umberto allemandi & C. N. 1, luglio-SETTEMBRE 2015 Supplemento a «Il Giornale dell’Arte» n. 355 luglio-agosto 2015 Trani - Cattedrale di San Nicola Pellegrino - Foto Franco Cappellari vedere in puglia il giornale dell’arte tutta l’arte da vedere da luglio A settembre It’s all about paper Fino al 30 settembre 2015 a cura di Lorenzo Madaro, con il coordinamento di Nunzia Perrone In mostra opere di Carla Accardi, Kengiro Azuma, Giuseppe Capitano, Eva Caridi, Nicola Carrino, Giacinto Cerone, Daniele D’Acquisto, Fernando De Filippi, Michele Guido, Alina Kalczyńska, Bogumil Ksiazek, Giancarlo Moscara, Hidetoshi Nagasawa, Giuseppe Negro, Christos Pallantzas, Guido Strazza e Costas Varotsos Eva Caridi, Senza titolo, 2015 piazza Alighieri 100, 73013 Galatina (Lecce) Telefono: +39 0836 56.74.91 www.a100gallery.it Ci giochiamo il futuro nel turismo colto e dobbiamo partecipare tutti Giuliano Volpe ha un Piano per il rilancio della regione basato su valorizzazione e messa a sistema del patrimonio rurale, archeologico e culturale PUGLIA. Giuliano Volpe è il presidente del Consiglio Superiore dei Beni culturali e paesaggistici e il coordinatore scientifico della Carta dei Beni culturali della Regione Puglia. A lui abbiamo chiesto di mettere a fuoco l’attitudine regionale alla cultura del paesaggio, alla luce del nuovo Pptr, Piano Paesaggistico Territoriale Regionale sottoscritto lo scorso marzo dalla Puglia (prima regione italiana). Che cos’è il Pptr, una sigla impronunciabile? È un Piano innovativo e dinamico, fondato su una solida base conoscitiva, che si occupa dell’intero territorio pugliese. Ovviamente è perfettibile, è stato concepito con un sistema di monitoraggio e miglioramento attivo mediante un Osservatorio. Chi teme il Pptr (a parte gli speculatori che ne hanno ben ragione) non ne ha compreso il carattere progettuale. Non è un Piano vincolistico, che impone cioè solo norme (tutte necessarie). È fondato su progetti e punta a programmare uno sviluppo della Puglia diverso, innovativo, coerente con le sue peculiarità. Non a caso il Pptr è considerato un modello per tutta l’Italia, merito anche del lavoro svolto dall’assessore Angela Barbanente. La Puglia è ricca di possibili itinerari di turismo sostenibile. Avete pronti i progetti? Ci sono progetti legati alla via Francigena e vanno in questa direzione alcune iniziative dei Sac (Sistemi Ambientali e Culturali). Ma c’è ancora molto da fare e mi auguro che la migliore imprenditoria sappia cogliere queste opportunità per offrire un turismo colto e di qualità. Basta con il turismo di consumo mordi e fuggi. La Puglia offre occasioni di crescita con la sua cultura, le tradizioni, i paesaggi, l’agricoltura, il cibo di qualità e le persone accoglienti. Il Parco dei Paduli è candidato al Premio Europeo del Paesaggio, ma per altri parchi archeologici e paesaggistici sembra che ci sia ancora molto da fare. La candidatura al Premio Europeo di un parco pugliese è un chiaro riconoscimento per le politiche condotte in questi anni. Ed è un incentivo per altri parchi, compreso quello assai poco valorizzato di Canne della Battaglia. L’esempio dei Paduli dimostra che bisogna pensare a parchi multifunzionali fondati sull’integrazione tra ambiente, agricoltura e patrimonio culturale, sulla corretta comunicazione e sulla partecipazione dei cittadini. Siti decentrati, scarsamente attrezzati per le persone disabili, beni chiusi al pubblico: supererete questi gap? L’inaccessibilità non riguarda solo le persone disabili, per le quali servono misure particolari. I nostri musei e parchi archeologici sono spesso inaccessibili alla maggior parte dei visitatori. Sono luoghi ancora legati, tranne alcune eccezioni, a una visione elitaria del patrimonio culturale. Sono gestiti con un atteggiamento proprietario da «sacerdoti della cultura» che considerano i musei dei santuari, illustrati con pannelli e didascalie illeggibili scritte in un linguaggio incomprensibile ed esoterico. Dovrebbero essere, al contrario, inclusivi, luoghi aperti e capaci di favorire la comprensione semplice di fenomeni complessi. Servono servizi di livello internazionale. In questo si creeranno anche occasioni di lavoro qualificato per i giovani. Lei ha proposto l’istituzione di «Policlinici dei Beni Culturali» che permettono ai laureandi di formarsi sul campo. Quali sono i beni con il codice rosso? Purtroppo ce ne sono tanti. Ma i Policlinici dei BC servono anche a favorire la formazione di professionisti di alto livello e a superare le attuali separazioni con i pezzi pertinenti allo Stato. Lei è rettore emerito dell’Università di Foggia. Perché è stata chiusa la laurea magistrale? È stato un errore gravissimo seguito alla chiusura di un qualificatissimo dottorato in storia e archeologia dei paesaggi. In un territorio ricco di cultura come la Daunia, danneggiare il settore dei beni culturali apprezzato a livello internazionale, come dimostrano i parametri di valutazione della qualità della ricerca, è un atto suicida che dimostra insensibilità culturale e scarsa lungimiranza nel governo di un’università moderna. Perché Lei è stato contrario alla concessione dei Bronzi di Riace all’Expo e invece ha consentito il prestito dei Grifoni di Ascoli Satriano? Non mi sono opposto al trasferimento dei Bronzi all’Expo per Giuliano Volpe considerazioni ideologiche o politiche, ma perché c’erano rischi di danneggiamento documentati dai restauratori dell’Iscr e dai tecnici dell’Enea. Un rischio inopportuno soprattutto in mancanza di un progetto culturale solido: si pensava di esporre le statue come feticci. Diverso è il caso dei Grifi, che non presentano analoghi rischi e simboleggiano l’archeologia della Daunia e della Magna Grecia. Testimoniano inoltre l’azione del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri, cui si deve la restituzione di queste e di tante altre opere sottratte a clandestini e trafficanti. Ci sono ancora giacimenti da scoprire nelle acque della Puglia e ha mai pensato a un museo subacqueo? La Puglia con i suoi 800 km di costa ha un patrimonio culturale subacqueo straordinario, in molta parte da indagare e valorizzare. Pensi solo a cosa potrebbe essere un museo subacqueo alle Isole Tremiti! Dal 2012 è presidente della Fondazione Apulia felix onlus. In Puglia funziona l’alleanza tra pubblico e privato? Alcuni imprenditori e professionisti sostengono attività culturali e sociali con generosità e spirito civico. Abbiamo preso in gestione e ristrutturato l’ex chiesa di Santa Chiara, nel cuore antico di Foggia, facendone un auditorium, un centro culturale vivace con conferenze, dibattiti, concerti, mostre e rappresentazioni teatrali. È uno spazio restituito ai cittadini. Ci vorremmo candidare per gestire anche altri luoghi nell’intera Puglia, dando concretezza al nome della Fondazione (Apulia felix onlus). Vorremmo contribuire a rendere la Puglia «felice», produttiva, fertile e feconda attraverso cultura, ricerca e formazione. q Giusy Caroppo Sommario puglia I Puglia Open Days Intervista ad Agostino Iacurci L’arte urbana in Puglia Il nuovo sito www.viaggiareinpuglia.it Intervista a Fabrizio Vona Intervista a Tommaso Morciano Il non profit in regione Gli itinerari romanici 4 5 5 5 6 6 7 7 Vedere in PUGLIA BARI La Pinacoteca di Bari La Galleria Doppelgaenger La Galleria Muratcentoventidue POLIGNANO A MARE (BA) La Fondazione Pino Pascali L’intervista a Pietro Marino Beatrice Allemandi, product manager Claudia Carello, art director Cinzia Fattori, advertising manager (011.8199118 - [email protected]) 9-10 10 LECCE Apulia Cultural Identity Paths Il Festival della Taranta 18 18 GALLIPOLI (LE) La mostra di Pistoletto 18 GALATINA (LE) La A100 Gallery 19 19 GIOIA DEL COLLE (BA) Il nuovo Museo Archeologico 10 MODUGNO (BA) Gli allestimenti di Romano Exhibit OTRANTO (LE) Il Castello Aragonese 11 ANDRIA (BAT) Il Castel del Monte Il Festival Castel dei Mondi 11 14 TARANTO Il Museo Diocesano Il Marta BARLETTA (BAT) La Pinacoteca De Nittis 19 20-22 MARTINA FRANCA (TA) Il Festival della Valle d’Itria 22 14 BISCEGLIE (BAT) Intramoenia Extra Art VALLE D’ITRIA I progetti del Sac 22 14 FOGGIA Il Museo Civico La Fondazione Banca del Monte I teatri di Foggia e della Puglia SAVELLETRI DI FASANO (BR) Il Parco Archeologico di Egnazia 23 16 17 17 Il Calendario delle mostre 23 ASCOLI SATRIANO (FG) I grifoni a Expo 17 n. 1 Luglio | settembre 2015 Società editrice Umberto Allemandi & C., piazza emanuele filiberto 13, 10122 Torino, tel. 011.8199111 fax 011.8193090 «vedere in puglia» è un supplemento di «il giornale dell’arte» Umberto Allemandi, direttore responsabile Franco Fanelli, vicedirettore Barbara Antonetto, caporedattore 8 8 8 Curatori: Mariella Rossi e Giusy Caroppo Guest editor: Jenny Dogliani Relazioni commerciali: Valeria Riselli ([email protected]) Francesca Scoto ([email protected]) Stampa: Arti grafiche Boccia spa, Salerno il giornale dell’arte Il giornale non risponde dell’autenticità delle attribuzioni delle opere riprodotte, in particolare del contenuto delle inserzioni pubblicitarie. Le opinioni espresse negli articoli firmati e le dichiarazioni riferite dal giornale impegnano esclusivamente i rispettivi autori. Si consiglia di verificare telefonicamente oppure online gli orari delle manifestazioni. www.ilgiornaledellarte.com Vedere IN PUGLIA | 3 Dall’alto, Lecc, Piazza Duomo © Carlo Elmiro Bevilacqua Trani, Cattedrale di San Nicola © Andrea Ruggeri Andria, Castel del Monte © Carlo Elmiro Bevilacqua Taranto, Castel Sant’Angelo © Carlo Elmiro Bevilacqua Grandi e piccini al chiaro di luna Dopo il successo dello scorso anno, tornano le aperture straordinarie notturne dei Puglia Open Days Puglia. È una grandiosa rivoluzione quella innescata dal progetto Puglia Open Days che coinvolge fino al 26 settembre oltre 350 beni culturali in tutta la regione in aperture serali straordinarie e gratuite ogni sabato dalle 20 alle 23, e oltre 3mila iniziative. L’idea è di offrire un’opportunità speciale per immergersi nell’arte, nella storia e nelle tradizioni del territorio visitando musei, castelli, chiese, palazzi, siti archeologici, parchi naturali e centri storici. Open Days diviene così una sorta di enorme contenitore di cultura per tutti i gusti. Proprio tutti, visto che la sezione Puglia Open Days for All prevede anche attività didattiche e di animazione per i più piccoli, con cacce al tesoro e trekking urbani, percorsi senza barriere architettoniche per visitatori con disabilità (su richiesta e prenotazione, servizi di interpreti Lis e di assistenti dedicati per le disabilità motorie, sensoriali, intellettive e relazionali). Tra guide, mediatori e operatori culturali, nei Puglia Open Days sono impegnate oltre 600 persone. Per orientarsi all’interno di questo programma vastissimo ci sono due strumenti fondamentali: il sito www.viaggiareinpuglia. it e la cartoguida tematica, in distribuzione presso i 92 uffici di informazione e accoglienza turistica della regione. Si è così pronti per partire e ripartire ogni sabato d’estate in questa avventura nella cultura che possiamo programmare a nostro piacimento creando infinite combinazioni, soffermandoci su un museo o scandagliando tutto quanto c’è da vedere nei singoli centri storici, condividendo ovviamente immagini ed emozioni con gli altri (#PugliaOpenDays). Nel capoluogo sono aperti praticamente tutti i musei: la Pinacoteca Metropolitana Corrado Giaquinto, il Museo Diocesano, la Sala Murat, Palazzo Simi, il Castello Svevo e il Bastione del complesso monumentale di Santa Scolastica, che entro la fine dell’anno aprirà al pubblico anche altri spazi del monastero per ospitare il Museo Archeologico ed esporre materiale litico, ceramico e reperti provenienti dagli scavi condotti a Conversano, Turi, Rutigliano e Acquaviva delle Fonti. Nel frattempo chi è interessato all’archeologia a Bari può visitare, anche negli orari serali degli Open Days, l’Area Archeologica di San Pietro, oppure spingersi non troppo distante a Canosa di Puglia (Bat) e perdersi nel percorso degli ipogei dauni che racchiudevano i famosi vasi canosini ora esposti nei maggiori musei del mondo. A Bari aperti anche gli altri luoghi simbolo, la Cattedrale di San Sabino, la Basilica di San Nicola e perfino le icone della cultura teatrale, il Teatro Petruzzelli, il Teatro Margherita e la casa natale del compositore barese Niccolò Piccinni (1728-1800). Porte aperte ad agosto anche al Faro di Punta San Cataldo. Puglia Open Days infatti non smette di stupire aggiungendo straordinarietà alla straordinarietà e così il Castello Aragonese di Taranto, di proprietà della marina Militare, non si accontenta di stare aperto fino alle 23 e tira tardi fino alle 2 del mattino. A Taranto, oltre che al Marta e al Museo Diocesano, il pubblico è invitato anche nella sede dell’Assessorato alla Cultura, a Palazzo Pantaleo, dove trova i soffitti dipinti nel Settecento a tema epico da Domenico Antonio Carella. A Lecce il Must Museo Storico è chiuso per rinnovamento, ma non sospende l’attività didattica e partecipa così agli Open Days; laboratori per bambini sono in programma anche al Castello Carlo V, mentre ogni sabato a Palazzo Vernazza è di scena lo spettacolo «Trip, viaggio nel Salento tra Santi e Fanti», con 25 racconti su Lecce e il Salento ideati dalla Factory Compagnia Transadriatica. A Brindisi sono visitabili l’area archeologica di San Pietro degli Schiavoni sotto il Teatro Verdi, la chiesa romanica a base circolare di San Giovanni al Sepolcro e il Museo Diocesano Giovanni Tarantini. Capitolo a sé per il Mapri - Museo Archeologico Provinciale Francesco Ribezzo, celebre per i bronzi di Punta Serrone, che propone attività rivolte alle famiglie con bambini. Con 200mila visitatori, Puglia Open Days la scorsa estate ha riscosso il successo di un appuntamento consolidato, tanto che sono stati organizzati momenti Open Days anche in inverno e in primavera. Il progetto, mirato alla promozione e valorizzazione dell’offerta turistica, è voluto dall’Assessorato regionale al Mediterraneo, Cultura e Turismo ed è organizzato da Pugliapromozione, Agenzia Regionale del Turismo, in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Conferenza Episcopale Pugliese, l’Anci Puglia e il Comitato regionale dell’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia. q M.Ros. Puglia Open Days, aperture straordinarie, sab 20-23, www.viaggiareinpuglia.it, estate 2015 fino al 26 settembre Palazzo Simi, Strada Lamberti 1, Bari tel. 080/5275451, Bastione del complesso monumentale di Santa Scolastica, largo Monsignor Tommaso M. Ruffo 73, Bari, tel. 080/5412596, Castello Aragonese, Taranto, tel. 0997/753438, www.castelloaragonesetaranto.com, Parco Rupestre Lama D’Antico, San Giovanni e San Lorenzo, strada Provinciale Fasano-Savelletri-Contrada Sarzano-Fasano (Brindisi), tel. 328/3597517 / 338/8175123, www.lamadantico.it, Mapri-Museo Archeologico Provinciale «Francesco Ribezzo», piazza Duomo, Brindisi, tel. 0831/565501 Mother Via G. Murat 122/b 70123 Bari www.nuratcentoventidue.com Tel. 3348714094-3925985840 Vedere A puglia | 4 Rita Casdia, Elisabetta Di Sopra, Anahita Hekmat, Chrischa Venus Oswald, Jenna Pippett, Karen Trask 16 maggio- 30 giugno 2015 Un murale pugliese a Berlino Nella capitale tedesca un’opera di Agostino Iacurci grazie al programma di Pugliapromozione Dalla fine di maggio un’opera di arte urbana del pugliese Agostino Iacurci è collocata nel quartiere di Kreuzberg in Moritzplatz a Berlino. È un murale alto oltre 20 metri realizzato nell’ambito del programma «We are creative in Puglia» voluto da Pugliapromozione per diffondere un’immagine internazionale della regione. Ne parla l’artista. Curioso progetto, com’è nato? Da un’iniziativa di Pugliapromozione, l’ufficio che si occupa della promozione del turismo regionale in Puglia e nel mondo, e di «The Trip», magazine di viaggi. L’idea è raccontare la nostra terra attraverso modelli e linguaggi alternativi a quelli classici della promozione turistica. Il muralismo è molto attuale e pertinente in una città come Berlino. Quando è nata l’iniziativa ricorrevano i 25 anni dalla caduta del muro. «Two Landscapes» (nella foto) ha una forte valenza simbolica: è un’immagine divisa in fasce. Due paesaggi differenti vengono giustapposti. Entrano in contatto attraverso due figure umane che si affacciano, i cui volti riflettono il paesaggio opposto. I rami di ulivo che figurano in uno dei due paesaggi sono un rimando alla nostra terra. L’arte contemporanea serve come ambasciatrice? È ambasciatrice d’iniziative in grado di parlare a un pubblico ampio, a chi vive quotidianamente la città e non va necessariamente nei musei. È interessante l’integrazione tra diversi linguaggi e necessità, il fatto che un ente promotore di turismo si faccia produttore di progetti artistici, lasciando totale libertà agli artisti e affermando l’idea che si possa fare promozione attraverso l’arte. Il messaggio è che la Puglia e l’Italia possono esportare anche arte e creatività e non solo gli ottimi prodotti alimentari. Quanto ha influito la sua origine pugliese? La Puglia, e in particolare Foggia, ha influito sulla mia persona, sull’idea di lavorare nello spazio pubblico: venendo da una città di provincia dove si