Brasile
Febbraio 2008
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Informazioni Generali
Il Brasile è stato scoperto nel 1500 dai portoghesi. Si è reso indipendente dal Portogallo dal
1822 diventando l’Impero del Brasile. Nel 1889 si è trasformato in Repubblica, dal 1891 di tipo
presidenziale con assetto federale.
Superficie: Il Brasile ha una superficie di 8,5 milioni di kmq (2,2 volte l’Unione Europea, dopo
l’allargamento a 25 paesi e 28 volte l’Italia). È il 5° paese al mondo.
Capitale: Brasilia
Gli Stati principali sono:
- São Paulo, quasi 40 milioni di abitanti, 250 mila kmq, capitale São Paulo (11 milioni di
abitanti);
- Minas Gerais, circa 19 milioni di abitanti, 588 mila kmq, capitale Belo Horizonte, circa 2,5
milioni di abitanti;
- Rio de Janeiro, oltre 15 milioni di abitanti, 44 mila kmq, capitale Rio de Janeiro, oltre 6
milioni di abitanti;
- Bahia, circa 14 milioni di abitanti, 567 mila kmq, capitale Salvador, circa 2,5 milioni di
abitanti.
Gli Stati sono convenzionalmente raggruppati in 5 grandi regioni:
-Nord (Norte), circa 13 milioni di abitanti, 3,9 milioni di kmq;
-Nordest (Nordeste), circa 50 milioni di abitanti, 1,6 milioni di kmq;
-Sudest (Sudeste), circa 75 milioni di abitanti, 0,9 milioni di kmq;
-Sud (Sul), circa 26 milioni di abitanti, 0,6 milioni di kmq;
-Centro-Ovest (Centro-Oste), circa 12 milioni di abitanti, 1,6 milioni di kmq.
Popolazione
Gli abitanti del Brasile sono circa 176 milioni (quasi il 40% dell’Unione Europea, il triplo
dell’Italia), con una densità di 21 abitanti per kmq (113 nell’Unione Europea, 191 in Italia).
Il Brasile è un paese con una popolazione giovane: il 30% degli abitanti ha meno di 14 anni e
solo l’8% ha più di 65 anni.
Tre quarti della popolazione risiede in una città (come nell’Unione Europea, in Italia il 67%). Vi
sono 14 città con oltre un milione di abitanti (19 nell’Unione Europea, 3 in Italia).
Lingua: Portoghese
Religione: Il 70% dei brasiliani è di religione cattolica, il 19% è protestante, la parte rimanente
professa altre religioni.
Moneta: L’unità monetaria è il Real (BRL), che ha sostituito, nel luglio 1994, il Cruzeiro Real.
Tasso di cambio medio 2006: 2,73313 BRL:1€; 2,1770 BRL:1US$.
Tasso di cambio medio mensile ad Ottobre 2007: 2,56556 BRL:1€; 2,1391 BRL:1US$.
Sistema politico
Il Brasile è una Repubblica Federale di tipo Presidenziale basata sulla costituzione del 1988,
emendata per l’ultima volta alla vigilia delle elezioni presidenziali dell’ottobre 1998.
La Costituzione sancisce la tradizionale tripartizione dei poteri e, modificando le sei precedenti
costituzioni, conferisce una maggiore autonomia e amplia i poteri di controllo del Congresso nei
confronti del potere esecutivo.
Il presidente della Repubblica è a capo del governo ed è eletto a suffragio universale e segreto
ogni 4 anni e, precedentemente all’ultimo emendamento costituzionale, non era ammessa la
rielezione per due mandati consecutivi. I Ministri sono designati dallo stesso Presidente. In
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Brasile il voto è obbligatorio e le ultime disposizioni costituzionali danno diritto al voto ai
cittadini maggiori di 16 anni, mentre l’obbligatorietà parte dai 18 anni.
Il Potere Legislativo è esercitato dal Congresso Nazionale, composto dalle Camere dei Deputati
e dei Senatori. I Senatori (81, tre per ogni Stato e 3 del Distretto Federale di Brasilia), sono
eletti direttamente dal popolo per un periodo massimo di 8 anni. I Deputati (513) sono eletti
per 4 anni in rappresentanza proporzionale di ogni Stato.
Il Potere Giudiziario è organizzato in un sistema di corti locali, statali e federali ed ha come suo
massimo organo la Corte Suprema Federale con sede a Brasilia e composta da 11 giudici
nominati dal Presidente della Repubblica.
Sotto il profilo amministrativo, il Brasile si divide in 26 Stati ed un Distretto Federale, il cui
governatore viene nominato dal Presidente della Repubblica.
Distretto Federale: Brasilia
Stati: Acre, Alagoas, Amapà, Amazonas, Bahia, Cearà, Espirito Santo, Goiàs, Maranhào, Mato
Grosso, Mato Grosso do Sul, Minas Gerais, Parà, Paraiba, Paranà, Pernambuco, Piauì, Rio de
Janeiro, Rio Grande do Norte, Rio Grande do Sul, Rondonia, Roraima, Santa Catarina, Sao
Paulo, Sergipe, Tocantins.
Il Governo di ogni Stato è, essenzialmente, una ripetizione del Sistema Federale e viene
regolato secondo quanto stabilito dalle Costituzioni Federale e Statali. Ogni governatore è
eletto tramite votazione diretta e dura in carica 4 anni.
Le prossime elezioni municipali sono previste per il mese di ottobre 2008.
Presidente e Capo dello Stato: Luiz Ignacio “Lula” da Silva, candidato del Partido dos
Trabalhadores, vincitore delle elezioni 2002, salito al governo il 1° gennaio 2003 ed eletto
nuovamente nell'ottobre 2006.
Partiti politici: Formazione al governo: Partido dos Trabalhadores (PT), Partido Popolare
Socialista (PPS), Partido Liberal (PL), Partido Socialista Brasilero (PSB), Partido Comunista do
Brasil (PCdoB), Partido do Movimento Democratico Brasileiro (PMDB).
Altri partiti: Partido da Social Democracia Brasileira (PSDB), Partido Progressista (PP), Partido
da Frente Liberal (PFL); Partido Trabalhista Brasileiro (PTB); Partido Democratico Trabalhista
(PDT)
Principali indicatori economici
Indicatore
2002
2003
2004
2005
2006
PIL a prezzi correnti (miliardi di BRL)
1.346,0 1.556,2 1.766,6 1.937,6 2.062,7
PIL (miliardi US$)
460,8
505,5
603,8
795,7
947,9
Tasso di crescita reale del PIL (%)
1,9
0,6
4,9
2,3
2,9
Inflazione (%)
8,5
14,7
6,6
6,9
4,2
Bilancia Commerciale (milioni di US$)
Esportazioni
60.362 73.084 96.475 118.309 137.470
Importazioni
47.241 48.290 62.835 73.606
91.396
Saldo
13.121 24.794 33.640 44.703
46.074
Rapporto debito/interessi corrisposti (%)
68,2
63,3
41,8
46,2
Debito estero (miliardi US$)
233,1
236,6
222,0
185,8
Riserve Internazionali (milioni US$ - escluso 37.684 49.111 52.740 53.574
oro)
182,4
85.561
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report Marzo 2007
Rischio paese
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La SACE colloca il Brasile nella Categoria OCSE n. 3 (in una scala da 0 a 7, dove 0 rappresenta
il minimo rischio e 7 quello massimo). Condizioni di assicurabilità senza alcuna restrizione.
Congiuntura
Nel gennaio 2004 il Partido do Movimento Democratico Brasileiro (PMDB) si è unito
ufficialmente alla coalizione di governo. L’accordo, assieme a un ulteriore aumento di gregari
tra le fila della coalizione in seguito a defezioni dai partiti all’opposizione, ha aumentato la
maggioranza di governo al 73% per la Camera dei Deputati e al 58% per il Senato. In seguito,
nell'Ottobre 2006 si sono tenute le elezioni che hanno riconfermato il Presidente Luiz Inàcio
Lula da Silva, alla guida del Paese dal Gennaio 2003, con una coalizione di governo in cui il
Partito dos Trabalhadores (PT) riveste il ruolo principale. Anche la consistente attività di
politica estera del Presidente da Silva ha dato maggiore visibilità al Paese. In particolare, il
Brasile sta assumendo un ruolo guida all’interno dei Paesi in via di sviluppo.
Il pilastro della politica economica all’inizio del nuovo mandato del presidente Da Silva è il
Programma di Accelerazione della Crescita (PAC). Questo piano pone le basi per dare maggiore
importanza ai crescenti investimenti pubblici. Nel primo mandato di Da Silva, gli incrementi
della spesa pubblica sono stati incanalati verso la redistribuzione delle entrate, con notevoli
aumenti dei salari minimi e con l’espansione del programma di sussidi per le famiglie più
disagiate. Queste politiche, seguite dalle spese per maggiori investimenti pubblici, hanno
contribuito a frenare tassi di crescita del PIL superiori al 2,5% annui.
Il PAC destinerà 500 Mld di Real (BRL), circa 245 Mld $, a progetti di investimenti per
infrastrutture, ad esenzioni di imposte verso settori specifici (tra cui televisione digitale,
semiconduttori, personal computer, acciaio ed edilizia) e a piani per frenare l’incremento delle
spese fiscali correnti (limiti all’uso della crescita della spesa e approvazione di una norma che
leghi il salario minimo al PIL nominale). Il PAC prevede 58 Mld BRL per investimenti nella
logistica, 171 Mld in infrastrutture urbane e 275 Mld per l’energia. Metà di quest’ultima quota
sarà destinata a progetti della Petrobàs (la compagnia petrolifera brasiliana) per l’estrazione e
la raffinazione di petrolio grezzo, l’estrazione e distribuzione di gas naturale e altri piccoli
investimenti nella industria dell’etanolo. Circa 79 Mld BRL andranno, invece, per la sola
generazione e distribuzione di energia elettrica. Quest’ultimo stanziamento sarà coordinato
dalla Elettrobràs, l’ente pubblico energetico.
Comunque, parte degli investimenti del PAC proverranno dallo sviluppo del Progetto Pilota per
gli Investimenti (PPI), che dà la possibilità al governo di ridurre il surplus primario di una quota
determinata, da destinare poi all’aumento della spesa per infrastrutture. Inoltre, il limite
massimo dell’indebitamento dei governi locali sarà aumentato per investimenti nelle
infrastrutture urbane. Questi finanziamenti saranno disponibili dal 2007. Essendo le carenze
delle infrastrutture una delle maggiori limitazioni alla crescita globale, gli investimenti del PAC
dovrebbero incrementare la produttività di medio termine. Tuttavia, senza un deciso
programma di riforme strutturali e fiscali, il PAC stesso non sarà sufficiente ad incrementare,
come si spererebbe, la crescita del PIL al 5% annuo.
Comunque, nonostante alle misure previste per il PAC sia stata data una certa priorità nella
prima parte del 2007, l’iter legislativo è stato molto lento e, a causa del ritardo del rilascio di
diverse concessioni ambientali, l’avvio di parecchi progetti è stato rallentato.
Nel 2006, la crescita del PIL si è attestata al 2,9%. I consumi delle famiglie, inoltre, sono
aumentati al 3,8%, rispetto al 3,2% del 2005, grazie al maggior reddito disponibile e alle
meno sfavorevoli condizioni di credito. Anche i consumi governativi sono in rialzo al 2,1%,
dall’1,6% dell’anno precedente, a causa di una politica fiscale più espansiva. Un notevole
incremento hanno registrato gli investimenti fissi lordi, passati dall’1,6% del 2005 al 6,3% del
2006, dovuto soprattutto allo sviluppo dell’attività edilizia ed alla forte crescita della
produzione dell’industria di beni capitali orientati all’export. Inoltre, nonostante un
apprezzamento del Real brasiliano del 12%, si è registrata una crescita delle esportazioni del
5,1%. Anche le importazioni sono aumentate, del 18,1%, circa il doppio del tasso registrato
nel 2005, determinando, per la prima volta dopo diversi anni, un contributo negativo della
bilancia estera alla crescita del PIL. Inoltre, la produzione agricola e del bestiame è cresciuta
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del 3,2%. Anche l’industria ha visto un incremento del 3%, tuttavia, con andamenti non
uniformi. Infatti, l’attività dell’industria estrattiva ha continuato ad espandersi ad alti livelli, ad
un tasso del 5,6%. L’edilizia è cresciuta del 4,5%, mentre i servizi pubblici del 3,3%. Il settore
manifatturiero, a causa del brutto andamento delle esportazioni nette, ha visto un rialzo
soltanto dell’1,9%. Le industrie di servizi hanno registrato un incremento del 2,4%, anch’esse,
tuttavia, con un andamento non uniforme nei diversi settori. L’attività commerciale ha ottenuto
buoni risultati crescendo del 4%, ma i servizi per le comunicazioni hanno subito un calo dello
0,9%, pur tuttavia dopo diversi anni di notevole espansione. I servizi finanziari, beni immobili,
amministrazione pubblica ed altri servizi hanno registrato tutti rialzi intorno al 2,2%.
La domanda di consumo delle famiglie è stata rilevante nel quarto trimestre 2006,
determinando un certo slancio anche nella prima parte del 2007, sebbene si preveda un
rallentamento, in quanto ulteriori aumenti nel credito e nei salari saranno limitati dai livelli alti
già raggiunti. Comunque, questa crescita della domanda di consumi, dal secondo trimestre
2006 in poi, più che da situazioni fiscali collegate alle elezioni, sembra determinata da altri tipi
di elementi. Il recupero dell’occupazione e dei salari medi riflettono un’attività, più forte del
previsto, esterna al settore industriale. La notevole crescita degli investimenti fissi lordi
potrebbe evidenziare un mutamento nell’attività industriale in tutta l’economia, con attività ad
alta intensità di lavoro in calo ed industrie a capitale intensivo con andamenti altalenanti.
Come si poteva immaginare, l’anticipo della tredicesima ai pensionati ha determinato un calo,
rispetto agli anni precedenti, delle vendite al minuto a Dicembre 2006. Nonostante questo, le
attività di vendita sono cresciute notevolmente in termini annui. Le vendite nei supermercati
sono state rilevanti, in linea con la crescita dei redditi, ed anche quelle di auto e materiale per
edilizia sono in forte rialzo, sostenute dall’espansione del credito. Inoltre, le notevoli vendite di
personal computer, sospinte dai prezzi più accessibili, sebbene in calo recentemente,
riceveranno un nuovo slancio nei prossimi mesi, grazie alle riduzioni di imposte stabilite dal
Programma di Accelerazione della Crescita (PAC). Comunque, benché molto volatili, le vendite
al minuto dei materiali edilizi, cresciuti in maniera rilevante nella seconda parte del 2006,
riflettono una notevole fiducia sia dei consumatori che degli investitori.
Nei mesi recenti, l’unica fonte di pressioni inflazionistiche sono risultati i prezzi alimentari a
causa di una certa ripresa dei prezzi dei prodotti agricoli. La domanda crescente per i
biocarburanti sta facendo aumentare i prezzi del granturco, mentre sono in rialzo anche quelli
per la soia, la farina di soia e bestiame. Inoltre, anche i prezzi applicati hanno spinto
l’inflazione nel quarto trimestre, in quanto diversi aumenti tariffari, soprattutto nei trasporti
urbani, sono stati anticipati. Comunque, i prezzi agricoli sono aumentati dell’8,3% nell’arco di
un anno ed ulteriori rincari si prevedono. Malgrado gli aumenti, i prezzi interni della carne sono
minori dei prezzi internazionali, anche se le crescenti esportazioni potrebbero causarne un
riallineamento, in quanto un’offerta interna più ridotta farebbe aumentare i prezzi locali.
Comunque, le crescenti importazioni, nel contesto di un Real Brasiliano forte, tenderanno a
contenere l’inflazione. Infatti, quella prevista dagli esperti internazionali, attorno al 3,8%, nel
2007, è ben al di sotto del 4,5% prospettato dalla Banca Centrale brasiliana.
Le tendenze del 2007 vedono l’inflazione dei prezzi dei servizi in leggero calo, sebbene continui
ad essere superiore alla media globale. I prezzi dell’abbigliamento si prevedono in diminuzione,
rispetto agli aumenti registrati nel 2006. Le tariffe alimentari, invece, probabilmente
cresceranno in maniera netta.
Dopo aver concesso finanziamenti per 52,6 Mld BRL nel 2006, la Banca Nazionale per lo
Sviluppo (BNDES) dovrà aumentare gli stanziamenti per il piano PAC di un 30-50% nel 2007.
Inoltre, l’autorità monetaria brasiliana (CMN) ha deciso di ridurre il tasso di riferimento
standard di lungo termine (TJLP) per i prestiti BNDES, dal 6,85% al 6,5%.
Il continuo apprezzamento del Real, nel contesto degli alti prezzi internazionali per le
esportazioni di prodotti brasiliani, è aggravato dalla notevole differenza tra i tassi d’interesse
interni ed esteri. Per frenare l’apprezzamento monetario, la Banca Centrale Brasiliana (BCB)
sta acquistando notevoli somme di moneta estera, arrivando ad acquisire una media di 4 Mld $
al mese, nella seconda parte del 2006. L’andamento dei mercati finanziari mostra che le
pressioni per l’apprezzamento del tasso di cambio sono destinate ad aumentare. Qualsiasi
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tentativo della BCB di tenere costante il tasso di cambio, nel contesto di flussi liberi di capitale,
si sta rivelando sempre più difficoltoso.
La redditività delle aziende e gli aumenti salariali hanno spinto, nel 2006, gli introiti delle tasse.
Includendo i contributi delle pensioni pubbliche, questi introiti hanno toccato il 40% del PIL.
Tuttavia, nonostante la crescita delle entrate da imposte del quarto trimestre sia stata notevole
(+7,4%), essa non ha confermato i livelli del trimestre precedente (+16%). Comunque, i dati
provvisori della prima parte del 2007 stimano un andamento molto positivo di queste entrate.
A Gennaio, la loro crescita si aggira intorno al 14,3%, su base annua, sospinta ancora dai
profitti aziendali.
Della percentuale del surplus primario registrato, l’1% è stato fornito dai profitti netti delle
società statali e dai dividendi delle banche statali. Il surplus fiscale primario del governo
centrale è diminuito dello 0,52% del PIL, nel 2006. Tendenza simile si è registrata per quello
dei governi locali, in calo dello 0,4% del PIL. Le spese attuali sono tendenti al rialzo a causa sia
dei crescenti costi per le pensioni (collegate ai salari minimi che sono aumentati
notevolmente), sia dei piani di redistribuzione delle entrate e sia delle spese crescenti per le
politiche occupazionali.
Nei primi sei mesi del 2007, si è registrata una crescita del PIL del 4,9%, mentre un lieve calo,
invece, è atteso negli ultimi mesi dell’anno, secondo le stime degli esperti. La domanda interna
dovrebbe fare da importante traino allo sviluppo economico del Paese, così come avvenuto
negli ultimi anni.
