'RFXPHQWRGLYDOXWD]LRQHGHLULVFKL
'/JVDUW
3URYLQFLDGL3HUXJLD
6200$5,2
Documento specifico
Relazione sintetica
Allegati
Parte 1 - Descrizione Generale dell'Ambiente / Attività
Parte 2/A - Identificazione dei Pericoli / Rischi
Rischi per la sicurezza dei Lavoratori
Rischi per la salute dei Lavoratori
Aspetti organizzativi e gestionali
Parte 2/B - Individuazione dei D.P.I.
Parte 3 - Programma di Miglioramento
Convenzione per il conferimento degli incarichi
PROVINCIA DI PERUGIA
$5($
6(59,=,2',35(9(1=,21((3527(=,21(
'(,/82*+,',/$9252
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&((H&((ULJXDUGDQWLLOPLJOLRUDPHQWRGHOODVLFXUH]]DHGHOODVDOXWHGHLODYRUDWRULVXL
OXRJKLGLODYRUR
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0LVXUHULWHQXWHRSSRUWXQHSHULOPLJOLRUDPHQWRQHOWHPSR
(Ai sensi dell’Art. 4)
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&2',&('2&80(172'95
Data di Emissione: .............
Data Revisione: == TIPO DOC. SETT. AREA N. PROG. REV.
6RWWRVFUL]LRQHGHO'RFXPHQWR
,O'DWRUHGL/DYRURBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBB
,O5HVSRQVDELOHGHO633BBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBB
,O0HGLFR&RPSHWHQWHBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBB
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5(/$=,21(6,17(7,&$
Il presente Documento Specifico sintetizza il complesso delle operazioni svolte ai fini della
valutazione dei rischi di cui allart. 4 comma 1 del D.Lgs 626/94 e s.m.i., SHUO
DPELHQWHGL
ODYRURRDWWLYLWjVRSUDVSHFLILFDWL
4XHVWRGRFXPHQWRGHYHFRQVLGHUDUVLDOOHJDWRDO'RFXPHQWR*HQHUDOHFKHGHVFULYHQHO
GHWWDJOLRLFULWHULDGRWWDWLSHUODLGHQWLILFD]LRQHGHLSHULFROLHODYDOXWD]LRQHGHLULVFKL
I criteri sopra menzionati sono però sostanzialmente riconducibili al seguente
procedimento:
1. Considerazione dei fattori di pericolo connessi con la sicurezza, con la salute e
derivanti dall'organizzazione del lavoro, della prevenzione e protezione e della lotta
contro le emergenze;
2. Identificazione dei fattori di pericolo esistenti per lo specifico ambiente o attività,
anche con il ricorso a liste di riscontro contenenti fattori di pericolo per la sicurezza,
per la salute e di carattere organizzativo / gestionale.;
3. Valutazione dei rischi conseguenti ai fattori di pericolo individuati; per la valutazione
dei rischi sono stati presi a riferimento le seguenti tipologie di elementi:
a. I principi generali di cui all'art. 3 del D. Lgs. 626/94;
b. Principali regolamentazioni di legge, date dalla legislazione vigente al
momento in tema di prevenzione, igiene e sicurezza del lavoro, in quanto
riferimento per le misure da adottare per la prevenzione e la protezione da
varie categorie di rischi;
c. Norme di buona tecnica, ove disponibili, rappresentate dalle norme emesse
da UNI e CEI ed eventualmente da associazioni professionali;
d. I dati contenuti nel registro degli infortuni;
e. La documentazione, ove necessaria, relativa ai rischi di macchine, sostanze,
ambienti.
La valutazione è stata effettuata dal datore di lavoro in collaborazione con il servizio di
prevenzione e protezione ed il medico competente, con la consulenza tecnica dell'A.T.I.
Quality Engineering-Cooprogetti-Eidos, anche in seguito a sopralluoghi eseguiti dai
Tecnici del SPP secondo il programma prestabilito, durante i quali si è tenuto conto delle
osservazioni eventualmente formulate dal personale contattato.
I rappresentanti dei lavoratori (indicare il nome, la data di designazione da parte dei
lavoratori, se conosciuta, e quella in cui è pervenuta la relativa comunicazione) sono stati
consultati:
[ ] preventivamente (indicare la/le data/e significativa/e)
[ ] durante lo svolgimento della valutazione (indicare la/le data/e significativa/e).
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$//(*$7,
Planimetria degli ambienti di lavoro
Piano di Emergenza Interno, specifico per il singolo ambiente / attività
Schede di sicurezza delle sostanze
Relazione di valutazione del rumore, sostanze pericolose, altri agenti fisici, chimici, ecc
Schede specifiche di individuazione dei pericoli e di valutazione dei rischi ..............
Documentazione particolare, in applicazione di specifiche disposizioni del D. Lgs. 626/94: ...........
Altro ...........
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3DUWH'HVFUL]LRQH*HQHUDOHGHOO
$PELHQWH$WWLYLWj
DESCRIZIONE SINTETICA DEL SITO / DELL'ATTIVITA':
RESPONSABILE: .......................... TEL.
N. DIPENDENTI PRESENTI: ..........................
N. MAX PERSONE PRESENTI: ..........................
ORARIO DI LAVORO: ..........................
$''(77,3(5/(6,78$=,21,',(0(5*(1=$
/RWWDDQWLQFHQGLRHJHVWLRQHHYDFXD]LRQHLQFDVRGLHPHUJHQ]D
..........................
..........................
..........................
&RQWUROORSUHVLGLSURQWRVRFFRUVR
..........................
..........................
(OHQFD]LRQHGHOOHDWWLYLWjVYROWHHGHJOLDPELHQWLXWLOL]]DWL
Per portare la situazione attuale ad un livello minimo accettabile, devono essere realizzati i seguenti
interventi:
$WWLYLWj
$PELHQWL
'HWWDJOLRGHLFLFOLGLODYRUR
Per ogni attività operativa elencata, si descrive sinteticamente il ciclo di realizzazione, le macchine o
sostanze utilizzate ed il personale che compie la singola fase
'HVFUL]LRQHVLQWHWLFDGHOOHIDVLGHOO
DWWLYLWjHYLGHQ]LDQGRVRSUDWWXWWROHPRGDOLWjGXVRGLPDFFKLQHH
VRVWDQ]H
0DFFKLQH
6RVWDQ]H
$QDJUDILFDGHLVLQJROLHGLILFL
3HUVRQDOH
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3DUWH$,GHQWLILFD]LRQHGHL3HULFROL9DOXWD]LRQHGHL5LVFKLH
,QGLYLGXD]LRQHGHOOH0LVXUHGL3UHYHQ]LRQHH3URWH]LRQH&RQVHJXHQWL
In questa sezione sono riportati, in forma tabellare, i fattori di rischio (pericoli) presenti nell’ambiente di lavoro
o attività considerata, la valutazione dei rischi, lindicazione delle misure conseguenti.
I fattori di rischio sono suddivisi in tre categorie:
1. Rischi per la sicurezza;
2. Rischi per la salute;
3. Rischi di carattere trasversale, legati all'organizzazione.
La valutazione del rischio è effettuata come già detto nella relazione sintetica iniziale; viene qui documentata
una valutazione qualitativa sullentità possibile del rischio in relazione all'esposizione al relativo fattore ed alle
misure conseguenti. In generale, tali misure sono riconducibili alle seguenti categorie:
1. Misure richieste dalla legislazione previgente e dalle regole tecniche, dove il legislatore ha fornito
requisiti specifici in ordine alla protezione e protezione da varie categorie di rischi;
2. Misure derivanti dall'attuazione del D. Lgs. 626/94 e s.m.i., in particolare:
ARTT. 12 e 13 - PREVENZIONE INCENDI, EVACUAZIONE, PRONTO SOCCORSO
TITOLO II - LUOGHI DI LAVORO
TITOLO III - ATTREZZATURE DI LAVORO
TITOLO V - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
TITOLO VI - USO DI VIDEOTERMINALI
3. Misure per il miglioramento di situazioni conformi alla legislazione previgente
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5,6&+,3(5/$6,&85(==$'(,/$925$725,
)$7725,',5,6&+,23(5,&2/,
( &$7(*25,(',(63267,
9$/87$=,21('(,5,6&+,
0,685(&216(*8(17,
$0%,(17,',/$9252
Le principali misure organizzative e tecniche affinché gli ambienti di lavoro, le aree di transito e le scale si mantengano in adeguate condizioni sono di
seguito indicate.