vive principalmente nelle piazze ho sempre pensato alla strada come al luogo ideale per il dialogo pubblico. L’attenzione per l’uomo e gli elementi naturali è in parte legata alle mie origini. Ho passato l’infanzia in campagna, con poche persone e molte piante disposte ordinatamente in campi aperti. In Puglia si stanno sviluppando esempi di arte urbana? Vivo lontano dalla mia città natale da 10 anni, non conosco la situazione. Sicuramente la Puglia negli anni passati ha ospitato uno dei progetti più interessanti ed influenti nel panorama dell’arte urbana: il Fame festival. Per più di 5 anni importanti street-artist si sono dati appuntamento a Grottaglie e hanno dato vita a un progetto preso a modello in tutto il mondo. Quali sono i suoi prossimi progetti? In estate farò un tour per vari interventi in Europa e negli Stati Uniti. In autunno tornerò in studio per preparare la prossima mostra in Germania, a Colonia. q Mariella Rossi Navigare in Puglia Puglia. È da poco online il nuovo sito ufficiale del turismo in regione www.viaggiareinpuglia.it, tutto da navigare. Realizzato da Pugliapromozione, Agenzia Regionale del Turismo, contiene quasi 2mila schede descrittive di siti di interesse e viene aggiornato anche direttamente da istituzioni, operatori culturali, guide turistiche, interpreti, strutture ricettive, wedding planner ecc. Il sito offre l’opportunità di entrare per aree tematiche o geografiche e propone sempre una serie di suggerimenti specifici, gli «Scelti per te», in base alle preferenze espresse. Tra i contenuti proposti: un calendario di eventi, pacchetti e offerte di viaggio, attività, itinerari e percorsi che offrono un punto di vista ampio di quanto si può fare e vedere in Puglia. C’è inoltre il trip planner, lo strumento per organizzare e condividere con gli amici i propri itinerari di viaggio. La sezione «Un mondo di arte e cultura» offre schede di castelli, musei, aree archeologiche, teatri storici, luoghi sacri, siti rupestri, borghi storici, trulli e masserie. Capitolo a sé per i siti Unesco Patrimonio dell’Umanità: Castel del Monte, il santuario di San Michele Arcangelo e i trulli di Alberobello. Se, grazie anche a icone che contraddistinguono con immediatezza le pagine dove ci troviamo e il tipo di offerta (culturale, di viaggio, naturalistica ecc.), la fruizione di questa piattaforma digitale è immediata, i motori di ricerca interni permettono di personalizzare con luoghi, date ed esigenze specifiche il piano di viaggio. Tra le molteplici idee dedicate alla cultura, quella di vivere l’antica Via Traiana come percorso ciclopedonale per raggiungere luoghi di interesse archeologico come Egnazia, oppure l’itinerario nella Puglia imperiale, del quale vengono consigliati il periodo dell’anno, i mezzi di trasporto e viene fornita una mappa digitale con i diversi luoghi da visitare: si parte da Canne della Battaglia, dove i Cartaginesi sconfissero i Romani e dove troviamo vari reperti custoditi nell’Antiquarium, si passa per la Canosa di Puglia romana, quella del ponte, l’arco di Traiano, l’arco di Gaio Terenzio Varrone e il tempio di Giove Toro; si arriva a Mervino Murge. Tra gli eventi invece è di scena l’ampia proposta di festival che contraddistingue la Puglia. Tra questi ci sono il Salento International Film Festival a Tricase dal 5 al 12 settembre, I dialoghi di Trani che dal 22 al 27 settembre presentano la 14ma edizione nella cornice del Castello Svevo di Trani, e in autunno Anima Mea, che accompagna gli spettatori anche all’interno di luoghi solitamente chiusi al pubblico. q M.Ros. Viaggiareinpuglia, www.viaggiareinpuglia.it, Salento International Film Festival, Tricase (Lecce), www.salentofilmfestival.com, dal 5 al 12 settembre, I dialoghi di Trani, Castello Svevo di Trani, piazza Manfredi Re 16, Trani (BAT) www.idialoghiditrani.com, dal 22 al 27 settembre, Castello Svevo di Trani, piazza Manfredi Re 16, Trani (BA), tel. 0883/506603, lun-dom 8,30-19,30, www.castelloditrani.beniculturali.it Graffiti nelle città e nel web Puglia. Da alcuni anni le città della regione sono luogo di incursioni spontanee o programmate di graffitisti, di «culture jamming» e «détournement», a cominciare dal capoluogo. Una produzione recentemente documentata nel web dalla community Bari Urban Action. Tra le iniziative ufficiali di Bari alcuni anni fa vi è stata «Hacktion», iniziativa culturale e sociale con l’obiettivo di riqualificare il tessuto urbano trasformando la città in un elemento di comunicazione attiva, portatore di un messaggio e attore nella creazione d’immaginari collettivi. Simultaneamente il duo Paracity iniziò a interferire trasformando segnaletica, centraline elettriche ed elementi di arredo stradale. Imponenti interventi site specific coordinati dalla galleria Doppelgaenger hanno inoltre ridipinto Bari: nell’ambito di «Fresh Flaneurs», Sam3, Sten & Lex, 108, Ozmo, gli Hell’O Monsters ed El Tono hanno «tatuato» luoghi anonimi e di passaggio realizzando l’effetto optical sul Palazzo dell’Economia, il trittico di San Nicola in un sottopasso, le silhouette nere verticaliste sul timpano dell’ex Caserma Rossani e altro ancora. Interventi fuori contesto che ormai fanno parte del paesaggio urbano barese. A Barletta per «Rievocazione in mostra» Alessandro del Re, alias Octopus, ha lasciato tracce indelebili sulle recinzioni dei Giardini del Castello, con una particolare tecnica di stencil adesivi, realizzando un omaggio a Pietro Mennea inseguito da Beep Beep e scene ispirate alla Disfida di Barletta. Ha inoltre delineato con duemila chiodi, sul portone dello storico Palazzo Bonelli, «Oh My God», un Cristo crocifisso a grandezza d’uomo che ha fatto resuscitare durante la notte prima di Pasqua, schiodando l’installazione. Anche il Sud della Puglia è toccato dal «culture jamming». Dopo l’esperienza nei quartieri spagnoli di Napoli, il duo Cyop & Kaf è piombato a Taranto per instaurare un dialogo simbiotico con la città vecchia. Scorci ombrosi e spesso malandati sono stati esaltati grazie al contrasto con gli iconici e surreali personaggi dipinti dai due artisti. Persino il piccolo e fascinoso centro di Grottaglie è pioniere della street art pugliese con Studiocromie (ideatore del Fame Festival) dove si offre cibo e ospitalità in cambio di un’opera graffitata sui muri della città, passando anche per il quartiere delle ceramiche, incontrando lo spirito del vero writer, senza permessi (e senza budget). Erica il Cane, Blu, Cyop & Kaf, Nespoon, Boris Hoppek, Sam3 e tanti altri artisti noti hanno autolegittimato l’iniziativa, dapprima mal sopportata, poi tollerata e oggi apprezzata più che dall’amministrazione pubblica dai proprietari degli edifici, che fanno a gara per autorizzare l’uso delle facciate come fogli bianchi (nella foto, l’intervento di arte urbana per «Fresh Flaneurs» di Sam3 sulla Caserma Rossani di Bari). q Giusy Caroppo Vedere IN PUGLIA | 5 Dobbiamo deciderci a valorizzare ciò che abbiamo se vogliamo guadagnare in soldi e in cultura I progetti e gli obiettivi del nuovo Polo Museale Pugliese, nato con la riforma del Mibact, nelle parole del direttore Fabrizio Vona Castello Svevo di Trani (Bat) © Mirabilia Sistemi Fabrizio Vona Puglia. Fabrizio Vona è stato soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dal 2008 al 2011. Da quest’anno, in seguito alla riforma del Mibact, è il direttore del Polo Museale pugliese, con la funzione di manager dei musei statali nella regione. Un ente e un ruolo non del tutto nuovi. È cambiata la Puglia da quando Lei era soprintendente? Le cose sono migliorate. Il rapporto con la Regione e con gli assessorati alla Cultura e al Turismo è più diretto, meno farraginoso e più aperto al dialogo. Capita di scambiare opinioni non solo sui musei del Polo di mia competenza, ma anche su quelli comunali, provinciali, diocesani e privati, in una visione d’insieme. È cambiata anche la vivacità culturale, che ora scaturisce spesso dal basso. È un bel segnale, c’è un clima culturale vivo. C’è anche molta arte contemporanea. Può descrivere il suo ruolo? Sono il direttore del Polo Museale della Puglia. Ci sono 17 Poli Museali in Italia e tutti dipendono dalla nuova Direzione generale dei musei, il direttore generale è Ugo Soragni. Il Polo pugliese è composto da 12 tra siti monumentali e musei: Castel del Monte, Castello Angioino di Copertino, Castello Svevo di Bari, Castello Svevo di Trani, Galleria Nazionale della Puglia «Girolamo e Rosaria Devanna» a Bitonto, Mostra Archeologica «Storie di Messapi: Manduria, oltre le mura» a Manduria (ossia il costituendo museo), Museo Archeologico Nazionale di Gioia del Colle, Museo Archeologico Nazionale e zona archeologica di Egnazia, Museo Nazionale Archeologico di Altamura, Museo Nazionale Archeologico di Manfredonia, Museo Nazionale Jatta a Ruvo di Puglia, Palazzo Sinesi a Canosa di Puglia. I Poli lavorano per la buona gestione dei musei statali nelle singole regioni e per la costruzione di reti tra musei. In futuro ciascuno dei nostri musei nazionali dovrà costituire il fulcro aggregante per tutte le altre realtà circostanti, migliorando la valorizzazione del territorio. Questo potrà avvenire grazie all’offerta di servizi integrati, biglietti unitari, itinerari condivisi ecc. L’obiettivo è ambizioso e l’Italia è in ritardo. Ma sono convinto che ci sia la possibilità di ottenere buoni risultati grazie alla nuova suddivisione dei compiti tra la Soprintendenza e i Poli Museali. Quando ero soprintendente avevo la necessità di inseguire le cose da tutelare e rimaneva poco tempo ed energie per fare altro. Adesso, come direttore del Polo Museale, la valorizzazione è il mio compito principale. Finora si è parlato piuttosto male di questa riforma, associando i termini valorizzazione e valore al denaro e al fare cassa. L’aumento dei visitatori significa una maggiore diffusione della cultura. Il termine valore acquista significato culturale ed esperienziale. Ha degli obiettivi immediati? Rendere più attrattivi i 12 musei. Migliorare i servizi offerti al pubblico, ragionare su orari di apertura, biglietti differenziati in base all’utente (per esempio biglietti familiari), prezzi d’ingresso diversi a seconda dei giorni. È essenziale studiare i flussi di pubblico, cosa che le Soprintendenze non hanno mai potuto fare, pressate da altre priorità. Sapere chi siano i propri visitatori ci aiuta a capire come attirare nuovo pubblico. Dobbiamo migliorare bar, bookshop e ristoranti. Le terrazze del Castello di Trani, ad esempio, potrebbero diventare il locale più bello e frequentato della città. Bar e ristoranti dei musei italiani sono scadenti se confrontati con i musei internazionali. Li stiamo studiando. Mi confronto con i direttori dei singoli musei, per capire quali siano le loro difficoltà e i loro punti di forza. Sto elaborando una serie di progetti da sottoporre alla Regione, ci sono già fondi da indirizzare alla migliore fruizione dei musei. Sto rivedendo le concessioni. Cinque musei del Polo, per quanto riguarda biglietteria, bookshop, bar e ristorante, sono gestiti da una società. Vorrei estendere questa concessione a tutti e 12 i siti museali perché sono soddisfatto del loro lavoro. Abbiamo inaugurato un programma di mostre nei cinque musei gestiti dalla società concessionaria. Le cose da fare sono tante, a volte piccolissime, ma comunque importanti. Le serve la sua esperienza nel Polo Museale di Napoli? Come soprintendente ho potuto lavorare per uno dei quattro Poli Museali che esistevano prima della riforma e ho ben chiari necessità e obiettivi. A Napoli ho lavorato sul permanente piuttosto che sull’effimero e vorrei farlo anche qui. Lì ho sistemato i depositi e aperto spazi non utilizzati, ho anche realizzato mostre, ma non quei grandi eventi che assorbono le energie per anni. Un Polo Museale deve valorizzare quello che ha. È importante tenere tutto in ordine, catalogare e mostrare il più possibile le opere presenti nei depositi. Le mostre devono partire dalle collezioni permanenti, che rendono possibili mostre interessanti con investimenti limitati. Pensa di aprire gli spazi a eventi privati? L’esperienza napoletana mi ha insegnato che bisogna fare di tutto. I musei del Polo godono di una buona autonomia finanziaria, i ricavati vengono versati allo Stato che poi li riaccredita al museo. Nella Certosa di Capri abbiamo ospitato eventi privati e guadagnato parecchio. A Capodimonte per un dj set sono entrati 5mila ragazzini a ballare mentre sulle pareti venivano proiettate le immagini dei quadri. Nei mesi successivi abbiamo avuto un’impennata di visitatori, soprattutto giovani. Questo significa guadagnare denaro e far guadagnare al pubblico in termini di cultura. q Mariella Rossi Nova Apulia a servizio di sei castelli e dei musei di Puglia Puglia. La società Nova Apulia gestisce i servizi al pubblico di sei tra i più importanti castelli, musei e siti archeologici regionali: Castel del Monte di Andria, Castello di Trani, Castello di Bari, Museo e Castello di Gioia del Colle con annesso Parco Archeologico di Monte Sannace, Museo Archeologico Nazionale di Taranto e Museo Archeologico di Egnazia. È composta da più aziende tra le quali Novamusa, che gestisce gli Infopoint Turistici degli Aeroporti di Bari e Brindisi e il Castello Carlo V Romagna in collaborazione con due cooperative di Lecce, D’Uva Workshop, che fornisce video, audioguide, applicazioni e mobile tour (tra i suoi clienti il Colosseo, il Pantheon e il Duomo di Milano), la casa editrice Il Cigno GG Edizioni, specializzata in pubblicazioni e mostre di artisti come Licata, Rotella e Manzù o in eventi come quelli per i 500 anni dalla scoperta dell’America, Scala Group, attiva nell’editoria d’arte e nel turismo culturale e detentrice dell’Archivio Scala, Leopizzi 1750, impresa di Parabita (Le) che da dodici generazioni realizza mostre in Italia e all’estero e investe in formazione con stage e corsi formativi collaborando con università e Istituzioni internazionali. Il Presidente del Consiglio di amministrazione di Nova Apulia, Tommaso Morciano (nella foto), spiega l’importanza e le strategie dell’accoglienza. Che cos’è Nova Apulia? Nova Apulia opera nell’accoglienza dei visitatori di siti culturali, nell’intrattenimento educativo e, in sinergia con Il Cigno GG Edizioni, nella valorizzazione culturale e turistica del territorio pugliese. Gestiamo per concessione alcuni siti statali della Vedere IN PUGLIA | 6 Puglia coniugando servizi tradizionali di gestione museale all’utilizzo di tecnologie multimediali per migliorare comunicazione e promozione. Cerchiamo ogni giorno di fare sistema con le altre forze del turismo e della cultura regionali. Come? Collaboriamo con i singoli direttori. La nostra visione è sinergica con gli obiettivi del Polo Museale che vuole mettere a sistema il territorio facendo dialogare le amministrazioni statali, regionali e comunali con strategie di condivisione mirate a creare una rete territoriale concepita come museo diffuso. Vogliamo creare un biglietto regionale aperto che permetta di visitare a costi contenuti tutti i beni culturali del territorio. Come pensate di valorizzare il patrimonio? Con attività che migliorano la conoscenza del patrimonio culturale e incrementano la fruizione pubblica, facendo in modo che queste attività siano riconosciute da tutti gli stakeholder e che abbiano come punto di unione la messa in rete o a sistema di tutti i beni presenti di una determinata area. Riuscire in questo obiettivo permette di aumentare la competitività generale del territorio e determina lo sviluppo di potenziale fatturato delle imprese collegate a turismo e cultura e una riqualificazione delle risorse umane. La collaborazione tra pubblico e privato è imprescindibile. Operate in Puglia da un anno, quali risultati avete raggiunto? Nel 2014 ci siamo concentrati sull’apertura dei siti in gestione, sull’assunzione a tempo indeterminato di 22 persone distribuite sul territorio, sulla selezione di guide turistiche e di personale specializzato nella didattica museale. Insieme a Lorenzo Zichichi abbiamo ideato tre mostre. Il Castello di Federico II di Svevia, il Castello Svevo di Bari, il Castel del Monte e il Castello Svevo di Trani hanno ospitato le opere della Fondazione Arnaldo Pomodoro. Il Museo Archeologico di Gioia del Colle è stato sede di una monografica di Emilio Greco, «L’Istante della tua bellezza», con oltre quaranta lavori e nel Museo di Taranto abbiamo organizzato la rassegna «Giacomo Manzù e le sue donne». Abbiamo realizzato laboratori didattici per varie fasce di utenti e visite guidate teatralizzate, sotto il marchio «Castelli e Musei della Puglia», raccogliendo consensi e seguito sui social (www. facebook.com/castelliemuseianimati e www.twitter.com/ CastelliMusei). Abbiamo registrato incrementi di visitatori nei siti in gestione. Castel del Monte è rientrato nei 30 siti più visitati d’Italia. Progetti? Con il direttore del Polo Museale vogliamo raddoppiare entro il termine della concessione i numeri attuali di tutti i siti. Dobbiamo valorizzare il territorio nell’ottica di un sistema aperto capace di andare incontro al possibile pubblico. q M.Ros. Approfittatene, sono non profit Pellegrinaggi romanici sulle vie Francigene