a mio padre, a mia madre 1 2 Politecnico di Milano Facoltà di Architettura e Società Corso di Laurea Specialistica in Pianificazione Urbana Politiche Territoriali MUOVERSI IN BICI A MILANO, UN GESTO POLITICO TRA CRITICHE E VISIONI FUTURE Relatore: CoRelatore: Prof. Alessandro Balducci Prof. Enrico Prevedello Tesi di Laurea di: Giuseppe Trupia matr. 203985 Anno Accademico 2006/2007 3 4 Fig. 1_Occupazione di pista ciclabile sui Navigli 5 Fig. 2_La visone futura 6 “La bici non consuma e non produce emissioni, non ingombra e non fa rumore: è un mezzo ecologico per definizione e ad alta efficienza energetica. La bicicletta migliora il traffico, l'ambiente la salute e l'umore.” Fiab Ciclobby “Purtroppo l'aria non fa parte del concetto moderno di benessere, è in antitesi con il valore ben più alto della mobilità automobilistica e del ciclo industriale. Siccome l'aria non si vende, non sollecita interessi economici.” Stefano Benni 7 8 Indice Introduzione: editoriale di un ciclista per 8 mesi a Milano pag 19 PARTE I 1.0 Quelli che....vanno in bici 25 o 1.1 Storie di ciclisti 27 o 1.2 Percorsi in bicicletta 34 PARTE II 2.0 Linee guida, indirizzi, normative per la ciclo-pedonalità o 2.1 Unione Europea 47 49 2.1.1 Il “Libro bianco” dei trasporti 53 2.1.2 Il “Libro verde” del trasporto pubblico urbano 55 o 2.2 Rete nazionale 57 2.2.1 Evoluzione storica e finanziamenti 58 2.2.2 La proposta “BicItalia”, rete di itinerari nazionali 63 2.2.3 Nuove proposte di leggi nazionali in materia 67 o 2.3 Legislazione regionale 70 2.3.1 La Regione Lombardia 71 o 2.4 Il piano strategico dalla Provincia di Milano 73 o 2.5 Il nuovo “Piano della mobilità ciclistica” per Milano 77 2.5.1 Dati sulla ciclabilità a Milano 79 2.5.2 Cronologia del piano 81 2.5.3 Analisi del nuovo piano di Milano 93 o 2.6 Inchiesta: che fine fa il 10% delle multe stradali da destinare alla mobilità dolce?? 97 9 PARTE III 3.0 Stato di fatto delle rete ciclabili milanesi: è davvero una rete?? 99 o 3.1 Definizioni: concetto moderno di rete, Il Piano Urbano del Traffico e la classificazione delle strade o 3.2 La rete di Milano oggi 109 3.2.1 Evoluzione storica 110 3.2.2 Situazione piste nel 2005 111 o 3.3 Progetti in cantiere 114 3.3.1 Il progetto “Raggi Verdi” 114 3.3.2 La nuova ciclabile per l'Expo 2015 119 4.0 Una nuova realtà: Il “Bike Sharing” 121 o 4.1 Sistemi di Bike Sharing 123 o 4.2 Parma 127 o 4.3 Barcellona 133 o 4.4 Il caso di Parigi 137 5.0 Pratiche dal basso 141 o 5.1 Il gruppo dei “Provos” 142 o 5.2 Il “Critical Mass” 144 o 5.3 Le “Ciclofficine Popolari” 149 o 5.4 Le “Stazioni delle Biciclette” 151 6.0 Piccoli interventi in via Rubattino tra Milano e Segrate 10 100 155 PARTE IV 7.0 Il dibattito italiano 163 o 7.1 Il “Servizio Nazionale della Bicicletta” 164 o 7.2 Le “Province in Bici” 166 o 7.3 Segnaletica e riforma del Codice della Strada 167 o 7.4 Intermodalità 170 8.0 Una nuova cultura della mobilità, un nuovo lavoro di immagine e promozione della bicicletta 175 Conclusioni 187 Riferimenti 193 11 Indice delle figure Figura n°1 Occupazione di pista ciclabile sui Navigli pag. 5 Fig. 2 La visone futura 6 Fig. 3 Schizzo di un ragazzo in bicicletta 18 Fig. 4 Scambio di borracce tra Coppi e Bartali al “Tour de France” 21 Fig. 5 Luigi Ganna 28 Fig. 6 Simbolo di Fiab Ciclobby 30 Fig.7 Il presidente della Germania Horst Köhler 33 Fig.8 Simbolo Bolzano Bici 33 Fig 9 Schizzi di percorsi in bicicletta a Milano 34 Fig 10 Mappa di Eurovelo a cura di ECF 51 Fig. 11 Mappa del progetto di rete “BicItalia”a cura di Fiab, 2007 63 Fig. 12 Mappa dei comuni della provincia di Milano e logo “MiBici” 73 Fig. 13 Mappa della rete ciclabile del comune di Milano, 2007 80 Fig. 14 Logo del nuovo “Piano della mobilità Ciclistica” a Milano 81 Fig.15 Logo del nuovo “Piano della mobilità Ciclistica” a Milano 93 Fig. 16 Mappa “Raggi Verdi” e relativa “Cintura Verde” tangenziale, a cura di Land Srl 95 Fig. 17 Concetto di rete tratto da “Tecniche urbanistiche” cap. Reti Stradali; di P.Gabellini Fig. 18 Schema esempio di separazione della carreggiata 100 102 Fig .19 Presentazione di interventi a Monaco di Baviera in occasione di Velocity 2007 103 Fig. 20 Presentazione di interventi a Monaco di Baviera in occasione di Velocity 2007 104 Fig. 21 Simbolo del Codice della Strada : zona 30 106 Fig. 22 Simbolo del Codice della Strada : strada residenziale 107 Fig. 23 Mappa delle piste ciclabili milanesi aggiornata al 2005 , a cura di Fiab 111 12 Fig. 24 Mappa degli otto “Raggi Verdi” e relativa “Cintura Verde” tangenziale (in rosso),con relativa spiegazione del progetto, a cura di Land Srl Fig. 25 Mappa della “Cintura Verde” dei “Raggi Verdi”, a cura di Land Srl 115 116 Fig. 26 Manifesto di invito ad una biciclettata di proposte per il “Raggio Verde” R1 e R8 117 Fig. 27 Progetto preliminare del Raggio Verde R2 118 Fig. 28 Istruzioni di Bike Sharing a San Donato Milanese 124 Fig. 29 Istruzioni di Bike Sharing in Germania 125 Fig. 30 Parma Mobility Card 127 Fig. 31 Anatomia di una bicicletta, Comune di Parma 131 Fig. 32 Manuale di meccanica ciclistica, Comune di Parma 132 Fig. 33 Bicing a Barcellona 133 Fig. 34 Modello biciclette per Bicing a Barcellona 135 Fig.35 Fotomontaggio Bicing Barcellona 136 Fig. 36 Promozione e loghi di Velib a Parigi 137 Fig. 37 Manifestazione dei Provos a Amsterdam 142 Fig. 38 “Witte fietsen plan” 143 Fig. 39 Logo Critical Mass Italia 144 Fig. 40 Celebrazione dei 10 anni della Critical Mass a San Francisco 145 Fig. 41 Volantino distribuito durante i lavori di InBici2007 148 Fig.42 Ciclofficine universitarie all'opera, “Attivazione della rete di ciclofficine universitarie”, Poliedra – Politecnico di Milano, marzo 2007 149 Fig.43 Ciclofficine universitarie all'opera, “Attivazione della rete di ciclofficine universitarie”, Poliedra – Politecnico di Milano, marzo 2007 Fig.44 Ciclofficina “A Ruota Libera”, facolta di Agraria, Milano 150 150 Fig. 45 Copertina del manualetto di +BC, Stazione delle biciclette di San Donato Milanese 152 Fig. 46 Fotomontaggio della Stazione delle biciclette di San Donato Milanese 153 Fig. 47 Inquadramento Via Rubattino 157 13 Fig.48 Sopralluogo per la riqualificazione di via Rubattino attraverso un intervento completo a partire dal ripensamento della mobilità ciclabile 158 Fig.49 La nuova corsia riservata in via Rubattino 159 Fig.50 Il capolinea della 75 161 Fig.51 L'intervento PRU Rubattibo visto dal cavalcavia della tangenziale 161 Fig.52 Fotomontaggio percorso via Rubattino,Segrate - Esselunga Rubattino 162 Fig.53 Vagone adibito al trasporto biciclette, Milano Lambrate 172 Fig.54 L'unico parcheggio coperto delle biciclette a Milano Lambrate 173 Fig.55 Fermta e punto di raccolta del Piedibus di Segrate, fraz. Redecesio 178 Fig.56 Biglietto ATM distribuito durante la conferenza 180 Fig.57 Manifesto “Due ruote per il futuro” 181 Fig.58 Targa “No Oil” 182 Fig.59 Manifesti del “Bicycle Film festival” Milano 2007 184 Fig.60 Manifesto “Salone del ciclo e motociclo” 185 Fig.61 Manifesto “Settimana europea della mobilità 2007” 185 Fig.62 “La bici illuminata” Manifesto a cura di Segrate Ciclabile 186 Fig.63 ”Gira e respira”, manifestazione di legambiente al politecnico di Milano 186 Indice delle tabelle Tabella n°1 Schema temporale delle fasi di preparazione alla realizzazione del “Libro verde” Tab.2 Finanziamenti in Italia a favore della mobilità ciclabile dal 2000 al 2010 14 pag. 55 pag. 62 ABSTRACT Muoversi in bici a Milano, un gesto politico tra critiche e visioni future Questa tesi di laurea è una proposta per le politiche urbane, che riguarda la ciclabilità della città con particolare attenzione verso le politiche per una migliore mobilità urbana. Partendo da un reale riscontro della città di Milano, il lavoro approfondisce tutte le questioni che legano la bicicletta alla città: moderazione del traffico, inquinamento, pratiche, percorsi ciclabili, piste ciclabili, sensazioni e percezione dell' urbanizzato, promozione della bicicletta. Testimonianze e storie varie di persone e percorsi in bicicletta danno un'impronta umana dello spostamento. La tesi afferma che andare in bicicletta rappresenta modalità di spostamento veloce e sostenibile. Utilizzare la bicicletta per gli spostamenti esprimere qualcosa di più di uno stile di vita. La bici e la città. Un binomio da riscoprire nella società italiana troppo spesso vincolata dalle auto e ingolfata nella circolazione da mezzi a motore inquinanti. In origine di questo lavoro pensavo di verificare l'assunto: Bicicletta = Piste Ciclabili. Ma è davvero così semplice la relazione? In realtà, nel corso della ricerca, mi è apparso sempre più chiaro come questo fosse insufficiente come punto di partenza. La mobilità ciclabile ha certo bisogno delle piste ma non solo di esse. Qualche dubbio affiora immediatamente andando in giro in bicicletta per otto mesi nella metropoli milanese sperimentando e analizzando di persona l'efficacia della bicicletta come mezzo di trasporto e le difficoltà incontrate in città. La prima parte, attraverso storie di ciclisti e percorsi abitudinari, analizza e affronta il tema dello spostamento urbano in bicicletta. I racconti ci restituiscono brevemente una serie di spunti: da un lato ragioni e percezioni a favore della bicicletta in ambito urbano, dall’altro problematiche legate al suo utilizzo. Tra i punti rilevanti a favore troviamo: modalità sana di movimento e sport, sentirsi e mantenersi in forma,sensazione di libertà, differente percezione dello spostamento – spazi – distanze, riscoperta di pezzi di città ( pavimentazioni, attività, nuovi scorci…), possibilità di pensare e riflettere sulla giornata in corso durante la pedalata e reale velocità dello spostamento in confronto alle altre modalità (con il vantaggio di non dover fare code, aspettare i mezzi e parcheggiare vicinissimo alla destinazione). Tra i limiti riscontrati: percorsi non sempre ben progettati e ideati dalla parte dell’ utenza e una sensazione diffusa di insicurezza. Spesso i ciclisti avvertono la sensazione di contare poco, di non essere considerati e visti come parte integrante del traffico e non solo un lento intralcio.Questa tesi evidenzia i limiti della circolazione su mezzo privato in ambito urbano ed esplora la mobilità ciclabile al fine di articolare e diversificare l’offerta di mobilità. Da qui una serie di operazioni. Tra le prime la ricerca e l’analisi delle politiche e delle azioni intraprese a favore della ciclabilità da parte delle varie amministrazioni comunali di Milano negli ultimi 30 anni, apre uno scenario interessante. Nel capoluogo lombardo per quasi 20 anni (dal piano degli anni '80 con promotore A.Castagna al nuovo “Piano 15 della mobilità Ciclabile”dell' Ass. Croci) le politiche e gli interventi concreti a favore della mobilità ciclabile sono state poche incisive e limitate. Il Modal Split di Milano si attesta intorno a valori del 4% contro i valori a due cifre delle maggiori capitali europee. E’ anche vero che gli spostamenti in bicicletta nella capitale milanese sono aumentati dal 1995 al 2005 del 149% in 10 anni. La crescita dell’utilizzo della bicicletta sembra non essere stata considerata abbastanza dalle passate amministrazioni. Altre città, nel caso specifico Parigi, hanno invece prontamente risposto e realizzato le condizioni tali per sostenere, incentivare e promuovere una mobilità ciclabile sicura. La seconda operazione l'analisi di piani, progetti e indirizzi a differenti scale territoriali, è possibile verificare la vastità degli indirizzi a favore della ciclabilità. Purtroppo alcune indicazioni rimangono solo sulla carta, altre rimarcano come esistono già tutti gli strumenti (anche se mancano finanziamenti e regole del Codice della Strada adeguate). In altri casi quello che emerge è mancanza di logica e predisposizione al tema della mobilità ciclabile. Teoria della rete, nuove definizioni oltre le piste ciclabili. La rete come infrastruttura ma non solo. Diventa importante la continuità e la qualità della rete. Oltre il manufatto le esperienze, lo scambio di pratiche, conoscenze, interessi e passioni comuni. Reti di luoghi e di concetti differenti, reti che connettono. La teoria della rete a supporto delle scelte di pianificazione territoriale. Il dibattito, non solo in Italia, si interessa sempre più a tematiche interdisciplinari al mondo della bicicletta. Anche la modalità di condivisione di biciclette, Bike Sharing, rappresenta un’integrazione e un’implementazione della rete. Un capitolo è centrato sull’importanza delle pratiche dal basso (Critical Mass e Ciclofficine). A volte queste azioni possono apparire a circolo chiuso e autoreferenziali. In realtà manifestano un grande senso di comunità e voglia di partecipazione informale dei cittadini e della popolazione di ciclisti. A Milano mancano quindi una serie di condizioni ma qualcosa si può fare. Tra le azioni: la creazione di una rete continua di percorsi e servizi, il coinvolgimento delle associazioni e della popolazione; considerare il ciclista come risorsa in grado di aiutare (con il suo piccolo contributo) lo snellimento del traffico. Il nuovo dibattito italiano sulla ciclabilità. Sono almeno quattro i campi aperti nel dibattito: un nuovo servizio nazionale della bicicletta, la segnaletica, la riforma del Codice della Strada e la promozione della mobilità ciclabile. Tutto con un comune denominatore: i diversi campi delle politiche hanno bisogno del coinvolgimento attivo e partecipativo dei ciclisti. Conclusioni ed azioni a partire da una esperienza personale a Milano. Le azioni devono assumere il punto di vista dei ciclisti. La pianificazione territoriale deve ritrovare la giusta attenzione verso la bicicletta. La costruzione della nuova rete a favore della mobilità deve rappresentare un'opportunità di riqualificazione di quartieri e 16 strade. Bisogna oltrepassare l'assunto che recita che in Italia manca la cultura ciclistica, in special modo di quella urbana. La politica deve saper riconoscere la tendenza in atto. La società milanese è già avanti e preparata, cresce la consapevolezza. Bisogna saper impostare scelte strategiche adeguate. Il nuovo piano della mobilità ciclistica e le modalità di realizzazione e di confronto in atto tra l’amministrazione e le associazioni ciclo-ambintaliste rappresentano un buon punto di partenza. L’occasione è riqualificare gli spazi ripensando in termini di pedonalità e ciclabilità. L’idea guida deve essere regolazione e moderazione del traffico. Alla promozione spetta il compito di ridare la giusta dignità e quello di incentivare l'uso della bicicletta. Bicicletta non vuol dire solo piste ciclabili, ma molto di più. 17 Fig. 3_Schizzo di un ragazzo in bicicletta 18 Introduzione: editoriale di un ciclista per 8 mesi a Milano 19 “La bici è vulnerabile. La bici è veloce . La bici fa bene e fa sudare. La bici ti fa sentire la pioggia in faccia. La bicicletta non inquina. La tua bici te la ripari da solo sporcandoti un po’ le mani . Se vai in bici quando sei innamorato, rischi di perdere l’equilibrio. Può correre silenziosa lungofiume, e può allargare le strade con il campanello. La bici è simpatica, molto popolare e accessibile. Di tutti. Come potrebbero e dovrebbero essere le nostre strade. Negli ultimi anni, in tutto il mondo, la bicicletta è diventata uno dei mezzi e dei simboli di chi rivendica il piacere di andare lentamente, stare per strada, combattere l’isolamento. Chi va in bicicletta chiede un modello di sviluppo che rispetti il pianeta e che cerca di non lasciare fuori nessuno…1” Il mio ultimo lavoro da studente prova ad affermarsi come “tesi urbana” e allo stesso tempo “tesi politica”. Mi spiego meglio. Urbana perchè racconta del particolare rapporto che si instaura tra le biciclette e gli spazi della città. Attraversare e vivere gli spostamenti su due ruote permette un rapporto particolare con lo spazio urbanizzato 2. Condivido, con altre persone, l’idea che la bicicletta sia molto di più di un semplice mezzo di trasporto. Non mi riferisco soltanto alla meccanica (che pur ci affascina tanto, vedi il salone del ciclo e motociclo di Milano arrivato alla 65° edizione) ma anche al significato che un leggero telaio in metallo è capace di trasmettere e veicolare quasi fino a raggiungere la poesia, come nel caso della canzone “Bartali3”o l'erotismo nel film di Tinto Brass “Monella”. 1 Tratto da Terre di mezzo (a cura di) “Manuale di sopravvivenza Ciclica Urbana” ,Editrice Berti, Piacenza, 2004 2 Considerando urbano le città di più di 10 000 abitanti Oltre il 60% della popolazione dell’Unione europea vive in ambiente urbano (fonte: EuroStat). Poco meno dell’ 85% del prodotto interno lordo dell’UE proviene dalle città. 3 Brano dell' album “ Un gelato al Limon”, Paolo Conte 1976 20 Fig. 4_Scambio di borracce tra Coppi e Bartali al “Tour de France” Politica perché usare la bicicletta in città è sia uno stile di vita che un vero gesto politico4.Se davvero vogliamo non inquinare e rendere gli spazi e le strade più sicure (ove è possibile) il mezzo a due ruote rappresenta, ancora oggi, una delle opzioni più valide. La bici unisce qualità e velocità dello spostamento urbano alla ecologia. E' un mezzo ecocompatibile, la manutenzione e le riparazioni costano poco e permette di avvicinare le distanze tra le persone e la città. Non meno importante, mantiene il corpo sano. “A prima vista può apparire bizzarro che un mezzo di trasporto possa collegarsi ad una forma di attivismo politico. Siamo soliti associare le biciclette ad eventi e manifestazioni sportive, a tranquille gite fuori porta o a rassicuranti immagini di casalinghe ed anziani che si muovono in città o paesini con la spesa nei cestelli. Ma se è vero che “politico viene da polis” può essere inteso politico tutto quanto riguarda il senso, le modalità e la qualità della vita comune nella città. Scegliere la bicicletta declina, senza dubbio, il pensiero “ Think globally, act locally”. Si riducono i consumi di petrolio rispettando l’ambiente. 4 Alcuni miei compagni ed amici aggiungono varie frasi del tipo “ Gesto da Super Eroe!!” o “Gesto suicida” o “Gesto altamente rischioso più che politico...” 21 E’ quindi un gesto che può incidere, concretamente e quotidianamente, sulla vita e lo sviluppo della nostra società 5.” Espongo qui di seguito la mia breve esperienza di ciclista milanese, dal maggio 2007 ad oggi otto mesi trascorsi in bicicletta. Sono nato e cresciuto a Pavia, città in cui grazie alle caratteristiche morfologiche, alle ridotte dimensioni territoriali e alla cultura cittadina e universitaria di lunga durata, il mezzo a due ruote è molto diffuso e visibile. Dopo la parentesi lavorativa a Barcellona (dove il mio mezzo di trasporto era naturalmente la bicicletta) mi sono trasferito a Milano, ai confini comunali della frazione Redecesio di Segrate. Da qui impiego tutte le volte che voglio spostarmi 15 minuti di bici per raggiungere la stazione di Lambrate F.S. In realtà le distanze non sono poi così proibitive. Da fuori Milano raggiungo il Duomo in mezz’ora circa, scavalcando il cavalcavia del quartiere dell' Ortica e attraversando le piste ciclabili che portano alla fermata del passante ferroviario in Dateo. Non è poi così difficile spostarsi per la città. E’ vero che manca una vera e propria rete dei percorsi ciclabili ma ci sono alcuni tratti interessanti anche se poco distinguibili e accessibili. Inoltre il traffico fuori dalle ore di punta non è molto pericoloso (sorvolando alcuni casi di protagonismo da Formula 1). Cresce poi la cortesia e il rispetto civile degli automobilisti nei confronti della categoria ciclisti urbani. Vogliamo vivere, progettare e governare delle città trafficate da macchine inquinanti o da biciclette e mezzi pubblici? Una migliore ciclabilità ha bisogno di: governance, planning, finanziamenti, passione per la bicicletta e il supporto della tecnica e dell'industria ciclistica italiana, una delle migliori al mondo. Dobbiamo cominciare a fare delle scelte. 5 Tratto da Terre di mezzo (a cura di) “Manuale di sopravvivenza Ciclica Urbana” ,Editrice Berti, Piacenza, 2004 22 Il mio lavoro parte da queste semplici e positive considerazioni. Nella prima parte alcune storie di ciclisti famosi e racconti di percorsi in città danno una dimensione umana e urbana alla bicicletta. A seguire elenco, in maniera tradizionaleverticale, i principali indirizzi politici in materia di ciclabilità, soffermandomi in particolare sui grandi limiti della mobilità ciclabile a Milano. Nella seconda parte, applicando la teoria di rete moderna, analizzo il sistema rete milanese e i suoi sviluppi dichiarati. Milano possiede veramente una rete di piste ciclabili? Nella terza parte vengono proposti casi di studio, nazionali ed internazionali, in tema di Bike Sharing. In seguito illustro come la comunità di ciclisti si auto-organizza attraverso creazioni-manifestazioni di Critical Mass, Ciclofficine Popolari e Velostazioni. Proverò inoltre a cimentarmi nella indicazione progettuale di una serie di consigli utili per la riqualificazione di via Rubattino. La strada unisce Milano a Redecesio di Segrate. Illustro come gli ultimi interventi siano stati un' ennesima occasione persa di nuova ciclabilità e ridefinizione di uno storico asse post industriale, ancora rimediabile. La quarta parte si focalizza sul dibattito italiano e le nuove tematiche in materia di mobilità ciclabile. In modo particolare verrà posta l'attenzione sull' aspetto legato alla promozione dell'immagine della bicicletta. La seguente tesi non è una dichiarazione di guerra alle auto, ai mezzi motorizzati e a chi li possiede. Vuole contribuire alla riflessione sull'eccessivo tasso di motorizzazione nel nostro paese. L'obiettivo è la riaprropriazione e la difesa degli spazi dedicati ai ciclisti, una nuova apertura al dibattito in materia di ciclabilità e sostenibilità ambientale. Sono partito affrontando il lavoro di tesi con la convinzione comune che la mobilità ciclabile di una città si potesse semplicemente misurare attraverso i chilometri di piste ciclabili a disposizione. Dall'esperienza personale di ciclista attivo a Milano, ho potuto constatare che mobilità ciclabile è qualcosa di più di una infrastruttura dedicata ai ciclisti. 23 La base teorica di riferimento è il concetto di rete. Continuità e qualità sono aggettivi che la identificano e la contraddistinguono. Rete infrastrutturale, come manufatto, ma anche come unione e condivisione di conoscenze, di servizi e di luoghi diffusi nella città. Attivare un processo e un'inversione di tendenza nella mobilità ciclabile milanese e italiana è davvero solo una questione di piste ciclabili? Forse si ma non solo... 24 1. Quelli che....vanno in bici 25 Un secolo fa venne inventato il cuscinetto a sfere. Grazie a esso, il coefficiente d'attrito si riduceva a un millesimo. Applicando un cuscinetto a sfere ben calibrato tra due pietre da macina dell'età neolitica, un uomo poteva macinare in un giorno quanto ai suoi antenati richiedeva una settimana di lavoro. Il cuscinetto a sfere rese anche possibile la bicicletta, facendo sì che la ruota, forse l'ultima delle grandi invenzioni del Neolitico, fosse finalmente utilizzabile per la mobilità autoalimentata. Ivan Illich_Elogio della bicicletta “La bicicletta e il veicolo a motore sono stati inventati dalla stessa generazione. Ma sono i simboli di due opposti modi di usare il progresso moderno. La bicicletta permette a ognuno di controllare la propria energia metabolica (il trasporto di ogni grammo del proprio corpo su un chilometro percorso in dieci minuti costa all’uomo 0,75 calorie). Il veicolo a motore entra invece in concorrenza con tale energia. «La bicicletta allarga il raggio d’azione personale dell’uomo, senza limitarne il movimento. Quando non è possibile andare in bici la si spinge a mano. Il ciclista, beneficiario di una comodità senza classi, può addirittura trasportare qualcun altro sulla canna o sul portabagagli». Ivan Illich_Elogio della bicicletta 26 1.1 Storie di ciclisti 27 Luigi Ganna Luigi Ganna, detto el Luisin e poi anche Luison, è il vincitore del primo Giro d'Italia. E' robusto, atletico ed è anche muratore. Proprio per lavorare in cantiere cala ogni giorno da Induno Olona (dove è nato il 1° dicembre 1883) a Milano: ha diciassette anni, preferisce la bicicletta al treno, anche 10 chilometri al giorno, dal paese alla città, da un cantiere all'altro. Luigi Ganna si sente prontissimo per le corse in bicicletta, ma i genitori non vogliono. In clandestinità disputa le prime due gare; gli vanno bene. E' il 1905 e decide di iscriversi al Giro di Lombardia per professionisti. Lo vince Gerbi, il grande Diavolo Rosso, secondo è Rossignoli, ma questo esordiente arriva terzo. Mezz'ora dopo l'arrivo Luisin sta lavandosi in un mastello, nel cortiletto di una vicina osteria, quando qualcuno passa a consegnargli il premio: 18 lire. Cifra enorme, che convince i genitori sull'opportunità di lasciare che il ragazzo faccia il ciclista. Tanto più che arriva pure il contratto con la Bianchi, 200 lire al mese per dieci mesi all'anno. Ganna vince una Milano-Torino andata e ritorno, è terzo in due altri Giri di Lombardia, nel 1908 è sfortunatissimo secondo nella Milano-Sanremo dietro al belga Van Hauwert, e nel Giro di Lombardia, dietro il lussemburghese Faber. Grande annata il 1909. Primo nella Milano-Sanremo, con un'ora e un minuto sul francese Georget (premio complessivo 1450 lire). Ganna prende il via per l' ”Atala” al 1° Giro d'Italia, con lo stipendio aumentato a 250 lire mensili. E qui la storia sua si trasferisce nella storia del ciclismo. Per la vittoria, un guadagno complessivo di 23.947 lire. Alla fine di quell'anno favoloso Ganna ha raccolto qualcosa come 34.000 lire e si sente quasi un ricco. Si fa la casa, si sposa. Nel 1912, poco prima di vincere una 600 chilometri, apre una piccola fabbrica di biciclette. Sette operai, tre velocipedi al giorno. Lo chiamano anche "il moschettiere". E i primi giornalisti scrivono di lui chiamandolo "il buon Ganna". Gli vogliono bene quasi tutti, e altri "moschettieri" sono accomunati a lui 28 nelle citazioni, Galetti, Pavesi e Micheletto. Sono i quattro dell' Atala che vince il Giro del 1912 con classifica a squadre, anche se Ganna si deve ritirare nella quarta tappa. Ganna è anche l'uomo dei 40 chilometri e mezzo nell'ora sul velodromo di Porta Ticinese, con listelli di legno trasversali, anche un centimetro tra l'uno e l'altro, migliorando Cuniolo. E quando il Giro d'Italia va sulle grandi montagne, è lui il primo a vincere il Sestriere, nel nevischio. E' pure bravo nel lasciare, anno 1915. Dieci anni dopo la sua fabbrica produce anche motociclette. Su una bicicletta “Ganna” Fiorenzo Magni vince il Giro d'Italia 1951. El sciur Luison muore il 2 ottobre 1957, a Varese. 