n. 2 anno 2014
novembre/dicembre
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“L’uomo allegro fa il bene, pensa il bene
ed evita più che può la tristezza.
L’uomo triste, invece, opera sempre
il male, prima di tutto perché
contrista lo Spirito Santo, fonte
all’uomo non di mestizia ma di
gioia: in secondo luogo perché
tralasciando di pregare e di lodare il Signore, commette una
colpa… Purificati,dunque da
questa nefanda tristezza e
vivrai in Dio. E vivranno in Dio
quanti allontanano la tristezza e si
rivestono di ogni gioia”.
(Pastore di Erma, Decimo precetto)
“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita
intera di coloro che si incontrano con Gesù.
Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati
dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore,
dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e
rinasce la gioia” (Papa Francesco EG 1).
Per il cristiano la gioia non è una sensazione fluttuante che dipende dalle circostanze più o meno
favorevoli.
Il comando è chiaro: “Rallegratevi nel Signore,
sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi.
La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini.
Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla,
ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti;
e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza,
custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo
Gesù (Fil 4,4)”.
Gioire quindi perché il Signore è vicino, il Signore
è con noi. Il Signore è fedele: ci ha salvato e continua a salvarci, dal peccato, dal male, da noi stessi,
dalla morte.
Questa gioia nasce in noi mano a mano che lasciamo spazio allo Spirito di Dio. È come un seme
posto in noi dallo Spirito, che chiede di essere
custodito e aiutato a germinare nella profondità
del nostro cuore, in un cammino di purificazione
perché possa mettere radici profonde.
Un’anziana signora raccontava questo
fatto:
“Mia mamma era una contadina
ignorante, ma aveva una sapienza
profonda. Non posso dimenticare quello che mi diceva quando
mi nacque il primo figlio. Io ero
molto giovane e per me questo
bambino era una gioia immensa. Lo abbracciavo e lo coccolavo all’infinito. E lei mi diceva:
stai attenta, tu gli vuoi troppo
bene, prima di tutto viene Gesù!
Io non capivo e rimanevo scandalizzata anche se non osavo ribattere. Mi
chiedevo: ma cosa dice? Poi ho capito che il
posto di Dio è il primo ed è solo suo e tutto il resto
viene dopo. Ho imparato che questo è il modo
giusto per giudicare le cose”.
Imparare il distacco da ciò che nel nostro cuore
vorrebbe prendere il posto assoluto che è riservato
a Dio è il presupposto per possedere questa gioia.
Quello che noi stringiamo troppo forte diventa un idolo e ci ruba la libertà dei figli di Dio,
rendendoci prigionieri di una tristezza che soffoca
la lode e allontana i fratelli per effetto di una contro
testimonianza.
Un vecchio eremita diceva sempre a tutti quello
che lo andavano a trovare: la tristezza è peccato! La
preoccupazione eccessiva per le cose è peccato.
Chi mai comunicherà la bellezza dell’amore di Dio
se non chi lo ha sperimentato e chi ne ha i tratti sul
volto? Non servono le parole per evangelizzare, a
volte basta solo essere!
Nostra Madre, la Vergine Maria, colei che ha cantato “il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore” in
questo Natale interceda per noi presso Dio perché
possiamo fare nuovi passi sul sentiero della vera
gioia.
Auguri da tutte noi in profonda comunione di
preghiera.
temente dura: per me e mia moglie ha sempre avuto un
occhio di riguardo, come un affetto particolare. E io lo
sentivo vicino come un padre, sia dal lato spirituale che
da quello umano.
Mi chiamava “caprone” o “pelle di tamburo”, ma lo
faceva con grande affetto e benevolenza.
Per non
dimenticare ...
Anniversario p. Giovanni 2014: è per noi un giorno speciale in cui fare memoria di
un uomo che è stato per noi esempio di fedeltà, capacità di ascolto, paternità, mitezza, abbandono, gioia che
nasce dalla fede. Parlano i suoi figli
Madre Rosanna
Tutta la vita di p. Giovanni è stata un richiamo alla via
del vangelo.
Ho avuto una grande venerazione per quest’uomo, così
grande che penso non potrò mai averne per nessun altro.
Il vangelo è stato la pietra angolare della sua vita, fatta di
affidamento totale a Dio, nella preghiera incessante.
