un progetto
Klorane
viviDARIA
il potere delle piante, il potere dei bambini.
insieme per un’aria che respira
MANUALE DIDATTICO
un progetto
Klorane
viviDARIA
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali – Federparchi
Institut Klorane
Coordinamento editoriale e redazionale
Federparchi
Testi a cura di
Istituto Pangea ONLUS
Silvana Nesi, Giulia Sirgiovanni
Foto Archivio
Federparchi - Europarc Italia e Istituto Pangea Onlus
Foto degli alunni partecipanti ai concorsi
delle precedenti edizioni
Progetto grafico
Cristina Marini
indice
Il perché di un progetto ....................................................................................... 1
Le energie rinnovabili: un’alternativa possibile ................................................. 3
Scheda insegnante 1
Non accendere quella luce! ............................................................................... 5
5 mosse per saperne di più sull’anidride carbonica
Scheda alunno
Calcola le tue emissioni di CO2 ........................................................................... 7
Scheda insegnante 2
Non nascondiamoci dietro... una bottiglia d’acqua ........................................ 9
Anche una bottiglia d’acqua nasconde la produzione di CO2
Scheda alunno
Non nascondiamoci dietro... una bottiglia d’acqua ....................................... 11
Scheda insegnante 3
Dove va a finire la CO2? ...................................................................................... 13
“Fare” la fotosintesi per capire
Scheda alunno
Dove va a finire la CO2? ....................................................................................... 15
Scheda insegnante 4
Una giornta piena di energia ............................................................................. 17
Ogni giorno utilizziamo l’energia elettrica in modo… insospettabile
Scheda alunno
Una giornta piena di energia ............................................................................. 19
Scheda insegnante 5
Il gioco della CO2 ................................................................................................ 21
Un gioco di gruppo, aiuta a dimostrare l’effetto serra e il ruolo delle
attività umane sui cambiamenti climatici
Scheda alunno
Il gioco della CO2 ................................................................................................ 23
Scheda insegnante 6
Siamo alla frutta! .................................................................................................. 25
Dalla frutta si può ricavare una debole corrente elettrica
Scheda insegnante 7
Non mi seccare! .................................................................................................. 27
La sola energia solare basta per preparare frutta secca
Scheda insegnante 8
Caro Presidente ti scrivo ...................................................................................... 29
I bambini si impegnano per un futuro migliore
Scheda alunno
Quadro dei principali incontri internazionali sui cambiamenti climatici .......... 31
Un certo... stile di vita ci salverà ......................................................................... 33
Scheda insegnante 9
In compagnia si risparmia... CO2 ...................................................................... 34
Pianificazione amicizia e collaborazione aiutano a inquinare meno
Scheda alunno
In compagnia si risparmia... CO2 ...................................................................... 36
Scheda insegnante 10 Un dono di natura: il compost .......................................................................... 37
I rifiuti organici tornano a nuova vita diventando concime
Scheda alunno
Un dono di natura: il compost .......................................................................... 39
Scheda insegnante 11 Una casa “risparmiosa” ......................................................................................40
Anche i bambini possono dire la loro sulle case ecosostenibili
Scheda alunno
Una casa “risparmiosa” ......................................................................................42
Scheda insegnante 12 La famiglia spreconcelli ..................................................................................... 44
Un po’ d’ironia aiuta a crescere e ad adottare comportamenti corretti
Scheda alunno
La famiglia spreconcelli ..................................................................................... 46
Scheda insegnante 13 A casa mia si fa così ........................................................................................... 48
Vecchi rimedi casalinghi spesso hanno un fondamento scientifico
Scheda insegnante 14 B&B (belli e buoni) ............................................................................................... 50
Nei vegetali il colore non è solo un fattore estetico ma anche nutrizionale
Scheda alunno
B&B (belli e buoni) ............................................................................................... 52
Scheda insegnante 15 Belli, buoni e vicini ............................................................................................... 54
La salute e il rispetto dell’ambiente passa per una corretta scelta di consumo
Scheda alunno
Belli, buoni e vicini ............................................................................................... 56
Scheda insegnante 16 Il mondo in farmacia ............................................................................................58
La conoscenza di una fitofiliera aiuta il consumatore a fare una scelta consapevole
Scheda alunno
Il mondo in farmacia ............................................................................................60
Scheda insegnante 17 Natura compagna di giochi ................................................................................66
Nelle aree protette la natura promette divertimento e benessere
Scheda insegnante 18 Fate la cosa giusta ..............................................................................................68
Una campagna di comunicazione è uno strumento utile per impegnarsi
a favore di uno stile di vita sostenibile
un progetto
Klorane
Il perché di
un progetto
viviDARIA
Il progetto Vividaria mira a
sensibilizzare i giovanissimi ai
problemi dell’ambiente, soprattutto a quelli riguardanti
l’atmosfera e i cambiamenti
climatici, mettendoli in relazione con l’utilizzazione delle risorse e, più in generale, con le
attività antropiche.
Le tappe concettuali del progetto, da sviluppare con i
bambini della scuola primaria
attraverso le attività e le esperienze proposte, riguardano
sia la sfera dell’informazione
e della conoscenza dei problemi ambientali, sia quella
della presa di coscienza e dell’assunzione di responsabilità,
che si manifesta attraverso
l’adozione di comportamenti
“virtuosi”.
Qualunque sia l’approccio
iniziale, peraltro, è sempre il
mondo verde, con la sua “diversità amica”, che si pone
come presupposto degli equilibri naturali e ne garantisce la
continuità. Per questo, ogni
percorso cognitivo e formati-
vo parte necessariamente dal
ruolo di protagonista rivestito
dalle piante verdi, le uniche
capaci di tessere, insieme all’aria e alla luce del sole, la trama della vita sulla Terra. Il
“miracolo” della fotosintesi
clorofilliana, che si ripete ogni
istante nei fili d’erba di un
prato, negli alberi di un bosco,
nelle alghe del mare, è, di fatto, l’unico processo in grado
di regolare continuamente il
rapporto fra la quantità di ossigeno e quella di anidride
carbonica presenti nell’aria.
La responsabilità che le attività
umane hanno nell’alterare
questo delicato equilibrio, sbilanciandolo verso un aumento delle emissioni di CO2, è ormai diventato un nodo problematico cruciale (affrontato per la prima volta a livello
internazionale nel Congresso
di Kyoto, 1997).
Accordi internazionali a parte,
però, ogni cittadino (e, quindi,
ognuno di noi) può fare la sua
parte, cercando di diminuire
la sua quota di emissione di
1
CO2 e impegnandosi per la
conservazione della biodiversità vegetale. Mantenere in
buona salute e, se possibile,
aumentare di numero le
piante verdi, in grado di sottrarre CO2 dall’atmosfera, appare, infatti, come la soluzione
più semplice, così semplice
“che la capirebbe anche un
bambino” (o piuttosto, “solo”
un bambino, con la sua immediatezza e il suo candore,
è in grado di capirla?)
In ogni caso, la conoscenza
del mondo vegetale resta il
punto di partenza per la conservazione della sua biodiversità, se è vero, infatti, che “si
conserva solo ciò che si ama,
e si ama solo ciò che si conosce”, in tale conoscenza rientrano sia l’osservazione diretta
delle piante “vicine” (anche
attraverso l’allestimento di erbari) sia lo studio di quelle
piante che, pur essendo nate
in paesi lontani, popolano, tuttavia, la nostra vita di tutti i giorni, entrando non soltanto nell’alimentazione, ma anche
nella cura della salute e in
quelle pratiche quotidiane per
l’igiene e la bellezza dei capelli,
dei denti, del corpo, che concorrono a definire il termine
“benessere”.
In tutti questi casi, quando si
preferisce agli altri un prodotto “verde”, è più che mai opportuno conoscere l’origine
geografica della pianta che
esso contiene, le caratteristiche del suo habitat e, in definitiva, le tappe della fitofiliera che le hanno accompagnate fino al momento della
commercializzazione. In questa fase del progetto, oltre
all’indispensabile collaborazione degli insegnanti, si rivela preziosa anche la competenza esperta del farmacista,
in grado di consigliare i bambini e di aiutarli ad orientarsi
nel grande “crocevia” rap-
presentato dalla farmacia,
dove spesso convergono e si
incontrano piante provenienti
da tutto il mondo.
Ogni tappa del percorso formativo complessivo mira, peraltro, ad un unico obiettivo:
convincere i bambini (e, se
possibile, le loro famiglie) della necessità di imprimere sulla Terra un’impronta ecologica meno “pesante”. Le occasioni per esercitare una
scelta responsabile sono molte: l’acquisto di prodotti, alimentari e non, che contengano una quantità sostenibile di energia grigia e siano stati realizzati rispettando principi etici fondamentali; il consumo di energia, che dovrebbe privilegiare le energie rinnovabili e a basso impatto ambientale; la scelta di
materiali ed elementi di arre-
2
do che possano caratterizzare una casa ecocompatibile; la diminuzione complessiva dei rifiuti e una maggiore
attenzione alla “seconda vita”
di oggetti e materiali.
Troppo complicato? Soltanto
in apparenza. Tanti piccoli gesti, come spegnere le luci superflue, non lasciare aperti i
rubinetti dell’acqua, separare
la carta e la plastica dal resto
dei rifiuti, condividere con altre persone un mezzo di trasporto, richiedono forse, all’inizio, un po’ più di tempo e
di attenzione, ma ben presto
(ve lo garantiamo!) diventeranno abitudini, e, come tali,
saranno meno “pensati” e più
spontanei. Ne guadagneranno l’ambiente e il portafoglio, e voi avrete acquistato,
gradatamente, uno stile di
vita più... naturale.
un progetto
Klorane
viviDARIA
viviDARIA
“L’Uomo è un animale che
consuma energia”: potrebbe
essere questo attualmente il
nostro motto distintivo, dal
momento che non si conoscono altri animali che sfruttano energia per costruire
macchine o migliorare il proprio tenore di vita.
A pensarci meglio, però, questa affermazione potrebbe riservarci delle sorprese. In qualsiasi comunità vivente, infatti,
le erbe, i cespugli, gli alberi,
sono in competizione per conquistare la maggiore quantità
di luce solare; il grillo, la lumaca, il coniglio, si contendono
la stessa erba; la biscia, il gatto, la volpe si disputano la
preda da mangiare. Sotto
qualsiasi forma, energia radiante del Sole, o energia chimica intrappolata negli alimenti, “ nella lotta per la vita
e la sopravvivenza il primo
premio è sempre l’energia “.
Anche in questo contesto,
però, l’uomo si distingue dagli
altri esseri viventi: si comporta,
Le energie
rinnovabili:
un’alternativa
possibile
infatti, come un vero superpredatore. La sua “ fame “ di
energia, che non si sazia soltanto di quella chimica contenuta negli alimenti, lo ha
spinto, inizialmente, a utilizzare fonti naturali come quella
del Sole, del vento, dell’acqua
e, in seguito, a “parassitare”
l’energia solare accumulata
sotto forma di carbone e di
petrolio dall’attività delle foreste e dei microrganismi di
lontane ere geologiche. Nel
momento in cui si profila
l’esaurimento di questi combustibili fossili, si cercano, infine,
fonti di energia “ nuove”, rinnovabili, che possano essere
utilizzate per integrarli o, addirittura, sostituirli.
Ma si tratta davvero di forme
nuove, o non è piuttosto sempre la stessa “vecchia “ energia, che si traveste, si trasforma
e, in parte, si disperde, ma in
definitiva rimane invariata?
Gli antichi parlavano dell’araba fenice, il mitico uccello
che risorgeva, sempre intatto,
3
dalle sue stesse ceneri. La nostra fenice è la fornace del
Sole, resa incandescente dalle reazioni nucleari al suo interno, la cui inesauribile energia non sostiene soltanto tutta
la vita del nostro pianeta, (e
scusate se è poco!) ma dà origine ad ogni altro tipo di energia rinnovabile. L’energia eolica, ad esempio dipende dagli spostamenti orizzontali di
masse d’aria causati dal diverso riscaldamento del suolo
(e delle aree di alta e di bassa pressione che ne derivano);
quella idrica è legata alle
complesse vicende del ciclo
dell’acqua, il cui motore è, ancora una volta il Sole; altre forme di energia, come quella
delle biomasse, ottenuta da
residui organici vegetali ed
animali, derivano pur sempre,
attraverso la catena alimentare, dalla fotosintesi che a sua
volta, dipende, dalla luce solare per il suo apporto energetico. Non stupisce, quindi,
che le “moderne“ energie rinnovabili siano, in realtà, quelle più antiche.
una vera alternativa ai combustibili fossili, ma anche, certamente, la più discussa e potenzialmente rischiosa. Ci riferiamo, naturalmente all’energia nucleare da fissione, l’unica forma oggi effettivamente
disponibile, e ai rischi connessi con lo smaltimento dei rifiuti radioattivi e, soprattutto,
con il problema della sicurezza delle centrali, venuti tragicamente alla ribalta anche recentemente in Giappone. Il
nucleare da fusione, che permetterebbe invece di ottenere energia abbondante e sicura, è attualmente ancora
nella fase di studio, anche se
i progressi scientifici sono costantemente in aumento.
Il tema dell’energia nucleare
non è certamente di quelli
che si possono affrontare, né
tanto meno trattare esaurientemente, in poche righe.
Se la loro storia e la loro origine è rimasta invariata, sono
cambiate, tuttavia, in gran
parte, le tecnologie e i modi di
sfruttamento e, soprattutto
cambiato... il finale.
Il Sole non è più utilizzato soltanto come fonte diretta di calore, ma è catturato con maggiore efficienza da pannelli
solari e campi fotovoltaici; il
vento non gonfia semplicemente le vele delle imbarcazioni e non muove soltanto le
ali dei mulini, ma alimenta in-
tere distese di generatori eolici; l’acqua non aziona soltanto le ruote idrauliche degli antichi mulini, ma, imprigionata
nelle dighe, alimenta cascate
artificiali. L’aspetto più nuovo
e più interessante, è pero, in
ogni caso il finale delle storie
energetiche, ovvero la loro
trasformazione in una forma facile da trasportare e da accumulare: l’energia elettrica.
Abbiamo lasciato per ultima
l’energia nucleare, l’unica,
forse, che potrebbe costituire
4
Diremo soltanto che secondo
molti, al di fuori dell’energia
dell’atomo, non esiste attualmente una vera alternativa al
petrolio o al carbone; è almeno altrettanto vero, tuttavia, che se le energie rinnovabili del sole, del vento, dell’acqua e delle biomasse fossero utilizzate in tutto il mondo
in maniera più ampia e sistematica, potrebbero costituire,
sommate tutte insieme, una
alternativa energetica concreta.
un progetto
Klorane
Non accendere
quella luce!
5 mosse per saperne di più
sull’anidride carbonica
viviDARIA
Materiale occorrente
SCHEDA INSEGNANTE
1 bottiglia d’acqua frizzante da mezzo litro per ogni bambino, 1 pennarello indelebile, 5 termometri da acquario, 1 copia delle schede
alunni per ogni bambino, un foglio di carta e una busta.
OBIETTIVI
giorno in cui svilupperete l’attività, mezzo litro di acqua
molto frizzante.
COSA FARE
Ogni giorno, televisioni e giornali ci avvertono che gli scienziati hanno rilevato una presenza eccessiva di anidride
carbonica nell’atmosfera e
che questo dato è in continuo
aumento. Ma cosa è l’anidride
carbonica? Chi la produce?
Perché è pericolosa? Chi la elimina dall’atmosfera? E, soprattutto, quanto ognuno di
noi contribuisce a questa immissione?
Una serie di attività pratiche
possono aiutare a rispondere
in modo soddisfacente a queste domande. Per questo motivo chiedete ad ogni bambino di portare a scuola, per il
scheda 1
Cominciate ad avvicinare i
bambini al concetto di “anidride carbonica” spiegando
che si tratta di un gas che gli
scienziati chiamano CO2, che
è presente nell’aria e che
ogni volta che respiriamo ne
introduciamo e ne emettiamo un certo quantitativo. Annunciate alla classe che farete vedere e sentire l’anidride
carbonica nonostante sia invisibile! Conducete la classe in
un luogo all’aperto (va bene
anche il terrazzo o il cortile interno), invitate tutti i bambini
ad agitare le bottigliette e a rivolgerle verso l’esterno: cosa si
aspettano che accada? Spiegate che l’acqua che uscirà a
spruzzo dalla bottiglia una volta aperta, sarà spinta dalla
CO2. Chiedete ai bambini di
aprire le bottiglie. Cosa hanno
sentito? Nell’acqua sono ancora presenti delle bollicine? In
ogni bollicina è presente un
po’ di anidride carbonica che,
uscendo, ha prodotto il tipico
rumore di effervescenza.
5
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
• Vedere la CO2
• Individuare i soggetti che la
producono
• Comprendere l’effetto serra
• Descrivere almeno due conseguenze dell’effetto serra
• Comprendere l’importanza
delle piante nell’assorbimento
della CO2 presente nell’aria
• Prendere coscienza della
quantità di CO2 prodotta annualmente dalla propria famiglia
Chiedete ai bambini di assaggiare l’acqua. Possono sentire la CO2 sulla lingua? Fate
agitare nuovamente le bottiglie dopo averle tappate, e ripetete l’operazione di prima:
l’acqua spruzza ancora? Il rumore di effervescenza è forte
come prima? L’acqua, bevuta, ha lo stesso effetto frizzante di prima? Guidate una discussione per spiegare questo
fenomeno e per sottolineare
che la CO2 è un gas che si libera nell’aria. Chiedete: se-
condo voi perché questo tipo
di acqua si chiama gassata?
Riprendete il concetto che,
ogni volta che respiriamo, produciamo CO2; ma chi, oltre all’uomo e a… questo tipo d’acqua, immette anidride carbonica nell’aria? Chiedete ai
bambini di fare un elenco degli organismi e delle attività
che, secondo loro, producono
CO2. Provate a fare una lista
più precisa possibile, ricordando ai ragazzi che anche le
piante respirano, e che ogni
cosa che brucia produce CO2,
compresi i motori delle macchine e le centrali elettriche.
Spiegate che anche quando
si accende una lampadina, di
fatto, la centrale che fornisce
energia elettrica produce anidride carbonica.
Visto che tutti noi respiriamo ed
emettiamo anidride carbonica, potrebbe essere difficile,
per i bambini, comprendere
perché la sua eccessiva presenza è nociva. Chiedete loro
di raccontare se hanno mai
sentito parlare di effetto serra:
cosa immaginano che sia?
Spiegate che si tratta di un fenomeno per il quale la presenza di uno strato di CO2 nell’atmosfera permette ai raggi
solari di arrivare sulla terra, riscaldandola, ma impedisce
l’uscita del calore (o meglio la
dispersione nello spazio). Questo fa sì che la temperatura sulla Terra sia sempre più alta di
quella dello spazio proprio
come succede all’interno della serra di un vivaio, dove i teli
di plastica, o le lastre di vetro,
impediscono la dispersione
del calore.
Chiedete ora ai ragazzi se riescono a immaginare quali
Scheda 1
sono gli effetti di una temperatura eccessiva. Per aiutare la
discussione ponete le seguenti
domande:
• Se il caldo fa fondere i ghiacci perenni della Terra dove
andrà a finire l’acqua?
• Come inciderà sulla vita delle piante e degli animali abituati al freddo l’aumento
della temperatura?
• Quando indossate un maglione e un cappotto riuscite a stare a lungo in una
stanza molto riscaldata? Se
ci restate molto, cosa può
accadere alla vostra salute?
• Quando fa più caldo le
piante hanno bisogno di
maggiori cure? Quali?
Per vedere come funziona
una serra, proponete ai ragazzi di scrivere il nome sulla
propria bottiglia, ormai vuota,
e di metterla al sole per l’intera mattinata. All’ora di pranzo
misurate la temperatura dell’aria con il termometro per acquario, poi fate misurare ai
bambini la temperatura all’interno della bottiglia.
Aprendo il tappo, hanno sentito dell’aria calda uscire? Ribadite il concetto che in questo caso la plastica ha prodotto
lo stesso risultato di uno spesso
strato di gas, impedendo al calore di uscire. Se lo ritenete opportuno, ripetete l’esperienza
anche con la bottiglia stappata.
Spiegate ai ragazzi che la CO2
presente nell’aria è sottratta in
parte dalle piante, attraverso
un processo chiamato fotosintesi clorofilliana.
Per approfondire questo aspetto sviluppate l’attività proposta
in “Dove va a finire la CO2?”.
Stimolate una discussione par-
6
tendo dalla seguente domanda: se l’eccessiva presenza di anidride carbonica è così
pericolosa, e se le piante sono
le uniche a poterci aiutare,
quanto pensate sia grave il
taglio anche di un solo albero?
Quanto è importante piantare
anche un albero solo?
Invitate i ragazzi dopo aver
compiuto questo percorso conoscitivo, a chiedersi come,
ognuno di loro, con la propria
famiglia, può contribuire a ridurre la produzione di CO2.
Stampate più copie della
scheda alunni per il calcolo
delle emissioni di CO2, elaborata dall’associazione Azzero
CO2 e consegnatene un copia a tutti i componenti della
classe (insegnante compreso).
Dite di compilarla a casa con
l’aiuto della famiglia.
Considerazioni
finali
Confrontate i dati ottenuti dalle singole schede e cercate di capire
quali sono le abitudini quotidiane della famiglia del bambino che ha registrato il dato più basso e quelle del
bambino con il dato più alto.
Sommate tutti i risultati, scrivete la cifra ottenuta su di un foglio, apponete
la data e la firma di tutta la classe.
Chiudete il foglio in una busta e conservatelo fino all’anno successivo o
alla fine dell’anno scolastico.
