Veglia nella notte del S. Natale 2012 Una notte di Fede: “Vi annuncio una grande gioia” Il Santo Padre ha dedicato quest'anno liturgico alla Fede e noi in questa veglia che precede la S. Messa di Natale vogliamo rafforzarla, prendendo esempio non dai grandi santi o dalla Sacra Famiglia, ma da persone che come noi erano, al tempo della nascita di Cristo, persone semplici e normali: i pastori che primi accorsero alla grotta dove Gesù appena venuto al mondo giaceva. Canto d'inizio 76 (finito il canto salgono i lettori) C: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. A: Amen. C: Il Signore sia con voi A: E con il tuo spirito Si recita a cori alterni. S1 Dammi Fede, o Signore per credere che anch’io sono tra il tuo Popolo in cammino verso l’eternità che anch’io formo la Chiesa, S2 la Chiesa che ha bisogno di perfezionarsi in me che deve divenire salvezza per gli altri che deve presentare il tuo Volto nel mio che deve dire la tua Parola con la mia. S1 Portami ad una Fede matura, Signore, come quella di Abramo: ferma e dignitosa per abbandonarmi al mondo dei tuoi pensieri anche se in contrasto coi miei anche se non condivisi dagli altri. S2 Portami ad una Fede matura, Signore, come quella della Vergine: semplice e operosa per accogliere la tua Parola anche quando è troppo nuova per apprezzarne subito il valore anche se troppo improvvisa per orientare subito la mia personalità. S1 Dammi la Fede di Tua Madre, Signore per servire i bisognosi che incontro, con sollecito intervento con premurosa attenzione con disinteressata accoglienza. S2 Portami ad una Fede matura, Signore, come quella di Pietro peccatore: spontanea e fiduciosa per non scusare il mio peccato per cercarti dopo l’ennesimo come dopo il primo con la volontà di chi ha capito di chi vuole ricominciare il cammino con Te. S1 Offrimi questa Fede, o Signore anche se non ne sono degno anche se temo per la mia superficialità. S2 Donami questa Fede, o Signore perché ho bisogno di Te perché non posso fare a meno di Te perché voglio rimanere con Te. Ascoltare l'annuncio In una notte stellata i pastori stavano pascolando i loro greggi come sempre, quando apparve difronte a loro una moltitudine celeste. Chiunque tra noi sarebbe stato sconvolto da una tale visione, e forse sarebbe fuggito, ma i pastori del Vangelo restano e ascoltano quello che gli angeli gli annunciano. A volte per noi la Parola di Dio è come quella moltitudine, troppo grande e perciò tendiamo a fuggire da essa. Invece come ci indica San Giovanni Piamarta nei suoi scritti dobbiamo essere pronti ad accogliere questa grande gioia che è il fondamento della nostra Fede. S1 Avere lo spirito di fede significa gli onori, le sofferenze, le umiliazioni, la povertà, la ricchezza, in breve, tutte le cose non con la luce della nostra intelligenza né' al falso bagliore delle massime del mondo, alla luce delle verità rilevate, Vivere di fede significa apprezzare le cose secondo la stima che Dio ha sopra le cose e conformarvi sopra la nostra condotta. S2 A ciascuno il suo: ai tecnici spetta di illuminare sulle competenze professionali, mentre ai formatori religiosi spetta l’illustrazione delle realtà eterne. Dobbiamo aver fiducia nella ragione e nella volontà umana rafforzate dalla Grazia, per rispettare la creazione che non viene cancellata, ma elevata, dal Dio redentore. Se i due piani vanno distinti, non vanno opposti, per non dividere fede e ragione, come vorrebbero coloro che in nome della ragione vogliono cancellare la fede. L’educazione è fatta anche di equilibrio, di buon senso, di gradualità, di fiducia nelle potenzialità del giovane quando è sorretto dalla grazia del Signore, di paziente attesa. È una vera arte, dove il meglio astratto è nemico del bene concreto. L La festa del Natale non è solo una festa di “memoria” destinata a richiamarci i benefici della venuta di Gesù tra noi, ma è anche una rinnovazione di quel