29 In metropolitana con la bici. Multato il presidente di Fiab Ciclobby «Ero fuori orario di pochi minuti, Milano ci penalizza. E poi in Fiera non ci sono le rastrelliere» Fig 6_ Simbolo di Fiab Ciclobby In metropolitana con la bici 6. Da Bonola a Rho-Fiera. Ma fuori orario di tre quarti d’ora. E così li hanno multati tutti e due. Anche se uno poveretto aveva bucato. Anche se stavano andando al Salone del ciclo proprio per consegnare una delle due biciclette per una premiazione. Anche se si erano presentati al responsabile della stazione chiedendo garbatamente il permesso di aggirare l’ostacolo dell’orario, che al sabato dà il via libera al trasporto delle due ruote dalle 10 fino al termine del servizio. Anche se erano stati proprio loro, quei due ciclisti fuori legge, almeno una dozzina d’anni fa, a concordare con l’ATM le modalità e i tempi del servizio che consente il trasporto delle biciclette. Gigi Riccardi ed Eugenio Galli, uno presidente della Fiab, la Federazione degli amici della bicicletta, e l’altro leader di Ciclobby. Una multa ( trentotto euro a testa )da rigettare al mittente. E sarà ricorso assicurato. Ma non solo. Perché proprio partendo da questo episodio, i due hanno già in mente di chiedere qualche modifica all’ATM in merito agli orari del servizio delle bici sul metrò. Al sabato, apertura tutto il giorno proprio come già accade la domenica. E qualche ora in più anche durante la settimana. E pensare che Riccardi e Galli al Salone del ciclo stavano andando di pedalata in pedalata. Di sicuro sull’onda del successo della notte a due ruote in corso Buenos Aires. Ma senza fare i conti con la maleducazione di chi la notte butta in strada le bottigliette di birra come fossero niente. Ed è così che una volta bucata la gomma del Riccardi, i due decidono di scendere a Bonola per andare alla Fiera con il metrò. Presentandosi all’addetto alla stazione. Spiegando e chiedendo. Ma senza successo. Con la centrale dell’ATM di via Monte Rosa che conferma via radio: no, quei due non devono passare. 6 Intervista al protagonista Eugenio Galli a seguito di un articolo letto sul Corriere della Sera di domenica 18 settembre 2005 ; Cronaca di Milano pag. 5 30 E invece i due passano, scendono le scale, salgono sul vagone e arrivano alla stazione di Rho-Fiera. Dove ci sono due sorveglianti dell’azienda che li stanno aspettando. Riccardi e Galli spiegano e chiedono. I sorveglianti allargano le braccia e chiamano la sala operativa di Monte Rosa. Con la prevedibile sentenza: multa per trasporto di bici fuori orario. Anche se vista la situazione, questa volta si sarebbe forse potuto chiudere un occhio. Anche perché adesso, Riccardi e Galli daranno di sicuro battaglia per nuove conquiste a favore dei ciclisti sui mezzi pubblici. Per esempio, le bici sugli euro-tram. 31 Da Milano Porta Romana ai pescatori dell'Adriatico7 L'undici di luglio, alle ore due del pomeriggio, io varcavo finalmente, dall'alto della mia vecchia bicicletta, il vecchio dazio milanese di Porta Romana. La meta del mio viaggio era lontana: una borgata di pescatori su l'Adriatico, dove io ero atteso in una casetta sul mare: questa borgata supponiamo che non sia lungi dall'antico pineto di Cervia e che, per l'aere puro, abbia il nome di Bellaria. Ora, quel giorno della partenza, il cielo era senza nubi, e per far piacere alla città che mi ospita da tanti anni, dirò che era azzurro: certo ne pioveva un'afa così ardente e greve, che in ogni altra città d'Italia gli uomini si sarebbero addormentati; e anche le motrici e le macchine si sarebbero fermate [...] Da mesi e mesi la vecchia bicicletta nel chiuso studiolo mi diceva: "Ricordi dieci anni fa la gioia dell'alba che raggiò da Collefiorito? L'ascesa a Recanati come ad un santuario? La sosta a San Vitale presso Classe con quei gran gigli simmetrici per l'abside azzurra, e quei mansueti cervi simbolici, assetati di verità, tanto che ti palpitò il cuore, o incredulo, di fede e di amore per il Cristo, giovanetto severo che lì giganteggia seduto, e ti fissa con l'indice levato?" Questi precedenti spiegano la ragione della mia contentezza quando quel giorno undici luglio, ornate le gambe di un paio di novissime calze, montai in sella. Incontrai per la città qualche conoscente, molto meravigliato nel vedermi in cotale assetto. Ma io salutai da lungi e dissi nel cuore biblicamente: "Nescio vos!". Molto più fortunata di me, la bicicletta aveva trovato un meccanico che fermò qualche vite, rinnovò i pneumatici, e lubrificò i congegni. Per noi, creature di Dio, non esistono pezzi di ricambio. I pneumatici una volta invecchiati, tali rimangono, né il mercante vende olio per lubrificare le ossa indurite. Noi, sventuratamente, abbiamo l'età dei nostri pneumatici, cioè delle nostre arterie, e non c'è laboratorio che le rinnovi. Ciò è molto sconfortante: vale tuttavia a spiegare un'altra causa della mia contentezza quando mi accorsi che il pedale ripondeva bene all'impulso, che le case andavano indietro e la verdura della campagna veniva avanti. Addio, Madonnina del Duomo! 7Alfredo Panzini , “La lanterna di Diogene”, 1907 32 Il Presidente della Germania Horst Köhler in bici mentre il Presidente del Trentino con l’auto e il lampeggiante blu Agosto 2007 Horst Köhler, Presidente della Germania, se ne sta andando in bici per il nord Italia, mentre Lorenzo Dellai, Presidente del Trentino, se ne va in giro con l’auto blu provvista di lampeggiante blu. Saputo che nell’austriaca Innsbruck inizia una pista ciclabile che porta a Venezia, il presidente della Germania Horst Köhler ha deciso di trascorrere le ferie pedalando per il nord Italia. E’ seguito con discrezione dai suoi agenti di sicurezza e da quelli italiani. A vederli nelle foto che i giornali hanno pubblicato sembrano un affiatato gruppo di amici amanti del pedale. L’ha fatto in bici, perché è così che dopo essere entrato in provincia attraverso Passo Resia, ha attraversato l’Alto Adige assieme alla moglie Eva. Come Köhler, sono migliaia i turisti che si godono natura e paesaggio pedalando sulla rete ciclabile provinciale che entro pochi anni supererà i 600 chilometri di lunghezza. I Presidenti delle Province di Bolzano e Trento Luis Durnwalder invece girano e accompagnano il presidente tedesco con l’auto blu targata “Protezione Civile”. Peccato che in Italia, patria di ciclisti entrati nella storia dello sport, non si sia riusciti ancora ad attrezzarsi per favorire adeguatamente l’uso della bicicletta. Finora le piste ciclabili nelle città sono state pianificate in funzione delle auto: danno fastidio alla circolazione, meglio toglierle dalle strade. E così si sono ricavate piste ciclabili che in gran parte creano più pericoli per tutti che un’alternativa per la circolazione (almeno per quella a breve raggio). Bisogna anche riconoscere che la provincia autonoma del Trentino è tra le più evolute e all'avanguardia in Italia in materia di mobilità ciclabile ed eco-sostenibilità. Tutte le politiche a favore della bicicletta della città di Bolzano sono un esempio non solo in Italia ma a livello europeo. Fig 8_ Simbolo Bolzano Bici 33 1.2 Percorsi in bicicletta Fig 9_ Schizzi di percorsi in bicicletta a Milano 34 MILANO Da via Bellini (Segrate) a piazza Leonardo da Vinci - Politecnico Tempo di percorrenza: 20 minuti circa Millequattrocento pedalate circa mi dividono dalla prestigiosa facoltà di architettura del Politecnico di Milano. Le faccio ormai quasi ogni mattina ma riesco sempre a stupirmi con qualcosa di nuovo ( uno sguardo, scorci post-industriali, murales metropolitani...). Questo anche perché, a seconda dell’umore, del tempo atmosferico e delle forze a mia disposizione il percorso può variare. Partiamo dalla mia bicicletta (tipo italiana classica, verde con ruote 28, campanello vigile). Ci sono molto affezionato, essendo questa la prima delle mie bici trovata abbandonata e messa a posto pian piano nelle “ciclofficine” e nei vari Decathlon. Sono orgoglioso che mi stia seguendo in questa avventura urbana milanese. Si esce tranquilli di casa, sorpassando una serie di villette a schiera. Se è mercoledì si è fortunati. Già alla prima svolta a sinistra, il piccolo mercato rionale regala sapori e odori di pesce e carne arrostita. Una prima pista ciclabile mi accompagna alla rotonda che introduce in via Rubattino lato Segrate. Strisce rosse e bianche ben visibili a terra e segnaletica verticale luminosa mi danno sicurezza nell’attraversamento. Sorpasso la fermata dell’autobus dove, di giorno, c’è sempre qualcuno che aspetta. E poi via, seconda rotonda e la Ribattino all’orizzonte. Ufficialmente sono in territorio comunale milanese. Prima di continuare da passista tipo Indurain rallento per “spiare” la nuova colonia di Punk insediatasi prima dell’estate all’interno dei locali-torrette abbandonate della fabbrica Innocenti. La Ribattino è lunga all’orizzonte e l’unico modo per distrarmi è guardare alla mia destra. Capannoni dimessi e chissà quante storie di impiegati ed operai all’interno. Qualcosa di incredibile e che riesce sempre a stupirmi. Raggiungo il ponte della tangenziale e mi ci infilo dentro, svoltando a destra. Anche io prendo la tangenziale! Il tragitto continua all’ interno del nuovo “Parco dell’acqua” inserito qui dal PRU Rubattino. Peccato che l’acqua è un laghetto stagnante e puzzolente del Lambro, ma almeno in estate crea microclima rinfrescante. Sulla riva dello stagno, immancabilmente, donne ed abitanti delle fabbriche 35 dimesse lavano i loro panni…sono loro le lavandaie del XXI secolo che ci ricordano come gli invisibili possono vivere o sopravvivere al riparo di ex capannoni produttivi. Svolto a sinistra per via Caduti di Marcinelle. Fino a qui tutto tranquillo, poche macchine e code ( a parte le sagome delle autovetture e dei camion visibili sulla Tangenziale). Imbocco via Pitteri e via Saccardo lasciandomi alle spalle la posta e l’oratorio di S. Martino in Lambrate. Altra svolta e sono dentro Milano, quella vera, ed ora si nota. Capolinea dei tram 11 e 33, macchine , traffico e frenate, rotonda di Rimembranze di Lambrate. La taglio in contromano sul marciapiede, a velocità ridotta, facendo attenzione ai passanti. Imbocco via Bassini e il suo puzzolente (ma fortunatamente breve) sottopasso. Attenzione alle rotaie del tram, imboccarle per sbaglio significa sbandamento e pericolo di cadere al suolo. Cominciano i semafori. Sorpasso macchine in coda che mi sputano, forse per invidia, il loro fumo scuro e tossico. Continuo fino a via Bonari; al mio lato scorrono i tram 11 e 23. Arrivato a destinazione, un po’ sudato ma contento. Posso iniziare la mia giornata da studente. Prima però passo dalle fontanelle di piazza Leonardo da Vinci per una buona bevuta rinfrescante…almeno l’acqua continua a rimanere pubblica e gratuita. Giuseppe 36 MILANO Da “East end pub” a casa (piazzale Loreto) Tempo di percorrenza: 16 minuti circa Slego la mia bici e mi avvio tra la folla che ancora a tarda notte occupa lo spiazzo davanti all’ “East end pub”. Rido e scherzo bevendo ,a tre euro e cinquanta, birra doppio malto seduta sul marciapiede. Attorno regna il silenzio eterno delle pietre tombali. Inizio a pedalare lasciando dietro di me le macchine sistemate ai lati della strada di accesso al pub. Schivo qualche motorino sul mio percorso e accelero il ritmo una volta superato il parcheggio del cimitero di Lambrate, tutto esaurito ed illuminato a giorno. Appena supero la tangenziale le luci si affievoliscono. Mi ritrovo immersa nel denso e umido buio che si diffonde dagli alberi e dalla terra, che sale dal fiume Lambro e ti si attacca ai vestiti e al viso quando costeggi il parco. Allora corro più in fretta lungo via Feltre prendendo velocità, alzando la testa man mano che la mia ombra inizia ad apparire nitida sulla strada. Se aguzzo la vista e tendo le orecchie mi svolto piazza Udine senza dare la precedenza. Proseguo guardinga, estasiata nella notte, con l’obiettivo di raggiungere in fretta il ponte ferroviario. Semaforo rosso. Una macchina gira a sinistra. Riprendo il pedale e spingo le ruote sul pavè della galleria. La luce arancione mi scalda le dita delle mani. Oltre la ferrovia mi investono nuovi odori, più acri ma conosciuti: l’asfalto e le facciate delle case mi avvolgono con un po’ di calore urbano. L’orologio della chiesa di Casoretto, avvicinandomi, sembra una luna e poi un lampione. Rido tra me e me per il dubbio che ogni volta si ripropone. E sento un brivido antico nel passare vicino alla rassicurante città compatta dove ancora qualcuno è in giro, dove il pub sta abbassando le saracinesche, dove fra un po’ laveranno la strada, dove fa più caldo in inverno e dove si muore d’afa durante l’estate. È quasi finita. In piazza Durante c’è fermo un furgone che vende panini con salsiccia, peperoni e cipolla; mi fa un po’ di compagnia le sere in cui torno da sola. Qualche macchina sfreccia lungo via Andrea Costa, diretta a Loreto o fuori verso la tangenziale. La strada è finalmente libera e l’acceleratore premuto. Domani mattina questo stesso punto sarà al collasso, trafficato come le tante radiali di accesso a questa città. Ora il semaforo lampeggia. Ci vuole tutta la mia attenzione per attraversare veloce la strada e salire sul primo passo-carraio libero. Sguardo fisso verso 37 casa mia, l’attenzione rivolta a considerare dove si trovino catena e chiavi di casa. Arrivo in velocità facendo un giro nel parcheggio davanti al mio palazzo. Scendo al volo dalla bici e la poso a fianco della ringhiera. Mi impossesso della catena e, mentre mi assicuro che attorno a me non ci sia nessuno, faccio un giro di chiave. Due passi e sono sul portone di casa. “Buonanotte bici cara, a domani.” Samantha 38 MILANO Da Cesano Boscone a BisceglieMM (e viceversa..) Tempo di percorrenza: 10 minuti circa Percorso facile e variopinto8. Mi è servito durante gli anni universitari per raggiungere Bisceglie in sella alle mie biciclette e non pagare i mezzi ATM extraurbani. Utilissimo per raggiungere la stazione metropolitana da Cesano Boscone senza dover passare per il vialone di Bisceglie dove le macchine fanno a gara! Si può percorrere in entrambe le direzioni senza problemi anche per l'ultimo tratto controsenso prima della stazione (è una strada molto larga e poco trafficata). Andata. Si raggiungono "Le Torri dell' Ipercoop" (nome paesano dato ai quattro alti palazzoni biancastri che stanno un po' a sud rispetto al centro commerciale) e si entra nel parco che sta tra loro ed il supermercato. All'altezza della struttura a mattoncini rossi che dovrebbe fungere da grosso riparo per la gente (ma non ha ancora ben sviluppato la copertura vegetale) si piega verso la campagna, si passa il ponte sul rigagnolo. Si gira a sinistra dopo una cinquantina di metri; quindi giriamo a destra alla prima occasione e, proseguendo testardi verso la campagna, lasciamo i viali bianchi di pietrine del parco inoltrandoci lungo un sottile sentiero (poi più largo e a due corsie) che compie la stessa strada del vialone. Al bivio in fondo voltare a sinistra, quindi curva obbligata a destra ed ancora a destra prima del canale, seguendo un sentiero sottile; gireremo a sinistra alla prima occasione passando sul canale e ritrovando quei viali di pietrine bianche che avevamo percorso nel parco delle "Torri". Infine aggiriamo il Beccaria facendo destrasinistra-sinistra (l'ultimo sinistra in contromano, ma non vi è alcun pericolo vista la grandezza della strada) e ci troviamo a Bisceglie MM. Via alla metro! 8 Tratto dal sito di criticalmap.org/milano Autore “Cava” 39 Ritorno. Lasciamo la stazione dirigendoci fuori città prendendo subito la strada che costeggia il parcheggio coperto di Bisceglie e il Beccaria, in fondo giriamo a destra passando davanti l'istituto quindi, superatolo, entriamo nel parchetto percorrendo la strada bianca che volta obbligatoriamente a sinistra prima della cascina; lasciamo il vialetto ufficiale proseguendo sul sentiero che scavalca il canale e, girando a destra, ci fa costeggiare la cascina; al bivio voltiamo a sinistra; al secondo bivio invece a destra e via sempre dritto fino al parco oltre la campagna; siamo arrivati dunque nella zona abitata di confine tra Milano e Cesano. A questo punto il paese si trova di fronte a noi, ma è difficile distinguerlo. P.S. Il percorso è percorribile anche a piedi impiegando una ventina di minuti in cui la piacevolezza è garantita. Consiglio utile.Lasciare le biciclette a Bisceglie è rischioso! Sopravvivono più facilmente bici come le Holand o le mitiche Grazielle pieghevoli.. Speriamo un giorno in una stazione per le biciclette sulle orme di San Donato.. 40 MILANO Da via Bellini (Segrate) a Largo Carrobbio – via Torino Tempo di percorrenza: 35 minuti circa Quasi per sfida. Oggi prendo la bici per arrivare da Redecesio, via Bellini a Milano Via Torino. Apro la porta del garage e lei, fedele e bellissima, sembra contenta che io me ne sia ricordata oggi, in questa fredda giornata di novembre, dal cielo terso. Partiamo, una pedalata, una seconda, e poi via, mi scordo la fatica e comincio a guardare la città con rinnovato stupore. Chissà che ne sarà dei capannoni di Via Rubattino che vedo da tutta la mia vita in stato di abbandono (come dicono i libri). Però sono affascinanti e “vissuti” da gente vagabonda, è vero, ma un primo scopo ce l’hanno. Danno un ricovero a chi non ce l’ha, bene. Proseguo verso il quartiere dell’ortica, si, quello cantato nella canzone, La piccola chiesetta antichissima (1200) ne segna il centro, che la strada adiacente poi alla ferrovia un po’ “ferisce”. Prima fatica salire il ponte…scelgo il sottopassaggio pedonale, meno macchine e la possibilità di due chiacchiere con una signora anziana alle prese con il suo carrello spesa biruote. Paura di essere in ritardo, ma no, sono passati dieci minuti dalla partenza. Bene. Passato il ponte mi immetto per un pezzo nel traffico, giusto il tempo di raggiungere lo spartitraffico, qui comincia la “pista”tra gli alberi di foglie dorate, che mi regalano i colori caldi dell’autunno…rubini, miele e castani sfumature impressionanti che fanno bene agli occhi. Parchetto bimbi: tate infagottate, meravigliosi piccoli addormentati nelle culle, prendono l’aria. Cani al guinzaglio da evitare, scampanello, un po’ per avvisare, un po’ perché mi piace un sacco…Sono arrivata alla piazza, con San Francesco che benedice…prendo la benedizione e proseguo….C.so Manforte è la parte più pericolosa…mi sento un po’ invisibile…no, sono gli automobilisti ad essere ciechi…oltrepasso, con l’aiuto del marciapiede e finalmente sono in San Babila, da qui è piana, velocità controllata. Molti visi, cappotti neri, giacche nere, donne e uomini assonnati e indaffarati, profumo di brioches…e caffelatte. Sguardo ammirato al Duomo, che oggi ha una luce più bella, attraverso e Via Torino pavet , tram e rotaie…nient’altro? …mi sposto sul marciapiede…ponte di salvataggio…pian piano per non urtare suscettibilità di pedoni…ok, lego la bici al palo. Bar, cappuccio…aspetta, forse sono in 41 ritardo…l’orologio mi conferma sono le nove meno cinque. Mezz’ora esatta, in bus, metro e tram ci vogliono 45 minuti. L’impressione è di stupore: muoversi in bici ci restituisce il tempo, colori, profumi, ci restituisce la città! Patrizia 42 MILAN From Redecesio to Politecnico di Milano Time: 20 min. How it feels to bike on the same road everyday. I feel; working in an office or a classroom everyday, weaken my contact with the nature. For most of us, this is a usual result of the city life. After a while it is even difficult, being aware of the weather; if it is raining, if it is cold or warm, in what shape moon is, how the wind smells that day….Our body has a natural rhythm. I feel; losing my bound with such kind of events change this rhythm which makes me unbalanced and unhappy in hearth. In this sense, most of time, bicycle is my only contact with the natural environment. While biking every day, at the same time on the same road, I slowly feel how the seasons change, how the same trees slowly grow, how the smells change, how the period of moon is… These help me keep in mind that I am a human being. Biking on the same way every day, one can also get into an emotional contact with the road, because after a while you get to know where every single turn is, where it is uphill, where it is downhill, in which part it is windier…Something more important; you get to know your social environment; start to be familiar with faces on your way. The shop keepers, traffic police on duty, joggers, dog owner, school children waiting, those who share the same piece of urban space, same time of the day. With a car or in a bus, faces move so fast that it is barely impossible to get eye contact with those people. They say, “Loneliness” is the biggest sickness of the modern man. Maybe it is because, he moves too fast in space; too fast to get to know other people. “The city”, itself is also among those, which you get an eye contact with. Looking from a human scale, in a slower pace; I get a better understanding of the urban scales, perspective and topography of the city. When you get lost and ask for directions to a driver; the answer is always misleading for a biker. For example; if a driver tells “1 km” about a distance, the actual distance is at least 3-4 km to biker’s destination. In a car or a bus, everything is very near! The difference between 1 km and 3 km is not significant that we lose the scale of the city in them. 43 Day by day, we become strangers in our cities, we lose our contact with her, we lose the urban perspective and we forget how to navigate in her. Biking the same way everyday is important for me, because it helps me to remember. Alp 44 ROMA Da Montesacro a piazzale Jonio ( quartiere Prati) Tempo di percorrenza: 35 min. circa La mia giornata tipo con la bici è quella in cui abbino al lavoro qualche attimo di svago durante gli spostamenti. Partenza da Montesacro piazzale Jonio destinazione quartiere Prati dove risiedono la maggior parte dei miei clienti. Fare assistenza informatica è di per se sedentario e mette a dura prova la pazienza di chiunque, l’alternanza tra sellino e pedali con tastiera e mouse aiuta a non stressarmi troppo. L’itinerario lo percorro mentalmente prima di partire. Nonostante esista un percorso quasi interamente percorribile su pista che passa da via Nomentana passando brevemente sulla tangenziale fino a ponte Milvio dove la ciclabile inizia a costeggiare il fiume Tevere fino a raggiungere il quartiere Prati, molto spesso allungo per passare attraverso il centro storico. La scelta è quasi sempre figlia della voglia di arrivare in centro attraversando Villa Borghese lungo il verde. Qualche kilometro in più non è un prezzo da pagare ma una necessità per saziare lo sguardo. Una volta in centro le zone pedonali rendono l’ultimo tratto una vera e propria passeggiata. All’arrivo non ha valore poter posteggiare davanti al portone dove mi devo recare. Uso la bici non soltanto come un semplice mezzo di locomozione, ma per me è una scelta di vita un modo per dire di esserci nella lotta all’inquinamento e alla pigrizia confezionata insieme alle nostre lucenti poderose inquinanti scatole di latta a motore. Per lavorare, per diletto, in vacanza, come moto fisico e mettiamoci anche per narcisismo ecologico, perché no, è il mio mezzo di locomozione preferito. A Roma la vita del ciclista si caratterizza soprattutto dalla capacità di sapersi adattare alla mancanza di piste ciclabili che raggiungano capillarmente i principali luoghi d’incontro e lavoro. Nonostante l’attuale amministrazione abbia effettivamente investito e realizzato opere finalizzate alla crescita e all’incentivazione dell’uso della bicicletta, dobbiamo imparare a sopravvivere agli automobilisti che non hanno l’abitudine a condividere la loro strada con i sempre più numerosi ciclisti. Le situazioni tipo sono quelle dell’invasione dagli spazi sui lati delle carreggiate generalmente utilizzati dalle due ruote 45 siano esse motorizzate e non. I cambi di direzione in carreggiata durante le pericolose svolte a sinistra mettono a dura prova la voglia di pedalare, molto spesso devo calcolare i miei spostamenti e quelli di reazione degli automobilisti. La fretta che caratterizza la vita di città ci è nemica; se gli automobilisti sono abituati a cambi di direzione repentini, incrociare un ciclista li mette necessariamente nella condizione di doversi adeguare ad un ritmo che ha poco a che vedere con quello usualmente tenuto. Poi per fortuna le piste ciclabili che ci sono offrono la necessaria sicurezza per potersi muovere e allo stesso momento godere di quel senso di libertà che la bici mi regala. La mia città non è facile ma non mancano i momenti speciali per muoversi in bici: le giornate di blocco del traffico e le domeniche mattina su tutti. La notte, anche se può sembrare inusuale, è uno dei momenti migliori per potersi muovere zigzagando su marciapiedi meno affollati. Gli incontri con gli appassionati sono organizzati ma molto spesso nelle piazze dei mercati, sulla ciclabile del lungotevere ci si incontra e fare nuove amicizie è facile e piacevole. Mario 46 2.0 Linee guida, indirizzi, normative per la ciclo-pedonalità. 