che – come Jongen – fu influenzato in maniera molto evidente dallo stile di César Franck. Già disponibili: THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOL.18 JOSEPH JONGEN (1873-1953) Philippe Graffin, violino Royal Flemish Philharmonic Orchestra, Martyn Brabbins, direttore CDA68005 (CD alto prezzo) Barcode: 034571280059 THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOLUME 10 CLIFFE – ERLANGER Philippe Graffin, violino BBC National Orchestra of Wales, David Lloyd-Jones, direttore CDA67838 (CD alto prezzo) «Graffin esegue questi in concerti in maniera veramente mirabile, con tutto l’ardore e la tenerezza necessari e con una tavolozza Sonora di sensazionale ricchezza» (International Record Review). THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOLUME 1 CAMILLE SAINT-SAENS Philippe Graffin, violino BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins, direttore CDA67074 (CD alto prezzo) «Grazie al timbro ricco e brillante del suo violino, Philippe Graffin ci offre un’interpretazione di grande temperamento» (The Guardian). WOLFGANG AMADEUS MOZART CONCERTI PER CORNO E ORCHESTRA Joseph Jongen (1873-1953): Fantasia in mi maggiore per violino e orchestra op. 12; Adagio symphonique in si maggiore per violino e orchestra op. 20; Concerto in si minore per violino e orchestra op. 17 Sylvio Lazzari (1857-1944): Rapsodia in mi minore per violino e orchestra La collana Romantic Violin Concerto approda in Belgio con uno splendido disco dedicato alla produzione di Joseph Jongen, un compositore oggi noto soprattutto per i suoi lavori organistici, ma che ai suoi tempi godeva in una notevole fama anche per le sue opere orchestrali e cameristiche. Da ragazzo Jongen studiò al Conservatorio di Liegi, dove ebbe la possibilità di ascoltare il grande violinista Eugène Ysaÿe e i compositori-direttori Vincent d’Indy e Richard Strauss. In questo nuovo disco Philippe Graffin – uno dei solisti più assidui e apprezzati di questa serie – e la Royal Flemish Philharmonic Orchestra diretta con polso e molto buon gusto da un ispirato Martyn Brabbins eseguono il Concerto per violino e orchestra, una delle opere più emblematiche della prima fase della parabola creativa del compositore belga. Questo lavoro venne definito dal compositore contemporaneo Florent Schmitt «uno dei concerti per violino e orchestra più belli in assoluto», grazie «alla sua meravigliosa effusione di languido lirismo […] e alla sua straordinaria ricchezza tematica e ritmica». Il programma è completato da altri due lavori di Jongen e dalla Rapsodia in mi minore per violino e orchestra di Sylvio Lazzari, un compositore Pip Eastop, corno naturale Eroica Quartet; The Hanover Band, Anthony Halstead, direttore CDA68097 (CD alto prezzo) Barcode: 034571280974 Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791): Concerto n. 1 in re maggiore per corno e orchestra K.412; Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra K.417; Concerto n. 3 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra K.447; Concerto n. 4 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra K.495; Quintetto in mi bemolle maggiore per corno e archi K.407 I quattro concerti per corno e orchestra di Mozart sono considerati da molti le opere più famose mai scritte per questo strumento. Questo disco riunisce tutte le opere scritte dal grande Salisburghese per il cornista Joseph Leutgeb (1732-1811), uno dei più grandi virtuosi dell’epoca e suo sincero amico. In queste opere Mozart seppe esprimere la personalità più autentica di uno strumento che fino a quel momento era stato associato quasi esclusivamente alla caccia e a eventi all’aperto, affidandogli – soprattutto nei movimenti lenti – passaggi di delicato lirismo, che rivelano l’anima più intima del corno, che in quel periodo non poteva ancora contare sulle valvole. A giudicare dalla scrittura complessa di questi concerti, Leutgeb doveva essere un solista di grandissimo talento. Uno dei suoi eredi più autorevoli è senza dubbio Pip Eastop, un virtuoso di corno naturale che in questo splendido disco sfoggia la sua assoluta padronanza tecnica e la sua intensa espressività. In queste opere Eastop è accompagnato dall’Eroica Quartet e dall’ensemble di strumenti originali Hanover Band diretta da Anthony Halstead, che per l’occasione ha anche realizzato la conclusione del Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore K.417, lasciato incompiuto da Mozart. THOMAS TALLIS (CA 1505-1585) AVE ROSA SINE SPINIS E ALTRE OPERE SACRE The Cardinall’s Musick, Andrew Carwood, direttore CDA68076 (CD alto prezzo) Barcode: 034571280769 esplorazione delle opere sacre di Thomas Tallis, il cui primo volume è stato premiato con un prestigioso Gramophone Award. Questo splendido disco contiene alcune delle opere più sublimi scritte dal grande compositore inglese, eseguite dai Cardinall’s Musick con la loro caratteristica partecipazione emotiva, una profonda intensità spirituale e un impasto sonoro di rara bellezza. Il fatto che il programma comprenda opere sia in latino sia in inglese dimostra la grande maestria con cui Tallis seppe passare dallo stile liturgico cattolico a quello anglicano in uno dei periodo più turbolenti della storia inglese. Il disco è corredato da ampie e illuminanti note di copertina firmate da Andrew Carwood, che collocano le opere di Tallis nel loro giusto contesto storico e liturgico. Già disponibili: THOMAS TALLIS GAUDE GLORIOSA E ALTRE OPERE SACRE The Cardinall’s Musick, Andrew Carwood, direttore CDA67548 (CD alto prezzo) «Nel suo insieme questo disco rende un meraviglioso omaggio sia a uno dei compositori più emblematici della storia inglese sia al talento e alla intensa partecipazione emotiva di uno dei migliori ensemble vocali oggi in circolazione» (Gramophone) VINCITORE DEL GRAMOPHONE AWARD – 50 DISCHI MIGLIORI DEL DECENNIO (Goldberg). THOMAS TALLIS MISSA PUER NATUS EST NOBIS E ALTRE OPERE SACRE The Cardinall’s Musick, Andrew Carwood, direttore CDA68026 (CD alto prezzo) «La Messa di Natale di Thomas Tallis […] viene eseguita con la consueta perizia dai bravissimi cantori dell’ensemble Cardinall’s Musick, che presentano in questo disco anche altre meravigliose gemme del grande compositore inglese, tra le quali spicca il mottetto Videte miraculum, un’opera intrisa di una tale bellezza da riuscire quasi a oscurare la messa» (The Observer). Thomas Tallis (ca 1505-1585): O salutaris hostia; Wipe away my sins; Why fum’th in fight; Ave, rosa sine spinis; Blessed be thy name; Te lucis ante terminum I; In manus tuas, Domine; Te lucis ante terminum II; Salvator mundi II; O come in one to praise the Lord; When Jesus went into Simon the Pharisee’s house; Euge caeli porta; Messa a quattro voci; Laudate Dominum; Miserere nostri L’ensemble Cardinall’s Musick e il suo ispirato direttore proseguono con questo disco la loro ALEKSANDR SCRIABIN (1872-1915) INTEGRALE DEI PRELUDI – VOLUME 2 Piers Lane, pianoforte CDH55451 (CD basso prezzo) Barcode: 057134154510 Aleksandr Scriabin (1872-1915): Sette Preludi op. 17 L’interpretazione di Piers Lane dei preludi di Aleksandr Scriabin è vigorosa e molto coinvolgente, grazie a un perfetto insieme di padronanza tecnica e a una ricca vena di poesia e di sfumature timbriche che riesce a esprimere con estrema immediatezza la sbrigliata fantasia del compositore russo. Registrato in maniera assolutamente impeccabile e corredato della illuminanti note di copertina di Simon Nicholls, questo disco rappresenta un titolo irrinunciabile sia per gli estimatori dell’arte di Scriabin sia per gli appassionati di pianoforte. Il programma comprende i preludi dall’op.17 all’op.74. «Lane conosce molto bene l’arte che consente di enfatizzare al massimo grado le infinite sfumature di queste opere. In questa registrazione si percepisce in maniera chiarissima la partecipazione emotiva del pianista inglese e la sua mirabile capacità di esprimere la dicotomia di poesia e virtuosismo che caratterizza lo stile di Scriabin» (BBC Music Magazine) «Lane è l’interprete ideale per questi baluginanti capolavori in miniatura» (The Independent) «Con la sua brillantezza e la sua assoluta padronanza tecnica, Piers Lane riesce a cogliere anche le nuances più impalpabili di queste opere, facendole sfumare l’una nell’altra come un sogno […] Il controllo e la sicurezza con cui vengono eseguite queste sonorità sono semplicemente sensazionali» (The Times). ALEKSANDR SCRIABIN (1872-1915) INTEGRALE DEI PRELUDI – VOLUME 1 Piers Lane, pianoforte