Proponete ai bambini di stilare un decalogo per consumare meno, o,
meglio, realizzate sia la scheda “Una
giornata piena di energia” sia “In
compagnia si risparmia” (oppure
una sola delle due) che rappresentano un approfondimento ulteriore
dell’argomento trattato.
un progetto
Klorane
viviDARIA
Calcola
le tue emissioni di
CO2
SCHEDA alunno
Questa scheda ti aiuterà a stimare le emissioni di gas serra che produci in un anno.
Segui passo per passo le istruzioni, raccogli i dati necessari e fa’ i calcoli come indicato.
1. Consumi elettrici
Cerca di raccogliere tutte le bollette di un anno che vi sono arrivate a casa dal Vostro fornitore dell’elettricità. Cerca la voce “consumo” in kWh e scrivi il numero su un foglio. Ripetilo anche per le altre
fatture dell’anno e calcola così la somma del vostro consumo annuo di elettricità. Per calcolare le tue
emissioni annue di CO2 devi ancora dividere il totale per il numero di persone che vivono a casa tua.
Inserisci il numero nella tabella sottostante e fa’ la moltiplicazione con il coefficiente indicato:
…...……. kWh / anno e persona x 0,65 =________________________ kg CO 2
- Sai che si possono scegliere tra i fornitori di elettricità anche quelli che forniscono energia verde che
viene generata da fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, etc.) che non causano emissioni di CO2 ?
- Sai che una lampadine efficiente consuma fino a 80% meno elettricità rispetto a una lampadina
ad incandescenza?
2. Consumi di gas
Cerca di raccogliere tutte le bollette di un anno che vi sono arrivate a casa dal Vostro fornitore di gas.
Cerca la voce “consumo” in m3 e scrivi il numero su un foglio. Ripetilo anche per le altre fatture dell’anno e calcola così la somma del vostro consumo annuo di gas. Per calcolare le tue emissioni annue
di CO2 devi ancora dividere il totale per il numero di persone che vivono a casa tua. Inserisci il numero nella tabella sottostante e fa’ la moltiplicazione con il coefficiente indicato:
…...……. m 3 / anno e persona x 1,94 =________________________ kg CO 2
- Sai che la maggior parte del gas consumato serve per il riscaldamento in inverno e per riscaldare
l’acqua?
- Sai che esistono tecnologie come caldaie a condensazione e riduttori di flusso per i rubinetti con cui
è possibile usare meno gas per avere lo stesso effetto di riscaldamento della casa o dell’acqua?
- Sai che esistono tecnologie come impianti solare termici che riscaldano l’acqua con l’energia solare
e quindi non causano emissioni di CO2?
7
3. Viaggi e trasporti
Calcola la distanza tra la scuola e casa tua (ad esempio sul sito di TuttoCittà) e moltiplica il valore per
2 per contare andata e ritorno e poi per il numero di giorni in cui la scuola è aperta durante l’anno (chiedilo al tuo professore). Cerca di ricordarti tutti gli altri spostamenti che fai regolarmente in macchina
con la famiglia, per andare in palestra etc. e calcola la distanza e il valore annuo nello stesso modo.
Alla fine calcola in questo stesso modo anche il viaggio che avete per le vacanze di estate e/o altre vacanze. Inserisci i numeri nella tabella sottostante e fa’ la moltiplicazione con il coefficiente indicato:
…………... km in auto / anno e persona x 0,2 =________________________ kg CO 2
…………. km in aereo / anno e persona x 0,18 =________________________ kg CO 2
- Sai che andare in macchina e aereo significa produrre fino a 9 volte tanta CO2 rispetto ad andare
in treno, metro o autobus?
- Sai che esistono carburanti più efficienti e meno inquinanti come la GPL, metano e biodiesel?
- Hai mai formato un car pool, cioè condiviso la macchina con altre persone che devono fare lo stesso
percorso, anziché andare ognuno nella sua macchina?
Calcolo complessivo
Inserisci i valori che hai calcolato sopra ai punti 1 – 3 nella tabella sottostante, calcola la somma per
sapere le tue emissioni annue di gas serra:
1. Emissioni associate al consumo di elettricità ________________________ kg CO 2
2. Emissioni associate al consumo di gas ______________________________ kg CO 2
3. Emissioni associate ai trasporti ______________________________________ kg CO 2
EMISSIONI ANNUE TOTALI DI
(inserire il tuo nome)
Somma: __________________________ kg CO 2
- Sai che puoi, dopo che hai ridotto le tue emissioni applicando alcuni consigli sopra apportati, azzerare le emissioni residue con i crediti di CO2: Vai sul sito di AzzeroCO2 per saperne di più:
www.azzeroco2.it
8
un progetto
Klorane
viviDARIA
Non nascondiamoci
dietro...
una bottiglia d’acqua
Anche una bottiglia d’acqua nasconde
la produzione di CO2
Materiale occorrente
SCHEDA INSEGNANTE
Un’etichetta tolta da una bottiglia di acqua minerale in commercio,
fogli A3, una copia della scheda alunni per ogni bambino, 6 carte
stradali in cui è rappresentata tutta l’Italia, pennarelli colorati, etichette autoadesive, una calcolatrice, uso della fotocopiatrice e accesso a internet.
OBIETTIVI
macchine per fare la carta,
tagliare i fogli, distribuire l’inchiostro…
COSA FARE
La tazza in cui bevete il latte la
mattina, i guanti che indossate quando fa freddo, l’acqua che acquistate al supermercato nascondono un
segreto: per la loro produzione
e distribuzione si consuma
energia e, naturalmente, si
produce anidride carbonica
che va ad aggiungersi a
quella già presente nell’aria.
Anche le schede didattiche
del progetto nascondono dell’energia che potremmo definire “grigia”; per la sua produzione sono state impiegate
scheda 2
Invitate i bambini a riflettere
su questo aspetto e ad elencare tutte le forme di energia
che sono state impiegate per
la loro realizzazione. Facilitate
la discussione ponendo alcune domande che permettono di approfondire il tema.
• Chi ha prodotto i testi e le
immagini?
• Mentre gli autori scrivevano
cosa avranno utilizzato?
• Come si saranno riscaldati,
o rinfrescati?
• Avranno lavorato solo con
la luce del giorno?
• Come avranno raggiunto il
luogo di lavoro?
Ricordate ai bambini che tutti gli oggetti che li circondano,
durante il ciclo produttivo,
prima o poi, in maniera più o
meno incisiva, sono causa di
produzione di anidride carbonica.
9
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
• Condurre un’indagine sistematica
• Leggere le etichette delle acque imbottigliate
• Sentirsi motivati a comprare
una marca d’acqua che possiede minore energia grigia
• Essere consapevoli del costo
ecologico dei prodotti che
consumiamo
Proponete un’indagine sistematica al riguardo, prendendo in considerazione, un singolo prodotto, estremamente
prezioso e di uso quotidiano:
l’acqua.
Commentate con la classe la
scheda alunni e con l’aiuto
dei bambini, arricchitela di
spunti. Fotocopiate l’etichetta di una marca di acqua in
bottiglia su un foglio A3, ingrandendola; e spiegate ai
bambini cosa dovranno cer-
care e leggere provate a
compilare insieme una scheda e spiegate i termini che
possono risultare difficili.
Dividete la classe in 4 gruppi
e assegnate a ciascuno 5-6
lettere dell’alfabeto; spiegate che, ad esempio, il gruppo
1 dovrà monitorare le marche
che producono acqua che
iniziano con le lettere A, B, C,
D, E, il gruppo 2 quelle delle
lettere F, G, H, I, L, M, e così via.
Organizzate un’uscita per visitare un grande supermercato e un discount della zona,
ma prima assicuratevi la collaborazione del direttore del
negozio.
Una volta sul posto, preparate
il lavoro dei bambini divisi in
diversi gruppi e distribuite le
copie della scheda alunni da
compilare.
Tornati in classe prendete le 6
grandi cartine geografiche
dell’Italia e distribuitene 5 ai
gruppi; chiedete loro di se-
SCHEDA 2
gnalare con un puntino nero
il luogo dove si trova il negozio, con un puntino azzurro il
luogo in cui si trova la sorgente dell’acqua, con un’etichetta bianca il nome commerciale, con un puntino rosso il luogo d’imbottigliamento (nel caso sia distante dalla fonte), e con un tratto grigio il tragitto percorso dall’acqua dalla fonte al negozio, passando per il luogo
d’imbottigliamento (spiegate ai bambini che devono
seguire le strade principali).
Riunite i risultati delle 5 carte
su un'unica carta geografica.
Con l’aiuto di uno o più genitori cercate le distanze in
chilometri, utilizzando uno dei
programmi appositi disponibili
sul web, poi collegatevi al
sito www.azzeroco2.it dove
potete calcolare quanti chili
di CO2 vengono immessi nell’atmosfera per ogni viaggio
compiuto da un camion carico di bottiglie d’acqua, che
ipotizzeremo essere uno a
settimana.
10
Considerazioni
finali
Discutete i risultati ottenuti ponendo
le seguenti domande.
• Quale è l’acqua con minore energia grigia?
• Quale quella con energia grigia
maggiore?
• Il prezzo della singola bottiglia è in
rapporto alla distanza percorsa
dalla bottiglia?
• Quale acqua si beve a casa vostra?
Calcolate insieme il consumo di acqua imbottigliata settimanalmente,
mensilmente e annualmente in ogni
famiglia.
Quantificate la CO2 immessa nell’atmosfera in ogni famiglia: i bambini
hanno già calcolato i chili di CO2 immessi per il trasporto di un camion di
una data marca. Supponete che
un carico rimanga in negozio per 2
settimane; e contate quante settimane ci sono in un anno, dividete per
due e poi moltiplicate per i chili di CO2
calcolati precedentemente. Se in
una famiglia viene consumata più di
una marca sommate il risultato ottenuto per ogni tipologia di acqua.
• Riuscite a immaginare in quanti altri supermercati sono distribuite le
marche studiate?
• Quanti camion si muoveranno ogni
giorno?
• Secondo voi ci sono marche a distribuzione locale che voi non avete trovato, ma che sono vendute in
altre zone d’Italia? Quando andate in vacanza, ad esempio, trovate marche diverse?
• Se sì, riuscite ad immaginare quanta acqua circola per l’Italia, e quindi, per l’Europa e per il mondo?
• Vi sembra una cosa logica? (in
Kenia e negli USA, ad esempio, si trovano marche Italiane)
• Non converrebbe bere l’acqua
del rubinetto?
Fate riflettere i bambini sul fatto che
l’acqua, oltre l’imbottigliamento e, in
alcuni casi, l’aggiunta di CO2, non richiede molte lavorazioni; si può dire
lo stesso, però, di altre bibite, ma anche dei prodotti per la casa, dei
giocattoli, dei vestiti ecc. per i quali
l’energia grigia aumenta considerevolmente.
Non
nascondiamoci
dietrO...
una bottiglia
d’acqua
un progetto
Klorane
viviDARIA
SCHEDA ALUNNO
Scheda n. _________________ Classe _________________________________________________
Gruppo __________________________ Lettere ___________________________________________
Negozio ____________________________________________________________________________
Località ____________________________________________________________________________
Comune ___________________________________________________________________________
Provincia __________________________________________________________________________
Data ___________________________ Ora _______________________________________________
marca
costo
fonte
naturale (N)
imbottiglia- gassata (G)
mento
effervescente
naturale ( E)
11
Distanza
percorsa
CO2
prodotta
marca
costo
fonte
naturale (N)
imbottiglia- gassata (G)
mento
effervescente
naturale ( E)
12
Distanza
percorsa
CO2
prodotta
Dove va a finire
la CO2?
un progetto
Klorane
“Fare” la fotosintesi per capire
viviDARIA
SCHEDA INSEGNANTE
Materiale occorrente
1,8 m telo di pannolenci colore verde chiaro alto 1,8 m, 2 cartoncini verdi 70 x 100 cm, 44 palline da ping pong, 1 m di velcro adesivo alto 2 cm, 6 m di nastro di colore giallo intenso alto 2 cm, colori a tempera, cartoncino 50 x 70 cm giallo vivo, 3 paia di guanti
bianchi di cotone, 4 scatole di cartone per scarpe, forbici, colla, nastro adesivo da pacchi, pennelli, spillatrice, 1 m di elastico da merceria, una maglietta gialla, una celeste, una marrone, due verdi.
ARIA
OBIETTIVI
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
• Costruire le molecole di acqua, anidride carbonica e ossigeno a partire da palline
che rappresentano gli atomi
che le costituiscono
TERRA
COSA FARE
La fotosintesi è un processo difficile sia da spiegare a bambini di
9-10 anni sia da comprendere a
questa età. Il ricorso ad un’attività pratica cui gli alunni prenderanno parte attiva può agevolare la comprensione e
rendere piacevole l’attività proposta. Un proverbio cinese dice,
infatti, “è meglio una cosa vista
che cento ascoltate”, figuriamoci se “la cosa” viene… fatta!
Preparate insieme ai bambini il
materiale necessario all’attività
dimostrativa assegnando i compiti a piccoli gruppi. Ritagliate
nella stoffa una grande foglia
ovata (lunga 2,5 m e larga nella
parte centrale 1,3 m) e, ricavate
dal cartoncino verde, due strisce lunghe 2,5 m, due lunghe
1,3 m e altre due lunghe 1 m;
tutte larghe 5 cm. Sovrapponete
scheda 3
le strisce della stessa lunghezza
e incollatele fra loro, poi attaccatele all’interno della foglia sistemando quella più lunga
lungo la nervatura centrale e
le altre due trasversalmente.
Curvate leggermente il cartoncino per dare alla foglia una
forma bombata.
Costruite il picciolo (che rappresenta l’ideale contatto con il resto della pianta e quindi anche
con le radici e il terreno) ritagliando nel cartoncino un rettangolo 50x15 cm e rivestendolo
di stoffa. Attaccate il picciolo
alla foglia.
Praticate sulla lamina della foglia delle aperture ovali lunghe
20 cm e larghe al centro 8 cm
(che rappresentano gli stomi, le
aperture che permettono alla
pianta di fare scambi di gas), rivestite i bordi con la stoffa avanzata e spiegate ai ragazzi che gli
13
• Comprendere che la fotosintesi è un processo che avviene solo in presenza di luce
• Comprendere che l’anidride
carbonica e l’acqua impiegate nella fotosintesi provengono rispettivamente dall’aria
e dal suolo
• Comprendere che l’ossigeno
è un prodotto di “scarto” della fotosintesi e si libera nell’aria
• Comprendere che lo zucchero è il prodotto finale della fotosintesi utile alla crescita e al
mantenimento della pianta
stomi in natura si trovano solo
sulla pagina inferiore della foglia.
Ritagliate dal cartoncino verde
30 dischetti di 3 cm di diametro
Fate dipingere le tre paia di
guanti rispettivamente di celeste
di marrone e di giallo, fate fare lo
stesso con le scatole di cartone.
Costruite una maschera a forma
di sole da far indossare a uno dei
bambini utilizzando il cartoncino
giallo e l’elastico. Tagliate il nastro
giallo in strisce di 20 cm e inserite
il tutto nella scatola gialla.
Ritagliate dal foglio bianco 4 rettangoli 10 x 4 cm, scrivetevi sopra
la parola zucchero, e attaccateli
sui lati della scatola rimasta
bianca.
Fate colorare 23 palline da ping
pong di celeste (ognuna rappresenterà un atomo di ossigeno,
O), 14 in rosso (atomi di idrogeno,
H), fate lasciare bianche le restanti palline per rappresentare il
carbonio, C. Quando le palline
saranno asciutte, ritagliate il velcro e attaccatelo come descritto nello schema 3. Fate un
modellino di ogni molecola
come esempio per tutta la classe
e tenetelo sulla cattedra, poi dividete i bambini in coppie o in
gruppi di tre e distribuite le palline
in modo che 6 gruppi possano
fare una molecola d’acqua ciascuno e 6 gruppi una molecola
di CO2 ciascuno. Fate inserire le
molecole d’acqua nel contenitore marrone e le molecole
d’anidride carbonica nel contenitore celeste.
Utilizzate i modellini che avete
costruito voi di H2O e di CO2 e dimostrate cosa dovranno fare i
bambini-clorofilla che saranno
coinvolti nella simulazione della
fotosintesi: rompete tutti i legami
dell’acqua e dell’anidride e ricostruite una molecola di O2 e
una molecola di zucchero che
inserirete in un contenitore senza
preoccuparvi della sua struttura.
SCHEDA 3
Scegliete 5 bambini: uno rappresenterà il sole e inizialmente sarà
nascosto dietro a qualcosa come
un albero, una pianta, un armadio (consegnategli la maglietta,
la maschera, i guanti gialli e la
scatola con i nastri); uno rappresenterà l’aria e si posizionerà in
piedi vicino alla foglia (consegnategli la maglietta, i guanti celesti e la scatola con le molecole
di CO2); uno rappresenterà la
terra e si accovaccerà vicino la
foglia (consegnategli la maglietta, i guanti marrone e la scatola contenente le molecole di
acqua); 2 rappresenteranno la
clorofilla e si andranno a nascondere accucciati sotto la foglia
(consegnategli la le magliette
verdi e la scatola-zucchero).
Spiegate che la fotosintesi inizia
quando il bambino-sole si avvicina alla foglia e lascia cadere su
di essa i primi nastri (raggi di sole).
Allora il bambino-aria comincerà
a far scendere lentamente nelle
aperture-stomi le molecole di
CO2, mentre il bambino-terra
farà scorrere (lentamente e una
per volta), sotto il picciolo, le molecole di acqua. I bambini-clorofilla, sotto la foglia, smonteranno tutte le molecole ricevute,
formeranno le 6 molecole di CO2
e controlleranno che siano solo e
soltanto 6. Quando le avranno
preparate, metteranno tutte le
palline (atomi) restanti insieme, a
caso, nella scatola-zucchero.
Spiegate che attraverso un processo complesso, quelle palline atomi diventeranno molecole di
zucchero.
Un bambino-clorofilla lancerà le
molecole di ossigeno, ad una ad
una, fuori da stomi diversi, l’altro
farà scorrere lo zucchero sotto il
picciolo come a consegnarlo
alla pianta per consentire la sua
crescita. Per sottolineare questo
passaggio il bambino-terra prenderà in carico lo zucchero, il
bambino-aria raccoglierà le molecole di ossigeno (meglio se riesce a prenderle al volo!).
14
Ricordate ai bambini che questa attività è stata molto semplificata e fatta con un numero limitato di molecole, ma che, nella
realtà, le cose sono molto più
complesse e coinvolgono un numero altissimo di molecole. In natura, infatti, i “centri” in cui avviene la fotosintesi sono miliardi di
miliardi e tutto l’ossigeno che
viene rilasciato proviene dalle
molecole di acqua.
Considerazioni
finali
Al termine della dimostrazione ascoltate i commenti dei ragazzi e stimolate
la discussione ponendo alcune domande:
• Siete in grado di ripetere con parole vostre cosa accade durante la fotosintesi?
• Perché è importante comprendere
il processo di fotosintesi?
• Che importanza ha la fotosintesi per
la pianta? E quale per l’uomo?
• L’uomo può impedire o limitare in
qualche modo questo processo
importante? Se sì come?
• Cosa, in natura, può limitare il processo fotosintetico?
• L’uomo sarebbe in grado di effettuare in laboratorio il processo della fotosintesi? Se si, potrebbe fare a
meno delle piante?
1,80
0
2,5
0
1,3
Recatevi con tutta la classe e i
materiale in un luogo ampio e
spazioso, meglio se all’aperto,
ma va bene anche l’atrio della
scuola, la palestra, un’aula vuota
ecc.
1,80
e attaccateli impilati sparsi sulla
foglia per ricordare la presenza
indispensabile della clorofilla.
un progetto
Klorane
Dove va a finire
la CO2?
viviDARIA
SCHEDA INSEGNANTE
Un tratto di velcro
“pungente”
opposto all’altro
lungo 2 cm
ossigeno
1 tratto di velcro
“lanoso”
lungo 4cm
idrogeno
Un tratto di velcro
“pungente”
lungo 2 cm
PUNGENTE
carbonio
1 tratto di velcro
“pungente”
lungo 4 cm
PUNGENTE
15
PUNGENTE
LANOSO
PUNGENTE
LANOSO
H2O
PUNGENTE
LANOSO
CO2
O2
PUNGENTE
LANOSO
PUNGENTE
16
un progetto
Klorane
viviDARIA
SCHEDA INSEGNANTE
Una giornata
piena di energia
Ogni giorno utilizziamo l’energia elettrica
in modo… insospettabile
Materiale occorrente
Un quaderno e una matita per ogni alunno, materiale didattico di
consultazione, 4 copie della scheda alunni per ogni bambino.
OBIETTIVI
COSA FARE
Accendere la lampadina, la
lavatrice, la televisione prevede l’uso di energia elettrica,
ma quanti altri gesti quotidiani finiscono per consumare
elettricità, e quindi, in definitiva, per immettere CO2 nell’atmosfera? Organizzate un
dibattito con la classe su questo tema e, in seguito, proponete ai ragazzi di svolgere
una ricerca per approfondire
la conoscenza dei diversi usi
dell’energia elettrica.
Chiedete ai ragazzi di utilizzare
la scheda alunni per monitorare due giornate della propria famiglia (un giorno feriale e uno festivo) iniziando dalla mattina appena svegli per
finire con la notte, quando si
va a dormire. Gli alunni dovranno annotare su un piccolo quaderno, che porteranno sempre con sé, tutte le
volte che loro e i membri della famiglia utilizzano energia
scheda 4
elettrica. La consegna sembra semplice, ma non è priva
di insidie: la sveglia non è
collegata a un filo elettrico,
ma funziona a pile o si carica
a mano? La benzina che viene immessa nel serbatoio della macchina, dalla colonnina
della pompa di benzina, da
cosa viene messa in movimento? La segreteria telefonica funziona lo stesso se la
spina non è inserita? E il cordless? E il cellulare? Cosa fa
funzionare il bancomat?