47 “La bicicletta è sport, ma non solo. E' turismo, salute e una scelta differente di mobilità. Tutti i livelli amministrativi, dalla Comunità Europea ai singoli enti locali, devono dare un contributo e delle politiche innovative di supporto, di mobilità sostenibile per unire il semplice divertimento ad un progetto più complesso di riduzione del traffico e degli inquinanti nelle aree urbane.” Chiunque, posto di fronte al problema della mobilità urbana, prende in considerazione tre sole opzioni: auto, scooter e mezzi pubblici. Quasi nessuno è disposto a dare credito a quel cimelio impolverato che giace in cantina e che potrebbe tornare a nuova vita con sforzi minimi: la bicicletta. Eppure la bici, in ambito cittadino, può risultare il mezzo di trasporto più vantaggioso, e non solo sulle brevi distanze. 48 2.1 Unione Europea “La bicicletta è il uno dei maggiori veicoli ad emissioni zero.Il suo uso dovrebbe essere incoraggiato come efficace mezzo di trasporto sostenibile. Non condividiamo l'opinione che il progresso tecnologico e lo sviluppo di nuovi carburanti potranno da soli ridurre il livello necessario di emissioni inquinanti nel settore dei trasporti. [...] La bicicletta deve essere incorporata in tutte le politiche di trasporto (assicurandone una completa intermodalità), ambiente, pianificazione e sanità9”. In questo momento non si dispone ancora di una politica ciclistica a livello europeo, anche se la Commissione europea, mediante programmi di aiuti, appoggia la ricerca, lo sviluppo e la realizzazione di progetti nel quadro di una politica intesa a favorire la mobilità e un uso dell'energia sostenibili. Si raccomanda ,da un punto di vista generale, di integrare l'uso della bicicletta nella politica dei trasporti. Tra gli obiettivi “tutti i treni europei, inclusi quelli per i collegamenti internazionali ad alta velocità, dovranno disporre di un locale destinato (fra l'altro) alle biciclette dei passeggeri. [...] La politica ciclistica dovrà essere integrata anche nell'ulteriore sviluppo delle politiche europee in materia di pianificazione territoriale (compresa la politica urbanistica), ambiente, economia, salute, nonché istruzione e formazione 10.” A livello dei comuni, l'unione europea suggerisce agli enti locali di “prefiggersi obiettivi chiari su come e quanto aumentare la percentuale d'uso dei trasporti pubblici urbani e del ricorso alla combinazione di mezzi di trasporto rispettosi dell'ambiente (spostamenti a piedi e in bicicletta) e ridurre in tal modo la percentuale assoluta del trasporto automobilistico 9 Dichiarazione ECF ( European Cyclist Federation), 21 maggio 2007, Berna 10 Gazzetta ufficiale Unione Europea, Parere del Comitato economico e sociale europeo su: “Promozione del trasporto ciclistico transfrontaliero” , 2007 49 individuale. A questo scopo è importante integrare le competenze di pianificazione e quelle di finanziamento 11.” Ufficialmente l'Europa non dispone di una vera e propria politica uniforme in materia di ciclabilità.A prescindere dal principio di sussidiarietà, l'UE deve attivarsi nel promuovere l'uso della bicicletta nel territorio dei paesi membri. Le biciclette possono infatti svolgere un ruolo importante per il conseguimento dell'obiettivo, perseguito dall'UE, di realizzare un nuovo equilibrio tra le modalità di trasporto. Tra le azioni che potrebbe svolgere: programmi di aiuti migliorare la sicurezza dei trasporti promuovere la cooperazione e lo scambio di buone pratiche sostenere la rete EuroVelo In questi anni la ECF ( European Cyclistic's Federation) sta impostando una forte visione di rete europea, denominata “Eurovelo”. Si tratta di una rete , lunga più di 65.000 Kilometri, di piste e tracciati cicloturistici. 11 Gazzetta ufficiale Unione Europea, Parere del Comitato economico e sociale europeo su: “Promozione del trasporto ciclistico transfrontaliero” , 2007 50 Fig 10_ Mappa di Eurovelo a cura di ECF Elenco delle ciclopiste di eurovelo: North - South Routes: 1 - Atlantic Coast Route: North Cape - Sagres 8,186 km 3 - Pilgrims Route: Trondheim - Santiago de Compostela 5,122 km 5 - Via Romea Francigena: London - Rome and Brindisi 3,900 km 7 - Middle Europe Route: North Cape - Malta 7,305 km 9 - Baltic Sea to Adriatic Sea (Amber Route): Gdansk - Pula 1,930 km 11 - East Europe Route: North Cape - Athens 5,984 km 51 West - East Routes: 2 - Capitals Route: Galway - Moscow 5,500 km 4 - Roscoff - Kiev 4,000 km 6 - Atlantic - Black Sea : Nantes - Constanta 4,448 km 8 - Mediterranean Route: Cádiz - Athens and Cyprus 5,888 km Circuits: 10 - Baltic Sea Cycle Route (Hansa circuit) 7,980 km 12 - North Sea Cycle Route 5,932 km Total network: 65,380 km 52 2.1.1 Libro Bianco dei trasporti E' un rapporto della commissione dei trasporti della UE ( approvato a Bruxelles nel settembre 2001) dalla valenza decennale in materia di spostamenti e di indirizzi strategici. Rappresenta quindi la visione della politica europea dei trasporti fino al 2010, partendo da una complessa analisi del sistema offerta/domanda dei trasporti. Il tema principale è il riequilibrio tra le modalità e le tipologie di trasporto di merci e persone attraverso scelte strategiche e programmi di azioni, misure ed obiettivi da raggiungere. In realtà il rapporto dice poco in materia in materia strettamente legata alla mobilità ciclabile. Si parla in modo un po' astratto di intermodalità e della possibilità di poter portare le biciclette sui treni. Ecco i soli passi sulla ciclabilità: “Va a tal fine sottolineato che la bicicletta è un mezzo di trasporto troppo spesso trascurato, se si pensa che ogni giorno vengono effettuati in Europa circa 50 milioni di spostamenti in bicicletta (ossia il 5% del totale). Il numero di spostamenti, espresso in percentuale dal valore Modal Split12, raggiunge addirittura il 18% in Danimarca e il 27% nei Paesi Bassi ( media europea del 10%).” “Per meglio tutelare pedoni e ciclisti, l'elaborazione di norme di sicurezza per la progettazione delle parti anteriori delle autovetture potrebbe contribuire a salvare ogni anno fino a 2.000 vite umane. È attualmente in discussione un accordo volontario con l'industria per l'applicazione di simili norme”. Il libro bianco ha impostato la strategia delle reti europee di grande connessione infrastrutturale, ponendo attenzione alle linee autostradali,ferroviarie e ai grandi corridoi transfrontalieri. 12 E' l'unita con cui si misura la percentuale degli spostamenti quotidiani con i diversi sistemi di locomozione di trasporto: ferrovia, trasporto pubblico, automobile, ciclomotori, bicicletta e pedoni. 53 La revisione del libro bianco del 2007, ha focalizzato l'attenzione sulla parte della mobilità urbana, trascurata nella prima edizione del documento. Il percorso di verifica ha portato alla recente pubblicazione del “Libro verde dei trasporto urbano” 54 2.1.2 Libro Verde dei trasporti Il Libro verde sul trasporto urbano, inserito come una delle 21 priorità strategiche della Commissione per il 2007 , è un riesame intermedio del Libro Bianco dei Trasporti. Sulla base delle risposte ottenute da una consultazione pubblica che ha coinvolto più di 900 fra cittadini e stakeholder, attraverso questionari on-line da Febbraio a Aprile 2007, sono emersi i dati dai quali partire per formulare le analisi preliminari del documento. L'obiettivo finale è di presentare, nell’autunno 2008, un piano d’azione recante proposte e iniziative concrete per una mobilità urbana più sostenibile. “Ripensare quindi la mobilità urbana ottimizzando l’uso di tutte le modalità di trasporto e organizzando i diversi modi di trasporto collettivo(treno, tram, metropolitana, autobus, taxi) e individuale (automobile, motocicletta, bicicletta, a piedi).13” Finalmente le biciclette sono presenti e individuate come mezzo di trasporto indispensabile nella mobilità urbana per eco-sostenibilità e qualità degli spostamenti. Tab. 1_ Schema temporale delle fasi di preparazione alla realizzazione del “Libro verde” 13 Libro Verde della Commissione Europea dei Trasporti, settembre 2007 55 La sfida è inventare una nuova cultura della mobilità urbana conciliando sviluppo economico, accessibilità del territorio, qualità della vita e tutela ambientale. Tra le opzioni viene dichiarata la promozione degli spostamenti a piedi e in bicicletta e l'integrazione dei trasporti pubblici. 56 2.2 Rete Nazionale 57 2.2.1 Evoluzione storica e finanziamenti La cultura dell'uso della bicicletta come mezzo di trasporto urbano quotidiano alternativo all'automobile inizia, nel nostro paese, negli anni 80' sulla spinta dei modelli di trasformazione di alcuni paesi nord europei. Così anche in Italia si formano le prime associazioni di ciclisti che hanno iniziato a proporre e divulgare alle amministrazioni locali e agli altri cittadini la cultura delle piste ciclabili. “Negli anni novanta si è consolidata, tra gli addetti ai lavori, la cultura della rete ciclabile urbana intesa come insieme congruente di tratte caratterizzate dall'essere separate, preferibilmente con separatori fisici più che da segnaletica orizzontale, dalle rimanenti corsie veicolari. Purtroppo la programmazione e la pianificazione ciclabile rimangono spesso a livello di idea”.[...] Le cause di questo crescita lenta, caotica e ricca di insuccessi è da ricercarsi in alcuni fattori quali la scarsa sensibilità dei cittadini e di conseguenza della classe politica, la mancanza di una cultura pianificatoria legata alla mobilità, la carenza di finanziamenti, una tardiva e insufficiente cultura tecnica di riferimento e soprattutto una mancanza di politiche complessive di rilancio e promozione dell'uso della bicicletta come mezzo di trasporto urbano quotidiano. [...] Nel panorama italiano sopra descritto si distinguono solo poche città, tutti conoscono il caso di Ferrara, che per effetto di situazioni particolari stanno attivando porzioni significative e frequentate di rete ciclabile14. Ferrara, ad oggi, rappresenta ancora il caso forse più interessante sia a livello culturale che di infrastrutture. La città e l'amministrazione emiliana hanno scelto, non a caso, il 2008 come l”anno della bicicletta” , un riconoscimento e vetrina importante per il mezzo a due ruote. Il ministro dell'Ambiente sta pensando di istituire, sulla stessa onda, il 2009 come anno ufficiale italiano. Ma non bisogna nascondere la realtà. 14 Ing. M. Passigato, “Ciclabilità e moderazione del traffico. Sicurezza stradale per tutti” 58 L' Italia è in forte ritardo su quasi tutti i paesi europei, dopo anni di forte disattenzione e indifferenza nei confronti della mobilità ciclabile. La rete italiana può contare su circa 1600 Km di piste ciclabili. Il valore del Modal Split italiano delle biciclette si attesta intorno al 4%, contro la media europea del 10%. I fondi e i finanziamenti statali messi a disposizione per interventi nel settore sono passati da nulli a pochi. Un passo avanti “mestamente positivo”. La legge italiana competente e in vigore in materia è la n° 366/98 (Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica) presentata dai Verdi, finalizzata alla valorizzazione ed allo sviluppo della mobilità ciclistica. Tra gli indirizzi principali: affidare alle regioni il compito di redigere i piani regionali di riparto dei finanziamenti per la mobilità ciclistica e per la realizzazione di reti di percorsi ciclabili integrati Costituire un fondo presso il Ministero dei Trasporti e della Navigazione Tra gli obiettivi degli interventi: realizzazione di reti di piste ciclabili e ciclo-pedonali infrastrutturali in sicurezza realizzazione di parcheggi attrezzati e centri di noleggio riservati alle biciclette intervenire sulla segnaletica luminosa, verticale e orizzontale, specializzata per il traffico ciclistico promozione dell' intermodalità tra biciclette e mezzi di trasporto pubblico realizzazione di intese con Ferrovie dello Stato S.p.a. al fine di promuovere l'intermodalità anche attraverso la conclusione di appositi accordi di programma realizzazione iniziative educative atte a promuovere la conversione dal trasporto motorizzato a quello ciclistico realizzazione di un regolamento con il quale sono definite le caratteristiche tecniche delle piste ciclabili. 59 La legge rappresenta un ottimo punto di partenza, introduce aspetti innovativi ma rimane fortemente disattesa almeno in 2 punti. Il primo a proposito del riutilizzo del sedime ferroviario. Le regioni non si sono dimostrate ancora pronte con un piano generale. La rete di associazioni che fanno a capo a CO.MO.DO.( Comitato Mobilità Dolce) stanno infatti lavorando ad un progetto di legge più specifico in materia, per non perdere una grandissima possibilità ambientale, paesaggistica, economica e turistica. La Spagna, ad esempio, sta investendo molto strategicamente in un piano nazionale analogo denominato “ Vias Verdes”. In Lombardia il caso più evidente è caratterizzato dal recupero del vecchio tracciato ferroviario Mortara-Varzi in provincia di Pavia. Questo percorso potrebbe essere molto utile per una nuova modalità economica turistica di scoperta di tutto il territorio della comunità montana dell' “Oltrepò Pavese”. Al momento l'iter appare bloccato, visto che ogni comune sta trasformando in autonomo il tratto che lo attraversa. Questo manifesta forse una scarsa volontà della amministrazione provinciale. I 32 KM del percorso, infatti, rappresentano la più lunga ferrovia dismessa continua della Lombardia, con il vantaggio di risiedere in un'unica provincia. Secondo, nella 366/98 poi, in “ tutte le strade di nuova costruzione [...]devono essere progettate e costruite, per l'intero sviluppo, una pista ciclabile adiacente realizzata in conformità ai programmi pluriennali degli enti locali, salvo comprovati problemi di sicurezza". Questo anche in caso di manutenzione straordinaria della sede stradale. Altro elemento disatteso. In materia citiamo anche l'importante D.M. Ambiente 27.03.1998 (cd. Decreto Ronchi) che ha istituito la figura del “responsabile della mobilità aziendale” (Mobility Menager) nelle imprese ed enti pubblici con singole unità locali con più di 300 dipendenti. Questo al fine di adottare il piano degli spostamenti casa-lavoro del proprio personale 60 dipendente. Il piano e' finalizzato alla riduzione dell'uso del mezzo di trasporto privato individuale e ad una migliore organizzazione degli orari per limitare la congestione del traffico. In ultimo il decreto legislativo DM 557 del 30.11.99 ( regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili del Ministero dei Lavori Pubblici e del Ministero dei Trasporti e Navigazione.) si occupa delle linee guida di progettazione delle piste, fornendo indicazioni progettuali e standard chiari. Alla pianificazione, art. 3 strumenti di pianificazione, spetta il compito di redarre all'interno dei P.U.T. ( Piani Urbani del Traffico) il piano della rete ciclabile quale piano urbano di settore. 61 I finanziamenti nazionali sono stati: L. 208/91 (cd. Legge Tognoli) Presso il Ministero del tesoro, un fondo per il finanziamento degli investimenti diretti alla realizzazione di itinerari ciclabili o pedonali. 20 miliardi per il 1992 - 30 miliardi per il 1993 Da leggi finanziarie15 Finanziaria 2007 Anno Risorse finanziarie ministeriali (milioni di Euro) 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 6,71 20,65 33,48 10,83 0,51 0 0 4,5 4,5 4,5 ???? Tab. 2_ Finanziamenti in Italia a favore della mobilità ciclabile dal 2000 al 2010 Si istituisce, in controtendenza rispetto agli anni 2005 – 2006, un fondo per la mobilità sostenibile di 90 milioni di euro per tre anni. Alla ciclabilità il 5% degli investimenti per un totale 15 milioni in 3 anni. Pochi ma almeno qualcosa comincia a muoversi. Da aggiungere, 1 milione e 250.000 euro per realizzare i progetti per servizi di Bike Sharing in diverse città italiane. 15 Elaborazione a partire dai dati forniti da Tullio Berlenghi (responsabile ufficio legislativo gruppo Verdi della camera dei deputati) in occasione di “InBici 2007” 62 2.2.2 La proposta “BicItalia”, rete di itinerari nazionali Fig 11_ Mappa del progetto di rete “BicItalia”a cura di Fiab, 2007 63 Il progetto è ambizioso ma concreto. Realizzare i 16.500 km di ciclovie per tutto il territorio nazionale al servizio della sostenibilità con funzione turistica, di trasporto e di conservazione del territorio e sviluppo di economie locali .Alcuni percorsi si trovano in continuità con il progetto della ECF di Eurovelo. “Il progetto ha origini nel 1991 con la presentazione ufficiale della “Ciclopista del Sole” in occasione di Velocity a Milano. Il partner di “BicItalia” è “Eurovelo” che rappresenta una serie di 12 itinerari europei transfrontalieri. La ciclopista “BicItalia” è partita nel 2000 con la prima versione presentata a Torino16”. La rete oggi è formata da una serie di lunghi itinerari nord-sud attraversati da vie estovest costituendo una "ragnatela" in grado di coprire tutto il paese. La funzione della rete è molteplice: ambientale, turistica e di trasporto, i percorsi sono quindi scelti secondo la migliore qualità di escursioni disponibili nel territorio rurale, fluviale o costiero, ma dovranno anche attraversare le città e collegare i centri storici per arrivare al Duomo di Milano, al Colosseo, a Mergellina. Gli itinerari dovranno inoltre tenere conto dei limiti orografici e fare conto il più possibile su risorse disponibili (argini di canali e fiumi, ferrovie dismesse, strade forestali ecc.) per minimizzare sia i costi economici che gli impatti ambientali. Per quanto possibile inoltre la rete collegherà anche il maggior numero di emergenze naturali del paese per una ideale connessione “verde”. 16 Documentazione FIAB 64 Brevi Schede per ogni Itinerario N°1 Ciclopista del Sole. E’ l'itinerario principe che si propone di collegare tutto il paese (isole comprese) con la grande valenza evocativa di una grande greenway nazionale. Lunghi tratti della Ciclopista del Sole sono ricompresi nell’itinerario EuroVelo7, che entra in Italia al Brennero ed esce a Siracusa con il collegamento marittimo Italia-Malta N° 2 Via del Po e delle Lagune. E' parte di EuroVelo8 e fa riferimento al Po e alla Laguna Veneta. Con questa ciclovia si entra in Italia a Ventimiglia e, dalla piana del Cuneese, si prosegue seguendo il Po da Torino a Ferrara, per continuare fino a Venezia e Trieste. N°3 La Via dei Pellegrini. L’itinerario fa riferimento alla Via Francigena seguendo il tracciato di EuroVelo5. Inizia da Chiasso/Como e, passando per Milano, Parma, Lucca, Siena, raggiunge Roma. Da qui a Brindisi per lunghi tratti di via Appia, sulla via di Gerusalemme. N° 4 Le Vie dei fiumi veneti. Dalle Alpi a Venezia lungo le valli dell’Adige, del Brenta, del Piave e del Livenza, con diversi collegamenti ciclabili a monte con Austria e Slovenia. N° 5 Via Romea. Da Tarvisio a Roma. Segue le vie romane Annia e Popilia , quindi la valle del Tevere che congiunge il centro Italia con l'Europa centro-orientale. N° 6 Via Adriatica. Collega Ravenna con S. Maria di Leuca. Litoranea per eccellenza, tocca la riviera più ricca di spiagge. N° 7 Romagna-Versilia. E’ la via delle spiagge: Rimini collegata con Viareggio. Unendo le valli del Marecchia e dell’Arno. 65 N° 8 Conero Argentario. Ovvero il cuore dell'Italia attraversato in orizzontale. Dal Conero per la valle del Potenza ad Assisi. Poi Perugia, Trasimeno, Orvieto ed Acquapendente quindi, a finire, Pitigliano e Argentario. N° 9 Via Salaria. Da Roma a S. Benedetto del Tronto. Insiste su tratti abbandonati della vecchia Salaria, recuperata per la mobilità dolce. N° 10 La Via dei Borboni. Le capitali del Sud collegate da un nastro ciclabile. Da Bari a Ruvo, Castel del Monte quindi Potenza, Avellino, Salerno, Napoli. N° 11 Alta via dell'Italia centrale. Collega gli altipiani e i Parchi dell'Italia centrale. Bello e stimolante per l'esercizio fisico. Dalle Foreste Casentinesi al Gargano. N° 12 Via Pedemontana Alpina. Disegna un grande arco dal Friuli al Piemonte alla base delle Alpi, collegando i grandi laghi lombardi N° 13 Via dei Tratturi. Da Vasto a Gaeta. Incrocia i tratturi dei pastori molisani unendo i due punti dove lo stivale é più stretto. N° 14 Via dei Tre Mari. Da Otranto a Sapri. Adriatico, Ionio e Tirreno a pedali, dalle pianure apulo-lucane ai primi contrafforti del Pollino. Varianti e collegamenti. Ai quattordici itinerari principali va aggiunta una serie di varianti e collegamenti per completare la rete al fine di connettere ciclovie parallele, per raggiungere mete importanti, per passare il confine verso ciclovie europee 66 2.2.3 Nuove proposte di leggi nazionali in materia Programma nazionale per la mobilità ciclistica: itinerari ciclabili d’Italia A livello nazionale esiste una recente proposta di legge per gli itinerari ciclabili d'Italia, avanzata nel luglio del 2007 alla Camera dei Deputati dall’ onorevole Luigi D'Agrò (partito UDC). La proposta di legge ricalca, per molti aspetti propositivi, le proposte delle associazioni ciclo-ambientaliste e tocca alcuni passaggi importanti del dibattito italiano in materia di ciclabilità. La legge evidenzia gli aspetti positivi della mobilità ciclabile dal punto di vista degli stili di vita ecosostenibili, trasportistici e turistici. Inoltre propone, sul lato tecnico due cose fondamentali. Primo l'idea di una rete nazionale chiamata “Itinerari ciclabili d' Italia”, anche se non viene specificata la possibile integrazione alla rete esistente e ai percorsi europei “EuroVelo”. Secondo la necessità di promuovere un programma a livello nazionale, trovando una collocazione fissa e nuova di una speciale unità amministrativa all'interno del ministero dello Sviluppo Economico , sotto la direzione generale per il turismo, che collabori con gli altri ministeri ( Trasporti, Ambiente e Beni Culturali). 67 Progetto di legge per la tutela dei sedimi delle ferrovie dismesse in vista del loro recupero ciclo pedonale elaborato da Co.Mo.Do.17 Il progetto di legge è stato presentato da una serie di senatori con a capo Anna Donati (al Senato) e Zanella ( alla Camera dei Deputati ) deve essere ancora posto in discussione dalla Commissione Lavori Pubblici del senato. Si tratta del recupero del patrimonio ferroviario in stato di abbandono, inserendo e valorizzando i percorsi e le attrezzature dismesse in una rete di itinerari ciclopedonali. La nuova progettazione di ferrovie, strade arginali e patrimoni ex-militari darebbero origine a una rete esclusiva, protetta dal traffico veicolare per cicloturisti e non. Il progetto di legge prevede: la cessione delle aree dismesse (soprattutto tracciati e strutture ferroviarie abbandonate) ad enti locali ed associazioni. Queste riconvertiranno i beni in “percorsi verdi” con strutture per i ciclo-pedoni istituzione di un osservatorio che coordini e dia le linee guida generali , sostegni e metodologie uniformi 17 Sigla che racchiude al suo interno numerose associazioni ciclo-ambientaliste 68 Proposta di adeguamento della legge per il riconoscimento dell'infortunio in itinere Nell'ambito delle politiche a favore della mobilità sostenibile si propone di adeguare l'art. 12 del D.L n°38 del 23/02/2000 che fa da normativa sulla assicurazione del lavoratore in caso di incidente nel percorso casa-lavoro, “infortunio in itinere”. Le assicurazioni infatti non rimborsano le indennità nel tragitto se svolte su trasporto privato ma solo su mezzi pubblici. La bicicletta rientra nella categoria “privato”. L'idea è quella di evidenziare le qualità eco-compatibili delle 2 ruote come meritevole alla stregua del mezzo pubblico. Il tutto accompagnato da una politica per il rafforzamento della sicurezza per l'utenza debole della strada. 69 2.3 Legislazione regionale “Le regioni italiane che hanno approvato leggi organiche specificamente riferite alla ciclabilità sono dieci. A queste si aggiungono anche la provincia autonoma di Trento che ha approvato una legge sulla ciclabilità del suo territorio. Tre regioni non risultano ancora aver assunto provvedimenti legislativi sulla bicicletta (Campania, Molise e Sardegna). Le altre hanno inserito riferimenti ad altre leggi in materia o dispongono di normative di viabilità inserite nei piani di Trasporto Pubblico Locale 18”. Le dieci regioni sono : Lombardia, Friuli-Venezia-Giulia, Veneto, Piemonte, Umbria, Lazio , Marche, Abruzzo, Calabria, Sicilia e in ultimo la Provincia Autonoma di Trento. 