FACOLTA’ DI INGEGNERIA - FIRENZE SICUREZZA NEGLI STABILIMENTI PRODUTTIVI E NEI CANTIERI TEMPORANEI E MOBILI Elementi di sicurezza elettrica Firenze, giugno 2009 Ing. Massimo Bartoli ([email protected]) Argomenti trattati: I) Richiami legislativi e normativi II) Richiami di elettrotecnica III) Sicurezza degli impianti elettrici IV) Impianti elettrici di cantiere V) Protezione dalle scariche atmosferiche 2 Parte I: Richiami legislativi e normativi TESTO UNICO SULLA SICUREZZA D.LGS. 81/08 D.M. 37/08 – NORMATIVA IMPIANTI NORMATIVA TECNICA CEI 3 TESTO UNICO SULLA SICUREZZA D.LGS. 81/08 In vigore dal in vigore dal 15 maggio 2008 NUOVO TESTO UNICO SULLA SICUREZZA D.LGS. 81/08 Sono aboliti: Out ABOLISCE IL DPR 547/55, IL DPR 164/56, D.LGS.626/94, D.LGS.494/94 ABOLISCE LA DISTANZA DI 5 MT DA IMPIANTI ACCESSIBILI IN TENSIONE (DPR 164/56) 4 Capo III Impianti e apparecchiature elettriche Art. 80. Obblighi del datore di lavoro Punto 1: Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinchè i materiali, le apparecchiature e gli impianti elettrici messi a disposizione dei lavoratori siano progettati, costruiti, installati, utilizzati e mantenuti in modo da salvaguardare i lavoratori da tutti i rischi di natura elettrica. elettrica 5 Rischi di natura elettrica a) contatti elettrici diretti; b) contatti elettrici indiretti; c) innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature pericolose, archi elettrici e radiazioni; d) innesco di esplosioni; e) fulminazione diretta ed indiretta; f) sovratensioni; g) altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili. 6 Punto 2: A tale fine il datore di lavoro esegue una valutazione dei rischi di cui al precedente comma 1, tenendo in considerazione: a) le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro, ivi comprese eventuali interferenze; b) i rischi presenti nell'ambiente di lavoro; c) tutte le condizioni di esercizio prevedibili. 7 Punto 3: A seguito della valutazione del rischio elettrico il datore di lavoro adotta le misure tecniche ed organizzative necessarie ad eliminare o ridurre al minimo i rischi presenti, ad individuare i dispositivi di protezione collettivi ed individuali necessari alla conduzione in sicurezza del lavoro ed a predisporre le procedure di uso e manutenzione atte a garantire nel tempo la permanenza del livello di sicurezza raggiunto con l'adozione delle misure di cui al comma 1. CONTATTO DIRETTO CONTATTO INDIRETTO 8 Art. 81. Requisiti di sicurezza Punto 1: Tutti i materiali, i macchinari e le apparecchiature, nonchè le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere progettati, realizzati e costruiti a regola d'arte. Punto 2: Ferme restando le disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto, i materiali, i macchinari, le apparecchiature, le installazioni e gli impianti di cui al comma precedente, si considerano costruiti a regola d'arte se sono realizzati secondo le norme di buona tecnica contenute nell'allegato IX (conforminta’ norme CEI-UNI). Punto 3: Le procedure di uso e manutenzione devono essere predisposte tenendo conto delle disposizioni legislative vigenti, delle indicazioni contenute nei manuali d'uso e manutenzione delle apparecchiature ricadenti nelle direttive specifiche di prodotto e di quelle indicate nelle norme di buona 9 tecnica contenute nell'allegato IX. Art. 82. Lavori sotto tensione E' vietato eseguire lavori sotto tensione. Tali lavori sono tuttavia consentiti nei casi in cui le tensioni su cui si opera sono di sicurezza, secondo quanto previsto dallo stato della tecnica secondo la migliore scienza ed esperienza, nonchè quando i lavori sono eseguiti nel rispetto delle seguenti condizioni: a) le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi ai criteri definiti nelle norme di buona tecnica; b) per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua; (Bassa tensione) 10 l'esecuzione di lavori su parti in tensione deve essere affidata a lavoratori riconosciuti dal datore di lavoro come idonei per tale attività secondo le indicazioni della pertinente normativa tecnica le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi ai criteri definiti nelle norme di buona tecnica; per tensioni nominali superiori a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua purchè: i lavori su parti in tensione sono effettuati da aziende autorizzate con specifico provvedimento dei competenti uffici del Ministero del lavoro e della previdenza sociale ad operare sotto tensione; l'esecuzione di lavori su parti in tensione e' affidata a lavoratori abilitati dal datore di lavoro ai sensi della pertinente normativa tecnica riconosciuti idonei per tale attività; le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi ai criteri definiti nelle norme di buona tecnica. 11 Punto 2: Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, da adottarsi entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, sono definiti i criteri per il rilascio delle autorizzazioni Punto 3: Hanno diritto al riconoscimento di cui al comma 2 le aziende già autorizzate ai sensi della legislazione vigente. Art. 83. Lavori in prossimita' di parti attive Non possono essere eseguiti lavori in prossimità di linee elettriche o di impianti elettrici con parti attive non protette, o che per circostanze particolari si debbano ritenere non sufficientemente protette, e comunque a distanze inferiori ai limiti di cui alla tabella 1 dell'allegato IX, salvo che vengano adottate disposizioni organizzative e procedurali idonee a 12 proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi. NELL’ALLEGATO IX SONO DEFINITE LE DISTANZE DI SICUREZZA PER LAVORI, GENERICI, DA IMPIANTI O LINEE ELETTRICHE NON PROTETTE CONTRO ILCONTATTO DIRETTO Distanza da misurare come distanza proiettata nel terreno; in caso distanza inferiore a 10 metri richiedere sempre sopralluogo ENEL 13 preliminare prima di installare la gru Art. 84. Protezioni dai fulmini Il datore di lavoro provvede affinchè gli edifici, gli impianti, le strutture, le attrezzature, siano protetti dagli effetti dei fulmini con sistemi di protezione realizzati secondo le norme di buona tecnica. 14 Articolo 85 -Protezione di edifici, impianti strutture ed attrezzature (Il datore di lavoro provvede affinché gli edifici, gli impianti, le strutture, le attrezzature, siano protetti dai pericoli determinati dall’innesco elettrico di atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza o sviluppo di gas, vapori, nebbie o polveri infiammabili, o in caso di fabbricazione, manipolazione o deposito di materiali esplosivi. ) Norme tecniche di riferimento: • UNI (Ente Nazionale di Unificazione); • CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano); • CEN (Comitato Europeo di normalizzazione); • CENELEC (Comitato Europeo per la standardizzazione Elettrotecnica); • IEC (Commissione Internazionale Elettrotecnica); • ISO (Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione). Articolo 86 – Verifiche (obbligo del datore di lavoro) Articolo 87 - Sanzioni a carico del datore di lavoro 15 Decreto n. 37 del 22/1/2008 “Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici” pubblicato nella G.U. n. 61 del 12/3/08”. (in vigore dal 27 marzo 2008) 16 Normativa di riferimento: abolito 9 Legge 5 marzo 1990 n. 46 abolito 9 D.P.R. n. 447 /1991 9 D.P.R. n. 380 2001 9 D.P.R. 462/2001 9 Legge n. 248/2005 9 Legge n. 17/2007 9 D.M. n. 37/2008 17 Normativa di riferimento: 1) Legge 5 marzo 1990, n. 46 , recante norme per la sicurezza degli impianti. 2) D.P.R. 6 dicembre 1991, n. 447 Regolamento di attuazione della legge 5 marzo 1990, n. 46, in materia di sicurezza degli impianti . 3) D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380. Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. Parte II Capo V 4) D.P.R. 22 ottobre 2001, n. 462. Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi. 18 5) Legge n. 248 del 2 dicembre 2005, "Conversione in legge, conmodificazioni, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, recante misure di contrasto all'evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria" art.11-quaterdecies, comma 13, lettera a). 6) Legge 26 febbraio 2007, n.17, "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 dicembre 2006, n. 300, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative. Disposizioni di delegazione legislativa“ 7) D.M. 22 Gennaio 2008, n. 37, Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attivita' di installazione degli impianti all'interno degli edifici. 19 Normativa di riferimento: In vigore dal 27 marzo il Decreto 37/2008 di riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici (G.U. n. 61 del 12/03/2008 – Ministero dello Sviluppo Economico). Sono abrogati: Out DPR 447/91 il capo V della parte II del Testo unico per l'edilizia (DPR 380/2001), Legge 5 marzo 1990, n. 46, 46 ad eccezione degli articoli 8, 14 e 16 rispettivamente in tema di finanziamento dell'attività normativa, verifiche e sanzioni 20 Il DM n.37 è costituito dai seguenti articoli ed allegati: Art. 1 – Ambito di applicazione Art. 2 – Definizioni relative agli impianti Art. 3 – Imprese abilitate Art. 4 – Requisiti tecnico-professionali Art. 5 – Progettazione degli impianti Art. 6 – Realizzazione ed installazione degli impianti Art. 7 – Dichiarazione di conformit à Art. 8 – Obblighi del committente o del proprietario Art. 9 – Certificato di agibilit à Art. 10 – Manutenzione degli impianti 21 Art. 11 – Deposito presso lo sportello unico per l'edilizia del progetto, della dichiarazione di conformità o del certificato di collaudo Art. 12 – Contenuto del cartello informativo Art. 13 – Documentazione Art. 14 – Finanziamento dell'attivit à di normazione tecnica Art. 15 – Sanzioni Allegato I – Schema di dichiarazione di conformità dell'impianto a regola d'arte Allegato II – Schema di dichiarazione di conformità dell'impianto a regola d'arte ad uso degli uffici tecnici interni di imprese non installatrici 22 Art. 1 Ambito di applicazione 1. Il presente decreto si applica agli impianti posti al servizio degli edifici, indipendentemente dalla destinazione d'uso, collocati all'interno degli stessi o delle relative pertinenze. Se l'impianto e' connesso a reti di distribuzione si applica a partire dal punto di consegna della fornitura. 2. Gli impianti di cui al comma 1 sono classificati come segue: a) impianti di produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, utilizzazione dell'energia elettrica, impianti di protezione contro le scariche atmosferiche, nonché gli impianti per l'automazione di porte, cancelli e barriere; 23 b) impianti radiotelevisivi, antenne e impianti elettronici; c) impianti di riscaldamento, climatizzazione, condizionamento e refrigerazione; d) impianti idrici e sanitari; e) impianti per la distribuzione e l'utilizzazione di gas; f) impianti di sollevamento di persone o di cose per mezzo di ascensori, montacarichi, scale mobili; g) impianti di protezione antincendio. 24 Art. 1 Ambito di applicazione Installazione impianti all’interno degli edifici Nuovo Decreto NOVITA’ Uso civile e non civile: per tutti gli impianti posti al servizio degli edifici INDIPENDENTEMENTE DALLA DESTINAZIONE D’USO collocati all’interno degli stessi o delle relative pertinenze. Questa estensione era solo per gli impianti elettrici (comma 2, art.1 DPR 447/91) 25 Art. 1 Ambito di applicazione Classificazione degli impianti Nuovo Decreto Lettera a: a “Impianti di produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, utilizzazione dell’energia elettrica, nonché impianti di protezione contro le scariche atmosferiche e gli impianti di porte, cancelli e barriere” . NOVITA’ Gli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche erano nella lettera b). Introdotti ex novo gli impianti per l’automazione di porte, cancelli e barriere. 26 Art. 1 Ambito di applicazione Classificazione degli impianti Nuovo Decreto Lettera b: “Impianti radiotelevisivi, le antenne, gli impianti elettronici in genere” Lettera c: “Impianti di riscaldamento, di climatizzazione, di condizionamento e di refrigerazione di qualsiasi natura o specie, comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e delle condense, e di ventilazione ed aerazione dei locali” NOVITA’ Lettera b: Stralciati dalla lettera b gli “impianti di protezione da scariche atmosferiche” Lettera c: Vengono introdotti exnovo gli impianti di refrigerazione e le condense, mentre viene specificato che gli impianti di cui alla lettera c) comprendono le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e delle condense, e di ventilazione e aerazione dei locali, prima erano in parte nella lettera e) 27 Art. 1 Ambito di applicazione Classificazione degli impianti Nuovo Decreto Lettera d: d “Impianti idrici e sanitari di qualsiasi natura o specie” Lettera e: e Impianti per la distribuzione e l’utilizzazione di gas di qualsiasi tipo, comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e ventilazione ed aerazione dei locali NOVITA’ Lettera d: scompaiono le specifiche di impianto idrico e viene introdotta la definizione di “qualsiasi specie ”. 28 Art. 1 Ambito di applicazione Classificazione degli impianti Nuovo Decreto Lettera f: “Impianti di sollevamento di persone o di cose per mezzo di ascensori, di montacarichi, di scale mobili e simili” NOVITA’ Non hanno subito modifiche Lettera g: “Impianti di protezione antincendio” 29 In sintesi… “Ambito di applicazione” “TUTTI GLI IMPIANTI posti al servizio degli edifici, INDIPENDENTEMENTE DELLA DESTINAZIONE D’USO, collocati all'interno degli stessi o delle relative pertinenze.” “Se l'impianto connesso a reti di distribuzione il decreto si applica a partire dal punto di consegna della fornitura ” 30 Art. 2 Definizioni 1. punto di consegna delle forniture 2. potenza impegnata 3. uffici tecnici interni: 4. ordinaria manutenzione 5. impianti di produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, utilizzazione dell'energia elettrica 6. impianti radiotelevisivi ed elettronici: 7. impianti di protezione antincendio: 8. impianti per la distribuzione e l'utilizzazione di gas nonché gli impianti di rilevazione di gas, di fumo e d'incendio; 9. CEI: Comitato Elettrotecnico Italiano;l) 10.UNI: Ente Nazionale Italiano di Unificazione. 31 Art. 2 Definizioni Definizioni relative agli impianti Nuovo Decreto Ordinaria manutenzione NOVITA’ Viene introdotto il riferimento al libretto d’uso e manutenzione, si evince che anche l’installatore (idraulico o elettricista) deve predisporre il libretto d’uso e manutenzione 32 Art. 2 Definizioni Definizioni relative agli impianti Vengono introdotti gli impianti per l’autoproduzione di energia elettrica (fotovoltaici, eolici, ecc di potenza fino a 20kW, sopra non si applica ), mentre scompare il riferimento agli impianti luminosi pubblicitari Enel richiede comunque il progetto di un progetto del professionista 33 Art. 2 Definizioni Definizioni relative agli impianti Nuovo Decreto Impianti per la distribuzione e l’utilizzazione del gas NOVITA’ Viene ulteriormente specificato che i depositi di combustibile fanno parte dell’impianto ed in quanto tali devono essere ricompresi nella dichiarazione di conformità 34 Art. 3. Imprese abilitate Imprese, iscritte nel registro delle imprese di cui al decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 1995, n. 581 e successive modificazioni, di seguito registro delle imprese, o nell'Albo provinciale delle imprese artigiane di cui alla legge 8 agosto 1985, n. 443, di seguito albo delle imprese artigiane, sono abilitate all'esercizio delle attività di cui all'articolo 1, se l'imprenditore individuale o il legale rappresentante ovvero il responsabile tecnico da essi preposto con atto formale, é in possesso dei requisiti professionali di cui all'articolo 4. Il responsabile tecnico di cui al comma 1 svolge tale funzione per una sola impresa e la qualifica é incompatibile con ogni altra attività continuativa. 