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CONTIENE I.P.
I.P.
CON IL CREDITO TREVIGIANO
N. 3 DICEMBRE 2005
MERCATINO DI NATALE
A CAERANO
Perché andare tanto lontano? Solo perché è di
moda? Tante cose le abbiamo anche noi. E belle
ed interessanti e soprattutto “nostre”.
A Caerano, in piazza, ci aspettano le Associazioni
di volontariato, gli alunni delle Scuole, l’Associazione Commercianti e l’Amministrazione Comunale. Per preparare meglio il Natale.
SOMMARIO
1
Per cogliere i segni del tempo
3
Oltre l’impresa
4
Progetto di “Microfinanza Campesina”
6
Filiali al passo con i tempi
8
Da giganti a nani
11 La Banca che non chiude mai
12 Nuove opportunità bancarie per i Soci
14 Le cooperative sociali “In Concerto”
16 Il Natale è più Natale a S. Marco di Resana
18 Musica senza confini
21 Villa Emo: via ai lavori
22 Maglificio Montegrappa: Made in Italy 100%
24 La vita è bella tra fiori, frutti ed orti
26 Don Lorenzo Crico, padre-pastore di Fossalunga
28 “I piedi nel locale, la testa nel globale”
29 “Parole in viaggio”
30 I figli del benessere
31 Un aiuto per gli allevatori
32 Viaggi
32 Visite guidate
Auguri
UNICEF
2005
PROGRAMMA
domenica 4 dicembre 2005
ore 10,00 - Inaugurazione del mercatino con la
Banda di San Vito di Altivole e le Majorettes
ore 15,00 - Musica con la “Gnuco Band”
giovedì 8 dicembre 2005
dalle ore 10,00 alle 20,00 - Mercatino di Natale
ore 15,00 - Musica con la “Gnuco Band”
domenica 11 dicembre 2005
ore 16,00 - Spettacolo per bimbi: Paolo e Elena
show magia - grandi illusioni - comicità - gag giochi d’altri tempi
sabato 17 dicembre 2005
dalle ore 08,00 alle 18,00 - Mercatino
dell’Antiquariato
domenica 18 dicembre 2005
ore 10,00 - Mercatino di Natale curato dagli
Alunni delle Scuole di Caerano e dalle
Associazioni di Volontariato
La degustazione di castagne, vin brulé e cioccolata calda sarà a cura del Gruppo Alpini
Sommario
CON IL CREDITO TREVIGIANO
N. 3 DICEMBRE 2005
Periodico quadrimestrale d’informazione bancaria
e di cultura locale della Banca di Credito Trevigiano
via Roma, 15 - 31050 Vedelago (TV) - http://www.creditotrevigiano.it
Reg. St. Trib. TV n. 676 dell’1/2/1988
Direttore Responsabile: Nicola Di Santo
autorizzazione 28/6/2001 delibera n. 362/2001
Comitato di Redazione: Giovanni Scomparin, Nicola Di Santo,
Franco Zambon, Primo Franchetto
Hanno collaborato a questo numero:
Lorenzo Morao, Alfio Pegoraro, Enzo Bergamin, Gioachino Basso
Gianni Lo Martire, Marco Monda, Stefano Ciriello
Progetto grafico e realizzazione: Studio Grafico Enio Miotto Sas
Stampa: Graficart
Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica
Italiana
cyclus
®
Stampato
su carta
riciclata
ecologica
1
IL PUNTO CON IL PRESIDENTE
PER COGLIERE I SEGNI DEL TEMPO
Cogliere i segni del tempo. La
frase, che sembra riecheggiare il
dettato biblico, è stata scelta come
filo conduttore degli incontri con i
soci che Nicola Di Santo, presidente di Credito Trevigiano, ha in programma per la fine di quest’anno.
Presidente, a proposito di
segni del tempo. Sono trascorsi
10 anni dalla fusione fra le ex
Casse Rurali di Vedelago e
Caerano di San Marco che ha
dato vita a Credito Trevigiano.
Qual è il bilancio che si può
trarre da questa esperienza?
E’ stata un’operazione coraggiosa ed audace in quel momento ed
ora, dopo 10 anni, i frutti positivi si
vedono. Allora i dirigenti dei 2 istituti di credito hanno saputo
“cogliere i segni del tempo”, creando una nuova realtà economica
che ha portato benefici all’intero
territorio. Dovrebbe essere sempre
così per i dirigenti delle BCC che
sono radicate in un territorio. Una
volta gli agricoltori scrutavano il
cielo, erano attenti al mutare del
tempo e delle stagioni ed erano
consapevoli che l’evoluzione in atto
poteva generare redditi o perdite
per le loro famiglie. Gli amministratori della banca hanno il dovere
di cogliere i mutamenti economici
e sociali che si generano nella
comunità locale e dieci anni fa gli
amministratori di allora hanno
saputo leggere i segnali che provenivano dal territorio ed hanno gettato le basi per un futuro più sicuro che sta dando, ancor oggi, risultati eccezionali e forse irrepetibili.
Mi piace ricordare i loro nomi: per
Vedelago Corrado Furlan, Mario
Quarta Missione del Credito Cooperativo in Ecuador 2005.
Parisotto, Ernesto Andreazza,
Enzo Bergamin, Antonio Carnio,
Roberto Dussin, Luigino Gazzola,
Franco Involata, Silvano Duregon,
Mario Mazzocato, Giovanni
Tempesta, Lorenzo Morao, Luigi
Boldrin ed il sottoscritto; direttore
era Marcello Perin. Per Caerano
San Marco: Piero Facin,Claudio
Fruscalzo, Renato Brollo,Siro
Marzari,Angelo Poloniato, Sergio
Volpato,Franco Zucchello, Eugenio Visentin, Mario Robazza ed
Iginio De Marchi; direttore era
Renzo Squizzato.
Presidente Di Santo, si sta
chiudendo l’anno 2005. Per
quale avvenimento sarà ricordato negli annali della banca?
Indubbiamente l’avvenimento
storico da ricordare è stato il perfezionamento dell’acquisto di villa
2
IL PUNTO CON IL PRESIDENTE
Emo di Fanzolo. Una
grande operazione sotto tutti i punti di
vista. Per ora sono
stati appaltati i lavori per il centro servizi
nell’ex fattoria. Ma
c’è tutto un programma che intendiamo realizzare a
cominciare dai prossimi mesi.
Poi c’è un altro
avvenimento, il convegno
del Credito Cooperativo
nazionale che si terrà a Parma, ai
primi di dicembre e che coinvolgerà quasi 2000 amministratori di
tutte le BCC d’Italia.
Lei parteciperà al convegno
anche come consigliere nazionale di ICCREA Holding,
la casa madre delle BCC
d’Italia… .
“Controcorrente” è lo slogan
dell’incontro perché le BCC per
essere differenti devono essere
controcorrente. È finita la tregua
competitiva con i grandi gruppi
bancari che in questi anni hanno
operato fusioni ed accorpamenti
non sempre tenendo conto degli
interessi del territorio. Ora questi
gruppi hanno mutato indirizzo.
Hanno compreso che il territorio è
un valore aggiunto a cui non possono rinunciare. Le BCC devono
confrontarsi con realtà agguerrite e
non possono fermarsi a presidiare
solo la mutualità, il rapporto
banca-socio.
Come possono mantenere la
loro identità?
Le Bcc devono essere attente ai
mutamenti di mercato,anche di
quello internazionale, non fermandosi al parametro che dice: io
banca cosa faccio per dare vantaggi ai soci?. Dobbiamo ragionare in
altri termini: noi BCC cosa facciamo oltre che per i soci anche per
l’intero territorio, per le imprese
che hanno sempre più una dimensione internazionale? Per le famiglie ed i gruppi sociali che presen-
tano nuove emergenze e nuove esigenze?
Ma le BCC che sono banche
locali cosa possono fare?
Devono allargare la loro rete di
sostegno rafforzando l’autonomia e
la coesione, due capisaldi che non
sono più separabili. Dobbiamo
puntare sulla ricerca, sull’innovazione, sulla filiera, trovando strumenti adeguati per coniugare l’autonomia territoriale con la coesione nazionale che solo un sistema a
rete può garantire. Tutte le Bcc
devono dialogare con un unico linguaggio, specializzandosi localmente ma entrando in un sistema
più complesso e stabile.
Concretamente cosa occorre fare?
Guardiamo al nostro stato
patrimoniale: gli impegni sono
cambiati, aumentata la loro durata,
la raccolta indiretta è modesta
rispetto al sistema, cresciamo
molto nell’intermediazione tradizionale e la redditività sta quasi
tutta nel margine d’interesse. Serve
una gestione sempre più evoluta
della finanza ed un miglioramento
dei costi. Dobbiamo puntare alla
finanza di sistema e di territorio
attraverso la rete efficiente nei servizi e nei prodotti, alla gestione del
rapporto confidenziale con il territorio da parte delle singole BCC,
rafforzando gli aspetti valoriali:
reputazione, rispetto delle regole,
eticità e relazionalità e, sul piano
patrimoniale, più redditività, meno
costi e più ricavi dai servizi.
Credito Trevigiano è già incamminato in questa direzione e dal
convegno di Parma sicuramente
disporremo di nuovi spunti e
nuove energie per proseguire.
Quale sarà la sfida principale da affrontare per il 2006?
Certamente sarà questa: quanta autonomia cedere per rafforzare
la filiera? 440 BCC a livello nazionale non possono reggere nei confronti dei grandi gruppi bancari
perché la somma di ogni BCC non
è mai la somma di tutte. È comun-
que necessario preservare un valore: ogni BCC deve essere libera di
scegliere se rimanere totalmente
autonoma oppure entrare nella
rete, nel sistema in vista dei maggiori vantaggi competitivi.
Dal nostro territorio voliamo in un altro territorio che è
diventato importante per
Credito Trevigiano e le BCC
italiane: l’Ecuador. Lei ha partecipato alla missione fra i
campesinos. Cosa le è rimasto
più impresso di questa trasferta
in Sud America?
Mi ha colpito la gente che non
si è piegata a mendicare un’elemosina, ma ha chiesto un contributo,
un aiuto per essere protagonista
del proprio sviluppo. Hanno un’umanità, una determinazione da
ammirare. Ci hanno chiesto strumenti finanziari per risollevare la
loro condizione economica e sociale prendendo ad esempio noi veneti e trevigiani. Infatti stanno facendo come abbiamo fatto noi quando
siamo usciti dalla miseria: l’autoaiuto, la cooperazione. Sono latini
come noi, hanno il nostro calore
umano e già la vicinanza della lingua agevola la collaborazione.
L’Ecuador è uno stato piccolo e la
nostra esperienza di Banca di
Credito Cooperativo è un valido
esempio da seguire. Se passiamo al
Brasile o all’Argentina, paesi più
vasti e complessi, è necessario
creare una forza maggiore, una rete
più ampia. Torniamo sempre alla
forza della rete che non frena le
energie ma sostiene e permette
alle comunità locali, che vogliono
riscattarsi, di essere protagoniste in
prima persona del loro futuro di
benessere.
Come dire che Ecuador e paesi
del terzo mondo sono vicini a noi più
di quanto possiamo immaginare.
L’agenda dei lavori per il 2006 è
già segnata: trovare il giusto equilibrio fra coesione ed autonomia
senza perdere di vista l’evoluzione
dei mercati mondiali.
Giovanni Scomparin
3
LA RESPONSABILITÀ SOCIALE
OLTRE L’IMPRESA
Sta crescendo, nel cittadino,
una nuova sensibilità verso le
Imprese che tengono conto, nella
loro attività, della cosiddetta
“Responsabilità Sociale di Impresa”
(R.S.I.).
L’immagine che si ha di una
azienda non è più legata soltanto ai risultati economici che
questa consegue, ma dipende
sempre di più dal tipo di relazioni che l’impresa riesce a
stabilire e mantenere con
quanti entrano in contatto
con essa (gli “stakeholders”).
Così sono sempre di
più i dati che riferiscono
di scelte dei consumatori che “premiano” o
“puniscono” aziende
che, a parità di prodotto collocato sul mercato, si
occupano o meno del Sociale e di
rispetto dell’ambiente.
Un recente sondaggio effettuato da Eurisko ha messo in
luce come per “Responsabilità
Sociale di Impresa” non si intenda
soltanto il rispetto delle leggi da
parte delle imprese (32%), ma si
chieda alle stesse di andare oltre
tale limite e di impegnarsi, perciò, per il miglioramento della
società e dell’ambiente in cui
queste operano (65%).
Il tema della RSI interessa il
92% degli intervistati, ma ben il
70% degli stessi dichiara di essere poco o per niente informato
sull’argomento. C’è un gran bisogno di informazione.
Di fronte a questi dati il
Credito Trevigiano si colloca
bene perchè, mentre per le
imprese in genere il tema della
RSI è di recente acquisizione, per
la BCC tale interesse è inscritto
nel proprio DNA ed esiste da
sempre. Lo statuto della banca,
all’articolo 2, e la Carta dei Valori
del Credito Cooperativo, indicano
in modo netto quale sia la mission
della Banca, vocata appunto, non
al perseguimento di utili fini a sè
stessi ma alla valorizzazione della
centralità
della persona del
Socio e verso attività finalizzate alla costruzione del bene
comune. Da quattro anni viene
redatto anche il Bilancio Sociale
che illustra il comportamento
della Banca nel sociale e gli
interventi che essa effettua sul
territorio e per il rispetto dell’ambiente.
Di questo si è parlato in un
affollato convegno tenuto a
Cavaso del Tomba, lo scorso ottobre, nel quale è stato presentato
il nostro ultimo Bilancio Sociale
del 2004. Il convegno, organizzato da RP Reporting insieme con
Connecting Managers® è servito
a vedere come le Imprese si
avvicinano a questo tema del
tutto nuovo per gran parte dei
presenti.
Così abbiamo visto come
Elopak AS, impresa multinazionale norvegese sostenga “Mucca
Solidale”, una iniziativa di allevamento in Africa e come il comu-
ne di Jesolo abbia pubblicato un
bell’esempio di Bilancio sociale,
redatto da una pubblica Amministrazione.
