umberto allemandi & C.
N. 1, luglio-SETTEMBRE 2015
Supplemento a «Il Giornale dell’Arte» n. 355 luglio-agosto 2015
Trani - Cattedrale di San Nicola Pellegrino - Foto Franco Cappellari
vedere in
puglia
il giornale dell’arte
tutta l’arte da vedere da luglio A settembre
It’s all about paper
Fino al 30 settembre 2015
a cura di Lorenzo Madaro, con il coordinamento di Nunzia Perrone
In mostra opere di Carla Accardi,
Kengiro Azuma, Giuseppe Capitano,
Eva Caridi, Nicola Carrino,
Giacinto Cerone, Daniele D’Acquisto,
Fernando De Filippi, Michele Guido,
Alina Kalczyńska, Bogumil Ksiazek,
Giancarlo Moscara, Hidetoshi Nagasawa,
Giuseppe Negro, Christos Pallantzas,
Guido Strazza e Costas Varotsos
Eva Caridi, Senza titolo, 2015
piazza Alighieri 100, 73013 Galatina (Lecce)
Telefono: +39 0836 56.74.91
www.a100gallery.it
Ci giochiamo il futuro nel turismo colto
e dobbiamo partecipare tutti
Giuliano Volpe ha un Piano per il rilancio della regione basato su
valorizzazione e messa a sistema del patrimonio rurale, archeologico e culturale
PUGLIA. Giuliano Volpe è il presidente del Consiglio
Superiore dei Beni culturali e paesaggistici e il coordinatore
scientifico della Carta dei Beni culturali della Regione
Puglia. A lui abbiamo chiesto di mettere a fuoco l’attitudine
regionale alla cultura del paesaggio, alla luce del nuovo Pptr,
Piano Paesaggistico Territoriale Regionale sottoscritto lo
scorso marzo dalla Puglia (prima regione italiana).
Che cos’è il Pptr, una sigla impronunciabile?
È un Piano innovativo e dinamico, fondato su una solida base
conoscitiva, che si occupa dell’intero territorio pugliese. Ovviamente
è perfettibile, è stato concepito con un sistema di monitoraggio e
miglioramento attivo mediante un Osservatorio. Chi teme il Pptr (a
parte gli speculatori che ne hanno ben ragione) non ne ha compreso il
carattere progettuale. Non è un Piano vincolistico, che impone cioè solo
norme (tutte necessarie). È fondato su progetti e punta a programmare
uno sviluppo della Puglia diverso, innovativo, coerente con le sue
peculiarità. Non a caso il Pptr è considerato un modello per tutta l’Italia,
merito anche del lavoro svolto dall’assessore Angela Barbanente.
La Puglia è ricca di possibili itinerari di turismo
sostenibile. Avete pronti i progetti?
Ci sono progetti legati alla via Francigena e vanno in questa
direzione alcune iniziative dei Sac (Sistemi Ambientali e Culturali).
Ma c’è ancora molto da fare e mi auguro che la migliore
imprenditoria sappia cogliere queste opportunità per offrire un
turismo colto e di qualità. Basta con il turismo di consumo mordi
e fuggi. La Puglia offre occasioni di crescita con la sua cultura, le
tradizioni, i paesaggi, l’agricoltura, il cibo di qualità e le persone
accoglienti.
Il Parco dei Paduli è candidato al Premio Europeo
del Paesaggio, ma per altri parchi archeologici e
paesaggistici sembra che ci sia ancora molto da fare.
La candidatura al Premio Europeo di un parco pugliese è un chiaro
riconoscimento per le politiche condotte in questi anni. Ed è un
incentivo per altri parchi, compreso quello assai poco valorizzato
di Canne della Battaglia. L’esempio dei Paduli dimostra che
bisogna pensare a parchi multifunzionali fondati sull’integrazione
tra ambiente, agricoltura e patrimonio culturale, sulla corretta
comunicazione e sulla partecipazione dei cittadini.
Siti decentrati, scarsamente attrezzati per le persone
disabili, beni chiusi al pubblico: supererete questi gap?
L’inaccessibilità non riguarda solo le persone disabili, per le quali
servono misure particolari. I nostri musei e parchi archeologici sono
spesso inaccessibili alla maggior parte dei visitatori. Sono luoghi ancora
legati, tranne alcune eccezioni, a una visione elitaria del patrimonio
culturale. Sono gestiti con un atteggiamento proprietario da «sacerdoti
della cultura» che considerano i musei dei santuari, illustrati con
pannelli e didascalie illeggibili scritte in un linguaggio incomprensibile
ed esoterico. Dovrebbero essere, al contrario, inclusivi, luoghi aperti
e capaci di favorire la comprensione semplice di fenomeni complessi.
Servono servizi di livello internazionale. In questo si creeranno anche
occasioni di lavoro qualificato per i giovani.
Lei ha proposto l’istituzione di «Policlinici dei Beni
Culturali» che permettono ai laureandi di formarsi sul
campo. Quali sono i beni con il codice rosso?
Purtroppo ce ne sono tanti. Ma i Policlinici dei BC servono anche a
favorire la formazione di professionisti di alto livello e a superare le
attuali separazioni con i pezzi pertinenti allo Stato.
Lei è rettore emerito dell’Università di Foggia. Perché
è stata chiusa la laurea magistrale?
È stato un errore gravissimo seguito alla chiusura di un
qualificatissimo dottorato in storia e archeologia dei paesaggi. In un
territorio ricco di cultura come la Daunia, danneggiare il settore dei
beni culturali apprezzato a livello internazionale, come dimostrano
i parametri di valutazione della qualità della ricerca, è un atto
suicida che dimostra insensibilità culturale e scarsa lungimiranza
nel governo di un’università moderna.
Perché Lei è stato contrario alla concessione dei
Bronzi di Riace all’Expo e invece ha consentito il
prestito dei Grifoni di Ascoli Satriano?
Non mi sono opposto al trasferimento dei Bronzi all’Expo per
Giuliano Volpe
considerazioni ideologiche o politiche, ma perché c’erano rischi
di danneggiamento documentati dai restauratori dell’Iscr e dai
tecnici dell’Enea. Un rischio inopportuno soprattutto in mancanza
di un progetto culturale solido: si pensava di esporre le statue come
feticci. Diverso è il caso dei Grifi, che non presentano analoghi
rischi e simboleggiano l’archeologia della Daunia e della Magna
Grecia. Testimoniano inoltre l’azione del Nucleo Tutela Patrimonio
Culturale dei Carabinieri, cui si deve la restituzione di queste e di
tante altre opere sottratte a clandestini e trafficanti.
Ci sono ancora giacimenti da scoprire nelle acque della
Puglia e ha mai pensato a un museo subacqueo?
La Puglia con i suoi 800 km di costa ha un patrimonio culturale
subacqueo straordinario, in molta parte da indagare e valorizzare.
Pensi solo a cosa potrebbe essere un museo subacqueo alle Isole Tremiti!
Dal 2012 è presidente della Fondazione Apulia felix
onlus. In Puglia funziona l’alleanza tra pubblico e
privato?
Alcuni imprenditori e professionisti sostengono attività culturali e
sociali con generosità e spirito civico. Abbiamo preso in gestione e
ristrutturato l’ex chiesa di Santa Chiara, nel cuore antico di Foggia,
facendone un auditorium, un centro culturale vivace con conferenze,
dibattiti, concerti, mostre e rappresentazioni teatrali. È uno spazio
restituito ai cittadini. Ci vorremmo candidare per gestire anche
altri luoghi nell’intera Puglia, dando concretezza al nome della
Fondazione (Apulia felix onlus). Vorremmo contribuire a rendere
la Puglia «felice», produttiva, fertile e feconda attraverso cultura,
ricerca e formazione. q Giusy Caroppo
Sommario
puglia
I Puglia Open Days
Intervista ad Agostino Iacurci L’arte urbana in Puglia
Il nuovo sito www.viaggiareinpuglia.it
Intervista a Fabrizio Vona Intervista a Tommaso Morciano
Il non profit in regione
Gli itinerari romanici 4
5
5
5
6
6
7
7
Vedere in PUGLIA
BARI
La Pinacoteca di Bari
La Galleria Doppelgaenger
La Galleria Muratcentoventidue
POLIGNANO A MARE (BA)
La Fondazione Pino Pascali
L’intervista a Pietro Marino Beatrice Allemandi, product manager
Claudia Carello, art director
Cinzia Fattori, advertising manager
(011.8199118 - [email protected])
9-10
10
LECCE
Apulia Cultural Identity Paths
Il Festival della Taranta
18
18
GALLIPOLI (LE)
La mostra di Pistoletto
18
GALATINA (LE)
La A100 Gallery
19
19
GIOIA DEL COLLE (BA)
Il nuovo Museo Archeologico
10
MODUGNO (BA)
Gli allestimenti di Romano Exhibit
OTRANTO (LE)
Il Castello Aragonese
11
ANDRIA (BAT)
Il Castel del Monte
Il Festival Castel dei Mondi
11
14
TARANTO
Il Museo Diocesano
Il Marta
BARLETTA (BAT)
La Pinacoteca De Nittis
19
20-22
MARTINA FRANCA (TA)
Il Festival della Valle d’Itria
22
14
BISCEGLIE (BAT)
Intramoenia Extra Art
VALLE D’ITRIA
I progetti del Sac
22
14
FOGGIA
Il Museo Civico
La Fondazione Banca del Monte I teatri di Foggia e della Puglia
SAVELLETRI DI FASANO (BR)
Il Parco Archeologico di Egnazia
23
16
17
17
Il Calendario delle mostre
23
ASCOLI SATRIANO (FG)
I grifoni a Expo
17
n. 1 Luglio | settembre 2015
Società editrice Umberto Allemandi & C., piazza emanuele filiberto 13, 10122 Torino, tel. 011.8199111 fax 011.8193090
«vedere in puglia» è un supplemento di «il giornale dell’arte»
Umberto Allemandi,
direttore responsabile
Franco Fanelli, vicedirettore
Barbara Antonetto, caporedattore
8
8
8
Curatori: Mariella Rossi e Giusy Caroppo
Guest editor: Jenny Dogliani
Relazioni commerciali: Valeria Riselli
([email protected])
Francesca Scoto
([email protected])
Stampa: Arti grafiche Boccia spa, Salerno
il giornale dell’arte
Il giornale non risponde dell’autenticità delle attribuzioni
delle opere riprodotte, in particolare del contenuto delle
inserzioni pubblicitarie. Le opinioni espresse negli articoli
firmati e le dichiarazioni riferite dal giornale impegnano
esclusivamente i rispettivi autori. Si consiglia di verificare
telefonicamente oppure online gli orari delle manifestazioni.
www.ilgiornaledellarte.com
Vedere IN PUGLIA | 3
Dall’alto, Lecc, Piazza Duomo © Carlo Elmiro Bevilacqua
Trani, Cattedrale di San Nicola © Andrea Ruggeri
Andria, Castel del Monte © Carlo Elmiro Bevilacqua
Taranto, Castel Sant’Angelo © Carlo Elmiro Bevilacqua
Grandi e piccini
al chiaro di luna
Dopo il successo dello scorso anno,
tornano le aperture straordinarie
notturne dei Puglia Open Days
Puglia. È una grandiosa rivoluzione quella innescata dal
progetto Puglia Open Days che coinvolge fino al 26 settembre
oltre 350 beni culturali in tutta la regione in aperture serali
straordinarie e gratuite ogni sabato dalle 20 alle 23, e oltre
3mila iniziative. L’idea è di offrire un’opportunità speciale
per immergersi nell’arte, nella storia e nelle tradizioni
del territorio visitando musei, castelli, chiese, palazzi, siti
archeologici, parchi naturali e centri storici. Open Days diviene
così una sorta di enorme contenitore di cultura per tutti i gusti.
Proprio tutti, visto che la sezione Puglia Open Days for All
prevede anche attività didattiche e di animazione per i più
piccoli, con cacce al tesoro e trekking urbani, percorsi senza
barriere architettoniche per visitatori con disabilità (su
richiesta e prenotazione, servizi di interpreti Lis e di assistenti
dedicati per le disabilità motorie, sensoriali, intellettive e
relazionali). Tra guide, mediatori e operatori culturali, nei
Puglia Open Days sono impegnate oltre 600 persone. Per
orientarsi all’interno di questo programma vastissimo ci sono
due strumenti fondamentali: il sito www.viaggiareinpuglia.
it e la cartoguida tematica, in distribuzione presso i 92 uffici
di informazione e accoglienza turistica della regione. Si è così
pronti per partire e ripartire ogni sabato d’estate in questa
avventura nella cultura che possiamo programmare a nostro
piacimento creando infinite combinazioni, soffermandoci
su un museo o scandagliando tutto quanto c’è da vedere nei
singoli centri storici, condividendo ovviamente immagini ed
emozioni con gli altri (#PugliaOpenDays).
Nel capoluogo sono aperti praticamente tutti i musei: la
Pinacoteca Metropolitana Corrado Giaquinto, il Museo
Diocesano, la Sala Murat, Palazzo Simi, il Castello Svevo e il
Bastione del complesso monumentale di Santa Scolastica,
che entro la fine dell’anno aprirà al pubblico anche altri spazi
del monastero per ospitare il Museo Archeologico ed esporre
materiale litico, ceramico e reperti provenienti dagli scavi
condotti a Conversano, Turi, Rutigliano e Acquaviva delle
Fonti. Nel frattempo chi è interessato all’archeologia a Bari
può visitare, anche negli orari serali degli Open Days, l’Area
Archeologica di San Pietro, oppure spingersi non troppo
distante a Canosa di Puglia (Bat) e perdersi nel percorso degli
ipogei dauni che racchiudevano i famosi vasi canosini ora
esposti nei maggiori musei del mondo. A Bari aperti anche gli
altri luoghi simbolo, la Cattedrale di San Sabino, la Basilica
di San Nicola e perfino le icone della cultura teatrale, il
Teatro Petruzzelli, il Teatro Margherita e la casa natale del
compositore barese Niccolò Piccinni (1728-1800). Porte aperte
ad agosto anche al Faro di Punta San Cataldo. Puglia Open
Days infatti non smette di stupire aggiungendo straordinarietà
alla straordinarietà e così il Castello Aragonese di Taranto,
di proprietà della marina Militare, non si accontenta di stare
aperto fino alle 23 e tira tardi fino alle 2 del mattino. A Taranto,
oltre che al Marta e al Museo Diocesano, il pubblico è invitato
anche nella sede dell’Assessorato alla Cultura, a Palazzo
Pantaleo, dove trova i soffitti dipinti nel Settecento a tema
epico da Domenico Antonio Carella. A Lecce il Must Museo
Storico è chiuso per rinnovamento, ma non sospende l’attività
didattica e partecipa così agli Open Days; laboratori per
bambini sono in programma anche al Castello Carlo V, mentre
ogni sabato a Palazzo Vernazza è di scena lo spettacolo «Trip,
viaggio nel Salento tra Santi e Fanti», con 25 racconti su Lecce e
il Salento ideati dalla Factory Compagnia Transadriatica.
A Brindisi sono visitabili l’area archeologica di San Pietro
degli Schiavoni sotto il Teatro Verdi, la chiesa romanica a base
circolare di San Giovanni al Sepolcro e il Museo Diocesano
Giovanni Tarantini. Capitolo a sé per il Mapri - Museo
Archeologico Provinciale Francesco Ribezzo, celebre per i
bronzi di Punta Serrone, che propone attività rivolte alle
famiglie con bambini. Con 200mila visitatori, Puglia Open Days
la scorsa estate ha riscosso il successo di un appuntamento
consolidato, tanto che sono stati organizzati momenti Open
Days anche in inverno e in primavera. Il progetto, mirato alla
promozione e valorizzazione dell’offerta turistica, è voluto
dall’Assessorato regionale al Mediterraneo, Cultura e
Turismo ed è organizzato da Pugliapromozione, Agenzia
Regionale del Turismo, in collaborazione con il Ministero dei
Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Conferenza
Episcopale Pugliese, l’Anci Puglia e il Comitato regionale
dell’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia. q M.Ros.
Puglia Open Days, aperture straordinarie, sab 20-23, www.viaggiareinpuglia.it, estate 2015 fino al 26 settembre
Palazzo Simi, Strada Lamberti 1, Bari tel. 080/5275451, Bastione del complesso monumentale di Santa Scolastica, largo Monsignor
Tommaso M. Ruffo 73, Bari, tel. 080/5412596, Castello Aragonese, Taranto, tel. 0997/753438, www.castelloaragonesetaranto.com, Parco
Rupestre Lama D’Antico, San Giovanni e San Lorenzo, strada Provinciale Fasano-Savelletri-Contrada Sarzano-Fasano (Brindisi),
tel. 328/3597517 / 338/8175123, www.lamadantico.it, Mapri-Museo Archeologico Provinciale «Francesco Ribezzo», piazza Duomo,
Brindisi, tel. 0831/565501
Mother
Via G. Murat 122/b 70123 Bari
www.nuratcentoventidue.com
Tel. 3348714094-3925985840
Vedere A puglia | 4
Rita Casdia, Elisabetta Di Sopra, Anahita Hekmat,
Chrischa Venus Oswald, Jenna Pippett, Karen Trask
16 maggio- 30 giugno 2015
Un murale pugliese a Berlino
Nella capitale tedesca un’opera di Agostino Iacurci
grazie al programma di Pugliapromozione
Dalla fine di maggio un’opera di arte urbana del pugliese Agostino Iacurci è collocata nel
quartiere di Kreuzberg in Moritzplatz a Berlino. È un murale alto oltre 20 metri realizzato
nell’ambito del programma «We are creative in Puglia» voluto da Pugliapromozione per
diffondere un’immagine internazionale della regione. Ne parla l’artista.
Curioso progetto, com’è nato?
Da un’iniziativa di Pugliapromozione, l’ufficio che si occupa della promozione del turismo regionale in Puglia e nel mondo, e di «The Trip», magazine di viaggi. L’idea è raccontare la nostra terra attraverso modelli
e linguaggi alternativi a quelli classici della promozione turistica. Il muralismo è molto attuale e pertinente
in una città come Berlino. Quando è nata l’iniziativa ricorrevano i 25 anni dalla caduta del muro. «Two Landscapes» (nella foto) ha una forte valenza simbolica: è un’immagine divisa in fasce. Due paesaggi differenti
vengono giustapposti. Entrano in contatto attraverso due figure umane che si affacciano, i cui volti riflettono
il paesaggio opposto. I rami di ulivo che figurano in uno dei due paesaggi sono un rimando alla nostra terra.
L’arte contemporanea serve come ambasciatrice?
È ambasciatrice d’iniziative in grado di parlare a un pubblico ampio, a chi vive quotidianamente la città e non
va necessariamente nei musei. È interessante l’integrazione tra diversi linguaggi e necessità, il fatto che un ente
promotore di turismo si faccia produttore di progetti artistici, lasciando totale libertà agli artisti e affermando
l’idea che si possa fare promozione attraverso l’arte. Il messaggio è che la Puglia e l’Italia possono esportare anche
arte e creatività e non solo gli ottimi prodotti alimentari.
