un progetto Klorane viviDARIA il potere delle piante, il potere dei bambini. insieme per un’aria che respira MANUALE DIDATTICO un progetto Klorane viviDARIA Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali – Federparchi Institut Klorane Coordinamento editoriale e redazionale Federparchi Testi a cura di Istituto Pangea ONLUS Silvana Nesi, Giulia Sirgiovanni Foto Archivio Federparchi - Europarc Italia e Istituto Pangea Onlus Foto degli alunni partecipanti ai concorsi delle precedenti edizioni Progetto grafico Cristina Marini indice Il perché di un progetto ....................................................................................... 1 Le energie rinnovabili: un’alternativa possibile ................................................. 3 Scheda insegnante 1 Non accendere quella luce! ............................................................................... 5 5 mosse per saperne di più sull’anidride carbonica Scheda alunno Calcola le tue emissioni di CO2 ........................................................................... 7 Scheda insegnante 2 Non nascondiamoci dietro... una bottiglia d’acqua ........................................ 9 Anche una bottiglia d’acqua nasconde la produzione di CO2 Scheda alunno Non nascondiamoci dietro... una bottiglia d’acqua ....................................... 11 Scheda insegnante 3 Dove va a finire la CO2? ...................................................................................... 13 “Fare” la fotosintesi per capire Scheda alunno Dove va a finire la CO2? ....................................................................................... 15 Scheda insegnante 4 Una giornta piena di energia ............................................................................. 17 Ogni giorno utilizziamo l’energia elettrica in modo… insospettabile Scheda alunno Una giornta piena di energia ............................................................................. 19 Scheda insegnante 5 Il gioco della CO2 ................................................................................................ 21 Un gioco di gruppo, aiuta a dimostrare l’effetto serra e il ruolo delle attività umane sui cambiamenti climatici Scheda alunno Il gioco della CO2 ................................................................................................ 23 Scheda insegnante 6 Siamo alla frutta! .................................................................................................. 25 Dalla frutta si può ricavare una debole corrente elettrica Scheda insegnante 7 Non mi seccare! .................................................................................................. 27 La sola energia solare basta per preparare frutta secca Scheda insegnante 8 Caro Presidente ti scrivo ...................................................................................... 29 I bambini si impegnano per un futuro migliore Scheda alunno Quadro dei principali incontri internazionali sui cambiamenti climatici .......... 31 Un certo... stile di vita ci salverà ......................................................................... 33 Scheda insegnante 9 In compagnia si risparmia... CO2 ...................................................................... 34 Pianificazione amicizia e collaborazione aiutano a inquinare meno Scheda alunno In compagnia si risparmia... CO2 ...................................................................... 36 Scheda insegnante 10 Un dono di natura: il compost .......................................................................... 37 I rifiuti organici tornano a nuova vita diventando concime Scheda alunno Un dono di natura: il compost .......................................................................... 39 Scheda insegnante 11 Una casa “risparmiosa” ......................................................................................40 Anche i bambini possono dire la loro sulle case ecosostenibili Scheda alunno Una casa “risparmiosa” ......................................................................................42 Scheda insegnante 12 La famiglia spreconcelli ..................................................................................... 44 Un po’ d’ironia aiuta a crescere e ad adottare comportamenti corretti Scheda alunno La famiglia spreconcelli ..................................................................................... 46 Scheda insegnante 13 A casa mia si fa così ........................................................................................... 48 Vecchi rimedi casalinghi spesso hanno un fondamento scientifico Scheda insegnante 14 B&B (belli e buoni) ............................................................................................... 50 Nei vegetali il colore non è solo un fattore estetico ma anche nutrizionale Scheda alunno B&B (belli e buoni) ............................................................................................... 52 Scheda insegnante 15 Belli, buoni e vicini ............................................................................................... 54 La salute e il rispetto dell’ambiente passa per una corretta scelta di consumo Scheda alunno Belli, buoni e vicini ............................................................................................... 56 Scheda insegnante 16 Il mondo in farmacia ............................................................................................58 La conoscenza di una fitofiliera aiuta il consumatore a fare una scelta consapevole Scheda alunno Il mondo in farmacia ............................................................................................60 Scheda insegnante 17 Natura compagna di giochi ................................................................................66 Nelle aree protette la natura promette divertimento e benessere Scheda insegnante 18 Fate la cosa giusta ..............................................................................................68 Una campagna di comunicazione è uno strumento utile per impegnarsi a favore di uno stile di vita sostenibile un progetto Klorane Il perché di un progetto viviDARIA Il progetto Vividaria mira a sensibilizzare i giovanissimi ai problemi dell’ambiente, soprattutto a quelli riguardanti l’atmosfera e i cambiamenti climatici, mettendoli in relazione con l’utilizzazione delle risorse e, più in generale, con le attività antropiche. Le tappe concettuali del progetto, da sviluppare con i bambini della scuola primaria attraverso le attività e le esperienze proposte, riguardano sia la sfera dell’informazione e della conoscenza dei problemi ambientali, sia quella della presa di coscienza e dell’assunzione di responsabilità, che si manifesta attraverso l’adozione di comportamenti “virtuosi”. Qualunque sia l’approccio iniziale, peraltro, è sempre il mondo verde, con la sua “diversità amica”, che si pone come presupposto degli equilibri naturali e ne garantisce la continuità. Per questo, ogni percorso cognitivo e formati- vo parte necessariamente dal ruolo di protagonista rivestito dalle piante verdi, le uniche capaci di tessere, insieme all’aria e alla luce del sole, la trama della vita sulla Terra. Il “miracolo” della fotosintesi clorofilliana, che si ripete ogni istante nei fili d’erba di un prato, negli alberi di un bosco, nelle alghe del mare, è, di fatto, l’unico processo in grado di regolare continuamente il rapporto fra la quantità di ossigeno e quella di anidride carbonica presenti nell’aria. La responsabilità che le attività umane hanno nell’alterare questo delicato equilibrio, sbilanciandolo verso un aumento delle emissioni di CO2, è ormai diventato un nodo problematico cruciale (affrontato per la prima volta a livello internazionale nel Congresso di Kyoto, 1997). Accordi internazionali a parte, però, ogni cittadino (e, quindi, ognuno di noi) può fare la sua parte, cercando di diminuire la sua quota di emissione di 1 CO2 e impegnandosi per la conservazione della biodiversità vegetale. Mantenere in buona salute e, se possibile, aumentare di numero le piante verdi, in grado di sottrarre CO2 dall’atmosfera, appare, infatti, come la soluzione più semplice, così semplice “che la capirebbe anche un bambino” (o piuttosto, “solo” un bambino, con la sua immediatezza e il suo candore, è in grado di capirla?) In ogni caso, la conoscenza del mondo vegetale resta il punto di partenza per la conservazione della sua biodiversità, se è vero, infatti, che “si conserva solo ciò che si ama, e si ama solo ciò che si conosce”, in tale conoscenza rientrano sia l’osservazione diretta delle piante “vicine” (anche attraverso l’allestimento di erbari) sia lo studio di quelle piante che, pur essendo nate in paesi lontani, popolano, tuttavia, la nostra vita di tutti i giorni, entrando non soltanto nell’alimentazione, ma anche nella cura della salute e in quelle pratiche quotidiane per l’igiene e la bellezza dei capelli, dei denti, del corpo, che concorrono a definire il termine “benessere”. In tutti questi casi, quando si preferisce agli altri un prodotto “verde”, è più che mai opportuno conoscere l’origine geografica della pianta che esso contiene, le caratteristiche del suo habitat e, in definitiva, le tappe della fitofiliera che le hanno accompagnate fino al momento della commercializzazione. In questa fase del progetto, oltre all’indispensabile collaborazione degli insegnanti, si rivela preziosa anche la competenza esperta del farmacista, in grado di consigliare i bambini e di aiutarli ad orientarsi nel grande “crocevia” rap- presentato dalla farmacia, dove spesso convergono e si incontrano piante provenienti da tutto il mondo. Ogni tappa del percorso formativo complessivo mira, peraltro, ad un unico obiettivo: convincere i bambini (e, se possibile, le loro famiglie) della necessità di imprimere sulla Terra un’impronta ecologica meno “pesante”. Le occasioni per esercitare una scelta responsabile sono molte: l’acquisto di prodotti, alimentari e non, che contengano una quantità sostenibile di energia grigia e siano stati realizzati rispettando principi etici fondamentali; il consumo di energia, che dovrebbe privilegiare le energie rinnovabili e a basso impatto ambientale; la scelta di materiali ed elementi di arre- 2 do che possano caratterizzare una casa ecocompatibile; la diminuzione complessiva dei rifiuti e una maggiore attenzione alla “seconda vita” di oggetti e materiali. Troppo complicato? Soltanto in apparenza. Tanti piccoli gesti, come spegnere le luci superflue, non lasciare aperti i rubinetti dell’acqua, separare la carta e la plastica dal resto dei rifiuti, condividere con altre persone un mezzo di trasporto, richiedono forse, all’inizio, un po’ più di tempo e di attenzione, ma ben presto (ve lo garantiamo!) diventeranno abitudini, e, come tali, saranno meno “pensati” e più spontanei. Ne guadagneranno l’ambiente e il portafoglio, e voi avrete acquistato, gradatamente, uno stile di vita più... naturale. un progetto Klorane viviDARIA viviDARIA “L’Uomo è un animale che consuma energia”: potrebbe essere questo attualmente il nostro motto distintivo, dal momento che non si conoscono altri animali che sfruttano energia per costruire macchine o migliorare il proprio tenore di vita. A pensarci meglio, però, questa affermazione potrebbe riservarci delle sorprese. In qualsiasi comunità vivente, infatti, le erbe, i cespugli, gli alberi, sono in competizione per conquistare la maggiore quantità di luce solare; il grillo, la lumaca, il coniglio, si contendono la stessa erba; la biscia, il gatto, la volpe si disputano la preda da mangiare. Sotto qualsiasi forma, energia radiante del Sole, o energia chimica intrappolata negli alimenti, “ nella lotta per la vita e la sopravvivenza il primo premio è sempre l’energia “. Anche in questo contesto, però, l’uomo si distingue dagli altri esseri viventi: si comporta, Le energie rinnovabili: un’alternativa possibile infatti, come un vero superpredatore. La sua “ fame “ di energia, che non si sazia soltanto di quella chimica contenuta negli alimenti, lo ha spinto, inizialmente, a utilizzare fonti naturali come quella del Sole, del vento, dell’acqua e, in seguito, a “parassitare” l’energia solare accumulata sotto forma di carbone e di petrolio dall’attività delle foreste e dei microrganismi di lontane ere geologiche. Nel momento in cui si profila l’esaurimento di questi combustibili fossili, si cercano, infine, fonti di energia “ nuove”, rinnovabili, che possano essere utilizzate per integrarli o, addirittura, sostituirli. Ma si tratta davvero di forme nuove, o non è piuttosto sempre la stessa “vecchia “ energia, che si traveste, si trasforma e, in parte, si disperde, ma in definitiva rimane invariata? Gli antichi parlavano dell’araba fenice, il mitico uccello che risorgeva, sempre intatto, 3 dalle sue stesse ceneri. La nostra fenice è la fornace del Sole, resa incandescente dalle reazioni nucleari al suo interno, la cui inesauribile energia non sostiene soltanto tutta la vita del nostro pianeta, (e scusate se è poco!) ma dà origine ad ogni altro tipo di energia rinnovabile. L’energia eolica, ad esempio dipende dagli spostamenti orizzontali di masse d’aria causati dal diverso riscaldamento del suolo (e delle aree di alta e di bassa pressione che ne derivano); quella idrica è legata alle complesse vicende del ciclo dell’acqua, il cui motore è, ancora una volta il Sole; altre forme di energia, come quella delle biomasse, ottenuta da residui organici vegetali ed animali, derivano pur sempre, attraverso la catena alimentare, dalla fotosintesi che a sua volta, dipende, dalla luce solare per il suo apporto energetico. Non stupisce, quindi, che le “moderne“ energie rinnovabili siano, in realtà, quelle più antiche. una vera alternativa ai combustibili fossili, ma anche, certamente, la più discussa e potenzialmente rischiosa. Ci riferiamo, naturalmente all’energia nucleare da fissione, l’unica forma oggi effettivamente disponibile, e ai rischi connessi con lo smaltimento dei rifiuti radioattivi e, soprattutto, con il problema della sicurezza delle centrali, venuti tragicamente alla ribalta anche recentemente in Giappone. Il nucleare da fusione, che permetterebbe invece di ottenere energia abbondante e sicura, è attualmente ancora nella fase di studio, anche se i progressi scientifici sono costantemente in aumento. Il tema dell’energia nucleare non è certamente di quelli che si possono affrontare, né tanto meno trattare esaurientemente, in poche righe. Se la loro storia e la loro origine è rimasta invariata, sono cambiate, tuttavia, in gran parte, le tecnologie e i modi di sfruttamento e, soprattutto cambiato... il finale. Il Sole non è più utilizzato soltanto come fonte diretta di calore, ma è catturato con maggiore efficienza da pannelli solari e campi fotovoltaici; il vento non gonfia semplicemente le vele delle imbarcazioni e non muove soltanto le ali dei mulini, ma alimenta in- tere distese di generatori eolici; l’acqua non aziona soltanto le ruote idrauliche degli antichi mulini, ma, imprigionata nelle dighe, alimenta cascate artificiali. L’aspetto più nuovo e più interessante, è pero, in ogni caso il finale delle storie energetiche, ovvero la loro trasformazione in una forma facile da trasportare e da accumulare: l’energia elettrica. Abbiamo lasciato per ultima l’energia nucleare, l’unica, forse, che potrebbe costituire 4 Diremo soltanto che secondo molti, al di fuori dell’energia dell’atomo, non esiste attualmente una vera alternativa al petrolio o al carbone; è almeno altrettanto vero, tuttavia, che se le energie rinnovabili del sole, del vento, dell’acqua e delle biomasse fossero utilizzate in tutto il mondo in maniera più ampia e sistematica, potrebbero costituire, sommate tutte insieme, una alternativa energetica concreta. un progetto Klorane Non accendere quella luce! 5 mosse per saperne di più sull’anidride carbonica viviDARIA Materiale occorrente SCHEDA INSEGNANTE 1 bottiglia d’acqua frizzante da mezzo litro per ogni bambino, 1 pennarello indelebile, 5 termometri da acquario, 1 copia delle schede alunni per ogni bambino, un foglio di carta e una busta. OBIETTIVI giorno in cui svilupperete l’attività, mezzo litro di acqua molto frizzante. COSA FARE Ogni giorno, televisioni e giornali ci avvertono che gli scienziati hanno rilevato una presenza eccessiva di anidride carbonica nell’atmosfera e che questo dato è in continuo aumento. Ma cosa è l’anidride carbonica? Chi la produce? Perché è pericolosa? Chi la elimina dall’atmosfera? E, soprattutto, quanto ognuno di noi contribuisce a questa immissione? Una serie di attività pratiche possono aiutare a rispondere in modo soddisfacente a queste domande. Per questo motivo chiedete ad ogni bambino di portare a scuola, per il scheda 1 Cominciate ad avvicinare i bambini al concetto di “anidride carbonica” spiegando che si tratta di un gas che gli scienziati chiamano CO2, che è presente nell’aria e che ogni volta che respiriamo ne introduciamo e ne emettiamo un certo quantitativo. Annunciate alla classe che farete vedere e sentire l’anidride carbonica nonostante sia invisibile! Conducete la classe in un luogo all’aperto (va bene anche il terrazzo o il cortile interno), invitate tutti i bambini ad agitare le bottigliette e a rivolgerle verso l’esterno: cosa si aspettano che accada? Spiegate che l’acqua che uscirà a spruzzo dalla bottiglia una volta aperta, sarà spinta dalla CO2. Chiedete ai bambini di aprire le bottiglie. Cosa hanno sentito? Nell’acqua sono ancora presenti delle bollicine? In ogni bollicina è presente un po’ di anidride carbonica che, uscendo, ha prodotto il tipico rumore di effervescenza. 5 al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: • Vedere la CO2 • Individuare i soggetti che la producono • Comprendere l’effetto serra • Descrivere almeno due conseguenze dell’effetto serra • Comprendere l’importanza delle piante nell’assorbimento della CO2 presente nell’aria • Prendere coscienza della quantità di CO2 prodotta annualmente dalla propria famiglia Chiedete ai bambini di assaggiare l’acqua. Possono sentire la CO2 sulla lingua? Fate agitare nuovamente le bottiglie dopo averle tappate, e ripetete l’operazione di prima: l’acqua spruzza ancora? Il rumore di effervescenza è forte come prima? L’acqua, bevuta, ha lo stesso effetto frizzante di prima? Guidate una discussione per spiegare questo fenomeno e per sottolineare che la CO2 è un gas che si libera nell’aria. Chiedete: se- condo voi perché questo tipo di acqua si chiama gassata? Riprendete il concetto che, ogni volta che respiriamo, produciamo CO2; ma chi, oltre all’uomo e a… questo tipo d’acqua, immette anidride carbonica nell’aria? Chiedete ai bambini di fare un elenco degli organismi e delle attività che, secondo loro, producono CO2. Provate a fare una lista più precisa possibile, ricordando ai ragazzi che anche le piante respirano, e che ogni cosa che brucia produce CO2, compresi i motori delle macchine e le centrali elettriche. Spiegate che anche quando si accende una lampadina, di fatto, la centrale che fornisce energia elettrica produce anidride carbonica. Visto che tutti noi respiriamo ed emettiamo anidride carbonica, potrebbe essere difficile, per i bambini, comprendere perché la sua eccessiva presenza è nociva. Chiedete loro di raccontare se hanno mai sentito parlare di effetto serra: cosa immaginano che sia? Spiegate che si tratta di un fenomeno per il quale la presenza di uno strato di CO2 nell’atmosfera permette ai raggi solari di arrivare sulla terra, riscaldandola, ma impedisce l’uscita del calore (o meglio la dispersione nello spazio). Questo fa sì che la temperatura sulla Terra sia sempre più alta di quella dello spazio proprio come succede all’interno della serra di un vivaio, dove i teli di plastica, o le lastre di vetro, impediscono la dispersione del calore. Chiedete ora ai ragazzi se riescono a immaginare quali Scheda 1 sono gli effetti di una temperatura eccessiva. Per aiutare la discussione ponete le seguenti domande: • Se il caldo fa fondere i ghiacci perenni della Terra dove andrà a finire l’acqua? • Come inciderà sulla vita delle piante e degli animali abituati al freddo l’aumento della temperatura? • Quando indossate un maglione e un cappotto riuscite a stare a lungo in una stanza molto riscaldata? Se ci restate molto, cosa può accadere alla vostra salute? • Quando fa più caldo le piante hanno bisogno di maggiori cure? Quali? Per vedere come funziona una serra, proponete ai ragazzi di scrivere il nome sulla propria bottiglia, ormai vuota, e di metterla al sole per l’intera mattinata. All’ora di pranzo misurate la temperatura dell’aria con il termometro per acquario, poi fate misurare ai bambini la temperatura all’interno della bottiglia. Aprendo il tappo, hanno sentito dell’aria calda uscire? Ribadite il concetto che in questo caso la plastica ha prodotto lo stesso risultato di uno spesso strato di gas, impedendo al calore di uscire. Se lo ritenete opportuno, ripetete l’esperienza anche con la bottiglia stappata. Spiegate ai ragazzi che la CO2 presente nell’aria è sottratta in parte dalle piante, attraverso un processo chiamato fotosintesi clorofilliana. Per approfondire questo aspetto sviluppate l’attività proposta in “Dove va a finire la CO2?”