È riuscito a tornare bambino, con la semplicità di chi si
dona totalmente e si lascia portare.
Giancanio Elefante
P. Giovanni è stato un dono grande che Dio ha messo
sulla mia strada.
va durante la Messa quotidiana: io andavo sempre e mi
piaceva ascoltare quei pensieri così incisivi. Questo è un
vero sacerdote - mi dicevo – imponente e con lo sguardo
di bambino.
Durante gli anni mi sono spesso sentita logorare dal rimorso di aver avuto tanti doni e non averne approfittato,
di aver conosciuto una persona di questa levatura spirituale e di aver perso tempo.
Proprio in questi giorni, invece, mi sono accorta che invece di chiedermi con ansia come faccio a mettere questa
D davanti al mio IO, dovevo semplicemente affidarmi: è
la D di Dio che viene a me, nella sua misericordia e mi
concede di fare quello che vuole. E l’ho capito grazie alla
sofferenza, così come ci insegnava lui: è Dio che viene a
me con la sua grazia e mi trasforma.
Andrea Mascolino
Ero molto piccolo quando è morto p. Giovanni, ma ciò
che mi colpisce di lui, nei racconti e nei ricordi che ho è
la sua volontà di andare sempre avanti, con determinazione sulla strada che Dio gli aveva indicato.
L’ho conosciuto tramite Adelina all’età di 23-24 anni.
Sono rimasto folgorato ed è diventato il mio padre spirituale.
Ricordo come sapeva entrare nella mia anima per aiutarmi a penetrare quello che io avevo già capito, ma che
ancora non avevo fatto mio.
Adelina Scarselli
Quando conobbi p. Giovanni ero giovane maestra a
Livorno. Lo incontrai nel corridoio del Castello, dove
insegnavo. Mi prese per un braccio e mi chiese: “Vuoi
farti santa?” .
Io rimasi di sasso, non sapendo cosa rispondere a una
domanda così compromettente. “È semplice,” mi disse
lui, “basta che tu metta una D davanti al tuo IO!”.
Ricordo le brevissime omelie, ma così centrate, che face-
Giovanna Parmigiani
Ricordo la sua capacità di ascoltarti: tu potevi parlare
e parlare e lui sempre ti ascoltava. Magari erano cose
stupide. E lui ti ascoltava dando la massima importanza
a quello che erano i tuoi problemi. La sua presenza dava
una grande pace e una grande gioia: era bello stare con
lui.
Quando salivamo a Reggio per il gruppo del vangelo, gli
ultimi tempi, p. Giovanni era già molto malato e partecipava, ma in silenzio. A volte capitava che lo interpellassimo e lui aveva sempre la risposta giusta su tutto. Di sua
spontanea volontà però non si faceva mai avanti.
Giancarlo Guidi
P. Giovanni è stato il mio insegnante di greco quando
avevo 14 anni. Era una figura ieratica, che si imponeva
anche per la personalità e la vastità della sua cultura. Con
quello che ci ha insegnato in quell’anno abbiamo vissuto
di rendita per tutto il liceo! In quinta ginnasio non era più
nostro insegnante ma in tre o quattro continuavamo a frequentarlo: ogni sera ci trovavamo insieme per confidarci
e parlare con lui.
Poi ci siamo persi e di nuovo ritrovati in occasione del
nostro ventesimo di matrimonio.
Aveva un’umanità ricchissima sotto una scorza apparen-
Mariapia Pioli
P. Giovanni è stato una persona
che ci ha insegnato cos’è importante nella vita. Le settimane
che trascorrevamo con la nostra
famiglia presso di lui durante l’estate erano settimane di paradiso:
si viveva semplicemente proprio
come si dovrebbe sempre vivere.
Aveva un’umiltà profonda e una
grande capacità di rimanere sereno
senza mai turbarsi.
della vita, il Signore gli ha tolto anche la capacità di
esprimersi nel modo così brillante che noi tutti apprezzavamo. E lui umilmente celebrava le sue Messe,
con tutti i suoi sbagli e faceva le sue omelie, parlando
faticosamente, esprimendosi come poteva.
Io gli ho voluto tanto bene, proprio bene! Tanto che
quando mi sono sposata e aspettavo il primo bimbo
desideravo tanto che fosse un maschio per mettergli
nome Giovanni. E anche ora appena ho una sofferenza
Sr Antonella
Una volta, durante un colloquio,
gli confidai che ero solita pregare
ripetendo cento volte sui grani
della corona “Gesù ti amo”.
