Ordine Francescano Secolare - Fraternità di San Filippo del Mela - Piazza Duomo - 98044 San Filippo del Mela (ME) Anno 1, Numero 4 luglio - agosto 2006 Foglio di collegamento della fraternità E’ già passato un anno dalla stampa del primo numero di questo foglio di collegamento. Con l’aiuto del Signore e la collaborazione di tutti i fratelli che hanno voluto condividere con i loro scritti le proprie esperienze o riflessioni, nonché con il sostegno di tutti coloro che hanno voluto dedicare un po’ del loro tempo alla lettura di questo giornalino, siamo riusciti, tra difficoltà e ritardi, a giungere a questo “anniversario”. Vi auguriamo buone vacanze e buona lettura. Pax et Bonum Sommario Una passeggiata “controcorrente” 2 Vacanze cristiane 2 Corpus Domini a S. Filippo del Mela 3 Maria: madre della speranza 4 Il perdono d’Assisi 4 Spigolature 6 Giornata di Spiritualità 7 Per conoscerci meglio LA PACE DEL CUORE Oggi di pace si fa un gran parlare: manifestazioni, convegni, riunioni, ecc… ma spesso la parola pace risuona in modo vano, senza criterio, o usata per altri fini. Di san Francesco si dice che sia stato” l’uomo della pace”; ma quale pace Francesco ha sperimentato? Francesco aveva ben capito che la pace vera non è quella di “umana fattura”, che la pace di Maria, Regina della pace, non è quella dei pacifisti… Noi tutti cerchiamo la pace: ne sentiamo l’esigenza, è una necessità. Molti la confondiamo con la calma terrena, evitando o allontanando la pace vera del cuore, della mente, soprattutto nei rapporti col prossimo. Altri, incantati dalle falsità mondane, dal sesso, dalla droga, dalla carriera, dalla politica, ecc..., non sanno più ritrovare il vero “centro della propria esistenza”, se non in qualcosa che arreca una momentanea soddisfazione dei propri bisogni, spesso a discapito di chi gli sta accanto; cosi, puntualmente ingannati, finiscono per perdere la pace e farla perdere agli altri. La verità è che il cuore dell’uomo non ha pace perché ha smarrito Dio! Questo vale per tutti, ma soprattutto per chi come noi si dichiara credente e ha scelto di fare un “cammino francescano”; ma che in realtà spesso dimostriamo di avere poca fede e, quindi, non facciamo esperienza dell’amore divino, rimanendo privi della vera pace. Aurelio PAGINA 1 UNA PASSEGGIATA “CONTROCORRENTE”… DALLE SORELLE DI TUSA Nella quiete di un vecchio convento messo a nuovo e aperto…, come il sorriso delle suore che vi abitano, a chiunque bussi chiedendo una preghiera, un po’ di ascolto, un consiglio, anche solo un bicchiere d’acqua e un pezzo di pane, in una soleggiata giornata di giugno, abbiamo trovato ristoro nel corpo e nello spirito. Occhi fieri e luminosi come le stelle del cielo ci hanno mostrato una strada che molti cercano ma pochi trovano o comunque decidono di percorrere. Eppure uno dei grandi desideri di molti giovani è quello di andare controcorrente…, fare la differenza e allora nel tentativo di essere particolari, si marchiano con stravaganti tatuaggi, percing, si rivestono di griffe… il risultato? Sono sempre più… tutti uguali, uguali nell’abbigliamento, uguali nei modi, uguali nei gusti ma cosa ancora più rischiosa, uguali nel pensiero e nell’animo. La verità è ben lontana e questo è davvero un grosso guaio! Solo la Verità rende unici, liberi. Certo ci vuole coraggio per cercare la verità, il coraggio di essere se stessi, di riconoscersi creature di Dio, il che è già unico e meraviglioso. E poi… ci vuole coraggio anche quando si è trovata la strada della Verità per percorrerla fino in fondo, tra tutte le sue impervietà e ancora coraggio per indicarla a quanti sono in ricerca. A Tusa ci ha raggiunto nel profondo il coraggio di una giovane e bella suora e delle sue sorelle, la spontaneità e la fermezza di chi ha trovato, nella propria vita, la risposta che cercava e che sa potrebbe essere la risposta alle domande di tanti altri. E lo sguardo di suor Letizia è ancora più bello perché ha visto la Luce e ogni giorno, dall’alba al tramonto vi attinge per illuminare quel piccolo angolo di mondo e da lì le strade che percorre e che la portano dove c’è bisogno: nelle case “superaffollate” di bocche da sfamare, nei giacigli improvvisati di extracomunitari che partono senza sapere cosa li aspetta ma che sarà sempre meglio della realtà da cui fuggono. Situazioni queste in cui dare aiuto non è certo facile, tanti sono i bisogni, le esigenze e tanti i mezzi necessari per soddisfarli. Queste piccole grandi donne, però, non hanno molto, portano con se la Parola di Dio, sorella provvidenza è loro compagna di viaggio la fede dà loro lo slancio e la certezza che il miracoPAGINA 2 lo dei pani e dei pesci si rinnova ogni giorno, oggi come allora. Allo stesso modo per le sorelle di Tusa sembra moltiplicarsi il tempo per pregare, lavorare, studiare, fare tanta strada, aiutare, riposare e tornare a pregare, nella notte, insieme alle stelle, per dare lode al Creatore. Sembra incredibile: tutto in 24 ore! Le stesse che spesso noi lasciamo scorrere nell’ozio o tra mille lamentele perché… “il tempo non è mai abbastanza!”