. Stimolate una discussione par- 6 tendo dalla seguente domanda: se l’eccessiva presenza di anidride carbonica è così pericolosa, e se le piante sono le uniche a poterci aiutare, quanto pensate sia grave il taglio anche di un solo albero? Quanto è importante piantare anche un albero solo? Invitate i ragazzi dopo aver compiuto questo percorso conoscitivo, a chiedersi come, ognuno di loro, con la propria famiglia, può contribuire a ridurre la produzione di CO2. Stampate più copie della scheda alunni per il calcolo delle emissioni di CO2, elaborata dall’associazione Azzero CO2 e consegnatene un copia a tutti i componenti della classe (insegnante compreso). Dite di compilarla a casa con l’aiuto della famiglia. Considerazioni finali Confrontate i dati ottenuti dalle singole schede e cercate di capire quali sono le abitudini quotidiane della famiglia del bambino che ha registrato il dato più basso e quelle del bambino con il dato più alto. Sommate tutti i risultati, scrivete la cifra ottenuta su di un foglio, apponete la data e la firma di tutta la classe. Chiudete il foglio in una busta e conservatelo fino all’anno successivo o alla fine dell’anno scolastico. Proponete ai bambini di stilare un decalogo per consumare meno, o, meglio, realizzate sia la scheda “Una giornata piena di energia” sia “In compagnia si risparmia” (oppure una sola delle due) che rappresentano un approfondimento ulteriore dell’argomento trattato. un progetto Klorane viviDARIA Calcola le tue emissioni di CO2 SCHEDA alunno Questa scheda ti aiuterà a stimare le emissioni di gas serra che produci in un anno. Segui passo per passo le istruzioni, raccogli i dati necessari e fa’ i calcoli come indicato. 1. Consumi elettrici Cerca di raccogliere tutte le bollette di un anno che vi sono arrivate a casa dal Vostro fornitore dell’elettricità. Cerca la voce “consumo” in kWh e scrivi il numero su un foglio. Ripetilo anche per le altre fatture dell’anno e calcola così la somma del vostro consumo annuo di elettricità. Per calcolare le tue emissioni annue di CO2 devi ancora dividere il totale per il numero di persone che vivono a casa tua. Inserisci il numero nella tabella sottostante e fa’ la moltiplicazione con il coefficiente indicato: …...……. kWh / anno e persona x 0,65 =________________________ kg CO 2 - Sai che si possono scegliere tra i fornitori di elettricità anche quelli che forniscono energia verde che viene generata da fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, etc.) che non causano emissioni di CO2 ? - Sai che una lampadine efficiente consuma fino a 80% meno elettricità rispetto a una lampadina ad incandescenza? 2. Consumi di gas Cerca di raccogliere tutte le bollette di un anno che vi sono arrivate a casa dal Vostro fornitore di gas. Cerca la voce “consumo” in m3 e scrivi il numero su un foglio. Ripetilo anche per le altre fatture dell’anno e calcola così la somma del vostro consumo annuo di gas. Per calcolare le tue emissioni annue di CO2 devi ancora dividere il totale per il numero di persone che vivono a casa tua. Inserisci il numero nella tabella sottostante e fa’ la moltiplicazione con il coefficiente indicato: …...……. m 3 / anno e persona x 1,94 =________________________ kg CO 2 - Sai che la maggior parte del gas consumato serve per il riscaldamento in inverno e per riscaldare l’acqua? - Sai che esistono tecnologie come caldaie a condensazione e riduttori di flusso per i rubinetti con cui è possibile usare meno gas per avere lo stesso effetto di riscaldamento della casa o dell’acqua? - Sai che esistono tecnologie come impianti solare termici che riscaldano l’acqua con l’energia solare e quindi non causano emissioni di CO2? 7 3. Viaggi e trasporti Calcola la distanza tra la scuola e casa tua (ad esempio sul sito di TuttoCittà) e moltiplica il valore per 2 per contare andata e ritorno e poi per il numero di giorni in cui la scuola è aperta durante l’anno (chiedilo al tuo professore). Cerca di ricordarti tutti gli altri spostamenti che fai regolarmente in macchina con la famiglia, per andare in palestra etc. e calcola la distanza e il valore annuo nello stesso modo. Alla fine calcola in questo stesso modo anche il viaggio che avete per le vacanze di estate e/o altre vacanze. Inserisci i numeri nella tabella sottostante e fa’ la moltiplicazione con il coefficiente indicato: …………... km in auto / anno e persona x 0,2 =________________________ kg CO 2 …………. km in aereo / anno e persona x 0,18 =________________________ kg CO 2 - Sai che andare in macchina e aereo significa produrre fino a 9 volte tanta CO2 rispetto ad andare in treno, metro o autobus? - Sai che esistono carburanti più efficienti e meno inquinanti come la GPL, metano e biodiesel? - Hai mai formato un car pool, cioè condiviso la macchina con altre persone che devono fare lo stesso percorso, anziché andare ognuno nella sua macchina? Calcolo complessivo Inserisci i valori che hai calcolato sopra ai punti 1 – 3 nella tabella sottostante, calcola la somma per sapere le tue emissioni annue di gas serra: 1. Emissioni associate al consumo di elettricità ________________________ kg CO 2 2. Emissioni associate al consumo di gas ______________________________ kg CO 2 3. Emissioni associate ai trasporti ______________________________________ kg CO 2 EMISSIONI ANNUE TOTALI DI (inserire il tuo nome) Somma: __________________________ kg CO 2 - Sai che puoi, dopo che hai ridotto le tue emissioni applicando alcuni consigli sopra apportati, azzerare le emissioni residue con i crediti di CO2: Vai sul sito di AzzeroCO2 per saperne di più: www.azzeroco2.it 8 un progetto Klorane viviDARIA Non nascondiamoci dietro... una bottiglia d’acqua Anche una bottiglia d’acqua nasconde la produzione di CO2 Materiale occorrente SCHEDA INSEGNANTE Un’etichetta tolta da una bottiglia di acqua minerale in commercio, fogli A3, una copia della scheda alunni per ogni bambino, 6 carte stradali in cui è rappresentata tutta l’Italia, pennarelli colorati, etichette autoadesive, una calcolatrice, uso della fotocopiatrice e accesso a internet. OBIETTIVI macchine per fare la carta, tagliare i fogli, distribuire l’inchiostro… COSA FARE La tazza in cui bevete il latte la mattina, i guanti che indossate quando fa freddo, l’acqua che acquistate al supermercato nascondono un segreto: per la loro produzione e distribuzione si consuma energia e, naturalmente, si produce anidride carbonica che va ad aggiungersi a quella già presente nell’aria. Anche le schede didattiche del progetto nascondono dell’energia che potremmo definire “grigia”; per la sua produzione sono state impiegate scheda 2 Invitate i bambini a riflettere su questo aspetto e ad elencare tutte le forme di energia che sono state impiegate per la loro realizzazione. Facilitate la discussione ponendo alcune domande che permettono di approfondire il tema. • Chi ha prodotto i testi e le immagini? • Mentre gli autori scrivevano cosa avranno utilizzato? • Come si saranno riscaldati, o rinfrescati? • Avranno lavorato solo con la luce del giorno? • Come avranno raggiunto il luogo di lavoro? Ricordate ai bambini che tutti gli oggetti che li circondano, durante il ciclo produttivo, prima o poi, in maniera più o meno incisiva, sono causa di produzione di anidride carbonica. 9 al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: • Condurre un’indagine sistematica • Leggere le etichette delle acque imbottigliate • Sentirsi motivati a comprare una marca d’acqua che possiede minore energia grigia • Essere consapevoli del costo ecologico dei prodotti che consumiamo Proponete un’indagine sistematica al riguardo, prendendo in considerazione, un singolo prodotto, estremamente prezioso e di uso quotidiano: l’acqua. Commentate con la classe la scheda alunni e con l’aiuto dei bambini, arricchitela di spunti. Fotocopiate l’etichetta di una marca di acqua in bottiglia su un foglio A3, ingrandendola; e spiegate ai bambini cosa dovranno cer- care e leggere provate a compilare insieme una scheda e spiegate i termini che possono risultare difficili. Dividete la classe in 4 gruppi e assegnate a ciascuno 5-6 lettere dell’alfabeto; spiegate che, ad esempio, il gruppo 1 dovrà monitorare le marche che producono acqua che iniziano con le lettere A, B, C, D, E, il gruppo 2 quelle delle lettere F, G, H, I, L, M, e così via. Organizzate un’uscita per visitare un grande supermercato e un discount della zona, ma prima assicuratevi la collaborazione del direttore del negozio. Una volta sul posto, preparate il lavoro dei bambini divisi in diversi gruppi e distribuite le copie della scheda alunni da compilare. Tornati in classe prendete le 6 grandi cartine geografiche dell’Italia e distribuitene 5 ai gruppi; chiedete loro di se- SCHEDA 2 gnalare con un puntino nero il luogo dove si trova il negozio, con un puntino azzurro il luogo in cui si trova la sorgente dell’acqua, con un’etichetta bianca il nome commerciale, con un puntino rosso il luogo d’imbottigliamento (nel caso sia distante dalla fonte), e con un tratto grigio il tragitto percorso dall’acqua dalla fonte al negozio, passando per il luogo d’imbottigliamento (spiegate ai bambini che devono seguire le strade principali). Riunite i risultati delle 5 carte su un'unica carta geografica. Con l’aiuto di uno o più genitori cercate le distanze in chilometri, utilizzando uno dei programmi appositi disponibili sul web, poi collegatevi al sito www.azzeroco2.it dove potete calcolare quanti chili di CO2 vengono immessi nell’atmosfera per ogni viaggio compiuto da un camion carico di bottiglie d’acqua, che ipotizzeremo essere uno a settimana. 10 Considerazioni finali Discutete i risultati ottenuti ponendo le seguenti domande. • Quale è l’acqua con minore energia grigia? • Quale quella con energia grigia maggiore? • Il prezzo della singola bottiglia è in rapporto alla distanza percorsa dalla bottiglia? • Quale acqua si beve a casa vostra? Calcolate insieme il consumo di acqua imbottigliata settimanalmente, mensilmente e annualmente in ogni famiglia. Quantificate la CO2 immessa nell’atmosfera in ogni famiglia: i bambini hanno già calcolato i chili di CO2 immessi per il trasporto di un camion di una data marca. Supponete che un carico rimanga in negozio per 2 settimane; e contate quante settimane ci sono in un anno, dividete per due e poi moltiplicate per i chili di CO2 calcolati precedentemente. Se in una famiglia viene consumata più di una marca sommate il risultato ottenuto per ogni tipologia di acqua. • Riuscite a immaginare in quanti altri supermercati sono distribuite le marche studiate? • Quanti camion si muoveranno ogni giorno? • Secondo voi ci sono marche a distribuzione locale che voi non avete trovato, ma che sono vendute in altre zone d’Italia? Quando andate in vacanza, ad esempio, trovate marche diverse? • Se sì, riuscite ad immaginare quanta acqua circola per l’Italia, e quindi, per l’Europa e per il mondo? • Vi sembra una cosa logica? (in Kenia e negli USA, ad esempio, si trovano marche Italiane) • Non converrebbe bere l’acqua del rubinetto? Fate riflettere i bambini sul fatto che l’acqua, oltre l’imbottigliamento e, in alcuni casi, l’aggiunta di CO2, non richiede molte lavorazioni; si può dire lo stesso, però, di altre bibite, ma anche dei prodotti per la casa, dei giocattoli, dei vestiti ecc. per i quali l’energia grigia aumenta considerevolmente. Non nascondiamoci dietrO... una bottiglia d’acqua un progetto Klorane viviDARIA SCHEDA ALUNNO Scheda n. _________________ Classe _________________________________________________ Gruppo __________________________ Lettere ___________________________________________ Negozio ____________________________________________________________________________ Località ____________________________________________________________________________ Comune ___________________________________________________________________________ Provincia __________________________________________________________________________ Data ___________________________ Ora _______________________________________________ marca costo fonte naturale (N) imbottiglia- gassata (G) mento effervescente naturale ( E) 11 Distanza percorsa CO2 prodotta marca costo fonte naturale (N) imbottiglia- gassata (G) mento effervescente naturale ( E) 12 Distanza percorsa CO2 prodotta Dove va a finire la CO2? un progetto Klorane “Fare” la fotosintesi per capire viviDARIA SCHEDA INSEGNANTE Materiale occorrente 1,8 m telo di pannolenci colore verde chiaro alto 1,8 m, 2 cartoncini verdi 70 x 100 cm, 44 palline da ping pong, 1 m di velcro adesivo alto 2 cm, 6 m di nastro di colore giallo intenso alto 2 cm, colori a tempera, cartoncino 50 x 70 cm giallo vivo, 3 paia di guanti bianchi di cotone, 4 scatole di cartone per scarpe, forbici, colla, nastro adesivo da pacchi, pennelli, spillatrice, 1 m di elastico da merceria, una maglietta gialla, una celeste, una marrone, due verdi. ARIA OBIETTIVI al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: • Costruire le molecole di acqua, anidride carbonica e ossigeno a partire da palline che rappresentano gli atomi che le costituiscono TERRA COSA FARE La fotosintesi è un processo difficile sia da spiegare a bambini di 9-10 anni sia da comprendere a questa età. Il ricorso ad un’attività pratica cui gli alunni prenderanno parte attiva può agevolare la comprensione e rendere piacevole l’attività proposta. Un proverbio cinese dice, infatti, “è meglio una cosa vista che cento ascoltate”, figuriamoci se “la cosa” viene… fatta! Preparate insieme ai bambini il materiale necessario all’attività dimostrativa assegnando i compiti a piccoli gruppi. Ritagliate nella stoffa una grande foglia ovata (lunga 2,5 m e larga nella parte centrale 1,3 m) e, ricavate dal cartoncino verde, due strisce lunghe 2,5 m, due lunghe 1,3 m e altre due lunghe 1 m; tutte larghe 5 cm. Sovrapponete scheda 3 le strisce della stessa lunghezza e incollatele fra loro, poi attaccatele all’interno della foglia sistemando quella più lunga lungo la nervatura centrale e le altre due trasversalmente. Curvate leggermente il cartoncino per dare alla foglia una forma bombata. Costruite il picciolo (che rappresenta l’ideale contatto con il resto della pianta e quindi anche con le radici e il terreno) ritagliando nel cartoncino un rettangolo 50x15 cm e rivestendolo di stoffa. Attaccate il picciolo alla foglia. Praticate sulla lamina della foglia delle aperture ovali lunghe 20 cm e larghe al centro 8 cm (che rappresentano gli stomi, le aperture che permettono alla pianta di fare scambi di gas), rivestite i bordi con la stoffa avanzata e spiegate ai ragazzi che gli 13 • Comprendere che la fotosintesi è un processo che avviene solo in presenza di luce • Comprendere che l’anidride carbonica e l’acqua impiegate nella fotosintesi provengono rispettivamente dall’aria e dal suolo • Comprendere che l’ossigeno è un prodotto di “scarto” della fotosintesi e si libera nell’aria • Comprendere che lo zucchero è il prodotto finale della fotosintesi utile alla crescita e al mantenimento della pianta stomi in natura si trovano solo sulla pagina inferiore della foglia. Ritagliate dal cartoncino verde 30 dischetti di 3 cm di diametro Fate dipingere le tre paia di guanti rispettivamente di celeste di marrone e di giallo, fate fare lo stesso con le scatole di cartone. Costruite una maschera a forma di sole da far indossare a uno dei bambini utilizzando il cartoncino giallo e l’elastico. Tagliate il nastro giallo in strisce di 20 cm e inserite il tutto nella scatola gialla. Ritagliate dal foglio bianco 4 rettangoli 10 x 4 cm, scrivetevi sopra la parola zucchero, e attaccateli sui lati della scatola rimasta bianca. Fate colorare 23 palline da ping pong di celeste (ognuna rappresenterà un atomo di ossigeno, O), 14 in rosso (atomi di idrogeno, H), fate lasciare bianche le restanti palline per rappresentare il carbonio, C. Quando le palline saranno asciutte, ritagliate il velcro e attaccatelo come descritto nello schema 3. Fate un modellino di ogni molecola come esempio per tutta la classe e tenetelo sulla cattedra, poi dividete i bambini in coppie o in gruppi di tre e distribuite le palline in modo che 6 gruppi possano fare una molecola d’acqua ciascuno e 6 gruppi una molecola di CO2 ciascuno. Fate inserire le molecole d’acqua nel contenitore marrone e le molecole d’anidride carbonica nel contenitore celeste. Utilizzate i modellini che avete costruito voi di H2O e di CO2 e dimostrate cosa dovranno fare i bambini-clorofilla che saranno coinvolti nella simulazione della fotosintesi: rompete tutti i legami dell’acqua e dell’anidride e ricostruite una molecola di O2 e una molecola di zucchero che inserirete in un contenitore senza preoccuparvi della sua struttura. SCHEDA 3 Scegliete 5 bambini: uno rappresenterà il sole e inizialmente sarà nascosto dietro a qualcosa come un albero, una pianta, un armadio (consegnategli la maglietta, la maschera, i guanti gialli e la scatola con i nastri); uno rappresenterà l’aria e si posizionerà in piedi vicino alla foglia (consegnategli la maglietta, i guanti celesti e la scatola con le molecole di CO2); uno rappresenterà la terra e si accovaccerà vicino la foglia (consegnategli la maglietta, i guanti marrone e la scatola contenente le molecole di acqua); 2 rappresenteranno la clorofilla e si andranno a nascondere accucciati sotto la foglia (consegnategli la le magliette verdi e la scatola-zucchero). Spiegate che la fotosintesi inizia quando il bambino-sole si avvicina alla foglia e lascia cadere su di essa i primi nastri (raggi di sole). Allora il bambino-aria comincerà a far scendere lentamente nelle aperture-stomi le molecole di CO2, mentre il bambino-terra farà scorrere (lentamente e una per volta), sotto il picciolo, le molecole di acqua. I bambini-clorofilla, sotto la foglia, smonteranno tutte le molecole ricevute, formeranno le 6 molecole di CO2 e controlleranno che siano solo e soltanto 6. Quando le avranno preparate, metteranno tutte le palline (atomi) restanti insieme, a caso, nella scatola-zucchero. Spiegate che attraverso un processo complesso, quelle palline atomi diventeranno molecole di zucchero. Un bambino-clorofilla lancerà le molecole di ossigeno, ad una ad una, fuori da stomi diversi, l’altro farà scorrere lo zucchero sotto il picciolo come a consegnarlo alla pianta per consentire la sua crescita. Per sottolineare questo passaggio il bambino-terra prenderà in carico lo zucchero, il bambino-aria raccoglierà le molecole di ossigeno (meglio se riesce a prenderle al volo!). 14 Ricordate ai bambini che questa attività è stata molto semplificata e fatta con un numero limitato di molecole, ma che, nella realtà, le cose sono molto più complesse e coinvolgono un numero altissimo di molecole. In natura, infatti, i “centri” in cui avviene la fotosintesi sono miliardi di miliardi e tutto l’ossigeno che viene rilasciato proviene dalle molecole di acqua. Considerazioni finali Al termine della dimostrazione ascoltate i commenti dei ragazzi e stimolate la discussione ponendo alcune domande: • Siete in grado di ripetere con parole vostre cosa accade durante la fotosintesi? • Perché è importante comprendere il processo di fotosintesi? • Che importanza ha la fotosintesi per la pianta? E quale per l’uomo? • L’uomo può impedire o limitare in qualche modo questo processo importante? Se sì come? • Cosa, in natura, può limitare il processo fotosintetico? • L’uomo sarebbe in grado di effettuare in laboratorio il processo della fotosintesi? Se si, potrebbe fare a meno delle piante? 