35 Il responsabile tecnico di cui al comma 1 svolge tale funzione per una sola impresa e la qualifica é incompatibile con ogni altra attività continuativa. Le imprese che intendono esercitare le attività relative agli impianti di cui all'articolo 1 presentano la dichiarazione di inizio attività, ai sensi dell'articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni, indicando specificatamente per quali lettera e quale voce, di quelle elencate nel medesimo articolo 1, comma 2, intendono esercitare l'attività e dichiarano, altresì, il possesso dei requisiti tecnico-professionali di cui all'articolo 4, richiesti per i lavori da realizzare. Le imprese artigiane presentano la dichiarazione di cui al comma 3, unitamente alla domanda d'iscrizione all'albo delle imprese artigiane per la verifica del possesso dei prescritti requisiti tecnico-professionali e il conseguente riconoscimento della qualifica artigiana. Le altre imprese presentano la dichiarazione di cui al comma 3, unitamente alla domanda di iscrizione, presso l'ufficio del registro delle imprese. 36 Le imprese non installatrici, installatrici che dispongono di uffici tecnici interni sono autorizzate all'installazione, alla trasformazione, all'ampliamento e alla manutenzione degli impianti, relativi esclusivamente alle proprie strutture interne e nei limiti della tipologia di lavori per i quali il responsabile possiede i requisiti previsti all'articolo 4. Le imprese, di cui ai commi 1, 3, 4 e 5, alle quali sono stati riconosciuti i requisiti tecnico-professionali, hanno diritto ad un certificato di riconoscimento, secondo i modelli approvati con decreto del Ministro dell'industria del commercio e dell'artigianato dell'11 giugno 1992. Il certificato e' rilasciato dalle competenti commissioni provinciali per l'artigianato, di cui alla legge 8 agosto 1985, n. 443, e successive modificazioni, o dalle competenti camere di commercio, di cui alla legge 29 dicembre 1993, n. 580, e successive modificazioni. 37 Art. 3 Imprese abilitate Installazione impianti all’interno degli edifici Nuovo Decreto “Il Responsabile Tecnico svolge la sua funzione per UNA sola impresa e la qualifica è incompatibile con ogni altra attività continuativa” NOVITA’ Vengono introdotti i principi di unicità e incompatibilità al quale il responsabile tecnico deve attenersi: il R.T deve svolgere la sua funzione per una sola impresa e la sua qualifica è incompatibile con ogni altra attività continuativa. 38 Art. 4. Requisiti tecnico-professionali I requisiti tecnico-professionali sono, in alternativa, uno dei seguenti: Diploma di laurea in materia tecnica specifica conseguito presso una università statale o legalmente riconosciuta Titolo o attestato conseguito ai sensi della legislazione vigente in materia di formazione professionale, professionale previo un periodo di inserimento, di almeno quattro anni consecutivi, alle dirette dipendenze di una impresa del settore. Diploma o qualifica conseguita al termine di scuola secondaria del secondo ciclo con specializzazione relativa agli impianti , presso un istituto statale o legalmente riconosciuto, seguiti da un periodo di inserimento, di almeno due anni continuativi, alle dirette dipendenze di una impresa del settore. Prestazione lavorativa svolta, svolta alle dirette dipendenze di una impresa abilitata nel ramo di attività cui si riferisce la prestazione dell'operaio installatore per un periodo non inferiore a tre anni, escluso quello computato ai fini dell'apprendistato e quello svolto come operaio qualificato, in qualità di operaio installatore con qualifica di specializzato nelle attività di installazione, di trasformazione, di ampliamento e di manutenzione degli impianti 39 Art. 5. Progettazione degli impianti Per l'installazione, la trasformazione e l'ampliamento degli impianti di cui all'articolo 1 é redatto un progetto con osservanza delle più rigorose in materia di progettazione un professionista iscritto negli Progetto è redatto da: albi professionali secondo la specifica competenza tecnica richiesta dal responsabile tecnico dell'impresa installatrice. 40 Art. 5 Progettazione degli impianti Installazione impianti all’interno degli edifici Nuovo Decreto Al di sopra dei limiti dimensionali il progetto è redatto da un professionista iscritto all’Albo, al di sotto di tali limiti il progetto lo può redigere il R.T. dell’impresa installatrice. NOVITA’ In pratica, in questo caso, il decreto chiama progetto quello che la 46/90 chiamava schema dell’impianto, che peraltro è ancora richiamato nel fac simile della Dichiarazione di conformità 41 Art. 5 Progettazione degli impianti Installazione impianti all’interno degli edifici Nuovo Decreto Obbligo di progettazione da parte di un professionista: Per gli impianti elettrici: alle utenze di singole unità abitative - alle utenze relative ad attività non residenziali NOVITA’ • Viene esteso l’obbligo alle utenze singole unità abitative e alle utenze relative ad attività non residenziali con potenza impiegata superiore a 6KW. • Scompare il limite di 1,5KW per le unità immobiliari soggette a normative CEI. • Scompare il limite di altezza di 5 m per gli impianti di protezione da scariche atmosferiche. con potenza >6KW Escluso cantieri con fornitura un bassa tensione 42 Art. 5 Progettazione degli impianti Installazione impianti all’interno degli edifici Nuovo Decreto Obbligo di progettazione da parte di un professionista: Per gli impianti di gas: se hanno portata termica superiore a 50 KW o dotate di canne fumarie collettive. NOVITA’ E’ stato innalzato il limite, prima era di 34,8 KW. Obbligo per gli impianti dotati di canne fumarie collettive ramificate prima l’obbligo era relativo alle sole canne fumarie. 43 Art. 6. Realizzazione ed installazione degli impianti Le imprese realizzano gli impianti secondo la regola dell'arte, in conformità alla normativa vigente e sono responsabili della corretta esecuzione degli stessi. Gli impianti realizzati in conformità alla vigente normativa e alle norme dell'UNI, del CEI o di altri Enti di normalizzazione appartenenti agli Stati membri dell'Unione europea o che sono parti contraenti dell'accordo sullo spazio economico europeo, si considerano eseguiti secondo la regola dell'arte. Gli impianti elettrici nelle unità immobiliari ad uso abitativo realizzati prima del 13 marzo 1990 si considerano adeguati se dotati di sezionamento e protezione contro le sovracorrenti posti all'origine dell'impianto, di protezione contro i contatti diretti, di protezione contro i contatti indiretti o protezione con interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA. 44 Art. 7. Dichiarazione di conformità Al termine dei lavori, previa effettuazione delle verifiche previste dalla normativa vigente, comprese quelle di funzionalità dell'impianto, l'impresa installatrice rilascia al committente la dichiarazione di conformità degli impianti realizzati nel rispetto delle norme vigenti. Di tale dichiarazione, resa sulla base del modello di cui all'allegato I, fanno parte integrante la relazione contenente la tipologia dei materiali impiegati, nonché il progetto. Nei casi in cui il progetto e' redatto dal responsabile tecnico dell'impresa installatrice l'elaborato tecnico e' costituito almeno dallo schema dell'impianto da realizzare, inteso come descrizione funzionale ed effettiva dell'opera da eseguire eventualmente integrato con la necessaria documentazione tecnica attestante le varianti introdotte in corso d'opera. 