. Per fare cosa, poi… ?!? forse per fare la differenza! Le sorelle di Tusa ci insegnano che non è impossibile, se lo vogliamo sinceramente. Come tanti lo volle un giovane, esuberante e intraprendente che aveva tutto ma che cercava “quello che davvero vale”. Quel giovane ha trovato quello che cercava: ha scoperto nel dire Si al Signore la libertà di essere figlio del Padre. E la gioia è stata vera! Anche noi possiamo gioire con quel giovane, San Francesco, con le suore di Tusa, … di quella stessa gioia: se lo vogliamo…, basta dire Si! Angela Il 17 giugno la fraternità Ofs di San Filippo del Mela si è spostata a Pettineo per trascorrere un giorno di raccoglimento ospitati da fra Umile e dai sui confratelli. La mattina abbiamo recitato le lodi e quindi seguito la catechesi di fra Umile, in preparazione alla festa del Corpus Domini; poi la Santa Messa e per pranzo una colazione a sacco nel chiostro del convento. Nel pomeriggio ci siamo incamminati verso Tusa dove ci attendevano le sorelle minori di San Francesco, abbiamo ascoltato la testimonianza di una di loro poi abbiamo recitato i vespri e infine le sorelle ci hanno fatto visitare la foresteria. VACANZE CRISTIANE In queste pagine alcuni momenti trascorsi nella giornata del 17 giugno. Il 25 giugno si è tenuto a Caltanissetta il primo capitolo delle stuoie che ha raccolto tutte le fraternità OFS di Sicilia. E’ prevista per il 16 e il 17 settembre la presenza di fra Umile nella nostra fraternità. Come al solito fra Umile sarà disponibile per le confessioni da sabato pomeriggio e proseguirà nella giornata di domenica. Domenica 18 giugno, festa del Corpus Domini, è stato allestito un mercatino missionario con oggetti frutto del lavoro di nostri fratelli e sorelle. Il ricavato è stato destinato a una famiglia di terziari francescani in missione in Romania. Ringraziamo chi ha contribuito a questo progetto di solidarietà. Con l'arrivo del caldo e di conseguenza delle vacanze estive, notiamo che le nostre chiese sono deserte, o meglio sono disertate dai fedeli; ad essere sincero è capitato anche a me di pensare: "tanto sono in ferie e fa un caldo... ci sarà tempo per andare a Messa, per pregare". MA IL SIGNORE NON VA IN FERIE! Solo pochi abitudinari occupano i banchi delle parrocchie, sventagliandosi il volto con il foglietto della liturgia o con il libretto dei canti, sbuffando di tanto in tanto. Eppure se mi fermo un attimo a riflettere, nel silenzio che regna nei lunghi pomeriggi di sole, non posso non dirmi: "Qualcuno, anche ora sta continuando ad amarmi". Lui non mi ha trascurato un solo attimo della mia vita, non mi ha perso di vista un momento, non si è concesso un riposo, ne tanto meno una vacanza per starmi sempre affianco. E siccome conosce tutti i miei limiti, i miei difetti (compreso qualche peccatuccio) e, la scarsa fede, a maggior ragione per questi motivi non distoglie mai il Suo sguardo da me. Cosa sarebbe stato di me in tutte quelle situazioni difficili in cui mi sono trovato, se il Signore si fosse trovato in vacanza? Allora anche se il caldo del sole d'estate cuoce i mattoni delle chiese, e dopo un anno di lavoro vogliamo goderci il meritato riposo, concediamoci almeno di non andare in ferie anche con il cuore, con l'anima, e pensiamo a quante volte Lui ha pensato a noi, ed anche per pensare a noi, non è andato in ferie. Il Vangelo è sempre Vangelo, ovunque ci si trovi: a scuola, al lavoro, su una spiaggia o a Parigi. Chi sceglie Cristo lo sceglie 365 giorni l'anno. La fede non va in ferie! Anzi, credo che le vacanze possano essere un'occasione per rinnovarsi e fare nuove esperienze spirituali, incontrando, ad esempio, nuove comunità parrocchiali e accorgersi dei poveri che, anche nei luoghi di turismo, ci ricordano il volto di Cristo. Essere cristiani in vacanza è una prova di maturità. Richiede talora di andare controcorrente perchè, forse, gli amici con cui condividiamo svago