È toccato poi alla “Jesolo
Turismo S.p.A” illustrare il bilancio sociale del 2004 con tutti i
servizi forniti ai turisti
nella zona balneare
tra cui il ritrovamento di ben 121
bimbi smarriti e 9600
interventi di primo
soccorso.
Un dato comune è
quello relativo alla certificazione di qualità e/o
certificazione ambientale
che tutte le imprese convenute hanno dimostrato di
avere. Ricordiamo che
anche il Credito Trevigiano è
in possesso della certificazione ISO 14001 e della certificazione ambientale Emas.
L’interesse e la posta in gioco
espressi dalla RSI sono alti. Il
consumatore/cliente non bada
più soltanto al rapporto qualitàprezzo di quanto acquista ma
vuole sapere come quel bene è
stato prodotto e se sono stati o
meno violati diritti dell’umanità o
rispettato l’ambiente.
Ecco allora che le imprese virtuose nella RSI, e tra queste crediamo di annoverare anche il
Credito Trevigiano. sono chiamate, come riferisce l’economista
Stefano Zamagni, ad “operare per
restituire l’economia alla società e
alla vita” e per diffondere tra gli
imprenditori “l’idea che il mercato
per poter funzionare bene e a
lungo ha bisogno di una certa dose
di gratuità, dal momento che è il
principio del dono che fonda lo
scambio e non viceversa, come
purtroppo ancora molti si ostinano
a credere.”
Gioachino Basso
4
ECUADOR
PROGETTO DI
“MICROFINANZA CAMPESINA”
Convegno sulla finanza popolare a Cuenca con la partecipazione del Presidente Di Santo.
Lo scorso ottobre si è svolta
la IV° missione del Credito
Cooperativo in Ecuador, cui
hanno partecipato i vertici del
Movimento delle BCC, i rappresentanti delle BCC di 10 regioni
italiane, del Fondo Ecuadoriano
Populorum Progressio (FEPP),
di Codesarrollo, della Banca
Centrale dell’Ecuador, della
Superintendencia de Bancos
ecuadoriana e delle organizza-
zioni di indios e di campesinos.
La missione è stata accolta
con grande entusiasmo ed ha
potuto toccare con mano i progressi che sono stati possibili grazie al sistema delle cooperativas
de ahorro y credito ed al sostegno
del Credito Cooperativo italiano.
In un convegno, poi, tenutosi
a Cuenca è stato analizzato e
dibattuto il ruolo dei sistemi
finanziari popolari in Ecuador
nella promozione dello sviluppo
locale e della riduzione della
povertà. Nel corso del convegno
il presidente del Credito Trevigiano, dott. Nicola Di Santo, ha
illustrato, in un applauditissimo
intervento in spagnolo, il contributo dato in oltre cent’anni di
attività dalla Cassa Rurale di
Vedelago allo sviluppo della comunità locale, esempio concreto
dell’efficacia del sistema cooperativo.
Sistema che ha trovato un
ambiente favorevole per attecchire e svilupparsi in Ecuador e
che sta suscitando molto interesse in Brasile, Perù, Argentina,
Cile, da tempo in contatto con le
BCC italiane per nuove ed ulteriori esperienze in America
Latina.
Intanto si moltiplicano le iniziative di finanziamento, di contribuzione, di donazione in natura da parte di Federazioni, singole BCC, società del Movimento a
favore del FEPP e di Codesarrollo, la cooperativa di microcredito campesino fondata e diretta
dal caeranese Bepi Tonello, socio
della nostra BCC. Ed il Credito
Trevigiano fa, come sempre, la
sua parte.
5
ECUADOR
UN LABORATORIO
UN AMBULATORIO
UNA CASSA RURALE
E TANTE CAPRETTE
Nell’ambito delle iniziative a
favore delle comunità andine
dell’Ecuador, il Consiglio di
Amministrazione ha deciso di
limitare il tradizionale cesto natalizio per i dipendenti, i consiglieri ed i sindaci ad un panettone,
due bottiglie di vino ed un omaggio e di riempirlo per la parte
rimanente di …solidarietà.
Su indicazione del missionario salesiano Padre Antonio Polo,
parroco di Salinas (provincia di
Bolivar) contattato da Bepi
Tonello, è stata scelta un’iniziativa concreta da finanziare, la
costruzione della Casa Comunale di Rincon de los Andes, un
piccolo villaggio sulle pendici del
Chimborazo ad oltre 4.000 metri
di altitudine, dove la povertà è
estrema (reddito di un dollaro al
giorno, alta mortalità infantile,
analfabetismo).
La Casa Comunale ospiterà
una sala per riunioni (anche per
la Messa), un piccolo laboratorio
artigiano, un ambulatorio (medico una volta la settimana) ed una
piccola Cassa Rurale. Costo previsto: 18.000 dollari. La gente del
posto provvederà alla manovalanza, al resto il Gruppo FEPP
Construcciones.
Verranno inoltre piantate
5.000 piantine native delle Ande,
che servono a trattenere l’umidità
nel suolo. Ed inoltre ogni famiglia verrà fornita di una capretta
da latte.
Questo è il progetto, che prevede la formazione di una piccola
comunità di agricoltori, di allevatori, di piccoli artigiani. Potrà
essere attuato in tutto o in parte a
seconda di quanto si riuscirà a
raccogliere. Forse a Natale, a
Rincon de los Andes, ci sarà
qualche sorriso in più.
La Casa Comunale di Rincon de los Andes (in costruzione).
6
FILIALI
FILIALI AL PASSO CON I TEMPI
dalla vecchia dislocazione, avente
una superficie interna di circa
180 mq. e ampi parcheggi a disposizione. E’ stata realizzata una
filiale con tre uffici di consulenza
e tre casse oltre al servizio di cassette di sicurezza. Una struttura
che garantisce la privacy della
clientela ed il comfort dei posti di
lavoro. Sul piano della comunicazione con l’esterno si sottolinea il
notevole impatto visivo che si ha
percorrendo la strada castellana,
merito delle insegne luminose e
dei due totem pubblicitari che
sono posti lungo la strada.
S. Vito
La continua crescita dimensionale del Credito Trevigiano,
viene supportata da politiche
organizzative legate al personale,
dallo sviluppo e aggiornamento
dei sistemi informativi, dalle procedure di lavoro interne, ma
anche, da una continua attenzione all’adeguatezza delle filiali
rispetto alle esigenze della clientela (spazi, allestimenti, modalità
di erogazione dei servizi).
Ogni anno vengono programmati e realizzati in stretto contatto con la Commissione
Tecnica sugli Immobili
creata in seno al Consiglio di Amministrazione una serie di interventi tecnici per tenere
le filiali “al passo con i
tempi”.
Ecco una breve rassegna dei lavori svolti o in
corso di ultimazione nell’ultimo periodo.
Filiale di Salvatronda
anno 2004
Approfittando dei lavori sul
fabbricato si è ampliata la filiale
esistente, aumentando la superficie interna di circa il 50 % (da
110 mq. a 160 mq.). Con l’occasione si è provveduto alla ridistri-
buzione degli spazi migliorando
le aree a disposizione del pubblico in sala a maggior tutela della
privacy e del comfort della clientela. Sono aumentati i posti di
lavoro mediante la realizzazione
di un nuovo ufficio di consulenza
e portando gli sportelli di cassa
da due a tre. Sul piano dei servizi
è adesso disponibile la locazione
delle cassette di sicurezza. Dal
punto di vista dell’immagine, lo
spostamento verso est ha contribuito a darne un’ampia visibilità,
anche grazie ad una diversa dislocazione delle insegne luminose.
Filiale di San Vito
di Altivole 2004
La filiale, nella piazza del
paese, era stata realizzata nel
1993 e ampliata nel 1997, con
una superficie complessiva di
circa 85 mq. In seguito agli sviluppi della struttura, divenuta un
punto di riferimento per le famiglie e le attività commerciali del
territorio, è stata constatata l’inadeguatezza degli spazi a disposizione. Stante l’impossibilità strutturale di ampliamento, è stato
effettuato il trasloco della filiale
in un immobile di nuova realizzazione situato sulla strada provinciale castellana a poca distanza
Filiale di Caerano San Marco
2004 - 2005
Per questa filiale la ristrutturazione è stata motivo di ripensamento e di completa riorganizzazione degli spazi interni e delle
funzioni ad essi legati. A livello
strutturale gli interventi di maggior peso sono stati lo spostamento dell’ingresso e la riorganizzazione degli spazi al piano terra.
Questo ha permesso di realizzare
delle aree dedicate al pubblico di
ampio respiro, una maggiore fruibilità ed individuabilità dei servizi di consulenza e di sportello, a
garantire la privacy ed il comfort.
La riorganizzazione al piano terra
della intera filiale ha permesso di
riservare il piano primo agli uffici
del laboratorio fidi e del Direttore
di Zona, rag. Vendramini.
È in fase di conclusione anche una sala riunioni attrezzata,
predisposta per accogliere circa
70 persone. Grazie all’accesso
indipendente potrà essere usufruita anche dalla comunità caeranese al di fuori degli orari d’ufficio. Con l’occasione sono stati
ristrutturati gli impianti meccanici ed i serramenti adottando soluzioni che assicurano un elevato
grado di sicurezza, consentono
7
FILIALI
un maggiore risparmio energetico, in linea con la politica
ambientale EMAS in atto.
Dal punto di vista dell’immagine esterna, è stato rivisto e
ristrutturato tutto il prospetto al
piano terra, con un aggiornamento d’immagine che permette una
maggiore luminosità all’intero
fabbricato.
Cavasagra
Filiale di Castelminio di
Resana 2005
Le nuove esigenze operative
della filiale, che eroga da quest’anno il servizio di tesoreria del
comune di Resana, sono state lo
spunto per degli interventi al
piano terra, con l’inserimento di
un nuovo posto di lavoro e l’ampliamento del servizio delle cassette di sicurezza.
nologici e meccanici affinché gli
stessi fossero in linea con gli
orientamenti assunti dall’Istituto
in materia di tutela dell’ambiente
e risparmio energetico.
Sede di Vedelago
2004 - 2005
La ristrutturazione della sede
di via Roma, tuttora in fase di
realizzazione, è stata dettata dalle
esigenze di riorganizzare gli spazi
al piano terra e gli spazi direzionali al piano primo adattandoli
alle nuove esigenze organizzative
della banca stessa. I lavori finora
svolti hanno riguardato le aule
didattiche (nell’interrato), la zona
di segreteria generale, dell’ufficio
soci e dell’alta direzione al piano
primo. Data l’obsolescenza sono
stati rivisti tutti gli impianti tec-
Filiale di Cavasagra 2004
La superficie di 60 mq. della
filiale di Cavasagra realizzata alla
fine dell’anno 1992 e successivamente ristrutturata, manifestava
una significativa inadeguatezza
rispetto alle condizioni di afflusso
della clientela. La filiale è stata
quindi ampliata, occupando ora
una superficie di circa 100 mq.
Tale modifica ha consentito di
riorganizzare gli spazi interni ricavando due posti cassa ed una
postazione di consulenza veloce
in sala e due uffici per la consulenza. È stato inoltre messo in
Salvatronda
atto il servizio di cassette di sicurezza, prima mancante. Come
nelle altre realizzazioni, è stata
data grande importanza allo spazio dedicato al pubblico sia nella
zona fronte casse che in quella di
attesa per gli uffici di consulenza.
Filiale di Cornuda 2005
Esigenze di spazio al piano
terra, hanno condotto allo spostamento della zona dedicata alle
cassette di sicurezza al piano
primo, migliorando di fatto la
parte dedicata alle casse e conseguentemente al pubblico.
Centro servizi di Via del
Lavoro 2004 - 2005
La globale riorganizzazione
interna degli uffici di direzione
dell’Istituto ha reso indispensabile un adattamento anche delle
strutture, in attesa di una soluzione definitiva che arriverà con la
ristrutturazione della fattoria di
Villa Emo. L’operazione in fase di
conclusione ha portato alla completa rivisitazione del piano
primo mediante l’eliminazione di
una delle due sale di riunione e
dello spazio bar, e la realizzazione
di 5 nuovi uffici per accogliere le
nuove figure professionali in fase
di inserimento.
Arch. Alfio Pegoraro
Resp. Ufficio Tecnico
8
SCENARIO NORD-EST
DA GIGANTI A NANI
PREMESSA
Nel Nord-est, dal 2000, è in
atto una forte metamorfosi involutiva. Si é passati, infatti, da una
fase iniziata negli anni ’60 in cui si
è generato costantemente un prodotto interno lordo sopra i tassi
nazionali e che ha garantito occupazione, sviluppo, benessere diffuso, ad una situazione opposta.
Oggi le imprese appaiono meno
virtuose che in passato e gli
imprenditori meno disposti a
scommettere sul futuro. E’ l’inizio
di una fase di declino o l’occasione
per fare analisi ed invertire la
rotta? Dobbiamo essere pessimisti
oppure è lecito attendersi una svolta? Cosa non va, quali sono i rischi
riscontrabili nel nostro “sistema
impresa”? Ed esistono ancora eccellenze? Prendendo spunto dalla
evoluzione di lungo periodo di
alcuni indicatori economici e
sociali, dall’analisi dei molti grafici costruiti dalla Fondazione
Nord-est, da Prometeia, dall’Ufficio Studi della Banca d’Italia,
abbiamo proposto alcune chiavi di
lettura ai temi indicati.
Anticipiamo al lettore che,
parte delle conclusioni cui siamo
pervenuti in realtà non corrispondono a quanto abbiamo rilevato
nella nostra area di competenza, il
quadrilatero Vedelago, Castelfranco Veneto, Asolo, Montebelluna. Qui, infatti, riscontriamo
ancora una notevole dinamicità
degli imprenditori, voglia di investire in ricerca e sviluppo, ricerca
di nuovi sbocchi anche attraverso
il distretto e la rete locale.
DA GIGANTI A NANI
La fotografia attuale del
Nord-Est deve far riflettere.
Eravamo dei giganti in termini di
crescita economica fino al 2001.
Sia in senso assoluto, con tassi di
Grafico n.1
sviluppo spesso del 3 - 4% mantenuti per ampi archi temporali,
sia in senso relativo, se paragonati alla crescita media nazionale ed
in particolare agli altri distretti
geografici italiani (Nord-ovest,
Centro, Sud, Isole).