CDH55450 (CD basso prezzo) Barcode: 057134154503 Aleksandr Scriabin (1872-1915): L’interpretazione di Piers Lane dei preludi di Aleksandr Scriabin è vigorosa e molto coinvolgente, grazie a un perfetto insieme di padronanza tecnica e a una ricca vena di poesia e di sfumature timbriche che riesce a esprimere con estrema immediatezza la sbrigliata fantasia del compositore russo. Registrato in maniera assolutamente impeccabile e corredato della illuminanti note di copertina di Simon Nicholls, questo cofanetto rappresenta un titolo irrinunciabile sia per gli estimatori dell’arte di Scriabin sia per gli appassionati di pianoforte. Il programma comprende i preludi dall’op.2 all’op.16. «Lane conosce molto bene l’arte che consente di enfatizzare al massimo grado le infinite sfumature di queste opere. In questa registrazione si percepisce in maniera chiarissima la partecipazione emotiva del pianista inglese e la sua mirabile capacità di esprimere la dicotomia di poesia e virtuosismo che caratterizza lo stile di Scriabin» (BBC Music Magazine) «Lane è l’interprete ideale per questi baluginanti capolavori in miniatura» (The Independent) «Con la sua brillantezza e la sua assoluta padronanza tecnica, Piers Lane riesce a cogliere anche le nuances più impalpabili di queste opere, facendole sfumare l’una nell’altra come un sogno […] Il controllo e la sicurezza con cui vengono eseguite queste sonorità sono semplicemente sensazionali» (The Times). «Chi cerca un’interpretazione recente dei preludi di Scriabin in grado di esprimere […] i contenuti di queste opere nella maniera più brillante e sensibile possibile e di superare con la più grande nonchalance le innumerevoli difficoltà tecniche che le punteggiano deve prendere in seria considerazione questa splendida impresa discografica di Piers Lane» (International Record Review) «Piers Lane è senza dubbio uno degli interpreti più ispirati di queste opere […] al punto che sembra quasi di sentire questa musica scorrergli nelle vene. Valeva decisamente la pena di attendere l’uscita di un disco di questo livello» (Amazon.co.uk) «Le infallibili dita e l’ispiratissimo cervello di Piers Lane si rivelano perfettamente adatti per esprimere l’iperespressivo universo sonoro di Scriabin. Una esaltante presa del suono contribuisce a elevare questo disco a versione di riferimento tra le integrali dei preludi di Scriabin. Lane veramente bravo!» (ClassicsToday.com). meravigliosa sicurezza le impalpabili figurazioni presenti nella produzione pianistica di Scriabin. In effetti, il pianista inglese sfoggia una padronanza tecnica assolutamente fuori dal comune [….] Per fortuna, Lane non ci fa mai dimenticare il fatto che nelle opere di Scriabin l’aspetto virtuosistico e quello poetico coesistono in egual misura» (BBC Music Magazine, Top 1000 CDs Guide) «Un virtuosismo di questo livello [….] merita la straordinaria qualità sonora che caratterizza questo disco. Questa eccezionale trasparenza, una assoluta fedeltà tonale e un palcoscenico sonoro adeguatamente ampio collocano l’ascoltatore alla distanza ideale in uno spazio acustico caldo e accogliente» (Gramophone) «Lane supera con assoluta nonchalance tutte le trascendentali difficoltà tecniche di queste opere e le sua grande intelligenza musicale e il suo attentissimo orecchio fanno il resto» (BBC Record Review). ALEKSANDR SCRIABIN (1872-1915) INTEGRALE DEGLI STUDI Piers Lane, pianoforte CDH55242 (CD basso prezzo) Barcode: 057134152424 RICHARD STRAUSS (1864-1949) FEUERSNOT Markus Eiche, Lars Woldt, Simone Schneider, Wilhelm Schwinghammer, Chor des Bayerischen Rundfunks, Kinderchor des Staatstheaters am Gärtnerplatz, Münchner Rundfunkorchester, Ulf Schirmer, direttore CPO777920 (2 CD alto prezzo) Barcode: 0761203792023 In questo splendido disco Piers Lane esegue con la sua ben pota padronanza tecnica e la sua innata musicalità tutti gli studi di Aleksandr Scriabin. Per comprendere fino in fondo queste opere bisogna fare caso alla lenta ma radicale trasformazione che il linguaggio di Scriabin a partire attraversò dalle prime opere significative della giovinezza fino ai lavori dell’ultima fase della sua parabola creativa. Le prime opere di Scriabin sono caratterizzate da uno stile dai tratti scopertamente romantici e ricco di spunti emozionali, molto simile a quello di Chopin. Dopo il 1900 la struttura ritmica e formale delle sue opere divenne sempre più fluida ed elaborata, mentre il suo senso della forma assunse connotati più definiti e concentrati. Questo fatto garantì l’equilibrio necessario ai travolgenti spunti espressionistici – che in non pochi casi evocano atmosfere dai tratti conturbantemente erotici – che caratterizzano molte delle opere della piena maturità di Scriabin. «Piers Lane affronta con Ancora in tempo per celebrare il centocinquantesimo anniversario della nascita di Richard Strauss, la CPO pubblica una versione in forma di concerto di Feuersnot, un “poema cantato” di rarissimo ascolto nella ispirata interpretazione di Ulf Schirmer. Richard Strauss tratteggiò con sublime abilità un ironico ritratto della sua natia Monaco di Baviera nella sua seconda opera, composta a Berlino e messa in scena per la prima volta nel 1901 a Dresda. Il libretto di questo burlesque in salsa bavarese venne scritto dal celebre umorista Ernst von Wolzogen, che tra le altre cose fondò il primo cabaret letterario berlinese, lo Überbrettl, il cui nome faceva sarcasticamente il verso al mitico Übermensch (Superuomo) di Friedrich Nietzsche. Sotto certi aspetti è sarcastica anche la musica di Strauss, che può essere definita a tutti gli effetti una parodia delle grandi opere di Wagner, che sbeffeggia senza pietà tutta la solennità e il pathos dell’autore dell’Anello del Nibelungo. La vicenda di Feuersnot può essere riassunta in questi termini: Kunrad, un uomo eccentrico ritiratosi dal mondo e dotato di poteri magici, viene preso di mira dagli abitanti di Monaco e per vendicarsi spegne tutti i fuochi di San Giovanni, di fronte ai quali gli innamorati si giuravano eterno amore. A risolvere questa mancanza di fuoco (letteralmente Feuersnot), percepita con palpabile sgomento da tutta la cittadinanza, sarà la figlia del sindaco Diemut, che per il bene comune decide di concedersi a Kunrad, follemente innamorato di lei. Nella speranza di essere liberati dal terribile maleficio di Kunrad, gli ipocriti cittadini di Monaco tornano ai loro festeggiamenti, lasciando sola la fanciulla. Per concludere, basta dire che le loro aspettative alla fine vengono soddisfatte. ERNST THEODOR AMADEUS HOFFMANN OPERE ORCHESTRALI Kölner Akademie, Michael Alexander Willens CPO777208 (CD alto prezzo) Barcode: 0761203720828 la più romantica di tutte le arti e quindi la più elevata di tutte le discipline artistiche. Nelle sue oltre settanta opere che abbracciano quasi tutti i generi più in voga tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo Hoffmann seppe dimostrare la sua sorprendente padronanza dello stile compositivo. Il direttore artistico della CPO Burkhard Schmilgun ha accarezzato per anni il desiderio di registrare almeno alcune delle sue opere più emblematiche, anche per via della sua profonda conoscenza della letteratura tedesca. Questo sogno si avvera questo mese in questo disco, che comprende la Sinfonia in mi bemolle maggiore e le ouvertures a Undine e ad Aurora. Dal 1804 al 1807 Hoffmann trovò impiego presso il Regierungsrat di Varsavia. In seguito Hoffmann giudicò questo periodo come uno dei momenti più felici di tutta la sua vita, in quanto – al di là del suo impiego da avvocato che lo impegnava a fondo – aveva abbastanza tempo a disposizione per comporre e progettare una ambiziosa carriera nel mondo della musica. A Varsavia Hoffmann scrisse la sua unica sinfonia, che tenne a battesimo lui stesso, dirigendola per la prima volta nel 1806. Sotto il profilo stilistico, questa sinfonia presenta evidenti analogie con i capolavori di poco precedenti di Franz Joseph Haydn, ma questo fatto non impedì a Hoffmann di dare a quest’opera un’impronta molto personale. Accanto all’ouverture Undine, questa sinfonia è senza dubbio l’opera musicale più originale di Hoffmann e quella che fu accolta con maggiore favore. Questa vera e propria gemma ora brilla di una luce meravigliosa grazie alla splendida interpretazione dell’ensemble di strumenti originali Kölner Akademie diretto con polso e molto buon gusto da un ispirato Michael Alexander Willens. ANTONIN DVORAK (1841-1904) INTEGRALE DEI QUARTETTI