Quanto ha influito la sua origine pugliese?
La Puglia, e in particolare Foggia, ha influito sulla mia persona, sull’idea di lavorare nello spazio pubblico: venendo da una città di provincia dove si vive principalmente nelle piazze ho sempre pensato alla strada come al luogo
ideale per il dialogo pubblico. L’attenzione per l’uomo e gli elementi naturali è in parte legata alle mie origini. Ho
passato l’infanzia in campagna, con poche persone e molte piante disposte ordinatamente in campi aperti.
In Puglia si stanno sviluppando esempi di arte urbana?
Vivo lontano dalla mia città natale da 10 anni, non conosco la situazione. Sicuramente la Puglia negli anni
passati ha ospitato uno dei progetti più interessanti ed influenti nel panorama dell’arte urbana: il Fame
festival. Per più di 5 anni importanti street-artist si sono dati appuntamento a Grottaglie e hanno dato vita
a un progetto preso a modello in tutto il mondo.
Quali sono i suoi prossimi progetti?
In estate farò un tour per vari interventi in Europa e negli Stati Uniti. In autunno tornerò in studio per
preparare la prossima mostra in Germania, a Colonia. q Mariella Rossi
Navigare in Puglia
Puglia. È da poco online il nuovo sito ufficiale del turismo in regione www.viaggiareinpuglia.it, tutto
da navigare. Realizzato da Pugliapromozione, Agenzia Regionale del Turismo, contiene quasi 2mila
schede descrittive di siti di interesse e viene aggiornato anche direttamente da istituzioni, operatori
culturali, guide turistiche, interpreti, strutture ricettive, wedding planner ecc. Il sito offre l’opportunità
di entrare per aree tematiche o geografiche e propone sempre una serie di suggerimenti specifici,
gli «Scelti per te», in base alle preferenze espresse. Tra i contenuti proposti: un calendario di eventi,
pacchetti e offerte di viaggio, attività, itinerari e percorsi che offrono un punto di vista ampio di
quanto si può fare e vedere in Puglia. C’è inoltre il trip planner, lo strumento per organizzare e condividere con gli amici i propri itinerari di viaggio. La sezione «Un mondo di arte e cultura» offre schede
di castelli, musei, aree archeologiche, teatri storici, luoghi sacri, siti rupestri, borghi storici, trulli e
masserie. Capitolo a sé per i siti Unesco Patrimonio dell’Umanità: Castel del Monte, il santuario di
San Michele Arcangelo e i trulli di Alberobello. Se, grazie anche a icone che contraddistinguono con
immediatezza le pagine dove ci troviamo e il tipo di offerta (culturale, di viaggio, naturalistica ecc.),
la fruizione di questa piattaforma digitale è immediata, i motori di ricerca interni permettono di personalizzare con luoghi, date ed esigenze specifiche il piano di viaggio. Tra le molteplici idee dedicate
alla cultura, quella di vivere l’antica Via Traiana come percorso ciclopedonale per raggiungere luoghi
di interesse archeologico come Egnazia, oppure l’itinerario nella Puglia imperiale, del quale vengono consigliati il periodo dell’anno, i mezzi di trasporto e viene fornita una mappa digitale con i diversi
luoghi da visitare: si parte da Canne della Battaglia, dove i Cartaginesi sconfissero i Romani e dove troviamo vari reperti custoditi nell’Antiquarium, si passa per la Canosa di Puglia romana, quella del
ponte, l’arco di Traiano, l’arco di Gaio Terenzio Varrone e il tempio di Giove Toro; si arriva a Mervino Murge. Tra gli eventi invece è di scena l’ampia proposta di festival che contraddistingue la Puglia. Tra
questi ci sono il Salento International Film Festival a Tricase dal 5 al 12 settembre, I dialoghi di Trani che dal 22 al 27 settembre presentano la 14ma edizione nella cornice del Castello Svevo di Trani,
e in autunno Anima Mea, che accompagna gli spettatori anche all’interno di luoghi solitamente chiusi al pubblico. q M.Ros.
Viaggiareinpuglia, www.viaggiareinpuglia.it, Salento International Film Festival, Tricase (Lecce), www.salentofilmfestival.com, dal 5 al 12 settembre, I dialoghi di Trani, Castello Svevo di Trani, piazza Manfredi Re 16,
Trani (BAT) www.idialoghiditrani.com, dal 22 al 27 settembre, Castello Svevo di Trani, piazza Manfredi Re 16, Trani (BA), tel. 0883/506603, lun-dom 8,30-19,30, www.castelloditrani.beniculturali.it
Graffiti nelle città e nel web
Puglia. Da alcuni anni le città della regione sono luogo di incursioni spontanee o programmate di graffitisti, di «culture jamming» e «détournement»,
a cominciare dal capoluogo. Una produzione recentemente documentata nel web dalla community Bari Urban Action. Tra le iniziative ufficiali di
Bari alcuni anni fa vi è stata «Hacktion», iniziativa culturale e sociale con l’obiettivo di riqualificare il tessuto urbano trasformando la città in un
elemento di comunicazione attiva, portatore di un messaggio e attore nella creazione d’immaginari collettivi. Simultaneamente il duo Paracity
iniziò a interferire trasformando segnaletica, centraline elettriche ed elementi di arredo stradale. Imponenti interventi site specific coordinati dalla
galleria Doppelgaenger hanno inoltre ridipinto Bari: nell’ambito di «Fresh Flaneurs», Sam3, Sten & Lex, 108, Ozmo, gli Hell’O Monsters ed El Tono
hanno «tatuato» luoghi anonimi e di passaggio realizzando l’effetto optical sul Palazzo dell’Economia, il trittico di San Nicola in un sottopasso, le
silhouette nere verticaliste sul timpano dell’ex Caserma Rossani e altro ancora. Interventi fuori contesto che ormai fanno parte del paesaggio
urbano barese. A Barletta per «Rievocazione in mostra» Alessandro del Re, alias Octopus, ha lasciato tracce indelebili sulle recinzioni dei Giardini
del Castello, con una particolare tecnica di stencil adesivi, realizzando un omaggio a Pietro Mennea inseguito da Beep Beep e scene ispirate alla Disfida di Barletta. Ha inoltre delineato
con duemila chiodi, sul portone dello storico Palazzo Bonelli, «Oh My God», un Cristo crocifisso a grandezza d’uomo che ha fatto resuscitare durante la notte prima di Pasqua, schiodando
l’installazione. Anche il Sud della Puglia è toccato dal «culture jamming». Dopo l’esperienza nei quartieri spagnoli di Napoli, il duo Cyop & Kaf è piombato a Taranto per instaurare un dialogo simbiotico con la città vecchia. Scorci ombrosi e spesso malandati sono stati esaltati grazie al contrasto con gli iconici e surreali personaggi dipinti dai due artisti. Persino il piccolo
e fascinoso centro di Grottaglie è pioniere della street art pugliese con Studiocromie (ideatore del Fame Festival) dove si offre cibo e ospitalità in cambio di un’opera graffitata sui muri
della città, passando anche per il quartiere delle ceramiche, incontrando lo spirito del vero writer, senza permessi (e senza budget). Erica il Cane, Blu, Cyop & Kaf, Nespoon, Boris Hoppek,
Sam3 e tanti altri artisti noti hanno autolegittimato l’iniziativa, dapprima mal sopportata, poi tollerata e oggi apprezzata più che dall’amministrazione pubblica dai proprietari degli edifici,
che fanno a gara per autorizzare l’uso delle facciate come fogli bianchi (nella foto, l’intervento di arte urbana per «Fresh Flaneurs» di Sam3 sulla Caserma Rossani di Bari). q Giusy Caroppo
Vedere IN PUGLIA | 5
Dobbiamo deciderci a valorizzare ciò che abbiamo
se vogliamo guadagnare in soldi e in cultura
I progetti e gli obiettivi del nuovo Polo Museale Pugliese, nato con la riforma del Mibact,
nelle parole del direttore Fabrizio Vona
Castello Svevo di Trani (Bat) © Mirabilia Sistemi
Fabrizio Vona
Puglia. Fabrizio Vona è stato soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dal 2008 al 2011. Da quest’anno, in seguito alla riforma del Mibact, è il direttore del Polo Museale pugliese, con la funzione di manager dei musei statali
nella regione. Un ente e un ruolo non del tutto nuovi.
È cambiata la Puglia da quando Lei era soprintendente?
Le cose sono migliorate. Il rapporto con la Regione e con gli assessorati alla Cultura e al Turismo è più diretto, meno farraginoso e più aperto
al dialogo. Capita di scambiare opinioni non solo sui musei del Polo di mia competenza, ma anche su quelli comunali, provinciali, diocesani
e privati, in una visione d’insieme. È cambiata anche la vivacità culturale, che ora scaturisce spesso dal basso. È un bel segnale, c’è un clima
culturale vivo. C’è anche molta arte contemporanea.
Può descrivere il suo ruolo?
Sono il direttore del Polo Museale della Puglia. Ci sono 17 Poli Museali in Italia e tutti dipendono dalla nuova Direzione generale dei musei, il
direttore generale è Ugo Soragni. Il Polo pugliese è composto da 12 tra siti monumentali e musei: Castel del Monte, Castello Angioino di Copertino, Castello Svevo di Bari, Castello Svevo di Trani, Galleria Nazionale della Puglia «Girolamo e Rosaria Devanna» a Bitonto, Mostra Archeologica «Storie di Messapi: Manduria, oltre le mura» a Manduria (ossia il costituendo museo), Museo Archeologico Nazionale di Gioia del Colle,
Museo Archeologico Nazionale e zona archeologica di Egnazia, Museo Nazionale Archeologico di Altamura, Museo Nazionale Archeologico di
Manfredonia, Museo Nazionale Jatta a Ruvo di Puglia, Palazzo Sinesi a Canosa di Puglia. I Poli lavorano per la buona gestione dei musei statali
nelle singole regioni e per la costruzione di reti tra musei. In futuro ciascuno dei nostri musei nazionali dovrà costituire il fulcro aggregante per
tutte le altre realtà circostanti, migliorando la valorizzazione del territorio. Questo potrà avvenire grazie all’offerta di servizi integrati, biglietti
unitari, itinerari condivisi ecc. L’obiettivo è ambizioso e l’Italia è in ritardo. Ma sono convinto che ci sia la possibilità di ottenere buoni risultati
grazie alla nuova suddivisione dei compiti tra la Soprintendenza e i Poli Museali. Quando ero soprintendente avevo la necessità di inseguire le
cose da tutelare e rimaneva poco tempo ed energie per fare altro. Adesso, come direttore del Polo Museale, la valorizzazione è il mio compito
principale. Finora si è parlato piuttosto male di questa riforma, associando i termini valorizzazione e valore al denaro e al fare cassa. L’aumento
dei visitatori significa una maggiore diffusione della cultura. Il termine valore acquista significato culturale ed esperienziale.
Ha degli obiettivi immediati?
Rendere più attrattivi i 12 musei. Migliorare i servizi offerti al pubblico, ragionare su orari di apertura, biglietti differenziati in base all’utente
(per esempio biglietti familiari), prezzi d’ingresso diversi a seconda dei giorni. È essenziale studiare i flussi di pubblico, cosa che le Soprintendenze non hanno mai potuto fare, pressate da altre priorità. Sapere chi siano i propri visitatori ci aiuta a capire come attirare nuovo
pubblico. Dobbiamo migliorare bar, bookshop e ristoranti. Le terrazze del Castello di Trani, ad esempio, potrebbero diventare il locale più bello
e frequentato della città. Bar e ristoranti dei musei italiani sono scadenti se confrontati con i musei internazionali. Li stiamo studiando. Mi
confronto con i direttori dei singoli musei, per capire quali siano le loro difficoltà e i loro punti di forza. Sto elaborando una serie di progetti
da sottoporre alla Regione, ci sono già fondi da indirizzare alla migliore fruizione dei musei. Sto rivedendo le concessioni. Cinque musei del
Polo, per quanto riguarda biglietteria, bookshop, bar e ristorante, sono gestiti da una società. Vorrei estendere questa concessione a tutti e
12 i siti museali perché sono soddisfatto del loro lavoro. Abbiamo inaugurato un programma di mostre nei cinque musei gestiti dalla società
concessionaria. Le cose da fare sono tante, a volte piccolissime, ma comunque importanti.
Le serve la sua esperienza nel Polo Museale di Napoli?
Come soprintendente ho potuto lavorare per uno dei quattro Poli Museali che esistevano prima della riforma e ho ben chiari necessità e
obiettivi. A Napoli ho lavorato sul permanente piuttosto che sull’effimero e vorrei farlo anche qui. Lì ho sistemato i depositi e aperto spazi non
utilizzati, ho anche realizzato mostre, ma non quei grandi eventi che assorbono le energie per anni. Un Polo Museale deve valorizzare quello
che ha. È importante tenere tutto in ordine, catalogare e mostrare il più possibile le opere presenti nei depositi. Le mostre devono partire dalle
collezioni permanenti, che rendono possibili mostre interessanti con investimenti limitati.
Pensa di aprire gli spazi a eventi privati?
L’esperienza napoletana mi ha insegnato che bisogna fare di tutto. I musei del Polo godono di una buona autonomia finanziaria, i ricavati
vengono versati allo Stato che poi li riaccredita al museo. Nella Certosa di Capri abbiamo ospitato eventi privati e guadagnato parecchio. A
Capodimonte per un dj set sono entrati 5mila ragazzini a ballare mentre sulle pareti venivano proiettate le immagini dei quadri. Nei mesi
successivi abbiamo avuto un’impennata di visitatori, soprattutto giovani. Questo significa guadagnare denaro e far guadagnare al pubblico
in termini di cultura. q Mariella Rossi
Nova Apulia a servizio di sei castelli e dei musei di Puglia
Puglia. La società Nova Apulia gestisce i servizi al pubblico
di sei tra i più importanti castelli, musei e siti archeologici regionali: Castel del Monte di Andria, Castello di Trani,
Castello di Bari, Museo e Castello di Gioia del Colle con
annesso Parco Archeologico di Monte Sannace, Museo
Archeologico Nazionale di Taranto e Museo Archeologico
di Egnazia. È composta da più aziende tra le quali Novamusa, che gestisce gli Infopoint Turistici degli Aeroporti di Bari
e Brindisi e il Castello Carlo V Romagna in collaborazione
con due cooperative di Lecce, D’Uva Workshop, che fornisce video, audioguide, applicazioni e mobile tour (tra i suoi
clienti il Colosseo, il Pantheon e il Duomo di Milano), la casa
editrice Il Cigno GG Edizioni, specializzata in pubblicazioni e
mostre di artisti come Licata, Rotella e Manzù o in eventi
come quelli per i 500 anni dalla scoperta dell’America, Scala Group, attiva nell’editoria d’arte e nel turismo culturale
e detentrice dell’Archivio Scala, Leopizzi 1750, impresa di
Parabita (Le) che da dodici generazioni realizza mostre in
Italia e all’estero e investe in formazione con stage e corsi
formativi collaborando con università e Istituzioni internazionali. Il Presidente del Consiglio di amministrazione di Nova
Apulia, Tommaso Morciano (nella foto), spiega l’importanza
e le strategie dell’accoglienza.
Che cos’è Nova Apulia?
Nova Apulia opera nell’accoglienza dei visitatori di siti culturali, nell’intrattenimento educativo e, in sinergia con Il Cigno GG
Edizioni, nella valorizzazione culturale e turistica del territorio
pugliese. Gestiamo per concessione alcuni siti statali della
Vedere IN PUGLIA | 6
Puglia coniugando servizi tradizionali di gestione museale
all’utilizzo di tecnologie multimediali per migliorare comunicazione e promozione. Cerchiamo ogni giorno di fare sistema
con le altre forze del turismo e della cultura regionali.
Come?
Collaboriamo con i singoli direttori. La nostra visione è sinergica con gli obiettivi del Polo Museale che vuole mettere a
sistema il territorio facendo dialogare le amministrazioni statali, regionali e comunali con strategie di condivisione mirate
a creare una rete territoriale concepita come museo diffuso.
Vogliamo creare un biglietto regionale aperto che permetta
di visitare a costi contenuti tutti i beni culturali del territorio.
Come pensate di valorizzare il patrimonio?
Con attività che migliorano la conoscenza del patrimonio culturale e incrementano la fruizione pubblica, facendo in modo
che queste attività siano riconosciute da tutti gli stakeholder
e che abbiano come punto di unione la messa in rete o a sistema di tutti i beni presenti di una determinata area. Riuscire in questo obiettivo permette di aumentare la competitività
generale del territorio e determina lo sviluppo di potenziale
fatturato delle imprese collegate a turismo e cultura e una
riqualificazione delle risorse umane. La collaborazione tra
pubblico e privato è imprescindibile.
Operate in Puglia da un anno, quali risultati avete raggiunto?
Nel 2014 ci siamo concentrati sull’apertura dei siti in gestione, sull’assunzione a tempo indeterminato di 22 persone distribuite sul territorio, sulla selezione di guide turistiche e di personale specializzato nella didattica museale.
Insieme a Lorenzo Zichichi abbiamo ideato
tre mostre. Il Castello
di Federico II di Svevia, il Castello Svevo di
Bari, il Castel del Monte e il Castello Svevo di
Trani hanno ospitato le
opere della Fondazione Arnaldo Pomodoro.
Il Museo Archeologico
di Gioia del Colle è stato sede di una monografica di Emilio Greco, «L’Istante della tua bellezza», con oltre quaranta
lavori e nel Museo di Taranto abbiamo organizzato la rassegna «Giacomo Manzù e le sue donne». Abbiamo realizzato
laboratori didattici per varie fasce di utenti e visite guidate teatralizzate, sotto il marchio «Castelli e Musei della
Puglia», raccogliendo consensi e seguito sui social (www.
facebook.com/castelliemuseianimati e www.twitter.com/
CastelliMusei). Abbiamo registrato incrementi di visitatori
nei siti in gestione. Castel del Monte è rientrato nei 30 siti
più visitati d’Italia.
Progetti?
Con il direttore del Polo Museale vogliamo raddoppiare entro
il termine della concessione i numeri attuali di tutti i siti. Dobbiamo valorizzare il territorio nell’ottica di un sistema aperto
capace di andare incontro al possibile pubblico.
q M.Ros.