Spiegate ai ragazzi che dovranno chiedere ai propri familiari un resoconto delle attività svolte anche nel periodo
in cui non si è insieme; a questo scopo preparate, in classe, una scheda con le domande da porre a genitori,
fratelli, nonni e zii. Quando
avranno un dubbio sull’eventuale fonte energetica, i bambini potranno chiedere chiarimenti agli adulti oppure segnalare sul quaderno il quesito in modo che, in seguito,
17
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
• Condurre un’indagine sistematica
• Coinvolgere i propri familiari in
un’indagine volta a conoscere il consumo energetico
• Individuare tutti gli oggetti di
uso quotidiano che necessitano di energia elettrica per
funzionare
• Individuare strategie per ridurre il consumo energetico della propria famiglia
• Coinvolgere i familiari per mettere in atto buone pratiche per
il risparmio energetico
possiate fare un’indagine in
proposito.
La sera precedente l’inizio
della ricerca, i bambini dovranno chiedere ai genitori di
insegnar loro a leggere il contatore dell’energia elettrica, in
modo che possano annotare
il dato relativo all’inizio (la
mattina del primo giorno) e
Considerazioni
finali
Confrontate in classe i dati ottenuti al
termine delle due giornate di risparmio
energetico e chiedete ai ragazzi:
• I risultati sono soddisfacenti?
• Pensate che potreste fare di meglio?
• I familiari hanno collaborato?
• Se l’indagine si fosse svolta in un altro periodo dell’anno avrebbe dato
risultati differenti?
• Pensate che anche una sola azione che risparmia una piccola quantità di energia possa risultare utile per
il risparmio energetico globale?
alla fine della ricerca (la sera
del secondo).
Quando tutti avranno completato la loro indagine, leggete in classe i quaderni e
confrontate i dati ottenuti.
Chiedete ai ragazzi di riflettere attentamente e di pensare
a cosa potrebbero rinunciare
oppure cosa potrebbero usa-
SCHEDA 4
re con più parsimonia per ridurre il consumo di energia, e
di provare a persuadere i propri familiari a fare altrettanto.
Per ripetere l’indagine definite due giorni (sempre uno feriale e uno festivo), durante i
quali i ragazzi si impegneranno a mettere a profitto le loro
buone intenzioni di risparmio
energetico.
18
Confrontate gli espedienti applicati
dai ragazzi per ridurre lo spreco e l’uso
dell’energia elettrica con quelli suggeriti da organizzazioni e enti preposti; verificate se i vostri dibattiti di gruppo hanno aggiunto nuovi spunti, ma
anche se potete prendere in prestito
nuove idee. Mettete insieme un unico decalogo del risparmio energetico e invitate i ragazzi a fare un terzo
tentativo di monitoraggio durante il
quale si atterranno a quanto loro
stessi hanno stilato. Al termine dell’operazione controllate i risultati come
nella fase precedenti.
un progetto
Klorane
viviDARIA
Una giornata
piena di energia
SCHEDA alunno
Scheda n. ________________ Classe _________________________________________________
Intervistato _________________________________________________________________________
Intervistatore _______________________________________________________________________
Data _______________ Oggi ha utilizzato __________________________________________
Apparecchi che utilizzano energia elettrica per funzionare
19
Numero
di volte
Intervistato _________________________________________________________________________
Data _______________ Oggi ha utilizzato __________________________________________
Apparecchi che utilizzano energia elettrica per funzionare
Numero
di volte
Intervistato _________________________________________________________________________
Data _______________ Oggi ha utilizzato __________________________________________
Apparecchi che utilizzano energia elettrica per funzionare
20
Numero
di volte
un progetto
Klorane
Il gioco della CO2
Un gioco di gruppo, aiuta a dimostrare
l’effetto serra e il ruolo delle attività
umane sui cambiamenti climatici
viviDARIA
SCHEDA INSEGNANTE
Materiale occorrente
3 Gessetti colorati: uno marrone o verde, uno azzurro e uno giallo;
una busta grande di carta-paglia di quelle usate per il pane, un pennarello, fotocopie su cartoncino leggero delle carte delle attività umane raffigurate nella scheda alunni, in numero di almeno due copie
per ogni carta.
Il gioco va svolto preferibilmente in un cortile o in una palestra, dove
sia possibile tracciare cerchi colorati sul pavimento.
OBIETTIVI
COSA FARE
L’atmosfera che circonda il
nostro Pianeta contiene
l’anidride carbonica che, in
quantità non eccessive, contribuisce a mantenere il calore proveniente dai raggi
del sole e assicura la temperatura che permette la vita
di tutti gli esseri viventi.
Ricordate ai ragazzi la composizione dell’aria e spiegate
loro che l’attività serve a
comprendere il ruolo dell’anidride carbonica nei
confronti del clima. NON rivelate però come questo
avviene: il concetto dovrà
essere compreso svolgendo
il gioco.
Disegnate a terra due cerchi
concentrici: uno di circa 1
metro di diametro, con il gessetto color marrone o verde,
che rappresenterà la Terra.
Disegnate l’altro cerchio,
con il gessetto azzurro, di
circa 4 metri e mezzo di diametro: l’atmosfera.
scheda 5
A circa 10-15 metri di distanza disegnate un cerchio
ancora più grande: il sole, di
colore giallo.
Scrivete sulla busta di cartapaglia la frase “ E QUESTO E’
QUANTO PUO’ SUCCEDERE…”
ed inseritevi dentro le carte
che avrete preparato in precedenza, fotocopiando i disegni della Tabella 17A su un
cartoncino leggero e ritagliandoli.
Lo svolgimento del gioco prevede che i raggi del sole entrino nell’atmosfera, tocchino la Terra e quindi tornino indietro verso lo spazio siderale
esterno all’atmosfera, senza
essere catturati dalla CO2. Se
un raggio solare è catturato, rimane nell’atmosfera, se no,
torna nello spazio.
Ricordate che i raggi solari, essendo radiazioni luminose,
debbono raggiungere la terra
solo seguendo una linea retta
e che quindi i ragazzi “raggio
di sole” dovranno spostarsi
senza deviazioni o percorsi ondulati per andare verso la Ter-
21
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
• comprendere come i raggi
solari riscaldano l’atmosfera
• comprendere i concetti basilari dell’effetto serra
• comprendere come la quantità di CO2 nell’atmosfera dipende dalle attività umane e
dal ruolo svolto dalle piante
• descrivere, con termini semplici, quali comportamenti virtuosi possono contribuire a
combattere il riscaldamento
globale.
ra e al ritorno. La simulazione riproduce l’effetto serra, quando l’energia solare è “catturata” dalla CO2, dal vapore
acqueo e da altri gas, che ne
impediscono il ritorno nello
spazio, aumentando quindi la
temperatura nell’atmosfera
Iniziate il gioco chiedendo a 2
studenti di rappresentare molecole di CO2 e di entrare nel-
l’area delimitata dal cerchio
azzurro, nell’atmosfera. Gli altri ragazzi si posizioneranno nel
sole. Le molecole di CO2 non
potranno muoversi liberamente, ma soltanto mantenendo un piede fermo sul terreno (e, quindi, ruotando su di
esso). I ragazzi “raggi di sole”
inizieranno tutti a correre, in linea retta, verso la Terra dove
inevitabilmente qualcuno verrà toccato e quindi bloccato
dalle molecole di CO2.
• Quando tutti i raggi solari saranno tornati fuori dell’atmosfera, fermate il gioco e
iniziate le valutazioni. Fate
mettere in cerchio, lungo il
margine del cerchio atmosfera, sia le molecole di CO2
sia i raggi di sole che sono
stati da esse catturati.
Quanti ragazzi ci sono ora
nell’atmosfera?
• Quanta energia, e quindi
quanto calore è rimasto
perché fermato dalla CO2?
• Cosa comporta il calore
presente nell’atmosfera?
• E’ una cosa buona o no?
Ricordate ai ragazzi che comunque una certa quantità di
calore deve rimanere, per
consentire condizioni di vita accettabili per gli esseri viventi.
umana che accresce la quantità di CO2 fate entrare nel
cerchio dell’atmosfera un ragazzo “CO2”, nel caso l’attività sia rispettosa degli equilibri
dell’atmosfera togliete una
molecola di CO2. Gradualmente, il numero delle molecole di anidride carbonica
aumenterà e con esse il numero di raggi solari e di calore catturato.
Al termine di questo secondo
giro invitate i ragazzi nell’atmosfera a porsi di nuovo in circolo lungo i bordi del cerchio
azzurro.
• Quanti sono? Di più o di
meno di prima?
• Perché il calore è aumentato? Quali sono state le
cause e le attività che hanno provocato l’aumento?
• Cosa può succedere se
l’atmosfera si riscalda troppo?
• E se al riscaldamento corrisponde la diminuzione delle piogge, cosa può succedere all’agricoltura?
Provate a fare un nuovo giro,
con ancora un maggior numero di molecole di CO2, almeno sette o otto, nel primo
cerchio, e continuando ad
estrarre le carte dal sacchetto.
Al termine di questo primo
giro, la maggior parte dell’energia solare sarà fuggita
nello spazio perché le molecole di CO2 nell’atmosfera
sono ancora poche.
• Cosa succederà? Il gioco
dimostrerà che più la CO2
aumenta, più calore rimane intrappolato nell’atmosfera.
Iniziate un altro “giro”, facendo estrarre da un ragazzo tre
carte dal sacchetto dei possibili avvenimenti: ad ogni carta che rappresenta un’attività
Discutetene con i ragazzi e
passate in rassegna le attività
che possono essere fatte per
ridurre le emissioni di CO2
nell’atmosfera.
SCHEDA 5
22
Considerazioni
finali
Sebbene alcuni aspetti di questo gioco siano volutamente fittizi per facilitarne lo svolgimento, come ad
esempio il fatto che le molecole di
CO2 non siano libere di muoversi nell’atmosfera, esso è stato sperimentato con successo ed ha dimostrato che riesce a far comprendere ed
rielaborare il concetto dell’effetto serra e della correlazione esistente tra
alti livelli di CO2 e l’aumento della
temperatura.
Se avete abbastanza spazio a disposizione potete permettere alle
molecole di CO2 di muoversi, camminando, nel cerchio atmosfera,
oppure simulare una giornata molto
ventosa, muovendosi più velocemente di qua e di là.
Potete chiedere ai ragazzi di disegnare altre carte, con indicazioni da
loro fornite, da aggiungere a quelle
in dotazione.
un progetto
Klorane
viviDARIA
Il gioco
della CO2
SCHEDA ALUNNO
Le carte “… e questo e’ quanto può succedere”
GLI ESSERI UMANI USANO
L’AUTOMOBILE:
Ogni 10 l di carburante
consumato circa 30 Kg di CO2
che finiscono nell’atmosfera.
SEMPRE PIU’ AUTOMOBILI
IN CIRCOLAZIONE…
IN ITALIA OGGI CIRCOLANO
CIRCA un miliardo di veicoli…
GLI ESSERI UMANI
DISTRUGGONO LE FORESTE…
Ogni anno sparisce
una superficie di foreste
pari all’estensione dell’Austria
Il livello di CO2 aumenta
Il livello di CO2 aumenta
Il livello di CO2 aumenta
GLI ESSERI UMANI
USANO DI PIU’ LA BICI
GLI ESSERI UMANI
PIANTANO ALBERI
GLI ESSERI UMANI
RICICLANO DI PIU’
Il livello di CO2 diminuisce
Il livello di CO2 diminuisce
Il livello di CO2 diminuisce
23
GLI ESSERI UMANI
USANO FONTI DI ENERGIA
FOSSILE, NON RINNOVABILE
GLI ESSERI UMANI
BRUCIANO I LORO RIFIUTI
GLI ESSERI UMANI
USANO ENERGIE RINNOVABILI
Il livello di CO2 aumenta
Il livello di CO2 aumenta
Il livello di CO2 diminuisce
GLI ESSERI UMANI
…
GLI ESSERI UMANI
…
GLI ESSERI UMANI
…
Il livello di CO2 aumenta
Il livello di CO2 aumenta
Il livello di CO2 diminuisce
24
un progetto
Klorane
viviDARIA
SCHEDA INSEGNANTE
Siamo alla
frutta!
Dalla frutta si può ricavare una debole
corrente elettrica
Materiale occorrente
2 limoni, 2 mele, 2 rape, 2 bicchieri vuoti, 4 chiodi zincati, 30 cm di
filo di rame, piccola lampada a led, led, tester, fili elettrici, 2 morsetti, una piastra di rame (in alternativa una pentola in rame), una
piastra di zinco (in alternativa un pezzo di zinco o di metallo zincato
utilizzato per fare le persiane).
OBIETTIVI
COSA FARE
I bambini usano comunemente le pile che permettono
di alimentare calcolatrici, videogiochi, macchine telecomandate facendo a meno
di ingombranti cavi elettrici attaccati alle prese.
Anche senza conoscere il
loro esatto principio di funzionamento, sono quindi, in
grado di comprenderne, senza difficoltà, gli aspetti essenziali, a partire dall’esistenza di due elettrodi, positivo e negativo, e dalla presenza di una soluzione chimica formata, in genere, da
un liquido acido (che può
fuoriuscire se le batterie restano inutilizzate a lungo!).
La novità di questa esperienza da realizzare con i bambini consiste nel fatto che la soluzione che fornisce l’energia
chimica può essere semplicemente un frutto.
scheda 6
Spiegate ai bambini che, per
ottenere una pila semplice
ma funzionante basta inserire nel frutto scelto (un limone,
ricco di acido citrico, o perfino una rapa) due pezzetti di
metalli diversi come,ad esempio, rame e zinco (che fungeranno da elettrodi). Uno
dei due metalli avrà una
maggiore tendenza a cedere elettroni (le cariche negative che formano la corrente
elettrica) rispetto all’altro, e
questo stabilisce un dislivello
ovvero una differenza di potenziale elettrico. Il trasferimento di elettroni fra i due
metalli (detto “corrente” con
un termine che suggerisce
l’analogia con il fluire, lo scorrere dell’acqua) prima o poi,
tuttavia, avrebbe termine.
Perché la corrente continui a
fluire è necessaria, perciò, la
presenza di una soluzione chimica, detta elettrolitica, capace di rilasciare particelle
cariche, che servano a “chiudere” il circuito, permettendo
la circolazione della corrente.
25
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
• Realizzare che anche semplici oggetti naturali possono essere una fonte di energia
• Comprendere che l’energia
subisce trasformazioni
• Visualizzare concretamente la
trasformazione di energia chimica in energia elettrica.
Il passaggio di energia elettrica nel circuito, può essere
messo in evidenza con un
voltmetro o un tester, un apparecchio che viene comunemente usato, anche in
casa per rilevare eventuali
perdite di correnti, ma soprattutto da un piccola lampadina o, meglio, da un led a
basso voltaggio.
Fate la prima esperienza con
l’aiuto di un paio di bambini
soltanto in modo che tutta la
Considerazioni
finali
Dopo aver favorito il dibattito in classe sui risultati dell’esperienza, rivolgete ai bambini alcune domande.
• Sulla base dei dati forniti dal voltmetro quali vegetali hanno fatto registrare valori più alti?
• Quali caratteristiche del materiale scelto
(acidità, abbondanza di succo, ecc.) hanno influito sui valori?
Proponete una variante dell’esperienza svolta, usando semplicemente … le proprie mani.
Dopo aver collegato al tester due piastre
metalliche, una di rame e una di zinco, chiedete a un bambino di poggiare la mano destra su una e la sinistra sull’altra, e osservate se
l’apparecchio segnala il passaggio di corrente.
Se per il caldo o l’emozione, aumenta la sudorazione delle mani, aumentano anche i valori registrati dal tester?
classe possa vedere.
Prendete due limoni, premeteli un po’ sul tavolo
facendoli rotolare, in
modo da liberare un po’
di succo al loro interno,
metteteli nei bicchieri
vuoti. Inserite in un limone un pezzetto di filo di
rame attorcigliato più
volte su se stesso e nell’altro il chiodo zincato.
Utilizzando i cavetti elet-
trici, collegate i due chiodi tra loro e con il porta
lampada a led. Si dovrebbe accendere la
luce. Se ciò non accade,
invertite i collegamenti
con il led.
Chiamate ad aiutare altri due bambini alla volta
e ripetere l’esperienza
utilizzando altri ortaggi e
tipi di frutta.
Invitate altri bambini a tenersi per mano in
modo da fare una catena e invitate quelli che
sono alle due estremità a mettere rispettivamente una mano sulla piastra di rame e una
su quella di zinco e osservate se il passaggio di
corrente varia a secondo del numero di persone che forma la catena.
Chiedete ai bambini se hanno mai sentito parlare di “pesci elettrici”, come la torpedine e invitateli a raccogliere informazioni sul loro conto. Chiedete poi:
• qual è, nel caso di questi pesci, il liquido che
costituisce la soluzione elettrolita e, rilasciando particelle cariche, permette la formazione di energia elettrica?
Come si sa nessuno scienziato è riuscito, almeno
finora, a “copiare” in laboratorio il meraviglioso processo della fotosintesi, che sorregge l’intero edificio della vita sulla Terra. Alcuni ricercatori italiani, però, hanno recentemente scoperto che oltre al portentoso verde della clorofilla, anche un altro pigmento, il viola contenuto nei mirtilli, ha la capacità di scambiare elettroni con le componenti luminose della
radiazione solare e di produrre, quindi, energia.
Il succo dei mirtilli (e perfino la buccia delle melanzane!) potrebbe essere quindi utilizzate, al
posto del costoso silicio, nelle celle fotovoltaiche trasformano, appunto, la luce del sole in
elettricità.
SCHEDA 6
26
Non mi seccare!
un progetto
Klorane
La sola energia solare basta per
preparare frutta secca
Materiale occorrente
viviDARIA
Cartone da imballaggio di circa 30 cm x 20 cm, circa 20 listelli di
legno, 4 blocchetti di legno alti almeno 4 cm, una lastra di vetro delle stesse dimensioni del cartone (in alternativa una lastra di plexiglas), nastro adesivo di carta, colla vinilica, pittura nera, griglia di
plastica (per esempio quella che si trova nella scatola per i formaggi
data in dotazione con il frigorifero), taglierino, frutta (uva, albicocche, fette di mela).
SCHEDA INSEGNANTE
OBIETTIVI
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
vetro
• Esercitare la manualità
• Mettere in atto una sequenza
di istruzioni
• Utilizzare concretamente
l’energia solare
griglia
finestra
cartone
blocchetti legno
listelli di legno
COSA FARE
Tutti apprezziamo il gusto
della frutta secca che si mangia tradizionalmente in inverno, durante le feste natalizie. Si può provare, invece di
comprarla, ed ottenerla partendo dalla frutta fresca
estiva e sostituendo al forno
elettrico un essiccatore solare
dal costo energetico pari a
zero e senza emissioni di ani-
scheda 7
dride carbonica. Ne guadagna l’ambiente e anche… il
portafoglio.
Spiegate ai ragazzi che, per
mettere alla prova l’efficacia
dell’energia solare costruirete
voi l’essiccatoio.
Ritagliate al centro del cartone una finestra di forma ret-
27
tangolare di 10 x 5 cm di lato.
Tagliate i listelli di legno in
segmenti lunghi quanto i lati
del cartone, poi incollateli su
tre lati della base e sovrapponeteli fino a formare delle
pareti alte circa 6 cm. È necessario lasciare libero un
lato lungo perché possa circolare l’aria. Dipingete l’interno della scatola di nero e
coprite il fondo dell’essiccatoio con una griglia di plastica. Ricoprite l’essiccatoio
con la lastra di vetro e fissatela con il nastro adesivo di
carta. Mettete il tutto in un
luogo soleggiato, poggiando
l’essiccatoio sopra i 4 blocchetti di legno, per isolarlo
dal terreno e permettere il
passaggio dell’aria, poi di-
sponete all’interno la frutta
tagliata che volete far… dimagrire.
Considerazioni
finali
Se resistete alla tentazione di
mangiarla subito, avrete, con
un po’ di tempo e di pazienza, la frutta secca da
sgranocchiare in inverno.
Stimolate un dibattito in classe ponendo alcune
domande.
• Prima di intraprendere l’attività eravate fiduciosi
sulla sua riuscita? Vi sembrava davvero possibile preparare del cibo soltanto con l’aiuto del sole?
Un ultima raccomandazione
pratica: non lasciate all’aperto l’essiccatoio nelle
ore notturne, perché la frutta
potrebbe risentire dell’umidità notturna e ammuffire.
• Avevate già sentito parlare della possibilità di
essiccare il cibo con il calore del sole? Provate
a fare un’indagine su questo punto, cominciate col chiedere alle nonne o a qualche parente più anziana. Scoprirete che un tempo la conserva di pomodoro veniva ottenuta facendola
seccare al sole per vari giorni in grandi piatti di
ceramica, fino ad ottenere un estratto concentratissimo da aggiungere al ragù invernale,
oppure che le zucchine, tagliate a fette sottili e
disseccate al sole venivano poi utilizzate di inverno dopo averle fatte “rinvenire” con una prolungata immersione in acqua. Per non parlare degli squisiti “fichi secchi” da imbottire con le noci.
• Secondo i vostri “informatori” il sapore della frutta e degli ortaggi seccati al sole è uguale a quello a quello delle stesse pietanza seccate al forno?