Dopo i diversi momenti di tensione che hanno colpito i mercati finanziari globali per tutto il
2007, di cui l’ultimo si è registrato ad Agosto, che ha causato un suo improvviso
deprezzamento del 16%, la moneta brasiliana è riuscita a recuperare attestandosi, ad inizio
Novembre, a 1,74 BRL :US$1. Riuscendo, in termini nominali, a rivalutarsi di circa il 17%
rispetto all’inizio del 2007.
Le autorità centrali hanno registrato, a settembre 2007, un leggero surplus primario di 44 Mln
BRL (23,2 Mln $), una quota minore rispetto ai 3,7 Mld BRL dell’anno precedente, a causa del
pagamento anticipato di una parte delle tredicesime ai pensionati sociali. Questa decisione è
stata presa dopo i recenti aumenti nelle indennità pagate ai pensionati, in seguito
all’incremento dell’8,6% del salario minimo, nell’Aprile del 2007.
L’inflazione, a giugno 2007, si è attestata al 3,7% su base annua. D’altronde, dopo essere
cresciuti dello 0,2% a Settembre, i prezzi al consumo, così come misurati dall’indice di
riferimento “Indice Nacional de Preços ao Consumidor Amplo” (IPCA), hanno registrato un
ulteriore rialzo dello 0,3% ad Ottobre 2007. La causa di questa crescita è dovuta soprattutto ai
maggiori prezzi della frutta dovuti alle tendenze stagionali. Comunque, altri dati confermano
che l’inflazione è rimasta contenuta a livello di prezzi agricoli. Inoltre, i prezzi all’ingrosso dei
beni industriali risultano anch’essi sotto controllo, con il tasso attestatosi al 2,8% nel periodo
Gennaio-Ottobre 2007 e al 3,4% su base annua. Tuttavia, questi prezzi sono stati mitigati
dalla notevole forza della moneta brasiliana. Tra i beni agricoli, infatti, quelli del bestiame sono
arrivati a livelli elevati in diversi mercati locali, mentre i prezzi del granturco sono ancora in
notevole crescita in quanto i produttori aumentano le quote esportate e riducono l’offerta
locale ed inoltre, quelli dell’etanolo sono previsti in aumento.
Comunque, secondo studi di esperti della Banca Centrale brasiliana, il Banco Central do Brasil
(BCB), si prevede un inflazione a fine 2008 al 4,1%, al di sotto del previsto obiettivo del 4,5%,
anche nell’ipotesi del taglio del tasso d’interesse di riferimento Selic al 10,25% negli ultimi
mesi del 2008.
Ad ottobre 2007, sia la crescita dei profitti delle esportazioni che quella delle quote delle
importazioni sono state maggiori delle previsioni, facendo segnare nuovi primati. L’andamento
della bilancia commerciale è stato notevole, con un surplus in calo del 13%, su base annua,
attestatosi a 3,95 Mld $, meno tuttavia di quanto previsto in precedenza. L’andamento
commerciale rispecchia i considerevoli volumi delle esportazioni di petrolio e carburante. Anche
le vendite del granturco sono cresciute nettamente ad Ottobre, portando quelle complessive a
6
333 Mln $. I maggiori prezzi internazionali, inoltre, hanno favorito l’incremento dei profitti delle
esportazioni sia dei semi di soia, la cui crescita è stata del 67% su base annua, sia della carne
di pollo, il cui incremento ha raggiunto il 37%. Per quanto riguarda le importazioni, l’acquisto
di autoveicoli, ad Ottobre 2007, si è raddoppiato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
L’import di beni capitali, invece, è diminuita lievemente rispetto a Settembre. Malgrado queste
cifre siano facilmente variabili, questo potrebbe evidenziare che il ciclo degli investimenti
correnti ha iniziato a rallentare. Tuttavia, è stata prevista, in questi anni, una ricomposizione
dell’intera struttura commerciale del Paese. Infatti, la notevole domanda interna per gli
autoveicoli, probabilmente, porterà il surplus commerciale in questo comparto a trasformarsi in
deficit nel 2008. Sempre a causa della consistente domanda interna, i profitti delle esportazioni
di acciaio si prevedono in ulteriore calo, almeno fino a quando gli ultimi investimenti non si
perfezioneranno e la capacità produttiva non aumenterà. Visto questo andamento, i maggiori
prezzi dei prodotti agricoli e del ferro tendono a dimostrare che una considerevole quota dei
profitti delle esportazioni del Paese sarà presto concentrata in pochi prodotti. Comunque, nel
lungo periodo, la componente energetica della bilancia commerciale dovrebbe sostenere
maggiormente l’economia del Paese. Infatti, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia
(IEA), tra i fornitori principali dei carburanti non di fonte OPEC, dal 2007-2012, ci sarà il
Brasile, grazie alla crescente produzione di etanolo. Inoltre, a Novembre 2007, le autorità
brasiliane hanno annunciato la scoperta di un considerevole pozzo petrolifero presso Santos,
che potrebbe far aumentare le riserve totali del Paese di 14,4 Mld di barili. Se i dati saranno
confermati, questo farebbe diventare il Brasile, tra il medio ed il lungo periodo, tra i maggiori
esportatori di petrolio del mondo.
Prospettive future
Non si prevedono consistenti cambiamenti nell’orientamento della politica economica, mentre il
ritardare delle riforme vincola la crescita economica del Paese.
Nel 2006-07 la domanda privata interna avrà un ruolo importante, al contrario del periodo
2004-05 in cui la crescita è stata guidata prevalentemente da domanda esterna.
Se il tasso di crescita dell’economia mondiale e lo sviluppo del commercio continuerà ad
espandersi come previsto, la bilancia commerciale e quella delle partite correnti rimarrà in
surplus, sebbene in diminuzione a seguito del rafforzamento delle importazioni.
Nonostante i consumi privati e gli investimenti siano cresciuti notevolmente nel 2006,
l’incremento del PIL è stato soltanto di poco inferiore al 3%, in quanto il contributo della
bilancia estera è stato negativo. Questo riflette la forte crescita del volume delle importazioni,
sostenuta dall’espansione del credito e dal notevole tasso di cambio. Nel periodo 2007/08 i
consumi privati e gli investimenti fissi continueranno a fare da traino alla crescita, in quanto il
rallentamento monetario sosterrà i redditi e incoraggerà maggiori investimenti. L’aumento
delle esportazioni frenerà nel 2007, in linea con una più debole crescita commerciale globale,
mentre le importazioni continueranno a crescere in maniera considerevole. L’incremento delle
esportazioni sarà sostenuta dalla continua e rilevante domanda in alcuni mercati, soprattutto
dell’Asia. Inoltre, nonostante la crescita delle importazioni rimarrà forte, un positivo rapporto
import/export favorirà un graduale rafforzamento della bilancia estera. La spesa delle famiglie,
prevista in ulteriore aumento nel 2007 e in rallentamento, invece, nel 2008, sarà comunque
sorretta dall’incremento costante dei salari e dell’occupazione. Tuttavia, essa non potrà
raggiungere tassi di crescita maggiori, a causa delle ancora notevoli disuguaglianze di reddito e
degli alti costi del credito al consumo.
La crescita dell’agricoltura ha registrato una ripresa nel 2006, dopo un andamento negativo nel
2005, a causa di una siccità che ha colpito gli Stati del Sud, che ha compromesso la
produzione. Il comparto, poi, dovrebbe crescere ulteriormente, sostenuto dalle migliori
condizioni di credito e dall’incremento dei prezzi dei prodotti che favoriranno una maggiore
produzione. L’intero settore agricolo incide per il 30% del PIL, mentre le sue esportazioni
rappresentano oltre 1/3 delle entrate dell’export globale del Paese. L’edilizia e le industrie
collegate saranno sospinte, invece, dalle norme che incoraggiano l’attività creditizia per il
settore degli alloggi. Per l’industria estrattiva si prevede un andamento positivo, grazie alla
notevole domanda di materie prime dall’Asia, anche se molti comparti industriali dovranno
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fronteggiare la crescente competizione delle importazioni. Per quanto riguarda i servizi, il
settore finanziario si prospetta una delle aree a maggior sviluppo, grazie ai più bassi tassi
d’interesse che favoriranno la diversificazione degli strumenti di investimento delle società
finanziarie.
Il rapporto debito estero/PIL, che per il Paese ha sempre rappresentato una delle maggiori
debolezze della sua struttura economica, si è ridotto dal 50,6% del 2002 al 19,4% del 2006. In
base alle previsioni sulla crescita del PIL e sul tasso di cambio, questo rapporto continuerà a
calare ulteriormente anche nel periodo 2007/08, malgrado un leggero incremento nella quota
di debito nominale. Inoltre, essendo la quota del debito diminuita e le riserve monetarie
internazionali aumentate, la copertura di queste è cresciuta ad oltre il 40% del debito estero
totale. Poi, le riserve sono più che triple rispetto alla quota del debito di breve termine e si
prevede, nel periodo 2007/08, che questa copertura aumenti ulteriormente.
La crescita, nella prima parte dell’anno 2007, si è attestata al 4,9%, in linea con le previsioni
degli analisti internazionali, a cui dovrebbe poi seguire un lieve rallentamento nella seconda
parte. Come nel 2006-07, una importante spinta alla crescita dovrebbe arrivare dalla domanda
interna. L’incremento degli investimenti, dopo il notevole balzo del 2007, dovrebbe rimanere
considerevole. Nonostante, poi, la crescita della spesa delle famiglie dovrebbe rallentare nel
periodo 2008-09, dopo l’aumento consistente del 2007, essa sarà comunque sospinta dal
notevole incremento dei salari reali, dell’occupazione e del credito al consumo. La spesa
governativa, benché minore rispetto all’espansione registrata per il periodo delle elezioni 2006,
sarà significativa, grazie alla PAC (Programma di Accelerazione della Crescita), inoltre, ad
incentivare la spesa corrente vi sarà l’avvicinamento alle elezioni municipali del 2008.
L’incremento del volume delle esportazioni, per il periodo 2008-09, sarà favorito dalla notevole
crescita della domanda proveniente dai Paesi asiatici emergenti e, in misura leggermente
minore, da quella dell’Unione Europea, a cui si va ad aggiungere una certa ripresa della
domanda USA nel 2009. L’aumento del volume dell’export, tuttavia, sarà inferiore
all’incremento di quello delle importazioni, che saranno sospinte dal forte tasso di cambio e
dalla considerevole domanda interna. Il contributo allo sviluppo economico da parte della
bilancia estera tornerà ad essere positivo nel 2009, ipotizzando un rallentamento della crescita
delle importazioni, pur rimanendo comunque significativa.
D’altra parte, il costante miglioramento delle condizioni di credito aiuterà l’incremento della
produzione agricola, mentre gli investimenti nelle infrastrutture e gli incentivi governativi per
l’edificazione di case favorirà l’attività edilizia. Anche l’andamento delle industrie estrattive,
inoltre, dovrebbe rimanere considerevole, grazie alla consistente domanda di materie prime
proveniente dai mercati asiatici in rapido sviluppo. Il comparto industriale brasiliano è in un
fase di cambiamenti strutturali nel contesto di una rivalutazione monetaria del Real. Le
industrie di beni capitali continueranno ad essere favorite dalla notevole domanda interna ed
estera e i maggiori investimenti aiuteranno alcune attività manifatturiere a lavoro intensivo,
ma diverse dovranno far fronte alla crescente competizione delle importazioni. Inoltre, una
recente momentanea carenza di gas nel mercato interno ha evidenziato il pericolo che limiti
infrastrutturali potrebbero frenare una eventuale forte ripresa dell’industria. Per quanto
riguarda i servizi, il comparto finanziario resterà una delle aree di maggiore crescita, in quanto
i minori tassi d’interesse e le maggiori entrate disponibili permetteranno ai diversi gruppi
finanziari di diversificare gli strumenti d’investimento.
L’inflazione annuale dei prezzi al consumo è rimasta stabile ad ottobre 2007, al 4,12%, vicino
alla media del 4,15% registratasi nell’anno precedente. La forza della moneta brasiliana sta
riducendo, comunque, le conseguenze sull’inflazione della notevole crescita della domanda
interna e delle pressioni sui prezzi alimentari. Secondo gli analisti, benché i crescenti costi dei
beni favoriranno pressioni al rialzo sui prezzi dei prodotti alimentari, tutto questo sarà
bilanciato dalla deflazione di altri beni. Comunque, si prevede un tasso, a fine 2007, al 4,1%,
mentre si attesterà al 4% a fine 2008 ed al 3,9% al termine del 2009.
Il Real brasiliano ha avuto un’ottima ripresa dopo un calo del 16%, ad Agosto 2007, dovuto ad
una turbolenza dei mercati finanziari internazionali e, nella prima decade di Novembre, si è
attestato a 1,74 BRL :US$1. Registrando un incremento, in termini nominali, del 17% rispetto
8
all’inizio dell’anno. La forza dei conti esteri, inoltre, sosterrà la moneta nel periodo 2008-09.
Malgrado si preveda un leggerissimo calo del surplus della bilancia delle partite correnti nel
2008 ed una lieve ripresa nel 2009, la sua diminuzione si attende sia relativamente graduale, a
causa della costante forza dei prezzi dei beni. Nonostante poi le ristrette condizioni nei mercati
finanziari internazionali causeranno ridotti afflussi nel conto capitale, i differenziali degli
interessi resteranno molto favorevoli e, di conseguenza, le attività del Paese rimarranno molto
attraenti per eventuali investitori stranieri. Al tempo stesso, gli afflussi degli Investimenti
Diretti Esteri (IDE) si prevede che rimangano considerevoli. A fine anno il Real dovrebbe essere
scambiato a 1,82 BRL :US$1, mentre per la fine del 2008 dovrebbe attestarsi a 2,02 BRL:US$1
e al termine del 2009 a 2,13 BRL :US$1, quindi con un leggero deprezzamento del 5,5%.
Eventuali fattori che potrebbero far mutare queste previsioni sono un rialzo, maggiore delle
attese, dei prezzi dei beni brasiliani esportati o un cambiamento del rating, a livello di
investimenti, del Paese, con un conseguente maggiore afflusso di quelli stranieri.
Nonostante un certo incremento nella spesa per le importazioni, il surplus commerciale è
rimasto consistente, attestandosi a 34,4 Mld $ nel periodo gennaio-ottobre 2007, rispetto,
invece, ai 38,2 Mld $ dello stesso periodo dello scorso anno. Infatti, i crescenti volumi delle
esportazioni, soprattutto beni primari, e l’aumento dei prezzi dei prodotti stanno riducendo
l’impatto negativo della crescita della spesa delle importazioni, incrementata di circa il 29,2%,
su base annua, nei primi dieci mesi dell’anno(quasi il doppio rispetto all’aumento, del 16%, dei
profitti delle esportazioni). Dati recenti confermano le previsioni fatte dagli analisti di un
surplus commerciale attorno ai 44 Mld $ per il 2007. Comunque, la considerevole crescita della
spesa delle importazioni favorirà un ampliamento del deficit del conto servizi e questo, a sua
volta, porterà ad una lieve diminuzione del deficit della bilancia delle partite correnti, atteso
allo 0,3% del PIL nel periodo 2008-09, rispetto all’1,3% del 2006 ed allo 0,7% del PIL nel
2007. Inoltre, il deficit del conto delle entrate, aumentato nettamente tra il 2004 ed il 2006,
sospinto dalle rimesse dei profitti, dovrebbe stabilizzarsi nel periodo 2008-09. Ipotizzando un
ulteriore modesto accumulo, nei prossimi mesi, di riserve monetarie estere, dopo un certo
incremento nel 2006, queste dovrebbero raggiungere i 177 Mld $ a fine 2007 ed i 235 Mld $
per fine 2009.
2007
2008
2009
Tasso di crescita reale del PIL (%)
4,7
4,5
4,1
Inflazione (%)
3,6
4,0
4,0
184,1
197,1
- 141,2
- 156,1
Esportazioni fob (miliardi US$)
162,8
Importazioni fob (miliardi US$)
- 118,7
Saldo (miliardi US$)
Tasso di cambio (BRL/€)
44,1
2,65
42,9
2,82
41,0
2,79
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report Novembre 2007
Settori produttivi
La regione del Sud–Est, una delle cinque “macro regioni” in cui è suddiviso il Brasile (Sud-Est,
Sud, Nord, Nord-Est, Centro-Occidentale), rappresenta la forza trainante dal punto di vista
economico. Essa è costituita da 4 stati (Espírito Santo, Minas Gerais, Rio de Janeiro e São
Paulo), ospita circa il 42% degli abitanti del Brasile e presenta il più alto grado di
urbanizzazione.
Lo Stato di San Paolo, in particolare, guida la produzione manifatturiera del Paese
contribuendo per oltre il 40% alla produzione industriale complessiva, fornendo circa il 35%
del totale dell’export totale brasiliano.
Altre attività industriali si sono sviluppate negli ultimi anni negli Stati di Minas Gerais
(automobili e acciaio), Bahia (petrolchimico, carta); Parana (automobili); Para (minerario e
alluminio); Rio Grande do Sul (petrolchimico); Espirito Santo (acciaio).
9
In grande ascesa è lo Stato di Minas Gerais, che si pone al secondo posto dopo San Paolo per il
volume di export totale e per il livello di competitività. Le produzioni prevalenti sono molto
varie: agricoltura (è considerato il granaio del Brasile), lattiero-caseario, bestiame, ma anche
minerario (primo nella produzione di minerali di ferro), manifatturiero (tessili, automobili con lo
stabilimento Fiat di Betim e Mercedes Benz nella città di Juiz de Fora), ma anche
telecomunicazioni e alta tecnologia (vi è una sede dell’impresa italiana TIM).
Dopo due trimestri dall’andamento deludente, l’industria ha ripreso un notevole passo nel
quarto trimestre 2006, con un tasso di crescita superiore al livello del PIL. L’agricoltura, dopo
quattro trimestri con tendenze altalenanti, ha registrato un andamento negativo a causa di
condizioni meteorologiche sfavorevoli alla fine dell’inverno. Confermando la tendenza degli
ultimi anni, il settore dei servizi ha registrato un trend modesto, parzialmente a causa della
stagnazione nel comparto delle comunicazioni, dopo diversi anni di crescita costante.
Contributo dei diversi settori alla formazione del PIL
Settore
2006
Agricoltura
8,0%
Industria
37,9%
Servizi
54,0%
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report Marzo 2007
Materie prime
Il Paese è dotato di numerosi giacimenti minerari tra i quali particolare rilievo hanno quelli di
ferro che rappresentano una delle riserve più importanti del mondo (85 miliardi di tonnellate).
Notevoli sono anche le riserve di altri minerali quali la bauxite (3.650 milioni di tonnellate), il
rame (2.700 milioni di tonnellate), il manganese (170 milioni di tonnellate), cisti bituminose
(per una produzione potenziale pari a 800 miliardi di barili di petrolio), stagno e nichel.