Lui mi rispose: “Conta cento chicchi di riso”. Io li contai davvero:
non mi avrebbero certo sfamato!
Ebbi modo di riflettere sul fatto
che la mia preghiera doveva essere non una serie di formule, ma
continua, incessante, così come è
scritto nel vangelo.
Sabina Sommella
Il primo incontro è stato traumatico, per me come per molti altri.
Sono andata da lui con mia mamma e me ne ha dette di
tutti i colori. Toccata nel mio orgoglio mi sono detta:
“Da questo non ci torno più”. E invece, dopo poco, ci
sono tornata e mi si è aperto un mondo! Ricordo come
attendevo il momento delle sue omelie, mi piaceva
tantissimo sentirlo parlare di Dio.
Domenico Bellini
Indubbiamente è stata una figura di riferimento che ha
dato alla nostra vita una svolta: un testimone indispensabile.
Paola Elefante
P. Giovanni è stato una persona che diceva delle cose e
ti faceva vedere che era possibile farle.
Roberta Guidi
Io ero proprio piccola quando ho conosciuto p. Giovanni e ho iniziato a frequentare gli incontri di preghiera.
Ricordo con che ansia aspettavo il momento della
predica e speravo che non finisse mai. Eppure, alla fine
o una difficoltà mi rivolgo a lui e lo chiamo: ma ci
sei? Aiutami!
Sonia Mascolino
La prima volta che sono andata da lui ero ridotta molto male. Da poco era nato Andrea e anche il bambino
non stava bene perché mangiava e vomitava tutto.
Sono scesa dalla macchina e ho fatto a piedi la salitina
davanti alla canonica di Reggio. Lui era sulla porta e
mi ha chiesto duramente: “Che sei venuta a fare qui?
Qui si viene con la fede”.
Io mi sono sentita respinta e non potevo fare altro che
andarmene: adesso riconosco che avevo un atteggiamento interiore sbagliato. Sono tornata alla macchina,
mi sono fermata e poi di nuovo sono risalita verso il
padre. Lui era ancora sulla porta. Non era andato via:
era lì che mi aspettava.
Abbiamo parlato e da quel momento, piano piano la
mia vita è cambiata.
Ha messo una mano sulla pancina di Andrea che dal
quel momento non ha avuto più disturbi.
Tonino Saccardo
Don Giovanni rappresenta per me una roccia di fede: con lui sono partito nel cammino e con lui spero di arrivare
dove Dio vuole.
Antonietta Tomasetta
P. Giovanni con il suo esempio e i suoi insegnamenti, in una totale fedeltà alla Chiesa di Cristo, è stato un punto
di riferimento molto forte per la mia anima. Le sue certezze hanno fatto crescere la mia fede, rendendola più
consapevole e hanno inciso sulla mia formazione spirituale.
Maria Grazia De Cristofaro
Ho conosciuto p. Giovanni circa 40 anni fa, quando
avevo 18 anni.
Posso dire che mi ha insegnato cosa significa amare
veramente nostro Signore, nella maniera che solo
un santo può trasmettere, andando dritti all’essenza
stessa della vita cristiana. È stato un padre attento e
premuroso che in più di un’occasione, con la sua preghiera e la sua offerta, è riuscito a influire sulla storia
della mia famiglia.
Maria Antonietta Menchini
Ho conosciuto p. Giovanni nel 1961: avevo 21 anni.
In un periodo in cui Gesù operava in me un profondo
lavoro di purificazione sentivo spesso il bisogno di
confessarmi.
Il mio parroco era giovane e io desideravo un sacerdote “dai capelli bianchi”. Mi allontanai da Mugnano
(AV), dove vivevo, per passare un periodo a Livorno,
Con Maria Grazia e Maria Antonietta
presso dei parenti e lì, frequentando la parrocchia del
Sacro Cuore, conobbi p. Giovanni. Mi accolse in sacrestia e fu lui a parlare, rivelandomi a me stessa, mentre io
mi scioglievo in lacrime liberatorie. Iniziò allora una fiotta corrispondenza che è durata fino alla sua morte.