Ciascun lavoratore disponga di uno spazio minimo adeguato (2 mq lordi), e la disposizione di arredi ed attrezzature sia idonea.
Il pavimento dello spazio di lavoro sia mantenuto pulito.
Le condizioni di illuminazione siano idonee al tipo di attività svolta.
Eventuali carichi sospesi non insistano in corrispondenza degli spazi di lavoro o di passaggi pedonali.
Le aperture sul pavimento siano protette da coperture e gli spazi elevati sono provvisti di idoneo parapetto.
Le porte di accesso normale e di emergenza siano apribili dall’interno, di dimensioni e numero adeguato e non siano ostruite.
Le aree di transito siano di dimensioni idonee, con pavimentazione uniforme e non scivolosa, senza gradini e dislivelli pericolosi. Non esistono accumuli di
materiali in corrispondenza delle stesse.
Il passaggio di eventuali veicoli avvenga all’interno di aree segnalate con strisce gialle.
Le scale fisse a gradini dispongano di corrimano e presentino pedate di dotate di materiale antiscivolamento e siano mantenute pulite; i parapetti siano alti
almeno 1 m.
Le eventuali scale fisse a pioli siano corredate di gabbia o di altri sistemi anticaduta a partire dall’altezza di 2.5 m
Le scale a mano si utilizzino solo in modo occasionale, siano del tipo a incastro con appoggi di testa e di base antisdrucciolevoli. Le scale a compasso
dispongano di adeguato elemento antiapertura.
Siano fornite adeguate informazioni ed emesse apposite procedure di sicurezza.
.... individuare e elencare le aree di
transito, gli spazi di lavoro e le scale,
anche a mano
..... e individuare le categorie di
persone esposte
Il fattore di rischio è pertanto già
oggetto di una regolamentazione ex
lege, con una indicazione molto
dettagliata delle misure di
prevenzione, protezione ed igiene che
devono essere attuate.
Conseguentemente, il
soddisfacimento dei requisiti normativi
comporta per le persone esposte un
rischio basso.
Le caratteristiche degli ambienti di
lavoro, delle aree di transito o vie di
circolazione, nonché delle scale
sono normate dal DPR 303/56 (artt.
6, 7, 8, 15, 17) e dal DPR 547/55
(artt. 7, 8, 10, 11, 13, 14, 16, 17,
26, 27). Tali disposizioni sono state
aggiornate dall'art. 33 del D. Lgs.
626/94, come modificato dal D.
Lgs. 242/96
0$&&+,1(
Le principali misure organizzative e tecniche affinché le macchine, in base alla loro tipologia tecnologica, si mantengano in adeguate condizioni
relativamente alla prevenzione degli infortuni sono di seguito indicate.
Le macchine di nuova introduzione siano dotate di marcatura CE e di manuale di istruzioni o, se usate, sia dichiarata dal venditore la conformità alla
legislazione previgente, cui segua comunque una verifica di conformità interna.
Tutti gli organi in movimento siano protetti contro i contatti accidentali.
Esistano schermi per prevenire il rischio di proiezione di oggetti e frammenti.
Siano installati e funzionanti sistemi di captazione ed aspirazione di vapori, polveri e liquidi.
I dispositivi di protezione meccanici ed elettrici siano presenti, idonei ed attivati.
Dopo manutenzione, i dispositivi eventualmente rimossi siano immediatamente ripristinati.
Gli organi di azionamento siano manovrabili solo in modo intenzionale.
Le macchine siano dotate di pulsante di arresto in emergenza in posizione facilmente accessibile.
In caso di interruzione di EE la macchina debba essere riavviata dall'operatore.
Le macchine siano illuminate in modo idoneo alla lavorazione.
Non esistano parti a spigolo sporgenti in modo pericoloso.
Le macchine siano posizionate in modo stabile.
Esistano espliciti divieti di operazioni di pulizia o manutenzione delle macchine in moto.
Cinghie, funi, nastri ed organi di trasmissione siano protetti.
Tra le macchine e tra queste e le pareti esista uno spazio libero di almeno 0.5 m nel caso di movimenti alternativi degli organi.
Esista idonea cartellonistica per ciascuna macchina con lindicazione dei pericoli e dei messi di protezione personale da utilizzare.
Siano fornite adeguate informazioni ed emesse apposite procedure di sicurezza.
(Elencare le macchine presenti o
allegare elenco)
Elencare i pericoli che ciascuna
macchina può presentare
... taglio, abrasione, schiacciamento
ecc
..... e individuare le categorie di
persone esposte
Il fattore di rischio è pertanto già
oggetto di una regolamentazione ex
lege, con una indicazione molto
dettagliata delle misure di
prevenzione, protezione ed igiene che
devono essere attuate. I fattori di
rischio collegati con luso delle
macchine possono realizzarsi non
solo in dipendenza delle condizioni
tecniche, ma altresì in relazione
all'organizzazione del lavoro ed alla
informazione e formazione del
personale operativo e di supervisione
e quindi della sua consapevolezza sui
comportamenti più adeguati. Il
soddisfacimento dei requisiti normativi
comporta senzaltro un abbattimento
del rischio infortunistico ed igienico;
purtuttavia possono permanere dei
rischi residui oggettivi (di carattere
tecnico o tecnologico) e soggettivi (di
carattere comportamentale). Ove tali
rischi residui siano tenuti sotto
controllo con adeguata segnalazione,
informazione, formazione ed
Esistono una serie di disposizioni
legislative e regolamentari che
riguardano i requisiti di sicurezza
per le macchine (I principali
provvedimenti sono il DPR 547/55
ed il più recente DPR 459/96
"direttiva macchine" che però non
fornisce prescrizioni tecniche, ma
requisiti minimi di sicurezza ed
affida al fabbricante la valutazione
del rischio).
organizzazione del lavoro, il rischio
può considerarsi basso.
862',$775(==,0$18$/,
0$1,32/$=,21(0$18$/(',2**(77,
Le principali misure organizzative e tecniche affinché gli attrezzi manuali si mantengano adeguati adeguati relativamente alla prevenzione degli infortuni
sono di seguito indicate.
Gli attrezzi manuali siano in buono stato e riposti in luoghi idonei.
In posizioni elevate siano usati con apposito sistema di fissaggio anticaduta.
Gli spigoli acuminati o taglienti siano protetti da involucro durante il trasporto.
Gli utensili elettrici siano dotati di doppio isolamento (marcati con due quadrati concentrici).
La forma, le dimensioni, la pulizia degli oggetti siano tali da consentirne la manipolazione in sicurezza.
Gli spigoli acuminati o taglienti siano protetti da involucro durante il trasporto.
Siano fornite adeguate informazioni ed emesse apposite procedure di sicurezza.
Elencare le tipologie di oggetti
manipolati
Il fattore di rischio è pertanto già in
parte oggetto di una regolamentazione
ex lege, con indicazione delle misure
di prevenzione, protezione ed igiene
richieste.
Esistono peraltro dei rischi residui
collegati soprattutto a fattori
comportamentali, che possono essere
tenuti sotto controllo con una
adeguata informazione e
organizzazione del lavoro.
