che – come Jongen – fu influenzato in maniera molto
evidente dallo stile di César Franck.
Già disponibili:
THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO –
VOL.18
JOSEPH JONGEN (1873-1953)
Philippe Graffin, violino
Royal Flemish Philharmonic Orchestra, Martyn
Brabbins, direttore
CDA68005 (CD alto prezzo)
Barcode: 034571280059
THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOLUME
10
CLIFFE – ERLANGER
Philippe Graffin, violino
BBC National Orchestra of Wales, David Lloyd-Jones,
direttore
CDA67838 (CD alto prezzo)
«Graffin esegue questi in concerti in maniera
veramente mirabile, con tutto l’ardore e la tenerezza
necessari e con una tavolozza Sonora di sensazionale
ricchezza» (International Record Review).
THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO – VOLUME
1
CAMILLE SAINT-SAENS
Philippe Graffin, violino
BBC Scottish Symphony Orchestra, Martyn Brabbins,
direttore
CDA67074 (CD alto prezzo)
«Grazie al timbro ricco e brillante del suo violino,
Philippe Graffin ci offre un’interpretazione di grande
temperamento» (The Guardian).
WOLFGANG AMADEUS MOZART
CONCERTI PER CORNO E ORCHESTRA
Joseph Jongen (1873-1953): Fantasia in mi maggiore
per violino e orchestra op. 12; Adagio symphonique in
si maggiore per violino e orchestra op. 20; Concerto in
si minore per violino e orchestra op. 17 Sylvio Lazzari
(1857-1944): Rapsodia in mi minore per violino e
orchestra
La collana Romantic Violin Concerto approda in
Belgio con uno splendido disco dedicato alla
produzione di Joseph Jongen, un compositore oggi
noto soprattutto per i suoi lavori organistici, ma che ai
suoi tempi godeva in una notevole fama anche per le
sue opere orchestrali e cameristiche. Da ragazzo
Jongen studiò al Conservatorio di Liegi, dove ebbe la
possibilità di ascoltare il grande violinista Eugène
Ysaÿe e i compositori-direttori Vincent d’Indy e
Richard Strauss. In questo nuovo disco Philippe
Graffin – uno dei solisti più assidui e apprezzati di
questa serie – e la Royal Flemish Philharmonic
Orchestra diretta con polso e molto buon gusto da un
ispirato Martyn Brabbins eseguono il Concerto per
violino e orchestra, una delle opere più emblematiche
della prima fase della parabola creativa del
compositore belga. Questo lavoro venne definito dal
compositore contemporaneo Florent Schmitt «uno dei
concerti per violino e orchestra più belli in assoluto»,
grazie «alla sua meravigliosa effusione di languido
lirismo […] e alla sua straordinaria ricchezza tematica
e ritmica». Il programma è completato da altri due
lavori di Jongen e dalla Rapsodia in mi minore per
violino e orchestra di Sylvio Lazzari, un compositore
Pip Eastop, corno naturale
Eroica Quartet; The Hanover Band, Anthony
Halstead, direttore
CDA68097 (CD alto prezzo)
Barcode: 034571280974
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791): Concerto
n. 1 in re maggiore per corno e orchestra K.412;
Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore per corno e
orchestra K.417; Concerto n. 3 in mi bemolle
maggiore per corno e orchestra K.447; Concerto n. 4
in mi bemolle maggiore per corno e orchestra K.495;
Quintetto in mi bemolle maggiore per corno e archi
K.407
I quattro concerti per corno e orchestra di Mozart sono
considerati da molti le opere più famose mai scritte per
questo strumento. Questo disco riunisce tutte le opere
scritte dal grande Salisburghese per il cornista Joseph
Leutgeb (1732-1811), uno dei più grandi virtuosi
dell’epoca e suo sincero amico. In queste opere Mozart
seppe esprimere la personalità più autentica di uno
strumento che fino a quel momento era stato associato
quasi esclusivamente alla caccia e a eventi all’aperto,
affidandogli – soprattutto nei movimenti lenti –
passaggi di delicato lirismo, che rivelano l’anima più
intima del corno, che in quel periodo non poteva
ancora contare sulle valvole. A giudicare dalla scrittura
complessa di questi concerti, Leutgeb doveva essere un
solista di grandissimo talento. Uno dei suoi eredi più
autorevoli è senza dubbio Pip Eastop, un virtuoso di
corno naturale che in questo splendido disco sfoggia la
sua assoluta padronanza tecnica e la sua intensa
espressività. In queste opere Eastop è accompagnato
dall’Eroica Quartet e dall’ensemble di strumenti
originali Hanover Band diretta da Anthony Halstead,
che per l’occasione ha anche realizzato la conclusione
del Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore K.417,
lasciato incompiuto da Mozart.
THOMAS TALLIS (CA 1505-1585)
AVE ROSA SINE SPINIS E ALTRE OPERE SACRE
The Cardinall’s Musick, Andrew Carwood, direttore
CDA68076 (CD alto prezzo)
Barcode: 034571280769
esplorazione delle opere sacre di Thomas Tallis, il cui
primo volume è stato premiato con un prestigioso
Gramophone Award. Questo splendido disco contiene
alcune delle opere più sublimi scritte dal grande
compositore inglese, eseguite dai Cardinall’s Musick
con la loro caratteristica partecipazione emotiva, una
profonda intensità spirituale e un impasto sonoro di
rara bellezza. Il fatto che il programma comprenda
opere sia in latino sia in inglese dimostra la grande
maestria con cui Tallis seppe passare dallo stile
liturgico cattolico a quello anglicano in uno dei periodo
più turbolenti della storia inglese. Il disco è corredato
da ampie e illuminanti note di copertina firmate da
Andrew Carwood, che collocano le opere di Tallis nel
loro giusto contesto storico e liturgico.
Già disponibili:
THOMAS TALLIS
GAUDE GLORIOSA E ALTRE OPERE SACRE
The Cardinall’s Musick, Andrew Carwood, direttore
CDA67548 (CD alto prezzo)
«Nel suo insieme questo disco rende un meraviglioso
omaggio sia a uno dei compositori più emblematici
della storia inglese sia al talento e alla intensa
partecipazione emotiva di uno dei migliori ensemble
vocali oggi in circolazione» (Gramophone)
VINCITORE DEL GRAMOPHONE AWARD – 50
DISCHI MIGLIORI DEL DECENNIO (Goldberg).
THOMAS TALLIS
MISSA PUER NATUS EST NOBIS E ALTRE OPERE SACRE
The Cardinall’s Musick, Andrew Carwood, direttore
CDA68026 (CD alto prezzo)
«La Messa di Natale di Thomas Tallis […] viene
eseguita con la consueta perizia dai bravissimi cantori
dell’ensemble Cardinall’s Musick, che presentano in
questo disco anche altre meravigliose gemme del
grande compositore inglese, tra le quali spicca il
mottetto Videte miraculum, un’opera intrisa di una tale
bellezza da riuscire quasi a oscurare la messa» (The
Observer).
Thomas Tallis (ca 1505-1585): O salutaris hostia;
Wipe away my sins; Why fum’th in fight; Ave, rosa sine
spinis; Blessed be thy name; Te lucis ante terminum I;
In manus tuas, Domine; Te lucis ante terminum II;
Salvator mundi II; O come in one to praise the Lord;
When Jesus went into Simon the Pharisee’s house;
Euge caeli porta; Messa a quattro voci; Laudate
Dominum; Miserere nostri
L’ensemble Cardinall’s Musick e il suo ispirato
direttore proseguono con questo disco la loro
ALEKSANDR SCRIABIN (1872-1915)
INTEGRALE DEI PRELUDI – VOLUME 2
Piers Lane, pianoforte
CDH55451 (CD basso prezzo)
Barcode: 057134154510
Aleksandr Scriabin (1872-1915): Sette Preludi op. 17
L’interpretazione di Piers Lane dei preludi di
Aleksandr Scriabin è vigorosa e molto coinvolgente,
grazie a un perfetto insieme di padronanza tecnica e a
una ricca vena di poesia e di sfumature timbriche che
riesce a esprimere con estrema immediatezza la
sbrigliata fantasia del compositore russo. Registrato in
maniera assolutamente impeccabile e corredato della
illuminanti note di copertina di Simon Nicholls, questo
disco rappresenta un titolo irrinunciabile sia per gli
estimatori dell’arte di Scriabin sia per gli appassionati
di pianoforte. Il programma comprende i preludi
dall’op.17 all’op.74. «Lane conosce molto bene l’arte
che consente di enfatizzare al massimo grado le infinite
sfumature di queste opere. In questa registrazione si
percepisce in maniera chiarissima la partecipazione
emotiva del pianista inglese e la sua mirabile capacità
di esprimere la dicotomia di poesia e virtuosismo che
caratterizza lo stile di Scriabin» (BBC Music
Magazine) «Lane è l’interprete ideale per questi
baluginanti capolavori in miniatura» (The Independent)
«Con la sua brillantezza e la sua assoluta padronanza
tecnica, Piers Lane riesce a cogliere anche le nuances
più impalpabili di queste opere, facendole sfumare
l’una nell’altra come un sogno […] Il controllo e la
sicurezza con cui vengono eseguite queste sonorità
sono semplicemente sensazionali» (The Times).