45 Nel caso in cui la dichiarazione di conformità prevista dal presente articolo, salvo quanto previsto all'articolo 15, non sia stata prodotta o non sia più reperibile, tale atto e' sostituito - per gli impianti eseguiti prima dell'entrata in vigore del presente decreto da una dichiarazione di rispondenza (DIRI), resa da un professionista iscritto all'albo professionale per le specifiche competenze tecniche richieste, che ha esercitato la professione, per almeno cinque anni, nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione, sotto personale responsabilità, in esito a sopralluogo ed accertamenti, ovvero, per gli impianti non ricadenti nel campo di applicazione dell'articolo 5, comma 2, da un soggetto che ricopre, da almeno 5 anni, il ruolo di responsabile tecnico di un'impresa abilitata di cui all'articolo 3, operante nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione. 46 Art. 7 Dichiarazione di conformità Installazione impianti all’interno degli edifici Nuovo Decreto NOVITA’ Al termine dei lavori, previa effettuazione delle verifiche, l’impresa installatrice rilascia al committente la dichiarazione di conformità E’ specificato che il termine dei lavori è successivo all’effettuazione delle verifiche Fanno parte integrante della dichiarazione: - la relazione contenente la tipologia dei materiali impiegati, - nonché il progetto di conformità Il progetto deve sempre essere allegato alla dichiarazione di conformità. 47 Esempio di dichiarazione di conformità elettrica 48 Modello allegato al decreto 49 commento allegato al decreto 50 commento allegato al decreto 51 Esempio di dichiarazione di conformità elettrica 52 53 54 55 56 57 Il presente libretto d’uso e manutenzione dell’impianto elettrico costituisce Linea guida cui il Responsabile dell’impianto, “occupante/proprietario”, deve attenersi per garantire: 1. l’affidabilità dell’impianto; 2. il corretto funzionamento dell’impianto; 3. la sicurezza delle persone, dei beni e delle cose; Le indicazioni di uso e manutenzione di seguito riportate, devono essere messe in atto dal proprietario o da colui che occupa l’unità immobiliare, in quanto la legislazione vigente individua in tale soggetto il Responsabile del corretto esercizio e della corretta manutenzione dell'impianto elettrico. 58 Le operazioni di manutenzione dell’impianto elettrico devono essere eseguite conformemente alle istruzioni di seguito elaborate ed ai sensi delle norme CEI ai sensi della legislazione Italiana vigente. In conformità a quanto previsto dall'art. 13 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2008, n. 37, si indicano qui di seguito le istruzioni che l'utente deve seguire per un corretto uso e manutenzione dell'impianto: L'impianto elettrico in oggetto è conforme alla norma CEI 64-8 e quindi è sicuro nei confronti dei "danni che possono derivare dall'utilizzo degli impianti elettrici nelle condizioni che possono essere ragionevolmente previste", come indicato all'art. 131.1 della norma stessa. L'utente deve inoltre rivolgersi ad una impresa installatrice abilitata per qualsiasi alterazione visiva, dell'impianto elettrico, come ad esempio isolamenti danneggiati, cavi di colore giallo-verde interrotti o distaccati, interventi troppo frequenti di un interruttore differenziale o altra alterazione. 59 Gli interruttori differenziali suddetti hanno un tasto di prova che deve essere premuto dall'utente, per garantire il loro corretto funzionamento, almeno ogni due mesi salvo diversa indicazione del costruttore. Il livello di sicurezza dell'impianto elettrico può ridursi nel tempo, a causa dell'uso e del naturale decadimento dei materiali isolanti. L'utente deve quindi richiedere il controllo periodico da parte di una impresa installatrice abilitata, si consiglia almeno ogni cinque anni, per accertare, mediante opportune verifiche e prove, l'effettivo stato di manutenzione dell'impianto elettrico, e provvedere a ristabilire con eventuali interventi mirati il necessario livello di sicurezza. In presenza di una piscina privata, è consigliabile condurre tale controllo ogni due, o al massimo tre anni. 60 NORME TECNICHE IMPIANTI ELETTRICI: Per quanto riguarda le norme tecniche per il dimensionamento, l'esecuzione e la verifica degli impianti trattati si hanno - Norma CEI 64-8 - Norma CEI 81-10 - Norma CEI 64-17 - Norma CEI 11-1 61 Norma CEI 64-8 “Linee guida per gli impianti elettrici utilizzatori con tensioni fino a 1000 V in ca e 1500 V in cc.” • Fornisce le definizioni fondamentali, suddivide gli impianti i relazione al collegamento a terra, dà i criteri per dimensionare dispersori, conduttori di terra e di protezione, e per coordinare l'impianto con i sistemi di protezione contro i contatti indiretti. • Norma CEI 81-10 “Protezione contro i fulmini” Prescrive la corretta realizzazione degli impianti di terra ai fini della protezione contro i fulmini (in vigore dal 1 giugno 2006). GUIDA CEI 64-17 “Guida all'esecuzione degli impianti elettrici nei cantieri “ Fornisce indicazioni e rimandi alle norme CEI applicabili per i cantieri edili Norma CEI 11-1 “Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata” Oltre alle definizione di carattere generale sono indicati i criteri di dimensionamento 62 per gli impianti di terra di II e III categoria, cioè superiori ai 1000 V in c.a. Per quanto riguarda gli impianti di terra e gli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche, LA DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ RILASCIATA DALL'INSTALLATORE AL TERMINE DEI LAVORI EQUIVALE, A TUTTI GLI EFFETTI, ALLA OMOLOGAZIONE DEGLI IMPIANTI; il datore di lavoro è tenuto ad inviare la dichiarazione di conformità all'ISPESL, all'ASL, all'ARPA territorialmente competenti o allo Sportello Unico (ove presente). Per quanto riguarda gli impianti situati in luoghi con pericolo d'esplosione, invece, l'omologazione è effettuata dal' ASL o dall'ARPA competente territorialmente, alla quale il datore di lavoro è tenuto ad inviare la dichiarazione di conformità dell'impianto. Il datore di lavoro è tenuto ad effettuare una regolare manutenzione degli impianti e a far eseguire le verifiche periodiche rivolgendosi ad uno dei soggetti individuati dal DPR : ASL, ARPA, Organismi individuati dal Ministero delle Attività Produttive. 63 La periodicità delle verifiche degli impianti di terra è fissata secondo il DPR 462/01 in: 2 anni per gli impianti installati nei cantieri, nei locali adibiti ad uso medico, negli ambienti a maggior rischio in caso d'incendio e nei luoghi con pericolo Æ d'esplosione; Æ 5 anni negli altri casi. Sono inoltre previste verifiche a campione da parte dell' ISPESL e straordinarie da effettuarsi ad esempio in caso di: • esito negativo della verifica periodica; • modifica sostanziale dell'impianto; • richiesta del datore di lavoro. Le verifiche previste dal DPR 462/01 sono onerose e le spese per la loro effettuazione sono a carico del datore di lavoro. 