Le disposizioni regolamentari sui
requisiti di sicurezza per alcuni
attrezzi manuali sono fornite dal
DPR 547/55, in vari articoli. Gli
utensili elettrici portatili rientrano
nelle previsioni del D. Lgs. 626/96
"materiale elettrico bassa tensione".
,00$*$==,1$0(172',2**(77,
Le principali misure organizzative e tecniche affinché limmagazzinamento si attui in adeguate condizioni di sicurezza sono di seguito indicate.
Esista un apposito spazio delimitato per limmagazzinamento degli oggetti.
Gli oggetti siano immagazzinati in modo ordinato e stabile, tale da evitare cadute accidentali.
Scaffalure e pallets riportino lindicazione del carico massimo.
Le scaffalature siano adeguatamente ancorate al pavimento o alle pareti.
Si rispetti la regola di buona tecnica per cui gli oggetti più pesanti vanno posizionati, ove possibile, nella parte bassa delle scaffalature.
Siano fornite adeguate informazioni ed emesse apposite procedure di sicurezza.
Elencare i locali di deposito, i
soppalchi, le scaffalature presenti
Il fattore di rischio è pertanto già in
Prescrizioni regolamentari relative
parte oggetto di una regolamentazione ai locali di deposito sono riportate
ex lege, con indicazione delle misure
nel DPR 547/55 (art. 9).
di prevenzione richieste.
Il soddisfacimento dei requisiti
normativi e delle regole di buona
organizzazione comporta per le
persone esposte un rischio basso.
,03,$17,(/(775,&,
Le principali misure organizzative e tecniche affinché gli impianti elettrici, in base alla loro tipologia tecnologica, si mantengano in adeguate condizioni
relativamente alla prevenzione degli infortuni sono di seguito indicate.
L'impianto elettrico sia dotato dei requisiti minimi di sicurezza: rete di terra e dispositivo di protezione contro le sovraccorrenti ed i contatti accidentali.
Esista idonea documentazione tecnica (schemi unifilari, planimetrie, dati sulle protezioni) relativa agli impianti elettrici.
Gli impianti elettrici siano stati realizzati e siano manutenuti da soggetto autorizzato.
L'impianto elettrico e sia realizzato secondo la normativa CEI o ad essa progressivamente adeguato.
Tutti i cavi elettrici fissi siano protetti da canaletta o tubazione in materiale non combustibile.
I cavi elettrici mobili siano protetti da armatura metallica.
Gli apparecchi portatili siano alimentati a bassa tensione e dispongono di idoneo interruttore incorporato.
Le apparecchiature elettriche siano adeguatamente protette contro contatti accidentali, spruzzi dacqua e contatto con atmosfere infiammabili.
Siano previste specifiche autorizzazioni per leffettuazione di lavori sugli impianti elettrici.
Siano fornite adeguate informazioni ed emesse apposite procedure di sicurezza per gli interventi di manutenzione.
Descrivere sommariamente
l’impianto elettrico.
Allegare, se disponibile, il progetto
dell’impianto elettrico ed i verbali USL
sulle verifiche di impianti di terra.
Il fattore di rischio è pertanto già in
parte oggetto di una regolamentazione
ex lege, con indicazione delle misure
di prevenzione richieste.
Il soddisfacimento dei requisiti
normativi e delle regole di buona
tecnica comporta per le persone
esposte un rischio basso.
Esistono una serie di disposizioni
legislative e regolamentari che
riguardano i requisiti di sicurezza
per gli impianti elettrici (I principali
provvedimenti sono il DPR 547/55;
la legge 46/90 e relativo
regolamento attuativo DPR
447/91). Esistono poi una serie di
norme tecniche del CEI - Comitato
Elettrotecnico Italiano - fra cui la
norma 64-8. Le norme CEI
costituiscono il riferimento dello
"stato dellarte".
$33$5(&&+,$35(66,21(
Le principali misure organizzative e tecniche affinché gli impianti elettrici, in base alla loro tipologia tecnologica, si mantengano in adeguate condizioni
relativamente alla prevenzione degli infortuni sono di seguito indicate.
L'impianto elettrico sia dotato dei requisiti minimi di sicurezza: rete di terra e dispositivo di protezione contro le sovraccorrenti ed i contatti accidentali.
Esista idonea documentazione tecnica (schemi unifilari, planimetrie, dati sulle protezioni) relativa agli impianti elettrici.
Gli impianti elettrici siano stati realizzati e siano manutenuti da soggetto autorizzato.
L'impianto elettrico e sia realizzato secondo la normativa CEI o ad essa progressivamente adeguato.
Tutti i cavi elettrici fissi siano protetti da canaletta o tubazione in materiale non combustibile.
I cavi elettrici mobili siano protetti da armatura metallica.
Gli apparecchi portatili siano alimentati a bassa tensione e dispongono di idoneo interruttore incorporato.
Le apparecchiature elettriche siano adeguatamente protette contro contatti accidentali, spruzzi dacqua e contatto con atmosfere infiammabili.
Siano previste specifiche autorizzazioni per leffettuazione di lavori sugli impianti elettrici.
Siano fornite adeguate informazioni ed emesse apposite procedure di sicurezza per gli interventi di manutenzione.
Elencare gli apparecchi a pressione
di cui si dispone
... compressori
....
Il fattore di rischio è pertanto oggetto
di una regolamentazione ex lege, con
indicazione delle misure di
prevenzione richieste.
Il soddisfacimento dei requisiti
normativi comporta per le persone
esposte un rischio basso.
Le disposizioni regolamentari che
riguardano i requisiti di sicurezza
per gli apparecchi a pressione sono
fornite dal DPR 547/55, art. 241,
dal DM 21 maggio 1974 e dal D.
Lgs. 311/91 "recipienti semplici a
pressione".
5(7,($33$5(&&+,',675,%8=,21(*$6
Le principali misure organizzative e tecniche affinché le reti ed apparecchi distribuzione gas si mantengano in adeguate condizioni di sicurezza sono di
seguito indicate.
La rete di distribuzione del gas sia realizzata con tubi metallici a vista di idonea colorazione, in accordo con le vigenti norme UNI-CIG.
Tubi e recipienti siano lontani da fonti di calore o da oggetti che possiano danneggiarli.
I recipienti del gas siano conservati in apposito locale dotato di mezzi antincendio, separando i vuoti dai pieni ed evitando laccatastamento alla rinfusa o la
conservazione in locali in cui si effettuano lavorazioni.
Tutti i recipienti riportino lindicazione scritta del nome e del codice numerico del prodotto contenuto e dei rischi associati.
I recipienti siano movimentati con idonei carrelli dotati di sistemi di fissaggio.
Siano fornite adeguate informazioni ed emesse apposite procedure di sicurezza.
Elencare le utenze tecniche di gas.
Descrivere brevemente le utenze
della rete gas esterna, derivate dal
contatore.
Il fattore di rischio è pertanto oggetto
di una regolamentazione ex lege, con
indicazione delle misure di
prevenzione richieste.
Il soddisfacimento dei requisiti
normativi comporta per le persone
esposte un rischio basso.
I requisiti normativi per le reti e
apparecchi di distribuzione gas
sono forniti dalle norme UNI CIG
vigenti. Alcuni requisiti per le reti di
gas sono inoltre contenuti nel DPR
547/55, art. 244 (tubazioni e
canalizzazioni) e artt. 236-7
(manutenzioni).
$33$5(&&+,',62//(9$0(172
0(==,0(&&$1,&,',75$632572
Le principali misure organizzative e tecniche affinché gli apparecchi di sollevamento ed i mezzi meccanici di trasporto si mantengano in adeguate
condizioni di sicurezza sono di seguito indicate.
I mezzi di sollevamento siano appropriati alla forma e volume dei carichi ed alle condizioni di impiego.
