Percezione comunicazione visiva Modelli e teorie Percepire: assumere dati dalla realtà esterna tramite i sensi Comunicazione: trasmette dati che dall’emittente arrivano ad un ricevente Percezione e comunicazione visiva: 1. assume dati registrati con il senso della vista (interazione tra i termini) 2. Trasmettere ad altri un’esperienza Percezione Registrazione (apprendere) 2. Realtà fisica 3. Realtà percettiva o fenomenica 4. Individualità o stato d’animo 1. Principi generali della percezione Realismo ingenuo: atteggiamento non selettivo che registra il tutto senza considerare le specificità Attenzione selettiva: atteggiamento con cui il sistema cognitivo elabora solo specifiche informazioni relative agli stimoli percepiti, input che risultano maggiormente interessanti per il sistema stesso. Tali stimoli vengono individuate più facilmente in base alle caratteristiche personali. Sensazione percettiva Risposta dei recettori sensoriali e degli organi di senso agli stimoli ambientali SI PERCEPISCE SOLO Ciò CHE SI RICONOSCE È un processo che implica il riconoscimento degli stimoli ambientali tramite un processo d’interazione La luce è uno stimolo visivo ed un’energia fisica dell’ambiente Non ci può essere percezione senza luce Sensazione visiva: il segnale luminoso è convertito in attività elettrica nel sistema nervoso centrale SENSAZIONE VISIVA (sensoriale) PERCEZIONE RICONOSCIMENTO Funzionamento della percezione 1. 2. 3. 4. 5. Sensazione visiva Analisi del segnale Associazione – comparazione Riconoscimento Percezione dello stimolo Paradigma dell’elaborazione delle informazioni Elaborazione Bottom – up (semplificazione-elaborazione guidata dai dati) 1. 2. 3. 4. 5. 6. Analisi degli input sensoriali Semplificazione Unione degli input semplici a quelli complessi Costruzione di un modello Memoria – riconoscimento Percezione dell’oggetto Elaborazione Top - Down (dall’alto verso il basso percezione “guidata” dal contesto e dai concetti) 1. Input sensoriale 2. Paragone con la conoscenze che conserviamo in memoria 3. Coerenza con il contesto di riferimento 4. Riconoscimento 5. Percezione Esempio di elaborazione Top - Down Gregory è incline a ritenere che la percezione sia un processo clinamico, costrnttivo Elaborazione Top – Down e comunicazione visiva Il contesto guida l’interpretazione dello stimolo. Si pensi ai Canali di distribuzione di un’immagine: percepiamo il valore dell’immagine prima ancora di averla osservata nella sua specificità (realismo ingenuo) PUBBLICITA’ DI VERDURE DEL CATALOGO AUCHAN 2002 (ORIGINALE A COLORI) OBIETTIVO COMMERCIALE DIRETTO FINE PRATICO PEPEROME CHE PRESENTA SE STESSO COME MERCE DI CONSUMO IMMAGINE REFERENZIALE Edward Weston PEPPER N.30 STAMPA B/N 1930 OBIETTIVO COMUNICATIVO DELLA FORMA ESTETIZZATA ED EVOCATIVA FINE ARTISTICO PRESENTAZIONE TEATRALE PUBBLICITA’ COMMERCIALE LA REPUBBLICA 2002 (ORIGINALE A COLORI) FINE PUBBLICITARIO D’IMMAGINE MESSAGGIO METAFORICO, IL PEPERONE (GIALLO - ROSSO ROMA, PEPERONE INDIGESTO) Teoria di J. Gibson (1904-1979) Teoria ecologica - 1966 Processo diretto Approccio ecologico della percezione Assetto ottico: le informazioni necessarie alla percezione dell’input sono contenute tutte nelle radiazioni ottiche che arrivano alla retina L’osservatore non ha bisogno di altro che lo stimolo ambientale Gibson rifiuta l’idea che il soggetto che percepisce l’input ambientale possa imporre una specifica organizzazione agli stimoli ambientali. 1. 1. lo stimolo viene restituito non dall’immagine retinica ma in termini di assetto ottico 2. 