ANNO XIX N. 9 9 MARZO 2012 EURO 1,50 centonove Settimanale di Politica, Cultura, Economia Il candidato a sindaco di Palermo apre al Pdl. E agli scenari futuri A PAG. 9 Alla corte del preside Romano Un concorso “sospetto” dietro i crediti gonfiati all’Università di Messina A PAG. 17 Ruby L’alleanza? Costa Andrea Romano Massimo Costa SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) Ruby, verbali a luci rosse Testimonianze in procura sugli incontri della ragazza marocchina A PAG. 18 L’INCHIESTA Invalidati REVOCATE META’ DELLE PENSIONI IN SICILIA. DAI CASI CHOC DI AUTISTI-CIECHI AI DIPENDENTI COMPLICI DELL’INPS DI MESSINA E PALERMO. ECCO QUANTO CI COSTANO I FINTI DISABILI il punto 9 MARZO 2012 centonove EDIT Locomotiva fuori binario DOPO ALCUNI ANNI di vivaci polemiche lʼAnas, per un importo di 800 milioni, ha appaltato i lavori della Siracusa-Ragusa. Ventʼanni per appaltare unʼopera in Sicilia sembra quasi un tempo accettabile, considerati i tempi di realizzazione della MessinaPalermo. E considerate pure le premesse del governatore Raffaele Lombardo, che ha scoperto la lentezza della spesa comunitaria e ha deciso ora di dare un colpo di acceleratore, non sorprende che ad aggiudicarsi i lavori sia stato il soggetto proponente dellʼopera, un consorzio a metà tra Tecnis e Maltauro. Eʼ un film che si ripete...Stupisce invece, la virtuosa virata di Giampiero DʼAlia, capogruppo al Senato dellʼUdc, che dice da un poʼ di tempo cose da buon padre di famiglia: con i soldi stanziati per lʼaumento di capitale del Ponte, si sarebbe potuto comprare un tremo per mille pendolari e forse sullo Stretto ci sarebbe qualche disservizio in meno. Dice cose giuste DʼAlia, al punto di affermare una banalità: la società Stretto di Messina va chiusa immediatamente. Drena e brucia risorve, lʼopera è stata definanziata e non si farà mai. Se solo il presidente della Regione anzichè parlare a vanvera dellʼopera-madre, si dedicasse a nomiare qualche dirigente generale secondo competenze e non tessere di partito, forse accelerebbe la spesa comunitaria e la Sicilia perderebbe qualche treno in meno. Oggi perdiamo su tutto. Peppe Lumia Pd, la democrazia difficile Le primarie sono una competizione non la ratifica dei desideri di chi li organizza. Inutile andare al voto se deve diventare pretesto di nuove autolesionistiche divisioni DI DOMENICO BARRILÀ MI CHIEDO SE TUTTE LE volte che si vota per le primarie allʼinterno della coalizione di centrosinistra, e non vince il candidato indicato dal Pd, ne debba nascere una sorta di ibrido teatrale, a metà strada tra Otello e Filomena Marturano. Se deve vincerle per forza il concorrente designato dal Pd, tanto vale evitarle, si risparmierebbero tempo, soldi e stress. Chi immagina epiloghi già scritti dovrebbe venire allo scoperto e dircelo, a cominciare dai giornalisti che poi ci ricamano sopra perché è uscita la sorpresa e perché loro non lʼavevano prevista. Alle primarie palermitane spero abbia vinto un candidato degno, sostenuto e votato (fino a prova contraria) da elettori degni. In ogni caso si è votato, e se qualcuno i voti se li è comprati peggio per lui, perché significa che è nato vecchio, anzi politicamente morto, e non durerà a lungo. Adesso ci sono un paio di indagati per presunti brogli, un brutto viatico, un sasso che potrebbe diventare una valanga e riconsegnare il comune ad un brutto centrodestra. Forse perche temevano esiti del genere, i milanesi o i romani si aspettavano che su quella ruota uscisse Rita Borsellino, ma i milanesi e i romani vivono a casa loro, più comodamente dei siciliani, i loro giovani non emigrano e le loro donne non devono fare miracoli quotidiani per portare il cibo in tavola e mandare i figli a scuola. Loro non sanno nemmeno che in Sicilia la politica non cʼentra nulla con la politica, ma rappresenta la principale complicazione della drammatica realtà quotidiana. Speriamo che le primarie palermitane non affossino le primarie tout court. I fatti dicono che i candidati espressi attraverso primarie vere e pulite, in genere vincono le elezioni amministrative, perché la gente li percepisce più vicini e per questo si sente responsabilizzata nel sostenerli. Il caso di Cagliari, roccaforte del centrodestra, e quello di Milano, diventato negli anni feudo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Garante del lettore Attilio Raimondi - Editore: Kimon scrl: Via S. Camillo, 8 MESSINA tel.: 090/9430208 Fax: 090/9430210 P. Iva 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11- 92 del 4 maggio 1992 Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229 Stampa: Sts Spa - Società tipografica Siciliana spa Strada 5 n. 35 - zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti via San Camillo, 8 98122 (ME), CCP n° 90443839 Copie arretrate Euro 3,00; Internet: http://www.centonove.it e-mail [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile inquietante di Cielle e della Lega, valgono più di qualsiasi ragionamento politico. Sono stati due sovvertimenti inattesi, figli della spinta guadagnata con le primarie. Si dice che il regista della vittoria di Fabrizio Ferrandelli sia Beppe Lumia, sostenitore della giunta regionale presieduta da Raffaele Lombardo e avversario dellʼattuale segreteria isolana del Pd. Possiedo memoria lontanissima di Lumia, avendolo conosciuto più venti anni fa al coordinamento dei movimenti politici cittadini, allʼindomani di tangentopoli. Aveva già allora una raffinata capacità di analisi politica, i suoi interventi erano lunghi, forse troppo, ma pieni di logica. Dava lʼidea di una persona preparata e piuttosto ambiziosa. Una promessa mantenuta per entrambe le voci, potremmo dire, per questo non ci trovo nulla di inatteso nella sua alleanza con il governatore siciliano, che pure fatico a condividere. Voglio ricordare quelle riunioni romane e sperare che un pizzico dello spirito di allora gli sia rimasto. La Sicilia è in difficoltà e la situazione potrebbe sfuggire di mano, non sarebbe tollerabile lʼennesimo aborto delle speranze. Lo sappia Beppe Lumia, da ora in avanti, nel bene e nel male, sarà tra coloro che dovranno rispondere dello stato dei fatti. P.S. A proposito di politica alla siciliana. Angelino Alfano è sempre più tenero, come quel tonno che si taglia con un grissino. Una diga. Il suo capo chiama, lui risponde e non si presenta da Mario Monti, perché papà non vuole che si parli di certi argomenti. Poi, come gli adolescenti che vengono sorpresi a masturbarsi, cambia discorso e dice che Bersani dovrebbe sostituire Crozza alla Rai. Lui invece, poverino, alla Rai non può neanche andarci perché non gli viene accordato il permesso. Insomma non può sostituire nessuno, perché sarebbe troppo autobiografico se sostituisse nessuno. Distribuzione Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso n. 9/11 - 98124 MESSINA telefono 090/692508 Distributore regionale Eagleservices via M.Rapisardi, 62 95021 Acicastello (Ct) Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090/9430208 Fax: 090/9430211-9430210. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm3,5 x 4,5); Manchette prima pagina Euro 206, 58; Finestrella prima pagina Euro 438,99; commerciali a mod. Euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod Euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. Euro 129,11; redazionali Euro 77,47; una pagina interna Euro 1.446,08; ultima pagina Euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + Euro 387,34. Graziella Lombardo Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana pagina 2 Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Sommario centonove 9 MARZO 2012 PRIMO PIANO La fabbrica degli invalidi Pratiche manomesse, scatta lʼinchiesta allʼInps di Messina. Viaggio in una regione dove il numero delle pensioni è da record A PAGINA 6/7/8 TOP SECRET COMUNE DI MESSINA POLITICA Danno erariale, denuncia per i dirigenti Quando l’alleanza... Costa Il candidato sindaco di Palermo apre al Pd. E agli scenari futuri A PAGINA 9 Primarie, caccia al colpevole La vittoria di Fabrizio Ferrandelli spacca tutto il centrosinistra A PAGINA Ruggeri cade sul casello 10/11 Il progetto dei palazzi di Viale Italia a Messina, da trasferire in via La Farina Lente sugli spostamenti del commissario dellʼAto3. Con lʼauto di servizio A PAGINA 12 La Stu? Trasloca I palazzi di Viale Italia trasferiti in via La Farina A PAGINA 13 Stop al traffico... dei rifiuti POSTER Il sindaco di Terme Vigliatore Bartolo Cipriano chiede lʼeco-indennizzo Hollywoodiano di Sicilia A PAGINA 22 Pdl allo sbando: arriva Rizzo «Spiegate chi era Fava ai giovani» A Lipari scende in campo lʼex Difersore Civico A PAGINA 14 L’ombra del commissariamento A Barcellona protrebbero saltare le elezioni A PAGINA 15 A tu per tu con Alessandro Gallo, che nelle scuole racconta la criminalità vista “dallʼinterno” A PAGINA 23 A PAGINA 42 La produzione di Bruno La Padula in mostra A PAGINA 43 A PAGINA 26 Il Comitato per lʼistituzione non molla dopo lʼultimo dietrofront dellʼArs A PAGINA 27 Quando la Grazia è imbattibile Minuta, bionda, occhi azzurri. Ecco la bella messinese che nessuno mette ko A PAGINA Dalla pistola all’ago 28 Corsi di ricamo e cucito per le detenute di Gazzi A PAGINA 29 A Santa Teresa di Riva tutta lʼopposizione insieme per sconfiggere Alberto Morabito A PAGINA 16 La prima donna medico di Messina Il documentarista prende di mira in un video il vescovo Zambito. Con qualche parolaccia A PAGINA 24/25 Gela, “Provincia o morte!” Il Listone delle meraviglie Elena, i miei primi 100 anni Andavamo in Piazza del Popolo Lo stabile sarebbe dovuto divenire una struttura per disabili. Ma mancano i fondi PAG.31 NOMINE Santo Stafano Medio riscopre Santi Tafarella A PAGINA 38/39 Zanghì, mister satira Ex Ciss, ricominciamo da tre Vincenzo Franza PAG.13 RUBRICHE 4/5 Settegiorni 30 Qui, scuola 30 Istruzioni per l'Uso 36 Occorre Sapere 36 Uomini & Business 36 Notizie dai Consulenti 36 Consumatori 40/41 Libri/La Classifica 44/45 Weekend 46/47 Lettere & Commenti 46 Messina Drastica 46 Heritage 46 Ecologia e Ambiente 47 Eliodoro 47 150 Parole da Palermo 47 Antibuddaci 47 Animal House ECONOMIA Laureevirtuali,buferasuRomano Il preside di Scienze Politiche sotto accusa A PAGINA 17 A PAGINA 31 I verbali in procura di Messina sugli incontri della ragazza marocchina A PAGINA 18/19 Messina, guerra sulla Falce A PAGINA 32 Finisce la pace tra lʼEnte Porto e lʼAutorità Portuale per una concessione sul molo norimberga A PAGINA 33 Amore, diamoci un taglio Lo Stretto dei ricorsi Una 27enne di SantʼAgata Militello accusata di aver accoltellato il fidanzato Messina e Catania capitali delle vertenze. I dati della Commissione tributaria regionale A PAGINA 35 A PAGINA 21 MESSINA Ristorante in Galleria per il portiere Cecere MESSINA. Il portiere del Messina Mimmo Cecere “mette piede” alla Galleria Vittorio Emanuele. Il calciatore, forte dei consensi dei “Fratelli la Bufala”, ha preso in affitto i grandi locali ex Elva sotto i portici per aprire un nuovo ristorante-pizzeria. MESSINA. Ritorna il Partito Liberale a Messina. Segretario provinciale è lʼavvocato Massimo Rizzo. Tra gli aderenti, il presidente dellʼAiga Alberto Vermiglio, il senatore Enzo Palumbo, lʼex consigliere provinciale Salvatore Piccolo e la dorella del defunto sottosegretario Antonio DʼAquino. Maregrosso, silenzio assenzo La Regione riacquista la titolarità del litorale in zona sud. Anche se... Chiude il Trifiletti di Milazzo. Attori in protesta. A PAGINA 20 MESSINA. Direttori in arrivo per gli Ersu (Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario) di Messina e di Palermo. A ricoprire le due poltrone vacanti da tempo saranno rispettivamente Francesca Ruggeri, la più alta in grado negli uffici del capoluogo dello Stretto, e Mimmo Giubilaro, dirigente dellʼassessorato allʼIstruzione. Torna il Partito Liberale Segretario è Rizzo Il gruppo Franza investe 30 milioni nella riqualificazione dellʼex industria Ruby, testimonianze a luci rosse Teatro, cala il sipario Ruggeri e Giubilaro direttori di due Ersu MESSINA Shopping alla Montecatini SICILIA MESSINA. Offensiva in corso contro i dirigenti del comune di Messina che hanno ricevuto compensi straordinari per commissioni di aggiudicazione gare. Il collegio dei revisori dei conti di palazzo Zanca ha inoltrato un esposto alla Procura della Corte dei conti per danno erariale. Secondo la denuncia, le somme “extra” percepite, violano il principio dellʼonnicomprensività dello stipendio dirigenziale. pagina 3 Grazia Rigolizio PAG. 28 9 MARZO 2012 7giorni centonove MESSINA. IL TRIBUNALE DICE SÌ AL CONCORDATO PREVENTIVO CHI SALE L Antonio Fazio MESSINA. Anche durante le crisi, il consigliere comunale non perde il suo aplomb britannico. In piena emergenza rifiuti, quando la spazzatura si accumulava fuori dai cassonetti, Fazio, scavalcando i muntarozzi di munnizza, ha continuato imperterrito a depositare plastica, vetro e carta negli appositi cassonetti per la differenziata. L Gianpiero D’Alia MESSINA. Il coordinatore regionale dellʼUdc ha interrogato il premier Monti sulla ricapitalizzazione della società Stretto usando un esempio inattaccabile: “Con i 61,3 milioni si sarebbero potuti acquistare 6 treni per ovviare alla situazione sempre più drammatica dei pendolari siciliani». L Demoter, l’ultimo... atto L’impresa “si travaserà” nella Cubo Spa, che già da mesi sta assorbendo gli ex dipendenti MESSINA. Ultimi lampi per la Demoter. Che presto cambierà pelle. La sezione Fallimentare del tribunale di Messina ha depositato, giovedi 8, il provvedimento di ammissione di Demoter Spa (oggi in liquidazione) alla procedura di concordato preventivo (un accordo fra imprenditore e creditori), con nomina di Antonino Orifici quale giudice delegato e di Maurizio Lipani quale commissario giudiziale.“Ritengo che il provvedimento di ammissione non rappresenti affatto una sorpresa - ha spiegato il liquidatore Maurizio Cacace - ma bensì ha reso di fatto possibile la conservazione del know how della Demoter in capo allʼassuntore Cubo Spa (una sorta di “garante” della procedura, ndr) che potrà proseguire in tutte le attività di cantiere”. Si chiude così lʼepopea di una delle imprese di Carlo Borella maggiore successo nel settore edilizio a Messina, caduta in bassa fortuna a causa del mancato rilascio del certificato antimafia (indispensabile per poter accedere ad appalti pubblici”, a causa dellʼaccusa per il patron della Demoter, Carlo Borella, di DIRITTI DEI DISABILI L Giuseppe Rodi MESSINA. Lʼaveva detto e si è avverato. Il “denunciatore compulsivo” aveva puntato il dito contro la pericolosità della linea Taormina-Messina, e, puntuale, un treno ha deragliato nei pressi di Letojanni. I maligni hanno osservato che, con tutte le denunce che Rodi lancia, per la legge dei grandi numeri prima o poi qualcuna si avvera. L Salvatore Coppolino BARCELLONA. Il consigliere provinciale, senza grandi proclami, riesce sempre a ritagliarsi poltrone di prestigio. Non solo è stato eletto nel coordinamento provinciale del Pdl, ma è stato nominato anche segretario amministrativo del “comitato”. SOCIETA’ Guardia di Finanza, arriva generale Cuneo PALERMO. Cambio al vertice della guardia di finanza in Sicilia. Il generale di corpo d'armata Domenico Achille lascia la guida per assumere lʼincarico di comandante interregionale della guardia di finanza dell'Italia Meridionale. Al suo posto arriva il generale di divisione Fabrizio Cuneo, romano, che nell'ultimo periodo ha coordinato missioni in Albania. Fortunato Romano MESSINA. Il deputato regionale del Mpa incassa il “sì” dellʼArs con un ordine del giorno a favore del trasporto pubblico locale e sui collegamenti con le isole minori. Il testo chiede una inversione di tendenza per i collegamenti con le piccole isole, già alle prese con difficoltà di ordine strutturale-geografico. favoreggiamento. Durante gli anni migliori, il 2007 e 2008, la Demoter era arrivata a risultati operativi da due milioni e mezzo di euro. Da qualche mese, parte dei dipendenti avevano iniziato a migrare verso la Cubo Spa. Maestra di Messina picchia alunni, chiesto il giudizio In piazza contro le barriere architettoniche MESSINA. Si sono date appuntamento il 10 marzo, in Contrada Badessa, a Faro Superiore, per protestare pacificamente in nome dei disabili e dei loro diritti, in una città disseminata di barriere architettoniche di ogni tipo. Sei associazioni messinesi (Aifvs, Meter e Miles, Senza Barriere, Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, il Centro Helen Keller e Legambiente dei Peloritani) e un unico obiettivo: quello di sensibilizzare la cittadinanza al tema della legalità e al rispetto dei diritti dei più deboli. MESSINA. PETIZIONE PER LE DUE CAGNETTE DELLA CASERMA ZUCCARELLO Una casa per Zara e Zuccarella MESSINA. Si sono mobilitati in 130 per salvare Zara e Zuccarella, due randagie di 7 e 4 anni che sono nate e hanno sempre vissuto nel cortile della caserma “Zuccarello”. Prelevate dallʼaccalappiacani dopo qualche lamentela, le due cagnette sono state allontanate dal loro habitat naturale e condotte al canile di Castanea. Sterilizzate, vaccinate e “microchippate”, Zuccarella e Zara dovevano essere rilasciate come previsto per gli animali inoffensivi. Ma una vita per strada per loro, abituate a scorrazzare circondate dallʼaffetto dei lavoratori della caserma, le avrebbe condannate a morte certa. Centinaia di persone hanno firmato una petizione indirizzata al questore di Messina, Carmelo Gugliotta, per salvare le due randagie. Alcuni dipendenti della caserma si sono persino offerti di costruire un recinto dove ospitarle negli orari di apertura al pubblico. Il questore si è detto disposto a dare il suo consenso affinché tornino a “casa” purché qualcuno garantisca di occuparsene. pagina 4 MESSINA. La Procura di Messina ha chiesto il rinvio a giudizio per l'insegnante di 62 anni della scuola elementare Boer di Messina accusata di avere insultato e picchiato i suoi alunni. L'insegnante era stata sospesa per due mesi nel dicembre scorso a seguito di un'indagine scattata dopo le denunce presentate dai genitori di alcuni bambini. La polizia con una telecamera nascosta aveva ripreso l'insegnante. Passeggiata botanica a Forte San Jachiddu MESSINA. Gestito dalla cooperativa sociale "Scirin", il parco ecologico S. Jachiddu di Messina riprende le attività in vista della primavera: domenica 11 marzo, alle ore 10, si svolgerà, in collaborazione col CAI, una passeggiata botanica dedicata all'erica (pianta dalle cui radici si fabbricano pipe e zampogne) e al biancospino. Banca DatiFranco Teresi, così il comitato scientifico PALERMO. Costituito all'assessorato dell'Economia un comitato scientifico per coordinare la banca dati della legislazione regionale intitolata al giurista Franco Teresi. Ne fanno parte, oltre all'assessore per l'Economia, al segretario generale, all'avvocato generale, al ragioniere generale della Regione, i professori delle Università siciliane: Salvatore Raimondi, Guido Corso, Maria Immordino, Filippo Salvia, Antonio Romano Tassone, Antonio Ruggeri, Agatino Cariola e Giuseppe Verde,Salvatore Sammartino, Salvo Andò, il presidente delle sezioni riunite della Corte dei Conti della Sicilia, Rita Arrigoni e Riccardo Virgilio, presidente del Consiglio di Giustizia amministrativa della Sicilia. Messina, al via le Olimpiadi delle Scienze Naturali MESSINA. Mancano ormai pochi giorni allʼavvio delle Olimpiadi delle Scienze Naturali, la competizione organizzata dallʼAnisn e rivolta agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Come nelle precedenti edizioni, le olimpiadi si svolgeranno nella città dello Stretto, allʼistituto E. Majorana, il 15 marzo. Il termine ultimo per le iscrizioni scadrà il prossimo lunedì 12. 7giorni centonove 9 MARZO 2012 ROSA E NERO Comiso. una scuola per Bufalino RAGUSA. L'istituto comprensivo di Pedalino, frazione di Comiso, sarà intitolato allo scrittore Gesualdo Bufalino. L'iter burocratico per intitolare l'istituto all'autore di 'Diceria dell'untoré si è concluso positivamente dopo 4 anni. "Intitolare una scuola a Bufalino - dice la dirigente Giovanna Campo - è un onore che risponde a una precisarichiesta del territorio e intende colmare un vuoto che risuona forte nella nostra coscienza: non c'é in provincia di Ragusa una scuola che porti il nome di questo illustre scrittore". E’ morta la nonnina di Rebera Una delle immagini contenute nel volume LETTURE. IL LIBRO FOTOGRAFICO “IL VAGABONDO DELLE STELLE”, DI PIPPO LACAVA Messina in 50 anni di immagini MESSINA. Attimi di vita, attimi di storia e di emozioni personali che raccontano mezzo secolo della città di Messina e dellʼItalia, quelli immortalati dagli scatti del fotoreporter Pippo Lacava e oggi racchiusi e riproposti nel libro fotografico “Il vagabondo delle stelle”, redatto e curato da Geri Villaroel. Il volume, che sarà presto in libreria, è stato presentato il 28 febbraio presso il Royal Palace Hote, dal Rotary Club Messina. «Conoscendo Pippo e la sua brillante carriera - racconta Geri Villaroel, giornalista cinematografico e direttore del periodico mensile Moleskine - gli ho proposto di raccogliere i suoi piccoli pezzetti di vita per costruirne un vissuto della “nostra” storia, dando la possibilità a tutti di poterlo condividere e custodire e così abbiamo fatto». Dai luoghi storici e monumentali alle rappresentazioni della città, come il Vascelluzzo, lʼAgosto messinese col teatro dei Dodicimila in Piazza Municipio, Mata e Grifone, mitici fondatori della città, ai volti noti dello spettacolo. Dalla famosa Rassegna Cinematografica di Messina ai tanti illustri ospiti dellʼIrrera a mare alla Fiera Campionaria, fino ad unʼAnita Ekberg ritratta danzante al lido di Mortelle, “Il vagabondo sotto le stelle” racchiude in un diario visivo unʼintera epoca, una storia fotografica che mostra un tempo di tradizioni, modi di vivere e di pensare che oggi sono profondamenti mutati. La luce giusta, la posa più propizia, lʼattimo fuggente colto e catturato, fanno intuire la grande arte di Pippo Lacava, che la sua rolleiflex ce lʼaveva sempre in spalla, per immortalare i politici della città e provincia susseguitisi a quelli nazionali di spicco in visita, fino ad arrivare a Papa Woytyla, fotografato mentre salutava la Madonnina del Porto. Non mancano gli scoop, da Bettino Craxi che stava per perdere i calzoni alle foto della prima donna in Italia che diventò uomo. Ma anche degrado sociale, eventi storici come i moti di Reggio Calabria e fatti di cronaca che fecero scalpore sul panorama nazionale e internazionale. Insomma, Lacava era sempre sul posto giusto al momento giusto. (R.L.) IL CONVEGNO Acli, la ricetta per ricostruire il paese MESSINA. “Rigenerare comunità per ricostruire il paese”. È questo il tema dellʼassemblea congressuale delle “Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani” di Messina, che si terrà venerdì 9 marzo, alle 15, al PalAntonello. “Rigenerare le comunità - spiega il presidente provinciale Antonio Gallo - è il presupposto di qualsiasi rigenerazione sociale. Con il loro radicamento territoriale, le Acli messinesi sono chiamate a svolgere un compito fondamentale: non solo gestire attività o servizi, ma dare vita a spazi di condivisione, a ragioni di convivenza e prospettive di futuro. Ricostruire il Paese è un compito molto ambizioso, ma è anche una responsabilità cui nessun cittadino può sottrarsi». Allʼincontro, durante il quale saranno eletti i delegati ai congressi regionali e nazionali, interverranno Gaetano Tripodo della Caritas di Messina, il docente Luigi DʼAndrea, Don Sergio Siracusano dellʼArcidiocesi di Messina, gli ex sindaci della città dello Stretto Salvatore Leonardi e Franco Providenti, il deputato regionale Lino Leanza e il presidente delle Acli Sicilia Santino Scirè. AGRIGENTO. Eʼ morta la nonnina di Ribera, Caterina Quartararo, che il 22 novembre dello scorso anno aveva compiuto la veneranda età di 103 anni. Donna Caterina è nata nel 1908, si è sposata con Giovanni Scoma nel 1929, ha avuto quattro figli, ben diciassette nipoti e tanti pronipoti. E' stata festeggiata nella sua abitazione per il centenario dall' allora sindaco Antonino Scaturro che le ha offerto una targa e un mazzo di rose rosse. Era la riberese più anziana della città. Addio Fresta, storico di Giarre CATANIA. Si è spento a 88 anni Sebastiano Fresta, fra i più illustri storici di Giarre. "Il preside", come tutti lo chiavano, si era laureato in Lettere ed era in pensione dal 1989, insignito del Diploma di Medaglia d' oro ai benemeriti della Scuola. Ha dedicato le sue ricerche alle fonti di Storia della Contea di Mascali. Una delle immagini contenute nel volume ESPROPRI. IL COMUNE DI SAN FRATELLO RISCHIA IL DISSESTO Un campetto da 3 milioni SAN FRATELLO. Da un dissesto ad un altro. Quando San Fratello pensava di essere riuscita a risollevarsi dopo la frana che ha trascinato un pezzo di paese a valle, ecco arrivare un altro tipo di dissesto: quello economico. Il piccolo comune nebroideo che diede i natali alla famiglia di Bettino Craxi, lo statista socialista, è stato condannato dalla Cassazione a pagare 2 milioni 700 mila euro per un esproprio risalente a 39 anni fa a favore della famiglia Mancuso. Il sindaco Salvatore Sidoti Pinto allarga le spalle. «Eʼ un colpo mortale per le nostre casse - spiega - speravamo in cuor nostro che la vicenda si risolvesse ma ormai è stata messa la parola fine. Abbiamo chiesto aiuto alla Regione. Chiediamo un sussidio straordinario per evitare di dichiarare dissesto finanziario. Avevo fissato un appuntamento con il presidente Raffaele Lombardo ma il presidente era rimasto bloccato a Roma e lʼabbiamo rinviato». La Cassazione ha rigettato il ricorso dellʼamministrazione comunale confermando la sentenza della Corte dʼappello di Catania. I 2 milioni 700 mila euro, con gli interessi, sfioreranno i 3 milioni. Frutto di 39 anni di sentenze ed opposizioni basate su varie interpretazioni dellʼestensione del terreno, 13 mila metri quadri secondo le stime del comune, 27 mila metri quadri, invece, stando alle carte catastali prodotte dalla famiglia e sulla categoria dʼappartenenza, che i titolari rivendicano come zona edificabile e non terreno agricolo. pagina 5 CHI SCENDE M Mario Foti MESSINA. Il sindaco di Furnari ha conferito il primo incarico della sua gestione ad Antonino Belardo, il fratello di Paola, una candidata non eletta della lista civica che ha capeggiato alle elezioni dello scorso novembre. Lʼavvocato Foti si è così attirato le dure critiche dellʼopposizione. M Dino Sturiale MESSINA. La mattina nuoce ai bioritmi del fotografo. Durante la conferenza stampa del Pd sulla Stu, infatti, Sturiale ha impiegato qualche minuto a verificare cosa non funzionasse nella sua macchian fotografica prima di capire che stava tentando di mettere a fuoco con il coperchio ancora sopra lʼobiettivo. M Felice Calabrò MESSINA. Il consigliere comunale del Pd è un impulsivo. Durante la votazione per la presidenza della commissione consiliare allʼurbanistica, il responso delle urne ha scatenato lʼira di Calabrò, che ha sferrato un pugno su una porta. Che ha avuto, però, la meglio sulle nocche del consigliere. Calabrò, infatti, ha passato la mattina a tamponarsi il sangue. M Nunzio Rosso MESSINA. Per dimostrare che ha occhi solo per la consorte Beatrice Belfiore (vicepresidente della Quinta Circoscrizione), il penalista messinese ha quasi del tutto evitato il processo “più mediatico” di Messina. Rosso, infatti, si è presentato al Tribunale dei Minori, dove cʼera Ruby Rubacuori, a udienza praticamente terminata. M Alberto De Luca MESSINA. Il giovane dirigente regionale di Fli “scivola” sullʼaperitivo, correndo il rischio di dare corpo alle voci che lo vogliono in rientro nel Pdl. De Luca, infatti, ha partecipato allʼAperitivo Eoliano organizzato a Messina da Ciccio Rizzo, candidato a sindaco di Lipari. De Luca si è giustificato: «Al richiamo di Ciccio non posso resistere». primopiano 9 MARZO 2012 centonove ESCLUSIVO. Pratiche manomesse, scatta l’inchiesta all’Inps di Messina La fabbrica degli invalidi Un dipendente truccava le carte per creare falsi malati. Viaggio in una regione dove il numero delle pensioni è da record. Ma ora scattano le revoche di Michele Schinella MESSINA. Entrava nel sistema informatico, peraltro coperto da password, e manometteva i verbali delle commissioni mediche. Dʼincanto, con un colpo di mouse, chi non era stato dichiarato invalido dai medici lo era diventato e già pregustava di incassare un assegno mensile: in tutto, secondo i primi accertamenti, una trentina di persone. Antonio Sareri Iraci, infermiere in servizio alla sede di via Romagnosi di Messina, colto con le mani sulla tastiera dal direttore sanitario Francesco Papalia, è stato trasferito a Catania. I magistrati della Procura di Messina ora indagano per capire che tipo dʼaccordo vi fosse con i beneficiari del provvidenziale intervento e se vi sia stato lo zampino di intermediazione di sbrigaffacende o uomini dei patronati che prosperano nel business dellʼinvalidità civile. Come è accaduto a Palermo, dove nella giornata di mercoledì 7 marzo sono state arrestate 7 persone accusate di fare parte di unʼorganizzazione dedita alla truffa allʼInps proprio mediante la manomissione informatica delle pratiche: chi aveva trovato il modo per realizzarla è un ex dirigente dellʼIstituto ma tre dei complici sono responsabili dei patronati Fenalca ed Informafamiglia, due delle decine di patronati che spuntano come funghi in ogni città e in ogni paese della regione: solo a Messina città se ne contano 30. Ciechi che guidano la vespa, percettori di indennità di accompagnamento che tengono fede alla mission e accompagnano altri aspiranti invalidi con il Suv a effettuare le visite mediche, invalidi al 100% che giocano a calcio. La Sicilia, nella speciale classifica delle regioni a più alto tasso di invalidi, non è nelle primissime posizioni (è quinta), ma per fare un esempio, ha gli stessi invalidi civili della Lombardia benchè abbia una una popolazione pari alla metà. Non passa giorno così che non vengono smascherati falsi invalidi: dalla Guardia di Finanza o dallo stesso Istituto di previdenza sociale. Quattromila e 800 sono state sinora le prestazioni revocate dallʼInps in Sicilia a seguito delle verifiche straordinarie ordinate nel 2010 dal presidente Antonio Mastropasqua In termini percentuali sono stati trovati in Antonio Mastropasqua FALLIMENTI L’informatizzazione rimane sulla carta Al palo la riforma presentata come panacea di tutti i mali MESSINA. La panacea di tutti i mali (ritardi, truffe e pratiche smarrite) del mondo invalidità civile doveva essere lʼinformatizzazione dellʼintera procedura che si svolge tra le commissioni mediche dellʼAzienda sanitaria, che effettua la prima visita, e lʼInps, che controlla in seconda battuta ed eroga la prestazione. «Garantirà trasparenza e celerità», ha promesso il presidente dellʼInps Antonio Mastropasqua. Doveva partire dal primo gennaio del 2010 ed è rimasta, in Sicilia più che altrove, invece al palo. Dal primo luglio del 2010 al 31 agosto del 2011, su 48mila visite effettuate solo mille e 400 sono stati elaborati dalla commissione medica dellʼAsp 5 attraverso la procedura informatica, il 3% in termini percentuali. A Palermo, invece su 104mila visite, lʼinformatizzazione è avvenuta in 31mila e 800 casi, il 30%; A Caltanissetta delle oltre 20 pratiche incardinate, 12mila e 500 sono state inseriti nel sistema informatico, il 60%. Francesco Poli, da sei mesi commissario straordinario dellʼazienda provinciale di Messina, allarga le braccia: «Ho avuto modo di constatare che in effetti è così. Non ne conosco i motivi. Nelle prossime settimane vedremo di rimediare», promette il manager e consulente dellʼassessore alla Sanità Massimo Russo. (M.S.) pagina 6 L'ITALIA A CONFRONTO Il Sud è davvero il regno degli invalidi? Un teorema che trova – eccezioni a parte conferma nei dati Inps. Sembra quasi che la dieta mediterranea, il sole, il mare facciano male alla salute. Mentre l'inquinamento, stress metropolitano, i grassi del tramezzino e persino la nebbia siano dei toccasana. Nella graduatoria nazionale - elaborata sulla base del rapporto tra il numero delle prestazioni Inps riservate agli invalidi e la popolazione residente – al primo posto spicca l'Umbria. Nella paciosa regione di San Francesco, quasi 7 residenti su 100 sono affetti da una qualche disabilità. E il loro assegno medio, 427,89 euro, è anche il più “ricco” d'Italia. Seguono Calabria, Campania e Sardegna. La Sicilia occupa il settimo posto con 5,49 prestazioni ogni cento residenti. In coda alla graduatoria Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Praticamente il motore d'Italia. Anche se in senso assoluto è proprio la Lombardia la regione in cui vive il maggior numero di invalidi – 340.288 su una popolazione di oltre 9,9 milioni – questi sono appena una manciata in più rispetto ai 340.184 della Campania, che però conta ben 4 milioni di abitanti in meno. La Sicilia, infine, conta circa 110mila abitanti più del Veneto, ma gli invalidi sono 277.178, ben 104mila in più. buona salute il 20% di coloro che sono stati chiamati a visita straordinaria. Se si applicasse la percentuale di falsi invalidi al numero complessivo dei beneficiari degli assegni di Sicilia (280mila persone) si scoprirebbe che ci sono altre 50mila persone che incassano una pensione cui non avrebbero diritto. IL CASO MESSINA. Tra le provincie di Sicilia, in proporzione alla popolazione residente, Messina può vantare il numer più alto di invalidi: sono erogate in tutto 46mila pensioni (erano 34mila nel 2007). Il record è in parte frutto di un altro dato da guinness dei primati: la metà delle pensioni vengono accordate da decisioni giudiziarie, puntellate da consulenze mediche che smentiscono i medici del servizio pubblico deputati a vistare gli aspiranti invalidi. La possibilità di ottenere la pensione attraverso la via giudiziaria è cosi alta che tutti coloro, 20mila all’anno, che non riescono ad ottenere la pensione in prima battuta fanno ricorso. E così il contenzioso in materia previdenziale che deve sopportare l’Inps provinciale, così, non ha eguali in Italia. Lʼanomalia ha spinto, nel corso di un convegno pubblico tenuto nel 2009, Franco Patanè, uno dei medici in servizio da due decenni allʼInps di Messina, a sbottare: «La medicina non è una scienza esatta, è vero. Ma non è possibile che la nostra valutazione sia completamente travolta dai consulenti medici dei giudici. Chi li seleziona? Con primopiano centonove GLI INCASSI DEI MEDICI Quaranta visite in quattro ore, una ogni 6 minuti di media. Totale per ogni componente dalle commissione medica? Dai 300 ai 400 euro a pomeriggio. Lʼelevato numero delle domande dirette ad ottenere la pensione di invalidità (a Messina se ne presentano 40mila allʼanno) e la mancata informatizzazione delle pratiche ha chi se ne avvantaggia. I componenti delle commissioni mediche, pagati a visita, lʼinformatizzazione non lʼhanno mai sollecitata. Una breve sosta alla cittadella della salute del “Mandalari”, dove di pomeriggio affluiscono le decine di aspiranti invalidi, permette di farsi una mezza idea. «Anche volendo, se fosse implementata completamente la procedura informatica più di 10 visite in 4 ore non si potrebbero fare. Caricare tutti i dati nel sistema man mano che la visita viene svolta non è cosa agevole», ammette uno dei medici della commissione. (M.S.) quali criteri?», si è domandato davanti ad unʼaffollata platea. EVENTI PARTICOLARI. Èʼ stato grazie ad una sentenza di un giudice (e alla perizia di un medico) che ha ottenuto la pensione di accompagnamento perché affetto da grave demenza (cui ha diritto chi non è in grado di occuparsi di se stesso) Adolfo, ex autista dellʼAzienda trasporti municipalizzata. Ma il demente di Messina più che dalla visita clinica di revisione cui è stato sottopostoa è stato tradito dal nuovo lavoro che si era messo a svolgere. Adolfo dopo essere andato in pensione a seguito di unʼaggressione subita a bordo del bus, si è trasformato usando il fuoristrada nuovo di zecca in accompagnatore di disabili, le cui sedie a rotelle spingeva sino alle stanze delle commissioni mediche. Dove un giorno è stato notato dal medico dellʼInps che qualche giorno dopo lo ha sottoposto a revisione. Molto esosa per le casse dellʼente previdenziale sarà una recente sentenza dei giudici, che sempre sulla scorta di una consulenza medica, hanno premiato la tenacia di Antonino Catarinella Mancuso. Che, nel 1991, a 50 anni, ha presentato richiesta di pensione dʼinvalidità. Il primo consulente ha stabilito che non ce n'erano gli estremi. Il suo legale Teresa Notaro, uno dei più gettonati in materia previdenziale con studio a Messina, in provincia e in altre città della Sicilia, ha chiesto al giudice di nominare un altro consulente. Questi alcuni anni dopo ha stabilito che al richiedente, la pensione spetta sì, ma dal momento in cui ha effettuato la visita. Il legale non si è accontentato e ha chiesto la rinnovazione della perizia. Il giudice glielʼha accordata: il nuovo perito, anni dopo ancora ha a sua volta stabilito che la pensione tocca, ma dalla visita da lui effettuata. Lʼavvocato ha chiesto così di rinnovare nuovamente la perizia. Il giudice del Tribunale di Patti, Pietro Siciliano, ancora una volta ha detto sì. Ma nel collegio di cui faceva parte Giuseppe Forzano e Salvatore Gigante ci ha messo Davide Donzelli, perito che si era già pronunciato in precedenza: i tre si sono pronunciato non solo perchè Antonino Catarinella Mancuso ottenga la pensione, ma perchè la riceva dal momento della presentazione dellʼistanza, ovvero dal 1991 (con arretrati, interessi e rivalutazione). LʼInps si è opposta alle conclusione dei tre medici, invano. RAPPORTO ANMIL “Donne, disabilità e lavoro tra sicurezza e qualità della vita» MESSINA. Sul lavoro, le donne si infortunano più degli uomini. Dal secondo rapporto Anmil emerge infatti che nel 2010, su 89000 infortuni avvenuti in Italia, oltre 43000, cioè il 50,7%, interessano le donne e 45000 gli uomini, cioè il 49,3%. Il settore con la più elevata incidenza di infortuni femminili è quello della sanità con lʼ11%, seguito dai servizi alle imprese (servizi di pulizia), dal commercio e dal settore statale tutti intorno al 10%. Anche il tasso di disabilità femminile riportato dallʼIstat pari al 6,2% della popolazione è maggiore di quello maschile pari al 3,4. LʼAnmil di Messina ha inaugurato lʼapertura di un proprio Patronato e di un Caf per far fronte alla problematica della sua utenza. Le donne rappresentano il 40% degli occupati, ma sono interessate dal 31,6% complessivamente di infortuni, dal 24% con esiti di inabilità permanente e dalʼ8,1% da infortuni mortali. LʼAnmil, grazie allʼamministrazione comunale di Messina, inaugurerà nellʼarea individuata, tra il Tribunale e lʼAteneo di Messina, un monumento commemorativo ai mutilati ed invalidi del lavoro. (M.V.) 9 MARZO 2012 IN CIFRE. Il dato in Sicilia delle indennità revocate Ne son “guariti” 4.344 DI ETTORE IACONO ANCHE GLI INVALIDI possono guarire, ma i numeri del presidente dell'Inps, Antonio Mastropasqua, sulla lotta ai falsi malati nel 2011, non convincono molti. In Italia su 250mila controlli programmati, ben 34.752 (28,42 per cento) sarebbero i casi in cui va revocata la pensione. Per 54mila, invece, la posizione è ancora da definire. A rischio i 36.902 che non si sono presentati alla visita. La Sicilia pare sia una terra in cui si guarisce abbastanza, anche se l'Isola figura solo al sesto posto in Italia dopo Campania, Basilicata, Molise, Umbria e Lazio. Nel 2011 sono stati 26.579 gli invalidi chiamati dall'Inps, ma le visite effettuate sono state soltanto 12.913. E in 4.344 casi (33,64 per cento) i medici hanno revocato le prestazioni, mentre per 5.811 la posizione è da definire. Gli assenti ingiustificati sono risultati 5.873. Questo il quadro reso noto da Mastropasqua. E le polemiche non sono mancate. Non solo perché si parla di invalidi migliorati con le cure fino a ridurre al di sotto del 74 per cento la loro disabilità (il minimo per aver diritto a una prestazione) e non di falsi pagina 7 malati, ma anche perché i numeri non tornano ad associazioni ed istituzioni. INVALIDITA SICILIA NEL 2011. Ma in Sicilia quanti sono davvero gli invalidi civili? Ben 277.178, e dall'Inps ricevono in media 391,8 euro al mese. In Sicilia, secondo l'osservatorio statistico dell'Istituto nazionale della previdenza sociale, nel 2011 sono lievitati il numero degli invalidi civili (+3,76 per cento rispetto al 2010, quando le prestazioni erano 267.145) e l'importo medio erogato (da 384,5 a 391,8 euro). Moderato l'aumento delle