PER ARCHI – VOLUME 2 Vogler Quartett CPO777625 (2 CD medio prezzo)Barcode: 0761203762521 Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (1776-1822): Sinfonia in mi bemolle maggiore; Ouverture Undine; Ouverture e Marcia da Aurora Friedrich Witt (17701836): Sinfonia in la maggiore Ernst Theodor Hoffmann è giustamente considerato uno dei più grandi esponenti della letteratura romantica tedesca, ma molti tendono a dimenticare il ruolo da lui ricoperto come compositore. Eppure questo giurista di formazione e più tardi impiegato presso il Kammergerichtsrat di Prussia fece di tutto per poter vivere di musica, svolgendo le professioni di direttore d’orchestra e di compositore, perché riteneva la musica Antonín Dvorák (1841-1904): Quartetto per archi op. 105; Quartetto n. 4 per archi B19; Quartetto per archi op. 106; Quattro Brani da Cipressi B152 «Nella sua autorevole interpretazione il Vogler Quartett sfoggia un impasto sonoro meravigliosamente corposo, una scansione ritmica molto netta e una tavolozza sonora dalle sfumature calde e avvolgenti. Nel complesso, questo disco costituisce un brillante inizio di questa nuova integrale dei quartetti per archi di Antonín Dvorák». Con questo giudizio il critico di Fono Forum recensì in termini molto lusinghieri il primo volume di questa integrale dei quartetti per archi di Dvorák varata dalla CPO e il secondo volume conferma la raffinata cultura musicale del Vogler Quartett con le ispirate interpretazioni di quattro brani tratti da Cipressi, del Quartetto n. 4 e dei Quartetti op. 105 e op. 106, due dei capolavori dell’estrema maturità del grande maestro boemo. Questo stile esecutivo riesce a fare coesistere in maniera molto efficace la capacità di ottenere la massima trasparenza e di esaltare al massimo grado i contenuti espressivi di ogni opera e nel corso degli ultimi anni ha consentito ai componenti del Vogler Quartett di raggiungere una grande fama a livello internazionale e di ottenere la docenza in musica da camera presso l’Accademia Musicale di Stoccarda, un incarico di grande prestigio tenuto fino a quel momento dai membri del Melos Quartet. Tra i lavori presentati in questo disco, una citazione speciale spetta al Quartetto in sol maggiore, un’opera dell’estrema maturità a proposito della quale Dvorák scrisse che i suoi temi «erano scaturiti solo di rado con questa magnifica fluidità […] Quando il buon Dio ci offre un nutrimento così gustoso non si può che rallegrarsene ed esserne felici. Non potrei essere più soddisfatto dei risultati che ho ottenuto in questo quartetto». CHARLES-MARIE WIDOR (1844-1937) SINFONIE PER ORGANO OP. 13 Christian Schmitt, organo CPO777705 (2 SACD alto prezzo) Barcode: 0761203770526 Charles-Marie Widor (1844-1937): Sinfonia per organo op. 13 n. 1; Sinfonia per organo op. 13 n. 2; Sinfonia per organo op. 13 n. 3; Sinfonia per organo op. 13 n. 4 Nel corso degli anni il nome di Charles-Marie Widor è diventato quasi sinonimo del repertorio organistico francese del XIX secolo. Il celebre organaro Aristide Cavaillé-Coll prese Widor sotto la sua ala protettrice quando era ancora uno studente e in seguitò esercitò forti pressioni affinché gli venisse affidato il prestigioso posto di organista della Église de SaintSulpice. Nel giro di breve tempo Widor si mise in luce anche per il suo grande talento di compositore, un’attività da cui ebbero origine dieci sinfonie per organo solo, opere dai tratti spiccatamente virtuosistici tuttora considerate da molti il non plus ultra della scuola organistica francese. Definito da molti addetti ai lavori il migliore organista tedesco dell’ultima generazione, Christian Schmitt prosegue in questo superbo cofanetto di due SACD la sua esplorazione della produzione di Widor, con una magistrale lettura delle quattro sinfonie dell’op. 13. Si tratta di un’impresa discografica di altissimo profilo, come dimostra il fatto che nel 2013 la sua registrazione della Sinfonia per organo solo op. 42 n. 3 e della Sinfonia per organo e orchestra op. 69 è stata premiata con un prestigioso ECHO Klassik Award. Per eseguire le Sinfonie op. 13 Schmitt ha deciso di utilizzare l’organo della Chiesa abbaziale di Saint-Ouen di Rouen, un magnifico strumento costruito da Cavaillé-Coll tra il 1888 e il 1890. Si tratta di una scelta particolarmente oculata, visto che pare che Widor abbia definito questo strumento «un organo in tutto e per tutto degno del grande Michelangelo». L’allusione a Michelangelo va intesa nel senso che Widor riteneva assolutamente perfetto questo strumento dalla timbrica quanto mai variegata. L’organo della Chiesa abbaziale di SaintOuen fu uno degli ultimi strumenti costruiti da Cavaillé-Coll ed è pervenuto fino ai giorni nostri allo stato originario e senza la benché minima modifica, un fatto che gli conferisce un grande significato storico. Fin dalle prime note vi renderete conto di quanto sia magnifico poter ascoltare queste opere eseguite su questo organo nello splendore del surround sound. AULIS SALLINEN (1935) OPERE CAMERISTICHE Elina Vähälä, violino; Arto Noras, violoncello; Ralf Gothoni, pianoforte CPO777814 (CD medio prezzo) Barcode: 0761203781423 intona al giallo, anche se si tratta di una percezione del tutto slegata dalla vista. Quando mi chiesero di scrivere questo lavoro per il Naantali Music Festival che si tenne nell’estate del 2010, mi venne spontaneo pensare ai tre straordinari musicisti finlandesi che lo avrebbero eseguito: il pianista Ralf Gothoni, la violinista Elina Vähälä e il violoncellista Arto Noras». Tre grandi interpreti, che sono anche protagonisti di questo disco. JOHANN SEBASTIAN BACH (1685-1750) CONCERTI PER VIOLINO , ARCHI E BASSO CONTINUO Fredrik Form, Peter Spissky, Manfredo Kraemer, Bjarte Eike, violini; Antoine Torunczyk, oboe Concerto Copenhagen, Lars Ulrik Mortensen, clavicembalo e direzione CPO777904 (CD medio prezzo) Barcode: 0761203790425 Aulis Sallinen (1935): Sonata per violoncello e pianoforte op. 86 (2004); From a Swan Song per violoncello e pianoforte op. 67 (1990-91); Trio per pianoforte, violino e violoncello op. 86 (2009-2010) Dopo aver portato a termine una strepitosa serie dedicata alle opere orchestrali più rappresentative di Aulis Sallinen con la partecipazione dell’autore nella scelta dei brani da eseguire e come prezioso consulente artistico, la CPO vara con questo disco di sorprendente bellezza una nuova collana che consentirà di scoprire la produzione cameristica del grande compositore finlandese. Esaminando le caratteristiche strumentali della produzione complessiva di Sallinen, si nota una netta preminenza in termini quantitativi del violoncello su tutti gli altri strumenti solistici e una delle costanti della sua produzione cameristica è senza dubbio il suo amore per il timbro morbido e profondo del violoncello. Sallinen compose la Sonata per violoncello e pianoforte su commissione del Naantali Music Festival, dove venne tenuta a battesimo nel 2005 da Arto Noras e Ralf Gothoni. Sotto il profilo stilistico, si tratta di un’opera piuttosto compatta e caratterizzata dalla presenza di una serie di elementi che passano da un movimento all’altro, che dimostrano l’intenzione dell’autore di conferire un senso di unità. From a Swan Song è un’opera di ampio respiro della durata di poco meno di 15 minuti, che sviluppa il discorso musicale come se fosse una scena teatrale, in cui i due strumentisti sono attori impegnati in un dialogo drammatico. Nell’introduzione del suo unico Trio per pianoforte, violino e violoncello Sallinen rivela poco più di quanto si può percepire in From a Swan Song. A proposito di quest’opera Sallinen ha scritto: «Il mondo sensibile di un pittore che sta gradualmente perdendo la vista è inevitabilmente condannato a limitarsi ai ricordi. Grazie ai suoi ricordi, il pittore sa se il blu si Johann Sebastian Bach (1685-1750): Concerto in la minore per violino, archi e basso continuo BWV 1041; Concerto in mi maggiore per violino, archi e basso continuo BWV 1042; Concerto in re minore per due violini, archi e basso continuo BWV 1043; Concerto in do minore per violino, oboe, archi e basso continuo BWV 1060R Nel corso degli ultimi anni il Concerto Copenhagen si è affermato come uno degli ensemble di strumenti originali più validi del mondo. Lo straordinario successo del CoCo si spiega in gran parte con il lavoro compiuto dal suo carismatico direttore Lars Ulrik Mortensen, un interprete assolutamente eccezionale, che ha una visione della musica del tutto