Impresa Artigiana & P.M.I. Periodico della CNA · Anno XI · Numero 12 del 28/04/2014 CNA ASSOCIAZIONE PROVINCIALE GROSSETO Poste Italiane spa sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Po Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa SOMMARIO GLI “INVISIBILI” HANNO RIEMPITO LA PIAZZA Tre autobus e oltre cento partecipanti il contributo offerto dalla CNA di Grosseto pag. 3 Impresa Artigiana & P.M.I. periodico della CNA - Anno XI Numero 12 del 28/04/2014 Aut. Trib. di Prato n°6 del 25/06/04 Red. e Amm. Media Srl Via Lombarda, 72 · Comeana (PO) Tel. 055 8716801 Direttore responsabile B. Lisei Hanno collaborato a questo numero Renzo Alessandri, Deborah Santini, Maurizio Pellegrini, Fabio Capitani, Elena Dolci, Cristiana Sgherri Roberto Matozzi Realizzazione ed impaginazione Publimark ... idee per comunicare Grosseto Stampa Publimark Via Fiume, 28 · Grosseto Tel. 0564 490938 Copertina Manifestazione a Roma LA MOBILITAZIONE DI RETE IMPRESE ITALIA A ROMA: SENZA IMPRESA NON C’È ITALIA Migliaia di imprenditori in piazza pag. 5 UNA RICERCA DELLA CNA NAZIONALE CONFERMA L’INSOSTENIBILTÀ DELLA PRESSIONE FISCALE In crescita il peso della fiscalità locale TUTTE LE RAGIONI DELLA MOBILITAZIONE: AD ILLUSTRARLE I DIRETTORI DELLE ASSOCIAZIONI LOCALI “Riprendiamoci il futuro” lo slogan dell’iniziativa pag. 6 pag. 7 RICCARDO BREDA SULLA CRISI MAREMMANA: LA RELAZIONE DEL NUOVO PRESIDENTE DELLA CNA GROSSETO “Le nostre imprese non sono in grado di sostenere una tassazione a questi livelli” pagg. 9-10-11 RAPPORTO TREND PRIMO SEMESTRE 2013: ARTIGIANATO MAREMMANO ANCORA NEL TUNNEL DELLA CRISI Nessun segnale di ripresa, anche se, nei primi mesi dell’anno, è stato registrato un leggero incremento di fatturato pagg. 12-13 IL DIFFICILE RAPPORTO TRA BANCA E IMPRESA “La mancanza di finanziamenti si traduce nell’impossibilità di investire sull’azienda” pagg. 14-15 UN PROGETTO CHE “METTE IN RETE” AZIENDE E PROFESSIONISTI, BCC DI PITIGLIANO E CNA GROSSETO Una accordo finalizzato alla “rigenerazione urbana” e al rilancio dell’edilizia nella zona delle Colline del Fiora pag. 16 IL MERCATO ELETTRONICO NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE IN UN CONVEGNO Una nuova iniziativa della CNA arriva sull’Amiata NEXT LEVEL È STATO UN SUCCESSO: 76 RICHIESTE A FRONTE DI 40 POSTI DISPONIBILI Per fronteggiare l’altissima domanda è stata necessaria una selezione pag. 17 pag. 18 DIPLOMARSI ON LINE Prosegue la collaborazione tra CNA e Ufficio scolastico provinciale pag. 19 “POLTRONA ESTETISTA”: SODDISFATTI GLI ARTIGIANI DELLA CNA D’Andrea, responsabile nazionale dell’Unione Benessere e Salute della CNA: Un’importante novità per rilanciare questo mestiere e per dare opportunità di lavoro” pag. 20 POSITIVE NOVITÀ SUL SISTRI Il ministro Galletti firma il decreto che esclude le imprese con meno di 10 dipendenti. Prorogato al 30 giugno il versamento del contrubuto annuale pag. 21 CNA PRODUZIONE: LA PRESIDENZA REGIONALE A GROSSETO Un incontro per fare il punto sulle “semplificazioni” alla normativa di settore pag. 22 FINITO DI STAMPARE MAGGIO 2014 EDITORIALE Gli “INVISIBILI” hanno riempito la PIAZZA Tre autobus e oltre cento partecipanti il contributo offerto dalla CNA di Grosseto La manifestazione nazionale che ha visto Rete Imprese Italia portare in piazza a Roma, il 18 febbraio, migliaia di imprenditori provenienti da ogni parte d’Italia è purtroppo coincisa con la crisi di Governo aperta dalle dimissioni di Enrico Letta. La mancanza di un esecutivo in carica e il venir meno dell’interlocutore politico (un incontro tra premier e vertici delle Associazioni era previsto a manifestazione appena conclusa), avrebbe potuto indurre anche al rinvio dell’iniziativa (i vertici nazionali avranno preso in esame anche questa possibilità), ma la manifestazione è stata poi confermata. La gravità della situazione economica, l’allarmante trend delle cessazioni (più di mille in provincia nel 2013), il peso della burocrazia e delle tasse, la mole dei crediti nei confronti della Pubblica amministrazione e, non ultime, le difficoltà (crescenti) di accesso al credito, rendevano necessaria per non dire indispensabile una risposta. Una risposta dettata, oltre che dall’orgoglio di chi ha scelto di fare impresa, di non dipendere da nessuno e di non affidare ad altri, se non al proprio saper fare, il futuro suo e quello della sua famiglia, dalla frustrazione e dalla rabbia di chi (immerso in una situazione apparentemente senza sbocco) si vede circondato dall’inefficienza, dalla cattiva gestione e dagli sprechi. Quella che prevale è infatti l’immagine di un Paese, di un sistema istituzionale, di una struttura pubblica, (almeno apparentemente) incapaci di riformarsi. Sembra essere questa, infatti, la convinzione prevalente; una convinzione rilanciata dai servizi televisivi e dai resoconti giornalistici, confermata dal giudizio dei cittadini e dalle afferma- zioni di chi ci governa: a giudizio del premier e del ministro dell’Economia, infatti, “il sistema politico e istituzionale italiano ha rallentato e talvolta ostacolato la gestione della cosa pubblica” nonché “ritardato la ripartenza dell’economia”. Parole chiare che confermano, come abbiamo già detto, un’opinione purtroppo prevalente. Come giustificare in maniera diversa la ridondanza e l’inefficienza della “macchina” pubblica italiana? Ottomila Comuni, cinquemila dei quali al di sotto dei cinquemila abitanti e tremila con meno di tremila. Uno spreco evidente che però non impedisce, a quegli stessi Comuni, di gestire seimila società partecipate (il fatto che un terzo di queste sia in perdita sembra un dettaglio poco più che trascurabile). L’inefficienza, in Italia, è però una patologia diffusa: la gestione di un patrimonio immobiliare come quello dell’Inps (stimato in quasi tre miliardi) perde 380 milioni all’anno. Un risultato che grida letteralmente vendetta in un Paese che considera proprio la casa come il più ambito investimento. Quale altro soggetto riuscirebbe a fare di peggio ? Il “cahier de doléances”, solo volendo, potrebbe continuare pressoché all’infinito. Se in Giappone e in Spagna il costo di un chilometro di Tav non raggiunge i 10 milioni (9,3 e 9,8) e in Germania li supera di poco (10,2) in Italia, per realizzare la stessa tratta, non bastano 60 milioni. Sarà un caso, ma in Italia, le migliori performance sembrano realizzarsi al negativo. Si assiste alla stretta creditizia più forte e più ingiustificata d’Europa, a fronte del progressivo incremento dei depositi privati. La Banca d’Italia certifica l’ennesima contrazione dei prestiti (alle famiglie e alle imprese) e le condizioni praticate dalle banche italiane sono tra le peggiori (sia in relazione alle garanzie richieste che alle condizioni praticate). Si subisce però una tassazione insostenibile: il cosiddetto total tax rate (il totale complessivo delle imposte che gravano sugli utili d’impresa) ha quasi raggiunto il 66. Mutuando uno degli hashtag del premier in carica, si può dire che l’Italia ha veramente bisogno di “cambiare verso”. Gli ottantamila (noi compresi) che hanno riempito piazza del Popolo a Roma, il 18 febbraio, erano portatori di una richiesta (per non dire esigenza) di modernizzazione e di normalizzazione di un Paese che se, a volte, è stato all’avanguardia dell’innovazione, proprio “normale” non è mai riuscito ad essere. È ora che lo diventi. All’introduzione di un nuovo linguaggio e all’avvento di una nuova classe dirigente deve seguire, finalmente, quella “rivoluzione” tante volte annunciata e troppo spesso mancata. Le prime misure del Governo, pur trascurando il mondo dell’impresa, sembrano essere andate nella giusta direzione. La fase due (ha garantito il premier) dovrà recuperare in tal senso (pensionati, incapienti e piccole imprese avranno l’attenzione che meritano). Noi stiamo aspettando. Renzo Alessandri Direttore CNA Grosseto 3 Agricultural Machinery Opportunity 4 PROTESTA La MOBILITAZIONE di RETE IMPRESE ITALIA a ROMA: "SENZA IMPRESA non c’è ITALIA" Migliaia di imprenditori in piazza Il 18 febbraio, una piazza del Popolo gremita, ha accolto il “popolo delle partite Iva” chiamato a Roma da Rete Imprese Italia. Lo slogan “Senza Impresa non c’è Italia”, campeggiava sulla mobilitazione generale promossa dalle cinque organizzazioni costituenti Rete Imprese: Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti. Decine di migliaia di imprenditori, arrivati in piazza fin dalle prime ore della mattinata, provenienti da tutta Italia, sono “scesi” a Roma per sollecitare una decisiva svolta nella politica economica del Paese, una svolta in grado di tener conto delle difficoltà e