Approfittatene, sono non profit
Pellegrinaggi romanici sulle vie Francigene
Puglia. Puglia Creativa è un distretto produttivo composto dalle imprese culturali della regione
che si sono messe in rete e raccordate con le varie politiche locali. Vi aderiscono organismi attivi
nei settori di musica, teatro, danza, arti visive, design, servizi, nuove tecnologie e Ict, multimedia
e broadcasting, cinema e audiovisivo, insieme a Università, agenzie culturali regionali, Apulia
Film Commission e Teatro Pubblico. La Regione Puglia sostiene il non profit dal punto di vista
promozionale, mettendo a disposizione infrastrutture e proponendo bandi a sostegno di festival,
produzioni audiovisive, mostre, convegni e pubblicazioni. In questo habitat si sono sviluppate e
rafforzate svariate organizzazioni senza fini di lucro, che hanno fatto della cultura, delle arti
visive e delle pratiche sociali il proprio fulcro di attività. Pioniere è stato il programma «Bollenti
spiriti», nato nel 2005 per dare spazio ai pugliesi under 35 impegnati nella riqualificazione sociale, culturale ed economica. Con lo stesso obiettivo sono nate o si sono rafforzate organizzazioni
senza fini di lucro disseminate in tutta la regione. Gallerie d’arte con un’anima non profit, le associazioni culturali indagano il Sud contemporaneo con mostre, residenze e azioni rivolte a soggetti privati locali, collezionisti e appassionati d’arte. Tra le iniziative in programma vi è quella di
Ramdom, associazione culturale di Gagliano del Capo (Le) fondata da Paolo Mele e Luca Coclite,
che dal 13 al 19 luglio ospita la nuova edizione della masterclass «Default» e l’artista Carlos
Casas nell’ambito del progetto di residenza «Indagine sulle terre estreme». Nell’antica regione
della Capitanata è da segnalare anche Vessel impegnata a creare un hub di ricerca e produzione articolato tra didattica, pratica artistica e attività agricola. Manifatture Knos a Lecce è uno
spazio della Provincia affidato all’Associazione Sud Est dal 2006. Alla sua base vi è un progetto
culturale condiviso in cui sono coinvolte la popolazione e altre realtà come Induma, Officine
Kata Pelta, Ricuso e Luoghi Comuni. A Lecce operano anche Ammirato Culture House e Archiviazioni, una piattaforma di ricerca interdisciplinare con un archivio generativo. Nell’interland
leccese, a Palagiano c’è Startart e a Cannole NexTab, che opera organizzando residenze nelle
abitazioni del paese coordinate da Anna Cirignola. Entropie di Locorotondo si contraddistingue
per gli interventi espositivi in trulli, masserie, insediamenti rupestri e torri di guardia, seguendo
l’esempio di quanto fatto ad Alberobello e Polignano dalla cooperativa sociale A/Herostrato.
A Putignano, il consorzio I Make è impegnato a rendere interdisciplinare il Carnevale, mentre
l’Associazione Culturale Area C di Trani si dedica a progetti di arte-territorio nei giardini della
città. Da segnalare, ancora, le mostre del Torrioni Passari-Centro per l’Arte Contemporanea a
Molfetta, con artisti internazionali, ed Eclettica Culturale dell’Arte con il progetto «Intramoenia
Extra Art» nei Castelli di Puglia, vincitore del Programma Cultura della Commissione Europea.
Non va infine dimenticato il Momart-Motore Meridiano delle Arti, nato intorno a Moma, ex
discoteca di Adelfia sequestrata nel 2007 dall’antimafia di Bari e riqualificata dall’associazione
Libera come luogo incubatore di artisti pugliesi (nella foto Giuseppe De Mattia, Terre Estreme
2014, Ramdom, particolare).
Puglia. Un soggiorno in Puglia non può prescindere da visite, libere o guidate, alle chiese
romaniche sorte nel Medioevo lungo vie Francigene, i percorsi dei pellegrinaggi verso
i luoghi Santi. Costruite sull’asse est-ovest con le facciate rivolte a est e le absidi a
ovest, nel giorno del solstizio d’estate al tramonto sono attraversate dai raggi del sole
che filtrano dal rosone e colpiscono l’altare centrale creando un effetto scenografico. In
tutte le Cattedrali è possibile visitare ipogei e cripte. Il promontorio del Gargano, con
l’antichissimo Santuario di San Michele sul Monte Sant’Angelo, eretto sulla grotta dove
l’arcangelo lasciò l’orma del piede, è meta del moderno turismo religioso, grazie anche
alla vicina San Giovanni Rotondo, città di Padre Pio. Proseguendo in Capitanata, la Cattedrale dell’Assunta a Troia conserva il portale con porta bronzea e intarsi marmorei
d’ispirazione bizantina eseguiti da Oderisio da Benevento nel 1119, e un prezioso rosone
d’importazione. In Terra di Bari, la Cattedrale di Ruvo dedicata a Santa Maria Assunta è
stata riaperta dopo un importante restauro. Fu ricostruita dopo la distruzione della città
del XII secolo, utilizzando il vecchio materiale lapideo. La Basilica di San Nicola a Bari
(nella foto) custodisce i resti del celebre vescovo e uno straordinario corredo scultoreo, il
portale dei leoni, i capitelli, la cripta, il ciborio e la Cattedra dell’abate Elia del 1098. Da
non dimenticare la Cattedrale di San Sabino ad Andria e quella di Santa Maria Maggiore
a Barletta, città che conserva un altro edificio romanico di grande rilievo, la Basilica del
Santo Sepolcro con il suo Tesoro. Sul fianco sinistro di quest’ultima si erge il cosiddetto
Colosso di Barletta, statua bronzea di Eraclio paludato di vesti imperiali alta circa 5 metri (V secolo). Proseguendo verso sud s’incontra la Concattedrale Santa Maria Assunta
di Ostuni: la facciata con elementi gotici e romanici ha il suo fulcro nel grande rosone
centrale con il Cristo Salvator Mundi attorniato da sette cherubini. Anche la Basilica di
Santa Caterina d’Alessandria, nel centro storico di Galatina, si colloca tra Romanico e
Gotico. Fu costruita su una preesistente chiesa bizantina di rito greco risalente al IX-X
secolo, le cui tracce si osservano nel muro esterno della navata in cui è inglobata l’abside. Fu realizzata tra il 1369 e il 1391 per volontà di Raimondello Orsini del Balzo. q G.C.
Nessuno sa di arte tutto quello che sanno i lettori di
IL GIORNALE DELL’ARTE
Ogni anno 11 numeri, oltre 1000 pagine. In ogni numero
e periodicamente
■ I Rapporti annuali dell’Arte
■ I «Vedere a...»
■ Le Guide alla Biennale
■ I Vademecum
Ogni giorno online su www.ilgiornaledellarte.com e sulle pagine Facebook e Twitter di «Il Giornale dell’Arte»
Vedere IN PUGLIA | 7
Il digitale da Muratcentoventidue
«Il riposo» di Raffaele Belliazzi
È la collezione il pilastro
della Pinacoteca Corrado Giaquinto
Il Museo barese comprende sculture e pitture dal Medioevo all’Ottocento,
presepi napoletani e xilografie giganti
Bari. La ricchezza delle collezioni, la produzione di
mostre ad hoc, i progetti di conservazione e ricerca
contraddistinguono la Pinacoteca Metropolitana Corrado
Giaquinto di Bari (già Pinacoteca Provinciale), diretta dagli
anni ’90 da Clara Gelao che ha indirizzato il Museo verso una
politica di approfondimento della collezione mediante progetti
espositivi piuttosto che verso mostre esterne preconfezionate.
Ha inoltre ampliato le collezioni con una convinta strategia di
acquisizioni. Il museo si trova al quarto piano del Palazzo della
Città metropolitana di Bari (già Provincia). Le raccolte della
Pinacoteca coprono un arco di dieci secoli e l’allestimento
permanente occupa 22 sale. Fulcro del percorso è la scultura
medievale pugliese, ma vi sono anche opere di arte veneta
del XV e XVI secolo, pittura pugliese e napoletana del Sei e
Settecento, un raffinato corpus di Corrado Giaquinto, lavori
ottocenteschi tra cui quelli di Francesco Netti e Giuseppe De
Nittis, opere di arte applicata, presepi napoletani ed esempi
di ceramiche locali del XVII e XVIII secolo. La storia della
Pinacoteca di Bari cominciò nel 1928 intorno a un nucleo di
dipinti provenienti dalle chiese del territorio, già conservati nel
Museo Archeologico, e di altri depositi ottenuti dalle Gallerie
Nazionali di Napoli e Roma ed è costellata da importanti lasciti,
il più prestigioso è quello dalla collezione Grieco, esposta dal
1987, con una cinquanta dipinti dell’Ottocento e della prima
metà del Novecento. Nel 2002 si è aggiunta la collezione
del Banco di Napoli, con 23 dipinti di Gennaro Coppola,
Baldassare de Caro, Giacomo Farelli, Salvator Rosa e altri,
in deposito decennale rinnovabile. Recenti restauri sono stati
eseguiti sul corpus di dipinti di autori veneti provenienti dalle
chiese del territorio, tra questi un trittico e un polittico di
Antonio Vivarini, «San Pietro Martire» di Giovanni Bellini
e opere di Paris Bordon, Paolo Veronese e Tintoretto. A
ciò si aggiungono gli interventi su un’icona del XIV secolo
attribuita a Giovanni da Taranto e alla monumentale
xilografia (5 metri di altezza) di Petrus Wouters, risalente
al XVII secolo. Il Museo non si propone come luogo di
raccolta e salvaguardia delle opere, ma anche, e soprattutto,
come piattaforma di riflessione e formazione, come vuole la
direttrice Gelao, che dal 1994 propone mostre interamente
prodotte dalla Pinacoteca. Dal 2000, anno delle celebrazioni per
i settant’anni di attività, le rassegne vertono in prevalenza su
singole collezioni o singoli artisti: ne sono un esempio«Intorno
a Corrado Giaquinto. Acquisizioni-donazioni-restauri
1993-2004»; i disegni, acquerelli e litografie dell’archivio
Congedo; Gabriele Basilico con il suo lavoro su Bari; Gaetano
Stella; Achille Mauri; la donazione Ferrara; Antonio Di Pillo;
Paladino; Riccardo Tota; Paris Bordon; Michele Depalma e
Carlo Guarienti. Tutte mostre accompagnate da programmi di
mediazione e didattici e da cataloghi accurati.
I fiori di Morino
lizzare gli interventi negli spazi cittadini. Fino al 16 settembre in
galleria c’è la personale di Sam3 «Città effimera». L’artista aveva
partecipato al progetto di arte urbana e racconta le suggestioni
colte in mappe inedite. Le sue silhouette nere prendono forma
scultorea e i frangiflutti sono stati da lui colorati con un pigmento
che verrà cancellato dall’acqua.
Come selezionate gli artisti?
Per vicinanza d’età, convergenza di sguardi e interessi.
Qual è la prossima mostra?
La personale di Marta Roberti dal 9 ottobre. I suoi lavori su carta
grafite sono eseguiti con una tecnica che ricorda la scultura: procede per sottrazione. Lavorava in bianco e nero, ma da quando
si è trasferita a Taipei ha iniziato a usare i colori. q Mariella Rossi
Doppelgaenger, Palazzo Verrone, via Verrone 8, Bari, mag.-set.: lun-ven17-20; ott.-apr. mar-sab 17-20, tel. 392/8203006,
www.doppelgaenger.it; «Sam3. Città effimera» fino al 16 settembre
Vedere IN BARI | 8
Muratcentoventidue Artecontemporanea, via G. Murat 122/b, Bari,
tel. 334/8714094-392/5985840, www.muratcentoventidue.com
Pinacoteca Corrado Giaquinto, via Spalato 19, lungomare Nazario
Sauro 27, Bari, tel. 080/5412420/22/23/24/26/27, mar-sab
9-19, dom 9-13, www.pinacotecabari.it
Una galleria giovane
nella città vecchia
BARI. Doeppelgaenger è la galleria fondata da Antonella Spano
e Michele Spinelli (nella foto). Ne parla Antonella Spano.
Come e quando è nata la galleria?
Nel 2012 da un’idea mia e di Michele Spinelli, il mio socio. È
ispirata al vero senso del rapporto con gli artisti, alla volontà
di recuperare condivisione d’intenti, obiettivi e impegno comuni.
Che cosa significa Doppelgaenger?
È tedesco e significa letteralmente l’altro (doppel) che passa (gaenger). Io abito nella galleria e anche l’artista. L’idea di residenza
per artisti è nel Dna della Galleria.
Dov’è ubicata la sede?
Nel borgo antico, in un palazzo del 1200. Il dialogo con la storia,
la pietra viva e gli archi è sempre interessante per gli artisti.
Avete rapporti con il quartiere?
Il borgo antico è ancora molto autoctono, non si aspettava il nostro arrivo, ma ci ha accolto come un faro nella nebbia. Inoltre arrivano continuamente collezionisti, scuole e molti turisti dell’arte.
Bari come accoglie l’arte contemporanea?
La Galleria Bonomo in quarant’anni ha fatto un grande lavoro sul
territorio, ma non sufficiente a educare la città. C’è fame di arte
contemporanea e manca ancora un’istituzione pubblica.
Realizzate progetti di arte urbana?
Da giugno 2013 organizziamo «Fresh Flaneurs» invitando sei artisti internazionali. Il Comune ci ha accordato il permesso di rea-
BARI. Fondata da Lello Gelao e Angela Gonnella dando
priorità alla ricerca e alla sperimentazione piuttosto che
all’aspetto commerciale, Muratcentoventidue Artecontemporanea è stata inaugurata nel 2007 come costola
di un’associazione culturale. La galleria punta su artisti
emergenti impegnati con le più attuali tecnologie, privilegiando la videoarte e l’immagine digitale. Gli artisti che
collaborano sono, per scelta, perlopiù donne, protagoniste di mostre curate dalla stessa galleria, da noti critici
pugliesi o da giovani curatori come Eleonora Farina. Tra
tutte: Elena Arzuffi, Elena Bellantoni, Rita Casdia, Margarida Paiva, Valentina Ferrandes, Natalia Saurin, Kristina
Kvalvik, Kaia Hugin, Anahita Hekmat, Elisabetta di Sopra
(nella foto, una veduta della sua personale). Tra gli eventi
più significativi ospitati da Muratcentoventidue, la personale di Chiara Fumai nel 2011 e quelle recenti di Giulia
Caira, Anahita Razmi e Anahita Hekmat, artista iraniana
le cui opere sono esposte attualmente in una collettiva con Rita Casdia, Elisabetta di Sopra, Chrischa Venus
Oswald, Jenna Pippett e Karen Trask. Non manca infine
uno sguardo a identità e culture del Nord Europa, documentate da Johanna Reich, Kaia Hugin, Kristina Kvalvik,
Kaia Leijon, Rikke Flensberg, Sybille Kroos e Nele Waldert. La programmazione della galleria riprenderà il 10
ottobre con la personale della tedesca Chrischa Venus
Oswald, proseguirà con quella della tunisina Nicène Kossentini (a dicembre), con una collettiva di video d’animazione (a febbraio), mentre Barbara Brugola ad aprile
presenterà un progetto realizzato in collaborazione con
un artista norvegese. q G.C.
Bari. La mostra «I fiori di Morino», voluta e coordinata da
Clara Gelao e curata da Giacomo Lanzilotta, pone a confronto 13 dipinti di Pasquale Morino, recentemente entrati
nella collezione della Pinacoteca grazie alla donazione di
Alba Morino, con opere di autori che lo hanno accompagnato nelle diverse fasi della carriera. Allo stretto legame
con la Scuola Romana fanno capo, per esempio, la «Natura morta» dell’amico Mario Mafai (dalla collezione Grieco),
le opere di Onofrio Martinelli e quelle di Adriana Pincherle. Le frequentazioni del periodo pugliese sono evocate
dall’opera «Natura morta con rosa azzurra» di Luigi Russo
del 1969, mentre la stagione milanese degli anni Sessanta è documentata,
infine, dalle nature
morte con fiori e
con vasi di Morino
(nella foto, «Vaso
con dalie»).
Pinacoteca Corrado
Giaquinto, via Spalato
19, lungomare
Nazario Sauro 27,
Bari,
tel. 080/541242022-23-24-26-27, marsab 9-19, dom 9-13,
www.pinacotecabari.it,
«I fiori di Morino», fino
al 30 settembre
Rosalba Branà
La Fondazione
Pino Pascali in pixel
La direttrice Rosalba Branà illustra il rinnovamento
della sede e il canale transmediale ArTVision
Polignano a Mare (Ba). Dopo la risistemazione degli spazi durata qualche mese, il 3 luglio
ha riaperto i battenti la Fondazione Museo Pino Pascali nell’ex mattatoio sul mare. Per
l’occasione presenta fino al 30 agosto la rassegna intitolata «Synthesis», che comprende
le opere dei tre recenti progetti in cui è stata impegnata la Fondazione basati su collaborazioni internazionali e, al tempo stesso, su uno sguardo approfondito alla cultura del
territorio. La Fondazione Museo Pino Pascali è l’unico museo stabile di arte contemporanea in Puglia. È stata istituita nel 2010 e inaugurata nel 2012. Il museo, invece, risale
al 1998 e si deve alle donazione dei genitori di Pino Pascali al Comune di Polignano. Negli
anni la collezione si è arricchita di opere di Jan Fabre, Jake & Dinos Chapman, Nathalie
Djurberg, Fabrizio Plessi, Adrian Paci, Mat Collishaw e molti altri. La direttrice Rosalba
Branà racconta il restyling della sede e i progetti.
Com’è articolato il museo?
La sede è un ex mattatoio d’inizio Novecento, ubicato in uno splendido scenario naturale a strapiombo sul mare, con una piccola isola di fronte. Grazie al restyling appena ultimato, ci siamo dotati di
un Caffè Letterario, di un roof garden e di un piccolo parco sculture.
Quali sono i progetti più importanti ai quali partecipate?
Siamo protagonisti del progetto europeo e regionale arTVision-a live art channel, finanziato nell’ambito del Programma europeo Ipa Adriatic-Cbc 2007-13 con l’intento di mobilitare e connettere l’energia creativa dei giovani artisti chiamati a partecipare. Lead partner è la Regione Puglia. Con gli
altri partner, Albania, Croazia, Montenegro e Regione Veneto, abbiamo creato la piattaforma web
www.artvision.agency, predisposta alla visione di 150 video realizzati dalle cinque Tv Crews istituite
nell’ambito del progetto. Abbiamo prodotto documentari su artisti giovani o affermati, servizi dal
taglio giornalistico su mostre, eventi, seminari e presentazioni di libri, lavorando sulle cose interessanti di arte contemporanea transitate in Puglia; nello stesso modo hanno operato gli altri Paesi e
istituzioni coinvolti. Abbiamo organizzato la mostra itinerante «Coexistence. Per una nuova koinè
adriatica», che ha toccato le maggiori città dei territori coinvolti, da Tirana in Albania a Cetinje in
Montenegro, da Rijeka in Croazia a Venezia, e che si conclude a Polignano a Mare nel nostro Museo.
