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© Associazione Amnesty International – Sezione Italiana, Via G. B. De Rossi 10, 00161 Roma,
c.f. 03031110582, http://www.amnesty.it – Questo documento è pubblico, ed è liberamente
riproducibile, anche in fotocopia, citando la fonte.
Pubblicazione a cura della Commissione Gestione Risorse Umane dell’associazione. Le unità
sono state redatte nel 2004 da: Ugo Fanti – Commissione Azioni (“Combattere le
violazioni:come lavora Amnesty International"); Liliana Maniscalco - Commissione Gestione
Risorse Umane (“Prefazione”, “Combattere le violazioni: per chi lavora Amnesty International”,
“Organizzarsi: la struttura nazionale di Amnesty International”, “Organizzarsi: la struttura
internazionale di Amnesty International”); Francesco Messineo – Coordinamento Rifugiati
(“Introduzione”, “Il diritto dei diritti”), Gaia Novello – Circoscrizione Lazio (“Mobilitare,
mobilitarsi: essere attivista in Amnesty”), con il coordinamento redazionale di Liliana
Maniscalco.
Hanno inoltre collaborato: Enzo Lombardo (Commissione Gestione Risorse Umane), Rino
Liguoro (Commissione Gestione Risorse Umane), Ilaria Salvi (Commissione Gestione Risorse
Umane), Paolo Pobbiati (Commissione Azioni), Paolo Pignocchi (Commissione Azioni), Sergio
Travi (Referente Nazionale Educazione ai Diritti Umani), Enrico Scalas (Gruppo di Lavoro sul
Piano di Azione di Genere), Andrea Matricardi (Commissione Funzioni Strategiche), Angela
Ceriotti (Commissione Tematiche Internazionali), Ammar Kharrat (Commissione Tematiche
Internazionali), Christine Weise (Commissione Tematiche Internazionali), Davide Cavazza
(Direttore Ufficio Attivismo).
I contenuti dell’unità “Il diritto dei diritti” non rispecchiano necessariamente il punto di vista
dell’Associazione sulle questioni ivi trattate.
Questo manuale è dedicato a tre persone...
A quell’uomo – forse uno studente – smilzo, in maniche di camicia che, con una borsa di tela in ognuna
delle mani, cerca di fermare una colonna di carri armati. E’ immobile, davanti al primo carro della
colonna. Il carro tenta di scartare di lato e lui, scartando sullo stesso lato, gli si para di nuovo davanti: la
colonna si ferma. Siamo in Cina, la città è Pechino,
la strada è quella che conduce alla Piazza Tianammen (la Piazza della Porta della Pace Celeste), è il
giugno del 1989.
Quell’uomo la cui immagine, ripresa di spalle, fa il giro del mondo – per molti è, e resta, il simbolo dei
cinquanta giorni – tra il maggio ed il giugno 1989 – in cui persone di ogni estrazione chiesero, con
fermezza e determinazione, dignità, rispetto, democrazia.
Quell’uomo che – da solo - aveva tentato l’impossibile fu allontanato e la colonna si mosse per compiere
la parte che le toccava di quella repressione violenta, che costerà la vita a centinaia, forse migliaia, di
manifestanti.
Nei giorni, nei mesi, negli anni seguenti la repressione contro chi chiedeva il rispetto di diritti inalienabili
è proseguita – sorda e precisa – senza che se ne avesse notizia, senza che la maggior parte dell’opinione
pubblica mondiale si indignasse.
Oggi, la repressione continua, con la stessa scientificità e spietatezza di ieri.
Quell’uomo e tutti i suoi compagni e le sue compagne rappresentano, per noi, le molte persone che –
nel mondo intero – si battono per vedere garantiti e rispettati i propri diritti;
coloro che danno un senso al nostro lavoro; coloro a cui diamo –con orgoglio – voce.
Al nostro socio e sostenitore Norberto Bobbio.
Bobbio ci ha insegnato a praticare i diritti umani, ci ha esortato a non mollare, a convincerci che le
nostre battaglie possono e devono essere vinte.
Ci ha lasciato parole come quelle che seguono, che davvero si fatica a pensare possano appartenere a un
pessimista.
“Il nuovo ethos mondiale dei diritti dell’uomo risplende soltanto nelle solenni dichiarazioni internazionali
e nei congressi mondiali che le celebrano e le commemorano, ma a queste solenni celebrazioni, a questi
dotti commenti corrisponde la loro sistematica violazione in quasi tutti i paesi del mondo (forse
potremmo anche dire “tutti”, senza timore di sbagliare) nei rapporti fra potenti e deboli, fra ricchi e
poveri, fra chi sa e chi non sa. Eppure non bisogna desistere, tanto più che oggi, oggi più che mai,
possiamo cominciare a credere seriamente che il futuro sia nelle nostri mani”.
(Norberto Bobbio, 10 dicembre 1995, XLVII Giornata Mondiale dei Diritti Umani)
Al nostro fondatore Peter Benenson (31/7/1921-25/2/2005), e alla sua
indignazione nei confronti dell'abuso di ogni potere:
"La candela di Amnesty non brucia per noi, ma per tutte quelle persone che
non siamo riuscite a salvare dalla prigione, che sono state uccise,
torturate, rapite, scomparse. La candela brucia per loro."
Prefazione
I percorsi di lettura
di questo manuale
Questa è l’ottava edizione del “Manuale dell’Attivista di Amnesty International” (d’ora in poi
anche AI).
E’ una guida per i nuovi (ed i ‘vecchi’) soci e socie di Amnesty che vogliano approfondire la
conoscenza dell’organizzazione, della politica e delle tecniche del nostro Movimento.
Il manuale è organizzato in unità sulla base delle principali aree di lavoro e delle tematiche
trattate da Amnesty International. Ognuna è liberamente riproducibile e può essere diffusa
anche all’esterno.
Infatti:
 le unità possono essere messe in relazione tra loro per un ciclo completo di
autoformazione;
 possono essere utilizzate come testo di consultazione veloce;
 possono essere fruibili in qualità di dispense per la formazione di soci e socie di
recente ingresso nel Gruppo;
 opportunamente sintetizzate possono costituire un buon materiale di promozione
all’attivismo, poiché spiegano la politica ed il lavoro di AI.
Le tematiche affrontate nel manuale sono:
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la missione, la visione ed i valori fondamentali di AI;
la legislazione e gli standard internazionali sui diritti umani;
per chi lavora Amnesty;
il campaigning e le tecniche dell’attivismo;
il lavoro dell’attivista : come si organizza il volontariato in Amnesty International;
la struttura della Sezione Italiana;
la struttura del Movimento a livello mondiale.
Inoltre si trovano altri due documenti in appendice:
 il testo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani;
 l’articolo di Peter Benenson “The forgotten prisoners”.
Non esiste una successione precisa in cui leggere tutto l’elaborato: il lettore scelga il percorso
da attuare nella conoscenza di Amnesty International.
Tuttavia vi consigliamo di iniziare dall’introduzione e concludere con le appendici, variando
l’ordine delle altre unità intermedie in base alle vostre esigenze.
Buona lettura!
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Prefazione I percorsi di lettura di questo manuale