A partire dal 2002, tuttavia, le
nostre performances si sono
improvvisamente sciolte come
neve sotto i raggi del sole. Il tessuto a trame fitte ed interconnesse si è così lentamente sfilacciato
ponendo a rischio la tenuta dei
numerosi distretti. Quello della
calzatura lungo la riviera del
Brenta a cavallo tra le province di
Padova e Venezia, quello della
scarpa sportiva del montebellunese, quello orafo del vicentino,
quello del cuoio e del pellame tra
Vicenza e Verona, quello del
mobile d’arte di Bassano ed ancora il tessile, il meccanico...
Il grafico n.1, che evidenza un
arco temporale di 35 anni, ben
rappresenta i concetti con cui
abbiamo aperto questa nostra
analisi. Se nel passato l’Italia cresceva molto e le regioni orientali
facevano meglio, oggi il Paese
procede a passo ridotto ed il
Nord-est è quasi immobile. E
nemmeno l’anno in corso, che
ormai volge al termine, promette
sorprese positive. La crescita
finale italiana sarà certamente
inferiore all’1% e quella dei nostri
distretti comunque frazionale.
Bisognerà attendere ancora,
quindi, per la svolta. Se ci sarà!
Quali sono i motivi di questa
debacle? Gli imprenditori hanno
perso lo smalto che li aveva contraddistinti nel passato? Il passaggio dalla lira all’euro ha fatto
venire meno il fattore “svalutazione competitiva” (che ha favorito
storicamente le imprese con
vocazione all’esportazione)? E’
stata allora la svalutazione della
lira il vero motore delle nostre
regioni? Ad alcuni di questi quesiti tenteremo di dare risposta
nelle analisi seguenti.
IL CALO NEI NUMERI
Un paese che cresce è un
paese in cui gli imprenditori investono perché vedono un futuro
ricco di opportunità. Se la classe
imprenditoriale investe, in linea
9
SCENARIO NORD-EST
teorica ci si deve aspettare un
incremento degli utili futuri e,
quindi, nuovi investimenti. Gli
investimenti creano sempre nuovi posti di lavoro o renderanno
più produttivi quelli esistenti.
Nel medio termine ve ne sarà
giovamento per l’intera economia. Tutto ciò (maggiori investimenti) determinerà nuovo sviluppo, nuovi redditi, quindi
maggiore spesa che alimenterà
ancora il ciclo investimenti-reddito-consumi.
In buona sostanza un circolo
virtuoso che si autoalimenta.
Andiamo ora a vedere qual è
stato il quadro generale che
emerge dal Nord-est, in relazione
alle variabili “pil - domanda
interna - investimenti - consumi,” attraverso 5 fotografie
scattate rispettivamente alla fine
del 2000, 2001, 2002, 2003 e
2004. Il tutto condensato nella
tabella n.1 (fonte Fondazione
Nord-Est e Prometeia).
Iniziando con il pil, la variazione è stata del +3,9% nel 2000.
Negli anni seguenti sempre valori “da stagnazione”.
Sconfortanti anche gli altri
numeri. La domanda interna è
caduta così come sono precipitati i consumi delle famiglie, delle
istituzioni private e della pubblica amministrazione. Ma a far
ritenere che la “festa sia finita”
sono gli investimenti sia in
costruzioni che in macchine ed
attrezzature. Segni addirittura
negativi nel 2002 e 2003 e appena sopra lo zero nel 2004. I dati
del 2005, sebbene l’anno non sia
ancora terminato, sono ancora da
stagnazione. Scorte e domanda
estera danno il colpo finale.
Nella nostra macro-regione, questa è la tristissima sentenza: non
si investe più e si consuma sempre meno.
Probabilmente non si investe
più (o si investe di meno) perché
parte della produzione viene tra-
sferita all’estero, principalmente
in Europa orientale e far east asiatico. La prova evidente di ciò è
che molte banche aprono sportelli oltre il confine per chiudere in
questo modo i flussi che, altrimenti, sarebbero persi.
Preoccupa, tuttavia, anche il
fatto che si consuma poco (vedere tabella precedente). Ciò è la
conseguenza del fatto che i lavoratori operanti in settori a rischio
(tessile, calzaturiero, cuoio,
legno, meccanica) non spendono
(se non in beni/servizi di prima
necessità) temendo di essere
messi in cassa integrazione o
licenziati, mentre i neo-assunti
avendo contratti generalmente “a
termine”, sono molto più propensi a risparmiare per fronteggiare
l’incertezza che riserva il futuro,
piuttosto che a impiegare le risorse di cui dispongono.
Alla fine, quindi, scarsi investimenti e scarsi consumi alimentano un ciclo vizioso che si autoalimenta, a danno di tutti.
AZIENDE
TROPPO PICCOLE
Lo scenario evidenziato certamente non promette nulla di
buono. Abbiamo allora tentato di
trovare una spiegazione alla debacle in corso. La globalizzazione
mondiale ha certamente portato
ad un allargamento dell’arena competitiva e,
quindi, gli imprenditori a doversi scontrare con un
numero molto
maggiore di
competitors. Più
la competizione
cresce più è necessario ridurre i
prezzi a parità di
qualità di prodotto/servizio, o aumentare la qualità
dei prodotti/servizi
a parità di prezzo.
Sia nel primo caso che
nel secondo, per conseguire gli obiettivi dichiarati non si
può prescindere dal fare investimenti. Investimenti in nuove tecnologie, investimenti in studio di
nuovi prodotti innovativi, investimenti di processo… È difficile
poter pensare che imprese
familiari, imprese di piccole
dimensioni, imprese che puntano ancora tutto sulle capacità del singolo o di un ridotto gruppo di manager, possano avere le risorse per seguire
questa via.
Né è pensabile che il sistema
bancario, ammesso che l’idea dell’imprenditore sia valida e piaccia, finanzi oltre limiti fisiologici i
Tabella n.1
10
SCENARIO NORD-EST
nuovi progetti. Ciò non è possibile perchè è necessario evitare la
concentrazione dei rischi (e l’entrata in vigore delle norme di
Basilea-2 renderà ancora più
stringenti questi vincoli).
Ecco allora che nello scenario indicato (cresce solo chi
investe) paiono avvantaggiate
soprattutto le medie e grandi
imprese con buona capitalizzazione, in grado di accedere
in modo più agevole al credito bancario e soprattutto in
grado di dare maggiori garanzie a
Nel Nord-Est mediamente il
93,4% delle imprese sono microimprese che hanno un numero di
dipendenti compreso tra 1 e 9. Il
5,8% delle imprese è “small”
(piccole), cioè con un numero di
dipendenti compreso tra 10 e
49. Lo 0,7% delle imprese è
“medium” con un numero di
dipendenti compreso tra 50 e
249. Il restante 0,1% delle
imprese è “large” (grandi) con un
numero di dipendenti superiore
o pari a 250 addetti.
Si noterà che la quota di
Tabella n.2
fronte delle linee di credito
(necessariamente elevate) da
ricevere. Non ultimo il fatto che,
spesso, vige la regola che le
aziende di grandi dimensioni
sono anche aiutate dalle forze
politiche per gli interessi diffusi
ad esse collegati (si pensi solamente all’aspetto occupazionale).
Caratteristiche, queste (capitalizzazione, più facile accesso al
credito) di cui troppo spesso
sono prive le piccole o medie
aziende del Nord-est.
Vediamo, ora, (tabella n.2)
come si posiziona - in termini di
dimensione e numero di dipendenti - l’industria locale rispetto
a quella nazionale, europea e
statunitense.
imprese con pochi dipendenti è
preponderante nel Nord-est ed
in Italia. Ma l’analisi più interessante la si può condurre analizzando comparativamente la
parte alta della tabella (quota di
imprese) con quella bassa (occupati per impresa).
Si noterà, allora, che anche
se negli Usa il 94% delle imprese è di piccole dimensioni, in
esse sono impiegati solo il 21,5%
della forza lavoro. Nel Nord-est invece - il 93,4% delle imprese è
di piccole dimensioni ma impiega ben il 45,2% della forza lavoro. Passiamo ora alle aziende di
grande dimensione, lasciando al
lettore il commento dei dati di
quelle intermedie.
Si nota che negli Usa lo 0,2%
delle imprese è grande ed impiega ben il 50,9% della forza lavoro, mentre nel Nord-est lo 0,1%
delle imprese è di grandi dimensioni ma impiega solo il 14,8%
della forza lavoro. Quindi, in
proporzione, da noi vi sono
molto meno aziende grandi e,
queste, impiegano - comunque meno dipendenti.
Conclusione. I giganti Usa
sono dei veri giganti mentre i
giganti del Nord-Est sono poco
più che nani!
Se, quindi, astrattamente
parlando, è logico ritenere che le
imprese piccole/medie possano
avere maggiori difficoltà ad operare in una arena internazionale,
a maggior ragione saranno in difficoltà le nostre aziende che
sono mediamente tra le più piccole al mondo e che, per questa
ragione, hanno a disposizione
minori mezzi patrimoniali e un
più oneroso accesso al credito.
Ciò proietta lunghe e minacciose ombre sul sistema produttivo
locale.
UN DATO RASSICURANTE
Tuttavia, proprio per riprendere i concetti dell’introduzione,
vogliamo ancora una volta ricordare che, per quello che riguarda l’accesso al credito, la clientela “corporate” (aziende) che
opera con la nostra banca può
contare non solo sul soddisfacimento del proprio fabbisogno
con le più opportune forme tecniche, ma su condizioni estremamente competitive. Ciò viene
confermato dalla crescita degli
impieghi e dai tassi medi applicati alla clientela che sono inferiori a quelli dei concorrenti,
come si ricava dalle pubblicazioni della Banca d’Italia e da quelle della Federazione veneta.
Prima Parte
di Gianni Lo Martire
11
INTERNET
LA BANCA CHE NON CHIUDE MAI
Il Credito Trevigiano già da
diversi anni ha attivato, per aziende
e privati, il sistema di banca elettronica.
Il servizio, che viene fornito in
modo completamente gratuito (ad
esclusione del Trading on line con
book a 5 livelli), permette a tutti i
correntisti di accedere, in tempo
reale, ai propri dati 24 ore su 24, 7
giorni su 7.
Dopo circa cinque anni dalla
nascita del servizio, e due dalla
migrazione all’attuale applicativo, è
doveroso porre in evidenza l’esponenziale sviluppo che
“CTWEB”,
soprattutto
negli ultimi anni, ha avuto.
Grazie ad una clientela
sempre più giovane ed alla
maggiore accessibilità a
Internet, siamo passati dalle
150/200 postazioni (prettamente aziende) dei primi
anni, ad una copertura che
attualmente arriva a circa
4500 clienti (di cui 1100
aziende).
Attraverso il mondo internet i
nostri clienti possono accedere alla
“propria filiale” che li segue ovunque si trovino nel mondo. Pensate
alla comodità di eseguire disposizioni (bonifici, pagare effetti, pagare F24, ecc) , ricaricare il cellulare,
acquistare o vendere titoli di borsa
o anche semplicemente controllare
il proprio conto corrente restando a
casa o in ufficio.
I livelli di sicurezza sono sempre affinati e in continua evoluzione.
Vogliamo evidenziare che il
sistema attualmente in uso prevede
la protezione dati attraverso una
cifratura a 128bit degli stessi
(architettura HTTPS) consentendo
una comunicazione sicura e criptata tra il computer del cliente e la
Banca. Particolare attenzione è
stata posta nella gestione delle password: già dopo aver digitato il PIN
(personal identification number) in
fase di registrazione è obbligatorio
il cambio della password e la registrazione di quella dispositiva.
Come richiesto dalla legge 196/03,
è attiva la scadenza della password
ogni 90 giorni e una lunghezza
minima della stessa di 8 caratteri
alfanumerici. Inoltre non è possibile il reset della password: l’unico
metodo per cancellare la password
dimenticata è l’erogazione, da parte
della filiale, di una nuova busta
pin. Per gli utenti CTWEB
internet (clienti privati) è pos-
sibile, richiedendolo alla propria filiale, l’attivazione di un
tetto massimo dispositivo giornaliero e mensile.
LA SICUREZZA IN INTERNET
Proprio perché il sistema adottato dagli istituti di credito risulta
SICURO, i truffatori informatici si
stanno concentrando su sistemi
alternativi per accedere ai servizi
WEB.
I sistemi maggiormente diffusi
sono quelli denominati PHISHING i quali si avvalgono della
posta elettronica per ottenere
informazioni riservate direttamente
dagli ignari destinatari del messaggio. I dati maggiormente richiesti
sono i codici di accesso alla banca
elettronica (user-id completi di
password) o il numero di carta di
credito.
I falsi messaggi di e-mail sono
camuffati in modo da assomigliare in tutto e per
tutto a quelli provenienti da soggetti affidabili,
come Banche e Compagnie di Carte di Credito, invitando il lettore a
collegarsi ad una falsa
pagina web, apparentemente identica a quella originale, che, ingannando il
cliente, lo guida a digitare, in
assoluta buona fede, i propri codici
di accesso.
Al fine di identificare una pagina sicura dove inserire i propri dati si deve verificare la
presenza nell’indirizzo del
suffisso HTTPS:\\ e alla base
della pagina di un lucchetto
chiuso (vedi figura).
Quali sono le piccole
regole per difenderci da
eventuali frodi?
• NON fornire MAI,
in alcun modo (e-mail,
telefono ecc..) le proprie
password di accesso alla
Banca elettronica e/o numeri
di carta di credito e/o altri
codici di sicurezza.
• Mantenere sempre la
Password di ACCESSO diversa
da quella DISPOSITIVA:
• NON rispondere alla email di provenienza sospetta
o il cui mittente non è conosciuto.
• Non impostare il salvataggio automatico della password
su internet Explorer: questa funzione permette a qualsiasi persona
che utilizza il computer di accedere
al servizio.
Informative sulle frodi
informatiche: al fine di portare a
conoscenza i clienti su frodi e come
difendersi, abbiamo realizzato una
sessione NEW’s nella pagina di
accesso al servizio di CTWEB.
Stefano Ciriello
Responsabile del Sito della BCC
12
PRODOTTI
NUOVE OPPORTUNITÀ
BANCARIE PER I SOCI
“Anno 2006: i Soci in primis”.