18 Prima indagine conoscitiva sulla legislazione regionale in materia di mobilità 70 2.3.1 La Regione Lombardia L.R. 27 novembre 1989 n. 65 Interventi regionali per favorire lo sviluppo del trasporto ciclistico. (cd. Legge Torri) La legge ha come obiettivo lo “sviluppo dell’uso della bicicletta quale mezzo di trasporto alternativo al mezzo automobilistico privato ( art 1)” attraverso “la costituzione di una rete di percorsi previsti nei nuovi strumenti urbanistici comunali o le varianti di quelli vigenti (art 3)”. Già nel 1989 “nella progettazione delle nuove strade comunali e di quelle provinciali devono essere previste piste ciclabili distinte dalla carreggiata conformi alla normativa tecnica vigente per le strade extraurbane (art 4)” e previsti “parcheggi riservati alle biciclette, adeguatamente attrezzati, in corrispondenza dei centri intermodali di trasporto pubblico (art.7)” con iniziativa da parte dei comuni. La legge viene integrata dalla dalla legge regionale N°18 del 27 marzo 2000 modifica d) dell' art.8 con la quale la regione concede e partecipa agli investimenti sugli adeguamenti e progettazione dei percorsi misti ciclabili, in misura massima del 50%. 71 Legge regionale N. 95 del 5/8/1992 Interventi regionali per favorire l'integrazione ed il potenziamento del trasporto ciclomotoristico nel sistema dei trasporti pubblici della Regione Lombardia La legge ha come obiettivo lo “sviluppo intermodale tra i vari mezzi di trasporto, dell'uso della bicicletta[...] (art.1)”. Essendo una legge sulla intermodalità pone l'attenzione in particolare alle sedi di deposito in prossimità dei nodi di scambio “ i Comuni della Regione Lombardia sedi di istituzioni ferroviarie o di autostazioni di corrispondenza o di stazioni metropolitane prevedono, in prossimità delle suddette infrastrutture, la realizzazione di adeguati impianti per il deposito custodito di cicli e motocicli con eventuale annesso servizio di noleggio biciclette [...] (art.3)”. La giunta regionale si impegnava per la pubblicazione della cartografia della rete ciclabile lombarda (art. 5). In ultimo si esprime sugli adeguamenti dei regolamenti edilizi dei comuni lombardi. “I Comuni inseriscono nei regolamenti edilizi norme per la realizzazione di spazi comuni, negli edifici adibiti a residenza e attività terziarie, per il deposito di biciclette. Negli edifici di edilizia residenziale pubblica è fatto obbligo di consentire il deposito di biciclette in cortili o spazi comuni (art. 6)”. Le disposizioni della legge regionale dell' art. 6 sono state accolte nel vigente Regolamento Edilizio del Comune di Milano (art. 51), anche se Assoedilizia non sempre interviene in modo chiaro e autorevole a riguardo. 72 2.4 Il piano strategico dell’area urbana milanese Fig 12_ Mappa dei comuni della provincia di Milano e logo “MiBici” 73 Il progetto strategico “Città di Città” costituisce uno degli elementi rilevanti della amministrazione provinciale di Milano, attuato e coordinato dall' apposito assessorato “Progetto speciale per il Piano Strategico dell'area metropolitana” con a capo Daniela Gasparini. Il gruppo di lavoro del Diap, Politecnico di Milano, collabora e cura i documenti. La realizzazione del primo documento strategico è del febbraio 2006, al quale seguono la realizzazione del “Bando per le idee Progettuali e Buone Pratiche” con premiazione nel marzo 2007, la costruzione dell' Atlante dei progetti e delle azioni per l'abitabilità e la mostra “ViviMi” in Triennale di Milano tra maggio e luglio 2007. All'interno degli scenari, visioni ed idee per la Città abitabile del progetto strategico la mobilità ciclabile trova esplicito spazio nel capitolo Muoversi e respirare. All'interno delle 10 idee progettuali la n°6 ha come sottotitolo: Mobilità lenta come soluzione per gli spostamenti quotidiani e occasione di responsabilizzazione individuale. Risulta quindi interessante il fatto che la bicicletta e la mobilità lenta vengono interpretate non come trasporti ma come abitabilità. Le considerazioni di partenza del piano strategico è che “gli spostamenti quotidiani di breve-medio raggio costituiscono una quota importante della mobilità” e che la stessa “regione urbana milanese non favorisce l'uso della mobilità ciclo-pedonale19”. Esistono pochi percorsi, frammentati, poche strutture scarsamente integrate ai trasporti pubblici. L'obiettivo è quello di “Promuovere ed incentivare la mobilità lenta, anche come forma quotidiana di mobilità per gli spostamenti obbligati” Tra le iniziative più importanti sul tema, la provincia ha attivato il progetto “MiBici”. L’idea è quella di creare una sinergia tra i vari comuni della provincia che, segnalando i percorsi attivi e proposte di connessione, disegneranno una mappa della rete provinciale. 19 Provincia di Milano (a cura di), “Per la città abitabile. Scenari, visioni, idee. Progetto strategico Città di Città”, Milano, 2007 74 L’obiettivo è una interconnessione a più ampio respiro, che permetta una mobilità intercomunale in funzione della possibilità di raggiungere alcuni snodi di importanza generale. La prima bozza della rete “MiBici” è stata presentata al Salone della Bicicletta “EICMA”, in una esposizione nella nuova Fiera di Rho-Pero, dal 16 al 19 settembre 2005. Come per il “Bando per le idee Progettuali e Buone Pratiche” anche qui, la tipologia attuativa è quella del bando. Nel luglio 2005 la provincia milanese ha messo a disposizione contributi straordinari in conto capitale per la realizzazione di programmi e piani, progetti di opere, servizi per la promozione della mobillità ciclistica, denominati “MiBici”. I comuni, in forma singola o associata, possono accedere ai finanziamenti tramite bando di assegnazione. Sulla base di questo lavoro la Provincia intende coordinare dal punto di vista tecnico e programmatico la messa “a sistema” dei segmenti di rete esistenti per costruire MiBici, la Rete strategica della ciclabilità provinciale. Si tratta di un programma che ha finanziato 20 progetti su scala locale e territoriale provinciale che si propone di diffondere buone pratiche e progetti relativi alla mobilità ciclabile , con la redazione di linee guida. Il lavoro della provincia (con l’ausilio delle più impostanti associazioni ambientaliste ciclistiche e l'intervento diretto dei comuni) cerca di garantire continuità e completezza degli itinerari, sicurezza, standard, prestazioni e segnaletica adeguate. Per quanto riguarda la progettazione e la realizzazione la provincia di Milano ha stanziato 5,6 milioni di euro su un totale di 11 milioni. “Questi finanziamenti permetteranno di realizzare altri 53 Km. di piste ciclabili che metteranno in rete 121 Km. di percorsi, un progetto di Bike Sharing nel Parco Nord e una Velostazione a Sesto San Giovanni FS. [...] La cifra messa a disposizione da MiBici, sommata agli stanziamenti diretti delle singole amministrazioni locali interessate, mobilita un investimento superiore ai 2 milioni di euro20”. 20 Trimestrale della provincia di Milano, n°11 ottobre 2007, “Milano capitale della bicicletta” 75 Tra le altre iniziative della provincia, dal sapore anche simbolico, l'acquisto di 100 biciclette che sono state messe a disposizione dei dipendenti per i loro quotidiani spostamenti tra le diverse sedi dell’Ente. L'iniziativa è lodevole dal carattere simbolico ma, come ammesso dagli stessi assessori promotori, sono pochi i dipendenti ad utilizzarle effettivamente. Nel mese di ottobre 2007 la provincia ha stanziato altri 3 milioni di euro per completare la propria rete di piste ciclabili per arrivare a realizzare, nei prossimi 10 anni, l'obiettivo di 1.700 Km di piste ciclabili e lunghe ciclovie provinciali ( Navivlio Pavese, Naviglio Grande, Villoresi, Idroscalo, Martesana, Groane, Dei Laghi, Valassina) “MiBici rappresenta così l'orizzonte di riferimento per tutte le progettualità locali, attorno a cui attivare le risorse progettuali ed economiche delle istituzioni locali, ma anche associazioni locali21”. 21 Per la città abitabile. Scenari, visioni, idee. Progetto strategico “Città di Città”.Provincia di Milano. Maggio ,2007 76 2.5 Il nuovo piano della mobilità ciclistica per Milano 77 “L' impressione dominante nel girare in bici a Milano, prima che sul traffico e sugli altri è l'esperienza di soddisfazione che nasce dal poter andare per la città in questo modo. Solo il ciclista “vede” la città, la può fruire mentre si muove vedendo particolari di scenari, case, persone, monumenti che l'automobilista e il motociclista troppo veloce non coglie e il pedone non può vedere perchè troppo statico. Secondariamente, vi è un esperienza di difesa a “denti stretti” di spazi non garantiti. Vorrebbero confinare i ciclisti in corsi preferenziali, ma il ciclista che è parte del traffico a tutti gli effetti, desidera camminare con gli altri, anche se non è facile!! Non lo prevedono, tendenzialmente non lo tollerano: rallenta troppo e dovrebbe spostarsi nei suoi spazi. Ma il ciclista non è indipendente. Infine come sguardo complessivo, come sarebbe bella Milano se non si cedesse sempre al fumarellino ad ogni costo!!” G.V. 78 2.5.1 Dati sulla ciclabilità a Milano Ambito italiano: Più del 40% degli spostamenti non supera i 3 Km22 Ambito milanese23: Oltre il 65% degli spostamenti ciclabili non supera i 2 Km 91% non supera i 4 Km 98 % degli spostamenti entro i 6 Km Analisi origine destinazione del comune di Milano e ATM24: 53.019 spostamenti giornalieri in bicicletta nel 1995 132.176 spostamenti giornalieri in bicicletta nel 2005 Incremento del 149% in 10 anni Il 4,1% degli ingressi a Milano è effettuato con la bicicletta. 22 Indagine sugli spostamenti 2005 23 Indagine sugli spostamenti del comune di Milano , 2005 24 Dati forniti dal comune di Milano – Settore Pianificazione Mobilità Trasporti Ambiente alla Conferenza Nazionale della Bicicletta 2007, indagine a Milano e 38 comuni dell' Hinterland 79 Nel 2007 circa 67 Km di piste ciclabili 1,83 metri di piste / abitante ( media italiana intorno ai 10 m/ab.) 66% dei milanesi posseggono una bicicletta Modal split degli spostamenti dei ciclisti al 5% del totale Obiettivo del comune di Milano del 10% nel 2010 31.000 ciclisti di passaggio in ingresso e in uscita dal centro storico di Milano (Cerchia dei Navigli) nell'arco di 12 ore ( dalle 7:30 alle 19.30)25 Fig 13_ Mappa e conteggio chilometrico della rete ciclabile del comune di Milano, 2007 25 Il numero dei passaggi sono aumentati del 7,6% rispetto al censimento del 2005. G .P. Visconti e L. Giorgio “La domanda di quelli che contano, esiti del V censimento dei ciclisti edizione 2006”, Fiab Ciclobby Milano 80 2.5.2 Cronologia del Piano della Mobilità Ciclistica per Milano 26 Fig 14_ Logo del nuovo “Piano della mobilità Ciclistica” a Milano Inizi anni '80 In anni in cui in Italia si faceva poco per la mobilità ciclabilie urbana, Il comune di Milano, nella persona dell'assessore Augusto Castagna, porta avanti con convinzione il piano fatto dall' Ing. Vittorio Korach e predispone uno specifico piano di sviluppo della rete ciclabile che a tutt’oggi risulta realizzato solo in parte. Si parte dalla zona Dateo e viale Plebiscito. Nascono così a seguire negli anni: la pista lungo la Martesana, il percorso Monterosa-Cimarosa-Dezza-Olona, alcuni tratti della rete prevista nel quartiere Gallaretese, il tratto Plebisciti-Argonne e alcuni tratti in zone periferiche e semi periferiche. Il piano prevedeva di completare una rete di quasi 300 Km. Innovativo per lo scenario italiano dove, gli unici interventi erano spezzoni realizzati soprattutto nelle periferie. 1985 – 1986 Viene completato il tratto Monterosa – Lotto – Amendola Fiera. L'intervento ottiene pochi consensi sia da parte dei cittadini residenti che dagli stessi ciclisti che giudicano il tracciato troppo angusto. La polemica è la stessa: quale necessità in una pista ciclabile che toglie spazio alle auto? 26 Estratto da vari periodici nazionali / locali, rassegna stampa di Ciclobby disponibile sul loro sito istituzionale, Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente 81 Maggio 1987 Noleggio: BiciGialle Vengono messe a disposizione dei cittadini 900 bici gialle di libero uso all'interno della cerchia dei navigli senza alcun controllo. Le biciclette spariscono in poche ore dall'inizio dell' iniziativa gratuita. 1988-89 Per la prima volta viene inserita a bilancio del comune di Milano la voce per le piste ciclabili. La voce verrà rimossa dopo pochi anni. Luglio 199527 Viene approvata la costituzione di un gruppo di lavoro per la predisposizione di uno studio d’itinerari ciclabili sul territorio cittadino. Lo studio viene utilizzato per la stesura del PUT 95/97, che prevedeva la realizzazione di 70 km di piste ciclabili da attuarsi nel biennio. Con questo Piano sono stati ricuciti e completati soltanto alcuni tratti dell’itinerario ciclabile Martesana -Parco Sempione- Acquario Civico-Triennale, per uno sviluppo totale di 24 km. Il primo aggiornamento del PUT ha riconfermato gli itinerari proposti nel precedente Piano e i collegamenti con gli itinerari intercomunali e Regionali come Ticino-AddaParco Sud-Groane. L' amministrazione comunale pensa di istituire un apposito Ufficio per la Mobilità Ciclabile Anno 2003 Febbraio: Conferenza stampa sulla sicurezza di pedoni e ciclisti Conferenza stampa indetta da numerose associazioni ambientaliste sulla sicurezza stradale dell'utenza debole. Vengono presentate al Comune di Milano una serie di proposte operative, tra le quali la più importante è l'azione per il rispetto dei passaggi pedonali e ciclabili, per cominciare ad invertire seriamente il trend degli incidenti che coinvolgono pedoni e ciclisti. 27 “Mobilità ciclistica nelle aree urbane. Politiche per una mobilità sostenibile in Italia e in Europa”, ANPA, 2002, pag 69 82 Maggio: Incontro con l'assessore ai Trasporti e Mobilità G.Goggi Una serie di associazioni ( FIAB,CICLOBBY Fiab, Arciragazzi, Associazione Istruttori Scuole Guida, CamminaMilano, Coordinamento Comitati di Quartiere, Legambiente Milano, MAM, Assutenti UTP, WWF Milano) incontrano l'assessore ai Trasporti ed alla Mobilità Giorgio Goggi. Vengono sottoposte le seguenti proposte di massima accettate: a) costituzione di una consulta cittadina per la sicurezza stradale formata, oltre che dai rappresentanti delle istituzioni, dai rappresentanti della società civile. b) impegno per il miglioramento degli attraversamenti pedonali e ciclabili promozione della cultura della sicurezza stradale mediante campagne generali e mirate, l'educazione stradale nelle scuole e il coinvolgimento delle scuole guida; c) istituzione di una giornata della bicicletta invitando, in un giorno lavorativo, i milanesi a spostarsi con questo mezzo di trasporto. Giugno: Seminario al Politecnico: la rete ciclabile milanese Dicembre: dal 1 al 12 COP9 a Milano Conferenza delle Parti, il vertice mondiale sul clima Anno 2005 09 Marzo: La scure sulle piste ciclabili Mentre in tutte le città attente alla qualità della vita si moltiplicano le iniziative e le attenzioni a favore della mobilità ciclistica, Milano, che già sconta uno sconcertante ed annoso ritardo, taglia la quasi totalità dei fondi destinati alle piste ciclabili. 18 Marzo: Ancora su bici e marciapiedi A Milano torna, con cadenza periodica, la medesima polemica priva di senso. Le associazioni cicloambientaliste intanto,per essere concreti e propositivi, hanno già da oltre un anno segnalato analiticamente proposte al Comune. Tra queste anche la specifica individuazione dei marciapiedi a possibilmente compatibili ad uso ciclo-pedonale. 83 Luglio: Programma ciclabilità per elezioni comunali Si avvicinano le elezioni amministrative comunali di Milano. Le associazioni di categoria chiedono una precisa presa di posizione a favore della mobilità ciclistica nei programmi elettorali. La Fiab Ciclobby prepara alcuni semplici punti che offriamo alle forze politiche per contribuire alla preparazione dei programmi degli schieramenti politici. In generale, si deve puntare soprattutto sulla moderazione del traffico e in primo luogo sulla limitazione delle velocità dei mezzi motorizzati; occorre perseguire l’integrazione modale tra bicicletta ed altri mezzi di trasporto, e in primo luogo i mezzi pubblici; occorre predisporre e realizzare specifici programmi di mobilità in bicicletta per le relazioni casascuola e casa- lavoro. A livello tecnico-burocratico propone invece la costituzione, all’interno della Direzione Centrale Ambiente e Mobilità, di una vera e propria Direzione mobilità pedonale, ciclistica e delle disabilità. Infine, un programma di mobilità ciclistica che voglia segnare una svolta con il passato deve prevedere alcuni interventi emblematici da realizzare nei primi cento giorni di amministrazione: l’immediata apertura dei cantieri per il completamento di alcune delle piste ciclabili già previste addirittura nel piano del 1980 e fin qui vergognosamente incompiute; il tracciamento , ai sensi del Codice della Strada, di spazi per la bici sui marciapiedi adatti; attrezzature appropriate per il parcheggio sicuro delle biciclette, recuperando così l’attuale enorme fabbisogno arretrato. Settembre: Mozione su parcheggi bici Giovanni Terzi presenta in consiglio comunale una mozione ( “Patto della Bicicletta” che verrà poi approvata in novembre) sul tema "parcheggi bici" per dotare la città di Milano di rastrelliere negli edifici pubblici e privati e nei pressi delle stazioni del passante ferrovia – metropolitana così da favorire l'intermodalità con il mezzo pubblico. 84 Anno 2006 14 Maggio: I candidati sindaco incontrano i ciclisti I candidati Sindaco espongono quali interventi sono previsti per favorire e sviluppare l'uso della bicicletta a Milano. 24 Maggio: La bici a Milano: che sia la volta buona? Incontro su: "Che fare perché gli interventi per la mobilità ciclistica vengano messi effettivamente nell'agenda politica e amministrativa del Comune di Milano?" Il dibattito ha preso le mosse dalla considerazione che, in questa campagna elettorale, forse per la prima volta, il tema della mobilità sostenibile e della bici pare oggetto di attenzione e di considerazioni nuove, non più limitate alle solite affermazioni ("ci vogliono più piste ciclabili"), ai proclami che hanno in molti casi esaurito il dibattito sulla mobilità ciclistica fino a un recente passato, essendo invece finalmente stato posto l'accento sull'esigenza di un'attenzione più ampia, che comprenda anche il tema delle piste ciclabili ma senza limitarsi ad esse, per favorire quello sviluppo della mobilità sostenibile fino ad ora varie volte promesso ma sempre mancato, che ha portato alla cristallizzazione di una situazione di grande arretratezza su questo tema straordinariamente vitale per la nostra città, assediata dal traffico, dall'inquinamento, dal rumore. Sono ritenuti prioritari (dalle associazioni competenti) i seguenti provvedimenti: a) Politica dell’ascolto all’associazionismo come una risorsa strategica per il Comune; b) modificazioni significative nella struttura tecnico burocratica del Comune mediante l’istituzione di una nuova Direzione di settore per la mobilità dolce (pedoni, ciclisti, disabili). c) per dare un chiaro segnale di discontinuità rispetto al passato, attuazione nel brevissimo periodo, nei primi cento giorni,di alcuni provvedimenti di rapida attuazione e di costo contenuto. Settembre: Mobilità ciclistica a Milano, parla l'assessore Edoardo Croci “Il Comune: più rastrelliere e piste ciclabili”. Dopo anni di frustrazioni nei rapporti con le precedenti amministrazioni cittadine, invita a sperare bene per il futuro della mobilità ciclistica milanese. L'assessore Croci parla di piste ciclabili come un argomento che 85 rientra tra le priorità del mandato di assessore alla mobilità e rassicura tutti i milanesi che d’abitudine usano la bicicletta, dicendo che presto sarà disponibile una rete di percorsi grazie alla quale potranno muoversi più agevolmente. Infatti e’ in fase di ultimazione, e sarà presentato nelle prossime settimane, il nuovo piano delle piste ciclabili che prevede l’aumento dei collegamenti dalle periferie al centro, lungo l’asse radiale e tra una zona e l’altra a cerchi concentrici per tutto il territorio cittadino. Novembre: Una nuova politica della mobilità ciclistica per Milano? Secondo le dichiarazioni dell’assessore, il Piano sarà pronto entro la fine dell’anno e verrà sottoposto quanto prima a una consultazione pubblica per favorire la più ampia condivisione attraverso un coinvolgimento non limitato ai competenti settori comunali, ma esteso invece alla cittadinanza e ai soggetti esterni portatori di interesse (associazioni, università). Il Piano attualmente in corso di elaborazione non riguarda solo la mobilità del tempo libero: riconosce il contributo della bici nella mobilità urbana e si propone di incentivarne l’utilizzo in modo ancora più diffuso, seppure con le limitate risorse economiche attualmente disponibili. Esso definisce interventi sulla rete ciclabile, sul potenziamento dei posti destinati al parcheggio delle biciclette (con una previsione di 3.200 manufatti in 225 localizzazioni), sulla segnaletica e sulla comunicazione istituzionale. Ma l’assessore Croci si è spinto oltre, dichiarando che “dalle ricognizioni effettuate, i 70 km di piste ciclabili dichiarati risultano solo teorici, in quanto molti di essi sono scollegati o fuori norma”. Per la prima volta, in modo pubblico e ufficiale, l’Amministrazione comunale riconosce le discrepanze per anni da noi inutilmente denunciate. A fronte di ciò l’obiettivo che l’Amministrazione parrebbe volersi dare è di “mettere a norma i tratti esistenti, realizzare le connessioni mancanti, estendere la rete ciclabile, con una maglia continua in direzione concentrica e radiale, portandola, nell’arco di cinque anni, a uno sviluppo complessivo di 120 km reali, pensati in continuità anche con la rete ciclabile provinciale”. 86 Dicembre: Il Piano della mobilità ciclistica del comune di Milano Incontro tra associazioni, politecnico e l' assessore Croci al fine di giungere nel più breve tempo possibile alla definizione del piano della mobilità ciclabile. Interessante notare che per la prima volta si parla di itinerari (da realizzare con vari ingredienti, compresi i provvedimenti di moderazione del traffico) e non solo di piste ciclabili. Anno 2007 Maggio: Le bici e i marciapiedi: la convivenza è possibile Si riapre la polemica delle biciclette sui marciapiedi. Una circolare del Comando di Polizia Locale prende spunto da alcuni esposti e lamentele di cittadini per incentivare a multare eventuali ciclisti che utilizzano marciapiedi. 31 Maggio: Conferenza stampa delle associazioni ciclistiche per la sicurezza ciclo- pedonale Le associazioni chiedono il via libero immediato ai cantieri per una Città Ciclabile. Deviano la polemica dei ciclisti sui marciapiedi chiedendo e rafforzano l'idea di una mobilità dolce a Milano, ponendo al centro del dibattito una maggiore sicurezza e infrastrutture per ciclisti e pedoni. Manifestano apertamente, inoltre, l'apprezzamento per l’importante lavoro che si sta svolgendo al Tavolo tecnico della mobilità e che prelude alla emanazione del Piano della Mobilità Ciclistica. Giugno: Continua la polemica sulle biciclette nei marciapiedi 04 Luglio: Aggiornamenti dal Comune di Milano Un breve aggiornamento sulle relazioni in corso con il Comune di Milano. L'Assessore Edoardo Croci ha incontra una delegazione di Fiab CICLOBBY. Le parti hanno convenuto sulla indispensabilità di predisporre il Piano della Mobilità Ciclistica, la cui prima bozza è in corso di pubblicazione, ed anche però sugli inevitabili tempi lunghi per la sua attuazione. Conseguentemente vi è stato accordo sulla necessità di procedere ( in 87 parallelo all'iter previsto per il completamento, l'esame e l'approvazione del Piano) ad alcune urgenti attuazioni, quali: l'introduzione diffusa di Zone 30; l'utilizzo per la circolazione delle bici di alcuni marciapiedi adatti, nel rispetto del Codice della Strada; la diffusione di attrezzature per il parcheggio delle biciclette. L'Assessore Croci si è poi impegnato a istituire una “Consulta per la sicurezza stradale” nella quale siano presenti i rappresentanti degli utenti della strada (ciclisti compresi); e inoltre a ricostituire l'Ufficio comunale biciclette. Nell'ambito di “Lombardiainbici” del prossimo settembre, a cui l'Assessore ha assicurato il patrocinio comunale, il Settore Mobilità e Trasporti del Comune organizzerà (utilizzando competenza ed esperienza di Fiab CICLOBBY) il sesto censimento del traffico ciclistico. Svolta perchè i cinque precedenti, dal 2002, erano stati organizzati direttamente da Fiab CICLOBBY. L'Assessore Croci ha colto l'occasione per comunicare che il Comune di Milano, oltre a partecipare attivamente, darà il proprio patrocinio alla prima Conferenza Nazionale della Bicicletta che ( promossa dalle associazioni AICC, ANCMA, Euromobility, FCI, FIAB e da Provincia di Milano e Ministero dell'Ambiente )si svolgerà a Milano durante il Salone del Ciclo dal 9 al 11 novembre prossimi. 23 Luglio : La giunta ha approvato il ticket antismog. La sperimentazione al via in autunno. Ancora da definire i costi degli abbonamenti per i residenti al di fuori della zona a traffico limitato ( in realtà il provvedimento partirà il 2 gennaio 2008, dopo molte polemiche e ritrattazione sui confini e gli abbonamenti). 13-23 Settembre: Settimana Europea della Mobilità Sostenibile "Strade per la gente", tutti in bici. Molti gli appuntamenti per gli appassionati in occasione della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile 88 18 Settembre: A palazzo Marino salta la conferenza stampa di presentazione del nuovo Piano della mobilità ciclistica La tanto attesa presentazione del Piano, prevista dall'assessore in mattinata, viene rimandata al pomeriggio del giorno seguente giorno seguente, senza le minime condizioni di avviso . 