fatto. “Voi, o mio Gesù, volete nuovamente nascere e non più nella mangiatoia, ma nei nostri cuori”. Prepariamoci come hanno fatto i pastori che sono andati alla grotta “alacri e frettolosi” e cerchiamo di avere le loro stesse disposizioni. L'effetto di questa venuta è contenuto nelle parole di S. Paolo: “Non sono più io che vivo, ma è Gesù che vive in me”. Natale è Gesù che nasce in me. Canto 48 S2 R. Beato l'uomo che spera nel Signore S2 Ho sperato: ho sperato nel Signore ed egli su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido. R S2 Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, lode al nostro Dio. Molti vedranno e avranno timore e confideranno nel Signore. R A: Beato l'uomo che spera nel Signore S1 S1 Mi ha tratto dalla fossa della morte, dal fango della palude; i miei piedi ha stabilito sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi. R Beato l'uomo che spera nel Signore e non si mette dalla parte dei superbi, né si volge a chi segue la menzogna. R La gioia della Fede Gli angeli indicano ai pastori una grotta, una umile grotta ed una mangiatoia in cui dovrebbero trovare il neonato Messia. Il Messia grandioso e potente per il popolo d'Israele adagiato tra la paglia?! Doveva essere una cosa assolutamente impensabile per chiunque in Israele, ma i pastori si fidano, hanno fede negli angeli. Così anche noi dovremmo imparare a fidarci di Dio in ogni momento, e fare come Egli dice, partendo dalle piccole cose, come ci ricorda il Cardinal Martini. L Così noi ricordiamo ciò che è stato vissuto 2012 anni fa e ciò a cui siamo chiamati: anche noi dobbiamo vivere questa singolare mescolanza di terra e di cielo, di causalità fisiche predeterminate e di amore sconvolgente, di oscurità e di luce, di sussurro appena accennato e di voce che grida dall'alto. È il mistero della nostra fede, che noi proclamiamo come cristiani: nelle cose piccole si rivelano quelle grandi, nella piccola ostia è presente il Figlio di Dio, nel calice è presente il sangue di Gesù, nella comunione eucaristica che riceviamo, Dio ci abbraccia e ci viene incontro, nella malattia che ci fa soffrire e nella morte che ci spaventa c'è la presenza misericordiosa del Figlio di Dio che ci invita a entrare con lui nel suo Regno. In tutte le circostanze, anche fastidiose, della vita quotidiana, attraverso le incomprensioni, le malattie, la ripetitività e la monotonia della vita, c'è sempre l'aspetto dell'amore, della gioia, dello Spirito Santo, dell'apertura del cuore. La scorza che chiudeva il mondo come nel buio si è spaccata, la luce di Dio è penetrata in tutte le realtà, in ogni meandro dell'esistenza umana. Così noi possiamo vivere una vita diversa, più alta e più degna di figli di Dio, grazie all'evento di 2012 anni fa, che riviviamo come se avvenisse adesso, perché adesso nasce per noi nell'Eucaristia, nella Parola, nella grazia dello Spirito Santo, Gesù bambino; nasce nei nostri cuori, nelle nostre famiglie e nella nostra Chiesa, per nascere nella nostra città, nel nostro mondo occidentale inquieto, speranzoso, alla ricerca di una nuova libertà di espressione, di una nuova fraternità tra i popoli, di una nuova pace. Nasce per questa Europa la parola di speranza:«Ecco vi è nato oggi un Salvatore che è il Cristo Signore». Canto 56 S2 R Ecco, Signore, io vengo S2 Quanti prodigi tu hai fatto, Signore Dio mio, quali disegni in nostro favore: nessuno a te si può paragonare. Se li voglio annunziare e proclamare sono troppi per essere contati. R A: Ecco, Signore, io vengo S1 Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto. Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa. R S2 Allora ho detto: «Ecco, io vengo. Sul rotolo del libro di me è scritto, che io faccia il tuo volere. Mio Dio, questo io desidero, la tua legge è nel profondo del mio cuore». R Testimoniare la gioia. L'angelo ha un ultimo compito d'affidare ai fedeli pastori, andare e annunciare a tutti che il Messia è giunto. E così essi fanno, festanti. Anche noi, come loro, abbiamo il compito di portare la nostra fede a tutti coloro che incontriamo, attraverso la nostra gioia. Il Santo Padre Benedetto XVI ci ricorda che la gioia è da condividere, e così la Fede, che è la vera gioia. L La Chiesa ha la vocazione di portare al mondo la gioia, una gioia autentica e duratura, quella che gli angeli hanno annunciato ai pastori di Betlemme nella notte della nascita di Gesù: Dio non ha solo parlato, non ha solo compiuto segni prodigiosi nella storia dell’umanità, Dio si è fatto così vicino da farsi uno di noi e percorrere le tappe dell’intera vita dell’uomo. Questo amore infinito di Dio per ciascuno di noi si manifesta in modo pieno in Gesù Cristo. In Lui si trova la gioia che cerchiamo. Nel Vangelo vediamo come gli eventi che segnano gli inizi della vita di Gesù siano caratterizzati dalla gioia. Quando l’arcangelo Gabriele annuncia alla Vergine Maria che sarà madre del Salvatore, inizia con questa parola: «Rallegrati!». Alla nascita di Gesù, l’Angelo del Signore dice ai pastori: «Ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore». E i Magi che cercavano il bambino, «al vedere la stella, provarono una gioia grandissima». Il motivo di questa gioia è dunque la vicinanza di Dio, che si è fatto uno di noi. La prima causa della nostra gioia è la vicinanza del Signore, che mi accoglie e mi ama. Cari amici, per concludere vorrei esortarvi ad essere missionari della gioia. Non si può essere felici se gli altri non lo sono: la gioia quindi deve essere condivisa. Siate dunque missionari entusiasti della nuova evangelizzazione! Portate a coloro che soffrono, a coloro che sono in ricerca, la gioia che Gesù vuole donare. Portatela nelle vostre famiglie, nelle vostre scuole e università, nei vostri luoghi di lavoro e nei vostri gruppi di amici, là dove vivete. Vedrete che essa è contagiosa. E riceverete il centuplo: la gioia della salvezza per voi stessi, la gioia di vedere la Misericordia di Dio all’opera nei cuori. La Vergine Maria vi accompagni in questo cammino. Ella ha accolto il Signore dentro di sé e l’ha annunciato con un canto di lode e di gioia, il Magnificat: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore». Canto 66 S1 R. Gioiscano in Te quanti ti cercano A: Gioiscano in Te quanti ti cercano S1 Ho annunziato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi, non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai. R S2 S1 Non ho nascosto la tua giustizia in fondo al cuore, la tua fedeltà e la tua salvezza ho proclamato. Non ho nascosto la tua grazia e la tua fedeltà alla grande assemblea. R Esultino e gioiscano in te quanti ti cercano, dicano sempre: «Il Signore è grande» quelli che bramano la tua salvezza. R C: O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine, e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti, fa' che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A: Amen. C: Benediciamo il Signore A: Rendiamo grazie a Dio In questi attimi di attesa è lasciato spazio alla meditazione personale e silenziosa con l'aiuto dei testi appena letti e della preghiera del Cardinal Martini che abbiamo deciso di donarvi. Scritto solo sul libretto: Donaci, o Padre, di accogliere il tuo Figlio che nasce per noi con la semplicità dei pastori, con la gioia di Maria, con l'umiltà di Giuseppe, con l'attenzione e la ricerca dei magi, con l'amore con cui i primi e le prime credenti lo hanno accolto, perché anche nella nostra vita il miracolo del Natale si rinnovi e splenda su di noi la stella della speranza della beata immortalità che oggi ci è stata rivelata e che si manifesterà un giorno al termine di questa nostra storia, quando tutto riceverà il suo senso e ogni cosa avrà il suo posto e la sua pienezza nella gioia del regno di Dio. Il Natale pur nella tristezza dei tempi - C. M. Martini