Appuntamenti comunitari
Venerdì
Sabato
Lunedì
Martedì
Venerdì
Giovedì
6 - Primo Venerdì del mese - Adorazione Eucaristica (tutto il giorno)
Ore 17,00 S. Rosario - ore 18,00 S. Messa e Vespri
7 - Primo sabato del mese:- Ora Mariana ore 16,00 – 17,30.
9 - Ore 18,30 Riunione dell’Aiuto Fraterno aperta a tutti.
10 - Ore 17,00 Incontro mensile del Gruppo di Preghiera San Padre Pio
Esposizione del Santissimo, S.Rosario, Benedizione, ore 18 S. Messa.
13 - Giornata Mariana - Turni di preghiera ore 9-12 <> 16-17,30.
Ore 16,30 Incontro mensile per la lettura delle opere di M. Valtorta.
19 - SS.Gervasio e Protasio
Se avete articoli,
comunicati, pensieri,
idee, commenti o
critiche da pubblicare
SCRIVETECI alla
nostra casella postale
(ma va bene anche carta e
penna o venite a trovarci il
giovedì dalle18,30 alle 20)
OGNI
SUGGERIMENTO
E' PREZIOSO
Durante l’estate viene organizzata un’attività di
animazione per ragazzi che
vivono alle “Vele di Scampia”. Adolescenti e giovani
GIOVEDI’ 19:- Nell’Eucarestia delle ore 18,00 Marilena e Fabio Lascialfari ringraziano il Signore per il loro 25° di Matrimonio. Dopo l’Eucarestia un piccolo rinfresco aperto a tutti.
VENERDI 20:- ore 18,00 vediamo insieme la partita dell’Italia
e condividiamo la cena con quello che ciascuno porta.
SABATO 21:- Nel pomeriggio torneo di calcetto; finale e premiazione domenica 22.
Domenica 22:- Eucarestia ore 11 Ringraziamento al Signore per i doni ricevuti durante quest’anno nella nostra comunità. Ogni gruppo porterà al Signore un segno del cammino fatto. Nel pomeriggio dalle ore 16,30 in poi grande
festa con giochi, musica e tanta allegria. Ore 17 premiazione di “Nero su da tutta Italia si prestano
bianco”. Cena comunitaria: condivideremo ciò che ciascuno porta.
per dare una mano e poi
Da domenica 15 Giugno fino a domenica 7 settembre compresa, viene tolta la S. Messa delle ore 12 e quella delle ore 10,30
sarà spostata e celebrata alle ore 11,00.
Nei mesi di Luglio ed Agosto sarà tolta la S. Messa delle ore
18 dei giorni festivi e della domenica e quindi saranno celebrate due solo
messe alle ore 8 ed alle ore 11. Dato che in questi mesi le persone che frequentano la parrocchia sono molte meno, desideriamo vivere l’Eucarestia tutti
insieme, come comunità. La chiesa quindi, nel pomeriggio della domenica e
festivi, rimane chiusa. Nei giorni feriali ci saranno due SS. Messe una alle
ore 8 ed una alle ore 18, questa fino a quando ci saranno le persone che vi
partecipano e il S.Rosario alle ore 17,30
Alle porte della Chiesa saranno esposti gli orari delle SS. Messe delle parrocchie vicine.
S
Anno XX
N° 209
Giugno 2014
PARTECIPARE
www.sangervasioeprotasio.it
[email protected]
A Dobbiaco sulle Dolomiti, da Lunedì 9 a Martedì 17, si volgeranno due Campi estivi, il primo per i ragazzi di 1ª e 2ª
media, il secondo per i giovanissimi delle Superiori con la
presenza a turno di don Matteo , don Marcello, sorella Stefania e gli animatori ai quali va il nostro ringraziamento per il servizio gratuito, i sacrifici e l’amore che ci mettono nel vivere con i ragazzi questa esperienza bella e formativa. Chiediamo a tutti una preghiera perché sia un’esperienza importante per la
crescita umana e cristiana di questi ragazzi e perché il Signore doni a tutti noi responsabili e animatori, la sua sapienza e il suo amore.
Notizie dalla
Comunità
di
… tornano entusiasti. Se
sei incuriosito da questa
esperienza, puoi trovare
indicazioni e chiarimenti
presso la redazione di Partecipare.