Gesù mi aveva ispirato il desiderio di un padre spirituale che egli stesso mi aveva preparato e donato. L’esempio
di p. Giovanni, la sua immolazione per le anime, la sua preghiera continua hanno illuminato la mia vita e le mie
scelte.
Luca Fuliano
Padre Giovanni è stato per me l’esempio più evidente di santità che abbia mai conosciuto di persona. Bastò partecipare a una Messa e ascoltare una sua predica per capire perché centinaia di persone si sobbarcavano ore di viaggio per
passare una domenica al santuario di Reggio, a pregare e digiunare.
Dal pulpito appariva severo, esigente, sempre molto serio nell’affrontare tutto ciò che aveva a che fare con la salute
dell’anima.
Le sue prediche colpivano dritte il cuore così come stimolavano la ragione, emozionavano e convincevano, e non era
così raro vedere qualche lacrima di commozione tra l’assemblea che lo ascoltava sempre con grande
attenzione: distrarsi o annoiarsi proprio non era possibile!
Anche la conduzione della liturgia era un qualcosa di speciale: era evidente la consapevolezza della grande importanza che padre Giovanni attribuiva a tutti i momenti della Messa, in modo particolare a quello della consacrazione.
Ricordo ancora con un sorriso quando spiegava che la fine della Messa non doveva essere vissuta come un “liberi
tutti”, ma anzi era giusto passare qualche minuto in più di raccoglimento prima di uscire fuori dalla chiesa.
Nel contatto personale, poi, dimostrava grande comprensione, dolcezza, umiltà, semplicità, accompagnate da intelligenza e cultura non comuni.
Colpito da questo carisma unico, cominciai a frequentare con regolarità gli incontri presso il Santuario di Reggio e
negli anni ebbi la fortuna di conoscerlo ancora meglio, ebbi modo di apprezzare la sua straordinaria integrità, la sua
coerenza di persona completamente votata a Dio e alla sua missione.
Era evidente in ogni sua frase e in ogni suo gesto che l’unico suo interesse era per Dio, per la Madonna e per il suo
gregge.
Si percepiva tutta la sua dedizione nella missione di riavvicinare le anime che avevano dimenticato Dio, o di avvicinare ancora di più quelle che già lo cercavano.
Non avevo mai sentito dire da nessun sacerdote né da nessun altro che tutti noi siamo “chiamati a diventare santi”.
Prima di conoscerlo pensavo fosse una chiamata destinata a pochi. Ricordo lo stupore di un frate che si sentì dire
questa cosa con spontaneità e naturalezza da un membro del gruppo dei giovani durante un ritiro spirituale ad Assisi, e ricordo anche come fu soddisfatto di questo p. Giovanni. In estrema sintesi credo che sia stato questo il suo più
importante messaggio al suo gregge, e se anche ci mancano le sue parole, il suo sguardo sereno, il suo affetto paterno,
di certo questo suo grande insegnamento non ci abbandonerà mai.
Liliana Repetto
Tutte le volte che ripenso a p. Giovanni non posso fare a meno di commuovermi... e i motivi sono tanti.
Prima di tutto è stato grazie a lui che mia figlia, che aveva imboccato una cattiva strada, è tornata alla fede e ha
cambiato vita. Per questo non dimentico mai ogni giorno di ringraziare il Signore per averglielo fatto incontrare
e lo invoco perché continui a proteggerla dal paradiso.
Ogni volta, riemerge il toccante ricordo del mio primo incontro con il padre. Era affacciato dalla finestrella del
santuario di Reggio, con quell’espressione dolcissima, il sorriso e gli occhi azzurri e limpidissimi che donavano
pace e serenità e lasciavano intravvedere il suo intimo legame d’amore con Gesù. Ricordo che pensai: “Sembra
che quegli occhi, in qualche modo, abbiano già visto il Paradiso...” e commentai con mio marito: “quest’uomo
deve essere proprio un santo”. E Rinaldo fu dello stesso avviso.
Simona Repetto
Nel maggio del 1993, delle amiche mi avevano portato al santuario di Reggio dicendomi che lì avremmo incontrato un esorcista. A quel tempo ero ancora in ricerca e speravo, attraverso un colloquio con quell’uomo, di
ottenere una specie di “rivelazione esoterica” sulla mia vita. Invece fui subito colpita dall’estrema semplicità e
concisione delle sue parole. Si limitò a ripetere con un dolce sorriso: “C’è bisogno di santità! Ci vuole più santità”.