pensioni – da 100.336 a 101.168 – più marcato quello delle indennità, che nel 2011 hanno raggiunto quota 176.010 a fronte delle 166.809 dell'anno precedente. Nel dettaglio, le prestazioni per le persone non vedenti - i ciechi civili secondo la terminologia burocratica - sono in lieve aumento, passando dalle 29.361 del 2010 alle 29.652 dello scorso anno; calano da 8.391 a 8.366 quelle per i sordomuti; crescono gli interventi a favore degli invalidi parziali da 47.863 a 48.547. Ma il vero boom riguarda gli invalidi totali: in un solo anno sono passati da 181.530 a 190.613, ben novemila in più in tutta la Sicilia. Tre nuovi invalidi al cento per cento ogni giorno. LE PROVINCE IN CIFRE Il maggior numero delle prestazioni Inps arrivano a Palermo: 66.499, per un importo medio pari a 391,57 euro. Segue Catania con 47.687 e un importo di 383,72 euro, mentre Messina riceve 46.661 prestazioni da 405,59 euro. Sono 26.289 gli assegni erogati ad Agrigento, 23.174 a Trapani, 22.796 a Siracusa. Tutte al di sotto le altre province siciliane. Il maggior numero di ciechi, sordomuti ed invalidi parziali risiede a Palermo, mentre Catania e Messina occupano il secondo e il terzo posto. Ma è sul numero degli invalidi totali, cioè le persone che non possono espletare da soli le normali azioni quotidiane, che Messina (con 35.499 prestazioni) supera Catania (31.402), piazzandosi alle spalle del capoluogo (44.997). L'importo medio dell'assegno mensile erogato dall'Inps è più “pesante” per i pensionati di Ragusa (409,74 euro) e di Messina (405,59 euro). Tutti gli altri non raggiungono la soglia dei 400 euro mensili. Cifre che, comunque, non rendono certo la vita facile a persone costrette a fare i conti con gravi disabilità. primopiano 9 MARZO 2012 MESSINA. Inchiesta sulle “reversibilità”. Undici sotto indagine I furbetti dell’Inpdap La Finanza alle calcagna di chi incassa la pensione del coniuge defunto. Fascicolo già in Procura, adesso è caccia ai funzionari compiacenti. Il direttore Floccari accusa: “Manca il coordinamento” DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Lʼinchiesta è partita, in sordina, qualche mese fa: con le pensioni di reversibilità, a Messina, cʼè chi ha fatto il furbo. Nove nomi, per iniziare, sui quali la Guardia di Finanza della compagnia provinciale di Messina ha indagato, aprendo un fascicolo che, in Procura, è finito sulla scrivania del pubblico ministero Fabrizio Monaco, ai quali se ne sono aggiunti, in extremis, altri tre. Soggetti che, a vario titolo, ricevono la pensione del coniuge defunto senza averne titolo, le cui posizioni sono tuttora al vaglio. Lʼindagine, infatti, è ancora in fase embrionale, motivo per il quale non sono stati nemmeno inviati avvisi di garanzia. Tra gli indagati, però, cʼè qualche nome pesante. Accanto allʼinchiesta madre, poi, se ne sono aperte altre. Se la prima infatti era diretta a scoprire chi avesse preso per anni pensioni di congiunti morti senza averne titolo, un altro ramo, attualmente coperto dal più stretto riserbo, vuole accertare chi, tra i funzionari dellʼInpdap, ha fatto il “doppio gioco”, rendendo possibile la truffa. LE IPOTESI. Inizialmente, nellʼautunno del 2011, i reparti della compagnia provinciale di Messina delle Fiamme Gialle hanno lavorato su una denuncia proveniente dallo stesso istituto di previdenza, che ha permesso di “scovare” il primo caso. A questo, se ne sono aggiunti man mano altre decine, riguardanti per lo più soggetti che percepivano pensioni di reversibilità senza averne i requisiti previsti dalla normativa. Dalle segnalazioni, il campo si è ristretto ai dodici per i quali è in corso lʼindagine con lʼipotesi di reato di truffa, indagine che non si è ancora chiusa e per la quale nelle prossime settimane saranno inviati i primi avvisi di garanzia. Sotto la lente degli investigatori, però, sono presto finiti una serie di funzionari dellʼistituto previdenziale, senza lʼaiuto dei quali, ritengono gli inquirenti, la truffa non sarebbe stato possibile portarla avanti. Nella foto in alto Giovanni Floccari, che da gennaro dirige lʼistituto Inpdap di Messina. Floccari succede a Giuseppe Amato La pensione di reversibilità è la quota parte della pensione complessiva che spetta ad uno dei due coniugi al sopraggiungere della morte dell'altro. Alla morte di una persona, il coniuge comincia a percepire parte max 60% - della pensione del de cuius. La reversibilità riguarda tutti i trattamenti pensionistici di cui beneficiava il coniuge: pensione di anzianità, di guerra, di inabilità. La pensione di reversibilità dura a vita e si cumula con quelle che il coniuge percepisce. Nel caso in cui il coniuge superstite percepisca già un reddito la pensione di reversibilità verrà percepita con un ulteriore calo del 25%. La reversibilità non è prevista nei fondi pensione privati o di categoria, che lo prevedono con limitazioni o maggiori oneri contributivi. centonove IL DIRIGENTE ACCUSA. Dal primo gennaio del 2012, Vincenzo Floccari è il dirigente dellʼufficio provinciale messinese dellʼInpdap. Reggino, quarantatreenne, Floccari ha preso il posto di Giuseppe Amato. E benchè lʼinchiesta sia iniziata quando lui ancora non era a Messina, non solo non si sottrae alle domande, ma fornisce qualche particolare in più. “Lʼindagine è partita su scala nazionale - spiega Floccari - ad opera della Guardia di Finanza. A Messina tutto è partito da un primo caso in cui una professoressa incassava da dieci anni una pensione che non le era dovuta. In quel caso - continua - il processo è stato celebrato per direttissima, cʼè stato già un primo dibattimento, e mi risulta che si sia risolto con una condanna”. Una goccia nel mare magnum delle truffe sulle pensioni, anche perchè i numeri sono enormi. Il personale dipendente pubblico iscritto allʼInpdap ammonta a 36mila unità nella sola provincia di Messina. Lʼistituto, la cui sigla è lʼacronimo di istituto nazionale di previdenza per i dipendenti della pubblica amministrazione, dal primo gennaio è stato accorpato allʼInps, passando quindi sotto la giurisdizione di questo, ed eroga ogni mese 35600 pensioni. Di queste, 13500 sono di reversibilità. Come si controllano le irregolarità su numeri così grandi? Eʼ un cruccio che Floccari non esita a denunciare. “Annualmente esistono delle commissioni interne che verificano sia lʼesistenza in vita degli aventi diritto, con particolare attenzione per gli ultraottantenni e per i casi particolari. Ci avvaliamo - spiega il dirigente - di un sistema di controlli incrociati, ma da soli è chiaramente impossibile. E mi duole dire che gli enti locali non ci aiutano”. Secondo una legge risalente agli anni ʻ30, infatti, i comuni dovrebbero inviare notizie della morte dei pensionati alle anagrafi tributarie e previdenziali. E invece no. “Nonostante sia un obbligo di legge, i comuni non ottemperano alla norma”, accusa Floccari. “Il problema è questo, non abbiamo supporto e non riusciamo ad eseguire tutti i controlli con le sole nostre forze. AllʼInpdap di Messina siamo unʼottantina, cinque in meno di qualche anno fa, e presto il numero si ridurrà ancora a causa del pensionamento di qualche dipendente”. FOCUS Come ti truffo l’istituto: la Sicilia in testa Dall’insegnante in provincia al dipendente pubblico Trapanese. Record a Palermo PALERMO. L'ultima “stima” è stata svolta dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza, in stretta collaborazione con l'Inpdap: una “analisi di rischio” tra i due milioni e 700mila che beneficiano di una pensione gestita dall'Istituto di previdenza dei dipendenti pubblici, attraverso lʼincrocio di diverse banche dati finalizzato allʼemersione di posizioni pensionistiche Inpdap intestate a persone decedute. Individuati "casi sospetti", è così scattata, il 16 gennaio scorso, un'operazione in 45 province, che ha portato alla denuncia di 79 truffatori e all'arresto in flagranza di quattro persone che avevano incassato illecitamente complessivi 8 milioni di euro. In Sicilia, lʼoperazione più importante è stata messa a segno a Palermo: tredici persone che riscuotevano in veste di "delegati" le pensioni di soggetti deceduti da tempo. Il danno per l'istituto previdenziale viene calcolato in un milione e trecentomila euro. In un caso e' stata intascata la pensione per 26 anni dopo la morte del vero beneficiario. A Catania, invece, una truffa per oltre 500 mila euro è stata scoperta dalla Guardia di Finanza del capoluogo etneo, a metà febbraio, che ha denunciato per truffa aggravata ai danni dello Stato tre persone di Mascalucia, Gravina di Catania e Adrano, che avrebbero percepito le pensioni di parenti deceduti pagina 8 da diverso tempo. I militari hanno anche sequestrato due conti correnti bancari ed un libretto di risparmio postale. Tra gli altri casi accertati in Sicilia vi sono quelli di una insegnante, della provincia di Messina, che riscuoteva, dal 1999, la pensione della madre deceduta; una tutrice, che sin dal 1986, ogni mese, é andata allo sportello a ritirare la pensione spettante ad un familiare defunto, e di un dipendente pubblico in provincia di Trapani, che si recava allo sportello a riscuotere la pensione della madre morta, assentandosi senza permesso dal proprio posto di lavoro. La modalità delle truffe è risultata articolata: sono stati scoperti sia coloro che non rinunciavano al prelievo in contanti presso lo sportello postale, sia quelli che preferivano il più comodo accredito in conto corrente con successivo prelievo bancomat. La maggiore concentrazione di truffe è stata accertata a Roma e Palermo. (A.C.) Politica 9 MARZO 2012 centonove MAI CON IL PDL. Carmelo Briguglio IL CANDIDATO SINDACO DEL TERZO POLO. Massimo Costa GRANDI MANOVRE. Il candidato sindaco di Palermo apre al Pdl. E agli scenari futuri Quando l’alleanza... Costa Insorgono Mpa e Fli, che con il coordinatore siciliano Carmelo Briguglio chiarisce: «Massimo dice di essere stato equivocato». Ma l’intesa tra l’Udc e Grande Sud potrebbe “spuntare” il Terzo Polo DI DANIELE DE JOANNON PALERMO. «Massimo Costa ha spiegato che è stato semplicemente equivocato. Non cʼè nessuna apertura al Pdl in programma». Carmelo Briguglio prova a chiarire il giallo nato dalle dichiarazioni del candidato a sindaco di Palermo fortemente voluto da Futuro e Libertà, il partito di cui è coordinatore regionale. «Anche lʼApi è sulle nostre stesse posizioni: nessuna corsa insieme al Popolo delle Libertà», aggiunge categoricamente. Una posizione che anche lʼMpa ha ribadito, ma che ancora non ha trovato eco nellʼUdc di Gianpiero DʼAlia, aperturista della prima ora e in pieno flirt con Gianfranco Miccichè di Grande Sud (regista accreditato della possibile riappacificazione), che il leader centrista non vedremme male come candidato alla presidenza della Regione. PARALLELI. Quanto sta accadendo attorno al candidato del Terzo Polo regala unʼimmagine speculare dei travagli interni al Partito democratico in queste ore. Come per il Pd, anche per il Terzo Polo le amministrative potrebbero diventare il “punto dʼappoggio” per attuare una serie di strategie. Se infatti quanto sta accadendo a Palermo (con il segretario regionale Giuseppe Lupo “alla sbarra” e il prevalere delle istanze che guardano al Terzo Polo) è espressione delle manovre a livello nazionale, con i capicorrente dei protagonisti siciliani (i “montiani” Letta, Fioroni e DʼAlema) perfettamente allineati contro Pierluigi Bersani, il film che si proietta nelle sale del “Terzo Polo” potrebbe avere come finale una “spuntatina” alle due ali dello schieramento: ovvero Futuro e Libertà e, soprattutto, Mpa. REBUS UDC. Perché, in fin dei conti, una candidatura Costa con il sostegno di Miccichè e una apertura al Pdl potrebbe tranquillamente fare a meno dellʼappoggio dei futuristi e, soprattutto, di quel Movimento per lʼAutonomia verso il quale il coordinatore centrista Gianpiero DʼAlia mostra sempre più insofferenza. E che, sulla distanza, costituisce un poʼ per tutti un ostacolo a un quadro politico che potrebbe ulteriormente cambiare (complici le riduzioni dei parlamentari ed eventuali leggi elettorali) con un “felice incontro” tra i moderati, da quelli del Pd a gli altri del Pdl, in una Italia con altri e diversi partiti. COSTA DIXIT. “Se il Pdl decide di condividere i miei programmi è ben accettio”, aveva dichiarato Costa, sollevando un vespaio. «Noi di Fli a Palermo e in Sicilia siamo alternativi al Pdl e al vecchio assetto di potere, senza se e senza ma: da Massimo Costa ai potenziali alleati, lo tengano tutti ben in mente. Altrimenti ognuno per la sua strada», ha tuonato il vicecoordinatore nazionale Fabio Granata. Poche ore prima, così si era espresso Briguglio: «Massimo Costa sa fin dal primo momento e col suo consenso che è impossibile che Fli accetti il Pdl nella coalizione che lo sostiene nella candidatura a sindaco. Futuro e Libertà è vincolato a questa posizione da un Congresso regionale e ancor più dalla consapevolezza che il disastro amministrativo e morale di Palermo è targato Cammarata-Pdl. Se Costa ci ha ripensato ne prenderemo atto e ne trarremo le conseguenze politiche». E, sul punto, si era registrato anche lʼintevento del Mpa con il capogruppo al Senato, Giovanni Pistorio: «Sappiamo bene che Massimo Costa è un ragazzo brillante e risolve problemi, ma quello della ricomposizione dell'area moderata mi pare fuori dalla sua portata. E' meglio che Costa si concentri sul programma per Palermo, che mi pare già un impegno molto oneroso anche per un giovane dalle grandi risorse come lui. "Per quanto concerne l'area moderata non so bene cosa s'intenda. Noi Autonomisti, per esempio, non siamo affatto moderati nel difendere gli interessi della nostra terra, che il Pdl siciliano, a Roma come a Palermo, ha tradito». MA DAL PDL. La notizia dellʼapertura ha bloccato la discesa ufficiale in campo del suo ex mentore, il presidente dellʼArs Francesco Cascio. E così è stata commentata dal coordinatore provinciale del Pdl, Francesco Scoma: «L'eventuale scelta del Popolo delle Libertà di sostenere Massimo Costa per la corsa a sindaco di Palermo sarebbe legata all'allargamento della coalizione per i prossimi appuntamenti elettorali. Aspettiamo anche l'incontro del Terzo Polo - ha aggiunto Scoma - Non possiamo ignorare le parole di Costa che rappresentano un fatto importante. Queste aprono un ragionamento che certamente non può durare all'infinito. Se saranno superati i veti incrociati, credo sarà possibile convergere su Costa. Altrimenti non avremo alcuna difficoltà a schierare Cascio che ha già dato la sua disponibilità». COLPI DI FORBICE Ars, 20 deputati in meno La riduzione passa in Commissione al Senato PALERMO. «Siamo ad un passo da una riforma statutaria di importanza epocale. Il via libera della Commissione Affari Costituzionali del Senato al ddl approvato in Ars, anticipando le altre regioni e in linea con le determinazioni della Conferenza delle Assemblee Legislative d'Italia, è un risultato fondamentale nel percorso intrapreso da questo Parlamento». Lo ha detto il presidente dell'Ars, Francesco Cascio, commentando l'okay del Senato alla riduzione dei deputati dell'Assemblea Regionale Siciliana da 90 a 70. «Mi sono molto battuto - aggiunge Cascio - in questa direzione, trovando, dopo le iniziali resistenze, la sensibilità trasversale dei deputati, perché credo che a fronte di una realtà storica e sociale mutata quel numero di parlamentari, originariamente previsto dai padri costituenti, non abbia più moti- pagina 9 vo di esistere». «La politica e il legislatore - sottolinea Cascio hanno, infatti, anche il dovere di interpretare la realtà senza arroccarsi su posizioni anacronistiche e dunque era necessario un cambio di rotta, tanto più in un momento in cui l'attuale numero degli inquilini di Palazzo dei Normanni risulta sproporzionato rispetto al rapporto con il territorio e si traduce perciò solo in un'implementazione dei costi della politica». «Auspico - conclude Cascio - che con questo passaggio, che peraltro lascia intatto l'assetto del testo varato dall'Ars rispettando la nostra autonomia, si possa concludere positivamente un iter faticoso premiando così il segnale di buona volontà e la risolutezza del parlamento regionale siciliano che, in questa direzione, ha fatto una scelta coraggiosa andando anche a intaccare vecchie logiche di sistema». La riduzione dei parlamentari è stata approvata dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato all'unanimità (Pdl, Pd, Lega, Mpa, Idv) le modifiche agli statuti non solo della Sicilia, ma anche delle altre due Regioni a statuto speciale, il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna». Politica 9 MARZO 2012 ALL’ULTIMO SANGUE. La vittoria di Fabrizio Ferrandelli spacca tutto il centrosinistra RITORNI Primarie, caccia al colpevole Sgarbi punta su Cefalù Rita Borsellino presenta un ricorso alla commissione di garanzia mentre si indaga sui presunti brogli. Il Pd pronto a esplodere se il risultato venisse bocciato. In bilico il segretario Giuseppe Lupo DI ALIDA AMICO PALERMO. Le primarie hanno avuto un epilogo alla siciliana: sono finite “a schifio”. Ma la loro appendice potrebbe essere peggiore con due appuntamenti quasi contemporanei: il responso della commissione di garanzia (che potrebbe annullarle) e la sfiducia al segretario regionale del Pd. La sconfitta di Rita Borsellino - anche se per una manciata di voti (151) - e lʼaffermazione di Fabrizio Ferrandelli, il bancario trentunenne, già capogruppo (ripudiato) di Idv a Sala delle Lapidi (adottato da una fetta di democratici), sta scatenando una guerra fratricida nel Pd siciliano e dintorni. Un day after primarie senza precedenti. Sullo sfondo anche i risvolti giudiziari (per sospetti brogli ed irregolarità), che coinvolgono per ora due Francesca Trapani e il compagno Maurizio Sulli, rappresentanti della lista Ferrandelli, su cui sta indagando la magistratura. A completare il poco idilliaco “quadretto”, anche il blitz dei carabinieri nella sede del Pd, in via Bentivegna, per acquisire i verbali con lʼelenco dei votanti al quartiere Zen. «Contro di me cʼè una campagna ordita col metodo Boffo: una macchina del fango in azione», ha attaccato lo stesso Ferrandelli. «Ma io vado avanti - ha ribadito - non permetterò a nessuno di tradire il voto dei palermitani... Sono il candidato del centro sinistra, di tutto il centro sinistra che intendo unire». FAIDE E VELENI. Sarà, ma le primarie palermitane si stanno evolvendo nel peggiore dei modi. Eʼ già trascorsa una settimana ad altissima tensione: ma nonostante la riconta delle schede, continua lo stillicidio delle polemiche e dei sospetti, delle reciproche accuse. Sono arrivati a quota 30, i ricorsi pervenuti alla Commissione di garanzia per le primarie: uno è stato sottoscritto dalla stessa Borsellino. La commissione, costituita da due docenti universitari (e presieduta centonove «Con me sarà capitale del turismo» CEFALUʼ. Dopo aver offerto Salemi a Rita Borsellino, Vittorio Sgarbi, sindaco dimissionario della cittadina trapanese, ha annunciato la propria candidatura a primo cittadino di Cefalù, promettendo che farà diventare la cittadina capitale del turismo siciliano. Il critico dunque non molla e vuol continuare la vita politica comunale. La sua lista? Sarà sotto le insegne del neo partito della Rivoluzione, il soggetto politico che sarà presente nelle città siciliane dove a maggio si andrà al voto per le amministrative. Il 17 marzo nell'hotel Sea Palace (sul lungomare di Cefalù) alle 16 è in programma la presentazione alla stampa della candidatura a sindaco. «Chiamerò in lista i giovani della città e comunque gente che sia animata dalla voglia del “fare». NEL LUOGO DELLO “SCANDALO”. Fabrizio Ferrandelli festeggia l’8marzo allo Zen PER CEFALÙ. Vittorio Sgarbi dallʼex Pm Di Lello) sarà chiamata ad esprimersi a fine settimana, sulla regolarità del voto. Intanto per domenica prossima, è stata convocata lʼassemblea regionale del Pd, con allʼordine del giorno la sfiducia al segretario Giuseppe Lupo, sponsor della candidatura Borsellino (insieme al leader nazionale Pierluigi Bersani). RESA DEI CONTI NEL PD. La mozione per chiedere la testa di Lupo è stata presentata da 188 membri dellʼassemblea del partito. «Non sono un tagliatore di teste, ma il segretario regionale tragga le dovute conseguenze dal risultato delle primarie», era stata lʼesplicita richiesta di dimissioni avanzata dal capogruppo del Pd allʼArs Antonello Cracolici subito dopo il verdetto delle urne. Mentre per Francantonio Genovese dellʼarea Innovazioni (altro profilerebbe sarebbe una reggenza transitoria del partito (lʼelezione del nuovo segretario si svolgerebbe invece dopo il voto amministrativo). LʼAMAREZZA DI RITA. Intanto Rita Borsellino ha dichiarato di prendere «atto dellʼesito dello scrutinio». «Ho massimo rispetto per il comitato organizzatore - ha dichiarato in una nota - ed è lo stesso rispetto che ho per il tavolo dei garanti che sta esaminando le irregolarità, sollevate sia sul piano politico che etico... Ci sono state denunce ai seggi e sui mass media - ha rilevato lʼeuro parlamentare - che gettano pesantissime ombre. Ombre che rischiano di vanificare gli sforzi fatti finora dal centro sinistra per costruire una forte e credibile alternativa di governo per Palermo». sponsor di Ferrandelli, che potrebbe riprendere in mano le redini del partito), il “vero sconfitto” non è da ricercare tra i candidati, ma tra i “vertici dei partiti, a cominciare dal Pd”. LUPO DA SFIDUCIARE. Intanto il segretario Lupo - a cui viene contestata la “imposizione” della candidatura Borsellino alle primarie - non ha intenzione di dimettersi in vista dellʼassemblea di domenica. «Se ci saranno i numeri - ha anticipato - ne prenderò atto. Ma non farò alcuna scelta prima di questo appuntamento». Lupo starebbe però tentando di fare saltare il numero legale allʼassemblea di domenica: per decidere la sfiducia al segretario deve infatti essere presente la metà più uno dei suoi membri (che in tutto sono 360).La soluzione che si AGRIGENTO Aspettando Angelino che raccoglie un pezzo di società civile agrigentina, ed è una sua possibile nomination, cʼera stato il clamoroso capeggiato dalla battagliera imprenditrice Piera Gracef- passaggio di Piero Luparello - medico chirurgo e sefa. Nonostante le cronache locali riportino indiscrezioni sui gretario cittadino del Pd (già udicino cuffariano) - nella “lavori in corso” ed i voltafaccia dellʼultimora, i partiti tradi- cerchia dellʼex Guardasigilli. Ben presto però, la sua zionali sono ancora in panne. La grande incognita, resta candidatura si è sgonfiata. AGRIGENTO. Allʼombra dei Templi, soprattutto i partiti tra- innanzitutto il Pdl di Angelino Alfano. NO DEL PD A GRILLO. Così come sembra tramontata, la dizionali continuano ad annaspare. Restano infatti in alto RISCHIO DEBACLE PDL. Il partito di Berlusconi, che candidatura di Nicola Grillo, un altro avvocato agrigentino mare le candidature per la poltrona di sindaco. alle ultime amministrative fece il corteggiato dalla “grande coalizione”: un rasA sentire il tam tam agrigentino, un poʼ tutti i parpienone di voti sfiorando il 40%, semblement che comprende il Pd, lʼMpa, il Fli, titi avrebbero non poche difficoltà anche a comstavolta - stando ai risultati di un reGrande Sud (e per ultimo anche lʼApi dellʼex sepilare anche le liste. Finora, le candidature cercentissimo “sondaggio” - rischienatore Nuccio Cusumano). Grillo - sognando te sono 3: quella del sindaco uscente Marco rebbe il tracollo: racimolerebbe soforse di interpretare il ruolo del “Monti agrigentiZambuto (appoggiato dallʼUdc e dal Patto per lo il 10 per cento dei consensi. Fiuno” aveva auspicato il sostegno anche dei beril territorio), quella del consigliere comunale tando la possibile debacle elettolusconiani («Senza il Pdl non mi candido!», aveuscente del Pd Peppe Arnone (ambientalista rale nella sua città, Alfano vorrebva dichiarato dopo un recente vertice romano dellʼarea Lumia), e dellʼavvocato penalista Totò be puntare su una candidatura con il segretario nazionale pidiellino). Ma la granPennica. Questʼultimo è stato designato dalesterna al partito. Che ancora non de “ammucchiata” tra Pd, Pdl ed Mpa - proprio Marco Zambuto Beppe Arnone lʼassemblea di Epolis, il movimento cittadino arriva. Nei mesi scorsi, in vista di nella patria di Alfano - viene considerata “fuori di- Il leader del Pdl non scioglie in nodo elezioni pagina 10 centonove Politica 9 MARZO 2012 LA TRAPPOLA DI “STRISCIA”. Ad alimentare il clima di tensione post primarie contribuiscono anche le acide accuse di clientelismo: come il recente video di “Striscia la Notizia” su Davide Faraone (risultato terzo alle primarie) e i suoi contatti con la Cooperativa “Palermo migliore” (il deputato ha già annunciato una raffica di querele, smentendo le voci). Insomma, un pesante gioco al massacro. Con “faide” interne al Pd e ad Idv. Nonché le richieste di dimissioni, che arrivano fino a Bersani. «La lezione siciliana - commenta il senatore Beppe Lumia, sponsor di Ferrandelli - dovrebbe servire in primo luogo a Bersani, che deve voltare pagina, mettendo da parte un metodo sbagliato: quando si sceglie un sindaco, non ci devono essere candidature calate dallʼalto». IDV: VOTO DROGATO. Una “vittoria” al cianuro, quella del giovane Ferrandelli: sulla quale - nonostante i 9.943 voti raccolti nei 31 gazebo - adesso pende anche il “verdetto” del collegio di garanzia. Orlando ed Idv, dopo avere denunciato “lʼinquinamento del voto” e le “primarie drogate” hanno infatti preannunciato che non voteranno mai Ferrandelli (“Sta con il Pd che sostiene Lombardo, un Cuffaro senza cannoli”). «Le nostre denunce di forte inquinamento del voto, da parte del centro destra - rincara la dose il segretario provinciale di Idv Pippo Russo - si stanno dimostrando abbastanza concrete. Cʼè in corso lʼindagine della magistratura aggiunge Russo - francamente tutto ciò lascia presumere che queste primarie non siano state assolutamente limpide. Per cui, vanno annullate». E non è detto che non salti fuori, in assenza della Borsellino, la candidatura dello stesso Orlando o del segretario Fabio Giambrone. ARGENTO: NO AL REFERENDUM. Anche i lettiani (pro Ferrandelli), domenica 11 marzo voteranno la sfiducia al segretario Lupo. «Ci dispiace che il segretario Lupo - rileva Angelo Argento, responsabile dellʼarea Letta nellʼisola - non abbia colto lʼoccasione per fare un atto dʼamore verso questo partito, dimettendosi». Dagli elettori del centro sinistra, che a Palermo sono andati alle urne - secondo Argento - è stata “strappata” anche la “foto di Vasto”: lʼalleanza Pd, Idv e Sel. «Non ha più senso parlare di referendum contro Lombardo e lʼMpa, che a Roma sostiene il governo Monti. Dobbiamo invece costruire anche in Sicilia - conclude lʼesponente lettiano unʼalleanza che si allarghi al centro riformista e dia risposte ai bisogni dei siciliani». CALMA PIATTA. In riva allo Stretto, le consultazioni preventive sarebbero un ostacolo Messina senza candidati Nessun dibattito all’interno dei democratici su chi potrebbe correre per la fascia tricolore. La città sarà destinata ad avere un pretendente deciso dall’alto. Ma dalla società civile... MESSINA. Cʼè “Reset”, che si pone come soggetto programmatico e rifugge un ingresso nella politica “elettorale”. Ci sono anche “Officina delle idee” e “Cittadinanza attiva”, che a loro volta aggregano altre associazioni. E poi quasi il nulla. A Messina è cominciato il grande conto alla rovescia in vista delle amministrative del 2013, a meno che non accada un incidente di percorso che le anticipi, risolvendo il problema del doppio incarico del sindaco Giuseppe Buzzanca del Pdl. Ma il “fermento”, attualmente, riguarda solo ed esclusivamente la cosiddetta “società civile”. Perchè, dal centrosinistra, e in particolar modo dal Pd, non viene alcun segnale. Anzi, nellʼottica di futuri progetti centristi tra lʼex segretario e leader in riva allo Stretto, Francantonio Genovese, e il coordinatore regionale dellʼUdc, Gianpiero DʼAlia, una ipotesi di primarie potrebbe rompere le uova nel paniere a una linea che non prevede consultazioni preliminri per scegliere il candidato sindaco. Perché, se a Palermo quadrerà tutto, con un possibile tandem Fabrizio FerrandelliMassimo Costa, nellʼottica di una divisione regionale il capoluogo dello Stretto Messina potrebbe non toccare al Pd. E, in tal caso, le primarie potrebbero solo diventare un “fastidio” per candidature “condivise” targate Udc (che ancora non si è espresso) o Fli, che invece ha già messo sul tavolo delle future trattative lʼassessore regionale al Turismo, Daniele Tranchida. In mezzo, poi, ci sono altri piccoli particolari da definire. Come la nuova legge elettorale nazionale, la riduzione o meno di deputati (alla Camera e allʼArs) e al Senato, nonché il possibile abbassamento dei consiglieri comunali a quaranta (invece di quarantacinque), qualora il censimento dovesse essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale prima dellʼindizione dei comizi elettorali, Luigi Beninati L’EX SINDACO. Franco Providenti sancendo che la città, ormai, è scesa al di sotto dei duecentocinquantamila abitanti. Una serie di circostanze che dovranno essere pesate con il bilancino per assicurare a tutti poltrone e “scatti” di carriera. A creare il “problema” delle primarie, quindi, non sarà il Pd che, per palese maggioranza numerica dellʼarea Genovese, è stato anche incapace di esprimere una mozione diversa da quella dellʼex segretario nei momenti elettivi. E, da questo punto di vista, il partito democratico e il Popolo delle Libertà, che ha rinnovato i suoi vertici votando la mozione unica del coordinatore provinciale eletto Buzzanca, sono nelle identiche condizioni. A Messina, poi, chi volesse fare un passo avanti non può sperare certo nellʼappoggio di Beppe Lumia, la cui longa manus si estende solo sulla provincia tirrenica, e a livello di finanziamenti comunitati. A giocare la partita delle primarie, quindi, restano la società civile e i partiti minori. A sognare di tornare sindaco, ad esempio, è Franco Providenti, che mediterebbe di ricreare le stesse condizioni che lo portarono a scendere in pista nel 1994, vincendo grazie a uno svarione di Forza Italia. Il magistrato fa perno su “Cittadinanza attiva”. Nellʼambito della stessa area, cʼè anche Luigi Beninati, che di Providenti fu assessore al Bilancio, oggi tra gli animatori di “Officina delle Idee”. Nessuna notizia, invece, di Antonio Saitta, fondatore di “Vince Messina”, candidato sindaco nel 2003 e vicesindaco di Genovese dal 2005 al 2007. Il docente-avvocato, infatti, punta più a scendere in campo nella corsa per la conquista del rettorato dellʼUniversità di Messina. In sordina, poi, qualcuno nel Pd ha provato a proporre la candidatura al presidente di Confindustria, Ivo Blandina. Mentre, tempo fa, trasversalmente si pensava di portare avanti il capo del Genio Civile, Gaetano Sciacca. (D.D.J.) scussione” dai democratici. Ed anche la candidatura Grillo - IL SONDAGGIO. Ma ad impensierire i piani alti della politi- Riccardo Gallo), che alla Provincia è il primo partito (con caldeggiata soprattutto dal leader del Mpa Roberto Di Mau- ca agrigentina sarebbe un recentissimo sondaggio sul “toto 8 consiglieri) - potrebbe catalizzare anche i voti dellʼarea ro - sembra sia tramontata. sindaco”. In base al quale Arnone si piazzerebbe al 29%, se- di centro destra (Pippo Scalia, nel recente congresso proIL CORTEGGIAMENTO A PENNICA. Mentre il Grande Sud guito dal sindaco uscente Zambuto al 26% e dal candidato vinciale del Pdl, ha auspicato lʼapertura verso lʼUdc). di Michele Cimino, dovrà scegliere se continuare a stare di Epolis al 16%. Il rassemblement della “grande coalizio- FONTANA O IACOLINO? Ma in casa berlusconiana, a dinella “grande coalizione” (di cui fa parte anche il Pd), oppu- ne”(Pd, Mpa, Fli, Grande sud ed Api) - in base al test eletto- re lʼultima parola, sarà solo Angelino Alfano: se non si trore allearsi con il Pdl (magari sostenendo insieme il candida- rale - sarebbe a quota 14%, il Pdl al 10% ed il Pd al 5%. Il verà un candidato esterno credibile, potrebbe essere invitato di Epolis, Totò Pennica). «Noi siamo aperti a sondaggio - che segnala il buon piazto ad “immolarsi” lʼattuale parlamentare naziotutti - mette le mani avanti la presidente di Epolis zamento di Arnone ed il positivo trend nale Enzo Fontana, oppure lʼeuro deputato SalGraceffa - purché ci sia lʼappoggio al nostro prodi Epolis - sancirebbe anche il crollo vatore Iacolino. Ma con i bollettini di guerra sforgetto, ed alla luce del sole siano accettate le noverticale di Pdl ed il Pd. nati dai sondaggi, a chi toccherà indossare la stre condizioni”. Sia la “grande coalizione” che il ZAMBUTO AL BALLOTTAGGIO? sgradevole veste di “candidato di bandiera” a perPdl, sono intanto alla ricerca di una candidatura Scontato che il sindaco di Agrigendere? I maligni, fanno circolare il nome di Fontacredibile. Mentre Idv, Sel e la federazione di sinito verrà eletto al secondo turno. In na, già presidente della Provincia. Che Alfano, stra, hanno indetto domenica prossima le “pricaso di ballottaggio, lo stesso Zamnon vorrebbe più ricandidare al Parlamento. In marie” per designare il loro candidato (in pole pobuto - il quale oltre che dallʼUdc, è tal modo, avrebbe anche la “scusa” allʼindomani sition, cʼè lʼex deputato regionale, ed attuale sesostenuto dal Patto territoriale (cadel voto, per lasciarlo a casa, visti gli spazi ristretti Salvatore Pemmica Lillo Miccichè gretario di Sel, Lillo Miccichè). peggiato dal consigliere provinciale per un posto al sole a Roma. (A.A.) pagina 11 Politica 9 MARZO 2012 PALAZZO ZANCA. Lente sugli spostamenti del commissario dell’Ato3. Con l’auto di servizio Ruggeri cade sul casello Venti viaggi ad agosto dalla sede dell’Ato3 a Falcone, località in cui villeggia. Una vicenda simile a quella che ha inguaiato anni fa il suo “mentore” Buzzanca. E l’opposizione ne chiede la testa DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Che il destino di Giuseppe Buzzanca e di Antonio Ruggeri fosse legato a doppio filo, era noto sin dal giorno successivo allʼelezione del primo a sindaco di Messina, e della nomina del secondo a suo capo di Gabinetto. Di Buzzanca, Ruggeri è il braccio destro, messo a capo dellʼAto3 e della segreteria per lʼemergenza Giampilieri. E anche nellʼuso improprio delle auto di servizio, secondo una esposto. A Buzzanca è costata una condanna per peculato, ai tempi in cui era presidente della Provincia, lʼaver usato lʼauto di servizio per farsi accompagnare a Bari, in viaggio di nozze. Per Ruggeri, allo stesso modo, la Procura ha aperto un fascicolo sullʼuso “disinvolto” dellʼauto di servizio. Secondo quanto racconta un esposto, non è chiaro lʼuso che se ne è fatto, della Fiat Bravo aziendale dellʼAto3, durante il mese di agosto del 2011. Quando lʼauto andava e veniva da Messina a Falcone e viceversa. Proprio a Falcone ha casa Antonio Ruggeri. E vi passa le vacanze. A qualche porta di distanza da Giuseppe Buzzanca, a Portorosa. GALEOTTO QUEL CASELLO. Nellʼesposto preso in considerazione dalla polizia giudiziaria, corredato di ricevute del telepass e fatture carburante, cʼè il percorso che lʼauto di servizio dellʼAto3 ha percorso una ventina di volte ad agosto: Gravitelli, via Cavalieri della Stella, Falcone. A Gravitelli si trova lʼisola ecologica dellʼAto, in via Cavalieri della Stella ci sono gli uffici direzionali. E a Falcone? Niente, apparentemente. Perchè la località rientra tra le competenze dellʼAto Messina 2, non lʼAto3 di cui Ruggeri è commissario liquidatore dopo esserne stato presidente. Unʼoccasione, quella dei viaggi sospetti di Ruggeri che il Partito Democratico non si è lasciato sfuggire. IL PD CHIEDE LA TESTA... “La vicenda ci porta a chiedere le dimissioni del OOPS... Il commissario liquidatore dell’Ato3 Antonio Ruggeri liquidatore dellʼAto3 Antonio Ruggeri scrivono a due mani il segretario cittadino Giuseppe Grioli ed il coordinatore dei consiglieri Felice Calabrò - Per altre ragioni abbiamo espresso lʼassoluta inopportunità della permanenza di tale incarico in capo a Ruggeri. Oggi continuano i due - le dimissioni da liquidatore le chiediamo per la vicenda dellʼutilizzo dellʼauto di servizio per trasferte fuori comune che appaiono palesemente estranee alle funzioni svolte dallʼamministratore della società. A meno che non sia in grado di fornire spiegazioni plausibili, le dimissioni sono un atto dovuto. Il sindaco - conclude la nota - sarà chiamato ad intervenire qualora Ruggeri non dovesse dimettersi”. ..E RUGGERI SI DIFENDE. Il commissario dellʼAto3, la sua difesa la affida ad un comunicato di poche righe, in cui puntualizza che “lʼuso dellʼauto di servizio è avvenuto per motivi istituzionali. Dopo il mio insediamento - scrive Ruggeri - ho provveduto a vendere unʼauto di rappresentanza Alfa Romeo precedentemente acquistata e nella disponibilità dei presidenti ed che mi hanno preceduto. Quindi ho disposto che lʼautista, in comando rientrasse in organico del Comune, e infine svolgo la funzione di commissario a titolo gratuito”. centonove SINDACATI Cisl e Cgil, il pieno di rappresentanze MESSINA. La Cisl conserva il primato tra le rappresentanze sindacali al comune di Messina, nonostante perda un seggio, passando dai dieci delle scorse consultazioni ai nove dellʼapertura delle urne di giovedi 8 marzo. Il testa a testa, prevedibilmente, ha visto confrontarsi Cisl e Cgil, che in due hanno preso oltre la metà dei 1642 votanti per le consultazioni delle rappresentanze sindacali unitaria a palazzo Zanca. Dal reponso delle urne del 5, 6 e 7 marzo, il più votato è risultato Saro Contestabile, capolista della Cisl, che di preferenze ne ha conquistate 194 su un totale di 565 conquistati dalla lista, che si è aggiudicata nove seggi. Exploit pure per Peppe Previti, capolista per la Cgil: 135 voti personali, 471 di liContestabile sta e otto seggi incamerati. La Uil è stata votata 212 volte ed ha preso 4 seggi: il più votato è il capolista Emilio Di Stefano. 