Puglia. Puglia Creativa è un distretto produttivo composto dalle imprese culturali della regione che si sono messe in rete e raccordate con le varie politiche locali. Vi aderiscono organismi attivi nei settori di musica, teatro, danza, arti visive, design, servizi, nuove tecnologie e Ict, multimedia e broadcasting, cinema e audiovisivo, insieme a Università, agenzie culturali regionali, Apulia Film Commission e Teatro Pubblico. La Regione Puglia sostiene il non profit dal punto di vista promozionale, mettendo a disposizione infrastrutture e proponendo bandi a sostegno di festival, produzioni audiovisive, mostre, convegni e pubblicazioni. In questo habitat si sono sviluppate e rafforzate svariate organizzazioni senza fini di lucro, che hanno fatto della cultura, delle arti visive e delle pratiche sociali il proprio fulcro di attività. Pioniere è stato il programma «Bollenti spiriti», nato nel 2005 per dare spazio ai pugliesi under 35 impegnati nella riqualificazione sociale, culturale ed economica. Con lo stesso obiettivo sono nate o si sono rafforzate organizzazioni senza fini di lucro disseminate in tutta la regione. Gallerie d’arte con un’anima non profit, le associazioni culturali indagano il Sud contemporaneo con mostre, residenze e azioni rivolte a soggetti privati locali, collezionisti e appassionati d’arte. Tra le iniziative in programma vi è quella di Ramdom, associazione culturale di Gagliano del Capo (Le) fondata da Paolo Mele e Luca Coclite, che dal 13 al 19 luglio ospita la nuova edizione della masterclass «Default» e l’artista Carlos Casas nell’ambito del progetto di residenza «Indagine sulle terre estreme». Nell’antica regione della Capitanata è da segnalare anche Vessel impegnata a creare un hub di ricerca e produzione articolato tra didattica, pratica artistica e attività agricola. Manifatture Knos a Lecce è uno spazio della Provincia affidato all’Associazione Sud Est dal 2006. Alla sua base vi è un progetto culturale condiviso in cui sono coinvolte la popolazione e altre realtà come Induma, Officine Kata Pelta, Ricuso e Luoghi Comuni. A Lecce operano anche Ammirato Culture House e Archiviazioni, una piattaforma di ricerca interdisciplinare con un archivio generativo. Nell’interland leccese, a Palagiano c’è Startart e a Cannole NexTab, che opera organizzando residenze nelle abitazioni del paese coordinate da Anna Cirignola. Entropie di Locorotondo si contraddistingue per gli interventi espositivi in trulli, masserie, insediamenti rupestri e torri di guardia, seguendo l’esempio di quanto fatto ad Alberobello e Polignano dalla cooperativa sociale A/Herostrato. A Putignano, il consorzio I Make è impegnato a rendere interdisciplinare il Carnevale, mentre l’Associazione Culturale Area C di Trani si dedica a progetti di arte-territorio nei giardini della città. Da segnalare, ancora, le mostre del Torrioni Passari-Centro per l’Arte Contemporanea a Molfetta, con artisti internazionali, ed Eclettica Culturale dell’Arte con il progetto «Intramoenia Extra Art» nei Castelli di Puglia, vincitore del Programma Cultura della Commissione Europea. Non va infine dimenticato il Momart-Motore Meridiano delle Arti, nato intorno a Moma, ex discoteca di Adelfia sequestrata nel 2007 dall’antimafia di Bari e riqualificata dall’associazione Libera come luogo incubatore di artisti pugliesi (nella foto Giuseppe De Mattia, Terre Estreme 2014, Ramdom, particolare). Puglia. Un soggiorno in Puglia non può prescindere da visite, libere o guidate, alle chiese romaniche sorte nel Medioevo lungo vie Francigene, i percorsi dei pellegrinaggi verso i luoghi Santi. Costruite sull’asse est-ovest con le facciate rivolte a est e le absidi a ovest, nel giorno del solstizio d’estate al tramonto sono attraversate dai raggi del sole che filtrano dal rosone e colpiscono l’altare centrale creando un effetto scenografico. In tutte le Cattedrali è possibile visitare ipogei e cripte. Il promontorio del Gargano, con l’antichissimo Santuario di San Michele sul Monte Sant’Angelo, eretto sulla grotta dove l’arcangelo lasciò l’orma del piede, è meta del moderno turismo religioso, grazie anche alla vicina San Giovanni Rotondo, città di Padre Pio. Proseguendo in Capitanata, la Cattedrale dell’Assunta a Troia conserva il portale con porta bronzea e intarsi marmorei d’ispirazione bizantina eseguiti da Oderisio da Benevento nel 1119, e un prezioso rosone d’importazione. In Terra di Bari, la Cattedrale di Ruvo dedicata a Santa Maria Assunta è stata riaperta dopo un importante restauro. Fu ricostruita dopo la distruzione della città del XII secolo, utilizzando il vecchio materiale lapideo. La Basilica di San Nicola a Bari (nella foto) custodisce i resti del celebre vescovo e uno straordinario corredo scultoreo, il portale dei leoni, i capitelli, la cripta, il ciborio e la Cattedra dell’abate Elia del 1098. Da non dimenticare la Cattedrale di San Sabino ad Andria e quella di Santa Maria Maggiore a Barletta, città che conserva un altro edificio romanico di grande rilievo, la Basilica del Santo Sepolcro con il suo Tesoro. Sul fianco sinistro di quest’ultima si erge il cosiddetto Colosso di Barletta, statua bronzea di Eraclio paludato di vesti imperiali alta circa 5 metri (V secolo). Proseguendo verso sud s’incontra la Concattedrale Santa Maria Assunta di Ostuni: la facciata con elementi gotici e romanici ha il suo fulcro nel grande rosone centrale con il Cristo Salvator Mundi attorniato da sette cherubini. Anche la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, nel centro storico di Galatina, si colloca tra Romanico e Gotico. Fu costruita su una preesistente chiesa bizantina di rito greco risalente al IX-X secolo, le cui tracce si osservano nel muro esterno della navata in cui è inglobata l’abside. Fu realizzata tra il 1369 e il 1391 per volontà di Raimondello Orsini del Balzo. q G.C. Nessuno sa di arte tutto quello che sanno i lettori di IL GIORNALE DELL’ARTE Ogni anno 11 numeri, oltre 1000 pagine. In ogni numero e periodicamente ■ I Rapporti annuali dell’Arte ■ I «Vedere a...» ■ Le Guide alla Biennale ■ I Vademecum Ogni giorno online su www.ilgiornaledellarte.com e sulle pagine Facebook e Twitter di «Il Giornale dell’Arte» Vedere IN PUGLIA | 7 Il digitale da Muratcentoventidue «Il riposo» di Raffaele Belliazzi È la collezione il pilastro della Pinacoteca Corrado Giaquinto Il Museo barese comprende sculture e pitture dal Medioevo all’Ottocento, presepi napoletani e xilografie giganti Bari. La ricchezza delle collezioni, la produzione di mostre ad hoc, i progetti di conservazione e ricerca contraddistinguono la Pinacoteca Metropolitana Corrado Giaquinto di Bari (già Pinacoteca Provinciale), diretta dagli anni ’90 da Clara Gelao che ha indirizzato il Museo verso una politica di approfondimento della collezione mediante progetti espositivi piuttosto che verso mostre esterne preconfezionate. Ha inoltre ampliato le collezioni con una convinta strategia di acquisizioni. Il museo si trova al quarto piano del Palazzo della Città metropolitana di Bari (già Provincia). Le raccolte della Pinacoteca coprono un arco di dieci secoli e l’allestimento permanente occupa 22 sale. Fulcro del percorso è la scultura medievale pugliese, ma vi sono anche opere di arte veneta del XV e XVI secolo, pittura pugliese e napoletana del Sei e Settecento, un raffinato corpus di Corrado Giaquinto, lavori ottocenteschi tra cui quelli di Francesco Netti e Giuseppe De Nittis, opere di arte applicata, presepi napoletani ed esempi di ceramiche locali del XVII e XVIII secolo. La storia della Pinacoteca di Bari cominciò nel 1928 intorno a un nucleo di dipinti provenienti dalle chiese del territorio, già conservati nel Museo Archeologico, e di altri depositi ottenuti dalle Gallerie Nazionali di Napoli e Roma ed è costellata da importanti lasciti, il più prestigioso è quello dalla collezione Grieco, esposta dal 1987, con una cinquanta dipinti dell’Ottocento e della prima metà del Novecento. Nel 2002 si è aggiunta la collezione del Banco di Napoli, con 23 dipinti di Gennaro Coppola, Baldassare de Caro, Giacomo Farelli, Salvator Rosa e altri, in deposito decennale rinnovabile. Recenti restauri sono stati eseguiti sul corpus di dipinti di autori veneti provenienti dalle chiese del territorio, tra questi un trittico e un polittico di Antonio Vivarini, «San Pietro Martire» di Giovanni Bellini e opere di Paris Bordon, Paolo Veronese e Tintoretto. A ciò si aggiungono gli interventi su un’icona del XIV secolo attribuita a Giovanni da Taranto e alla monumentale xilografia (5 metri di altezza) di Petrus Wouters, risalente al XVII secolo. Il Museo non si propone come luogo di raccolta e salvaguardia delle opere, ma anche, e soprattutto, come piattaforma di riflessione e formazione, come vuole la direttrice Gelao, che dal 1994 propone mostre interamente prodotte dalla Pinacoteca. Dal 2000, anno delle celebrazioni per i settant’anni di attività, le rassegne vertono in prevalenza su singole collezioni o singoli artisti: ne sono un esempio«Intorno a Corrado Giaquinto. Acquisizioni-donazioni-restauri 1993-2004»; i disegni, acquerelli e litografie dell’archivio Congedo; Gabriele Basilico con il suo lavoro su Bari; Gaetano Stella; Achille Mauri; la donazione Ferrara; Antonio Di Pillo; Paladino; Riccardo Tota; Paris Bordon; Michele Depalma e Carlo Guarienti. Tutte mostre accompagnate da programmi di mediazione e didattici e da cataloghi accurati. I fiori di Morino lizzare gli interventi negli spazi cittadini. Fino al 16 settembre in galleria c’è la personale di Sam3 «Città effimera». L’artista aveva partecipato al progetto di arte urbana e racconta le suggestioni colte in mappe inedite. Le sue silhouette nere prendono forma scultorea e i frangiflutti sono stati da lui colorati con un pigmento che verrà cancellato dall’acqua. Come selezionate gli artisti? Per vicinanza d’età, convergenza di sguardi e interessi. Qual è la prossima mostra? La personale di Marta Roberti dal 9 ottobre. I suoi lavori su carta grafite sono eseguiti con una tecnica che ricorda la scultura: procede per sottrazione. Lavorava in bianco e nero, ma da quando si è trasferita a Taipei ha iniziato a usare i colori. q Mariella Rossi Doppelgaenger, Palazzo Verrone, via Verrone 8, Bari, mag.-set.: lun-ven17-20; ott.-apr. mar-sab 17-20, tel. 392/8203006, www.doppelgaenger.it; «Sam3. Città effimera» fino al 16 settembre Vedere IN BARI | 8 Muratcentoventidue Artecontemporanea, via G. Murat 122/b, Bari, tel. 334/8714094-392/5985840, www.muratcentoventidue.com Pinacoteca Corrado Giaquinto, via Spalato 19, lungomare Nazario Sauro 27, Bari, tel. 080/5412420/22/23/24/26/27, mar-sab 9-19, dom 9-13, www.pinacotecabari.it Una galleria giovane nella città vecchia BARI. Doeppelgaenger è la galleria fondata da Antonella Spano e Michele Spinelli (nella foto). Ne parla Antonella Spano. Come e quando è nata la galleria? Nel 2012 da un’idea mia e di Michele Spinelli, il mio socio. È ispirata al vero senso del rapporto con gli artisti, alla volontà di recuperare condivisione d’intenti, obiettivi e impegno comuni. Che cosa significa Doppelgaenger? È tedesco e significa letteralmente l’altro (doppel) che passa (gaenger). Io abito nella galleria e anche l’artista. L’idea di residenza per artisti è nel Dna della Galleria. Dov’è ubicata la sede? Nel borgo antico, in un palazzo del 1200. Il dialogo con la storia, la pietra viva e gli archi è sempre interessante per gli artisti. Avete rapporti con il quartiere? Il borgo antico è ancora molto autoctono, non si aspettava il nostro arrivo, ma ci ha accolto come un faro nella nebbia. Inoltre arrivano continuamente collezionisti, scuole e molti turisti dell’arte. Bari come accoglie l’arte contemporanea? La Galleria Bonomo in quarant’anni ha fatto un grande lavoro sul territorio, ma non sufficiente a educare la città. C’è fame di arte contemporanea e manca ancora un’istituzione pubblica. Realizzate progetti di arte urbana? Da giugno 2013 organizziamo «Fresh Flaneurs» invitando sei artisti internazionali. Il Comune ci ha accordato il permesso di rea- BARI. Fondata da Lello Gelao e Angela Gonnella dando priorità alla ricerca e alla sperimentazione piuttosto che all’aspetto commerciale, Muratcentoventidue Artecontemporanea è stata inaugurata nel 2007 come costola di un’associazione culturale. La galleria punta su artisti emergenti impegnati con le più attuali tecnologie, privilegiando la videoarte e l’immagine digitale. Gli artisti che collaborano sono, per scelta, perlopiù donne, protagoniste di mostre curate dalla stessa galleria, da noti critici pugliesi o da giovani curatori come Eleonora Farina. Tra tutte: Elena Arzuffi, Elena Bellantoni, Rita Casdia, Margarida Paiva, Valentina Ferrandes, Natalia Saurin, Kristina Kvalvik, Kaia Hugin, Anahita Hekmat, Elisabetta di Sopra (nella foto, una veduta della sua personale). Tra gli eventi più significativi ospitati da Muratcentoventidue, la personale di Chiara Fumai nel 2011 e quelle recenti di Giulia Caira, Anahita Razmi e Anahita Hekmat, artista iraniana le cui opere sono esposte attualmente in una collettiva con Rita Casdia, Elisabetta di Sopra, Chrischa Venus Oswald, Jenna Pippett e Karen Trask. Non manca infine uno sguardo a identità e culture del Nord Europa, documentate da Johanna Reich, Kaia Hugin, Kristina Kvalvik, Kaia Leijon, Rikke Flensberg, Sybille Kroos e Nele Waldert. La programmazione della galleria riprenderà il 10 ottobre con la personale della tedesca Chrischa Venus Oswald, proseguirà con quella della tunisina Nicène Kossentini (a dicembre), con una collettiva di video d’animazione (a febbraio), mentre Barbara Brugola ad aprile presenterà un progetto realizzato in collaborazione con un artista norvegese. q G.C. Bari. La mostra «I fiori di Morino», voluta e coordinata da Clara Gelao e curata da Giacomo Lanzilotta, pone a confronto 13 dipinti di Pasquale Morino, recentemente entrati nella collezione della Pinacoteca grazie alla donazione di Alba Morino, con opere di autori che lo hanno accompagnato nelle diverse fasi della carriera. Allo stretto legame con la Scuola Romana fanno capo, per esempio, la «Natura morta» dell’amico Mario Mafai (dalla collezione Grieco), le opere di Onofrio Martinelli e quelle di Adriana Pincherle. Le frequentazioni del periodo pugliese sono evocate dall’opera «Natura morta con rosa azzurra» di Luigi Russo del 1969, mentre la stagione milanese degli anni Sessanta è documentata, infine, dalle nature morte con fiori e con vasi di Morino (nella foto, «Vaso con dalie»). Pinacoteca Corrado Giaquinto, via Spalato 19, lungomare Nazario Sauro 27, Bari, tel. 080/541242022-23-24-26-27, marsab 9-19, dom 9-13, www.pinacotecabari.it, «I fiori di Morino», fino al 30 settembre Rosalba Branà La Fondazione Pino Pascali in pixel La direttrice Rosalba Branà illustra il rinnovamento della sede e il canale transmediale ArTVision Polignano a Mare (Ba). Dopo la risistemazione degli spazi durata qualche mese, il 3 luglio ha riaperto i battenti la Fondazione Museo Pino Pascali nell’ex mattatoio sul mare. Per l’occasione presenta fino al 30 agosto la rassegna intitolata «Synthesis», che comprende le opere dei tre recenti progetti in cui è stata impegnata la Fondazione basati su collaborazioni internazionali e, al tempo stesso, su uno sguardo approfondito alla cultura del territorio. La Fondazione Museo Pino Pascali è l’unico museo stabile di arte contemporanea in Puglia. È stata istituita nel 2010 e inaugurata nel 2012. Il museo, invece, risale al 1998 e si deve alle donazione dei genitori di Pino Pascali al Comune di Polignano. Negli anni la collezione si è arricchita di opere di Jan Fabre, Jake & Dinos Chapman, Nathalie Djurberg, Fabrizio Plessi, Adrian Paci, Mat Collishaw e molti altri. La direttrice Rosalba Branà racconta il restyling della sede e i progetti. Com’è articolato il museo? La sede è un ex mattatoio d’inizio Novecento, ubicato in uno splendido scenario naturale a strapiombo sul mare, con una piccola isola di fronte. Grazie al restyling appena ultimato, ci siamo dotati di un Caffè Letterario, di un roof garden e di un piccolo parco sculture. Quali sono i progetti più importanti ai quali partecipate? Siamo protagonisti del progetto europeo e regionale arTVision-a live art channel, finanziato nell’ambito del Programma europeo Ipa Adriatic-Cbc 2007-13 con l’intento di mobilitare e connettere l’energia creativa dei giovani artisti chiamati a partecipare. Lead partner è la Regione Puglia. Con gli altri partner, Albania, Croazia, Montenegro e Regione Veneto, abbiamo creato la piattaforma web www.artvision.agency, predisposta alla visione di 150 video realizzati dalle cinque Tv Crews istituite nell’ambito del progetto. Abbiamo prodotto documentari su artisti giovani o affermati, servizi dal taglio giornalistico su mostre, eventi, seminari e presentazioni di libri, lavorando sulle cose interessanti di arte contemporanea transitate in Puglia; nello stesso modo hanno operato gli altri Paesi e istituzioni coinvolti. Abbiamo organizzato la mostra itinerante «Coexistence. Per una nuova koinè adriatica», che ha toccato le maggiori città dei territori coinvolti, da Tirana in Albania a Cetinje in Montenegro, da Rijeka in Croazia