Si è aperta così la seduta del
Consiglio di Amministrazione di
fine novembre nella quale sono
stati deliberati gli aggiornamenti
e le rivisitazioni dei prodotti riservati ai Soci del Credito Trevigiano. Le importanti novità presentate dal Servizio Marketing
sono state vagliate nell’ottica di
rendere più semplice e più efficace l’intervento a favore dei Soci,
dai piccoli agli adulti. Ecco,
quindi, un piccolo
assaggio di cosa è
possibile ritrovare nella nuova
“Guida
ai
Servizi per i
Soci” che
potrete ritirare ai tradizionali
incontri di
fine anno o
presso
la
Vostra filiale.
1) Sezione Giovani
Soci
Si è riproposto anche per il
2006 il ‘Deposito Nuova Vita’,
lo speciale libretto riservato al
figlio neonato di un Socio con il
benvenuto di 50 €, legato al
nuovo programma risparmio che
Vi sarà presentato nei primi mesi
dell’anno. Per la gestione della
tesoreria personale è stato inserito anche il ‘Conto Amico Plus
Under 18’, il c/c dedicato ai
ragazzi minorenni con tanti servizi ed opportunità. Per i giovani
con età fino ai 25 anni compiuti,
invece, il ‘Conto Verde’ rappresenta un’innovazione degna di
nota: conto tutto compreso,
senza spese, neppure l’imposta di
bollo. Un conto semplice ed
essenziale con operazioni illimitate e gratuite, bancomat valido
per l’estero e carta di credito
Visa/Mastercard gratis per tutti.
Per chi invece non vuole il conto
corrente, e preferisce gestire i
propri risparmi sul tradizionale
libretto, ecco allora ‘Libretto
Giovani Soci’, senza spese e
tasso d’interesse tra i migliori sul
mercato! Attenzione, non vogliamo evitare di nominare anche
tutti i finanziamenti a tasso zero o
agevolato riservati ai Soci più giovani: ‘Finanziamento Master’,
‘Acquisto Testi Scolastici’,
‘Prima Patente’, ‘Io Clikko!’, i
cui dettagli sono ben spiegati
nella Guida.
2) Sezione Soci Adulti
Per i Soci con età compresa
tra i 26 ed i 64 anni compiuti, la
Banca riserva loro ‘Conto
Azzurro’, speciale conto a pacchetto a canone fisso mensile di
5 Euro, dove sono comprese le
operazioni illimitate e gratuite, le
spese di tenuta conto ed invio
e/c, la domiciliazione delle bollette, un bancomat valido anche per
l’estero, la carta di credito
Cooperativo Visa/Mastercard ed
addirittura la nuova carta di credito American Express Blu.
Inoltre, sono state inserite le
coperture assicurative di emergenza casa (invio fabbro/elettricista/idraulico in caso di necessità), auto (recupero del veicolo in caso di guasto
od incidente, traino
all’officina della
casa automobilistica più
vicina ed
utilizzo di
auto sostitutiva per
max 3 gg)
oltre alla
possibilità di
accedere
a
varie consulenze on-line (i dettagli delle polizze
potranno essere visionati
da gennaio in filiale).
Per i Soci ultrasessantacinquenni, continuiamo a riservare il
‘Conto Oro’, stesse caratteristiche del conto a pacchetto precedentemente illustrato, ma senza
nessuna spesa, compresa l’imposta di bollo!
Vogliamo sottolinearVi anche
le opportunità di finanziamento per il pagamento delle
vostre spese: il prestito
‘Mutuoanch’io’ e ‘Prestito
Fedeltà’. Due strumenti di credito al consumo a disposizione
direttamente in filiale, poche formalità e velocità di erogazione a
tassi estremamente competitivi!
Ma non solo. Abbiamo a
13
PRODOTTI
cuore anche il bisogno più comune a tutti: la casa di proprietà. Sì,
essere banca del territorio significa anche sostenere il sogno di
ognuno di noi, e per Voi abbiamo
pensato di dedicare il ‘Mutuo
Prima Casa Soci’ a condizioni
estremamente vantaggiose. Ai
soci della banca senza limite
d’età e per i loro figli fino ai 32
anni compresi sono disponibili
150.000 Euro per un mutuo ipotecario al miglior tasso variabile o
fisso.
Per le famiglie socie, rinnoviamo nuovamente la possibilità di
realizzare il sogno di un’adozione di un bambino attraverso la
concessione di un prestito
a tasso zero di 25.000 €
rimborsabile in cinque anni,
oppure, per affiancare i genitori nella crescita dei propri
figli fino a 3 anni abbiamo
pensato di promuovere
‘Mutuo Zero Tre’. Un mutuo agevolato nelle condizioni e nelle procedure che può
rispondere alle esigenze di
liquidità delle famiglie.
3) Sezione Risparmio
Continua a rimanere gratuito il dossier di tenuta
titoli in amministrazione e
custodia per i Soci del Credito
Trevigiano. E per le operazioni di
negoziazione titoli condizioni
agevolate rispetto ai clienti. Un
bel risparmio per i propri investimenti. Chi sottoscrive altresì i
prodotti di risparmio gestito
(i Fondi comuni, la polizza Marca
Trevigiana Gestione Unit, il
Fondo Pensione Aperto Aureo…)
gode di uno speciale sconto
sulle commissioni d’entrata.
4) Sezione Speciale Aziende
Per sostenere la ripresa economica, il Credito Trevigiano ha
messo a disposizione dei propri
imprenditori Soci diversi prodotti
di finanziamento a tasso agevolato: ‘Nuove Attività’ (per chi
intende iniziare nuove attività
eco-compatibili), ‘Fidorapido’
(prestito finalizzato a quanti
necessitano di acquisire od incrementare il valore dei propri beni),
‘Finanziamento Mensilità
Aggiuntive’ e ‘Pagamento
Imposte’ (per sopperire alle
necessità di cassa in particolari
momenti dell’anno).
5) Sezione Prodotti per la
tutela e salvaguardia ambientale
Abbiamo voluto riservare uno
spazio all’interno della ‘Guida ai
servizi per i Soci’ esclusivamente
ai prodotti di finanziamento ed
investimento promossi dalla Bcc
e volti al risparmio energetico e
salvaguardia dell’ambiente.
Ricordiamo quindi i finanziamenti verdi ‘Bio Mutuo’, ‘Fer
Mutuo’, ‘Hydro Mutuo’,
‘Mutuo Marchio di qualità’,
‘Finanziamento Eco-mobile’,
tutti regolati ad un tasso d’interesse bassissimo (Euribor 6 mesi
+ 0,50%).
Per gli investimenti, invece,
ricordiamo l’Obbligazione
Energia Pulita (dove accanto al
rendimento del titolo si affianca
anche il risparmio energetico
derivante dall’utilizzo di pile ricaricabili in omaggio ai sottoscrittori) ed il ‘Fondo A u r e o W W F
Pianeta Terra’
(fondo azionario che investe
sui principali
mercati internazionali in
aziende che si
distinguono per
la forte capacità
di innovare nel
campo ambientale). Maggiori
dettagli possono
esserVi forniti dalla
filiale.
6) Sezione Assicurazioni
Avere cura della salute dei
propri Soci è un valore
importante per il Credito
Trevigiano. Anche per il
2006 la Banca continuerà ad
assicurare tutti i Soci con la
Polizza infortuni gratuita
che garantisce, in caso di
sinistro, un capitale di
25.000 € per morte o grave
invalidità (i limiti di indennizzo ed i privilegi possono
essere visionati in filiale).
L’assistenza prosegue ancora
con i benefici d e l l a
Polizza Ricovero, che
accompagna i Soci nei
momenti in cui la salute è
più cagionevole, garantendo diarie giornaliere in caso di ricovero
ospedaliero.
Accanto a questi prodotti,
si inserisce anche ‘Patente
Protetta’, polizza assicurativa
molto in voga ed a condizioni
vantaggiosissime che garantisce
indennizzi a quanti abbiamo
perso punti dalla patente e devono recuperarli con dei corsi in
autoscuola, oppure diarie giornaliere per i “rimasti a piedi”.
Cari Soci, non esitate a scoprire le opportunità a Voi riservate. Le nostre filiali sono a Vostra
disposizione. Chiedete la “Guida”
e buona lettura!
Marco Monda
Servizio Marketing
14
COOPERAZIONE SOCIALE
LE COOPERATIVE SOCIALI
“IN CONCERTO”
Il 22 novembre scorso si è svolto a Castelfranco Veneto il convegno su “ Il valore e l’incidenza nell’economia locale dell’attività produttiva e dei servizi della rete cooperativa territoriale”. L’incontro è stato organizzato dalle cooperative che fanno riferimento a “L’Incontro”, di cui
è socia anche la nostra banca, che ha contribuito alla realizzazione di “Archimede, la cittadella della solidarietà e dell’impegno sociale” di Vedelago. Ecco una breve presentazione delle
cooperative riunite nel consorzio “In Concerto”.
Premessa
Il Consorzio è una cooperativa
sociale territoriale di secondo
livello, costituito nel luglio 2002
a Castelfranco Veneto, che rappresenta la sintesi di un sistema
di piccole cooperative nate in
questo territorio dal 1991 in poi.
I Principi
E’ una esperienza territoriale
che basa la sua costituzione su
un codice etico che si riconosce
sui principi:
- della territorialità come
segno di appartenenza ad una
storia, ad una cultura ed a una
tradizione;
- della solidarietà come condivisione di una domanda ma
anche della responsabilità di una
risposta;
- dell’autogestione come
condivisione e partecipazione
reale e attiva ad un progetto;
- della partnership, della
rete e della sussidiarietà come
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
1
2
3
4
soci lav
L’INCONTRO SOCIALE
152
NUOVA VITA
114
ORCHIDEA
104
CA’ SPERANZA
37
TOTALE
407
Settore di attività
progetto anziani e psichiatria
progetto psichiatria - anziani
anziani e disabili motori
progetto handicap
Tab. 1
metodo di lavoro e come risorse
nuove di una comunità che ha
bisogno di tutti e che cammina
insieme alla sua gente.
Chi siamo
Il Consorzio raccoglie attualmente 15 soci-cooperative sociali, e un consorzio I QUARTIERI
DELLA SOLIDARIETA’, che è
un consorzio di scopo di tipo
immobiliare. La rete occupa 774
lavoratori.
Le cooperative di tipo “A”
sono 4, che operano nei servizi
alla persona (vedi tab. 1).
La rete territoriale delle
cooperative di tipo “B” è
costituita da 11 cooperative
COOPERATIVE
Soci
lav.
di cui
Svantaggiati
Aurora
Campoverde
Eos
Eureka
I Cerchi
L’Incontro Arreda
L’incontro Industria
Cucina&Sapori
Persona
Solidaria
Via Vai
TOTALE
51
3
10
60
63
8
89
6
46
25
6
367
12
1
5
19
16
5
25
2
16
12
3
116
che hanno operato per togliere
dall’assistenza e per inserire nel
mercato delle persone svantaggiate (vedi tab. 2).
Le persone con svantaggio che
sono inserite nei processi lavorativi, sono il frutto di anni di collaborazione con i servizi locali, con
le aziende del territorio e di un
lavoro quotidiano di lungo respiro
programmato con i servizi sociali
della ULSS n. 8 e dei Comuni
dell’area.
Lavorare in rete
Per noi lavorare in rete significa mettere insieme servizi alle
imprese cooperative sia di ordine
logistico-organizzativo, sia come
Settore di attività
Attività industriali
Fattoria didattica
Manutenzione verde / Giardini
lavanderia
Pulizie
Falegnameria - manutenzioni arredo
Attività industriali
Ristorazione - produzione pasti
Verde - Giardinaggio - pulizie
Manutenzioni - revisioni ascensori
Trasporti - facchinaggio e attività ambientale
Tab. 2
15
COOPERAZIONE SOCIALE
sistema di offerta di opportunità
produttive chiavi in mano (trasporti - produzione - confezionamento - controllo qualità - consegne), sia, infine, come opportunità di specializzazione delle diverse idee d’impresa.
Non si ferma qui il nostro
impegno nella rete: vi è il principio della solidarietà e della condivisione dei mercati con la distribuzione nelle cooperative di tipo
“B” delle commesse e delle
opportunità produttive.
L’esempio recente: la crisi
industriale e del modello Veneto
d’impresa, la delocalizzazione
delle produzioni, ha colpito profondamente le cooperative del
settore industriale che pur mantenendo livelli di fatturato accettabili, subivano una riduzione
notevole di margini operativi.
L’esercizio 2003 è stato l’anno
del controllo di gestione, della
produttività, delle tecnologie,
della riorganizzazione del settore
industriale che occupava 320 persone, di cui 49 in esubero. Non vi
è stato nessun licenziamento.
Si è ricorso agli ammortizzatori sociali, si è avviata una lenta
ma decisa conversione dal settore
industriale ai servizi: nel 2003 si
sviluppa il settore delle pulizie
con la cooperativa I CERCHI,
c’è l’avvio della cooperativa agricola Campoverde, della cooperativa L‘INCONTRO ARREDA e
da ultimo della cooperativa
Cucina&Sapori. Viene sviluppato
il settore delle manutenzioni, dei
trasporti e della logistica, delle
attività eco-ambientali. Viene
decisamente implementato il settore dei servizi di lavanderia che
passa da 39 soci lavoratori a 60.
Questa piccola riconversione,
che ha determinato una mobilità
dei lavoratori in esubero dall’industria ai servizi, con la ripresa
industriale della seconda metà
del 2004, ha chiuso l’esercizio
positivamente.
Il futuro
Obiettivi per il 2005:
1 - consolidare il mercato industriale con la produzione di
manufatti propri;
2 - attrezzare e sviluppare il settore dei servizi in una logica di
sistema tra le imprese del secondario e del terziario;
3 - creare una rete di servizi alle
imprese sociali dell’area (promozione, marketing, strumenti
finanziari, logistica…).
La giornata della Cooperazione Sociale a Castelfranco Veneto.
16
ARTE
IL NATALE È PIÙ NATALE
A S. MARCO DI RESANA
Dire Natale è dire presepio.
E dire presepio è dire S. Marco
di Resana… o, se vogliamo,
Alfonso Pozzobon. Che, come
ogni anno, coadiuvato dal validissimo “Gruppo culturale S.