Paola
LA NOSTRA
BIBLIOTECA,
PER IL
MOMENTO, E’
APERTA SOLO
IL MERCOLEDI’ E
IL VENERDI’ NELL’ORARIO
CONSUETO : 16,30 - 18,00
Parrocchia dei SS. Gervasio e Protasio – P.za S. Gervasio, 8 – 50131 Firenze tel. 055 587642
Sito Internet: www.sangervasioeprotasio.it - Casella postale: [email protected]
Parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio - Piazza San Gervasio, 8 - 50131 Firenze - Tel. 055 587642
“Mangi il pane e non ti tieni in
piedi, bevi l'acqua e non ti disseti,
tocchi le cose e non le senti al
tatto, annusi il fiore e il suo
profumo non arriva alla tua
anima.
Se però l'amato è accanto a te,
tutto, improvvisamente, risorge, e
la vita ti inonda con tale forza che
ritieni il vaso d'argilla della tua
esistenza incapace a sostenerla”.
Queste due frasi delle Variazioni
sul Cantico dei cantici (Ed.
Qiqajon) del teologo grecoortodosso
Christos Yannaras
illustrano in modo nitido la forza
dell'amore vero. Tutto ciò che il
giorno prima non aveva sapore,
colore, profumo, dopo che ci si è
innamorati, si trasforma e
trasfigura. È come la superficie di
un lago che in un giorno nuvoloso
è simile a una lastra metallica
grigia e che, col sole, si muta in
una
tavolozza
di
colori,
rispecchiando l'azzurro del cielo e
il verde delle sponde. Se non si
conosce l'amore nel senso pieno e
assoluto del termine, si può essere
allegri ma non veramente felici, si
può godere ma non si conosce la
gioia, si può agire ma non creare.
È la scoperta di una pienezza che
l'amato ti dona in modo unico.
Anche se è facile innamorarsi,
meno facile amare.
Nell’innamoramento il centro di
tutto è ancora l’io, l’individuo
cerca più se stesso che l’altro:
l’altro è cercato in risposta ad una
mia domanda. L’amore comincia
a maturare quando si praticano
due atteggiamenti di fondo: il
rispetto dell’altro e la promozione
dell’altro. Rispetto è non voler
catturare l’altro all’interno del
proprio orizzonte di senso. E’
accogliere la libertà dell’altro,
valorizzare, stimare ciò che lo
rende differente da noi. La
promozione dell’altro, invece,
consiste nello scoprire i suoi doni,
la sua vocazione nascosta e aiutarlo
a realizzare tutto se stesso, anche se
questo non risponde alle nostre
attese.
L'amore non è solo unicità, è anche
tensione verso l'infinito: per questo
non si può avere l'amore ma essere
delle scelte già pensate e magari
compiute, nonché con il bagaglio
degli
anni
già
trascorsi,
immaginare il proprio futuro è
qualcosa di più impegnativo. Ancor di più se ci viene chiesto di farlo per iscritto, immaginando che
siamo già nell'aldilà e raccontiamo
ciò che desidereremmo ci fosse capitato prima di morire: qui il racconto fa trapelare l'affetto e le motivazioni della persona nei confronti di ciò che ancora non possiede, ma che le piacerebbe possedere,
ossia di ciò che viene da lei valutato come un bene per lei. Questo
è «il racconto del futuro immaginato»: un gioco serio che richiede impegno a chi lo svolge e può
offrire a tutti la possibilità di conoscerci più in profondità.
Compito per l’estate: racconto
del futuro immaginato
nell'amore; non è un possesso, ma
una tensione vitale. Yannaras scriveva ancora: «Se esci dal tuo Io, sia
pure per gli occhi belli di una
zingara, sai cosa domandi a Dio e
perché corri dietro a Lui». In ogni
amore genuino c'è lo slancio verso
l'Amore infinito, totale, assoluto. È
per questo che l'amore è grazia ed è
definizione di Dio.
Il racconto del futuro immaginato: come e a che cosa serve
Immagini di essere portato da una
macchina del tempo in un periodo
successivo alla fine della sua vita.
Lei trova un dvd (o un libro, se pre
­ferisce) che le racconta la storia
della sua vita da oggi, fino alla fine. Descriva la storia raccontata nel
dvd (o nel libro) come lei desidererebbe che fosse.