Questo progetto biennale ha offerto l’occasione per stringere rapporti di dialogo e interscambio
transfrontalieri: l’Adriatico è il mare che unisce pur conservando le identità e le diversità specifiche.
Un altro progetto sostenuto dalla Comunità Europea è stato l’I.c.e. (Innovation, Culture and Creativity for a new Economy), che ha coinvolto l’Albania, il Montenegro e la Grecia. È stato gestito dalla
Regione Puglia e dal Teatro Pubblico Pugliese e curato da Giusy Caroppo. Fate Velaj (Albania), Mary
Zygouri (Grecia), Dusica Ivetic (Montenegro), Dario Agrimi e Luigi Presicce (Italia) si sono confrontati
e hanno prodotto opere con i maestri cartapestai dell’antico carnevale di Putignano, celebre in tutto
il mondo.
Avete in programma residenze per artisti?
Siamo coinvolti nel progetto Sac-Sistemi Ambientali e Culturali «Mari tra le mura: nel blu dipinto
di Puglia», un progetto finanziato dalla Regione Puglia a valere sul PO Fesr Puglia 2007-13 Asse IV
«Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo», che ha messo in rete
quattro comuni, due sul mare (Polignano e Mola di Bari) due nell’entroterra (Rutigliano e Conversano). Venti artisti, selezionati tramite Bando europeo, sono stati ospitati in Residenza nei quattro
Comuni per un mese e hanno prodotto un’opera esposta poi in una mostra in prestigiosi spazi storici
come il Castello Angioino di Mola, il Convento dei Benedettini a Conversano, il Museo della terracotta a Rutigliano e il vecchio Museo Pascali ubicato nel centro storico di Polignano. Un’esperienza
proficua che sarà ripetuta dopo l’estate.
Che rapporto avete con i giovani artisti del territorio?
Abbiamo una Project room dedicata a loro e a giovani critici e curatori.
Quali sono i prossimi obiettivi?
Rafforzare i rapporti con le realtà balcaniche, potenziare la partecipazione a progetti europei, sostenere i nostri giovani artisti, implementare la collezione e rendere ancora più internazionale il
Premio Pascali. q M.Ros.
Fondazione Museo Pino Pascali-Museo d’Arte Contemporanea, via Parco del Lauro 119,
Polignano a Mare (Ba), tel. 080/4249534, mar-dom 17-22, www.museopinopascali.it
Dall’alto, La Fondazione Museo Pino Pascali © Cosmo Laera
e «Cradle» di Giuseppe Teofilo
Blu di Puglia
POLIGNANO A MARE (Ba). Ad andare in mostra alla Fondazione Museo Pino Pascali fino al 30 agosto in occasione della riapertura degli spazi sono anche le opere
di «Nel blu dipinto di Puglia», un progetto che rientra
nel Sac-Mari tra le mura ed è curato dalla Fondazione
con il coordinamento di Anna D’Elia e Lia De Venere. Si
tratta di un progetto pluriennale di residenze d’artista
inusuale in Puglia per dimensione e per localizzazione,
che quest’anno verrà ripetuto. Attraverso un bando
sono stati selezionati giovani artisti internazionali che
per tre settimane sono stati ospiti come artisti in residenza presso quattro paesi del barese. «Dare senso
ai luoghi» era lo slogan del bando e a Polignano gli
artisti sono stati ospitati nell’ex sede del Museo, a
Mola di Bari nella Casa delle Culture, a Rutigliano nel
Palazzo San Domenico e a Conversano nel monastero
benedettino. Gli artisti invitati lo scorso anno per la
prima edizione sono venti, tra cui Sergio Racanati, Nicole Voltan (nella foto, durante la
residenza), Giulia Bonora, Boris Chouvellon, Claudia Giannuli e Chiara De Marco. Durante
questa intensa esperienza hanno vissuto nei palazzi storici e approfondito il contatto con
la cultura del luogo interagendo con gli abitanti del luogo durante laboratori, open studio e
workshop, e ancora esplorazioni dei luoghi, indagini e ricerche. Ora al Museo Pino Pascali,
nell’ambito del progetto espositivo «Synthesis», è esposta una selezione delle opere che
hanno realizzato, in particolare di Raffaele Fiorella, Claudia Giannuli, Gianluca Marinelli,
mentre il giorno dell’opening c’è stata una performance di Isabella Mongelli.
Fondazione Museo Pino Pascali, Museo d’Arte Contemporanea,
via Parco del Lauro 119, Polignano a Mare (Ba), tel. 080/4249534, mar-dom 17-22,
www.museopinopascali.it, «Synthesis: Nel blu dipinto di Puglia. Sac-Mari tra le mura» fino al 30 agosto
European Territorial Cooperation Programme
Greece - Italy
2007- 2013
INVESTING IN OUR FUTURE
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Struttura di Missione DPCM 1/6/2014
Racconti di immagini, video, installazioni, performances, fotografie
FONDAZIONE MUSEO PINO PASCALI
dal 3 luglio al 30 agosto 2015
h 17/22 - lunedì chiuso / museopinopascali.it / [email protected]
Vedere A POLIGNANO a mare | 9
Pietro Marino
Il Museo Pascali, la Taranta
e la Galleria che non c’è
Il giornalista e critico d’arte Pietro Marino
fa il punto sullo stato del contemporaneo in Puglia
PUGLIA. Giornalista e critico d’arte curioso, sarcastico e con eccellenti doti divulgative, Pietro Marino ha «scritto» la storia dell’arte contemporanea in Puglia attraverso più di 10mila articoli pubblicati in oltre cinquant’anni di carriera. Collabora con «La
Gazzetta del Mezzogiorno», di cui è stato anche vicedirettore. Per noi analizza lo stato dell’arte contemporanea nella regione.
La Puglia è una periferia dell’arte ?
La Puglia non è più sconosciuta, parla e può parlare al mondo se lo ascolta e si attrezza al confronto. Abbiamo fatto parecchi passi in avanti, ma non
basta. I cambiamenti sono rapidi, servono conoscenze adeguate e strategie flessibili.
Quindi valuta bene le politiche culturali regionali degli ultimi dieci anni?
Nel decennio vendoliano la cultura e la pratica delle «narrazioni» hanno sollecitato fermenti e costruito un’immagine attrattiva. Meritorio il sostegno a
eventi come la «Notte della Taranta», il «Festival della Valle d’Itria» o dell’arte contemporanea con «Intramoenia Extra Art». L’intuizione che occorressero
strutture stabili ha portato alla nascita di alcune Fondazioni, che sono però poco dotate di mezzi, di vera autonomia e di respiro progettuale. La più
incisiva è stata l’Apulia Film Commission. Il ricorso ai fondi europei ha conosciuto luci e ombre. È stata positiva l’attenzione alla creatività giovanile
con programmi interessanti ma transitori. È stato importante il lavoro legislativo in materia urbanistica, territoriale, ambientale e dei beni culturali.
Come le sembra il progetto del Pac-Polo delle arti contemporanee di Bari?
«La Galleria che non c’è» è stata una mia battaglia. Occorre una struttura pubblica stabile per l’arte contemporanea. È prioritario definire i contenuti
prima del contenitore. Il dibattito a Bari e in Puglia è andato in direzioni diverse, con ambizioni e improvvisazioni di segno opposto ma egualmente
improduttive di risultati. L’ultima idea del Comune di Bari (ancora priva dei connotati di progetto) parte dall’asserzione che non ci sono le condizioni
per un «museo» tradizionale con una collezione permanente. In alternativa pensano a un luogo interdisciplinare e polifunzionale produttore di eventi
con il coinvolgimento di privati. È un’impostazione tanto interessante quanto densa di fumo. Molto dipenderà dalle persone.
In provincia di Bari, a Polignano a Mare c’è la Fondazione Museo Pino Pascali.
La Fondazione Pascali ha fatto e fa molto con generosità d’iniziative. Il suo ruolo va ripensato nell’ambito della Città metropolitana e della
rete regionale.
Quali sono i migliori artisti, curatori e istituzioni pugliesi e perché?
Non m’interessano classifiche e graduatorie. Da segretario della mostra del «Maggio di Bari» ho fatto abolire i premi ancor prima del Sessantotto. Certo non posso dimenticare il rapporto di ricerca e di promozione che ho condotto su Pino Pascali. Che cosa caratterizza l’arte pugliese?
La ricerca di una identità regionale fondata sulla pittura di paesaggio ha occupato il percorso della prima metà del Novecento. La messa a
punto di un diverso rapporto immaginario con la natura e il mito mediterranei ha coinvolto molti autori pugliesi tra gli anni Sessanta e gli
Ottanta, dopo Pascali, l’Arte povera, la Transavanguardia. Le nuove generazioni attive nella società globalizzata, liquida e telematica non si
pongono problemi del genere. Da trent’anni nel mondo non ci sono più scuole o tendenze. La «pugliesità» potrà semmai riconoscersi a posteriori e senza progetto, come affioramento archetipico, come segno di memoria privata e collettiva o di disagio sociale.
Quali cambiamenti auspica?
Che la Puglia diventi una regione attrezzata per l’accoglienza e il dialogo e aperta al cambiamento. q Giusy Caroppo
Un cratere ellenico nella fortezza
normanna-sveva di Gioia del Colle
Il nuovo allestimento del Museo Nazionale Archeologico
Gioia del Colle (Ba).
L’allestimento del Museo
Nazionale Archeologico di
Gioia del Colle nel Castello
Normanno-Svevo, fortezza
simbolo della città con il
vicino Parco Archeologico
del Monte Sannace, è stato
recentemente rinnovato. Il
Soprintendente Archeologo
della Puglia, Luigi La Rocca
Qui sopra, particolare del
e la direttrice del Museo e del
cratere del pittore di
Parco, Angela Ciancio, hanno
Memnon. A destra olla a
ripensato il percorso espositivo
geometria bicroma
per dare forma al «museo
della Peucezia», l’antica regione che coincide con la Puglia
centrale. Figura un’importante selezione di ritrovamenti del
sito di Monte Sannace, l’esempio meglio conservato di città
fortificata della Peucezia, aperto al pubblico dal 1992. Dal
1977, invece, si può visitare il Museo Archeologico all’interno
del Castello che fa «parte delle opere fortificate pugliesi di epoca
federiciana, spiega Angela Ciancio, che conservano più integralmente
l’impianto architettonico, con un ampio cortile quadrangolare, le
imponenti torri angolari e le poderose cortine con paramento a conci
bugnati. Diversamente dagli altri castelli della Puglia, prosegue la
direttrice, quello di Gioia del Colle non ha subìto rilevanti modifiche
dopo il periodo normanno-svevo». Al centro del nuovo allestimento
vi è un grande cratere corinzio decorato con figure nere,
proveniente da un gruppo di reperti tombali del VI secolo
a.C. rinvenuti sul Monte Sannace durante gli scavi del 2002.
È un raro esemplare attribuito al Pittore di Memnon, il
noto pittore e ceramista ellenico. Sul vaso sono raffigurati il
duello tra l’eroe greco Achille e il guerriero troiano Memnon
(scena di combattimento tratta dal mito omerico) e una
processione funebre di donne ammantate. «A Gioia del Colle,
conclude Angela Ciancio, il pubblico trova un’offerta ampia, varia
e incomparabile: può visitare un castello federiciano pressoché intatto e
una ricca collezione archeologica modernamente allestita, a pochi passi
da un Parco archeologico e naturalistico attrezzato, tutto da esplorare».
Castello Normanno-Svevo e Museo Nazionale Archeologico
di Gioia del Colle, piazza dei Martiri del 1799, 1, Gioia del Colle,
tel. 080/3481305, lun-dom 8,30-19,15, www.archeopuglia.
beniculturali.it. Parco Archeologico di Monte Sannace, S.P. Gioia
del Colle-Turi Km 4,5, Gioia del Colle, tel. 080/3483052,
mer-dom 9-15
Vedere In puglia, A POLIGNANO A MARE E A GIOIA DEL COLLE | 10
, Dal
Carnevale di cartapesta
al Museo Pino Pascali
polignano a Mare (Ba). La Puglia è solcata da tanti segni del
passato, ma esprime anche progetti che guardano «indietro»
con vitalità contemporanea. E l’arte è il miglior volano per
mescolare e promuovere, rileggendole con uno sguardo nuovo, storia, manualità, identità. È quanto riescono a mettere
in atto due iniziative come «Carnaval_Visual Art» e «Made
in loco». Nato nell’ambito del Programma di cooperazione
transfrontaliera Grecia-Italia 2007-2013, in particolare nel
Progetto strategico Ice (Innovation Creativity Economy), «Carnaval_Visual_Art» è organizzato dal Teatro Pubblico Pugliese
con la finalità di dar corpo a un’idea innovativa di una Rete
stabile delle Città europee del Carnevale, privilegiando linguaggi come il teatro e le arti visive. È un concept, ideato e
curato da Giusy Caroppo in collaborazione con la Fondazione
Museo Pino Pascali, che ha riunito a Putignano cinque artisti la cui ricerca s’incentra su tematiche identitarie e sociopolitiche. Dario Agrimi e Luigi Presicce per l’Italia, Fate Velaj
per l’Albania, Mary Zygouri per la Grecia, Dušica Ivetic per il
Montenegro hanno vissuto, secondo la pratica della residenza
d’artista, la grande festa popolare del Carnevale di Putignano,
incontrandone protagonisti e fautori (tra questi, il Consorzio
I Make e il maestro cartapestaio Deni Bianco) per realizzare
ognuno un’opera inedita, «raccontata» fino al 30 agosto in
una mostra collettiva allestita da luglio a settembre alla Fondazione Museo Pino Pascali a Polignano a Mare nell’ambito
del progetto espositivo «Synthesis». Si va dall’idea del travestimento come mezzo per ingannare anche Dio, nell’opera di
Dario Agrimi che allude a una figura, Lucifero, che si sposa
perfettamente con le simbologie carnascialesche, agli inquietanti manichini gemelli di Mary Zygouri, residuati di una performance nell’ex carcere del paese, in cui attori e spettatori
hanno vissuto una sensazione di claustrofobica costrizione;
e poi, in ricordo della «performance per un solo spettatore,
accompagnato» di Luigi Presicce intitolata a santo Stefano,
una splendida foto del tableau vivant, erede di colte citazioni,
da Ensor ad Arrabal; e si finisce con le materie prime del
Carnevale: la cartapesta, condensata in un muro alto 2 metri
e realizzato con una tonnellata di quotidiani da Dušica Ivetic
e le facce della gente, mascherate o no, insieme ai mille colori della festa, che popolano le 140 fotografie di Fate Velaj,
selezionate tra circa 7mila scatti: un’immersione totale nella
grande saga che si ripete, con la stessa ritualità, ogni anno.
In collaborazione con i Comuni meridionali si svolge il progetto
«Made in loco», quest’anno alla seconda edizione, con artigiani di altre regioni invitati a dialogare con il territorio attraverso
workshop e mostre. Grottaglie e Laterza sono città entrambe
riconosciute come «centro di antica produzione ceramica», inserite nel novero dei 36 centri nazionali tutelati dal marchio
Cat per la «Ceramica artistica e tradizionale»; e proprio a Grottaglie risiede una delle più rinomate ceramiste, Enza Fasano,
la cui produzione va dalla tipica brocca per l’acqua
(detta
cucco) a svariate
declinazioni tradizionali, con uno stile attualissimo. Ed è a Grottaglie che «Made in loco. La ceramica
di Grottaglie e Laterza fra tradizione ed innovazione», ideato
dalla Direzione Regionale per i Beni e le Attività culturali della
Puglia, finanziato con fondi europei messi a disposizione dalla
Regione Puglia nell’ambito dei Fesr e raccontato in un ibook,
ha riscoperto in chiave anche turistica questa forma d’artigianato d’eccellenza. Con bando pubblico ha selezionato gli
artisti Giovanni Maffucci di Pistoia, per la «residenza» di Grottaglie, e la piemontese Maria Teresa Rosa di Castellamonte,
per Laterza. E con la declinazione «I centri del Salento fra arte
del tessuto e Fiber art» si è aggiudicata la residenza nella Fondazione Le Costantine di Uggiano La Chiesa (Le) anche Paola
Besana di Milano, artista dal lungo percorso internazionale
nel campo della Fiber art.
Fondazione Museo Pino Pascali, Museo d’Arte Contemporanea,
via Parco del Lauro 119, Polignano a Mare (Ba), tel. 080/4249534,
mar-dom 17-22, www.museopinopascali.it, «Synthesis:
Carnaval_Visual Art» fino al 30 agosto; «Made in loco»,
www.puglia.beniculturali.it
Romano Exhibit,
esibizionisti
di professione
Emiddio Romano dietro le quinte
di molte installazioni contemporanee
MODUGNO (Ba). Lo slogan che Emiddio Romano ha scelto
per la sua azienda Romano Exhibit è «esibizionisti di
professione». Attiva dal 1982 prevalentemente nel settore
espositivo, l’azienda ha un’indiscussa esperienza (frutto
degli interessi del titolare, raffinato e curioso collezionista)
nel settore dell’organizzazione di mostre d’arte, dove riesce
a soddisfare qualsiasi esigenza logistica e allestitiva. «Nel
1997, spiega, organizzammo nello Stadio della Vittoria di Bari la
nostra prima mostra “Odisseo (Ulysses)”. Quest’esperienza aprì la
strada a straordinarie collaborazioni. Siamo passati dalle mostre
del Maggio barese, con i grandi artisti scelti da Ludovico Pratesi,
all’edizione leccese di Sensi Contemporanei (la tranche di Biennale
che Francesco Bonami volle portare al Sud), fino alle numerose
edizioni di Intramoenia Extra Art, in cui ci siamo confrontati
con luoghi non convenzionali e monumentali e con opere site
specific. Abbiamo curato organizzazione e logistica della trasferta
lagunare dell’Evento collaterale della 54ma Biennale, intitolato
«Pino Pascali. Ritorno a Venezia», promosso dalla Regione Puglia
con la Fondazione Museo Pascali, le mostre organizzate per la
Pinacoteca Provinciale, «Da sopra, giù nel fossato» (curata da
Achille Bonito Oliva) all’esterno del Castello Svevo di Bari, le edizioni
del Premio Lum per l’Arte Contemporanea, le mostre di Arte
povera al Teatro Margherita e i grandi eventi del capoluogo, tra
cui il BiFest. Il mio contributo è anche quello di promuovere artisti
e sponsorizzare mostre». Tra le recenti installazioni prodotte
dall’azienda vi è «Holy Circles in Body Square» di
Daniela Corbascio a Bari in piazza Umberto, circa trenta
parole luminose realizzate con cerchi in neon a luce rossa.
Conclude Emiddio Romano: «Grafica e architettura si fondono
coinvolgendo tecnologia, natura e artificio. Nella sovrabbondanza
d’immagini che eventi e mostre offrono costantemente, la qualità
si definisce proprio nella capacità di progettare gli spazi ove poter
percepire queste immagini».
