Sintesi dei contenuti e delle conclusioni del convegno “La musica come strumento per lo sviluppo del bambino” (Modena, 15 marzo 2014) Razionale e obiettivi La musica permette al bambino di sviluppare la capacità di ascolto e di osservazione dell’ambiente sonoro, maturare le proprie potenzialità espressive, comunicative, immaginative e creative, accrescere le capacità di concentrazione e memoria, rafforzare l’autostima. Negli ultimi anni è stata ampiamente sostenuta e condivisa l’idea che l’esperienza musicale, sin dall’epoca pre-natale e nel corso di tutta l’infanzia, migliori la qualità dell’interazione madre/bambino, stimoli lo sviluppo cognitivo e porti ad un aumento delle competenze del bambino anche in attività extramusicali. Questo avverrebbe per una sorta di trasferimento delle abilità specifiche apprese musicalmente alle competenze comunicative ed alle funzioni cognitive di base necessarie per svolgere altri compiti di tipo non musicale. Molti lavori hanno dimostrato che l’attività musicale porta ad una plasticità adattiva della rete neurale coinvolta nell’elaborazione ritmico-temporale delle informazioni linguistiche, ad un miglioramento delle funzioni attentive e mnestiche e delle abilità di lettura. Il convegno si è rivolto a pediatri di libera scelta, neonatologi, psicologi, neuropsichiatri, ostetrici, logopedisti, infermieri, musicisti, educatori, insegnanti e bibliotecari, con la finalità di: a) fornire conoscenze teoriche aggiornate sul ruolo della musica come facilitatore dell’interazione tra madre e bambino sin dall’epoca prenatale e come strumento per potenziare lo sviluppo cognitivo, linguistico e sociale del bambino b) offrire esempi applicativi della teoria e delle buone pratiche esistenti sul territorio c) rappresentare una occasione di incontro e confronto tra gli esperti del settore e i professionisti che intervengono nella cura e nell’educazione del bambino. I quattro gruppi di lavoro hanno affrontato i seguenti temi: il progetto ReMus, il ruolo della musica prima e dopo la nascita, il ruolo del musicista nel progetto Nati per la Musica, Nati per la Musica sul territorio. 1) Presentazione del progetto ReMus, video, laboratori Il gruppo di lavoro sul progetto ReMus ha coinvolto una trentina di partecipanti. Ha descritto i metodi seguiti e discusso il significato dei risultati ottenuti (significativo miglioramento della performance nei bambini con dislessia che hanno ricevuto una educazione musicale). Infine ha proposto un laboratorio pratico durante il quale i partecipanti eseguivano alcuni esercizi del repertorio ReMus, adattati in modo tale da essere fruibili anche per una classe scolastica più ampia, mettendosi dal punto di vista del bambino. Durante la discussione è stata sottolineata l’efficacia della stimolazione multisensoriale edevidenziata la necessità di ritestare l’intervento e la sua efficacia su popolazioni meno selezionate. Si è posto l’interrogativo di testare anche l’ipotesi di quanto interventi basati sulla esperienza musicale possano essere utili nella prevenzione di disturbi specifici dell’apprendimento e di altre condizioni quali ad esempio il disturbo specifico del linguaggio e l’ADHD, e questo sia in termini di prevenzione primaria che di prevenzione secondaria su soggetti identificati precocemente sulla base di famigliarità o di segni precoci di rischio. 2) NpM prima e dopo la nascita Sono state descritte esperienze già svolte di esposizione alla musica così come la voce materna nei reparti di neonatologia. Vi è ancora la necessità di studi che valutino i benefici di vari tipi di esperienze musicali in diversi gruppi di neonati, tenendo anche conto che l’intervento musicale deve attuarsi in un contesto di minimizzazione della iperstimolazione del neonato prematuro. E’ stata sottolineata la necessità di includere informazioni sui benefici dell’esperienza musicale già nei corsi preparto e delle sue possibili modalità di attuazione. E’ stata sottolineata l’utilità di predisporre materiali informativi compresi dei video da utilizzare sia nei corsi preparto, sia con i genitori di neonati ricoverati. Il gruppo di lavoro è stato molto partecipato (circa 80 persone). 3) Il ruolo del musicista in NpM Il gruppo di lavoro ha coinvolto una trentina di persone. E’ stata riconosciuta la necessità di una organizzazione e di un riconoscimento professionale dei musicisti impegnati con compiti educativi, in particolare per quelli impegnati nel progetto Nati per la Musica. Anche in questo caso si è convenuto sulla difficoltà di raggiungere le famiglie con situazioni di svantaggio socioculturale, soprattutto in considerazione che lo scopo principale del progetto consiste nella “abilitazione” dei genitori rispetto all’utilizzo della musica come modalità di interazione con il bambino. I musicisti hanno espresso l’esigenza di una propria formazione sui benefici della musica in età precoce. 4) NpM ed interventi territoriali Il gruppo di lavoro relativo a NpM sul territorio ha avuto una partecipazione di una quarantina di persone. Ha dapprima descritto le modalità con cui pediatri di libera scelta e biblioteche possono lavorare nei loro ambiti specifici per promuovere l’esperienza musicale precoce, offrendo esempi di come questo possa avvenire in realtà diverse. E’ stata poi sottolineata l’utilità per ogni professionista e per ogni servizio di pensarsi come elementi di una rete che può potenziare l’attività dei singoli e, raggiungere più persone e costruire sinergie e soluzioni creative per implementare il progetto. Conclusioni Nelle conclusioni si è constatato come il convegno abbia costituito uno straordinario momento di condivisione di conoscenze, esperienze ed emozioni. Intorno al concetto della musica come veicolo di relazioni e strumento di sviluppo a vantaggio del bambino e della famiglia. Si è peraltro sottolineato come le evidenze scientifiche disponibili siano state forti per quanto riguarda il substrato neurobiologico e neuropsicologico, ma ancora insufficienti a misurare in che misura l’intervento di promozione dell’esperienza musicale condotta con i genitori possa ottenere gli effetti cognitivi e relazionali attesi. Si è ribadita quindi l’esigenza di mettere in campo, e trovare i fondi, per progetti che si pongano gli obiettivi della valutazione degli effetti sia nei confronti della popolazione in generale che per bambini e famiglie con bisogni speciali. Le seguenti proposte e raccomandazioni sono state identificate: - produzione di un libretto che comprenda i materiali finora prodotti da NpM in particolare a partire dalla serie di articoli pubblicati sulla rivista Medico e Bambino; - una analoga pubblicazione più semplice potrebbe essere confezionata per la divulgazione dei concetti principali e le pratiche raccomandate per i genitori; - la predisposizione di corsi di formazione rivolti da una parte ai musicisti impegnati in NpM e dall’altra a gruppi multidisciplinari di operatori sull’esempio di quanto già fatto per NpL; - la predisposizione di materiali informativi e di video da utilizzarsi nei corsi preparto; - la definizione di indicazioni generali sull’utilizzo della musica nei reparti di terapia intensiva neonatale; - la definizione di studi finalizzati alla valutazione degli effetti sui neonati ricoverati e sul personale dei reparti di TIN; - la definizione di criteri per l’accreditamento di progetti e di esperti impegnati in Nati per la Musica. - un’ulteriore sensibilizzazione delle istituzioni scolastiche all’inserimento dei laboratori musicali nelle scuole dell’infanzia ed elementare.