Anche se non comprendevo appieno il significato di quel messaggio, ricordo che mi toccò profondamente.
Solo dopo la mia conversione e nel lungo periodo trascorso a Reggio, a stretto contatto con p. Giovanni, ho
realizzato che molte volte attraverso di lui parlava davvero lo Spirito Santo. Non si trattava di lunghi discorsi,
elaborati, tesi a convincere o spiegare: la sua comunicazione era immediata, un filo diretto da anima ad anima,
da cuore a cuore. E allo stesso modo lo Spirito sembrava illuminarlo anche sui miei stati d’animo: spesso, quando ero in maggior difficoltà, p. Giovanni mi si avvicinava e trovava sempre le parole giuste per placare la mia
ansia e infondermi nuovo coraggio per proseguire sul cammino verso la santità.
Visita annuale sulla tomba
di p. Giovanni
Maria Monteforte
Io ho conosciuto don Giovanni Bozzo dai racconti della signorina Maria Antonietta e leggendo i suoi libri. Nelle
fotografie mi colpisce il suo sorriso così bello e semplice come di bambino.
Mi spiace non averlo conosciuto personalmente, ma per fortuna ci ha lasciato in eredità… madre Rosanna!
Pasqualina Cristofaro
Conobbi don Bozzo nella festa dell’Immacolata del 1982 a Vernazza.
Avevo problemi familiari molto gravi e pregavo per risolverli con il suo aiuto. In quell’occasione ebbi modo di sperimentare la sua profonda conoscenza dei cuori e delle situazioni nella luce di Dio.
Mi ha sempre confortata con lettere e telefonate, in tutte
le prove della mia vita.
“Le lacrime di una madre non vanno mai perdute” e
“coraggio e avanti” sono le sue parole che rimangono
impresse nella mia memoria, come stimolo e conforto.
Luigi Ceparano
Ho conosciuto personalmente p. Giovanni a 18 anni, al
santuario di Reggio però lo conoscevo già tramite lettera
da 4 anni. Quando vidi il padre per la prima volta sentivo il cuore uscirmi dal petto per l’emozione: era dolce,
buono, affettuoso, proprio come un padre con i suoi
figli. Dissi tra me: ecco il servo di Dio che si è immolato
proprio come Gesù per la mia salvezza e quella del prossimo. Quello che mi ha colpito di più è stato il suo modo
pacato di pregare, il suo modo di dire Messa: sembrava
che si distaccasse dalla terra, soprattutto alla consacrazione. Mi regalò un poster di un Gesù sofferente, forse
per dirmi che dovevo prepararmi a vivere offrendomi a
Gesù senza esitazione.
Un giorno mi chiamò a colloquio (all’epoca credevo di
sentire la vocazione a diventare sacerdote) e mi disse
che dovevo soffrire e offrire tutto a Gesù e Maria e che
dovevo prendere il diploma superiore. Solo oggi ho capito che cosa voleva dirmi: sono assistente agli anziani e
offro continuamente la mia vita a chi soffre e ha bisogno
di amore. Era questa la mia vocazione: offrirmi agli altri
per vedere il vero volto di Cristo in loro.
Cesare Leonardi
Conobbi p. Giovanni verso la fine del 1985 al Santuario
di Reggio.
Il primo impatto con la sua persona alta e austera, colta e
decisa mi provocò un certo smarrimento. Dopo il colloquio e la sua benedizione, nel lasciarci fece una ferma
raccomandazione: “D’ora in poi lo sciopero è finito...
Ogni giorno rosario in famiglia davanti all’immagine
della Madonna, altrimenti non tornate più, perché qui si
viene per pregare”.
Ci lasciammo seri e pensierosi e il viaggio di ritorno fu
tutta una discussione in famiglia. Alla fine ci ripromettemmo di provare. A dire il vero inizialmente provammo
una certa difficoltà, ma pian piano, da quel momento,
quella, nella nostra casa, è diventata una pratica quotidiana dalla quale non ci siamo più staccati.
La preghiera e il rosario sono divenuti quotidianità.
Le benedizioni, l’insegnamento e la guida spirituale di
p. Giovanni hanno inciso fortemente nella nostra vita,
provocando una trasformazione, sia nelle gioie, sia nei
momenti più difficili che abbiamo attraversato.
Ora non ci resta che perseverare.