e riposo, non la pensano come noi. Continuare ad essere cristiani in vacanza è una prova di maturità perchè ci chiede di testimoniare con coerenza ciò che crediamo e cerchiamo di vivere. E la coerenza è un valore che non passa inosservato. Buone vacanze cristiane!!! Aurelio CORPUS DOMINI A S. FILIPPO DEL MELA San Filippo del Mela, 18 Giugno 2006 Si è conclusa oggi, dopo una settimana di preparativi, la manifestazione religiosa del “CORPUS DOMINI”. Al termine della riunione settimanale tenuta da noi gifrini, uno dei ragazzi ha proposto di organizzare qualcosa in onore di Gesù… inizialmente tutti erano un po’ titubanti poiché tale idea era molto complessa e articolata da realizzare. Tuttavia l’entusiasmo e l’amore verso il Padre ha fatto si che il progetto andasse in porto. Tutti dai gifrini, agli araldini all’OFS si sono premurati di procurare il materiale hanno inziato a colorare farina, segatura di notte in notte. È stata una settimana entusiasmante, divertente, un momento di ritrovo per tutti. Venerdì notte era tutto pronto. Sabato mattina, la comunità è partita per il pellegrinaggio a Pettineo e Tusa e al ritorno, non appena arrivati, invece di ritornare alle proprie case si è continuato il lavoro. All’inizio tutti volevano fare qualcosa, ma era quasi impossibile… Per la stanchezza si cantava e si rideva. È stato un momento che hanno tutti condiviso “INSIEME”. Il mattino dopo, l’infiorata era finita. Un disegno, a mio avviso, significativo poiché c’era rappresentata la S.S. Trinità, l’Eucarestia con il calice, il pane e l’uva, le spighe di grano e infine, ma non per importanza, San Francesco e Santa Chiara, simboli della Chiesa Francescana. Domenica pomeriggio la Chiesa era piena di gente… la funzione è stata bellissima, è sembrata anche più bella delle altre volte forse perché vista con occhi diversi. Finita la Messa la processione si è snodata per le vie del paese, per far arrivare il messaggio di Gesù anche alle persone anziane, malate o che a causa di altri motivi non potevano venire in Chiesa. La gente era entusiasta, le strade erano piene di fiori e dai balconi pendevano delle coperte bianche e in ogni strada le famiglie avevano allestito degli altari: punti di preghiera e di meditazione. In quel momento, ci siamo sentiti tutti fratelli pronti ad aiutarci l’un l’altro. Il momento in assoluto più emozionante è stato il ritorno dell’Eucarestia in Chiesa. L’abbiamo lodato, ringraziato per tutto quello che ci aveva donato e che ci donerà. Mentre padre Francesco percorreva quel disegno simbolico che avevamo preparato eravamo tutti emozionati, alcuni anche con le lacrime agli occhi e io in special modo, dato che sono entrata a far parte, insieme a mio fratello, dei gifrini da poco. Tutto si è concluso con i fuochi d’artificio. Alla fine i ringraziamenti e poi tutti a casa con un’idea diversa, con un unico pensiero in mente e \con degli obiettivi comuni da raggiungere. Marika PAGINA 3 MARIA: “MADRE DELLA SPERANZA” “Maria Assunta in cielo è segno di sicura speranza e di consolazione per il pellegrinante popolo di Dio” ( Lumen gentium 68). Oggi questo popolo è in cammino verso Verona, dove dal 16 al 20 0ttobre prossimo avrà luogo il IV Convegno Ecclesiale Nazionale . I membri della Chiesa sono invitati dalle parole della prima Lettera di Pietro a riscoprirsi “Testimoni di Gesù Risorto, Speranza del mondo” . L’esortazione dell’Apostolo si sposa con l’esigenza del nostro tempo, col bisogno di credere in un Futuro nonostante le difficoltà dell’Oggi ( guerre, violenze, crisi della famiglia,…). “Il valore della nostra fede,molto più preziosa dell’oro,…tuttavia si prova col fuoco” ( 1 Pt 1,7). In questi giorni dedicati al riposo abbiamo probabilmente preso le distanze da tutto ciò che turba il nostro cuore, credendo che un viaggetto e un po’ di mare possano bastare a prendere un bel respiro prima di rituffarci nei problemi del nostro quotidiano e del mondo. Forse però potremmo valorizzare il tempo, anche semplicemente ponendo più attenzione agli inviti della liturgia e aprendo il nostro cuore ad un ascolto più vero della voce di Dio. La festa dell’ Assunta può diventare l’occasione per fermarsi a riflettere su come Maria abbia custodito e fatto crescere la Speranza, su come abbia realizzato nella sua vita quello che l’apostolo Pietro nella sua prima lettera ci esorta a vivere. Con La sua fede insieme al suo popolo Maria ha atteso La Speranza , con il suo Si all’annuncio dell’angelo l’ ha Accolta,l’ha portata nel