Gli apparecchi di sollevamento riportino lindicazione della portata massima ammessa.
Quelli con portata superiore a 200 kg siano dotati di libretto di collaudo ISPESL e siano verificati con la frequenza di legge.
Ganci, sistemi di fissaggio del carico, sistemi di frenatura, sistemi di allerta, funi etc. siano conformi alle norme di legge, vengano verificati trimestralmente
ed i risultati siano riportati in apposito registro.
Gli organi di comando non consentano avviamenti accidentali.
I mezzi di trasporto (muletti, ecc.) siano appropriati alle funzioni da svolgere, corredati di targa con la portata massima, di ganci ed altri sistemi di fissaggio
sicuro del carico.
I muletti si muovano in aree contrassegnate, sempre con le forche abbassate, il carico ben fissato e segnalino acusticamente la propria presenza.
Esista idonea cartellonistica di sicurezza.
Siano fornite adeguate informazioni ed emesse apposite procedure di sicurezza.
Elencare gli apparecchi di
Il fattore di rischio è pertanto oggetto
sollevamento ed i mezzi meccanici di di una regolamentazione ex lege, con
trasporto disponibili.
indicazione delle misure di
prevenzione e protezione richieste.
Il soddisfacimento dei requisiti
normativi comporta per le persone
esposte un rischio sufficientemente
controllabile.
Le disposizioni regolamentari che
riguardano i requisiti di sicurezza
per gli apparecchi di sollevamento
sono fornite dal DPR 547/55, artt.
da 168 a 217 e vari decreti
ministeriali.
5,6&+,',,1&(1',2(',(63/26,21(
In base al DM 10 marzo 1998, allegato 1, ß 1.4.4, il livello di rischio di incendio per l'ambiente è classificato .... medio / basso.
Le principali misure organizzative e tecniche affinché i rischi di incendio siano mantenuti adeguatamente sotto controllo sono di seguito indicate.
Ove lattività rientri nelle previsioni del DM 12 febbraio 1982, siano rispettati i requisiti regolamentari previsti per lo specifico ambiente.
I quantitativi di sostanze infiammabili presenti siano i minimi compatibili con le lavorazioni; le sostanze siano immagazzinate in locali idonei.
Siano disponibili le schede di sicurezza di tutte le sostanze infiammabili presenti.
Le attrezzature antincendio (estintori, idranti) siano ubicate in modo da essere facilmente raggiungibili e da proteggere tutta larea, siano manutenuti e
verificati regolarmente.
Gli impianti elettrici e di distribuzione del gas (vedi sopra) siano realizzati in modo da minimizzare i rischi di incendio ed esplosione.
Esista idonea cartellonistica che segnali i rischi di incendio ed eventualmente di esplosione.
La segnalazione delle vie di fuga in caso di incendio sia ben visibile.
Siano adottate le misure e predisposto il Piano di Emergenza Interno, secondo le indicazioni del DM 10 marzo 1998 e siano conseguentemente individuati
gli addetti per le emergenze e la lotta antincendio e sia erogata loro una adeguata formazione.
... indicare se ci sono attività che
rientrano nel DM 16 febbraio 1982
... indicare comunque presenza
significativa di carta, arredi, archivi,
rifiuti, ecc.
indicare presenza impianto elettrico,
ascensori, caricabatterie, ecc
... indicare presenza di sostanze
esplodenti.
6YLOXSSDUHRUDFRQVLGHUD]LRQLVXL I rischi di incendio per attività
IDWWRULGLULVFKLRHOHQFDWLDILDQFR
specifiche sono oggetto di una
vasta ed articolata
regolamentazione di legge, a
cominciare dal DPR 547/1955, art.
36 e conseguente DPR 609/1959,
al DM 16 febbraio 1982 ed una
serie di regolamenti specifici, agli
artt. 12, 13 e 14 del D. Lgs. 626/94.
In ultimo è intervenuto il DM 10
marzo 1998 che fornisce "Criteri
generali di sicurezza antincendio e
per la gestione dell'emergenza nei
luoghi di lavoro".
5,6&+,&+,0,&,
Le principali misure organizzative e tecniche affinché i rischi chimici siano mantenuti adeguatamente sotto controllo sono di seguito indicate.
Siano disponibili le schede di sicurezza di tutte le sostanze chimiche presenti e ne siano successivamente estratte opportune istruzioni di sicurezza.
I quantitativi di sostanze chimiche pericolose presenti siano i minimi compatibili con le lavorazioni; le sostanze siano immagazzinate in locali idonei.
Esista idonea cartellonistica che segnali i rischi associati alle sostanze chimiche.
La segnalazione delle vie di fuga in caso di rilascio accidentale sia ben visibile.
Esistano adeguate quantità di idonei materiali di assorbimento, inertizzazione e confinamento degli spandimenti di sostanze chimiche.
I recipienti contenenti sostanze chimiche siano conservati in apposito locale dotato di mezzi antincendio, separando i vuoti dai pieni ed evitando
laccatastamento alla rinfusa o la conservazione in locali in cui si effettuano lavorazioni.
Tutti i recipienti riportano lindicazione scritta del nome e del codice numerico del prodotto contenuto e dei rischi associati.
I lavoratori dispongono di idonei dispositivi di protezione individuale, sia per uso corrente che in emergenza.
Nei locali ove si impiegano sostanze chimiche pericolose esistano idonei sistemi di captazione vapori, di ricambio aria e attrezzature per docce oculari o
lavaggi corporei.
I residui di sostanze chimiche pericolose (solventi e reagenti esausti, tessuti impregnati, fusti vuoti, etc.) siano depositati in contenitori atti ad evitare
sversamenti in apposito locale e conferiti a smaltitore autorizzato.
L’elenco delle sostanze chimiche
presenti nell’ambiente sono riportate
nello schema sottostante.
... raccogliere tutte le schede di
sicurezza delle sostanze utilizzate.
... elencare, se possibile, le persone
esposte.
Il soddisfacimento dei requisiti
normativi comporta per le persone
esposte un rischio sufficientemente
controllabile.
I rischi derivanti dall’uso di sostanze
chimiche sono oggetto di una
regolamentazione di legge
derivante, fra l’altro, dal DPR
547/1955, artt. 352 e 354, dal DPR
303/1956, cap II "Difesa dagli
agenti nocivi" e dal D.Lgs. 626/94
art. 36, comma 7.
(OHQFRVRVWDQ]H
N.
Denominazione
e Produttore
Fornitore
Etichetta [1]
Confezione [2]
Tipo di
stoccaggio [3]
Quantità
stoccata
Cons. annuale
1
............................. ...................... ...................... ...................... ...................... ...................... ......................
2
............................. ...................... ...................... ...................... ...................... ...................... ......................
3
............................. ...................... ...................... ...................... ...................... ...................... ......................
[1]
E = esplosivo - O = Comburente - C = Corrosivo - N = Pericoloso per l'ambiente - T = Tossico - T+ = Molto tossico - Xn = Nocivo - F = Infiammabile
- F+ = Altamente infiammabile - Xi = Irritante
[2]
bt = bottiglia - br = barattolo - bb = bomboletta spray - fu = fusto - tn = tanica - al = altro
[3]
AA = Armadio o scaffale aperto - AC = Armadio chiuso - AS = Armadio aspirato - PV = Pavimento - Altro (specificare)
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5,6&+,3(5/$6$/87('(,/$925$725,
)$7725,',5,6&+,23(5,&2/,
( &$7(*25,(',(63267,
9$/87$=,21('(,5,6&+,
0,685(&216(*8(17,
(6326,=,21($'$*(17,&+,0,&,&$1&(52*(1,%,2/2*,&,
Le principali misure organizzative e tecniche affinché l'esposizione a sostanze nocive sia mantenuta adeguatamente sotto controllo sono di
seguito indicate.
