Campo de fiori Per una Piccola Pace Violenza, razzismo, guerra. Manifestazioni aberranti dell’uomo sull’uomo, sulle donne, sui bambini, sugli animali, sulla natura. Ormai non si parla d’altro, non vediamo altro e questo perché è più facile, sbrigativo. E’ semplice “visualizzare” il concetto di guerra, di violenza, in un mondo che vive di M e s s a g g i Sandro Anselmi Auguri a Michela Guerrini e Massimiliano Dionisi che si sono sposati il 12 Aprile da parte della cugina Ida, da tutti i parenti e dalla redazione. il 18/4 presso il Vivaio Piante Sabina, si è persa Fifì, una cognolina razza Bouldog Francese. Ha una macchia nera sull’occhio dx ed una sulla coda. Tel. 0761.540733-328.7788671. Ad una persona speciale, un augurio speciale !!! Buon coma Auguri a Federico che ha pleanno compiuto gli anni il 20 Aprile nonno Mario da parte di mamma, papà, per i suoi 90 compiuti il 22 Aprile, Cecilia, parenti e amici. dalla sua numerosa famiglia. Auguri !! Auguri !! Auguri !! Il 16 Maggio si uniranno in matrimonio Emanuela Stefanelli e Luca Barboni. Gli auguri particolari vi vengono da Scilla e Alessandro, dalla redazione di Campo de’ fiori e da parenti e amici. Auguri................. Errata Corrige Campo de’ fiori n.7 Articolo de “ I Falisci” è stato erroneamente riportato il nome di Goffredo Ferri anzichè Goffredo Chiodi (componente del gruppo). Ci scusiamo dell’errore col Sig. Goffredo Chiodi. Campo de’ fiori n. 7 Articolo delle Edicole Votive. Questa immagine è stata indicata come l’edicola votiva di S. Antonio Abate. In realtà si tratta di Sant’Antonio da Padova. 2 corsa, preoccupato, stressato. “Visualizzare” la pace, l’amore, è molto più impegnativo e questo richiederebbe una sorta di purificazione interiore. Per non arrivare all’abitudine, alla saturazione che ci renderebbero inerti e indifferenti, proporrei che la televisione, i giornali, i mass-media in gene- Buon compleanno a nonna Carmela che compie 89 anni da parte dei figli, nipoti, generi e nuora. Tanti auguri a Giuliano che il 3 Aprile ha compiuto sette anni da parte di mamma e papà. Auguri di buon compleanno a papà Franco che il 4 Maggio compie 61 anni dai figli, la moglie e la nuora. Auguri di buon compleanno alla dolcissima Ylenia Ranfi che il 14 Maggio compie 12 anni da tutta la redazione di Campo de’ fiori. Auguri di buon compleanno a Veronica che compie gli anni il 7 Maggio con un grosso bacio da parte di MAMMA. Auguri ad Elio di Bolzano che il 7 Maggio compie gli anni da parte degli amici di Civita. re, non dessero spazio alcuno alle immagini di violenza, fatta salva l’informazione, per almeno una settimana. Si abbasserebbe in ognuno di noi il livello di pressione che c’incattivisce ed avremmo costruito quella piccola pace di tutti i giorni, verso noi stessi e verso gli altri. Sandro Anselmi Campo de fiori Periodico di Politica, Cultura ed attualità edito dall’Associazione “Accademia Internazionale D’Italia” (A.I.D.I.) - senza fini di lucro Presidente Fondatore: Sandro Anselmi Direttore: Sandro Anselmi Direttore Responsabile: Sandro Anselmi Segretaria di Redazione: Cristina Evangelisti Impaginazione e Grafica: Cristina Evangelisti Reg. Trib. VT n. 351 del 2/6/89 Stampa: Tipografia S.E.A. srl La realizzazione di questo giornale e la stesura degli articoli sono liberi e gratuiti ed impegnano esclusivamente chi li firma. Testi, foto, lettere e disegni, anche se non pubblicati, non saranno restituiti se non dopo preventiva ed esplicita richiesta da parte di chi li fornisce. L’editore non risponde delle informazioni degli inserzionisti. I diritti di riproduzione e di pubblicazione, anche parziale, sono riservati in tutti i paesi. Direzione, amministrazione, redazione, pubblicità ed abbonamenti: P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) - C/C PT n. 42315580 Tel. e Fax 0761.513117 e-mail: [email protected] Stop al Fumo Se fumate un pacchetto di sigarette al giorno, in un mese avete speso circa € 110,oo . Basta non fumare per due mesi e, con quello che avrete risparmiato, l’agenzia Mondo Nomadus vi farà trascorre un fine settimana da sogno nelle più belle città Europee. (3 giorni + 2 notti) E SE FUMATE DI PIU’ ? ..... Mondo Nomadus snc P.zza della Liberazione, 3 - Civita Castellana (VT) Tel. 0761.599393/4 Fax 0761.599393 Campo de fiori Un Ronciglionese a P.za S. Pertini 5 - Civita Castellana (VT) Erminio Quadraroli prima e durante la maratona Ronciglione, ore sei del mattino. Sembra una giornata uguale alle altre, ma è domenica e i colli capitolini mi attendono. Arrivati all’ombra dell’Anfiteatro Flavio, inizia la preparazione psicologica e fisica: c’è chi spalma creme sui muscoli e chi, come me, si scalda con i teneri baci della propria amata. Ma arriva l’ora fatidica: alle nove e un quarto si parte. Un oceano di gente increspa le strade della città eterna. Mi aspettano ore di interminabili emozioni. Siamo oramai al decimo chilometro e il cuore inizia a diventare sempre più rumoroso. Questo battere di tamburi risuona nelle orecchie. Per le strade applausi ed incitamenti, sul percorso tanta stravaganza: centurioni in corsa, cappellini che suonano, parrucche eccentriche. C’è anche chi corre in onore di amici che non ci sono più. E’ un lungo serpentone variopinto… questa è la vera gara. In lontananza si vede lo striscione di metà percorso e gli occhi cadono inevitabilmente sul cronometro. La testa inizia un lento conto alla rovescia, mentre i primi dolori muscolari iniziano a farsi sentire. Il trentesimo chilometro in lontananza avverte che ora con i muscoli pieni di acido lattico, quello che conta è il cervello… Da qui in poi siamo noi e la strada. Tutti i dolori stanno sparendo, cancellati dal rumore del cuore che sembra un trottare di cavalli… E’ veramente iniziata la fase critica. Le ginocchia si piegano e gli occhi si alzano sullo striscione dei quaranta chilometri. Ecco la carica oramai è finita. Il respiro diventa affannoso, le gambe riprendono vigore, gli occhi si gonfiano e sulla linea del traguardo un pianto di soddisfazione solca il viso. Quattro ore, cinquantuno minuti e sedici secondi: la mia prima maratona è giunta alla fine. P.za Sandro Pertini, 25/26 01033 Civita Castellana (VT) Tel. 0761.51.41.63 Cell. 338.47.33.774 3 Scuola Materna anno 1932 - Foto data dal Sig. Bruno Fontana Prima media - anno scolastico 1946/47 foto data dalla Sig.ra Miriam Vincenti Se vi riconoscete in queste foto venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere 4 11.5.1953 Scuole elementari e materna Suore Francescane - foto data dalla Sig.ra Ernestina Vincenti Campo de fiori Album rico Campo de fiori 1952 Concorso Nazionale di Canto Corale della RAI foto data dalla Sig.ra Maria Del Priore ordidei pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori, esse vi verranno subito restituite. 5 Campo de fiori 6 Campo de fiori Tratto da “Numero Unico” - testata giornalistica civitonica degli anni ‘50 Presentando questo spazio pubblicitario presso i due punti vendita Lippi avrete diritto ad uno sconto del 20% su tutti gli articoli 7 Campo de fiori Album dei Terza Elementare anno 1932 - Foto data dal Sig. Irmo Soli 1959 Ragazzi Civitonici ad una festa danzante Foto data dalla Sig.ra Rosanna Darida 8 Se vi riconoscete in queste foto venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere Campo de fiori i ricordi 1971 - Mario , Felice e Italo Capati in uno splendido momento di relax nella loro azienda Civita Castellana - Scuola media anni 1950 pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori, esse vi verranno subito restituite. 9 Campo de fiori I Magnifici anni Pasta all’uovo fresca Mille specialità Lasagne - Cannelloni Crepes..... Via della Repubblica 24 - Civita Castellana (VT) Tel. 0761.599808 Luned chiuso 1944 - 2004 Festeggiati il 25 Aprile 2004 01033 Civita Castellana (VT) Via Falisca, 89 Tel. 0761.598182 Fax 0761.591579 P.za Matteotti, 16 Tel. 0761.518145 Erano presenti: Pierina Dell’Orso Fabio Conti Felice Calabrese Caterina Patrizi Franco Abballe Fabrizio Moscioni Giancarlo Mancini Gian Franco Rossetti Gianna Santini Luigi Savioli Massimo Conti Flavio Micheli Orlando Vaselli Anna Maria Leonini Luciana Bufacchi Salvatore Meschini Carla Boccini Giuliana Valeri Angela Pizzi Loretta Manoni Pietro Pistola Rina Rossi Mariella Paolelli Mina Fantera Antonietta Evangelisti Graziella Tarducci Carlo Latini Luisa Millozzi Antonio Ferramondo Marisa Smargiassi Auguri a tutti voi dalla redazione di Campo de’ fiori L oggetto misterioso Vi invitiamo ad indovinare l’oggetto misterioso riprodotto nella foto sotto. I primi cinque che lo identificheranno e ne daranno comunicazione in redazione, avranno diritto a ricevere un premio offerto dalla Profumeria Paolo e Concetta: 10 Campo de fiori Le Edicole Votive di Raniero Pedica Edicola Votiva in Piazza Matteotti di Civita Castellana A destra di Piazza Matteotti, poco prima dell’arco conosciuto come “ de Ciuchetto” il quale, con una declinante scalinata consente l’accesso verso il rione della Medioevale Porta Posterula, troviamo, al riparo di un balconcino una singolare edicola votiva che desidero presentare in questa rubrica. L’edicola, perfettamente incastonata nel ricco panorama di testimonianze storiche, artistiche e culturali della principale piazza cittadina ha delle peculiarità artistiche uniche tra le tante raffigurazioni di fede popolare e devozione sparse per Civita. All’interno, una vetrina rettangolare custodisce il quadro con l’immagine della Vergine nell’atto di preghiera durante il messaggio d’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele. Quattro decorazioni, di cui tre a motivo fogliare con al centro un fiore, riempiono gli spazi esterni alla teca votiva. Un’ovale cornice scanalata è il punto cen- trale da cui si diramano dei fasci di raggi che si propagano verso l’esterno. Nella simbologia classica, la luce che si diffonde dall’immagine votiva è la sintesi dell’illuminazione spirituale che dona ai fedeli ottimismo e fiducia (luce che penetra nelle fitte tenebre). L’anonimo artista decoratore completa lo scenario con addensamenti nuvolosi e testine di putti alati, donando complessivamente all’opera una straordinaria valenza artistica ed un’indubbia abilità manuale di decorazione a stucco. Sotto il quadro della Vergine è evidenziato uno stemma, riferimento ancora sconosciuto del presumibile committente dell’opera (forse un Cardinale). Appare quasi stridente la monocromia dello stucco, segno di un voluto contrasto tra la volontà di rappresentare l’importanza di una “Gloria “ e l’umiltà dell’artista, dimostrata nella rappresentazione di una raggiera senza tonalità cromatiche che fa risaltare unicamente l’icona votiva. Personalmente ritengo ed auspico che Piazza Matteotti, dopo il restauro della Fontana dei Draghi e delle meridiane, possa essere ancor più espressiva e completa con un’artistica pittura di quest’edicola votiva. Le edicole sinora descritte per “Campo de Fiori”appartengono ad un tipo di religiosità di gruppo e di quartiere, mentre l’edicola di Piazza Matteotti, è privata ed appartiene agli eredi della famiglia Di Donato-Di Piero. La gent. signora Donatella mi ha raccontato i suo ricordi legati all’edicola ed in particolare al quadro della Vergine “Ricordo che con mamma e papà siamo andati, circa 40 anni fa a Roma. In un negozio adiacente al Vaticano, la mamma decise l’acquisto di un copia di un famoso quadro della Vergine in preghiera, quadro che abbiamo sistemato nell’edicola sotto il balcone di casa. Sono molto legata sia al quadro che all’edicola, soprattutto per motivi affettivi e per devozione. Per quanto posso, curo l’edicola e cerco di mantenere sempre acceso il lumino all’interno della teca”. 