19 Settembre: A palazzo Marino salta la conferenza stampa di presentazione del nuovo Piano della mobilità ciclabile La conferenza stampa di presentazione viene ulteriormente rinviata a data da destinarsi 23 Settembre: Milano e le bici, lettera aperta al Sindaco Con una lettera aperta al sindaco Moratti le associazioni ciclo-ambientaliste chiedono quale posizione politica vuole effettivamente scegliere il consiglio comunale milanese. Le associazioni hanno cominciato a sperare in una possibilità di cambiamento a metà dello scorso anno quando, durante gli incontri del periodo pre-elettorale con i candidati. Un segnale finalmente nuovo dopo anni di frustrazioni. Dopo una efficace partecipazione ( da fine anno 2006) alla redazione del piano della mobilità ciclistica arrivano segnali preoccupanti. All’inizio di questa estate il Piano era pronto ma tardava ad essere reso pubblico. La preoccupazione è ora aumentata dopo ben due sospensioni comunicate all'ultimo minuto, e senza fissazione di una nuova data, della conferenza di presentazione del Piano originariamente calendarizzata per il 18 settembre a Palazzo Marino. 29 Settembre: Investimenti ciclabili per Expo 2015 L' assessore Croci riparte con un investimento di € 7 milioni per collegare il parco Sempione con la nuova fiera Rho-Pero 01 Ottobre: Il sindaco risponde alla lettera aperta Letizia Moratti risponde alle associazioni in modo telegrafico :<< ...abbiamo interessato l'Assessorato alla Mobilità Trasporti e Ambiente competente in materia, riceverà risposta direttamente dal suddetto assessorato cordiali saluti>>. Ufficio di Gabinetto Segreteria 89 7 novembre: Il piano in giunta Il Piano della Mobilità Ciclistica, illustrato in giunta a Milano, è il frutto del lavoro congiunto di quattro assessorati: Mobilità, trasporti e ambiente, Sviluppo del territorio, Decoro, arredo urbano e verde e Infrastrutture Lavori pubblici Piste ciclabili e Bike Sharing, gli obiettivi del Piano della Mobilità Ciclistica, presentato oggi nel dopo-giunta, risultato del lavoro di quattro assessorati: Mobilità, trasporti e ambiente, Sviluppo del territorio, Decoro, arredo urbano e verde e Infrastrutture lavori pubblici “Questo piano rappresenta una svolta nella politica di Milano nei confronti della bicicletta", nota l'assessore a Mobilità, trasporti e ambiente, Edoardo Croci. "Sono previste - aggiunge - una serie di azioni per favorire l’uso delle due ruote e la sicurezza dei ciclisti in città. Il piano fa parte di un più ampio quadro di azioni, il Piano per la salute e l’ambiente, per incentivare l’uso del trasporto pubblico e dei mezzi che non inquinano” "Il Piano della mobilità rappresenta una delle tante iniziative in favore dei cittadini che ha intrapreso l'Amministrazione Comunale, ha detto l'assessore allo Sviluppo del territorio Carlo Masseroli, un progetto che fa parte del grande Piano Generale che coinvolgerà i milanesi non solo nell'ambito della mobilità, ma anche nel verde, nella ricerca della migliore qualità della vita". Maurizio Cadeo, assessore all’Arredo urbano, decoro e verde, è intervenuto sul tema del Piano della mobilità ciclistica specificando il ruolo dell’arredo, utile a rendere il piano di sviluppo bello e fruibile da tutti i milanesi. Panchine, rastrelliere, portabiciclette, segnaletica stradale e culturale: questi alcuni degli elementi selezionati per agevolare il cittadino nel percorso ciclabile: “Il settore Arredo urbano ha il compito di guidare tutti gli interventi di riqualificazione in città, ha detto l’assessore. Il settore con la sua idea progettuale, in collaborazione con gli altri assessorati e le società municipalizzate, entra nel merito anche delle piste ciclabili. Ora, più che in passato, l’arredo deve governare la qualità e il decoro cittadino, dando, su tutti i progetti e in ultima analisi le linee guida”. 90 9-11 novembre Prima conferenza nazionale della bicicletta a Milano Due ruote per il futuro: “Prima Conferenza nazionale della bicicletta” all'interno della manifestazione “InBici” alla sala congressi della provincia di Milano e nei padiglioni della Fiera Milano , in occasione del 65° Salone del ciclo e motociclo di Milano. Tra le manifestazioni correlate, la presentazione ufficiale al pubblico del “Nuovo Piano della Mobilità Ciclistica” di Milano. 91 92 2.5.3 Analisi del nuovo piano di Milano Fig 15_ Logo del nuovo “Piano della mobilità Ciclistica” a Milano Milano, dopo più di venticinque anni, torna ad impostare una politica per la ciclabilità. I presupposti erano molto promettenti. Per l'elaborazione del piano infatti, sono state ascoltate le più importanti associazioni ciclo-ambientaliste milanesi e nazionali. Il processo è stato quindi partecipativo e ha portato ad una prima stesura del piano innovativo ed efficace. Grande merito va dato alla persona di Edoardo Croci. L'assessore in carica ha fortemente voluto riprendere le fila di una precedente bozza di piano partecipativo pensato tra il 2004 e il 2006 ma mai andato in porto visto lo scarso appoggio politico. Tra il 18 e il 19 settembre del 2007 salta però la presentazione ufficiale del nuovo piano. Dal sindaco Moratti e dalla giunta milanese arriva l'ordine di revisione economica e finanziaria. In realtà il piano, nella versione definitiva attuale, ha perso molto dell'aspetto innovativo e delle spinte di reale cambiamento che portava con se nella prima versione. In questi 2 mesi ( tra lo stop di settembre e la redazione di novembre) il nuovo piano della mobilità ciclabile milanese ( versione triennale dal 2009 al 2011 ) punta quasi totalmente sulla forza del progetto “Raggi Verdi”. 93 Gli obiettivi legati al Nuovo Piano della Ciclabilità di Milano: più sicurezza e meno emissioni inquinanti 16 Km di piste ciclabili nel 2008 da realizzare nel centro storico e lungo i perscorsi dei Raggi Verdi 65 KM di piste ciclabili in più entro il 2011 oltre alla messa in rete dei tracciati esistenti e raggiungimento di una rete di 130 KM infrastrutturazione della maglia con servizi di Velostazioni ( Lambrate FS, Greco Pirelli FS e Certosa) potenziamento trasporto pubblico creazione di un ufficio delle biciclette interno al comune di Milano Altro tassello importante del piano, sarà la creazione in aprile 2008 di un servizio Bike Sharing anche a Milano28. Il “bando di pre-qualifica”, pubblicato da ATM, conterrà criteri di qualità e saranno richieste, alla società vincitrice, speciali esperienze nel settore. I costi di gestione saranno gestiti da ATM e ridotti grazie alla utilizzazione di alimentazione ad energia solare. Altri ricavi ,per la agenzia trasporti milanese, arriveranno dai ricavi pubblicitari istallati sui Totem e sugli stalli delle biciclette a noleggio. Nell' ultimo anno la giunta L.Moratti ha intrapreso le seguenti azioni: inizio dei lavori ( dopo venti anni) di una nuova linea metropolitana linea 5 potenziamento dei mezzi pubblici di superficie dal 15 ottobre 2007 bambini sotto i 5 anni viaggiano gratis 8 Km di corsie privilegiate per senso di marcia nella doppia direzione 3 nuove zone con sosta regolamentata a pagamento Ticket Ecopass dal 2 gennaio 2008 ( prima città italiana ad adottare questa tipologia di intervento) rilancio della canditatura per Expo 2015 con tematica ambientale 28 Il Bike Sharing è approfondito in seguito nell' apposito capitolo 94 Fig 16_Mappa “Raggi Verdi” e relativa “Cintura Verde” tangenziale (in rosso),a cura di Land Srl La rete, nel nuovo piano, viene scomposta in 4 tipologie di intervento: 1. rete portante dei Raggi Verdi 2. rete del Centro Storico 3. connessione tra i Raggi Verdi e le altre piste 4. rete integrata ( servizi) Per favorire la sosta il comune ha previsto uno snellimento nelle procedure di installazione delle rastrelliere, assai insufficienti come numero,dimensione e diffusione sul territorio comunale del capoluogo lombardo. In ultimo, i percorsi delle ciclabili del piano milanese si collegano, ai limiti dei confini comunali, con quelli provinciali del progetto MiBici. 95 In accordo con l'assessorato all' urbanistica, ogni intervento di dimensioni importanti, porterà con se realizzazioni di spezzoni di piste ciclabili che andranno ad inserirsi e completare la maglia esistente. Apparentemente sembra un buon piano, con buoni presupposti. Milano non ha avuto per oltre 20 anni una visione di piano ciclabile, forse neanche una visione territoriale in generale. La condizione di partenza è quindi molto arretrata e svantaggiata. In realtà tutto ruota intorno al progetto Raggi Verdi, grande manovra di marketing territoriale ( qualcuno dice anche immobiliare) più che politica. Questo fa apparire lo sforzo innovativo e partecipativo in secondo piano. Inoltre, dalle parole di S. Riazzola (direttore del Settore Pianificazione Mobilità Trasporti Ambiente ) il comune dichiara che c'è una parte di piano strategica, ancora tutta da pianificare, da portare avanti insieme al tavolo che ha collaborato alla stesura e alla realizzazione del tanto atteso piano ciclabile per Milano. Il dialogo quindi, fortunatamente, continua. 96 2.6 Inchiesta: che fine fa il 10% delle multe stradali da destinare alla mobilità dolce?? A Milano ogni anno vengono incassati svariati milioni di euro ( oltre 55 nel 2006 ) provenienti da multe della polizia locale. L'art. 18 della L. 472/1999 prevede, a carico dei comuni, l'obbligo di costituire un fondo annuale con una dotazione non inferiore al 10% delle contravvenzioni al Codice della Strada, da utilizzare per interventi a favore dell'utenza debole. A quanto risulta, la norma è rimasta sostanzialmente disapplicata da parte degli enti locali, ponendosi con ciò il problema della individuazione dei possibili interventi per vincolare gli enti preposti all'attuazione della lettera e dello spirito della legge. Che fine fa a Milano il (non)famoso 10% di questi incassi che, secondo la legge , dovrebbe essere investito a favore della mobilità dolce: pedoni, ciclisti, anziani, bambini e diversamente abili?? Il consigliere dei Verdi al comune di Milano, Maurizio Baruffi, ha sollevato la questione con una interrogazione scritta in seduta di consiglio comunale. La risposta è arrivata puntuale ma confusa. Dati e progetti sparsi, percentuali fittizzie di redistribuzione degli introiti. La richiesta è stata quindi rimandata a nuovi confronti nei bilanci ( a partire dal 2007) dove si chiede la segnalazione anticipata e i rispettivi investimenti degli introiti delle multe del Codice della Strada. 97 98 3.0 Stato di fatto delle rete ciclabili milanesi: è davvero una rete? 99 3.1 Il concetto moderno di rete 29 Rete E’ una parola diffusa per chi si occupa di territorio. Rete come complesso di linee, non segmenti, che si incrociano in più punti e si diramano generando un “Continuum” 30. Una trama di maglie dalla misura variabile. Fig 17_Concetto di rete tratto da “Tecniche urbanistiche”cap. Reti Stradali; di P.Gabellini 29 Le definizioni sono state estrapolate da: Ing. Marco Passigato “Ciclabilità e moderazione del traffico. Sicurezza stradale per tutti”. 30 Patrizia Gabellini, “Tecniche Urbanistiche”, cap. Reti Stradali 100 Il Piano Urbano del Traffico e la classificazione delle strade (Art. 36 C.d.S.) L'introduzione dei PUT (Piani Urbani del Traffico) introducono l'importante concetto di classificazione funzionale delle strade urbane in strade di scorrimento, strade interquartiere, strade di quartiere e strade locali. Questa classificazione aiuta a impostare il progetto delle rete ciclabile comunale in quanto se collegata con la circolare 31 marzo 1993 delle Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ne risulta che: nelle strade di scorrimento la rete ciclabile deve prevedere la separazione sulle strade interquartiere è consentita la corsia ciclabile per le strade di quartiere è possibile l'integrazione nel traffico ordinario nelle strade locali sono possibili differenti soluzioni quali zone 30 Zone Traffico Limitato ( ZTL) strade residenziali. Una rete ciclabile moderna, inserita all'interno del PUT, è pertanto generalmente costituita da tre tipologie di soluzioni ciclabili: 1. la separazione 2. l'integrazione 3. la moderazione del traffico 101 Percorso ciclabile “Per percorso ciclabile si intende una successione di tratte realizzate anche con tipologie differenti di soluzioni ciclabili, tra loro raccordate affinchè ne risulti un percorso continuo, protetto e sicuro, ben accessibile, fluido nella percorrenza, così che il ciclista sia motivato ad imboccarlo ed a preferirlo rispetto a scegliere percorsi paralleli non attrezzati31”. Separazione Per separazione si intende realizzare corsie o sedi proprie per le biciclette, separate da cordoli, a quota marciapiede, monodirezionali o bidirezionali, obbligatorie in affiancamento alle strade classificate di scorrimento. E' il caso delle tratte caratterizzate da forte domanda come i collegamenti periferia-centro, da sezioni stradali con carreggiate o marciapiedi sufficientemente larghe o da forte pericolosità. Fig 18_Schema esempio di separazione della carreggiata 31 Marco Passigato, “Percorsi ciclabili. Esperienze europee ed idee applicative”, Amici della Bicicletta 102 Integrazione Per integrazione si intende la promiscuità tra le biciclette e gli altri veicoli, cercando comunque condizioni di sicurezza, si attua dove pur essendoci forte domanda non c'è spazio per la separazione o dove la domanda non è talmente forte da giustificare la separazione. Corsie contro mano nel senso unico, corsia ciclabile o riqualificazione fisica e gestionale della strada al fine di migliorarne la pericolosità ciclabile sono esempi di integrazione. Interventi finalizzati a ridurre la velocità dei veicoli, organizzazione del parcheggio consentito, divieto assoluto della fermata breve, rimozione dei cassonetti dalla sede stradale, pavimentazione in ottimo stato e tombini perfettamente a livello possono contribuire alla sicurezza delle biciclette che si muoveranno assieme agli altri veicoli. In questo ambito alcune facilitazioni locali hanno un loro significato a favore della sicurezza pur in assenza della continuità con un percorso; è il caso di attraversamenti ciclabili di grandi arterie, corsie di contromano in un senso unico per abbreviare percorsi tortuosi, attrezzatura di un incrocio con corsie preferenziali e spazi di attesa davanti alle automobili. Fig 19_Presentazione di interventi a Monaco di Baviera in occasione di Velocity 2007 103 Moderazione del traffico Per moderazione del traffico si intendono interventi all'assetto stradale finalizzati a trasformare l'immagine della strada affinché l'automobilista modifichi automaticamente ed inconsciamente il suo modo di guidare. Sono interventi di generale riqualificazione, che consentono di creare una sicurezza diffusa per tutti gli utenti della strada. Detti interventi possono riguardare nel centro dell'abitato un incrocio, uno slargo, un tratto di strada, mentre nelle periferie anche interi isolati caratterizzati da traffico locale attraverso la realizzazione di zone 30 e strade residenziali. Fig 20_Presentazione di interventi a Monaco di Baviera in occasione di Velocity 2007 104 Le isole ambientali (Art. 135 R.d.A.- Art. 7 c. 9 C.d.S.) Affermare l'importanza della vivibilità degli spazi urbani In particolare al 2° paragrafo del punto 3.1.2 delle Direttive per la redazione dei piani urbani del traffico pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 24.6.1995 si dice che la rete principale urbana racchiude all' interno delle sue maglie singole zone urbane composte da strade locali alle quali viene assegnata la denominazione di Isole Ambientali. Sono dette "isole" in quanto interne alla maglia della viabilità principale ed "ambientali" in quanto finalizzate al recupero della vivibilità degli spazi urbani. Se su una tavola della classificazione delle strade di una qualunque cittadina evidenziassimo le strade locali scopriremmo che queste sono una grandissima parte della rete stradale. Questo reticolo di strade minori locali deve essere considerato una grande risorsa in quanto esse concorrono alla realizzazione ed integrazione della rete ciclabile e pedonale. Nelle isole ambientali,come indicato dalle direttive, deve essere impedito l'effetto by-pass al traffico veicolare e deve essere organizzato un sistema circolatorio secondo il quale i veicoli escono in prossimità a dove sono entrati. L'effetto by-pass deve essere consentito alle biciclette. Per alcuni insiemi di strade locali preferibilmente costituenti ambiti omogenei o comunque aventi particolarità che le caratterizzano sono attivabili interventi di natura strutturale (modifiche di profili di marciapiedi, piantumazioni o sostituzione delle pavimentazioni esistenti con altre differenziate per funzioni della strada, sosta, transito, gioco e intrattenimento) o normativa (segnaletica ed ordinanze) al fine di favorire la vivibilità locale attraverso la realizzazione di tipologie di utilizzo dello spazio urbano: le "zone 30" e le strade residenziali. 105 Zone 30 La "zona 30" (Art. 135 R.d.A.) sono strade o sistemi di strade locali ove è consentito l'accesso a tutte le componenti del traffico, anche a funzione di parcheggio, escluso i mezzi di trasporto pubblico collettivo. Il limite di velocità è di 30 km/h e sono caratterizzate al contorno dove sboccano sulla viabilità principale da "accessi lenti" realizzate con strettoie o continuità rialzata dei marciapiedi a formare piattaforma di accesso. La disposizione dei parcheggi in modo particolare a pettine alternato, a blocchi e inframmezzato da alberi o sistemi di sedute per i pedoni, assieme ai marciapiedi allargati in corrispondenza dei passaggi pedonali o degli incroci sono elementi che diversificano la linearità stradale e contribuiscono a indurre nell'automobilista una guida più lenta e consona all'ambito caratterizzato da un mobilità tranquilla e sicura. La strada stretta o a prevalente funzione di parcheggio può essere resa a senso unico. Fig 21_Simbolo del Codice della Strada : zona 30 106 Strade residenziali (Art. 135 R.d.A.) La strada residenziale prevista dal codice della strada è caratterizzata dal segnale figura 318, articolo 135 del regolamento, realizza condizioni tali che pedoni, ciclisti ed auto si muovono sulla stessa sede con pari diritti. Una situazione ottimale si realizza rendendo la strada a "cul de sac" per le automobili consentendo a bici, pedoni e bambini che giocano di diventare padroni della strada. Hanno accesso le auto dei residenti che procedono a passo d'uomo. Sono consigliati ostacoli fissi, come piattaforme rialzate soprattutto agli incroci, aiuole, ecc.., per delimitare il parcheggio ed imporre una bassa velocità. Altri elementi di arredo urbano studiati con cura, assieme a panchine ed alberature, rendono la strada un'ambito gradevole da vivere e da utilizzarsi come un'espansione della propria abitazione. La velocità massima è di 10 km/h. Fig 22_Simbolo del Codice della Strada : strada residenziale Isole pedonali Quanto invece alle isole pedonali, una recente modifica del Codice della Strada (ex art. 3 D.L. n°285/92) le ha trasformate in zone aperte al transito non solo dei pedoni ma anche delle biciclette e quindi in aree strategiche per la ciclabilità. 107 108 3.2 La rete di Milano oggi 109 3.2.1 Evoluzione storica A Milano, in epoca moderna, si è cominciato a parlare di biciclette nel 1980 quando venne approvato dal Comune, nell’ambito del Piano dei Trasporti, il documento “Itinerari ciclabili: programma di rete e primi interventi”. In quel piano erano previste piste ciclabili per 330 chilometri (la metà dello standard medio europeo di allora, secondo gli estensori del piano). Dopo 26 anni, praticamente, siamo ancora in fase di una sempre rimandata ripartenza. Anche se l’amministrazione Albertini - Goggi ha parlato di circa 70 chilometri di piste ciclabili, in realtà si è sempre rifiutata di fornirne un elenco completo. Il dato di fatto sono spezzoni non collegati tra loro e inutili per i ciclisti. Milano, con occhio critico, appare infrastrutturazione ciclabile improvvisata. 110 mostruosamente in ritardo e con una 3.2.2 Situazione piste nel 2005 32 Fig 23_Mappa delle piste ciclabili milanesi aggiornata al 2005 , a cura di Fiab 32 Negli ultimi 2 anni sono stati costruiti meno di 5 Km di piste ciclabili 111 Strade per la bici a Milano. Molti ciclisti si chiedono dove sono le piste ciclabili a Milano. In realtà ne esiste solo una (da viale Caprilli al Parco Lambro), essendo le altre soltanto spezzoni in genere non utilizzati. Ecco qui un elenco ( fornito da Fiab Ciclobby ) delle strade effettivamente adatte alla bici e che comprendono: percorsi promiscui (con pedoni o con veicoli a motore) comunque adatti alla circolazione delle biciclette; l’unica pista ciclabile; gli spezzoni di piste effettivamente frequentati dai ciclisti (l’elenco non comprende dunque gli spezzoni attualmente inutilizzati dai ciclisti); e inoltre passerelle, cavalcavia e sottopassi. · Strada ciclopedonale da largo Cairoli a piazza S. Babila passando per piazza Duomo (promiscuità con i pedoni) · Viali di tutti i giardini e parchi pubblici di Milano (promiscuità con i pedoni) · L’unica pista ciclabile di Milano (da viale Caprilli al Parco Lambro). Problemi irrisolti: a) di identificazione e segnaletica,manca la segnaletica di direzione e in qualche caso la segnaletica è sbagliata; b) di manutenzione; c) di posteggio abusivo delle auto in certi tratti; d)di soluzione di continuità (Lotto, attraversamento di via Foppa, Conciliazione, attraversamento di via Legnano all’altezza di piazza Marengo, attraversamento di via Padova dopo la cicloalzaia della Martesana; attraversamento di via Rizzoli per entrare nel Parco Lambro all’altezza di via Cazzaniga). · Alzaia Naviglio Grande ed alzaia Naviglio Pavese dalla Darsena di Porta Ticinese verso l’esterno di Milano, qui in promiscuità con le auto 112 · Strada residenziale di viale Affori · Strada a 30 km/ora con “chicanes” in viale Mar Jonio · Spezzoni di piste ciclabili frequentati dai ciclisti: a. attorno al Parco Sempione b. Piazza Valera-Bonola-Cilea-Parco di Trenno c. Via E. De Marchi a Greco verso la Bicocca d. Via dei Missaglia e. Via Mecenate f. Strada in fregio alla Tangenziale est da Via Toledo a Via Feltrinelli g. Via T. Morgagni h. Stazione Quarto Oggiaro-Centro Commerciale Metropoli i. Via F. Ferruccio · Passerelle e cavalcavia: a. Viale De Gasperi in prossimità del Monte Stella b. Viale Forlanini dal Parco Forlanini a viale dell’Aviazione c. Cavalcavia di via Palizzi d. Cavalcavia Bussa (recentemente è stata tolta la segnaletica di pista ciclabile) e. Via Liscate sul Naviglio Martesana f. Tra via S. Colombano e via Giordani sul Naviglio Grande g. Viale Fulvio Testi (Parco Nord all’altezza della Torretta) h. Via Clerici (al confine con Sesto San Giovanni, Parco Nord) i. Via Finanzieri d’Italia (Parco Nord) j. Viale Fermi (Parco Nord) · Sottopassi a. Viale Fermi (in prossimità dei cavalcavia ferroviari) b. Via Dora Baltea - Via Marna 113 3.3 Progetti in cantiere 3.3.1 Il progetto “Raggi Verdi” Il comune di Milano ha inserito Il progetto “Raggi Verdi” tra i programmi da sviluppare per la città in occasione della candidatura Expo 2015 e in relazione al nuovo Piano di Governo del Territorio. Il progetto è ancora in fase di studio e dovrebbe nascere con un processo partecipativo aperto a tutti i milanesi. Viene seguito in modo particolare dalla Associazione Interessi Metropolitani A.I.M con lo Studio Land, con la collaborazione di AISTP. Il progetto prevede una serie di percorsi a raggiera al fine di congiungere, immersi nel verde, il centro di Milano con le sue periferie e i suoi parchi esterni. La nuova rete di percorsi pedonali e ciclabili ha come obiettivo quello di arricchire di verde il tessuto urbano e migliorare gli spostamenti nella città nonchè la vita quotidiana dei suoi cittadini. I Raggi Verdi saranno, secondo le idee progettuali, “spazi lineari ombreggiati da migliaia di alberi, dove sarà possibile passeggiare, oziare, correre, andare in bicicletta godendo del verde già presente e programmato sul territorio urbano: un giardino, una piazza alberata, un parco di quartiere e un grande parco urbano messi in connessione fra loro” . Gli otto “Raggi Verdi” avranno una lunghezza media tra i 7 e i 12 Km lineari: partendo dal centro della città ognuno arriva a uno dei grandi parchi urbani o periurbani già presenti nella cintura milanese. Nell' iter del progetto sono inserite alcune manifestazioni volte a sollecitare critiche e proposte, originate da passeggiate in bicicletta. L'obiettivo della manifestazione Raggi Verdi in Bici è richiamare il sostegno di tanti utenti della città. Un anello di “Cintura Verde” dovrebbe collegare gli 8 raggi e I relativi parchi con un percorso ciclopedonale di oltre 70 Km. Il progetto pare molto ambizioso e di grandissima rilevanza sia dal lato ambientale sia viabilistico. 