64 Impianto Omologazione Impianti di terra in locali ordinari Tramite la dichiarazione di conformità dell'installatore Dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche in locali non particolari Tramite la dichiarazione di conformità dell'installatore Impianti di terra in cantieri, locali medici, ambienti a maggior rischio in caso di incendio Tramite la dichiarazione di conformità dell'installatore Dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche in cantieri, locali medici, ambienti a maggior rischio in caso di incendio Tramite la dichiarazione di conformità dell'installatore Impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione Tramite prima verifica ASL/ARPA Verifica a campione ISPESL ISPESL ISPESL ISPESL NO Periodicità della verifica Verificatore Cinque anni ASL/ARPA od Organismo abilitato Cinque anni ASL/ARPA od Organismo abilitato Due anni ASL/ARPA od Organismo abilitato Due anni ASL/ARPA od Organismo abilitato Due anni ASL/ARPA od Organismo 65 abilitato Ambienti a maggior rischio in caso di incendio (M.A.R.C.I.) Norme CEI 64-8, parte 7, punto 751 L’individuazione degli ambienti a maggior rischio in caso d’incendio dipende da piu’ parametri quali: - densità di affollamento; - massimo affollamento ipotizzabile; - capacità di deflusso o di sfollamento; - entità del danno per animali e/o cose; - comportamento al fuoco delle strutture dell’edificio; - presenza di materiali combustibili: - tipo di utilizzazione dell’ambiente; 66 Elenco indicativo non esaustivo di alcune attività a maggior rischio in caso di incendio Norme CEI 64-8, parte 7, punto 751 ¾ Locali di spettacolo e di trattenimento in genere con un massimo affollamento ipotizzabile superiore a 100 persone per ogni compartimento antincendio; ¾ Alberghi pensioni motels, dormitori e simili con oltre 25 posti-letto per ogni compartimento antincendio; ¾ Scuole di ogni ordine, grado e tipo, accademie e simili; ¾ Ambienti adibiti ad esposizione e/o vendita all’ingrosso o al dettaglio, con superficie lorda superiore a 400 m2 , comprensiva dei servizi e dei depositi; ¾ Stazioni sotterranee di ferrovie, di metropolitane e simili; ¾ Ambienti destinati ai degenti negli ospedali e negli ospizi, ai detenuti nelle carceri ed a bambini negli asili ed ambienti simili; ¾ Edifici pregevoli per arte o storia oppure destinati a contenere biblioteche, archivi, musei gallerie collezioni e comunque oggetti di interesse culturale sottoposti alla vigilanza dello Stato. ¾ Edifici con strutture portanti in legno 67 ¾ Ambienti nei quali avviene la lavorazione, il convogliamento, la manipolazione o il deposito dei materiali infiammabili o combustibili sotto elencati, quando la classe del compartimento antincendio considerato è pari o superiore a 30. I materiali considerati sono i seguenti: a) materiali, sia allo stato di fibre o di trucioli o granulari come ad esempio: legno, carta, manufatti facilmente combustibili, lana, paglia, grassi lubrificanti, trucioli; b) materiali aventi temperatura d’infiammabilità superiore a 40 °C o alla massima temperatura ambiente e non soggetti a lavorazione, convogliamento, manipolazione o deposito con modalità da consentire loro il contatto con l’aria ambiente a temperature uguali o superiori a quella d’infiammabilità. Si ricorda che in generale, un’attività sottoposta a controllo dei VV.F., essendo sempre a rischio medio o alto (secondo la classificazione di cui al DM 10/03/98), presumibilmente è tale che la combinazione dei fattori di rischio di cui al punto 751.03 della CEI 64-8 la fa rientrare tra i luoghi a maggior rischio in caso di incendio, salvo diversa dichiarazione del progettista (ad es. un magazzino individuato come attività 88 del DM 16/02/82 "Locali adibiti a depositi di merci e materiali vari con superficie lorda superiore a 1000 mq" può essere un luogo con classe di compartimento antincendio inferiore a 30 e quindi non da considerare "marcio".) 68 Richiami di elettrotecnica 69 COMPONENTI BASE SEI CIRCUITI ELETTRICI Per circuiti assolutamente stabili, in presenza di eccitazioni costanti nel tempo: •Generatore indipendente di tensione •Generatore indipendente di corrente i i v E •Resistore v = E ≡ cost v •Induttore i v R v = R ⋅i ⇒ V = R⋅I A i = A ≡ cost •Condensatore i v L di =0⇒ dt V = 0 (cto − cto) v = L⋅ i v C dv =0⇒ dt 70 I = 0 (circuito aperto) i =C⋅ I SISTEMI ELETTRICI VENGONO SEMPRE UTILIZZATI PER LA DISTRIBUZIONE ELETTRICA IN REGIME SINUSOIDALE U , A sono due fasori ℑm A ψ ϕ U verso positivo per le fasi (convenzionalmente) U = U ⋅ e jϕ H = H ⋅ e jψ A = H ⋅ U ⋅ e j (ϕ +ψ ) ℜe Le grandezze sono iso-frequenziali, quindi, dopo un certo tempo, l'istante iniziale perde significato ed è superfluo indicare il riferimento degli assi. L'importante è che le diverse grandezze fasoriali stiano in un determinato rapporto di fase tra loro ANTICIPO → ANGOLO POSITIVO RITARDO → ANGOLO NEGATIVO Nella figura, A è in anticipo rispetto a V CASI PARTICOLARI: a) ψ = π / 2 i fasori sono in quadratura b) ψ = π i fasori sono in opposizione di fase c) ψ = 0 i fasori sono in fase PRINCIPI DI KIRCHHOFF ⎧∑ v = 0 ⎪ ⎨ ⎪⎩ ∑ i = 0 ⎧∑ V = 0 ⎪ ⎨ ⎪⎩ ∑ I = 0 Dominio del Tempo Dominio71 della Frequenza EQUAZIONE DEI COMPONENTI I(s) a(t) V(s) V = Z(S)· I(S) Z prende il nome di IMPEDENZA Nel caso di regime sinusoidale: z&(s ) → z&( jω ) = z& Per questo caso esiste l'inversa della funzione di trasferimento: 1 y& ( jω ) = = y& AMMETTENZA z& ( jω ) VALORE EFFICACE. EFFICACE In elettrotecnica si utilizzano spesso i valori efficaci delle grandezze sinusoidali, soprattutto quando si parla degli aspetti energetici. Il valore efficace è definibile per tutte le grandezze periodiche: Nel caso sinusoidale: VALORE EFFICACE = 1 T 2 f (t )dt ∫ 0 T Veff = 1 T 2 2 (ωt ) ⋅ dt V sin ∫ M 0 T 72 SISTEMA TRIFASE- UTILIZZATO PER LA DISTRIBUZIONE ELETTRICA − ⎧ ⎪ a1 (t ) = 2 A cosϖt ⎪⎪ 2π ) ⎨a2 (t ) = 2 A cos(ϖt − 3 ⎪ ⎪a (t ) = 2 A cos(ϖt − 4π ) ⎪⎩ 3 3 A3 Sistema Diretto − A1 Sequenza dei ritardi − A2 Rappresentazione fasoriale I TRE FASORI SI SUSSEGUONO SEGUENDO IL VERSO ORARIO Sistema inverso Antiorario sequenza degli anticipi 73 Utilità dei sistemi trifase Impiego: Produzione, trasporto, distribuzione, utilizzazione (i sistemi monofase sono impiegati in applicazioni specifiche come impianti di piccola potenza, per uso domestico, trazione, elettrochimici, etc.) Utilità: A parità di tensione, potenza trasportata e perdite ammesse, col trifase si utilizza un volume di rame inferiore del 25% Pd Pd P = VI cos ϕ = 3UI T cos ϕ = PT ⇒ I T = P cosϕ L 2 L 2 2 Pd = 2 RI = 2 ρ I = 3RT I T = 3ρ IT S ST I 3 2 Il volume di rame richiesto nei due casi e’: PT cosϕ 3 v = 2 LS ; vT = 3LST ⇒ vT = v 4 74 Sistema trifase ¾La presenza di carichi non trifase puo’ introdurre uno squilibrio nelle correnti. Es. Utilizzatori monofase come quelli domestici ¾I guasti possono introdurre squilibrio nelle correnti Fra fase e fase Guasti: Fra fase e neutro (Terra) Fra fase-fase e neutro (Terra) Il caso dei guasti è il più importante perché coinvolge grandi potenze Lo squilibrio dovuto ai carichi monofase, almeno nelle grandi reti, può essere compensato SQUILIBRIO DOVUTO A CARICHI MONOFASE ¾Tra centro stella del carico e centro stella del generatore viene persa la equipotenzialità. Si verifica uno spostamento del centro stella 75 Metodo dello spostamento del centro stella − E1 I1 − E2 o 2 I2 − I1 = da cui: E3 U23 E’3 Vo’o o 3 I3 E3 E2 1 E’2 U12 Teorema di Millmann E − Vo 'o E −V E1 − Vo 'o ; I2 = 2 ; I 3 = 3 o 'o Z&1 Z& 2 Z& 3 Se le tensioni sono simmetriche,il diagramma fasoriale e’: o’ U E’1 o’ Vo 'o E1 E2 E3 + + & & Z1 Z 2 Z& 3 = 1 1 1 + + & & Z1 Z 2 Z& 3 31 E1 Il centro stella del carico e’ spostato rispetto al centro stella del generatore 76 Potenze nei sistemi trifase A IA B IB C IC NEUTRO ACCESSIBILE Potenza istantanea p (t ) = v A iA + vB iB + vC iC Potenza sistemi trifase N P(t) = √3 V * I cos φ In regime sinusoidale P = VA I A cos ϕA +VB I B cos ϕB +VC IC cos ϕC Q = VA I A sin ϕA +VB I B sin ϕB +VC IC sin ϕC S& = P + jQ S = P2 + Q2 77 Elettromagnetismo grandezze di riferimento Es: CAMPO MAGNETICO STAZIONARIO I B r P B E ⋅ dl A V AB = ∫ I = ∫ H ⋅ dl I ⎫ B=µ ⎪ I 2π r ⎬ ⇒ H = Legge di Biot-Savart 2 π r ⎪ B = µH ⎭ TEOREMA DELLA CIRCUITAZIONE Um = ∫ H ⋅ dl = N ⋅ I (Ampére-spire) Applicando il Teorema di Stokes rot H = J Legge di Ampére in forma locale 78 Flusso d’induzione Φ = ∫S B ⋅ d s APPLICANDO L'INTEGRALE AD UNA SUPERFICIE CHIUSA: B ds ∫s B ⋅ d s = 0 Legge di Gauss B E' SOLENOIDALE APPLICANDO IL TEOREMA DELLA DIVERGENZA: div B = 0 • Diverse superfici che hanno lo stesso contorno, hanno lo stesso flusso concatenato → Si parla di flusso concatenato con una linea chiusa REGOLA DI MAXWELL • Il verso positivo dell'asse della bobina è quello in cui avanza una vite destrogira che ruota nel verso positivo di percorrenza del filo 79 Ipotesi su mezzi materiali: CONTINUI - OMOGENEI - ISOTROPI - LINEARI Caratterizzati dalle seguenti grandezze scalari: ¾γ conduttività [ S / m ] ¾ε permettività [ F / m ] ¾µ permeabilità [ H / m ] EQUAZIONI COSTITUTIVE DEL MEZZO: D=εE B=µH COSTANTI UNIVERSALI: •Velocità della luce nel vuoto c ≅ 3·108 m / s µ0 = 4π · 10-7 H / m •Permeabilità del vuoto ε0 = 1/(36π) · 10-9 F / m •Permettività del vuoto 1 m c= = 299 792 458 s µ 0ε 0 80 µ r è funzione del campo magnetico e quindi dipende dal punto di lavoro B = f (H) NON LINEARE tan-1µ0 B Br -Hmax SATURAZIONE -HC HC Hmax H -Br HC: forza coercitiva Br: induzione residua 81 Analogie con la legge di Ohm I ∫ H ⋅ dl = N ⋅ I L ∫ L ⇓ B µ (L. Ampére) L ⋅ dl = N ⋅ I ⇓ Analogia con la Legge di Ohm Φ ∫L µ ⋅ S ⋅ dl = N ⋅ I R m = Riluttanza ⇓ dl ⋅= N ⋅I L µ ⋅S Φ⋅∫ N ⇒ Φ ⋅R m = N ⋅ I Gm = 1/R m = Permeanza 82 Circuiti mutuamente accoppiati: i1 M i2 v1 L1 L2 v2 di1 di2 ⎧ ⎪ v1 = L1 dt + M dt ⎨ di2 di1 ⎪v2 = M + L2 dt dt ⎩ ⎧⎪ V1 = jωL1I1 + jωMI 2 ⎨ ⎪⎩V2 = jωMI1 + jωL2 I 2 Φ Flusso Principale I1 Φd1 Flusso Disperso Primario N1 Φd2 Flusso Disperso Secondario Φ1 Flusso Concatenato con una Spira Primaria Φ2 Flusso Concatenato con una Spira Secondaria ⎧⎪ Φ1 = Φ + Φ d 1 ⎨ ⎪⎩Φ 2 = Φ + Φ d 2 Φ Φd1 ⎧⎪ Φ c1 = N1Φ + N1Φ d 1 ⎨ ⎪⎩Φ c 2 = N 2 Φ + N 2 Φ d 2 I2 Φd 2 N2 83 Ricordando il significato delle varie induttanze Φ Φ = G m (N1 I1 + N 2 I 2 ) G m : permeanza del circuito magnetico Φ : flusso principale Φ d 1 = G d 1 N1 I1 : flusso disperso primario Φ d1 Φ d 2 Φ d 2 = G d 2 N 2 I 2 : flusso disperso secondario Ld 1 Ld 2 n:1 Lm 84 TRASFORMAZIONE DELLE IMPEDENZE I1 n:1 V2 V1 I2 V2 V1 1 1 V1 = = ⋅ = 2 I 2 n nI1 n I1 1 &' = 2 Z2 n Z& 2 Z& 2 Un’impedenza Z& 2 applicata ai morsetti secondari di un trasformatore ideale puo’ essere sostituita da un’impedenza Z& 2' = n 2 Z& 2 ai morsetti primari senza che il funzionamento complessivo venga alterato, e n viceversa. 2 RIASSUMENDO: per portare una grandezza secondaria al primario: Tensione : V2' = nV2 ; Corrente : I 2' = I2 ; Impedenza : Z& 2' = n 2 Z& 2 n per portare una grandezza primaria al secondario: Tensione : V1" 1 1 & = V1; Corrente : I1" = nI1; Impedenza : Z&1" = 2 85 Z1 n n TRASFORMATORE REALE: µ →∞ Hp: Ferro Ideale Pfe=0 accoppiamento perfetto Rame Ideale TRASFORMATORE IDEALE Pcu=0 Il circuito equivalente del trasformatore reale si ottiene rimuovendo le ipotesi di ferro ideale e di rame ideale 86 CIRCUITO EQUIVALENTE I1 V1 X d1 R1 − E1 X 'd 2 If I0 Im G B − E 2' R'2 − I '2 − I2 V2 V2' 9R1: resistenza equivalente dell’avvolgimento primario 9R’2=n2R2 con R2 resistenza dell’avvolgimento secondario 9Xd1=ϖLd1 con Ld1 induttanza di dispersione primaria 9X’d2=n2 Xd2 ; Xd2=ϖLd2 con Ld2 induttanza di dispersione secondaria 9G: conduttanza trasversale (mette in conto le perdite nel ferro) 9B=1/Xm; Xm=j ϖLm con Lm induttanza di magnetizzazione 9I0: corrente a vuoto 9Im: corrente magnetizzante 9E’2=nE2 87 Schematizzazione di una tipica rete elettrica di produzione (MT), trasporto (AT) e distribuzione (MT e BT), con evidenziate le tensioni nominali di esercizio più comuni in Italia 88 MACCHINE ELETTRICHE ROTANTI Generatori e Motori Macchine Elettromeccaniche Φ dΦ ≠0 dt Pel M Pp Pmecc < Pel Pmecc η= Pel I forze meccaniche moto relativo motore f.e.m. Pmecc generatore Pmecc Pel G Pp Pel < Pmecc Pp = Prame + Pferro + Pmeccaniche Pel η= Pmecc 89 traferro statore rotore Elementi essenziali: ¾Circuito magnetico ¾Avvolgimenti ¾Organi di presa corrente macchina rettificata N S S passo polare N Bmax Generatore: Si trascina il rotore L’indotto è sede di una fem Motore: I due circuiti sono percorsi da corrente Il campo di rotore insegue quello di statore Il rotore è trascinato 90 Macchine sincrone - Generatore a b c c b a passo polare rotore con 1 avvolgimento rotore con 3 avvolgimenti Opzione 1: il rotore è alimentato in c.c. e trascinato da un motore primo. L’avvolgimento o gli avvolgimenti di statore sono sede di f.e.m. indotte sinusoidali. Opzione 2: lo statore è alimentato in c.c. ed il rotore è trascinato. L’avvolgimento di rotore diventa il circuito indotto, da cui si preleva la potenza attraverso i contatti striscianti. Se l’indotto ha un solo avvolgimento, la f.e.m. indotta è monofase 91 Se l’indotto ha tre avvolgimenti, la f.e.m. è trifase a b Macchine sincrone - Motore a b c c c b a ¾ I 3 avvolgimenti statorici sono alimentati con 3 tensioni sfasate tra loro di 120° ¾ I 3 campi sinusoidali si combinano, dando luogo ad un campo magnetico rotante ¾ Il rotore è alimentato con una corrente continua. Il campo da essa generato tenterà di allinearsi con il campo rotante di statore, trascinando il rotore. + - 92 a Macchine asincrone – Motore a b c b Lo statore è alimentato come avviene nel motore sincrono, dando luogo ad un campo magnetico rotante c c b Coppia - 1 a ¾ Nel rotore l’avvolgimento è chiuso in corto circuito ¾ Il campo di rotore induce una f.e.m. nelle spire del rotore, con conseguente circolazione di corrente. ¾ Il campo di rotore che ne deriva tende ad allinearsi con il campo di statore, trascinando il rotore ad una velocità minore di quella del campo di statore (scorrimento) ¾ Se il rotore gira alla velocità del campo di statore (sincronismo), il flusso concatenato con le spire di rotore è costante, la corrente indotta si annulla, e quindi anche la coppia ¾ La velocità di rotazione è determinata dall’incontro della coppia motrice e del carico ns n Spesso l’avvolgimento di rotore è realizzato con barre cortocircuitate agli estremi, a formare la tipica gabbia di scoiattolo 93 Macchine asincrone – Motore -2 Potenza elettrica assorbita P e = 3 ⋅ E L ⋅ I L ⋅ cos ϕ = 3 ⋅V L ⋅ I L ⋅ cos ϕ Non tutta la potenza elettrica assorbita può essere convertita in potenza meccanica disponibile all’asse del motore, in quanto si deve tener conto delle perdite per riscaldamento nel rame di statore e di rotore, di quelle nel ferro del circuito magnetico e di quelle dovute ad attriti e ventilazioni Potenza meccanica all’asse 1− s Pm = Pr⋅ s La potenza meccanica disponibile all’asse è esprimibile in funzione della resistenza elettrica di rotore mediante la formula valida per rotore avvolto e rotore a gabbia di scoiattolo, nella quale Pr esprime la potenza elettrica dissipata negli avvolgimenti 94 di rotore Macchine asincrone – Motore C -3 Cmax Cmotore Ciniziale Ccarico Cm = Cmin Caccel Pm nr ⋅ 2π 60 = Pr ns ⋅ 2π ⋅s 60 Cnom Cmotore Ccarico nnom nsin n Andamento della coppia in funzione della velocità di rotazione a rotore bloccato (s=1, nr=0) la coppia motrice non è nulla (Cspunto) . Cmax e’ detta anche Cbreakdown Il motore in questa situazione si dice in cortocircuito e la corrente assorbita vale da 4 a 7 volte la corrente nominale. La corrente all’avviamento non dipende dal tipo di carico che il motore 95 deve azionare ma è una caratteristica del singolo motore. Motori elettrici ad alto rendimento CLASSIFICAZIONE • Eff 1 (ALTA efficienza) • Eff 2 • Eff 3 (bassa efficienza) CARATTERISTICHE • • • • RENDIMENTO ELEVATO; LUNGA DURATA; BASSA RUMOROSITA’; PREZZO ELEVATO. Rendimento MAGGIORE DI QUELLO DEI MOTORI STANDARD • MAGGIORE IMPIEGO DI FERRO; • LAMIERINI A BASSE PERDITE; • FILI DI RAME CON SEZIONE MAGGIORE; • MINORE TRAFERRO • CAVE E DENTI ESEGUITI CON ACCURATEZZA; • COMPONENTISTICA (CUSCINETTI ) DI MAGGIOR PREGIO. Definizione delle classi per motori a 4 poli EFF3 motori <76.2 <78.5 <81.0 <82.6 EFF2 motori >=76.2 >=78.5 >=81.0 >=82.6 EFF1 motori >=83.8 >=85.0 >=86.4 >=87.4 <84.2 >=84.2 >=88.3 5.5 <85.7 >=85.7 >=89.2 7.5 11 15 18.5 22 30 37 45 55 75 90 <87.0 <88.4 <89.4 <90.0 <90.5 >=87.0 >=88.4 >=89.4 >=90.0 >=90.5 >=90.1 >=91.0 >=91.8 >=92.2 >=92.6 <91.4 <92.0 <92.5 <93.0 <93.6 <93.9 >=91.4 >=92.0 >=92.5 >=93.0 >=93.6 >=93.9 >=93.2 >=93.6 >=93.9 >=94.2 >=94.7 96 >=95.0 KW 1.1 1.5 2.2 3.0 4.0 Confronto del rendimento di motori a 4 poli • motore standard - motore ad alto rendimento 100 95 90 85 80 75 70 65 60 Potenza ( kW ) Costi motori ad alta efficienza Si ha un sovrapprezzo di circa il 30 % rispetto al motore std 90 ÷ 95 % SONO MOTORI STANDARD - eff 3 cioe’ a basso