GIOVEDÌ 8 MAGGIO 2014 ANNO 139 - N. 108 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 Fiat-Chrysler «Nessuno resterà a casa» Il titolo perde l’11,7% A Montecarlo Agguato all’ereditiera È la malavita italiana? Su Sette Un generale in campo per salvare Pompei di Bianca Carretto e Massimo Gaggi a pagina 6 di Stefano Montefiori a pagina 25 Domani il magazine con il Corriere della Sera Il Dna semisintetico QUELLE RAGAZZE NOSTRE SORELLE X Gli occidentali studiano un intervento di ALESSANDRA MUGLIA e PAOLO VALENTINO 9 771120 498008 40 5 0 8> Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano A PAGINA 15 vendica il sequestro, il leader del gruppo Boko Haram dice ridendo: le ragazze sono fatte per diventare mogli — a 12 anni, anche a 9 — non per studiare, adesso troveranno un marito o saranno vendute al mercato. Boko Haram, una sigla che significa «l’educazione occidentale è peccato», combatte e minaccia la popolazione da anni con l’obiettivo di creare nel Nord un’area integralista islamica. Ma questa non è una storia di musulmani contro cristiani. L’elenco di quei nomi, pubblicato dalla Christian Association of Nigeria, dimostra che le ragazze sono cristiane e musulmane. È una storia contro l’educazione, soprattutto contro l’educazione delle bambine. Una storia per il potere, che passa dal controllo delle donne. Come è successo in Pakistan con Malala, colpita da una X G C C T T A G C C G di LUIGI RIPAMONTI COSA PUÒ CAMBIARE (SENZA TENTAZIONI) A G A G C T G C C utti sanno ormai che il patrimonio genetico è portato dal Dna, e che questa molecola è costituita da una successione lineare di quattro nucleotidi, o basi: A, G, C e T. CONTINUA A PAGINA 17 ALLE PAGINE 16 E 17 De Bac T T In natura i «pioli» della scala elicoidale che forma il Dna sono costituiti da due soli tipi di coppie di basi azotate: adenina (A) e timina (T), citosina (C) e guanina (G) Fonte: Istituto di ricerca Scripps (TSRI) e Nature L a corsa verso la vita artificiale procede a ritmo serrato: un gruppo di scienziati dello Scripps Institute di La Jolla (California) ha ottenuto il primo organismo vivente con un Dna semisintetico in grado di replicarsi. Accanto alle tradizionali quattro lettere che costituiscono l’«alfabeto della vita», nel Dna di un batterio ne sono state aggiunte altre due, chiamate X e Y. di EDOARDO BONCINELLI CDS Il sondaggio I 5 Stelle prevalgono fino ai 44 anni. Forza Italia tiene tra gli over 65 Europa dell’Est Grillo è primo tra i giovani LA SOSPETTA RETROMARCIA DI PUTIN SULL’UCRAINA Ma il Pd ha 10 punti in più sul totale degli elettori di LUIGI IPPOLITO di NANDO PAGNONCELLI Giannelli L e indicazioni di voto per le elezioni europee del 25 maggio sono nette: Grillo ha conquistato i giovani. Nella fascia tra 18 e 44 anni il Movimento 5 Stelle è primo, con percentuali oscillanti tra il 32 e il 34%. Il Partito democratico riesce a diventare la prima forza del Paese, superando i 5 Stelle di 10 punti, solo col contributo degli over 65, tra i quali è al 46%. La fiducia Decreto lavoro Via libera tra le proteste di LORENZO SALVIA A PAGINA 4 ALLE PAGINE 2 E 3 M. Franco Minale su Boccassini: non aveva la titolarità Ora il caso Ruby divide i magistrati di Milano Il caos nel voto parlamentare SENATO, LA LOTTERIA DELLA RIFORMA di MICHELE AINIS inalmente la politica ha deciso: il nuovo Senato verrà eletto all’Enalotto. È l’esito del voto schizofrenico con cui la commissione CONTINUA A PAGINA 39 Affari costituzionali ha avviato la riforma. F Il Tribunale di Reggio Calabria lo aveva allontanato dalla famiglia della ‘ndrangheta Il figlio del boss che sceglie lo Stato di LUIGI FERRARELLA A PAGINA 21 T E quello naturale © RIPRODUZIONE RISERVATA l padre boss ucciso in una faida, un fratello ergastolano al 41 bis, altri due fratelli pure in carcere per ‘ndrangheta: a 16 anni, con iniziativa senza precedenti, i giudici minorili di Reggio Calabria lo avevano tolto dalla famiglia per sottrarlo alla cultura criminale e fargli conoscere un’alternativa in una comunità di Messina e con i volontari di «Addiopizzo». Ora il ragazzo dei Cordì di Locri scrive al Corriere: «Credevo che allo Stato non importasse niente delle persone, invece ho conosciuto uno Stato diverso che mi sta dando possibilità al posto di una strada per forza. Non rinnego la mia famiglia. Ma voglio scegliere una vita diversa». X Y Ha funzionato dentro una cellula Creato un Dna artificiale L’uomo fa il primo passo per costruire la vita Gli scienziati dell'Istituto di ricerca Scripps, in California, hanno creato un «Dna espanso» in cui sono state aggiunte due lettere artificiali, la coppia XY, alle quattro che compongono le basi dell’elica della vita raffica in faccia; come succede in Afghanistan dove in alcune zone le studentesse vengono punite con l’acido. In Nigeria i rapimenti non sono cominciati e non sono finiti il 14 aprile. A lungo il presidente Goodluck Jonathan ha cercato di minimizzare, ha sospettato le famiglie di tramare contro il futuro di una nazione che — prima economia continentale — ospita oggi orgogliosa il World Economic Forum on Africa. Ma, incredibilmente, qualcosa di intangibile ha rotto il silenzio del colosso: un hashtag, #BringBackOurGirls, ha cominciato a contagiare la Rete. Ora, se fate una ricerca, troverete le foto delle donne in rosso che manifestano da Abuja a Manhattan, la denuncia di Wole Soyinka, le parole di Hillary Clinton, Sean Penn, Desmond Tutu. Troverete petizioni da firmare, scritte che colorano i muri delle città e messaggi tracciati su una scatola di fiammiferi. «Riportate a casa le nostre ragazze». Un’onda virtuale che ha mosso i governi: prima gli Stati Uniti, poi la Gran Bretagna e la Francia. Forse la foresta di Sambisa non resterà inaccessibile a lungo, come è stata per quei padri che — inseguendo i camion, a mani nude — hanno cercato di riprendersi le figlie e sono stati respinti dagli Ak-47 degli integralisti. A noi resta una domanda alla quale vorremmo rispondere non solo con le squadre speciali e l’intelligence. Che possiamo fare perché qualcosa cambi? Una risposta l’hanno data Nicholas Kristof sul New York Times e la giovane Malala. Vogliono fermare l’istruzione per le ragazze? E noi mandiamole a scuola: tutte, a lungo, libere, sempre di più, anche in Occidente. Perché un libro nelle mani di una bambina che sa quello che vuole è più potente di cento droni contro il terrorismo. @bastefanelli I La scoperta A Y AP / SERGEI KARPUKHIN Unità speciali G Y A G C di BARBARA STEFANELLI B Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Fondato nel 1876 NIGERIA, RAPITE DAGLI INTEGRALISTI lessing Abana, Deborah Abari, Deborah Abbas, Hadwa Abdu... Sono i primi nomi di una lista che corre fino a quasi 300: sono i nomi delle ragazze rapite, tra il 14 e il 15 aprile, nel dormitorio di una scuola in Nigeria. Rapite da uomini armati di kalashnikov, torce e una fede fanatica. Le hanno caricate sui camion in mezzo al bestiame razziato nei campi e portate nella foresta di Sambisa, dove sono ancora prigioniere. Il sogno di un diploma per diventare un giorno avvocate, insegnanti, chirurghe fa dunque paura ai terroristi. Nel video in cui ri- In Italia EURO 1,40 www.corriere.it italia: 51575551575557 La lettera «Voglio una vita normale» di RICCARDO FRANCESCO CORDÌ C aro direttore, sono un ragazzo di Calabria, provengo da Locri e mi chiamo Riccardo Cordì. Di me hanno scritto in molti, anche se non hanno mai fatto il mio vero nome. È capitato che scrivessero cose sbagliate: certo non era la loro storia, è la mia. Ora ho deciso di raccontarla. CONTINUA A PAGINA 21 La guerra nella Procura di Milano, scatenata con la denuncia al Csm dell’aggiunto Robledo contro il capo Bruti Liberati, si estende al caso Ruby. Sentito dal Csm, il pg Minale ha detto che Ilda Boccassini «non aveva la titolarità» per interrogare i testi Ostuni (ex capo di Gabinetto della Questura che ricevette la telefonata di Berlusconi) e Iafrate (la funzionaria di polizia che affidò Ruby a Nicole Minetti) perché il caso non era ancora suo. ALLE PAGINE 8 E 9 Di Caro, Piccolillo Il congresso Cgil Landini sfida Camusso: più trasparenti di DARIO DI VICO A PAGINA 5 S top al referendum secessionista nelle regioni orientali dell’Ucraina, ritiro delle truppe russe dal confine, apertura di credito verso le elezioni presidenziali previste a Kiev per il 25 maggio. Ancora una volta Vladimir Putin spariglia le carte della crisi nell’Europa dell’Est. Ma resta aperta la questione: il Cremlino batte in ritirata o piuttosto porta a compimento la sua strategia di assoggettamento della debole nazione vicina? CONTINUA A PAGINA 39 ALLE PAGINE 12 E 13 Dragosei, Sarcina 2 Primo Piano Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Verso le Europee Il sondaggio Così gli elettori PD M5S FI NCD-UDC-PPE Lega Nord Analisi statistica realizzata da Ipsos PA per Corriere della Sera sulla base di interviste a campioni casuali nazionali rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne secondo genere, età, livello di scolarità, area geografica di residenza, dimensione del comune di residenza. Sono state realizzate 7.262 interviste (su 75.099 contatti), mediante sistema CATI, fra il 2 aprile e il 5 maggio 2014. Il documento informativo completo riguardante il sondaggio sarà inviato ai sensi di legge, per la sua pubblicazione, al sito www.sondaggipoliticoelettorali.it. Le intenzioni di voto per categorie FDI-AN Tsipras Scelta Europea ISTRUZIONE ALTRI SI INFORMA... 1 1,2 3,9 10 ETÀ 1,1 21 4,1 18-24 ANNI 3,5 3 LAUREATI 1 6,6 5,1 9,3 8,7 29,3 DIPLOMATI 5,3 26,7 32,9 5,5 1,2 19,4 26,7 8,4 23,9 33,9 23,9 19,3 1,1 2,1 5,9 4,3 3,4 UOMINI 15,8 1 41,5 1,5 15,1 8,9 3,9 4,5 5,5 1 19,5 2,5 2,8 0,7 27,2 9,1 47,1 2,8 0,5 4,7 3 3 0,6 4,3 0,2 PREVALENTEMENTE CON LA RADIO 18,1 12 8,2 8,3 2,5 9,6 PROFESSIONE DONNE 6,9 1,6 4,4 3,5 5,9 5,3 17,7 21,2 2 31,5 30,8 18,6 45-54 ANNI Imprenditori, dirigenti liberi professionisti 1,1 3,9 30,8 27,1 6,5 5,9 3,7 17,2 4,3 3,8 3,1 Commercianti, artigiani, autonomi 0,2 7,1 4,4 8,1 7 8,4 0,5 1,9 Impiegati, insegnanti 1,5 4,8 4,3 7,8 10,8 20,1 1,3 10,5 20,7 4,4 3,2 3,7 5,5 3,2 25,8 65 ANNI E OLTRE 2,2 Disoccupati 1 2,1 3,9 2 2 Studenti 3,6 4,8 3,1 8,4 7,3 4,6 21,5 39,5 37,1 3,3 5,9 4,9 6,9 28,4 9,5 20,7 28,4 18,7 8,3 8 23,3 27,7 19,3 21,4 33,4 37,3 45,4 6,9 5,3 3,4 4,8 1,9 Grillo attrae i giovani e gli operai Pd più forte tra i cattolici praticanti I democratici (avanti di dieci punti) e Forza Italia convincono gli over 65 l comportamento di voto delle diverse categorie di cittadini si differenzia in qualche caso profondamente. È quindi importante capire chi rappresenta chi, in un momento come questo, in cui i riferimenti sociali e la strutturazione della rappresentanza si vanno profondamente trasformando. Gli uomini e le donne. Qui le differenze non sono profondissime ma ci sono e vanno colte. Gli uomini: la differenza principale è rappresentata dal voto per Grillo. Benché tra i maschi il Pd rimanga sempre il primo partito, la distanza dal Movimento 5 Stelle, di 10 punti sul totale degli elettori, qui si riduce di molto, a meno di tre punti. Le donne: decisamente meno orientate al voto per il Movimento che qui slitta al terzo posto dopo Forza Italia. Tra di loro infatti crescono i consensi per i due grandi partiti «tradizionali» (+ 3% il Pd, +1,7% Forza Italia). Maggiori i consensi anche alla Lega e alla lista Tsipras, mentre cala il voto per le formazioni centriste (due punti in meno, speculari al voto maschile). Molto più sensibili le differenze per età. Tra giovani e giovanissimi M5S è il primo partito: 33% tra i 18 e i 24 anni, 34% dai 25 ai 34, 32% dai 35 ai 44. Soffrono fortemente in queste fasce i partiti «tradizionali» e in particolare il Pd: in difficoltà tra i giovanissimi, al suo punto più basso tra i 25 e i 34 anni. E sempre in queste fasce, in particolare tra le più giovani, aumenta il consenso per la Lega e, in maniera ancora più netta, per la sinistra di Tsipras. Non è un fenomeno nuovo. Spesso il voto giovanile ha avuto caratteristiche etichettate co- 3,9 Pensionati 1,5 2,4 3,8 3,9 6 5,4 34,4 36,2 30,7 di NANDO PAGNONCELLI Casalinghe 1,4 1,3 2,6 0,5 36,9 45,9 1,7 2,4 1,8 3,2 18,3 23,5 21,2 Operai e affini 17,9 19,2 36,6 31,1 4,1 3,3 1,4 4,9 2,9 0,7 55-64 ANNI 28,2 I 3 PREVALENTEMENTE CON INTERNET 36,9 0,6 3,9 2,7 4,7 4,2 5,5 5,5 4,5 5 LICENZA ELEMENTARE Nessun titolo 2,4 GENERE 21,3 2,4 39,2 2,9 LICENZA MEDIA 21,8 PREVALENTEMENTE CON I GIORNALI 3,4 26,3 28,7 35-44 ANNI 2,3 1,5 34,4 4,3 7,7 22,6 4,4 6,8 5,2 2,1 0,8 5,5 4,9 3 5,5 6,9 13,4 25-34 ANNI 27,1 PREVALENTEMENTE CON LA TV 32,7 2,2 33,9 22,9 4,3 28,7 35,6 TOTALE ELETTORI SOLO CON LA TV 3,8 4,2 5 6,1 3,6 14,3 me «antisistema» e anche in questa tornata sembra confermarsi questo orientamento. Le cose cambiano, anche bruscamente, dai 45 anni in su. Qui Pd e Forza Italia riprendono fiato e il partito di Renzi diventa stabilmente il primo, con un consenso crescente al crescere dell’età. Ma è dai 65 anni un su che il panorama diventa radicalmente diverso. Il M5S si riduce ai minimi termini (8%), mentre esplode il Pd (46%) e Forza Italia ha il suo risultato migliore (23%). Tengono, con qualche miglioramento, le formazioni centriste e la Lega, penalizzate le altre. Il livello di scolarizzazione è un’altra variabile influente nell’orientare il voto. Tra i laureati Forza Italia è al lumicino (9%) e anche Grillo arretra di quasi 4 punti, mentre migliorano il Pd e ancora più sensibilmente le forze centriste, in particolare la coalizione che fa perno su Ncd. Ma anche le altre forze minori incrementano le proprie posizioni e c’è una vera e propria esplosione della lista Tsipras che quasi triplica i propri consensi avvicinandosi al 9%. È quindi un voto molto più «disperso», un Le casalinghe Erano uno dei pilastri del partito di Berlusconi, oggi scelgono Renzi I dirigenti Il centro ha i suoi risultati migliori tra imprenditori, dirigenti e professionisti voto più critico e meno concentrato sulle forze maggiori. Ma è all’estremo della scala che troviamo un vero ribaltamento: tra chi ha la licenza elementare o non ha titoli, il Pd esplode al 46%, Grillo scende ai livelli più bassi, Forza Italia ha i consensi più alti. Il frastagliarsi del voto dei laureati qui scompare. Molto più complessa l’analisi per condizione professionale. I ceti elevati (imprenditori, dirigenti, professionisti e quadri direttivi) sono molto attenti al centro, le cui formazioni crescono con Scelta europea che A Londra Europee, campagna pro voto «Usa il tuo potere. Scegli chi governa in Europa». La metropolitana londinese in questi giorni è tappezzata da grandi poster che invitano alla partecipazione alle elezioni europee del 25 maggio. La campagna, promossa dal Parlamento europeo, è particolarmente attiva nel Regno Unito, uno dei paesi più freddi nei confronti dell’Unione Europea (Epa). quasi raddoppia, e alla destra con una buona performance di Fratelli d’Italia. Molto basso il consenso a Forza Italia, contrazioni per il Pd, poco sopra la media Grillo. I lavoratori autonomi sembrano aver definitivamente abbandonato il «forzaleghismo» a favore del Movimento 5 Stelle. Lo hanno fatto nel 2013, lo confermano oggi. I ceti medi (impiegati e insegnanti) sono in parte tornati all’ovile. Avevano penalizzato il Pd nel 2013, anche in questo caso a favore di Grillo, oggi il fenomeno sembra rientrare. Gli operai: qui Grillo ha il suo consenso massimo. Il peso della crisi spinge ad un voto di protesta. Infine le casalinghe: erano uno dei punti di Forza Italia, oggi non è più così. Al contrario si trova uno dei punti più alti del consenso per il Pd: è l’effetto Renzi, in un segmento in cui la personalizzazione assume un’elevata importanza. L’uso dei mezzi di informazione a sua volta influenza i comportamenti: chi usa la Tv come mezzo esclusivo o prevalente di informazione guarda di più a Forza Italia e alla Lega, i lettori di quotidiani danno il massimo dei consensi al Pd e guardano con favore ad Ncd e Tsipras mentre penalizzano fortemente Grillo, gli internettiani naturalmente massimizzano i consensi per Grillo, che qui raggiunge il 47%. Infine il voto cattolico. Anche qui ci sono differenze apprezzabili e non scontate. Ad esempio il Pd ha i consensi più elevati tra chi si reca a messa tutte le settimane, ma il suo punto più basso tra chi non frequenta le funzioni religiose. Altre correlazioni sembrano più scontate: la destra e il centrodestra sono più votati dai cattolici assidui, che penalizzano fortemente Grillo; la sinistra e il M5S massimizzano i loro consensi tra chi non frequenta le funzioni religiose. Come si vede oggi la rappresentanza è sempre più articolata e sempre meno definita dagli schemi sociali classici. Assieme alla riforma delle istituzioni di governo diventa necessaria una ridefinizione delle strutture e delle forme di organizzazione del consenso e di rappresentazione dei bisogni. © RIPRODUZIONE RISERVATA 0,5 2,9 Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 Gli scenari Seminario all’Arel a porte chiuse PARTECIPAZIONE ALLE FUNZIONI RELIGIOSE SETTIMANALE 1,6 1 36 11,7 22,9 12,1 5,9 5,6 3,1 MENSILE 2,4 1,7 1,6 33,8 22,6 25,7 5 4,3 2,9 OCCASIONALE 3,7 34,1 26,7 3,4 1,3 NESSUNA 2,7 30,9 36,1 13 2,2 5,8 Prodi e Letta: le riforme in Italia insidiate dalla burocrazia di MASSIMO FRANCO 5 4,2 4,4 17,2 «Quei populismi destinati a vincere per poi spaccarsi» 2,5 6,2 0,7 La protesta dei partiti minori L’Agcom: in tv troppo spazio al premier e a Berlusconi ROMA — La campagna elettorale per le Europee diventa «battaglia dell’etere». Nella sola giornata di ieri si sono infatti incrociate denunce politiche e avvertimenti delle autorità garanti. I partiti minori protestano nella commissione di Vigilanza perché Porta a Porta ha previsto tre puntate speciali il 14, 15 e 16 maggio, condotte da Bruno Vespa e Mario Orfeo, con in prima serata Beppe Grillo, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi (in ordine da decidere). Tutti gli altri leader andrebbero invece in seconda serata. Il consiglio dell’Agcom ha invece bacchettato sia Matteo Renzi che Silvio Berlusconi. Secondo l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni occorre «maggiore equilibrio dei tempi di parola» del presidente del Consiglio e degli altri esponenti del governo. Mentre l’ex Cavaliere, e in generale il suo partito, sarebbero troppo presenti sulle reti Mediaset: «Pur prendendo atto di una riduzione della concentrazione, nelle edizioni principali, del tempo riservato a Forza Italia da parte di Studio Aperto e Tg4 si segnala un persistente squilibrio riservandosi un ulteriore esame». tiche di Bruxelles, come è successo di fatto negli ultimi anni, non è scontata: se non altro perché il dualismo tra Commissione e Consiglio si ripeterà per consentire la spartizione delle cariche tra Popolari e Socialdemocratici. Dunque, la tendenza al compromesso è più verosimile che un cambiamento radicale: nonostante Prodi e Letta vedano le forze dichiaratamente ostili all’Ue e alla moneta unica arrampicarsi fino a diventare quasi un terzo del Parlamento. Per paradosso, la paura di una sorta di «Tea Party» continentale, variante europea dei movimenti repubblicani e antisistema statunitensi, potrebbe indurre le forze tradizionali a muoversi. «Never waste a good crisis», non lasciarti sfuggire mai l’occasione di sfruttare una crisi, usava dire il segretario di Stato Usa, James Baker, citato nella riunione all’Arel dall’ambasciatore Fernando Salleo. Per questo, Enrico Letta prevede che i movimenti come quello di Beppe Grillo avranno un buon suc- L’Arel L’agenzia L’Arel, l’agenzia di ricerche e legislazione, è un prestigioso istituto di ricerca italiano fondato nel 1976 (e presieduto) dall’economista ed ex ministro Beniamino Andreatta insieme con Umberto Agnelli, Urbano Aletti, Adriano Bompiani, Franco Grassini e Ferrante Pierantoni I presidenti I successivi presidenti sono stati Mino Martinazzoli e Francesco Merloni, attualmente in carica. Enrico Letta ha dato le dimissioni da segretario generale al momento della nomina a premier 13,6 16,9 23 La percentuale di voti presa dal Front national di Marine Le Pen alle elezioni del 2012 (nel 2007 era al 4,3%), risultato che ha permesso al partito di diventare la terza forza politica francese. E i sondaggi lo premiano anche per le europee: per alcuni istituti potrebbe diventare il primo partito La percentuale di voti presa dal partito della libertà (Pvv) olandese, fondato da Geert Wilders, alle scorse Europee del 2009, risultato che lo ha trasformato nel secondo partito dei Paesi Bassi. Anche se le Politiche 2012 ne hanno segnato un netto ridimensionamento La percentuale di voti presa dal partito per l’Indipendenza del Regno Unito (Ukip) guidato da Nigel Farage alle amministrative del 2013: un exploit senza precedenti. I sondaggi della fine di aprile attribuiscono al partito di Farage ben il 30% dei consensi cesso ma si divideranno. «Sono populismi incompatibili e incomponibili», sostiene l’ex premier. «Che cosa hanno in comune Grillo, la Lega, il partito indipendentista inglese di Nigel Farage e il Front National francese di Marine Le Pen? Solo il no». Ma il problema non sono loro quanto i loro elettori; e la capacità degli altri di contrapporre una narrativa credibile. È stata rimarcata la difficoltà di condurre una campagna elettorale che elenca i pericoli e le velleità dei populismi, ma al tempo stesso deve ammettere tutti i limiti dell’europeismo d’ufficio. Da questo punto di vista, secondo Letta, la sfida di questi movimenti è paradossalmente benefica: se non altro perché costringe ad osservare le cose con più freddezza, e a riconoscere gli errori commessi: compresi quelli nella crisi dell’Ucraina, iniziatasi quando «è stata messa con le spalle al muro dall’Europa senza offrirle un euro», osserva Prodi. Eppure, sulle cause di una Unione che negli ultimi tre o quattro anni «è finita fuori gioco in termini di soft power sul piano mondiale», le opinioni rimangono diverse e divergenti. Si contendono la colpa l’allargamento ad alcuni Paesi dell’Europa orientale; le velocità diverse tra Stati che aderiscono alla moneta unica e che ne sono fuori; le differenze di mentalità tra Nord e Sud Europa; il ruolo storicamente euroscettico della Gran Breta- Il Professore e Putin «L’ultima volta che ho incontrato Vladimir Putin, mi ha detto: in Europa non so con chi trattare, non trovo un interlocutore» gna. Su questo punto, Prodi è convinto da tempo che se l’Ue vuole rinnovarsi, deve fare da sola, «perché gli inglesi non vogliono cooperare su niente». Non solo. Secondo l’ex presidente della Commissione europea, anche sul piano monetario Londra e Bruxelles si divideranno, perché la Cina userà il potere finanziario di Londra per dare forza alla propria moneta, lo yuan, come valuta di riserva in concorrenza con l’euro. Letta, invece, ritiene che la Gran Bretagna debba restare ancorata all’Europa: per motivi militari, economici e strategici. Su un punto, invece, entrambi sono completamente d’accordo: il peso schiacciante della burocrazia in Italia. Prodi è netto: «Possiamo anche fare le riforme perché ce lo chiedono dall’estero, e dunque servono a cambiare la percezione che fuori si ha di noi. Ma non cambierà la vita pratica. Il problema dell’Italia non sono le riforme ma la paralisi burocratica», uno dei temi sui quali insiste il premier Matteo Renzi. E di sfuggita, tra le domande e le risposte, all’Arel è stata evocata la «troika»: Commissione Ue, Fondo Monetario Internazionale e Banca centrale europea. La triade è stata trattata come un fantasma da scacciare, perché sancirebbe l’incapacità dell’Italia di farcela da sola e il suo commissariamento finanziario. Il timore inconfessato, tuttavia, è che un fallimento delle riforme possa farlo riapparire in estate, dopo la tregua che i mercati sembrano essersi imposti fino a giugno. © RIPRODUZIONE RISERVATA Type XXI Cronografo © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ ex presidente della Commissione Ue, Romano Prodi: «L’ultima volta che ho incontrato Vladimir Putin, alcuni mesi fa, mi ha detto: “In Europa non so con chi trattare. Non trovo un interlocutore”. Dobbiamo sapere che questa mancanza di unità ci danneggia enormemente all’esterno». L’ex presidente del Consiglio, Enrico Letta: «Così com’è, l’Ue non è difendibile. Dalla Finlandia alla Grecia ci sono umori fortemente antieuropei: questo dice uno studio fatto di recente da Simon Hix, della London school of economics. Il solo Paese a fare eccezione è la Germania». Le parole sono dirette, perfino impietose. E a pronunciarle sono due europeisti convinti, attenti a individuare qualunque antidoto ad una crisi di identità continentale della quale non si vede ancora la fine. Offrono le loro impressioni a una cinquantina di banchieri, imprenditori, giuristi, diplomatici riuniti all’Arel, l’istituto di ricerca creato dall’ex ministro Beniamino Andreatta, oggi scomparso. Li ha invitati a parlare a porte chiuse l’industriale Francesco Merloni, a un passo dal Senato. Si tenta di capire quali scenari restituiranno le elezioni del 25 maggio. Quanto peseranno i partiti populisti. E se e quanto la guerra civile in Ucraina sottolineerà il declino dell’Unione Europea come entità sovranazionale. Prodi non nasconde una vena di preoccupazione. «Noto uno strano ottimismo sui giornali», dice. «Ma se si guarda ai dati economici, non c’è da stare allegri». La previsione dell’ex presidente della Commissione europea è che nei prossimi anni la disoccupazione aumenterà e diventerà strutturale. Dopo gli impiegati di banca toccherà perfino agli analisti finanziari essere espulsi dal mercato del lavoro, come conseguenza dei progressi dell’informatica e della robotica. L’unica cosa sorprendente, per Prodi, è che questa deriva non abbia ancora provocato tensioni sociali più serie. Il voto europeo di maggio può invertire queste tendenze? Lo scetticismo è affidato a domande come: la Germania è convinta di dover cambiare politica rispetto all’austerità? Ci può essere un cambio di passo e di strategia che consenta di puntare alla ripresa come hanno cercato di fare Stati Uniti e Cina? Le risposte sono intrise di scetticismo. Perché la Germania oggi è l’unica nazione che va al voto senza avere nella pancia un vero partito antieuropeista. Perché la prospettiva che il potere decisionale passi dalla Banca centrale europea alle istituzioni poli- 3 B R E G U E T B O U T I Q U E – V I A M O N T E N A P O L E O N E , 19 MILANO + 3 9 0 2 / 76 0 07 75 6 4 Primo Piano Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Occupazione La riforma Decreto lavoro, protesta poi la fiducia I senatori del M5S si ammanettano Contratti a termine, fino a cinque rinnovi consecutivi in tre anni Passa con 158 voti. Il ministro Poletti: riusciremo a convertirlo in legge Guzzetti (Acri) «Una rete di comunità per il nuovo Welfare» «Linee guida per realizzare modelli di intervento nel welfare sempre più efficaci». E’ questo il titolo di un impegnativo documento (19 pagine) approvato ieri dall’assemblea dell’Acri, l’associazione che raggruppa le Fondazioni di origine bancaria, un paper che in qualche maniera prelude a una svolta negli interventi/erogazioni per l’assistenza sociale. Oggi gli enti destinano al «secondo welfare» il 30% delle loro erogazioni filantropiche ovvero 300 milioni di euro, una somma che non può essere nemmeno lontanamente raffrontata con i 60 miliardi di euro annui che il pubblico — in primis lo Stato — spende per l’assistenza sociale. L’apporto delle Fondazioni non può quindi essere minimamente sostitutivo del «primo welfare» ma deve muoversi individuando delle priorità. La prima non può che riguardare la capacità di mettere in rete tutti gli interventi che a vario titolo le autorità pubbliche, i soggetti del terzo settore e gli enti erogatori realizzano nello stesso territorio e sovente sugli stessi capitoli. Il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, definisce questo modello di rete come welfare di comunità perché «da un lato potrà contribuire ad evitare sprechi, duplicazioni e assenza di responsabilizzazione, dall’altro favorire la crescita del sistema economico e sociale, generando opportunità di lavoro». In questo quadro le Fondazioni pensano di potersi accollare non solo un ruolo di finanziatore sociale ma anche di stimolo del coordinamento tra i diversi soggetti per favorire la costruzione di vere e proprie reti sociali. La seconda priorità è quella che riguarda l’efficienza e dell’efficacia degli interventi che si susseguono nel tempo — anche con l’adozione via via di metodologie diverse — senza però una chiara valutazione degli effetti, tanto che non si è mai stati in grado di individuare politiche risolutive o migliorative da replicare. Quelle che gli anglosassoni chiamano best practice. A parità di risorse, quindi, si può spendere meglio, produrre un impatto maggiore sulla condizione dei soggetti interessati e allo stesso tempo realizzare una piena sussidiarietà tra primo e secondo welfare. La terza priorità individuata da Guzzetti e dall’Acri è l’innovazione: le Fondazioni essendo un soggetto privato ed esente da obblighi di legge possono permettersi il lusso di sperimentare nuove vie e di attendere con maggiore pazienza i risultati delle sperimentazioni. La parola adesso passa ai singoli enti e alla loro capacità di misurarsi con le esigenze dei territori e delle fasce sociali più deboli. D.D.V. © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Con la sesta questione di fiducia in poco più di tre mesi di vita, il governo Renzi supera la scoglio del Senato e porta vicino al traguardo il decreto legge che rende più flessibili i contratti a termine. Il testo torna ora alla Camera dove, per non decadere, deve essere approvato entro il 19 maggio. Tempi stretti che rendono probabile anche a Montecitorio il voto di fiducia, che riduce i tempi del dibattito. I 158 «sì» contati ieri nell’Aula del Senato — compreso quello di Paolo Bonaiuti, l’ex portavoce di Silvio Berlusconi, da poco passato con il partito di Angelino Alfano — segnano un leggero passo indietro nel pallottoliere della fiducia al governo: i voti a favore erano stati 160 per il disegno di legge sulle Province, 169 quando il governo aveva presentato per la prima volta il suo programma a fine febbraio. I «no» sono arrivati da Forza Italia, Lega, Sel e Movimento 5 Stelle. Per protesta contro il ricorso alla fiducia e contro le misure contenute nel decreto, i senatori di Grillo hanno parlato di «abolizione della democrazia» e di un «Parlamento espropriato di ogni funzione». Per questo si sono ammanettati in Aula, sfilando la giacca e indossando una maglietta con la scritta «Schiavi mai» contro quello che hanno ribattezzato «Precari act». Un episodio che ha portato ad una breve sospensione dei lavori e al richiamo da parte di Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato che in quel momento guidava il dibattito. Calderoli ha prima usato l’ironia: «Sospendo e vado a cercare il fabbro», «gli spogliarelli non sono consentiti e quando ci sono certi fisici sono anche sconsigliati». Poi ha minacciato addirittura l’arresto di chi stava protestando. Non si è arrivati a tanto perché manette e magliette sono sparite in pochi minuti, aprendo la strada al voto e quindi all’approvazione. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, dice che la protesta del Movimento 5 Stelle «non desta meraviglia» perché Renzi 3 20 anni la durata massima del contratto a termine senza causale o ragione del rinnovo. Prima era di dodici mesi per cento il tetto dei contratti a termine sul totale dei lavoratori. Chi lo supera pagherà una sanzione pecuniaria «fa le cose e prova a costruire un governo di svolta mentre loro perdono solo tempo». E poi aggiunge che «siamo tranquillamente dentro i tempi di conversione». Il maxiemendamento del governo sul quale ieri l’Aula del Senato ha votato la fiducia riprende pari pari il decreto uscito dalla commissione Lavoro. La durata massima del contratto a termine senza causale, quello più flessibile di tutti, passa da uno a tre anni. In compenso la percentuale dei lavoratori con contratto a termine non può superare il 20% dei dipendenti all’interno della stessa azienda. Sono consentite al massimo cinque proroghe, un tetto abbassato alla Camera rispetto al testo uscito da Palazzo Chigi che ne indicava otto. Proprio per bilanciare questa modifica, che riduce l’iniezione di flessibilità prevista dal decreto, il Senato ha però ammorbidito le sanzioni per chi supera il tetto del 20%. Non c’è più l’obbligo di assunzione dei lavoratori che portano a sforare la soglia, come nella versione arrivata dalla Camera. Ma una semplice sanzione pecuniaria che, a seconda della gravità, può andare dal 20 al 50% dello stipendio previsto per i contratti a termine in eccesso. Sull’apprendistato, il contratto che almeno nelle intenzioni dovrebbe essere il principale canale di accesso al mercato del lavoro, sale da 30 a 50 il numero di dipendenti che l’azienda deve avere per far scattare l’obbli- go di assumere definitivamente il 20% degli apprendisti prima di poterne prendere altri. C’è poi una modifica più politica, inserita nel famoso preambolo che introduce il testo del decreto. Poche parole che vincolano il governo a studiare il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, con il licenziamento La sanzione Le aziende che superano la soglia dei contratti a termine pagano una multa che va dal 20 al 50% dello stipendio che diventa più oneroso con l’aumento degli anni di servizio. L’impegno è di inserirlo nel vero e proprio Jobs Act, il disegno di legge delega già presentato dal governo che dovrebbe riformare tutto il mercato del lavoro, compresi gli ammortizzatori sociali. Ma per questo provvedimento non c’è la corsia veloce del decreto legge e i tempi saranno lunghi. Salvo sorprese, invece, i contratti a termine più flessibili saranno definitivamente legge nel giro di dieci giorni. Lorenzo Salvia @lorenzosalvia © RIPRODUZIONE RISERVATA Viale dell’Astronomia Confindustria, cambia la squadra per Squinzi Regina in uscita ROMA — Nuova squadra in arrivo in Confindustria. Il presidente Giorgio Squinzi ha deciso di accelerare la riforma dello statuto e oggi proporrà in giunta una squadra più snella e con un maggior peso femminile. Il ricambio più significativo dovrebbe riguardare l’uscita di Aurelio Regina, le cui importanti deleghe su energia e sviluppo economico andranno a Squinzi, e l’ingresso di Carlo Pesenti (regista della innovativa riforma organizzativa) al quale andrà la delega dell’ufficio-studi. Lasceranno per motivi personali e aziendali Paolo Zegna (comitato internazionalizzazione), Samy Gattegno (sicurezza) ed Edoardo Garrone (ambiente). Usciranno dal comitato di presidenza, composto da 21 imprenditori, anche Fulvio Conti, Massimo Sarmi e Giuseppe Recchi. La loro presenza era legata al ruolo in Enel, Poste ed Eni, incarichi perduti con le recenti nomine. Marco Gay, in quanto neopresidente dei giovani imprenditori, prenderà il posto di Jacopo Morelli. Per le donne vedremo oggi cosa tirerà fuori dal cilindro Squinzi per rinforzare la squadra femminile, composta solo da Diana Bracco, Antonella Mansi e Lisa Ferrarini. L’uscita di Regina, se verrà confermata oggi, ha il forte significato simbolico di ridurre il peso del potere espresso dal mondo «romano» e consolidare la leadership di Squinzi. Interessante sarà vedere con quale maggioranza il presidente incasserà il via libera della giunta alla nuova governance. Roberto Bagnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 In Aula I senatori 5 stelle contro il decreto Che cosa prevede la riforma del governo Multe al posto dell’obbligo di assunzione 1 Il contratto a termine può essere esteso fino a tre anni senza causalità e senza obbligo di pausa tra un contratto e l’altro. I lavoratori con contratto a termine non devono superare il 20% dei dipendenti. La novità ottenuta in Senato da Ncd è che per le aziende che superano il tetto non è più previsto l’obbligo di assunzione ma una sanzione pecuniaria che cresce dal 20% al 50% Arriva il «libretto formativo» Sgravi del 35% sulla solidarietà 2 In materia di apprendistato sale a 50 da 30 il numero di dipendenti che l’azienda deve avere affinché scatti l’obbligo di stabilizzare il 20% degli apprendisti. La formazione sarà mista, pubblica e privata. È stato ripristinato l’apprendistato a tempo determinato per le attività stagionali e introdotto il «libretto formativo» . L’inadempimento grave trasforma il contratto di formazione in contratto a tempo determinato 3 Novità anche nel preambolo, sorta di collegamento con il ddl delega che completerà il Jobs Act. Per volontà del relatore Pietro Ichino governo e maggioranza si impegnano a varare mediante la legge delega il codice semplificato del lavoro con la previsione del contratto a protezione crescente. Il decreto prevede sgravi contributivi del 35% per le aziende che nella crisi stipulino contratti di solidarietà Il congresso L’intervento del segretario della Fiom Landini sfida Camusso: ora più trasparenza e pubblichi online i conti DAL NOSTRO INVIATO Pranzo Renzi-Padoan Poste e Enav, privatizzazione in agenda ROMA — Pranzo di lavoro a Palazzo Chigi ieri per il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, invitato dal premier Matteo Renzi al rientro da una trasferta di dieci giorni in giro soprattutto per l’Europa. L’ultimo, ma non il meno importante degli appuntamenti dell’agenda del titolare del Tesoro, è stato il Consiglio dei ministri economici a Bruxelles (Ecofin) su cui il presidente del Consiglio ha voluto essere informato. Il confronto si sarebbe spostato sui prossimi provvedimenti economici che il governo ha in programma, come i due decreti sulla privatizzazione di Poste e Enav (Ente nazionale assistenza al volo), che dovrebbero essere esaminati nel primo consiglio dei ministri utile. Secondo fonti di Palazzo Chigi, al centro del colloquio di Renzi e Padoan, ci sarebbero stati anche la delega fiscale e l’uso dei fondi Ue su cui si sta facendo un lavoro di recupero, razionalizzazione e rilancio attraverso il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Graziano Delrio. Infine tra i temi di maggiore attualità politica c’è senz’altro il modo in cui il ministero dell’Economia, tramite i viceministri, seguirà l’iter del decreto Irpef in Parlamento. Le polemiche sorte in Senato sulle osservazioni relative alle coperture espresse dal Servizio del Bilancio sono l’avvisaglia di un clima infuocato, che del resto si è manifestato anche nel passaggio di altri provvedimenti nelle Aule: dal decreto lavoro alle riforme istituzionali. Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA RIMINI — È stato il leader della Fiom, Maurizio Landini, a scaldare ieri un congresso nazionale della Cgil che si trascinava stancamente. Ci si aspettava una sua clamorosa sortita sui temi della trasparenza dei rendiconti sindacali e allo stesso tempo un ulteriore segnale dell’asse politicotematico che lo lega da tempo al premier Matteo Renzi. Landini non ha deluso del tutto le aspettative ma si è fermato un attimo prima. Ha chiesto alla Cgil di diventare «una casa di vetro trasparente su bilanci e spese fino a dotarsi di un codice etico sui comportamenti morali». Nelle dichiarazioni rese subito dopo ha parlato anche della necessità di rendere pubblici gli stipendi dei dirigenti sindacali. «Il consenso che l’attacco governativo al sindacato trova nel Paese è figlio dei nostri errori, delle cose che non abbiamo fatto per tempo». E che ora dobbiamo recuperare «non perché ce lo chiede Renzi ma perché ce lo chiedono i giovani e i precari» che credono che i sindacalisti siano pagati dallo Stato. Landini che sfoggiava un maglione rosso ha avvertito la platea che quello che si sta per abbattere sulla rappresentanza «è un terremoto» e quindi ha poco senso trastullarsi nel quesito se la Cgil «debba essere una casa comune o un condominio», come aveva fatto nella relazione il segretario Susanna Camusso. «Non dobbiamo nasconderci i nostri errori, altrimenti è solo questione di tempo e faremo la fine dei partiti». Il congresso che si chiude oggi ❜❜ Autocritica Il consenso generale all’attacco che il governo fa al sindacato è figlio dei nostri errori La lista alternativa sancirà una spaccatura perché saranno tre le liste in lizza: la prima della maggioranza radunata attorno a Camusso, la seconda capeggiata dallo stesso Landini e la terza dell’area che fa capo a Giorgio Cremaschi. Per il numero uno della Fiom la divisione è colpa delle scelte fatte da Camusso con la firma del testo unico sulla rappresentanza. «L’unità della Cgil viene prima di quella con Cisl e Uil, pensare invece di avere un’unità di azione con loro per non affrontare la discussione interna è un errore gravissimo. Mi sono venuti i capelli dritti in testa quando ho sentito Raffaele Bonanni applaudito ieri dal congresso — ha scandito Landini con la consueta voce tonante —. È il sindacato che ha firmato con la Fiat e ha chiuso i contratti separati per lasciarci fuori dalle fabbriche. E viene qui a fare la lezione di democrazia a noi e non abbiamo problemi ad applaudirlo? Stiamo scherzando?». Il contenzioso aperto da Landini con la maggioranza della Cgil è stato ampio e ha investito oltre al tema delle regole della rappresen- Guida delle tute blu Maurizio Landini, 52 anni , di Reggio Emilia (sopra nell’intervento di ieri al congresso della Cgil) è il segretario generale della Fiom, la federazione dei metalmeccanici dello stesso sindacato. Landini guida l’opposizione a Susanna Camusso e ha presentato una lista di minoranza per il congresso. Tra i maggiori terreni di contrasto, l’accordo sulla rappresentanza firmato dalla Cgil a gennaio tanza il caso Fiat, considerato dirimente dalla Fiom perché l’azienda torinese è vista come responsabile di voler stravolgere le relazioni industriali, di superare il contratto nazionale e di attaccare la stessa possibilità di fare contrattazione collettiva. E Landini ha rimarcato polemicamente il silenzio in materia del segretario Camusso nella relazione di apertura. In mattinata si era registrata anche una visita-lampo del ministro Giuliano Poletti, accolto dai pochi delegati in aula in qualche momento con qualche applauso e fischi isolati. Ma proprio la procedura insolitamente veloce ha confermato l’impressione del grande freddo che c’è tra la Cgil e il mondo della cooperazione che Poletti, suo malgrado, continua simbolicamente a rappresentare. Resta comunque la sensazione che il congresso abbia avuto lungo tutti i primi due giorni un convitato di pietra (Matteo Renzi) evocato in quasi tutti gli interventi, volti per altro ad autorassicurare la platea sull’importanza della rappresentanza e sul valore dell’azione sindacale. Ma non è un caso che la battuta che ieri correva di bocca in bocca fosse quella di Carla Cantone, segretaria dei pensionati che dal palco ha operato una rilettura del Manzoni: «Evitiamo di fare come i galli di Renzo dei Promessi Sposi perché rischiamo di diventare i polli di Renzi». Più chiaro di così si muore. Dario Di Vico © RIPRODUZIONE RISERVATA Le confederazioni I distacchi nel pubblico impiego causano assenze retribuite pari a 3.655 dipendenti l’ anno (uno su 550) Ma quanto valgono Cgil, Cisl e Uil? 1,2 miliardi Dai 12,3 milioni di iscritti arriva un contributo di circa l’1% su pensione o stipendio ROMA — Poiché Cgil, Cisl e Uil vantano insieme 12,3 milioni di iscritti, sono per definizione una potenza economica. Ogni iscritto paga infatti una tessera e una quota mensile, trattenuta sullo stipendio o sulla pensione, all’incirca l’1%. Trattenuta a vita, salvo disdetta per iscritto. Un lavoratore, insomma, si può stimare prudentemente che versi al sindacato in media circa 130 euro all’anno e un pensionato 60. Considerando che i lavoratori iscritti alle tre confederazioni sono 6,3 milioni si tratta di circa 828 milioni, ai quali si sommano altri 360 milioni che arrivano da pensionati e altri iscritti (disoccupati, per esempio). In tutto quasi un miliardo e duecento milioni l’anno che arrivano dai tesserati. Che rappresenta certamente la quota maggiore delle entrate del sindacato. Ma ci sono anche risorse che vengono da finanziamento pubblico, «diretto e indiretto», come scrisse Giuliano Amato nella relazione consegnata al governo Monti nel 2012, che lo aveva incaricato di far luce sul tema per vedere se era possibile tagliare qualcosa. Amato si soffermò su tre voci: i distacchi sindacali nel pubblico impiego, cioè lavoratori che fanno i sindacalisti ma continuano a prendere lo stipendio dall’amministrazione pubblica; i fondi ai patronati, che assistono gratuitamente lavoratori e pensionati in particolare nelle pratiche previdenziali; i fondi ai Caf che si occupano invece di compilare e trasmettere le dichiarazioni dei redditi. L’ex premier concluse che ci sono margini solo sui distacchi nel pubblico impiego, che causano assenze retribuite dal lavoro Gli iscritti e i costi Cgil Totale 5.712.642 2.716.519 D’ARCO Uil 113 milioni Cisl Totale 4.372.280 di euro Totale 2.216.443 2.996.123 430 2.311.276 2.006.515 milioni di euro Il costo annuo dei circa 2 mila distacchi sindacali nel pubblico impiego Il finanziamento pubblico annuo ai patronati 1.345.323 170 582.147 288.973 54.489 Fonte: Cgil, Cisl e Uil, dati 2013 Patronati Ogni anno i patronati possono contare su circa 430 milioni divisi tra una trentina di sigle Il mattone Nel patrimonio della Cgil ci sono circa 3 mila immobili, 5 mila in quello della Cisl lavoratori pensionati altri corrispondenti a 3.655 dipendenti l’anno (uno su 550) per un costo di 113,3 milioni di euro. E guarda caso una delle 44 proposte di riforma della pubblica amministrazione lanciate dal governo Renzi prevede il dimezzamento dei distacchi. Per il resto, Amato suggeriva di non tagliare, né sui patronati né sui Caf, perché svolgono funzioni essenziali (riconosciute da sentenze della Corte costituzionale quelle dei patronati, che inoltre sono finanziati con i contributi versati dalle aziende all’Inps) sia perché entrambi hanno già subito pesanti tagli dei contributi. Ogni anno ai patronati vanno circa 430 milioni di euro. Una somma che si dividono una trentina di sigle, in base all’attività svolta. Certo la parte del leone la fanno i patronati di Cgil, Cisl e Uil, ma ci sono anche gli istituti promossi dai sindacati minori e dal- milioni di euro Il finanziamento pubblico ai Caf, i centri di assistenza fiscale Fonte: Relazione Amato al governo Monti sul finanziamento ai sindacati (agosto 2012) le associazioni delle imprese. Ai Caf vanno invece circa 170 milioni. In questo caso le sigle sono addirittura 80. Il 45% dell’attività viene svolto dai centri di Cgil, Cisl e Uil e degli altri sindacati, il resto dai Caf delle altre associazioni (datori di lavoro, professionisti, organizzazioni cattoliche). Distacchi, fondi pubblici ai patronati e ai Caf, sono forme indirette di finanziamento, di cui non si trova traccia nei bilanci dei sindacati. Caf e patronati hanno infatti bilanci separati. Ma anche restringendo il campo di osservazione ai sindacati non si troverà altro sui rispettivi siti che i bilanci delle confederazioni nazionali. Non esiste insomma il bilancio consolidato, che tiene insieme tutte le strutture sindacali, di categoria (metalmeccanici, chimici, pubblico impiego, ecc.) e territoriali (regioni, pro- vince, ecc.). E parliamo di Cgil, Cisl e Uil, perché se passiamo ai sindacati minori talvolta non esistono nemmeno i bilanci o meglio sono segreti. Basti pensare all’Ugl e forse non è un caso, vista l’inchiesta della magistratura che ha travolto il segretario Giovanni Centrella accusato di appropriazione indebita aggravata. Del resto i sindacati sono associazioni di fatto e in quanto tali non hanno obblighi particolari. Ogni sigla si comporta come meglio crede. Fino a poco tempo anche la Fiom-Cgil, che adesso con il segretario Maurizio Landini chiede trasparenza, teneva nascosto il proprio bilancio. Poi, dopo l’arrivo di Renzi e il pressing su «tutte le spese online», la svolta. Sul sito Landini ha fatto pubblicare non solo il bilancio ma anche le sue buste paga e le retribuzioni medie dei dipendenti della struttura nazionale. Apprendiamo così che Landini guadagna 2.250 euro al mese. Per i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil dobbiamo attenerci invece a dichiarazioni e notizie filtrate sui media negli ultimi anni: circa 3.500 euro al mese disse di ricevere l’ex segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, 4 mila euro quello della Uil, Luigi Angeletti, 4.500 Raffaele Bonanni. Infine, Cgil, Cisl e Uil hanno una grande ricchezza patrimoniale: circa 3 mila immobili la Cgil, 5 mila la Cisl e un numero imprecisato la Uil. Tutto grazie a una legge (la 902 del 1977) che attribuì loro gratuitamente il patrimonio dei disciolti sindacati fascisti. Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Auto Il piano 2014-2018 FIAT-CHRYSLER, IL PIANO INDUSTRIALE L’andamento andamento in Borsa Obiettivi di vendita 2013 2018 Obiettivi finanziari 2013 2018 8738 38 87 mld di euro 132 mld Ricavi 82 8282 FIAT PIAZZA IERI A PIA AFFARI 25 7825 7,48 eu euro -11,69% 69 7369 12 6912 56 6456 13 gen 2 27 10 ffeb 24 4 10 mar 24 4 7 apr 21 1 5 mag 4,1 % Margine operativo 6,6-7,4 % Fiat Professional 1,5 mln di auto 1,9 mln Fiat Alfa Romeo Utile netto 0,9 mld 4,7-5,5 mld Maserati Debito netto industriale 9,7 mld 0,5-1 mld Jeep 74.000 400.000 Chrysler 15.400 75.000 431.000 600.000 350.000 800.000 596.000 600.000 Dodge 732.000 1,9 mln Ferrari 7.000 7.000 Fonte: Fca Group «Fiat-Chrysler leader, nessuno mandato a casa» La lettera di Elkann e Marchionne. Il tonfo del titolo in Borsa, meno 11,7% Symbola-Unioncamere Ecco i dieci primati dell’Italia L’Italia non è vittima della globalizzazione. Tanto meno ha perso la sfida con i Paesi emergenti. L’idea dell’ultimo rapporto elaborato da Fondazione Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison è quella di ribaltare l’abito mentale che tratteggia l’Italia senza speranza. Così l’ottimismo di Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison, ha partorito un decalogo di verità sulla competitività italiana. Un elenco di constatazioni corredato di cifre e dati che comincia fissando un fiore all’occhiello del made in Italy. Solo cinque Paesi al mondo registrano un surplus commerciale sopra i 100 miliardi di dollari. L’Italia è nella cinquina d’oro (113 miliardi nel 2012), stracciando Francia (-34 miliardi) e Stati Uniti (-610 miliardi). Il decalogo presentato ieri a Roma indica altre nove «verità». Le imprese italiane sono tra le più competitive al mondo. L’affermazione è supportata dal numero di prodotti, 935 su un totale di 5.117, che l’Italia ha piazzato al primo, secondo o terzo posto per attivo commerciale estero. Ottima anche la capacità di conservare la propria fetta di export su base mondiale. Oggi vale il 71% di quanto valeva nel 1999, prima della globalizzazione. Una performance migliore di Giappone, Francia e Regno Unito che hanno visto scendere le rispettive quote sotto il 70%. Le altre verità ribadiscono l’eccellenza in campo ambientale, così come il primato su scala europea per numero di pernottamenti di turisti extra Ue. La situazione debitoria complessiva del Paese (Stato, famiglie e imprese) fa dell’Italia una delle nazioni meno indebitate al mondo. Il documento aggiunge che il Pil è precipitato per il crollo della domanda interna e che gli altri Paesi sono cresciuti aumentando il debito. Tanto che la «quota» italiana di debito pubblico dell’Eurozona si è ridotta. Ultima verità: dal 1996 al 2013 l’Italia ha prodotto il più alto avanzo primario cumulato della storia, 591 miliardi di euro. Andrea Ducci © RIPRODUZIONE RISERVATA DAL NOSTRO INVIATO AUBURN HILLS (Michigan) – Giornata storica quella del lancio del gruppo integrato FiatChrysler, ma il «day after» ha un gusto amaro. Stavolta il Sergio Marchionne che esclude tagli di stabilimenti e di personale in Italia e che critica gli eccessi del capitalismo più brutale piace ai rappresentanti dei lavoratori, anche a quelli italiani che in passato lo hanno aspramente criticato, ma non alla finanza: la Borsa non trova nelle parole del capo del gruppo Fiat-Chrysler spazi per possibili guadagni speculativi a breve e punisce il titolo Fiat che, dopo un tonfo del 9 % e una sospensione per eccesso di ribasso, chiude in calo dell’11,69% . Undici come le ore della presentazione-fiume di martedì. L’amministratore delegato di FCA e gli altri capi delle varie aree del gruppo – i singoli marchi, dalla Maserati alla Dodge, la finanza, i responsabili dei vari mercati mondiali – hanno sepolto analisti e stampa sotto un oceano di dati, progetti, immagini di un passato glorioso, suggestioni commerciali. Poi Marchionne ha declinato con orgoglio la sua scommessa: sette milioni di venduti nel 2018, rispetto ai 4,3 milioni del 2013, cinque miliardi di utili netti a fine piano, col debito pressoché azzerato. L’Alfa che passa da 73 a 400 mila vetture prodotte e Maserati che moltiplica per cinque le vendite. Un piano ambizioso, per alcuni analisti addirittura temerario: alla fine della giornata in cui i gruppi del Lingotto e di Auburn Hills cominciano a scrivere quello che Marchionne chiama «il nostro nuovo libro» (la storia di FCA, la società nata dalla fusione delle due Case) il presidente John Elkann spiega di condividere in pieno la «sfida contro la mediocrità» sulla quale è basata la scommessa del manager. E sottolinea che oggi l’Italia ha la possibilità di rilanciare i suoi marchi dell’auto sfruttando una piattaforma di livello mondiale grazie alle scelte, spesso difficili, fatte ne- gli ultimi anni. Al tempo stesso, però, Elkann ammette che anche qualche consigliere d’amministrazione era rimasto sorpreso dalle cifre di un piano giudicato estremamente impegnativo. E’ stato Marchionne a convincere i consiglieri che quegli obiettivi sono praticabili. In cambio ha dovuto promettere di rimanere al vertice del gruppo per tutta la durata del piano: «Resterò fino al 2018, a meno che» ha scherzato, «non si riescano a centrare in anticipo gli obiettivi finanziari del piano». Se non ce la fa a rilanciare l’Alfa, nota qualche analista, salta l’obiettivo che è al centro del piano: spostare il grosso del gruppo verso la parte “premium” del mercato, quella più remunerativa, garantendo un futuro agli stabilimenti europei, soprattutto quelli italiani. Il manager risponde spiegando che il piano ha valvole di sicurezza e chiedendo coraggio e ambizione. Lo ha ribadito ieri nella lettera che ha scritto, con Elkann, ai 300 mila dipendenti del gruppo: «Questo è un grande salto evolutivo: sarete protagonisti e artefici di un futuro migliore». Marchionne, che in Italia ha la fama del capitalista duro, ma che ha una sua sensibilità per i problemi sociali, da tempo ha corretto la rotta cercando di garantire un futuro a tutti gli stabilimenti italiani e ieri ha ribadito il suo impegno: non ci saranno esuberi. Coi nuovi prodotti indicati dal piano presentato martedì l’utilizzazione degli impianti tornerà a livello ottimali e gli operai in cassa integrazione rientreranno in fabbrica. Applausi dei sindacalisti, perplessità degli esperti delle banche d’affari che gli hanno chiesto se un investimento così massiccio per il rilancio dell’Alfa l’avrebbe deciso anche se i suoi impianti non fossero stati in Italia. Altri analisti americani lo hanno interrogato sul futuro di Pomigliano, Cassino e Mirafiori. «Ma che siete della Fiom?» ha sibilato tra l’irritato e l’ironico Vertici Sergio Marchionne e John Elkann, amministratore delegato e presidente Fiat Chrysler un Marchionne che più di una volta ha duellato, anche con toni aspri, coi suoi interlocutori, ma ha discusso apertamente con tutti senza mai sottrarsi alle domande. Per poi chiudere con una lunga riflessione sulla responsabilità sociale delle imprese. Il manager ha mostrato le immagini della Casa della cultura della Fiat in Brasile e si è commosso leggendo la lettera della figlia di una dipendente della Chrysler che racconta come il lavoro in uno stabilimento che stava per essere travolto dalla bancarotta del gruppo ha salvato la sua famiglia dal degrado sociale. «I’am a Detroiter», ha scritto la ragazza e dopo che Elkann, rispondendo a una domanda, ha raccontato di essere cresciuto nel mito della Detroit di Henry Ford, quella conosciuta dal suo bisnonno e da nonno Giovanni, Marchionne ha promesso all’uditorio: «Datemi un po’ di tempo: diventerà anche lui un Detroiter». Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA Le vetture La Giulia dal 2015 a Cassino Tornerà la Fiat 124 (anche Abarth) Tre modelli anti-Golf Il giorno dopo - the day after, come dicono nei corridoi della Chrysler - ad Auburn Hills sono tutti stanchi, ma galvanizzati dalla lunghissima giornata di presentazione del piano 2014-2018 di Fca. Il progetto messo a punto da Sergio Marchionne contiene peraltro diverse novità. Nelle slide illustrate da Olivier Francois, capo del brand Fiat, c’è per esempio una piccola vettura nascosta da un telo, definita «specialty», è la prossima Fiat 124 spider. Il nuovo modello, costruito in Giappone in collaborazione con Mazda, verrà realizzato anche con il marchio Abarth: non una versione, ma un prodotto distinto, saranno dunque realizzate due auto, con due diversi marchi, entrambi prodotti globali. Francois ha anche spiegato che la Punto, la vettura che occupa attualmente il segmento B, verrà sostituita da un altro modello, anche se è ancora oggetto di riflessione l’eventuale inserimento nella famiglia della Cinquecento - in pratica una Cinquecento a 5 porte o in alternativa il completo ridisegno, con una carrozzeria che non avrà nulla a che vedere con l’attuale automobile. Anche nel segmento C, quello della Bravo, avverrà un profondo ribaltamento. Sono in pista tre veicoli, che potrebbero essere costruiti nello stabilimento della Tofas, la controllata di Fiat in Turchia, su una piattaforma inedita (non del Fiorino): in particolare verranno realizzate una berlina a quattro porte, una a cinque ed una station wagon. Si inseriranno nella fascia di mer- cato dove spopola la Golf che nel 2013 ha venduto circa 480mila unità. Per quanto riguarda il rilancio di Alfa Romeo, questa volta Marchionne non è caduto nella trappola del progetto «Fabbrica Italia», quando nel 2010 aveva dettagliato nei minimi particolari il piano che, in corso d’opera, era stato poi costretto a modificare. L’aspetto più importante del programma per il marchio del Biscione sta però nell’equilibrio delle varie componenti, non esiste una parte che possa far crollare tutto. Rischi ed opportunità sono bilanciati, sia attraverso i marchi sia attraverso le regioni in cui Fca opera. Contrariamente alle anticipazioni, Marchionne non ha annunciato lo scorporo dell’Alfa Romeo, tutto può succedere, ma attualmente, con la gamma Alfa limitata a Mito e Giulietta, è fuori da ogni logica. I progetti del Lingotto Il modello storico della Fiat 124: sarà rivisitata La nuova Jeep : in cinque anni lanciati cinque modelli La prima delle 499 Ferrari «La Ferrari»: costa oltre 1 milione L’Alfa Romeo 4C costruita nelle officine Maserati di Modena È però facile immaginare che i modelli del Biscione avranno la loro casa nell’impianto di Cassino (la Giulia sarà prodotta nell’impianto laziale, a partire dalla fine del 2015) e a Mirafiori dove si sta disponendo la seconda linea, affiancata a quella ormai pronta di assemblaggio del suv Maserati. Le prime scocche si dovrebbero vedere sempre il prossimo anno (Fiat ha stanziato per la fabbrica torinese circa 2 miliardi di euro). Con Melfi a pieno carico grazie a 180mila Fiat 500X e 200mila Jeep Renegade (altre 200mila arriveranno dall’America Latina e 500mila dall’Asia), si vede ormai la piena occupazione con il ritorno, a breve, di tutti i cassintegrati in fabbrica. L’impianto di Pomigliano è totalmente dedicato alla Panda (se la congiuntura economica tenderà al bello, man mano dovrebbero rientrare i dipendenti ancora sospesi), come quello di Grugliasco alle Maserati Quattroporte e Ghibli. Per la futura 500, invece è quasi certa la permanenza, nel sito di Tycky, in Polonia. Il piano illustrato martedì a Auburn Hills prevede inoltre cinque famiglie di motori, tra cui quelli a benzina con potenze tra 120 e 180 cavalli, che equipaggeranno tutti i modelli di taglia piccola e media e saranno costruiti, quasi sicuramente, in Italia (l’investimento complessivo per tutti i propulsori supera i 5 miliardi) . Con queste premesse, i timori che alcuni analisti finanziari hanno espresso da Auburn Hills appaiono eccessivi. Ieri un’apertura di credito al piano e ai vertici di Fca è giunta a sorpresa da Bob King, il potente capo del sindacato americano Uaw. «Grande rispetto per Sergio Marchionne, per quello che ha fatto per la crescita della quota di mercato. Per me - ha spiegato King - sarà veramente Fca. Non sarà Chrysler che controlla Fiat o Fiat che controlla Chrysler. È realmente una casa automobilistica globale». Bianca Carretto © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 italia: 51575551575557 7 8 Primo Piano Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Politica e giustizia Il caso Caso Ruby, l’attacco di Minale «Boccassini non aveva titolarità» Il procuratore generale al Csm: interrogò i testi prima che il caso fosse suo ROMA — Ilda Boccassini, procuratore aggiunto di Milano, «non aveva titolarità». Né per interrogare Piero Ostuni, l’ex capo di gabinetto della Questura di Milano, cui arrivarono le pressioni di Silvio Berlusconi per liberare la falsa «nipote di Mubarak», Ruby Rubacuori. Né per ascoltare Giorgia Iafrate: la funzionaria di polizia che, dopo le pressioni dell’ex presidente del Consiglio, affidò la minorenne, frequentatrice delle serate ad Arcore, alla consigliera regionale Nicole Minetti. Lo ha detto al Csm il pg di Milano, Manlio Minale, nel corso della sua audizione del 14 aprile scorso, davanti alla prima e alla settima Commissione che stanno tentando di chiarire se la denuncia presentata dall’aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, contro il capo della procura Edmondo Bruti Liberati, abbia qualche fondatezza. In un esposto Robledo, che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione, ha accusato il capo di irregolarità nell’assegnazione di alcuni fa- scicoli. A cominciare dal caso Ruby. Secondo Minale, Bruti Liberati avrebbe avuto «l’obbligo di interpellarlo» per l’iscrizione tra gli indagati di Berlusconi. Dunque Ilda Boccassini non avrebbe dovuto ascoltare quelle testimonianze così preziose per il processo costato la condanna per prostituzione mino- rile a Berlusconi? Minale non è così netto. «Io non so se non abbia chiesto al procuratore se poteva compiere quell’atto», ha spiegato al Csm. Ricordando che nella circolare del Consiglio sulla riforma Castelli «è prevista addirittura la possibilità per il procuratore di designare anche per singoli atti», ha aggiun- Le lamentele Le convocazioni La vicenda I fascicoli e i rilievi Il Csm sta valutando i rilievi sull’assegnazione dei fascicoli che il numero due dei pm di Milano, Robledo, ha mosso al suo capo Bruti Liberati Robledo lamenta violazioni tabellari nella propria esclusione da inchieste di corruzione date invece ai colleghi Greco e Boccassini Il Csm, che ha già ascoltato Robledo e Bruti, la settimana prossima ha convocato i pm Greco, Pomarici, Boccassini e Gatto to. Ed è proprio questa la motivazione fornita al Csm da Bruti Liberati, di quella apparente intrusione. Il 26 ottobre — ha ricostruito a Palazzo dei Marescialli — lui decise di affidare il caso alla Boccassini, come aggiunto di riferimento. D’accordo con l’aggiunto Nobili. D’altronde, aveva spiegato Bruti Liberati, a Milano è abitudine che gli aggiunti partecipino anche a procedimenti non assegnati. Il 28 si tenne l’interrogatorio. T u t to n o r m a l e , a l l o r a ? Manlio Minale non lo sa. «Non è escluso che in quel caso ci sia stata un’interlocuzione tra l’aggiunto e il procuratore per cui ci sia stata una autorizzazione a compiere quell’attività che poi si è formalizzata nell’iscrizione». Quello che è certo è che, dice, «i magistrati sostituti trascinano i procedimenti», come accadde al pm Sangermano, titolare del fascicolo Ruby, passato dal pool guidato dall’aggiunto Nobili a quello della Boccassini. «Ma — sottolinea — se sono di materia specializzata devono riferire al loro superiore, che è addirittura il procuratore aggiunto di riferimento che mette il visto». Quindi, Ilda Boccassini «non essendoci stata un’assegnazione diretta fino al provvedimento di iscrizione dobbiamo ritenerla non assegnataria di quel procedimento, sempre che — aggiunge Minale — non si ritenga che il procuratore, annotando “procedimento assegnato a Boccassini, Forno e Sangermano”», nel dicembre 2010, al momento dell’iscrizione del reato di concussione, «non abbia voluto coprire, sa- nare la precedente situazione». Secondo il pg, «fino a quel provvedimento di iscrizione la collega Boccassini non era assegnataria perché si è inserita, ha ritenuto di assistere, di lavorare insieme al sostituto che era del suo dipartimento ma in un procedimento che non era di Dda». Tra lunedì e martedì saranno ascoltati la stessa Boccassini, Francesco Greco, Ferdinando Pomarici e Nunzia Gatto. Intanto Forza Italia protesta: «Se venisse confermata la notizia, secondo cui il pm Boccassini avrebbe dato inizio all’inchiesta nei confronti dell’allora premier senza averne la titolarità — accusa Manuela Repetti —, ciò inficerebbe all’origine l’intero procedimento giudiziario». Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA A Napoli La presunta compravendita L’ex pd ai magistrati: mi offrirono soldi per passare al centrodestra NAPOLI — Al processo t’altro. «Mi disse che il govercontro Silvio Berlusconi e no Prodi non aveva futuro e Valter Lavitola per la compra- che per Berlusconi era assovendita dei senatori organiz- lutamente fondamentale torzata, secondo l’accusa, dal nare a fare il presidente del centrodestra per far cadere il Consiglio, perché era una cogoverno Prodi, hanno depo- sa che sentiva molto». Quindi sto ieri in tribunale a Napoli gli spiegò che sarebbero pol’ex senatore Paolo Rossi e la tuti partire anche immediasenatrice Anna Finocchiaro. tamente per la Sardegna per Particolarmente rilevante la incontrare Berlusconi che si testimonianza di Rossi che, trovava a Villa Certosa e staconfermando quanto già bilire il prezzo dell’accordo». emerso durante la fase inveLa senatrice Finocchiaro stigativa condotta della Pro- ha invece spiegato alla corte cura di Napoli, ha raccontato di aver ricevuPalazzo Madama to offerte ecoPaolo Rossi, nomiche an56 anni, eletto che apparensenatore con il Pd temente connel 2006, rieletto sistenti. «In nel 2008 cambio del mio passaggio al centrodestra — ha raccon- che a suo parere il cambio di tato Rossi ai giudici — l’ex casacca di Sergio De Gregosenatore Antonio Tomassini rio, che dall’Italia dei Valori mi offrì una somma di dena- passò con il centrodestra (ha ro che, mi disse, non avrebbe ammesso di essere stato pacambiato la vita del presiden- gato per questo da Berlusconi te Berlusconi, ma la mia sì». e ha già patteggiato la sua peRossi ha riferito di aver ri- na scegliendo di essere procevuto un invito a casa da To- cessato con rito abbreviato), massini, che lui conosceva fu «molto grave», perché a bene per la pregressa mili- differenza di altri cambi di tanza nella Democrazia cri- casacca che già si erano veristiana e perché Tomassini era ficati, in quel caso lei capì suil ginecologo di sua moglie. bito che la scelta non era poPensò, ha spiegato, che si litica ma di altra natura. E intrattasse di un incontro per fatti parlò pubblicamente in motivi politici, magari legati Senato di «corruzione giudialle questioni amministrative ziaria». F.B. di Varese, la città di entrambi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Invece l’argomento era tut- Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 Con i giornalisti Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ieri alla conferenza stampa sul Dipartimento cultura del partito (Mistrulli) Le strategie L’ex premier attento a non alzare i toni per non rischiare la revoca dei servizi sociali Berlusconi e i suoi legali tra cautela e speranza di annullare il processo Forza Italia: un intreccio di abusi e forzature Il «Cinque maggio» dell’ex Cavaliere Nell’ultima pagina del discorso di Berlusconi spunta una poesia, che l’ex premier ha recitato ieri alla platea. «Ho scritto il discorso il 5 maggio e per ridere e far ridere feci la parodia del Cinque maggio» di Alessandro Manzoni, ha raccontato. Ecco i versi: «Ei fu siccome ignobile, dopo il feral sondaggio, freme s’indigna ed esplode, in un fatal messaggio: dichiara affranto e triste, ormai lo dico piano, la destra non esiste, se non ci metto mano. Per continuar l’impegno, e non essere affranto, devo cambiar contegno, oppure è solo pianto» (LaPresse) ROMA — La cautela è massima. Perché Niccolò Ghedini, impegnato a Napoli nel processo sulla compravendita dei senatori, non ha ancora dato la linea al partito. E perché Berlusconi, per quanto speri sempre in un colpo di scena a suo favore, «scottato» com’è dalle sue vicende giudiziarie, a caldo ha commentato piuttosto sconsolatamente: «Mah, non so, non vedo come si possa evitare che il processo vada avanti...». E però, la notizia che il procuratore generale di Milano, Manlio Minale, in un’audizione davanti al Csm ha denunciato come Ilda Boccassini non avesse titolo per aprire lei stessa le indagini sul caso Ruby, è percepita come un «fatto molto importante, dagli esiti imprevisti» in Forza Italia. Certo, a ieri sera, ancora in pochi erano pronti a reagire. Il primo, quasi l’unico (lo ha seguito più tardi Manuela Repetti), è stato Luca D’Alessandro, segretario in commissione Giustizia e capo ufficio stampa azzurro: «Quanto sta emergendo dal procedimento del Csm sulla spaccatura interna alla procura di Milano, è un intreccio di irregolarità, abusi, In Cassazione L’amico di Formigoni e il crac del San Raffaele Daccò, salta la condanna In un mese può essere libero Si torna in appello. L’imputato è in cella dal 2011 MILANO — La Cassazione annulla la condanna a nove anni di reclusione per Pierangelo Daccò rimandando in appello il processo sul crac dell’ospedale San Raffaele, ma sia la difesa che la procura di Milano possono considerarlo comunque un risultato positivo: la prima perché potrebbe vedere libero in un mese l’«apriporte» in Regione Lombardia; la seconda perché può rivendicare che in appena due anni e mezzo dal fallimento almeno una parte delle accuse si sono tramutate in una condanna definitiva. L’amico di lunga data e compagno di munifiche vacanze dell’allora presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni l’11 giugno 2013 era stato condannato dalla Corte d’Appello di Milano a nove anni di reclusione per concorso in una serie di distrazioni di fondi che avevano contribuito un anno prima al tracollo finanziario della struttura sanitaria fondata da don Luigi Verzé, che se non fosse deceduto prima dell’avvio del processo si sarebbe ritrovato tra gli imputati. Daccò aveva scelto, da solo, il rito abbreviato e dopo aver subito il 3 ottobre 2012 una condanna a 10 anni di carcere e al pagamento di una provvisionale di 5 milioni di euro per associazione a delinquere e bancarotta fraudolenta dal gup Cristina Manocci, si era visto ridurre la pena di un anno in appello. Ma la sorte dei due suoi coimputati in altrettanti capi di imputazione, che riguardano distrazioni di fondi per 2 milioni e 773 mila euro, era stata diametralmente diversa, tant’è vero che i due erano stati assolti in un altro processo. In appello, la difesa di Daccò aveva chiesto che quelle due assoluzioni fossero prese in considerazione e di valutar- La vicenda In primo grado Coinvolto nel crac dell’ospedale San Raffaele, il 3 ottobre 2010 Pierangelo Daccò viene condannato dal Gup a 10 anni di carcere e al pagamento di una provvisionale di 5 milioni di euro La svolta L’11 giugno 2013, la pena viene ridotta di un anno dalla Corte d’appello di Milano. Ieri la Cassazione ha annullato la condanna per due capi di imputazione confermandola per gli altri 5. Il processo torna in appello ne le ripercussioni su Daccò. Ieri il sostituto procuratore generale Giocchino Izzo ha chiesto che la sentenza d’Appello venisse confermata dai giudici della quinta sezione penale della Corte di Cassazione perché si trattava di una sentenza «immune da vizi»: stessa condanna a 9 anni e stessa provvisionale di 5 milioni da versare immediatamente alla Fondazione Monte Tabor. La Suprema Corte, invece, ha accolto parte delle tesi difensive sostenute dai legali di Daccò, gli avvocati Massimo Krogh e Luigi Panella. I giudici, infatti, hanno deciso che il processo deve tornare in appello a Milano, ma ad una sezione diversa dalla seconda che ha condannato Daccò. Il nuovo collegio dovrà però occuparsi solo dei due capi di imputazione al centro della questione, stabilendo se Daccò è colpevole o innocente. La responsabilità per gli altri cinque capi d’accusa, invece, è passata in giudicato definitivamente. Tutto questo si riflette sull’entità della pena finale che dovrà esse ricalcolata, ma soprattutto sulla detenzione del «faccendiere». Daccò, che nel frattempo è stato imputato anche nel processo Maugeri con altre nove persone, tra cui Formigoni, è in carcere dal novembre del 2011. Tra circa un mese scadrà il periodo di detenzione massimo consentito per la «fase» processuale che va dall’appello alla Cassazione, e visto che non sarà possibile far cominciare e finire il nuovo processo in così poco tempo, la sua detenzione per questa storia dovrà finire. Giuseppe Guastella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA favoritismi e forzature che dimostrano come fosse in vita una procura nella procura che aveva lo scopo esclusivo di colpire Berlusconi». Se da questa posizione si arriverà a montare una campagna fino a chiedere magari l’annullamento del processo lo si capirà nelle prossime ore. Per ora però Berlusconi è molto attento a non riaprire in maniera violenta la polemica sui suoi casi giudiziari. Negli ultimi giorni infatti, dopo gli avvertimenti del Tribunale di sorveglianza e il rischio concreto che gli possano essere revocati i servizi sociali (che comincerà a scontare domani con la prima visita al centro di Cesano Boscone), incalzato dalle domande dei giornalisti ha preferito soprassedere ostentando sarcastici sorrisi. Ma la sua reazione potrebbe arrivare da un momento all’altro. Sì, perché l’ex premier continua ad essere presentissimo in campagna elettorale. Ieri ha incontrato prima i giovani dei club, poi ha tenuto una conferenza stampa per lanciare il dipartimento di Fo r z a I t a l i a Cultura assieme al responsabile Edoardo Sylos Labini, una delle new entry nel partito. E ieri sera ha visto 200 giovani di Azzurra Libertà, associazione benedetta da Daniela Santanchè e guidata da Andrea Zappacosta. Messa da parte la giustizia, il messaggio di Berlusconi va ormai in L’accusa D’Alessandro, segretario in commissione Giustizia: «A Milano una procura nella procura, con un solo scopo» Le mosse Sulle larghe intese niente aperture: «Ci sono bastate quelle che abbiamo fatto» Il vaglio dell’ipotesi Marina 7 molte e diverse direzioni. Dalla figlia Marina — che in pubblico continua a sconsigliare di scendere in campo (e comunque, se dovesse farlo, sarebbe «attraverso le primarie») ma in privato a testare —, convinto che con il suo appoggio sarebbe una candidata fortissima e vincente, al rapporto con Renzi: altalenante, ma ancora molto solido come ha dimostrato la travagliata scelta di votare il testo base sulla riforma del Senato anche se non condiviso. In ogni caso, per ora, niente aperture sulle larghe intese: «Ci sono bastate quelle che abbiamo fatto», torna a ripetere l’ex premier. Ieri, parlando della politica culturale che ha in mente di fare FI, ce n’è stato anche per la Rai: «Noi (Mediaset) non facciamo fiction che fanno gli anni di condanna in primo grado a Berlusconi per il processo Ruby la pubblicità alla mafia». E per finire, innervosito dai retroscena che darebbero il partito al 17%, Berlusconi è ricorso perfino alla poesia, parafrasando il «Cinque maggio» applicato a se stesso: «Ei fu siccome ignobile dopo il feral sondaggio, freme s’indigna ed esplode in un fatal messaggio: dichiara affranto e triste, ormai lo dico piano, la destra non esiste, se non ci metto mano. Per continuar l’impegno, e non essere affranto, devo cambiar contegno, oppure è solo pianto». Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 italia: 51575551575557 Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 Riforme Le scelte Senato, ora si allungano i tempi E Calderoli fa risorgere la devolution Nel suo ordine del giorno sull’elezione diretta anche il federalismo La Nota di Massimo Franco Tiene l’asse con FI ma il voto europeo spaventa il governo I l governo di Matteo Renzi ha ottenuto la sua ottava fiducia, in materia di lavoro, nella solita cornice di caos del Movimento 5 Stelle. Ma soprattutto ha ricevuto un’altra conferma della tenuta dell’asse con Silvio Berlusconi e Denis Verdini: al punto che Forza Italia rivendica di avere salvato il governo in materia di riforma del Senato, dopo le tensioni dell’altra notte in commissione e le minacce di crisi. L’abbraccio è vistoso, e non proprio disinteressato. Il partito berlusconiano, seppure all’opposizione, avverte Palazzo Chigi che gli deve tutto fin dalla nascita dell’esecutivo; e che i contrasti dentro il Pd rendono essenziale il suo appoggio. L’ipotesi che tutto questo possa portare a una diversa maggioranza dopo il voto europeo di maggio appare, come minimo, prematura. Ma gli accenni fatti nei giorni scorsi dal Cavaliere bastano a diffondere preoccupazione. Berlusconi aveva fatto sapere che sarebbe pronto a entrare nella coalizione solo se la situazione economica diventasse drammatica. Ma ieri l’ex premier del Pd, Massimo D’Alema, ha avvertito che una prospettiva del genere non esiste. «Siamo noi a non essere pronti», ha detto. Si aprirebbe infatti una spaccatura a sinistra più netta di quella, strisciante, che in queste settimane oppone Renzi a una parte dei suoi parlamentari; e che finora ha prodotto rinvii, tensioni e resistenze rispetto alla sua strategia di riforme. Di fatto, di Senato si riprenderà a discutere solo dopo le europee del 25 maggio. E il testo proposto dal ministro Maria Elena Boschi è pasE Grillo sfrutta sato accantonando dei punti più il doppio binario uno controversi: quello degli azzurri sul modo di eleggere i senatori. Ora per attaccare si parla del 10 giuil premier gno come data di approvazione. Il termine, però, rischia di diventare un’altra prova delle difficoltà che il governo incontra. Il numero uno del Nuovo centrodestra, Gaetano Quagliariello, consiglia di evitare «un altro braccio di ferro». E avverte che fissare date «porta male». L’impressione è che il futuro delle riforme istituzionali e dell’esecutivo siano strettamente legati ai risultati delle europee. La preoccupazione è che il Ncd esca dalle urne così ridimensionato da scaricare la propria insoddisfazione su Palazzo Chigi. Ma Renzi comincia a rendersi conto anche che un successo del Pd, dato per probabile, stabilizzerebbe parzialmente la situazione, se il Movimento 5 stelle aumentasse i propri voti. La logica con la quale è stato formato l’attuale governo è stata di arginare il populismo incarnato da Beppe Grillo. Se l’esito fosse invece quello di dare corpo a un bipolarismo Pd-M5S, con Forza Italia terza e Ncd indebolito, politicamente l’operazione avrebbe dato frutti controversi. Il sottosegretario a Palazzo Chigi, Graziano Delrio, evoca proprio lo scenario peggiore per esorcizzarlo. Il doppio binario berlusconiano, fatto di attacchi a Renzi e insieme di salvataggi della maggioranza nei momenti critici, per FI è rischioso e non pagante sul piano elettorale. E imbarazzante per il Pd: anche perché Grillo tende ad additare in modo becero il premier e Berlusconi come una cosa sola. Li definisce «morti entrambi». Soffia sullo scontento. E scommette davvero sullo sfascio. ROMA — Di riforma del Senato e del Titolo V se ne riparla dopo le Europee con una tabella di marcia che difficilmente potrà rispettare la scadenza del 10 giugno per il primo voto in aula, così come aveva pronosticato il premier. Le diffidenze alimentate dai partiti sono oggettive. Tant’è che la presidente della I commissione, Anna Finocchiaro (Pd), ha fatto slittare a venerdì 23 maggio il termine per la presentazione degli emendamenti. Questo vuol dire, secondo Quagliariello (Ncd), che «il 10 giugno staremo ancora votando gli emendamenti in commissione: per cui meglio non fissare date. Le riforme non sono né di Renzi né di Berlusconi. Sono del Paese». Dopo il voto di martedì — quando il governo è andato sotto su un ordine del giorno Calderoli e poi ha incassato il testo base sponsorizzato dal ministro Boschi grazie ai voti di 4 senatori di Forza Italia — i partiti si autoincensano ma raccolgono pure qualche coccio. FI rivendica la propria centralità e Berlusconi ci mette il timbro ricordando che dai piani alti del Pd, l’altra sera, «sono state esercitate forti pressioni su Forza Italia perché votasse il testo del governo». Senza il soccorso azzurro (Zanettin, Malan, Bruno e Bernini mentre Minzolini ha votato contro), i 17 voti dei filogovernativi sarebbero stati 13 e i 10 voti degli antigovernativi sarebbero potuti diventare pericolosamente 14. Insomma, un naufragio sfiorato dal transatlantico di Renzi. La rotta è stata corretta durante la sospensione dei lavori dalla commissione — dopo il voto sull’odg Calderoli e prima di quello sul testo base, dunque — nel momento in cui qualcuno dai piani altissimi di FI avrebbe dato l’input di salvare la nave di Renzi. Falliti i tentativi di sosti- ✒ Una preferenza per eliminare i candidati Nel testo dei 5 Stelle c’è la «scelta contro» di EMANUELE BUZZI S i chiama preferenza negativa ed è la novità più sorprendente nella proposta di legge elettorale presentata dai Cinque Stelle. L’idea, forse, l’avrà già avuta qualcuno in passato nel segreto dell’urna: cancellare da una lista elettorale il nome di un candidato che non convince, giudicato «impresentabile». L’elettore, secondo la bozza del Movimento, potrà eliminare dalla lista che ha prescelto uno o due nominativi che non gradisce. Il meccanismo prevede una penalizzazione — proporzionale al numero dei candidati — di una frazione di voto per il partito e, al tempo stesso, sottrae una preferenza da quelle del politico «cancellato». (Non è l’unico giro di vite indicato dai Cinque Stelle: magistrati, direttori e vicedirettori di testate in lizza per un posto in Parlamento dovrebbero autosospendersi nei sei mesi precedenti la candidatura). «Con questa legge l’eletto dipenderà dall’elettore», commenta il deputato pentastellato Danilo Toninelli. Insomma, un deterrente o un invito alla riflessione, almeno nelle intenzioni, nella scelta dei potenziali onorevoli. Forse non sarà come proclama Grillo una «bomba atomica», ma nei seggi la matita, con la preferenza negativa, potrebbe diventare almeno una © RIPRODUZIONE RISERVATA ghigliottina. I nodi e le tensioni L’esecutivo insiste sul testo Boschi Sul tema delicatissimo della riforma del Senato, il governo aveva chiesto che come testo base fosse adottato quello messo a punto dal premier Renzi e dal ministro alle Riforme Maria Elena Boschi. Punto cardine: senatori non eletti ma espressione di enti locali e Regioni L’odg di Calderoli passa in Commissione Le pressioni del governo non convincono i senatori in commissione Affari costituzionali. Il leghista Calderoli propone un ordine del giorno che prevedeva tra l’altro l’elezione dei senatori, contrariamente al testo del governo. L’odg è approvato grazie al voto dell’ex ministro Mario Mauro, poi però il testo Boschi ottiene via libera I tempi della riforma si allungano Le diffidenze alimentate dagli episodi delle ultime ore rendono più complicata la strada della riforma del Senato, che difficilmente potrà essere approvata prima dell’estate. E l’odg Calderoli ha evidenziato alcuni nodi ancora non risolti nella maggioranza che sostiene Renzi Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA Nazioni Unite Ban Ki-moon in visita a Palazzo Chigi Il premier Renzi riceve a Palazzo Chigi il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, in visita in Italia. Il numero uno dell’Onu, che domani incontrerà papa Francesco, ha elogiato il comando italiano della missione in Libano e ha annunciato il rafforzamento del centro di addestramento di Torino. Renzi nei giorni scorsi aveva annunciato di voler trattare con Ban Ki-moon anche il caso dei marò incarcerati in India (foto Lapresse). ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA tuire in commissione Mineo del Pd che si sarebbe assentato al momento del secondo voto («Provateci soltanto», avrebbe avvertito l’ex direttore di Rainews ai suoi) e il popolare Mauro (che avrebbe liquidato il tentativo di rabbonirlo affidato a Casini), ai renziani non è rimasto che rivolgersi a Berlusconi e a Verdini. E questa è musica per i grillini che si chiedono quale sia stato il prezzo del soccorso azzurro: «Dica Renzi — scrivono in una nota i senatori grillini guidati da Nicola Morra — cosa ha trattato con il condannato Berlusconi?». Il voto ha lasciato altri strascichi. Il leghista Calderoli, sfruttando il «cavallo di Troia» dell’elezione diretta dei senatori, ha fatto digerire a molti centralisti convinti un federalismo più che spinto, «ripristinando» la devolution: «Con l’odg Calderoli lo Stato italiano di fatto non esiste più», ha osservato il professor Stefano Ceccanti. Il fatto poi che un ordine del giorno che prevede l’elezione diretta dei senatori sia stato votato prima dell’adozione del testo base (che prevede il contrario) è stato segnalato da Dario Stefàno al presidente del Senato: tutto regolare perché il primo non precludeva il secondo, ha risposto Pietro Grasso. Ora, dunque, se ne riparla dopo le Europee. Sintetizza il capogruppo del Pd, Luigi Zanda: «Il voto di una parte dei senatori di FI risponde a una regola riconosciuta da tutte le democrazie: non si può cambiare la Costituzione con la sola maggioranza di governo....». L’intervista Il senatore democratico: il testo base non passerà, un errore le impuntature di Boschi Il ribelle Mineo: noi maggioranza, Matteo eviti forzature ROMA — «Quell’altra roba non passa, non passa...». Il testo base del ministro Boschi, senatore Corradino Mineo? «Il lodo Calderoli è un punto di caduta accettabile. Lo è per noi che abbiamo firmato il ddl di Chiti, per il Ncd, per i 5 Stelle dissidenti e per molti di Forza Italia, come Minzolini». Il governo non ha i numeri per la riforma del Senato? «I numeri ci sono, ma per il Senato elettivo». Renzi e Boschi sono contro. «Con Chiti presenteremo degli emendamenti, che passeranno. C’è una maggioranza straordinaria, per questo dico che l’altra roba non va da nessuna parte». Il premier si dimette... «Da quando lo ha detto è cambiato tutto. Ha provato a forzare e non è andata bene. Offrire le dimissioni su materia costituzionale è un errore che nessuna impuntatura della Boschi può giustificare». Impuntatura? «Approvare il testo base dopo 28 ore di dibattito in commissione, che avevano portato al documento politico di Calderoli, è stato un errore assoluto. Renzi dovrà imparare a non sbagliare più». Senatore del Pd, o gufo? «Il premier non può accusarci di bloccare le riforme, per questo usa metafore faunistiche. Io ho grande stima del segretario. L’unico modo di aiutarlo è tenergli testa quando sbaglia. Fargli capire che ci sono delle forze che non si fanno cooptare nel coro della piccola borghesia osannante è il contrario della palude». Renzi sbaglia? «Ha voluto la prova di forza e si è fatto salvare da Berlusconi. Un dono avvelenato, per dimostrare che lui è il padrone delle riforme. Dire sempre no è un atteg- Chi è La carriera Corradino Mineo, 64 anni, laureato in filosofia, giornalista, direttore di Rainews 24 dal 2006 al 2013 Al Senato Alle Politiche del 2013 corre da indipendente come capolista del Pd, viene eletto e lo scorso ottobre si è iscritto al partito giamento assurdo. Intestardirsi con la bandierina del testo del governo è un grande errore politico. Ma Renzi saprà recuperare». Chi si è intestardito, il premier o il ministro Boschi? «Io non so i retroscena, ho fatto 40 anni il giornalista e non il dietrologo e sono anche un signore all’antica. Io non lavoro con le chiacchiere, non so chi si sia intestardito di più e perché, so che un grande politico come Renzi ha preso una doppia musata». Lei ha fatto la sua parte senatore, visto che non ha votato il testo. «In nessun Paese la riforma della Costituzione si fa su imposizione del governo. Non basta che convochi i costituzionalisti, bisogna che studi un po’... Se non lo fai sbagli, e paghi». Previsione fosca, la sua. «Renzi è uomo notevole, ma io lo avevo avvertito, “Matteo sbatti contro un muro”... Se un mese fa si fosse fatto consigliare da Chiti avrebbe vinto a mani basse, invece si è fidato di consiglieri che lo hanno portato a sbattere». È vero che i renziani hanno provato a sostituirla in commissione? «Non so, è una voce che girava». È a caccia di protagonismi, lei? «Attenzione, il dissenso sul testo Boschi è più forte tra i senatori del Pd che non hanno firmato il ddl Chiti... Ma io non ho fatto il pierino, non mi sono spinto fino a far saltare il banco per protagonismo». Si è fermato a un millimetro... «Il banco lo ha fatto saltare Mario Mauro e io ho detto che non avrei votato solo quando ho capito che il governo avrebbe retto. Si chiama correttezza e spero che non la prendano per stupidità». Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Esteri L’incontro Il presidente svizzero e dell’Osce Didier Burkhalter (a destra) con Vladimir Putin (al centro) a Mosca (Ansa/Sergei Karpukhin) La crisi Accordo di massima con l’Osce. Mosca chiede negoziati diretti tra Kiev e gli insorti Ucraina, il piano di pace di Putin «I secessionisti rinuncino al voto» Il leader annuncia il ritiro delle truppe. La Nato non conferma una road map per disinnescare la crisi. A questo fine Putin ha invitato i separatisti a non tenere domenica il referendum sull’indipendenza dell’Est del Paese. Il presidente russo ha anche chiesto al governo di Kiev di sospendere le azioni militari per riprendere il controllo delle città che da giorni sono in mano agli insorti. L’idea sulla quale la Russia insiste è segue la sua attività ma senza ottenere alcun risultato concreto. Ieri aveva cercato di riprendere la città di Mariupol, ma poi ha dovuto fare marcia indietro e lasciare tutto nelle mani dei ribelli. Questi hanno detto che esamineranno la richiesta di Putin, ma si pensa che una buona parte degli indipendentisti non accetteranno di abbandonare il progetto di indipendenza. D’altra parte era stato lo stesso Cremlino nei giorni scorsi a dire di non essere in grado di controllare i filorussi di UcraiI soldati di Mosca impegnati da na. L’appello, se settimane in esercitazioni a ridosso sarà seguito da dell’Ucraina: il presidente russo Vladimir un rifiuto degli Putin ha annunciato il ritiro ma secondo la insorti, serviNato le truppe non si sono ancora mosse rebbe a dimostrare questa teche si avviino trattative diret- si e il fatto che solo una trattate tra Kiev e gli insorti. Cosa tiva diretta con loro potrebbe che il governo ucraino invece portare i frutti sperati. rifiuta per non legittimare La tensione non tende a una sorta di governo parallelo scendere, anche perché ci sadell’Est. rebbero stati altri morti (quatSul campo la situazione tro tra i filorussi) e proseguonon è delle migliori, anche no gli scambi di accuse sulla perché l’esercito ucraino pro- strage di Odessa, dove l’in- 40.000 Al voto l’11 maggio Kharkiv LUHANSK UCRAINA Città presidiate C Sloviansk Abitanti russofoni meno del 20% Kramatorsk dal 20 al 50% oltre il 50% Luhansk u a Artemiova Horlivka Donetsk Russia Kiev Ucr Ucraina cr Crimea i C.D.S. MOSCA — L’annuncio di un ritiro delle truppe schierate alla frontiera e l’invito ai separatisti perché rinviino il referendum di domenica prossima sono i due punti principali dell’apertura di Vladimir Putin sulla crisi ucraina. Ma c’è già chi dubita che si tratti di veri passi avanti, anche perché da Bruxelles la Nato si è affrettata a comunicare di non aver riscontrato alcun movimento di uomini e mezzi. I 3540 mila soldati russi impegnati da settimane in «esercitazioni» a ridosso del Paese vicino sarebbero ancora lì. Putin ha annunciato il ritiro dopo l’incontro con il presidente svizzero Didier Burkhalter che ha la presidenza di turno dell’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. «Ora non sono più sulla frontiera ma nelle località dove conducono le loro normali attività nei luoghi di addestramento». Una frase ambigua, anche perché il ministero della Difesa si è poi rifiutato di precisare dove si trovino effettivamente i reparti. Tra Russia e Osce si sarebbe concordato di avviare RUSSIA DONETSK Mariupol Mar Nero 6,5 milioni di elettori cendio del palazzo dei sindacati ha provocato decine di vittime. Tutti i filmati diffusi sembrano indicare che le fiamme sono divampate ai piani inferiori, dove i nazionalisti tiravano le loro molotov, e che da lì si sono estese all’intero edificio. Kiev sostie- «Fuori controllo» Nei giorni scorsi il Cremlino aveva detto di non essere in grado di controllare i filorussi ucraini ne invece che una inchiesta avrebbe dimostrato che le fiamme sono state innescate dagli stessi filorussi che si trovavano sul tetto con armi e bottiglie incendiarie. Da lì l’incendio sarebbe poi arrivato ai piani inferiori. Tesi che in Russia viene vista come una ennesima provocazione dei «fascisti» al potere in Ucraina. Il percorso immaginato dall’Osce per il Paese prevede un cessate il fuoco, la diminuzione della tensione, la ripresa del dialogo fra le parti ed elezioni presidenziali. Alla base di tutto c’è naturalmente il ritiro delle truppe russe che in qualsiasi momento potrebbero penetrare profondamente in Ucraina senza che nessuno possa fermarle. È la terza volta, in realtà, che la Russia dice di aver eseguito questa manovra. Il 31 marzo Putin annunciò alla cancelliera Angela Merkel un parziale ritiro dei suoi uomini. Poi, un mese dopo, fu il ministro della Difesa Sergej Shojgu ad assicurare che i reparti erano tornati ai loro alloggiamenti. In tutti i casi i satelliti dell’Alleanza Atlantica hanno fornito un’altra verità. Fabrizio Dragosei @Drag6 © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 Esteri 13 italia: 51575551575557 A Donetsk A fianco: l’appello scritto in russo a votare per la secessione della regione. Nella foto più a sinistra le scatole con le schede elettorali nella sede del «governo popolare» a Donetsk. Il referendum dovrebbe tenersi domenica prossima Il fronte dei ribelli Tra i militanti che preparano la consultazione. Molti dicono: «Del Cremlino ci fidiamo» «Distribuiamo schede e armi» L’Est vuole il suo referendum Oggi gli indipendentisti decideranno se andare alle urne DAL NOSTRO INVIATO Le tappe Dalle proteste a favore dell’Europa al referendum separatista in Crimea Nel novembre 2013 Kiev rompe i negoziati con la Ue e si avvicina a Mosca. Iniziano le proteste, sempre più dure, fino alla fuga in Russia del presidente Yanukovich il 22 febbraio. A Kiev si insedia un nuovo governo e forze pro Russia prendono il controllo della Crimea dove il 16 marzo si tiene un referendum che con il 96% dei sì approva l’annessione a Mosca, riconosciuta solo da quest’ultima Il tentato compromesso a Ginevra e la ribellione delle città dell’Est Il 17 aprile a Ginevra i rappresentanti di Ucraina, Russia, Usa e Ue s’impegnano a una soluzione diplomatica ma i rapporti restano tesi. Nell’Est dell’Ucraina i filorussi occupano edifici pubblici e varie città si proclamano parte della Repubblica di Donetsk, staccata da Kiev. La Russia nega interventi diretti ma è pronta a difendere le «sue» popolazioni. Il 25 aprile otto ispettori dell’Osce sono rapiti nell’Est e rilasciati dopo una settimana Il rogo dei filorussi a Odessa e l’attesa per il nuovo voto nell’Est Tra scontri e incidenti l’emergenza si estende anche a Odessa, terza città ucraina e porto strategico per Kiev. Il 2 maggio muoiono oltre 40 filorussi nella sede di un sindacato dato alle fiamme dagli oppositori. Cresce intanto l’attesa per il referendum che domenica prossima, salvo possibili rinvii, dovrebbe sancire l’indipendenza dell’Est pro-Mosca. Putin ieri ha annunciato il ritiro delle truppe dai confini DONETSK — Il «governo del popolo» deciderà oggi se rinviare il referendum per l’indipendenza del Donbass, come chiede Vladimir Putin. Ma se fosse solo per il «popolo», la risposta sarebbe senza dubbio un «no» grande come una casa. «Vogliamo il nostro referendum» gridano i militanti più spigliati, alternandosi sul palco davanti alle barricate che circondano il Palazzo del governatorato di Donetsk. Anzi, alle 19, lo speaker ufficiale annuncia: «Domani (oggi, ndr) ci troveremo qui alle cinque del pomeriggio e poi procederemo alla distribuzione delle armi, dobbiamo essere pronti a difendere le nostre famiglie». Altro che de-escalation o negoziati con Kiev. La scelta, però, verrà presa dal misterioso «consiglio popolare». Così ha riferito l’autoproclamatosi governatore Denis Pushlin all’agenzia russa Itar-Tass. Oggi dovrebbe tornare sulle barricate Pavlo Gubarev, il capetto delle prime occupazioni, due mesi fa. Ieri le autorità di Kiev hanno deciso di rilasciarlo e si vedrà subito se è stata una buona idea. Il gruppo dirigente dei filorussi è legato a Viktor Yanukovich, ora in esilio a Rostov sul Don, nella Russia meridionale. L’ex presidente cacciato da Kiev copre, insieme con Putin, tutte le spese, come confermano, informalmente, gli stessi leader dei separatisti. Sono ore molto difficili, quindi, per i vertici locali: deludere lo sponsor del Cremlino o un movimento che può avere reazioni imprevedibili? «Non è facile, siamo rimasti sinceramente spiazzati dalle parole di Putin», dice Katerina, 23 anni, quando ormai è sera inoltrata e le ombre si infilano anche nei ragionamenti. «Noi vogliamo il referendum, ma abbiamo una grande fiducia nelle strategie di Putin». Nella vita normale Katerina fa l’interprete. Qui, davanti alla tripla barricata, è una «categoria 2», come si legge sul suo badge. Significa che è autorizzata a girare con «armi fredde», cioè bastoni, coltelli, mazze da baseball, ma non con «armi calde», vale a dire kalashnikov, pistole, granate, riservate solo alla «categoria 1». La «categoria 3» svolge funzioni di supporto, dalla pulizia alla cucina. Quanti sono i legionari armati formalmente ai comandi di Gubarev e Pushlin? Qualche migliaio, si dice, ma impossibile avere conferme. Il palazzo del Governatorato è una vera centrale operativa. Si può salire fino all’undicesimo piano attraversando il mondo. A pianterreno, superati tre posti di guardia, due anziane infermiere sedute dietro un banchetto distribuiscono medicine e misurano la pressione a qualche coetanea più agitata. Su e giù per le scale uomini con la tuta mimetica verde e il passamontagna, ragazzotti con i bastoni, signore indaffarate con strane carte. A un certo punto compare un uomo altissimo, con i baffi bianchi e la divisa da generale cosacco. Al settimo piano è allog- giato un abbozzo di ufficio stampa: i filo russi hanno compreso che è più produttivo aprire le porte ai giornalisti stranieri, offrire loro informazioni via Facebook e Twitter, anziché trattarli rudemente come talvolta accade nei posti di blocco fuori città. Nell’altra palazzina ecco l’ampia stanza in cui si è sistemato Roman Lyagin, 33 anni, nei tempi andati «consigliere politico» (un altro collaboratore di Yanukovich) e Sulle barricate Sulle barricate nel centro di Donetsk è atteso l’«eroe» Gubarev, appena rilasciato dalle autorità ucraine © RIPRODUZIONE RISERVATA C A R R E R A 6 0 0 0/ M T- C H A M P I O N / M T Al 30% la «vera» affluenza in Crimea? comuni cittadini» raccolte tra il 15 e il 18 aprile. Forbes nota che il documento è stato «rapidamente rimosso» dal sito del Consiglio, incaricato di coadiuvare il Cremlino nella protezione delle libertà e dei diritti umani. Il quotidiano Washington Post precisa che il rapporto è sparito dalla versione inglese, ma è ancora disponibile su quella russa del sito web. È sempre il Post a fornire una traduzione del testo lievemente diversa da quella di Forbes. Il Consiglio russo avrebbe appurato che «il 50-60% dei cittadini della Crimea hanno votato per l’unificazione con la Russia, con una partecipazione stimata tra il 30 e il 50%»: solo il 15-30% degli elettori avrebbe davvero votato in favore dell’annessione. Ieri la versione francese della rivista online Slate titolava: «La Russia ha pubblicato per sbaglio i “veri” risultati del referendum in Crimea?». Giuseppe Sarcina [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Nuove stime pubblicate «per sbaglio» in Russia Gonfiati i dati sull’affluenza al referendum del 16 marzo in Crimea, la regione ucraina che ha votato in massa per la separazione da Kiev e l’annessione alla Russia. Secondo ricostruzioni della stampa americana, domenica scorsa il sito Internet del «Consiglio della società civile e dei diritti dell’uomo» (istituzione direttamente legata alla presidenza russa), avrebbe pubblicato stime riviste molto al ribasso rispetto all’ufficiale 83% diffuso subito dopo il voto (con un 96,7% di «sì» all’annessione a Mosca). Per la rivista Forbes, il sito russo parlava di «una partecipazione del 30%, solo la metà dei votanti sarebbe stata in favore del referendum»: appena il 15%. Il rapporto sul quale si basano le nuove percentuali, rivela il sito Usa Business Insider, ha tenuto conto delle testimonianze «di ufficiali, ecclesiastici, giornalisti, personaggi pubblici, avvocati, attivisti dei diritti umani e ora «responsabile per il referendum». Mostra i numeri: gli elettori sono 3.198.954 in tutta la «Repubblica del Donbass» a cui si aggiungono gli altrettanti votanti potenziali nella vicina regione del Luhansk. Spiega che i distretti territoriali da coprire sono 55, di cui 9 a Donetsk, che si voterà negli edifici pubblici e che i risultati convergeranno in una saletta attrezzata con telefoni e qualche portatile. Poi prosegue mostrando la «stamperia»: due grandi fotocopiatrici e una taglierina. Le schede, comunque, ci sono. Impacchettate e impilate a migliaia nel pianterreno del palazzo. Da giorni i militanti caricano le risme sui furgoncini diretti verso i «distretti territoriali». Sforzi inutili? Forse no, Putin «chiede» di rinviare un referendum che, con calcolato cinismo, potrà comunque spacciare se non per vero, almeno per verosimile. A meno che la mossa del presidente russo non sia ancora più spregiudicata: farsi dire «no» da Donetsk per costruirsi un alibi e convincere gli europei a non seguire gli americani sulla strada delle sanzioni contro Mosca. Oggi si dovrebbe capire. CARRERAWORLD.COM 14 italia: 51575551575557 Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 Esteri 15 italia: 51575551575557 # Il dramma Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia annunciano l’invio di truppe speciali per rintracciare le ragazze Abuso di potere Le studentesse rapite in Nigeria I Paesi occidentali verso l’intervento Bangkok, cacciata la premier Yingluck Nuova strage dei fanatici di Boko Haram: 300 uccisi in un villaggio Teste di cuoio britanniche, soldati e negoziatori americani, squadre specializzate francesi: dopo le condanne e lo sdegno, arrivano le prime concrete offerte di aiuto alla Nigeria per ritrovare le oltre 200 studentesse prelevate da scuola dai Boko Haram, gli estremisti islamici che hanno fatto della lotta all’istruzione, soprattutto femminile, la loro missione. Sono stupite e soddisfatte le donne nigeriane che con la loro coraggiosa mobilitazione su Twitter e nelle piazze sono riuscite a portare il dramma del Paese all’attenzione del mondo, denunciando la latitanza/inerzia delle istituzioni locali («non ci chiediamo: le troveranno? Piuttosto: le stanno cercando?») e invocando l’aiuto della comunità internazionale. Sotto l’hashtag #BringBackourGirls si sono ritrovate sconosciute casalinghe nigeriane e Hillary Clinton, hanno fatto sentire la propria voce Shirin Ebadi («Chi si oppone all’istruzione nega l’Islam»), Malala e Angelina Jolie («incredibile crudeltà»). Le proteste si sono diffuse dalla capitale Abuja a Lagos, da Londra a Washington. Così il dramma delle ragazze rapite ha reso evidente che i Boko Haram non sono un problema soltanto nigeriano: per via del loro raggio d’azione esteso ai Paesi confinanti e per i probabili legami con altri gruppi jihadisti africani come gli Shebab somali e Al Qaeda nel Maghreb. Gli Stati Uniti sono stati i primi a offrire il proprio sostegno. Lunedì hanno annunciato l’invio di un pool di esperti, anche militari (una decina), che si occuperanno di coordinare la comunicazione, la logistica, la raccolta di informazioni (operazioni di cui c’è un gran bisogno vista la confusione nel Paese). L’appello lanciato dal presidente Obama è stato raccolto ieri dalla Gran Bretagna che si è detta pronta a fornire un sostegno di intelligence e uomini delle forze speciali. Per la Francia, il ministro degli Esteri Fabius ha prospettato l’invio di una «squadra specializzata dotata di tutti i mezzi a nostra disposizione». Un’offerta di aiuto è arrivata anche dal premier cinese Li Keqiang ieri ad Abuja per il World Economic Forum africano, un palcoscenico che avrebbe dovuto dare lustro alla prima economia africana per attirare La ricompensa La polizia offre 300 mila dollari in cambio di informazioni sulle ragazze investitori e che invece risulta offuscato dall’emergenza terrorismo: «La cooperazione cinese potrebbe estendersi alla lotta al terrorismo», ha annunciato. Ma ritrovare le ragazze resta un compito arduo anche con i rinforzi in arrivo. Perché sono passate ormai tre settimane da quando nello stato nordorientale del Borno le studentesse, la notte prima degli esami, sono state indotte con l’inganno dai terroristi spacciatisi per soldati a uscire da scuola e a salire a bordo di camion spariti nella foresta Sambisa, al confine con il Camerun. Si è perso tempo prezioso: soltanto ieri le autorità hanno annunciato una ricompensa di 300 mila dollari per chi fornisce informazioni. Ma ormai, come fa notare più di un osservatore locale, è probabile che i terroristi per non dare all’occhio si siano divisi in piccoli gruppi, ognuno con poche ragazze al seguito, sparsi nei 60 mila chilometri quadrati della boscaglia. I Boko Haram useranno probabilmente le loro «prede» come scudi umani, così da scongiurare bombardamenti. In attesa di venderle come schiave o mogli in Ciad e Camerun, come hanno minacciano nel video choc diffuso lunedì scorso. La tratta delle donne nel Borno, intanto, non si ferma: lunedì notte altre 11 ragazze sono state rapite dai jihadisti. E ieri si è appreso il bilancio delle vittime dell’attacco sferrato sempre nel Borno al villaggio di Gamboru Ngal, devastato lunedì con un rastrellamento casa per casa: 300 morti. Una strage. L’ennesima. Alessandra Muglia @amuglia © RIPRODUZIONE RISERVATA In piazza Donne nigeriane ieri in piazza a Port Harcourt (Garden City), città della regione meridionale del Delta del Niger. Protestano contro il governo centrale che non è ancora riuscito a liberare le studentesse rapite dai militanti di Boko Haram. Nella foto più piccola, l’immagine che la first lady Michelle Obama ha pubblicato sul suo profilo Twitter. Il cartello dice: «Ridateci le nostre ragazze» La Farnesina La Mogherini spinge per un’iniziativa comune degli europei. Il centrodestra: no ad azioni propagandistiche Roma in contatto con gli alleati. «Pronti anche i nostri 007» ROMA — Il governo di Roma è in contatto con le autorità della Nigeria, per capire se e in quali modi l’Italia possa dare una mano negli sforzi per la liberazione delle centinaia di studentesse rapite dai terroristi islamici di Boko Haram. E sul terreno in Nigeria, secondo quanto riporta l’Adnkronos, si starebbe muovendo anche la nostra intelligence che avrebbe avuto ieri contatti «positivi e operativi» con il direttore dello State Security Service (SSS, i servizi segreti nigeriani). Sempre secondo notizie raccolte tra la cooperazione internazionale, i nostri servizi avrebbero messo a disposizione uomini, tecnici e mezzi all’avanguardia in soccorso delle donne rapite. La titolare della Farnesina, Federica Mogherini, è stata comunque fra i primi ministri europei a chiedere che il tema fosse inserito all’ordine del giorno del Consiglio Affari Esteri della Ue, in programma lunedì prossimo a Bruxelles, per discutere ed organizzare «una forte iniziativa politica coordinata a sostegno delle azioni volte a liberare le ragazze». Un portavoce di Catherine Ashton, l’Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, ha confer- mato che il tema verrà discusso nella riunione dell’11 maggio, anche se non è formalmente in agenda. Nel ribadire la condanna del rapimento delle studentesse e le continue violenze nel Paese, il portavoce ha definito inaccettabili le dichiarazioni del boss di Boko Haram, che ha annunciato Commissione Esteri Fabrizio Cicchitto: «Se diamo il nostro aiuto, deve fornire vero sostegno al governo di Abuja» di voler vendere le ragazze come schiave: «Chiediamo che tutti i responsabili di questi atti criminali siano consegnati alla giustizia». Secondo Fabrizio Cicchitto, presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, occorre riflettere sull’eventuale invio di un team italiano, che in ogni caso non è da escludere. «La nostra presenza nei vari Paesi africani — dice l’esponente del Nuovo Centro Destra — non è omogenea. E in Nigeria mi pare che sia presente soltanto l’Eni. Quindi nel dare la nostra disponibilità bisogna valutare quali forze disponiamo nelle immediate vicinanze. Non de- ve trattarsi di un’azione propagandistica. Se diamo il nostro aiuto, dev’essere efficace e fornire un vero sostegno alle azioni del governo di Abuja». In una dichiarazione rilasciata lunedì, il ministro Mogherini ha detto che a colpire di più nei rapimenti nigeriani è «la volontà di impedire un futuro diverso» per il Paese. Ancora una volta, così il responsabile degli Esteri, «sono state prese di mira giovani donne che attraverso lo studio stavano tentando di cambiare il proprio destino e insieme quello della Nigeria». Paolo Valentino © RIPRODUZIONE RISERVATA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — La Corte costituzionale di Bangkok ha destituito la signora Yingluck Shinawatra, premier della Thailandia e dieci membri del governo. Al suo posto è stato insediato il ministro del Commercio. Il Paese che guidava il gruppo delle economie emergenti del Sudest asiatico sprofonda sempre di più nella palude dell’instabilità . Il motivo della condanna per abuso di potere appare piuttosto debole in un Paese dominato dal conflitto sociale tra l’élite urbana (schierata con l’opposizione) e la popolazione delle campagne, coltivata dalla famiglia Shinawatra: Yingluck nel 2011, subito dopo aver vinto le elezioni, aveva silurato il consigliere per la sicurezza nazionale che aveva ereditato dal precedente governo, sostituendolo con un parente. È la terza volta dal 2006 che un premier viene abbattuto fuori da un processo elettorale. Il primo a cadere, per un golpe militare dopo accuse di corruzione, era stato Thaksin Shinawatra, il miliardario entrato in politica nel 1998 con un’agenda populista. Nel 2007 un partito proThaksin rivinse le elezioni ma fu dimesso dai giudici supremi. Da allora il partito era passato alla sorella Yingluck, 46 anni, che aveva ottenuto la maggioranza assoluta nel voto del 2011, mentre lui si è auto-esiliato all’estero per sfuggire a una condanna. Tutti questi accadimenti sono stati accompagnati da proteste e scontri sanguinosi tra le «camicie rosse» di Thaksin e quelle «gialle» dell’opposizione. È da novembre dell’anno scorso che la Thailandia è rientrata nel tunnel dell’ingovernabilità. Dopo altre violenze con decine di morti a Bangkok, Yingluck ha cercato di nuovo la via delle urne: si dovrebbe votare a luglio. G. Sant. © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Cronache Le tappe e la scoperta La ricerca Creato un batterio con il cuore semisintetico: si è replicato Si allunga l’alfabeto delle cellule Aggiunte due lettere al Dna Le basi «X» e «Y» affiancate alle 4 che esistono in natura Scienziati dello Scripps Institute di La Jolla (California) hanno ottenuto il primo organismo vivente con un Dna semisintetico in grado di replicarsi. Il Dna di ogni essere vivente è formato da un susseguirsi di coppie di basi azotate (adenina, timina, citosina e guanina) identificate dalla lettere A, T, C, G: la A si accoppia con la T e la C con la G. Gli scienziati californiani hanno messo a punto una nuova coppia di basi, chiamate, per comodità espositiva «X» e «Y», e le hanno introdotte nel Dna di un Escherichia coli, un batterio molto comune e Su «Nature» In copertina Sull’ultimo numero della rivista «Nature» lo studio sul Dna (foto da Nature) spesso utilizzato nei laboratori. La creazione di un Dna semisintetico «in vitro» non è una novità. In questo caso però è stato ottenuto un risultato ben più difficile, cioè l’incorporazione del Dna modificato in un microorganismo vivente, capace poi di replicarsi e di trasmettere il suo nuovo codice genetico alla propria progenie. Perché ciò fosse possibile era necessario che si realizzassero molte condizioni, fra le quali, per ricordare le principali, che il Dna fosse stabile, che fosse riconoscibile dall’Rna-polimerasi (l’enzima che lo deve «leggere» correttamente per rendere possibile la sua replicazione in nuove copie) e che non venisse eliminato dai meccanismi preposti alla sicurezza delle cellula, programmati per riparare il Dna che presenti anomalie. Una serie di ostacoli non facili da superare. Scendendo nel dettaglio dell’esperimento: i biologi americani hanno sintetizzato un tratto di Dna che conteneva una «coppia artificiale» formata da due molecole denominate tecnicamente «d5SICS» e «DNAM». Per riuscire a introdurre queste basi nell’Escherichia 1953 La lettura del codice Ingegneria genetica Viene decifrato il codice genetico Inizia la manipolazione dei geni 1966 1974 La mappa dei geni Il lievito di birra è il primo organismo eucariota il cui genoma (circa seimila geni) è stato interamente sequenziato da parte di un’équipe internazionale 1997 Watson e Crick La rivista «Nature» pubblica i risultati della ricerca di Watson e Crick che definisce la doppia elica del Dna Fonte: Istituto di ricerca Scripps (TSRI), Nature News N & Views coli è stata usata una specie di microalga, che le ha trasferite dal terreno di coltura all’interno della cellula batterica, dove si sono integrate con il Dna presente. La comunicazione della scoperta è stata data dalla rivista Nature (che vi ha anche dedicato la copertina) e apre un nuovo capitolo nella biologia sintetica. «Per ora abbiamo riportato la replicazione di una sola coppia di basi non naturali» ha precisato Denis Malyshev, primo firmatario della «lettera» a Nature, «ma stiamo lavorando su replicazione, trascrizione e translazione di diverse altre». «Quello che abbiamo fatto», ha spiegato Floyd E. Romesberg, che ha guidato il team di ricerca, «ci avvicina a una biologia a “Dna espanso”, che avrà mol- te applicazioni: da nuovi farmaci a nuovi tipi di nanotecnologie». È dalla fine degli anni Novanta che Romesberg e i suoi collaboratori cercano di individuare molecole da utilizzare come basi di nuovo Dna e, quindi, capace di «creare» proteine e persino organismi mai esistiti prima. Luigi Ripamonti © RIPRODUZIONE RISERVATA Francesco D’Agostino «Prospettiva sconvolgente Così si gioca con l’esistenza» ❜❜ Cautela È prematuro affermare che la pratica funzioni fuori dalla provetta «È sconvolgente la prospettiva che si giochi con la vita. La bioetica é nata proprio per contrastare il cattivo uso della scienza», dice Francesco D’Agostino, ordinario di Filosofia del diritto all’Università Tor Vergata di Roma. Nascondono problemi queste scoperte? «Se la finalità è di aumentare il potere di alcuni individui, ad esempio i politici, è eticamente riprovevole. Un conto è migliorare la condizione umana, un altro è favorire una parte del genere umano. I progressi della scienza devono restare a disposizione di tutti e non diventare un privilegio di pochi». Lei però professore non sta prefigurando scenari esageratamente foschi? «Ci sono precedenti di come le scoperte siano state utilizzate in modo obliquo per creare nicchie di potere». La scienza dovrebbe avere dei limiti? «In linea di principio non bisognerebbe averne paura. A proposito del Dna artificiale è prematuro affermare che la tecnica funziona fuori dalla provetta». Margherita De Bac © RIPRODUZIONE RISERVATA Lorenzo D’Avack «Quando la scienza avanza è un vantaggio per tutti» ❜❜ Il percorso La manipolazio ne del mondo naturale è un percorso inarrestabile «Tutto ciò che la scienza può acquisire per migliorare la nostra condizione è un vantaggio innegabile, purché si resti entro certi confini» afferma Lorenzo D’Avack, vicepresidente del Comitato Nazionale di Bioetica. C’è chi dice che bisognerebbe porre un freno a certi esperimenti, è d’accordo? «Anche se volessimo, è utopistico pensare che la scienza possa essere fermata. Nel caso specifico, se la ricombinazione del Dna serve per trovare soluzioni terapeutiche capaci di migliorare la salute dell’uomo, eventuali limiti andrebbero contro i nostri interessi. D’altronde nessuno si faccia illusioni. Questo percorso è inarrestabile. La manipolazione del mondo naturale per migliorare la nostra salute sarà sempre più spinta». Non intravede pericoli? «Il rischio è che si vada verso il potenziamento della stirpe e di creare delle disparità. Non dimentichiamo che il modello dell’epoca post moderna rappresenta lo scienziato come un artista creativo». M.D.B. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 Cronache 17 italia: 51575551575557 Il commento La prima volta in quattro miliardi di anni 2000 2010 L’uomo Cellula artificiale Il genoma umano (circa 30 mila geni) viene sequenziato dalla Celera Genomics del Sanger Centre Il gruppo di ricerca guidato da Craig Venter, negli Usa, crea la prima cellula artificiale, controllata da un Dna sintetico (che usa però le stesse basi A-T e C-G di quello naturale) e in grado di dividersi e moltiplicarsi CORRIERE DELLA SERA Il Dna semisintetico Me X A G X G Y C dNaM T d5SICS N R OMe S R Oggetto I ricercatori guidati da Floyd E. Romesberg sono riusciti a inserire all'interno del genoma di un batterio Escherichia Coli una coppia di due nuove lettere (o basi) oltre alle tradizionali A–C e G–T: quella X–Y composta dalle due molecole dNaM e d5SICS Plasmide Questo permette al batterio di replicare un genoma che contiene la coppia di basi artificiali. Il Dna semisintetico può essere così tramesso a nuovi batteri C Y E. Coli MAI VISTA UN’ELICA COSÌ È LA PROVA CHE L’UOMO PUÒ COSTRUIRE LA VITA SEGUE DALLA PRIMA In tutti questi quattro miliardi di anni la vita è andata avanti utilizzando queste quattro basi. Ma dal punto di vista chimico se ne possono concepire e sintetizzare molte altre, che la natura ha almeno apparentemente scelto di non utilizzare. Che cosa succederebbe se in una cellula, più o meno elementare, introducessimo alcune di queste altre possibili basi? La cellula le tollererebbe e magari le utilizzerebbe, o no? Ce lo siamo chiesto da decenni, e ora abbiamo la risposta, affermativa. Se operiamo in maniera accorta, la cellula è capace di ospitare e utilizzare un Dna con sei o più basi invece delle solite quattro. Questo è il senso, concettualmente molto profondo, degli esperimenti realizzati a La Jolla in California e oggi pubblicati su Nature. Possiamo costruire organismi che utilizzino un alfabeto biologico espanso, più ricco di quello naturale. E apparentemente senza nemmeno grande sforzo. Che cosa significa tutto questo? Distinguiamo, come al solito, l’aspetto teorico della scoperta da quello pratico. Dal punto di vista delle potenzialità teoriche e concettuali, questa notizia è quasi una bomba, non fosse altro perché mette per sempre la parola «fine» alle sterili dispute a proposito della domanda se possa esistere vita completamente nuova costruita dall’uomo. Le cellule, per ora batte- Novità assoluta Le cellule batteriche così ottenute sono una novità assoluta. Ai fini pratici non cambia molto Le possibili applicazioni Inquinamento Con il nuovo Dna semisintetico si potrebbero creare batteri in grado di disinquinare l’aria o l’acqua Energia I batteri di nuova generazione potrebbero anche produrre biocombustibili o sostanze rare riche, che hanno ricevuto questo nuovo Dna sono una novità biologica assoluta: nulla di simile è mai esistito fino ad oggi, né in natura né in laboratorio. E al momento non si vede perché tutto questo non potrebbe essere esteso ad altri tipi di cellule. Gli esperimenti di Venter, che si è più volte vantato di aver costruito organismi completamente nuovi, adoperavano comunque sequenze di Dna «convenzionali». Queste nuove cellule di cui parla Nature possiedono in più un Dna «mai visto». In realtà già Venter aveva costruito nuove forme di vita non naturali, ma molti avevano fatto finta di non capire e parlavano di successo parziale. A questo punto non ci dovrebbero essere più dubbi: l’uomo può costruire la vita, anche se sono convinto che molti continueranno cocciutamente a rifiutare tale concetto. Diverso, molto diverso, è il discorso delle applicazioni pratiche. Ai fini pratici fare cellule nuove con il vecchio tipo di Dna o con il nuovo non fa molta differenza, anche se, ovviamente, aumenta così il numero delle nuove opportunità. Immagino che nell’uno come nell’altro caso si vorranno fare nuovi batteri, capaci di compiere sempre nuove funzioni che potrebbero ritornarci utili: disinquinare l’acqua o l’aria, produrre biocombustibili, produrre a poco prezzo sostanze utili, ma rare e costose. La sostenibilità del mondo di domani dipenderà anche da questo. Non vedo invece l’utilità di costruire nuovi organismi superiori, e mi auguro che non si faccia. Ma può darsi che i nostri nipoti giocheranno con cuccioli di animali mai esistiti prima. Edoardo Boncinelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Offerta valida per immatricolazioni fino al 31/05/2014 per Ford C-MAX 1.6 GPL 120CV a fronte di rottamazione o permuta di una vettura immatricolata entro il 31/12/2004 e posseduta da almeno 6 mesi. Solo per vetture in stock, grazie al contributo dei Ford Partner. IPT e contributo per lo smaltimento pneumatici esclusi. Ford C-MAX: consumi da 4.5 a 8.2 litri/100 km (ciclo misto); emissioni CO2 da 117 a 159 g/km. I € 6.000 di vantaggi si riferiscono all’offerta di Focus GPL e Fiesta GPL solo a fronte di permuta o rottamazione di una vettura immatricolata ante 31/12/2004 e posseduta da almeno 6 mesi. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Le immagini presentate sono a titolo puramente illustrativo e possono contenere accessori a pagamento. ECOINCENTIVI SOLO A MAGGIO ECOINCENTIVI FORD SU TUTTA LA GAMMA GPL. 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Per Esposito e gli altri due sostenitori partenopei coinvolti nella sparatoria che ha anticipato la finale di Coppa Italia — Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti — decadono le accuse di lancio di oggetti e materiale esplosivo. Restano le lesioni e la rissa. Hanno l’obbligo di firma. Convalidato l’arresto in carcere, invece, per Daniele «Gastone» De Santis, l’ultrà romanista accusato di tentato omicidio, fino a ieri in ospedale per il pestaggio subìto dai tifosi del Napoli che lo hanno inseguito dopo il suo assalto a colpi di petardi verso i pullman. Al gip ha ripetuto di non aver impugnato la pistola. Infine Gennaro De Tommaso: già raggiunto martedì da L’arma La pistola A sparare i quattro colpi di pistola che hanno raggiunto i tifosi del Napoli sabato scorso è stata una Benelli calibro 7.65 (nella foto a destra) I colpi I proiettili utilizzati, hanno rilevato gli inquirenti, erano artigianali discarica di Pianura del 2008. Roma-Juve di domenica, prevista di sera, potrebbe slittare al mattino o cambiare sede per il timore di infiltrazioni di napoletani in cerca di romanisti da colpire. Tensione a Bergamo: possibile contestazione comune dei tifosi milanisti e atalantini sempre per domenica. E ieri Genny era a Roma: ha donato alla famiglia Esposito 3mila euro raccolti fra i supporter azzurri e ha ringraziato quelli laziali per l’ospitalità alla mamma del gio- I clan allo stadio Nuova inchiesta della Procura di Napoli sui rapporti tra i supporter e la Camorra un Daspo quinquennale, è da ieri indagato insieme all’altro capo curva Massimiliano Mantice (tre anni di Daspo) per aver scavalcato le vetrate dell’Olimpico. Il solo Genny deve rispondere anche di istigazione alla violenza per la maglietta su Speziale, l’assassino dell’ispettore Raciti. Ma molto di quanto accaduto a Tor di Quinto va ancora chiarito. L’inchiesta è coaffidata al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e al pm Eugenio Albamonte, che affiancano il collega Antonino Di Maio. Sono gli inquirenti che seguono i reati da stadio, specie con il marchio dell’estrema destra, ma anche l’antiterrorismo. Si seguono altre piste, oltre alla rivalità fra tifosi: delinquenza comune, matrice politica e di destabilizzazione dell’ordine pubblico. Non ci sono altre armi da fuoco sulla scena dell’assalto (solo tubi di ferro per lanciare petardi, forse maneggiati da un tifoso azzurro positivo allo stub). I pm vogliono identificare altri sei ultrà che hanno picchiato De Santis. Gli strascichi dei fatti di sabato arrivano a valanga. A Napoli si indaga sui legami tra ultrà e camorra, e 12 tifosi sono stati condannati per i disordini alla vane. Ex nemici che diventano amici. Ma la giustizia sportiva va avanti: squalifica per due turni del San Paolo di Napoli (spalti vuoti contro il Verona e nella prima del prossimo campionato) e chiusura della curva Fiesole a Firenze per i cori sul Vesuvio (pena sospesa). Il presidente della Lega di Serie A Maurizio Beretta chiede invece misure individuali e non su interi settori degli stadi. Fulvio Fiano Rinaldo Frignani © RIPRODUZIONE RISERVATA La ricostruzione te, il capitano Hamsik trovava come interlocutore un individuo, postosi a cavalcioni della vetrata delimitante la Curva Nord, indossante una maglia di color nero che, nella parte anteriore, esibiva la dicitura “Speziale libero”, spregevolmente allusiva all’uccisione di un Servitore dello Stato. Concluso il “colloquio”, con 45 minuti di ritardo, la gara poteva iniziare». Alfano smentisce la trattativa Il giudice sportivo la conferma: «Ha impedito l’invasione» ROMA — Le autorità presenti sabato sera all’Olimpico per la finale di Coppa Italia sono state costrette a trattare con i tifosi del Napoli per evitare che all’interno dello stadio si scatenasse l’inferno. A smentire la versione ufficiale, ribadita anche ieri dal ministro dell’Interno Angelino Alfano in Parlamento, è il giudice sportivo di Milano Gianpaolo Tosel nella sentenza che punisce le squadre con due turni a porte chiuse per il Napoli e con un turno per la Fiorentina, sia pur concedendo a quest’ultima la sospensiva. Sono più d’una le circostanze, accertate dalla procura federale, che dimostrano il ricatto degli ultras guidati da Gennaro De Tommaso, Genny ‘a carogna. E proprio sulla base di questa relazione degli investigatori della Figc i pubblici ministeri della capitale Eugenio Albamonte e Antonio Di Maio indagheranno per violenza privata e minacce nei confronti del «capo», ma anche degli altri tifosi che si trovavano sulla ringhiera e «governavano» la curva. È lungo l’elenco dei testimoni e il primo ad essere convocato sarà proprio il capitano degli azzurri Marek Hamsik, costretto ad andare a rassicurare la tifoseria «che minacciava di invadere il campo». Dopo di lui dovranno essere ascoltati il responsabile dell’ordine pubblico Bruno Failla, i funzionari che facevano parte della «scorta» al capitano, i delegati delle due società che hanno assistito e partecipato ai colloqui con i tifosi. Alfano e la mediazione Il titolare dell’Interno ribadisce che «in realtà nessuna trattativa c’è stata, la partita si sarebbe svolta comunque anche per scongiurare rischi da deflusso». Secondo la sua ricostruzione «il capitano del Napoli si è avvicinato alla curva al solo scopo di rassicurare sulle condizioni di salute dei tre tifosi e di riferire che gli stessi fatti non erano riconducibili a scontri tra opposte tifoserie. Il giocatore è stato accompagnato da dirigenti del suo club e da Hamsik sentito come teste Il capitano del Napoli sarà convocato come testimone, insieme al responsabile dell’ordine pubblico Failla I pm di Roma Ora i pubblici ministeri romani indagheranno sui capi dei supporter azzurri per violenza privata e minacce funzionari di polizia, la cui presenza era solo per ragioni di tutela della sua incolumità». In serata interviene anche Stefano Palazzi, capo della Procura della Federcalcio: «Da giurista posso solo dire che l’analisi della motivazione della decisione del giudice sportivo non consente la conclusione che ci sia stata una trattativa». Ma è una versione che pare smentita da quella degli ispettori che erano in campo, fatta propria dal giudice. Scrive Tosel: «Verso le ore 20.45, alcuni stewards avevano riferito ai collaboratori della Procura federale che i sostenitori del Napoli “intendevano invadere il campo se il capitano della loro squadra non si fosse recato sotto la curva per parlare con i capi degli ultras”. Il Vice Procuratore Giorgio Ric- Confronto L’ultrà Gennaro De Tommaso e Marek Hamsik, capitano del Napoli (Ipp) ciardi contattava il dottor Failla in quanto gli stewards addetti al settore erano allarmati dalle richieste dei tifosi napoletani. Dopo i colloqui intercorsi tra il dottor Failla e i dirigenti del Napoli, il capitano veniva scortato sotto la Curva Nord, ove rassicurava i tifosi, comunicando loro che l’incidente occorso ai tifosi rimasti feriti circa tre ore prima della gara non aveva alcun collegamento con ragioni di tifoserie e/o di Polizia. In tale frangen- Il giovane colpito al petto Simona e quella carezza a Ciro: «Ha socchiuso gli occhi» ROMA — Simona non si muove da quella panchina di marmo davanti al Pronto soccorso. La zia non riesce a portarla via nemmeno la notte per qualche ora di sonno. «Voglio stare vicino a Ciro. Sempre. Potrebbe svegliarsi in qualunque momento e io devo esserci». Lei sveglia lo è sempre rimasta da quando, sabato notte, è arrivata a Roma rincorrendo un incubo. Divorando i chilometri sull’autostrada da Napoli, insieme al fratello. «Amore ho appena parcheggiato la macchina, ti chiamo fra due minuti», aveva detto per telefono Ciro Esposito, 29 anni di Scampia, a Simona Rainone, 25 anni di Soccavo, la donna che da cinque anni è la sua fidanzata e che a breve sarebbe diventata sua moglie. «Ti chiamo fra due minuti». Le ultime parole di Ciro. Due minuti che diventano dieci. Poi venti. Poi Insieme Ciro Esposito, 29 anni, con la fidanzata Simona Rainone, 25: la loro relazione dura da cinque anni (foto da Facebook) mezz’ora. Un’ora. L’eternità. «E io che chiamavo e chiamavo. Ma il telefono di Ciro squillava a vuoto. Non era mai successo prima». Ciro Esposito sabato sera era venuto a Roma a seguire il suo Napoli per la finale di Coppa Italia. «Guardavo in tv le immagini del ragazzo che era stato ferito dal colpo di pistola a Tor di Quinto, ma non avevo riconosciuto Ciro. Aveva i capelli molto più scuri, in quelle immagini. E poi non potevo pensare fosse proprio Ciro, lui che in vent’anni di stadio non è mai tornato a casa nemmeno con un graffio». Ad illuminare Simona è stato lo zainetto. La corsa in autostrada è arrivata subito dopo, l’angoscia e la paura non sono mai andate via. E poi le domande, tante: «Cosa sia successo a Ciro, non lo so. Lui è un tifoso della curva B, quella più tranquilla. Perché fosse insieme a Genny della curva A non lo so». Scuote la testa Simona, nella loro relazione le uniche discussioni sono legate alle trasferte per le partite del Napoli. «Io però non ho mai avuto il coraggio di dire a Ciro di non seguire la sua squadra: il calcio è la sua passione. E lui è sempre stato super prudente e lontano dagli scontri». Ieri pomeriggio, finalmente, Simona, Ciro lo ha potuto vedere anche da vicino nel suo letto della terapia intensiva perché il giudice ha accettato il ricorso degli avvocati e lei gli ha anche accarezzato la fronte, felice, perché poco prima davanti a papà Gianni Ciro aveva pure socchiuso gli occhi e abbassato il capo. «Il papà gli ha chiesto: Ciro vuoi vedere Maradona? E lui con la testa gli ha risposto: sì, sì». Alessandra Arachi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il dispositivo di sicurezza Secondo il ministro «è infondato dire che il dispositivo di sicurezza abbia avuto lacune». Il giudice lo nega e anzi sottolinea all’inizio della sua sentenza che «un’ora circa prima dell’inizio della gara, un migliaio di sostenitori del Napoli, in parte sprovvisti di biglietto di ingresso allo stadio, avevano forzato un cancello di pre-filtraggio e un tornello». Ma si sofferma anche su quanto accaduto nel dopopartita. E scrive: «Al termine della gara, circa 200 sostenitori del Napoli, scavalcando le recinzioni, erano entrati nel recinto di gioco, si erano appropriati di palloni, tute ed altri accessori presenti sulle panchine, si erano avvicinati alla Curva Sud, occupata dai tifosi della Fiorentina, rivolgendo loro gesti provocatori, ed erano rimasti sul terreno per circa dieci minuti, costringendo le due squadre e gli Ufficiali di gara a rientrare negli spogliatoi, invece di procedere immediatamente alla cerimonia di premiazione. Durante il deflusso degli spettatori dallo stadio, uno steward era stato colpito alla testa, con conseguenze lesive, da una bottiglietta scagliata da un tifoso della Fiorentina». Nella relazione che sarà acquisita dai magistrati ordinari, il giudice sportivo elenca anche tutti gli altri episodi che lo hanno convinto sulla necessità di punire le società. La prima riguarda il Napoli perché «all’inizio della gara, i sostenitori collocati in gran numero nella Curva Nord, avevano oltraggiato con bordate di fischi l’esecuzione dell’inno nazionale e ad essi si erano uniti sostenitori di entrambe le squadre, che occupavano altri settori». L’altra viene contestata alla Fiorentina visto che «al 26° del primo tempo, i sostenitori della Fiorentina (circa il 50 per cento degli oltre 8.700 occupanti la Curva Sud) avevano intonato il coro “Vesuvio lavali con il fuoco”, perfettamente percepito nelle varie posizioni occupate nel recinto di gioco dai collaboratori della Procura federale». Fiorenza Sarzanini [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 italia: 51575551575557 Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 Cronache 21 italia: 51575551575557 Reggio Calabria I frutti di un provvedimento del Tribunale per i Minorenni In piazza contro la ‘ndrangheta Il ragazzo allontanato dalla famiglia mafiosa «Lo Stato mi ha aiutato» gione della serietà del suo impegno, è stato via via consentito di tornare periodicamente a Locri dalla madre; e dall’altro lato sua madre è andata spesso a trovarlo a Messina, ha seguito un percorso di recupero delle competenze genitoriali presso il consultorio familiare, è entrata lei stessa nei locali di «Addiopizzo». E tutto ciò con la tacita non opposizione dei tre fratelli del giovane, i quali, di fronte a «un giudice che per una volta si interessa di loro», dal carcere non hanno tarpato l’unica chance per Riccardo di avere un futuro diverso dal loro in carcere. Dal seme già stanno nascendo frutti. Non soltanto uno specifico protocollo tra tutti i Tribunali e le Procure del distretto giudiziario di Reggio Calabria. Ma anche l’idea di studiare questo genere di provvedimenti per consentire il rapido ricongiungimento dei figli con le madri o i padri di una famiglia mafiosa che decidano di diventare testimoni o collaboratori di giustizia, al riparo dal rischio che i figli, lasciati nella famiglia di cosca, siano usati dai parenti mafiosi quale strumento di ricatto (come accaduto a Maria Concetta Cacciola, indotta al suicidio dai familiari nel 2011) o di rappresaglia (come nei confronti del pentito siciliano Santino Di Matteo, al quale Il ritorno a scuola, i cineforum, le nuove amicizie con un giovane psicologo (Enrico Interdonato) dell’associazione «Addiopizzo» di Messina e con l’assistente sociale Maria Baronello, e ha «scoperto» che con i coetanei si può andare a ballare in discoteca o in gita al mare; ha preso a frequentare (all’inizio in incognito visto il corto circuito del suo cognome) le riunioni e il cineforum dell’associazione antiracket, a partecipare ai lavori di pubblica utilità nei quartieri disagiati, ad ascoltare i racconti di imprenditori vittime delle cosche. E, riflettendo su se stesso — che è già un piccolo evento per chi, come i rampolli dei boss, introietta l’obbligo di azzerare le proprie emozioni per non tradirsi e non tradire —, ha La scommessa Nel 2012 l’iniziativa senza precedenti dei giudici: via da casa per sottrarlo in tempo alla cultura criminale iniziato a comprendere che poteva rimpossessarsi di sé, in condizione di parità con i suoi coetanei: essere cioè apprezzato per le sue qualità personali e non più esclusivamente in funzione del malinteso «rispetto» che era abituato ad attendersi e a vedersi riconoscere dagli altri per il solo fatto di essere figlio di un boss e esponente di una «famiglia» il cui cognome intimidisce. Lui per primo ha scoperto che non era vero che «i giudici confiscano i bambini». Al contrario, questi pioneristici provvedimenti non si propongono di sottrarre i figli alle cosche, ma anzi cercano una sorta di «alleanza» con i familiari che nell’interesse del figlio decidano di accompagnare il programma, cogliendone non lo scopo punitivo ma l’occasione (che una madre intrisa di cultura mafiosa non può da sola avere la forza di procurarsi) per evitare che il figlio finisca come il marito o i fratelli, e cioè o ucciso o al 41 bis. Così da un lato a Riccardo, in ra- I giovani per la legalità Una manifestazione studentesca del 2005 contro la ‘ndrangheta a Locri, il paese nel Reggino da cui viene il ragazzo che è stato allontanato dalla famiglia (Cufari) ✒ «Credevo che allo Stato non gliene importasse niente delle persone, lo Stato era quello che ti portava via da casa». Ma «in questi mesi ho conosciuto uno Stato diverso, che non mi ha voluto cambiare a tutti i costi, che per una volta ha cercato di capire chi ero io davvero. Non rinnego la mia famiglia», ma «ho deciso che la mia vita deve essere diversa. Ora posso scegliere. Posso puntare in alto. Ci sono tanti ragazzi come me che avrebbero bisogno di uno Stato così. Non credono che esista. Io l’ho conosciuto e scrivo questa lettera perché anche gli altri lo sappiano». Firmato: Riccardo Francesco Cordì. Il cognome è quello di una della più potenti famiglie di ’ndrangheta della Locride: cognome del padre assassinato, di un fratello ergastolano al 41 bis per omicidio, di altri due fratelli in carcere per associazione mafiosa, e di decine di parenti arrestati o indagati. Il nome è invece quello dell’allora 16enne sul quale nel 2012 il Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria, presieduto da Roberto Di Bella, aveva scommesso per azzardare la prima di una serie di sfide apparentemente folli: sperimentare, nei confronti di famiglie di ’ndrangheta, provvedimenti civili di decadenza o limitazioni della responsabilità genitoriale, con allontanamento temporaneo dei figli sino ai 18 anni, allo scopo di sottrarne lo sviluppo psicofisico ai deteriori modelli educativi mafiosi che altrimenti li consegnerebbero ad un ineluttabile destino criminal-familiare. Ora che Riccardo ha compiuto 18 anni, non solo il Tribunale certifica che è riuscita la messa alla prova, ma il giovane prende la coraggiosa decisione (da Locri, dove è tornato) di scrivere al Corriere — che un anno fa, senza farne il nome, aveva raccontato del provvedimento — per far sapere ai ragazzi come lui quali sconosciute opportunità possano avere fuori dall’orizzonte mafioso. Non era scontato. In fondo, poco prima dell’allontanamento dalla famiglia, era stato assolto per contraddittorietà della prova dal danneggiamento di un’auto della Polfer. E invece, una volta affidato a una comunità di Messina, il giovane ha ripreso ad andare a scuola, dove ha conquistato una importante promozione, lui che veniva da un rosario di bocciature; ha fatto amicizia La lettera I MIEI FRATELLI IN CARCERE, VOGLIO UN’ALTRA VITA ❜❜ SEGUE DALLA PRIMA Il 7 marzo del 2011 sono stato arrestato dai carabinieri di Locri per furto e danneggiamento di un’auto della Polizia ferroviaria. A luglio mi hanno assolto con formula piena, ma nel frattempo era arrivata un’altra denuncia per rissa. È così che è cominciato tutto. Il Tribunale di Reggio ha deciso di allontanarmi da Locri per un anno, così da lasciarmi alle spalle certe esperienze. È iniziato il mio viaggio. Sono arrivato in Sicilia. All’inizio non è stato per niente facile, ero solo e lontano da casa. Tutto è cambiato quando mi hanno trasferito a Messina dove ho cominciato a vedere uno dei volontari di Addiopizzo Messina: uno psicologo, un ragazzo che mi ha accompagnato alla scoperta di una vita nuova. Nel periodo che ho trascorso a Messina infatti ho fatto cose, conosciuto persone, ho vissuto luoghi che non avevo mai visto. Una mattina, insieme a quel ragazzo, sono andato a vedere il mare. Si vedeva la Calabria, la mia terra. Stavolta però la guardavo da un’altra prospettiva: la osservavo da un altro luogo, ma ero io ad essere diverso. Ho deciso che la mia vita deve essere diversa. Voglio ritornare a Locri, ma non voglio più avere problemi con la giustizia. Non perché non mi conviene, ma anche perché voglio vivere sereno. Voglio essere pulito. Prima di vivere questa esperienza, credevo che allo Stato non gliene importasse niente delle persone. Lo Stato era quello che ti portava via da casa. E non sapevi se tornavi e quando tornavi. In questi mesi ho conosciuto uno Stato diverso, che non mi ha voluto cambiare a tutti i costi ma che per una volta ha cercato di capire chi ero io davvero. E chi sono io davvero? Un ragazzo di diciotto anni, «Non rinnego la mia famiglia né la mia terra. Ma ora posso scegliere» un ragazzo come gli altri. Ero piccolissimo quando mio padre è stato ucciso, ho visto i miei fratelli finire in carcere. Per me vorrei un futuro diverso. Questo non vuol dire che rinnego la mia famiglia. Loro sono sempre i miei fratelli. La Calabria sarà sempre la mia terra. Solo che io vorrei essere un ragazzo come gli altri. Davanti a me adesso non c’è una sola strada che devo scegliere per forza. Quello Stato che prima era così lontano mi sta dando diverse possibilità. Ora posso scegliere cosa fare da grande. Posso scegliere che lavoro fare, in che città vivere. Posso puntare in alto. Non so se ce la farò, ma ci proverò. Di certo qualcosa è cambiato. Ce l’ho fatta, ce la posso fare. E non solo io. Ci sono tanti ragazzi come me che avrebbero bisogno di uno Stato così. Non credono che esista. Io l’ho conosciuto e scrivo questa lettera perché anche gli altri lo sappiano. La strada è ancora in salita. Ma non è vero che il lieto fine è solo un’illusione. Può essere realtà? La mamma È andata spesso a trovarlo a Messina e ha partecipato al progetto educativo del giovane con «Addiopizzo» Cosa nostra tenne per due anni sequestrato e poi sciolse nell’acido il figlioletto Giuseppe). In che modo? Dando al genitore testimone o collaboratore di giustizia (trasferito in località segreta e protetta) l’affido giuridico esclusivo del figlio, con eventuale provvedimento di decadenza o limitazione della responsabilità genitoriale nei confronti dell’altro genitore che rifiuti invece quella scelta o abbia contiguità criminali: lo si è già fatto con successo nei casi della collaboratrice di giustizia Giuseppina Pesce (le cui dichiarazioni molto hanno pesato per le condanne inflitte a Palmi nel processo «All Inside») e della testimone di giustizia Simona Napoli. E per le donne di ’ndrangheta sapere che lo Stato offre una vera nuova opportunità di vita, non più da sole ma con i figli minorenni al seguito, potrebbe produrre effetti imprevedibili nel monolite di una struttura patriarcale nella quale, a suggello di patti tra le cosche, i matrimoni sono di fatto imposti a giovani donne, «imprigionate» dalla e nella «famiglia» mafiosa. Luigi Ferrarella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Riccardo Francesco Cordì © RIPRODUZIONE RISERVATA GENOVA-PALERMO: VIAGGIA IN FAMIGLIA IN CABINA A PARTIRE DA 112€* MICHELA - 34 ANNI - OPERATRICE CONTACT CENTER SO SEMPRE COSA RISPONDERVI PERCHÉ HO ASCOLTATO TUTTE LE VOSTRE DOMANDE. A PASSEGGERO CON LA TUA AUTO TRAGHETTI PER: SARDEGNA, SICILIA, SPAGNA, TUNISIA, MAROCCO *prezzo per 2 adulti e 2 bambini con auto in cabina. Tasse incluse, disponibilità limitata (10.000 cabine disponibili, nel periodo da maggio a settembre) VIAGGIATE SERENI, AL NOSTRO CONTACT CENTER VI DIAMO OGNI ANNO 1.187.481 MINUTI DI INFORMAZIONI. Non tutti i membri del nostro equipaggio sono a bordo con noi. Ecco perché troverete sempre qualcuno al nostro Contact Center, pronto a rispondere alle vostre domande con rapidità e cortesia. Per darvi assistenza anche prima e dopo aver viaggiato sulle nostre navi. INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: WWW.GNV.IT - 0102094591 22 italia: 51575551575557 Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 Il caso L’onorevole è accusato di essere a capo di un sodalizio criminale Primo «sì» all’arresto del deputato pd Genovese Il voto in Giunta. Ma i grillini accusano: «Si fa melina» ROMA — Nessun «fumus persecutionis». L’onorevole Francantonio Genovese, accusato dalla procura di Messina di essere stato il capo di un sodalizio criminale che attraverso truffe, riciclaggio, peculato e reati vari ha sottratto milioni di euro di finanziamenti europei alla formazione professionale per arricchirsi e fare propaganda e l e t to r a l e , s e co n d o l a Giunta per le autorizzazioni della Camera va arrestato. Ma a deciderlo dovrà essere l’Aula. E sulla data di calendarizzazione del voto è già scontro. Con il Movimento 5 stelle che denuncia: «Tentano di fare melina, per allontanare la data del voto a dopo le elezioni europee». Nella riunione dei capigruppo che doveva fissare quella data è finita ad «urla e caos». I grillini avevano chiesto di votare subito. Ma Andrea Romano (Sc) ha chiesto di riparlarne nella prossima capigruppo di lunedì. «Ho chiesto — ha aggiunto il deputato M5S — di rispettare il termine tassativo di trenta giorni, entro i quali va data una risposta ai magistrati. Brunetta mi ha risposto che il termine era flessibile e che Cronache 23 italia: 51575551575557 La vicenda I primi passi Francantonio Genovese, detto anche «Mr 20.000 preferenze», scopre la politica in famiglia essendo figlio di Luigi Genovese, senatore dal ‘72 al ‘94, e nipote del più volte ministro Nino Gullotti. Dopo un passato nella Democrazia cristiana e nella Margherita di Rutelli approda finalmente al posto di segretario regionale del Pd seguendo la corrente veltroniana. In seguito Genovese appoggerà prima Bersani poi Renzi L’imprenditore Genovese è azionista e dirigente di una rete di decine di società che operano in diversi campi: dall’immobiliare ai trasporti, sullo stretto con la «Caronte & Tourist» assieme alla vicina famiglia Franza. E poi ancora servizi, telecomunicazioni con la «Mandarian Wimax Sicilia spa» e, soprattutto, i corsi di formazione professionale in Sicilia Ex sindaco Nel 2005, Francantonio Genovese, 45 anni, a Messina si affaccia per ringraziare i suoi concittadini che lo avevano eletto primo cittadino al ballottaggio (AP Photo/ Francesco Saya) ci vuole rispetto. La De Girolamo ha detto che se si dovesse fare un test di umanità non saremmo entrati in Parlamento. Ettore Rosato del Partito democratico, ci ha accusato di strumentalizzazione becera. Gli ho risposto che non doveva permettersi. Ed è iniziato il caos». Alla fine la presidente Boldrini ha proposto di votare tra martedì e mercoledì prossimo. «Un atteggiamento di facciata — secon- do il grillino — lunedì si rivota e sospettiamo uno slittamento d melina». A dare il via libera all’arresto (richiesto dal gip di Messina il 19 marzo scorso), bocciando la relazione di Antonio Leone (Ncd), erano stati in Giunta lo stesso Pd, Sel e il Movimento 5 Stelle. Contrari all’arresto Forza Italia, Ncd, Lega, Per l’Italia e Scelta Civica. Se l’assemblea dovesse dare l’assenso, per Genovese scatteranno le manette co- L’elezione Nel 2005 diventa sindaco di Messina ma due anni dopo la sua elezione, come quella dei consiglieri comunali e di circoscrizione, viene annullata dal Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia su ricorso della lista Nuovo Psi Le accuse Secondo la procura, Genovese, attraverso una serie di operazioni, avrebbe acquistato, attraverso prestanomi, 11 enti di formazione, necessari per l’assegnazione illecita di fondi pubblici. Sono già finiti in manette la moglie Chiara Schirò e la cognata Elena L’inchiesta me fu per Alfonso Papa, trasferito nel luglio 2011 da Montecitorio a Poggioreale. La Camera, nella storia, ha autorizzato l’arresto, oltre che per Papa, dell’ex partigiano del Pci Francesco Moranino nel 1955, di Sandro Saccucci del Movimento Sociale nel 1976, di Toni Negri eletto nel 1983 con i Radicali, del missino Massimo Abbatangelo nel 1984. L’ex sindaco di Messina è un campione di voti alle preferenze (ne ottenne 19.590 alle primarie del Pd risultando il più votato d’Italia). Ma le carte dell’indagine coordinata dal procuratore di Messina, Guido Lo Forte e dall’aggiunto Sebastiano Ardita, fanno emergere un quadro molto grave della vicenda, per la Montecitorio Scontro sulla data del passaggio in Aula. Nella storia di Montecitorio cinque autorizzazioni quale è finita agli arresti anche la moglie di Genovese, Chiara Schirò. Una telefonata intercettata la rende in modo plastico: «Ero in graduatoria e mi hanno levato. Poi che cosa è successo, ho parlato con Genovese, Francantonio, e gli ho detto “minchia, ma qua vi siete finanziati tutti i progetti, io sono rimasto fuori, vi sembra giusto, come un disgraziato?”». Virginia Piccolillo «Il caminetto fatto dalla ditta degli appalti» Una sauna con idromassaggio, la ristrutturazione di una villa «con caminetto», una scala aerea autoportante, cucine con marmi africani, ceramiche e perfino robot per la cura del giardino: case da sogno, che secondo l’indagine della Guardia di Finanza di Cuneo un dirigente dell’autostrada Torino-Savona e due capi struttura si sono fatti ristrutturare gratis. Lavori edilizi e arredi erano forniti da una cinquantina di ditte, alcune artigianali, compresa una cooperativa che per questi «favori» è andata in dissesto (da qui sono iniziate le indagini), in cambio degli appalti nel tratto autostradale della A6 sotto il controllo dei dirigenti della concessionaria dell’Anas La Verdemare. Appalti per un valore di un milione e mezzo di euro. Ieri è stato arrestato con l’accusa di concussione, peculato e «induzione indebita a dare o promettere utilità» il direttore generale dell’autostrada (dal 2012 in capo agli eredi di Marcellino Gavio che l’hanno acquisita da Benetton), Massimo Capponi (58 anni), mentre sono ai domiciliari Paolo Lantieri (capo ufficio espropri, 64 anni) e Ivan Migliardi (46 anni) capo dell’ufficio manutenzione. Su ordine della Procura di Cuneo i finanzieri hanno sequestrato otto appartamenti, due terreni e un Suv. E. D. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Firenze «Parlo con le ragazze per proteggerle. Lo prenderemo» Un capitano donna dà la caccia al maniaco delle prostitute DALLA NOSTRA INVIATA FIRENZE — Il nuovo mostro di Firenze, quello che violenta e sevizia le prostitute, ha «la faccia da bonaccione distinto», come dice una delle sue vittime, ma sa trasformarsi in «uno dallo sguardo strano e perverso», come racconta un’altra delle donne finite nelle sue mani. I verbali delle sopravvissute sembrano la fotocopia l’uno dell’altro per le modalità e la brutalità delle aggressioni. E rivelano quanto lui si sentisse impunito. Tanto da rispondere al cellulare che aveva rubato a una di loro. Lei era finita in ospedale, un suo amico continuava a chiamarla senza avere risposta finché all’ennesimo squillo lo stupratore rapinatore si palesò con il suo accento fiorentino. «Dov’è P.?», gli chiese l’amico della prostituta. E lui: «A me non me ne frega niente, fino a che dura la carica rispondo, poi non rispondo più». Le carte che adesso la procura di Firenze ha raccolto in un unico fascicolo descrivono le fasi delle aggressioni con le parole di chi le ha subite: «Io urlavo ma lui continuava imperterrito. L’ho implorato di smettere, ricordo di avergli detto “basta, mi fai male” ma lui ha risposto “abbiamo quasi finito”. Ho pensato che odiasse le donne per qualche torto subito da un’altra prostituta. Alla fine mi ha detto “ci rivediamo” e se n’è andato lasciandomi nuda e legata alla transenna». Era una minaccia quel «ci rivediamo» ed era il suo modo di dire «lo farò ancora». I carabinieri l’avevano capito fin troppo bene almeno tre mesi fa, quando dal Ris di Roma arrivarono le conferme: in almeno tre casi il Dna apparteneva alla stessa persona. C’è un capitano donna, in questa storia, che si chiama Claudia Mesina e che comanda la compagnia dei carabinieri di Signa, uno dei territori scelti dal violentatore. Già alla fine di febbraio la comandante parlò con i suoi superiori e con il capo del nucleo investigativo di Firenze, Carmine Rosciano: «Qui abbiamo uno stupratore seriale, dobbiamo prenderlo per forza», promise a se stessa e a loro. Da allora non c’è stata notte che non abbia organizzato servizi lungo le vie battute dalle prostitute. «Sono an- vata nuda, crocifissa a una sbarra sotto i piloni dell’autostrada, abbandonata a morire dopo le sofferenze di uno stupro particolarmente violento (l’autopsia ha svelato ieri che è morta per una emorragia interna). Sua madre e sua sorella, che vivono nel Sannio, hanno saputo della sua morte dalla televisione e ora vorrebbero che lei fosse seppellita lì: «Non è giusto morire così», ripetono. «So che abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare — dice il capitano Mesina — eppure mi sono sentita addosso la responsabilità per non averla potuta salvare, ho immaginato il suo dolore. Noi stavamo veramente lavorando moltissimo sulle violenze seriali, sapevamo che il violentatore non si sarebbe fermato con lo stupro di febbraio». Il 21 di quel mese il nuovo mostro di Firenze mise un’altra preda fra i suoi «trofei» e la comandante aumentò l’impegno, Vittima Andrea Cristina Zamfir, romena di 26 le energie umane e professionali nella anni, trovata morta alla periferia di Firenze caccia all’uomo. Lei, data io stessa molte volte a parla- la vittima, è rimasta così traumare con loro. Con una donna si la- tizzata che quella stessa sera ha sciano andare ed aiutare un po’ di deciso di chiudere con le notti più, ho spiegato a tutte che non sulla strada. Un piccolo risultato eravamo in servizio antiprostitu- che può valere una vita finché zione, che eravamo lì per proteg- quell’uomo è ancora libero. «Lo gerle. Le ho pregate di stare at- prenderemo», giura la comantente, di tenersi in contatto con dante Mesina. «Dobbiamo salvanoi, di organizzarsi... Quando ho re la prossima vittima, non può saputo della ragazza morta mi si arrivare prima, non deve farla è stretto il cuore, ne sono rimasta franca». Giusi Fasano molto colpita». Andrea Cristina, © RIPRODUZIONE RISERVATA romena di 26 anni, l’hanno tro- PARTNER 24 Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 COMPAGNIA TIRRENA S.P.A. IN L.C.A. VENDE MILANO SERRAVALLE MILANO TANGENZIALI S.p.A. (Società soggetta ad attività di direzione e coordinamento della Provincia di Milano) Sede legale: Via Del Bosco Rinnovato, 4/A 20090 Assago MI AVVISO DI ESITO GARA SERVIZI 09/13 (per estratto) Si comunica che in data 18/04/2014 è stato aggiudicato a seguito di Procedura Ristretta l’“Affidamento del servizio di supporto informatico all’esazione pedaggi”. CIG: 52680379A6 - CPV: 72253200-5 servizi di assistenza sistemi. Importo complessivo a base di gara: Euro 4.500.000,00. Durata: 60 mesi dal verbale di consegna. Criterio di aggiudicazione: Prezzo più basso. Numero offerte ricevute: 1. Aggiudicataria: R.T.I. SINELEC S.p.A./AUTOSTRADE TECH S.p.A. - S.P. 211 della Lomellina, Località San Guglielmo, 3/13 - 15057 Tortona (AL). Importo complessivo aggiudicato: Euro 2.865.735,05. Data spedizione alla GUUE del presente avviso: 30/04/2014. Il Direttore Generale - Avv. Mario Martino MILANO SERRAVALLE MILANO TANGENZIALI S.p.A. (Società soggetta ad attività di direzione e coordinamento della Provincia di Milano) Sede legale: Via Del Bosco Rinnovato, 4/A 20090 Assago MI AVVISO DI ESITO GARA SERVIZI 11/13 (per estratto) Si comunica che in data 18/04/2014 è stato aggiudicato a seguito di Procedura Aperta l’Affidamento del “Servizio per l’esecuzione di indagini sperimentali sul viadotto di Rho”. CIG: 5315501A2E - CUP: D47H13000690005 - CPV: 71351700-0 servizi di prospezione scientifica. Importo complessivo a base di gara: Euro 222.445,67 comprensivo di costi per la sicurezza pari a Euro 59.411,47. Durata: 89 giorni naturali e consecutivi decorrenti dalla data del verbale di consegna. Criterio di aggiudicazione: Offerta economicamente più vantaggiosa. Offerta Tecnica: punti max 25/100 - Offerta Tempo: punti max 25/100 - Offerta Economica: punti max 50/100. Numero offerte ricevute: 4. Aggiudicataria: ITS S.r.l. - Corte delle Caneve, 11 31053 Pieve di Soligo (TV). Importo complessivo aggiudicato: Euro 165.318,48. Ribasso offerto: 35,04%. Data spedizione alla GUUE del presente avviso: 30/04/2014. Il Direttore Generale - Avv. Mario Martino Provincia di Cremona AREA GESTIONE DEL TERRITORIO Settore Agricoltura e Ambiente mediante gara dinanzi a Notaio con il sistema delle offerte segrete SEGRATE (MI), Centro Direzionale Milano Oltre: immobile da cielo a terra costituito da due corpi indipendenti e comunicanti, ciascuno di dieci piani fuori terra e di un piano interrato. Superficie coperta complessiva mq. 8.270 ca. oltre spazi comuni e locali tecnici.: • piano interrato n. 51 posti auto e n.15 magazzini da mq. 10 a mq. 40 ca.; • piano terra/interr. n. 3 locali uso commerciale da mq. 260 a mq. 350 ca.; • piani dal Iˆ al VIIIˆ n. 16 uffici da mq. 336 a mq. 416 ca.; • piano IXˆ n. 6 magazzini da mq. 13 a mq. 29 ca e locali tecnici. Situazione locativa: libero. Vendita a corpo. Prezzo base d’asta: € 6.500.000,00 oltre oneri fiscali. Aumenti minimi: di € 50.000,00 in € 50.000,00 oltre oneri fiscali Data della gara: 26/06/2014 alle ore 16:30 INFORMAZIONI RELATIVE ALLA GARA sui siti www.ivass.it e www.gtirrena.it • Le aggiudicazioni potranno avvenire anche con offerte pari al prezzo base d’asta; • Le offerte in busta chiusa, intestate alla Compagnia Tirrena S.p.A. in l.c.a. dovranno pervenire al Notaio designato almeno tre giorni prima della data della gara; • La busta dovrà contenere assegno circolare intestato alla Compagnia Tirrena S.p.A. in l.c.a., pari al 15% del prezzo base d’asta, di cui il 10% a titolo di cauzione e il 5% per spese; • Le spese di trasferimento sono a carico degli acquirenti; • Il bando di gara si può richiedere agli uffici della Liquidazione in via Massimi 158 - 00136 Roma - tel 06.30183409 - 06.30183234 - fax 06.35420169 o stampare dal sito www.gtirrenalca.it. IL COMMISSARIO LIQUIDATORE: Avv. Gregorio Iannotta AEDES BPM REAL ESTATE SGR SPA Bastioni di Porta Nuova n. 21, 20121 - Milano - Iscritta al n. 94 dell’Albo delle SGR Cap. Soc. Euro 5.500.000,00 i.v. - Registro Imprese di Milano n. 239479/1999 Cod. fisc. e part. IVA 12926160156 Società soggetta alla attività di direzione e coordinamento di Aedes S.p.A. Oggetto: Art. 52 sexies del D.P.R. 327 del 8 giugno 2001 e s.m.i. - Ditta Snam Rete Gas S.p.A. - Istanza di autorizzazione unica alla costruzione ed esercizio e relativa dichiarazione di pubblica utilità dei metanodotti denominati con “Adeguamento Rete Ripalta - Credera - Sergnano” e le relative opere connesse, da realizzare nei Comuni di Chieve (CR), Capergnanica (CR), Crema (CR), Bagnolo Cremasco (CR), Casaletto Ceredano (CR), Credera Rubbiano (CR). Avviso di avvio del procedimento ai sensi della L. 241/90 e s.m.i. avviso al pubblico Oggetto: Avvio del Procedimento di cui agli Artt. 52 bis e seguenti del D.P.R. 08.06.2001 n. 327, per l’approvazione del Progetto, l’accertamento della Conformità Urbanistica, l’apposizione del Vincolo Preordinato all’Esproprio, la dichiarazione di Pubblica Utilità, l’autorizzazione alla Costruzione ed all’esercizio delle Opere Denominate: · Metanodotto Chieve - Crema DN 300 (12”), DP 75 bar · Deriv. per Capergnanica DN 200(8”), DP 75 bar · Rif. All. Com. Capergnanica DN 100 (4”), DP 75 bar · Rif. All. Com. Ripalta Cremasca DN 100 (4”), DP 75 bar · Rif. All. Com. Chieve DN 100 (4”), DP 75 bar · Rif. All. Com. Crema 6° Presa DN 100 (4”), DP 75 bar · Deriv. per Bagnolo Cremasco DN 200 (8”), DP 75 bar · Rif. All. Com. Crespiatica DN 150 (6”), DP 75 bar · Rif. All. Com. Bagnolo Cremasco DN 150 (6”), DP 75 bar · Rif. All. Sipral Padana DN 100 (4”), DP 75 bar · Rif. All. Com. Credera Rubbiano DN 100 (4”), DP 75 bar e delle Relative Opere Connesse, che avverranno mediante Convocazione di Conferenza di Servizi. Il Dirigente del Settore Agricoltura e Ambiente VISTA l’istanza in data 4 aprile 2014 presentata da Snam Rete Gas S.p.A. (S.R.G.) ed assunta al protocollo generale della Provincia al n. 44810 del 08.04.2014, intesa ad ottenere l’autorizzazione alla realizzazione delle opere in oggetto nei territori comunali di Chieve, Capergnanica, Crema, Casaletto Ceredano, Credera Rubbiano, Bagnolo Cremasco, Ripalta Cremasca, Cremosano, Campagnola Cremasca, Casaletto Vaprio, Capralba, Sergnano, Ripalta Guerina, Moscazzano, tutti nella Provincia di Cremona, con contestuale dichiarazione di pubblica utilità dell’opera; PRESO ATTO che: - l’opera ha lo scopo di mantenere le necessarie condizioni di sicurezza, affidabilità ed efficienza dei gasdotti e di consentire la dismissione ed il recupero dei metanodotti attualmente in esercizio. - i gasdotti e le varianti in progetto sono costituiti dalle seguenti tubazioni: 1. Metanodotto Chieve - Crema DN 300 (12”), DP 75 bar, lunghezza 6,337 km 2. Deriv. per Capergnanica DN 200 (8”), DP 75 bar, lunghezza 2,278 km e allacciamenti derivati 3. Rifacimento All. Com. Capergnanica DN 100 (4”), DP 75 bar, lunghezza 0,005 km 4. Rifacimento All. Com. Ripalta Cremasca DN 100 (4”), DP 75 bar, lunghezza 0,005 km 5. Rifacimento All. Com. Chieve DN 100 (4”), DP 75 bar, lunghezza 0,025 km 6. Rifacimento All. Com. Crema 6° presa DN 150 (6”), DP 75 bar, lunghezza 0,023 km 7. Deriv. Per Bagnolo Cremasco DN 200 (8”), DP 75 bar, lunghezza 2,542 km 8. Rifacimento All. Com. Crespiatica DN 150 (6”), DP 75 bar, lunghezza 1,270 km 9. Rifacimento All. Com. Bagnolo Cremasco DN 150 (6”), DP 75 bar, lunghezza 0,078 km 10. Rifacimento All. Sipral Padana DN 100 (4”), DP 75 bar, lunghezza 0,151 km 11. Rifacimento All. Com. Credera Rubbiano DN 100 (4”), DP 75 bar, lunghezza 3,737 km. CONSIDERATO che risulta depositata la documentazione di cui all’art. 52 quater, comma 2 del DPR 327/2001, e, precisamente, il progetto dell’opera in oggetto, completo di relazione tecnica, dichiarazione ex art. 31 D.Lgs. 164/2000 e relativo “schema di rete” e l’elaborato grafico recante le aree interessate dall’asservimento; VISTO l’art. 52 bis e segg. del D.P.R. n. 327/01 e s.m.i., COMUNICA - che gli atti progettuali, comprendenti la relazione tecnica, gli elaborati grafici e l’elenco dei proprietari catastali nonché la dichiarazione ex art. 31 del D.Lgs. n. 164/2000 e il relativo “schema di rete”, sono già depositati presso la Provincia di Cremona - Servizio Energia del Settore Agricoltura e Ambiente, con sede a Cremona in via Dante 134 - terzo piano nonché Snam Rete Gas invierà una copia completa per la consultazione anche presso l’Ufficio tecnico del Comune di Chieve, Capergnanica, Crema, Casaletto Ceredano, Credera Rubbiano, Bagnolo Cremasco, Ripalta Cremasca, Cremosano, Campagnola Cremasca, Casaletto Vaprio, Capralba, Sergnano, Ripalta Guerina, Moscazzano. - chiunque abbia interesse può consultare la documentazione di cui sopra ovvero estrarne copia, nei modi e limiti di legge, presso l’ufficio suddetto, previo appuntamento telefonico contattando l’ing. Marco Antoniazzi (tel. 0372406469), nonché formulare le proprie osservazioni per iscritto nel termine perentorio di 30 giorni dalla data di pubblicazione del presente avviso, indirizzandole a: Provincia di Cremona, Settore Agricoltura e Ambiente - Servizio Energia, via Dante 134 - 26100 Cremona. Dette osservazioni, se pertinenti all’oggetto del procedimento, saranno valutate dalla Conferenza di servizi chiamata ad esprimersi sull’opera. - il presente avviso sostituisce la comunicazione personale ai sensi dell’art. 52 ter, comma 1 del DPR 327/2001 in quanto il numero dei proprietari dei terreni interessati dall’esecuzione dell’opera è superiore a cinquanta; - il Responsabile del procedimento autorizzativo è il dott. Massimo Delle Noci, Responsabile del Procedimento del Servizio Energia del Settore Agricoltura e Ambiente della Provincia di Cremona (tel. 0372406616); - le porzioni di terreno interessate dalla realizzazione dell’opera in oggetto sono contraddistinte al Nuovo Catasto Terreni e Fabbricati con i seguenti mappali: Elenco Immobili da Asservire AEDES BPM REAL ESTATE SGR APPROVA IL RESOCONTO INTERMEDIO DI GESTIONE AL 31 MARZO 2014 DEL FONDO IMMOBILIARE INVESTIETICO. Il Consiglio di Amministrazione di AEDES BPM Real Estate SGR S.p.A. - in data 07 maggio 2014 - ha approvato il Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2014 del Fondo Comune di Investimento Immobiliare INVESTIETICO, quotato sul segmento Fondi Chiusi del Mercato Telematico degli Investment Vehicles (MIV) organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A.. Il Resoconto intermedio di gestione è a disposizione del pubblico presso la sede della società di gestione, AEDES BPM Real Estate SGR S.p.A. e presso la Banca Depositaria, nonché sul sito Internet www.aedesbpmresgr.com. www.aedesbpmresgr.com MANIFESTAZIONE DI INTERESSE PER L’INDIVIDUAZIONE DI NUOVE TECNOLOGIE DI SISTEMI PER LA STAMPA DIGITALE L’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato è interessato ad incontrare le aziende che producono e/o commercializzano sistemi per la stampa digitale di prodotti caratterizzati da elementi di sicurezza al fine di analizzare lo stato delle tecnologie presenti sul mercato. Le informazioni che verranno richieste alle aziende riguarderanno, tra l’altro, la gamma dei prodotti offerti, la road map dei prodotti futuri, le caratteristiche tecniche e di sicurezza, i fattori distintivi, le performance. Saranno pertanto d’interesse sistemi che possiedono le seguenti caratteristiche: - sistemi di stampa digitale da bobina con caratteristiche di resistenza tali da potere essere utilizzati nella stampa di Carte Valori su supporti cartacei o sintetici. - possibilità di stampa su supporti speciali quali carte filigranate o materiali plastici che possano essere successivamente termo-laminabili; - utilizzo nel processo di stampa di inchiostri con pigmenti speciali oppure rilevabili alla luce di Wood alle frequenze di 254 o 365 nm o anche la presenza di elementi tagganti rilevabili con analizzatori dedicati. Gli interessati potranno inviare richiesta di contatto nonché informazioni e chiarimenti all’indirizzo [email protected] entro le ore 12.00 del 12 giugno 2014. Nella richiesta dovrà essere indicato l’indirizzo dei soggetti interessati al quale IPZS potrà fare riferimento per le comunicazioni. Gli eventuali chiarimenti, le richieste e la documentazione dovranno essere inviate in italiano o in inglese all’indirizzo sopra indicato. Il presente avviso riveste solo carattere di ricerca di mercato e le manifestazioni di interesse che perverranno non saranno impegnative per IPZS. Nessun diritto può quindi essere avanzato ad alcun titolo da parte dei soggetti che presenteranno la propria manifestazione di interesse né in capo a quelli di loro che saranno contattati da IPZS nel corso dell’analisi di mercato. Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Comune di Bagnolo Cremasco (CR): Foglio 5: Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 o 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 Foglio 8: mapp. 76, 77, 80, 81, 83, 86, 91, 92, 100, 517, 555, 667 Foglio 9: mapp. 42, 62, 63, 70, 72, 75, 76, 77, 84, 85, 86, 87, 203, 515, 516, 517, 518, 519, 520, 521, 522, 547, 548, 555, 556, 557, 558, 619, 620 Comune di Capergnanica (CR): Azienda Complesso Ospedaliero San Filippo Neri Codice Fiscale e Partita IVA: 04738701004 Piazza S. Maria della Pietà, n. 5 - 00135 Roma telefono: 06/3306.1 (c.lino) telefax : 06/33062707 - www.sanfilipponeri.roma.it ESTRATTO BANDO DI GARA Si rende noto che l’Azienda Complesso Ospedaliero San Filippo Neri ha indetto gara di cui al seguente numero 1) ai sensi dell’art. 83 del D. Lgs. n. 163/2006: 1) Procedura di gara aperta, ai sensi del D.Lgs. 163/2006, finalizzata all’aggiudicazione del servizio della gestione dell’Asilo Nido dell’Azienda Complesso Ospedaliero San Filippo Neri di Roma per la durata di tre anni rinnovabile per ulteriori tre anni. Il termine ultimo per la ricezione delle offerte, da redigere in lingua italiana, è fissato al giorno 20.05.2014 alle ore 12.00. Il bando integrale della gara è stato inviato all’ufficio delle pubblicazioni ufficiali della Comunità europea nella seguente data: 03.04.2014 è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, GARE n. 46 del 23.04.2014, nonché sul sito aziendale: www.sanfilipponeri.roma.it, ove sono altresì pubblicati i documenti per partecipare alle gare come sopra indette e che gli aspiranti hanno l’onere di consultare per accertare eventuali modifiche o informazioni di interesse generale, prima di presentare la propria offerta. Le ulteriori informazioni possono essere acquisite presso l’U.O.C. Provveditorato, nella sede dell’ente, utilizzando, il seguente recapito telefonico: 0633062759. Il responsabile di tali procedimenti è il Dr. Angelo Furfaro. Il Dirigente dell’U.O.C. Provveditorato - Dr. Angelo Furfaro Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Foglio 1: mapp. 1, 14, 16, 17, 18, 19, 23, 24, 25, 26, 28, 30, 32, 34, 36, 38, 40, 42, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 54, 56, 58, 59, 60, 61, 62, 69, 70, 71, 116, 133, 380 Foglio 3: mapp. 10, 12, 14, 15, 35, 38, 39, 40, 41, 43, 62, 63, 83, 108, 109, 110, 111, 145, 211, 216, 218, 244, 314 Foglio 4: mapp. 1, 2, 3, 10, 11, 12, 19, 65 Foglio 8: mapp. 42, 43, 49, 52, 88, 120, 128, 130, 135 Comune di Casaletto Ceredano(CR): Foglio 1: mapp. 14, 33, 85, 130, 172, 193, 194, 236, 240, 257, 260, 425, 426, 427, 428, 429, 430, 431, 432 Foglio 4: mapp. 9, 10, 185, 187, 190, 192, 194, 201, 203, 205, 207, 209 Comune di Chieve (CR): Foglio 5: mapp. 48, 55, 66, 76, 77, 78, 80, 89, 98, 100, 214, 215, 217, 221, 228, 229, 231, 232, 233, 287, 289, 525 Comune di Credera Rubbiano (CR): Foglio 2: Foglio 4: mapp. 3, 52, 53, 54, 55, 56, 59, 61, 62, 64, 72, 73, 83, 91, 94, 95, 96, 144, 160, 162, 164, 166, 168, 177, 179, 181, 183, 184, 186, 187, 188, 189, 190, 191, 192, 193 mapp. 1, 2, 10, 11, 12, 39, 40, 41, 43, 206, 209, 211, 213, 279, 280, 282, 283, 284, 286, 288, 289, 291 Comune di Crema (CR): Foglio 1: mapp. 51, 63, 67, 68, 71 Provincia Autonoma di Trento - Via Degasperi n. 79 - 38123 Trento ESTRATTO BANDO DI GARA Foglio 10: mapp. 17, 22, 23, 24, 32, 58, 59, 66, 67 Foglio 18: mapp. 14, 43, 47, 48, 49, 63, 68, 69, 76, 78, 85, 142, 144, 178, 179, 187, 316, 348, 349, 364, 366, 367 Quest’Azienda ha indetto procedura aperta per l’affidamento della fornitura, in service, di SISTE MI DIAGNOSTICI PER L’ESECUZIONE DEGLI ESAMI DI OMOCISTEINA, VITAMINA D, IMMUNOSOPPRES SORI, occorrenti al laboratorio di Patologia Clinica dell’ospedale S. Chiara di Trento. Importo a base d’asta: €./anno =270.000,00= oltre IVA e oneri per la sicurezza €./anno =840,00= oltre IVA. Importo intero periodo contrattuale €. =1.350.000,00= oltre IVA ed oneri per la sicurezza, per la durata di anni cinque (5), a decorrere dalla data di sottoscrizione del contratto. La gara sarà espe rita ai sensi dell’art. 55, comma 5, del D.Lgs. n. 163/2006 e aggiudicata ai sensi dell’art. 83 dello stesso Decreto. Le offerte, corredate della necessaria documentazione e indirizzate all’Ufficio ntro lee orre 12 2.00 deel Protocollo dell’APSS, Via Degasperi, 79 – Trento, dovranno pervenire en 9/06/2014, teemine peerentorio. La documentazione di gara è liberamente accessibile all’indiriz 09 zo Internet www.apss.tn.it sezione “Bandi di gara” Per ulteriori informazioni rivolgersi al Servizio procedure di gara e contratti – Tel. 0461.904007 – Pec: [email protected] Bando inviato alla GUUE il 16/04/2014. IL DIRETTORE DEL SERVIZIO PROCEDURE DI GARA E CONTRATTI dott. Luciano Bocchi Foglio 41: mapp. 8, 9, 35, 62, 64, 78 Foglio 43: mapp. 805, 1047 FERROVIENORD SPA RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano mapp. 13, 80, 81, 84, 121, 122, 420, 1358, 1360, 1556, 1557, 1702, 1708 Piazzale Cadorna n. 14 /16 - 20123 MILANO Telefono 0285114250 - Telefax 0285114621 AVVISO DI GARA Viene indetto avviso relativo ad un sistema di qualificazione per “Qualificazione delle imprese per l'esecuzione di lavori di opere civili in presenza di esercizio ferroviario”. I soggetti interessati dovranno presentare domanda come indicato nel “REGOLAMENTO” visionabile sul sito internet aziendale all’indirizzo www.fnmgroup.it/bandi-e-gare. Il bando integrale di gara è stato pubblicato sulla GUCE S84 del 30/04/2014 ed inviato alla GURI il 05/05/2014. Il bando integrale di gara è altresì disponibile presso il sito internet www.fnmgroup.it/bandi-e-gare. L’AMMINISTRATORE DELEGATO DOTT. ING. MARCO BARRA CARACCIOLO Elenco Immobili da Occupare Temporaneamente Comune di Bagnolo Cremasco (CR): Foglio 5: mapp. 44, 80, 81, 121, 122, 420, 1358, 1360, 1556, 1558, 1702, 1708 Foglio 8: mapp. 76, 77, 80, 83, 86, 91, 92, 100, 517, 555, 667 Foglio 9: mapp. 42, 62, 63, 70, 72, 75, 76, 77, 84, 85, 86, 87, 515, 516, 518, 520, 521, 522, 547, 548, 555, 556, 557, 558, 619 Comune di Capergnanica (CR): Foglio 1: mapp. 14, 16, 17, 18, 19, 23, 24, 25, 26, 28, 30, 32, 34, 36, 38, 40, 42, 46, 48, 50, 52, 54, 56, 58, 59, 60, 61, 62, 69, 70, 71, 116, 133, 380 Foglio 3: mapp. 10, 12, 14, 15, 38, 39, 40, 41, 43, 62, 63, 83, 109, 145, 211, 216, 244, 314 Foglio 4: mapp. 1, 2, 10, 11, 12, 19, 65 Foglio 6: mapp. 140 Foglio 8: mapp. 42, 43, 128, 130, 135 Comune di Casaletto Ceredano (CR): Foglio 1: mapp. 85, 130, 172, 193, 194, 236, 240, 257, 260, 425, 426, 427, 428, 429, 430, 432 Foglio 4: mapp. 9, 10, 185, 187, 190, 192, 194, 201, 203, 205, 207, 209 Comune di Chieve (CR): Foglio 5: mapp. 48, 55, 76, 77, 78, 80, 89, 98, 100, 214, 215, 217, 221, 232, 525 Comune di Credera Rubbiano (CR): Foglio 2: Foglio 4: mapp. 52, 53, 54, 55, 56, 59, 61, 62, 72, 73, 91, 95, 160, 162, 164, 166, 168, 177, 179, 181, 184, 186, 187, 188, 189, 190, 191, 193 mapp. 1, 2, 11, 40, 41, 43, 206, 209, 211, 213, 279, 283, 291 Comune di Crema (CR): Foglio 1: REGIONE TOSCANA ESTAV Nord-Ovest Sede Legale: via Cocchi, 7/9 loc. Ospedaletto - 56121 PISA AVVISO DI GARA PER ESTRATTO L’ESTAV Nord-Ovest indice la seguente procedura di gara: Procedura aperta per il Servizio in locazione di laser per oculistica per le AZIENDE SANITARIE DELL’AREA VASTA NORD OVEST per un importo totale massimo di €.490.000,00 + IVA. Le offerte per la gara dovranno pervenire entro e non oltre le ore 13,00 del giorno 05/06/2014 presso ESTAV NORD-OVEST - U.O.C. Attrezzature Sanitarie di Pisa Via Cocchi, 9 loc. Ospedaletto - 56121 Pisa. Il bando integrale della gara è stato spedito in data 24/04/2014 alla G.U.C.E. La documentazione per la partecipazione alla gara è disponibile sul sito internet all’indirizzo https://start.e.toscana.it/estav-nordovest/. Responsabile del procedimento Dr.ssa Laura Saredo Parodi, tel. 050/8662.667, e-mail [email protected]. Le offerte non vincolano l’Amministrazione. Il Direttore Dipartimento Acquisti Dott. Massimo Santini mapp. 63, 71 Foglio 10: mapp. 17, 22, 23, 24, 58, 59, 66, 67 Foglio 11: mapp. 26, 53 Foglio 18: mapp. 11, 14, 43, 47, 48, 49, 63, 68, 69, 76, 78, 85, 87, 88, 142, 144, 178, 179, 187, 341, 348, 366 Foglio 41: mapp. 8, 9, 35, 62, 64, 78 Foglio 43: mapp. 805, 1047 - il presente avviso viene pubblicato all’albo pretorio dei Comuni di Chieve, Capergnanica, Crema, Casaletto Ceredano, Credera Rubbiano, Bagnolo Cremasco, Ripalta Cremasca, Cremosano, Campagnola Cremasca, Casaletto Vaprio, Capralba, Sergnano, Ripalta Guerina, Moscazzano e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia - Sezione Espropri. Cremona lì, 9 aprile 2014 Il Dirigente del Settore (dr. Andrea Azzoni) Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 Cronache 25 italia: 51575551575557 Nizza Amica dei Grimaldi. L’agguato fuori dall’ospedale in cui era in cura il figlio socio di Leonardo DiCaprio Spari contro l’ereditiera monegasca L’ombra della ‘ndrangheta sul Principato Hélène Pastor colpita mentre era sulla sua auto. Grave il conducente DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Mentre i Grimaldi organizzavano serate di gala e Ranieri sposava Grace Kelly, i Pastor — arrivati nel 1880 da Buggio, in provincia di Imperia — a Montecarlo costruivano palazzi. È così che i discendenti del tagliatore di pietre Jean-Baptiste sono diventati la famiglia probabilmente più ricca del Principato, proprietaria (secondo stime non confermate) di un terzo di tutti gli immobili, capace di spartirsi nel 1990 mezzo milione di metri quadrati. Hélène, 77 anni, una dei tre eredi principali, martedì sera era andata a trovare il figlio Gildo in ospedale, a Nizza. All’uscita hanno sparato a lei e al suo autista. Entrambi sono adesso in prognosi riservata. Chi ha voluto colpire una famiglia così potente, amica del principe Alberto II che ha tenuto a esprimere immediatamente «viva emozione»? Secondo alcune indiscrezioni l’inchiesta si starebbe concentrando sugli uomini della ‘ndrangheta, molto attivi negli ultimi mesi in Costa Azzurra, con investimenti immobiliari che potrebbero avere trovato nei Pastor un ostacolo non del tutto previsto. La criminalità italiana è giudicata in forte espansione nel sud della Francia; a metà aprile era stato arrestato a Nizza il boss camorrista Antonio Lo Russo, che peraltro proprio poche ore dopo Le indagini I rilievi della polizia francese sulla Lancia Voyager di Hélène Pastor. La donna è stata raggiunta dai colpi di un cecchino mentre era sull’auto e stava per fare ritorno a Monaco dopo aver fatto visita al figlio Gildo, ricoverato da tempo nell’ospedale L’Archet di Nizza. Lei e il suo autista sono stati soccorsi e portati all’ospedale Saint-Roch di Nizza (foto Epa) La famiglia Il figlio Gildo Pallanca Pastor con l’attore Leonardo DiCaprio Il fratello Michel Pastor, morto a febbraio, con il principe Alberto II l’agguato a Hélène Pastor è stato estradato a Ventimiglia con importanti misure di sicurezza. Ma non è del tutto da escludere che l’obiettivo della sparatoria fosse l’autista-maggiordomo, Mohammed D., 54 anni. Ieri si è parlato di suoi precedenti penali, smentiti con forza dal figlio a Nice Matin: «Chi continua a parlare di mio padre come di un pregiudicato verrà querelato. Come se si potesse lavorare a servizio dei Pastor per vent’anni a Montecarlo con una fedina penale meno che immacolata». Martedì Hélène Pastor è an- data a trovare il figlio Gildo Pallanca Pastor, ricoverato all’ospedale l’Archet dopo il malore cerebrale che lo ha colpito nel febbraio scorso. Gildo è noto per avere fondato con Leonardo DiCaprio la scuderia di formula E (auto da corsa elettriche) «Venturi Grand Prix». All’uscita dell’ospedale, intorno alle 19, la signora (che è anche sorella di Michel, ex presidente del Monaco scomparso a febbraio) è salita sulla Lancia Voyager nera guidata dall’autista. Quando l’auto ha rallentato allo stop prima di immettersi nella strada princi- Chi è Milionaria Hélène Pastor (sotto, nella foto Milestone), 77 anni, è una ricca ereditiera del Principato di Monaco, sorella dell’ex presidente della squadra di calcio del Monaco Michel Pastor, scomparso a febbraio Il patrimonio Hélène ha ereditato un impero immobiliare: buona parte degli edifici monegaschi appartiene alla sua famiglia. Il patrimonio, di cui non si conosce il valore, è diviso in tre blocchi. Il figlio Gildo ha fondato con Leonardo DiCaprio la scuderia di Formula E «Venturi Grand Prix» I rapporti La famiglia Pastor è tra le più influenti nel Principato ed è considerata vicina al principe Alberto II e ai Grimaldi pale, un uomo a volto scoperto è apparso dal lato passeggero dell’auto e ha fatto fuoco con un’arma a canna lunga, probabilmente un fucile a pompa. Dopo un primo colpo che ha mandato in frantumi il finestrino, l’uomo ha guardato dentro l’auto e poi ha sparato ancora. L’autista è crollato sul volante, la macchina senza controllo è andata a fermarsi qualche decina di metri più avanti. L’aggressore si è allontanato a piedi — «senza neanche nascondere il fucile», hanno raccontato i testimoni —, è stato raggiunto da un complice e i due sono poi scappati in auto. Tutta la scena è stata registrata dalle telecamere di sorveglianza, i due criminali potrebbero essere Le origini I Pastor sono originari della provincia di Imperia: il capostipite era un tagliatore di pietre facilmente identificabili. L’epopea dei Pastor ha conosciuto una prima svolta nel 1936, quando i Grimaldi affidarono loro la costruzione dello stadio Louis II nel quartiere di Fontvieille, prima opera pubblica del futuro impero immobiliare. Dopo la guerra uno dei figli di Jean-Baptiste, Gildo, ebbe l’intuizione di comprare a prezzo relativamente basso tutti i terreni della zona di Larvotto, allora disabitata. E quando il principe Ranieri ha autorizzato la costruzione dei grattacieli con vista sul mare, la fortuna dei Pastor è diventata colossale. Stefano Montefiori @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 italia: 51575551575557 Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 Cronache 27 italia: 51575551575557 La ricerca I dati chiesti da un’associazione di genitori ed elaborati dal Comune. Istituti accerchiati da 200 mila veicoli al giorno Aule e inquinamento MILANO — Ogni mattina un bambino entra a scuola e non sa che respirerà il fumo nero di 120 mila macchine. Nei casi peggiori, si arriva fino a 200 mila auto. Che passano a meno di 100 metri. Ora c’è una mappa. Oltre mille pallini: sono le scuole di Milano. Cinque colori: dal verde, al viola. Ogni colore rappresenta una soglia. Da meno di 10 mila macchine al giorno (e questo è un limite «accettabile»), a oltre 200 mila. Ogni categoria indica anche un potenziale impatto sulla salute degli studenti. Danni immediati (asma, bronchiti) e danni a lungo termine (predisposizione a future malattie cardiovascolari). Obiettivo, in linea con le più avanzate ricerche internazionali sul tema: valutare lo smog «di prossimità», quello realmente respirato dalle persone che si trovano vicino alle fonti di inquinamento. Risultato: 583 scuole di Milano, oltre la metà del totale, si trovano a meno di 75 metri da arterie stradali ad alta percorrenza, in cui passano più di 10 mila veicoli al giorno. «Per un totale di oltre 108 mila studenti a rischio». Dietro la ricerca milanese c’è anche una storia ormai decennale di impegno civico. Lo studio è stato richiesto dall’associazione dei «Genitori antismog», attraverso un accesso agli atti, ed elaborato dall’Agenzia per la mobilità del Comune di Milano. È un fatto notevole: le istituzioni hanno collaborato con i cittadini, per dare risposta alle loro richieste. «È un esercizio straordinario di democrazia», commenta Anna Gerometta, dei «Genitori antismog». Che propone l’esperienza milanese PERCENTUALE SCUOLE ESPOSTE AL TRAFFICO NEL COMUNE DI MILANO Veicoli al giorno entro 75 metri Meno di 10.000 18% 2% Quei centomila studenti a rischio per il troppo smog Primo studio a Milano: 583 scuole sulle vie del traffico I danni Asma, bronchite, fino a malattie cardiovascolari Il comitato «Servono politiche di prevenzione più coraggiose» come esempio: «La rilevazione e la diffusione pubblica di questi dati possono favorire l’adozione di politiche più coraggiose. Invitiamo i cittadini di tutta Italia a utilizzare i modelli disponibili sul nostro sito per fare altrettanto (www.genitoriantismog.it)». L’aria (nera) che tira intorno alle scuole di Milano ha trasformato la città in un laboratorio. A partire dall’Area C, il ticket antitraffico istituito dalla giunta Pisapia che ha ridotto quasi del 30 per centro le auto nel centro della città. I benefici sono evidenti anche nella ricerca sulle scuole: solo il 26 per cento degli studenti che frequenta istituti dentro l’Area C sopporta flussi di traffico sopra le 10 mila auto al giorno. All’esterno della zona del ticket, invece, la percentuale degli studenti a rischio sale al 61 per cento. Conclusione: «Si può fare». Ovvero: «Le misure locali di riduzione dello smog — commenta Anna Gerometta — sono efficaci. Riducono l’esposizione al traffico e, come è scientificamente dimostrato, i danni alla salute collegati». Questo, secon- do l’associazione, dev’essere però un punto di partenza. Per lavorare su due fronti. Il primo, locale: «Milano deve presentarsi all’Expo 2015 con un’aria, e quindi una vivibilità, migliori. Per fare questo in tempi rapidi e in modo coerente con l’impatto sanitario dei dati raccolti, bisogna creare un’area di limitazione del traffico più estesa che protegga un numero sempre maggiore di cittadini». Il secondo fronte è nazionale. Ed Europeo: «Governo e Parlamento — concludono i Genitori antismog UN ALLARME NEL SILENZIO di GIANGIACOMO SCHIAVI A Tra 10.000-50.000 Tra 50.000-100.000 Tra 100.000-200.000 Più 200.000 1% 32% ✒ 47% LA SCUOLA PIÙ ASSEDIATA È un asilo in via Grassi, dove transitano 250.253 veicoli al giorno L’AREA C Nel cuore di Milano 3 scuole su 4 convivono con meno di 10.000 auto al giorno D’ARCO — dovrebbero mettere al più presto in agenda il disegno di legge, già messo a punto, sulla “Mobilità nuova”. Non solo: nel corso del semestre di presidenza Ue, l’Italia guiderà il negoziato sul “pacchetto aria” e potrà contribuire in modo determinante a rendere più efficaci le proposte della Commissione». Gianni Santucci © RIPRODUZIONE RISERVATA Su Corriere.it la mappa interattiva su smog e scuole a Milano nche se un silenzio tombale sembra sceso sulle politiche antismog, il diritto all’aria pulita si può educatamente chiedere con gli strumenti che la legge mette a disposizione dei cittadini. L’hanno fatto i genitori che non si arrendono ai mefitici veleni che avvelenano i polmoni dei figli e il risultato è nell’articolo a fianco: i bambini delle scuole milanesi respirano polveri nocive in quantità doppia o tripla rispetto ai limiti consentiti. Un dato allarmante che mette ancor più in evidenza i rischi per la salute nei luoghi dove l’intensità del traffico è maggiore. E che dovrebbe spingere allo stesso tipo di verifica i cittadini e le amministrazioni di altre città del bacino padano, dove l’inquinamento è cronico come le bronchiti che provoca. Purtroppo nell’Italia che liquida con due righe (nella relazione del ministero dell’Ambiente ) i veleni dell’aria è difficile anche un’alleanza per la salute. Il caso dei bambini di Milano esposti al maggior rischio nei luoghi in cui dovrebbero essere protetti deve far riflettere: sappiamo da dove vengono i veleni, ne conosciamo gli effetti nocivi, ma non abbiamo ancora imparato a difenderci. Queste informazioni sono un passo avanti nella trasparenza degli atti di cui va dato atto al Comune di Milano. Ma la battaglia antismog non deve finire qui. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il video «Non venite» Spot leghista con i migranti «Non venite, soffrirete la fame». È l’appello che i migranti rivolgono ai connazionali nello spot provocazione su YouTube del candidato al Parlamento europeo leghista, Angelo Ciocca. Comunicato sindacale Oggi si riunisce a Milano l’assemblea degli azionisti di Rcs Mediagroup, che edita il Corriere della Sera, la Gazzetta dello Sport e diverse testate periodiche. La situazione appare confusa, dopo lo scioglimento del patto di sindacato che governava la società. I soci principali sono chiamati a chiarire il loro ruolo. In particolare, aspettiamo risposte concrete da parte di Fiat e del gruppo Della Valle, i soggetti che negli ultimi mesi si sono scontrati più volte sulla conduzione della società. Dall’assemblea ci aspettiamo anche un chiarimento sul rapporto tra i vertici aziendali e la direzione del Corriere della Sera. È evidente che in queste condizioni di incertezza e di tensione a tutti i livelli è difficile trovare la concentrazione e la serenità necessarie per lavorare bene, qualunque sia il ruolo che si ricopra. Il gruppo viene da un anno a dir poco complicato e sta applicando un piano industriale-finanziario molto pesante, che abbiamo già criticato pubblicamente in diverse occasioni. In particolare le condizioni capestro poste dalle banche creditrici e — come nel caso di Banca Intesa — anche azioniste del gruppo, hanno fin qui impedito di liberare le risorse necessarie per il rilancio. Inoltre, ci siamo opposti ad alcune scelte compiute dall’amministratore delegato Pietro Scott Jovane, come la vendita del palazzo storico di Via Solferino-Via San Marco, che ha indebolito lo stato patrimoniale del gruppo oltre che la reputazione della società. Da più di un anno chiediamo una scossa. Il Corriere della Sera ha l’assoluta necessità di recuperare il tempo perso negli ultimi mesi: mentre i concorrenti non si fermano, da noi l’annunciato rilancio del digitale stenta a decollare per continui deficit nel supporto tecnologico. L’integrazione tra giornale di carta ed online resta ancora lontana dal realizzarsi e su tutto il sistema Corriere pesa il condizionamento di strategie aziendali che puntano a guadagni facili quanto improbabili, che mettono in discussione gli standard di qualità del giornale. La Gazzetta dello Sport vive lo stesso momento di impasse. A fronte di dichiarazioni più o meno roboanti, la redazione è ferma alla cassa integrazione a rotazione, ai prepensionamenti, a un ridimensionamento di spazi e foliazione, al taglio dei compensi dei collaboratori e al trasloco nella sede periferica di via Rizzoli. Tutto nel segno dei tagli, mentre il nuovo sito sconta problemi tecnologici, la digital edition è un progetto ancora a singhiozzo e privo di investimenti di sostanza. I Poligrafici hanno contribuito per l’ennesima volta firmando a marzo un accordo che recupera ulteriore produttività con la riduzione complessiva dell’occupazione e — cosa non da poco — la cessione di ramo d’azienda del nostro principale polo di stampa Pessano con Bornago. Detto ciò, auspichiamo che finalmente i vertici di Rcs pensino non solo a tagliare prodotti e costi, ma si impegnino a sviluppare piani editoriali e modelli organizzativi che diano prospettive positive sia per la salvaguardia dell’occupazione sia per tutelare le nostre professionalità. Cdr Corriere della Sera Cdr Gazzetta dello Sport Rsu Rcs Quotidiani Milano, 13 maggio 2014 - Grand Hotel et de Milan BOLAFFI ASTA DI LIBRI RARI E AUTOGRAFI Oltre 700 lotti di libri rari e manoscritti provenienti da collezioni private fra cui uno straordinario insieme di 82 lettere del grande maestro Giuseppe Verdi, 7 lettere inedite di Maria Callas alla sua maestra Elvira de Hidalgo, un’importante selezione di libri sull’araldica e un rarissimo manoscritto cinquecentesco di Luigi Alamanni. Esposizione presso la Sede BOLAFFI di via Manzoni 7, Milano da venerdì 9 a martedì 13 maggio, domenica inclusa, dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.30. 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In edicola dal 30 aprile con IN E-BOOK nei migliori store digitali e nell’app per iPad® Biblioteca del Corriere Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 29 italia: 51575551575557 Economia Sempre in contatto con la tua energia axpo.com 800.199.978 `V `ii ÀÃi /- > ÃiÌÌ>> >L >«>À > ÃiÌÌ>> /Ì ` -Ì>Ì >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää /Ì /- Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÓ]Èx ä]äÈ Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £{ä]äÈ Ó]xn Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £äÓ]£ ä]ÓÈ Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ ££Ó]£n £]È Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]Ç£ ä]Îä Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ ££Ç]ÇÇ Î]Óä Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äÈ]ÓÎ Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £äx]Ó Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££Ó]{ ä]È{ £]{Ç Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £äx]ÎÈ Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ ££Ç]n VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]£ä Î]£ Î]Îx ä]x{ Ì« ££ä£ÉäÉÓ£ {]Çxä¯ ££x]{ä Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££Ç]£x Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ ££Ó]Ó £]n £] Ó]{È VÌ änä£ÉäÉ£x ä]Înä¯ £ää]ää VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]xÈä¯ £ää]ää VÌ £££xÉä{É£n ä]ÇÓȯ £ää]Ç ä]È ä]Çä £]ää `À> È°ÇÈ]{{ ä]äί £ iÕÀ /- Ì° - >Ài ÓÓ°ÈÎn]{Î £]Îǯ À>VvÀÌi °xÓ£]Îä ä]xǯ e £ iÕÀ £{£]Ènää Þi /- Ì°-Ì>À £n°nÎn]£Î Ó]{ί *>À} >V{ä® {°{{È]{{ ä]{£¯ e Ü ià £È°{ÇÎ]xn } } Ó£°Ç{È]ÓÈ £]äx¯ {°ä{Ó]äÇ ä]x¯ / i® £{°äÎÎ]{x Ó]ί £°nÇÓ]ÎÎ >`À` £ä°{£Î]nä ä]È{¯ >Ã`>µ -E* xää Ó£°Ó{ä]Ç{ £]Σ¯ ä]{{¯ e ä]Óx¯ e La lente INDESIT IN ROSSO NEI PRIMI 3 MESI LA STRETTA SUL PARTNER C he il matrimonio s’ha da fare, ormai sono concordi tutti. La famiglia Merloni, con la loro cassaforte Fineldo, per bocca di Aristide, figlio del capostipite Vittorio, ieri per la prima volta non ha escluso la volontà di cercare un partner per Indesit «ma senza forzare i tempi». Il management dell’azienda di Fabriano, il cui amministratore delegato Marco Milani ha detto che il processo «sta andando avanti con tutta la collaborazione che la controllata Indesit può dare alla controllante Fineldo». Infine anche i piccoli soci sono della stessa idea. Ieri durante l’assemblea degli azionisti il rappresentante del fondo Amber, Giorgio Martorelli, ha detto di ritenere «necessaria l’aggregazione con un partner internazionale». Se è unanime la volontà nel proseguire l’operazione (con Whirlpool dato in vantaggio sulle altre pretendenti) ieri è stata la giornata dei conti con il primo trimestre 2014 che si è chiuso con una perdita di 6,2 milioni anche a causa del supereuro che ha penalizzato l’export. I soci hanno però deciso di distribuire un dividendo di 0,045 centesimi per ogni azione di risparmio (appena convertite in ordinarie in un rapporto di uno a uno). Fabio Savelli © RIPRODUZIONE RISERVATA £]ÎÓÇ `>À ä]£Ó¯ ä]£{¯ £ iÕÀ ä]nÓäÇ ÃÌiÀi ä]äx¯ £ iÕÀ £]Ó£nÈ vÀ° ÃÛ° £ iÕÀ ]ä{Ç VÀ°ÃÛi° ä]£n¯ £ iÕÀ £]x£È{ `°V>° ä]{{¯ ä]£Î¯ e i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° äÇäx iÌÌ ¯ /Ì i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° äÇäx iÌÌ ¯ Il caso Il Biscione ha in portafoglio il 22% della pay tv, la stessa quota degli spagnoli. Il nodo Antitrust Telefonica sfida Mediaset su Digital Plus Il gruppo di Alierta pronto a sborsare 725 milioni per il 56% in mano a Prisa Se tutto procede come sembra, Digital Plus cambia socio di maggioranza ma resta in mani spagnole e apre una nuova sfida per Mediaset nella pay tv. Telefonica, azionista al 22% al pari del gruppo Berlusconi, ha presentato un’offerta da 725 milioni per il 56% del capitale della televisione a pagamento iberica, la quota fin qui in mano a Prisa, editore de «El Pais» impegnato a fronteggiare un maxi debito da 3 miliardi di euro. Con 1,62 milioni di abbonati e i diritti per il campionato di calcio, Distribuidora de Televisión Digital, questo è il nome completo della società, ha il monopolio della tv a pagamento in Spagna. Un segmento di mercato nel quale il gruppo Berlusconi, presente D’ARCO Un anno in Borsa 4,039 4 3,635 3 3,232 3 Ieri -3,7% 3,81 euro LLuglio li Settembre S b 2013 nella penisola iberica con la controllata (quotata alla Borsa di Madrid) Mediaset España, ha confermato anche di recente di voler investire. Il progetto in stato avanzato di valutazione prevede la creazione di un veicolo europeo, aperto a partner finanziari e industriali Novembre N b G Gennaio i internazionali, nel quale far confluire il 100% di Mediaset Premium e la quota in Digital Plus. Il primo broadcaster del Qatar Al Jazeera e i francesi di Canal Plus si sono già fatti avanti per quello che diventerebbe un big della pay tv europea, leader nel Mediterraneo. M Marzo 2014 M Maggio i 2,829 2 2,425 2 2,022 2 Molto dipenderà adesso dalle scelte di Telefonica che nel gruppo spagnolo dovrebbe salire al 78%, una volta ottenuto l’ok dal consiglio di amministrazione di Prisa, atteso nelle prossime ore. La crescita nel capitale di Digital Plus è poi vincolata al duplice via li- bera dell’Antitrust spagnolo ed europeo. Il passaggio a Bruxelles è stretto: Telefonica è socio importante di Telecom Italia, possiede già una piattaforma, Movistar TV, con 676.000 clienti, ed è in attesa del pronunciamento del commissario alla Concorrenza sull’acquisizione da 8,6 miliardi dell’operatore mobile tedesco E-Plus. Un quadro in evoluzione che potrebbe, in nome di una collaborazione sin qui positiva e in vista di alleanze allargate, vedere Mediaset affiancare in un secondo tempo Telefonica rilevando da quest’ultima parte di quel 56% acquistato da Prisa. Il Biscione, secondo alcune ipotesi circolate ieri, potrebbe raddoppiare l’attuale partecipazione del 22%. «In questo momento non vogliamo disturbare il deal tra Telefonica e Prisa» ha detto ieri agli analisti Massimiliano Musolino, numero uno di Mediaset Espana. «Sapevamo che la quota fosse in vendita e sapevamo che Telefonica era uno dei potenziali offerenti », ha aggiunto il manager ricordando che dal via libera di Prisa ci saranno due settimane di tempo per esercitare i diritti di prelazione e di veto. A voler dar retta ai pronostici di Borsa, Prisa (+4,5% a Madrid) è vista come venditrice della quota in Digital Plus, mentre Telefonica ha lasciato sul campo il 3,17%, poco meno di Mediaset (-3,78%). Paola Pica © RIPRODUZIONE RISERVATA L’operazione Ipo da 15 miliardi. Nel maxicollocamento Yahoo cederà parte del suo 22,6% mentre Softbank manterrà la partecipazione del 34,4 Alibaba punta sull’e-commerce americano Il colosso di Jack Ma sbarca a Wall Street Basterebbero i numeri per capire come mai negli Stati Uniti hanno paura di Jack Ma, «Mr Alibaba»: le vendite del colosso dell’e-commerce cinese — che ha appena presentato i documenti per una quotazione a Wall Street da 15 miliardi che valorizza la società oltre i 100 miliardi di dollari — hanno superato quelle di eBay e Amazon combinate insieme. Nel 2013 i 231 milioni di utenti attivi di Alibaba hanno speso 248 miliardi di dollari, contro i circa 100 (fonte Forrester Re- search) della società fondata da Jeff Bezos. Sulla piattaforma fondata da Jack Ma nel ‘99 oggi passa il 2% dell’intero Pil cinese. Tra il 70 e l’80% dei pacchetti spediti all’interno della Cina hanno scritto sopra il brand Alibaba e dentro un prodotto acquistato dai 600 milioni di cinesi collegati a Internet. Il commercio elettronico fuori dalla Cina rappresenta circa il 7% di quello complessivo, dunque con una penetrazione, fatta la media tra le varie tipologie merceologiche, in media molto inferiore a quella percepita. La quotazione del gruppo a questo punto è attesa entro l’estate. E già si specula su una capitalizzazione pari a 100 miliardi di dollari. Ma ha già annunciato di volere fare Il confronto Nel 2013 gli utenti di Alibaba hanno speso più del doppio di quelli che hanno scelto Amazon un passo indietro per fare largo ai giovani (ha 49 anni). Per questi motivi il «Financial Times» lo ha dichiarato persona dell’anno ripercorrendo la sua vita iniziata nel 1964 a Hangzhou, nel sud est della Cina. Oggi in Cina Jack Ma (nome cinese Ma Yun) è un idolo vivente ed è considerato la figura più influente al netto dell’establishment comunista. Ma ha iniziato poverissimo: era anche poco brillante in matematica ma si era innamorato dell’inglese. Per migliorarlo ha Il fondatore Jack Ma Primi passi Per Ma la svolta è arrivata grazie all’incontro casuale con Jerry Yang, il cofondatore di Yahoo fatto la guida gratuita per sette anni nei grandi alberghi. Fino all’incontro con Jerry Yang sulla grande muraglia cinese: Ma, allora, era una guida del ministero, Yang il cofondatore di Yahoo. Oggi Yang è in declino, Yahoo ha già fatto sapere che potrebbe cedere parte del suo 22,6% (Softbank sembra voglia mantenere la propria quota del 34,4%) e Ma, con il suo 8,9%, è il campione del capitalismo cinese che sbarca negli Usa. Il calcolo è facile da fare: con una capitalizzazione di 100 miliardi la quota di Ma ne varrà già 8,9. Alibaba sembra precedere il sorpasso dell’economia cinese su quella americana. Massimo Sideri © RIPRODUZIONE RISERVATA 30 Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il Corriere della Sera - 08/05/2014 Chi è Terna S.p.A. Il Gruppo Terna è proprietario in Italia della Rete di Trasmissione Nazionale di energia elettrica con oltre 63.500 km di linee in Alta Tensione su tutto il territorio nazionale. Terna ha la responsabilità di sviluppare la rete dell’Alta Tensione per migliorare la sicurezza e l’efficienza e ridurre il costo per imprese e cittadini. Terna è anche responsabile, 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, della trasmissione e del dispacciamento dell’energia e quindi della gestione in sicurezza dell’equilibrio tra la domanda e l’offerta di energia elettrica nel paese. Quotata alla Borsa Italiana dal 2004, la Società provvede alla manutenzione e allo sviluppo della rete elettrica nel rispetto dell'ambiente, coniugando competenze e tecnologie per migliorarne l'efficienza. Il Gruppo Terna è una realtà di eccellenza europea, con oltre 3500 professionisti impegnati quotidianamente nella sicurezza del sistema elettrico nazionale. La Società è responsabile della programmazione, sviluppo e manutenzione della Rete, coniugando competenze, tecnologie e innovazione in linea con le best practices internazionali. Perché serve realizzare l’opera Terna ha pianificato la realizzazione di una nuova Stazione Elettrica 132/220 kV, e dei relativi raccordi aerei, nel territorio comunale di Malo (VI), in posizione baricentrica rispetto ai carichi delle aree industriali a Nord di Vicenza per assicurare l’alimentazione di tutti i carichi elettrici nell’area. In data 9 dicembre 2013 è stato sottoscritto un Protocollo di Intesa tra Terna e l’Amministrazione comunale con il quale è stata concordata la localizzazione della nuova Stazione Elettrica, e dei relativi elettrodotti di raccordo, e la demolizione di tratti di linee aeree. Benefici dell’opera I benefici attesi correlati all'entrata in servizio dell'intervento sono di seguito elencati: • miglioramento del profilo delle tensioni nell’area di carico ad ovest di Vicenza; • incremento della flessibilità di esercizio della rete 132 kV; • riduzione delle probabilità di guasto con un miglioramento del livello della continuità e della qualità del servizio; • diminuzione delle perdite di trasmissione. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.terna.it nella sezione Cantieri Terna per l’Italia. AVVISO AL PUBBLICO RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE ALLA COSTRUZIONE E ALL’ESERCIZIO AL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DI CONCERTO CON IL MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE La Società Terna Rete Elettrica Nazionale S.p.A., con sede legale in Viale E. Galbani, 70 – 00156 ROMA, tramite la società interamente partecipata Terna Rete Italia S.p.A., con sede legale in Viale E. Galbani, 70 – 00156 ROMA, che agisce in nome e per conto; RENDE NOTO • “l’Amministrazione competente a rilasciare l’autorizzazione” è il Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento per l’Energia - Direzione Generale per il mercato elettrico, le rinnovabili e l’efficienza energetica, il nucleare, ex Divisione III – Reti Elettriche - Via Molise 2, 00187 ROMA di concerto con Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per la Tutela del Territorio e le Risorse Idriche - Direzione X - Sezione Elettrodotti - Via C. Colombo, 44 – 00147 ROMA; • “il Responsabile del procedimento” è l’ing. Gianfelice POLIGIONI, Dirigente della Divisione III – Reti Elettriche, della Direzione Generale di cui sopra; • “gli Uffici presso cui si può prendere visione del progetto e della relativa domanda” sono: • di aver presentato in data 23 dicembre 2013, ai sensi dell’art. 1-sexies del decreto legge 239/2003, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 ottobre 2003, n. 290, e successive modificazioni, la domanda con relativo progetto al Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento per l’Energia - Direzione Generale per il mercato elettrico, le rinnovabili e l’efficienza energetica, il nucleare, ex Divisione III – Reti Elettriche, ed al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per la Tutela del Territorio e le Risorse Idriche, al fine di ottenere l’autorizzazione alla costruzione ed all’esercizio, avente efficacia di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità, dei seguenti interventi sulla Rete Elettrica Nazionale: - Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento per l’Energia - Direzione Generale per il mercato elettrico, le rinnovabili e l’efficienza energetica, il nucleare, ex Divisione III – Reti Elettriche - Via Molise 2 - 00187 ROMA; - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per la Tutela del Territorio e le Risorse Idriche - Divisione X - Assetto e rappresentazione cartografica del territorio - Sezione Elettrodotti - Via C. Colombo, 44 – 00147 ROMA; - Comune di Malo – Via San Bernardino, 19 - 36034 Malo (VI); “Nuova Stazione Elettrica 220/132 kV di Malo (VI) con relativi raccordi a 220 e 132 kV e opere connesse. Opere da eseguirsi nel territorio dei comuni di Malo e San Vito di Leguzzano, in provincia di Vicenza, nella Regione Veneto.” • che le opere da realizzarsi consisteranno in: - due raccordi aerei per la linea a 132 kV t.23641 “Schio - Cornedo”. Conseguentemente alla realizzazione di tali raccordi la linea verrà suddivisa in due linee a 132 kV denominate “Malo - Schio (ex scr)" e “Malo - Cornedo” - due raccordi aerei per la linea a 132 kV t.23810 “Schio – San Pietro Mussolino cd Valdagno”. Conseguentemente alla realizzazione di tali raccordi la linea verrà suddivisa in due linee a 132 kV denominate “Malo - San Pietro Mussolino cd Valdagno" e “Malo - Schio (ex sspm)” - un raccordo aereo doppia terna per la linea a 220 kV t.22285 “Ala - Vicenza Monteviale”. Conseguentemente alla realizzazione di tale raccordo la linea verrà suddivisa in due linee a 220 kV denominate “Ala - Malo”e “Malo - Vicenza Monteviale” - Comune di San Vito di Leguzzano – Piazza Marconi, 7 – 36030 San Vito di Leguzzano (VI); • chiunque, ed in particolare i soggetti nei confronti dei quali possa derivare pregiudizio dal provvedimento finale di approvazione, può prendere visione della domanda e relativo progetto nonché presentare memorie scritte, nel termine di 30 (trenta) giorni dalla pubblicazione del presente avviso, ai suddetti Ministeri ed alla Terna Rete Italia S.p.A. – Direzione Territoriale Nord - Est – Via San Crispino, 22 – 35129 Padova. Terna S.p.A. Reg. Imprese, C.F. e P.I. 05779661007 REA 922416 Capitale Sociale 442.198.240,00 Euro i.v. Terna Rete Italia S.p.A. Reg. Imprese, C.F. e P.I 11799181000 REA 1328587 Capitale Sociale 120.000,00 Euro i.v. - nuova stazione elettrica di Malo che interesserà un’area di circa 43.500 mq; - demolizione di circa 1,5 km di linee aeree. • che le caratteristiche tecniche dei collegamenti sono le seguenti: - lunghezza complessiva linea aerea in singola terna a 132 kV - lunghezza complessiva linea aerea in doppia terna a 132 kV - lunghezza complessiva linea aerea in singola terna a 220 kV - lunghezza complessiva linea aerea in doppia terna a 220 kV - Frequenza nominale - Tensione nominale linea aerea 132 kV - Tensione nominale linea aerea 220 kV - Potenza nominale linea aerea 132 kV - Intensità di corrente nominale linea aerea 132 (per fase) - Potenza nominale linea aerea 220 kV - Intensità di corrente nominale linea aerea 220, (per fase) - Altezza minima dei conduttori dal suolo (linea aerea) Elenco proprietà potenzialmente impegnate 1145 m Si riporta di seguito l’elenco dei proprietari con le relative proprietà potenzialmente impegnate dalle nuove opere. L’elenco è così strutturato: 243 m COGNOME Nome: fg/num/; ove: 222 m 1062 m 50 Hz 132 kV 220 kV 155 MVA 675 A 271 MVA 710 A 10,00 m. • che le opere interessano il Comune di Malo e il Comune di San Vito di Leguzzano, in Provincia di Vicenza; • che i fondi interessati ai fini dell’apposizione del vincolo preordinato all’imposizione in via coattiva della servitù di elettrodotto e del vincolo preordinato all’esproprio sulle aree della nuova stazione elettrica e della relativa strada di accesso, ovvero le proprietà potenzialmente impegnate, vengono elencati a margine e distinti per comune, n. foglio, n. mappale, nome e cognome; • che l’opera sarà realizzata secondo le modalità tecniche e le norme vigenti in materia, come meglio indicato nel progetto depositato (come in appresso specificato) e che il tracciato, in particolare, è stato studiato in armonia con quanto dettato dall’art.121 del T.U. del 11/12/1933 n. 1775, comparando le esigenze della pubblica utilità delle opere con gli interessi sia pubblici che privati coinvolti, in modo tale da recare il minore sacrificio possibile alle proprietà interessate, avendo avuto cura di vagliare le situazioni esistenti sui fondi da asservire rispetto anche alle condizioni dei terreni limitrofi; • che per la particolare importanza dell’opera è stato richiesto il carattere di inamovibilità della stessa e pertanto le relative servitù di elettrodotto potranno essere imposte in deroga alle disposizioni di cui all’art. 122, commi 4 e 5, del R.D. 11.12.1933 n. 1775; COGNOME Nome fg num : : : : cognome della persona fisica o nome della società o ente intestatario nome della persona fisica intestataria numero del foglio catastale numero della particella riportato sulla mappa catastale IN COMUNE DI MALO ANCETTI ANDREA: 1/118 - 1/119; ANCETTI CARMEN: 1/118 - 1/119; ANCETTI LUCA: 1/118 - 1/119; ANNECCHINI PATRIZIA: 1/118 - 1/119; BARIOLA ADELAIDE: 2/18 - 2/75 - 2/81 -2/82 - 2/99; BATTAGLIA LORETA: 2/19; BATTISTIN ANGELA: 1/127 1/133; BATTISTIN ENZO: 1/127 - 1/133; BRANDELLERO FLORIANO PREFABBRICATI S.N.C.: 1/635 - 1/637 - 1/639; CASATTO CARLA LUCIA: 2/12 - 2/33 - 2/74; CASATTO GIUSEPPE: 2/12 - 2/33 - 2/74; CASATTO MARIA NELLA: 2/12 - 2/33 - 2/74; CHIUMENTO CAROLINA DI GIACOMO ANTONIO: 2/11 - 2/35 - 2/76; CLEMENTI BENIAMINO: 1/83; CLEMENTI CHRISTIAN: 1/83; CRIVELLARO MADDALENA: 1/66 - 1/369; CRIVELLARO MARIA LUISA: 1/125 - 1/375; CRIVELLARO ANGELA: 2/105; CRIVELLARO FIORINDO: 2/105; CRIVELLARO GIOVANNI: 2/105; CRIVELLARO GIUSEPPE: 2/105; CRIVELLARO LIDIA: 2/105; CRIVELLARO MARIA;BIANCA: 2/105; DALLA VECCHIA ANTONIO: 1/2 - 1/3 - 1/26 - 1/27; DE FACCI FLAVIO: 2/19; DE FACCI IVANO: 2/128; DE RIZZO MARILENA: 1/87 - 1/89 - 1/90 - 1/212; FABRELLO GIANNI: 1/131 - 1/132 - 1/259 - 1/546; FABRELLO MARIA LUIGIA: 1/138 - 1/543 - 1/544 - 1/545 - 1/547; FORMILAN GABRIELE: 1/688; FORMILAN GIANMARIA: 1/689; GECCHELIN NATALINO: 2/239; GIORDAN CARLO LINO: 1/122 - 1/123; GIORDAN ANTONIA: 1/217; GIORDAN FRANCESCA: 1/217; GIORDAN GIOVANNA: 1/217; GIORDAN MARIA TERESA: 1/217; ISTITUTO DIOCESANO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO: 1/698 - 2/66; LUCHETTA DOMENICO: 1/88 - 1/135 - 1/136 - 1/225; LUPATO NATALINA: 1/124; MANEA GIUSEPPE: 1/127 - 1/133; MANEA PAOLA: 1/376 - 2/80 - 2/89 - 2/90; MARCHIORO GIOVANNA: 1/118 - 1/119; MARCOLIN AQULINO: 2/91; MIGLIORANZA ANCILLA: 1/92 - 1/249; MIGLIORANZA MARIA TERESA: 2/91; MONDIN DANILO: 2/112 - 2/123 - 2/125 2/165; MONDIN EDOARDO: 2/112 - 2/125; MONDIN LUIGIA: 2/240; POGETTA GIOVANNI: 1/91 - 2/18 - 2/75 - 2/81 - 2/82 2/99 - 2/100 - 2/202; POGETTA FRANCO MATTEO: 1/93 - 1/475 - 2/77; POLI LINO;VINCENZO: 1/94 ;POZZOLO PIA: 2/12 2/74; POZZOLO PIA;MARCELLINA: 2/33; RIVA CLAUDIO: 1/257 - 1/258 - 1/456 - 1/457; SACCARDO LUIGI: 2/124; SBALCHIERO RENATO: 1/231; VANZO LUIGI: 1/1; VANZO AGOSTINO: 1/193; XOCCATO LINA: 1/231; ZANELLA PATRIZIA: 1/92 - 1/249; ZILIO BRUNO FU ERMANNO: 2/11 - 2/35 - 2/76; ZILIO BRUNO: 2/117; ZILIO ERMANNO FU ERMANNO: 2/11 2/35 - 2/76; ZOLIN MARIA RINA: 1/193; • che l’opera in questione, ai sensi della vigente normativa non è soggetta a Valutazione Impatto Ambientale. Tutto ciò premesso, ai fini dell’ “Avvio del procedimento amministrativo”, dell’apposizione del “vincolo preordinato all’imposizione in via coattiva della servitù di elettrodotto sulle aree potenzialmente impegnate dalle linee elettriche e del vincolo preordinato all’esproprio sulle aree potenzialmente impegnate dalla nuova stazione elettrica e dalla relativa strada di accesso” e della “Dichiarazione di pubblica utilità” secondo il combinato disposto dell’art. 7 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, e del DPR 8 giugno 2001 n. 327 e successive modificazioni COMUNICA CHE: • “l’oggetto del procedimento promosso” è l’ autorizzazione per la costruzione e l’esercizio di: “Nuova Stazione Elettrica 220/132 kV di Malo (VI) con relativi raccordi a 220 e 132 kV e opere connesse”; IN COMUNE DI SAN VITO DI LEGUZZANO BATTISTIN ANGELA: 7/51 - 7/52; BATTISTIN ENZO: 7/51 - 7/52; BONATO ENRICO: 6/2047; CHIUMENTO PAOLO CESARE: 5/343 - 5/344; CISCATO IVANA: 5/350; DALL’AMICO BRUNO: 7/45; DALLA VECCHIA ANTONIO: 5/248 - 5/251; ENTE URBANO: 7/1; FOCHESATO BORTOLO: 5/249 - 5/558 - 5/657 - 5/658; GIORDAN CARLO LINO: 6/911 - 6/1498; GUGLIELMI CATTERINA: 6/911; GUGLIELMI CATERINA: 6/1497; MANEA GIUSEPPE: 7/51 - 7/52; MARTINELLO ADRIANO: 6/1757; MARTINELLO DARIO: 6/1757; MARTINELLO GIOVANNI: 6/1757; MASETTO SERGIO: 7/44 - 7/487; MASETTO VINCENZO: 7/44 - 7/487 - 7/488 - 7/489; MASETTO MARIA ANGELA: 7/488 - 7/489; MASETTO ANNALCIDA: 7/490; MASETTO MARIA CRISTINA: 7/491; ONGARO ANTONIO: 7/46; PANIZZON GIUSEPPE: 5/246; PANIZZON MARIA TERESA: 5/655 - 5/656; POGETTA GIUSEPPE: 5/250; PREVITALI MARILENA: 7/24; RIVA CATERINA: 5/658; SACCARDO FABIANO: 5/339 - 5/340 - 5/341 - 5/342 - 5/348 - 5/349; SACCARDO MANUELA: 5/339 - 5/340 - 5/341 - 5/342 - 5/348 - 5/349; SELLA RENATO: 6/2048; SETTE ROMILDA: 6/1757; ZOCCA LORETTA: 5/321 - 5/322 - 5/696 - 5/697 - 5/698; È scomparso ieri a 91 anni. Cinquanta anni fa l’ingresso nel gruppo fiorentino che trasformò in una multinazionale tascabile I dati Ads sulla diffusione D’ARCO Il patron di Menarini Economia 31 italia: 51575551575557 La classifica Addio ad Aleotti, vinse la battaglia per brevettare i farmaci italiani L’industriale che a Reggio Emilia anticipò il servizio sanitario Quando cinquant’anni fa ne ha preso le redini, la Menarini era un’azienda familiare con 188 dipendenti, 352esima nella classifica italiana dell’industria farmaceutica. Oggi è la prima nostra multinazionale del settore con 16.600 occupati e 3,2 miliardi di fatturato. E mentre trasformava una piccola impresa domestica in un gruppo che opera in 100 paesi, imparava non più giovane l’inglese ascoltando corsi su corsi alle cuffie quando era al vogatore. Un piccolo particolare che descrive bene il carattere tenace di Alberto Sergio Aleotti, l’industriale nato a Quattro Castella di Reggio Emilia il 4 marzo 1923, e morto ieri mattina a Firenze. Un percorso, il suo, per certi versi classico dell’imprenditore italiano che ha costruito dal nulla la sua fortuna. Ma che presenta alcune passaggi capaci di rendere peculiare la sua carriera. Le origini povere e la morte del padre quando aveva otto anni non hanno frenato gli studi. E ancora prima di concludere l’università comincia a lavorare presso l’azienda municipalizzata reggiana Farmacie comunali riunite. Poco dopo la laurea (a Bologna) viene promosso direttore generale. Un avvio nel pubblico già non proprio consueto per tempi ed età che diventa un caso-scuola quando, grazie ai profitti generati dall’azienda sotto la sua guida, il Comune di Reggio Emilia anticipa il servizio sanitario nazionale fornendo assistenza farmaceutica gratuita a 20 mila poveri. Aleotti è un esperto nella costituzione di farmacie comunali e viene chiamato in varie città: a Milano, Bologna e infine a Firenze dal sindaco Giorgio La Pira. Il suo nome non sfugge alle imprese del settore. Fra le offerte sceglie quella di Mario Menarini, che gli affida la direzione dell’azienda. Anche in questo caso si tratta di un capitolo originale: la famiglia Menarini avvia un progressivo disimpegno e Aleotti trasforma l’impresa puntando sulla internazionalizzazione e costituendo una base solida di Ricerca & sviluppo. La scalata nella graduatoria del settore, che vede peraltro parecchie società passare a gruppi esteri, è rapida. Aleotti la realizza senza mai abbandonare origini e radici. Racconta con affetto il direttore generale Domenico Simone, chiamato dall’imprenditore in azienda nel 1968: al tavolo di una trattativa importante con un interlocutore internazionale, che conosce però bene l’italiano, Chi era Alberto Sergio Aleotti , 91 anni, aveva lasciato da qualche anno la guida del gruppo Menarini ai figli. Prese le redini della multinazionale farmaceutica nel 1964 Al vertice sale Monica Pasetti Dottor Ciccarelli, per la prima volta una donna alla guida (giu.fer.) Rivoluzione nella governance di Farmaceutici Dottor Ciccarelli. L’azienda italiana attiva dal 1821, casa madre di marchi storici come Pasta del Capitano e Cera di Cupra, passa dalla guida di un amministratore unico a quella di un consiglio di amministrazione: ne faranno parte, in qualità di presidente, Marco Pasetti (al timone della Ciccarelli dal 1977, dopo il passaggio di testimone dallo zio Nico Ciccarelli) e, come consulenti di fiducia, i due figli Luca e Monica. Sarà quest’ultima, già direttore generale dal 2006, ad assumere il ruolo di amministratore delegato, prima donna nella storia aziendale a ricoprire un ruolo di tale responsabilità. Farmaceutici Dottor Ciccarelli, opera in 44 Paesi, impiega 66 dipendenti con un fatturato di 37 milioni e una distribuzione nei canali mass market e farmacia. Le copie medie diffuse giornalmente Aleotti affina una parte delicata del contratto con un suo collaboratore... parlando in dialetto emiliano. La sua capacità di «visione», sottolinea sempre Simone, porta l’imprenditore a promuovere la battaglia per il brevetto sui farmaci, che lo vede anche in prima fila nella promozione di quattro disegni di legge, tutti però fermati. Sarà la Corte Costituzionale a consegnargli la vittoria con la sentenza che nel 1978 ha bocciato il divieto di brevetto nel settore. Il successo lo porta alla presidenza di Farmindustria. Anche la sua vita associativa sarà fuori dal comune: nel ‘92 viene nominato presidente della Federazione mondiale, carica che finora è stato il solo italiano a «conquistare». La Menarini cresce e diventa di proprietà degli Aleotti. I figli, Lucia e Alberto Giovanni, entrano in azienda rispettivamente nel ‘92 e ‘97. Alberto (che negli anni è coinvolto anche in alcune vicende L’esordio Quando Aleotti arrivò alla guida di Menarini, era un’azienda con 188 dipendenti. Oggi ne ha 16.600 giudiziarie) e i «ragazzi» seguono da vicino le strategie mentre la gestione operativa viene affidata per la parte industriale a Simone, mentre di finanza e amministrazione si occupa l’altro direttore generale, Pietro Corsa. Nel 2011 Alberto Aleotti lascia il timone ai figli: Lucia diventa presidente e Alberto Giovanni vice. Saranno loro a realizzare l’espansione in Asia e acquisti come la Silicon Biosystem, una start up specializzate in tecnologie per lo studio dei tumori. Meno fortuna avranno invece con il Montepaschi: la famiglia nel 2012 ne acquista il 4%. Poi però, quando la partita si complica troppo, si ritira. Il core business è un altro. 455.254 367.339 362.377 370.004 251.072 226.407 222.630 142.554 141.743 124.122 117.899 Carta e digitale, il «Corriere» conferma la leadership MILANO — Il «Corriere della Sera» si conferma il quotidiano più diffuso in Italia, con una media di 455 mila copie giornaliere a marzo. Sono i dati Ads, basati sulle statistiche degli editori: la somma delle copie cartacee e digitali. Al secondo posto c’è la «Repubblica» a quota 367 mila copie, quindi a breve distanza il «Sole 24 Ore» con 362 mila copie. Seguono la «Gazzetta dello Sport» (251 mila copie il lunedì, 226 mila copie gli altri giorni), la «Stampa» (222 mila copie), il «Messaggero» (142 mila copie), il «Corriere dello SportStadio» (141 mila copie il lunedì, 110 mila gli altri giorni), «Qn-Il Resto del Carlino» (124 mila copie) e «Avvenire» (117 mila copie). I numeri valgono come diffusione totale, includendo per esempio la distribuzione in edicola, gli abbonamenti, le vendite dirette e le copie digitali, con dati per singolo canale diversi a seconda della testata. Per quanto riguarda le vendite di copie digitali, in testa c’è il «Sole 24 Ore» (170 mila), quindi «Corriere» (94 mila) e «Repubblica» (60 mila). G. Str. Sergio Bocconi © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA La trattativa Nuova lettera da Abu Dhabi per ribadire le condizioni «imprescindibili» per l’intesa. Emirates potrà volare da Milano a New York Alitalia, il governo in campo per mediare con Etihad Renzi e Mogherini incontrano lo sceicco Bin Zayed Al Nahyan. Il nodo esuberi ROMA — Una lettera di chiarimenti da Abu Dhabi e la mediazione del governo per favorire l’acquisto di Alitalia da parte del vettore arabo Etihad. Queste le novità della giornata sulla vicenda della compagnia tricolore. Questa volta l’intervento del governo ha avuto come cornice quella ufficiale di Palazzo Chigi. Qui il premier Matteo Renzi ieri ha ricevuto il ministro degli Esteri emiratino Abdullah Bin Zayed Al Nahyan, insieme con l’omologo italiano Federica Mogherini. E’ stata però quest’ultima, e non Renzi, a assicurare l’impegno dell’esecutivo sull’intesa. «Come governo — ha detto lo sceicco — cercheremo di creare il clima più fa- Corriere della Sera La Repubblica Il Sole 24 Ore La Gazzetta dello Sport (lun.) La Gazzetta dello Sport La Stampa Il Messaggero Il Corriere dello Sport - Stadio (lunedì) QN - Il Resto del Carlino Avvenire Fonte: Ads Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 vorevole possibile per l’accordo», anche se al momento tra le due compagnie è in corso un dialogo «per risolvere alcune criticità che sono normali in questi casi. Se poi il governo italia- 2.600 I dipendenti di Alitalia in esubero, secondo le indiscrezioni sui piani di Etihad Di questi almeno 1.600 dovrebbero uscire definitivamente dalla società no dovesse decidere di accelerare questo dialogo, sarà una sua decisione». Intanto la risposta alla missione a Abu Dhabi dell’ad di Alitalia Gabriele Del Torchio che ha presentato il piano sarebbe arrivata già ieri: una lettera che conterrebbe ancora una volta «condizioni imprescindibili». L’ad si è messo a lavoro, per quanto di sua competenza, sul nodo degli esuberi, circa 2.600, su cui domani riprenderà la trattativa con i sindacati. Il governo dovrà rispondere sulla richiesta di infrastrutture di collegamento con gli aeroporti e il nuovo utilizzo degli scali di Linate e Malpensa. Ma dovrà anche dire quale ruolo dovrà avere Poste, so- Bicocca Pirelli, profitti in aumento del 26% nel primo trimestre cio di Alitalia al 19,48%, nella vecchia compagnia e nella newco. Una posizione che forse al governo converrebbe svelare dopo le elezioni, se questo ruolo dovesse essere quello di addossarsi una parte del debito delle banche, come pare. Si spiegherebbe così la sollecitazione dello sceicco al governo sui tempi. Intanto il Consiglio di Stato ha sospeso l’esecuzione delle sentenze del Tar Lazio che avevano annullato la possibilità della concorrente Emirates di operare 7 nuove frequenze sulla Dubai-Malpensa-New York per 18 mesi. E’ attesa ora la decisione nel merito. Pirelli chiude il primo trimestre dell’anno con profitti in aumento del 26%, a 90,4 milioni, e 1,47 miliardi di fatturato, in calo del 2,7%, principalmente per l’effetto cambi senza il quale il giro d’affari sarebbe aumentato dell’8%. Crescono a doppia cifra però i ricavi del segmento premium, pari a 639,9 milioni. Il risultato operativo è aumentato dell’11,2% portando il margine di redditività al 13,9% dal 12,2% precedente. In aumento il debito, pari a fine marzo a 1,96 miliardi di euro. Il gruppo della Bicocca ha confermato i target per il 2014. Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA Manager Gabriele Del Torchio, amministratore delegato Alitalia © RIPRODUZIONE RISERVATA Editoria Un nuovo modello di condivisione dei ricavi tra il gruppo Usa e la società fiorentina L’accordo L’investimento nella società di consulenza made in Italy Alleanza tra Amazon e Giunti L’ebook arriva in libreria Il private equity che punta sulle idee Il fondo Argos Soditic entra in Bip Apparentemente è un laboratorio di integrazione carta-web o, meglio, tra il modello di business tradizionale e quello digitale del Kindle Store di Amazon. In realtà è anche un tentativo di integrazione inversa web-carta. Il «contatto» avverrà con la vendita del «nemico» e-reader Kindle nelle 170 librerie Giunti e con la nascita di un sito di ecommerce Giunti con tecnologia Amazon, dove si potranno acquistare libri, contenuti media ma anche giocattoli. È per questo che l’intesa andrà seguita con attenzione: «Loro — spiega Diego Piacentini, vice president di Amazon — hanno molti clienti che non abbiamo noi, noi molti clienti che non hanno loro». «Non è Amazon il cattivo, ma c’è un cambiamento tecnologico in atto che trova il grande favore del pubblico» ragiona l’amministratore delegato di Giunti, Martino Montanarini. Sembra una sorta di patto di non belligeranza con la creazione di uno spazio dove potranno guadagnare entrambi. «Si tratta di aumentare il mercato di tutti — sintetizza Piacentini — senza fare calcolini su quali piccole quote possano cannibalizzarsi». L’accordo prevede una condivisione dei ricavi non nota («Ma siamo entrambi soddisfatti ciascuno della propria parte» sottolinea lo stesso Montanarini). L’intesa sulla vendita del Kindle ha un precedente Diego Piacentini di Amazon Martino Montanarini, ceo Giunti nelle librerie inglesi Waterstones. Ma la nascita del sito Giunti con tecnologia Amazon è una novità ottenuta dal responsabile europeo del Kindle Store, Alessio Santarelli. Al centro di tutto c’è la libreria in piena crisi d’identità. In teoria il Kindle è l’oggetto perfetto per non tornarci più. Ma la realtà è più complessa secondo i due manager. «Quest’anno apriremo 15 nuove librerie, è evidente che ci crediamo — conclude Montanarini — ma pensiamo che dovranno completamente cambiare pelle: non solo luogo di vendita ma di accesso ai servizi». Dietro l’intesa c’è un tema molto delicato anche per gli Over the top come Amazon: l’evoluzione delle tecnologie predittive, che tentano di capire cosa cerchiamo e quali sono i nostri gusti. Ma il mondo della conoscenza può contenere terabyte di informazioni e insieme rimanere distante dal lettore-utente. Una curiosità: la famiglia Giunti pubblicò dei libri già nel 1497, 41 anni dopo l'invenzione di Gutenberg. Oggi, nel 2014, è la prima a fare un’intesa con il Kindle. Massimo Sideri © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO — Il «private equity» investe sulle idee italiane. Il fondo europeo Argos Soditic ha rilevato una quota della società di consulenza tricolore Bip. L’operazione, a quanto sembra, porta a una sostanziale parità nel capitale sociale di Bip tra Argos Soditic e 12 manager della società di consulenza: fra questi Nino Lo Bianco, uno dei fondatori e oggi presidente, e i due amministratori delegati Carlo Capè e Fabio Troiani. L’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare all’inizio della prossima settimana. La mossa di Argos Soditic, secondo fonti vicine all’operazione, è la prima operazione europea di un fondo di private 30 milioni di euro è l’importo massimo che dovrebbe mettere a disposizione Argos Soditic per le prossime operazioni di «M&A» equity nel settore della consulenza e dei servizi professionali. L’investimento ha come obiettivo la crescita della società nel mondo. Non si conosce ancora il valore complessivo dell’accordo, ma Argos Soditic dovrebbe mettere a disposizione fino a 30 milioni di euro per operazioni di «mergers & acquisitions» a livello globale: in altre parole, fusioni e acquisizioni tra Bip e altre realtà consulenziali di questo o quel Paese, soprattutto rinforzando la presenza in Medio Oriente e Sud America. Tra gli advisor dell’operazione ci sono Equita, New Deal Advisor, Studio Chiaravalle Reali & Associati e Allen & Overy. In Bip lavorano oltre 900 persone, nelle sedi a Roma, Milano, Buenos Aires, San Paolo, Rio de Janeiro, Londra, Madrid, Kuala Lumpur e Tunisi. Il fatturato consolidato vale 75 milioni di euro. Giovanni Stringa © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89 [email protected] Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. AZ F. Best Cedola DIS 05/05 EUR 5,113 5,112 Asia Consumer Demand A 07/05 USD 13,510 13,610 PS - Best Global Managers B 06/05 EUR 106,150 106,260 AZ F. Best Equity 05/05 EUR 5,094 5,114 Asia Consumer Demand A-Dis 07/05 USD 13,170 13,270 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 06/05 EUR 108,270 108,230 AZ F. Bond Target 2015 ACC 05/05 EUR 5,978 5,978 Asia Infrastructure A 07/05 USD 13,630 13,720 PS - Bond Opportunities A 06/05 EUR 162,840 162,810 AZ F. Bond Target 2015 DIS 05/05 EUR 5,484 5,484 Asian Bond A-Dis M 07/05 USD 10,158 10,145 ASIAN OPP CAP RET EUR 06/05 EUR 11,768 11,786 PS - Bond Opportunities B 06/05 EUR 121,430 121,400 Balanced-Risk Allocation A 07/05 EUR 14,720 14,740 FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR 06/05 EUR 109,989 110,066 PS - Dynamic Core Portfolio A 06/05 EUR 98,920 98,970 15,010 14,971 FLEX STRATEGY RET EUR 06/05 EUR 91,971 91,960 PS - EOS A 06/05 EUR 133,210 131,460 HIGH GROWTH CAP RET EUR 06/05 EUR 120,801 121,418 PS - Equilibrium A 06/05 EUR 100,840 100,850 ITALY CAP RET A EUR 06/05 EUR 25,776 25,826 PS - Fixed Inc Absolute Return A 06/05 EUR 99,120 99,120 SHORT DURATION CAP RET EUR 06/05 EUR 901,961 901,948 PS - Global Dynamic Opp A 06/05 EUR 100,660 100,890 PS - Global Dynamic Opp B 06/05 EUR 100,870 101,100 PS - Inter. Equity Quant A 06/05 EUR 108,760 108,740 PS - Inter. Equity Quant B 06/05 EUR 110,980 110,960 PS - Liquidity A 06/05 EUR 124,720 124,650 PS - Opportunistic Growth A 06/05 EUR 95,860 95,830 PS - Opportunistic Growth B 06/05 EUR 101,090 101,050 PS - Prestige A 06/05 EUR 98,150 98,380 PS - Quintessenza A 06/05 EUR 102,650 102,160 PS - Quintessenza B 06/05 EUR 105,750 105,240 PS - Target A 06/05 EUR 106,370 105,940 PS - Target B 06/05 EUR 106,380 105,950 PS - Titan Aggressive A 06/05 EUR 103,150 102,920 PS - Total Return A 06/05 EUR 101,860 101,830 PS - Total Return B 06/05 EUR 95,370 95,340 PS - Valeur Income A 06/05 EUR 110,540 110,520 PS - Value A 06/05 EUR 102,860 102,420 PS - Value B 06/05 EUR 105,040 104,580 AZ F. Bond Target 2016 ACC 05/05 EUR 5,399 5,399 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] Nome AcomeA America (A1) 06/05 EUR 15,806 16,035 AZ F. Bond Target 2016 DIS 05/05 EUR 5,119 5,120 Bluesky Global Strategy A 06/05 USD 1512,157 1510,682 Em. Loc. Cur. Debt A 07/05 USD AcomeA America (A2) 06/05 EUR 16,303 16,538 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC 05/05 EUR 5,140 5,140 Bond Euro A 06/05 EUR 1240,008 1239,955 Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M 07/05 USD 9,570 9,545 AcomeA Asia Pacifico (A1) 06/05 EUR 4,086 4,084 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS 05/05 EUR 5,140 5,140 Bond Euro B 06/05 EUR 1198,797 1198,757 Em. Mkt Corp Bd A 07/05 USD 12,157 12,145 AcomeA Asia Pacifico (A2) 06/05 EUR 4,200 4,198 AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC 05/05 EUR 5,624 5,624 Bond Risk A 06/05 EUR 1443,325 1443,078 Euro Corp. Bond A 07/05 EUR 16,627 16,605 AcomeA Breve Termine (A1) 06/05 EUR 14,645 14,643 AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS 05/05 EUR 5,204 5,203 Bond Risk B 06/05 EUR 1382,653 1382,437 Euro Corp. Bond A-Dis M 07/05 EUR 12,645 12,628 AcomeA Breve Termine (A2) 06/05 EUR 14,802 14,800 AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC 05/05 EUR 5,856 5,855 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A 06/05 EUR 1636,951 1635,892 Euro Short Term Bond A 07/05 EUR 10,926 10,924 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B 06/05 EUR 1575,876 1574,875 European Bond A-Dis CompAM Fund - SB Bond B 05/05 EUR 1071,352 1071,012 Glob. Bond A-Dis AcomeA ETF Attivo (A1) AcomeA ETF Attivo (A2) 06/05 EUR 4,529 06/05 EUR 4,555 4,639 4,665 AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS 05/05 EUR AZ F. Cash 12 Mesi 05/05 EUR 5,516 5,350 5,515 5,350 07/05 EUR 5,643 07/05 USD 5,808 06/05 EUR 17,214 17,209 AZ F. Cash Overnight 05/05 EUR 5,257 5,256 CompAM Fund - SB Equity B 05/05 EUR 1113,193 1115,494 Glob. Equity Income A 07/05 USD 60,570 60,970 06/05 EUR 17,409 17,403 AZ F. Cat Bond ACC 30/04 EUR 5,305 5,304 CompAM Fund - SB Flexible B 05/05 EUR 1011,058 1011,456 Glob. Equity Income A-Dis 07/05 USD 15,250 15,360 AcomeA Europa (A1) 06/05 EUR 13,465 13,503 AZ F. Cat Bond DIS 30/04 EUR 5,268 5,286 European Equity A 06/05 EUR 1407,445 1410,304 Glob. Inv. Grade.Corp. Bond A-Dis M 07/05 USD 11,448 11,392 AcomeA Europa (A2) 06/05 EUR 13,805 13,844 AZ F. CGM Opport Corp Bd 05/05 EUR 6,045 6,044 European Equity B 06/05 EUR 1332,671 1335,396 Glob. Structured Equity A-Dis 07/05 USD 40,560 40,830 AcomeA Globale (A1) 06/05 EUR 11,131 11,194 AZ F. CGM Opport European 05/05 EUR 6,797 6,829 Multiman. Bal. A 05/05 EUR 116,010 115,994 Glob. Targeted Ret. A 07/05 EUR 10,397 10,395 AcomeA Globale (A2) 06/05 EUR 11,545 11,611 AZ F. CGM Opport Global 05/05 EUR 6,256 6,270 Multiman. Bal. M 05/05 EUR 115,549 115,526 AcomeA Italia (A1) 06/05 EUR 21,437 21,580 AZ F. CGM Opport Gov Bd 05/05 EUR 5,543 5,542 AcomeA Italia (A2) 06/05 EUR 22,001 22,146 AZ F. Commodity Trading 05/05 EUR 4,402 4,397 AcomeA Liquidità (A1) 06/05 EUR 8,908 8,905 AZ F. Conservative 05/05 EUR 6,471 6,467 AcomeA Liquidità (A2) 06/05 EUR 8,908 8,906 AZ F. Core Brands 05/05 EUR 5,587 AcomeA Paesi Emergenti (A1) 06/05 EUR 6,313 6,314 AZ F. Corporate Premium ACC 05/05 EUR AcomeA Paesi Emergenti (A2) 06/05 EUR 6,488 6,488 AZ F. Corporate Premium DIS 05/05 EUR Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A 07/05 EUR 12,903 12,890 72,823 Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis 07/05 EUR 11,791 11,779 Greater China Eq. A 07/05 USD 44,360 44,650 India Equity E 07/05 EUR 26,920 27,230 5,592 Japanese Eq. Advantage A 07/05 JPY 2866,000 2931,000 5,529 5,529 Pan European Eq. A 07/05 EUR 17,440 17,480 5,254 5,254 Pan European Eq. A-Dis 07/05 EUR 15,740 15,770 Pan European Eq. Inc. A-Dis 07/05 EUR 11,700 11,720 Pan European High Inc A 07/05 EUR 18,730 18,730 Pan European High Inc A-Dis 07/05 EUR 13,620 13,620 Pan European Struct. Eq. A 07/05 EUR 14,060 14,140 Pan European Struct. Eq. A-Dis 07/05 EUR 13,370 13,450 Renminbi Fix. Inc. A 07/05 USD 10,579 10,598 Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis 07/05 EUR 9,214 9,226 US Equity A EH 07/05 EUR 14,070 14,160 US High Yield Bond A 07/05 USD 11,886 11,885 AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1) 06/05 EUR 3,918 3,924 AZ F. Dividend Premium ACC 05/05 EUR 5,617 5,617 AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2) 06/05 EUR 4,035 4,041 AZ F. Dividend Premium DIS 05/05 EUR 4,967 4,968 72,719 Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M 30/04 EUR 75,746 75,845 Multiman.Target Alpha A 30/04 EUR 103,953 104,346 DB Platinum AcomeA Patrimonio Dinamico (A1) 06/05 EUR 5,214 5,218 AZ F. Emer. Mkt Asia 05/05 EUR 5,657 Agriculture Euro R1C A 02/05 EUR 67,960 68,820 Comm Euro R1C A 06/05 EUR 113,150 112,170 Comm Harvest R3C E 06/05 EUR 74,490 74,360 5,664 AcomeA Patrimonio Dinamico (A2) 06/05 EUR 5,319 5,323 AZ F. Emer. Mkt Europe 05/05 EUR 3,060 3,071 AcomeA Patrimonio Prudente (A1) 06/05 EUR 6,180 6,179 AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. 05/05 EUR 4,899 4,884 AcomeA Patrimonio Prudente (A2) 06/05 EUR 6,315 6,314 AZ F. European Dynamic 05/05 EUR 5,181 5,190 AcomeA Performance (A1) 06/05 EUR 21,640 21,637 AZ F. European Trend 05/05 EUR 3,323 3,331 AcomeA Performance (A2) 06/05 EUR 21,956 21,952 AZ F. Formula 1 Absolute 05/05 EUR 5,346 5,355 AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC 30/04 EUR 5,583 5,578 Currency Returns Plus R1C 06/05 EUR 935,840 936,730 DB Platinum IV 06/05 EUR Croci Euro R1C B AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2014 Invictus Global Bond Fd 06/05 EUR 30/04 EUR Invictus Macro Fd Sol Invictus Absolute Return 24/04 EUR 106,673 79,564 104,220 30/04 EUR 05/05 EUR 5,522 4,760 Croci Japan R1C B 02/05 JPY 8093,140 8016,780 Croci US R1C B 06/05 USD 162,820 164,100 Dyn. Cash R1C A 02/05 EUR 101,530 101,530 Paulson Global R1C E 30/04 EUR 6156,720 6120,120 Sovereign Plus R1C A 02/05 EUR 107,100 107,160 Systematic Alpha R1C A 30/04 EUR 10321,770 10232,840 US High Yield Bond A-Dis M 4,761 AZ F. Formula Target 2015 ACC 05/05 EUR 6,049 6,052 79,626 AZ F. Formula Target 2015 DIS 05/05 EUR 5,553 5,556 AZ F. Formula 1 Conserv. 05/05 EUR 4,969 4,971 AZ F. Global Curr&Rates ACC 05/05 EUR 4,346 4,350 AZ F. Global Curr&Rates DIS 05/05 EUR 4,094 4,097 AZ F. Global Sukuk ACC 30/04 EUR 4,951 4,925 AZ F. Global Sukuk DIS 30/04 EUR 4,856 4,925 AZ F. Hybrid Bonds ACC 05/05 EUR 5,282 5,280 AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981 AZ F. Hybrid Bonds DIS 05/05 EUR 5,171 5,169 07/05 USD 07/05 USD US Value Equity A 07/05 USD US Value Equity A-Dis 10,781 31,050 29,690 Quota/pre. Nome www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 Orazio Conservative A 06/05 EUR 100,400 100,470 Sparta Agressive A 06/05 EUR 101,370 101,770 WM Biotech A 06/05 EUR 138,200 140,700 WM Biotech I 06/05 EUR 1406,810 1432,230 www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 NM Augustum Corp Bd A 06/05 EUR 189,890 189,870 NM Augustum High Qual Bd A 06/05 EUR 145,890 145,890 NM Balanced World Cons A 06/05 EUR 134,110 134,280 NM Euro Bonds Short Term A 06/05 EUR 138,250 138,210 NM Euro Equities A 06/05 EUR 47,110 47,400 NM Global Equities EUR hdg A 06/05 EUR 70,730 71,210 NM Inflation Linked Bond Europe A 06/05 EUR 105,430 105,350 NM Italian Diversified Bond A 06/05 EUR 111,790 111,670 NM Italian Diversified Bond I 06/05 EUR 114,140 114,010 NM Large Europe Corp A 06/05 EUR 135,280 135,250 NM Market Timing A 06/05 EUR 105,640 105,770 NM Market Timing I 06/05 EUR 106,400 106,520 NM Q7 Active Eq. Int. A 06/05 EUR 61,080 60,760 NM Q7 Globalflex A 02/05 EUR 104,730 104,610 NM Total Return Flexible A 02/05 EUR 122,120 121,860 NM VolActive A 06/05 EUR 98,380 98,590 NM VolActive I 06/05 EUR 98,850 99,070 10,780 31,290 29,910 www.pegasocapitalsicav.com Strategic Bond Inst. C 06/05 EUR 106,620 106,590 Strategic Bond Inst. C hdg 06/05 USD 106,780 106,750 Strategic Bond Retail C 06/05 EUR 105,210 105,180 Strategic Bond Retail C hdg 06/05 USD 105,320 105,290 Strategic Trend Inst. C 06/05 EUR 103,670 103,760 Strategic Trend Retail C 06/05 EUR 101,560 101,650 Fondo Donatello-Michelangelo Due 31/12 EUR 51470,165 52927,939 Fondo Donatello-Tulipano 31/12 EUR 46691,916 47475,755 Fondo Donatello-Margherita 31/12 EUR 27926,454 27116,197 Fondo Donatello-David 31/12 EUR 58259,864 57863,932 Fondo Tiziano Comparto Venere 31/12 EUR 468728,464 477314,036 Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 EUR Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com Fondi Unit Linked 30/04 Flex Equity 100 www.azimut.it - [email protected] 117,970 5,535 106,466 103,767 117,600 Quota/od. 5,807 AcomeA Eurobbligazionario (A2) 30/04 EUR Data Valuta 5,634 AcomeA Eurobbligazionario (A1) Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A Nome Kairos Multi-Str. A 28/02 EUR 873230,021 867189,677 Kairos Multi-Str. B 28/02 EUR 571552,756 567856,932 Kairos Multi-Str. I 28/02 EUR 588092,605 583827,444 Global Equity 30/04 5,393 EUR Maximum 30/04 5,226 EUR Progress 30/04 6,421 EUR Azimut Dinamico 05/05 EUR 26,380 26,418 AZ F. Income ACC 05/05 EUR 6,300 6,293 Azimut Formula 1 Absolute 05/05 EUR 7,153 7,169 AZ F. Income DIS 05/05 EUR 5,812 5,805 Azimut Formula 1 Conserv 05/05 EUR 6,900 6,904 AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC 05/05 EUR 4,552 4,555 Azimut Formula Target 2013 05/05 EUR 6,929 6,932 AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS 05/05 EUR 4,267 4,270 KAIROS INTERNATIONAL SICAV Azimut Formula Target 2014 05/05 EUR 6,742 6,744 AZ F. Institutional Target 05/05 EUR 5,544 5,544 KIS - America A-USD 05/05 USD 270,390 270,250 AZ F. Italian Trend 05/05 EUR 3,798 3,834 KIS - America P 05/05 EUR 190,110 190,010 KIS - America X 05/05 EUR 191,230 191,120 30/04 Quality www.sorgentegroup.com 11,116 EUR Kairos Multi-Str. P 28/02 EUR 537063,412 533738,745 Kairos Income 05/05 EUR 6,805 6,805 Kairos Small Cap 05/05 EUR 10,419 10,427 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I 06/05 EUR 110,130 110,400 AUGUSTUM G.A.M.E.S. A 06/05 EUR 112,150 112,740 AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 06/05 EUR 149,030 149,810 7,023 EUR Azimut Garanzia 05/05 EUR 12,887 12,886 Azimut Prev. Com. Crescita 30/04 EUR 11,073 11,031 AZ F. Lira Plus ACC 05/05 EUR 4,879 4,881 ABS- I 31/03 EUR 15709,208 14994,109 05/05 EUR 4,779 4,781 ABSOLUTE RETURN EUROPA 02/05 EUR 5020,233 4999,473 Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C 30/04 EUR 11,086 11,042 AZ F. Lira Plus DIS Azimut Prev. Com. Equilibrato 30/04 EUR 12,137 12,092 AZ F. Macro Dynamic 05/05 EUR 5,973 5,975 BOND-A 28/02 EUR 721205,818 703354,240 Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C 30/04 EUR 12,145 12,098 AZ F. Opportunities 05/05 EUR 5,204 5,214 BOND-B 28/02 EUR 721205,818 703354,240 Azimut Prev. Com. Garantito 30/04 EUR 11,002 10,923 AZ F. Pacific Trend 05/05 EUR 3,986 3,991 EQUITY- I 31/03 EUR 608277,667 608644,044 Azimut Prev. Com. Protetto 30/04 EUR 11,904 11,865 AZ F. Patriot ACC 05/05 EUR 6,615 6,605 PRINCIPAL FINANCE 1 31/12 EUR Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C 30/04 EUR 11,913 11,872 AZ F. Patriot DIS 05/05 EUR 6,139 Azimut Prev. Com. Obbli. 30/04 EUR 10,226 10,177 AZ F. Qbond 05/05 EUR 5,255 Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C 30/04 EUR 10,226 10,177 AZ F. Qinternational 05/05 EUR Azimut Reddito Euro 05/05 EUR 17,531 17,510 AZ F. QProtection Azimut Reddito Usa 05/05 EUR 5,940 5,945 Azimut Scudo 05/05 EUR 8,750 Azimut Solidity 05/05 EUR Azimut Strategic Trend 2451,889 2506,583 Numero verde 800 124811 [email protected] Nextam Bilanciato 06/05 EUR 6,883 6,909 Nextam Obblig. Misto 06/05 EUR 7,383 7,387 BInver International A 06/05 EUR 6,346 6,355 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 06/05 EUR 5,451 5,467 Asian Equity B 05/05 EUR 94,860 94,900 CITIC Securities China Fd A 06/05 EUR 4,814 4,894 Asian Equity B 05/05 USD 133,160 133,220 Fidela A 06/05 EUR 5,507 5,504 Emerg Mkts Equity 06/05 USD 441,850 441,410 Income A 06/05 EUR 5,706 5,704 Emerg Mkts Equity Hdg 06/05 EUR 431,650 431,220 International Equity A 06/05 EUR 6,935 6,978 European Equity 06/05 EUR 280,600 281,770 Italian Selection A 06/05 EUR 7,125 7,163 European Equity B 06/05 USD 346,800 348,270 Liquidity A 06/05 EUR 5,340 5,341 Greater China Equity B 05/05 EUR 107,230 107,480 Multimanager American Eq.A 06/05 EUR 4,672 4,706 Greater China Equity B 05/05 USD 152,660 153,030 70,170 KIS - Bond A-USD 06/05 USD 171,200 171,030 KIS - Bond D 06/05 EUR 122,580 122,470 KIS - Bond P 06/05 EUR 126,680 126,560 KIS - Bond Plus A Dist 06/05 EUR 125,380 125,240 KIS - Bond Plus D 06/05 EUR 130,470 130,330 6,130 KIS - Bond Plus P 06/05 EUR 132,460 132,320 5,251 KIS - Dynamic A-USD 06/05 USD 174,170 174,030 5,098 5,097 KIS - Dynamic D 06/05 EUR 121,320 121,220 05/05 EUR 5,240 5,240 KIS - Dynamic P 06/05 EUR 123,560 123,460 AZ F. Qtrend 05/05 EUR 4,989 4,995 KIS - Emerging Mkts A 05/05 EUR 121,660 121,520 8,741 AZ F. Renminbi Opport 05/05 EUR 5,247 5,235 Dividendo Arancio 06/05 EUR 48,610 48,910 KIS - Emerging Mkts D 05/05 EUR 120,170 120,040 8,851 8,843 AZ F. Reserve Short Term 05/05 EUR 6,301 6,301 Convertibile Arancio 06/05 EUR 60,730 60,850 KIS - Europa D 06/05 EUR 124,020 124,710 Multimanager Asia Pacific Eq.A 06/05 EUR 4,372 4,376 Growth Opportunities 06/05 USD 69,060 05/05 EUR 6,250 6,252 AZ F. Short Term Gl High Yield ACC 05/05 EUR 5,102 5,100 Cedola Arancio 06/05 EUR 58,680 58,660 KIS - Europa P 06/05 EUR 126,140 126,840 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 06/05 EUR 4,125 4,136 Growth Opportunities Hdg 06/05 EUR 75,640 76,850 Azimut Trend America 05/05 EUR 12,454 12,489 AZ F. Short Term Gl High Yield DIS 05/05 EUR 5,024 5,022 Borsa Protetta Agosto 30/04 EUR 61,890 61,880 KIS - Europa X 06/05 EUR 126,660 127,360 Multimanager European Eq.A 06/05 EUR 4,556 4,559 Japanese Equity 02/05 JPY 125,340 123,020 Azimut Trend Europa 05/05 EUR 13,351 13,384 AZ F. Solidity ACC 05/05 EUR 6,010 6,006 Borsa Protetta Febbraio 30/04 EUR 60,480 60,370 KIS - Global Bond P 05/05 EUR 102,410 102,320 Strategic A 06/05 EUR 5,204 5,223 Japanese Equity B 02/05 USD 124,330 122,030 Azimut Trend Italia 05/05 EUR 19,288 19,476 AZ F. Solidity DIS 05/05 EUR 5,614 5,611 Borsa Protetta Maggio 30/04 EUR 62,770 62,770 KIS - Income D 06/05 EUR 104,150 104,150 Usa Value Fund A 06/05 EUR 5,776 5,844 Japanese Equity Hdg 02/05 EUR 163,010 159,990 Azimut Trend Pacifico 05/05 EUR 6,678 6,687 AZ F. Strategic Trend 05/05 EUR 5,748 5,753 Borsa Protetta Novembre 30/04 EUR 61,090 60,970 KIS - Income P 06/05 EUR 107,690 107,690 Ver Capital Credit Fd A 06/05 EUR 5,566 5,565 Swiss Equity 06/05 CHF 131,270 131,600 05/05 EUR 5,042 5,045 Inflazione Più Arancio 06/05 EUR 56,620 56,590 KIS - Italia P 06/05 EUR 134,290 134,760 Swiss Equity Hdg 06/05 EUR 99,660 99,920 US Equity 06/05 USD 164,960 166,520 US Equity Hdg 06/05 EUR 181,560 183,300 61951,842 59550,161 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it Azimut Trend Tassi 05/05 EUR 10,211 10,200 AZ F. Top Rating ACC Azimut Trend 05/05 EUR 27,524 27,550 AZ F. Top Rating DIS 05/05 EUR 5,042 5,045 Mattone Arancio 06/05 EUR 44,970 44,720 KIS - Italia X 06/05 EUR 133,140 133,500 AZ F. Trend 05/05 EUR 6,038 6,044 Profilo Dinamico Arancio 06/05 EUR 64,530 64,610 KIS - Key 06/05 EUR 134,230 134,320 AZ F. US Income 05/05 EUR 5,376 5,381 Profilo Equilibrato Arancio 06/05 EUR 62,150 62,190 KIS - Key X 06/05 EUR 136,910 137,010 AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 AZ F. Active Selection 05/05 EUR 5,409 5,434 Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] AZ F. Active Strategy 05/05 EUR 5,087 5,084 Profilo Moderato Arancio 06/05 EUR 58,330 58,340 KIS - Multi-Str. UCITS A USD 05/05 USD 151,440 151,540 AZ F. Alpha Man. Credit 05/05 EUR 5,469 5,467 Top Italia Arancio 06/05 EUR 50,990 51,280 KIS - Multi-Str. UCITS D 05/05 EUR 111,330 111,410 PS - 3P Cosmic A 06/05 EUR 74,180 AZ F. Alpha Man. Equity 05/05 EUR 4,796 4,811 KIS - Multi-Str. UCITS P 05/05 EUR 114,090 114,160 PS - 3P Cosmic C 06/05 CHF 73,500 73,490 AZ F. Alpha Man. Them. 05/05 EUR 3,526 3,520 Abs. UK Dynamic Fd P1 07/05 GBP 1,475 1,476 KIS - Multi-Str. UCITS X 05/05 EUR 114,890 114,960 PS - Absolute Return A 06/05 EUR 112,750 112,700 AZ F. American Trend 05/05 EUR 3,154 3,164 Abs. UK Dynamic Fd P1 H 07/05 EUR 1,620 1,621 KIS - Selection D 06/05 EUR 123,650 123,980 PS - Absolute Return B 06/05 EUR 118,900 118,850 AZ F. Asset Plus 05/05 EUR 5,523 5,523 Abs. UK Dynamic Fd P2 07/05 GBP 1,506 1,508 KIS - Selection P 06/05 EUR 125,590 125,920 PS - Algo Flex A 06/05 EUR 110,340 110,450 AZ F. Asset Power 05/05 EUR 5,347 5,351 Abs. UK Dynamic Fd P2 H 07/05 EUR 1,690 1,692 KIS - Selection X 06/05 EUR 125,180 125,440 PS - Algo Flex B 06/05 EUR 105,310 105,410 AZ F. Asset Timing 05/05 EUR 5,027 5,026 UK Abs. Target Fd P1 07/05 GBP 1,191 1,189 Invesco Funds KIS - Sm. Cap D 06/05 EUR 101,580 102,450 PS - BeFlexible A 06/05 EUR 85,390 85,370 AZ F. Best Bond 05/05 EUR 5,342 5,343 UK Abs Target Fd P2 07/05 EUR 1,139 1,136 Asia Balanced A 07/05 USD 24,560 24,510 KIS - Sm. Cap P 06/05 EUR 106,380 107,290 PS - BeFlexible C 06/05 USD 84,170 84,150 AZ F. Best Cedola ACC 05/05 EUR 5,654 5,653 UK Abs Target Fd P2 07/05 GBP 1,220 1,218 Asia Balanced A-Dis 07/05 USD 16,150 16,120 KIS - Target 2014 X 06/05 EUR 100,230 100,230 PS - Best Global Managers A 06/05 EUR 102,420 102,550 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it www.vitruviussicav.com 74,200 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 8a+ Eiger 06/05 EUR 6,219 6,219 8a+ Gran Paradiso 06/05 EUR 5,294 5,276 8a+ Latemar 06/05 EUR 5,976 5,983 8a+ Matterhorn 24/04 EUR 860696,577 846928,321 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 13351DBB Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 Piazza Affari LE BANCHE FRENANO IL LISTINO TENARIS IN CONTROTENDENZA di GIACOMO FERRARI Il tonfo di Fiat (-11,69% dopo ripetute sospensioni al ribasso) ha trascinato all’ingiù l’indice Ftse-Mib di Piazza Affari, che ha chiuso in calo dell’1,31%, il peggior risultato in un contesto europeo di sostanziale equilibrio, alla vigilia dell’odierna riunione del direttivo Bce dal quale i mercati si aspettano nuove iniziative sul fronte della politica monetaria. Oltre al titolo del Lingotto (che nelle contrattazioni after hours ha mostrato segni di recupero), ha perso molto anche Finmeccanica (-7,49%) dopo i risultati trimestrali inferiori alle attese. Giù, inoltre, l’intero comparto bancario, che ha risentito della frenata di Société Générale alla Borsa di Parigi a causa dei deludenti dati del trimestre. In questo caso a perdere di più sono state Monte Paschi (-6,34%) e Banco Popolare (-5,69%). Anche Yoox ha proseguito la corsa al ribasso iniziata martedì, con una ulteriore caduta del 6%. In controtendenza, invece, Tenaris (+1,7%): sul titolo Ubs ha alzato le stime . Fra i titoli minori, infine, balzo di Moviemax (+17,07%) dopo che Investimenti & Sviluppo ha ridotto la propria partecipazione dal 40 al 29,8%. © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° Sussurri & Grida Unicredit, corsa a cinque per collocare la bad bank (f.mas.) Entra nel vivo la gara per la «bad bank» di Unicredit, Uccmb, il braccio veronese del colosso bancario specializzato nella gestione dei crediti problematici. La data room è in fase di apertura per i cinque candidati individuati dall’advisor Ubs per la short list: l’esame dei numeri di Uccmb (Unicredit credit management bank) durerà fino al 30 giugno e poi si potrà cominciare a partire con le offerte per la controllata di Unicredit. Dei 13 soggetti che hanno manifestato interesse a rilevare la maggioranza dell’istituto — Unicredit dovrebbe restare con una partecipazione attorno al 10% — sono rimasti in gara la cordate Tpg-Deutsche Bank-Goldman Sachs, Fortress-Italfondiario-Prelios-Rothschild con l’assistenza di Mediobanca, Cvc-Jupiter-Cerberus, e poi i fondi americani di private equity Apollo, assistito da Eidos partners, e Blackstone. L’intenzione dell’amministratore delegato Federico Ghizzoni di chiudere entro l’anno una partita che vale tra 700 milioni e 1 miliardo di euro. In ballo ci sono 4,4 miliardi di sofferenze che Unicredit vuole cedere — si dice al 10% del valore nominale — e un totale di 30 miliardi circa di altre sofferenze da gestire, che non sono non solo di Unicredit ma anche di altri soggetti per i quali già Uccmb opera. Ed è proprio questo il business che offre più prospettive: diventare un catalizzatore per l’acquisto o la gestione delle sofferenze delle altre banche, spe- cialmente le popolari o le piccole Bcc. Il veicolo di Unicredit — che ha 800 dipendenti che domani sciopereranno contro la cessione per timore di tagli all’occupazione — potrebbe diventare quella famosa «bad bank privata di sistema» auspicata da molti, a cominciare dalla Banca d’Italia per liberare gli istituti dalla zavorra del credito deteriorato. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cariparma e VedoGreen, nozze tra finanza ed economia verde (giu.fer.) In tempi di stretta creditizia, aumentano i sistemi di finanziamento alternativo per le imprese. L’ultimo esempio sarà annunciato oggi, con l’alleanza strategica tra VedoGreen e Cariparma per creare prodotti finanziari specifici per i 10 settori della green economy, dalla smart energy alla chimica verde, dall’agroalimentare all’illuminazione. VedoGreen, società del gruppo Ir Top specializzata nella finanza per le aziende green quotate e private, e il gruppo Cariparma, insieme alle imprese coinvolte, costruiranno un sistema proprio di valutazione del rating creditizio e di mercato dell’impresa, tenendo conto anche dell’evoluzione del quadro normativo, per costruire categorie di prodotti finanziari ad hoc, declinati sulla base della diverse esigenze dei settori della green economy. Ad esempio, linee di credito legate al sostegno della riquali- È]Óä Ó£]Ón ä]ä£ Ó]nx ³Ó]äÎ ä]Çn{ ä]n ³Óä]ÈÎ Ç]x Î]Ç£ Ó]Èä £]{xä p ³În]ÎÈ ä]Ç{ £]£Î ³Óx]xÓ £]äxä p ³Î]£x ]xx {]{n ³£Ó]ää ä]ä{ä £ä]ää Îx]Ç£ ä]ää£ ]ÇÇ ³ÎÓ]Çx ä]Çä£ p p p ³Î]Îä ³£{]ÎÇ Î]ÓÎ{ Î]{ ³ÓÓ]n ä]{ä £]ÓÎ ³£Ç]{ Î]È ä]xÓ p {]äxä £]Ç£ ³ä]äÈ Ç]x£ä p p p Î]xÇ £]nÓ ä]ääx ä]Îx ³Ón]È £]Çn£ Ó]Çä £]ÎÇ È]È£ä £] ³£ä]Îx £È]Î£ä £]£Î ³Ç]£ È]£Óä Ó]ÎÈ ³ä]È£ £ä]Çää £]n£ ³Î]£È £x]äää Î]ÈÇ ³£ä]ä{ £]nÓä £]Σ ³£x]ÇÓ È]Îää £]n Ó]Ó{ Ó£]ÓÓä £]ää ³Ó{]£{ ££]xÇä Î]n ³£Ó]xx È]xää Î]În ³£Ó]ä {]äÓn x]È ³ÓÇ]nÎ n]ÇÓ p p p Ó]x ä]Çn Ó]£Óä ä]Ç{³ÓÓn]äÇ ä]nÓÎ £]{Ó ³Ó]Óx £ä]£ää Ó]{x ³£]Óx ä]Îä ³£]£ ³È{]ä £]äÎÇ Ó]£Ç ³Ó]ÈÓ ä]룂 ä]n ³]ä Î]££Ó Î]Çn ³x{]È£ ä]x£ä x]Î ³x£]n ä]În{ p p p {]È{³£ää]Îx ä]£ Ó]ÇÇ ³ÎÇ]ä Ó]£{ £]Î ³ÎÓ]Èn Ó]äÎn ³ä]{Ó ³£ä]£È È]Ó{x ³ä]ÈÈ ³n]Σ ]xÎä Ó]Èȳ£ÓÎ]Ç£ ä]Óx Ó]ÎÇ ³]Ó£ ä]{£x ³ä]£x ³ÎÎ]{n ä]{ä ³ä]{È ³{Ç]än £]{n £]Çȳ£n]n{ ä]ÓÓ{ ä]nÇ ³{]Îä ä]{x Ó]Çä ³£È]ÈÓ x]£Îä {]Óx ³Î]äÈ ä]ÎÇ p p p £]xä ³ÎÎ]xÈ Ó]nÇä Ó]È£ £x]ÈÇ Ón]äää ³£]{È Î]Ón ä]n{Î p p p x]££ 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Anche i ticket restaurant, a loro modo, diversificano. Edenred, la società di buoni pasto e «benefit» per il personale, apre ora le porte al mondo delle «note spese». Il gruppo ha lanciato Edenred Italia Fin, un nuovo istituto per i pagamenti aziendali. La strategia di Edenred è di offrire alle imprese un unico «pacchetto» per gestire le note spese, dai pagamenti fino alla raccolta degli scontrini e alla compilazione. Il «pacchetto» include le carte di debito prepagate, il software per gestire le note spese e le «app» su cellulare con cui i dipendenti possono fotografare lo scontrino e associarlo — via digitale — al relativo esborso. L’obiettivo di Edenred è quello di conquistare le aziende con i presumibili risparmi. Questa volta, quindi, il «target commerciale» non sarebbe più tanto il tradizionale cliente — vale a dire il responsabile delle risorse umane —, bensì il direttore finanziario. © RIPRODUZIONE RISERVATA *iÀÀi £ÓÜ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°7*,£Ó® p *v>À> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°* ® {]£n *µÕ>`À °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*+® Ó]£ÓÓ *Ài E ° °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°* ® ££]nnä *Ài E ° ÀV °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°* *® £ä]££ä *}À° -°>ÕÃÌ I°°°°°°°°°°°°°°°°°*-® Ç]Ç£ä *}À>vV `ÌÀ>i°°°°°°°°°°°°°°°*"® ä]{än *ÌÀ> À>Õ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*® Ó]xÈ *Àið°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*,-® ä]Èää *ÀiÕ`> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*,® ä]ÎxÓ *À> `ÕÃÌÀi I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*,® £Î]Ç{ä *ÀÞÃ> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*,9® £n]£nä , ,° i i`V I °°°°°°°°°°°°°°°°°°,® ä]Îä£ ,>ÌÌ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°,/® Ó]{Ó , - i`>}ÀÕ« °°°°°°°°°°°°°°°°°°°, -® £]xxÈ , - i`>ÀÕ« À °°°°°°°°°, -,® ä]nÇä , - i`>}ÀÕ« Àë °°°°°°°°°°, -,® £]Ó{Î ,iVÀ`>Ì I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°, ® ££]n£ä ,i«Þ I 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credito ad hoc per le biomasse in agricoltura e per le serre fotovoltaiche. +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕÌ° v ÃÕ ÜÜÜ°VÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® ä]ä£ Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® ä]nxÎ Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® £ä]äää VÌi ÀÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® £]{xä VµÕi *Ì>L °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® £]ä{È VÃ}> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° -® £]Σn `iÀ«°Àiâi °°°°°°°°°°°°°°°°°°® £Î]{ää i`ià I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® ä]ä{x i`ià £{Ü I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°7£{® ä]ää£ ivvi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® £]äÈÓ ¢ ,iiÜ>Lið°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® p iÀ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°, ® Î]nÓä LiÌ iÃð°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°/® ä]È£ä «v°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*® {]nää > `} °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® {]Óää Ã>` -Ìà I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-/-® Ç]ÇÈä ÌV *i °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*® p Ài> 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A causa degli impegni istituzionali il premier Matteo Renzi non sarà al La denuncia Il testo della «lectio magistralis» di Susanna Tamaro con cui s’inaugura oggi il Salone di Torino: un allarme per i giovani Salviamo la generazione del nulla Al posto delle ideologie, un vuoto confortevole impone la sua idea del Bene di SUSANNA TAMARO rebbe stato decisamente migliore di quello che avevamo alle spalle. Ma, accanto all’idealismo, c’era anche molta ideologia. È difficile pensare oggi alla pervasività violenta di quei tempi. La via della liberazione doveva passare attraverso la distruzione dei legami affettivi — considerati retaggio della società borghese — e l’uso e abuso di sostanze stupefacenti, Lsd in primis, portentosi e magici destrieri, capaci di condurci in un mondo di una creatività senza confini. Il fanatismo terrorista ha letteralmente falcidiato la mia generazione, il resto lo ha fatto la diffusione a macchia d’olio dell’eroina. Due realtà sono state un po’ troppo facilmente rimosse dai nostalgici di quell’età dell’oro. Le stragi, i morti, i feriti, le vite spente dietro le sbarre, quelle finite in un gabinetto, con una siringa conficcata nel braccio, sono sbiadite dalla memoria di molti. Non dalla mia. Per questo dico: i tempi della mia adolescenza non erano La madrina migliori di questi, erano soltanto terribili in modo Oggi a Torino alle 15.30 nella diverso. Le architravi delle Sala gialla, la scrittrice nostre giornate erano Susanna Tamaro (nella foto a l’autodistruzione e la disinistra) in qualità di madrina sperazione, come lo sono ufficiale della manifestazione per molti ragazzi di oggi. tiene la prolusione Solo che noi, invece di iminaugurale del Salone del pasticcarci in un rave parlibro. Ne pubblichiamo il ty, andavamo in autostop brano iniziale. in Afghanistan, al posto di schiantarci con la macchisupposte carenze e demenzialità, accom- na alle quattro di mattina, ubriachi, ci facepagnate da sospiri di delusa amarezza. vamo ammazzare in un conflitto a fuoco. Tornavo a casa da queste cene piena di Posto che l’adolescenza è, da che mondo turbamento. Davvero, mi chiedevo, il tem- è mondo, l’età dell’inquietudine e della ripo della mia adolescenza e della mia giovi- bellione, credo che la mia generazione sia nezza era così splendido? Davvero noi era- stata la prima in cui l’autodistruzione sia vamo così eccezionali e brillanti? Certo, diventata fenomeno di massa. C’era un’inprobabilmente leggevamo più libri, vede- credibile rabbia, un inesausto furore denvamo più film impegnati — chi può di- tro di noi, che si riversava come un fiume menticare la noia pressoché assoluta dei ci- in piena contro gli altri o contro noi stessi. neforum? —, ci interrogavamo forse di più Dalla nostra rabbia e dal nostro furore, sulla nostra responsabilità nei riguardi del purtroppo, non è scaturito l’universo memondo e dei rapporti umani. Nessuno dei raviglioso che sognavamo, ma piuttosto un miei amici di allora, se ben ricordo, parlava mondo cupo, livellato e livellante, capace di forti guadagni, quando pensava all’attivi- soltanto di spingere le nuove generazioni tà che avrebbe intrapreso. Chi voleva fare verso una diversa forma di disperazione. l’avvocato era spinto dal desiderio di difen- Oggi non esiste più il Sistema contro cui ridere i più deboli, mentre i futuri medici so- bellarsi, non c’è più l’oppressione di una fagnavano di partire missionari in qualche miglia da combattere. Il grande nemico è il sperduto villaggio del terzo mondo. niente. Un niente confortevole, dalle semNella mia generazione — quella cresciu- bianze falsamente amichevoli, un niente ta nei primi anni Settanta del secolo scorso che vuole il tuo bene, senza mai dirti dav— c’era sicuramente molto idealismo e vero che cos’è il bene. molta ribellione nei confronti di quelle che Come sono convinta che il nostro malesci avevano preceduto; eravamo convinti sere di allora abbia avuto origine dalla trache il mondo che avremmo costruito sa- gedia delle due guerre mondiali vissute dai I MARIO AIRÒ(1961), «NINNA NANNA PER BARRIQUES E ARCHI» (1999), DAL VOLUME «ARTISTI NELLO SPAZIO» (SILVANA EDITORIALE) nvecchiando, la fisiologia umana spinge le persone ad avere nostalgia dei tempi della propria giovinezza, e a riconoscere, in quelli che si sta vivendo, evidenti segni di degrado morale, di ottundimento della ragione. È naturale che sia così: la società umana non è un monolite, ma una realtà in continua evoluzione, come, d’altronde, lo è la nostra natura che, con il trascorrere degli anni, tende a irrigidirsi, non solo nelle articolazioni, ma anche nei pensieri e nei sentimenti. Personalmente, ne ho preso coscienza intorno ai cinquant’anni, nel corso delle mie scarsissime occasioni di vita mondana. Non c’era incontro a cui partecipassi, infatti, in cui non si levasse il coro delle lamentele riguardo alle giovani generazioni: Noi alla loro età... ma loro invece... ti rendi conto che?... e via dicendo, in un turbine di nostri genitori e nonni, e confluite — come l’epigenetica ora ci conferma — direttamente nelle nostre vite, rendendole cariche di furore e di fragilità, altrettanto credo anche il disagio attuale abbia radici negli sconquassi del Novecento. Le cronache di ogni giorno ci parlano or- mai, con un’inquietante regolarità, di suicidi di adolescenti, spesso perseguitati dal gruppo; di mamme che uccidono i propri figli; di padri che, per vendicarsi delle proprie compagne che li hanno abbandonati, uccidono i loro bambini e poi tentano il suicidio; di figli che uccidono i padri o le madri, o entrambi. Figlicidi, matricidi e patricidi sono sempre esistiti nella società umana, ma è la loro frequenza — e la loro direi banalizzazione — che deve spingerci con urgenza a interrogarci. Evolutivamente, che cosa vuol dire quando una specie comincia a uccidere la I dati Nielsen Il 2013 ancora in calo, ma titoli digitali in ascesa Il direttore del Salone E. Ferrero TORINO — Ancora segno negativo per il mercato del libro, ma qualcosa succede, in positivo, per gli ebook. Secondo i dati anticipati da Aie in occasione del Salone di Torino — dove saranno presentati domani nell’ambito del convegno Aie–Salone «Cosa tiene accese le stelle? Editori e lettori dopo tre anni di segni meno» — i dati Nielsen indicano che il 2013 ha visto la perdita del 6,2% a valore nei canali trade e la perdita del 2,3% per le copie: gli italiani hanno acquistato 2,3 milioni di libri in meno. Ma accanto a questo dato, cresce il mercato degli ebook in termini di titoli disponibili, 40 mila nel solo 2013, e di quota di mercato, tra il 2,7% e il 3% nei canali trade. Al convegno interverranno Marco Polillo, Ernesto Ferrero, Giovanni Peresson, Laura Donnini e altri. A proposito di online, oggi sarà presentato anche il «Report MLOL 2014»: la MediaLibraryOnLine (MLOL), network italiano di biblioteche digitali pubbliche, ha visto nel 2013 un aumento del download di ebook del 202%; dato interessante, visto che i libri letti vengono per il 18% da una biblioteca (dati Cepell-Nielsen 2014). (i.b.) Novità Daniel C. Dennett Francesca Rigotti Oliviero Ponte di Pino Daniel J. Siegel Strumenti per pensare Onestà Comico & Politico Mappe per la mente Come esplorare le idee con nuove capacità Topografia di una virtù Lo spettacolo della politica italiana Guida alla neurobiologia interpersonale P. Donghi, G. Peluso Di cosa parliamo quando parliamo di cancro La nascita della intersoggettività Perché la parola “cancro” non ci terrorizzi più Lo sviluppo del sé tra psicodinamica e neurobiologia Massimo Recalcati M. Lancini, F. Madeddu Non è più come prima Elogio del perdono nella vita amorosa www.raffaellocortina.it M. Ammaniti, V. Gallese Giovane adulto La terza nascita Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 Cultura 35 italia: 51575551575557 Lingotto nemmeno per una visita, come sembrava possibile dopo che era saltato l’incontro di domenica con Aldo Cazzullo, autore del libro intervista Magari (l’uscita, inizialmente prevista per maggio, slitta a settembre). La serata inaugurale di ieri all’Auditorium del Lingotto, invece, si è svolta alla presenza di oltre mille invitati, ma senza il cardinale Gianfranco Ravasi, rappresentante del Vaticano Paese ospite, che ha dovuto rinunciare all’ultimo minuto per un problema di salute (ma spera di esserci domani, per uno degli incontri più attesi della manifestazione, quello con Claudio Magris sul tema «Comunicare la fede nella società»). Il presidente Rolando Picchioni e il direttore Ernesto Ferrero ieri pomeriggio hanno dovuto ripensare la scaletta per sostituire la lezione del cardinale dal titolo «Secondo le Scritture. Scrittori e lettori divini e umani». Dopo i saluti istituzionali, e l’intervento di Picchioni che ha dato il senso dell’invito del Salone al Vaticano, la madrina della manifestazione, Susanna Tamaro, ha anticipato alcuni dei temi che affronterà nella lectio magistralis di oggi «Crescere un albero, crescere un bambino» mentre il Coro della Cappella Pontificia «Sistina», diretto da Massimo Palombella, ha accompagnato gli interventi con brani del repertorio musicale polifonico antico, da Palestrina ad Allegri, prima del classico light dinner. Questa mattina l’inaugurazione con il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini: taglierà il nastro e aprirà ufficialmente questa XXVII edizione che si chiuderà lunedì prossimo Cristina Taglietti © RIPRODUZIONE RISERVATA Il saggio Il direttore de «Il Sole 24 Ore» percorre la penisola per dare voce a chi ha voglia di fare e di uscire dalla crisi sua stessa prole, che, a sua volta, mette fine ai suoi giorni? Vuol dire una sola cosa: che si trova in un vicolo cieco. In un vicolo così cieco da far preferire il buio totale della morte al penoso annaspare in una penombra priva di orizzonti. L’epidemia di suicidi/omicidi è molto più di un campanello di allarme. È la conferma che la nostra specie è letteralmente deragliata dal binario della sua etologia, e questa uscita, invece di renderla euforicamente gioiosa per l’insperata libertà, la spinge piuttosto nei territori impervi dell’angoscia. Non sono soltanto gli atti violenti contro la persona a denunciare questa crisi, ma anche un generale imbarbarimento dei costumi quotidiani. Ormai il mantra collettivo è quello dell’homo homini lupus. Il mondo è dei forti, dei furbi, dei più adatti, come dicono le rimasticazioni perverse del neodarwinismo. Dalla scuola, al mondo del lavoro, alla strada, le leggi dominanti sembrano essere quelle del bullismo, del mobbing, delle aggressioni. Guai ai deboli, ai sensibili, ai diversi di ogni specie! La legge del branco non ammette deroghe. O ti sottometti al più forte e stai nella sua ombra, o non hai scampo — in un modo o nell’altro prima o poi riusciranno a cancellarti dal loro orizzonte. La cortesia, la gentilezza, il sorriso, l’attenzione benevola che, per sua natura, l’essere umano è sempre stato in grado di offrire ai suoi simili, sono stati spazzati via in un paio di generazioni, lasciando al loro posto dei ghigni vuoti, che di umano hanno davvero poco. «Se non sei cinico, non sei nessuno», mi ha detto una ragazza, tempo fa. «A cosa serve essere cinici?», le ho domandato. «A essere i primi, a emergere. Ad avere sempre il meglio». La sua risposta mi ha molto rattristato. Qual è il senso di una vita impostata su questa lunghezza d’onda?, mi sono chiesta. Questa ragazza, grazie alla sua indubbia spregiudicatezza, arriverà forse al successo che tanto desidera, ma quale sarà il prezzo di questo suo successo? Probabilmente la solitudine, quella solitudine, spesso popolata di rapporti vuoti, che hanno le persone che costruiscono tutte le loro relazioni basandole unicamente sul potere. Ma questa giovane donna, mi sono trovata a pensare, è proprio figlia di questi tempi. Ha assorbito con diligenza tutto quello che le abbiamo offerto, ed è diventata esattamente come si voleva che diventasse. Ambiziosa, narcisista, priva di scrupoli. Del resto, quali altre opzioni le sono state prospettate? Il martellamento dei media le ha suggerito questa via, nessun’altra voce si è levata intorno a lei per dirle che, forse, c’erano altre strade, altri modi in cui un essere umano può sviluppare le sue potenzialità. Copyright Susanna Tamaro www.susannatamaro.it Attraverso l’Italia, andata e ritorno Quando il Paese non è solo rating Napoletano, un cronista di razza tra la gente comune di ARMANDO TORNO C’ è un viaggio in Italia che dovrebbero intraprendere politici, economisti, guru televisivi. È diverso da quelli del passato e non è una semplice passeggiata. I luoghi da visitare? Infiniti. Magari si può cominciare da Saluzzo, dove nacque Silvio Pellico: qui vi sveleranno, nel cuore del Piemonte, che la Alba-Saluzzo ha i medesimi problemi della Salerno-Reggio Calabria. Oppure da Cremona, accanto al Po, per scoprire i violini più belli della storia: i tedeschi li sapranno suonare, ma nessuna scuola di liuteria dei crucchi è riuscita a eguagliarli. O ancora, da Ostuni, dove un giudice trentenne vi fa riflettere sui «piccoli aggiustamenti» inutili di uno Stato che non riesce a riformarsi. Certo, ce ne sono altri, troppi forse. Nel Paese che ha il più grande patrimonio artistico e architettonico del mondo, quello in cui la cultura si vede e si tocca in ogni borgata, occorre rifare un viaggio per scoprire quanto è successo, come si sta, soprattutto le prospettive. Ora un cronista di razza, Roberto Napoletano, ha fatto questa semplice e indispensabile odissea civile. E garantisce che c’è ancora entusiasmo, voglia di fare, orgoglio: i molteplici malesseri non hanno soffocato la parte positiva dell’Italia. Anche se nel Belpaese si sconta la disoccupazione e il mal funzionamento dello Stato, mentre l’inedia e la manomorta della politica bloc- L Il giornalista e scrittore Roberto Napoletano è l’autore di «Viaggio in Italia. I luoghi, le emozioni, il coraggio di un Paese che soffre ma non si arrende» (Rizzoli, pagine 226, 17). Il volume viene presentato oggi, alle ore 17, allo Spazio incontri del Salone del libro di Torino. Partecipano, all’incontro, oltre all’autore, Paola Mastrocola e Armando Torno © RIPRODUZIONE RISERVATA Un viaggio durato tre anni tra quelli che non si arrendono di RAFFAELE LA CAPRIA S Sopra: Olivo Barbieri (1954), Roma 1995, Modena, Foro Boario, fino al 25 maggio. A destra: Roberto Napoletano, direttore del «Sole 24 Ore» Il libraio indipendente smentisce i gufi uoghi, come quell’angolo di via Manzoni, a Torino, dove sembra che il tempo si sia fermato. Una passione sfrenata per la lettura, come quella di tre ragazzi versiliani o delle undici «guerriere» di Empoli. Sogni, come quello di vendere romanzi sulla strada per Sestriere. Ma soprattutto persone, perché sono loro a fare la differenza in una libreria. Alchimisti della parola, ascoltatori formidabili, raffinati psicologi. Nell’era degli ebook e di Amazon, sono questi librai indipendenti, numi tutelari della scrittura su carta, a tenere in vita una forma di commercio data quasi per spacciata. Un libro ne ha scoperti undici. E ha raccontato la loro storia. Da Pinerolo a Pisa, da L’incontro Il giudizio Un’inchiesta a tutto campo, da Trento a Pantelleria Controtendenze Vendere e comperare opere su carta: le storie di chi resiste all’ebook di ANNACHIARA SACCHI cano opere essenziali. Il Nord si meridionalizza e il Sud esporta al Nord i problemi peggiori. Eppure, tra queste macerie morali e materiali operano persone che, pur soffrendo, non si arrendono. Napoletano le ha incontrate, descritte, ha condiviso con loro anche le più semplici emozioni; a volte ha persino mangiato in una scuola, alla sera e alla buona, come a Merate, in Brianza. Soprattutto ha osservato questo mondo con l’occhio scrutatore del giornalista. Ha scoperto che nel nostro presente e in talune figure del recente passato si conservano le energie di cui abbiamo bisogno. Vanoni ci insegnò l’equità fiscale (oggi dimenticata), De Gasperi che le riforme partono da noi stessi, Menichella come fare economia. Per questo Roberto Napoletano ha scritto un libro che mancava: Viaggio in Italia (Rizzoli). Non lo ha vergato di getto, ma ha compiuto l’itinerario ogni settimana, riflettendo su casi e situazioni, per quasi tre anni. Tutte le pagine corrispondono a una visita, a un incontro, a una lettera. Sono nate con la rubrica «Memorandum» de «Il Sole 24 Ore»: «Domenica». Il materiale è stato cucito, rielaborato, metabolizzato: questo libro si può considerare una sorta di laboratorio aperto per meglio riflettere sul Paese reale. Registra, denuncia, fa scoprire, invita a raccontare le persone che in piccoli borghi o in grandi città hanno deciso di non arrendersi. Perché l’Italia sarà fatta di campanili ma non è quella descritta dalle agenzie di rating, non si conosce ma ha una storia millenaria. Napoletano scrive: «Oggi questo Paese non ha bisogno di semplicismi e ottimismi di maniera ma del coraggio della verità». Già, verità: fa rima con realtà. Nel suo libro le troverete entrambe. E non in piccole dosi. Messina a Vicenza passando per Milano e Bellinzona: si chiama La voce dei libri - Undici strade per fare libreria oggi, il volume a cura di Matteo Eremo (edizioni Marcos y Marcos, 12) che sarà presentato domani sera al Salone del libro di Torino con i protagonisti di questa fantastica avventura, uomini e donne «che hanno il mestiere nella testa e nel sangue». E ce la fanno. Nonostante la concorrenza delle grandi catene, i maxisconti, il formato digitale e le promozioni. Librai veri. Informati e Le iniziative Le mescite di birra, i buoni speciali, le presentazioni live: tutto serve per vincere la crisi coinvolgenti. Capaci di dare un’anima alla loro bottega, di narrare e trovare nuove forme di intrattenimento culturale. E allora a Palermo, nella Modusvivendi, se trovate il telefono occupato ascolterete il sax di John Coltrane e probabilmente vi dispiacerà prendere la linea. A Roma, invece, l’Altroquando si è sdoppiata in Anderquando, piccolo pub dove assistere a un concerto assaggiando birra artigianale. La Casagrande di Bellinzona si è inventata il buono svizzero del libro, la Centofiori di Milano punta sulle presentazioni «live»: sono gli autori a mettersi in lista di attesa per partecipare. Esempi di successo per un mestiere «di frontiera» che ha ancora molte carte da giocare. E tante storie da raccontare. © RIPRODUZIONE RISERVATA i sente sempre dire da tutti, dalla tv, dai giornali e nelle conversazioni, che bisogna stare vicini alla gente, alla gente che in questi tempi di crisi soffre e combatte quotidianamente per continuare a sperare ed andare avanti. Così come si sente sempre dire che uno dei problemi più gravi che affliggono il Paese è il distacco e la distanza delle istituzioni dalla gente comune. Questo distacco e distanza Roberto Napoletano cerca di colmare nel suo Viaggio in Italia, libro scritto in «quasi tre anni di girovagare tra le macerie italiane e le speranze di rinascita, partendo da Trento e arrivando a Pantelleria». E infatti dal suo libro affiorano voci e lettere che vengono da un’Italia negletta e a volte dimenticata: «Caro direttore, da italiano credo nell’Italia... io stesso voglio essere un’opportunità per il mio Paese... noi ci siamo e siamo in tanti». «Caro direttore, ti scrivo da Reggio Calabria, città in cui ultimamente sembra commissariata anche la speranza». «Gentile direttore, dallo scorso settembre sono a casa... un disoccupato giovane vale uno, un disoccupato con famiglia vale più di uno». «Caro direttore, non le viene il sospetto che se l’Italia non è stata capace di selezionare una classe dirigente la colpa sia anche della sua società civile?». Questo Viaggio in Italia nasce da una rubrica che Roberto Napoletano tiene ogni domenica sul «Sole 24 Ore», il giornale da lui diretto, dove lui riceve lettere da sconosciuti di ogni parte d’Italia, dal Nord e dall’estremo Sud, ma il tono prevalente di queste lettere non è la lamentazione — che pure ogni tanto si avverte — bensì «il coraggio di un popolo che non si arrende». Una rubrica settimanale non è facile da gestire, può facilmente impantanarsi, ripetersi in una specie di immobilità tematica. Qui invece si ha la sensazione del movimento, del viaggio appunto. Tutto si muove insieme alla curiosità del viaggiatore: «Penso alla dignitosa tristezza di Torino — scrive Napoletano — e alla “sofferenza” della gaudente Parma, alla milanesità ferita sempre più duramente da scandali vecchi e nuovi, e al sogno di Cristina nella Palermo dimenticata. Vedo la Capitale “sprofondare” tra una buca e l’altra... sento Napoli ancora chiusa in un vicolo cieco, dove i mali del Paese sopravvivono tutti insieme e tutti al cubo». Ai tanti «Viaggi in Italia», da quello ormai classico di Piovene negli anni 50 a quello apocalittico di Ceronetti nell’Italia devastata dalla modernità negli anni 8o, dobbiamo ora aggiungere questo altro viaggio di Napoletano nell’Italia di oggi che sin dalle prime pagine si presenta modestamente e dignitosamente occupandosi delle persone più che della bellezza o della distruzione dei paesaggi. E quali persone? Quelle che resistono e non si danno per vinte. Si occupa dell’italiano medio dell’italiano virtuoso e sconosciuto che scrive lettere spesso commoventi al giornale e al suo direttore, per raccontarsi più che per lamentarsi. E quel che lascia la lettura di questi incontri e di queste testimonianze è la sensazione che un cauto ottimismo è lecito, che con gente simile l’Italia si può riprendere dalla crisi che sta attraversando. Questo vuol suggerirci il libro di Napoletano, che si mantiene sempre al livello della realtà che descrive, senza esaltazioni inutili, ma in modo semplice e diretto; un libro dettato da un forte sentimento civile di solidarietà, che percorre «un’Italia problematica e sofferente, ma pensante, critica e desiderosa di ricostruire il proprio futuro». In filigrana l’autore ci fa intravedere anche un minimo di autobiografia, ricorda figure di amici illustri, di politici che hanno ben operato per l’Italia, ricorda Parigi, Buenos Aires, Rio de Janeiro e «alla fine del mondo» la steppa sconfinata della Patagonia. Ne vien fuori la carriera di un giornalista che ha fatto i suoi viaggi e il suo mestiere partendo dalla gavetta e conquistando man mano stima e considerazione per certi suoi clamorosi reportage. E giornalistico, nel senso più nobile, è il suo stile, un efficace strumento di comunicazione, fatto per convincere e informare con dati alla mano, senza enfasi né artificio alcuno, e che proprio per questo colpisce il lettore. C’è anche una parte più direttamente politica, ove al di là di considerazioni ideologiche o di partito si esaltano in modo commosso e con gratitudine gli «uomini del fare, quelli che sanno assolvere con serietà ed onestà ai loro compiti e regalano dovunque “cose che si possono tocca- Le scelte dell’autore Il giornalista ha deciso di iniziare con lettere di sconosciuti ai quali si propone di dare una risposta re”». Di questi uomini vengono fuori vivi i ritratti, le opere, le parole, e ne cito solo alcuni, Di Vittorio, De Gasperi, Vanoni, Fanfani, Menichella, Pescatore, Saraceno, Valletta, La Malfa, «storie di uomini che con modi e stili differenti raccontano di un Paese che aveva deciso di ripartire e ci riuscì. È a loro che si deve la reintegrazione dell’Italia nel sistema internazionale, a loro che spesso furono lasciati soli come è accaduto a Paolo Baffi, ricordato nelle ultime pagine, che scrive a Berlinguer: «Gli ultimi tre governatori della Banca d’Inghilterra furono onorati come Pari del Regno, io dopo cinquant’anni di lavoro alla Banca, a casa porto due incriminazioni». Si sente sempre che nel rievocare questi uomini o solo a nominarli sorge nell’autore una specie di amara nostalgia per una classe politica che non c’è più e di cui oggi ci sarebbe tanto bisogno. Voglio terminare con il ricordo del viaggio di Napoletano al seguito di papa Francesco a Rio de Janeiro, che lo riporta con la mente al giorno delle storiche dimissioni di Ratzinger, e alle parole sentite quel giorno nell’ufficio di Pellegrino Capaldo: ci lascia un grande Papa, un grande teologo, che certamente ci farà capire. E Napoletano conclude: «Il sorriso di Francesco e i suoi primi gesti ci hanno fatto pensare di aver capito». © RIPRODUZIONE RISERVATA 36 Cultura Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Le iniziative del Corriere Iniziativa L’ideale scaffale del pontefice è in edicola con il «Corriere della Sera» La biblioteca Classici L’attrazione verso Caravaggio, Dalì e gli indovinelli della «Turandot» di Puccini scorso con lo stesso Pontefice, dialogando su questa o quell’opera, a volte persino chiedendogli se aveva avuto davvero una certa importanza nella sua formazione. In effetti, scorrendo l’elenco delle opere della collana è possibile riconoscere i tratti fondamentali del Pontificato di Bergoglio, oltre che avvertire le vibrazioni della sua sensibilità personale. Infine ecco una domanda: come leggere i libri della «Biblioteca di Papa Francesco»? Innanzitutto il lettore si troverà guidato da prefatori che, per la quasi totalità, non solo conoscono l’opera ma anche direttamente Jorge Mario Bergoglio. Le to ha preferito non ricorrere a riflessioni loro prefazioni hanno anche il tono della sofisticate sul cambio antropologico, ma testimonianza, dunque, capace di avviadire, più semplicemente e direttamente, re il lettore a comprendere il motivo per che una cosa è l’immagine ellenistica di cui quel libro ha contribuito a formare la uomo che ha prodotto la Nike di Samo- «visione» di Papa Francesco. tracia, altra è quella che trova la sua forDopo le prefazioni, il lettore si troverà ma nelle tele del Caravaggio, e altra an- ad affrontare direttamente il testo. Come cora è quella del surrealismo di Dalí. farlo in modo da essere fedeli anche in Dunque la letteratura, la musica, l’arte questo alla lezione bergogliana? Mentre sono da considerare pienamente «den- dialogavamo durante l’intervista già citro» il discorso sull’uomo, sulla spiritua- tata, mi ha