Marco”, è già da tempo in febbrile attività per organizzare la
“12° Mostra internazionale dei
Presepi”. Una mostra che lo
scorso anno ha avuto nientemeno l’onore di essere inaugurata e benedetta dal Vescovo di
Treviso, mons. Andrea Bruno
Mazzoccato, ed il patrocinio
della Commissione Cultura
della Provincia di Treviso e
dell’Assessorato alla cultura
regionale.
Com’è nata l’iniziativa?
Da qualche anno”, attacca
l’impareggiabile Alfonso, “anima” della manifestazione,
“facevo artigianalmente un presepio artistico, dietro la chiesa,
nell’ex-stanza della catechesi,
quando un gruppo di giovani
amici mi chiese con insistenza
di esporre i miei presepi, che
conservavo tutti con cura a
casa mia. Così nacque l’idea di
allestire una piccola mostra
negli spazi dell’ex-appartamento delle Suore, sopra l’Asilo.
Esponemmo ben 12 presepi”.
E fu subito un successo…
“Direi di sì. Addirittura una
TV locale fece un bel servizio
sull’iniziativa e suscitò un grande entusiasmo nel nostro gruppo. Era il 1994. Da allora
abbiamo continuato non più
soltanto con i miei presepi, ma
con quelli di amici collezionisti
e dei soci dell’Associazione
Italiana Amici del Presepio,
provenienti da Africa, Filippine, Brasile, Cile, Cina, un po’
da tutte le parti del mondo”.
Ma come nasce la sua passione personale per il presepio?
“Fin da piccolo partecipavo
al concorso dei presepi indetto
dal parroco e coinvolgevo mio
padre meccanico, che, con un
sistema di catene e di ruote
dentate, faceva muovere le
scene ed i personaggi. Poi ho
sempre continuato a farli, ma
non ero soddisfatto delle statuine commerciali, troppo rigide e
sempre uguali. Ero innamorato
dei presepi napoletani per l’atmosfera festosa che riuscivano
a rendere e volevo imitare quelle statuine. Ci riuscii quando
scoprii un materiale molto duttile come il plasmo-legno e
soprattutto quando andai a
scuola da Angelo Gatto, un
vero grande maestro di arte e di
umanità”.
E gli effetti si videro subito…
“Sì, soprattutto nelle proporzioni delle figure, nella
varietà delle posizioni e nella
concezione della scena. Nella
possibilità, cioè, di esercitare
appieno la mia creatività.
Alcuni furono particolarmente
apprezzati e fanno bella mostra
di sé in qualche museo, come il
“presepio degli angeli” (Museo
dell’Associazione Amici del
Presepio), di cui ho fatto omaggio a papa Giovanni Paolo II°, o
quello che vinse il primo premio all’Arena di Verona ed ora è
conservato nientemeno che al
Museo del Presepio di Betlemme. O sono esposti permanentemente in mostre di numerosi
paesi e città”.
E con la sua naturale semplicità Alfonso mi mostra alcune foto del suo soggiorno a
Betlemme e della sua amicizia
con la moglie di Arafat, di fede
cristiana.
Perché non avete pensato
ad un concorso anche per la
Mostra di S. Marco?
“No, non ci pensiamo proprio, perché è difficile fare con-
17
ARTE
fronti, bisognerebbe stabilire
dei criteri che sarebbero in ogni
caso vincolanti per gli espositori e per la Mostra. E poi come
si fa a dire brutto ad un presepio che rappresenta la Natività?
No, al massimo si può dire che
è umile, fatto con materiali
poveri, con pochi mezzi. Ma se
l’autore non aveva le possibilità
economiche?”.
In genere chi sono gli autori dei presepi?
“Sono in gran parte adulti o
gruppi di giovani, appassionati
del genere, attratti dal mistero
della Natività e dotati di buona
manualità”.
E le ambientazioni variano
nel tempo?
“Possiamo classificarle di tre
tipi: quella tradizionale palestinese, quella “nostrana”, che
ripropone le nostre case di
campagna, i nostri paesaggi, e
quelle più originali, come ad
esempio, la tenda in mezzo al
deserto”.
Quanti sono quest’anno gli
espositori? E come li avete
selezionati?
“Sono 65, da ogni parte del
mondo, naturalmente con presepi delle grandezze più varie e
costruiti con i materiali più
strani. Selezionati solo sulla base
dei tempi di prenotazione”.
E c’è secondo lei una
ragione per cui preferiscono
esporre a S. Marco?
“Probabilmente per l’organizzazione e l’allestimento.
Non ci limitiamo infatti ad
esporli su tavoli, ma ricaviamo
per ciascuno una sua propria
collocazione, una nicchia per di
più protetta da cristallo, che
valorizzi le caratteristiche specifiche . E completiamo il tutto
con vele colorate sul soffitto,
cercando di creare una certa
atmosfera e di far provare certe
suggestioni”.
Un allestimento apprezzato anche dai visitatori, visto
che ne passano alcune
migliaia all’anno…
“L’anno scorso quasi 40.000
persone. Un risultato che non
avremmo mai pensato di raggiungere. Per quest’anno sono
già sette i pullman scolastici
prenotati e numerosi circoli e
parrocchie e gruppi di agenzie
di viaggio ed appassionati…”.
Una bella soddisfazione
per tutti voi…
“Certo, per noi è una grande
soddisfazione. Un premio al
nostro impegno che è tanto e
comincia a partire dalla primavera, con gli inviti. Ed insieme
anche un aiuto alla parrocchia.
Le offerte che raccogliamo,
infatti, sono destinate alla
Scuola Materna”.
Ma il significato del Natale
resta sempre lo stesso?
“Sì, nonostante i tempi e le
mode. La maggior parte dei
visitatori ci sembra capisca il
messaggio che vogliamo dare,
che è quello del mistero
dell’Incarnazione. Poi sicura-
mente ci sono anche i
curiosi ed i superficiali”.
E finché avrete
questi riscontri
continuerete ad
impegnarvi…
“Senza dubbio. È difficile
trovare un messaggio tanto universale e che riesca
ancora ad emozionare ed a coinvolgere”.
E che si rinnova come rappresentazione nell’umile sede
della piccola S. Marco di
Resana. Che per una volta
all’anno fa parlare di sé a livello nazionale ed internazionale.
Grazie alla genialità ed alla passione di Alfonso e del suo
Gruppo Culturale.
Lorenzo Morao
18
MUSICA
MUSICA SENZA CONFINI
Dove può abitare un musicista, per natura e per formazione
cultore dei suoni e nemico dei
rumori? Soprattutto se nativo di
una cittadina di provincia,
immersa, come Castelfranco,
nella campagna veneta?
La risposta è solo apparentemente scontata. Non è facile
rinunciare alle opportunità ed
alle comodità che un ambiente
cittadino può offrire. Soprattutto
se si ha una famiglia piuttosto
impegnativa, moglie Arianna e tre
figli Paola, Andrea e Pietro dai 13
ai 7 anni. A giustificare le rinunce ci devono essere motivazioni
forti, un ambiente particolare,
per esempio una particolare stradina sterrata, appena fuori del
paese (Vallà di Riese), che s’inoltra misteriosa verso nord, nella
campagna aperta, lasciando alle
spalle le ultime case, per immettere nello spazio e nel silenzio di
un prato, chiuso verso il monte
da un rustico apparentemente
dimesso.
È il buen retiro di Mario
Brunello, il violoncellista conteso
dalle sale da concerto di tutto il
mondo e forse non altrettanto
conosciuto, come quasi sempre
accade, proprio nella sua
Castelfranco.
“A Castelfranco sono nato,
più di quarant’anni fa, e cresciuto. Importanti sono stati
l’ambiente familiare, la passione
per la musica di mamma e papà
(Bruno, molto noto come Sindaco e poi Preside dell’Alberghiero) ed i primi anni di scuola al Morello”.
Positiva, quindi, la funzione
del “Morello” e delle altre scuole
private di musica…
“Se ben diretti, sono fondamentali questi istituti come le
scuole che potremmo chiamare
di villaggio. Perché assicurano
un buon approccio con la musi-
ca, non la impongono ma la presentano dal lato giusto”.
Poi sarà approdato al Conservatorio…
“Ovviamente. Al Conservatorio di Castelfranco finché il
mio insegnante di strumento,
Adriano Vendramelli, non
venne trasferito a quello di
Venezia”.
Chi è stato determinante
nella scelta dello strumento?
“Direi il maestro Stangherlin, anima della Banda cittadina e tuttofare del Morello. Lui
mi ha sempre visto come violoncellista, fin da quand’ero ai
primi approcci e strimpellavo la
chitarra”.
Ed aveva visto giusto…
“Sì ed io gliene sono grato.
Anche se la vera e propria scelta
della professione avvenne piuttosto tardi, a 17 anni, in occasione di un saggio di fine anno,
quando, eseguendo un brano
piuttosto difficile, mi accorsi
che riuscivo a stabilire una mia
personale comunicazione con il
pubblico. Prima la musica per
me era solo evasione, poi divenne un po’ alla volta un modo di
esprimermi, anzi un modo di
vivere ”.
E dopo il diploma?
“Tornai a Castelfranco, come
insegnante del Conservatorio,
per alcuni anni, finchè, proseguendo nella mia carriera di
concertista, arrivai alla Fenice,
Il violoncellista Mario Brunello a Villa Emo
19
MUSICA
come violoncellista aggiunto, ed
infine alla Scala come primo
violoncello. Poteva essere l’apice
della mia carriera. Ma un giorno, tornando da Milano, mi
accorsi improvvisamente che
tutt’attorno era fiorita la primavera. Ed io, nel chiuso del teatro, non me n’ero accorto”.
Era un fatto così grave?
“Sì, perché la musica deve
aiutare l’uomo a vivere meglio e
non costringerlo a privarsi delle
gioie più naturali. Allora mi
sono iscritto a tutti i concorsi,
nazionali ed internazionali. E
nel 1986 vinsi il primo premio
al Ciajkosvskij di Mosca, un
premio che nessun italiano
aveva ancora mai vinto”.
E fu la consacrazione.
“Sì, perché cominciarono a
piovere offerte, inviti, che mi
mettevano nella condizione di
scegliere e di costruirmi una
mia carriera ”.
E di fondare qualche anno
dopo un’orchestra, l’Orchestra
d’Archi italiana…
“Dopo anni di lavoro da solo,
sentivo l’esigenza di far musica
assieme ad altri, per ampliare le
possibilità e le capacità, per
indagare certi repertori e per
costruire anche rapporti umani
ed amichevoli, al di là della solita sequenza viaggio-prova-concerto. Così prima abbiamo formato un gruppo per suonare
quello che ci piaceva e poi ci
siamo ritrovati su degli itinerari
da percorrere, che ci hanno portato a collaborare con solisti di
fama internazionale, come N.
Gutmann, F. Rossi, G. Carmignola, M. Stockhausen, A.
Lonquich, ed a realizzare oltre
cento concerti nelle maggiori
città italiane, a Roma, a Torino,
a Milano, a Firenze ed alcune
tournées in Cina, Corea, Vietnam, Singapore, Giappone”.
Dove avete sede?
“L’abbiamo avuta a Torino, a
Bologna, un tempo anche a
Villa Benzi, a Caerano. Ora ne
cercheremmo una a Castelranco. Ma ci sono parecchie difficoltà…anche perché siamo
autonomi e non abbiamo agganci, sovvenzioni od altro”.
Non avete sostegni da
Amministrazioni comunali o da
sponsor?
“Difficile far passare il concetto che dalla musica non ci si
deve attendere un ritorno tangibile, ma soltanto il benessere
vero, quello dello spirito, il
miglioramento del livello di vita
di ciascuno. E non credo sia
poco. Finché non si arriva a
capire questo, si andrà avanti
accontentandoci di eventi, in sé
stessi anche validi, ma per forza
di cose fini a sé stessi, autentiche
cattedrali nel deserto se non
coordinati all’interno di un progetto a medio-lungo termine”.
A voi certo non mancano né
gli eventi né i progetti...
“No davvero. Siamo presenti
nei più importanti Festival
Musicali Internazionali e possiamo inoltre dedicarci a specifici progetti, come abbiamo fatto
ad esempio con «Note di viaggio», in collaborazione con I
Concerti del Quartetto di Milano, ispirato ai viaggi di Bruce
Chatwin, o con uno spettacolo
multimediale assieme al fotografo G. Iannuzzi o con Teatro da
camera con il musicattore Luigi
Majo”.
Sembra che nell’ultimo periodo lei si stia particolarmente dedicando a questi spettacoli di collaborazione “interdisciplinare”…
“Sì, perché sono convinto
che non ha senso continuare a
considerare settorialmente i vari
20
MUSICA
generi musicali come le arti in
genere. È un retaggio dell’Ottocento e dei primi del Novecento che ha portato ai vari virtuosismi fini a sé stessi. Quanto,
invece, possono essere produttivi
e creativi gli incontri tra artisti
di varie discipline, che sviluppano ciascuno a suo modo temi e
situazioni comuni a tutti!”.
Come avete fatto l’anno scorso a Roma con Vinicio Capossela,
in quell’applauditissimo Concertato per Voci e Visioni, o più
recentemente con quell’eccezionale quintetto di narratori di storie composto dal jazzista moderno Gabriele Mirabassi, dal cantautore Gian Maria Testa, dallo
scrittore Erri De Luca, dall’attore
Marco Paolini e da lei, violoncellista classico.
“Appunto. È un’esperienza
davvero esaltante per noi e particolarmente apprezzata dal
pubblico che resta affascinato
quando può assistere direttamente, sul palcoscenico, al
momento creativo. Non si può
riservare agli spettatori soltanto
il solito rito, che diventa presto
routine”.
Interrompe la conversazione
una telefonata di un certo Marco,
con cui Mario s’intrattiene molto
affabilmente.
“Neanche a farlo apposta è
Marco Paolini, che si sta preparando per il nostro prossimo
viaggio nel deserto del Sahara.
Sì, continuiamo la nostra esperienza di gruppo, ma questa
volta in una situazione eccezionale, su un’altura, immersi negli
spazi sconfinati e nei sovrumani
silenzi del deserto, in presenza
di un numero ristretto di spettatori”.