a Venezia, e che si conclude a Polignano a Mare nel nostro Museo. Questo progetto biennale ha offerto l’occasione per stringere rapporti di dialogo e interscambio transfrontalieri: l’Adriatico è il mare che unisce pur conservando le identità e le diversità specifiche. Un altro progetto sostenuto dalla Comunità Europea è stato l’I.c.e. (Innovation, Culture and Creativity for a new Economy), che ha coinvolto l’Albania, il Montenegro e la Grecia. È stato gestito dalla Regione Puglia e dal Teatro Pubblico Pugliese e curato da Giusy Caroppo. Fate Velaj (Albania), Mary Zygouri (Grecia), Dusica Ivetic (Montenegro), Dario Agrimi e Luigi Presicce (Italia) si sono confrontati e hanno prodotto opere con i maestri cartapestai dell’antico carnevale di Putignano, celebre in tutto il mondo. Avete in programma residenze per artisti? Siamo coinvolti nel progetto Sac-Sistemi Ambientali e Culturali «Mari tra le mura: nel blu dipinto di Puglia», un progetto finanziato dalla Regione Puglia a valere sul PO Fesr Puglia 2007-13 Asse IV «Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo», che ha messo in rete quattro comuni, due sul mare (Polignano e Mola di Bari) due nell’entroterra (Rutigliano e Conversano). Venti artisti, selezionati tramite Bando europeo, sono stati ospitati in Residenza nei quattro Comuni per un mese e hanno prodotto un’opera esposta poi in una mostra in prestigiosi spazi storici come il Castello Angioino di Mola, il Convento dei Benedettini a Conversano, il Museo della terracotta a Rutigliano e il vecchio Museo Pascali ubicato nel centro storico di Polignano. Un’esperienza proficua che sarà ripetuta dopo l’estate. Che rapporto avete con i giovani artisti del territorio? Abbiamo una Project room dedicata a loro e a giovani critici e curatori. Quali sono i prossimi obiettivi? Rafforzare i rapporti con le realtà balcaniche, potenziare la partecipazione a progetti europei, sostenere i nostri giovani artisti, implementare la collezione e rendere ancora più internazionale il Premio Pascali. q M.Ros. Fondazione Museo Pino Pascali-Museo d’Arte Contemporanea, via Parco del Lauro 119, Polignano a Mare (Ba), tel. 080/4249534, mar-dom 17-22, www.museopinopascali.it Dall’alto, La Fondazione Museo Pino Pascali © Cosmo Laera e «Cradle» di Giuseppe Teofilo Blu di Puglia POLIGNANO A MARE (Ba). Ad andare in mostra alla Fondazione Museo Pino Pascali fino al 30 agosto in occasione della riapertura degli spazi sono anche le opere di «Nel blu dipinto di Puglia», un progetto che rientra nel Sac-Mari tra le mura ed è curato dalla Fondazione con il coordinamento di Anna D’Elia e Lia De Venere. Si tratta di un progetto pluriennale di residenze d’artista inusuale in Puglia per dimensione e per localizzazione, che quest’anno verrà ripetuto. Attraverso un bando sono stati selezionati giovani artisti internazionali che per tre settimane sono stati ospiti come artisti in residenza presso quattro paesi del barese. «Dare senso ai luoghi» era lo slogan del bando e a Polignano gli artisti sono stati ospitati nell’ex sede del Museo, a Mola di Bari nella Casa delle Culture, a Rutigliano nel Palazzo San Domenico e a Conversano nel monastero benedettino. Gli artisti invitati lo scorso anno per la prima edizione sono venti, tra cui Sergio Racanati, Nicole Voltan (nella foto, durante la residenza), Giulia Bonora, Boris Chouvellon, Claudia Giannuli e Chiara De Marco. Durante questa intensa esperienza hanno vissuto nei palazzi storici e approfondito il contatto con la cultura del luogo interagendo con gli abitanti del luogo durante laboratori, open studio e workshop, e ancora esplorazioni dei luoghi, indagini e ricerche. Ora al Museo Pino Pascali, nell’ambito del progetto espositivo «Synthesis», è esposta una selezione delle opere che hanno realizzato, in particolare di Raffaele Fiorella, Claudia Giannuli, Gianluca Marinelli, mentre il giorno dell’opening c’è stata una performance di Isabella Mongelli. Fondazione Museo Pino Pascali, Museo d’Arte Contemporanea, via Parco del Lauro 119, Polignano a Mare (Ba), tel. 080/4249534, mar-dom 17-22, www.museopinopascali.it, «Synthesis: Nel blu dipinto di Puglia. Sac-Mari tra le mura» fino al 30 agosto European Territorial Cooperation Programme Greece - Italy 2007- 2013 INVESTING IN OUR FUTURE Presidenza del Consiglio dei Ministri Struttura di Missione DPCM 1/6/2014 Racconti di immagini, video, installazioni, performances, fotografie FONDAZIONE MUSEO PINO PASCALI dal 3 luglio al 30 agosto 2015 h 17/22 - lunedì chiuso / museopinopascali.it / [email protected] Vedere A POLIGNANO a mare | 9 Pietro Marino Il Museo Pascali, la Taranta e la Galleria che non c’è Il giornalista e critico d’arte Pietro Marino fa il punto sullo stato del contemporaneo in Puglia PUGLIA. Giornalista e critico d’arte curioso, sarcastico e con eccellenti doti divulgative, Pietro Marino ha «scritto» la storia dell’arte contemporanea in Puglia attraverso più di 10mila articoli pubblicati in oltre cinquant’anni di carriera. Collabora con «La Gazzetta del Mezzogiorno», di cui è stato anche vicedirettore. Per noi analizza lo stato dell’arte contemporanea nella regione. La Puglia è una periferia dell’arte ? La Puglia non è più sconosciuta, parla e può parlare al mondo se lo ascolta e si attrezza al confronto. Abbiamo fatto parecchi passi in avanti, ma non basta. I cambiamenti sono rapidi, servono conoscenze adeguate e strategie flessibili. Quindi valuta bene le politiche culturali regionali degli ultimi dieci anni? Nel decennio vendoliano la cultura e la pratica delle «narrazioni» hanno sollecitato fermenti e costruito un’immagine attrattiva. Meritorio il sostegno a eventi come la «Notte della Taranta», il «Festival della Valle d’Itria» o dell’arte contemporanea con «Intramoenia Extra Art». L’intuizione che occorressero strutture stabili ha portato alla nascita di alcune Fondazioni, che sono però poco dotate di mezzi, di vera autonomia e di respiro progettuale. La più incisiva è stata l’Apulia Film Commission. Il ricorso ai fondi europei ha conosciuto luci e ombre. È stata positiva l’attenzione alla creatività giovanile con programmi interessanti ma transitori. È stato importante il lavoro legislativo in materia urbanistica, territoriale, ambientale e dei beni culturali. Come le sembra il progetto del Pac-Polo delle arti contemporanee di Bari? «La Galleria che non c’è» è stata una mia battaglia. Occorre una struttura pubblica stabile per l’arte contemporanea. È prioritario definire i contenuti prima del contenitore. Il dibattito a Bari e in Puglia è andato in direzioni diverse, con ambizioni e improvvisazioni di segno opposto ma egualmente improduttive di risultati. L’ultima idea del Comune di Bari (ancora priva dei connotati di progetto) parte dall’asserzione che non ci sono le condizioni per un «museo» tradizionale con una collezione permanente. In alternativa pensano a un luogo interdisciplinare e polifunzionale produttore di eventi con il coinvolgimento di privati. È un’impostazione tanto interessante quanto densa di fumo. Molto dipenderà dalle persone. In provincia di Bari, a Polignano a Mare c’è la Fondazione Museo Pino Pascali. La Fondazione Pascali ha fatto e fa molto con generosità d’iniziative. Il suo ruolo va ripensato nell’ambito della Città metropolitana e della rete regionale. Quali sono i migliori artisti, curatori e istituzioni pugliesi e perché? Non m’interessano classifiche e graduatorie. Da segretario della mostra del «Maggio di Bari» ho fatto abolire i premi ancor prima del Sessantotto. Certo non posso dimenticare il rapporto di ricerca e di promozione che ho condotto su Pino Pascali. Che cosa caratterizza l’arte pugliese? La ricerca di una identità regionale fondata sulla pittura di paesaggio ha occupato il percorso della prima metà del Novecento. La messa a punto di un diverso rapporto immaginario con la natura e il mito mediterranei ha coinvolto molti autori pugliesi tra gli anni Sessanta e gli Ottanta, dopo Pascali, l’Arte povera, la Transavanguardia. Le nuove generazioni attive nella società globalizzata, liquida e telematica non si pongono problemi del genere. Da trent’anni nel mondo non ci sono più scuole o tendenze. La «pugliesità» potrà semmai riconoscersi a posteriori e senza progetto, come affioramento archetipico, come segno di memoria privata e collettiva o di disagio sociale. Quali cambiamenti auspica? Che la Puglia diventi una regione attrezzata per l’accoglienza e il dialogo e aperta al cambiamento. q Giusy Caroppo Un cratere ellenico nella fortezza normanna-sveva di Gioia del Colle Il nuovo allestimento del Museo Nazionale Archeologico Gioia del Colle (Ba). L’allestimento del Museo Nazionale Archeologico di Gioia del Colle nel Castello Normanno-Svevo, fortezza simbolo della città con il vicino Parco Archeologico del Monte Sannace, è stato recentemente rinnovato. Il Soprintendente Archeologo della Puglia, Luigi La Rocca Qui sopra, particolare del e la direttrice del Museo e del cratere del pittore di Parco, Angela Ciancio, hanno Memnon. A destra olla a ripensato il percorso espositivo geometria bicroma per dare forma al «museo della Peucezia», l’antica regione che coincide con la Puglia centrale. Figura un’importante selezione di ritrovamenti del sito di Monte Sannace, l’esempio meglio conservato di città fortificata della Peucezia, aperto al pubblico dal 1992. Dal 1977, invece, si può visitare il Museo Archeologico all’interno del Castello che fa «parte delle opere fortificate pugliesi di epoca federiciana, spiega Angela Ciancio, che conservano più integralmente l’impianto architettonico, con un ampio cortile quadrangolare, le imponenti torri angolari e le poderose cortine con paramento a conci bugnati. Diversamente dagli altri castelli della Puglia, prosegue la direttrice, quello di Gioia del Colle non ha subìto rilevanti modifiche dopo il periodo normanno-svevo». Al centro del nuovo allestimento vi è un grande cratere corinzio decorato con figure nere, proveniente da un gruppo di reperti tombali del VI secolo a.C. rinvenuti sul Monte Sannace durante gli scavi del 2002. È un raro esemplare attribuito al Pittore di Memnon, il noto pittore e ceramista ellenico. Sul vaso sono raffigurati il duello tra l’eroe greco Achille e il guerriero troiano Memnon (scena di combattimento tratta dal mito omerico) e una processione funebre di donne ammantate. «A Gioia del Colle, conclude Angela Ciancio, il pubblico trova un’offerta ampia, varia e incomparabile: può visitare un castello federiciano pressoché intatto e una ricca collezione archeologica modernamente allestita, a pochi passi da un Parco archeologico e naturalistico attrezzato, tutto da esplorare». Castello Normanno-Svevo e Museo Nazionale Archeologico di Gioia del Colle, piazza dei Martiri del 1799, 1, Gioia del Colle, tel. 080/3481305, lun-dom 8,30-19,15, www.archeopuglia. beniculturali.it. Parco Archeologico di Monte Sannace, S.P. Gioia del Colle-Turi Km 4,5, Gioia del Colle, tel. 080/3483052, mer-dom 9-15 Vedere In puglia, A POLIGNANO A MARE E A GIOIA DEL COLLE | 10 , Dal Carnevale di cartapesta al Museo Pino Pascali polignano a Mare (Ba). La Puglia è solcata da tanti segni del passato, ma esprime anche progetti che guardano «indietro» con vitalità contemporanea. E l’arte è il miglior volano per mescolare e promuovere, rileggendole con uno sguardo nuovo, storia, manualità, identità. È quanto riescono a mettere in atto due iniziative come «Carnaval_Visual Art» e «Made in loco». Nato nell’ambito del Programma di cooperazione transfrontaliera Grecia-Italia 2007-2013, in particolare nel Progetto strategico Ice (Innovation Creativity Economy), «Carnaval_Visual_Art» è organizzato dal Teatro Pubblico Pugliese con la finalità di dar corpo a un’idea innovativa di una Rete stabile delle Città europee del Carnevale, privilegiando linguaggi come il teatro e le arti visive. È un concept, ideato e curato da Giusy Caroppo in collaborazione con la Fondazione Museo Pino Pascali, che ha riunito a Putignano cinque artisti la cui ricerca s’incentra su tematiche identitarie e sociopolitiche. Dario Agrimi e Luigi Presicce per l’Italia, Fate Velaj per l’Albania, Mary Zygouri per la Grecia, Dušica Ivetic per il Montenegro hanno vissuto, secondo la pratica della residenza d’artista, la grande festa popolare del Carnevale di Putignano, incontrandone protagonisti e fautori (tra questi, il Consorzio I Make e il maestro cartapestaio Deni Bianco) per realizzare ognuno un’opera inedita, «raccontata» fino al 30 agosto in una mostra collettiva allestita da luglio a settembre alla Fondazione Museo Pino Pascali a Polignano a Mare nell’ambito del progetto espositivo «Synthesis». Si va dall’idea del travestimento come mezzo per ingannare anche Dio, nell’opera di Dario Agrimi che allude a una figura, Lucifero, che si sposa perfettamente con le simbologie carnascialesche, agli inquietanti manichini gemelli di Mary Zygouri, residuati di una performance nell’ex carcere del paese, in cui attori e spettatori hanno vissuto una sensazione di claustrofobica costrizione; e poi, in ricordo della «performance per un solo spettatore, accompagnato» di Luigi Presicce intitolata a santo Stefano, una splendida foto del tableau vivant, erede di colte citazioni, da Ensor ad Arrabal; e si finisce con le materie prime del Carnevale: la cartapesta, condensata in un muro alto 2 metri e realizzato con una tonnellata di quotidiani da Dušica Ivetic e le facce della gente, mascherate o no, insieme ai mille colori della festa, che popolano le 140 fotografie di Fate Velaj, selezionate tra circa 7mila scatti: un’immersione totale nella grande saga che si ripete, con la stessa ritualità, ogni anno. In collaborazione con i Comuni meridionali si svolge il progetto «Made in loco», quest’anno alla seconda edizione, con artigiani di altre regioni invitati a dialogare con il territorio attraverso workshop e mostre. Grottaglie e Laterza sono città entrambe riconosciute come «centro di antica produzione ceramica», inserite nel novero dei 36 centri nazionali tutelati dal marchio Cat per la «Ceramica artistica e tradizionale»; e proprio a Grottaglie risiede una delle più rinomate ceramiste, Enza Fasano, la cui produzione va dalla tipica brocca per l’acqua (detta cucco) a svariate declinazioni tradizionali, con uno stile attualissimo. Ed è a Grottaglie che «Made in loco. La ceramica di Grottaglie e Laterza fra tradizione ed innovazione», ideato dalla Direzione Regionale per i Beni e le Attività culturali della Puglia, finanziato con fondi europei messi a disposizione dalla Regione Puglia nell’ambito dei Fesr e raccontato in un ibook, ha riscoperto in chiave anche turistica questa forma d’artigianato d’eccellenza. Con bando pubblico ha selezionato gli artisti Giovanni Maffucci di Pistoia, per la «residenza» di Grottaglie, e la piemontese Maria Teresa Rosa di Castellamonte, per Laterza. E con la declinazione «I centri del Salento fra arte del tessuto e Fiber art» si è aggiudicata la residenza nella Fondazione Le Costantine di Uggiano La Chiesa (Le) anche Paola Besana di Milano, artista dal lungo percorso internazionale nel campo della Fiber art. Fondazione Museo Pino Pascali, Museo d’Arte Contemporanea, via Parco del Lauro 119, Polignano a Mare (Ba), tel. 080/4249534, mar-dom 17-22, www.museopinopascali.it, «Synthesis: Carnaval_Visual Art» fino al 30 agosto; «Made in loco», www.puglia.beniculturali.it Romano Exhibit, esibizionisti di professione Emiddio Romano dietro le quinte di molte installazioni contemporanee MODUGNO (Ba). Lo slogan che Emiddio Romano ha scelto per la sua azienda Romano Exhibit è «esibizionisti di professione». Attiva dal 1982 prevalentemente nel settore espositivo, l’azienda ha un’indiscussa esperienza (frutto degli interessi del titolare, raffinato e curioso collezionista) nel settore dell’organizzazione di mostre d’arte, dove riesce a soddisfare qualsiasi esigenza logistica e allestitiva. «Nel 1997, spiega, organizzammo nello Stadio della Vittoria di Bari la nostra prima mostra “Odisseo (Ulysses)”. Quest’esperienza aprì la strada a straordinarie collaborazioni. Siamo passati dalle mostre del Maggio barese, con i grandi artisti scelti da Ludovico Pratesi, all’edizione leccese di Sensi Contemporanei (la tranche di Biennale che Francesco Bonami volle portare al Sud), fino alle numerose edizioni di Intramoenia Extra Art, in cui ci siamo confrontati con luoghi non convenzionali e monumentali e con opere site specific. Abbiamo curato organizzazione e logistica della trasferta lagunare dell’Evento collaterale della 54ma Biennale, intitolato «Pino Pascali. Ritorno a Venezia», promosso dalla Regione Puglia con la Fondazione Museo Pascali, le mostre organizzate per la Pinacoteca Provinciale, «Da sopra, giù nel fossato» (curata da Achille Bonito Oliva) all’esterno del Castello Svevo di Bari, le edizioni del Premio Lum per l’Arte Contemporanea, le mostre di Arte povera al Teatro Margherita e i grandi eventi del capoluogo, tra cui il BiFest. Il mio contributo è anche quello di promuovere artisti e sponsorizzare mostre». Tra le recenti installazioni prodotte dall’azienda vi è «Holy Circles in Body Square» di Daniela Corbascio a Bari in piazza Umberto, circa trenta parole luminose realizzate