priva di dogmatismi, per quanto sia sempre impegnato nella ricerca dell’approccio più autentico per le opere che si trova di volta in volta a dirigere. In particolare, le sue interpretazioni si distaccano completamente dalle scelte anticheggianti che molti suoi colleghi attivi nella riscoperta del repertorio preromantico su strumenti originali hanno eletto a loro marchio di fabbrica, come l’esasperazione dei tempi e i contrasti espressivi eccessivamente accentuati. Per questo motivo, il direttore artistico della CPO Burkhard Schmilgun ha immediatamente accolto la proposta di Mortensen di registrare tutti i concerti di Johann Sebastian Bach, opere che peraltro vantano una discografia tanto vasta quanto qualificata e per le stesse ragioni nessuno può stupirsi del fatto che i due volumi dell’integrale dei concerti per clavicembalo, archi e basso continuo realizzata da Mortensen con il Concerto Copenhagen sia diventata agli occhi di molti appassionati e addetti ai lavori una delle edizioni di assoluto riferimento dei capolavori orchestrali del sommo Cantor lipsiense. Prima di pubblicare i concerti per due, tre e quattro clavicembali, l’etichetta tedesca propone come intermezzo questo disco contenente i due concerti per violino, il concerto per due violini e il concerto per oboe e violino, che vedono grandi protagonisti Manfredo Kraemer e l’ex spalla del Concerto Copenhagen Fredrik From. GOFFREDO PETRASSI (1904-2003) OPERE ORCHESTRALI Giorgio Berrugi, tenore; Vasily Ladyuk, baritono Coro e Orchestra del Teatro Regio di Torino, Gianandrea Noseda, direttore CHAN10840 (CD alto prezzo) Barcode: 0095115184028 Noseda è stata intensa e molto coinvolgente […] L’eccellente qualità sonora contribuisce a rendere questo disco molto raccomandabile e mi auguro caldamente che la Chandos e Noseda presentino il più presto possibile altre opere corali di Petrassi, magari il Coro di morti [che infatti è presente in questo disco]». Nei Quattro Inni sacri l’Orchestra del Teatro Regio di Torino è affiancata dal celebre tenore italiano Giorgio Berrugi e dal baritono russo Vasily Ladyuk, tra i solisti più apprezzati del Teatro Bolshoi e della Novaya Opera di Mosca. Come i quasi contemporanei Noche oscura e Quattro Inni sacri, entrambi scritti intorno al 1950, il superbo Coro di morti è considerato uno dei più straordinari capolavori dell’arte di Petrassi all’inizio degli anni Quaranta e una delle sue opere tuttora più ammirate ed eseguite. Secondo il cardinale Andrea Lanza quest’opera, composta ed eseguita per la prima volta in uno dei periodi più cupi della seconda guerra mondiale, rivela una spiccata «opposizione nel discorso […] tra la solitudine dell’uomo e la desolazione che lo circonda», un fatto che trova espressione nello stridente contrasto tra le serene linee del coro e il massiccio insieme degli strumenti. La Partita per orchestra è una delle prime opere composte da Petrassi, oltre che una delle più famose ed eseguite ancora oggi, grazie alla sua esplosiva brillantezza che rivela il precocissimo talento orchestrale dell’allora giovanissimo compositore italiano. MIECZYSLAW WEINBERG (1919-1996) OPERE ORCHESTRALI Helsingborg Chamber Orchestra, Thord Svedlund, direttore CHANSA5146 (SACD alto prezzo) Barcode: 0095115514627 Goffredo Petrassi (1904-2003): Coro di morti; Quattro inni sacri; Partita per orchestra; Notte oscura Questo nuovo disco dedicato alla produzione sinfonico-corale di Goffredo Petrassi va ad arricchire la splendida serie Musica Italiana della Chandos, portata avanti da Gianandrea Noseda con la partecipazione del Coro e dell’Orchestra del Teatro Regio di Torino. Nel 2013 l’etichetta inglese ha pubblicato un altro disco dedicato a Petrassi, comprendente il Salmo IX e il Magnificat, salutato con unanime entusiasmo dalla stampa specializzata di tutto il mondo. In particolare, il critico di Gramophone scrisse: «L’interpretazione delle forze del Teatro Regio di Torino dirette da Gianandrea Mieczyslaw Weinberg (1919-1996): Sinfonia da camera n. 3 op. 151; Sinfonia n. 4 per clarinetto e orchestra d’archi op. 153 La splendida integrale su SACD delle opere orchestrali di Mieczyslaw Weinberg ha permesso agli appassionati di rarità del XX secolo di scoprire una serie di opere virtualmente sconosciute del compositore russo, scritte soprattutto verso la fine della sua parabola creativa. Il programma di questo disco presenta le sue ultime due sinfonie da camera, opere che riflettono in maniera molto efficace una delle fasi più prolifiche e sottovalutate della sua carriera. Protagonista di questo disco è l’Orchestra Sinfonica di Helsingborg – che in questo disco fa il suo esordio nel catalogo della Chandos – diretta con sapienza dal versatile Thord Svedlund. La Sinfonia da camera n. 4 non è solo la penultima opera portata a termine da Weinberg, ma può essere anche considerata come una efficace sintesi di tutta la sua vita e la sua produzione. La vena elegiaca di quest’opera riecheggia in maniera struggente i dolorosi fatti che caratterizzarono l’ultimo decennio di vita di Weinberg, la malattia, la perdita degli amici migliori, morti o emigrati all’estero, e il graduale declino dell’interesse del pubblico verso le sue opere. Ogni movimento di quest’opera rivela qualche istantanea della vita di Weinberg, come la serena melodia degli archi che evoca una delicata ninna nanna infantile, mentre il corale iniziale era già stato utilizzato in opere precedenti, così come i temi del clarinetto degli ultimi due movimenti. Fatta eccezione per il malinconico Andantino finale che sembra prefigurare la Sinfonia da camera n. 4, la Sinfonia da camera n. 3 è strettamente legata al Quartetto n. 5 per archi op. 27 da una melodia in stile di recitativo. Questo fatto giustifica alla perfezione sia il titolo di “sinfonia da camera” sia la presenza dell’Orchestra Sinfonica di Helsingborg, una formazione fondata nel 1912 come orchestra da camera, che oggi si vanta di essere la compagine orchestrale più antica della Svezia. IGOR STRAVINSKY (1882-1971) OPERE ORCHESTRALI Jean-Efflam Bavouzet, pianoforte Orchestra Sinfonica di São Paulo, Yan Pascal Tortelier, direttore CHANSA5147 (SACD alto prezzo) Barcode: 0095115514726 Igor Stravinsky (1882-1971): Concerto per pianoforte e strumenti a fiato; Capriccio per pianoforte e orchestra; Movimento per pianoforte e orchestra; Petrouchka Dopo essersi aggiudicato nel 2014 un prestigioso Gramophone Award per la sua straordinaria integrale dei concerti per pianoforte e orchestra di Sergei Rachmaninov, l’artista esclusivo della Chandos JeanEfflam Bavouzet esegue in questo nuovo SACD tutte le opere per pianoforte e orchestra di un altro compositore russo del XX secolo, vale a dire Igor Stravinsky. Oltre alle sue integrali delle opere per pianoforte solo di Debussy, Haydn e Beethoven (le ultime due tuttora in corso), Bavouzet ha dimostrato di essere uno dei più ispirati interpreti del repertorio novecentesco, come si può facilmente notare nelle sue registrazioni del Concerto n. 2 di Béla Bartók, del Concerto per la mano sinistra di Maurice Ravel e del Concerto per pianoforte e orchestra di fiati di Stravinsky. In primo luogo, Bavouzet considera queste opere i più grandi concerti per pianoforte e orchestra del XX secolo, in secondo luogo li ha già registrati tutti per la Chandos e – last but not least – i dischi contenenti i concerti di Bartók e di Ravel hanno ricevuto una nomination per i Gramophone Award del 2011 per la categoria riservata ai concerti. A spuntarla fu il disco dedicato a Ravel, che è stato anche il primo realizzato da Bavouzet e da Yan Pascal Tortelier, il direttore di questo disco. Il programma si apre con la trasparenza, la vitalità ritmica, l’elaborata scrittura polifonica e l’impianto inconfondibilmente classico dell’espressivo e consistente Concerto per pianoforte e orchestra di fiati. A questo brano segue il Capriccio, un’opera che Stravinsky scrisse come alternativa al Concerto e che eseguì oltre quaranta volte nei quattro anni successivi alla sua composizione. L’idioma dodecafonico e atonale del Movimento per pianoforte e orchestra rappresenta uno degli esperimenti più interessanti compiuti da Stravinsky nel campo delle tecniche seriali. Anche Petrouchka è un’opera per pianoforte e orchestra, con il pianoforte che non ricopre un ruolo solistico, ma fa parte della nutrita compagine orchestrale. In una recente intervista Bavouzet ha definito i passaggi in cui si è trovato a partecipare ai fortissimo dell’orchestra