11 Campo de fiori La storia Ho incontrato Sandro Anselmi (Max) nella direzione di Campo de’ fiori e gli ho posto alcune domande perché riuscissi, con le sue risposte, a completare i miei copiosi ed indelebili ricordi della sua storia musicale. Una storia che ha accompagnato tutta la mia giovinezza e che arriva ai giorni d’oggi. Fin dalle elementari il suo talento viene scoperto dal Maestro Luigi Ricci, che lo seleziona per un coro di ragazzi che deve esibirsi alla radio. Più avanti viene invitato a cantare dai Brazil (famosa orchestra degli anni ’50 della quale parleremo nel seguito della storia di Max) ma, timido all’inverosimile, preferisce farlo accompagnato alla fisarmonica dallo zio Paolino, un gigante buono e sensibile, al quale è molto affezionato. Si isola spesso per suonare l’armonica a bocca che si è fatto regalare dal padre alle bancarelle delle feste patronali di San Matteo, anziché la classica pistola ad acqua di celluloide, giocattolo tanto desiderato dai ragazzini degli anni ’50. Ascolta la buona musica della banda del paese e si commuove al più bel repertorio classico eseguito al pianoforte dall’Avvocato Giovanni Migliarini ed al violino dal figlio Piero (suonerà poi alla Fenice di Venezia e nell’Orchestra della 12 RAI), fermandosi all’uscita della scuola sotto le finestre del loro palazzo. Suor Vincenza gli fa perdere un po’ della sua timidezza accompagnandolo a cantare durante la Santa Messa con l’armonium a pedale. Tutto quello che è musica lo attrae sempre fatalmente e così la fisarmonica di Arturo e la tromba del padre di Vittorio, che villeggiano d’estate vicino casa sua, la chitarra di Otello e di Valter e perfino la voce di Valentina che canta sopra la radio le prime canzoni di Mina. Dalla bottega di Remo il calzolaio usciva la bella voce di Renzo Alessi, che aveva partecipato a concorsi nazionali ed interpretava magistralmente il repertorio di Claudio Villa con canzoni quali Buongiorno Trist e z z a . L’ a c c o m pagnavano Otello Narduzzi, Bruno Pucci e Matteo Sciosci con chitarra, violino e mandolino. Erano tempi semplici………. Quell’estate, finite le scuole, Max , da sempre appassionato anche di sport e cultura fisica vecchia maniera, costruisce dei pesi di cemento insieme al cugino Ivo ed apre un club per fare ginnastica, ballare, recitare poesie e suonare, nel locale di Alberto Ferrelli, per poi spostarsi in quello di Ruggero Cencelli. Nei club c’ero anch’io e li ricordo ancora, come fosse oggi, tappezzati di tutti i poster dei più importanti cantanti e gruppi del momento come l’ Equipe 84, I Beatles, I Rokes, I Rolling Stones, …… e così imparavamo a ballare lo Shake guardando Fanny di Milano, che era più emancipata di noi. Nelle Domeniche pomeriggio si andava a vedere le coppie ballare da Paggiò e si aspettava sempre che l’orchestra Brazil intonasse il Boogie Woogie, per vedere le gambe delle prime coraggiose ragazze che, fintamente dispiaciute, le mostravano. Si incominciavano a sentire al Juke Box le prime canzoni di Celentano e Don Backy, promosse e proposte dai nostri amici romani che tornavano numerosi a riempire le case del paese per villeggiare. Uno di loro, Franco detto l’Americano, s’era comperato una chitarra nuova e regalava quella vecchia a Max. Era talmente vecchia che i ponticelli mancanti venivano sostituiti da pezzi di fil di ferro che tagliavano le dita a scorrervi sopra. Poi, accordo dopo accordo, imparato anche dai compagni di scuola Girolamo Mariani e Giuseppe Natoni, si poteva final- Fausto Capitoni - Romano Massaccesi - Sandro Campo de fiori a di Max mente accompagnare le prime canzoni da solo. E arriviamo all’incontro con Fausto Capitoni (Fargo). Fausto aveva imparato la chitarra dal fratello Valter, più grande di lui e ne era talmente innamorato, che ci andava addirittura a letto. Incominciano ad incontrarsi quasi tutti i giorni al ritorno dalla scuola per suonare insieme e, mentre Fausto cresce con la chitarra, Max l’accompagna suonando la batteria ricavata da un fustino di detersivo vuoto e battuto con i ferri grandi da maglia. Lì , suonando volutamente al buio, ci si cimenta a riconoscere gli accordi e nascono le prime canzoni. Cercano altri amici ed insieme a Romano Massaccesi (detto Secco), che suonerà il basso e Sandro Cruciani (detto Truma) la batteria, nascono “I Grandi Naufraghi”. Esordiscono nella sala parrocchiale dove Max era di casa, perché componente del gruppo teatrale di Silvano Tabacchini ed allietano con la loro musica beat, le feste danzanti di noi ragaz- Antonini - Sandro Anselmi - Romano Pucci zi dell’epoca. Si avvicendano ai Brazil durante i grandi veglioni di carnevale nel cinema Smeraldo di Fabrica di Roma (oggi non esiste più) e Max suona la chitarra elettrica che gli ha prestato Sandra, la sorella del suo più caro amico, il compianto Carlo Pacelli. Il gruppo prova a casa di Sandro Cruciani su alla Rocca. Poi, causa impegni di lavoro, Sandro Cruciani lascia di suonare la batteria ed al posto suo subentra Sandro Antonini di Vallerano. Con la nuova formazione si esibiscono un po’ dappertutto, ma vale la pena ricordare la prima pista estiva da ballo nell’ex campo da bocce del bar di Checco Pedica (ora la “Trattoria di Antonella”). Acquistano una nuova amplificazione e Max, grazie all’interesse di un magazziniere di Fabrica di Roma (Abele) che lavorava presso il negozio “Musicarte” di Roma, prende per pochi soldi dalla signora Vanda (madre di Nanni), la chitarra a mezza luna già dei “Rokes”. Nasce poi il primo Ferragosto Fabrichese con la partecipazione entusiasta di tutto il paese e dei villeggianti. Si prepara uno spettacolo completo con musica, quiz, scatch insieme ad un gruppo di amici tra i quali Carlo Ciaffardini, Mario Marignoli, Francesca Nardelli, Bruna Ciaffardini ed altri. C’è la consacrazione della prima “Sagra del Tozzetto”. In quegli anni il gruppo aveva talmente allargato la schiera di amici, simpatizzanti, fans, che le prove venivano fatte all’aperto, in un grande spazio davanti alla casa di Max e richiamavano tanti e tanti ragazzi provenienti anche da altri paesi. C’era poi, fra loro, un vero e proprio gruppo di ultras che, a dir poco, tifano in maniera esagerata per il complesso. Una volta, a Faleria, Max stava cantando in piazza ed i gruppi rivali, per dispetto, tiravano di nascosto il filo del microfono unidirezionale che si girava e così non prendeva più la voce. Accortisi del misfatto scoppiava una rissa generale e molti finivano in caserma. Dopo aver vinto diversi concorsi musicali, venivano poi invitati quali ospiti fuori gara come all’Auditorium di Viterbo (l’attuale Teatro San Leonardo), in una manifestazione organizzata dal giornale studentesco “Sottobanco” e dove, letteralmente assaliti dai fans, faticarono non poco a guadagnare l’uscita. Entra nel gruppo un musicista d’eccezione Romano Pucci (Romanino), futuro primo flauto al Teatro alla Scala di Milano ! Con Romanino alle tastiere si affina il linguaggio musicale e si amplia il repertorio a trecentosessanta gradi con i migliori brani italiani e stranieri del momento e seguitano a suonare con sempre più successo. Questa stagione dura abbastanza da farli arrivare a suonare fin nei migliori locali della capitale, con le divise nuove fiammanti cucite dalla sartoria Catulli di Caprarola. Romanino, però, lascia il gruppo per avviarsi verso la strada che lo porterà a quei meravigliosi traguardi. Max, allora, ingaggia Franco Soli di Civita Castellana come batterista perché lo aveva già apprezzato con i “Falisci” e gli “Adelfi” e fa passare Sandro Antonini alle tastiere, che erano il suo naturale strumento. Infatti, fin da piccolo, aveva suonato l’organo della Chiesa della Madonna del Ruscello di Vallerano , allievo di Don Manfredi Testa, ed aveva acquisito una tecnica eccezionale anche con la fisarmonica, che suonava benissimo. Franco Soli, però, si portò dietro anche Nando Cavalieri che, suonando la chitarra ritmica, dava la possibilità a Max di dedicarsi solo al canto. Il gruppo di amici di Civita Castellana continua ad infoltirsi e diventano assidui frequentatori dei “Grandi Naufraghi” Enrico Giannini, Carlo Antonozzi, Mauro Angelelli, Pietro Galadini, Massimo Cirioni e tanti altri...... S.C La storia di Max continua nel prossimo numero. 13 Campo de fiori Fabrica di Roma e la letFabrica di Roma, ovvero un paese con il pallino della letteratura. O anche piu’ modestamente con molte persone che si sono dedicate e si dedicano ancora, alla elaborazione e pubblicazione di testi e libri. Che tutto abbia inizio da duemila anni fa, quando il grande poeta Ovidio ebbe a frequentare ed a parlare dei nostri posti ? Che sia stato il suo seme a far nascere questa interessante caratteristica di Fabrica forse è favola, forse leggenda, ma certo è che statisticamente Fabrica, un paese prima di trequattromila abitanti ed una cittadina, ora, di settemila, offre una strana e comunque confortante concentrazione di scrittori. Per carità, nessun nuovo Ungaretti o Manzoni, ma comunque un folto gruppo di appassionati, motivati e valenti scrittori, che non possono che fare lustro alla nostra cittadina. A guardare la collezione di libri scritti dai concittadini ( che si possono comunque trovare anche in biblioteca), collezione che un paio di persone possiede quasi completa, c’è sicura- mente da rimanere sorpresi. Tre decine ed oltre di testi, che spaziano dalla poesia alla letteratura, dalla saggistica alla storia locale , dalla attualità giornalistica a veri e propri poemi epici, creando una sensazione di fervore culturale che piu’ persone dovrebbero apprezzare. La speranza è che queste poche righe incuriosiscano i lettori, che si possa parlare ed approfondire questa spiccata, quanto ancora troppo nascosta, dote dei fabrichesi. I nomi , a farli, sono davvero tanti. Nel mestiere della penna, poi della macchina da scrivere ed ora della tastiera, si sono cimentate persone di tutte le estrazioni sociali , senza confini, contribuendo ad arricchire un patrimonio collettivo che puo’ essere sicuramente invidiato. Contadini ed insegnanti, ingegneri e giornalisti, casalinghe e arti- giani, disoccupati, parroci hanno