fortemente colpito il momenlità, sulla pastorale e la missione della to nel quale il Papa mi ha detto che ama Chiesa. il Mozart eseguito da Clara Haskil: «Mi Il mio primo obiettivo, confrontando- riempie: non posso pensarlo, devo senmi con i libri da lui amati, è stato dunque tirlo» ha affermato con tono meditativo. quello di capire meglio la sua visione del In queste poche parole c’è tutta una conmondo, della realtà e della persona cezione della fruizione estetica che diumana: mi interessava entrare nel suo stingue «sentire» e «pensare». Un artista si gusta se «sentito», non se è «pensato». Non che la prima Curatore cosa escluda la seconda. Però è possibile che Padre Antonio Spadaro, il sentire sia talmente direttore della rivista forte, ricco e coinvoldei gesuiti «La Civiltà gente da superare imCattolica» e curatore mensamente la sua della «Biblioteca di Papa analisi teorica. Aveva Francesco», in edicola scritto Bergoglio nel con il «Corriere» 2005: «La sapienza non si ferma alla conoscenimmaginario. Non per puro gusto di in- za. Sapere significa anche gustare. Si dagine, ma per comprenderne più a fon- sanno le conoscenze... E si sanno anche i do il pensiero. Tuttavia non è stato que- sapori». Occorre comprendere che dietro questo il vero obiettivo. Ciò che mi ha mosso è legato sia al fatto che Jorge Mario Ber- sta sorta di abbozzo di estetica bergogoglio è il Papa, sia alla constatazione gliana c’è un passaggio degli Esercizi che egli è anche il leader mondiale oggi spirituali ignaziani, nel quale, proprio più credibile e universalmente ricono- all’inizio, si dice che «non è il molto sasciuto. Comprendere Bergoglio significa pere che sazia e appaga l’anima, ma il dunque, per me, come cattolico, innan- sentire e gustare le cose internamente zitutto indagare meglio che cosa il Si- (no el mucho saber harta y satisfece al á gnore stia chiedendo oggi alla Chiesa. nima, mas el sentir y gustar de las cosas Ma significa anche comprendere meglio internamente)». E per Bergoglio, come lo spirito del tempo che riconosce nella per Sant’Ignazio, il «sentire», in un mosua figura un leader. Dunque, ricostruire do o nell’altro, ha sempre a che fare con «La biblioteca di Papa Francesco» signi- la manifestazione di Dio nell’anima e fica compiere un’operazione di valore nella vita di una persona. Ecco un altro motivo per leggere i libri cari a Papa spirituale e culturale. In un paio di occasioni ho avuto an- Francesco. © RIPRODUZIONE RISERVATA che modo di poter approfondire il di- Arte e letteratura sono utensili che ci aiutano a credere e amare di ANTONIO SPADARO Il volume C La prima uscita onversavo con Papa Francesco durante l’intervista apparsa sulla rivista che dirigo, «La Civiltà Cattolica». Stavamo parlando di ottimismo. Lui mi diceva che non ama questa parola perché troppo psicologica. Ama invece la speranza. Se lui è sorridente, insomma, non è perché sia ottimista ma perché, da credente, vive una speranza che non delude. «Pensa al primo indovinello della Turandot di Puccini» mi dice. Fino a quel momento nella nostra conversazione non era mai emersa una citazione letteraria o artistica, per cui quando il Papa dice Turandot penso di non aver capito e gli chiedo di ripetere. Mentre Francesco scandisce il nome Tu-ran-dot mi vengono in mente i famosi versi che rivelano il desiderio di una speranza che qui però è fantasma iridescente che sparisce con l’aurora. E difatti il Papa prosegue: «La speranza cristiana non è un fantasma e non inganna. È una virtù teologale e dunque, in definitiva, un regalo di Dio che non si può ridurre all’ottimismo, che è solamente umano. Dio non defrauda la speranza, non può rinnegare se stesso. Dio è tutto promessa». In quel preciso momento mi sono reso conto che Bergoglio è una persona che vive l’arte e l’espressione creativa come una dimensione che è parte integrante della sua spiritualità e della sua pastorale. È capitato già varie volte, sentendolo parlare da Papa, di aver registrato una citazione di passaggio, posta lì senza premesse né spiegazioni «colte». Ricordo, per esempio, la citazione del Divino impaziente di José María Pemàn durante la sua omelia ai gesuiti per la festa di Sant’Ignazio il 31 luglio 2013. Così anche il riferimento a Joseph Malègue nella mia intervista, per parlare della «classe media della santità». Per Bergoglio l’arte è vita e discorso sulla vita. L’arte non è «per l’arte», non è un mondo a parte, colto, dotto, aulico, Oggi Con «Tardi ti ho amato» di Ethel Mannin (prefazione di Jorge Milia) inizia oggi la distribuzione in edicola dei libri della collana «La biblioteca di Papa Francesco» (euro 10.90 e anche in ebook a partire da euro 4,99 ). Per «La biblioteca di Papa Francesco» Antonio Spadaro ha riunito venti tra le opere più lette e amate da Jorge Mario Bergoglio. Si tratta di una biblioteca fatta di libri in parte introvabili in Italia oltre a classici e testi religiosi più popolari, tutti con prefazioni inedite. La seconda uscita, il 15 maggio, prevede il libro di Robert Hugh Benson, «Il padrone del mondo» con introduzione di José Hernàn Cibils. sostanzialmente «borghese». La sua visione radicalmente «popolare» tocca anche la produzione artistica e la sua fruizione. Il Papa è molto sensibile al «genio» e alla «creatività», parole che gli ho sentito pronunciare spesso, almeno tanto quanto la parola «normalità» o l’aggettivo «normale». Ho l’impressione che per lui la creatività e il genio non siano eccezioni, ma dimensioni della vita ordinaria affrontata con energia e intensità. Sempre durante l’intervista ho voluto tentare di comprendere meglio quali siano i principali riferimenti artistici e letterari di Papa Francesco. Da quel momento si è andato costruendo l’elenco dei libri di quella che da subito ho chiamato nella mia mente «La biblioteca di Papa Francesco». Seguendo nell’intervista i nomi dei suoi scrittori preferiti, e così degli artisti, registi, musicisti e direttori d’orchestra, ho compreso che non si formava un elenco di puro gusto estetico, ma si andava definendo un vero e proprio territorio di esperienza umana. Le sue letture erano legate a visioni della realtà, alla sua stessa comprensione del mondo. Mi sono presto reso conto di essere assorbito dai suoi riferimenti, e di avere il desiderio di entrare nella sua vita passando anche per la porta delle sue scelte artistiche. «Io amo gli artisti tragici», mi ha detto. E ho compreso che la sua non è pura attrazione per la tragedia intesa come genere letterario, ma è desiderio di entrare dentro la condizione umana anche per la via della rappresentazione estetica. A tal punto che egli fa sua la definizione di opera «classica» che si ricava da Cervantes: l’opera «classica» è l’opera che tutti in qualche modo possono sentire come propria, non quella di un gruppetto di raffinati intenditori. La conferma del legame che lui avverte tra opera d’arte e visione della vita l’ho avuta proprio nel momento dell’intervista in cui Bergoglio ha sottolineato che l’uomo col tempo cambia il modo di percepire se stesso. Per esprimere il concet- 15 maggio 22 maggio 29 maggio PAPA FRANCESCO APRE GLI APPARTAMENTI VATICANI Bergoglio: la creatività serve per meditare, non è uno svago 5 giugno La via dei sentimenti di Ethel Mannin Robert Hugh Benson e l’incubo orwelliano Con Fëdor Dostoevskij La storia di un’amicizia Gli esercizi spirituali all’interno della coscienza secondo Jorge Luis Borges di Ignazio di Loyola È il 1965, ultimo anno del liceo. Il professor Jorge Mario Bergoglio, giovane gesuita, fa leggere in classe Tardi ti ho amato (1948) di Ethel Mannin, scrittrice londinese di origine irlandese, femminista, anarchica, bisessuale. Un romanzo di formazione che è insieme la storia di una conversione, sul modello di Agostino e di una frase delle Confessioni che fa da esergo al libro: «Tardi ti ho amato, o beltà così antica e così nuova...». Un incubo orwelliano, la dittatura del pensiero unico che nega la trascendenza, la sofferenza della Chiesa. Il padrone del mondo (1907) di Robert Hugh Benson è un libro che papa Francesco ha raccomandato anche in un’omelia a Santa Marta, il 18 novembre: «Quasi come fosse una profezia, Benson immagina cosa accadrà. Quest’uomo si convertì poi al cattolicesimo. Ha visto quello spirito della mondanità che ci porta all’apostasia». Il libro preferito dello scrittore più amato da Bergoglio: Memorie dal sottosuolo (1864) di Fëdor Dostoevskij. La malattia della coscienza, anzi «qualsiasi coscienza» come malattia, la descrizione più spietata di quello che Francesco ha chiamato «il sottosuolo dell’esistenza», l’infelicità e la sofferenza radicali di chi vive «al limite», senza speranza: le «periferie esistenziali» verso le quali il Papa vuole portare la sua Chiesa, per «curare le ferite». 17 luglio 24 luglio 31 luglio L’altro, lo stesso di Jorge Luis Borges . Ovvero l’amore per la poesia e la storia di un’amicizia. Bergoglio a 28 anni invitò il grande poeta a far lezione ai suoi alunni. Era il 1964. Come spiega José María Poirier, direttore della rivista cattolica Criterio: «All’epoca, Borges non godeva di grande popolarità né a sinistra né presso la Chiesa: per gli uni era un conservatore, per gli altri un miscredente. Per Bergoglio era semplicemente uno scrittore di eccezionale talento». 7 agosto Gli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, sono semplicemente il fondamento della spiritualità del primo Papa gesuita della storia. La libertà che viene dallo Spirito, il «discernimento», l’apertura di chi sa che bisogna «cercare Dio in tutte le cose». E quella frase che dice tutto: «Pensi, infatti, ciascuno che tanto più progredirà in tutte le cose spirituali, quanto più uscirà dal suo proprio amore, volere e interesse». 14 agosto Nino Costa, la nostalgia Il mistero della conversione Una società aperta a tutti Joseph Malègue, il cantore L’immagine archetipica che nasce dall’emigrazione in Alessandro Manzoni nell’epica di José Hernández della santità quotidiana dell’Enea di Virgilio Cento poesie di Nino Costa, la nostalgia che «nasce dall’aver voluto, ma non aver potuto tornare». Bergoglio, figlio di emigrati piemontesi, sa citare i versi di Rassa Nostrana: «Ma el pi dle volte na stagiun perdüa/ o na frev o un malör del so mesté/ a j’incioda ant na tumba patanüa/ spersa ant un camp-sant foresté». (Ma il più delle volte una stagione perduta / o una febbre o un malanno da lavoro / li inchioda a una tomba spoglia / persa in un cimitero straniero). «Ho letto I promessi sposi tre volte e ce l’ho adesso sul tavolo per rileggerlo», raccontava Francesco in settembre a padre Spadaro. «Alessandro Manzoni mi ha dato tanto. Mia nonna, quand’ero bambino, mi ha insegnato a memoria l’inizio: “Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti...”». Il capitolo prediletto è quello della conversione dell’Innominato, dove si legge: «La vita è il paragone delle parole». Martín Fierro di José Hernández è «il» poema epico argentino, espressione ottocentesca di un’arte legata al popolo, la «vocazione» di «una società dove tutti abbiano un posto», spiegava il cardinale Bergoglio nel 2002: «Il commerciante di Buenos Aires come il gaucho del litorale, il pastore del Nord come l’artigiano del Nord-Est, l’indigeno come l’immigrato, purché nessuno di loro voglia avere tutto per sé, scacciando l’altro dalla terra» «Io vedo la santità nel popolo di Dio, la sua santità quotidiana», ha detto il Papa. «C’è una “classe media della santità” di cui tutti possiamo far parte, di cui parla Malègue». L’Agostino Meridier di Joseph Malègue è il romanzo più noto di quello che la critica francese (un po’ generosamente, va detto) definì il «Proust cattolico». La storia di una conversione in piena epoca modernista: grazie all’incontro del giovane protagonista con un amico di università divenuto gesuita. L’Eneide di Virgilio, la pietas, l’immagine di Enea che fugge da Troia portando il padre Anchise sulle spalle: «La pazienza cristiana non è quieta o passiva», raccontava Bergoglio a Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti, nel libro El Jesuita. «È l’immagine archetipica di Enea che, mentre Troia brucia, si carica il padre sulle spalle - et sublato montem genitore petivi si carica la sua storia sulle spalle e si mette in cammino alla ricerca del futuro». Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 Cultura 37 italia: 51575551575557 di Papa Francesco Bibliografia Dall’Eneide a Don Lisander, fino al libro più amato Si può leggere il Vangelo anche in metropolitana Il canone del Pastore per la vita di ogni giorno di ALBERTO MELLONI A ttorno a papa Francesco c’è un consenso apparentemente illimitato. Solo piccole frange di conservatorismo estremo e pochi teologi incontentabili osano sollevare riserve esplicite sul suo modo di essere (per dirla con una espressione usata da don Milani) «un prete cristiano». Per tutti gli altri Francesco è il prete che vorrebbero aver incontrato, per essere cristiani migliori o per non aver smesso di esserlo. L’ammirazione per il Papa non è insolita. Due secoli di papolatria hanno costruito un cerimoniale rigido e superficiale, di cui Bergoglio è ben consapevole («parole, parole, parole», canticchia imitando Mina, quando gli si dice che persone o mondi lo apprezzino). E non è anomalo che sotto lo strato vasto e sottile di conformismo plaudente ci siano le resistenze di chi, esibendo disinvoltamente la propria casa o il proprio egocentrismo, vuol dimostrare si può vivere «etsi Bergoglius non daretur» (anche se Bergoglio non ci fosse). Chi vuol capire quest’uomo che sa annunciare il Vangelo come Vangelo deve dunque fare uno sforzo per cogliere i punti davvero essenziali del suo ministero: e cioè (per usare i paradigmi coniati da Dossetti per Papa Giovanni) capirne la solitudine istituzionale di cui la mutata residenza è un sintomo e non la cura, capirne il consenso che ne influenza le decisioni, e capirne cultura – come aiuta a fare la «biblioteca» che Antonio Spadaro ha fatto affiorare nella sua intervista dell’estate scorsa. Francesco in realtà è l’uomo di un solo libro, il Vangelo. Il Vangelo, come dice lui, da portare in tasca e da leggere in metropolitana. Il Vangelo pensato come un nutrimento di tutti e per tutti. Il Vangelo sul quale predica la mattina, lasciando che l’intarsio fra il Vangelo del giorno e la vita dell’uditorio (lo sanno i parlamentari italiani che sono usciti da una predica mattutina, malmenati dalla loro coda di paglia). Vangelo che nel testamento dell’altro Francesco, quello assisiate, ha una «forma» in dialettica con la «forma» della santa Chiesa romana, e che questo Francesco, quello latino-americano, vuol far assurgere a metro della istituzione e della comunione. Ma Francesco diventa l’uomo di un solo libro, attraverso i molti libri di una biografia oscurata dagli appiccicosi stereotipi oleografici ripetuti ossessivamente. Bergoglio è il primo Papa che non ha mai detto messa prima del Vaticano II: per lui la tradizione è quella dei secoli restituiti alla chiesa dal messale di Paolo VI. È un prete costruito dalla pazienza formativa della Compagnia di Gesù: mentre Bergoglio diventa prete a 33 anni (Arrupe a 29 ad esempio), dunque ancor più libero dall’ansia da prestazione apo- stolica. Bergoglio è il primo Papa che ha avuto famigliarità con la psicologia, di cui è stato professore: e che gli ha permesso di guardare alla esperienza umana e alle sue lacerazioni con un distacco non solo spirituale. Ed ha insegnato letteratura con passione, al punto che quando dialoga col direttore della «Civiltà Cattolica» sa costruire un percorso nel quale ogni tappa, ogni omissione, ogni scelta hanno un senso. Non c’è Eric Pryzwara, il gesuita autore di un commento agli esercizi che avrebbe dovuto essere il soggetto del dottorato di Bergoglio e la cui teologia dello scambio («admirabile commercium») è una delle possibili vie del rinnovamento teologico, come ha mostrato Giuseppe Ruggieri; ma ci sono gli Esercizi di sant’Ignazio in quanto tali. Non c’è il volume sulla Gli autori dei primi quattro libri della collana (dall’alto in senso orario): Ethel Mannin, Fëdor Dostoevskij, Jorge Luis Borges, Robert Hugh Benson Riforma del papato di monsignor John R. Quinn, vescovo di san Francisco, che per quelle tesi pronunciate per l’unità delle chiese, subì sospetti che un lettore avido di quel pamphlet come fu Bergoglio potrebbe oggi risarcire; ma ci sono le meditazioni sulla chiesa di De Lubac, uscite nel 1953 quando la repressione teologica seguita all’enciclica Humani generis era avviata. Ci sono i classici della cultura umanistica come Virgilio e Manzoni, ma anche quegli autori della letteratura argentina e della poesia, che sorprenderanno qualcuno perché non obbediscono allo stereotipo catto-vittoriano della letteratura «edificante». Come insegna da tempo Jean-Pierre Jossua la letteratura interessa il teologo non perché scrive di Dio o dei santi, ma perché scava nell’umano e crea un incavo nel quale l’uomo del vangelo che è Bergoglio mette il Vangelo. © RIPRODUZIONE RISERVATA (testi a cura di GIAN GUIDO VECCHI) 12 giugno 19 giugno 26 giugno 3 luglio 10 luglio Il potenziale della poesia Henri De Lubac, il teologo Le liriche di Hölderlin Cercare sempre per trovare Elogio della pietà semplice di Gerard Manley Hopkins contro la mondanità nel ricordo della Madonna l’ideale di Sant’Agostino Il memoriale di Pierre Favre Un poeta gesuita dell’Ottocento, tra i fondatori della poesia inglese moderna. La freschezza più cara di Gerard Manley Hopkins, per dirla con Attilio Bertolucci, è «un piccolo pacco esplosivo ad alto potenziale». L’attenzione alla singolarità, l’haecceitas di Duns Scoto, la spiritualità ignaziana che lo accomuna a Francesco. E insieme, non a caso, la persona che ispirò Tardi ti ho amato della Mannin: il romanzo, senza nominarlo, prende spunto dalla vita del poeta. 21 agosto Meditazioni sulla Chiesa di Henri De Lubac è un’opera fondamentale del grande teologo gesuita, tra i giganti del XX secolo, citatissimo da Francesco. E basterebbe la denuncia della «mondanità spirituale» che è «il pericolo più grande della Chiesa», ricorda spesso il Papa: «È peggiore, dice De Lubac, più disastrosa di quella lebbra infame che aveva sfigurato la Sposa diletta al tempo dei papi libertini. La mondanità spirituale è mettere al centro se stessi». 28 agosto «Adoro le poesie di Friedrich Hölderlin», ha detto Francesco. Le Odi del grande poeta tedesco comprendono la poesia più amata, «Alla mia veneranda nonna», che Bergoglio usa citare in tedesco: «Mi ha colpito anche perché ho molto amato mia nonna Rosa», ricordava a padre Antonio Spadaro. «E lì Hölderlin accosta sua nonna a Maria che ha generato Gesù, che per lui è l’amico della terra che non ha considerato straniero nessuno». 4 settembre «L’atteggiamento corretto è quello agostiniano: cercare Dio per trovarlo, e trovarlo per cercarlo sempre», dice il Papa. Sul sacerdozio è un’espressione del genio Agostino e insieme dispiega un modello più che mai attuale, come raccomandava Francesco a Santa Marta: «Sant’Agostino dice ai cristiani: “Vai avanti, canta e cammina!”. Con la gioia: è quello lo stile del cristiano. Annunciare il Vangelo con gioia. E il Signore fa tutto». 11 settembre Memoriale di Pierre Favre, tra i primi compagni di Ignazio di Loyola, mostra il volto del gesuita prediletto (lo ha fatto santo) da Francesco. Nell’intervista alla Civiltà Cattolica, lo descriveva come un modello: «Il dialogo con tutti, anche i più lontani e gli avversari; la pietà semplice, una certa ingenuità forse, la disponibilità immediata, il suo attento discernimento interiore, il fatto di essere uomo di grandi e forti decisioni e insieme capace di essere così dolce, dolce...». 18 settembre La via di Romano Guardini pazienti e misericordiosi Il dramma del missionario La formazione alla fede di José Maria Pemán del fondatore dei gesuiti Leopoldo Marechal Il piacere di Jorge Milia in lotta con i mali della città per gli scritti dei giovani L’opposizione polare di Romano Guardini è una delle prime opere del grande teologo italo-tedesco, precursore del Concilio che Francesco ha ricordato fin dalla messa di insediamento a San Giovanni in Laterano, il 7 aprile 2013: «Dio sempre ci aspetta, non si stanca. Gesù ci mostra questa pazienza misericordiosa di Dio. Romano Guardini diceva che Dio risponde alla nostra debolezza con la sua pazienza e questo è il motivo della nostra speranza...». Il divino impaziente di José Maria Pemán è un dramma che ha per protagonista san Francesco Saverio, grande missionario gesuita. Francesco ne parlò nella chiesa del Gesù, a Roma, per la festa di sant’Ignazio. L’immagine del «tramonto del gesuita», il missionario che muore guardando la Cina: «L’arte lo ha dipinto tante volte questo tramonto, questo finale di Saverio. Anche la letteratura, in quel bel pezzo di Pemán. Alla fine, senza niente, ma davanti al Signore». Megafòn o la guerra di Leopoldo Marechal, l’ultimo romanzo (1970) dello scrittore argentino, è un altro romanzo di formazione e conversione, tema caro a Francesco, ambientato in una Buenos Aires cupa nella quale il protagonista — un giovane che era stato arbitro di pugilato: il nomignolo viene dal megafono con cui annunciava gli incontri — lotta contro i mali della città fino al sacrificio di sé, un epilogo che è insieme la promessa della resurrezione. Vale ciò che si è detto per gli Esercizi spirituali: Il racconto del pellegrino. Autobiografia di Ignazio di Loyola è alla base della formazione spirituale di Francesco. Con un dettaglio da segnalare, per chi si è stupito del fatto che il primo Papa gesuita decidesse di chiamarsi come il Santo d’Assisi. È il fondatore dei gesuiti a raccontare che proprio Francesco è stato un suo modello: «E se anch’io facessi quel che ha fatto San Francesco o san Domenico?». L’età felice di Jorge Milia e autori vari, con le prefazioni di Borges e di Bergoglio, risale all’iniziativa del giovane professore gesuita di letteratura che faceva esercitare i suoi studenti nella scrittura creativa: «Alla fine ho deciso di far leggere a Borges due racconti scritti dai miei ragazzi. Conoscevo la sua segretaria, che era stata la mia professoressa di pianoforte. A Borges piacquero moltissimo. E allora lui propose di scrivere l’introduzione a una raccolta...». 38 italia: 51575551575557 Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 39 italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile LA LOTTERIA DELLE RIFORME SEGUE DALLA PRIMA Certo, la minaccia di sanzioni occidentali diventava via via più concreta man mano che la Russia procedeva nel tentativo di smembramento dell’Ucraina. E il flusso di capitali in fuga da Mosca si era fatto sempre più consistente con l’aggravarsi della crisi: gli oligarchi stavano già votando col portafogli, temendo di vedere congelati i propri averi. Il Fondo Monetario Internazionale aveva tagliato le stime di crescita per la Russia, che quest’anno rischia di ritrovarsi in recessione per la prima volta dai caotici anni Novanta. Ma in realtà proprio l’inceppamento dell’economia è stato probabilmente uno dei motivi che ha indotto il Cremlino a rispolverare una politica estera aggressiva ed espansionista. L’impossibilità di garantire il patto sociale degli anni passati ha spinto Putin a ricompattare il consenso interno attorno a un risorto nazionalismo: e infatti il suo tasso di approvazione ha ritrovato i ritmi stellari dei primi tempi. Si affaccia dunque l’altra ipotesi: che il leader russo abbia spinto consapevol- mente la crisi ucraina fin sull’orlo del baratro, per poi offrire agli occidentali una via d’uscita. Ovviamente, alle sue condizioni. Non c’è dubbio che in molte capitali europee si tirerà un sospiro di sollievo di fronte alla prospettiva di de-escalation offerta da Putin. L’idea di dover imporre pesanti sanzioni economiche risultava indigesta ai più: troppi i legami d’affari, troppi gli interessi commerciali. I contraccolpi si sarebbero fatti sentire e la stessa fragile ripresa continentale poteva essere messa a rischio. Ma una cosa è certa: finché Putin resterà al Cremlino l’Ucraina non sarà mai uno Stato sovrano, libero di scegliere un futuro europeo. Le speranze di quanti erano scesi in piazza a Kiev quest’inverno, sventolando le bandiere azzurre con le dodici stelle, rimarranno nel libro dei sogni. E il presidente russo potrà dire di aver dettato le condizioni della futura architettura politica del continente. Che, per quanti ancora credono in una certa idea di Europa, non è una prospettiva incoraggiante. Luigi Ippolito © RIPRODUZIONE RISERVATA IL MARKETING NON HA SEMPRE RAGIONE LA CULTURA È DIVERSA DALL’EROTISMO ✒ Va bene, la cultura oggi non gode di buona fama. Non serve a riempire i tramezzini. Per la prima volta ci sono personaggi pubblici che si vantano di aver letto pochissimi libri. Somiglia a una «disciplina» tra le altre. Ma non mi sembra una buona soluzione quella di volerla rendere appetibile associandola all’eros. L’altra sera nella trasmissione Che tempo che fa lo psicanalista Massimo Recalcati ha dichiarato che la letteratura «porta sempre con sé qualcosa di erotico, nel senso che anima il desiderio di sapere». E ha aggiunto che compito degli insegnanti è nientemeno che «trasformare gli oggetti del sapere (una poesia o un teorema matematico) in corpi erotici, che catturino il desiderio degli allievi». Ora, il concetto di eros è certamente complesso, ambiguo, e non ho la competenza per addentrarmi nel lessico psicanalitico, ma davvero dove c’è desiderio (di qualsiasi natura, verso qualsiasi oggetto), lì c’è eros? L’eros può implicare qualcosa di drammatico, secondo una tradizione letteraria influente nella modernità. E può anche riguardare tutto ciò che stimola i nostri sen- si, o coincidere con la forza vitale stessa, con una primordiale tensione a tenere unite le cose (ed è però definizione troppo generica). Nella vulgata, nell’uso quotidiano e nell’invadente immaginario pubblicitario, l’erotismo è associato — benché ciò possa apparire riduttivo — al desiderio sessuale, a un desiderio possessivo, che è cosa lievemente diversa dal desiderio di sapere. Dante aveva condannato in gironi diversi dell’inferno l’hybris conoscitiva (Ulisse) e l’oltranza della passione amorosa (Paolo e Francesca). Compito primo di un educatore è distinguere bene gli ambiti di vita e di esperienza, evitando qualsiasi reductio ad unum livellatrice. Una poesia accresce la vitalità, come sapeva Leopardi. Ma non è tanto un «corpo erotico» destinato a eccitare il desiderio di ragazzi un po’ apatici, quanto una verità abbagliante che si potrebbe schiudere — la cosa non è garantita — solo se ci accostiamo ad essa con la nostra capacità di attenzione e attesa. Filippo La Porta © RIPRODUZIONE RISERVATA LA CADUTA DI HOMS, CITTÀ SIMBOLO ADESSO IL REGIME DI ASSAD È PIÙ FORTE ✒ «Chi controlla Homs controlla la Siria». Lo proclamava due anni fa Ghassan Abdel Al, allora governatore della provincia, le sue parole accompagnate dai primi colpi di artiglieria dell’esercito. Perché il regime non ha mai smesso di bombardare i quartieri di quella che era stata chiamata «la capitale della rivoluzione», le aree dove i ribelli si erano asserragliati con le famiglie: da Baba Amr — sotto assedio e devastata — gli insorti si erano spostati nella Città Vecchia. Fino alla tregua e all’accordo di ieri. Adesso le ruspe di Bashar Assad abbattono le barricate, la polizia scorta fuori da Homs gli autobus riempiti con gli oppositori armati, verso il nord e il confine con la Turchia, verso le campagne dove ancora si combatte. Per il presidente uscente e di certo rientrante è una vittoria simbolica a meno di un mese dal voto. È anche una conquista strategica: chi controlla Homs controlla la strada che porta da Damasco verso il Mediterraneo, chi controlla Homs è in grado di stabilire una fascia di sicurezza tra la capitale e le città sulla costa dove vivono in maggioranza gli alauiti, la setta del clan al potere minoranza nel Paese. Così Assad si prepara a ottenere il quarto mandato in elezioni con solo altri due candidati. Anche per molti siriani affamati e stremati da oltre tre anni di conflitto il leader sembra essere diventato quel «male minore» vagheggiato dai diplomatici occidentali. Tony Blair l’ha ammesso: Bashar deve restare al potere per un periodo e facilitare la transizione. La proposta dell’ex premier britannico sembra valutare solo il tragico presente della Siria. Come se le prime proteste del marzo 2011 non fossero state pacifiche, come se la repressione degli oppositori politici non continuasse ad andare avanti, come se i morti non fossero cresciuti fino a 150 mila, come se non ci fossero state le torture documentate e la fame-arma di guerra usata dal regime contro i civili. L’intellettuale siriano-americana Amal Hanano scrive: «Osservare il presente per cercare una soluzione non è solo ingenuo, è immorale». Davide Frattini @dafrattini © RIPRODUZIONE RISERVATA Il volto sfuggente del nuovo Senato E i cittadini sono soltanto spettatori di MICHELE AINIS già trafisse il dissenziente Chiti: cerca soltanto un po’ di visibilità. Da chi? Dagli elettori. Se non altro, ora abbiamo compreso il nostro ruolo: quello dei guardoni. Ma forse è meglio distogliere lo sguardo, tanto non è proprio un belvedere. Per i miopi, giganteggia invece l’argomento con cui la presidente Finocchiaro ha archiviato l’incidente: l’ordine del giorno Calderoli sarebbe al più un consiglio, una preghiera. Dal precetto alla prece. Quanto al tormentone sull’elezione del Senato, si profila un compromesso: decideranno le singole Regioni, ciascuna a modo suo. Avremo quindi pattuglie di senatori eletti, nominati, premiati, sorteggiati. Dal federalismo fiscale al separatismo elettorale. Ci sarebbe da allarmarsi, se l’intenzione fosse seria. Tranquilli, non lo è. Si tratta semplicemente d’una finta, un’ammuina. Fino alle europee, nessuno caverà un ragno dal buco. E dopo? Se vince Grillo, perderà l’Italicum: per Berlusconi troppo rischioso il ballottaggio. Se vince quest’ultimo, il presidenzialismo tornerà di moda. Peccato che ogni Costituzione rifiuti i vezzi del momento: se è una Carta a modo, non passa mai di moda. Non a caso quella degli Usa risale al 1787, quando nel Far West giravano gli Apache. Ma intanto non resta che aspettare. E magari stilare un promemoria, per quando SEGUE DALLA PRIMA Un voto al quadrato, dal quale sbucano fuori due Senati: uno eletto (secondo l’ordine del giorno Calderoli), l’altro no (secondo il testo del governo). Ma se è per questo, d’ora in avanti ci concederemo pure il lusso di due Stati: uno centralista (quello di Renzi, che toglie competenze alle Regioni), l’altro federalista (quello di Calderoli, che invece le incrementa). E il doppio Stato, col suo doppio Senato, timbrerà la doppia legge: una per mano dei soli deputati (così vuole il governo), l’altra con il voto d’ambedue le Camere (così vuole l’ordine del giorno). Insomma, troppa grazia. Ma altresì troppa disgrazia, ad ascoltare gli improperi che rimbombano dai fronti contrapposti. Con Berlusconi accusato di tradimento sia da Renzi sia da Calderoli; ma il delitto è inevitabile, se hai due mogli in casa. D’altronde in questa pièce teatrale sono tutti bigami, nessuno escluso. Anzi: c’è chi è diventato trigamo, crepi l’astinenza. È il caso del Pd: una maggioranza (con Forza Italia) sulla legge elettorale, un’altra (con Alfano) sul governo, una terza (ma esiste?) sulle riforme costituzionali. Il simbolo della nuova stagione è Mario Mauro: ha votato entrambi i testi. L’uomo che vuole e disvuole. Subito infilzato dal medesimo anatema che verrà il tempo delle decisioni. Primo: nel testo del governo, non è tutto oro ciò che luccica. Però non è nemmeno una patacca. L’idea dei sindaci in Senato, per esempio: magari sono troppi, ma l’idea non è affatto malvagia. O i 21 senatori nominati dal capo dello Stato: suona bislacca la nomina (un partito del presidente, suvvia), non altrettanto i nominati. Se Palazzo Madama svolgerà un ruolo di garanzia costituzionale, ben vengano esperienze e competenze. Basta trovare un altro criterio per selezionarle, non è così difficile. Secondo: la legge sui partiti. E quella sulle lobby. E le primarie regolamentate. E il nodo della rappresentanza femminile. E la par condicio. E il conflitto d’interessi. Fino all’altro ieri tutti questi temi sembravano impellenti, adesso sono caduti nell’oblio. Sarà che la nostra attenzione è instabile e nevrotica, come quella d’un bambino. O forse sarà che i partiti, sotto sotto, non ne vogliono sapere. Ma la malattia del sistema politico italiano scava nel corpaccione dei partiti, e da lì contagia poi le istituzioni. Se curi soltanto le seconde, ti limiti alla superficie del problema. Come il malato che si rivolga al sarto, anziché al medico condotto. Però in questo caso serve uno specialista patentato. Quale? Lo psichiatra. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA BUONE NOTIZIE Se un’azienda del Sud vola alto nel mondo di SEVERINO SALVEMINI A l comando della Blackshape Aircraft di Monopoli, la Ferrari del cielo, ci sono due giovani imprenditori, Luciano Belviso e Angelo Petrosillo, 61 anni in due. La Blackshape produce aerei leggeri in fibra di carbonio, prezzo circa 250.000 euro, con prestazioni superiori come velocità e consumo e metà del peso dei concorrenti. Due prodotti al mese venduti in più di 20 Paesi nel globo a vip facoltosi e a paperoni d’Arabia e dell’Est. Fatturato che raddoppia ogni anno da tre anni. Com’è possibile che tra Bari e Lecce, tra lo scirocco del mare e i trulli sia nato forse l’esempio di innovazione più straordinario del nostro Paese? Luciano e Angelo sono amici fin dal liceo: il primo va a Torino per laurearsi in ingegneria spaziale al Politecnico, mentre il secondo si indirizza verso giurisprudenza alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Poi emigrano per i soliti studi specialistici (Master of Science e Ph.D). Sembra la consueta trama dei classici cervelli pronti per la fuga definitiva oltre confine. Ma i due vogliono «volare alto» e sono affezionati alla loro terra e lì si ritrovano. Nel 2008 la Regione Puglia avvia il programma «Bollenti spiriti» (zampino di Vendola nel nome stralunato?), per talenti emergenti. È un programma che non «sistema», ma incoraggia. I nostri eroi partecipano e ottengono 25.000 euro di prestito a fondo perduto, con cui di fatto pagano le spese notarili e di costituzione della Blackshape e partono con il business plan. Missione? Disegnare, costruire e vendere aereoplani. O meglio, prima immaginavano di produrre oggetti di design in fibra di carbonio, ma Luciano ricorda dai suoi studi che vicino a Treviso abita un certo Bepi Vidor (non sembra la sceneggiatura di un film?), «mito dell’aeronautica» che si diverte a progettare velivoli, e chiede a lui ispirazione. A quel punto Vidor li convince e si passa al business degli aerei. Nasce il Prime, con la caratteristica esteticamente vincente di avere i due posti di comando uno dietro all’altro, come i Mig da caccia di Top Gun, Ray Ban a specchio e giubbotto di pelle inclusi. Un successo di ordini. Ma per metterlo in produzione occorrono i quattrini; le idee non bastano. Come dice il proverbio, «senza lìlleri, non si làllera». Business plan alla mano i trentenni imprenditori girano ben 42 banche (piccole locali e grandi nazionali), ma la risposta è sempre la stessa: la loro azienda è ancora tutta sulla carta e non ci sono garanzie reali. Ricordiamoci che siamo nel pieno della crisi e CHIARA DATTOLA PUTIN VUOLE DETTARE LE CONDIZIONI PER USCIRE DALLA CRISI UCRAINA del credit crunch. Il fatto poi di essere in Puglia e non a Cupertino di certo non aiuta. Viene contattato Vito Pertosa, un visionario imprenditore di Monopoli che con la sua Mermec produce sistemi di diagnostica per treni di misura. Pertosa ci crede e investe un milione di euro con il fondo Angelo Investments: a lui il controllo del 55% della Blackshape; ai due giovani il restante 45%. E si parte, con Pertosa che gioca il ruolo del saggio mentore. È il 2011 ed esce dal capannone il primo superleggero. Va in Bulgaria. Seguono consegne in Repubblica Ceca, Belgio, Russia, Romania, Brasile. Il distretto aerospaziale pugliese fluidifica lo sviluppo. Lì c’è concentrazione di know how con imprese come Boeing (la fusoliera del Prime è simile a quella del Dreamliner Boeing 787), Aermacchi, Agusta, Bombardier e il capitale umano può condividere pratiche manageriali ❜❜ Due amici di Monopoli, un pensionato, un industriale coraggioso, tante idee innovative: così nasce la Ferrari del cielo e professionali. Le scelte organizzative sono innovative: età media 35 anni; bilanciamento di genere tra uomini e donne; ricerca continua di professionalità (il 50% dell’organico è ingegnere), attenzione al work-life balance (orari di ingresso flessibili e spesa che arriva in azienda dal supermercato due volte alla settimana); contest per laureandi che vogliono cimentarsi in progetti inesplorati; formazione elevata sia per manager che per operai specializzati. Oggi, a distanza di soli 4 anni dalla costituzione, 70 velivoli sono stati acquistati e 23 consegnati. Si punta a terminare un velivolo ogni settimana. Nel frattempo si estendono le certificazioni aeronautiche da parte delle nazioni straniere. L’aereo viene venduto come aereo sportivo, ma anche per scopi di addestramento e da pattugliamento. I posti di lavoro saranno a fine 2014 quasi 100. Il piano pluriennale recita di decuplicare i ricavi entro il 2021 e di diventare la prima azienda aerospaziale d’Europa dopo i colossi pubblici. La favola si è concretizzata. La morale è implicita: non arrendersi alle difficoltà, se si ha determinazione e passione. Certo, non tutti devono diventare imprenditori. Lo meritano i più coraggiosi e i più tenaci. Quelli che non attendono necessariamente le condizioni facilitanti. E in questi casi il successo è ancora più appagante. © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 italia: 51575551575557 Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 41 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere MASSACRI DEL POPOLO ARMENO LE RESPONSABILITÀ TURCHE OGGI Risponde Sergio Romano Nella sua rubrica del 1° maggio lei ascrive alla Armenia posizioni agli antipodi rispetto alla realtà documentata. Il mio non è un j’accuse all’onestà intellettuale dell’autore, né alla sua buona fede. D’altronde il Corriere è stato testimone eloquente del genocidio armeno. Sui protocolli armeno-turchi, la visita in Armenia del presidente turco Gul, del 6 settembre 2008 e non del 2007, fu iniziativa armena. Dopo un anno di mediazione elvetica, il 10 ottobre 2009, e non 2008, a Zurigo furono firmati due protocolli sull’istituzione di rapporti diplomatici e la normalizzazione dei rapporti bilaterali, inclusa l’apertura da parte turca del confine con l’Armenia. Presenti i ministri degli esteri francese, statunitense, russo, svizzero e l’Alto rappresentante Ue che chiesero alle parti (e tuttora chiedono alla Turchia) di ratificare i due protocolli senza precondizioni e in tempi ragionevoli. L’11 ottobre 2009, Erdogan precondizionò la ratifica dei protocolli a una soluzione pro-azera del conflitto del NagornoKarabach. Fu l’inizio del siluramento dei protocolli firmati il giorno prima. Contrariamente a quanto sostenuto da lei , i protocolli di Zurigo, i cui testi sono pubblici, non legavano la normalizzazione dei rapporti armeno turchi ai negoziati per il Nagorno-Karabach, ancora in corso sotto l’egida Osce. Invece, le dichiarazioni di Erdogan del 23 aprile scorso ai discendenti degli armeni sono state sorprendenti, anzi di un cinismo sorprendente. Erdogan ha parlato delle sofferenze di tutti i sudditi ottomani, mettendo sullo stesso piano vittime e carnefici. Fino a quando il premier turco definirà il genocidio armeno come un mero incidente della Prima guerra mondiale, con i bonari commenti di alcune voci della NAZIONI EUROPEE Il suo riferimento alla spazzatura è perfetto. Vogliamo davvero dare un’altra prova della nostra incapacità di fare fronte ai compiti e alle responsabilità di uno Stato moderno? «Esportare» i detenuti Caro Romano, e se oltre ad esportare la spazzatura che non riusciamo a smaltire in molte parti d’Italia, si riuscisse a far scontare la pena ai detenuti in carceri europee? Per esempio, i detenuti che non ricevono visite da nessuno o che hanno commesso alcuni tipi di reato. Ho letto che in Olanda alcune prigioni rischiano di chiudere per mancanza di detenuti, in Svezia esistono programmi ormai ben rodati di reinserimento sociale dei detenuti e quindi anche loro hanno molte celle non utilizzate. Se quegli Stati fossero disponibili a questo «outsourcing», cioè alla esternalizzazione, si potrebbe suggerire alla politica di valutarne gli effetti e studiarne pro e contro. Giuseppe Torrisi Firenze Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 MALI DEL PAESE Colpe soltanto nostre Seguendo la campagna elettorale si ha la sensazione che tutti i nostri mali siano causati dalla Germania e dall’euro. La situazione è peggiorata dopo l’arrivo della moneta unica esclusivamente per colpe italiane. Se le La tua opinione su sonar.corriere.it Matteo Renzi dopo gli incidenti all’Olimpico: le società devono pagare per l’ordine pubblico. È giusto? stampa internazionale, riuscirà nella sofisticazione del negazionismo di Stato turco. Io non reputo la sua dichiarazione del 23 aprile nient’altro che questo. Altri reputano le dichiarazioni di Erdogan troppo poco e troppo tardi. Bene, il 29 aprile Erdogan ha cinicamente chiesto: se ci fosse stato un genocidio, ci sarebbero ancora degli armeni in questo Paese (Turchia)? Che dire allora degli ebrei in Germania o dei tutsi in Ruanda? Dove lei ritiene non promettente la richiesta del presidente armeno alla Turchia di riconoscere il genocidio e liberarsi dal fardello della Storia, vorrei ricordare che tutti gli armeni attendono questo atto da 99 anni, ora insieme alla società civile turca e a quella parte di comunità internazionale che con atti di verità e libertà hanno riconosciuto il genocidio e invitato la Turchia a seguirli. Sargis Ghazaryan Ambasciatore Repubblica d’Armenia in Italia Caro Ambasciatore, l nodo della questione resta quindi, per l’Armenia, il riconoscimento del genocidio. Spero che non le spiaccia se la definizione è sempre parsa a me e a altri osservatori o studiosi (fra cui il noto storico anglo-americano Bernard Lewis) storicamente scorretta. È genocida la politica di un governo che si propone la totale eliminazione di un gruppo etnicoreligioso, come accadde per le comunità ebraiche durante il regime nazista. Ma nel caso degli armeni la situazione mi sembra diversa per almeno due ragioni. In primo luogo la spietata repressione del 1915 colpì gli armeni della Turchia orientale, ma non fu estesa con le stesse I modalità alle comunità di Istanbul e Smirne. In secondo luogo, la definizione non tiene conto del momento storico. La guerra era scoppiata da pochi mesi, l’esercito turco si era duramente scontrato con quello russo a Tabriz. Vi erano formazioni armene fra le forze zariste e gli insorti armeni, dopo essersi impadroniti della città di Van, ne avevano proclamato l’autonomia. Non è sorprendente, in tali circostanze, che gli armeni apparissero a Mosca come una pericolosa quinta colonna del nemico. È molto probabile che al vertice del nazionalismo turco vi fosse il desiderio di cogliere l’occasione per liquidare la questione armena una volta per tutte; e i massacri durante la lunga marcia della morte verso Aleppo sono una delle pagine più sanguinose della storia ottomana. Ma non mi sembra che questo basti per definirli un genocidio e per attribuirne implicitamente la responsabilità morale dei turchi di oggi. © RIPRODUZIONE RISERVATA CONSIDERAZIONI RIFORME Rispettare la giustizia Il numero dei deputati riforme non sono ancora state fatte la colpa non è della Merkel; e se dopo l’euro i prezzi sono raddoppiati, la colpa non è stata della Germania. La stabilità dell’euro è una garanzia anche per noi e il fatto che le esportazioni tirino malgrado l’euro sia sopravvalutato, è la conferma che il problema dell’Italia non è certo l’euro. I due distinti episodi di Roma (con i sanguinosi disordini) e di Milano (con i graffitari che procurano danni ingenti e per di più aggrediscono i controllori) ci confermano da un lato il degrado sociale in atto e dall’altro l’indicazione che una giustizia non applicata in molti casi minori convince i facinorosi di ogni risma ad attuare comportamenti criminali sempre più rilevanti. Perché il premier insista nel volere mantenere inalterato il numero di deputati, con relativi superstipendi e privilegi, quando da almeno 20 anni sentiamo dire che sono troppi e che bisognerebbe dimezzarli? Virgilio Avato [email protected] Vittorio Zanuso [email protected] SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì Renzi ai sindacati: la musica è cambiata, non possono pensare di poter bloccare tutto. Ha ragione? 83 No 17 Ornella Cecchini Firenze PROMESSE ELETTORALI Le pensioni minime Il leader di Forza Italia ha annunciato che se tornerà al governo del Paese aumenterà le pensioni al minimo a 800 -1.000 euro mensili. Se con le promesse si continua di questo passo, alla fine della campagna elettorale le pensioni al minimo supereranno anche i 2.000 euro al mese... Andrea Papa Reggio Calabria Interventi & Repliche La tragedia dell’Ucraina A Odessa i nazionalisti del nuovo governo hanno dato fuoco all’edificio dove si erano rifugiati i filorussi. Questa è purtroppo la tragedia accaduta, ma non raccontata. Spero che questo crimine atroce convinca finalmente i media a raccontare le cose come stanno realmente. Perché non si dice che in Ucraina un governo eletto democraticamente (51,8%) e riconosciuto dall’Ue, è stato deposto con un colpo di Stato? Che il nuovo governo di Kiev, estremista e xenofobo, ha subito bandito la lingua russa scatenando le reazioni nell’Est? È come se nella Svizzera Italiana un governo estremista filotedesco proibisse l’Italiano, mandasse l’esercito a Lugano e poi chiedesse di applicare sanzioni all’Italia. Perché nell’Est, contro i golpisti del nuovo governo, sono terroristi e ribelli e a Maidan sono eroi democratici? Perché due pesi e due misure («Le due Ucraine» di Massimo Fini — http://www.beppegrillo.it/2014/02/ le_due_ucraine.html)? Perché su nessun tg ho visto i manifestanti di Maidan con pistole che sparavano e lanciavano molotov contro i poliziotti che prendevano fuoco come torce (ne sono morti 20 — http://www.youtube.com/ watch?v=0X2VqnS0E34), il pestaggio di Pavlo Gubarev e l’aggressione al direttore della tv ucraina Oleksandr Panteleymonov, da parte di deputati estremisti per costringerlo a firmare le dimissioni (http:// zchapter.blogspot.ru/2014/03/ntku. html)? Perché non si dice che nell’Est manifestano contro il golpe e che vogliono solamente votare un referendum per uno Stato federale? Perché nessuno condanna un governo che manda l’esercito contro la popolazione dell’Est, come Gheddafi in Libia? Perché sanzioni alla Russia e non agli Stati Uniti che appoggiano Kiev? Perché non si dice che il nuovo governo di Kiev il 26 aprile ha dichiarato che tutti i giornalisti dovranno rispettare rigorosamente la linea di informazioni © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. CONSIGLIERI DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 Fulvio Conti, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 DIRETTORE GENERALE DIVISIONE QUOTIDIANI Alessandro Bompieri E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] Italians di Beppe Severgnini Parate americane psicodrammi italiani È bello tornare in pubblico a San Francisco dopo aver parlato di americani (2002), violini e sesso delle viole (2004), italiani a casa loro (2006), Italians a casa qui (2008), Berlusconi a casa sua (2011). Ieri ho raccontato come ci vediamo reciprocamente. Riassumo: come due miopi, e la distanza è molta. L’evento, organizzato da Baia (Business Association Italy America), era a pagamento: biglietto minimo, 25 dollari. Se state pensando «Chi è così pazzo da pagare per ascoltare un giornalista o uno scrittore?», ditelo pure. Lo pensavo anch’io, ma mi hanno detto di star tranquillo: qui non si spaventano per un biglietto. Lo ritengono, anzi, una garanzia. Non posso, ovviamente, riportare una conferenza in una rubrica. Vi dirò che ho raccontato come le due culture affrontano quattro grandi C: cambiamento, controllo, concorrenza, coreografia. Vent’anni fa, quando ho scritto Un italiano in America, le cose stavano in un modo; oggi stanno in modo diverso. Siamo cambiati noi e sono cambiati loro. Le nazioni, come i bambini, crescono a strappi. E da allora di strappi, qui e là, ce ne sono stati parecchi. Prendiamo la coreografia. Quella degli americani è collettiva. Qui sono convinti che le cose importanti possano — anzi, debbano — essere spettacolari e condivise. Da una laurea (graduation) a un nuovo presidente (inauguration), da un evento sportivo a un Negli Usa sono intervento militare: la scenografia considerata rassicurante, convinti che le viene una prova di serietà e di qualità. cose importanti Gli americani hanno bisogno di parte di qualcosa di gransiano condivise sentirsi de e organizzato. Non per dovere: per piacere e conforto. e spettacolari La coreografia italiana esiste, ma è privata. Non crediamo alle parate, ci annoiamo alle cerimonie (anche perché spesso sono noiose), trasformiamo una partita di calcio in uno psicodramma. Siamo però capaci di decorare la nostra vita personale come qui in America non sanno fare. Le auto si comprano per come vestono, non per come vanno. I titoli accademici si sventolano come bandierine. Ci sono anche aspetti positivi, nella faccenda. La cena in famiglia, per esempio, è un rito intelligente, che consente di tenere aperte le comunicazioni. La nostra passione per la coreografia individuale arriva a questo: il bel gesto, di cui siamo campioni indiscussi, mescola generosità e spettacolo. Mentre ci comportiamo bene, siamo in grado di vederci e ammirarci. È una forma di auto-esibizionismo sofisticato, che non ha bisogno di pubblico: bastiamo noi. Lo stesso accade per l’esame di coscienza. È uno spettacolare, affascinante processo mentale in cui siamo insieme avvocati e testimoni, pubblici ministeri e giudici di noi stessi: ovviamente, ci assolviamo quasi sempre. Neppure John Grisham riuscirebbe a immaginare una trama del genere. Noi ne inventiamo tutti i giorni. Se mettessimo la stessa intelligenza nel semplificarci la vita, spaccheremmo il mondo. Gliel’ho detto, agli americani di San Francisco. Ma, secondo me, lo sapevano già. @beppesevergnini ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Vauro FONDATO NEL 1876 CONDIRETTORE @ PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 14,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. Fr. 3,00 (quando pubblicato con Style Magazine Fr. 3,50);Cipro € 2,00; Croazia Hrk 15; CZ Czk. 64; Egitto € 2,00; Francia € 2,00; Germania € 2,00; Grecia € 2,00; Irlanda € 2,00; Lux € 2,00; Malta € 2,00; Monaco P. € 2,00; Olanda € 2,00; Portogallo/Isole € 2,50; SK Slov. € 2,20; Slovenia € 2,00; dell’attuale leadership del Paese, in caso contrario saranno considerati «supporter» dei separatisti e perseguiti penalmente (http://www.vesti.rudoc.html? id=1519523)? Perché non si condanna Matteo Renzi che incontra Arseny Yatsenyuk primo ministro di un simile governo e gli promette appoggio? Perché sempre due pesi e due misure? Perché si racconta sempre una sola versione? Semplice, per compiacere gli Usa. È sufficiente andare sui siti che ho indicato o su http://en.itar-tass.com/ per leggere (chi non sa il russo può tradurre in Google) e informarsi meglio. Stefano Patrissi [email protected] EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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La vita del “Papa buono” nelle sue parole” € 11,30; con “La grande cucina italiana” € 11,30; con “Lucia Annibali, Io ci sono” € 14,30; con “Holly e Benji ” € 11,39; con “English da Zero” € 12,39; con “Biblioteca della Montagna” € 10,30 42 italia: 51575551575557 Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 43 italia: 51575551575557 Spettacoli Aveva 73 anni Addio al regista Byford, leggenda dell’ex Jugoslavia All’età di 73 anni è morto a Belgrado il regista e sceneggiatore inglese Timothy John Byford, una delle leggende dei programmi televisivi per bambini dell’ex Jugoslavia: un mondo magico ricco di personaggi buffi e indimenticabili amato da tante generazioni. La polemica Il destino del futuro sovrintendente si deciderà nel prossimo cda. Il primo cittadino di Milano ha parlato anche con Salisburgo Scala, sanzione o esonero per il caso Pereira Nulla di fatto dopo il faccia a faccia Franceschini-Pisapia. Il sindaco: ma ora ho le idee chiare I struttoria chiusa, documenti raccolti, colloqui con il ministro Dario Franceschini e con Helga Rabl-Stadler, presidente del Festival di Salisburgo, conclusi. Gli elementi ci sono tutti: il sindaco Giuliano Pisapia, presidente della Fondazione Scala, è pronto a dare al cda del teatro ogni dettaglio sul caso Pereira, la compravendita di spettacoli avviata dal futuro sovrintendente del Piermarini dal festival di Salisburgo (che lui stesso ancora dirige). «Ora ho le idee più chiare, lunedì riferirò al cda», ha detto Pisapia. E a quel punto, molto probabilmente, si deciderà il destino di Pereira. Se licenziarlo in tronco o chiudere la vicenda con una sanzione. La decisione spetta esclusivamente al cda: lo ha confermato il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, durante un faccia a faccia di quasi un’ora ieri mattina con il sindaco, confermando l’autonomia del Piermarini (diverso sarà dal primo gennaio 2015, quando entrerà in vigore la Legge Bray e passerà al ministero il compito di decidere sul sovrintendente). E adesso che Pisapia ha anche sentito — ieri in videoconferenza per circa tre quarti d’ora — la presidente del festival austriaco, non c’è più «scampo», lunedì tocca sciogliere le riserve. Prima ipotesi: licenziare il futuro sovrintendente, lo stesso che solo pochi mesi orsono era stato nominato all’unanimità. Difficile, vista l’imminenza dell’anno cruciale di Expo. E improbabile sembra anche l’idea di «perdonare» Pereira, dandogli però una specie di «libertà vigilata» affiancandogli un comitato di sorveglianza. Più plausibile, invece, la carta della sanzione. Il che vorrebbe dire o una decurtazione dello stipendio o della durata dell’incarico (in ogni caso il 31 dicembre 2014 Pereira passerà sotto le forche caudine del nuovo cda). Poche ore per decidere. Cgil e Uil annunciano, sempre per lunedì mattina, un presidio davanti al teatro: «Serve una soluzione rapida, chiediamo che il cda prenda una decisione definitiva». Definitiva e drastica è anche la soluzione proposta dall’assessore regionale Cristina Cappellini (il Pirellone versa ogni anno tre milioni alla Scala): «Nel prossimo cda — dice — la Lombardia chiederà la sostituzione di Pereira. Roberto Maroni ne ha parlato con Pisapia, facendo anche qualche nome. Italiano». Stessa richiesta dal consigliere comunale di FdI, Riccardo De Corato. La risposta del sindaco: «Parlano senza avere elementi per valutare». A. Sac. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le tappe La vicenda Pereira, sovrintendente in pectore della Scala, si è impegnato ad acquistare per il teatro milanese quattro opere del Festival di Salisburgo di cui è direttore artistico uscente Sul palco Il soprano Anja Harteros (41 anni) nel «Don Carlo» rappresentato al Festival di Salisburgo nella stagione 2013 Il retroscena Quei dubbi del ministero sulle opere acquistate La relazione Dopo gli attacchi ricevuti per un eventuale conflitto di interessi, Pereira ha consegnato una relazione al sindaco Pisapia (foto in alto) sollecitata dal ministro per i Beni culturali Franceschini (foto sopra) ROMA — «Qualunque sia lunedì la decisione del Consiglio della Scala, io la rispetterò». Solo una frase, secca ma chiara. Tarda mattinata di ieri. Il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, è appena uscito dal lungo colloquio (un’ora) con il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Che è arrivato nella storica sede del Collegio Romano come primo cittadino di Milano e, insieme, come presidente del Consiglio di amministrazione della Scala, figure che coincidono a norma di statuto scaligero. La questione, si sa, è incandescente tanto per Roma quanto per Milano. Sia Franceschini che Pisapia sanno quanto pesi la Scala nella prospettiva di Expo 2015. È il più prestigioso marchio culturale della Patria del Melodramma e, insieme, del mondo. Impensabile partire con una clamorosa stonatura, per dirla in termini musicali. Proprio per questo Salvo Nastasi, direttore generale dello Spettacolo dal vivo del ministero per i Beni culturali, aveva inviato tre settimane fa una dettagliata lettera di richiesta di chiarimenti e di materiali sugli accordi che Alexander Pereira, sovrintendente della Scala designato per settembre 2014, ha raggiunto con Helga Rabl-Stadler, presidente del Festival di Salisburgo di cui Pereira è direttore artistico uscente. Le cifre e le condizioni sono note da tempo: Pereira, da «consulente della città di Milano» e sovrintendente designato, si impegna ad acquistare da Salisburgo quattro spettacoli con un’operazione da 690 mila di euro. La mossa di Nastasi, studiata a tavolino col ministro Franceschini, rappresenta un segnale chiarissimo: cara Scala, rispettiamo la vostra autonomia ma lo Stato, come socio fondatore, vuole vederci chiaro. Ci spiegate nel dettaglio come stanno le cose? Ma se qualcuno, magari da Milano, ieri versi e quindi il riadattamento degli allesperava che sarebbe stato Franceschini a stimenti eventualmente acquistati costetogliere Pisapia da una situazione grave- rebbe altro denaro? Terzo: il Pereira desimente imbarazzante «suggerendo» con gnato sovrintendente, ma oggi solo chiarezza la chiusura del rapporto di Pe- «consulente della città di Milano», ha un reira con la Scala, ha sbagliato i calcoli. Il autentico potere di firma e di decisione nella sua attuale posizione ministro è stato netto: toccontrattuale? Quarto: riceca al Consiglio della Scala ve percentuali sulle operaesaminare una pratica che zioni? E ieri c’era chi a Rolo stesso Cda ha aperto dema sussurrava: non ci fosse signando Pereira. Nei corl’autonomia e la decisione ridoi del Collegio Romano toccasse al ministero, Peieri si respirava aria pesanreira già sarebbe fuori. tissima nei confronti delLa lettera di Nastasi è l’operazione. Tanti, dettagliati gli inancora priva di risposta. Il ministero (socio della Fonterrogativi nel cuore deldazione, siede con i consil’amministrazione centrale Nella bufera Alexander glieri designati dall’ex midei beni culturali e dello Pereira (66) futuro sonistro Lorenzo Ornaghi, spettacolo (dove, al di là vrintendente della Scala Alessandro Tuzzi e Mardei luoghi comuni, lavoragherita Zambon) la attenno professionisti molto preparati). Primo: questo carteggio tra i de dal Consiglio di lunedì. Se si dovesse due Pereira (direttore artistico di Salisbur- votare su Pereira, i consiglieri del ministego e futuro sovrintendente scaligero) non ro chiederebbero a Roma l’indicazione di è un evidente caso di conflitto d’interessi? voto. La risposta è già bella pronta. Paolo Conti Secondo: è vero o non è vero che Salisbur© RIPRODUZIONE RISERVATA go e la Scala hanno palcoscenici molto di- 44 Spettacoli Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 In Platea THEATRE DU SOLEIL La ronde de nuit Del gruppo afgano Aftaab (foto) sole in lingua dari, dal 2005 con Ariane Mnouchkine: storia del guardiano di teatro (dal 14, Piccolo Strehler, Milano) 7 giorni sul palco di CLAUDIA PROVVEDINI Bologna In prima mondiale Un richiamo a Levi nell’umanità spaesata di Andrea Molino di ENRICO GIRARDI Contro la violenza Una scena di «Qui non c’è perché» I compositori spesso lamentano la scarsa attenzione delle istituzioni musicali nei loro confronti. Ma non è sempre così. Sabato sera a Brescia il 40° della strage di Piazza Loggia viene celebrato con la messa in scena di un’opera appositamente commissionata. E sensibilità verso il teatro musicale d’oggi dimostra ancora una volta il Teatro Comunale di Bologna. In questi giorni anticipa al delizioso teatro di Lugo quella Cassandra di Michael Jarrell, dal racconto di Christa Wolf che è ormai un classico — risale al ‘94 e gode di ottima circolazione — e che verrà ripresa a Bologna in autunno, dove il pubblico scoprirà quanto sono bravi il giovane direttore Rossen Gergov e l’attrice Anna Clementi: un’opera di notevole pregio musicale, solo un po’ limitata dalla didascalica regiavideo di Pamela Hunter. Un titolo tutto nuovo, intanto, è andato in scena con buon successo al Comunale. Si tratta di Qui non c’è perché (un titolocitazione da Primo Levi) del 50enne Andrea Molino su libretto di Giorgio van Straten. È proprio un’opera d’oggi nel senso che si alimenta di una musica fatta di tante cose, dall’elettronica al suono «sporco» del mondo underground, dal canto popolare agli stilemi «colti» più aggiornati, realizzate da un’orchestra ad ampio organico fusa con le percussioni, i sassofoni e le voci non impostate di Anna Linardou e David Moss. E ha il doppio pregio, da un lato di essere musica di forte impatto, capace di parlare a un pubblico non preventivamente filtrato da steccati di genere; dall’altro di collocarsi totalmente al di fuori del grigiore dell’accademismo, che è la piaga della musica d’arte attuale. Non mancano lungaggini né ingenuità né influenze fin troppo marcate dall’orizzonte di un Heiner Goebbels, ma il sapore è quello di cosa autentica. Peccato solo che tali materiali sonori siano al servizio di un testo a dir poco banale. Infarcita di citazioni letterarie, Qui non c’è perché è la generica rappresentazione di una umanità spaesata, stordita, che scopre sulla propria pelle l’esistenza del male e il conforto dell’esserci comunque, a prescindere da tutto. Il coro finale ha un sapore di «volemose bene» che stona con la profondità degli assunti trattati. Né aiuta la regia di Wouter Van Looy, anche in questo caso infarcita di inserti video. Moltissimi applausi però a Molino, anche in veste di direttore d’orchestra. teatro e musica DAI BALCANI Slovensko Mladinsko E Oliver Frljic; © RIPRODUZIONE RISERVATA voto 7 CLASSICA Concerti per fagotto Vivaldi, la filologia dell’ensemble di Azzolini Quanti progetti, proclami ed «eventi» vengono annunciati in pompa magna e passano senza lasciar tracce. Poco o niente marketing, senza clamori, ma con estrema serietà, la Vivaldi Edition prosegue invece il suo lungo cammino di pubblicazione dello sterminato, meraviglioso patrimonio musicale vivaldiano. E così, con cadenza regolare, escono da oltre 10 anni questi cd bellissimi targati Naïve: opere, musica sacra, concerti di uno dei massimi geni della cultura italiana, eseguiti da ensemble eccellenti che sanno cos’è la filologia ma non ne abusano. Tra le ultime uscite si segnala questo splendido volume di «Concerti per fagotto» — il terzo, perché Vivaldi ne compose 39 per questo strumento! — suonati divinamente da Sergio Azzolini con l’ensemble L’aura Soave di Cremona. (E. Gir.) dischi 1111111111 voto 8 INVENTORE DELLA LAMBRETTA Il colore è una variabile dell’infinito Diceva il nonno di Roberta Torre, la regista del varietà con Paolo Rossi (dal 13, dell’Arte, Milano) Le sorelle Macaluso Nella nuova regia di Emma Dante, una simbolica danza della rinascita Sette sorelle e una storia dolorosa di FRANCO CORDELLI P rima che cominci lo spettacolo (ora al Piccolo di Milano) incontro Laura Bocci, una germanista di valore e recente autrice del romanzo La Seconda India (Manni Editore). Le dico che nei confronti di Emma Dante sono prevenuto. Lei, militante da sempre, mi accusa di antifemminismo. No, ho tutt’altre ragioni. Le elenco. In un’intervista rilasciata quando divenne autore di riferimento del Biondo di Palermo Emma Dante disse che per dare un segno di discontinuità non si sarebbe messo in cartellone Pirandello, ma …. un testo suo, di lei. Secondo motivo di prevenzione: il diffuso fanatismo a suo favore. Mentre al Palladium di Roma era in scena un Pinter di Peter Stein, si poteva vedere una lunga fila per lo spettacolo a venire, Le sorelle Macaluso di Emma Dante. Terzo: questa autrice palermitana, di indubbio valore, ritiene che essere regista di teatro, di teatro lirico e di cinema sia la stessa cosa. Passi per il teatro lirico, dove non esistono (mi sembra) registi memorabili, a prescindere dalla loro attività nel teatro di prosa. Il cinema no, il cinema è un’altra cosa. Quarto e più intrinseco motivo di prevenzione: Emma Dante tende a ripetersi, è già nella maniera di se stessa. Quinto e ultimo: non mi piacciono gli scrittori dialettali, ancor meno gli autori che del dialetto abusano. I dialetti non li capisco. Aggiungo un argomento meno personale: credo che l’italiano, lingua in via di estinzione, vada protetto, sforziamoci di scrivere, di parlare e d’intenderci in italiano. E veniamo a Le sorelle Macaluso. Un’attrice, o danzatrice, di nero vestita, esce dal buio, volteggia. La seguono le sorelle, o persone che tali presumiamo. Anch’esse sono cinte di nero, probabilmente in lutto. Avanzano in formazione, come un drappello di guerra, hanno scudi e spade, nello stile dei Pupi. Poi depongono le armi, si schierano, evocano. Non distinguo ciò che dall’una o dall’altra viene detto. Ma pazienza, andiamo avanti. Le ragazze si tolgono i vecchi panni, s’intravvedono abiti colorati, quasi chiassosi. Parlano, ridono, fischiano, il vocìo dialettale è così veloce che non si può seguire. È però eloquente la scena che segue: sono in costume, sono in riva al mare, poi in mare. Giocano tra loro: chi resisterà sott’acqua più a lungo? Una delle sette sorelle abusa di sé, muore e retrocede. Retrocede nel bu- Al femminile Una scena di «Le sorelle Macaluso», nuova regia di Emma Dante, in scena fino al 18 maggio al Piccolo di Milano io, ma resta con il suo colore (celeste), mentre le altre si rivestono — di nero, ancora e sempre. Seguono nuove scene dello stesso genere, uguali ad altre di Emma Dante, del suo precedente teatro, sempre alla famiglia (siciliana) dedicato. C’è un bambino, indossa la maglia (celeste) del Napoli, la maglia di Maradona. L’ha ottenuta, ma è morto (giocando). Retrocede nel buio anche il bambino, figlio d’una delle sorelle, mentre un’altra rinfaccia (in italiano) che la madre del bambino «se ne stava stravaccata sul divano a guardare la televisione». Infine appaiono i genitori, ancora giovani. La madre è morta, senza dubbio. Ma qui, in questo teatro, nessuno muore mai. Segue una bella scena. La madre corre verso il padre, gli si attacca al collo, lui gira su se stesso, i due volteggiano all’infinito. Volteggiano e, va da sé, procedono all’indietro. Sono sempre vivi, ma sono morti. Per Emma Dante è solo questione di spazio, di dove si è. La madre, assennata, proclama: «Vi dovete voler bene, cantare, ballare, e ogni tanto darvi un po’ di rossetto». Lei stessa o un’altra, non ricordo, sigilla questo luttuoso ma allegro movimento (questo scialo di kitsch raffinato) con un carnale, languido, eterno passo di danza. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1111 111111r voto 6,5 Trilogia dell’attesa Rigorosa prova teatrale di un gruppo di artiste romane I giovani-adulti di oggi, incapaci di crescere di MAGDA POLI P ersonaggi paradossali e colorati, bambini vecchi e vecchi bambini costretti in spazi e percorsi obbligati nello scorrere di una vita che è attesa, beckettianamente intesa, sviluppano tra ironico, onirico e arcaico, un gioco sontuosamente grottesco, ben orchestrato, che si srotola tra iterazioni e simboli. Con bella attenzione al gesto e all’immagine il gruppo Lafabbrica, con l’inventiva regista Fabiana Iacozzilli, ha vinto il «playFestival» dedicato alle compagnie under 35, organizzato dal Atir di Serena Sinigallia e il Piccolo Teatro. Il premio? Tre giorni al Piccolo. Un’importante vetrina che i giovani valenti attori, Elisa Bongiovanni, Giada Parlanti, Simone Barraco, Matteo Lati- JAZZ The Rite Of Spring Onirico Una scena di «Trilogia dell’attesa» no, Ramona Nardò, Francesco Zecca e Marta Meneghetti, hanno ben allestito con la Trilogia dell’attesa (al Vascello di Roma) che unisce tre spettacoli Aspettando Nil, Quando saremo grandi e Hansel e Gretel. Il giorno dopo. Nel primo, ferocemente beckettiano, una madre, in carrozzella, e una figlia costrette in percorsi segnati, pas- ROCK Corazòn sano la loro esistenza stordendola con l’abitudine di gesti e sentimenti, aspettando Nil, l’uomo, nessuno, o la fine. Il secondo, dove tre vecchi-bambini attendono la mamma, si avvita un po’ su se stesso narrando il già detto, mentre il terzo è un’originale e divertente rilettura della favola dei Grimm. Una buona prova, cui occorrerebbe più drammaturgia per meglio centrare sempre cosa si vuol raccontare, e che brilla per senso dell’umorismo e per un’espressività decisa che con intelligenza riflette la difficoltà, quasi l’impossibilità oggi per i giovani di crescere e diventare autonomi, e la vacuità dei riti quotidiani che danno, tra farsa e tragedia, l’illusione di esistere. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1111111111 voto 7 ELECTRO-POP I Never Learn I Bad Plus rifanno La chitarra di Santana Atmosfere malinconiche uno scintillante Stravinsky regala una festa in musica per la svedese Lykke Li «The Rite Of Spring» del trio jazz The Bad Plus, pubblicato dalla Sony Masterworks, potrebbe creare uno scompiglio analogo a quello causato da Uri Caine con le sue «Goldberg Variations» nel 2000: proprio l’anno in cui i Bad Plus nascevano. Ethan Iverson al piano, Reid Anderson al contrabbasso e David King alla batteria interpretano il centenario capolavoro di Stravinsky riarrangiandolo per il proprio organico: non usano, cioè, i temi della «Sagra della primavera» per improvvisarne varianti secondo la tradizione jazzistica, ma percorrono nei dettagli l’intero impianto dell’opera ispirandosi creativamente alle sue mille evocazioni melodiche, armoniche, ritmiche. In questa impresa superba, elaborata nel corso di un lungo periodo e già applaudita dal vivo, il gruppo si mette in gioco con risultati alterni, ma sempre degni di attenzione. (Claudio Sessa) Album numero 37 per Carlos Santana. «Corazòn» (Sony Music) è la versione in studio del concerto trasmesso dall’emittente HBO. Ed esplora con modernità le sonorità appartenenti al mondo latinoamericano: salsa, rumba, bachata e cumbia vengono contaminati da pop, rock, folk e reggae. «Saideira» è una festa in musica. «Oye 2014» è una rilettura hip-hop della storica «Oye Como Va», mentre «Iron, Lion, Zion» di Bob Marley vede il figlio Ziggy alle prese con i rapper colombiani ChocQuibTown. La cover di Jarabe De Palo de «La Flaca» continua dopo 18 anni a sorprendere, in questa versione arricchita da una chitarra «impazzita». «Una Noche en Napoles» dei Pink Martini viene rivisitata in stile flamenco con la cantante messicana Lila Downs mentre in «Yo Soy La Luz» suonano Wayne Shorter e Cindy Blackman, la moglie di Santana, alla batteria. Disco dal punto di vista tecnico suonato ottimamente e che dona al leggendario chitarrista nuova vitalità. (Mario Luzzatto Fegiz) Dimenticatevi «I Follow Rivers». Non che sia cambiata Lykke Li. È che quella «I Follow Rivers», quella che ci ha martellato l’anno scorso (1,2 milioni di download) era un remix da club fatto dal dj belga The Magician. La versione originale era più eterea e sospesa. È quello il mondo della cantautrice svedese. Nelle nove canzoni di «I Never Learn» (LL/ Atlantic/ Warner) riecco il dolore per una storia d’amore finita male (e non è la prima per lei). C’è qualcosa di malinconico e sofferto nella voce (spesso filtrata) della svedese. Perfetto compagno delle atmosfere sospese, quasi philspectoriane, che ci mettono dal punto di vista di chi guarda un temporale avvicinarsi più che da quello di chi sta al centro della tempesta. A volte per scavare nei sentimenti bastano voce e chitarra acustica come in «Never Learn» e «Love Me Like I’m Not Made of Stone». «No Rest for the Wicked» vive dei contrasti fra un pianoforte accennato e strati di altri suoni. «Silver Line» è pura melodia. (Andrea Laffranchi) © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 1111111111 Balanescu e Manole in Gogol; Kamerni T. 55 con la Karanovic e Bravo; (10, 15, 17, Fabbrica Europa, FI) 1111111111 voto 8 1111111111 voto 8 1111111r 111 voto 7,5 Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 LE RIVOLUZIONI JAZZ Sun Ra Arkestra Uri Caine, Han Bennink, Michael Formanek, Tim Berne, Rob Mazurek, Hamid Drake, Chick Corea Napoleon Maddox, Mary Halvorson (dal 9, Olimpico, Vicenza) cinema OPENING GALA Zubin Mehta E Orchestra del Maggio: 2 W VIOLETTA BACKSTAGE PASS di Matthew Amos 842.092 Classifica Cinetel relativa all’ultimo weekend LEGENDA in discesaU in salitaW novità N stabile = EMILIANO PELLISARI Comics Ispirato a fumetti e cartoons, Physical theatre a tempo di jazz, danzatori acrobati della NoGravity Dance Company (fino all’11, Olimpico, Roma) Otello e Tosca, Valse di Ravel, After the Rain di Arvo Pärt danza Alessandra Ferri (10, Opera di Firenze) PARMADANZA Sylvie Guillem e Russel Maliphant Le stelle dell’Opéra di Parigi in Push e con Eleonora Abbagnato nel gala (9; 12-13, Regio di Parma) La fine dell’innocenza in un giallo scontato Un thriller-horror, un giallo basato sulla storia di tre bambini assassinati nel Tennessee e di cui furono incolpati tre bestie di Satana finché, 18 anni dopo, un procuratore riapre il caso. Egoyan, su un tasto che gli è caro, la morte dell’innocenza, riapre anch’egli il caso per insistere sulla rincorsa del pregiudizio ma senza concedere un’emozione. Tutto automatico: la Whiterspoon piange, Firth elegantemente pensa ad altro. (m. po.) voto 6 The German Doctor Gli esperimenti criminali del nazista Mengele Le colpe dei padri ricadono sulle figlie: Lucia Puenzo, ispirata dal suo romanzo, racconta del nazi dr. Mengele che sotto mentite spoglie vorrebbe, nascosto nel 60 in Argentina, prendersi eugeneticamente cura di una ragazzina minuta, finché arrivano i nostri del Mossad. Non si tratta di stabilire colpe, trattasi di criminali mostri: il film è nobile, ha come punto di vista quello di una bambina alle prese con la banalità del Male. (m. po.) 1111 111111r MUSICHE DEI LITFIBA Eneide di Krypton Torna dopo 30 anni lo spettacolo cult (foto): parole di Virgilio, musicisti come macchinesuono, scenari digitali (dal 9, Teatro Studio, Scandicci FI) RAPPRESENTAZIONI CLASSICHE Agamennone E Coefore/Eumenidi di Eschilo. Regie L.De Fusco, D. Salvo. Aristofane, Vespe, regia M.Avogadro. Marina Coninx dirige il film sulla vita del musicista, autore della celebre hit Devil’s knot - Fino a prova contraria Box office 1 = 1111111111 THE AMAZING SPIDER-MAN 2 di Marc Webb 1.962.036 Spettacoli 45 italia: 51575551575557 voto 6,5 Il suono della fisarmonica porta Rocco in cima al mondo di MAURIZIO PORRO F ilm semplice, dai sapori antichi e genuini tipo Mulino Bianco, Marina è la storia di un hit dei primi juke box, scritta nel ‘59 da Rocco Granata, figlio di un italiano emigrato in Belgio a lavorare in miniera. Mentre il papà scende nelle viscere della terra (la tragedia scoppia a Marcinelle) il primogenito asciuga con le fisarmoniche i risparmi di famiglia, ma alla fine sarà ricompensato. Un grande successo discografico distribuito self made («mi sono innamorato di Marina, una ragazza bruna ma carina…») e finalmente acchiappa anche la biondina del cuore, figlia di un droghiere piccolo borghese che disprezza gli italiani. È il racconto di una doppia delusione pubblica e privata del padre per il figlio, fino alla finale riappacificazione via etere, e per il paese che lo tradisce dopo aver versato lacrime e sangue. Schema tradizionale, neo realismo e melò, Dardenne (che sono produttori) ma senza troppi spigoli né silenzi, buoni sentimenti, famiglie in cucina con menù da Matarazzo e Germi, sindacalismo da Compagni di Monicelli. Ma l’autore, il belga Stijn Coninx (Suor Sorriso, 2009) conosce le regole del gioco, mescola gli elementi e prende la rincorsa per produrre gli anticorpi Scene costumi di Pomodoro (dal 9, Teatro Greco, Siracusa) BAROCCO Rebel et Rameau Ensemble Les Surprises diretto da B.de Camboulas al cembalo; Jommelli, Requiem (9, 29, Collegio Ghislieri, Pavia) © RIPRODUZIONE RISERVATA Lovelace Biografia senza sorprese con una brava Seyfried Diretto da Epstein e Friedman, che con L’urlo hanno firmato il più bel film beat, il bio movie sulla pornostar Linda Lovelace, peccatrice redenta con la sua gola profonda, segue senza sorprese la biografia: iper cattolica l’educazione, compagno manesco, la luce rossa come liberazione. Tutto come si immagina, senza inventiva, a parte la brava Seyfried, il violento Sarsgaard, Stone irriconoscibile e un cameo di James Franco. (m. po.) 1111111111 voto The English Teacher Incroci sentimentali da serie tv per ragazzi Successo L’attore belga Matteo Simoni, 26 anni, nei panni di Rocco Granata necessari ad apprezzare i sani principi e odiare le condizioni di lavoro e il razzismo strisciante (il ‘59 non a caso è anche l’anno dei Magliari di Rosi, les italiens in Germania). Non c’è il solito esborso di nostalgia vintage, ma il clima dell’epoca è tracciato nel percorso visibile e invisibile, negli scatti e negli umori di questo Rocco senza fratelli che dalla provincia di Cosenza raggiunge papà a Genk, dove la baldanza giovanile e il suono della fisarmonica lo portano in cima al mondo (c’è un cameo anche del vero oggi 75enne Granata). Il jolly del film, oltre alle vibrazioni affettive di Luigi Lo Cascio e Donatella Finocchiaro, sta nella sorpresa Matteo Simoni, protagonista perfetto, scugnizzo di seconda generazione, che ha fatto un training autogeno da Actor’s Studio sempre con grande ed espressiva misura. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1111111111 voto Single, in procinto di invecchiare, la prof. Sinclair viene travolta dalla recita scolastica e dall’amore per un ex allievo scrittore maledetto alla cui piéce un preside ebete vuole aggiungere l’happy end, come se Aspettando Godot finisse con una spaghettata. L’incrocio sentimentale paga pegno a High school senza musical e ricorda History boys; la regia di Zisk è prevedibile oltre le empatie della Moore, Kinnear e Angarano. (m. po.) 7 1111111111 voto METTIAMO IL CANCRO ALL’ANGOLO. DOMENICA 11 MAGGIO Festa della mamma 5 L’AZALEA DELLA RICERCA ® Scegli il regalo che da 30 anni combatte i tumori femminili. 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Informazioni: fondazionebisazza.it L’appuntamento La Fondazione Bisazza, a Montecchio Maggiore, dedica una personale alla rigorosa fotografa tedesca che rivela l’anima segreta degli ambienti con immagini extralarge Spirito tedesco Candida Höfer fotografata nella Leme Gallery a San Paolo. Nata a Colonia nel 1944, nel 2003 ha rappresentato la Germania alla Biennale di Venezia (Corbis) P Io e l’architettura er nulla accecata dalla luce, Candida Höfer affresca con la macchina fotografica. In un equilibrio quasi surreale, mette a fuoco grandi edifici, cercandone l’anima nascosta, dopo aver eliminato l’elemento umano, per evitare distrazioni ma anche per timidezza. Da giovane diventò famosa immortalando i volti degli immigrati turchi di Amburgo, gente di strada a Liverpool. «Facevo fatica: dipendeva dalla mia difficoltà a entrare nella privacy della gente. Così ho cominciato a fotografare luoghi privati e pubblici. In un certo senso è come se le persone ci siano, dato che li abitano e io cerco di spiegare il loro carattere, il significato che hanno per loro» racconta la fotografa tedesca. Da domani «Candida Höfer Immagini di architettura» sarà esposta negli spazi della Fondazione Bisazza. Una grande novità per la struttura che ospita la prima mostra fotografica, una selezione di architetture classiche e contemporanee. Höfer torna così in Italia, un paese che ama e che spesso ha centrato con il suo obiettivo. «Napoli, Bologna, Roma, posti carichi di storia, per il lavoro che faccio è il posto ideale». Nel 2003 alla Biennale di Venezia rappresentò la Germania. «Un privilegio essere stata lì, ma nel mio lavoro non credo nei picchi, piuttosto nella forza della continuità. Meglio offrire più punti di vista allo spettatore piuttosto che realizzare un capolavoro isolato. Il mio miglior lavoro sarà sempre l’ultimo scattato». Musei, teatri, stazioni della metropolitana, sale d’attesa, anche banche («quelle di una volta, affascinanti come biblioteche»). Ogni didascalia è superflua: le immagini raccontano ogni frammento del loro puzzle di colori, ingrandendo la grande bellezza di un certo passato. «Scelgo spazi pubblici silenziosi, prima che vengano invasi Candida Höfer, l’entomologa degli spazi vuoti «Tolgo la gente per capire meglio dove abitiamo» La poetica ❜❜ Le vite degli altri Da giovane ritraevo i volti degli immigrati turchi ma facevo fatica a entrare nella privacy ❜❜ Nomadismo d’arte Bologna, Roma: sono luoghi carichi di storia. L’Italia è il posto ideale per il lavoro che faccio ❜❜ Le atmosfere Gli ambienti parlano di luce: li immortalo nel chiarore in cui li trovo, naturale o artificiale Affreschi Biblioteca dei Girolamini Napoli , 2009 ©Candida Höfer, Köln; VG Bild-Kunst, Bonn 2014 dalla gente: quando possono raccontare molto sulle persone che li vivono o li hanno vissuti. Immortalo gli spazi nella luce stessa in cui li trovo, naturale o artificiale che sia». Höfer ha 70 anni e una vita filtrata dall’obiettivo che l’ha resa unica al mondo. Figlia di un giornalista e di una ballerina («la danza, il mio secondo grande amore»), risiede a Colonia, ma vive viaggiando nonostante sia molto pigra e non abbia mai preso la patente di guida. Grande esploratrice inizia la caccia ai suoi paesaggi leggendo: libri, ma anche Internet. «Per fortuna ho anche tanti amici che mi segnalano spazi interessanti da visitare». L’artista deve molto all’Accademia delle Belle Arti di Düsseldorf dove è cre- sciuta rubando i segreti della fotografia da Bernd e Hilla Becher. La loro lezione: un’immagine perfetta, seriale, meccanica che diventa arte. Gli esordi nel ’68, per alcuni giornali tedeschi, da assistente di Werner Bokelberg, fotografo di moda che immortalò personaggi come Picasso e Andy Warhol. La scelta di formati extralarge per rendere de- vastante il potere degli spazi raccontati, spingendo al massimo la forza della luce naturale, spesso senza ricorrere nemmeno al ritocchino in post produzione. «Nel tempo ho elaborato le mie convenzioni, con il digitale è più facile controllare i colori, prima per trovare l’equilibrio giusto era necessario più tempo. Fotografia poi non è sinonimo di autenticità: il rischio che si corre oggi è che qualcuno abusi delle possibilità tecnologiche». A volte basta saper cogliere la luce giusta. «Lavoro molto d’autunno e in primavera, l’inverno invece lo temo per via delle eterne mattinate buie». Nel suo lavoro tutto è precisione, perfezione. Quasi spiazzante nell’epoca in cui tutti rinascono fotografi scattando con smartphone e tablet ogni frammento di quotidiano. «Capiremo fra qualche hanno se questa sarà stata un’opportunità ben sfruttata. Il rischio è di perdere la capacità di selezionare, ma penso sia comunque un modo di arricchire il nostro mondo visivo». Ammette che è una grande soddisfazione quando qualcuno nota in una sua opera un dettaglio che a lei sfuggito. «Capita che qualcuno mi ringrazi per aver capito guardando una mia foto uno spazio dove magari ha lavorato per una vita». La valigia è sempre pronta. «Ci sono tanti angoli della Germania che non ho mai visitato, forse perché erano troppo vicini a casa. Mi piacerebbe soprattutto scoprire l’Oriente, penso alla Cina, dove il concetto di grandezza è sempre più relativo». Lei vive invece in un normale appartamento modernista, con sfumature di minimalismo orientale. E non ha nemmeno una foto sul comodino. «Nella mia camera da letto c’è solo un disegno di un amico, un piccolo e delicato fiore». Stefano Landi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 Eventi 47 italia: 51575551575557 Scarica l’«app» Eventi Informazione, approfondimenti, gallery fotografiche e la mappa degli appuntamenti più importanti in Italia. È disponibile sull’App Store di Apple la nuova applicazione culturale del «Corriere della Sera Eventi». È gratis per 7 giorni. La collezione Santuari di cultura Da sinistra, l’Istituto Otero Pedrayo Ourense II (2010 ©Candida Höfer, Köln); Real Gabinete Português de Leitura Rio de Janeiro IV (2005 ©Candida Höfer) Linguaggi Per Ruskin la camera oscura era necessaria alla documentazione, Basilico la usò come metafora della modernità Catturare l’anima di un edificio Il sogno che iniziò nell’Ottocento Così l’obiettivo ha sostituito la pittura. Con la poesia del reale N el 1851 Gustave Courbet aveva da poco dato l’ultima pennellata al monumentale Funerale a Ornans; se ne andava il pittore della luce liquida, William Turner e, a Roma, un architetto sperimentava una forma di pittura più autentica per rappresentare archi, cupole, colonne: la fotografia. L’architetto era il francese Alfred-Nicolas Normand, tra i pionieri di una drammaturgia per immagini giunta fino a noi anche con gli scatti di Candida Höfer: la fotografia d’architettura. Normand aveva cominciato con gli acquerelli (alcuni suoi studi di Pompei sono al d’Orsay) ma in quell’anno cruciale, mentre a Londra si apriva la prima grande Esposizione universale e in Francia un colpo di Stato riportava il pragmatico Luigi Bonaparte sul trono imperiale, la realtà invadeva la realtà stessa, in un impellente bisogno di verità. Il realismo di Courbet, la pastosità cruda sulle tele di Manet qualche anno dopo, il successivo «sono l’Impero alla fine della decadenza» di Verlaine: la bellezza chiedeva autenticità. La fotografia diventava bisogno di documentazione, sì, ma anche scandaglio nei segreti architettonici. Non a caso, la prima immagine fotografica della storia è stata quella di uno spazio architettonico: il cortile della Maison du Gras, la dimo- Come sculture A sinistra, il Flatiron Building di New York (1902) in una foto degli anni Trenta dell’americana Berenice Abbott ra di famiglia del ricercatore Nicéphore Niépce a vicino Chalon-surSaône (1827). La realtà non era bastata più neanche al grande critico d’arte John Ruskin: nel 1845 acquistava per la prima volta dagherrotipi (venti lastre da un «francese», come ricorda Giovanni Fanelli nel suo Storia della fotografia d’architettura, Laterza), convinto che la critica dell’architettura dovesse partire dall’osservazione diretta del Fuori fuoco Uno scatto del giapponese Hiroshi Sugimoto a Villa Savoye, opera di Le Corbusier (1931) reale. Per Viollet-le Duc (1814-1879) la fotografia era parte essenziale nella documentazione di edifici e piazze. Poi arrivò il Novecento. La fotografia divenne integrazione del progetto, sua critica implicita e insieme memoria. Le immagini in bianco e nero del Bauhaus, un po’ incerte, ci parlano di un secolo impopolare ma coraggioso; tutto il Movimento moderno, per dirla con il critico Reyner Banham, si è basato «sull’evidenza fotografica»: per la prima volta la discussione muoveva dagli scatti più che dall’esperienza sul posto. Frank Lloyd Wright si divertiva a spostare i mobili del suo studio-casa e a fotografarne le diverse disposizioni, per poi commentare, con i suoi collaboratori, il rapporto spazio/oggetti. Piano piano, quasi seguendo lo spirito di un’arte figurativa sempre più libera dalle convenzioni, anche i fotografi cominciarono a «interpretare» i monumenti, a iniettare loro una poesia eterotrofa. Guardiamo le immagini anni Trenta del Flatiron Building di New York, realizzate dall’americana Berenice Abbott: l’edificio somiglia a una scultura dilatata. Tecniche sempre più raffinate, negli anni: il carpigiano Olivo Barbieri (1954) ha messo a punto il metodo del «fuoco selettivo», con il quale può fotografare paesaggi metropolitani e edifici dall’alto, creando una sorta di plastico realista. Interpretazione e documentazione. Gabriele Basilico, architetto di formazione e fotografo per scelta, diceva: «Lo spazio urbano, sottoposto a una trasformazione accelerata nel tempo senza precedenti, si presenta come una vera e propria metafora della società». E come leggere altrimenti gli scatti di Hiroshi Sugimoto (in mostra a Venezia, a Palazzetto Tito)? Il suo obiettivo sfuma i contorni degli edifici di Le Corbusier o di Mies van der Rohe con un unico, forte, messaggio: scordiamoci tempo e spazio. La Tour Eiffel come la Firenze primo novecentesca degli Alinari: in una macchina fotografica, ogni luogo trova la sua dimensione interiore. di CRISTIANO SEGANFREDDO «I l grande collezionista originariamente è colpito dalla confusione, dalla frammentarietà in cui versano le cose di questo mondo». Walter Benjamin sicuramente non vedeva nelle sue parole l’ammasso di cartelli stradali all’uscita di Montecchio Maggiore, provincia di Vicenza. In quella frammentarietà di Snc e Srl, su una rotonda non palladiana, spesso nascono visioni culturali che superano gli obblighi di bilancio, di rappresentazione o di mecenatismo. Ecco, nella dislessia cromatica di cartelli il bianco della Fondazione Bisazza. Non è un caso isolato, per quanto straordinario. Spuntano improvvisi infatti tra capannoni e statali anonime indicazioni dove la cultura di certo non te l’aspetti. Che ci fa una fondazione o un museo tra industrie metalmeccaniche, tessili, officine o industrie farmaceutiche? Lontana dai centri storici, immersa tra scorci grigi e file di autotreni? Paesini della provincia italiana, fuori dai flussi turistici e culturali, riservano non solo chiesette rinascimentali o borghi inaspettati ma anche luoghi di produzione culturale. Una dimensione che allea il mondo dell’industria con la cultura, se mai questi due termini fossero disgiunti. Alla geografia, evidente e intuitiva, rappresentata da capitali e città maggiori, così come da fondazioni bancarie importanti o multinazionali, si può sovrapporre una articolata serie di esperienze profondamente locali ma non per questo meno significative ed internazionali. Collezioni e passioni partite spesso quasi per caso, in mo- ❜❜ Gli esempi Da Zegna a Furla, Illy e Max Mara: collezioni e fondazioni superano le passioni dei fondatori dellarte di Michelangelo Pistoletto, che tra i primi ha insistito sul ruolo da ritrovare nell’industria attraverso la cultura. E così a Bologna la Fondazione Golinelli per scienza e arte, e Furla per i giovani artisti italiani. Illy a Trieste tra arte e impegno sociale fino al laboratorio della Fondazione Casoli/Elica o alle prove artistiche Energia Dall’alto, un’opera di Mario Merz, Collezione Maramotti. Sotto, la Cittadellarte di Pistoletto a monumentale e coloratissima poltrona «Proust» (2005) di Alessandro Mendini potrebbe riassumere lo spirito della collezione Bisazza, la piccola ma ricchissima e colta realtà di Montecchio, provincia di Vicenza: il presente come reinvenzione continua e fantasiosa del passato. Il progetto culturale della Fondazione Bisazza per il Design e l’Architettura Contemporanea (che nasce da un’azienda leader nella produzione del mosaico di vetro) accosta una ricca collezione permanente a spazi (sempre più ampi) dedicati invece alle novità, dalle mostre come quella di Candida Höfer che si apre domani, alle installazioni. La collezione, allestita in spazi luminosi e suggestivi, comprende opere come Ritrovati frammenti di Mosaico di Ettore Sottsass (l’architetto ha scritto, in proposito: «Sono sempre stato affascinato dai frammenti, anche dai Roberta Scorranese © RIPRODUZIONE RISERVATA Quella cultura che cresce accanto ai capannoni do intuitivo e non strutturato, hanno poi seguito lo sviluppo e la crescita delle aziende a cui si riferiscono, superando il fondatore. Del resto oggi un’impresa per stare su un mercato globale, deve essere culturale. Essere un organismo vivo e produttore di valori sostenibili. La cultura è così un potente connettore. Getta e costruisce ponti sociali, culturali, economici. Dice molto di chi siamo e di come la pensiamo. E genera così, non solo di riflesso, un fondamentale ruolo ambientale fertilizzando i luoghi con i semi della diversità e della creatività. Negli ultimi dieci anni sono maturate molte nuove esperienze in Italia, con una particolare attenzione a mantenere anche la dimensione territoriale, seguendo esempi fuori scala come Olivetti o Marzotto, che costruirono città e comunità nelle loro province. Esempio seguito da Bonotto, industriale tessile con una importante collezione Fluxus, che mette la fondazione dentro la fabbrica con gli operai che diventano maestri d’arte. A Reggio Emilia invece Max Mara fa crescere la Collezione Maramotti, con artisti internazionali e dialoghi oltreoceano, come le tante azioni della Fondazione Zegna da Biella all’Asia, o la vicina, visionaria, Citta- L [email protected] La mappa del territorio Oggi un’azienda per stare sul mercato deve possedere fondamenti e sapere Da Mendini a Novembre il tempio del design Bevilacqua La Masa/Stonefly. Sono tantissime le azioni e le operazioni più o meno importanti nella provincia italiana, da mostre, a musei di impresa (museimpresa.com), ad azioni di sostegno socio-culturale fino alle residenze per giovani artisti. Il «Giornale delle Fondazioni» del «Giornale dell’Arte» è una bussola per orientarsi in un territorio in movimento. Il punto è non cadere in una facile retorica, spesso frammentata o nella prospettiva di un mecenatismo salvifico dove il privato, per quanto importante, si sostituisce al pubblico. Con l’ulteriore monito progettuale dell’economista Pierluigi Sacco: «Questa situazione rispecchia il vicolo cieco in cui è finito il nostro Paese che dovrebbe poggiare sulla cultura e sulle idee il suo intero edificio economico e sociale, ma che nei fatti ha paura della cultura e delle idee nelle loro forme più vitali, e osa concedergli spazio soltanto quando queste hanno perduto quella funzione trasformativa, quella facoltà di “distruzione creatrice” che è alla base dell’innovazione in tutte le sue forme». Per cui sì alla funzione espositiva di impollinazione territoriale ma non basta. Servono scelte coraggiose. © RIPRODUZIONE RISERVATA frammenti orfici, anche dai frammenti della poesia di Saffo, anche dai frammenti di città antichissime che non esistono più»); due opere di Fabio Novembre, tra cui Godot; il mosaico Buon viaggio e Buona fortuna di Mimmo Paladino, ironica metafora del viaggiare; Internal Time di Richard Meier, un bosco di mosaico bianco, caleidoscopio di prospettive che cambiano a ogni passo. L’attività della Fondazione Bisazza è stata inaugurata nel giugno 2012 con una mostra proveniente dal Design Museum di Londra, dedicata al lavoro John Pawson, dal titolo «John Pawson – Plain Space. Architettura e Design». L’architetto inglese ha inoltre progettato un’installazione sitespecific, dal titolo «1:1 (One to One)» oggi parte della Collezione Permanente. Nel maggio 2013 è stata allestita la prima retrospettiva in Europa di Richard Meier, in occasione del suo 50 esimo anniversario di attività. © RIPRODUZIONE RISERVATA 48 Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Sport Ecco il nuovo logo del Coni Un mix di storia e tradizione, con un occhio proiettato al futuro e al merchandising. Il Coni si rifà il trucco, o meglio rifà il logo (foto), presentato ieri alla Sala d’Armi del Foro Italico. I tratti salienti: tricolore in bordo oro e la scritta Italia dorata, i cinque cerchi olimpici che sovrastano lo stemma, al fianco la scritta «Coni». Ciclismo Domani il via in Irlanda con lo scalatore favorito 97ª Ciak si Giro Parte sotto il segno di Quintana Ma Evans, Rodriguez e Pozzovivo sono pronti a guastare la festa Il borsino Cadel Evans 37 anni, è arrivato terzo nel 2013 dietro Nibali e Uran e ha vinto il Giro del Trentino a fine aprile. Deve rispolverare l’attacco in salita (LaPresse) Ivan Basso 36 anni, è al suo 8° Giro. Nel Trentino poco brillante sulle salite, lacune confermate al Romandia. Ma è sempre «Ivan il terribile» (Bettini) DA UNO DEI NOSTRI INVIATI BELFAST — Il cuoio. Quello lavorato artigianalmente, leggero ma destinato a durare, sotto l’acqua e sotto il sole. Nairo Quintana sembra fatto di questo materiale antico, della qualità più pregiata. È cresciuto sulle Ande, ma è un colombiano 2.0, una versione moderna di scalatore, capace di arrivare là dove i suoi predecessori, folcloristici, incendiari, magnifici comprimari non sono mai arrivati: alla vittoria al Giro o al Tour. Il momento è qui e ora. Ma nel ciclismo la strada per la gloria è lunga quasi tremilacinquecento chilometri: il Giro d’Italia che scatta domani con una cronometro a squadre sarà la corsa di Quintana, l’Andino che ama il suo connazionale Gabriel Garcia Marquez, ma sa bene che questa non sarà, almeno non da subito, solo la cronaca di una vittoria annunciata. Perché se Nairo, secondo dietro Froome al Tour del debutto nel 2013, ha fretta di diventare grande, la corsa che si muove da Belfast non ha intenzione di starsene con le braccia incrociate ad aspettare il primo trionfo sudamericano della storia. Si parte di venerdì, un giorno prima del solito, per fare un giorno di riposo in più: un «lusso» che tornerà utile anche ai vecchietti terribili che sognano in rosa. Quintana dimostra più anni di quelli che ha (24). I suoi avversari più quotati hanno già scollinato i trent’anni da un po’. Cadel Evans (37), Joaquin Rodriguez (35), Domenico Pozzovivo (31), Michele Scarponi (34), Ivan Basso (36), Franco Pellizotti (36), hanno vissuto giorni migliori, ma sicuramente anche peggiori di questi. E lotteranno per tenere ancora accesi i lampioni sul viale del tramonto: Evans è arrivato terzo nel 2013 dietro a Nibali e l’altro colombiano volante Rigoberto Uran, che a sua volta si ripresenta tra i favoriti. Ma soprattutto a fine aprile l’australiano ha conquistato il Giro del Trentino, lasciando intendere che i fasti del Tour 2011 non sono ancora dimenticati. Peccato che nemmeno lui si ricordi l’ultima volta che ha sorpreso un grande avversario con un attacco in salita. Rodriguez è sicuramente più imprevedibile, due anni fa ha perso la maglia rosa per 16 secondi nella cronometro finale di Milano e nel frattempo si è piazzato anche alla Vuelta e al Tour, vincendo due giri di Lombardia. «Nairo no tiene rivales», dice con aria provocatoria il calimero catalano. «Scherzi a parte mi aspetto un Giro più adatto a me di quello che ho perso contro Hesjedal nel 2012, perché non c’è pianura nell’ultima settimana di gara. Ormai non ho più edizione 21 tappe 3.445 i chilometri totali Febbre rosa a Belfast, dove domani partirà il Giro d’Italia. Striscioni, poster e dediche alla corsa in ogni angolo della città Data 1 venerdì 9/5 2 sabato 10 3 domenica 11 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 Lunedì 12 martedì 13 mercoledì 14 giovedì 15 venerdì 16 sabato 17 domenica 18 Lunedì 19 martedì 20 mercoledì 21 giovedì 22 venerdì 23 sabato 24 domenica 25 Lunedì 26 martedì 27 mercoledì 28 giovedì 29 venerdì 30 sabato 31 domenica 1/6 Tappa molte occasioni. È arrivato il momento di vincere». In una corsa che dà il giusto spazio ai velocisti con otto sprint previsti, i sette giorni finali sono tutti per gli scalatori: l’ultima sfida contro il tempo sarà la cronometro verso Cima Grappa e la salita finale è la più dura d’Europa, lo Zoncolan, per la prima volta posizionato con ottimo senso scenico alla vigilia della passerella di Trieste dell’1 giugno. 13 km Belfast-Belfast Belfast-Belfast Armagh-Dublino trasferimento e riposo Giovinazzo-Bari Taranto-Viggiano Sassano-Montecassino Frosinone-Foligno Foligno-Montecopiolo Lugo-Sestola giorno di riposo Modena-Salsomaggiore Collecchio-Savona Barbaresco-Barolo Fossano-Rivarolo Canavese Agliè-Oropa Valdengo-Plan di Montecampione giorno di riposo Ponte di Legno-Val Martello Sarnonico-Vittorio Veneto Belluno-Rifugio Panarotta Bassano-Cima Grappa Maniago-Monte Zoncolan Gemona-Trieste 21,7 219 187 17 19 19 9 14 14 4 10 12 12 2 13 3 112 203 247 02 211 179 172 11 11 1 10 0 09 21 1 21 20 20 0 3 TRIESTE ARRIVO 1 giugno IR L A ND A 1 BELFAST PARTENZA 9 maggio 9 I T A LI A 8 08 8 7 07 173 249 41,9 157 164 225 139 208 171 26,8 167 172 IR L A ND A D E L NOR D 2 18 18 8 16 6 15 515 Cronosquadre Crono individuale Cronoscalata Tappe dedicate a Pantani e a lui sarà intitolata la salita di Plan di Montecampione 4 5 6 7 8 9 17 16 LEGENDA 4044 6 06 6 N ro Nair Nairo Q ntan Quin na,, Quintana, 2 anni, a 24 colombiaanno colombiano corre per il team Movistar Quintana sfodera i denti bianchissimi senza dispensare troppi sorrisi, annuisce, si guarda attorno con gli occhi svegli e indagatori di uno che a 1o anni guidava i taxi notturni per guadagnare qualche soldo. «Non ho corso molto questa primavera — spiega—; sogno la maglia rosa, ma non faccio proclami». Questo inverno il colombiano non ha preso bene la decisione della sua squadra, la spagnola Movistar, di dirottarlo al Giro 5 05 D menicco Domenico Dom Poz P zzo ovivvo, Pozzovivo, 31 ann 3 aanni, ni, corre c per ppe er la A er AG2 2R AG2R LLa Mon M ndiale Mondiale CORRIERE DELLA SERA per lasciare spazio ad Alejandro Valverde in Francia. «Il Tour non è previsto» risponde con la sua voce profonda. Ed è normale che dopo aver vinto anche la maglia di miglior scalatore e miglior giovane nel luglio scorso, Nairo voglia dimostrare a tutti di essere il più forte al mondo sulle montagne. Il post giusto per farlo è questo Giro, perché, come sottolinea Rodriguez, «il livello è molto alto». Non è un mistero che manchino tanti pezzi grossi, da Nibali a Contador, da Froome a Wiggins, ma salite come Gavia, Stelvio o Zoncolan sono più esigenti di quelle francesi. E il meteo, a cominciare dal vento e dalla pioggia di Belfast e Dublino, è un altro fattore che renderà il contesto più movimentato. Quando dietro alla curva aspetti una nuova stella, anche le nuvole servono a creare l’attesa. Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ambiente Dopo quattro secoli di divisioni, la bici è diventata una fede sia di cattolici che protestanti. «Ora Belfast è un’altra cosa» Belfast guarda al futuro, ma ricorda la lezione di Coppi DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Rigoberto Uran 27 anni, il «colombiano volante» lo scorso anno è arrivato secondo nella corsa rosa. Ora si ripresenta tra i favoriti (Ansa) BELFAST — Un giorno degli anni Cinquanta, in Irlanda, venne a correre Fausto Coppi. Lo portarono in albergo. Era un po’ stanco. Chiese di salire in camera. Ma quando gli diedero le chiavi, lui si bloccò nella hall: non c’era l’ascensore. Sulla passatoia rossa che saliva tra i marmi, si creò imbarazzo. E due occhi puntarono l’accompagnatore, gelidi: «Coppi doesn’t do stairs», maccheronizzò l’Airone. Siete matti a farmi fare le scale?... «Fu quel giorno che gl’irlandesi impararono che cos’era un campione di ciclismo!», ride oggi Darach McQuaid, l’uomo che per la prima volta ha portato in brughiera il Giro d’Italia: quell’accompagnatore di Coppi era suo papà, Jim McQuaid, uno che aveva corso le Olimpiadi e i Mondiali, «una volta anche al Vigorelli», e in casa faceva man- giare a tutti pane&bici. Darach e suo fratello Pat, che pure lui sarebbe diventato un potente dei ciclisti, crebbero tifando Saronni. E seguendo Moser. E sognando i miti dell’Italian Cycling. Ora Darach s’emoziona ad avere Aru e Petacchi: «Dopo il Tour di Pantani che partì da Dublino, volevo portare qui un’altra grande gara. Ci sono voluti quattro anni, finalmente eccoci...». Diceva Joyce che la storia è un incubo da cui ogni irlandese cerca di destarsi e stavolta una piccola storia ha voluto che il Giro si desse la più lonta- na, la più tribolata delle partenze: chiunque a Belfast abbia meno di 45 anni è vissuto nei Troubles, nei problemi, nei casini d’un conflitto che non ha mai avuto l’importanza di quelli mediorientali o i morti di quelli balcanici, non è servito a conquistare petrolio o a combattere ideologie, eppure tiene ancora in piedi gli ultimi muretti d’Europa, disseppellisce gli scheletri dei desaparecidos, proprio in questi giorni ha riportato in gattabuia nomi quasi dimenticati come quello di Gerry Adams, capo del Sinn Féin, e L’insegnamento Il campionissimo 50 anni fa corse in Irlanda e fu ospitato in un albergo senza ascensore. Li fulminò: «Io non faccio le scale» La storia e l’attualità Chiunque abbia meno di 45 anni qui è vissuto nei problemi di un conflitto che ha lasciato ancora strascichi d’una sua presunta vittima di più di quarant’anni fa... Dies Ira: «Quelle sono cose lontane –—dice McQuaid —, la Belfast che vedete intorno è un’altra cosa». Okay, non ci sarà ancora un bell’apostrofo rosa fra le due paroline — ti odio — che da quattro secoli dividono le due Irlande (e le spingono ad avere scuole separate, vite parallele, un apartheid condiviso), ma oggi si guarda altro: dove si torturava Bobby Sands, vanno i turisti; nel problematico quartiere di Carrickfergus, dove passa la corsa, hanno decorato con false finestre le mattonate più conciate; l’unica Bloody Sunday, casomai, è quella dei test all’ematocrito. La bici è diventata una fede sia di cattolici che di protestanti — sarà un caso che Giro, Tour e Vuelta passino come processioni sante per i più cristiani dei Paesi? — e se si parla di storia, non ti citano solo Coppi: fu a Belfast che il signor Dunlop sperimentò, sul triciclo del figlio, le prime camere d’aria. E a bordo del Titanic, che salpò da qui, trovò la fine quel John Jacob Astor IV, milionario americano, rimasto nelle memorie per aver fondato il Waldorf Astoria e brevettato il primo freno per biciclette... «Dall’incubo ci siamo svegliati nel 1996 — spiega Darach —, questa ormai è una città che ha i problemi d’una città quasi normale». Un altro Ulster. «Di che cosa hai paura su queste strade?», chiedono in conferenza stampa a un ragazzone irlandese classe 1984 che si chiama Nicolas Roche. È il figlio di Stephen, il campione d’un triplete ciclistico da annali. Tra i favoriti, Nicolas è al ciclismo che pensa. «Io ho paura solo del vento — risponde —: nella crono, si rischia di cadere». Francesco Battistini © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 Sport 49 italia: 51575551575557 Vidal, intervento riuscito Psg campione, Mancini trionfa Serie B: Reggina retrocessa Intervento perfettamente riuscito per Arturo Vidal. Il cileno della Juventus è stato operato ieri a Barcellona per risolvere il problema al menisco del ginocchio destro. I tempi di recupero sono di circa un mese. Vidal tornerà oggi a Torino per iniziare la riabilitazione con l’obiettivo di essere in campo per il debutto del Cile ai Mondiali il 13 giugno. Il Psg si conferma campione di Francia: decisivo l’1-1 fra Monaco e Guingamp prima di Psg-Rennes, finita 1-2. In Premier il Manchester City batte l’Aston Villa 4-0 ed è a un punto dal titolo. Nella Liga Real Madrid fermato 1-1 a Valladolid: a -4 dall’Atletico è quasi fuori dai giochi. Il Galatasaray di Mancini vince la Coppa di Turchia battendo l’Eskisehirspor 1-0, gol di Sneijder. La Reggina è finita in Lega Pro. La retrocessione è arrivata ieri sera, quando la Disciplinare ha inflitto al club amaranto due punti di penalizzazione, per irregolarità nei pagamenti, rendendo aritmetica la retrocessione (dopo quella della Juve Stabia). La Reggina retrocede nell’anno del Centenario e nello stesso giorno in cui (7 maggio 1995) era salita in B quindici anni fa. Seleçao I 23 convocati verdeoro per il Mondiale in casa I verdeoro Favola Brasile Portieri Julio Cesar (Toronto FC) Jefferson (Botafogo) Victor (Atletico Mineiro) Difensori David Luiz (Chelsea) Dante (Bayern Monaco) Thiago Silva (Psg) Henrique (Napoli) Maicon (Roma) Dani Alves (Barcellona) Marcelo (Real Madrid) Maxwell (Psg) Centrocampisti: Luiz Gustavo (Wolfsburg) Paulinho (Tottenham) Fernandinho (Man City) Ramires (Chelsea) Oscar (Chelsea) Willian (Chelsea) Hernanes (Inter) Attaccanti: Hulk (Zenit San Pietroburgo) Bernard (Shakhtar Donetsk) Neymar (Barcellona) Jo (Atletico Mineiro) Fred (Fluminense) Scolari preferisce Hernanes a Kakà In missione con Neymar e i giovani «Il secondo posto non è ammesso» RIO DE JANEIRO — La squadra che non può non vincere è fatta. È giovane, ha poca esperienza ma ancor meno alibi: deve portare a casa il sesto titolo mondiale. Perché, come dice il suo condottiero, «anche il secondo posto non è ammesso». Luiz Felipe Scolari ha presentato ieri i 23 brasiliani che giocheranno in Mondiale in casa. Non ci sono grandi sorprese ed escono confermate tutte le convinzioni del c.t.: vestiranno la gloriosa maglia verdeoro i più in forma, e la squadra sarà la stessa che ha vinto di slancio la Confederations Cup dello scorso giugno attorno alla stella Neymar. Nessuna cessione a nostalgie di ex campioni ancora in attività, come Kakà o Ronaldinho, e nessun occhio di riguardo per chi sta giocando male ma «fa spogliatoio» (resta a casa quindi anche Robinho). È appena una coincidenza, ma i tre nomi forse meno scontati della lista giocano nel nostro campionato, e sono gli unici «italiani» tra i 23: premiati il difensore del Napoli Henrique, il centrocampista dell’Inter Hernanes e il «vecchio» laterale Maicon. Oltre al romanista sono appena quattro i giocatori della Seleçao che erano in Sudafrica quattro anni fa. Protagonisti Giuseppe Rossi e, a destra, il c.t. del Brasile Scolari Dunque un rinnovamento quasi completo, raro in Brasile. Quasi per intero, poi, la lista è composta da giocatori che non vivono in patria, ben 19 su 23. «È una pura coincidenza, sono fasi del nostro calcio», ha specificato Scolari. Ma ha ammesso che, nonostan- te l’inesperienza ad alto livello con la maglia nazionale, è rassicurante avere in squadra ragazzi già abituati allo stress di una Champions. E di «Felipao boys» la fase finale del torneo europeo è zeppa. Il c.t. ha aggiunto di non essere per nulla interessato alle critiche che alcuni suoi pupilli hanno ricevuto nei rispettivi campionati o dai propri alle- natori. È il caso di Oscar, che ha avuto fortune alterne nel Chelsea. «Non mi importa cosa pensa Mourinho, per me è uno dei migliori calciatori del mondo». Scolari ha ammesso di aver dormito tranquillamente le ultime notti «perché al di là delle opinioni personali su uno o l’altro, su questo gruppo c’è unanimità, e l’affetto della torcida». Esordio il 12 giugno La partita inaugurale per la squadra di Scolari sarà BrasileCroazia il 12 giugno a San Paolo. Le altre partite della Seleçao nella prima fase: Brasile-Messico (17 giugno a Fortaleza) e Brasile-Camerun (23 giugno a Brasilia). La finale del Mondiale è in programma al Maracanà di Rio de Janeiro il 13 luglio. Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA Rocco Cotroneo Rossi a Prandelli: «Sogno il Mondiale» DAL NOSTRO INVIATO mezzanotte) usciranno i 23 che voleranno in Brasile. Per adesso, Rossi è fuori. Non bastano due spezzoni di partita e un gol per convincere il tecnico azzurro. Nell’elenco allargato gli attaccanti saranno 7 e le scelte sono delineate: Balotelli, Cassano, Cerci, Destro, Gilardino, Immobile e Insigne in rigoroso ordine alfabetico. Al Mondiale, invece, andranno in 5. Al momento sono sicuri Balotelli e Cerci ed è quasi certo Immobile. «Spero che Ciro vinca la classifica dei cannonieri», l’augurio di Pepito. Insigne, che ha preso il posto di Rossi anche grazie a un importante rush finale (decisive le partite contro la Juventus e le due reti nella finale di Coppa Italia) se la giocherà con Cassano, mentre Destro rischia di sbattere fuori dall’aereo per il Brasile l’esperto Gilardino. I giochi sembrano fatti. Ma non sono chiusi. Per questo Rossi spera ancora. «Per andare Tre «italiani» Bocciato Robinho, con l’interista ci sono Maicon e il napoletano Henrique Julio Cesar in porta ri, resta al centro dell’attacco. In molti in Brasile nelle ultime settimane avevano caldeggiato la convocazione di Coutinho, il 21enne attaccante ex interista. Deluse a Milano, ma sta giocando molto bene nel Liverpool. Con la carenza di attaccanti puri che il calcio brasiliano vive da anni, Coutinho è visto come una speranza per il futuro che poteva meritare una convocazione anche simbolica. Quattro anni fa, l’allora c.t. Parreira non volle osare con Neymar, considerato troppo acerbo per l’esperienza. Oggi, si dice in Brasile, la stella avrebbe affrontato l’appuntamento della vita con un Mondiale alle spalle. «Non sono preoccupato per questo — ha concluso Scolari —. Ma ugualmente al gruppo dei giocatori vorrei affiancare i vecchi campioni. Li inviterò a venire in ritiro a far due chiacchiere con loro». Il campione ritrovato FIRENZE – «Sono stati 4 mesi duri, ma ora sto bene». Giuseppe Rossi mostra un sorriso convinto, l’incubo è finito. 