Spediz. in Abb. Post. art. 2 comma 20/C L. 662/96 Filiale di Catania Anno XVIII n°1 - marzo 2009 1.09 Sicilia SCOUT b e W ne Sicilia SCOUT il giornale dei capi dell’AGESCI SICILIA o i s r ve Grande Capo? Sommario in questo numero 1.09 Editoriale di Ciro Cardinale.......................................................................3 Verifica del Convegno Capi, la parola al Consiglio Regionale...............4 - 5 L’Adultità non esiste (nel dizionario) di Dario Mangano................................6 - 7 La Partenza scout: Baden-Powell aveva già capito! di Luigi Perollo. ........8 - 9 Storia di una Partenza di Francesco Costa................................................10 Adultità, il tempo delle scelte di Vincenzo Neto.........................................11 È impossibile... di Serena Bastone e Lorena Provenzano..................................12 La Partenza: come riconoscere il momento della scelta di Monica Grieco......................................................................................12 Estetica ed etica nell’educazione dei giovani di Antonio Bellingreri.............13 - 15 Cronache dal primo CFT di Sergio Lombardo. ...........................................16 Finalmente siamo partiti...a vele spiegate!!! di Annalisa Spadaro...............17-18 Accoglienza in Comunità Capi: piccolo vademecum per il Capo Gruppo di Antonio Bertocchi......................................................18 - 19 Il progetto del Capo di Salvatore Settineri..................................................20 - 21 Responsabilità agli adolescenti: opportunità educativa per la loro crescita di Vincenzo Semprevivo................................................22 Dalla Marcia della Pace di Ciro Cardinale. ...............................................23 Paolo dà voce e strada al Vangelo di Don Vincenzo Talluto. .......................24 DOCUMENTI UFFICIALI Convocazione Assemblea - Relazioni Comitato Relazioni Incaricati Branche e Settori, IRO, Fo.Ca. Situazione Patrimoniale - Bilancio.......................................................25-50 Convocazione Assemblea Soci Coop. “La Nuova Zagara”...................51 SICILIA SCOUT Anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 Spediz. in Abb. Post. art. 2 comma 20/C L. 662/96 Filiale di Catania Edito dall’Agesci Regione Sicilia per i suoi soci Autorizzazione del Tribunale di Siracusa n.14 del 31/07/1992 Redazione: Via F.lli Bandiera, 82 - 95030 Gravina di Catania tel. 095416561 - fax 0957500633 www.sicilia.agesci.it - [email protected] Direttore responsabile: Luigi Perollo Capo redattore: Ciro Cardinale In redazione: Sergio Lombardo - Fabio Marino Hanno collaborato: Antonio Bertocchi, Riccardo Francaviglia, Dario Mangano, Vincenzo Neto, Antonio Bellingreri, Annalisa Spadaro, Vincenzo Semprevivo, Monica Grieco, Salvatore Settineri, Serena Bastone, Lorena Provenzano, Francesco Costa, il Comitato Regionale, IRO, Fo.Ca. e tutti gli incaricati alle Branche e ai Settori Realizzazione grafica: Sergio Lombardo Foto: Fabio Marino, Sergio Lombardo, Ciro Cardinale Stampa: Legofast s.a.s. di Francesco Schiera & C. Viale Regione Siciliana SE, 5043 - Palermo Tiratura di questo numero: 3.300 copie Chiuso in redazione il 17-03-2009 in copertina: foto Fabio Marino - vignetta a pag. 16 : Riccardo Francaviglia Editoriale 1.09 Sicilia SCOUT Nel numero di agosto 2008 abbiamo pubblicato due interventi sulla scelta politica del capo. Nel numero di dicembre 2008 abbiamo pubblicato la sintesi dei Responsabili regionali sul Convegno capi di Enna. Si tratta di pezzi “provocatori”, pubblicati proprio allo scopo di aprire un dibattito tra noi capi, solleticando idee e proposte, chiedendo consensi e critiche. Ma finora invece nessuna lettera è pervenuta alla redazione di questa rivista; nessuna mail è stata inviata alla Pattuglia regionale stampa. Eppure “ufficiosamente” i due interventi citati hanno ricevuto forti critiche; i rumors ci sono stati, eccome, fino ad arrivare a bollare Sicilia scout come “la Torre di Guardia del Comitato regionale”, la Pravda del Politburo scautistico siciliano. Ma non è così. La nostra, vostra rivista è lo strumento per avvicinare di più i capi siciliani tra loro e con i vertici regionali dell’Associazione; per aprire e provocare dibattiti costruttivi e promuovere confronti; per fare crescere una coscienza critica e matura tra tutti noi, tra tutti voi sul significato di essere capo scout oggi. Ecco perché Sicilia scout continua (e continuerà) ad affrontare temi che – riteniamo e ci auguriamo – siano interessanti, a volte “caldi” o “spinosi”, ma sempre significativi, come appunto quelli che riempiono le pagine del numero che state sfogliando in questo momento. Tra le altre cose vogliamo parlare di adultità, partenza, laboratori di branca, pace. Un reportage ricorda che il 31 dicembre 2008 si è svolta a Palermo la 41a Marcia per la pace, che ha visto la partecipazione di tantissime persone che hanno preferito una fiaccola di speranza alle grandi “abboffate” di fine anno. E tra questi – ovviamente – gli scout Agesci. La Partenza è stata pure affrontata in questo numero, con articoli provenienti da diverse esperienze: quella di Monica Grieco, incaricata regionale alla branca R/S, e le sensazioni dopo la Partenza e prima di chiedere la possibilità di far parte di una comunità capi, quella di altre realtà scautistiche – come gli scout di San Benedetto – ed infine quella di B.-P. In chiusura ritorniamo sugli argomenti affrontati nel Convegno capi regionale del 15 e 16 novembre scorso, ripercorrendo la sua verifica e rimeditando le sue parole-chiave, prima fra tutte quella “adultità” che a non pochi ha fatto storcere il muso, ma che rende bene il concetto di cosa voglia dire essere oggi capo scout, adulto significativo per i giovani, spesso privi di punti di riferimento sicuri, di fari che li guidino lungo l’oscura rotta della vita. E Antonio Bellingreri ci fornisce al riguardo un lucido saggio, da leggere e meditare con calma. La cronaca dal primo CFT della nostra regione e il giusto orgoglio per la partenza di questa nuova era della formazione capi chiudono questa parte del giornale. Nella seconda i documenti ufficiali della nostra regione prima dell’Assemblea del prossimo 16-17 aprile. Buona lettura e soprattutto buona Pasqua a voi, ai vostri ragazzi ed alle vostre famiglie da me e da tutta la Pattuglia regionale Stampa. Ciro Cardinale SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 Sicilia SCOUT 1.09 Verifica del Convegno Capi, la parola al Consiglio Regionale Nel numero precedente di Sicilia Scout (dicembre 2008), Fabio e Antonella hanno offerto la loro analisi dell’ultimo Convegno Capi che abbiamo vissuto a Enna. Un evento del genere, nella sua lettura a posteriori, presenta un’ampia varietà di elementi positivi ma anche negativi, sia sotto il profilo dei contenuti che sotto quello dell’organizzazione. Certo, “l’ottimo è sempre nemico del bene” e spesso è inevitabile “stirare” alcune soluzioni; un esempio per tutti: l’Aula magna dell’Università Kore di Enna è una sede prestigiosa e situata al centro della nostra regione, però era indubbiamente poco capiente. L’analisi del Convegno – nei suoi contenuti e nella sua organizzazione – offerta dai Responsabili regionali fa spazio adesso alla verifica elaborata dal Consiglio regionale, una verifica che ha toccato sia i contenuti (la tavola rotonda iniziale, le aree tematiche e i gruppi di lavoro) che l’organizzazione (sede del Convegno, tempi, ecc.) nell’ottica di “fare esperienza e migliorare sempre”. Del resto - è questo è stato un segno di grande maturità associativa - il Consiglio regionale si è assunto la responsabilità della proposta e della gestione del Convegno. Ma andiamo per punti: LA TAVOLA ROTONDA INIZIALE: La Tavola Rotonda per alcune zone (Zona Laghi, Zona Monrealese) ha deluso le aspettative; gli interventi a volte sono apparsi scontati e lontani dalla nostra realtà, non sempre adeguatamente cuciti dal relatore e in sintonia con l’obiettivo della Tavola Rotonda. Sono stati apprezzati più alcuni interventi, magari più vicini al nostro modo di pensare (Zona Netina, Zona Etnea delle Ginestre). La Zona Concordia ha, invece, trovato interessante a tavola rotonda anche se “doveva essere utilizzata come stimolo per instaurare un confronto immediato” (analoga aspettativa dalla Zona Torri). Netto il giudizio della Zona Castelli Nisseni: “la tavola rotonda ha deluso le nostre aspettative”. Per il C.G. Antonio Santonocito la tavola rotonda è stata utile, “perché ci ha permesso di confrontarci con il mondo esterno, altrimenti saremmo stati autoreferenziali”. DOCUMENTO ISTRUTTORIO E GRUPPI DI LAVORO: costruivano il “cuore” del Convegno Capi e per come essi sono stati proposti e vissuti la sintesi della verifica del Consiglio regionale ottiene una striminzita sufficienza. Tra gli elementi che devono costituire un rinnovato impegno per il futuro, la migliore preparazione in Co.Ca., gruppi di lavoro più capaci di fare sintesi ed elaborare proposte, più tempo per confrontarsi. Ma c‘è anche dell’altro: “Ottimo documento istruttorio ma poi non tutti i coordinatori dei gruppi di lavoro condividevano tale documento, influenzando in tal modo il lavoro del gruppo” (Zona Laghi e Zona dello Stretto); molti Capi non hanno condiviso il termine adultità preferendo espressioni come responsabilità (Zona Etna Alto Simeto, Zona Megarese e Zona dello Stretto); critiche sono arrivate circa i contenuti delle aree tematiche, apparsi “preconfezionati e con poco spazio al confronto” (Zona Galatea e Zona dello Stretto); dello stesso avviso il C.G. Angelo Mazza per il quale le aree tematiche apparse preconfezionate avrebbero potuto lasciare il posto a linee più generali. Mazza sintetizza poi uno dei grossi problemi dei 4 SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 1.09 Sicilia SCOUT gruppi di lavoro, il “poco tempo a disposizione” che ha certamente nociuto al confronto e alla fase propositiva: di poco tempo per i gruppi, di scarsa capacità di sintesi, di Capi talvolta poco preparati (scarso lavoro preparatorio nelle Co.Ca.), di insufficiente messa in comune dei lavori di gruppo in plenaria hanno parlato praticamente tutte le Zone e i Consiglieri Generali presenti al Consiglio regionale. Nella sua griglia di sintesi la Zona Etnea delle Ginestre ha evidenziato come sia stato utile, in Co.Ca. prepararsi al Convegno attraverso l’analisi dei documenti istruttori (lo si è poi visto dalla qualità degli interventi nei gruppi di lavoro). A proposito di preparazione preventiva, per il C.G. Anna Di Marco sarebbe opportuno scegliere la coppia di animatori dei gruppi secondo criteri che permettano a questi di vedersi almeno una volta per organizzare il lavoro. ORGANIZZAZIONE, TEMPI E STILE: lasciamo l’organizzazione per ultima mentre possiamo dire che le critiche maggiori sono state rivolte allo stile offerto durante la Messa e durante la notte. La Zona Galatea non ha poi condiviso la proposta della veglia serale, giudicata “particolarmente lunga” dalla Zona Elimi. Apprezzata l’idea di coinvolgere, durante i lavori del Convegno, la Branca R/S (Zona Netina) anche se la Zona Aretusea ha parlato di “pochi momenti effettivamente formativi” per i Rover e le Scolte presenti. Per quanto attiene all’organizzazione, relativamente alla scelta del luogo del Convegno, non ci sono dubbi, la valutazione è double-face: se da un lato alcune Zone hanno apprezzato lo sforzo di individuare una struttura centrale (“non a caso erano presenti 5 Co.Ca. su 7”, Zona Lilibeo) che consentisse una più ampia partecipazione delle Comunità Capi, l’Aula magna dell’Univrsità Kore è stata però giudicata “piccola, insufficiente e inadeguata” a contenere il numero dei Capi presenti, e ciò ha nuociuto anche in termini di coinvolgimento e di stile. In sintesi, la verifica del Consiglio regionale e la precedente analisi a caldo dei responsabili regionali offrono adesso un quadro ampio e chiaro di ciò che il Convegno Capi è stato sia nei suoi contenuti che nel suo stile di lavoro. Antonella Lupo ha tenuto a precisare che i documenti preparatori non sono “piovuti dall’alto” ma che le Co.Ca sono state coinvolte in più momenti nella loro redazione. E se la Zona dello Stretto ha parlato di “verifica cruda ma costruttiva” (con una Zona Conca d’Oro che, di rimando, sottolinea che da un Convegno come quello appena vissuto si può ripartire per lavorare bene), di apprezzamento per le “critiche sempre fraterne” ha parlato Fabio Caradonna che ha voluto sottolineare come il Consiglio abbia ben lavorato nella fase preparatoria del Convegno (qualche dubbio sul costante coinvolgimento – in dimensione zonale – delle Co.Ca.). SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 5 Sicilia SCOUT 1.09 L’adultità non esiste (nel dizionario) Partiamo con un punto fermo: il termine adultità non esiste nel dizionario attuale, di conseguenza è uno di quei termini che sono un effetto dell’uso della lingua. Non dobbiamo credere infatti che la lingua sia un oscuro oggetto di studio dei linguisti, essa invece è una realtà viva che si trasforma in continuazione. Di conseguenza adultità è il classico esempio di prodotto della lingua che può collocarsi a metà tra la lingua “consolidata” (quella che si trova nei dizionari, che riporta il pensiero comune) e quella che non si trova nel dizionario e che non è nemmeno un “atto individuale” (come direbbero i linguisti), cioè non è un’invenzione spontanea; questo termine occupa una posizione intermedia perché, appunto, è utilizzato nell’ambito della filosofia dell’educazione (fondamentalmente è un termine che si lega molto al lavoro di Demetrio Duccio, curatore della rivista “Adultità”) ed è un classico esempio di neologismo; quindi è un termine costruito. Non sembra poi che adultità derivi dalla lingua inglese, semmai è il tentativo di trasformare in sostantivo la parola adulto. Per dirla tecnicamente, si tratta di un suffisso nominale deaggettivante, con quella “ità” che viene attaccata ad “adulto” per renderlo un sostantivo. Ma al di là delle questioni tecniche, adultità resta un neologismo con un uso previsto nelle teorie dei linguisti (i quali sanno – come abbiamo accennato - che la materia con cui hanno a che fare è una materia che si trasforma). Credo però che sia più importante concentrare la nostra attenzione più che sul senso proprio del termine, sull’uso che ne viene fatto. Come la linguistica ci insegna, la lingua non è fatta solo di parole ma è principalmente una questione di sintassi, di grammatica, di frasi, di discorsi piuttosto che di entità (quali possono essere, appunto, le parole), soprattutto nel caso di un neologismo: stabilire quale possa essere il significato di questa parola è possibile solo partendo dai suoi “usi”, dal modo in cui la parola viene realmente adoperata. Tra voi capi scout e la realtà esterna alla vostra associazione può, ad esempio, non esserci univocità di prospettiva sul termine adultità: proprio perché si tratta di un neologismo, esso nasce all’interno di una necessità espressiva che può essere quella di un gruppo abbastanza ristretto (quello dei capi scout appunto); Dall’adultità Legato all’adultità è sicuramente il tema della partenza, atto simbolico il momento di abbandonare il clan/fuoco e di attuare al di E proprio alla partenza abbiamo voluto qui dedicare alcuni articoli, 6 associazioni scout diverse SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 1.09 Sicilia SCOUT Qual è l’origine di questo termine, in quali contesti viene utilizzato, come viene interpretato? Perché nel corso dell’ultimo Convegno capi ha acceso il dibattito? Lo abbiamo chiesto a Dario Mangano, docente di Semiotica presso l’Università degli Studi di Palermo, componente del comitato di redazione della rivista E/C, autore della monografia “Semiotica e Design” (Carocci, 2008) di conseguenza, per tutte le altre realtà il termine adultità non avrà un senso condiviso forte; se lo avesse sarebbe già nel dizionario. A questo punto, per passare da un piano dei “significanti” a quello dei “significati”, l’unico modo per cercare di capire come funzioni il senso di un termine nuovo è quello di fare riferimento a termini che gli sono in qualche rapporto, di opposizione o di parentela ad esempio: l’idea di adultità, sostantivazione dell’aggettivo “adulto” va vista in rapporto non al solo al significato di adulto ma anche di fanciullezza, di fanciullo. Ci rendiamo quindi conto che alla fine il modo con cui si ragiona in termini semiotici è quello che ci permette di individuare i “semi”, i nuclei di senso minimo che è possibile attribuire a una determinata parola. Un esempio per tutti: la parola testa, ha un senso molto diverso se la si considera in un contesto militare (la testa del ponte), oppure se riferito all’anatomia umana (la testa di un uomo o di una donna), oppure se intendiamo la testa di uno spillo. Cosa viene mantenuto in tutti questi casi della “testa”? Il “sema” relativo al senso di superiorità, allo stare in una posizione elevata, in alto, all’essere un punto terminale. Di conseguenza, quali possono essere i semi di adultità? Quelli di adulto, di persona che ha raggiunto uno sviluppo psichico e fisico (così viene definito un adulto secondo il dizionario), di persona “matura”, oppure i semi contrari come fanciullo, fanciullezza, inesperienza. In sintesi, il problema di adultità è che essendo un termine del tutto nuovo è anche un termine molto vago, che può assumere un significato in un ambito specifico ma che se lasciato “libero”, non definito, rischia di prendere il senso non solo della parola adulto ma anche di quelle che gli si possono accostare per differenza. Utilizzarlo come definizione di uno stato (“l’essere adulti”) va bene ma lo si deve imporre. E poi questo termine non dovrebbe mai stare da solo: se deve essere una bandiera, bisogna costruire il discorso che lo valorizza come tale. Altrimenti rischia di rimanere una forma vuota. Dario Mangano Docente di semiotica alla partenza attraverso il quale i rover e le scolte riconoscono che per essi è venuto fuori della comunità R/S le proprie scelte di vita. facendo “dialogare” tra loro giovani, esperti, capi – anche di altre dall’Agesci – e perfino B.-P. SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 7 Sicilia SCOUT 1.09 La partenza scout? Baden-Powell Nell’immensa produzione letteraria del fondatore dello Scautismo non troveremo mai un libro, un capitolo o un accenno diretto al concetto di Partenza. Essa è infatti una proposta originale del roversimo italiano e, in generale, di quello di scuola francofona. Però il concetto di “Partenza” come sintesi di un cammino di crescita e inizio di una fase di autonomia e maturità è trasversale in tutti gli elementi del pensiero di Baden-Powell e lo si legge tutt’altro che in filigrana, anzi è ben espresso e costituisce una costante. Insomma, non chiamiamola Partenza, però la “formazione del carattere” cos’altro rappresenta se non l’attenzione alla crescita di ragazzi e ragazze chiamati ad essere protagonisti originali del cammino della loro vita? Non partiamo subito da B.-P., partiamo invece da coloro che in lui hanno cercato – e trovato - le tracce della Partenza. Come nel caso di Giancarlo Lombardi, che nel suo libro “I valori fondamentali alla base della Partenza” (Branche R/S, “Il Manuale della Partenza”), non lascia spazio a molti dubbi: «Quali i valori fondamentali [della Partenza]? Credo che uno sia “l’autenticità”. Quell’insieme indispensabile di aspetti per i quali si dice di una persona che essa è vera, che è se stessa. Non è la completa serenità con se stessi che non a tutti è dato di vivere, e tanto meno la sicurezza di sé, spesso ostentata e non reale. E’ piuttosto la rinuncia al «bluff», all’apparire; è il coraggio delle proprie idee e delle proprie azioni; è la capacità di interiorizzare i gesti della propria vita; è la ricerca della coerenza. Sono autentiche sia le persone brillanti e di successo, che le persone modeste e “in ombra”, ciascuno con il proprio stile e il proprio modo. […] Un altro valore è la “padronanza di sé”, che B.-P. chiama il “carattere”, a cui lo scautismo cerca di educare. Sono le virtù della lirica “IF” di Kipling: essere capaci di sentimenti profondi ma non esserne schiavi, saper amare gli altri ma avere in gusto della solitudine, immergersi negli impegni ma non farsene dominare, saper accettare l’incomprensione e la calunnia, il successo e la disfatta senza rimettere tutto in discussione. Ciò porta a darsi uno stile personale, che è un altro valore al quale ho sempre fatto riferimento quando mi interrogavo se dare o no la Partenza ad un Rover o ad una Scolta». Senza nulla togliere a Giancarlo Lombardi (ci mancherebbe altro), avete come l’impressione di aver già sentito o letto qualche cosa di simile? Provate a sfogliare allora “La strada verso il successo” di Baden-Powell: «Quando, da ragazzo, cominci il viaggio della vita, sei naturalmente portato a pensare di essere solo uno tra tanti, e a credere quindi che la cosa migliore da fare sia di seguire la maggioranza. Questo modo di pensare è completamente sbagliato. Ricorda che tu sei tu. Sei tu che devi vivere la tua vita e, se vuoi riuscire a raggiungere la felicità, devi 8 essere tu a guadagnartela. Nessun altro può farlo per te. E, nel viaggio della vita, devi spingere la tua canoa con la pagaia, non remare come in una barca. La differenza è che, nel primo caso, tu guardi davanti a te e vai sempre avanti, mentre nel secondo non puoi guardare dove vai e devi affidarti ad altri che reggono il timone. […] Guida da te la tua canoa, non contare sull’aiuto degli altri. Stai partendo dal ruscello della fanciullezza per un viaggio avventuroso; di lì passerai nel fiume dell’adolescenza; poi sboccerai nell’oceano della virilità, per arrivare al porto che vuoi raggiungere. […] Ricordati che a scuola non hai ricevuto un’educazione completa per la tua vita adulta. Più che altro ti è stato indicato come imparare. Se vuoi riuscire nella vita devi ora completare da te la tua formazione». Per coloro che hanno poca dimestichezza con il pensiero del fondatore dello scautismo, sgombriamo il campo da un legittimo sospetto: in questa lunga pagaiata sul fiume della vita, dove stanno gli altri, sulle sponde del fiume oppure sono l’acqua che viene solcata dalla canoa? In realtà l’essere capaci di guidare da soli la propria canoa (torniamo quindi al concetto di Partenza), ha un senso solo se questa azione viene condotta in mezzo agli altri; e qui la formazione del carattere si intreccia con la disponibilità costante al servizio, un servizio che per B.-P. deve essere “competente e di qualità”. Abbiamo citato Giancarlo Lombardi, citiamo allora anche Alessandro Alacevich che, sempre nel “Manuale della Partenza” (in realtà si tratta di uno scritto precedente), sostiene che il cammino verso la Partenza è caratterizzato dall’educazione ad essere attivi operatori di cambiamento nella società. Ma non si tratta di uno dei punti del nostro Progetto Regionale, quando si parla di essere “detonatori” di cambiamento nel territorio? Alacevich riporta una definizione entrata a far parte del patrimonio della nostra Associazione: «La Partenza celebra il momento di risposta alla propria chiamata a vivere al servizio dei fratelli, per il bene comune, nella società concreta di oggi”. “Risposta a una chiamata”: è il momento in cui si ha il coraggio di comunicare agli altri di aver capito (o meglio, intuito) il disegno di Dio su se stessi, e la volontà di mettersi in strada per realizzarlo. “Vivere al servizio dei fratelli”: Dio ci parla e ci si manifesta attraverso gli altri. Lo spirito di servizio, acquisito come tutte le «buone abitudini» - per citare B.