rendimento 97 Esempio pratico motori bassa/alta efficienza • • • • Consideriamo un motore standard (eff.3) con potenza nominale Pn = 100 kW, utilizzato all’80% cioè 80 kW resi all’albero. Supponiamo abbia un rendimento =94% Un motore equivalente eff.1 , con la stessa percentuale d’utilizzazione ha un rendimento del 96%. Nel primo caso la potenza assorbita dalla rete è: 80/0.94 = 85.1 kW Pertanto le perdite sono 5.1 kW • Nel secondo caso la potenza assorbita dalla rete è: 80/0.96 = 83.34 kW. Pertanto le perdite sono: 3.34 kW. • • C’è una differenza di 5.1 –3.34 = 1.76 kW Supponiamo che il motore giri a regime costante per 24h per 11 mesi all’anno, cioè per 7920 h/anno • I kwh risparmiati sono: 1.76 x 7920 = 13.939 kwh. • Se il costo è 0.12 €/kwh, il risparmio totale è di 1.672 €/anno. 98 Potenza reattiva e fattore di potenza : Tutti gli utilizzatori che trasformano energia elettrica in altra forma di energia (termica, meccanica, chimica, luminosa,…) assorbono potenza attiva (P) e potenza reattiva (Q) Nella maggioranza dei casi pratici gli utilizzatori possono essere schematizzati con un’impedenza serie R-L (corrente sfasata in ritardo rispetto alla tensione). A proposito di potenza reattiva: – È convenzionalmente positiva la Q assorbita dai reattori negativa dai condensatori. – I condensatori assorbono Q capacitiva ossia erogano Q induttiva. – Gli induttori assorbono Q induttiva ossia erogano Q capacitiva 99 Il fattore di potenza (cosφ) è un parametro caratteristico di ogni tipo di utilizzatore e varia con la sua potenza nominale e con la potenza attiva, quando questa può variare in esercizio Tipicamente: – Un carico domestico cosφ tra 0,7 e 0,9 – Un carico industriale cosφ fra 0,6 e oltre 0,9 100 Rifasamento : Con il termine rifasamento si definisce l'insieme di azioni, fondate sulla compensazione totale o parziale della potenza reattiva induttiva, intese al miglioramento del fattore di potenza al fine di: – rendere minime le perdite di energia; – ridurre il costo sia di installazione che di esercizio degli impianti. Fattore di potenza unitario significa, infatti, corrente e perdite minime nei conduttori, a parità di tensione e di potenza attiva (trasmessa, utilizzata). Se si considera che le perdite nei conduttori delle macchine, degli apparecchi e delle linee sono: – proporzionali al quadrato della corrente – l'energia attiva è la grandezza fisica che il fornitore di energia elettrica cede all'utente e che l'utente acquista e utilizza risulta evidente come la condizione ideale per entrambi coincida con quella in cui il fattore di potenza è unitario (la potenza apparente è uguale alla potenza attiva fornita assorbita, ossia la potenza reattiva è nulla). 101 Le condizioni che devono essere poste alla base delprogetto di impianto di rifasamento sono sia: – di natura tecnicache – di natura economica Tutte queste condizioni si riflettono sia – sul dimensionamento – sull'ubicazione delle batterie di rifasamento. 102 Le finalità del rifasamento sono quindi: – ridurre le correnti in gioco – ridurre le perdite in rete e nelle macchine – ridurre le cadute di tensione – ridurre la potenza nominale delle macchine e delle linee a parità di potenza attiva fornita – aumentare la potenza attiva fornita a parità di potenza nominale delle macchine e corrente nominale della linea – non incorrere nel corrispettivo (€) per basso fattore di potenza 103 Dimensionamento della potenza rifasante Il calcolo della potenza reattiva capacitiva necessaria per il rifasamento di un impianto è un problema relativamente semplice se limitato al calcolo della potenza necessaria per riportare il fattore di potenza ad un determinato valore, ad esempio quello imposto dall'azienda distributrice dell'energia elettrica. Per ridurre la tangente dell'angolo di sfasamento del carico (tanφ) ad un valore minore (tanφ'), a parità di potenza attiva, si deve ridurre la potenza reattiva induttiva secondo la formula seguente: Qc = P (tgφ- tgφ') Ponendo: Kr = (tgφ- tgφ') Si ottiene Qc = Kr × P REGOLA PRATICA Kr ~ 0,5 104 Rifasamento distribuito: Consiste nel rifasare localmente ciascun carico installando una batteria di condensatori dedicata (è il metodo utilizzato dai costruttori per rifasare le lampade fluorescenti). Questa è la soluzione migliore in quanto permette non solo di ridurre la potenza reattiva richiesta alla rete di alimentazione ma anche di migliorare lo sfruttamento dell'impianto, riducendone le correnti e conseguentemente anche le perdite e le cadute di tensione. E' una soluzione piuttosto costosa e risulta solitamente conveniente solo per grossi carichi concentrati. Si preferisce quindi effettuare un rifasamento distribuito per gruppi o per settori dell'impianto. 105 Rifasamento centralizzato: E' il metodo in assoluto più economico e consiste nell'installare un'unica batteria di condensatori a monte di tutto l'impianto. Può essere considerato l'opposto del rifasamento distribuito in quanto non determina uno sfruttamento ottimale dell'impianto. E' senz'altro il sistema migliore se installato in impianti in cui si ha un assorbimento pressoché costante di potenza reattiva. 106 Rifasamento degli impianti: Per definire il tipo di rifasamento più appropriato sia sotto l'aspetto tecnico che economico occorre conoscere ubicazione, potenza, contemporaneità di servizio e grado di utilizzazione dei carichi. Se il tipo di servizio dell'impianto risulta continuativo, con potenza impiegata indicativamente invariata, è possibile avvalersi di apposite tabelle. Queste tabelle forniscono degli opportuni coefficienti che tengono conto del fattore di potenza iniziale e di quello finale desiderato. Moltiplicando tale coefficiente per la potenza attiva si può calcolare la potenza reattiva secondo la seguente relazione: TECNICA PIU’ UTILIZZATA Rifasamento centralizzato con batterie ad inserzione disinserzione Automatica si utilizza negli impianti in cui invece le condizioni di carico sono piuttosto variabili 107 Rifasamento automatico degli impianti: Un relè di regolazione confronta il valore desiderato del fattore di potenza a quelli effettivamente assunti dall'impianto durante l'esercizio. In base allo scostamento rilevato comanda l'inserimento o il disinserimento, attraverso opportuni contattori, dei gruppi di condensatori, corrispondenti ai prefissati gradini di regolazione, necessari per mantenere il fattore di potenza al valore prefissato. Il prelievo dei segnali, a monte del punto di installazione della batteria di condensatori, viene effettuato per il segnale amperometrico tramite un trasformatore di corrente (TA) posto su una delle tre fasi e mediante collegamento diretto, o mediante trasformatore di tensione (TV) sulle altre due fasi per il segnale voltmetrico. 108 Criteri di scelta del rifasatore SELEZIONE DA CATALOGO TENSIONE NOMINALE Vn = 415 – 430 – 440 – 450 THDImax (max. distorsione armonica in corrente ammessa in rete) DA 10 AL 100% THDImax (max. distorsione armonica in corrente ammessa sui condensatori) = DA 10 AL 100% Qn (kvar) 43,5 50 62,5 75 100 150 175 200 225 250 300 350 400 450 500 Potenza per batteria (kvar) 6,2 12,5 25 12,5 12,5 25 12,5 25 25 12,5 12,5 25 25 12,5 12,5 25 50 25 25 50 50 25 50 50 50 25 25 50 100 25 50 50 100 25 25 50 50 50 50 50 50 50 50 50 50 50 50 50 50 50 100 50 50 50 50 100 100 50 50 50 100 100 100 50 50 100 100 100 100 Gradini Sezionatore (n. x kvar) (A) 7 x 6,2 80 4 x 12,5 125 5 x 12,5 125 6 x 12,5 160 8 x 12,5 200 6 x 25 315 7 x 25 400 8 x 25 400 9 x 25 400 10 x 25 500 6 x 50 630 7 x 50 800 8 x 50 800 9 x 50 800 10 x 50 1000 109 Sistemi elettrici: Norma CEI 11-1 “Il sistema elettrico è quella parte di un impianto elettrico costituita dal complesso dei componenti elettrici aventi una determinata tensione nominale di esercizio” Un sistema elettrico di produzione, trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica è caratterizzato dai seguenti principali parametri caratteristici: - tensione nominale di esercizio; - frequenza nominale di esercizio; - stato di funzionamento del neutro. 