I quantitativi delle sostanze chimiche utilizzate siano i minimi compatibili con le lavorazioni.
Per i lavoratori addetti alla manipolazione di sostanze riportate nell'All. di cui all'art. 33 del D.P.R. 303/56 siano effettuate le visite mediche
preventive e periodiche.
Le materie prime non in corso di lavorazione, i prodotti ed i rifiuti che abbiano proprietà nocive per la salute siano custoditi in recipienti a tenuta,
in locali idonei; la loro presenza sia adeguatamente segnalata.
Tutti i recipienti riportino l'indicazione scritta del nome e del codice numerico del prodotto contenuto e dei rischi associati.
La manipolazione di sostanze pericolose per la salute venga effettuata esclusivamente da personale competente; i lavoratori dispongono di
idonei dispositivi di protezione individuale, sia per proteggere le vie respiratorie che per proteggersi da contatti accidentali attraverso la pelle o gli
occhi, siano formati circa il loro uso, e siano tenuti ad utilizzarli.
Nei locali ove si impiegano sostanze chimiche pericolose esistano idonei sistemi di captazione vapori, di ricambio aria e attrezzature per lavaggi
oculari o corporei.
Nei locali ove siano presenti sostanze nocive abbiano accesso solo i lavoratori specificatamente addetti; sia previsto espresso divieto di fumare,
bere o mangiare nei detti locali.
All'ingresso dei locali siano esposte specifiche istruzioni di sicurezza.
La concentrazione di sostanze nocive presenti in ambiente di lavoro non superi mai il valore limite indicato dalla normativa.
Per attrezzature che comportano pericoli di rilascio di gas nocivi o fumi (saldatrici) siano previsti sistemi di captazione localizzati (fissi o mobili).
Per lavorazioni che comportino la produzione di polveri, l'aspirazione delle stesse venga effettuata immediatamente vicino al luogo di produzione
delle stesse.
Ove esistano lavoratori esposti a piombo o amianto, vengano seguite tutte le misure indicate nel D.Lgs.277/91 (registro dei lavoratori esposti,
mezzi di protezione, etc.).
Ove siano in atto lavorazioni che comportano il rischio di esposizione a sostanze cancerogene di cui all'All. A del D.Lgs. 626/94, è previsto nel
breve periodo (entro il .........) la sostituzione delle lavorazioni attraverso ........ e la cessazione dell'utilizzo di sostanze cancerogene.
Per attività lavorative che comportano il rischio di esposizione all'amianto, esista apposito piano per i lavori di demolizione e rimozione
dell'amianto residuo presente in coibentazione, rivestimenti, etc.
Vengono inoltre seguite tutte le misure di prevenzione e di sicurezza indicate nel decreto stesso (controllo sanitario, indumenti di lavoro,
raccoglitori chiusi, aree apposite per la sosta, etc.).
Ove nell'ambiente siano presenti lavorazioni che implicano la manipolazione di agenti biologici e gli agenti biologici siano classificati di gruppo 1
dal D.Lgs. 626/94, siano seguite le normali misure igieniche e preventive
..... Per agenti del gruppo 2, 3 o 4, vedere PARSIFAL. ......
La presenza di agenti biologici venga ridotta al minimo indispensabile, le persone esposte siano esclusivamente quelle addette alla lavorazione
stessa.
I siti a rischio siano indicati con apposita simbologia (simbolo di rischio biologico); sia esposta adeguata segnaletica di sicurezza.
La manipolazione di agenti biologici, come lo smaltimento di rifiuti contaminati, sia regolamentata da apposite procedure.
I contenitori siano adeguati e chiaramente identificati.
Apposite procedure siano state predisposte anche per la decontaminazione di indumenti utilizzati da lavoratori a rischio di esposizione.
I lavoratori esposti a sostanze chimiche, cancerogene o biologiche siano soggetti a sorveglianza sanitaria e siano tenuti i registri previsti.
Nell’ambiente di lavoro si fa uso delle
sostanze chimiche elencate nel
paragrafo precedente. I lavoratori
possono inoltre essere esposti ai
seguenti gas, vapori o polveri:
... elencare...
La valutazione del rischio chimico
è eseguita mediante un controllo
dell'esposizione dei lavoratori alle
sostanze nocive presenti, tramite
analisi della qualità dell'aria; sono
controllati i seguenti parametri:
.........elencare........
Il rischio è stato valutato ove
possibile tenendo conto dei valori
limite di soglia per sostanze in
atmosfera (TLV - Threshold Limit
Value) forniti come regola di buona
tecnica dalla ACGIH - American
Conference of Governmental
Industrial Hygienists), sentito il
parere del Medico Competente.
I rischi derivanti dall'uso di
sostanze chimiche sono oggetto
di una regolamentazione di
legge derivante, fra l'altro, dal
DPR 547/1955, artt. 352 e 354,
dal DPR 303/1956, cap. II
"Difesa dagli agenti nocivi", dal
D. Lgs. 277/1991 e dal D.Lgs.
626/1994 art. 36, comma 7.
Il soddisfacimento dei requisiti
normativi e delle misure
riportate a fianco comporta per
le persone esposte un rischio
sufficientemente controllabile.
... individuare ed elencare le sostanze
cancerogene (identificate con R45
"può provocare il cancro" e R49 "può
provocare il cancro per inalazione").
Nell'ambiente
... sono
... non sono presenti sostanze
cancerogene marcate R45 o R49.
Per lavorazioni che comportano il
rischio di esposizione al piombo
metallico o ai suoi composti ionici,
I rischi derivanti dall'uso di
sostanze cancerogene sono
oggetto di una
regolamentazione di legge
derivante, fra l'altro, per
l'amianto ed il piombo dal
D Lgs. 277/1991 e per le altre
è stata effettuata la valutazione
dell'esposizione dei lavoratori al
piombo secondo i criteri indicati
nel D.Lgs. 277/91 e sono stati
analizzati i livelli di piombemia dei
lavoratori esposti; per entrambe le
analisi vengono rispettati i valori di
legge (40µg di piombo per mc di
aria e 35 µg per 100 ml di
sangue).
Ove si è riscontrata la presenza di
amianto, è stata effettuata la
valutazione del rischio dovuto alla
polvere proveniente dall'amianto
secondo i criteri indicati nel D.Lgs.
277/91.
... individuare ed elencare le sostanze Nell'ambiente
biologiche.
... sono
... non sono presenti sostanze
biologiche dei gruppi 2, 3, 4.
dal D. Lgs. 626/1994, titolo VII,
per le sostanze identificate con
R45 "può provocare il cancro" e
R49 "può provocare il cancro
per inalazione".
I rischi derivanti dall'uso di
sostanze biologiche sono
oggetto di una
regolamentazione di legge
derivante dal D. Lgs. 626/1994,
titolo VIII e allegato XI.
9(17,/$=,21(&/,0$7,==$=,21('(,/2&$/,',/$9252
0,&52&/,0$7(50,&2
Le principali misure organizzative e tecniche affinché sia mantenuto adeguatamente sotto controllo il microclima degli ambienti di lavoro sono di
seguito indicate.
L'areazione naturale dei locali di lavoro, conformemente con il tipo di prodotti trattati, sia sufficiente a garantire un'adeguata qualità dell'aria in
ambiente di lavoro.
Ove i locali di lavoro dispongano di sistemi di ventilazione forzata; il sistema di immisssione / estrazione aria sia correttamente dimensionato
(portate, pressioni, perdite di carico, etc.) ed sia disponibile la relativa documentazione tecnica.
Ove esista un sistema di aerazione / climatizzazione, le griglie di immissione / estrazione aria siano in numero sufficiente e correttamente
posizionate (lontane da camini e punti di immissione).
I sistemi di ventilazione forzata, compresi i filtri, siano regolarmente manutenuti.