-P. - nelle piccole cose della vita quotidiana, nella costanza degli impegni di servizio assunti come Clan e come singoli, è il vero e proprio «stile» della Partenza. E’ lo stile che fa di questa adesione una risposta libera e liberante, consapevole delle difficoltà dell’impegno ma forte di una carica di disponibilità e di volontà di coerenza. “Operare per il bene comune nella società concreta di oggi”: è il significato «politico» della Partenza. Operare per il bene comune 1.09 aveva già capito! presuppone una matura e autentica capacità di agire, consapevoli della complessità del reale e delle difficoltà di agire nella società concreta, «politica», di oggi, ma anche profondamente e positivamente convinti della possibilità di cambiamento che l’intervento volontario e l’impegno personale e comunitario possono innescare». La riflessione di Alacevich, elaborata quasi 25 anni fa, conteneva un punta di amarezza proprio a proposito della capacità di essere “detonatori”: «In questo senso le nostre riflessioni metodologiche e più ancora forse le nostre concrete proposte educative, come Branca e come Associazione, lasciano ancora parecchio a desiderare». Dobbiamo dire che parecchio in questi anni è stato fatto, soprattutto in termini di presenza consapevole e attiva nel territorio, ma di questo potremo occuparci in un altro momento. Torniamo invece a B.-P. che in ogni caso sull’argomento aveva idee ben chiare, ad iniziare dal fatto che “il modo più rapido e sicuro di procurarsi felicità è di rendere felici gli altri”: «Il nostro scopo dovrebbe essere di sviluppare l’Amore tramite il servizio del prossimo, al punto di farlo passare avanti al servizio di se stessi. Il servizio non è solo per il tempo libero. Il servizio dev’essere un atteggiamento della vita che trova modi per esprimersi concretamente in ogni momento» (da uno scritto per la Veglia Rover, data ignota, circa 1927, riportato in “Taccuino”). Sull’educazione del carattere riportiamo infine alcuni pensieri del fondatore, già presenti in “Headquarters’ Gazette” del 1914 e in “Life’s snags and how to meet them”, di C. Arthur Pearson, Londra, 1927: «È il carattere dei suoi cittadini, non la forza delle sue armi, che eleva un Paese al di sopra degli altri […] Per «carattere» voglio che si comprenda che non penso solamente ad un autocontrollo e autodisciplina passivi: il concetto include anche, oltre a queste qualità, il desiderio attivo di fare le cose. Non è solo l’ «essere» buoni, ma il «fare» del bene che conta […] È qui dunque lo scopo più importante della formazione scout: educare. Non istruire, si badi bene, ma educare; la difficoltà di oggi consiste nel tenere vivi questi ideali per i nostri ragazzi, poiché il loro ambiente è così spesso sordido, e l’educazione è un arrabattarsi per dare loro almeno una conoscenza scolastica superficiale, nei pochi anni del corso obbligatorio. Il carattere, essenziale per la formazione di cittadini virili, è troppo spesso lasciato all’apprendimento individuale, che può dipendere dal caso, ma non ci si spreca per insegnare ai ragazzi a comportarsi da uomini». Certo, gli elementi della società di allora, quella post vittoriana e quella tra le due guerre, ci sono tutti ma l’essenza del pensiero di B.-P. è valida ancora oggi e richiama molti elementi che stanno alla base della proposta pedagogica della nostra associazione che educa il Lupetto alla Partenza. Luigi Perollo Sicilia SCOUT Per saperne di più: Branca R/S, MANUALE DELLA PARTENZA (Borla, 1985) D. Brasca, A. Cartoccio, A. Casella Paltrinieri, P. Dal Toso, C. Muratori, M. Neva, G. Zanoni, IDEE E PENSIERI SULL’EDUCAZIONE, UNA RILETTURA DI BADEN-POWELL (Ed. Scout – Fiordaliso, 2007) R. Massa, P. Bertolini (a cura di), SAGGI CRITICI SULLO SCAUTISMO (Ed. Scout – Agesci/Nuova Fiordaliso, 2001) Robert Baden-Powell, GIOCARE IL GIOCO (Ed. Ancora, 1981) Robert Baden-Powell, LA STRADA VERSO IL SUCCESSO (Ed. Ancora, 1987) Robert Baden-Powell, L’EDUCAZIONE NON FINISCE MAI Ed. Nuova Fiordaliso, 1996) Robert Baden-Powell, GUIDA DA TE LA TUA CANOA (Ed. Nuova Fiordaliso, 1995) P. Dal Toso, M.C. Bestini (a cura di), IL BUON CITTADINO (Centro Documentazione Agesci, 2003) 9 Sicilia SCOUT 1.09 Ore 16,00 di un sabato qualsiasi. Fabio è al centro di un cerchio con attorno i rover ed i capi. Il capo clan ripete, con una cadenza da oratore consumato, le parole previste per la cerimonia. Nell’aria una certa commozione. Molti dei presenti hanno visto Fabio crescere letteralmente. Lupetto prima, esploratore, rover e, adesso la partenza. Lo zaino con tutto l’occorrente è pronto. C’è dentro l’essenziale, in perfetto stile scout. Quanti ricordi vengono in mente in quel momento, la promessa, la prima specialità, la volta che ci si è persi sulle Madonie. Fabio adesso è un uomo ed ha concluso il suo cammino scout. Stasera, davanti al fuoco che si preparerà, in perfetta solitudine, avrà modo di riflettere su ciò che è stato e su quello che sarà. Tanti anni di scautismo hanno lasciato un solco profondo nel carattere di Fabio, si è temprato trovandosi in mille situazioni diverse al punto che egli si chiede che persona sarebbe se non fosse stato scout. Domani si dovrà essere testimoni, emulando gli apostoli del Cristo, di una scelta, di un modo di vivere che va contro tendenza. Occorre dare una mano a nostro Signore, bisogna esporsi, occorre essere lievito, lucerna sopra il moggio. Fabio ha fatto una scelta precisa, prende in mano la sua vita e dice: “io lo voglio”. Fatto! La cerimonia si è conclusa. E’ il momento di andare, gli ultimi saluti, qualche abbraccio e via. Sentieri del bosco, solo il rumore delle proprie scarpe accompagnato dal frusciare delle foglie o dal canto di qualche uccello che da l’allarme ai suoi simili:” Attenti, passa l’uomo”… E Fabio cammina, alla ricerca di un posto dove montare il proprio rifugio. La solitudine aiuta a riflettere. Lontano dalle strade battute immerso nella natura può pensare meglio: - Cos’è questa partenza! Fabio ha ricevuto davvero tanto, è arrivato il momento di dare, ha la volontà di testimoniare la sua esperienza ed ha dei capi che hanno avuto fiducia in lui, di questa sua esperienza fondata su basi solide, avendo fatti propri i valori dello scautismo. Ha chiesto la partenza, in buona sostanza ha detto: “eccomi, sono pronto, sono con Cristo, testimone laico di un modo di vivere contro tendenza. Non mi nasconderò, non delegherò ad altri ciò che debbo fare da me, non mi vergognerò, anzi, avrò il coraggio della fede. Comincia a fare buio, occorre prepararsi per la notte. Steso il telo, con un accorto utilizzo di picchetti e cordino il rifugio in 40 minuti è fatto. Tocca al fuoco adesso. Tolte le zolle di terra un bel fuoco a riflettore aiuterà a scaldarsi. Ed eccolo davanti alla magia del fuoco. Il dolce tepore che emana contrasta col freddo che arriva alle spalle. Ma questo non impedisce di continuare a pensare: “Quali sono i valori a cui faccio riferimento?” E, forse perché ispirato trova le risposte: - Innanzitutto io sono vero, sono me stesso. Non voglio apparire ma, piuttosto, essere. Mi sforzo ogni giorno di rimanere coerente. E’ difficile ed a volte cado, ma piano piano, passo dopo passo avanzo. Sono attento, attento ai bisogni degli altri, a cominciare dai bisogni dei miei colleghi, dei miei compagni, ai bisogni dei più deboli, di coloro a cui occorre una parola di conforto. Mi rendo conto, pensando queste cose, dei miei enormi limiti e di quanta strada devo ancora fare. Devo avere un atteggiamento, le persone che mi vedono devono pensare: “si vede che è stato scout”. Nei limiti delle mie possibilità devo cercare di fare del bene. Io resisto, alle tentazioni e a tutto quello che mi distoglie dal mio vero modo di vivere, consapevole che non mancheranno le cadute, ma che da queste stesse cadute saprò risollevarmi, e ne saprò trarre vantaggio. Le stelle sono alte nel cielo, Cassiopea cerca di arrivare sopra l’Orsa. Il cielo, diceva B.P., è come una grande coperta in cui le stelle sono i fori fatti dalle buone azioni degli uomini che ti permettono di vedere la luce che c’è al di là. Domani, con l’aiuto di Dio continuerò a bucare il cielo anch’io. Francesco Costa, Commissario Regionale FSE 10 SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 1.09 Sicilia SCOUT Adultità, il tempo delle scelte Il momento della Partenza, esperienza che il rover e la scolta compiono a conclusione del loro cammino di formazione in terza branca, racchiude in se tutto il simbolismo e i valori della strada. In primo luogo Partenza vuol dire “mettersi in cammino”. Non il camminare senza meta del vagabondo, ma il procedere sicuro del pellegrino, di colui che vuole giungere con tenacia alla meta prefissata. Il pellegrinaggio ricorda all’uomo la sua condizione di creatura di passaggio sulla terra, in cammino verso la città celeste. Lungo questo peregrinare il rover e la scolta, ormai adulti, non devono lasciarsi incantare da mete effimere e passeggere o da facili scorciatoie, ma devono puntare con passo deciso e attento a quell’unica Meta per cui vale veramente la pena di vivere. In secondo luogo, Partenza significa rispondere con il proprio deciso “si” alla chiamata. L’esperienza della strada comincia sempre con una chiamata. Il rover e la scolta hanno sperimentato molte volte quella del loro capo all’inizio di ogni route. Passo dopo passo, chilometro dopo chilometro, si comprende sempre di più che la vera “chiamata” arriva da ben altra fonte: è la chiamata di Cristo. Da queste brevi considerazioni è facile comprendere come la Partenza coincida con il momento delle scelte. E’ la scelta del dono incondizionato e gratuito di se ai fratelli, dell’apostolato: l’apostolato è amor di Dio che trabocca nel dono di se stessi agli altri. In una società sempre più relativista e lontana da Dio lo scautismo cattolico propone l’adesione libera e consapevole ad un progetto di vita personale al servizio del prossimo. Questo progetto impone il mantenersi sempre in cammino per verificare costantemente la propria condizione e la propria fede. Solo in questa visione la Partenza può identificarsi con il momento dell’adultità, intesa come capacità di essere guida sicura per quei bambini, ragazzi o giovani che tramite il capo vivono l’avventura scout. La Partenza non è allora un punto di arrivo e guai a considerarlo tale; essa è piuttosto una tappa di un lungo cammino personale e tutto il lavoro svolto nelle unità non è altro che la preparazione a questa esperienza di vita adulta. In modo particolare, risulterà determinante quanto costruito durante gli anni di clan/fuoco. Tutta la formazione di terza branca deve essere infatti indirizzata alla formazione dell’uomo e della donna del domani, affinché siano capaci di incarnare e tradurre nella vita di ogni giorno l’ideale che hanno scelto di servire: il capo serve Dio attraverso i suoi ragazzi, sacrificandosi per loro e donandosi senza attendersi alcuna ricompensa. Voglio qui concludere con le parole di Giorgio Basadonna in “Spiritualità della Strada”: «C’è sempre qualche scusa, qualche motivo che appare come buono e serio per restare dove si è, per continuare come si è, per non partire. Ma è paura, è vigliaccheria, è falsità (…). Bisogna uscire, mettersi per strada, abbandonando il solito, le abitudini, anche le più sacre, e mettersi a disposizione di Dio, della verità tutta intera, dell’amore, della gioia che sono il vero nostro destino». Il futuro dello scautismo cattolico dipende allora in buona parte dalle scelte che tutti noi, indipendentemente dal colore delle nostre uniformi, avremo il coraggio di fare. Vincenzo Neto Commissario Generale Associazione Guide e Scouts San Benedetto SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 11 impossibile non sentire quel campanello d’allarme, non riconoscere quella sensazione di È compiutezza che ti ritrovi a provare durante le attività, quando ti sembra che tutto sia già stato, che quell’attività è già stata tua, ed ora non ti appartiene più. Ti ritrovi a chiederti se hai ancora da donare, se ti sei speso completamente per gli altri. Se quei ragazzi, alcuni dei quali per ragioni di età hanno condiviso con te poche esperienze, sono ancora disposti ad ascoltarti e ad imparare da te. O magari sono pronti a prendere il tuo posto, ad essere da guida e da stimolo per gli altri come lo sei stato tu. E anche se la Partenza spaventa, e anche se il solo pensiero di abbandonare la comunità che con fatica hai costruito, di non percorrere più la strada, quella che alla sera ti regala insieme al riposo, una soddisfazione immensa, anche se tutto questo ti fa vacillare, non puoi non sentire il richiamo di qualcos’altro che ti alletta, il desiderio di ricevere e dare di più. Ma nonostante la certezza di avere concluso, la consapevolezza della maturità raggiunta e della responsabilità acquisita, pochi sarebbero in grado di scegliere la partenza senza la conferma e l’appoggio del capo che ti orienta senza forzare la tua decisione. E allora scegli. Scegli che anche se in fondo al tuo cuore senti che avresti ancora un pezzettino di te da regalare e poi ancora e ancora, pur di non ammettere che sei tu a voler partire, capisci che non può essere diversamente. “Per scegliere che tipi di uomini e donne vogliamo essere non possiamo posticipare: il tempo è ora. Bisogna partire!”. Ma per andare dove? E ora viene il bello e iniziano le domande. Perché se la partenza o la conclusione del cammino scout arriva come un qualcosa di naturale, il difficile viene dopo quando realizzi che la fine è un inizio, che la partenza è una partenza! È un’adesione ai valori che lo scautismo ti ha insegnato, un inizio, il primo passo e non l’ultimo, una dichiarazione di serietà e di fedeltà nell’essere se stessi e nel tenere fede alle scelte. È allora che matura la scelta di essere capo, di mettere in pratica i valori a cui hai aderito. È la risposta ad una chiamata. È un dichiarare la propria volontà ad agire: eccomi! Un eccomi alla vita che ci è stata donata. Eccomi a Dio che ci ha donato la salute, la forza, la perseveranza, la tolleranza, la pazienza, l’esistenza stessa e che ha chiesto ad ognuno di noi di non sprecare questi doni. È un rischio e lo sappiamo. È un salto nel vuoto e nonostante la paura di inciampare, di arrancare, di sbagliare questa Chiamata non si può non sentirla! Il tempo è ora bisogna ripartire Serena Bastone - Lorena Provenzano da pochi mesi in una Comunità Capi La Partenza: come riconoscere il momento della scelta Quando si parla di Partenza sembra che le idee siano chiare e lineari. Spesso però non è così. Da manuale, quando il giovane tra i 19 e i 21 anni è nelle condizioni di saper scegliere si giunge alla partenza. L’esplicita definizione fa comprendere che non è poi così difficile riconoscere che il rover Giuseppe è pronto a partire. Realmente però gli staff si interrogano sino in fondo, ed è giusto così, se quella partenza ha alle spalle la capacità di scegliere sporcandosi le mani. Lo scenario storico che stiamo vivendo porta sempre più verso la spersonalizzazione e de-responsabilizzazione delle proprie azioni ed in modo più specifico il mondo dei nostri ragazzi. Educare, secondo la nostra Associazione, è spingere la persona a crescere all’insegna di quei valori che attraverso l’autonomia crea relazioni col mondo in maniera matura e responsabile. La responsabilità è sinonimo di scelte. Gli R/S non sono né banali né vuoti. Solo i tempi di ciascuno di loro sono diversi e personalissimi. Da questo, come ben sappiamo, cuciamo un percorso unico 12 e personale (ask the boy, ascolta il ragazzo). Un rover/scolta nel vivere il quotidiano si differenzia spesso dai suoi coetanei perché sin da lupetto/coccinella è stato abituato ad individuare la propria pista che diventa sentiero e che in ultimo si trasforma in strada. La sfida del nuovo millennio è sicuramente da parte d’ogni capo sollecitare i ragazzi a non farsi travolgere dal fiume in piena dell’appiattimento sociale, ma continuare ad essere - come da 100 anni a questa parte - “testata d’angolo”. Quando da solo l’educando si chiede con scrupolosità intellettuale se i valori della partenza li ha assimilati e non si vuole dichiarare il falso, allora si è sulla buona strada per fare scelte consapevoli. Va attenzionato allora il percorso di fede che il singolo rover ha effettuato. Parte integrante della strada dell’R/S è la propria vita di fede. Le sue scelte e la sua capacità di discernere a partire dal Vangelo e in comunione con la chiesa – propria comunità. Ci si interroga se vive o no il proprio battesimo nella triplice dimensione profetica sacerdotale e regale. Chiediamoci allora: “conosce il Vangelo? Lo ha letto e sedimentato?”, questo perché nella realtà di tutti i giorni dovrà orientare la sua azione d’amore verso gli altri, a partire dal proprio battesimo. A ciò va legata la lettura consapevole del proprio vissuto scout, all’insegna dei tanti anni di scoutismo in cui ha messo a frutto le proprie competenze, la conoscenza di sé, le proprie idee, la sua volontà, la costanza e la coerenza. Aggiungere a ciò la consapevolezza di essere cittadino attivo, credendo e lavorando per la pace, in una dimensione globale, vuol dire realizzare quello che BadenPowell pensava sulla fraternità internazionale. Se, infine, il rover e la scolta hanno l’abitudine e la continuità nell’osservare la promessa, il loro percorso è sicuramente proiettato verso il successo. SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 Monica Grieco Incaricata Regionale Branca R/S Estetica ed etica nell’educazione dei giovani di ANTONIO BELLINGRERI Ordinario di Pedagogia Generale presso la Facoltà di Scienze della Formazione Università degli Studi di Palermo 1. Gli ultimi due Rapporti IARD sulla condizione mai veramente la persona e non implica pertanto giovanile in Italia «all’inizio del nuovo secolo», l’assunzione di nessuna responsabilità. È questo pubblicati nel 2002 e nel 2007, evidenziano, tra gli giovane «esteta» che sembra oscillare «tra evasione e altri, questo dato sintomatico: i giovani tendono a impegno»; con la notazione che, al fondo, un rifiuto non scegliere il matrimonio e la famiglia come ideale di massima ad assumere con serietà la vita dispone a di vita; amano però l’amore, propendono in numero concepire anche l’impegno nel senso di una costante crescente a coinvolgersi in forme di convivenza promozione estetica dell’esistenza. «senza matrimonio», così come in generale privilegiano i rapporti di «socialità ristretta». 2. Riportando tutto nella prospettiva della pedagogia: Chi sono questi giovani dei «Rapporti che ne è, con questi «giovani del nuovo secolo», giovani»? Sono i «post-adolescenti», ma anche dell’educazione? Nei diversi ambiti, a dispetto delle quanti attraversano la prima o la piena o la buone intenzioni degli adulti, l’azione educativa che tarda giovinezza. Essi in generale «non hanno non arrivi ad attivare l’istanza etica delle persone e fretta di crescere» e vivono la loro età come una non si innesti in essa, è quasi condannata a restare, lunga moratoria, sperimentando stili nuovi di nel migliore dei casi, istruzione tecnica: produzione approssimazione alla vita adulta. Tendono per lo più di performance tecnicamente ben costrutte e a mettere al primo posto, tra i valori che privilegiano, riuscite. Non può essere forse diversamente: il l’«autorealizzazione»; e si capisce, dal contesto soggetto dell’azione educativa è, in senso proprio e di tutte le interviste, che si fa riferimento ad una adeguato, il giovane che, all’interno di una relazione riuscita di tipo professionale, ad un certo successo interpersonale empatica, è messo nella condizione economico e alle gratificazioni personali. Fanno di poter trovare e scegliere qualche aspetto almeno riferimento alla famiglia, ma è in primo luogo quella del suo autentico poter essere. Ora, se ogni ricerca di appartenenza; mentre sono inferiori di numero è da lui intesa e vissuta solo come esplorazione di le preferenze accordate alla scelta di sposarsi e di possibilità, senza altra tensione etica, dell’educazione procreare - al matrimonio e alla famiglia, appunto, per lui probabilmente non ne è mai niente: si resta «come istituzioni». confinati sempre in una fase preliminare del lavoro e È possibile, a partire da queste indagini della crescita educativa, condizione certo necessaria psico-sociali, disegnare un profilo di questi giovani ma non sufficiente. a cavallo dei due secoli. Vorrei richiamare qui, tra le Questo specifico difetto di educazione diverse «propensioni caratteristiche», quelle che, nel è forse causa e, nello stesso tempo, effetto primo dei due testi, principio della «reversibilità delle dell’atteggiamento esistenziale prevalente; possiamo scelte» e «rifiuto dell’assunzione di responsabilità». qualificarlo semplicemente come educazione morale Sono, mi pare, i tratti che servono a denotare un distorta. Ed è interessante notare come la prima tipo umano segnato da una prevalente percezione conseguenza di questa distorsione (quando non è estetica della realtà, nel significato che oppone mancanza completa) sia il tendenziale smarrimento, questo concetto ad etico. Può essere infatti così nel giovane, del senso stesso dell’essere e intesa una figura dell’esistenza, definita da una dell’universo personale. Ci si percepisce piuttosto ininterrotta esplorazione del possibile, che non come semplici individui segnati da un’inerziale parrebbe mai destinata a finire; che non impegna tensione a ricercare un’«autorealizzazione», che SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 13 Sicilia SCOUT 1.09 significa quasi esclusivamente vivere «per conto di cui nel primo dei citati Rapporti IARD, a motivo proprio»; ci si preoccupa, per lo più d’accumulare della difficoltà, per un numero crescente di giovani «esperienze» o spesso forse solo d’incrementare la e in forme e con percentuali diverse nelle aree del quantità di «contenuti tecnologici». Probabilmente nostro Paese, a trovare un impiego (minimamente) è da ricercare qui la radice della scelta a vivere da stabile e in molti casi per la penuria di abitazioni, single, anche quando si è sposati o ci si trova ancora in special modo nei grandi centri. La tendenza però in famiglia. a procrastinare nel tempo le scelte percepite dai Si deve aggiungere, nella prospettiva degli soggetti come irreversibili è un dato generale che studi sociologici, che la percezione di sé come interessa tutte le tipologie di giovani, emergente con individui impegnati per lo più in un processo evidenza dalle indagini: interessa pure (e, bisogna d’intensificazione della propria esistenza singolare è aggiungere, soprattutto), le aree e le categorie l’esito di una progressiva perdita del senso di un’etica sociali di giovani più ricchi (anche solo nel senso comunitaria. In effetti, la «soggettivizzazione delle che sentono come meno gravoso il peso dei problemi norme» e l’«accresciuta sfiducia nell’altro», così strutturali). È più esatto allora affermare quello come la «prevalenza dei canali a doppia moralità» e «estetizzante» è un vero e proprio atteggiamento la stessa «debolezza delle intenzionalità»: sono tutti esistenziale, indotto o liberamente assunto che sia. fenomeni che dicono di soggetti non più definiti dall’esser parte