Mentre scrive, immagini di comunicare con una persona adulta, in­
teressata alla sua vita, ma che non
ne conosce nulla. Non c'è affatto
bisogno di porre attenzione alla
sintassi, struttura formale e ortografia. La lunghezza della storia
dipende da lei, ma dovrebbe cercare di non tralasciare ciò che considera davvero importante.
Don
Marcello
Da bambino, immaginare il proprio
futuro («cosa farai da grande?») è
un bel gioco spontaneo e simpatico.
Basta una bambola o un pallone e i
pensieri e le emozioni del bambino
cominciano a viaggiare lontano, in Aspettiamo l’invio delle vostre
posti e in luoghi fantastici dove storie.
La Redazione
tutto è possibile. Da grande, con
La voce dei nostri gruppi
Una rubrica che vuole ricordare a tutti le nostre
attività e presentarle a coloro che di recente sono
venuti ad abitare nella parrocchia di San Gervasio nella speranza che vogliano prendervi parte.
Siamo ormai da venti anni alla compilazione del no­
stro e vostro Partecipare, giornalino che pur senza pretese ha lo scopo di mantenere un contatto “laico” con la
comunità, anche se in molte occasioni capita che vi si
parli anche di religione. Perché poniamo l’accento su
questo? Per farvi presente che, oltre a riportare informa­
zioni su ciò che accade all’interno della parrocchia ad
opera dei vari gruppi (quando - e solo se - sono interes­
sati a farlo sapere), vorremmo, come più volte abbiamo
scritto, essere il foglio bianco pronto ad ospitare il vo­
stro pensiero, in qualsiasi direzione si rivolga, che potete
ritenere interessante da comunicare agli altri. Ovviamen­
te ci riserviamo in tutta onestà la decisione di pubblicar­
lo o meno.
A questo proposito da tempo abbiamo una casella-mail
([email protected]) a cui potete indirizzare i
vostri scritti, ma se preferite potete anche utilizzare la
cara, rassicurante scrittura su carta che potete farci per­
venire per posta o consegnandola a Santos in sacrestia.
Per la pubblicazione o meno non saremo affatto severi
riguardo alla qualità dello scritto, ma decideremo piutto­
sto in relazione ai contenuti.
Nell’occasione, non vogliamo parlare solo di noi, ma
anche di tutti coloro che si occupano di stampare e con­
fezionare il giornale, per cui ci sentiamo in dovere di
ringraziare Enzo, che compila l’ottava pagina, riguarda
l’intero giornale e stampa la prima copia a colori per
passarla a Vittorio (grazie Vittorio) che provvede alla
tiratura di 3000 copie, e grazie a Santos che lo aiuta nel­
la confezione. Ma questo lavoro sarebbe una fatica inuti­
le se il tutto non si concludesse fra le mani dei nostri
bravi postini e postine (grazie ragazze!) che portano le
copie a tutte le famiglie del rione.
La redazione
CINE ma
NON
SOLO
Augura a tutti una BUONA ESTATE
e vi dà appuntamento, a Dio piacendo,
a venerdì 19 settembre
2
Siamo in Samaria, a mezzogiorno di
una calda giornata presso il pozzo di
Giacobbe, Gesù è affaticato ma non
ha nessun mezzo per prender l’ac­
qua. Arriva una donna samaritana
(quindi eretica agli occhi dei Giudei),
essa è costretta ad uscire a quell’ora
così afosa per non imbattersi con gli
abitanti del luogo che la disprezzano;
è Gesù che le chiede da bere, lei si
meraviglia quindi si apre un dialogo
in cui i due si manifestano progressi­
vamente. La Samaritana ha cercato
di placare la sua sete attraverso vie
sbagliate, ha avuto molti uomini, ha
bevuto ogni sorta di acqua. Gesù le
dice che chi beve l’acqua che Lui le
darà non avrà mai più sete, quest’ac­
qua diverrà in lei sorgente zampillan­
te per la vita eterna. e lei risponde
“Signore dammi quest’acqua” ...
A questo brano ho pensato leggendo
l’articolo di Toscana Oggi sulle
“sentinelle del mattino di Pasqua”
Chi sono ? Cosa fanno ?