L’allestimento delle opere di Guillermina De Gennaro e Daniela Corbascio nel Forte a mare di Brindisi
Romano Exhibit, viale delle Margherite 24, Modugno (Ba),
tel. 080/5365979, www.romanoexhibit.it, [email protected]
In 200mila per le animazioni
in 3D nel castello di Federico II
Andria (Bat). Dal 10 agosto al 30 ottobre Castel del Monte
(nella foto © Carlos Solito), patrimonio Unesco, ospita la
rassegna «Vini di Puglia», realizzata nell’ambito di «Expo e
Territori». La mostra propone un percorso diacronico nella
storia della produzione vinicola regionale attraverso animazioni tridimensionali nella modalità del videomapping.
«Castel del Monte, spiega la direttrice Anna Vella, è universalmente noto per la sua forma ottagonale perfetta e armonica, è un elegante esempio di architettura medioevale, caratterizzata da elementi decorativi sia romanici sia
gotici. La carenza di documenti ha alimentato suggestive
ipotesi in merito alle reali ragioni che hanno spinto Federico II a far costruire l’edificio. Le diverse interpretazioni
hanno avvolto il castello in un misterioso interesse, attraendo numerosissimi visitatori (oltre 200mila lo scorso
anno) e facendone la principale meta turistica della Puglia». q M.Ros.
Castel del Monte, lun-dom 10,15-19,30; agosto e settembre:
lun-dom 9,15-18,30; ottobre: lun-sab 9,15-18,30, dom 9,15-18,30/
20-23, tel. 0883/569997, www.casteldelmonte.beniculturali.it,
«Expo e territori: Vini di Puglia» dal 10 agosto al 30 ottobre
Vedere A modugno e ANDRIA | 11
Doppia:Layout
Doppia:Layout 11 17/06/15
17/06/15 14:59
14:59 Pagina
Pagina 11
Vieni a scoprire
Sei Meraviglie
Per ulteriori informazioni su orari, eventi e costi: www.novaapulia.it
•• Ingresso
Ingresso gratuito
gratuito e
e ulteriori
ulteriori agevolazioni
agevolazioni secondo
secondo quanto
quanto previsto
previsto
dalla
dalla normativa
normativa vigente.
vigente.
•• Ingresso
Ingresso gratuito
gratuito ogni
ogni prima
prima domenica
domenica del
del mese.
mese.
•• In
In occasione
occasione di
di mostre
mostre o
o eventi
eventi le
le tariffe
tariffe d’ingresso
d’ingresso possono
possono subire
subire delle
delle modifiche.
modifiche.
Biglietteria online:
www.novaapulia.it
www.vivaticket.it
in Puglia
www.facebook.com/
castelliemuseianimati
www.twitter.com/
CastelliMusei
A Castel del Monte
lo spettatore impara
Condivisione è la parola chiave
del Festival Internazionale di Andria
ANDRIA (BAT). È un ponte tra culture e tra passato e futuro
il Festival Internazionale di Andria Castel dei Mondi
che si svolgerà dal 22 al 30 agosto nella cornice di
Castel del Monte e in diversi luoghi del centro storico e
del territorio cittadino.
Saranno una trentina, uniti sotto il titolo «Geografie del
linguaggio», gli spettacoli di questa 19ma edizione che,
spaziando negli ambiti della musica e del teatro, aprono un
triennio programmatico a cavallo con la celebrazione del
ventennale del Festival e contraddistinto da parole chiave
come materia, paesaggi e saperi. Le modalità espressive
che si incrociano sono sempre sperimentali, ma in alcuni
casi ripensano la tradizione, in altri si spingono in territori
tecnologici e virtuali. Quest’anno sono un esempio gli
Hotel Modern con le loro telecamere che inquadrano e
ingrandiscono miniature e i Karromato che usano invece
le marionette, o ancora l’Orchestra Daunia e la musica
contemporanea dei Soundscapes. Ospite d’eccezione sarà
Neri Marcorè con il suo «Ora volo tranquillo». Tra le nazioni
rappresentate figurano l’Olanda, la Repubblica Ceca e Malta.
Ci si attende quest’anno di replicare il successo della scorsa
edizione, che ha visto la presenza di 12mila spettatori agli
spettacoli e quasi il doppio di visitatori sul sito web del Festival.
Il ponte creato è anche tra il palco e la platea: il Festival
infatti ha dato vita a una «scuola dello spettatore», che offre
una guida alla visione e uno scambio di idee e condivisione
di emozioni e sensazioni prima e dopo lo spettacolo con gli
altri spettatori e con gli operatori. Condivisione è quindi la
parola chiave di queste ultime edizioni e anche in questo
Castel del Monte funge da inaspettato simbolo ideale in
quanto, malgrado la sua posizione defilata e il suo aspetto
impenetrabile, rappresentava un elemento essenziale nel
sistema di comunicazione all’interno della rete castellare
voluta da Federico II grazie alla sua collocazione in cima ad
una collina di 540 metri sul livello del mare.
Il Festival Internazionale di Andria Castel dei Mondi è
promosso dal Comune di Andria con il sostegno della Regione
Puglia, del Ministero dei Beni culturali e del Turismo e la
collaborazione dell’Associazione Culturale Malearti.
Miguel Chevalier, «Magic Carpets», 2014, Festival Castel dei Mondi. Sotto: Compagnie AMCB, «Hakanai», 2014, Festival Castel dei Mondi.
Foto Romain Etienne
Festival Internazionale di Andria Castel dei Mondi, Andria (BAT),
tel. 0883/261605 www.festivalcasteldeimondi.it, 19a edizione
dal 22 al 30 agosto
De Nittis torna all’Expo
Barletta (BAT). Giuseppe De Nittis (Barletta 1846-Saint-Germain-en-Laye 1884) torna all’Expo dopo oltre cento anni con l’opera «Colazione in giardino»
esposta a Milano nella prima sala della mostra «Arts & Foods. Rituali dal 1851» a cura di Germano Celant. La prima volta ci era stato nel 1878 quando
partecipò con dodici tra le sue opere più celebri all’Esposizione Internazionale di Parigi, ricevendo la medaglia d’oro. Per celebrare questa coincidenza che
pone sotto i riflettori il nome dell’artista di origini pugliesi, attivo a Parigi e a Londra, nella sede rinascimentale di Palazzo Marra la Pinacoteca di Barletta
presenta ora una mostra intitolata proprio «De Nittis e l’Expo» con una selezione di opere coeve all’Esposizione universale e presentate in quell’occasione
(nella foto, «La National Gallery e la chiesa di Saint Martin a Londra»).
Pinacoteca Giuseppe De Nittis Palazzo della Marra, via Cialdini 74, Barletta (Bat)
A Bisceglie la pietra unisce
Bisceglie (BAT). Dal 25 settembre prende il via un nuovo
capitolo del progetto «Intramoenia Extra Art», un modello di
«museo temporaneo diffuso» che coinvolge siti di interesse
storico e paesaggistico in un dialogo inedito con l’arte contemporanea. Dopo aver presentato nelle edizioni passate, a
partire dal 2005, opere di artisti come Jan Fabre, Ernesto
Neto, Sislej Xhafa, Stefano Cagol, Paolo Chaisera, Moataz
Nasr inserite nel suggestivo contesto storico e architettonico dei castelli di Puglia, quest’anno l’attenzione è tutta
focalizzata sull’elemento della pietra. Sotto questo comune
denominatore sono però riuniti luoghi, epoche e declinazioni
assai diversi, tanto che si va dai dinosauri alle stalagmiti,
dai dolmen all’epoca rinascimentale. Maggiormente interessato da questa edizione è la città di Bisceglie, dove l’attenzione della curatrice Giusy Caroppo è andata al Palazzo
Tupputi per via della lavorazione a bugnatura della pietra
delle sue pareti esterne. Le altre location che ospiteranno le opere a Bisceglie sono di tutt’altro tipo e vanno dal
sito di interesse archeologico delle Cave Mastrodonato al
Dolmen della Chianca, risalente all’Età del Bronzo, un imponente monumento megalitico. In altre sedi ancora la natura prende il sopravvento sull’uomo, visto che ci si sposta
nelle estese Grotte di Castellana di interesse speleologico
e nelle Cave di Altamura con le sue migliaia di orme di
dinosauri, luogo dove venne rivenuto lo scheletro integro
dell’Uomo di Altamura vissuto 200mila anni fa. In stretto
contatto con questi incredibili luoghi che il progetto espositivo dà l’occasione di visitare innescando interazioni tra
la contemporaneità e passati quantomai lontani, verranno
create opere inedite di scultura sonora, performance, pittura
e installazione di artisti del territorio, come Sergio Racanati, Francesco Schiavulli, Irene Petrafesa e Vito Maiullari,
e di nomi nazionali e internazionali, a cui si aggiungono gli
artigiani performer Artizan in revolt e la collaborazione con
Ram-Radio arte mobile (nella foto, Palazzo Tupputi).
Bisceglie (Palazzo Tupputi, Dolmen della Chianca, Cave Mastrodonato), Cave di Altamura, Grotte di Castellana, www.intramoeniaextrart.it, «Intramoenia Extra Art. Casa futuro pietra» dal 25 settembre al 19 dicembre
Vedere Ad ANDRIA, BARLETTA E BISCEGLIE | 14
La differenza
Il vostro libro
Il vostro catalogo
La vostra monografia
Firmati Allemandi
www.allemandi.com
Una veduta dell’allestimento
nel Museo Civico di Foggia
Dal villaggio neolitico
alla pittura contemporanea
Le sezioni del Museo Civico tra ceramiche, ricostruzioni etnografiche,
reperti archeologici e opere di artisti internazionali
Foggia. Il Museo Civico di Foggia fu costituito nel 1931,
sebbene la sua sede (Municipio fino al 1898), abbia più
antiche fondazioni. Da sempre suddiviso in Museo di
Tradizioni Popolari, Pinacoteca e Sezione Archeologica, in
seguito al riordino del 2000 si è ulteriormente specializzato
in Sezione Archeologica ed Etnografica, Pinacoteca e
Lapidario, all’interno di un sistema museale che include
il parco archeologico Passo di Corvo, la Pinacoteca
Il 9cento e il Palazzetto dell’arte, entrambi aperti al
contemporaneo. La direttrice Gloria Fazia, archeologa,
dirigente del Comune di Foggia da diversi decenni, è
artefice della recente evoluzione degli spazi espositivi.
Per raggiungere il Lapidario si passa accanto a un
mosaico a ciottoli di fiume proveniente da Arpi e si
attraversano gli ambienti della Tomba dei Cavalieri (del
IV a.C.) e dell’Ipogeo della Medusa (III-II secolo a.C.),
importanti testimonianze della necropoli arpana. Nel
percorso vengono ricostruite tipiche storie locali attraverso
oggetti del costume popolare garganico, ceramiche, abiti
femminili, riproposti ambienti del primo Novecento, come
una casa di paese con la cucina e l’angolo del riposo allestiti
attorno al telaio; non mancano, inoltre, pezzi rari come lo
scettro e la corona della Regina del Grano, eletta a Foggia
nel 1910. Il pezzo forte del Museo è la moderna Sezione
archeologica dedicata a Marina Mazzei, archeologa
foggiana prematuramente scomparsa nel 2005 (celebri i
suoi studi sulla ceramica policroma arpana). Il percorso
comprende materiali dauni datati dal Neolitico, fondendo
etnografia e antropologia e offrendo una panoramica della
civiltà che si sviluppò dal VI al IV millennio a.C. nel
Tavoliere, nei tanti villaggi trincerati basati su agricoltura,
allevamento e produzione di vasi in ceramica, dei quali
sono esposti frammenti provenienti in particolare da
Foggia e da Passo di Corvo, un’area archeologica a circa
7 chilometri da Foggia che mostra i resti di un villaggio
neolitico di 6mila anni fa documentato dai segni nel
terreno, un fondo di capanna, silos e piattaforme di pietre e
pozzetti. Grande spazio viene dato poi a tutti i reperti della
civiltà daunia sviluppatasi dall’XI-X secolo a.C. nella Puglia
settentrionale: materiali e corredi funerari provenienti
da Arpi, Ordona, Ascoli, Salapia. Le contaminazioni tra
culture differenti e contigue emergono nella decorazione
geometrica dei vasi, simbolo dell’archeologia daunia
esposti accanto alle stele e ai reperti del mondo campano
quali buccheri, bronzetti e terrecotte architettoniche.
Le aderenze al magnogreco e la ceramica apula a figure
rosse è rappresentata, invece, dai vasi del Pittore di Arpi,
mentre l’ellenismo e l’età romana da prestigiosi corredi
di Ascoli e Arpi e dal materiale proveniente da Ordona.
La Pinacoteca del Museo è dedicata all’arte del XVIII e
XIX secolo, con un nucleo di dipinti di autori foggiani e
nazionali tra cui una Maddalena penitente del napoletano
Francesco De Mura, opere di Domenico Morelli,
Edoardo Dalbono, Filippo Palizzi, Gioacchino Toma,
Giusepppe De Nigris, Domenico Caldara, Vincenzo
Dattoli, Nicola Parisi, Vincenzo Acquaviva e Pasquale
Tarantino. Tra tutti s’impone la figura di Francesco
Saverio Altamura, appassionato pittore di storia del tardo
Ottocento legato a visioni patriottiche ed etiche, vicino
per stile ai pittori macchiaioli. La Pinacoteca Il 9cento,
di recente istituzione, nell’ex Mercato Ferrante Aporti, è,
infine, luogo del contemporaneo con opere del XX secolo di
Carlo Levi, Renato Guttuso e dei pugliesi Giuseppe Ar,
Luigi Schingo, Alberto Testi e Gustavo Valentini.
q Giusy Caroppo
Museo Civico di Foggia, piazza Nigri 1, tel.0881/814042/41,
lun-dom 9-13, mar/gio 16-19, [email protected]
Pinacoteca Civica «Il 9Cento», via Marchese de Rosa,
lun-dom 9-13, mar/gio 16-19
Area Archeologica Passo di Corvo, Strada per San Marco in
Lamis, località Arpinova, tel. 0881/700693
Nel Museo Civico il divertimento è tecnologico
Foggia. Il Museo Civico si sta dotando di una serie di tablet da mettere a disposizione dei visitatori, uno strumento innovativo attraverso il quale punta a rinnovare il dialogo tra pubblico e museo. Questo nuovo accompagnamento alla visita è
basato su uno stile narrativo coinvolgente e diretto, offre vari link ispirati dalle opere esposte, musiche e una poesia in
dialetto foggiano. Di prossima inaugurazione è anche la sala dedicata a due splendidi mosaici provenienti da Arpi, accompagnati da un’accurata presentazione costituita da proiezioni a parete, sempre all’insegna della più moderna tecnologia.
L’istituzione civica di Foggia diventa così un museo-laboratorio che spazia dalla preistoria all’arte contemporanea e che
accresce giornalmente il numero dei visitatori, specie dei più piccoli perché, come recita il titolo di uno dei progetti di edutainment (realizzati dall’associazione utopikaMente) a loro rivolti, «al museo mi diverto!».
RACCONTIAMO LA STORIA E L’ARTE
DELLA DAUNIA
DALLA PREISTORIA A OGGI
Comune di Foggia
Assessorato alla Cultura
SISTEMA MUSEALE CIVICO
Info: tel 0881.814042/041
Museo Civico
Parco Archeologico Passo di Corvo
Vedere A FOGGIA | 16
Civica Pinacoteca il 9cento Palazzetto dell’Arte “Andrea Pazienza”
Cultura e solidarietà
per una Fondazione dalla lunga storia
Programmi mostre e attività della Fondazione Banca del Monte di Foggia
La facciata della Fondazione Banca del Monte di Foggia
Foggia. Su 89 Fondazioni bancarie presenti in Italia,
il Sud ne conta solo 5, una delle quali, la Fondazione
Banca del Monte di Foggia, deriva da una piccola
banca con una lunga storia che risale al 1587, l’anno in
cui fu istituito il Pio Monte di Santa Maria della Pietà.
Sin dall’inizio della sua attività, nel 1994, la Fondazione
ha dedicato grande attenzione all’arte contemporanea,
acquisendo tra l’altro, alcuni anni fa, il fondo Alfredo
Bortoluzzi ed evitandone la dispersione. Si tratta della
collezione dell’artista di origine italiana nato a Karlsruhe,
formatosi al Bauhaus di Dessau con Klee, Kandinskij e
Schlemmer, vissuto a Peschici sul Gargano fino alla sua
morte avvenuta nel 1998. Oltre 700 lavori su carta e
parte del suo archivio sono stati presentati al pubblico
dal 2010 con una serie di mostre allestite nella galleria
della Fondazione, che svolge un impegno ad ampio
raggio nella promozione culturale, valorizzazione e tutela
dei beni storici e artistici, come spiega il presidente
Saverio Russo: «La Fondazione sostiene la cultura, al pari
della solidarietà. Sono questi i due settori più rilevanti ai quali
è destinato l’80% delle risorse erogabili, che ammontano ogni
anno a circa 700mila euro». Tra le iniziative organizzate
annualmente a Foggia dalla Fondazione, in qualche caso
con altri enti, ci sono il Festival delle idee «Colloquia»,
la rassegna di letteratura per l’infanzia Buck, la biennale
TraCarte (quest’anno con opere della Fondazione
Berardelli di Brescia), il festival degli artisti di
strada, la festa della musica, esposizioni di fotografia,
accanto a mostre e restauri di opere d’arte nel territorio
provinciale. Nell’ultimo anno, inoltre, la Fondazione
ha ripristinato piazza Mercato e finanziato il nuovo
organo della Cattedrale di Foggia. L’ente di origine
bancaria promuove anche bandi per finanziare specifiche
attività nel campo del sociale e collabora con enti locali,
istituzioni pubbliche ed associazioni. Nei prossimi sei
mesi sono in programma due mostre dedicate a Herbert
Voss (un artista tedesco vissuto negli anni Sessanta del
Novecento a Monte Sant’Angelo) e a Bortoluzzi. «Con
queste due rassegne, conclude Saverio Russo, proseguiamo
il progetto iniziato nel 2008 con la mostra su Beuys, dedicato
agli artisti stranieri che hanno trascorso parte della loro vita in
Capitanata e in particolare sul Gargano, traendo ispirazione
dalla nostra terra». q Giusy Caroppo
Fondazione Banca del Monte di Foggia, Via Arpi 152, Foggia
www.fondazionebdmfoggia.com
I grifoni di Ascoli Satriano all’Expo
Ascoli Satriano (Foggia). Arrivano dalla cittadina del foggiano i più importanti ambasciatori della Puglia ad Expo 2015, i grifoni
del IV secolo a.C. Ora sono esposti a Milano in Palazzo Italia, uno degli edifici del Padiglione Italia, nella mostra «Identità italiana»
ideata da Marco Balich. Al loro cospetto altri quattro capolavori: la «Ebe» di Antonio Canova concessa in prestito dai Musei Civici
di Forlì, la «Vucciria» di Renato Guttuso di proprietà dell’Università di Palermo e due statue di Demetra provenienti dagli Uffizi e dai
Musei Vaticani. I grifoni hanno lasciato il Polo Museale di Ascoli Satriano composto da Museo Diocesano e Museo Civico dove
ogni anno sono ammirati da 25mila visitatori e dove sono conservati dal 2010. Scoperti negli anni Settanta durante scavi clandestini, dal 1985 furono conservati al Getty Museum di Los Angeles per poi essere restituiti all’Italia nel 2007. Realizzate in marmo
policromo, le due figure mitologiche sbranano una cerva e costituiscono un sostegno di mensa (trapezophoros) per un’architettura
funeraria indubbiamente di una famiglia dell’élite della società del tempo. Fanno parte di un complesso di reperti di età daunia che
non sono stati inviati a Milano e che di conseguenza si possono ammirare per tutta l’estate al Museo di Ascoli Satriano (tra di essi
uno splendido cratere marmoreo con tracce di policromia). Il museo conserva anche opere di altre epoche, come la statua romana
di Apollo (II secolo d.C.). Questa condivide con i grifoni il fatto di essere stata vittima di trafugamenti e di essere tornata dove venne
rinvenuta. Il territorio di Ascoli Satriano rappresenta infatti un luogo di eccezionale interesse archeologico con la domus romana
di età augustea di piazza San Francesco con pavimento a mosaico, il Parco Archeologico dei Dauni «Pasquale Rosario» e il Parco
Archeologico di Faragola a pochi chilometri dal centro. q M. Ros.