1,80 0 2,5 0 1,3 Recatevi con tutta la classe e i materiale in un luogo ampio e spazioso, meglio se all’aperto, ma va bene anche l’atrio della scuola, la palestra, un’aula vuota ecc. 1,80 e attaccateli impilati sparsi sulla foglia per ricordare la presenza indispensabile della clorofilla. un progetto Klorane Dove va a finire la CO2? viviDARIA SCHEDA INSEGNANTE Un tratto di velcro “pungente” opposto all’altro lungo 2 cm ossigeno 1 tratto di velcro “lanoso” lungo 4cm idrogeno Un tratto di velcro “pungente” lungo 2 cm PUNGENTE carbonio 1 tratto di velcro “pungente” lungo 4 cm PUNGENTE 15 PUNGENTE LANOSO PUNGENTE LANOSO H2O PUNGENTE LANOSO CO2 O2 PUNGENTE LANOSO PUNGENTE 16 un progetto Klorane viviDARIA SCHEDA INSEGNANTE Una giornata piena di energia Ogni giorno utilizziamo l’energia elettrica in modo… insospettabile Materiale occorrente Un quaderno e una matita per ogni alunno, materiale didattico di consultazione, 4 copie della scheda alunni per ogni bambino. OBIETTIVI COSA FARE Accendere la lampadina, la lavatrice, la televisione prevede l’uso di energia elettrica, ma quanti altri gesti quotidiani finiscono per consumare elettricità, e quindi, in definitiva, per immettere CO2 nell’atmosfera? Organizzate un dibattito con la classe su questo tema e, in seguito, proponete ai ragazzi di svolgere una ricerca per approfondire la conoscenza dei diversi usi dell’energia elettrica. Chiedete ai ragazzi di utilizzare la scheda alunni per monitorare due giornate della propria famiglia (un giorno feriale e uno festivo) iniziando dalla mattina appena svegli per finire con la notte, quando si va a dormire. Gli alunni dovranno annotare su un piccolo quaderno, che porteranno sempre con sé, tutte le volte che loro e i membri della famiglia utilizzano energia scheda 4 elettrica. La consegna sembra semplice, ma non è priva di insidie: la sveglia non è collegata a un filo elettrico, ma funziona a pile o si carica a mano? La benzina che viene immessa nel serbatoio della macchina, dalla colonnina della pompa di benzina, da cosa viene messa in movimento? La segreteria telefonica funziona lo stesso se la spina non è inserita? E il cordless? E il cellulare? Cosa fa funzionare il bancomat? Spiegate ai ragazzi che dovranno chiedere ai propri familiari un resoconto delle attività svolte anche nel periodo in cui non si è insieme; a questo scopo preparate, in classe, una scheda con le domande da porre a genitori, fratelli, nonni e zii. Quando avranno un dubbio sull’eventuale fonte energetica, i bambini potranno chiedere chiarimenti agli adulti oppure segnalare sul quaderno il quesito in modo che, in seguito, 17 al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: • Condurre un’indagine sistematica • Coinvolgere i propri familiari in un’indagine volta a conoscere il consumo energetico • Individuare tutti gli oggetti di uso quotidiano che necessitano di energia elettrica per funzionare • Individuare strategie per ridurre il consumo energetico della propria famiglia • Coinvolgere i familiari per mettere in atto buone pratiche per il risparmio energetico possiate fare un’indagine in proposito. La sera precedente l’inizio della ricerca, i bambini dovranno chiedere ai genitori di insegnar loro a leggere il contatore dell’energia elettrica, in modo che possano annotare il dato relativo all’inizio (la mattina del primo giorno) e Considerazioni finali Confrontate in classe i dati ottenuti al termine delle due giornate di risparmio energetico e chiedete ai ragazzi: • I risultati sono soddisfacenti? • Pensate che potreste fare di meglio? • I familiari hanno collaborato? • Se l’indagine si fosse svolta in un altro periodo dell’anno avrebbe dato risultati differenti? • Pensate che anche una sola azione che risparmia una piccola quantità di energia possa risultare utile per il risparmio energetico globale? alla fine della ricerca (la sera del secondo). Quando tutti avranno completato la loro indagine, leggete in classe i quaderni e confrontate i dati ottenuti. Chiedete ai ragazzi di riflettere attentamente e di pensare a cosa potrebbero rinunciare oppure cosa potrebbero usa- SCHEDA 4 re con più parsimonia per ridurre il consumo di energia, e di provare a persuadere i propri familiari a fare altrettanto. Per ripetere l’indagine definite due giorni (sempre uno feriale e uno festivo), durante i quali i ragazzi si impegneranno a mettere a profitto le loro buone intenzioni di risparmio energetico. 18 Confrontate gli espedienti applicati dai ragazzi per ridurre lo spreco e l’uso dell’energia elettrica con quelli suggeriti da organizzazioni e enti preposti; verificate se i vostri dibattiti di gruppo hanno aggiunto nuovi spunti, ma anche se potete prendere in prestito nuove idee. Mettete insieme un unico decalogo del risparmio energetico e invitate i ragazzi a fare un terzo tentativo di monitoraggio durante il quale si atterranno a quanto loro stessi hanno stilato. Al termine dell’operazione controllate i risultati come nella fase precedenti. un progetto Klorane viviDARIA Una giornata piena di energia SCHEDA alunno Scheda n. ________________ Classe _________________________________________________ Intervistato _________________________________________________________________________ Intervistatore _______________________________________________________________________ Data _______________ Oggi ha utilizzato __________________________________________ Apparecchi che utilizzano energia elettrica per funzionare 19 Numero di volte Intervistato _________________________________________________________________________ Data _______________ Oggi ha utilizzato __________________________________________ Apparecchi che utilizzano energia elettrica per funzionare Numero di volte Intervistato _________________________________________________________________________ Data _______________ Oggi ha utilizzato __________________________________________ Apparecchi che utilizzano energia elettrica per funzionare 20 Numero di volte un progetto Klorane Il gioco della CO2 Un gioco di gruppo, aiuta a dimostrare l’effetto serra e il ruolo delle attività umane sui cambiamenti climatici viviDARIA SCHEDA INSEGNANTE Materiale occorrente 3 Gessetti colorati: uno marrone o verde, uno azzurro e uno giallo; una busta grande di carta-paglia di quelle usate per il pane, un pennarello, fotocopie su cartoncino leggero delle carte delle attività umane raffigurate nella scheda alunni, in numero di almeno due copie per ogni carta. Il gioco va svolto preferibilmente in un cortile o in una palestra, dove sia possibile tracciare cerchi colorati sul pavimento. OBIETTIVI COSA FARE L’atmosfera che circonda il nostro Pianeta contiene l’anidride carbonica che, in quantità non eccessive, contribuisce a mantenere il calore proveniente dai raggi del sole e assicura la temperatura che permette la vita di tutti gli esseri viventi. Ricordate ai ragazzi la composizione dell’aria e spiegate loro che l’attività serve a comprendere il ruolo dell’anidride carbonica nei confronti del clima. NON rivelate però come questo avviene: il concetto dovrà essere compreso svolgendo il gioco. Disegnate a terra due cerchi concentrici: uno di circa 1 metro di diametro, con il gessetto color marrone o verde, che rappresenterà la Terra. Disegnate l’altro cerchio, con il gessetto azzurro, di circa 4 metri e mezzo di diametro: l’atmosfera. scheda 5 A circa 10-15 metri di distanza disegnate un cerchio ancora più grande: il sole, di colore giallo. Scrivete sulla busta di cartapaglia la frase “ E QUESTO E’ QUANTO PUO’ SUCCEDERE…” ed inseritevi dentro le carte che avrete preparato in precedenza, fotocopiando i disegni della Tabella 17A su un cartoncino leggero e ritagliandoli. Lo svolgimento del gioco prevede che i raggi del sole entrino nell’atmosfera, tocchino la Terra e quindi tornino indietro verso lo spazio siderale esterno all’atmosfera, senza essere catturati dalla CO2. Se un raggio solare è catturato, rimane nell’atmosfera, se no, torna nello spazio. Ricordate che i raggi solari, essendo radiazioni luminose, debbono raggiungere la terra solo seguendo una linea retta e che quindi i ragazzi “raggio di sole” dovranno spostarsi senza deviazioni o percorsi ondulati per andare verso la Ter- 21 al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: • comprendere come i raggi solari riscaldano l’atmosfera • comprendere i concetti basilari dell’effetto serra • comprendere come la quantità di CO2 nell’atmosfera dipende dalle attività umane e dal ruolo svolto dalle piante • descrivere, con termini semplici, quali comportamenti virtuosi possono contribuire a combattere il riscaldamento globale. ra e al ritorno. La simulazione riproduce l’effetto serra, quando l’energia solare è “catturata” dalla CO2, dal vapore acqueo e da altri gas, che ne impediscono il ritorno nello spazio, aumentando quindi la temperatura nell’atmosfera Iniziate il gioco chiedendo a 2 studenti di rappresentare molecole di CO2 e di entrare nel- l’area delimitata dal cerchio azzurro, nell’atmosfera. Gli altri ragazzi si posizioneranno nel sole. Le molecole di CO2 non potranno muoversi liberamente, ma soltanto mantenendo un piede fermo sul terreno (e, quindi, ruotando su di esso). I ragazzi “raggi di sole” inizieranno tutti a correre, in linea retta, verso la Terra dove inevitabilmente qualcuno verrà toccato e quindi bloccato dalle molecole di CO2. • Quando tutti i raggi solari saranno tornati fuori dell’atmosfera, fermate il gioco e iniziate le valutazioni. Fate mettere in cerchio, lungo il margine del cerchio atmosfera, sia le molecole di CO2 sia i raggi di sole che sono stati da esse catturati. Quanti ragazzi ci sono ora nell’atmosfera? • Quanta energia, e quindi quanto calore è rimasto perché fermato dalla CO2? • Cosa comporta il calore presente nell’atmosfera? • E’ una cosa buona o no? Ricordate ai ragazzi che comunque una certa quantità di calore deve rimanere, per consentire condizioni di vita accettabili per gli esseri viventi. umana che accresce la quantità di CO2 fate entrare nel cerchio dell’atmosfera un ragazzo “CO2”, nel caso l’attività sia rispettosa degli equilibri dell’atmosfera togliete una molecola di CO2. Gradualmente, il numero delle molecole di anidride carbonica aumenterà e con esse il numero di raggi solari e di calore catturato. Al termine di questo secondo giro invitate i ragazzi nell’atmosfera a porsi di nuovo in circolo lungo i bordi del cerchio azzurro. • Quanti sono? Di più o di meno di prima? • Perché il calore è aumentato? Quali sono state le cause e le attività che hanno provocato l’aumento? • Cosa può succedere se l’atmosfera si riscalda troppo? • E se al riscaldamento corrisponde la diminuzione delle piogge, cosa può succedere all’agricoltura? Provate a fare un nuovo giro, con ancora un maggior numero di molecole di CO2, almeno sette o otto, nel primo cerchio, e continuando ad estrarre le carte dal sacchetto. Al termine di questo primo giro, la maggior parte dell’energia solare sarà fuggita nello spazio perché le molecole di CO2 nell’atmosfera sono ancora poche. • Cosa succederà? Il gioco dimostrerà che più la CO2 aumenta, più calore rimane intrappolato nell’atmosfera. Iniziate un altro “giro”, facendo estrarre da un ragazzo tre carte dal sacchetto dei possibili avvenimenti: ad ogni carta che rappresenta un’attività Discutetene con i ragazzi e passate in rassegna le attività che possono essere fatte per ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera. SCHEDA 5 22 Considerazioni finali Sebbene alcuni aspetti di questo gioco siano volutamente fittizi per facilitarne lo svolgimento, come ad esempio il fatto che le molecole di CO2 non siano libere di muoversi nell’atmosfera, esso è stato sperimentato con successo ed ha dimostrato che riesce a far comprendere ed rielaborare il concetto dell’effetto serra e della correlazione esistente tra alti livelli di CO2 e l’aumento della temperatura. Se avete abbastanza spazio a disposizione potete permettere alle molecole di CO2 di muoversi, camminando, nel cerchio atmosfera, oppure simulare una giornata molto ventosa, muovendosi più velocemente di qua e di là. Potete chiedere ai ragazzi di disegnare altre carte, con indicazioni da loro fornite, da aggiungere a quelle in dotazione. un progetto Klorane viviDARIA Il gioco della CO2 SCHEDA ALUNNO Le carte “… e questo e’ quanto può succedere” GLI ESSERI UMANI USANO L’AUTOMOBILE: Ogni 10 l di carburante consumato circa 30 Kg di CO2 che finiscono nell’atmosfera. SEMPRE PIU’ AUTOMOBILI IN CIRCOLAZIONE… IN ITALIA OGGI CIRCOLANO CIRCA un miliardo di veicoli… GLI ESSERI UMANI DISTRUGGONO LE FORESTE… Ogni anno sparisce una superficie di foreste pari all’estensione dell’Austria Il livello di CO2 aumenta Il livello di CO2 aumenta Il livello di CO2 aumenta GLI ESSERI UMANI USANO DI PIU’ LA BICI GLI ESSERI UMANI PIANTANO ALBERI GLI ESSERI UMANI RICICLANO DI PIU’ Il livello di CO2 diminuisce Il livello di CO2 diminuisce Il livello di CO2 diminuisce 23 GLI ESSERI UMANI USANO FONTI DI ENERGIA FOSSILE, NON RINNOVABILE GLI ESSERI UMANI BRUCIANO I LORO RIFIUTI GLI ESSERI UMANI USANO ENERGIE RINNOVABILI Il livello di CO2 aumenta Il livello di CO2 aumenta Il livello di CO2 diminuisce GLI ESSERI UMANI … GLI ESSERI UMANI … GLI ESSERI UMANI … Il livello di CO2 aumenta Il livello di CO2 aumenta Il livello di CO2 diminuisce 24 un progetto Klorane viviDARIA SCHEDA INSEGNANTE Siamo alla frutta! Dalla frutta si può ricavare una debole corrente elettrica Materiale occorrente 2 limoni, 2 mele, 2 rape, 2 bicchieri vuoti, 4 chiodi zincati, 30 cm di filo di rame, piccola lampada a led, led, tester, fili elettrici, 2 morsetti, una piastra di rame (in alternativa una pentola in rame), una piastra di zinco (in alternativa un pezzo di zinco o di metallo zincato utilizzato per fare le persiane). OBIETTIVI COSA FARE I bambini usano comunemente le pile che permettono di alimentare calcolatrici, videogiochi, macchine telecomandate facendo a meno di ingombranti cavi elettrici attaccati alle prese. Anche senza conoscere il loro esatto principio di funzionamento, sono quindi, in grado di comprenderne, senza difficoltà, gli aspetti essenziali, a partire dall’esistenza di due elettrodi, positivo e negativo, e dalla presenza di una soluzione chimica formata, in genere, da un liquido acido (che può fuoriuscire se le batterie restano inutilizzate a lungo!). La novità di questa esperienza da realizzare con i bambini consiste nel fatto che la soluzione che fornisce l’energia chimica può essere semplicemente un frutto. scheda 6 Spiegate ai bambini che, per ottenere una pila semplice ma funzionante basta inserire nel frutto scelto (un limone, ricco di acido citrico, o perfino una rapa) due pezzetti di metalli diversi come,ad esempio, rame e zinco (che fungeranno da elettrodi). Uno dei due metalli avrà una maggiore tendenza a cedere elettroni (le cariche negative che formano la corrente elettrica) rispetto all’altro, e questo stabilisce un dislivello ovvero una differenza di potenziale elettrico. Il trasferimento di elettroni fra i due metalli (detto “corrente” con un termine che suggerisce l’analogia con il fluire, lo scorrere dell’acqua) prima o poi, tuttavia, avrebbe termine. Perché la corrente continui a fluire è necessaria, perciò, la presenza di una soluzione chimica, detta elettrolitica, capace di rilasciare particelle cariche, che servano a “chiudere” il circuito, permettendo la circolazione della corrente. 25 al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: • Realizzare che anche semplici oggetti naturali possono essere una fonte di energia • Comprendere che l’energia subisce trasformazioni • Visualizzare concretamente la trasformazione di energia chimica in energia elettrica. Il passaggio di energia elettrica nel circuito, può essere messo in evidenza con un voltmetro o un tester, un apparecchio che viene comunemente usato, anche in casa per rilevare eventuali perdite di correnti, ma soprattutto da un piccola lampadina o, meglio, da un led a basso voltaggio. Fate la prima esperienza con l’aiuto di un paio di bambini soltanto in modo che tutta la Considerazioni finali Dopo aver favorito il dibattito in classe sui risultati dell’esperienza, rivolgete ai bambini alcune domande. • Sulla base dei dati forniti dal voltmetro quali vegetali hanno fatto registrare valori più alti? • Quali caratteristiche del materiale scelto (acidità, abbondanza di succo, ecc.) hanno influito sui valori? Proponete una variante dell’esperienza svolta, usando semplicemente … le proprie mani. Dopo aver collegato al tester due piastre metalliche, una di rame e una di zinco, chiedete a un bambino di poggiare la mano destra su una e la sinistra sull’altra, e osservate se l’apparecchio segnala il passaggio di corrente. Se per il caldo o l’emozione, aumenta la sudorazione delle mani, aumentano anche i valori registrati dal tester? classe possa vedere. Prendete due limoni, premeteli un po’ sul tavolo facendoli rotolare, in modo da liberare un po’ di succo al loro interno, metteteli nei bicchieri vuoti. Inserite in un limone un pezzetto di filo di rame attorcigliato più volte su se stesso e nell’altro il chiodo zincato. Utilizzando i cavetti elet- trici, collegate i due chiodi tra loro e con il porta lampada a led. Si dovrebbe accendere la luce. Se ciò non accade, invertite i collegamenti con il led. Chiamate ad aiutare altri due bambini alla volta e ripetere l’esperienza utilizzando altri ortaggi e tipi di frutta. Invitate altri bambini a tenersi per mano in modo da fare una catena e invitate quelli che sono alle due estremità a mettere rispettivamente una mano sulla piastra di rame e una su quella di zinco e osservate se il passaggio di corrente varia a secondo del numero di persone che forma la catena. Chiedete ai bambini se hanno mai sentito parlare di “pesci elettrici”, come la torpedine e invitateli a raccogliere informazioni sul loro conto. Chiedete poi: • qual è, nel caso di questi pesci, il liquido che costituisce la soluzione elettrolita e, rilasciando particelle cariche, permette la formazione di energia elettrica? Come si sa nessuno scienziato è riuscito, almeno finora, a “copiare” in laboratorio il meraviglioso processo della fotosintesi, che sorregge l’intero edificio della vita sulla Terra. Alcuni ricercatori italiani, però, hanno recentemente scoperto che oltre al portentoso verde della clorofilla, anche un altro pigmento, il viola contenuto nei mirtilli, ha la capacità di scambiare elettroni con le componenti luminose della radiazione solare e di produrre, quindi, energia. Il succo dei mirtilli (e perfino la buccia delle melanzane!) potrebbe essere quindi utilizzate, al posto del costoso silicio, nelle celle fotovoltaiche trasformano, appunto, la luce del sole in elettricità. SCHEDA 6 26 Non mi seccare! un progetto Klorane La sola energia solare basta per preparare frutta secca Materiale occorrente viviDARIA Cartone da imballaggio di circa 30 cm x 20 cm, circa 20 listelli di legno, 4 blocchetti di legno alti almeno 4 cm, una lastra di vetro delle stesse dimensioni del cartone (in alternativa una lastra di plexiglas), nastro adesivo di carta, colla vinilica, pittura nera, griglia di plastica (per esempio quella che si trova nella scatola per i formaggi data in dotazione con il frigorifero), taglierino, frutta (uva, albicocche, fette di mela). SCHEDA INSEGNANTE OBIETTIVI al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: vetro • Esercitare la manualità • Mettere in atto una sequenza di istruzioni • Utilizzare concretamente l’energia solare griglia finestra cartone blocchetti legno listelli di legno COSA FARE Tutti apprezziamo il gusto della frutta secca che si mangia tradizionalmente in inverno, durante le feste natalizie. Si può provare, invece di comprarla, ed ottenerla partendo dalla frutta fresca estiva e sostituendo al forno elettrico un essiccatore solare dal costo energetico pari a zero e senza emissioni di ani- scheda 7 dride carbonica. Ne guadagna l’ambiente e anche… il portafoglio. Spiegate ai ragazzi che, per mettere alla prova l’efficacia dell’energia solare costruirete voi l’essiccatoio. Ritagliate al centro del cartone una finestra di forma ret- 27 tangolare di 10 x 5 cm di lato. Tagliate i listelli di legno in segmenti lunghi quanto i lati del cartone, poi incollateli su tre lati della base e sovrapponeteli fino a formare delle pareti alte circa 6 cm. È necessario lasciare libero un lato lungo perché possa circolare l’aria. Dipingete l’interno della scatola di nero e coprite il fondo dell’essiccatoio con una griglia di plastica. Ricoprite l’essiccatoio con la lastra di vetro e fissatela con il nastro