• Qual è secondo voi la provenienza geografica più comune di questo tipo di preparazioni?
Sono più comuni al Nord o al Sud? Al mare o in
montagna?
• Quale è il significato economico e sociale più
profondo di queste e di altre abitudini “conserviere” dello stesso tipo?
• Pensate che l’essiccatoio che avete costruito
funzionerebbe altrettanto bene sostituendo la lastra di vetro con un foglio di plastica pesante o
uno di alluminio?
• Il fatto che una semplice scatola con un vetro
possa imprigionare abbastanza calore e quindi
abbastanza energia da “cuocere” la frutta, quali riflessioni vi induce a fare sulle potenzialità di attrezzature più complesse in grado di catturare e
utilizzare l’energia solare?
• Ampliate l’argomento, invitando i ragazzi a fare
una ricerca non soltanto sull’energia solare e sulle sue applicazioni, una anche sulle altre energie rinnovabili (eolica, idrica, delle biomasse)
• Riuscite ad apprezzare il risparmio derivante, da
un lato, dall’utilizzo di prodotti di stagione e, dall’altro, dallo sfruttamento di un’energia disponibile, e a costo zero, come quella solare?
SCHEDA 7
28
un progetto
Klorane
viviDARIA
Caro Presidente
ti scrivo
I bambini si impegnano per
un futuro migliore
Materiale occorrente
SCHEDA INSEGNANTE
Scheda alunni, vocabolario, un foglio di carta da pacco grande,
matite, pennarelli colorati, un atlante o un planisfero, fogli di carta
bianca, colla, collegamento a internet, buste da lettere, francobolli.
OBIETTIVI
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
• Comprendere le parole chiave relative ai cambiamenti
climatici
• Citare almeno una conferenza particolarmente importante per arrestare gli effetti dei
cambiamenti climatici
COSA FARE
Il clima e i suoi cambiamenti
hanno un rapporto stretto con
la qualità dell’ambiente e
della vita; questo concetto è
stato chiaro sin dalle prime
conferenze internazionali
come quella dell’O.N.U. sull’Ambiente Umano (Stoccolma 1972) che segna il punto
di partenza per tutti i futuri accordi in campo ambientale.
Chiarite con i ragazzi i concetti
di cambiamento climatico e
di un’eccessiva produzione di
CO2 e parlate dell’importanza
degli impegni che ognuno di
noi può prendere per contri-
scheda 8
buire all’abbattimento di questo tipo di emissioni. Per aiutare i ragazzi ad avvicinarsi a
queste tematiche realizzate le
schede “Non accendere
quella luce!”, “Consumo nascosto”, “In compagnia si risparmia… CO2”.
Leggete e commentate con
i ragazzi lo schema riassuntivo
riportato sulla scheda alunni
e cercate di fissare i punti salienti che potrebbero risultare
di difficile comprensione. Invitate i ragazzi a cercare le
parole che non capiscono su
un dizionario oppure i concetti
più complessi come, ad esempio, “emissioni di gas serra” o
“principio di precauzione” su
29
• Riconoscere i punti critici negativi nei protocolli internazionali
• Esortare un’istituzione ad aderire ai protocolli e rispettare i limiti imposti.
un motore di ricerca di internet.
Per agevolare il processo di
comprensione e memorizzazione disegnate un grande
planisfero su un foglio di carta da pacco aperto. Trovate
sulla mappa le città dove si
sono svolte le conferenze e attaccate accanto ad ognuna
un foglio bianco in cui è riportato il titolo della confe-
renza e dove sono riassunti i
punti più importanti che sono
stati discussi o decisi.
Quando ritenete che il quadro
generale sia abbastanza chiaro chiedete alla classe di individuare quali sono gli impedimenti maggiori alla realizzazione dei “buoni propositi”
delle diverse conferenze.
Sulla base delle riflessioni scaturite durante il dibattito, proponete ai bambini di scrivere
una lettera ai governi di quei
paesi che in un modo o nell’altro (ad esempio non aderendo ai protocolli come USA,
Cina, India, oppure non rispettando le regole) rallentano il processo. Se la classe si
dimostra disponibile e motivata non limitatevi ad un esercizio accademico, ma cercate su internet gli indirizzi
delle ambasciate o delle sedi
dei primi ministri e indirizzate realmente le lettere. Sarà anche
una goccia nel mare ma, in fin
dei conti, il mare è fatto di tante gocce!
Considerazioni
finali
Al termine dell’attività favorite una discussione ponendo alcune domande.
• Prima di queste lezioni avevate mai
sentito parlare di cambiamenti climatici? Se sì in quale contesto?
• I vostri familiari, le persone che frequentate parlano mai di questi problemi? Vi sembrano preoccupate?
• Vi ha stupito scoprire che un paese
grande e civilizzato come gli USA
non abbia mai ratificato (è questa
la parola tecnica esatta) il Protocollo
di Kyoto?
• Pensate che sia importante esprimere le proprie opinioni anche se
non si è sicuri di essere ascoltati?
SCHEDA 8
30
un progetto
Klorane
viviDARIA
QUADRO DEi
PRINCIPALI INCONTRI
INTERNAZIONALI
SUI CAMBIAMENTI
CLIMATICI
• C onferenza O.N.U. sull’Ambiente Umano (Stocco lma 1972).
• I C onfere nza M ondiale sul C lima (Ginevra 1979) vo luta dall’Organ izzazione Meteorologica Mondiale (WMO: riunì non solo climatologi, ma anche esperti di agricoltura, forestazione, pianificazione urbana, tutti preoccupati che i cambiamenti climatici
potessero avere “effetti disastrosi sulla biosfera e sull’umanità”.
• C onferenza di Bergen del 1990: si riconobbe ufficialmente la necessità di adottare un
Principio di Precauzione, secondo il quale, anche in assenza di certezze scientifiche sulla pericolosità di una situazione, si deve cercare di agire “senza prendere la mancanza di prove scientifiche certe come alibi per non agire”.
• C onferenza O.N.U. su Ambiente e Sviluppo svo ltasi a Rio de Janeiro nel 199 2
(a 20 anni da quella di Stoccolma: approvò, fra gli altri punti, anche un accordo per
la stabilizzazione delle emissioni dei gas-serra, pur senza stabilire scadenze precise.
• Conferenza COP3 della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) (Kyoto 1997): i 160 paesi riuniti a Kyoto, consapevoli dei
problemi ambientali e climatici legati all’aumento delle emissioni dei gas-serra (soprattutto della CO2) e del conseguente aumento globale della temperatura, decidono, dopo 10 giorni
di trattative, di fissare le date entro le quali i paesi industrializzati si impegnano a ridurre
l’emissione di questi gas. La percentuale di riduzione prevista, che è il risultato di una mediazione fra gli Stati partecipanti, ammonta al 5,2%, e dovrà essere raggiunta fra il 2008
e il 2012. Per una clausola del Protocollo, esso diventerà operativo solo quando sarà stato ratificato da almeno il 55% dei membri che, complessivamente, producono il 55% delle emissioni
inquinanti.
• Il protocollo diventa operativo solo nel 2005. Mancano tuttora, all’appello (e non sono
certo assenze di poco conto) paesi come gli USA, l’Australia, l’India e la Cina.
• L’accordo di Kyoto presenta delle lentezze e dei ritardi nell’attuazione, ma è stato anche utile perché le popolazioni dei vari paesi si rendessero conto dei possibili rischi ambientali e climatici e soprattutto perché realizzassero che questi problemi sono globali, cioè riguardano tutto il mondo. I singoli cittadini adesso “sanno” e possono decidere di “fare qualcosa” in proposito, adottando comportamenti individuali “a basso impatto ambientale”, e proponendo (o
imponendo?) dal basso soluzioni e scelte “virtuose”, che coinvolgano anche le istituzioni lo-
31
cali e il sistema produttivo: ad esempio l’acquisto di lampadine a basso consumo e di elettrodomestici di classe A, la scelta della bicicletta, del mezzo pubblico, della condivisione dell’automobile fra più persone, il risparmio d’acqua attraverso miscelatori ad aria applicati ai
rubinetti, i numerosi piccoli gesti quotidiani che aiutano il risparmio energetico.
• I paesi aderenti si impegnano a ridurre i gas serra e a ad aumentare del 20% l’utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili, ma i risultati sono deludenti, nel 2004 le emissioni di
CO2 risultano addirittura in aumentano!
• Nel protocollo di Kyoto, inoltre, si riconosce il fatto che i paesi più industrializzati hanno le
maggiori responsabilità storiche nell’aumento delle concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica e degli altri gas-serra.
• Si realizza, però, l’importanza di coinvolgere i paesi con un economia in crescita, ma anche i paesi poveri che saranno i primi a fare le spese dell’aumento della CO2
• XV Conferenza delle Parti alla Conferenza dell’ONU sul clima (Co penhagen
2009 ): con un accordo che non è giuridicamente vincolante, i Paesi riconoscono i cambiamenti climatici come una delle maggiori sfide dell’umanità e chiedono l’adozione di misure
da parte del settore industriale e dei Paesi emergenti. Aspe tti negativi: le associazioni ambientaliste lamentano la mancanza di impegni precisi e di fatto alcuni accordi sono poco chiari e presi fra gruppi ristretti. La conferenza è stata definita da molti un fallimento.
• Le ultime conferenze internazionali in ordine di tempo sul tema dei cambiamenti climatici (XVI sessione della Conferenza delle Parti dell’ONU sui Cambiamenti Climatici e la VI sessione della Conferenza delle Parti del Protocollo di Kyoto) si sono concluse a Cancun (2010).
Il cambiamento climatico è definito come “inequivocabile” e dovuto all’uomo, inclusi gli eventi estremi e gli eventi a svolgimento graduale (aumento delle temperature, innalzamento del
livello del mare, acidificazione degli oceani, riduzione delle masse ghiacciate degradazione delle foreste, perdita di biodiversità e desertificazione).
Si possono individuare elementi positivi e negativi:
Positivi: la discussione al livello mondiale iniziata con il Protocollo di Kyoto, si rimette in
moto e si basa su accordi comuni molto dettagliati, anche per quanto riguarda i fondi da
destinare alla ricerca e allo sviluppo del protocollo, e le nuove tecnologie da dare ai paesi più
poveri; vengono incoraggiate numerose iniziative e istituzioni a sostegno dei Paesi più vulnerabili; sono rafforzate le azioni di mitigazione (ad esempio aiuti economici ai paesi che
hanno grandi foreste tropicali, come Brasile, Indonesia e Repubblica Democratica del Congo,
affinché arrestino la deforestazione: gli alberi mangiano CO2 e abbatterli è sempre più una
cattiva idea!).
Negativi: mancano accordi vincolati che obbligano a una riduzione della CO2 veramente
significativa (ridurre le emissioni di gas a effetto serra dal 25 al 40% per il 2020 per fare
in modo che la temperatura globale non aumenti oltre i 2 gradi); c’è una scarsa presenza,
negli incontri pubblici, di leader e ministri di paesi industrializzati e, cosa particolarmente
grave, di quelli di Cina e India.
• La prossima sessione della COP/CMP avrà luogo a Durban (Sudafrica) dal 28 novembre
al 9 dicembre 2011. Siamo tutti in attesa!
32
un progetto
Klorane
Un certo...
stile di vita
ci salverà
viviDARIA
“Stile di vita” è un’espressione piuttosto impegnativa, che rimanda all’eleganza e alla classe
di alcuni aristocratici del passato. Sono aspetti che, al giorno d’oggi, si riscontrano anche nel
cosiddetto stile di vita sotenibile, che è fatto di scelte e di piccoli gesti “virtuosi” quotidiani
ma è sostenuto anche da una buona conoscenza della situazione problematica in cui ci troviamo a vivere e la convinzione che agendo costantemente in un determinato modo, facciamo del bene all’ambiente e, in definitiva, a noi stessi. Se c’è questa convinzione di base,
tutto si tiene insieme, e le cose diventano più logiche e connesse fra di loro.
Rientrano così in questa filosofia il cibo che mangiamo e il modo con cui lo scegliamo e lo
cuciniamo; il tipo di farmaci che prendiamo quando stiamo male e i prodotti per l’igiene e
la bellezza; i mobili che compriamo scegliendoli fra quelli fatti con legno proveniente da foreste coltivate e i tessuti dei nostri vestiti; la qualità dell’energia che utilizziamo; la quantità
di rifiuti che produciamo e il modo con cui cerchiamo di utilizzarne una parte, magari facendo il compost, mentre ci sforziamo con costanza di avviare il resto alla raccolta differenziata e al recupero di materiali economicamente pregiati. Molti oggetti che usiamo
quotidianamente, inoltre, racchiudono una storia e una cultura che sono il risultato del materiale di cui sono fatti, dell’artigiano che li ha creati, delle persone che li hanno usati prima
di noi, avendo cura di non romperli o di aggiustarli quando sono stati danneggiati. È una filosofia molto diversa da quella “dell’usa e getta” che può essere spesso sostituita da “usa,
riusa, ripara e infine getta” ma pur sempre con lo sguardo rivolto a un possibile riciclo.
Prendiamo infine in considerazione un aspetto di cui si parla sempre più spesso, e cioè la
tracciabilità di un prodotto che significa sapere da dove proviene, che tipo di esistenza ha
avuto prima di arrivare a noi, quanta energia grigia contiene quali sono, in definitiva, le sue
caratteristiche e la sua storia. Questo può valere per il legno proveniente da foreste coltivate
appositamente per farne mobili, o per un alimento coltivato con metodi sostenibili, senza
consumare eccessive quantità di terreno, di acqua, di fertilizzanti. Vale, inoltre, anche per un
farmaco naturale o per un prodotto per l’igiene e la bellezza che non sia testato sugli animali, ma che, anzi, si basa su piante di cui è possibile tracciare la fitofiliera, ossia il susseguirsi
delle tappe della sua “vita” cominciando dall’habitat di partenza e dall’estrazione dei principi attivi in laboratorio fino ad arrivare alla commercializzazione che avviene, spesso, in farmacia. Sapere se tutte le tappe della fitofiliera si svolgono rispettando i parametri di
sostenibilità per l’ambiente è, senz’altro, un valore aggiunto importante, che si somma all’efficacia di uno shampoo o di una crema bellezza.
La conoscenza della fitofiliera ci aiuterà, inoltre, a valutare l’ampiezza del serbatoio mondiale di biodiversità vegetale, alimentando ulteriormente una scelta convinta e basata su
motivi ecologicamente ed eticamente validi.
33
un progetto
Klorane
viviDARIA
In compagnia
si risparmia... CO2
Pianificazione amicizia e collaborazione
aiutano a inquinare meno
Materiale occorrente
SCHEDA INSEGNANTE
8 copie della scheda alunni, una mappa della propria città o dell’area comprendente il comune in cui si trova la scuola, puntine di
colore rosso e blu con la capocchia lunga, 40 cartoncini di 4cm x
1cm, pennarelli colorati, nastro adesivo, 5 gomitoli di lana di colore diverso, forbici.
OBIETTIVI
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
• Comprendere che l’uso delle
automobili produce CO2.
• Citare dei dati relativi all’immissione di CO2 dovuti all’uso
di autovetture private.
COSA FARE
Avviate una ricerca sul ruolo
delle automobili nella immissione di CO2 nell’atmosfera in
modo che i bambini possano
raccogliere dati certi e comprendere le conseguenze di
questo fenomeno.
Uno degli aspetti che incidono sul consumo di carburante e successivamente sull’immissione di gas di scarico nell’atmosfera, è costituito da un
uso non sempre razionale delle vetture; organizzate, quindi, una postazione di osservazione del traffico nelle prime ore del mattino. Se la
scuola si trova vicino a una
scheda 9
via trafficata, potete sistemare gli osservatori alle finestre della classe o vicino al
cancello, altrimenti organizzate un’uscita scegliendo un
luogo appropriato che vi permetta di sostare in un luogo
sicuro con vista sulla strada.
Utilizzate la prima ora di lezione, quando ancora le persone si recano a lavoro. Chiedete ai bambini di organizzarsi in gruppi di tre persone
in modo che, a turno, uno
possa compilare la scheda 1
e due possano controllare
quanti passeggeri sono presenti nelle macchine, assegnate ad ogni gruppo un colore o un tipo di vettura da
monitorare (ad esempio grigie, rosse, tutte le gamme
34
• Descrivere gli effetti derivanti
da un’eccessiva immissione
di CO2 nell’atmosfera.
• Desiderare che tale immissione diminuisca.
• Portare a termine una ricerca
per osservazione diretta e analizzarne i dati.
• Utilizzare correttamente una
mappa.
• Pianificare un sistema per ridurre l’uso delle autovetture
nella propria famiglia.
dell’azzurro, bianche, furgoncini e fuoristrada).
Rientrati in classe potrete
confrontare i dati e fare una
media di quante macchine
viaggiavano con un solo passeggero a bordo.
Chiedete ai bambini se a loro
capita spesso di essere accompagnati in automobile a
scuola, in palestra a catechismo ecc. e se in genere sono
soli con il guidatore oppure
no. Favorite un dibattito sul
fatto che se ci si organizzasse
per utilizzare la stessa macchina in più persone si inquinerebbe di meno e si risparmierebbero anche dei soldi!
Insieme ai bambini preparate
delle bandierine utilizzando le
puntine, le strisce di cartoncino e il nastro adesivo trasparente: scrivete il nome di
ogni bambino e attaccatelo
sulle puntine rosse, preparate
alni cartellini con la scritta palestra, dottore, campo di calcio, parrocchia o altri posti in
cui i bambini hanno dichiarato di andare spesso con la
macchina e attaccateli alle
puntine blu: fate un cartellino
più grande per la scuola.
Procuratevi una mappa della
vostra città o, se la scuola si
trova in un piccolo centro,
dell’area che comprende il
vostro comune e i comuni circostanti in cui si trovano altri
servizi e appendetela alla parete. Chiedete ai ragazzi di individuare sulla mappa il luogo
dove abitano e attaccate le
puntine rosse, poi sistemate il
segnale della scuola e, infine,
trovate e segnalate i luoghi
dove i bambini si recano con
la macchina utilizzando le apposite puntine.
Provate a rappresentare visivamente il fatto che uno stesso luogo è raggiunto in macchina da più bambini nello
stesso momento, legando la
SCHEDA 9
puntina che lo contraddistingue con quelle con i nomi dei
bambini e utilizzando fili di
colori diversi per i diversi luoghi.
Ad esempio la scuola risulterà legata a Nicola Anna, Gigi
e Peppe con un filo blu, la palestra sarà collegata con Francesca, Nicola e Peppe con un
filo rosso, mentre la piscina
sarà legata con Francesca,
Anna e Marco e Nino con un
filo giallo ecc.
Chiedete ai ragazzi di osservare con attenzione la mappa di relazioni che si è venuta a creare e chiedete loro di
provare a progettare, con il
vostro aiuto, un piano di utilizzazione razionale delle automobili. Fra le variabili da tener presente ci saranno, naturalmente anche le esigenze
dei genitori: per questo motivo, una volta stilata la vostra
proposta organizzate una “Festa della collaborazione” e
invitate i parenti dei bambini
a parteciparvi. In questo
modo gli adulti potranno rinnovare la loro conoscenza,
prendere visione del progetto
per portarvi aggiunte o modifiche e, soprattutto, aderire
ufficialmente al “Piano di utilizzo razionale dell’automobile” e scoprire che allacciando
maggiori rapporti fra le famiglie è possibile risparmiare
tempo e denaro.
Se la riunione ha avuto esiti
positivi, e se i genitori sembrano ben disposti, provate a
suggerire all’intera comunità
della classe (ragazzi, genitori,
insegnanti) di fare un piano
più ambizioso che organizzi in
modo razionale anche gli spostamenti degli adulti. È chissà
che al risparmio energetico
corrisponda un incremento
di nuove amicizie!
35
Considerazioni
finali
Chiedete ai bambini il motivo per cui
molte persone si spostano in macchina da soli e provate a immaginare se questo accada più in città
o in paese.
• È possibile stilare una lista di suggerimenti validi in linea di principio per
aiutare la riduzione di emissioni?
Dopo aver fatto il piano, calcolate
quanti viaggi in macchina si risparmierebbero adottandolo e dopo
che i genitori lo hanno approvato
confrontate questo dato con la realtà dei fatti. Chiedete alla classe se
è soddisfatta del risultato del proprio
lavoro:
• anche se soltanto due genitori si
mettono d’accordo per accompagnare turno due bambini si
tratta comunque un buon risultato?
Per aiutarli a decidere provate a calcolare quanti viaggi avrebbe fatto
in un anno la macchina che non si
muove. Utilizzate la mappa per misurare i chilometri percorsi, oppure
chiedete ad uno dei guidatori di
controllarlo sul conta chilometri, e
moltiplicatelo per il numero di viaggi annuali. Poi fate chiedere al guidatore quanta benzina viene utilizzata per ogni chilometro percorso e,
infine, moltiplicate questo dato per
il totale del chilometri. È probabile
che il dato sarà comunque impressionante; certo, se si potesse calcolare su più di una macchina…
Se il vostro piano ha avuto successo
presentatelo insieme alla lista di suggerimenti a tutta la scuola o, addirittura, al consiglio comunale, e mettete a disposizione la vostra esperienza per estendere il progetto a
una fetta di popolazione sempre
più ampia.
un progetto
Klorane
In compagnia
si risparmia... CO2
viviDARIA
SCHEDA ALUNNO
Nome dei componenti del gruppo di osservazione _______________________________________________________
____________________________Classe _________________ Data ________________________________________________
Tipo di autoveicolo monitorato ______________________________________________________________________
Veicolo
Numero
passeggeri
compreso
il guidatore
Veicolo
Numero
passeggeri
compreso
il guidatore
Veicolo
Numero
passeggeri
compreso
il guidatore
Veicolo
1
11
21
31
2
12
22
31
3
13
23
33
4
14
24
34
5
15
25
35
6
16
26
36
7
17
27
37
8
18
28
38
9
19
29
39
10
20
30
40
36
un progetto
Klorane
viviDARIA
Un dono di natura:
il compost
I rifiuti organici tornano a nuova vita
diventando concime
Materiale occorrente
SCHEDA INSEGNANTE
Passino per verdure, fogli di carta bianca, compostiera (in alternativa: cassetta della frutta, rete metallica, vecchio zerbino), terra, pala,
materiale di scarto organico, annaffiatore.