ALEKSANDR SCRIABIN (1872-1915)
INTEGRALE DEI PRELUDI – VOLUME 1
Piers Lane, pianoforte
CDH55450 (CD basso prezzo)
Barcode: 057134154503
Aleksandr Scriabin (1872-1915):
L’interpretazione di Piers Lane dei preludi di
Aleksandr Scriabin è vigorosa e molto coinvolgente,
grazie a un perfetto insieme di padronanza tecnica e a
una ricca vena di poesia e di sfumature timbriche che
riesce a esprimere con estrema immediatezza la
sbrigliata fantasia del compositore russo. Registrato in
maniera assolutamente impeccabile e corredato della
illuminanti note di copertina di Simon Nicholls, questo
cofanetto rappresenta un titolo irrinunciabile sia per gli
estimatori dell’arte di Scriabin sia per gli appassionati
di pianoforte. Il programma comprende i preludi
dall’op.2 all’op.16. «Lane conosce molto bene l’arte
che consente di enfatizzare al massimo grado le infinite
sfumature di queste opere. In questa registrazione si
percepisce in maniera chiarissima la partecipazione
emotiva del pianista inglese e la sua mirabile capacità
di esprimere la dicotomia di poesia e virtuosismo che
caratterizza lo stile di Scriabin» (BBC Music
Magazine) «Lane è l’interprete ideale per questi
baluginanti capolavori in miniatura» (The Independent)
«Con la sua brillantezza e la sua assoluta padronanza
tecnica, Piers Lane riesce a cogliere anche le nuances
più impalpabili di queste opere, facendole sfumare
l’una nell’altra come un sogno […] Il controllo e la
sicurezza con cui vengono eseguite queste sonorità
sono semplicemente sensazionali» (The Times). «Chi
cerca un’interpretazione recente dei preludi di Scriabin
in grado di esprimere […] i contenuti di queste opere
nella maniera più brillante e sensibile possibile e di
superare con la più grande nonchalance le
innumerevoli difficoltà tecniche che le punteggiano
deve prendere in seria considerazione questa splendida
impresa discografica di Piers Lane» (International
Record Review) «Piers Lane è senza dubbio uno degli
interpreti più ispirati di queste opere […] al punto che
sembra quasi di sentire questa musica scorrergli nelle
vene. Valeva decisamente la pena di attendere l’uscita
di un disco di questo livello» (Amazon.co.uk) «Le
infallibili dita e l’ispiratissimo cervello di Piers Lane si
rivelano
perfettamente
adatti
per esprimere
l’iperespressivo universo sonoro di Scriabin. Una
esaltante presa del suono contribuisce a elevare questo
disco a versione di riferimento tra le integrali dei
preludi di Scriabin. Lane veramente bravo!»
(ClassicsToday.com).
meravigliosa sicurezza le impalpabili figurazioni
presenti nella produzione pianistica di Scriabin. In
effetti, il pianista inglese sfoggia una padronanza
tecnica assolutamente fuori dal comune [….] Per
fortuna, Lane non ci fa mai dimenticare il fatto che
nelle opere di Scriabin l’aspetto virtuosistico e quello
poetico coesistono in egual misura» (BBC Music
Magazine, Top 1000 CDs Guide) «Un virtuosismo di
questo livello [….] merita la straordinaria qualità
sonora che caratterizza questo disco. Questa
eccezionale trasparenza, una assoluta fedeltà tonale e
un palcoscenico sonoro adeguatamente ampio
collocano l’ascoltatore alla distanza ideale in uno
spazio acustico caldo e accogliente» (Gramophone)
«Lane supera con assoluta nonchalance tutte le
trascendentali difficoltà tecniche di queste opere e le
sua grande intelligenza musicale e il suo attentissimo
orecchio fanno il resto» (BBC Record Review).
ALEKSANDR SCRIABIN (1872-1915)
INTEGRALE DEGLI STUDI
Piers Lane, pianoforte
CDH55242 (CD basso prezzo)
Barcode: 057134152424
RICHARD STRAUSS (1864-1949)
FEUERSNOT
Markus Eiche, Lars Woldt, Simone Schneider,
Wilhelm Schwinghammer, Chor des Bayerischen
Rundfunks, Kinderchor des Staatstheaters am
Gärtnerplatz, Münchner Rundfunkorchester, Ulf
Schirmer, direttore
CPO777920 (2 CD alto prezzo)
Barcode: 0761203792023
In questo splendido disco Piers Lane esegue con la sua
ben pota padronanza tecnica e la sua innata musicalità
tutti gli studi di Aleksandr Scriabin. Per comprendere
fino in fondo queste opere bisogna fare caso alla lenta
ma radicale trasformazione che il linguaggio di
Scriabin a partire attraversò dalle prime opere
significative della giovinezza fino ai lavori dell’ultima
fase della sua parabola creativa. Le prime opere di
Scriabin sono caratterizzate da uno stile dai tratti
scopertamente romantici e ricco di spunti emozionali,
molto simile a quello di Chopin. Dopo il 1900 la
struttura ritmica e formale delle sue opere divenne
sempre più fluida ed elaborata, mentre il suo senso
della forma assunse connotati più definiti e concentrati.
Questo fatto garantì l’equilibrio necessario ai
travolgenti spunti espressionistici – che in non pochi
casi evocano atmosfere dai tratti conturbantemente
erotici – che caratterizzano molte delle opere della
piena maturità di Scriabin. «Piers Lane affronta con
Ancora in tempo per celebrare il centocinquantesimo
anniversario della nascita di Richard Strauss, la CPO
pubblica una versione in forma di concerto di
Feuersnot, un “poema cantato” di rarissimo ascolto
nella ispirata interpretazione di Ulf Schirmer. Richard
Strauss tratteggiò con sublime abilità un ironico ritratto
della sua natia Monaco di Baviera nella sua seconda
opera, composta a Berlino e messa in scena per la
prima volta nel 1901 a Dresda. Il libretto di questo
burlesque in salsa bavarese venne scritto dal celebre
umorista Ernst von Wolzogen, che tra le altre cose
fondò il primo cabaret letterario berlinese, lo
Überbrettl, il cui nome faceva sarcasticamente il verso
al mitico Übermensch (Superuomo) di Friedrich
Nietzsche. Sotto certi aspetti è sarcastica anche la
musica di Strauss, che può essere definita a tutti gli
effetti una parodia delle grandi opere di Wagner, che
sbeffeggia senza pietà tutta la solennità e il pathos
dell’autore dell’Anello del Nibelungo. La vicenda di
Feuersnot può essere riassunta in questi termini:
Kunrad, un uomo eccentrico ritiratosi dal mondo e
dotato di poteri magici, viene preso di mira dagli
abitanti di Monaco e per vendicarsi spegne tutti i
fuochi di San Giovanni, di fronte ai quali gli
innamorati si giuravano eterno amore. A risolvere
questa mancanza di fuoco (letteralmente Feuersnot),
percepita con palpabile sgomento da tutta la
cittadinanza, sarà la figlia del sindaco Diemut, che per
il bene comune decide di concedersi a Kunrad,
follemente innamorato di lei. Nella speranza di essere
liberati dal terribile maleficio di Kunrad, gli ipocriti
cittadini di Monaco tornano ai loro festeggiamenti,
lasciando sola la fanciulla. Per concludere, basta dire
che le loro aspettative alla fine vengono soddisfatte.
ERNST THEODOR AMADEUS HOFFMANN
OPERE ORCHESTRALI
Kölner Akademie, Michael Alexander Willens
CPO777208 (CD alto prezzo)
Barcode: 0761203720828
la più romantica di tutte le arti e quindi la più elevata di
tutte le discipline artistiche. Nelle sue oltre settanta
opere che abbracciano quasi tutti i generi più in voga
tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo
Hoffmann seppe dimostrare la sua sorprendente
padronanza dello stile compositivo. Il direttore artistico
della CPO Burkhard Schmilgun ha accarezzato per
anni il desiderio di registrare almeno alcune delle sue
opere più emblematiche, anche per via della sua
profonda conoscenza della letteratura tedesca. Questo
sogno si avvera questo mese in questo disco, che
comprende la Sinfonia in mi bemolle maggiore e le
ouvertures a Undine e ad Aurora. Dal 1804 al 1807
Hoffmann trovò impiego presso il Regierungsrat di
Varsavia. In seguito Hoffmann giudicò questo periodo
come uno dei momenti più felici di tutta la sua vita, in
quanto – al di là del suo impiego da avvocato che lo
impegnava a fondo – aveva abbastanza tempo a
disposizione per comporre e progettare una ambiziosa
carriera nel mondo della musica. A Varsavia Hoffmann
scrisse la sua unica sinfonia, che tenne a battesimo lui
stesso, dirigendola per la prima volta nel 1806. Sotto il
profilo stilistico, questa sinfonia presenta evidenti
analogie con i capolavori di poco precedenti di Franz
Joseph Haydn, ma questo fatto non impedì a Hoffmann
di dare a quest’opera un’impronta molto personale.
Accanto all’ouverture Undine, questa sinfonia è senza
dubbio l’opera musicale più originale di Hoffmann e
quella che fu accolta con maggiore favore. Questa vera
e propria gemma ora brilla di una luce meravigliosa
grazie alla splendida interpretazione dell’ensemble di
strumenti originali Kölner Akademie diretto con polso
e molto buon gusto da un ispirato Michael Alexander
Willens.
ANTONIN DVORAK (1841-1904)
INTEGRALE DEI QUARTETTI PER ARCHI – VOLUME 2
Vogler Quartett
CPO777625 (2 CD medio prezzo)Barcode:
0761203762521
Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (1776-1822):
Sinfonia in mi bemolle maggiore; Ouverture Undine;
Ouverture e Marcia da Aurora Friedrich Witt (17701836): Sinfonia in la maggiore
Ernst Theodor Hoffmann è giustamente considerato
uno dei più grandi esponenti della letteratura romantica
tedesca, ma molti tendono a dimenticare il ruolo da lui
ricoperto come compositore. Eppure questo giurista di
formazione e più tardi impiegato presso il
Kammergerichtsrat di Prussia fece di tutto per poter
vivere di musica, svolgendo le professioni di direttore
d’orchestra e di compositore, perché riteneva la musica
Antonín Dvorák (1841-1904): Quartetto per archi op.