dato alle stampe i loro scritti che meritano sicuramente di essere letti. In alcuni casi si tratta di testi che hanno ottenuto riconoscimenti anche prestigiosi, in altri si puo’ parlare di veri e propri casi letterari noti e dibattuti nei piu’ esclusivi circoli culturali italiani , in altri ancora delle preziose fatiche di appassionati e cultori della civiltà Falisca che Fabrica esprime. Nessun nome, per ora, proprio per stimolare questa curiosità e questa ricerca che ognuno potrà fare. E di sorprese, vedrete, ce ne saranno, molte. Monumento ad Ovidio Il Personaggio Misterioso Vi invitiamo ad indovinare il personaggio misterioso riprodotto nella foto sotto. I primi tre che lo identificheranno e ne daranno comunicazione in redazione avranno diritto a ricevere un premio offerto dalla gioielleria Ponte Vecchio. VISITATE I NOSTRI SITI WWW.CAMPODEFIORI.BIZ WWW.ACCADEMIAINTERNAZIONALEDITALIA.IT WWW.CAMPODEFIORIONLINE.IT I marchi dei nostri prodotti: -Caciotta alla civitonica -Caciotta dolce amerina -Caciotta della Castellana -Marzolino Falerino -Pecorino Falisco -Pecorino Fiore della Tuscia -Caciotta Piccantina -Ricotta Fresca Chiodetti Via Flaminia 79 Civita astellana Tel.0761.540005 14 Campo de fiori VUOI DIVENTARE FAMOSO/A ? QUESTA E’ LA TUA OCCASIONE L’A.I.D.I. e Campo de’ fiori organizzano il concorso di bellezza “Miss e Mister Campo de’ fiori” finalizzato alla realizzazione di un calendario speciale. Per partecipare basta avere una età compresa tra i 18 e i 40 anni - inviare due foto a colori (primo piano e figura intera) alla nostra redazione. La selezione verrà curata da una giuria di esperti del settore. L’iscrizione è gratuita Dati Personali Cognome.......................................................................Nome........................................................ nato/a a....................................................................il.................................................................. nazionalità.............................................................stato civile......................................................... Via................................................................Città..........................................Tel............................ Caratteristiche fisiche Altezza....................Peso...................Taglia...................Occhi...................Capelli............................. Voglio partecipare perchè................................................................................................................ ..................................................................................................................................................... Interessi () Canto () Ballo () Teatro () Cinema () Pubblicità () Sfilate di moda () Fotoromanzi () Televisione () Cabaret Informativa legge 675/96 per il trattamento dei dati personali ( Art. 10/13/22 ) La informiamo che la legge 675/96 prevede la tutela delle persone e altri soggetti per il trattamento dei dati personali. Ai sensi della legge suindicata, tale trattamento seguirà i principi di correttezza, lucidità e trasparenza e tutelerà la sua riservatezza e i suoi diritti (art. 22). Ai sensi di legge la informiamo che il trattamento dei suoi dati personali ha per finalità, oltre all’uso interno o di archivio, la promozione e la diffusione ad aziende interessate alle sue caratteristiche professionali e/o artistiche, al solo fine di inserla nei campi specifici. La promozione di cui sopra sarà effettuata con mezzi fotovideografici, informatici, internet. Il titolare del trattamento è Campo de’ fiori P.za della Liberazione n.2 - 01033 Civita Castellana (VT) al quale potrà rivolgersi per far valere i suoi diritti come previsto dall’Art. 13. Il / La sottoscritt... acquisite le informazioni di cui sopra (art.li 3/22 Legge 675/96) acconsente al trattamento dei dati personali e alla loro promozione anche da parte di altre società per scopi esclusivamente legati alla comunicazione a mezzo foto, video, informatica e internet, delle proprie qualità professionali ed artistiche. Bar Alessandrini snc di Alessandrini B.e C. Via Vincenzo Ferretti, Data................................Firma.................................................................................................. Documento................................................................................................................................. L’A.I.D.I. Campo de’ fiori e AGOSTINO CELESTE insieme ai vecchi gruppi musicali hanno organizzato una Consulente Assicurativo e Finanziario “COMPAGNIA DELLE SERENATE” Per informazioni telefonate allo 0761.513117 o mandate una e-mail a [email protected] ASSICURAZIONI Via Roma, 78 - Fabrica di Roma (VT) Tel. 0761.569195 AUTOTRASPORTI CALCINARI Trasporti - Movimento Terra Autogru con Cestello Loc.t Faleri Novi Fabrica di Roma (VT) Tel./Fax 0761.574002 15 Campo de fiori P oesi La brezza e il vento Festa della Mamma B eato è chi l’amore Se c’è una cosa grande nella vita, è la tua mamma che a fianco ti cammina. Può esser bionda, bruna o tutta bianca è sempre bella pur con la faccia stanca e la sua mano dona sicurezza anche soltanto con una semplice carezza. lo tiene sotto braccio, tenace è colui …TUTTO IL MONDO INTORNO A NOI che cerca con coraggio, ciò che da calore e allieta l’esistenza, L’alba la notte si porta via, creando un gran tepore una barca sul mare lascia la scia; colmando ogni assenza. una stella ti guarda e tu puoi sospirare… ad un treno che passa e si mette a fischiare. I giorni son diversi se fatti dall’amore, e gli attimi son versi Il sole è vicino fra le montagne, che canta ogni gran cuore, i fiumi scorrono nelle campagne; baciati da un profumo la neve si scioglie, l’erba è bagnata che è essenza della vita, ……la senti anche tu quant’è profumata? rimati da un sapore La terra è fertile, cresce il grano, che dà gioia infinita. una tartaruga arriva lontano; Cerca quella carezza una nuvola passa, ne guardi la forma, che ti farà contento, un attimo solo e la luce ritorna. perché sarai la brezza sfiorata da un gran vento. Un tamburo suona con ritmo veloce, Ma se non sai l’amore dentro di te senti una voce, cosa ti prende e da… ti chiama, l’ascolti, ti lasci andare… Avrai solo il dolore e insieme a lei inizi a cantare. di vivere a metà. C’è infatti un detto veritiero assai, “Chi ha la mamma non tremerà mai”. Ma nel bel giorno che a lei noi dedichiamo un’altra mamma non dimentichiamo. Ha il volto più radioso che ci sia è proprio Lei la Vergine Maria. E’ mamma di Gesù, nostro Signore che donò a noi dall’alto della Croce. E quando il nostro cuore ha qualche cruccio chiediamo a Lei avrà il rimedio giusto. Preghiamola ogni giorno con ardore messaggera sarà presso il Signore. E’ così bello potersi rifugiare da qualcuno che tanto ti sa amare. Dobbiamo quindi sempre ringraziare perché la mamma che sta in terra a noi dà vita la mamma che sta in cielo a Lui ci guida. Il mondo è fatto di piccole cose, di ogni emozione ti serve una dose, tutto è semplice, tutto è un mistero, cerca chi sa amarti davvero. Pensa al futuro, ma vivi il presente solo così proverai veramente l’intensità di ogni ora, piccola o grande, ma non farti troppe domande. In questa foto pubblicata sul n. 7^ di Campo de’ fiore è stata riconosciuta la Sig.ra Fiorella Fantera - prima fila, II bambina da sx Suquesta foto pubblicata sul 6^ numero sono stati riconosciuti oltre ad Osvaldo Piccinini, Mario Gentileschi, Giuseppe Vitali, Ermanno Corazza e Sergio Mutti, anche Palmiro Lanzi, Angelo Bernabei, Rocco De Angelis, Antonio Romito, Luciano, Capozzucchi, Luciano Caregnato, Antonio Pasquetti, Fabio Massimo Conti e Franco Fontana. Cresci col sole, viaggia col vento, pensa ogni volta a questo momento, perché in fondo non è ricco nessuno se non riesce ad amare qualcuno. Loredana Speranza Soprannomi o streppo er panza zampoletta bocaletta mozzicastreppi facocchio o pizzicaroletto 16 o callararo julù bruschetto fregafume mappona sgabbao grancio In questa foto pubblicata sul 7^ numero di Campo de’ fiori sono stati riconosciuti: 1- Franco Gradassai, 2- Fabrizio Angelelli, 3- Gentili, 4- Pino Cassieri, 5- Di Battista, 6- Prof.ssa Vitone, 7- Alessio Paternesi, 8- Carla Leonetti, 9- Lucia Vaselli, 10- Sandra Pierucci, 11- Mario Boschi, 12- Vincenza Micheli, 13- Paola Balducci, 14- Leda Fiora, 15- Maria Antonietta Morelli, 16- Gabriella Matteucci. In questa foto pubblicata sul 7^ numero di Campo de’ fiori sono state riconosciute: Marzia Marcantoni, Marisa Marcantoni, Leda Sugoni, Daria Mossi, Letizia Caprari, Gigliola Giampieri, Maria Spitoni, Desdemona Vegni, Oralda Stefanini, Giuditta Barduani, Elsa Fiorani, Maria Mazzafoglia, Italia Profili, Sestina Cenciarelli, Iolanda Mei, Irene Mossi, Nerita Carabelli, Aniceta Sacchetti, Assuntina Mancini, Norma Puccini, Maria Angeletti, Lidia Migliorati. Campo de fiori Rwanda: ricordando il genocidio V. A. Dieci anni fa, esattamente il 6 Aprile 1994, iniziò un massacro sistematico della minoranza Tutsi da parte della maggioranza Huto. Una vera e propria “pulizia etnica”. Per cento lunghi giorni nel Rwanda si consumò un “olocausto” senza precedenti; ancora una volta la comunità internazionale rimase immobile, al punto tale da non considerare ciò che stava accadendo come “genocidio”. Era la Svizzera d’Africa, il paese delle mille colline, oggi è un paese dove il 70% dei bambini soffre di malnutrizione. Dieci anni dopo il genocidio tra Hutu e Tutsi, forse il più crudele, di sicuro il più rapido della storia, poiché si consumò in cento giorni provocando la morte di almeno un milione di persone, il Rwanda ha tutt’altro che archiviato i suoi problemi. Nelle aree di confine con i paesi vicini, dalla Repubblica Democratica del Congo al Burundi, guerre e guerriglie continuano a spargere sangue. Alla guida del paese, riconfermato con oltre il 90% dei voti alle elezioni di fine Agosto dello scorso anno,è Paul Kagame, capofila del Fronte Patriottico Rwandese (FPR) che si sta preparando a celebrare uno degli anniversari più tragici del XX secolo. Dieci anni fa, la storia…… Al censimento effettuato dal governo del Rwanda nel 1993, in cui tutti i rwandesi avevano dovuto dichiarare a quale tribù appartenevano, era seguito un massacro di Tutsi nella zona settentrionale del paese che si sarebbe rivelato la macabra prova generale del genocidio del 1994. Nel frattempo, il presidente del Rwanda, Juvenal Habyarimana, aveva firmato un accordo di pace ad Arusha, in Tanzania con il Fronte Patriottico Rwuandese a guida Tutsi, allo scopo di mettere fine alla guerra civile che affliggeva il paese da quattro anni. Il 6 Aprile 1994 il presidente Habyarimana tornava in aereo dalla Tanzania, con il presidente del Burundi, dopo aver partecipato ad un incontro per definire il processo di pace. Mentre cercava di atterrare nella capitale del Rwuanda, Kigali, il suo aereo fu abbattuto da alcuni