OBIETTIVI
COSA FARE
Le foglie secche che gli alberi
dei viali cittadini lasciano cadere sull’asfalto e che vengono spesso rimosse prima
che si trasformino, con le
piogge autunnali, in una poltiglia viscida e insidiosa sono
“una risorsa che si trova nel
posto sbagliato”! Se cadessero sul terreno di un giardino
o di un prato, invece, quelle
stesse foglie sarebbero considerate materiale ideale per
pacciamare (ovvero per ricoprire e proteggere il suolo
durante l’inverno) ma, soprattutto un’ottima risorsa da
utilizzare, insieme ad altri rifiuti
organici per fare il prezioso
compost. Ma perché, poi,
continuare a chiamare “rifiuti” le bucce e i torsoli delle
mele, gli scarti della verdura,
i fondi del tè e del caffè che,
messi a fermentare insieme a
foglie, rametti derivanti dalle
potature, carta e segature,
forniscono un nutrimento indispensabile al suolo?
La scelta di fare e di utilizzare il
compost rispecchia uno stile di
scheda 10
vita: evitare gli sprechi, riciclare il più possibile, restituire al
terreno ciò che gli è stato sottratto, “copiando” il modello
naturale, ossia permettendo ai
microrganismi del suolo di svolgere sui materiali organici il loro
lavoro di trasformazione e bioriduzione. Il premio, alla fine del
processo, è il prezioso suolo fertile e ricco di vita denominato
“humus”.
Organizzate una passeggiata
in un bosco o in un parco cittadino alberato e invitate i ragazzi ad ammirare la grande
quantità di materia vegetale
presente: le foglie, i tronchi e i
rami degli alberi. Poi chiedetevi
dove vanno a finire ogni anno
le foglie che cadono a terra.
Volgete l’attenzione al suolo e
osservate proprio lo strato formato dalle foglie cadute (chiamato lettiera); in autunno saranno tante, colorate e praticamente intatte, in primavera,
invece, saranno molte di meno
e variamente frantumate. In
entrambe le stagioni, comunque, è possibile osservare diversi stati di disgregazione semplicemente smuovendo con le
mani la lettiera: in superficie la
37
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
• Scoprire i “protagonisti” della
decomposizione
• Individuare quali sono i rifiuti
che possono essere differenziati nella frazione umida
• Costruire un compostatore
• Utilizzare il compostatore per
ottenere un compost utilizzabile per le piante in vaso o in
giardino.
forma delle foglie è ancora riconoscibile, subito dopo si trovano solo frammenti, al di sotto la materia organica è talmente sminuzzata che non si
riesce a capirne la provenienza, ancora più in profondità è
presente un terreno scuro e
grossolano.
Foglie, rametti, tronchi, ma anche animali morti, vengono
letteralmente “smontati” in tutte le loro componenti in modo
che gli elementi che li costituiscono siano rilasciati nel terreno o nell’acqua e rimessi a
Considerazioni
finali
disposizione delle piante. Facendo un paragone si potrebbe immaginare che un organismo vivente sia costituito
da tanti mattoncini (molecole, elementi ecc.) che verranno recuperati come nutrienti e riutilizzati per accrescere o per formare nuovi esseri viventi. Chi ha contribuito
a questo processo? A questo
importantissimo lavoro partecipano numerosi organismi
che sono indicati come decompositori, ossia funghi e
batteri e detritivori, cioè animali che si nutrono solo di
materia organica morta; ne
fanno parte insetti (anche
allo stadio di larve), aracnidi
(ragni, scorpioni, pseudo-
SCHEDA 10
scorpioni), crostacei, molluschi, oligocheti (lombrichi),
chilopodi (centopiedi) e miriapodi (millepiedi) che riducono e sminuzzano la materia
o che la digeriscono. Questi
alacri lavoratori sono visibili a
occhio nudo come potrete
facilmente constatare; per
osservare anche gli organismi
più piccoli mettete un po’ di
lettiera in un passino per verdura e scuotete delicatamente il tutto sopra un foglio
di carta bianco. La presenza
di funghi può essere accertata usando un sofisticato strumento: il vostro naso! L’odore
di fungo, infatti, pervade tutta la lettiera e il terreno sottostante.
38
Proponete agli alunni di riprodurre il processo di “restituzione” trasformando i rifiuti organici di ogni giorno in terreno fertile, e chiedete loro di individuare fra gli
elementi elencati nella tabella “Questo
lo metto nella compostiera?” quali si
possono utilizzare e quali no per fare il
compost.
Organizzate la raccolta in classe e invitate i ragazzi a fare altrettanto a
casa seguendo una rigorosa selezione
in modo di avere la certezza di usare
solo le “cose buone” elencate nella tabella “Le cose giuste”. Provate anche
a coinvolgere il personale non docente e le persone che si occupano delle
aree verdi che circondano la scuola.
Via via che il materiale comincia ad arrivare trasferite i rifiuti organici nel compostatore in plastica, o, in alternativa, in
quello costruito da voi stessi.
Per costruire un contenitore per il compost prendete una cassetta per la frutta, togliete il fondo, rivestite le pareti
esterne con una rete di metallo e poggiate il tutto sulla terra, in un posto all’ombra dove non dia fastidio. Sistemate
nella cassetta i diversi strati di rifiuti
“verdi” alternandoli con della terra in
modo che ogni strato sia spesso circa
10 cm. Annaffiate ogni settimana e coprite tutto con un vecchio zerbino per
mantenere costante il calore.
Per garantire l’afflusso di aria fresca e ossigenata necessaria a consentire la
vita e l’attività degli organismi decompositori, è necessario mescolare il compost più volte. In inverno dovete rivoltare
il terreno con una pala dopo 20-30 giorni, la prima volta, e dopo 7 giorni, la seconda. Del compost fresco si ottiene
dopo 3-4 mesi, quello maturo dopo 68 mesi.
Le compostiere di plastica, in genere,
permettono di inserire i rifiuti da un’apertura superiore e di raccogliere il compost
da uno sportello al livello del suolo.
Quando il compost è pronto, aggiungetelo al terriccio di aiuole e vasi, oppure spargetelo sul prato che circonda
la scuola. E, soprattutto ricordate: quello che buttiamo è pieno di cose buone
che marciscono!
un progetto
Klorane
viviDARIA
SCHEDA ALUNNO
Un dono
di natura:
il compost
QUESTO LO METTO NELLA COMPOSTIERA?
• Trucioli di legno
• Carne
• Giornali (quotidiani)
• Fazzoletti
• Formaggi
• Scarti del giardino (erba, foglie, aghi di pino, rametti)
• Ossa di pollo o di altri animali
• Alimenti grassi
• Bucce di frutta
• Tovaglioli di carta
• Scatole di carta contenenti farmaci
• Pane secco
• Cartone da imballaggio
• Verdura, torsoli o simili
• Resti di merendine
• Fondi di caffè e bustine di tè usate
• Riviste patinate
• Oggetti di legno verniciati o laccati.
LE COSE GIUSTE
• Trucioli di legno
• Giornali (quotidiani), fazzoletti e tovaglioli di carta,
cartone da imballaggio in piccole quantità
• Scarti del giardino (erba, foglie, aghi di pino, rametti)
• Bucce di frutta e verdura, torsoli o simili
• Pane secco e resti di merendine
• Fondi di caffè e bustine di tè usate.
39
un progetto
Klorane
viviDARIA
SCHEDA INSEGNANTE
Una casa
“risparmiosa”
Anche i bambini possono dire la loro
sulle case ecosostenibili
Materiale occorrente
Scheda alunni, riviste di giardinaggio e arredamento, depliant di mobilifici e di materiale edilizio, accesso a internet, colori, fogli di carta, cartoni e altro materiale “creativo”necessario a fare un plastico.
OBIETTIVI
COSA FARE
Anche per le antiche civiltà la
bioarchitettura, ovvero la progettazione e la costruzione
di edifici che utilizzavano i
materiali presenti nel territorio
e sfruttavano al meglio le caratteristiche ambientali, ha
costituito un obiettivo da perseguire. Oggi, un principio
molto simile è espresso nell’architettura ecosostenibile,
arricchita, in più, dalla vocazione dichiarata al risparmio
energetico, e dal desiderio di
“pesare” il meno possibile sull’ambiente naturale e sulle
sue risorse.
Quali caratteristiche specifiche dovrebbe avere, però,
una casa ecosostenibile perché ci si possa anche vivere
piacevolmente? Un aspetto
importante è, ad esempio, la
climatizzazione, ovvero la possibilità di stare freschi d’estate e relativamente caldi d’inverno, senza per questo utilizzare un patrimonio di energia
elettrica, con relative emissioni
scheda 11
di anidride carbonica. Gli
aspetti da considerare sono
parecchi, da un opportuno
orientamento delle aperture
e delle finestre, alla scelta
dei materiali di costruzione e
di rivestimento, per finire al sistema di riscaldamento (comunque indispensabile almeno nei mesi più freddi).
Anche la selezione delle piante per il giardino ha la sua importanza: gli alberi a foglie
caduche che d’estate riparano dal calore con le loro
chiome,d’inverno lasciano
invece, filtrare fra i rami spogli i raggi solari. Dovranno essere presi in considerazione,
inoltre, molti altri problemi,
come l’illuminazione, il tipo
d’irrigazione, le caratteristiche dei mobili di arredamento e così via. La scelta delle soluzioni più adatte e la progettazione su carta della casa
migliore dal punto di vista della sostenibilità, richiedono indubbiamente un lungo periodo di ricerca e di documentazione su diverse fonti:
virtuali, come internet, o cartacee (libri, riviste di arreda-
40
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
• Condurre una ricerca su materiali cartacei o tramite motori
di ricerca su internet
• Realizzare concretamente il
significato di casa ecosostenibile
• Comprendere la necessità di
una diminuzione dei consumi
• Valutare l’importanza delle
scelte individuali per pesare di
meno sull’ambiente
• Dare il giusto valore alle scelte condivise
mento e di giardinaggio, ma
anche depliant illustrativi degli enti fornitori di energia o di
ditte produttrici di materiali
edilizi e di mobili).
La scheda allegata all’attività, rappresenta il momento di
sintesi finale. Fotocopiatene
una per ogni bambino dopo
aver coperto il punteggio, e
distribuitele alla classe; ognuno sceglierà poi le opzioni
che riterrà migliori. Quando
Considerazioni
finali
Invitate i bambini a svolgere una ricerca sulla bioarchitettura del passato. Qualche esempio: gli ziggurat,
progettati in modo che ogni livello ricevesse la stesa quantità di luce solare; il riscaldamento delle case e
delle terme romane attraverso un sistema di aria calda sotto il pavimento; le capanne con il tetto rivestito si zolle erbose dei paesi nordeuropei.
• I bambini riescono a vedere le somiglianze fra alcuni edifici attuali e
le soluzioni costruttive del passato?
ogni bambino avrà scelto,
apponendo una crocetta, le
voci che preferisce, scrivete
alla lavagna la griglia con il relativo punteggio, in base alla
quale ogni bambino calcolerà il punteggio totale della sua
scheda. Raccomandate ai
bambini di non “barare”; per
sicurezza, ognuno controllerà
il punteggio del suo vicino di
banco. Il bambino che ha
ottenuto il punteggio più alto
sarà considerato l’architetto
che ha vinto “l’appalto” per il
progetto della casa. Ogni
bambino basandosi sul progetto, disegnerà la casa, personalizzandola nel modo che
preferisce, ad esempio, con le
forme e i colori delle piante
SCHEDA 11
del giardino. Una legenda allegata al disegno conterrà le
informazioni che i bambini ritengono necessario aggiungere.
Una seconda fase dell’attività pratica, ancora più articolata, potrebbe consistere nella costruzione di un modellino
della casa ecosostenibile scelta, compresi l’arredo esterno
ed interno. Si tratterrebbe, indubbiamente, di un lavoro
impegnativo, ma in grado di
motivare i bambini e, magari di coinvolgere nella sua realizzazione anche qualche genitore e qualche nonno particolarmente bravo nel bricolage!
41
Potrebbe darsi che appassionandosi all’argomento i bambini propongano di aggiungere altre voci
alla scheda o vogliano modificarla.
Incoraggiateli, ponendo alcune domande.
• Dove si colloca,geograficamente,
la casa ecosostenibile da progettare?
• Certe voci avrebbero un punteggio diverso se la casa si trovasse in
un ambiente freddo e umido o, invece, in uno caldo e secco?
• È importante, dal punto di vista sia
economico sia ecologico, utilizzare materiale e piante presenti in
zona? Quali, nel caso in questione?
• Le voci della scheda sarebbero sostanzialmente diverse se si trattasse di un appartamento in condomino? Se sì, quali sarebbero?
un progetto
Klorane
viviDARIA
Una casa
“risparmiosa”
SCHEDA ALUNNO
Giardino
Tetto
Finestre
Compostiera
Cortile con pavimentazione a cemento e spazi per aiuole
Ghiaia con spazi per aiuole
Impianto di irrigazione a goccia
Irrigazione a spruzzo
Piante esotiche che non perdono mai le foglie hanno fiori colorati
Piante locali che in alcuni casi, in inverno, perdono le foglie
Piante odorose e medicinali
Piante poco esigenti in fatto di irrigazione
Prato con specie spontanee
Prato inglese
Recinzione in muratura
Siepi basse con cespugli di fiori
Siepi di alloro
Staccionata di legno
Vasca di raccolta delle acque piovane
Verdure da orto
Lamiera
Spalmatura di catrame
Superficie coperta da pannelli solari
Superficie erbosa
Tegole di cotto
Doppi vetri
Scelta della posizione rispetto all’esposizione al sole
Scelta della posizione in base a un criterio di gusto
Vetri singoli
42
4
1
2
4
2
2
4
4
4
4
1
1
2
4
1
4
4
1
1
4
4
3
4
4
1
2
Muri esterni
Vernice lucida e resistente poco traspirante
Vernice ad acqua traspirante
Muri interni
Non troppo spessi
Pannelli di legno o cartone
Riscaldamento Caminetto
Diesel
Elettricità
Energia solare
Gas metano
Sistema di filtraggio per bloccare le polveri
Stufa a legna
Stufa a pellets
Termoconvertitori – condizionatori
Termosifoni
Tubi riscaldati sotto i pavimenti
Elettrodomestici Frigorifero classe A++
Frigorifero della nonna
Lavastoviglie
Lavatrice vecchio tipo della nonna
Lavatrice A++ con asciugatrice
Lavatrice A++
Mobili
Mobili della nonna
Mobili di compensato o impiallacciato
Mobili di legno pregiato
Mobili di legno proveniente da foreste coltivate o da lavorazioni di scarto
Mobili in materiale riciclato
Mobili in plastica
43
1
4
1
3
2
1
1
4
3
4
2
4
1
2
4
4
1
3
1
2
4
4
2
2
3
4
1
un progetto
Klorane
viviDARIA
SCHEDA INSEGNANTE
La famiglia
Spreconcelli
Un po’ d’ironia aiuta a crescere e ad
adottare comportamenti corretti
Materiale occorrente
Una copia della scheda alunni per ogni gruppo, pennarelli colorati
o evidenziatori, fogli bianchi, lavagna.
OBIETTIVI
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
• Leggere e analizzare un testo
scritto
• Individuare i comportamenti
“spreconi”
• Valutare l’importanza di scelte
individuali corrette rispetto al
consumo di energia e alla gestione dei rifiuti.
• Scegliere uno “Stile di vita”
complessivamente più sobrio e
responsabile.
COSA FARE
Illustrate la necessità che ognuno di noi contribuisca ad abbassare il consumo di acqua e
di energia elettrica (e la conseguente produzione di CO2)
e che, in generale, ogni cittadino si comporti in modo da diminuire il carico ambientale dei
rifiuti prodotti, a partire da una
scheda 12
riduzione dei contenitori e degli imballaggi, fino ad un incremento della raccolta differenziata che possa favorire,
in seguito, il riciclaggio di alcuni
materiali (carta, plastica, alluminio etc.)
Dividete la classe in gruppetti
di 2-3 persone e distribuite ad
ogni gruppo una copia della
Scheda alunni i bambini do-
44
vranno leggerla e sottolineare con il pennarello o l’evidenziatore i punti controversi
sotto il profilo del risparmio
energetico e, più in generale
di uno stile di vita “sprecone”.
Dopo uno scambio di opinioni all’interno di ogni gruppo,
favorite un confronto, e fate
scrivere alla lavagna i punti su
cui tutti i componenti della
classe sono d’accordo.
Invitate poi i singoli gruppi a riscrivere un testo “comportamentalmente corretto” che
Considerazioni
finali
Chiedete ai ragazzi, dopo aver svolto il lavoro di analisi e ripensamento
suggerito dalla scheda, di aggiungere
altri esempi presi dall’esperienza personale o nati dalle loro riflessioni.
• Ci sono altri aspetti consumistici
che potrebbero essere influenzati
positivamente dalle scelte individuali? (Spese alimentari, scelta di
materiali o di tessuti per l’abbigliamento, etc.)
• I ragazzi sanno, ad esempio, che il
caldissimo pile è ottenuto riclicando
la plastica delle bottiglie e che si tratta, quindi, di un materiale molto ecologico?
Incoraggiate una ricerca sulle percentuali della raccolta differenziata
nelle varie nazioni europee e nelle diverse regioni italiane. (Qual è la percentuale del comune in cui i bambini abitano?)
Esaminando i dati sulla raccolta differenziata di alcuni materiali si renderanno conto che alcuni di essi,
come l’alluminio delle lattine, costituiscono una risorsa davvero molto
pregiata, e che buttarli nei rifiuti indifferenziati è uno spreco non solo ecologico ma anche economico.
Materiale elaborato dalla scuola primaria "De Amicis" di Pavia,
che ha vinto il concorso Vividaria III.
dovrebbe costituire una sorta
di vademecum per i nostri
amici F&F.
Tutti, confessiamolo, tralasciamo talvolta di fare la “cosa
giusta” per un moto di pigrizia
o semplicemente per distrazione. Il segreto per evitare piccoli e grandi sprechi o per
non rovinare scioccamente
la necessaria precisione di
una raccolta differenziata, sta
in una abitudine costante a seguire le regole che noi stessi ci
siamo dati, perché convinti
della loro bontà.
SCHEDA 12
Un attimo di tempo in più per
mettere la carta in una busta
separata, il “ tornare indietro”
perché abbiamo dimenticato una luce accesa, chiudere il rubinetto quando non ci
serve acqua corrente, svegliarsi in tempo per prendere
lo scuolabus, sono tutti gesti
che devono diventare abitudini automatiche e, come
tali, non più ragionati e faticosi
ma naturali e spontanei. Siamo sicuri che la premiata ditta F&F, se solo ci mettesse un
po’ di’impegno, potrebbe riuscirci.
45
Fate notare che alcuni rifiuti, come ad
esempio il toner, le pile o i medicinali, sono “ speciali ” e che richiedono
una raccolta e un trattamento particolari.
• I bambini hanno fatto caso, ad
esempio, che esistono contenitori
speciali per le pile? (È probabile che
uno sia proprio all’interno della
scuola).
• Li hanno mai usati?
un progetto
Klorane
viviDARIA
La famiglia
Spreconcelli
SCHEDA ALUNNO
Anna, la bambina che nella scheda “Belli , buoni e vicini” frequenta la stessa classe dei gemelli Francesca e Fabio, anzi Francesca è la sua migliore amica. I gemelli le sono molto simpatici,
ma sono un po’ pasticcioni e stanno poco a sentire quando si parla di risparmio energetico o di
raccolta differenziata dei rifiuti. Per verificare se Anna ha ragione, proviamo a seguire una delle loro giornate. Quando Francesca e Fabio si svegliano, corrono in cucina a fare colazione. La mamma ha preparato sul tavolo il latte, un cartone grande di succo di frutta, la marmellata e delle belle fette di pane già tagliato. I gemelli, però, preferiscono le merendine confezionate e i succhi di frutta monodose che erano già pronti per essere portati a scuola. C’è più possibilità di scelta, pensano,
e poi bere con la cannuccia è più divertente!
Francesca, che ha il compito di sparecchiare, si sbriga per non perdere il suo turno in bagno: butta gli involucri delle merendine e dei succhi di frutta nella pattumiera e, dopo un attimo di esitazione, ci aggiunge anche le fette di pane. “ Tanto, pensa, per pranzo diventerebbero secche e non
sarebbero più buone!”. Francesca corre poi in bagno ma c’è già Fabio, che, mentre bisticcia con la
sorella, lascia che l’acqua scorra. Poi anche per far dispetto a Francesca, si lava i denti con molta
calma, senza curarsi di chiudere il rubinetto dell’acqua fra una spazzolata di denti e l’altra; in
questo modo, il rumore dell’acqua che scorre servirà anche a coprire i borbottii di sua sorella. “ È
tardi ” grida la mamma, “ perderete lo scuolabus!” E, infatti, dalla finestra lo vedono fermarsi sotto casa e ripartire. “ Uffa! “ dice la mamma, “mi toccherà anche questa volta accompagnarvi a scuola con la macchina”. Prima di uscire, la mamma esita un momento. È primavera, ma fa già piuttosto caldo: decide quindi di lasciare acceso il condizionatore, in modo da trovare la casa fresca
al momento di rientrare.