105; Quartetto n. 4 per archi B19; Quartetto per archi
op. 106; Quattro Brani da Cipressi B152
«Nella sua autorevole interpretazione il Vogler
Quartett sfoggia un impasto sonoro meravigliosamente
corposo, una scansione ritmica molto netta e una
tavolozza sonora dalle sfumature calde e avvolgenti.
Nel complesso, questo disco costituisce un brillante
inizio di questa nuova integrale dei quartetti per archi
di Antonín Dvorák». Con questo giudizio il critico di
Fono Forum recensì in termini molto lusinghieri il
primo volume di questa integrale dei quartetti per archi
di Dvorák varata dalla CPO e il secondo volume
conferma la raffinata cultura musicale del Vogler
Quartett con le ispirate interpretazioni di quattro brani
tratti da Cipressi, del Quartetto n. 4 e dei Quartetti op.
105 e op. 106, due dei capolavori dell’estrema maturità
del grande maestro boemo. Questo stile esecutivo
riesce a fare coesistere in maniera molto efficace la
capacità di ottenere la massima trasparenza e di
esaltare al massimo grado i contenuti espressivi di ogni
opera e nel corso degli ultimi anni ha consentito ai
componenti del Vogler Quartett di raggiungere una
grande fama a livello internazionale e di ottenere la
docenza in musica da camera presso l’Accademia
Musicale di Stoccarda, un incarico di grande prestigio
tenuto fino a quel momento dai membri del Melos
Quartet. Tra i lavori presentati in questo disco, una
citazione speciale spetta al Quartetto in sol maggiore,
un’opera dell’estrema maturità a proposito della quale
Dvorák scrisse che i suoi temi «erano scaturiti solo di
rado con questa magnifica fluidità […] Quando il buon
Dio ci offre un nutrimento così gustoso non si può che
rallegrarsene ed esserne felici. Non potrei essere più
soddisfatto dei risultati che ho ottenuto in questo
quartetto».
CHARLES-MARIE WIDOR (1844-1937)
SINFONIE PER ORGANO OP. 13
Christian Schmitt, organo
CPO777705 (2 SACD alto prezzo)
Barcode: 0761203770526
Charles-Marie Widor (1844-1937): Sinfonia per
organo op. 13 n. 1; Sinfonia per organo op. 13 n. 2;
Sinfonia per organo op. 13 n. 3; Sinfonia per organo
op. 13 n. 4
Nel corso degli anni il nome di Charles-Marie Widor è
diventato quasi sinonimo del repertorio organistico
francese del XIX secolo. Il celebre organaro Aristide
Cavaillé-Coll prese Widor sotto la sua ala protettrice
quando era ancora uno studente e in seguitò esercitò
forti pressioni affinché gli venisse affidato il
prestigioso posto di organista della Église de SaintSulpice. Nel giro di breve tempo Widor si mise in luce
anche per il suo grande talento di compositore,
un’attività da cui ebbero origine dieci sinfonie per
organo solo, opere dai tratti spiccatamente virtuosistici
tuttora considerate da molti il non plus ultra della
scuola organistica francese. Definito da molti addetti ai
lavori il migliore organista tedesco dell’ultima
generazione, Christian Schmitt prosegue in questo
superbo cofanetto di due SACD la sua esplorazione
della produzione di Widor, con una magistrale lettura
delle quattro sinfonie dell’op. 13. Si tratta di
un’impresa discografica di altissimo profilo, come
dimostra il fatto che nel 2013 la sua registrazione della
Sinfonia per organo solo op. 42 n. 3 e della Sinfonia per
organo e orchestra op. 69 è stata premiata con un
prestigioso ECHO Klassik Award. Per eseguire le
Sinfonie op. 13 Schmitt ha deciso di utilizzare l’organo
della Chiesa abbaziale di Saint-Ouen di Rouen, un
magnifico strumento costruito da Cavaillé-Coll tra il
1888 e il 1890. Si tratta di una scelta particolarmente
oculata, visto che pare che Widor abbia definito questo
strumento «un organo in tutto e per tutto degno del
grande Michelangelo». L’allusione a Michelangelo va
intesa nel senso che Widor riteneva assolutamente
perfetto questo strumento dalla timbrica quanto mai
variegata. L’organo della Chiesa abbaziale di SaintOuen fu uno degli ultimi strumenti costruiti da
Cavaillé-Coll ed è pervenuto fino ai giorni nostri allo
stato originario e senza la benché minima modifica, un
fatto che gli conferisce un grande significato storico.
Fin dalle prime note vi renderete conto di quanto sia
magnifico poter ascoltare queste opere eseguite su
questo organo nello splendore del surround sound.
AULIS SALLINEN (1935)
OPERE CAMERISTICHE
Elina Vähälä, violino; Arto Noras, violoncello; Ralf
Gothoni, pianoforte
CPO777814 (CD medio prezzo)
Barcode: 0761203781423
intona al giallo, anche se si tratta di una percezione del
tutto slegata dalla vista. Quando mi chiesero di scrivere
questo lavoro per il Naantali Music Festival che si
tenne nell’estate del 2010, mi venne spontaneo pensare
ai tre straordinari musicisti finlandesi che lo avrebbero
eseguito: il pianista Ralf Gothoni, la violinista Elina
Vähälä e il violoncellista Arto Noras». Tre grandi
interpreti, che sono anche protagonisti di questo disco.
JOHANN SEBASTIAN BACH (1685-1750)
CONCERTI PER VIOLINO , ARCHI E BASSO CONTINUO
Fredrik Form, Peter Spissky, Manfredo Kraemer,
Bjarte Eike, violini; Antoine Torunczyk, oboe
Concerto Copenhagen, Lars Ulrik Mortensen,
clavicembalo e direzione
CPO777904 (CD medio prezzo)
Barcode: 0761203790425
Aulis Sallinen (1935): Sonata per violoncello e
pianoforte op. 86 (2004); From a Swan Song per
violoncello e pianoforte op. 67 (1990-91); Trio per
pianoforte, violino e violoncello op. 86 (2009-2010)
Dopo aver portato a termine una strepitosa serie
dedicata alle opere orchestrali più rappresentative di
Aulis Sallinen con la partecipazione dell’autore nella
scelta dei brani da eseguire e come prezioso consulente
artistico, la CPO vara con questo disco di sorprendente
bellezza una nuova collana che consentirà di scoprire la
produzione cameristica del grande compositore
finlandese. Esaminando le caratteristiche strumentali
della produzione complessiva di Sallinen, si nota una
netta preminenza in termini quantitativi del violoncello
su tutti gli altri strumenti solistici e una delle costanti
della sua produzione cameristica è senza dubbio il suo
amore per il timbro morbido e profondo del
violoncello. Sallinen compose la Sonata per
violoncello e pianoforte su commissione del Naantali
Music Festival, dove venne tenuta a battesimo nel 2005
da Arto Noras e Ralf Gothoni. Sotto il profilo stilistico,
si tratta di un’opera piuttosto compatta e caratterizzata
dalla presenza di una serie di elementi che passano da
un movimento all’altro, che dimostrano l’intenzione
dell’autore di conferire un senso di unità. From a Swan
Song è un’opera di ampio respiro della durata di poco
meno di 15 minuti, che sviluppa il discorso musicale
come se fosse una scena teatrale, in cui i due
strumentisti sono attori impegnati in un dialogo
drammatico. Nell’introduzione del suo unico Trio per
pianoforte, violino e violoncello Sallinen rivela poco
più di quanto si può percepire in From a Swan Song. A
proposito di quest’opera Sallinen ha scritto: «Il mondo
sensibile di un pittore che sta gradualmente perdendo la
vista è inevitabilmente condannato a limitarsi ai
ricordi. Grazie ai suoi ricordi, il pittore sa se il blu si
Johann Sebastian Bach (1685-1750): Concerto in la
minore per violino, archi e basso continuo BWV 1041;
Concerto in mi maggiore per violino, archi e basso
continuo BWV 1042; Concerto in re minore per due
violini, archi e basso continuo BWV 1043; Concerto in
do minore per violino, oboe, archi e basso continuo
BWV 1060R
Nel corso degli ultimi anni il Concerto Copenhagen si è
affermato come uno degli ensemble di strumenti
originali più validi del mondo. Lo straordinario
successo del CoCo si spiega in gran parte con il lavoro
compiuto dal suo carismatico direttore Lars Ulrik
Mortensen, un interprete assolutamente eccezionale,
che ha una visione della musica del tutto priva di
dogmatismi, per quanto sia sempre impegnato nella
ricerca dell’approccio più autentico per le opere che si
trova di volta in volta a dirigere. In particolare, le sue
interpretazioni si distaccano completamente dalle scelte
anticheggianti che molti suoi colleghi attivi nella
riscoperta del repertorio preromantico su strumenti
originali hanno eletto a loro marchio di fabbrica, come
l’esasperazione dei tempi e i contrasti espressivi
eccessivamente accentuati. Per questo motivo, il
direttore artistico della CPO Burkhard Schmilgun ha
immediatamente accolto la proposta di Mortensen di
registrare tutti i concerti di Johann Sebastian Bach,
opere che peraltro vantano una discografia tanto vasta
quanto qualificata e per le stesse ragioni nessuno può
stupirsi del fatto che i due volumi dell’integrale dei
concerti per clavicembalo, archi e basso continuo
realizzata da Mortensen con il Concerto Copenhagen
sia diventata agli occhi di molti appassionati e addetti
ai lavori una delle edizioni di assoluto riferimento dei
capolavori orchestrali del sommo Cantor lipsiense.