148 voti e tre seggi per la Diccap (Bertano ha superato il capolista Aloi), 113 (e Previti due seggi, con il capolista De Francesco superato da Giordano) per il Csa, 62 ed un seggio per la Silpol e infine 3 voti (con quattro esponenti in lista) per la Usb. SI INDAGA SULLA DIRIGENZA. Da due settimane, i corridoi di palazzo Zanca sono “presidiati” da carabinieri e finanzieri in borghese, che stanno raccogliendo parecchio materiale sulla gestione “allegra” della cosa pubblica. A tappeto. nel mirino degli investigatori ci sono i controversi rapporti tra palazzo Zanca e le partecipate, ed una serie di circostanze poco chiare nellʼerogazione del fondo per il salario accessorio della dirigenza di palazzo Zanca. Sotto la lente dʼingrandimento ci sono settecentomila euro, una “torta” che i dirigenti del comune di Messina si sono spartiti e sulla quale oggi la magistratura vuole vederci chiaro. CONVENTION Il ritorno di Madaudo Il Psdi riparte da Messina. L’ex sottosegretario rifonda il partito e chiama a raccolta i militanti Dino Madaudo MESSINA. Il partito socialdemocratico riparte da Messina. Spazzato via dalla rivoluzione mancata di Tangentopoli allʼinizio degli anni ʻ90, ridotto a percentuali decimali (0,7% e 57mila voti al Senato per le politiche del 2006), il partito del sole nascente e delle onde si ripresenta ai vecchi elettori e tenta di accaparrarne di nuovi. A fare gli onori di casa, alla presenza dellʼattuale segretario Renato DʼAndria, sarà Dino Madaudo, parlamentare per quattro legislature, sottosegretario alla Difesa e alle Finanze negli anni ʻ80 e ʼ90 e numero uno del partito a Messina per anni e anni, prima della dissoluzione e della diaspora. Sabato dieci marzo, alle 18 al salone delle Bandiere pagina 12 di palazzo Zanca, i vecchi esponenti del Psdi si ritroveranno. “Ma non sarà un amarcord - assicura Madaudo - anzi, posso preannunciare che i giovani saranno più dei vecchi”. Nel frattempo, in attesa di conoscere chi ne farà parte, la sigla Psdi si presenterà alle amministrative di Barcellona. Con quale schieramento, però, al momento è stato ancora deciso. “A livello locale ancora non abbiamo deciso”, chiosa Madaudo. A Messina, il Psdi il suo exploit lʼha ottenuto nel 1978, consultazione amministrativa nella quale ha incamerato otto consiglieri comunali ed il vicesindaco Nino Interdonato. “Oggi a Messina - spiega Madaudo - saremmo chiaramente allʼopposizione, visto lo sfascio che lʼamministrazione sta provocando”, dichiara sicuro lʼex sottosegretario, che poi aggiunge “ancora non abbiamo discusso della collocazione nello scacchiere politico. Alla sinistra rimprovero il fatto che abbia aperto una crisi politica “al buio” solo per il piacere di far cadere il governo Berlusconi. Al momento, comunque, siamo equidistanti”. centonove Politica 9 MARZO 2012 MI SPOSTO AL CENTRO. Rendering dell’intervento più contestato: i tre palazzo di viale Italia che si trasferiranno MESSINA. I tre palazzi di viale Italia si “trasferiranno” in via La Farina La Stu? Trasloca La decisione in conferenza dei capigruppo di lunedi 12: si tenta la soluzione “salomonica” all’intervento più contestato della società del Tirone. Avversata dal Pd. Con distinguo MESSINA. Alla fine i tre palazzi di viale Italia previsti dalla Stu del Tirone si sposteranno in via La Farina. O sul viale San Martino. Lʼaccordo che si troverà per far digerire lʼindigesto progetto della società di trasformazione umana che cambierà volto allʼantico borgo preterremoto del Tirone è questo: la volumetria dei tre contestatissimi palazzi che avrebbero dovuto sorgere sulla sommità del parcheggio del Tirone sporgendo da viale Italia, sarà trasferita alla “fossa” di via La Farina, la depressione a cielo aperto e sotto il livello della strada oggi adibita a parcheggio. La seconda alternativa è più suggestiva, ma percorribile con più difficoltà. E cioè che i soci della Stu si accollino la soddisfazione economica dei creditori, e rilevino lʼisolato 88, il palazzo di proprietà del comune di Messina sul viale san Martino, che andrà altrimenti allʼasta giudiziaria. Secondo le stime della Quattropareti (socio della Stu al 3,5%), sia in via La Farina che in viale San Marino, il coefficiente di guadagno dalla fabbricazione e vendita degli ottantadue appartamenti previsti dal piano industriale della Stu resterebbe immutato. La proposta sarà presentata nella conferenza dei capigruppo di lunedi 12, e proverrà da consiglieri dei partiti della maggioranza che sostiene lʼamministrazione retta da Armando Hyerace Giuseppe Buzzanca. Combinazione, una proposta analoga lʼaveva lanciata, a dicembre, lʼordine degli architetti. IL FUTURO DELLA STU. Che i palazzi vadano costruiti è fuori discussione. Dallʼaffare, i privati che a vario titolo detengono il 70% delle quote della Stu Tirone hanno calcolato di ricavarne almeno una decina di milioni di euro: è quello il “break even point” fissato dagli investitori per rientrare dalle spese e produrre utili. Lʼunico modo, quindi, è quello di edificare gli ottantadue appartamenti. Anche perchè la Stu, oggi, si barcamena in mezzo ai problemi. Con la Garboli, socio al 36% ormai assorbita dalla Pizzarotti e che ha espresso ferma volontà di uscire dallʼaffare, e con la Demoter di Carlo Borella (11,33% delle azioni) in liquidazione in seguito al crollo degli affari derivanti dalla mancata concessione del certificato antimafia, di fatto sono in bilico quasi metà delle quote dellʼintero azionariato (compreso il 30% in mano al Comune). Come se ne esce? Le quote in vendita possono essere acquistare tramite gara o per mezzo dellʼacquisto del ramo dʼazienda dellʼimpresa uscente. Se nel caso della Demoter in liquidazione, lʼipotesi può essere fattibile anche dal punto di vista economico, immaginare che unʼazienda acquisti un ramo dʼimpresa della Pizzarotti per partecipare alla Stu è pura fantascienza. E quindi, il 36% delle azioni andrà a gara. Eʼ lʼunico modo per il quale la Stu ha possibilità di sopravvivere, soggetta come è al “fuoco amico”. IL PD ATTACCA. A sparare a palle incatenate contro la società di trasformazione urbana è il Pd. “I progetti contenuti nel piano industriale sono incompatibili con un'idea di riqualificazione di un quartiere storico come il Tirone”, ha tuonato il segretario cittadino Giuseppe Grioli. A portare a supporto motivi urbanistici e legislativi è stato il consigliere del quarto quartiere Armando Hyerace: la Stu si sarebbe sostituita ad un piano particolareggiato che in zona era previsto dal prg ma non era stato mai attuato. Secondo Grioli, poi, la costituzione stessa della società di trasformazione sarebbe illegittima per vizi di forma. Quella esposta nella proposta di delibera che il Pd si appresta a varare per chiedere al consiglio di revocare in autotutela tutto il percorso della Stu (lungo ormai undici anni), ha specificato Grioli, è la linea ufficiale del partito. Poi cʼè la linea “ufficiosa”: quattro consiglieri, anchʼessi del Pd, che la Stu la difendono a spada tratta. “Il lamentato sacco edilizio è stato più volte smentito dai responsabili della Stu”, scrivono. DIETRO LE QUINTE Democratici diviso due L’ala che fa capo a Picciolo è favorevole alla Stu. E la coalizione si prepara a governare Nicola Barbalace MESSINA. Due terzi sono fermamente contro, un terzo è apertamente a favore. Il Partito Democratico si frantuma sul sostegno alla Stu. Se la linea ufficiale del partito, infatti, è quella di presentare in consiglio comunale una delibera per la revoca in autotutela della delibera del 2001 che ha dato vita alla Stu per una lunga serie di motivi (circostanze sopravvenute dopo lʼalluvione di Giampilieri, mancanza di interesse pubblico e irregolarità formali nellʼiter di costituzione), lʼala dei democratici che fa capo al deputato regionale Giuseppe Picciolo (quindi Nicola Barbalace, Giorgio Caprì, Daniele Zuccarello ed il “cavallo di ritorno” Tanino Caliò, ex Udc e Pid e già presidente della Stu) si schiera pagina 13 apertamente a favore del progetto. Mercoledi 7 il cortocircuito: mentre in sala commissioni il segretario cittadino Giuseppe Grioli, cinque consiglieri comunali e due del IV quartiere illustrano i contenuti che comporranno la proposta di delibera di revoca, dieci metri più in là, nel corridoio, i quattro “scissionisti” distribuiscono una nota in cui lodano gli intenti della società di trasformazione. “La linea ufficiale del partito è la nostra”, tuona Grioli, sostenuto nel ragionamento da Tani Isaia, Gaetano Gennaro e Felice Calabrò. Una delibera, quella del Pd, di valenza più strategica che reale: di arrivare in aula ha poche speranze, di essere approvata quasi zero. Però traccia la strada che il Pd si impegna a seguire non più come partito dʼopposizione, ma come coalizione di governo. E cioè anche sconfessare scelte prese quando Francantonio Genovese era sindaco (le linee guida della Stu sono arrivate in consiglio nel 2006, e sono passate ponendo loro sopra quasi una “questione di fiducia”) e oggi ritenute non più sostenibili. Scelte che, oggi, hanno evidenziato crepe difficilmente saldabili nella coalizione. (A.C.) Politica 9 MARZO 2012 LIPARI. L’opposizione si compatta su Marco Giorgianni. La maggioranza si sfalda Pdl allo sbando: arriva Rizzo Senza l’uscente Bruno non si trova un nome su cui puntare. Il 18 marzo si terranno le primarie. L’ex difensore civico si avvia all’appuntamento con il Vento Eoliano in poppa DI LAURA LA GRECA LIPARI. Lʼunica cosa certa è che lʼunico candidato a sindaco con una coalizione ben definita, è quella di Marco Giorgianni, già vice sindaco e cugino dellʼonorevole Gianpiero DʼAlia. Tutto il resto della campagna elettorale di Lipari è da scrivere ad appena due mesi al voto (si andrà alle urne il 6 e 7 maggio). Si chiama “Patto per le Eolie” (Udc, Fli, Pd e Nuovo Giorno) il “contenitore” perfettamente allineato nel sostegno a Giorgianni. A caccia del candidato è ancora il Pdl che, eclissata lʼipotesi della candidatura dellʼarmatore Sergio La Cava, ha deciso di indire le primarie, fissate per il 18 marzo. A parteciparvi saranno con ogni probabilità Angela Mazziotta, che aveva già corso per la poltrona di Sindaco di Lipari nel 2007, riscuotendo un successo piuttosto modesto e Ciccio Rizzo, partito con il suo “Vento Eoliano” in poppa, tanto che molti lo danno per candidato certo anche nel caso in cui non dovesse essere designato dalle primarie. Rizzo tenta dunque la strada dellʼappoggio del Pdl locale, che di fatto non ha un candidato forte, ma non è escluso che possa tentare la scalata a Piazza Mazzini anche da solo. «Se dovesse emergere la mia candidatura alle primarie - commentachiederemo al Pdl di sottoscrivere il nostro programma; in caso contrario cercheremo coalizioni alternative sulla base di obiettivi comuni». Altra novità, quella che sta facendo discutere di più, è la candidatura, questa sì ufficiale, di Ersilia Pajno, in passato stretta collaboratrice di Michele Giacomantonio, allʼepoca in cui i seguaci della sua lista civica “Una speranza per le Eolie” lo avevano eletto primo cittadino per ben due volte. Ma la cosa che fa scalpore nel commentare la decisione della Pajno, non è tanto la sua figura, al contrario molto apprezzata in maniera trasversale per la sua competenza e professionalità, bensì il L’avvocato Ciccio Rizzo quadro dal quale questa candidatura prende forma. Pajno è infatti sostenuta dalla lista “Il Faro”, ovvero gli autonomisti che alle scorse elezioni portarono in consiglio Gesuele Fonti e Francesco Megna, nonché unʼala definita addirittura “estrema”: “La Voce Eoliana”, il comitato cittadino ribattezzato dei “o Park”, che lo scorso anno diede per alcuni mesi filo da torcere ad un Mariano Bruno che aveva dato per già bellʼe fatto un “Parco Nazionale delle Eolie” tanto necessario quanto lacunoso e confusionario in molti punti. «Non vedo come queste posizioni si possano conciliare con quelle che siamo tradizionalmente abituati ad attribuire alla dottoressa Pajno», commenta Angelo Sidoti, promotore di un gruppo che dovrebbe formare una lista civica e, in un primo momento, in odore di sindacatura, cui ha poi rinunciato «per impegni di lavoro presi al nord, che mi terranno lontano dalle Eolie e perché il gruppo, sebbene animato da ottime personalità, non ha riscosso il necessario consenso alla buona riuscita del progetto». Le circostanze sembrano insomma dare poche chances alla Pajno e qualcuno paventa lʼipotesi che in realtà si tratti solo del mero tentativo da parte del gruppo che la sostiene di assicurarsi almeno un posto nel Consiglio Comunale a venire. Quanto poi alla candidatura di Angelo Merenda, non cʼè ancora niente di sicuro. Dovrebbe essere il candidato sostenuto dallʼMpa locale, le voci lo vogliono tra i partecipanti alle primarie del Pdl, ma lui smentisce. Si dice disponibile a collaborare, sulla base della condivisione di un progetto, non si affibbia nessuna etichetta di partito e, di fatto, la sua candidatura non è ancora ufficiale. Il Pd, dopo un travagliato dibattito interno che aveva animato e quasi contrapposto centonove SAN PIER NICETO Il Terzo polo nel Calderone Candidatura bis per il medico SAN PIER NICETO. Lʼopposizione di San Pier Niceto anticipa tutti e presenta il proprio candidato a sindaco, a riprovarci sarà nuovamente Luigi Calderone, medico massimalista, ma questa volta per lui si profilano nuove e significative alleanze da contrapporre allʼuscente Franco Pitrone. Infatti oltre ai gruppi consiliari di opposizione, “Democrazia Sociale” e “Viva San Pier Niceto Viva”, a sostegno ci saranno pure i rappresentanti locali del Pd, Mpa, Udc e Fli. Inoltre potrà contare sullʼappoggio di una componente del Pdl. proveniente dallʼarea ex Forza Italia. Gia lunedì sera, in una riunione, alla presenza di numerosi sostenitori, Calderone ha ricevuto lʼinvestitura ufficiale. Per lʼoccasione sono stati presenti gli onorevoli Francantonio Genovese, Franco Rinaldi ed il segretario provinciale del Pd, Nino Bartolotta, che hanno garantito il loro totale appoggio alla lista Calderone. Sono previste a giorni visite di altri big della politica regionale e nazionale. GAB. AV. vecchia e nuova guardia del partito, ha alla fine scelto di appoggiare Giorgianni «per proseguire un cammino iniziato insieme allʼUdc cinque anni fa, in opposizione allʼamministrazione in carica» spiega il consigliere Giacomo Biviano nel commentare una decisione che tiene a definire unanime, dato che le voci di una spaccatura del partito si erano fatte nelle ultime settimane molto pressanti. Biviano precisa poi che “«uno sguardo alla rosa dei candidati ha ulteriormente confermato che appoggiare Marco Giorgianni era la strada da intraprendere». Sulla stessa lunghezza dʼonda Adolfo Sabatini, consigliere de “Il Nuovo Giorno” che non aveva mai fatto mistero di ambire ad un accordo «con le parti migliori di tutte le forze attualmente allʼopposizione a sostegno del candidato dellʼUdc per onorare il lavoro di questi 5 anni». VILLAFRANCA NuovaMente sfida De Marco e Costagiorgiano Il nuovo gruppo si inserisce nella corsa alle amministrative. Nino La Rosa fa sapere... VILLAFRANCA. Lʼassociazione “NuovaMente Villafranca” lancia la sfida a Matteo De Marco e Pietro Costagiorgiano. Il nuovo gruppo, costituitosi in questi giorni, si inserisce nella corsa per le amministrative tra i due esponenti che con ogni probabilità rappresenteranno altrettante liste civiche pronte a scendere in campo. A presiedere “pro tempore” l'associazione è Antonino Certo in attesa che il movimento socio-politico-culturale compia i passi necessari per depositare ufficialmente la lista. Sul nonché una violazione di precise norme statutarie». «Ci nome del candidato a sindaco resta, invece, il mistero e ha sempre fatto sorridere - precisano - la diceria che quepare che i membri dell'associazione abbiano intenzione sta associazione è stata costituita per finalità elettorali; di farlo venir fuori in modo democratico tra tutti i composono valutazioni becere, interessate, tipiche di parvenù nenti del gruppo. Nel frattempo, dopo le “difficoltà” emerdella politica che, dopo avere dormito per cinque anni, si se sulla paventa candidatura dell'avvocato Francesco improvvisano grandi strateghi, pronti solo ad elemosinaMarullo, resta da capire la posizione che pore posti in lista e voti per se o per qualcun”altrebbe assume l'architetto Pietro Merlino. E tro”. Lʼassociazione I Cittadini - prosegue la mentre una associazione scende in campo lettera - auspica un sereno confronto, in un un'altra prende le distanze dal mondo politicontesto di pluralità di candidature, a garanco. L'avvocato Nino La Rosa, presidente de zia di un corretto processo democratico, an"I Cittadini" di Villafranca, ha diffuso una letche al fine di offrire le nostre riflessioni e le tera aperta ai villafranchesi, con la quale nostre proposte». Infine l'invito alla cittadismentisce «le voci in merito alle presunte nanza ad essere «presente ed attiva sulla candidature da parte dei soci». Infatti, spiescena politica, a valutare attentamente i proga La Rosa, «la partecipazione a competigrammi e le promesse» ed a pretendere dai zioni elettorali costituirebbe un tradimento candidati «un codice etico di buona amminidei fini istituzionali della nostra associazione Nino La Rosa strazione e trasparenza». (GAB. AV.) pagina 14 centonove Politica 9 MARZO 2012 BARCELLONA. I giochi politici si fermano. In settimana potrebbero saltare le amministrative L’ombra del commissariamento Il Partito delle Libertà rinvia le consultazioni interne al 25 marzo in attesa di conoscere l’esito della relazione prefettizia. L’Udc rompe ufficialmente con il Pd. E cerca alleati DI GIUSEPPE PULIAFITO BARCELLONA. Sono giorni di attesa per la politica barcellonese, perché la prossima settimana si dovrebbe conoscere la relazione della commissione prefettizia, nominata per verificare eventuali infiltrazioni della criminalità nella gestione del Comune. Nelle ultime ore crescono infatti le voci che danno sempre più concreta tale ipotesi, con un conseguente commissariamento dellʼente ed un rinvio delle elezioni di almeno 18 mesi, tanto quando dura il mandato dei commissari prefettizi. Davanti a questo scenario così incerto, le uniche certezze restano le candidature di Santi Calderone, sostenuto da almeno quattro movimenti civici trasversali, e di Maria Teresa Collina, vincitrice delle primarie della Sinistra, orfana del Pd. Tutto il resto è ancora in gioco, considerato che il Popolo delle Libertà ha posticipato le primarie al 25 marzo, ufficialmente per allargare il campo dei partecipanti con lʼinserimento di Marcella Sidoti, insieme ai già confermati Rosario Catalfamo, Nicola Marzullo, Paolo Genovese e Gianni Pino. Nella scelta però potrebbe influire anche lʼattesa di conoscere lʼesito dellʼispezione e di valutare anche eventuali allargamenti della coalizione ad altre forze politiche dellʼarea di centro. Il Terzo Polo, così come inteso a livello nazionale, dopo la decisione del consigliere comunale dellʼUdc Giuseppe Trifilò, di ritirare la propria disponibilità ad accettare la candidatura a sindaco per la coalizione, si è praticamente dissolto sui tavoli di una difficile intesa elettorale. LʼMpa potrebbe infatti dirottare le sue attenzioni sul progetto di Santi Calderone, ma non è esclusa unʼapertura rispetto allʼipotesi di candidatura dellʼex vicesindaco Giusi Turrisi. Il Pd rischia di spaccarsi, tra coloro che sarebbero pronti a sostenere Il sindaco Candeloro Nania Maria Teresa Collina, e chi invece vorrebbe trovare una candidatura interna o condivisa con gli altri partiti del centro. In questo contesto, è arrivato anche il chiarimento della posizione dellʼUdc, sulla scelta di Trifilò a rinunciare alla candidatura e sulle prossime scelte: “«Trifilò, avendo valutato attentamente il quadro politico in cui tale offerta è maturata, ha ritenuto – afferma il segretario comunale Carmelo Torre - di non lasciarsi trasportare dal semplice canto di sirene pronte a riempirlo di elogi. Infatti, tutti appaiono interessati a trovare una faccia credibile da presentare alla scettica opinione pubblica barcellonese, sperando che questo, unitamente ad una ennesima formula innovativa, possa distogliere lʼattenzione dei nostri concittadini dalla mancanza di solide e condivise basi programmatiche su cui costruire il futuro della prossima legislatura. Noi riteniamo invece che le elezioni amministrative del 6 e 7 maggio prossimo debbano rappresentare per tutte le forze politiche locali un importante appuntamento per un serrato confronto programmatico che nasca da una analisi seria, profonda ed attenta della nostra città e del contesto in cui è posizionata. Occorre cercare di mettere in campo soluzioni ai problemi specifici ed ai problemi di sistema, specialmente per ciò che concerne la capacità dellʼEnte Comune, progettare strategie ed alleanze, ma anche sviluppare capacità di studio, ricerca di sinergie, per produrre crescita sociale e sviluppo del territorio. Noi vogliamo mettere in campo un grande progetto per Barcellona». SINAGRA Enza Maccora ci riprova Enzo Ioppolo fa lo stratega «Obiettivo di questa candidatura - si lege in una nota - è un progetto fatto di uomini e di donne che non vogliono più assistere impotenti alla politica dellʼimmobilismo e delle chiacchiere». In casa Pd rimangono da sciogliere alcuni nodi, infatti, erano ben quattro i nomi degli aspiranti alla carica di primo cittadino, oltre ad Enza Maccora pare vi fosse la disponibilità o velleità del sindacalista Enzo Caputo, Michele Orifici e di Emanuele Giglia, attuale presidente del consiglio. Con chi si schiereranno? Sembra essere certa, nonostante non sia stata ufficializzata, la candidatura di Enzo Ioppolo, ex sindaco e cognato dellʼuscente Scarso. Cʼè chi maliziosamente afferma che dalla posizione di “neutralità” del sindaco Scarso ne trarrà, infatti, vantaggio il cognato Ioppolo. Ancora nulla è scritto. Considerato che quattro candidati a sindaco sembrano veramente tanti per un comune come quello di Sinagra. Enza Maccora Giuseppina Laguidara L’avvocato scioglie le riserve. L’ex primo cittadino studia SINAGRA. Enza Maccora ci spera ancora. Dopo avere perso la poltrona di sindaco cinque anni fa per una manciata di voti, si ripresenta alla competizione elettorale sostenuta dal circolo “numero uno” del partito democratico di Sinagra. Questa volta non avrà come avversario Gaetano Scarso, che non tenterà il bis, ma il commercialista Leone Agnello, già vice sindaco, e Carmelo Rizzo, assessore uscente. Maccora ha sciolto le riserve in occasione della festa della donna. pagina 15 TORRENOVA Sfiduciato Russo Fachile “tradisce” Con un colpo di scena la preside porta il comune alle urne TORRENOVA. Si è mossa alla stregua del personaggio che non ti aspetti, il quale irrompe nei film gialli sparigliando le carte. A Torrenova il volto dellʼinsospettabile “traditore” è quello di una donna: Bianca Fachile Bianca Fachile. Grazie al suo voto è passata la mozione di sfiducia in consiglio comunale che ha spodestato il sindaco Benedetto Russo, proiettando Torrenova in piena campagna elettorale. Il commissario inviato dala Regione, Filippo Ribaudo, traghetterà il comune fino al voto di maggio. Dopo tre anni ed otto mesi di “obbedienza” al sindaco Benedetto Russo la preside Bianca Fachile, per scelta “responsabile autonoma”, lunedì sera ha dato scacco matto al “re”. Durante la concitata seduta consiliare ha presentato al presidente del consiglio, Salvatore Castrovinci, ed al notaio della riunione, il segretario Daniela Messina, le dichiarazione scritte e motivate del suo “no” al proseguimento del mandato amministrativo al sindaco Benedetto Russo. Momenti fatali che hanno sorpreso il primo cittadino, sempre assistito dallʼex vice sindaco Piero Ferrante, ma soprattutto ribaltato le aspettative degli 11 consiglieri (9 della lista di maggioranza “Torrenova nel Cuore” e due indipendenti) che aspettavano di raggiungere il quorum della sfiducia con il tentennante “dissociato” Claudio Fiocco. La deriva che ha travolto il sindaco Russo, il vicesindaco Franco Dolce, gli assessori Nicolò Mileti, Maria Princiotta, Giuseppe Palmeri, Daniele Radici è partita dalla recente scoperta di un progetto “occultato”, e poi venuto alla luce, riguardante una discarica da realizzare in pieno centro storico, nella zona archeologica di località Cave di Scodonì. Eʼ anche nato un comitato spontaneo, con duemila sottoscrittori che dicono “No alla discarica di Scudonì”. «Ho visto gente piangere per le loro abitazioni vicino alla futura discarica», dichiara la preside dagli occhi verdi, sostenendo che è la prima volta che tanta gente, senza osservare il colore politico di appartenenza, o simpatie elettorali si unisce per difendere il territorio dal futuro degrado. Ma un torto recente la preside Fachile lo ha ricevuto dagli amministratori e mostra la delibera in cui viene sacrificata lʼarea esterna della scuola media della città, togliendo spazio per le attività sportive degli studenti, e magari ripristinare un parcheggio. Un torto che ha lasciato il segno nellʼintimo pensiero della preside Fachile. (Nino Dragotto) Politica 9 MARZO 2012 centonove S. TERESA DI RIVA. Tutta l’opposizione decide di compattarsi per sconfiggere Alberto Morabito ITALA Il Listone delle meraviglie La giunta Miceli perde Di Ciuccio Fli, Udc, Sicilia Vera e Mpa alla ricerca di una “sintesi”. Il più votato alle passate amministrative, Tanino Maggioloti cerca casa: «Ho lasciato l’onorevole Buzzanca» DI MASSIMO FERRARO SANTA TERESA DI RIVA. Sembra essersi chiuso il cerchio attorno al vasto spazio dentro il quale si muovono tutti i gruppi che si contrappongono al sindaco uscente Alberto Morabito. Nel corso di un summit con i massimi riferimenti di ogni partito sarebbe stato stilato un accordo di massima tra il Fli, Udc, Mpa e Sicilia Vera divisa tra gli amici di Nino Bartolotta e quelli dellʼonorevole Cateno De Luca. Lʼintenzione è quella di stare tutti assieme per non disperdere le forse e dare vantaggi alla coalizione avversaria. Nel mega-contenitore troverebbero spazio anche i sostenitori dellʼex vicesindaco Pippo Lombardo ed i giovani del Pd area “ Impastato”. Adesso per lanciare definitivamente la coalizione bisogna trovare la sintesi sul nome del candidato a sindaco con ognuno dei gruppi che dovrebbe avanzare un ipotesi, i nomi che circolano sono sempre i soliti, Lenzo e Turiano per lʼUdc, Todaro per il Fli, Salvatore Puglisi per lʼMpa, Racco per Sicilia Vera. Sarà uno di loro a dover, verosimilmente, trainare un listone che si annuncia molto agguerrito. Qualora non si dovesse trovare una sintesi tra i gruppi allora i maggiorenti delle aree politiche interessate dovrebbero pescare allʼesterno dei propri contenitori ed allora potrebbero rientrare in gioco sia lo stesso vicesindaco Pippo Lombardo che lʼex sindaco Carlo Lo Schiavo, attualmente fermo ai box. Intanto Alberto Morabito incassa gli attestati di stima dellʼonorevole Giuseppe Buzzanca nel corso del congresso provinciale del Pdl e dice di avere «la squadra a buon punto» strizzando lʼocchio a Tanino Maggioloti primo degli eletti nel 2007 che però non trovò posto in consiglio comunale essendo la sua lista giunta terza. Il Tanino Maggioloti diretto interessato resta in posizione dʼattesa e dichiara: «aspetto di sentire i programmi, sino ad adesso si è parlato solo di poltrone io sono interessato invece ai problemi della gente». Lʼex vicesindaco – ai tempi della gestione Lo Schiavo – fa sapere di aver abbandonato le orme politiche del suo riferimento storico Peppino Buzzanca «in quanto sono state prese iniziative e decisioni a Santa Teresa sopra la mia testa e senza che io venissi interpellato, cosa che mi ha ferito e che non posso accettare dopo tanti anni di militanza». In pratica il tecnico della Provincia Regionale di Messina non ha digerito lʼaccordo stilato dal binomio BuzzancaFichera col sindaco Morabito a sua completa insaputa che ha partorito la nomina in giunta di Maria Concetta Muscolino e la prossima candidatura di Santino Veri. «Da questo momento in avanti - sottolinea Maggioloti - non faccio più riferimento allʼonorevole Buzzanca e con i miei amici mi muovo in perfetta autonomia». Altro dato certo è che sia lʼassessore Agnoni, affiancato dal capogruppo Pippo Arpi e da Ernesto Sigillo, che il vice-presidente del consiglio David Trimarchi, pur facendo parte insieme al consigliere provinciale Lalla Parisi della corrente Santi Formica, non sosterranno mai lʼex vicesindaco Pippo Lombardo in un percorso di candidatura a sindaco come gli stessi dichiarano ai nostri microfoni. «Non abbiamo motivo di invertire rotta sostiene David Trimarchi - e confermiamo il pieno appoggio allʼamministrazione uscente di cui siamo stati parte integrante e dopo che i massimi riferimenti provinciali del Pdl hanno gratificato il lavoro di Alberto Morabito». ITALA. La giunta comunale di Itala guidata dal dottore Antonio Miceli perde ancora pezzi mentre si avvicinano le elezioni amministrative di primavera. Dopo il vice sindaco Salvatore Cacciola, anche lʼassessore allo Sport Salvatore Di Ciuccio ha abbandonato lʼincarico amministrativo, aggiungendosi alla lista dei prossimi aspiranti candidati che appoggerebbero il rivale di Miceli, lʼex primo cittadino Antonino Crisafulli. Ma proprio il possibile coinvolgimento degli ex assessori nella compagine di Crisafulli ha rafforzato la fronda del gruppo dei “delusi” da entrambi gli schieramenti. Sembra che si susseguano, infatti, gli incontri “segreti” per la formazione di un nuovo “terzo polo” che le voci di corridoio vorrebbero guidato dallʼattuale presidente del Consiglio Comunale Carmine Berlinghieri, imprenditore vicino allʼonorevole Cateno De Luca. Berlinghieri negli ultimi tempi ha dimostrato di voler prendere nettamente le distanze dai due contendenti alla poltrona di primo cittadino: «Sicuramente non sarò candidato con Antonio Miceli. Ci siamo resi conto che le politiche degli ultimi venticinque anni, condizionate sempre dallo stesso duopolio, hanno portato scarsi risultati e creato solo disastri che ci hanno portato al dissesto finanziario, serve una svolta radicale». Anche un “navigato” amministratore come lʼavvocato Giuseppe Caminiti, attuale consigliere di opposizione, intravede positivamente la nascita della nuova compagine alternativa. «Bisogna dare voce ai dissidenti - spiega - mi auguro che si riesca a creare un buon gruppo». Intanto il giovane architetto Carmelo Miceli smentisce alcune indiscrezioni circolate in paese che davano per un probabile suo ingresso in giunta in sostituzione del dimissionario Cacciola, tuttavia garantisce il proprio supporto al fianco dell'attuale sindaco nella ormai imminente tornata elettorale. Tutto questo mentre restano ancora pochi giorni per sciogliere gli ultimi nodi visto che il termine ultimo per la presentazione delle liste è stato fissato per il prossimo undici aprile. (Ant. Bon.) SANT’ALESSIO SICULO E’ lotta tra Fichera e Cacciola Sia il vice sindaco che il presidente del consiglio vogliono prendere le redini del comune S. ALESSIO SICULO. Si fanno sempre più febbrili le trattative per tentare di ricucire una maggioranza spaccata in due. A nulla è valso il tentativo del presidente del consiglio Giuseppe Cacciola, di fare un passo indietro e proporre un nome super partes pur di tenere salda la maggioranza. Invano. Perché il vicesindaco Rosanna Fichera di ritirare la sua candidatura non ne vuole sentire palare. Dunque presidente del consiglio da un lato e vice sindaco dallʼaltro vivono ormai da tempo separati in casa e si parlano digrignando i denti. I due restano schierati in pole position per contendersi una sola poltrona. Intanto si susseguono sino a notte fonda le riunioni nella sala convegni dellʼhotel continuià amministrativa coinvolgendo una rosa di giovani “Solemar” di proprietà del sindaco Giovanni Foti per cercare che diano un maggior impulso alla crescita del paese». Al di sbloccare questo empasse amministrativo. Ecco che da presidente del consiglio Cacciola, avrebbero garantito il giorni circola un terzo nome espressione della stessa supporto tra gli altri anche i consiglieri Carmelo Palio e maggioranza. Franco Santoro, gestore dei depuratori Antonino Lo Monaco. Usciranno di scena invece gli comunali della zona jonica, che potrebbe concorrere alla assessori Orazio Labate, Domenico Aliberti e Domenico sindacatura. Un nome che, per i veterani della politica, non Silicato, che avrebbero comunque “giurato” fedeltà a farebbe breccia nello scacchiere politico. Intanto il primo Cacciola. Ufficiale invece è la nomina della professoressa cittadino uscente Giovanni Foti, giunto al secondo mandato, Pina Basile alla carica di assessore al Turismo. Impegnata non ha ancora ufficialmente sciolto le riserve. Ma in prima fila da oltre un anno ad organizzare non sembra avere dubbi a garantire lʼappoggio eventi, convegni e manifestazioni di carattere a Giuseppe Cacciola 52 anni, funzionario della culturale e sociale. Per il resto tutto ancora top provincia regionale di Messina. Il più accreditato secret. Stato confusionale per quel che rimane in paese per il suo crisma politico. A giorni dellʼattuale minoranza. A presentarsi, dovrebbe inaugurerà la sede del comitato elettorale nella essere Agatino Guscio, avvocato, già ex centrale via Nazionale. «La mia non è una sindaco negli anni novanta per un decennio. candidatura imposta – ha spiegato Cacciola Difficile ancora pronosticare la vittoria. ma frutto di una riflessione che possa dare Giovanni Foti Giuseppe Pistone pagina 16 Sicilia centonove Franco Tomasello 9 MARZO 2012 Andrea Romano Francesco Astone SCIENZE POLITICHE. Il preside sotto accusa per le irregolarità che mettono a rischio i titoli di studio Lauree virtuali, bufera su Romano Il Consiglio di facoltà, affidato al vice Franco Astone, costretto alla seconda sanatoria. Le irregolarità compiute per bandire concorsi nella sua disciplina. L’ultimo posto di ricercatore? A Carmen Trimarchi, allieva di 48 anni DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. AllʼUniversità di Catania in organico ce nʼè uno solo. A Palermo neanche uno. Nei novantasei atenei italiani di docenti di Storia delle Istituzioni politiche se ne contano in tutto 42. Sei di questi insegnano alla facoltà di Scienze politiche dellʼUniversità di Messina. Che tuttavia ha continuato a bandire concorsi di ricercatore della disciplina del preside Andrea Romano sulla base “di una sofferenza di docenti”. Per crearla è stato necessario trasmettere- in sede di offerta formativa - al ministero dellʼUniversità e della Ricerca dati “gonfiati” dei crediti formativi di Storia delle Istituzione politiche, materia al cui posto, nel Manifesto degli studi (quello cui fanno riferimento gli studenti) in alcuni corsi di laurea, ne compariva come valida per la laurea unʼaltra. Eʼ così accaduto che il preside Andrea Romano ha potuto aumentare il numero dei docenti della sua materia, in tutto il resto dʼItalia in via di estinzione, arruolando da ultimo Carmen Trimarchi, divenuta ricercatrice a 48 anni, ma gli studenti hanno rischiato di vedersi annullare le lauree sostenendo esami che secondo lʼOfferta formativa comunicata al ministero non erano valide o valevano in termini di crediti meno di quanto valessero per il ministero. Eʼ stato così necessario procedere sinora a due sanatorie. Una prima sanatoria lʼaveva decretata il dirigente generale del Miur, Marco Tomasi, lo scorso novembre. La seconda lʼha delibera il Consiglio di Facoltà mercoledì 7 marzo 2012, modificando ex post il regolamento di facoltà. I rappresentanti degli studenti lo avevano già chiesto. Lo hanno ribadito nel corso dellʼultimo Consiglio: «Vogliamo sapere chi è il responsabile di tutto questo», hanno fatto mettere a verbale. Andrea Romano, che al Consiglio non si è presentato ed è stato sostituito dal neo vice preside Franco Astone, lʼultimo degli arrivati in facoltà ma braccio destro del rettore Franco Tomasello, è finito sul banco degli accusati. Non solo degli “errori” si è avvantaggiata la sua disciplina ma è lʼunico - come risulta dai verbali del Consiglio di Facoltà - ad essere in possesso della password necessaria per trasmettere i dati al ministero. Il preside però corregge: «La password è a disposizione dei vari coordinatori dei corsi di laurea. Non me lʼhanno mai chiesta, è vero». E poi aggiunge: «Ce lʼhanno anche gli uffici amministrativi diretti da Fausto Gennuso, il dirigente delle Segreterie». Il dirigente corleonese nella sostanza lo smentisce: «Eʼ vero. Ma non lʼho mai usata». Carmen Trimarchi, colei che è si è avvantaggiata degli errori attribuiti al preside Romano, è uscita vittoriosa da un concorso svolto a maggio del 2010 ma tenuto per due volte. Ha prevalso su altri due candidati (6 non si sono presentati), grazie ad una monografia e a due comunicazioni a 2 convegni di 10 e 15 pagine, tutte realizzate nel 2007, a 45 anni. Il presidente della commisione del concorso? Andrea Romano. Due anni prima, invece, lo stesso concorso per ricercatrice era finito nel nulla: «Nessuno dei 2 candidati è idoneo». Maria Concetta Basile, allieva prediletta di Andrea Romano, che le aveva affidato dottorati di ricerca ed attività di insegnamento, vincitrice predestinata delle prove, fu clamorosamente bocciata: «Eʼ positivo il giudizio sulla produzione scientifica e i titoli, ma è negativa la valutazione tanto sulle prove scritte quanto su quelle orali» «Cosa è accaduto?», si sono chiesti in molti. A capo della commissione cʼera Daniela Novarese, allieva di Andrea Romano, divenuta docente ordinario. Della stessa disciplina è ricercatrice Vittoria Calabrò, nipote della stessa Daniela Novarese, (la cui sorella e il cui cognato sono impiegati come amministrativi nello stesso Dipartimento). Ricercatrice è pure Patrizia De Salvo. Associato è diventato Provvidenza Pelleriti che lavora a fianco di Maria Antonella Cocchiara, che è invece ordinario. Totale: un uomo il preside e 5 donne. PROVVEDIMENTI Il ministro boccia lo Statuto E’ arrivata da Roma la nota che manda all’aria i piani del Magnifico: in forse l’autoproroga sino a ottobre del 2013 Antonio Saitta MESSINA. Franco Tomasello allo Statuto deliberato il 30 ottobre scorso ha affidato le speranze di prolungare il suo mandato (in scadenza il 30 ottobre del 2011) alla guida dellʼateneo di Messina sino al 30 ottobre del 2013. Ma al ministero dellʼUniversità il documento che, attuando la legge Gelmini, ha disegnato il nuovo volto dellʼateneo, non è piaciuto. «Il Ministero ha formulato vari rilievi. Dovremo lavorare sodo per rimediare», ha ammesso Tomasello dinanzi ai componenti delle commissione che avevano lavorato per elaborare lo Statuto, riuniti appositamente nella giornata di giovedì. Quali siano i rilievi giunti dal ministero il rettore non lʼha voluto pagina 17 svelato, ma secondo alcune indiscrezioni riìguardano tra gli altri proprio la norma di autoproroga che aveva fatto gridare allo scandalo e aveva indotto un gruppo di 200 docenti, guidati dallʼaspirante rettore Antonio Saitta, a presentare un ricorso gerarchico al ministero. Da cui nei giorni scorsi era pure arrivata una risposta: «Il ricorso che avete proposto non è ammissibile ma il ministero dellʼUniversità sta attentamente valutando lo Statuto dellʼateneo di Messina». Dallʼattenta valutazione sono nati i rilievi che ora fanno vacillare la sua poltrona. Franco Tomasello aveva proposto e ottenuto lʼautoproga del suo mandato e di quello degli organi collegiali nellʼestate del 2010: ma il Tar prima e il Cga dopo lo hanno sonoramente bocciato: «Eʼ illegale ed antidemocratico. Può essere fonte di responsabilità contabile e penale». Franco Tomasello dopo la seconda pronuncia ha detto: «Non cambia nulla»: Ma per cercare di si era costituito personalmente con tre suoi avvocati. Tra questi Franco Astone, incaricato di guidare come vicepreside la facoltà di Scienze politiche fuori dai marosi delle lauree virtuali. (M.S.) Sicilia 9 MARZO 2012 centonove IL CASO. La ragazza marocchina che ha inguaiato il premier non incanta i giudici Ruby, testimonianze a luci rosse Condanna con perdono giudiziale per il furto al centro estetico di Ester Fragata. Che finisce a giudizio per induzione alla prostituzione. Ecco i verbali con i protagonisti della Messina-bene tra massaggi e aperitivi DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. «Non ho mai rubato niente in vita mia. Sono innocente». Karima El Marguoh, in arte Ruby, la ragazza marocchina di 21 anni cresciuta a Letojanni che ha messo nei guai il premier Silvio Berlusconi, è pure scoppiata in lacrime ma non ha incantato Michele Saya. Il giudice del Tribunale dei Minori di Messina lʼha condannata e le ha concesso il perdono giudiziale. La decisione segna un mezzo punto a favore di Ester Fragata, la titolare del centro estetico che lʼha ospitata per un periodo, e di Goffredo Sturniolo, il legale con cui è uscita un paio di volte, finiti a Messina sotto processo penale sulla base delle accuse che Ruby, fece negli uffici della Questura il 17 febbraio del 2009, dove gli uomini della polizia lʼavevano condotta su richiesta di Ester che lʼaccusava di averle sottratto un bracciale dʼoro da 3mila euro. Ora il giudice Michele Saya si è convinto che lʼaccusa nei confronti della giovane marocchina fosse fondata. Il processo per Ester e Goffredo inizierà invece il 3 maggio del 2012. Entrambi avevano conosciuto Ruby a Messina nei primi mesi del 2009 (quando - stando ai documenti ufficiali - la ragazza ha da qualche mese compiuto 16 anni), un anno prima che la ragazza arrivata a Milano, entrasse nella corte delle ragazze minorenni del premier Silvio Berlusconi. Se il premier con lʼaccusa di sfruttamento della prostituzione minorile e concussione è stato rinviato a giudizio a Milano, a mille chilometri di distanza, Ester deve difendersi di induzione alla prostituzione, Goffredo di tentata violenza sessuale. TESTIMONI SCOMODI. «Se vieni al centro con qualche facoltoso cliente Ruby dopo un massaggio sarà disponibile ad avere qualche rapporto con te. Hai visto quantʼè bella. Perchè non lʼavvii nel circuito dei club privee? Faremo affari. Mi sono rifiutato». «Goffredo aveva un dado di gommapiuma di colore giallo che gli era stato regalato in occasione della sua laurea. Sui lati cʼera scritto leccare, scopare, toccare». Sono queste le testimonianze che hanno puntellato le accuse che Ruby ha messo nero su bianco negli uffici di via Placida mentre nella stanza accanto Ester Fragata sporgeva nei suoi confronti denuncia per il furto del bracciale. La prima è di Nello Liotta, titolare di centro Snai a Santa Teresa Riva e organizzatore di feste in discoteca, inguaia Ester Fragata, titolare del centro “Nail Art” di via Argentieri. La seconda è di Manuela Miller, legata a Goffredo Ester Fragata Sturniolo, da una relazione sentimentale durata 5 anni. Sono state raccolte dagli uomini dela polizia di Stato a ottobre del 2011, due anni e mezzo dopo le denunce di quel 17 febbraio. Le indagini, infatti, coordinate dal sostituto Federica Rende, rimaste in pausa per lunghi mesi sono ripartite quando Ruby è diventata famosa per aver messo nei guai il presidente del Consiglio. QUEL GIORNO...