IL COLLOQUIO S * CONVERSAZIONE “colloquio amichevole tra due o più persone su argomenti di vario genere ” , sostanzialmente per ‘passare il tempo’; e anche “ breve discorso di carattere informativo o divulgativo, condotto in una forma accessibile a tutti” (DIZIONARIO DE AGOSTINI) * CONVERSAZIONE Il ‘ conversare ’ presuppone l’intrattenersi familiarmente con qualcuno senza prevedere motivazioni specifiche per ottenere un qualche tipo di risultato * INTERVISTA con il termine intervista si intende l ’ azione di una persona verso qualcun altro consenziente, ma che non è il soggetto destinatario ultimo delle informazioni raccolte. * INTERVISTA S E’ orientata a rilevare opinioni, atteggiamenti, comportamenti dell ’ intervistato e non a produrre un cambiamento. S Non è richiesta dalla persona intervistata e l ’ influenzamento che eventualmente determina non è obiettivo dell’intervista si Il colloquio S interazione non occasionale S avviene all'interno di un contesto S ha degli obiettivi S si svolge in un tempo stabilito S è diretta dall'operatore S ha uno svolgimento coerente S non si possono evitare contenuti emotivamente coinvolgenti ambiti in cui si utilizza il colloquio S Nella presa in carico di situazioni , si realizza nelle diverse fasi del processo metodologico, S Nelle relazioni tra professionisti,colloqui in cui l’assistente sociale chiede consulenza sul caso stesso o una vera e propria supervisione Nei rapporti con politici, responsabili di servizio, rappresentanti di risorse istituzionali e del privato sociale, nonchè a testimoni privilegiati della comunità. Per attivare e gestire una progettazione più globale, che tenga conto sia della dimensione organizzativa che territoriale in cui il servizio è inserito. * Nel colloquio acquistano rilevanza i due moduli attraverso cui si svolge la comunicazione, quello verbale e quello analogico (si trasmettono idee, concetti, ma anche atteggiamenti, modi di comportarsi di essere, sentimenti, emozioni che devono essere decodificate). * Nel colloquio Le persone che partecipano a questa interazione si influenzano reciprocamente e, la relazione che si costruisce sia nel colloquio sia nella conversazione, non è mai gestita totalmente da uno dei due partecipanti, ma è co-creata da entrambi e dal contesto all’interno del quale si sviluppa. S I CONTENUTI DEL COLLOQUIO SONO DEFINITI IN FUNZIONE DEL PROCESSO DI AIUTO E DEGLI OBIETTIVI CHE SI VOGLIONO RAGGIUNGERE. * CONTESTO S E' differente per l'assistente sociale condurre il colloquio nel suo ufficio, nell'ufficio di un altro operatore, a casa dell'utente, rispetto al parlare in occasione di un incontro casuale, oppure attraverso il telefono. Obiettivi S raccogliere o dare informazioni, S analizzare presentato, più approfonditamente il problema S testare un'ipotesi valutativa, S offrire un sostegno, verificare la situazione * IL COLLOQUIO RISPETTO AL PROCESSO DI AIUTO S Il colloquio può essere esaminato anche rispetto al suo utilizzo nella varie fasi del processo di aiuto, che contribuiranno in parte a definirne gli obiettivi. * Il colloquio e le fasi metodologiche S L'ANALISI DELLA SITUAZIONE S LA VALUTAZIONE S IL CONTRATTO S LA VERIFICA S LA CONCLUSIONE * LE TAPPE DEL COLLOQUIO 1. La preparazione del colloquio 2. La convocazione 3. La definizione degli obiettivi 4. Le aree da sondare 5. Le informazioni da ricercare 6. Le informazioni da dare * Le tappe del colloquio 7. Gli aspetti relazionali 8. La scelta dell'ambiente 9. Il coinvolgimento di altre persone 10. La definizione dei tempi 11. La predisposizione dei supporti * LO SVOLGIMENTO DEL COLLOQUIO La fase iniziale * Un primo passo da compiere è senza dubbio quello di 'accogliere' l'utente nel significato più pieno del termine. Se si tratta di un primo incontro l'accoglienza e la fase sociale di conoscenza richiederanno un impiego di tempo maggiore rispetto ai colloqui successivi e porranno le premesse per la relazione che si strutturerà con l'assistente sociale. * Un secondo passo è quello di esplicitare o riprendere gli obiettivi per cui si sta svolgendo il colloquio. * Il corpo centrale * Il nocciolo del colloquio riguarda i contenuti che si è deciso di trattare rispetto agli obiettivi definiti per quell'incontro. E' dunque importante cercare di mantenere il tema, con una certa determinazione, evitando gli slittamenti, ma anche con una certa flessibilità valutando, di volta in volta l'opportunità di affrontare argomenti diversi da quelli previsti ed esplicitando sia il cambiamento sia i motivi che lo hanno determinato. * La conclusione * Alla conclusione del colloquio deve essere dedicato un certo periodo di tempo, sufficiente per ricapitolare quanto di significativo è emerso, per prendere degli accordi sia riguardo a eventuali impegni, sia rispetto ad un futuro incontro. * La durata del colloquio deve essere comunicata in apertura anche all'utente, in modo che abbia la possibilità non solo di organizzarsi materialmente, ma anche 'mentalmente'. * Se la conclusione è preparata, non frettolosa l'utente non rimarrà con la sensazione di un discorso non finito o di un rapporto freddo e burocratico. * Una parte della documentazione può essere importante dedicarla: * - alle comunicazioni non verbali (la disposizione degli utenti, l'aspetto, il tono, la mimica...); * - agli aspetti di relazione sia nei confronti dell'operatore (squalifiche, alleanze, insubordinazioni...) che del servizio (critiche, accuse, alleanze con operatori di altri servizi...); * agli aspetti di processo, (le mosse dell'operatore e quelle dell'utente, le strategie, ecc.). * LA DOCUMENTAZIONE * Poiché il colloquio è uno strumento di lavoro è necessario che ne vengano documentati i passaggi significativi (gli obiettivi, l'ipotesi, le aree da sondare, le informazioni da raccogliere..): * per l'operatore come supporto metodologico alla correttezza del processo di aiuto. * per altri colleghi che potrebbero ritrovare gli elementi significativi per proseguire l'intervento Bibliografia S Campanini A,” L’intervento sistemico” , Carocci Faber, Roma, 2002, 10a ed. 2014 S Zini M. T, Miodini S,” Il colloquio di aiuto”, Carocci , Roma,1997 10a ed. 2013 S Watzlawick P., Beavin J., H. Jackson D. D., Pragmatica Della Comunicazione Umana, Astrolabio, Roma, 1974. S