In piazza Santa Croce e sulla scali­
nata della Basilica il sabato sera,
spinti dal vuoto interno, dalla solitu­
dine, dalla sfiducia, dalla noia dal
non senso di questo “giorno dopo
giorno “ giovani e adolescenti cerca­
no consolazione nell’alcol, nella dro­
ga, nello sballo, nel fumo e nella
violenza. Da dieci anni le porte della
Basilica restano aperte e le Sentinel­
le, ogni secondo sabato del mese,
propongono
ai
giovani
della
“movida” fiorentina un incontro con
Cristo, una risposta diversa alla loro
non vita. Varcare quel portone vuol
dire avvicinarsi al Santissimo, avere
un’esperienza d’incontro ove non
verrai considerato Samaritano, ma
figlio di Dio, ove verrà proposta
un’acqua che può divenire sorgente
zampillante e perpetua, perché Gesù
è venuto a portare il lieto annunzio ai
miseri e la libertà da tutti i tipi di
schiavitù.
Giuliano
Religione e periferie denuncia
o copertura ?
Padre
Fabrizio
Valletti, gesuita
allo Stensen negli
anni ‘70, da 12
anni a Scampia,
ci ha parlato
dell’esperienza di
“inserzione” di una piccola comunità in un
contesto molto “deprivato”, dove mancano
promozione culturale e prospettive di lavoro.
Di solito si legge e si dice “contesto degrada­
to”, solo ora mi accorgo di quanta sufficienza
e arroganza verso le periferie c’è in questo
termine.
Ma torniamo a Scampia: 80.000 abitanti, una
popolazione che non trova identità, per la po­
vertà culturale, la mancanza e di formazione e
di lavoro. C’è stata acquiescenza da parte
della Chiesa e non solo. Si è accettata la situa­
zione senza cercare di trasformarla. La religio­
sità popolare è interessante: statue di santi,
processioni, festa del patrono e tutto gestito
dal “protettore locale”. Ma questo è liberante?
Esprime una maturità cristiana? Un’attenzione
morale e, soprattutto, spirituale per arrivare ad
una scelta consapevole? C’è un contrasto pro­
fondo tra questo percorso e quello di certe
parrocchie che si adoperano per superare il
rituale, in favore di una realtà partecipativa.
Le processioni affollate rassicurano nelle difficoltà
di affrontare i problemi: il ricorso al protettore
rende le persone passive, incapaci di impegno per­
sonale. Un ragazzo che cresce, o si impone come
piccolo boss, o ricorre al protettore locale, ma que­
sto equivale a cedere la propria coscienza per uno
stipendio da fame. Da qui al carcere il passo è bre­
ve; ma qui si può riappropriarsi della propria esi­
stenza con la scoperta di Gesù e della potenza libe­
rante del suo spirito. E’ possibile o no? Sì, quando
le comunità cristiane a contatto con questa realtà
riconoscono il richiamo della chiesa povera: se stai
da povero in mezzo alla gente tramite l’incontro
con la persona di Gesù puoi restituire loro energie
e volontà di riscatto.
Padre Valletti svolge il suo servizio presso le car­
ceri locali e a volte porta dei detenuti a conoscere
famiglie sue amiche. I commenti successivi sono
di questo tipo: “se mio padre fosse così, io non
sarei dove sono ora”, “se fossi cresciuto in un am­
biente come questo la mia vita sarebbe stata diver­
sa…”
Mi torna in mente quel “deprivata” iniziale e il suo
significato ora mi è più chiaro. Sul piano del lavo­
ro, di recente, in sintonia con LIBERA è stata costituita una piccola cooperativa di prodotti caseari
che opera per la riqualificazione di beni confiscati
alle mafie. Vorrei concludere con un altro pensiero
di Padre Valletti: “oggi c’è bisogno non tanto di
una chiesa che insegna, quanto di una chiesa che
vive; se prima era importante l’insegnamento dot­
trinale, oggi è da privilegiare la crescita delle co­
scienze”. Dallo Stensen a Scampia, appunto, un
lungo cammino nella direzione che Papa France­
sco non si stanca di indicare con le parole e con i
fatti: “Una Chiesa che sia povera fra i poveri”. La
testimonianza di Padre Valletti trasmette serenità e
gioia piena.
Paola
Dagli scaffali della nostra Biblioteca
UN
William E. Barrett - Il tabernacolo vuoto
Autore statunitense del novecento, poco noto al grande pubblico, ha scritto
alcuni romanzi di successo, scandagliando alcuni temi religiosi.
La storia si svolge in una piccola isola del Canada francese, dove la locale
comunità vive in modo semplice in contrasto con il mondo anglosassone.