estremisti del suo stesso partito. Erano persone disposte a sacrificarlo perché pensavano che avesse concesso troppo all’FPR nei colloqui di pace… La morte di Habyarimana fu usata come pretesto per scatenare il genocidio. La radio nazionale rwuandese (la Radios des Milles Collines) e alcune stazioni private, trasmettevano istruzioni agli squadroni della morte, i cosiddetti Interahamwe (che in lingua kinyarwanda significa “quelli che combattono insieme”) e spronavano incessantemente gli assassini ad accelerare il massacro. Le truppe rwuandesi appoggiavano gli Interahamwe in quelle aree in cui incontravano la resistenza dei civili Tutsi. Mezzi di trasporto e carburante permettevano agli squadroni della morte di raggiungere anche le più isolate comunità Tutsi. Prima del Luglio 1994, quando la vittoria dell’FPR, guidato dai Tutsi, mise termine al genocidio, almeno un milione di persone erano state massacrate. La Convenzione delle Nazioni Unite per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio, datata 1948 (a cui il Rwuanda aveva aderito nel 1975), definisce i crimini di genocidio come “atti commessi con l’intenzione di distruggere, del tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale”. La Convenzione, non solo fa del genocidio un crimine, ma nell’articolo 3 stabilisce che l’istigazione diretta e pubblica al genocidio è punibile. Nel Settembre del 1998 il Tribunale penale internazionale del Rwuanda, con sede ad Arusha in Tanzania, condanna Jean Kambanda, ex primo ministro, per istigazione diretta e pubblica al genocidio accusandolo, fra l’altro, di aver incoraggiato la Radio delle Mille Colline a persistere nei suoi messaggi di morte. Nello stesso mese la Corte condanna anche JeanPaul Akayesu, il funzionario pubblico più importante nel comune di Taba, per imputazioni fra cui figurava l’istigazione diretta e pubblica al genocidio… I divieti previsti dalla Convenzione sul genocidio e i precedenti stabiliti dal Tribunale Penale Internazionale per il Rwanda , sono stati inseriti nello Statuto del Tribunale Penale Internazionale, adottati il 17 Luglio 1998. Centoventi paesi hanno approvato lo Statuto di Roma che ha fissato le norme di base per il primo Tribunale Penale Internazionale Permanente nella storia; l’articolo 5 dello Statuto colloca il genocidio al primo posto nell’elenco dei crimini su cui il Tribunale è competente. Kigali, 25 Marzo 2004 (Adnkronos) – Il Presidente del Rwuanda, Paul Kagame, lancia la sua controffensiva contro la Francia accusandola nuovamente di aver avuto un ruolo nel genocidio. In una conferenza stampa a Kigali, Kagame ha preannunciato l’apertura di un’inchiesta in Rwuanda, parallela al lavoro del Tribunale speciale. 17 Campo de fiori Vi ta Cittadi01033 Civita Castellana (VT) Via Falisca, 89 - Tel.0761.598182 Fax 0761.591579 P.zza Matteotti, 16 - Tel. 518145 Manifestazione contro l’uso di droghe “Urrà alla Vita” Stefano, Michele, Alessandro e Alessandra insieme a Peruzzi (portiere della Lazio), ospite durante la manifestazione “Urrà alla vita”. Alessandro, Alessandra, Stefano e Michele insieme a Alessandro Tonolli capitano della Virtus Lottomatica Basket anche lui ospite durante la manifestazione. Torneo di Karate organizzato dalla palestra Okinawa di Civita Castellana 18 Campo de fiori Inizia con questo numero la rubrica degli emigrati che hanno portato nel mondo la nostra cultura, le nostre tradizioni ed un po’ della nostra storia. Siamo orgogliosi di presentarveli: Maurice “Maury” Petrilli Un uomo fattosi in America Murice Petrilli e la moglie Giuseppina Barduani originaria di Civita Castellana Maurice “Maury” Perilli nasce a Trenton, New jersey, nel 1918 da Armando ed Agnes Perilli ed è uno dei loro cinque figli. All’età di sette anni fa il primo passo nel campo della tipografia, lavorando nella piccola impresa editoriale del padre dove, tra i tanti giornali, viene pubblicato anche il Secolo XX, un settimanale italiano. In seguito, mentre il padre è convalescente da una lunga malattia, Maurice riesce a mantenere in vita l’impresa di famiglia nonostante la grande “depressione”. Dopo la guarigione del padre, Perilli svolge numerosi lavori tra cui quello di linotipista per la Commercial Printing Company e collabora in vari settimanali. Quando l’America interviene nella seconda guerra mondiale, tutti e cinque fratelli Perilli vengono chiamati a servire le forze armate. Dopo aver ricevuto il congedo come sottoufficiale della Marina della Guardia Costiera Americana in California, ritorna a Chambersburg, dove riprende l’attività tipografica. Nella contea di Hamilton apre una società tipografica chiamata “ABCO PRINTING” . Nel 1962 Perilli rileva la Commercial Printing Company e, contemporaneamente, fonda la Photo-Offset Publishing Company. Acquista anche The Mercer Messanger ed un giornale di lingua italiana La Nuova Capitale . Intraprende poi la carriera politica e diviene Presidente del Comitato per l’urbanistica di Hamilton. Per dodici anni è membro del Consiglio delle progettazioni di Hamilton anche con la carica di Vicepresidente. E’ membro del Mercer County Mosquito Commission per dieci anni e nel 1960 di Sandro Anselmi è eletto Assessore del comune di Hamilton, carica che mantiene per altri quattro mandati di tre anni ognuno. E’ Sindaco per quattro anni e, per otto, Commissario di Polizia. Nel 1970 gli è conferito il premio annuale della Fermi Federation per le sue iniziative per la lotta alla droga e nel 1971 gli viene assegnato un riconoscimento dalla Verdi Civic Association. ... Continua a pag. 21 Giuseppina Barduani insieme ad Amelia e Pierina Angeletti (Maggiorana) anche loro originarie di Civita Castellana 19 L’angolo della psicologa Campo de fiori Dott.ssa Sara Petrucci A S C O LTARE IL N O S T R O CORPO L’Avvocato risponde Spesso trascorriamo l’intera vita a cercare, Il medico Avv. Aldo Piras Gentilissimo Avvocato Piras, mi chiamo F.C. e sono separato da quattro anni. Raggiungerò ad Ottobre di quest’anno l’età pensionabile. Volevo chiederLe se mia moglie potrà vantare qualche diritto sulla mia liquidazione. Premesso, brevemente, che per rispondere compiutamente al quesito occorrerebbe conoscere anche se la moglie del pensionato svolge, o ha svolto, attività lavorativa, se in sede di separazione è stato stabilito un assegno di mantenimento o di mero Dott. Maurizio Martini Egregio Dott. Martini, avendo avuto in famiglia più di un caso di tumore alla mammella, volevo chiederLe se esiste una familiarità per questi tumori. M.R.V. La risposta alla domanda della signora è: forse potrebbe…ma in ogni caso non c’è da allarmarsi. Uno dei rischi maggiori di andare incontro allo sviluppo di un tumore della mammella è rappresentato dalla cosiddetta familiarità, cioè dall’avere uno o più individui nella propria famiglia che hanno sofferto di cancro al seno o all’ovaio. Studi recenti hanno messo in evidenza come questa fami- 20 a fare domande, a consultare tabelle, teorie, procedure comportamentali, tutte volte a migliorare il nostro fisico ed il suo stato di salute. Per tutti noi il corpo rappresenta il “biglietto da visita” da mostrare agli altri, nella sua forma migliore , nella sua estetica; ciò, però, non è tutto: il corpo non è solo esteriorità, forma, è una realtà interiore che parla innanzi tutto a noi stessi. Se da una parte ci permette di vedere, toccare, ascoltare, muoverci nello spazio, percepire i cambiamenti della temperatura esterna ed interna, la contrazione o la distensione muscolare, dall’altra “urla” messaggi che non riusciamo ( o non vogliamo) ad ascoltare. Parla dei nostri stati d’animo, dei pensieri, delle difficoltà e delle scelte che affrontiamo nel quotidiano. La nostra interiorità si esprime attraverso risposte fisiche, messe in atto spon- taneamente a seconda delle situazioni che vive. Se non ascoltiamo il nostro corpo, rinunciamo alla opportunità di conoscerci, ci “sleghiamo” da esso, dalla nostra interiorità creando, così, una condizione di frattura, tale da impedire di vivere la nostra realtà in tutta la sua interezza. Occorre dunque “prender corpo”, superare la dissociazione in atto per ricreare quel contatto con noi stessi, al di là di ciò che si vede al di fuori, e con gli altri. Qualcuno dice: “ogni scelta di vita ha conseguenze sul fisico che si rivelano in maniera più o meno eclatante. Dipende solamente dall’attenzione che vi si presta, il fatto di saper cogliere o no questi segnali. In realtà sono sempre presenti, anche al di là della nostra consapevolezza. Il nostro corpo è qui, ora: chi vuole può sentirlo e raccogliere le sue reazioni”. Io aggiunge- contributo al mantenimento a favore della stessa, infine quale sia stato il regime patrimoniale tra i coniugi e la loro rispettiva consistenza patrimoniale, può comunque affermarsi che, esaminando il problema esclusivamente sotto il profilo del diritto di famiglia, il nostro aspirante pensionato non è tenuto a corrispondere alcunché della propria liquidazione alla moglie. Le disposizioni di legge in materia, infatti, prevedono l’obbligo di corrispondere al coniuge una quota non inferiore al 40% del TFR solo in caso di divorzio ed al ricorrere delle seguenti condizioni: l’ex coniuge non deve esser passato a nuove nozze; l’ex coniuge deve essere titolare di assegno di divorzio stabilito nella sentenza relativa con la motivazione di non aver mezzi adeguati per poter provvedere al proprio sostentamento o di non poterseli procurare per ragioni obiettive; la quota del 40% comunque, deve essere rapportata agli anni in cui il rapporto di lavoro è coinciso con il matrimonio. Quanto è stato fin qui detto, ed ovviamen- te per le ragioni esposte, deve ritenersi valido allo stato attuale della situazione prospettata: vale a dire in ipotesi di soggetto ancora separato e, di conseguenza, non ancora divorziato (prima condizione richiesta dall’ordinamento). Per rispondere in modo più esauriente al quesito, va comunque precisato che lo stato di separazione, soprattutto se preceduto durante il matrimonio dall’adozione da parte dei coniugi del regime patrimoniale di comunione dei beni, potrebbe dar luogo ad un’altra serie di conseguenze derivanti da un’eventuale domanda di scioglimento di detta comunione proposta da uno dei coniugi: in tal caso, infatti, al verificarsi di tutte le condizioni che, in una tale ipotesi, dovrebbero sussistere, e che qui non è opportuno elencare, perché andrebbero preventivamente individuate caso per caso, non può escludersi che la moglie del nostro pensionato, una volta che questo avrà percepito l’aspirata liquidazione, prima del divorzio possa tuttavia avanzare pretese su parte di essa. liarità sia dovuta ad alterazioni genetiche ben definite che si trasmettono di madre in figlia o figlio e che generano una maggiore predisposizione allo sviluppo di questo tipo di cancro. Chiariamo però immediatamente alcuni punti essenziali. Prima di tutto il rischio è tanto