114 Fig 24_Mappa degli otto “Raggi Verdi” e relativa “Cintura Verde” tangenziale (in rosso), con relativa spiegazione del progetto, a cura di Land Srl 115 Fig 25_Mappa della “Cintura Verde” dei “Raggi Verdi”, 116 a cura di Land Srl Fig 26_Manifesto di invito ad una biciclettata di proposte per il “Raggio Verde” R1 e R8 117 Fig 27_progetto preliminare del Raggio Verde R2 118 3.3.2 La nuova ciclabile per l'Expo 2015 Il Comune: piste ciclabili, troppi errori Progetto Expo, Triennale-Fiera in bici 33 “La controreplica è un progetto «ambizioso», approvato e finanziato con 7 milioni di euro. È la pista dell' Expo. Dalla Triennale alla Fiera. L' itinerario più lungo di Milano. Scusate ciclisti, avete ragione. Il mea culpa del Comune è di carta. Ricerche e impegni per il futuro. Il tavolo di confronto tecnici-associazioni-Politecnico-vigili è in pista da un anno. «Metodo produttivo», osserva Croci. E il prodotto è quasi pronto. Anticipa l' assessore: «Nel piano della mobilità sostenibile sono state individuate tre priorità per il 2008. Il miglioramento delle piste in centro, le ricuciture sulla rete, i percorsi bici-pedoni sui marciapiedi». Entro il 2010, poi, saranno realizzati itinerari per 50 chilometri, raggi nei nuovi quartieri (Porta Nuova, CityLife...) e 2.500 stalli davanti a scuole, uffici e metrò. Uno sviluppo legato all' Ecopass, dal momento che «una parte dei ricavi della “pollution charge” saranno reinvestiti sulle piste», conclude Croci. Così vuole l' accordo preso con il governo al Tavolo per Milano. Cinque vittime dall' inizio dell' anno. Altre dieci nel 2006. Ciclisti categoria debole. Ci sono 30 mila milanesi che si sentono «a rischio». E sono arrabbiati: «Servono subito zone a 30 chilometri orari per garantire la nostra sicurezza». Arrabbiati e delusi al punto da aver scritto una lettera a Letizia Moratti: «In un anno non è stato preso nessun provvedimento pro bike». In calce, le sigle: Ciclobby, Fiab e European Cyclists' Federation. Nell' attesa, un primo risultato l' hanno ottenuto: l' approvazione in consiglio del restauro della rete ciclabile sui Navigli Martesana e Grande, a Sant' Agostino e in corso Lodi (400 mila euro). E, soprattutto, il collegamento Triennale-Fiera a Rho-Pero. In bici. Dal parco della cultura alla Vela di Fuksas, oltre 10 chilometri in sella : «È un itinerario connesso, oltre che con il sistema del centro, con la direttrice Castello-Novate Milanese», spiegano dall' Agenzia della Mobilità. Il tracciato passa accanto a Monte Stella e stadio di San Siro. È la via ecologica per l' Expo oggi 33 Tratto dal Corriere della Sera , 30 settembre 2007 119 spezzettata, sbrecciata, coperta dalle auto in sosta. Da costruire ex novo o rimettere in sesto. Per Enrico Fedrighini, consigliere dei Verdi, «il progetto risponde a un bisogno importante dei milanesi non solo del centro. Ora si investa nel “bike sharing”, come a Parigi». È il punto di arrivo”. 120 4.0 Una nuova realtà: Il “Bike Sharing” 121 Occorre pensare seriamente anche alle alternative di trasporto, se davvero vogliamo garantire la mobilità nelle nostre città e non solo qui. Una di queste alternative ( non l’unica e nemmeno quella decisiva ma certamente utile, soprattutto nel breve periodo) è costituita dalla bicicletta. Luigi Riccardi_Presidente FIAB 122 4.1 Sistemi di Bike Sharing Il Bike Sharing (condivisione di biciclette) è un sistema di noleggio di bici pubbliche attraverso un abbonamento (tramite presentazione di documento, compilazione di moduli e cauzione con carte di credito) e soggetto ad una tariffazione. Le postazioni, dove è possibile noleggiare i mezzi a due ruote, sono solitamente collocate in corrispondenza di stazioni ferroviarie, fermate della metropolitana, luoghi di particolare interesse e centri storici. Le biciclette sono tutte dello stesso modello e hanno allestimento, colori e logo comuni tra loro. L'idea base è: andare dove si vuole, quando si vuole utilizzando più trasporti pubblici. Per questo motivo il servizio viene equiparato ad un vero e proprio mezzo pubblico (anche se esclusivo). Requisiti fondamenti per una buona riuscita del sistema Bike Sharing sono: capillarità del servizio integrazione al trasporto pubblico rete di piste ciclabili sicure biciclette sicure e manutenzione del mezzo ( luci sempre accese, freni...) sostituzione dei furti (selle non estraibili, agganci solidi...) I ricavi del servizio (tra abbonamenti, sponsor e tariffe utilizzi) sono consistenti. Spesso però il servizio viene appaltato in esterno dalle amministrazioni. Tecnicamente il Bike Sharing può essere attuato in con 3 sistemi diversi: 1. a chiave meccanica 2. a chiamata 3. con tessera magnetica 123 Il sistema “a chiave meccanica” si utilizza in realtà urbane contenute (in Italia sono una cinquantina i comuni che lo utilizzano tra i quali Ravenna, Modena e San Donato Milanese), generalmente nei piccoli capoluoghi di provincia con territorio da coprire limitato. Questo perchè lo sganciamento della bicicletta dalla rastrelliera di deposito avviene sbloccando fisicamente un lucchetto tramite una chiave fissa (ogni abbonato e/o ogni postazione possiede una chiave). Dopo aver utilizzato il mezzo bisogna tornare al punto originario e riposizionare la bicicletta nel posteggio di origine per riprendersi la propria chiave. In caso di mancata riconsegna, si risale all'utente in base al numero della chiave. La conseguenza è che gli utenti tendono a trattenere a lungo la bici, facendo venir meno la finalità di mezzo pubblico di condivisione. Il sistema a chiave meccanica in una realtà grande risulta scomodo e non risponde alla richiesta di mobilità metropolitana. Vantaggi: - allestimento semplice ed economico poiché meccanico - solo prezzo dell'abbonamento Svantaggi: - mobilità vincolata al punto di prelevamento del mezzo - flessibilità ridotta - andamento del servizio non controllabile in tempo reale Fig 28_Istruzioni di Bike Sharing a San Donato Milanese 124 Nel sistema “a chiamata” le biciclette sono distribuite più o meno liberamente o a caso per la città. Non ci sono quindi delle vere e proprie stazioni dove prelevare e depositare il mezzo. Le bici si possono prendere o lasciare in qualsiasi punto della città. Il servizio è diffuso nelle principali città della Germania ed è gestito dalla compagnia nazionale ferroviaria. Al servizio ci si iscrive telefonicamente o on-line, fornendo come cauzione e modalità di pagamento la carta di credito. Quando si incontra una bici si hanno 2 possibilità: se appare la luce rossa vuol dire che è occupata e utilizzata da un altra persona, se appare luce verde la bicicletta è libera. A questo punto l'abbonato chiama telefonicamente un operatore della centrale operativa. In risposta viene fornito un codice di sbloccamento della bicicletta in questione. Ultimato l'utilizzo si deve ricontattare l'operatore (fornire la posizione delle vie dell'incrocio dove viene lasciato il mezzo) il quale ribloccherà la bicicletta, che tornerà ad avere la luce verde. Vantaggi: - capillarità e diffusione delle biciclette nel territorio - comodità di deposito non vincolato - non ha bisogno di chiavi o tessere Svantaggi: - la capillarità è a discapito della conoscenza di luoghi dove poter sicuramente usufruire del servizio - le due chiamate all' operatore sono un metodo di noleggio complicato e non diretto - costi di chiamata Fig 29_Istruzioni di Bike Sharing in Germania 125 Nel sistema a “tessera magnetica” è possibile prelevare una bicicletta attraverso una card elettronica (abbonamento con cauzione). La consegna della bicicletta può avvenire in una rastrelliera diversa da quella dove è stata presa, proprio per creare una forte integrazione con diversi mezzi di trasporto. In realtà la carta permette una cosa molto semplice: poter usufruire di un certo numero di biciclette in alcune postazioni strategiche della città (accesso metropolitane, stazioni ferroviarie e luoghi strategici dello spostamento). L’accesso è regolato tramite la carta prepagata. Il sistema registra e conteggia ogni spostamento, in questo modo è possibile prevedere tariffe progressive che incentivano l’utilizzo delle biciclette per il tempo strettamente necessario a compiere lo spostamento. I primi 30 minuti infatti sono inclusi nel costo dell'abbonamento. La finalità del sistema è coprire i piccoli tragitti giornalieri dentro la città, in modo flessibile. A questa tipologia è legato il problema specifico della riallocazione delle biciclette tra le varie stazioni. Ci sono alcune mete che si riempiono rapidamente lasciando altre postazioni scoperte. Rappresenta un costo aggiuntivo, ma indispensabile, un servizio di redistribuzione delle bici attraverso una serie di furgoncini che, in tempo reale, portano in equilibrio l'offerta delle biciclette tra le varie stazioni. Per funzionare quindi, oltre alla riallocazione, questa tipologia richiede una reale capillarita dell'offerta tramite numerosi punti di noleggio. Le biciclette vengono monitorate e prelevate elettronicamente da torrette “Totem”. Vantaggi : flessibilità vero ausilio del trasporto pubblico Svantaggi: costi di manutenzione maggiori continua riallocazione delle biciclette Anche Milano ha scelto di partire con il servizio di Bike Sharing nella primavera del 2008, con la tipologia della tessera magnetica. Di seguito un approfondimento su questo sistema attraverso i casi studio di Parma, Barcellona e Parigi. 126 4.2 Parma Coordinate: 44°48′N 10°20′E Altitudine: 55 m s.l.m. Superficie: 260 km² Abitanti: 177.069 Densità: 6796 ab./km² Sindaco in carica: Pietro Vignali Vincitrice premio “Citta’ amica delle biciclette 2006” Carta Abbonamento Bici Fig 30_Parma Mobility Card 127 Parma_ Mobility Card “Muoversi e divertirsi in centro? Abbiamo le “carte giuste”! Ne basta una sola! Si chiama Mobility Card: la chiave d’accesso a tutti i servizi per vivere la città”. Questo lo slogan con il quale si presenta l’amministrazione di Parma: Oltre lo slogan un incremento dal 2003 al 2007 di 20 Km. di piste ciclabili che portano la rete di Parma a 71Km. totali senza dimenticare i percorsi in previsione. Queste le parole dell'assessore alla Mobilità e Ambiente Pietro Vignali: “Abbiamo la fortuna di vivere in una città che la due ruote la ama da sempre. La bicicletta appartiene alle nostre radici, alle immagini e all’immaginario collettivo che si lega ai nostri luoghi di pianura, all’intorno, alla bassa. Ad un uso, soprattutto, che è ancora oggi abitudine e che vogliamo e dobbiamo favorire e promuovere per quel valore forte e attualissimo che rappresenta. Muoversi in bicicletta è una scelta insieme ambientale e di benessere; è seguire una vivibilità slow; è trovarsi e ritrovarsi per piacevoli momenti di svago, come dimostrano le iniziative semplici e nostre di queste biciclettate. Cinque appuntamenti per scoprire, insieme, spazi verdi e ambienti d’acqua, occasioni conviviali e scorci d’arte. Pedalando come ieri e come oggi. Come domani”. Il servizio Punto Bici Bike Sharing è un innovativo sistema di noleggio biciclette automatico. Chi arriva in città con l’autobus, il treno o la propria auto adesso ha la possibilità di utilizzare una bicicletta per muoversi agevolmente e in libertà. In undici punti della città sono collocati dei punti di distribuzione. Possono usufruire del servizio i cittadini maggiorenni. La città di Parma funziona con una colonnina totem per ogni bicicletta, metodo abbastanza costoso. L’orario di funzionamento è tutti i giorni dalle ore 7.00 alle 24.00. Si accede al servizio con documento valido d’identità e sottoscrivendo l’accordo per l’utilizzo del servizio; in questo modo si entra in possesso della card magnetica. Oltre a sottoscrivere l’accordo è necessario pagare una cauzione (10 €), una quota d’iscrizione annuale (25 €) e caricare la propria card. Ad ogni iscritto viene regalato un lucchetto personale per chiudere la bicicletta noleggiata durante gli spostamenti. 128 Le tariffe: Abbonamento annuale Tariffa Frazioni di 30 minuti Primi 30 minuti inclusi gratis Oltre la 3a ora 25 € 0,30 € 1€ La carta inoltre presenta alcuni vantaggi ed incentivi correlati in modo da rendere più appetibile l’abbonamento. Tra i vantaggi: ore mensili di noleggio gratuito di bici elettriche, sconti presso cinema e negozi convenzionati e aggiornamenti ed informazioni sulle linee mezzi pubblici. La città di Parma inoltre propone un altro servizio più agile e meno vincolante. Si tratta di un punto di noleggio chiamato “Parma punto bici”. Si trova in posizione agevole e comoda, in viale Toschi 2 a circa 400 m. dalla stazione ferroviaria e nei pressi del parcheggio sotterraneo Toschi. Gli orari sono più limitati ma basta un documento valido, la compilazione di un semplice modulo e scegliere la bicicletta. Il noleggio di una bici elettrica costa 90 centesimi all'ora mentre quello per una bici tradizionale 70 centesimi all'ora. Infine l’amministrazione incentiva il “Progetto bici sicura, Una Targa ed un Libretto per la bicicletta” L’obiettivo (promosso dall’Assessorato comunale Mobilità e Ambiente con la collaborazione dell’Assessorato Sicurezza e Sport, il supporto operativo di Infomobility, e la partecipazione della Polizia Municipale e di diversi rivenditori di biciclette di Parma) è affrontare in modo efficace e innovativo il problema dei furti delle biciclette.. L’iniziativa, importata dagli Stati Uniti dove ha ottenuto eccellenti risultati, prevede una specifica anagrafe delle biciclette, che consentirà un monitoraggio costante ed efficace dei mezzi. L’obiettivo sarà raggiunto attraverso una speciale targa, prodotta dalla società bresciana Easy Trust, che sarà applicata sul telaio delle biciclette mediante un’etichetta in 129 polipropilene indelebile e antieffrazione. Inoltre, ai possessori delle biciclette sarà dato uno specifico libretto, che riporterà dati e caratteristiche dei mezzi. Il prezzo della targa è di 10 Euro. Il giudizio sul cammino intrapreso amministrazione emiliana non può che essere positivo. Ha unito varie esperienze e pratiche italiane ed estere in maniera intelligente, allestendo un sito internet ed una struttura “Infomobility” efficienti e ben strutturati. Inoltre le nuove piste ciclabili in programma dovrebbero accompagnare il percorso comune di sensibilizzazione alla tematica. 130 Fig 31_Anatomia di una bicicletta, Comune di Parma 131 Fig 32_Manuale di meccanica ciclistica, Comune di Parma 132 4.3 Barcellona Coordinate: 41°22′ N 2°10′ E Altitudine: 4 m s.l.m. Superficie: 100 km² Abitanti: 1.605.602 Densità: 15827 ab./km² Sindaco in carica : Joan Clos Fig 33_Bicing a Barcellona 133 Barcellona_Bicing Il servizio di Bike-Sharing catalano si chiama “Bicing” ed è partito all’inizio del 2007. Si tratta di un nuovo servizio pubblico di biciclette che affianca e rafforza le modalità di spostamento agli utenti catalani. Attraverso un piano che, una volta ultimato, potrà contare su più di 100 stazioni al servizio e 1500 biciclette. Le bici saranno posizionate in gruppi in concomitanza con stazioni delle reti metropolitane e ferroviarie. A Barcellona, con costi bassi, ogni postazione prevede un Totem unico che comanda ed assegna le biciclette ma non fornisce la possibilità di abbonarsi sul posto. Il sito internet si presenta chiaro ed esauriente. E’ possibile visualizzare una notevole quantità di informazioni e mappe delle piste ciclabili e delle bicistazioni più vicine. Possibilità di abbonarsi via web, in 10 giorni si riceve a casa la tessera che deve essere poi abilitata via web. Il Bicing si presenta semplice e pratico nelle sue utilizzazioni nei tragitti cittadini. Una volta ricevuta la carta del servizio basta solo ritirare una delle 1500 biciclette, usarla e lasciarla in una delle 100 stazioni ( previste dal piano ) a disposizione. La maggioranza delle stazioni Bicing si trovano presso accessi della metro, treni o parcheggi pubblici. Alcune tappe del piano di implementazione del servizio: 22.03.2007 Inizio ufficiale ed operativo: 200 biciclette e 14 stazioni di noleggio 02.05.2007 Superati 10.000 abbonamenti con 750 biciclette e 50 stazioni attive 15.06.2007 50.000 Abbonati al servizio 27.07.2007 Più di 1.000.000 di utilizzi, 1.500 biciclette e 100 stazioni 25.09.2007 Promesse 6.000 biciclette nell'estate 2008 134 Tariffe Abbonamento annuale Tariffa Frazioni di 30 minuti 24 € Primi 30 minuti inclusi gratis Penale per aver superato le 2 ore consecutive 0,30 € 3 €/hora Abbonamento settimanale Tariffa Frazioni di 30 minuti 1€ Primi 30 minuti inclusi gratis Penale per aver superato le 2 ore consecutive 0,30 € 3 €/hora Viene applicata una multa di 150,00 € in caso non si riconsegni la bicicletta nelle 24 ore successive all'utilizzo. Bicing Barcellona funziona 365 giorni l'anno ( eccetto nei giorni infrasettimanali dalle 24h alle 05:00h) Fig 34_Modello biciclette per Bicing a Barcellona 135 Fig 35_ Fotomontaggio Bicing Barcellona 136 4.4 Il caso Parigi Coordinate: 48°51′ N 2°20′ E Altitudine: 33 m s.l.m. Superficie: 105 km² Abitanti: 2.153.600 Densità: 20510 ab./km² Sindaco in carica: Bertrand Delanoe Fig 36_ Promozione e loghi di Velib a Parigi 137 Parigi_ Velib Nella capitale francese il sistema di bike-sharing si chiama “Velib” ( acronimo di “Vélo” e “Liberté”), nato sulla scia dell'esperienza inaugurata a Lione e fortemente voluto dal sindaco parigino Bertrand Delanoè. Prevede, anche se è la versione più costosa di controllo, sia un totem centrale che un totem in ogni postazione. E' partita a giugno del 2007 e è a disposizione tutti i giorni, 24 ore su 24, di cittadini e turisti ( possibilità di abbonarsi anche giornalmente alle stazioni delle biciclette). Anche qui il pagamento avviene con vari abbonamenti, con stesse modalità rispetto ai casi presentati di Parma e Barcellona. L'obiettivo sempre lo stesso: favorire e dare una alternativa ciclabile agli spostamenti brevi dell'arco di una normale giornata lavorativa – studio- ricreativa. Ecco alcuni dati dopo solo 40 giorni di attività del servizio: più di 10.000 biciclette con in 750 postazioni distanti 300 m. una dall'altra media tra 60.000 prelievi al giorno ( con punte di 100.000) 53.000 parigini abbonati 22 min. di media di utilizzo per singolo prelievo previsione, per il prossimo anno, di raggiungere 200.000 abbonamenti Altri dati aggiornati: 1500 stazioni di noleggio 21000 biciclette fino a 97.000 utilizzi giornalieri Abbonamento annuale Tariffa Frazioni di 30 minuti Primi 30 minuti inclusi gratis 138 29 € A pagamento Abbonamento settimanale Tariffa Frazioni di 30 minuti 5€ Primi 30 minuti inclusi gratis A pagamento Abbonamento giornaliero Tariffa Frazioni di 30 minuti 1€ Primi 30 minuti inclusi gratis A pagamento Ma cosa rende il Velib di Parigi interessante? A Parigi, apparentemente, non c'era una cultura di spostamenti in bicicletta. Eppure oggi i dati parlano chiaro. Forse un po' per moda o semplicemente per comodità nella capitale parigina il Bike Sharing sta funzionando oltre le più rosee aspettative. Tutto questo non è un caso. Parigi e la sua amministrazione hanno compiuto negli anni appena passati un grande lavoro a livello di infrastrutture, nuove piste ciclabili, sicurezza e marketing. Qui si è svolta l'edizione di “Velocity” 2003, incontro internazionale in tema di ciclabilità. E' stato lanciato «Le schéma directeur velo de Paris 2002-2008», seconda fase del piano della ciclabilità partito nel 1995 ad opera del sindaco Jean Tibéri. Il sindaco fu particolarmente impressionato dalla visione di centinaia di migliaia di persone costrette a marciare per chilometri in una città ingorgata dal grande sciopero che paralizzò i mezzi pubblici per diversi giorni. Allora pensò che tra l’automobile e i piedi il velo potesse essere la saggia terza via. Risultato:oggi la capitale francese è modello per molte amministrazioni. In cantiere inoltre vi sono: i progetti di prolungamento dei percorsi ciclabili lungo le due rive della Senna; la creazione di nuovi collegamenti tra le stazioni ferroviarie e i maggiori poli dell’attività cittadina, le università e la city finanziaria; il riassetto viabilistico attraverso sensi unici percorribili in contro mano ad uso esclusivo dei ciclisti e 500 Km. di piste ciclabili entro il 2010. 139 140 5.0 Pratiche dal basso 141 5.1 Il gruppo dei “Provos” Fig 37_ Manifestazione dei Provos a Amsterdam Agli albori delle masse popolari in giro per la città in bicicletta vi è un gruppo eccentrico di Amsterdam che utilizza la bicicletta come modello critico anti consumismo. Nati nel 1965 nella capitale olandese dall’incontro di varie personalità rivoluzionarie e libertarie, i “Provos” devono il loro nome all’abbreviazione di provocazione. Il gruppo inizia a coniugare l’attenzione all’urbanistica e alla sociologia rileggendo il tutto in chiave radicale. Insieme alla nuova generazione beat elessero la strada a proprio campo d’azione, iniziando a confrontarsi con le prime tematiche ambientali. Ai raduni (fissati nei pressi di della statua del “Monello” ad Amsterdam) cominciavano ad attirare sempre più giovani e polizia. “Witte fietsen plan”, il “Piano delle bici bianche” nacque in questo contesto. Si trattava di distribuire migliaia di bici dipinte di bianco per la città, invitando tutti ad usarle e lasciarle senza lucchetto, in modo che chiunque potesse scendere in strada e prenderne una. La polizia le sequestrò tutte con l’accusa di “incitamento al furto”. La giustificazione fù che non essendo chiuse col lucchetto esse rappresentavano un istigazione al furto. In pratica è la polizia a rubarle, visto che non le restituirà più ai legittimi proprietari, i cittadini di Amsterdam. In una società in cui vige la proprietà privata, ciò che è gratis è illegale e pericoloso. 142 I ladri di biciclette in divisa non fanno altro che promuovere il piano dei provos, attirando nelle loro file un numero crescente di sostenitori e spingendo l'opinione pubblica a sodalizzare con loro. I Provos reagirono colorando di bianco anche alcune biciclette della polizia. Il gruppo olandese scelse di dipingere le bici di bianco, dopo aver scartato l'idea di farle rosse e nere, come la bandiera anarchica, per il semplice fatto che le loro azioni avvenivano prevalentemente di notte. Il piano ebbe successo e venne replicato in altre città tra le quali Stoccolma, Praga, Oxford e Milano. L’eco dei loro happening penetrò il mondo della musica: “Bike” dei Pink Floyd, “Bicycle race” dei Queen e “Bici bianche” scritta da Guccini dopo un viaggio giovanile ad Amsterdam. Il gruppo dei Provos si sciolse pubblicamente nel 1967 al seguito di svariate manifestazioni e subbugli. Fig 38_ “Witte fietsen plan” 143 2 Il Critical Mass 5. Fig 39_ Logo Critical Mass Italia Il termine Critical Mass fu utilizzato da George Bliss mentre visitava la Cina. Bliss notò che in Cina, sia i ciclisti che i motociclisti, si fermavano agli incroci delle strade, fino a che il numero della massa non raggiungesse una quantità "critica", al che la massa si sarebbe mossa attraverso l'incrocio. “La massa critica (internazionalmente critical mass) è un raduno di biciclette che, sfruttando la forza del numero o massa, invadono le strade normalmente usate dal traffico automobilistico. Se la massa è sufficiente diventa critica. Il traffico motorizzato e automobilistico viene bloccato, anche su strade di grande comunicazione (...). Nonostante questa descrizione, la massa critica è un fenomeno di difficile definizione, trattandosi di evento spontaneo privo di struttura organizzativa formalizzata.34” Il Critical Mass è uno strumento di lotta adottato da ciclisti di tutto il mondo per rivendicare maggiore spazio per le biciclette. Queste sono soltanto alcune delle possibili definizioni di critical mass. Storicamente la prima Critical Mass si svolse a San Francisco nel 1992. Oggi consiste in appuntamenti convenzionali in molte grandi e piccole città. Il fenomeno viene anche definito come "coincidenze organizzate" di ciclisti che attraversano insieme 34 Enciclopedia virtuale “Wikipedia” 144 tratti di percorso urbano in sella ai loro mezzi. Il termine Critical Mass è anche utilizzato da sociologi, che sostengono che una rivoluzione sociale sia possibile solo dopo che una quantità "critica" di supporto popolare sia assicurato. Questo modo di pensare riflette la spesso inespressa ambizione di molti partecipanti alla Critical. Alcuni credono che il bilancio della mobilità nelle città possa cambiare grazie alle biciclette ed altri metodi di trasporto, sempre se questi prenderanno il posto delle auto, ora dominanti. La "coincidenza organizzata" si svolge senza veri leader, organizzatori o membri individuati da qualcosa che non sia la loro partecipazione all'evento. Anche il percorso seguito durante la manifestazione viene deciso sul momento, spesso da chi è in testa al gruppo. Per far esistere una Critical Mass tutto ciò che serve è che abbastanza persone sappiano della sua esistenza e si incontrino il giorno designato per il raggiungimento della massa critica,“occupare” tranquillamente un pezzo di strada al fine di escluderne i mezzi motorizzati. Proprio in conseguenza di questa mancanza di gerarchia, è richiesto che i ciclo-attivisti prendano responsabilità dell'evento, ciascuno individualmente. In questa ottica, per preservare la compattezza del gruppo, alcune volte dei partecipanti usano una tattica chiamata "corking", che consiste nel bloccare le macchine che potrebbero spezzare l'unità della manifestazione, frammentandola. Questo viene ottenuto semplicemente fermandosi con la bicicletta di fronte alle auto, in corrispondenza di incroci, rotonde, o anche semafori (quando una Critical stia passando anche a semaforo rosso), fino a che tutto il gruppo sia passato. Questo permette anche di salvaguardare la sicurezza dei manifestanti e di limitare gli attriti con i conducenti di mezzi motorizzati. In alcuni casi le autorità di polizia locale obbligano a definire un percorso per la massa critica. Fig 40_ Manifesto per la celebrazione dei 10 anni della Critical Mass a San Francisco 145 Massa critica Milano è stata la prima città italiana ad avere un regolare evento Critical Mass ( tutti i giovedi sera si parte da piazza dei Mercanti), con cadenza addirittura settimanale, a partire da febbraio del 2002. La prima volta erano poche decine. Il 1 giugno 2002 è stata la volta di Roma, con circa 50 persone. Dal sito ufficiale italiano il messaggio appare chiaro. La massa critica è uno dei modi di vivere nelle nostre citta’ inquinate. L'idea è che per costruire una nuova rivoluzione nel sistema dei trasporti non hai altro da fare che prendere la biciclette ed unirti ad altre bici. Dal sito di “Critical mass Italia”,ecco una specie di decalogo – intenzioni: e' una casualita' nel pieno rispetto dell'entropia, della natura caotica del nostro universo che non puo' essere rinchiusa in corsie o in scatole di metallo. E' di ogni ciclista. non ha ne' leader ne' padroni, non e' di nessuna marca e non e' protetta da alcun tipo di copyright. critical mass italia vuole raccogliere le testimonianze delle varie azioni e dare degli strumenti di continuita' perche' anche a fiat-landia si sviluppi l'esperienza gia' provata dai ciclisti di diversi paesi nel mondo (Stati Uniti, India, Francia, Belgio, Lussemburgo, Svezia, Danimarca, Ucraina, Russia, Inghilterra, Irlanda...), scesi in strada con il loro "mezzo" piu' piacevole per reclamare strade a misura d'umanita'. L'automobile non è “ l'unico mezzo di trasposto” ma soltanto il piu' dannoso. critical mass diverte e vince è piu' di una manifestazione; e' la dimostrazione pratica e reale di come un'altra citta' sia possibile, bella e divertente 146 più bici, più kaos, più liberta'. Un fantasma su due ruote si aggira per l'Italia... Bloccare il traffico? Ci sono due scuole di pensiero su quale debba essere l'atteggiamento della massa di ciclisti nei confronti del traffico automobilistico. Da un lato c'è chi sostiene che i ciclisti devono fondamentalmente rispettare il codice della strada e deve essere lasciata almeno una corsia libera per chi vuole sorpassare; dall'altro c'è chi dice che la massa deve occupare l'intera carreggiata ("non stiamo bloccando il traffico, noi siamo traffico") costringendo le macchine alla velocità delle biciclette. Commento al Critical mass di MILANO del 20 settembre 2007 Senza dubbio è un evento in primo luogo divertente. Un' ottima occasione di socializzazione e di scoperta della città notturna. Si incontrano persone e biciclette di ogni tipo e generazione. I veterani distribuisco le tipiche targhe in cartone con la scritta “No Oil” al ritmo di impianti stereo montati sulle biciclette, opere di alta elettronica. Ma non tutto mi è sembrato positivo. A volte la protesta è apparsa, dai commenti dei passanti ai bordi della strada, poco meno di una semplice biciclettata con poco senso tra amici. Si perde facilmente il senso della protesta. Tutti questi elementi comunque, derivano dal fatto che, per natura e idea originale, la Critical Mass non ha veri e propri responsabili organizzatori. Questo è, allo stesso tempo, il punto forte e debole dell'evento. A livello di marketing è mancato un elemento che contraddistingue la Critical Mass. Qualcuno, ma troppo pochi, indossano un elemento comune di abbigliamento. Manca invece una bandiera gigante, con relativo logo, che identifichi la manifestazione. Con la mancanza di leader e organizzatori ufficiali non sempre si ha la possibilità di volantinare, spiegare e diffondere le ragioni della manifestazione al fine di sensibilizzare e acquisire consenso. La Critical Mass può facilmente peccare nella comunicazione positiva. 