vivente di comunità viventi. Vorrei qui concentrare l’attenzione solo su una delle cause che conduce, a mio parere, ad un Tanto i genitori quanto gli insegnanti, con tale diffuso way of being. La radice della difficoltà un minimo di preoccupazione educativa, registrano a compiere il passaggio da un atteggiamento un certo fallimento, con la riconosciuta incapacità esistenziale in prevalenza estetico ad uno segnato a trasmettere una vita e una tradizione storica. È dalla scelta etica risiede forse principalmente in un un altro aspetto del deficit di educazione morale: fondamentale deficit di educazione familiare: in i giovani sembrano segnati in prevalenza da una sintesi, l’educazione morale incompiuta o malintesa «coscienza puntuativa»: proiettati solo nel presente, va ricondotta ad una sottostante distorsione o senza memoria senza speranza. Si eclissano, anche mancanza di educazione familiare. in ragione di ciò, i valori e i modelli di riferimento Il nesso tra educazione morale ed educazione forti; per poi, talvolta, ricomparire all’orizzonte familiare può essere quasi intuitivo; è compito della come lettere morte. Forse è sbagliato dire che la riflessione pedagogica evidenziarne l’essenzialità, il crisi epocale in cui siamo coinvolti «cancelli tutti i suo carattere non accidentale o contingente. E di valori»; questi, a ben vedere, subiscono una radicale fatto, l’assenza o l’inadeguatezza dell’educazione trans-mutazione di senso in un generale processo di familiare dispone il soggetto ad essere influenzato indebolimento che li porta a divenire piuttosto, da e formato/deformato da un senso comune che oggi «grandi», valori «piccoli-piccoli». tende a coincidere senza residui con l’opinione pubblica mass-mediale. Il sostanziale deficit 3. Ora, scegliendo di assumere questo tratto di educazione morale viene allora mascherato «estetizzante» come quello saliente dei nuovi giovani, dall’assunzione di pattern di pensiero e di condotte forse si comprende già subito una ragione di fondo ritenute «ovvie» forse perché riconducibili in ultima della loro difficoltà ad assumere come compiuto istanza al «mass-medialmente corretto»; ma si ideale di vita e impegno stabile il matrimonio e la tratta per lo più di comportamenti «senza ethos» o famiglia, in quanto realtà etiche in senso eminente. comunque vissuti come «moralmente indifferenti». Certo, molto spesso la giovinezza tende a diventare quella «lunga moratoria psico-sociale» della 14 Appare evidente, nelle società occidentali tarda modernità, SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 una diffusa adiaforia 1.09 Sicilia SCOUT pedagogica, vera e propria insensibilità all’universo individui e isole, ma per la cura e la benevolenza, e alle preoccupazioni educative; sta divenendo per la fioritura della vita di altre persone, forma moneta corrente in una società percorsa da altre, quel senso e quelle evidenze: nell’atto stesso in cui altrettanto esiziali, forme adiaforiche, quella etica dispone a dimorare eticamente nel mondo. e quella veritativa. Si tratta di un portato del La vigilanza e il lavoro educativo dei coniugi, relativismo e di una forma di tolleranza malintesa, in quanto coniugi e in quanto genitori, può/deve che alla lunga riesce solo, nella vita delle persone trasformarla in una vera e propria «microcomunità e delle comunità, all’indifferenza. Di certo, molti etica», dove ogni legame può diventare innanzitutto genitori (si dovrebbe aggiungere, molti insegnanti e parentela elettiva; e la famiglia viene a costituire molti educatori) sembra abbiano abdicato al compito nella struttura personale di ognuno dei suoi membri stesso di educare, dissimulando con concessioni un esistenziale. La generazione di cui è questione all’ideologia permissiva oggi prevalente, una nella microcomunità familiare coincide infatti con sostanziale malafede dell’intelligenza. l’avvenimento stesso della persona; ora, la famiglia, 4. La vita di famiglia in primis può diventare ambito in modo specifico e affatto caratteristico, è chiamata, di autentica educazione morale se i coniugi scelgono attraverso le relazioni che istituisce, a formare, di vivere il loro matrimonio come realtà etica in custodire e trasmettere nella persona un sentimento senso eminente. Il patto coniugale è fondato sulla autenticamente etico dell’essere e dell’esistenza. scelta di essere definiti dalla cura benevolente perché Anzi, si potrebbe dire che l’educazione morale l’altro, accolto - corpo e spirito - nella sua alterità nella famiglia consista originariamente in una irriducibile, possa fiorire. Scegliere allora di essere formazione «ortopatica»: denoto con questa dizione compagno/compagna «di destino» aiuta a formare la il «retto sentire», generato dall’innesto dell’istanza coscienza della propria esistenza come dotata di un etica veritativa e spirituale della cura benevolente senso, di una «destinazione» buona e desiderabile. nel desiderio spontaneo di ogni soggetto di vivere e Ma realtà etica in senso eminente è chiamata di vivere in pienezza. Non ci sarà mai, naturalmente, ad essere la genitura: essa può esser fondata solo nessuna formazione adeguata del sentimento, se sulla stessa scelta di benevolenza e di cura perché la famiglia non diviene atmosfera etica o «clima altre persone pervengano ad una vita ben riuscita. empatico». L’essere conosciuti e amati - corpo e L’altro/gli altri sono i figli che chiedono di essere anima - in ciò che siamo e in ciò che possiamo essere accolti - nel corpo e nell’anima - assumendo il è alla radice della personale capacità di conoscere radicale carattere di invio e di appello che costituisce ed amare; e permanendo nello sguardo aperto sul il loro avvento, con l’inizio della vita, nell’essere. La mondo dall’altro, si attiva una disposizione abituale responsabilità del loro destino dona un senso buono a conoscersi e a scegliersi. e desiderabile al patto genitoriale. La virtù dell’educazione consiste forse In ragione del patto coniugale e di quello genitoriale la vita di famiglia diventa, per i figli ma nell’acquisto di questo speciale insight che ho non meno per i genitori, spazio e tempo esistenziale proposto di chiamare interiorità personale oggettiva: di formazione del senso originario delle parole ci consente di vederci e di sceglierci attraverso il strutturali del vocabolario essenziale di ogni nostro esser visti da chi ci conosce e ci ama nel persona. Esse formano delle evidenze elementari, modo della predilezione. coincidenti con la prospettiva originale aperta sul reale, l’universo personale nel quale di fatto ciascuno Antonio Bellingreri dimora. La scelta di non vivere più per se stessi, come SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 15 Cronache dal primo CFT... Sicilia SCOUT 1.09 «Sincerità, adesso è tutto così semplice…». È il ritornello della canzone che ha vinto Sanremo giovani, è la parola che può dare il titolo al CFT che si è svolto dal 26 febbraio al 1 marzo a Santa Maria di Licodia, alle pendici dell’Etna. È il primo CFT della regione, voluto dalla Formazione Capi Regionale, che si è presa in carico anche questo nuovo evento formativo. I nostri tirocinanti sono una risorsa eccezionale che dobbiamo curare come bene prezioso e unico, come lo è poi ogni persona che incontriamo nella nostra Associazione, sia essa un capo, un giovane, un ragazzo o un bambino. Nei quattro giorni vissuti al campo l’argomento principale è stato l’uomo e la donna che scelgono di donare il proprio tempo, il proprio servizio facendo i capi educatori in Agesci; l’uomo e la donna che, ricchi della loro storia personale, intraprendono questo cammino pieno di difficoltà, ma entusiasmante e alla fine gioioso; quell’accompagnare il lupetto o la coccinella alla Partenza, attraverso il metodo scout. In quei giorni, però, si è parlato pochissimo di metodo scout. Come?, direte voi, ad un campo di formazione non si parla di metodo? Ebbene sì, ve lo ripeto: si è parlato pochissimo di metodo. Potete chiederlo a Maria Rita, a Giuseppe, ad Ermelinda, a Danilo, 16 alle due Agnese e agli altri venti partecipanti al campo. L’argomento fondamentale è stato capire le motivazioni che hanno portato ognuno di loro a scegliere il servizio di capo scout, la vocazione ad essere “catechista educatore per mandato della Chiesa”, ad annunciare Gesù Cristo con gioia. I tirocinanti hanno avuto modo di riflettere, per trovare in se quell’uomo e quella donna che, aderendo al patto associativo, sono disposti a mettersi sulla strada insieme ai ragazzi, per poterli lasciare infine “davanti a Cristo Risorto”. Dicevamo all’inizio “sincerità”… e sì, perché i nostri giovani si sono confrontati sulla loro scelta a cuore aperto, riflettendo sulle mille difficoltà di ogni giorno ed hanno avuto modo di pensare e maturare sul perché hanno scelto lo scautismo cattolico. Progetto del capo, patto associativo, perché progettarsi e progettare…, sono tutti argomenti trattati al CFT. Confrontandosi con san Paolo - filo conduttore del campo - e la sua chiamata, i tirocinanti hanno avuto modo di incontrare padre Emanuele e, attraverso la dolcezza di Antonella, la forza coinvolgente di Angelo, la competenza e l’allegria di Riccardo, la saggezza di Maria e Sergio e le “coccole” mangerecce mie e di Alessandro, i giorni di campo sono volati via veloci con una puntualità svizzera. Dimenticavo “il bombolaro”, ma di lui non possiamo parlarne perché dice che… “non c’era”, ma lo ringraziamo per il suo aiuto prezioso. Gli occhi lucidi dei partecipanti e dello staff, valgono più di mille parole. Tutti a casa! Consapevoli che il lavoro fatto e quello che li aspetta non sarà facile, ma con la certezza che il Signore ha messo un seme nei loro cuori e che il vero campo inizia… domani! SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 Sergio Lombardo Logista al campo! Finalmente siamo partiti... … a vele spiegate!!! Finalmente, anche noi come Regione Sicilia, abbiamo spiegato le vele e iniziato a traghettare lungo il nuovo Iter di Formazione i nostri tirocinanti, stimati dalle ultime notizie dateci dalla segreteria in un numero di 308, niente male!! I primi traghettatori sono stati Angelo Mazza, Antonella Rossi e Padre Emanuele Sapuppo, ai quali è toccato l’arduo compito di iniziare per primi un’avventura nuova per tutti, ma anche l’occasione irripetibile di vedere per primi la soddisfazione negli occhi dei capi tirocinanti nell’aver vissuto un momento unico e importante del loro percorso formativo. Non è stato semplice partire non solo dal punto di vista organizzativo, (stabilire calendario, trovare disponibilità, indicare i posti, sistemare la modulistica e le modalità di iscrizione, elaborare linee guida, gestire eventuali iscrizioni non a norma per problemi di censimento, ecc), quanto piuttosto per la responsabilità che, come Fo.Ca. regionale, ci siamo sentiti nel cercare di garantire la maggiore qualità formativa possibile, scegliendo capi campo di provata esperienza e solidità, dibattendo con loro possibili percorsi e logiche formative da proporre al campo, cercando di costruire un armonioso quadro di riferimento comune (in questo senso nascono le linee guida girate ai capi campo), nel quale far muovere i primi passi a questa nuova creatura formativa. Il nostro Consiglio Regionale, già prima del Consiglio Generale del 2007 in cui furono votati i principi fondanti del nuovo Iter, ha fatto una scelta coraggiosa, ma soprattutto a nostro avviso importante, pensare di affidare questi CFT alla Fo.Ca. regionale, la quale, realizzandoli coprendo il più possibile, dal punto di vista territoriale, tutte le realtà zonali avrebbe gestito l’evento in tutti i suoi aspetti non mancando di consolidare e rendere significativa l’azione formativa delle Zone e delle Co.Ca. in ambito di tirocinio. E così è stato fatto, ripetiamo non senza difficoltà e malintesi di vario tipo! Avviare i CFT, infatti, ha comportato avviare una parallela e contestuale riflessione con gli IZT sul loro “ruolo cerniera” tra il gruppo, la zona e la regione, nel percorso di formazione del tirocinante. Abbiamo ipotizzato e condiviso con gli IZT e poi in Consiglio Regionale, una proposta strutturata del periodo del tirocinio, proposta accolta anche a livello nazionale, tanto che la Commissione Tirocinio, che sta elaborando una riflessione e un percorso da proporre al Consiglio Generale del 2010 (commissione di cui io faccio parte), ha da poco girato a tutti gli Incaricati Regionali alla Fo.Ca. un quadro sinottico che, spiegando le fasi in cui si snoda il tirocinio e specificando, di volta in volta, gli ambiti e le competenze, ha praticamente ufficializzato quanto da noi pattuglia elaborato sullo stesso e riportato al Consiglio Regionale e agli IZT nell’incontro fatto in occasione del Convegno Capi. Di questo siamo molto contenti perché testimonia il fatto che c’è una volontà a livello nazionale di uniformare una linea di pensiero e d’azione che guardi allo stesso orizzonte e perché no, anche per il fatto che la nostra riflessione è stata da traino e fondamentale per l’ulteriore riflessione della Commissione Tirocinio! SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 17 Sicilia SCOUT 1.09 Accoglienza in Comunità Capi: Il nuovo percorso prevede una sinergia tra zona, Gruppo e Regione, in cui il capo con le sue esigenze formative e la sua unicità, viene messo al centro di tutto, assicurandogli spazi, tempi e modalità di confronto e formazione adeguati, che partono dalla Co.Ca. e a lei ritornano, nutrendosi dei mille strumenti a disposizione, tra cui fondamentale è il Progetto del Capo. A proposito di quest’ultimo è doveroso sottolineare che tutta la logica del nuovo Iter di Formazione si muove lungo l’importante concetto che il capo sia colui il quale sente forte l’esigenza di formarsi come educatore scout progettandosi un percorso personale di formazione; progettazione che avviene e, può avvenire, solo attraverso un unico strumento Il progetto del capo, sul quale ancora una volta il Consiglio Generale ha dato mandato alla Fo.Ca. nazionale di avviare una riflessione, per ridare dignità a questo strumento, trovando le modalità più corrette per restituirlo realmente funzionale ai capi e alle Co.Ca.(anche rispetto a questo tema esiste una commissione sul Progetto del capo della quale fa parte il nostro Incaricato alla Fo.Ca. regionale Franco Tarantino). L’impegno, adesso, è quello di pubblicare al più presto il nuovo Libretto del Tirocinio regionale, cosicché il nuovo percorso suggerito dalla Commissione Tiriocinio, (almeno fino a nuove deliberazioni del Consiglio Generale), possa essere consapevolmente conosciuto da tutti i quadri associativi che intervengono in questa fase formativa e dal tirocinante stesso. Inoltre avremo modo di aggiornarvi anche sulle riflessioni in atto sul Progetto del Capo. Con l’augurio che il CFT possa costituire una pagina importante della storia formativa dei tirocinanti siciliani, in cui scoprire e riflettere sul senso ultimo della vocazione all’essere capo “matita nelle mani di DIO”, lasciamo che il viaggio continui a vele spiegate, in attesa di fermarci in porto, ormeggiare al prossimo RTT e, come è nostra consuetudine, verificare la rotta percorsa, con onestà, profondo senso di responsabilità per ciò che facciamo e capacità di guardare oltre l’orizzonte, assaporando già il gusto della prossima navigazione. Annalisa Spadaro Incaricata Regionale Formazione Capi 18 Dopo le attività estive, alla ripresa autunnale, tutte le Comunità Capi si ritrovano alle prese con l’organico di gruppo, alcuni capi lasciano, altri provenienti dalle nostre file, freschi di partenza, o dall’esterno, perché sedotti o quanto meno incuriositi, dalla nostra associazione, entrano. Il cruccio che in questa fase dell’anno scout assilla ogni Capo Gruppo è l’accoglienza da riservare a queste persone che hanno deciso di scommettersi quali educatori nel grande gioco dello scautismo. Chi di noi ha un minimo di esperienza di vita di Comunità Capi sa benissimo che entrare nel meccanismo dello scautismo come adulti educatori, anche per chi ci è sempre vissuto come educando, non è esente da problematiche che a volte possono anche trasformarsi in drammi che hanno come conseguenza l’abbandono dell’esperienza da parte dei soggetti coinvolti che pur essendo, all’inizio, dotati delle migliori intenzioni, ad un certo punto non ce la fanno più a sostenere il ritmo e anche lo “stress” che l’impegno comporta. Diventa importante, quindi, dare ai nuovi entrati un quadro chiaro di quello che è lo scautismo, quali responsabilità comporta, su quali valori si fonda e quali impegni di tempo e mentali richiede. Cominciamo con l’analizzare brevemente quello che spinge una persona ad entrare in Co.Ca.: credo, senza essere tanto lontano dalla realtà, che la scelta di entrare da adulti nella nostra associazione sia quella di voler dare un senso di utilità alla propria vita mediante il servizio agli altri e quindi poter svolgere tale servizio assieme ad un gruppo di persone motivate che vivono tale impegno con responsabilità, forte adesione e condivisione di valori comuni liberamente accettati e cosa estremamente significativa, vissuti con gioia. Quello che è richiesto alle nostre Co.Ca., e al Capo Gruppo in particolare, è di calare nella realtà propria del gruppo queste aspettative e di verificare insieme all’aspirante Capo che le motivazioni nella sintonia di quanto richiesto dall’Agesci e che le stesse siano vissute nello spirito della Legge Scout e in particolare del Patto Associativo. Ci sarà tempo, poi, perché tali scelte diventino sempre più radicate nel vissuto del giovane capo mediante strumenti metodologici quali il Progetto del Capo e la SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 piccolo vademecum per il Capo Gruppo sperimentazione pratica sul campo durante il periodo del Tirocinio. Vediamo allora come vanno accolti i giovani capi nelle nostre comunità e che cosa dobbiamo loro proporre all’inizio del loro cammino di educatori, secondo me una Co.Ca. deve dedicare a quest’aspetto almeno due momenti (riunioni lunghe) specifici. Un primo momento che potremmo definire della “conoscenza”, nel quale i giovani capi vengono introdotti per la prima volta in Comunità Capi: il Capo Gruppo insieme alla Co.Ca. dovrà curare questo primo incontro in modo particolare: non dovrebbe essere una riunione formale ma più che altro un’occasione di festa, nel quale vengono i nuovi vengono presentati alla comunità che li accoglie e gli indica i primi impegni a cui sono stati assegnati e le persone con cui si troveranno a lavorare. Il tutto caratterizzato da un clima gioioso per far sentire, da subito, proprio agio le persone che entrano, ma non stravaccato: siamo una comunità educante, importante far sentire che dentro la Co.Ca. si respira un clima di fiducia reciproca e che si può contare gli uni su gli altri. Un vassoio di dolci potrà rendere il clima meno formale, io in alcune occasioni ho usato i cioccolatini e la bottiglia di un amaro: spiegando che questi due elementi simbolicamente rappresentavano le due facce dell’impegno educativo, appunto il dolce e l’amaro. Una parte importante di questo primo incontro potrebbe essere una bella discussione “sul perché oggi vale la pena educare”, seguita da un ascolto delle motivazioni e delle aspettative dei nuovi entrati e di tutti i componenti della Co.Ca. (esplicite e nascoste!), questo sia per capire quello che ci si aspetta vicendevolmente dalla Co.Ca. ed anche per poter ben calibrare la tappa ulteriore. Il secondo momento, che io definirei del “contratto”, dovrebbe essere caratterizzato da un clima più formale nel quale la comunità fa conoscere ai nuovi capi il quadro valoriale di riferimento e ne richiede una prima adesione scommettendosi in essa. Io consiglierei di cominciare con una presentazione dei fondamenti dello scautismo (vita all’aperto, autoeducazione, linguaggio simbolico, esperienza 1.09 Sicilia SCOUT comunitaria, servizio, gioco, …), e proseguire, come logica conseguenza, con le scelte del Patto Associativo (il modo dell’AGESCI di interpretare i fondamenti). Quindi, il Capo Gruppo presenterà ai nuovi entrati una sorta di CONTRATTO INIZIALE i cui contenuti potrebbero essere: - le aspettative espresse da nuovi entrati nell’incontro precedente; - la fiducia e l’accettazione reciproca quale clima specifico dei una comunità educante qual’è la Co.Ca.; - la chiarezza della scelta di educare secondo il metodo dello scautismo e dei suoi tempi di impegno; - il sistema valoriale dello scautismo che per gli adulti in servizio educativo è esplicitato nel Patto associativo. Dopo la formulazione e le eventuali spiegazioni il contratto iniziale andrà formalmente sottoscritto dall’intera Comunità Capi. Dopo la sottoscrizione, la riunione dovrebbe proseguire con la consegna, da parte del Capo Gruppo del Patto Associativo che sarà oggetto di un successivo importante incontro di verifica comunitaria da parte di tutta la Co.Ca. Un momento di preghiera, magari in un luogo significativo per la Co.Ca. potrebbe efficacemente chiudere la fase dell’accoglienza. L’accoglienza dei nuovi Capi, dunque, ferma restando la libertà di ciascuno di gestirne le modalità secondo una logistica personale, deve avere, necessariamente un significato ed una valenza estremamente simbolica ed importante. In un mondo in cui tante ritualità servono sono a salvare la faccia, questo dovrebbe mantenere alto il suo livello di importanza, in cui il gesto e la parola contengano un senso che duri nel tempo. Saper accogliere, cioè, dovrebbe diventare non solo l’ultima “fisima = trovata” delle grandi menti dello scautismo per rendere più complicata la vita delle Co.Ca., bensì una tappa integrante e irrinunciabile del percorso formativo che una comunità educante propone ai suoi membri. Antonio Bertocchi Capo Campo campi per CG dal 1995 al 1999 SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 19 il progetto del capo 20 Usualmente il termine “progetto” è preso a prestito dalla dimen- sione dello spazio e, quindi, dalla geometria, se vogliano farne una delimitazione concettuale. Se nell’ambito dei progetti comunitari, lo spazio si concretizza in una documento scritto, più o meno condiviso, tale concezione può estendersi anche al livello personale e quindi all’ambito soggettivo che è quello del progetto del capo? Per quanto il metodo associativo abbia sottolineato la necessità e l’utilità di un progetto scritto del capo, esso non corrisponde al vero testo nella sua globalità e neppure alle singole parole in esso contenute; ogni progetto scritto è riduttivo, per il semplice motivo che la mente funziona per immagini (rappresentazioni) di cui solo una parte può tradursi in parole (vedi, ad esempio, le difficoltà di tradurre in parole le emozioni, gli affetti, il simbolico, ecc.). Vogliamo trasmettere una concezione di progetto del capo che è innanzitutto intima, fortemente soggettiva, irripetibile, creativa, non quantificabile, non sempre prevedibile (a differenza dei più solidi progetti dell’architettura e della meccanica). Il progetto del capo è un insieme di immagini interne (rappresentazioni) che fanno parte di un più vasto progetto di sé, che include ricordi, sensazioni, idee, azioni, adattamenti proiettati verso un ideale (mete, valori) che nello specifico comprendono la complessità dell’azione educativa. Così io penso il mio progetto di vita come un edificio in cui un ap- partamento è dedicato all’essere capo; esso non si discosta dalle