DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI
RISCHI
ART. 17 COMMA 1, LETTERA A) D.LGS 81/2008 –
D.LGS 106/2009
Scuola dell’infanzia di Toffia
Istituto
comprensivo di
Poggio Moiano “F.
Ulivi”
DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
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2
Datore di lavoro
Dirigente scolastico, Prof.ssa Giuliana CALVIELLO
Responsabile Servizio Protezione e Prevenzione
Dott. Emanuele TARQUINI
Medico Competente
Dott. Vittorio DE AMICIS
Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza
Anita DEL VESCOVO
Mauro TOZZI
Ed.
Rev.
Data Emissione
Motivi di revisione del documento
1
0
Del 19/02/2015
Prima emissione
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Poggio Moiano “F.
Ulivi”
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3
INDICE
1. RIFERIMENTI NORMATIVI
2. RELAZIONE
1.
Dati aziendali ai fini della sicurezza
2.
Descrizione dell’attività
3.
Descrizione ambienti lavorativi
4.
Macchinari ed attrezzature
3. CRITERI SEGUITI AI FINI DELLA VALUTAZIONE
4. VALUTAZIONE DEL RISCHIO ALL’USO DEL VIDEOTERMINALE
5. VALUTAZIONE MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
6. VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO
7. VALUTAZIONE DEL RISCHIO AGENTI CANCEROGENI E MUTAGENI
8. VALUTAZIONE DEL RISCHIO AMIANTO
9. VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO
10. VALUTAZIONE DEL RISCHIO RUMORE
11. VALUTAZIONE DEL RISCHIO VIBRAZIONI MECCANICHE
12. VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO
13. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA LAVORO NOTTURNO
14. VALUTAZIONE DEI RISCHI PER LE LAVORATRICI IN STATO DI GRAVIDANZA
E ALLATTAMENTO
15. VALUTAZIONE DEI RISCHI CONNESSE ALLE DIFFERENZE DI GENERE
16. VALUTAZIONE DEI RISCHI CONNESSE ALLE DIFFERENZA D’ETA’
17. VALUTAZIONE DEI RISCHI CONNESSE ALLE DIFFERENZE DI PROVENIENZA
18. VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA STRESS DA LAVORO CORRELATO
19. VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA ATMOSFERE ESPLOSIVE
20. VALUTAZIONE DEL RISCHIO SULLA PREVENZIONE DA INCIDENTI SUL
LAVORO ATTRIBUIBILI ALL’USO DI ALCOL E ALTRE SOSTANZE
PSICOTROPE (Rischio per l’incolumità di se stesso e di terzi)
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21. INDIVIDUAZIONE DEI GRUPPI OMOGENEI
22. VALUTAZIONE DEI RISCHI E MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
RELATIVE ALLE ATTIVITÀ
23. TABELLE RIASSUNTIVE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
ADOTTATE
1.
2.
Formazione ed informazione
D.P.I. forniti per gruppi omogenei/attività
24. PROGRAMMA DELLE MISURE RITENUTE OPPORTUNE PER IL
MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA
25. ALLEGATI
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1. RIFERIMENTI NORMATIVI
TIPO
PROVVEDIMENTO
D.M.
D.M.
D.M.
D.M.
D.M.
N°/ANNO
ARGOMENTO
18/12/1975
26/08/1992
10/03/1998
388
15/07/2003
37
22/01/2008
Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica
Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica
La gestione della sicurezza antincendio
Regolamento recante disposizioni sul pronto soccorso aziendale
del
del
D.M.
382
29/09/1998
D.Lgs
81
del
09/04/2008
106
del
03/08/2009
78
del
31/05/2010
151
del
01
agosto 2011
D.Lgs
D.L
D.P.R.
del
Regolamento recante il riordino delle disposizioni in materia di
attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici.
Regolamento recante norme per l'individuazione delle particolari
esigenze negli istituti di istruzione ed educazione di ogni ordine e
grado, ai fini delle norme contenute nel decreto legislativo 19
settembre 1994, n. 626, e successive modifiche ed integrazioni
Testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
Disposizioni integrative e correttive del D.Lgs 81/2008 in materia di
tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di
competitività economica
Regolamento recante semplificazione della disciplina dei
procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell’art.