adesivo di carta. Mettete il tutto in un luogo soleggiato, poggiando l’essiccatoio sopra i 4 blocchetti di legno, per isolarlo dal terreno e permettere il passaggio dell’aria, poi di- sponete all’interno la frutta tagliata che volete far… dimagrire. Considerazioni finali Se resistete alla tentazione di mangiarla subito, avrete, con un po’ di tempo e di pazienza, la frutta secca da sgranocchiare in inverno. Stimolate un dibattito in classe ponendo alcune domande. • Prima di intraprendere l’attività eravate fiduciosi sulla sua riuscita? Vi sembrava davvero possibile preparare del cibo soltanto con l’aiuto del sole? Un ultima raccomandazione pratica: non lasciate all’aperto l’essiccatoio nelle ore notturne, perché la frutta potrebbe risentire dell’umidità notturna e ammuffire. • Avevate già sentito parlare della possibilità di essiccare il cibo con il calore del sole? Provate a fare un’indagine su questo punto, cominciate col chiedere alle nonne o a qualche parente più anziana. Scoprirete che un tempo la conserva di pomodoro veniva ottenuta facendola seccare al sole per vari giorni in grandi piatti di ceramica, fino ad ottenere un estratto concentratissimo da aggiungere al ragù invernale, oppure che le zucchine, tagliate a fette sottili e disseccate al sole venivano poi utilizzate di inverno dopo averle fatte “rinvenire” con una prolungata immersione in acqua. Per non parlare degli squisiti “fichi secchi” da imbottire con le noci. • Secondo i vostri “informatori” il sapore della frutta e degli ortaggi seccati al sole è uguale a quello a quello delle stesse pietanza seccate al forno? • Qual è secondo voi la provenienza geografica più comune di questo tipo di preparazioni? Sono più comuni al Nord o al Sud? Al mare o in montagna? • Quale è il significato economico e sociale più profondo di queste e di altre abitudini “conserviere” dello stesso tipo? • Pensate che l’essiccatoio che avete costruito funzionerebbe altrettanto bene sostituendo la lastra di vetro con un foglio di plastica pesante o uno di alluminio? • Il fatto che una semplice scatola con un vetro possa imprigionare abbastanza calore e quindi abbastanza energia da “cuocere” la frutta, quali riflessioni vi induce a fare sulle potenzialità di attrezzature più complesse in grado di catturare e utilizzare l’energia solare? • Ampliate l’argomento, invitando i ragazzi a fare una ricerca non soltanto sull’energia solare e sulle sue applicazioni, una anche sulle altre energie rinnovabili (eolica, idrica, delle biomasse) • Riuscite ad apprezzare il risparmio derivante, da un lato, dall’utilizzo di prodotti di stagione e, dall’altro, dallo sfruttamento di un’energia disponibile, e a costo zero, come quella solare? SCHEDA 7 28 un progetto Klorane viviDARIA Caro Presidente ti scrivo I bambini si impegnano per un futuro migliore Materiale occorrente SCHEDA INSEGNANTE Scheda alunni, vocabolario, un foglio di carta da pacco grande, matite, pennarelli colorati, un atlante o un planisfero, fogli di carta bianca, colla, collegamento a internet, buste da lettere, francobolli. OBIETTIVI al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: • Comprendere le parole chiave relative ai cambiamenti climatici • Citare almeno una conferenza particolarmente importante per arrestare gli effetti dei cambiamenti climatici COSA FARE Il clima e i suoi cambiamenti hanno un rapporto stretto con la qualità dell’ambiente e della vita; questo concetto è stato chiaro sin dalle prime conferenze internazionali come quella dell’O.N.U. sull’Ambiente Umano (Stoccolma 1972) che segna il punto di partenza per tutti i futuri accordi in campo ambientale. Chiarite con i ragazzi i concetti di cambiamento climatico e di un’eccessiva produzione di CO2 e parlate dell’importanza degli impegni che ognuno di noi può prendere per contri- scheda 8 buire all’abbattimento di questo tipo di emissioni. Per aiutare i ragazzi ad avvicinarsi a queste tematiche realizzate le schede “Non accendere quella luce!”, “Consumo nascosto”, “In compagnia si risparmia… CO2”. Leggete e commentate con i ragazzi lo schema riassuntivo riportato sulla scheda alunni e cercate di fissare i punti salienti che potrebbero risultare di difficile comprensione. Invitate i ragazzi a cercare le parole che non capiscono su un dizionario oppure i concetti più complessi come, ad esempio, “emissioni di gas serra” o “principio di precauzione” su 29 • Riconoscere i punti critici negativi nei protocolli internazionali • Esortare un’istituzione ad aderire ai protocolli e rispettare i limiti imposti. un motore di ricerca di internet. Per agevolare il processo di comprensione e memorizzazione disegnate un grande planisfero su un foglio di carta da pacco aperto. Trovate sulla mappa le città dove si sono svolte le conferenze e attaccate accanto ad ognuna un foglio bianco in cui è riportato il titolo della confe- renza e dove sono riassunti i punti più importanti che sono stati discussi o decisi. Quando ritenete che il quadro generale sia abbastanza chiaro chiedete alla classe di individuare quali sono gli impedimenti maggiori alla realizzazione dei “buoni propositi” delle diverse conferenze. Sulla base delle riflessioni scaturite durante il dibattito, proponete ai bambini di scrivere una lettera ai governi di quei paesi che in un modo o nell’altro (ad esempio non aderendo ai protocolli come USA, Cina, India, oppure non rispettando le regole) rallentano il processo. Se la classe si dimostra disponibile e motivata non limitatevi ad un esercizio accademico, ma cercate su internet gli indirizzi delle ambasciate o delle sedi dei primi ministri e indirizzate realmente le lettere. Sarà anche una goccia nel mare ma, in fin dei conti, il mare è fatto di tante gocce! Considerazioni finali Al termine dell’attività favorite una discussione ponendo alcune domande. • Prima di queste lezioni avevate mai sentito parlare di cambiamenti climatici? Se sì in quale contesto? • I vostri familiari, le persone che frequentate parlano mai di questi problemi? Vi sembrano preoccupate? • Vi ha stupito scoprire che un paese grande e civilizzato come gli USA non abbia mai ratificato (è questa la parola tecnica esatta) il Protocollo di Kyoto? • Pensate che sia importante esprimere le proprie opinioni anche se non si è sicuri di essere ascoltati? SCHEDA 8 30 un progetto Klorane viviDARIA QUADRO DEi PRINCIPALI INCONTRI INTERNAZIONALI SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI • C onferenza O.N.U. sull’Ambiente Umano (Stocco lma 1972). • I C onfere nza M ondiale sul C lima (Ginevra 1979) vo luta dall’Organ izzazione Meteorologica Mondiale (WMO: riunì non solo climatologi, ma anche esperti di agricoltura, forestazione, pianificazione urbana, tutti preoccupati che i cambiamenti climatici potessero avere “effetti disastrosi sulla biosfera e sull’umanità”. • C onferenza di Bergen del 1990: si riconobbe ufficialmente la necessità di adottare un Principio di Precauzione, secondo il quale, anche in assenza di certezze scientifiche sulla pericolosità di una situazione, si deve cercare di agire “senza prendere la mancanza di prove scientifiche certe come alibi per non agire”. • C onferenza O.N.U. su Ambiente e Sviluppo svo ltasi a Rio de Janeiro nel 199 2 (a 20 anni da quella di Stoccolma: approvò, fra gli altri punti, anche un accordo per la stabilizzazione delle emissioni dei gas-serra, pur senza stabilire scadenze precise. • Conferenza COP3 della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) (Kyoto 1997): i 160 paesi riuniti a Kyoto, consapevoli dei problemi ambientali e climatici legati all’aumento delle emissioni dei gas-serra (soprattutto della CO2) e del conseguente aumento globale della temperatura, decidono, dopo 10 giorni di trattative, di fissare le date entro le quali i paesi industrializzati si impegnano a ridurre l’emissione di questi gas. La percentuale di riduzione prevista, che è il risultato di una mediazione fra gli Stati partecipanti, ammonta al 5,2%, e dovrà essere raggiunta fra il 2008 e il 2012. Per una clausola del Protocollo, esso diventerà operativo solo quando sarà stato ratificato da almeno il 55% dei membri che, complessivamente, producono il 55% delle emissioni inquinanti. • Il protocollo diventa operativo solo nel 2005. Mancano tuttora, all’appello (e non sono certo assenze di poco conto) paesi come gli USA, l’Australia, l’India e la Cina. • L’accordo di Kyoto presenta delle lentezze e dei ritardi nell’attuazione, ma è stato anche utile perché le popolazioni dei vari paesi si rendessero conto dei possibili rischi ambientali e climatici e soprattutto perché realizzassero che questi problemi sono globali, cioè riguardano tutto il mondo. I singoli cittadini adesso “sanno” e possono decidere di “fare qualcosa” in proposito, adottando comportamenti individuali “a basso impatto ambientale”, e proponendo (o imponendo?) dal basso soluzioni e scelte “virtuose”, che coinvolgano anche le istituzioni lo- 31 cali e il sistema produttivo: ad esempio l’acquisto di lampadine a basso consumo e di elettrodomestici di classe A, la scelta della bicicletta, del mezzo pubblico, della condivisione dell’automobile fra più persone, il risparmio d’acqua attraverso miscelatori ad aria applicati ai rubinetti, i numerosi piccoli gesti quotidiani che aiutano il risparmio energetico. • I paesi aderenti si impegnano a ridurre i gas serra e a ad aumentare del 20% l’utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili, ma i risultati sono deludenti, nel 2004 le emissioni di CO2 risultano addirittura in aumentano! • Nel protocollo di Kyoto, inoltre, si riconosce il fatto che i paesi più industrializzati hanno le maggiori responsabilità storiche nell’aumento delle concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica e degli altri gas-serra. • Si realizza, però, l’importanza di coinvolgere i paesi con un economia in crescita, ma anche i paesi poveri che saranno i primi a fare le spese dell’aumento della CO2 • XV Conferenza delle Parti alla Conferenza dell’ONU sul clima (Co penhagen 2009 ): con un accordo che non è giuridicamente vincolante, i Paesi riconoscono i cambiamenti climatici come una delle maggiori sfide dell’umanità e chiedono l’adozione di misure da parte del settore industriale e dei Paesi emergenti. Aspe tti negativi: le associazioni ambientaliste lamentano la mancanza di impegni precisi e di fatto alcuni accordi sono poco chiari e presi fra gruppi ristretti. La conferenza è stata definita da molti un fallimento. • Le ultime conferenze internazionali in ordine di tempo sul tema dei cambiamenti climatici (XVI sessione della Conferenza delle Parti dell’ONU sui Cambiamenti Climatici e la VI sessione della Conferenza delle Parti del Protocollo di Kyoto) si sono concluse a Cancun (2010). Il cambiamento climatico è definito come “inequivocabile” e dovuto all’uomo, inclusi gli eventi estremi e gli eventi a svolgimento graduale (aumento delle temperature, innalzamento del livello del mare, acidificazione degli oceani, riduzione delle masse ghiacciate degradazione delle foreste, perdita di biodiversità e desertificazione). Si possono individuare elementi positivi e negativi: Positivi: la discussione al livello mondiale iniziata con il Protocollo di Kyoto, si rimette in moto e si basa su accordi comuni molto dettagliati, anche per quanto riguarda i fondi da destinare alla ricerca e allo sviluppo del protocollo, e le nuove tecnologie da dare ai paesi più poveri; vengono incoraggiate numerose iniziative e istituzioni a sostegno dei Paesi più vulnerabili; sono rafforzate le azioni di mitigazione (ad esempio aiuti economici ai paesi che hanno grandi foreste tropicali, come Brasile, Indonesia e Repubblica Democratica del Congo, affinché arrestino la deforestazione: gli alberi mangiano CO2 e abbatterli è sempre più una cattiva idea!). Negativi: mancano accordi vincolati che obbligano a una riduzione della CO2 veramente significativa (ridurre le emissioni di gas a effetto serra dal 25 al 40% per il 2020 per fare in modo che la temperatura globale non aumenti oltre i 2 gradi); c’è una scarsa presenza, negli incontri pubblici, di leader e ministri di paesi industrializzati e, cosa particolarmente grave, di quelli di Cina e India. • La prossima sessione della COP/CMP avrà luogo a Durban (Sudafrica) dal 28 novembre al 9 dicembre 2011. Siamo tutti in attesa! 32 un progetto Klorane Un certo... stile di vita ci salverà viviDARIA “Stile di vita” è un’espressione piuttosto impegnativa, che rimanda all’eleganza e alla classe di alcuni aristocratici del passato. Sono aspetti che, al giorno d’oggi, si riscontrano anche nel cosiddetto stile di vita sotenibile, che è fatto di scelte e di piccoli gesti “virtuosi” quotidiani ma è sostenuto anche da una buona conoscenza della situazione problematica in cui ci troviamo a vivere e la convinzione che agendo costantemente in un determinato modo, facciamo del bene all’ambiente e, in definitiva, a noi stessi. Se c’è questa convinzione di base, tutto si tiene insieme, e le cose diventano più logiche e connesse fra di loro. Rientrano così in questa filosofia il cibo che mangiamo e il modo con cui lo scegliamo e lo cuciniamo; il tipo di farmaci che prendiamo quando stiamo male e i prodotti per l’igiene e la bellezza; i mobili che compriamo scegliendoli fra quelli fatti con legno proveniente da foreste coltivate e i tessuti dei nostri vestiti; la qualità dell’energia che utilizziamo; la quantità di rifiuti che produciamo e il modo con cui cerchiamo di utilizzarne una parte, magari facendo il compost, mentre ci sforziamo con costanza di avviare il resto alla raccolta differenziata e al recupero di materiali economicamente pregiati. Molti oggetti che usiamo quotidianamente, inoltre, racchiudono una storia e una cultura che sono il risultato del materiale di cui sono fatti, dell’artigiano che li ha creati, delle persone che li hanno usati prima di noi, avendo cura di non romperli o di aggiustarli quando sono stati danneggiati. È una filosofia molto diversa da quella “dell’usa e getta” che può essere spesso sostituita da “usa, riusa, ripara e infine getta” ma pur sempre con lo sguardo rivolto a un possibile riciclo. Prendiamo infine in considerazione un aspetto di cui si parla sempre più spesso, e cioè la tracciabilità di un prodotto che significa sapere da dove proviene, che tipo di esistenza ha avuto prima di arrivare a noi, quanta energia grigia contiene quali sono, in definitiva, le sue caratteristiche e la sua storia. Questo può valere per il legno proveniente da foreste coltivate appositamente per farne mobili, o per un alimento coltivato con metodi sostenibili, senza consumare eccessive quantità di terreno, di acqua, di fertilizzanti. Vale, inoltre, anche per un farmaco naturale o per un prodotto per l’igiene e la bellezza che non sia testato sugli animali, ma che, anzi, si basa su piante di cui è possibile tracciare la fitofiliera, ossia il susseguirsi delle tappe della sua “vita” cominciando dall’habitat di partenza e dall’estrazione dei principi attivi in laboratorio fino ad arrivare alla commercializzazione che avviene, spesso, in farmacia. Sapere se tutte le tappe della fitofiliera si svolgono rispettando i parametri di sostenibilità per l’ambiente è, senz’altro, un valore aggiunto importante, che si somma all’efficacia di uno shampoo o di una crema bellezza. La conoscenza della fitofiliera ci aiuterà, inoltre, a valutare l’ampiezza del serbatoio mondiale di biodiversità vegetale, alimentando ulteriormente una scelta convinta e basata su motivi ecologicamente ed eticamente validi. 33 un progetto Klorane viviDARIA In compagnia si risparmia... CO2 Pianificazione amicizia e collaborazione aiutano a inquinare meno Materiale occorrente SCHEDA INSEGNANTE 8 copie della scheda alunni, una mappa della propria città o dell’area comprendente il comune in cui si trova la scuola, puntine di colore rosso e blu con la capocchia lunga, 40 cartoncini di 4cm x 1cm, pennarelli colorati, nastro adesivo, 5 gomitoli di lana di colore diverso, forbici. OBIETTIVI al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: • Comprendere che l’uso delle automobili produce CO2. • Citare dei dati relativi all’immissione di CO2 dovuti all’uso di autovetture private. COSA FARE Avviate una ricerca sul ruolo delle automobili nella immissione di CO2 nell’atmosfera in modo che i bambini possano raccogliere dati certi e comprendere le conseguenze di questo fenomeno. Uno degli aspetti che incidono sul consumo di carburante e successivamente sull’immissione di gas di scarico nell’atmosfera, è costituito da un uso non sempre razionale delle vetture; organizzate, quindi, una postazione di osservazione del traffico nelle prime ore del mattino. Se la scuola si trova vicino a una scheda 9 via trafficata, potete sistemare gli osservatori alle finestre della classe o vicino al cancello, altrimenti organizzate un’uscita scegliendo un luogo appropriato che vi permetta di sostare in un luogo sicuro con vista sulla strada. Utilizzate la prima ora di lezione, quando ancora le persone si recano a lavoro. Chiedete ai bambini di organizzarsi in gruppi di tre persone in modo che, a turno, uno possa compilare la scheda 1 e due possano controllare quanti passeggeri sono presenti nelle macchine, assegnate ad ogni gruppo un colore o un tipo di vettura da monitorare (ad esempio grigie, rosse, tutte le gamme 34 • Descrivere gli effetti derivanti da un’eccessiva immissione di CO2 nell’atmosfera. • Desiderare che tale immissione diminuisca. • Portare a termine una ricerca per osservazione diretta e analizzarne i dati. • Utilizzare correttamente una mappa. • Pianificare un sistema per ridurre l’uso delle autovetture nella propria famiglia. dell’azzurro, bianche, furgoncini e fuoristrada). Rientrati in classe potrete confrontare i dati e fare una media di quante macchine viaggiavano con un solo passeggero a bordo. Chiedete ai bambini se a loro capita spesso di essere accompagnati in automobile a scuola, in palestra a catechismo ecc. e se in genere sono soli con il guidatore oppure no. Favorite un dibattito sul fatto che se ci si organizzasse per utilizzare la stessa macchina in più persone si inquinerebbe di meno e si risparmierebbero anche dei soldi! Insieme ai bambini preparate delle bandierine utilizzando le puntine, le strisce di cartoncino e il nastro adesivo trasparente: scrivete il nome di ogni bambino e attaccatelo sulle puntine rosse, preparate alni cartellini con la scritta palestra, dottore, campo di calcio, parrocchia o altri posti in cui i bambini hanno dichiarato di andare spesso con la macchina e attaccateli alle puntine blu: fate un cartellino più grande per la scuola. Procuratevi una mappa della vostra città o, se la scuola si trova in un piccolo centro, dell’area che comprende il vostro comune e i comuni circostanti in cui si trovano altri servizi e appendetela alla parete. Chiedete ai ragazzi di individuare sulla mappa il luogo dove abitano e attaccate le puntine rosse, poi sistemate il segnale della scuola e, infine, trovate e segnalate i luoghi dove i bambini si recano con la macchina utilizzando le apposite puntine. Provate a rappresentare visivamente il fatto che uno stesso luogo è raggiunto in macchina da più bambini nello stesso momento, legando la SCHEDA 9 puntina che lo contraddistingue con quelle con i nomi dei bambini e utilizzando fili di colori diversi per i diversi luoghi. Ad esempio la scuola risulterà legata a Nicola Anna, Gigi e Peppe con un filo blu, la palestra sarà collegata con Francesca, Nicola e Peppe con un filo rosso, mentre la piscina sarà legata con Francesca, Anna e Marco e Nino con un filo giallo ecc. Chiedete ai ragazzi di osservare con attenzione la mappa di relazioni che si è venuta a creare e chiedete loro di provare a progettare, con il vostro aiuto, un piano di utilizzazione razionale delle automobili. Fra le variabili da tener presente ci saranno, naturalmente anche le esigenze dei genitori: per questo motivo, una volta stilata la vostra proposta organizzate una “Festa della collaborazione” e invitate i parenti dei bambini a parteciparvi. In questo modo gli adulti potranno rinnovare la loro conoscenza, prendere visione del progetto per portarvi aggiunte o modifiche e, soprattutto, aderire ufficialmente al “Piano di utilizzo razionale dell’automobile” e scoprire che allacciando maggiori rapporti fra le famiglie è possibile risparmiare tempo e denaro. Se la riunione ha avuto esiti positivi, e se i genitori sembrano ben disposti, provate a suggerire all’intera comunità della classe (ragazzi, genitori, insegnanti) di fare un piano più ambizioso che organizzi in modo razionale anche gli spostamenti degli adulti. È chissà che al risparmio energetico corrisponda un incremento di nuove amicizie! 