gardone V.T. 19-8-1915 Caro S/mone, Sempre colla speranza di vederti fra noi di giorno in giorno, colgo l'oc- _ ,y' ^. ^ ^ ^ - y-/f'; cas/one della infausta data, per mandarti i miei più fervidi auguri del più presto ritorno desiderato da tutti i tuoi cari compagni, che certo non ti dimenticano, e che pur lontano ti ricordano affettuosamente, e aspettano ansiosamente colui, che sempre disinteressatamente, era al fianco nelle cause sante e giuste. Tuo compagno Ed. Taricco Ancora un assessore comunale nel gruppo degli arrestati: Giovanni Maria Franzini chiamato Frio. Nato a > ì^a#wm* 40-^4 S~ftd'e<e7Cf—>~€^t£7 <^i^H*+4. * / if^~d y^—-tX x- ma salute ebbi notizie buone del Sindaco, e del Pilotti, e come spero pure di te, non so niente del Combini, il Leali mi ha scritto che sfa bene. Cordiali saluti il compagno Franzini Giovanni — Ti fo noto che io ho già inoltrata la dichiarazione presso // s/g. Prefetto di Brescia, e se saprò qualche cosa ti avvertirò. Coraggio, Ciao" Edoardo Taricco Gardone nel 1869 da Angelo e da Ludovica Franzoni fu anche lui preso il 19 luglio ed inviato prima a Pisa e poi a Milano. Morì a Gardone nel 1928. Anche lui scrisse spesso a Simone Beltrajni e fra la sua corrispondenza leggiamo: II Combini nominato da Franzini è Carlo Combini, nato a Gardone nel 1889 da Andrea e da Elisa Pilotti. Anche lui arrestato il 19 luglio, fu internato a Grosseto. Passò in seguito a Milano e poi a Greco Milanese. Avviò un piccolo commercio e lì morì nel 1975 senza mai più tornare a Gardone, cosa che non avrebbe mai ritenuta possibile. "P/sa 13-9-1915 Caro S/Vnone, Colla presente ti notifico che frovanc/os/presso di me le mie figlie, e che s/ fermeranno fino a giovedì se desideri qualche cosa, vieni, oppure fammilo sapere, lo mi trovo di ottiGiovanni Maria Franzini detto "Frio" Paolo Taricco "Greco Milanese 19 die. 1915" Caro Simone, O' una buona notizia da darti. Oggi abbiamo parlato con Turati per sapere qualche cosa di certo riguardo alle promesse di Sa/andrà, e ci ha detto che presto saremo liberi, non ci ha detto il giorno preciso, ma ci ha promesso che forse anche prima delle feste di Natale. Potremo far ritorno alle nostre case. Mi sono subi- CARTOLINA POSTALE (CARTE BOTTALE D'ITALI; Ferdinando Damiani to ricordato di te, e mi son preso l'ardire di scriverti, dico ardire perché dopo che ho lasciato passare tanto tempo senza darti mie notizie da Milano ora non sapevo come rompere il ghiaccio. Jo sono a Milano con Pilotti, col C/ne/// e Belleri. Noi quattro lavoriamo insieme, ed io prendo 50 cent. l'ora, faccio 10 ore e anche di più. Anzi proprio di questi giorni, siccome cominciavo a perdere le speranze di andare a casa, ho fatto venire la móglie, e ho messo casa qui. Però appena sarò libero ho intenzione di andare subito ancora a Gardone. Qui con noi c'è anche il Nenna e fra 2 o tre giorni dovrà andare soldato, lo hanno messo in fanteria e 10 mandano a Genova. Mi ha scritto il Leali che si trova in prima linea, fra il fuoco ed il ghiaccio, ma che però è di perfetta salute. 