Noi giovani social,
ma la vita è altro
I
Scribo Ergo Sum
Direttore
Arianna Montesi
Vice direttore
Diletta Gaffi
Redazione
Andrea Albertini, Luca Bernardini, Camilla
Brozzi, Riccardo Buzzi, Lavinia Ceci, Elisabetta
Cisterna, Angelica Colletti, Agnese Concetti,
Bianca Ippolito, Andrea Pannofino,Pawel
Rzepczak, Simona Salvatori, Jacopo Tancredi
Responsabile del progetto
Giovanni Di Natale
Docente referente
Irene Gorgone
StampaTiratura
Flyeralarm Bolzano
1000 copie
Il giornale è stato realizzato nell’ambito del progetto
di formazione “A Scuola di News”, ideato e promosso
dalla A Scuola di News Snc. - www.ascuoladinews.it
di
Diletta Gaffi
n questa edizione del giornalino
abbiamo voluto approfondire un
aspetto della nostra vita che sta
diventando sempre più importante e rilevante: la tecnologia.
Sicuramente ognuno di noi passa
almeno due ore al giorno tra cellulare e computer. È il nostro modo
di rilassarci.
Per questo abbiamo deciso di parlare dei social network. Applicazioni la cui fama accresce ogni giorno. I più famosi sono Facebook,
Twitter e Instagram. Una gerarchia
che sembra però poter cambiare
da un momento all’altro. Visto che
Instagram e Twitter stanno crescendo rapidamente.
La maggior parte di queste App
creano dipendenza. Una volta entrati nel vortice della comunicazione globale è difficile riuscire a farne
a meno. Con i social si ha un continuo collegamento con il mondo.
Ci spingono a relazionarci con gli
altri per tutto il giorno, e attraverso
i social network ci informiamo di
ciò che gli atri fanno. Tra curiosità
e amicizia. Twitter è quello che i
sta incuriosendo maggiormente i
giovani. Attraverso Twitter i ragazzi
possono cercare delle relazioni
anche fingendosi altre persone,
allontanandosi ancora di più da
quella che è la realtà. Un pericolo
da non sottovalutare.
Social sì. Ma anche nella vita reale.
Abbandonare per qualche ora
smartphone e tablet non ci farà
male.
3
QUANDO TUTTO D
La vita in fotografia,
così Instagram piace
Chiunque può caricare
istantanee e condividerle
con gli amici via internet
E se lo scatto piace si può
premiare con un “like”
di approvazione
di Elisabetta Cisterna
ta spopolando sul cyberspazio un nuovo social. Instagam, il social che comunica con le
immagini. Adulti, ragazzi di ogni età e nazione possono caricare istantanee della loro vita e
condiverle con gli amici. Con la speranza che la
foto piaccia e ottenga il cuoricino rosso di appro-
S
4
DIVENTA SOCIAL
vazione.
Tutti possono inserire sulle foto il proprio
“like”. Ogni utente può caricare, postare e taggare delle foto e renderle pubbliche, oppure private.
Caricando delle belle foto si ottengono
molti “follower”, ovvero persone che
decidono di seguire le tue vicende. E
per accrescere la propria popolarità
“social” bisogna sapere utilizzare gli hashtag, cioè delle parole scritte col cancelletto davanti che raggruppano tutte
le foto identificate con quel tag. Chi
scrive la parola chiave, infatti, si troverà
di fronte tutte le foto in un’unica pagina. Gli hashtag sono importantissimi per
ottenere like nelle foto e seguaci. Ven-
gono postate migliaia di foto
al minuto di paesaggi, amici,
fidanzati. Ma soprattutto i profili
che stanno avendo maggior
successo sono quelli dei vip e
dei personaggi della moda. Persone con oltre 34 mila follower.
Postano momenti della vita
quotidiana, la loro realtà privata
(che privata non è più) o i nuovi outfit reputati di tendenza. Anche Jessica Alba,
Ian Somerhalder, Blake Lively, Gisele
Bündchen sono tra le #instavittime che
ci permettono di entrare nella loro quotidianità durante una festa di compleanno, una cena tra amici o una domenica di riposo. A volte è anche possibile
ottenere delle preview e delle foto dal
set della propria serie tv preferita o del
film che sarà prossimamente nelle sale.
Oppure delle proprie band preferite. E
come ogni cosa anche Instagram si è
rinnovato. Ora è possibile girare e pubblicare 7 secondi della propria vita.
5
“I social network da
Trascorrere troppo tempo sui siti può essere per
di Simona Salvatori
ocial giusto o sbagliato?