con cerchi in neon a luce rossa. Conclude Emiddio Romano: «Grafica e architettura si fondono coinvolgendo tecnologia, natura e artificio. Nella sovrabbondanza d’immagini che eventi e mostre offrono costantemente, la qualità si definisce proprio nella capacità di progettare gli spazi ove poter percepire queste immagini». L’allestimento delle opere di Guillermina De Gennaro e Daniela Corbascio nel Forte a mare di Brindisi Romano Exhibit, viale delle Margherite 24, Modugno (Ba), tel. 080/5365979, www.romanoexhibit.it, [email protected] In 200mila per le animazioni in 3D nel castello di Federico II Andria (Bat). Dal 10 agosto al 30 ottobre Castel del Monte (nella foto © Carlos Solito), patrimonio Unesco, ospita la rassegna «Vini di Puglia», realizzata nell’ambito di «Expo e Territori». La mostra propone un percorso diacronico nella storia della produzione vinicola regionale attraverso animazioni tridimensionali nella modalità del videomapping. «Castel del Monte, spiega la direttrice Anna Vella, è universalmente noto per la sua forma ottagonale perfetta e armonica, è un elegante esempio di architettura medioevale, caratterizzata da elementi decorativi sia romanici sia gotici. La carenza di documenti ha alimentato suggestive ipotesi in merito alle reali ragioni che hanno spinto Federico II a far costruire l’edificio. Le diverse interpretazioni hanno avvolto il castello in un misterioso interesse, attraendo numerosissimi visitatori (oltre 200mila lo scorso anno) e facendone la principale meta turistica della Puglia». q M.Ros. Castel del Monte, lun-dom 10,15-19,30; agosto e settembre: lun-dom 9,15-18,30; ottobre: lun-sab 9,15-18,30, dom 9,15-18,30/ 20-23, tel. 0883/569997, www.casteldelmonte.beniculturali.it, «Expo e territori: Vini di Puglia» dal 10 agosto al 30 ottobre Vedere A modugno e ANDRIA | 11 Doppia:Layout Doppia:Layout 11 17/06/15 17/06/15 14:59 14:59 Pagina Pagina 11 Vieni a scoprire Sei Meraviglie Per ulteriori informazioni su orari, eventi e costi: www.novaapulia.it •• Ingresso Ingresso gratuito gratuito e e ulteriori ulteriori agevolazioni agevolazioni secondo secondo quanto quanto previsto previsto dalla dalla normativa normativa vigente. vigente. •• Ingresso Ingresso gratuito gratuito ogni ogni prima prima domenica domenica del del mese. mese. •• In In occasione occasione di di mostre mostre o o eventi eventi le le tariffe tariffe d’ingresso d’ingresso possono possono subire subire delle delle modifiche. modifiche. Biglietteria online: www.novaapulia.it www.vivaticket.it in Puglia www.facebook.com/ castelliemuseianimati www.twitter.com/ CastelliMusei A Castel del Monte lo spettatore impara Condivisione è la parola chiave del Festival Internazionale di Andria ANDRIA (BAT). È un ponte tra culture e tra passato e futuro il Festival Internazionale di Andria Castel dei Mondi che si svolgerà dal 22 al 30 agosto nella cornice di Castel del Monte e in diversi luoghi del centro storico e del territorio cittadino. Saranno una trentina, uniti sotto il titolo «Geografie del linguaggio», gli spettacoli di questa 19ma edizione che, spaziando negli ambiti della musica e del teatro, aprono un triennio programmatico a cavallo con la celebrazione del ventennale del Festival e contraddistinto da parole chiave come materia, paesaggi e saperi. Le modalità espressive che si incrociano sono sempre sperimentali, ma in alcuni casi ripensano la tradizione, in altri si spingono in territori tecnologici e virtuali. Quest’anno sono un esempio gli Hotel Modern con le loro telecamere che inquadrano e ingrandiscono miniature e i Karromato che usano invece le marionette, o ancora l’Orchestra Daunia e la musica contemporanea dei Soundscapes. Ospite d’eccezione sarà Neri Marcorè con il suo «Ora volo tranquillo». Tra le nazioni rappresentate figurano l’Olanda, la Repubblica Ceca e Malta. Ci si attende quest’anno di replicare il successo della scorsa edizione, che ha visto la presenza di 12mila spettatori agli spettacoli e quasi il doppio di visitatori sul sito web del Festival. Il ponte creato è anche tra il palco e la platea: il Festival infatti ha dato vita a una «scuola dello spettatore», che offre una guida alla visione e uno scambio di idee e condivisione di emozioni e sensazioni prima e dopo lo spettacolo con gli altri spettatori e con gli operatori. Condivisione è quindi la parola chiave di queste ultime edizioni e anche in questo Castel del Monte funge da inaspettato simbolo ideale in quanto, malgrado la sua posizione defilata e il suo aspetto impenetrabile, rappresentava un elemento essenziale nel sistema di comunicazione all’interno della rete castellare voluta da Federico II grazie alla sua collocazione in cima ad una collina di 540 metri sul livello del mare. Il Festival Internazionale di Andria Castel dei Mondi è promosso dal Comune di Andria con il sostegno della Regione Puglia, del Ministero dei Beni culturali e del Turismo e la collaborazione dell’Associazione Culturale Malearti. Miguel Chevalier, «Magic Carpets», 2014, Festival Castel dei Mondi. Sotto: Compagnie AMCB, «Hakanai», 2014, Festival Castel dei Mondi. Foto Romain Etienne Festival Internazionale di Andria Castel dei Mondi, Andria (BAT), tel. 0883/261605 www.festivalcasteldeimondi.it, 19a edizione dal 22 al 30 agosto De Nittis torna all’Expo Barletta (BAT). Giuseppe De Nittis (Barletta 1846-Saint-Germain-en-Laye 1884) torna all’Expo dopo oltre cento anni con l’opera «Colazione in giardino» esposta a Milano nella prima sala della mostra «Arts & Foods. Rituali dal 1851» a cura di Germano Celant. La prima volta ci era stato nel 1878 quando partecipò con dodici tra le sue opere più celebri all’Esposizione Internazionale di Parigi, ricevendo la medaglia d’oro. Per celebrare questa coincidenza che pone sotto i riflettori il nome dell’artista di origini pugliesi, attivo a Parigi e a Londra, nella sede rinascimentale di Palazzo Marra la Pinacoteca di Barletta presenta ora una mostra intitolata proprio «De Nittis e l’Expo» con una selezione di opere coeve all’Esposizione universale e presentate in quell’occasione (nella foto, «La National Gallery e la chiesa di Saint Martin a Londra»). Pinacoteca Giuseppe De Nittis Palazzo della Marra, via Cialdini 74, Barletta (Bat) A Bisceglie la pietra unisce Bisceglie (BAT). Dal 25 settembre prende il via un nuovo capitolo del progetto «Intramoenia Extra Art», un modello di «museo temporaneo diffuso» che coinvolge siti di interesse storico e paesaggistico in un dialogo inedito con l’arte contemporanea. Dopo aver presentato nelle edizioni passate, a partire dal 2005, opere di artisti come Jan Fabre, Ernesto Neto, Sislej Xhafa, Stefano Cagol, Paolo Chaisera, Moataz Nasr inserite nel suggestivo contesto storico e architettonico dei castelli di Puglia, quest’anno l’attenzione è tutta focalizzata sull’elemento della pietra. Sotto questo comune denominatore sono però riuniti luoghi, epoche e declinazioni assai diversi, tanto che si va dai dinosauri alle stalagmiti, dai dolmen all’epoca rinascimentale. Maggiormente interessato da questa edizione è la città di Bisceglie, dove l’attenzione della curatrice Giusy Caroppo è andata al Palazzo Tupputi per via della lavorazione a bugnatura della pietra delle sue pareti esterne. Le altre location che ospiteranno le opere a Bisceglie sono di tutt’altro tipo e vanno dal sito di interesse archeologico delle Cave Mastrodonato al Dolmen della Chianca, risalente all’Età del Bronzo, un imponente monumento megalitico. In altre sedi ancora la natura prende il sopravvento sull’uomo, visto che ci si sposta nelle estese Grotte di Castellana di interesse speleologico e nelle Cave di Altamura con le sue migliaia di orme di dinosauri, luogo dove venne rivenuto lo scheletro integro dell’Uomo di Altamura vissuto 200mila anni fa. In stretto contatto con questi incredibili luoghi che il progetto espositivo dà l’occasione di visitare innescando interazioni tra la contemporaneità e passati quantomai lontani, verranno create opere inedite di scultura sonora, performance, pittura e installazione di artisti del territorio, come Sergio Racanati, Francesco Schiavulli, Irene Petrafesa e Vito Maiullari, e di nomi nazionali e internazionali, a cui si aggiungono gli artigiani performer Artizan in revolt e la collaborazione con Ram-Radio arte mobile (nella foto, Palazzo Tupputi). Bisceglie (Palazzo Tupputi, Dolmen della Chianca, Cave Mastrodonato), Cave di Altamura, Grotte di Castellana, www.intramoeniaextrart.it, «Intramoenia Extra Art. Casa futuro pietra» dal 25 settembre al 19 dicembre Vedere Ad ANDRIA, BARLETTA E BISCEGLIE | 14 La differenza Il vostro libro Il vostro catalogo La vostra monografia Firmati Allemandi www.allemandi.com Una veduta dell’allestimento nel Museo Civico di Foggia Dal villaggio neolitico alla pittura contemporanea Le sezioni del Museo Civico tra ceramiche, ricostruzioni etnografiche, reperti archeologici e opere di artisti internazionali Foggia. Il Museo Civico di Foggia fu costituito nel 1931, sebbene la sua sede (Municipio fino al 1898), abbia più antiche fondazioni. Da sempre suddiviso in Museo di Tradizioni Popolari, Pinacoteca e Sezione Archeologica, in seguito al riordino del 2000 si è ulteriormente specializzato in Sezione Archeologica ed Etnografica, Pinacoteca e Lapidario, all’interno di un sistema museale che include il parco archeologico Passo di Corvo, la Pinacoteca Il 9cento e il Palazzetto dell’arte, entrambi aperti al contemporaneo. La direttrice Gloria Fazia, archeologa, dirigente del Comune di Foggia da diversi decenni, è artefice della recente evoluzione degli spazi espositivi. Per raggiungere il Lapidario si passa accanto a un mosaico a ciottoli di fiume proveniente da Arpi e si attraversano gli ambienti della Tomba dei Cavalieri (del IV a.C.) e dell’Ipogeo della Medusa (III-II secolo a.C.), importanti testimonianze della necropoli arpana. Nel percorso vengono ricostruite tipiche storie locali attraverso oggetti del costume popolare garganico, ceramiche, abiti femminili, riproposti ambienti del primo Novecento, come una casa di paese con la cucina e l’angolo del riposo allestiti attorno al telaio; non mancano, inoltre, pezzi rari come lo scettro e la corona della Regina del Grano, eletta a Foggia nel 1910. Il pezzo forte del Museo è la moderna Sezione archeologica dedicata a Marina Mazzei, archeologa foggiana prematuramente scomparsa nel 2005 (celebri i suoi studi sulla ceramica policroma arpana). Il percorso comprende materiali dauni datati dal Neolitico, fondendo etnografia e antropologia e offrendo una panoramica della civiltà che si sviluppò dal VI al IV millennio a.C. nel Tavoliere, nei tanti villaggi trincerati basati su agricoltura, allevamento e produzione di vasi in ceramica, dei quali sono esposti frammenti provenienti in particolare da Foggia e da Passo di Corvo, un’area archeologica a circa 7 chilometri da Foggia che mostra i resti di un villaggio neolitico di 6mila anni fa documentato dai segni nel terreno, un fondo di capanna, silos e piattaforme di pietre e pozzetti. Grande spazio viene dato poi a tutti i reperti della civiltà daunia sviluppatasi dall’XI-X secolo a.C. nella Puglia settentrionale: materiali e corredi funerari provenienti da Arpi, Ordona, Ascoli, Salapia. Le contaminazioni tra culture differenti e contigue emergono nella decorazione geometrica dei vasi, simbolo dell’archeologia daunia esposti accanto alle stele e ai reperti del mondo campano quali buccheri, bronzetti e terrecotte architettoniche. Le aderenze al magnogreco e la ceramica apula a figure rosse è rappresentata, invece, dai vasi del Pittore di Arpi, mentre l’ellenismo e l’età romana da prestigiosi corredi di Ascoli e Arpi e dal materiale proveniente da Ordona. La Pinacoteca del Museo è dedicata all’arte del XVIII e XIX secolo, con un nucleo di dipinti di autori foggiani e nazionali tra cui una Maddalena penitente del napoletano Francesco De Mura, opere di Domenico Morelli, Edoardo Dalbono, Filippo Palizzi, Gioacchino Toma, Giusepppe De Nigris, Domenico Caldara, Vincenzo Dattoli, Nicola Parisi, Vincenzo Acquaviva e Pasquale Tarantino. Tra tutti s’impone la figura di Francesco Saverio Altamura, appassionato pittore di storia del tardo Ottocento legato a visioni patriottiche ed etiche, vicino per stile ai pittori macchiaioli. La Pinacoteca Il 9cento, di recente istituzione, nell’ex Mercato Ferrante Aporti, è, infine, luogo del contemporaneo con opere del XX secolo di Carlo Levi, Renato Guttuso e dei pugliesi Giuseppe Ar, Luigi Schingo, Alberto Testi e Gustavo Valentini. q Giusy Caroppo Museo Civico di Foggia, piazza Nigri 1, tel.0881/814042/41, lun-dom 9-13, mar/gio 16-19, [email protected] Pinacoteca Civica «Il 9Cento», via Marchese de Rosa, lun-dom 9-13, mar/gio 16-19 Area Archeologica Passo di Corvo, Strada per San Marco in Lamis, località Arpinova, tel. 0881/700693 Nel Museo Civico il divertimento è tecnologico Foggia. Il Museo Civico si sta dotando di una serie di tablet da mettere a disposizione dei visitatori, uno strumento innovativo attraverso il quale punta a rinnovare il dialogo tra pubblico e museo. Questo nuovo accompagnamento alla visita è basato su uno stile narrativo coinvolgente e diretto, offre vari link ispirati dalle opere esposte, musiche e una poesia in dialetto foggiano. Di prossima inaugurazione è anche la sala dedicata a due splendidi mosaici provenienti da Arpi, accompagnati da un’accurata presentazione costituita da proiezioni a parete, sempre all’insegna della più moderna tecnologia. L’istituzione civica di Foggia diventa così un museo-laboratorio che spazia dalla preistoria all’arte contemporanea e che accresce giornalmente il numero dei visitatori, specie dei più piccoli perché, come recita il titolo di uno dei progetti di edutainment (realizzati dall’associazione utopikaMente) a loro rivolti, «al museo mi diverto!». RACCONTIAMO LA STORIA E L’ARTE DELLA DAUNIA DALLA PREISTORIA A OGGI Comune di Foggia Assessorato alla Cultura SISTEMA MUSEALE CIVICO Info: tel 0881.814042/041 Museo Civico Parco Archeologico Passo di Corvo Vedere A FOGGIA | 16 Civica Pinacoteca il 9cento Palazzetto dell’Arte “Andrea Pazienza” Cultura e solidarietà per una Fondazione dalla lunga storia Programmi mostre e attività della Fondazione Banca del Monte di Foggia La facciata della Fondazione Banca del Monte di Foggia Foggia. Su 89 Fondazioni bancarie presenti in Italia, il Sud ne conta solo 5, una delle quali, la Fondazione Banca del Monte di Foggia, deriva da una piccola banca con una lunga storia che risale al 1587, l’anno in cui fu istituito il Pio Monte di Santa Maria della Pietà. Sin dall’inizio della sua attività, nel 1994, la Fondazione ha dedicato grande attenzione all’arte contemporanea, acquisendo tra l’altro, alcuni anni fa, il fondo Alfredo Bortoluzzi ed evitandone la dispersione. Si tratta della collezione dell’artista di origine italiana nato a Karlsruhe, formatosi al Bauhaus di Dessau con Klee, Kandinskij e Schlemmer, vissuto a Peschici sul Gargano fino alla sua morte avvenuta nel 1998. Oltre 700 lavori su carta e parte del suo archivio sono stati presentati al pubblico dal 2010 con una serie di mostre allestite nella galleria della Fondazione, che svolge un impegno ad ampio raggio nella promozione culturale, valorizzazione e tutela dei beni storici e artistici, come spiega il presidente Saverio Russo: «La Fondazione sostiene la cultura, al pari della solidarietà. Sono questi i due settori più rilevanti ai quali è destinato l’80% delle risorse erogabili, che ammontano ogni anno a circa 700mila euro». Tra le iniziative organizzate annualmente a Foggia dalla Fondazione, in qualche caso con altri enti, ci sono il Festival delle idee «Colloquia», la rassegna di letteratura per l’infanzia Buck, la biennale TraCarte (quest’anno con opere della Fondazione Berardelli di Brescia), il festival degli artisti di strada, la festa della musica, esposizioni di fotografia, accanto a mostre e restauri di opere d’arte nel territorio provinciale. Nell’ultimo anno, inoltre, la Fondazione ha ripristinato piazza Mercato e finanziato il nuovo organo della Cattedrale di Foggia. L’ente di origine bancaria promuove anche bandi per finanziare specifiche attività nel campo del sociale e collabora con enti locali, istituzioni pubbliche ed associazioni. Nei prossimi sei mesi sono in programma due mostre dedicate a Herbert Voss (un artista tedesco vissuto negli anni Sessanta del Novecento a Monte Sant’Angelo) e a Bortoluzzi. «Con queste due rassegne, conclude Saverio Russo, proseguiamo il progetto iniziato nel 2008 con la mostra su Beuys, dedicato agli artisti stranieri che hanno trascorso parte della loro vita in Capitanata e in particolare sul Gargano, traendo ispirazione dalla nostra terra». q Giusy Caroppo Fondazione Banca del Monte di Foggia, Via Arpi 152, Foggia www.fondazionebdmfoggia.com I grifoni di Ascoli Satriano all’Expo Ascoli Satriano (Foggia). Arrivano dalla cittadina del foggiano i più importanti ambasciatori della Puglia ad Expo 2015, i grifoni del IV secolo a.C. Ora sono esposti a Milano in Palazzo Italia, uno degli edifici del Padiglione Italia, nella mostra «Identità italiana» ideata da Marco Balich. Al loro cospetto altri quattro capolavori: la «Ebe» di