Ordine Francescano Secolare - Fraternità di San Filippo del Mela - Piazza Duomo - 98044 San Filippo del Mela (ME)
Anno 1, Numero 4
luglio - agosto 2006
Foglio di collegamento della fraternità
E’ già passato un anno
dalla
stampa del
primo numero di questo foglio
di collegamento. Con
l’aiuto del Signore e la
collaborazione di tutti
i fratelli che hanno
voluto condividere con
i loro scritti le proprie
esperienze o riflessioni, nonché con il sostegno di tutti coloro che
hanno voluto dedicare un po’ del loro tempo alla lettura di questo giornalino, siamo
riusciti, tra difficoltà e
ritardi, a giungere a
questo “anniversario”.
Vi auguriamo buone
vacanze e buona lettura.
Pax et Bonum
Sommario
Una passeggiata
“controcorrente”
2
Vacanze cristiane
2
Corpus Domini a
S. Filippo del Mela
3
Maria:
madre della speranza
4
Il perdono d’Assisi
4
Spigolature
6
Giornata di Spiritualità 7
Per conoscerci meglio
LA PACE DEL CUORE
Oggi di pace si fa un gran parlare:
manifestazioni, convegni, riunioni,
ecc… ma spesso la parola pace risuona
in modo vano, senza criterio, o usata per
altri fini.
Di san Francesco si dice che sia stato”
l’uomo della pace”; ma quale pace
Francesco ha sperimentato?
Francesco aveva ben capito che la pace
vera non è quella di “umana fattura”,
che la pace di Maria, Regina della pace,
non è quella dei pacifisti…
Noi tutti cerchiamo la pace: ne
sentiamo l’esigenza, è una necessità.
Molti la confondiamo con la calma
terrena, evitando o allontanando la pace
vera del cuore, della mente, soprattutto
nei rapporti col prossimo.
Altri, incantati dalle falsità mondane,
dal sesso, dalla droga, dalla carriera,
dalla politica, ecc..., non sanno più
ritrovare il vero “centro della propria
esistenza”, se non in qualcosa che arreca
una momentanea soddisfazione dei
propri bisogni, spesso a discapito di chi
gli sta accanto; cosi, puntualmente
ingannati, finiscono per perdere la pace
e farla perdere agli altri.
La verità è che il cuore dell’uomo non
ha pace perché ha smarrito Dio!
Questo vale per tutti, ma soprattutto
per chi come noi si dichiara credente e
ha scelto di fare un “cammino
francescano”; ma che in realtà spesso
dimostriamo di avere poca fede e,
quindi, non facciamo
esperienza
dell’amore divino, rimanendo privi della
vera pace.
Aurelio
PAGINA 1
UNA PASSEGGIATA
“CONTROCORRENTE”…
DALLE SORELLE DI TUSA
Nella quiete di un vecchio convento
messo a nuovo e aperto…, come il sorriso
delle suore che vi abitano, a chiunque
bussi chiedendo una preghiera, un po’ di
ascolto, un consiglio, anche solo un bicchiere d’acqua e un pezzo di pane, in una
soleggiata giornata di giugno, abbiamo
trovato ristoro nel corpo e nello spirito.
Occhi fieri e luminosi come le stelle del
cielo ci hanno mostrato una strada che
molti cercano ma pochi trovano o comunque decidono di percorrere.
Eppure uno dei grandi desideri di molti
giovani è quello di andare controcorrente…, fare la differenza e allora nel tentativo di essere particolari, si marchiano con
stravaganti tatuaggi, percing, si rivestono
di griffe… il risultato? Sono sempre
più… tutti uguali, uguali nell’abbigliamento, uguali nei modi, uguali nei gusti
ma cosa ancora più rischiosa, uguali nel
pensiero e nell’animo. La verità è ben
lontana e questo è davvero un grosso
guaio! Solo la Verità rende unici, liberi.
Certo ci vuole coraggio per cercare la
verità, il coraggio di essere se stessi, di
riconoscersi creature di Dio, il che è già
unico e meraviglioso. E poi… ci vuole
coraggio anche quando si è trovata la strada della Verità per percorrerla fino in fondo, tra tutte le sue impervietà e ancora
coraggio per indicarla a quanti sono in
ricerca.
A Tusa ci ha raggiunto nel profondo il
coraggio di una giovane e bella suora e
delle sue sorelle, la spontaneità e la fermezza di chi ha trovato, nella propria vita,
la risposta che cercava e che sa potrebbe
essere la risposta alle domande di tanti
altri. E lo sguardo di suor Letizia è ancora
più bello perché ha visto la Luce e ogni
giorno, dall’alba al tramonto vi attinge per
illuminare quel piccolo angolo di mondo
e da lì le strade che percorre e che la portano dove c’è bisogno: nelle case
“superaffollate” di bocche da sfamare, nei
giacigli improvvisati di extracomunitari
che partono senza sapere cosa li aspetta
ma che sarà sempre meglio della realtà da
cui fuggono. Situazioni queste in cui dare
aiuto non è certo facile, tanti sono i bisogni, le esigenze e tanti i mezzi necessari
per soddisfarli. Queste piccole grandi
donne, però, non hanno molto, portano
con se la Parola di Dio, sorella provvidenza è loro compagna di viaggio la fede dà
loro lo slancio e la certezza che il miracoPAGINA 2
lo dei pani e dei pesci si rinnova ogni
giorno, oggi come allora. Allo stesso modo per le sorelle di Tusa sembra moltiplicarsi il tempo per pregare, lavorare, studiare, fare tanta strada, aiutare, riposare e
tornare a pregare, nella notte, insieme alle
stelle, per dare lode al Creatore. Sembra
incredibile: tutto in 24 ore! Le stesse che
spesso noi lasciamo scorrere nell’ozio o
tra mille lamentele perché… “il tempo
non è mai abbastanza!”. Per fare cosa,
poi… ?!? forse per fare la differenza!