suo grembo…poi l’ha generosamente donata all’umanità. Maria ha trovato il senso della propria vita in questa consapevolezza : Dio Padre “ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una Speranza viva.” (1 Pietro 1,3) La sua Speranza è Gesù!!! Ma la “nostra” speranza… è Gesù? Fratelli e sorelle la risposta è scritta nella nostra vita!!! Pietro invita :esultate di gioia indicibile e gioiosa,mentre conseguite la meta della vostra fede,cioè la Salvezza.”Maria canta : l’anima mia magnifica il Signore!!!! Pietro esorta a santificare le proprie anime con l’obbedienza alla verità… alla Parola di Dio viva ed eterna. Maria :” eccomi sono la serva del Signore avvenga di me quello che hai detto”. Con l’ Assunzione in cielo Maria partecipa in Pienezza alla Pasqua del figlio e Signore perché ha condiviso con Lui tutto ,perfino la croce. Dice l’Apostolo Pietro: “E se anche doveste soffrire…non vi sgomentate per paura,ne vi turbate,ma adorate il Signore,il Cristo,nei vostri cuori pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Ecco il cuore di Maria sotto la Croce! Certamente non è un caso se PAGINA 4 fu proprio allora che Gesù volle donarla a noi come Madre,…Madre della Speranza!!! “Grazia e pace a voi in abbondanza”. Daniela EMPK IL PERDONO DI ASSISI: IL DONO DI SAN FRANCESCO ALLA CHIESA Il 2 agosto Si celebra nelle chiese di tutto il mondo la festa del Perdono di Assisi, in ricordo del dono ottenuto da San Francesco da papa Onorio III. Una notte del 1216, Francesco d'Assisi era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola. Improvvisamente vi dilagò una vivissima luce e Francesco vide sopra l'altare il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la Madonna, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore. Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza della anime. La risposta di Francesco fu immediata: «Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego di concedere ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe, a tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa».Gli disse il Signore: «Quello che tu chiedi, o Frate Francesco, è grande, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza». Francesco si presentò subito dal Pontefice Onorio III, che in quei giorni si trovava a Perugia, e con candore gli raccontò la visione avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e, dopo qualche difficoltà, diede la sua approvazione, poi disse: «Per quanti anni vuoi questa indulgenza?». Francesco rispose: «Padre Santo, non domando anni, ma anime». E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo richiamò: «Come, non vuoi nessun documento?». E Francesco: «Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, egli penserà a manifestare l'opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni». E qualche giorno più tardi, insieme ai Vescovi dell'Umbria, disse, tra le lacrime, al popolo convenuto alla Porziuncola: «Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!».Questo è il racconto della nascita del cosiddetto Perdono d’Assisi o Indulgenza della Porziuncola. Un dono grande, quello ottenuto da Francesco, che continua a perpetuarsi anche oggi. Possono ricevere l’indulgenza del Perdono d'Assisi tutti coloro che confessati e comunicati, visiteranno da mezzogiorno del 1° agosto alla mezzanotte del 2 agosto una chiesa parrocchiale o francescana, fermandosi a pregare il Padre nostro, il Credo, e formulando una preghiera secondo le intenzioni del Papa. Il 28 luglio, a conclusione dell’anno sociale, c’è stata una bellissima serata di fraternità. Nostro fratello Benedetto ci ha invitati nella sua campagna per trascorrere la serata insieme. Prima di metterci a tavola abbiamo fatto un momento di preghiera recitando i vespri. Dopo aver mangiato ci siamo confrontati su alcuni temi importanti guidati da Nicola La Rosa Nella pagina accanto le due foto in basso testimoniano questo bel momento di aggregazione. Nelle pagine che seguono abbiamo inserito scritti e preghiere di uomini santi che possono servirci come tracce di meditazione per il periodo estivo. A che dunque perdersi in vani timori, che ci rubano il tempo, ci turbano la pace dell’anima e ci rendono quasi diffidenti di Dio stesso? Quando si solleveranno in voi timori, ricordatevi del vero Giacobbe che prega nell’orto; ricordatevi che qui egli ci ha scoperta la vera scala che unisce la terra col cielo; ci ha fatto conoscere che l’umiltà, la contrizione, la preghiera fanno scomparire la distanza