delle esigenze del mondo dell’impresa diffusa, dell’artigianato e del terziario di mercato, che rappresenta il 94 per cento del tessuto produttivo dell’Italia che ne costituisce la forza trainante (concorre al 69 per cento del fatturato nazionale e garantisce il 58,8 per cento dell’occupazione del Paese). Alla manifestazione hanno dato voce i presidenti delle cinque associazioni: Marco Venturi (portavoce di Rete Imprese Italia e presidente di Confesercenti), Daniele Vaccarino (CNA), Giacomo Basso (Casartigiani), Carlo Sangalli (Confcommercio) e Giorgio Merletti (Confartigianato). Dalla Toscana in 1200 alla manifestazione di Roma “La manifestazione nazionale alla quale abbiamo partecipato, e che si è svolta a Roma, ha avuto un’adesione oltre ogni aspettativa, è stata un grande evento storico. Anche noi toscani abbiamo fatto la nostra parte: eravamo almeno 1.200, tutte le Province erano presenti con le loro rappresentanze. Per questo desidero rivolgere un forte e sincero ringraziamento a tutti voi per il vostro impegno e la vostra partecipazione. Il futuro delle nostre imprese è anche il futuro del Paese. La speranza è che la nostra classe dirigente comprenda veramente il senso della manifestazione di Roma e, soprattutto, prenda coscienza del valore della piccola impresa. Le nostre imprese e l’Italia tutta hanno bisogno di un cambio di marcia immediato: troppe tasse e troppa burocrazia stanno dando il colpo di grazia al sistema economico del Paese, già fortemente provato dalla persistenza della crisi”. Valter Tamburini presidente CNA Toscana 5 APPROFONDIMENTO Una ricerca della CNA nazionale conferma l’insostenibilità della pressione fiscale In crescita il peso della fiscalità locale 6 Due miliardi di tasse in più al mese, rispetto all’anno 2011, sulle spalle degli italiani. Una ricerca condotta da CNA nazionale conferma quanto denunciato in sede locale, sia nel corso dell’assemblea CNA che nelle iniziative di Rete Imprese Grosseto, sugli effetti del prelievo fiscale in generale e di quello locale in particolare (l’Imu, a fronte della dichiarata invarianza di gettito, ha raddoppiato il prelievo dell’Ici e la Tares quello della Tarsu). Un vero e proprio salasso è stato operato sulle imprese italiane grazie a un’imposizione fiscale che, incurante della crisi, “morde” con sempre maggiore ferocia. Il fisco italiano è l’unica impresa a non soffrire la crisi; i suoi conti vanno a gonfie vele: rispetto al 2011, infatti, incassa quasi due miliardi di euro in più al mese. Ma com’è possibile che i contribuenti italiani siano stati chiamati a versare 24 miliardi in più all’anno nelle casse pubbliche, centrali e locali, a dispetto del prodotto interno lordo in costante arretramento? La risposta la offre una ricerca del Centro studi della CNA dedicata alle “Entrate erariali e locali che incidono sulla pressione fiscale”. L’ “annus horribilis” per i contribuenti italiani è stato il 2012, quando (complice la riduzione del Pil) la pressione fiscale è balzata dal 42,8 al 44,3 per cento (nel 2013, “fortunatamente” il fisco si è “limitato” a confermare le entrate e anche la pressione fiscale precedenti). Nel 2012, infatti, la crescita del gettito è stata determinata per 12,4 miliardi dalle imposte indirette e per 11,1 miliardi da quelle dirette (in questo computo rientra anche la trasformazione delle “una tantum” in “una semper”). Nell’arco di 12 mesi, è avvenuto uno spostamento di circa 5,5 miliardi dalle entrate tributarie straordinarie (sostenute, per la maggior parte, da quanti hanno scelto di beneficiare di sanatorie, condoni e particolari agevolazioni fiscali) alle entrate strutturali a carico di tutti i contribuenti e, in particolare, delle imprese. La responsabilità principale dell’aumento “monstre” della tassazione va addebitata alla trasformazione dell’Ici in Imu: la nuova imposta sugli immobili (che ha colpito selvaggiamente capannoni, laboratori, negozi, gli immobili strumentali insomma, quelli che creano lavoro e ricchezza diffusa) è costata ai contribuenti intorno ai 14 miliardi. Per effetto della doppia competenza ComuniErario, le maggiori entrate derivate dall’Imu sono state pari a circa 6 miliardi per i Comuni e ad 8 per l’Erario. L’impennata del 24 per cento dell’imposta di fabbricazione sui carburanti ha permesso poi al fisco di introitare maggiori entrate per 5 miliardi: maggiori entrate non certo dovute alla crescita dei consumi, che, anzi, si sono ridotti (dopo i beni di consumo, gli alimentari e l’elettronica è in caduta libera anche il consumo dei medicinali), ma proprio all’exploit della tassazione. Auguriamoci che sia finita, ma le ultime notizie non sono certo confortanti. Complice la Tasi, si tornerà a pagare (anche se sotto mentite spoglie) l’Imu sulla prima casa. L’aliquota massima iniziale fissata (dalla Legge di Stabilità) al 2,5 per mille è già salita (dello 0,8) attestandosi al 3,3 per mille. L’eventuale aumento, così viene assicurato, è nella facoltà dei sindaci, servirà a finanziare le detrazioni destinate alla prima casa e a garantire l’invarianza del prelievo rispetto all’anno precedente. È certo che non staremo a guardare e l’invarianza del prelievo, visti i precedenti, la vorremo “toccare con mano”. Nel frattempo, tanto per fare due conti, si può dire che per i negozi e i capannoni (già soggetti all’Imu), l’introduzione della Tasi comporterà un prelievo aggiuntivo (in tutta Italia) di circa un miliardo in più. Renzo Alessandri direttore CNA Grosseto PRELIEVO FISCALE TUTTE LE RAGIONI DELLA MOBILITAZIONE: AD ILLUSTRARLE I DIRETTORI DELLE QUATTRO ASSOCIAZIONI LOCALI "Riprendiamoci il futuro" lo slogan dell'iniziativa Le imprese, da troppo tempo in attesa di una ripresa che sembra non arrivare mai, chiedono che azioni concrete e rapide prendano il posto dei soliti progetti astratti (la soluzione di problemi ormai indifferibili). La mancata ripresa della domanda e una pressione fiscale nazionale e locale, che ha raggiunto livelli intollerabili, rischiano di prolungare i loro effetti sulle imprese (già stremate da forti difficoltà), di provocare un ulteriore impoverimento delle famiglie e una crescita allarmante della disoccupazione. Con l’iniziativa del 18 febbraio, e con lo slogan “Riprendiamoci il futuro”, le 5 organizzazioni dell’artigianato, del terziario di mercato e delle piccole imprese italiane (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti) hanno portato in piazza il disagio delle piccole imprese italiane (stremate, come è stato detto, dalla crisi economica e dalle condizioni di contesto che comprimono le potenzialità del tessuto produttivo. Gli imprenditori, con la loro presenza in piazza, hanno voluto ricordare che dal futuro delle loro aziende dipenderà il futuro del Paese. Al tempo stesso, però, hanno voluto porre all’attenzione della politica alcune proposte (attuabili rapidamente), in grado di ripristinare un clima positivo e di diffondere una maggiore fiducia nel futuro. La manifestazione è stata l’occasione per dare visibilità a tutte quelle micro, piccole e medie imprese che, nonostante le difficoltà, continuano a garantire occupazione e stabilità, ma non ricevono adeguata attenzione da parte del mondo politico e istituzionale. L’attività produttiva in tutti i settori economici ha subito, negli ultimi cinque anni, una contrazione incredibile. Alcuni dati: • • • • • • • • • la ricchezza prodotta dal Paese è diminuita del 9 per cento la ricchezza pro-capite si è ridotta dell’11,1 per cento il valore aggiunto dell’industria si è ridotto del 19,5 per cento il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito del 9,4 per cento la spesa delle famiglie si è ridotta del 7,9 per cento l’occupazione si è ridotta di oltre 1 milione di unità la disoccupazione è raddoppiata, dal 6,4 al 12,7 per cento (1,2 milioni di disoccupati in più) la disoccupazione giovanile ha superato il 40 per cento le imprese che ogni anno cessano di esistere sono oltre 1.000 al giorno. Alle condizioni attuali, le previsioni Istat indicano per il 2014 una crescita del Pil pari a +0,7 per cento, mentre i consumi delle famiglie aumenteranno solo dello 0,2 per cento. È chiaro che non si tratta di una ripresa vera e propria. Occorre andare oltre al sentiero dell’austerità, con azioni che rilancino realmente l’attività economica. Occorrono azioni semplici ed efficaci, funzionali al sostegno del modello imprenditoriale italiano “quale realmente è”, non “quale si vorrebbe che fosse”. Le nostre proposte vanno in questa direzione e tendono a far si che il 2014 diventi l’anno della svolta. 