In America Latina, il Brasile occupa il terzo posto, dopo Venezuela e Messico, per le riserve di
petrolio, le quali, nel 2005, hanno raggiunto 11,8 miliardi di barili, l'equivalente dell'1% del
totale mondiale. Negli ultmi 10 anni il Brasile ha triplicato la produzione di petrolio, passando
da 650,000 barili al giorno a 1,68 milioni di barili al giorno nel 2005 ed è sulla strada di
divenire auto-sufficiente nel 2006.
Per quanto riguarda le riserve di gas naturale, al momento la produzione in media è di 357
miliardi di metri cubi al giorno. La maggior parte della produzione di petrolio greggio è offshore
in acque profonde ed ha una consistenza molto pesante. Oltre l'80% della produzione di
petrolio e quasi il 40% della produzione di gas naturale sono concentrate offshore nello stato di
Rio de Janeiro.
La Petrolio Brasileiro (Petrobràs), società a partecipazione pubblica le cui vendite nette pari a
circa 136 milioni di Real equivalgono al 7% del PIL brasiliano, è il principale investitore nel
Paese. Gli investimenti della Petrobràs sono stati circa 26 miliardi Real nel 2005 e sono previsti
ulteriori 38 miliardi nell’anno in corso. La società ha controbilanciato i deboli investimenti del
settore pubblico in generale, registrando la spesa in conto capitale maggiore degli altri
competitors internazionali. Il dato riflette la strategia di auto-sufficienza nella produzione di
petrolio grezzo intrapresa dal governo. Al momento la Petrobàs controlla il 90% della
produzione di petrolio brasiliana ed detiene il monopolio nel mercato della vendita all'ingrosso
dei derivati del petrolio. Possiede circa 1/3 degli oleodotti del Brasile e la distribuzione finale
del petrolio, come pure 11 raffinerie e più di 7,000 stazioni di servizio.
La Petrobàs prevede di investire circa 56 miliardi di dollari in nuovi progetti nel periodo 200610. Le due priorità saranno aumentare la capacità delle raffinerie e produrre gas naturale con
l'obiettivo di divenire auto-sufficiente.
Comunque, nel lungo periodo, la componente energetica della bilancia commerciale dovrebbe
sostenere maggiormente l’economia del Paese. Infatti, secondo l’Agenzia Internazionale per
10
l’Energia (IEA), i fornitori principali dei carburanti non di fonte OPEC, dal 2007-2012, saranno il
Brasile (grazie alla crescente produzione di etanolo) e poi Russia, Kazakistan, Canada e Angola
e che compenseranno la riduzione dell’offerta da parte di Messico, Gran Bretagna e Norvegia.
Inoltre, a Novembre 2007, le autorità brasiliane hanno annunciato la scoperta di un
considerevole pozzo petrolifero presso Santos, che potrebbe far aumentare le riserve totali del
Paese di 14,4 Mld di barili, quindi tra il 40% ed il 55%. Se i dati saranno confermati, questo
farebbe diventare il Brasile, tra il medio ed il lungo periodo, tra i maggiori esportatori di
petrolio del mondo.
In questi ultimi anni si sta intensificando sempre più nel Paese l’uso di energia proveniente da
fonti rinnovabili o, comunque, non ottenuta dal petrolio, tra cui l’alcool derivato dalla canna da
zucchero (etanolo). Secondo dati delle autorità, a metà 2007, in Brasile le fonti di energia
rinnovabile rappresentano il 45% di quelle totali, rispetto alla media mondiale del 14%.
La foresta, che ricopre il 40% del Paese, è un’altra importante fonte di reddito. Rilevante infine
il potenziale idroelettrico del paese (con una produzione pari attualmente a 50.687 MW).
Agricoltura
Il settore agricolo, compreso allevamento, silvicoltura e pesca, contribuisce per l’8,4% del PIL
occupando il 25% della forza-lavoro e contribuendo per il 35% alle esportazioni del Paese.
Le risorse agricole brasiliane sono ingenti e alcune produzioni mantengono posizioni di rilievo
nell’ambito mondiale come quella del caffè (primo produttore mondiale con l’85% di
produzione della varietà arabica), soia e canna da zucchero (produzioni di cui il Paese è il
secondo esportatore mondiale), cacao, manioca, granoturco, riso e frutta.
La produzione agricola non è sfruttata a pieno, in quanto solo in minima parte vengono
utilizzate tecniche avanzate per la coltivazione (selezione delle sementi, rotazione delle colture,
fertilizzanti e nuove tecnologie) e la meccanizzazione è limitatamente diffusa (fino a poco
tempo fa introdotta solo nello Stato di San Paolo, Parana e Rio Grande do Sul).
Sebbene il Brasile sia uno dei Paesi più importanti nel commercio dei prodotti agricoli, la
mancanza di sostegno governativo sia di finanziamento che di interventi per la risoluzione dei
conflitti tra proprietari terrieri e lavoratori, ne inibisce il potenziale sviluppo.
Negli ultimi anni il settore agricolo ha ottenuto una buona performance. I prezzi più alti del
grano nei mercati internazionali probabilmente incoraggeranno i produttori agricoli ad
aumentarne la produzione il prossimo anno. Inoltre ci si aspetta che la canna di zucchero vada
particolarmente bene, riflettendo la recente crescita delle esportazioni di etanolo negli Stati
Uniti.
Nel maggio 2006, il governo ha stanziato 60 miliardi di Real quale assistenza per fronteggiare
le difficoltà finanziarie dei produttori agricoli. I fondi sono destinati alle produzioni 2005-07,
rifinanziando debiti e alleviando situazioni di carenza di liquidità. Il pacchetto include anche
garanzie per un prezzo minimo di vendita.
Nonostante l’andamento del quarto trimestre 2006 sia stato influenzato dalle sfavorevoli
condizioni meteorologiche (che hanno colpito la produzione di grano, nel Sud del Paese), la
produzione agricola globale ha registrato una ripresa, dopo il calo iniziato a fine 2004 e che ha
limitato notevolmente la crescita per tutto il 2005. La produzione di canna da zucchero,
granturco e caffè sono state considerevoli per il 2006 e le prospettive per il raccolto 2007 sono
molto positive. Inoltre, i maggiori prezzi per il granturco, la soia e il grano indurranno un
ampliamento dell’area coltivata dedicata a questi raccolti. La domanda di canna da zucchero,
poi, proveniente dall’industria per la lavorazione dei prodotti, è rilevante, anche in seguito ai
considerevoli investimenti eseguiti nei mesi precedenti. La crescente produzione di etanolo
causerà un incremento della domanda di granturco. La produzione di quest’ultimo, secondo le
stime dell’istituto brasiliano di statistica (IBGE), registrerà una forte crescita a spese dei
raccolti più tradizionali quali il riso, il sorgo e la manioca. Comunque, la produzione di
granturco è diffusa nel Paese e controllata, per la maggior parte, da piccole aziende agricole e
la sua espansione non inciderà sulla produzione di soia, dominata da grandi gruppi.
Quest’ultima si prevede in aumento dell’8%, nel 2007. Due fattori esterni, che incideranno in
maniera rilevante sull’agricoltura brasiliana, saranno l’evoluzione dei prezzi internazionali del
11
grano ed il livello di riduzione a cui sarà sottoposta la produzione di soia ovunque, ma
soprattutto negli USA, a favore del granturco. Dopo il calo registrato nel periodo 2005/06, i
prezzi della soia si prevedono, nel 2007, in ripresa, con un incremento dell’8% circa. Al tempo
stesso, però, saranno importanti i risultati delle trattative con gli USA, riguardo l’accesso dei
produttori brasiliani nel mercato americano dell’etanolo.
L’allevamento avicolo (con oltre 683 milioni di capi) e quello dei bovini (con oltre 158 milioni di
capi) sono fra i più grandi del mondo. Di eguale importanza gli allevamenti dei suini (35,1
milioni di capi), degli ovini (18,4 milioni di capi) e dei caprini (10,9 milioni di capi).
Benché in calo rispetto alla quantità record del terzo trimestre 2006, le esportazioni di carne
sono rimaste considerevoli nel quarto. Le restrizioni commerciali sono state eliminate,
nonostante voci della diffusione di nuove epidemie (soprattutto afta epizootica). I prezzi del
bestiame nel mercato interno sono minori rispetto a quelli dei mercati internazionali e questo
riflette l’aspettativa che l’eccedenza di offerta continui, anche in presenza di una forte crescita
delle esportazioni. Con i prezzi del cibo per animali in crescita ovunque, il bestiame brasiliano
potrebbe essere molto competitivo sui mercati globali, fornendo l’opportunità per un’ulteriore
crescita delle esportazioni.
Produzione agricola (tonnellate)
2005
2006
Var.%
Canna da zucchero
422.9
456.0
7,8
Soia
51.1
52.4
2.4
Mais
35.1
42.1
20,0
Manioca
25.7
27.6
7,1
Arance
17.9
18.0
1,0
Riso
13.2
11.5
- 13,0
Fagioli
3.0
3.4
12,1
Caffè
2.1
2.6
21,5
Grano
4.7
2.3
- 51,4
Sorgo
1.5
1.5
1,2
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report Dicembre 2006
Industria
L’industria brasiliana contribuisce per circa il 40% alla formazione del PIL ed occupa il 25%
della forza lavoro.
I siti industriali sono concentrati nella regione sud-orientale ed in particolare a San Paolo
(manifatturiero), Bahia (industria petrolchimica e della carta), Parana (automobilistica), Para
(minerario e acciaio) e Minas Gerais (acciaio e industria automobilistica).
I settori considerati di maggiore importanza dai più recenti piani di sviluppo, sono quello agroalimentare e quello minerario e energetico.
L’industria brasiliana è la più avanzata fra i Paesi dell’America Latina. I comparti più importanti
sono quello chimico e chimico-farmaceutico, agro-alimentare, tessile ed abbigliamento,
metallurgico, macchine e apparecchi elettrici ed elettronici e per telecomunicazioni, calzature,
ferro, stagno, cemento, gomma e carta.
In linea generale, le conseguenze dell’apertura del Paese ai mercati esteri, avviata all’inizio
degli anni Novanta, sono state positive, soprattutto per quanto riguarda la produzione di beni
di consumo, grazie all’importazione a prezzi più favorevoli di beni capitali e componenti.
Notevole importanza riveste il comparto dei mezzi di trasporto che vede il Brasile al 10° posto
tra i produttori mondiali di autovetture. Il mercato è diviso tra quattro grandi produttori:
Volkswagen, Ford, General Motors e Fiat. Il giro d’affari del settore raggiunge il 10% del PIL e
l'industria impiega 100,000 persone in circa 50 fabbriche distribuite nei sette Stati. Il settore
automobilistico brasiliano beneficia non solo di una mirata protezione tariffaria, ma anche di
concessioni fiscali e termini preferenziali per finanziare gli acquisti delle automobili. I produttori
12
nazionali sono anche avvantaggiati da misure fiscali speciali, previste per incoraggiare le
piccole automobili e quelli che utilizzano carburante alternativo (etanolo e gas). Il Brasile ha,
inoltre, una vasta industria di componenti automobilistiche ed è una base di esportazione
regionale.
L’importanza dell’industria brasiliana è confermata dai successi conseguiti nel settore
dell’aeronautica, dove è riuscita ad ottenere una parte consistente del mercato dell’aviazione
mondiale.
L’ampliamento dell’attività industriale, nel quarto trimestre 2006, ha riscontrato diverse
tendenze tra i vari settori. La produzione di beni di consumo, soprattutto beni di consumo non
durevoli, ha registrato un andamento negativo a causa dell’impennata nelle importazioni.
Deludente è stato anche l’andamento dei beni intermedi. Un notevole incremento si è avuto,
invece, nella produzione di beni capitali spinti dalla forte richiesta, sia interna che estera, di
beni capitali agricoli e di attrezzature di trasporto per l’industria edile. Queste diverse tendenze
nella crescita della produzione industriale indicano un possibile cambiamento nella struttura
dell’industria manifatturiera del Paese. Benché la forza nel tasso di cambio è utile alla robusta
crescita delle industrie a capitale intensivo (attraendo forti investimenti), esso ha contribuito
alla contrazione delle attività ad alta intensità di lavoro. Comunque, l’andamento per il 2007 si
prevede positivo, anche per i beni di consumo, ipotizzando che continui lo slancio positivo nelle
vendite al minuto.
Mentre le industrie a capitale intensivo sono emerse come uno dei settori più vitali
dell’economia brasiliana, anche grazie ai recenti investimenti di cui hanno beneficiato,
l’apprezzamento del Real brasiliano di questi anni, tuttavia, ha pesato sulla competitività di
diversi comparti a lavoro intensivo. Infatti, a metà del 2007, è stato dato il via libera da parte
del Mercosur (il mercato comune sudamericano) agli aumenti delle tariffe delle importazioni
brasiliane, dal 20% al 35%, su calzature e prodotti tessili, che sono soprattutto di origine
asiatica.
Importante risulta il settore dell’alta tecnologia, un’attività particolarmente sostenuta dallo
Stato e legata principalmente alla produzione per il settore dell’aeronautica e delle
telecomunicazioni.
Il settore alimentare, nel suo complesso, presenta un fatturato di circa 60 miliardi di Dollari. Si
tratta di un’industria efficiente, in grado di produrre prodotti di basso prezzo con standard di
qualità abbastanza elevati.
Altra tendenza da rilevare in questo comparto è la capacità di offrire prodotti similari a quelli
importati, con prezzi più bassi, una tendenza che colpisce in modo particolare anche il “Made in
Italy”.
Servizi
Il comparto contribuisce per il 51,6% alla formazione del PIL e registra per l’anno in corso una
crescita del 3,2%.
Infrastrutture
Il sistema dei trasporti risulta, nel complesso, ben sviluppato negli stati industrializzati del sud
del Paese, mentre maggiori investimenti sono necessari negli stati più poveri del nord. Il
Governo brasiliano ha programmato di investire circa 87 miliardi di dollari in progetti
infrastrutturali per il periodo 2004-2007.
Le reti di comunicazione del Paese risultano tendenzialmente inadeguate rispetto allo sviluppo
dell’economia di questi ultimi anni con una evidente deficienza per il trasporto merci. In
generale, le reti di comunicazione sono soddisfacenti nella fascia costiera e tendono a diradarsi
progressivamente verso l’interno. L’inadeguatezza del sistema dei trasporti in generale, e dei
servizi portuali in particolare, ha penalizzato la competitività internazionale del Brasile
impedendo lo sviluppo delle sue reali potenzialità economiche.
La rete ferroviaria è poco sviluppata e il sistema è per la maggior parte obsoleto: si estende
infatti per circa 30.000 Km, dei quali solo 2.150 elettrificati. La rete stradale si estende per
1.670.000 km di cui solo il 12,5% è asfaltata.
13
Il nuovo governo ha indicato il rinnovo e l’espansione delle infrastrutture di trasporto come una
delle priorità della propria azione. Nella prima fase del programma per il rilancio delle linee di
trasporto il governo ha avviato il Piano Nazionale per il rafforzamento delle ferrovie,
raggiungendo un accordo con compagnie private che investiranno 1,2 miliardi di BRL (370
milioni di US$), mentre lo Stato riserverà 600 milioni di BRL per migliorare la rete urbana.
Il trasporto aereo è molto sviluppato e collega tutte le principali città brasiliane (circa 150).
Esistono 10 aeroporti internazionali dei quali i principali sono a San Paolo (4 aeroporti), Rio De
Janeiro, Brasilia, Recife, Salvador.
L’aviazione civile rimane in difficoltà. La combinazione di fattori quali il deprezzamento e la
bassa crescita economica hanno bloccato le principali compagnie aeree del Brasile e hanno
costretto la Transbrasil alla bancarotta all’inizio del 2002. Al fine di evitare altri fallimenti, nel
settembre 2002 è stato approvato un pacchetto di misure di emergenza per un valore di 1
miliardo di BRL, includendo una serie di esenzioni fiscali temporanee, l’introduzione delle
importazioni libere da dazio per componenti critiche, la cancellazione di parte del debito nei
confronti del governo federale e la riduzione dei limiti per la copertura assicurativa.
Nel febbraio 2003, dopo l’annuncio di una fusione tra due delle maggiori compagnie aeree, la
Varig e la TAM, le due società hanno iniziato a dividersi i voli e ad integrare le operazioni. La
fusione, tuttavia, dopo aver cominciato a registrare dei ritardi, in seguito a problemi di
gestione
dell’operazione
all’interno
della
Varig,
è
definitivamente
fallita.
Comunque, la compagnia Varig, ex leader del comparto aereo nazionale, dopo aver rischiato la
bancarotta nel 2006, è stata rilevata, nel Marzo 2007, dall’altra compagnia concorrente Gol.
Quest’ultima è riuscita ad espandersi notevolmente, diventando il secondo maggiore operatore
interno del Paese. Nei primi cinque mesi del 2007, la metà dei voli nazionali è stata coperta
dalla TAM, il 39% dalla Gol ed il 4,5% dalla Varig. A livello di rotte internazionali, la TAM ha
sfruttato il declino della Varig, raggiungendo la quota del 65% di mercato, seguita dalla Gol
con il 16,2%. Quest’ultima, tuttavia, potrebbe espandersi ulteriormente, ricevendo le rotte
estere precedentemente usate dalla Varig.
Il Paese dispone di numerosi porti, di cui 57 attrezzati. Tra i principali Santos, Rio De Janeiro,
Belem, Porto Alegre, Macapà, Sao Sebastiso, Paranagua, Salvador, Recife. Vi sono 50.000 km
di vie navigabili interne con trasporti fluviali che collegano gli Stati di San Paolo, Minas Gerais,
Paranà e Mato Grosso do Sul.
La produzione di energia elettrica deriva principalmente dallo sfruttamento delle centrali
idroelettriche. La crisi che nella prima metà del 2001 ha interessato il settore dell’energia
idroelettrica, la cui produzione è stata limitata da un livello particolarmente basso di
precipitazioni, ha indotto il Governo a formulare una revisione della propria politica in questo
campo.
L’industria elettrica è penalizzata da un’insufficiente capacità di distribuzione e da inadeguati
investimenti negli impianti di generazione. Il problema della fornitura di elettricità risulta
maggiore nelle regioni densamente popolate del Nord-Est e del Sud-Est. I piani di espansione
della fornitura di elettricità dovrebbero essere sufficienti per soddisfare la domanda nei
prossimi tre anni qualora l’aumento delle richieste si presentasse modesto, mentre se la
crescita si dovesse rivelare più rapida, o se ci fossero ritardi nell’implementazione degli
investimenti, si presenterebbe il rischio di una mancanza di potenza elettrica adeguata. A
causa dei vincoli fiscali ora imposti dal governo federale, è improbabile che fondi pubblici
aggiuntivi possano essere disponibili per risolvere il problema.
Nel dicembre 2003 il governo ha presentato la propria proposta per un nuovo schema di
regolamentazione del settore elettrico. Gli obiettivi perseguiti sono l’aumento dell’affidabilità
delle centrali, il contenimento degli aumenti tariffari e la diffusione di un accesso universale
all’energia elettrica.
Con l’avvio del PAC (Programma di Accelerazione della Crescita) era prevista la realizzazione di
diversi grandi progetti, tra cui la costruzione di nuovi impianti idroelettrici. Tuttavia, la loro
costruzione stanno subendo un rallentamento a causa del ritardo dell’emissione delle licenze
ambientali richieste per la realizzazione di questi impianti per la produzione di energia elettrica.
Inoltre, il programma nucleare, tenuto fermo per oltre 20 anni, è stato ripreso, con il
14
completamento di un nuovo reattore programmato per il 2013. Entro il 2030, invece, si
prevede la costruzione da quattro ad otto nuovi impianti nucleari.
Il governo ha inoltre presentato una nuova proposta di regolamentazione del sistema idrico e
fognario per risolvere le dispute tra stato e municipalità circa la responsabilità per
l’assegnazione di concessioni nelle regioni metropolitane. E’ prevista la creazione di un sistema
nazionale di fognatura che includerà un’agenzia federale per la supervisione delle normative
locali e la risoluzione di conflitti.
Al fine di incoraggiare gli investimenti privati nelle infrastrutture, in particolare nel trasporto e
nel settore fognario, il governo sta elaborando un progetto di legge per regolare le partnership
tra pubblico e privato (PPP), a livello federale, statale e municipale. Il progetto assegna priorità
alle suddette partnership nelle assegnazioni dei pagamenti e opera per garantire che le stesse
partnership non siano utilizzate semplicemente per aggirare le restrizioni fiscali imposte dalla
normativa sulla responsabilità fiscale.
Turismo
Secondo i dati dell'Associaçao Brasileira de Industria de Hotéis, associazione degli hotels
brasiliana, il turismo incide per un 3,5% del PIL. Tale settore ha iniziato ad espendersi
rapidamente dal 2003 e le maggiori catene di alberghi stanno facendo sostanziali investimenti
per espandere e e migliorarne la capacità. Comunque l'industria rimane relativamente
sottosviluppata e la percentuale di turismo internazionale è bassa rispetto alla grandezza ed
alla popolazione del Paese.
Secondo i dati recentemente pubblicati dalla Banca Centrale, l'anno 2006 è stato molto
vantaggioso per tale settore: nel periodo gennaio-novembre ha guadagnato 3,916 miliardi di
dollari.
Il World Travel and Tourism Council, un forum sui viaggi, ha stimato che viaggi e turismo, nel
2005, hanno impiegato 2,5 milioni di persone, ovvero il 3% della forza-lavoro.
L'amministrazione salita al potere nel 2003 ha dato priorità allo sviluppo del mercato del
turismo, sia nazionale che internazionale, creando un Ministero del Turismo. La promozione del
turismo ufficiale è assegnata a due corpi di sviluppo, Embratur e Fenactur.
Le principali categorie turistiche sono il turismo balneare, l'ecoturismo, il turismo delle città
associato al carnevle, e sta crescendo anche l'interesse di investitori internazionali per i parchi
attrezzati per determinate attività. Rio de Janeiro è la destinazione più famosa, ma anche altre
città, come Florionopolis, stanno diventando importanti località turistiche, mentre il nord-est
attrae soprattutto catene internazionali.
Secondo dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo il Brasile dispone di oltre 400.000 postiletto nella sua infrastruttura alberghiera. L’afflusso turistico è aumentato negli ultimi anni con
una forte presenza europea (oltre il 25%), mentre la maggior parte proviene dal Centro e dal
Sud America, dagli Stati Uniti e dal Canada. Sempre secondo dati OMT il mercato turistico
brasiliano rappresenta il 56% del mercato sud-americano, mentre è solo l’1,3% del mercato
turistico mondiale. Questo dimostra come, nonostante le numerose attrazioni turistiche offerte
dal Paese, l’industria turistica sia ancora di piccole dimensioni.
Privatizzazioni
Gran parte del programma di privatizzazione è ormai compiuto, sebbene nel corso del 2000 si
sia avuto un certo rallentamento del processo.
Tale rallentamento è stato determinato principalmente da impedimenti legali relativi alla
cessione di alcune delle principali aziende elettriche del Paese. Tra le operazioni di maggior
rilievo, la vendita della Banca Banestado e della Banca Banespa di San Paolo.
Investimenti esteri
Nel quadro della politica di liberalizzazione e di incentivazione degli investimenti esteri, la
formazione di società a capitale estero è molto incoraggiata. La disciplina normativa degli
investimenti stranieri in Brasile è regolata dalla legge 4131 del 3 settembre 1962, Lei de
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Capitais Estrangeiros, modificata dalla legge 4390 del 29 agosto 1964 e regolamentata dal
decreto 55762 e successive modificazioni.
Ai sensi della legge brasiliana sono considerati investimenti stranieri: i conferimenti in denaro,
le risorse finanziarie e ogni altro bene introdotti in Brasile da soggetti stranieri e destinati alla
produzione di beni o alla fornitura di servizi. Gli investitori stranieri possono essere sia persone
giuridiche che fisiche. L'investimento straniero in Brasile può assumere le vesti di investimento
diretto oppure indiretto, nonché di prestito internazionale, finanziamento esterno o leasing
internazionale.
La legislazione brasiliana non prevede limitazioni all’entrata di capitale straniero nel Paese e
alle quote di partecipazione in società riconosciute dalla legislazione stessa, che comunque
possono anche essere costituite esclusivamente da soci stranieri. In base a tali norme sono
compresi nel concetto di capitale straniero i beni, le macchine e le attrezzature e gli impianti
entrati in Brasile, franco valuta, destinati alla produzione di beni o servizi, come pure i fondi
finanziari e monetari, introdotti nel paese, per l’utilizzo in attività economiche, purché in
entrambi i casi, appartengano a persone fisiche e giuridiche residenti, domiciliate o con sede
all’estero.
I capitali esteri devono indirizzarsi ad attività economiche, sia come partecipazione diretta
nella produzione di beni e servizi che come prestiti e finanziamenti alle suddette attività. Sono
vietate discriminazioni nei confronti del capitale estero, ad eccezione dei campi previsti
espressamente dalla legge. Ai sensi della Costituzione Federale Brasiliana, le restrizioni agli
investimenti stranieri si possono sintetizzare come di seguito:
- la partecipazione di capitale straniero è vietata nelle seguenti attività: energia nucleare;
sanità; proprietà e amministrazione di giornali, riviste e altre pubblicazioni; proprietà di
aree rurali e di attività commerciali in zone di frontiera; industria della pesca; servizio delle
poste e telegrafi; concessione di linee aeree interne e industria aerospaziali;
- restrizioni esistono inoltre agli investimenti stranieri in istituzioni finanziarie e società di
assicurazioni;
- l’investimento straniero nel mercato interno dei titoli e dei valori mobiliari è limitato ai
seguenti mezzi: società di investimento; fondi di investimento; portafogli amministrati da
persone fisiche/giuridiche residenti all’estero o da investitori istituzionali stranieri.
A seguito della modifica della Costituzione Federale del 1995 il Brasile ha aperto alla
partecipazione straniera diversi settori precedentemente preclusi: petrolifero, elettrico,
trasporti infrastrutture portuali e telecomunicazioni.
Gli utili e i dividendi, derivanti da capitale di rischio regolarmente registrato presso la Banca
Centrale e canalizzato tramite un’impresa locale, possono essere rimessi in qualsiasi momento,
dopo essere stati assoggettati a tassazione (per l’Italia, in virtù del Trattato sulla doppia
imposizione concluso con il governo brasiliano, il livello di imposizione è pari al 15%). Nel caso
in cui si decida per il reinvestimento, occorrerà registrarli come capitale straniero (con la
stessa procedura prevista per l`investimento iniziale).
Incentivi sono previsti per:
- società che investono in settori ad elevata priorità come: agroindustria, attrezzature
ospedaliere e sanitarie, metallurgia, costruzioni navali, chimica fine, carta, pesca,
riforestazione e turismo;
- società che investono in settori ad alta priorità localizzati nelle zone meno sviluppate del
paese (Bahia, Pernambuco, Maranhão, Alagoas, Parà, Amazonas, Roraima). Tali incentivi
sono di carattere prevalentemente fiscale (esenzione delle tasse federali sugli utili,
riduzione su scala delle tasse statali e municipali sulle vendite, sulla proprietà ed altre);
- imprese che investono nella R&S: sono accordate riduzioni fiscali dell`8% dell’IPI (imposta
sulla produzione industriale) ed è permesso detrarre il 50% dell’ammontare
dell’investimento dal reddito imponibile. L’ente ministeriale Finep concede fondi per progetti
di ricerca nelle biotecnologie, scienze ambientali, tecnologia mineraria;
- companhias de capital aberto, in cui lo stock di capitale è distribuito in modo molto esteso:
tale soluzione è stata scelta in passato da molte società locali e da alcune imprese straniere
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per venire incontro al desiderio del governo di stimolare la crescita e l’allargamento del
mercato dei capitali, attraverso l’azionariato diffuso. Il principale vantaggio di questo tipo di
società è la parziale o totale esenzione dalla ritenuta alla fonte delle tasse sui profitti
redistribuiti.
Agevolazioni fiscali ed incentivi sono inoltre concessi sia dalle autorità dei singoli Stati sia, a
livello locale, dai sindaci (prefeitos), attraverso l`approvazione di specifiche norme comunali.
Nel 2005 il governo per compensare il rafforzamento del Real e gli alti tassi di interesse che
hanno colpito le esportazioni, ha promesso nuove esenzioni fiscali per gli investimenti in
capitale da parte di imprese che esportano almeno l’80% della loro produzione.
L’effetto è calcolato in modo da ridurre dell’11% i costi di capitale per gli investitori. Sebbene
le misure siano state ben accettate dagli investitori, le stesse hanno aggiunto complessità al
sistema fiscale brasiliano.
Esiste l'obbligo di registrare l'investimento straniero presso la Banca Centrale Brasiliana
(BACEN – Banco do Brasil), ai sensi dell'articolo 3 della Legge 4.131/62. La registrazione
consente, alle condizioni di legge, di potere rimpatriare, ogni qual volta si ritenga necessario, il
capitale in valuta. Secondo le nuove disposizioni in materia, per la registrazione degli
investimenti è sufficiente depositare una semplice dichiarazione presso la BACEN entro 30
giorni dall'arrivo degli investimenti stessi in Brasile. La registrazione avverrà nella valuta di
origine dell'investimento.
Sono sottoposte a registrazione obbligatoria presso la BACEN anche i contratti stipulati con
fornitori e finanziatori non residenti in Brasile a titolo di trasferimento di tecnologia, licenza
d'uso o cessione di marchio, licenza di sfruttamento di brevetti, franchising, ecc. Inoltre, sono
sottoposte alla registrazione obbligatoria presso la BACEN, l'acquisto di beni all'estero con
pagamenti dilazionati di oltre 360 giorni e altri tipi di operazioni di finanziamento. La
registrazione avviene tramite un sistema molto semplice, via internet, denominato SISBACEN RDE.
Esiste la possibilità di convertire in investimenti stranieri i crediti ottenuti all'estero (a seguito
di importazioni, finanziamenti, ecc.). Qualora le operazioni di finanziamento estero siano state
registrate presso la Banca Centrale Brasiliana, attraverso una semplice procedura possono
essere convertite in partecipazioni societarie in società brasiliane, le quali saranno considerate
alla stregua di investimento estero. Qualora, invece, i crediti non siano stati registrati presso la
BACEN dovrà essere eseguita una procedura di autorizzazione specifica a cura di quest'ultima.
Non ci sono restrizioni al trasferimento degli utili all'estero. Inoltre, gli utili e i dividendi
distribuiti dopo il 1996 non sono sottoposti a tassazione. Il Brasile ha stipulato Accordi
Internazionali per evitare la doppia tassazione con i seguenti Paesi: Germania, Argentina,
Austria, Belgio, Canada, Cina, Corea del Sud, Danimarca, Equatore, Spagna, Filippine,
Finlandia, Francia, Olanda, Unghia, India, Italia (in vigore dal 1981), Giappone, Lussemburgo,
Norvegia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Svezia.
Gli utili ottenuti dagli investimenti stranieri, regolarmente registrati, possono essere
liberamente reinvestiti in Brasile, sia nelle stesse società che li hanno distribuiti, sia in altre
società. Il suddetto reinvestimento sarà considerato alla stregua di investimento straniero.
Il rimpatrio dell'investimento straniero, regolarmente registrato, non è sottoposto a restrizioni
di nessun genere. Trattandosi di partecipazione in società, esso può avvenire tramite la
cessione della partecipazione a terzi oppure tramite la liquidazione della società che ha
ricevuto l'investimento straniero. Non è prevista nessuna tassazione sull'investimento
rimpatriato. Il trasferimento all'estero può avvenire nella stessa valuta nella quale
l'investimento è stato registrato presso la BACEN.
Le partecipazioni straniere in Brasile possono essere liberamente cedute anche all'estero,
senza oneri tributari in Brasile ed indipendentemente dal prezzo corrisposto per la cessione. E'
tuttavia
necessario
procedere
immediatamente
alla
modifica
della
registrazione
dell'investimento presso la Banca Centrale, in modo da legittimare il nuovo investitore
straniero. La procedura è semplice e segue un percorso simile a quello per la registrazione
dell'investimento iniziale, per via informatica (SISBACEN).
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Gli investimenti realizzati tramite conversione di crediti esteri sono soggetti all’autorizzazione
preliminare della Banca Centrale e l’impresa brasiliana ha 30 giorni di tempo per richiedere la
registrazione presso la Banca Centrale.
Gli investimenti effettuati tramite importazione di beni senza copertura cambiaria sono
sottoposti all’approvazione preliminare della Banca Centrale e del Dipartimento del Commercio
Estero del Banco do Brasil.
I beni, le macchine o equipaggiamenti devono, per legge, essere destinati alla produzione di
beni e prestazione di servizi, e tra questi quelli che godono di benefici fiscali, non devono
essere già prodotti all’interno del paese.
Per quanto riguarda gli Investimenti Diretti Esteri del Paese, sono stati nel passato in
tendenziale riduzione in quasi tutti i settori. La composizione degli IDE è leggermente mutata
con appena una piccola quota relativa al settore primario (agricoltura, settore minerario e
petrolifero) nonostante lo sviluppo di tali risorse e la recente crescita nelle esportazioni.
I progressi circa le riforme economiche e il più basso spread applicato al debito di Stato
sovrano hanno aiutato a rilanciare gli IDE e i flussi di medio e lungo termine.
Benché gli Investimenti Diretti Esteri in entrata fossero rilevanti nel quarto trimestre 2006, gli
IDE netti sono stati negativi, con l’acquisizione, da 13,2 Mld $, della Inco (società estrattiva
canadese) da parte della Companhia Vale do Rio Doce (CVRD) nell’Ottobre 2006, che ha dato il
via ad un flusso di IDE in uscita. Tuttavia, i dati sono di difficile lettura, in quanto una quota
crescente di IDE in entrata sono composti da transazioni finanziarie. Comunque, come nelle
partite correnti, è probabile che i flussi di capitale, sia in entrata che in uscita, dovrebbero
continuare ad aumentare notevolmente.
Con la recente acquisizione dell’istituto Banco Real da parte della spagnola Santander, si è
creato un grande gruppo bancario da 278 Mld BRL, che può fare concorrenza alle due maggiori
banche private del Paese, Bradesco ed Itaù. La banca Santander ha acquisito il Banco Real
dall’istituto olandese ABN Amro.
Per quanto riguarda gli Investimenti Diretti Esteri (IDE), il loro afflusso è stato notevole,
attestandosi a 20,8 Mld $, soltanto nei primi sei mesi del 2007, prevedendosi, di conseguenza,
per fine 2007, il raggiungimento di una cifra record.
Tuttavia, si tratta di un dato che, comparato alle potenzialità del Paese, potrebbe incrementarsi
maggiormente, che risente sia del forte incremento del Real nei confronti del Dollaro USA e
dell’Euro, sia della sostanziale mancanza di un quadro giuridico adeguato di tutela degli
investitori esteri, sia delle complessità burocratiche per realizzare l’investimento e, infine, della
competitività di diversi Stati asiatici, soprattutto India, Cina e Russia.
Inoltre, gli investimenti brasiliani all’estero sono risultati superiori agli investimenti stranieri in
Brasile. Tutto ciò dimostra come in alcuni settori, come il minerario e il siderurgico, le aziende
brasiliane stiano entrando a pieno titolo nel processo di globalizzazione, acquisendo unità
produttive in altri Stati, tuttavia questi dati mostrano altresì che, nonostante l’evidente
potenziale del Brasile, le difficoltà su indicate fanno orientare gli investimenti esteri verso altri
Paesi o aree.
Il Brasile ha recentemente ratificato la Convenzione di New York del 1958 sul riconoscimento e
l’esecuzione dei lodi arbitrali stranieri, ma non la Convenzione di Washington del 1965 sulla
risoluzione delle controversie tra Stati legate ad operazioni di investimento.
Zone franche
Notevoli facilitazioni sono offerte agli investimenti effettuati nella Zona franca di Manaus
(ZFM), in Amazzonia, la più grande dell’America Latina ed in cui sono attive oltre 400 società.
La ZFM creata e regolata dalla Legge n.3.173 del 06/06/1957 e dal Decreto Legge n. 288 del
28/02/1967, è amministrata dalla "Superintendencia da Zona Franca de Manaus" - SUFRAMA.
Si tratta di un'area di libero commercio e importazione alla quale sono riconosciuti dei privilegi
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fiscali. Lo scopo principale è quello di promuovere la formazione di centri industriali,
commerciali ed agricoli in Amazzonia, in modo da consentire lo sviluppo economico dell'area.
Gli incentivi fiscali speciali per la ZFM, per disposizione costituzionale, sono stati prorogati fino
al 2013.
In linea generale, sono preferiti gli investimenti esteri che danno luogo a joint-venture con la
partecipazione di capitale locale. In particolare, sono esenti da dazi di importazione e
dall’Imposta sui Prodotti Industrializzati (IPI) le merci straniere che entrano nella zona franca
di Manaus destinate a:
- consumo interno;
- industrializzazione a qualsiasi grado;
- pesca ed agro-zootecnica;
- installazione ed operazione di industrie e servizi di qualsiasi natura;
- magazzinaggio per l’esportazione.
Sono previste inoltre altre forme di incentivazione per le imprese quali:
- esenzione dai dazi di importazione per i prodotti destinati ad essere consumati nella ZFM;
- riduzione dei dazi sui prodotti industrializzati nella ZFM esportati verso Paesi terzi;
- esenzione dall'imposta sui prodotti industrializzati (IPI), altrimenti applicabile sulla merce
straniera destinata al consumo all'industrializzazione nella ZFM, nonché sulle merci
prodotte nella ZFM e destinate al consumo nella propria ZFM, così come all'export;
- esenzione dall’imposta sul reddito per 10 anni per le iniziative approvate dalla SUDAM
(Soprintendenza allo Sviluppo dell’Amazzonia);
- accesso alle risorse finanziarie del FINAM (Fondo Investimenti Regione Amazzonica);
- restituzione della parte variabile dell’ICMS per iniziative industriali approvate dalla
segreteria di Economia e Finanze dello Stato di Amazonas;
- esenzione o riduzione dell’imposta sui servizi per le imprese che prestano servizi i cui
progetti sono stati approvati dal governo Municipale di Manus;
- concessione di lotti industriali dotati di infrastrutture complete a prezzi simbolici.
Le imprese i cui progetti sono stati approvati dal SUDAM hanno inoltre a disposizione risorse
finanziarie provenienti dai fondi di Investimento in Amazzonia per la formazione del capitale.
Le imprese, inoltre, possono fruire della concessione di terreni industriali e delle relative
infrastrutture.
L'imprenditore che vuole operare nella ZFM deve presentare al SUFRAMA il relativo progetto
industriale. Condizione essenziale per l'approvazione è che l'attività abbia natura
prevalentemente produttiva, in quanto risultano scoraggiate le attività di semplice
assemblaggio.
Nel 1992 il governo ha autorizzato la creazione di Zone per la libera esportazione (ZPEs). Le
ZPEs possono essere create dagli Stati e dalle municipalità competenti con l’obiettivo di ridurre
le differenze fra regione e regione e per un ulteriore sviluppo del Brasile. Importazioni ed
esportazioni da parte di società che operano nelle ZPEs sono esenti dalla tassa di importazione,
IPI, dai contributi sociali (Cofins), dalle imposte sulle operazioni finanziarie, dall’imposta sul
reddito e da altre imposte minori. Le ZPE attualmente funzionanti sono: Araguaia (Stato di
Tocantins); Imbituba (Santa Caterina); Rio Grande (Rio Grande do Sul); Teofilo (Minas
Gerais).
Normativa societaria
La legge prevede per lo svolgimento di attività imprenditoriali le seguenti forme societarie:
-
Società per quote a responsabilità limitata (Societade por Cuotas de Responsabilitade
Limitada) che può essere di natura commerciale o civile. Per la sua costituzione sono
necessarie due persone, fisiche o giuridiche, e almeno uno dei soci (o rappresentanti)
devono essere residenti in Brasile. Nello statuto devono essere contenute le disposizioni
relative ai diritti di voto, ai poteri amministrativi e al trasferimento delle quote del capitale.
Esso deve essere registrato presso la "Junta Comercial". Al termine di questa procedura la
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società riceverà anche il numero di iscrizione al Cadasto Geral de Contribuintes,
equivalente al codice fiscale italiano.
La società può essere amministrata dai soci e lo statuto deve indicare quali tra i soci
saranno i direttori. Senza tale indicazione, tutti i soci saranno ritenuti responsabili della
società. I rappresentanti legali saranno ritenuti personalmente responsabili delle azioni
pregiudizievoli per la società e delle infrazioni della legge. Non sono previste assemblee
annuali, libri di registro, e pubblicazione dello statuto. Non è obbligatorio stabilire dividendi
minimi da distribuire ai partecipanti al capitale.
-
Società anonima (SOCIEDADE ANONIMA - S.A.) disciplinata dalla legge n. 6.404 del 15
dicembre 1976, e successive modifiche (l'ultima è quella della legge n. 10.303, del 31
ottobre 2001), la quale detta una disciplina molto simile a quella delle S.p.A. italiane prima
della recente riforma del diritto societario italiano.
Il capitale della società dovrà essere diviso in azioni, e la responsabilità degli azionisti si
limita al capitale sottoscritto. Gli azionisti dovranno essere almeno due, anche se la legge
permette, a una società con capitale brasiliano o estero, di costituire una società anonima
in cui sia essa stessa l`unica azionista, denominata sussidiaria integrale. La società può
essere chiusa o aperta in relazione alla ammissione dei valori mobiliari da essa emessi alla
negoziazione in borsa. Non è previsto alcun limite relativo al capitale minimo, se non in casi
particolari (p.e. enti finanziari, trading companies). E` prevista la fissazione di un dividendo
minimo da distribuire alla fine di ogni esercizio. Le S.A. possono costituirsi per
sottoscrizione pubblica o privata. La costituzione mediante sottoscrizione privata richiede la
formalità dell'atto pubblico notarile.
-
Società civile (SOCIEDADE CIVIL) è caratterizzata dalla natura dei suoi obbiettivi, non
commerciali né industriali. L’atto costitutivo deve essere registrato presso il Registro Civile
delle Persone giuridiche, e non presso la Junta Commercial, presentando i seguenti
documenti:
o contratto o atto costitutivo o statuto sociale, sottoscritti dai soci fondatori;
o copia autenticata dei documenti di identificazione dei soci;
o procura legalizzata dei soci residenti o con sede all’estero;
o pubblicazione dell’atto costitutivo nella stampa ufficiale e visto da parte di un
avvocato.
La società civile adotta generalmente la forma di società a responsabilità limitata. E’ adatta
alla costituzione di holding, alla prestazione di servizi, all’attività agricola e di allevamento
di bestiame ed anche per il trasferimento di know-how e per l’assistenza tecnica. Inoltre, si
presta per attività di beneficenza, mediche, educative, studi di ingegneria, legali ed altri.
Attualmente la società civile non gode dei vantaggi fiscali in rapporto alle società
commerciali. Tuttavia, per la sua semplicità di organizzazione viene preferita, soprattutto
dagli investitori stranieri che hanno interesse ad installare società per prestazioni di servizi
di consulenza, ingegneria ed altri.
-
Filiale - le imprese straniere potranno operare direttamente in Brasile, tramite filiali. E`
necessaria a tal fine una autorizzazione mediante Decreto del Presidente della Repubblica,
la cui domanda deve essere presentata al Departemento Nacional de Registro de Comércio
(DNRC) corredata della seguente documentazione:
o prova che la società richiedente è legalmente costituita nel proprio Paese di origine;
o copia integrale dei suoi atti costitutivi;
o lista completa dei suoi azionisti, con i loro nomi, professione, domicilio ed il numero
di azioni possedute;
o copia del verbale dell’assemblea generale degli azionisti che ha autorizzato la
società ad operare in Brasile con potere di accettare le condizioni imposte dal
decreto di autorizzazione;
o prova di una nomina di un rappresentante permanente della società in Brasile con
potere di accettare le condizioni imposte dal decreto di autorizzazione;
o copia dell’ultimo bilancio della casa madre della società.
Sono previste per questa tipologia di impresa maggiori imposte sul reddito e l’impossibilità
di detrarre le spese pagate o accreditate alla casa madre a titolo di assistenza tecnica e
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amministrativa. I bilanci dovranno essere pubblicati e registrati come per le società
anonime.
-
Joint venture - per la cui costituzione è necessario che le parti redigano e stipulano un
"contratto quadro" e una serie di "accordi satellite" che nel complesso definiscono l’ambito
di attuazione della joint venture. Quindi il contratto quadro è la vera e propria joint
venture, in esso le parti collocheranno il modello legale della società che intendono
adottare, i tipi di contributi che ciascun socio verserà all’impresa, i tipi di preferenze che
ciascuno intende assicurarsi, il modo di costituzione degli organi direttivi, la ripartizione dei
poteri, la durata del contratto, la regolamentazione del diritto di ritirarsi di ciascuna parte
ecc. Una volta terminata la fase contrattuale le parti passeranno alla realizzazione del
progetto comune tramite la costituzione di una società per azioni.
Mercato del lavoro
La Costituzione del 1988 ha fissato a 44 le ore lavorative settimanali. Le ore di straordinario
sono pagate il 150% della paga base.
Il Presidente della Repubblica Federale del Brasile con la Medida Provvisoria n.362 del
29.03.2007, ha disposto che dal 1° di aprile 2007, il Salario minimo passi da Reais-R$ 350,00
a Reais-R$ 380,00.
Esistono comunque sostanziali differenze tra gli Stati per quanto riguarda il livello di
retribuzioni: i lavoratori di San Paolo percepiscono in media un salario sei volte maggiore
rispetto al livello minimo.
Il tasso di disoccupazione è elevato, sebbene in via di riduzione. Il numero di disoccupati nei
primi mesi del 2006 è stato del 10,4% della forza lavoro, in riduzione rispetto il 13,1% del
2004. C'è però da notare che circa il 25% della popolazione economicamente attiva non
possiede un’occupazione, mentre il 50% dei disoccupati del Paese sono giovani al di sotto dei
24 anni che hanno terminato la scuola superiore, e soltanto il 31% della forza lavoro presta la
propria opera nel rispetto dei diritti previdenziali e utilizzando il libretto del lavoro.
L’aumento dell’occupazione è imputabile sia alla ripresa del settore agricolo che alla
regolarizzazione dei lavoratori già occupati.
Ci sono città come Salvador, Recife e Fortaleza in cui la disoccupazione colpisce addirittura il
65% della popolazione attiva.
La forte crescita dell’occupazione del terzo trimestre 2006 è continuata anche nel quarto,
sebbene il tasso di disoccupazione si è attestato all’8,4% a fine 2006, livello simile di fine
2005. Mentre in precedenza era il principale traino per crescita di lavoro, l’occupazione
industriale adesso ha iniziato a perdere terreno a causa dell’aumento della competitività delle
importazioni in diverse industrie ad alta intensità di lavoro. Il commercio, invece, risulta essere
il settore che ha evidenziato la crescita occupazionale più forte nella seconda parte del 2006 e
si prospetta continuare anche nei primi mesi del 2007. Comunque, diverse altre aree risultano
economicamente dinamiche, come quella dell’industria dell’etanolo che, grazie agli immensi
investimenti accordati nella prima metà del 2006, stanno fornendo lavoro. Tuttavia, la
disoccupazione registra livelli alti, soprattutto tra i maschi, dai 15 ai 25 anni.
La media del salario industriale è salita a 363 US$ mensili nel mese di marzo 2005, registrando
un incremento di appena l’1,7% su base annua. Altri dati ministeriali indicano invece un
aumento del 6,2% del numero di occupati a tempo pieno. Inoltre sono in previsione 558.000
nuovi posti di lavoro nel settore pubblico. L’aumento salariale nei primi mesi del 2006 indica un
incremento del 3% rispetto al 2005; ma dopo il forte aumento del secondo trimestre i salari
reali si sono arrestati di nuovo nel terzo trimestre.
Dopo questa pausa, i redditi hanno registrato una certa ripresa nel quarto. A Dicembre, i
redditi medi sono cresciuti del 2,5% rispetto a Settembre. L’aumento maggiore si è registrato
tra i lavoratori autonomi, soprattutto a San Paolo e Belo Horizonte. Inoltre, l’ottimo andamento
delle vendite al minuto ha spinto in alto i redditi dei commercianti specializzati. Diversi
elementi suggeriscono che i lavoratori a più alto reddito stanno usufruendo di maggior potere
di contrattazione, a causa della mancanza di lavoratori specializzati in vari settori, soprattutto
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nella Information Technology. D’altronde, con fattori demografici che causano un ampliamento
della popolazione in età da lavoro, i lavori meno qualificati rimangono numerosi. Di
conseguenza, non si prevede, al momento, un aumento dei livelli salariali.
Il tasso di disoccupazione, a Settembre 2007, si è attestato al 9%, secondo l’istituto nazionale
di statistica IBGE, rispetto al 9,5% di Agosto. Nonostante questa tendenza al ribasso, i salari
medi sono rimasti stabili rispetto ad Agosto e lievemente inferiori ai livelli tradizionali nel
secondo trimestre. Per i lavoratori del comparto privato i salari medi reali sono diminuiti dello
0,4% a Settembre. I profitti derivati dalla produttività nel settore manifatturiero evidenziano
che il comparto ha richiesto un modesto numero di nuovi occupati, che ha favorito questa
tendenza. La maggior parte della crescita delle entrate è dovuta ai lavoratori autonomi,
soprattutto nell’edilizia. Nonostante, poi, è diffusa una certa carenza di lavoratori qualificati in
settori come quello finanziario o dell’ingegneria civile, i datori di lavoro sono riusciti ad
assumere nuovi lavoratori con salari stabili, riducendo così il rischio di una crescita-spirale di
salari e prezzi.
Generalmente, i salari sono liberamente contrattati con il datore di lavoro. I lavoratori hanno
diritto ad un periodo di ferie retribuite di 30 giorni all’anno, al pagamento della tredicesima
mensilità (che può però assumere la forma di “benefit” di vario genere), a quindici giorni di
malattia, quattro mesi di maternità. Il contributo sociale è pari al 20% e deve essere versato
all’ “Instituto Nacional do Seguro Social - INSS “, generalmente la parte di contributi sociali a
carico del lavoratore è del 7,8 - 11%. Il pensionamento avviene a partire dai 60 anni, con 35
anni di contributi versati per gli uomini (55 anni e 30 anni di contributi per le donne).
I lavoratori, sia brasiliani che stranieri devono ottenere dal Ministero del Lavoro un libretto del
lavoro. Per i lavoratori stranieri, è previsto che si possa richiedere un visto “temporaneo” per
due anni o un visto “speciale” per permanenze superiori ai 180 giorni, oppure un visto
permanente per periodi superiori ai 4 anni. La richiesta va indirizzata al Ministero del Lavoro
dal datore di lavoro straniero, accompagnata da documentazione comprendente, tra l’altro:
contratto di lavoro e modulo di richiesta, nel quale è necessario anche il motivo della scelta di
un dipendente straniero, ad esempio per mancanza di manodopera qualificata in loco e il
salario che sarà percepito.
Il lavoro part-time è regolato dalla Legge 9601 del gennaio 1998
Le organizzazioni sindacali brasiliane, altamente politicizzate, sono riunite in tre grandi
federazioni: la CGT - Confederazione Generale dei Lavoratori - e la Forza Sindacale sono di
orientamento politico moderato; la CUT - Centrale Unica dei Lavoratori - è legata al partito dei
Lavoratori PT.
La riforma costituzionale del sistema sociale è stata approvata l’11 dicembre 2003. Le nuove
disposizioni prevedono:
- per gli ex impiegati statali già in pensione (e loro vedovi) sarà applicata un’imposta
dell’11% sulle entrate pensionistiche superiori a 1.440 Real mensili, nel caso di impiegati a
livello federale, e superiori a 1.200 Real mensili, nel caso di impiegati a livello statale
comunale;
- per gli attuali impiegati statali, i benefit pensionistici sono fissati a 17.800 Real mensili, la
più alta parcella mensile di un giudice della Corte Suprema. Pensioni superiori a 2.400 Real
mensili saranno tassate all’11%. I vedovi di impiegati stati riceveranno la pensione
completa fino a 2.400 Real mensili più il 70% dell’ammontare superiore ai 2.400 Real;
- per i nuovi impiegati statali, il valore della loro pensione sarà basato sui contributi versati
durante la loro vita lavorativa, fino ad un importo massimo di 2.400 Real mensili.
Inoltre, la riforma prevede la costituzione, da parte dei governatori all’interno del loro stato, di
un tetto massimo salariale per gli impiegati pubblici.
Sono in fase di approvazione norme transitorie sull’età minima pensionabile con pieno salario.
La formula proposta prevede che per ciascun anno lavorato oltre i 35 anni per gli uomini e i 30
anni per le donne, è dedotto un anno dalla nuova età minima di pensionamento di 60 anni per
gli uomini e i 55 anni per le donne.
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Costi industriali
Carburanti
Benzina verde 2,51 BRL/litro
Diesel 1,81 BRL/litro
Carburante fatto con alcool 1,18 BRL/litro
Disciplina doganale
Il regime doganale in Brasile è regolamentato dal decreto n. 4.543/02 (dall’art 306 al 334)
entrato in vigore all’inizio del 2003, ma anche da accordi regionali ed internazionali al quale il
paese partecipa.
Per quanto riguarda gli accordi regionali, il Brasile fa parte dell’Associazione Latino Americana
di Integrazione (ALADI) creata nel 1980 con il trattato di Montevideo, che prevede tariffe
preferenziali fra gli stati membri. Fanno parte dell’ALADI: l’Argentina, la Bolivia, il Brasile, la
Colombia, il Cile, l’Ecuador, il Messico, il Paraguay, il Perù, l’Uruguay e il Venezuela.
Il più importante accordo regionale cui partecipa il Brasile è tuttavia il Mercosur (Mercato
Comune del Sud) costituito nel 1991 con il Trattato di Asuncion insieme all’Argentina,
all’Uruguay e al Paraguay; che fissa un programma di riduzioni periodiche delle tariffe doganali
per arrivare alla creazione di un mercato comune per la libera circolazione dei beni, operativo a
partire dal gennaio 1995. Questo significa integrare in un solo mercato 200 milioni di
consumatori che rappresentano il 75% della produzione dell’America Latina.
Per gli accordi di natura internazionale, dal gennaio 1995 il Brasile è membro del WTO (World
Trade Organisation).
Dal luglio 1988 è in vigore in Brasile il sistema armonizzato di descrizione e codificazione delle
merci.
Dal 1 gennaio 1995 il Brasile adotta per le importazioni provenienti dai paesi terzi la tariffa
doganale comune ai paesi del Mercosur (TEC - Tarifa Externa Comun), che copre circa l’85%
delle merci. Le aliquote, calcolate in base al valore Cif delle merci, sono comprese tra 0 e 31%
(più nel dettaglio, dal 2 al 23% in media per i beni di consumo, 16,5% per i beni capitali, 35%
per le automobili), l’aliquota media adottata in Brasile è del 17%). Come per altri paesi
aderenti al Mercosur, il Brasile ha temporaneamente sospeso nel corso del 1995 l’applicazione
delle aliquote doganali su alcuni prodotti. E’ il caso di un centinaio di beni strumentali durevoli,
l’elenco comprende tra gli altri autoveicoli da turismo e per il trasporto delle persone,
motociclette, biciclette, ventilatori da tavolo e da soffitto, apparecchi di radiofonia riceventi.
L’autorità Governativa responsabile per la materia doganale è il Dipartimento degli interni
(COSIT) del Ministero delle Finanze.
Gli importatori in Brasile devono tener presente che tra gli oneri aggiuntivi vi sono da
considerare le seguenti tasse e diritti doganali:
- tassa per il rinnovamento della Marina Mercantile corrispondente al 25% del costo del
trasporto marittimo;
- tassa sindacale del 2,2% del valore cif delle merci
- tassa di intermediazione dell’1% del valore cif;
- tassa di magazzino dell’1% sulle tasse d’importazione;
- tasse addizionali di porto pari al 3% del valore cif;
- altri diritti doganali minori.