Totò, Sordi, Nureyev e Sinatra
nei teatri della Puglia
In Puglia la cultura del teatro è diffusa capillarmente anche grazie al Teatro Pubblico Pugliese-Organismo di Promozione e Formazione del pubblico, riconosciuto dal Mibact e attivo dal 1979.
Vi aderiscono più di 50 tra Comuni, Province e la stessa Regione Puglia, con circa 500 spettacoli e più di 130mila spettatori.
L’attività è rivolta a prosa, musica, danza, arti performative e
visive, all’insegna dell’internazionalità. Basti pensare al circuito
musicale Puglia Sounds, al network di danza Dansystem, alle
residenze teatrali Teatri Abitati, al teatro ragazzi, ai progetti finanziati da fondi Fesr, al programma transfrontaliero Ipa Adriatic
e Grecia-Italia, affidato dalla Regione allo staff del Tpp per aprire finestre sul Mediterraneo. La Puglia è punteggiata di teatri
storici. Da pochi mesi a Foggia ha riaperto dopo sette anni di
restauri il Teatro Comunale Umberto Giordano, il secondo più
antico del Mezzogiorno dopo il San Carlo di Napoli. Progettato
dall’architetto napoletano Luigi Oberty e inaugurato nel 1828,
era inizialmente intitolato al re Ferdinando di Borbone; dopo l’Unità d’Italia fu denominato Teatro Dauno e nel 1928 dedicato al
grande compositore foggiano. La direzione artistica è affidata
all’attore e regista Michele Placido. Alla lirica è dedicato il più
importante teatro di Bari, il Petruzzelli, tornato all’antico splendore dopo un devastante incendio. Di proprietà della famiglia
Messeni Nemagna fino all’esproprio del 2006, è il quarto teatro
italiano per dimensioni ed è stato un tempo il più grande teatro
privato d’Europa. Dal 1954 è sottoposto a tutela come Monumento d’interesse storico e artistico e dal 1973 è Teatro di tradizione. Ha fatto da ribalta a nomi come Renato Bruson, Riccardo
Muti ma anche Wanda Osiris, Totò, Macario, Rudolf Nureyev,
Frank Sinatra e molti altri, oltre a essere stato il set di «Polvere
di stelle» di Alberto Sordi. Inaugurato nel 1872, il Teatro Curci di
Barletta custodisce le decorazioni di Giambattista Calò. Di fine
Ottocento è anche il Teatro Comunale Van Westerhout di Mola
di Bari. Fu inaugurato nel 1896 con la compagnia di operetta di
Gennaro Gonzales. Oltre a capitelli e mensole dorate, ha la volta
dipinta con scene allegoriche. Nel 1929 il teatro divenne cinema e ospitò varietà cadendo in decadenza. Il restauro del 1972
fu festeggiato con un concerto dell’orchestra sinfonica della Provincia diretta da Nino Rota, mentre la stagione di prosa debuttò
con Eduardo De Filippo. A Lecce il Teatro Politeama Principe di
Napoli, odierno Teatro Politeama Greco, fu invece inaugurato
nel 1884 con l’«Aida» di Giuseppe Verdi e nel 1894 vi debuttò
l’edizione riveduta della «Manon Lescaut» di Giacomo Puccini.
È stato riconosciuto Teatro di Tradizione nel 1979 e restituito
al pubblico nel 1994 (nella foto, l’interno del Teatro Umberto
Giordano di Foggia. Foto Franco Cautillo). q Giusy Caroppo
Polo Museale di Ascoli Satriano - Museo Diocesano e Museo Civico Polo Museale di Ascoli Satriano, via Santa Maria del Popolo 68, Ascoli
Satriano (Fg), tel. 0885/651756, mar-dom 9-12/18-20, www.polomusealeascolisatriano.blogspot.it
Fondazione Banca del Monte
di Foggia
presi per
incantamento
HERBERT VOSS E IL GARGANO
presenza e memoria
ALFREDO BORTOLUZZI
antologica
Herbert Voss
Schöningen 1913
Berlino 1971
Alfredo Bortoluzzi
Karlsruhe 1905
Peschici 1995
31 ottobre
4 dicembre 2015
19 dicembre 2015
28 gennaio 2016
ARTISTI TEDESCHI SUL GARGANO
Galleria della Fondazione
Via Arpi, 152 - Foggia
Vedere a FOGGIA E ASCOLI SATRIANO | 17
Ambienti culturali
multi-sensoriali
LECCE. Apulia Cultural Identity Paths, finanziato dal bando
Start Up del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca) del 2013, è un progetto di ricerca applicata,
finalizzato a valorizzare il patrimonio culturale della Puglia,
grazie alla combinazione delle tecnologie digitali. Proposto
dall’ente di formazione Fo.Ri.S, Confindustria Brindisi, LuissDivisione Luiss Business School (spin off e start up con sede
nella regione), il progetto coinvolge amministrazioni pubbliche, soggetti detentori o gestori di un bene culturale presso
cui sperimentare attività di valorizzazione del patrimonio tangibile e intangibile, del turismo, dell’artigianato e della manifattura pugliese. Oltre alla progettazione di applicativi ideati
per favorire la fruizione dei beni culturali e dei servizi sia on
che offline, l’attenzione si concentrerà sull’ideazione di «ambienti sensibili» capaci di sperimentare processi immersivi
del fruitore nei luoghi, nelle tradizioni, nella storia. È prevista,
inoltre, la creazione di due ambienti multi-sensoriali in siti
d’interesse culturale, ovvero due spazi virtuali in cui vivere
un’esperienza d’immersione nella cultura e nell’autentica
identità locale, grazie al supporto di strumenti tecnologici in
grado di simulare e ricostruire esperienze e scene di vita reale. Ad accogliere tale iniziativa sono la sede di Cavallino, nel
distretto del Salento e la Sala Diomede nel Museo Civico di
Foggia. La fruizione è garantita tra luglio e agosto 2015, in
occasione di Puglia Open Days (nella foto, la Chiesa rupestre
della Candelora, Massafra. Foto Mirabilia Sistemi).
Apulia Cultural Identity Paths, www.businessschool.luiss.it/
wp-content/uploads/2015/06/APULIA-IDENTITY-CULTURAL-PATHSEXPO-2015_18-giugno-2015.pdf
La Basilica di Santa Croce © Vittorio Giannella
Il Barocco e la Taranta nell’estate del Salento
Gli architettonici sfondi del Festival di musica tradizionale
Lecce e provincia. Nel piazzale dell’ex Convento degli Agostiniani a Melpignano (Lecce), di fronte a 150mila spettatori, si
tiene ogni anno il grande concerto finale del Festival La Notte della Taranta, uno dei maggiori festival di musica popolare
d’Europa che attira oltre 320mila presenze. La 18ma edizione si svolge dal 4 al 22 agosto con un programma itinerante di
concerti di musica popolare salentina in una quindicina di comuni della Grecìa salentina e della provincia di Lecce, tra cui
Alessano, Calimera, Cursi, Cutrofiano, Martignano, Sternatia e Galatina.
Quest’anno sono attesi 60 gruppi musicali provenienti da tutto il mondo in quanto
la musica popolare salentina viene fatta dialogare con altri linguaggi musicali come
il jazz, il rock e tradizioni musicali popolari lontane. Ogni anno viene nominato un
maestro concertatore, un protagonista della scena musicale internazionale che
funge da padrino alla manifestazione: ora è la volta di Phil Manzanera, chitarrista
britannico dei Roxy Music e coproduttore dei Pink Floyd, che prende il posto di
Giovanni Sollima, mentre anni fa ci sono stati Goran Bregovic e Stewart Copeland.
Il Festival è indubbiamente mediatico, con dirette radiofoniche e televisive integrali
con Rai Radio 2 e Rai 5, e internazionale, con concerti tenuti dalla sua Orchestra
Popolare durante tutto l’anno in ogni angolo del pianeta, da New York a Pechino a
Kuwait City; ma è impagabile riuscire a prendere parte ai concerti nella cornice dei
luoghi dove questa musica antica è nata.
L’evento conclusivo del Festival a Melpignano ha come sfondo l’ex convento
degli Agostiniani, con annessa chiesa del Carmine, che presenta sulla facciata un
elaborato portale barocco con la statua del patrono sant’Oronzo. L’interno a croce
latina è impreziosito da un soffitto ligneo a lacunari intagliati e dorati risalente al
1685, dalle tele di Giuseppe da Brindisi, dall’altare maggiore in marmo e bronzo
dedicato a Maria Assunta e commissionato a marmorari napoletani e da dodici
altari minori. A fare da sfondo ai concerti del Festival è anche il Duomo di Lecce,
dedicato all’Assunta, costruito nel 1144 e ristrutturato intorno al 1670 da Gustavo
Zimbalo. Tra le altre location nell’entroterra salentino vi è la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Galatina, fondata intorno
alla metà del XIV secolo e riedificata tra il 1621 e il 1633 e terminata nel 1770, in pietra leccese e in stile tardo barocco. La perla
del Barocco leccese è però la Basilica di Santa Croce a Lecce, con l’attiguo ex Convento dei Celestini. La Basilica fu eretta
nel 1549 e terminata nel 1695. Di Cesare Penna il prezioso rosone centrale del 1646 posto tra due colonne corinzie e decorato
da una corona circolare di foglie d’acanto. Sulla facciata a tre ordini si legge la dedica al simbolo della Croce, con riferimento
alla vittoria sui Turchi nella battaglia di Lepanto del 1571. Il fastoso complesso edilizio dell’attiguo Palazzo dei Celestini non
è da meno, fu residenza dei frati beniamini della famiglia reale angioina, oggi è sede della Prefettura e della Provincia. La
caratteristica unica del Barocco leccese è l’esuberante apparato scenografico di superficie generato degli scalpellini con
la docile pietra leccese, che con il passare del tempo assume un tipico colore ambrato. Nella realtà un escamotage: tale
materiale sopperiva infatti alla mancanza di marmi e pietre dure impiegati per le chiese e per i palazzi di Napoli, capitale
del Regno. Oltre a Lecce e ai comuni leccesi come Galatina, Galatone, Lequile, Nardò, San Cesario di Lecce e San Donato di
Lecce, i poli di riferimento del Barocco pugliese sono l’Alto Tavoliere, con i comuni di Castelnuovo della Daunia, Chieuti,
Poggio Imperiale, San Paolo Civitate, San Severo, Serracapriola, l’area centro meridionale della regione e il nord-barese, con
il territorio di Martina Franca e Francavilla Fontana, e luoghi meno esplorati nelle aree di Brindisi, Taranto, Bari e Barletta,
dove è possibile ammirare l’unicum barocco di Palazzo della Marra, sede della Pinacoteca De Nittis.
La Notte della Taranta, vari comuni della Grecìa salentina e della provincia di Lecce, tel. 0836/439008, www.lanottedellataranta.it,
La Notte della Taranta. 18ma edizione, dal 4 al 22 agosto
Pistoletto e Labianca nel Castello di Gallipoli
Gallipoli (LECCE). Tornato all’antico splendore lo scorso anno dopo anni d’incuria, il Castello di Gallipoli presenta fino
al 27 settembre Michelangelo Pistoletto a cura di Manuela Gandini. L’artista ha ideato per la Piazza d’Armi un’opera
site specific, «Terzo Paradiso»: un ceppo di ulivo ultrasecolare dentro al quale germoglierà un nuovo ulivo (nella foto di
Letizia Gatti). Nella sala ennagonale ritorna il riferimento alla cultura locale: vi è installato un tavolo a forma di Mar Mediterraneo intorno al quale sono collocate sedie provenienti dai Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum. La mostra,
prodotta dall’agenzia Orione che gestisce il Castello in sinergia con l’amministrazione comunale di Gallipoli, prosegue
con una selezione di opere specchianti. In contemporanea una retrospettiva di Beppe Labianca sul tema del viaggio a
cura di Carmelo Cipriani.
Castello di Gallipoli, piazza Imbriani, Gallipoli (Lecce), giugno e settembre 10-21, luglio e agosto 10-24, www.castellogallipoli.it,
«Michelangelo Pistoletto» e «Beppe Labianca. Sognando Itaca» fino al 27 settembre
Vedere A LECCE E GALLIPOLI | 18
Manoocher Deghati
L’iraniano che si sente
a casa in un trullo
Veduta della mostra It’s all about paper
Nunzia Perrone
Fresca di stampa
La progettualità giovane e internazionale
di A100 Gallery
Galatina (LE). Essere in provincia e non sentirlo grazie a collaborazioni internazionali (con la
Westminster University of Architecture e il loro spazio espositivo Ambika P3) e progetti esterni
(lo scorso anno al Castello di Acaya) è il segreto della giovane A100 Gallery, nata nel 2013 come
piattaforma per lo sviluppo di progetti e divenuta galleria nel 2014 con spazi espositivi in un edificio neoclassico del centro storico. L’attitudine progettuale non è comunque cambiata, ce ne parla
la titolare Nunzia Perrone, mentre direttore artistico è Lorenzo Madaro.
In corso è una mostra estesa: su che cosa avete lavorato?
«It’s all about paper» è una panoramica che intende investigare l’importanza di un supporto apparentemente
secondario, la carta appunto, nella ricerca di diciassette artisti italiani e stranieri, tra nomi storici e giovani
artisti ormai consolidati. Lo spazio della galleria, cinque sale più una project room per la video-arte, ha consentito anche un allestimento fluido in altrettante sezioni: si va dal disegno progettuale al libro d’artista, al
lavoro multimediale e installativo. Il progetto ha una sua natura anche editoriale, è infatti fresca di stampa
l’omonima pubblicazione, a cura di Lorenzo Madaro, con un testo di Andrea Zizzari, dedicata ai protagonisti
della mostra. Ma c’è anche la volontà di proseguire sul fronte della didattica e della divulgazione, ospitando
talk con curatori e workshop con artisti e creativi per approfondire le riflessioni scaturite dalla mostra.
Progetti esterni quest’anno?
Dal 24 luglio ai primi di settembre la galleria collaborerà, insieme a GAS - Gagliardi Art System di Torino,
a un progetto espositivo curato da Lorenzo Madaro e prodotto dal raggruppamento temporaneo di imprese Theutra, Oasimed e Novamusa al Castello Carlo V di Lecce. Giuseppe Capitano, Eva Caridi e Davide
Coltro, i protagonisti della mostra, dialogheranno tra loro, in un’architettura complessa e affascinante,
attorno alla memoria dell’uomo e alle loro culture visive di provenienza. Sono artisti diversi ma con
prospettive di ricerca per molti versi congruenti, sono pertanto contenta di poterli veder agire a stretto
contatto all’interno delle sale cinquecentesche del maniero. A100 Gallery è d’altronde sempre propensa a
concepire progetti esterni, sostenendo la produzione e la promozione del lavoro degli artisti a cui siamo
legati, anche in contesti istituzionali. Siamo infatti convinti che la galleria debba essere un contenitore
di idee e progettualità proiettate anche all’esterno della nostra sede, con una vocazione internazionale.
La galleria ha già dimostrato una speciale vocazione all’internazionalità…
Il nostro amico Giuseppe Appella, storico dell’arte di grande esperienza, ci ha sempre detto che si può, anzi si
deve, operare in periferia, ma sempre con uno sguardo, e un piede, fuori, anche oltre i confini nazionali. In tal
senso A100 Gallery, ancor prima di stabilirsi nel palazzotto primi ’900 di Galatina ha avviato collaborazioni e
progetti anche altrove. Nel 2011 abbiamo coordinato un impegnativo progetto installativo dell’artista greca Eva
Caridi alla Westminster University di Londra. Fu un lavoro per certi versi faticoso, ma certamente ricco di riscontri positivi per l’artista e per noi. Il Salento è una terra che sta vivendo un periodo estremamente fervido, è meta
di progetti e attenzioni, ma per molti versi è ancora un territorio periferico. Pertanto è chiaro che determinate
difficoltà legate al sistema dell’arte sono amplificate. Ma questo può essere il punto di partenza per una nuova
progettualità, per dar vita a nuove piattaforme di riflessione e promozione dei linguaggi della contemporaneità,
anche con il sostegno di professionisti provenienti da altre aree. Da diversi mesi, ad esempio, stiamo costruendo
un ponte con alcuni collezionisti tedeschi per il sostegno di progetti da mettere in piedi qui e in Germania: d’altronde solo cooperando si riescono a realizzare utopie che a prima vista sembrano irrealizzabili. q Mariella Rossi
A100 Gallery, piazza Alighieri 100, Galatina (Lecce), tel. 335/7224233, www.a100gallery.it, «It’s all
about paper» fino al 30 settembre
Castello Carlo V, viale 25 luglio, Lecce, tel 0832/246517 Giuseppe Capitano, Eva Caridi, Davide Coltro
fino al 10 settembre
Bellezze mediterranee
Otranto (LE). È il Meridione il protagonista delle 30 fotografie di Ferdinando Scianna esposte fino al 30 settembre
al Castello di Otranto nella mostra «Il Sud e le donne». Il
fotografo ha attraversato diverse regioni del Sud Italia per
immortalare uomini e donne. Ora i pugliesi tornano idealmente a casa. La scelta di Otranto risulta quanto mai
azzeccata visto che fu protagonista dell’omonimo Sacco
nel 1480, quando tutto il Meridione venne tenuto sotto
attacco dai turchi e quando il castello venne distrutto e
dovette essere ricostruito dagli aragonesi. Otranto come
porta sul Mediterraneo e su culture altre. La mostra è
prodotta dall’associazione Veluvre - Visioni culturali e dal
Comune di Otranto in collaborazione con la Regione Puglia e rientra nell’ambito della rassegna culturale «Tu non
conosci il Sud», che prevede momenti letterari, musicali e
teatrali a cura del giornalista e scrittore Oscar Iarussi (in
Puglia si è già tenuta a Bari). Il legame con la regione è nel titolo stesso tratto da una poesia
dell’autore di origini baresi Vittorio Bodini.