Dopo aver trascorso la mattina a scuola, i gemelli ritornano a casa, per uno spuntino veloce prima di andare in palestra. Come mai, però, in casa fa così caldo? Forse sarà perché hanno dimenticato di chiudere la finestra della loro stanza e quella del bagno? Per stare un po’ più freschi, pensano, bisognerà abbassare la temperatura del condizionatore, e pazienza se si consumerà un po’
di elettricità in più.
C’è poco tempo a disposizione, e quindi la mamma mette in tavola una busta di prosciutto affettato e dei formaggi, confezionati in maniera abbastanza allettante con quei bei vassoietti di polistirolo a quadretti, che piacciono tanto anche ad Anna. Pure i tovaglioli di carta colorati sono
simpatici da vedere e comodi da usare, anche perché se cade qualcosa sul tavolo, possono servire
46
per asciugare in fretta. La mamma insiste perché i ragazzi mangino almeno un po’ d’insalata,
ma i gemelli non ne vogliono sapere. “ Meno male che ho comprato quella già pronta, pensa la mamma, almeno, visto che mi tocca buttarla, non ho sprecato tempo per lavarla e tagliarla a pezzetti “.
Questa volta tocca a Fabio sparecchiare: ammucchia le vaschette di polistirolo, la carta per alimenti,
i piatti di plastica, le lattine vuote delle bibite e tutti i tovaglioli che trova sul tavolo, senza badare se sono usati o no e getta tutto nella pattumiera. L’acqua minerale si è ormai sgassata ed ha
perso il suo bel sapore frizzante, così Fabio decide di versarla nel lavandino, anche se la bottiglia
è piena a metà. “ Dalla alle piante sul balcone “ dice la mamma, ma la bottiglia di plastica è ormai vuota, e Fabio la butta nella solita pattumiera.
I gemelli sono pronti per andare in palestra e cercano di convincere la mamma ad accompagnarli con la sua macchina: potrebbero avere un passaggio dal loro amico Giovanni, ma sua madre è
così noiosa! Non fa altro che parlare di rispetto per l’ambiente e di comportamenti corretti. “ Una
vera lagna! “ dicono i gemelli in coro. E va bene, dice la mamma, vi accompagno io, però devo prima passare a fare benzina! Quando Francesca e Fabio tornano dalla palestra, ci sono i compiti che
li aspettano. Fabio deve fare una ricerca e, quindi, accende il computer per andare su internet. Il
papà raccomanda sempre di leggere prima le notizie e di stampare poi soltanto quelle utili, ma
Fabio, trova molto più comodo stampare tutto quello che compare sull’argomento e scegliere poi con
calma. Non si rende conto, però, che in questo modo ha consumato una gran quantità di carta
e, per di più, non ha nemmeno usato tutti e due i lati dei fogli! Durante la stampa il toner si è esaurito. Fabio lo sostituisce e butta nel cestino dove va a fare compagnia ai fogli di carta usati, e alle
pile scariche della sua radiolina: qualcuno svuoterà poi il cestino nella solita pattumiera!
I compiti sono finiti e i gemelli pensano proprio di meritarsi un po’ di televisione! Non riescono,
però, a mettersi d’accordo sul programma da vedere, e così accendono tutti e due gli apparecchi.
[Il papà, di ritorno dal lavoro, decide di contribuire all’andamento domestico uscendo per buttare nel cassonetto il sacchetto della pattumiera, ormai stracolmo di rifiuti di ogni tipo, e di approfittare per fare una passeggiatina al Parco. “ Volete venire? “ chiede ai gemelli, ma i due preferiscono restare davanti al televisore.]
La cena è finita ed arriva il momento di prepararsi per andare a letto. Fabio si precipita in bagno
e, mentre si sta spogliando apre la doccia, ma sente la sigla di un programma televisivo che gli
piace e si affaccia a guardarlo per qualche minuto. Nel frattempo, però, la luce del bagno è rimasta accesa e l’acqua ha continuato a scorrere. “ Devo riaccendere lo scaldabagno, pensa Fabio, altrimenti chi la sente mia sorella se non trova l’acqua calda. A proposito, strano che Francesca non
abbia insistito, come al solito per fare la doccia per prima!” In effetti, Francesca aveva un buon motivo per volere il bagno tutto per sé per un po’ di tempo. Ha convinto la mamma a mettere in lavatrice la sua maglietta preferita, (anche se il carico di biancheria non era completo, ) ma per essere sicura che sia pronta per la mattina dopo, in mancanza del buon vecchio sole, dovrà arrangiarsi ad asciugarla con l’aria calda del phon, “ Si sprecherà un po’ di elettricità, pensa, ma ne
vale la pena”.
E adesso, finalmente, tutti a letto!
La lampada sul televisore in sala da pranzo è rimasta accesa, ma non si sentirà sola. Le faranno compagnia tutte quelle altre lucine colorate che compaiono sul registratore, sul lettore del DVD
e sugli altri apparecchi lasciati in stand-by. Ci penseremo domani a spegnerle, pensano i gemelli,
assonnati.
47
A casa mia
si fa così
un progetto
Klorane
viviDARIA
SCHEDA INSEGNANTE
Vecchi rimedi casalinghi spesso hanno
un fondamento scientifico
Materiale occorrente
Fogli di carta, penna, lavagna, gessi, libri sulle erbe medicinali e/o
postazione internet.
OBIETTIVI
COSA FARE
Chiedete alla classe se, ultimamente, qualcuno si è fatto
una piccola bruciatura o una
escoriazione o ha avuto altri
piccoli fastidi che sono stati curati con un rimedio “fatto in
casa”, non comprato in farmacia. Per aiutarli a ricordare,
fate degli esempi:
• mezza patata cruda, oppure olio, oppure ghiaccio
su una bruciatura;
• camomilla per pulire un occhio infiammato;
• una foglia di menta o di salvia sfregata su un puntura di
insetto per alleviare il prurito;
ai bambini di intervistare parenti, amici di famiglia, tate e
babysitter. Spiegate che ai fini
della ricerca è importante
che gli intervistati da ogni
bambino si dividano equamente fra maschi e femmine,
che siano minimo 4 e che a
tutti vengano fatte le seguenti
domande:
• Conosci uno o più modi
per alleviare un malanno o
per disinfettare, a base di
piante?
• spremute di arancia per il
raffreddore;
• limone per disinfettare;
• tisana di finocchio o di camomilla per attenuare il mal
di pancia.
Coinvolgete la classe in una ricerca sui rimedi di famiglia a
base… vegetale proponendo
scheda 13
• Fare interviste
• Raccontare almeno due rimedi “casalinghi” a base di
piante usati da parenti o amici per curare piccoli malanni
• Indicare i principi attivi di almeno due dei rimedi casalinghi
• Riflettere sull’importanza di trasmettere le conoscenze tradizionali
Per ogni rimedio chiedere
• Mi puoi descrivere la “ricetta” e le modalità di applicazione?
• Per quale disturbo si usa?
• Lo hai mai usato?
• fette di cetriolo sulla tempia
per alleviare il mal di testa;
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
• Lo hai usato di recente?
• Lo usi solo se c’è un’emergenza o, potendo, lo preferisci a un preparato comprato in farmacia?
• Da quale luogo (regione o
nazione) proveniva la persona che te lo ha raccomandato?
• Vive o viveva in città o in
campagna?
• Ne conosci i principi scientifici attivi?
Consigliate ai bambini di utilizzare fogli diversi per ogni intervista e di scrivere su ogni
pagina il nome dell’intervistato.
• Chi te lo ha raccomandato (la mamma, la nonna, un
amica, un dottore, un’infermiera, un libro, ecc.)?
Leggete in classe tutte le interviste e fate una elaborazione dei dati per capire, per
48
Foto I. C. D. Alighieri di Aulla, vincitrice del concorso Vividaria III.
esempio, se sono più le donne
o gli uomini a conoscere questi rimedi, o se, nella maggioranza dei casi, è noto il reale
motivo per cui funzionano ecc.
Per ogni rimedio, individuate la
pianta responsabile della
“cura” e coinvolgete ancora
una volta le famiglie per fare
una ricerca, utilizzando libri e in-
ternet, sui principi attivi delle
piante citate nei rimedi “di
casa”.
Se lo ritenete opportuno, provate a verificare se esistono
preparati farmaceutici che
usano gli stessi principi contenuti in alcuni rimedi casalinghi
per curare i medesimi disturbi.
Considerazioni
finali
Dopo aver completato le ricerche ponete alcune domande alla classe
per stimolare un confronto di gruppo:
• La maggior parte delle persone
che conoscono rimedi casalinghi a
base di erbe sono di sesso maschile o femminile?
• Sapreste immaginare il motivo che
ha portato a questo risultato?
• Secondo voi le piante utilizzate per
alcuni rimedi sono legati al luogo
dove vivono, o vivevano, le persone che lo usano?
• Quanti di tali rimedi avevano un reale fondamento scientifico?
• Secondo voi come hanno fatto le
persone in un tempo passato a
scoprire le proprietà di determinate piante?
SCHEDA 13
49
un progetto
Klorane
viviDARIA
SCHEDA INSEGNANTE
B&B
(belli e buoni)
Nei vegetali il colore non è solo un
fattore estetico ma anche nutrizionale
Materiale occorrente
Frutta e ortaggi di diversi colori (esempio: quelli indicati nella tabella
2 della scheda alunni), una riproduzione della scheda alunni per ogni
gruppo, colla vinilica, fil di ferro, cartoncini bianchi A5.
OBIETTIVI
COSA FARE
Dividete la classe in gruppi di
2-3 persone, distribuite il materiale facendo in modo che
ogni gruppo abbia vegetali di
colore diverso. Dite ai bambini di suddividere i vegetali a
seconda del colore complessivo, e di individuare il
nome del pigmento prevalente e le sue caratteristiche
principali consultando la tabella 1 della scheda alunni.
poi fate controllare sulla tabella 2 della scheda alunni il
contenuto di vitamine, sali
minerali e fibre di ogni vegetale esaminato.
Invitate ogni gruppo a “inventare” un piatto (può essere un’insalata mista o una
macedonia o altro) che abbia il maggior numero possibile di componenti di colore
diverso e di calcolare il “punteggio salute” complessivo
di ognuna. Incoraggiate la
creatività: i chicchi di melagrana, ad esempio, stanno
bene sia in un piatto salato,
sia in uno dolce.
I bambini attribuiranno un punteggio da 1 a 40 ad ogni frutto o ortaggio, concordandolo all’interno del gruppo e
dando un diverso peso alla sostanza considerata più importante per la salute (ad esempio 2 punti per ogni vitamina,
1 per ogni sale minerale e 1
per la presenza di fibra).
scheda 14
50
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
• Conoscere il nome e le caratteristiche dei più importanti
pigmenti naturali
• Comprendere che nei vegetali
il colore non corrisponde soltanto a fattori estetici ma anche a caratteristiche nutrizionali
• Valorizzare la ricchezza cromatica dei vegetali anche attraverso mezzi non convenzionali (scultura, pittura ecc.)
I bambini potranno decidere
anche di dare dei punti per la
presentazione estetica e per
l’effettiva commestibilità (ad
esempio un peperone rosso
potrebbe migliorare l’aspetto
di una macedonia di frutta,
ma certamente non il suo sapore). I punteggi dei piatti
saranno controllati e concordati da un’apposita giuria formata da un membro per ogni
gruppo di lavoro.
Un pittore del XVI secolo detto Arcimboldo è famoso soprattutto per aver “costruito”
delle teste a sembianza
umana che rappresentano
le diverse stagioni dell’anno,
utilizzando esclusivamente
prodotti vegetali tipici di quel
periodo.
SCHEDA 14
Proponete i bambini di improvvisarsi artisti, anche per
non sprecare gli ortaggi e la
frutta che hanno tagliato per
realizzare i loro piatti.
Se assemblare una scultura
con l’aiuto di fil di ferro e colla vinilica si rivelerà troppo
difficile, i bambini potranno
optare per un ritratto in piano, usando il cartoncino
come supporto. Il soggetto
rappresentato non deve necessariamente essere legato
alla stagione ma può essere
anche un ritratto caricaturale o altro.
Volendo, la giuria costituite
per l’attività precedente potrà,
anche in questo caso, decidere qual è il lavoro vincente.
51
Considerazioni
finali
Ad attività ultimata, può essere interessante approfondire la relazione dei pigmenti con l’aspetto complessivo dei
vegetali che li contengono. In linea generale si tratta di carotene per quelli gialli e arancioni, antociani per quelli rossi e
violetti, di clorofilla per quelli verdi.
Spesso, però, la divisione non è così netta e alcuni pigmenti possono essere
“mascherati” da altri, soprattutto nelle foglie. In quelle degli spinaci, ad esempio,
con il loro colore verde scuro, prevale soprattutto la clorofilla, ma sono presenti
anche componenti gialli – arancio. La
conferma del fatto che il colore indica
la presenza di fattori importanti per la nutrizione e la salute è data dalla differente
valutazione del vino bianco e del vino
rosso da parte di nutrizionisti e medici che
si sono espressi positivamente su un moderato consumo di vino rosso. La differenza sta proprio nella presenza, nel
vino rosso, di un particolare pigmento
con valenza positive per la salute.
Se i ragazzi si sono divertiti a manipolare
e combinare fra loro in cucina la frutta e la verdura, perché non ampliare
il campo dei colori, dei sapori e degli
odori prendendo in considerazione
anche i fiori?
Una piccola ricerca in questo senso
aprirà un campo vastissimo! Si spazia
dalle rose alle viole usate già dagli antichi Romani per salse e liquori, fino ai
petali di calendula per arricchire le insalate e ai fiori di lavanda da aggiungere al gelato e … chi più fiori ha più
ne metta.
L’introduzione di fiori, con la loro varietà di forme e di colori, potrebbe rendere più interessante anche l’esperienza “all’arcimboldo”.
Invitate i vostri allievi ad avviare una ricerca per sapere qualcosa di più su
questo artista, soprattutto per vedere
e apprezzare le riproduzioni dei sui ritratti
più noti.
Potrebbe essere un buon avvio anche
per approfondire il tema della presenza costante di fiori e frutta nella produzione pittorica, soprattutto in quella
del 1500 e del 1600.
un progetto
Klorane
B&B
(belli e buoni)
viviDARIA
SCHEDA ALUNNO
Tabella 1.
Co lore
frutta e verdura
Co lorante naturale
Pro prie tà
responsabile
Arancione
carotene
Azione antiossidante:
(stimola il sistema immunitario,
fluidifica il sangue, riduce la
pressione del sangue,
è antibatterico e antivirale)
Rosso
antociani, licopene
(presente soprattutto
nel pomodoro)
Antociani: azione protettiva dei
capillari e della vista,
è antitumorale
Licopene: azione antiossidante
(stimola il sistema immunitario,
fluidifica il sangue, riduce la
pressione del sangue,
è antibatterico e antivirale)
viola
antociani
Azione protettiva dei capillari e
della vista, antitumorale
verde
Clorofilla
Azione antiossidante (stimola il
sistema immunitario, fluidifica
il sangue, riduce la pressione del
sangue, è antibattericoe antivirale),
aumenta i globuli rossi
52
Tabella 2.
Frutta e
verdura
vitamine
Sali minerali
Arance
C arciofi
CeA
potassio, calcio e fosforo
potassio, fosforo,
calcio e magnesio
potassio, ferro, calcio, fosforo
calcio, potassio, magnesio,
fosforo
calcio, ferro e potassio,
potassio
calcio e potassio
potassio, calcio, ferro
potassio rame ferro
potassio, ferro e fosforo
potassio
sodio, potassio, calcio, fosforo
potassio, fosforo
potassio, calcio, fosforo
sodio, potassio, magnesio,
calcio e ferro
potassio
potassio, fosforo, calcio
potassio, cloro, fosforo,
calcio, ferro, magnesio
calcio, fosforo, ferro,
sodio e potassio
potassio, calcio
C arota
C avo lfiore
B, PP, D ed E, beta carotene
C
C avo lo ver za
C e trio lo
Fagiolino
Frago le
Kiwi
L attuga
M ela
M elanzana
M elograno
M irtilli
Patata
A, C, E, acido folico
C (modesto contenuto)
AeC
C
C, E
AeC
B1 e C
Peperon e
Pera
Pomodoro
C, A, betacarotene
C
C, A, B, E, H, K e PP, D,
betacarotene
A, C, betacarotene
Spinaci
Uva
Zucchina
AeC
AeC
BeC
A , C e PP
sodio, potassio, calcio e fosforo
53
Altro
fibra
fibra
fibra
fibra
fibra
fibra
fibra
fibra
un progetto
Klorane
viviDARIA
SCHEDA INSEGNANTE
Belli, buoni
e... vicini
La salute e il rispetto dell’ambiente passa
per una corretta scelta di consumo
Materiale occorrente
Una copia della scheda alunni per ogni gruppo, evidenziatori o pennarelli colorati
OBIETTIVI
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
• Identificare l’energia grigia
contenuta in prodotti di uso
comune.
• Valutare l’importanza delle
scelte individuali nel campo
dei consumi alimentari
• Scegliere le produzioni locali a
parità di qualità
• Adottare comportamenti quotidiani che possano diminuire
la produzione di CO2
COSA FARE
combustibile per il loro trasporto.
Introducete l’argomento parlando brevemente della necessità di diminuire il consumo
di energia e l’emissione di
CO2 anche attraverso una
maggiore attenzione negli
acquisti, ad esempio scegliendo prodotti con imballaggi riciclabili e che non abbiano consumato troppo
Dividete la classe in gruppi di
3-4 bambini, distribuite una
copia del testo della scheda
alunni ad ogni gruppo e dite di
leggerlo e di sottolineare con
l’evidenziatore o il pennarello
i punti dove, a loro avviso, è
descritto un comportamento
discutibile sotto l’aspetto del risparmio energetico.
scheda 15
54
Incoraggiate uno scambio di
opinioni all’interno del gruppo.
Confrontate le annotazioni dei
vari gruppi e fate scrivere alla
lavagna i punti comuni. Fate riscrivere il testo, sostituendo i
comportamenti che i bambini ritengono più corretti.
Chiedete ai bambini di riportare esempi diversi da quelli
proposti nel testo esaminato,
derivanti dalle loro esperienze
personali. Ad esempio: ci sono
al supermercato prodotti presentati con un imballaggio in
plastica molto ingombrante?
Questi stessi prodotti sono offerti anche in una versione più
“snella”?
Chiarite l’espressione “a chilometro 0” e spiegate come le
emissioni eccessive di CO2 influiscono negativamente sull’ambiente e, in particolare, sul
riscaldamento globale e sui
cambiamenti climatici (vedi
schede 1, 2 e 4). Incoraggiate qualche allievo ad avviare
una ricerca su questi complessi argomenti.
Introducete il concetto di filiera breve, così importante
per i prodotti alimentari. Chie-
SCHEDA 15
dete ai bambini di prendere in
esame il contenuto di energia
grigia (vedi scheda “Non nascondetevi dietro una bottiglia
d’acqua”) relativo alla bistecca di un vitellone allevato in Olanda e nutrito con
mais d’importazione rispetto a
quella di un bovino toscano
alimentato con mangimi locali
e poi venduto in provincia di
Grosseto. E poi: è proprio necessario mangiare carne tutti i giorni? Negli U.S.A. è stato
già proposto di fare, una volta alla settimana, il “giorno
dell’insalata”, per alleggerire
un po’ il consumo generale di
energia: anche la salute se ne
avvantaggerebbe.
55
Considerazioni
finali
Tutte le osservazioni fatte portano ad
aumentare la consapevolezza e la responsabilità del consumatore, che,
con le sue scelte, potrebbe diventare “coautore” del processo di produzione. Invitate i bambini a riflettere su
questo aspetto e a proporre qualche
piccolo cambiamento nelle loro abitudini e in quelle della famiglia. Ad
esempio comprare al supermercato
ma con un occhio a frutta e verdura
prodotti localmente, oppure andare
più spesso al mercato rionale, dove
buona parte della merce è venduta
dai produttori diretti.
Proponete ai ragazzi di fare qualche
domanda a un rivenditore disponibile, chiedendogli, fra l’altro, quanto incidono sulla sua spesa (e quindi anche
sulla vostra) i costi del trasporto.
un progetto
Klorane
viviDARIA
Belli buoni
e... vicini
SCHEDA alunno
Anna va con la mamma a fare la spesa al supermercato. Si comincia con i biscotti: la mamma sceglie alcuni pacchi di una marca non reclamizzata ma che
lei conosce bene perché lo stabilimento di produzione è in zona. Anna però dice:
“Dai prendiamo le merendine di quella pubblicità in televisione” e la mamma la
accontenta. Anna e la mamma passano, poi, al reparto dell’acqua minerale, superano le confezioni in vetro (troppo pesanti da portare!) e si fermano davanti alle
confezioni di acqua imbottigliata in una plastica di un bell’azzurro. “Forse dovremmo deciderci a prendere un’acqua locale - dice la mamma - questa viene davvero da troppo lontano, ma è buona e poi è molto frizzante, come piace a te”.
Nel supermercato vendono anche il latte alla spina ed è conveniente perché costa
meno, ma la mamma non si fida: sarà davvero igienico? E così finisce per comprare il latte in cartone, confezionato in una regione diversa dalla sua.