Antonio Canova concessa in prestito dai Musei Civici di Forlì, la «Vucciria» di Renato Guttuso di proprietà dell’Università di Palermo e due statue di Demetra provenienti dagli Uffizi e dai Musei Vaticani. I grifoni hanno lasciato il Polo Museale di Ascoli Satriano composto da Museo Diocesano e Museo Civico dove ogni anno sono ammirati da 25mila visitatori e dove sono conservati dal 2010. Scoperti negli anni Settanta durante scavi clandestini, dal 1985 furono conservati al Getty Museum di Los Angeles per poi essere restituiti all’Italia nel 2007. Realizzate in marmo policromo, le due figure mitologiche sbranano una cerva e costituiscono un sostegno di mensa (trapezophoros) per un’architettura funeraria indubbiamente di una famiglia dell’élite della società del tempo. Fanno parte di un complesso di reperti di età daunia che non sono stati inviati a Milano e che di conseguenza si possono ammirare per tutta l’estate al Museo di Ascoli Satriano (tra di essi uno splendido cratere marmoreo con tracce di policromia). Il museo conserva anche opere di altre epoche, come la statua romana di Apollo (II secolo d.C.). Questa condivide con i grifoni il fatto di essere stata vittima di trafugamenti e di essere tornata dove venne rinvenuta. Il territorio di Ascoli Satriano rappresenta infatti un luogo di eccezionale interesse archeologico con la domus romana di età augustea di piazza San Francesco con pavimento a mosaico, il Parco Archeologico dei Dauni «Pasquale Rosario» e il Parco Archeologico di Faragola a pochi chilometri dal centro. q M. Ros. Totò, Sordi, Nureyev e Sinatra nei teatri della Puglia In Puglia la cultura del teatro è diffusa capillarmente anche grazie al Teatro Pubblico Pugliese-Organismo di Promozione e Formazione del pubblico, riconosciuto dal Mibact e attivo dal 1979. Vi aderiscono più di 50 tra Comuni, Province e la stessa Regione Puglia, con circa 500 spettacoli e più di 130mila spettatori. L’attività è rivolta a prosa, musica, danza, arti performative e visive, all’insegna dell’internazionalità. Basti pensare al circuito musicale Puglia Sounds, al network di danza Dansystem, alle residenze teatrali Teatri Abitati, al teatro ragazzi, ai progetti finanziati da fondi Fesr, al programma transfrontaliero Ipa Adriatic e Grecia-Italia, affidato dalla Regione allo staff del Tpp per aprire finestre sul Mediterraneo. La Puglia è punteggiata di teatri storici. Da pochi mesi a Foggia ha riaperto dopo sette anni di restauri il Teatro Comunale Umberto Giordano, il secondo più antico del Mezzogiorno dopo il San Carlo di Napoli. Progettato dall’architetto napoletano Luigi Oberty e inaugurato nel 1828, era inizialmente intitolato al re Ferdinando di Borbone; dopo l’Unità d’Italia fu denominato Teatro Dauno e nel 1928 dedicato al grande compositore foggiano. La direzione artistica è affidata all’attore e regista Michele Placido. Alla lirica è dedicato il più importante teatro di Bari, il Petruzzelli, tornato all’antico splendore dopo un devastante incendio. Di proprietà della famiglia Messeni Nemagna fino all’esproprio del 2006, è il quarto teatro italiano per dimensioni ed è stato un tempo il più grande teatro privato d’Europa. Dal 1954 è sottoposto a tutela come Monumento d’interesse storico e artistico e dal 1973 è Teatro di tradizione. Ha fatto da ribalta a nomi come Renato Bruson, Riccardo Muti ma anche Wanda Osiris, Totò, Macario, Rudolf Nureyev, Frank Sinatra e molti altri, oltre a essere stato il set di «Polvere di stelle» di Alberto Sordi. Inaugurato nel 1872, il Teatro Curci di Barletta custodisce le decorazioni di Giambattista Calò. Di fine Ottocento è anche il Teatro Comunale Van Westerhout di Mola di Bari. Fu inaugurato nel 1896 con la compagnia di operetta di Gennaro Gonzales. Oltre a capitelli e mensole dorate, ha la volta dipinta con scene allegoriche. Nel 1929 il teatro divenne cinema e ospitò varietà cadendo in decadenza. Il restauro del 1972 fu festeggiato con un concerto dell’orchestra sinfonica della Provincia diretta da Nino Rota, mentre la stagione di prosa debuttò con Eduardo De Filippo. A Lecce il Teatro Politeama Principe di Napoli, odierno Teatro Politeama Greco, fu invece inaugurato nel 1884 con l’«Aida» di Giuseppe Verdi e nel 1894 vi debuttò l’edizione riveduta della «Manon Lescaut» di Giacomo Puccini. È stato riconosciuto Teatro di Tradizione nel 1979 e restituito al pubblico nel 1994 (nella foto, l’interno del Teatro Umberto Giordano di Foggia. Foto Franco Cautillo). q Giusy Caroppo Polo Museale di Ascoli Satriano - Museo Diocesano e Museo Civico Polo Museale di Ascoli Satriano, via Santa Maria del Popolo 68, Ascoli Satriano (Fg), tel. 0885/651756, mar-dom 9-12/18-20, www.polomusealeascolisatriano.blogspot.it Fondazione Banca del Monte di Foggia presi per incantamento HERBERT VOSS E IL GARGANO presenza e memoria ALFREDO BORTOLUZZI antologica Herbert Voss Schöningen 1913 Berlino 1971 Alfredo Bortoluzzi Karlsruhe 1905 Peschici 1995 31 ottobre 4 dicembre 2015 19 dicembre 2015 28 gennaio 2016 ARTISTI TEDESCHI SUL GARGANO Galleria della Fondazione Via Arpi, 152 - Foggia Vedere a FOGGIA E ASCOLI SATRIANO | 17 Ambienti culturali multi-sensoriali LECCE. Apulia Cultural Identity Paths, finanziato dal bando Start Up del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) del 2013, è un progetto di ricerca applicata, finalizzato a valorizzare il patrimonio culturale della Puglia, grazie alla combinazione delle tecnologie digitali. Proposto dall’ente di formazione Fo.Ri.S, Confindustria Brindisi, LuissDivisione Luiss Business School (spin off e start up con sede nella regione), il progetto coinvolge amministrazioni pubbliche, soggetti detentori o gestori di un bene culturale presso cui sperimentare attività di valorizzazione del patrimonio tangibile e intangibile, del turismo, dell’artigianato e della manifattura pugliese. Oltre alla progettazione di applicativi ideati per favorire la fruizione dei beni culturali e dei servizi sia on che offline, l’attenzione si concentrerà sull’ideazione di «ambienti sensibili» capaci di sperimentare processi immersivi del fruitore nei luoghi, nelle tradizioni, nella storia. È prevista, inoltre, la creazione di due ambienti multi-sensoriali in siti d’interesse culturale, ovvero due spazi virtuali in cui vivere un’esperienza d’immersione nella cultura e nell’autentica identità locale, grazie al supporto di strumenti tecnologici in grado di simulare e ricostruire esperienze e scene di vita reale. Ad accogliere tale iniziativa sono la sede di Cavallino, nel distretto del Salento e la Sala Diomede nel Museo Civico di Foggia. La fruizione è garantita tra luglio e agosto 2015, in occasione di Puglia Open Days (nella foto, la Chiesa rupestre della Candelora, Massafra. Foto Mirabilia Sistemi). Apulia Cultural Identity Paths, www.businessschool.luiss.it/ wp-content/uploads/2015/06/APULIA-IDENTITY-CULTURAL-PATHSEXPO-2015_18-giugno-2015.pdf La Basilica di Santa Croce © Vittorio Giannella Il Barocco e la Taranta nell’estate del Salento Gli architettonici sfondi del Festival di musica tradizionale Lecce e provincia. Nel piazzale dell’ex Convento degli Agostiniani a Melpignano (Lecce), di fronte a 150mila spettatori, si tiene ogni anno il grande concerto finale del Festival La Notte della Taranta, uno dei maggiori festival di musica popolare d’Europa che attira oltre 320mila presenze. La 18ma edizione si svolge dal 4 al 22 agosto con un programma itinerante di concerti di musica popolare salentina in una quindicina di comuni della Grecìa salentina e della provincia di Lecce, tra cui Alessano, Calimera, Cursi, Cutrofiano, Martignano, Sternatia e Galatina. Quest’anno sono attesi 60 gruppi musicali provenienti da tutto il mondo in quanto la musica popolare salentina viene fatta dialogare con altri linguaggi musicali come il jazz, il rock e tradizioni musicali popolari lontane. Ogni anno viene nominato un maestro concertatore, un protagonista della scena musicale internazionale che funge da padrino alla manifestazione: ora è la volta di Phil Manzanera, chitarrista britannico dei Roxy Music e coproduttore dei Pink Floyd, che prende il posto di Giovanni Sollima, mentre anni fa ci sono stati Goran Bregovic e Stewart Copeland. Il Festival è indubbiamente mediatico, con dirette radiofoniche e televisive integrali con Rai Radio 2 e Rai 5, e internazionale, con concerti tenuti dalla sua Orchestra Popolare durante tutto l’anno in ogni angolo del pianeta, da New York a Pechino a Kuwait City; ma è impagabile riuscire a prendere parte ai concerti nella cornice dei luoghi dove questa musica antica è nata. L’evento conclusivo del Festival a Melpignano ha come sfondo l’ex convento degli Agostiniani, con annessa chiesa del Carmine, che presenta sulla facciata un elaborato portale barocco con la statua del patrono sant’Oronzo. L’interno a croce latina è impreziosito da un soffitto ligneo a lacunari intagliati e dorati risalente al 1685, dalle tele di Giuseppe da Brindisi, dall’altare maggiore in marmo e bronzo dedicato a Maria Assunta e commissionato a marmorari napoletani e da dodici altari minori. A fare da sfondo ai concerti del Festival è anche il Duomo di Lecce, dedicato all’Assunta, costruito nel 1144 e ristrutturato intorno al 1670 da Gustavo Zimbalo. Tra le altre location nell’entroterra salentino vi è la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Galatina, fondata intorno alla metà del XIV secolo e riedificata tra il 1621 e il 1633 e terminata nel 1770, in pietra leccese e in stile tardo barocco. La perla del Barocco leccese è però la Basilica di Santa Croce a Lecce, con l’attiguo ex Convento dei Celestini. La Basilica fu eretta nel 1549 e terminata nel 1695. Di Cesare Penna il prezioso rosone centrale del 1646 posto tra due colonne corinzie e decorato da una corona circolare di foglie d’acanto. Sulla facciata a tre ordini si legge la dedica al simbolo della Croce, con riferimento alla vittoria sui Turchi nella battaglia di Lepanto del 1571. Il fastoso complesso edilizio dell’attiguo Palazzo dei Celestini non è da meno, fu residenza dei frati beniamini della famiglia reale angioina, oggi è sede della Prefettura e della Provincia. La caratteristica unica del Barocco leccese è l’esuberante apparato scenografico di superficie generato degli scalpellini con la docile pietra leccese, che con il passare del tempo assume un tipico colore ambrato. Nella realtà un escamotage: tale materiale sopperiva infatti alla mancanza di marmi e pietre dure impiegati per le chiese e per i palazzi di Napoli, capitale del Regno. Oltre a Lecce e ai comuni leccesi come Galatina, Galatone, Lequile, Nardò, San Cesario di Lecce e San Donato di Lecce, i poli di riferimento del Barocco pugliese sono l’Alto Tavoliere, con i comuni di Castelnuovo della Daunia, Chieuti, Poggio Imperiale, San Paolo Civitate, San Severo, Serracapriola, l’area centro meridionale della regione e il nord-barese, con il territorio di Martina Franca e Francavilla Fontana, e luoghi meno esplorati nelle aree di Brindisi, Taranto, Bari e Barletta, dove è possibile ammirare l’unicum barocco di Palazzo della Marra, sede della Pinacoteca De Nittis. La Notte della Taranta, vari comuni della Grecìa salentina e della provincia di Lecce, tel. 0836/439008, www.lanottedellataranta.it, La Notte della Taranta. 18ma edizione, dal 4 al 22 agosto Pistoletto e Labianca nel Castello di Gallipoli Gallipoli (LECCE). Tornato all’antico splendore lo scorso anno dopo anni d’incuria, il Castello di Gallipoli presenta fino al 27 settembre Michelangelo Pistoletto a cura di Manuela Gandini. L’artista ha ideato per la Piazza d’Armi un’opera site specific, «Terzo Paradiso»: un ceppo di ulivo ultrasecolare dentro al quale germoglierà un nuovo ulivo (nella foto di Letizia Gatti). Nella sala ennagonale ritorna il riferimento alla cultura locale: vi è installato un tavolo a forma di Mar Mediterraneo intorno al quale sono collocate sedie provenienti dai Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum. La mostra, prodotta dall’agenzia Orione che gestisce il Castello in sinergia con l’amministrazione comunale di Gallipoli, prosegue con una selezione di opere specchianti. In contemporanea una retrospettiva di Beppe Labianca sul tema del viaggio a cura di Carmelo Cipriani. Castello di Gallipoli, piazza Imbriani, Gallipoli (Lecce), giugno e settembre 10-21, luglio e agosto 10-24, www.castellogallipoli.it, «Michelangelo Pistoletto» e «Beppe Labianca. Sognando Itaca» fino al 27 settembre Vedere A LECCE E GALLIPOLI | 18 Manoocher Deghati L’iraniano che si sente a casa in un trullo Veduta della mostra It’s all about paper Nunzia Perrone Fresca di stampa La progettualità giovane e internazionale di A100 Gallery Galatina (LE). Essere in provincia e non sentirlo grazie a collaborazioni internazionali (con la Westminster University of Architecture e il loro spazio espositivo Ambika P3) e progetti esterni (lo scorso anno al Castello di Acaya) è il segreto della giovane A100 Gallery, nata nel 2013 come piattaforma per lo sviluppo di progetti e divenuta galleria nel 2014 con spazi espositivi in un edificio neoclassico del centro storico. L’attitudine progettuale non è comunque cambiata, ce ne parla la titolare Nunzia Perrone, mentre direttore artistico è Lorenzo Madaro. In corso è una mostra estesa: su che cosa avete lavorato? «It’s all about paper» è una panoramica che intende investigare l’importanza di un supporto apparentemente secondario, la carta appunto, nella ricerca di diciassette artisti italiani e stranieri, tra nomi storici e giovani artisti ormai consolidati. Lo spazio della galleria, cinque sale più una project room per la video-arte, ha consentito anche un allestimento fluido in altrettante sezioni: si va dal disegno progettuale al libro d’artista, al lavoro multimediale e installativo. Il progetto ha una sua natura anche editoriale, è infatti fresca di stampa l’omonima pubblicazione, a cura di Lorenzo Madaro, con un testo di Andrea Zizzari, dedicata ai protagonisti della mostra. Ma c’è anche la volontà di proseguire sul fronte della didattica e della divulgazione, ospitando talk con curatori e workshop con artisti e creativi per approfondire le riflessioni scaturite dalla mostra. Progetti esterni quest’anno? Dal 24 luglio ai primi di settembre la galleria collaborerà, insieme a GAS - Gagliardi Art System di Torino, a un progetto espositivo curato da Lorenzo Madaro e prodotto dal raggruppamento temporaneo di imprese Theutra, Oasimed e Novamusa al Castello Carlo V di Lecce. Giuseppe Capitano, Eva Caridi e Davide Coltro, i protagonisti della mostra, dialogheranno tra loro, in un’architettura complessa e affascinante, attorno alla memoria dell’uomo e alle loro culture visive di provenienza. Sono artisti diversi ma con prospettive di ricerca per molti versi congruenti, sono pertanto contenta di poterli veder agire a stretto contatto all’interno delle sale cinquecentesche del maniero. A100 Gallery è d’altronde sempre propensa a concepire progetti esterni, sostenendo la produzione e la promozione del lavoro degli artisti a cui siamo legati, anche in contesti istituzionali. Siamo infatti convinti che la galleria debba essere un contenitore di idee e progettualità proiettate anche all’esterno della nostra sede, con una vocazione internazionale. La galleria ha già dimostrato una speciale vocazione all’internazionalità… Il nostro amico Giuseppe Appella, storico dell’arte di grande esperienza, ci ha sempre detto che si può, anzi si deve, operare in periferia, ma sempre con uno sguardo, e un piede, fuori, anche oltre i confini nazionali. In tal senso A100 Gallery, ancor prima di stabilirsi nel palazzotto primi ’900 di Galatina ha avviato collaborazioni e progetti anche altrove. Nel 2011 abbiamo coordinato un impegnativo progetto installativo dell’artista greca Eva Caridi alla Westminster University di Londra. Fu un lavoro per certi versi faticoso, ma certamente ricco di riscontri positivi per l’artista e per noi. Il Salento è una terra che sta vivendo un periodo estremamente fervido, è meta di progetti e attenzioni, ma per molti versi è ancora un territorio periferico. Pertanto è chiaro che determinate difficoltà legate al sistema dell’arte sono amplificate. Ma questo può essere il punto di partenza per una nuova progettualità, per dar vita a nuove piattaforme di riflessione e promozione dei linguaggi della contemporaneità, anche con il sostegno di professionisti provenienti da altre aree. Da diversi mesi, ad esempio, stiamo costruendo un ponte con alcuni collezionisti tedeschi per il sostegno di progetti da mettere in piedi qui e in Germania: d’altronde solo cooperando si riescono a realizzare utopie che a prima vista sembrano irrealizzabili. q Mariella Rossi A100 Gallery, piazza Alighieri 100, Galatina (Lecce), tel. 335/7224233, www.a100gallery.it, «It’s all about paper» fino al 30 settembre Castello Carlo V, viale 25 luglio, Lecce, tel 0832/246517 Giuseppe Capitano, Eva Caridi, Davide Coltro fino al 10 settembre Bellezze mediterranee Otranto (LE). È il Meridione il protagonista delle 30 fotografie di Ferdinando Scianna esposte fino al 30 settembre al Castello di Otranto nella mostra «Il Sud e le donne». Il fotografo ha attraversato diverse