che passa tra l’uomo e Dio, e fanno discendere Dio sino a noi e innalzano l’uomo sino a Dio. Sii sempre alla presenza di Dio. Ricordati del tuo angelo custode che ti è sempre vicino, sia tu in grazia di Dio o non lo sia. Quale amico puoi avere più grande del tuo angelo custode? Chiedi a lui che ti aiuti nella carità, nell’umiltà, nella pazienza. San Pio da Pietralcina Voglio gridare che la vita è indistruttibile, nonostante la morte; che la speranza è la brezza che spazza la disperazione; che l’altro è un fratello prima d’essere un nemico; che non bisogna mai disperare di se stessi e del mondo; che le forze che sono in noi sono forze che possono sollevarci e sono inesauribili; che si deve parlare l’amore, e non parole di tempesta e caos; che la vita comincia oggi e ogni giorno, e che è speranza. M. Gray Un amico fedele è un balsamo nella vita, è la più sicura protezione. potrai raccogliere tesori d’ogni genere, ma nulla vale quanto un amico sincero. Al solo vederlo, l’amico suscita nel cuore una gioia che si diffonde in tutto l’essere. Giovanni Crisostomo A che serve che tu dia al Signore una cosa quando da te ne richiede un'altra? Rifletti a quello che Dio vuole e cómpilo; per questa via il tuo cuore sarà soddisfatto piú che con quelle cose alle quali ti porta la tua inclinazione. Per innamorarsene, Dio non posa lo sguardo sulla grandezza dell'anima, ma sulla grandezza della sua umiltà. Anche se tu compi molte azioni, non profitterai nella perfezione se non imparerai a rinnegare la tua volontà e a sottometterti, lasciando ogni cura di te e delle tue cose Vivi in pace allontanando da te le preoccupazioni senza darti pensiero di quanto accade; servirai cosí a Dio come a Lui piace e ti riposerai in Lui. Chi è innamorato di Dio non pretende né guadagno né premio, ma desidera solo perdere se stesso e ogni cosa per amore di Lui, riponendo in ciò il suo vantaggio. San Giovanni della Croce PAGINA 5 briciole di catechesi SPIGOLATURE Matteo 6, 16-18 In questo brano Gesù pone l’attenzione sugli atteggiamenti farisaici che anche le persone più “devote” sono portate ad assumere. Così, come è condannabile l’atteggiamento di coloro che “digiunano” per mettersi in mostra, altrettanto si può dire di chi i sacrifici o l’esercizio ascetico, intende finalizzarlo per procurarsi una soddisfazione personale, chi lo fa per sentirsi realizzato: anche in questi casi “non serve a nulla”; come dirà poi, Paolo, “anche se avessi tutti i carismi e tutte le virtù, ma non avessi amore, non sarei nulla!!” Solo se i nostri sacrifici e i nostri “digiuni” sono finalizzati alla carità, hanno un senso, altrimenti sono cose vane. E’ comunque importante saper rinunciare a qualcosa: il digiuno va inteso non solo quello alimentare, ma anche saper rinunciare ai tanti appetiti che la società di oggi ti stimola: denaro, potere, orgoglio, superbia, ecc. Il martellare continuo ed incessante dei mass-media purtroppo ci condiziona più del dovuto.Anche senza rendercene conto si è portati a misurare gli eventi e la vita con i metri che ci propongono i mass-media, perdendo così di vista i veri valori: noi dobbiamo digiunare di notizie e di condizionamenti umani per ritrovare il giusto equilibrio. Così, ad esempio, è utile per alcuni“digiunare” di fumare, per altri “digiunare” di parlare; l’arte dell’amore è molto esigente, non si impara da un giorno all’altro ma necessita di un lungo esercizio quotidiano. Si impara ad amare a poco a poco; dobbiamo , a poco a poco, diminuire noi stessi, il nostro egoismo e far crescere gli altri, il prossimo, i fratelli, solo così possiamo far crescere l’amore (quello vero)! Matteo 8, 1-4 Dopo il discorso dalla montagna (cap. 5, 6, 7) Gesù scende fra la gente per dare attuazione alle cose dette (la nuova legge). Gesù opera 9 guarigioni ed 1 esorcismo, in tutto 10 miracoli: nella mentalità di allora il 10 era il numero della pienezza. Il primo miracolo lo opera nei confronti del lebbroso, perché la lebbra era considerata alla stregua della morte; con questo primo miracolo Gesù vuole dimostrare che l’incontro con Lui dà luogo ad una “vita nuoPAGINA 6 va”. Anche in questa occasione, Gesù, dice al lebbroso di non dire nulla, perché spesso neppure i miracoli sono capiti dalla gente. Così anche noi, che aspettiamo sempre un qualche “miracolo”, sia esso una guarigione o la risoluzione di un qualche problema, spesso non capiamo. Si deve evitare l’errore di pensare, laddove il miracolo atteso non arriva, di non essere degni dell’attenzione