fondamenta dell’edificio ed ha rapporti con gli altri appartamenti (ad esempio gli spazi condominiali, l’ascensore, le scale principali, ecc.), ma il suo arredamento è peculiare ed originale; fanno parte di questo ambiente: a) la formazione metodologica; b ) la conoscenza del ragazzo in generale e di quelli a cui ci si rivolge in maniera particolare; c) la conoscenza e la partecipazione alla vita dell’associazione: d) la memoria personale associativa; e) le amicizie e le fraternità associative; f) lo stile inteso quale caratteristica della propria immagine esteriore; g) la relazione di questo appartamento e gli altri appartamenti personali (il lavoro, la famiglia, la cultura, il tempo libero, ecc.). La solidità dell’appartamento è quindi assegnata al proprio progetto di vita, mentre la vivibilità del progetto del capo è affidata al valore delle singole stanze. Se voi pensate al vostro progetto di capo come ad un appartamento, dovrete capire innanzitutto quanto deve essere grande e quindi misurare la disponibilità dell’essere capo rispetto all’edificio complessivo; poi c’è l’uso delle singole stanze: dalla cucina, ovvero lo spazio dedicato alla trasformazione dei cibi crudi in cotti (che possiamo tradurre come l’interiorizzazione delle esperienze), al soggiorno (spazio riservato alla comunità), alla stanza da letto, quale spazio di riposo del capo, luogo che non deve mai mancare nel servizio di capo e persino al bagno, come luogo di evacuazione di ogni aggressività personale, di sentimenti negativi, ecc. Il progetto del capo, come ogni appartamento, deve essere dotato di una buona illuminazione, essa deriva dalla conoscenza che simbolicamente è, appunto, rappresentata dalla luce. Essa deve essere chiara, non deve essere sciupata (nel senso che troppa riflessione fa perdere di vista la realtà esterna), deve alternarsi con quella del giorno (cioè quella proveniente dal creato), che è la conoscenza che nasce dall’evidenza, mentre quella artificiale è quella che deriva dalla ricerca dell’uomo. Un appartamento può essere semplice e, al contempo, elegante, se occupato da oggetti cari; gli oggetti sono i ricordi, le buone esperienze, le immagini dei nostri fratelli e sorelle nello scautismo; qualche strumento ( ad esempio una chitarra) può migliorare il clima per le armonie e la gestione del sottofondo in assenza di silenzio. Come ogni appartamento in cui vivono dei giovani, uno spazio deve essere riservato allo studio che la dimensione del pensiero, della raccolta delle idee, della trasformazione e dell’elaborazione intellettuale. In conclusione, ognuno di noi può decidere quanto spazio dare a queste stanze, con un comune denominatore che è la comodità che traduciamo nella qualità di vita dello scautismo. Quando parliamo di qualità, non intendiamo riferirci a degli standard assoluti, ma a quell’esclusivo stile che è in noi e che nasce dai nostri bisogni e, non in ultimo, all’affidamento alla provvidenza che sempre ci offre qualcosa di insperato, antiprogettuale e di misterioso, che umilmente e chiedendo scusa per la limitazione, possiamo chiamare progetto di Dio. Salvatore Settineri già Incaricato Regione Sicilia Formazione Capi Nota: la metafora della casa non è mia, ma è una parafrasi del filosofo francese Bachelard, tratta da “Psicoanalisi dello spazio”, da me letto in versione originale, poi tradotto in Italia da Laterza. SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 21 Sicilia SCOUT 1.09 Responsabilità agli Adolescenti: opportunità educativa per la loro crescita Laboratorio E/G - Enna - 7-8 marzo 2009 “I progressi migliori si verificano in quei Reparti in cui il potere e la responsabilità del governo del Reparto sono effettivamente nelle mani dei capi pattuglia. Aspettatevi molto dai vostri capi pattuglia, e nove volte su dieci essi saranno all’altezza delle vostre aspettative.” B.-P. Racchiudere in poche righe ore di confronto, contributi importanti e significativi, è un’impresa ardua, soprattutto se protagonisti ne sono 250 capi provenienti da ogni parte della regione a Enna pronti a raccogliere, nei due giorni del 7 e l’8 marzo, punti di vista diversi ma complementari sulla responsabilità e il mondo adolescenziale come quelli del prof. Luigi Sanlorenzo e del dott. Giancarlo Pintus. B.-P. nei suoi scritti fa molto spesso riferimento all’importanza educativa del “dare fiducia” ai ragazzi, caricandoli di piccoli e grandi responsabilità verso se stessi, le cose e gli altri. Nell’ottica dello slogan che nel centenario dello scautismo ci ha rappresentato come Associazione, “s’impara da piccoli a diventare grandi”, abbiamo - soprattutto la sera del sabato - ribadito e discusso sul concetto che il Capo Squadriglia di oggi, educato al senso di responsabilità verso se stesso e gli altri, sarà l’adulto capace un domani di assumersi nella vita, nel lavoro e nella famiglia piccoli grandi responsabilità. Questo concetto è stato bene espresso dal prof. Sanlorenzo, consulente per lo sviluppo organizzativo e Wood Badge, il quale ha anche sottolineato quanto l’esperienza di Capo Squadriglia sia un esercizio di “leadership di servizio” e, oggi più di ieri, una delle poche vie d’uscita per una società senza sogni, in cui tutti delegano e attendono che altri risolvano i piccoli e grandi problemi del Mondo. Il prof. Sanlorenzo è riuscito a entusiasmare la platea dei capi presenti (un bel colpo d’occhio avere davanti tutto l’auditorium pieno), sia quando ha parlato dell’aspetto sociale del problema e della “crisi di fiducia” che sta attraversando il Mondo, che sfocia anche in una “crisi di valori”, sia quando ha affrontato, grazie anche alla sua esperienza di capo scout, la problematica legandola alla pedagogia attiva che sta alla base della proposta scout (imparare facendo). Gli interventi dei relatori sono stati stimolanti (giusto per usare un termine diverso dall’ormai monotono dire interessante), talvolta apparentemente contraddittori, ma in realtà facce di una stessa medaglia, che hanno sottolineato come il nostro modello educativo, che segue un metodo attivo, si contrappone ad una realtà adolescenziale sofferente di un “disagio psicologico” che non può e non deve essere trascurato da chi come noi si interessa di educazione. Il dott. Giancarlo Pintus (psicologo e capo scout) è stato molto preciso e puntuale nel descrive le caratteristiche dell’adolescente di oggi, inserito nell’attuale contesto storico e sociale. Ha sottolineato l’importanza della “reciproca relazione e intercambio 22 tra ragazzi ed adulti” con particolare riferimento alle relazioni che si instaurano nell’ambiente familiare (come è cambiata la famiglia degli adolescenti anch’essi cambiati). Il movimento scout ha lo scopo determinato di sostenere i giovani nel loro sviluppo fisico ma anche mentale ecco perché è importante capire la psicologia dell’età evolutiva (che non è psicanalisi) come primo passo per riuscire nella formazione dei ragazzi. Padre George (A.E. regionale di Branca E/G) ha fatto chiarezza sul senso dell’educare alla Fede e sugli elementi di grande efficacia che contiene il metodo scout per un percorso catechetico. Ha sottolineato anche l’importanza per i capi della riscoperta della propria dimensione di Fede che diventa il perno attorno al quale va strutturandosi la personalità per potere essere “autentici Testimoni del Vangelo”. Interessante è stato poi il confronto tra i capi che, divisi in piccoli gruppi, hanno condiviso pensieri e idee su una tematica cosi importante come quella della responsabilità comunque legata ad un ruolo: il Capo Squadriglia. Sicuramente la pattuglia regionale farà tesoro del confronto e dei suggerimenti di tutti gli intervenuti e si metterà al lavoro per ri-elaborare il Quaderno del Capo Squadriglia (un obiettivo dell’evento) e produrre gli atti per far si che le cose dette diventino patrimonio di tutti i capi della regione Sicilia, anche di quelli che non erano presenti. Alla riuscita dell’evento hanno contribuito altre persone, che voglio qui ringraziare: Riccardo Francaviglia e Margherita Sgarlata, per lo spettacolo serale; Nunzio Zagara, che ha coordinato gli interventi dei relatori e il clan del Milazzo 2, per il servizio svolto con molta discrezione e compostezza; gli Incaricati Regionali alla Fo.Ca., Annalisa Spadaro e Franco Tarantino (purtroppo assente), per la spinta che hanno dato ai formatori regionali E/G a partecipare all’evento, tanto che abbiamo registrato un’importante presenza (erano presenti tutti i capi campo dei CFM E/G); gli Incaricati di Zona di Branca E/G, per l’impegno nel raccogliere le adesioni nelle proprie zone; Roberto Tarantello (ICM regionale), per il pensiero avuto in apertura dei lavori del sabato; Peppe La Porta (Incaricato Regionale al Terzo Settore), per l’interessamento a reperire i locali e la Provincia Regionale di Enna, per il patrocinio gratuito. Infine, voglio nominare singolarmente tutti i ragazzi della pattuglia regionale che con me hanno preparato l’incontro e coordinato i gruppi di lavoro: Tiziana Paternò, Monica Segretario, Jenny Dezio, Massimo Sicilia, Davide Drago, Fabio Mirabella, Daniele Di Dio, Giusi Iannazzo, Paola Di Fiore, Antonio Rondone, Piero Dioguardi. Ma anche Luigi Consoli, Angelo Mazza, Alessandro Di Mauro, Giovanni Gabellone. Buona Caccia. Vincenzo Semprevivo Incaricato Regionale Branca E/G SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 1.09 Dopo 25 anni Palermo è tornata ad ospitare la marcia della pace di fine anno. La 41a edizione si è svolta infatti nel Capoluogo dell’Isola il 31 dicembre scorso sul tema “Combattere la povertà, costruire la pace”, riecheggiando così il messaggio del papa per la Giornata mondiale della pace 2009. Promossa dalla Commissione episcopale per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace, la Caritas italiana, Pax Christi e l’Arcidiocesi di Palermo, la manifestazione ha visto il raduno dei partecipanti in piazza Anita Garibaldi, proprio dove il 15 settembre 1993 è stato ucciso dalla mafia don Pino Puglisi. Nonostante ci si preparasse per i festeggiamenti di fine anno, oltre 1200 manifestanti “indomiti” hanno sfidato il freddo brandendo una fiaccola ore 17,30 - Raduno i partecipanti e marciando in silenzio di fino tutti alla cattedrale. Tra questi, presso l’Istituto Tecnico Industriale “A. Volta”, Via Passaggio dei Picciotti, 1 assoluti protagonisti sono stati gli scout, che hanno portato la loro testimonianza all’interno della marcia e ore 18,00 - Preghiera Ecumenica Giuseppe Teresi, delegato regionale per i rapporti con «Date loro voi stessi da mangiare» (Lc 9, 13) la Conferenza episcopale siciliana, è stato coinvolto Presiede S.E.R. segreteria Mons. Arrigo Miglio, Vescovo nella organizzativa, chedi Ivrea, gli ha affidato il Presidente della Commissione coordinamento di tutte leEpiscopale realtà scout presenti, (Agesci, per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace Fse, San Benedetto). È stata una bellissima esperienza di servizio fatto tutti insieme, della senza differenze e con la piena ore 19,30 - Partenza Marcia collaborazione di tutti. Dopo la preghiera ecumenica svolta all’interno dellaRotonda palestra dell’istituto scolastico ore 20,30 - Tavola e presieduta da mons. Arrigo Miglio, presidente “Lotta Volta alla povertà e solidarietà globale” presso ladella Chiesa di S. Domenico,episcopale Piazza S. Domenico Commissione per i problemi sociali, il Intervengono lungo serpentone ha preso le sue mosse e si è snodato P. Nicolas Buttet per le vie Comunità di Palermo. PrimaEucharistein” tappa: la missione “Speranza Fondatore “Fraternité eS.E.R. Carità” di Biagio Conte, il frate laico che ha voluto Mons. Giuseppe Pasotto ringraziare tutti i partecipanti perLatini il pensiero rivolto agli Amministratore Apostolico Caucaso dei Lucia Fronza Crepaz ultimi della città, assistiti amorevolmente dalla missione. Presidenteverso Movimento Politico l’Unità i partecipanti hanno Ripartiti piazza san per Domenico, Claudio Mezzavilla poi assistito alla tavola rotonda sul tema “Lotta alla Direttore Caritas diocesi di Cuneo povertà e solidarietà sociale”, che ha visto alternarsi al Modera microfono diversi oratori. La manifestazione si è chiusa S.E.R. Mons. Tommaso Valentinetti Arcivescovo Pescara-Penne,dove Presidente Christi infine alladicattedrale, tuttiNazionale hanno Pax partecipato ad una sentita celebrazione eucaristica di fine anno, ore 23,30 Celebrazione Eucaristica officiata -dall’arcivescovo Paolo Romeo, un modo nella Chiesa Cattedrale alternativo al classico cenone, alle tradizionali abbuffate Presiede di fine Mons. anno, agli “obbligatori” divertimenti che di solito S.E.R. Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo caratterizzano la notte del 31 dicembre, che questa volta si è trascorsa in modo assolutamente diverso, in Sicilia SCOUT preghiera ed in riflessione. Vivere questa esperienza di fratellanza, comunione e preghiera è stato davvero toccante; rinunciare ai festeggiamenti di fine anno per essere vicini - almeno con l’intenzione e l’orazione - a quelli che in tutto il mondo hanno negati i diritti sociali e civili e soffrono le tragedie umane della fame e delle tante guerre che ancora oggi lacerano il globo, ha reso tutti i partecipanti più sensibili e vicini al prossimo. Mons. Paolo Romeo ha chiesto ai partecipanti «di rinunciare alla cena e di offrire il loro contributo da destinare per una iniziativa in favore di persone che vivono in particolare condizione di povertà». Ed a quanti viviamo in terra di Sicilia ed in particolare a Palermo, sono ben note le povertà di cui sono vittime le popolazioni locali e quelle che continuamente sbarcano sui nostri litorali. Si tratta spesso di una povertà materiale, legata al fenomeno sempre rilevante della disoccupazione, ma anche di una povertà culturale, di una povertà che scaturisce dalla cattiva amministrazione della cosa pubblica che genera e favorisce una illegalità diffusa, determinando ulteriori fasce di povertà e di malessere nella nostra società. La marcia per la pace scegliendo quest’anno Palermo, ha voluto scegliere un «ponte tra Nord e Sud, tra Oriente ed Occidente, con la volontà di rilanciare il dialogo tra culture e religioni e sensibilizzare sui temi della povertà, dei conflitti dimenticati, del cambiamento degli stili di vita», come ha spiegato mons. Tommaso Valentinetti, presidente di Pax Christi. E mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, ha ricordato che «con le difficoltà della finanza e dell’economia le povertà si allargheranno», mentre non dobbiamo dimenticare le “quattro strutture di peccato” evidenziate nel messaggio papale: «l’abitudine ad uccidere, soprattutto attraverso le guerre; l’abitudine a rubare, come accade attraverso una globalizzazione che moltiplica le ricchezze ma le distribuisce in maniera disuguale; l’abitudine a mentire, ad esempio attraverso la manipolazione dei media e le rappresentazioni conformistiche a vantaggio dei poteri costituiti; l’abitudine a dimenticare i poveri». Ciro Cardinale Al termine della celebrazione, rinfresco e scambio degli auguri Segreteria informativa, adesione e prenotazioni presso Caritas Diocesana, via Matteo Bonello, 2 – Palermo dal lunedì al venerdì – ore 10,00/12,30 e 16,30/18,30 tel. 091 6077262, fax 091 6077261, cell. 335 7752055 SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 23 , Paolo dà voce e strada al Vangelo Sarà riconosciuto dalla Chiesa come Apostolo delle Genti. Gli varranno tale titolo i diversi anni e chilometri del suo percorso di Evangelizzazione. Sulla strada di Damasco, gli occhi di Paolo annegano in un oceano di luce. Quando potrà riaprirli s’accorgerà che il suo sguardo è diventato capace di penetrare l’orizzonte. Gli appare, allora, il mondo come un’immensa distesa di volti da contemplare, di nomi da pronunciare, di corpi da stringere. Le strade non servono più solo ad unire un punto ad un altro. Sono per lui spazi d’incontro, traiettorie d’annuncio, percorsi d’anima, che disegnano il profilo bellissimo del volto di Gesù intravvisto nel velo della luce quel giorno, quando smise di essere Saulo. Nella seconda lettera ai Corinzi, l’Apostolo, racconta di un’esperienza mistica nella quale gli fu dato di udire “parole ineffabili che non è possibile ad un uomo proferire” (2Cor 12,4). L’apostolo ha accolto una Parola, che non può trattenere tra le pareti anguste del cuore. Egli percepisce con chiarezza che essa porta in sé l’esigenza irresistibile di risuonare sotto ogni cielo e, soprattutto, nel petto di ogni donna e di ogni uomo. Non è una scoperta semplice per Paolo, si tratta di un’autentica inversione di rotta. Lui è “fariseo, figlio di farisei” (At 23,6), cresciuto nell’orgoglio della diversità di Israele, fiero della circoncisione e della legge, segni dell’elezione di Dio ed elementi che fanno l’unicità del popolo ebraico. Tutta la sua formazione si è consumata nell’opposizione noi-loro e in un contesto dove il contatto con i non circoncisi non è cercato, ma subìto ed è generatore d’impurità. I precetti della legge confinavano il pio ebreo in un recinto di regole alimentari e sociali. Il risultato era un incontro con l’altro condito da forti dosi d’ansia. “Separatevi dalle nazioni, non mangiate con loro, non agite come loro e non siate loro amici poiché le loro azioni sono impure e tutto il loro modo di vivere é immondo e cosa abominevole sono i loro sacrifici” – si legge nel Libro dei Giubilei (22, 16). Se l’accoglienza dello straniero di passaggio in Israele restava un valore, non era altrettanto naturale per un ebreo il farsi straniero in mezzo ai pagani. Liberarsi dal giogo dei pregiudizi e delle paure verso i non circoncisi è, per Paolo, una fatica ed una rinascita. È vero che Gesù invia la prima volta i dodici con la consegna di rivolgersi “piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele” (Mt 10,6), ma è altresì vero che prende congedo da loro con l’invito ad andare in tutto il mondo e di annunciare il vangelo ad ogni creatura (Mc 16,15). Del resto, lo stesso Gesù, quante volte ha sentito l’esigenza di “andare all’altra riva”? E Pietro, dopo un’intera nottata buttato in un lago a non prender nulla, non ha forse riempito la barca di 153 grossi pesci, quando ha calato la rete dall’altra parte della barca, quella che lui non aveva scelto, quella che non aveva pensato potesse essere la parte giusta? Paolo è l’uomo dell’altra riva, quella dove è possibile incontrare un’umanità chiusa in un recinto di morte, incatenata nella solitudine di un cimitero (cfr Mc 5,1-20). È umanità che vive un’esperienza ferita di Dio, senza paternità, senza fraternità o a paternità e fratellanza limitate. È umanità con cui Paolo può identificarsi, che comprende perché anche lui, a lungo, ha vissuto la stessa esperienza di “relazione ferita con Dio” lenita solo dal balsamo della legge. Solo il Cristo e il Cristo Crocifisso l’ha guarito, dischiudendogli l’orizzonte della paternità di Dio e della fraternità fino al dono di sé. Nulla potrà trattenerlo dal correre verso le genti. La passione per Dio lo spinge, ma anche quella per l’uomo. C’è una strada sola che raggiunge l’Alto e quella strada passa attraverso l’altro. Don Vincenzo Talluto AE Zona Conca d’Oro 24 agesci sicilia 2009 • • 2009 25 Relazioni del Comitato • • • • • iscrizione di 1 Euro p 26 RESPONSABILI REGIONALI Nell’intervallo di tempo intercorso fra la scorsa assemblea ed oggi noi responsabili regionali (RR) ci siamo sforzati di svolgere al nostro meglio i compiti che l’associazione attraverso norme stabilite ci chiede. Abbiamo avuto la fortuna di aver svolto il nostro servizio (speriamo bene) cercando di rimanere nello spirito biblico del “servo inutile”; la nostra azione può essere raggruppata in 5 “contenitori” che possono essere così intitolati e ricondotti per assonanza ai compiti che le nostre norme stabiliscono essere specifiche per il nostro ruolo. 1. Migliorare il funzionamento del circuito regione-zona-regione Abbiamo continuato la partecipazione ai consigli delle varie zone della nostra regione, avendo il piacere di essere presenti in 13 zone. Questo nostro sforzo, inizialmente nato per l’esigenza di lanciare di persona uno strumento nuovo (il questionario per la verifica del vecchio progetto) ma poi col tempo assolutamente sganciato da un vero e proprio argomento di discussione preordinato, pensiamo sia stato un grosso investimento in termini di rinsaldamento di rapporti oltre che occasione di conoscenze di giovani capi, di raccolta di brillanti idee e, soprattutto, di stimolo per la nascita di disponibilità a ricoprire ruoli associativi necessari di cui eravamo da tempo scoperti. La pattuglia stampa che attualmente ha fatto rinascere il nostro giornale Sicilia Scout si è quasi del tutto “autocreata” man mano che in giro per le zone, facevamo presente il nostro rammarico per non aver ancora trovato disponibilità per questi incarichi. Il grande favore incontrato per questa attività ci ha spinto a riproporla per l’anno a venire. Allacciare rapporti “fra persone” piuttosto che “fra ruoli” abbiamo pensato, aiuti molto a reggere il gravoso carico di lavoro associativo che tutti noi abbiamo a qualunque livello: è per questo che abbiamo molto tenuto a curare alcuni atteggiamenti apparentemente “istituzionali”: siamo stati attenti a salutare e ringraziare tutti quei RdZ che lasciavano il loro incarico per naturale scadenza ma anche accogliere e promettere il nostro supporto a tutti quei capi che si accingevano ad iniziare questo ruolo, come è accaduto ai Responsabili della zona Erea che ci hanno richiesto assistenza per la parte seminariale del loro convegno di zona, assistenza concretizzata nel “suggerimento” da parte nostra di disponibilità in ambito regionale per i temi posti in discussione. Pensiamo che possa essere bello sentire fra zona e regione un clima di famiglia allargata, non solo perché questo possa giovare alla nostra associazione ma perché ci viene spontaneo in una comunità di fratelli comportarci così pur avendo, quando necessario, quel rigore associativo che ruoli ed incarichi a volte ci chiedono. Ci siamo sforzati di migliorare la qualità dei nostri consigli regionali, chiedendo ai fratelli del comitato regionale sforzi maggiori sia in fatto di organizzazione che in fatto di contenuti: pensiamo che una buona riuscita di questo sforzo sia stato il Consiglio regionale di maggio 2008 convocato alla base Fondo Auteri di Valderice (TP) dove lavoro intenso (il documento istruttorio del convegno capi) e cornice naturalistica e paesaggistica hanno reso più facile il compito; oggi in molti consiglieri regionali rimane il ricordo di quell’attività come “una bella attività” per la quale è valsa la pena andare, come ci è stato scritto per email e per sms da alcuni componenti a fine attività. Anche per questo motivo, riteniamo, sono stati veramente numerosi gli inviti avuti per presenziare a cerimonie, dibattiti, anniversari e altro nei vari gruppi di tutta la nostra regione. Fabio ha condiviso il 50mo del gruppo di Solarino (SR), la nascita del nuovo gruppo a Paceco (TP), la veglia del cantiere nazionale a Palermo, il saluto a nome di tutti dato al consiglio regionale del MASCI, il saluto scritto inoltrato all’incontro di primavera MASCI a Gibilmanna e all’assemblea nazionale dei castorini (Regalbuto, Ottobre 2008), l’anniversario del gruppo di Bagheria 1. Antonella ha portato il nostro saluto al comitato nazionale del CNGEI, ha presenziato alla settimana sociale dei cattolici a Caltagirone, ad altre intitolazioni di piazze a BP, oltre che puntualmente salutare a nome di tutti il sindaco di Gravina di Catania, così sempre sensibile alle nostre esigenze. 