tra i «momenti più esaltanti di tutta la mia vita». JOHANNES BRAHMS (1833-1897) CARL REINECKE (1824-1910) OPERE PER CLARINETTO E ORCHESTRA Michael Collins, clarinetto Michael McHale, pianoforte CHAN10844 (CD alto prezzo) Barcode: 0095115184424 compositore amburghese – della Sonata n. 1 «alla passione, all’espressione dei sentimenti e all’innovazione stilistica»; questa struggente effusione lirica appare evidente soprattutto nella serenità dei temi del primo movimento della Sonata n. 2. Questa sonata è un’opera stilisticamente insolita, con tre movimenti nella tonica, una scelta che contribuisce a renderla un’opera unitaria dalla struttura circolare. Le sonate per clarinetto di Brahms trovarono un convinto paladino in Carl Reinecke, un compositore, direttore, pianista e didatta la cui nutritissima produzione non ha ovviamente raggiunto una fama paragonabile a quella del suo ben più apprezzato contemporaneo, per quanto le sue opere da camera vengano ancora eseguite con una certa frequenza. Sia la Sonata Undine – scritta in origine per flauto e pianoforte – sia l’Introduzione e Allegro appassionato op. 256 si riallacciano a opere di Robert Schumann, rispettivamente Kreisleriana e il Konzertstück per pianoforte e orchestra op. 92. ROBERT SCHUMANN (1810-1856) CLARA SCHUMANN (1819-1896) OPERE PER PIANOFORTE Imogen Cooper, pianoforte CHAN10841 (CD alto prezzo) Barcode: 0095115184127 Johannes Brahms (1833-1897): Sonata n. 1 in fa minore per clarinetto e pianoforte op. 120 n. 1; Sonata n. 2 in mi bemolle maggiore per pianoforte e orchestra op. 120 n. 2 Carl Reinecke (1824-1910): Sonata in mi maggiore per clarinetto e pianoforte op. 167 Undine; Introduzione e Allegro appassionato in do minore per clarinetto e pianoforte op. 256 Questo disco presenta le sonate di Johannes Brahms e di Carl Reinecke nella ispirata esecuzione di Michael Collins e di Michael McHale, due degli interpreti più autorevoli di questo repertorio. Questi due artisti vantano già una discografia di altissimo livello pubblicata dalla Chandos, a partire dal primo disco Lyrical Clarinet, premiato con Cinque Stelle dal BBC Music Magazine sia per l’interpretazione sia per la qualità sonora, per arrivare ai due splendidi volumi delle sonate di compositori inglesi, «una collana della Chandos che si raccomanda da sé», come è stata descritta nelle recensioni molto lusinghiere pubblicata nel sito Musicwebinternational.com. Brahms scrisse le sonate per clarinetto e pianoforte op. 120 dopo aver dichiarato pubblicamente di avere posto fine alla sua carriera di compositore. Queste splendide opere vennero dedicate a Richard Mühlfeld, uno straordinario virtuoso per cui il grande compositore amburghese nutriva una sconfinata ammirazione. Anche se Brahms le definì sbrigativamente come «due modeste sonate con pianoforte», queste opere sono pervase da una coinvolgente intensità drammatica, come si può notare nel primo movimento della Sonata in fa minore, e nello Scherzo centrale della Sonata n. 2 in mi bemolle maggiore, indicato da Brahms in partitura come Allegro appassionato. Michael Musgrave, uno degli studiosi più autorevoli delle opere di Brahms, associa la tonalità di fa minore – una delle più utilizzate dal Robert Schumann (1810-1856): Sonata n. 1 in fa diesis minore op. 11; Romanza in fa diesis maggiore op. 28 n. 2; Humoreske op. 20 Clara Schumann (1819-1896): Romanza in si minore; Le Ballet des Revenants (Scène fantastique) Questo attesissimo disco rappresenta il secondo tassello della nuova collaborazione tra la Chandos e la pianista Imogen Cooper. In questa splendida collana la Cooper esegue con il suo brillante virtuosismo e la sua delicata vena lirica alcuni dei più grandi capolavori del repertorio romantico tedesco. Considerata una delle migliori interpreti schumanniane oggi in circolazione, la Cooper si dedica con tutta se stessa alla produzione del grande compositore di Zwickau, con risultati di altissimo livello, come si può facilmente notare nel primo disco pubblicato dalla Chandos. L’eccellente acustica della sala da concerti di Snape Maltings e le illuminanti note di copertina di Nicholas Marston costituiscono un «validissimo complemento» (musicwebinternational.com) e un «graditissimo bonus» (Gramophone) a questa collana. Il programma di questo disco presenta un sottile dialogo tra Robert e Clara Schumann, dalla melodia in forma di Lied del duetto d’amore della Romanza all’Humoreske, un canto immaginario ispirato da Clara. Anche la Sonata fu dedicata a Clara da Eusebio e Florestano, i personaggi che rappresentavano i due lati della personalità artistica di Schumann. Questo mondo immaginario fu lo scenario in cui Clara ambientò la sua Scène fantastique – ribattezzata Doppelgänger Chor – nel lungo e per molto tempo apparentemente senza speranza corteggiamento che precedette il loro matrimonio. La Sonata n. 1 di Schumann è anche una delle opere più emblematiche del repertorio romantico per pianoforte, nella quale, come spiega la stessa Cooper, «si può percepire un lato oscuro della personalità artistica di Schumann, una frenesia che sembra scevra da ogni parametro interiore […] Per eseguire nel modo migliore quest’opera l’interprete deve essere in possesso di una grande energia sia fisica sia emotiva, mentre l’ascoltatore deve avere una grandissima attenzione e una spiccata sensibilità ed essere pronto ad affrontare un’esperienza impegnativa e senza difese». BERNARD FOCCROULLE (1953) OPERE PER ORGANO Alice Foccroulle, soprano; Lambert cornetto; Bernard Foccroulle, organo AECD1440 (CD alto prezzo) Barcode: 3760058360408 Colson, Bernard Foccroulle (1953): Toccata; Kolorierte Flöten; Nigra sum; O quam pulchra es; Capriccio sopra re-fa-mi-sol; Spiegel; Six Versets en alternance avec le Salve Regina d’Arnold Schlink «Come organista sono rimasto spesso profondamente colpito dall’eccezionale bellezza del suono degli organi storici, la cui pronunciata personalità si pone spesso in stridente contrasto con gli strumenti standardizzati costruiti nel corso del XX secolo. Va però detto che alcuni di questi antichi strumenti possiedono risorse tecniche molto limitate (per esempio, un’estensione molto ridotta della tastiere, una pedaliera assai limitata se non addirittura inesistente, il temperamento inequabile e una scarsa disponibilità di registri), che consentono di eseguire adeguatamente solo un repertorio specifico. In particolare, la maggior parte delle opere composte nel XX secolo è semplicemente ineseguibile sugli organi storici. Questo motivo ha spinto nel corso degli anni Ottanta alcuni organisti e compositori a scrivere opere in linea con i mezzi tecnici ed espressivi di quegli strumenti, che potessero rendere omaggio alla gloriosa tradizione dei secoli scorsi. Il primo lavoro che ho scritto con questi criteri è stato il Capriccio sopra re-fa-mi-sol. In seguito ho composto parecchie altre opere per gli organi storici, scegliendo quasi sempre come punto di riferimento un compositore vissuto nel XVI o nel XVII secolo. Nel suo insieme, questa produzione consente agli ascoltatori contemporanei di farsi un’idea della vasta evoluzione che hanno attraversato sia il repertorio organistico sia gli organi dal Rinascimento ai giorni nostri» (Bernard Foccroulle). HEINRICH IGNAZ FRANZ BIBER (1644-1704) modo, la formazione del basso continuo comprende un clavicembalo, un organo e un liuto, oltre agli archi gravi, strumenti in grado di garantire una meravigliosa varietà espressiva. Il caldo e accogliente spazio acustico trasporta quasi per magia gli ascoltatori dal salotto di casa loro in un ambiente molto intimo, dove si trovano collocati in posizione molto comoda tra i musicisti» (Qualità artistica 10/10; Qualità sonora 10/10; Jed Distler, ClassicToday.com). SONATE DEL ROSARIO Ars Antiqua Austria, Gunar Letzbor, violino solo e direzione A381 (2 CD alto prezzo) Barcode: 3760195733813 HEINRICH VON LAUFENBERG (CA 1390-1460) KINGDOM OF HEAVEN Agnieszka Budzińska-Bennet, Jane Achtman, Marc Lewon, Ensemble Dragma RAM1402 (CD alto prezzo) Barcode: 4250128514026 Heinrich Ignaz Franz von Biber (1644-1704): Sonate del Rosario (Sonata n. 1; Sonata n. 2; Sonata n. 3; Sonata n. 4; Sonata n. 5; Sonata n. 6; Sonata n. 7; Sonata n. 8; Sonata n. 9; Sonata n. 10; Sonata n. 11; Sonata n. 12; Sonata n. 13; Sonata n. 14; Sonata n. 15; Sonata n. 16 (Passagalia)) Registrata nella splendida acustica della chiesa parrocchiale di Hallstatt, cittadina austriaca dove è nato Gunar Letzbor, questa