maggiore quanto maggiore è il numero di familiari che hanno avuto un tumore al seno. Questo risulta tanto più vero quando i familiari hanno avuto questo tipo di patologia intorno ai trenta anni, quindi in età giovanile e, purtroppo, in associazione con altri tipi di tumore come quello dell’ovaio. Perciò, se la signora in questione ha avuto due parenti prossimi con questa malattia e queste due persone erano anche in età giovanile ed avevano, per giunta, sviluppato altri tipi di tumore, oltre a quello del seno, si può dire che la signora rientra nel gruppo cosiddetto a “rischio”. Attenzione però, questo non vuol dire che la signora svilupperà in un prossimo futuro un tumore al seno. La predisposizione è una probabilità, non una CERTEZZA; vuol solo dire che la signora dovrà rivolgersi ad uno specialista (un ginecologo o un senologo) o anche al proprio medico per sottoporsi ad una serie di esami radiologici e laboratoristici di screening, cioè preventivi. Questo tipo di indagini vengono normalmente effettuate e ripetute con maggiore frequenza con l’andare dell’età. Nel caso in cui però si è un soggetto a rischio queste analisi vanno effettuate con una maggiore frequenza e soprattutto prima dei 1825 anni. Si stanno mettendo appunto dei test diagnostici, che vengono oggi utilizzati solo nell’ambito della ricerca, per individuare quelle alterazioni genetiche che sono alla base della familiarità di questo tipo di cancro e poter quindi capire subito se, una determinata persona, svilupperà con molta probabilità il cancro. Il cancro della mammella è purtroppo ancora oggi una malattia per cui tanto è stato fatto, soprattutto in ordine di prevenzione, ma per cui ancora molto si deve fare, soprattutto in campo medico-terapeutico. L’arma più forte che ancora oggi abbiamo contro questo tipo di malattia è la prevenzione e quindi mi sento di consigliare a tutte le donne di sottoporsi periodicamente a dei controlli e di farsi seguire dal proprio medico o dallo specialista, specialmente se si ha una certa familiarità con questo tipo di tumore. Campo de fiori ... Continua da pag. 19 Durante il suo mandato di Commissario fa costruire, con orgoglio, il Quartier Generale della Polizia di Hamilton. Tra i numerosi riconoscimenti che riceve, ricordiamo: il Meritorious Award da parte della Department of Veterans of Foreign Wars del New Jersey ed il Commendable Service Award da parte del The Woodmen of the Word per il suo lavoro di tutore della legge. Riceve menzioni d’onore da il Villa Park Soldier’s and Sailor’s Cub per essersi distinto nel servizio alla comunità; il Mercer County Chapter della National Foundation per il servizio svolto nella lotta contro Cripped Children’s diseas e l’encomio da parte della Disabled American Veterans’ del New Jersey per essersi distinto in servizio. Perilli è nominato Membro Onorario a vita della Joseph Mc Nemey Chapter , Dav, Cook Athletic Association, De Cou Fire Company, ItalianAmerican Sportmen’s Club e White Horse Lions Club. Gli viene conferito il primo Gold Life Membership nella Hamilton Lodge, Fraternal Order of Police, è premiato con la Star of Solidarity ed è insignito del titolo di Commendatore del Governo Italiano per il suo lavoro nelle associazioni di carità italiane, specialmente nelle attività per la raccolta fondi da parte dell’Associazione Boys’ Towns of Italy . Perilli è membro della Knights of Columbus, American Legion Post 31, New Jersey Narcotics Enforcement Officers Association, Hamilton Elks, 200 Club della Contea di Mercer ed è membro fiduciario di Crime Stoppers’ di Trenton. E’ anche membro di Trenton Economic Development Commitee , Comitato Etico della Contea di Mercer, Trenton Business Assistance Corporation, Ente per lo sviluppo urbanistico della Contea di Hamilton, nonché membro della Hamilton Partnership. Nel 1992 Maury Perilli è eletto “Uomo dell’Anno” dalla YMCA (Young Men’s Christians Association) della Contea di Hamilton e nel 1994 gli viene assegnato la Hamilton Township Entrepreneur Award . Nel 1995 è insignito del titolo di “Volontario dell’Anno” dalla Mercer Unit of the American Cancer Society ; più tardi, nello stesso anno, riceve l’ Humanitarian Award da parte della National Conference del New Jersey. Nel 1999 è premiato dalla Project Freedom con l’Angel Award. Perilli è Presidente del Consiglio di Amministrazione del Robert Wood Johnson University Hospital di Hamilton fin dal 1970. Nel 1971 diventa presidente del primo Hamilton Hospital Fund Drive. E’ Vicepresidente del Comitato per gli Affari Pubblici e dell’Associazione Professionisti; inoltre fa parte del Joint Conference and Quality Assurance Commitee e del Staff Development Commitee dell’ospedale locale. Perilli è membro attivo del Consiglio di Amministrazione della YMCA di Hamilton, Silver Life Member della Patrolmen’s Benevolent Association e membro attivo della Roman Society. Inoltre fa parte del Consiglio di Amministrazione della CIAO, il Comitato delle Organizzazioni Italo-Americane della Contea di Mercer. Nel 1973 Perilli decide di non ricandidarsi come Assessore di Hamilton ed accetta la carica di Direttore della Sicurezza dell’Università della Contea di Mercer, dove resta fino al 1977. Nello stesso anno affida l’amministrazione della sua attività commerciale a due dei suoi figli, Murice Jr “Chip”, che è oggi presidente della Commercial Printing Company , e Robert, presidente della Photo Offset Publishing Company. Nel 1970 Perilli diventa membro del Consiglio di Amministrazione della Roma Savings and Loan Association dopo essere stato Presidente e membro della Board of Sanhican Savings and Loan. Nel 1977 Perilli entra a far parte della Roma Bank , dove è nominato, nel 1979, Vicepresidente Esecutivo, titolo che mantiene fino al Giugno del 1991, quando la Roma Bank viene convertita in Istituto di Credito Federale. Alla riunione per la riorganizzazione del Consiglio, tenuta il 19 Giugno 1991, Perilli viene eletto Presidente del Consiglio di Amministrazione, carica che detiene ancora oggi. Nel 2001 Perilli riceve la “Laurea ad Onorem” in Lettere dall’Università Statale “Thomas Edison” e nel 2002 la “Laurea ad Onorem” in Legge dalla “Rider University”. Nel 1970, Perilli viene insignito del premio annuale della Fermi Federation, per le sue iniziative nella lotta alla droga e successivamente, nel 1973, quando accetta la carica di responsabile della sicurezza dell’Università della Contea di Mercer, lancia un programma educativo per combattere l’uso di droga. Dice : “ Spiegavamo ai genitori come accorgersi dell’eventuale tossicodipendenza dei figli. Informavamo i ragazzi che, se si fossero presentati spontaneamente, non avrebbero avuto problemi con la legge. Abbiamo fatto tanto lavoro” e inoltre “ Avrei voluto aprire ‘Camp Kilmer’. Ho suggerito di parlare ai federali e di predisporre un controllo medico dei ragazzi. Se avessimo insistito, oggi la situazione sarebbe completamente diversa. Questo paese di solito aspetta fino a che la situazione non diventa critica e solo a quel punto cerca di fare qualcosa”. Perilli è a favore del controllo medico dei ragazzi per valutare l’eventuale uso di droghe e dice che, a suo parere, coloro che sono contro tale controllo obbligatorio sono quelli che fanno effettivamente uso di sostanze stupefacenti. Inoltre la sua opinione è che gli armadietti appartengono alle scuole e che se gli studenti non avessero nulla da nascondere non avrebbero nulla a ridire se questi venissero ispezionati. Perilli dichiara di essere stato severo quando era responsabile della sicurezza e di aver informato gli studenti che potevano avere tutti i diritti del mondo ma che su questo argomento si trattava di regole di comportamento. Perilli e sua moglie Josephine, sono orgogliosi dei loro quattro figli, Maurice Jr, John, Robert e Richard e dei loro sette nipoti e due pronipoti (Dare e Tyler). L’attività tipografica è rimasta sempre una costante nella sua vita, anche quando si è impegnato, con successo, in altri campi. “La stampa ce l’ho nel sangue” ha dichiarato recentemente Perilli. Cari amici la storia di Noel si arricchisce sempre più di nuove avventure. Conservate gli inserti e........ buona lettura dai vostri Cecilia e Federico. ...Continua 21 Campo de fiori di Sandro Anselmi La folla impazzisce..........Marasma arriva indisturbato davanti ai cavalli scossi. Quel due Luglio 1980 faceva caldo, maledettamente caldo e Mauro Matteucci, “Marasma”, era teso e chiuso ancor più nel suo carattere schivo e timido, essenziale. Non sapeva di accordi, di patti, di “mangini” (1), sentiva solo l’ombra pesante della Torre del Mangia che s’elevava su tutto e su tutti e l’emozione di quella atmosfera sacrale, pregna di simboli e di storia di quell’antica repubblica ghibellina. Sapeva di dover correre la corsa più antica, più bella e più importante del mondo. Sapeva che i senesi gli volevano molto bene, ma sapeva anche che il cavallo sorteggiato alla contrada era quello meno favorito. A poco erano valse le amorevoli cure del “barbaresco” (2) nei quattro giorni che precedevano il palio, Marasma doveva fare affidamento solo sulla saldezza delle sue cosce e sulla forza dei suoi polsi, per poter girare a San Martino (3). Un cavallo poco sicuro come Miura aveva fatto cadere nella disperazione i contradaioli dell’Onda che puntavano, perciò, solo sulla bravura del fantino per poter vincere la giostra, e Marasma era bravo. Si ricordavano i senesi, di quando lo avevano reclutato per il suo coraggio nel 22 cavalcare a pelo, al galoppo, in discesa e sull’asfalto e quella mattina, alla “provaccia” (4), Marasma aveva spinto Miura ad affondare gli zoccoli nella terra di Siena che copriva Piazza del Campo ed aveva avuto come un presentimento…… Ora è tutto un suono di campane, un rullare di tamburi, uno sventolare di bandiere e le oltre settantamila persone che gremiscono, assiepate, Piazza del Campo nella conchiglia, nei palchi, alle finestre e perfino sui bei tetti di cotto toscano, rumoreggiano frastornando i cavalli ed i fantini, che aspettano snervati nel cortile del Podestà. Il corteo storico, fedele allo splendore della gloriosa città, termina con il carroccio, trainato dai buoi, con su l’altare ed il palio che andrà alla contrada vincitrice. Escono finalmente i cavalli ed i fantini, vestiti dei colori delle contrade, calzano uno ‘zuccotto’ (5) di ferro che li protegge dalla cadute ed impugnano un nerbo di bue per battersi senza pietà, cavalli e cavalieri. Entrano nei “canapi” (6) nell’ordine stabilito dalla sorte e dopo vari rimescolamenti, entra il cavallo di rincorsa, il mossiere aziona il “verrocchio” (7), abbassa il canapo e l’urlo collet- tivo della piazza fa volare i piccioni spaventati. Marasma balza immediatamente in avanti come non si era mai visto in nessun palio fino ad ora. La folla impazzisce, non c’è gara, solo un timido duello con la Selva e Marasma arriva indisturbato davanti ai