Prima di pubblicare i concerti per due, tre e quattro
clavicembali, l’etichetta tedesca propone come
intermezzo questo disco contenente i due concerti per
violino, il concerto per due violini e il concerto per
oboe e violino, che vedono grandi protagonisti
Manfredo Kraemer e l’ex spalla del Concerto
Copenhagen Fredrik From.
GOFFREDO PETRASSI (1904-2003)
OPERE ORCHESTRALI
Giorgio Berrugi, tenore; Vasily Ladyuk, baritono
Coro e Orchestra del Teatro Regio di Torino,
Gianandrea Noseda, direttore
CHAN10840 (CD alto prezzo)
Barcode: 0095115184028
Noseda è stata intensa e molto coinvolgente […]
L’eccellente qualità sonora contribuisce a rendere
questo disco molto raccomandabile e mi auguro
caldamente che la Chandos e Noseda presentino il più
presto possibile altre opere corali di Petrassi, magari il
Coro di morti [che infatti è presente in questo disco]».
Nei Quattro Inni sacri l’Orchestra del Teatro Regio di
Torino è affiancata dal celebre tenore italiano Giorgio
Berrugi e dal baritono russo Vasily Ladyuk, tra i solisti
più apprezzati del Teatro Bolshoi e della Novaya Opera
di Mosca. Come i quasi contemporanei Noche oscura e
Quattro Inni sacri, entrambi scritti intorno al 1950, il
superbo Coro di morti è considerato uno dei più
straordinari capolavori dell’arte di Petrassi all’inizio
degli anni Quaranta e una delle sue opere tuttora più
ammirate ed eseguite. Secondo il cardinale Andrea
Lanza quest’opera, composta ed eseguita per la prima
volta in uno dei periodi più cupi della seconda guerra
mondiale, rivela una spiccata «opposizione nel discorso
[…] tra la solitudine dell’uomo e la desolazione che lo
circonda», un fatto che trova espressione nello stridente
contrasto tra le serene linee del coro e il massiccio
insieme degli strumenti. La Partita per orchestra è una
delle prime opere composte da Petrassi, oltre che una
delle più famose ed eseguite ancora oggi, grazie alla
sua esplosiva brillantezza che rivela il precocissimo
talento
orchestrale
dell’allora
giovanissimo
compositore italiano.
MIECZYSLAW WEINBERG (1919-1996)
OPERE ORCHESTRALI
Helsingborg Chamber Orchestra, Thord Svedlund,
direttore
CHANSA5146 (SACD alto prezzo)
Barcode: 0095115514627
Goffredo Petrassi (1904-2003): Coro di morti;
Quattro inni sacri; Partita per orchestra; Notte oscura
Questo nuovo disco dedicato alla produzione
sinfonico-corale di Goffredo Petrassi va ad arricchire la
splendida serie Musica Italiana della Chandos, portata
avanti da Gianandrea Noseda con la partecipazione del
Coro e dell’Orchestra del Teatro Regio di Torino. Nel
2013 l’etichetta inglese ha pubblicato un altro disco
dedicato a Petrassi, comprendente il Salmo IX e il
Magnificat, salutato con unanime entusiasmo dalla
stampa specializzata di tutto il mondo. In particolare, il
critico di Gramophone scrisse: «L’interpretazione delle
forze del Teatro Regio di Torino dirette da Gianandrea
Mieczyslaw Weinberg (1919-1996): Sinfonia da
camera n. 3 op. 151; Sinfonia n. 4 per clarinetto e
orchestra d’archi op. 153
La splendida integrale su SACD delle opere orchestrali
di Mieczyslaw Weinberg ha permesso agli appassionati
di rarità del XX secolo di scoprire una serie di opere
virtualmente sconosciute del compositore russo, scritte
soprattutto verso la fine della sua parabola creativa. Il
programma di questo disco presenta le sue ultime due
sinfonie da camera, opere che riflettono in maniera
molto efficace una delle fasi più prolifiche e
sottovalutate della sua carriera. Protagonista di questo
disco è l’Orchestra Sinfonica di Helsingborg – che in
questo disco fa il suo esordio nel catalogo della
Chandos – diretta con sapienza dal versatile Thord
Svedlund. La Sinfonia da camera n. 4 non è solo la
penultima opera portata a termine da Weinberg, ma
può essere anche considerata come una efficace sintesi
di tutta la sua vita e la sua produzione. La vena
elegiaca di quest’opera riecheggia in maniera
struggente i dolorosi fatti che caratterizzarono l’ultimo
decennio di vita di Weinberg, la malattia, la perdita
degli amici migliori, morti o emigrati all’estero, e il
graduale declino dell’interesse del pubblico verso le
sue opere. Ogni movimento di quest’opera rivela
qualche istantanea della vita di Weinberg, come la
serena melodia degli archi che evoca una delicata ninna
nanna infantile, mentre il corale iniziale era già stato
utilizzato in opere precedenti, così come i temi del
clarinetto degli ultimi due movimenti. Fatta eccezione
per il malinconico Andantino finale che sembra
prefigurare la Sinfonia da camera n. 4, la Sinfonia da
camera n. 3 è strettamente legata al Quartetto n. 5 per
archi op. 27 da una melodia in stile di recitativo.
Questo fatto giustifica alla perfezione sia il titolo di
“sinfonia da camera” sia la presenza dell’Orchestra
Sinfonica di Helsingborg, una formazione fondata nel
1912 come orchestra da camera, che oggi si vanta di
essere la compagine orchestrale più antica della Svezia.
IGOR STRAVINSKY (1882-1971)
OPERE ORCHESTRALI
Jean-Efflam Bavouzet, pianoforte
Orchestra Sinfonica di São Paulo, Yan Pascal
Tortelier, direttore
CHANSA5147 (SACD alto prezzo)
Barcode: 0095115514726
Igor Stravinsky (1882-1971): Concerto per pianoforte
e strumenti a fiato; Capriccio per pianoforte e
orchestra; Movimento per pianoforte e orchestra;
Petrouchka
Dopo essersi aggiudicato nel 2014 un prestigioso
Gramophone Award per la sua straordinaria integrale
dei concerti per pianoforte e orchestra di Sergei
Rachmaninov, l’artista esclusivo della Chandos JeanEfflam Bavouzet esegue in questo nuovo SACD tutte
le opere per pianoforte e orchestra di un altro
compositore russo del XX secolo, vale a dire Igor
Stravinsky. Oltre alle sue integrali delle opere per
pianoforte solo di Debussy, Haydn e Beethoven (le
ultime due tuttora in corso), Bavouzet ha dimostrato di
essere uno dei più ispirati interpreti del repertorio
novecentesco, come si può facilmente notare nelle sue
registrazioni del Concerto n. 2 di Béla Bartók, del
Concerto per la mano sinistra di Maurice Ravel e del
Concerto per pianoforte e orchestra di fiati di
Stravinsky. In primo luogo, Bavouzet considera queste
opere i più grandi concerti per pianoforte e orchestra
del XX secolo, in secondo luogo li ha già registrati tutti
per la Chandos e – last but not least – i dischi
contenenti i concerti di Bartók e di Ravel hanno
ricevuto una nomination per i Gramophone Award del
2011 per la categoria riservata ai concerti. A spuntarla
fu il disco dedicato a Ravel, che è stato anche il primo
realizzato da Bavouzet e da Yan Pascal Tortelier, il
direttore di questo disco. Il programma si apre con la
trasparenza, la vitalità ritmica, l’elaborata scrittura
polifonica e l’impianto inconfondibilmente classico
dell’espressivo e consistente Concerto per pianoforte e
orchestra di fiati. A questo brano segue il Capriccio,
un’opera che Stravinsky scrisse come alternativa al
Concerto e che eseguì oltre quaranta volte nei quattro
anni successivi alla sua composizione. L’idioma
dodecafonico e atonale del Movimento per pianoforte e
orchestra rappresenta uno degli esperimenti più
interessanti compiuti da Stravinsky nel campo delle
tecniche seriali. Anche Petrouchka è un’opera per
pianoforte e orchestra, con il pianoforte che non ricopre
un ruolo solistico, ma fa parte della nutrita compagine
orchestrale. In una recente intervista Bavouzet ha
definito i passaggi in cui si è trovato a partecipare ai
fortissimo dell’orchestra tra i «momenti più esaltanti di
tutta la mia vita».
JOHANNES BRAHMS (1833-1897)
CARL REINECKE (1824-1910)
OPERE PER CLARINETTO E ORCHESTRA
Michael Collins, clarinetto
Michael McHale, pianoforte
CHAN10844 (CD alto prezzo)
Barcode: 0095115184424
compositore amburghese – della Sonata n. 1 «alla
passione,
all’espressione
dei
sentimenti
e
all’innovazione stilistica»; questa struggente effusione
lirica appare evidente soprattutto nella serenità dei temi
del primo movimento della Sonata n. 2. Questa sonata
è un’opera stilisticamente insolita, con tre movimenti
nella tonica, una scelta che contribuisce a renderla
un’opera unitaria dalla struttura circolare. Le sonate per
clarinetto di Brahms trovarono un convinto paladino in
Carl Reinecke, un compositore, direttore, pianista e
didatta la cui nutritissima produzione non ha
ovviamente raggiunto una fama paragonabile a quella
del suo ben più apprezzato contemporaneo, per quanto
le sue opere da camera vengano ancora eseguite con
una certa frequenza. Sia la Sonata Undine – scritta in
origine per flauto e pianoforte – sia l’Introduzione e
Allegro appassionato op. 256 si riallacciano a opere di
Robert Schumann, rispettivamente Kreisleriana e il
Konzertstück per pianoforte e orchestra op. 92.