2. Assicurare il circuito regione-nazione-regione anche facendo conoscere a livello nazionale le esperienze della nostra regione Ci siamo sforzati di vivere con responsabilità il nostro ruolo di cerniera fra nazione e regione, non solo per il nostro normale ruolo, ma anche consapevoli che per numero di associati, il peso politico che la nostra regione ha in alcuni consessi, come il consiglio nazionale ed il consiglio generale è veramente grande e merita un impegno adeguato. Fabio, ad esempio, ha accettato di coordinare la commissione nazionale “mozione 110, sulla verifica del riordino delle strutture associative” e la commissione al consiglio generale sulla “figura del socio adulto” mentre Antonella ha coordinato la commissione nazionale “verifica della figura del consigliere generale” e la commissione al Consiglio generale “Verifica figura consigliere generale e flussi informativi”. Inoltre, ad oggi possiamo dire che, anche a costo di sacrifici, non abbiamo mancato ad una sola riunione di consiglio nazionale, di pattuglia nazionale, e di Collegio Giudicante Nazionale. Su nostro suggerimento, nel Consiglio Generale 2008 abbiamo avuto una consigliera di nomina di capo scout e capo guida siciliana (Evelina Nicotra). La nostra regione ha proposto in consiglio nazionale una linea politica di utilizzo del 5 per mille ottenuto dalle famiglie dei nostri ragazzi e l’attuale formulazione di questa condotta oggi, è quasi del tutto, proveniente dal pensiero della nostra regione. Come anche farina del nostro sacco è una buona parte del documento inviato come comunicato stampa del comitato nazionale contro la legge 133 per la scuola e l’università; nella stesura è stato fondamentale l’apporto di Fabio, di Antonella e dei due ICM nazionali. SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 27 Relazioni del Comitato Il nostro pensiero riguardo la necessità di rispettare ad ogni costo la diarchia in unità miste, da tutti noi palesato in assemblea regionale 2008, e poi stigmatizzato dai consiglieri generali in consiglio generale e dai RR in consiglio nazionale, ha trovato un dato coerente con cui potevamo dare forza concreta alle nostre idee: solo 3 gruppi in tutta la nostra regione si trovano oggi in difficoltà ad assicurare la diarchia in unità miste il che rappresenta il miglior risultato a livello nazionale: merito degli sforzi della Fo.Ca. iniziati tanti anni fa e poi continuati. In linea con la promozione di eventi formativi a carattere nazionale nella nostra regione, abbiamo gestito la progettazione futura, con il supporto della regione, di un campo Bibbia nella zona Concordia, che speriamo possa incontrare il positivo assenso del livello nazionale e decollare offrendo a tutta la regione una formidabile occasione di arricchimento. Abbiamo gioito con i nostri fratelli del consiglio nazionale della rinascita della nostra rivista Sicilia scout. Il numero speciale sul convegno capi (con inserto EG) è stato distribuito a tutti i suoi componenti e successivamente molti contatti ci sono stati da parte di altre regioni che ci chiedevano di pubblicare online l’eccellente inserto della branca EG della regione Sicilia sullo scouting: abbiamo valorizzato tesori e risorse della nostra terra a vantaggio di tutta l’associazione. La nostra regione si è candidata a portare al consiglio generale del 2009 una “pietra miliare” continuando la tradizione iniziata qualche anno fa che vede il pratone di Bracciano ospitare una roccia di ogni regione, a simboleggiare l’appartenenza di questo luogo simbolico a noi caro, a tutto il territorio nazionale. Infine, per questo argomento, riteniamo di esserci anche sforzati di essere di supporto e di raccordo fra zone e nazionale anche per questioni legate ad interpretazioni autentiche da parte di Capo Guida e Capo Scout di alcune norme regolamentari o statutarie. Per due zone, in particolare, (Elimi ed Aretusea) essendo nate delle questioni locali bisognose di chiarimento, abbiamo esercitato il nostro ruolo di quadro-cerniera fornendo supporto a chi ce lo richiedeva. 3. Favorire la formulazione collegiale e condivisa della politica associativa e stabilire l’indirizzo con cui questa si diffonde in Regione Una grande passione ed una profonda attenzione è stata necessaria per guidare il comitato regionale durante tutto l’anno trascorso per l’istruzione e la “costruzione” del nuovo progetto. Il lavoro è partito da lontano e desideriamo brevemente riassumerlo per sottolineare il grande lavoro svolto dal consiglio regionale e da tutte le Co.Ca: Il 24 giugno 07 il Consiglio regionale definisce il percorso verso il Convegno Capi in vista del Progetto Regionale 20092013 ed una commissione valorizza i documenti preparatori della route e quanto emerso dalla route stessa (mozione n.3/2007) e predispone il documento di base in vista del prossimo convegno capi. 6-7 ottobre 2007 il Consiglio Regionale discute e approva il lavoro della commissione quindi il Comitato Regionale allargato alle branche e settori predispone il documento istruttorio per il Convegno Capi e verifica il precedente progetto. Il 2 dicembre 2007 il Consiglio Regionale discute ed elabora il documento istruttorio per il Convegno Capi che viene inviato a tutte le Co.Ca quindi le Comunità Capi e le Zone in assemblea o in Consiglio di zona discutono il documento istruttorio e fanno le proprie proposte e/o modifiche. In Consiglio regionale (febbraio 2008) e in Assemblea Regionale (Aprile 2008) si verifica il progetto precedente. A Giugno 2008 in Consiglio Regionale i RdZ riportano quanto uscito dalle zone, si definiscono le integrazioni e le modifiche per il documento istruttorio ed a settembre esce il numero di Sicilia Scout con il documento istruttorio. Il 17 e 18 gennaio 2009 il Consiglio regionale e successivamente il comitato allargato redige il progetto secondo le indicazioni del convegno ed eccoci arrivati all’assemblea regionale del 18 e 19 aprile 2009 che ci vede tutti impegnati per la stesura ed approvazione definitiva del Progetto Regionale 2009-2013. In questo banco di prova il comitato regionale è stato molto coordinato verso la collegialità fra tutti i suoi componenti. Non è stato facile da parte di noi RR dimostrare che la richiesta di collegialità non è sinonima di mancanza di fiducia, di controllo curioso, di orientamento di pensiero ma al contrario è indice di verticalità dove occorre e trasversalità dove necessita, di azioni coordinate ed efficienti che in un organo esecutivo sono essenziali oltre ad essere dettato normativo dell’associazione. Ad oggi si può affermare che la strada verso la condivisione e la collegialità del nostro comitato regionale è decisamente intrapresa e occorrerà solo perseverare per consolidarla. La condivisione “allargata” ha anche fruttato che nei consigli regionali sia intervenuto il CdA della Cooperativa La Nuova Zagara per condividere con tutta la regione la propria politica commerciale e strutturale: quando questo non è stato possibile, nonostante richiesto, si è persa un occasione di condivisione e di dialogo fra parti diverse dell’associazione. E di trasversalità ci si è anche occupati all’interno del comitato allargato dove la presenza di un solo ICM ha necessariamente richiesto a noi RR di supportare l’incaricato al metodo nel suo ruolo. Questo ha impegnato i RR ad interagire con branche e settori che inevitabilmente ed inconsapevolmente tendono a perdere l’unitarietà del tutto essendo chiamati ad occuparsi di una parte, badando molto alla partecipazione alle riunioni. Dopo l’introduzione del quorum all’interno di tutti i consessi associativi mentre il consiglio regionale ha reagito incrementando la partecipazione dei RdZ (con massimi del 100% e minimi dell’80%) i comitati regionali e soprattutto quelli allargati hanno purtroppo registrato una flessione. Su 4 comitati allargati 2 sono stati dichiarati nulli per mancanza di quorum; stessi numeri, circa, possono essere riportati per il comitato regionale. E’ nostro preciso impegno lavorare a che si incrementi la partecipazione a questi consessi dove, per dir la verità, la quantità e l’impegno di lavoro sono enormi e pur tali, vengono egregiamente supportati dai componenti rispettivi. Non è 28 SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 dunque il lavoro che è venuto e viene meno, ma la partecipazione fisica agli appuntamenti che, si sa, è legata alla quantità del “cosiddetto tempo libero” di ciascuno. Il coordinamento dei consiglieri generali, pur rispettando la loro “autonomia condizionata”, ha anche impegnato noi RR, sia direttamente al consiglio generale del 2008, sia per la preparazione di quello cui fra poco parteciperemo. Gestendo la loro interfaccia con tutta la regione, abbiamo chiesto ai CG di designare due di loro che si occupassero di coordinare tutti gli altri; abbiamo supportato e incoraggiato questi due capi nel loro ruolo anche quando il loro scoraggiamento è stato non indifferente davanti a volontà precise di non farsi coordinare e di mancanza di stile che caratterizzano, per fortuna, solo una piccola minoranza di consiglieri generali. I rapporti con la cooperativa La nuova Zagara sono stati al meglio gestiti dai nostri incaricati all’organizzazione; noi RR ci siamo limitati a condividere con loro e con il CdA della coop, le linee di indirizzo politico che inevitabilmente diventano linee di indirizzo commerciale e/o di erogazione di servizi. Per questo motivo almeno uno dei RR, insieme agli IRO ha partecipato ad alcuni CdA della cooperativa dove era necessario essere presenti per co-gestire vicende, proprie della cooperativa, ma dove il parere dell’associazione era importante e moralmente vincolante. La rinascita di Sicilia scout ha necessitato, nei primi momenti di riorganizzazione, del supporto dei RR. In attesa che si definissero i ruoli della pattuglia stampa, in sintonia con l’incaricato regionale alla comunicazione, abbiamo coordinato l’uscita del primo numero, che era anche il numero istruttorio del convegno capi. Adesso la pattuglia sa camminare da sola e si è in attesa di condividere il piano editoriale per l’anno 2009 ma si può già affermare che un grosso lavoro è stato fatto, lavoro per il quale ci sentiamo di ringraziare chi lo profonde, anche per la volontà di condividere tutti i comunicati stampa, condizione essenziale per la promozione ragionevole della nostra immagine all’esterno. Proprio per tale promozione abbiamo fatto alcune interviste per un telegiornale ed un programma per alcune reti televisive locali. 4. Curare i rapporti con gli organismi civili ed ecclesiali, e favorire il dialogo interassociativo con altre associazioni educative, non solo scout Giocare da quadro regionale il gioco dello scautismo significa interfacciarsi con le istituzioni sia per offrire loro servizi riconosciuti sia per richiedere secondo legge benefici e risorse da utilizzare in educazione d’eccellenza. Anche quest’anno sono state completate le pratiche di richiesta di finanziamento all’assessorato regionale ai Beni Culturali e si sono supportate tutte quelle zone (al momento poche) che hanno voluto presentare progetti ai Centri di servizi per il volontariato (Bandi di perequazione). Soprattutto, i RR, insieme all’incaricato regionale al settore ambiente, hanno coordinato più riunioni interassociative con CNGEI, MASCI, FSE e S.S. Benedetto al fine di mettere a punto una proposta di protocollo di intesa fra enti parco regionali, assessorato regionale territorio ed ambiente, associazioni scoutistiche siciliane per una fruibilità agevolata dei parchi siciliani. Sono state belle occasioni di condivisione e fratellanza ma anche di fattiva operosità: abbiamo esitato un protocollo di intesa che al momento è alla visione degli organi appositi dell’assessorato regionale dai quali attendiamo risposta. La collaborazione con altre associazioni scout presenti in Sicilia, d’altro canto, è già consolidata nel nostro Centro Studi e Documentazione dove l’intero comitato scientifico è già nei fatti interassociativo. Su indicazione dei Presidenti dell’Associazione abbiamo organizzato insieme alla federazione di associazioni cattoliche FOCSIV un laboratorio itinerante nella nostra regione dal titolo:”Fai una scelta di stile: scegli la legalità”. In particolare sono stati allestiti 3 cantieri per giovani in 3 città siciliane: Catania, Palermo e Mazara del Vallo e 50 giovani circa di tutta Italia hanno fatto esperienza concreta di interculturalità, di diversità, di legalità. Per l’AGESCI Nazionale questa collaborazione con la FOCSIV era un terreno di prova su cui misurare il grado di intesa delle due associazioni ed i presidenti del comitato nazionale avevano chiesto a noi RR di impegnarci in prima persona in questa attività-pilota che poi indicasse il metro su cui basare la futura collaborazione tra le due associazioni. L’attività è stata un vero successo e per questo vogliamo ringraziare quanti hanno contribuito a questa buona riuscita ed in particolare l’incaricato regionale al settore PNS, i gruppi della zona Conca d’oro e il gruppo Mazara del Vallo IV. I vertici delle due associazioni hanno, successivamente, messo in cantiere un’altra attività in cui collaboreranno, anche se non in Sicilia. Nel maggio 2008 è partito il progetto “Formazione Quadri per il Terzo Settore (FQTS)” finanziato dalla Fondazione per il Sud nella quale l’Agesci Sicilia è inserita attraverso il nostro incaricato regionale al Terzo Settore in stretto coordinamento associativo con gli altri incaricati delle regioni del sud Italia. Il progetto prevede di formare adulti a svolgere il ruolo di quadro nell’ambito delle politiche sociali, tema questo molto vicino al nostro essere capi. I RR hanno coordinato la diffusione del bando di selezione, hanno raccolto i curricula e li hanno inoltrati con una lettera di presentazione all’ente capofila: oggi 2 dei nostri capi sono stati selezionati come allievi di questo corso e noi speriamo che a conclusione della loro attività formativa possano svolgere un servizio più competente nel settore. Adesso stiamo per aderire come partner ad un altro progetto della Fondazione per il Sud per la “Salvaguardia del patrimonio boschivo” ed inoltre svolgiamo, avendo come riferimento l’incaricato regionale al terzo settore, attività di sorveglianza sulle eventuali richieste di partenariato che ci provengono dall’esterno e che potrebbero nascondere adesioni a progetti non in linea con gli indirizzi associativi SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 29 Relazioni del Comitato Per scelta del consiglio regionale, Antonella ha presentato, in qualità di rappresentante del socio fondatore AGESCI, la sua candidatura al Gruppo di Intervento Territoriale di Banca Etica (GIT), è stata eletta, ed ha partecipato, quando è stato possibile, a riunioni utili a definire il codice etico della banca. Per rappresentare la nostra regione in ambito ecclesiale, attraverso il delegato ai rapporti con la CESI, Giuseppe Teresi, siamo stati presenti in tutti gli appuntamenti della Conferenza Episcopale Siciliana (CESI), sia tavoli tecnici, sia convegni, sia momenti seminariali. Inoltre non indifferente è stato lo sforzo di Giuseppe nel momento in cui questa partecipazione gli ha richiesto anche di occuparsi in prima persona del coordinamento organizzativo e logistico della marcia nazionale per la pace svolta a Palermo il 31 dicembre 2008. Infine, per questo punto, abbiamo affrontato, ed è ancora in itinere, la riformulazione della nostra iscrizione al Dipartimento Regionale della Protezione Civile (DRPC). E’ una materia abbastanza delicata dal momento che occorre fissare, stabilire, il numero dei soci adulti che, in caso di allerta, possano essere disponibili ad intervenire a fianco la Protezione Civile sul territorio regionale. E’ stato aperto un dibattito in consiglio regionale ed adesso l’incaricato regionale EPC sta procedendo a compilare il formulario di legge secondo le direttive che sono scaturite. 5. Gestire controversie Gestire controversie non è mai una cosa piacevole ma, superato il momento acuto di crisi, lo sguardo retrospettivo ai conflitti gestiti, alle loro tipologie, ed ai luoghi che ha coinvolto, può servire per costruire futuri migliori. Nel corso del 2008 sono nettamente diminuite le conflittualità genitori-capi, cosa che nell’anno precedente avevano avuto una grossa impennata. Preoccupante invece è l’incrementarsi di conflitti fra gruppi e zone. Nel 2008 ben 5 conflitti sono nati in altrettante zone appartenenti a territori più disparati della Sicilia. Le cause sono fra le più varie: si va dall’ostinazione a dover censire gruppi con situazioni palesi di difficoltà in formazione capi e numero, a questioni riguardanti condotte statutarie apparentemente violate in assemblea/convegno zonale; da richieste di nomine a capo esitate con parere negativo a presunti errori commessi da formatori in CFM. Antonella Lupo e Fabio Caradonna, Responsabili regionali AGESCI Sicilia CENTRO STUDI E DOCUMENTAZIONE SULLO SCAUTISMO IN SICILIA AGESCI SICILIA il principio guida del Centro è la convinzione che la riscoperta della specificità delle intuizioni pedagogiche originarie sia utile a rilanciare lo sviluppo dell’associazione o, comunque, a darle una maggiore continuità. E per far questo riteniamo necessaria la raccolta sistematica di tutto ciò che può documentare il passato dell’associazione. Dalla Relazione del Comitato regionale all’Assemblea regionale 2008 Nell’ottica della salvaguardia della “nostra memoria” il Centro fornisce supporto alle richieste di scout e di studiosi: molte le istanze esaudite nell’ultimo anno fornendo documenti, articoli, elaborazioni, bibliografie, foto, informazioni, copie di riviste e censimenti, contributi per tesi universitarie, anniversari di Gruppo... Pur con le sempre — purtroppo — poche risorse a disposizione abbiamo dato seguito (più o meno puntualmente) alle diverse richieste sostenendo anche quei Gruppi che hanno iniziato a voler mettere “nero su bianco” la propria storia. Il Centro ha raccolto gli inviti alle celebrazioni locali sia con la propria mostra fotografica e/o quella cartellonistica (che intende implementare in vista del prossimo nuovo centenario) sia con il “Banchetto” di libri storici, novità, cartoline celebrative. Dove non è potuto essere presente ha almeno inviato un messaggio augurale. L’impegno consueto rimane sempre diviso tra il “realizzare” le diverse iniziative allo scopo di sensibilizzare all’importanza della “memoria” e il ricercare le necessarie risorse umane.Il suo Comitato scientifico, con ruolo propositivo, elaborativo e di consulenza (il compito programmatico è degli appositi organi AGESCI) si è riunito diverse volte soprattutto nell’ottica di ideare la celebrazione per prossimo centenario dello scautismo in Sicilia. Si rimanda infine al sito web per i dettagli di ciò in cui il Centro può essere utile (scambi, offerta di doppioni, mostre…). La documentazione Si è accresciuto il patrimonio documentario soprattutto grazie a: generose donazioni e affidamenti ottenuti da capi ed ex capi scout e di altri centri studi; le consuete donazioni di cooperativa La Nuova Zagara e di Fiordaliso; donazioni e affidamenti delle altre associazioni scout della regione coinvolte. 30 SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 La biblioteca (il cui catalogo è consultabile sul sito Web) ha superato le due migliaia di titoli. Abbiamo ripreso la catalogazione dei libri per aggiornare il catalogo. L’emeroteca contiene oltre un centinaio di testate. Per l’archivio continua il tentativo di recuperare vecchi documenti dei Commissariati regionali ASCI e AGI ancora sparsi. Ne è iniziata l’indicizzazione grazie a una tesi di laurea fatta su di esso. Il livello nazionale, inoltre, sta predisponendo, come ha già fatto per il catalogo dei libri, la possibilità di pubblicare sul proprio sito web anche gli indici degli archivi regionali. Le iniziative É stata istituita la commissione che analizza le tesi sullo scautismo. Si è lavorato su quelle pervenute nei primi due anni (2005-2007) con l’assegnazione della relativa borsa di studio di 500 euro (messa a disposizione dalla Cooperativa La Nuova Zagara). La convenzione stipulata con la Cooperativa La Nuova Zagara — che garantisce uno sconto del 20% sull’acquisto di libri scout utili alla realizzazione di tesi e pubblicazioni di studi sullo scautismo — è stata utilizzata da diversi universitari. Rimane aperta la convenzione di tirocinio universitario accesa con la Facoltà di Lettere dell’ateneo catanese. Per il rinnovo delle altre che sono giunte a scadenza attendiamo eventuali richieste da parte di eventuali studenti interessati. Si è formalizzato il rapporto delle tre associazioni che fanno parte del comitato scientifico (MASCI, CNGEI, FSE) con un apposito protocollo d’intesa con l’AGESCI Sicilia. Dopo oltre un anno di lavoro si è avuto lo storico accordo - che ha visto i rappresentanti dello scautismo siciliano per la quarta volta “riuniti” negli ultimi quattro anni. Abbiamo consolidato la struttura del “Banchetto” con un referente stabile per offrire, durante le occasioni di incontro, l’opportunità di visionare e acquistare documenti storici e affini. La vecchia mailing list degli “amici del Centro” rivolta a coloro che hanno interesse per le attività o hanno collaborato in qualche maniera è stata migliorata: gli iscritti ricevono periodicamente via e-mail informazioni sulle iniziative dello stesso. É uscito il primo numero di “Scrigno” la nuova newsletter del Centro che viene diffusa tra le associazioni scout siciliane e agli altri centri studi italiani. Pubblicata un’analisi sull’incidenza dello scautismo dell’AGESCI rapportata al territorio di riferimento; uno studio reso possibile dal confronto dei dati dei censimenti con quelli dell’ISTAT, una sorta di annuario statistico regionale che insieme ai dati delle “perdite” sui censiti vuole offrire un dato sulla presenza dell’AGESCI in regione, utile all’elaborazione dei progetti dei vari livelli. La realizzazione degli atti del convegno «Si impara da piccoli a diventare grandi» è ultimata; per la stampa si attende solo la conferma del contributo richiesto lo scorso anno. Il libro potrà essere utilizzato come “biglietto da visita” per presentarsi all’esterno: istituzioni, agenzie educative, scuola; per far conoscere loro il Metodo scout e farlo apprezzare come risorsa per il territorio. L’iniziativa dell’apertura serale del Centro la sera del primo mercoledì di ogni mese non ha ancora avuto la frequentazione auspicata: gli interessati hanno privilegiato gli orari mattutini/pomeridiani. Comunque questa possibilità continuerà. Il Centro è stato inoltre presente alle due riunioni nazionali dei Centri documentazione AGESCI. L’esterno Soprintendenza archivistica regionale Abbiamo iniziato l’iter per il riconoscimento dell’Archivio come “di notevole interesse storico”. Contributi economici e servizi Abbiamo ricevuto contributi da: • Assessorato regionale ai Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione; • Centro Servizi per il Volontariato Etneo; • Cooperativa La Nuova Zagara arl. Intendiamo continuare a consolidare rapporti di collaborazione con gli organi universitari, ecclesiastici e istituzionali. I progetti futuri I prossimi impegni più importanti saranno: la realizzazione degli atti dello stage «Lo ‘storico’ nello scautismo» l’iniziativa ha destato l’interesse della cattedra di “Storia dell’associazionismo giovanile” del corso di laurea di Scienze dell’educazione dell’Università degli Studi di Verona che intenderebbe inserirli nel piano di studi; un’analisi sull’incidenza dello scautismo delle principali associazioni presenti in regione rapportata al territorio di riferimento; L’elenco delle altre pubblicazioni previste nel prossimo futuro è pubblicato sul sito web del Centro. Il Comitato scientifico su mandato del Consiglio regionale sta ideando le celebrazioni per il prossimo Centenario dello scautismo in Sicilia per il 2010. Si conta di riproporre la collaborazione con il Settore Internazionale come per il 2007. Inoltre si dovrà ancora organizzare il materiale raccolto durante il centenario per metterlo a disposizione di tutti e implementare la mostra espositiva. Antonio Scalini, Incaricato al Centro Studi e Documentazione SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 31 Relazioni del Comitato “Siate il cambiamento che volete vedere avvenire nel mondo” (Mohandas Gandhi) RELAZIONE AREA METODO Premesso che sto “imparando facendo” il ruolo dell’ICM che, per me, non è ancora ben definito. In questo mio primo anno ho tentato di essere presente a tutti gli eventi e, quando mi è stato richiesto, oltre a quando era mio dovere istituzionale, ho portato il mio contributo. Sicuramente assolvere a tutti i compiti dovuti al ruolo istituzionale non è certo facile specie quando manca il partner associativo, l’ICM femminile, con la quale poter confrontarsi e decidere. E questo è sicuramente stato un punto di debolezza. Il punto di forza è sicuramente avere trovato degli incaricati di Branche e Settori che conoscono il loro mestiere e portano avanti il loro impegno associativo con serietà ed impegno e hanno veramente voglia di collaborare e delle Pattuglie veramente motivate. Detto questo, tutti, branche e settori, hanno operato guardando al vecchio progetto regionale, e tentando di contribuire all’approfondimento delle tematiche associative, pedagogiche e metodologiche, vedendo come ultimo evento di grande partecipazione gli ultimi Laboratori/Bazar del 7 e 8 marzo scorso. Negli anni passati erano poche le attività che impegnavano i Capi della Regione, oggi si sono sviluppate parecchie attività, alle quali tutti guardiamo favorevolmente. Manca ancora una integrazione forte fra le attività di alcuni settori e le branche e questo credo sarà l’impegno dell’”area metodo” nei prossimi anni. La relazione dell’area metodo non può prescindere dalle relazioni delle singole branche e dei settori che qui sono riportate per farne parte integrante ed essenziale e che sono pienamente da me condivise. Un ringraziamento personale a Sara Damino per tutto ciò che ha fatto per la Branca E/G, ed un ringraziamento doveroso per Monica Grieco che sta assolvendo a due ruoli associativi: Incaricata Regionale di Branca e componente la Pattuglia Nazionale di Branca R/S. Roberto Tarantello RELAZIONE DELLE BRANCHE 2008-2009 32 L/C E/G R/S L’anno associativo trascorso, oggetto della presente relazione, è stato l’anno di passaggio dal vecchio al nuovo progetto regionale, caratterizzato, quindi, da attività già previste in calendario regionale e nazionale e/o volte alla continua formazione e all’incontro con i capi della Branca LC, attività di “lettura dello stato” della branca al fine di trarre alcune indicazioni utili per il nuovo progetto regionale. Varie sono state le occasioni di incontro e scambio con i capi siciliani, sia attraverso la partecipazione ad eventi specifici sia grazie alla presenza della pattuglia regionale presso alcune zone negli incontri di branca. La pattuglia regionale quest’anno ha concentrato maggiormente i propri sforzi puntando sull’aspetto elaborativo senza trascurare minimamente tutte quelle attività e eventi per capi che oramai sono diventati appuntamenti fissi sempre molto partecipati (sia in termini numerici che nella sostanza) e con un occhio agli obiettivi del vecchio Progetto Regionale che abbiamo voluto in alcuni casi riprendere ed approfondire. L’anno passato ci ha visti impegnati su tre fronti contemporaneamente: • Il primo riguarda i rapporti con il centrale e con la pattuglia nazionale. Dopo questi mesi di lavoro possiamo affermare che oggi la Sicilia ha, a livello nazionale, un determinato peso, la chiamata di Monica in Pattuglia Nazionale avvalora tale tesi, e che i pensieri metodologici della nostra regione vengono tenuti in giusta considerazione. “CONTRIBUIRE ALL’APPROFONDIMENTO DI TEMATICHE PEDAGOGICHE E METODOLOGICHE” I laboratori di branca sono sempre stati i luoghi privilegiati per il confronto e l’elaborazione SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 Siamo infatti coinvolti pienamente nell’organizzazione del convegno Epppi, nel quale saremo la regione più rappresentata in forza dei nostri associati ma e degli eventi che FORUM NAZIONALE DELLE PATTUGLIE L/C 31-05/2-06 2008 Bracciano Il Forum è nato per rispondere ad un’esigenza dell’Associazione raccolta da un obiettivo specifico del Progetto nazionale: «Avviare un percorso di verifica dell’attuale progressione personale in Branca L/C, allo scopo di valutarne l’attualità, con particolare riferimento alla durata della pista/sentiero». Nel tempo precedente il Forum è stato realizzato un lavoro in regione per fare il punto sul percorso di verifica relativo alla Progressione Personale con uno sguardo particolare al gioco delle Prede e degli Impegni all’interno di una visione più ampia della Pista e del Sentiero scattando una “fotografia”, ossia la sintesi della situazione reale, sulle modalità di utilizzo del suddetto strumento metodologico nei branchi e nei cerchi siciliani. L’obiettivo e il conseguente lavoro del Forum è stato quello di compiere un’attenta verifica dell’attuale gioco delle prede/impegni; quindi sono stati individuati i punti di forza e i punti di debolezza dell’attuale sistema del gioco delle prede/impegni, elaborando quali elementi/caratteristiche aiutano o ostacolano un determinato obiettivo. È stata un’importante occasione di confronto e di crescita ed un’opportunità per contribuire al lavoro in atto in Branca LC portando l’esperienza e la realtà della nostra regione. Molte le tematiche emerse e gli spunti di riflessione ed approfondimento: ci sentiamo chiamati a continuare il lavoro già intrapreso sulla Pista e il Sentiero in B/C approfondendo anche gli altri strumenti della Progressione Personale così come individuato al Forum. PICCOLE ORME 2008 PER L/C 27 – 31/08/2008 Le piccole Orme si sono svolte dal 27 – 31 agosto 2008 in 7 località differenti della Sicilia ed hanno visto la partecipazione di oltre 200 lupetti e coccinelle provenienti prevalentemente dalla Sicilia. I campi sono stati progettati e programmati insieme con i capi campo individuati. metodologica, sono stati spazi entro i quali, centinai di capi, hanno dato sfogo alla loro voglia di discutere di strumenti della metodologia ma anche di ascoltare altri parlare di cose che alla fine soddisfano i loro bisogni di educatori scout (tematiche che si legano con l’esperienza di servizio che stanno svolgendo). Dall’esperienza del laboratorio sullo “Scouting” (marzo 2008), la pattuglia E/G ha realizzato un documento dal titolo “Lo Scouting” che racchiude una serie di riflessioni e suggerimenti per capire meglio questo elemento del metodo, molto spesso ricondotto molto “al fare” e poco “all’Essere” (pensiamo che ci debba essere un giusto equilibrio in questa cosa). Molto interessante è stato il 7 e l’8 marzo 2009 il laboratorio sul Capo Squadriglia. Anche in quell’occasione, oltre ad approfondire il ruolo del Capo Sq. nelle vita del reparto, è stato presentato molto bene la figura dell’adolescente di quell’età chiamato a essere un “leader responsabile”, una persona alla quale dare “fiducia”, cosa che purtroppo in altri contesti non avviene. “CONTRIBUIRE ASSIEME ALLA FORMAZIONE CAPI E AGLI INCARICATI AL COORDINAMENTO METODOLOGICO ALLA DIFFUSIONE DELLA RIFLESSIONE PEDAGOGICA E METODOLOGICA” Continua la collaborazione con la Fo.Ca. regionale sempre attenta alle dinamiche e agli aventi proposti dalla branca, prova ne è l’importante presenza di formatori eg all’ultimo laboratorio (erano presenti tutti i capi campo dei CFM EG). Ma, da sottolineare, anche l’impegno della Pattuglia Regionale EG che è capillarmente presente in tutti gli staff dei Campi di Formazione per capi proposti in regione. Riteniamo che questa è la condizione essenziale per garantire pienamente la corretta diffusione della riflessione pedagogica e metodologica posta in atto dalla branca eg ai vari livelli. “ELABORARE MODALITÀ DI MONITORAGGIO E DI VERIFICA DELLA QUALITÀ DELLA FORMAZIONE AL METODO” riusciamo a realizzare sia quantitativamente ma soprattutto qualitativamente. Siamo inoltre coinvolti a pieno titolo nella riscrittura del regolamento metodologico, dove stiamo cercando di portare all’attenzione di tutti le necessità e i problemi che i capi siciliani vivono e ai quali stiamo cercando di dare risposte metodologiche. • Il secondo fronte sul quale abbiamo lavorato è la formazione dei capi RS. Questo è purtroppo un lato molto dolente della branca. Noi abbiamo iniziato a lavorare effettuando incontri metodologici nelle varie zone e poi abbiamo riproposto un incontro formativo per capi. Tale incontro ha visto la partecipazione di circa 70 persone. Poche se si considerano quanti capi svolgono servizio in RS, e considerando a quanti capi farebbe bene confrontarsi sugli aspetti metodologici, tanti se si considera che da anni sotto tale aspetto la branca è stata ferma. Questo anno ci siamo dedicati alla catechesi in RS e su come gli strumenti metodologici possono aiutarci in tale percorso formativo di scelte nei confronti dei nostri ragazzi. Il percorso formativo iniziato l’anno scorso con la PP e i suoi strumenti e proseguito questo anno con la scelta di fede, fanno parte di quel progetto che ci siamo dati tre anni fa quando ci siamo accorti che il problema più grande che i capi si trovano ad affrontare è il guidare i ragazzi a fare delle scelte importanti che li conducano alla Partenza. In questa ottica crediamo che tutti dobbiamo lavorare affinché il confronto metodologico e l’approfondimento della propria conoscenza diventi patrimonio personale di ogni capo. Manca, infatti, secondo noi, attualmente in branca il senso di appartenenza, la voglia di confrontarsi, di guardare oltre il SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 33 Relazioni del Comitato Sono state realizzate sia riunioni di verifica degli eventi precedenti, effettuate ad inizio dell’anno scout, tra i capi campo e gli staff che hanno gestito i campi e tra i capi campo e gli incaricati regionali, il referente regionale Piccole Orme e la Pattuglia regionale L/C, che riunioni di progettazione e programmazione durante l’anno per la realizzazione degli eventi 2008. Il lavoro che si è intrapreso negli ultimi anni, e che si sta continuando a fare, coinvolgendo sempre più i capi campo e gli staff delle Piccole Orme, è quello di progettare e di programmare i campi in conformità alle linee guida che negli ultimi anni sono emerse dal lavoro fatto a livello nazionale da tutti i Referenti Regionali Piccole Orme, con particolare attenzione a rendere l’evento sempre più un passaggio importante per la Progressione Personale dei lupetti e delle coccinelle che vivono l’ultimo momento della loro pista/sentiero. Inoltre da un’osservazione degli elenchi degli iscritti, anche confrontati con quelli degli anni precedenti, ci sembra che siano sempre gli stessi gruppi a proporre l’evento ai loro bambini In tal senso, alla luce delle osservazioni e delle riflessioni fatte durante i campi e durante le riunioni di verifica e programmazione, si è scelto di proporre ai partecipanti ai Cantieri Regionali svolti a Caltanissetta il 7-8 marzo 2009, un’attività per far conoscere loro i campi che si realizzano in Sicilia e la valenza educativa che ciascun campo può avere per i lupetti e le coccinelle. Tale attività è stata progettata e realizzata dai capi campo delle Piccole Orme con il supporto dei relativi staff e della Pattuglia Regionale L/C. INCONTRO REGIONALE PER CAPI CERCHIO: “IL SIMBOLISMO” 25/01/2009 – Caltanissetta. Già dall’anno precedente è stato intrapreso un percorso per i capi cerchio con l’intento di favorire l’incontro, la formazione e lo scambio di esperienze nei cerchi siciliani. Questo secondo incontro, che a differenza del primo ha visto un numero di partecipanti decisamente inferiore, è stato caratterizzato da 34 In questi ultimi anni siamo stati molto impegnati a seguire la corretta attuazione del Sentiero nei reparti e in questo siamo stati agevolati dalla griglia di verifica elaborata dagli Incaricati Regionali e dalla Pattuglia Nazionale EG. Il ritorno che abbiamo avuto in pattuglia e poi girato al Nazionale dei questionari che riguardavano la seconda fase del monitoraggio, è stato solo da parte del 50% delle zone. Invitiamo per il futuro una maggiore attenzione da parte degli staff di reparto alla condivisione delle informazioni con i livelli superiori (Zona-Regione) per un più qualificato riscontro di ciò che facciamo; vorremmo evitare che tra 20 anni ci fossero 20 modi diversi di fare Progressione Personale in branca eg. Anche i Campi di Specialità in Regione sono stati coinvolti in questa attività di monitoraggio, infatti, con la compilazione di un questionario da parte dei ragazzi, avremo la loro percezione sul nuovo Sentiero (dati in elaborazione), ma anche fare un punto su questi eventi. Ma non solo i ragazzi sono stati chiamare a dare un contributo per migliorare la proposta, anche gli staff dei Campi di Specialità sono stati impegnati nella compilazione di un questionario sempre con l’obiettivo di verificare l’effettiva uniformità di tutti i campi svolti in regione e porre in atto eventuali aggiustamenti. Il 97 % degli staff ha risposto al questionario e abbiamo girato il riepilogo al Nazionale (il risultato è pubblicato sul sito regionale). Questo conferma che la pattuglia regionale è attenta e segue gli staff dei campi di specialità, affinché la proposta sia sempre adeguata alle aspettative dei ragazzi. proprio orticello. È proprio partendo da queste considerazioni che stiamo studiando un percorso di coinvolgimento di tutti i capi RS, ed è per questo che chiediamo a tutti di impegnarsi affinché chi svolga servizio in RS, e non solo ovviamente, dedichi un po’ del proprio tempo al confronto e alla propria formazione metodologica. • Abbiamo lavorato sugli eventi per ragazzi realizzando gli EPPPI 2009, e gli altri campi per RS (campo EPC; Ross; Cantiere Nazionale). Abbiamo anche iniziato a pensare ad un progetto di un evento regionale per il 2010, quale può essere un Challenge e che si concluda a Maggio nella giornata dei giovani siciliani che la CESI sta organizzando ad Agrigento. “PROPORRE AL COMITATO INIZIATIVE ED EVENTI SPECIFICI DELLA BRANCA” Sono stati realizzate attività per ragazzi e altre lanciate a inizio anno. I Campi di Specialità crescono come numero sia in termini di eventi e sia in termini di partecipazioni. Quest’anno hanno partecipato oltre 450 eg per 59 specialità in calendario e su 15 luoghi differenti. Siamo sempre più convinti che la vera chiave del successo dei campi di specialità è riconducibile al coinvolgimento delle zone e dei capi reparto delle zone, SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 Monica Grieco e Francesco Licata due principali contenuti: il primo di tipo formativo sul valore del “simbolismo” nell’educazione dei bambini; il secondo di tipo organizzativo poiché sono state gettate le basi per la realizzazione del Volo regionale per le coccinelle del prossimo giugno, evento già ideato lo scorso anno. La branca LC siciliana vuole mantenere vivo l’interesse per l’Ambiente Fantastico Bosco e ciò incrementando la “rete” che dallo scorso anno si è costituita. Continua la voglia da parte dei capi cerchio di incontrarsi fra loro: ciò sarà concretizzato sia per ulteriori spunti di formazione ed approfondimento che per la preparazione del Volo regionale. CANTIERE REGIONALE PER CAPI B/C: “LA SINFONIA DELLA PROGRESSIONE PERSONALE” (“…altri strumenti di progressione personale”) 7-8/03/2009 – Caltanissetta Il cantiere realizzato ha visto la partecipazione di oltre 100 capi della branca L/C. Il tema scelto continua un lavoro già iniziato dalla branca negli anni precedenti, in regione come a livello nazionale, di riflessione sulla Progressione Personale. In particolare, dopo aver lavorato sulla Pista e sul Sentiero del Lupetto e della Coccinella, si sta approfondendo il confronto e la riflessione sugli strumenti del metodo che completano la Progressione Personale dei bambini. All’evento i capi divisi in due Cantieri si sono confrontati sulle Specialità e sul Consiglio degli Anziani; poi, come già detto, sullo strumento Piccole Orme. Le modalità di lavoro proposte hanno consentito in un primo momento il confronto e l’approfondimento dello strumento metodologico trattato per poi passare, in una seconda fase nei gruppi di lavoro, alla simulazione dell’uso dello strumento attraverso l’elaborazione di schede che partono dall’analisi e dai conseguenti obiettivi educativi individuati per il singolo o per l’intera comunità per poi arrivare alle modalità di uso degli strumenti stessi. In questo evento la Pattuglia Regionale LC e i Formatori LC presenti ecco perché auspichiamo sempre questa collaborazione. Altro appuntamento che è diventato una tradizione della branca eg è il Campo dei Guidoncini Verdi Sicilia. Il desiderio di conquistare la specialità di squadriglia pensiamo sia entrato in tutte le sedi e se non tutti arrivano a conquistare l’ambito guidoncino verde, resta il fatto che lo strumento è stato rivalutato ma che soprattutto l’Impresa è diventata un modo di fare le cose sia in squadriglia e sia in reparto. Quest’anno abbiamo voluto legare alla conquista della specialità di squadriglia anche un concorso che alla fine premiasse il Diario di Bordo più ben fatto. Questo perché vorremmo abituare i ragazzi a non trascurare, i dettagli, la presentazione delle imprese realizzate e a stimolare la fantasia nel cercare un modo originale di raccontare le avventure vissute. “CURARE IL RAPPORTO CON I SETTORI IN RELAZIONI ALLE NECESSITÀ DELLA BRANCA” Per questa cosa si è fatto poco o niente, eccezion fatta per il Settore Nautico con il quale abbiamo condiviso ogni iniziativa che vedesse coinvolta la branca. Ricordiamo tra tutti il Fratelli della Costa del giugno del 2008 dove hanno partecipato un centinaio tra capi squadriglia e vicecapi squadriglia sia dei reparti nautici e a indirizzo nautico e sia di altri reparti che hanno voluto vivere una nuova esperienza. Nella stessa data dei campi di specialità è stato anche realizzato un campo di avviamento alla Nautica a Catania per eg. Infine, le dimissioni per motivi personali dell’Incaricata Regionale, vogliamo ringraziare Sara Damino per l’impegno, la disponibilità ed il senso associativo che ha saputo testimoniare in tutti questi anni. Vincenzo Semprevivo SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 35 Relazioni del Comitato hanno lavorato insieme per favorire l’approfondimento metodologico durante il cantiere; ciò è avvenuto avendo dapprima condiviso, discusso ed analizzato la proposta per i partecipanti, poi, nella fase dedicata ai gruppi di lavoro, riuscendo a coordinare, gestire e monitorare l’andamento dell’attività. Le modalità di lavoro pensate per coinvolgere pienamente i partecipanti e costruire con loro il cantiere ci hanno consentito di “osservare” uno spaccato dei capi della branca: ci sembra che ci sia un buon livello di conoscenza degli strumenti ed ancora qualche difficoltà nell’uso mirato di questi sulla base dei bisogni dei bambini e degli obiettivi educativi. Nicoletta Tringale - Francesco Caramagno RELAZIONE SETTORI 2008-2009 36 EPC INTERNAZIONALE FB Il settore ha completato i progetti in corso: - due botteghe per la branca R/S - incontri con le zone per esporre e discutere il nuovo piano operativo - supporto nel periodo estivo, per oltre tre mesi, nei centri di accoglienza sul territorio - nello stesso periodo, come associazione e settore, risposta piuttosto debole alla richiesta di capi nell'attività di gemellaggio per antincendio proposta dal Dipartimento Regionale di Protezione Civile a Custunaci - alcune zone hanno fatto il servizio avvistamento incendi - ottima risposta all'attività del centenario del terremoto del 1908 a Messina. Sebbene attivati in ritardo rispetto le altre associazione abbiamo coperto i ruoli richiesti e messo in campo circa 50 tra capi ed r/s in servizio durante tutta l'attività - il campo regionale EPC x R/S si è svolto come di consueto alla base di Siracusa, quest' anno abbiamo avuto doppio mandato, prima del campo è nata la necessità ed è stato richiesto un campo parallelo per capi, rivolto alle pattuglie di zona. Tra staff ed allievi sono stati coinvolti circa 70 capi e ragazzi, alla verifica si è potuto riscontrare Dal progetto regionale 2004-2008 “ in questi anni ci siamo interrogati sulla validità del metodo, abbiamo parlato di cicli vitali, abbiamo analizzato nei nostri incontri capi alcuni strumenti, arrivando sempre alla stessa conclusione: se il metodo è utilizzato bene è efficace perché risponde alle esigenze primarie dei bambini (gioco, ambiente fantastico), dei ragazzi (l’avventura, l’ideare nuove cose, il gioco) e infine dei giovani (sentirsi parte di tutto il mondo, lo spingere ogni giorno più in là i confini del nostro giardino). Carissimi, nel fare un bilancio dell’esperienza vissuta l’anno scorso è bene partire dal programma pensato all’assemblea precedente. Nei fatti, non è stato possibile effettuare tutte le attività programmate. Infatti bene possiamo raccontare dell’esperienza della bottega della fantasia: evento collocato ormai all’interno del programma regionale della branca r/s e che ha visto la partecipazione di rovers e scolte provenienti da tutta la Sicilia. Riteniamo che l’obbiettivo (far vivere a r/s momenti di servizio a diretto contatto con i disabili per elaborare, anche, riflessioni sul concetto di “persone diverse) sia stato raggiunto; e i ragazzi abbiano elaborato un pensiero diverso del disabile. Una riflessione a sé va fatta circa la formazione dello staff per l’evento, tenuto conto che si tratta sempre di un’attività inserita negli eventi di PP individuale. L’attività esperienziale di conoscenza con gli r/s che si accingono a vivere l’esperienza del pellegrinaggio a Lourdes si è esaurita con una giornata di attività piuttosto che un pernottamento (così come era stata pensata) a causa della scarsa partecipazione “CITTADINI DEL MONDO” Obiettivi generali : - educare alla dimensione internazionale dello scautismo. - Essere promotori di cultura internazionale. Obiettivi specifici : * collaborazione con le tre branche per individuare percorsi educativi sui temi della dimensione internazionale e della multiculturalità. * collaborazione con la formazione capi per la definizione di attività sempre sulle stesse tematiche, da inserire nei CFM delle diverse branche. * Analisi delle esperienze SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 il buon risultato dell'evento. Il settore, all'incontro con il nazionale, ha garantito, per il 2009, almeno tre campi bosco, campi in collaborazione con