La piccola Valerie riferisce di avere avuto l’apparizione della Madonna in
una grotta in riva al mare : questo evento rimarrà un mistero che coinvolge­
rà tutti gli abitanti del luogo. Il romanzo si arricchisce di altri motivi con l’arrivo, dodici anni più tardi, di
Keller uno scrittore americano che, sofferente per la morte della moglie avvenuta a Lourdes, desidera scri­
vere un libro per negare la veridicità delle apparizioni soprannaturali.
L’incontro di quest’ultimo con Valerie, ormai donna e promessa al giovane Andrè, da all’autore la possi­
bilità di scoprire in lei una rara forma d’innocenza e di purezza. La vita della comunità, in particolare la
personalità della protagonista, da la possibilità all’autore di esprimere la sua notevole capacità psicologica
e letteraria nel narrare una commossa storia d’amore e di fede in un ambiente così lontano da noi.
Un romanzo originale che appassiona e coinvolge il lettore
LIBRO
AL MESE
7
NERO su
BIANCO 2014
Il nostro piccolo concorso quest’anno, dopo il
giro di boa del decennale, comincia a registrare
una certa stanchezza. Stanchezza che si delinea
nel calo dei lavori presentati, calo numerico, che
non sappiamo se sia da interpretare come un
“basta, siamo giunti al capolinea”, oppure con
“questa volta il tema ci ha disorientato”…
E’ vero che si poteva partecipare anche con un
tema libero, ma bisogna considerare che que­
st’anno c’è stata la novità di una sezione di prosa
dedicata a un non facile tema legato al Vangelo;
tema che, per il provocatorio tono di sfida, forse
ha stimolato l’interesse di alcuni che poi, per le
difficoltà incontrate, hanno rinunciato alla parte­
cipazione. Per quanto riguarda i lavori di questa
sezione (che sono stati sottoposti al giudizio di
Don Marcello) abbiamo dovuto prendere atto di
un numero davvero esiguo di partecipanti, che
oltretutto non sono entrati, per la maggior parte
dei casi, nello spirito che il nostro concorso sug­
geriva con gli esempi dati quali “incipit”. Don
Marcello, per primo, ha consigliato di riproporre
la questione in tempi successivi, sperando che nel
frattempo, possa essere meglio recepito l’assunto
alla base del nostro invito.
Solo quattordici i lavori in concorso: 7 racconti e
7 poesie, di dodici autori, (due si sono cimentati
in entrambe le sezioni); nessun nome nuovo, tutti
loro sono nostre ben note conoscenze, che già in
passato abbiamo apprezzato.
Per il “NerosuBianco 2014” hanno esaminato i
lavori Mario Sodi (poeta), e i sette redattori di
Partecipare, che hanno così deliberato:
Vince il 1° premio per la prosa Paolo Sbolgi
con Vertigine; il 2° è andato ad Andrea Santini (Il
fungo delle trincee) e il 3° a Gianfranco Tenti (25
settembre 1943). Hanno riportato un 4° posto ex
aequo Nelly Ardelletti Casini (Una storia semplice con finale a sorpresa) e Nando Notari
(Misteriosi messaggi colorati); al 5° posto ex
aequo troviamo Patricia Barton Giordani
(Pluridimensionalità) e Loredano Cioni (Nel
cuore).
Il 1° premio per la poesia va a Luciano Trabassi
per Il tempo che non torna; il 2° ex aequo è anda­
to a Rodolfo Nesi per Silenzio e a Nando Notari
6
con Al calar del vento; ancora due premi ex
aequo per il 3° posto: Emanuela Dolfi
(Memoria di un amore) e Paola Landi (Albero
d’autunno) ; il 4° premio va a Semplicemente
di Loredano Cioni ed il 5° a Giuliana Cortini
Lupi per Le mie suore. Purtroppo abbiamo
dovuto mettere fuori concorso, per non aver
rispettato il numero di versi imposto dal ban­
do, la poesia Stalking di Andrea Aterini.
La premiazione, insieme alla consueta lettura
dei lavori, avverrà nel corso delle Feste dei
nostri santi patroni, Gervasio e Protasio che si
terranno nei giorni 20 21 e 22 Giugno; il pro­
gramma vi sarà annunciato dai foglietti delle
messe domenicali, ma per il NerosuBianco vi
posso anticipare che sarà Domenica 22 alle
ore 17. Una raccomandazione: siate puntuali,
perché vorremmo finire le letture prima che le
immancabili manifestazioni musicali coprano
la voce della lettrice. I premi saranno i soliti;
un diploma, il libretto NERO su BIANCO
2014 (con tutti i lavori in concorso) e un libro
per tutti.