“Anche io uso i social, soprattutto
Facebook. Mi aiuta a ricordare i
compleanni. L’uso non è un problema,
l’importante è che non diventi una dipendenza” è così che lo psicologo della scuola Emanuele Currò commenta
la moda social network. Secondo alcuni studi l’uso dei social network può
essere dannoso sia per la salute sia
per la distorsione della realtà. Secondo altri, invece, può essere un ottimo
modo per fare nuovi incontri, purché
con prudenza. “Quando ero giovane
- continua il dottor Currò - non esisteva
internet sul telefono, ma esistevano alcune semplici chat. Quando diventai
maggiorenne fu rilasciato MSN (Messanger)”. Il primo social network. Uno
strumento, però, poco diffuso ed il cui
S
6
uso era certamente inferiore rispetto
ai social di oggi. “Oggi possono creare dipendenza. Bisogna stare attenti e
non usare tutto il proprio tempo libero
per navigare su internet”.
A detta del nostro psicologo ancora
non esistono vere e proprie patologie
per descrivere l’abuso di social, ma vi
sono numerosi studi a riguardo. Esistono, invece, vere e proprie patologie
riguardanti ad esempio il gioco d’azzardo su internet, che sono comunaue
curabili. Dipendenza danno anche i
videogame. “Mi è capitato di dover
affrontare alcuni casi - conclude Currò -. La miglior terapia? La prevenzione. Moderate questa sfrenata voglia
di “controllare le notifiche”. Ascoltate
musica, leggete un libro. E soprattutto trascorrete più tempo con i vostri
amici”.
anno dipendenza”
ricolo, lo spiega lo psicologo del nostro istituto
L’informazione viaggia veloce
Ma soltanto in 140 caratteri
di Camilla Brozzi
possibile descriversi con un massimo di 140 caratteri? A quanto
pare sì. In questi ultimi mesi un
nuovo social network ha trovato il
suo apice, padroneggiando su tutto internet: Twitter. Una nuova forma di “spionaggio” comune, non
tanto diverso da Facebook. Un nuovo modo per essere coinvolti nel
mondo dei gossip e dei vip. È stato
creato nel 2006 e oggi registra 200
milioni di iscritti attivi, di cui la maggior parte sotto falso nome. Infatti il
lato innovativo di questo social sta
proprio nell’anonimato, nessuno è
costretto a fornire informazioni reali
e foto personali. Si è liberi di scrivere i propri pensieri, senza il timore
che poi la gente sappia chi tu sia.
Esteticamente, Twitter ricorda molto
Facebook, il celeste predomina in
tutto il sistema.
È
Nella home potrai essere partecipe
di tutti i tweet (post in Facebook),
che la gente condividerà, tra i ‘connetti’ potrai controllare i retweet,
ovvero condivisioni, i preferiti e le
menzioni. Così facendo sarai aggiornato in tempo reale sulla vita
del tuo cantante, attore o band.
Basterà un semplice ‘follow’ che attiverà le notifiche dei tweet pubblicandole sulla home. Oggi la regina
indiscussa di Twitter, è la cantante
Katy Perry con 50 milioni di followers,
seguita subito dopo da Justin Bieber
con 49 milioni.
Forse il logo di un uccellino azzurro è
il simbolo più rappresentativo, le notizie su questo social volano come
fossero vento. È il mezzo di comunicazione più veloce e più utilizzato
del web. Un nuovo modo per stare
al passo con il mondo, senza perdersi mai una news.
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La vita social comincia a dieci anni
“In chat? Sì, per due ore al giorno”
di Agnese Concetti
on c’è un’età per cominciare
ad usare i social network. Così
capita che già a dieci anni si
abbia un proprio profilo su Facebook, il social più vicino alle esigenze
degli adolescenti, Ma perchè tutto
questo successo? Lo abbiamo
chiesto a chi ne fa uso.
Perchè hai Facebook?
“Mi piace avere contatti con gli
amici lontani. Con Facebook posso
chattare con loro quando voglio”.
Da quanto tempo sei iscritta?
“Dal 2010”.
I tuoi genitori sono d’accordo?
“Sì, certamente”.
Ti controllano?
“No”.
N
Riusciresti a resistere una settimana
senza Facebook?
“Sì, ovvio”
Quanto è importante per te Facebook?
“Abbastanza. Ne potrei fare a
meno, ma solo per poco”.
Secondo te è giusto avere Facebook a dieci o dodici anni?
“Se si usa solo per chattare, con gli
amici allora sì”.
Quanto tempo usi Facebook?
“Circa due ore al giorno, soprattutto nei fine settimana”
Hai mai avuto contatti con sconosciuti?
“No. Soltanto con amici e parenti”
Quanti contatti hai?
“Oltre duecento”.
È TEMPO DI SHOW
L’inglese diventa spettacolo
di Pawel Rzepczak
bbiamo il vincitore!”. È una
delle frasi più ripetute nei format televisivi, spesso a caccia di nuovi personaggi.
I giovani sono pieni di talento e così nella nostra scuola c’è chi spinge i giovani a prendere coscienza delle proprie
doti. Francesca Morino, lettrice di inglese, ha infatti deciso di organizzare per
alcune classi il talent show. Lo stile della
televisione diventa strumento di crescita e confronto anche a scuola.
Una evoluzione del progetto di inglese
che ogni anno cambia forma. L’anno
scorso fu messa in scena una rappresentazione teatrale. I ragazzi hanno
recitato e imparato le basi di teatro.
Inoltre si sono esercitati nell’uso diretto
della lingua inglese. Quest’anno, invece, ogni alunno potrà dimostrare cosa
sa fare e quanto impegno mette nelle
cose.
Le possibilità sono infinite. I ragazzi hanno libertà di espressione e il risultato
definitivo lo vedremo solo il mese prossimo. Dalla musica fino alle abilità plastiche, sono molte le idee in cantiere.
10
“A
La storia dei talent show televisivi inizia negli anni 2000 quando sono stati
proposti i primi programmi di questo
genere. Da American Idol a X Factor,
fino alla serie Got Talent. Quest’ultima
è forse la trasmissione che più si avvicina al talent del Nazareth. Si basa,
infatti, soprattutto sul prendere in considerazione i talenti personali che non si
limitano soltanto al canto o al ballo ma
comprendono anche le abilità meno
convenzionali, come, per esempio, il
teatro delle tenebre.
Lo scopo principale del progetto della
nostra scuola è educare i ragazzi attraverso il divertimento. Lo spettacolo sarà
accessibile a tutti, quindi ognuno potrà
ammirare le capacità dei partecipanti. Alcuni alunni hanno già iniziato ad
organizzarsi in gruppi per offrire performance di alto livello.
Sei ragazze del V liceo linguistico porteranno in scena un musical ispirato al
pezzo musicale ”The Fox”. Ma i progetti
si differenzieranno molto tra di loro sia in
ambito artistico che creativo. Secondo
indiscrezioni sarà previsto un ampio uso
di strumenti musicali.
MUSICA NEI MUSEI
Una tradizione che si rinnova
Pernaselci: divertendosi la scuola è più coinvolgente
I
di
Lavinia Ceci
l progetto “Musica nei Musei”, giunto
alla sua terza edizione, ha sempre riscosso molto successo tra gli studenti
coinvolti che, anche quest’anno, sano
dele medie e del biennio dei tre indirizzi del liceo.
La nostra scuola dà la possibilità di
“vedere” la musica con occhi differenti, attraverso un percorso tematico
pluridisciplinare che tiene conto della
forza comunicativa dell’arte e della
musica.
Inizialmente il maestro Trovalusci e
il professor Pernaselci tengono una
lezione-conferenza nella Gran Sala,
dove tramite slide e video ci illustrano ciò che andremo a vedere e ad
ascoltare nei musei di Roma. Galleria
Nazionale d’Arte Moderna, Macro,
Istituto Centrale per i Beni Sonori ed
Audiovisivi e Conservatorio di Santa
Cecilia sono le principali sedi dei concerti. Il Conservatorio di Santa Cecilia,
tra l’altro, è anche partner del progetto.
Il progetto è stato ideato e promosso
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dalla nostra scuola per sensibilizzare
gli studenti all’ascolto. Ovviamente le
lezioni, la visita al museo e il concerto
sono incentrati, di volta in volta, sullo
stesso tema, che nel progetto in esame comprendono i seguenti generi
musicali: il Jazz, il Rock, la Musica Elettronica ed un percorso tra musica e
arte contemporanea.
Il 20 gennaio si è tenuta la prima conferenza che trattava dell’arte contemporanea. Il ‘900 è stato il grande
protagonista. Un secolo nel quale
tutto quello che per secoli era stato
identificato come arte non esisteva
venuta per caso ed infine su Andy
Wharol che aveva preso oggetti di uso
comune e li aveva fatti diventare delle
opere conosciute in tutto il mondo.
La visita al museo è stata una continua
scoperta, in ogni sala c’era uno strumento diverso e noi eravamo come
immersi in una caccia al tesoro all’interno dell’esposizione.
“L’idea del progetto - spiega il professore Guglielmo Pernaselci, tra gli
organizzatori dell’iniziativa - nasce da
molte cose. Fare scuola in modo differente è più coinvolgente per noi insegnanti e per voi studenti. Inoltre è uno
più. E da questo sono nate
le avanguardie che hanno portato alla creazione
di movimenti artistici che
hanno influenzato tutta la
sfera culturale, comprendendo anche la letteratura e la musica.
Ci siamo soffermati anche
su alcune figure di artisti
dell’epoca, come Jonh
Cage, che ha ideato il
treno musicale sulla tratta
Bologna-Porretta, Pollock,
al quale l’ispirazione era
strumento per emozionare gli studenti
con la musica e con l’arte, che messe
insieme possono essere usate per parlare di tutto perché ogni cosa nasce
dall’idea che l’uomo ha del mondo, e
ciò serve anche per guardare dentro
noi stessi”.
Ed è semplice anche spiegare il perché della fusione tra musica e arte, tra
strumenti e musei.
“Osservare un quadro è bello - continua Persaselci - ma poterlo scoprire
con la musica è meglio, perché è proprio la musica che ci dà una nuova
chiave di lettura”.
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TRIESTE E
viaggio per vi
E L’ISTRIA
vivere la storia
O
di
Luca Bernardini
rmai da anni il progetto “Trieste”
è una pietra miliare nel nostro istituto. Un viaggio particolarmente
atteso da tutti i ragazzi del quinto anno
e non soltanto perché consente di visitare città mai viste. Il progetto Trieste
entusiasma perché fa vivere emozioni
forti, fa vivere la storia. E farlo con i propri
compagni è ancora più esaltante, una
esperienza di grande crescita personale
anche a livello sociale.
Il progetto ogni anno porta gli studenti a
visitare città e territori di grande valore
storico e culturale. Come spiega la professoressa Barbara Francini, promotrice
dell’iniziativa, visitare Trieste e l’Istria consente ai ragazzi di vedere luoghi in cui
sono avvenuti eventi che hanno segnato la storia del ‘900. Percepire sulla pelle
l’importanza dell’integrazione tra diverse culture e tradizioni. Un insegnamento
prezioso, un messaggio da lanciare
e ribadire, soprattutto in una città
internazionale e multietnica come
la nostra.
E poi c’è la bellezza dei luoghi. Le
città visitate sono tutte dotate di
grandi patrimoni artistici, con i castelli delle antiche famiglie nobiliari
ancora in perfetto stato di conservazione. Un viaggio tutto da scoprire. Così come i compagni di avventura. Molte, infatti, le amicizie
che si rinforzano e tante quelle che
si creano con i ragazzi delle altre
classi. Questi i segreti del successo
del progetto. Un viaggio proposto
per la prima volta quasi dieci anni
fa e sempre atteso. Un successo tra
gli studenti che vi partecipano. Alla
fine del tour il sentimento e il pensiero comune sono sempre gli stessi:
rimanere per altre settimane in quei
territori spettacolari e non tornare
alla solita routine di tutti i giorni fatta dal tragitto scuola-casa studio e
dalle classiche azioni di uno studente.
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17
PRONTI A PARTIRE
Arriva la settimana bianca
Il Nazareth torna al Sestriere, tra sci e animazione
di
S
Jacopo Tancredi
arà ancora il Sestriere ad accogliere il Nazareth. Il 22 febbraio
scatterà la settimana bianca e
saranno venticinque gli studenti che
voleranno insieme sulle piste da sci
accompagnati dai nostri docenti.
Il Sestriere, usato come villaggio
olimpico durante i Giochi di Torino
2006, già l’anno scorso aveva ospitato la nostra scuola. Una scelta, quella
di tornare, figlia delle molte attività
organizzate dall’animazione della
struttura. Non sarà quindi una vacanza di solo sci.
Come tradizione, comunque, saranno
molti anche i ragazzi che andranno
in vacanza con i propri genitori o con
gli amici.
Per gli studenti che resteranno a
Roma la scuola rimarrà aperta regolarmente, ma i programmi resteranno
fermi per non penalizzare i ragazzi in
viaggio. Alcuni avranno così modo di
18
recuperare il programma del primo
quadrimestre e sono previste anche
delle uscite e delle attività alternative
per vivere comunque una settimana
speciale.