11 Taricco è a Sesto San Giovanni e ci sta volentieri. I compagni di Brescia si trovano a Torino e guadagnano circa otto lire al giorno. Domenica scorsa il Piloni è andato a trovare il Sindaco e dice che sta bene, lo sto bene, come spero sarà di te, e ti dico di farti coraggio che presto le nostre tribulazioni avranno fine, e poi potremo tornare al nostro Gardone baldanzosi e fieri di aver sofferto, ingiustamente per causa di nemici occulti, ma colla coscienza e colla piena sicurezza di aver fatto sempre e ovunque il nostro dovere di buon cittadino. Che festa e che gioia quel giorno che ci potremo abbracciare tutti, come quella sera a Viareggio, Ti ricordi, io non mi scorderò mai, ma senza però dover provare subito dopo lo sconforto di vederci nuovamente divisi. Colgo l'occasione per salutarti fraternamente anche a nome di C/ne///, Pilotti, Belleri e Nenna e mia moglie, e per ringraziarti di cuore di quanto hai fatto per me a Viareggio. Sperando vederti presto nuovamente saluti e coraggio Tuo Compagno di Sventura Combini Carlo. Scusami se ti ho dato del tu, ma ora in queste condizioni ero piacere coi compagni di sventura parlare fraternamente. Quando saremo a Gardone cambierò. Arnvederci ciao. Cordiali saluti C/ne/// Abele Luigi arnvederci presto Ciao. Mio indirizzo Via Libertà 51 Greco Milanese. Buone Feste. Arnvederci. x ? * J^T> * — - -* •** W,N fcW*3—V. ^"*vte - r-^r^r-T^-g^ A - /" ^t—Ss" —-—V»"h •*i>r ^ »- —^ j •» ^a. ^ a \ ^ 'ci. I \^ \ ^ ri * *v ss:' ^ rv -^ ? ?C V x ^v.^v*" ^V r "•> ^^' " ^'^^ 7 N ^rr^l. ? ^ ^ r V ^^vV ^x~ ~ìr> ^-^ r "i ^^' Carlo Combini |,,C^T^^-g^^ -t^-"--^" >^;XJ r.--'|vv ^^X-x* v^^g ^ j v^lL '•• _• >,.* ^i. ,V"^\l l>," v1^ ^ ^'----À-^-^ ^ ; , S'v - .> \- ^ V ^ & aK . »< -X «> S -Ff J - ^ À - ^ , N , , -XAV^T^-- 7— _h ."-„ tx ? > ", ' x *- , s. - ^ ^xt,.7^,'V -s^r ". - - cT vi — *'*-- ^ " " * ^ \ Leali Battista (Paolo) Anche Paolo Battista Leali si tenne in corrispondenza con Beltrami. Era nato a Carcina nel 1889 da Giovanni e da Angela Abbiatico e si era trasferito a Gardone in qualità di operaio limatore presso il regio arsenale. Arrestato il 19 luglio fu inviato a Colle Val D'Elsa. Con il passare dei mesi gli venne a scadere l'esonero militare di cui godeva quale dipendente del regio arsenale e fu mandato al fronte. Morì a Gardone nel 1964. "Colle Val D'Elsa lì 10-8-1915 Compagno - Finalmente iersera ho ricevuto notizie da Gardone e cosi ho potuto avere il suo indirizzo e quello del sindaco e del Frio. lo qui non ho ancora trovato lavoro; spero però di avere una risposta oggi esauditiva. Qui mi trovo solo; il Bertoletti di Cogozzo è stato mandato a Montepulciano. Questo è un paese bello, e ci sono molti compagni; è un paese sviluppato; anche qui hanno tentato di aggredire nella schiena; però sono molto avveduti e stanno in guardia. Qui sono stati al comune per 18 anni; ora è da un anno che hanno perduto in causa del voto di cretini. Il Cantamessa di Gardone ha fatto una grossa mancanza, Cioè ha fatto baracca per ben 7 giorni, ed è stato mandato al fronte. Saluti LP. - Mio indirizzo Colle Val D'Elsa - locanda Venezia - Prov. Siena - Leali Paolo Franzini Angelo presso Signor Camedda Ortueri - Cagliari - Saluti ed Auguri - Favorisca sue notizie Leali Paolo". "Gamia Ti 1-11-1915 Caro compagno - Impossibilitato da eventi avversi non ho potuto prima d'ora scrivere. Ora mi trovo qui. Spero sempre in bene, e credo