Le sorelle di Tusa ci insegnano che non
è impossibile, se lo vogliamo sinceramente. Come tanti lo volle un giovane, esuberante e intraprendente che aveva tutto ma
che cercava “quello che davvero vale”.
Quel giovane ha trovato quello che cercava: ha scoperto nel dire Si al Signore la
libertà di essere figlio del Padre. E la
gioia è stata vera! Anche noi possiamo
gioire con quel giovane, San Francesco,
con le suore di Tusa, … di quella stessa
gioia: se lo vogliamo…, basta dire Si!
Angela
Il 17 giugno la fraternità
Ofs di San Filippo del Mela
si è spostata a Pettineo per
trascorrere un giorno di raccoglimento ospitati da fra
Umile e dai sui confratelli.
La mattina abbiamo recitato le lodi e quindi seguito la
catechesi di fra Umile, in
preparazione alla festa del
Corpus Domini; poi la Santa
Messa e per pranzo una colazione a sacco nel chiostro
del convento.
Nel pomeriggio ci siamo
incamminati verso Tusa
dove ci attendevano le sorelle minori di San Francesco,
abbiamo ascoltato la testimonianza di una di loro poi
abbiamo recitato i vespri e
infine le sorelle ci hanno
fatto visitare la foresteria.
VACANZE CRISTIANE
In queste pagine alcuni momenti trascorsi nella giornata del 17 giugno.
Il 25 giugno si è tenuto a
Caltanissetta il primo capitolo delle stuoie che ha raccolto tutte le fraternità OFS
di Sicilia.
E’ prevista per il 16 e il 17
settembre la presenza di fra
Umile nella nostra fraternità.
Come al solito fra Umile
sarà disponibile per le confessioni da sabato pomeriggio e proseguirà nella giornata di domenica.
Domenica 18 giugno, festa
del Corpus Domini, è stato
allestito un mercatino missionario con oggetti frutto
del lavoro di nostri fratelli e
sorelle.
Il ricavato è stato destinato
a una famiglia di terziari
francescani in missione in
Romania.
Ringraziamo chi ha contribuito a questo progetto di
solidarietà.
Con l'arrivo del caldo e di conseguenza
delle vacanze estive, notiamo che le nostre
chiese sono deserte, o meglio sono disertate
dai fedeli; ad essere sincero è capitato anche a me di pensare: "tanto sono in ferie e fa
un caldo... ci sarà tempo per andare a Messa, per pregare". MA IL SIGNORE NON
VA IN FERIE! Solo pochi abitudinari occupano i banchi delle parrocchie, sventagliandosi il volto con il foglietto della liturgia o
con il libretto dei canti, sbuffando di tanto
in tanto.
Eppure se mi fermo un attimo a riflettere,
nel silenzio che regna nei lunghi pomeriggi
di sole, non posso non dirmi: "Qualcuno,
anche ora sta continuando ad amarmi". Lui
non mi ha trascurato un solo attimo della
mia vita, non mi ha perso di vista un momento, non si è concesso un riposo, ne tanto
meno una vacanza per starmi sempre affianco.
E siccome conosce tutti i miei limiti, i
miei difetti (compreso qualche peccatuccio)
e, la scarsa fede, a maggior ragione per questi motivi non distoglie mai il Suo sguardo
da me. Cosa sarebbe stato di me in tutte quelle situazioni difficili in cui mi sono
trovato, se il Signore si fosse trovato in vacanza? Allora anche se il caldo del sole d'estate cuoce i mattoni delle chiese, e dopo un
anno di lavoro vogliamo goderci il meritato
riposo, concediamoci almeno di non andare
in ferie anche con il cuore, con l'anima, e
pensiamo a quante volte Lui ha pensato a
noi, ed anche per pensare a noi, non è andato in ferie.
Il Vangelo è sempre Vangelo, ovunque ci
si trovi: a scuola, al lavoro, su una
spiaggia o a Parigi. Chi sceglie Cristo lo
sceglie 365 giorni l'anno.
La fede non va in ferie! Anzi, credo che le
vacanze possano essere un'occasione per
rinnovarsi e fare nuove esperienze spirituali,
incontrando, ad esempio, nuove comunità
parrocchiali e accorgersi dei poveri che,
anche nei luoghi di turismo, ci ricordano il
volto di Cristo. Essere cristiani in vacanza è
una prova di maturità. Richiede talora di
andare controcorrente perchè, forse, gli
amici con cui condividiamo svago e riposo,
non la pensano come noi. Continuare ad
essere cristiani in vacanza è una prova di
maturità perchè ci chiede di testimoniare
con coerenza ciò che crediamo e cerchiamo
di vivere. E la coerenza è un valore che non
passa inosservato.