di Dio e che se questi non opera la “guarigione” è perché, evidentemente, abbiamo chissà quali altri peccati da scontare, non è così!! Oppure (ancora peggio) se uno è fatto oggetto di un miracolo, convincersi che il Signore gli ha concesso quella grazia perché se la meritava: questo convincimento è di gran lunga peggiore dell’altro! Perché ci sia un vero incontro con Dio è necessario che si realizzino le tre condizioni: fede, speranza, carità. La fede: devo credere realmente alla Sua presenza qui con me, sempre, in ogni momento. La speranza: devo sperare in Lui e non nelle cose che mi aspetto da Lui. La carità: se non c’è l’amore non può esserci un rapporto con Gesù. Così la guarigione del lebbroso è il segno più eclatante, Gesù lo guarisce e poi gli dice: “vai al tempio” ( perché là deve dare testimonianza concreta della “vita nuova”) Il messaggio di questi 4 versetti è che nel mondo si può guarire dal male e dare testimonianza di questa guarigione. Anche noi, ognuno di noi, può rivolgersi a Dio e dirgli (come il lebbroso): Signore, se Tu vuoi, puoi guarirmi!! Esse MANDAMI QUALCUNO DA AMARE Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo, quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare; quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro; quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento; quando sono umiliato, fa che io abbia qualcuno da lodare; quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare; quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che ha bisogno della mia; quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi; quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra persona. Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelli Che in tutto il mondo vivono e muoiono poveri ed affamati. Dà loro oggi, usando le nostre mani, il loro pane quotidiano, e dà loro, per mezzo del nostro amore comprensivo, pace e gioia. Madre Teresa di Calcutta Alla Vergine Santa si rivolgono incessanti le nostre preghiere perché, come agli inizi ha sostenuto il cammino della Comunità cristiana unita nella preghiera e nell’annuncio del Vangelo, così oggi con la sua intercessione ottenga la riconciliazione e la piena comunione tra i credenti in Cristo. Madre degli uomini, Maria ben conosce i bisogni e le aspirazioni dell’umanità. La pace, la concordia e l’unità, oggetto della speranza della Chiesa e dell’umanità, appaiono ancora lontane. Esse, tuttavia costituiscono un dono dello Spirito da domandare senza soste, ponendosi alla scuola di Maria e confidando nella sua intercessione. Giovanni Paolo II Cari giovani, la felicità che cercate, la felicità che avete diritto di gustare ha un nome, un volto: quello di Gesù di Nazareth, nascosto nell’Eucaristia Benedetto XVI questi articoli ed un’infinità di altre cose, troverai nel nostro sito: web.tiscali.it/gifrinidelmela GIORNATA DI SPIRITUALITA’ DELLA FAMIGLIA FRANCESCANA DI S. FILIPPO DEL MELA 17-GIUGNO-2006 Dovevamo partire da S. Filippo alle ore 7:30 ma a causa di qualche “ritardatario” siamo partiti alle 8,00. Tutti sul pullman: i fratelli dell'OFS, la Gi.Fra. e gli Araldini partono per una nuova avventura spirituale. Dopo aver fatto la preghiera iniziale c’è chi si distende, chi dorme, chi chiacchera… alle 10,00 circa arriviamo a Pettineo. Ci carichiamo del materiale che abbiamo portato: il pranzo a sacco e alcune provviste per i frati. Ci incamminiamo verso il convento. La semplicità, la tranquillità, la povertà sono le caratteristiche di questo luogo. Entrati nel chiostro ci viene incontro Fra Umile… ci saluta, ci mette a nostro agio e ci fa vedere il posto dove lui, assieme ad altri frati, abita. La Chiesetta è semplicissima, ma piena di raccoglimento, le celle dei frati sembrano stanze vuote, un letto, un comodino, un crocifisso e la finestrella. Tutto mi riporta a pensare lo stile di vita di S. Francesco, povero di cose terrene ma ricco di cose celesti. Subito cominciamo con le lodi mattutine, dopo, Fra Umile comincia la sua catechesi sulla Regola, a partire dall’art. 8 che parla della preghiera che si divide in preghiera personale e preghiera liturgica, e a sua volta la preghiera personale si divide in preghiera contemplativa e devozionale. In particolar modo si sofferma sulla contemplazione (immersione più profonda in DIO) e ci suggerisce anche uno schema per la con- t e m p l a z i o n e ( o r a z i o n e me n t a l e meditazione): - Ambientazione (luogo di pace e tranquillita dove non ci sono distrazioni); - Tempo (cercare il momento giusto durante la giornata); - Lo Spirito Santo (dobbiamo invocarlo all’inizio di ogni preghiera, ogni azione); - Testo (leggere un testo di carattere religioso da cui trovare lo spunto per la meditazione: Bibbia , Vangelo, la vita dei Santi ecc…); - Proposito (alla fine della meditazione cercare di esercitarci su ciò che abbiamo meditato, facendo piccoli passi). Fra Umile sottolinea che la preghiera deve essere l’anima del proprio essere e del proprio operare e che l’Ordine Francescano è una risorsa immensa a cui possiamo attingere. C’invita a partecipare alla vita della Chiesa in modo attivo e di testimoniarla. Prendere parte all’Eucaristia riconoscendo in essa la presenza viva del corpo e del sangue di Gesù, quindi l’Adorazione, la visita al tabernacolo, la Messa. Subito dopo accenna qualcosa sull’art. 9 che tratta la devozione a Maria. Ci parla della devozione di S. Francesco alla Madonna che è la stessa che l’Ordine Francescano deve avere, poi fa riferimento al SI' di Maria e c’invita a gridare il nostro sì, esortandoci alla recita del santo Rosario. Finita la catechesi, usciti fuori, cominciamo a pranzare. Segue un po’ di fraternità, qualche passeggiata, la classica foto di gruppo. Salutiamo e ringraziamo Fra Umile e ci dirigiamo a Tusa dalle Sorelle Minori di S. Francesco. Arrivati nel convento le sorelle ci accolgono calorosamente e ci mostrano la Chiesa, la biblioteca, la cripta. Poco dopo suor Letizia ci racconta che: il loro Ordine lo ha fondato Fra Umile, che sono 13 sorelle, si dedicano alla predicazione della parola, operano nel sociale, danno largo spazio alla preghiera anche notturna, sono presenti nelle missioni. Dopo abbiamo recitato i Vespri assieme. Usciti fuori la classica foto di gruppo saluti e partenze. Ringrazio il Signore per questa giornata di spiritualità, di fraternità e di amore. Lo ringrazio infinitamente per aver messo nel nostro cammino di fede Fra umile, le Sorelle Minori di S. Francesco e Padre Alessio che ci sono di aiuto per la nostra crescita spirituale. Pace e bene! Fabio PAGINA 7 Il Santo francescano 11 AGOSTO - CHIARA DI ASSISI LA CONVERSIONE DI CHIARA La conversione di Chiara è centrata su un episodio che segnò una vera e propria svolta radicale nella sua vita: la fuga dalla casa paterna per seguire Francesco a San Damiano. Durante il processo di canonizzazione la sorella carnale di Chiara, Beatrice, così testimoniò sulla conversione: “il beato Francesco, udito l'elogio della sua [di Chiara] virtù, prese tosto ad esortarla inducendola al perfetto servizio di Cristo. Ed ella, accogliendo pronta i suoi santi consigli e desiderando ormai rinunciare completamente al mondo e ai beni della terra per servire il Signore solamente in povertà volontaria, quanto prima poté mandò ad effetto questo suo ardente desiderio. E infine tutti i suoi beni alienò e distribuì a profitto dei poveri, per dispensare in elemosina, per amore di Cristo, quanto era di sua proprietà. Volendo poi ritirarsi dal frastuono del mondo, si recò fuggendo in una chiesa campestre, dove dallo stesso beato Francesco ricevette la sacra tonsura; da lì si rifugiò poi in un'altra chiesa. Avvenne in quel luogo che, sforzandosi i suoi parenti di ricondurla via con loro, ella resistette con fortezza e costanza; abbracciò subitamente l'altare e, tenendosi stretta alle tovaglie, scopri ad essi il capo tonsurato, volendo con ciò manifestare che, essendosi ormai, con tutto il cuore, sposata a Dio, non poteva permettere che la si strappasse dal servizio di Cristo”. Ci sono quattro elementi fondamentali che emergono da questo racconto di conversione. Il primo è l'incontro ed i colloqui con Francesco. Il secondo è la scelta di rinunciare al mondo per vivere in povertà e la distribuzione dei beni ai poveri. Il terzo è la tonsura ad opera di Francesco nella chiesetta della Porziuncola. Il quarto è lo scontro con la famiglia. Certamente l'incontro con Francesco fu per Chiara decisivo; al momento in cui si realizzò questo incontro ella non era una fanciullina incerta, ma una giovane donna che già da tempo viveva una sua inquietudine religiosa ed umana. Come dice la Legenda, Chiara e Francesco erano già stati ambedue ispirati dal Signore. Ella era una giovane donna che «ricercava come piacere a Dio» e «volentieri andava a trovare i poveri». Molti anni dopo Chiara scrisse: «Dopo che il Padre celeste si degnò di illuminare per sua grazia il mio cuore, perché sull'esempio e con la dottrina del beatissimo padre nostro san Francesco facessi penitenza, poco dopo la sua conversione, insieme con le mie sorelle, liberamente gli promisi obbedienza». L'accento cade qui su «liberamente»: la sua fu una libera scelta e una scelta pienamente consapevole. La Legenda sottolinea ancora la ferma volontà di Chiara: è Chiara che più spesso va a cercare Francesco, che non il contrario. Certamente doveva essere più facile per lei uscire dalla casa paterna che non per Francesco entrarvi. Ma resta il fatto che qui Chiara mostra un forte spirito di iniziativa. In ogni caso gli incontri segreti tra Chiara e Francesco non dovettero durare più di qualche mese. Tutte le fonti accennano alla fretta di Chiara nel «lasciare il mondo». Come dice la Legenda: «Perché aspettare a lungo? Davanti all'insistenza del padre santissimo... la giovane non negò a lungo il suo consenso» Chiara non promette di osservare nessuna regola, non riceve il velo monastico, non entra in nessuna comunità stabilita canonicamente. La tonsura davanti all'altare di Santa Maria della Porziuncula non fu una consacrazione monastica, ma un gesto penitenziale. Chiara diventava non una monaca, ma una penitente, una mulier religiosa, una donna di penitenza. D'altra parte Francesco e compagni in questo momento non erano che «poenitentes», uomini di penitenza. Essi accolsero Chiara come una di loro. Il problema però era cosa fare di una donna in una simile fraternitas. Cosa fare dunque di Chiara? «Quando dunque l'umile ancella ebbe assunto davanti all'altare della beata Maria le insegne della santa penitenza e quasi davanti al letto nuziale della Vergine si fu sposata con Cristo, santo Francesco la condusse alla chiesa di San Paolo, perché rimanesse in tale luogo fintanto che l'Altissimo non avesse provveduto diversamente». La scelta operata da Chiara, seguendo il consiglio di Francesco, è anzitutto spirituale. La decisione che tutto ciò si svolgesse la domenica delle Palme è, in questo senso, del massimo interesse. D'ora in poi Chiara si appresta a seguire povera Cristo povero sul cammino della Croce. Anche la rinuncia ai suoi abiti ricchi, spogliandosi così del suo passato per seguire quel Cristo che restò nudo sulla croce, ha un forte significato spirituale. Chiara lasciava la sua casa e con essa il progetto che la sua famiglia aveva fatto da tempo su di lei. Rinunciava definitivamente alla scelta matrimoniale. Ma, soprattutto, lei nobile assumeva la condizione di serva. Il suo era un cambiamento di cuore, ma anche un cambiamento di status. Quando Chiara vende la sua eredità e ne distribuisce il ricavato ai poveri non fa tanto un gesto di carità, quanto di giustizia: per lei si tratta di restituire ai legittimi proprietari. Per questo vendere ai parenti, anche se offrivano un prezzo più alto, sarebbe stato inutile: perché avrebbe perpetrato il furto che i ricchi fanno dei beni dei poveri. E Chiara, come Francesco, non voleva essere ladra. PROGRAMMI E ATTIVITA’ 3 lug. ore 19.00 - incontro di formazione 5 lug. ore 21.00 - momento di preghiera 10 lug. ore 19.00 - incontro di formazione dal 13 al 15 lug. ore 18.30 - Triduo alla Madonna del Carmelo 16 lug. Festa della Madonna del Carmelo 24 lug. ore 21.00 - incontro di formazione 26 lug. ore 21.00 - momento di preghiera 28 lug. serata di fraternità PAGINA 8 2 ago. perdono d’Assisi ore 21.00 - momento di preghiera 10 ago. ore 21.00 - momento di preghiera 11 ago. Santa Chiara ore 18.30 - Santa Messa serata di fraternità 14 ago. San Massimiliano Kolbe 15 ago. Assunzione della Madonna 25 ago. San Ludovico IX Visitate il nostro sito www.ofssanfilippo.4000.it troverete maggiori informazioni sulla nostra fraternità e sui nostri appuntamenti, le fotografie dei vari momenti. Potrete lasciare i vostri pareri e le vostre testimonianze. Promemoria I nostri consueti appuntamenti: ogni lunedì alle ore 21.00 c’è l’incontro di formazione; ogni mercoledì alle ore 21.00 un momento di preghiera insieme ai ragazzi della gifra e degli araldini. Questi sono due appuntamenti molto importanti, da questi momenti dipendono, anche la crescita spirituale e formativa della nostra fraternità. Si consiglia ai confratelli di non mancare. Stampato in proprio per la fraternità O.F.S. di San Filippo del Mela. Chiunque voglia proporre degli articoli, delle poesie, delle preghiere, delle riflessioni o condividere le proprie esperienze, può contattarci nella persona di Aurelio o mandare il proprio contribuito all’email [email protected] Il Signore ci dia pace.