fermamente di superare gli eventi ed i cimenti. Spero che a tutti vada bene, e cosi mi auguro che per il bene dell'umanità tutto finisca presto. Saluti e auguri Leali B.P." Molti altri subirono analoghe tribolazioni. Giovanni Ceriani, originario di Volterra, era giunto a Ponte Zanano come esperto di macchine tessili nella ditta Coduri. Fu arrestato col secondo gruppo e andò a Milano. Dopo la fine della guerra ritornò a Volterra senza più rivenire a Gardone. Abele Luigi Cinelli, nato aZanano di Sarezzo nel 1895 da Domenico e da Giacomina Cassina, fu arrestato il 19 luglio ed internato a Portoferraio, andò in seguito a Milano. Morì a Sarezzo nel 1955. Saverio Consoli, nato a Gardone &?H ilikl sw-2O$*>^ ^r^;j|||ÌÌgg,||^ &$é$i$tì#iff' -^''^;" ,-;y -, " . Compagnia omagna ^*. - *- |."' Squadrone -V ,5&&;^;Lì:^, guito andò a Milano. Morì a Gardone nel 1931. Demetrio Contrini nel 1890 fu arrestato con il secondo turno. Andò a Milano e poi a Lovere dove, nel dopoguerra, fu per breve tempo sindaco. Morì a Lumezzane. Demetrio Contrini, nato a Gardone nel 1895 da Luigi e da Maria Franzini, fu arrestato con il secondo gruppo e andò a Milano. In seguito fu chiamato alle armi e dopo la guerra Si impiegò presso la ditta Breda di Brescia dove in poco tempo divenne un tecnico stimato. Morì a Brescia nel 1971. Ferdinando Damiani nacque a Gardone nel 1891 e vi morì nel 1941. Fu internato con il secondo gruppo e andò a Milano dove lavorò presso la Società Ossigeno. Dopo la guerra venne assunto dalla ditta Beretta come lucidatore di legni. Fabrizio Filetti, nato a Castiglione delle Stiviere nel 1872 da Elia e da Pierina Biancardi, fu arrestato il 19 luglio ed internato a Bibbiena, in se- Parole toccanti e piene di amarezza sono quelle che scrive a Simone Beltrami, AndreaZambonardi soprannominato Nicotera. Nato a Gardone nel 1875 da Giuseppe e da Annamaria Piccinardi vi morì nel 1924. Non fu arrestato perché ammalato e così tenne i contatti con tutti i compagni. Sposò Maria Rinaldini e dal loro matrimonio nacque un unico figlio, Giuseppe (19021968). Questi, durante la seconda guerra mondiale, salvò i libri della Biblioteca Comunale di Gardone nascondendoli in un magazzino del "Banco nazionale di prova" dóve lavorava quale funzionario. "Gardone V.T. 20-12-1915 Caro Simone - colgo l'occasione per mandarti i miei più caldi saluti, spiacente non poter fare una scappata a salutare l'amico carissimo, ma siccome sono a casa ammalato d'influenza con una febbricciattola maledetta, ma che però scompare, temerei d'aggravarmi, molto più che oggi qui a Gardone ce ne sono molti ammalati e temo con questo t'assicuro però verrò a Lovere, dove dovevi andare molto ma molto prima e non ascoltare le lusinghe e le promesse di certuni che purtroppo temo ti diano ad intendere che fanno qui che fanno fi, se sapesti invece che famosi volponi sono ma tu non puoi capirlo perché sei troppo buono e come mi scrivesti vedevi gli uomini più buoni, invece caro mio aveva ragione il Giornale il Cittadino il quale diceva che facevano come i coccodrilli che piangono dopo aver mangiato i loro nati. Se vedevi come erano contenti certi figuri dopo il vostro internamento, a certuni però rincrebbe ch'io fossi ammalato e così fossi