Castello Aragonese di Otranto, Cenobio, Otranto (Lecce), tel. 0836/806101, www.castelloaragoneseotranto.it, «Il Sud e le Donne» fino al 30 settembre
FotoArte Puglia alla dodicesima edizione
Taranto. Mostre, workshop, incontri, seminari, letture di Portfolio Italia e anche un NikonDay, tutto ciò e molto di più per la dodicesima edizione di FotoArte Puglia fino al 10 luglio tra
Salice Salentino, Brindisi, San Cesario, Statte e Taranto. Il festival diffuso nasce dall’idea
del circolo fotografico Il Castello di Taranto con il contributo delle associazioni Fotofucina
di Salice Salentino, InPhoto di Brindisi, Tempo di scatto di San Cesario, Obiettivi di Lecce e
Controluce di Statte. La manifestazione è realizzata con il patrocinio della Fiaf, della Regione
Puglia, delle Province di Taranto, Brindisi e Lecce, dei Comuni di Taranto, Salice Salentino,
Brindisi, San Cesario, Lecce, Statte e Copertino, e di Pugliapromozione. Dalle cartoline di Lorenzo Papadia, alle architetture di Moreno Maggi fino alle periferie dei Circoli Fotografici pugliesi, le città sono al centro di alcune delle ricerche presentate dal festival che propone anche un lato umano e un sorriso colto tra i conflitti e la miseria per opera di Manoocher
Deghati, i ritratti silenti delle donne contro la mafia di Francesco Francaviglia e l’anima
nella danza di Euro Rotelli. Oltre alle mostre FotoArte organizza incontri, come quello sulla
fotografia creativa con Maurizio Galimberti, e workshop che tendono a ripercorrere dalla
nascita alla conclusione un progetto fotografico o un reportage con relatori come Marco Di
Lauro e Daniele Riefolo. Molti sono i nomi e gli eventi del ricco ed eterogeneo calendario.
Tra gli altri fino al 12 luglio, presso il MuDI-Museo Diocesano di Taranto, nell’ambito di FotoArte
Puglia, si svolge la mostra di Manoocher Deghati dal titolo «Being Human». Il fotografo iraniano
ha rivestito ruoli importantissimi, è stato direttore di Associated Press e Agence France-Press per
tutto il Medio Oriente, corrispondente per «Time», «Life Magazine», «National Geographic» e molti
altri, ha vinto due volte il World Press Photo ed è stato nella giuria dello stesso premio. Ora vive in
Puglia e dal suo trullo lavora e progetta. Gli abbiamo rivolto qualche domanda.
Le foto esposte non puntano sulla notizia come ci si aspetterebbe da un fotoreporter.
Ho sempre cercato la parte umana, da cui appunto il titolo della mostra, anche durante i conflitti o le situazioni di vita difficili. Per la mostra ho scelto 20 fotografie scattate in tutto il mondo, dal Medio Oriente
al Sud America all’Africa, tenendomi lontano dai cliché fotografici, come i bambini deperiti con una mosca
sul volto, ho cercato invece di cogliere momenti di felicità e di ironia anche nella miseria.
Dopo una vita trascorsa in viaggi ha deciso di fermarsi in Puglia, come mai?
Sono in esilio da 30 anni dall’Iran: ciò mi ha dato la possibilità di viaggiare ma soprattutto di scegliere
dove vivere. Ho vissuto in luoghi diversi, in Kenya, in Egitto, in Costarica e a Gerusalemme, ogni 3-4 anni
cambiavo Paese, tutti i posti erano la mia casa. Un mio caro amico pugliese mi ha fatto conoscere circa
20 anni fa questa parte del mondo e mi sono innamorato. Ho conosciuto molti luoghi belli ma in nessuno
c’era una combinazione di natura rigogliosa, gente simpatica, cibo e vino ottimi e mare meraviglioso.
La tua casa è un trullo?
Si, una casa la trovi ovunque, ma il trullo ha un’architettura incredibile, queste cupole e le volte mi ricordano la mia infanzia, l’Iran e l’architettura orientale e quindi mi sento più a casa in un trullo.
In questa regione hai trovato degli spunti interessanti come fotografo?
Sì, sto lavorando per il National Geographic sulla storia della Puglia e della Sicilia e sulle relazioni con i
Paesi arabi del Nord Africa e la Turchia.
Progetti per il futuro?
Stiamo organizzando il primo Festival di Fotografia e Film sull’Archeologia e sui Beni Culturali, un evento
unico nel suo genere, probabilmente per il prossimo anno.
q Graziella Melania Geraci
MuDi - Museo Diocesano di Taranto, Vico I Seminario, Taranto, tel. 099/4716003, lun-dom 9,30-12,
«Manoocher Deghati: Being Human» fino al 12 luglio
Una domenica ad arte
Taranto. Il MuDi - Museo Diocesano di Taranto propone una serie di visite tematiche
ogni terza domenica del mese dal titolo «Una domenica ad arte» e dedicate al patrimonio del museo e alle tradizioni artistiche del territorio. Il secondo incontro è previsto
per il 19 luglio e incentrato sulla produzione scultorea e sulla lavorazione del legno,
dell’avorio e della cartapesta, ponendo l’attenzione sugli esempi lignei napoletani
presenti nell’allestimento museale e a quelli leccesi in cartapesta. L’appuntamento del
16 agosto invece si soffermerà sulla storia degli arcivescovi di Taranto invitando ad
ammirare i preziosi paramenti che caratterizzarono il loro episcopato; il titolo è «Sulla
cattedra di san Cataldo». A settembre la visita si svolgerà in particolare nella sezione
che illustra Ordini e Confraternite per sviluppare «Un viaggio nelle tradizioni e nella
pietà religiosa popolare». Con «Le chiese invisibili» il 18 ottobre verrà invece posta
l’attenzione su edifici religiosi a Taranto che non esistono più o sono chiusi da tempo,
tra queste le cappelle distrutte della Cattedrale di San Cataldo. A differenza della storia
ultracentenaria del Marta, il Museo Diocesano di Taranto è stato aperto al pubblico
solo quattro anni fa negli spazi del cinquecentesco seminario arcivescovile nella Città
Vecchia, dove è ospitato anche il laboratorio di restauro. Il percorso espositivo che si
snoda sui tre piani è sviluppato in sette sezioni tematiche che presentano oltre 300
oggetti tra arredi sacri, reliquie, quadri e sculture datati dal VII al XX secolo. Tra i
dipinti, da notare sono la tela dell’«Assunta» di Serafino Elmo, nato a Lecce nel 1696,
l’«Ecce Homo» di Paolo de Matteis (Orria, 1662 - Napoli 1728), la «Madonna della Salute» di Nicolò Porta, nato a Molfetta nel 1710 e contemporaneo di Corrado Giaquinto
(Molfetta, 1703 - Napoli, 1766), di cui il MuDI conserva «Il sogno di san Giuseppe»
del 1750-52. Il MuDI conserva inoltre il Tesoro di san Cataldo rinvenuto nell’XI secolo
durante gli scavi per la costruzione della Cattedrale e il topazio di re Ferdinando II.
MuDi - Museo Diocesano di Taranto, Vico I Seminario, Taranto, tel. 099/4716003, lun-dom 9,30-12,
«Una domenica ad arte» ogni terza domenica del mese alle 17,30 fino al 20 dicembre
Basilica di San Cataldo, piazza Duomo, Taranto, tel. 099/4707545, lun-dom 8-12 / 16,30-19,30
Vedere A GALATINA, OTRANTO e TARANTO | 19
Eugenia Vantaggiato
L’autonomia del Marta
Eugenia Vantaggiato racconta il riallestimento
del Museo Archeologico celebre per gli Ori di Taranto
Taranto. Fondato nel 1887, tra i più antichi e importanti d’Italia il MartaMuseo Nazionale Archeologico di Taranto è oggetto di un interesse specifico nella riforma del Mibact. Ne parla Eugenia Vantaggiato, direttore
del Segretariato Regionale del Mibact per la Puglia, referente del Ministero
nel rapporto con le istituzioni locali e con la Regione.
Com’è articolato il Museo?
Nella recente riforma voluta dal ministro Franceschini, il Marta è uno dei 18 musei
italiani dotati di particolare autonomia. Ha una collezione straordinaria di rilievo
nella scena culturale mondiale, basti citare gli Ori di Taranto. Il Museo gode inoltre
di una nuova veste espositiva adeguata ai nuovi criteri museografici e nei prossimi
mesi sarà ulteriormente ampliato lo spazio espositivo grazie al completamento delle
Una sala del Marta
sale dell’ultimo piano. Radicalmente rinnovato nell’allestimento e negli apparati di
fruizione, il Museo deve ora concentrare gli sforzi per essere inserito nei tour culturali
internazionali. La Magna Grecia, fulcro della collezione del Marta, è stata in passato meta prediletta del turismo dell’élite intellettuale proveniente dal
mondo anglosassone e tedesco. Quest’attenzione va recuperata anche attraverso gli strumenti messi a disposizione dalle nuove tecnologie. Il progetto di
rilancio passa inoltre attraverso una serie di iniziative condivise con altri attori del territorio. Tra queste un progetto in collaborazione con Pugliapromozione per promuovere la conoscenza di Taranto attraverso servizi televisivi.
Di che cosa ha bisogno Taranto?
L’imperativo indifferibile per rendere visitabile la città è la salvaguardia dei beni architettonici, alcuni dei quali versano in stato di abbandono. Tale
operazione può essere portata avanti solo con un coinvolgimento degli amministratori locali. Il cambiamento è iniziato anche a Taranto, analogamente
a quanto avvenuto a Bari, il cui centro storico fino a una ventina di anni fa era considerato non percorribile a causa del suo degrado anche sociale.
Stiamo sottoponendo a tutela alcuni edifici e verificando l’interesse di altri. L’obiettivo non è il mero restauro degli immobili, ma anche il loro utilizzo
come luoghi di accoglienza culturale nell’ottica di risolvere il nodo fra il recupero funzionale degli edifici di pregio architettonico e il loro uso.
Può fare un esempio?
Il Castello Alfonsino a Brindisi, un castello sul mare di proprietà demaniale. L’amministrazione comunale non ha le risorse necessarie al suo recupero.
Da anni il Mibact interviene per evitare che il castello con la sua rada e gli edifici annessi diventi un rudere irrecuperabile. Gli interventi conservativi
non sono però sufficienti a garantire la conservazione del bene, se questo non viene utilizzato. Ma l’ipotesi di gestione e fruizione non può vedere come
singolo attore il Ministero, può solo avvenire attraverso il concorso con le forze locali e, perché no, attraverso accordi con privati.
Qual è la strategia per raggiungere tali obiettivi?
Le istanze devono partire da esigenze specifiche del territorio e soprattutto devono coinvolgere gli abitanti del luogo di riferimento. È questo il rapporto
che si deve instaurare. Troppe volte manca il coinvolgimento, le iniziative sono decise in maniera avulsa dal territorio, calate dall’alto e non rappresentative delle istanze prodotte o semplicemente note grazie alle analisi in nostro possesso. q Mariella Rossi
Marta-Museo Nazionale Archeologico di Taranto, via Cavour 10, Taranto, tel. 099/4532112, lun-dom 8,30-19,30, www.museotaranto.org
Gli ori di Mastroianni
Al Marta gli ori del Novecento
dialogano con quelli antichi
Taranto. È ospitato al Marta fino al 15 ottobre il progetto
espositivo «Gli ori di Mastroianni», ideato da Il Cigno in
collaborazione con Nova Apulia (società che gestisce i servizi al
pubblico del museo), curato da Marco Di Capua e organizzato
da Il Cigno GG Edizioni in collaborazione con Il Centro Studi
dell’Opera di Umberto Mastroianni. La mostra mette in luce la
produzione orafa dell’artista (Fontana Liri 1910 - Marino 1998)
proprio nel museo principalmente noto per le importanti
collezioni di oreficeria magnogreca. Nell’allestimento una
selezione di esempi di arte orafa antica realizzati con le
tecniche della cesellatura, martellatura e filigrana è posta
in dialogo con opere di Mastroianni della seconda metà del
secolo scorso. Viene così instaurato un confronto tra passato
e presente che permette al visitatore di immaginare una linea
ideale di continuità di questa modalità espressiva universale.
L’esposizione offre l’occasione per entrare in contatto con
una produzione meno nota dell’artista presentata per la
prima volta al pubblico nel 1963 alla Galleria Cavourrina di
Torino e poi praticata per tutta la carriera parallelamente alla
più nota attività pittorica e soprattutto scultorea. Sue infatti
sono numerose opere monumentali in bronzo come interventi
permanenti d’arte pubblica in diverse città d’Italia; nel ’58
venne insignito del Gran Premio Nazionale per la Scultura alla
Biennale di Venezia.
La mostra segue quella, sempre al Marta, dedicata lo scorso
anno da Il Cigno e Nova Apulia a Giacomo Manzù e precede
una serie di mostre temporanee (attualmente in attesa di
approvazione) che le due società stanno organizzando e che si
terranno nei mesi a venire in altri Musei Nazionali in Puglia.
Per la cornice d’eccezione di Castel del Monte è stata
proposta la mostra «Leonardo Fibonacci e il numero
aureo» (dal Rinascimento all’arte contemporanea) che
immergerà il visitatore in un universo sospeso tra matematica
e arte. Alle immagini del Rinascimento dove l’estetica risponde
a modelli matematico-geometrici, si affiancheranno opere
Vedere A TARANTO | 20
Umberto Mastroianni,
Omaggio a Palma
Bucarelli, 1974 ciondolo
in oro colorato con
collare
di artisti moderni
e contemporanei
come Giorgio de
Chirico, Piero Pizzi
Cannella, Arnaldo
Pomodoro, Veronica
Gaido, Alberto
Biasi, Cristiano
Pintaldi, Oliviero
Rainaldi, Piero
Guccione e Mario
Ceroli (curatore
della mostra sarà
Antonino Zichichi).
Nel Parco
Archeologico di Egnazia sarà allestito il progetto espositivo
«Here lies one whose name was written in water» (Qui
giace uno il cui nome era scritto nell’acqua) di Gregorio
Botta, già esposto nel Palazzo Te a Mantova. L’artista ha
creato una serie di nove lastre sull’acqua, ognuna delle quali
riproduce una parola della frase lapidaria di John Keats
dedicata al tema del tempo, dell’instabilità e dell’eternità.
Curatore è Lóránd Hegyi e ad Egnazia la mostra assumerà
nuovi livelli di lettura rispetto all’utilizzo delle parole del poeta
inglese dal momento che la Puglia è stata meta prediletta
dal pubblico britannico a partire dal Grand Tour. Infine, al
Castello Svevo di Trani è in programmazione la mostra
interattiva «Quel genio di Archimede», già esposta al Museo
Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di
Milano e al Museo Explora di Roma. q M.Ros.
MARTA
Museo Nazionale Archeologico di Taranto, via Cavour 10,
Taranto,
tel. 099/4532112, lun-dom 8.30-19.30, www.museotaranto.
org, «Umberto Mastroianni» fino al 15 ottobre
Ori magnogreci
e vetri romani
Taranto. Sarà aperto al pubblico entro
la fine dell’anno il nuovo allestimento al
secondo piano del Marta-Museo Nazionale Archeologico di Taranto, uno dei
più importanti d’Italia per il valore
storico e l’estensione del patrimonio conservato. Si completerà così
il nuovo percorso espositivo la cui
prima tranche è stata aperta nel
2013 consentendo al pubblico di
ammirare gli Ori di Taranto, pregevoli
esempi di oreficeria di epoca magnogreca, nonché testimonianze locali di
epoca romana quali statue in marmo
e mosaici pavimentali che decoravano edifici di architettura pubblica
e ville del II secolo d.C. L’allestimento, a cura della direttrice del
Museo Antonietta dell’Aglio e del
gruppo scientifico della Soprintendenza Archeologica, è sviluppato secondo
criteri cronologici e tematici, e ripercorre la storia della
città e del territorio a partire dalla Preistoria e dall’epoca
arcaica. Nei nuovi spazi sarà presentata una parte mai
esposta prima della collezione del museo che con il tempo
si è andata ampliando: dai vetri romani splendidamente
conservati ai corredi tombali e le ceramiche rinvenuti negli
scavi degli ultimi dieci anni. L’attenzione sarà focalizzata
sulla statua della Persefone (nella foto) rinvenuta a Taranto durante uno scavo nel 1912 e ora conservata al Pergamonmuseum di Berlino. Tornerà a Taranto, ma non «in
carne e ossa», bensì in copia, mentre l’originale in marmo
di Paros rimarrà in Germania dove si trova dal dopoguerra
malgrado le reiterate richieste di restituzione intraprese
dall’Italia. La Persefone che sarà esposta a Taranto sarà
realizzata con la sofisticata tecnica del laser scanning e
l’uso di resine ad alta densità, capaci di rendere una fedele riproduzione della statua originale, tra le più importanti dell’epoca magnogreca. Una parte del percorso, in
particolare i corridoi che si affacciano sull’antico chiostro,
è invece dedicata alla storia del Museo e delle sue raccolte, storia che è iniziata nel 1887 come Museo Regio e
proseguita con varie fasi di ampliamento e rinnovo della
sede originaria nel Convento di San Pasquale. Durante la
visita sarà possibile accedere a una serie di touch screen
nei quali sono descritte le diverse sale attraverso estesi
materiali digitali. Fino al 31 agosto il pubblico potrà godere
di un’iniziativa speciale del Marta in collaborazione con
Expo 2015: l’accesso libero al museo ai possessori della
Card Expo 2015.
Epica greca
Taranto. Giancarlo Giannini, Isabella Ferrari, Ambra Angiolini e Michele Placido saranno al Marta per intensi reading
teatrali che caratterizzeranno l’estate culturale di Taranto dal
25 luglio al 22 agosto. Il Museo Nazionale Archeologico non
è nuovo a interazioni inaspettate ed esperienze di coinvolgimento del pubblico che si spingono oltre la visita delle sale
espositive: ha infatti già ospitato il progetto Invasioni Digitali,
divenendo scenografia di reading letterari a cura della Compagnia teatrale Anna De Bartolomeo. Quest’estate l’arte teatrale torna al Marta in grande stile con nomi di rilievo come
quello di Michele Placido, nuovo direttore artistico del Teatro
Giordano di Foggia. Leggeranno brani della letteratura epica
greca rendendo omaggio alle testimonianze di arte ellenica
presenti in museo: numerosi esempi di decorazione architettonica e vascolare e lo straordinario patrimonio orafo. Gli
attori si esibiranno nella cornice d’eccezione del chiostro del
settecentesco Convento degli Alcantarini, sede del museo
fin dall’inizio, ampliata negli anni Cinquanta con la nuova ala
su progetto dell’architetto Carlo Ceschi (© Andrea Ruggeri).