cavalli scossi. Il boato del mortaretto suggella la sua più grande vittoria. E’ il trionfo, la gloria, un fantino civitonico stravince uno dei pali più emozionanti della storia. Sono trascorsi quasi ventiquattro anni, ma a Siena Marasma è ancora un mito e lo sarà per sempre. Vorrei tanto che Campo de’ fiori potesse dedicargli un palio, magari nelle prossime feste patronali…… Note: mangini: persone incaricate dalle contrade a patteggiare. barabaresco: il custode speciale al quale viene affidato il cavallo nei quattro giorni prima del palio. San Martino: la curva più pericolosa del campo. provaccia: ultima prova che si svolge la mattina stessa del palio. zuccotto: copricapo a foggia di elmo con copri orecchie per pararsi dalle nerbate. canapi: due grossi funi che, tese parallelamente, contengono i cavalli alla mossa. verrocchio: congegno meccanico che aziona i canapi. Campo de fiori tutti i più importanti ippodromi e per le maggiori scuderie come Fiore e Settimi di Anguillara, Peruzzi di Vignanello, Gregori di Civita Castellana, Alessandrini di Fabrica di Roma, Pinardi di Poggio Sommavilla, Alterocca. Viene scoperto allora da Peppe Gentili di Manziana, veterano del palio di Siena, che lo vezzeggia e lo convince ad iniziare una nuova avventura. E’ così che nel 1979 nasce Marasma (ribattezzato dai senesi) che corre il palio montando il cavallo Rimini per la contrada del Bruco e, se non fosse stato per una caduta all’ultimo giro, avrebbe già vinto. Il 2 Luglio 1980, corre di nuovo per la contrada dell’Onda montando Miura e stravince il pa-lio dell’Annunziata. E’ il trionfo. Viene organizzata subito una disfida tra Marasma ed Aceto, vincitore sempre quell’anno del palio dell’Assunta. Essa si svolge a Napoli sotto le telecamere di TG1 che la trasmette in diretta. Marasma non ha rivali ed il mitico Aceto deve sottostare alla sua supremazia. E’ l’apoteosi……… Passa il tempo ed i fatti e le cose. “Mauretto”, torna nella sua Civita e nei suoi silenzi sente ancora il rumore concitato degli zoccoli, l’incitamento della folla, le campane, lo schiocco del nerbo, il mortaretto e quel vento caldo di Luglio entrargli negli occhi che fissano umidi il traguardo. Dalle parti di Piazza del Campo, seduti sui bei mattoni ed appoggiati con la schiena a Fonte Gaia, si parla ancora di Marasma. Grazie Mauro !!! E’ il trionfo, la gloria...... Mauro Matteucci nasce a Civita Castellana nel 1955, incomincia ad amare i cavalli fin da bambino e già all’età di quattordici anni è un assiduo frequentatore del galoppatoio del compianto Renzo Fantera. Qui viene scoperto dal capitano Ferdinando Angellotti, che lo porta a Roma all’ippodromo delle Capannelle per farlo diventare allievo fantino. Mauro inizia subito a vincere e, notato da Arduino Botti, va a Milano e diventa il fantino titolare delle scuderie Metauro e Continental ed uno dei beniamini dell’ippodromo di San Siro. Intorno al 1973, al massimo della forma, batte fantini come Giovannino Fois e Gianfranco Dettori (considerato all’epoca il miglior fantino d’Italia). Mauro ha pochi amici e l’unico al quale si lega in maniera quasi fraterna è Antonio Armagno (Tonino), altro grande fantino civitonico. Quando Mauro decide di tornare a Civita per poter stare vicino alla madre, che è l’unico grande affetto che ha, lui che è orfano di padre fin da l’infanzia, incomincia insieme a Tonino a correre e vincere in ......corre di nuovo per la contrada dell’Onda montando Miura e stravince il palio dell’Annunziata. ......incomincia insieme a Tonino a correre e vincere in tutti i più importanti ippodromi e per le maggiori scuderie...... 23 Campo de fiori Come eravamo di Alessandro Soli samente tagliati a mano), o a quello del DDT o “Flit”, progenitore cancerogeno dei moderni e profumati insetticidi. Tutto era caratteristico e particolare, nelle botteghe di una volta, a cominciare dalla bottega “de zi Pio” a Civita Castellana - anni ‘80 la tenda sulla porta d’ingresso, fatta spesso con tappi metallici o pezLe merendine, impacchettate sottovuoto nel zetti di alluminio, che sostituivano egregiacellophane, così pratiche, così saporite, i mente, col loro rumore, i sofisticati DRIN bambini di oggi le pretendono, perché conDRIN dei campanelli odierni. tengono le figurine spaziali od i personaggi Lui, il negoziante, usciva dal retrobottega e dei cartoni celebrati in TV. andava dietro al bancone, pronto a servirti. Altro che “pane e ojio”, magari con uno L’ambiente era veramente originale: quello “struccetto d’uva”, o “pane e pummidoro”, o che si notava immediatamente, specialmente il classicissimo “pane, burro, e marmellata”, o nel periodo estivo, era un rotolino che scenil nobile “pane e miele”. Sapori di una volta, deva dall’alto, a volte fissato sulla lampada quando la marmellata si faceva in casa, con sopra il bancone, era la “carta moschicida”, le visciole o le prugne, raccolte qua e là, e che imprigionava per sempre mosche ed inmentre masticavi, ti “scrocchiava” in mezzo ai setti appiccicati lì come trofei di caccia, peridenti il piccolo osso di ciliegia, ruspante colosamente a perpendicolo sulla latta semidistintivo di quel prodotto D.O.C. Questo paschiusa del tonno o della marmellata. Viva la sava il convento e questo i bambini mangiafaccia dell’igiene, eppure, almeno tre generavano. Eppure il fascino della cioccolata “squazioni sono passate indenni da chissà quante jata”, che ancora non si chiamava Nutella, era malattie. forse più sentito allora. Non c’era il bicchiere Caratteristico di vetro che te la proponeva o il barattolo pure il bancone sempre di vetro, come oggi, ma la più umile della pasta, con i “carta oleata”, nella quale ficcavi la lingua e cassettoni che tutto il naso, dopo che il bottegante te l’avene racchiudevava incartata con cura, perché non colasse ai no i vari tipi e lati. Lui l’aveva prelevata con un cucchiaione formati: la dal grande contenitore di latta, già, perché pasta corta ad nei negozi, tutto era nei contenitori di latta: esempio, veniva dal tonno, alla conserva di pomodoro, dalle preleva-ta col alici alle olive. Non essendoci perciò le confe“cartoccio” e zioni sottovuoto o di piccolo taglio e pe-so, buttata al peso quando si entrava in un negozio alimentare con vera mae(che vendeva però di tutto), un profumo stria. Discorso caratteristico ti investiva: era una zaffata, che a parte per la racchiudeva in sé l’odore acre della “varecpasta lunga: china”, misto a quello della conserva o ai infatti gli sparimasugli di mortadella e prosciutto (rigoroghetti venivano PROFUMI E SAPORI tagliati a misura dal negoziante con una leggera pressione e torsione, dopodiché, incartati nella classica “carta da zucchero”, quella azzurrina, leggermente più fina della cosiddetta “carta straccia”, più resistente, quindi più adatta a contenere i cibi “gocciolanti”, pre-incartati nella carta oleata. Davanti all’ingresso dei negozi alimentari, spesso si vedevano le grandi bacinelle di terracotta “ramata” (‘e concoline), dove venivano messi ad ammorbidire i ceci. Già, i ceci, questo legume che, purtroppo, non ha avuto la stessa fortuna degli intramontabili fagioli, ma è ormai relegato tra i cibi dei buongustai (che buona la minestra pasta e ceci!). Sempre a “mollo” stava pure il baccalà secco, lo stoccafisso o il più dolce San Giovanni, ma forse è meglio non addentrarsi di più in questi ricordi, altrimenti lo stomaco comincia a reclamarli. Come non ricordare i grandi barattoli di vetro trasparente con i “pescetti” di liquirizia o i “limoncini” di zucchero, multicolori, che prendevano il nome dalle loro forme. E ancora la “ligurizia” in tronchetti, che si succhiava in continuazione, facendoci diventare tanti piccoli “negretti”, o i pezzetti quadrati di “zucchero d’orzo”, o le classiche pastiglie bianche, che rassomigliavano ai cachet, ma avevano sapore di menta. Sicuramente si trovano ancora oggi (nei negozi specializzati), ma il loro sapore è diverso, saranno le norme igieniche, saranno i conservanti, (che prima non c’erano), fatto sta che il palato di chi ha assaporato quei gusti, stenta a trasmettere al cervello le sensazioni sane e genuine di tali dolcezze. la bottega “de zi Pio” oggi L’A.I.D.I. (Accademia Internazionale D’ Italia) e Campo de’ fiori selezionano giovani ambisesso, per ampliare le proprie strutture organizzative e per avviarli ad una promettente carriera professionale. Tel. 0761.513117 24 e-mail: [email protected] Campo de fiori A Civita Castellana chi non conosce la famiglia Castellucci ? Noti ristoratori per ben tre generazioni iniziano la loro attività nella primavera del 1875 con il capostipite Natale Castellucci che, in Via della Tribuna ( “sotto l’arco di Morelli” per i Civitonici ), avvia una caratteristica trattoria, con sovrastante alloggio, alla quale assegna il nome di “La Croce Bianca”. Fami- arte, di sport e attori. Ancora oggi, nonostante il ristorante non esista più da almeno venti anni, il nome di Castellucci è per noi civitonici un punto di riferimento. Se si deve dare un indicazione per Via della Tribuna, infatti, basta nominare “l’arco di Castellucci” e tutti capiscono l’indicazione data. Il nome dei Castellucci è inoltre entrato a far Anni ‘50 : la famiglia Castellucci al completo sul retro del loro ristorante: Angelo e Francesca con i figli Natale, Edgardo e Everardo, le nuore Felisia ed Iris e due aiutanti E’ Angelo, il figlio di Natale, che eredita l’attività del padre. Angelo e sua moglie Francesca, esperta cuoca, trasformano quella semplice trattoria in un rinomato ristorante, dove si cucinano piatti luculliani e genuini apprezzati sia dai clienti civitonici che dai forestieri i quali, sempre più numerosi, giungono da ogni dove per gustare ed apprezzare la cucina della signora “Checca” e la qualità del servizio del signor Angelo. Si lascia immaginare cosa significava avere un’attività di ristorazione a quei tempi. Contrariamente ai nostri giorni tutto veniva fatto rigorosamente a mano, le lasagne, i cannelloni, le fettuccine, i tortellini, la pastina da fare in brodo, i condimenti e i dolci e per fare ciò serviva esperienza, dedizione e tradizione. Esperienza, dedizione e tradizione ereditate e mantenute nel tempo da Natale, Edgardo ed Everardo (figli di Angelo e Francesca) e trasmessa poi alle mogli di due di loro, Iris e Felisia. E’ con questa nuova generazione che il ristorante Castellucci vede raggiungere la massima notorietà che, all’esperienza ed al sapere di Angelo e Francesca, aggiunge l’affabilità, la cortesia e la serietà professionale degli attuali gestori. Quanti matrimoni festeggiati in quel ristoran- te, quante cresime, comunioni e ricorrenze. parte dei nostri “luoghi comuni”; spesso, infatQuanti forestieri venivano di proposito a Civita ti, capita di sentire le mamme che a casa sono Castellana per gustare le famose fettuccine costrette a cucinare più specialità, per le varie del ristorante Castellucci. esigenze dei figli e dei mariti che, finito di Mi ricordo ancora da bambina quando tutto il cucinare esclamano “… oggi mi sembra prorione di Via della Tribuna si riuniva, nel mese prio la cucina di Castellucci…” . di Giugno, in occasione della festa di Sant’Antonio da Padova (festeggiato tutt’oggi Cristina Evangelisti in questa via per la presenza di una edicola votiva del Santo), a pranzo “da Castellucci”. Era un grande avvenimento, l’unico giorno dell’anno in cui si aveva la possibilità di andare a mangiare al ristorante. Sono ancora impressi nella mia mente quegli enormi piatti di fettuccine, come non se ne vedono più nei ristoranti, che i commensali si accingevano ad arrotolare con la forchetta e a divorare, come se non avessero mangiato da mesi. Nel ristorante Castellucci si sono fermati L’ultimo giorno di attività del ristorante Castellucci inoltre uomini di cultura, di I clienti affezionati consegnano una targa ricordo ad Iris e Felisia Castellucci Vuoi essere sicuro di ricevere sempre Campo de’ fiori a casa tua? Puoi versare 25 Euro direttamente in direzione o sul c/c postale n. 42315580 intestato all’Associazione ACCADEMIA INTERNAZIONALE D’ITALIA. Il versamento dà diritto all’iscrizione all’associazione stessa, a partecipare a tutte le sue iniziative e all’abbonamento per un anno a Campo de’ fiori. Una parte dei proventi verranno utilizzati per fini sociali. 