lasciato a casa, figurati che il Maresciallo venne una volta allo stabilimento, e non c'ero poiché ero a casa, e due volte a casa, una volta mi trovò a letto, la seconda vedendomi realmente ammalato mi lasciò in pace, ma avrei preferito la sorte dei miei compagni poiché le colpe erano le stesse, e due giorni dopo glielo dissi in Municipio al Maresciallo. Purtroppo eravamo circondati da una fitta rete di spie, molti che vedevamo amici, se non di fede, erano dei giuda poiphé inventavano persinò cose non vere, ed hanno approfittato del momento per vibrarci il famoso colpo. Ora però incomincia la metamorfosi e si incomincia a compassionare gli internati, a dire che non è vero niente di quello che si diceva, (Vi sono però di quelli che dicono che ve ne sarebbero stati de- Achille Arnaboldi gli altri da internare) fanno auguri perché presto ritornino, capisci i vigliacchi e si è persine saputo che vi erano individui che ancor molto tempo prima sapevano del provvedimento, io che non dubitavo di nulla, ti dico la verità che quel giorno fu come un fulmine a del sereno. La conclusione è questa, di metterci d'animo tranquillo, noi sappiamo d'aver agito sempre bene come cittadini e come italiani, quindi abbiamo la coscienza tranquilla, e vedrai che un giorno lo riconosceranno, la verità come diceva Zola se fa anche male verrà a galla, e tutto il proletariato di Gardone non attende che quel giorno, per esternarci la sua fiducia, procura dunque di rimanere calmo pensando che la più bella soddisfazione è quella di avere agito bene e che domani, dovranno esser i nemici nostri che svoltano lo sguardo per non arrossire. Dunque sempre allegro e presto arnvederci alla nuova dimora. Cordiali saluti Andrea. Non essere così ingenuo di credere alle promesse e alle moine dei volponi che più sopra ti dissi, ti dico io che ho potuto conoscerli bene, ne parleremo, ciao" Ho lasciato per ultimi i fratelli Arnaboldi nati a Gardone da Vittorio e da Cecilia Cominazzi. Il più giovane, Enrico, del 1901, andò a Roma; il più vecchio, Achille, del 1886, si trasferì a Brescia dove ' gestì una compagnia di assicurazioni e Guglielmo, del 1889, che fu arrestato con il secondo gruppo. Mandato a Milano fu poi chiamato alle armi. Alla fine della guerra Gugliemo Arnaboldi seguì a Roma il fratello e lì morì nel 1974. Nella capitale si impiegò presso la ditta Breda divenendo, in breve tempo, un tecnico apprezzato. A Roma rjschiò anche di essere uno dei fucilati delle fosse Ardeatine. Guglielmo, che con il fratello Achille è sepolto a Gardone V.T., in un momento di nostalgia aveva scritto una bellissima poesia dedicata alla sua Valle ed il ritornello è riportato ~ sulla lapide della sua tomba: "Vorrei tornar Su quei sentieri Carico d'anni e Di nostalgia, nella Pace sognar e Riveder i sacri Lochi della Infanzia mia" G.G. Arnaboldi Dopo la prima guerra, coloro che non avevano pagato prima la loro ideologia, dovettero lottare contro il fascismo che dilagava e così molti, sull'esempio degli Arnaboldi, per sfuggire alle aggressioni delle squadre dei picchiatori, se ne andarono da Gardone. Fra i tanti che lasciarono frettolosamente la Valle Trompia vi furono anche i fratelli Giuseppe e Giovanni Cristini. Alcuni non