Marta Museo Nazionale Archeologico di Taranto, via Cavour 10,
Taranto, www.museotaranto.org, www.viaggiareinpuglia.it,
Reading teatrali al Marta il 25 luglio, 1, 8, e 22 agosto
Il fascino della Puglia sotterranea
Taranto. Il Marta offre lo spunto per un’immersione nella Taranto e nella Puglia sotterranee. Tra i contenuti messi a disposizione del pubblico dal nuovo sistema di dispositivi touch screen che accompagnano la visita del nuovo
allestimento del Museo ci saranno infatti ricostruzioni
virtuali di ambienti che hanno fatto da sfondo ai reperti
esposti. In particolare le tecniche digitali ripropongono la
Tomba degli atleti, architettura funeraria ipogea di età
arcaica visitabile in città. Il sito archeologico di via Crispi
s’inserisce nell’itinerario della «Taranto sotterranea» che
dallo scorso anno, grazie all’interessamento dell’amministrazione comunale e a una convenzione sottoscritta
dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia, è visitabile grazie ad aperture settimanali fisse previste per ogni
mercoledì, sabato e domenica dalle 9 alle 13, aperture
estive straordinarie che aderiscono all’iniziativa Puglia
Open Days, e aperture per visite guidate e attività didattiche. I luoghi coinvolti in questa iniziativa, localizzati tra
il borgo umbertino e il settore orientale della città, sono,
oltre alla Tomba degli atleti, altre tombe sotto piazza Pio
XII e sotto via Pasubio, la necropoli di via Marche e l’ipogeo funerario paleocristiano sotto Palazzo delli Ponti
con accesso da via di Mezzo. A questi si aggiunge l’area
archeologica di largo San Martino dove è presente una
stratificazione di testimonianze che va dalla tarda Età del
Bronzo all’epoca japigia, per arrivare fino ad oggi. Un’attenzione specifica va rivolta alla cripta del Redentore di
via Terni, che nell’unicità delle sue caratteristiche racchiude una sorgente d’acqua, una grotta naturale e decorazioni medievali ad affresco. L’itinerario sotterraneo non
si limita a Taranto, ma coinvoge tutta la Puglia e ha uno
dei suoi fulcri proprio nel tarantino con le sue gravine.
Nel territorio a nord ovest di Taranto caratterizzato da
una spiccata morfologia carsica si trovano infatti le più
importanti tracce in regione della civiltà rupestre con i
siti devozionali di Massafra e di Mottola. A Massafra il
nucleo più esteso si trova affondato nella Gravina della
Madonna della Scala che ospita l’omonimo santuario e
l’articolato insediamento, mentre la Chiesa rupestre di
Santa Marina e la Chiesa a grotta di Sant’Antonio Abate
sono incastonate sui due lati opposti della Gravina di
San Marco. Questi siti sono visitabili grazie alle aperture straordinarie dei Puglia Open Days, così come la
chiesa rupestre di San Gregorio nel territorio di Mottola, conosciuta anche come cripta della Madonna degli
Angeli, che conserva ancora l’affresco di un maestoso
Cristo Pantocratore. In Valle d’Itria nel comune di Fasano (Brindisi) si estende anche il Parco Rupestre Lama
D’Antico con l’imponente chiesa scavata nella roccia, le
grotte, i resti dell’insediamento e le altre due chiesette
rupestri. Siti ipogei costellano tutto il territorio pugliese,
come la Cripta del Crocefisso a Casarano nel Salento,
un ambiente sotterraneo naturale trasformato in luogo di
culto dai bizantini. A Bari un passato bizantino è celato
anche nei sotterranei del Castello Svevo e nel succorpo
della Cattedrale di San Sabino che conserva i resti di un
chiesetta bizantina, ma anche la basilica paleocristiana
e un edificio civile di età romana con mosaici pavimentali. Passando attraverso numerosissime cripte, necropoli,
sotterranei di castelli e testimonianze antiche, si arriva
fino a un utilizzo civile delle cavità del sottosuolo con i
frantoi ipogei giunti a noi in oltre un centinaio di unità
in regione, i cosiddetti trappeti, recentemente oggetto
di rinnovata attenzione e di recupero da parte delle istituzioni pubbliche come testimonianza di tradizioni che
affondano nei secoli. q M.Ros.
Taranto Sotterranea, via Marche, Taranto, tel. 347/ 6204700,
348/5753829, mer, sab, dom 9-13, http://tarantosotterranea.it
Puglia Open Days, aperture straordinarie, sab 20-23, www.
viaggiareinpuglia.it, Puglia Open Days estate 2015 fino al 26 sett.
Una prima sulle braci
Marco Tutino apre
il Festival della Valle d’Itria
Martina Franca (TA). Una prima assoluta aprirà
quest’anno il Festival della Valle d’Itria, la nuova
opera di Marco Tutino, nata in collaborazione con il
Maggio Musicale Fiorentino. Non era mai successo nella
storia quarantennale che lo caratterizza, ma si tratta del
coronamento perfetto di una progettualità che, iniziata
nel 2012, negli ultimi anni si è spinta nella direzione
della produzione di opere inedite. Nella realizzazione
dello spettacolo Tutino ha coinvolto Tiziano Santi per le
coreografie e per la regia Leo Muscato, talento legato a
Martina Franca e al Festival e Premio Abbiati come miglior
regista d’opera della stagione 2012 (direttore d’orchestra
Francesco Cilluffo; nel cast Alfonso Antoniozzi e
Roberto Scandiuzzi). Il libretto dell’opera è stato tratto
da Marco Tutino dal romanzo Le braci di Sándor Márai e
racconta l’amicizia ritrovata tra due uomini, tra il valore
universale dei sentimenti inesauriti, il prima e il dopo e
l’innesto di una nuova passione per una donna: il finale è
a sorpresa. Questa grande prima aprirà il cartellone il 15
luglio e sarà in scena fino alla fine del Festival. Intreccio e
dualità ritornano nell’opera che dà l’immagine al Festival,
firmata anche quest’anno da un’artista legata al territorio di
Martina Franca, Francesca Cosanti.
Il secondo titolo in cartellone non è meno significativo, in
quanto nasce da una coproduzione che si ripeterà anche il
prossimo anno per l’opera inaugurale. Protagonisti sono il
Teatro San Carlo di Napoli e Giovanni Paisiello. L’altra
novità di quest’anno è la nomina a direttore musicale
del Festival di Fabio Luisi, che dirigerà l’Orchestra
Internazionale d’Italia, prezioso punto di forza del Festival,
che si presenta rinnovata. C’è poi il Festival Junior che si
rivolge ai bambini dai cinque agli undici anni con un’opera
pensata appositamente per loro: «C’era una volta...Re Tuono»
di Daniela Terranova. Completano il programma della 41a
edizione il concerto del belcanto a Palazzo Ducale, in
occasione del quale verrà assegnato il Premio Celletti
2015, il concerto nella Basilica di San Martino, e quelli
«Fuori orario». Il Festival, che ha la sua sede principale in
Francesca Cosanti, opera copertina per il Festival della Valle d’Itria 41
Palazzo Ducale, coinvolge anche altri luoghi della città, dalla
Basilica alle masserie, e altri centri dei dintorni, spostandosi
a Monopoli, Cisternino e Savelletri di Fasano, fino a
Castellana Grotte dove il concerto del ciclo «Novecento e
oltre» si terrà nella caverna principale, la Grave.
Festival della Valle d’Itria, Martina Franca (Ta),
tel. 080 4301094, www.festivaldellavalleditria.it, 41° edizione
dal 15 luglio al 4 agosto
Dalla Valle d’Itria alla via Traiana, un SAC di iniziative
Valle d’Itria. A partire da quest’estate un nuovo progetto nell’ambito dei SAC Sistemi Ambientali e Culturali della Puglia punta l’attenzione su una parte della
regione dove bellezze architettoniche e paesaggistiche
creano un legame davvero unico, quella parte di Puglia
che il titolo stesso dell’iniziativa indica come «La Murgia
dei trulli: dal mare alla Valle d’Itria». L’idea è di porre
in evidenza, amplificare e diffondere l’identità della Valle
d’Itria e in questo obiettivo, secondo la formula ormai
consolidata dei SAC come aggregazioni territoriali per la
valorizzazione integrata del patrimonio locale, sono coinvolte istituzioni pubbliche come i Comuni di Alberobello, Castellana Grotte, Cisternino, Locorotondo, Martina
Franca, Monopoli, Noci e Putignano in partenariato con
enti privati, tra cui il capofila Sistema Museo, una Società Cooperativa che si occupa da oltre vent’anni di fornire
servizi per la gestione e la valorizzazione di musei e beni culturali. Da questa sinergia è scaturito il progetto in Valle d’Itria: ne è protagonista un totem interattivo multimediale che durante l’estate sarà collocato in successione nelle piazze
principali dei diversi comuni aderenti e permetterà ai visitatori di visualizzare contenuti, ma soprattutto di immergersi in
un’esperienza evocativa delle infinite opportunità di conoscenza storica, naturale e culturale del territorio. Quello in Valle
d’Itria è un percorso multimediale unico, in un crescendo di immagini fotografiche, luci, riproduzioni sonore e video.
Caratterizzati da una forte valenza multimediale sono anche altri percorsi interattivi e laboratoriali ideati nell’ambito dei
SAC. Ne è un esempio «La via Traiana» che ripercorre idealmente l’antica via romana da Brindisi a Ostuni a San Vito dei
Normanni. Coinvolti sono beni culturali come il Palazzo Granafei Nervegna a Brindisi, il Castello Dentice di Frasso, l’ex
Convento delle Teresiane a Fasano e il Palazzo Azzariti a San Vito dei Normanni. Ci sono poi il Centro di Documentazione Archeologica di Ceglie Messapica, il Museo di Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale e il Parco Archeologico
di Santa Maria d’Agnano, entrambi a Ostuni, ma anche siti di interesse naturalistico come il Parco Naturale Regionale
Dune Costiere e la Riserva Naturale dello Stato di Torre Guaceto con il suo giardino botanico, dove sono previsti percorsi
guidati. A sua volta il SAC «Ecomuseo di Peucetia», realizzato da un gruppo di lavoro del quale fa parte Sistema Museo,
continuerà a proporre occasioni speciali di fruizione nei musei e siti di interesse culturale dei cinque comuni del barese
promotori, da Gioia del Colle con il suo Castello svevo e il Museo Archeologico, fino a Turi con la Chiesa di Sant’Oronzo.
Fino ad ora sono stati condotti laboratori didattici indirizzati alle scuole e, visto il successo ottenuto, d’ora in poi queste
opportunità saranno estese anche alle famiglie. Maggiormente focalizzato su un luogo e un ambito culturale specifico è
invece la proposta di approfondimenti per giovanissimi del SAC «Apulia Fluminum», che ruota attorno alla città di Foggia
e coinvolge lo stesso Museo Civico con le sue ampie collezioni d’archeologia e siti come la villa romana di Faragola e
gli scavi del foro di Herdonia.
Sistema Museo, In Valle d’Itria tel. 391/4712421; SAC «Ecomuseo di Peucetia» tel. 099/5623866; SAC «La via Traiana» tel. 080/8910777;
SAC «Apulia Fluminum», tel. famiglie 199/151123; www.sistemamuseo.it
Vedere A TARANTO | 22
Con il tablet
nella necropoli messapica
Savelletri di Fasano (Br). Il Parco Archeologico di Egnazia,
situato lungo la costa tra Bari e Brindisi, tra Peucezia e Messapia, è uno dei più importanti siti della regione, oggetto di
scavi iniziati un secolo fa che hanno portato alla luce le diverse
anime dell’antica cittadina: quella messapica, con la necropoli, e quella romana, con le mura. La più recente campagna di
ricerca avviata nel 2001 dall’Università di Bari ha determinato,
invece, il nuovo ampiamento del percorso di visita. L’attenzione è focalizzata sul foro di epoca romana e sule terme, visibili
da una serie di passerelle dalle quali si ammirano anche le
due basiliche paleocristiane, il tutto immerso nel paesaggio
naturale costiero. Un’altra novità è rappresentata dai supporti digitali (ideati dall’Università di Bari in collaborazione con
il Cnr) che fungono da guida: ricostruzioni virtuali e di realtà aumentata con localizzazioni Gps, audioguide multilingui
(realizzate dalla D’Uva Workshop) e mappe tattili per i non
vedenti. I nuovi percorsi di Egnazia sono all’insegna della sintesi tra ricerca e fruibilità, al passo con le ultime tecnologie,
come auspicato dal soprintendente archeologico della Puglia
Luigi La Rocca. L’intervento, finanziato da Arcus, è il frutto della collaborazione tra Segretariato regionale dei Beni culturali,
Soprintendenza archeologica della Puglia e Università di Bari
(nella foto, una veduta del Parco archeologico di Egnazia. Foto
Mirabilia Sistemi).
Museo Nazionale Archeologico Giuseppe Andreassi e Parco
Archeologico di Egnazia, Strada Statale 379 uscita Fasano-Savelletri, lun-dom, museo 8.30-19.30, parco archeologico 8.30-19.15,
ottobre 8.30-18, tel. 080/4829056, www.egnaziaonline.it
Che cosa vedere, dove e quando
Provincia di BarLETTA,
ANDRIA e trani
I dialoghi di trani
22 novembre ➤ 27 novembre
Andria
Castel del Monte
Località Castel del Monte
tel. 0883/569997
www.casteldelmonte.beniculturali.it
Expo e territori: Vini
di Puglia
10 agosto ➤ 30 ottobre
Sedi varie
tel. 0883/261605
www.festivalcasteldeimondi.it
Festival Internazionale
di Andria Castel dei Mondi
22 agosto ➤ 30 agosto
Provincia di bari
Barletta
Pinacoteca Giuseppe De
Nittis
Palazzo della Marra via Cialdini 74
0883/538373
www.pinacotecadenittis.it
www.barlettamusei.it/denittis.html
De Nittis e l’Expo
11 luglio ➤ 31 ottobre
Bisceglie
Dolmen - cave - Palazzo
Tupputi - Cave di
Altamura - Grotte di
Castellana
www.intramoeniaextrart.it
Intramoenia Extra Art.
Casa futura pietra
25 settembre ➤ 19 dicembre
Trani
Castello Normanno Svevo
piazza Manfredi 16
tel. 0083/500117
www.castelloditrani.
beniculturali.it
Bari
Pinacoteca Provinciale
Corrado Giaquinto
via Spalato 19
tel. 080/5412422
www.pinacotecabari.it
I fiori di Morino
➤ 30 settembre
ARTcore
via De Giosa 48
tel. 347/6574411
Silvia Mariotti
e Ryts Monet
➤ 11 luglio
Doppelgaenger
Palazzo Verrone Via Verrone 8
tel. 392/8203006
www.doppelgaenger.it
Sam3. Città effimera
➤ 16 settembre
MuratcentoventidueArtecontemporanea
via Murat 122/b
tel. 393/8704029
- 392/5985840
www.muratcentoventidue.com
Chrischa Venus Oswald
16 luglio ➤ 3 ottobre
Art Animation
3 ottobre ➤ 3 novembre
Monopoli
Castello Carlo V
Ciro Palumbo
➤ 26 luglio
Polignano a Mare
Museo Pino Pascali
via Parco del Lauro 119
tel. 080/4249534
www.museopinopascali.it
Synthesis.
Nel blu dipinto di Puglia
3 luglio ➤ 30 agosto
Carnaval/Visual art
➤ 30 agosto
Terlizzi
Pinacoteca Michele
de Napoli
corso Dante 9
tel. 080/3542836
www.pinacotecadenapoli.com
Pino Navedoro.
Commedie svelate
➤ 11 luglio
Provincia di Foggia
Foggia
Contemporanea Galleria
d’Arte
viale Michelangelo 65
tel. 346/7334054
Salvatore Fiume
➤ 31 luglio
Provincia di Lecce
Lecce
Castello Carlo V
viale XXV Luglio
www.castellolecce.unile.it
La Bellezza fa 40
➤ 7 luglio
Giuseppe Capitano, Eva
Caridi, Davide Coltro
➤ 10 settembre
Mostra Internazionale
sulle Torture Medievali
11 luglio ➤ 10 gennaio 2016
Riva arte contemporanea
via Umberto I 32
tel. 347/6574411
www.rivaartecontemporanea.it
Annalisa Fulvi - De re
aedificatoria
➤ 18 luglio
Sedi varie
tel. 0836/439008
www.lanottedellataranta.it
La Notte della Taranta
4 agosto ➤ 22 agosto
Galatina
A100 Gallery
piazza Alighieri 100
tel. 335/7224233
www.a100gallery.it
It’s all about paper
➤ 30 settembre
Gallipoli
Castello di Gallipoli
piazza Imbriani
tel. 083/3262775
www.castellogallipoli.it
Michelangelo Pistoletto
➤ 27 settembre
Beppe Labianca - Sognando Itaca
➤ 27 settembre
Otranto
Castello Aragonese
via Cenobio
tel. 0836/806101
www.castelloaragoneseo
tranto.it
Il Sud e le Donne
➤ 30 settembre
TRICASE
Sedi varie
www.salentofilmfestival.com
Salento International Film
Festival
5 settembre ➤ 12 settembre
Provincia di Taranto
Martina Franca
Fondazione Studio
Carrieri Noesi
Palazzo Barnaba - Via Principe
Umberto 49
www.carrierinoesi.it
Mariagrazia Pontorno
➤ 26 luglio
Sedi varie
tel. 080/4301094,
www.festivaldellavalleditria.it
Festival della Valle d’Itria
15 luglio ➤ 4 agosto
Taranto
MARTA
- Museo
Nazionale Archeologico di
Taranto
Via Cavour 10
tel. 099/4532112
www.museotaranto.it
Umberto Mastroianni
➤ 15 ottobre
MuDi - Museo Diocesano
di Taranto
Vico I Seminario,
tel. 099/4716003
Manoocher Deghati:
Being Human
➤ 12 luglio
Questo elenco è basato su dati forniti direttamente
dalle fonti, ma sempre soggetti a possibili variazioni. Si consiglia di verificare se le date delle singole
manifestazioni non siano state variate. Un calendario aggiornato quotidianamente dei principali eventi in Italia e nel mondo è consultabile all’indirizzo
www.ilgiornaledellarte.com/vederenelmondo
Scarica

tutta l`arte da vedere da luglio a settembre