2. le informazioni importanti per la percezione sono generate dai movimenti dell’osservatore 3. l’elemento critico dell’assetto ottico è l’INFORMAZIONE INVARIANTE (informazione costante derivata dal movimento dell’osservatore) 4. È l’informazione invariante che conduce alla percezione dell’ambiente circostante L’assetto ottico dipende dalla struttura e dalla distribuzione della luce nell’ambiente (punto di partenza della percezione) Informazioni “invarianti” provenienti dall’ambiente Gradiente di tessitura 2. Struttura del flusso ottico 3. Rapporto di orizzonte 1. Gradiente di tessitura (Gibson 1950) Dipende dalla texture Definisce le specifiche informazioni riguardanti la distanza che intercorre tra l’osservatore e l’oggetto. Struttura del flusso ottico Struttura degli stimoli che giungono all’osservatore in movimento PIANI DI PROFONDITA’ Parallelasse di movimento I piani della visione sono paralleli Es.: treno in corsa Rapporto di orizzonte È in relazione alle grandezze uguali che si ergono su di una superficie piana in relazione alla linea dell’orizzonte (rapporto di grandezza percepito come costante) Secondo Gibson la percezione non avviene se non in relazione al contesto percettivo Situazione fisica dell’osservatore Stato psicologico Stato fisiologico La relazione tra tutte queste variabili ci consente d’interpretare l’input visivo: rapporto tra forma e funzione di un oggetto (interpretazione derivante anche dal contesto) TEORIE DEL COSTRUTTIVISMO Gregory (1972) sottolinea che le informazioni provenienti dai sensi sono frammentarie e prive di coerenza. Sarà il soggetto a dare senso e coerenza agli stimoli attraverso un processo inferenziale che scaturisce dalle aspettative e conoscenze del soggetto stesso Ricerca dinamica delle informazioni attraverso il controllo delle ipotesi Illusione ottica camera di Ames Pianta della camera i Ames Gli stimoli ambigui sono risolti tramite un processo Top – Down. Interpretazione più probabile in relazione al contesto La percezione avviene grazie all’interazione di: Stimolo visivo Ipotesi Conoscenze interne Aspettative Fattori emotivi La percezione è un processo attivo che va oltre la registrazione delle sensazioni Cubo di Necker Secondo le ipotesi formulate da Gregory, l’ambiguità prodotta da cubo di Necker è dovuta all’assenza di altri indizi nel contesto che, normalmente, hanno la funzione di eliminare le ambiguità: controllo delle ipotesi Le aspettative influenzano la percezione Tutti percepiamo in modo “ ma ognuno simile” costruisce il proprio modello percettivo (interpretazione personale dello stimolo) TEORIE SINTETICHE Neisser (1976) La percezione può essere influenzata dall’apprendimento Modello di ciclo diretto Controllo delle aspettative Elaborazione Bottom – up Elaborazione Top – Down Processo ciclico Analisi secondo le teorie sintetiche INDIZI SENSORIALI (AMBIENTE VISIVO) ANALISI DELLE CARATTERISTICHE SENSORIALI (BOTTOM-UP) RICERCA DELLE CARATTERISTICHE ATTESE (TOP-DOWN) MODELLO PERCETTIVO (USO DELLA MEMORIA) La psicologia della Gestalt Studia l’organizzazione della percezione - segmentazione del campo visivo Articolazione figura e sfondo Le illusioni visive Indizi di profondità La percezione del movimento Le somiglianze Principio di Costanze Percettive: attribuire alle forme ed a oggetti conosciuti le stesse grandezze nonostante che l’immagine retinica proiettata sia bidimensionale. Ne deriva: Percezione delle distanze Percezione delle grandezze relative Percezione della profondità di campo Esperienza tridimensionale (ciò dipende dagli “indizi” che ci fornisce l’ambiente” Articolazione Figura-Sfondo Organizzazione della percezione: capacità di vedere-distinguere il rapporto tra figura e sfondo. Articolazione del nostro sistema percettivo (quale è il fondo? Dove e cosa si deve guardare?) Le illusioni visive sono un esempio dell’ambiguità che può intercorrere tra l’articolazione figura-sfondo (cosa guardare, in mancanza di indizi, è una decisione del nostro sistema percettivo). Vaso di Rubin Immagine verosimile che può essere interpretata in due modi: 1. Vaso bianco su fondo nero 2. Due profili neri su fondo bianco Proprietà figura - sfondo La figura attrae l’attenzione dell’osservatore Lo sfondo sembra non avere una propria forma La figura viene percepita davanti allo sfondo Il margine – contorno sembra appartenere alla figura Legge della pregnanza o buona forma (Koffka 1935) Nelle diverse organizzazioni percettive possibili, l’osservatore semplificherà l’immagine fino ad arrivare alla visione più semplice e stabile possibile (aspettative) Figura 1 Figura 2 Figura 1: l’immagine viene percepita nella sua totalità come cubo e non come un insieme di: trapezi, quadrati e triangoli Figura 2: l’immagine viene