110 Tensione nominale di esercizio Le norme attualmente in vigore classificano i S.E. in relazione alla loro tensione nominale di esercizio (CEI 11-1 “Impianti elettrici con tensione superiore a 1kV in c.a. e CEI 64-8 “Impianti elettrici utilizzatori con tensione nominale inferiore a 1000V in c.a e 1500V in d.c.) • Sistemi di categoria 0: sistemi con tensione nominale minore o uguale a 50V in c.a. e 120 V in d.c. (non ondulata); • Sistemi di I categoria: quelli a tensione nominale oltre i 50V e fino a 1000V compreso se in c.a o oltre i 120V fino a 1500V compreso se in d.c.; • Sistemi di II categoria: quelli a tensione nominale oltre i 1000V e fino a 30000V compreso se in c.a oppure oltre i 1500V in d.c.; • Sistemi di III categoria: quelli a tensione nominale maggiore di 30000V. • BT (Bassa tensione): impianti con tensione nominale di esercizio inferiore a 1000V. • MT (Media tensione): impianti con tensione nominale di esercizio compresa tra 1kV e 30kV: • AT (Alta tensione): impianti con tensione nominale di esercizio superiore a 30kV. 111 Sistemi di categoria 0: Comprende tre gruppi: - SELV a bassissima tensione di sicurezza - PELV a bassissima tensione di protezione - FELV a bassissima tensione funzionale. Sistema SELV (Safety Extra Low Voltage) - Trasformatore con doppio isolamento (a prova di guasto). - Rischio di difetto di isolamento: R1 Secondario a bassissima tensione, dell’ordine dei 12/24 V (max 50 V) per assicurare la non pericolosità di un eventuale contatto dopo il guasto di isolamento dell’utilizzatore. - Masse metalliche non collegate a terra per evitare che malfunzionamenti dell’impianto di terra possa mettere in tensione la massa 112 Sistema PELV (Protection Extra Low Voltage) Circuiti di comando di motori con gli avvolgimenti isolati - Trasformatore di sicurezza (Norme CEI 96-2 ) In caso di doppio guasto nel circuito di comando, il contatto del circuito è c.to circuitato dalla massa. Ciò determina un azionamento intempestivo del motore: rischio R1 Il rischio (R2) di messa in tensione della massa da malfunzionamento dell’impianto di terra << R1. - Masse metalliche collegate a terra. In caso di doppio guasto circola corrente verso terra ed intervengono le protezioni (fusibile). - Il rischio (R2) di messa in tensione della massa da malfunzionamento dell’impianto di terra << R1. - Masse metalliche collegate a terra. In caso di doppio guasto circola 113 corrente verso terra ed intervengono le protezioni (fusibile). Sistemi di categoria I: Per i sistemi di I categoria il contatto con parti in tensione dell’impianto si considera pericoloso e si devono prevedere idonee misure di protezione. Il sistema di distribuzione per questi livelli di tensione può essere di tipo a neutro francamente a terra o isolato. Gli impianti di categoria 0 e di I categoria rappresentano il campo di applicazione della Norma CEI 64-8. Categoria II Tensione nominale oltre la fascia di categoria I fino a 30.000V. Per solito questi valori di tensione vengono distribuiti a neutro isolato. Tali impianti devono essere accessibili solo a personale autorizzato. Categoria III Tensione nominale superiore a 30 kV (in Italia 132kV, 220Kv,380kV) . 114 Effetti dell’elettricità sul corpo umano 115 Il contatto elettrico: Il contatto elettrico fra l'uomo e le parti attive di un impianto o apparecchiatura elettrica, può essere di tipo diretto o di tipo indiretto. Definiamo contatto diretto, il contatto con parti metalliche normalmente in tensione. Tale contatto generalmente risulta non intenzionale ma non è da escludere, a volte, la volontarietà da parte di persone non professionalmente addestrate o competenti in materia. 116 Definiamo contatto indiretto, il contatto con parti normalmente non in tensione ma che possono, in caso di guasto o cedimento dell'isolamento, trovarsi in tensione; è il tipico caso dell'involucro metallico di un elettrodomestico o dell'impugnatura di un utensile elettrico portatile, ecc. Per il contatto indiretto non ha alcun senso parlare di volontarietà da parte di un malcapitato. 117 Comunque sia il tipo di contatto elettrico, il corpo umano, o animale in genere, subisce il fenomeno dello shock elettrico, più semplicemente detto elettrocuzione o folgorazione, cioè risulta essere sottoposto al passaggio della corrente elettrica che da luogo a fenomeni elettrofisiologici variabili le cui conseguenze possono essere a volte anche letali fino alla morte. In Italia muoiono per infortuni elettrici centinaia di persone l'anno e il caso più ricorrente è proprio il contatto diretto, rappresentante ben due terzi del totale, particolarmente su prese a spina e condutture. Percezione della Corrente: Il valore di corrente percepibile da una persona è un fatto individuale. Nel caso di contatto tra mano e filo di rame percorso da corrente elettrica sono stati ricavati i seguenti valori: Corrente continua: Corrente alternata a 50Hz: 5 mA (Uomini) 1,1 mA (Uomini) 3,5 mA (Donne) 0,7 mA (Donne). 118 Curva di pericolosità della corrente: Zone di pericolosità della corrente elettrica alternata (15 –: 100 Hz) Zona 1: nessuna reazione (al di sotto della soglia di percezione) Zona 2: limite di pericolosità convenzionale Zona 3: 3 effetti fisiopatologici reversibili e tetanizzazione Zona 4: 4 probabilità di fibrillazione ventricolare 119 Tetanizzazione dei muscoli. Consiste nel blocco involontario dei muscoli attraversati dalla corrente, i quali non obbediscono più agli impulsi elettrici fisiologici provenienti dal cervello e non permettono alla persona di staccarsi dalla parte in tensione. Si chiama corrente di rilascio il massimo valore di corrente per il quale una persona è ancora in grado di lasciare la presa. Il valore effettivo varia leggermente da una persona all’altra ma, convenzionalmente, si assume il valore medio di 10 mA. Difficoltà di respirazione. È dovuta al blocco involontario dei muscoli che riguardano la respirazione. Il fenomeno può provocare l’arresto della respirazione se non si interviene entro pochi minuti dall’infortunio praticando la respirazione bocca-bocca o la respirazione bocca-naso. Fibrillazione ventricolare. È dovuta al blocco involontario dei muscoli del cuore, che altera il normale sincronismo del battito cardiaco. Questo fenomeno può portare alla morte per arresto cardiaco o per arresto della circolazione. In attesa dei soccorsi bisogna intervenire immediatamente con il massaggio cardiaco e la respirazione bocca-bocca o bocca-naso. Ustioni. Sono prodotte dal calore sviluppato dal passaggio di corrente nel corpo umano. La pelle è il tessuto più esposto a questo fenomeno poiché ha 120 una elevata resistenze elettrica NOTA BENE: correnti molto elevate non producono solitamente la tetanizzazione perché quando il corpo entra in contatto con esse, l’eccitazione muscolare é talmente elevata che i movimenti muscolari involontari generalmente staccano il soggetto della sorgente. La pericolosità della corrente diminuisce con l’aumentare della frequenza. In una corrente ad alta frequenza la durata dello stimolo è talmente breve che la corrente non influisce sulle cellule. La tendenza della corrente ad alta frequenza a passare nello strato superficiale del corpo (effetto pelle) non influisce praticamente sullo stato della cellula. La corrente ad alta frequenza produce comunque effetti termici che possono divenire pericolosi. Si considera non pericolosa frequenza superiore a 10 kHz 121 Resistenza elettrica del corpo umano : Tensioni e correnti pericolose legate, tramite la legge di Ohm, alla resistenza del corpo umano. Z B I B = UT In realtà il corpo umano corrisponde, in termini circuitali, ad una impedenza capacitiva. La capacità Cp risiede principalmente n