7 IL MANIFESTO LE NOSTRE PROPOSTE: SERVONO INTERVENTI PER LA CRESCITA, CAMBIANDO L’APPROCCIO CHE HA GUIDATO FINORA LE SCELTE DI POLITICA ECONOMICA. BASTA CON L’AUSTERITÀ, VANNO RILANCIATI CONSUMI ED INVESTIMENTI Riformare gli assetti istituzionali e garantire la governabilità • ripresa di un forte e rinnovato dialogo con le rappresentanze delle imprese e dei lavoratori da parte delle istituzioni • ri-articolazione dei livelli di governo territoriale ed eliminazione di ambiti istituzionali inutili • nuova legge elettorale • revisione del Titolo V della Costituzione Fare la riforma fiscale: dall’oppressione allo sviluppo • destinazione delle risorse derivanti dalla lotta all’evasione e dalla “Spending Review” alla riduzione della pressione fiscale generale, in particolare partendo dalla riduzione delle aliquote IRPEF • confluenza nel fondo Taglia Tasse delle risorse derivanti dall’emersione volontaria dei capitali detenuti all’estero • rapida attuazione della Delega Fiscale, con l’emanazione dei provvedimenti in favore delle Pmi • innalzamento della franchigia IRAP • esclusione dal pagamento dell’IMU per gli immobili strumentali all’attività d’impresa, partendo dall’aumento della percen tuale di deducibilità dell’IMU dalle imposte sui redditi (pari al 20% dal 2014); estensione inoltre della deducibilità anche ai fini IRAP • nuovo sistema tariffario per i rifiuti attraverso una revisione della TARI e profonda rivisitazione della TASI per le imprese con l’inclusione in tale imposta di altri tributi locali, con la conseguente loro abolizione Far ripartire le imprese e uscire dall’emergenza occupazionale • ridurre il costo del lavoro • sostenere tutte le nuove assunzioni • non penalizzare i contratti flessibili • eliminare le causali per le assunzioni a tempo determinato • semplificare ulteriormente l’apprendistato, in particolare per i giovani che ancora studiano Dare credito alle imprese • intervento straordinario della BCE a sostegno dell’accesso al credito delle Pmi • riorganizzazione della filiera della garanzia e rafforzamento nella patrimonializzazione dei Confidi • incentivazione delle fonti alternative al canale bancario Proseguire nell’azione di semplificazione • efficace semplificazione normativa e amministrativa: non costa ma libera risorse per la crescita • pieno riconoscimento e valorizzazione delle Agenzie per le Imprese e di ogni altro strumento atto a rafforzare la sinergia pubblico privato e rendere maggiormente positivo il rapporto tra le imprese e le Amministrazioni • assicurare il rispetto dei termini di pagamento dei debiti commerciali • incoraggiamento all’uso della moneta elettronica attraverso l’abbattimento dei costi di gestione troppo alti che ne impediscono la diffusione • snellimento degli adempimenti formali e procedurali in materia di sicurezza sul lavoro Tornare alla legalità • meccanismi premianti per le imprese che denunciano l’illegalità • sistema giudiziario civile più efficiente. Portare a competere più imprese sui mercati internazionali • investimenti per fare del turismo uno dei volani principali per la crescita, trami- te un suo collegamento con le attività delle Pmi del Made in Italy • network di sostegno alla presenza internazionale delle Pmi con servizi finanzia- ri e assicurativi dedicati alle Pmi Innovare il sistema dei trasporti e della logistica • definizione di un Piano nazionale vincolante sulle infrastrutture, i trasporti e la logistica • completamento del processo di riforma della legge sui porti • rafforzamento della liberalizzazione del trasporto ferroviario • definizione di un quadro regolamentare ed economico certo per i servizi di Trasporto Pubblico locale Ridurre i costi energetici per le Pmi • adeguata revisione dei sussidi incrociati presenti nell’articolazione delle tariffe elettriche • modifica del sistema impositivo vigente sui consumi di energia elettrica • abrogazione dell’IVA sugli oneri propri e impropri della bolletta • favorire l’uso di fonti energetiche alternative Superare il Sistri • sospensione dell’attuale operatività del Sistri; • dopo un fase di sperimentazione, definizione di un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti con semplificazione degli adempimenti 8 ASSEMBLEA Riccardo Breda sulla crisi maremmana: la relazione del nuovo presidente della CNA Grosseto "Le nostre imprese non sono in grado di sostenere una tassazione a questi livelli" L’Assemblea del 18 gennaio ha offerto al neo presidente Riccardo Breda e ai componenti la Presidenza provinciale dell’Associazione l’occasione per la prima uscita pubblica. La fase elettiva dell’Associazione, dopo aver portato il 28 giugno all’elezione della Direzione provinciale, si è infatti conclusa il 10 dicembre 2013 con l’elezione del presidente e della Presidenza (composta da Stefano Acquarelli, Massimiliano Di Rosa, Daniela Morosini e Luciano Tortelli). “A b b i a m o deciso di far coincidere – ha detto Breda in apertura della sua relazione – l’Assemblea pubblica con la presentazione del Rapporto “Trend”, per offrire anche i risultati dell’indagine all’esame e alla valutazione dei presenti. Il primo semestre 2013 ha visto l’artigianato maremmano ancora all’interno del tunnel della crisi.” Credito e burocrazia tra i maggiori problemi. “I dati diffusi dalla Banca d’Italia certificano l’ennesima contrazione dei prestiti su base annua che, a novembre si sono ridotti del 4,3 per cento (sono diminu- iti dell’1,5 i prestiti alle famiglie e per il sedicesimo mese consecutivo quelli alle imprese: meno 6 per cento a fronte di un meno 4,9 registrato ad ottobre). Una stretta creditizia infinita e oltretutto ingiustificata: l’incremento dei depositi privati (sempre base annua) ha raggiunto il 6,1 per cento (a fronte del 5,4 per cento di ottobre). Le banche continuano a riem- pire il loro portafoglio di titoli di Stato (a novembre la quota di titoli nazionali è salita a un nuovo massimo: 402 miliardi e 938 milioni dopo che ottobre, con 399 miliardi, aveva “frantumato” il record che aveva visto, a giugno sfiorarne i 402). Tutto questo, per non parlare dei costi del credito e delle condizioni a cui questo soggiace. Nel descritto contesto, pensare che gli imprenditori possano av- viare politiche espansive o riattivare la crescita rischia di essere una pura utopia". "Non meno problematico – ha proseguito Breda – risulta essere il problema della burocrazia. In una situazione in cui burocrazia è sinonimo di inutilità, perdita di tempo, ridondanza, complessità, difficoltà di comprensione, il ricorso a consulenti esterni diventa inevitabile. Risultato: oneri stimati in 5 miliardi l’ a n n o . Ta n to costa infatti la burocrazia (come attesta una ricerca c o m m i s sionata dalla C N A a l l’ I p sos) agli artigiani e alle p i c c o le e medie imprese italiane. Per il solo svolgimento degli adempimenti burocratici il titolare di una piccola impresa è infatti costretto a lavorare, mediamente, 47 giorni ogni anno; alla burocrazia, deve inoltre dedicare anche una parte del lavoro dei suoi dipendenti (ulteriori 28 giorni). Un costo totale di circa 11 mila euro che, moltiplicato per il numero delle piccole imprese ita- 9 ASSEMBLEA liane, raggiunge l’astronomica cifra di 5 miliardi (oltretutto per assolvere ad adempimenti che, un terzo degli intervistati, giudica “indebitamente posti in capo alle aziende”). Tali adempimenti, cresciuti a dismisura nel tempo, sono considerati inutili prima ancora che costosi. La burocrazia, quindi, è percepita come il principale ostacolo alla crescita e all’innovazione.” Per non parlare del fisco, della sicurezza e dell’ambiente. “Nell’area dell’ambiente e della sicurezza le procedure risultano complesse, in primo luogo per le aziende che trattano rifiuti pericolosi e, subito dopo, per quelle che operano nell’ambito dei cantieri (anche in questi casi, gli adempimenti sono assimilati ad inutili formalità dal 40 per cento degli intervistati). È innegabilmente quella del Fisco, per la complessità e per i costi, l’area da cui gli imprenditori (in modo particolare quelli che operano nell’ambito dei servizi e occupano pochi dipendenti) si sentono maggiormente vessati. L’impennata delle tasse ha rappresentato e rappresenta un freno alla crescita. I numeri sulla tassazione nazionale regionale e locale, presentati da Rete Imprese Italia 10 nell’incontro sui tributi locali di novembre, erano e sono numeri da paura. Con il passaggio dall’Ici all’Imu si è assistito al sostanziale raddoppio del prelievo e il passaggio dalla Tarsu alla Tares ha prodotto un effetto analogo. Il peso della pressione fiscale locale, oggi, ha superato ampiamente quella nazionale. La Regione, stando a metà delle due estreme è riuscita a conquistare, grazie