35 Considerazioni finali Chiedete ai bambini il motivo per cui molte persone si spostano in macchina da soli e provate a immaginare se questo accada più in città o in paese. • È possibile stilare una lista di suggerimenti validi in linea di principio per aiutare la riduzione di emissioni? Dopo aver fatto il piano, calcolate quanti viaggi in macchina si risparmierebbero adottandolo e dopo che i genitori lo hanno approvato confrontate questo dato con la realtà dei fatti. Chiedete alla classe se è soddisfatta del risultato del proprio lavoro: • anche se soltanto due genitori si mettono d’accordo per accompagnare turno due bambini si tratta comunque un buon risultato? Per aiutarli a decidere provate a calcolare quanti viaggi avrebbe fatto in un anno la macchina che non si muove. Utilizzate la mappa per misurare i chilometri percorsi, oppure chiedete ad uno dei guidatori di controllarlo sul conta chilometri, e moltiplicatelo per il numero di viaggi annuali. Poi fate chiedere al guidatore quanta benzina viene utilizzata per ogni chilometro percorso e, infine, moltiplicate questo dato per il totale del chilometri. È probabile che il dato sarà comunque impressionante; certo, se si potesse calcolare su più di una macchina… Se il vostro piano ha avuto successo presentatelo insieme alla lista di suggerimenti a tutta la scuola o, addirittura, al consiglio comunale, e mettete a disposizione la vostra esperienza per estendere il progetto a una fetta di popolazione sempre più ampia. un progetto Klorane In compagnia si risparmia... CO2 viviDARIA SCHEDA ALUNNO Nome dei componenti del gruppo di osservazione _______________________________________________________ ____________________________Classe _________________ Data ________________________________________________ Tipo di autoveicolo monitorato ______________________________________________________________________ Veicolo Numero passeggeri compreso il guidatore Veicolo Numero passeggeri compreso il guidatore Veicolo Numero passeggeri compreso il guidatore Veicolo 1 11 21 31 2 12 22 31 3 13 23 33 4 14 24 34 5 15 25 35 6 16 26 36 7 17 27 37 8 18 28 38 9 19 29 39 10 20 30 40 36 un progetto Klorane viviDARIA Un dono di natura: il compost I rifiuti organici tornano a nuova vita diventando concime Materiale occorrente SCHEDA INSEGNANTE Passino per verdure, fogli di carta bianca, compostiera (in alternativa: cassetta della frutta, rete metallica, vecchio zerbino), terra, pala, materiale di scarto organico, annaffiatore. OBIETTIVI COSA FARE Le foglie secche che gli alberi dei viali cittadini lasciano cadere sull’asfalto e che vengono spesso rimosse prima che si trasformino, con le piogge autunnali, in una poltiglia viscida e insidiosa sono “una risorsa che si trova nel posto sbagliato”! Se cadessero sul terreno di un giardino o di un prato, invece, quelle stesse foglie sarebbero considerate materiale ideale per pacciamare (ovvero per ricoprire e proteggere il suolo durante l’inverno) ma, soprattutto un’ottima risorsa da utilizzare, insieme ad altri rifiuti organici per fare il prezioso compost. Ma perché, poi, continuare a chiamare “rifiuti” le bucce e i torsoli delle mele, gli scarti della verdura, i fondi del tè e del caffè che, messi a fermentare insieme a foglie, rametti derivanti dalle potature, carta e segature, forniscono un nutrimento indispensabile al suolo? La scelta di fare e di utilizzare il compost rispecchia uno stile di scheda 10 vita: evitare gli sprechi, riciclare il più possibile, restituire al terreno ciò che gli è stato sottratto, “copiando” il modello naturale, ossia permettendo ai microrganismi del suolo di svolgere sui materiali organici il loro lavoro di trasformazione e bioriduzione. Il premio, alla fine del processo, è il prezioso suolo fertile e ricco di vita denominato “humus”. Organizzate una passeggiata in un bosco o in un parco cittadino alberato e invitate i ragazzi ad ammirare la grande quantità di materia vegetale presente: le foglie, i tronchi e i rami degli alberi. Poi chiedetevi dove vanno a finire ogni anno le foglie che cadono a terra. Volgete l’attenzione al suolo e osservate proprio lo strato formato dalle foglie cadute (chiamato lettiera); in autunno saranno tante, colorate e praticamente intatte, in primavera, invece, saranno molte di meno e variamente frantumate. In entrambe le stagioni, comunque, è possibile osservare diversi stati di disgregazione semplicemente smuovendo con le mani la lettiera: in superficie la 37 al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: • Scoprire i “protagonisti” della decomposizione • Individuare quali sono i rifiuti che possono essere differenziati nella frazione umida • Costruire un compostatore • Utilizzare il compostatore per ottenere un compost utilizzabile per le piante in vaso o in giardino. forma delle foglie è ancora riconoscibile, subito dopo si trovano solo frammenti, al di sotto la materia organica è talmente sminuzzata che non si riesce a capirne la provenienza, ancora più in profondità è presente un terreno scuro e grossolano. Foglie, rametti, tronchi, ma anche animali morti, vengono letteralmente “smontati” in tutte le loro componenti in modo che gli elementi che li costituiscono siano rilasciati nel terreno o nell’acqua e rimessi a Considerazioni finali disposizione delle piante. Facendo un paragone si potrebbe immaginare che un organismo vivente sia costituito da tanti mattoncini (molecole, elementi ecc.) che verranno recuperati come nutrienti e riutilizzati per accrescere o per formare nuovi esseri viventi. Chi ha contribuito a questo processo? A questo importantissimo lavoro partecipano numerosi organismi che sono indicati come decompositori, ossia funghi e batteri e detritivori, cioè animali che si nutrono solo di materia organica morta; ne fanno parte insetti (anche allo stadio di larve), aracnidi (ragni, scorpioni, pseudo- SCHEDA 10 scorpioni), crostacei, molluschi, oligocheti (lombrichi), chilopodi (centopiedi) e miriapodi (millepiedi) che riducono e sminuzzano la materia o che la digeriscono. Questi alacri lavoratori sono visibili a occhio nudo come potrete facilmente constatare; per osservare anche gli organismi più piccoli mettete un po’ di lettiera in un passino per verdura e scuotete delicatamente il tutto sopra un foglio di carta bianco. La presenza di funghi può essere accertata usando un sofisticato strumento: il vostro naso! L’odore di fungo, infatti, pervade tutta la lettiera e il terreno sottostante. 38 Proponete agli alunni di riprodurre il processo di “restituzione” trasformando i rifiuti organici di ogni giorno in terreno fertile, e chiedete loro di individuare fra gli elementi elencati nella tabella “Questo lo metto nella compostiera?” quali si possono utilizzare e quali no per fare il compost. Organizzate la raccolta in classe e invitate i ragazzi a fare altrettanto a casa seguendo una rigorosa selezione in modo di avere la certezza di usare solo le “cose buone” elencate nella tabella “Le cose giuste”. Provate anche a coinvolgere il personale non docente e le persone che si occupano delle aree verdi che circondano la scuola. Via via che il materiale comincia ad arrivare trasferite i rifiuti organici nel compostatore in plastica, o, in alternativa, in quello costruito da voi stessi. Per costruire un contenitore per il compost prendete una cassetta per la frutta, togliete il fondo, rivestite le pareti esterne con una rete di metallo e poggiate il tutto sulla terra, in un posto all’ombra dove non dia fastidio. Sistemate nella cassetta i diversi strati di rifiuti “verdi” alternandoli con della terra in modo che ogni strato sia spesso circa 10 cm. Annaffiate ogni settimana e coprite tutto con un vecchio zerbino per mantenere costante il calore. Per garantire l’afflusso di aria fresca e ossigenata necessaria a consentire la vita e l’attività degli organismi decompositori, è necessario mescolare il compost più volte. In inverno dovete rivoltare il terreno con una pala dopo 20-30 giorni, la prima volta, e dopo 7 giorni, la seconda. Del compost fresco si ottiene dopo 3-4 mesi, quello maturo dopo 68 mesi. Le compostiere di plastica, in genere, permettono di inserire i rifiuti da un’apertura superiore e di raccogliere il compost da uno sportello al livello del suolo. Quando il compost è pronto, aggiungetelo al terriccio di aiuole e vasi, oppure spargetelo sul prato che circonda la scuola. E, soprattutto ricordate: quello che buttiamo è pieno di cose buone che marciscono! un progetto Klorane viviDARIA SCHEDA ALUNNO Un dono di natura: il compost QUESTO LO METTO NELLA COMPOSTIERA? • Trucioli di legno • Carne • Giornali (quotidiani) • Fazzoletti • Formaggi • Scarti del giardino (erba, foglie, aghi di pino, rametti) • Ossa di pollo o di altri animali • Alimenti grassi • Bucce di frutta • Tovaglioli di carta • Scatole di carta contenenti farmaci • Pane secco • Cartone da imballaggio • Verdura, torsoli o simili • Resti di merendine • Fondi di caffè e bustine di tè usate • Riviste patinate • Oggetti di legno verniciati o laccati. LE COSE GIUSTE • Trucioli di legno • Giornali (quotidiani), fazzoletti e tovaglioli di carta, cartone da imballaggio in piccole quantità • Scarti del giardino (erba, foglie, aghi di pino, rametti) • Bucce di frutta e verdura, torsoli o simili • Pane secco e resti di merendine • Fondi di caffè e bustine di tè usate. 39 un progetto Klorane viviDARIA SCHEDA INSEGNANTE Una casa “risparmiosa” Anche i bambini possono dire la loro sulle case ecosostenibili Materiale occorrente Scheda alunni, riviste di giardinaggio e arredamento, depliant di mobilifici e di materiale edilizio, accesso a internet, colori, fogli di carta, cartoni e altro materiale “creativo”necessario a fare un plastico. OBIETTIVI COSA FARE Anche per le antiche civiltà la bioarchitettura, ovvero la progettazione e la costruzione di edifici che utilizzavano i materiali presenti nel territorio e sfruttavano al meglio le caratteristiche ambientali, ha costituito un obiettivo da perseguire. Oggi, un principio molto simile è espresso nell’architettura ecosostenibile, arricchita, in più, dalla vocazione dichiarata al risparmio energetico, e dal desiderio di “pesare” il meno possibile sull’ambiente naturale e sulle sue risorse. Quali caratteristiche specifiche dovrebbe avere, però, una casa ecosostenibile perché ci si possa anche vivere piacevolmente? Un aspetto importante è, ad esempio, la climatizzazione, ovvero la possibilità di stare freschi d’estate e relativamente caldi d’inverno, senza per questo utilizzare un patrimonio di energia elettrica, con relative emissioni scheda 11 di anidride carbonica. Gli aspetti da considerare sono parecchi, da un opportuno orientamento delle aperture e delle finestre, alla scelta dei materiali di costruzione e di rivestimento, per finire al sistema di riscaldamento (comunque indispensabile almeno nei mesi più freddi). Anche la selezione delle piante per il giardino ha la sua importanza: gli alberi a foglie caduche che d’estate riparano dal calore con le loro chiome,d’inverno lasciano invece, filtrare fra i rami spogli i raggi solari. Dovranno essere presi in considerazione, inoltre, molti altri problemi, come l’illuminazione, il tipo d’irrigazione, le caratteristiche dei mobili di arredamento e così via. La scelta delle soluzioni più adatte e la progettazione su carta della casa migliore dal punto di vista della sostenibilità, richiedono indubbiamente un lungo periodo di ricerca e di documentazione su diverse fonti: virtuali, come internet, o cartacee (libri, riviste di arreda- 40 al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: • Condurre una ricerca su materiali cartacei o tramite motori di ricerca su internet • Realizzare concretamente il significato di casa ecosostenibile • Comprendere la necessità di una diminuzione dei consumi • Valutare l’importanza delle scelte individuali per pesare di meno sull’ambiente • Dare il giusto valore alle scelte condivise mento e di giardinaggio, ma anche depliant illustrativi degli enti fornitori di energia o di ditte produttrici di materiali edilizi e di mobili). La scheda allegata all’attività, rappresenta il momento di sintesi finale. Fotocopiatene una per ogni bambino dopo aver coperto il punteggio, e distribuitele alla classe; ognuno sceglierà poi le opzioni che riterrà migliori. Quando Considerazioni finali Invitate i bambini a svolgere una ricerca sulla bioarchitettura del passato. Qualche esempio: gli ziggurat, progettati in modo che ogni livello ricevesse la stesa quantità di luce solare; il riscaldamento delle case e delle terme romane attraverso un sistema di aria calda sotto il pavimento; le capanne con il tetto rivestito si zolle erbose dei paesi nordeuropei. • I bambini riescono a vedere le somiglianze fra alcuni edifici attuali e le soluzioni costruttive del passato? ogni bambino avrà scelto, apponendo una crocetta, le voci che preferisce, scrivete alla lavagna la griglia con il relativo punteggio, in base alla quale ogni bambino calcolerà il punteggio totale della sua scheda. Raccomandate ai bambini di non “barare”; per sicurezza, ognuno controllerà il punteggio del suo vicino di banco. Il bambino che ha ottenuto il punteggio più alto sarà considerato l’architetto che ha vinto “l’appalto” per il progetto della casa. Ogni bambino basandosi sul progetto, disegnerà la casa, personalizzandola nel modo che preferisce, ad esempio, con le forme e i colori delle piante SCHEDA 11 del giardino. Una legenda allegata al disegno conterrà le informazioni che i bambini ritengono necessario aggiungere. Una seconda fase dell’attività pratica, ancora più articolata, potrebbe consistere nella costruzione di un modellino della casa ecosostenibile scelta, compresi l’arredo esterno ed interno. Si tratterrebbe, indubbiamente, di un lavoro impegnativo, ma in grado di motivare i bambini e, magari di coinvolgere nella sua realizzazione anche qualche genitore e qualche nonno particolarmente bravo nel bricolage! 41 Potrebbe darsi che appassionandosi all’argomento i bambini propongano di aggiungere altre voci alla scheda o vogliano modificarla. Incoraggiateli, ponendo alcune domande. • Dove si colloca,geograficamente, la casa ecosostenibile da progettare? • Certe voci avrebbero un punteggio diverso se la casa si trovasse in un ambiente freddo e umido o, invece, in uno caldo e secco? • È importante, dal punto di vista sia economico sia ecologico, utilizzare materiale e piante presenti in zona? Quali, nel caso in questione? • Le voci della scheda sarebbero sostanzialmente diverse se si trattasse di un appartamento in condomino? Se sì, quali sarebbero? un progetto Klorane viviDARIA Una casa “risparmiosa” SCHEDA ALUNNO Giardino Tetto Finestre Compostiera Cortile con pavimentazione a cemento e spazi per aiuole Ghiaia con spazi per aiuole Impianto di irrigazione a goccia Irrigazione a spruzzo Piante esotiche che non perdono mai le foglie hanno fiori colorati Piante locali che in alcuni casi, in inverno, perdono le foglie Piante odorose e medicinali Piante poco esigenti in fatto di irrigazione Prato con specie spontanee Prato inglese Recinzione in muratura Siepi basse con cespugli di fiori Siepi di alloro Staccionata di legno Vasca di raccolta delle acque piovane Verdure da orto Lamiera Spalmatura di catrame Superficie coperta da pannelli solari Superficie erbosa Tegole di cotto Doppi vetri Scelta della posizione rispetto all’esposizione al sole Scelta della posizione in base a un criterio di gusto Vetri singoli 42 4 1 2 4 2 2 4 4 4 4 1 1 2 4 1 4 4 1 1 4 4 3 4 4 1 2 Muri esterni Vernice lucida e resistente poco traspirante Vernice ad acqua traspirante Muri interni Non troppo spessi Pannelli di legno o cartone Riscaldamento Caminetto Diesel Elettricità Energia solare Gas metano Sistema di filtraggio per bloccare le polveri Stufa a legna Stufa a pellets Termoconvertitori – condizionatori Termosifoni Tubi riscaldati sotto i pavimenti Elettrodomestici Frigorifero classe A++ Frigorifero della nonna Lavastoviglie Lavatrice vecchio tipo della nonna Lavatrice A++ con asciugatrice Lavatrice A++ Mobili Mobili della nonna Mobili di compensato o impiallacciato Mobili di legno pregiato Mobili di legno proveniente da foreste coltivate o da lavorazioni di scarto Mobili in materiale riciclato Mobili in plastica 43 1 4 1 3 2 1 1 4 3 4 2 4 1 2 4 4 1 3 1 2 4 4 2 2 3 4 1 un progetto Klorane viviDARIA SCHEDA INSEGNANTE La famiglia Spreconcelli Un po’ d’ironia aiuta a crescere e ad adottare comportamenti corretti Materiale occorrente Una copia della scheda alunni per ogni gruppo, pennarelli colorati o evidenziatori, fogli bianchi, lavagna. OBIETTIVI al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: • Leggere e analizzare un testo scritto • Individuare i comportamenti “spreconi” • Valutare l’importanza di scelte individuali corrette rispetto al consumo di energia e alla gestione dei rifiuti. • Scegliere uno “Stile di vita” complessivamente più sobrio e responsabile. COSA FARE Illustrate la necessità che ognuno di noi contribuisca ad abbassare il consumo di acqua e di energia elettrica (e la conseguente produzione di CO2) e che, in generale, ogni cittadino si comporti in modo da diminuire il carico ambientale dei rifiuti prodotti, a partire da una scheda 12 riduzione dei contenitori e degli imballaggi, fino ad un incremento della raccolta differenziata che possa favorire, in seguito, il riciclaggio di alcuni materiali (carta, plastica, alluminio etc.) Dividete la classe in gruppetti di 2-3 persone e distribuite ad ogni gruppo una copia della Scheda alunni i bambini do- 44 vranno leggerla e sottolineare con il pennarello o l’evidenziatore i punti controversi sotto il profilo del risparmio energetico e, più in generale di uno stile di vita “sprecone”. Dopo uno scambio di opinioni all’interno di ogni gruppo, favorite un confronto, e fate scrivere alla lavagna i punti su cui tutti i componenti della classe sono d’accordo. Invitate poi i singoli gruppi a riscrivere un testo “comportamentalmente corretto” che Considerazioni finali Chiedete ai ragazzi, dopo aver svolto il lavoro di analisi e ripensamento suggerito dalla scheda, di aggiungere altri esempi presi dall’esperienza personale o nati dalle loro riflessioni. • Ci sono altri aspetti consumistici che potrebbero essere influenzati positivamente dalle scelte individuali? (Spese alimentari, scelta di materiali o di tessuti per l’abbigliamento, etc.) • I ragazzi sanno, ad esempio, che il caldissimo pile è ottenuto riclicando la plastica delle bottiglie e che si tratta, quindi, di un materiale molto ecologico? Incoraggiate una ricerca sulle percentuali della raccolta differenziata nelle varie nazioni europee e nelle diverse regioni italiane. (Qual è la percentuale del comune in cui i bambini abitano?) Esaminando i dati sulla raccolta differenziata di alcuni materiali si renderanno conto che alcuni di essi, come l’alluminio delle lattine, costituiscono una risorsa davvero molto pregiata, e che buttarli nei rifiuti indifferenziati è uno spreco non solo ecologico ma anche economico. Materiale elaborato dalla scuola primaria "De Amicis" di Pavia, che ha vinto il concorso Vividaria III. dovrebbe costituire una sorta di vademecum per i nostri amici F&F. Tutti, confessiamolo, tralasciamo talvolta di fare la “cosa giusta” per un moto di pigrizia o semplicemente per distrazione. Il segreto per evitare piccoli e grandi sprechi o per non rovinare scioccamente la necessaria precisione di una raccolta differenziata, sta in una abitudine costante a seguire le regole che noi stessi ci siamo dati, perché convinti della loro bontà. SCHEDA 12 Un attimo di tempo in più per mettere la carta in una busta separata, il “ tornare indietro” perché abbiamo dimenticato una luce accesa, chiudere il rubinetto quando non ci serve acqua corrente, svegliarsi in tempo per prendere lo scuolabus, sono tutti gesti che devono diventare abitudini automatiche e, come tali, non più ragionati e faticosi ma naturali e spontanei. Siamo sicuri che la premiata ditta F&F, se solo ci mettesse un po’ di’impegno, potrebbe riuscirci. 