Donata Berra Vedute bernesi Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra. "Ma qual è la pietra che sostiene il ponte?" chiede Kublai Kan. "Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra," risponde Marco, "ma dalla linea dell'arco che esse formano." Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: "Perché mi parli delle pietre? E' solo dell'arco che mi importa." Polo risponde: "Senza pietre non c'è arco." (Italo Calvino, Le città invisibili) I Viene in agguato e cupa avanza, notte, si acquatta sotto l'arco nero nero come nessuna più mai alba ci fosse, e le ore gravano sul ponte come luci spente. II E dopo il ponte s'aprono a miglia i piani su fino a nevi azzurre, fino a lontane cime ineguali, digradanti in cembri, larici, laghi, a eco: per perdersi poi, lasciare noi, qui, fuori misura: ma sopra passa un po' di fretta Rosa che porta la sua borsa della spesa. III Noi, non più sensibili alle albe del sole ma cittadini di quelle, più regolari, del passaggio del primo tram alto sul ponte. IV Guarda passando alto sul ponte il fiume, giù, torbido di verdi e a tradimento: eccole, ancora le feroci, qui, come allora malevolenti ombre del passato. Ma, contro ogni sua voglia, ancora si ascolta mentre implora che non lo lascino, nessuna si dissolva per leggerezza, o volatilità. E scendono i sentieri tra vasi di gerani rosa tra giochi di bambini secchielli palloncini strilli da ridere giù per le altalene, e proprio ora calma la voce dice "oggi hai già dato da mangiare al gatto?" mentre come allora scorre sontuoso il fiume verso Köln. V Sopra il ponte, o sotto? Come quando alte nevi segrete inviano lungoriva messaggeri a dir di sé, e a dire primavera; come quando sale lungo il tronco scuro la lumaca e scioglie i suoi verdi e rosa lungo la scia, unica traccia di lei disparsa, a chi tardi guarda; come quando il treno lascia la stazione e tu con lui: strano ch'io ti cercassi sempre altrove mai dove tu eri. VI Presta il suo arco il ponte a sostenere basso un cielo riccio, e pare trasparente sui piedritti il fragile impalcato superiore. Alte nevi segrete si sciolgono in argenti lungoriva, sul nastro ben oliato dell’Aare trascorre un luccichio di mica. Tonde conchiglie d’acqua conducono il traslucido dei ghiacci a onda, tra risucchi e mulinelli, nella corrente lenta, avanti, fuori dal fiume, al mare fino alle bettoline all’avanporto là dove disperavo d’incontrarti immobile sul molo ad aspettarti. VII Insomma lèvati se vuoi uscire a che serve star dentro sonnecchiando scendi agli umori, ingaggia marinai salpa ancor oggi e poi appena il vento infila il piancito del ponte e incinge alla vela di rada una gran pancia esci, anche a sbalzo, e dillo dillo questo nome. Vedute bernesi di Donata Berra, è il n. 4 della collana 10x10 Maggio 2005