49, comma 4-quater, del D.L. 31/05/2010, n.78, con modificazioni
della legge 30/07/2010, n. 122
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2. RELAZIONE
2.1 Dati aziendali ai fini della sicurezza
RAGIONE SOCIALE
ISTITUTO COMPRENSIVO DI
POGGIO MOIANO “F. ULIVI”
Scuola dell’infanzia di Toffia
PLESSO
SEDE LEGALE
VIALE MANZONI, 17 – POGGIO MOIANO (RI)
SEDE OPERATIVA
VIA FARENSE– TOFFIA (RI)
DIRIGENTE SCOLASTICO
PROF.SSA GIULIANA CALVIELLO
DATORE DI LAVORO
MEDICO COMPETENTE
DOTT. VITTORIO DE AMICIS
RESPONSABILE DEL SERVIZIO
PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOTT. EMANUELE TARQUINI
TEL.
0765/876037
FAX
0765/875150
http://www.icspoggiomoiano.it/
SITO INTERNET
E MAIL
SETTORE PRODUTTIVO
SCUOLA DELL’INFANZIA
DIRIGENTI
Personale che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali
adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende all’attività lavorativa e garantisce
l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori
esercitando un funzionale potere di iniziativa
PREPOSTI
Personale che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali
adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende all’attività lavorativa e garantisce
l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori
esercitando un funzionale potere di iniziativa
RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA
Anita Del Vescovo
Mauro Tozzi
ELENCO DIPENDENTI
MANSIONE
G1) INSEGNANTI
G2) PERSONALE ATA – COLLABORATORI SCOLASTICI
ELENCO LAVORATORI IN ALLEGATO
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ADDETTI AL SERVIZIO DI PRONTO SOCCORSO
VEDI NOMINE ALLEGATE
ADDETTI AL SERVIZIO
ANTINCENDIO
VEDI NOMINE ALLEGATE
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2.2 Descrizione dell’attività
L’istituto comprensivo di Poggio Moiano “Ferruccio Ulivi” è una scuola che comprende diversi
plessi nel comune di Poggio Moiano, Scandriglia, Poggio Nativo, Frasso e Castelnuovo di Farfa.
Nel plesso sito a Toffia, in via Farense, vengono svolte le seguenti attività:
• Attività didattica ovvero:
o Scuola dell’infanzia.
2.3 Descrizione degli ambienti lavorativi
La struttura è un edificio, suddiviso su un piano terra ed uno fuori terra, classificato ai sensi della
prevenzione incendi come di tipo 0, per la presenza di circa 38 persone, ovvero scuole con numero
di persone contemporanee fino a 100 persone (D.M. 26/08/1992).
L’ambiente di lavoro, è così ripartito:
PIANO TERRA
• Nr. 2 aule didattiche
• Cucina
• Wc
• Aula mensa
PIANO PRIMO
• Aula giochi
2.4 Macchinari ed attrezzature
Reparto
Tipo / Nr.
Personal computer
Reparto amministrativo
Stampante
Fax
Fotocopiatrice
Mobili da ufficio
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Vdt
Reparto scolastico
Tv
3. CRITERI SEGUITI AI FINI DELLA VALUTAZIONE
Il presente Documento di Valutazione dei Rischi è stato elaborato dal Datore di Lavoro in
collaborazione con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione; il Rappresentante del
Lavoratori per la Sicurezza è in fase di elezione tra i dipendenti, secondo la normativa vigente.
La prima fase è stata eseguita mediante un’analisi accurata dei cicli lavorativi condotti
nell’ambiente di lavoro ai fini dell’esplicazione dell’attività d’impresa. Si è proceduto ad un’attenta
analisi delle lavorazioni, dei macchinari utilizzati e delle sostanze chimiche con le quali gli addetti
possono entrare in contatto. L’analisi è stata integrata con dati di letteratura, statistiche INAIL e
consultando la base dati dei rischi per settore dell’ISPESL.
L’analisi in questione ha riguardato:
-
identificazione dei pericoli o fattori di rischio
-
stima dell’esposizione (concentrazione ambientale, durata di esposizione; modalità di
assorbimento; caratterizzazione della popolazione)
-
rispondenza a standard (leggi, norme tecniche, codici di buona pratica)
Al fine di individuare i rischi correlati all’attività lavorativa sono stati effettuati sopralluoghi
conoscitivi per comprendere la realtà aziendale (tipologia dell’attività, ciclo produttivo, fasi di
lavoro, e caratteristiche degli ambienti di lavoro), nonché raccogliere la documentazione tecnica e le
procedure operative esistenti relative agli impianti tecnologici, alle macchine, alle attrezzature e alle
sostanze utilizzate.