45 Fate notare che alcuni rifiuti, come ad esempio il toner, le pile o i medicinali, sono “ speciali ” e che richiedono una raccolta e un trattamento particolari. • I bambini hanno fatto caso, ad esempio, che esistono contenitori speciali per le pile? (È probabile che uno sia proprio all’interno della scuola). • Li hanno mai usati? un progetto Klorane viviDARIA La famiglia Spreconcelli SCHEDA ALUNNO Anna, la bambina che nella scheda “Belli , buoni e vicini” frequenta la stessa classe dei gemelli Francesca e Fabio, anzi Francesca è la sua migliore amica. I gemelli le sono molto simpatici, ma sono un po’ pasticcioni e stanno poco a sentire quando si parla di risparmio energetico o di raccolta differenziata dei rifiuti. Per verificare se Anna ha ragione, proviamo a seguire una delle loro giornate. Quando Francesca e Fabio si svegliano, corrono in cucina a fare colazione. La mamma ha preparato sul tavolo il latte, un cartone grande di succo di frutta, la marmellata e delle belle fette di pane già tagliato. I gemelli, però, preferiscono le merendine confezionate e i succhi di frutta monodose che erano già pronti per essere portati a scuola. C’è più possibilità di scelta, pensano, e poi bere con la cannuccia è più divertente! Francesca, che ha il compito di sparecchiare, si sbriga per non perdere il suo turno in bagno: butta gli involucri delle merendine e dei succhi di frutta nella pattumiera e, dopo un attimo di esitazione, ci aggiunge anche le fette di pane. “ Tanto, pensa, per pranzo diventerebbero secche e non sarebbero più buone!”. Francesca corre poi in bagno ma c’è già Fabio, che, mentre bisticcia con la sorella, lascia che l’acqua scorra. Poi anche per far dispetto a Francesca, si lava i denti con molta calma, senza curarsi di chiudere il rubinetto dell’acqua fra una spazzolata di denti e l’altra; in questo modo, il rumore dell’acqua che scorre servirà anche a coprire i borbottii di sua sorella. “ È tardi ” grida la mamma, “ perderete lo scuolabus!” E, infatti, dalla finestra lo vedono fermarsi sotto casa e ripartire. “ Uffa! “ dice la mamma, “mi toccherà anche questa volta accompagnarvi a scuola con la macchina”. Prima di uscire, la mamma esita un momento. È primavera, ma fa già piuttosto caldo: decide quindi di lasciare acceso il condizionatore, in modo da trovare la casa fresca al momento di rientrare. Dopo aver trascorso la mattina a scuola, i gemelli ritornano a casa, per uno spuntino veloce prima di andare in palestra. Come mai, però, in casa fa così caldo? Forse sarà perché hanno dimenticato di chiudere la finestra della loro stanza e quella del bagno? Per stare un po’ più freschi, pensano, bisognerà abbassare la temperatura del condizionatore, e pazienza se si consumerà un po’ di elettricità in più. C’è poco tempo a disposizione, e quindi la mamma mette in tavola una busta di prosciutto affettato e dei formaggi, confezionati in maniera abbastanza allettante con quei bei vassoietti di polistirolo a quadretti, che piacciono tanto anche ad Anna. Pure i tovaglioli di carta colorati sono simpatici da vedere e comodi da usare, anche perché se cade qualcosa sul tavolo, possono servire 46 per asciugare in fretta. La mamma insiste perché i ragazzi mangino almeno un po’ d’insalata, ma i gemelli non ne vogliono sapere. “ Meno male che ho comprato quella già pronta, pensa la mamma, almeno, visto che mi tocca buttarla, non ho sprecato tempo per lavarla e tagliarla a pezzetti “. Questa volta tocca a Fabio sparecchiare: ammucchia le vaschette di polistirolo, la carta per alimenti, i piatti di plastica, le lattine vuote delle bibite e tutti i tovaglioli che trova sul tavolo, senza badare se sono usati o no e getta tutto nella pattumiera. L’acqua minerale si è ormai sgassata ed ha perso il suo bel sapore frizzante, così Fabio decide di versarla nel lavandino, anche se la bottiglia è piena a metà. “ Dalla alle piante sul balcone “ dice la mamma, ma la bottiglia di plastica è ormai vuota, e Fabio la butta nella solita pattumiera. I gemelli sono pronti per andare in palestra e cercano di convincere la mamma ad accompagnarli con la sua macchina: potrebbero avere un passaggio dal loro amico Giovanni, ma sua madre è così noiosa! Non fa altro che parlare di rispetto per l’ambiente e di comportamenti corretti. “ Una vera lagna! “ dicono i gemelli in coro. E va bene, dice la mamma, vi accompagno io, però devo prima passare a fare benzina! Quando Francesca e Fabio tornano dalla palestra, ci sono i compiti che li aspettano. Fabio deve fare una ricerca e, quindi, accende il computer per andare su internet. Il papà raccomanda sempre di leggere prima le notizie e di stampare poi soltanto quelle utili, ma Fabio, trova molto più comodo stampare tutto quello che compare sull’argomento e scegliere poi con calma. Non si rende conto, però, che in questo modo ha consumato una gran quantità di carta e, per di più, non ha nemmeno usato tutti e due i lati dei fogli! Durante la stampa il toner si è esaurito. Fabio lo sostituisce e butta nel cestino dove va a fare compagnia ai fogli di carta usati, e alle pile scariche della sua radiolina: qualcuno svuoterà poi il cestino nella solita pattumiera! I compiti sono finiti e i gemelli pensano proprio di meritarsi un po’ di televisione! Non riescono, però, a mettersi d’accordo sul programma da vedere, e così accendono tutti e due gli apparecchi. [Il papà, di ritorno dal lavoro, decide di contribuire all’andamento domestico uscendo per buttare nel cassonetto il sacchetto della pattumiera, ormai stracolmo di rifiuti di ogni tipo, e di approfittare per fare una passeggiatina al Parco. “ Volete venire? “ chiede ai gemelli, ma i due preferiscono restare davanti al televisore.] La cena è finita ed arriva il momento di prepararsi per andare a letto. Fabio si precipita in bagno e, mentre si sta spogliando apre la doccia, ma sente la sigla di un programma televisivo che gli piace e si affaccia a guardarlo per qualche minuto. Nel frattempo, però, la luce del bagno è rimasta accesa e l’acqua ha continuato a scorrere. “ Devo riaccendere lo scaldabagno, pensa Fabio, altrimenti chi la sente mia sorella se non trova l’acqua calda. A proposito, strano che Francesca non abbia insistito, come al solito per fare la doccia per prima!” In effetti, Francesca aveva un buon motivo per volere il bagno tutto per sé per un po’ di tempo. Ha convinto la mamma a mettere in lavatrice la sua maglietta preferita, (anche se il carico di biancheria non era completo, ) ma per essere sicura che sia pronta per la mattina dopo, in mancanza del buon vecchio sole, dovrà arrangiarsi ad asciugarla con l’aria calda del phon, “ Si sprecherà un po’ di elettricità, pensa, ma ne vale la pena”. E adesso, finalmente, tutti a letto! La lampada sul televisore in sala da pranzo è rimasta accesa, ma non si sentirà sola. Le faranno compagnia tutte quelle altre lucine colorate che compaiono sul registratore, sul lettore del DVD e sugli altri apparecchi lasciati in stand-by. Ci penseremo domani a spegnerle, pensano i gemelli, assonnati. 47 A casa mia si fa così un progetto Klorane viviDARIA SCHEDA INSEGNANTE Vecchi rimedi casalinghi spesso hanno un fondamento scientifico Materiale occorrente Fogli di carta, penna, lavagna, gessi, libri sulle erbe medicinali e/o postazione internet. OBIETTIVI COSA FARE Chiedete alla classe se, ultimamente, qualcuno si è fatto una piccola bruciatura o una escoriazione o ha avuto altri piccoli fastidi che sono stati curati con un rimedio “fatto in casa”, non comprato in farmacia. Per aiutarli a ricordare, fate degli esempi: • mezza patata cruda, oppure olio, oppure ghiaccio su una bruciatura; • camomilla per pulire un occhio infiammato; • una foglia di menta o di salvia sfregata su un puntura di insetto per alleviare il prurito; ai bambini di intervistare parenti, amici di famiglia, tate e babysitter. Spiegate che ai fini della ricerca è importante che gli intervistati da ogni bambino si dividano equamente fra maschi e femmine, che siano minimo 4 e che a tutti vengano fatte le seguenti domande: • Conosci uno o più modi per alleviare un malanno o per disinfettare, a base di piante? • spremute di arancia per il raffreddore; • limone per disinfettare; • tisana di finocchio o di camomilla per attenuare il mal di pancia. Coinvolgete la classe in una ricerca sui rimedi di famiglia a base… vegetale proponendo scheda 13 • Fare interviste • Raccontare almeno due rimedi “casalinghi” a base di piante usati da parenti o amici per curare piccoli malanni • Indicare i principi attivi di almeno due dei rimedi casalinghi • Riflettere sull’importanza di trasmettere le conoscenze tradizionali Per ogni rimedio chiedere • Mi puoi descrivere la “ricetta” e le modalità di applicazione? • Per quale disturbo si usa? • Lo hai mai usato? • fette di cetriolo sulla tempia per alleviare il mal di testa; al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: • Lo hai usato di recente? • Lo usi solo se c’è un’emergenza o, potendo, lo preferisci a un preparato comprato in farmacia? • Da quale luogo (regione o nazione) proveniva la persona che te lo ha raccomandato? • Vive o viveva in città o in campagna? • Ne conosci i principi scientifici attivi? Consigliate ai bambini di utilizzare fogli diversi per ogni intervista e di scrivere su ogni pagina il nome dell’intervistato. • Chi te lo ha raccomandato (la mamma, la nonna, un amica, un dottore, un’infermiera, un libro, ecc.)? Leggete in classe tutte le interviste e fate una elaborazione dei dati per capire, per 48 Foto I. C. D. Alighieri di Aulla, vincitrice del concorso Vividaria III. esempio, se sono più le donne o gli uomini a conoscere questi rimedi, o se, nella maggioranza dei casi, è noto il reale motivo per cui funzionano ecc. Per ogni rimedio, individuate la pianta responsabile della “cura” e coinvolgete ancora una volta le famiglie per fare una ricerca, utilizzando libri e in- ternet, sui principi attivi delle piante citate nei rimedi “di casa”. Se lo ritenete opportuno, provate a verificare se esistono preparati farmaceutici che usano gli stessi principi contenuti in alcuni rimedi casalinghi per curare i medesimi disturbi. Considerazioni finali Dopo aver completato le ricerche ponete alcune domande alla classe per stimolare un confronto di gruppo: • La maggior parte delle persone che conoscono rimedi casalinghi a base di erbe sono di sesso maschile o femminile? • Sapreste immaginare il motivo che ha portato a questo risultato? • Secondo voi le piante utilizzate per alcuni rimedi sono legati al luogo dove vivono, o vivevano, le persone che lo usano? • Quanti di tali rimedi avevano un reale fondamento scientifico? • Secondo voi come hanno fatto le persone in un tempo passato a scoprire le proprietà di determinate piante? SCHEDA 13 49 un progetto Klorane viviDARIA SCHEDA INSEGNANTE B&B (belli e buoni) Nei vegetali il colore non è solo un fattore estetico ma anche nutrizionale Materiale occorrente Frutta e ortaggi di diversi colori (esempio: quelli indicati nella tabella 2 della scheda alunni), una riproduzione della scheda alunni per ogni gruppo, colla vinilica, fil di ferro, cartoncini bianchi A5. OBIETTIVI COSA FARE Dividete la classe in gruppi di 2-3 persone, distribuite il materiale facendo in modo che ogni gruppo abbia vegetali di colore diverso. Dite ai bambini di suddividere i vegetali a seconda del colore complessivo, e di individuare il nome del pigmento prevalente e le sue caratteristiche principali consultando la tabella 1 della scheda alunni. poi fate controllare sulla tabella 2 della scheda alunni il contenuto di vitamine, sali minerali e fibre di ogni vegetale esaminato. Invitate ogni gruppo a “inventare” un piatto (può essere un’insalata mista o una macedonia o altro) che abbia il maggior numero possibile di componenti di colore diverso e di calcolare il “punteggio salute” complessivo di ognuna. Incoraggiate la creatività: i chicchi di melagrana, ad esempio, stanno bene sia in un piatto salato, sia in uno dolce. I bambini attribuiranno un punteggio da 1 a 40 ad ogni frutto o ortaggio, concordandolo all’interno del gruppo e dando un diverso peso alla sostanza considerata più importante per la salute (ad esempio 2 punti per ogni vitamina, 1 per ogni sale minerale e 1 per la presenza di fibra). scheda 14 50 al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: • Conoscere il nome e le caratteristiche dei più importanti pigmenti naturali • Comprendere che nei vegetali il colore non corrisponde soltanto a fattori estetici ma anche a caratteristiche nutrizionali • Valorizzare la ricchezza cromatica dei vegetali anche attraverso mezzi non convenzionali (scultura, pittura ecc.) I bambini potranno decidere anche di dare dei punti per la presentazione estetica e per l’effettiva commestibilità (ad esempio un peperone rosso potrebbe migliorare l’aspetto di una macedonia di frutta, ma certamente non il suo sapore). I punteggi dei piatti saranno controllati e concordati da un’apposita giuria formata da un membro per ogni gruppo di lavoro. Un pittore del XVI secolo detto Arcimboldo è famoso soprattutto per aver “costruito” delle teste a sembianza umana che rappresentano le diverse stagioni dell’anno, utilizzando esclusivamente prodotti vegetali tipici di quel periodo. SCHEDA 14 Proponete i bambini di improvvisarsi artisti, anche per non sprecare gli ortaggi e la frutta che hanno tagliato per realizzare i loro piatti. Se assemblare una scultura con l’aiuto di fil di ferro e colla vinilica si rivelerà troppo difficile, i bambini potranno optare per un ritratto in piano, usando il cartoncino come supporto. Il soggetto rappresentato non deve necessariamente essere legato alla stagione ma può essere anche un ritratto caricaturale o altro. Volendo, la giuria costituite per l’attività precedente potrà, anche in questo caso, decidere qual è il lavoro vincente. 51 Considerazioni finali Ad attività ultimata, può essere interessante approfondire la relazione dei pigmenti con l’aspetto complessivo dei vegetali che li contengono. In linea generale si tratta di carotene per quelli gialli e arancioni, antociani per quelli rossi e violetti, di clorofilla per quelli verdi. Spesso, però, la divisione non è così netta e alcuni pigmenti possono essere “mascherati” da altri, soprattutto nelle foglie. In quelle degli spinaci, ad esempio, con il loro colore verde scuro, prevale soprattutto la clorofilla, ma sono presenti anche componenti gialli – arancio. La conferma del fatto che il colore indica la presenza di fattori importanti per la nutrizione e la salute è data dalla differente valutazione del vino bianco e del vino rosso da parte di nutrizionisti e medici che si sono espressi positivamente su un moderato consumo di vino rosso. La differenza sta proprio nella presenza, nel vino rosso, di un particolare pigmento con valenza positive per la salute. Se i ragazzi si sono divertiti a manipolare e combinare fra loro in cucina la frutta e la verdura, perché non ampliare il campo dei colori, dei sapori e degli odori prendendo in considerazione anche i fiori? Una piccola ricerca in questo senso aprirà un campo vastissimo! Si spazia dalle rose alle viole usate già dagli antichi Romani per salse e liquori, fino ai petali di calendula per arricchire le insalate e ai fiori di lavanda da aggiungere al gelato e … chi più fiori ha più ne metta. L’introduzione di fiori, con la loro varietà di forme e di colori, potrebbe rendere più interessante anche l’esperienza “all’arcimboldo”. Invitate i vostri allievi ad avviare una ricerca per sapere qualcosa di più su questo artista, soprattutto per vedere e apprezzare le riproduzioni dei sui ritratti più noti. Potrebbe essere un buon avvio anche per approfondire il tema della presenza costante di fiori e frutta nella produzione pittorica, soprattutto in quella del 1500 e del 1600. un progetto Klorane B&B (belli e buoni) viviDARIA SCHEDA ALUNNO Tabella 1. Co lore frutta e verdura Co lorante naturale Pro prie tà responsabile Arancione carotene Azione antiossidante: (stimola il sistema immunitario, fluidifica il sangue, riduce la pressione del sangue, è antibatterico e antivirale) Rosso antociani, licopene (presente soprattutto nel pomodoro) Antociani: azione protettiva dei capillari e della vista, è antitumorale Licopene: azione antiossidante (stimola il sistema immunitario, fluidifica il sangue, riduce la pressione del sangue, è antibatterico e antivirale) viola antociani Azione protettiva dei capillari e della vista, antitumorale verde Clorofilla Azione antiossidante (stimola il sistema immunitario, fluidifica il sangue, riduce la pressione del sangue, è antibattericoe antivirale), aumenta i globuli rossi 52 Tabella 2. Frutta e verdura vitamine Sali minerali Arance C arciofi CeA potassio, calcio e fosforo potassio, fosforo, calcio e magnesio potassio, ferro, calcio, fosforo calcio, potassio, magnesio, fosforo calcio, ferro e potassio, potassio calcio e potassio potassio, calcio, ferro potassio rame ferro potassio, ferro e fosforo potassio sodio, potassio, calcio, fosforo potassio, fosforo potassio, calcio, fosforo sodio, potassio, magnesio, calcio e ferro potassio potassio, fosforo, calcio potassio, cloro, fosforo, calcio, ferro, magnesio calcio, fosforo, ferro, sodio e potassio potassio, calcio C arota C avo lfiore B, PP, D ed E, beta carotene C C avo lo ver za C e trio lo Fagiolino Frago le Kiwi L attuga M ela M elanzana M elograno M irtilli Patata A, C, E, acido folico C (modesto contenuto) AeC C C, E AeC B1 e C Peperon e Pera Pomodoro C, A, betacarotene C C, A, B, E, H, K e PP, D, betacarotene A, C, betacarotene Spinaci Uva Zucchina AeC AeC BeC A , C e PP sodio, potassio, calcio e fosforo 53 Altro fibra fibra fibra fibra fibra fibra fibra fibra un progetto Klorane viviDARIA SCHEDA INSEGNANTE Belli, buoni e... vicini La salute e il rispetto dell’ambiente passa per una corretta scelta di consumo Materiale occorrente Una copia della scheda alunni per ogni gruppo, evidenziatori o pennarelli colorati OBIETTIVI al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: • Identificare l’energia grigia contenuta in prodotti di uso comune. • Valutare l’importanza delle scelte individuali nel campo dei consumi alimentari • Scegliere le produzioni locali a parità di qualità • Adottare comportamenti quotidiani che possano diminuire la produzione di CO2 COSA FARE combustibile per il loro trasporto. Introducete l’argomento parlando brevemente della necessità di diminuire il consumo di energia e l’emissione di CO2 anche attraverso una maggiore attenzione negli acquisti, ad esempio scegliendo prodotti con imballaggi riciclabili e che non abbiano consumato troppo Dividete la classe in gruppi di 3-4 bambini, distribuite una copia del testo della scheda alunni ad ogni gruppo e dite di leggerlo e di sottolineare con l’evidenziatore o il pennarello i punti dove, a loro avviso, è descritto un comportamento discutibile sotto l’aspetto del risparmio energetico. scheda 15 54 Incoraggiate uno scambio di opinioni all’interno del gruppo. Confrontate le annotazioni dei vari gruppi e fate scrivere alla lavagna i punti comuni. Fate riscrivere il testo, sostituendo i comportamenti che i bambini ritengono più corretti. Chiedete ai bambini di riportare esempi diversi da quelli proposti nel testo esaminato, derivanti dalle loro esperienze personali. Ad esempio: ci sono al supermercato prodotti presentati con un imballaggio in plastica molto ingombrante? Questi stessi prodotti sono offerti anche in una versione più “snella”? Chiarite l’espressione “a chilometro 0” e spiegate come le emissioni eccessive di CO2 influiscono negativamente sull’ambiente e, in particolare, sul riscaldamento globale e sui cambiamenti climatici (vedi schede 1, 2 e 4). Incoraggiate qualche allievo ad avviare una ricerca su questi complessi argomenti. Introducete il concetto di filiera breve, così importante per i prodotti alimentari. Chie- SCHEDA 15 dete ai bambini di prendere in esame il contenuto di energia grigia (vedi scheda “Non nascondetevi dietro una bottiglia d’acqua”) relativo alla bistecca di un vitellone allevato in Olanda e nutrito con mais d’importazione rispetto a quella di un bovino toscano alimentato con mangimi locali e poi venduto in provincia di Grosseto. E poi: è proprio necessario mangiare carne tutti i giorni? Negli U.S.A. è stato già proposto di fare, una volta alla settimana, il “giorno dell’insalata”, per alleggerire un po’ il consumo generale di energia: anche la salute se ne avvantaggerebbe. 