Ecco le uova: ci sono scritte sopra un sacco di sigle e di numeri Anna chiede alla
mamma cosa significano. La mamma ammette che guarda solo la scadenza e
Anna si ripromette di informarsi meglio. Le sembra di ricordare di aver sentito
alla televisione che dalla scritta si può capire se le uova provengono da galline allevate in batteria oppure da galline “ruspanti” che camminano sul terreno e anche
che cosa mangiano. “Non so se tutto questo influisca sul sapore delle uova - pensa
Anna - ma almeno possiamo sapere se si tratta o no di ‘galline felici’ e anche questo è importante”
Ecco il reparto frutta e verdura: è colorato, vivace, ha un buon profumo e ad Anna
piace molto. La mamma deve prendere le patate. Quali? Quelle arricchite con il
selenio saranno veramente migliori per la salute? Nel dubbio, le prende, poi cerca
le zucchine per fare il risotto. Come mai costano così tanto e sono così bruttine?
“Ah già, pensa la mamma, non è più stagione sono di serra. Pazienza le prendo
56
lo stesso”. E la frutta? Meglio comprare quella di stagione, spiega la mamma ad
Anna, perché è maturata naturalmente ed ha un buon contenuto nutritivo, quella
esotica, invece, viene colta acerba e si matura durante i tempi lunghi del trasporto.
Un po’ in disparte c’è il banchetto dei prodotti provenienti dalla campagna. La
lattuga è bella, ma è così piena di terra! Ci vorrebbe troppo tempo per lavarla bene,
meglio prendere una busta di insalata confezionata.
Ci sono anche mele provenienti dalla stessa zona, ma sono piccole e un po’ segnate: non c’è paragone con quelle mele grandi tutte uguali, rosse e lucenti come
la mela di Biancaneve! La mamma finisce per prendere queste.
Chissà come mai, pensa intanto Anna, un numero sempre maggiore di cose da
mangiare arrivano da posti sempre più lontani! La mamma ha persino comprato
un bellissimo aglio che viene dalla Cina! Possibile che un paese di consumatori
d’aglio come il nostro, debba finire per importarlo dall’estero?
“C’è qualcosa che non va, si dice Anna. A pensarci bene la maestra ha accennato
a qualcosa come ‘spesa a chilometro 0’. Domani in classe le chiedo altre spiegazioni - decide Anna”.
57
un progetto
Klorane
viviDARIA
SCHEDA INSEGNANTE
COSA FARE
Adottare uno stile di vita che
sia in sintonia con la natura
comporta fare scelte precise in
quasi tutti i momenti della vita:
mentre si gioca, dentro casa,
facendo la spesa e anche
quando si decide quale cosmetico o quale medicinale
usare. Molti preparati farmaceutici, infatti, provengono da
elementi chimici di sintesi, ma
altri sono estratti direttamente
dalle piante.
Una visione più completa delle
piante come protagoniste di un
processo globale di utilizzazione
e di commercializzazione può
passare anche attraverso la conoscenza delle fasi della fitofiliera che portano al prodotto
che troviamo in farmacia.
La prima parte del procedimento riguarda soprattutto
l’esplorazione a tutto campo
della biodiversità mondiale e la
ricerca delle piante di cui si sa
(o si presume) che contengono
principi attivi. Questa prima fase
deve essere accompagnata
da una buona conoscenza
delle caratteristiche dell’ecosistema delle piante e in generale della loro ecologia. Parti-
scheda 16
Il mondo in
farmacia
La conoscenza di una fitofiliera aiuta il
consumatore a fare una scelta consapevole
Materiale occorrente
Elenco delle piante officinali europee ed extraeuropee in allegato, materiali di approfondimento, accesso a internet, depliant di case
farmaceutiche o altri depliant reperibili in farmacia, cartoncini, fogli di acetato, infuso di tè, o caffé forte.
colarmente preziosa, quindi, si
è rivelata e si rivela tuttora, l'antica sapienza, degli sciamani
e dei “curanderos” (guaritori)
dei paesi dell’area amazzonica che, in molti casi collaborano direttamente con gli studiosi impegnati nei laboratori
di ricerca delle industri farmaceutiche e cosmetiche.
La seconda parte della filiera riguarda invece l’estrazione e
l’elaborazione di principi attivi
vegetali, che vengono effettuate attraverso il procedimento industriale adatto. In tutti i momenti della fitofiliera, comunque, è indispensabile adottare un’etica comportamentale corretta. Il rischio fondamentale, per quanto riguarda le
piante esotiche, è, infatti, quello di “depredare” il patrimonio
vegetale di molte popolazione
indigene, soprattutto del Sud
America che vivono tuttora
quasi esclusivamente dei prodotti spontanei locali. La forma
più ecocompatibile di utilizzazione delle piante con principi
cosmetici o medicinali consiste
nella loro coltivazione in loco in
terreni idonei acquistati o affittati
a questo scopo, in modo da evitare che la popolazione di piante spontanee possa essere im-
58
OBIETTIVI
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
• Comprendere il significato del
termine fitofiliera
• Sapere identificare le varie
fasi di una fitofiliera e distinguerne le caratteristiche
• Prendere coscienza della vastità delle risorse vegetali mondiali e della loro localizzazione
geografica
• Essere consapevoli della necessità di un comportamento
ecocompatibile nei confronti
della biodiversità globale
• Realizzare una carta tematica
poverita o, perfino, scomparire,
come purtroppo è già accaduto. Anche in Europa, esistono
vaste distese di campi coltivati
di lavanda in Provenza, di gelsomino e di bergamotto nel sud
della Calabria, di rose in Bulgaria e perfino di ortica nei paesi
dell’Est, a scopi cosmetici e gastronomici. Nella fasi finali della
filiera, che si svolgono nei paesi tecnologicamente avanzati, è
ugualmente necessaria l’adozione di un comportamento responsabile, rispettoso degli standard di sicurezza ambientale, soprattutto per quanto riguarda i
prodotti chimici utilizzati nell’estrazione e nella depurazione
delle sostanze prime.
Per approfondire la conoscenza di questo mondo chiedete ai
ragazzi di esaminare l’elenco
delle piante officinali europee
ed extra europee della scheda
alunno e sceglietene alcune
da studiare più approfonditamente.
Non sarà certamente facile ricostruire per ogni pianta presa
in esame le prime fasi della fitofiliera (ecosistema di partenza, caratteristiche ambientali
ecc.). È possibile tuttavia ricavare informazioni consultando
internet e gli opuscoli e i depliant informativi delle più importanti case di produzione. Per
visualizzare concretamente la
biodiversità complessiva delle
piante e la loro distribuzione
geografica i ragazzi potranno
preparare dei grande cartelloni
rappresentanti i diversi continenti, sui quali riporteranno il disegno della pianta in questione collocata visivamente nel
suo luogo di origine. Il cartellone potrà essere corredato da
una legenda esplicativa contenenti le caratteristiche essenziali della pianta. In alternativa, gli studenti, singolarmente o in piccoli gruppi po-
SCHEDA 16
tranno preparare un piccolo
atlante personalizzato fatto di
carte geografiche con i luoghi
di origine delle diverse piante
messi in evidenza. Una soluzione più economica può essere quella di una carta geografica di base sulla quale sovrapporre, di volta in volta, altre carte disegnate su fogli di
acetato con il solo contorno
dell’area di distribuzione ma
contenente all’interno, ingrandito a volontà, il disegno
della pianta in questione.
Qualche gruppo potrebbe essere interessato a un’elaborazione artistica delle mappe in
modo da produrre un album di
carte anticate simili a quelle in
possesso degli antichi esploratori.
Per anticare la mappa preparate del tè forte e del caffè e
quando saranno freddi, utilizzateli per imbibire uno straccio
che poi passerete sul foglio di
carta. Fate attenzione a non
esagerare con il “colorante” e
dosate i chiaroscuri. Quando si
sarà asciugato, il foglio avrà
l’aspetto di una vecchia pergamena, ma potrete accentuare l’aspetto vetusto praticando dei piccoli strappi laterali:
con una mano tenete fermo il
foglio e con l’altra date delle
piccole “schicchere” (facendo scattare il dito medio trattenuto dal pollice) subito sotto la
presa. Anche la legenda potrebbe essere scritta in caratteri corsivi simili a quelli di una
vecchia mappa del tesoro.
Questa è evidentemente la
fase finale di un lavoro di ricerca che può risultare piuttosto
impegnativo, soprattutto se,
per ogni pianta considerata, di
metterà a punto una scheda
contenente, oltre alle caratteristiche morfologiche e ambientali, anche elementi storici
e aneddotici (per approfondimenti vedi la scheda alunno).
59
Considerazioni
finali
Invitate i ragazzi a riflettere sulle diverse
fasi delle fitofilere e sul fatto che, sebbene le piante possano avere fisicamente una diversa localizzazione, i
principi generali di sostenibilità e di rispetto dell’ambiente si basano sempre sulle stesse regole generali. La conoscenza della filiera che porta alla
produzione di un determinato prodotto, può far riflettere i ragazzi sulla
possibilità da parte del consumatore
di fare una scelta mirata qualora sia
messo in grado di sapere cosa c’è
“dietro” al prodotto che acquista.
Se lo ritenete opportuno, o se non avete affrontato ancora l’argomento
approfondite il concetto di sostenibilità.
Chiedete ai ragazzi di fare una ricerca per scoprire se esistono dei trattati internazionali che regolamentano lo
sfruttamento della biodiversità delle
piante esotiche (se utilizzano internet
fate inserire le parole chiave biodiversità, convenzione, commercio).
I ragazzi ritengono che, ancora oggi,
sia possibile comportarsi come fecero gli inglesi alla fine del 1800 a proposito delle piante dell’albero della
china?
Uno spunto interessante di riflessione
potrebbe essere il problema della disponibilità di farmaci essenziali alla sopravvivenza nei paesi del Terzo Mondo e il nostro impegno morale ad ottenere dalle case di produzione una
distribuzione a un prezzo simbolico.
un progetto
Klorane
viviDARIA
Il mondo in
farmacia
SCHEDA Alunno
L’amaro che guarisce
Nella seconda metà del XVII secolo, si diffuse in Europa la storia di una
bellissima spagnola, la contessa di Chincòn: colpita dalle febbri malariche mentre si trovava a Lima, in Perù, la dama sarebbe stata curata
con una amarissima ma efficace medicina estratta, dalla corteccia di
un albero della foresta pluviale andina, che era chiamata, nella lingua
indigena, “quina quina” o, più semplicemente, “quinquina”. La contessa, guarita, avrebbe poi diffuso il prezioso rimedio in Europa. In seguito si scoprì che questa sostanza oltre ad avere un potere terapeutico
sulle febbri malariche ha anche proprietà stimolanti della circolazione
superficiale della pelle in particolare quella del cuoio capelluto. La storia del chinino (che in effetti fu portato per la prima volta a Roma dai
gesuiti) non corrisponde alle vicende reali della vita della Contessa, ma
ispirò, tuttavia, a Linneo il nome scientifico di Cinchona, dato all’albero della China. Verso la metà del 1800,
la domanda di chinino era in rapida crescita, per la presenza diffusa della malaria in tutto il mondo, ma
il ritmo di abbattimento degli alberi di China delle foreste sudamericane era così alto, da far temere una loro
possibile estinzione. Le nazioni come l’Olanda e l’Inghilterra, che avevano colonie in tutto il mondo, cominciarono
quindi a porsi il problema (in parte umanitario, ma in parte ancora maggiore economico) di trapiantare
gli alberi di China in altri paesi dal clima adatto, come ad esempio l’India, che era una colonia inglese. Trasportare le piante dal loro habitat naturale verso l’India o l’Estremo Oriente diventò, quindi, una vera e propria sfida. Dall’Inghilterra partirono contemporaneamente verso il Sudamerica diverse spedizioni, così da
garantire il successo di almeno una di esse, nonché la necessaria rapidità di azione prima (così fu scritto
testualmente) “che si risvegliasse la meschina gelosia delle popolazioni delle repubbliche sudamericane”. Per
la verità, le obiezioni dei governi locali ci sembrano oggi più che giustificate, anche se dobbiamo dire che,
di fatto, l’operazione di “asporto” delle piantine di Cinchona non era illegale, giacché non esisteva nessuna legge che la impedisse (il governo dell’Ecuador si affrettò a farla, anche se troppo tardi, appena si rese conto della situazione). Il resoconto dell’unica spedizione inglese che ebbe successo non ha niente da invidiare ad un romanzo di avventura. Per prelevare e trasportare i semi e le giovani piantine di Cinchona fu necessario navigare lungo fiumi impetuosi e andare a dorso d’asino per impervi sentieri di alta montagna,
curandole costantemente e proteggendole in apposite cassette di vetro. Alla fine, le piantine riuscirono a superare anche il viaggio per mare fino all’Inghilterra, per poi proseguire verso l’India, lungo un percorso che
comportava cambiamenti di clima e numerosi carichi e scarichi in vari porti. Le cure e le attenzioni dei botanici e dei giardinieri inglesi permisero, tuttavia, a 463 piantine di albero della China di arrivare in India. Solo cinque anni più tardi le piantagioni indiane ospitavano ben 244.000 esemplari di Cinchona: il
problema del fabbisogno mondiale di chinino era così avviato verso una soluzione positiva.
60
Due “parenti” molto diverse:
la peonia europea e la peonia cinese
I poteri curativi della peonia erano ben conosciuti fra i Greci e i Romani. Il mito, infatti, fa risalire il suo
nome al medico greco Peone, che usò il succo di una pianta fino a quel momento senza nome, per curare il piede del dio Plutone, ferito da Ercole. Il fiore in seguito prese il nome dal medico che l’aveva usato
per primo. In Estremo Oriente, e soprattutto in Cina, la peonia, invece, era nota anticamente soprattutto
per la sua bellezza, apprezzata al punto che un singolo fiore perfetto poteva raggiungere il prezzo di cento pezze di seta. Malgrado questo aspetto frivolo, anche i cinesi, però, apprezzavano i principi curativi
della pianta contenuti soprattutto nelle radici. Del resto anche in Europa, in epoca medioevale se ne metteva un pezzetto al collo dei bambini per proteggerli dai disturbi nervosi (ma pensate davvero che si trattasse di una pratica efficace?). La tradizione medicinale cinese, più realisticamente, la prescriveva nel
trattamento delle malattie febbrili e come farmaco antinfiammatorio, soprattutto per le malattie della pelle in generale e del cuoio capelluto in particolare. In Cina la peonia fiorisce a maggio, ma l’intera pianta è raccolta in autunno. Le radici essiccate al sole e lavate, vengono poi inviate ai laboratori farmaceutici per l’estrazione dei principi attivi.
Il papiro, un pianta ...che cita se stessa.
Non è facile trovare una pianta che ...parli di sé stessa, ma è quello che avviene, invece, per il papiro, le cui
fibre, come è noto, furono sfruttate in Egitto per farne un particolare tipo di “carta” su cui scrivere. Il rotolo più antico che esista, il famoso papiro di Ebers, datato a più di 6.000 anni fa, cita fra le altre piante contenenti principi cosmetici e medicamentosi, anche il papiro, dai cui tubercoli (posti sulle radici), si
estraeva un latte cosmetico da mettere sui capelli. Già a quell’epoca le dame egiziane ne apprezzavano le
qualità nutrienti e, soprattutto, liscianti, sui capelli crespi, secchi e difficili da pettinare. Originaria dell’Africa Orientale, la pianta del papiro è stata portata dagli Arabi in Europa e, in particolare, in Sicilia,
dove ancora oggi si possono trovare alcuni esemplari spontanei, su terreni sabbiosi e umidi. Oltre ad avere le qualità dermatologiche già citate, le foglie di papiro vengono anche usate tradizionalmente per calmare il mal di testa; la pianta, inoltre, è anche commestibile e può servire per preparare delle bevande.
Il piretro, un crisantemo
che uccide gli insetti.
Fra i tanti prodotti di origine vegetale utilizzati dall’uomo, c’è anche il piretro, contenuto nei fiori di alcuni tipi di crisantemo. Le molecole che lo compongono hanno una buona capacità insetticida e essendo biodegradabili, (sono demolite in particolare dai raggi ultravioletti) non si accumulano nell’ambiente. Il piretro, conosciuto anche come “polvere persiana” perché noto ai Persiani e ai Cinesi già qualche secolo fa, è arrivato nel 1700 in Europa, dove l’inevitabile presenza di parassiti del corpo e dei vestiti, dovuta alle scarse
condizioni igieniche, lo rendeva prezioso. Questa polvere vegetale, cosparsa sul corpo e sugli abiti, dava infatti, buoni risultati disinfestanti. Ancora durante la Seconda Guerra Mondiale, i soldati americani impegnati sul fronte del Pacifico ricevevano in dotazione un sacchetto dell’utilissima polvere, proveniente dalle piantagioni delle Filippine, per combattere i parassiti che li divoravano. Quando le coltivazioni che davano il piretro caddero nelle mani dei giapponesi, gli americani dovettero mettersi alla ricerca di una soluzione alternativa. Nel frattempo, nel corso di uno studio sulle possibili sostanze insetticida, uno studioso
svizzero si era imbattuto in un composto che era stato scoperto più di un secolo prima, ma non aveva trovato, fino a quel momento, una valida utilizzazione. La molecola di sintesi, che si rivelò capace, agendo
per contatto, di superare la dura corazza degli insetti, aveva un complesso nome chimico, ma fu ben presto
nota come DDT. La sua capacità di risolvere il problema dei parassiti era indubbia ma altre sue caratteristiche, come, ad esempio, la scarsa biodegradabilità, si rivelarono ben presto molto pericolose per l’ambiente.
Ma questa è un’altra storia!
61
un progetto
Klorane
Il mondo in
farmacia
viviDARIA
SCHEDA ALUNNO
NOME
SCIENTIFICO
Abies alba
Achillea
millefolium
Aconitum
nepellus
Aesculus
hippocastanum
Agave
americana
Alliaria
petiolata
Allium cepa
Allium sativum
Aloe
barbadensis
Althaea
officinalis
Amaranthus
retroflexus
Ambrosia
Ananas
bracteatus
NOME
COMUNE
Abete bianco
Achillea
Europa
Europa - Asia
Aconito
Europa
Ippocastano
Albania
Grecia
America
tropicale
Europa - Asia
Agave
Alliaria
comune
Cipolla
Aglio
Aloe vera
Altea
comune
Amaranto
comune
Artemisia
Ananas
NOME
SCIENTIFICO
Angelica
arcangelica
Antirrhinum
majus
Arnica montana
Artemisia
Absinthium
Artemisia
vulgaris
Asarum
europaeum
Asparagus
officinalis
Aucuba japonica
Avena sativa
Betula pendula
Borago
officinalis
Bryonia dioica
ORIGINE
NOME
COMUNE
Angelica
ORIGINE
Europa
Bocca di leone Europa
Nord Africa
Arnica
Europa
Assenzio
Europa
Artemisia
Europa
Baccaro
Europa - Asia
Asparago
Asia
Aucuba
Avena
Betulla
Borragine
Cina e Giappone
Europa
Europa - Asia
Europa
Vite bianca
Europa
Zucca selvatica
Buddleja davidii Albero delle
Cina
farfalle
Calamintha
Nepetella
Europa
nepeta
Calendula
Calendula
Europa
officinalis
Calluna
Brugo
Europa - Asia
vulgaris
Calystegia
Vilucchio
Europea
sepium
bianco
Camelia sinensis Tè verde
Cina
Capsella bursa
Borsa del
Europa
pastoris
pastore
Capsicum
Peperoncino
Sud America
annuum
Asia
Asia
Nord Africa
America
tropicale
Nord
America
Nord America
Sud America
62
NOME
SCIENTIFICO
Cardamine
hirsuta
Castanea sativa
Cedrus atlantica
rocco
Centaurea
cyanus
Centaurium
erythraea
Centella asiatica
Chinchona
officinalis
Cichorium
intybus
Cirsium arvense
Cirsium vulgare
Citrus limon
Citrus medica
Citrus sinensis
Clematis vitalba
Clerodendrum
trichòtomum
Clinopodium
vulgare
Cochlearia
officinalis
Coffea arabica
Coleus blumei
Commiphora
myrrha
Conium
maculatum
Coriandrum
sativum
Corylus
avellana
Crataegus
monogyna
NOME
COMUNE
Cardamine
ORIGINE
Europa - Asia
Castagno
Europa - Asia
Cedro atlantico Algeria - MaFiordaliso
Centaurea
minore
Centella
Albero della
China
Cicoria
Area
mediterranea
Europa - Asia
Nord Africa
Asia
Sud America
Europa - Asia
Cardo campestreEuropa
Cardo asinino Europa - Asia
Limone
Asia
Cedro
Asia
Arancia
Asia
Vitalba
Europa
Clerodendro
Cina e Giappone
Consolida
minore
Coclearia
medicinale
Caffè
Coleus
Mirra
Cicuta
Coriandolo
Europa
Europa
Etiopia
Isola di Giava
Asia
Nord Africa
Europa
nocciolo
Area
mediterranea
Europa - Asia
Biancospino
Europa
NOME
NOME
ORIGINE
SCIENTIFICO COMUNE
Europa
Crepis vesicaria Vescicaria
Crocus sativus
Zafferano
Europa - Asia
Cruciata laevipes Croce dei fossi Europa - Asia
Erba croce
Cucurbita pepo
Zucca
Nord America
Cynara scolymus Carciofo
Europa - Asia
Cyperus papyrus Papiro
Nord Africa
Sud Italia
Cytisus scoparius Ginestra
Europa
Datura
Stramonio
Asia
stramonium
Daucus carota
Carota
Europa - Asia
Dictamnus albus Limonella
Europa - Asia
o Frassinella
Dryopteris
Felce maschio Europa - Asia
filix-mas
Nord America
Echinacea
Echinacea
Nord America
purpurea
Echium vulgare Erba viperina Europa
Epilobium
Garofanino
Europa - Asia
hirsutum
d'acqua
Viola di palude
Equsetum
Equiseto
Europa Asia
arvense
Erica carnea
Erica
Europa
Erigeron
Saeppola
Nord e Centro
canadensis
canadese
America
Erodium
Becco di grù
Ubiquitario
cicutarium
comune
Eschscholzia
Papavero della Nord America
californica
California
Ficus carica
Fico
Asia
Filipendula
Olmaria
Europa Asia
ulmaria
comune
Fragaria vesca
Fragola selvatica Europa
Asia
Fumaria
Fumaria
Europa Asia
officinalis
Galega
Carpaggine
Asia
officinalis
Ruta di Capra
Galinsoga
Galinsoga
Sud America
parviflora
Gardenia
Monoi
Thaiti
tahitensis
Gentiana lutea
Genziana
Europa
maggiore
Ginkgo biloba
Ginco
Cina
Glechoma
Edera terrestre Europa Asia
hederacea
Glycine soja
Soia
Asia
Gymnema
Gimnema
India
sylvestre
63
NOME
SCIENTIFICO
Hamamelis
virginiana
Harpagophytum
procumbens
Hedera helix
Helianthus
tuberosus
Helichrysum
italicum
Hibiscus
syriacus
Humulus
lupulus
Hypericum
perforatum
Hyssopus
officinalis
Isatis tinctoria
Jasminum
officinale
Juglans regia
Lactuca serriola
Laurus nobilis
Lavandula
officinalis
Lawsonia
inermis
Linaria vulgaris
Linum
usitatissimum
Lippia triphylla
Lonicera
caprifolium
Lonicera japonica
Lysimachia
vulgaris
Lythrum
salicaria
Mahonia
aquifolium
Malva silvestre
Mangifera
indica
Matricaria
recutita
Medicago sativa
Melaleuca
alternifolia
Melissa oficinalis
NOME
COMUNE
Amamelide
Artiglio
del diavolo
Edera
Topinambur
Elicriso
ORIGINE
Nord America
Sud Africa
Area
mediterranea
Nord America
Ibisco
Area
mediterranea
Asia
Luppolo
Europa Asia
Iperico
Europa Asia
Nord Africa
Europa Asia
Issopo
Glasto comune Sud America
Gelsomino
Asia
Noce comune
Lattuga
selvatica
Alloro
Lavanda
Henné
Asia
Sud Europa
Sud Asiatico
Europa
Area
mediterranea
Nord Africa
Lanajola
comune
Lino
Europa Asia
Cedrina
Caprifoglio
comune
Caprifoglio
giapponese
Mazza d'oro
comune
Salcerella
Verga rossa
Maonia
Sud America
Europa
Asia tropiacale
Cina - Giappone
Europa Asia
Europa Asia
America
Nord America
Malva selvatica Europa
mango
India
Camomilla
Europa Asia
Erba medica
Tea-Tree
Asia
Australia
Melissa
Europa
64
NOME
NOME
ORIGINE
SCIENTIFICO COMUNE
Mentha piperita Menta
Europa
Mirtus
Mirto
Area
communis
mediterranea
Myosoton
Stellaria
Europa - Asia
aquaticum
aquatica
Nelumbo
Fior di Loto
Asia
nucifera
Ocimum
Basilico
Asia tropicale
basilicum
Oenothera biennis Enagra comuneNord America
Olea europea
Ulivo
Bacino
mediterraneo
Origanum
Origano
Europa
volgare
Asia occid.