regioni del Sud Italia per immortalare uomini e donne. Ora i pugliesi tornano idealmente a casa. La scelta di Otranto risulta quanto mai azzeccata visto che fu protagonista dell’omonimo Sacco nel 1480, quando tutto il Meridione venne tenuto sotto attacco dai turchi e quando il castello venne distrutto e dovette essere ricostruito dagli aragonesi. Otranto come porta sul Mediterraneo e su culture altre. La mostra è prodotta dall’associazione Veluvre - Visioni culturali e dal Comune di Otranto in collaborazione con la Regione Puglia e rientra nell’ambito della rassegna culturale «Tu non conosci il Sud», che prevede momenti letterari, musicali e teatrali a cura del giornalista e scrittore Oscar Iarussi (in Puglia si è già tenuta a Bari). Il legame con la regione è nel titolo stesso tratto da una poesia dell’autore di origini baresi Vittorio Bodini. Castello Aragonese di Otranto, Cenobio, Otranto (Lecce), tel. 0836/806101, www.castelloaragoneseotranto.it, «Il Sud e le Donne» fino al 30 settembre FotoArte Puglia alla dodicesima edizione Taranto. Mostre, workshop, incontri, seminari, letture di Portfolio Italia e anche un NikonDay, tutto ciò e molto di più per la dodicesima edizione di FotoArte Puglia fino al 10 luglio tra Salice Salentino, Brindisi, San Cesario, Statte e Taranto. Il festival diffuso nasce dall’idea del circolo fotografico Il Castello di Taranto con il contributo delle associazioni Fotofucina di Salice Salentino, InPhoto di Brindisi, Tempo di scatto di San Cesario, Obiettivi di Lecce e Controluce di Statte. La manifestazione è realizzata con il patrocinio della Fiaf, della Regione Puglia, delle Province di Taranto, Brindisi e Lecce, dei Comuni di Taranto, Salice Salentino, Brindisi, San Cesario, Lecce, Statte e Copertino, e di Pugliapromozione. Dalle cartoline di Lorenzo Papadia, alle architetture di Moreno Maggi fino alle periferie dei Circoli Fotografici pugliesi, le città sono al centro di alcune delle ricerche presentate dal festival che propone anche un lato umano e un sorriso colto tra i conflitti e la miseria per opera di Manoocher Deghati, i ritratti silenti delle donne contro la mafia di Francesco Francaviglia e l’anima nella danza di Euro Rotelli. Oltre alle mostre FotoArte organizza incontri, come quello sulla fotografia creativa con Maurizio Galimberti, e workshop che tendono a ripercorrere dalla nascita alla conclusione un progetto fotografico o un reportage con relatori come Marco Di Lauro e Daniele Riefolo. Molti sono i nomi e gli eventi del ricco ed eterogeneo calendario. Tra gli altri fino al 12 luglio, presso il MuDI-Museo Diocesano di Taranto, nell’ambito di FotoArte Puglia, si svolge la mostra di Manoocher Deghati dal titolo «Being Human». Il fotografo iraniano ha rivestito ruoli importantissimi, è stato direttore di Associated Press e Agence France-Press per tutto il Medio Oriente, corrispondente per «Time», «Life Magazine», «National Geographic» e molti altri, ha vinto due volte il World Press Photo ed è stato nella giuria dello stesso premio. Ora vive in Puglia e dal suo trullo lavora e progetta. Gli abbiamo rivolto qualche domanda. Le foto esposte non puntano sulla notizia come ci si aspetterebbe da un fotoreporter. Ho sempre cercato la parte umana, da cui appunto il titolo della mostra, anche durante i conflitti o le situazioni di vita difficili. Per la mostra ho scelto 20 fotografie scattate in tutto il mondo, dal Medio Oriente al Sud America all’Africa, tenendomi lontano dai cliché fotografici, come i bambini deperiti con una mosca sul volto, ho cercato invece di cogliere momenti di felicità e di ironia anche nella miseria. Dopo una vita trascorsa in viaggi ha deciso di fermarsi in Puglia, come mai? Sono in esilio da 30 anni dall’Iran: ciò mi ha dato la possibilità di viaggiare ma soprattutto di scegliere dove vivere. Ho vissuto in luoghi diversi, in Kenya, in Egitto, in Costarica e a Gerusalemme, ogni 3-4 anni cambiavo Paese, tutti i posti erano la mia casa. Un mio caro amico pugliese mi ha fatto conoscere circa 20 anni fa questa parte del mondo e mi sono innamorato. Ho conosciuto molti luoghi belli ma in nessuno c’era una combinazione di natura rigogliosa, gente simpatica, cibo e vino ottimi e mare meraviglioso. La tua casa è un trullo? Si, una casa la trovi ovunque, ma il trullo ha un’architettura incredibile, queste cupole e le volte mi ricordano la mia infanzia, l’Iran e l’architettura orientale e quindi mi sento più a casa in un trullo. In questa regione hai trovato degli spunti interessanti come fotografo? Sì, sto lavorando per il National Geographic sulla storia della Puglia e della Sicilia e sulle relazioni con i Paesi arabi del Nord Africa e la Turchia. Progetti per il futuro? Stiamo organizzando il primo Festival di Fotografia e Film sull’Archeologia e sui Beni Culturali, un evento unico nel suo genere, probabilmente per il prossimo anno. q Graziella Melania Geraci MuDi - Museo Diocesano di Taranto, Vico I Seminario, Taranto, tel. 099/4716003, lun-dom 9,30-12, «Manoocher Deghati: Being Human» fino al 12 luglio Una domenica ad arte Taranto. Il MuDi - Museo Diocesano di Taranto propone una serie di visite tematiche ogni terza domenica del mese dal titolo «Una domenica ad arte» e dedicate al patrimonio del museo e alle tradizioni artistiche del territorio. Il secondo incontro è previsto per il 19 luglio e incentrato sulla produzione scultorea e sulla lavorazione del legno, dell’avorio e della cartapesta, ponendo l’attenzione sugli esempi lignei napoletani presenti nell’allestimento museale e a quelli leccesi in cartapesta. L’appuntamento del 16 agosto invece si soffermerà sulla storia degli arcivescovi di Taranto invitando ad ammirare i preziosi paramenti che caratterizzarono il loro episcopato; il titolo è «Sulla cattedra di san Cataldo». A settembre la visita si svolgerà in particolare nella sezione che illustra Ordini e Confraternite per sviluppare «Un viaggio nelle tradizioni e nella pietà religiosa popolare». Con «Le chiese invisibili» il 18 ottobre verrà invece posta l’attenzione su edifici religiosi a Taranto che non esistono più o sono chiusi da tempo, tra queste le cappelle distrutte della Cattedrale di San Cataldo. A differenza della storia ultracentenaria del Marta, il Museo Diocesano di Taranto è stato aperto al pubblico solo quattro anni fa negli spazi del cinquecentesco seminario arcivescovile nella Città Vecchia, dove è ospitato anche il laboratorio di restauro. Il percorso espositivo che si snoda sui tre piani è sviluppato in sette sezioni tematiche che presentano oltre 300 oggetti tra arredi sacri, reliquie, quadri e sculture datati dal VII al XX secolo. Tra i dipinti, da notare sono la tela dell’«Assunta» di Serafino Elmo, nato a Lecce nel 1696, l’«Ecce Homo» di Paolo de Matteis (Orria, 1662 - Napoli 1728), la «Madonna della Salute» di Nicolò Porta, nato a Molfetta nel 1710 e contemporaneo di Corrado Giaquinto (Molfetta, 1703 - Napoli, 1766), di cui il MuDI conserva «Il sogno di san Giuseppe» del 1750-52. Il MuDI conserva inoltre il Tesoro di san Cataldo rinvenuto nell’XI secolo durante gli scavi per la costruzione della Cattedrale e il topazio di re Ferdinando II. MuDi - Museo Diocesano di Taranto, Vico I Seminario, Taranto, tel. 099/4716003, lun-dom 9,30-12, «Una domenica ad arte» ogni terza domenica del mese alle 17,30 fino al 20 dicembre Basilica di San Cataldo, piazza Duomo, Taranto, tel. 099/4707545, lun-dom 8-12 / 16,30-19,30 Vedere A GALATINA, OTRANTO e TARANTO | 19 Eugenia Vantaggiato L’autonomia del Marta Eugenia Vantaggiato racconta il riallestimento del Museo Archeologico celebre per gli Ori di Taranto Taranto. Fondato nel 1887, tra i più antichi e importanti d’Italia il MartaMuseo Nazionale Archeologico di Taranto è oggetto di un interesse specifico nella riforma del Mibact. Ne parla Eugenia Vantaggiato, direttore del Segretariato Regionale del Mibact per la Puglia, referente del Ministero nel rapporto con le istituzioni locali e con la Regione. Com’è articolato il Museo? Nella recente riforma voluta dal ministro Franceschini, il Marta è uno dei 18 musei italiani dotati di particolare autonomia. Ha una collezione straordinaria di rilievo nella scena culturale mondiale, basti citare gli Ori di Taranto. Il Museo gode inoltre di una nuova veste espositiva adeguata ai nuovi criteri museografici e nei prossimi mesi sarà ulteriormente ampliato lo spazio espositivo grazie al completamento delle Una sala del Marta sale dell’ultimo piano. Radicalmente rinnovato nell’allestimento e negli apparati di fruizione, il Museo deve ora concentrare gli sforzi per essere inserito nei tour culturali internazionali. La Magna Grecia, fulcro della collezione del Marta, è stata in passato meta prediletta del turismo dell’élite intellettuale proveniente dal mondo anglosassone e tedesco. Quest’attenzione va recuperata anche attraverso gli strumenti messi a disposizione dalle nuove tecnologie. Il progetto di rilancio passa inoltre attraverso una serie di iniziative condivise con altri attori del territorio. Tra queste un progetto in collaborazione con Pugliapromozione per promuovere la conoscenza di Taranto attraverso servizi televisivi. Di che cosa ha bisogno Taranto? L’imperativo indifferibile per rendere visitabile la città è la salvaguardia dei beni architettonici, alcuni dei quali versano in stato di abbandono. Tale operazione può essere portata avanti solo con un coinvolgimento degli amministratori locali. Il cambiamento è iniziato anche a Taranto, analogamente a quanto avvenuto a Bari, il cui centro storico fino a una ventina di anni fa era considerato non percorribile a causa del suo degrado anche sociale. Stiamo sottoponendo a tutela alcuni edifici e verificando l’interesse di altri. L’obiettivo non è il mero restauro degli immobili, ma anche il loro utilizzo come luoghi di accoglienza culturale nell’ottica di risolvere il nodo fra il recupero funzionale degli edifici di pregio architettonico e il loro uso. Può fare un esempio? Il Castello Alfonsino a Brindisi, un castello sul mare di proprietà demaniale. L’amministrazione comunale non ha le risorse necessarie al suo recupero. Da anni il Mibact interviene per evitare che il castello con la sua rada e gli edifici annessi diventi un rudere irrecuperabile. Gli interventi conservativi non sono però sufficienti a garantire la conservazione del bene, se questo non viene utilizzato. Ma l’ipotesi di gestione e fruizione non può vedere come singolo attore il Ministero, può solo avvenire attraverso il concorso con le forze locali e, perché no, attraverso accordi con privati. Qual è la strategia per raggiungere tali obiettivi? Le istanze devono partire da esigenze specifiche del territorio e soprattutto devono coinvolgere gli abitanti del luogo di riferimento. È questo il rapporto che si deve instaurare. Troppe volte manca il coinvolgimento, le iniziative sono decise in maniera avulsa dal territorio, calate dall’alto e non rappresentative delle istanze prodotte o semplicemente note grazie alle analisi in nostro possesso. q Mariella Rossi Marta-Museo Nazionale Archeologico di Taranto, via Cavour 10, Taranto, tel. 099/4532112, lun-dom 8,30-19,30, www.museotaranto.org Gli ori di Mastroianni Al Marta gli ori del Novecento dialogano con quelli antichi Taranto. È ospitato al Marta fino al 15 ottobre il progetto espositivo «Gli ori di Mastroianni», ideato da Il Cigno in collaborazione con Nova Apulia (società che gestisce i servizi al pubblico del museo), curato da Marco Di Capua e organizzato da Il Cigno GG Edizioni in collaborazione con Il Centro Studi dell’Opera di Umberto Mastroianni. La mostra mette in luce la produzione orafa dell’artista (Fontana Liri 1910 - Marino 1998) proprio nel museo principalmente noto per le importanti collezioni di oreficeria magnogreca. Nell’allestimento una selezione di esempi di arte orafa antica realizzati con le tecniche della cesellatura, martellatura e filigrana è posta in dialogo con opere di Mastroianni della seconda metà del secolo scorso. Viene così instaurato un confronto tra passato e presente che permette al visitatore di immaginare una linea ideale di continuità di questa modalità espressiva universale. L’esposizione offre l’occasione per entrare in contatto con una produzione meno nota dell’artista presentata per la prima volta al pubblico nel 1963 alla Galleria Cavourrina di Torino e poi praticata per tutta la carriera parallelamente alla più nota attività pittorica e soprattutto scultorea. Sue infatti sono numerose opere monumentali in bronzo come interventi permanenti d’arte pubblica in diverse città d’Italia; nel ’58 venne insignito del Gran Premio Nazionale per la Scultura alla Biennale di Venezia. La mostra segue quella, sempre al Marta, dedicata lo scorso anno da Il Cigno e Nova Apulia a Giacomo Manzù e precede una serie di mostre temporanee (attualmente in attesa di approvazione) che le due società stanno organizzando e che si terranno nei mesi a venire in altri Musei Nazionali in Puglia. Per la cornice d’eccezione di Castel del Monte è stata proposta la mostra «Leonardo Fibonacci e il numero aureo» (dal Rinascimento all’arte contemporanea) che immergerà il visitatore in un universo sospeso tra matematica e arte. Alle immagini del Rinascimento dove l’estetica risponde a modelli matematico-geometrici, si affiancheranno opere Vedere A TARANTO | 20 Umberto Mastroianni, Omaggio a Palma Bucarelli, 1974 ciondolo in oro colorato con collare di artisti moderni e contemporanei come Giorgio de Chirico, Piero Pizzi Cannella, Arnaldo Pomodoro, Veronica Gaido, Alberto Biasi, Cristiano Pintaldi, Oliviero Rainaldi, Piero Guccione e Mario Ceroli (curatore della mostra sarà Antonino Zichichi). Nel Parco Archeologico di Egnazia sarà allestito il progetto espositivo «Here lies one whose name was written in water» (Qui giace uno il cui nome era scritto nell’acqua) di Gregorio Botta, già esposto nel Palazzo Te a Mantova. L’artista ha creato una serie di nove lastre sull’acqua, ognuna delle quali riproduce una parola della frase lapidaria di John Keats dedicata al tema del tempo, dell’instabilità e dell’eternità. Curatore è Lóránd Hegyi e ad Egnazia la mostra assumerà nuovi livelli di lettura rispetto all’utilizzo delle parole del poeta inglese dal momento che la Puglia è stata meta prediletta dal pubblico britannico a partire dal Grand Tour. Infine, al Castello Svevo di Trani è in programmazione la mostra interattiva «Quel genio di Archimede», già esposta al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano e al Museo Explora di Roma. q M.Ros. MARTA Museo Nazionale Archeologico di Taranto, via Cavour 10, Taranto, tel. 099/4532112, lun-dom 8.30-19.30, www.museotaranto. org, «Umberto Mastroianni» fino al 15 ottobre Ori magnogreci e vetri romani Taranto. Sarà aperto al pubblico entro la fine dell’anno il nuovo allestimento al secondo piano del Marta-Museo Nazionale Archeologico di Taranto, uno dei più importanti d’Italia per il valore storico e l’estensione del patrimonio conservato. Si completerà così il nuovo percorso espositivo la cui prima tranche è stata aperta nel 2013 consentendo al pubblico di ammirare gli Ori di Taranto, pregevoli esempi di oreficeria di epoca magnogreca, nonché testimonianze locali di epoca romana quali statue in marmo e mosaici pavimentali che decoravano edifici di architettura pubblica e ville del II secolo d.C. L’allestimento, a cura della direttrice del Museo Antonietta dell’Aglio e del gruppo scientifico della Soprintendenza Archeologica, è sviluppato secondo criteri cronologici e tematici, e ripercorre la storia della città e del territorio a partire dalla Preistoria e dall’epoca arcaica. Nei nuovi spazi sarà presentata una parte mai esposta prima della collezione del museo che con il tempo si è andata ampliando: dai vetri romani splendidamente conservati ai corredi tombali e le ceramiche rinvenuti negli scavi degli ultimi dieci anni. L’attenzione sarà focalizzata sulla statua della Persefone (nella foto) rinvenuta a Taranto durante uno scavo nel 1912 e ora conservata al Pergamonmuseum di Berlino. Tornerà a Taranto, ma non «in carne e ossa», bensì in copia, mentre l’originale in marmo di Paros rimarrà in Germania dove si trova dal dopoguerra malgrado le reiterate richieste di restituzione intraprese dall’Italia. La Persefone che sarà esposta a Taranto sarà realizzata con la sofisticata tecnica del laser scanning e l’uso di resine ad alta densità, capaci di rendere una fedele riproduzione della statua originale, tra le più importanti dell’epoca magnogreca. Una parte del percorso, in particolare i corridoi che si affacciano sull’antico chiostro, è invece dedicata alla storia del Museo e delle sue raccolte, storia che è iniziata nel 1887 come Museo Regio e proseguita con varie fasi di ampliamento e rinnovo della sede originaria nel Convento di San Pasquale. Durante la visita sarà possibile accedere a una serie di touch screen nei quali sono descritte le diverse sale attraverso estesi materiali digitali. Fino al 31 agosto il pubblico potrà godere di un’iniziativa speciale del Marta in collaborazione con Expo 2015: l’accesso libero al museo ai possessori della Card Expo 2015. Epica greca Taranto. Giancarlo Giannini, Isabella