55 Considerazioni finali Tutte le osservazioni fatte portano ad aumentare la consapevolezza e la responsabilità del consumatore, che, con le sue scelte, potrebbe diventare “coautore” del processo di produzione. Invitate i bambini a riflettere su questo aspetto e a proporre qualche piccolo cambiamento nelle loro abitudini e in quelle della famiglia. Ad esempio comprare al supermercato ma con un occhio a frutta e verdura prodotti localmente, oppure andare più spesso al mercato rionale, dove buona parte della merce è venduta dai produttori diretti. Proponete ai ragazzi di fare qualche domanda a un rivenditore disponibile, chiedendogli, fra l’altro, quanto incidono sulla sua spesa (e quindi anche sulla vostra) i costi del trasporto. un progetto Klorane viviDARIA Belli buoni e... vicini SCHEDA alunno Anna va con la mamma a fare la spesa al supermercato. Si comincia con i biscotti: la mamma sceglie alcuni pacchi di una marca non reclamizzata ma che lei conosce bene perché lo stabilimento di produzione è in zona. Anna però dice: “Dai prendiamo le merendine di quella pubblicità in televisione” e la mamma la accontenta. Anna e la mamma passano, poi, al reparto dell’acqua minerale, superano le confezioni in vetro (troppo pesanti da portare!) e si fermano davanti alle confezioni di acqua imbottigliata in una plastica di un bell’azzurro. “Forse dovremmo deciderci a prendere un’acqua locale - dice la mamma - questa viene davvero da troppo lontano, ma è buona e poi è molto frizzante, come piace a te”. Nel supermercato vendono anche il latte alla spina ed è conveniente perché costa meno, ma la mamma non si fida: sarà davvero igienico? E così finisce per comprare il latte in cartone, confezionato in una regione diversa dalla sua. Ecco le uova: ci sono scritte sopra un sacco di sigle e di numeri Anna chiede alla mamma cosa significano. La mamma ammette che guarda solo la scadenza e Anna si ripromette di informarsi meglio. Le sembra di ricordare di aver sentito alla televisione che dalla scritta si può capire se le uova provengono da galline allevate in batteria oppure da galline “ruspanti” che camminano sul terreno e anche che cosa mangiano. “Non so se tutto questo influisca sul sapore delle uova - pensa Anna - ma almeno possiamo sapere se si tratta o no di ‘galline felici’ e anche questo è importante” Ecco il reparto frutta e verdura: è colorato, vivace, ha un buon profumo e ad Anna piace molto. La mamma deve prendere le patate. Quali? Quelle arricchite con il selenio saranno veramente migliori per la salute? Nel dubbio, le prende, poi cerca le zucchine per fare il risotto. Come mai costano così tanto e sono così bruttine? “Ah già, pensa la mamma, non è più stagione sono di serra. Pazienza le prendo 56 lo stesso”. E la frutta? Meglio comprare quella di stagione, spiega la mamma ad Anna, perché è maturata naturalmente ed ha un buon contenuto nutritivo, quella esotica, invece, viene colta acerba e si matura durante i tempi lunghi del trasporto. Un po’ in disparte c’è il banchetto dei prodotti provenienti dalla campagna. La lattuga è bella, ma è così piena di terra! Ci vorrebbe troppo tempo per lavarla bene, meglio prendere una busta di insalata confezionata. Ci sono anche mele provenienti dalla stessa zona, ma sono piccole e un po’ segnate: non c’è paragone con quelle mele grandi tutte uguali, rosse e lucenti come la mela di Biancaneve! La mamma finisce per prendere queste. Chissà come mai, pensa intanto Anna, un numero sempre maggiore di cose da mangiare arrivano da posti sempre più lontani! La mamma ha persino comprato un bellissimo aglio che viene dalla Cina! Possibile che un paese di consumatori d’aglio come il nostro, debba finire per importarlo dall’estero? “C’è qualcosa che non va, si dice Anna. A pensarci bene la maestra ha accennato a qualcosa come ‘spesa a chilometro 0’. Domani in classe le chiedo altre spiegazioni - decide Anna”. 57 un progetto Klorane viviDARIA SCHEDA INSEGNANTE COSA FARE Adottare uno stile di vita che sia in sintonia con la natura comporta fare scelte precise in quasi tutti i momenti della vita: mentre si gioca, dentro casa, facendo la spesa e anche quando si decide quale cosmetico o quale medicinale usare. Molti preparati farmaceutici, infatti, provengono da elementi chimici di sintesi, ma altri sono estratti direttamente dalle piante. Una visione più completa delle piante come protagoniste di un processo globale di utilizzazione e di commercializzazione può passare anche attraverso la conoscenza delle fasi della fitofiliera che portano al prodotto che troviamo in farmacia. La prima parte del procedimento riguarda soprattutto l’esplorazione a tutto campo della biodiversità mondiale e la ricerca delle piante di cui si sa (o si presume) che contengono principi attivi. Questa prima fase deve essere accompagnata da una buona conoscenza delle caratteristiche dell’ecosistema delle piante e in generale della loro ecologia. Parti- scheda 16 Il mondo in farmacia La conoscenza di una fitofiliera aiuta il consumatore a fare una scelta consapevole Materiale occorrente Elenco delle piante officinali europee ed extraeuropee in allegato, materiali di approfondimento, accesso a internet, depliant di case farmaceutiche o altri depliant reperibili in farmacia, cartoncini, fogli di acetato, infuso di tè, o caffé forte. colarmente preziosa, quindi, si è rivelata e si rivela tuttora, l'antica sapienza, degli sciamani e dei “curanderos” (guaritori) dei paesi dell’area amazzonica che, in molti casi collaborano direttamente con gli studiosi impegnati nei laboratori di ricerca delle industri farmaceutiche e cosmetiche. La seconda parte della filiera riguarda invece l’estrazione e l’elaborazione di principi attivi vegetali, che vengono effettuate attraverso il procedimento industriale adatto. In tutti i momenti della fitofiliera, comunque, è indispensabile adottare un’etica comportamentale corretta. Il rischio fondamentale, per quanto riguarda le piante esotiche, è, infatti, quello di “depredare” il patrimonio vegetale di molte popolazione indigene, soprattutto del Sud America che vivono tuttora quasi esclusivamente dei prodotti spontanei locali. La forma più ecocompatibile di utilizzazione delle piante con principi cosmetici o medicinali consiste nella loro coltivazione in loco in terreni idonei acquistati o affittati a questo scopo, in modo da evitare che la popolazione di piante spontanee possa essere im- 58 OBIETTIVI al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: • Comprendere il significato del termine fitofiliera • Sapere identificare le varie fasi di una fitofiliera e distinguerne le caratteristiche • Prendere coscienza della vastità delle risorse vegetali mondiali e della loro localizzazione geografica • Essere consapevoli della necessità di un comportamento ecocompatibile nei confronti della biodiversità globale • Realizzare una carta tematica poverita o, perfino, scomparire, come purtroppo è già accaduto. Anche in Europa, esistono vaste distese di campi coltivati di lavanda in Provenza, di gelsomino e di bergamotto nel sud della Calabria, di rose in Bulgaria e perfino di ortica nei paesi dell’Est, a scopi cosmetici e gastronomici. Nella fasi finali della filiera, che si svolgono nei paesi tecnologicamente avanzati, è ugualmente necessaria l’adozione di un comportamento responsabile, rispettoso degli standard di sicurezza ambientale, soprattutto per quanto riguarda i prodotti chimici utilizzati nell’estrazione e nella depurazione delle sostanze prime. Per approfondire la conoscenza di questo mondo chiedete ai ragazzi di esaminare l’elenco delle piante officinali europee ed extra europee della scheda alunno e sceglietene alcune da studiare più approfonditamente. Non sarà certamente facile ricostruire per ogni pianta presa in esame le prime fasi della fitofiliera (ecosistema di partenza, caratteristiche ambientali ecc.). È possibile tuttavia ricavare informazioni consultando internet e gli opuscoli e i depliant informativi delle più importanti case di produzione. Per visualizzare concretamente la biodiversità complessiva delle piante e la loro distribuzione geografica i ragazzi potranno preparare dei grande cartelloni rappresentanti i diversi continenti, sui quali riporteranno il disegno della pianta in questione collocata visivamente nel suo luogo di origine. Il cartellone potrà essere corredato da una legenda esplicativa contenenti le caratteristiche essenziali della pianta. In alternativa, gli studenti, singolarmente o in piccoli gruppi po- SCHEDA 16 tranno preparare un piccolo atlante personalizzato fatto di carte geografiche con i luoghi di origine delle diverse piante messi in evidenza. Una soluzione più economica può essere quella di una carta geografica di base sulla quale sovrapporre, di volta in volta, altre carte disegnate su fogli di acetato con il solo contorno dell’area di distribuzione ma contenente all’interno, ingrandito a volontà, il disegno della pianta in questione. Qualche gruppo potrebbe essere interessato a un’elaborazione artistica delle mappe in modo da produrre un album di carte anticate simili a quelle in possesso degli antichi esploratori. Per anticare la mappa preparate del tè forte e del caffè e quando saranno freddi, utilizzateli per imbibire uno straccio che poi passerete sul foglio di carta. Fate attenzione a non esagerare con il “colorante” e dosate i chiaroscuri. Quando si sarà asciugato, il foglio avrà l’aspetto di una vecchia pergamena, ma potrete accentuare l’aspetto vetusto praticando dei piccoli strappi laterali: con una mano tenete fermo il foglio e con l’altra date delle piccole “schicchere” (facendo scattare il dito medio trattenuto dal pollice) subito sotto la presa. Anche la legenda potrebbe essere scritta in caratteri corsivi simili a quelli di una vecchia mappa del tesoro. Questa è evidentemente la fase finale di un lavoro di ricerca che può risultare piuttosto impegnativo, soprattutto se, per ogni pianta considerata, di metterà a punto una scheda contenente, oltre alle caratteristiche morfologiche e ambientali, anche elementi storici e aneddotici (per approfondimenti vedi la scheda alunno). 59 Considerazioni finali Invitate i ragazzi a riflettere sulle diverse fasi delle fitofilere e sul fatto che, sebbene le piante possano avere fisicamente una diversa localizzazione, i principi generali di sostenibilità e di rispetto dell’ambiente si basano sempre sulle stesse regole generali. La conoscenza della filiera che porta alla produzione di un determinato prodotto, può far riflettere i ragazzi sulla possibilità da parte del consumatore di fare una scelta mirata qualora sia messo in grado di sapere cosa c’è “dietro” al prodotto che acquista. Se lo ritenete opportuno, o se non avete affrontato ancora l’argomento approfondite il concetto di sostenibilità. Chiedete ai ragazzi di fare una ricerca per scoprire se esistono dei trattati internazionali che regolamentano lo sfruttamento della biodiversità delle piante esotiche (se utilizzano internet fate inserire le parole chiave biodiversità, convenzione, commercio). I ragazzi ritengono che, ancora oggi, sia possibile comportarsi come fecero gli inglesi alla fine del 1800 a proposito delle piante dell’albero della china? Uno spunto interessante di riflessione potrebbe essere il problema della disponibilità di farmaci essenziali alla sopravvivenza nei paesi del Terzo Mondo e il nostro impegno morale ad ottenere dalle case di produzione una distribuzione a un prezzo simbolico. un progetto Klorane viviDARIA Il mondo in farmacia SCHEDA Alunno L’amaro che guarisce Nella seconda metà del XVII secolo, si diffuse in Europa la storia di una bellissima spagnola, la contessa di Chincòn: colpita dalle febbri malariche mentre si trovava a Lima, in Perù, la dama sarebbe stata curata con una amarissima ma efficace medicina estratta, dalla corteccia di un albero della foresta pluviale andina, che era chiamata, nella lingua indigena, “quina quina” o, più semplicemente, “quinquina”. La contessa, guarita, avrebbe poi diffuso il prezioso rimedio in Europa. In seguito si scoprì che questa sostanza oltre ad avere un potere terapeutico sulle febbri malariche ha anche proprietà stimolanti della circolazione superficiale della pelle in particolare quella del cuoio capelluto. La storia del chinino (che in effetti fu portato per la prima volta a Roma dai gesuiti) non corrisponde alle vicende reali della vita della Contessa, ma ispirò, tuttavia, a Linneo il nome scientifico di Cinchona, dato all’albero della China. Verso la metà del 1800, la domanda di chinino era in rapida crescita, per la presenza diffusa della malaria in tutto il mondo, ma il ritmo di abbattimento degli alberi di China delle foreste sudamericane era così alto, da far temere una loro possibile estinzione. Le nazioni come l’Olanda e l’Inghilterra, che avevano colonie in tutto il mondo, cominciarono quindi a porsi il problema (in parte umanitario, ma in parte ancora maggiore economico) di trapiantare gli alberi di China in altri paesi dal clima adatto, come ad esempio l’India, che era una colonia inglese. Trasportare le piante dal loro habitat naturale verso l’India o l’Estremo Oriente diventò, quindi, una vera e propria sfida. Dall’Inghilterra partirono contemporaneamente verso il Sudamerica diverse spedizioni, così da garantire il successo di almeno una di esse, nonché la necessaria rapidità di azione prima (così fu scritto testualmente) “che si risvegliasse la meschina gelosia delle popolazioni delle repubbliche sudamericane”. Per la verità, le obiezioni dei governi locali ci sembrano oggi più che giustificate, anche se dobbiamo dire che, di fatto, l’operazione di “asporto” delle piantine di Cinchona non era illegale, giacché non esisteva nessuna legge che la impedisse (il governo dell’Ecuador si affrettò a farla, anche se troppo tardi, appena si rese conto della situazione). Il resoconto dell’unica spedizione inglese che ebbe successo non ha niente da invidiare ad un romanzo di avventura. Per prelevare e trasportare i semi e le giovani piantine di Cinchona fu necessario navigare lungo fiumi impetuosi e andare a dorso d’asino per impervi sentieri di alta montagna, curandole costantemente e proteggendole in apposite cassette di vetro. Alla fine, le piantine riuscirono a superare anche il viaggio per mare fino all’Inghilterra, per poi proseguire verso l’India, lungo un percorso che comportava cambiamenti di clima e numerosi carichi e scarichi in vari porti. Le cure e le attenzioni dei botanici e dei giardinieri inglesi permisero, tuttavia, a 463 piantine di albero della China di arrivare in India. Solo cinque anni più tardi le piantagioni indiane ospitavano ben 244.000 esemplari di Cinchona: il problema del fabbisogno mondiale di chinino era così avviato verso una soluzione positiva. 60 Due “parenti” molto diverse: la peonia europea e la peonia cinese I poteri curativi della peonia erano ben conosciuti fra i Greci e i Romani. Il mito, infatti, fa risalire il suo nome al medico greco Peone, che usò il succo di una pianta fino a quel momento senza nome, per curare il piede del dio Plutone, ferito da Ercole. Il fiore in seguito prese il nome dal medico che l’aveva usato per primo. In Estremo Oriente, e soprattutto in Cina, la peonia, invece, era nota anticamente soprattutto per la sua bellezza, apprezzata al punto che un singolo fiore perfetto poteva raggiungere il prezzo di cento pezze di seta. Malgrado questo aspetto frivolo, anche i cinesi, però, apprezzavano i principi curativi della pianta contenuti soprattutto nelle radici. Del resto anche in Europa, in epoca medioevale se ne metteva un pezzetto al collo dei bambini per proteggerli dai disturbi nervosi (ma pensate davvero che si trattasse di una pratica efficace?). La tradizione medicinale cinese, più realisticamente, la prescriveva nel trattamento delle malattie febbrili e come farmaco antinfiammatorio, soprattutto per le malattie della pelle in generale e del cuoio capelluto in particolare. In Cina la peonia fiorisce a maggio, ma l’intera pianta è raccolta in autunno. Le radici essiccate al sole e lavate, vengono poi inviate ai laboratori farmaceutici per l’estrazione dei principi attivi. Il papiro, un pianta ...che cita se stessa. Non è facile trovare una pianta che ...parli di sé stessa, ma è quello che avviene, invece, per il papiro, le cui fibre, come è noto, furono sfruttate in Egitto per farne un particolare tipo di “carta” su cui scrivere. Il rotolo più antico che esista, il famoso papiro di Ebers, datato a più di 6.000 anni fa, cita fra le altre piante contenenti principi cosmetici e medicamentosi, anche il papiro, dai cui tubercoli (posti sulle radici), si estraeva un latte cosmetico da mettere sui capelli. Già a quell’epoca le dame egiziane ne apprezzavano le qualità nutrienti e, soprattutto, liscianti, sui capelli crespi, secchi e difficili da pettinare. Originaria dell’Africa Orientale, la pianta del papiro è stata portata dagli Arabi in Europa e, in particolare, in Sicilia, dove ancora oggi si possono trovare alcuni esemplari spontanei, su terreni sabbiosi e umidi. Oltre ad avere le qualità dermatologiche già citate, le foglie di papiro vengono anche usate tradizionalmente per calmare il mal di testa; la pianta, inoltre, è anche commestibile e può servire per preparare delle bevande. Il piretro, un crisantemo che uccide gli insetti. Fra i tanti prodotti di origine vegetale utilizzati dall’uomo, c’è anche il piretro, contenuto nei fiori di alcuni tipi di crisantemo. Le molecole che lo compongono hanno una buona capacità insetticida e essendo biodegradabili, (sono demolite in particolare dai raggi ultravioletti) non si accumulano nell’ambiente. Il piretro, conosciuto anche come “polvere persiana” perché noto ai Persiani e ai Cinesi già qualche secolo fa, è arrivato nel 1700 in Europa, dove l’inevitabile presenza di parassiti del corpo e dei vestiti, dovuta alle scarse condizioni igieniche, lo rendeva prezioso. Questa polvere vegetale, cosparsa sul corpo e sugli abiti, dava infatti, buoni risultati disinfestanti. Ancora durante la Seconda Guerra Mondiale, i soldati americani impegnati sul fronte del Pacifico ricevevano in dotazione un sacchetto dell’utilissima polvere, proveniente dalle piantagioni delle Filippine, per combattere i parassiti che li divoravano. Quando le coltivazioni che davano il piretro caddero nelle mani dei giapponesi, gli americani dovettero mettersi alla ricerca di una soluzione alternativa. Nel frattempo, nel corso di uno studio sulle possibili sostanze insetticida, uno studioso svizzero si era imbattuto in un composto che era stato scoperto più di un secolo prima, ma non aveva trovato, fino a quel momento, una valida utilizzazione. La molecola di sintesi, che si rivelò capace, agendo per contatto, di superare la dura corazza degli insetti, aveva un complesso nome chimico, ma fu ben presto nota come DDT. La sua capacità di risolvere il problema dei parassiti era indubbia ma altre sue caratteristiche, come, ad esempio, la scarsa biodegradabilità, si rivelarono ben presto molto pericolose per l’ambiente. Ma questa è un’altra storia! 