Il sistema assicuri almeno 30 mc/giorno di aria fresca per lavoratore; le prese daria esterna siano ubicate in posizione sicura e le griglie di
immissione siano di dimensioni ed ubicazione adeguate e non ostruite.
L'impianto sia regolarmente manutenuto.
La temperatura nel luogo di lavoro sia adeguata e lumidità relativa sia tale da evitare la formazione di nebbia e condensa.
I lavoratori siano schermati da soleggiamento eccessivo, isolati dalle superfici calde/fredde e dalle correnti daria.
I lavoratori non siano sottoposti a bruschi sbalzi di temperatura.
... Indicare come avviene il ricambio
d’aria e se esistono sistemi di
ventilazione forzata.
... Descrivere i sistemi di
riscaldamento.
... Indicare se esiste un impianto di
condizionamento dell’aria ed in quali
locali di lavoro ................. .
... Sono stati effettuati rilievi
strumentali per verificare la qualità
dell'aria in ambiente di lavoro, in data
.............
I risultati sono ........................ .
Tenendo conto delle
caratteristiche dei lavori eseguiti
nei vari ambienti, la situazione
appare:
... adeguata
... adeguata, ma con l'opportunità
di alcuni miglioramenti.
Tenendo conto delle indicazioni
fornite dal DPR 303/1956 per
quanto concerne il microclima
degli ambienti di lavoro si è
proceduto a valutare
l'adeguatezza della
temperatura, dell'umidità, del
ricambio d'aria.
(6326,=,21($58025(9,%5$=,21,
Le principali misure organizzative e tecniche affinché sia mantenuto adeguatamente sotto controllo il rischio derivante da rumore o vivrazioni
sono di seguito indicate.
I lavoratori siano stati informati, formati e provvisti dei dispositivi di protezione individuale laddove necessario.
Siano state prese le misure tecniche ed organizzative per ridurre al minimo i rischi da esposizione al rumore.
Le sorgenti di vibrazione siano state fornite di mezzi idonei a minimizzare la trasmissione delle vibrazioni ai lavoratori.
La durata di esposizione delle persone alle vibrazioni sia la minima compatibile con le lavorazioni, e gli operatori siano forniti di mezzi di
protezione personale adeguata.
... Elencare le fonti di rumore presenti
nell’ambiente
e le persone esposte
E’ stata effettuata la valutazione
del rischio per esposizione al
rumore.
I rischi derivanti dal rumore
sono oggetto di una
regolamentazione di legge
... Elencare le fonti di vibrazione
presenti nell’ambiente.
La tabella riassuntiva dei livelli di
esposizione personale giornaliera
dei lavoratori è riportata in
allegato.
derivante, fra l'altro, dal D. Lgs.
277/1991.
(6326,=,21($5$',$=,21,,21,==$17,
Le principali misure organizzative e tecniche affinché sia mantenuto adeguatamente sotto controllo il fattore di rischio delle radiazioni ionizzati
sono di seguito indicate.
... elencare le sorgenti di radiazioni
ionizzanti presenti: rilevatori di fumo,
dispositivi per controlli non distruttivi,
etc.)
6HFLVRQRUDGLD]LRQLLRQL]]DQWLTXHVWRULTXDGURGRYUjHVVHUH
VYLOXSSDWRGLYHUVDPHQWHFDQFHOODUHO
LQWHUDULJD
(6326,=,21($5$',$=,21,121,21,==$17,
Le principali misure organizzative e tecniche affinché i rischi derivanti da radiazioni non ionizzanti siano mantenuti adeguatamente sotto controllo
sono di seguito indicate.
I lavoratori siano edotti dei rischi, dotati dei dispositivi di protezione individuale richiesti.
Le zone a rischio siano delimitate e segnalate.
Elencare le sorgenti non ionizzanti
... operazioni di saldatura elettrica,
forni a microonde, altre sorgenti
termiche, etc
Le caratteristiche delle sorgenti di
radiazione non ionizzante presenti
sono tali da essere facilmente
controllabili adottando le
opportune protezioni.
L’esposizione a radiazioni non
ionizzanti, quali i raggi
ultravioletti, è oggetto di
disposizioni regolamentari
fornite dal DPR 303/1956, art.
22.
,//80,1$=,21(
Le principali misure organizzative e tecniche affinché i rischi derivanti dall'illuminazione siano mantenuti adeguatamente sotto controllo sono di
seguito indicate.
I luoghi di lavoro siano dotati di impianti di illuminazione naturale eventualmente integrata da illuminazione artificiale con livelli tali da
salvaguardare sicurezza, salute e benessere dei lavoratori.
Siano stati presi provvedimenti per evitare fenomeni di abbagliamento e zone dombra.
Indicare il tipo di illuminazione
utilizzata per l’ambiente
... Illuminazione naturale integrata
con ......
Tenendo conto delle
caratteristiche dei lavori eseguiti
nei vari ambienti, la situazione
appare:
... adeguata
... adeguata, ma con l'opportunità
di alcuni miglioramenti.
Non esistono peraltro valori di
riferimento con forza di regola
tecnica per il livelli di
illuminazione, ma solo dei criteri
generali e dei riferimenti di
buona tecnica (norma UNI
10380).
&$5,&2',/$9252),6,&2
Le principali misure organizzative e tecniche affinché i rischi derivanti da carico di lavoro fisico siano mantenuti adeguatamente sotto controllo
sono di seguito indicate.
Il carico di lavoro fisico sia tale da non provocare eccessivo affaticamento o rischi dorso-lombari, torsione del tronco, movimenti bruschi, posizioni
instabili.
Si eviti la manipolazione senza ausilio di mezzi meccanici di pesi superiori a 30 kg per gli uomini e 20 kg per le donne.
La forma e il volume dei carichi permettano di afferrarli con facilità e la struttura esterna non comporti rischio di lesioni.
Il pavimento sia idoneo alle attività fisiche e lo spazio libero in verticale permetta lagevole svolgimento della mansione.
Elencare le tipologie di carichi
movimentati ed eventualmente i
lavoratori esposti.
Tenendo conto delle
caratteristiche dei lavori eseguiti
nei vari ambienti, la situazione
appare:
... adeguata
... adeguata, ma con l'opportunità
di alcuni miglioramenti
Il fattore di rischio connesso con
il carico di lavoro fisico è
oggetto di regolamentazione
derivante dagli artt. 47, 48 e 49
del D. Lgs. 626/1994. I rischi
dorso-lombari sono stati
pertanto valutati tenedo conto
degli elementi di riferimento
contenuti nell'allegato VI,
considerando le caratteristiche
del carico, lo sforzo fisico
richiesto, le caratteristiche
dell'ambiente di lavoro e le
esigenze connesse all'attività.
Sono inoltre stati considerati i
fattori individuali di rischio
(idoneità fisica, indumenti,
informazione e formazione),
sentito il parere del Medico
Competente.
&$5,&2',/$92520(17$/(
Le principali misure organizzative e tecniche affinché i rischi derivanti dal carico di lavoro mentale siano mantenuti adeguatamente sotto controllo
sono di seguito indicate.
Il carico di lavoro mentale sia tale da non provocare eccessivo affaticamento degli operatori, in quanto costoro hanno un adeguato controllo del
ciclo lavorativo.
Le informazioni siano facilmente percepibili e comprensibili e siano fornite con modalità e frequenze tali da non richiedere eccessivi sforzi mentali
e di memorizzazione di dati.
Indicare se esistono mansioni
ripetitive
o mansioni i cui ritmi di lavoro siano
imposti dall’esterno (pubblico, catena
di montaggio)
o se le mansioni richiedono una
notevole necessità di
memorizzazione di dati.
Tenendo conto delle
caratteristiche dei lavori eseguiti
nei vari ambienti, la situazione
appare adeguata.