ROBERT SCHUMANN (1810-1856)
CLARA SCHUMANN (1819-1896)
OPERE PER PIANOFORTE
Imogen Cooper, pianoforte
CHAN10841 (CD alto prezzo)
Barcode: 0095115184127
Johannes Brahms (1833-1897): Sonata n. 1 in fa
minore per clarinetto e pianoforte op. 120 n. 1; Sonata
n. 2 in mi bemolle maggiore per pianoforte e orchestra
op. 120 n. 2 Carl Reinecke (1824-1910): Sonata in mi
maggiore per clarinetto e pianoforte op. 167 Undine;
Introduzione e Allegro appassionato in do minore per
clarinetto e pianoforte op. 256
Questo disco presenta le sonate di Johannes Brahms e
di Carl Reinecke nella ispirata esecuzione di Michael
Collins e di Michael McHale, due degli interpreti più
autorevoli di questo repertorio. Questi due artisti
vantano già una discografia di altissimo livello
pubblicata dalla Chandos, a partire dal primo disco
Lyrical Clarinet, premiato con Cinque Stelle dal BBC
Music Magazine sia per l’interpretazione sia per la
qualità sonora, per arrivare ai due splendidi volumi
delle sonate di compositori inglesi, «una collana della
Chandos che si raccomanda da sé», come è stata
descritta nelle recensioni molto lusinghiere pubblicata
nel sito Musicwebinternational.com. Brahms scrisse le
sonate per clarinetto e pianoforte op. 120 dopo aver
dichiarato pubblicamente di avere posto fine alla sua
carriera di compositore. Queste splendide opere
vennero dedicate a Richard Mühlfeld, uno straordinario
virtuoso per cui il grande compositore amburghese
nutriva una sconfinata ammirazione. Anche se Brahms
le definì sbrigativamente come «due modeste sonate
con pianoforte», queste opere sono pervase da una
coinvolgente intensità drammatica, come si può notare
nel primo movimento della Sonata in fa minore, e nello
Scherzo centrale della Sonata n. 2 in mi bemolle
maggiore, indicato da Brahms in partitura come
Allegro appassionato. Michael Musgrave, uno degli
studiosi più autorevoli delle opere di Brahms, associa
la tonalità di fa minore – una delle più utilizzate dal
Robert Schumann (1810-1856): Sonata n. 1 in fa
diesis minore op. 11; Romanza in fa diesis maggiore
op. 28 n. 2; Humoreske op. 20 Clara Schumann
(1819-1896): Romanza in si minore; Le Ballet des
Revenants (Scène fantastique)
Questo attesissimo disco rappresenta il secondo
tassello della nuova collaborazione tra la Chandos e la
pianista Imogen Cooper. In questa splendida collana la
Cooper esegue con il suo brillante virtuosismo e la sua
delicata vena lirica alcuni dei più grandi capolavori del
repertorio romantico tedesco. Considerata una delle
migliori interpreti schumanniane oggi in circolazione,
la Cooper si dedica con tutta se stessa alla produzione
del grande compositore di Zwickau, con risultati di
altissimo livello, come si può facilmente notare nel
primo disco pubblicato dalla Chandos. L’eccellente
acustica della sala da concerti di Snape Maltings e le
illuminanti note di copertina di Nicholas Marston
costituiscono
un
«validissimo
complemento»
(musicwebinternational.com) e un «graditissimo
bonus» (Gramophone) a questa collana. Il programma
di questo disco presenta un sottile dialogo tra Robert e
Clara Schumann, dalla melodia in forma di Lied del
duetto d’amore della Romanza all’Humoreske, un canto
immaginario ispirato da Clara. Anche la Sonata fu
dedicata a Clara da Eusebio e Florestano, i personaggi
che rappresentavano i due lati della personalità artistica
di Schumann. Questo mondo immaginario fu lo
scenario in cui Clara ambientò la sua Scène fantastique
– ribattezzata Doppelgänger Chor – nel lungo e per
molto tempo apparentemente senza speranza
corteggiamento che precedette il loro matrimonio. La
Sonata n. 1 di Schumann è anche una delle opere più
emblematiche del repertorio romantico per pianoforte,
nella quale, come spiega la stessa Cooper, «si può
percepire un lato oscuro della personalità artistica di
Schumann, una frenesia che sembra scevra da ogni
parametro interiore […] Per eseguire nel modo
migliore quest’opera l’interprete deve essere in
possesso di una grande energia sia fisica sia emotiva,
mentre l’ascoltatore deve avere una grandissima
attenzione e una spiccata sensibilità ed essere pronto ad
affrontare un’esperienza impegnativa e senza difese».
BERNARD FOCCROULLE (1953)
OPERE PER ORGANO
Alice Foccroulle, soprano; Lambert
cornetto; Bernard Foccroulle, organo
AECD1440 (CD alto prezzo)
Barcode: 3760058360408
Colson,
Bernard Foccroulle (1953): Toccata; Kolorierte
Flöten; Nigra sum; O quam pulchra es; Capriccio
sopra re-fa-mi-sol; Spiegel; Six Versets en alternance
avec le Salve Regina d’Arnold Schlink
«Come organista sono rimasto spesso profondamente
colpito dall’eccezionale bellezza del suono degli organi
storici, la cui pronunciata personalità si pone spesso in
stridente contrasto con gli strumenti standardizzati
costruiti nel corso del XX secolo. Va però detto che
alcuni di questi antichi strumenti possiedono risorse
tecniche molto limitate (per esempio, un’estensione
molto ridotta della tastiere, una pedaliera assai limitata
se non addirittura inesistente, il temperamento
inequabile e una scarsa disponibilità di registri), che
consentono di eseguire adeguatamente solo un
repertorio specifico. In particolare, la maggior parte
delle opere composte nel XX secolo è semplicemente
ineseguibile sugli organi storici. Questo motivo ha
spinto nel corso degli anni Ottanta alcuni organisti e
compositori a scrivere opere in linea con i mezzi
tecnici ed espressivi di quegli strumenti, che potessero
rendere omaggio alla gloriosa tradizione dei secoli
scorsi. Il primo lavoro che ho scritto con questi criteri è
stato il Capriccio sopra re-fa-mi-sol. In seguito ho
composto parecchie altre opere per gli organi storici,
scegliendo quasi sempre come punto di riferimento un
compositore vissuto nel XVI o nel XVII secolo. Nel
suo insieme, questa produzione consente agli
ascoltatori contemporanei di farsi un’idea della vasta
evoluzione che hanno attraversato sia il repertorio
organistico sia gli organi dal Rinascimento ai giorni
nostri» (Bernard Foccroulle).
HEINRICH IGNAZ FRANZ BIBER (1644-1704)
modo, la formazione del basso continuo comprende un
clavicembalo, un organo e un liuto, oltre agli archi
gravi, strumenti in grado di garantire una meravigliosa
varietà espressiva. Il caldo e accogliente spazio
acustico trasporta quasi per magia gli ascoltatori dal
salotto di casa loro in un ambiente molto intimo, dove
si trovano collocati in posizione molto comoda tra i
musicisti» (Qualità artistica 10/10; Qualità sonora
10/10; Jed Distler, ClassicToday.com).
SONATE DEL ROSARIO
Ars Antiqua Austria, Gunar Letzbor, violino solo e
direzione
A381 (2 CD alto prezzo) Barcode: 3760195733813
HEINRICH VON LAUFENBERG (CA 1390-1460)
KINGDOM OF HEAVEN
Agnieszka Budzińska-Bennet, Jane Achtman, Marc
Lewon, Ensemble Dragma
RAM1402 (CD alto prezzo)
Barcode: 4250128514026
Heinrich Ignaz Franz von Biber (1644-1704): Sonate
del Rosario (Sonata n. 1; Sonata n. 2; Sonata n. 3;
Sonata n. 4; Sonata n. 5; Sonata n. 6; Sonata n. 7;
Sonata n. 8; Sonata n. 9; Sonata n. 10; Sonata n. 11;
Sonata n. 12; Sonata n. 13; Sonata n. 14; Sonata n. 15;
Sonata n. 16 (Passagalia))
Registrata nella splendida acustica della chiesa
parrocchiale di Hallstatt, cittadina austriaca dove è nato
Gunar Letzbor, questa intensa e drammatica
interpretazione delle Sonate del Rosario, massimo
capolavoro di Heinrich Ignaz Franz von Biber, torna di
nuovo disponibile sul mercato discografico dopo
parecchi anni di assenza. Gunar Letzbor affronta
questo intenso viaggio tra i misteri del Rosario –
corrispondenti agli eventi più significativi della vita
della Vergine Maria e del Nuovo Testamento – con due
violini dalle caratteristiche ben distinte e ben sei
musicisti, che di volta in volta suonano in formazioni
sempre diverse il clavicembalo, l’organo, il liuto,
l’arciliuto, due viole da gamba e il contrabbasso, una
formazione di basso continuo molto ampia, che
enfatizza e intensifica al massimo grado gli affetti
cangianti di questo straordinario ciclo violinistico. «La
brillante e fantasiosa interpretazione di Gunar Letzbor
riesce a far coesistere armoniosamente gli episodi più
drammatici con una sublime eleganza. Il violinista
austriaco utilizza due violini storici, ognuno dotato di
un timbro e di sfumature ben distinte. Allo stesso
Heinrich von Laufenberg (ca 1390-1460): Es taget
minnencliche; Myn trud gheselle; Ich bin by ir; Bis
grust, maget reine; Ach Dohterlin, min sel gemeit;
Gruss senen Ich im hertzen traghe; Ich wolt, daz ich do
heime wer; Ein lerer ruft vil lut; Cum lacrimis;
Benedicite – Die triualt in dem obresten tron; Aliud
Benedicite; Woluf, du bose welt gemein; Ellende du
hest vmb vanghen mich; Kom mir ein trost; Ich fare do
hyn – Ich var zu dir, Maria rein; Seit ich dich, hercz
lib, leiden muss; Got geb uns allen; Der winter will hin
weichen; Puer natus ist uns gar schon; Benedicite;
Benedicite – Fron her du bist in ewigkait; Benedicite;
Es ist ein ingendig jor
Vissuto tra il 1390 e il 1460 circa nel cantone svizzero
dell’Argovia, in Alsazia e in Germania meridionale,
Heinrich Laufenberg può vantare al suo attivo una
vasta produzione di opere, comprendente tra le altre
cose inni spirituali, opere didattiche e lavori sacri.