Spettatori da invidiare, sicuramente ed esperienze indimenticabili…
“Indimenticabili, certo. Ma
non occorre sempre andare
tanto lontano. A volte emozioni
simili sono a portata di mano
anche in ambienti molto più
vicini a noi”.
Per esempio?
“A Fanzolo, a Villa Emo.
Poco tempo fa ho avuto la rara
opportunità di passare tutta una
notte da solo nel salone della
villa per registrare un cd. È davvero una villa che dà spazio ai
sogni”.
Ed adesso che è venuta in
proprietà del Credito Trevigiano…
“Appunto. La vostra è stata
un’operazione veramente eccezionale, che ha meritato i consensi di quanti hanno a cuore
l’arte, la cultura, la storia, l’ambiente. Una ragione in più per
essere soci e clienti, come lo
sono io, di questa nostra banca
locale, alla quale io devo essere
grato anche perché mi ha aiutato nell’acquisto dello strumento,
un prezioso Maggini del XVII°
secolo, che mi ha consentito di
raggiungere possibilità espressive davvero ineguagliabili”.
Quale potrebbe essere, secondo lei, una destinazione ideale
della villa?
“Per me sarebbe un sogno se
diventasse un po’ alla volta una
cittadella degli artisti, dove pittori, compositori, attori, musicisti potessero trovare ospitalità.
Chissà cosa potrebbe nascere tra
quei silenzi, tra quelle armonie
di linee e di spazi”.
Ogni proposta è bene accetta.
Come pure l’idea che la villa
possa rientrare, anche a breve,
nei suoi progetti futuri…
“Ci penso e da tempo. Tra
non molto potrebbe maturare
qualcosa. Intanto mi godo l’idea
del concerto-recital nel Sahara”.
Un’idea che porta lontano
anche noi…al violoncello di
Mario ed alle sue armonie dilatate dal silenzio sahariano… ed
alle storie vibranti di Paolini,
voce di colui che grida nel
deserto…ed a quella villa che,
per dirla con il poeta, “dà oro ai
più vasti sogni…”
Lorenzo Morao
21
CENTRO DIREZIONALE
VILLA EMO: VIA AI LAVORI
Sono iniziati i lavori di ristrutturazione della fattoria di villa
Emo, finalizzati a realizzare il
nuovo Centro Servizi del Credito
Trevigiano. E’ da ricordare che, in
questa fase, non si mette mano
alla corpo della villa, sulla quale si
interverrà in futuro. Fin dai primi
giorni di inizio dell’attività, il paesaggio di Fanzolo ha subito evidenti modificazioni, alcune temporanee, ovvero l’installazione di
due gigantesche gru, altre definitive, con specifico riferimento
all’avvenuta demolizione dei due
silos situati all’estremo ovest del
compendio.
Il cantiere è inoltre caratterizzato da pannelli nei quali, richiamando l’antica cultura del mais,
viene esplicitato l’intervento, nell’ambito di un progetto di comunicazione che riguarda anche i
sistemi “virtuali” di Internet. È
stato infatti realizzato un sito
www.villaemo.org,1 all’interno
del quale viene ampiamente
descritto il progetto di intervento.
Il sito Internet resterà operativo
anche successivamente all’intervento del centro servizi e sarà
destinato a diventare la vetrina
delle attività collegate a villa Emo.
Tornando al cantiere, è da rilevare che la successione delle varie
lavorazioni previste, il cosiddetto
“cronoprogramma”, è stato oggetto di un’attenta valutazione volta a
ridurre i tempi di esecuzione e
permettere altresì il contempora1
neo intervento di impiantisti, falegnami, elettricisti, ecc.
Sono perciò in fase di completamento le strutture edilizie interrate, in particolare quella nord,
destinata ad ospitare caldaie, condizionatori, generatori, ecc..
Quanto prima inizierà il lavoro
degli impiantisti che comunque
sono già intervenuti per la realizzazione delle canalizzazioni sotterraee che, dovendo raggiungere
tutti gli ambienti di lavoro, sono
state realizzate unitamente al rinforzo delle fondazioni e alle pavimentazioni grezze del piano terra.
È in corso di allestimento una
sorta di falegnameria, ovvero un
ambiente dove si interverrà sulle
travature lignee esistenti, smontandole dal fabbricato e procedendo a tutti quei trattamenti atti a
salvaguardarne il futuro stato di
conservazione.
Altra attività propedeutica
all’intervento, che si sta affrontando in questi giorni, è la scelta di
tutti i materiali di finitura e del
tipo di intervento sulle superfici
lignee o lapidee che non verranno
sostituite.
Il cantiere procede senza alcun
problema, anche grazie ad una
programmazione estremamente
puntigliosa e precisa, ma anche
per merito di maestranze preparate ed efficacemente coordinate,
come si conviene ad un’azienda
ben organizzata.
Enzo Bergamin
Essendo in fase di implementazione, il sito potrebbe essere raggiungibile digitando http://www.villaemo.org/prova/
22
AZIENDE
MAGLIFICIO MONTEGRAPPA:
MADE IN ITALY 100%
La famiglia del comm. Sergio Volpato
Questa è una storia di innumerevoli fili di lana, di seta e di tante
altre fibre naturali, in mille colori,
che, dapprima avvolti in un cono,
diventano poi tessuti fantasiosi e
quindi capi di maglieria impreziositi da intarsi, jacquard, stampe e
disegni esclusivi, ricami fatti a
mano e decorati da perle e cristalli Swarovski originali, destinati ad
incontrare il gusto della donna
sempre attenta alle proposte della
moda.
Una storia di un impresa, il
Maglificio Montegrappa, che è
anche storia di una Famiglia,
quella del Comm. Sergio Volpato,
che ha iniziato quarant’anni orsono, a produrre maglieria in un piccolo laboratorio, con la collaborazione della moglie Sig.ra Paola
aiutati da poche persone e più
avanti negli anni con l’inserimento in Azienda dei figli Daniele e
Fabio, dopo l’ultimazione degli
studi.
La scelta del nome “Montegrappa”, spiega Sergio Volpato è
dovuta al fatto che nella zona
pedemontana stava allora crescendo la produzione di scarponi
da sci e non esisteva invece la produzione dei maglioni da sci
(non era ancora stata inventata la
giacca a vento o la salopette
impermeabile). Il maglione da sci
è stata quindi la prima produzione
dell’Azienda: un tale prodotto si
poteva perciò ben legare al nome
di un monte, appunto il Monte
Grappa, un nome e un simbolo
che parla all’immaginario italiano,
e non solo, ricorda episodi storici,
ambienti culturali suggestivi.
Nel corso di questi 40 anni
(l’azienda è nata nell’aprile del
1966, in via Montello 16 a Caerano San Marco), abbandonata
dopo alcuni anni la produzione
sportiva si è evoluta (spostandosi
nella sede attuale di via Padova)
crescendo gradatamente nel tempo (occupa ora più di 5000 mq),
ha seguito le esigenze della moda,
indirizzate verso una clientela
sempre più internazionale, collocandosi verso una fascia alta di
mercato, dando spazio alla creatività, al design, alla tecnologia, alla
logistica, a tutte quelle leve che
offrono maggiore valore aggiunto
al manifatturiero tradizionale.
“Abbiamo cercato in tutti i
modi di internazionalizzarci senza
perdere il collegamento strettissimo con il territorio da sempre
fonte di ispirazione creativa”,
commenta il Comm. Volpato, “e
sempre valorizzando le capacità
delle nostre Maestranze. Pensi
che abbiamo 5 persone che sono
con noi fin dalla fondazione della
Ditta. Ora si parla di “capitale
umano” ma noi da sempre abbiamo considerato i nostri Collaboratori come persone insostituibili.
Al nostro interno esiste un
team stilistico composto da 10
giovani designer che, seguendo
costantemente le indicazioni della
moda internazionale, sviluppano
la loro creatività nei tessuti, nei
modelli, nelle proposte, nelle
invenzioni cromatiche, a dimostrazione del talento che crea il
vero “Made in Italy”.
Abbiamo continuamente modernizzato la tecnologia produttiva
con investimenti importanti in
telai, macchine e attrezzature elettroniche computerizzate di ultima
generazione, assistite da
personale
23
AZIENDE
tecnicamente preparato.
La messa a punto delle proposte e la consulenza sulle collezioni
è affidata alla notevole esperienza
di mia moglie Paola, mentre il
coordinamento dell’ufficio style è
diretto dal secondo dei miei figli
Fabio. che è pure responsabile
degli acquisti e della conduzione
tecnica e creativa del reparto tessitura. Nel Maglificio Montegrappa sono occupati 80 collaboratori che presidiano tutte le fasi
produttive, iniziando dalla creazione del prototipo per arrivare
fino allo stiro di ogni singolo capo
finito che viene effettuato a
mano, con ferro da stiro a vapore.
L’organizzazione, l’informatizzazione del processo produttivo e
la qualità sono obiettivi che
l’Azienda persegue da sempre: ne
è conferma il fatto di aver ottenuto nel 2001 (quasi certamente
primo maglificio in provincia di
Treviso) la certificazione di qualità del processo produttivo (UNI
EN ISO 1992-1994) riconfermato nel 2005 con la certificazione
“VISION 2000”.
L’ A z i e n d a s i propone
al mercato italiano
e interna-
zionale con 6 collezioni stagionali
di 130 capi ciascuna: 2 per ciascuno dei 3 Marchi che si diversificano tra loro per proposte e contenuti:
• “Cellini” - destinato alla
donna che veste con sobria eleganza con capi molto curati, ben
rifiniti e con stile raffinato.
• “Volpato” - con un notevole
“contenuto moda” di materie
prime di ottima qualità, con valore aggiunto importante e raffinato
anche stilisticamente oltre che di
accentuata eleganza.
• “KFG” - (Knitewear Fashion Generation) contiene proposte per la donna giovane, estroversa, frizzante, nell’interpretare
la moda del vestire moderno.
Il primogenito Daniele è
responsabile del marketing, dirige
gli uffici commerciali, le Reti
Vendita, l’organizzazione delle
Fiere in Italia e all’estero.
Montegrappa, infatti, con i
suoi tre marchi è oggi presente in
70 show room in Italia e all’estero
e nei negozi ubicati nelle più
importanti città
italiane: (602
per la
precisione, il 60%), in 306 città
europee (il 30%) e in 40 città
extra europee (il 10%).
I nostri prodotti arrivano oltre
che in tutti i paesi europei e in
quelli dell’Est anche in Giappone
ad Hong Hong, a Taiwan, in
Australia, in Nuova Zelanda, nel
Medio Oriente, in Canada, negli
USA, ecc…
Cosa vi rende orgogliosi
dopo 40 anni di lavoro?
“Intanto, avendo iniziato da
zero, abbiamo l’orgoglio di aver
saputo interpretare la creatività, la
fantasia, il gusto al lavoro dei
Trevigiani e del Veneto e soprattutto di voler e poter presentare
alle nostre clienti un prodotto al
100% ideato, creato, e confezionato in Italia: “il made in
Italy” che continua a farsi apprezzare nel mondo, non solo per
la fantasia creativa ma anche per
la qualità eccellente che ha saputo incontrare l’apprezzamento di
migliaia di clienti in tutto il
mondo.
E per il futuro?
“Abbiamo tutta l’intenzione di
proseguire su questa strada, guardando avanti, con l’entusiasmo e
la costanza di sempre.”
Giesse
24
AZIENDE
LA VITA È BELLA
TRA FIORI,
FRUTTI ED ORTI
Giorgio Vettoretto florovivaista di Vedelago
Al centro della sua grande
serra, lo sguardo fisso su una
distesa fiammeggiante di stelle di Natale, Giorgio Vettoretto, florovivaista “storico”
di Vedelago, sembra un re nel
suo regno.
“Sono sempre stato nel settore”, avvia il discorso, riandando ai suoi trent’anni di attività a Vedelago, “fin dai tempi
della scuola, che è stata ovviamente scuola agraria, il benemerito Istituto di Castelfranco.
Dove sono tornato, come aiutante tecnico, dopo un’interessante
esperienza lavorativa a Roma”.
Si può parlare a buon
diritto di vocazione…
“In effetti sono quasi sempre
riuscito a seguire i miei interessi.
Una volta lasciata la scuola, mi
son fatto una bella esperienza in
alcune importanti aziende agricole, prima in quella di Coin a
Lignano Sabbiadoro (18 ha. di
frutteto trasformati in 40 serre di
ortaggi), poi in quella di Sergio
Comunello alle Grave di
Papadopoli, 100 ha. in parte
diboscati ed adibiti alla produzione di ortaggi e di gladioli”.
Dopo di che era pronto a
mettersi in proprio…
“Appunto. L’esperienza l’avevo fatta. E da qualche anno mi
ero sposato. La situazione del
mercato vivaistico era favorevole.
Noi veneti continuavamo ad
importare una quantità impressionante di fiori dall’Olanda, perché la produzione locale era chiaramente insufficiente”.
E poi si erano create le
condizioni per un ritorno a
Vedelago…
“E questo fu determinante.
Ero riuscito ad acquisire un
appezzamento di terreno di famiglia e, con i soldi della liquidazione, costruii la prima serra. Una
serra per pomodori. Era il 1975.
Non c’erano altre aziende simili
nel territorio. Era il momento
giusto. Ed io avevo chiaro il mio
progetto in testa”.
Non fu difficile farsi una
propria clientela…
“Devo riconoscere che la mia
iniziativa fu subito bene accolta a
Vedelago e dintorni. Anche se la
gran parte dei miei prodotti la vendevo all’ingrosso. Allora c’erano
margini interessanti”.
E come furono i primi
bilanci?
“Subito incoraggianti. Raddoppiavano di anno in anno. E mi
confermavano l’esistenza di un
mercato di tutto rispetto e la
fiducia crescente che riuscivo a
conquistarmi. Così continuai per
parecchi anni, sviluppando la mia
attività gradatamente, aiutato prima di tutto da mia moglie Anna
Maria e da altri parenti”.
Finché non decise che era
giunto il momento per una
svolta…
“Appunto. Dovevo fare un
salto di qualità dotandomi di
strutture adeguate, che mi consentissero di potenziare e di qualificare la mia capacità produttiva. E, prendendo come si dice il
coraggio a due mani, nel 1993
decisi di fare un grosso investimento, oltre un miliardo del
tempo, per questa nuova grande
serra. Certo che se l’allora Cassa
Rurale di Vedelago, di cui ero
socio, non avesse creduto in me,
nelle mie capacità imprenditoriali, e non mi avesse finanziato al
100 per cento, avrei avuto difficoltà a trovare i soldi sulla base
delle sole garanzie”.