31 minuti contro il Sassuolo hanno certificato che l’attaccante ha superato l’ennesima, durissima, prova alla quale lo ha sottoposto il destino. «Non ho mai avuto paura di dover smettere. Ma è stato lo stesso difficile perché avevo trovato la continuità e tutte le cose brutte credevo di essermele messe alle spalle». Nonostante tre infortuni gravi sullo stesso martoriato ginocchio, quello destro, Pepito ha l’entusiasmo di un ragazzino e il messaggio che lancia a Prandelli è forte e chiaro: «Al Mondiale ci penso e lo sogno». La strada è in salita. Il c.t. martedì ufficializzerà la lista dei 30 azzurri che lunedì 19 si raduneranno a Coverciano e da cui il 2 giugno (entro Alla vigilia del Mondiale 2002, per esempio, Scolari aveva dovuto cambiare albergo all’ultimo momento per dribblare i tifosi inferociti per l’assenza di Romario. A fronte della mancanza di un girone di qualificazione («Fosse per me l’avrei giocato, non è il massimo disputare solo amichevoli», ha detto il c.t.), il Brasile ha avuto la fortuna di giocare, e vincere, una Confederations in casa. Il che ha praticamente chiuso la lista dei convocati con un anno di anticipo. Scolari, anzi, non ha escluso che nella partita di esordio con la Croazia, il 12 giugno a San Paolo, entrino in campo proprio gli undici che sconfissero la Spagna al Maracanà in una partita assai convincente. Scolari tiene duro, anche per mancanza di alternative, sui due ruoli da titolare più critici in una squadra di calcio: il portiere e il centravanti. Julio Cesar, che non gioca ad alto livello da quando lasciò l’Inter e ora è in Canada, è ancora il suo preferito nel ruolo. Così come Fred, 31enne e reduce da infortuni se- in nazionale devo migliorare e so che posso farlo. Non si può essere al top dopo 4 mesi di inattività, ma ritrovare la condizione, a questi punti, è la cosa più semplice». Anche perché all’esordio, il 14 giugno a Manaus, manca più di un mese. «Ora però voglio concentrarmi sulla Fiorentina: dobbiamo chiudere bene la stagione e assicurarci il 4° posto». Rossi ha le idee chiare: soltanto con un grande sprint potrebbe costringere Prandelli a rivedere le proprie posizioni. Contro il Sassuolo ha segnato a distanza di un girone. Con il Livorno ritroverà Rinaudo, l’autore del fallo che lo ha costretto a oltre 4 mesi di inattività. «Rinaudo non voleva farmi male, è stato un intervento di gioco. Tra noi, in questo periodo, ci sono stati contatti e per questo l’ho ringraziato». © RIPRODUZIONE RISERVATA 50 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ABILE esperta referenziata impiegata ufficio commerciale customer care with problem solving ordini offerte inglese francese windows mac offresi 331.12.23.422 ABILE impiegata tecnico-commerciale offresi part-time. 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Il bello e il brutto offerti dalla curva Nord, il cuore del tifo interista, domenica sera. Prima del derby n. 283, una coreografia magnifica, all’altezza delle migliori che si vedono in Europa; una scenografia che deve aver lasciato indifferenti soltanto quelli che sono andati in campo indossando la maglia nerazzurra e che hanno interpretato la sfida con il Milan come un’amichevole del 14 agosto, quando c’è soltanto una gran fretta Derby La curva Nord (Forte) di prendere l’aereo per andare ancora un paio di giorni in vacanza. Poi, quando il derby è cominciato, ecco il peggio che una tifoseria riesca a offrire: i soliti insulti e i soliti buuh a Balotelli; i soliti cori contro Napoli. Conclusione, in base al rapporto degli uomini della Procura federale: ammenda di 50.000 euro e curva Nord chiusa, per un’altra partita, la seconda in casa del prossimo campionato. La seconda giornata ha una spiegazione legata al fatto che i gruppi nerazzurri che popolano il secondo anello verde si erano già portati avanti con il lavoro, riuscendo a far chiudere il settore per due partite, per quanto avevano cantato durante Inter-Napoli. La curva resta vuota per Inter-Lazio, ultima apparizione di Zanetti (e non solo) a San Siro e alla prima del prossimo campionato. I cori contro Balotelli (al 1’, 4’, 18’, 26’ e 33’ p.t.), secondo la Procura Figc, erano «senza possibilità di equivoco espressione di discriminazione per motivi di razza» e che al 39’ del primo tempo dallo stesso settore partiva un coro « tipicamente espressivo di discriminazione per motivi territoriali». Il giudice sportivo, Gianpaolo Tosel, ha spiegato che i cori erano stati intonati dalla quasi totalità dei presenti (oltre 4.000 persone) nel «secondo anello verde» e sono stati «perfettamente percepiti dai collaboratori della Procura federale». L’Inter ha annunciato ricorso, ma, visti i precedenti, la strada è in salita. © RIPRODUZIONE RISERVATA Prima volta Il club gioca in serie B: «Aprirà una nuova era» Rivoluzione francese Una donna allenerà la squadra di Clermont È Helena Costa, portoghese come Mou DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — I meno attenti alle pari opportunità nel calcio fanno notare che nello scarno curriculum di Helena Costa, 36enne nuova allenatrice del Clermont Foot in Ligue 2 (la serie B francese), non c’è molto altro che la prima vittoria nella storia della squadra femminile del Qatar, 4-1 alle Maldive. E l’unico altro club maschile allenato dalla portoghese Costa finora è stato la Sociedade Recreativa Desportiva Cheleirense, gruppo di dilettanti a nord di Lisbona. Ma del resto il Clermont Foot non è il Barcellona, e quindi ben venga la prima donna alla guida di una squadra professionistica francese. Il presidente del Clermont, Claude Michy, 65 anni, ha deciso di affidare il suo club a Costa perché «è passata attraverso la formazione del Benfica, ha guidato le nazionali femminili del Qatar e dell’Iran, e poi ha collaborato con il Celtic Glasgow in qualità di osservatrice». A lei viene richiesto di «fare entrare il Clermont Foot in una nuova era». Il modello di Costa è il celebre connazionale José Mourinho, che ha avuto modo di conoscere e frequentare durante uno stage al Chelsea nel 2005. Dopo quell’esperienza Costa ha lavorato per il Celtic in Spagna e Portogallo, prima di guidare le nazionali di Qatar e Iran. «Quando sono arrivata nessuno neanche sapeva che esistesse una squadra femminile di calcio in Qatar — ha raccontato una volta —. Andavo nelle scuole e nelle università per reclutare le giocatrici. Ma per ragioni religiose e culturali, le famigliole non vogliono che le ragazze giochino a calcio, anche se è per la nazionale». A Clermont la vita dovrebbe essere più semplice. I tifosi sembrano favorevoli, a cominciare dal vertice dell’associazione dei supporter, Véronique Soulier, anche lei una donna. «Quando abbiamo letto il comunicato siamo rimasti piutto- Tacchi e pallone Helena Costa, 36 anni, portoghese (Record) Milan Galliani: «Inzaghi ha già dimostrato il suo valore» MILANO — (m. col.) Mentre Silvio Berlusconi e Adriano Galliani proseguono sulla linea del silenzio sul futuro di Clarence Seedorf («spero un giorno di tornare ad occuparmi del mio Milan ma di Seedorf e delle cose sacre non ne parliamo qui, le trattiamo da un’altra parte» ha detto il presidente l’altra sera a Matrix), l’a.d. non ha risparmiato parole di incoraggiamento per Filippo Inzaghi (foto), eliminato ieri nel playoff con l’Udinese nel campionato Primavera. «La sconfitta non cambia il giudizio su Pippo. Il suo valore l’ha già dimostrato al Viareggio». Per la successione di Seedorf, Superpippo resta in ballottaggio con Spalletti (seguito anche dalla Juve) © RIPRODUZIONE RISERVATA sto sorpresi — ha detto Soulier al Parisien —, ma passato il primo momento siamo quasi tutti d’accordo sul fatto che è un’ottima cosa. Quando hanno eletto me a capo dei tifosi, ci siamo detti che una donna alla guida di un gruppo di uomini può essere positivo. I giocatori sono difficili da gestire, gli allenatori precedenti se ne sono accorti: con una donna forse saranno meno suscettibili, lei potrebbe imporre finalmente un po’ più di autorità». Due anni fa Fabienne Broucaret ha scritto il libro «Lo sport, ultimo bastione sessista», ed è autrice del rapporto «60 proposte per lo sport di squadra femminile» che sarà consegnato la settimana prossima al ministro per i Diritti delle donne Najat Vallaud Belkacem. «È un’ottima notizia — ha commentato Broucaret all’Équipe —, perché si vedono sempre più spesso donne alla testa di squadre femminili, ma un’allenatrice alla guida di una squadra professionistica maschile è in effetti un bastione che cade. La situazione sarà ancora migliore quando la nomina di una donna non farà più notizia». La speranza è che l’esperimento di Helena Costa abbia maggior fortuna dei rarissimi precedenti: la boliviana Nelfi Ibáñez Guerra, alla guida nel 2012 della squadra di serie B Hijos de Acosvinchos, e ancora prima l’italiana Carolina Morace, allenatrice per soli tre mesi della Viterbese, in serie C. Era partito mostrando i muscoli ma, ora che il conteggio alla rovescia sta per arrivare al dunque, Platini (foto) si è messo a giocare a nascondino. Le indiscrezioni sulle possibili punizioni Uefa a proposito delle violazioni del fair play finanziario puzzano infatti di compromesso. Partito ventre a terra in una crociata all’insegna di un calcio sostenibile, Re Michele aveva minacciato lacrime e sangue all’indirizzo di chi non si fosse messo sull’attenti: Michel duro e puro, anche se non si comprende perché uno (sceicco, cinese, russo o indonesiano) non possa decidere di cacciare soldi propri per tappare i buchi di bilancio. In altre parole: piuttosto che un calcio ancorato ai fatturati con il serio rischio di cristallizzare gli scenari attuali (chi incassa di più continuerà a rimanere irraggiungibile) forse sarebbe stata più produttiva una battaglia per un calcio senza debiti, indipendentemente dall’ufficiale pagatore. Ora però siamo arrivati al momento del dunque e Platini in questa storia si gioca la faccia. Il Paris Saint Germain, succursale calcistica degli emiri del Qatar, e in maniera meno sfacciata il Manchester City, si sono infatti comportati come se il fair play finanziario fosse una divertente barzelletta da raccontare nei circoli esclusivi della finanza internazionale e, nel caso dei parigini, c’è pure l’aggravante Stefano Montefiori @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Basket Il club dei 7 scudetti consecutivi chiuderà a fine stagione, ma invece di finire in pezzi è seconda, dietro solo a Milano «Vinciamo perché solo così avremo un futuro» Crespi, coach di Siena destinata a sparire «Qui il piacere di allenare è puro, assoluto» Adesso è ufficiale. Definitivo. Siena è la seconda forza del campionato, a pari punti con Cantù, ma con lo scontro diretto a favore, dietro soltanto al dominio della EA7 Milano, che per ottenerlo proprio a Siena ha rubato l’anima e qualche giocatore. Un’avventura, quella della (ex) Montepaschi oltre i confini della realtà. Almeno di quella grama che al momento la circonda, sommerge e affonda. Sembra l’eutanasia, nel basket, di un grande amore. La gloriosa Siena dei 7 scudetti consecutivi cesserà di esistere dal prossimo 30 giugno. Scadenza/ sentenza emessa non dal campo, ma scritta nei libri contabili. Dead team walking… Come si può far correre una squadra morta? «Tenendo separata la squadra dalle vicende del club — spiega Marco Crespi, il 52 enne bustocco, quasi avvocato, coach di questa bella Siena che continua a far finta di essere viva —. Vivere dentro la stessa città, circondati dallo stesso pubblico, fa si che la recente gloria arrivi ai giocatori». Ma i giocatori son per definizione egoisti, come possono dare il massimo per una squadra che non darà loro futuro? «Concentrandosi su due semplici aspetti. Il gioco di squadra come prodotto della di ALBERTO COSTA crescita individuale di ogni singolo. Questo è l’investimento per il futuro dei miei giocatori». In una società dove, si diceva, non si muove foglia che Minucci non voglia, dove l’organizzazione era tanto efficiente quanto gerarchica, via Minucci poteva divampare l’anarchia. Invece? «Negli anni si è strutturata la certezza di un metodo di lavoro che ha conservato il piacere di fare bene le cose, tutti insieme, e anche la mia squadra pur dovendo partire Coach Marco Crespi, 51 anni, di Varese, ha iniziato la carriera di allenatore nel 1983 con i cadetti dell’Olimpia. Nel 2012 è vice alla Mens Sana di Siena e all’inizio del campionato in corso ha sostituito Pianigiani (LaPresse) due volte da zero (le cessioni di Moss e Kangur in estate, quella di Hackett a gennaio, ndr) oggi sta in campo sapendo di essersi costruita una propria memoria». Però, quando se ne è andato anche Hackett un po’ si è demoralizzato? «Mi preoccupo soltanto per le cose che sono sotto il mio controllo». Come vive il futuro? «Dopo i rapporti umani costruiti in questa stagione, e non solo con i giocatori ma anche con tutto lo staff, la soddisfazione è talmente grande che potrei anche smettere di allenare. Non lo farò, ma è per dire che sono finalmente in pace con me stesso». È stata dura? «Beh, devo confessare che a 52 anni ho L’EA7 vince Milano batte Cremona 81-68 nel recupero della 12ª giornata di serie A. Per la Ea7 è la 18ª vittoria consecutiva in campionato. Questa la nuova classifica a una giornata dalla fine della stagione regolare: Milano 48 punti; Siena 40; Cantù 38; Brindisi 36; Sassari 34; Roma 32; Reggio Emilia e Caserta 30; Pistoia 28; Varese 26; Venezia 24; Avellino, Bologna 22; Cremona 20; Montegranaro 18; Pesaro 16. spesso ripensato a una frase che mi disse Boscia Tanjevic quando lui ne aveva 63: è la prima volta che non me ne sento 35». Gli inizi? «Oh, li vedevo bene quei sorrisetti compassionevoli: poveretto, gli hanno dato la “sola”, ma nemmeno una volta ho pensato: Marco, sarai il primo allenatore a non vincere lo scudetto a Siena. Sono semplicemente un allenatore che non ha la pressione economica: il piacere di allenare è puro e assoluto. Dentro una stagione come la nostra non ci può essere “un” giocatore, anche se Erick Green da bambino è diventato uomo e Tomas Ress è il grande testimone». Dicono che lei a volte sia troppo duro? «Forse molto esigente. Ma chi parla non vede lo sforzo che ci sta dietro, nel costruire un rapporto personale di fiducia con i miei giocatori. Una delle mie frasi chiave, rivolta a chi marca male, è: non voglio essere complice di un tuo insuccesso. Una volta ho chiamato Spencer Nelson e gli ho detto una cosa che 10 anni fa non avrei avuto il coraggio di pronunciare: ehi, Spencer, sai che potrò raccontare a mia figlia di essere stato il tuo ultimo allenatore, perché se continui a giocare così sarà impossibile che trovi un’altra squadra? Ci siamo guardati… Poi siamo scoppiati a ridere. Folle, io? Ma non pazzo. A volte penso che anche Steve Jobs era considerato folle». Werther Pedrazzi © RIPRODUZIONE RISERVATA della presa per i fondelli. In bilancio compare infatti la sponsorizzazione dell’Ente del turismo qatariota a cifre (200 milioni annui) impazzite. E siccome non si sono accontentati di vincere, i padroni del Psg hanno anche sentito il bisogno di conferire retroattività alla falsa sponsorizzazione di cui sopra. Il pericolo dunque è chiaro: gonfiare artificialmente il fatturato per giustificare le proprie folli spese può costare «soltanto» una mega multa (60 milioni spalmabili in tre anni), riduzioni nell’organico di Champions League e limitazioni nella campagna acquisti. Non si tratta di noccioline ma cosa volete che sia per chi ha sfondato di oltre il 300 per cento il «tetto» Uefa? La sensazione di un certo imbarazzo da parte di Platini è netta. In fondo è molto più facile infierire sui pesci piccoli, come il Malaga bandito quest’anno dalle Coppe, che sui predatori del mercato globale. Perché hai voglia di sbandierare le questioni di principio ma alla fine tutto il mondo è paese. © RIPRODUZIONE RISERVATA 52 La moglie Massimiliana ed i figli Lucia, Alberto Giovanni e Benedetta annunciano con dolore infinito la scomparsa del loro amatissimo marito e padre La famiglia Cavazza partecipa con commozione al dolore di Massimiliana, Lucia, Alberto Giovanni e Benedetta Aleotti per la perdita del loro caro Alberto Aleotti Alberto Sergio Aleotti Molti hanno conosciuto la sua tenacia, volontà e capacità imprenditoriale; la sua famiglia e i suoi amici hanno il privilegio di aver conosciuto anche la sua dolcezza, simpatia e bontà.- Vivi ringraziamenti vanno al Dottor Antonio Rossi e allo staff medico e infermieristico dell'HDU dell'ospedale di Santa Maria Nuova per il loro supporto professionale ed umano. - Firenze, 7 maggio 2014. instancabile e indomabile Cavaliere del Lavoro, grande imprenditore nel panorama italiano e internazionale al quale tanto deve l'industria farmaceutica di oggi. - Roma, 7 maggio 2014. Il genero Simone e la nuora Barbara con le loro famiglie e i nipotini Massimiliano, Federico, Ginevra e Aurora condividono il dolore per la perdita dell'amato nonno Alberto Il suo affetto e la sua dolcezza resteranno sempre con noi. - Firenze, 7 maggio 2014. I nipoti Laura e Mino, con la sua famiglia, sono affettuosamente vicini a Massimiliana, Lucia, Alberto Giovanni e Benedetta nel triste momento della perdita del carissimo zio Alberto che ricordano con amore, riconoscenza e dolorosa nostalgia. - Reggio Emilia, 7 maggio 2014. Assia e Domenico Simone sono affettuosamente vicini alla famiglia Aleotti per la scomparsa del Dott. Alberto - Firenze, 7 maggio 2014. Tutti i dipendenti del gruppo Menarini partecipano commossi al lutto della famiglia Aleotti per la perdita del compianto Dott. Alberto Aleotti - Firenze, 7 maggio 2014. Il Presidente, l'Amministratore Delegato, il Consiglio di Amministrazione e tutto il management di Sigma Tau SpA e consociate del gruppo partecipano con profondo cordoglio al dolore della famiglia per la scomparsa del Cavaliere del Lavoro Dott. Alberto Sergio Aleotti - Roma, 7 maggio 2014. Il mondo della industria farmaceutica piange la perdita di un grande industriale e pioniere dell'internazionalizzazione delle imprese italiane nonché cofondatore di Farmindustria Cavaliere del Lavoro Dott. Alberto Aleotti Ne ricordano le doti umane e professionali Sergio Dompé, Eugenio Aringhieri ed i collaboratori tutti della Dompé farmaceutici. - Milano, 7 maggio 2014. Dirigenti e collaboratori della Dompé S.p.A. de L'Aquila partecipano commossi al dolore della famiglia per la perdita del Alberto Sergio Aleotti Cavaliere del Lavoro Dott. Alberto Aleotti che ricordano con affetto ed ammirazione per la sua grande umanità e la straordinaria visione strategica. - Brugherio, 7 maggio 2014. Federico Nazzari ricorda con stima e rimpianto Cavaliere del Lavoro Dott. Alberto Sergio Aleotti Sergio Dompé profondamente addolorato abbraccia con affetto Lucia, Alberto Giovanni e la signora Massimiliana in questa tristissima circostanza per la scomparsa del Dott. Alberto Aleotti padre e compagno di una vita, che ha sempre saputo essere, nel corso degli anni, un "grande pater familias". - Milano, 7 maggio 2014. Pierluigi Antonelli e i dipendenti di MSD Italia partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa del Cavaliere Alberto Sergio Aleotti - Roma, 7 maggio 2014. Il dottor Francesco Angelini unitamente alla famiglia e al proprio gruppo partecipa al dolore e ricorda le doti umane e imprenditoriali del Cavaliere del Lavoro Alberto Sergio Aleotti - Roma, 7 maggio 2014. Gloria e Francesco Venturi Profili partecipano commossi al dolore della famiglia per la scomparsa del - Roma, 7 maggio 2014. Cavaliere del Lavoro Cavaliere del Lavoro Alberto Sergio Aleotti Massimo Scaccabarozzi e i colleghi di Janssen Italia si stringono con affetto alla famiglia Aleotti per la scomparsa del Cavaliere del Lavoro, Dottor Sergio Alberto Aleotti Daniel Lapeyre è vicino alla moglie e ai figli Lucia e Alberto Giovanni nel momento della scomparsa del grande e indimenticabile figura nella storia farmaceutica e industriale italiana e internazionale. - Cologno Monzese, 7 maggio 2014. dott. Alberto Aleotti Il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, i Vice Presidenti, il Consiglio Direttivo, la Giunta e il Direttore Generale Marcella Panucci partecipano commossi al dolore della famiglia per la scomparsa di Cavaliere del Lavoro e ne ricorderà sempre le straordinarie doti imprenditoriali, capaci di trasformare in pochi anni con la sua passione, la sua intelligenza, la sua tenacia e la sua visione, una industria farmaceutica italiana in uno dei più grandi gruppi farmaceutici privati a livello mondiale. - Milano, 7 maggio 2014. Giuseppe Giorgini, partecipa con profondo cordoglio al dolore della famiglia Aleotti nel triste momento della scomparsa del Dott. Alberto Aleotti - Bologna, 7 maggio 2014. il Francesco De Santis ricorda con affetto e stima Cavaliere del Lavoro che ha guidato il gruppo con lungimiranza e forte spirito imprenditoriale. - Milano, 7 maggio 2014. Il Consiglio d'Amministrazione e tutti i dipendenti della Silicon Biosystems SpA si stringono commossi, al dolore della famiglia Aleotti per la scomparsa del Dott. Alberto Aleotti - Bologna, 7 maggio 2014. Il Presidente e Amministratore Delegato, Nicola Braggio, il Consiglio di Amministrazione ed il Comitato di Direzione di AstraZeneca Italia partecipano con profondo dolore alla scomparsa del Cavaliere Alberto Sergio Aleotti uomo ed imprenditore di successo, dotato di intelligenza, determinazione e visione strategica. - Basiglio, 7 maggio 2014. Il Presidente Massimo Scaccabarozzi, il Comitato di Presidenza, la Giunta, gli associati, il Direttore Generale e la struttura di Farmindustria, si uniscono al dolore della moglie Massimiliana, dei figli Lucia, Alberto Giovanni e Benedetta e di tutta la famiglia per la scomparsa del Cavaliere del Lavoro una figura fondamentale nella storia industriale italiana.- Fondatore e Presidente, per molti anni, di Farmindustria e delle federazioni farmaceutiche internazionali, ha dato un impulso decisivo alla crescita dell'intero settore, con una passione, una determinazione e un approccio assolutamente straordinari.- È impossibile dimenticare il suo profilo umano attento alle singole persone, così come la capacità di far crescere il suo gruppo industriale fino a farlo diventare un campione nazionale riconosciuto in tutto il mondo. - Roma, 7 maggio 2014. L'Ingegner Gianluigi Maria Frozzi e tutti i collaboratori della Divisione Farmaceutica Angelini sono vicini a Lucia per la grave perdita del padre Dott. Alberto Aleotti Alberto Sergio Aleotti Cavaliere del Lavoro Dott. Alberto Aleotti grati per il forte contributo offerto al contesto industriale abruzzese. - Milano, 7 maggio 2014. del quale ha potuto apprezzare le doti umane e la grande statura imprenditoriale e partecipa commosso al dolore della moglie e dei figli. - Lesmo, 7 maggio 2014. - Londra, 7 maggio 2014. Diana Bracco è vicina a Lucia e alla famiglia tutta nel dolore per la perdita di Cavaliere Dott. Alberto Sergio Aleotti - Firenze, 7 maggio 2014. Enzo e Enrica Della Croce partecipano commossi al dolore della signora Massimiliana e dei Dottori Lucia, Alberto Giovanni e Benedetta per la scomparsa del Maurizio de Cicco a nome di Roche Italia esprime alla famiglia e al gruppo farmaceutico Menarini profondo cordoglio per la scomparsa del Cavaliere del Lavoro Cavaliere del Lavoro Paolo Ermini partecipa commosso al grande dolore di Lucia e di tutta la famiglia Aleotti per la morte del padre il Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Alberto Sergio Aleotti illustre figura dell'imprenditoria italiana. - Roma, 7 maggio 2014. Il Presidente e tutto il Consiglio di Amministrazione della società Italfarmaco S.p.A. ricordano il Cavaliere del Lavoro Dott. Alberto Sergio Aleotti ed esprimono il loro sentito cordoglio. - Milano, 7 maggio 2014. Dott. Alberto Aleotti Alessandro Porcu è vicino alla famiglia Aleotti e ricorda con riconoscenza e affetto il e si stringe a Lucia, ad Alberto Giovanni e alla famiglia in questo doloroso momento. - Milano, 7 maggio 2014. Dott. Alberto Sergio Aleotti - Milano, 7 maggio 2014. Il Presidente e l'Amministratore Delegato del gruppo Mediolanum Farmaceutici SpA, insieme al Consiglio di Amministrazione, Dirigenti, ai dipendenti ed ai collaboratori tutti, partecipano al dolore dei familiari per la scomparsa del Cavaliere del Lavoro Dott. Alberto Aleotti - Milano, 7 maggio 2014. Rinaldo, Alessandro e Cristina Del Bono, addolorati sono vicini a Lucia e alla famiglia tutta per la perdita del Cavaliere del Lavoro Dott. Alberto Aleotti - Milano, 7 maggio 2014. Il Presidente, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale, i Dirigenti, i dipendenti ed i collaboratori tutti del gruppo Recordati partecipano al dolore della moglie Massimiliana e dei figli Lucia ed Alberto Giovanni in questo momento così triste per la scomparsa del Cavaliere del Lavoro Dott. Alberto Aleotti di cui ricordano la grande lungimiranza imprenditoriale ed il fondamentale contributo dato nell'affermazione dell'industria farmaceutica italiana nel mondo. - Milano, 7 maggio 2014. Giovanni, Alberto e Andrea Recordati sono affettuosamente vicini a Lucia e ad Alberto Giovanni nel ricordo del padre Cavaliere del Lavoro Dott. Alberto Aleotti uomo dalla forte carica umana e dalle grandi doti imprenditoriali. - Milano, 7 maggio 2014. Il Presidente Georg Schroeckenfuchs e il Comitato Esecutivo di Novartis in Italia esprimono profondo cordoglio per la perdita del Cavaliere Alberto Sergio Aleotti e ne ricordano la figura esemplare di imprenditore, che ha creato una realtà industriale di riferimento per l'intero settore farmaceutico e per l'economia italiana. - Origgio, 7 maggio 2014. Sanofi Italia, nella persona di Arturo Zanni, Presidente e Amministratore Delegato, unitamente al Consiglio d'Amministrazione e al Comitato di Direzione, partecipa con profonda commozione al lutto della famiglia e dei collaboratori di Menarini Industrie Farmaceutiche Riunite, per la scomparsa del Dott. Alberto Sergio Aleotti ricordandone la figura di imprenditore illuminato e indimenticabile Presidente. - Milano, 8 maggio 2014. Alberto Aleotti ricordandolo con stima e affetto.- Un ricordo struggente arricchito anche dai racconti del padre Fulvio Bracco, che nelle sue memorie, ha descritto la loro lunga conoscenza ai tempi di UNIF e di Farmunione negli anni '60.- Una frequentazione diventata poi amicizia e stretta collaborazione in tante battaglie, a iniziare da quella a favore dell'istituzione del brevetto. - Milano, 7 maggio 2014. Il Presidente Antonio D'Amato, i componenti del Consiglio Direttivo e tutti i colleghi della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, profondamente rattristati, partecipano al dolore dei familiari per la scomparsa del collega Cavaliere del Lavoro Alberto Aleotti protagonista dello sviluppo e dell'internazionalizzazione dell'industria farmaceutica italiana. - Roma, 7 maggio 2014. È mancato all'affetto dei suoi cari Rob Smeets Lo annunciano Bruna e Paul Smeets.- I funerali avranno luogo venerdì 9 maggio alle ore 11 nella Basilica di Sant'Ambrogio. - Milano, 7 maggio 2014. Partecipano al lutto: Marco e Caterina. Fiorenzo e Alessandro Cesati. Mario, Ruggero e Marco Longari. Sei stato il nostro orgoglio.- La famiglia Casati, cognati e nipoti ricordano con grande tenerezza Rob e abbracciano forte Bruna, Paul e famiglia. - Milano, 7 maggio 2014. Carlo Montanaro, abbraccia Bruna e Paul, ricordando un amico che sapeva riconoscere la bellezza Rob Smeets - Milano, 8 maggio 2014. Matteo e Lorenza Salamon sono vicini a Paul e alla sua mamma e partecipano al loro dolore per la scomparsa del papà Rob Smeets - Milano, 7 maggio 2014. Paola e Alberto con Alida, annunciano con immensa tristezza la scomparsa della amata mamma Luciana Pestarini Ne danno annuncio la figlia Yula con Mauro e Federico, la moglie Giorgia con i figli Alberto, Giulio, Enrico Gessner e le loro famiglie.- Il funerale si terrà venerdì 9 maggio, ore 11, chiesa Santa Maria Segreta. - Milano, 7 maggio 2014. Partecipano al lutto: Lucia e Antonio Lucchin. Elita Lucchin. Giulia Macchi. Alda Cammeo. Adriana Bassani. Dede Clerici. Anna Sandro e Lucia Radice. Gino Pettinaroli. Cici Zappa. Maria Teresa Schiatti. Marialuisa e Marco Pozzi. Carla e Alfredo Perotta. Sergio Farinelli e Viviana Brisighelli. Partecipano al lutto: Alberto, Claudie, Alex Cecchini. Luciana Pestarini - Milano, 7 maggio 2014. Luciana splendida amica, compagna di vita e di ricordi, quanto mi mancherai.- Laura Paola e Matteo ti avranno sempre nel cuore. - Milano, 7 maggio 2014. Grande dolore e costante ricordo per Luciana Wally. - Milano, 7 maggio 2014. Luciana ci hai lasciato ma rimane nei nostri cuori il ricordo di un'amicizia indimenticabile.- Ennio e Santina. - Milano, 7 maggio 2014. Rob Smeets - Milano, 7 maggio 2014. Rob Smeets - Milano, 7 maggio 2014. Bianca e Fabrizio sono vicini a Bruna e Paul con tutto il loro affetto nel ricordo vivissimo di Rob e abbraccia Paola e Alberto. - Milano, 7 maggio 2014. I colleghi delle Sezioni specializzate in materia di Impresa del Tribunale di Milano, i magistrati in tirocinio nonché il personale delle Cancellerie si stringono con affetto alla dottoressa Paola Gandolfi per la perdita della cara mamma Luciana - Milano, 7 maggio 2014. un amico speciale tanto amato per le sue grandi doti intellettuali e umane. - Milano, 7 maggio 2014. Con amicizia e rimpianto Paolo e Cecilia sono vicini a Bruna e a Paul nel dolore per la scomparsa di Rob Smeets - Milano, 7 maggio 2014. I colleghi della prima civile del Tribunale di Milano abbracciano Paola in questo triste momento per la scomparsa della mamma Luciana e sono vicini con tutto il loro affetto a Pucci e Yula. - Milano, 7 maggio 2014. Profondamente addolorati per la scomparsa del caro amico di sempre Vittorio Balbo Bertone di Sambuy con affetto siamo vicini a Pucci e Yula.- Marino, Franca, Cecilia, Marina. - Milano, 7 maggio 2014. Antonio e Mariacristina Delitala sono affettuosamente vicini a Pucci per la scomparsa del caro amico Vittorio Balbo Bertone di Sambuy - Milano, 7 maggio 2014. Federico con Gabriella e Valeria partecipa con profonda tristezza al dolore di Pucci per la scomparsa del caro amico Vittorio - Milano, 7 maggio 2014. I condomini e l'amministratore del condominio di via Leopardi 27 Milano sono vicini alla signora Giorgia per la perdita dell'amato Vittorio Balbo Bertone di Sambuy - Milano, 7 maggio 2014. Dopo lunga sofferenza è mancato Maurizio Massimo Frontini Con immenso dolore lo annuncia la moglie Laura con i figli Francesca e Riccardo.- Un particolare ringraziamento al Dottor Angelo Antonini e alla Dottoressa Maria Beatrice Pagani che lo hanno seguito con grande professionalità e al personale di Medicasa Italia specialmente nelle persone di Agata e Angelo che lo hanno assistito con dedizione donandogli cure, affetto e conforto.- Per volontà del defunto non fiori, ma offerte alla Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson.- Per il giorno e l'ora dei funerali si prega chiamare l'Impresa San Siro al numero 02.32867. - Milano, 7 maggio 2014. Piangono il caro Grazie per tutto quello che sei stato e per quello che per sempre sarai per noi.- I tuoi figli Carla e Francesco. - Milano, 7 maggio 2014. Gianna Ballabio Longoni La cerimonia funebre si terrà sabato 10 maggio alle ore 10 a Giussano (MB) presso la Basilica dei Santi Filippo e Giacomo in via Alberto da Giussano n. 27. - Milano, 7 maggio 2014. Partecipano al lutto: Marialuisa e Riccardo. La moglie Mariuccia, i figli Lino, Monica e Gloria annunciano con vivo dolore la scomparsa del loro beneamato marito e padre Erminio Molteni Le esequie verranno celebrate venerdì 9 maggio alle ore 14.30 presso la chiesa parrocchiale di Veduggio. - Veduggio con Colzano, 7 maggio 2014. Sorpresi dalla scomparsa dell'amico Carlo Magri Laura e Silvio Angeleri partecipano al dolore che ha colpito Liana ed il figlio Lucio. - Milano, 7 maggio 2014. Silvio Angeleri e la moglie Laura partecipano sentitamente al lutto della signora Bice per la scomparsa del marito Carlo Pollinini - Milano, 7 maggio 2014. Ciao Gianfranco Tarchini ci mancherai.- Flavio, Toni, Davide. - Milano, 7 maggio 2014. 8 maggio 2007 - 8 maggio 2014 A sette anni dalla scomparsa di Francisco Palau Dufour Annaclara, Emanuele, Roberta e Marzia con le loro famiglie, lo ricordano con immutato affetto e rimpianto. - Crans - Montana, 8 maggio 2014. 8 maggio 1996 - 8 maggio 2014 Ludovico Socci ti abbiamo nel cuore con l'affetto di sempre.- Giovanna e Fausta Socci. - Campobasso, 8 maggio 2014. Maurizio la sorella Renata e il marito Michele. - Milano, 7 maggio 2014. I cognati Patrizia e Franco e l'adorata nipote Federica si uniscono a Laura, Francesca e Riccardo nel dolore per la prematura scomparsa del caro 8 maggio 1984 - 8 maggio 2014 Giuseppe Rivabene Con immutato affetto i tuoi figli. - Milano, 8 maggio 2014. Maurizio RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano - Milano, 7 maggio 2014. Patrizia, Stefano, Elena e Axel, insieme alle loro famiglie partecipano sentitamente al dolore di Laura, Ricky e Francesca per la perdita del carissimo Maurizio - Milano, 8 maggio 2014. A papà Anna La famiglia Longoni annuncia con grande dolore la scomparsa di - Milano, 7 maggio 2014. Carlo Brivio L'Associazione Antiquari d'Italia partecipa con grande cordoglio al dolore della famiglia Smeets per la scomparsa dell'amico Rob Isabella con Roberta e Cinzia ricorda con tanto affetto la cara amica di sempre Luciana Marco Allevi, Lorena Bocchi e i collaboratori dello Studio Allevi partecipano al dolore dei familiari per la scomparsa del Dottor - Firenze, 8 maggio 2014. Partecipano al lutto: Susi e Piero Bellone. Giovanni e Giovanna Milanaccio. Marco e Valeria accomunando Mario e Fulvia abbracciano Laura, Corrado e Marina per la perdita di ricordando Libero e i molti anni di grande amicizia. - Milano, 6 maggio 2014. Luciana - Liscate, 7 maggio 2014. Ceccia, Marco e Fabio si stringono con affetto a Paola, Alberto e alla famiglia per la perdita della cara signora Annamaria Sarnari Pedol Vittorio Balbo Bertone di Sambuy Luciana Susanna e famiglia abbracciano con grande affetto Paola per la perdita della tanto amata mamma Si è serenamente spenta Lo annunciano addolorati i figli Laura con Franco, Corrado con Francesca, Marina con Michele, i nipoti Filippo, Flaminia, Francesco, Guia e Greta.- Il funerale venerdì 9 maggio, chiesa parrocchiale di Azzate (VA), ore 10.30. - Milano, 8 maggio 2014. Luigino e Vittoria con Antonella, Gilberto e Beatrice ricordano con grande rimpianto il carissimo amico di sempre Resterai sempre nel mio cuore sorella carissima.- Un forte abbraccio a Paola e Alberto.- Sergio con Livia, Andrea Chicca, Marcello Martina, Gabriella Nuccio. - Milano, 7 maggio 2014. Rob Smeets Marco e Monica Allevi si stringono commossi a Bruna e Paul per la perdita del Dottor Vittorio Balbo Bertone di Sambuy Un grazie particolare alla nostra cara Dottoressa Elia che fino all'ultimo l'ha curata con affetto e grande competenza.- Grazie anche ad Ala e Nina per l'assistenza affettuosa di questi ultimi anni.- Per informazioni sui funerali, 025513027. - Milano, 7 maggio 2014. Partecipiamo al dolore per la scomparsa di Siamo vicini a Bruna, a Paul e alla sua famiglia.Giovanni Boserio e Giovanna Ginex. - Milano, 7 maggio 2014. Il 5 maggio è mancato Diamante, Carlo, Alberto e Chiara si stringono con immenso affetto a Teresa, Giancarlo, Silvana e Antonella nel dolore per la perdita dell' Ing. Leonardo Carriero SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ - Milano, 7 maggio 2014. Partecipa al lutto: La famiglia Gaffuri Bologni. Tutta la famiglia Riva, addolorata, ringrazia coloro che hanno dimostrato, con la loro vicinanza, l’affetto e la stima che nutrivano per EMILIO RIVA Milano, 8 maggio 2014 Anna e Lucio Monaco si stringono commossi alla famiglia Carriero nel rimpianto dell'indimenticabile Leonardo Carriero nel ricordo di tante serate felici trascorse insieme. - Napoli, 7 maggio 2014. Il Dott. Giuseppe Conti è venuto a mancare all'affetto dei suoi cari.- Ne danno il triste annuncio la moglie Lina ed i familiari.- Le esequie si terranno oggi presso la chiesa della Natività di via Gallia a Roma alle 11. - Roma, 8 maggio 2014. TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: PER PAROLA: A MODULO: Corriere della Sera Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti:€ 540,00 Gazzetta dello Sport Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 53 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile !-+ 6 6?: :??9 6? :?!9 : :?? :?- :?:6 5 :?: 6?:?9 6? :?96 ! :?: 5 -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" ,3* 3&*,3>34& (2(8 .344&,* 4; 8;88, &( *,483, 4 "3*8*, (83 "&,3*8 ).&)*8 4,(""&8 4; 8;88 ( 3"&,*& 4,.388;88, ;* ;)*8, (( 8).38;3 &;3* 4.& =*3' 48,/ ;($ &48;3, &*83443 4,(8*8, & 488,3& (.&*& ,3&*8(& ,= & 43 0;($ 8).,3( & .44""&,/ ,)*& (;*' &( 8)., 8*3 "3;()*8 .""&,33 ,* *;& =& =& .&< &;4 8).,3(& &* =34, ( .&*;3 ( ,3/ ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" ,48 ,3&*, *,= ,(,"* ,) ).,44, / (3& 8*& &(*, 3*8, *>& 3&48 &3*> 3;"& *,* 10;&( .,(& 3& ,8*> 8 $-%( (3), ("$3, "(&3& ;3 & (& ,( ;=,(, ,.38, &,""& ,=4& ).,3(& = ,38, ,38 ,(8, ,38 (), %8 *,* ,48 3& ,(,"* ,(>*, 34& "(&3& ' )4 ' )4 ) ) ' 4; )/ 43 44 4; )' 4) 3*, &,""& %8 ' )) )4 )) )0 ) )' 44 44 4) 4) )' 43 ;=,(,4, 10;&( 44&* &(*, .,(& (& (3), ).,3( %"& %8 / ); )4 )0 )3 0 )3 )/ 44 43 )' 4; 43 43 ,.38, 3) 3;"& 43 &4 ,8*> / (3& &)&*& = %"& %8 )4 ); ); 0 )4 ' 4) ) 44 )' ) 43 44 ,=4& ,) ,3&*, 3*8, 3&48 &* *>& 3,* %"& %8 )) ) ) )3 )4 )4 )3 4) 4; )' 4; )/ 4; 4; Altri giochi su www.corriere.it Puzzles by Pappocom 4 1 7 6 LA SOLUZIONE DI IERI 1 6 9 7 4 3 5 8 2 7 2 3 5 6 8 1 4 9 2 8 4 1 9 7 6 5 3 5 9 7 4 3 6 8 2 1 6 3 1 8 2 5 9 7 4 4 5 6 3 7 9 2 1 8 3 7 2 6 8 1 4 9 5 "6 -$"&( -.6" - (&- %.2-% "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 (% -$$(& -" ".(& "-& 2& 5&"." $-" 9 1 8 2 5 4 7 3 6 $!" !&!" a 5,99 euro più il prezzo del quotidiano (#9( &(56- 9&9 !"( &2"( 7 (-# $ "-( & -&".( (. &$. .$& "% "-2 Da domani, in edicola con il Corriere della Sera, il primo dvd con il libro del nuovo corso avanzato di lingua English Express curato da John Peter Sloan. -. ((2 &#(# 5$ Da domani con il Corriere La prima uscita del nuovo corso English Express Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 8 4 5 9 1 2 3 6 7 2(($% (*&!& 5$"&( !"&( & Sudoku Diabolico 7 5 3 8 7 1 3 6 8 3 9 8 5 9 6 6 4 1 4 9 7 2 $."&#" .$( "%5-( "&88, %"& ).,44, 8*& 3,8,* ;*, &3*> *,= ).3& ,44, %"& ,( & *2&).,**8 3 & (8 .344&,* (2*8&&(,* (( >>,33 $ &*=4, & 488,3& ,&*8(& )&833*& ( *,483, ,*8&**8 "3*8*, ,4' ;* 8)., 48&( ).&)*8 4,(""&8, 4; "3* .38 2;3,./ ( (;44, .38;38, 8(*8&, .,38 (( .&,"" 4.34 4,()*8 4;( "*, *&8, ( 3*& 488*83&,*( 4;& 488,3& *83,%,3&*8(& 4;(( >,* (*&$/ "( &"-( 5&(. "-. "22 $ .."( "-(" (. 5& "22 $ *( Oggi su www.corriere.it I più letti Scienza Verso vita artificiale Truppe russe ai confini ucraini Esperimento negli Usa: creato il primo batterio con Dna espanso. Il giallo del ritiro Tecnologia Vitalizio in pensione 1 Miss a 41 anni: 5 mila € al mese «Valeria si vantava delle 2 mie doti amatorie» parla dopo 3 La15 Lewinsky anni di silenzio Montecarlo, spari contro 4 l’ereditiera Pastor, 77 anni via ingrediente 5 Coca-Cola, sospetto dalle bevande Alibaba in Borsa Il colosso cinese dell’ecommerce pronto a sbarcare a Wall Street. Salute Oms e rischi smog Metà popolazione mondiale esposta al doppio smog consentito. Putin (foto) ha dichiarato di aver ritirato le truppe russe dal confine ucraino. Ma gli Usa: nessuna prova. Tensione anche sul referendum separatista dell’11 maggio. 54 Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER DISTRARSI PER CAPIRE Aldo, Giovanni Nuovo talk: e Giacomo in scena conduce Innocenzi Stasera si ride con Aldo Giovanni e Giacomo (foto). Si tratta dello spettacolo teatrale dei record scritto e interpretato dal trio comico, che in dialetto siciliano letteralmente si traduce in «Spingi, mollica!», ed è un modo per dire «Forza, datti da fare!». Nello show, diviso per la tv in 3 appuntamenti in prima serata, Aldo Giovanni e Giacomo propongono nuovi sketch con personaggi strampalati e situazioni esilaranti. A fare da contrappunto a quanto accade in scena, alcune telecamere «nascoste» dietro il palco mostreranno il backstage dove succede di tutto. Al via oggi un nuovo programma di informazione, chiaramente costola di «Servizio pubblico». A condurlo c’è infatti Giulia Innocenzi (foto), giornalista «lanciata» da Michele Santoro, che introdurrà la puntata. Matteo Renzi è il primo ospite di questa trasmissione durante la quale 24 giovani si confronteranno tra loro e con il premier sui temi dell’attualità e della politica, a cominciare dalla questione dell’immigrazione e del proliferare di movimenti di estrema destra, antieuropei e antimmigrati. Presenti anche Travaglio e Vauro. Ammutta muddica Canale 5, ore 21.10 AnnoUno La7, ore 21.10 ,>Ó À>°Ì ,>Î À>°Ì ,iÌi{ Ì>>£ >Ç /Û i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ >Ç°Ì ÌÛ°Ì È°ää 1," 7-° ÌÌÕ>ÌD È°£ä 1 "// ° ÌÌÕ>ÌD È°Îä / £° *,6-" -1 6/ -6, ",/° È°{x 1 "// ° ÌÌÕ>ÌD ££°Óx 1 "// < ° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää *,"6 1" "° 6>ÀiÌD £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°£ä 6,//" ° ÌÌÕ>ÌD £x°Óä 6/ ,//° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi *>> *iÀi}] À>V >Ài° i «À}À>>\ ,> *>À>iÌ /ii}À>iÆ /} £Æ i Ìi« v> £n°xä ½,/° +Õâ -, Óä°ää /", ° Óä°Îä , /1"° 6>ÀiÌD Ó£°£ä ,"-" ,"° VÕiÌ Ó£°£x 1 " ° -iÀi° >v] i> 6ÕÌV] >Õi> À>` È°ää 1 -/, *, /° /v° È°{ä ,/"" -° ,>}>ââ° n°£x 1 1" <<"° -iÀi n°Îx -*,/ "1-76- -,/ 7-/, ° /v° £ä°ää /Ó -° ÌÌ° £ä°xä <" 1,"* Óä£{° -- 1/"-//° ÌÌ° ££°ää // 6"-/,° ÌÌ° £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä / Ó "-/1 -" /° ÌÌÕ>ÌD £Î°xä Îΰ ,ÕLÀV> £{°ää //" //"° ÌÌÕ>ÌD° £È°£x / "" 7° /v° £Ç°{x / Ó - °°-° £Ç°xä , / -*",/° £n°£x / Ó° £n°{x -+1, -* ", ££° /iiv n°ää ",° ÌÌÕ>ÌD £ä°£ä ,/,° ÌÌÕ>ÌD ££°£ä / Î 1/° ££°£x -,° ÌÌÕ>ÌD /" ΰ £Ó°ää / ΰ £Ó°Óx /Î 1", /° ÌÌ° £Ó°{x * +1"/ "° ÌÌÕ>ÌD £Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £{°ää / ,/ , /"° £{°Óä / ΰ /" ΰ £{°xä /, " ,"° ÌÌÕ>ÌD £x°ää / Î °°-° £x°äx /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £x°£ä /,, "-/, Ó° /iiv £È°ää -* ," ½/ Óä£{° Và £Ç°ää -*// " "° VÕiÌ £Ç°Óä "° VÕiÌ Ç°Óä 6 ° /v n°£x 1 /,° /iiv °{ä , ,° /iiv £ä°{x , // ½/ ° ÌÌÕ>ÌD ££°Îä / { /"°/ £Ó°ää / /6 ",-° /iiv £Ó°xx - ", "° /iiv £{°ää " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä 1, -/,//" Ó£° /iiv £È°Îx ,-+1° ÛÛiÌÕÀ>] 1Ã>] £ÈÈ® £n°xx / { /"°/ £°Îx -,/"° /iiÛi> Óä°Îä /*-/ ½",° ->« "«iÀ>° > -iivÀi`] -i ,ÌÃV iÀ] ÀV Ìi«v È°ää / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD n°ää / x // ° n°{x // " +1° ÌÌÕ>ÌD ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° /"°/ £Î°{ä 1/1° ->« £{°äx , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £{°£ä /"6/, ° ->« £{°{x 1" " ° /> Ã Ü £È°äx , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £È°£x -,/"° /iiÛi> £È°xx *"," +1° ÌÌÕ>ÌD £n°xä 6 / 1 /,"t +Õâ Óä°ää / x° /"°/ Óä°{ä -/,- "/< 6" ½,,1 <° /} ->ÌÀV° `ÕVi V>ÀÀ> i *Vi Ç°ää , -° -iÀi Ç°Îä 6 -/,° 6>ÀiÌD n°Îä 1, 7° 6>ÀiÌD °Îä " 6",,° 6>ÀiÌD £ä°Óä ,° "1- 6-" ° /iiv £Ó°£ä "//" /" 5 ", "° ÌÌÕ>ÌD £Ó°Óx -/1" *,/"° /"°/ £Î°äx -*",/ -/° £Î°{ä , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £{°ää , ,/" £Î 6° ,i>ÌÞ £{°£ä -*-" ° >ÀÌ £{°Îx ," ° >ÀÌ £x°Óä 6 -/,° 6>ÀiÌD £È°£x 1, 7° 6>ÀiÌD £Ç°£x " 6",,° 6>ÀiÌD £n°äx -*-" ° >ÀÌ È°ää / Ç° È°xx "6 -° ÌÌÕ>ÌD Ç°ää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD Ç°Îä / Ç° Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD ££°ää ½, /,° ÌÌÕ>ÌD £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/, - , - "° /iiv £È°{ä "--," ",,° /iiv £Ç°xx ½-*//", , 9° /iiv° iÌÌiÃ] >i 7Þ>À] >ÀÀÞ >Và Óä°ää / Ç° £Ó°Óä * \ 1"6 ° 6>ÀiÌD £Î°Óä , <" \ " </¶ 6>À° £{°£x - ,1-° -iÀi £x°£ä 7 ,° /iiv £È°ää / , ,- *-"° 6>ÀiÌD £È°xä / " Ó° 6>ÀiÌD £Ç°xä £È /° 6>ÀiÌD £°Óä ,/" ,9"\ ,/ *, -"° 6>ÀiÌD Óä°£x 7 ,° /iiv Óä°{ä 7 ,° /iiv Ó£°£ä ½", " "° i`>] 1Ã>] Óääx® Óΰää /-/" ° ÃiÀi Óä°Îä Ó£°ää Ó£°£ä Óΰ£x ÓΰÎä £°ää / ΰ / , /, /"° Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä 1 *"-/" -"° ->« Ó£°äx £Îc 1,,,"° ÛÛ°] 1Ã>] £®° ,i}> ` V/iÀ>° Ì >`iÀ>Ã] 6>`À Ó£°£x / ,° âi] 1Ã>] Óä䣮° ,i}> ` LiÀÌ *ÞÕ° -ÌiÛi -i>}>] ià ««iÀ] / -âiÀi° i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°Ì Ó£°£ä 1// 1 ° 6>ÀiÌD° ` >}] Û> -ÌÀÌ] >V *ÀiÌÌ Óΰää /,8° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÕV> /iiÃi £°Îä / x "//° /"°/ £n°Îä -/1" *,/"° /"°/ £°Óä °-° - , ° /iiv Ó£°£ä 7 "/, /1,° VÕiÌ° `ÕVi >iÌÌ> V}>] >ÀÌ ÞiÀà Óä°Îä "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ Ó£°£ä "1 "° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi Õ> Viâ Ó{°ää / Ç / -° ÌÌÕ>ÌD ÓΰÓä *",/ *",/° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕ 6ië> ä°xx / £ "//° £°Óx /*" ° £°Îä -"//"6" ° ÌÌÕ>ÌD £°äx , *, /" /", ° /" Ó° £°Óx ,//" -° /iiv° ,i Ài ÕV ÓÓ°xx +1 , *<<" ½/° , /1//" - ,//" ,6" -/,//° ÌÌÕ>ÌD Óΰ£x 1"6 - 1 /," "° 6>ÀiÌD ä°äx -,/° À>°] 1Ã>] ¼Ç®° ° À ÕÃi ,> -ÌÀ> ,> Õ« / Ó Óä°Îä° " \®° -iÀi 1 ° VÕiÌ>À / Ó° *5 , /1//° i`>] Ì>>] Ó䣣®° ,i}> ` >À 6Àâ° >Õ`> *>`v] iÃÃ>`À ,> À>°Ì >>ix Ó°ää -/,- "/< 6" ½,,1 <° /} ->ÌÀV Ó°Îx 1" " ° /> Ã Ü ä°Îx /,1 1-/ -//" 1,,° âi] 1Ã>] Ó䣣®° ,i}> ` 7>Þi ,Ãi° -ÌiÛi -i>}> £°£ä "6 -° ÌÌÕ>ÌD £°£x "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD £°xx " ,° ÌÌÕ>ÌD ii>Þ /6 £x°ää " 1*9 9° ÕÃV>i £È°ää 6 -- Ó° -iÀi £È°Îä 1", ,"° 6>ÀiÌD £È°xx 9 /° £Ç°ää 9 /-° Õð £n°ää /9° /iiv £n°xx 9 /° £°ää <," "1,° /iiv Óä°ää +1 "° 6>ÀiÌD ÓÓ°ää 9 / ° 6>ÀiÌD ÓΰÎä -° /iiv ä°Îä ", *-1° ÕÃV>i 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi Antonio Banderas spedito in esilio La vita e la carriera di Vasco Rossi ,>{ Nel X secolo dopo Cristo, il poeta Ahmed Ibn Fahdlan (Antonio Banderas, foto) ha una relazione con la moglie di un funzionario. Per questo viene esiliato nel Nord Europa. Il 13° guerriero Rai3, ore 21.05 Vasco Rossi (foto) raccontato attraverso i suoi successi ma descritto anche per il percorso di artista. Una carriera che poggia su temi portanti: rock, passione, malinconia e provocazione. Unici. Essere Vasco Rossi Rai2, ore 21.10 Da Myrta Merlino Gelmini e Civati Paola Marella in cerca di hotel Ospiti del programma condotto da Myrta Merlino Livia Turco, Mariastella Gelmini, Carlo Giovanardi, Pippo Civati, Manuela Repetti e il giornalista Tommaso Labate. L’aria che tira La7, ore 11 Paola Marella è alla guida di questo nuovo programma che aiuta a trovare l’hotel perfetto. L’agente immobiliare riceverà due richieste di aiuto da clienti con esigenze particolari. Hotel Cercasi Real Time, ore 22.10 Ç°ää Ç°{ä °£x £ä°ää £ä°{x ££°Îä £Î°ää £Î°{x £{°Îä £x°Óä £È°ää £È°xä £Ç°{ä £Ç°{x £°Óä Óä°£ä Ó£°ää Óΰäx Óΰxä ä°Îx ,>x À>°Ì À>°Ì ,/ ° -iÀi -/,° -iÀi ," ""° -iÀi *,6/ *, / ° -iÀi ,"/,- --/,-° -iÀi -/,° -iÀi -*" /° -iÀi *,6/ *, / ° -iÀi ,"/,- --/,-° -iÀi äÓ£ä° -iÀi 6," ,-° -iÀi ," ""° -iÀi , 7- ", "° -/,° -iÀi 8 ° -iÀi ,"-° -iÀi 1,"6-" -" " /-/ Óä£{ - ° 6>ÀiÌD -1*, /1,° -iÀi -1*, /1,° -iÀi -7", ,/ " ° /iiv £n°äx , 7- ", "° £n°£ä 6 //, -"7° /> Ã Ü £°ää *,""6° ÕÃV> £°{x 1-",-° ÕÃV> Óä°Îx *--*,/"1/° ÌÌ° Ó£°£x *,/1, -" /, <" ," /", " Óä£{° VÕiÌ>À £n°£ä , x{° VÕiÌ £n°{ä ", " -/",° VÕiÌ £°£ä 6,/ //", ", "° VÕiÌ Óä°Îä /*" -/",° VÕiÌ Ó£°£x ° °° ° VÕiÌ Óΰ£ä 1" -/,"-° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £n°£ä £n°xx £°{ä Óä°£ä Ó£°£ä /"*<"° /iiÛi> * 6/° /ii° /-"° ->« ," 7"° -iÀi 1 , *,- / ,9 - ,° ÌÌ° Ó£°£x 6,' 6 //° Óΰää /1// *<< *, ",° -iÀi À>°Ì £Ó°Óä £{°äx £x°xx £Ç°{ä £Ç°{x À>°Ì *,° "6 ° ," ° , 7- ", "° / ,° £°Óx *--" ° Ó£°£x 9 +1-/ 6/° Óΰ£ä , " " ° ÌÌÕ>ÌD À>°Ì ,i> /i Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` `>Ý°Ì V>ÃÃ°Ì >Ç°Ì £n°{x "1- " 1-° /iiv £n°xx "1- " 1-° /v £°Îä 6"//° /iiv Óä°Óä / ,1-° /v Ó£°£ä 7 8 1° >ÀÌ ÓÓ°Óx 1 1 * ° Óΰ£x 1"6 66 /1, */, * ° >ÀÌ £n°Îä "/" ° ÌÌ° £°Óx -/ ,9° ÌÌ° Óä°Óä "-- /",/° ÌÌÕ>ÌD Óä°{x "-- /",/° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä 8/, "6,\ " /" -1, ° ÌÌÕ>ÌD £Î°{ä -/,//" *"<° -iÀi £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°Îä / -*",/° ÌÌÕ>ÌD £Ç°ää --,° ÌÌ° £n°ää -," ° -iÀi Óä°{ä -/,//" *"<° -iÀi ÓÓ°Îä " - "° ÌÌÕ>ÌD £Ç°{x *,"*,/9 7,-° V° £n°Îx *,1/"¶ 6 1/"t VÕiÌ>À £°Îä , /1// "-/° V° £°xx , /1// "-/° V° Óä°Óä " *1 ° VÕiÌ>À Ó£°£ä /8- /,< ° ÌÌ° ÓÓ°ää ½1""° £Ç°äx " /" -*"-° VÕ,i>ÌÞ £n°ää / ,° "< -"7° 6>ÀiÌD £n°xx / Ç° £°ää "" ° ÌÌ° £°£ä 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä 6-" ,, ° /> ÓΰÓx / ,° "< -"7° ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì Àði`>ÃiÌ°Ì ViÌÛ°Ì i`>ÃiÌ°Ì £n°{x **° >ÀÌ £n°xx "9° >ÀÌ £°£ä - * / 6®° >ÀÌ £°Îä "//",-- *1 ° >ÀÌ £°xä ,/" " < "° >ÀÌ Óä°£ä *** *° >ÀÌ Ó£°Óä * "" , " "9° >ÀÌ £Î°Îx 1 ° £x°Îx - ", +1 *° £Ç°Ón 1 "- " /," *" ° £°ÓÇ /° /iiv Óä°£Ó <<,° /iiv Ó£°äÓ 9,° Óΰ£Ç --" t ÌÌ° Óΰ{Î " / ,-/"° Ó°£n ½ " /° £È°£x ,/ ,° 6>ÀiÌD £Ç°£x 6 / *"--° 6>ÀiÌD £n°ää 19 E - ° VÕiÌ>À £°£x , 1"° V° Óä°£x , ° 6>ÀiÌD Ó£°£ä ,",° âi] 1Ã>] ÓääÓ® £n°£x 8/, "6, " /" ° V° £°Óä ° /iiv Óä°£x "* -* ° -iÀi Óä°Óä 1 *, ° /iiv Ó£°£ä " -° Óΰ£ä "* -* ° -iÀi Óΰ£x " "1/° ,i>ÌÞ ÌÛÓäää°Ì Óä°Îä 1", ", "° ÌÌ° Óä°xx -,/ -* 6 / 6, +1-/" -*// ""° 6>ÀiÌD ÓÓ°Îx 1 -,/ 6,- 1" -, " ** , - "° ,i}i Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014 55 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Toni Servillo giornalista da Oscar Jep Gambardella (Toni Servillo, foto) è un giornalista che si muove tra cultura alta e mondanità in una Roma che non smette di essere meravigliosa e decadente. Oscar 2014 come miglior film straniero. La grande bellezza Premium Cinema, ore 21.15 Il destino è contro Damon e Blunt -Þ i> £ä°£ä -, / ½VÕ «iÃVi "ÃV>À Ûii ÃV>L>Ì «iÀ Õ ÃV>>õÕ>° `½>>âi\ Õ> «>À`> ÃÕ> >v>° -Þ i> >Þ ££°Óx " -" /" >Ài] Ì` i ÌÀÛiÀÃ] >ÀÀÛ> Õ> ÕÛ> ÃVÕ> `Ûi à > Li> -> i ÃÕ vÀ>Ìi>ÃÌÀ *>ÌÀV } vvÀ >Vâ>° -Þ i> £ £Ó°äx "-" " Õi }Û> Û>}>L`] à i Vi] Ì>> Õ vÀ>ViÃi i] à >À> `ÕÀ>Ìi n ` iÛ> > Õ V`iÌi v> Û>V>Ài° -Þ i> *>Ãà £Î°£x , / 1 iÝ V>V>ÌÀi V>`ÕÌ `Ã}À>â>] ViÀV> ` ÀiÌÌiÀà ÃiÃÌ >i>` > õÕ>`À> V>i V«ÃÌ> «iÀ «Ù `> «iÃV>ÌÀ° -Þ i> £ £{°Óx -"//" - " *, "" /iÀâ >`>ÌÌ>iÌ ` Õ LiÃÌ ÃiiÀ ` / >VÞ >ÕÌÀi ` º >VV> > "ÌÌLÀi ,Ãû i ºV ` «ÌiÀi»®° *ÀÌ>}ÃÌ> ° À`° -Þ i> >Ý £x°ää 6" " > ÀViÀV> `i½VV>Ãi `i> ÛÌ>] >ÀVi >«Ài Õ½>}iâ> vÕiLÀi Õ «>ià «Õ}iÃi ` ÕÌÀ>Û>Ìi°°° -Þ i> £ £È°äx ½", ---- 1½ÀV> Ãi}Õi Õ «iÃV iÀiVV }Õ`>Ì `> -«ÀÌ £Ç°Îä £n°äx £°ää Ó£°ää V>«Ì> ,° >ÀÀî i `> Õ½iÌ}>° ° iÀi i ° ,>«}° -Þ i> >ÃÃVà / "" , *iÀ Õ> }Û>i ViÃÃ> ° ÃÌ®] > Ì> `i> ÛÌ> ` «ÀÛV> m à >««>ÀiÌi° i`> `i ÓääÓ° -Þ i> *>Ãà - -// , ` ` -L>` ÃiV` > VÀi>ÌÛÌD `i} >>ÌÀ `i> Ài>7Àð *iV> `½>>âi° -Þ i> >Þ ", // V>à ` Õ>> }>À] V i «iÀ £Ç > > `Ûà ½Ì>>] À>VVÌ>Ì >ÌÌÀ>ÛiÀà ÌÀi `ÛiÀà «ÕÌ ` ÛÃÌ>° ,i}> ` ° iVV ° -Þ i> ÕÌ °°° 1-/< *, /1// *>V ÌiÀ«ÀiÌ> Õ >ÛÛV>Ì Ìi}iÀÀ° 1 }Õ`Vi V i`i ÃÕ >ÕÌ «iÀ Õ> V>ÕÃ> ` ÃÌÕ«À° -Þ i> >ÃÃVà 6 /1, ÃÌ>Ìi `i £nÇ\ >ià Ài> ° ÃiLiÀ}® > ÌiÀ>Ì } ÃÌÕ` i ViÀV> Õ >ÛÀiÌÌ iÃÌÛ° ½iëiÀiâ> v>ÀD >ÌÕÀ>Ài° -Þ i> ÕÌ " 6" "t >] >] à ÌÀ>ÃviÀÃVi Õ> ÕÛ> VÌÌD i Ã}> ` ÌÀÛ>Ài Õ½>V> V VÕ V`Û`iÀi ÌÕÌÌ° /ÀÛiÀD ] i>À}>Ì> `> ÌÕÌÌ° -Þ i> >Þ 9 -* 7 1" 1> >`Ài Ã}i ÃÌ>V> i ÃÀiÃÃ>Ì> `iV`i ` «Ài`iÀà Õ> Û>V>â> Õ ViÌÀ LiiÃÃiÀi Ãii >> v}>° À> Õ VÕL° -Þ i> >Ý -// // /À>ÌÌ `>½>ÕÌL}À>v> ` iÀV >ÀÀiÀ] m > ÃÌÀ> `i½VÌÀ ÌÀ> ÃV>>ÌÀi >ÕÃÌÀ>V À>` *ÌÌ® i >> >>° -Þ i> *>Ãà ӣ°£ä - - «>ÃÌÀi iÃà ° Lî] Ûi`Û] V v} >LÌ> Õ> v>ÌÌÀ>° -Õ ÌiÀÀi >««> ÃÌÀ> ViÀV °°° +ÕÌ v ` ° } Ì - Þ>>>° -Þ i> £ " -*6 /*--, 1> >`Ài Ã}i iÃ>ëiÀ>Ì> `i½iiÃ> ÃëiÃi ÃV>ÃÌV> `i v}] VÃÌÀ}i > v>À `> L>LÞÃÌÌiÀ > v} `i ÛV ` V>Ã>° -Þ i> Ìà ÓÓ°{x , 1 *" +1//," <* « > ÀÌi `i «>«D] à ÀÌÀÛ> ÃÀÀà à }À>âi >½VÌÀ V Õ``Þ] Õ V>i À>`>}° -Þ i> >Þ Óΰäx - 1 >`iÃViÌi à ÃÕ> i> V>Ã> ` Õ ÃÕ V«>} ` ÃÌÕ`° *ÀÛV iÀD Õ> ÃiÀi ` VÌÀ>L iÛiÌ° -Þ i> £ £{°ää -"\ Çc ," ½/ ÕÀëÀÌ £x°ää -"\ <,"1 ", - { À ` ÕiÀµÕi° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £È°Îä "\ /, -iÀi -Þ -«ÀÌ £ £Ç°ää -"\ Çc ," ½/ vviÀÌ> ÕÀëÀÌ £n°ää 9 / E - 9>V Ì E -> £°ää "\ *,", £Ó >}>âi ,>` Ì Ì i Óä£{ 7À` Õ« ,>-«ÀÌ £ Óä°Îä ,19\ -1*, £x /-Þ -«ÀÌ Ó Óä°xx *6""\ *9 " , x >«>Ì Ì>> >ÃV i Óä£ÎÉÓä£{ ,>-«ÀÌ £ Ó£°ää / -\ -9 -/1" ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ Ó Ó£°£x "\ 9 ,9>V Ì E -> Ó£°Îä / -\ /,<" /1, "° ---" -, /* 7À` /ÕÀ >ÃÌiÀà £äää >`À`° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ Ó ÓÓ°{x "\ 16 /1- / / -iÀi -Þ -«ÀÌ £ / 7", 1* Óä£Ó 9>V Ì E -> ÓΰÎä -"\ <,"1 ", - { À ` ÕiÀµÕi ÕÀëÀÌ -/\ 7- /" *>Þvv -Þ -«ÀÌ Ó Un giovane politico in ascesa (Matt Damon) si innamora di una ballerina (Emily Blunt, foto con Damon) incontrata per caso. Ma oscure forze sembrano opporsi alla loro relazione. I guardiani del destino Cinema Energy, ore 21.15 Hill studente sospeso fa il babysitter Sospeso per un semestre dall’università, Noah (Jonah Hill, foto) è costretto a tornare a casa. Per dare una mano alla madre, si troverà a fare da babysitter ai figli del vicino di casa e... Lo spaventapassere Sky Cinema Hits, ore 21.10 -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £{°ää 1" ",/1 ,t ÃiÞ >i £x°ää 7/ "9- ,> Õ« £È°äx , Ý £Ç°ää 1 " ÃiÞ >i £n°äx 1 *, Ý vi £°ää "-/ 7-*,, Ý vi Óä°ää /1 , Vi`i Ó£°ää °-°° Ý Ài 7 , Ý - Ý vi ÓÓ°ää /- ÃiÞ >i ," -" Ó Óΰ£x ," -" Ó Óΰxä / /",9 Ý ä°äx ," -" Ó ä°Îx °-°° Ý Ài £ä°{ä £Ó°£ä £Ó°Óx £Î°Óx £Î°Îx £È°äx "9 // - , i`à £È°{x / "" 9 /1 - -"7 iÀ>} £Ç°£ä 9 // *" 9\ ½ < iÀ>} £n°£x *"" 89 Ó £°äx ,9 Ó Óä°ää 6 /1, / >ÀÌ iÌÜÀ Ó£°äx 7 9 , - ",- *<< iÀ>} Ó£°£ä "9 // - , Ó 7 8 1 ,> Õ« Ó£°£x / ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ Ó£°xx - ""9"" 9-/,9 ° iÀ>} £{°£ä /", >Ì> i}À>« V £x°£ä /-", ÃÌÀÞ >i £È°äx // -,/ ÃÌÀÞ >i £Ç°ää -/", ½1 6,-" ÃÌÀÞ >i £n°ää ÃÌÀÞ >i £°ää , ÃÌÀÞ >i Óä°ää , +1//," ,1"/ ÃVÛiÀÞ >i Ó£°ää /"* , ÃVÛiÀÞ >i , ÃÌÀÞ >i ÓÓ°ää -/ "1 ÃVÛiÀÞ >i Óΰää " //" ÃVÛiÀÞ -ViVi -7* *"* ÃÌÀÞ >i £n°xn "1 ° *ÀiÕ i> £°Ó 1," ",,° /iiv " £°Î{ / 6*, ,-° /iiv 9 Óä°Óä 1," ",,° /iiv " Óä°Ó{ / 6*, ,-° /iiv 9 Óä°{ä "- 1*° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°äÎ +1 "° - Ü " Ó£°£x , <<° *ÀiÕ i> Ó£°£x -1/-° /iiv " Ó£°£x / 6*, ,-° /iiv 9 Ó£°£x / ",- ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äx , 1° /iiv 9 ÓÓ°äÈ ---° /iiv " ÓÓ°xä "7 1/° /v -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £{°£ä £x°£ä £Ç°£ä £°£x £°{ä Óä°£x Ó£°ää Ó£°£ä Óΰää Óΰäx Óΰ{x /1//" 1 " -Þ 1 / "*,¶t , 1" -Þ 1 " -Þ 1 6-/ -*"- " /," -1" , " -Þ 1 -/, 1- -Þ 1 , ,*," <"" i`à 6-/ -*"- " /," -1" , ½1"" - -Þ 1 , 1" -Þ 1 ½- / / -Þ 1 11/", -, ½- / / -Þ 1 *" ½ // -Þ 1 /"1, ÃiÞ >i , /,"*"/ A fil di rete di Aldo Grasso Storie di sopravvissuti Un format neo-realista S u Rete4 torna «Alive – Storie di sopravvissuti», il format di Simona Ercolani in cui si raccontano le storie di chi ce l’ha fatta. Con testimonianze dirette e reportage inediti, vengono mostrate le vicissitudini di chi è sopravvissuto, contro ogni previsione, in situazioni ad altissimo rischio. (Rete4, martedì, ore 21.15). A condurre questa saga di scampati, Vincenzo Venuto (quello di «Missione natura» su La7). Per tanti motivi, «Alive» è un frammento della vecchia Rai3 di Angelo Guglielmi. Ricorda molto «Ultimo Vincitori e vinti minuto» di Maurizio Mannoni e Simonetta Martone, il quale, a Maurizio sua volta, era ispirato a un celeCrozza bre programma in onda sulla Crozza live Cbs dal 1989, «Rescue 911», che batte ha dato origine a trasmissioni Benigni. omologhe in varie emittenti euRai3 supera Canale 5 ropee («La nuit des héros» su grazie al consueto France 2, «Les marches de la appuntamento del gloire» su Tf1 e «999» trasmesso martedì con «Ballarò», dalla Bbc). «Ultimo minuto» di Giovanni Floris, proponeva, attraverso ricostruaperto da Maurizio zioni filmate, le storie di persoCrozza: per 3.014.000 ne in pericolo di vita salvate in spettatori, e una extremis dall’intervento dei socshare dell' 11,9% corritori. Faceva parte di quella poetica «neo-neorealista» che Roberto tanto piaceva a Guglielmi. Benigni Qui, la storia più interessante Benigni è quella di Davide Caricato, 15 superato anni, intrappolato tra le rocce da Crozza del fiume per oltre un’ora, salvaLive. Filmissimo in to dai Vigili del fuoco dopo lunprima generalista per ghi tentativi. La suspense nasce, Canale 5: viaggio ovviamente, dalla costruzione di romano di Woody Allen un racconto capace di mescolacon Roberto Benigni. re filmati originali e ricostruzioPer «To Rome with ni ad hoc. È l’estate del 1995, alLove» 2.867.000 cuni ragazzi si bagnano in un spettatori, 11,6% torrente vicino a Bologna, uno di share di loro non riesce più a uscire dall’acqua… Sua madre, anni prima, è morta annegata in mare. Salvato, il ragazzo ha ancora voce per dire grazie, ripetutamente. Oggi ha 34 anni e fa il magazziniere. Dal resto del mondo, infine, documentari Bbc e National Geographic danno conto di altre storie vere di salvataggi, di prove di coraggio, di situazioni cui sopravvivere sembra impossibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv Il destino degli uomini i`>ÃiÌ *ÀiÕ deciso a testa o croce Llewelyn Moss (Josh Brolin), saldatore texano reduce del Vietnam, si imbatte in un regolamento di conti per una partita di droga. Per i fratelli Coen quattro Oscar nel 2008. Non è un paese per vecchi Sky Cinema Cult, ore 22.50 £{°Ó 9 9° 9 £{°{Ó +1 "° - Ü " £{°xÎ ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°{{ ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°xä / , --,¶° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £x°xÎ " ° *ÀiÕ i> £È°äÇ 1 *, ° /iiv 9 £È°{ä - " -1"° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £È°xn ° /Û 9 £n°Óä *," / , / £° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°{È ,/ " 8° /iiv 9 £n°xx *,<<" "97""° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°xÇ *½ /1 ° /iiv 9 Óΰää "7 1/° /v -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Óΰ£x ½ " ," ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Óΰ{Ó " 6/° *ÀiÕ i> Óΰxä , *, ° /iiv 9 ä°ÓÈ ,° "1- 6-" ° /iiv " ä°{Ó *, /""° /iiv 9 £°£Î ,° "1- 6-" ° /iiv " £°ÎÎ / ", -° /iiv 9 £°Îx "7 1/° /iiv -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°xä ,"* -89° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°xn -* "° ,ÕLÀV> " Ó°Óx / ", -° /iiv 9 56 italia: 51575551575557 Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera