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Home » Giannini. I temi di Expo devono essere presenti nell'agenda didattica delle scuole
Giannini. I temi di Expo devono essere presenti nell'agenda
didattica delle scuole
di Giulia Boffa
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I temi di Expo Milano 2015, legati all'alimentazione, alla sostenibilità e alla salute, ''non
possono non essere nell'agenda didattica'' della scuola italiana: lo ha affermato il ministro
dell'Istruzione, Stefania Giannini, nel suo intervento al tavolo di lavoro 'Progettare il futuro:
la scuola per Expo 2015', all'interno della giornata su 'Le Idee di Expo' a Milano.
''Sarà veramente un'Expo delle idee e della conoscenza e per questo - ha proseguito il
ministro - tutta la filiera della conoscenza, dalla scuola alla ricerca, sarà attiva e
protagonista con una serie di progetti'' che puntano, da una parte, a ''portare la scuola a
Expo'' e, dall'altra, ''portare Expo, come già avviene da molti mesi, nelle scuole italiane'', con
l'obiettivo di avere ''una partecipazione attiva degli studenti con una riflessione sui temi'' e
di aumentare ''la vocazione internazionale, anche dopo l'evento, anche attraverso una serie
di gemellaggi''.
Il commissario di Padiglione Italia di Expo, Diana Bracco, ha ricordato l'obiettivo di portare
due milioni di studenti a visitare fisicamente il sito espositivo e la centralità dei giovani nel
progetto di Expo, grazie anche alla presenza di itinerari didattici, laboratori e aree
appositamente dedicate.
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8 febbraio, 2015 - 12:36 - Categoria: Varie In breve
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Presa Diretta fa un ritratto
impietoso della scuola italiana
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Reginaldo Palermo Domenica, 08 Febbraio 2015
Manutenzione scarsa o inesistenze, laboratori finanziati dalle
famiglie, genitori che provvedono a ripulire e tinteggiare, Miur
che non vuole restituire alle scuole i soldi anticipati per pagare
le supplenze: in dieci anni sono oltre 500 i milioni di euro mai
arrivati, dovevano servire al funzionamento degli
istituti. Questa è la situazione rappresentata nella
trasmissione.
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La puntata sulla scuola di Presa Diretta su Rai tre di domenica, 8 febbraio,
inizia con immagini delle contestazioni davanti alla sede del Miur e con
insegnanti e docenti che protestano per controsoffitti insicuri e per
laboratori didattici a rischio di chiusura per la mancanza di personale in
grado di curarne la manutenzione.
Senza dimenticare che l'espressione "Buona scuola" non è una
invenzione di Renzi o del ministro Giannini dal momento che risale al
2005 quando vennero raccolte 100mila firme per la proposta di legge di
iniziativa popolare che adesso sta ritornando in Parlamento.
E poi in tutte le scuole in cui entra la troupe di Presa Diretta è la solita
storia: laboratori allestiti e manutenuti grazie ai contributi delle famiglie,
attività formative pagate dai genitori; talora persino la manutenzione
ordinaria (dal cambio delle lampadine bruciate alla carta igienica) è a
carico dei genitori.
Ed è polemica sull'ingresso nella scuola dei privati, soprattutto delle
catene di supermercati. Ormai in molte scuole le LIM e i computer
vengono "donati" da supermercati in cambio di un certo numero di
"bollini" che le famiglie possono raccogliere facendo la spesa settimanale.
Presa Diretta non dimentica neppure il grave problema dei residui attivi e
delle comunicazioni che il Miur ha già inviato a molte scuole dicendo in
sintesi: se avete pagato è perchè avevate soldi in cassa e quindi non
dobbiamo restiturivi proprio nulla.
Ed il prossimo anno non cambierà nulla: perchè nella Buona Scuola non
si parla di riduzione del numero di alunni per classi, né di risarcimento
dei fondi mai arrivati alle scuole: nel corso della trasmissione di Rai Tre
sono intervenuti diversi dirigenti scolastici che parlano di mancato arrivo
di finanziamenti all'istituto anche superiori ai 300mila euro.
Complessivamente, considerando tutte le scuole, negli ultimi 10 anni
sono oltre 500 i milioni di euro che l'amministrazione centrale ha
mancato di inviare proprio per il funzionamento degli istituti. I dirigenti
hanno provveduto lo stesso, chiedendo aiuto alle famiglie: che ad inizio
anno inviano dei contributi più o meno volontari (in certi casi chi non
paga non riceve il libretto di giustificazioni) pari a 130-140 euro. A volte,
sempre i genitori si rimboccano le maniche e in un una o due giornate
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ripuliscono, tinteggiano e fanno opera di piccola manutenzione. I
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Il patto di corresponsabilità
educativa
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Aldo Domenico Ficara Lunedì, 09 Febbraio 2015
Già l'ex ministro Gelmini si era occupata del "Patto educativo"
dettando alcune linee per migliorare, già al momento
dell’iscrizione, gli specifici e reciproci impegni che legano la
scuola alla famiglia e ai ragazzi.
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Alla luce dei delicati rapporti tra scuola e famiglie che a volte sfociano in
atteggiamenti al di fuori del buon senso civico, si vuole evidenziare una
parte dell’introduzione proposta dall’ex ministro Maria Stella Gelmini nel
Quaderno del patto di corresponsabilità educativa.
In tale circostanza si scrive: “Il Patto Educativo viene instaurato sin dalle
primissime fasi di ingresso nella scuola - quale è, ad esempio, il momento
dell’iscrizione alla specifica istituzione scolastica - e comporta una
descrizione e sottoscrizione di specifici e reciproci impegni che legano la
scuola, la famiglia, i ragazzi”.
A grandi linee, tale impegno attiene a diversi, essenziali, livelli di
contenuto quali:
a) il piano dell’offerta formativa (centrato sulla promozione di benessere
e successo dello studente, sulla sua valorizzazione come persona, sulla
sua realizzazione umana e culturale; partecipato e sottoscritto dai
genitori che si assumono la responsabilità di discuterne con i figli;
condiviso con gli insegnanti e la famiglia, discutendo collegialmente ogni
singolo aspetto di responsabilità);
b) l’area della relazionalità (costruzione di un clima orientato al dialogo,
all’integrazione, all’accoglienza, al rispetto reciproco e promozione del
talento e dell’eccellenza, dei comportamenti solidali, gratuiti, civili;
condivisione con i genitori di linee educative comuni, in continuità con
l’azione educativa scolastica; stile comportamentale positivo e corretto
nei confronti dell’ambiente scolastico da parte degli studenti);
c) il tema della partecipazione (ascolto attivo e coinvolgimento di studenti
e famiglie, nell’ottica dell’assunzione di responsabilità rispetto al piano
formativo; collaborazione attiva delle famiglie e informazione continua
circa il percorso didattico educativo dei propri figli; frequenza regolare ai
corsi e assolvimento degli impegni di studio, accanto ad un
atteggiamento partecipativo e responsabile nei confronti della vita
scolastica da parte degli studenti);
d) l’ambito più specifico degli interventi educativi (comunicazione
costante con le famiglie e mantenimento del rispetto delle norme di
comportamento da parte dei ragazzi, con disposizione di eventuali,
adeguati provvedimenti disciplinari; visione delle comunicazioni
provenienti dalla scuola, e riflessione critica e costruttiva con i figli circa
gli eventuali provvedimenti disciplinari assegnati; comunicazione in
famiglia da parte dei ragazzi in merito a quanto espresso dagli insegnanti
e promozione di situazioni di integrazione e solidarietà in classe da parte
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