intensa e drammatica interpretazione delle Sonate del Rosario, massimo capolavoro di Heinrich Ignaz Franz von Biber, torna di nuovo disponibile sul mercato discografico dopo parecchi anni di assenza. Gunar Letzbor affronta questo intenso viaggio tra i misteri del Rosario – corrispondenti agli eventi più significativi della vita della Vergine Maria e del Nuovo Testamento – con due violini dalle caratteristiche ben distinte e ben sei musicisti, che di volta in volta suonano in formazioni sempre diverse il clavicembalo, l’organo, il liuto, l’arciliuto, due viole da gamba e il contrabbasso, una formazione di basso continuo molto ampia, che enfatizza e intensifica al massimo grado gli affetti cangianti di questo straordinario ciclo violinistico. «La brillante e fantasiosa interpretazione di Gunar Letzbor riesce a far coesistere armoniosamente gli episodi più drammatici con una sublime eleganza. Il violinista austriaco utilizza due violini storici, ognuno dotato di un timbro e di sfumature ben distinte. Allo stesso Heinrich von Laufenberg (ca 1390-1460): Es taget minnencliche; Myn trud gheselle; Ich bin by ir; Bis grust, maget reine; Ach Dohterlin, min sel gemeit; Gruss senen Ich im hertzen traghe; Ich wolt, daz ich do heime wer; Ein lerer ruft vil lut; Cum lacrimis; Benedicite – Die triualt in dem obresten tron; Aliud Benedicite; Woluf, du bose welt gemein; Ellende du hest vmb vanghen mich; Kom mir ein trost; Ich fare do hyn – Ich var zu dir, Maria rein; Seit ich dich, hercz lib, leiden muss; Got geb uns allen; Der winter will hin weichen; Puer natus ist uns gar schon; Benedicite; Benedicite – Fron her du bist in ewigkait; Benedicite; Es ist ein ingendig jor Vissuto tra il 1390 e il 1460 circa nel cantone svizzero dell’Argovia, in Alsazia e in Germania meridionale, Heinrich Laufenberg può vantare al suo attivo una vasta produzione di opere, comprendente tra le altre cose inni spirituali, opere didattiche e lavori sacri. Purtroppo nel 1870 un terribile incendio scoppiato nella Biblioteca di Strasburgo causò la completa distruzione di un prezioso manoscritto contenente la maggior parte delle sue opere. La costernazione per una perdita che sembrava irrimediabile venne però cancellata dall’inattesa scoperta di una copia di questo manoscritto, che ha tramandato ai posteri una parte non trascurabile della produzione di questo autore virtualmente sconosciuto. I brani vocali di Laufenberg giunti fino ai giorni nostri sono caratterizzati da una straordinaria bellezza in termini sia di testi sia di musica; in particolare, in una di queste opere Laufenberg eleva lodi alla Vergine Maria in uno stile molto poetico, in un’altra – una delicatissima ninna nanna – chiede protezione per il Bambino Gesù e in un’altra ancora descrive con straordinaria ricchezza di dettagli le incomparabili meraviglie del Paradiso. Questo manoscritto – intitolato Royaume des Cieux – offre la gioia di ascoltare una serie di brani che sono rimasti completamente dimenticati dal lontano XV secolo. Per rendere l’ascolto più vario e interessante, tra i brani vocali dal carattere di volta in volta lirico e narrativo di Laufenberg in questo disco sono state inserite alcune pagine strumenti di compositori dell’epoca. Con il suo approccio entusiasta ma al tempo stesso assolutamente rigoroso sotto il profilo filologico, l’Ensemble Dragma riporta alla vita queste splendide opere dell’ultima fase del Medioevo con un’incredibile ricchezza di sfumature espressive. Il cuore dell’Ensemble Dragma è costituito da tre musicisti di grande talento, Agnieszka BudzińskaBennet, Jane Achtman e Marc Lewon. La loro straordinaria versatilità espressiva – che sotto l’aspetto strumentale si compone di due voci, una viella, un liuto e un’arpa – consente loro di riproporre le opere medievali in tutta la loro straordinaria ricchezza di sfumature, con scelte stilistiche che riescono sempre a conquistare il pubblico dei giorni nostri. Costituito nel 2012, questo gruppo ha iniziato ben presto a presentare in Germania, in Francia e in Svizzera questo meraviglioso programma, intitolato molto significativamente Kingdom of Heaven. Questo è il primo disco in assoluto realizzato dall’Ensemble Dragma MARIO CAPUANA (CA 1600-1647) BONAVENTURA RUBINO (CA 1600-1668) REQUIEM Choeur de chambre de Namur, Leonardo García Alarcón, direttore RIC353 (CD alto prezzo) Barcode: 5400439003538 Mario Capuana (ca 1600-17647): Messa di defonti a quattro Bonaventura Rubino (ca 1600-1668): Messa di morti a cinque Composti rispettivamente nel 1650 e nel 1653, i requiem di Mario Capuana e di Bonaventura Rubino sono a quanto risulta dagli studi musicologici più recenti le uniche messe per i morti scritte in Sicilia durante l’epoca barocca. La messa di Capuana è intrisa della profonda carica emotiva propria della scuola madrigalistica che stava fiorendo proprio in quegli anni, mentre quella di Rubino è un’apoteosi della polifonia rinascimentale. Un’altra straordinaria riscoperta del grande direttore Leonardo García Alarcón. Il Choeur de chambre de Namur e su Leonardo García Alarcón Ricercar: GIOVANNI GIORGI AVE MARIA Choeur de chambre de Namur, L. García Alarcón RIC313 (CD alto prezzo) AA.VV. CARMINA LATINA Choeur de chambre de Namur, Cappella Mediterranea, Clematis, L. García Alarcón, direttore RIC334 (CD alto prezzo) MATTHIAS WECKMANN (1616-1674) INTEGRALE DELLE OPERE PER ORGANO Bernard Foccroulle, organo RIC348 (2 CD prezzospeciale) Barcode: 5400439003484 LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770-1827) SINFONIE N. 4 E N. 5 – TRASCRIZIONE DI FRANZ LISZT Yury Martynov, pianoforte ZZT356 (CD alto prezzo) Barcode: 3760009293564 Dopo gli splendidi dischi dedicati a Buxtehude, Tunder, Bruhns, Scheidemann e Böhm, Bernard Foccroulle prosegue la sua esplorazione della produzione organistica dei grandi compositori della Germania settentrionale vissuti prima di Bach con l’integrale delle opere pervenuteci di Matthias Weckmann. Dopo essersi formato nella cerchia di Heinrich Schütz ed essersi impadronito di tutti i segreti degli eredi di Jan Pieterszoon Sweelinck e dello stile italiano, Weckmann si affermò fino a diventare uno degli esponenti più emblematici delle generazione precedente a quella di Buxtehude. La sua produzione spazia ecletticamente dalle forme libere e ardite del nuovo Stylus phantasticus a brani più tradizionali basati sulle antiche melodie dei corali, tra i quali spiccano due monumentali fantasie divise in diverse parti. Per eseguire queste opere Bernard Foccroulle ha deciso di utilizzare tre splendidi organi storici, quelli di Hollern, Stade e soprattutto il magnifico organo restaurato di recente della Katharinen Kirche di Amburgo. Questo cofanetto doppio costituisce un evento discografico della massima importanza, che verrà sicuramente apprezzato dagli appassionati di questo repertorio. Questa integrale delle opere organistiche completa la registrazione delle opere giunte fino ai giorni nostri di Weckmann, con le cantate eseguite dal Ricercar Consort e i lavori strumentali presentati dall’ensemble di strumenti originali La Fenice e dal clavicembalista Siebe Henstra. Ludwig van Beethoven (1770-1827): Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore op. 60; Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 (trascrizioni per pianoforte di Franz Liszt) In questo disco Yury Martynov esegue le trascrizioni per pianoforte della Quarta e della Quinta Sinfonia di Beethoven realizzate da Franz Liszt sullo stesso pianoforte Blüthner che aveva già utilizzato per i primi volumi di questa integrale. A proposito dell’approccio che aveva adottato per queste trascrizioni, il grande compositore ungherese affermò: «Sarò veramente soddisfatto se capirò di avere portato a termine il lavoro di un incisore scrupoloso e intelligente o di un traduttore coscienzioso che cerca in ogni modo di esprimere sia lo spirito sia l’aspetto letterale di un’opera, allo scopo di diffondere la conoscenza dei capolavori dei grandi maestri del passato e del presente e di favorire il godimento della pura bellezza». Yury Martynov su Zig Zag Territoires: LUDWIG VAN BEETHOVEN SINFONIE N. 2 E N. 6 – TRASCRIZIONE DI FRANZ LISZT Yury Martynov, pianoforte ZZT301 (CD alto prezzo) LUDWIG VAN BEETHOVEN SINFONIE N. 3 E N. 8 – TRASCRIZIONE DI FRANZ LISZT Yury Martynov, pianoforte ZZT336 (CD alto prezzo) LUDWIG VAN BEETHOVEN SINFONIE N. 1 E N. 7 – TRASCRIZIONE DI FRANZ LISZT Yury Martynov, pianoforte ZZT317 (CD alto prezzo) JOHANNES BRAHMS Musica