“Il padrone di casa, Goffredo, ha preso due dadi di quaranta centimetri, di colore giallo con le scritte nere. Sui lati di uno cʼera scritto: succhiare, leccare, toccare, scopare, eccetera. Sui lati dellʼaltro, cʼera scritto bocca, tette, eccetera. Nel corso del gioco è uscito fuori che uno dei presenti mi doveva toccare il seno. Mi sono rifiutata. E così sono stata minacciata da Ester: se non lo avessi fatto mi avrebbe fatto dormire per strada” Ero scappata dalla casa famiglia, a cui ero stata affidata. Un amico, Andrea Ipsaro Passione, titolare di un bar, mi ha presentato ad Ester. Che si è impegnata a darmi vitto e alloggio in cambio del mio lavoro. Dal 6 gennaio ho iniziato a dormire al centro su un divano dello stesso centro. Che chiudeva alle 20. Oltre quellʼorario si presentavano alcune ZOOM Il mistero della notte in Questura MESSINA. A Milano Berlusconi oltre che per sfruttamento della prostituzione minorile ma anche per concussione per aver usato il suo potere per fare rilasciare Ruby, fermata dagli uomini della Questura dopo la denuncia di una sua amica che lʼaccusava di averle sottratto degli oggetti. «Ruby era minorenne e senza documenti e andava affidata ai Servizi sociali e non a Nicole Minetti, collaboratrice di Berlusconi», hanno tuonato i pm. Ruby, un anno prima a Messina, la sera del 17 febbraio del 2011 in Questura, dove arriva alla 22 e 30, si trovava nella stessa condizione. Accusata di furto, minorenne su cui gravava un decreto del Tribunale dei minori del 27 gennaio del 2009 che confermava lʼaffidamento ai Servizi sociali. A cui è stata affidata alle 20 e 15 del 18 febbraio. 24 ore dopo lʼarrivo negli uffici di Via Placida, dove, secondo la versione ufficiale, è stata trattenuta ininterrottamente per 24 ore. (M.S.) Karima El Marguoh, in arte Ruby pagina 18 centonove Sicilia 9 MARZO 2012 persone anziane amiche di Ester. Questʼultima pretendeva che io praticassi a queste persone dei massaggi. Prima che io praticassi il massaggio, si denudavano ed indossavano dei perizoma. Sempre queste persone chiedevano che massaggiassi le loro parti intime. Mi sono rifiutata ogni volta scoraggiando le loro avances. Quando qualcuno di questi clienti si lamentava che non esaudissi i loro desideri, questa mi sgridava e minacciava di buttarmi per strada. Cercava di convincermi che che se avessi praticato qualche massaggio particolare avremmo guadagnato un sacco di soldi». Ti ricordi il nome di qualcuno?, gli chiedono gli agenti che verbalizzano i suoi racconti: «Si, una di queste persone anziane era un certo Lorenzo Campagna. E poi cʼerano altri di cui ricordo solo i nomi». «Alcuni giorni della settimana uscivo con Ester e con i suoi amici. Andavamo in ristorante, in discoteca, o nelle abitazioni dei suoi amici». Nel corso di queste escursioni, secondo il raccontò della giovane marocchina, si andava oltre i limiti. Con il gioco dei dadi, ad esempio. Ma non solo. “Ester e i suoi amici fumavano, bevevano, assumevano sostante allucinogene”. Ma le accuse più gravi sono per uno degli amici di Ester, il legale Goffredo Sturniolo. «Lʼ11 c.m. (febbraio del 2009) quando lʼultimo cliente andava via prima Ester ed io facevamo la doccia. Fatto ciò, Ester mi dava per vestirmi un perizoma ed un reggiseno. Lei era vestita allo stesso modo. Voleva giocare con i cuscini. Stavo al gioco. Ad un certo punto ho visto sbucarmi da dietro Goffredo. Subito mi sono coperta con un lenzuolo. Lui da dietro mi stringeva le braccia e mi spingeva in bagno. «Non ce la faccio più ho voglia di scoparti”, mi diceva. Ho reagito e sono riuscito a divincolarmi. Dopo un po Ester mi convinceva ad uscire per andare in discoteca. Durante il tragitto Goffredo ha tentato di toccarmi le parti intime mettendo una mano tra le cosce. In discoteca mi ha toccato il seno e le gambe e ha tentato di baciarmi nel collo, stringendomi a lui. Mi divincolavo e gli davo uno schiaffo. Il giorno dopo Ester mi sgridava e mi tirata in faccia un blocco di appunti. Dovevo cambiare atteggiamento perchè Goffredo era ricco e specialmente io avevo bisogno dei suoi soldi», dice Ruby agli inquirenti. DIFESA. «Sono tutte bugie che la ragazza si è inventata per difendersi dallʼaccusa di aver rubato», hanno messo nero su bianco in due denunce per calunnia Ester Fragata e Goffredo Sturniolo. Ma non è bastato per salvarli da un processo. A DOMANDA RISPONDE Il dado che “incastra” Goffredo I giochi pericolosi raccontati in Procura da chi vi partecipava MESSINA. Testimonianze a favore di Ruby. Testimonianze a favore di Ester e Goffredo. Nel fascicolo del pm Federica Rende, titolare delle indagini, ci sono i racconti delle persone che hanno conosciuto Ruby nei primi mesi del 2009. Cʼè chi la difende. Chi difende i suoi accusati. Ma cʼè un dato certo: il centro estetico di via Argentieri è in affitto, come si può leggere sul cartello incollato alla vetrata dʼingresso. A CARICO. Nello Liotta, il 26 ottobre del 2011, agli inquirenti ha raccontato: «Ho conosciuto Ester nellʼestate del 2008. Ci siano scambiati i numeri di cellulare. Dopo qualche tempo mi ha chiamato pregandomi di raggiungerla al suo centro estetico. Giunto sul posto, dopo avermi fatto accedere allʼinterno, con il suo fare ammaliante mi propose di usufruire di un massaggio gratuito, completo di un rapporto sessuale ad opera di una sua dipendente, di cui non ricordo il nome ma sono sicuro fosse dellʼest. Al mio rifiuto, poichè non sono abituato a fare sesso al di fuori del tetto coniugale, mi ha prospettato la possibilità di guadagnare tantissimi soldi. Mi disse che, visto che organizzavo feste notturne a Taormina, bastava che gli procurassi clienti facoltosi amanti del sesso a pagamento, poichè aveva numerose belle ragazze, italiane e non, che già faceva prostituire alle sue dipendenze. Mi rifiutai. Ester continuò ad insistere inviandomi a pensarci meglio. Poi mi propose nuovamente di consumare un rapporto sessuale. Andai via. Successivamente mi ha contattato nuovamente riproponendomi di accettare la sua proposta. In un locale del centro di Messina Ester mi presentò Ruby, come sua cugina proveniente dallʼEgitto», ha dichiarato Nello Liotta ancora ai agenti di polizia, cui ha raccontato di come la titolare del centro estetico Nail Art gli avesse prospettato la disponibilità di Ruby a rapporti sessuali e gli avesse chiesto di inserirla nel circuito dei club privee. Le dichiarazioni del titolare di un punto Snai di Santa Teresa e di Ruby risultano riscontrate - nellʼimpianto accusatorio - da Graziana Cubeta, titolare di unʼagenzia di hostess di Messina, che ebbe modo di conoscere la ragazza marocchina: «Lʼho conosciuta insieme a Ester. Mi ha contattato quando è scappata dal centro. Ruby mi ha raccontato che Ester la sfruttava. Non la pagava. La teneva dentro il Centro. la faceva dormire sola. Le dava solo vitto e alloggio. La lʼaveva. Una sera in un locale lʼho incontrato con Ester, con il suo amico Fabio Codraro, e con una ragazza di nome Karima, che mi fu presentata come cugina di Ester», ha raccontato la ragazza. Che indica un dado giallo (Ruby parla di due dadi) ed ammette che la relazione tra lui e Goffredo era stata tormentata ed era sfociata anche in denunce penali che avevano anche condotto ad una sua condanna nel 2006. Il cartello di affitto sulla vetrina del centro massaggi trattava male. Se nʼè scappata per questo. Mi ha raccontato che Ester lʼha portata a casa di un suo amico dove è iniziato il gioco dei dadi. Siccome lei si era rifiuta di stare a quel gioco e respingeva tutte le avances che le facevano i clienti del centro estetico allora Ester la rimproverava sempre», ha detto nella notte tra il 17 e il 18 febbraio del 2009, Graziana Cubeta, quando si trovò insieme a Giuseppe Vizzari, a casa del quale Ruby ha alloggiato dopo essere scappata dal Centro di via Argentieri, in Questura. Da allora non è stata più risentita dagli inquirenti. Manuela Miller, 36 anni, è una ex fidanzata di Goffredo Sturniolo. «Il dado ce Silvio Berlusconi pagina 19 «Dopo la condanna ci siamo riavvicinati e abbiano ripreso la storia sino al 2009», ha precisato la ragazza. A DISCARICO. Fabio Codraro, dentista, amico di Goffredo, ha raccontato: «Dopo aver bevuto un aperitivo al ristorante Davai, Goffredo ci ha invitato a casa sua. Lì abbiano ascoltato musica e sorseggiato qualche bevanda. Ruby si è addormentata su una sedia. Non abbiamo giocato a dadi nè con Ester nè con Ruby, anzi non ho mai giocato a dadi con nessuno. Non ho mia assistito a scambio di soldi tra Goffredo Ester e Ruby. Goffredo in mia presenza non ha mai importunato Ruby». Altro amico di Goffredo, interrogato dagli investigatori, è Clemente Mazzù, suo compagno di scuola e collega di Università: «Ho partecipato alla festa di laurea di Goffredo. Ho frequentato al sua casa. Non ho mai visto dadi di nessun tipo a casa sua», ha riferito, interrogato ai poliziotti. Paolo Zampaglione, avvocato e amico di Goffredo ha riferito: «Una sera lʼho raggiunto in un ristorante era con due ragazze, una mi fu presentata come Ester, lʼaltra, Karima, come la cugina. Avevano finito di mangiare. Ruby ricevette una telefonata e chiese a Goffredo di accompagnarla. I due andarono via. Rimasi con Ester, che mi invitò al suo Centro estetico. Ci andai: feci due trattamenti per risolvere i miei problemi di schiena che mi torturavano. Il primo fu gratuito, per il secondo pagai 40 euro». ACCUSATO. Gli inquirenti hanno sentito anche chi da Ruby è stato accusato di aver preteso particolari massaggi. Lorenzo Campagna, avvocato 48 anni, indicato da Ruby come colui che aveva preteso gli massaggiasse le parti intime durante un massaggio, ha dichiarato: «Ero un cliente del centro, dove ho visto fugacemente una sola volta Ruby. I trattamenti di massaggio e pulizia del viso mi sono stati praticati sempre da Ester. Non mi sono mai trattenuto oltre lʼorario di chiusura del centro», ha puntualizzato. LʼORIGINE. Come Ruby sia arrivata al centro di Ester lo ha spiegato Andrea Ipsaro Passione, titolare del bar “Cavallino Caffè”: «Alla fine di gennaio 2009 si è presentata al mio bar chiedendomi se potevo assumerla come cameriera. Mi disse che aveva 15 anni, di nazionalità egiziana. Ero interessato allʼoperazione. Chiamai il consulente del lavoro Nico Cannavò ma quando mi disse che non aveva i documenti dʼidentità ho desistito. Un giorno al bar venne Ester che mi confidò che cercava personale per il suo centro. Li misi così in contatto». Sicilia 9 MARZO 2012 centonove Enzo Sindoni La protesta dell’associazione teatrale “Borgo Antico” davanti al teatro Trifiletti di Milazzo IL CASO. I comuni non hanno i fondi per sfruttare le strutture. A Milazzo chiude il Trifiletti Teatro, cala il sipario L’amministrazione Pino non ha i fondi per il servizio antincendio. Gli attori protestano in abiti di scena. Pace del mela taglia il budget. A rilanciare è Capo d’Orlando DI GIANFRANCO CUSUMANO MESSINA. Li ristrutturano con investimenti milionari, ma poi non sempre riescono a sfruttarli a dovere. Quello dei teatri comunali, in provincia di Messina è un mondo in chiaroscuro. Con il taglio dei fondi agli enti locali trovare le risorse per le iniziative ricreative diventa un problema. A Milazzo, ad esempio, il teatro Trifiletti inaugurato un anno e mezzo fa, è stato chiuso per mancanza di fondi non solo per allestire le rassegne, ma anche per la normale amministrazione. Per lʼesecutivo Pino è risultato fatale il mancato pagamento di 250 euro per il servizio antincendio. Struttura inagibile per ospitare il pubblico e chiusura (si spera temporanea) dellʼimmobile con la conseguente cancellazione degli spettacoli. A protestare in abiti da scena, davanti al teatro, gli attori dell'associazione teatrale "Borgo Antico", guidata dal regista Enzo Paci. Gli stessi che doveva utilizzare per salire sul palco ed esibirsi nella commedia dialettale "Un ragazzo di campagna". All'ingresso del teatro cartelloni di protesta all'indirizzo dell'amministrazione comunale guidata da Carmelo Pino. "Amministrazione...questi fantasmi", "Curnuti e mazziati", "AAA cercasi teatro" si leggeva. Su facebook è, invece, stato aperto un gruppo dal titolo "No alla chiusura del Trifiletti". «Ho appreso solo il giorno prima che cʼerano dei problemi di natura economica legati alla convenzione Consip e tempestivamente mi sono adoperata per cercare di ovviare alle criticità - replica lʼassessore Stefania Scolaro - Dallʼufficio Ragioneria, però, è emerso che non essendo servizi essenziali non poteva esserci la copertura della spesa (il comune si avvia verso il default, ndr). Una questione dunque meramente gestionale che esula dalla competenza dellʼorgano politico che però – questo lo capisco benissimo – finisce con lʼessere il destinatario della protesta». Ma cosa avviene negli altri comuni? Nei piccoli centri la questione è quasi la stessa. A SantʼAngelo di Brolo dai primi del ʻ900 cʼè il teatro comunale Achille Saitta. «Lo utilizziamo saltuariamente per rappresentazioni locali. Abbiamo tentato di fare un circuito su sollecitazione della Provincia regionale di Messina, ma non è stato mai concretizzato nulla». Stessa situazione a Novara di Sicilia, dove il teatro viene utilizzato per piccole rassegne. A Pace del Mela, nonostante il successo degli ultimi anni, il sindaco Pippo Sciotto ha tagliato del 30% le risorse e per il prossimo anno si prevede un nuovo taglio. A gestirlo una fondazione. «Riusciamo ad avere un cartellone di qualità grazie a sponsor e rapporti personali - dice Sciotto - Lʼesempio pratico è stato il nuovo spettacolo con Ficarra e Picone che il mese scorso ha registrato sold out per ben cinque sere di seguito. Quello che vogliamo dare tramite il teatro è un messaggio culturale - turistico continua - Pace del Mela ha tante potenzialità, non è solo il comune di cui si parla ogni volta per aspetti ambientali. Eʼ anche vero che dobbiamo fare i conti con la crisi, e non credo che potremo mantenere gli stessi standard anche per le prossime rassegne. Questo non significa che getteremo la spugna». Lʼamministrazione, infatti, è in attesa di un finanziamento regionale di un milione 800 mila euro per ristrutturare il teatro e ampliare i 460 posti disponibili». Situazione diversa a Capo dʼOrlando. «Il teatro è stato realizzato una decina di anni fa con un progetto di finanza - spiega il sindaco Enzo Sindoni - ogni anno investiamo tra i 70 e 80 mila euro che però, in parte, recuperiamo con lo sbigliettamento. Abbiamo varie rassegne, da quella teatrale (a dicembre è stata inaugurata con uno spettacolo di Massimo Lopez) a quella jazz e di cabaret con comici di Colorado e Zelig, le trasmissione di Mediaset. Eʼ vero che cʼè crisi - conclude Sindoni - però ritengo che investire in cultura in questi momenti sia determinante. Addirittura abbiamo avviato anche un corso di recitazione teatrale gratuito». Anche Patti punta molto sul cineteatro Joppolo, la cui stagione è partita il 12 gennaio (in cartellone Paola Gassman, Pamela Villoresi). A gennaio è stata assegnata la gestione quadriennale allʼAssociazione Filokòn, anche se il contratto non è stato ancora firmato. «Sono particolarmente soddisfatto - ha detto il sindaco Mauro Aquino - poiché dopo tanto tempo è stata affidata la gestione. Finalmente la struttura potrà ritornare a essere al centro della vita Culturale della Città». SVOLTE E Tranchida punta sul Tirsi in questo modo eviteremo che i teatri chiudano o che rimangano nel limbo di programmazioni locali. Grazie al Tirsu tenteremo di farli rimanere aperti almeno 80 giorni lʼanno». Allʼattenzione dellʼassessore cʼè una bozza di statuto predisposta dal dirigente Lucio Caracuasi. «Lʼintento è quello di avvicinare la gente a questa nobile arte - continua Daniele Tranchida - rivitalizzare le strutture e dare ossigeno alle compagnie che così potranno uscire dai confini territoriali e farsi conoscere anche fuori provincia». A dare la disponibilità a partecipare al consorzio decine di strutture messinesi da Capo dʼOrlando a Patti, Milazzo, SantʼAngelo di Brolo. Lʼunico comune di medie dimensioni che non ha potuto aderire è Barcellona dove non esiste il teatro comunale. Lʼappalto per la realizzazione del nuovo Mandanici è stato assegnato nei Daniele Tranchida giorni scorsi. In fase di avvio un circuito di spettacoli che interessi i piccoli palchi. Ad aderire all’iniziativa 55 centri PALERMO. Un circuito di spettacoli da allestire nei piccoli teatri comunali. La ricetta per rilanciare la cultura nei centri minori è dellʼassessore regionale al Turismo, Daniele Tranchida. Si chiama Tirsi (Teatri intermedi della regione siciliana), si tratta di un consorzio di teatri che in questo modo potranno ospitare rassegne senza gravare sulle casse comunali. Ad aderire allʼavviso di chiamata pubblica sono stati 55 centri. «Utilizzeremo fondi europei per mettere in rete gli spettacoli - dice Tranchida - pagina 20 centonove Sicilia 9 MARZO 2012 S. AGATA MILITELLO. Una ventisettenne accusata di avere accoltellato l’ex fidanzato Amore, diamoci un taglio Francesca Picillo rimane ai domiciliari. Durante una colluttazione ha ferito con un coltello Benedetto Vinci. Il racconto inedito di Angela, sorella del ragazzo. «Cos’ l’ho salvato» DI FEDERICA IPSARO PASSIONE SANTʼAGATA MILITELLO. Ventisette anni da poco compiuti lei, Francesca Picilli. Venticinque anni lui, Benedetto Vinci. Si amavano. Poi la rottura. Stavano tentando di ritornare insieme, fino a quando tra di loro non si è messo il destino, sotto forma di un coltello affilato. E unʼaccusa di tentato omicidio da parte della procura di Patti per la giovane santagatese. Il Gip del tribunale di Patti Maria Pina Scolaro, infatti, ha convalidato e confermato la misura cautelare degli arresti domiciliari per Picilli, accusata di tentato omicidio per lʼaccoltellamento del fidanzato, Benedetto Vinci, la notte tra sabato e domenica scorsi. Nellʼudienza di convalida la ragazza è stata sentita dal Gip, alla presenza degli avvocati difensori Alfredo e Marco Vicari, che hanno puntato tutto sulla derubricazione dellʼipotesi di reato da tentato omicidio a lesioni gravi. La ragazza rimane dunque agli arresti domiciliari. Ma cosa è successo di preciso? Ad accertarlo saranno gli inquirenti, ma la sorella di Benedetto, Angela Vinci, ancora scossa, racconta la sua versione (a famiglia si costituirà parte civile al processo). I due giovani tornano a casa di lui dopo una serata passata in discoteca. «Bellissima serata. Tranquillissima. Siamo stati bene», dice lui alla sorella maggiore Angela. Si ritirano nella stanza di Benedetto. I due ragazzi, ex-fidanzati, stavano riprovando a tornare insieme. Lei lo aveva lasciato per un suo ex, ma adesso aveva chiuso il rapporto e rivoleva indietro Benedetto. Lui le era affezionato, ma non era pronto a riallacciare nuovamente una relazione seria. Così ogni tanto, negli ultimi tempi, uscivano insieme o si vedevano a casa sua. Augurata la buona notte alla sorella, dunque, entrano in stanza, ma dopo un poʼ Angela sente il fratello gridare il suo nome: entra nella camera da letto e lo trova ricoperto di sangue allʼaltezza della parte sinistra del costato, il lato del cuore. Subito non ne comprende la gravità: lo shock di vedere suo fratello sanguinante è forte. Mentre cerca dʼaccertarsi della ferita chiede ripetutamente alla ragazza cosa sia successo. Francesca dapprima, con le mani alla testa, sostiene di non sapere cosa sia accaduto: «Non lo so! Non lo so» urla, ma la ragazza insiste non credendole, allora cambia versione ed insinua, secondo il racconto di Angela: «Si è dato una coltellata da solo». Ma con unʼaltra domanda e la risposta immediata del fratello si viene a scoprire che invece sarebbe stata lei, la Picilli, ad affondare nel petto del ragazzo una lama di coltello lunga 9,5 cm, trapassandogli la gabbia toracica. Nel giro di qualche minuto i fidanzati si trovano davanti al portone di casa, ed aspettano che la sorella della vittima prenda la macchina per andare allʼospedale. Il tempo di fare il giro del Francesca Picilli palazzo, perché la vettura è parcheggiata in una strada adiacente alla Via Medici, residenza dei Vinci, che il ragazzo cade a terra sul marciapiede supino già in arresto respiratorio. «Era in una pozza di sangue. Ho incominciato ad urlare a squarciagola che qualcuno accorresse o chiamasse unʼambulanza. Francesca restava immobile a guardare e piangere, ma nessuno si è affacciato. Non respirava più e quando gli ho visto il colore grigio della morte in faccia ho capito che dovevo intervenire in qualche maniera», dice la sorella. Angela prova ad alzarlo, ma non ce Benedetto Vinci la fa, dunque in una frazione di secondo comprende lʼunica cosa da farsi: un massaggio cardiaco al petto e la respirazione artificiale. Miracolosamente il fratello riprende a respirare. La Picilli allora proferisce parola, rivolgendosi alla sorella del fidanzato: «Se tu e Benedetto da oggi in poi non mi vorrete più salutare io lo comprenderò» avrebbe detto. Arrivati allʼospedale di SantʼAgata Militello lʼequipe medica nel referto scrive “ferita dʼarma da taglio” e, da prassi, avverte le forze dellʼordine. Passeranno 6 lunghissime ore prima che Vinci verrà trasportato dʼurgenza in elicottero allʼospedale Cervello di Palermo, in quanto la lama ha oltrepassato la pleura e si sospettano danni al polmone sinistro. Intanto i carabinieri effettuano i sopralluoghi e dopo aver ascoltato le parti ed il testimone, constatano che in effetti la vicenda è andata così come appena raccontato. I medici del Cervello, ad oggi, non si pronunciano sul tempo di guarigione del giovane, né sui danni fisici effettivi che ha riportato. Per il momento è opportuno che il riversamento di sangue venga drenato del tutto per poi verificare lʼeffettivo stato degli organi. A SantʼAgata Militello non si parla dʼaltro. Perchè il coltello si trovava nella sua stanza? Si domandano tutti. E le indiscrezioni sul “caratteraccio” di Francesca Picilli si sprecano. Per i clienti del take away familiare, nella piazza centrale, non era insolito vedere Francesca inveire con rabbia contro i parenti. Unʼaltra volta, si sarebbe trovata a Capo dʼOrlando in compagnia di unʼamica residente a Torrenova quando, inspiegabilmente, le si scagliò contro, raccontano testimoni. Con i suoi ex gli scatti di rabbia, a quanto pare, non erano rari. Leggende metropolitane, gelosie? Non si sa. I legali della ragazza, Marco e Alfredo Vicari, sostengono che si sia trattato di un incidente. Anche la famiglia Vinci potrebbe essere dʼaccordo. Determinante per chiarire i fatti sarà la testimonianza di Benedetto. L’ESPERTO Violenza tra coppie? E’ lo stress E’ sempre più difficile mantenere la calma all’interno di un rapporto. Ma bisogna coglierne i campanelli di allarme MESSINA. La violenza tra i giovani innamorati? Questione di stress. Gli esperti sono tutti concordi. «Quando si è in mare spiega il terapeuta Domenico Iannetti - bisogna scontare l'imprevedibilità. Può esplodere da un momento all'altro la tempesta capace di mettere a dura prova anche le imbarcazioni più robuste. Certo, anche la tempesta forse può essere prevista dando il debito credito agli "avvisi ai naviganti". Dunque tante volte con più informazioni e più accortezze si può scampare "l'evento"». Di fronte a un evento gli elementi da considerare sono soprattutto due: quanti e quali aspetti della vita risultano cambiati, e fino a che punto riteniamo che la nuova pagina 21 situazione sia da noi governabile. «Per esempio di fronte al tradimento del coniuge - continua Iannetti - dobbiamo chiederci fino a che punto è il segnale di una rottura insanabile della coppia, e fino a che punto il tradito ne farà una tragedia in gran parte sceneggiata al proprio interno. Vivendo siamo tutti esposti agli stressor. Chi si ritiene allergico del tutto all'idea di dover bene o male affrontare gli stressor dovrebbe subito mettersi in causa e chiedere aiuto a uno specialista. L'evento stressante ci può provenire esattamente da tutto ventiquattr'ore su ventiquattro. La vita coniugale e di convivenza è una fonte enorme per gli stressor. I litigi tra fidanzati costituisce spesso un ottovolante emotivo capace di sballottarti ben bene. Certi matrimoni - continua Iannetti - sono più travagliati di una via Crucis e il disaccordo e la contesa non lasciano mai spazio a un briciolo di collaborazione. Poi ci sono le separazioni che all'inizio possono apparire come la via verso la salvezza ma che non infrequentemente risultano impossibili da digerire anche dopo molti anni tormentosi». Sicilia 9 MARZO 2012 centonove TERME VIGLIATORE. Il sindaco Bartolo Cipriano chiede l’eco-indennizzo Stop al traffico...dei rifiuti Ogni giorno il comune viene attraversato da decine di autocompattatori provenienti da tutta la provincia per arrivare alla discarica di Tirreno Ambiente. Ecco perchè DI GIANFRANCO CUSUMANO BARCELLONA. Se per Johnny Stecchino il problema di Palermo era il “traffico”, per il sindaco di Terme Vigliatore, Bartolo Cipriano è il traffico...legato al trasporto di rifiuti. Cipriano ha scritto allʼassessorato regionale allʼEnergia, Giosuè Marino, a Tirreno Ambiente, società che gestisce la discarica di Mazzarrà SantʼAndrea, e al prefetto di Messina, unʼaccorata lettera in cui dice basta al passaggio degli autocompattatori della Dusty, la società che gestisce lo smaltimentio dei rifiuti dellʼAto 2 di Barcellona, dalle proprie arterie. Ogni anno a causa delle continue manutenzioni il comune spende circa 30 mila euro per ripristinare lʼasfalto e pulire gli eventuali residui che i mezzi lasciano dietro di se. Cipriano, in sostanza, chiede un ecoindennizzo a TirrenoAmbiente. «Anche se la discarica ufficialmente si trova nel territorio di Mazzarrà SantʼAndrea - spiega il primo cittadino - di fatto lʼimpianto è a 200 metri dal nostro comune. A loro vanno i benefici, a noi tutti i disagi» Nella lettera Cipriano evidenzia «i gravissimi disagi sopportati dalla collettività del Comune di Terme Vigliatore», il pericolo igienico-sanitario cui è continuamente sottoposta, nonché il massiccio e preoccupante impatto ambientale, tutti causati dal servizio di raccolta e conferimento dei rifiuti soliti urbani nella discarica sita nel confinante Comune di Mazzarrà S. Andrea. Nello specifico, i problemi sarebbero legati principalmente allʼubicazione della discarica. «Benché in catasto ricada in una zona periferica del Comune di Mazzarrà S. Andrea, di fatto è ubicata nel Comune di Terme Vigliatore - scrive - La stessa, infatti, risulta essere ad una distanza di meno di 200 metri dal centro abitato della frazione di Vigliatore di questo comune. La collocazione della discarica fa sì che a sopportare tutti i disagi della sua presenza sia esclusivamente il Comune di Terme Vigliatore. Infatti, eventuali inquinamenti delle falde acquifere interessano solo quelle di questo Comune, posto a valle della discarica, così come, a causa della direzione dei venti prevalentemente spiranti da sud a nord, interessa l'atmosfera del Comune di Terme Vigliatore l'inquinamento ambientale provocato dalla presenza della discarica in questione». Come se non bastasse cʼè anche il percorso per il conferimento che complica le cose. «Ne consegue che i mezzi che conferiscono in discarica - continua seguono un percorso che attraversa Bartolo Cipriano unicamente il territorio di Terme Vigliatore, il quale subisce anche tutte le ripercussioni negative causate dal transito giornaliero di innumerevoli autocompattatori. Difatti, per come è articolato il sistema viario del comprensorio, ad essere giornalmente interessato dal traffico degli autocompattatori è esclusivamente il Comune di Terme Vigliatore, che viene attraversato per tutta la sua lunghezza da autocompattatori provenienti da tutta la Sicilia (quella di Mazzarrà S. Andrea è l'unica discarica della provincia di Messina), con tutte le connesse conseguenze nocive e dannose: perdita di percolato ed emissione di fetori insopportabili; dissesti del manto stradale e conseguenti danneggiamenti delle sottostanti tubazioni della rete idrica e fognaria (riparate tutti i giorni); pericolo inquinamento falde acquifere (discarica a pochi metri dai pozzi di captazione acqua potabile) etc. Il tutto, come è evidente, oltre a costituire grave pregiudizio per la struttura viaria, costituisce, soprattutto nel periodo estivo, pericolo per la salute e grave pregiudizio per una delle attività preminenti del Comune. Terme Vigliatore è infatti una cittadina a spiccata vocazione turistica, dove è presente una rinomata e fiorente stazione termale, che subisce anch'essa gli effetti negativi derivanti dal transito dei predetti mezzi. Si aggiunga, inoltre, che il percolato, che fuoriesce dagli autocompattatori, rende le strade viscide e scivolose, costituendo così anche pericolo per la circolazione». Cipriano anche in passato aveva scritto alle autorità competenti a trovare soluzioni, senza tuttavia ad oggi avere ottenuto riscontro alcuno, al di fuori di un impegno di massima a corrispondere al Comune di Terme Vigliatore l'equo indennizzo, assunto in una riunione dal Prefetto. Il comune chiede una viabilità alternativa per il conferimento in discarica dei rifiuti e il riconoscimento di un un equo indennizzo alla cittadinanza del Comune di Terme Vigliatore per tutti i disagi arrecati. BARCELLONA Ahia, il pignoramento to provvisorio fino allo scorso novembre servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti in alcuni comuni dell' Ato Me 2, ha fatto notificare dall' ufficiale giudiziario all' Ato ed a tutti i creditori terzi a cominciare da 13 Comuni che fanno parte della società d' ambito, oltre a tutte le banche interessate alla gestione dei conti correnti, un decreto di pignoramento per oltre 4 milioni di euro reso immediatamente esecutivo dal Giudice delle esecuzioni del Tribunale civile di Patti. Ciò ha di fatto paralizzato l' attività e qualsiasi pagamento al gestore del servizio e alla discarica che riceve i rifiuti. La Dusty ha riunito i sindacati e ha deciso di andare avanti, anche se a rilento, contando nel senso di responsabilità degli operai che rischiano di non vedersi pagate le spettanze. Ha già anticipato oltre 3 milioni di euro. Il legale dellʼAto ha già impugnato il decreto ingiuntivo, il giudice si è Salvatore Re riservato di decidere. Caruter blocca i conti dell’Ato poichè chiede 4 milioni di crediti. E i comuni non possono pagare l’Ato BARCELLONA. Se in passato lʼAto 2 non riusciva a pagare le ditte che smaltivano i comuni, ora ha il problema diverso: i comuni vorrebbero versare il dovuto ma lʼAto, guidato dal commissario Salvatore Re, non può accettare i soldi. Una storia grottesca quella che vede protagonisti lʼambito territoriale che coinvolge 38 comuni, la Dusty, la società catanese che si occupa della raccolta, e la Caruter di Brolo che ha ottenuto il pignoramento di 4 milioni di euro dalle casse dellʼente sovracomunale. Caruter aveva gestito in affidamen- pagina 22 centonove Sicilia 9 MARZO 2012 L’INTERVISTA. A tu per tu con Alessandro Gallo, che nelle scuole racconta la criminalità vista “dall’interno” «Per favore spiegate chi era Fava ai giovani» Figlio di un camorrista, dimostra che è possibile avere un futuro “pulito” anche nel contesto sbagliato. «Ma occorre lavorare tutti i giorni per mantenere vivo il ricordo di chi ha combattuto per la legalità» DI ARMANDO MONTALTO Messina. Due settimane di tour, incontri con studenti, convegni e lezioni di legalità. Dal 2 marzo Alessandro Gallo, giovane scrittore campano, è in giro per la Sicilia a spiegare cosʼè la Camorra. Racconta con una verve narrativa stupefacente gli uomini e le donne appartenenti allʼuniverso criminale. Gallo descrive dallʼinterno storie di disagio e solitudine che fanno da terreno di coltura per la criminalità. Ma soprattutto è testimone di quella parte della società civile che si ribella ai sistemi mafiosi e, con un sorriso giocoso, spiega il modo per sconfiggere la “Piovra”. SCIMMIE. Lʼoccasione per questo vero e proprio “antimafia tour” è la presentazione del nuovo romanzo di Gallo. Scimmie, edito da Navarra Editore di Palermo, racconta le storie di tre adolescenti che nella Napoli degli anni 80 tentano di diventare camorristi. I protagonisti conducono vite segnate da solitudine e sofferenza, mali comuni a molte realtà moderne, e cercano il riscatto. Pummarò, Panzarotto e Bacchettone hanno come miti Antonio Bardellino e Renato Cutulo e ambiscono a avere a fianco una donna “con la calibro 38”. I protagonisti, però, avranno modo di imbattersi nella legalità attraverso lʼincontro con Giancarlo Siani. Il giornalista del “Mattino”, ucciso dalla Camorra nel 1985, è lʼeroe positivo del romanzo cui il libro è dedicato. UNA VITA SOSPESA. Il testo di Scimmie è ampiamente autobiografico. Gallo conosce bene la Camorra, nato nel Rione Traiano di Napoli, è cresciuto ai margini della criminalità. La cugina, Nikita, è considerata la prima donna killer nella storia della camorra e somiglia alla donna “con la calibro 38” del romanzo. Il padre di Gallo è in prigione per associazione mafiosa. «Ho vissuto L’AUTORE. Alessandro Gallo unʼadolescenza - spiega Gallo - di contraddizioni e avvenimenti paradossali, spesso dovevo difendere me e la mia famiglia, in nome di unʼidentità differente, in nome di una scelta diversa da quella presa da mia cugina. In famiglia sono lʼunico che ha scelto di difendere la propria storia. Una scelta avvenuta per unʼesigenza di rappresentarsi per quel che si è e non per quel che gli altri raccontano». Durante gli incontri il giovane drammaturgo racconta con serenità le sue esperienze, affabula i giovani delle scuole, ma anche i rappresentanti della società civile. «Nel 2004 mio padre, dal quale mia madre aveva divorziato quando avevo 4 anni, fu arrestato spiega Gallo - per associazione mafiosa. Mi sentivo coccolato e nello stesso tempo odiato solo perché sulle prime pagine di un giornale scrissero su di lui che era uno “scissionista”. Allʼimprovviso, cadde come un castello di sabbia tutto quello che mia madre aveva costruito negli anni. Ho accettato, per evitare ritorsioni e minacce, il silenzio durante la mia adolescenza da cugino di Nikita. Ma allʼetà di diciotto anni non potevo accettare che io e i miei fratelli vedessimo bruciare, per colpa di mio padre, quel che mia madre aveva costruito negli anni con onore e coraggio». A SCUOLA DI MEMORIA. Durante il suo tour in Sicilia Alessandro Gallo ha visitato molte scuole. Lʼautore lavora da diversi anni a progetti sulla legalità soprattutto a Bologna, sua città dʼadozione. «Spesso gli studenti delle scuole sʼimmedesimano negli adolescenti raccontati in “Scimmie”, da nord a sud i ragazzi sono simili. In Sicilia, però, ho notato delle differenze». Gallo è un fiume in piena quando racconta le sue esperienze con gli adolescenti e si rammarica delle forti lacune riscontrate tra i giovani siciliani. «In Campania da ventʼanni si lavora sul campo, le associazioni visitano le scuole e raccontano di Siani e degli altri. Oggi, ogni ragazzo conosce la storia della Camorra. «In Sicilia quasi nessuno tra gli studenti che ho incontrato conosce la storia di Pippo Fava. Durante gli incontri più volte lo Stato è associato alla Mafia. Forse aggiunge Gallo - si è lavorato poco sulla legalità». IL CORAGGIO. «Ho deciso di raccontare storie di Camorra perché sono stanco di delegare ad altri. Lo Stato deve continuare nellʼopera di lotta alle mafie. Ma la società civile deve mantenere la mamoria». La paura è un tema costante durante gli incontri sulla legalità. «Se non avessi paura non sarei umano, la paura mi fa credere di più in quello che faccio – spiega con tono serio Gallo. Mamma mi dice sempre di stare attento. Ma io posso essere un modello. Solo informando i giovani si può fare vincere la legalità». TOUR Gli appuntamenti per presentare “Scimmie” DAL 2 E FINO AL 10 MARZO Alessandro Gallo presenta il suo romanzo “Scimmie”. Ha già fatto incontri in diverse città della Sicilia. Gli ultimi incontri saranno sabato 10 marzo a Mazara del Vallo presso il Palazzo della Legalità dove verrà presentato il romanzo e si dibatterà di criminalità organizzata con Iʼassessore Riccardo La Rosa, Salvatore Inguì, Ottavio Navarra e lʼautore. A Marsala alle 21 al Baluardo Velasco Alessandro Gallo, in veste di attore, metterà in scena lo Spettacolo teatrale “Di carne” tratto da “Scimmie”. BELLI&RIBELLI Rita Atria e gli altri Segreti di famiglia inconfessabili. Le storie di quelli che hanno detto no alla mafia. Il primo fu Peppino Impastato, ma a raccontare la mafia dallʼinterno sono stati diversi. Tra i tanti bisogna ricordare Rita Atria e la cognata Piera Aiello. In Sicilia sono molti i cosiddetti pentiti ma pochi, senza aver commesso alcun crimine, hanno avuto il coraggio di testimoniare le loro esperienze familiari. Peppino Impastato negli ultimi anni è stato celebrato da film, spettacoli teatrali e canzoni. Oggi è diventato unʼicona dal sapore pop. Ma nella Cinisi degli anni settanta era un giovane cresciuto in una famiglia mafiosa che denunciava le ingiustizie. Gridava forte Peppino, dalla sua “Radio Aut” sbeffeggiava il boss Tano Badalamenti. Lo chiamava “don Tano seduto”. Nel 1966, titola “Mafia, una montagna di merda” un articolo sul giornale “LʼIdea socialista”. Impastato con lʼironia e il sorriso accusava pubblicamente la Mafia e per questo fu ucciso nella notte tra lʼ8 e il 9 maggio del 1978. Rita Atria perde a undici anni il padre Vito, mafioso della famiglia di Partanna. Nel 1991 di anni ne ha diciassette e perde il fratello anche lui mafioso. Decise allora di collaborare con il giudice Paolo Borsellino, raccontò tutto quello che sapeva, segreti raccontati dai familiari. Ma Rita era giovane, troppo giovane, e una settimana dopo la Strage di via DʼAmelio si tolse la vita. Restano le sue parole del suo diario:«Prima di combattere la mafia devi farti un autoesame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che cʼè nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi». Piera Aiello, cognata di Rita, decide di collaborare subito dopo la morte del marito e anche lei racconta al giudice Borsellino tutti i segreti di famiglia. Continua a vivere nascosta dopo oltre ventʼanni. (A. M.) pagina 23 Peppino Impastato Sicilia 9 MARZO 2012 PATTI. Il documentarista prende di mira in un video il vescovo Zambito. Con qualche parolaccia di troppo Zanghì, mister satira I consiglieri di opposizione firmano un documento in cui contestano l’iniziativa. Ma l’ironico giornalista va per la sua strada. E scherza sui comuni al voto. Nel mirino il senatore Nania DI PAMELA ARENA PATTI. Ha prodotto per la Rai numerosi documentari di viaggio. E' stato direttore della fotografia per alcune produzioni per il canale Yacht & Sail su sky, ha girato documentari in tutto il mondo, dalla Cina a alla Bulgaria. Ma Franco Zanghì, 50 anni, ritorna sempre a Patti (dove gestisce il teatro comunale), il suo comune di origine. Quasi sempre per fare polemica. Con la sua arma: i video satirici su youtube. Una polemica, sana e genuina. Ha cominciato lʼanno scorso con i video sullʼex vice sindaco Cisco Gullo, nel tempo ha puntato sempre in alto, fino al vescovo di Patti, Ignazio Zambito. Scatenando un terremoto politico. I consiglieri comunali di opposizione, indignati dal contenuto di un breve filmato ironico, hanno messo sotto accusa il video satirico in cui Zanghì rappresenta la caricatura di monsignor Zambito, con tanto di mitra (religiosa), mentre dice la sua sulla sfilata dei carri in maschera fissata per la prima domenica di quaresima. Un video, questo, nato proprio per cercare di mettere fine alle polemiche che erano nate a seguito della decisione dellʼamministrazione comunale di far slittare la sfilata da martedì, impedita dalle avverse condizioni del tempo, a domenica. Pare, infatti, che qualcuno avrebbe addirittura auspicato lʼintervento del vescovo per evitare lʼeventuale esecuzione della sfilata. Da qui la decisione di Zanghì di diffondere un video satirico che, però, metteva in bocca al vescovo due parolacce che hanno fatto gridare allo scandalo 15 consiglieri comunali che con un documento hanno voluto esternare la loro solidarietà a Monsignor Ignazio Zambito. «Il rispetto delle istituzioni, siano esse civili o religiose, è un valore imprescindibile di ogni comunità che voglia definirsi civile. Far pronunciare ad un'autorità morale parole che mai pronuncerebbe, non è' esercizio di satira, ma piuttosto manifestazione di esecrabile intolleranza nei confronti di chi ha una sensibilità religiosa. Per queste ragioni esprimiamo la nostra più sincera solidarietà al Vescovo di Patti, fulgida guida della nostra comunità, ma esprimiamo anche l'auspicio che la nostra città sappia stigmatizzare tali comportamenti, distinguendo tra libertà di critica e libertà di offendere. Patti non ha bisogno di uomini di cultura senza cultura, nè di dignitari senza dignità». Il riferimento, seppur velato, pagina 24 