all’Irap, la posizione più alta del podio. L’Italia ha raggiunto, per livello impositivo (42,3 per cento) il secondo posto in Europa dopo il Belgio (un Paese che per efficienza dei servizi e qualità del welfare non è certo paragonabili al nostro), mentre il cosiddetto Total tax rate (il totale complessivo delle imposte che gravano sugli utili d’impresa calcolato dalla Banca mondiale) ha quasi raggiunto il 66 per cento (65,8 per l’esattezza). Pressione fiscale è contributiva, di conseguenza, pesano come un macigno sul costo del lavoro italiano (il nostro Paese è tra i peggiori, occupa il sest'ultimo posto nella classifica Ocse con un cuneo pari al 47,6 per conto a fronte di una media generale del 35,6 nel 2012). A dimostrazione della pessima performance italiana si può aggiungere che, se tra il 2002 e il 2012 la media Ocse ha visto il cuneo ridursi dello 0,9 per cento, nel nostro Paese, nello stesso periodo, questo è cresciuto di una quota analoga (1 per cento)”. “Le nostre imprese – ha proseguito Breda – non sono più in grado di sostenere una tassazio- ne a questi livelli. Il sistema economico locale rischia il collasso e le principali rilevazioni statistiche lo confermano (dalla caduta dei consumi all’aumento della cassa integrazione, dalla regolarità nei pagamenti commerciali al numero dei disoccupati), viene da chiedersi come una Provincia che non raggiunge i 220 mila abitanti possa permettersi quasi 30 mila disoccupati.” A giudizio di Breda “abbiamo attraversato una situazione di crisi che non ha risparmiato niente e nessuno, abbattendosi sulle imprese, falcidiando l’occupazione, erodendo il potere di acquisto delle famiglie. Purtroppo però, nonostante i sacrifici chiesti agli italiani, il debito pubblico non ha dato segni di miglioramento. A novembre infatti, secondo la Banca d’Italia, ha toccato il record di 2.104 miliardi di euro. A fronte di un quadro così difficile e complesso, anche nell’anno che è alle nostre spalle, la politica non si è dimostrata all’altezza. Si è persa un’occasione forse unica, dando ancora una volta ASSEMBLEA l’impressione di tirare a campare. Le larghe intese, nonostante una maggioranza parlamentare bulgara e un’opposizione confinata 'sui tetti', non hanno prodotto l’auspicato cambio di passo: la spesa pubblica ha continuato a correre, la pressione fiscale a crescere, non si è vista l’ombra di una riforma, non si è investito a sufficienza sull’impresa, non si sono create le premesse per la ripresa economica e meno che meno per lo sviluppo. Sosteniamo queste cose sapendo di essere, a nostra volta, nella necessità di ridefinirci e riformarci. Ai 'campanili' che hanno caratterizzato il nostro essere fino ad oggi debbono sostituirsi, nei tempi più brevi, la collaborazione funzionale, le costruzione di sinergie e la ricerca di più ampie intese. Nessuno pensa, almeno per il momento, a fusioni tra le Associazioni. Allo stato, però, lo scambio di buone pratiche, l’integrazione dei servizi tradizionali e una comunione di quelli innovativi può essere sicuramente e opportunamente sperimentata. L’uscita dalla crisi che tutti auspichiamo prossima avverrà in un contesto p ro fo n d a mente modificato. Nessuno, da solo, potrà bastare domani a se stesso. Il cambiamento segnerà la vita delle Associazioni e il rapporto tra sigle associative diverse. I bisogni e le aspettative delle imprese, a loro volta, saranno maggiori e più articolati. Di conseguenza, anche la rappresentanza dovrà rilanciare la propria iniziativa ed unirsi per moltiplicare le proprie possibilità di successo. L’esperienza di Rete Imprese ha costituito, indubbiamente, una prima risposta in tal senso. Dobbiamo chiederci se, e in che misura, una tale esperienza possa essere rilanciata e maggiormente valorizzata. Quello che stiamo vivendo è uno dei momenti più difficili della nostra esperienza personale e professionale. La nostra primavera, quella che attendiamo da tempo, è costituita dalla ripresa economica e produttiva di questa provincia e dal maggior benessere per il nostro Paese”. C’erano proprio tutti ! Un parterre d’eccezione ha fatto da cornice all’A ssemblea della CNA convocata, in seduta pubblica, il 10 gennaio 2014. Erano presenti, infatti, il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi; il vice prefetto aggiunto Sergio Di Iorio, in rappresentanza del prefetto; Diego Acqui, in rappresentanza del questore Laratta; l’assessore regionale Anna Rita Bramerini; il vice sindaco Paolo Borghi e gli assessori comunali Arsenio Garosi, Giovanna Stellini e Emanuel Cerciello; gli assessori provinciali Federico Balocchi, Gianni Chelini e Fernando Pianigiani; l’assessore Rotoloni, in rappresentanza del sindaco di Castiglione della Pescaia, il sindaco di Roccastrada Giancarlo Innocenti; Francesco Carri e Giancarlo Ciarpi, rispettivamente presidente e il direttore generale della Banca della Maremma; il presidente della Camera di Commercio Giovanni Lamioni; il segretario della CGIL Claudio Renzetti; il presidente della Coldiretti Francesco Viaggi e quello della Confagricoltura Antonfrancesco Vivarelli Colonna; il direttore della CIA Angelo Siveri; il segretario del Pd Barbara Pinzuti, presente anche nella veste di assessore al Comune di Follonica e Francesco Giorgi segretario del Psi; il presidente della Confesercenti Pierferruccio Lucheroni; il direttore dell’A nce Mauro Carri; il direttore della Confartigianato Mauro Ciani; il presidente del Consorzio Bonifica Fabio Bellacchi; il direttore di Grosseto Fiere Carlo Pacini; il presidente della R ama Marco Simiani. Messaggio di saluto e di augurio, dagli assessori regionali Vittorio Bugli e Cristina Scaletti; dal presidente della Provincia Leonardo Marras (quel giorno fuori città); dagli assessori comunali Giancarlo Tei e Luca Ceccarelli; dall’assessore provinciale Patrizia Siveri; dal direttore della Confesercenti Gloria Faragli. 11 TREND RAPPORTO TREND PRIMO SEMESTRE 2013: ARTIGIANATO MAREMMANO ANCORA NEL TUNNEL DELLA CRISI Nessun segnale di ripresa, anche se, nei primi mesi dell’anno, è stato registrato un leggero incremento di fatturato Un unico incontro per presentare la nuova Assemblea elettiva della CNA Grosseto e il Rapporto Trend del primo semestre 2013. Un’occasione importante per l’associazione grossetana che, nello stesso giorno, ha presentato il nuovo presidente, Riccardo Breda, e i dati non ancora troppo positivi del Rapporto Trend. A introdurre l’incontro il direttore provinciale Renzo Alessandri che ha lasciato al presidente Breda (che è andato a sostituire Gabriele Fusini) il compito di presentare il resto dell’Assemblea elettiva e di fare il punto sulla difficile situazione dell’artigianato della provincia di Grosseto. A seguire l’analisi dettagliata di Andrea Manuelli sul primo semestre 2013 dell’artigianato maremmano, in rapporto anche ai dati regionali relativi alle altre province. Una descrizione dettagliata e precisa che evidenzia sì un leggero incremento del fatturato, ma pochi reali segnali di ripresa. Un quadro leggermente più incoraggiante del passato, ma ancora molto lontano dal raggiungimento di una situazione positiva. 12 I RISULTATI DEL RAPPORTO Il primo semestre 2013 vede l’artigianato maremmano ancora dentro il tunnel della crisi. Non si avvertono segni concreti di ripresa anche se un leggero incremento del fatturato registrato nei primi sei mesi dell’anno (il secondo semestre, nelle rilevazioni degli ultimi anni, e “riuscito” però ad an- nullare i modesti miglioramenti del primo), induce a sperare in una riduzione della sua drammatica intensità. L’artigianato toscano, come sappiamo, è in difficoltà dal 2002 e in recessione dal 2008. La crisi dell’ultimo quinquennio ha colpito il sistema produttivo così duramente da indurre alcuni settori (vedi le costruzioni) ad un vero e proprio ridimensionamento. Quasi tutti gli altri, salvo pochissime eccezioni, hanno subito pesanti contrazioni. L’analisi congiunturale “Trend”, come è stato spesso ribadito, si fonda sui dati contabili di circa 4 mila imprese artigiane tra le migliaia presenti in Toscana (il campionamento è curato dall’Istat) e serve a quantificare l’apporto che il “pianeta artigianato” da al sistema economico regionale (fra queste imprese, alcune centinaia, hanno sede nella nostra provincia). Da un esame del rapporto si evince che nemmeno il primo semestre del 2013 ha aperto la strada all’auspicata ripresa. Ad ogni buon conto, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si registra un (lieve) incremento dei ricavi che, quantomeno, segna uno stop alla consistente e costante erosione di fatturato che aveva accompagnato questa provincia negli