Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano Giovedì, 9 gennaio 2014 – ore 21.00 SERIE «A» 2013/2014 ORCHESTRA DEL CONSERVATORIO «ARRIGO BOITO» DI PARMA Pianista ROBERTO CAPPELLO WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756-1791) Ouverture da “Le Nozze di Figaro” K. 492 WOLFGANG AMADEUS MOZART Concerto n. 20 in re minore K. 466 Allegro – Romance - Rondò SERGEI RACHMANINOV (1873-1943) Concerto n. 2 in do minore op. 18 Maestoso - Adagio sostenuto - Allegro scherzando SI RACCOMANDA VIVAMENTE DI SPEGNERE I TELEFONI CELLULARI Si ricorda che è vietato registrare senza l’autorizzazione dell’Artista e dell’organizzazione ORCHESTRA DEL CONSERVATORIO «ARRIGO BOITO» DI PARMA Nasce con l’obiettivo prioritario di offrire ai propri studenti la possibilità di confrontarsi con il grande repertorio sinfonico, favorendo in questo modo l’avvio alla professione dei giovani musicisti. Il Direttore del Conservatorio Roberto Cappello, convinto della valenza didattica di tale iniziativa, con il prezioso contributo dei docenti, ha incrementato l’attività dell’Orchestra favorendo la realizzazione di una impegnativa programmazione concertistica, che l’ha vista protagonista in importanti Teatri tra i quali l’Auditorium Conciliazione di Roma (Stagione Sinfonica 2012/2013), l’Auditorium Paganini di Parma (celebrazioni 2013 per il bicentenario Verdi –Wagner), il Teatro Comunale di Casalmaggiore (Casalmaggiore International Festival 2012), il Teatro Regio di Parma (Verdi Festival 2012), il Teatro Civico di Vercelli (Stagione Sinfonica 2012/2013), con direttori quali Battistoni, La Vecchia, Delfrate, Pagliari, Martelli, Veneri. Oltre al grande repertorio sinfonico, particolare attenzione viene dedicata alla musica del Novecento; nel 2013, nell’ambito delle celebrazioni del ventennale dalla scomparsa del compositore Franco Margola, sono stati eseguiti concerti inediti per strumento solista e orchestra, che saranno proposti in un cofanetto di prossima pubblicazione, edito dalla casa discografica Tactus, interamente dedicato all’opera sinfonica e cameristica del Maestro bresciano. Dal 2014 il Conservatorio di Musica “A. Boito”, nell’ambito di una collaborazione pluriennale, sarà presente nella programmazione della stagione lirica del Teatro Regio di Parma, con un proprio titolo in cartellone. Il primo appuntamento prevede la rappresentazione della farsa rossiniana “La cambiale di matrimonio”, che vedrà protagonisti, oltre alla compagine orchestrale, i cantanti emergenti della scuola di canto. Lo scorso giugno, a Milano per Serate Musicali, l’Orchestra con Roberto Cappello al pianoforte, ha riscosso un grande successo. ROBERTO CAPPELLO Una tecnica trascendentale, una raffinatissima sensibilità artistica e spirituale, un costante impegno culturale e intellettuale nella scelta del repertorio volto a esaltarne i più alti contenuti, pongono l’arte interpretativa di Roberto Cappello ai vertici del concertismo contemporaneo. Dopo la vittoria del Premio Busoni (1976), ha iniziato una grande e nobile carriera che lo ha visto acclamato protagonista nelle sale più prestigiose di tutto il mondo, sia nelle vesti di solista, che con orchestra e formazioni da camera. All’intensa attività concertistica, affianca con esemplare rigore e impegno quella didattica, che prevede numerose master-class, seminari e corsi di perfezionamento. É costantemente invitato a presiedere le giurie di concorsi pianistici nazionali e internazionali. Attualmente ricopre la carica di Direttore del Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” di Parma. Cappello è stato uno dei tre pianisti a inaugurare l’attività di Serate Musicali dopo la sua vincita al Concorso Busoni, nel lontano autunno 1976 e da allora è tornato regolarmente a suonare per la nostra Società, di cui è uno degli Amici più