61 un progetto Klorane Il mondo in farmacia viviDARIA SCHEDA ALUNNO NOME SCIENTIFICO Abies alba Achillea millefolium Aconitum nepellus Aesculus hippocastanum Agave americana Alliaria petiolata Allium cepa Allium sativum Aloe barbadensis Althaea officinalis Amaranthus retroflexus Ambrosia Ananas bracteatus NOME COMUNE Abete bianco Achillea Europa Europa - Asia Aconito Europa Ippocastano Albania Grecia America tropicale Europa - Asia Agave Alliaria comune Cipolla Aglio Aloe vera Altea comune Amaranto comune Artemisia Ananas NOME SCIENTIFICO Angelica arcangelica Antirrhinum majus Arnica montana Artemisia Absinthium Artemisia vulgaris Asarum europaeum Asparagus officinalis Aucuba japonica Avena sativa Betula pendula Borago officinalis Bryonia dioica ORIGINE NOME COMUNE Angelica ORIGINE Europa Bocca di leone Europa Nord Africa Arnica Europa Assenzio Europa Artemisia Europa Baccaro Europa - Asia Asparago Asia Aucuba Avena Betulla Borragine Cina e Giappone Europa Europa - Asia Europa Vite bianca Europa Zucca selvatica Buddleja davidii Albero delle Cina farfalle Calamintha Nepetella Europa nepeta Calendula Calendula Europa officinalis Calluna Brugo Europa - Asia vulgaris Calystegia Vilucchio Europea sepium bianco Camelia sinensis Tè verde Cina Capsella bursa Borsa del Europa pastoris pastore Capsicum Peperoncino Sud America annuum Asia Asia Nord Africa America tropicale Nord America Nord America Sud America 62 NOME SCIENTIFICO Cardamine hirsuta Castanea sativa Cedrus atlantica rocco Centaurea cyanus Centaurium erythraea Centella asiatica Chinchona officinalis Cichorium intybus Cirsium arvense Cirsium vulgare Citrus limon Citrus medica Citrus sinensis Clematis vitalba Clerodendrum trichòtomum Clinopodium vulgare Cochlearia officinalis Coffea arabica Coleus blumei Commiphora myrrha Conium maculatum Coriandrum sativum Corylus avellana Crataegus monogyna NOME COMUNE Cardamine ORIGINE Europa - Asia Castagno Europa - Asia Cedro atlantico Algeria - MaFiordaliso Centaurea minore Centella Albero della China Cicoria Area mediterranea Europa - Asia Nord Africa Asia Sud America Europa - Asia Cardo campestreEuropa Cardo asinino Europa - Asia Limone Asia Cedro Asia Arancia Asia Vitalba Europa Clerodendro Cina e Giappone Consolida minore Coclearia medicinale Caffè Coleus Mirra Cicuta Coriandolo Europa Europa Etiopia Isola di Giava Asia Nord Africa Europa nocciolo Area mediterranea Europa - Asia Biancospino Europa NOME NOME ORIGINE SCIENTIFICO COMUNE Europa Crepis vesicaria Vescicaria Crocus sativus Zafferano Europa - Asia Cruciata laevipes Croce dei fossi Europa - Asia Erba croce Cucurbita pepo Zucca Nord America Cynara scolymus Carciofo Europa - Asia Cyperus papyrus Papiro Nord Africa Sud Italia Cytisus scoparius Ginestra Europa Datura Stramonio Asia stramonium Daucus carota Carota Europa - Asia Dictamnus albus Limonella Europa - Asia o Frassinella Dryopteris Felce maschio Europa - Asia filix-mas Nord America Echinacea Echinacea Nord America purpurea Echium vulgare Erba viperina Europa Epilobium Garofanino Europa - Asia hirsutum d'acqua Viola di palude Equsetum Equiseto Europa Asia arvense Erica carnea Erica Europa Erigeron Saeppola Nord e Centro canadensis canadese America Erodium Becco di grù Ubiquitario cicutarium comune Eschscholzia Papavero della Nord America californica California Ficus carica Fico Asia Filipendula Olmaria Europa Asia ulmaria comune Fragaria vesca Fragola selvatica Europa Asia Fumaria Fumaria Europa Asia officinalis Galega Carpaggine Asia officinalis Ruta di Capra Galinsoga Galinsoga Sud America parviflora Gardenia Monoi Thaiti tahitensis Gentiana lutea Genziana Europa maggiore Ginkgo biloba Ginco Cina Glechoma Edera terrestre Europa Asia hederacea Glycine soja Soia Asia Gymnema Gimnema India sylvestre 63 NOME SCIENTIFICO Hamamelis virginiana Harpagophytum procumbens Hedera helix Helianthus tuberosus Helichrysum italicum Hibiscus syriacus Humulus lupulus Hypericum perforatum Hyssopus officinalis Isatis tinctoria Jasminum officinale Juglans regia Lactuca serriola Laurus nobilis Lavandula officinalis Lawsonia inermis Linaria vulgaris Linum usitatissimum Lippia triphylla Lonicera caprifolium Lonicera japonica Lysimachia vulgaris Lythrum salicaria Mahonia aquifolium Malva silvestre Mangifera indica Matricaria recutita Medicago sativa Melaleuca alternifolia Melissa oficinalis NOME COMUNE Amamelide Artiglio del diavolo Edera Topinambur Elicriso ORIGINE Nord America Sud Africa Area mediterranea Nord America Ibisco Area mediterranea Asia Luppolo Europa Asia Iperico Europa Asia Nord Africa Europa Asia Issopo Glasto comune Sud America Gelsomino Asia Noce comune Lattuga selvatica Alloro Lavanda Henné Asia Sud Europa Sud Asiatico Europa Area mediterranea Nord Africa Lanajola comune Lino Europa Asia Cedrina Caprifoglio comune Caprifoglio giapponese Mazza d'oro comune Salcerella Verga rossa Maonia Sud America Europa Asia tropiacale Cina - Giappone Europa Asia Europa Asia America Nord America Malva selvatica Europa mango India Camomilla Europa Asia Erba medica Tea-Tree Asia Australia Melissa Europa 64 NOME NOME ORIGINE SCIENTIFICO COMUNE Mentha piperita Menta Europa Mirtus Mirto Area communis mediterranea Myosoton Stellaria Europa - Asia aquaticum aquatica Nelumbo Fior di Loto Asia nucifera Ocimum Basilico Asia tropicale basilicum Oenothera biennis Enagra comuneNord America Olea europea Ulivo Bacino mediterraneo Origanum Origano Europa volgare Asia occid. Oryza sativa Riso Asia Oxalis Acetosella Madagascar pes-caprae gialla Panax ginseng Ginseng Asiatica Parietaria Paretaria Europa officinalis Pastinaca Pastinaca Euro-Siberiana comune sativa Peonia officinalis Peonia Europa Petroselinum Prezzemolo Europa centrale crispum Pimpinella Anice Nord Africa anisum e Asia Pinus Pino Himalaya wallichiana dell' Himalaya Plantago Piantaggine Nord America lanceolata minore Plantago Major Piantaggine Asia maggiore Polygonum Pepe d´acqua America hydropiper Primula Primula Asia minore vulgaris comune e Caucaso NOME SCIENTIFICO Prunus amygdalus Punica granatum Raphanus sativum Rhodiola rosea Ribes nigrum Rosa affinis rubiginosa Rosa canina Rosmarinus officinalis Rubus ulmifolius Rumex acetosella Ruscus aculeatus Ruta graveolens NOME COMUNE Mandorlo Asia Melograno Asia Rafano Nero Europa Radice d’oro Asia Ribes nero Nord America Rosa mosqueta Messico Rosa canina Rosmarino Rovo Acetosella Pungitopo Ruta Salvia Salvia officinalis Salvia pratensis Salvia dei prati Sambucus nigra Sambuco Santalum album Sandalo Sesamum Sesamo indicum Sicyos Zucca angulatus spinosa Silene alba Silene bianca Silene vulgaris Silybum marianum Simmondsia chinensis Solanum dulcamara Solanum nigrum Solidago gigantea Stellaria media Symphytum officinale Tanacetum cneariifolium ORIGINE Europa Asia Area mediterranea Area mediterranea Europa Asia Europa Area mediterranea Area mediterranea Area mediterranea Eropa Asia India Asia NOME SCIENTIFICO Taraxacum officinalis Theobroma cacao Thymus membranaceus Trigonella foenum-graecum Triticum spp. Tropaeolum majus Urtica dioica Vaccinium myrtillus Valeriana officinalis Vanilla planifolia Verbena officinalis Viaccinium macrocarpon Vinca rosa Viola odorata Nord America Area mediterranea Silene rigonfia Cosmopolita Cardo Mariano Area mediterranea Jojoba California Messico Morella Europa - Asia rampicante Nord Africa Morella comune Europa Verga d’oro maggiore Centocchio comune Consolida maggiore Piretro Viola tricolor Vitellaria paradoxa Vitex agnus-castus Vitis vinifera Xanthium strumarium Zea mays Nord America Europa Asia Europa Asia Coste dalmate 65 NOME COMUNE Tarassaco, dente di leone Cacao Timo rosso di Spagna Fieno greco Grano Nasturzio cappuccina Ortica Mirtillo ORIGINE Europa - Asia Nord America Messico Spagna Asia Nord Africa Asia Perù Cosmopolita Nord America Valeriana Europa Vaniglia Verbena Messico Europa Cranberry Nord America Pervinca rosa Viola mammola Viola del pensiero Albero di Karitè Agnocasto Madacascar Europa - Asia Vite Bardana minore Mays Europa - Asia Africa Area mediterranea Europa Europa Sud America Natura compagna di giochi un progetto Klorane viviDARIA SCHEDA INSEGNANTE Nelle aree protette la natura promette divertimento e benessere Materiale occorrente Una benda per ogni coppia di bambini. OBIETTIVI tuita da lunghe ore trascorse davanti alla TV o con i videogiochi, o da attività fisiche che, se non sono svolte in palestra o in un ambiente chiuso possono essere addirittura attività “virtuali”. Manca soprattutto quella bellissima sensazione che dà il contatto con l’erba e le piante, con il rumore del vento e dell’acqua che scorre, con il cielo e con le nuvole viste attraverso le chiome degli alberi. COSA FARE Molte persone ricorderanno con piacere e nostalgia le giornate estive della loro infanzia passate in campagna, magari nella casa dei nonni, a giocare a nascondino fra gli alberi, con gli amici, o a fare lunghe camminate per raccogliere le more dalle siepi o a rubacchiare dalle piante qualche frutto, non ancora ben maturo. Ai bambini di oggi, invece manca sempre più spesso questa dimensione “naturale” sosti- scheda 17 Insomma, in generale, i bambini soffrono di un “deficit di natura” che limita non soltanto il loro benessere fisico e talvolta danneggia perfino la salute, ma anche la qualità della loro vita. Ne sono convinti gli statunitensi che per primi hanno lanciato una campagna per i Bambini in Natura, i cui principi sono stati adottati in una mozione del Congresso Mondiale sulla Conservazione (World Conservation Congress –UICN, Barcellona 2008) mirante a promuovere anche in altri paesi iniziative dello stesso genere. In Italia il testimone è stato raccolto dal progetto “Equilibri Naturali”. Comunicate alla classe che passerete una giornata all’aria aperta. Se non potete allontanarvi troppo, andrà bene anche il prato dietro la scuola, un giardino cit- 66 al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: • Constatare la consistente presenza in farmacia di prodotti a base vegetale accanto a quelli di sintesi • Nominare almeno due piante europee utilizzate in prodotti cosmetici o medicinali • Nominare almeno due piante esotiche utilizzate ai fini cosmetici o medicinali • Prendere coscienza del carattere globale della biodiversità vegetale tadino, o la spiaggia del vostro paese. L’ideale, però, sarebbe trascorrere una giornata in un’area protetta e certamente, non sarà difficile, fra le tante realtà italiane trovarne una vicina a casa vostra. L’Italia, lo sappiamo bene, è bella tutta: visitando una delle sue numerose aree protette, però si potrà avere la sicurezza di ammirare la natura nella sua massima espressione di equilibrio e di bellezza, e, chi sa? Potrebbe essere l’inizio di una buona abitudine! L’obiettivo dell’uscita è molto importante: giocare con la natura! Chiedete ai bambini se c’è qualcosa che hanno sempre desiderato fare in un bosco, in un prato o vicino a un fiume. Forse all’inizio ci sarà qualche perplessità: alcuni bambini, per esempio, potrebbero avere poca dimestichezza con l’ambiente naturale, ma non arrendetevi, incoraggiateli a dire proprio tutto quello che viene loro in mente, anche le cose apparentemente più assurde. Quando sarete soddisfatti del risultato scegliete le attività che potrete svolgere nel luogo da voi prescelto e promettete ai bambini che, una volta sul campo, avranno via libera. Fra le attività che potrete svolgere ne elenchiamo alcune. Tutti gli odori del prato Scegliete un prato leggermente in pendio che finisca in piano o con una salita. Fate stendere i bambini a terra, uno per volta, con le braccia stese sopra la testa e poi invitateli a rotolare giù. Se è possibile fate voi il primo “giro” e poi aspettate i ragazzi alla fine del percorso. Quando arrivano, fateli rimanere seduti finché non smaltiscono l’inevitabile sensazione della testa che gira, e poi invitateli ad annusarsi, se il prato è formato da tante erbe diverse, avranno raccolto una vera collezione di profumi verdi! Una casetta tutta per me Una casa sull’albero è il sogno di ogni bambino. Purtroppo è un traguardo abbastanza difficile da raggiungere, per vari motivi, non ultimo quello della sicurezza. Si può, comunque, soddisfare il desiderio di crearci un “rifugio” costruendo una casetta a terra, che utilizzi materiale esclusivamente già caduto. Limitatevi a consigliare di utilizzare un albero, una parete di roccia, un forte pendio come struttura portante su cui appoggiare, rami e frasche, SCHEDA 17 nonché a sconsigliare di utilizzare pietre più o meno pesanti perché potrebbero essere pericolose se cadessero e perché potrebbero essere il tetto della tana di animali, quali i serpenti. Per il resto, controllate che non arrechino danni alla natura e lasciate che i bambini sfoghino la loro creatività. Un tesoro molto strano Fate una passeggiata e invitate i bambini a raccogliere il maggior numero possibile di semi diversi. Alla fine del percorso confrontate i “bottini” e date dei nomi di fantasia ai vari semi. Proponete una serie di premi per la collezione più numerosa, per il seme più strano, per il nome più fantasioso. Una rana che mangia il gelato Se avete scelto una giornata un po’ nuvolosa e ventosa per la vostra uscita, invitate i bambini a sdraiarsi a terra (magari sull’erba) e a guardare il cielo “per riconoscere figure nelle forme che il caso e il vento hanno dato alle nuvole” (I. Calvino). Si tratterà di una nave a vele spiegate o di un dinosauro? Qualcuno riesce a vedere la rana che mangia il gelato? Oppure si è già trasformata in una caffettiera sopra un treno con tanto di sbuffi di fumo? Il mio amico albero Dividete la classe in coppie, e spiegate che il gioco li vedrà impegnati a turno. Bendate uno dei componenti della coppia e chiedete all’altro di accompagnarlo a toccare un albero di suo scelta. Spiegate che l’accompagnatore è custode della sicurezza dell’altro, ma può fargli fare un percorso tortuoso perché non capisca in che direzione si sta muovendo. Una volta giunti all’albero prescelto, il bambino bendato dovrà toccare l’albero e i suoi dintorni allo scopo di riconoscerlo una volta che sarà tornato alla base e gli avranno tolto le bende. Quando l’avrà riconosciuto (e per quanto possa 67 sembrare difficile lo riconoscerà!) potrà bendare il suo compagno e ripetere il gioco. Corri corri Appena arriveranno in uno spazio verde, se saranno liberi di fare come vogliono, i bambini cominceranno a correre a perdifiato. Lo sapete bene, i bambini non si spostano camminando, ma correndo, soprattutto se si sentono eccitati. Lasciateli fare per un po’, probabilmente è il modo migliore per celebrare la gioia di essere liberi dal divano, dalla televisione e da qualsiasi altro marchingegno elettronico. Considerazioni finali Al termine della giornata all’aria aperta proponete ai bambini di coinvolgere i genitori negli stessi giochi che hanno fatto loro, invitateli a farlo il prima possibile, il giorno dopo o la prima domenica disponibile. Dopo qualche giorno chiedete se sono riusciti nell’intento di far giocare amici e parenti con la natura. Se i risultati non sono stati soddisfacenti organizzate una giornata “istituzionale” con genitori, bambini, insegnanti sul campo. Prima, però, preparate una serie di documenti per persuadere i genitori dell’importanza del contatto con la natura. L’argomento migliore sarà proprio l’entusiasmo dei loro figli, quindi provate a trascrivere le risposte dei bambini alle seguenti domande, o, meglio ancora a riprendere il dibattito. • Ti sei divertito a giocare con la natura? • Cosa ti è piaciuto di più? • Se dovessi scegliere fra una giornata in casa con i tuoi giochi preferiti e una come quella trascorsa in natura cosa sceglieresti? un progetto Klorane viviDARIA SCHEDA INSEGNANTE Fate la cosa giusta Una campagna di comunicazione è uno strumento utile per impegnarsi a favore di uno stile di vita sostenibile OBIETTIVI COSA FARE Peri impegnarsi ad avere uno stile di vita sostenibile non bisogna necessariamente fare grandi cambiamenti nella propria vita e non si deve nemmeno aspettare un momento particolare, come, per esempio, quello in cui dovrete costruire o ristrutturare una casa. L’impegno può cominciare poco a poco, con i gesti quotidiani: spegnendo le luci inutili, proponendo agli amici di usare una sola macchina per gli spostamenti, facendo la raccolta differenziata dei rifiuti, scegliendo di acquistare un prodotto di cui si conosce da fitofiliera. Il gesto di scegliere uno shampoo prodotto con fitofiliera, piuttosto che un altro, in particolare, è un’azione che richiede decisamente poca “fatica” ma molto significativa, perché è l’atto finale di un lungo processo che parte dalla conoscenza e dalla conservazione della biodiversità scheda 18 mondiale e prosegue attraverso la ricerca e la produzione controllata. Proponete ai bambini di sviluppare questo tema realizzando la scheda “Il mondo in farmacia”, se non lo avete già fatto, e di impegnarsi in prima persona per far conoscere anche ai genitori, agli altri bambini della scuola, persino alle persone del quartiere, i vantaggi dei prodotti cosmetici e farmaceutici realizzati attraverso una fitofiliera. Provate, insomma, a realizzare una e vera e propria campagna di comunicazione. Per essere sicuri di esprimere al meglio quello che voi e la vvostra classe volete comunicare, seguite una tabella di lavoro utile per fissare i vari passaggi. • Scrivete per punti per quali motivi pensate che la fitofiliera sia importante, sostenibile, etica. • Chiedete ai bambini di fare una ricerca preliminare su ri- 68 al termine dell’attività i ragazzi saranno in grado di: • Lavorare in gruppo • Valorizzare il lavoro svolto durante l’anno • Mettere chiaramente a fuoco il concetto che si vuole comunicare • Comprendere l’importanza di una comunicazione efficace • Accettare e valorizzare il feedback ricevuto al fine di migliorare l’efficacia del messaggio viste e giornali per scoprire quali titoli o pagine, attirano maggiormente l’attenzione e di annotare quali sono le caratteristiche che li hanno colpiti più. • Estendete la ricerca agli spot televisivi e, anche in questo caso, chiedete di annotare quali elementi della pubblicità l’hanno resa facile da ricordare o gradevole da rivedere, e quali, al contrario, la ren- dono a loro avviso particolarmente fastidiosa. • Chiedete ai bambini di pensare a tutto il materiale che hanno visionato e di provare a scrivere quali elementi hanno contribuito a suscitare in loro divertimento, emozione, sorpresa, paura • Riunite le annotazioni di tutti e fate una riflessione di gruppo prima di cominciare a progettare il modo di procedere nella campagna di comunicazione. • Definite chiaramente quali sono i messaggi che volete trasmettere. Cercate di chiarire se volete far “passare” un unico messaggio incisivo o preferite lavorare su più punti (al massimo 34) legati fra loro. • Decidete su quali stati d’animo volete lavorare: benessere, preoccupazione per il futuro del pianeta o della propria famiglia, indignazione, orgoglio, desiderio di sentirsi a posto con la coscienza. • Passate in rassegna i diversi tipi di strumenti di cui potreste avvalervi per fare una campagna di informazione: video, spot radio, sole immagini, immagini e testi da montare graficamente come se si trattasse della pagina di una rivista, o un cartellone stradale, testi quali poesie, filastrocche, storie, fumetti. • Spiegate ai bambini che esiste uno strumento molto interessante per favorire la produzione creativa che si chiama brainstorming e spiegatene regole e finalità. La parola significa alla SCHEDA 18 lettera “tempesta di cervelli” e indica esattamente quello che dovrete fare: produrre idee liberamente. Spiegate ai bambini che per circa 20 minuti potranno dire tutto quello che viene loro in mente rispetto all’argomento che state trattando; voi prenderete nota di tutte le idee e nessuno dovrà esprimere giudizi su quello che verrà detto. A tempo scaduto, se lo riterrete opportuno, rileggerete quanto avrete prodotto e, agendo come gruppo, comincerete ad eliminare le idee che non servono e a tenere quelle migliori. Usando questo procedimento potrete facilmente individuare l’idea migliore. • Per ogni strumento di comunicazione che vi piacerebbe usare, favorite un brainstorming per delineare alcune idee di base. Poi confrontatele e scegliete di portare avanti solo i lavori che si prospettano più promettenti. • Sulla base di quanto volete esporre e dei messaggi che intendete trasmettere definite delle frasi. • Prima di procedere alla realizzazione finale tenete presente alcuni criteri basi della comunicazione: • i testi devono essere brevi e incisivi; • se decidete di produrre pannelli o prototipi di pagine di riviste, i colori delle scritte devono essere di contrasto con lo sfondo. Una parola composta da lettere tutte di colore diverso e di colori tenui si leg- 69 ge facilmente solo se è composta con perizia, come nel caso del logo del progetto Vividaria; evitate di utilizzare comunque questa difficile tecnica per frasi composte da più di due parole. • Siate disposti ad essere elastici e cambiare idea sulla base dei feedback ricevuti. Considerazioni finali Una volta completato la campagna, chiedete ai ragazzi di riflettere sulle difficoltà incontrate, ponendo alcune domande. • È stato semplice scegliere fra i tanti materiali prodotti quelli più adatti ad illustrare il lavoro svolto e a metterne in evidenza il tema centrale? • Avete incontrato difficoltà nel conciliare le opinioni personali con le decisioni finali del gruppo? • Pensate di essere riusciti a trasmettere il messaggio? Provate ad accertarvene intervistando un campione di persone cui avrete sottoposto la vostra campagna di comunicazione. un progetto Klorane viviDARIA il potere delle piante, il potere dei bambini. insieme per un’aria che respira Vividaria presenta: www.vividaria.it Via Nazionale 230 - 00184 Roma tel: 06 51 604 940 - fax: 06 51 38 400 e-mail [email protected]