ultimi anni. La dinamica del fatturato per macro settori evidenzia, infatti, una ripresa di quello delle costruzioni; ancora in flessione, invece, il manifatturiero, mentre recuperano qualcosa i servizi (in particolar modo grazie ai trasporti). Nel primo semestre 2013, il monte-fatturato dell’economia artigiana grossetana ha supera- TREND to i 158 milioni di euro (per l’esattezza 158,6) proiettando, su base annuale, un’aspettativa superiore ai 300 milioni di euro. Una dimensione ancora ragguardevole. Consideriamo che quest’eccezionale contesto di crisi ha prodotto un calo “demografico” di 450 aziende artigiane (saldo tra quelle “nate” e “morte”) tra il 2007 e il 2013. Le imprese artigiane in provincia, che alla fine del 2007 erano infatti 6.498, si sono ridotte a poco più di 6 mila (per l’esattezza 6.048) nello scorso anno (la contrazione maggiore si è registrato nel comparto delle costruzioni che in tale periodo ha perso ben 307 imprese). Con un fatturato 2013 che si stima sui 317 milioni, l’artigianato rappresenta ancora la base fondamentale per l’economia maremmana. I dati relativi al primo semestre dello scorso anno, però, confermano al tempo stesso la staticità del comparto nell’ambito della provincia. Un settore che, mentre non cede ulteriore terreno, non avvia il recupero delle posizioni perdute. Ad un fatturato in lieve crescita rispetto allo stesso periodo del 2012, si contrappongono indici occupazionali e produttivi densi di criticità. Tutti i macro settori infatti, proponendo la riduzione della spesa per le retribuzioni, confermano il perdurare della crisi (un dato che desta preoccupazione soprattutto a fronte di una tendenza regionale che, su tale voce di costo, manifesta una leggera ripresa). Unica fonte d’ottimismo, il saldo parzialmente positivo del principale macro settore provinciale: quello delle costruzioni, dopo i difficili semestri con cui ha condizionato negativamente l’intero artigianato locale. I livelli pre-crisi, come sappiamo, sono ancora molto lontani, mentre resta da capire se e in quale misura “l’apparente ripresa” sia stata tale o, piuttosto, indotta e favorita da elementi contingenti (dagli incentivi per le ristrutturazioni agli interventi in atto nelle zone Peep e Pip della città). Per rimettersi in carreggiata e per essere pronti ad agganciare una ripresa che almeno nel 2015 si dice non dovrebbe mancare serve però un’iniziativa straordinaria. Carico fiscale eccessivo, peso della burocratica e accesso al credito problematico non possono costituire, all’infinito, le criticità del sistema economico (locale e non). Un’adeguata promozione d’area, il sostegno all’innovazione e alla ricerca, l’accelerazione delle opere pubbliche sono le aspettative che i vari livelli di Governo (nazionale, regionale e anche locale) sono chiamati necessariamente ad assolvere. 13 ANATOCISMO E USURA IL DIFFICILE RAPPORTO TRA BANCA E IMPRESA "La mancanza di finanziamenti si traduce nell'impossibilità di investire sull'azienda" 14 Non lo fanno tutte, questo è certo. Non tutte le banche, infatti, applicando, o avendo applicato in passato, interessi eccessivi sono “in odore” di anatocismo. Non sono tutte le banche a sommare interessi esorbitanti a commissioni da “capogiro” e a valicare, in alcuni casi, la soglia del tasso usura. A volte però succede: anche in ambito locale. Non dimentichiamo che il primo aprile di quest’anno, e non si è certo trattato di un pesce, proprio le cronache locali hanno riportato il caso di quattro istituti di credito condannati a restituire ad un correntista somme ingenti. Sulla base di queste premesse, in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, le imprese debbono essere messe in condizione di difendersi: monitorando gli estratti conto bancari, individuando le possibile anomalie e, dove possibile, recuperando il “mal tolto”. Di questo tema e più in generale del rapporto tra banche e imprese si è parlato mercoledì 16 aprile, nella sala conferenze della CNA, nel corso in un' iniziativa promossa dall’Associazione e da Toscanaconsulting (società di consulenza bancaria). Il rapporto con il mondo del credito infatti, oggi più che mai, si configura come il “nervo scoperto” delle imprese. La stretta creditizia che ha colpito il sistema imprenditoriale negli ultimi anni si è sovrapposta alla più grande crisi dell’economia ‘realè dal dopoguerra ad oggi. Il combinato di questi due fattori ha formato un mix micidiale per la piccola impresa in generale e per l’artigianato in particolare; un combinato che ne ha penalizzato la crescita e ne ha messo in discussione la stessa sopravvivenza. La situazione in atto è stata monitorata da un’indagine condotta da CNA toscana, rivolta ad un campione rappresentativo dei principali settori economici (manifatturiero, costruzioni e servizi) e operante nell’intero territorio regionale. La base imprenditoriale selezionata come campione era costituita da soggetti nel pieno della propria periore al 25 per cento. - il 40 per cento delle imprese che ha fatto domanda di finanziamento ha trovato difficoltà nel veder accol- vita imprenditoriale (tra i 40 e i 50 anni d’età) aveva al suo interno una quota significativa di donne (40 per cento) e deteneva un titolo di studio elevato (il 57 per cento con diploma ed il 26 per cento con laurea o titolo superiore). I risultati dell’indagine. Il rapporto delle piccole imprese con le banche si è confermato deprimente per la maggior parte degli intervistati. Negli ultimi 5 anni, il 79 per cento del campione si è rivolto alle banche chiedendo affidamenti (per gestire la mancanza di liquidità nel breve periodo, per realizzare investimento, per processi di riorganizzazione aziendale a medio-lungo termine). Allo stesso tempo, però: - l’83 per cento delle imprese del campione ha avvertito una riduzione del flusso di credito dalle banche negli ultimi cinque anni. - secondo la metà del campione (precisamente il 52 per cento) tale riduzione del credito è stata su- ta la propria richiesta. Queste difficoltà hanno indotto “fragilità” nel sistema e lo hanno posto a rischio (sul breve e sul medio-lungo periodo). I risultati dell’indagine, come conferma anche la situazione locale, collocano l’accesso al credito tra i principali problemi delle imprese, soprattutto delle più piccole. Tali difficoltà, se non rimosse, possono compromettere la sostenibilità dell’impresa: anche di quella più solida e non esposta ad insolvenze. La mancanza di finanziamenti può infatti tradursi nell’impossibilità di investire sull’azienda, di apportare innovazione di prodotto e di processo, di investire sulla mano d’opera più qualificata. Il rapporto tra banca e imprese propone una duplice criticità: le difficoltà di accesso al credito e le condizioni praticate. In ambedue i casi, le imprese debbono imparare a “difendersi” e a tutelarsi. ANATOCISMO E USURA Non esponendosi eccessivamente sul piano delle garanzie, nel primo caso, monitorando le condizioni praticate e denun- ciando, se necessario anche in senso letterale, le eventuali condizioni vessatorie verificate nel secondo. Impianti per la climatizzazione e per la produzione di acqua calda sanitaria Il contenuto dell’articolo 7 del dpr 74 del 2013, controllo e manutenzione degli impianti termici, ha fatto molto parlare di sè, negli ultimi mesi. Oggi, con i chiarimenti forniti delle Autorità preposte ai controlli e con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del libretto d’impianto per la climatizzazione si definiscono, con precisione, tutti gli adempimenti che gravano sui vari soggetti responsabili. I conduttori devono concedere il controllo e l’eventuale manutenzione degli impianti affidati alla loro responsabilità, solo a ditte abilitate ai sensi del decreto ministeriale 37del 2008 Le operazioni di controllo e l’eventuale manutenzione degli impianti devono essere eseguite tenendo conto: Novità sulla normativa relativa alla gestione dei gas fluorurati ad effetto serra La normativa riguardante la gestione dei gas fluorurati ad effetto serra prevede che entro il 31 maggio di ogni anno gli operatori delle apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria, pompe di calore e dei sistemi fissi di protezione antincendio, contenenti 3 o più chilogrammi di F-Gas comunichino al Ministero dell’A mbiente, tramite Ispra, la quantità di emissioni in atmosfera dell’anno precedente. La dichiarazione deve essere inviata telematicamente, previa registrazione, al seguente portale internet già attivo: www.sinanet.isprambiente.it/it/fgas. Diversamente dalla dichiarazione dello scorso anno, relativa al 2012, la comunicazione di quest’anno, relativa al 