percepita come un esagono e non come un cubo rappresentato con l’utilizzo di un’assonometria isometrica. L’esagono risulta essere un’immagine più semplice e consueta rispetto alle diverse organizzazioni possibili. Principi di unificazione percettiva secondo la scuola Gestalt Vicinanza: gli elementi grafici vicini vengono percepiti come un insieme es. testo scritto Somiglianza: gli elementi simili sono percepiti come un insieme es. parole in grassetto Buona direzione: elementi giacenti su di uno stesso piano o curva sono percepiti come unità es. fascio di rette Chiusura: l’immagine che presenta una parte mancante è comunque percepita come figura intera es. la vocale “o” in un testo scritto a mano Destino comune: tutti gli elementi grafici che muovono verso una direzione sono percepiti come un insieme e forniscono una direzione - vettore visivo es. automobili in autostrada Legge della semplicità: tutte le figure che risultano ambigue e/o con indizi mancanti, tendono ad essere percepite nel modo più semplice. Indizi di profondità Indizi binoculari o disparità retinica (che dipendono dall’interazione di due occhi) Indizi monoculari – a (sono propri del singolo occhio indipendentemente dall’altro) b - pittorici (proprietà dell’immagine indipendente dal sistema visivo) L’immagine retinica è bidimensionale Indizi binoculari o disparità retinica Entrambi gli occhi forniscono immagini diverse tra loro, la fusione di queste in un’unica immagine offre indizi di profondità Indizi monoculari 1. Accomodazione - Indizio primario: messa a fuoco e variazione della forma cristallino è indipendente dall’apprendimento e fornisce al cervello la distanza dell’oggetto 2. Indizi pittorici o secondari: dipendono dall’apprendimento e dall’esperienza (già affrontato in “informazioni invarianti provenienti dall’ambiente”) Sovrapposizione: se un oggetto è sovrapposto ad un altro, il primo è percepito come più vicino Grandezza relativa: immagini simili in successione che risultano più piccoli vengono percepiti come più distanti Altezza sul piano dell’orizzonte: tutte le immagini e/o oggetti che si trovano in alto rispetto il campo visivo vengono percepite come più lontane Gradiente di tessitura o texture: definisce le specifiche informazioni riguardanti la distanza che intercorre tra l’osservatore e l’oggetto. Più la tessitura o grana è fitta più sarà la distanza dall’osservatore Possono essere considerati altri indizi secondari quali: Prospettiva lineare Prospettiva aerea Ombreggiatura Parallelasse di movimento (quando ci muoviamo gli oggetti vicini ci appaiono muoversi più velocemente rispetto a quelli lontani - relativamente ai piani di profondità es.: in treno. Illusioni visive Figure ambigue (vaso di Rubin già incontrato) 2. Figure paradossali 3. Figure fittizie 4. Distorsioni Le illusioni visive sono dovute ad errori percettivi (Gregory – teoria costruttivista) e non fanno parte della percezione veridica (che corrisponde allo stimolo fisico reale) 1. Figure paradossali • L’interpretazione dell’immagine è mediata dal contesto culturale – dovuta all’apprendimento –interpretazione automatica. • L’elefante non può esistere come immagine tridimensionale perché si conosce, si è appreso come realmente è un elefante,modello paradossale Figure fittizie non esiste un’unica spiegazione per i contorni illusori LEGGE DELLA PREGNANZA •Sensazione visiva: triangolo bianco davanti al resto della figura •Processo Top – Down: l’immagine viene ricomposa dall’osservatore: il triangolo bianco viene percepita in relazione al contesto •Processo Bottom – Up: distinguo il triangolo bianco che non è realmente disegnato per via del contrasto tra bianco e nero e per Distorsioni Sensazione visiva: le due rette risultano visivamente di differente lunghezza nonostante siano uguali. Secondo Gregory questo fenomeno può essere spiegato grazie all’inappropriata applicazione di costanza di grandezza e dalla posizione delle alette laterali. Le alette rivolte verso l’esterno rendono visivamente più lunga la retta. È da considerare anche che il percorso che l’occhio compie è minore per l’immagine con le alette rivolte verso l’interno