Purtroppo nel 1870 un terribile incendio scoppiato
nella Biblioteca di Strasburgo causò la completa
distruzione di un prezioso manoscritto contenente la
maggior parte delle sue opere. La costernazione per
una perdita che sembrava irrimediabile venne però
cancellata dall’inattesa scoperta di una copia di questo
manoscritto, che ha tramandato ai posteri una parte non
trascurabile della produzione di questo autore
virtualmente sconosciuto. I brani vocali di Laufenberg
giunti fino ai giorni nostri sono caratterizzati da una
straordinaria bellezza in termini sia di testi sia di
musica; in particolare, in una di queste opere
Laufenberg eleva lodi alla Vergine Maria in uno stile
molto poetico, in un’altra – una delicatissima ninna
nanna – chiede protezione per il Bambino Gesù e in
un’altra ancora descrive con straordinaria ricchezza di
dettagli le incomparabili meraviglie del Paradiso.
Questo manoscritto – intitolato Royaume des Cieux –
offre la gioia di ascoltare una serie di brani che sono
rimasti completamente dimenticati dal lontano XV
secolo. Per rendere l’ascolto più vario e interessante,
tra i brani vocali dal carattere di volta in volta lirico e
narrativo di Laufenberg in questo disco sono state
inserite alcune pagine strumenti di compositori
dell’epoca. Con il suo approccio entusiasta ma al
tempo stesso assolutamente rigoroso sotto il profilo
filologico, l’Ensemble Dragma riporta alla vita queste
splendide opere dell’ultima fase del Medioevo con
un’incredibile ricchezza di sfumature espressive. Il
cuore dell’Ensemble Dragma è costituito da tre
musicisti di grande talento, Agnieszka BudzińskaBennet, Jane Achtman e Marc Lewon. La loro
straordinaria versatilità espressiva – che sotto l’aspetto
strumentale si compone di due voci, una viella, un liuto
e un’arpa – consente loro di riproporre le opere
medievali in tutta la loro straordinaria ricchezza di
sfumature, con scelte stilistiche che riescono sempre a
conquistare il pubblico dei giorni nostri. Costituito nel
2012, questo gruppo ha iniziato ben presto a presentare
in Germania, in Francia e in Svizzera questo
meraviglioso
programma,
intitolato
molto
significativamente Kingdom of Heaven. Questo è il
primo disco in assoluto realizzato dall’Ensemble
Dragma
MARIO CAPUANA (CA 1600-1647)
BONAVENTURA RUBINO (CA 1600-1668)
REQUIEM
Choeur de chambre de Namur, Leonardo García
Alarcón, direttore
RIC353 (CD alto prezzo) Barcode: 5400439003538
Mario Capuana (ca 1600-17647): Messa di defonti a
quattro Bonaventura Rubino (ca 1600-1668): Messa
di morti a cinque
Composti rispettivamente nel 1650 e nel 1653, i
requiem di Mario Capuana e di Bonaventura Rubino
sono a quanto risulta dagli studi musicologici più
recenti le uniche messe per i morti scritte in Sicilia
durante l’epoca barocca. La messa di Capuana è intrisa
della profonda carica emotiva propria della scuola
madrigalistica che stava fiorendo proprio in quegli
anni, mentre quella di Rubino è un’apoteosi della
polifonia rinascimentale. Un’altra straordinaria
riscoperta del grande direttore Leonardo García
Alarcón.
Il Choeur de chambre de Namur e su Leonardo García
Alarcón Ricercar:
GIOVANNI GIORGI
AVE MARIA
Choeur de chambre de Namur, L. García Alarcón
RIC313 (CD alto prezzo)
AA.VV.
CARMINA LATINA
Choeur de chambre de Namur, Cappella Mediterranea,
Clematis, L. García Alarcón, direttore
RIC334 (CD alto prezzo)
MATTHIAS WECKMANN (1616-1674)
INTEGRALE DELLE OPERE PER ORGANO
Bernard Foccroulle, organo
RIC348 (2 CD prezzospeciale)
Barcode: 5400439003484
LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770-1827)
SINFONIE N. 4 E N. 5 – TRASCRIZIONE DI FRANZ LISZT
Yury Martynov, pianoforte
ZZT356 (CD alto prezzo) Barcode: 3760009293564
Dopo gli splendidi dischi dedicati a Buxtehude,
Tunder, Bruhns, Scheidemann e Böhm, Bernard
Foccroulle prosegue la sua esplorazione della
produzione organistica dei grandi compositori della
Germania settentrionale vissuti prima di Bach con
l’integrale delle opere pervenuteci di Matthias
Weckmann. Dopo essersi formato nella cerchia di
Heinrich Schütz ed essersi impadronito di tutti i segreti
degli eredi di Jan Pieterszoon Sweelinck e dello stile
italiano, Weckmann si affermò fino a diventare uno
degli esponenti più emblematici delle generazione
precedente a quella di Buxtehude. La sua produzione
spazia ecletticamente dalle forme libere e ardite del
nuovo Stylus phantasticus a brani più tradizionali
basati sulle antiche melodie dei corali, tra i quali
spiccano due monumentali fantasie divise in diverse
parti. Per eseguire queste opere Bernard Foccroulle ha
deciso di utilizzare tre splendidi organi storici, quelli di
Hollern, Stade e soprattutto il magnifico organo
restaurato di recente della Katharinen Kirche di
Amburgo. Questo cofanetto doppio costituisce un
evento discografico della massima importanza, che
verrà sicuramente apprezzato dagli appassionati di
questo repertorio. Questa integrale delle opere
organistiche completa la registrazione delle opere
giunte fino ai giorni nostri di Weckmann, con le
cantate eseguite dal Ricercar Consort e i lavori
strumentali presentati dall’ensemble di strumenti
originali La Fenice e dal clavicembalista Siebe
Henstra.
Ludwig van Beethoven (1770-1827): Sinfonia n. 4 in
si bemolle maggiore op. 60; Sinfonia n. 5 in do minore
op. 67 (trascrizioni per pianoforte di Franz Liszt)
In questo disco Yury Martynov esegue le trascrizioni
per pianoforte della Quarta e della Quinta Sinfonia di
Beethoven realizzate da Franz Liszt sullo stesso
pianoforte Blüthner che aveva già utilizzato per i primi
volumi di questa integrale. A proposito dell’approccio
che aveva adottato per queste trascrizioni, il grande
compositore ungherese affermò: «Sarò veramente
soddisfatto se capirò di avere portato a termine il
lavoro di un incisore scrupoloso e intelligente o di un
traduttore coscienzioso che cerca in ogni modo di
esprimere sia lo spirito sia l’aspetto letterale di
un’opera, allo scopo di diffondere la conoscenza dei
capolavori dei grandi maestri del passato e del presente
e di favorire il godimento della pura bellezza».