Per la circolazione delle merci importate è inoltre necessario pagare le seguenti imposte:
-
IPI (Imposto sobre Productos Industrializados) imposta sui prodotti industriali che varia
dallo 0 a 15% a seconda del prodotto ed è fissata sul valore cif delle merci più le tariffe (la
maggior parte dei prodotti di origine agricola ne è esente).
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-
ICMS (Imposto sobre a Circulacao de Mercadorias e Servicos) imposta sulla circolazione
delle merci (determinata autonomamente dagli Stati brasiliani) che varia dal 7% al 18% ed
è fissata sul valore risultante dalla somma del valore cif più la tariffa IPI.
La maggioranza delle importazioni destinate al Brasile richiede una licenza d’importazione - il
cui rilascio è garantito entro 5 giorni - che deve essere richiesta dall’importatore brasiliano
all’organismo SECEX (Secretariat of Foreign Trade) presentando o la fattura pro-forma o un
prezzario delle merci fornito dall’esportatore. Nonostante siano state eliminate la maggior
parte delle proibizioni alle importazioni, sussistono ancora controlli speciali (imbarcazioni da
diporto di valore superiore ai 3.500 US$) e proibizioni per macchinari e merci usate. Esistono
delle deroghe per le macchine usate che risultano non competitive con i macchinari prodotti nel
Paese e per quelle introdotte nel Paese attraverso la zona franca di Manaus.
Per la spedizione della merce (per via marittima o pacco postale) è necessario presentare una
serie di documenti:
- Fattura commerciale, 3 copie, preferibilmente in portoghese o inglese;
- Certificato d’origine;
- Certificati d’origine e d’analisi (necessario per il vino);
- Dichiarazione consolare per gli alcolici, ad eccezione dei vini e dei loro derivati. Dovrà
essere firmato dal produttore e dall’importatore e convalidata dal consolato brasiliano nel
Paese d’origine della merce;
- Certificato di non-contaminazione radioattiva, per latte e carne proveniente dalla UE,
rilasciato dalla direzione dipartimentale dei servizi veterinari;
- Certificato di assicurazione. La spedizione deve essere assicurata da compagnie nazionali o
estere con sede in Brasile;
- Licenza d’importazione.
Per la spedizione via aerea, è necessario presentare un lettera di vettura aerea, in 4 esemplari.
In materia di normativa sui prodotti, in Brasile l’elaborazione di standard sulla qualità è affidata
al Conselho de Metrologia (Conmetro).
Norme specifiche, infine, riguardano l`etichettatura dei prodotti farmaceutici e dei prodotti
alimentari. Questi ultimi, sotto sottoposti alle norme sull’etichettatura previste dal Decreto
n°42 del 14 gennaio 1998 e dal regolamento tecnico ivi compreso.
Il Brasile adotta delle multe molto severe per la violazione dei regolamenti doganali che
ricadono anche sull’impresa esportatrice. Ad esempio per l’assenza del permesso
d’importazione la multa può arrivare al valore cif delle merci.
L’importazione di alcuni prodotti è inoltre soggetta a controllo sanitario e ad una registrazione
preventiva (prodotti farmaceutici e cosmetici). Anche per l’importazione di prodotti della pesca
è necessario contattare il Ministero della Sanità.
Per quanto riguarda le importazioni di prodotti alimentari, l’organo competente è l’Ispettorato
alla Sanità (Vigilancia Sanitaria), cui spetta l’applicazione di regolamenti emanati dal Ministero
della Salute e da quello della Zootecnia. Per alcuni prodotti agroalimentari di origine estera, è
previsto un registro presso l’organo competente (Ispettorato sanitario del Ministero
dell’agricoltura), è il caso dei distillati, dei formaggi e dei salumi. Altri prodotti (dalla pasta, ai
prodotti da forno, al riso, ai sughi) devono invece unicamente compilare un apposito
formulario. Esigenze di registrazione riguardano anche i prodotti di origine animale, tale
procedura deve però essere preceduta da una “abilitazione” per i produttori stranieri che
intendono esportare in Brasile, l’autorità competente in questo caso è il Dipartimento di
Ispezione di Prodotti di origine Animale – DIPOA – presso il Ministero dell’agricoltura e
zootecnia.
E’ bene segnalare che alcuni prodotti alimentari italiani, di origine animale, non possono essere
importati in Brasile: si tratta del parmigiano reggiano e del salame. I motivi sono legati al
sistema di maturazione del formaggio, nel caso del parmigiano avviene infatti su scaffali di
legno e non di acciaio inossidabile o altro materiale non contaminante, e alla diffusione di una
peste suina nel 2000 a Bari, che spinge a vietare le importazioni di prodotti suini con
maturazione inferiore ai 10 mesi.
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In Brasile esiste l’importazione temporanea, la quale permette l’introduzione di beni sul
territorio brasiliano per una durata determinata e senza tassazione. Questo regime permette
così l’esenzione delle tasse e delle imposte che normalmente vengono applicate ad una
importazione classica (imposta all’importazione, imposta sui prodotti industrializzati, imposta
sulla circolazione delle merci e dei servizi). L’ammissione temporanea è consentita per una
durata di un anno, rinnovabile una sola volta e per la stessa durata. Allo stesso tempo in alcuni
casi speciali, può essere accordata una nuova proroga, ma in un limite massimo di cinque anni.
Per poter beneficiare di questo regime la merce deve soddisfare le seguenti condizioni:
- i beni devono essere utilizzati esclusivamente per i fini dichiarati ed entro un periodo
determinato;
- l’esportatore deve riempire una dichiarazione di responsabilità relativa ai suoi obblighi
fiscali;
- i beni devono essere chiaramente identificabili;
- il carattere temporaneo dell’importazione deve poter essere provato;
- l’importazione deve essere realizzata senza pagamento;
- i beni devono essere compatibili con gli obiettivi per i quali sono importati.
I beni importati senza imposta sono:
- i beni destinati a esposizioni o fiere commerciali o industriali, o destinati ai congressi o agli
avvenimenti scientifici o tecnici;
- i campioni con valore commerciale e le collezioni dei rappresentanti commerciali;
- i beni che richiedono di essere montati, restaurati o riparati;
- i beni destinati all’esercizio di una attività professionale temporanea di un soggetto non
residente;
- le macchine, strumenti, apparecchiature e strumenti destinati ad esposizioni;
- i beni destinati alla riproduzione di opere audiovisive;
- i beni destinati a spettacoli o ad esposizioni artistiche o culturali;
- i beni destinati ad una assistenza tecnica su dei prodotti importati e sotto garanzia.
Tutte le merci in entrata in Brasile – a titolo definitivo o provvisorio – sono soggette alle
procedure di sdoganamento (despacho aduaneiro de importaçao). Le procedure sono volte alla
verifica della conformità dei beni in base alle dichiarazioni dell’importatore e nel rispetto delle
esigenze previste dalla legge.
Il documento di base per effettuare un’operazione di sdoganamento è la dichiarazione di
importazione e deve essere registrato nella banca dati SISCOMEX (sistema informatico di
registrazione delle procedure di importazione ed esportazione) all’arrivo della merce.
In base alle informazioni raccolte dall’ispezione doganale e presenti nella dichiarazione di
importazione le merci sono, poi, indirizzate verso uno delle seguenti procedure di
sdoganamento:
- canale verde: sdoganamento automatico della merce (viene emesso il certificato di
importazione e la merce rimessa all’importatore);
- canale giallo: viene effettuato un esame dettagliato dei documenti di accompagnamento;
- canale rosso: le autorità doganali procedono ad un esame documentario e alla verifica
fisica della merce;
- canale grigio: oltre all’esame documentario e fisico, le autorità controllano il valore
doganale effettivo della merce. Il controllo avviene in conformità con l’articolo VII del GATT
sulle stime doganali. In questo caso il controllo può durare fino a 120 giorni;
- canale blu: uno stock prioritario di merci viene orientato in via preferenziale – ma non
automatica- verso il canale verde.
Nonostante l’adeguamento agli standard internazionali, in Brasile sono presenti ancora
numerose tasse e imposte all’import e perdurano alcune pratiche discriminatorie: i distributori
di prodotti cosmetici importati, per esempio, sono soggetti all’imposta sui prodotti industriali
(IPI) contrariamente ai distributori di prodotti cosmetici (e non) locali.
Sono messi in discussione alcuni ostacoli non tariffari all’import, quali il sistema di licenze di
importazione (in uscita nel prossimo numero).
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Il 2 gennaio 1997 è entrato in funzione il SISCOMEX, sistema informatico di registrazione delle
procedure di importazione ed esportazione. Da allora, le informazioni relative alle operazioni di
import in Brasile sono eseguite e registrate nel sistema dall’importatore.
Le importazioni sono classificate in due categorie:
- Licenza automatica: non necessita l’ottenimento da parte dell’importatore di
un’autorizzazione prima dell’imbarco. La dichiarazione di importazione (DI) si presenta al
momento dello sdoganamento. La DI comprende un insieme di informazioni generali
concernenti l’operazione di importazione e informazioni dettagliate sulle merci importate.
Le informazioni sono raccolte e inserite dall’importatore stesso o dal suo rappresentante
legale all’interno del sistema informatico.
- Licenza non automatica: è necessario comunicare prima dell’imbarco tutte le procedure di
importazione attraverso il sistema informatico. Le informazioni sono analizzate dagli organi
brasiliani competenti. Solo dopo l’ottenimento della licenza di importazione, le merci
possono essere imbarcate. Sia la licenza che la dichiarazione (DI) devono essere
presentate in dogana. Una volta concessa la licenza, l’esportatore dispone di 60 giorni per
imbarcare la merce. La reale difficoltà consiste nel fatto che dal settembre 1998 non sono
state pubblicate le liste con i prodotti soggetti a licenza non automatico. È pertanto
opportuno consultare il SISCOMEX prima di imbarcare merci destinate al Brasile per sapere
di quale tipologia di licenza necessitano per effettuare le operazioni di import.
Deve essere indirizzata una domanda di entrata temporanea all’ispettorato delle dogane
(Inspector da Alfândega), precisando i motivi della domanda, la durata del soggiorno, e la data
di partenza. All’arrivo della merce, il rappresentante nel Brasile dovrà compilare la
dichiarazione semplificata di importazione (DSI) e presentarla alla Receita Federal (Esattoria
federale) del porto o aeroporto di sbarco della merce. Se la merce si identifica come bagaglio
del passeggero, occorre compilare una dichiarazione del contenuto dei bagagli.
La Receita Federal compila una dichiarazione di responsabilità che deve firmare l’importatore e
nella quale è indicato l’importo delle cauzione da versare, sia sotto forma di una garanzia
bancaria, sia sotto forma di un deposito in moneta da presentare alla Receita Federal.
In Brasile è possibile operare in regime di Drawback, considerato dalla normativa brasiliana
come una procedura di incentivo all’esportazione, utilizzabile al momento delle operazioni di
importazione. Il principio di base è quello di importare delle materie prime, prodotti semilavorati o altri beni in franchigia delle imposte, con la riserva che siano impiegati nel processo
di produzione sul mercato locale e che i prodotti finiti siano destinati ad essere riesportati.
Questo permette di ridurre il costo di un prodotto “fabbricato in Brasile” in rapporto ai prodotti
concorrenti sui mercati esteri e di sviluppare l’industria nazionale.
La procedura che può essere concessa a qualsiasi industria che impieghi prodotti importati che
entrano nella composizione di un bene destinato all’esportazione. Sono beneficiari di questo
regime:
- le materie prime, prodotti semilavorati o finiti, imballaggi (dal momento che apportano un
valore aggiunto al prodotto imballato o (dal momento che apportano un valore aggiunto al
prodotto imballato o condizionato) impiegati nella fabbricazione di una merce destinata ad
essere esportata;
- pezzi, parti, apparecchi, di una macchina, di un veicolo o di una struttura destinato
all’esportazione (incluso il materiale utilizzato);
- gli animali destinati all’abbattimento prima della r-esportazione;
- le materie e altri prodotti che, sebbene non integrino il prodotto esportato, sono utilizzati
per la produzione di merci componenti brasiliane che sono servite alla fabbricazione di un
prodotto esportato sotto riserva del rispetto delle condizioni che giustificano la concessione
del regime di drawback di esenzione illustrata di seguito). Per poter beneficiare del regime
di drawback, le merci importate devono rispettare il seguente criterio: il prodotto finito
destinato ad essere riesportato e prodotto localmente con l’inserimento di merci entrate in
regime di drawback, deve presentare un plusvalore di almeno il 40% in rapporto al valore
dei componenti importati.
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In base al regime previsto per la tassa industriale (Entreposto Industrial sob contrôle
informatizado – RECOF) è permesso ad una unità industriale di importare, in sospensione delle
tasse, le merci che entrano a far parte nella composizione di prodotti destinati all’esportazione.
A differenza del drawback, si tratta non di effettuare una domanda per ciascuna operazione di
importazione ma di trasformare il sito industriale stesso in zona doganale secondaria. La
domanda è da rivolgersi al Secretaria da Receita Federal (SFR) della circoscrizione. Una volta
accordato questo regime di autorizzazione ad operare, l’azienda in oggetto può in pratica
importare liberamente dalle materie prime, sotto assemblate e componenti in franchigia di
tassa, essendo inteso che tutto o la maggioranza dei prodotti fabbricati sul luogo saranno in
seguito esportati.
L’importazione ed il processo industriale restano sotto controllo doganali della Receita Federal.
Alla fine del processo di commercializzazione il bilancio non è indirizzato a determinare le merci
messe in circolazione sul mercato interno e quelle che hanno effettivamente esportato. In
seguito a questo bilancio, l’impresa pagherà le tasse dovute (II, IPI, ecc.) a titolo delle merci
importate che saranno state impiegate nella fabbricazione di beni venduti localmente. Questo
regime è concesso per un periodo limitato (in genere 5 anni) nel quadro di un permesso
sottoscritto dal Ministerio da Fazenda, sulle istruzioni del dossier dall’SFR e della Commissione
per la politica doganale.
Solo alcune grandi imprese internazionali istallate nel Brasile sono ricorse e beneficiano di
questo regime(Kodak, Caterpillar, IBM ecc. )
Questo regime non può essere sottoscritto che da imprese dei seguenti settori: informatica e
telecomunicazioni, semi-conduttori e componenti di alta tecnologia per l’informatica e
telecomunicazioni, aeronautica ed automobile.
L’apprezzamento del Real brasiliano di questi anni ha pesato sulla competitività di diversi
comparti commerciali a lavoro intensivo. Infatti, a metà del 2007, è stato dato il via libera da
parte del Mercosur (il Mercato Comune del Sud) agli aumenti delle tariffe delle importazioni
brasiliane, dal 20% al 35%, su calzature e prodotti tessili, che sono soprattutto di origine
asiatica.
Sistema fiscale
Il sistema fiscale in vigore in Brasile prevede la compresenza di 58 differenti tipologie di
imposte e tasse. La legge fondamentale è il «Còdigo Tributàrio Nacional» del 1966, integrata
da disposizioni particolari. Dal gennaio 1996 la legislazione tributaria è stata modificata e le
persone giuridiche sono tassate in base al principio dell'universalità.
Contrariamente all’Unione europea in cui vige un sistema VAT unificato, il Brasile possiede
differenti imposte indirette che sono imposte a vari tassi dai governi federali, statali e
municipali. La competitività industriale risulta danneggiata da questo sistema di imposizione
fiscale a cascata. Il nuovo governo dovrà quindi a breve affrontare l’intero sistema fiscale del
Paese al fine di semplificarlo.
La Costituzione ripartisce il potere impositivo su tre livelli: federale, statale e municipale.
Competenze Federali
- Imposte sui redditi delle persone fisiche e giuridiche
- Imposta sui Prodotti Industriali
- Imposte sulle Operazioni Finanziarie
Competenze statali
- Successioni e donazioni
- Distribuzione e commercializzazione dei beni e dei servizi
- Possesso di automobili e autoveicoli
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Competenze municipali
- Imposte sulle proprietà immobiliari
- Vendita al dettaglio dei combustibili liquidi e benzina
- Servizi in genere
In aggiunta il sistema fiscale brasiliano comprende numerose forme di contribuzione sociale e
prestiti forzosi.
L’aliquota dell’imposta sul reddito delle persone giuridiche è del 15%, con un’ulteriore aliquota
del 10% per i redditi superiori ai 240 000 BRL annui. I redditi delle persone giuridiche sono
inoltre soggetti al pagamento di un’imposta di contributo sociale (CSLL) pari al 9% degli utili
netti. Tale imposta è stata ridotta nel 1999 dal 12 al 9% ma non è più detraibile, misura che
ha in effetti innalzato l’aliquota sulle persone giuridiche al 34% (15% sul reddito della società,
più tassa addizionale del 10% più imposta sociale del 9%). Altre imposte che incidono sul
fatturato sono:
- Contributo per il Programma di Integrazione sociale (PIS): 0,65% del fatturato lordo.
- Contributo per il finanziamento della sicurezza sociale (COFINS): 3% del fatturato (non
applicabile ai prodotti esportati).
Per le persone fisiche l’imposta sul reddito è progressiva, con aliquote che variano dal 15%
(fino a 10.800 Real) al 25% (oltre i 21.600 Real).
Inoltre, le imprese operanti in Brasile (ivi compresi gli Istituti di Credito) sono tenute al
pagamento della Contribuzione Sociale sul Guadagno Lordo (CSSL). La base imponibile per
questo contributo è calcolata sugli utili lordi dichiarati ai fini dell'imposta sui redditi. La base
per il calcolo del CSSL è soggetta al principio della universalità, ovverosia, i redditi e i ricavi
esteri delle società brasiliane concorrono a formare la base imponibile del CSSL. Dal 1 febbraio
2000 al 31 dicembre 2002, l'aliquota del CSSL è stata pari al 9%; oggi è pari all'8%. La CSSL
non è detraibile ai fini del calcolo del Imposta sui redditi.
Per effetto della convenzione sui dividendi, royalties ed interessi corrisposti ai residenti in
Italia, si applica su queste voci la seguente ritenuta d’imposta:
- Dividendi: 15%
- Royalties: 15% (per i marchi di fabbrica e di commercio il 25%)
- Interessi corrisposti: 15%
L’imposta federale sui prodotti industriali riguarda molti prodotti manufatti sia importati che
nazionali e deve essere pagata dall’importatore al momento dello sdoganamento oppure, nel
caso di prodotti nazionali, dal produttore al momento della vendita. Le aliquote variano da 0 a
15%, con un’aliquota media pari al 10%. Il pagamento dell’IPI per materie prime, semilavorati
o materiale di imballaggio permette di ricevere un credito d’imposta e una compensazione su
operazioni successive.