2013, deve contenere tutte le informazioni richieste e desumibili dai dati riportati sui Registri di Apparecchiatura. Si ricorda che, per la normativa sui gas fluorurati, l’operatore tenuto alla dichiarazione è il proprietario dell’impianto o dell’apparecchiatura, a meno che egli non abbia delegato l’effettivo controllo sul funzionamento tecnico, con un contratto scritto, ad un terzo responsabile. In questo caso il terzo responsabile diventa operatore, quindi il soggetto delegato obbligato a presentare la dichiarazione. Non ricade in questa casistica chi è stato incaricato soltanto della manutenzione o assistenza dell’apparecchiatura o dell’impianto. La seguente comunicazione riguarda prima di tutto le imprese che sono state nominate terzi responsabili di impianti o apparecchiature ma può essere utilizzata anche come comunicazione da trasmettere ai propri clienti (operatori) interessati. In CNA potete trovare maggiori informazioni operative per gestire la registrazione e la dichiarazione. • delle prescrizioni e delle periodicità contenute nelle istruzioni tecniche per l’uso e la manutenzione rese disponibili dall’impresa installatrice; • oppure delle prescrizioni e delle periodicità contenute nelle istruzioni tecniche relative allo specifico modello elaborate dal fabbricante; • oppure delle prescrizioni e delle periodicità previste dalle norme UNI e CEI per lo specifico elemento, tipo di apparecchio o dispositivo. Gli installatori e i manutentori degli impianti devono definire e dichiarare esplicitamente al loro committente, in forma scritta e facendo riferimento alla documentazione tecnica del progettista dell’impianto stesso o del fabbricante delle apparecchiature, • quali sono le operazioni di controllo e manutenzione di cui necessita l’impianto da loro installato o mantenuto per garantire la sicurezza di persone e cose; • con quale frequenza queste operazioni si devono effettuare. Gli impianti termici per la climatizzazione o produzione di acqua calda sanitaria, a partire dal primo giugno 2014, devono essere muniti di “un libretto d’impianto per la climatizzazione “. In caso di trasferimento, a qualsiasi titolo, dell’immobile o dell’unità immobiliare, il libretto d’impianto deve essere consegnato, debitamente aggiornato, all’avente causa. 15 ACCORDO UN PROGETTO CHE “METTE IN RETE” AZIENDE E PROFESSIONISTI, BCC DI PITIGLIANO E CNA GROSSETO Un accordo finalizzato alla “rigenerazione urbana” e al rilancio dell’edilizia nella zona delle Colline del Fiora 16 Un importante accordo finalizzato alla “rigenerazione urbana” e al rilancio dell’edilizia nella zona colline del Fiora è stato raggiunto tra CNA Grosseto e Bcc di Pitigliano. L’iniziativa, presentata in un convegno all’auditorium della Banca, si propone, grazie ad una partneship che ha “messo insieme” i tecnici e le imprese del luogo, la CNA e il Credito cooperativo di Pitigliano, di promuovere e rilanciare uno dei settori più colpiti dalla crisi , quello delle costruzioni, attraverso la leva delle ristrutturazioni e della qualificazione energetica degli edifici. Alla base dell’intesa, una valutazione comune sulle prospettive delle costruzioni nel “dopo crisi“, la sensazione che il settore non possa più contare, almeno per un po’, sul mercato delle seconde e la necessità di orientare le imprese verso il recupero del patrimonio edilizio esistente, sul suo consolidamento e sulla sua riqualificazione energe- realizzato prima del 1991 (quando non solo non esistevano le norme incentivanti, ma quando non si parlava di risparmio energetico o di auto produzione di energia), sottolineando così le potenzialità di questo nuovo mercato. La Bcc di Pitigliano e la CNA Grosseto si faranno carico di informare i cittadini e le imprese residenti nelle delle aree di riferimento della Banca sui vantaggi e le opportunità offerte dagli incentivi attualmente in vigore (detrazione fiscale del 65 per cento sulla riqualificazione energetica e per il consolidamento antisismico; 50 per cento sulle ristrutturazioni edilizie e conto termico). Tutti gli interessati ad approfondire l’argomento potranno rivolgersi al gruppo tecnico costituito dalle imprese della CNA e dai professionisti qualificati in materia, accedendo ad un Audit del tutto gratuito: per conoscere la condizione del proprio immobile, verificare gli tica. Non casualmente il presidente della CNA Riccardo Breda ha ricordato che il 92 per cento delle abitazioni della provincia di Grosseto è stato interventi necessari al miglioramento della sua classe energetica e per ottimizzarne i consumi annuali. Sulla base dei risultati, tutti gli interessati potranno prendere (con assoluta cognizione di causa) le proprie decisioni. Chi deciderà di attuare l’intervento di ristrutturazione o di rigenerazione energetica degli immobili potrà avere, dalla Banca, un finanziamento a tasso agevolato e finalizzato a questo tipo di intervento. Se poi la progettazione e la realizzazione dell’opera saranno affidate alle imprese e ai professionisti in convenzione, saranno addirittura annullate le commissioni per l’istruttoria relativa al finanziamento. Imprese e professionisti convenzionati garantiranno la realizzazione di un intervento “chiavi in mano“, facendosi carico della gestione degli incentivi e del rilascio dell’attestato di prestazione energetica per l’edificio ristrutturato. Questa iniziativa, realizzata da CNA e Bcc di Pitigliano, costituisce un modello che l’Associazione, se la sperimentazione risulterà positiva, intende esportare nel resto della provincia. Sono già in corso contatti con istituti di credito, imprese e studi professionali interessati a tale percorso. MERCATO ELETTRONICO IL MERCATO ELETTRONICO NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE IN UN CONVEGNO Una nuova iniziativa della CNA arriva sull'Amiata Il 21 marzo si è svolta, nella sede della CNA di Castel Del Piano, una partecipata assemblea sul mercato elettronico. L’iniziativa, introdotta dal presidente del Comitato di Zona della CNA dell’Amiata, Luciano Tortelli, si è resa necessaria perchè l’Unione dei Comuni Amiatini, già da tempo presente nella piattaforma Start della Regione Toscana, ha impresso una forte accelerazione ai processi di affidamento di lavori, servizi e forniture tramite procedure telematiche. E così la CNA, cercando di offrire un concreto servizio alle imprese, ha organizzato un incontro territoriale al quale hanno partecipato, in veste di esperti della materia, Roberta Pieri, responsabile dell’Area Amministrativa del Comune di Castel Del Piano, in rappresentanza dell' Unione dei Comuni Amiatini Zona grossetana, e Divo Pettini, responsabile del settore Informatica della CNA di Grosseto e che da tempo segue, per conto dell' Associazione, il cosiddetto “mercato elettronico”. Pettini, tra l’altro, fu anche relatore al primo dei convegni sul mercato elettronico organizzato a Grosseto nella sede dell' Associazione il 25 novembre 2013: le slide sono riportate nel sito della CNA al link www.cnagrosseto.it nella colonna di destra “forniture pubbliche amministrazioni”. L’incontro si è incentrato sulle modalità di registrazione alle due piattaforme che attualmente supportano le aste online della pubblica amministrazione: Start e Mepa, la prima, più semplice, gestita dalla Regione Toscana e la seconda, dalla valenza nazio- nale, gestita da Consip, struttura che si occupa degli acquisti online per la generalità delle pubbliche amministrazioni. Le numerose imprese presen- vinciale, ha predisposto un servizio di supporto sia per la registrazione a Start che a Mepa che per la acquisizione delle smart card che delle business key. ti hanno così potuto apprendere come registrarsi ai portali, quale dotazione tecnologica si rende necessaria (collegamento internet, smart card dotata di lettore o business key), come compilare il catalogo dei beni-servizi da proporre al mercato. Strumenti, questi, che entro poco tempo si renderanno necessari per tutti coloro che desiderano diventare fornitori non solo della generalità delle Pubbliche amministrazioni ma anche solo dei comuni amiatini. Chi non si adegua resterà, entro breve tempo, tagliato fuori. Va tuttavia rilevato che molte imprese hanno già iniziato a prendere confidenza con queste nuove procedure mentre, per le altre, la CNA, sia a livello locale che pro- Si tratta, insomma, di una rivoluzione alle porte, sostenute non solo dalle norme che impongono ai comuni di dover obbligatoriamente adottare queste procedure ma anche dalla ribadita volontà del Governo di voler drasticamente snellire i “centri di costo “ della pubblica amministrazione e fare ricorso, sempre di più, a centrali di acquisto accorpate. Una nuova frontiera che pone le imprese di fronte alla sfida di una nuova innovazione tecnologica e culturale con la quale, da ora in avanti, occorrerà prendere confidenza e rispetto alla quale la volontà della CNA, sia con iniziative come questa descritta sia con un supporto costante, è quella di far sì che tutti possano avervi accesso. 