centonove centonove Sicilia 9 MARZO 2012 sarebbe rivolto anche ad un contenzioso tra Zanghì e il Comune per la mancata rimozione di un tabellone digitale pubblicitario nonostante non abbia le necessarie autorizzazioni. Il consigliere comunale di opposizione, Filippo Tripoli, aggiunge: «Noi siamo dʼaccordo alla libertà di satira che riteniamo un ottimo stimolo per la riflessione politica, ma non crediamo che bisogna essere volgari lanciando, peraltro, un messaggio sbagliato alla nuova generazione. Questi atteggiamenti irriguardosi nei confronti del Vescovo di Patti, infondono modelli culturali negativi su cui non potevamo tacere». A non farsi attendere è stata la replica di Zanghì che, oltre a precisare che il video non voleva offendere nessuno, ha voluto ribattere ai consiglieri che hanno gridato allo scandalo: «Non è mia intenzione offendere né il vescovo, né la Chiesa, né tantomeno la comunità cattolica di cui mi onoro di far parte. Capisco che due parolacce possano turbare qualcuno, ma visto il loro uso comune non credo che si possa gridare allo scandalo che, a mio avviso, dovrebbe essere invocato per cose ben più gravi – dichiara Zanghì –. Inoltre, mi è stato riferito che il primo ad essersi fatto due risate sia stato proprio il Vescovo che, da uomo di grande cultura ed intelligenza, non si è minimamente offeso. Riguardo al documento nato dopo la pubblicazione del video – continua il giornalista – ringrazio i 15 consiglieri firmatari del foglio per avermi fornito nuovo materiale per la satira, ma, soprattutto, ci tengo a precisare che proprio queste persone commettono un atto offensivo nei confronti del vescovo quando ad ogni appuntamento elettorale gli chiedono voti». A mettere fine alle polemiche era stato comunque lo stesso monsignor Zambito che aveva comunque pagina 25 sminuito la portata del video, sostenendo di voler rispettare la libertà di stampa e che in ogni caso non poteva essere certo chiamato ad autorizzare alcuna manifestazione. Ma la satira di Zanghì , iniziata in occasione delle elezioni comunali di Patti, sembra essere un esperimento che sarà esportato ora in altri comuni perché ritenuto da molti lʼunico modo sottile per far emergere il “non detto”. Un ulteriore video che al momento sta facendo scalpore è quello realizzato a richiesta di un gruppo di ragazzi di Barcellona Pozzo di Gotto, fautori del blog “Elezioni a Barcellona”. Nel nuovo video viene realizzato un omino che dovrebbe essere la caricatura del padre salesiano, Salvino Raia, il quale invita i fedeli ad andare a votare per le primarie dopo la messa in modo da partecipare alla vita politica della comunità, esortandoli, tra lʼaltro, a non dare ascolto al senatore (Mimmo Nania del Pdl, ndr). «Ho accettato la richiesta dei ragazzi fautori del blog per fare informazione con uno stile ironico – dichiara Zanghì – anche perché Barcellona non gode di un notiziario di informazione online forse a causa del timore di ciò è successo al giornalista Beppe Alfano. Anche cittadini di altri comuni che andranno al voto mi hanno chiesto di realizzare questi video per stimolare la campagna elettorale». Nella foto grande una caricatura del vescovo di Patti, Ignazio Zambito. A sinistra padre Salvino Raia che dal pulpito invita i fedeli a votare per le primarie della sinistra nel comune di Barcellona. In alto il giornalista Franco Zanghì, con lʼinseparabile telecamera che lʼha accompagnato nei reportage in giro per il mondo Sicilia 9 MARZO 2012 L’EDIFICIO. L’ex Ciss di Pergusa PERGUSA. Lo stabile sarebbe dovuto divenire una struttura per disabili. Ma mancano i fondi Ex Ciss, ricominciamo da tre Tanti sono i milioni di euro che servono per il recupero dell’edificio per il quale ne sono già stati stanziati quasi nove. L’allarme del sindaco Garofalo: «Non vogliamo un’altra cattedrale nel deserto» DI CINZIA NICITA ENNA. La struttura ex Ciss di Pergusa rischia di diventare lʼennesima incompiuta a causa della mancanza dei fondi necessari al suo completamento. A lanciare il grido dʼallarme sul futuro dellʼimmobile è stato il primo cittadino di Enna Paolo Garofalo, che ha inviato una missiva al Ministro della Salute, Renato Balduzzi, allʼAssessore Regionale alla Sanità, Massimo Russo, e alla deputazione nazionale e regionale espressione del territorio ennese, per sollecitare il reperimento di finanziamenti necessari allʼutilizzo della struttura e la firma dellʼAccordo programma quadro tra Stato e Regione Siciliana. IL PROGETTO. Commissionato dalla Ausl 4 di Enna, il progetto prevede la realizzazione di una struttura interprovinciale a carattere socio-sanitario per la riabilitazione funzionale dei soggetti portatori di disabilità fisiche, psichiche e sensoriali, mediante il riutilizzo di un edificio costruito negli anni ʼ50 per essere adibito ad Istituto per lʼassistenza proinfanzia e adesso abbandonato. I lavori sono stati finanziati con Decreto Dirigenziale emesso dal Ministero della Salute nel settembre 2005 per un importo complessivo di oltre 8 milioni di euro, grazie ai fondi dellʼex art.20 posti a carico del Ministero della Salute per il 95% e della regione Sicilia per il restante 5%. Lʼobiettivo del progetto è quello di realizzare un “punto di eccellenza” che sia in grado di rispondere alle esigenze di tante famiglie che si trovano a vivere con parenti che hanno bisogno di cure adeguate e specifiche. La struttura possiede spazi e locali molto ampi e sostanzialmente lʼ idea è quella di dividerla, una volta ultimata, in due grandi reparti, medicina fisica e riabilitazione cardio-polmonare e di dotare la struttura di ambienti di interesse generale, camere di degenza, ambienti di servizio per il personale medico e aule per la formazione. Particolarmente rlevante sarà, inoltre, la dotazione di attrezzature di primo piano che potranno consentire interventi specifici per quanti hanno bisogno di supporti allʼavanguardia. IL SINDACO. Paolo Garofalo centonove LʼALLARME DI GAROFALO. «Siamo fortemente preoccupati - spiega il sindaco Paolo Garofalo - perché la definizione degli ultimi provvedimenti da attuare tarda ad arrivare, mettendo a rischio unʼopera per cui sono già stati spesi quasi 9 milioni di euro e per la quale il nostro Comune ha concesso lo stabile e lʼarea allʼAsp di Enna. A determinare questo stato di fatto è il ritardo della firma dellʼApq tra Stato e Regione Siciliana. Il rischio è quello di ritrovarsi con lʼennesima “cattedrale nel deserto” da consegnare in mano ai vandali. Se tutto ciò dovesse verificarsi la responsabilità sarà dei soggetti che con la loro inerzia stanno determinando questa probabilità, causando un danno alla Comunità siciliana e rendendo inutile lʼingente somma spesa fino ad ora». La somma necessaria per completare i lavori esterni ed arredare lo stabile è di circa 3 milioni e 400mila euro, dei quali 1 milione e 200mila per i lavori esterni, compreso lo svincolo autostradale, e la restante parte per lʼarredo e le attrezzature necessarie al funzionamento. «Appare evidente continua il primo cittadino - che lasciare lʼopera incompleta e non funzionante significa appalesare lʼidea che la Pubblica Amministrazione sia capace solo di determinare e generare sprechi ingiustificabili e non più tollerati dalle Comunità amministrate. Di contro, completare i lavori e rendere funzionante la struttura, significherebbe offrire alla Sicilia un centro di eccellenza sanitaria rara nellʼIsola, ed alla Comunità ennese unʼopportunità di sviluppo, ad oggi utile e necessaria. Ai Parlamentari eletti nel collegio di Enna, si chiede di impegnarsi direttamente affinché la questione possa trovare immediata soluzione. Sarebbe inconcepibile, un ulteriore silenzio, anche da parte dei parlamentari che dalla comunità ennese sono stati eletti per garantire lo sviluppo dellʼIsola, anche delle zone interne e della provincia di Enna, lasciata sempre più in mano al destino». Allʼappello del primo cittadino si uniscono i rappresentanti dei gruppi consiliari ed, in particolare, dei capigruppo di Pd e PdL, Salvatore Cappa e Dario Cardaci, che sottolineano come «sia necessario un impegno trasversale da parte di tutti gli attori chiamati in causa nella missiva, superando le divisioni determinate dal colore politico, in modo da dimostrare, una volta tanto, che la Pubblica Amministrazione sia capace di rendere produttivi gli investimenti nel territorio, in grado di generare non solo occupazione ma anche servizi di eccellenza». L’ESPERTO Il “punto” di Nicola Baldari Il commento del Direttore Generale dell’Asp in attesa della perizia di completamento Nicola Baldari ENNA. Sulla vicenda del fabbricato ex Ciss di Pergusa, “in attesa” di essere ristrutturato per essere adibito a centro interprovinciale per la riabilitazione funzionale dei soggetti portatori di disabilità fisiche, psichiche e sensoriali, si è espresso anche il Direttore Generale dellʼAzienda Sanitaria Provinciale Nicola Baldari. «Al momento - scrive il direttore in un comunicato - si è in attesa degli allacciamenti alle reti (Enel e Gas) per effettuare le verifiche della Direzione Lavori propedeutiche alla relazione di regolare esecuzione e al collaudo, ed è in corso di redazione da parte della Azienda il progetto esecutivo di completamento. La perizia di completamento - prosegue Baldari - è afferente ad uno specifico pagina 26 finanziamento previsto dal competente Servizio 3-Gestione degli investimenti dellʼAssessorato della Salute finalizzato allʼassegnazione delle risorse ed inserito nel programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia, accreditamento ed adeguamento a norma del patrimonio sanitario pubblico, ed in particolare fa riferimento al progetto denominato “Lavori di Completamento spazi esterni al Crim” per complessivi un milione e quattrocento mila euro. Con tale perizia di completamento si realizzerà il previsto svincolo a raso, previsto dal parere Anas in conferenza dei servizi, la sistemazione di tutti gli spazi esterni, le via di accesso e le recinzioni, nonché le altre opere necessarie. Inoltre -conclude il comunicato - è previsto anche uno specifico finanziamento inserito nel programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia, accreditamento ed adeguamento a norma del patrimonio sanitario pubblico, denominato “Acquisizione di tecnologie ed attrezzature” da destinare al Crim per complessivi due milioni di euro per le attrezzature». centonove Sicilia 9 MARZO 2012 RIVOLUZIONI. Il Comitato per l’istituzione non molla dopo l’ultimo dietrofront dell’Ars Gela, “Provincia o morte!” Prima la bocciatura del disegno di legge che avevano portato in Assemblea, poi l’abolizione e quindi la sopravvivenza degli enti: «Siamo pronti a ricominciare di nuovo. Raccogliendo le firme» DI ALIDA AMICO GELA. La recente approvazione della norma “salva Province” made in Sicilia ha mandato su tutte le furie gli aderenti al comitato per lʼistituzione della decima provincia regionale di Gela. “Alla luce di quanto avvenuto nel parlamento regionale - hanno scritto in una nota polemica indirizzata al Presidente dellʼArs Francesco Cascio, le 41 associazioni e movimenti che fanno parte del comitato di lotta gelese riguardo al mantenimento delle Province in Sicilia, abbiamo una domanda da porle: a che gioco stiamo giocando? Non riusciamo più a comprendere né le finalità, né le regole». DDL GELA PROVINCIA: BOCCIATO! Già lo scorso mese di dicembre, il voto dellʼArs aveva “stoppato” la proposta di legge di iniziativa popolare che prevedeva la nascita della decima provincia siciliana. Sala dʼErcole aveva infatti cancellato con un colpo di spugna il disegno di legge sottoscritto da 18.652 firme, raccolte per lo più nella quinta città dellʼisola, oltre che nei comuni viciniori (Mazzarino, Butera, Niscemi, Licata, Piazza Armerina). LʼAula, accogliendo la proposta della prima Commissione Affari istituzionali, aveva deciso di non procedere allʼesame degli articoli del testo di legge numero 611, definendo la proposta di legge come “improponibile”. IL NO DELLʼARS. «Nel momento in cui è vivo e aperto il dibattito istituzionale sul processo riformatore - aveva esordito in Aula il presidente della Commissione Riccardo Minardo del Mpa - tendente alla soppressione degli enti intermedi, al fine di ridurre i costi dellʼapparato pubblico, risulta essere non conforme il perseguimento dei predetti obiettivi». Una bocciatura tout court, insomma, che aveva suscitato grande amarezza tra i rappresentanti del comitato promotore per Gela provincia, presenti alla seduta dellʼArs. MAXIEMENDAMENTO TRASVERSALE. Nonostante da 2 anni la maggioranza governativa e lo stesso presidente della Regione Lombardo agitino la bandiera dellʼabolizione delle Province siciliane, con il recente voto “trasversale” dellʼAula è stato approvato un maxi emendamento che, di fatto, non recepisce neanche una virgola di quanto disposto dal decreto Monti. Il quale prevedeva qualche ritocco: di affidare a tali enti funzioni di mero indirizzo, abolendo le giunte e ridimensionando il numero dei consiglieri provinciali (solo 10), eletti però dai Comuni. Nel testo approvato dallʼArs invece, che rinvia ad una successiva legge da “votare entro il 31 dicembre 2012” - nellʼambito di una più complessiva “ristrutturazione” del sistema degli enti locali, compresi i Comuni, le Province e soprattutto la Regione”, come ha sottolineato lo stesso Lombardo - è stato invece bloccato il rinnovo delle PER LA DECIMA PROVINCIA. Il comitato Gelese di fronte a Palazzo dei Normanni IL PRESIDENTE DELL’ARS. Francesco Cascio giunte e dei consigli nelle 2 Province di Caltanissetta e Ragusa (che saranno entrambe commissariate fino al 2013). IL VOTO DEI DEPUTATI GELESI. Insomma, un inatteso dietrofront per la compagine governativa, lʼapprovazione della norma “salva Province”, passata nei giorni scorsi con il voto favorevole anche dei due parlamentari gelesi, Lillo Speziale del Pd e Pino Federico del Mpa (presidente della Provincia nissena, dimissionario per lʼincompatibilità con la carica di parlamentare). Contrario, invece, il terzo deputato gelese, Miguel Donegani del Pd (insieme ai colleghi Mattarella, Di Benedetto e Termine, presentatore di un emendamento pro istituzione della Provincia di Gela, poi bocciato). MAGGIORANZA DIVISA. Nella compagine governativa regionale non cʼè unità dʼintenti sul come riformare questi enti: cʼè chi vorrebbe riproporli (senza ridurne le competenze) come Lino Leanza. E chi invece, come il capogruppo del Pd Antonello Cracolici, sollecita da tempo il recepimento del decreto Monti. Mentre Pdl e Pid sono contrari alla loro “soppressione acritica”. Insomma, un bailamme. Dopo mesi di annunci e trattative, lʼArs ha approvato solo il rinvio delle elezioni per le Province di Ragusa e Caltanissetta. Mentre la legge che doveva abolire le Province - o almeno tagliare giunte e consigli - va in soffitta. GELESI BEFFATI. Ed a farne le spese, a sentire le proteste del comitato gelese che reclama da tempo il distacco di Gela dalla Provincia di Caltanissetta - sarebbe la loro proposta di legge di iniziativa popolare. Permanendo lʼattuale status quo, infatti, niente decima Provincia. E neanche la speranza di capeggiare un eventuale consorzio di Comuni, lʼente che avrebbe dovuto subentrare alle Province una volta soppresse. «Adesso è chiaro che da parte della Regione non cʼè nessuna intenzione di abolire le Province - attacca Giulio Cordaro, presidente dellʼassociazione consumatori “Libera” che aderisce al comitato promotore gelese - ma noi non intendiamo mollare: incontreremo nuovamente i capigruppo dellʼArs, per capire in che termini, entro il 31 dicembre, la Regione intende rivederne il ruolo. A questo punto entreremo in gioco a gamba tesa e faremo di tutto per raggiungere il nostro obiettivo». REGIONE INAFFIDABILE. Filippo Franzone, portavoce del comitato pro Gela provincia, non demorde. «In seguito alla bocciatura della nostra iniziativa legislativa - commenta - stavamo lavorando anche ad uno statuto, per il libero consorzio dei Comuni. Ma dopo che la Regione ha stabilito che le Province possono rimanere - rileva Franzone - rimangiandosi quello che ci avevano detto in prima commissione, ci sentiamo presi in giro. Non cʼè da fidarsi da questa classe politica regionale. Oggi annunciano un programma, domani un altro e dopo domani un altro ancora. Ma noi continueremo la nostra battaglia preannuncia spalleggiato da Carlo Varchi dellʼassociazione “Cittadini attivi” - ripartiremo daccapo. Se necessario, raccoglieremo nuovamente le firme. E continueremo a pretendere lʼautonomia del nostro territorio». J’ACCUSE Franzone contro Lombardo Il presidente dei promotori attacca il Governatore GELA. Conservano ancora il video del comizio di Lombardo a Gela. «In piazza Umberto I, nel 2007, noi avevamo lo striscione, che da 4 anni portiamo sempre durante tutte le manifestazioni elettorali, con su scritto: “La fascia Sud della Sicilia reclama la decima provincia”». Filippo Franzone, presidente del comitato pro Gela provincia, ricorda la promessa fatta dal governatore agli 80 mila gelesi. «Lombardo, vedendo lo striscione, disse dal palco che Gela aveva tutti i titoli per diventare provincia». «Quando infatti nel 2010 furono raccolte oltre 18 mila firme in calce al ddl ed i gelesi furono ad un passo dallʼobiettivo di diventare provincia - racconta Franzone - ecco che il governatore si riscopre abolizionista di Province. Per noi gelesi, è stata una beffa. Finché, lo scorso dicembre, il ddl è stato bocciato dallʼArs. «Dopo di che Lombardo se ne esce pagina 27 dicendo che le Province vanno mantenute». Alcune settimane fa, sia la Provincia di Caltanissetta che di Ragusa, erano state infilate nellʼelenco degli enti locali (insieme a 148 Comuni) in cui a maggio si sarebbe votato. Ma dal comitato gelese era arrivata lʼennesima avvisaglia. «Siccome non ci riconosciamo allʼinterno della Provincia di Caltanissetta, non andremo a votare ed inviteremo i gelesi ad astenersi dal voto, con una campagna elettorale parallela a quella ufficiale dei partiti», fu lʼintimazione del comitato gelese. Poi, giorni fa, il contrordine: niente elezioni, restano ancora in vita le province. «Lavoriamo da 6 anni a questo obiettivo di Gela provincia rammenta Franzone - gli ultimi 2 anni per portare a termine la proposta di iniziativa popolare, per via della normativa farraginosa. Sapevamo che questa era una battaglia complessa e difficile: perché lʼinteresse dei parlamentari siciliani - chiose - non è lo sviluppo del territorio e della Sicilia, ma accertarsi che nel prossimo mandato siano nuovamente rieletti. E poi, manomettere le circoscrizioni elettorali, che coincidono con le Province, potrebbe premiarne alcuni, ma soprattutto penalizzarne altri...». (A.A.) Sicilia 9 MARZO 2012 centonove PERSONAGGI. Minuta, bionda, occhi azzurri. Ecco la bella messinese che nessuno mette ko Quando la Grazia è imbattibile Campionessa di karate, passato da barman, Rigolizio si prepara alle internazionali di Milano, dopo l’ultima vittoria al Palasanfilippo. Storia di una ragazza tutto pepe salita sul tatami a 24 anni. Che si racconta: «Così ho cambiato vita» DI CHIARA MICCOLI MESSINA. Occhi azzurri, capelli biondi, viso angelico, un metro e cinquanta dʼaltezza, a vederla non si direbbe ma sul tatami è imbattibile. Cintura nera di karate, Grazia Rigolizio, 31enne messinese, da cinque anni consecutivi è campionessa regionale e da due anche a livello internazionale. Sabato 3 marzo ha stravinto (si è qualificata al primo posto) alla fase regionale del campionato italiano assoluto femminile di karate kumite. E, nellʼattesa dei prossimi incontri che si disputeranno il 15 aprile, racconta la sua vita da campionessa. Una vita fatta di sudore e sacrifici che ruota tutta, anche dal punto di vista professionale, attorno allo sport. Di mattina insegna attività motoria di base nelle scuole dellʼinfanzia per conto della “Sport Center Cristo Re”, la palestra in cui si allena e di cui è proprietaria insieme ad Aldo Capritti. Il pomeriggio si occupa invece del gruppo giovanile (bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni) che la frequenta. «Il karate mi ha cambiato la vita – confessa Grazia – Perché oltre ad intraprendere una carriera agonistica mi ha permesso di fare un lavoro che mi piace». Prima di allora, Grazia lavorava come barman nei locali notturni per mantenersi gli studi (a marzo conseguirà la laurea in Scienze politiche). «Era unʼoccupazione divertente ma quando ho scoperto il karate lʼho progressivamente abbandonata perchè ho capito che volevo fare altro nella vita». A 24 anni incontra per caso il maestro Aldo Capritti e comincia ad allenarsi con lui, dedicandosi anima e corpo a questa disciplina. «Il maestro ha avuto subito fiducia in me – racconta – Se non fosse stato per lui e per i suoi insegnamenti non ce lʼavrei mai fatta. E poi mi hanno aiutata la mia predisposizione fisica e il mio carattere grintoso e competitivo». Due qualità che nel giro di pochi anni, a partire dal 2004, hanno condotto Grazia alle prime competizioni regionali per poi accedere a quelle nazionali e internazionali. Nel 2008 è stata campionessa regionale e nello stesso anno ha guadagnato il bronzo ai campionati italiani assoluti di Lanciano. «Quella è stata la mia prima esperienza in campo nazionale. Unʼemozione indimenticabile – racconta – Ho vinto 5 incontri consecutivi e mi sono ritrovata sul podio con pluricampionesse senza rendermi conto di come avessi fatto. Finora sono la prima tra Messina e provincia ad ottenere risultati simili in ambito nazionale. Una grande soddisfazione non solo per me ma anche per il mio maestro». Nel 2009 ha partecipato agli Open internazionali di Milano, nel 2010 ha conquistato il terzo posto agli Open di Campania e lʼanno dopo lʼoro negli stessi campionati. Il 31 marzo parteciperà agli Open internazionali di Milano. LE DUE FACCE DI GRAZIA RIGOLIZIO La bella Grazia Rigolizio durante un combattimento e sul podio dopo la vittoria. Sopra in un momento di “svago” . Grazia Rigolizio di recente ha tenuto insieme al suo maestri Aldo Capritti della Sport Center un corso di auodifesa per donne nellʼambito di un progetto nazionale organizzato in sinergia con il Coni e a Messina con il Cedav, centro donneantiviolenza. pagina 28 Una prova importante per misurare il suo grado di preparazione – osserva – in vista dei campionati nazionali di aprile. «Se lʼesito sarà positivo – dichiara – Ho buone probabilità di farcela». Ma qual è il segreto del suo successo in una disciplina che nellʼimmaginario comune è vista come prettamente maschile? «Non è assolutamente vero – afferma Grazia – Nel karate, al contrario, cʼè molta eleganza nei movimenti. Insomma, non mi sento un maschiaccio. Si può essere femminili anche indossando il karate gi (la tradizionale “divisa” dei karateka) perché la femminilità dipende non da cosa fai ma da come lo fai. E poi – sottolinea – il karate non è uno sport in cui, come si crede, predomina la forza fisica, perciò gli uomini non sono necessariamente avvantaggiati. È una disciplina che richiede massima rapidità, tecnica e una forza di tipo esplosivo che anche le donne possono avere. Lo scopo non è mettere ko lʼavversario. Il punteggio viene dato sulla base della tecnica». Per raggiungere risultati importanti è però necessario avere costanza e spirito di sacrificio. «Per arrivare dove sono (Grazia è attualmente cintura nera 2° dan e questʼanno conquisterà il terzo dan per età e meriti sportivi, ndr) ho fatto un lavoro durissimo e continuo a farlo. Mi alleno tutti i giorni sacrificando anche la mia vita privata. Eppure non mi pesa perché lo faccio per pura passione. E non ho alcun rimpianto, se non quello di non avere iniziato a praticare il karate prima. Lo amo perché è uno sport individuale che dà la possibilità di misurarsi con se stessi. Alcuni mi etichettano come una fanatica, altri – aggiunge ridendo - mi temono». In effetti, dietro a quel viso dʼangelo, si nasconde una grinta da far paura. «Di solito la sferro solo quando sono sul tatami – dice – Certo, se mi trovassi in una situazione di pericolo, saprei come difendermi». centonove Sicilia 9 MARZO 2012 Accanto alcuni lavori delle detenute di Gazzi alle prese con ricami e abiti da sposa. In basso la responsabile del progetto, Fiorella Provenzano PROGETTI. Corsi di ricamo e cucito per le detenute di Gazzi Dalla pistola all’ago Dietro le sbarre un vero e proprio atelier per “Solo donne. Non donne sole”. Ecco come da Messina parte il piano di reinserimento. Aspettando la libertà DI MANUELA VENTO MESSINA. Non sapevano tenere neppure un ago in mano ma adesso hanno imparato a cucire abiti, pantaloni, gonne, borse, cappelli, stole, manufatti per la cucina e per la toilette. “Le donne a Gazzi sono diventate allieve e hanno dimenticato di essere detenute”. Lo afferma la dottoressa Fiorella Provenzano responsabile del progetto “Solo donne Non donne sole” che si è concluso dentro la struttura carceraria di Gazzi. Le allieve a Gazzi hanno studiato la storia del ricamo, del cucito e le varie tecniche alla base della sartoria sia a mano che a macchina. Riassaporare il gusto della libertà, iniziare un sentiero Patrizia Valguarnera nuovo, rifarsi una vita e avere aspettative nel futuro. Ricominciare. Ecco perché le detenute di Gazzi si sono impegnate. “Imparare la professione di ricamatrice o sarta ha portato ad un miglioramento del loro comportamento allʼinterno del carcere. Allʼinizio del corso in ricamo e cucito cʼera tanta confusione – spiega la progettista - ma in seguito allʼapplicazione di queste donne è cresciuta la motivazione e si è rivelata una vera attitudine alla professione e al lavoro”. Il progetto ha dato un contributo concreto per abbandonare il passato pieno di insidie allo scopo di abbattere lʼemarginazione e la discriminazione economica che impediscono lʼinserimento di donne detenute nel tessuto produttivo della realtà. “Scontare una pena impegnandosi a imparare un mestiere – continua Provenzano – porta ad un riscatto sociale. Si tratta di donne con un gran decoro. Che portano dentro la sofferenza. Donne segnate dalla mancanza del loro mondo affettivo. Non parlano dei loro figli nè dei loro mariti”. Il carcere è un luogo dove la donna è sospesa. Eʼ priva di libertà e di emozioni. La donna detenuta affronta con grande difficoltà il malessere della sua condizione. “Oltre al disagio della vita condotta in carcere, cʼè un profondo coinvolgimento psicologico legato alla sfera della famiglia. Il lavoro è stato fondamentale – prosegue – per il trattamento educativo e di risocializzazione delle detenute”. Il sostegno e il supporto a queste donne in un percorso di crescita professionale per costruire o ricostruire una nuova identità sociale è stato il filo conduttore degli operatori. Partecipare ad un corso professionale rende il soggetto ristretto partecipe e protagonista di una vita normale perchè dimostra a se stesso di possedere un valore. La sperimentazione dei dispositivi formativi di “Solo donne non donne sole” è orientata a determinare un incremento occupazionale grazie allʼacquisizione di professionalità facilmente spendibili come quella proposta dal progetto. “Solo donne non donne sole” è stato realizzato dalle associazioni Cbt e Freeman onlus in sinergia con la pubblica amministrazione. Durante il corso di formazione professionale le allieve hanno preso parte ad una serie di lezioni e incontri posti da alcuni docenti su vari temi. Il percorso socio-lavorativo ha consentito alle donne non solo di aver acquisito una professione ma anche di affrancarsi dalla condizione di detenuta per riappropriarsi di quella di donna. In condizione di non libertà si sono accorciate le distanze tra luogo della pena e collettività. “Abbiamo avuto due aule: una di alta sicurezza per le detenute con lunghe pene e una di media sicurezza per le altre. Tutte però volevano lavorare alla realizzazione dellʼabito da sposa presentato a fine corso; così entrambe le aule hanno applicato perline e merletti collaborando serenamente. Si è manifestata anche grande solidarietà quando abbiamo chiesto di scrivere un racconto inventato; e chi non era alfabetizzato - conclude Provenzano - ha ricevuto lʼaiuto della compagna che sapeva scrivere”. FINANZIAMENTI Diciotto progetti per imparare un mestiere PER UNA SOMMA complessiva di 2.993.505 risultano 8 i progetti finanziati dal fondo sociale europeo volti allʼinclusione socio-lavorativa di detenuti soggetti ad esecuzione penale esterna. Più 12.077.393 per la realizzazione di 18 progetti sperimentali per lʼinclusione sociale di soggetti adulti in esecuzione penale. Tra questi ultimi cʼè anche il progetto della struttura carceraria di Gazzi “non donne sole ma solo donne” per cui sono serviti 364.500 euro. “Quello della casa circondariale di Gazzi – dice Piero Fina responsabile regionale gestione fondi - è il progetto meno esoso”. “Eʼ uno dei progetti rivolto a donne detenute - afferma Patrizia Valguarnera dirigente assessorato regionale alla famiglia – ma ci sono corsi come quello per taglio e lavorazione del legno, maestri dʼascia e resinatori, operatore di area marina rivolti a soli uomini. Altri sono misti come Saperi e sapori ”. Sono 633 i detenuti arrivati alla work experience cioè che hanno imparato una professionalità. “Speriamo – conclude Valguarnera – che avvenga davvero un reinserimento sociale”. (M.V.) pagina 29 Qui, scuola 9 MARZO 2012 MESSINA. RISTAMPA DELL’OPUSCOLO SULL’ILLUSTRE SCIENZIATO, NELL’AMBITO DEL PROGETTO SCOLASTICO DEL LICEO A LUI INTITOLATO Seguenza concede il “bis” INIZIATIVE Si studia tecniche di impresa L’azienda Cambria ospita due studentesse lituane DI MARIA TIZIANA SIDOTI MESSINA. A fine settembre c'era stato il restauro della targa marmorea, là dove aveva avuto i natali, per volontà del Kiwanis Club Messina "centro". Oggi c'è un opuscolo che ne ripercorre sinteticamente la vita per iniziativa del liceo a lui intitolato. O meglio c'è dal 2006-2007. Ma ora se ne ripropone una ristampa. Il personaggio è Giuseppe Seguenza, scienziato messinese. Che nella seconda metà dell'800 fece grande Messina con le sue scoperte ma oggi dopo la mortal fine rischia di cadere anche sotto i colpi inesorabili dell'oblio. Il testo è "Conoscere Giuseppe Seguenza. Uomo di scienza e di cultura". Che sarà presentato il 14 marzo alle 10 al Salone delle Bandiere al Comune di Messina. «Fu curato da me, quando ero docente al liceo Seguenza, con preside Marcello Marsala, nell'ambito dell'orientamento scolastico, perchè almeno gli alunni identificassero il personaggio che fu illustre non con le mura dell'istituto ma con la persona», racconta Vincenzo Caruso, curatore del testo. Che spiega: «La ristampa è stata voluta dall'attuale preside, Maria Rosaria Mangano, con l'obiettivo di sensibilizzare gli studenti ma anche il resto della cittadinanza ad un illustre accanto ad altri del suo tempo, come Bisazza, Cacopardo, Mitchell». A Messina molti sanno che c'è un liceo scientifico a lui intitolato, pochi sanno del largo, della piazza e della targa a lui dedicate a 2 passi dalla farmacia che da generazioni è dei Seguenza, e pochissimi centonove Sopra Giuseppe Seguenza. Accanto una immagine dellʼerbario storico. Nella foto in basso carta geografica conoscono chi fu Giuseppe Seguenza. Ossia il naturalista, mineralogista e paleontologo che ebbe fama mondiale e prestigiosi riconoscimenti, dalla medaglia d'argento all'Esposizione internazionale di Parigi al Premio Wollaston della Geological Society di Londra su segnalazione di Darwin, di cui fu poi socio come di quasi tutte le Accademie d'Italia. «Accanto a cose complesse sull'opera scientifica di Seguenza, in effetti, questa è la sola sintetica che spiega in poche parole chi era», dice Caruso. Che sarà alla presentazione con la preside del liceo, con Antonia Messina, ordinario di Petrologia e Geologia del Cristallino dell'Università di Messina, dove Seguenza fu docente e si conserva la scrivania, Walter Fucile, uno degli studenti che partecipò alle ricerche, Luigi, discendente e titolare della storica farmacia, e Elvira Amata, assessore comunale all'Arredo Urbano. «Alla Amata chiederemo ancora una volta la degna sistemazione della tomba che giace "in temporaneo avello", come da iscrizione del 1916, per mancanza di fondi, nei sotterranei della Galleria Monumentale: al tempo il Municipio si era impegnato per il "decretato posto d'onore" accanto a Bisazza e per un monumento. A causa del terremoto e della II guerra mondiale la salma rimase lì e il monumento non si fece mai. Ora pare che dopo l'inoltro della richiesta da parte del discendente la Commissione Uomini Illustri abbia trovato una collocazione per la salma senza però il monumento», conclude Caruso. MAISON “CAMBRIA” diventa meta della cultura europea. Nei giorni scorsi, e fino al primo maggio, lʼazienda vitivinicola Cambria insegnerà tecniche dʼimpresa a giovani studenti provenienti da alcune nazionalità europee. Lʼesperienza è cominciata con due giovani studentesse provenienti dalla Vilnius University della Lituania. Si chiamano Simona Mazenyte, 22 anni e di Jilia Mackevic, 21 anni, e stanno svolgendo il loro erasmus International Bussiness School in azienda dal primo febbraio e resteranno a Furnari fino al primo maggio. A guidarle è la responsabile marketing dellʼAzienda vitivinicola Cambria, Nancy Astone che oltre a queste studentesse, ha ospitato nei giorni scorsi un altro gruppo di giovani studenti provenienti da 5 nazionalità diverse nellʼambito di un progetto multilaterale organizzato dal liceo classico “Valli” di Barcellona Pozzo di Gotto, su iniziativa dellʼinsegnante di lingue Lina La Vena. Il progetto Comenius, denominato “Antichi Mestieri”, prevedeva la riscoperta di antichi mestieri attraverso visite guidate di musei, aziende locali e alcune località caratteristiche siciliane. Unʼiniziativa che ha visto la partecipazione, oltre agli studenti siciliani, anche di 15 studenti provenienti dalla Germania, Ungheria, Olanda, Bulgaria e Spagna, ospitati dagli alunni del liceo barcellonese per una settimana. «Si tratta di una buona occasione per far capire come si possa lavorare nella nostra realtà riscoprendo le tradizioni e sponsorizzando gli antichi mestieri che hanno caratterizzato il territorio – dichiara Nancy Astone - Noi crediamo molto nei giovani. Con queste occasioni - conclude – è possibile promuovere al meglio le nostre località e le attività presenti”. Pamela Arena ISTRUZION PER L’USO di Andrea Smith Al via i corsi di Tirocinio Formazione Attiva IL MINISTERO DELLʼISTRUZIONE, dellʼUniversità e della Ricerca, dopo aver acquisito i pareri favorevoli del Ministero per la Pubblica amministrazione e semplificazione e del Mef,, ha reso noto il numero dei posti disponibili per le immatricolazioni al Tirocinio Formativo Attivo (TFA) per la scuola secondaria di primo e secondo grado. Il TFA è un corso di preparazione allʼinsegnamento di durata annuale istituito dalle università che attribuisce, allʼesito di un esame finale, il titolo di abilitazione allʼinsegnamento in una delle classi di concorso previste dal d.m. n. 39/1998. Il Miur prevede di avviare le prove di accesso al TFA entro e non oltre giugno 2012. Per lʼanno accademico 2011/2012 i posti disponibili per le immatricolazioni al TFA per lʼinsegnamento nella scuola secondaria di primo grado sono 4.275, definiti in ambito regionale per ciascun ateneo. Per le immatricolazioni al TFA per lʼinsegnamento nella scuola secondaria di secondo grado invece, i posti disponibili sono 15.792. In Sicilia sono previsti 335 posti per la scuola secondaria di primo grado e 1.610 per la scuola secondaria di secondo grado. Possono partecipare alle selezioni per l'accesso ai primi bandi al TFA coloro che entro la data di presentazione della domanda di iscrizione al test nazionale sono in possesso di una laurea del vecchio ordinamento riconosciuta dal d.m. 39/98 e degli eventuali esami richiesti per poter avere accesso all'insegnamento; di una laurea del nuovo ordinamento specialistica o magistrale riconosciuta dal d.m. n. 22/2005 e degli eventuali crediti formativi per poter pagina 30 avere accesso all'insegnamento; del diploma ISEF, già valido per lʼaccesso allʼinsegnamento di educazione fisica, per i TFA di Scienze Motorie. Il MIUR ha anche chiarito che, chi, entro lʼanno accademico 2010/2011, era in possesso di una delle lauree previste, ma non ha ancora completato il percorso con gli esami o i crediti richiesti, potrà, senza limiti di anno accademico, acquisire i crediti o gli esami necessari per poi partecipare alle prove di accesso al TFA che saranno bandite di anno in anno. Allo stesso modo, chi, nellʼanno accademico 2010/2011, era iscritto a uno dei percorsi di laurea previsti, potrà partecipare alle prove di accesso al TFA una volta in possesso dei requisiti necessari (laurea e crediti o esami). Sono inoltre previste ammissioni in soprannumero senza esami per gli ammessi alle SSIS che hanno successivamente sospeso la frequenza. Rimane ancora il dubbio per la partecipazione dei docenti di ruolo. 