fecero più ritorno ed è per questa ragione che di tanti personaggi si sono perse le tracce. Questi umanitari socialisti avevano fatto del socialismo una religione di vita tanto da concepire anche un "Gesù socialista". La loro ideologia era sintetizzata molto bene nel motto: "PER LA LIBERA SPERANZA - DI UNA SERENA PACE PER UN AMORE FELICE". Fedeli alle loro convinzioni, coinvolsero nella lotta anche le famiglie e per dimostrare a tutti le proprie idee, arrivarono a dare ai figli i nomi IL GESÙ SOCIALISTA LA NATURA HA STABILITO LA COMUNANZA DEI BENI L'USURPAZIONE HA PRODOTTO LA PROPRIETÀ PRIVATA più rappresentativi. Edoardo Taricco, rifacendosi al motto chiamò Libera e Serena le sue due femmine e Amore il maschio. Unico forse nella storia è il caso di Lattanzio Daffini, chiamato Tancio, di professione batterista armaiolo, che aveva dato il nome di Libero al suo primogenito, Libera alla figlia ed ancora Libero all'ultimo nato, pur contro la volontà sia dell'ufficio dell'anagrafe, sia della canonica di Inzino. Singolare è anche il caso del sindaco Angelo Franzini che, sposato con Maria Angela Girelli e avuti ben otto figli, ne chiamò una Oddina, (da Oddino Morgari), una Marsina, da Carlo Marx e un suo figlio Lassalle, che poi è il cognome di Ferdinando Lassalle, insigne teorico e pensatore socialista tedesco del secolo scorso. Del resto l'esempio di chiamare i figli con il cognome di uomini famosi lo ebbero dai grandi: Giuseppe Garibaldi, sposato in America con Anita De Ribeiro, diede al suo primo figlio il nome di Menotti che poi era il cognome di Ciro Menotti, insigne patriota modenese del Risorgimento. Senz'altro questi uomini avevano attinto i loro sentimenti di libertà dal recente mondo garibaldino, i cui desideri di unità si poterono ritenere soddisfatti solo con l'annessione di Trento e Trieste dopo il primo conflitto mondiale e ricavarono i loro pensieri dalle ideologie di alcuni protagonisti del risorgimento di chiara matrice socialista. Lo stesso sindaco Angelo Franzini scrisse con semplici parole nel Giovanni Cristini suo testamento che l'ispiratore di tutta la sua opera fu colui che egli considerava il suo grande maestro "Edmondo De Amicis". Simone Beltrami invece, in una accorata lettera, dalle carceri, alla moglie, diceva che non gli erano mai venuti meno gli insegnamenti di chi riteneva suo grande maestro: Giuseppe Cesare Abba. Andrea Zambonardi aveva assunto il soprannome di Nicotera per distinguersi da un altro Andrea Antonio Selva Zambonardi, suo coetaneo, di professione idraulico e chiamato "Ganassa", ma soprattutto perché era un grande ammiratore del foco- so garibaldino Francesco Nicotera che in un secondo tempo divenne anche deputato e Ministro del Regno d'Italia. INDICE DEI NOMI Da allora sono passati settantacinque anni, eventi ed esperienze tremende ed imprevedibili hanno sconvolto la situazione politico-sociale nella quale i nostri protagonisti operarono. Il concetto di Libertà tanto auspicato dai nostri predecessori ha assunto ai giorni nostri nuovi significati, nuovi aspetti che coinvolgono tutti singolarmente. Perché esso rimanga essenza vitale per la società odierna urge formulare e garantire precise forme disciplinari relative alle