25 Campo de fiori CENTRO REVISIONI Verniciatura a Forno - Banco di riscontro Civita Castellana (VT) Via Terni,73 - Tel./Fax 0761.515793 Cell. 339.2944714 Via della Repubblica, 6 Civita Castellana (VT) Tel e Fax 0761.51.32.17 e-mail: [email protected] 26 Campo de fiori Scopri Proseguiamo il nostro cammino alla scoperta di nuovi artisti e ci troviamo, ancora una volta, di fronte ad un volto conosciuto, in quanto compaesano, ma dalle ignorate doti. Ancora un pittore, ancora un uomo che esprime tramite una tela, tutto ciò che ha nel cuore. Il suo nome è Moreno Gemma. Come Moreno Lanzi e Fabrizio Munzi, Moreno Gemma, nella sua vita, svolge il lavoro di ceramista in una delle tante industrie ceramiche di Civita Castellana e questo mi fa pensare che gli abitanti del nostro paese abbiano veramente un patrimonio genetico artistico che si portano dietro ormai da secoli. Abbiamo, infatti, ereditato delle bellissime opere dai maestri dell’arte ceramica locale di un tempo, oggetti d’arte di altissimo livello ed oggi, nonostante quell’artigianato si sia trasformato in grande industria con prodotti un po’ meno artistici e più commerciali, vive ancora nel nostro DNA, quella vena artistica che si manifesta sempre ed in modi diversi. Moreno Gemma, rappresenta tutta la sua arte con colori travolgenti, caldi e pieni di luce che, nonostante si susseguano sulla tela scompostamente, comunicano, a chi li osserva, tutta la vivacità dei paesaggi e la bellezza degli oggetti rappresentati. Moreno Gemma scopre di amare l’arte della pittura alle scuole medie e, autodidatta inizia a dipingere solo dieci anni fa. I suoi quadri, ad olio su tela spatolato, hanno uno stile del tutto personale. In Moreno c’è un interesse particolare e ricercato per i colori che vengono nettamente preferiti al disegno. La varietà, la tonalità ed il turbine dei colori formano paesaggi irreali, fiabeschi e travolgenti tanto da catturare ed immergere nella realtà del quadro lo spettatore che lo osserva. Pianofor ti - Strumenti - Edizioni Musicali Via Palazzina, 109 - 01100 Viterbo - Tel. 0761.309095 27 Campo de fiori O so, pe’ avecce ‘nsomma quello che durava de ppiù”. Il bussare nelle case del vicinato a cercar legna, era quasi un rito, la gente si liberava di tutto, dalle vecchie sedie, alle porte sgangherate, tutto era buono, purchè bruciasse e facesse volume. I più grandicelli, armati di “marraccio”, si avventuravano nelle macchie circostanti per tagliare oltre ai rami delle piante, “o palo”, attorno al quale si accatastava il tutto, doveva essere il più alto possibile. Alle fabbriche di ceramica, si chiedevano “’e fascine”, che essendo fascetti di legna fine, venivano messe alla base, per agevolare l’accensione del grande falò. Dopo giorni e giorni di duro lavoro, arrivava la grande sera che precedeva l’Ascensione: “ ‘a sera d’’o focaraccio”. C’era quasi una gara iniziale per l’accensione: “ Aò quelli de piazza ‘e Massa, l’anno ‘cceso, pure quelli de i Capannoni, stanno pe’’cennolo a San Gregorio, e giù ‘e Colonnette, noi ‘ccennemolo pe’ urdimi!” Già, perché accendendolo per ultimi, in teoria durava di più. Era un grande spettacolo, la gente addirittura si sedeva attorno a questi falò le cui fiamme arrivavano ad altezze incredibili, e le scintille brillavano nella notte tra la gioia dei più piccoli. Tutti rimanevano fino alla fine, quando non restavano che i tizzoni ardenti a testimoniare l’evento; poi tutti a nanna, lasciando allo spazzino, l’arduo compito, il mattino seguente, di ripulire i festa ricorcielo. legna da ardere di tutti i tipi, per preparare “ ‘ o focaraccio “, ogni quartiere “ci’aveva quello suo”, ogni quartiere faceva a gara “pe’ avecce quello più ardo e più gros- Matrimoni N ATI 12.4.2004 Dionisi Massimiliano/Guerrini Michela 10.4.2004 Baltik Amra 01.4.2004 Calvanelli Matteo 26.4.2004 Campanelli Luca 04.4.2004 Ciommei Alessandro 07.4.2004 Domilici Letizia 07.4.2004 Marchetti Valentina 08.4.2004 Mascarucci Eleonora 18.4.2004 Marchetti Marino/Jesus Azevedo Ana P. 17.4.2004 Molinari Alessio/Silveri Serena 18.4.2004 Palamides Franco/Riganelli Sabrina 03.4.2004 Gavrila Marian/Plosnita Maria centri delle piazze. ‘O scopino, che in fin dei conti risultava essere l’unico testimone e giudice imparziale di chi aveva fatto “ O FOCARACCIO PIU’ GROSSO. Morti Cecati Santina Di Benedetto Antonio Fasciani Elio Galluzzi Simone Mezzanotte Adriano Paolini Gina Peri Osvaldo Rossi Rodolfo Scaccia Pietro Speranza Giovanni Staffolani Bernardino Ogni secondo Venerdi del mese 04.4.2004 15.4.2004 27.4.2004 03.4.2004 06.4.2004 16.4.2004 22.4.2004 27.4.2004 01.4.2004 03.4.2004 04.4.2004 Si terr presso la Camera di Commercio (sala conferenze, pianoterra) un corso informativo e formativo in materia di marchi e brevetti tenuto dall Ing. Corrado Modugno dello Studio Torta di Bologna, esperto in propriet industriale e dalla Dr.ssa Maria Roberta Pasi, dirigente dell Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero delle Attivit Produttive, sulle seguenti tematiche: Contraffazione in ambito nazionale e internazionale. Limiti per sfruttare i segni distintivi e le tecnologie della concorrenza. Come difendere i propri segni distintivi e le proprie tecnologie. Per prenotazioni : Camera di Commercio Tel 0761.292230 Cefas 0761.324196 Via Fratelli Rosselli 4 - 01100 Viterbo - Tel.+39.0761.29221 fax +39.0761.345755 - www.vt.camcom.it 28 Civita Castellana Aprile 2004 Civita Castellana Aprile 2004 Era un avvenimento particolare, una popolare, tra il sacro e il profano, per dare l’ascensione di Nostro Signore in Intere settimane passate a raccogliere Campo de fiori Un Cardinale “illuminato” Giuseppe Renato Imperiali (1651-1737) Prof. Arch. Enea Cisbani Fontana di Nepi Nell’attuale fase politica Italiana, dove il concetto di federalismo sembra prevalere sul valore fondante dell’Unità Nazionale, molte regioni italiane, a supporto storico del loro presunto regionalismo, citano regni e illustri governanti che, ad una seria disamina documentaria, non esistono se non come episodi marginali e relegati nel tempo, quindi, di nessun’importanza e valenza storica. Il Lazio, a differenza di altri contesti regionali di vago sapore padano, può vantare precedenti storici di notevole e assoluto valore: dalle nostre terre si sviluppò l’Impero Romano e, successivamente alla sua caduta, lo Stato della Chiesa fino al 22 Settembre 1870, quando Roma fu proclamata Capitale del Regno d’Italia. Sul periodo pontificio (476 d.c. – Palazzo Priorale di Vetralla 1870), difettano a tutt’oggi serie analisi storiche e documentarie e gli studi attuati, seppur frammentari ed incerti, sono venati di un presunto anticlericalismo e pertanto non danno un quadro storico del periodo serio e obbiettivo che tenga conto delle molteplici iniziative, sociali ed economiche, prodotte nei territori controllati dalla Chiesa. Per quanto concerne il Viterbese non si può dimenticare la figura del Cardinale Giuseppe Renato Imperiali (1651-1737) che, dal 1711 al 1737, svolse l’importante ruolo di Prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, importante Ufficio della Curia Romana cui spettava il controllo economico e produttivo dei territori e con esso delle Comunità controllate. L’Imperiali nacque a Genova il 26 Aprile 1651 da un’importante famiglia nobiliare Ligure e “….sino all’adolescenza diede manifesti segni di sublimi talenti e buon senso….” . Nominato Chierico della Camera Apostolica, ne divenne Tesoriere Generale durante il Pontificato del Papa Innocenzo XI. Nominato Cardinale Diacono di San Giorgio in Velabro da Alessandro VIII nel 1690 e successiva- mente, nel 1726, Presbitero di San Lorenzo in Lucina, ricoprì in seno all’Amministrazione Pontificia incarichi di prestigio e valore, godendo della stima e considerazione dei vari Pontefici, in particolare Clemente XI e Clemente XII. Nel 1691 diresse la Legazione di Ferrara, fu Protettore d’Irlanda, reggente dell’Accademia Ecclesiastica e del Collegio Apostolico e, infine, protettore dei Monaci di Montevergine e della Chiesa di Sant’Agostino in Roma. Il Papa Clemente XI lo nominò Prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, importante amministrazione dello Stato Pontificio e riconfermato nella carica dai successivi Pontefici a riconoscimento dell’abilità e buona conduzione della cosa pubblica. L’Imperiale promosse nel Viterbese numerose opere pubbliche, tra cui ricordiamo: il Ponte Clementino e la Fontana di Corte in Civita Castellana (1702-1725), la Fontana per la piazza del Duomo di Tarquinia (1725-1727), il completamento del Duomo di Ronciglione (1711-1723), il Palazzo Priorale di Vetralla (1720-1731), l’Orologio del Palazzo Comunale di Ronciglione (1715) ed infine numerose altre opere in Roma, Velletri e tutti i Comuni dello Stato Pontificio. L’Album Imperiali, raccolta di stampe e disegni dei lavori promossi dal Cardinale, dà l’esatto quadro delle opere finanziate e con esso la definizione delle varie personalità artistiche degli Architetti chiamati a progettare i numerosi lavori pubblici: Filippo Leti, Giovanni Battista Contini, Felice Paci, Grabriele Valvassori, Carlo Buratti, Sebastiano Cipriani, Filippo Bariglioni ed infine gli scultori Francesco Cardinale Giuseppe Renato Imperiali Pincellotti e Paolo Posi. L’azione dell’Imperiali fu sì economica, ma anche culturale e alla base di quel periodo storico dell’architettura romana del ‘700, noto come fase del Classicismo Romano. Nel Conclave del 1730 alla morte di Benedetto XIII, il veto del Re di Spagna ne impedì l’elezione al Soglio Pontificio, sebbene importanti personaggi Fontana di Tarquinia della Curia, tra cui il Camerlengo Albani, sollecitarono l’appoggio della Francia e dell’Austria, che fu negato in considerazione dell’età avanzata e della salute malferma del Cardinale. Il Cardinale Imperiali si spense in Roma nel 1737 e sepolto nel transetto della chiesa di Sant’Agostino in Roma nel fastoso monumento funebre, opera dell’Architetto e scultore Paolo Posi. I resti della sua imponente biblioteca sono conservati presso la Biblioteca degli Agostiniani in Roma, tra cui un Codice che raccoglie leggi e decreti della Sacra Congregazione del Buon Governo. 