Yury Martynov su Zig Zag Territoires:
LUDWIG VAN BEETHOVEN
SINFONIE N. 2 E N. 6 – TRASCRIZIONE DI FRANZ LISZT
Yury Martynov, pianoforte
ZZT301 (CD alto prezzo)
LUDWIG VAN BEETHOVEN
SINFONIE N. 3 E N. 8 – TRASCRIZIONE DI FRANZ LISZT
Yury Martynov, pianoforte
ZZT336 (CD alto prezzo)
LUDWIG VAN BEETHOVEN
SINFONIE N. 1 E N. 7 – TRASCRIZIONE DI FRANZ LISZT
Yury Martynov, pianoforte
ZZT317 (CD alto prezzo)
JOHANNES BRAHMS
Musica per Piano Vol.2
Ivo Varbanov, pianoforte
ICSM004 Barcode 5060399880039
SERGEI PROKOFIEV
OPERE PER PIANOFORTE
ZZT346 (CD alto prezzo)
CARL ORFF (1895-1982)
CARMINA BURANA
Yeree Suh, Yves Sealens, Thomas Bauer, Collegium
Vocale Gent, Cantate Domino, Anima Eterna
Brugge, Jos van Immerseel, direttore
ZZT353 (CD alto prezzo) Barcode: 3760009293533
Carl Orff (1895-1982): Carmina Burana
Questo disco costituirà una grande sorpresa per molti
appassionati della grande musica, che non si sarebbero mai
aspettati di ascoltare i Carmina Burana di Carl Orff eseguito
dall’ensemble di strumenti originali Anima Eterna Brugge
diretto da Jos van Immerseel. Spesso definiti come «opera per un
pubblico dai gusti superficiali» e non di rado usati (e abusati) per
scopi puramente commerciali, i Carmina Burana di Orff aspetto
da parecchio tempo un direttore disposto a eseguirli in una chiave
innovativa, che possa rivitalizzarli e portare alla luce gli infiniti
preziosismi che passano spesso quasi sotto silenzio. Questo è
quanto avvenuto in questo disco grazie a Jos van Immerseel e
allo straordinario insieme di solisti, cori e orchestra che ha messo
insieme. Rimanendo assolutamente fedele a quanto si era
proposto con il suo approccio musicale, van Immerseel compie
una rivisitazione radicale dell’immagine sonora e
dell’interpretazione di questa celebre partitura, grazie sia
all’altissimo livello degli interpreti che ha scelto sia al particolare
genere di strumenti e al loro ricchissimo e suggestivo panneggio
timbrico. In definitiva quello che van Immerseel propone è un
approccio al di fuori di tutti i canoni, innovativo e del tutto privo
della benché minima concessione a quanto fatto in precedenza,
per offrire al pubblico degli appassionati un ascolto di
grandissima piacevolezza e musicalità.
Piano Sonata Op. 1 in C major (1853):Scherzo Op. 4 in
E flat minor (1851) Ballate Op. 10 (1854):
La seconda pubblicazione di Ivo Varbanov per ICSM
Records (ICSM Records 004) presenta opere giovanili
per pianoforte di Johannes Brahms: la sua Sonata per
pianoforte op. 1, lo Scherzo op. 4 e le quattro Ballate
op. 10. Tutte e tre le opere furono eseguite in momenti
cruciali della vita di Brahms: la Sonata per pianoforte
fu al centro di uno dei più romantici "primi incontri"
della storia della musica. Il primo di Ottobre 1853, un
giovane ventenne di bell'aspetto proveniente da
Amburgo si presentò alla porta di casa di Robert
Schumann a Düsseldorf. Schumann lo invitò a suonare
qualcosa, egli si sedette al piano e cominciò con la
Sonata in questione. "Visita di Brahms, un genio,"
scrisse Schumann quel giorno nel suo diario. Lo
Scherzo op. 4 fu uno dei primi pezzi che Brahms
mostrò a Schumann ed a Franz Liszt nel 1853. Liszt
trovò il pezzo così congeniale che lo eseguì lui stesso
ad una serata di inteoduzione di Brahms a Weimar.
Infine, le Ballate op. 10 furono concepite in seguito ad
eventi fatidici, poco dopo che il suo amico e
sostenutore Schumann aveva tentato il suicidio ed era
stato internato nel sanatorio di Bonn. Brahms era stato
così gettato nel ruolo di protettore e consolatore della
moglie di Schumann, Clara, e dei figli di lei, e stava al
contempo combattendo con il fatto che si era
innamorato di lei. La Ballate, il suo primo gruppo di
pezzi lirici brevi, preannunciano profeticamente i
concisi capolavori della stagione compositiva più tarda
di Brahms.
La scelta visionaria di Varbanov va di pari passo con la
sua esecuzione potente ed espressiva. Questa
registrazione colpirà l'ascoltatore per la sua suprema
bellezza sonora e per le scelte inusuali dell'interprete.
IDIS
VERMEER
AA.VV.
REGISTRAZIONI IN STUDIO – VOLUME 3
Ida Presti, chitarra; Alexandre Lagoya, chitarra
Orchestra Pro Arte di Monaco di Baviera, Kurt
Redel, direttore
IDI6694 (CD basso prezzo)
Barcode: 8021945003033
Antonio Soler (1729-1783): Sonata in re maggiore;
Sonata in re minore José Gallés (1761-1835): Sonata
in si minore Fernando Sor (1778-1839):
L’Encouragement Manuel de Falla (1876-1946):
Danza n. 1 da La vida breve Enrique Granados
(1867-1916): Intermezzo da Goyescas Isaac Albéniz
(1860-1909): Tango Antonio Vivaldi (1678-1741):
Concerto in sol maggiore; Concerto in re minore
Alessandro Marcello (1673-1747): Concerto in re
minore Franz Joseph Haydn (1732-1809): Concerto
in sol maggiore
Il 1963 fu un anno particolarmente importante nella
carriera discografica di Ida Presti e di Alexandre
Lagoya. Il formidabile duo francese incise infatti due
splendidi LP per la Philips, il secondo dei quali
(riportato integralmente in questo disco) prevedeva
anche l’arrangiamento per due chitarre di celebri
concerti di Vivaldi, Marcello e Haydn e l’utilizzo
dell’Orchestra Pro Arte di Monaco diretta da Kurt
Redel. Queste rarissime incisioni ci mostrano il duo
Presti-Lagoya al vertice assoluto della sua arte.
Basterebbe, a tal proposito, ascoltare l’esito
sensazionale nelle Variazioni dell’Encouragement di
Sor per rendersi conto di come mai più nessun duo
abbia saputo eguagliare la perfezione e la brillantezza
esecutiva di questo ensemble cui solo la morte
prematura di Ida Presti, nel 1967, pose
drammaticamente fine. Un disco stereofonico e di
lunghissima durata, che riunisce praticamente tutte le
incisioni in studio effettuate in quell’indimenticabile
1963.
Registrazioni in studio effettuate nel 1963.
AA.VV.
GEISTLICHE LIEDER
Laura Fabris, soprano
Carlo Mazzoli, fortepiano
IDIVER40004 (CD basso prezzo)
Barcode: 8021945004030
Carl Philipp Emanuel Bach (1714-1788): Quattordici
Odi e Lieder spirituali su testi di Christian Fürchtegott
Gellert (Bitten; Die güte Gottes; Geduld; Osterlied;
Die Liebe des Nächsten; Die Ehre Ggottes aus der
Natur; Passionlied; Osterlied; Busslied; Vom Tode;
Trost eins schwermütigen Christen; Gottes Macht und
Vorsehung; Demut; Versicherung der Gnade Gottes)
Ludwig van Beethoven (1770-1827): Sei Lieder su
testi di Christian Fürchtegott Gellert op. 48 (Bitten;
Die Liebe des Nächsten; Vom Tode; Die Ehre Gottes
aus Natur; Gottes Macht und Vorsehung; Busslied)
Franz Schubert (1797-1828): Cinque Lieder spirituali
su testi di Novalis (Ich sehe dich in tausend Bildern
D658; Hymne D659; Wenn ich ihn nur habe D660;
Wenn alle untreu werden D661; Ich sag es jedem, dass
ser lebt D662); Nachthymne (Novalis); Litanei D543
(Johann Georg Jacobi); Pax vobiscum D551 (Franz
von Schober)
Il Lied spirituale godette di larghissima popolarità nei
paesi di lingua tedesca tra il XVIII e il XIX secolo e
vide la fioritura di opere musicali di straordinario
valore che ancora oggi, però, sono relativamente poco
conosciute al di fuori dei loro paesi d’origine. Il
soprano Laura Fabris e il pianista Carlo Mazzoli
propongono in questo disco un viaggio musicale
all’interno di questo mondo, iniziando con i magnifici
Lieder di Carl Philipp Emanuel Bach su testi di
Christian Fürchtegott Gellert, autore a quel tempo
popolarissimo, i cui versi furono anche musicati da
Ludwig van Beethoven, diversi anni dopo, nei suoi
Lieder op. 48. Completano l’ampio excursus nella
spiritualità austro-tedesca del Sette-Ottocento, sia
protestante sia cattolica, otto Lieder spirituali di Franz
Schubert, di eccezionale qualità musicale. Laura Fabris
e Laura Fabris sono autentici specialisti di questo
repertorio e ce ne propongono una lettura ispiratissima
e filologicamente molto corretta. Per l’incisione, tra
l’altro, Carlo Mazzoli ha utilizzato un fortepiano a
tavolo originale viennese del 1830, che si adatta
perfettamente al carattere intimo ed espressivo di
queste composizioni.
affascinante e di gran lunga superiore a quello
ottenibile quando le opere vengono eseguite su
strumenti moderni. È come entrare in un salotto
dell’epoca napoleonica, quello stesso salotto che è
riprodotto nella copertina di questo disco, e sentirlo
rivivere con le nostre orecchie. Un’esperienza musicale
assolutamente da non perdere.
AA.VV.
VAPEURS DE SON – OPERE ORIGINALI PER CORNO
NATURALE E ARPA D’EPOCA NAPOLEONICA
Paola Perrucci, arpa Érard a otto pedali
Luca Delpriori, corno naturale
IDIVER40005 (CD basso prezzo)
Barcode: 8021945004047
François-Adrien Boïeldieu (1775-1834): Solo pour
cor avec accompagnament de piano ou de harpe
François-Joseph Naderman (1781-1835)-FrédéricNicolas Duvernoy (1765-1838): Notturno n. 1 per
arpa e corno naturale François-Joseph Naderman
(1781-1835): Sonatina II per arpa e corno naturale
(Sept Sonates progressives pour la harpe) FrédéricNicolas Duvernoy (1765-1838): Notturno II per arpa
e corno naturale Jean-Baptiste Krumpholtz (17471790): Sonata n. 3 (Six Sonates pour la Harpe et le
Fortepiano op. 13) Giovanni Paisiello (1740-1816):
Andante écrit pour la fête de l’Impératrice Gaspare
Spontini (1774-1851): Airs de ballet dall’opera La
Vestale (Andante cantabile; Allegretto)
Grande appassionato di musica, Napoleone Bonaparte
prediligeva il repertorio italiano (o italianizzante) e
amava un tipo di composizioni che potessero essere
ascoltate senza troppo infastidire la conversazione: dei
“vapeurs de son” (“vapori di suono”), come era solito
dire. Prendendo spunto dall’affermazione di
Napoleone, questo disco riunisce una serie di opere
originali per corno naturale e arpa Érard scritte da
musicisti che Napoleone ben conosceva e apprezzava,
eseguite per la prima volta su strumenti originali. Il
risultato sonoro e musicale è assolutamente
CARL MARIA VON WEBER (1786-1826)
IL FRANCO CACCIATORE
Eberhard Wächter, Irmgard Seefried, Kurt Böhme,
Rita Streich, Richard Holm, Albrecht Peter, Coro e
Orchestra Sinfonica della Radio Bavarese, Eugen
Jochum, direttore
URNWS234 (2 CD al prezzo di 1)
Barcode: 8051776572347
Le registrazioni storiche davvero leggendarie del
capolavoro di Weber sono in realtà pochissime:
essenzialmente il grande “live” di Wilhelm
Furtwängler del 1954, la registrazione del 1973 diretta
da Carlos Kleiber per la Deutsche Grammophon e
questa versione del 1959 diretta da Eugen Jochum e
anch’essa pubblicata dalla DG. Sotto il profilo
stilistico, quest’ultima edizione si colloca tra la
versione di Furtwängler per quanto riguarda la
grandiosità della visione romantica della narrazione e
quella di Kleiber per la leggerezza mozartiana dei
numerosi passi lirici e coreografici. Da alcuni anni non
disponibile sul mercato, questa edizione viene
riproposta dalla Urania in tutto il suo splendore vocale
e orchestrale, nella convinzione che un’edizione di
questo livello debba sempre essere a disposizione del
vasto pubblico.
1959 Deutsche Grammophon Original Production
SIR GEORG SOLTI DIRIGE KODALY,
BARTOK E RACHMANINOV
William McAlpine, tenore; Julius Katchen,
pianoforte; London Philharmonic Choir and
Orchestra, London Symphony Orchestra, Sir Georg
Solti, direttore
URNWS191 (2 CD al prezzo 1)
Barcode: 8051776561914
Zoltán Kodály (1882-1967): Háry Janos Suite;
Psalmus Hungaricus op. 13; Danze di Galánta;
Variazioni Peacock Béla Bartók (1881-1945): Musica
per archi, percussioni e celesta; Suite di danze Sergei
Rachmaninov (1873-1945): Concerto n. 2 in do
minore per pianoforte e orchestra op. 18
Tra il 1952 e il 1958 Georg Solti registrò per la Decca
una serie di opere del repertorio ungherese che, a
quell’epoca, era ancora di scarsa reperibilità o
addirittura inedita a livello discografico. Si tratta di
lavori di Zoltán Kodály e di Béla Bartók, di cui Solti è
sempre stato un fedele interprete e che ha continuato a
eseguire e a registrare per tutto il resto della sua lunga
carriera. A distanza di oltre mezzo secolo, questi dischi
mono degli anni Cinquanta conservano intatto lo
splendore della Serie “FFRR” della grande etichetta
inglese, che questa accurata ristampa della Urania ha
rispettato senza aggiungere nessun artificio sonoro. In
aggiunta al repertorio ungherese, in questo cofanetto
doppio trova posto anche la splendida interpretazione
di un brano da molto tempo introvabile, il Concerto n.
2 in do minore per pianoforte e orchestra op. 18 di
Sergei Rachmaninov, eseguito da Julius Katchen e
diretto da Solti a Londra nel 1958.
Registrazioni effettuate a Londra dal 21 al 23 febbraio
del 1955 (Háry Janos Suite e Musica per archi,
percussioni e celesta), dal 26 aprile al 3 maggio del
1954 (Psalmus Hungaricus e Variazioni Peacock), l’11
e il 12 novembre del 1952 (Danze di Galánta e Suite di
danze) e dal 16 al 18 giugno del 1958 (Concerto n. 2 in
do minore per pianoforte e orchestra op. 18).
LEONARDO
AA.VV.
VERDIANA
Luigi Magistrelli, clarinetto
Claudia Bracco, pianoforte
LDV14020 (CD medio prezzo)
Barcode: 8051773570209
Donato Lovreglio (1841-1907): Fantasia dalla
Traviata Giuseppe Verdi (1813-1901): Deh pietoso,
oh addolorata (arrangiamento per clarinetto e
pianoforte di Luigi Magistrelli) Michele Mangani
(1966): Verdiana, pot pourri su temi di Verdi
Ferdinando Sebastiani (1803-1860): Scherzo sopra Il
trovatore Giuseppe Cappelli (1875-1918): I due
Foscari per clarinetto in mi bemolle e pianoforte
Giuseppe Leonesi (1833-1901): Solo e romanza da La
forza del destino Autore sconosciuto: Coro della
Zingarella da Il trovatore Luigi Bassi (1833-1871):
Fantasia sul Rigoletto
Nel corso del XIX secolo il clarinetto ebbe un ruolo
privilegiato nelle trascrizioni e negli arrangiamenti di
fantasie operistiche e la sua immensa espressività e le
sue capacità timbriche attirarono l’interesse di molti
arrangiatori. Il suo suono flessibile può sostituire
naturalmente le arie di soprano sia in termini di
brillantezza e felicità, sia per malinconia e tristezza e
questo lo rese uno degli strumenti senza dubbio più
adatti a questo scopo. Donato Lovreglio (1841-1907)
fu sia flautista che clarinettista. Nacque a Bari e poi si
spostò a Napoli dove fu attivo in qualità di
compositore. Introdusse in Italia il sistema Boehm per
flauto, suonando in duetto con sua moglie, la pianista
Adelina Castelli, e compose diverse importanti fantasie
per clarinetto su temi dalle opere di Verdi (La traviata,
Simon Boccanegra, Don Carlo e Un ballo in
maschera) Donizetti (Maria Stuarda) and Bellini
(Norma). La traviata è senza dubbio la sua fantasia più
suonata dai clarinettisti. Deh pietosa addolorata non
appartiene a nessuna delle 27 opere liriche di Giuseppe
Verdi, ma si tratta di una romanza, il cui testo è firmato
nientemeno che da Johann Wolfgang von Goethe e
straordinaria è l’attinenza di questo brano con le
capacità espressive del clarinetto. Michele Mangani è
un clarinettista e compositore contemporaneo, molto
attivo nella direzione di gruppi di fiati. La sua
Verdiana è un brano abbastanza impegnativo ed
elaborato, un potpourri ben concepito di temi tratti
dalle sue opere più famose come I due Foscari, La
traviata, Il trovatore, Aida e Luisa Miller. Di questi
brani esistono diverse versioni: per clarinetto e
pianoforte, per clarinetto e banda e per clarinetto e
orchestra. Ferdinando Sebastiani (1803-1860) fu come
Cavallini un grande virtuoso della scuola clarinettistica
di Napoli, primo clarinetto al Reale Teatro San Carlo
della città partenopea e molto attivo come solista. Il
suo grande Metodo (1855-60) testimonia che fu anche
un eccellente insegnante. Abbastanza spesso i giornali
del tempo hanno rimarcato le sue ottime qualità
musicali e tecniche. Scrisse alcune composizioni per
clarinetto solo, con pianoforte e con orchestra, traendo
i temi dalle opere di Rossini, Bellini e Verdi.
Nonostante il titolo (Scherzo) dell’opera da Il trovatore
presentata in questo disco il carattere delle due parti è
brillante solo in alcune veloci raffigurazioni nella parte
finale del supplicante Miserere. Anche il clarinetto in
mi bemolle può trovare uno spazio nella vasta gamma
delle fantasie operistiche italiane. Giuseppe Capelli
(1875-1918), infatti, oltre che molte composizioni per
la famiglia degli ottoni, scrisse sette fantasie su temi
verdiani proprio per il clarinetto in mi bemolle
accompagnato dal pianoforte, come nel caso della
trascrizione de I due Foscari, presente in questo disco.
Giuseppe Leonesi (1833-1901) fu un clarinettista,
insegnante e direttore di banda. Inventò anche un unico
clarinetto capace di suonare in si bemolle e in la
(Clarinetto Leonesi). Nel suo Solo e Romanza da La
forza del destino inserì la parte per clarinetto solista più
lunga presente in un’opera del repertorio italiano.
Questo emozionante assolo era stato concepito
soprattutto per Ernesto Cavallini che suonò il brano
alla première del 1862 a San Pietroburgo. Il Coro della
Zingarella del secondo atto de Il trovatore ha un
grande peso nell’orchestra per sottolineare e dare un
maggiore significato al tema. Luigi Bassi (1833-1871)
fu un buon clarinettista, pupillo di Benedetto Carulli,
che a sua volta fu uno dei primi professori di clarinetto
dell’allora appena fondato Conservatorio di Milano. La
Fantasia dal Rigoletto è la sua composizione migliore
e una delle fantasie operistiche per clarinetto più
suonate nel mondo. Il clarinetto può suonare ed
esprimere le sue nuances in ogni aria presentate in
questo disco. Un percorso che accompagna
l’ascoltatore attraverso alcune delle più belle pagine
della musica di Giuseppe Verdi.
Scarica

JOSEPH JONGEN (1873-1953)