17 NEXT LEVEL NEXT LEVEL È STATO UN SUCCESSO: 76 RICHIESTE A FRONTE DI 40 POSTI DISPONIBILI Per fronteggiare l’altissima domanda è stata necessaria una selezione “L’educazione” nel tempo della crisi economica può (e deve) essere intesa come “educazione” alla scelta ed è in questo contesto che va inquadrata l’iniziativa promossa da CNA Grosseto con il progetto Next Level 2013-2014. CNA ha messo a disposizione di 40 ragazzi e ragazze delle scuole secondarie di secondo grado dell’area grossetana dei voucher individuali per la partecipazione ad atelier di orientamento di gruppo della durata di 12 ore (3 pomeriggi). I potenziali partecipanti dovevano autocandidarsi attraverso un form online pubblicato sul sito di CNA e potevano scegliere due atelier tra i cinque disponibili. Una modalità, tra le tante possibili, per stimolare i più giovani a fare le loro scelte, ad esprimere le proprie motivazioni, a “costruire” attivamente il proprio futuro. Il nuovo livello del progetto, come abbiamo detto, si rivolge ai ragazzi e alle ragazze delle scuole secon- darie (hanno collaborato l’Isis Polo Aldi, l’Isis Liceo Rosmini, l’Isis Polo Bianciardi, l’Isis Manetti, l’Isis Leopoldo II di Lorena, l’Ic Follonica 2 e l’Ic Grosseto 5), mentre l’attività di orientamento “tradizionale” continua a prendere a riferimento il circuito primario e le scuole d’infanzia. L’interesse dei ragazzi è Dettaglio delle richieste di adesione al progetto 18 Ecco il dettaglio delle richieste di iscrizione pervenute: • Lavorare a Grosseto” (venticinque le richieste di iscrizione); • “Antichi e nuovi mestieri artigiani” (nove richieste di iscrizione) • “Definire la propria vocazione professionale” (quaranta richieste di iscrizione); • “Strumenti per l’accesso al mondo del lavoro: apprendistato e tirocinio” (cinquanta richieste di iscrizione); • “Creare la propria impresa” (ventotto richieste di iscrizione). Ciascun atelier avrà un massimo di 14 partecipanti e sarà tenuto da due consulenti senior: Andrea Caldelli, economista esperto di processi formativi, e Simone Giusti, dottore di ricerca esperto di orientamento con approccio narrativo. Le attività previste avranno una della durata che va dalle 4 e alle 8 ore, per un totale di 12 ore, distribuite su tre pomeriggi da trascorrere insieme agli altri studenti partecipanti e ai due consulenti esperti. stato testimoniato dal numero delle adesioni: alle 17 pervenute nella prima settimana di pubblicazione del bando, se ne sono aggiunte altre 59, per un totale appunto di 76 richieste. Inevitabile, a questo punto, il ricorso ad una prova di selezione che verrà pianificata d’intesa con gli insegnanti. Una possibilità anche per gli esclusi L'obiettivo del progetto Next Level è quello di sviluppare la propensione al lavoro autonomo negli studenti interessati a definire una propria vocazione imprenditoriale. Di conseguenza, la CNA ha deciso di mettere a disposizione, anche dei candidati esclusi dagli Atelier, un seminario di "Orientamento all'impresa" proprio per offrire anche a loro la possibilità di riflettere su un'eventuale scelta professionale. Tutto ciò sarà realizzato in affiancamento a orientatori esperti. Una giornata formativa che rappresenterà una forma di “start up artigianale” nella concezione più ampia di imprenditorialità. SCUOLA DIPLOMARSI ONLINE Prosegue la collaborazione tra CNA e Ufficio scolastico provinciale Il progetto promosso dalla Provincia, dall'Ufficio Scolastico Provinciale e dall’Istituto di Istruzione Superiore "Luciano Bianciardi", al quale la CNA collabora da tempo, si rivolge a tutti gli adulti che desiderano acquisire un titolo di studio (in questo caso il diploma di Stato di Tecnico della Gestione aziendale informatica), ma non sono in grado di frequentare una scuola serale tradizionale. La particolarità dell’iniziativa, infatti, è quella di estendere l'offerta formativa ad aree decentrate, soddisfacendo, al tempo stesso, le necessità di persone con impegno lavorativo. Il progetto è attivato con le normative attualmente vigenti. Il modello didattico adottato prevede un corso di studi triennale (su tre anni solari) e si basa sulla didattica blended (mista). La didattica in presenza si svolge in aule territoriali gestite da un tutor d’aula e dai docenti, mentre la didattica a distanza utilizza un Centro Risorse costruito dai docenti stessi, dei learning object di Trio e da altre risorse didattiche on line gratuite. Il progetto è stato avviato nell’anno scolastico 2006-07 e, ad oggi, oltre 200 studenti hanno conseguito il diploma di stato. La Regione Toscana ha individuato il progetto Diplomarsi online come modello per l’istruzione degli adulti di tutta la regione e l’Istituto di Istruzione Superiore Luciano Bianciardi è risultato capofila di un progetto per la diffusione del modello nelle tre province della Toscana meridionale: Grosseto, Siena e Arezzo. Gli interessati possono rivolgersi anche quest’anno, sia per raccogliere ulteriori informazioni sia per compilare la eventuale domanda di iscrizione, agli uffici dell’Associazione. Il diploma on line “in pillole”: DOVE SI FREQUENTA? Nelle aule multimediali di Grosseto, Follonica, Porto Ercole, Isola del Giglio , Capalbio Scalo, Paganico. QUANDO SI FREQUENTA? Due volte a settimana per circa quattro ore (l’ orario è pomeridiano-serale in giorni da definire in base alle esigenze dell’ utenza). IN QUANTI ANNI SI PRENDE IL DIPLOMA? Tre anni (riducibili a due se si è in possesso di comprovati crediti scolastici o professionali). QUALI SONO LE MATERIE? Si tratta di un professionale aziendale-informatico e quindi economia, informatica, italiano,storia, inglese , matematica, diritto. QUALI TITOLI RILASCIA? Tecnico della Gestione aziendale informatica (con questo diploma, volendo, si può accedere all’ Università). QUANTO COSTA? Si pagano solo le tasse scolastiche (circa 90 euro da versare ad inizio anno). SI DEVONO ACQUISTARE LIBRI DI TESTO? No. Le risorse sono online e gratuite. QUANDO INIZIANO I CORSI? Ad ottobre 2014. SE UNO NON SA USARE IL COMPUTER CHE FA? Sono casi che si presentano abbastanza spesso. Insegneremo ad usarlo e in poco tempo tutto avranno acquisito le capacità di base necessarie. DOVE CI SI PUO’ ISCRIVERE? In tutte le sedi della CNA. Prima si effettua l’ iscrizione e maggiori sono le possibilità di vedere accolta la domanda. 19 ESTETISTI E PARRUCCHIERI “POLTRONA ESTETISTA”: SODDISFATTI GLI ARTIGIANI DELLA CNA D’Andrea, responsabile nazionale dell’Unione Benessere e Salute della CNA: “Un’importante novità per rilanciare questo mestiere e per dare opportunità di lavoro” 20 La possibilità per gli estetisti e per i parrucchieri di “affittare la poltrona” è "un’importante novità per rilanciare il nostro mestiere e darà opportunità di lavoro ai giovani in una delle attività tradizionali più diffuse in Italia". Filippo D’Andrea, responsabile nazionale dell’Unione Benessere e Salute della CNA saluta con estremo favore la novità annunciata dal Ministero dello Sviluppo. "Sono anni - spiega - che lavoriamo per aprire questa strada. Non è stato facile, ma, alla fine, abbiamo trovato tutti gli strumenti giuridici per aprire questa opportunità, come accade in molti Paesi d’Europa e in Usa. In Italia, gli acconciatori iscritti all’albo delle imprese artigiane sono circa 70 mila e gli estetisti sono circa 25 mila. Con una media di 2 dipendenti a salone, gli addetti sono complessivamente circa 200 mila. Con la crisi molti saloni si sono trovati ad avere poltrone libere". "L’acconciatore - spiega D’Andrea - è rimasto solo ed ha una o due poltrone libere. Questa potrebbe così essere un’opportunità per i giovani che vogliono iniziare". E il prezzo della “poltrona”? "Dipende dal mercato, dal fatturato. Ogni parrucchiere dovrebbe capire quanto fattura ogni poltrona e i costi fissi. Dovrebbe stabilire, inoltre, un prezzo che varia molto sul territorio". Ma attenzione: "il contratto d’affitto deve rispettare le leggi di settore, cioè va fatto tra due imprese. L’acconciatore affitta al giovane iscritto all’albo delle imprese artigiane. E questo è importante per evitare contenziosi: non è possibile, per esempio, licenziare un dipendente per poi affittargli la poltrona. Di questo si è a lungo discusso con sindacati con i quali è poi stato firmato