Ferrari, Ambra Angiolini e Michele Placido saranno al Marta per intensi reading teatrali che caratterizzeranno l’estate culturale di Taranto dal 25 luglio al 22 agosto. Il Museo Nazionale Archeologico non è nuovo a interazioni inaspettate ed esperienze di coinvolgimento del pubblico che si spingono oltre la visita delle sale espositive: ha infatti già ospitato il progetto Invasioni Digitali, divenendo scenografia di reading letterari a cura della Compagnia teatrale Anna De Bartolomeo. Quest’estate l’arte teatrale torna al Marta in grande stile con nomi di rilievo come quello di Michele Placido, nuovo direttore artistico del Teatro Giordano di Foggia. Leggeranno brani della letteratura epica greca rendendo omaggio alle testimonianze di arte ellenica presenti in museo: numerosi esempi di decorazione architettonica e vascolare e lo straordinario patrimonio orafo. Gli attori si esibiranno nella cornice d’eccezione del chiostro del settecentesco Convento degli Alcantarini, sede del museo fin dall’inizio, ampliata negli anni Cinquanta con la nuova ala su progetto dell’architetto Carlo Ceschi (© Andrea Ruggeri). Marta Museo Nazionale Archeologico di Taranto, via Cavour 10, Taranto, www.museotaranto.org, www.viaggiareinpuglia.it, Reading teatrali al Marta il 25 luglio, 1, 8, e 22 agosto Il fascino della Puglia sotterranea Taranto. Il Marta offre lo spunto per un’immersione nella Taranto e nella Puglia sotterranee. Tra i contenuti messi a disposizione del pubblico dal nuovo sistema di dispositivi touch screen che accompagnano la visita del nuovo allestimento del Museo ci saranno infatti ricostruzioni virtuali di ambienti che hanno fatto da sfondo ai reperti esposti. In particolare le tecniche digitali ripropongono la Tomba degli atleti, architettura funeraria ipogea di età arcaica visitabile in città. Il sito archeologico di via Crispi s’inserisce nell’itinerario della «Taranto sotterranea» che dallo scorso anno, grazie all’interessamento dell’amministrazione comunale e a una convenzione sottoscritta dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia, è visitabile grazie ad aperture settimanali fisse previste per ogni mercoledì, sabato e domenica dalle 9 alle 13, aperture estive straordinarie che aderiscono all’iniziativa Puglia Open Days, e aperture per visite guidate e attività didattiche. I luoghi coinvolti in questa iniziativa, localizzati tra il borgo umbertino e il settore orientale della città, sono, oltre alla Tomba degli atleti, altre tombe sotto piazza Pio XII e sotto via Pasubio, la necropoli di via Marche e l’ipogeo funerario paleocristiano sotto Palazzo delli Ponti con accesso da via di Mezzo. A questi si aggiunge l’area archeologica di largo San Martino dove è presente una stratificazione di testimonianze che va dalla tarda Età del Bronzo all’epoca japigia, per arrivare fino ad oggi. Un’attenzione specifica va rivolta alla cripta del Redentore di via Terni, che nell’unicità delle sue caratteristiche racchiude una sorgente d’acqua, una grotta naturale e decorazioni medievali ad affresco. L’itinerario sotterraneo non si limita a Taranto, ma coinvoge tutta la Puglia e ha uno dei suoi fulcri proprio nel tarantino con le sue gravine. Nel territorio a nord ovest di Taranto caratterizzato da una spiccata morfologia carsica si trovano infatti le più importanti tracce in regione della civiltà rupestre con i siti devozionali di Massafra e di Mottola. A Massafra il nucleo più esteso si trova affondato nella Gravina della Madonna della Scala che ospita l’omonimo santuario e l’articolato insediamento, mentre la Chiesa rupestre di Santa Marina e la Chiesa a grotta di Sant’Antonio Abate sono incastonate sui due lati opposti della Gravina di San Marco. Questi siti sono visitabili grazie alle aperture straordinarie dei Puglia Open Days, così come la chiesa rupestre di San Gregorio nel territorio di Mottola, conosciuta anche come cripta della Madonna degli Angeli, che conserva ancora l’affresco di un maestoso Cristo Pantocratore. In Valle d’Itria nel comune di Fasano (Brindisi) si estende anche il Parco Rupestre Lama D’Antico con l’imponente chiesa scavata nella roccia, le grotte, i resti dell’insediamento e le altre due chiesette rupestri. Siti ipogei costellano tutto il territorio pugliese, come la Cripta del Crocefisso a Casarano nel Salento, un ambiente sotterraneo naturale trasformato in luogo di culto dai bizantini. A Bari un passato bizantino è celato anche nei sotterranei del Castello Svevo e nel succorpo della Cattedrale di San Sabino che conserva i resti di un chiesetta bizantina, ma anche la basilica paleocristiana e un edificio civile di età romana con mosaici pavimentali. Passando attraverso numerosissime cripte, necropoli, sotterranei di castelli e testimonianze antiche, si arriva fino a un utilizzo civile delle cavità del sottosuolo con i frantoi ipogei giunti a noi in oltre un centinaio di unità in regione, i cosiddetti trappeti, recentemente oggetto di rinnovata attenzione e di recupero da parte delle istituzioni pubbliche come testimonianza di tradizioni che affondano nei secoli. q M.Ros. Taranto Sotterranea, via Marche, Taranto, tel. 347/ 6204700, 348/5753829, mer, sab, dom 9-13, http://tarantosotterranea.it Puglia Open Days, aperture straordinarie, sab 20-23, www. viaggiareinpuglia.it, Puglia Open Days estate 2015 fino al 26 sett. Una prima sulle braci Marco Tutino apre il Festival della Valle d’Itria Martina Franca (TA). Una prima assoluta aprirà quest’anno il Festival della Valle d’Itria, la nuova opera di Marco Tutino, nata in collaborazione con il Maggio Musicale Fiorentino. Non era mai successo nella storia quarantennale che lo caratterizza, ma si tratta del coronamento perfetto di una progettualità che, iniziata nel 2012, negli ultimi anni si è spinta nella direzione della produzione di opere inedite. Nella realizzazione dello spettacolo Tutino ha coinvolto Tiziano Santi per le coreografie e per la regia Leo Muscato, talento legato a Martina Franca e al Festival e Premio Abbiati come miglior regista d’opera della stagione 2012 (direttore d’orchestra Francesco Cilluffo; nel cast Alfonso Antoniozzi e Roberto Scandiuzzi). Il libretto dell’opera è stato tratto da Marco Tutino dal romanzo Le braci di Sándor Márai e racconta l’amicizia ritrovata tra due uomini, tra il valore universale dei sentimenti inesauriti, il prima e il dopo e l’innesto di una nuova passione per una donna: il finale è a sorpresa. Questa grande prima aprirà il cartellone il 15 luglio e sarà in scena fino alla fine del Festival. Intreccio e dualità ritornano nell’opera che dà l’immagine al Festival, firmata anche quest’anno da un’artista legata al territorio di Martina Franca, Francesca Cosanti. Il secondo titolo in cartellone non è meno significativo, in quanto nasce da una coproduzione che si ripeterà anche il prossimo anno per l’opera inaugurale. Protagonisti sono il Teatro San Carlo di Napoli e Giovanni Paisiello. L’altra novità di quest’anno è la nomina a direttore musicale del Festival di Fabio Luisi, che dirigerà l’Orchestra Internazionale d’Italia, prezioso punto di forza del Festival, che si presenta rinnovata. C’è poi il Festival Junior che si rivolge ai bambini dai cinque agli undici anni con un’opera pensata appositamente per loro: «C’era una volta...Re Tuono» di Daniela Terranova. Completano il programma della 41a edizione il concerto del belcanto a Palazzo Ducale, in occasione del quale verrà assegnato il Premio Celletti 2015, il concerto nella Basilica di San Martino, e quelli «Fuori orario». Il Festival, che ha la sua sede principale in Francesca Cosanti, opera copertina per il Festival della Valle d’Itria 41 Palazzo Ducale, coinvolge anche altri luoghi della città, dalla Basilica alle masserie, e altri centri dei dintorni, spostandosi a Monopoli, Cisternino e Savelletri di Fasano, fino a Castellana Grotte dove il concerto del ciclo «Novecento e oltre» si terrà nella caverna principale, la Grave. Festival della Valle d’Itria, Martina Franca (Ta), tel. 080 4301094, www.festivaldellavalleditria.it, 41° edizione dal 15 luglio al 4 agosto Dalla Valle d’Itria alla via Traiana, un SAC di iniziative Valle d’Itria. A partire da quest’estate un nuovo progetto nell’ambito dei SAC Sistemi Ambientali e Culturali della Puglia punta l’attenzione su una parte della regione dove bellezze architettoniche e paesaggistiche creano un legame davvero unico, quella parte di Puglia che il titolo stesso dell’iniziativa indica come «La Murgia dei trulli: dal mare alla Valle d’Itria». L’idea è di porre in evidenza, amplificare e diffondere l’identità della Valle d’Itria e in questo obiettivo, secondo la formula ormai consolidata dei SAC come aggregazioni territoriali per la valorizzazione integrata del patrimonio locale, sono coinvolte istituzioni pubbliche come i Comuni di Alberobello, Castellana Grotte, Cisternino, Locorotondo, Martina Franca, Monopoli, Noci e Putignano in partenariato con enti privati, tra cui il capofila Sistema Museo, una Società Cooperativa che si occupa da oltre vent’anni di fornire servizi per la gestione e la valorizzazione di musei e beni culturali. Da questa sinergia è scaturito il progetto in Valle d’Itria: ne è protagonista un totem interattivo multimediale che durante l’estate sarà collocato in successione nelle piazze principali dei diversi comuni aderenti e permetterà ai visitatori di visualizzare contenuti, ma soprattutto di immergersi in un’esperienza evocativa delle infinite opportunità di conoscenza storica, naturale e culturale del territorio. Quello in Valle d’Itria è un percorso multimediale unico, in un crescendo di immagini fotografiche, luci, riproduzioni sonore e video. Caratterizzati da una forte valenza multimediale sono anche altri percorsi interattivi e laboratoriali ideati nell’ambito dei SAC. Ne è un esempio «La via Traiana» che ripercorre idealmente l’antica via romana da Brindisi a Ostuni a San Vito dei Normanni. Coinvolti sono beni culturali come il Palazzo Granafei Nervegna a Brindisi, il Castello Dentice di Frasso, l’ex Convento delle Teresiane a Fasano e il Palazzo Azzariti a San Vito dei Normanni. Ci sono poi il Centro di Documentazione Archeologica di Ceglie Messapica, il Museo di Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale e il Parco Archeologico di Santa Maria d’Agnano, entrambi a Ostuni, ma anche siti di interesse naturalistico come il Parco Naturale Regionale Dune Costiere e la Riserva Naturale dello Stato di Torre Guaceto con il suo giardino botanico, dove sono previsti percorsi guidati. A sua volta il SAC «Ecomuseo di Peucetia», realizzato da un gruppo di lavoro del quale fa parte Sistema Museo, continuerà a proporre occasioni speciali di fruizione nei musei e siti di interesse culturale dei cinque comuni del barese promotori, da Gioia del Colle con il suo Castello svevo e il Museo Archeologico, fino a Turi con la Chiesa di Sant’Oronzo. Fino ad ora sono stati condotti laboratori didattici indirizzati alle scuole e, visto il successo ottenuto, d’ora in poi queste opportunità saranno estese anche alle famiglie. Maggiormente focalizzato su un luogo e un ambito culturale specifico è invece la proposta di approfondimenti per giovanissimi del SAC «Apulia Fluminum», che ruota attorno alla città di Foggia e coinvolge lo stesso Museo Civico con le sue ampie collezioni d’archeologia e siti come la villa romana di Faragola e gli scavi del foro di Herdonia. Sistema Museo, In Valle d’Itria tel. 391/4712421; SAC «Ecomuseo di Peucetia» tel. 099/5623866; SAC «La via Traiana» tel. 080/8910777; SAC «Apulia Fluminum», tel. famiglie 199/151123; www.sistemamuseo.it Vedere A TARANTO | 22 Con il tablet nella necropoli messapica Savelletri di Fasano (Br). Il Parco Archeologico di Egnazia, situato lungo la costa tra Bari e Brindisi, tra Peucezia e Messapia, è uno dei più importanti siti della regione, oggetto di scavi iniziati un secolo fa che hanno portato alla luce le diverse anime dell’antica cittadina: quella messapica, con la necropoli, e quella romana, con le mura. La più recente campagna di ricerca avviata nel 2001 dall’Università di Bari ha determinato, invece, il nuovo ampiamento del percorso di visita. L’attenzione è focalizzata sul foro di epoca romana e sule terme, visibili da una serie di passerelle dalle quali si ammirano anche le due basiliche paleocristiane, il tutto immerso nel paesaggio naturale costiero. Un’altra novità è rappresentata dai supporti digitali (ideati dall’Università di Bari in collaborazione con il Cnr) che fungono da guida: ricostruzioni virtuali e di realtà aumentata con localizzazioni Gps, audioguide multilingui (realizzate dalla D’Uva Workshop) e mappe tattili per i non vedenti. I nuovi percorsi di Egnazia sono all’insegna della sintesi tra ricerca e fruibilità, al passo con le ultime tecnologie, come auspicato dal soprintendente archeologico della Puglia Luigi La Rocca. L’intervento, finanziato da Arcus, è il frutto della collaborazione tra Segretariato regionale dei Beni culturali, Soprintendenza archeologica della Puglia e Università di Bari (nella foto, una veduta del Parco archeologico di Egnazia. Foto Mirabilia Sistemi). Museo Nazionale Archeologico Giuseppe Andreassi e Parco Archeologico di Egnazia, Strada Statale 379 uscita Fasano-Savelletri, lun-dom, museo 8.30-19.30, parco archeologico 8.30-19.15, ottobre 8.30-18, tel. 080/4829056, www.egnaziaonline.it Che cosa vedere, dove e quando Provincia di BarLETTA, ANDRIA e trani I dialoghi di trani 22 novembre ➤ 27 novembre Andria Castel del Monte Località Castel del Monte tel. 0883/569997 www.casteldelmonte.beniculturali.it Expo e territori: Vini di Puglia 10 agosto ➤ 30 ottobre Sedi varie tel. 0883/261605 www.festivalcasteldeimondi.it Festival Internazionale di Andria Castel dei Mondi 22 agosto ➤ 30 agosto Provincia di bari Barletta Pinacoteca Giuseppe De Nittis Palazzo della Marra via Cialdini 74 0883/538373 www.pinacotecadenittis.it www.barlettamusei.it/denittis.html De Nittis e l’Expo 11 luglio ➤ 31 ottobre Bisceglie Dolmen - cave - Palazzo Tupputi - Cave di Altamura - Grotte di Castellana www.intramoeniaextrart.it Intramoenia Extra Art. Casa futura pietra 25 settembre ➤ 19 dicembre Trani Castello Normanno Svevo piazza Manfredi 16 tel. 0083/500117 www.castelloditrani. beniculturali.it Bari Pinacoteca Provinciale Corrado Giaquinto via Spalato 19 tel. 080/5412422 www.pinacotecabari.it I fiori di Morino ➤ 30 settembre ARTcore via De Giosa 48 tel. 347/6574411 Silvia Mariotti e Ryts Monet ➤ 11 luglio Doppelgaenger Palazzo Verrone Via Verrone 8 tel. 392/8203006 www.doppelgaenger.it Sam3. Città effimera ➤ 16 settembre MuratcentoventidueArtecontemporanea via Murat 122/b tel. 393/8704029 - 392/5985840 www.muratcentoventidue.com Chrischa Venus Oswald 16 luglio ➤ 3 ottobre Art Animation 3 ottobre ➤ 3 novembre Monopoli Castello Carlo V Ciro Palumbo ➤ 26 luglio Polignano a Mare Museo Pino Pascali via Parco del Lauro 119 tel. 080/4249534 www.museopinopascali.it Synthesis. Nel blu dipinto di Puglia 3 luglio ➤ 30 agosto Carnaval/Visual art ➤ 30 agosto Terlizzi Pinacoteca Michele de Napoli corso Dante 9 tel. 080/3542836 www.pinacotecadenapoli.com Pino Navedoro. Commedie svelate ➤ 11 luglio Provincia di Foggia Foggia Contemporanea Galleria d’Arte viale Michelangelo 65 tel. 346/7334054 Salvatore Fiume ➤ 31 luglio Provincia di Lecce Lecce Castello Carlo V viale XXV Luglio www.castellolecce.unile.it La Bellezza fa 40 ➤ 7 luglio Giuseppe Capitano, Eva Caridi, Davide Coltro ➤ 10 settembre Mostra Internazionale sulle Torture Medievali 11 luglio ➤ 10 gennaio 2016 Riva arte contemporanea via Umberto I 32 tel. 347/6574411 www.rivaartecontemporanea.it Annalisa Fulvi - De re aedificatoria ➤ 18 luglio Sedi varie tel. 0836/439008 www.lanottedellataranta.it La Notte della Taranta 4 agosto ➤ 22 agosto Galatina A100 Gallery piazza Alighieri 100 tel. 335/7224233 www.a100gallery.it It’s all about paper ➤ 30 settembre Gallipoli Castello di Gallipoli piazza Imbriani tel. 083/3262775 www.castellogallipoli.it Michelangelo Pistoletto ➤ 27 settembre Beppe Labianca - Sognando Itaca ➤ 27 settembre Otranto Castello Aragonese via Cenobio tel. 0836/806101 www.castelloaragoneseo tranto.it Il Sud e le Donne ➤ 30 settembre TRICASE Sedi varie www.salentofilmfestival.com Salento International Film Festival 5 settembre ➤ 12 settembre Provincia di Taranto Martina Franca Fondazione Studio Carrieri Noesi Palazzo Barnaba - Via Principe Umberto 49 www.carrierinoesi.it Mariagrazia Pontorno ➤ 26 luglio Sedi varie tel. 080/4301094, www.festivaldellavalleditria.it Festival della Valle d’Itria 15 luglio ➤ 4 agosto Taranto MARTA - Museo Nazionale Archeologico di Taranto Via Cavour 10 tel. 099/4532112 www.museotaranto.it Umberto Mastroianni ➤ 15 ottobre MuDi - Museo Diocesano di Taranto Vico I Seminario, tel. 099/4716003 Manoocher Deghati: Being Human ➤ 12 luglio Questo elenco è basato su dati forniti direttamente dalle fonti, ma sempre soggetti a possibili variazioni. Si consiglia di verificare se le date delle singole manifestazioni non siano state variate. Un calendario aggiornato quotidianamente dei principali eventi in Italia e nel mondo è consultabile all’indirizzo www.ilgiornaledellarte.com/vederenelmondo