La redazione
GIOVEDI’ 19:- nell’Eucarestia delle ore 18,00
Marilena e Fabio Lascialfari ringraziano il Signore per il loro 25° di Matrimonio. Dopo l’Eucarestia un piccolo rinfresco aperto a tutti.
VENERDI 20:- ore 18,00 vediamo insieme la
partita dell’Italia e condividiamo la cena con
quello che ciascuno porta.
SABATO 21:- nel pomeriggio torneo di calcetto; finale e premiazione domenica 22.
Domenica 22:- Eucarestia
ore 11 - Ringraziamento al
Signore per i doni ricevuti
durante quest’anno nella
nostra comunità. Ogni gruppo porterà al Signore un segno del cammino fatto. Nel pomeriggio dalle ore 16,30 in poi grande festa con
giochi, musica e tanta allegria. Ore 17 premiazione di “Nero su bianco”. Cena comunitaria:
condivideremo ciò che ciascuno porta.
Gioia ed emozione nei “pensierini” dei comunicandi
Come ogni anno, a metà maggio
si è svolta nella nostra parrocchia la celebrazione del sacramento della Prima Comunione.
Circa cinquanta sono stati i bambini che con grande emozione
sono arrivati, dopo il cammino di
catechesi percorso da settembre,
a incontrare finalmente Gesù.
Dopo la cerimonia, nel campo
sportivo, è stata lanciata la mongolfiera carica dei desideri e dei
pensieri dei comunicandi.
Durante il ritiro precedente l’evento, ogni bambino ha espresso un breve pensiero riguardo
all’imminente incontro; alcuni di
questi sono stati scelti per essere
qui offerti ai lettori.
Anche se facevo tanti peccati, anche gravi, tu mi perdonavi. Per
queste cose ti ringrazio.
Grazie tanto, Gesù, grazie per avermi perdonato, perché so anch’io che le cose che ho fatto non sono state per niente piacevoli. Quando, come ti ho detto, non aiuto molto in casa, a me diEccone alcuni :
spiace però è come se avessi una vocina che mi dice: “Non aiutare … rilassati.” Io la sto ad ascoltare ! Ti devo dire che tu e
Grazie per tutto quello che fai per
tua madre siete delle persone “fantastiche”!!! Non so come fai,
me. Voglio fare la comunione per­
ma riesci sempre a perdonarmi. T.V.T.B., a presto.
ché voglio conoscerti meglio. Spe­
ro diventeremo amici. Ti amo con
Ti ringrazio per tutte le cose belle che mi hai donato. Spero che
tutto il cuore, cerco di pregarti tutti
mi aiuterai e che mi darai un consiglio, perché per me sei molto
i giorni. Mi sento sicura quando
importante. Se qualche volta mi dimenticherò che tu sei con me,
sto con te. Mi fai essere felice tutti
ricordamelo. Aiutami a capire in cosa ho sbagliato, o in cosa
i giorni. Ti ascolterò sempre in
potevo dare di più, aiutami dalla mattina alla sera. Io non smette­
tutta la mia vita.
rò mai di pregare per te.
Gesù, tu sei la persona con cui
riesco a parlare e a confidarmi. Ti
ringrazio per tutte le cose che hai
fatto, non mi pentirò mai per quello che ho scritto ora. Grazie Gesù,
ci rivedremo in chiesa.
Grazie per tutto quello che
hai fatto per me: mi hai fatto
una famiglia stupenda a cui
io voglio tantissimo bene.
Grazie per avermi fatto credere in te. Grazie davvero!!
Voglio ringraziarti perché mi
hai voluto bene e mi hai fatto
superare ogni difficoltà, mi
hai fatto avvicinare sempre di
più a te
Grazie di avermi perdonato, ora mi
sento più pulito. Fa’ che tu mi so­
stenga per la mia prima comunione
se non sarò all’altezza. Aiutami se
un giorno mi staccherò da te, tu mi
devi bussare e farmi ricordare di
te. Domani sarai nel mio corpo
perché sto per riceverti.