147 Fig 41_ Volantino del Critical Mass Milano distribuito durante i lavori di “InBici2007” 148 5.3 Le “Ciclofficine Popolari” “Vai lì e ti fai una bici, a partire dai pezzi che trovi o porti. Oppure ripari la tua con gli attrezzi messi a disposizione di tutti. Oppure, ancora, modifichi un telaio tuo o trovato … ...Sta solo a te fare e disfare la tua bici, e se non sai come agire qualcuno più esperto di te ti aiuta35 .” L'idea è semplice. Un locale con attrezzi e tanta voglia di tutti di condividere la stessa passione e scambiarsi piccoli consigli utili sulla riparazione delle proprie biciclette. Le “ciclofficine popolari” sono un fenomeno in continua espansione in tutta Europa. E' un'occasione diversa per stare insieme, socializzare e fare amicizia. Se la ciclofficina è ben fornita oltre alle varie tipologie di attrezzi, si possono trovare tutti i ricambi usati e smantellati da altre biciclette. Se i pezzi montati sono nuovi si lascia un contributo. Elenco di alcune delle numerose Ciclofficine in giro per l 'Italia Bergamo – Ciclofficina “Cielito Lindo”, via Grumello Catania – Ciclofficina “Etnea”( in costruzione) Cosenza – Ciclofficina “A Rota Libera” Faenza – Ciclofficina , CSOA Capolinea ( in costruzione) Firenze – “Brugola Rossa”, via Villamagna Fig 42_ Ciclofficine universitarie all' opera 35 Valentina Morrocchi, Poliedra – Politecnico di Milano 149 Milano: Ciclofficina “Stecca”, via Confalonieri Ciclofficina “Unza Nord Niguarda”, via Graziano Imperatore Ciclofficina “A Ruota Libera” di Sveglia citta Studi, Facoltà di Agraria via Celoria Ciclofficina “Ciclogiardinaggio”Cascina Cuccagna, via Cuccagna Monza- Ciclofficina “Gaetano Bresci”, via Boccaccio Pavia – Ciclofficina popolare “I Ciclopi”, via dei Mille,quartiere Borgo Ticino Pisa – Ciclofficina “Rebeldia” Roma: Ciclofficina “ Macchia Rossa”, via Pieve della Fosciana Ciclofficina “Don Chishiotte”, via Prenestina Ciclofficina “Centrale”, via Clementina Vicenza – Ciclofficina “Ciclomio”, viale San Lazzaro Fig 43_ Ciclofficine universitarie all'opera Fig 44_ Ciclofficina “A Ruota Libera”, facolta di Agraria, Milano 150 5.4 Bicistazioni Le bicistazioni sono infrastrutture rare in Italia e in Lombardia. Nell'immaginario di tutti gli immensi parcheggi multipiano delle stazioni delle biciclette di Amsterdam. In Italia alcune associazioni e amministrazioni pioniere hanno cominciato a muovere i primi passi. In particolare segnaliamo il Ciclo Point “ABiCi” della stazione ferroviaria di Pavia e la “Stazione delle Biciclette” di San Donato Milanese. A Pavia, in un deposito del piazzale della stazione FS, vengono offerti servizi di deposito bicicletta custodito, servizio riparazioni economiche e possibilità di noleggio biciclette . L'iniziativa è stata della amministrazione dell' ex sindaco Albergati. Il personale che gestisce il deposito e la riparazione fa parte della cooperativa “Il Convoglio”. Il noleggio delle biciclette avviene tramite deposito di un documento e il pagamento di max 3 euro al giorno, a seconda dell'utilizzo. La “Stazione delle biciclette” di San Donato Milanese si trova al lato della fermata capolinea della metropolitana linea 3 gialla, uscita Marignano. Circa quattro anni fa, un gruppo di giovani della “Associazione +BC Milano” (capitatani da Davide) stringe un accordo con l'amministrazione comunale. Ottiene in gestione gratuita dei locali inutilizzati e in cambio offre un servizio pubblico alla cittadinanza e ai numerosi ciclisti che accorrono a prendere la metro qui a San Donato. Nel 2003 il rifacimento della piazzetta con la realizzazione di oltre 350 posti dove poter legare la bicicletta al coperto. La bicistazione qui si autofinanzia completamente e riesce a pagare le spese dello stabile grazie ai profitti ricavati da: servizio di noleggio-custodia, riparazioni varie e organizzazioni di ciclo gite. L'officina è un centro di assistenza per chi pratica il pendolarismo metropolitana/bici. Dopo quattro anni i risultati parlano chiaro: quadruplicata l'utenza iniziale e previsioni di ulteriore raddoppiamento della clientela. 151 Dal volantino della “Stazione delle biciclette” +BC Milano: “Hai mai provato ad immaginare che bello sarebbe vivere in una città piena di bici anziché auto? Una città più silenziosa, più rilassante, più romantica dove spostarsi per le strade sia un piacere anzichè uno stress? Non è un sogno, è tutto possibile, basta crederci: olia la catena della tua bici e tirala fuori dalla cantina. Cambia la tua città. Pedala36”. Fig 45_ Copertina del manualetto di +BC, Stazione delle biciclette di San Donato Milanese 36 Dal volantino della “Stazione delle biciclette” +BC Milano 152 Fig 46_ Fotomontaggio della “Stazione delle biciclette” di San Donato Milanese Si parla spesso di far nascere altre esperienze come queste ma sono pochi i risultati concreti. In questi mesi dovrebbe aggiungersi all'elenco un'altra bicistazione: quella di Sesto San Giovanni, cofinanziata anche dalla provincia di Milano nel progetto MiBici . 153 154 6.0 Piccoli interventi in via Rubattino tra Milano e Segrate 155 “I ciclisti si accontentano di poco, ma nulla è pur sempre nulla!” Vittorio di Segrate Ciclabile “Dobbiamo ritenerci dei pionieri. La bicicletta in Italia è come fumo negli occhi” Giovanni di Segrate Ciclabile 156 157 Fig 47_ Inquadramento Via Rubattino 158 Fig 48_ Riproposizione del sopralluogo per la riqualificazione di via rubattino attraverso un intervento completo a partire dal ripensamento della mobilità ciclabile 159 Milano e la frazione Redecesio di Segrate sono unite da una via storica dal paesaggio post industriale: via Rubattino. L' intervento P.R.U. ha realizzato palazzi con indici di edificabilità elevati, supermercati e mediastore, una piazza in terra battuta con fontana e il “Parco delle Acque”. Peccato che siano del fiume Lambro e l'odore non è gradevolissimo. La strada è stata dimenticata per anni dalla amministrazione milanese, solo qualche piccolo rattoppo al manto stradale della carreggiata a sei corsie più spartitraffico centrale. Poca manutenzione, poca attenzione, un viale ai margini del limite comunale. Ma in questi ultimi mesi qualcosa si muove. Le buche sono ormai sparite dall'inizio dell'estate 2007. Nel mese di novembre invece, la corsia più a destra viene trasformata in corsia preferenziale per taxi, bus, motorini e biciclette. Le dimensioni non sono proprio regolari, una corsia con queste funzionalità dovrebbe essere larga circa 4,5 metri contro i 3,5 attuali. Ma poco importa, questioni formali. La sostanza è che finalmente, almeno per il tratto fino alla tangenziale, i ciclisti e cittadini di Redecesio hanno una corsia protetta per loro. Fig 49_ La nuova corsia riservata in via Rubattino 160 Più sicurezza e uno spezzone in più alla mobilità ciclabile. Ma l'intervento sembra essere solo di facciata, un altro rattoppo senza la visione globale di rete. Dal lato dove la corsia preferenziale si immette nella rotonda che porta alla frazione di Segrate, non sono ancora stati fatti i raccordi e le segnaletiche necessarie. Manca tutto il troncone che si unisce alla ciclabile di Redecesio, forse perchè le due amministrazioni faticano a parlarsi. Dall'altro lato, quello in direzione Milano, la ciclabile finisce proprio nel tratto di restringimento della sezione della carreggiata (dove le corsie si stringono da tre a due nel senso di marcia). Su tutta la lunghezza del grande viale neanche un intervento di rifacimento degli attraversamenti pedonali o ciclabili, nuova segnaletica verticale e strisce rosse in orizzontale. Un buon progetto deve inserirsi con elementi specifici del luogo e non solo come riproposizione meccanica di elementi 37. La vernice gialla sull'asfalto nero è ormai asciutta da tempo, da più di un mese i lavori si sono bloccati. Peccato, si è persa un occasione per la riqualificazione della via Rubattino. Una corsia preferenziale che rimane fine a se stessa e non si accorge dell'ambiente e del paesaggio in cui è inserita.L'occasione è la riqualificazione della Rubattino, dare un'identita precisa alla strada. La moderazione del traffico va intesa come una modalità concettuale e non deve rimanere pura applicazione del Codice della Strada e di tecniche di progettazione. Migliorare la fluidità del traffico deve essere l'occasione anche per migliorare la qualità degli spazi pubblici e dei servizi pubblici. Gli autobus hanno bisogno della corsia per rispettare le tempistiche. Ma una volta scesi, i passeggeri trovano banchine inesistenti o senza coperture ne panchine idonee. Il capolinea della linea 75 sembra dimenticato da tutti e anche le altre fermate sono sprovviste dei più elementari servizi. 37“La città senza incidenti. Strategie, metodi e tecniche per progettare mobilità sicura”,pag 103 161 Fig 50_ Il capolinea della 75 Accorgersi dell'esistenza di un parcheggio di interscambio senza una fermata segnalata e attrezzata. E allora nei tratti mancanti la pista ciclabile può essere strumento di ricucitura in un territorio apparentemente abbandonato ma in realtà frequentato. Le grandi navate delle vecchie fabbriche della Innocenti e della Lambretta possono essere un interessante paesaggio di archeologia industriale, fruibili con un percorso ciclabile misto. Fig 51_L'intervento PRU Rubattibo visto dal cavalcavia della tangenziale 162 Fig 52_Fotomontaggio del percorso via Rubattino, da Segrate all' Esselunga Rubattino 163 7.0 Il dibattito italiano 164 7.1 Il Servizio Nazionale della Bicicletta Dalla prima Conferenza Nazionale della Bicicletta è partito un messaggio chiaro e deciso: in Italia manca un “Servizio nazionale della Bicicletta” in grado di coordinare il movimento delle politiche ciclistiche del nostro paese, sottoscritto dallo stesso ministro dell' Ambiente in carica, Alfonso Pecoraro Scanio. Manca quindi una strategia nazionale fondamentale che coordini e sviluppi le grandi potenzialità italiane naturalistiche ed atmosferiche. L'azione deve interessare diversi campi: la pianificazione territoriale strategica, la mobilità cittadina e il ciclo-turismo. Alla conferenza però, sono stati assenti rappresentanti degli altri ministeri che dovrebbero partecipare al servizio nazionale della bicicletta. La creazione di un Servizio Nazionale della Bicicletta, con l'obiettivo di mettere in atto la strategia nazionale a favore della bici (Bycicle Master Plan), permetterebbe di assicurare il coordinamento delle iniziative, la coerenza delle politiche nazionali, il rispetto degli impegni e la mobilitazione dei mezzi necessari alla realizzazione di questo obiettivo sul modello di positive esperienze straniere ( Germania, Olanda e Francia). Non bisogna sottovalutare la multa di miliardi di Euro che incombe sull'Italia per procedura di infrazione della U.E. sulle quote di emissioni inquinanti prodotte. Una migliore mobilità ciclabile comporterebbe la riduzione degli agenti inquinanti. Tra i compiti del futuro servizio : costruire una strategia condivisa ed elaborare un “Piano Nazionale della Mobilità Ciclabile” sulle orme e le pratiche degli altri paesi europei vigilare sull’attuazione della legge 19 ottobre 1998, n. 366 promuovere e coordinare tutte le iniziative finalizzate all’incentivazione e alla diffusione della mobilità in bicicletta integrare la futura rete italiana alla rete europea e al trasporto intermodale 165 promuovere intermodalità allacciando accordi in particolare con Trenitalia coordinare le varie iniziative e competenze di regioni, province e comuni garantire sicurezza dei ciclisti e interventi di modifica del codice della strada rinnovare e uniformare la segnaletica in modo universale diffondere ed incentivare il ciclo-turismo italiano e degli italiani come modalità di tempo libero e vacanze recupero di risorse economiche raggiungere l' obiettivo strategico del “Modal Split” della media europea 10% nel prossimo decennio (oggi siamo intorno al 4% contro il 27% dell'Olanda, il 18 della Danimarca, il 13 della Svezia e il 10% della Germania) accelerare la riforma del Codice della Strada impostare campagne educative e di comunicazione a favore della bici monitoraggio e revisioni periodiche Tra le questioni ancora aperte del Servizio Nazionale biciclette quella di come relazionarsi con la Holdin Trenitalia nella visione strategica per la realizzazione di strutture per l'intermodalità bici-treno quali parcheggi, bicistazioni, abbonamenti con sconti. A livello operativo il Servizio Nazionale della Bicicletta dovrebbe avere le seguenti caratteristiche: 1. struttura leggera e interministeriale, con capofila ministero ambiente o trasporti 2. figura chiara di un responsabile 3. avvalersi di una consulta di associazioni rappresentative come ad esempio Fiab, Legambiente, Arciragazzi e altre. 166 7.2 Provincie In Bici E' un coordinamento nazionale composto da 25 provincie italiane che hanno elaborato (a partire dal settembre 2005) una visione comune in materia di ciclabilità. Le provincie espongono il punto di vista e i suggerimenti degli enti locali intermedi per favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica quotidiana in città, nello sport e nel tempo libero per una vita più salutare e rispettosa dell'ambiente. Il ruolo delle province italiane e delle “Province in Bici” in particolare è quello della competenza di coordinamento territoriale. La visione che ne scaturisce è strategica, di pianificazione territoriale della mobilità ciclistica integrata ( non solo infrastrutture ma servizi ed educazione), facendo da stimolo anche ai comuni. L'obiettivo è la sicurezza, il miglioramento ambientale e architettonico dei luoghi e del paesaggio. Sul piano politico le province in bici chiedono un adeguamento e un aggiornamento del quadro normativo. Tra le richieste: adeguamento del codice della strada modal split come unità di misura ISTAT obiettivo nazionale di media del 10% degli spostamenti in bicicletta coordinamento reti ciclabili grandi ciclovie e segnaletica uniforme nuovi strumenti finanziari e rifinanziamento dei fondi educazione nelle scuole e buone pratiche nei percorsi casa-scuola 167 7.3 Segnaletica e riforma del Codice della Strada E' noto a tutti come la segnaletica ciclistica in Italia è scarsa, mediocre e confusa. Mancano standard realizzativi nella segnaletica di indicazione, sia a livello comunitario che nazionale. Un esempio su tutti: il colore da utilizzare. Alcuni paesi come la Danimarca utilizzano l'azzurro chiaro per la segnaletica e per colorare le piste ciclabili, essendo il rosso il colore della segnaletica automobilistica. In Germania il colore ufficiale per la segnaletica orizzontale e verticale è il rosso. In Francia cambia ancora. In Italia, paese dell'Arlecchino, si usano i più disparati colori per le piste e una eccessiva invadenza della segnaletica privata rispetto a quella pubblica . Non esiste segnaletica specifica per il ciclista, sia di indicazione, sia soprattutto segnali che prevedano forme di tutela per lo stesso e gli altri utenti deboli, nelle strade a traffico promiscuo. Quello che si propone e un progetto nuovo ed unitario di segnaletica, studio già efficacemente effettuato dalla FIAB, insieme ad altre semplici innovazioni di segnalazione orizzontale quali mini-corsia esterna nelle rotatorie , linea di arresto ciclistica avanzata rispetto rispetto alle auto nei pressi dei semafori e indicazioni semplici e chiare sulle posizioni delle corsie ciclabili. Il rischio è che in Italia, in assenza di regole certe,si costruisca senza una visione generale omogenea. Cominciano infatti a vedersi differenti tipologie di segnaletiche in relazione ai gusti e agli interessi delle singole enti locali e comunità montane. Quello che viene richiesto a livello nazionale è un nuovo regolamento (sulla base delle indicazioni delle associazioni di categoria e il confronto con la tendenza europea) di segnaletica orizzontale e verticale. L'obiettivo è armonizzare il paesaggio e la cartellonistica italiana integrando l'attuale codice. 168 Si chiede inoltre che i cartelli per le ciclovie di lungo raggio siano facilmente distinguibili dai cartelli destinati agli autoveicoli, integrata nella segnaletica internazionale comunitaria. Potrebbe spettare alle regioni il compito di mettere a sistema, coordinare e far applicare le future direttive in materia di segnaletica. Riguardo al nuovo Codice della Strada, le associazioni ciclo-ambientaliste hanno già prodotto tanto in materia, procedendo in una revisione generale che cambi l'ottica e la visuale di approccio al traffico. Tra i principi del C.d.S.: “Le norme e i provvedimenti attuativi si ispirano al principio della sicurezza stradale, perseguendo gli obiettivi: di ridurre i costi economici, sociali ed ambientali derivanti dal traffico veicolare; di migliorare il livello di qualità della vita dei cittadini anche attraverso una razionale utilizzazione del territorio;di migliorare la fluidità della circolazione”. Alcuni accorgimenti e piccole modifiche potrebbero dare un grande contributo nella moderazione del traffico con costi assai contenuti. Per esempio: 1. allargare la corsia riservata a taxi e bus pubblici fino alla larghezza di 4,5 metri, in modo tale da consentire anche ai ciclisti di usufruire in completa sicurezza della corsia 2. concedere l'accesso in contromano nei sensi unici, tramite segnalazione sia verticale che orizzontale ( anche con corsia non separata da cordolo ma solamente dipinta a terra) 3. corsie ciclabili al posto di piste ciclabili 4. condivisione dei marciapiedi idonei con i pedoni 5. linee di arresto avanzate ai semafori che permettano ,ai ciclisti, di posizionarsi davanti, rallentando il traffico in ripartenza e non facendogli respirare gli scarichi diretti delle autovetture Quando si parla di Codice della Strada e sicurezza si commette sempre il solito errore e cioè che la sicurezza diventa una questione formale e non sostanziale: ci si batte e ci si 169 accanisce su cavilli burocratici e formule “di facciata”. Ne sono un esempio gli attraversamenti ciclabili e la questione dell'apertura contromano dei sensi unici alle biciclette. Alcune amministrazioni, è il caso di Brescia, stanno procedendo talvolta anche in disaccordo con le direttive ministeriali. Ma forse qui non è questione di centimetri, vernice e segnali. E' in gioco la reale sicurezza ed efficacia nella moderazione del traffico. 170 7.4 Intermodalità L'intermodalità è un concetto, nel campo dei trasporti e della mobilità urbana e territoriale, assai complesso e che meriterebbe di essere approfondito ulteriormente a parte, con una nuova tesi. Mi limito quindi ad impostare un discorso di base. Mentre le autovetture sono autarchiche e indipendenti, tutte le altre modalità di spostamento necessitano di un' integrazione con altri mezzi di trasporto. Per ottimizzare la velocità e rendere efficiente la capillarità degli spostamenti quotidiani è indispensabile realizzare e poter usufruire di un alto tasso di intermodalità, ossia possibilità di poter cambiare mezzo e modalità di trasporto. La bicicletta costituisce uno dei tasselli delle modalità di trasporto. Per integrarsi nella maglia della intermodalità la bicicletta necessità però di condizioni che troppo spesso ancora mancano in Italia. Trasporto della bicicletta su mezzo pubblico. In analogia con le reti di trasporto pubblico locali di tutta Europa i mezzi di trasporto devono disporre di appositi spazi per accogliere le biciclette. Nelle metropolitane di Berlino, Stoccolma e Barcellona (solo per citarne alcune) le biciclette hanno libero accesso senza pagare supplementi. A Milano la societa ATM, che gestisce il trasporto pubblico, ha introdotto il servizio da ormai 10 anni ma ha fatto ancora troppo poco. Mancano regole chiare e un monitoraggio sulla qualità e frequenza di utilizzazione del servizio da parte dei ciclisti. Qui un estratto del regolamento del trasporto delle biciclette sulle vetture della metropolitana: nei giorni feriali: dalle 20:00 al termine del servizio, il sabato e i festivi: dall'inizio al termine del servizio, nel mese di agosto: tutti i giorni dall'inizio al termine del servizi, non è consentito il trasporto nel mese di dicembre 171 è necessario acquistare un biglietto per bagaglio (anche se la bicicletta è trasportata nella sacca di custodia) numero verde ATM 800.80.81.81. Quello che appare chiaro è il fatto che, secondo le indicazioni di ATM, la bicicletta è intesa unicamente come un mezzo di trasporto per il tempo libero, infatti durante la settimana il servizo è disponibile solo a partire dalle 20:00. Quello che viene richiesto ad ATM dalle associazioni di ciclisti è l'integrazione tra la segnalazione dei percorsi ciclopedonali e quelli ciclabili da pubblicare all'interno della annuale mappa dei trasporti della citta di Milano, con aggiornamento annuale. Bici+Treno Anche l'intermodalità Treno+ Bici procede lentamente, quasi in maniera disinteressata da parte della Holding Trenitalia. Nei servizi regionali trenitalia non sempre gli spazi sono ben segnalati, idonei e organizzati. Molte volte basterebbe annunciare la posizione della carrozza (in testa o coda treno) adibita al trasporto biciclette per evitare perdite di tempo e possibibli scontri con i passeggeri a piedi. I disagi e le mancanze poi si manifestano palesemente sia all'interno che all'esterno delle stazioni dove mancano scivoli, accessi e parcheggi. Risulta incredibile come, nel ripensamento della stazione centrale di Milano, non sia stato fatto niente a favore della mobilità ciclabile. Tra le richieste: funzione di ricerca avanzata degli orari sul sito di trenitalia che consenta di scegliere solo i treni che trasportano la bici progettazione di nuovi materiali ferroviari, di vetture in grado di trasportare un numero adeguato di bici, accessi alle stazioni con la sistemazione di scivoli lungo le scalinate Manca attenzione e volontà. 