9 MARZO 2012 Economia centonove Vincenzo Franza L’area Montecatini nella zona del Ciantro di Milazzo MILAZZO. Il Gruppo Franza investe 30 milioni di euro nella riqualificazione dell’ex industria Shopping alla Montecatini La società ha ottenuto le ultime autorizzazioni dopo un iter lungo cinque anni. Previsti negozi e una multisala cinematografica. «Non faremo l’ennesimo centro commerciale». Tutti i dettagli DI GIANFRANCO CUSUMANO MILAZZO. Guai a chiamarlo centro commerciale. Ma un poʼ gli assomiglia. Dalla riqualificazione della ex industria Montecatini (su cui esiste il vincolo industriale dela Soprintendenza) verrà fuori una sorta di “cittadella dello shopping e del divertimento” nel cuore di Milazzo, porta delle Eolie, e punto di riferimento per tutta la valle del Mela. Il progetto della Caronte & Tourist, società del Gruppo Franza, una novità in provincia di Messina, ha ottenuto le autorizzazioni necessarie per avviare i lavori nel corso di una recente conferenza di servizi. Lʼultima dopo un calvario burocratico lungo quasi cinque anni. Lʼinvestimento previsto è di 30 milioni di euro. Prevede in una superficie di ben 43 mila metri quadri, di cui 13 al coperto e ben 23 fabbricati fatiscenti da ristrutturare, attraverso il recupero architettonico dei volumi esistenti e la ricostruzione degli edifici originari demoliti. All' intero numerosi esercizi commerciali, quattro ristoranti, un cinema multisala, un centro direzionale, un parcheggio e un "Museo della fabbrica" per ricordare l' antica attività della Montecatini. Prima di vedere ruspe ed operai nellʼarea alle spalle della vecchia stazione che nel secolo scorso ospitava una delle industrie più fiorenti del territorio, però, ne passerà del tempo. Allʼufficio tecnico comunale dovrà prima essere depositato il progetto esecutivo per le necessarie autorizzazioni edilizie. Nella migliore delle ipotesi i lavori cominceranno tra sei mesi. Ma a distanza di cinque anni dallʼavvio del procedimento e la stasi dei centri commerciali in tutta lʼisola ha senso investire decine di milioni? A rispondere è lʼingegnere Vincenzo Franza. «La tipologia è sempre più valida - afferma il manager - il tempo sta confermando che la nostra idea è sempre più vincente. Perchè - lo ribadisco - il nostro non sarà un centro commerciale. Il modello classico, specialmente nel catanese dove sono nate le prime mega strutture commerciali, sono in crisi. Oggi lʼidea è quella di non consumare nuovo territorio». Franza non nasconde che cinque anni fa dal punto di vista economico cʼera il boom, mentre ora si «procederà con più calma, con maggiore attenzione ai costi». «Costruiremo appoggiandoci a imprese locali che intendono affiancarci nellʼiniziativa. Poi cominceremo con la commercializzazione di questi immobili che potranno essere ceduti: dal supermercato (1500 mq) ai negozi. Il contratto per la gestione della multisale è chiuso da tempo con una ditta di Catania». La ristrutturazione degli immobili costerà intorno ai 15 milioni di euro. «Adesso siamo occupati a redigere la progettazione definitiva - continua - e a predisporre la bonifica delle aree». Lʼingegnere Franza segue da vicino le vicende di Milazzo. «Acquistare i Molini Lo Presti? (altro immobile storico nel porto, ndr). Con la crisi è cambiato il modello economico. Prima bisogna avere chiaro cosa si può realizzare nellʼarea. Fino a quando lʼamministrazione comunale non chiarirà la destinazione urbanistica difficilmente qualche azienda si lancerà nellʼoperazione. Prima il Comune detti le regole e poi gli imprenditori arriveranno. Lo stesso vale per gli altri immobili come la vecchia stazione dove la vecchia giunta voleva trasferire gli uffici giudiziari. Io allʼinterno dei Molini Lo Presti vedrei, ad esempio, una sorta di centro direzionale. Trasferirei gli uffici della capitaneria di porto in modo da lasciare liberi i locali del Molo Marullo da sfruttare per motivi turistici come localini o ristoranti che si affaccino sul porticciolo turistico. In caso contrario la capitaneria potrebbe anche essere ospitata in uno degli edifici della Montecatini» conclude sorridendo Franza. RICORRENZE Quattro candeline per il Corolla Anniversarsario per il Parco. Con Melita Toniolo Parco Corolla MILAZZO. Il Parco Corolla festeggia quattro anni. Il parco commerciale venerdì 9 marzo alle ore 17,30, festeggerà la ricorrenza con il taglio di una maxi torta con ospiti dʼeccezione: Melita Toniolo (volto noto di programmi come “Grande Fratello 7” e “Colorado Cafè”) e direttamente da Zelig, il comico Giancarlo Kalabrugovic. Il Parco commerciale Corolla, per iniziativa della famiglia Calcagno, apre i battenti nel 2008 e continua ad espandersi fino ad oggi, raggiungendo i 98.000 mq di superficie di cui 33.000 coperti ed il resto destinato a parcheggi (2.000 posti auto). A differenza dei classici centri commerciali che insistono in un unico contenitore, il Parco Corolla è stato ideato e costruito seguendo la logica dei parchi commerciali e cioè con grossi contenitori settoriali separati. Oggi questa logica riscuote enorme successo grazie alla maggiore specializzazione dei pun- pagina 31 ti vendita che si sviluppano su superfici nettamente più grandi, così da dare al cliente finale maggiore scelta nel settore di suo interesse. I collegamenti pedonali fra i negozi sono stati curati nei minimi dettagli, sviluppando aree verdi attrezzate ed una piazza centrale di 1.000 mq con giochi per bambini, panchine e gazebo. Non mancano quindi i luoghi dʼincontro e relax per i clienti, ma anche di ristoro con un Mychef, un Mc Donald ed un bar. Grande attenzione è stata posta nella scelta degli operatori che hanno ottenuto un grande successo fin dai primi giorni di apertura, facendo registrare risultati record. Lʼipermercato è gestito da Ipercoop. Il settore sportivo è affidato a Decathlon, azienda leader a livello europeo. Eʼ Bruno il negozio che occupa il settore elettronica ed elettrodomestici, in campo ormai dal 1936 con una distribuzione che a livello siciliano ha raggiunto i 14 punti vendita. Per quanto riguarda la casa, il giardino ed il bricolage in genere, il Parco Corolla offre le competenze di Bricocenter una catena di negozi leader in Italia con più di 100 punti vendita che con 3.000 mq di superficie offre una scelta pressoché completa Economia 9 MARZO 2012 LA LIBERAZIONE. Ruspe al lavoro sul litorale di Maregrosso MESSINA. La Regione riacquista dall’Autorità portuale la titolarità del litorale in zona sud. Anche se... Maregrosso, silenzio assenso L’assessorato al Territorio “interpreta” le norme, e si riprende l’area grazie al silenzio del ministero delle Infrastrutture. Storia di una “terra di nessuno”. Abbandonata per dieci anni DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. “Le aree demaniali comprese tra i torrenti Portalegni e Zaera a Maregrosso sono da ritenersi, a tutti gli effetti, ai sensi dell'articolo 32 dello Statuto assegnati al demanio regionale”. A meno che il ministero delle Infrastrutture non sia di parere contrario. La nota che è arrivata sulla scrivania dellʼassessore alle Manutenzioni Pippo Isgrò ad inizio settimana mette fine ad una “vacatio” di un decennio abbondante su un territorio, quello dellʼaffaccio a mare giusto a ridosso del centro cittadino, diventato zona di nessuno e rimasto così fino ad oggi. Ad inviarla è stato Giovanni Arnone, dirigente dell'assessorato Territorio ed ambiente della Regione Sicilia, che ha anche precisato che le aree sono da ritenersi di proprietà regionale a far data dal 27 marzo 2008, data in cui è stato adottato il nuovo piano regolatore del porto di Messina. Ma le cose stanno davvero così? Forse. SE IL MINISTERO NON RISPONDE. Come stanno le cose lo spiega Francesco Bonasera, dirigente dellʼufficio periferico del Demanio marittimo: “il 14 dicembre scorso si è tenuto un incontro alla Capitaneria di Porto di Messina tra lʼagenzia del demanio regionale, il Comune, lʼassessorato e lʼAutorità portuale, per capire chi avesse titolarità sulle aree, se fosse di competenza statale o regionale - spiega Bonasera - ma dopo varie discussioni non si è arrivato ad una decisione”. A quel punto, lʼassessorato prende in mano la situazione. “Eʼ stata emanata una nota chiarificatrice - prosegue - in cui lʼassessorato rivendica, a suo modo di vedere, la titolarità delle aree. Oggi siamo in attesa di avere notizie da parte del ministero, non abbiamo ancora risposte in merito. In base alla normativa vigente - centonove continua Bonasera - abbiamo dedotto che lʼarea è nostra, quindi, a meno che qualcuno non smentirà la nostra “versione dei fatti”, lʼarea è nostra”. Perchè per dieci anni non si è capito di chi fosse la titolarità dellʼarea? Semplice. Nessuno lʼaveva richiesta. “La zona era stata prevista come espansione del porto, è stata adibita ad arera di sviluppo industriale - continua Bonasera - Di fatto quellʼarea non è di sviluppo industriale e non ha attinenza con le attività portuali. Lʼautorità portuale ha chiesto aree da adibire a pertinenza portuale, e la zona di Maregrosso non vi rientrava, quindi lʼabbiamo reclamata noi”. E da domani? Cosa cambierà? Nulla, apparentemente. COSA CAMBIA. “Praticamente solo il fatto che saremo noi gli interlocutori”. Eʼ laconico Giovanni Arnone. Il dirigente dellʼassessorato regionale al Territorio spiega infatti che, alla fine, cambierà solo il concedente, non le modalità di concessione. “Lʼamministrazione che deve rilasciare le concessioni demaniali è lʼassessorato al Territorio e ambiente e non più lʼAutorità portuale: è solo un cambio di titolarità e nientʼaltro”. Stessa sorte per tutte le attività ed i programmi che sullʼarea dovranno sorgere. “Compatibilmente con gli usi che si possono fare del demanio marittimo - dichiara Arnone - non è motivo ostativo di alcunchè il fatto che le aree siano transitate alla regione come titolarità del demanio marittimo”. Nessun problema, quindi, per le attività industriali e produttive. Tranne che per il fatto che la zona è ancora “terra di nessuno. CONTINUA LO SBARACCAMENTO. l'Amministrazione comunale, viste le novità, ha inviato ad Arnone una nota per comunicare la ripresa delle operazioni di risanamento. Nella comunicazione a firma Pippo Isgrò, alla quale è stata allegato il report dell'attività già svolta, viene indicata la programmazione di massima per proseguire nelle operazioni di demolizione dei manufatti presenti. “Nei prossimi giorni scrive Isgrò - dopo il parere del dipartimento regionale, si potrà intanto demolire un manufatto abusivo di circa 800 metri quadrati, che permetterà di proseguire nell'opera di riconsegna dell'intera area alla pubblica fruizione”. Che passa per i settantaquattro manufatti su cui Isgrò informa la Regione. Di questi 16 risultano “occupati abusivamente”; 4 “posti sotto sequestro”; oltre 20 con concessione scaduta e contestuale richiesta di rinnovo; per altri invece sono in corso indagini da part dellʼautorità giudiziaria. nel frattempo, cʼè da abbattere il mostro da 800 metri quadrati. ZOOM Il libro dei sogni I progetti per il recupero del waterfront si scontrano con la dura realtà Gianfranco Scoglio MESSINA. Terra di nessuno, si, ma con una convergenza di programmi e progetti che nessunʼaltra zona della città può vantare. Il litorale messinese che dal porto arriva fino a Tremestieri è parecchio appetito. Almeno sulla carta. Chiarita l a titolarità delle zone tra la foce del torrente Portalegni di via Tommaso Cannizzaro e Maregrosso, allʼAutorità portuale resta lʼarea compresa tra torrente Guidari e Tremestieri. Iniziando dall'estrema zona sud, è in dirittura dʼarrivo la firma sul contratto dellʼappalto per lʼampliamento dello scalo con la la Sigenco S.P.A. di Catania. Accanto al nuovo porto, è in fase di progettazione la piastra logistica, che si comporrà di tre moduli indipendenti. Al momento la progettazione riguarda il primo, che occu- pagina 32 pa lʼarea che da san Filippo arriva fino a Pistunina. Il secondo modulo, eventualmente, si spingerà in direzione opposta, a Contesse. La piastra logistica fa parte degli interventi programmati dal Piau, acronimo di “piani innovativi in ambito urbano”, vecchio pallino dellʼassessore allo Sviluppo economico Gianfranco Scoglio. Il Piau, in sostanza, è un piano di gestione al quale dovrebbe essere data attuazione mediante piani particolareggiati. La piastra logistica (per la quale il comune di Messina ha i fondi necessari alla sola progettazione) è il primo, e potrebbe arrivare a costare, per i tre moduli, settanta milioni di euro. Poi cʼè la marina con porto canale ed isolotto artificiale che va dal cavalcavia a Maregrosso, per la quale è in corso la gara dʼappalto e che, secondo una stima, non costerà meno di trecento milioni di euro. Il masterplan dellʼopera è stato messo a punto dall'architetto spagnolo Oriol Bohigas. Da quindici anni, poi, si parla della fantomatica via del mare, che dovrebbe risolvere i problemi dellʼattraversamento dei tir in città. Il masterplan, però, non la contempla. E, perchè tutto si avveri, bisogna che le ferrovie liberino lʼaffaccio a mare dai binari. (A.C.) centonove Economia 9 MARZO 2012 CONTESE. Finisce la pace tra l’Ente Porto e l’Autorità Portuale per una concessione sul molo Norimberga Messina, guerra sulla Falce Rosario Madaudo, a capo degli uffici che dovrebbero attuare la zona franca, diffida il presidente Lo Bosco per un ampliamento dove approdano le navi del gruppo Franza DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. Mentre il Tribunale di Messina ha nominato il perito che deve perimetrare le aree di rispettiva competenza, è scoppiata nuovamente la guerra tra Ente Porto ed Autorità Portuale. Lʼincidente diplomatico si era sfiorato nel corso della vertenza dei Cantieri navali Palumbo, ma il conflitto sindacale si era poi sgonfiato, garantendo per qualche settimana la pace. Finchè Rosario Madaudo, a capo dellʼEnte porto, ha scoperto che il presidente dellʼAutorità portuale, Dario Lo Bosco, aveva dato corso alla richiesta di rilascio di concessione demaniale marittima per lʼampliamento del molo Norimberga, nella zona Falcata della città, dove attraccano le navi del gruppo Franza. Madaudo ha così preso carta e penna, scrivendo a Lo Bosco: “Il molo ricade in unʼarea per gran parte nostra. Cʼè ampia documentazione sul punto. Non siete competenti ad esprimervi”, ha ammonito il presidente, forte di una Rosario Madaudo Dario Lo Bosco sentenza del Consiglio di Giustizia amministrativa della Sicilia che due anni fa ha stabilito che tutte le aree che rientrano nel demanio della Regione sono di competenza dellʼEnte creato per lʼattuazione della zona franca di Messina. «Tra queste vi è parte del molo Norimberga. Ho più volte chiesto allʼAutorità portuale la riconsegna delle aeree, ma lʼoperazione non è andata mai in porto. Siamo stati così costretti a rivolgerci al Tribunale che ora ha nominato un consulente tecnico», spiega Madaudo. Che osserva: «Si è sempre detto che i tir debbano essere portati fuori della città e il traffico navale debba essere concentrato tutto sul porto di Tremestieri ed invece si da il via libera ad operazioni che vanno in direzione contraria». Sul molo Norimberga approdano le navi del gruppo Franza, che accolgono centinaia di autoarticolati e camion costretti poi a percorrere le vie centrali di Messina, città dotata da anni di un commissario straordinario per lʼemergenza traffico. Vincenzo Franza, amministratore del Gruppo imprenditoriale più importante della città, osserva: «Lʼallargamento del molo va in direzione dellʼalleggerimento del traffico sulla città. Ci sarà maggiore possibilità di stoccaggio finchè il porto di Tremestieri non verrà costruito», spiega lʼarmatore che guarda quanto accade nella zona Falcata, bocconcino prelibato su cui hanno messo gli occhi vari imprenditori. Tra questi la Elios petroli Srl. Alla società riconducibile a Gaetano Basile, lʼAutorità portuale ha dato il via libera alla costruzione di un deposito di Gpl su unʼarea di propria competenza. Ma a chi accusa che dietro allʼoperazione ci sia proprio il gruppo Franza, intenzionato a realizzare un servizio di rifornimento per le navi che approdano al Norimberga, lʼingegner Vincenzo risponde: «Eʼ vero, abbiamo un progetto di bunkeraggio di questo tipo che teniamo nei cassetti. Ma lʼoperazione di Basile non cʼentra nulla con noi. Le navi vanno a gasolio non a metano». L E G A L M E N T E TRIBUNALE DI ENNA FALLIMENTO N° 12/98 Si rende noto che innanzi il G.D. Dott. Calogero Commandatore, allʼudienza del 4 giugno 2012 ore 12,00, presso il Tribunale di Enna si procederà alla deliberazione sull'offerta e all'eventuale gara tra gli offerenti per la vendita senza incanto del seguente bene immobile: - piena proprietà, del fabbricato sito in Catenanuova (En) Via Europa nn. 14 e 16 e Via Massimo, consistente in tre elevazioni fuori terra, escluso il piano primo del fabbricato, censito al NCEU foglio 1/A ( ex foglio 5 e 1) part. 828, sub 4 nat. A/3, vani 4, Via Europa piano terra; foglio 1/A (ex foglio 5 e 1) part. 828, sub 5, nat. C/6, Via Massimo p.t.; foglio 1/A (ex foglio 5 e 1), part. 828 sub 3 Via Massimo pia- PROVINCIA REGIONALE DI MESSINA Esito di gara Si rende noto lʼesito della gara ad evidenza pubblica svoltasi il 22.12.2011 presso il 1°U.D. del V dipartimento con sede in via Lucania, 20 avente per oggetto:”Servizio disciplinato dallʼart.160 della L.R. n.25/93 relativo alla rimozione dei rifiuti abbandonati nelle aree site allʼesterno del perimetro dei centri abitati della provincia di Messina e successiva attività di trasporto, recupero e smaltimento degli stessi presso impianti autorizzati”. Pubblicazione sulla GUCE n.204 del 22.10.2011 e GURI n.127 del 28.10.2011; Importo a base dʼasta; Euro 551.160,00 di cui Euro 9.081,00 per gli oneri di sicurezza non soggetti a ribasso Soggetto aggiudicatario: Ditta Caruter s.r.l. – Brolo Soggetti partecipanti:3 Soggetti ammessi:2 Procedure di ricorso Organismo responsabile delle procedure di ricorso è il T.A.R. della Sicilia Sez. di Catania. Il ricorso va presentato entro 30 giorni dalla data della pubblicazione secondo quanto previsto dagli artt. 21 e 23-bis della legge n.1034 del 6 dicembre 1971 e ss.mm.ii. IL R.U.P. Dott.ssa Rosaria Patanè Il Dirigente Dott.ssa Carolina Musumeci no 2 (lastrico solare edificabile), il tutto meglio descritto nella perizia di stima disponibile in Cancelleria. PREZZO BASE Euro 14.553,64, eventuali offerte in aumento non inferiori a Euro 500,00. Le offerte, in carta legale da Euro 14.62, nella forma di proposta irrevocabile di acquisto dovranno essere depositate in Cancelleria entro le ore 12,00 giorno precedente la vendita,in busta chiusa con allegato assegno circolare non trasferibile intestato alla procedura pari al 10% del prezzo offerto. In caso di aggiudicazione il pagamento del prezzo, oltre il 15% per spese trasferimento, va effettuato entro 60 giorni. Maggiori informazioni in Cancelleria. Il Cancelliere Dott. Carmelo Lentini ENTE CONSORZIO RETE FOGNANTE TAORMINA, GIARDINI-NAXOS, LETOJANNI, CASTELMOLA. Sito internet:www.consorzioretefognantetaormina.it Avviso esito di gara Si comunica che a seguito di gara (CIG 3492200E97 – CUP C82D11000150004) con procedura ed offerta economicamente più vantaggiosa è risultata aggiudicataria la R.T.I. Capogruppo La Ingegneria & Appalti, via V.E. Orlando n.68 Rodì Milici-Me, con un importo di Euro 822.500,00 al netto di ribasso pari al 6% oltre oneri sicurezza e iva al 10% totale 932.250,00. Giardini Naxos 02 marzo 2012 Il Responsabile del Procedimento Dott. Ing.Stefano Codevilla Il presidente Giuseppe Manuli pagina 33 Economia 9 MARZO 2012 pagina 34 centonove centonove Economia 9 MARZO 2012 Il presidente della commissione tributaria regionale, Umberto Puglisi GIUSTIZIA TRIBUTARIA. Messina e Catania capitali delle vertenze. I dati della Commissione regionale Lo Stretto dei ricorsi Nel giudizio di appello i cittadini vincono il 44,93% dei processi. In primo grado il contribuente vince di più ad Enna. (72,2%). Ad Agrigento l’amministrazione resiste PALERMO. Il ricorrente non ha sempre ragione, ma solo nella metà dei casi. I giudici tributari siciliani, infatti, accolgono i ricorsi dei contribuenti nel 46,79% delle pronunce. O, almeno, questo avviene in primo grado, dove gli enti impositori (Agenzia delle entrate, Agente della riscossione, Enti Locali ed altre amministrazioni finanziarie) vincono il 22,16% delle controversie ed il 31,05% ha un esito diverso (inammissibilità del ricorso, cessazione della materia del contendere, rinuncia, etc.). Nel giudizio di appello i contribuenti vincono il 44,93% dei processi, mentre il 35,03% delle decisioni è a favore dellʼAmministrazione, ed un restante 20,05% ha un esito differente, dovuto a cause di cessazione diverse, fra cui la rinunzia, la cessata materia del contendere o lʼestinzione del giudizio. I dati sono stati esposti nella relazione che il Presidente della Commissione Tributaria Regionale della Sicilia, Umberto Puglisi, ha esposto nel corso dellʼinaugurazione dellʼanno giudiziario tributario, a Palazzo Steri, a Palermo, lo scorso 3 marzo. In primo grado il contribuente vince di più ad Enna, dove gli enti impositori soccombono nel 72,72% delle controversie e vincono solo nel 12,61% dei casi. Amministrazione finanziaria vittoriosa soprattutto ad Agrigento, dove vede riconosciute le proprie ragioni nel 32,43% dei ricorsi. A Messina, invece, sono state decise in favore del contribuente 4.225 (49,39%) controversie, 1.847 (21,59%) hanno avuto esito favorevole lʼAmministrazione finanziaria e 2.482 (29,02%) hanno dato altro esito processuale. In secondo grado la sezione staccata più “amica” del contribuente è Caltanissetta, dove il cittadino-ricorrente ha vinto il 72,82% degli appelli, quella “nemica” è Messina che ha dato torno al contribuente nel 50,53% dei casi (nel restante 18,68% gli appelli si sono conclusi con altri esiti processuali). “Si tratta, in buona sostanza, di risultati abbastanza equilibrati – ha osservato il Presidente della Commissione Tributaria Regionale di Palermo, Umberto Puglisi - ove si consideri che il ricorso iniziale in primo grado è sempre proposto dal contribuente, mentre in appello non sono infrequenti i ricorsi dellʼAmministrazione”. Tali dati subiscono un ribaltamento se ponderati rispetto al valore della controversia, almeno per quelle intentante contro lʼAgenzia delle entrate. Per le cause dʼimporto più rilevante, le vittorie dellʼAmministrazione finanziaria superano il 50%. Nel periodo tra lʼ1 luglio 2010 ed il 30 giugno 2011, sono stati presentati 52.817 nuovi ricorsi, di cui 6.563 relativi a tributi locali (pari al 12,4%), 46.241 (86,6%) relativi a tributi non locali e 13 relativi ad altre fattispecie. Le province più gravate di nuovi ricorsi sono quelle di Catania (2.215 su tributi locali e 16.715 su tributi non locali), Messina (1.361 e 8.709) e Palermo (785 e 5.247). Mentre i nuovi appelli proposti di fronte alla Commissione Tributaria Regionale ammontano a 7.282, di cui 606 per tributi locali (8,3%), 4.870 per tributi non locali (66,9%) e 1.806 (24,8%) per altre fattispecie. Queste ultimi quasi integralmente proposti contro le sentenze della Commissione Tributaria Provinciale di Catania (1.717 su 1.806). Nel merito, i ricorsi proposti riguardano ancora, in larga misura, i tributi erariali (circa il 52 %), ma è in crescita il contenzioso relativo ai tributi locali (8,3%) come pure quello relativo ai ricorsi avanzati nei confronti di atti dei concessionari della riscossione. Il Presidente Puglisi, durante la cerimonia tenutasi a Palazzo Steri lo scorso 3 marzo, ha anche evidenziato come, nonostante una lenta ma continua diminuzione del numero di giudici operanti in Sicilia, sia stato definito un notevole numero di controversie. In sintesi, a fronte di 7.282 procedimenti sopravvenuti, presso la Commissione Tributaria Regionale, il numero dei processi definiti è stato di 4.759 con il conseguente aumento della pendenza da 14.125 a 17.048 procedimenti, mentre presso le varie Commissioni Provinciali il numero di cause pendenti è passato da 152.454 a 167.693. Delle nuove controversie instaurate “Il carico delle Commissioni tributarie provinciali – ha annotato Puglisi - è appesantito dalle numerose richieste di sospensiva, che, per quanto formulate sovente con mera clausola di stile, rappresentano, in vari casi, problemi reali, destinati ad aggravarsi con la crisi economica in atto e la tendenza e del fisco ad anticipare lʼazione esecutiva”. CONVEGNI Quando i comuni fanno i conti Ad Alcamo convegno dell’Anci sulle disposizioni del “Salva Italia” ALCAMO. Il cosiddetto decreto “salva Italia”, ha apportato ulteriori novità nel settore economico-finanziario degli Enti Locali e dei tributi locali. LʼAnci Sicilia e lʼIfel hanno, pertanto, voluto dedicare una giornata di approfondimento che si terrà ad Alcamo lunedì 12 marzo dal tema “La manovra finanziaria e gli effetti sul sistema degli Enti Locali”. Tra le altre novità che interessano i Comuni, lʼabrogazione del “Consiglio tributario” che la legislazione precedente esaltava come il grimaldello da utilizzare nella lotta allʼevasione ed allʼelusione fiscale e contributiva. La soppressione del “Consiglio tributario” lascia direttamente ai Comuni il compito di or- ganizzare la propria struttura per collaborare con lʼAgenzia delle entrate, con quella del territorio e con lʼInps, nella lotta allʼevasione ed allʼelusione. Il D.L. n. 201/2011 è intervenuto anche in materia di riscossione dei tributi locali che potrà rimanere in capo ad Equitalia (ed alle società dalla stessa partecipate) per un ulteriore anno e, quindi, fino al 31 dicembre 2012. Resta ferma, comunque, lʼesigenza per le Amministrazioni locali di impegnare nellʼattività di accertamento sempre più risorse economiche ed umane, provvedendo alla riorganizzazione degli uffici e dei servizi, riservando la stessa attenzione anche a quella serie di funzioni complementari che devono essere esercitate con la stessa efficacia (contenzioso, partecipazione alla lotta allʼevasione fiscale e riscossione). Il ritorno in capo agli Enti Locali dellʼattività di riscossione è solamente rinviata di un anno. La valenza economica di tale attività implica lʼimpossibilità di affidamenti diretti, in spregio alle regole sulla concorrenza. Ai Comuni dal 2013 reste- pagina 35 ranno tre possibili soluzioni: gestione diretta, in house o affidamento con procedura ad evidenza pubblica. Intanto la Serit, lʼAgente della riscossione che opera in Sicilia, ha elevato da 10 mila a 20 mila euro la soglia entro la quale è possibile accedere alla rateizzazione del debito tributario, a semplice istanza del contribuente. Per i debiti inferiori alla soglia dei 20 mila euro basterà presentare domanda su un apposito modulo disponibile presso tutti gli Uffici della Serit o scaricabile via internet dal sito della Serit. Il richiedente la rateizzazione dovrà attestare di trovarsi in stato di temporanea difficoltà economica. La rateizzazione, fino ad un massimo di sessanta rate di pari importo, potrà essere concessa anche in presenza di azioni cautelari già avviate (ipoteche e fermi amministrativi). Le tre relazioni sono affidate a Silvia Scozzese, direttore scientifico dellʼIfel, a Lucio Catania, segretario comunale e giudice tributario, che si occuperà e ad Andrea Ferri, responsabile ufficio tributi Ifel. Economia 9 MARZO 2012 OCCORRE SAPERE di Salvatore Cifalà UOMINI&BUSINESS Carburanti, piaga per i consumatori Ue I dati sulle valutazioni di mercato bocciano il settore combustibili. Nel mirino ci sono anche i servizi finanziari IL SETTORE DEGLI investimenti (comprese le pensioni e i titoli) e i servizi immobiliari e ipotecari sono i mercati che creano più insoddisfazione tra i consumatori di tutta l'UE, come risulta dall'ultimo quadro di valutazione dei mercati dei beni di consumo presentato dalla Commissione europea. Tra i mercati dei beni, quelli delle automobili usate e dei combustibili ottengono la valutazione più bassa. Come nel 2010, i mercati dei servizi continuano a risultare poco performanti e i servizi finanziari e i servizi di rete si situano al di sotto della media. La fornitura di elettricità e il mercato dei carburanti sono quelli che hanno registrato il maggiore deterioramento rispetto al 2010. Le scelte dei consumatori, la facilità di passare da un erogatore di servizi a un altro o di cambiare tariffe e le differenze dei prezzi tra paesi sono anche oggetto di valutazione. Sulla base di questi risultati la Commissione sottoporrà a test i mercati del credito al consumo e dei combustibili. Il Commissario responsabile per la salute e i consumatori John Dalli ha affermato: "Il valore che il mercato unico riveste per i consumatori è misurato sulla base di quanto esso può offrire in termini di prezzi più bassi, più ampia scelta, trasparenza e soddisfazione. Grazie al quadro di valutazione possiamo individuare gli ambiti in cui tali aspettative non si realizzano e rispondere ai bisogni reali dei consumatori”. Il quadro annuale di valutazione dei mercati dei beni di consumo elenca 51 mercati dei servizi e dei beni, corrispondenti a più di 60% dei bilanci dei nuclei familiari. I mercati dei servizi continuano a registrare prestazioni insoddisfacenti e i servizi finanziari (ad esempio il credito al consumo) e i servizi di rete (ad esempio l'elettricità) si situano al di sotto della media. I settori peggiori sono quelli dei servizi di investimento, che comprendono pensioni e titoli, i servizi immobiliari e ipotecari. I mercati dei beni di consumo appaiono funzionare molto meglio. Le eccezioni sono date dal mercato delle automobili usate e da quello dei carburanti per NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Pensioni, sempre più costi per le aziende SEMPRE PIUʼ COSTI sulle aziende. Il Decreto legge “salva Italia” prevede infatti la possibilità proseguire lʼattività lavorativa, fruendo di incentivi, fino allʼetà di settantʼanni. Certamente lʼincentivo produce anche un vantaggio per le casse della previdenza pubblica che oltre a rinviare negli anni lʼinizio dellʼerogazione della pensione, ne riduce anche lʼimporto che complessivamente andrà a pagare al beneficiario. Il lavoratore avrà oltre ad una pensione più alta anche il vantaggio per gli anni di flessibilità di continuare a percepire lo stipendio ovviamente di importo maggiore a quello che avrebbe percepito se fosse andato in pensione al momento di maturazione dei nuovi requisiti entrati in vigore dal primo gennaio 2012. Proprio questo ultimo aspetto costituisce, invece, per le aziende un onere imprevisto sia di carattere economico che organizzativo, posto che potrebbero addirittura trovarsi con un nuovo assunto che, invece di sostituire, come previsto, il pensionando sostituendone anche il costo, andrà a sommarsi sia allʼuno che allʼaltro. In tali casi opera infatti lʼefficacia delle disposizioni di cui allʼarticolo 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300, quindi non si può licenziare. A ben vedere dunque si tratta solo delle aziende che occupano più di 15 dipendenti, mentre per le altre resta lʼapplicazione del principio di indennizzo della legge 604/1966. Quindi in questo caso trovano applicazione le regole generali, che prevedono la possibilità di licenziare per giusta causa o giustificato motivo. Chi intende rimanere al lavoro fino a 70 anni, infatti, potrà essere licenziato solo con queste motivazioni non essendo applicabile lʼeccezione prevista dallʼart. 2118 codice civile c.d. recesso ad nutum. Lo stato torna a ribadire lʼintenzione di tutelare i lavoratori che si trovano in un particolare momento della propria vita in cui, in passato per lʼeffetto delle finestre di uscita, ora abrogate, adesso per lʼapplicazione del principio di flessibilità, rischierebbero di trovarsi senza lavoro e senza pensione. Principio sacrosanto ma perché non prevedere ad esempio un minimo incentivo anche per le aziende che si troveranno a dover sostenere questo maggiore ed imprevisto onere che nel caso, ad esempio, di un commesso di un negozio si aggira sui 30.000,00 euro per ogni anno di ritardo? centonove autoveicoli, che sono risultati agli ultimi posti. Rispetto al 2010 i mercati dell'elettricità e dei carburanti sono quelli che si sono maggiormente deteriorati il che può spiegare il malumore dei consumatori per i prezzi dell'elettricità e dei carburanti. Se si esamina la facilità percepita di cambiare il fornitore o le tariffe e se si esamina anche l'effettiva propensione dei consumatori a tali cambiamenti, i mercati ipotecari, quelli degli investimenti (comprese le pensioni e i titoli) e dell'elettricità presentano i risultati più bassi sui 14 mercati dei servizi. Il 64% dei consumatori è soddisfatto della scelta di beni o fornitori (su tutti i mercati). Ciò fa pensare che per i consumatori il problema non sia quello della scelta quanto piuttosto quello della fiducia negli operatori commerciali e della capacità di raffrontare le offerte. La Commissione europea avvierà due studi di mercato sul credito al consumo, la cui direttiva sarà sottoposta a riesame nel 2013, e su quello dei carburanti, che ha registrato il maggiore deterioramento a partire dal 2010. Si tratta del quarto maggiore mercato in termini di quota del bilancio dei nuclei familiari. Per diversi degli altri mercati problematici come l'elettricità o i servizi finanziari al dettaglio sono stati già effettuati studi approfonditi. PRIVATIZZAZIONI Eurodeputati Pd: «Fate chiarezza su Tiorrenia» BRUXELLES. "Bisogna al più presto fare chiarezza su tutta la procedura di privatizzazione di Tirrenia per scongiurarne il blocco. Le conseguenze sarebbero gravissime". Eʼ lʼallarme lanciato dagli eurodeputati del Pd David Sassoli, Andrea Cozzolino, Sergio Cofferati e Debora Serracchiani che hanno presentato alla Commissione europea un'interrogazione sulla vicenda Tirrenia. "Occorre sapere scrivono - se la vendita alla Compagnia Italiana di Navigazione è compatibile con le normative comunitarie in materia di tutela della concorrenza e, in caso negativo, apportare tutti i correttivi necessari a concludere una trattativa che si trascina da troppo tempo. Dopo le parole del ministro Passera - si legge in una nota - è più forte la preoccupazione di una bocciatura da parte dell'Unione Europea della procedura di vendita. Immediate e pesanti sarebbero le ricadute in termini occupazionali, per quanti lavorano alle dipendenze della Tirrenia Navigazione, e sociali, per quanti usufruiscono di un fondamentale servizio di collegamento terraferma/isole. Tutto questo si può scongiurare soltanto se si ha contezza dei problemi e si interviene subito", concludono gli eurodeputati. pagina 36 ERSU DI ENNA Nicola Gagliardi nel cda ENNA. L'assessore regionale per l'istruzione e la formazione professionale Mario Centorrino ha nominato l'agirino Nicola Gagliardi componente del consiglio di amministrazione dell'Ersu (Ente regionale per il diritto allo studio universitario) di Enna. La nomina è stata fatta in rappresentanza della Regione. Nicola Gagliardi vanta una lunga esperienza amministrativa, dipendente regionale presso l'Asi di Enna, ha ricoperto la carica di sindaco di Agira, assessore provinciale e durante la passata amministrazione provinciale è stato vice presidente della provincia. POLITICHE AGRICOLE Randarro consigliere del ministro CATANIA. Il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, ha nominato l'avvocato Luigi Randazzo consigliere giuridico del ministro con delega relativa alle problematiche collegate alla tutela del consumatore. Nato e laureatosi a Catania, 27 anni, da sempre attivo e impegnato nel sociale, l' avv. Randazzo è presidente nazionale dell' Ugipi (Unione Giovani Professionisti Italiani) e presidente provinciale di Assoconsum. CONSUMATORI La notifica delle multe DI FRANCESCO SURIA UNA RECENTE sentenza della Corte di Cassazione dà ragione ad un automobilista che aveva proposto opposizione ad una cartella di pagamento emessa per alcuni verbali di contravvenzione la cui regolare notifica contestava. In particolare il ricorrente sosteneva la nullità della notifica dei verbali avvenuta nel luogo risultante dai registri Pra il cui destinatario, tuttavia, era risultato sloggiato. Secondo la Corte di Cassazione la disposizione contenuta nell'art. 201 Codice della Strada, comma 3 - a norma del quale "comunque, le notificazioni si intendono validamente eseguite quando siano fatte alla residenza, domicilio o sede del soggetto, risultante dalla carta di circolazione ..." – si deve interpretare nel senso che la validità della notificazione non è fondata sul semplice tentativo della stessa presso uno dei luoghi risultanti dai documenti ivi menzionati, bensì sul necessario espletamento delle formalità previste per l'ipotesi d'irreperibilità del destinatario, sia per quanto riguarda la notificazione ordinaria, sia per quella postale. Ne consegue che, nell'ipotesi di trasferimento del trasgressore in un luogo non annotato sulla carta di circolazione, la notificazione (sia ordinaria che postale), per essere valida, richiede necessariamente l'espletamento delle formalità previste dall'art. 140 codice procedura civile, per il caso d'irreperibilità del destinatario. Nel caso portato a conoscenza della Suprema Corte in effetti non vi era prova del rispetto delle formalità di cui all'art. 140 c.p.c. e conseguentemente, per quanto i verbali risultavano essere stati notificati presso lʼindirizzo risultante dal Pra, la cartella di pagamento impugnata è stata annullata per difetto di notifica dei verbali. Consulente legale Adiconsum Messina centonove RISCOPRIRE TAFARELLA Dedicato al musicista autore di Sinatra il palco di Santo Stefano medio PAG. 38 poster 9 MARZO 2012 ELENA, I MIEI PRIMI CENTO ANNI Parla la prima donna medico di Messina che compie un secolo di vita PAG. 42 MURALES DI UMANITA VARIA TOXICITALY I RIFIUTI SECONDO PERGOLIZZI Antonio Romagnolo. A destra la copertina del libro. MILAZZO. IL TRENTENNE HA PUBBLICATO L’E-BOOK “SONO IO LA TUA ARIA” Se Romagnolo scala Amazon Sul portale mondiale dei libri è arrivato al secondo posto tra le migliori recensioni d’Italia DI GIANFRANCO CUSUMANO MILAZZO. Scrivere un libro era il suo sogno. Ma scalare le vette di Amazon, il portale mondiale specializzato nella vendita di libri, era una cosa che andava oltre lʼimmaginabile. Eppure al milazzese Antonio Romagnolo, 37 anni, dal 1997 a Cambridge, in Inghilterra, è successo tutto questo. Il volume (formato e- INDOVINA CHI E’? book per Kindle e cartaceo) si intitola “Sono io la tua aria” (0,99 centesimi), «un romanzo spiega lʼautore - che prende vita grazie allʼesigenza di comprendere lʼuniverso femminile». Universo che, a quanto pare, Romagnolo ha riletto nel modo migliore possibile visto che la settimana scorsa “Sono io la tua aria” si è piazzato al secondo posto della classifica italiana di Amazon tra i libri con le recensioni migliori (al primo posto il libro di Unʼinchiesta sui Mercanti di rifiuti. Così definisce il suo nuovo libro, “ToxicItaly”, il milazzese Antonio Pergolizzi, 38 anni, specializzato in giornalismo dʼinchiesta. Pergolizzi prende di mira il business dei rifiuti e tutto quelolo che ruota attorno. «L'idea di fondo di questo libro è quella di dare una visione quanto più esaustiva possibile del fenomeno criminale legato al ciclo dei rifiuti – spiega - Che significa anche leggere la storia del capitalismo italiano e mondiale attraverso la “lente” dei rifiuti. Questi, dunque, come paradigma per rappresentare, da un altro punto di osservazione, la società e l'economia di ieri e di oggi. Non ci sono opinioni, ma fatti e numeri legati da un ragionamento sistemico». Lʼobiettivo di Pergolizzi è quello di spiegare con dati e storie giudiziarie le ragioni, i metodi, i pericoli del sistema. Isaacson Walterc “Steve Jons”) e al sesto posto nella classifica dei “Romanzi Rosa”. “Gli ostacoli più grandi che ho trovato nel calarmi nei panni di una straniera disinibita sono stati: quello di non vivere in un corpo da donna, e di scoprire dʼavere avuto da sempre un occhio esclusivamente maschio (straniero lo sono da 14 anni) – spiega Romagnolo - Così ho dovuto studiare ancora, facendo delle ricerche, ascoltando attentamente ogni parola, ed osservando ogni dettaglio di questo nuovo mondo. Durante questo periodo di inteso lavoro investigativo e creativo ho compreso che le donne hanno la qualità di mostrare le proprie imperfezioni, di mettere a nudo la propria vulnerabilità, e dʼessere autentiche quando comprendono dʼavere l'opportunità di dare amore. Inoltre ho avuto lʼonore di scorgere la finezza intellettiva femminile, che ho cercato di riprodurre nel romanzo. Questʼintensa esperienza in fine mi suggerisce che un mondo con meno cravatte sarebbe un mondo molto migliore”. Il libro in versione cartacea si può acquistare su amazon.com ed in versione digitale su amazon.it. Romagnolo in Inghilterra ha giocato a rugby per un decennio, e si è laureato in scienze motorie prima di rispolverare la passione verso la scrittura. “Cambiare rotta mi ha dato l'opportunità di studiare Scrittura Creativa e Counselling all'Institute of Continuing Education della University of Cambridge” racconta il milazzese. Antonio Romagnolo lavora part-time, rispettivamente come Personal Trainer prevalentemente nel campo del Rugby, e come Supervisor nel campo del Catering, ed inoltre scrive; traduce tesi di laurea e/o articoli scientifici per studenti Italiani. «Attualmente sono impegnato nella scrittura della sceneggiatura di uno cortometraggio ambientato in Sicilia assieme ad un regista ed un fotografo greci – conclude lʼautore milazzese - ho da poco pubblicato la traduzione del mio primo romanzo e sto scrivendo il mio secondo libro». CONCORSI Due famosi registi UBALDO VINCI MITICO PRESIDENTE del cineforum Don Orione e due registi di fama mondiale premiati a Messina nel 1975. Sono queste le indicazioni per indovinare i nomi dei personaggi ritratti nella foto a sinistra. Il volto della scorsa settimana (foto a destra), invece, è stato svelato da Franz Di Stefano. La sua email è arrivata in redazione vePer partecipare nerdì 2 marzo alle 9.08 con la rial quiz inviare sposta giusta: Il professor la soluzione all’indirizzo email Nunziante Cesarò. Il signor [email protected], Di Stefano ha vinto tre abboallegando i propri dati namenti al settimanale Cenpersonali e recapiti tonove che verranno attivati a partire dal mese di aprile 2012. pagina 37 posterpersonaggi 9 MARZO 2012 centonove EVENTI. Santo Stefano Medio riscopre l’italian genius che scrisse anche per Frank Sinatra Tafarella, hollywoodiano di Sicilia Direttore della banda “minzanota” dal 1908 al 1921, Messina celebra il musicista che volò in America, dove fu apprezzato solista e compositore. La memoria di un virtuoso dello strumento, personaggio innovativo e "vulcanico" della musica Santi Tafarella junior, figlio del maestro Tafarella. Nella foto in basso, uno dei pochi spartiti ritrovati e messi a disposizione dal figlio Santi junior, di una delle centinaia di composizioni del maestro Santi Tafarella (questa dedicata a La Bella Siciliana) DI MARIA TIZIANA SIDOTI MESSINA. Due note piene in ferro incorniciano due targhe. Così come tutta la sua vita fu un viaggio in musica, tra spartiti, concerti ed incisioni di dischi, dall'Italia all'America, da Torino al cospetto di re Vittorio Emanuele III, appena quindicenne, a Messina, dalla Sicilia a New York fino a Hollywood: una straordinaria parabola tra innovazione, successi e risalite dopo difficoltà di un musicista ai tempi considerato geniale, dalle italiche latitudini a quelle d'oltroceano. La vita è quella del maestro Santi Tafarella, nato a Torino, ma di sangue siciliano con padre e madre di Partinico. Che siculo fu anche d'adozione, anzi messinese, e più precisamente "minzanoto" o, come si dice da queste parti, "mezzanoto", perchè a Santo Stefano I Circoscrizione hanno voluto fare un gesto duraturo, perchè chi verrà qui, vedrà la targa e il palco, e sarà sempre vivo il ricordo di Tafarella», a parlare è Pietro De Salvo, consigliere della I Circoscrizione e nel comitato promotore dell'evento, insieme ad Anacleto Busà, Felice Amato, Toti Abate e Giacomo Geraci. RISCOPERTA DI UN GENIO. E quella del palco è la terza tappa di un percorso iniziato nel 2008 con una mostra per i 120 anni della banda minzanota, voluta