La bianca mongolfiera che ha
portato in cielo i biglietti con i
pensieri e i desideri
3
L’ANGOLO DELLA
SPIRITUALITA’
se hai voglia di pregare
Madre iraniana perdona e salva
la vita all’assassino di suo figlio
La Settimana Santa, all’ultimo
minuto di una esecuzione
pubblica in Iran, una donna
compie un connubio di gesti di
umanità straordinari. Prima
da un forte schiaffo al condannato a morte e poi gli toglie il
cappio dal collo.
Il nome del detenuto è Balal e
quando aveva circa 20 anni,
sette anni fa per futili motivi,
ha accoltellato un giovane di
18 anni Abdollah durante una
rissa di strada. Secondo la
Sharia, la legge islamica, il
qisas è il diritto alla vendetta,
riconosciuto alla famiglia della
vittima di un omicidio, molto
simile alla legge del taglione.
Solo la famiglia della vittima
può partecipare alla punizione
del condannato e anche decidere se far sospendere l'esecuzione.
La madre di Abdollah insieme
a suo marito hanno deciso di
perdonare Balal. Il papà del
ragazzo ucciso ha raccontato
che tre giorni prima dell’esecuzione sua moglie aveva
visto in sogno il figlio che le
raccontava di star bene e trovarsi in un posto sereno. “E'
stato lui ha chiedere di non
vendicarsi - ha dichiarato il
padre - Questo episodio ha
placato la nostra rabbia e così
abbiamo deciso di riflettere su
cosa fare fino al giorno della
ecuzione".
Più eloquenti di parole sono
le immagini che hanno girato
il mondo quel giorno.
Ci ricordano il Talmud…
chiunque salva una vita, salva il mondo intero.
VOGLIO UNA VITA
NORMALE
Il 7 marzo 2011 sono stato
arrestato dai carabinieri di
Locri per furto e danneggiamento.
A luglio mi hanno assolto, ma
nel frattempo era arrivata
un’altra denuncia per rissa.
Il Tribunale di Reggio ha deciso di allontanarmi da Locri
per un anno. E’ iniziato il mio
viaggio. Sono arrivato in Sicilia. All’inizio non è stato facile,
ero solo e lontano da casa.
Tutto è cambiato quando mi
hanno trasferito a Messina,
dove ho cominciato a vedere
uno dei volontari di Addiopizzo uno psicologo, un ragazzo
come me che mi ha accompagnato alla scoperta di una
vita nuova. Una mattina, insieme a quel ragazzo, sono
andato a vedere il mare. Si
vedeva la Calabria, la mia
terra. Stavolta però la guardavo da un’altra prospettiva: la
osservavo da un altro luogo,
ma ero io che ero diverso. Ho
deciso che la mia vita deve
essere diversa. Voglio ritornare a Locri, ma non voglio più
avere problemi con la giustizia. Voglio essere pulito.
Prima di vivere questa esperienza, credevo che allo Stato
non gliene importasse niente
delle persone.
4
Lo Stato era quello che ti portava via da casa. In questi
mesi ho conosciuto uno Stato
diverso, che non mi ha voluto
cambiare a tutti i costi ma per
una volta ha cercato di capire
chi ero io davvero. E chi sono
io ? Un ragazzo di 18 anni,
un ragazzo come gli altri.
Ero piccolissimo quando mio
padre è stato ucciso, ho visto
i miei fratelli finire in carcere.
Vorrei un futuro diverso. Non
rinnego la mia famiglia. Loro
sono sempre i miei fratelli. La
Calabria sarà sempre la mia
terra. Vorrei essere un ragazzo come gli altri. Quello Stato che prima era così lontano
mi sta dando ora diverse possibilità. Posso sce- gliere che
lavoro fare, in che città vivere. Non so se ce la farò, ma
ci proverò. Di certo qualcosa
è cambiato. Ce la posso fare.
E non solo io. Ci sono tanti
ragazzi come me che avrebbero bisogno di uno Stato
così. Non credono che esista.
Io l’ho conosciuto e scrivo
questa lettera perché anche
gli altri lo sappiano. La strada è ancora in salita. Ma non
è vero che il lieto fine è solo
un’illusione.
Può essere realtà ?