il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, che l'anno scorso, per vari motivi, non ha avuto il risultato sperato. Quest' anno, forti della passata esperienza, è possibile garantire la riuscita di almeno tre campi distribuiti sul territorio siciliano. Con l'apporto di Pietro Ferrato, il settore ha fatto un balzo in avanti con le attività radio, pur gemellate con il settore internazionale, tutte le stazioni (8) operative per il jamboree on the air erano gestite e coordinate da operatori (capi) del settore EPC, anche l'organizzazione ed il monitoraggio video di tutto l' evento è stato coordinato da Pietro Ferrato, collaborato dai capi EPC che seguono il settore radio. È in fase di attuazione l'installazione di un server e di una postazione pc in segreteria che permetterà, inizialmente solo al settore, poi a tutta la regione, l'attività di comunicazione in tempo reale (incontri e passaggi di documenti attraverso il server installato in segreteria). Pensiamo di rendere operativo il tutto entro il 2009. Gaetano Di Mauro * * * * * internazionali vissute dai nostri ragazzi. Migliorare la comunicazione e l’informazione a livello regionale ( sito, mailinglist, Sicilia scout ). Rispondere con l’impegno educativo alle chiamate urgenti d’intervento che provengono dalla nostra società (intolleranza, pregiudizio, emarginazione, presunto primato di civiltà o di religioni…..). Fornire supporto e formazione specifica su temi importanti e attuali (solidarietà, giustizia, sviluppo sostenibile, globalizzazione, cooperazione). Far vivere la gioia dell’incontro e apprendere modelli di relazione nuovi alle nostre comunità. Rilanciare sempre e comunque la centralità dell’uomo di fronte a ogni altro meccanismo o sistema che lo spinge ai margini o lo schiaccia. Durante quest’anno ci siamo posti come settore alcuni obiettivi: innanzitutto essere di riferimento sul territorio per facilitare scambi gemellaggi tra gruppi italiani ed esteri, essere divulgatori di contenuti educativi alle branche sui temi dell’interculturalità e della diversità, ed essere promotori di cultura internazionale. Particolare attenzione abbiamo dedicato alla diffusione di notizie sugli eventi e campi a livello internazionale attraverso la pagina web. Abbiamo avviato la collaborazione con le branche E/G ed R/S vorremmo riuscire a coinvolgere con contenuti appropriati anche la branca L/C. Non siamo ancora riusciti a proporre qualcosa alla formazione capi, è in atto una un dialogo con gli incaricati FoCa per inserire negli eventi di formazione regionali contributi sull’educazione alla mondialità e alla dimensione internazionale della fraternità scout. Sicuramente siamo riusciti a dare un po’ di visibilità ad un settore “in ombra”, abbiamo conquistato uno spazio ponendoci al “servizio” dei nostri ragazzi. degli r/s. Altra attività pensata ma non svolta è il pellegrinaggio al santuario mariano come conclusione dell’anno giubilare: riteniamo che un momento di condivisionepellegrinaggio-preghiera sia fondamentale per la nostra comunità, rammaricati per l’attività non portata a termine, si riproporrà per l’anno in corso. Se purtroppo la nostra Comunità non è cresciuta numericamente, però si trova cresciuta dal punto di vista esperienziale per questo è sempre più rivolta ed accettata all’esterno sia nei rapporti con l’Agesci Sicilia, che all’interno della comunità Nazionale Foulards Blancs. Per quanto attiene ai rapporti istituzionali con l’AGESCI possiamo dire che si è continuato, così come gli anni precedenti, a partecipare agli incontri nazionali e alle riunioni regionali in modo costante e ciò a consentito una maggior presa di credito del nostro settore all’interno dell’associazione. Per quanto riguarda i rapporti con il MASCI questi sono stati mantenuti a livello regionale in considerazione del loro coinvolgimento. Siamo consapevoli del lavoro che le singole Comunità locali nel loro territorio effettuano (incontri mensili, celebrazione 11 Feb., luce della pace, servizio, …); riteniamo però forse sia necessario che ci sia una costante collaborazione e scambio per meglio “accorciare le distanze”. Nella programmazione del nuovo anno riteniamo essenziale dover ripartire da una presa di coscienza e consapevolezza della Comunità regionale per cercare di crescere e puntare più in alto. Francesca, Roberto e don Leonardo Alessi “Ci impegniamo a formare cittadini del mondo ed operatori di pace, in spirito di evangelica nonviolenza, affinché il dialogo ed il confronto con ciò che è diverso da noi diventi forza promotrice di fratellanza universale.” SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 37 Relazioni del Comitato Con questo spirito ci siamo mossi in stretta intesa con l’incaricato al metodo,le branche e gli altri settori. Salvo Di Maria PACE NONVIOLENZA E SOLIDARIETÀ Attività 2008/2009 Iniziando un po’ a percorrere il mio sesto anno di mandato e di servizio al settore PNS, non posso che sottolineare che sono in aumento le Zone, i Gruppi e i capi educatori che si interessano sempre maggiormente ai temi trattati e alle proposte per l’Educazione alla Pace e l’Educazione alla Giustizia e alla Legalità. La coscienza dei siciliani capi dell’Agesci si sta riscoprendo forte di tanta sensibilità, anche se ci sono sacche di resistenza e di apatia verso proposte che sono fondanti della scelta del capo e dell’analisi approfondita del Patto Associativo. In merito alla pattuglia regionale PNS, vorrei precisare inoltre che, tranne per qualche elemento, essa si compone e poggia sulla disponibilità di capi di vari gruppi che svolgono servizio per un dato evento specifico e poi ritornano a fare il servizio normale nella propria unità. Non è mai esistita una struttura fissa come non è mai stata una pattuglia numerosa, anche per problemi logistici. Ho tuttavia ritenuto importante coinvolgere sempre quante più persone possibili tentando di evitare il rischio di fregiarsi di un’appartenenza fine a se stessa spesso anche priva di contenuti. COSA E’ STATO FATTO Marzo 2008/Marzo 2009: Marzo 2008 AVOLA(SR) Bottega della Fantasia “E sia pace nella terra”. Collaborazione con la Branca RS, organizzando per la terza volta consecutiva una Bottega della Fantasia, sul tema della Memoria dell’Antimafia e della Pace tra i popoli, con testimoni locali significativi (Giovanni Vaccarisi ex-educatore Agesci Avola3 invitato come commerciante che aveva negli anni ‘90 denunciato il pizzo ad Avola, P. Di Rosa sociologo e responsabile della Scuola Diocesana di Mediazione) che hanno stimolato la discussione; significativa anche la collaborazione con il Coordinamento Provinciale di LIBERA Siracusa (Pino Pennisi). Buona la partecipazione di RS da tutta la Sicilia (da Cinisi-PA a Messina, per un totale di più di 20 RS). Coinvolti per la Logistica Capi dell’Avola3 e RS del Noto1. La bottega è da anni itinerante proprio perché abbiamo voluto scegliere dei posti significativi per i ragazzi. Infatti il primo anno a Gravina di Catania (nella Segreteria Regionale), bene confiscato al “Clan” Santapaola, (ospiti Claudio Fava, Dario Montana e P.Marcello Pulvirenti AE della Zona Galatea). Il secondo a Partinico (PA) presso la Cooperativa Sociale “NOE” (NO Emarginazione) di LIBERA-Terra, bene confiscato al “Clan” Madonia, con il coinvolgimento nella Co.Ca. del Partinico 2 per la logistica. 19 Luglio 2008 Palermo. Per il quarto anno consecutivo, animazione per bambini in Via D’Amelio col gioco “KAA della Legalità” in collaborazione con l’incaricata PNS della Zona Conca D’Oro (Rosita ad un’ottima partecipazione del Catania 14 (Branco, Reparto e Clan) e di gruppi più lontani come i Clan dell’Augusta 2, Lentini 1, Noto 1, Modica 1, Enna 1, Gela 4 o un po’ più vicini come il Clan Zafferana Etnea 1. Da questo incontro molti Clan faranno nascere delle collaborazioni con LIBERA. Infatti come ci dicevamo all’incontro questi momenti non sono solo un modo per conoscere il dramma di famiglie che hanno avuto dei lutti ma sono anche uno stimolo a fare degli incontri analoghi presso le comunità di appartenenza e nelle proprie città in collaborazione di Associazioni come LIBERA-Catania o altri Cordinamenti provinciali di LIBERA, ove esistenti. L’incontro è stato anche organizzato e inteso come un piccolo passo di “avvicinamento” al 19 Marzo a Casal di Principe (XV dall’assassinio di Don Peppe Diana), e 20 e 21 Marzo a Napoli (XIV Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime delle mafie). 28 Febbraio - 1 Marzo 2009 Gela (CL) Bottega della Fantasia “Per amore del mio popolo non tacerò”. Quarta “Bottega itinerante” con persone significative (Rosario Crocetta Sindaco della città di Gela e Renzo Caponetti Ass.Antirachet di Gela), e testimonianze di capi-scout (Enrico Acia, ex-educatore Gela4 ed ex Consigliere Provinciale) o gelesi che vogliono riscattare la città con azioni dal basso e con azioni collettive (Enzo Madonia ex-capo Gela4, oggi Responsabile del CesvoP di Gela e Ottavio Mussari, giovane regista). La partecipazione degli RS è stata oltre le 20 unità con ragazzi provenienti da varie zone della Sicilia, da Acireale (CT) a Capaci (PA). Per la logistica sono stati coinvolti capi del GELA4 e capi del Noto1. INIZIATIVE in CANTIERE: Organizzazione autobus partenza da Catania, per partecipare al 19 Marzo 2009 a Casal di Principe (CE), per i XV anni dell’assassinio camorristico di Don Peppe Diana (AE AGESCI Campania e Foulards Blanc), 20 e 21 Marzo Napoli per la XIV edizione della “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime delle mafie” di LIBERA e Avviso Pubblico. Stiamo puntando a dei prezzi “popolari” per permettere ad un maggior numero di nostri ragazzi e capi di essere presenti all’evento visto l’importanza che ricopre per noi dell’AGESCI. La partecipazione a questi eventi non ricopre un mero scopo di memoria “cristallizzata”, quanto di memoria viva e 38 SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 vivace e ricca di iniziative inerenti all’educazione e al “fare memoria”. Col settore PNS non siamo riusciti purtroppo a fare altre iniziative nella Sicilia Occidentale. Ci riproponiamo di essere più incisivi in futuro sottolineando a tale proposito che sarebbe forse opportuno nominare due incaricati PNS per la Sicilia, un incaricata/o per sensibilizzare la parte Occidentale e uno/una per la parte Orientale. Ci piacerebbe infatti riuscire ad organizzare un’iniziativa il 2 Aprile 2009 a Trapani, per l’anniversario della strage di Pizzolungo, dove morirono al Signora Barbara Rizzo Asta e i suoi due bambini di 6 anni Giuseppe e Salvatore, invitando le Zone limitrofe alla Zona Elimi a partecipare non solo alla mattina ma anche agl’incontri del pomeriggio/sera col Coordinamento di LIBERA di Trapani. Contiamo di proporre questa idea di attività come settore PNS regionale in collaborazione dell’Incaricato di Zona al PNS e al Comitato di Zona, affinché si prenda sempre più coscienza delle vittime delle proprie città d’origine senza essere superficiali o disinteressati dei fatti accaduti nelle città della nostra martoriata isola. Per il 2009/2010 ci dovrebbe essere la Marcia della Pace “Perugia-Assisi”, l’utilizzo del condizionale è d’obbligo perché ci sono dei problemi all’interno del Coordinamento della “Tavola della Pace” e anche i vertici dell’AGESCI ne vogliono capire i motivi, quindi si ipotizzava forse uno slittamento alla primavera del 2010. Per altre info si rimanda a dopo l’incontro dell’Area Metodo a Giugno del 2009. Giovanni Mannino (Inc.Reg.Settore PNS – Referente Reg.per LIBERA) AMBIENTE In questo primo anno di ripresa del settore, l'attenzione è stata posta in primo luogo all'ascolto della realtà della regione attraverso la partecipazione agli incontri previsti (assemblea, convegno capi, comitati allargati, consigli reg.) e ai conseguenti contatti personali che da questi sono scaturiti. Ciò ha permesso di redigere un programma, di individuare come obiettivi prioritari il migliorare, nei capi, la consapevolezza dei termini della problematica "ambiente" e del ruolo che l'educare può giocare per il futuro del pianeta. A questo scopo presto sul sito regionale saranno disponibili i primi "documenti" storici elaborati prevalentemente nell'ambito delle Nazioni Unite, dei Ministeri dell'Istruzione e dell'Ambiente, associativi; tutti utili per costruire una "cultura" che consenta poi di individuare azioni educative appropriate. In secondo luogo è stato ripreso il dialogo con le altre associazioni scout (Masci, CNGEI, FSE) per elaborare il testo per una possibile "Intesa" con la Regione Sicilana finalizzata ad un utilizzo responsabile dei luoghi all'interno delle aree protette della regione. Allo stato attuale, per i contatti avuti anche con i funzionari dell'assessorato, sembra possibile andare direttamente all'elaborazione di un"disegno di legge". Il bilancio e quindi positivo anche per la possibilità che si è aperta di collaborazione, in alcuni ambiti, con le altre associazioni scout. Pippo Vitali SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 39 Relazioni del Comitato RELAZIONE FOrmazione CApi (FO.Ca.) 2008 “B.P. Meditò a lungo prima di definire un programma di formazione capi (se era difficile per lui…) Il sistema migliore gli parve quello di far vivere agli allievi un’esperienza concreta di campo scout” E noi…… Dopo lunga meditazione siamo…… NUOVAMENTE…… a Capo! La relazione della fo.ca. si apre quest’anno riprendendo lo slogan che ci ha accompagnato all’annuale incontro regionale con i Formatori, il cosiddetto RTT, perché ci sembra ben sintetizzare lo sforzo fatto in questi mesi dalla formazione capi Regionale. Dalla scorsa assemblea, quindi dall’aprile del 2008, sono cambiate tante cose; innanzitutto si è concluso un mandato ed è iniziato il lavoro di un nuovo Incaricato Franco Tarantino, inoltre, nel giugno del 2008 si è inserita la figura del nuovo assistente regionale alla Fo.Ca. Padre Marcello Pulvirenti. Due ingressi importanti per il ruolo ricoperto che, come risulta facile intuire hanno determinato la ricerca di un nuovo equilibrio, la condivisione di principi fondamentali, senza i quali non sarebbe potuta essere portata avanti nessuna iniziativa da parte della Fo.Ca.. E’ stato necessario creare, inventare uno spazio per l’altro, trovando un linguaggio comune, luoghi e spazi di condivisione, valorizzando e mettendo insieme le reciproche ricchezze, perchè se è bello vedere negli occhi dei capi la voglia di spendersi per il prossimo, leggere nel loro volto la gioia del donarsi, è vero che per guidarli verso la COMPETENZA, alla ricerca di FORMAZIONE, è necessario essere convincenti e trasparenti, testimoni veri e convinti della passione formativa. A complicare la costruzione del nuovo sicuramente ha contribuito l’assenza di un Progetto Regionale che segnasse quasi d’obbligo la linea d’azione politica della Fo.Ca. e l’esigenza d’altronde di essere immediatamente operativi per far partire a regime il nuovo Iter di Formazione Capi. Prima, quindi, di relazionare sugli obiettivi che ci siamo posti, ci sembra doveroso scusarci se abbiamo avuto bisogno di tempi un po’ più dilatati per carburare e per tutte le mancanze che questo ha prodotto, ma siamo convinti che in Formazione Capi occorre necessariamente trovare una sintonia e una sinergia d’intenti per poter essere veramente significativi nelle proposte. Detto questo sottolineiamo che gli obiettivi che ci siamo posti come pattuglia fo.ca. hanno riguardato cinque ambiti d’azione fondamentali: 1) La formazione dei capi della regione attraverso gli eventi istituzionali; 2) La formazione dei formatori, la condivisione delle linee politiche della Fo.Ca e l’elaborazione formativa; 3) La condivisione delle linee della Formazione Capi nazionale e il contributo regionale alle elaborazioni/ riflessioni condotte; 4) Il contributo qualificato e qualificante alla discussione e al confronto formativo in ambito regionale. 5) La costituzione di una pattuglia in grado di guardare con competenza la realtà formativa regionale cercando di coglierne in germe i segni di malessere e le necessità formative; 1- La formazione dei capi della regione attraverso gli eventi istituzionali Dall’ottobre del 2008 è entrato in vigore, in tutte le sue parti,il nuovo iter di formazione capi che ci ha costretti a dover fare i conti con un quantitativo di campi nuovi da creare, elaborando in maniera funzionale agli obiettivi formativi degli eventi il calendario, ponendo il problema, già per fortuna affrontato e in parte risolto nell’anno precedente, di reperire formatori qualificati e d’esperienza per gestire Cft, Cam e CFM delle diverse branche. Non è stato un compito indolore, ha determinato a volte scelte difficili, poco comprensibili ai molti, ma che sono state sempre pensate e volute con il massimo senso di responsabilità e condivisione da parte della pattuglia di Fo.Ca. 40 SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 Il calendario che prende in considerazione gli eventi dall’1 Ottobre 2008 a fine settembre 2009, vede attualmente la proposta di 7 cft da febbraio a maggio, 7 cfm e 3 cam per un totale di 17 eventi formativi. Questo calendario così ricco ha comportato il dover affrontare alcune difficoltà oggettive: - la difficoltà a reperire dei formatori disponibili a sposare le esigenze temporali del calendario; -un numero raddoppiato di campi ai quali non corrisponde un raddoppiato numero di formatori esperti e competenti che garantiscano la presenza di capi campo qualificati, senza dover fare sconti alla proposta; -la necessità di collocare, per quanto possibile, i campi temporalmente in funzione del loro obiettivo formativo, tenendo conto del ritardo del dato reale dei tirocinanti, delle indisponibilità dei formatori, del ritardo nell’invio della modulistica e di alcune linee guida da parte della fo.ca. nazionale. Occorre spendere due parole in più per ogni tipologia di campo: CFT: sono stati raddoppiati in calendario quando abbiamo avuto il dato ufficiale dei tirocinanti della segreteria; ovviamente era già stata da noi pensata questa possibilità e pensati gli eventuali staff, che hanno visto l’eccezionalità della proposta di mettere un capo della pattuglia di fo.ca ,questo per permettere una progettazione del campo in tempi utili, avendo cura di inserire nello staff il formatore che già dal prossimo calendario sostituirà il membro di pattuglia. Sicuramente pensiamo di collocare per il prossimo calendario i cft nella fascia autunno 2009-inverno 2010. CFM: Vengono proposti 3 cfm L/C, 3 E/G e 1 R/S per garantire a quanti hanno partecipato ai cft e per quanti ancora non avessero iniziato l’iter di formazione, pur non essendo più da tempo tirocinanti, la possibilità di procedere nel proprio percorso formativo; CAM: ne vengono proposti 3, uno per ogni branca nella stessa dato/periodo vista la necessità di dare attuazione alle modifiche avvenute con lo scorso Consiglio Generale; CAEX: come più volte condiviso con il Consiglio Regionale, non ne viene proposto nessuno perché non pensiamo attualmente ci sia un’esigenza formativa significativa in questo senso. Inoltre è per noi importante sottolineare che il nostro calendario è condiviso a livello nazionale con la nostra Area dei Tre mari e che gli Incaricati dell’area hanno contezza degli eventi che vengono svolti in ognuna delle regioni ad essa appartenenti. 2- La formazione dei formatori, la condivisione delle linee politiche della Fo.Ca e l’elaborazione formativa Abbiamo cercato di raggiungere quest’obiettivo attraverso strade diverse: RTT: Ha costituito un momento privilegiato, di confronto e verifica rispetto al nostro ruolo di formatori e al nuovo orizzonte della formazione capi. È stato un evento aperto a tutti i formatori, regionali e nazionali. Il tema scelto è stato “I nuovi orizzonti della formazione”. A livello nazionale si sta ancora molto discutendo sul ruolo del formatore unico, mentre il nuovo “orizzonte” della formazione che si è delineato negli ultimi due anni è stato reso definitivo dal Consiglio Generale del 2008. In tale iter troviamo, come novità, il CFT che è momento fondante del percorso del tirocinante. Rispetto a tale argomento durante l’RTT, sono state fatte alcune riflessioni: sulla scelta di affidare i campi a capi di provata esperienza, (molti dei quali capi campo nazionali), per garantire la solidità del capo quale testimone autentico delle scelte del patto associativo e che ha chiara l’intenzionalità educativa. Inoltre si è discusso sulla struttura e sui contenuti di tale incontro formativo e sull’importanza di una gestione sinergica del tirocinio da parte delle zone della Fo.Ca. regionale e delle Co.Ca.. Sempre all’ RTT, abbiamo rivisto la modulistica campi e le schede d’iscrizione ai vari eventi formativi di competenza regionale, ragionandoci insieme ed apportando le opportune modifiche. A questo proposito sentiamo di doverci scusare con i Formatori, perché molto del lavoro fatto sulla modulistica e poi stato annullato da alcune indicazioni definitive della Fo.Ca. nazionale, che arrivando in ritardo rispetto alla necessità di far partire alcuni meccanismi, hanno fatto andare in autonomia molte regioni in prima battuta, per poi uniformarle. Ci riferiamo ad esempio alle relazioni finali di tutti gli eventi a livello regionale, alla scheda d’iscrizione al cft (per cui ci era stata lasciata discrezionalità in prima battuta) e agli altri eventi, allo attestato di partecipazione finale al CFT ( per citarne alcuni). Ovviamente il lavoro fatto non è stato reso SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 41 Relazioni del Comitato vano, anzi è stato utilizzato sempre, sotto forma diversa, per raggiungere lo scopo per cui era stato pensato e comunque, vista l’anarchia che ha regnato fino a qualche anno fa in ambito formativo a livello nazionale, siamo contenti della volontà di andare verso un’unica direzione anche da un punto di vista della modulistica che consente una lettura efficace dei momenti formativi a livello nazionale. Infine, insieme ai capi campo degli eventi regionali, abbiamo verificato, quanto sino ad ora si è fatto e si sono elaborate le linee da seguire per il prossimo futuro. E’ stato un importante momento di verifica e confronto aperto dove crediamo, siano state abbattute barriere e pregiudizi nati da incomprensioni o malintesi divenuti ormai sterili, quanto atavici e ingiustificati. INCONTRO CON I CAPI CAMPO DEI CFT: in occasione del Convegno capi regionale abbiamo realizzato un incontro con i capi campo dei Cft, non solo per organizzare il calendario e sentire quindi le loro necessità in termini di disponibilità temporale, ma soprattutto per confrontarci sull’obiettivo formativo dell’evento, sulla riflessione avviata con gli IZT sul tirocinio, sulle linee guida da tenere in considerazione per progettare il campo, scegliere lo staff e gestire l’evento stesso. A questo incontro è seguito la divulgazione a loro delle linee guida e ulteriori chiarimenti sull’evento stesso. Ci sentiamo in quest’occasione di doverli ringraziare tutti per aver avviato un bel percorso di condivisione e di confronto e per la loro disponibilità a svolgere un servizio per un evento i cui tratti si sono delineati in corso d’opera e vanno ancora delineandosi. Sicuramente con tutti ci fermeremo al prossimo Rtt a fare una verifica seria e leale sugli eventi svoltisi e sulle linee future da seguire. INCONTRO CON GLI IZT: sempre in occasione del Convegno Capi regionale è avvenuto un incontro con gli IZT nel quale oltre a recepire le esperienze sul tirocinio delle varie zone, la pattuglia ha esposto la riflessione fatta sulla gestione sinergica del tirocinio tra livello zonale e regionale e sul ruolo dell’IZT. Avviare i CFT, infatti, ha comportato avviare una parallela e contestuale riflessione con gli IZT sul loro “ruolo cerniera” tra il gruppo, la zona e la regione, nel percorso di formazione del tirocinante. Abbiamo ipotizzato e condiviso con gli IZT e poi in Consiglio Regionale, una proposta strutturata del periodo del tirocinio, proposta accolta anche a livello nazionale, tanto che la Commissione Tirocinio, che sta elaborando una riflessione e un percorso da proporre al Consiglio Generale del 2010 ha da poco girato a tutti gli Incaricati Regionali alla Fo.Ca. un quadro sinottico che, spiegando le fasi in cui si snoda il tirocinio e specificando, di volta in volta, gli ambiti e le competenze, ha praticamente ufficializzato quanto da noi pattuglia elaborato sullo stesso e riportato al Consiglio Regionale e agli IZT nell’incontro fatto in occasione del Convegno Capi. Di questo siamo contenti perché testimonia il fatto che c’è una volontà a livello nazionale di uniformare una linea di pensiero e d’azione e perché no, anche per il fatto che la nostra riflessione è stata da traino e fondamentale per l’ulteriore riflessione della Commissione Tirocinio! L’impegno, adesso, è quello di pubblicare al più presto il nuovo Libretto del Tirocinio regionale, cosicché il nuovo percorso suggerito dalla Commissione Tiriocinio, (almeno fino a nuove deliberazioni del Consiglio Generale), possa essere consapevolmente conosciuto da tutti i quadri associativi che intervengono in questa fase formativa e dal tirocinante stesso. COINVOLGIMENTO CAPI CAMPO CFA: ci fa piacere sottolineare un coinvolgimento sempre più evidente dei capi campo nazionali nel circuito dei formatori regionali. L’obiettivo, ormai da anni, di questa formazione capi è stato di offrire il massimo della qualità ai capi in formazione e ai formatori stessi, ecco perché abbiamo gradatamente cercato di coinvolgere attraverso gli RTT, ma anche la gestione degli eventi, il maggior numero di Formatori nazionali presenti nella nostra regione. In tal senso sicuramente strategica ed efficace è stata la scelta di affidare quanto più possibile a capi Campo di CFA i CFT, perché crediamo che questi formatori avendo già lavorato sull’aspetto vocazionale e sulla persona-capo abbiano un valore aggiunto da poter offrire nella gestione e progettazione di campi, come i CFT, volti a far riflettere il capo sulla vocazione all’essere tale, sul significato ultimo del suo servizio. Speriamo che questo possa essere l’inizio per far entrare più facilmente nella nostra regione la cultura del formatore unico, con pari dignità formativa, indipendentemente dalla struttura o livello in cui presta il suo servizio. 