dal suddetto comitato con il sostegno anche della parrocchia di Santa Maria dei Giardini. Che attraverso le ricerche sulla storia del corpo musicale ha portato a riscoprire il Tafarella, soffiando quasi per caso sulla polvere dell'oblio dei ricordi degli anziani e rivivendo su grammofono il suono dei 78 giri del maestro. «Si era un pò persa la memoria ma mano mano che procedevano le ricerche è nata una passione per questo personaggio che fu un Medio diresse dal 1908 al 1921 la banda musicale. E le due targhe, l'una d'intitolazione, l'altra a ripercorrerne l'opera, sono a Santo Stefano Medio, villaggiomessinese, dove lo sguardo si piega alle spalle ai Peloritani e innanzi allo Jonio, tra due contrade di vallata, divise dall'omonimo torrente, terra di mezzo tra S. Stefano Briga più in alto e S. Margherita più giù. Sono lì dal 27 gennaio scorso, quando si è celebrata la dedicazione del palco musicale, restaurato dal Comune di Messina, a Tafarella. «Il ricordo dei nostri anziani e di tanti appassionati ci ha spinto a intitolare il palco ad un personaggio importante come Tafarella: S. Stefano Medio, infatti, ai primi del '900 ha avuto un'elitè non indifferente, non solo di politici come il senatore Martino. Così le associazioni "Ambiente e/è vita" e "Valdemone Cultura e Ambiente", e tutta la RICERCHE Una vallata di storie Dall'Omu Sabbaggiu alla "guerra" per l'acqua Il maestro Santi Tafarella da giovane MESSINA. Oltre al catalogo sulla banda e il maestro Tafarella, le ricerche "minzanote" negli anni hanno prodotto diversi volumi sulle terre di S. Stefano, da quello su Gaetano Martino e la vallata di S. Stefano del Busà sempre con Felice Amato, responsabile provinciale dell'associazione "Ambiente e/è vita", a "Il Camiddu e l'Omu Sabbaggiu", sull'omonima pantomima, e "La vallata di S. Stefano Medio: la natura, il territorio, i segni dell'uomo", autore Busà con collaborazione di Abate e Pietro De Salvo. Che è in fase di ricerca, invece, sulla storia delle acque "minzanote". «Sono acque di sorgiva, 100 litri di portata al secondo. Oggi il Comune di Messina da una decina d'anni non si approvvigiona più di quest'acqua ma pagina 38 in passato ci fu una vera guerra: il Comune fece un decretò di esproprio per averla, visto che Messina era distrutta a seguito della II guerra mondiale. Ci fu una causa e il consorzio minzanoto vinse per un antico diritto di possesso per cui l'acqua era dei mulini e non del demanio. Il consorzio poi fece un accordo, donando alla città l'acqua da ottobre a marzo, e nel resto dell'anno, anche in estate, l'eccedenza rispetto a quella per l'agrumicoltura, anche per il passaggio della Vara. In questi tempi di crisi sarebbe opportuno che l'amministrazione raggiungesse di nuovo un accordo con il consorzio, avrebbe acqua potabile e gratis. L'importanza dell'acqua è anche sottolineata dal fatto che il flusso venne regolato con l'orologio della chiesa, tanto che si dava al sagrestano un contributo per mantenerlo in funzione, perchè altrimenti per un minuto d'acqua c'era "sciarra" tra i contadini», racconta il De Salvo. M.T.S. centonove posterpersonaggi La banda di Santo Stefano Medio sul palco intitolato al maestro Tafarella la sera dell'inaugurazione dopo il restauro genio, così come il giornale italo-americano "L'Italiano" diretto da Barzini nel '23 lo definì», racconta Busà. Tanto che in poco più di 2 mesi si giunse alla redazione di un catalogo della mostra "120° Anniversario della Fondazione della Banda Musicale di S. Stefano Medio", dove ampia parte è dedicata al Tafarella: un lavoro a 4 mani di Busà e Amato, oggi in attesa della II edizione. «Un lavoro intenso di ricerca, autofinanziato, in un tempo ristretto abbiamo fatto i salti mortali, e una grossa mano ce l'hanno data come collaboratori, padre Giovanni Pelleriti, l'assessore Salvatore Magazzù, il consigliere De Salvo, Carmelo Parisi, Abate, Geraci, Santino Magazzù e Gaetano Mangione, condividendo l'entusiasmo ma anche le difficoltà: è stato come una sorta di mosaico che abbiamo messo insieme», seguita Busà. Prima i ricordi dei minzanoti, di chi lo conobbe e di chi seppe di lui attraverso i racconti dei nonni o dei padri. Come il Busà stesso, il cui padre Gaetano, cultore di musica e suonatore di mandolino, undicenne, sentì suonare il maestro, rimanendone "quasi rapito ed entusiasta per la bravura e i virtuosismi", collezionandone i dischi incisi in America, oggi solo in 2 giunti al Busà junior, e raccontando poi al figlio giovanissimo. I racconti di quando tra gli anni '20 e '40 si ballava per il Carnevale a suon di 78 giri del maestro. «C'erano almeno 8-10 sale da ballo e gli anziani dicono che si ballava una porta sì ed una no», dice De Salvo. Poi la lotta contro l'oblio, tra poche tracce rimaste in paese in dischi e spartiti, è arrivata nella Discoteca di Stato, negli archivi delle più importanti biblioteche di Roma e all'Accademia di Santa Cecilia, e lo scarso materiale disponibile nei testi specialistici. Poi la decisione di ricostruirne la storia sia italiana che americana attraverso i parenti. «Non si sapeva niente, solo il nome, qualcosa da una lettera della figlia Theresa su un sito musicale, Radio Dimuske's. Tentammo attraverso la comunità minzanota-americana, e poi con una ricerca telefonica dei Tafarella in America e l'aiuto di parenti riuscii a mettermi in contatto con il figlio Santi junior che ha messo a disposizione il materiale, poco rimasto in suo possesso, e attraverso il nostro catalogo ha scoperto che un ricercatore dell'Illinois, Spottswood, ha fatto una ricerca, dove è citata tutta la discografia del maestro: oggi i figli viventi a cui non è rimasto nulla, neanche lo strumento, tranne pochi spartiti e foto, anche per via di un incendio agli Universal Studios dove il padre lavorò, sono commossi per il lavoro fatto dalla comunità minzanota», riprende Busà. UN INNOVATORE. Attraverso foto, incisioni, aneddoti e spartiti se ne traccia un ritratto di un uomo nato e vissuto con la musica nel Dna. Il padre Antonino, diplomato al conservatorio e direttore della banda militare e d'orchestra, educò alla quarta arte i figli: Santi alla cornetta, Harry al clarinetto e Vincenzo alla tromba. Santi seguì sin dai 14 anni il padre in giro per l'Italia, da Torino a Siena a Messina in vari concerti, suonando da solista, tanto da esser apprezzato dal re Vittorio Emanuele III, anche par come compositore di un brano per una delle principesse. Fu anche lui militare, arruolandosi nel III Reggimento Fanteria di Messina, nella cui banda suonò, partecipando alla I guerra mondiale. Dal 1908 diresse la banda di S. Stefano Medio e talvolta anche di Naso e Salice. «Introdusse molte novità, rivoluzionando la maniera di porgere la musica: volle una pedana semicircolare in legno, poi divenuto un palco in cemento e ferro battuto, illuminato con lampade ad acetilene, oggi restaurato e uno dei 2 palchi fissi in Italia, in modo da poter dirigere i musicanti raccolti intorno a lui ed eseguire brani da solista, introdusse così la maniera piemontese di suonare, ereditata dalla cultura tedesca, non suonando più alla maniera gattopardesca», spiega Busà. Che aggiunge: «Inserì anche degli elementi scenografici, come ne "La Palestrina", sulla battaglia di Palestro, dove oltre agli strumenti si udivano i botti dei mortaretti e i rumori della battaglia». Da uno spartito per tamburo si sa che durante l'esecuzione della medesima parte della banda si spostava: un'esecuzione non più statica ma in movimento, più realistica, come se fosse un vero campo di battaglia. Divulgatore e amante della musica tanto da insegnare a tanti l'arte, dal classico al I genitori di Santi Tafarella, Antonino e Maria Antonia Di Paola, entrambi di Partinico pagina 39 9 MARZO 2012 popolare, un genio creativo e vulcanico il suo che emerge da vari aneddoti degli anziani. Come quando, tornando dalla festa di S. Biagio ad Altolia sul tipico carretto siciliano, insieme ai componenti della banda, continuò a suonare dal classico al jazz la sua cornetta e i compagni di ventura non riuscivano a star dietro ai suoi virtuosismi, tanto che questi ultimi, aggiungendosi questa fatica a quella della processione e del viaggio sulle trazzere di Sicilia, all'arrivo stramazzarono sul pavimento. O quando a Taormina, deluso di non esser stato chiamato a dirigere alla manifestazione principale, con la sua banda tenne un concerto in una piccola piazza vicino a quella più importante, dove era stato invitato un altro maestro a suonare, e superò con i suoi tanto in bravura il collega che gli spettatori del concerto principale si spostarono tutti a sentire il Tafarella ed i suoi. UN TALENTO OLTREOCEANO. Nel '21 emigrò con la moglie, originaria di Guidomandri, tal Carmela Freni, e i 5 figli negli U.S.A. stabilendosi a New York. «Qui ci fu un accrescimento della sua cultura musicale, diresse orchestre, tra cui quella Italiana Tafarella può considerarsi un'antesignana di quella di Arbore, potè incidere dischi anche con le sue composizioni, era poliedrico. Recentemente lo stesso Arbore in una trasmissione sul 150 esimo d'Italia ha detto che negli anni '20 i primi a suonare jazz a New Orleans furono due siciliani, e, pensando anche al successo del Tafarella, si capisce come ci fosse un grande fiorire di questa musica proveniente da musicisti meridionali e siciliani che imposero un gusto musicale», evidenzia Busà. Incise per importanti etichette del tempo, come la Columbia Records, solo a New York tra il '23 e il '40, 108 suoi brani, dalle polke ai valzer alle mazurche, fu arrangiatore e solista in formazioni di importanti strumentisti, dalla Passaic Orchestra alla Dante Carrozzini, in noti locali come l'Hollenden Hotel Ball Room, amato anche per le esecuzioni di musica classica come "Il volo del calabrone", esibendosi non solo con la cornetta ma anche con la tromba. Nel '29 la crisi per il crollo di Wall Street colpì anche il Tafarella. Che, pur perdendo tutto, continuò a far musica. «La musica era la sua vita», dice Busà. Alle difficoltà economiche si aggiunsero nefasti eventi come la morte della moglie. Nel '43 vola ad Hollywood insieme alla seconda moglie, anche lei per parte dei genitori, di origine messinese, Caterina Bianco, e i 3 figli delle seconde nozze, Joseph, artista con il nome di Steve Rossi, Theresa e Santi junior. Qui prima copiatore di spartiti, risalì la china, come arrangiatore e compositore anche di colonne sonore agli Universal Studios, e musiche per show radiofonici di Frank Sinatra. «La ricerca continua, il bello di Tafarella è che ancora oggi ha tanto da dire. Lo studio sulla banda e sul maestro ci vuole, e l'intenzione è di divulgare la seconda edizione del catalogo alle accademie specialistiche così anche illustri studiosi possono continuare a ricercare, di istituire un premio per tromba e di creare un polo museale a Santo Stefano Medio: la politica deve capire che senza risorse però non si può far nulla, la ricerca serve per valorizzare il patrimonio del nostro territorio, così come la banda e l'opera di Tafarella lo sono», conclude Busà. posterlibri 9 MARZO 2012 centonove PRESENTAZIONI. Alla Ciofalo di Messina “Casca il mondo casca la terra” mi tradisce ad ogni istante; appena io mi giro già lui mi sta tradendo”. Eʼ la battuta di ironia e spirito con cui Fiorello si inserisce nellʼesposizione della trama sviluppata dalla preside. “Ma quando Vittoria si accorge che non è uno sbaglio, - continua la scrittrice - cade nella follia di tutte quelle domande che si pone la mente sentendosi offesa per la sfida arrecata: chi può sedere sul nostro trono? Chi può sostituirci? Chi è meglio di noi? Eʼ lʼoffesa arrecata dal tradimento che ci interessa!” La scrittrice non ama la definizione di “amante” ma preferisce usare il termine “sostegno”, “stampella del rapporto di coppia” o addirittura “vera e propria cura”, quando lʼamante entra nella nostra vita a tempo indeterminato. “Al momento in cui subentra una terza persona, è meglio farsi delle domande sul proprio rapporto col marito o con la moglie. Una coppia con problematiche e con dinamiche che sono fuori dal rapporto delle due persone, come gelosie morbose e litigi continui, trovano nel “sostegno” la soluzione”. Scatta una risata dal pubblico quando Catena Fiorello, con lʼabilità della cabarettista purosangue, fa intervenire una coppia di sessantenni dal pubblico che confessa di non aver mai avuto bisogno di “sostegni”, “cure” e “stampelle” in trentacinque anni di matrimonio. “Curavo il mio spasimo per la delusione d'amore scrivendo il mio libro in cattività ed ho escluso ogni altro tipo di droga” – conclude ancora con un sorriso sferzante. Non ancora esausti né saturi, i numerosi fans accorrono per guadagnare ultime gag e per strappare autografi accerchiandola ed esortandola a scrivere ancora per loro. La famiglia secondo Catena La scrittrice di casa Fiorello torna in libreria con la storia di tre donne. Fra tradimenti e quotidiane rivalse DI MANUELA VENTO MESSINA. Casca il mondo casca la terra di Catena Fiorello è il romanzo più venduto della storica libreria Ciofalo di Messina. Catena si lascia andare e gioca con il pubblico lettore durante la presentazione del suo ultimo libro. Una formula avvincente. Meglio dei fratelli Rosario e Beppe Fiorello, showman e attore. Patrimonio genetico incredibile. Talento di famiglia accattivante. Da giornalista, per le riviste Gioia e Grazia, ed autrice televisiva per Maurizio Costanzo a scrittrice di quattro romanzi; prossimamente, con una collaborazione dellʼAccademia dʼarte drammatica Silvio DʼAmico, sarà regista cinematografica del suo romanzo "Picciridda" ambientato a Letojanni, terra dʼorigine della famiglia Fiorello. Più che una presentazione, esposta dalla preside Giuseppina Costa dellʼistituto nautico Caio Duilio, "è una cena tra amici". Definisce così lʼincontro col pubblico durato più di due ore durante il quale la scrittrice ha stretto la mano, conversato, scherzato e "arruffianato" i suoi lettori. Invita ad avvicinarsi subito al microfono una giovane donna che grazie al suo libro “Picciridda” ha iniziato ad amare la lettura e precisa: “questo per me vale più di un premio magna carta e più di mille riconoscimenti”. È un romanzo che si apre con la storia di un tradimento che però rimane sullo sfondo per fare da lente dʼingrandimento alle problematiche reali della famiglia di oggi. Una storia dove prevalgono le figure femminili, Vittoria, Vicky e Anna. Con unʼaspettativa angosciante perché non è A CURA DI CARMELO CELONA solo il tradimento il pilastro portante. La storia è ambientata in Salento da cui la donna protagonista non vede lʼora di fuggire per recarsi a Roma e frequentare lʼuniversità. “Ho scelto il Salento perché è simile alla Sicilia: una terra bellissima, ma se la guardi con gli occhi incazzati, comʼè lo sguardo della protagonista o quello dei suoi abitanti - vedi un brutto posto. Anche noi siciliani quando guardiamo la nostra terra soffriamo afferma la scrittrice - e ci arrabbiamo nel vederla abbandonata a se stessa”. Sullo sfondo cʼè unʼamata Roma; dalle vetrine griffate Catena Fiorello alla libreria Ciofalo o dei gioiellieri alle periferie suburbane abbandonate. errore; e così anche Vittoria. “La “La signora di Chantecler citata nel protagonista fa come chiunque altro romanzo ha fatto una donazione e a sto tranne me; penso sempre che ogni uomo punto al prossimo romanzo mi scateno con tutte le marche”. Afferma scherzosamente Catena Fiorello provocando una forte risata di Felice Irrera dʼapprovazione. Vittoria incontra lʼuomo perfetto: ricco, bello, Un uomo di borgata intelligente e titolato; il suo Michele Giardina - Prova dʼautore di Catania obiettivo sarà essere la Con il patrocinio del Comune, la partecipazione della Società Operaia “Garibaldi” e la migliore donna, madre e collaborazione di sponsor privati, sarà presentato a Ispica, giovedì 22 marzo alle ore moglie. Eʼ una donna 18, nei locali dello storico sodalizio ispicese, lʼultimo libro “Un uomo di borgata” di Mibellissima, elegante e mai chele Giardina, edito da Prova dʼAutore di Catania. Presente lʼautore, la serata sarà alvolgare; e la bellezza è il suo lietata dalla partecipazione dellʼattore Carlo Cartier che leggerà alcuni brani del libro. maggiore interesse. Tende ad essere anche una madre Carlos Ruiz Zafón - Il prigioniero del Wislawa Szymborska - La gioia di scriperfetta. Ma tutti questi livelli cielo - Mondadori vere. Tutte le poesie (1945-2009). Tedi perfezione tenderanno a Amy Bratley - Amore, zucchero e sto polacco a fronte - Adelphi sgretolarsi quando legge un cannella - Newton Compton Pierre Dukan - La dieta Dukan sms sul cellulare del marito. Sperling & Kupfer Jeff Kinney Diario di una schiappa. Tutte le persone tradite La dura verità - Il Castoro Clara Sàanchez - La voce invisibile allʼinizio pensano ad un del vento - Garzanti libri wuz.it LA CLASSIFICA 1 2 3 LACERTI DI LETTURE Se l’istruzione pesa ESSERE ISTRUITI non basta, serve lʼintelligenza. “Voleva dimostrare che se lʼistruzione pesa un etto, lʼintelligenza può arrivare al chilo, e lui che a dialogare era poco abituato, a meditare aveva dedicato quasi tutta la vita, trascorsa fin dall'infanzia ad attraversare le stagioni preceduto dalle sue greggi”. “Certi pezzi di malacarne che non valgono nulla e passano la vita come le talpe a scavare il terreno sotto i piedi di chi vale qualcosa ”. Sono un cancro invisibile che lentamente devasta lʼefficienza e lʼarmonia sociale. La legge spesso costringe il buon senso e lʼintelligenza. “promossi quel giovane e sentii salire alle orecchie due fiammelle dʼorgoglio, per essere riuscito a forzare nel cerchio della legalità lʼintelligenza dellʼuomo”. Eʼ la serietà che rende spesso la vita tragica. “Forse la vita è un gioco e trasformarla in tragedia è da 4 5 6 frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore stupidi ” . “Ciò che gli altri chiamavano reputazione, lei considerava una quotidiana insopportabile ginnastica di ipocrite cerimonie, di improbabili e perciò sordide millantate esistenze”. Quanta vita sacrifichiamo per lʼopinione altrui. Lo sguardo esprime lʼessenza di un uomo. “Lʼautorevole credibilità dello sguardo. Lʼespressione dura e impassibile di chi ha percorso la vita senza trovarci granchè dʼinteressante ”. Lʼamore invade in maniera inaspettata e imprevedibile. “Dellʼamore non te ne accorgi, perché incomincia quando è già cominciato” . La vita normale, per la quale siamo disposti a tutto. “A me la vita normale ha sempre fatto schifo. Eʼ fatta di gente che striscia a mendicare il grano che gli occorre per campare, di persone che si sbattono e dicono solo quello che gli serve per salire qualche gradino e fare le scarpe a chi gli sta di fianco, è questa la vita: voglio venirne fuori prima che sia finita”. La politica vista dalla lucida concretezza di un pagina 40 pastore. “Io alla politica non ci ho mai creduto. Partiti, sindacati, sono come quei cani bianchi che quando sono sdraiati insieme alle pecore li confondi con loro, che anche loro sembrano pecore, però se una bestia si stacca dalle altre non esistano a inseguirla, a morsicarla ai garretti, fino a quando non rientra nel gregge. Tutto questo per far piacere al padrone, che se sennò chi glielo dà da mangiare ”. Ad un amico colpito da un male incurabile. “Aveva gli occhi infossati in due sacche gonfie come contenitori di lacrime pronte allʼuso. Chiese «Cosa posso fare??» «Niente, cerca di limitare i danni, in fondo stai celebrando la cari-catura di una religione, il primato del consumo, lʼefficacia del farmaco, il rapporto causa effetto, lʼimportanza vitale del denaro, lʼindifferenza di Dio»”. Lacerti tratti da: “Un destino ridicolo” Fabrizio De Andrè e Alessandro Gennari centonove posterlibri 9 MARZO 2012 NOVITA’. Lo sguardo e il mondo enigmatico delle donne in un nuovo volume Il cinema? E’ psicanalisi Ne “La distanza amorosa” la messinese Rosamaria Salvatore analizza la contaminazione tra l’arte cinematografica e la clinica. Con queste sorprese MESSINA. Cinema e pensiero psicanalitico nellʼorizzonte di una reciproca contaminazione, senza imprigionare lʼarte cinematografica in una diagnosi clinica. Non a caso, nel suo omaggio alla scrittrice e regista Marguerite Duras, un maestro come Lacan affermava che lʼartista anticipa sempre lo psicanalista e, lontano da unʼinterpretazione restrittiva sullʼopera dʼarte, interrogarsi sulle procedure compositive di un film significa fare “di questa singola e particolare opera di finzione un luogo privilegiato per leggere e interrogare modi di funzionamento del pensiero psicoanalitico”. Parte da questa stimolante premessa metodologica il libro della messinese Rosamaria Salvatore, docente di Storia e critica del cinema (Università di Padova), dal titolo “La Rosamaria Salvatore distanza amorosa. Il cinema interroga la psicoanalisi” (Quodlibet Studio, Macerata esperienze cinematografiche, ci sembra che in 2011). Il volume viene presentato a Messina, lunedì 12 questʼopera il cineasta, attraverso un lavoro di marzo, alle ore 15, presso la sede di Universiteatrali, a concentrazione totale sulla protagonista, ci faccia Villa Pace, su iniziativa del Centro Interdipartimentale di precipitare al cuore della questione: la possibilità per il Studi sulle Arti Performative, con interventi dei docenti singolo di assumere la propria esistenza, il proprio Dario Tomasello e Alessia Cervini, alla presenza destino, a partire da unʼorigine costellata da un dellʼautrice. Lʼanalisi di alcuni film, in questo contesto, è ventaglio di aspettative e segni che ne tracciano la guidata dallʼidea di “guardare allʼopera artistica come venuta al mondo”. La seconda parte, invece, si scenario privilegiato per cogliere elementi strutturali che concentra sulle “Declinazioni dello sguardo”, in una ordinano e regolano alcuni momenti della chiave innovativa e con unʼanalisi interessante di “Film” concettualizzazione psicanalitica”, come scrive (1965), scritto da Samuel Beckett, interpretato da nellʼintroduzione la studiosa, membro della Scuola Buster Keaton e girato da Alan Schneider, e di “Caché” Lacaniana di Psicoanalisi. Con “La distanza amorosa”, (“Niente da nascondere”, 2005), diretto da Michael ha realizzato unʼanalisi rigorosa e appassionante, Haneke. Dopo “la rappresentazione del continente strutturata in due parti. La prima – dal titolo “Infedeli alla oscuro e enigmatico della donna”, emerge un legge, fedeli al desiderio: donne nel cinema” – è significativo pensiero sullo sguardo, traendo spunto incentrata sul film “LʼHistoire dʼAdèle H” di François dalla teoria di Lacan, profondamente intrecciato con “la Truffaut e sullʼambivalenza del desiderio (“Né con te, né tessitura delle immagini cinematografiche”. Una teoria senza di te”) sempre nel cinema di Truffaut, prima di che Rosamaria Salvatore affronta con cura, offrendo analizzare “La felice disarmonia dei corpi femminili nel prospettive inedite, nel segno di una visione artistica cinema” di Marco Ferreri e, subito dopo, quattro film di Carl Theodor Dreyer (“La passione di Giovanna dʼArco”, che continua a interrogare e stimolare lo spettatore sui significati più profondi dellʼesistenza, consentendo “Dies Irae”, “Ordet, la parola” e “Gertrud”). anche alla psicanalisi di intuire nuove verità e spunti Nella prima parte, lʼautrice affronta il tema dellʼorigine. interpretativi, senza illudersi di trovare risposte Scrive Rosamaria Salvatore, in relazione ad Adele H: definitive. “Forse con maggiore rigore e intensità rispetto ad altre APPUNTAMENTI Torna la valigia dei sogni al cineforum Orione MESSINA. Dal 15 marzo, il "Cineforum Don Orione" darà seguito alla propria stagione cinematografica con la terza edizione de "La Valigia dei Sogni - 4 serate con il grande cinema d'autore", dedicata quest'anno alle grandi attrici italiane del secondo dopoguerra. In sinergia con il Cinema Lux e con il Centro Sperimentale di Cinematografia Cineteca Nazionale, con la Filmoteca Regionale Siciliana, con la Federazione Italiana Circoli del Cinema, con Europa Cinemas, con l'Associazione Culturale Arknoah e l'ERSU di Messina, ogni giovedì sera per 4 settimane, fino al 5 aprile, sarà possibile vedere in splendide pellicole 35 mm, per l'occasione rese fruibili dalle suddette cineteche, 4 capolavori del cinema italiano, raccolti in un'unica kermesse per rendere omaggio a quattro attrici indimenticabili, che hanno contribuito alla fascinazione internazionale che il nostro cinema ha saputo suscitare presso gli spettatori di tutto il mondo: Sophia Loren, col film "La Ciociara" di De Sica, giovedì 15 marzo, al cinema Lux, alle 20.45; Silvana Mangano, con il film "Riso Amaro" di De Santis, giovedì 22 marzo; Giulietta Masina, con "La Strada" di Fellini, giovedì 29 marzo; e Anna Magnani, con “Vulcano” di Mieterle, giovedì 5 aprile. Le proiezioni saranno introdotte dai docenti dellʼAteneo di Messina Alessia Cervini, Dario Tomasello e Fabio Rossi, con unʼintroduzione storico-critica e, lʼultimo incontro, dallo storico del cinema Nino Genovese, presidente del Cineforum Don Orione. Per maggiori informazioni: [email protected], sito Internet www.cineforumorione.it. pagina 41 Fabio Rossi PRESENTAZIONI Lo sguardo sul caos nella Dolce vita l libro di Fabio Rossi sull’aspetto linguistico del capolavoro di Fellini MESSINA. “La dolce vita” di Federico Fellini risale al 1960 ma non smette di essere analizzato e studiato per il suo linguaggio cinematografico innovativo. Il libro “Uno sguardo sul caos. Analisi linguistica della Dolce Vita con la trascrizione integrale dei dialoghi” (Casa Editrice Le Lettere di Firenze), scritto con rigore metodologico ed efficace spirito divulgativo da Fabio Rossi, docente di Linguistica italiana e Storia e critica del cinema presso lʼUniversità di Messina, si concentra su un aspetto sinora trascurato del film: quello linguistico e in parte semiotico. Il volume viene presentato a Messina venerdì 9 marzo, alle ore 18, presso il Circolo Pickwick. Diviso in tre capitoli, “Uno sguardo sul caos” trascrive, per la prima volta in un libro, i dialoghi del film e si sofferma sui neologismi felliniani (come dolce vita e paparazzo), prima di procedere a un approfondimento sul piano dellʼanalisi linguistica, e semiotica, e a un confronto tra dialoghi e sceneggiatura. Per Fabio Rossi, “i suoni costituiscono lʼaspetto più interessante, più innovativo e meno invecchiato della Dolce vita”. Affrontando “la partitura acustica” del capolavoro di Fellini, con protagonista Marcello Mastroianni, lʼautore evidenzia quanto il regista desse valore alla “mescidanza linguistica e agli inevitabili incidenti comunicativi che ne derivano”, ai quali “assegnava un valore metaforico evidentissimo, che pare, proprio, questo sì, la cifra distintiva del film, molto di più di ogni sterile polemica sulla dolcezza o amarezza della vita romana o italiana”. Con il tocco felliniano, emerge “Roma, nella sua veste di capitale del cinema e proprio per questo novella Babele e regno della mistificazione”, presentata come luogo per eccellenza “della massima confusione, dellʼimpossibilità di districarsi nei meandri di una realtà gaddiana e in conoscibile”. Lʼautore cita, come esempio, la scena in cui la diva americana Sylvia Rank, interpretata da Anita Ekberg, si trova al centro di una stanza dʼalbergo, circondata da giornalisti che le fanno domande in italiano, inglese e francese, come esempio di plurilinguismo e confusione complessiva, in una situazione realistica e simbolica al tempo stesso. Nella sua analisi linguistica, Rossi sottolinea anche come siano “gli errori di comunicazione” a caratterizzare “le scene più profonde e moderne del film”, sia quando domina lʼincertezza sulla provenienza dei suoni, sia quando prevalgono le incomprensioni tra i personaggi. “I rumori incorniciano un film – scrive il docente universitario – che, ancora a mezzo secolo dallʼuscita, sembra continuare a comunicare moltissimo, proprio mettendo a nudo i limiti della comunicazione e le condizioni di funzionamento dello stesso linguaggio cinematografico”. Nel passaggio dalla sceneggiatura di partenza alla realizzazione filmica, inoltre, “La dolce vita” rappresenta un esempio intermedio tra la cosiddetta sceneggiatura di ferro e la totale riscrittura dei dialoghi sul set, in unʼopera che “segna lʼabbandono della trama classica, di ascendenza neorealistica, e lo sfaldarsi non soltanto della centralità del personaggio, ma della storia stessa”. 9 MARZO 2012 poster8marzo centonove L’INTERVISTA. Compie un secolo di vita la prima donna medico di Messina Elena, i miei primi 100 anni Una storia d’amore e di emancipazione vissuta con determinazione e coraggio. Attraversando due guerre, la malaria. E i maschilisti DI MANUELA VENTO MESSINA. Ultima di quattro sorelle, una diplomata e due laureate in Matematica e in Lettere, Elena Tricomi Altadonna è il primo medico provinciale dʼItalia. Una scelta insolita la laurea in Medicina e Chirurgia per gli anni trenta. Anche se la madre insisteva per la sua iscrizione in Lingue straniere non ha mai cambiato idea. Un modello di emancipazione femminile per la festa della donna dellʼ8 marzo appena trascorso. La dottoressa Tricomi, ha compiuto centʼanni il 24 novembre 2011. Arriva frettolosamente nel suo salotto. Elegante, dentro un golfino di lana rossa e lo sguardo concentrato. Inizia a parlare della grande avventura che è stata la sua vita. “Al primo anno del mio corso di laurea noi donne eravamo solo tre, lʼanno successivo due hanno abbandonato gli studi, finché sono rimasta lʼunica donna docenti compresi. Ho incontrato moltissime difficoltà ma il giorno dopo la mia specializzazione in malariologia già lavoravo. Ho sconfitto la malaria a Messina e in tutta la zona ionica”. Elena Tricomi si è laureata allʼAteneo di Messina nel 1937 e raggiunge presto lʼemancipazione economica, intellettuale e politica. “Ho dovuto lottare contro un sistema retrogrado e condizionante, fondato su una cultura che poneva lʼuomo Elena Tricomi Sopra Elena Tricomi, la prima a destra, allʼistituto di Igiene dellʼUNiversità di Palermo nel 1953. Nella foto accanto, festa della Befana a Messina il 12 gennaio del ʻ64: Elena Tricomi consegna un dono ai bambini poliomelitici al centro e relegava le energie più vitali ai margini della società. Mi sono armata di molto coraggio per affrontare un percorso spesso contro tutto e tutti”. Sembrano lontani i tempi in cui il mondo femminile finisce sullʼuscio di casa mentre la dottoressa Elena parla da dietro la sua scrivania storica. Specializzata in malariologia viene trasferita nella valle dellʼAlcantara con il difficile compito di debellare la malattia endemica. “Ricevere gli incarichi più difficili era la maniera degli uomini di ostacolarmi - spiega la dottoressa - ma io sono andata sempre avanti. E sono stata assunta dal Comitato di Sanità pubblica come dirigente della Sezione sanitaria antimalarica, istituita a Gaggi, che comprendeva cinque comuni da Giardini Naxos a Francavilla”. Ha iniziato una professione in un contesto sconosciuto, complicato dai disagi della malattia endemica e pericoloso per via della seconda guerra mondiale in atto. “Le campane suonate dal prete per annunciare la fine della guerra sono un ricordo indelebile. La situazione dopo la guerra è andata a normalizzarsi e, tornata al mio lavoro - racconta - ho scoperto la preziosa collaborazione dei medici militari americani. Gli alleati, avevano saputo che insieme al mio staff sanitario curavo la malaria soltanto con il solfato di chinino e, mi hanno detto che solo questo farmaco non poteva bastare ad uccidere i gameti presenti nel sangue del malato; ed era necessario aggiungere le compresse di Atebrin”. Tra le attrezzature fornite dagli americani cʼera anche il DDT. La sostanza nociva, allʼepoca era confezionata in pani che venivano sciolti in acqua, serviva a disinfestare case, acquitrini e vasche irrigue della zona Ionica dove la zanzara Anopheles, portatrice di malaria, deponeva le uova. “Poi sono stata trasferita a Santa Teresa di Riva, in pochi anni anche lì ho sconfitto la malaria, e dal Ministero della Sanità mi è arrivata la nomina di Avventizia di prima categoria, cioè ero una precaria di oggi”. Nonostante la legge sulle pari opportunità del 1951 la strada alle donne rimaneva sbarrata. “Ogni bando di concorso istituito per la sostituzione del personale andato in pensione - ricorda la signora Tricomi in calce ai documenti richiesti concludeva: dal seguente bando sono esclusi i candidati di sesso femminile. Dopo alcuni anni, cʼè stata una grande mobilitazione femminile. Le prime ad agire sono state le donne laureate in legge che aspiravano alla carriera di notaio o di magistrato; per contattarci hanno estrapolato i nominativi all'ordine dei Medici di tutta Italia e quindi anche di Messina. E ci hanno contattato singolarmente. Dopo aver pagato una quota, abbiamo affidato la nostra causa ad uno dei migliori avvocati di Roma che ha difeso i nostri diritti nelle sedi opportune. Così - ricorda orgogliosa la Signora Tricomi - finalmente nel 1961 fu applicata la legge sulle pari Opportunità e si sono pubblicati regolari concorsi senza alcuna discriminazione. Era lʼaprile del 1961 quando fu bandito il primo concorso per Medico provinciale dal Ministero della Sanità per titoli ed esami. Ho partecipato al concorso, superato lʼesame e sono stata nominata Medico Provinciale. Finalmente - conclude - per la prima volta in Italia, una donna!” I DATI Una città di supercentenari LʼITALIA Eʼ UN paese per vecchi, ma Messina è una città per centenari. Anzi per ultracentenari. “Sono errori di trentʼanni fa i duecentoventuno supercentenari, cioè le persone nella fascia dʼetà compresa da 100 a 120 anni, che risultano ancora nei nostri archivi. Alcuni – spiega Santino Lembo staff Ced di Messina – hanno cambiato città e residenza per seguire i figli e altri, invece, non ci hanno mandato alcuna comunicazione di morte. Il problema si dovrebbe risolvere attivando la Polizia municipale per verificare se effettivamente esistono ancora quelle persone centenarie registrate in quelle residenze”. Lʼistituto nazionale di statistica indica che in Italia risiedono più di sedicimila persone nate nella prima decade del secolo scorso; di questi ben 13.040 sono donne e solo 3.105 uomini. Gli anziani messinesi sono il 14,9%, nella fascia dʼetà compresa da 70 a 120 anni (22.218 femmine e 14.446 maschi). Una sproporzione che si riscontra nella popolazione generale dove le donne sono sempre più degli uomini: su 245.505 persone, 117.521 sono uomini e 127.984 sono donne. (M.V.) pagina 42 centonove postermostre 9 MARZO 2012 EVENTI. Il tempio di un intellettuale a tutto tondo in mostra a Ragusa Andavamo in Piazza del Popolo La produzione dell’architetto Ernesto Bruno La Padula nella sede della Guardia di Finanza. Dalle contaminazioni della scuola romana al Palazzo della civiltà Andrea e Silvia, nipoti di La Padula e Livia la moglie del fratello Emilio DI GIADA DROCKER RAGUSA. Nel suo studio, in Piazza del Popolo n°3, a due passi da via Margutta gravitavano gli intellettuali, i creativi, quegli artisti a tutto tondo che per la cultura e di cultura vivevano. E' questa la cornice che racchiude la produzione di Ernesto Bruno La Padula, architetto, in una mostra che gode del Patrocinio del Ministero dei Beni culturali e che è stata allestita nella nuova sede della Guardia di Finanza in piazza Libertà, a Ragusa, una piazza forgiata da un progetto proprio di La Padula. Una dei padri del razionalismo in architettura, Ernesto Bruno La Padula, nato del 1902 a Pisticci, primogenito di una famiglia numerosissima, composta da 8 figli, viene citato come uno degli architetti del Fascismo, per «necessità» più che per convinzione dal momento che la sua storia personale, quella foto di Matteotti celata dietro altre immagini, racconta tutt'altro. La mostra, curata dalla nipote Silvia La Padula con il prezioso aiuto ed i ricordi della madre, Livia Natoli La Padula, moglie del fratello di Ernesto, Emilio anch'egli architetto, racconta la sua produzione artistica. Dalle prime «contaminazioni» della Scuola Romana, fino agli omaggi a Morandi, Sironi e Mafai, passando per quell'opera architettonica conosciuta nel mondo come «Palazzo della Civiltà», il nuovo colosseo, il palazzo dell'Eur il cui bozzetto a tempera è custodito al Moma, Museum of Modern art, di New York. «Erano artisti a tutto tondo - spiega Silvia La Padula; gli architetti curavano tutti i dettagli; dagli arredi ai complementi, alle maniglie delle porte, le vetrate, i decori, le opere d'arte, in Ernesto la Padula insegna all'Università, è con il fratello Emilio. Nella foto in basso, Il progetto originale conservato al MOMA, NY del palazzo della civiltà EUR un unicum armonico in cui linee e senso dovevano essere compiute». Il percorso della mostra si snoda attraverso le prime produzioni pittoriche, i progetti, gli abbozzi di ritratto in un periodo che dagli anni '20 arriva fino a pochi mesi dalla morte con alcune opere incompiute. In una prima fase il Fascismo è pagina 43 promotore di architettura, vengono indetti bandi pubblici a cui possono partecipare solo gli iscritti al partito. «L'autarchia imposta dal Duce comporta una ribellione del movimento culturale che continua ad attingere alle riviste clandestine del Nord Europa e Ernesto La Padula da architetto integrale continua a produrre, scrivere, dipingere ed insegnare. Il suo progetto del Palazzo della Civiltà, che risale al 1937, parzialmente rimaneggiato dall'architetto del Duce, Piacentini rappresenta un edificio in cui linea e funzione si bilanciano in un unicum ponderato ed attento. E' comunque simbolo del passaggio tra I e II Millennio». Il post guerra segna l'abbandono dei grandi progetti: «Intellettuali ed architetti non sono coinvolti nella ricostruzione con danni enormi al patrimonio culturale nazionale. Non più piazze ma quartieri dormitorio. Ernesto La Padula dipinge una Roma ferita in cui i colori e i toni della Scuola Romana - racconta la nipote Silvia - diventano più freddi e drammatici. Se ne va in Argentina dove viene accolto con onori ed incarichi di prestigio. Torna in Italia nel 1963, muore all'improvviso nel 1968. Nella sua produzione, si tocca il senso della famiglia, la definizione attenta dello spazio». L'utilizzo di supporti pittorici diversi, ad esempio la masonite trattata con sabbia e cementite, conferiscono a parte della sua produzione una poesia rapita, interrotta bruscamente dalla morte. «Ernesto Bruno La Padula amava coinvolgere tutti gli artisti nelle sue imprese - conclude Silvia - per dare appunto la completezza nelle realizzazioni, dalle vetrate ai complementi d'arredo". Oggi lo studio Lapadula di Via dell'Oca, 27 a Roma ora ospita l'Archivio di Stato. La mostra è visitabile fino al 15 Marzo nei locali del Comando provinciale della Guardia di Finanza. posterweekend 9 MARZO 2012 come... dove... quando... venerdi' 9 marzo CATANIA. “SILENT AS ...” nuova creazione per 8 danzatori ispirata a posteriori a “Il silenzio delle sirene” di Franz Kafka. Da unʼidea di Roberto Zappalà e Nello Calabrò, coreografia e regia Roberto Zappalà. Teatro Stabile di Catania ore 21 MUSICA sabato 10 marzo CATANIA. Al Dea BendataBoca do Rio in Brasilian Live Music, con Francesca Calabrò (voce), Salvo Varrasi (chitarra e voce), Valerio Pellegrino (batteria e percussioni). Ore 21.30 PALERMO. Al Bier Garten l'appuntamento con Fritz Kalkbrenner. Il CATANIA. “SILENT AS ...” nuova creazione per 8 danzatori ispirata a posteriori a “Il silenzio delle sirene” di Franz Kafka. Da unʼidea di Roberto Zappalà e Nello Calabrò, coreografia e regia Roberto Zappalà. Teatro Stabile ore 21 dj tedesco giunge nel capoluogo siculo per la prima volta e per l'unica data meridionale di un tour che lo sta portando in giro per l'Europa. Ore 22.30 CAPO DʼORLANDO. Il cabarettista di Zelig Paolo Migone, al Cine Teatro Rosso di San Secondo. Ore 21 L’Orchestra Les Eléments GRANDE SUCCESSO per lʼOrchestra “Les Eléments” al Palacultura “Antonello” di Messina. Lʼensemble barocco, ospite della Filarmonica Laudamo, si è fatto apprezzare in un repertorio dedicato ad alcuni tra i più famosi concerti strumentali di Bach. Lʼapproccio esecutivo di questa pregevole formazione – fondata dal flautista Piero Cartosio, che ne è anche il direttore, e dal clavicembalista Basilio Timpanaro – è guidato dal rispetto delle coordinate storico-stilistiche dei brani e da una, conseguente, grande attenzione filologica. Lʼesegesi della partitura viene poi arricchita dalla buona sensibilità espressiva dei singoli musicisti; qualità di primaria importanza nel momento in cui si decide di restituire le composizioni eseguite al loro ristretto organico originario. E se alcune scelte di tempo sembrano talora dare poco spazio alla cantabilità nei concerti bachiani, particolarmente efficace, sul piano della sintesi eufonica e della pertinenza espressiva, risulta lʼesecuzione dei brani di Telemann. Applausi convinti, al termine. di Marco Olivieri Amicizia speciale tutta da ridere “QUASI AMICI” (“INTOUCHABLES”), il film francese scritto e diretto da Olivier Nakache ed Erik Toledano, combina con efficacia uno sguardo acuto sulla società e lʼattenzione alle sfumature di individui ai margini. Emarginati a causa della propria origine, come Driss (Omar Sy), nato in Senegal, o perché rimasto paralizzato dopo un incidente con il parapendio, come è avvenuto al ricco aristocratico Philippe (François Cluzet). In una villa elegantissima, si assiste al divertente confronto tra mondi antitetici e, smontando luoghi comuni e pietismi sullʼhandicap, i due saranno capaci di instaurare un rapporto profondo. Ben scritta, la commedia tocca piccole e grandi verità – combinando vita, arte e musica - come capita di rado nelle produzioni italiane degli ultimi anni. In fase di sceneggiatura, il personaggio di Driss, tra radici strappate e presente nella banlieu, andava sviluppato, ma il risultato è esilarante. “Quasi amici” di O. Nakache e E. Toledano In programma nella sala “Visconti” e nelle multisale Uci Cinemas e Iris di Messina Fano, per la regia di Alessio Pizzech; protagonista Sebastiano Lo Monaco. Teatro Comunale. ore 21 PALERMO. Julia sull'albero, regia di Mari Siragusa, con Mari Siragusa e Dario Frasca. AllʼAgricantus. Ore 17.30 CATANIA. “SILENT AS ...” nuova creazione per 8 danzatori ispirata a “Il silenzio delle sirene” di Franz Kafka. Da unʼidea di Roberto Zappalà e Nello Calabrò, coreografia e regia Roberto Zappalà. Teatro Stabile di Catania ore 21 TRECASTAGNI. 