un avviso comune". "Orari negozi" Niente più limite massimo di ore lavorative per le attività di acconciatori, barbieri ed estetiste: lo stabilisce l’ ordinanza del sindaco di Grosseto numero 31 del 26 febbraio del 2014 Il 26 febbraio il sindaco di Grosseto ha revocato l’ordinanza del 30 settembre 1994 che stabiliva un limite massimo di ore lavorative per le attività di acconciatori, barbieri ed estetiste ovvero 46 ore settimanali. Prendendo a riferimento il decreto legge 59 del 23-04-2010 (quello che da attuazione alla direttiva CEE 2006/123 e che “dovrebbe” apportare benefici alle imprese rimuovendo l’elevato numero di ostacoli giuridici ed amministrativi all’esercizio dell’attività) e richiamandosi al decreto cosiddetto “Salva Italia” varato dal Governo Monti (liberizzazione degli orari per le attività sia commerciali che di somministrazione), il Comune di Grosseto ha deciso di conformare anche l' attività artigianali a tale normativa, concedendo agli imprenditori la piena facoltà di amministrare i propri orari di lavoro. Ma non si è in presenza di liberalizzazione vera e propria. La stessa ordinanza, infatti, obbliga ad esporre al pubblico (in modo ben visibile anche dall’esterno) cartelli che indicano, oltre all’orario prescelto, anche l’eventuale giornata (o giornate) di chiusura infrasettimanale. Gli acconciatori e le estetiste aderenti a CNA (ma la stessa cosa stanno facendo anche le altre associazioni) stanno valutando gli effetti dell’ordinanza e le azioni di contrasto da mettere eventualmente in campo. Se da un lato, nel pieno rispetto della libertà imprenditoriale e della libera concorrenza, può essere accettata una maggiore elasticità dell’orario di apertura settimanale, non sono certo accettabili forme di liberalizzazione selvaggia (che non tengono conto del disagio connesso all’esercizio di tali attività e delle esigenze di tutela della salute). Una forma di mediazione, in tal senso, potrebbe essere quella di una modifica alla suddetta ordinanza con introduzione dell’obbligo di chiusura delle attività di acconciatura ed estetica nei giorni festivi (i cosiddetti “giorni rossi” in calendario). SISTRI POSITIVE NOVITÀ SUL SISTRI Il ministro Galletti firma il decreto che esclude le imprese con meno di 10 dipendenti Prorogato al 30 giugno il versamento del contributo annuale Il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, raccogliendo le istanze del mondo dell’impresa in generale e della CNA in particolare (è recente l’ultima richiesta in tal senso avanzata dalla nostra Confederazione) ha finalmente firmato il decreto ministeriale che esclude, dall'obbligo di adesione al Sistri (il Sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti) le imprese al di sotto dei 10 dipendenti. "L'obbligo di adesione al Sistri spiega il Ministero - rimane solo per le imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi che abbiano più di 10 dipendenti''. Nel decreto, che esclude dal Sistema di tracciabilità dei rifiuti tutte le imprese agricole che conferiscono i rifiuti prodotti nei circuiti organizzati di raccolta, sono previste anche altre disposizioni di semplificazione amministrativa, sono chiarite le modalità di gestione dei trasporti intermodali e viene prorogato al 30 giugno 2014 il versamento del contributo annuale. "Venendo incontro alle giuste richieste dei 'piccoli produtto- ri' oggi introduciamo una prima importante semplificazione, rendendo il sistema più ragionevole e meno burocratico, ma rafforzando allo stesso tempo i principi inderogabili che sono alla base del progetto, ossia il contrasto alle ecomafie e la difesa dell'ambiente attraverso il controllo informatico dei rifiuti pericolosi". Ha detto il ministro dell'Ambiente. "Ho convocato per fine mese – ha detto inoltre Galletti - il tavolo di monitoraggio e concertazione con le associazioni interessate per approfondire l'introduzione di ulteriori norme di semplificazione". Una posizione e una prospettiva, quelle espresse dal ministro, del tutto condivisibili. Il mondo delle imprese non ha mai chiesto una deregulation ambientale, ma semplicemente un sistema di controllo condiviso ed efficace. Ben venga, dunque, un sistema nuovo. Un sistema in grado di tutelare le imprese che operano correttamente e di offrire un presidio del territorio a contrasto dei veri inquinatori. SISTRI CONTINUA A FAR DISCUTERE IL MINAMBIENTE ALLERTA SU E-MAIL FRAUDOLENTE Il 19 marzo 2014 il Ministero dell’A mbiente, con un comunicato stampa, ha messo in guardia gli utenti ricordando che le procedure operative del Sistri non dispongono, in alcun caso, l’invio di e-mail per mezzo delle quali gli stessi utenti siano tenuti a fornire (o confermare) i dati di accesso al sistema o addirittura ad eseguire pagamenti. Lo stesso Ministero ha invitato pertanto i gestori, gli intermediari e tutti i produttori di rifiuti speciali pericolosi (quelli per cui il Sistri è diventato operativo il 3 marzo 2014, a diffidare da e-mail che sembrano provenire dal dominio di posta del Sistri, ma che, in realtà, sono messaggi “civetta” utilizzati per possibili frodi informatiche (i cosiddetti “phishing”). In ogni caso, l’Ufficio Ambiente e Sicurezza della CNA è come sempre a disposizione per le ulteriori informazioni che si dovessero rendersi necessarie (HYPERLINK " m a i l t o : c . s g h e r r i @ C N A- g r.i t " [email protected] – tel. 0564 471217). 21 CATEGORIE CNA PRODUZIONE: La Presidenza Regionale a Grosseto Un incontro per fare il punto sulle "semplificazioni" alla normativa di settore 22 Lavoro senza sosta per l' Unione Produzione della CNA di Grosseto, presieduta da Mauro Sellari, impegnata a portare avanti il programma di mandato 2013 – 2017. Molti i fronti aperti: dalle “semplificazioni” alla normativa di settore, all’informazione specializzata, fino alla contrattazione. Attività intensa che ha portato il rappresentante della CNA di Grosseto in seno alla Presidenza nazionale, insieme ad un gruppo di altri toscani. Particolarmente attiva l’azione sul fronte delle semplificazioni, ovvero nell’azione di richiesta agli organi istituzionali di iniziative volte a snellire la pesante burocrazia che grava sulle imprese in materia di sicurezza, formazione, ambiente, adempimenti amministrativi. A tale riguardo si è svolto nelle scorse settimane un incontro con la Presidente della terza Commissione Regionale – Sviluppo Economico Rosanna Pugnalini, alla quale è stata rappresentata la eccessiva mole di obblighi che gravano sulle piccole imprese, con grave pregiudizio anche per l’occupazione. E, a dimostrazione di come si stia cercando di sviluppare questo tema, il 9 maggio l’Unione Produzione della CNA regionale ha in programma un incontro convocato dall’assessore regionale Vittorio Bugli, sul tema “La semplificazione per le imprese”. Altro fronte importante quello della trattativa per il rinnovo del Ccnl, al quale Mauro Sellari, in quanto membro della Presidenza nazionale, ha partecipato direttamente. “Ho ricavato un' ottima impressione dalla professionalità e competenza dei nostri funzionari nazionali durante la conduzione della trattativa - ha dichia- rato Mauro Sellari - che infatti si è conclusa con risultati più che buoni per il comparto”. E proprio per riconoscere l’impegno che l’Unione Produzione di Grosseto sta portando avanti a livello regionale e nazionale la presidente regionale di CNA Produzione Toscana, Costanza Conti, nelle scorse settimane ha fatto visita alla CNA di Grosseto, insieme al coordinatore regionale del comparto Gianluca Volpi, visita nel corso della quale hanno avuto uno scambio di idee con il presidente provinciale della CNA di Grosseto Riccardo Breda e con il direttore Renzo Alessandri. In quella sede è stato assunto l’impegno di tenere a Grosseto una riunione della Presidenza regionale dell' Unione Produzione, l’occasione per fare il punto sulle ”semplificazioni” dopo gli incontri programmati con i vertici della Regione Toscana. CONVENZIONE CNA - UNIPOL Il salto di qualità con CNA! VANTAGGI E OFFERTE ESCLUSIVE DEDICATE AGLI ASSOCIATI E AI LORO FAMILIARI il tuo lavoro fino al -28% -30% Tutela con Protetto l’abitazione. -6% Scegli KMSicuri e scopri Unibox che ti fa risparmiare fino al 30% su RC Auto. Proteggi l’attività con 100%Impresa. la tua casa fino al la tua mobilità CASA + INFORTUNI per auto e moto la tua protezione -5% Pensa alla salute con Più Sereni. EXTRA* fino al -30% * Per premi minimi di € 250 al netto dello sconto di Convenzione MENO COSTI il tuo risparmio Servizi Aggiuntivi Gratuiti* Risposte su misura per investire e valorizzare i tuoi risparmi. 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