L’ I.C.M., imposta sulla circolazione di beni e servizi, simile all’IVA, varia da Stato a Stato ed è
applicata ad ogni passaggio della vendita, dal produttore al consumatore finale. Le aliquote
variano dal 7 al 18% e sono applicate sia ai prodotti nazionali che ai beni importati.
L’imposta sui servizi ISS ha carattere municipale e grava su tutti i tipi di servizi prestati da
imprese o da liberi professionisti, con aliquote che variano dal 0,5% al 10%.
L'imposta sulle operazioni finanziarie (IOF) è un'imposta federale dovuta per le seguenti
attività:
- operazioni di credito erogate dalle istituzioni finanziarie;
- operazioni di cambio;
- operazioni su valori mobiliari, nelle ipotesi di intervento di istituzioni autorizzate ad operare
nel mercato di titoli e valori;
- mutui.
L'aliquota dell'IOF varia in funzione della natura dell'operazione e subisce frequente variazione.
Il nuovo governo intende promuovere un’ampia riforma fiscale di tipo strutturale nel Paese. Il
30 aprile 2003 è stata presentata al Congresso la prima parte di tale riforma, riservandosi di
esaminare i cambiamenti più controversi più avanti.
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L’attuale proposta di riforma prevede:
- l’unificazione della Imposto Sobre a Circulação de Mercadorias e Serviços (ICMS, tassa sulle
vendite imposta dai singoli Stati), riducendo il numero delle aliquote;
- la trasformazione della Contribuição Provisòria Sobre Movimentação Financeira (CPMF,
tassa imposta alla transazioni finanziarie) in tassa permanente stabilendo un livello minimo
dello 0,08% del valore delle transazioni e un massimo di 0,38%;
- cambiamento del sistema contributivo dei dipendenti da imposta sul ruolo paga (tassa
riscossa sul numero delle persone impiegate in un’impresa o sull’ammontare complessivo
delle retribuzioni corrisposte) ad una imposta sul valore aggiunto;
- l’estensione della Desvinculação de Receitas da União (DRU, collegata con il governo
federale), un meccanismo che conferisce al governo discrezionalità circa il collocamento del
20% delle entrate fiscali che potrebbero essere impiegate per specifici programmi.
Nel dicembre 2003 è stata approvata la riforma del sistema fiscale e contributivo. Due
elementi chiave del nuovo quadro legislativo fiscale sono già attivi e riguardano l’estensione
della Contribuição Provisòria Sobre Movimentação Financeira (CPMF, tassa imposta alla
transazioni finanziarie) e della Desvinculação de Receitas da União (DRU, collegata con il
governo federale) fino al 2007. Gli altri elementi della riforma fiscale sono:
- la creazione di un fondo di compensazione per il trasferimento di circa 8,5 miliardi di Real
dal governo federale ai governi statali;
- il trasferimento del 25% delle entrate della Contribuição de Intervenção sobre o Domínio
Econômico (CIDE), una tassa destinata a finanziare iniziative di politica industriale, agli
stati;
- l’applicazione dei contributi sociali sulle importazioni.
Comunque, la redditività delle aziende e gli aumenti salariali hanno spinto nel 2006 gli introiti
delle tasse. Includendo i contributi delle pensioni pubbliche, questi introiti hanno toccato il
40% del PIL. Tuttavia, nonostante la crescita delle entrate da imposte nel quarto trimestre sia
stata notevole (+7,4%), essa non ha confermato i livelli del trimestre precedente (+16%). I
dati provvisori della prima parte del 2007 stimano un andamento molto positivo di queste
entrate. A Gennaio, la loro crescita si aggira intorno al 14,3% su base annua, sospinta ancora
dai profitti aziendali.
Nonostante ci sia stato un certo peggioramento dei conti tributari a Settembre 2007, il surplus
fiscale del governo centrale è aumentato del 7,2%, su base annua, nei primi nove mesi del
2007, a 51,7 Mld BRL (27,2 Mld $), mentre, nello stesso periodo di tempo, il PIL nominale ha
visto un incremento del 9,7%. Le entrate totali delle autorità centrali, che hanno evidenziato
una crescita del 12,2%, su base annua, nel periodo Gennaio-Settembre, sono state sospinte
soprattutto dall’aumento della riscossione delle tasse delle importazioni, benché le aliquote
sulla produzione e sulle entrate hanno registrato anch’esse un netto incremento della raccolta.
Le spese complessive sono cresciute del 12,8%, su base annua, nei primi nove mesi dell’anno.
Come conseguenza delle tendenze dei conti tributari, il surplus primario annuale accumulato
del settore pubblico è calato al 4,05% del PIL a Settembre 2007, rispetto al 4,12% di Agosto,
ma è rimasto tuttavia sopra l’obiettivo governativo del 3,8% del PIL per il 2007.
Sistema creditizio e finanziario
Il sistema finanziario brasiliano è uno dei più solidi dell’America Latina, con forti attori sia nel
settore privato che pubblico. Esso ha resistito con successo alle recenti crisi economiche che
hanno colpito i mercati emergenti. Il Governo Lula ha introdotto diverse misure che hanno
contribuito a rendere più efficiente il settore: il rafforzamento della supervisione bancaria da
parte della Banca Centrale, l’incremento e il consolidamento della presenza degli investitori
esteri, il potenziamento dell’operatività delle banche private e l’innalzamento del coefficiente di
patrimonializzazione dall’8 all’11%. Tuttavia, permangono alcune distorsioni strutturali che
impediscono l’ottimizzazione dell’intermediazione finanziaria delle banche, in particolare
l’ampia presenza delle banche statali, l’elevata riserva obbligatoria e la tuttora vincolante
allocazione dell’attività creditizia.
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Le due maggiori banche statali, la Banca del Brasile (BB) e la Banca Federale del Risparmio
(CEF), controllavano rispettivamente il 19,5% e il 12% delle attività totali delle banche
commerciali nel 2004. Le principali banche nazionali private sono Bradesco, Itau e Unibanco.
Il Banco Central do Brazil (la Banca Centrale) è responsabile dell’esecuzione delle politiche
monetarie, creditizie e del mercato mobiliare, ha anche funzione di controllo e
regolamentazione del sistema bancario e delle altre istituzioni finanziarie nonché di controllo
sugli investimenti esteri.
Attualmente, in virtù di una maggiore credibilità del governo, di un aumento della fiducia dei
mercati e della ripresa della crescita economica del Paese, si assiste ad una inversione del
trend e ad un miglioramento dei tassi di cambio. La politica della Banca centrale è improntata
alla cautela, anche nel difendere la moneta nazionale. Non si sono avuti ulteriori rialzi dei tassi
d’interesse ma piuttosto occasionali interventi sui mercati di cambio, con una politica mirata a
contenere l’inflazione.
Il Banco do Brazil, a capitale misto pubblico-privato, assolve le funzioni di agente pagatore del
Governo Federale ed è anche l’agente finanziario dei crediti governativi concessi nei vari settori
dell’economia. E’ l’istituzione cui è demandata l’esecuzione della politica di commercio con
l’estero. Il Banco do Brasil dispone di oltre 2.500 agenzie nel Paese e più di 50 agenzie e uffici
di rappresentanza all’estero, di cui 2 in Italia (Milano e Roma).
Altre istituzioni governative che controllano il sistema finanziario brasiliano sono le seguenti :
-
-
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Consiglio Monetario Nazionale: opera sotto la supervisione del Banco Central do Brazil ed è
responsabile della politica monetaria, creditizia e del mercato mobiliare. Ha quindi la
funzione di ente di emissione monetaria, registra e controlla i movimenti di capitale con
l’estero e gli investimenti stranieri nel Paese. Il presidente è il Ministro delle Finanze.
Banca Nazionale per lo sviluppo economico e sociale: responsabile della direzione del
Programma Nazionale di Privatizzazione, sviluppa la politica di investimenti del Governo
attraverso la concessione di prestiti a tassi agevolati.
Associazione federale di prestito e risparmio: riceve i depositi e garantisce l’ammortamento
dei prestiti; amministra le lotterie nazionali, i fondi di previdenza sociale e quelli per la
concessione delle indennità di disoccupazione.
L’intero settore bancario conta in totale circa 280 banche (pubbliche e/o private), delle quali
circa 100 banche commerciali con oltre 9.000 sportelli. In Brasile vi sono banche commerciali e
di investimento. Il settore finanziario comprende anche un settore privato di intermediazione e
distribuzione di prodotti e servizi finanziari. Il mercato è organizzato con il sistema della Banca
Universale che agisce contemporaneamente come banca commerciale e intermediario
finanziario, centralizzando presso un unico soggetto tutte le funzioni caratteristiche del
mercato creditizio e mobiliare.
L’attuale governo promuove una de-politicizzazione della politica monetaria aumentando
l’autonomia della Banca centrale. Per raggiungere tale scopo sarà necessario modificare
l’articolo 192 della Costituzione che detta le regole per le operazioni sui mercati finanziari. Il
governo intende rimuovere il limite massimo del 12% relativamente ai tassi di interesse reali,
una disposizione costituzionale oggetto di numerose dispute giudiziarie.
La disposizione è in via di approvazione. Una volta approvata, il governo potrà sottoporre al
Congresso una specifica legislazione che dia maggiore autonomia alla Banca centrale, inclusi i
mandati dei governatori e dei direttori.
La nuova normativa sulla gestione delle obbligazioni in caso di bancarotta, approvata nel luglio
2004, fornisce maggiori garanzie per i creditori e promuove l’espansione del mercato creditizio
interno. Il nuovo quadro normativo riduce lo spread tra i tassi applicati ai depositi e quelli ai
prestiti, che è il più ampio a livello mondiale.
Le nuove disposizioni relegano le obbligazioni verso i dipendenti al di sotto dei crediti garantiti
e pone un tetto all’ammontare di tali obbligazioni pari ad un massimo di 150 salari minimi per
impiegato.
La ripresa economica ha incoraggiato gli investimenti nazionali nel mercato azionario locale
grazie anche alle misure adottate dalle autorità, al fine di proteggere gli interessi degli azionisti
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minori. Si è avuta anche una ripresa della fiducia degli investitori internazionali stimolati
dall'abbondante liquidità globale e dall'eliminazione, nel 2005, della trattenuta fiscale sugli
investimenti stranieri in indice.
La diminuzione del numero di società quotate negli ultimi anni riflette particolarmente
l'aumento dell'attività di fusione e acquisizione (M&A); nel maggio 2006 le società quotate
erano in totale 341, un numero minore rispetto alle 399 del 2002. Le maggiori società
brasiliane quotate, come la Petrobàs, l'Ambev (la più grande fabbrica di birra al mondo per
volume, dopo la fusione con la belga Interbrew), e la CVRD, la più grande società di estrazione
del ferro al mondo, sono presenti sui mercati di capitali internazionali, sia con le quotazioni
nella Borsa di New York, sia emettendo bonds globali. In agosto 2006, il Brasile aveva 32
società quotate nella borsa americana.
La crescente fiducia negli impegni del nuovo governo in materia di stabilità macroeconomia,
l’attività commerciale, i tassi di interessi interni elevati e la debolezza del Dollaro contro le
principali monete estere hanno permesso un apprezzamento del tasso di cambio.
Il prezzo dei titoli governativi brasiliani sui mercati internazionali è aumentato
significativamente, trascinato dalla riduzione degli spread legati al fattore rischio-Paese. Gli
spread del debito sovrano del Paese sono, tuttavia, ancora al di sotto delle altre economie
emergenti, Argentina esclusa.
Il mercato azionario di São Paolo continua la fase di sviluppo: i profitti delle 209 compagnie
scambiate in borsa sono saliti del 61% nel primo trimestre 2005, il livello più elevato negli
ultimi cinque anni.
Al primo trimestre 2005 il tasso di interesse medio applicato al mercato azionario è stato pari
al 18,5%, mentre quello applicato ai depositi è stato pari al 17,3%.
Ad ogni modo, la corsa del mercato azionario brasiliano degli ultimi tre anni (+148%) sembra
essersi placata nei primi mesi del 2008 (+1,7%). L'economia brasiliana - legata a quella
statunitense - potrebbe andare incontro ad una fase altalentante. Questa fase "volatile"
dell'azionario potrebbe favorire il comparto obbligazionario, dove gli alti rendimenti non
mancano.
L’espansione del credito è rallentato leggermente nel quarto trimestre 2006 e le banche sono
decise a ridurre il rischio di esposizione nei loro titoli di credito al consumo. Comunque, il
volume delle nuove concessioni di prestito risulta in crescita. La quota di credito composto da
prestiti sotto i 5.000 Real è aumentata dell’11% su base annua, mentre la quota di credito
composta da prestiti maggiori, tra i 5.000 ed i 50.000 Real, ha registrato un incremento del
32%, sempre su base annua. I dati evidenziano che l’espansione del prestito è guidato dalla
volontà d‘acquisto di beni di consumo e dal credito alle società.
Nel 2006, dopo aver concesso finanziamenti per 52,6 Mld BRL, la Banca Nazionale per lo
Sviluppo (BNDES) dovrà aumentare gli stanziamenti per il piano PAC (Programma di
Accelerazione della Crescita) di un 30-50% nel 2007. Inoltre, l’autorità monetaria brasiliana
(CMN) ha deciso di ridurre il tasso di riferimento standard di lungo termine (TJLP) per i prestiti
BNDES, dal 6,85% al 6,5%.
I prestiti al credito sono diminuiti a Settembre 2007, dopo due mesi di notevole crescita.
Tuttavia, la tendenza rimane pressoché immutata, con la durata che continua ad espandersi e
la rapida crescita del credito personale. Il credito privato totale ha raggiunto i 836 Mld BRL
(440 Mld $) a Settembre, circa il 26% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Comunque, le banche pubbliche hanno iniziato ad aumentare i prestiti personali, dando il via
ad una maggiore competizione in un segmento del mercato del credito in passato dominato
dalle banche private. Inoltre, quelle minori hanno aumentato la propria capitalizzazione dopo
l’ottimo andamento delle offerte pubbliche azionarie. Poi, con la recente acquisizione
dell’istituto Banco Real da parte della spagnola Santander, si è creato un grande gruppo
bancario da 278 Mld BRL, che può fare concorrenza alle due maggiori banche private del
Paese, Bradesco ed Itaù. La banca Santander ha acquisito il Banco Real dall’istituto olandese
ABN Amro.
31
Principali Trattati tra l’Italia e Brasile
Accordo di cooperazione economica, industriale Firmato nel febbraio 1997, l’accordo è diretto
e di sviluppo
a promuovere le relazioni economiche e di
sviluppo industriale.
Accordo per la promozione e protezione degli Firmato nell’aprile 1995, l’accordo riguarda il
investimenti
riconoscimento dell’indennizzo in caso di
esproprio o nazionalizzazione, ha validità di 10
anni,con proroga tacita per successivi periodi
di cinque anni. G.U. n° 275 SO del
23/11/1996. In attesa di ratifica da parte
brasiliana
Accordo per evitare la doppia imposizione dei Il 3 ottobre 1978 è stata firmata a Roma la
redditi
convenzione
(con
relativo
protocollo
aggiuntivo) in materia fiscale fra Italia e
Brasile.
Dopo lo scambio dei documenti di ratifica, la
convenzione è entrata in vigore il 24 aprile
1981, con pubblicazione sulla Gazzetta
Ufficiale dell’11 maggio 1981, n.127.
Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica Firmato nel febbraio 1997
Accordo quadro interregionale di cooperazione Firmato a dicembre 1995 a Madrid. Accordo
con il Mercosur
bilaterale con la Comunità Europea per
favorire
ed
intensificare
le
relazioni
commerciali ed economiche e sviluppare la
cooperazione
nei
settori
dell’istruzione,
cultura, informazione e la lotta al traffico degli
stupefacenti.
Strumenti UE di cooperazione
L’UE è il primo investitore straniero in America Latina, il primo finanziatore nella regione e il
primo partner commerciale di numerosi Paesi, in particolare quelli del Mercosur.
Il dialogo politico con i Paesi della regione è stato intensificato con l'organizzazione di quattro
vertici UE-America Latina/Caraibi: a Rio de Janeiro nel 1999, a Madrid nel 2002, a Guadalajara
nel 2004, a Vienna nel 2006.
In occasione di quest’ultimo vertice, la Commissione ha messo a punto un nuovo piano per
consolidare il partenariato strategico fra l’UE e l’America Latina ed ha proposto una strategia
che favorisca ulteriormente:
- il dialogo politico tra le due aree, stimolando gli scambi economico-commerciali e gli
investimenti;
- l’integrazione regionale e la lotta alle disuguaglianze, adeguando maggiormente la sua
politica di cooperazione e di aiuto allo sviluppo alle realtà latino-americane.
La strategia volta a rilanciare il partenariato tiene conto delle nuove realtà politiche, sociali ed
economiche dei due partner in base alle quali è possibile definire i settori d'azione prioritari.
Uno dei temi principali nel quadro della politica degli aiuti e di cooperazione allo sviluppo per il
periodo 2007-2013 è la promozione della coesione sociale considerata un ambito di interesse
comune, in quanto è lo strumento per combattere la povertà e le disuguaglianze e per favorire
l'integrazione sociale tramite la combinazione della crescita economica e dell'occupazione, della
parità e della solidarietà.
Nell’ambito della nuova programmazione 2007-2013, la Commissione UE propone diverse
misure volte a:
32
-
-
-
-
-
-
-
focalizzare gli aiuti e la cooperazione su settori specifici, fra cui la lotta contro la povertà
come obiettivo principale. Inoltre sarà assicurato un miglior coordinamento degli aiuti
europei a seconda del consenso europeo relativo alla politica di sviluppo;
tener conto del ruolo specifico di alcuni attori della regione come Brasile e Messico
instaurando dialoghi politici e sfruttando maggiormente il potenziale degli accordi di
associazione;
aumentare la visibilità delle due regioni e la comunicazione, al fine di intensificare la
reciproca comprensione, soprattutto nel settore della cooperazione culturale.
L'organizzazione di una settimana europea in America Latina rappresenterebbe un ulteriore
contributo alla realizzazione di tale obiettivo;
instaurare un partenariato strategico rafforzato mediante una rete di accordi di
associazione e di libero scambio, coinvolgendo tutti i paesi della regione, e approfondire gli
accordi esistenti con Messico e Cile;
rendere più mirato il dialogo politico, in funzione degli interlocutori, per aumentare il peso
delle due regioni sulla scena internazionale;
avviare dialoghi sulla coesione sociale e l’ambiente per ridurre stabilmente le disparità e
promuovere lo sviluppo sostenibile. La Commissione propone di organizzare ogni due anni
un Forum sulla coesione sociale e una riunione dei ministri dell’ambiente, in preparazione
dei vertici UE-America Latina/Caraibi;
contribuire alla creazione di un quadro stabile e prevedibile per aiutare i paesi latinoamericani ad attirare un maggior volume di investimenti europei che contribuiranno, a
termine, allo sviluppo economico. La Commissione incoraggia la Banca europea per gli
investimenti a varare uno «strumento per l’America Latina» al fine di promuovere,
mediante la concessione di prestiti, l’interconnettività delle reti infrastrutturali;
mantenere l’impegno della Commissione a sostenere i paesi dell’America Latina nella lotta
alla droga e alla corruzione;
migliorare la comprensione reciproca attraverso l’istruzione e la cultura.