29 Campo de fiori Vorrei incontrarti fra nonna Rampilla Montini Una Ragazza del ‘900 E’ l’alba del ventesimo secolo, il fiume Nera, con il suo fragore, sembra rievocare le gloriose gesta del Paladino Orlando. La misteriosa Val Nerina si riempie di germogli per accogliere colei che di epico non ha soltanto il nome. L’undici Marzo del millenovecento le rondini, con il loro tenero canto, annunciano la nascita, tra le mura tufacee dell’antica città di Narni, di Rampilla Montini. Nome leggendario datole dal padre amante dei racconti delle battaglie tra Turchi e Cristiani. Ascoltando il racconto di sua figlia, Margherita Stentella, e di suo genero, Sandro Riganelli, con i quali Rampilla vive, si resta affascinati e la schiena è percorsa da intensi brividi. Ora Rampilla è curva sotto il peso dei suoi centoquattro anni, la sua vista non è più come quella di una volta ma la salute del suo cuore fa invidia ad un ventenne. Con la sua voce flebile dona ai suoi dieci nipoti e diciotto pronipoti storie di una vita vissuta intensamente. Dalle sue labbra escono schegge di memoria, i suoi occhi profondi trasmettono tanta gioia di vivere. Nella sua lucidità ha tante cose da raccontare. Parla della sua giovinezza passata a lavorare in campagna con il padre che, facendole cavalcare un nobile “somaro”, la portava con lui in osteria dopo il faticoso lavoro. Conserva l’affascinante ricordo di giornate vissute ad attendere il tramonto del sole ed il ritorno dei contadini che, dopo un duro lavoro, si riunivano nei casali per dedicarsi alle danze. Passando di terreno in terreno, seguendo i lustrori di un focolare acceso per richiamare alla festa, anche lei si divertiva. Spesso ritorna su queste usanze ormai depositate nel baratro dell’oblio. Ascoltandola si rivivono quei momenti felici passati con suo marito, Francesco Stentella, oramai scomparso, la loro storia d’amore, la loro vita lavorativa da mezzadri alle dipendenze del Conte Feroldi e della Baronessa Zucchero. La sua voce si ferma su quei luoghi molto cari ai civitonici: Terrano, Millecori, Monte Paietta. Con un sorriso sulle labbra fa rivivere i suoi giorni passati a fare bagni di sabbia, a farsi bella, le sue gite in Italia, Francia e Spagna. Gli occhi le brillano quando parla dei suoi gioielli, delle sue più nobili ricchezze: Uliana, Margherita, Domenico e Antonina, ancora in vita e Domenica e Mario che ora non ci sono più. La sua voce è densa di sospiri per il ricordo dei suoi fratelli in guerra, delle loro lettere dal fronte lette da una voce amica, delle sue risposte scritte da chi questo lavoro lo faceva di mestiere. Rampilla, orgogliosamente, mostra le immagini della festa che il sindaco Giampieri ha organizzato in Comune per i suoi cento anni e la targa donatale dal Centro Sociale Anziani di Via Matteotti. Regala sorrisi ai suoi cari quando parla della sua passione per i film western ed acclama il suo idolo sportivo: Schumacher. Rampilla, ancora oggi, è un punto di riferimento per tutta la famiglia e, ogni giorno, a chi la va a trovare, dona foto ingiallite ma che rinnovano il ricordo di una vita vissuta appassionatamente. Erminio Quadraroli nonna Rampilla con i suoi figli ed alcune nuore e generi Via F. Rosselli, 10 - 01033 Civita Castellana (VT) Tel. 0761.515676 Tullio Talia Direttore artistico Via Garibaldi, 14 - Civita Castellana (VT) Tel./Fax +39.0761.513183 30 Campo de fiori GRAZIE AGLI SPONSOR ai sostenitori, agli abbonati ed ai collaboratori che da soli sostengono Campo de’ fioi e, con il loro prezioso contributo, danno vita ad importanti operazioni sociali, promosse e realizzate dalla Accademia Internazionale D’ Italia (A.I.D.I.) . Campo de’ fiori, con le sue oltre quindicimila copie, la distribuzione mirata ed i siti Internet www.campodefiori.biz www.campodefiorionline.it - www.accademiainternazionaleditalia.it, DA VALORE ALL’IMMAGINE DELLA VOSTRA AZIENDA. 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Telefoni Cellulari Ricariche Attivazioni Telefoniche accessori - telefonia fissa - cordless - fax tv -hi/fi -dvd - video registratori dolby sourround Orario di Apertura tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20 Sabato e Domenica dalle 9 alle 20 - non stop Trevignano Romano Via della Rena 5 (di fronte Bar Chalet) Tel. 06.9999576 Fax 06.9999870 A CARRETTELLA Assicurazioni e Finanza personale Agente Generale Cristiana Barduani Via della Repubblica, 4 01033 Civita Castellana (VT) Tel. 0761.513733 Era uno tra i giochi preferiti da noi ragazzi, perché costruivamo da soli i nostri “bolidi”. Bastava poco, i cuscinetti a sfera, possibilmente grandi, tavolette di legno, chiodi e spago. La “carrettella” classica era triangolare, il telaio fatto con tavolette di legno, rimediate dai falegnami del quartiere: Catamello da Mozzicarelli, i Cappannoni dai F.lli Gatti, poi qua e là da Tinozzo, Culosecco ecc., le ruote, come già detto erano dei cuscinetti a sfera anch’essi rimediati lì da Racchio, da Camponi, dai Brunelli (che avevano i più grandi, quelli dei camion). L’assemblaggio avveniva con vera maestria, tre assi di legno formavano un triangolo ai cui vertici venivano infilati i cuscinetti a sfera, cioè le ruote. Poi il collaudo, dopo aver ingrassato con cura le ruote; campo di gara per noi Catamellesi, era la discesa che dalla pesa scendeva fino a via della Repubblica, l’at- tuale via Mazzini. Non potete immaginare l’emozione che ci prendeva, mano mano che ‘a carrettella prendeva velocità, i nostri pensieri andavano ai campioni del volante, e con la bocca facevamo addirittura il rumore dei motori: “bruum-bruum”. Tutto filava liscio, i guai cominciavano quando dovevamo girare, o cambiare direzione, allora con le mani facevamo leva sul cuscinetto di punta, che a volte cedeva, causando il più classico dei capitomboli. A quel punto, incuranti delle gocce di sangue che uscivano dai ginocchi sbucciati, (portavamo i calzoni corti) raccattavamo i tre pezzi di legno e senza perderci d’animo, di corsa in officina (‘o scandinato sotto casa). Bastava poco tempo, ed il bolide poteva rientrare in pista. Era forse un gioco un po’ pericoloso, ma quanta differenza tra le nostre corse di “carrettelle” e le gare che fanno oggi i ragazzi, lanciando le loro Honda a tutta velocità, magari a luci spente. Alessandro Soli Luigi Di Giovenale Officina autorizzata Assistenza nuovo ed usato Soccorso stradale Via Flaminia Km 58 01033 Civita Castellana (VT) Tel./Fax +39.0761.540067 [email protected] 34 01033 Civita Castellana (VT) Via Falisca,89 Tel.0761.598182 Fax 0761.591579 P.zza Matteotti,16 Tel. 0761.518145 C.so Bruno Buozzi , 42 - 44 Civita Castellana (VT) Tel. 0761.513231 Campo de fiori Arti e Le Il mestiere della lavandaia è forse quello più antico che ci sia. Praticato da donne, d’inverno si svolgeva servendosi di barili, ancorati lungo un corso d’acqua, dove all’interno si posizionavano le lavandaie ed in estate, queste, si immergevano nell’acqua fino alla cintura per tutta la giornata con turni di lavoro massacranti. Lavare i panni significava sbattere i panni per ore ed ore sui piani di lavaggio (grosse pietre poste sulle fontane o lungo gli argini di un fiume). Le lavandaie lavoravano per i signori del paese o, in epoca più recente, per ditte specializzate dotate di macchinari che, dopo la “battitura”, rigorosamente fatta a mano dalle lavandaie, procedevano alla sbiancatura ed alla bollitura della biancheria in acqua mista a cenere, soda e pomice. Fin dai tempi antichi le lavandaie hanno avuto su di loro la fama negativa delle “chiacchierone” del paese. Le ore ed ore trascorse a “sbattere” i panni, non potevano non alimentare le chiacchiere e le dicerie di queste donne che si ritrovavano nelle fontane e nei corsi d’acqua. Spesso e volentieri ne uscivano delle vere e proprie azzuffate dovute appunto alle chiacchiere, che non di rado ricadevano su di loro o su qualcuno della loro famiglia. Nonostante la fama negativa legata al mestiere della lavandaia, bisogna riconoscere che questo era uno dei mestieri più faticosi in assoluto. Le donne di oggi, abituate ai bucati facili delle lavatrici, non possono neanche immaginare cosa volesse dire lavare a mano biancheria pesante come delle lenzuola che andavano appunto bagnate (e pertanto aumentavano di peso), battute, sbiancate e torte. Cristina Evangelisti Vivai Piante “Sabina” Piante da Frutto-d’appartamento Ornamentali-da giardino Via Lambruschina snc Loc. Borghetto Civita Castellana (VT) Tel. 0761. 540 733 01033 Civita Castellana (VT) Via Falisca,89 Tel.0761.598182 Fax 0761.591579 P.zza Matteotti,16 Tel. 0761.518145 Compravendite - Stime gratuite Recapito Notarile - Mutui case Compravendite - Stime gratuite Recapito Notarile - Mutui case Via Roma, 15a - Fabrica di Roma(VT) Tel. 0761.576556/568514 Cell. 333.3408443 e-mail: [email protected] Ristorante-Pizzeria Sala da ballo - cerimonie meeting Il Sabato liscio - latino americano balli di gruppo Via F. Petrarca snc - 01033 Civita astellana Tel. 0761.514186 Cell. 334.3073679 e-mail: [email protected] Glicine Wistaria Sinensis della famiglia delle Ppilionacee. Pianta rampicante originaria della Cina, molto robusta e longeva che fin dall’inizio della primavera sprigiona il suo profumo intenso e gradevole dei suoi fiori lilla o bianchi. i fiori su raccolgono in bellissimi grappoli penduli. Il glicine ha nei semi e nella radice delle parti tossiche che, se ingerite, possono provocare una gastroenterite. 35 Campo de fiori Ufficio amministrativo e stabilimento - Via Flaminia Km 57,300 01033 Civita Castellana (VT) Tel. 0039 0761 540028 Fax. 0039 0761 540286 Sede legale _ Piazza Martiri di Belfiore, 2 00195 Roma www.scarabeosrl.com scarabeo @ medianetgroup.it Ottica, Optometria, Contattologia 01033 Civita Castellana: Via Giovanni XXIII, 28-28a Tel. 0761.517951 00169 Roma: C.Commerciale Casilino - Via Casilina, 1011 Tel. 06.23260306 01100 Viterbo: P.za Verdi, 2a Tel. 0761.347651 C.Comm.le Tuscia-Tangenziale Ovest Tel. 0761.390013 01030 Vallerano: Via Don Minzoni, 58 Tel. 0761.751551 Grandi proposte Piccoli Prezzi SS. Flaminia Km. 57,250 - Loc. Sassacci 01033 Civita Castellana (VT) Tel. 0761.540316 www.salvatoriarredamenti.com Ristorante Sabina Via Flaminia Km 65,500 Magliano Sabina (RI) Tel. 0744.919990-921528 Uscita Autostrada A1 - Magliano Sabina 36