esigenze attuali di vita, così da assicurare una ordinata, armoniosa e pacifica convivenza per tutti. È a questo indeclinabile traguardo che è affidato l'avvenire dei nostri figli. ABBA GIUSEPPE CESARE - garibaldino dei Mille - scrittore ABBIATICO ANGELA - madre di Paolo Battista Leali AIMONE GRAZIELLA - professoressa AIMONE LUIGI - medico condotto di Gardone V.T. ALAMANNI LUIGI - scuola di Firenze ARDOVINI LUIGI - padre di Silvio ARDOVINI SILVIO - internato politico ARNABOLDI ACHILLE - militante socialista ARNABOLDI ENRICO - militante socialista ARNABOLDI GUGLIELMO - internato politico ARNABOLDI VITTORIO - padre dei fratelli Arnaboldi BAGOZZI ANGELA - madre di Cirillo Mensi BARZILAI SALVATORE - deputato BELLERI AMILCARE - figlio di Lorenzo BELLERI BENVENUTO - figlio di Lorenzo BELLERI GIUSEPPE - padre di Lorenzo BELLERI LORENZO - chiamato "Lorenz de la Bionda" - internato politico BELLERI SPARTACO - figlio di Lorenzo BELTRAMI DINA - figlia di Simone BELTRAMI GIROLAMO - padre di Simone BELTRAMI SIMONE - chiamato "Simonu" - internato politico BENEDETTO DOMENICA - madre di Edoardo e Paolo Taricco BERETTA GATTINÀ - madre di Simone Beltrami BERETTA PIETRO - industriale BERETTA MARCO - segretario comunale BERETTA TOMMASO - avvocato BERTOLETTI GIOVANNI - padre di Paolo BERTOLETTI PAOLO - internato politico BERTOLI GIUSEPPE - segretario della Camera del Lavoro BETTELLI SANTA - madre di Giuseppe Prati BEVILACQUA FRANCESCO - storico - autore del presente libretto BIANCARDI PIERINA - madre di Fabrizio Pilotti BIANCHI & CAMERONI - officina meccanica di Lecco BONARDI CARLO - senatore BONARDI ITALO - deputato BONICELLI GIACOMO - deputato BORONI DOMENICO - chiamato "Pitela" - militante socialista BORSI LUCIA - madre di Lorenzo Belleri BREDA - officine meccaniche di Brescia e di Roma BUFFOLI GIUSEPPE - chiamato "Tutina" - militante socialista CAMEDDA GIUSEPPE - famiglia di Ortueri che ospitò il sindaco Franzini CANTAMESSA - soprannome della famiglia Moretta CASSINA GIACOMINA - madre di Abele Luigi Cinelli CERIANI GIOVANNI - internato politico CICCOTTI FRANCESCO - giornalista CINELLI ABELE LUIGI - internato politico CINELLI DOMENICO - padre di Abele Luigi GIRELLI MARIA ANGELA - moglie di Franzini Angelo detto "Bocela" CODURI FERMO - industriale COMBINI ANDREA - padre di Carlo COMBINI CARLO - internato politico COMINAZZI CECILIA - madre dei fratelli Arnaboldi CONSOLI SAVERIO - internato politico CONTARELLI LUISA - madre di Ardicelo Donegani CONTRINI DEMETRIO - internato politico CONTRINI LUIGI - padre di Demetrio CORNIANI GIULIANO - deputato COTELLI SORTOLO - vice sindaco di Gardone CRISTINI GIOVANNI - militante socialista CRISTINI GIUSEPPE - militante socialista CUZZETTI FRANCESCO - avvocato DABBENI EGIDIO - architetto DA COMO UGO - senatore DAFFINI GIOVANBATTISTA - maestro DAFFINi LATTANZIO - chiamato "Tancio" - artigiano - militante socialista DAFFINI LIBERA - figlia di Lattanzio DAFFINI LIBERO - figlio di Lattanzio DAFFINI LIBERO - figlio di Lattanzio DAMIANI FERDINANDO - internato politico DE AMICIS EDMONDO - scrittore DE CURSU EGIDIO - militante cattolico DEFENDENTE ANGELO - padre di Fonzago DEFENDENTE FONZAGO - internato politico DE RIBEIRO ANITA - moglie del generale Giuseppe