fedeli. INFORMIAMO CHE ALLA BIGLIETTERIA SERALE DEL CONSERVATORIO SONO DISPONIBILI, PER IL PUBBLICO DI “SERATE MUSICALI”, I BUONI SOSTA PER IL PARCHEGGIO DI VIA MASCAGNI A € 5,00 CON VALIDITÀ DI 3 ORE (20.00 - 24.00). WOLFGANG AMADEUS MOZART - Ouverture da “Le Nozze di Figaro” K. 492 L’occasione che Mozart colse per comporre la commedia in musica “Le Nozze di Figaro” su libretto di Lorenzo da Ponte, rappresentata in prima assoluta a Vienna il 1° maggio 1786, trae origine dalla pubblicazione del Mariage de Figaro di Beaumarchais, giunto sulle scene parigine nel 1784 dopo aver suscitato un’enorme risonanza sull'intera Europa. Purtroppo inizialmente tale successo non arrise all'opera mozartiana né a Vienna, né a Firenze nel 1788 e neppure a Monza, dove l'Arciduca rifece addirittura sostituire la musica del terzo e del quarto atto con quella di Angelo Tarchi, compositore di scarsa importanza: soltanto quando fu eseguita per la prima volta a Praga l'opera cominciò a conoscere il meritato successo. «Pur accettando l'impalcatura melodrammatica del suo tempo», scrive Piero Santi commentando queste Nozze, «Mozart discioglie l'astrattezza tematica del genere buffo e del genere serio nella sua nuova commedia in cui, ancora una volta, l'intera tipologia settecentesca s'aduna ad animare un universo vivente». Anche nell'Ouverture, infatti, dalla evidente sensibile giocosa seriosità, traspare questa convivenza di sentimenti. WOLFGANG AMADEUS MOZART - Concerto n.20 in re minore K. 466 Il Concerto K.466 fu composto da Mozart nel 1785 ed è il decimo dei Concerti scritti dopo il trasferimento a Vienna, avvenuto nel 1781. Nei quattro anni successivi alla rottura con la corte salisburghese, Mozart si era affermato rapidamente presso il pubblico della capitale dell'impero, nella veste però non tanto di compositore quanto di pianista, come virtuoso alla moda. Il ristretto circolo di aristocratici e facoltosi borghesi che onorava della sua presenza le «accademie» organizzate dal giovane salisburghese, veniva irresistibilmente attratto dagli aspetti di novità del pianismo mozartiano, dalla scorrevolezza brillante e non cembalistica, dalle inedite escursioni dinamiche, dai controllati effetti percussivi del tocco. Tali caratteristiche infatti rispondevano perfettamente al gusto effimero e disimpegnato della maggior parte degli ascoltatori e il Concerto per pianoforte e orchestra era considerato come genere di intrattenimento e svago per eccellenza. Non deve stupire dunque che nei primi concerti viennesi preoccupazione prioritarie dell'editore fosse quella di confezionare dei prodotti in cui egli stesso potesse figurare, come solista, nel modo più accattivante possibile; ma poi, progressivamente, Mozart trasformò il genere del concerto in un vero e proprio laboratorio di sperimentazioni formali, linguistiche, contenutistiche. L'esito fu quello di una nuova concezione del rapporto fra pianoforte e compagine orchestrale come confronto di diverse individualità, in un ottica che precorre quella del concerto beethoveniano e poi romantico. Proprio in questa prospettiva il Concerto in re minore K.466, eseguito e diretto dall'autore l’11febbraio 1785, apre nuove frontiere, forzando il virtuosismo verso una «drammatizzazione» che tende a un coinvolgimento emotivo dell'ascoltatore - e non è certo un caso se questo Concerto fu l'unico fra quelli di Mozart a rimanere in repertorio durante il romanticismo. La stessa tonalità minore esclude a priori la componente più facilmente brillante ed esteriore del virtuosismo. L'intero brano è improntato a una tragicità quasi teatrale, splendidamente calibrata su una dialettica di contrasti interni, formali, tonali, fra «solo» e «tutti». Nel primo movimento la drammaticità del primo tema, subito evidenziata dal ritmo sincopato che agita l'introduzione orchestrale, viene