MARIA
Dopo il Nostro Signore, nessuno è più potente della
nostra Sovrana e Madre del Signore, la sempre vergine Maria. Ella, infatti, può convincere Dio stesso con
le sue intercessioni. Lei, che aveva avvolto il Verbo in
fasce, lo avvolge ora per l’eternità con le preghiere di
misericordia per gli uomini.
San Dimitrij di Rostov (XVIII secolo)
LA PAROLA
DEL PAPA
“Il cristiano, uomo o donna, è quello che rimane nel Signore”.Il cristiano che rimane
nel Signore sa «cosa accade nel suo cuore». Per questo l’apostolo, «dice: “Carissimi,
non prestate fede ad ogni spirito, ma mettete alla prova gli spiriti”; sappiate discernere
gli spiriti, discernere cosa sentite, cosa pensate, cosa volete, se è proprio del rimanere del Signore o se è un’altra cosa, che ti allontana dal Signore». Del resto «il nostro
cuore — ha proseguito — ha sempre desideri, ha voglie, ha pensieri: ma tutti questi,
sono del Signore? O alcuni di questi ci allontanano dal Signore?”
Il cristiano, ha precisato, è proprio l’uomo o la donna “che sa vigilare sul suo cuore”.
Papa Francesco, Omelia, 7 gennaio 2014
da L’Osservatore Romano
L’ANGOLO DELLA CETRA
SIGNORE DIO DELLA VITA
Agostina Pavan
Ringraziamo Agostina che il 28 agosto durante il corso a Lentiai
presso la casa Stella Maris delle Suore Figlie di san Giuseppe del
Caburlotto ci ha regalato questa piccola composizione in onore
del suo santo patrono!
Novità
È in commercio il nuovo CD di musica per cetra “Le corde dell’anima”, ed.
Paoline.
In seguito a molte richieste è uscito il nuovo fascicolo “Suonate la cetra con
arte” che raccoglie una serie di proposte per la liturgia delle ore, introdotte da un
sunto delle indicazioni tecniche che vengono date durante un corso di base.
Gli argomenti principali trattati sono i seguenti: conoscenza delle particolarità
della cetra, impostazione delle due mani, postura, smorzamento, repertorio, principi di accompagnamento del canto e della salmodia, ricerca del suono, accordatura.
“Queste pagine sono nate quasi per gioco, nel tentativo di mettere per iscritto
tutti quegli argomenti che vengono trattati durante un corso di base.
L’ intento non è quello di fornire un manuale (strumento che ritengo non funzionale allo studio della musica), ma alcune schede riassuntive che gli studenti
possano portare a casa dopo un corso, per ritrovare, riportate in modo chiaro e
schematico, tutte quelle spiegazioni che hanno ascoltato: spesso, infatti, i corsi
sono così intensi e le informazioni così concentrate che risulta difficile memorizzarle per intero.
Sono assolutamente convinta che soltanto la presenza di un insegnante può trasmettere la pratica viva di uno
strumento ed è per questo che non ho mai pensato di scrivere un manuale.
Queste schede, pertanto, sono del tutto insufficienti per imparare a suonare, ma credo siano utili ad affiancare
il lavoro che svolgiamo durante un corso di primo livello, servendo da memorandum, esatto e non esauriente,
degli argomenti che si affrontano” (Dall’Introduzione).
Sono ancora disponibili le raccolte: Sulla cetra, Kinnor (i cui brani sono contenuti nel nuovo CD) e Contemplatio (CD e spartito, ed. Paoline).
Per informazioni 057169482.
Corsi 2015
Per l’anno 2015 la Fraternità organizza corsi nelle seguenti date
27 aprile - 2 maggio
1 - 6 giugno
iconografia - Grazia Sgrilli
20 - 25 luglio
3 - 8 agosto
cetra - sr Elena Guidi
cetra - sr Elena Guidi
cetra - sr Elena Guidi
7 - 12 settembre
cetra - sr Elena Guidi
Per informazioni telefonare allo 0571 69482, preferibilmente negli orari 19,45 - 20,45.
Fraternità di Maria Immacolata Madre
Via Torri, 39 - 50050 Iano di Montaione (FI) - Tel. 0571 69482
www.monastero-iano.it - [email protected]
Per offerte: ccp 10021194 Iban
IT 46 R 02008 37810 000102243059
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