42 SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 CAMPO PER NUOVI FORMATORI: Un evento che vuole essere una sorta di introduzione per tutti i capi che hanno deciso di intraprendere questo tipo di servizio. Riteniamo che la realizzazione di questo campo sia utile non solo ai partecipanti, ma anche alla stessa Formazione Capi siciliana per svolgere al meglio il suo compito; costituisce, infatti,un momento privilegiato per incontrare e conoscere i formatori, per intuirne i talenti e poter indicare ai capi campo consapevolmente le risorse da inserire nei vari staff degli eventi formativi.. Hanno partecipato quest’anno 14 capi su 23 nuovi segnalati. Riteniamo che sicuramente l’esperienza maturata al campo favorisca la consapevolezza del ruolo che i capi formatori rivestono. Certo ci dispiace sottolineare ancora una volta, (lo abbiamo spesso fatto in Consiglio Regionale), che spesso le zone, le branche, non utilizzano lo strumento del listone per fare delle segnalazioni e quindi per arricchire le risorse formative, che chiaramente sono quanto mai necessarie, ma soprattutto non spronano i capi a sperimentarsi in forme di servizio diverse, laddove ci siano i requisiti per farlo. Facciamo presente inoltre che sono state verificate quest’anno le disponibilità dei formatori con scadenza quadriennale di mandato e che quindi il listone 2009 pubblicato sul sito è frutto di questo lavoro, ribadiamo comunque la possibilità di segnalare o auto segnalarsi in qualsiasi momento dell’anno scout inviando la scheda alla segreteria regionale. 3-La condivisione delle linee della Formazione Capi nazionale e il contributo regionale alle elaborazioni/riflessioni condotte. Abbiamo cercato di essere come Incaricati sempre presenti agli Incontri a livello nazionale per dar voce alle istanze formative della nostra regione e per poter contribuire alla riflessione/elaborazione formativa condotta a livello regionale. L’aver fatto parte i due Incaricati delle Commissioni Tirocinio e Progetto del Capo ci ha dato la possibilità di portare le nostre riflessioni,(elaborate in pattuglia e condivise con i formatori), a livello nazionale, contribuendo attivamente al dibattito e in alcuni casi essendo da traino allo stesso, come nel caso del Tirocinio, del percorso di formazione dei nuovi formatori, del modello del formatore unico, riflessioni già da tempo peraltro avviate da questa formazione capi, che spesso ci fanno sentire un passo avanti rispetto alle elaborazioni a livello nazionale. E’ stato bello ricevere quest’anno la richiesta dalla Regione Calabria di prendere parte al nostro Campo per Formatori di Prima Nomina, condividendo il progetto del campo e quindi la necessità di uno start formativo per chi si accinge a giocarsi nel ruolo di formatore, in cui abbiamo sempre creduto fortemente, (anche se nei fatti non si è realizzato per una coincidenza di date del nostro evento con i loro CFT) . E’ importante sottolineare che in questo momento esiste un dibattito bello e stimolante tra i diversi Incaricati Regionali alla Fo.Ca., un dibattito che punta realmente verso la qualità formativa.. 4- Il contributo qualificato e qualificante alla discussione e al confronto formativo in ambito regionale. Pensiamo che in questo senso la Fo.Ca. abbia lavorato alacremente, contribuendo sostanzialmente alla redazione del Documento Istruttorio al Convegno Capi Regionale, gestendo due su tre aree tematiche di discussione allo stesso Convegno, suggerendo possibili risorse formative per la gestione dei gruppi di lavoro per la stesura del Progetto Regionale, facendo sintesi in Consiglio Regionale e in Comitato sulla bozza del prossimo Progetto regionale. Inoltre importanti sono stati gli interventi ai Consigli Regionali, sia quelli formativi, come nel caso del Consiglio Regionale di Ottobre in cui come pattuglia abbiamo fatto il punto della situazione sul nuovo iter di formazione, sulle criticità del calendario e sul percorso del tirocinante e il ruolo della Fo.Ca. Istituzionale e della Zona nel Tirocinio (IZT compresi), sia nel caso dei consigli regionali di chiarimento su malintesi o equivoci, nati spesso dalla cattiva informazione sulle cose fatte, a volte da una non condivisione delle linee politiche di questa Formazione Capi. Inoltre, come sempre, importante e proficua è stata la collaborazione con l’area metodo e con le branche. Il dialogo con l’ICM, la condivisione e la convergenza d’idee sull’importanza di un’azione sinergica dell’area metodo con la formazione capi, è sempre più tangibile ed evidente dalla numerosa partecipazione dei formatori ai momenti di confronto metodologico proposti dalle tre branche e dall’inserimento dei membri delle varie pattuglie nella rete formatori. SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 43 Relazioni del Comitato 5-La costituzione di una pattuglia in grado di guardare con competenza la realtà formativa regionale cercando di coglierne in germe i segni di malessere e le necessità formative. La pattuglia di Fo.Ca. è una pattuglia che noi incaricati definiamo “sui Generis”perché pensiamo debba essere costituita da persone d’eccellenza che possano dare una spinta reale, innanzitutto, dal punto di vista elaborativo alla riflessione formativa in Sicilia e che abbiano contestualmente ottime capacità organizzative e gestionali degli eventi. I membri di questa pattuglia non sono scelti secondo le simpatie personali degli incaricati, né perché “amici degli amici”(proprio per poter essere garanzia di continuità del lavoro svolto in e per la Regione, a prescindere da chi possano essere in quel frangente storico, gli Incaricati alla Formazione Capi), ma secondo dei principi di cui elenchiamo i fondamentali: essere formatori senior, quindi garantire l’esperienza necessaria per condurre momenti formativi ai quadri associativi, essere capaci in virtù di quest’esperienza di guardare oltre l’immediatezza di un evento formativo e poterne pensare soluzioni formative nuove o vederne debolezze appena percepibili; condividere la linea politica della Fo.Ca. espressa dagli Incaricati e dall’intera rete formatori, avere delle competenze e conoscenze importanti delle elaborazioni formative e statutarie dell’Associazione. Questa per noi è garanzia di qualità rispetto al servizio chiestoci. Quest’anno proprio in quest’ottica abbiamo nutrito la pattuglia dell’apporto di un capo campo di CFA che per la sua esperienza a livello nazionale può aiutarci ad ampliare la nostra visione rispetto ad alcuni aspetti della formazione capi. Siamo molto contenti della diversità di talenti presenti in pattuglia e soprattutto, siamo sereni per il clima di chiarezza e onestà che anima e sorregge il nostro lavoro. Ci auguriamo di poter fare molto di più del poco fatto, ma ci auguriamo di aver fatto soprattutto scelte opportune per la formazione dei capi della nostra regione i quali leggendo questa frase di Madre Teresa di Calcutta: “Fate che chiunque venga a voi se ne vada sentendosi meglio e più felice”, possano ripensando alle persone che hanno contribuito alla loro formazione ringraziarli per averli condotti dinnanzi a Dio, colui che solo dà senso al nostro servizio di educatori, “sentendosi meglio e più felici”. Buona strada Annalisa, Franco e Padre Marcello Incaricati ed Assistente Regionale alla Formazione Capi Area Organizzazione In quest’anno trascorso, il secondo del nostro mandato, abbiamo cercato di individuare le necessità di un’associazione organizzata come la nostra, con migliaia di ragazzi e capi, con le loro necessità di servizi adeguati, sia fisici, come la segreteria, la rivendita scout e le Basi, che telematici come il web. Come rendere ai capi più agevole il loro servizio? Come consentire ai ragazzi di sentirsi parte di una grande famiglia, dove alle domande effettuate, si ottengono risposte? Facciamo insieme quattro passi tra alcune parole chiave: Supportare La segreteria regionale deve essere il punto di riferimento efficiente dove tutti i servizi vengono erogati. Dopo una verifica dei reali carichi di lavoro della nostra segreteria, abbiamo cercato di meglio definire ruoli e necessità. Soffriamo di un servizio a due velocità, uno legato agli eventi, campi scuola e campi per ragazzi, che giustamente richiedono supporto ed attenzione, ed uno con ritmi meno strutturati legato alle relazioni esterne, sempre maggiori e continue, ai rapporti con gli enti, anche di natura economica, alla gestione dei bilanci ecc. Dobbiamo essere efficienti e riuscire a portare avanti il lavoro su tutti i fronti. Ci siamo confrontati a livello nazionale ed abbiamo verificato che le altre regioni di pari dimensioni, hanno due impiegati e distinguono i carichi di lavoro. 44 SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 1.09 Sicilia SCOUT Riteniamo opportuno analizzare questa ipotesi. Attualmente abbiamo attivato un part time di dodici ore settimanali per quattro mesi al fine di smaltire l’arretrato, ciò ci permetterà di valutare con attenzione per il futuro, che soluzioni individuare, che tipo di contratto eventualmente porre in essere e se sdoppiare i servizi: eventi e campi da una parte e amministrazione e segreteria generale dall’altra. Riteniamo parimenti prioritario, potenziare le nostre strutture per meglio metterle a disposizione degli associati. In questa direzione stiamo cercando, attraverso il Demanio di accompagnare la gestione delle basi di proprietà dell’Ente Mario di Carpegna, nostro braccio immobiliare, finanziando le ristrutturazioni necessarie e cercando di renderle un concreto biglietto da visita dello scoutismo siciliano. In questa direzione proponiamo di destinare il contributo straordinario del nazionale per 18.000 alle basi su citate e 10.000 per interventi nelle zone. Dialogare Ascoltare tutti, ma cercando di mediare le idee, utilizzando tre strumenti fondamentalmente, la stampa, il web e la posta elettronica. Un grande ponte, non finto ma reale, cercando di mettere in rete tutti, è questo Sicilia Scout, a breve anche Web, uno strumento per dare voce a tutti, non un quarto potere, anzi aiutateci a non cadere in tentazione. Sicilia Scout uscirà con tre numeri annuali, nella nuova veste che avete già visto, con approfondimenti tematici legati ai temi individuati dal nuovo progetto regionale e con la possibilità di prevedere al suo interno inserti tematici gestiti dalle branche e dai settori e dalla Formazione Capi. La pattuglia lavora con molto entusiasmo e siamo certi che in un clima di correzione fraterna, potrà sempre di più centrare le aspettative dei capi della nostra regione. Il sito è un elemento centrale, sia per la velocità delle comunicazioni che per la possibilità di essere gestito a più mani. Stiamo per risistemare l’area destinata ai capi, realizzando un Sicilia Scout Web, uno spazio elettronico dove dar voce a tutti con rapidità, favorire il dibattito, fornire notizie urgenti. Collegare Due grosse aree di intervento, la Cooperativa Scout e le realtà che ruotano attorno a noi. La Nuova Zagara, continua il suo cammino verso una programmazione attenta nella gestione ed un sempre crescendo supporto in servizi verso l’associazione. Lo scorso anno ha pagato per intero un numero di Sicilia Scout e si è fatta carico di molte spese relative agli appuntamenti per capi. Vogliamo continuare questa collaborazione e possibilmente potenziarla. Ringraziamo questo consiglio di amministrazione che ha gestito con professionalità e spirito di servizio la nostra cooperativa e ci auguriamo che il prossimo possa continuare nella stessa direzione. La C.E.SI. ci ha visti presenti e propositivi, nella convinzione di poter dare un contributo autorevole anche noi all’interno della chiesa. Stiamo lavorando, insieme alle altre associazioni sia nella Pastorale Giovanile, sia nella Pastorale per l’ Educazione e la Formazione che nella Consulta Regionale Associazioni Laicali. Molti appuntamenti ci attendono, cercheremo di portare il nostro stile e la nostra testimonianza. Con le altre realtà scout, il dialogo continua ed anche la collaborazione, dopo la loro presenza al convegno regionale, abbiamo avuto altre occasioni per essere insieme, speriamo che questa strada di condivisione possa proseguire. Efficientare Cercare di creare sinergie, valorizzare al massimo il tempo che dedichiamo al nostro volontariato, su questa linea le procedure automatiche di segnalazione per i campi fissi e mobili, la classificazione delle basi ad interesse zonale ed i beni confiscati alla mafia ed affidati all’associazione, con schede dei servizi forniti e, speriamo presto, un servizio di prenotazioni on line. Su questo chiediamo la collaborazione di tutti. Vorremo poter fornire alle altre aree associative, dati periodici per le loro valutazioni, creare parametri fissi per gli eventi, evitando che i campi o gli incontri abbiano costi diversi , oggi tra spese di viaggio e quota campo raggiungiamo cifre sensibili. SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 45 Relazioni del Comitato Potenziare Siamo tanti, veramente tanti, e dobbiamo raggiungere tutti, per questo dobbiamo potenziarci. Molte cose ci scappano di mano, ma dobbiamo riuscire a farle. A seguire trovate la relazione al bilancio, lo stato patrimoniale ed il conto consuntivo. Il preconsuntivo ed il preventivo li ritroverete sul sito appena saranno approvati dal comitato regionale che è in calendario in data successiva all’uscita di questo numero di Sicilia Scout e dopo che il consiglio regionale avrà espresso il parere previsto. Adesso abbiamo un nuovo progetto,ed una chiara strada tracciata per il futuro, nostro obiettivo è accompagnare, a volte preparare il terreno per far volare la nostra organizzazione sulle ali della competenza. Vogliamo saper fare e saper far fare, questo è il nostro essere. Maria Grazia e Giuseppe PREMESSA E NOTE DI LETTURA AL BILANCIO Il Bilancio è stato redatto con la suddivisione in quattro centri di spesa (e di entrata), che sono Coordinamento Metodologico, Formazione Capi, Organizzazione, Comitato regionale, e fanno capo ai rispettivi Incaricati o, per il centro di spesa Comitato regionale, ai Responsabili regionali. Il Bilancio viene anche riclassificato secondo uno schema standard predisposto dall’Agesci nazionale per tutte le Regioni scout. ANALISI DEL CONSUNTIVO 2007-2008 Gli scostamenti più significativi rispetto al Preconsuntivo riguardano, nella parte Entrate: A.1. minori riscossioni di quote dal Centrale - 1.661,90 A.2. 1.1.1 maggiori riscossioni da manifestazioni per capi e ragazzi + 4.851,00 A.2. 1.2.1 minori riscossioni da quote di eventi L/C per ragazzi - 6.524,00 A.2. 1.4.1 minori riscossioni da quote di eventi R/S per ragazzi - 5.203,40 A 2.2.1 maggiori riscossioni per eventi di formazione Capi + 3.583,37 A.2.3 maggiori riscossioni Organizzazione + 5.967,97 F.1.1 entrate straordinarie, maggiori riscossioni contributi e rimborsi + 23.575,74 F.1.3 entrate straordinarie, maggiori riscossioni varie + 2.056,22 Riguardo la maggiore entrata della voce A.1, la stessa si riferisce a minori trasferimenti dal Centrale derivanti da una quota per socio censito leggermente sovrastimata. Le altre differenze nelle entrate sono dovute, per le entrate legate allo svolgimento di attività o eventi, a errate stime nella previsione, al mancato svolgimento di alcune attività o allo svolgimento di attività non previste, ovvero, alla mancata o tardiva presentazione dei rendiconti delle attività o campi; in questi casi le differenze sono comunque collegate alle spese per manifestazioni ed eventi (voci D.1. 2 e 4 della spesa), per cui non hanno inciso sul risultato finale. Le maggiori entrate del settore Organizzazione, voce A.2.3, si riferiscono alle quota parte del censimento relativa all’assicurazione dei soci maggiorenni; anche questa maggiore entrata non incide sul risultato finale poiché lo stesso importo dell’entrata (28.374,00) compare nella spesa alla voce D.3.2.1. Nelle entrate straordinarie le maggiori riscossioni della voce F.1.1, pari ad euro 23.575,74, sono la somma algebrica di componenti positivi e negativi: c’è stata la concessione da parte del Comitato Nazionale AGESCI di un contributo speciale di euro 28.398,50, non preventivato e relativo alla quota derivante dalla destinazione del 5 per mille in dichiarazione dei redditi; c’è stata anche la mancata concessione, ovvero la concessione in 46 SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 misura inferiore a quanto preventivato, di alcuni contributi e rimborsi da parte di Enti locali ed altri organismi (- 4.822,76) La voce F.1.3 delle entrate straordinarie si riferisce invece per gran parte ad insussistenze del passivo, ovvero a quote di debiti che non dobbiamo più pagare. Circa le Spese si segnala: B.1 .5 minori spese Centro Studi - 3.937,51 D.1.2 minori spese della Branca L/C - 6.673,47 (vedi sopra minori riscossioni) D.1.4 minori spese della Branca R/S - 6.239,57 (vedi sopra minori riscossioni) D.1.7 minori spese (nessuna spesa) del settore Ambiente - 250,00 D.1.9 maggiori spese del settore P.N.S. + 2.797,04 D.1.10 maggiori spese del settore Nautico + 2.110,44 D.2.2 maggiori spese per eventi di formazione Capi + 2.012,20 D.3.2 2.1 maggiori spese per assicurazioni + 5.714,78 D.3.2 2.2 minori spese per strutture periferiche - 1.400,00 D.3.5 maggiori spese per terreni e basi + 1.206,00 D.3.6 minori spese del settore Comunicazione - 2.704,00 D.3.7 maggiori spese per accantonamenti + 1.594,50 G.1.2 uscite straordinarie, maggiori altre uscite + 31.144,53 Anche riguardo le spese possiamo dire che le differenze sono dovute a sovrastime nella previsione ovvero al mancato svolgimento di alcune attività o allo svolgimento di attività non previste (fattori già evidenziati per l’entrata). Le minori spese per attività del Centro studi, voce B.1.5, si riferiscono alla realizzazione di un libro che è stata rinviata. Le maggiori spese per assicurazioni, voce D.3.2 2.2, sono correlate alle maggiori entrate. Le minori spese per strutture periferiche, voce D.3.2 2.2, sono i ristorni integrativi alle Zone, dovuti per le presenze dei Quadri zonali alle riunioni regionali: evidentemente non sempre tutti sono stati presenti. Le minori spese del settore Comunicazione sono dovute al fatto che, in parte, di tali oneri si è fatta carico la Cooperativa La Nuova Zagara. Le maggiori uscite straordinarie si riferiscono per gran parte all’accantonamento della maggiore entrata straordinaria (vedi sopra sub F.1.1) relativa al contributo straordinario del Comitato Nazionale (5 per mille) ed in parte a sopravvenienze passive. Volendo analizzare nel complesso i risultati sopra esposti, possiamo dire che a fronte delle maggiori entrate ordinarie sopra evidenziate, pari a circa mille euro, si registrano minori spese ordinarie per un importo superiore, circa 5.700 euro, per cui il risultato ordinario è pari a - € 11.881,95 a fronte di - € 19.816,14 del preconsuntivo; in sostanza il Consuntivo nel complesso è migliore rispetto al dato del preconsuntivo di € 7.934,19. Grazie al risultato delle partite straordinarie, pari a + € 3.487,43, l’anno 2007-2008 chiude un disavanzo pari a - € 8.394,52. Il riporto degli avanzi degli anni precedenti (€ 10.616,14) porta il risultato finale a + € 2.221,62. Possiamo quindi affermare che, nel complesso, siamo riusciti ad impiegare certamente meglio che negli anni precedenti le somme disponibili, utilizzando anche parte dell’avanzo degli anni precedenti. Si segnala infine che la somma ricevuta dal Centrale come contributo straordinario, pari ad € 5.500,00 finanzia parte della spesa del dipendente dell’AGESCI Sicilia, nell’ambito del progetto che ha permesso di far transitare (nel 1999) detta spesa dalla Cooperativa La Nuova Zagara a carico del Bilancio regionale. Precisiamo ulteriormente che la “Cassa del magazzino regionale” indicata nei conti patrimoniali alla voce A.1.6 è materialmente custodita dallo stesso magazziniere. SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 47 AGESCI SICILIA - AREA ORGANIZZAZIONE SITUAZIONE PATRIMONIALE AL 30-09-2008 (importi espressi in euro) 48 AGESCI SICILIA - AREA ORGANIZZAZIONE BILANCIO CONSUNTIVO 2007-2008 (importi espressi in euro) 49 i nostri errori A pag. 23 del numero scorso (n. 4 – dicembre 2008) abbiamo presentato i cinquant’anni del Gruppo Pachino1. In realtà l’anniversario riguardava il Pachino2. Ci scusiamo dell’errore con gli interessati, rinnovando ancora una volta gli auguri... per altri cinquant’anni insieme!!! 50 1.09 Sicilia SCOUT SICILIA SCOUT - anno XVIII - numero 1 - marzo 2009 Orario d’ apertura del punto vendita di Palermo: Orario d’ apertura del punto vendita di Catania: 1.09 www.sicilia.agesci.it - [email protected]