E fu per la sua azienda il
decollo vero e proprio…
“Sì, perché poi furono sufficienti degli investimenti progressivi, di miglioramento. La struttura-base era ormai acquisita ed
assicurava uno sviluppo lineare,
un giusto equilibrio tra quantità e
25
AZIENDE
qualità, un’opportuna diversificazione dei prodotti”.
E nel frattempo i figli crescevano e potevano essere un
po’ alla volta inseriti nell’azienda…
“Diciamo che sono riuscito a
trasmettere in famiglia un po’
della mia passione. Posso dire di
non aver avuto particolari problemi di cambio generazionale.
Marco mi ha seguito fin da subito, Lorena dopo qualche esitazione iniziale ha frequentato dei
corsi specifici ed ora si occupa
del comparto dei fiori recisi e
delle composizioni floreali, Paolo
si sta laureando in Tecnologie
forestali ed ambientali e dimostra
una buona competenza nelle
piante da esterno. Da non dimenticare gli ingressi importanti in
azienda del marito di Lorena,
responsabile del reparto oggettistica-regalo, e della moglie di
Marco, responsabile delle piante
e composizioni per interni”.
Quindi si prospettano per
l’azienda ulteriori sviluppi…
“Stiamo diventando un po’ alla
volta un centro di giardinaggio in
grado di offrire nuovi articoli e
servizi. Sui modelli francese,
tedesco od inglese”.
Potendo contare ormai su
una clientela affezionata…
“Senz’altro. I prodotti dei
nostri vivai, frutto di un artigianato competente ed appassionato,
ci hanno consentito di acquisire
una buona clientela sia nella
Castellana che nel Montebellunese. Abbiamo in circolazione
oltre 5.000 tessere, che rappresentano solo una piccola parte
dei nostri clienti”.
Che siete riusciti a coinvolgere ancor più con le manifestazioni del Trenten-nale…
“Sicuramente. Siamo appena
reduci dalla festa dei marroni,
che ha rinnovato l’affluenza della
festa d’autunno. E poi adesso
stiamo preparando gli allestimenti e le iniziative per il Natale. Ma
si può dire che sia una festa
ogni domenica mattina, per noi
giorno di regolare apertura ad
eccezione dei mesi estivi”.
Avrebbe mai pensato di
arrivare a questo punto?
“No davvero. Posso guardare
con grande soddisfazione a quanto sono riuscito a realizzare con
l’aiuto di mia moglie, dei miei
figli e di quanti hanno collaborato con me. E della Cassa Rurale
ora Credito Trevigiano, che mi ha
dato una mano nei momenti
importanti.
E poi quale altro lavoro mi
avrebbe dato tanta gioia come
questo: seminare, seguire la piantina che si sviluppa, curarla ed
assisterla finché spunta il
fiore…Ancor oggi, dopo una giornata passata in auto o per uffici,
basta che metta piede nelle mie
serre e riesco subito a rilassarmi.
Scompare la stanchezza e torna il
buonumore”.
Trent’anni e più di attività
in armonia con la natura per
riconoscere una volta di più
che la vita è davvero bella.
L. M.
26
MEMORIE
DON LORENZO CRICO
PADRE-PASTORE DI FOSSALUNGA
Chi era don Lorenzo?
Per i più giovani, in particolare di Fossalunga
(Vedelago), il nome di
una via, ricorrente anche
nelle iscrizioni, ormai
tanto lontane nella lingua e nel significato,
apposte in chiesa o sul campanile. Od il nome cui era ed
è intitolata una benemerita
associazione o quello della nuova
residenza per anziani di Vedelago.
Niente più.
Per i meno giovani è uno dei
più illustri parroci che mai ebbe
Fossalunga, un uomo di cultura
che ha lasciato segni tangibili del
suo operato nella comunità e nel
territorio.
A lui è stato dedicato un convegno lo scorso 15 ottobre, a
Vedelago, nel salone della residenza per anziani.
Perché se ne parla ancora?
Dopo quasi due secoli?
Nativo di Noventa di Piave (a.
1764), di famiglia agiata (proprietari terrieri e commercianti), si
forma nel Seminario di Treviso,
prima come allievo e poi come
insegnante di lettere. Nei suoi
primi scritti di carattere georgico
dimostra un interesse spiccato
per la vita di campagna, anche se
vissuta con un sentire piuttosto
accademico e letterario.
Vita di campagna che il giovane don Lorenzo accetta volentieri quando deve scegliere un beneficio parrocchiale. E tra le varie
parrocchie la scelta cade proprio
su Fossalunga, un “piccol villaggio” di “cento fuochi circa” (meno
di 700 anime), quasi tutte “famigliole meschine di operai e di
pisnenti che abitano casipole ed
hanno uno o due campicelli dalle
grandi famiglie e non ne traggono
a sufficienza di che vivere” .
Perché proprio Fossalunga?
Fossalunga apparteneva alla giurisdizione dell’abbazia di Nervesa, il cui abate Vinciguerra VII°,
rinnovando la tradizione benedettina, si era da tempo dedicato a
formare sacerdoti esperti in agronomia e dediti ad uno specifico
apostolato “rurale”. Come ad
esempio don Melchiorre Spada,
già educatore in casa Collalto ed
esempio di sacerdote impegnato
nel sociale, in particolare ad insegnare li precetti dell’agricoltura
persino nello stesso sagro tempio
ed in rustical dialetto. Guarda
caso parroco di Fossalunga per
più di trent’anni dal 1754 alla sua
morte, avvenuta nel 1787, giusto
dieci anni prima dell’arrivo di don
Lorenzo in parrocchia.
In quel paese, quindi, il Crico
trova un ambiente ideale dove
esercitare il sacerdotal ministero
lungi dal romore della città…in
dolcissima solitudine…e dedicarsi
nel contempo ai suoi studi ed ai
suoi interessi preferiti.
E lì rimane dal 1797 al 1825,
attraversando gli incredibili rivolgimenti dei tempi (per tre volte i
passaggi delle truppe francesi e
per altrettante quelli degli austriaci) e gli anni tristissimi della
carestia del 1816-1817, con la
pellagra dilagante ed una mortalità infantile che raggiungeva picchi impressionanti (50% dei nati
moriva nel primo anno di vita). A
Fossalunga don Lorenzo esercita
i suoi doveri pastorali sull’esempio di don Melchiorre Spada, in
particolare quell’apostolato rurale
che attraverso gli insegnamenti
relativi al coltivamento de’
campi…all’economia ed all’azienda familiare intendeva educare i
contadini all’assiduità al lavoro, al
risparmio, alla sobrietà, all’unione
fraterna.
Un’opera pedagogica ed insieme pastorale, in linea con quel
ruolo di parroco-pastore interpretato a quel tempo da numerosi
altri parroci (don Serafini di S.
Cassian di Livenza, don Baron di
Monigo, don Bianchetti di Arcade, don Trento di Onara, don
27
MEMORIE
Angelo Tallier di Campo di
Pietra).
A questo ruolo don Lorenzo
resta fedele anche quando assume funzioni di prestigio (Rettore
del Collegio comunale di Castelfranco ed in seguito del Ginnasioconvitto di Treviso, fondatore e
membro dell’Accademia capponica di Castelfranco, poi Accademia
de’ Filoglotti, socio onorario e
Presidente dell’Ateneo Veneto),
alle quali è, però, pronto a rinunciare, se lo costringono a venir
meno ai suoi doveri pastorali.
E preferisce continuare la sua
attività didattica nella sua canonica di Fossalunga, dove, sull’esempio dello Spada, tiene scuola,
da vero pedagogo.
Ma non si limita a questo. Si
propone di mettere la sua notevole cultura, letteraria ed artistica, a
servizio e ad utilità dei suoi parrocchiani, provvedendo a completare, decorare ed abbellire la
nuova chiesa, costruita ma non
finita ai tempi dello Spada.
Approfittando delle sue conoscenze nel settore e del suo prestigio di studioso, induce due
importanti artisti del tempo, che
nei primi anni dell’800 stavano
lavorando a Castelfranco, ad
affrescare le pareti ed il lacunare
della chiesa, trasformando l’aula
sacra in una vera e propria sala
picta, dove venissero illustrati,
nei modi della biblia pauperum, i
temi dell’amore tra Dio e gli
uomini.
Lo aiutano nell’impresa le sue
influenti amicizie a livello politico ed economico, l’apporto sempre generoso dei suoi parrocchiani, disposti a sobbarcarsi i lavori
di manodopera, ed i notevoli proventi della sua attività di insegnante e delle sue numerose
pubblicazioni (quasi una cinquantina). Memorabile è rimasta
l’impresa del trasporto del materiale rinveniente dalla demolizione del campanile della chiesa
veneziana di S. Margherita,
sconsacrata dopo il
1810, e riutilizzato
per la costruzione del
nuovo
campanile
(1813).
Quella gente che
gli dimostrerà sempre
tanta stima ed affetto,
ancor più al momento
del distacco, quando
don Lorenzo, dopo 27
anni di ministero
pastorale, viene chiamato dal Vescovo a
ricoprire, nominato
monsignore, il prestigioso ufficio di canonico residenziale. E
sarà, in quell’occasione (17 maggio 1825),
uno straordinario concorso di folla e di
clero ad accompagnarlo a Treviso.
In effetti non si
distacca mai da Fossalunga. Pur gravato
da sempre nuovi
impegni, trova il tempo di ritornare quasi
tutte le settimane
(grazie alla disponibilità del fido Vettorello
e dei suoi figli) per
intrattenersi con quei
suoi contadini di un
tempo, in particolare
con quel Nasone, così
chiamato per il naso
straordinario, che dava prova di sagacità di
pensamento e di forza
d’espressione.
Per completare la
sua opera pastorale GB. Canal - Affresco del soffitto della Chiesa di Fossalunga
ed a sua futura megrati e, dopo la sua morte che lo
moria, mons. Crico, con un ulticoglierà improvvisa a Venezia,
mo atto di generosità, istituisce,
reclameranno a buon diritto la
con il suo peculio, a favore degli
sua salma per tumularla presso la
anziani poveri od invalidi
porta principale della chiesa.
l’Ospizio Crico o di S. AnCome lui stesso aveva richiesto
tonio di Padova, dotato di 47
nel suo testamento.
campi e di 4 mini-appartamenti. I
suoi parrocchiani di un tempo
L.M.
gliene saranno perennemente
28
CONCORSI
“I PIEDI NEL LOCALE
LA TESTA NEL GLOBALE”
È giunto ormai alla quinta
edizione il tradizionale concorso per studenti delle Superiori che intendono approfondire nella loro attività scolastica temi di grande attualità
nella prospettiva localizzazione/globalizzazione.
Negli anni scorsi abbiamo
portato la riflessione sulla cooperazione, sulla crescita e sullo sviluppo sostenibile, sui saperi e
sapori, sull’abitare il tempo e nel
tempo. Quest’anno proponiamo
il tema della migrazione dei
popoli, vista in particolare dalla
nostra regione: 100 anni di emigrazione e trenta di immigrazione, cinque milioni di persone che
se ne sono andate e centinaia di
migliaia arrivate da poco.
Con inevitabili conseguenze
sul piano umano, economico,
sociale, culturale. Tanti i settori
di indagine, i piani di lettura, i
livelli di approfondimento. Da
affrontare singolarmente o con un
lavoro di gruppo e da comunicare
con gli strumenti più svariati. E
con il supporto di un docente.
Quest’anno, e questa è una
novità di sicuro interesse, i docenti possono avere il supporto
della Rete “Laboratorio di
Storia” di Castelfranco Veneto,
di cui è referente il prof. Gianpier
Nicoletti, che organizza due specifici incontri sul tema per offrire
strumenti didattici e metodologici
ed indicare materiale bibliografico
e documentario relativo al fenomeno migratorio.
Uno dei relatori sarà il dott.
Sergio Frigo, autore del saggio
“Noi e loro”, uno dei testi a disposizione per la ricerca.
Tema: DAL VENETO… AL MONDO,
DAL MONDO… AL VENETO
Tipo di lavoro: singolo od a gruppi (max. 5 persone)
con docente tutor
Supporto didattico e documentario:
• 15 dicembre 2005, ore 15.00 - 17.00, incontro con Sergio
Frigo, Rete “Laboratorio di Storia”, Liceo Giorgione di
Castelfranco Veneto
• 20 gennaio 2006, ore 15.00 - 17.30, con il prof. Franco
Rebellato, membro della Consulta Regionale del Veneto
per l’emigrazione, Liceo Giorgione di Castelfranco
Tipo di comunicazione: elaborato scritto, grafico, reportage
fotografico, prodotto multimediale, video
Tempo di consegna lavori: 22 aprile 2006 alla Segreteria del
Credito Trevigiano
Premi:
1°
2°
3°
4°
5°
€ 500
€ 400
€ 300
€ 250
€ 200
tutor buono libri di € 250
tutor buono libri di € 250
tutor buono libri di € 250
tutor buono libri di € 250
tutor buono libri di € 250
Info: Prof. Gianpier Nicoletti - 333/4692196
29
CONCORSI
“PAROLE IN VIAGGIO”
PREMIO ANTONIO RUSSELLO
Dalla ricerca all’introspezione,
alla riflessione personale di fronte ai grandi temi della vita. Nelle
edizioni passate “L’amore e la solidarietà”, “Guerra e pace”, “Io
sogno…”, “Io voglio…”; in
questa quinta edizione “Io
ho paura…”. Perché le
paure non sono poche,
per tutti noi. In particolare per i giovani. Paura di
vivere in una società competitiva ed efficientistica, paura di
prendersi responsabilità e quindi
di crescere, paura di amare e di
soffrire, paura di un mondo dove
vince il terrore, paura delle
minacce all’ambiente ed alla
salute. Com’è confermato dall’in-
chiesta promossa dalla Provincia
di Treviso e dalle Banche di
Credito Cooperativo, di cui si parla
in altro articolo della rivista.