Buone vacanze cristiane!!!
Aurelio
CORPUS DOMINI A
S. FILIPPO DEL MELA
San Filippo del Mela, 18 Giugno 2006
Si è conclusa oggi, dopo una settimana di
preparativi, la manifestazione religiosa del
“CORPUS DOMINI”.
Al termine della riunione settimanale tenuta da noi gifrini, uno dei ragazzi ha proposto
di organizzare qualcosa in onore di Gesù…
inizialmente tutti erano un po’ titubanti poiché tale idea era molto complessa e articolata
da realizzare. Tuttavia l’entusiasmo e l’amore verso il Padre ha fatto si che il progetto
andasse in porto. Tutti dai gifrini, agli araldini all’OFS si sono premurati di procurare il
materiale hanno inziato a colorare farina, segatura di notte in notte. È stata una settimana
entusiasmante, divertente, un momento di
ritrovo per tutti. Venerdì notte era tutto pronto. Sabato mattina, la comunità è partita per
il pellegrinaggio a Pettineo e Tusa e al ritorno, non appena arrivati, invece di ritornare
alle proprie case si è continuato il lavoro. All’inizio tutti volevano fare qualcosa, ma era
quasi impossibile…
Per la stanchezza si cantava e si rideva. È
stato un momento che hanno tutti condiviso
“INSIEME”. Il mattino dopo, l’infiorata era
finita. Un disegno, a mio avviso, significativo poiché c’era rappresentata la S.S. Trinità,
l’Eucarestia con il calice, il pane e l’uva, le
spighe di grano e infine, ma non per importanza, San Francesco e Santa Chiara, simboli
della Chiesa Francescana.
Domenica pomeriggio la Chiesa era piena
di gente… la funzione è stata bellissima, è
sembrata anche più bella delle altre volte forse perché vista con occhi diversi. Finita la
Messa la processione si è snodata per le vie
del paese, per far arrivare il messaggio di
Gesù anche alle persone anziane, malate o
che a causa di altri motivi non potevano venire in Chiesa. La gente era entusiasta, le
strade erano piene di fiori e dai balconi pendevano delle coperte bianche e in ogni strada
le famiglie avevano allestito degli altari: punti di preghiera e di meditazione. In quel momento, ci siamo sentiti tutti fratelli pronti ad
aiutarci l’un l’altro. Il momento in assoluto
più emozionante è stato il ritorno dell’Eucarestia in Chiesa. L’abbiamo lodato, ringraziato per tutto quello che ci aveva donato e che
ci donerà.
Mentre padre Francesco percorreva quel
disegno simbolico che avevamo preparato
eravamo tutti emozionati, alcuni anche con le
lacrime agli occhi e io in special modo, dato
che sono entrata a far parte, insieme a mio
fratello, dei gifrini da poco. Tutto si è concluso con i fuochi d’artificio. Alla fine i ringraziamenti e poi tutti a casa con un’idea diversa, con un unico pensiero in mente e \con
degli obiettivi comuni da raggiungere.
Marika
PAGINA 3
MARIA:
“MADRE DELLA SPERANZA”
“Maria Assunta in cielo è segno di sicura
speranza e di consolazione per il pellegrinante
popolo di Dio” ( Lumen gentium 68). Oggi
questo popolo è in cammino verso Verona,
dove dal 16 al 20 0ttobre prossimo avrà luogo
il IV Convegno Ecclesiale Nazionale . I
membri della Chiesa sono invitati dalle parole della prima Lettera di Pietro a riscoprirsi
“Testimoni di Gesù Risorto, Speranza del
mondo” . L’esortazione dell’Apostolo si sposa con l’esigenza del nostro tempo, col bisogno di credere in un Futuro nonostante le
difficoltà dell’Oggi ( guerre, violenze, crisi
della famiglia,…). “Il valore della nostra
fede,molto più preziosa dell’oro,…tuttavia si
prova col fuoco” ( 1 Pt 1,7).
In questi giorni dedicati al riposo abbiamo
probabilmente preso le distanze da tutto ciò
che turba il nostro cuore, credendo che un
viaggetto e un po’ di mare possano bastare a
prendere un bel respiro prima di rituffarci nei
problemi del nostro quotidiano e del mondo.
Forse però potremmo valorizzare il tempo,
anche semplicemente ponendo più attenzione
agli inviti della liturgia e aprendo il nostro
cuore ad un ascolto più vero della voce di
Dio. La festa dell’ Assunta può diventare
l’occasione per fermarsi a riflettere su come
Maria abbia custodito e fatto crescere la Speranza, su come abbia realizzato nella sua vita
quello che l’apostolo Pietro nella sua prima
lettera ci esorta a vivere. Con La sua fede
insieme al suo popolo Maria ha atteso La
Speranza , con il suo Si all’annuncio dell’angelo l’ ha Accolta,l’ha portata nel suo grembo…poi l’ha generosamente donata all’umanità.