E in estate si vola
a studiare le lingue
È
partita la macchina organizzativa che pianificherà i viaggi studio internazionali. La
prossima estate una delle mete a
disposizione degli alunni dovrebbe essere il Canada. Intanto si
stanno pianificando anche i corsi
di inglese e spagnolo.
Ulteriori informazioni saranno
fornite nel corso delle prossime
settimane non appena saranno
definiti costi e modalità di iscrizione.
L’INTERVISTA
Antonia, assistente di tutti noi
“La scuola è migliorata tanto”
di
Federico Graziani
“L
a scuola sta cambiando, ma in meglio”. Antonia Pergianni, per tutti la signora
Antonia, è una osservatrice
privilegiata dell’evoluzione
del Nazareth. Da quattordici anni ogni mattina vive
la quotidianità della nostra
scuola. A contatto con i ragazzi, con i professori, con la
vita del nostro istituto. Lei è
assistente al piano: un lavoro che svolge con orgoglio
fin dal suo primo giorno.
“Mi è sempre piaciuto venire qui al Nazareth – dice - e
quando ho saputo che avrei
lavorato qui mi sono sentita
al settimo cielo. All’inizio ho lavorato
con i bambini della materna, in seguito con i ragazzi del liceo. Il cambiamento dalla materna al liceo è stato
un po’ faticoso sotto alcuni aspetti, soprattutto per quanto riguarda il primo
anno. Dopo – continua - è stato tutto
più facile. A partire dal secondo anno,
infatti, ho instaurato un buon rapporto
con i ragazzi. Un rapporto basato sulla
fiducia e il rispetto, ed è ancora così”.
Il Nazareth lo ha visto crescere e cambiare. “La scuola è migliorata - sottolinea la signora Antonia - anche grazie
al direttore e a tutti i suoi colleghi. Non
mi aspetto grandi cambiamenti nei
prossimi anni, ma se dovessero arrivare saremo pronti ad accoglierli. Trovo
che tutto sia perfetto così com’è –
continua Antonia – Ma la scuola, nel
migliorare, è andata oltre le sue aspettative”.
Un pensiero va anche ai professori,
un ringraziamento di cuore “per l’accoglienza avuta fin dal primo giorno”.
La stessa cosa vale per gli alunni che
ringrazia con affetto “perché hanno
contribuito a completare il suo lavoro”. Un lavoro che spera di “continuare nel migliore dei modi, grazie al bel
rapporto avuto fino adesso con tutti gli
alunni e docenti”.
E dall’alto della sua esperienza ecco
un consiglio per i maturandi: “State
tranquilli, andrà tutto bene e vi sosterrò sempre”.
19
IO, EX ALUNNA
E il difficile passaggio dal liceo
I
di
Francesca Fazio
ncredibile: sono un’universitaria. Mi sembra ieri che varcavo le soglie del liceo.
Appariva così immenso ai miei occhi
quattordicenni. Sono trascorsi cinque lunghi anni che mi hanno segnato la vita in
tutto. Pensavo che ne sarei uscita ”grande”, eppure adesso dopo sei mesi di università mi rendo conto che c’è ancora
tanto da imparare.
Il passaggio dal liceo all’università è stato inizialmente faticoso. La difficile scelta
sul corso di studi, la paura di sbagliare.
L’università rappresentava la prima grande decisione della mia vita, quella che
avrebbe influenzato il mio futuro da donna adulta. Al tempo stesso, però, il fatto di
dover cambiare completamente esistenza, metodo di studio, organizzazione del
tempo, è stato entusiasmante.
L’università è tutto un altro mondo. Entrare è difficilissimo, per via dei test di ingresso nelle facoltà a numero chiuso. E
una volta ottenuta l’immatricolazione
bisogna seguire le lezioni e organizzarsi autonomamente le ore di studio. Le
scadenze, inoltre, sembrano lontane ma
all’improvviso sono lì che premono.
Naturalmente la vita cambia anche a
livello di amicizie. Si conoscono tante
persone nuove e bisogna capire quali
potranno diventare i “veri” amici. Le lezioni sono molte impegnative. E non sono
sufficienti per sentirsi preparati.
Non rimpiango il liceo, che rappresenta
una fase della vita importante, ma ormai
alle spalle. L’università ti lascia libero, ti
obbliga a diventare adulto e autonomo
senza intermediari fra noi e la nostra “mission”. Nessuno, infatti, verrà mai ad interessarsi dei problemi della nostra vita, si
può contare solo su se stessi.