La valutazione del carico di
lavoro mentale corrisponde
all'esigenza di stabilire il livello
di attenzione richiesto al
lavoratore per lo svolgimento
delle mansioni proprie.
/$9252$,9,'(27(50,1$/,
Le principali misure organizzative e tecniche affinché i rischi derivanti dall'uso di videoterminali siano mantenuti adeguatamente sotto controllo
sono di seguito indicate.
Si effettuino pause nel lavoro al VDT con frequenza adeguata (almeno 15 minuti ogni due ore continuative)
I videoterminali siano disposti adeguatamente rispetto a finestre e lampade.
Forniscano un'immagine chiara, stabile e di grandezza sufficiente.
Lo schermo sia orientabile, inclinabile e privo di riflessi.
Le tastiere siano inclinabili con superficie opaca e con lo spazio per l'appoggio di mani ed avambracci.
I sedili siano stabili con altezza e schienale regolabile.
Il software sia di facile utilizzo ed in generale l'interfaccia elaboratore - uomo sia di adeguate caratteristiche ergonomiche.
Individuare le postazioni di lavoro
dotate di video terminale.
... persone che utilizzano i vdt per più
di 4 ore continuative al giorno
Tenendo conto delle
caratteristiche dei lavori eseguiti
nei vari ambienti, la situazione
appare adeguata.
Il fattore di rischio connesso con
il lavoro ai videoterminali è
oggetto di regolamentazione
derivante dal Titolo VI del D.
Lgs. 626/1994 (artt. 50 - 59) e
dalle prescrizioni dell'allegato
VII.
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$63(77,25*$1,==$7,9,(*(67,21$/,
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0,685(&216(*8(17,
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1250((352&(',0(17,',/$9252
3$57(&,3$=,21(
Le principali misure affinché i rischi connessi con gli aspetti gestionali siano mantenuti adeguatamente sotto controllo sono di seguito indicate.
Il lavoro sia svolto secondo procedure di sicurezza e prevenzione chiare e note ai lavoratori, alla formulazione delle quali gli stessi siano chiamati
a contribuire.
Compiti funzioni e responsabilità siano chiaramente assegnati e distribuiti rispettando le competenze professionali.
Sia definito un programma per il raggiungimento di obiettivi concreti in tema di prevenzione dei rischi, in funzione della valutazione dei rischi
I lavoratori partecipino all'analisi dei rischi, mediante la consultazione dei rappresentati per la sicurezza e anche mediante somministrazione di
questionari, riunioni, ecc. e si tenga costantemente conto dei suggerimenti formulati dai lavoratori, anche tramite i loro rappresentanti.
Si svolga con frequenza almeno annuale la riunione periodica di Prevenzione e Protezione dai rischi.
-
Tenendo conto delle modalità
gestionali in atto, la situazione
appare
... adeguata
adeguata, ma con
In considerazione del fatto che la
prevenzione dei rischi è fortemente
influenzata dal fattore umano e dai
molteplici aspetti gestionali, sono
stati presi in considerazione aspetti
l'opportunità di alcuni
miglioramenti.
quali: le caratteristiche delle
mansioni, la preparazione dei
lavoratori, il livello di conoscenza
dell'operatore sull'intero ciclo, la
definizione delle funzioni, le
relazioni interpersonali, il
trattamento dei suggerimenti, le
turnazioni, il lavoro notturno.
Sono stati considerati gli aspetti
connessi con l'organizzazione per
la sicurezza e la prevenzione e con
l'analisi, pianificazione e controllo
delle funzioni e dei risultati ottenuti
in merito.
Sono state analizzate le necessità
di procedure per l'esecuzione in
sicurezza delle diverse lavorazioni
e mansioni e se esistono mansioni
ad alto rischio.
Sono stati valutati i sistemi per
favorire la partecipazione dei
lavoratori sui temi della sicurezza e
prevenzione.
)250$=,21(
,1)250$=,21(
Le principali misure affinché i rischi connessi con gli aspetti della formazione e dell'informazione siano mantenuti adeguatamente sotto controllo
sono di seguito indicate.
Tutti i lavoratori ricevano una informazione e formazione sufficiente ed adeguata specificamente incentrata sui rischi relativi alla mansione
ricoperta.
L'informazione sui rischi specifici sia fornita con le modalità più appropriate, includendo riunioni, opuscoli, segnaletica, ecc.
Esistano manuali di istruzione e di procedimenti di lavoro.
Siano realizzati specifici moduli formativi per i Rappresentanti dei lavoratori, e per gli addetti alle emergenze, antincendio e pronto soccorso.
Principali aspetti da considerare per la
formazione e l’informazione:
... elencare i principali fabbisogni
formativi individuati.
Tenendo conto della
situazione attuale, la
situazione appare
... adeguata
... adeguata, ma con
l'opportunità di alcuni
miglioramenti.
L'efficacia delle azioni per la
prevenzione e la protezione dai
rischi è fortemente influenzata dal
livello di consapevolezza posseduta
dalle risorse umane.
La formazione e l'informazione
devono quindi essere erogate sulla
base di una specifica analisi dei
fabbisogni che è stata eseguita
coinvolgendo i servizi preposti.
0$187(1=,21((&2//$8',
Le principali misure affinché i rischi connessi con la manutenzione siano mantenuti adeguatamente sotto controllo sono di seguito indicate.
L'organizzazione prevede l'effettuazione di manutenzione periodica e di collaudo di ambienti, attrezzature, impianti, macchinari e loro parti che
presentino rischi per i lavoratori e ne esista documentazione scritta.
... descrivere l’organizzazione
preposta alla manutenzione e le
tipologia di impianti interessati alle
attività di manutenzione e collaudo.
Tenendo conto della
situazione attuale, la
situazione appare
... adeguata
... adeguata, ma con
l'opportunità di alcuni
miglioramenti.
La regolare manutenzione di
ambienti, attrezzature, macchine e
impianti, con particolare riferimento
ai dispositivi di sicurezza è una
delle misure generali di tutela
previste dall'art. 3 del D. Lgs.
626/1994.
Sono state valutate le esigenze di
manutenzione connesse con
macchine, impianti ecc.,
coinvolgendo i servizi preposti.
',6326,7,9,',3527(=,21(,1',9,'8$/('3,
Le principali misure affinché i rischi connessi con i DPI siano mantenuti adeguatamente sotto controllo sono di seguito indicate.
Sia costantemente aggiornata la valutazione sulle esigenze dei DPI.
I lavoratori siano consultati nella scelta dei DPI più idonei, informati e formati circa la necessità ed il corretto uso degli stessi.
La direzione richieda l'uso dei DPI e sanzioni i lavoratori inadempienti.
Siano emesse apposite procedure di gestione per l'assegnazione e la manutenzione dei DPI, le informazioni e le istruzioni per l'uso da dare ai
lavoratori.
Si veda inoltre la Parte 2/B, contenente la specificazione dei DPI necessari
L’uso dei dispositivi di protezione
individuale è normato dal D. Lgs.
626/1994 (Titolo IV) e da vari articoli
del DPR 547/1955 e DPR 303/1956.
La commercializzazione e la
marcatura CE dei DPI sono
regolamentati dal D. Lgs. 475/1992 e
D. Lgs. 10/1997.
Tenendo conto della
situazione attuale, questa
appare adeguata.
Sono stati valutati i rischi non
eliminabili con altri mezzi per i quali
è necessario l'uso dei DPI, sono
state individuate le caratteristiche
dei DPI necessari.
(0(5*(1=$35217262&&2562
Le principali misure affinché i rischi connessi con le situazioni di emergenza siano mantenuti adeguatamente sotto controllo sono di seguito
indicate.
Esista un Piano di Emergenza che comprende un Piano antincendio ed un Piano di evacuazione, il cui contenuto sia adeguato alle necessità
degli ambienti di lavoro, noto ai lavoratori e ove possibile periodicamente simulato.