Sulla base delle conoscenze acquisite, è stato possibile individuare “gruppi omogenei di
lavoratori”, vale a dire un insieme di lavoratori che svolgono attività e mansioni uguali o analoghe
e che sono esposti agli stessi rischi lavorativi. Si noti che uno stesso lavoratore può appartenere a
più gruppi omogenei, sulla base delle diverse mansioni a cui può essere adibito.
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La valutazione dei rischi si basa su un concetto di stima del rischio, che si divide in una fase
“qualitativa”, rappresentata dalla identificazione del pericolo o fattore di rischio, in una stima
quantitativa dell’esposizione, in una stima della probabilità che si verifichino gli effetti e della loro
possibile entità.
Una definizione della grandezza del rischio può essere:
RISCHIO (R) = PROBABILITA’ DI ACCADIMENTO (P) X MAGNITUDO DEL DANNO
(D)
Ovvero il prodotto tra la probabilità (P) che si verifichi un evento indesiderato e la grandezza (M)
del danno che esso può causare
P= Probabilità del danno
Valore
Livello
1
Improbabile
2
Poco probabile
3
Probabile
4
Altamente probabile
M= Magnitudo del danno
Valore
Livello
1
Lieve
2
Medio
3
Grave
4
Gravissimo
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Ogni rischio potenziale viene valutato secondo le tabelle di questa pagina, dando un punteggio
secondo la formula R = P x M. Il prodotto è indicativo del grado di rischio e quindi dell’urgenza di
azioni da intraprendere (vedi schema e tabelle successive)
R>8
Azioni correttive indilazionabili
4<R<8
È necessario programmare azioni correttive con urgenza
2<R<3
È necessario programmare azioni correttive a breve o medio termine
R=1
Le azioni da programmare sono solo per migliorare una situazione di
partenza di per se non pericolosa
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Si è soliti suddividere i rischi per categoria
RISCHI PER LA SICUREZZA (rischi di natura infortunistica) dovuti a:
-
strutture
-
macchine
-
impianti
-
sostanze pericolose
-
incendio - esplosioni
RISCHI PER LA SALUTE (rischi di natura igienico ambientale) dovuti a:
-
agenti chimici
-
agenti fisici
-
agenti biologici
-
agenti cancerogeni
RISCHI PER LA SALUTE E LA SICUREZZA (rischi di tipo trasversale) dovuti a:
-
organizzazione del lavoro
-
fattori psicologici
-
fattori ergonomici
-
condizioni di lavoro difficili
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4. VALUTAZIONE DEI RISCHI UTILIZZO DEL VIDEOTERMINALE
Da tale indagine è emerso che sono presenti VDT, utilizzati dai docenti per esercitazioni o attività
amministrative di breve durata. Pertanto il VDT viene utilizzato per un tempo minore alle 20 ore
settimanali.
Misure di prevenzione e protezione
Per tali lavoratori state individuate le relative misure di prevenzione e protezione secondo quanto
previsto dal D.Lgs. 81/08, Titolo VII e Allegato XXXIV, e dalle Linee guida d’uso dei
videoterminali D. 2/10/2000
5. VALUTAZIONE DEI RISCHI DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI
CARICHI
5.1. INTRODUZIONE
Ai fini del Titolo VI del D.Lgs 81/2008, s’intendono:
a) movimentazione manuale dei carichi: le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad
opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o
spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche
sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorsolombari;
b) patologie da sovraccarico biomeccanico: patologie delle strutture osteoarticolari,
muscolotendinee e nervovascolari.