20
L’emozione di rice
Federico Vecchi
i complimento con chi
ha già superato il primo
esame universitario”. Il
plauso della preside Luisa Trovalusci
ha un suono familiare. Un ritorno al
passato. Frase pronunciata nella
Gran Sala all’annuale consegna dei
diplomi. In sala i ragazzi che la scorsa estate hanno superato l’esame di
Stato. Un’occasione per incontrarsi
di nuovo e ricevere l’attestato con
di
“M
all’università
evere il diploma
il punteggio in centesimi. Molti i
docenti presenti, tra loro le professoresse Galantino, Pennella
e Sozio ed il professor Sinisgalli.
Gli studenti ed i genitori che
hanno partecipato si sono intrattenuti circa un’ ora, durante
la quale hanno a turno ritirato il
proprio diploma e scambiato
qualche parola con i docenti.
Un piccolo tuffo nel passato
dal sapore dolcissimo.
SAN VALENTINO
Un regalo è doveroso
P
di
Simona Salvatori
er la fortunate coppie il
giorno di San Valentino
è una data importante. I
poveri ragazzi costretti a risparmiare tutto l’anno non posso
badare a spese, mentre le ragazze di solito risparmiano sul
dono da fare al proprio fidanzato.
Solitamente si passa questo
giorno con il proprio partner.
Se è una bella giornata vi consigliamo di andare al Pincio.
Magari al tramonto. Da qui
potete vedere Roma da uno
dei suoi punti più belli. Per la
cena la coppia potrebbe optare per un moderno sushi bar
oppure un tipico ristorante romano. La scelta potrebbe anche ricadere su uno del Belvedere di Roma, ad esempio lo
Zodiaco o Villa Balestra.
A San Valentino sono obbligatori i regali; particolarmente
graditi alle ragazze. Sono consigliati i classici cioccolatini,
da regalare in una scatola a
forma di cuore; oppure un bel
mazzo di rose rosse da comprare presso un fioraio che offre un ampia scelta e non da
un venditore ambulante. Un
altro regalo può essere un cuscino personalizzato a forma di
cuore, altrettanto romantico.
Per lui invece un cappellino
sportivo o un paio di guanti.
22
Il ragazzo
che cerca
il risparmio
rischia molto
Consigliatissimo
il tramonto
visto dal Pincio
Single? Consolati co
S
di
Elisabetta Cisterna
ingle…
miei cari single, come passare questa
giornata senza vedere coppie a destra
e a sinistra che si baciano?
Roma, per i giovani single, non offre troppe
occasioni di svago. Eppure la buona compagnia non manca mai! Infatti una bella
uscita con gli amici, scapoli anche loro, è la
scelta migliore per non subire questo eccesso di romanticismo. Se volete restare in zona
un bel film al cinema costo 10,50 €, vi consigliamo “Sotto una buona stella” di Carlo Verdone con Paola Cortellesi, nelle sale dal 13
febbraio. Film comico e piacevole. Dopo la
proiezione vi consigliamo un buon ristorante
dove potrete ordinare con l’i-Pad: è un loca-
Dopo la festa
È tempo
di capire l’amore
di
F
on lo shopping
le economico, sorto da poco,
nei pressi del cinema Adriano dove potrete gustarvi una
buona cena con i vostri amici
con soli 20€ a persona. Dopo
cena un bel giro per locali e
pub. In ogni caso, come rimedio alla solitudine, un po’ di
shopping aiuta molto le ragazze. I ragazzi, invece, possono
tranquillamente continuare a
cercare l’anima gemella nei
negozi di via del Corso o via
Cola di Rienzo.
Posti da evitare assolutamente sono il Pincio, lo Zodiaco e
Villa Balestra.
Camilla Brozzi
ino al ventunesimo secolo l’uomo è
stato il mezzo di grandiose scoperte,
l’essenza della modernizzazione,
Eppure ha sempre continuato a vivere la
sua vita monotonamente, senza riuscire
a sciogliere uno dei punti interrogativi
che lo tormenta da sempre: “cosa è
l’amore?” Una domanda e troppe risposte. C’è chi dice che sia la migliore tra
le cose mortali, altri dicono che sia una
perdita di tempo patetica. A chi dobbiamo credere? Purtroppo cari lettori,
non posso risolvere i vostri dubbi.
Di certo è un uragano di emozioni che
mette in pausa la vita, facendoti vivere
la tua favola. Tutto sembra andare al
rallentatore intorno a te, tutto sembra
essere più colorato e privo di problemi.