Un ragazzo calabrese
a cura di S. Stefania
Cari giovani, Solo Cristo può dare la vera risposta alle vostre difficoltà! Il mondo ha bisogno
della vostra risposta personale alle Parole di vita
del Maestro: “Io ti dico, alzati!”. Vediamo come
Gesù va incontro all’umanità, nelle situazioni più
difficili e penose. Il miracolo compiuto nella casa
di Giairo ci mostra il suo potere sul male. È il
Signore della vita, il vincitore della morte.… Cercate Cristo! guardate a Cristo! vivete in Cristo!
Questo è il mio messaggio: “Che Gesù sia “la
pietra angolare (cf. Ef 2, 20) della vostra vita e
della nuova civiltà che nella solidarietà generosa
e condivisa dovete costruire. Non vi può essere
autentico sviluppo umano nella pace e nella giustizia, nella verità e nella libertà, se Cristo non si
fa presente con la sua forza salvifica”.
Che cosa significa costruire la vostra vita in
Cristo? Significa lasciarvi impegnare dal suo
amore. Un amore che chiede coerenza nel proprio comportamento, che esige l’adeguare la
propria condotta alla dottrina e ai comandamenti
di Gesù Cristo e della sua Chiesa; un amore che
riempie la nostra vita di una felicità e di una pace
che il mondo non può dare (cf. Gv 14, 27), malgrado ne abbia tanto bisogno. Non abbiate paura
delle esigenze dell’amore di Cristo. Temete, al
contrario, la pusillanimità, la leggerezza, la comodità, l’egoismo; tutto quello che vuole ridurre al
silenzio la voce di Cristo che, rivolgendosi a ciascuno, ripete “Io ti dico, alzati!” (Mc 5, 41).
Guardate a Cristo con coraggio, contemplando
la sua vita attraverso la lettura serena del Vangelo; cercandolo con fiducia nell’intimità della vostra
preghiera, nei sacramenti, specialmente nell’Eucaristia… Se cercate Cristo, anche voi udrete
nell’intimo della vostra anima le richieste del Signore, le sue continue esortazioni. Gesù continua a rivolgersi a voi ripetendovi: “lo ti dico, alzati!” (Mc 5, 41).
Discorso del 2/04/1987 ai giovani del Cile (©
Libreria Editrice Vaticana)
Beato Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
PER PREGARE IN SILENZIO
Fermati fratello, sorella e
riposati!
C’è un momento dell’attività febbrile, e c’è quello del
riposo. C’è il tempo della parola, della comunicazione
e c’è quello del silenzio e dell’ascolto. Siamo tutti in
preda dell’andare e del fare. Agli apostoli che gli si
stringono intorno per riferirgli gli esiti della loro missione, Gesù propone una pausa quieta, in disparte. Lontana dal rumore, dal chiasso, dalle sollecitazioni. Ma
insieme a lui: “Venite”. Ci è richiesto di andare con
Gesù in un luogo solitario. Quale luogo è più solitario
del cuore? Quale spazio è più lontano di quello che ci
abita, spesso ignorato, soffocato dal turbine del moto,
anche interiore, che non lascia margini di riflessione e
di silenzio?
Il riposo del cuore è. Per tutti, contemplazione, distacco da persone, situazioni, cose, per prendere coscienza, vederle in una luce vera, che lascia cadere il contingente, l’esteriore, e ne mostra la verità.
E’ l’ascolto del fondo di sé, e incontro con l’universo
sommerso che ci possiede. Da questa pausa distaccata e quieta può nascere un incontro. Per il cristiano, è
l’incontro con Dio nel suo Cristo. Gesù porta in disparte per offrire la sua comunione, la sua intimità, la sua
amicizia.
Il vortice della vita si arresta, nel silenzio. La convulsione del fare viene meno. La frenesia del vaniloquio cessa. Si aprono cammini diversi, lungo i quali Gesù conduce alle nostre sorgenti nascoste. Solo da questa
pausa nasce l’azione più fruttifica. Solo dall’ascolto,
prima sorpreso, poi purificante, infine gioioso, nasce
ogni autentico gesto d’amore. L’annuncio del Vangelo,
parola rivolta a tutti, muove da un luogo solitario..
Hanno detto sulla preghiera…
Il Signore non ci esorterebbe a pregare se
non avesse intenzione di esaudirci.
La preghiera è la forza dell’uomo e la debolezza di Dio. Pregare significa intendersela
con il Signore come con un amico. Che cosa
dite a Gesù? Io non gli dico niente: io gli voglio bene.
Teresa di Lisieux, † 1897
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