Garibaldi DIAZ ARMANDO - generale - Duca della Vittoria DONEGANI ANGELO - padre di Ardiccio DONEGANI ARDICCIO - internato politico DUCHESSA DI HOHENBERG - moglie dell'Arciduca Ferdinando ENTRATA GIORGIO - assessore Cultura alla Comunità Montana PACCHETTI MARIA - madre di Franzini Angelo FAUSTI GIULIO - cognato di Simone Beltrami FAUSTI GIUSEPPE - "Pi" - cognato di Simone Beltrami FRANCESCO FERDINANDO D'AUSTRIA - Arciduca d'Austria FRANCHI E GREGORINI - fonderia di Lovere FRANZINI ANGELO - padre di Giovanni Maria detto "Frio" FRANZINI ANGELO - chiamato "Bocela" - internato politico FRANZINI GIOVANNI MARIA - chiamato "Frio" - internato politico FRANZINI LASSALLE - figlio di Angelo Franzini detto "Bocela" FRANZINI LORENZO - padre di Angelo Franzini detto "Bocela" FRANZINI MARIA - madre di Contrini Demetrio FRANZINI MARSINA - figlia di Angelo Franzini detto "Bocela" FRANZINI ODDINA - figlia di Angelo Franzini detto "Bocela" FRANZONI LUDOVICA - madre di Giovanni Maria Franzini detto "Frio" GARIBALDI GIUSEPPE - generale GARIBALDI MENOTTI - figlio del generale Garibaldi GASPARINI PIETRO ANGELO - assessore all'Istruzione del Comune di Gardone GAZZA ADELE - madre di Silvio Ardovini GHERARDI IRÒ - militante socialista GUERINI DOMENICA STELLA - moglie di Lorenzo Belleri IL CITTADINO - quotidiano cattolico di Brescia LAVANTI - quotidiano socialista nazionale LASSALLE FERDINANDO - teorico socialista tedesco LEALI GIOVANNI - padre di Paolo Battista LEALI PAOLO BATTISTA - internato politico LONGINOTTI GIOVANNI MARIA - deputato MARX CARLO - filosofo MASSARI ANGELO - sindaco di Villa Cogozzo MENOTTI CIRO - patriota italiano del risorgimento MENSI ANTONIO - padre di Cirillo MENSI CIRILLO - militante socialista MYLIUS FEDERICO - cotonificio MONTINI GIORGIO - deputato MORANDINI LORENZINA - madre di Fonzago Defendente MORGARI ODDINO - deputato MUCCIACCIA ANNUNCIATA - madre di Giovanni Nenna. NENNA ANTONIO - padre di Giovanni NENNA GIOVANNI - internato politico NICOTERA FRANCESCO - deputato PAROLI ÈRCOLE - avvocato PICCINARDI ANNA MARIA - madre di Andrea Zambonardi chiamato "Nicotera" PILOTTI ELIA - padre di Fabrizio PILOTTI ELISA - madre di Carlo Combini PILOTTI FABRIZIO - internato politico PORTA GIANFRANCO - professore PRATI GIUSEPPE - internato politico PRATI PIETRO - padre di Giuseppe REDAELLI GIUSEPPE - industriale RINALDINI MARIA - moglie di Andrea Zambonardi chiamato "Nicotera" SALANDRA ANTONIO - statista SALVINELLI GIUSEPPE - sindaco di Gardone SELVA ANTONIO - sindaco di Gardone TARICCO AMORE - figlio di Edoardo TARICCO EDOARDO - internato politico TARICCO LIBERA - figlia di Edoardo TARICCO MICHELE - padre di Edoardo e Paolo TARICCO PAOLO - internato politico TARICCO SERENA - figlia di Edoardo TOETTI CAROLINA - madre di Paolo Bertoletti TOGNOLI ALBERTO - fotografo TREVES CLAUDIO - deputato TURATI FILIPPO - deputato ZAMBONARDI ANDREA - chiamato "Ganassa" - idraulico ZAMBONARDI ANDREA - chiamato "Nicotera" - militante socialista ZAMBONARDI GIUSEPPE - padre di Andrea Zambonardi detto "Nicotera" ZAMBONARDI GIUSEPPE - figlio di Andrea detto "Nicotera" ZAMBONI ENZO - Delegato allo sport ed ai problemi dei giovani di Gardone ZOLA EMILIO - scrittore FOTOGRAFIE di ALBERTO TOGNOLI