Giorni passati con il sorriso stampato in
faccia e non sai il perché. Ma quando
arriverà quella mattina in cui ti sveglierai
e tutto sarà finito? Verrai catapultata
per la seconda volta nel presente dalla
trance in cui eri caduta. Tutto andrà più
velocemente, il bianco e nero ti circonderanno e a quel punto? Non ci sarà
nessuna aspirina a curarti due occhi rossi
e un cuore spezzato.
L’amore è una continua avventura,
diversa di giorno in giorno, affrontando
i gusti troppo salati del proprio compagno, una gelosia esagerata e i baci
rubati. Sono particolari che saranno la
tua quotidianità, senza cui il tuo equilibrio sarà precario. Quindi cara lettrice
vale la pena patire qualche lacrima, per
poi vivere la tua favola con il principe
azzurro?
L’ENCICLICA “LUMEN FIDEI”
commento del direttore
Francesco La Rosa
L
’enciclica Lumen fidei, la prima di Papa
Francesco, concepita e in larga misura
redatta da Benedetto XVI, è diretta non
solo a confermare nella fede in Gesù Cristo
coloro che in essa già si riconoscono, ma anche a suscitare un dialogo sincero e rigoroso
con chi si definisce un non credente, interessato e affascinato, tuttavia, dalla persona e
dal messaggio di Gesù di Nazareth .
La fede è luce per la vita dell’uomo
Per Papa Francesco, la luce della fede è capace di illuminare tutta l’esistenza dell’uomo
perché è la luce di una memoria fondante,
quella della vita di Gesù, e luce per il nostro
futuro, poiché Cristo è risorto e ci attira oltre
la morte.
Tanti contemporanei hanno veduto nella
fede come una luce illusoria, che impedisce
all’uomo di coltivare l’audacia del sapere.
Per essi, il credere si oppone al cercare. Altri,
fidando soltanto nella luce della ragione,
hanno inteso la fede come un salto nel
vuoto che compiamo per mancanza di
luce; o come una luce soggettiva, capace
forse di portare una consolazione privata,
ma che non può proporsi agli altri come
luce oggettiva e comune per rischiarare il
cammino. E così l’uomo ha rinunciato alla
ricerca di una luce grande, di una verità
grande, per accontentarsi delle piccole luci
che illuminano il breve istante. E allora, cosa
fare? Rassegnarsi alla sola capacità della
razionalità, della scienza, all’onnipotenza
dell’uomo? Com’è questa via che la fede
schiude davanti a noi?
La fede è dono soprannaturale di Dio
La fede non può procedere da noi stessi,
deve venire da una fonte più originaria,
dall’incontro con il Dio vivente, che ci chiama e ci svela il suo amore, che ci precede
e su cui possiamo poggiare per costruire la
nostra vita. Nella storia della rivelazione di
Dio, Abramo è il prototipo della fede. Abramo non vede Dio, ma sente la sua voce. La
fede, dunque, è legata all’ascolto e assume
un carattere personale; è la risposta a una
Parola che interpella personalmente, a un
Tu che ci chiama per nome. Per Abramo
la fede in Dio illumina le più profonde radici
24
del suo essere, gli permette di riconoscere la
sorgente di bontà che è all’origine di tutte
le cose, e di confermare che la sua vita non
procede dal nulla o dal caso, ma da una
chiamata e un amore personali.
La storia del popolo d’Israele, nel libro
dell’Esodo, prosegue, poi, sulla scia della
fede di Abramo. L’opposto della fede è
l’idolatria. L’idolo è un pretesto per porre se
stessi al centro della realtà, nell’adorazione
dell’opera delle proprie mani. La fede, in
quanto legata alla conversione, è l’opposto
dell’idolatria, è separazione dagli idoli per
tornare al Dio vivente, mediante un incontro
personale. Credere significa affidarsi a un
amore misericordioso che sempre accoglie
e perdona, che sostiene e orienta l’esistenza,
che si mostra potente nella sua capacità di
trasformare la storia della nostra vita.
- FINE PRIMA PARTE -
Nuovo look per l’annuario
Più spazio a studenti e progetti
Una foto per ogni alunno e risparmio rispetto al 2013
di Diletta Gaffi
orna l’annuario! Dato il successo ottenuto lo scorso anno, quando fu
realizzato in onore dei 125 anni della
scuola, il direttore ha autorizzato la creazione di un’altra edizione. Questa, però,
sarà più moderna e a misura di studente.
La precedente, infatti, era estremamente formale e rigida; perfetta per festeggiare una ricorrenza storica.