172 Lo stesso treno Minuetto, uno degli ultimi arrivati per il trasporto regionale del pendolarismo, è predisposto per contenere al suo interno al massimo due biciclette. Questo dopo anni di trattative e progettazione del nuovo treno; significativo di quale è la cultura e la predisposizione verso l'intermodalità bici-treno. Fig 53_Vagone adibito al trasporto biciclette, Milano Lambrate 173 Deposito in sicurezza Si parla delle Velostazioni o Bicistazioni ma anche più semplicemente di rastrelliere con coperture idonee. Spesso assistiamo, soprattutto in prossimità di stazioni ferroviarie o metropolitane, a parcheggi selvaggi di biciclette: attaccate ai pali, ai cestini della immondizia, agli alberi... la confusione e il disordine regnano sovrani. Esempio principe la stazione Lambrate FS. Un popolo nutrito di pendolari che si deve accontentare di 20 posti bicicletta coperti da una lurida tettoia. La Stazione delle Biciclette di San Donato Milanese ha fatto scuola, si pretende almeno un decoroso e adeguato spazio coperto dove poter depositare e legare le biciclette, con la speranza di ritrovarle il mattino seguente. 174 Fig 54_L'unico parcheggio coperto delle biciclette a Milano Lambrate Servizi di noleggio e Bike-Sharing Numerose esperienze hanno ormai reso chiaro come questo servizio possa risultare utile sia come mezzo urbano di trasporto pubblico sia come canale di marketing pubblicitario. Necessita però, prima del suo avvio, di una rete sicura di percorsi, servizi e infrastrutture annesse. 175 8.0 Una nuova cultura della mobilità, un nuovo 176 lavoro di immagine e promozione della bicicletta E’ dimostrato che il ciclista non respira più inquinanti di un automobilista. Questo in virtù del fattore che sulle 2 ruote è possibile evitare le zone più trafficate, cambiando rapidamente il percorso. I valori di inquinamento , inoltre, sono più elevati all'interno degli abitacoli delle autovetture. “È noto che il miglior vincolo di protezione di un bene collettivo sta nel valore che la collettività assegna ad esso. Laddove ciascuno avverta la centralità della bicicletta per la tutela dell’ambiente ma più complessivamente per l’innalzamento della qualità della vita non avremo bisogno di istituire servizi di vigilanza sulle piste e maggiore efficacia avranno le stesse politiche di moderazione del traffico 38”. 38 Dai lavori della prima conferenza nazionale della bicicletta 177 “Così come mobilità ciclistica non significa solo piste ciclabili, allo stesso modo la promozione della bici non può giovarsi solo, né principalmente, di campagne di comunicazione39”. Sono chiare ormai le numerose virtù della bicicletta. Ma allora perchè in Italia, il mezzo a due ruote non viene tenuto in considerazione? Questione di cultura. Nel nord Europa, seppur in condizioni climatiche più avverse rispetto al nostro paese, la bicicletta viene usata appassionatamente sia come mezzo di trasporto quotidiano sia come modalità di turismo.La verità sta nel semplice fatto che, nel nostro paese, la bicicletta non è mai stata fino in fondo al centro di programmi e politiche di sostegno, diffusione ed educazione all'uso del mezzo a due ruote. La cultura non c'è ma non viene neanche incentivata da politiche di sostegno alla diffusione del mezzo a due ruote. Tra le parole chiavi: Promozione. Ma partiamo dal dire cosa non è promozione, riferendoci nel caso specifico a Milano. Promozione non è campagna di comunicazione fasulla. E' importante fare e accompagnare la realtà ai fatti. In questi mesi, nel capoluogo milanese, è possibile vedere grandi cartelloni pubblicitari di bambini e donne in bicicletta, che percorrono future ciclabili ancora non progettate. Possiamo parlare di pubblicità, certo, anche se un po' ingannevole. La comunicazione deve essere etica e su opere già realizzate. Meglio fare (senza sbandierare risultati ancora non raggiunti) e poi pubblicizzare l'attività di pianificazione svolta, che pubblicizzare opere ancora in divenire.. Perchè fare promozione alla bicicletta? 39 Eugenio Galli, coordinatore regionale Fiab Lombardia 178 La risposta è semplice: è il mezzo modello della mobilità ecosostenibile. E' arrivato il tempo di agire. Bisogna promuovere gli aspetti di salute e ambiente legati alla mobilità ciclabile. Dobbiamo dire basta alle stupide polemiche sugli inquinanti e alle pubblicità televisive che propongono soltanto autoveicoli sempre più grandi, spaziosi e confortevoli come simbolo di status simbolo del XXI secolo. Basta alle auto come solo sinonimo di chissà quale ricchezza! L'attivita di promozione deve essere associata almeno a due aspetti: 1. Formazione- Educazione Rientrano in questa categoria tutte le attività svolte nelle scuole, le esperienze nazionali ed internazionali che si svolgono con sempre maggior successo nella educazione della fascia più piccola della popolazione. Parliamo di educazione stradale, Scuolabus, Piedibus, manifestazioni nazionali quali “Bimbimbici”. 179 Fig 55_Fermta e punto di raccolta del Piedibus di Segrate, fraz. Redecesio Bisogna quindi stimolare ulteriormente il mondo della scuola e della formazione primaria nella programmazione. Le regole della strada e del suo codice sono anche regole della convivenza civile. 2. Informazione Questa parte della promozione si deve occupare di tutti i supporti e i servizi apparentemente secondari, ma che pubblicizzazono e rendono appettibili gli spostamenti in bicicletta. La segnaletica riveste un ruolo importante ma anche la realizzazione e pubblicazione di apposite mappe urbane integrate con la segnalazione delle corsie e piste ciclabili e delle strade friendly, esposizione chiara dei regolamenti intermodali nelle fermate dei treni e delle metropolitane, segnalazione e realizzazione di ciclostazioni e velostazioni dove è possibile riparare e far custodire le biciclette (da segnalare in Italia l'ottimo lavoro svolto dalla amministrazione di Parma). 180 Alla pianificazione territoriale spetta il compito di: individuare strutture e servizi idonei e riconoscibili organizzare e predisporre nelle amministrazioni appositi uffici della mobilità ciclabile formulazione e redazione di “Piani della Ciclabilità” scegliere un arredo urbano che venga incontro, oltre alle esigenze estetiche, ad una tipologia di mobilità sia ciclistica che a favore dell'accessibilità dei diversamenti abili manifestare una forte volontà politica in direzione della ciclabilità urbana avere idee chiare e precise su politiche della mobilità, ticket di ingresso, sevizi di trasporti pubblici e taxi Alle associazioni di categoria e alla società civile spettano compiti di: proseguire nelle attività di censimento organizzare manifestazioni, eventi, feste di promozione ed interventi nellle scuole organizzazione di corsi di manutenzione delle biciclette Al Ministero della Salute: campagna informativa sull'importanza dei benefici e degli effetti sul corpo umano della mobilità ciclabile Ecco altre azioni e atti concreti che possono supportare una buona ed efficace promozione della bicicletta. La “Prima conferenza nazionale della bicicletta” svolta a Milano dal 9 al 11 novembre 2007 è stata occasione di incontro tra addetti ai lavori, sindaci, assessori, provincie e amministrazioni. Pe l'occasione ciascuno si è sentito chiamato in causa a presentare le proprie pratiche, strategie e piani. E' stata l'occasione per sfidarsi a fare meglio e non solo a criticare ed abbattere le idee delle diverse amministrazioni. Stampa e telegiornali hanno parlato, almeno per tre giorni, di biciclette e ciclabilità: un importante traguardo per la visibilità del mezzo a due ruote. Il ciclo di conferenze, 181 sottotitolato “Due ruote per il futuro”, ha riscosso e rispolverato un interesse che sembrava ormai in estinzione. Ai partecipanti è stato fornito un biglietto gratuito per poter usufruire della metropolitana milanese durante tutta la durata della manifestazione. Molta visibilità è stata data grazie al fatto che parecchi partecipanti ai convegni portavano le biciclette al seguito sui convogli delle metropolitana, tra lo stupore e la sorpresa dei viaggiatori non ancora abituati ad una invasione di bici in metro. Fig 56_Biglietto ATM distribuito durante la conferenza A livello nazionale si sta pensando e lavorando al fine di istituire il 2009 come anno nazionale della bicicletta. Altra visibilità e promozione ne verrà in caso l' Italia si candidi ad organizzare l'edizione 2011 di “Velocity”, la manifestazione internazionale all'insegna dello scambio di buone pratiche in materia di ciclabilità. 182 Fig 57_Manifesto “Due ruote per il futuro” Nei media televisivi sono poche le tracce di ciclabilità. Sui giornali spesso si parla di cronaca nera (numerosi e ancora troppi gli oltre 400 morti all'anno in Italia che fanno parte dell' utenza debole della strada) o si da corpo a quella sterile polemica tra pedoni e ciclisti che il giornalista Arturo Bruzzolan definisce ironicamente come “guerra tra poveri”. Tra i media che hanno già riscoperto l'importanza della ciclabilità vanno sicuramente evidenziati due periodici. Il primo è “La Repubblica” e il giornalista Paolo Garimberti, autore di una rubrica quindicinale dal titolo “I Diari della Bicicletta”. Il secondo è il giornale gratuito “Metro”. In particolare quest'ultimo, ha creato un vero e proprio logo che contraddistingue tutti gli articoli sul mondo della bicicletta. 183 Altra importante pratica di promozione creativa dal basso, è la targa delle biciclette. La più famosa è quella distribuita dai vari Critical Mass con la dicitura “No Oil”. In giro, comunque se ne trovano di tutti i gusti e tutte le fantasie. Fig 58_Targa “No Oil” Bisogna fare in modo che la gente accetti il fatto che venga tolto spazio alle macchine ma a favore della qualità ed equità. In ultimo, la bicicletta possiede molte qualità oltre all'aspetto sportivo: eco-compatibilità, fonte di salute, semplice ma tecnica, antica ma moderna. Necessita di una riscoperta. “Della bicicletta rimangono ancora inesplorati da parte dei media i numerosi e alti valori legati a ecocompatibilità, comodità, economia (di tempo e denaro), salute, anticonformismo, semplicità, solo per citarne alcuni. La bicicletta potrebbe essere, in questo senso, oggetto di molti progetti narrativi, in favore dei cittadini, sportivi e non, e anche per prodotti da pubblicizzare40”. 40 Citazione di Massimo Vallini 184 Indicazioni per Milano Ritengo opportuno che, a partire dalla città di Milano, Assoedilizia intervenga con la sua autorevolezza e competenza istituzionale, sul tema del parcheggio delle bici nei cortili condominiali, visto il persistere a tutt’oggi di una forte ostilità in molti casi. Nell’art. 51 del vigente Regolamento Edilizio del Comune di Milano e all’art. 6 Legge Regionale 38/1992, e previsto che i condomini si attrezzino per la predisposizione di spazi appositi alla custodia delle biciclette. Assoedilizia potrebbe pubblicizzare, con un'apposita targa posta all'esterno dei condomini con parcheggio interno delle biciclette. Tra le attività di promozione potrebbe essere interessante se le amministrazioni regalassero alcuni gadget quali: gillet cata-rinfrangenti, pompe per biciclette portatili, e articoli per pedoni (contapassi). Milano non possiede una mappa della ciclabilità! Ad ATM il compito di realizzarla e distribuirla in collaborazione con il comune. Nel caso specifico di Milano, un grande attrattore immaginario-sportivo e fonte di promozione, potrebbe essere la ripresa delle stagioni sportive del famosissimo e popolarissimo velodromo “Vigorelli”. Partecipazione finanziaria e sostegno al “Bicycle Film Festival”, giunto a Milano nel 2007 alla sua seconda edizione. 185 Fig 59_Manifesti del “Bicycle Film festival” Milano 2007 186 Fig 60_Manifesto “Salone del ciclo e motociclo” Fig 61_Manifesto “Settimana europea della mobilità 2007” 187 Fig 62_“La bici illuminata” Manifesto a cura di Segrate Ciclabile Fig 63_”Gira e respira”, manifestazione di legambiente al politecnico di Milano 188 Conclusioni L'Unione Europea afferma che la mobilità è un diritto fondamentale dei suoi cittadini. La mobilità individuale dei soggetti più deboli appare sempre più in difficoltà nelle possibilità di affermarsi. Il traffico veicolare invadente e pericoloso si accanisce soprattutto su alcune categorie, come pedoni e ciclisti, che sono i più vulnerabili e corrono maggiori rischi; e come i bambini, gli anziani e i portatori di handicap. Tali categorie costituiscono la "utenza debole" delle strade, sono espressione di una mobilità lenta e subiscono in modo più immediato gli effetti diretti e indiretti del traffico. Occuparsi della mobilità ciclabile è anche far valere I diritti per una maggiore equità sociale. In Italia, attualmente, vi è una notevole azione ai diversi livelli istituzionali a favore della bici, ma con un’alta dispersione di energie e di risorse. Si avverte quindi una certa urgenza di coordinare e valorizzare le azioni in campo con la necessità di fissare degli obiettivi ed elaborare degli orientamenti. La prima conferenza nazionale delle biciclette è stata una tre giorni utile che ha messo in movimento vari livelli di pianificazione e amministrazioni. L'idea è quella di organizzarla ogni due anni e ci si sta già predisponendo per la creazione di comitati scientifici, direttori e organizzatori, in grado di elaborare dei Call for Paper tematici. Oltre la conferenza si prospettano almeno altre due ipotesi. La prima tornare alla nostalgia un po' austera della pellicola “Ladri di Biciclette” e delle domeniche senza auto. La seconda, più incentivante e attuale, è quella di seguire ed imparare dalle altre esperienze europee (in particolare Danimarca, Germania, Olanda, Svizzera, Svezia ma anche Spagna e Francia) per ridare giusta dignità e collocazione alla bicicletta anche nel nostro paese. Si aprono così importanti spiragli non solo in termini di riduzione del traffico e di inquinamento ma anche come opportunità economiche e di riscoperta turistica. 189 In molte realtà si parla di pedonalità e ciclabilità come occasione di riqualificazione urbana, come forma di mobilità nei brevi percorsi di quartiere e come necessità per ricreare la funzione sociale della strada finalizzata al rafforzamento del senso di comunità dei cittadini. A livello nazionale siamo ancora in ritardo rispetto ad altri paesi. Alcuni quesiti. Servono nuove norme o meglio dare impulso a quelle già vigenti? Più efficace una nuova legge o chiare decisioni a favore della mobilità ciclabile? Probabilmente un aumento dei finanziamenti correlato ad un innalzamento del livello tecnico di conoscenza del problema e ad una maggiore volontà politica sarebbero già sufficienti. E' necessario quindi, a tutti i livelli delle amministrazioni locali e della società civile, recuperare un' idea di fondo nel rapporto con l'ambiente circostante. Tematiche quali la sostenibilità ambientale e gli stili di vita si fondono con una “cultura di responsabilità” che non significa maggiori rinunce ma maggior qualità della vita (individuale e globale). Recuperare la sensazione dello spostamento, dei differenti campi visivi alle diverse velocità. Sarà determinante un cambiamento di rotta della volontà politica e delle pubbliche amministrazioni, una sensibilizzazione dei cittadini e una massiccia campagna promozionale. Il timone sarà il tema della continuità della rete e dei servizi annessi (cycling = infrastrutture, servizi e informazioni). I cambiamenti non avvengono per caso, ci vogliono politiche di investimento, di supporto e di accompagnamento. Altro tema fondamentale è la riduzione del traffico e il conseguente aumento della percezione della sicurezza, soprattutto da parte dell'utenza debole. La sicurezza, però, si intende sia come diritto che come dovere del ciclista. Spesso infatti le biciclette in circolazione non sono a norma. Mancano di tutta una serie di accessori funzionali obbligatori, soprattutto a livello di visibilità notturna: campanello, impianto luci fisse sia bianca anteriore che rossa posteriore, cata-rinfrangenti nelle ruote e nei pedali. Inoltre la bicicletta viene generalmente venduta senza alcun tipo di indicazione: né sui materiali con cui è realizzata, né sugli accorgimenti da adottare per un 190 corretto uso, né su come risolvere i problemi più comuni, né per una corretta manutenzione. Occorre, dunque, che siano definiti (e fatti rispettare) standard minimi di sicurezza. . In questa prospettiva le organizzazioni dei produttori di biciclette, a livello europeo, dovrebbero pervenire alla decisione di definire un marchio che ne certifichi la qualità (come avviene, ad esempio, per gli elettrodomestici) 41.” L' Italia e Milanoin particolare appaiono in forte ritardo. Bisogna pensare in senso sostanziale all'utenza, progettando le infrastrutture dalla parte dei ciclisti e nell'ottica di una reale e corretta utilizzazione. Piste ciclabili e con gradini, salti, curve a gomito, accessi difficoltosi e attraversamenti sfavorevoli, posteggi e rastrelliere non funzionali che impediscono di legare ruota e telaio, sono solo investimenti non qualificanti, occasioni mancate e sprechi di denaro pubblico. “Bisogna avere il coraggio e smettere di dire che non c'è cultura. Meglio dire che non c'è volontà politica e competenze al servizio.42” “La moderazione del traffico deve essere intesa non solo come tecnica di progettazione ma come un modello concettuale che vuole rappresentare uno stile di comportamento43” Dalla mia esperienza personale ho potuto verificare che il binomio biciclette = piste ciclabili è un dato fuorviante. L' educazione civica può essere più importante delle piste ciclabili.Bisogna introdurre il concetto di continuità e qualità della rete e di moderazione del traffico. Un ruolo chiave spetta alla promozione del mezzo a due ruote e alle sue declinazioniapplicazioni: sport, sanità, eco-sostenibilità dello spostamento e riscoperta del nostro territorio.Educazione e non solo informazione, perché solo la prima è capace di indurre un cambiamento reale dei comportamenti collettivi e individuali. 41 Ciclabilità urbana. Orientamenti e linee guida, Fiab Onlus, 2003, pag 11 42 Eugenio Galli 43 La città senza incidenti. Strategie, metodi e tecniche per progettare mobilità sicura”, pag 17 191 Qualche spunto per Milano. Una città moderna deve occuparsi di una mobilità per tutti, sembra scontato ma non lo è affatto. Troppo spesso ci si dimentica dell'utenza debole. Nella pianificazione urbana della capitale milanese si avverte la necessità di ritrovare una visione complessiva strategica: l'opportunità dell'introduzione della pista ciclabile come elemento di riqualificazione delle strade e dei quartieri. Non bisogna però focalizzarsi solo sulle piste ciclabili (occupano spazio e costano) meglio interventi per una sicurezza più diffusa come: estensione della moderazione del traffico diffusa attraverso zone 30 e zone traffico limitato piste e marciapiedi ciclo-pedonali dove è possibile sicurezza stradale e rispetto del codice della strada (nessuno lo rispetta) integrazione modale con i mezzi pubblici arredo urbano e servizi efficienti e di qualità come rastrelliere, parcheggi e bicistazioni regolamentazione della sosta box interrati per i residenti che liberino effettivamente spazio in superficie da destinare alla riqualificizione e alla vivibilità degli spazi pubblici. Inoltre la società civile milanese, l'amministrazione e l'assessorato che hanno realizzato il tanto atteso piano non devono assolutamente farsi sfuggire l'opportunità in corso. Dopo anni di non dialogo e muro contro muro, è finalmente partito e avviato un processo di confronto e partecipazione con le più importanti associazioni di ciclisti e ambientalisti. Questa sembra essere la strada giusta per una inversione della tendenza degli ultimi venti anni. Fallire questa volta potrebbe essere fatale, essendo già la città in una posizione di estremo ritardo. 192 La bicicletta deve essere sostenuta e promossa come modello di trasporto quotidiano nella città di Milano, questo sottintende allargare la protezione e la sensazione di sicurezza dei ciclisti. Potenzialmente una parte dei ciclisti è disposto da subito, con pochi segnali, a mettersi in strada. Ma per affidarsi alla bicicletta attendono di ricevere dalle pubbliche autorità il messaggio «Andare in bicicletta è sicuro: il vostro comune se ne occupa». Per ultimo un appello a tutti quelli che amano la bicicletta. Mettere il mezzo a due ruote in sicurezza ed utilizzarlo! Sfidare l'insicurezza e l'apparente paura della strada. Più bici in circolazione ci sono e più la massa sarà importante e potrà far valere i propri diritti. Usare la bicicletta è la migliore politica e promozione possibile a favore della mobilità ciclabile. 193 194 RIFERIMENTI Bibliografia − (a cura di) Baruzzi V., Drufuca A., Sgubbi G. “La città senza incidenti. Strategie, metodi e tecniche per progettare mobilità sicura”, regione Emilia Romagna, La Mandragora, Imola, 2004 − (a cura di ) Chris Carlsson “Critical mass: l'uso sovversivo della bicicletta”, Feltrinelli, 2003 − ( a cura di) Provincia di Milano, “Per la città abitabile. Scenari, visioni, idee. Progetto strategico Citta di Città”, Milano, 2007 − (a cura di) Terre di mezzo “Manuale di sopravvivenza ciclica urbana” ,Editrice Berti, Piacenza, 2004 − J.Dekoster,U.Schollaert., “Città in bicicletta, pedalando verso l’avvenire” Commissione Europea DG XI – Ambiente, sicurezza nucleare e protezione civile, Bruxelles, 1999 Riviste − Lotus Navigator, “Velocità controllate”, n. 8/2003 − ANPA e FIAB, Mobilità ciclistica nelle aree urbane “Politiche per una mobilità sostenibile in Italia e in Europa”, Atti del convegno di Milano, 2000 − Impresa & Lavoro, “Panorama Lavoro” , n° 2 del febbraio 2007 − Periodico della FIAB, “Amici della bicicletta”, 3-2007Trimestrale della provincia di Milano, “La provincia in casa”, n°11 ottobre 2007 195 Rapporti - ( a cura di) Augusto Castagna per conto della Associazione Italiana Città Ciclabili, “Rapporto al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio: La legislazione regionale in materia di ciclabilità”, Gennaio 2003 Atti del Convegno ANPA e FIAB, “Mobilità ciclistica nelle aree urbane. Politiche − per una mobilità sostenibile in Italia e in Europa”, ANPA, 2002 Commissione della Comunità europea, Libro Bianco dei rasporti “La politica − europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte” Bruxelles, 2001 Comune di Milano Settore Pianificazione Mobilità Trasporti e Ambiente, “Piano − della Mobilità Ciclistica. Relazione di Sintesi”, Milano, 2007 Commissione della Comunità europea, “Libro Verde. Verso una nuova cultura della − mobilità urbana” , Bruxelles, 2007 Parere del Comitato economico e sociale europeo su: “Promozione del trasporto − ciclistico transfrontaliero” , 2007 G.P.Visconti e L.Giorgio “La domanda di quelli che contano, esiti del V censimento − dei ciclisti edizione 2006”, Fiab Ciclobby, Milano, 2006 Testi Vari − Marco Passigato, Ciclabilità e moderazione del traffico sicurezza stradale per tutti . − On. Luigi D'Agrò, proposta di legge “ Programma nazionale per la mobilità ciclistica: itinerari ciclabili d’Italia”, Luglio 2007 − “Manuale di sopravvivenza del ciclista urbano” − Dept. of Public Construction, “The Munich Cycling Infrastructure. The Backbone of the Munich Bicycle Transportation Strategy”, Monaco, Velocity 2007 196 Internet www.assessoratoambiente.it www.bcn.es/bicicleta/es/index.html www.bicing.com www.bici2007.it www.callabike.de www.centroinbici.it www.ciclobby.it www.cities-for-cyclists.org www.criticalmap.org www.criticalmass.it www.cyclehero.com www.ec.europa.eu/transport/clean/green_paper_urban_transport/index_en.htm www.fiab-onlus.it www.parmapuntobici.pr.it www.raggiverdi.it www.velib.paris.fr Film-Video − Bruno Bozzetti,“Una vita in scatola”, Animazione disegni animati a colore senza dialogo Guido Manuli, durata 6 min.,Italia, 1967 − C.Meneghetti e E.Pandimiglio, “Taccone, fuga in salita”, Mariposa Film, durata 32 min., Italia, 2006 − Jaques Tati “Il giorno della festa - Jour de fete”, durata 90 min., Francia, 1949 − Vittorio de Sica ,“Ladri di biciclette” , durata 84 min., Italia , 1948 197 198 RINGRAZIAMENTI: A tutta la mia famiglia che mi ha sempre incoraggiato e sostenuto, a tutti i miei amici, al prof. Paolo Fareri, a Giocolarte e ai giocolieri pavesi, ai miei compagni geografi di Lisbona, agli amici architetti e non di Barcellona, ai figli del P.U.T., a Meriadoc, al Mauri, a Patti, a Matteo, al Puti, a Carlos, a Pato, a Gabriele e la sua nuova famiglia, ai compagni e amici ciclo-attivisti delle aste, al Supergiovane di Elio, alla salita del Mortirolo, a tutti i ciclisti (Giorgio in particolare), alla FIAB, a Segrate Ciclabile e a tutte le Ciclofficine d'Italia. Per le interviste e la disponibilità si ringraziano: Maurizio Baruffi, Augusto Castagna, Paolo Cottino, Eugenio Galli, Davide Maggi e la prof. Paola Pucci. In ultimo, ma non per importanaza, ringrazio i relatori del lavoro. A prof. Enrico Prevedello il merito di avermi fatto conoscere importanti persone del mondo della mobilità ciclabile a Milano e in Italia. Al prof. Alessandro Balducci riconosco la volontà di avermi seguito nel lavoro, nonostante i suoi numerosi impegni . Grazie anche per aver creduto da sempre nelle mie possibilità. Ricordo ancora con molto piacere la disponibilità e la fiducia nei miei confronti che mi hanno permesso, durante la carriera universitaria della laurea specialistica, di partecipare a programmi di studio e di lavoro all'estero, con risultati per me importantissimi. 199