attenuata da un secondo tema cantabile; l'ingresso del pianoforte avviene però con un terzo tema che, nel corso del tempo, verrà ripreso solo dallo strumento solista; il conflitto fra quest'ultimo e l'orchestra assume insomma una veste anche tematica. La cadenza che, come di consueto, precede la coda del movimento, non ci è stata lasciata dall'autore; per tradizione si usa eseguire quella appositamente scritta da Beethoven per le proprie esecuzioni della partitura. Forte è il contrasto con il secondo tempo, una Romance basata su una melodia semplicissima, intonata dal pianoforte e ripresa dall'orchestra e un nuovo contrasto viene a crearsi con la sezione centrale del movimento che, ricca di esiti drammatici e complessi equilibri strumentali, ottiene l'effetto di evidenziare il carattere del tema principale quando questo si ripresenta. Con il Finale, in forma di rondò, torniamo all'ambientazione iniziale, accentuata dall’incalzare del ritmo e dalla frequente oscillazione fra minore e maggiore; questo clima si converte però nella coda, che suggella il Concerto con un sorprendente re maggiore. Si tratta di una conclusione che è stata variamente interpretata e anche aspramente criticata come concessione al pubblico; ma essa costituisce in realtà, con coerenza estrema, l'ultima risposta a quella logica di contrapposizioni che anima la drammaticità dell'intera partitura. SERGHEI RACHMANINOV - Concerto n. 2 in do minore op. 18 Completato il 2 aprile 1901, venne eseguito per la prima volta a Mosca, l'autore al pianoforte, diretto da Alexander Siloti, con l'Orchestra della Società Filarmonica. Rachmaninov incise poi il Concerto nel 1924, con la Philadelphia Orchestra diretta da Stokowski. E’ dedicato al celebre neurologo dottor Nikolaj Dahl. Dal 1900, anno dell'incontro col terapeuta e musicofilo, Rachmaninov aveva in testa una sorta di ossessione: scrivere un Concerto per pianoforte, di sicuro successo, che lo riscattasse dal clamoroso fiasco in cui era incorso con la Prima Sinfonia e che, al tempo stesso, lo aiutasse ad uscire dalla profonda crisi depressiva in cui già da qualche anno si dibatteva. Questa «ossessione» andò a buon esito e il Secondo Concerto effettivamente ottenne un successo internazionale clamoroso. Da qui denaro, fama, scritture. Il I Tempo («Maestoso») ha inizio con una serie di accordi grandiosi, che fanno pensare a suoni di campane, in crescendo. Il I Tema è esposto dagli archi, ed è uno dei più fatali della storia della musica. Auto-ritratto del compositore. Un passaggio di virtuosismo del pianoforte conduce il II Tema, in mi bemolle maggiore, breve e di carattere nostalgico. Il pianoforte si appropria di elementi dal I Tema, che sembra trasformato dalla vicinanza del secondo. Un terzo elemento tematico somiglia a un arabesco, materia nella quale Rachmaninov non può essere superato. La Coda è dominio e vittoria del pianista. Nell'«Adagio sostenuto» si nota nell'orchestra una catena di modulazioni, in stile di corale. La tonalità passa da do minore a mi maggiore. Il pianoforte in un equivoco ritmico (binario-ternario). A questo punto un tema lirico, rivelato dal flauto, poi dal clarinetto, sarà sviluppato dal pianista. Al centro della parte pianistica un motivo ricorda il III Tema del I Tempo. L’episodio centrale sfoggia un virtuosismo lisztiano. Conclude una Coda del pianoforte. L’«Allegro scherzando» esordisce con un «pp» d'orchestra che fa da reminiscenza del III Tema del movimento iniziale. Si conferma dunque il carattere e l'intenzione ciclica. Cose vertiginose accadono sulla tastiera, poi arpeggi e accordi, prima di esporci il I Tema, danzante e leggiero. Il II Tema, vibrante melodia che fa contrasto con la precedente, è estremamente significativo, anche perché conferma l'ispirazione che viene a Rachmaninov per questo Finale