Maria ha trovato il senso della propria vita
in questa consapevolezza : Dio Padre “ci ha
rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù
Cristo dai morti, per una Speranza viva.” (1
Pietro 1,3)
La sua Speranza è Gesù!!! Ma la “nostra”
speranza… è Gesù? Fratelli e sorelle la risposta è scritta nella nostra vita!!!
Pietro invita :esultate di gioia indicibile e
gioiosa,mentre conseguite la meta della vostra fede,cioè la Salvezza.”Maria canta :
l’anima mia magnifica il Signore!!!!
Pietro esorta a santificare le proprie anime
con l’obbedienza alla verità… alla Parola di
Dio viva ed eterna. Maria :” eccomi sono la
serva del Signore avvenga di me quello che
hai detto”.
Con l’ Assunzione in cielo Maria partecipa
in Pienezza alla Pasqua del figlio e Signore
perché ha condiviso con Lui tutto ,perfino la
croce. Dice l’Apostolo Pietro: “E se anche
doveste soffrire…non vi sgomentate per paura,ne vi turbate,ma adorate il Signore,il Cristo,nei vostri cuori pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Ecco il cuore di Maria
sotto la Croce! Certamente non è un caso se
PAGINA 4
fu proprio allora che Gesù volle donarla a
noi come Madre,…Madre della Speranza!!!
“Grazia e pace a voi in abbondanza”.
Daniela EMPK
IL PERDONO DI ASSISI:
IL DONO DI SAN FRANCESCO
ALLA CHIESA
Il 2 agosto Si celebra nelle chiese di tutto il
mondo la festa del Perdono di Assisi, in ricordo del dono ottenuto da San Francesco da
papa Onorio III. Una notte del 1216, Francesco d'Assisi era immerso nella preghiera e
nella contemplazione nella chiesetta della
Porziuncola. Improvvisamente vi dilagò una
vivissima luce e Francesco vide sopra l'altare
il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la
Madonna, circondati da una moltitudine di
Angeli. Francesco adorò in silenzio con la
faccia a terra il suo Signore. Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza della
anime. La risposta di Francesco fu immediata:
«Santissimo Padre, benché io sia misero e
peccatore, ti prego di concedere ampio e generoso perdono, con una completa remissione
di tutte le colpe, a tutti coloro che, pentiti e
confessati, verranno a visitare questa chiesa».Gli disse il Signore: «Quello che tu chiedi, o Frate Francesco, è grande, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai.
Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto
che tu domandi al mio vicario in terra, da
parte mia, questa indulgenza». Francesco si
presentò subito dal Pontefice Onorio III, che
in quei giorni si trovava a Perugia, e con candore gli raccontò la visione avuta. Il Papa lo
ascoltò con attenzione e, dopo qualche difficoltà, diede la sua approvazione, poi disse:
«Per quanti anni vuoi questa indulgenza?».
Francesco rispose: «Padre Santo, non domando anni, ma anime». E felice si avviò verso la
porta, ma il Pontefice lo richiamò: «Come,
non vuoi nessun documento?». E Francesco:
«Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se
questa indulgenza è opera di Dio, egli penserà a manifestare l'opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve
essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il
notaio e gli Angeli i testimoni». E qualche
giorno più tardi, insieme ai Vescovi dell'Umbria, disse, tra le lacrime, al popolo convenuto
alla Porziuncola: «Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!».Questo è il racconto
della nascita del cosiddetto Perdono d’Assisi
o Indulgenza della Porziuncola. Un dono
grande, quello ottenuto da Francesco, che
continua a perpetuarsi anche oggi. Possono
ricevere l’indulgenza del Perdono d'Assisi
tutti coloro che confessati e comunicati, visiteranno da mezzogiorno del 1° agosto alla
mezzanotte del 2 agosto una chiesa parrocchiale o francescana, fermandosi a pregare il
Padre nostro, il Credo, e formulando una preghiera secondo le intenzioni del Papa.
Il 28 luglio, a conclusione
dell’anno sociale, c’è stata
una bellissima serata di
fraternità.
Nostro fratello Benedetto ci
ha invitati nella sua campagna per trascorrere la serata insieme.
Prima di metterci a tavola
abbiamo fatto un momento
di preghiera recitando i vespri.
Dopo aver mangiato ci siamo confrontati su alcuni
temi importanti guidati da
Nicola La Rosa
Nella pagina accanto le due
foto in basso testimoniano
questo bel momento di aggregazione.
Nelle pagine che seguono
abbiamo inserito scritti e
preghiere di uomini santi
che possono servirci come
tracce di meditazione per il
periodo estivo.
A che dunque perdersi in
vani timori, che ci rubano il
tempo, ci turbano la pace
dell’anima e ci rendono
quasi diffidenti di Dio stesso?
Quando si solleveranno in
voi timori, ricordatevi del
vero Giacobbe che prega
nell’orto; ricordatevi che qui
egli ci ha scoperta la vera
scala che unisce la terra col
cielo; ci ha fatto conoscere
che l’umiltà, la contrizione,
la preghiera fanno scomparire la distanza che passa tra
l’uomo e Dio, e fanno discendere Dio sino a noi e
innalzano l’uomo sino a Dio.