Specificatamente per ciò che attiene la cooperazione UE con il Brasile, essa è articolata in
considerazione della particolarità del Paese: da una parte la cooperazione con un apparato
governativo ed un livello di sviluppo economico relativamente ben organizzati, e che, pertanto,
si differenzia dagli altri Paesi in via di sviluppo; d’altra parte, in ragione degli estesi problemi
sociali esistenti, spesso legati alla povertà, una cooperazione che deve essere inevitabilmente
orientata verso i bisogni sociali.
In sintesi i settori di intervento prioritario riguardano:
- riforma economica;
- promuovere
l’integrazione
del
Brasile
nell’economia mondiale e il suo adeguamento ad
un mercato più liberalizzato e competitivo;
- sostenere le riforme strutturali;
- favorire la diversificazione dei prodotti, la
promozione delle esportazioni, il miglioramento
della qualità dei prodotti, il rafforzamento della
competitività e la liberalizzazione degli scambi.
L’UE si propone, anche, di sostenere il settore della
ricerca in Brasile, contribuendo allo sviluppo della
capacità di innovazione tecnologica e al miglioramento
dei sistemi di produzione, della produttività e della
competitività delle imprese.
Per ulteriori informazioni su Accordi e negoziazioni,
programmi Ue, progetti e bandi di gara, consultare il
sito della Commissione Ue – Relazioni esterne:
http://ec.europa.eu/external_relations/la/index.htm
33
Progetti multilaterali
Il Brasile beneficia di finanziamenti da parte dei seguenti organismi internazionali:
Banca Mondiale, IFC; Banca di Sviluppo Interamericana.
La Banca mondiale, attraverso i sui Organismi finanzia e fornisce assistenza tecnica ai paesi in
via di sviluppo (PVS) I prestiti IBRD si indirizzano prevalentemente verso alcuni settori:
- Programmi per lo sviluppo umano (istruzione, sanità, nutrizione, settore demografico,
settore sociale).
- Protezione dell’ambiente.
- Sviluppo del settore privato e del settore finanziario
- Sostegno alle riforme economiche
Per ulteriori informazioni consultare il sito Web della Banca Mondiale, in particolare la sezione
dedicata ai progetti a favore del Brasile.
- Rappresentanza della Banca Mondiale in Brasile
Banco Internacional de Reconstrução e Desenvolvimento – BIRD
SCN, Qd. 2, Lt. A, Ed. Corporate Financial Center, Cj. 303/304
Brasília, DF 70712-900
Tel.: (61) 329-1000 - Fax: (61) 329-1010
E-mail: [email protected]
- International Bank for Reconstruction and Development – IBRD
Brazil Anchor Office, Latin America and the Caribbean Regional Office
1850 Eye Street, N.W. 20433
Washington, D.C., E.U.A.
Tel.: (1 202) 473-5340 - Fax: (1 202) 522-3130
- Rappresentanza IFC in Brasile
Rio de Janeiro - Karl Voltaire Director
Av. Rio Branco, No. 1,
Room 1610 - Rio de Janeiro
CEP-20090-003
Brazil (+5521) 550-8990 - 550-8999
São Paulo : Karl Voltaire - Director
Rua Guararapes, 2064,
10th floor, Room 103,
São Paulo - Brazil CEP-04561-004,
Tel. (+5511) 5505-1629 - (+5511) 5505-3073
- Banque Intéramericaine de Développement
Indirizzo Setor de Embaixadas Norte
Quadra 802 Conjunto F
Lote 39 - Asa Norte; 70.800-400 Brasília, D.F.; Brazil
Lote 39 - Asa Norte; 70.800-400 Brasília, D.F. - Brazil
Tel. (55-61) 3317-4200; Fax: (55-61) 3321-3112
E-mail: COF/[email protected]
- Fondo multilaterale di Investimento ( MIF – Multilateral Investment Fund)
Fondo multilaterale amministrato direttamente dalla Banca Interamericana, ed è teso a
favorire le condizioni per lo sviluppo del settore privato nella regione, soprattutto per
quanto riguarda le piccole e medie imprese.
Indirizzo: 1250 H Street, N.W. 10th Floor
Washington, D.C. 20577
Fax. (202) 942-8291
34
La Società interamericana d’Investimento (IIC – Inter-American Investment
Corporation ).
L’IIC appartiene al Gruppo della Banca Interamericana di sviluppo ed è stata creata con
l’obiettivo di facilitare il trasferimento di capitali privati e di tecnologia verso l’America
Latina. A tale scopo la società intraprende investimenti sotto forma di prestiti e di
partecipazione di capitale. Beneficiari dei finanziamenti e dei servizi dell’IIC sono le PMI dei
Paesi in Via di Sviluppo (PVS) membri dell’Istituto, possono anche essere coinvolte imprese
dei paesi sviluppati come partners in accordi di collaborazione imprenditoriale o come
fornitrici di beni e servizi. Gli investimenti sono diretti a progetti di piccole e medie
dimensioni, la redditività deve essere positiva e la quota di maggioranza deve essere
preferibilmente detenuta da soci latino-americani.
-
Rappresentanza IADB in Brasile
INTAMBANC
Setor de Embaixadas Norte, Quadra 802
Conjunto F - Lote 39 - Asa Norte
70.800-400 - Brasilia D.F
Tel.: + 55 61 317-4000 - Fax 321-3112 Telex: 611204
Informazioni di viaggio
Prefisso internazionali
00 55 prefisso per il Paese;
21 Rio de Janeiro;
11 San Paolo;
61 Brasilia;
51 Porto Alegre;
41 Curitiba;
31 Horizonte;
81 Recife
Fuso orario
Il paese è suddiviso in quattro fusi orari diversi: la differenza di orario si calcola tenendo in
considerazione l`ora legale della capitale Brasília (Hora legal do Brasil) che risulta 4 ore
indietro rispetto a quella italiana e comprende anche le regioni del Sud, Sudest, Nordest, gli
stati federali del Goiana, del Tocantins, del Macapá, del Destrito Federal e la zona orientale del
Pará (compresa Belém). I territori della zona occidentale del Pará, la maggioranza
dell`Amazonas, gli stati del Mato Grosso do Sul, del Rondonia e del Roraima sono indietro di 5
ore rispetto a quella italiana (1 ora rispetto all`ora legale brasiliana).
Le zone occidentali dell`Amazonas e lo stato federale dell`Acre sono indietro di 6 ore rispetto
all`Italia (2 ore rispetto a Brasilia). Le isola di Fernando de Noronha e Trinidade, due
autentiche perle situate a est delle coste brasiliane, sono indietro solo di 3 ore rispetto all`ora
italiana.
Visto sul passaporto: L’unico documento richiesto per entrare nel paese è il passaporto,
valido almeno 6 mesi dal momento della partenza; per i cittadini italiani e dell’UE non è
necessario alcun visto di entrata per motivi turistici o per affari.
Settimana lavorativa
In generale la durata della giornata lavorativa è di 8 ore per un massimo di 44 ore settimanali.
- UFFICI POSTALI dal Lunedì al Venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.00; il Sabato dalle 9.00
alle 13.00
- BANCHE: dal Lunedì al Venerdì dalle ore 10.00 alle ore 16.30 orario continuato
SAN PAOLO E RIO DE JANEIRO
- UFFICI AMMINISTRATIVI: dal Lunedì al Venerdì dalle ore 09.00 alle ore 16.00 orario
continuato
35
NEGOZI: dal Lunedì al Venerdì dalle ore 09.00 alle ore 19.00 orario continuato; Sabato
dalle ore 9.00 alle ore 13.00; Centri commerciali e supermercati adottano orari più
lunghi
RIO GRANDE DO SUL, SANTA CATERINA E PARANÀ:
- UFFICI AMMINISTRATIVI: dal Lunedì al Venerdì dalle ore 09.00 alle ore 12.00
- NEGOZI: dal Lunedì al Venerdì dalle ore 09.00 alle ore 19.00; Sabato dalle ore 9.00 alle
ore 13.00; Centri commerciali e supermercati dalle ore 9.00 alle ore 22.00
-
Carte di credito
In tutto il Paese sono accettate le carte di credito Visa, Mastercard, American Express, Diner’s
Club. Vengono accettati anche i traveller’s check.
Festività
- 1° gennaio, Capodanno;
- 6 gennaio, Epifania;
- febbraio/marzo, Carnevale (4 giorni prima del Mercoledì delle Ceneri);
- marzo/aprile, Pasqua e Venerdì Santo;
- 21 aprile, Festa di Tiradentes;
- 1° maggio, Calendimaggio;
- giugno, Corpus Domini;
- 7 settembre, Festa dell’Indipendenza;
- 12 ottobre, Festa di nostra Signore di Aparecida;
- 2 novembre, Festa dei morti,
- 15 novembre, Festa della Proclamazione;
- 25 dicembre, Natale.
- Vacanze scolastiche estive: dal 15/20 Dicembre al 5/10 Febbraio;
- Vacanze invernali: intero mese di Luglio.
- Ferie: Gennaio e Febbraio
Principali indirizzi utili
«Gli indirizzi ed i numeri di telefono riportati in questa sezione sono tratti da fonti ufficiali
italiane e/o da fonti ufficiali del Paese. E’ tuttavia possibile un certo margine di non
corrispondenza dovuto al lento aggiornamento delle fonti da parte delle diverse istituzioni ed al
frequente variare delle numerazioni telefoniche nei paesi di riferimento.»
Ambasciate e Consolati in Italia
Ambasciata e Ufficio commerciale del Brasile in Italia
Piazza Navona, 14 - 00186 Roma
Tel. (06) 683981 - Fax (06) 6867858
Console Itamar Augusto Cautiero Franco
[email protected]
www.ambasciatadelbrasile.it
Consolato Generale del Brasile a Milano
Corso Europa, 12 - 20122 Milano
Tel. (02) 780.851 /2/3/4/5- Fax (02) 76015628
[email protected]
Consolato Generale del Brasile a Roma
Via S. Maria dell’Anima, 32- 00186 Roma
Tel. (06) 6889661- Fax. (06) 68802883
[email protected]
Ambasciate e Consolati all'estero
36
Ambasciata d'Italia in Brasile Brasilia
Amb. Michele VALENSISE
Avenida das Naçoes, Lote 30 70420.900 Brasilia, D.F.
Tel 005561 4429900Fax 4431231/(4438772 Comm.)
[email protected]
www.embitalia.org.br
Belo Horizonte (Minas Gerais) Consolato
Cons. Gabriele Philis Annis
Av. Afonso Pena 3130 - 12o andar - 30130-009 Belo Horizonte (MG)
Tel. 005531 32814211 e 32814224 - Fax 32814408
[email protected]
www.conbelo.org.br
Curitiba (Parana) Consolato Generale
Cons. Gen. Mario Trampetti
Rua Marechal Deodoro, 630 - 21°Andar-Centro Comercial Italia - 80010-912 Curitiba PR
Tel. 005541 2226066 - Fax 2257991
[email protected]
www.concuri.org.br
Porto Alegre (Rio Grande do Sul) - Consolato Generale
Cons. Amb. Mario Panaro
Praça Marechal Deodoro, 134 - 90010 -300 Porto Alegre RS
Tel. 005551 32282055 - Fax 32282440
[email protected]
www.italconsulpoa.org.br
Recife (Pernambuco) Consolato
Cons. Cristiano Musillo
Avenida Domingos Ferreira, 2222 - 2° Andar - sala 201
Edf. Robert Gran- Boa Viagem - Recife CEP 51010-030
Tel. 005581 34664200 - Fax 34664320
[email protected]
www.italconsulrecife.org.br
Rio De Janeiro (Guanabara) Consolato Generale
Cons. Gen. Ernesto Massimo Bellelli
Avenida Presidente Antonio Carlos, 40 - 7° Andar 20020-010 Rio de Janeiro RJ
Tel. 005521 22821315 - Fax 22626348 22203460
[email protected]
www.conrio.org.br
San Paolo - Consolato Generale
Cons. Gianluca Savino Bertinetto
Avenida Higienopolis, 436 - 01238-905 San Paolo
Tel. 005511 36637800 Fax 38256443
[email protected]
www.italconsul.org.br
Camera di Commercio Italiana
Camera di commercio italo-brasiliana- Milano
Via dei Giardini, 4 - 20121 Milano
Tel. 02/6552044 - Fax 02/6570803
Presidente: Luciano Feletto
[email protected]
www.ccib.it/
37
Istituto Nazionale per il Commercio Estero - I.C.E
Instituto Italiano para o Comercio Exterior
Edificio Cetenco Plaza Torre Norte
Avenida Paulista, 1842 2° - CJ 27
01310 São Paolo
Tel. (+55 11) 32855633 - Fax (+55 11) 2831468
[email protected]
Rappresentanza Unione Europea
Rappresentanza dell’Unione Europea in Brasile
Delegazione UE
SHIS QI 11, Conj. 5, Casa 13, Lago Sul. 71635-050 Brasilia DF
Tel. (+55 61) 2104-3122 Fax (+55 61) 2104-3141
[email protected]
www.delbra.cec.eu.int
Ministeri
Ministero dell’Industria, Commercio e Turismo
Esplanada dos Ministeros, Bloco J - 70065 Brasília DF
Tel. (+51 61) 2258105 - Fax (+51 61) 2266067
Ministero delle Finanze
Esplanada dos Ministérios, Bloco P5, 5 andar
70048 Brasilia, DF
Tel. (+55 61) 2236959 / 3142000 - Fax (+55 61) 2235239
Ministero delle relazioni estere
Dipartimento di promozione commerciale
Esplanada dos Ministérios ANEXO I
Brasìlia DF 70170 900
Tel. (+55 61) 411 611 - Fax. (+55 61) 4116993
www.mre.gov.br
Camere di Commercio locali
Camera di Commercio e Industria Italo-Brasiliana San Paolo
Av. Paulista, 2073 - Conjunto Nacional - Horsa II – 24° andar
São Paulo 01311-940 - SP
Tel. 005511 31790130 - Fax 005511 31790131-31790138
Presidente : Edoardo Pollastri
Segretario Generale: Ezio Maranesi
[email protected]
www.italcam.com.br
Camera di Commercio Italiana per il Rio Grande do Sul
Rua Coronel Bordini, 1003
Porto Alegre (RS) - 90440-001
Tel. (+55 51) 33333737 - Fax (+55 51) 33333975
Presidente: Carlo Alberto Bicchieri
Segretario Generale: Janice Teresa Rota
[email protected]
http://www.ccirs.com.br
Camera di Commercio Italo-Brasiliana di Minas Gerais
38
Av. Afonso Pena 3130/30 piano - Cruzeiro
Belo Horizonte - Minas Gerais - 30130-009
Tel. (+55 31) 32872212 - Fax (+55 31) 32872211
Presidente: Giacomo REGALDO
Segretario Generale: Antonio MURATORE
[email protected]@italiabrasil.com.br
http://www.italiabrasil.com.br
Camera di Commercio Italo-Brasiliana di Rio de Janeiro
Av. Graça Aranha, 1/6° andar Rio de Janeiro - 20030-002
Tel. (+55 212) 22622996-22629141-25634100 - Fax (+55 212) 22622998
Presidente : Raffaele Di Luca
Segretario Generale : Denise de Almeida PERES
[email protected]
www.camaraitaliana.com.br
Istituti e Enti
Eurocentro de Coop. Emp. de Santa Catarina
Rodovia Admar Gonzaga, 2765, 3º andar - Itacorubi
88034-001 Florianópolis - Santa Catarina
Eurocentro de Coop. Emp. do Paraná
Av. Cândido de Abreu, 200 - 5º andar
CEP 80530-902 Curitiba - Paraná
Tel. (+55 41) 2548070 Fax (+55 41) 2543440
Eurocentro de Coop. Emp. do Rio Grande do Sul
Av. Assis Brasil, 8787 - Sarandi (FIERGS)
91140-001 Porto Alegre - Rio Grande do Sul (RS)
Tel. (+55 51) 3478790/92 Fax (+55 51) 3478700
Eurocentro de Coop. Empr. de Minas Gerais
Rua Rio de Janeiro 1801
30160-042 Belo Horizonte - Minas Gerais
Tel. (+55 31) 2999434 Fax (+55 31) 2999450
Eurocentro de Coop. Empr. de Pernambuco
Av. Cruz Cabuga, 767 - 50040-000 Recife Pernambuco
Tel. (+55 81) 4212333 / 2226089 - Fax (+55 81) 2226089
Eurocentro de Coop. Empr. de Rio de Janeiro
Av. Graca Aranha, 1 - 4º andar 20030-002 Rio de Janeiro
Tel. (+55 21) 2923939 Fax (+55 21) 2832151
Eurocentro de Coop. Empr. de Sao Paulo
1313 - 5º andar - 01311-923 Sao Paulo
Tel. (+55 21) 2923939 Fax (+55 21) 2624655
Eurocentros Trade Point
Enti ed Istituti Pubblici
Sovraintendenza della zona franca di Manaus (SUFRAMA)
Avenida Ministro Joào Gongalves de Souza Bairro Industrial
Manaus Amazonas 69000 000
Tel. (+55 92) 2371691 - Fax. (+55 92) 2376549
39
SEBRAE Nacional Servicos de Apoio as Micro e Pequenas Empresas
SEPN 515 Bloco C Loto 3
Brasilia DF - 70770 530
Tel. +55 61 348 7131 - Fax. +55 61 347 3581
www.sebrae.com.br
Principali Istituti Bancari locali
Banche brasiliane
- Banco Central do Brasil www.bc.gov.br
- Banco do Brasil www.bancobrasil.com.br
- Banco Mercantil de São Paulo Finasa www.bancobrasil.com.br
- BNDES Banco Nacional do Desenvolvimiento Econômico e Social www.bnds.gov.br
- Banco Itaú www.itau.com.br
- Banco Bradesco www.bradesco.com.br
- Banco Real www.bancoreal.com.br
- Banco Santander www.santander.com.br
- HSBC – Bank Brasil S.A. – Banco Multiplo www.hsbcbamerindus.com.br
- Unibanco www.unibanco.com.br
Banche italiane in Brasile
- Banca Commerciale-Gruppo Bci www.bci.it
- Banco Sudameris www.sudameris.com.br
- Banca Nazionale del Lavoro – Banco BNL do Brasil www.bnl.com.br
- Credito Italiano www.credit.it
- Mediocredito Centrale www.mcc.it
40
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Brasile - Mercati a confronto