da quello del I Concerto di Ciaikovski. Come là, il II Tema torna «ff» all'orchestra, sostenuto da accordi massivi del pianoforte, per la finale apoteosi. Concerto «cinematografico» questo di Rachmaninov, anche letteralmente, avendo fatto da colonna sonora a «Breve incontro». Ma già di certo Liszt, ricordiamolo, s'era detto ch'era senza pudore e cinematografico. Nihil sub sole novi. «Grandi emozioni tra estasi e tormento», le sensazioni provate da Roberto Cappello nel suonare il 2° Concerto di Rachmaninov, secondo le sue parole. ASSOCIAZIONE «AMICI DELLE SERATE MUSICALI» Presidente Onorario Hans Fazzari *** Soci Fondatori Carla Biancardi Franco Cesa Bianchi Giuseppe Ferreri Emilia Lodigiani Enrico Lodigiani Luisa Longhi Stefania Montani Gianfelice Rocca Luca Valtolina Amici Benemeriti Alvise Braga Illa Fondazione Rocca Ulla Gass Thierry le Tourneur d’Ison Mario Lodigiani Pagel Elisabetta Riva Giovanna e Antonio Riva Società del Giardino ICALI» Maria Enrica Bonatti Luigi Bordoni - Centromarca Roberto Fedi Ugo Friedmann Jacopo Gardella Camilla Guarneri Miriam Lanzani Lucia Lodigiani Maria Giovanna Lodigiani Paolo Lodigiani Maria Candida Morosini Rainera e Mario Morpurgo Gian Battista Origoni Della Croce Giovanna e Antonio Riva Giovanni Rossi Alessandro Silva Maria Luisa Sotgiu Marco Valtolina Beatrice Wehrlin Soci Giovanni Astrua Testori Giorgio Babanicas Denise Banaudi Antonio Belloni Umberto e Giovanna Bertelè Diana Bracco Giuseppe Barbiano di Belgiojoso Ugo Carnevali Fedele Confalonieri Mediaset Roberto Formigoni Gaetano Galeone Fernanda Giulini Famiglia Giulini Bianca Hoepli Gianni Letta Emilia Lodigiani Mario Lodigiani Famiglia Lodigiani Roberto Mazzotta Arnoldo Mosca Mondadori Cristina Muti Paolo Pillitteri Fulvio Pravadelli Quirino Principe Gianfelice Rocca Amici Mimma Bianchi Elisabetta Biancardi Claudio Bombonato Valeria Bonfante Giancarlo Cason Piero De Martini Fabio De Michele Maya Eisner Donatella Fava Carlo e Anna Ferrari Maria Teresa Fontana Bianca e Roberto Gabei Matilde Garelli Giuseppe Gislon Maria Clotilde Gislon Fernanda Giulini Yasunory Gunji Ferruccio Hurle Vincenzo Jorio Giuliana e Vittorio Leoni Giuseppe Lipari Eva Malchiodi Giuseppina Maternini Luisa Migliavacca Guya Mina «SERATE MUSICALI» AMICI STORICI Carlo e Rosanna Sangalli **** Banca Popolare di Milano Camera di Commercio di Milano Fondazione Cariplo Fondazione Rocca Mediaset Publitalia Studio Legale De Zigno Lucia ed Enrico Morbelli Luisa Consuelo Motolese Lilli Nardella Maria Vittoria Negri Mirella Pallotti Ede Palmieri Stefano Pessina Francesca Peterlongo Giovanni Peterlongo Giuseppe Pezzoli Gian Pietro Pini Raffaella Quadri Paolo Rota Giustiniana Schweinberger Paola e Angelo Sganzerla Marilena Signorini Maria Luisa Sotgiu Giuseppe Tedone Adelia Torti Vivere l’Arte Graziella Villa Giuseppe Volonterio **** † Shura Cherkassky † Peter Ustinov † Tino Buazzelli † Giuseppe Lodigiani † Carlo Maria Badini † Leonardo Mondadori † Giovanni Spadolini † Carlo Zecchi PROSSIMI CONCERTI Lunedì 13 gennaio 2014 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – MI) (Valido per A+F; A; A1; COMBINATA 1; ORFEO 1) KREMERATA BALTICA – Violinista GIDON KREMER BEETHOVEN/KISSINE Rondo a Capriccio op.129 per violino e archi - M. WEINBERG Sinfonia n.10 per archi op.98 (concertatore Gidon Kremer) - P.I. CIAIKOVSKI Serenata per archi in do maggiore op. 48 PIAZZOLLA/PUSHKAREV Suite "Punta d'Este" per violino e vibrafono Biglietti: Intero € 20,00 – Ridotto € 15,00 Giovedì 16 gennaio 2014 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – MI) (Valido per A+F; A; A2; COMBINATA 2) BUDAPEST STRING CHAMBER ORCHESTRA G. ORBÁN Bálzene - B. BARTÓK Divertimento - M. RÓZSAVÖLGYI Három czardas - S. VERESS Four dances from Transylvania - F. LISZT Rapsodia Ungherese n.2 Biglietti: Intero € 15,00 – Ridotto € 10,00