Gli addetti per le emergenze e la lotta antincendio siano adeguatamente formati e addestrati in relazione all'entità del rischio.
Esistano adeguati presidi per il pronto soccorso secondo le indicazioni del Medico Competente.
Indicare le possibili categorie di
emergenze nell’ambiente.
Tenendo conto della
situazione attuale, questa
appare
... adeguata
... adeguata, ma con
l'opportunità di alcuni
miglioramenti.
La gestione delle emergenze, della
lotta antincendio e la
predisposizione di un servizio o di
presidi per il pronto soccorso è
richiesta dal D. Lgs. 626/1994 (artt.
3, 4, 12, 13) e dal DPR 303/1956.
Sono state valutate le specifiche
situazioni degli ambienti di lavoro
(attività svolte, personale presente,
personale soggetto a visite
periodiche) al fine di stabilire
l'estensione dell'organizzazione per
la lotta contro le emergenze e,
sentito il Medico Competente, le
esigenze per il pronto soccorso.
6259(*/,$1=$6$1,7$5,$
Le principali misure affinché la sorveglianza sanitaria possa efficacemente dispiegarsi sono di seguito indicate.
Esista una collaborazione attiva fra datore di lavoro, medico competente, servizio di prevenzione e protezione, rappresentanti dei lavoratori.
Il personale che svolge le attività elencate sia sottoposto a sorveglianza sanitaria secondo il programma ed i protocolli definiti dal Medico
Competente.
Siano emesse apposite procedure di gestione.
Attività per le quali è necessaria la
sorveglianza sanitaria:
.............
.............
I protocolli di sorveglianza
sanitaria definiti dal Medico
Competente sono riportati in
allegato.
La sorveglianza sanitaria è prevista
dall'art. 16 del D. Lgs. 626/1994
che richiede di individuare le attività
per le quali la legge prescrive tale
sorveglianza.
In effetti, sono in corso attività
lavorative per le quali è prescritta la
sorveglianza sanitaria; si è pertanto
provveduto alla nomina del Medico
Competente
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3DUWH%,QGLYLGXD]LRQHGHL'3,
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (D.P.I.) CONSEGUENTI ALLA VALUTAZIONE DEI RISCHI E
MESSI A DISPOSIZIONE DEI LAVORATORI
/DYRUD]LRQH
3DUWHGHOFRUSRGDSURWHJJHUH
'3,DGRWWDWR
Torna al sommario
3DUWH3URJUDPPDGL0LJOLRUDPHQWR
,OSURJUDPPDGHOOHPLVXUHULWHQXWHRSSRUWXQHSHULOPLJOLRUDPHQWR
QHOWHPSRGHLOLYHOOLGLVLFXUH]]DqVWDWRIDWWRFRPHLQGLFDWRGLVHJXLWR
a. Definizione di un programma di controllo delle misure di sicurezza, igiene e prevenzione
attuate, per verificarne lo stato di efficienza e di funzionalità, secondo i criteri seguenti:
7HPSLSUHYLVWL
31/12/1998
1. visite periodiche agli ambienti di lavoro da parte del SPP e del Medico
Competente, anche per verificare il risultato di eventuali adeguamenti e
bonifiche;
2. interviste campionarie e strutturate al personale per il monitoraggio di indicatori
di "soddisfazione" circa la "sicurezza percepita", utilizzando appositi questionari;
3. analisi dell'andamento degli infortuni;
4. archiviazione ordinata della documentazione tecnica relativa all'ambiente /
attività.
b. Definizione di un programma di revisione periodica della valutazione dei rischi con le
seguenti modalità:
31/12/1998
1. cambiamenti organizzativi, introduzione di nuove attrezzature, segnalati al SPP
dal Responsabile dell'attività;
2. cambiamenti degli ambienti di competenza;
3. visite periodiche agli ambienti di lavoro da parte del SPP e del Medico
Competente, anche per verificare il risultato di eventuali adeguamenti e
bonifiche.
c. Definizione di un piano di informazione e formazione per i lavoratori dipendenti che
viene svolto in proprio, ma che potrà prendere in considerazione la collaborazione con
le organizzazioni sindacali e con organismi paritetici.
Per particolari aspetti, quali la lotta antincendio potranno essere incaricate agenzie
esterne adeguatamente qualificate.
d. Definizione di un programma per l'emissione di procedure di sicurezza per le varie
attività che presentano rischi residui o per le quali è opportuno osservare regole di
buona tecnica oltre che i requisiti minimi stabiliti da regolamenti legislativi.
Le categorie di procedure da emettere sono individuate come segue:
in atto
31/12/1998
1. procedure per la prevenzione dei rischi nel lavoro al videoterminale
2. procedure per la prevenzione dei rischi nella movimentazione manuale di
carichi
3. procedure di emergenza e lotta antincendio
e. Eventuali altre azioni (Da definire in relazione ai risultati della revisione periodica di cui
alla lettera b).
5HOD]LRQHULVHUYDWDVXJOL,QWHUYHQWL1HFHVVDUL
AMBIENTE / ATTIVITA’
Per portare la situazione attuale ad un livello minimo accettabile, devono essere realizzati i seguenti
interventi:
,QWHUYHQWR
&RVWLSUHYHQWLYLHWHPSLGLUHDOL]]D]LRQH
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CONVENZIONE PER IL CONFERIMENTO DI INCARICHI PER LA REDAZIONE DEL
DOCUMENTO SULLA SICUREZZA ED INCARICO DI RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI
SICUREZZA AI SENSI DELLA D.lgs n. 626/94 e D.lgs n. 242/96
Il dirigente responsabile del nucleo il provveditore agli studi di PERUGIA
arch. Di Benedetto Raffaello \ dott. Savatore Maria Miccichè
PERUGIA, li.......
$57 La Provincia di Perugia
- visto il D.Lgs 626/94 e successive modifiche
- visto il Regolamento di Esecuzione del Ministero della Pubblica Istruzione 58 del 4/11/98
- visto il Decreto n\'b0 382 del 29.9.98
- vista la richiesta effettuata dal Provveditore agli studi di Perugia in data 15.12.1998 prot.
55142/a23
- considerata la deliberazione di giunta Provinciale del ......
dà la propria disponibilità così come previsto dal sopracitato Decreto affinché i tecnici incaricati ed
in servizio presso il Nucleo per la Sicurezza Prevenzione ed Adeguamento di questa
Amministrazione svolgano il compito di redigere il DOCUMENTO SULLA SICUREZZA oltre che
svolgere il ruolo di RESPONSABILE DEL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE in
collaborazione con il Preside datore di lavoro interno delle istituzioni scolastiche di competenza
della Provincia di Perugia.
$57 Le prestazioni riferite a tale convenzione possono essere così indicate:
- Ricognizione delle caratteristiche del Luogo di Lavoro e dell'organizzazione del personale
- Acquisizione delle necessarie documentazioni per la stesura del DOCUMENTO SULLA
SICUREZZA
- Analisi e valutazione dei rischi riscontrati
- Redazione del DOCUMENTO SULLA SICUREZZA
- Consulenza relativa alle misure di prevenzione e protezione da adottare
- Consulenza relativa all'acquisizione dei DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI
- Coordinamento delle persone individuate nel sistema di sicurezza
- Consulenza informativa rivolta alla formazione degli addetti alla gestione delle emergenze
- Consulenza alla tenuta dei registri obbligatori e dei controlli periodici.
$57 L'incarico per lo svolgimento delle funzioni di Responsabile del Servizio e Prevenzione e
Protezione a disposizione del Datore di Lavoro, si intenderà tacitamente rinnovato per l'anno
successivo allorquando non pervenga disdetta scritta almeno 30 giorni solari prima della scadenza.
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