Sii sempre alla presenza di
Dio. Ricordati del tuo angelo custode che ti è sempre
vicino, sia tu in grazia di Dio
o non lo sia. Quale amico
puoi avere più grande del
tuo angelo custode? Chiedi
a lui che ti aiuti nella carità,
nell’umiltà, nella pazienza.
San Pio da Pietralcina
Voglio gridare
che la vita è indistruttibile,
nonostante la morte;
che la speranza è la brezza
che spazza la disperazione;
che l’altro è un fratello
prima d’essere un nemico;
che non bisogna mai disperare
di se stessi e del mondo;
che le forze che sono in noi
sono forze che possono sollevarci
e sono inesauribili;
che si deve parlare l’amore,
e non parole di tempesta e caos;
che la vita comincia oggi
e ogni giorno, e che è speranza.
M. Gray
Un amico fedele
è un balsamo nella vita,
è la più sicura protezione.
potrai raccogliere
tesori d’ogni genere,
ma nulla vale quanto
un amico sincero.
Al solo vederlo,
l’amico suscita nel cuore
una gioia che si diffonde
in tutto l’essere.
Giovanni Crisostomo
A che serve che tu dia al Signore una
cosa quando da te ne richiede
un'altra? Rifletti a quello che Dio vuole
e cómpilo; per questa via il tuo cuore
sarà soddisfatto piú che con quelle
cose alle quali ti porta la tua
inclinazione.
Per innamorarsene, Dio non posa lo
sguardo sulla grandezza dell'anima,
ma sulla grandezza della sua umiltà.
Anche se tu compi molte azioni, non
profitterai nella perfezione se non
imparerai a rinnegare la tua volontà e
a sottometterti, lasciando ogni cura di
te e delle tue cose
Vivi in pace allontanando da te le
preoccupazioni senza darti pensiero di
quanto accade; servirai cosí a Dio
come a Lui piace e ti riposerai in Lui.
Chi è innamorato di Dio non pretende
né guadagno né premio, ma
desidera solo perdere se stesso e ogni
cosa per amore di Lui, riponendo in
ciò il suo vantaggio.
San Giovanni della Croce
PAGINA 5
briciole di catechesi
SPIGOLATURE
Matteo 6, 16-18
In questo brano Gesù pone l’attenzione
sugli atteggiamenti farisaici che anche le
persone più “devote” sono portate ad assumere.
Così, come è condannabile l’atteggiamento di coloro che “digiunano” per mettersi in
mostra, altrettanto si può dire di chi i sacrifici o l’esercizio ascetico, intende finalizzarlo per procurarsi una soddisfazione personale, chi lo fa per sentirsi realizzato: anche in
questi casi “non serve a nulla”; come dirà
poi, Paolo, “anche se avessi tutti i carismi e
tutte le virtù, ma non avessi amore, non
sarei nulla!!”
Solo se i nostri sacrifici e i nostri
“digiuni” sono finalizzati alla carità, hanno
un senso, altrimenti sono cose vane.
E’ comunque importante saper rinunciare
a qualcosa: il digiuno va inteso non solo
quello alimentare, ma anche saper rinunciare ai tanti appetiti che la società di oggi ti
stimola: denaro, potere, orgoglio, superbia,
ecc.
Il martellare continuo ed incessante dei
mass-media purtroppo ci condiziona più del
dovuto.Anche senza rendercene conto si è
portati a misurare gli eventi e la vita con i
metri che ci propongono i mass-media, perdendo così di vista i veri valori:
noi dobbiamo digiunare di notizie e di
condizionamenti umani per ritrovare il giusto equilibrio. Così, ad esempio, è utile per
alcuni“digiunare” di fumare, per altri
“digiunare” di parlare; l’arte dell’amore è
molto esigente, non si impara da un giorno
all’altro ma necessita di un lungo esercizio
quotidiano.
Si impara ad amare a poco a poco; dobbiamo , a poco a poco, diminuire noi stessi, il
nostro egoismo e far crescere gli altri, il
prossimo, i fratelli, solo così possiamo far
crescere l’amore (quello vero)!
Matteo 8, 1-4
Dopo il discorso dalla montagna (cap. 5,
6, 7) Gesù scende fra la gente per dare attuazione alle cose dette (la nuova legge).
Gesù opera 9 guarigioni ed 1 esorcismo,
in tutto 10 miracoli: nella mentalità di allora
il 10 era il numero della pienezza.
Il primo miracolo lo opera nei confronti
del lebbroso, perché la lebbra era considerata alla stregua della morte; con questo primo
miracolo Gesù vuole dimostrare che l’incontro con Lui dà luogo ad una “vita nuoPAGINA 6
va”.
Anche in questa occasione, Gesù, dice al
lebbroso di non dire nulla, perché spesso
neppure i miracoli sono capiti dalla gente.
Così anche noi, che aspettiamo sempre un
qualche “miracolo”, sia esso una guarigione
o la risoluzione di un qualche problema,
spesso non capiamo. Si deve evitare l’errore
di pensare, laddove il miracolo atteso non
arriva, di non essere degni dell’attenzione di
Dio e che se questi non opera la
“guarigione” è perché, evidentemente, abbiamo chissà quali altri peccati da scontare,
non è così!!