'Per non morire di mafia' - dal librodenuncia di Pietro Grasso - è tratta lʼomonima versione scenica di Nicola Fano, Scritto, interpretato e diretto dall’enfante prodige Paravidino DI GIGI GIACOBBE MESSINA. Dario Tomasello lo ha invitato varie volte a Messina in convegni teatrali e pure in quella kermesse alla Laudamo, appellata “Paradosso sullʼautore”, ruotante attorno alla nuova drammaturgia italiana di cui Fausto Paravidino è un esponente di spicco. Genovese di nascita, Paravidino con quella faccia da bambino non sembra che compirà 36 anni il prossimo 15 giugno. Eppure, questo enfant prodige del teatro italiano che a soli 14 anni comincia a Fausto Paravidino lavorare in teatro ha già alle spalle un curriculum eccezionale. A 19 anni si mette in luce scrivendo e dirigendo “Trinciapollo”. A 22 riceve il premio UBU per aver scritto la migliore novità italiana titolata “Due fratelli- Tragedia da camera in 53 giorni” e a 23 anni appare nel film “La vita degli angeli” di Pupi Avati e in “Vuoti a perdere” di Massimo Costa. Arriva poi “Texas” alla Biennale di Venezia, interpreta il ruolo di “Ranocchia” nella serie televisiva “Romanzo criminale” con la regia di Stefano Sollima e nel 2009 è nei panni di Gianni Schicchi nella miniserie televisiva “Moana”, dedicata alla vita di Moana Pozzi. Nel 2010 viene invitato a recitare nella prestigiosa Comedie Francaise di Parigi dopo essere transitati negli anni Goldoni, Pirandello, DʼAnnunzio, Pasolini, Dario Fo e i nostri Spiro Scimone e Francesco anniversari A lezione di jazz con il Brass Group Sting, 25 anni di carriera a Taormina Fondazione “The Brass Group” di Palermo. Il programma dellʼiniziativa, che si articolerà nel corso di un mese e mezzo, spazia dai principi di fisica, acustica, elettronica e informatica per i luoghi della musica e nella composizione musicale ed esecuzione strumentale, ai luoghi e agli spazi per le attività musicali nella città contemporanea fino appunto alla musica jazz come paradigma esemplificativo e applicativo. ACIREALE. 'La scuola delle mogli' di Moliere, con Enrico Guarneri e Patrizia Pellegrino. Teatro Maugeri, ore 21 TRECASTAGNI. 'Per non morire di mafia' dal libro-denuncia di Pietro Grasso - è tratta lʼomonima versione scenica di Nicola Il diario di Mariapia musica PALERMO. Si è tenuta giovedì 8 marzo, allʼUniversità di Palermo, la prima lezione del corso sperimentale dedicato allʼIngegneria della musica, nel quale le lezioni dei professori si intrecceranno con concerti, momenti di guida allʼascolto e conferenze di critici. Promosso nellʼambito delle attività formative integrative, il corso nasce dalla collaborazione tra diversi corsi di laurea della facoltà di Ingegneria e dalla domenica 11 marzo MESSINA. Una commedia neoplastica alla Sala Laudamo di Cesare Natoli NUOVEVISIONI centonove TAORMINA. Sarà il teatro antico di Taormina una delle tre tappe del tour italiano 2012 di Sting. Il 13 luglio, dunque, avrà luogo quello che probabilmente sarà il più rilevante evento della stagione musicale estiva in Sicilia, uno show di grandissimo spessore internazionale capace di attirare nella Perla dello Jonio, quel turismo dʼelite già visto lo scorso anno in occasione del concerto di Carlos Santana. E gli organizzatori dellʼevento sono i medesimi, a cominciare da Carmelo Sframeli. Nella scorsa stagione ha presentato alla Laudamo “La malattia della Famiglia M” e da questa sera, venerdì 9 sino a domenica sarà protagonistaregista-autore di “Il diario di Mariapia- Una commedia neoplastica”. Come in tanti altri suoi lavori, il tema di questa pièce ruota attorno alla famiglia di Paravidino, in particolare su sua madre Maria Pia Cristofolini, medico e ammalata di cancro. Lui vede la madre oltremodo depressa e ne parla col medico curante, la dott.ssa Varese, che in passato aveva condiviso con sua madre il progetto dʼun libro di medici che raccontano la propria malattia. La madre torna ad essere medico, trova una spinta vitale e comincia a scrivere un diario. Quando muore, Fausto Paravidino riordina gli appunti, li manda ad amici e da non perdere Costa che debutta con la sua nuova società, la Musica da Bere srl, e che collaborerà anche questa volta con Taormina Arte. Il concerto di Sting avrà poi il patrocinio del Comune di Taormina. Compositore, cantante, autore, attore, attivista, Sting sarà accompagnato a Taomina da una band formata dal suo chitarrista storico Dominic Miller, e poi da David Sancious (tastiere), Vinnie Colaiuta (batteria), Peter Tickell (violino elettrico) e Jo Lawry (voce). La donna perfetta ai Magazzini MESSINA. Il regista messinese Vincenzo Tripodo mette in scena lo spettacolo teatrale “la donna perfetta” interpretato da Mariella Lo Sardo. Stavolta non sotto lʼala del Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Lo spettacolo sarà ai Magazzini del Sale sabato 10 e domenica 11 marzo ore 21 solo con prenotazione. Senza escludere comicità, il messaggio retrogrado della donna decorativa in “la donna perfetta” è ispirato allʼopera di Jean Cocteau “la voix pagina 44 mollata; mi ricorda tante amiche”. “La donna perfetta” è un titolo nato dalla voce inglese registrata di una bambolina, giunta dallʼAmerica con Tripodo e presente durante le prove. La voce della bambola rassicura il humaine” del 1930. Al telefono cʼera “la voce umana” troppo umana di Anna Magnani nel film del 1948. “Ritengo quella lettura troppo melodrammatica che andava bene per quegli anni ma – confessa il regista – ho sempre provato profonda simpatia per questo tipo di donna: è una donna patetica, vittima delle sue scelte sbagliate e che sapeva Vincenzo sarebbe stata Tripodo marito come fa un “angelo del focolare”. “Abbiamo estrapolato una serie di frasi, che potevano andare bene con il testo di Cocteau, tipiche della donna volta a costruirsi solamente compiacendo lʼuomo – spiega Lo Sardo – ma in realtà si tratta di una donna che soffre”. Né il regista né lʼattrice credono più a questa donna sofferente o giacente in un letto; la comicità con cui hanno trattato il personaggio di Cocteau è ispirata dallʼanacronismo del modello femminile che risale a 50 anni fa ma ancora oggi presente. posterweekend centonove lunedi' 12 marzo per la regia di Alessio Pizzech; con Sebastiano Lo Monaco. Teatro Comunale. ore 21 PALERMO. Julia sull'albero, regia di Mari Siragusa, con Mari Siragusa e Dario Frasca. AllʼAgricantus. Ore 17.30 CATANIA. Parson Dance Company, vera e propria icona della 'Post Modern Dance' statunitense, al Teatro Metropolitan ore 21.30 MESSINA. “La grafologia - Chi scrive disegna se stesso”. Incontro con la grafologa Barbara Taglioni. Circolo Pickwick, alle 20 martedi' 13 marzo C. DʼORLANDO. 'Ben Hur - una storia di ordinaria periferia' di Gianni Clementi, con Paolo Triestino, Nicola Pistoia, Elisabetta De Vito, regia Nicola Pistoia. Al CineTeatro Rosso, ore 21. PALERMO. Ala Sala Wenders dei Cantieri parenti e suo zio Cesare gli manda pure un diario della madre.« Da allora – scrive Paravidino - ho sempre cercato il modo di tradurre questa materia in qualcosa di fruibile per gli altri. Un poʼ perché le esperienze trasformanti della mia vita sono la materia più attuale dalla quale io possa attingere, un poʼ perché era implicito nel mandato del diario stesso. Ho pensato di metterlo in scena tale e quale, ho provato a scrivere dei soggetti per il cinema e sono passati tre anni. Poi è arrivato il pretesto, una richiesta dellʼIstituto Italiano di Cultura a Stoccolma per una rappresentazione al Dramaten, il teatro di Bergman, regista caro a mia madre che mi aveva allevato nella contemplazione delle sofferenze di Liv Ullmann prima di mostrarmi le sue. Così ho scritto questa commedia per tre attori che interpretano più personaggi». I tre attori sono Iris Fusetti, lo stesso Paravidino e Monica Samassa. « Cʼè poi un ribaltamento nella nostra messa in scena – scrive ancora Paravidino – Iris e io (attori e testimoni) interpretiamo tutti i personaggi (noi compresi) che interagiscono con Monica Samassa (attrice) che interpreta mia madre, che non conosceva prima di leggere la pièce. Sembra che funzioni, cʼè una specie di scambio di ruoli che fa sì che la pièce riesca a vivere come pièce più che come testimonianza affrancandola dal ricatto emotivo che ne minaccia lʼoperazione “Guardate che tutto è vero”. Quello che cerchiamo di portare in scena – continua ancora Paravidino – è una festa del teatro e una sfida alla recitazione. Morire è dare pian piano lʼaddio alle cose che sapevamo fare. Diventare grandi attori è conquistarsi lʼeconomia. Se noi non riusciamo più a muoverci, ad avere una vita autonoma, a parlare bene, a pensare bene, siamo ancora persone? Se noi facciamo lo stesso in scena siamo ancora attori? Pensiamo di sì, ma non lo diamo per scontato, è il lavoro che stiamo facendo. La pièce comincia con uno spettacolo di Shakespeare, la festa del teatro per eccellenza, continua con dei virtuosismi, cambi di stile, passaggi di luogo, due attori che fanno una pletora infinita di personaggi, poi pian piano, a mano a mano che la protagonista perde le sue facoltà la cosa diventa più semplice fino ad arrivare a qualcosa di molto vicino al nulla, ma che invece è pieno di qualcosa». mostre Lo Zodiaco di Luca Indaco TAORMINA. “Lo Zodiaco ed oltre…” è il titolo della personale di Luca Indaco che, sotto lʼegida di “Omaggio a Taormina”, organizzata dallʼassociazione “Arte & Cultura a Taormina”, inaugurata il 2 marzo, ospite della “Fondazione Mazzullo” presso il Palazzo Duchi di S. Stefano sino al 28 dello stesso mese. Unʼesposizione di incisioni, olii, sculture, che rende conto in maniera panoramica del talento del giovane artista taorminese, che lo ha già portato ad esporre al Padiglione Italiab della 54° Biennale di Venezia curata da Vittorio Sgarbi. Un talento che viene fuori in modo prepotente - e potente - soprattutto nelle 12 incisioni che rappresentano i segni zodiacali del titolo, eseguite con la tecnica dell'acquaforte su matrice di zinco, e nelle 3 incisioni, realizzate con la tecnica xilografica su matrice di legno, rappresentanti le “Isole Matrioske”. Il segno continuo, deciso, forte nella sua consapevolezza dellʼincidere fa da contraltare a soggetti dalla resa quasi fiabesca. Nelle tele, “Le isole”, dapprima quasi indefinite ed appena abbozzate, moltiplicandosi acquisiscono unʼidentità iconografica femminile piena e conclamata, divenendone alla fine tout - court il simbolo. Culturali della Zisa sarà proiettato 'Bungalow', per il cineclub 'La deutsche vita' con la rassegna dal titolo 'I ragazzi ci guardano Storie di infanzia e adolescenza, processi di identificazione e maturazione'. 9 MARZO 2012 mercoledi' 14 marzo PACE DEL MELA '4 5 6' di Mattia Torre, con Massimo De Lorenzo, Carlo De Ruggeri, Cristina Pellegrino e Franco Ravera. Auditorium Comunale, ore 21. TRECASTAGNI. 'Occidente solitario' di Martin McDonagh, regia Juan Diego Puerta Lopez. Con Claudio Santamaria, Filippo Nigro, Nicole Murgia, Massimo De Santis. Al Teatro Comunale, ore 21 PALERMO. Al Centro Culturale Biotos Cena Concerto 'La mensa sonora' di Biber Fuori abbonamento; Ore 21 CATANIA giovedi' 15 marzo PALERMO. Quintetto per chitarra ed archi di Luigi Boccherini, con l'ensemble 'Alessandro Scarlatti' e la partecipazione solistica di Marco Cappelli e Andrea Fossà. Ore 21 al Teatro Politeama Garibaldi TRECASTAGNI . 'Occidente solitario' di Martin McDonagh, regia Juan Diego Puerta Lopez, è una storia di incomunicabilità e vendette familiari che schiera in scena il magnifico quartetto formato da Claudio Santamaria, Filippo Nigro, Nicole Murgia, Massimo De Santis. Teatro Comunale, ore 21 DE GUSTIBUS di Massimo Lanza I Brunelli da non perdere Un momento dello spettacolo. Sotto, Lucia Sardo La nave delle spose All’Ambasciatori lo spettacolo di Lucia Sardo per la regia di Giuseppe Dipasquale CATANIA. Quanta storia è passata dalle donne? E quante storie segrete di dolore, lacerazione, speranza, passione, ne hanno attraversato i cuori, senza che mai se ne sapesse nulla: quella delle donne è una storia in gran parte segreta, dimenticata, rimossa, persino “indimenticabile” perché mai annotata, registrata, considerata come realtà di cui prender atto. E parliamo di tutte le donne, in gran parte del mondo e in ogni epoca. Ma si tratta anche di una storia che procede verso unʼemancipazione totale: non si tratta soltanto realizzare leggi che stabiliscano in modo certo la totale parità tra uomini e donne, ma soprattutto di vincere culture millenarie che le hanno relegate, mute e mortificate nella loro dignità, ai confini della storia. Procede in questa direzione il senso de “La nave delle spose”, lo spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Catania a partire da unʼidea di Lucia Sardo ed Elvira Fusto, in scena al Teatro Verga dallʼ8 al 30 marzo per la regia di Giuseppe Dipasquale; in scena, oltre alla stessa Sardo, ci sono Miko Magistro, Ornella Brunetto, Annalisa Canfora, Giada Colonna, Valeria Sara Costantin, Enzo Gambino, Rosario Minardi, Federica Sandrini, Luana Toscano; le musiche sono di Mario Incudine, i costumi di Marella Ferrera, i movimenti scenici di Donatella Capraro, le luci di Franco Buzzanca. La storia è quella di otto donne, otto siciliane tutte molto diverse tra loro, che sʼimbarcano alla volta dellʼAmerica apparentemente per sposarsi, ma in realtà per realizzare definitivamente il loro sogno di libertà. Ad imbarcarsi sulla “nave delle donne” sono: «Rosa che ha 12 anni, è venuta da un paese dellʼentroterra siciliano. Quando le è arrivato il pacco del promesso sposo dallʼAmerica, con dentro il vestito per maritarsi, non aveva ancora il ciclo mestruale. Sogna un matrimonio romantico, e scoprirà, imbarcata a forza, che sotto quel vestito si cela un sacrificio. Maria, la sordomuta, è stata scelta per la dote del silenzio. Ha 16 anni, porta due grandi pietre nelle tasche, il solo mezzo per comunicare con gli altri. Iolanda è una trentenne che sta fuggendo da un marito mafioso. Santina è una sorta di barbona pazza. Giulia detta July, è una ventenne aristocratica siciliana, figlia di un astronomo taorminese. Gina è unʼorfana, una trovatella della ruota, cresciuta in un convento di suore. Emma, infine, è una prostituta alle dipendenze di una tenutaria palermitana». Paolo Randazzo pagina 45 PER IL BRUNELLO DI MONTALCINO il 2007 è una grande annata. Classificata allʼepoca con cinque stelle, il massimo dei voti, lʼattesa per provare i “nuovi” vini era dunque davvero spasmodica tra addetti ai lavori ed appassionati. Durante lʼannuale kermesse “Benvenuto Brunello” sempre ben organizzata dal Consorzio del Vino Brunello di Montalcino ho avuto modo di provare tantissimi Brunello ʼ07 e lʼimpressione generale è stata positiva. Tanti vini ben fatti e di sicura longevità, tanti vini originali che ben rispecchiano il terroir da dove nascono e soprattutto il vitigno che li genera, il Sangiovese. Lʼimpressione è che passato il momento in cui andavano di moda i vini in stile californiano per intenderci, come magari li richiedeva il mercato Usa, da parte dei produttori si sia colta subito lʼopportunità di tornare allʼantico con vini vera espressione di un territorio che da sempre consente di ottenere grandi vini con il Sangiovese. Non ho lo spazio per citare tutti i vini che mi hanno colpito ma se durante i vostri giri dovreste imbattervi in un Brunello ʼ07 di Salvioni non esitate a comprarlo e metterlo in cantina riproponendovi di aprirlo ancora tra un paio dʼanni. Buono anche il Brunello ʼ07 San Lorenzo, balsamico e fresco, molto piacevole anche il Brunello Fornace ʼ07 de Le Ragnaie profondo e persistente. Grande piacevolezza anche per il Brunello ʼ07 di Gianni Brunelli Le Chiuse di Sotto, tipico e coerente al vitigno dʼorigine. Da non perdere il Brunello ʼ07 Tenuta Nuova di Giacomo Neri, ampio, speziato ed elegante, di rara eleganza anche lʼAltero ʼ07 di Poggio Antico. SICILIA DA ASSAGGIARE! Busiate al ragù di scorfano IN QUESTA RUBRICAproviamo a raccontare la storia della Sicilia attraverso le ricette della tradizione. Ingredienti: 600 g busiate, 400 g di filetti di scorfano, 30 g pinoli, 100 g cipolla di Giarratana, aglio rosso di Nùbia, 30 g di uva sultanina, 1 dl di Marsala, vino bianco, 500 g passata di pomodoro, 150 g di mollica fresca, sale, olio extravergine dʼoliva, pepe. Fare ammorbidire lʼuva sultanina nel Marsala. Nel frattanto in una padella capiente mettete lʼolio, la cipolla tritata, lʼaglio rosso intero e fare rosolare a fuoco basso. Aggiungere i filetti di scorfano, salare, pepare e sfumare con del vino bianco. Unire la passata di pomodoro e fare cuocere per 30 minuti circa. Aggiustare di sale e pepe e solo a fine cottura unire lʼuva sultanina sgocciolata dal Marsala. Cuocere la pasta, scolarla e mantecarla in una padella con il pesce. Servire spolverando il tutto con agghia e muddica, ossia la mollica tostata condita con aglio e olio extravergine dʼoliva. Disio Hostaria Via dei Monti, 98049 - Serro ~Villafranca Tirrena (Me) tel. +39 329 7967075 www.disiohostaria.com [email protected]. posterlettere&... 9 MARZO 2012 MESSINA DRASTICA di Fabio Amato HERITAGE Vatti a fidare di manager e giornalisti A occhi chiusi MESSINA. Incontro gli amici per strada, mentre passeggio per la nostra città e mi dicono: "Scrivi per Centonove? E parli di Messina? E cosa dici? Rimango attonito . Ma cosa devo scrivere su una città devastata dalla siccità, dalla spazzatura, dall'olezzo delle persone che non possono lavarsi, dai resti organici ed alimentari lasciati da tutti gli intellettuali che hanno partecipato alla "Notte della Cultura". Una città che sembra la scenografia del film "Fuga da New York" . Basta cambiare il titolo e diventa "Fuga da Messina". Scappiamo tutti da questa città. Messinesi non fate figli. Andiamocene in Burkina Faso, e staremo meglio sicuramente. A chi invece non vuole o non può scappare (come me), propongo un giro panoramico con visite guidate per la nostra città nei punti cruciali e più caratteristici per motivarli maggiormente a restare. Potremmo chiamare tutto ciò "La settimana della Controcultura ". Lunedì: Visita guidata agli angoli più nascosti della città, suggestivo, per vedere le montagne di spazzatura, suppellettili varie, automobili, resti di motocicli e biciclette, nature morte, opere uniche fatte dai cittadini messinesi, che giustamente non possono tenere la spazzatura in casa. Martedì: Visita guidata alle buche delle strade, trasformate in vulvani artificiali attivi, oppure in vasche sulfuree-termali gratuite per tutti. Anche a Messina abbiamo le Terme! Mercoledì: visita guidata alle pozzanghere, trasformate in piscine comunali dove si terranno dei corsi di nuoto ed acqua-gym, con docenti specializzati. Giovedì: visita guidata all'acquedotto della nostra città, esempio unico al mondo di acquedotto tardo Romanico e quindi non sufficiente ed adeguato ai nostri tempi. Infatti restiamo sempre senza acqua! Venerdì: visita guidata alle scale sparse nella nostra città, che uniscono le varie strade creando dei percorsi alternativi con scorciatoie e belvederi panoramici, da dove poter ammirare rifiuti organici, spazzatura, bottiglie rotte, mattonelle e sanitari vari, sterpaglie e quant'altro. Molto caratteristico ed istruttivo per la raccolta differenziata. Sabato: visita guidata ai Tir, camions rimorchi che attraversano la nostra città per farsi una cultura completa di tutte le marche e tipologie. Istruttivo ed esaustivo. Rimane la domenica. Cosa facciamo? Ma andiamo al mare, sulla spiaggia, sdraiamoci al sole e godiamoci la splendidea natura che ci circonda e che nessun amministratore, sindaco, politico, o chicchessia sia mai riuscito per fortuna a distruggere. E godiamo , ad occhi chiusi. ECOLOGIA E AMBIENTE DIBATTITI DI ROCCO CHIRIELEISON centonove TUTTI, IN QUANTO UMANI, siamo soggetti a fare delle errate valutazioni o a spararle grosse su questo o quellʼargomento. Ma quando gli “attori” sono grandi manager o affermati giornalisti le attenuanti sono difficili da trovare. Mi riferisco ad una partecipazione di Chicco Testa alla trasmissione di radio 3 “Tutta la città ne parla” dello scorso 6 marzo e ad un articolo di Nicola Porro su “il Giornale” dello scorso 21 febbraio. Chicco Testa, nel corso della discussione che verteva sulla Tav in Val di Susa e sulla valutazione costi-benefici dellʼopera, si è lanciato in una serie di similitudini paradossali affermando che con lʼanalisi costi-benefici oggi non avremmo lʼAutostrada del Sole, né gli antichi romani avrebbero costruito le strade consolari e gli acquedotti. Inoltre, ha continuato, trattandosi di unʼopera concordata con lʼUnione Europea, non possiamo fare questa “cattiva figura” dopo ventʼanni di discussioni. E poi, concludeva, che lʼimpegno economico per lʼItalia sarebbe limitato, visto che buona parte dei capitali li mette lʼEuropa (!!?). Beh, che un ex presidente di Legambiente ed ex deputato di Pci e Pds, nonché professore universitario e manager di una serie di importanti società pubbliche e private, consideri, anche se come paradosso, la Tav (ma probabilmente anche il ponte sullo stretto) necessaria come le strade consolari e gli acquedotti costruiti dagli antichi romani, o anche come lʼAutostrada del Sole, dimostra una grossa miopia, vicina alla cecità. Infatti a nessuno può sfuggire che oggi, così come siamo sullʼorlo del fallimento (individuale e come paese) per i consumi superflui e gli sprechi, così siamo sulla via di non ritorno in materia ambientale per gli eccessi e gli abusi fatti, specialmente nellʼultimo secolo. Insomma, oggi dovrebbe essere chiaro a tutto il mondo che questo ritmo di consumi – compreso quello del territorio – sta portando alla catastrofe ambientale. Si dovrebbe capire che bisogna categoricamente evitare di arrecare altre ferite allʼambiente, così come si dovrebbe fare tesoro delle esperienze negative maturate per fare in modo che nei paesi in via di sviluppo si convoglino aiuti (economici e in knowhow) affinché non si muoia più per insufficienza di cibo e di acqua e per malattie, e, nello stesso tempo, agire affinché quei paesi non commettano il gravissimo errore fatto dai ricchi paesi occidentali e salvaguardino il loro ambiente cercando di mantenere un più intelligente e utile contatto con la natura. Per quanto riguarda poi il ragionamento (!) che gli abitanti della Val di Susa, e gli italiani tutti, non dovrebbero preoccuparsi del costo dellʼopera perché buona parte dei soldi li mette lʼEuropa, dovrebbe servire da cartina di tornasole per valutare le qualità manageriali di questʼuomo visto che dimostra di credere che i soldi europei arrivino da un altro pianeta e non dai suoi cittadini, e quindi anche da noi italiani. Per quanto riguarda il vice direttore de “il Giornale”; Nicola Porro se la prende, usando molto sarcasmo, con il fatto che il Governo Monti ha introdotto nel testo del disegno di legge sulla corruzione pubblica anche una fattispecie generale di corruzione tra privati. E se la prende a cuore perché sarebbe un disastro per i tribunali che si intaserebbero inutilmente, dice lui, di un nuovo reato che ha “quel sapore orribilmente moralistico di volere perseguire un obiettivo etico con la sanzione penale”. E perché, secondo lui, la corruzione “per definizione è pubblica” mentre nel privato basterebbe il diritto civile e quello commerciale, mentre “per i casi più gravi esistono già i reati di bancarotta o eventualmente di truffa”. Questa la sintesi dellʼarticolo. Mi chiedo: ma è così difficile capire la gravità della corruzione? Se un medico si fa corrompere da una società farmaceutica per prescrivere un certo farmaco, statene certi che il valore della corruzione rappresenterà un costo per il produttore del farmaco, e come tutti i costi anche questo andrà a scaricarsi sul prezzo di vendita, e quindi sulla collettività. Lo stesso per un dirigente del settore acquisti di una società privata qualsiasi che si fa pagare sottobanco per privilegiare quel certo fornitore e non un altro. Del resto non sarà certamente un caso se il nostro paese detiene dei poco encomiabili primati, alcuni anche mondiali, in materia di prezzi al consumo. [email protected] Rendiamo omaggio agli uomini illustri DI SERGIO BERTOLAMI MESSINA. La Provincia che intitola la Galleria d'arte moderna e contemporanea al critico dʼarte Lucio Barbera. La Giunta municipale che approva le sepolture del libraio Antonino Bonazinga e del giornalista Franco Bonardelli nellʼarea del Gran Camposanto destinata agli Uomini illustri. Vivaddio qualcosa cambia a Messina. Si accresce la considerazione verso «lʼeccezionale esperienza di alcuni tra i protagonisti dellʼetà trascorsa ma presente; vivi oltre il tempo loro concesso, in virtù dʼintramontabili magisteri esercitati ben al di là dei ruoli specifici». Le parole sono proprio di Bonardelli. Alla sua memoria la libreria Ciofalo ha dedicato il libro “Angeli maestri. Le guide spirituali allʼimpegno culturale” e rieditato la mostra “Coccodrilli d'autore”, pagine commemorative pubblicate dai quotidiani giunta la notizia della morte di eminenti personalità. Questʼanno, però, lʼesposizione cominciava col ricordo commosso del suo curatore. Solo a febbraio del 2010 Franco mi spediva per posta poche righe ed un foglio di Gazzetta: «Ti invio questa pagina dedicata al mio Maestro, alla quale particolarmente tengo, anche in funzione di riferimento a una ben identificabile e affidabile linea culturale». Si riferiva a Gianfranco Contini, che apprezzava quanto mai. Gli telefonai curioso di sapere quale fosse il fil rouge che vi intravvedeva. Come Contini si districava fra gli “scartafacci” non utilizzati dagli scrittori nella versione ultima dei loro scritti – che tuttavia potevano diventare “organicamente validi” – così in un mio libro che avrebbe dovuto recensire, ma che non ho mai voluto presentare pubblicamente, scorgeva affinità di metodo. Forse nella ricerca dei segni del quotidiano e del marginale, che allʼimprovviso divengono rivelatori di realtà cui finora pochi hanno prestato attenzione. Valeva la pena di discuterne, di continuare a lavorarci su, provare con modestia a dare un contributo alla ricerca. Ad altri estendo il suo invito. [email protected] di Anna Giordano Tornano i falchi, nonostante il fuoco GLI INCENDI DIVORANO ettari ed ettari, anche in questi mesi invernali, poi continuano in primavera, esplodono in estate e proseguono in autunno. Pezzi, pezzetti, intere colline, la mano che appicca il fuoco sa quasi sempre quando pioverà, ed ecco che un intera collina sopra Orto Liuzzo scompare nelle fiamme il giorno prima dellʼalluvione del 21 novembre scorso. Ma chi li appicca non sempre lo fa se poi piove, e comincia a bruciare sotto forte dei Centri, vicino Salice, poi nella zona di Forte Campone, ed ancora, Monte Castelluccio, quelli che vedo e chissà quanti sono quelli che distruggono, silenziosamente, senza troppi clamori e quasi nessun intervento, ettari ed ettari di macchia mediterranea, praterie substeppiche, alberi che crescono dopo anni da un prece- dente incendio, destinati a non diventare mai grandi in questa terra senza speranza. Il Corpo Forestale fa quel che può, ridotti allʼosso in un territorio enorme da controllare, a riportare legalità lontano dalla città che assume sempre più lʼaspetto perfetto dellʼanarchia assoluta, che poi si trasferisce, armi e bagagli, sui monti un tempo placidi, ora assaliti da cavallette umane. Moto da motocross sfrecciano e tentano di rompere i recinti che lʼAzienda Foreste ha realizzato con grande cura. Superano gli ostacoli semplicemente creando pericolosissimi percorsi che moto dopo moto, diventano i primi e irreversibili solchi di nuovo dissesto. Irrompono con la loro tremenda sonorità nel silenzio dei monti, interrompono camminate piacevoli e il suono della natura. Con targhe e non, diventano i padroni di un territorio, avvilenti invasori della pace altrui. Eppure, nonostante gli sforzi convinti di frui- pagina 46 tori e distruttori della natura, il fascino dei Peloritani non cede di un passo. Lʼerica fiorisce, la ginestra tra poco esploderà di un giallo ineguagliabile, i ruscelli si faranno strada con le cascate ancora intonse, i pendii ripidi si staglieranno con le ombre che la terra che gira farà fare al sole, spesso celato da nubi, nel nome del clima oceanico che qui impera e comanda. Gli incendi saranno i precursori di nuove frane, insieme alle ruspe mai ferme che assillano gli angoli ancora salvi di un Comune che ha avuto la sventura quasi costante, di essere amministrato da chi non ama questa terra, ma ha a cuore spesso, gli interessi di pochi e ha viaggiato senza scoprire che altrove il rispetto di ciò che di unico si possiede, è lʼarma migliore per un economia sana e alla portata di tutti. Gli errori sono compiuti e ancora si compiono, pagheremo il prezzo di questa cecità, fatta anche di indifferenza e di tracotanza. Nel frattempo aspetto i falchi, i primi sono già arrivati, nel cielo di questa terra che amo. poster...commenti centonove ANALISI. Dopo le primarie a Palermo emergono le contraddizioni del centrosinistra Pd, l’intricata matassa DI FRANCESCO PALAZZO PALERMO. Parliamoci chiaro. Anche se non ci fossero stati i 151 voti di vantaggio di Ferrandelli sulla Borsellino, e quest'ultima avesse prevalso sul filo di lana, il dato politico di queste primarie non sarebbe poi cambiato di molto. Il male è preesistente al voto nei gazebo. Questo centrosinistra è profondamente spaccato in due parti. A far da spartiacque l'esperienza del Pd alla regione. Il consenso espresso nei gazebo, non ha fatto altro che registrare e immortalare questo quadro. Chi si aspettava che le primarie potessero fare da unguento su una ferita ormai purulenta ha tentato un azzardo senza speranza. In primis il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo. Ma non è soltanto lui ad aver fatto finta di non capire. Un po' tutti nel partito hanno chiuso a chiave nello sgabuzzino la questione e si sono concentrati sul braccio di ferro del 4 marzo, sperando chissà cosa. Adesso la disputa si riapre. E già ci ha pensato un leader nazionale, Enrico Letta, a dire che da Palermo viene fuori una richiesta di allargamento della coalizione. A ruota seguiranno, non ci vorrà molto, i fautori, all'interno del PD siciliano, di questa soluzione. Che siccome il partito non riesce a risolvere con gli strumenti previsti, tipo il referendum, la scarica sulle spalle di Palermo oggi e sulla Sicilia domani, quando si andrà a votare per la regione. Ma anche i netti oppositori fuori dal Partito Democratico hanno scelto la scorciatoia senza dirimere il punto nodale. Nessun patto siglato in qualche albergo palermitano poteva sciogliere come il sale sulla minestra due prospettive politiche così divaricanti sul futuro della Sicilia. Ora il malato si è aggravato. Il responso dei gazebo, più che appianarlo, ha approfondito il solco esistente tra le due parti. E non ci riferiamo ai segretari di partito o alle nomenclature varie, ma proprio all'elettorato del centrosinistra. Può essere pure che dalle stanze delle segreterie si arrivi alla fine a sposare la soluzione più o meno unitaria di facciata. Ma c'è una parte molto consistente di elettori ed elettrici che dice chiaramente che non voterà mai il candidato vincente alle primarie. E non è un fatto personale, crediamo, ma Giuseppe Lupo proprio una visione profondamente diversa sugli orizzonti immediati e a medio termine della politica siciliana. E' una fotografia strappata a metà dagli stessi elettori. Sin da subito i leader democratici vincenti, sventolando scompostamente le decine di voti in più, hanno chiesto la testa del segretario nazionale. Come se da Roma venisse il problema, il virus contaminante. Storia vecchia. Come sempre, le cose non stanno così. Il problema è tutto siciliano. I paragoni con le primarie svoltesi a Genova, Milano, Napoli o Cagliari sono fuori luogo. Perché quelli che oggi rimproverano al segretario nazionale l'imposizione di una candidatura, sono gli stessi che nel 2008, alle regionali, fortissimamente vollero il bollo ufficiale di Roma sulla candidatura di Anna Finocchiaro alla presidenza della regione. Senza passare dalle primarie, che pareva male, e poi perdendo in modo molto più disastroso di come oggi Giuseppe Lupo viene sconfitto alle primarie. Eppure, sono ancora lì a dare le carte. Non scherziamo. Dei problemi del PD siciliano non è Bersani il colpevole. Cosi come, guardando a tutto il centrosinistra, è inutile tirare nella bagarre Di Pietro o Vendola. E qui che la questione va risolta, andando alla fonte del problema, senza isterismi e senza ipocrisie. Spiegando chiaramente al corpo elettorale cosa si vuole fare. Se le strade delle due parti in causa si divaricheranno ne prenderemo atto subito. Inutile affidare, nuovamente, al segreto dell'urna delle elezioni di primavera lo sbrogliamento della matassa. Così come capiremo le eventuali ragioni comuni, se ci sono, che potrebbero sostenere la continuazione di un percorso. Comprendiamo che una campagna elettorale è il momento sbagliato per fare questi ragionamenti. Ma il tempo passato è stato male utilizzato e ormai il muro è davanti a tutti. Ma si lasci perdere Roma. I partiti, a livello nazionale, avranno tanti problemi. Ma in questo caso non c'entrano proprio nulla. ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano Prevenzione a quattro zampe MESSINA. Ormai gli animali domestici sono trattati a tutti gli effetti come veri e propri componenti delle famiglie italiane. Eppure ci sono molti padroni che ricordano di condurre il proprio amico a quattro zampe ad una visita veterinaria solo in condizioni di urgenza e necessità. È per questo motivo che non si può non pubblicizzare unʼiniziativa volta ad incentivare un più frequente e regolare rapporto tra padroni e veterinari. Unʼiniziativa che torna per il settimo anno, dopo avere riscosso grandi successi. LʼAnmvi (Associazione Nazionale dei Medici Veterinari Italiani) e Hillʼs Pet Nutrition promuovono per il mese di marzo la “Stagione della prevenzione”. La campagna mira a dare un forte impulso alla cura degli animali domestici: lʼedizione 2012 parte già con un record, dal momento che hanno deciso di aderire ben quattromila ambulatori, con un incremento dellʼ11% rispetto allo scorso anno. Ciò che conta veramente è che una normale visita di controllo preventivo può essere decisiva affinché un animale di casa goda di ottima salute, perché diverse tra le malattie che più di frequente rendono difficile la vita agli amici a quattro zampe risultano essere controllabili grazie ad un periodico esame dal veterinario. Patologie che colpiscono gli apparati scheletrico, cardio-circolatorio, nervoso, metabolico, renale, visivo, uditivo ed ematico di cani e gatti possono essere tranquillamente prevenute ricorrendo alla consulenza del medico veterinario. Per sapere dove per prenotare la visita gratuita è possibile collegarsi al sito www.stagionedellaprevenzione.it. pagina 47 9 MARZO 2012 ELIODORO Il nomade stanziale CATANIA. Un campo di calcio trasformato in accampamento per nomadi, una parte di boschetto recintata e accessibile solo a chi ci vive dentro, una baraccopoli alle spalle del cimitero, costruita con lamiere e travi di legno. Sono cinque gli insediamenti di rom nella periferia sud della città, da dove escono in cerca di elemosina e, in alternativa vista che la generosità è sempre minore, di piccola refurtiva. Una situazione insostenibile, non tanto per i nomadi che non sembrano soffrire per condizioni di vita che dovrebbero essere inaccettabili, ma per gli involontari "vicini di casa", costretti a subire il degrado del quartiere e condizioni di rischio continuo. E il campo di calcio, invaso da roulotte fatiscenti, e a pochi metri dall'aeroporto. Il benvenuto a Catania! 150 PAROLE DA PALERMO Otto marzo e dintorni “A VOI FEMMINE la patente dovrebbe essere strappata in mille pezzetti” – così mi ha apostrofato un passante perché, a causa di unʼautomobile in seconda fila, ho impiegato qualche istante di troppo nel calcolare lo spazio tra la mia macchina e quella che stavo incrociando. La cosa che mi ha più ferito non è stata la frase, pur ingiusta e pesante (guido da oltre trentʼanni: tranne qualche banale tamponamento, sino a oggi non ho causato danni a nessuno), ma il fatto che la donna che stava accanto a quellʼuomo abbia accompagnato la frase con un complice sorriso. Ora, non voglio enfatizzare lʼaccaduto dando troppo peso a un antifemminismo di maniera purtroppo diffuso a Palermo, ma a quella donna che ha fatto da spalla allʼinsulto nei miei confronti, vorrei dire qualcosa. Alla fine, tutto ritorna: se non sta allʼerta, il signore un giorno la patente di donna vorrà strapparla anche a lei. Maria DʼAsaro ANTIBUDDACI di Dino Calderone Aiutare la vita MESSINA. I centri di aiuto alla vita sono attivi da molti anni e si basano sullʼimpegno di volontari che dedicano tutte le energie disponibili a questa nobile causa. La responsabile del Centro di Aiuto alla vita “Vittoria Quarenghi”, Irene Visigoti, mi ha recapitato una lettera indirizzata al Direttore e agli operatori dei Consultori di Messina. Una lettera intensa, dai contenuti molto forti, coinvolgente. Vengono elencati alcuni dati a livello locale che fanno comprendere immediatamente come il numero degli aborti effettuati a Messina sia in forte aumento e che quindi sarebbe necessario e urgente migliorare i servizi per prevenire questo fenomeno. I dati sono effettivamente drammatici. Sommando gli aborti effettuati nelle tre strutture sanitarie (Policlinico, Papardo, Piemonte) il numero è di 535 nel 2009 e di 806 nel 2010, con un incremento veramente impressionante. Non è solo lʼembrione umano a farne le spese. Prevenire lʼaborto significa evitare di procurare alla donna un grave trauma sul piano psichico che lʼaccompagnerà per tutta la vita. Ma è tutta la società a risentirne sul piano etico e sociale. Eʼ chiaro quindi che il problema non si riduce al rafforzamento e miglioramento dei Consultori. Tutte le agenzie educative dovrebbero, sostiene giustamente Visigoti, promuovere una cultura attenta al rispetto della vita. [email protected] La Camera di Commercio di Messina, in sinergia con l’Assessorato Regionale alle Attività Produttive, scommette sui processi di internazionalizzazione a favore delle imprese, promuovendo la Nautica e la cantieristica messinese, con lo scopo di fornire al mondo imprenditoriale un panorama di azioni e di attività utili a razionalizzare la loro presenza all'estero. A tal fine, dal 4 all’8 marzo, circa 15 operatori provenienti dagli Emirati Arabi, dagli Stati Uniti d’America e dalla Russia hanno visitato la città dello Stretto e la sua provincia, incontrando l’imprenditoria locale. Queste le aziende aderenti al progetto Internauta: Acquamarina, Aicon, Aquamar, Calemar, Marinello, Nadir Marine, Naval Team, Saver, Costruzioni Nautiche Marino