Il progetto grafico del nuovo annuario è
stato affidato ai giornalisti di A Scuola di
News, che hanno deciso di puntare su
una struttura alla “americana”. Ognuno
avrà uno spazio per sé, con foto singola
e didascalia. Confermata, ovviamente,
anche la foto di classe. Immancabile nei
ricordi degli studenti.
Sarà un libro che racconterà la scuola. Con tutte le sue componenti e i suoi
progetti. Ecco perché ci saranno anche
le foto dei docenti e del personale non
docente, tutte parte fondamentali della
scuola. L’annuario sarà a disposizione ad
aprile e la stampa è programmata per
l’inizio della primavera. Indiscrezioni anche sul costo, che sarà inferiore rispetto
ad un anno fa. Dovrebbe infatti aggirarsi
sui 20 euro. All’interno dell’annuario si potranno trovare anche le immagini delle
attività extrascolastiche: dal corso di
giornalismo al corso di arti circensi, e ancora i corsi d’inglese, il progetto Models
United e il viaggio a Trieste.
Le fotografie saranno scattate il 5 e il 7
marzo. Quindi è già tempo di preparare
le divise e i sorrisi. Due giornate di scatti
così da assicurare a tutti gli studenti una
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opportunità di fermare il tempo e dare
il proprio volto alla storia dell’istituto. Una
iniziativa che punta a diventare una istituzione del nostro Nazareth.
Orientamento, le uni
L
e università cercano matricole
nelle scuole. Gli atenei hanno
infatti già iniziato ad organizzare incontri informativi per illustrare
corsi e attività. Gli studenti del liceo
hanno così iniziato a orientarsi, in vista della difficile scelte del percorso
universitario.
In ogni incontro l’interesse degli studenti si concentra sui test di ingresso
e sui criteri di valutazione, non sempre uguali tra le facoltà.
Gli incontri trattano di tematiche
Danza, tra passione e fatica
Ecco le nostre baby ballerine
A fine anno un saggio sulle note di Tchaikovsky
di Riccardo Buzzi
l corso di danza frequentato dagli
alunni delle elementari è organizzato
dalla scuola e proposto ai genitori
come attività extracurricolare. L’obiettivo è consentire ai ragazzi di apprendere nozioni di danza educativa
e propeudetica.
Una iniziativa che il Nazareth porta
avanti già da diversi anni. Sono tanti,
infatti, i benefici offerti dalla disciplina. Dalla capacità di coordinazione
all’allungamento muscolare, fino al
potenzionamento degli arti inferiori e
superiori
Assistendo ad una lezione diretta
dall’insegnante Roberta Sorrosini è
possibile vedere la passione e l’entusiasmo delle bambine. Precise già
dalla prima fase di riscaldamen-
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to, essenziale per essere pronte ad
eseguire esercizi
pu impegnativi.
Nonostante la giovane età bisogna
sempre approcciarsi agli esercizi con
fare professionale.
Le bimbe sono sempre molto entusiaste anche quando sono chiamate
a svolgere esercizi meno divertenti. E
quando danzano mostrano tutta la
loro passione per la disciplina. Fatiche che troveranno poi sfogo nelle
due apparizioni pubbliche previste
durante l’anno. Una lezione dimostrativa a metà corso e un saggio
finale. Quest’ultimo prevede un balletto sulle musiche di Tchaikovsky. Al
termine dell’esibizione, oltre agli applausi, le bambine riceveranno anche un attestato valido per lo studio
della danza classica.
iversità si presentano ai maturandi
molto sensibili agli occhi dei ragazzi:
dalle opportunità offerte dal mondo
all’importanza della scelta della facoltà stessa. Fino a presentare i singoli docenti che arricchischino l’offerta di ogni singolo ateneo. L’ultimo
incontro organizzato in Gran Sala, a
cui hanno partecipato le classi di ultimo anno ha seguito questo stesso
identico itinerario. Gli studenti hanno potuto approfondire le loro curiosità e confrontare le proprie aspettative con quel che l’università aveva
da offrire. In questo senso è stato
particolarmente utile la testimonianza offerta dagli alunni e dai docenti,
supportate anche da contributi multimediali. In sostanza questo incontro
è servito soprattutto per valutare le
offerte delle università private, che
mostrano particolare attenzione al
confronto diretto con gli alunni e ai
loro bisogni. Scegliere cosa fare una
volta concluso il percorso di studi al
Nazareth resterà comunque complicato, ma c’è ancora tempo. R.B.
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TROVA LE PAROLE
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