Oppure (ancora peggio) se uno è fatto
oggetto di un miracolo, convincersi che il
Signore gli ha concesso quella grazia perché
se la meritava: questo convincimento è di
gran lunga peggiore dell’altro!
Perché ci sia un vero incontro con Dio è
necessario che si realizzino le tre condizioni: fede, speranza, carità.
La fede: devo credere realmente alla Sua
presenza qui con me, sempre, in ogni momento.
La speranza: devo sperare in Lui e non
nelle cose che mi aspetto da Lui.
La carità: se non c’è l’amore non può esserci un rapporto con Gesù.
Così la guarigione del lebbroso è il segno
più eclatante, Gesù lo guarisce e poi gli dice: “vai al tempio” ( perché là deve dare
testimonianza concreta della “vita nuova”)
Il messaggio di questi 4 versetti è che nel
mondo si può guarire dal male e dare testimonianza di questa guarigione.
Anche noi, ognuno di noi, può rivolgersi a
Dio e dirgli (come il lebbroso): Signore, se
Tu vuoi, puoi guarirmi!!
Esse
MANDAMI
QUALCUNO
DA AMARE
Signore, quando
ho fame, dammi
qualcuno che ha
bisogno di cibo,
quando ho un dispiacere,
offrimi qualcuno da consolare;
quando la mia croce diventa
pesante,
fammi condividere la croce di
un altro;
quando non ho tempo,
dammi qualcuno che io possa
aiutare per qualche momento;
quando sono umiliato, fa che
io abbia qualcuno da lodare;
quando sono scoraggiato,
mandami qualcuno da incoraggiare;
quando ho bisogno della
comprensione degli altri,
dammi qualcuno che ha bisogno della mia;
quando ho bisogno che ci si
occupi di me,
mandami qualcuno di cui
occuparmi;
quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su
un’altra persona.
Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelli
Che in tutto il mondo vivono e
muoiono poveri ed affamati.
Dà loro oggi, usando le nostre
mani, il loro pane quotidiano,
e dà loro, per mezzo del nostro amore comprensivo, pace
e gioia.
Madre Teresa di Calcutta
Alla Vergine Santa si rivolgono incessanti le nostre
preghiere perché, come
agli inizi ha sostenuto il
cammino della Comunità
cristiana unita nella preghiera e nell’annuncio del
Vangelo, così oggi con la
sua intercessione ottenga
la riconciliazione e la piena
comunione tra i credenti in
Cristo. Madre degli uomini,
Maria ben conosce i bisogni e le aspirazioni dell’umanità.
La pace, la concordia e
l’unità, oggetto della speranza della Chiesa e dell’umanità, appaiono ancora
lontane. Esse, tuttavia costituiscono un dono dello Spirito da domandare senza
soste, ponendosi alla scuola di Maria e confidando
nella sua intercessione.
Giovanni Paolo II
Cari giovani, la felicità che
cercate, la felicità che
avete diritto di gustare ha
un nome, un volto: quello
di Gesù di Nazareth, nascosto nell’Eucaristia
Benedetto XVI
questi articoli ed
un’infinità
di altre cose, troverai nel
nostro sito:
web.tiscali.it/gifrinidelmela
GIORNATA DI SPIRITUALITA’
DELLA FAMIGLIA
FRANCESCANA DI S. FILIPPO
DEL MELA 17-GIUGNO-2006
Dovevamo partire da S. Filippo alle ore
7:30 ma a causa di qualche “ritardatario”
siamo partiti alle 8,00. Tutti sul pullman:
i fratelli dell'OFS, la Gi.Fra. e gli Araldini
partono per una nuova avventura spirituale. Dopo aver fatto la preghiera iniziale
c’è chi si distende, chi dorme, chi chiacchera… alle 10,00 circa arriviamo a Pettineo.
Ci carichiamo del materiale che abbiamo
portato: il pranzo a sacco e alcune provviste per i frati. Ci incamminiamo verso il
convento. La semplicità, la tranquillità, la
povertà sono le caratteristiche di questo
luogo. Entrati nel chiostro ci viene incontro Fra Umile… ci saluta, ci mette a nostro agio e ci fa vedere il posto dove lui,
assieme ad altri frati, abita. La Chiesetta è
semplicissima, ma piena di raccoglimento,
le celle dei frati sembrano stanze vuote, un
letto, un comodino, un crocifisso e la finestrella. Tutto mi riporta a pensare lo stile
di vita di S. Francesco, povero di cose
terrene ma ricco di cose celesti. Subito
cominciamo con le lodi mattutine, dopo,
Fra Umile comincia la sua catechesi sulla
Regola, a partire dall’art. 8 che parla della
preghiera che si divide in preghiera personale e preghiera liturgica, e a sua volta la
preghiera personale si divide in preghiera
contemplativa e devozionale. In particolar
modo si sofferma sulla contemplazione
(immersione più profonda in DIO) e ci
suggerisce anche uno schema per la con-
t e m p l a z i o n e ( o r a z i o n e me n t a l e meditazione):
- Ambientazione (luogo di pace e tranquillita dove non ci sono distrazioni);
- Tempo (cercare il momento giusto durante la giornata);
- Lo Spirito Santo (dobbiamo invocarlo
all’inizio di ogni preghiera, ogni azione);
- Testo (leggere un testo di carattere religioso da cui trovare lo spunto per la meditazione: Bibbia , Vangelo, la vita dei Santi
ecc…);
- Proposito (alla fine della meditazione
cercare di esercitarci su ciò che abbiamo
meditato, facendo piccoli passi).
Fra Umile sottolinea che la preghiera deve
essere l’anima del proprio essere e del proprio operare e che l’Ordine Francescano è
una risorsa immensa a cui possiamo attingere. C’invita a partecipare alla vita della
Chiesa in modo attivo e di testimoniarla.
Prendere parte all’Eucaristia riconoscendo
in essa la presenza viva del corpo e del sangue di Gesù, quindi l’Adorazione, la visita
al tabernacolo, la Messa. Subito dopo accenna qualcosa sull’art. 9 che tratta la devozione a Maria. Ci parla della devozione di S.
Francesco alla Madonna che è la stessa che
l’Ordine Francescano deve avere, poi fa
riferimento al SI' di Maria e c’invita a gridare il nostro sì, esortandoci alla recita del
santo Rosario. Finita la catechesi, usciti
fuori, cominciamo a pranzare. Segue un po’
di fraternità, qualche passeggiata, la classica
foto di gruppo. Salutiamo e ringraziamo Fra
Umile e ci dirigiamo a Tusa dalle Sorelle
Minori di S. Francesco. Arrivati nel convento le sorelle ci accolgono calorosamente e ci
mostrano la Chiesa, la biblioteca, la cripta.
Poco dopo suor Letizia ci racconta che: il
loro Ordine lo ha fondato Fra Umile, che
sono 13 sorelle, si dedicano alla predicazione della parola, operano nel sociale, danno
largo spazio alla preghiera anche notturna,
sono presenti nelle missioni.
Dopo abbiamo recitato i Vespri assieme.
Usciti fuori la classica foto di gruppo saluti
e partenze. Ringrazio il Signore per questa
giornata di spiritualità, di fraternità e di amore. Lo ringrazio infinitamente per aver
messo nel nostro cammino di fede Fra umile, le Sorelle Minori di S. Francesco e Padre
Alessio che ci sono di aiuto per la nostra
crescita spirituale.
Pace e bene!
Fabio
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Il Santo francescano
11 AGOSTO - CHIARA DI ASSISI
LA CONVERSIONE DI CHIARA
La conversione di Chiara è centrata su un episodio che segnò una vera e propria svolta radicale nella sua vita: la fuga dalla casa paterna per
seguire Francesco a San Damiano. Durante il
processo di canonizzazione la sorella carnale di
Chiara, Beatrice, così testimoniò sulla conversione: “il beato Francesco, udito l'elogio della sua
[di Chiara] virtù, prese tosto ad esortarla inducendola al perfetto servizio di Cristo. Ed ella,
accogliendo pronta i suoi santi consigli e desiderando ormai rinunciare completamente al mondo
e ai beni della terra per servire il Signore solamente in povertà volontaria, quanto prima poté
mandò ad effetto questo suo ardente desiderio. E
infine tutti i suoi beni alienò e distribuì a profitto
dei poveri, per dispensare in elemosina, per
amore di Cristo, quanto era di sua proprietà.
Volendo poi ritirarsi dal frastuono del mondo, si
recò fuggendo in una chiesa campestre, dove
dallo stesso beato Francesco ricevette la sacra
tonsura; da lì si rifugiò poi in un'altra chiesa.
Avvenne in quel luogo che, sforzandosi i suoi
parenti di ricondurla via con loro, ella resistette
con fortezza e costanza; abbracciò subitamente
l'altare e, tenendosi stretta alle tovaglie, scopri
ad essi il capo tonsurato, volendo con ciò manifestare che, essendosi ormai, con tutto il cuore,
sposata a Dio, non poteva permettere che la si
strappasse dal servizio di Cristo”. Ci sono quattro elementi fondamentali che emergono da questo racconto di conversione. Il primo è l'incontro
ed i colloqui con Francesco. Il secondo è la scelta di rinunciare al mondo per vivere in povertà e
la distribuzione dei beni ai poveri. Il terzo è la
tonsura ad opera di Francesco nella chiesetta
della Porziuncola. Il quarto è lo scontro con la
famiglia. Certamente l'incontro con Francesco fu
per Chiara decisivo; al momento in cui si realizzò questo incontro ella non era una fanciullina
incerta, ma una giovane donna che già da tempo
viveva una sua inquietudine religiosa ed umana.
Come dice la Legenda, Chiara e Francesco erano
già stati ambedue ispirati dal Signore. Ella era
una giovane donna che «ricercava come piacere
a Dio» e «volentieri andava a trovare i poveri».
Molti anni dopo Chiara scrisse: «Dopo che il
Padre celeste si degnò di illuminare per sua
grazia il mio cuore, perché sull'esempio e con la
dottrina del beatissimo padre nostro san Francesco facessi penitenza, poco dopo la sua conversione, insieme con le mie sorelle, liberamente gli
promisi obbedienza». L'accento cade qui su
«liberamente»: la sua fu una libera scelta e una
scelta pienamente consapevole. La Legenda
sottolinea ancora la ferma volontà di Chiara: è
Chiara che più spesso va a cercare Francesco,
che non il contrario. Certamente doveva essere
più facile per lei uscire dalla casa paterna che
non per Francesco entrarvi. Ma resta il fatto che
qui Chiara mostra un forte spirito di iniziativa. In
ogni caso gli incontri segreti tra Chiara e Francesco non dovettero durare più di qualche mese.
Tutte le fonti accennano alla fretta di Chiara nel
«lasciare il mondo». Come dice la Legenda:
«Perché aspettare a lungo? Davanti all'insistenza del padre santissimo... la giovane non negò a
lungo il suo consenso» Chiara non promette di
osservare nessuna regola, non riceve il velo monastico, non entra in nessuna comunità stabilita
canonicamente. La tonsura davanti all'altare di
Santa Maria della Porziuncula non fu una consacrazione monastica, ma un gesto penitenziale.
Chiara diventava non una monaca, ma una penitente, una mulier religiosa, una donna di penitenza. D'altra parte Francesco e compagni in questo
momento non erano che «poenitentes», uomini di
penitenza. Essi accolsero Chiara come una di
loro. Il problema però era cosa fare di una donna
in una simile fraternitas. Cosa fare dunque di
Chiara? «Quando dunque l'umile ancella ebbe
assunto davanti all'altare della beata Maria le
insegne della santa penitenza e quasi davanti al
letto nuziale della Vergine si fu sposata con Cristo, santo Francesco la condusse alla chiesa di
San Paolo, perché rimanesse in tale luogo fintanto che l'Altissimo non avesse provveduto diversamente».
La scelta operata da Chiara, seguendo il consiglio di Francesco, è anzitutto spirituale. La
decisione che tutto ciò si svolgesse la domenica
delle Palme è, in questo senso, del massimo interesse. D'ora in poi Chiara si appresta a seguire
povera Cristo povero sul cammino della Croce.
Anche la rinuncia ai suoi abiti ricchi, spogliandosi così del suo passato per seguire quel Cristo che
restò nudo sulla croce, ha un forte significato
spirituale. Chiara lasciava la sua casa e con essa
il progetto che la sua famiglia aveva fatto da
tempo su di lei. Rinunciava definitivamente alla
scelta matrimoniale. Ma, soprattutto, lei nobile
assumeva la condizione di serva. Il suo era un
cambiamento di cuore, ma anche un cambiamento di status. Quando Chiara vende la sua eredità e
ne distribuisce il ricavato ai poveri non fa tanto
un gesto di carità, quanto di giustizia: per lei si
tratta di restituire ai legittimi proprietari. Per
questo vendere ai parenti, anche se offrivano un
prezzo più alto, sarebbe stato inutile: perché
avrebbe perpetrato il furto che i ricchi fanno dei
beni dei poveri. E Chiara, come Francesco, non
voleva essere ladra.
PROGRAMMI E ATTIVITA’
3 lug. ore 19.00 - incontro di formazione
5 lug. ore 21.00 - momento di preghiera
10 lug. ore 19.00 - incontro di formazione
dal 13 al 15 lug. ore 18.30 - Triduo alla Madonna
del Carmelo
16 lug. Festa della Madonna del Carmelo
24 lug. ore 21.00 - incontro di formazione
26 lug. ore 21.00 - momento di preghiera
28 lug. serata di fraternità
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2 ago. perdono d’Assisi
ore 21.00 - momento di preghiera
10 ago. ore 21.00 - momento di preghiera
11 ago. Santa Chiara
ore 18.30 - Santa Messa
serata di fraternità
14 ago. San Massimiliano Kolbe
15 ago. Assunzione della Madonna
25 ago. San Ludovico IX
Visitate il nostro sito
www.ofssanfilippo.4000.it
troverete
maggiori
informazioni sulla nostra
fraternità e sui nostri
appuntamenti, le fotografie
dei vari momenti. Potrete
lasciare i vostri pareri e le
vostre testimonianze.
Promemoria
I
nostri
consueti
appuntamenti:
ogni lunedì alle ore 21.00 c’è
l’incontro di formazione;
ogni mercoledì alle ore
21.00 un momento di
preghiera
insieme
ai
ragazzi della gifra e degli
araldini.
Questi
sono
due
appuntamenti
molto
importanti, da questi
momenti dipendono, anche
la crescita spirituale e
formativa della nostra
fraternità.
Si consiglia ai confratelli di
non mancare.
Stampato in proprio per la
fraternità O.F.S. di San
Filippo del Mela.
Chiunque voglia proporre
degli articoli, delle poesie,
delle preghiere, delle
riflessioni o condividere le
proprie esperienze, può
contattarci nella persona di
Aurelio o mandare il
proprio contribuito all’email
[email protected]
Il Signore ci dia pace.
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luglio-agosto 2006.pub - Xoom.it