per Piano Vol.2 Ivo Varbanov, pianoforte ICSM004 Barcode 5060399880039 SERGEI PROKOFIEV OPERE PER PIANOFORTE ZZT346 (CD alto prezzo) CARL ORFF (1895-1982) CARMINA BURANA Yeree Suh, Yves Sealens, Thomas Bauer, Collegium Vocale Gent, Cantate Domino, Anima Eterna Brugge, Jos van Immerseel, direttore ZZT353 (CD alto prezzo) Barcode: 3760009293533 Carl Orff (1895-1982): Carmina Burana Questo disco costituirà una grande sorpresa per molti appassionati della grande musica, che non si sarebbero mai aspettati di ascoltare i Carmina Burana di Carl Orff eseguito dall’ensemble di strumenti originali Anima Eterna Brugge diretto da Jos van Immerseel. Spesso definiti come «opera per un pubblico dai gusti superficiali» e non di rado usati (e abusati) per scopi puramente commerciali, i Carmina Burana di Orff aspetto da parecchio tempo un direttore disposto a eseguirli in una chiave innovativa, che possa rivitalizzarli e portare alla luce gli infiniti preziosismi che passano spesso quasi sotto silenzio. Questo è quanto avvenuto in questo disco grazie a Jos van Immerseel e allo straordinario insieme di solisti, cori e orchestra che ha messo insieme. Rimanendo assolutamente fedele a quanto si era proposto con il suo approccio musicale, van Immerseel compie una rivisitazione radicale dell’immagine sonora e dell’interpretazione di questa celebre partitura, grazie sia all’altissimo livello degli interpreti che ha scelto sia al particolare genere di strumenti e al loro ricchissimo e suggestivo panneggio timbrico. In definitiva quello che van Immerseel propone è un approccio al di fuori di tutti i canoni, innovativo e del tutto privo della benché minima concessione a quanto fatto in precedenza, per offrire al pubblico degli appassionati un ascolto di grandissima piacevolezza e musicalità. Piano Sonata Op. 1 in C major (1853):Scherzo Op. 4 in E flat minor (1851) Ballate Op. 10 (1854): La seconda pubblicazione di Ivo Varbanov per ICSM Records (ICSM Records 004) presenta opere giovanili per pianoforte di Johannes Brahms: la sua Sonata per pianoforte op. 1, lo Scherzo op. 4 e le quattro Ballate op. 10. Tutte e tre le opere furono eseguite in momenti cruciali della vita di Brahms: la Sonata per pianoforte fu al centro di uno dei più romantici "primi incontri" della storia della musica. Il primo di Ottobre 1853, un giovane ventenne di bell'aspetto proveniente da Amburgo si presentò alla porta di casa di Robert Schumann a Düsseldorf. Schumann lo invitò a suonare qualcosa, egli si sedette al piano e cominciò con la Sonata in questione. "Visita di Brahms, un genio," scrisse Schumann quel giorno nel suo diario. Lo Scherzo op. 4 fu uno dei primi pezzi che Brahms mostrò a Schumann ed a Franz Liszt nel 1853. Liszt trovò il pezzo così congeniale che lo eseguì lui stesso ad una serata di inteoduzione di Brahms a Weimar. Infine, le Ballate op. 10 furono concepite in seguito ad eventi fatidici, poco dopo che il suo amico e sostenutore Schumann aveva tentato il suicidio ed era stato internato nel sanatorio di Bonn. Brahms era stato così gettato nel ruolo di protettore e consolatore della moglie di Schumann, Clara, e dei figli di lei, e stava al contempo combattendo con il fatto che si era innamorato di lei. La Ballate, il suo primo gruppo di pezzi lirici brevi, preannunciano profeticamente i concisi capolavori della stagione compositiva più tarda di Brahms. La scelta visionaria di Varbanov va di pari passo con la sua esecuzione potente ed espressiva. Questa registrazione colpirà l'ascoltatore per la sua suprema bellezza sonora e per le scelte inusuali dell'interprete. IDIS VERMEER AA.VV. REGISTRAZIONI IN STUDIO – VOLUME 3 Ida Presti, chitarra; Alexandre Lagoya, chitarra Orchestra Pro Arte di Monaco di Baviera, Kurt Redel, direttore IDI6694 (CD basso prezzo) Barcode: 8021945003033 Antonio Soler (1729-1783): Sonata in re maggiore; Sonata in re minore José Gallés (1761-1835): Sonata in si minore Fernando Sor (1778-1839): L’Encouragement Manuel de Falla (1876-1946): Danza n. 1 da La vida breve Enrique Granados (1867-1916): Intermezzo da Goyescas Isaac Albéniz (1860-1909): Tango Antonio Vivaldi (1678-1741): Concerto in sol maggiore; Concerto in re minore Alessandro Marcello (1673-1747): Concerto in re minore Franz Joseph Haydn (1732-1809): Concerto in sol maggiore Il 1963 fu un anno particolarmente importante nella carriera discografica di Ida Presti e di Alexandre Lagoya. Il formidabile duo francese incise infatti due splendidi LP per la Philips, il secondo dei quali (riportato integralmente in questo disco) prevedeva anche l’arrangiamento per due chitarre di celebri concerti di Vivaldi, Marcello e Haydn e l’utilizzo dell’Orchestra Pro Arte di Monaco diretta da Kurt Redel. Queste rarissime incisioni ci mostrano il duo Presti-Lagoya al vertice assoluto della sua arte. Basterebbe, a tal proposito, ascoltare l’esito sensazionale nelle Variazioni dell’Encouragement di Sor per rendersi conto di come mai più nessun duo abbia saputo eguagliare la perfezione e la brillantezza esecutiva di questo ensemble cui solo la morte prematura di Ida Presti, nel 1967, pose drammaticamente fine. Un disco stereofonico e di lunghissima durata, che riunisce praticamente tutte le incisioni in studio effettuate in quell’indimenticabile 1963. Registrazioni in studio effettuate nel 1963. AA.VV. GEISTLICHE LIEDER Laura Fabris, soprano Carlo Mazzoli, fortepiano IDIVER40004 (CD basso prezzo) Barcode: 8021945004030 Carl Philipp Emanuel Bach (1714-1788): Quattordici Odi e Lieder spirituali su testi di Christian Fürchtegott Gellert (Bitten; Die güte Gottes; Geduld; Osterlied; Die Liebe des Nächsten; Die Ehre Ggottes aus der Natur; Passionlied; Osterlied; Busslied; Vom Tode; Trost eins schwermütigen Christen; Gottes Macht und Vorsehung; Demut; Versicherung der Gnade Gottes) Ludwig van Beethoven (1770-1827): Sei Lieder su testi di Christian Fürchtegott Gellert op. 48 (Bitten; Die Liebe des Nächsten; Vom Tode; Die Ehre Gottes aus Natur; Gottes Macht und Vorsehung; Busslied) Franz Schubert (1797-1828): Cinque Lieder spirituali su testi di Novalis (Ich sehe dich in tausend Bildern D658; Hymne D659; Wenn ich ihn nur habe D660; Wenn alle untreu werden D661; Ich sag es jedem, dass ser lebt D662); Nachthymne (Novalis); Litanei D543 (Johann Georg Jacobi); Pax vobiscum D551 (Franz von Schober) Il Lied spirituale godette di larghissima popolarità nei paesi di lingua tedesca tra il XVIII e il XIX secolo e vide la fioritura di opere musicali di straordinario valore che ancora oggi, però, sono relativamente poco conosciute al di fuori dei loro paesi d’origine. Il soprano Laura Fabris e il pianista Carlo Mazzoli propongono in questo disco un viaggio musicale all’interno di questo mondo, iniziando con i magnifici Lieder di Carl Philipp Emanuel Bach su testi di Christian Fürchtegott Gellert, autore a quel tempo popolarissimo, i cui versi furono anche musicati da Ludwig van Beethoven, diversi anni dopo, nei suoi Lieder op. 48. Completano l’ampio excursus nella spiritualità austro-tedesca del Sette-Ottocento, sia protestante sia cattolica, otto Lieder spirituali di Franz Schubert, di eccezionale qualità musicale. Laura Fabris e Laura Fabris sono autentici specialisti di questo repertorio e ce ne propongono una lettura ispiratissima e filologicamente molto corretta. Per l’incisione, tra l’altro, Carlo Mazzoli ha utilizzato un fortepiano a tavolo originale viennese del 1830, che si adatta perfettamente al carattere intimo ed espressivo di queste composizioni. affascinante e di gran lunga superiore a quello ottenibile quando le opere vengono eseguite su strumenti moderni. È come entrare in un salotto dell’epoca napoleonica, quello stesso salotto che è riprodotto nella copertina di questo disco, e sentirlo rivivere con le nostre orecchie. Un’esperienza musicale assolutamente da non perdere. AA.VV. VAPEURS DE SON – OPERE ORIGINALI PER CORNO NATURALE E ARPA D’EPOCA NAPOLEONICA Paola Perrucci, arpa Érard a otto pedali Luca Delpriori, corno naturale IDIVER40005 (CD basso prezzo) Barcode: 8021945004047 François-Adrien Boïeldieu (1775-1834): Solo pour cor avec accompagnament de piano ou de harpe François-Joseph Naderman (1781-1835)-FrédéricNicolas Duvernoy (1765-1838): Notturno n. 1 per arpa e corno naturale François-Joseph Naderman (1781-1835): Sonatina II per arpa e corno naturale (Sept Sonates progressives pour la harpe) FrédéricNicolas Duvernoy (1765-1838): Notturno II per arpa e corno naturale Jean-Baptiste Krumpholtz (17471790): Sonata n. 3 (Six Sonates pour la Harpe et le Fortepiano op. 13) Giovanni Paisiello (1740-1816): Andante écrit pour la fête de l’Impératrice Gaspare Spontini (1774-1851): Airs de ballet dall’opera La Vestale (Andante cantabile; Allegretto) Grande appassionato di musica, Napoleone Bonaparte prediligeva il repertorio italiano (o italianizzante) e amava un tipo di composizioni che potessero essere ascoltate senza troppo infastidire la conversazione: dei “vapeurs de son” (“vapori di suono”), come era solito dire. Prendendo spunto dall’affermazione di Napoleone, questo disco riunisce una serie di opere originali per corno naturale e arpa Érard scritte da musicisti che Napoleone ben conosceva e apprezzava, eseguite per la prima volta su strumenti originali. Il risultato sonoro e musicale è assolutamente CARL MARIA VON WEBER (1786-1826) IL FRANCO CACCIATORE Eberhard Wächter, Irmgard Seefried, Kurt Böhme, Rita Streich, Richard Holm, Albrecht Peter, Coro e Orchestra Sinfonica della Radio Bavarese, Eugen Jochum, direttore URNWS234 (2 CD al prezzo di 1) Barcode: 8051776572347 Le registrazioni storiche davvero leggendarie del capolavoro di Weber sono in realtà pochissime: essenzialmente il grande “live” di Wilhelm Furtwängler del 1954, la registrazione del 1973 diretta da Carlos Kleiber per la Deutsche Grammophon e questa versione del 1959 diretta da Eugen Jochum e anch’essa pubblicata dalla DG. Sotto il profilo stilistico, quest’ultima edizione si colloca tra la versione di Furtwängler per quanto riguarda la grandiosità della visione romantica della narrazione e quella di Kleiber per la leggerezza mozartiana dei numerosi passi lirici e coreografici. Da alcuni anni non disponibile sul mercato, questa edizione viene riproposta dalla Urania in tutto il suo splendore vocale e orchestrale, nella convinzione che un’edizione di questo livello debba sempre essere a disposizione del vasto pubblico. 1959 Deutsche Grammophon Original Production SIR GEORG SOLTI DIRIGE KODALY, BARTOK E RACHMANINOV William McAlpine, tenore; Julius Katchen, pianoforte; London Philharmonic Choir and Orchestra, London Symphony Orchestra, Sir Georg Solti, direttore URNWS191 (2 CD al prezzo 1) Barcode: 8051776561914 Zoltán Kodály (1882-1967): Háry Janos Suite; Psalmus Hungaricus op. 13; Danze di Galánta; Variazioni Peacock Béla Bartók (1881-1945): Musica per archi, percussioni e celesta; Suite di danze Sergei Rachmaninov (1873-1945): Concerto n. 2 in do minore per pianoforte e orchestra op. 18 Tra il 1952 e il 1958 Georg Solti registrò per la Decca una serie di opere del repertorio ungherese che, a quell’epoca, era ancora di scarsa reperibilità o addirittura inedita a livello discografico. Si tratta di lavori di Zoltán Kodály e di Béla Bartók, di cui Solti è sempre stato un fedele interprete e che ha continuato a eseguire e a registrare per tutto il resto della sua lunga carriera. A distanza di oltre mezzo secolo, questi dischi mono degli anni Cinquanta conservano intatto lo splendore della Serie “FFRR” della grande etichetta inglese, che questa accurata ristampa della Urania ha rispettato senza aggiungere nessun artificio sonoro. In aggiunta al repertorio ungherese, in questo cofanetto doppio trova posto anche la splendida interpretazione di un brano da molto tempo introvabile, il Concerto n. 2 in do minore per pianoforte e orchestra op. 18 di Sergei Rachmaninov, eseguito da Julius Katchen e diretto da Solti a Londra nel 1958. Registrazioni effettuate a Londra dal 21 al 23 febbraio del 1955 (Háry Janos Suite e Musica per archi, percussioni e celesta), dal 26 aprile al 3 maggio del 1954 (Psalmus Hungaricus e Variazioni Peacock), l’11 e il 12 novembre del 1952 (Danze di Galánta e Suite di danze) e dal 16 al 18 giugno del 1958 (Concerto n. 2 in do minore per pianoforte e orchestra op. 18). LEONARDO AA.VV. VERDIANA Luigi Magistrelli, clarinetto Claudia Bracco, pianoforte LDV14020 (CD medio prezzo) Barcode: 8051773570209 Donato Lovreglio (1841-1907): Fantasia dalla Traviata Giuseppe Verdi (1813-1901): Deh pietoso, oh addolorata (arrangiamento per clarinetto e pianoforte di Luigi Magistrelli) Michele Mangani (1966): Verdiana, pot pourri su temi di Verdi Ferdinando Sebastiani (1803-1860): Scherzo sopra Il trovatore Giuseppe Cappelli (1875-1918): I due Foscari per clarinetto in mi bemolle e pianoforte Giuseppe Leonesi (1833-1901): Solo e romanza da La forza del destino Autore sconosciuto: Coro della Zingarella da Il trovatore Luigi Bassi (1833-1871): Fantasia sul Rigoletto Nel corso del XIX secolo il clarinetto ebbe un ruolo privilegiato nelle trascrizioni e negli arrangiamenti di fantasie operistiche e la sua immensa espressività e le sue capacità timbriche attirarono l’interesse di molti arrangiatori. Il suo suono flessibile può sostituire naturalmente le arie di soprano sia in termini di brillantezza e felicità, sia per malinconia e tristezza e questo lo rese uno degli strumenti senza dubbio più adatti a questo scopo. Donato Lovreglio (1841-1907) fu sia flautista che clarinettista. Nacque a Bari e poi si spostò a Napoli dove fu attivo in qualità di compositore. Introdusse in Italia il sistema Boehm per flauto, suonando in duetto con sua moglie, la pianista Adelina Castelli, e compose diverse importanti fantasie per clarinetto su temi dalle opere di Verdi (La traviata, Simon Boccanegra, Don Carlo e Un ballo in maschera) Donizetti (Maria Stuarda) and Bellini (Norma). La traviata è senza dubbio la sua fantasia più suonata dai clarinettisti. Deh pietosa addolorata non appartiene a nessuna delle 27 opere liriche di Giuseppe Verdi, ma si tratta di una romanza, il cui testo è firmato nientemeno che da Johann Wolfgang von Goethe e straordinaria è l’attinenza di questo brano con le capacità espressive del clarinetto. Michele Mangani è un clarinettista e compositore contemporaneo, molto attivo nella direzione di gruppi di fiati. La sua Verdiana è un brano abbastanza impegnativo ed elaborato, un potpourri ben concepito di temi tratti dalle sue opere più famose come I due Foscari, La traviata, Il trovatore, Aida e Luisa Miller. Di questi brani esistono diverse versioni: per clarinetto e pianoforte, per clarinetto e banda e per clarinetto e orchestra. Ferdinando Sebastiani (1803-1860) fu come Cavallini un grande virtuoso della scuola clarinettistica di Napoli, primo clarinetto al Reale Teatro San Carlo della città partenopea e molto attivo come solista. Il suo grande Metodo (1855-60) testimonia che fu anche un eccellente insegnante. Abbastanza spesso i giornali del tempo hanno rimarcato le sue ottime qualità musicali e tecniche. Scrisse alcune composizioni per clarinetto solo, con pianoforte e con orchestra, traendo i temi dalle opere di Rossini, Bellini e Verdi. Nonostante il titolo (Scherzo) dell’opera da Il trovatore presentata in questo disco il carattere delle due parti è brillante solo in alcune veloci raffigurazioni nella parte finale del supplicante Miserere. Anche il clarinetto in mi bemolle può trovare uno spazio nella vasta gamma delle fantasie operistiche italiane. Giuseppe Capelli (1875-1918), infatti, oltre che molte composizioni per la famiglia degli ottoni, scrisse sette fantasie su temi verdiani proprio per il clarinetto in mi bemolle accompagnato dal pianoforte, come nel caso della trascrizione de I due Foscari, presente in questo disco. Giuseppe Leonesi (1833-1901) fu un clarinettista, insegnante e direttore di banda. Inventò anche un unico clarinetto capace di suonare in si bemolle e in la (Clarinetto Leonesi). Nel suo Solo e Romanza da La forza del destino inserì la parte per clarinetto solista più lunga presente in un’opera del repertorio italiano. Questo emozionante assolo era stato concepito soprattutto per Ernesto Cavallini che suonò il brano alla première del 1862 a San Pietroburgo. Il Coro della Zingarella del secondo atto de Il trovatore ha un grande peso nell’orchestra per sottolineare e dare un maggiore significato al tema. Luigi Bassi (1833-1871) fu un buon clarinettista, pupillo di Benedetto Carulli, che a sua volta fu uno dei primi professori di clarinetto dell’allora appena fondato Conservatorio di Milano. La Fantasia dal Rigoletto è la sua composizione migliore e una delle fantasie operistiche per clarinetto più suonate nel mondo. Il clarinetto può suonare ed esprimere le sue nuances in ogni aria presentate in questo disco. Un percorso che accompagna l’ascoltatore attraverso alcune delle più belle pagine della musica di Giuseppe Verdi.