Oryza sativa
Riso
Asia
Oxalis
Acetosella
Madagascar
pes-caprae
gialla
Panax ginseng Ginseng
Asiatica
Parietaria
Paretaria
Europa
officinalis
Pastinaca
Pastinaca
Euro-Siberiana
comune
sativa
Peonia officinalis Peonia
Europa
Petroselinum
Prezzemolo
Europa centrale
crispum
Pimpinella
Anice
Nord Africa
anisum
e Asia
Pinus
Pino
Himalaya
wallichiana
dell' Himalaya
Plantago
Piantaggine Nord America
lanceolata
minore
Plantago Major Piantaggine Asia
maggiore
Polygonum
Pepe d´acqua America
hydropiper
Primula
Primula
Asia minore
vulgaris
comune
e Caucaso
NOME
SCIENTIFICO
Prunus
amygdalus
Punica
granatum
Raphanus
sativum
Rhodiola rosea
Ribes nigrum
Rosa affinis
rubiginosa
Rosa canina
Rosmarinus
officinalis
Rubus
ulmifolius
Rumex acetosella
Ruscus aculeatus
Ruta graveolens
NOME
COMUNE
Mandorlo
Asia
Melograno
Asia
Rafano Nero
Europa
Radice d’oro
Asia
Ribes nero
Nord America
Rosa mosqueta Messico
Rosa canina
Rosmarino
Rovo
Acetosella
Pungitopo
Ruta
Salvia
Salvia
officinalis
Salvia pratensis Salvia
dei prati
Sambucus nigra Sambuco
Santalum album Sandalo
Sesamum
Sesamo
indicum
Sicyos
Zucca
angulatus
spinosa
Silene alba
Silene bianca
Silene vulgaris
Silybum
marianum
Simmondsia
chinensis
Solanum
dulcamara
Solanum
nigrum
Solidago
gigantea
Stellaria media
Symphytum
officinale
Tanacetum
cneariifolium
ORIGINE
Europa Asia
Area
mediterranea
Area
mediterranea
Europa Asia
Europa
Area
mediterranea
Area
mediterranea
Area
mediterranea
Eropa Asia
India
Asia
NOME
SCIENTIFICO
Taraxacum
officinalis
Theobroma cacao
Thymus
membranaceus
Trigonella
foenum-graecum
Triticum spp.
Tropaeolum
majus
Urtica dioica
Vaccinium
myrtillus
Valeriana
officinalis
Vanilla planifolia
Verbena
officinalis
Viaccinium
macrocarpon
Vinca rosa
Viola odorata
Nord America
Area
mediterranea
Silene rigonfia Cosmopolita
Cardo Mariano Area
mediterranea
Jojoba
California
Messico
Morella
Europa - Asia
rampicante
Nord Africa
Morella comune Europa
Verga d’oro
maggiore
Centocchio
comune
Consolida
maggiore
Piretro
Viola tricolor
Vitellaria
paradoxa
Vitex
agnus-castus
Vitis vinifera
Xanthium
strumarium
Zea mays
Nord America
Europa Asia
Europa Asia
Coste dalmate
65
NOME
COMUNE
Tarassaco,
dente di leone
Cacao
Timo rosso
di Spagna
Fieno greco
Grano
Nasturzio
cappuccina
Ortica
Mirtillo
ORIGINE
Europa - Asia
Nord America
Messico
Spagna
Asia
Nord Africa
Asia
Perù
Cosmopolita
Nord America
Valeriana
Europa
Vaniglia
Verbena
Messico
Europa
Cranberry
Nord America
Pervinca rosa
Viola
mammola
Viola
del pensiero
Albero
di Karitè
Agnocasto
Madacascar
Europa - Asia
Vite
Bardana
minore
Mays
Europa - Asia
Africa
Area
mediterranea
Europa
Europa
Sud America
Natura
compagna
di giochi
un progetto
Klorane
viviDARIA
SCHEDA INSEGNANTE
Nelle aree protette la natura promette
divertimento e benessere
Materiale occorrente
Una benda per ogni coppia di bambini.
OBIETTIVI
tuita da lunghe ore trascorse davanti alla TV o con i videogiochi,
o da attività fisiche che, se non
sono svolte in palestra o in un
ambiente chiuso possono essere
addirittura attività “virtuali”.
Manca soprattutto quella bellissima sensazione che dà il contatto con l’erba e le piante, con
il rumore del vento e dell’acqua
che scorre, con il cielo e con le
nuvole viste attraverso le chiome
degli alberi.
COSA FARE
Molte persone ricorderanno con
piacere e nostalgia le giornate
estive della loro infanzia passate
in campagna, magari nella casa
dei nonni, a giocare a nascondino fra gli alberi, con gli amici, o
a fare lunghe camminate per
raccogliere le more dalle siepi o
a rubacchiare dalle piante qualche frutto, non ancora ben maturo. Ai bambini di oggi, invece
manca sempre più spesso questa dimensione “naturale” sosti-
scheda 17
Insomma, in generale, i bambini
soffrono di un “deficit di natura”
che limita non soltanto il loro benessere fisico e talvolta danneggia perfino la salute, ma anche
la qualità della loro vita. Ne sono
convinti gli statunitensi che per primi hanno lanciato una campagna per i Bambini in Natura, i cui
principi sono stati adottati in una
mozione del Congresso Mondiale sulla Conservazione (World
Conservation Congress –UICN,
Barcellona 2008) mirante a promuovere anche in altri paesi iniziative dello stesso genere. In Italia il testimone è stato raccolto dal
progetto “Equilibri Naturali”.
Comunicate alla classe che passerete una giornata all’aria aperta. Se non potete allontanarvi
troppo, andrà bene anche il prato dietro la scuola, un giardino cit-
66
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
• Constatare la consistente presenza in farmacia di prodotti a
base vegetale accanto a
quelli di sintesi
• Nominare almeno due piante
europee utilizzate in prodotti
cosmetici o medicinali
• Nominare almeno due piante
esotiche utilizzate ai fini cosmetici o medicinali
• Prendere coscienza del carattere globale della biodiversità vegetale
tadino, o la spiaggia del vostro
paese. L’ideale, però, sarebbe trascorrere una giornata in un’area
protetta e certamente, non sarà
difficile, fra le tante realtà italiane
trovarne una vicina a casa vostra.
L’Italia, lo sappiamo bene, è bella tutta: visitando una delle sue numerose aree protette, però si potrà avere la sicurezza di ammirare la natura nella sua massima
espressione di equilibrio e di bellezza, e, chi sa? Potrebbe essere
l’inizio di una buona abitudine!
L’obiettivo dell’uscita è molto importante: giocare con la natura!
Chiedete ai bambini se c’è qualcosa che hanno sempre desiderato fare in un bosco, in un prato
o vicino a un fiume. Forse all’inizio
ci sarà qualche perplessità: alcuni bambini, per esempio, potrebbero avere poca dimestichezza
con l’ambiente naturale, ma non
arrendetevi, incoraggiateli a dire
proprio tutto quello che viene
loro in mente, anche le cose apparentemente più assurde.
Quando sarete soddisfatti del risultato scegliete le attività che potrete svolgere nel luogo da voi
prescelto e promettete ai bambini
che, una volta sul campo, avranno via libera.
Fra le attività che potrete svolgere ne elenchiamo alcune.
Tutti gli odori del prato
Scegliete un prato leggermente
in pendio che finisca in piano o
con una salita. Fate stendere i
bambini a terra, uno per volta,
con le braccia stese sopra la testa e poi invitateli a rotolare giù. Se
è possibile fate voi il primo “giro”
e poi aspettate i ragazzi alla fine
del percorso. Quando arrivano,
fateli rimanere seduti finché non
smaltiscono l’inevitabile sensazione della testa che gira, e poi invitateli ad annusarsi, se il prato è
formato da tante erbe diverse,
avranno raccolto una vera collezione di profumi verdi!
Una casetta tutta per me
Una casa sull’albero è il sogno di
ogni bambino. Purtroppo è un traguardo abbastanza difficile da
raggiungere, per vari motivi, non
ultimo quello della sicurezza. Si
può, comunque, soddisfare il desiderio di crearci un “rifugio” costruendo una casetta a terra,
che utilizzi materiale esclusivamente già caduto. Limitatevi a
consigliare di utilizzare un albero,
una parete di roccia, un forte
pendio come struttura portante su
cui appoggiare, rami e frasche,
SCHEDA 17
nonché a sconsigliare di utilizzare
pietre più o meno pesanti perché
potrebbero essere pericolose se
cadessero e perché potrebbero
essere il tetto della tana di animali,
quali i serpenti. Per il resto, controllate che non arrechino danni
alla natura e lasciate che i bambini sfoghino la loro creatività.
Un tesoro molto strano
Fate una passeggiata e invitate i
bambini a raccogliere il maggior
numero possibile di semi diversi.
Alla fine del percorso confrontate i “bottini” e date dei nomi di
fantasia ai vari semi. Proponete
una serie di premi per la collezione più numerosa, per il seme più
strano, per il nome più fantasioso.
Una rana che mangia il gelato
Se avete scelto una giornata un
po’ nuvolosa e ventosa per la vostra uscita, invitate i bambini a
sdraiarsi a terra (magari sull’erba)
e a guardare il cielo “per riconoscere figure nelle forme che il
caso e il vento hanno dato alle
nuvole” (I. Calvino). Si tratterà di
una nave a vele spiegate o di un
dinosauro?
Qualcuno riesce a vedere la rana
che mangia il gelato? Oppure si
è già trasformata in una caffettiera sopra un treno con tanto di
sbuffi di fumo?
Il mio amico albero
Dividete la classe in coppie, e
spiegate che il gioco li vedrà impegnati a turno. Bendate uno
dei componenti della coppia e
chiedete all’altro di accompagnarlo a toccare un albero di suo
scelta. Spiegate che l’accompagnatore è custode della sicurezza dell’altro, ma può fargli fare
un percorso tortuoso perché non
capisca in che direzione si sta
muovendo. Una volta giunti all’albero prescelto, il bambino
bendato dovrà toccare l’albero
e i suoi dintorni allo scopo di riconoscerlo una volta che sarà tornato alla base e gli avranno tolto le bende. Quando l’avrà riconosciuto (e per quanto possa
67
sembrare difficile lo riconoscerà!) potrà bendare il suo compagno e ripetere il gioco.
Corri corri
Appena arriveranno in uno spazio
verde, se saranno liberi di fare
come vogliono, i bambini cominceranno a correre a perdifiato. Lo
sapete bene, i bambini non si
spostano camminando, ma correndo, soprattutto se si sentono eccitati. Lasciateli fare per un po’,
probabilmente è il modo migliore
per celebrare la gioia di essere liberi dal divano, dalla televisione
e da qualsiasi altro marchingegno
elettronico.
Considerazioni
finali
Al termine della giornata all’aria
aperta proponete ai bambini di coinvolgere i genitori negli stessi giochi
che hanno fatto loro, invitateli a farlo il prima possibile, il giorno dopo o
la prima domenica disponibile. Dopo
qualche giorno chiedete se sono
riusciti nell’intento di far giocare amici e parenti con la natura. Se i risultati
non sono stati soddisfacenti organizzate una giornata “istituzionale”
con genitori, bambini, insegnanti sul
campo. Prima, però, preparate una
serie di documenti per persuadere i
genitori dell’importanza del contatto con la natura. L’argomento migliore sarà proprio l’entusiasmo dei
loro figli, quindi provate a trascrivere
le risposte dei bambini alle seguenti
domande, o, meglio ancora a riprendere il dibattito.
• Ti sei divertito a giocare con la natura?
• Cosa ti è piaciuto di più?
• Se dovessi scegliere fra una giornata
in casa con i tuoi giochi preferiti e
una come quella trascorsa in natura cosa sceglieresti?
un progetto
Klorane
viviDARIA
SCHEDA INSEGNANTE
Fate la cosa
giusta
Una campagna di comunicazione è uno
strumento utile per impegnarsi a favore
di uno stile di vita sostenibile
OBIETTIVI
COSA FARE
Peri impegnarsi ad avere uno
stile di vita sostenibile non bisogna necessariamente fare
grandi cambiamenti nella propria vita e non si deve nemmeno aspettare un momento
particolare, come, per esempio, quello in cui dovrete costruire o ristrutturare una casa.
L’impegno può cominciare
poco a poco, con i gesti quotidiani: spegnendo le luci inutili, proponendo agli amici di
usare una sola macchina per
gli spostamenti, facendo la
raccolta differenziata dei rifiuti,
scegliendo di acquistare un
prodotto di cui si conosce da
fitofiliera.
Il gesto di scegliere uno shampoo prodotto con fitofiliera,
piuttosto che un altro, in particolare, è un’azione che richiede decisamente poca
“fatica” ma molto significativa, perché è l’atto finale di un
lungo processo che parte dalla conoscenza e dalla conservazione della biodiversità
scheda 18
mondiale e prosegue attraverso la ricerca e la produzione controllata. Proponete
ai bambini di sviluppare questo tema realizzando la scheda “Il mondo in farmacia”, se
non lo avete già fatto, e di impegnarsi in prima persona
per far conoscere anche ai
genitori, agli altri bambini della scuola, persino alle persone del quartiere, i vantaggi
dei prodotti cosmetici e farmaceutici realizzati attraverso una fitofiliera. Provate, insomma, a realizzare una e
vera e propria campagna di
comunicazione.
Per essere sicuri di esprimere al
meglio quello che voi e la
vvostra classe volete comunicare, seguite una tabella di lavoro utile per fissare i vari passaggi.
• Scrivete per punti per quali motivi pensate che la fitofiliera sia importante, sostenibile, etica.
• Chiedete ai bambini di fare
una ricerca preliminare su ri-
68
al termine dell’attività
i ragazzi saranno in grado di:
• Lavorare in gruppo
• Valorizzare il lavoro svolto durante l’anno
• Mettere chiaramente a fuoco
il concetto che si vuole comunicare
• Comprendere l’importanza di
una comunicazione efficace
• Accettare e valorizzare il feedback ricevuto al fine di migliorare l’efficacia del messaggio
viste e giornali per scoprire
quali titoli o pagine, attirano maggiormente l’attenzione e di annotare quali
sono le caratteristiche che
li hanno colpiti più.
• Estendete la ricerca agli
spot televisivi e, anche in
questo caso, chiedete di
annotare quali elementi
della pubblicità l’hanno
resa facile da ricordare o
gradevole da rivedere, e
quali, al contrario, la ren-
dono a loro avviso particolarmente fastidiosa.
• Chiedete ai bambini di
pensare a tutto il materiale
che hanno visionato e di
provare a scrivere quali elementi hanno contribuito a
suscitare in loro divertimento, emozione, sorpresa,
paura
• Riunite le annotazioni di tutti e fate una riflessione di
gruppo prima di cominciare a progettare il modo di
procedere nella campagna di comunicazione.
• Definite chiaramente quali sono i messaggi che volete trasmettere. Cercate di
chiarire se volete far “passare” un unico messaggio
incisivo o preferite lavorare
su più punti (al massimo 34) legati fra loro.
• Decidete su quali stati
d’animo volete lavorare:
benessere, preoccupazione per il futuro del pianeta
o della propria famiglia, indignazione, orgoglio, desiderio di sentirsi a posto con
la coscienza.
• Passate in rassegna i diversi tipi di strumenti di cui potreste avvalervi per fare
una campagna di informazione: video, spot radio,
sole immagini, immagini e
testi da montare graficamente come se si trattasse
della pagina di una rivista,
o un cartellone stradale,
testi quali poesie, filastrocche, storie, fumetti.
• Spiegate ai bambini che
esiste uno strumento molto
interessante per favorire la
produzione creativa che si
chiama brainstorming e
spiegatene regole e finalità. La parola significa alla
SCHEDA 18
lettera “tempesta di cervelli” e indica esattamente
quello che dovrete fare:
produrre idee liberamente. Spiegate ai bambini che
per circa 20 minuti potranno dire tutto quello che
viene loro in mente rispetto
all’argomento che state
trattando; voi prenderete
nota di tutte le idee e nessuno dovrà esprimere giudizi su quello che verrà detto. A tempo scaduto, se lo
riterrete opportuno, rileggerete quanto avrete prodotto e, agendo come
gruppo, comincerete ad
eliminare le idee che non
servono e a tenere quelle
migliori. Usando questo procedimento potrete facilmente individuare l’idea
migliore.
• Per ogni strumento di comunicazione che vi piacerebbe usare, favorite un
brainstorming per delineare alcune idee di base. Poi
confrontatele e scegliete di
portare avanti solo i lavori
che si prospettano più promettenti.
• Sulla base di quanto volete
esporre e dei messaggi che
intendete trasmettere definite delle frasi.
• Prima di procedere alla
realizzazione finale tenete
presente alcuni criteri basi
della comunicazione:
• i testi devono essere brevi e
incisivi;
• se decidete di produrre
pannelli o prototipi di pagine di riviste, i colori delle
scritte devono essere di
contrasto con lo sfondo.
Una parola composta da
lettere tutte di colore diverso e di colori tenui si leg-
69
ge facilmente solo se è
composta con perizia,
come nel caso del logo
del progetto Vividaria; evitate di utilizzare comunque
questa difficile tecnica per
frasi composte da più di
due parole.
• Siate disposti ad essere elastici e cambiare idea sulla
base dei feedback ricevuti.
Considerazioni
finali
Una volta completato la campagna, chiedete ai ragazzi di riflettere sulle difficoltà incontrate, ponendo alcune domande.
• È stato semplice scegliere fra i tanti materiali prodotti quelli più adatti ad illustrare il lavoro svolto e a metterne in evidenza il tema centrale?
• Avete incontrato difficoltà nel conciliare le opinioni personali con le decisioni finali del gruppo?
• Pensate di essere riusciti a trasmettere il messaggio?
Provate ad accertarvene intervistando un campione di persone cui avrete sottoposto la vostra campagna di
comunicazione.
un progetto
Klorane
viviDARIA
il potere delle piante, il potere dei bambini.
insieme per un’aria che respira
Vividaria presenta:
www.vividaria.it
Via Nazionale 230 - 00184 Roma
tel: 06 51 604 940 - fax: 06 51 38 400
e-mail [email protected]
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Manuale didattico 2011-2012