Uno stato d’animo che sembra
in parte contraddire l’immagine stereotipata di
una gioventù superficiale, spensierata, tutta
discoteca, telefonini e
vestiti alla moda. E che
implica anche il suo contrario, cioè il “non ho paura”, in
un atto di sfida tipicamente giovanile.
Stati d’animo da esprimere
nella forma tradizionale del racconto (o del diario), che i giovani
sapranno sicuramente rivitaliz-
IL TEMA
“Io ho paura…”
IL TIPO DI TESTO
• Racconto o diario (un testo per concorrente; max. 4
cartelle da 40 righe l’una; ogni riga 60 battute)
• Messaggio sms (fino a 3 sms per concorrente;
max. 160 battute)
I TEMPI
• entro il 15 aprile 2006 la consegna o l’invio dei testi;
premiazione il 13 maggio al Teatro Accademico di
Castelfranco Veneto
I PREMI
Racconto
1° premio
2° premio
3° premio
Messaggio sms
500 €
450 €
300 €
250 €
250 €
200 €
INFO
• Prof. Guido Lo Curcio 0423 451797
• Prof. Lorenzo Morao 0423 489092
• sito www.antoniorussello.org
zare nella struttura e nella lingua,
e nel linguaggio che è per loro più
familiare, quello degli sms.
Secondo una formula ormai imitata da tanti altri concorsi ed
analizzata, per la parte innovativa, da linguisti e da studiosi.
Il concorso è sempre intitolato ad Antonio Russello, insegnante e scrittore, pure lui formidabile sperimentatore linguistico, ora riscoperto anche grazie
all’iniziativa di qualche critico ed
alla sensibilità e lungimiranza
della casa editrice Santi
Quaranta, che ha da poco pubblicato un romanzo inedito, “La
danza delle acque”.
“Parole in viaggio” verrà presentato sabato 17 dicembre nella
splendida cornice di Villa Emo.
30
PROGETTO STUDENTI
I FIGLI DEL BENESSERE
Lo scorso 25 novembre, il venerdì
della prima neve, alla
Sala Cinema di Vedelago sono stati
premiati 206 studenti delle Superiori e Laureati. Meritevoli per impegno e
capacità come attestano le medie
ed i voti elevati conseguiti nello
scorso anno scolastico. Figli di Soci
o Soci del Credito Trevigiano, che
vuole con questa iniziativa, prevista
dal Progetto Studenti (giunto alla
18° edizione), testimoniare la sua
attenzione verso i giovani che si
stanno preparando al futuro con
senso di responsabilità.
Nell’occasione si propone ai
ragazzi un convegno su qualche
tema importante per la loro formazione. Quest’anno il tema proposto
era “Cosa pensano e sognano i giovani trevigiani?”, in sintesi il risultato
di un’inchiesta condotta da SWG di
Trieste su incarico della provincia
di Treviso e delle Banche di Credito
Cooperativo trevigiane.
Un risultato che rompe con i
luoghi comuni, che vorrebbero i
ragazzi d’oggi interessati solo alla
moda, al telefonino ed alla discoteca. D’accordo, sono giovani nati
negli anni del boom economico,
sono figli del benessere, ma non
sono facilmente identificabili in
una sbrigativa immagine di gruppo.
Non sono menefreghisti, superficiali, né contestatori, piuttosto
risultano ripiegati sulla loro giovi-
nezza, un po’ sempre sulla soglia
Anche perché sentono il peso della
competizione e si sentono inadeguati ed intimoriti di fronte alle
sfide di una società troppo individualista e ad un futuro che cambia
troppo in fretta.
Sentono molto i valori della
famiglia, dell’amicizia, del lavoro,
dell’amore, anche se tendono a
ripiegarsi sulla cerchia ristretta dei
rapporti e delle relazioni.
Vivono abbastanza bene nell’ambiente trevigiano; se mai rimproverano ai loro concittadini una
certa chiusura e l’eccessiva importanza data all’apparire; ma ne
apprezzano la laboriosità, la capacità di innovare e l’altruismo.
Per loro “impegno” vuol dire
soprattutto aiutare chi ha bisogno,
“bene” significa occuparsi degli
altri, mentre “male” è tradire la
moglie od il marito od un amico.
Tendono ad uscire tardi dalla
famiglia, che bene o male costituisce una base di sicurezza, anche se
avvertono la rigidità del vincolo
matrimoniale.
Non sono particolarmente turbati dai pericoli della droga, dell’alcool, della velocità sulle strade;
sono più preoccupati del terrorismo
e delle guerre.
Si rifiutano di sacrificare tutto
alla carriera, che non porta felicità;
pensano che sia più importante il
capitale relazionale che ognuno è
riuscito ad accumulare.
Sono, in conclusione, giovani in
ricerca, com’è giusto che siano.
Ricerca di un’identità, ma anche di
punti di riferimento, di valori che li
orientino in futuro di temuta precarietà.
“Non sono figli negativi, i figli del
benessere”, così ha concluso il dott.
Enzo Risso, curatore dell’inchiesta
ed autore, assieme al prof. Vittorio
Filippi, del volume che riporta i
risultati e che s’intitola, appunto:
“I figli del benessere”.
Tra i premiati c’era anche
Paolo Berro, neolaureato in
ingegneria meccanica, il giovane di Castelfranco ridotto
all’immobilità da un incidente
stradale, da cui è riemerso con
una straordinaria forza di volontà, che gli ha consentito di ottenere dal Politecnico di Torino la
possibilità di seguire il corso di
studi e di sostenere gli esami in
videoconferenza. Già noto alle
cronache per le sue battaglie
sui diritti dei disabili, ha partecipato ai lavori preparatori per
la “legge Stanca”, che si propone di rendere più accessibili ai
disabili i servizi informatici
delle pubbliche amministrazioni, e da qualche giorno è stato
invitato a Roma dal ministro
per la funzione pubblica Mario
Baccini a far parte della
“Consulta sulla disabilità nelle
relazioni con la pubblica amministrazione”.
Un’occasione in più per
l’amico Paolo di diventare
motivo di speranza per tanti
altri disabili.
Premiazione Studenti 25 novembre 2005
31
AGRICOLTURA
UN AIUTO PER GLI ALLEVATORI
La produzione avicola regionale sta attraversando un periodo
di estrema difficoltà gestionale
ed operativa che si riflette in
modo pesante sull’economia
complessiva degli allevatori e sull’attività imprenditoriale delle
aziende a loro collegate (un calo
delle produzioni avicole porta al
calo dei consumi della granella di
mais generando un abbattimento
del prezzo…già scarso… di vendita della granella).
L’elemento scatenante tale
situazione può essere ricondotto
ad una campagna d’informazione
che ha generato una psicosi di
massa che ha portato ad un generale calo delle vendite e ad un
abbattimento dei prezzi alla vendita. Oggi noi registriamo una
caduta dei consumi del 60/70% e
di un 50% nei prezzi.
Tale psicosi risulta completamente infondata e porta con sè
un problema tecnico-economico;
infatti mancando il primo caso
conclamato di animale infetto
non possono essere attuati quegli
strumenti previsti dalla legislazione comunitaria e nazionale a
sostegno dello stato di crisi.
In effetti la crisi non esiste
tecnicamente, i nostri polli sono
sani, e molte delle iniziative poste
in essere nel periodo 1997-2002
a sostegno del comparto avicolo
colpito da una epidemia reale
non potranno essere replicate.
Oggi perciò non dobbiamo
risarcire degli imprenditori che
hanno subito delle perdite conseguenti a delle azioni di profilassi
veterinaria (blocco della produzione o abbattimento degli animali), ma ad un problema di
mancata vendita non assimilabile
ad uno stato di calamità naturale.
Il Credito Trevigiano, sempre
sensibile alle problematiche del
mondo agricolo, interviene anche
in questa situazione, come in
occasione della crisi di “Mucca
Pazza” e del settore avicunicolo,
deliberando uno stanziamento di
fondi per 5 milioni di euro, che in
collaborazione con Coldiretti
Treviso e Fidagri/Confidagri
Veneto, sara’ destinato ad interventi volti al sostentamento del
settore avicolo. Due i tipi di
intervento previsto a favore degli
operatori del comparto:
• un primo intervento volto al
ripristino della liquidità per le
perdite dovute alla caduta dei
prezzi o al fermo produttivo;
• un secondo aspetto che il
Credito Trevigiano vuole promuovere è l’aumento della sicurezza
degli allevamenti (progetto Biosicurezza) sovvenzionando interventi
che portino ad un aumento del
benessere animale, alla difesa degli
allevamenti da rischi di contaminazione esterna e alla tracciabilità
della filiera avicola.
La struttura della Fidagri-
Confidagri Veneto, presieduta da
Giuseppe Romano, favorirà gli
avicoltori prestando garanzia
accessoria con la riduzione delle
commissioni del 50%.
In caso di intervento pubblico
a favore del comparto, Credito
Trevigiano consentira’ l’estinzione
anticipata del finanziamento
senza il pagamento di alcuna
penale.
Inoltre il Credito Trevigiano,
sulla scia di quanto anticipato
dalla Regione Veneto e da AVEPA
(Agenzia Veneta per i Pagamenti
in Agricoltura), auspicando una
sempre più stretta collaborazione
con questi Organi Istituzionali,
sta avviando una linea di credito
specifica atta ad anticipare le
contribuzioni a sostegno degli
agricoltori.
Riferimenti:
Mario Marini 340/9760319
Walter Binotto 348/7330328
Silvano Pozzobon 0423/701205
32
PROPOSTE VIAGGI
PUGLIA - IL SALENTO
by agenzia viaggi “Trevigiana Tour”
Iscrizioni entro il
10 febbraio 2006
Dal 21 al 25 Aprile 2006
Bellissimo tour attraverso la Puglia meridionale con visita guidata
alle località di maggior interesse dal punto di vista storico-artistico-culturale, come ad esempio la Città dei Sassi di Matera, le
Grotte di Castellana, i Trulli di Alberobello, Otranto e il suo caratteristico porto.
(Viaggio in pullman Gran Turismo, sistemazione in Hotel 4 stelle in
camere doppie, escursioni con guida, trattamento di pensione completa
incluse bevande, assicurazione medico).
Quota individuale di partecipazione:
Euro 570 soci
Euro 630 non soci
MAREMMA TOSCANA E
ISOLA DEL GIGLIO
Iscrizioni entro il
30 marzo 2006
by agenzia viaggi “Trevigiana Tour”
Dal 26 al 28 Maggio 2006
Il tour prevede la visita guidata alla città di Grosseto, al parco
regionale della Maremma, all’Isola del Giglio e alle splendide cittadine di Pitigliano e Sovana di origini antichissime e costruite sul
tufo.
(Viaggio in pullman Gran Turismo, sistemazione in Hotel 4 stelle, trattamento di pensione completa con bevande ai pasti, escursioni con guida
compreso il battello da e per l’isola del Giglio, assicurazione medico).
Quota individuale di partecipazione:
Euro 315 soci
Euro 365 non soci
MESSICO
By Hirondelle Viaggi Tour Operator
Iscrizioni entro il
5 gennaio 2006
Dall’ 11 al 19 Aprile 2006
Ubicazione PLAYA DEL CARMEN
Sandos Caracol Beach Resort *****
Cat.5 stelle pensione completa con formula “all inclusive”
Volo da Milano/Malpensa
Quota base di partecipazione:
SOCI Euro 1.230
NON SOCI Euro 1.300
Quote bambino: su richiesta
+ supplementi obbligatori (visti d’ingresso, tasse aeroportuali,
adeguamento carburante, pullman a/r aeroporto Milano Malpensa)
Documenti: passaporto con validità di almeno 3 mesi
dalla data di arrivo in Messico.
Per maggiori informazioni rivolgersi alla filiale più vicina del
CREDITO TREVIGIANO
I viaggi sopra esposti saranno effettuati solo al raggiungimento del numero minimo di partecipanti.
33
VISITE GUIDATE
Villa Emo
Gennaio - Marzo 2006
Il capolavoro del Palladio ai Soci del
Credito Trevigiano
Per i soci l’acquisizione di Villa Emo da parte della Banca
comporta la riappropriazione di un patrimonio creato nel
corso dei secoli dal duro lavoro dei contadini del territorio:
oggi i pronipoti di quei contadini hanno l’opportunità di
fare della villa il monumento simbolo della loro storia e
sancire definitivamente un riscatto non più solo economico, ma anche sociale e culturale.
Ciascun Socio ha a disposizione una visita gratuita, libera
o guidata, a Villa Emo.
Per la visita guidata prevista per tutte le domeniche pomeriggio (ore 15.00 - 17.00) di gennaio, febbraio, marzo 2006,
è necessario fare la prenotazione presso la propria filiale di
riferimento, dove troverete il biglietto d’ingresso personalizzato con il vostro nome.
Visita guidata gratuita alla Villa per i soci
del Credito Trevigiano tutte le domeniche
da Gennaio a fine Marzo 2006.
Ritirare il biglietto presso la propria filiale prenotando il giorno e l'ora.
VENEZIA
Domenica 19 Febbraio 2006
“ Venezia misteriosa: storia e leggende
nascoste nelle pietre della Serenissima”.
Oltre agli itinerari classici, Venezia offre spunti di visita
all’interno delle calli meno frequentate dai turisti dove ogni
pietra è motivo di approfondimento di qualche storia, fatto o
leggenda.
La Serenissima, come appare oggi, documenta sfarzo, ricchezza, eleganza, arte e civiltà culturale. Le sue pareti custodiscono anche fatti misteriosi e l’itinerario ci conduce alla
scoperta di alcune di queste storie.
Durata: mezza giornata
Quota individuale di partecipazione:
Euro 15 soci
Euro 22 non soci
Prossimamente troverete esposti sulle
bacheche delle nostre filiali i manifesti
relativi ad altre interessanti visite guidate
a Venezia : non perdetele!!!
Per questo Natale sosteniamo insieme una piccola comunità in Ecuador
attraverso la costruzione di una casa “comunità”
in una zona particolarmente disagiata e bisognosa.
Contribuiamo alla realizzazione di questo progetto
versando le somme sul conto corrente:
BBAN:IT 45 Q 08917 62179 CC0993304387
IBAN: IT 45 Q 08917 62179 CC0993304387
acceso presso di noi.
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Filo Diretto N. 03/2005