5.2. RISCHIO MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
La prevenzione del rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari,
connesse alle attività lavorative di movimentazione manuale dei carichi dovrà considerare, in modo
integrato, il complesso degli elementi di riferimento e dei fattori individuali di rischio riportati nel
presente ALLEGATO XXXIII
5.2.1 ELEMENTI DI RIFERIMENTO
1. CARATTERISTICHE DEL CARICO
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La movimentazione manuale di un carico può costituire un rischio di patologie da sovraccarico
biomeccanico, in particolare dorso-lombari nei seguenti casi:
•
il carico è troppo pesante;
•
è ingombrante o difficile da afferrare;
•
è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi;
•
è collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato a una certa distanza
dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco;
•
può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare lesioni per il lavoratore,
in particolare in caso di urto.
2. SFORZO FISICO RICHIESTO
Lo sforzo fisico può presentare rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare
dorso-lombari nei seguenti casi:
•
è eccessivo;
•
può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco;
•
può comportare un movimento brusco del carico;
•
è compiuto col corpo in posizione instabile.
3. CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE DI LAVORO
Le caratteristiche dell’ambiente di lavoro possono aumentare le possibilità di rischio di patologie da
sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari nei seguenti casi:
•
lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente per lo svolgimento dell’attività richiesta;
•
il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo o è scivoloso;
•
il posto o l’ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione manuale di
carichi a un’altezza di sicurezza o in buona posizione;
•
il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano la manipolazione del carico a
livelli diversi;
•
il pavimento o il punto di appoggio sono instabili;
•
la temperatura, l’umidità o la ventilazione sono inadeguate.
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4. ESIGENZE CONNESSE ALL’ATTIVITA’
L’attività può comportare un rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare
dorso-lombari se comporta una o più delle seguenti esigenze:
•
sforzi fisici che sollecitano in particolare la colonna vertebrale, troppo frequenti o troppo
prolungati;
•
pause e periodi di recupero fisiologico insufficienti;
•
distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto;
•
•
un ritmo imposto da un processo che non può essere modulato dal lavoratore.
5. FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO
Fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in tema di tutela e sostegno della maternità e di
protezione dei giovani sul lavoro, il lavoratore può correre un rischio nei seguenti casi:
•
inidoneità fisica a svolgere il compito in questione tenuto altresì conto delle differenze di genere
e di età;
•
indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore;
•
insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione o dell’addestramento.
5.3. VALUTAZIONE DEL RISCHIO
5.3.1 CALCOLO PER LA VALUTAZIONE
Per quanto riguarda le azioni di sollevamento, viene ormai universalmente adottato il metodo
NIOSH che, oltre ad essere utilizzato negli USA da oltre dieci anni e quindi ben collaudato,
rappresenta la base per numerosi standard europei in corso di elaborazione.
Il più recente modello proposto dal NIOSH (1993) che è in grado di determinare, per ogni azione di
sollevamento, il cosiddetto RWL (Recommended Weight Limits) o “limite di peso raccomandato”
attraverso un’equazione che, dato un peso massimo sollevabile in condizioni ideali, considera
eventuali elementi sfavorevoli cui viene assegnato un determinato fattore demoltiplicativo che può
assumere valori compresi tra 1, per le condizioni ottimali, e 0 per le peggiori. E’ ovvio che tale
ultimo valore rappresenta un caso estremo e quindi una inadeguatezza assoluta per quello specifico
elemento di rischio. Il valore 1 non produrrà alcuna variazione, mentre tutti i valori intermedi
determineranno una conseguente riduzione del peso ideale.
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Il NIOSH, nella sua proposta parte da un peso ideale di 23 kg che è considerato protettivo per il
99% dei maschi adulti e per il 75 - 90% delle donne. In Italia, sulla base anche dei dati esistenti in
letteratura, si preferisce partire da un peso ideale di 25 kg per i maschi adulti e 15 kg per le femmine
adulte; in tal modo si protegge circa il 90% delle rispettive categorie. Il limite per la classe di età 15
- 18 anni è, rispettivamente, di 15 kg e 10 kg.
Il modello NIOSH è comunque applicabile quando siano presenti le seguenti condizioni:
- il sollevamento dei carichi è svolto in posizione eretta;
- il sollevamento è eseguito con due mani;
- il sollevamento avviene sul piano sagittale (direttamente di fronte al corpo) senza torsioni;
- le dimensioni del carico non sono eccessive;
- esiste una buona possibilità di presa;
- il movimento avviene in meno di 2 secondi;
- esiste possibilità di riposo tra un’operazione e l’altra;
- eventuali altre attività di movimentazione manuale (trasporto, spingere o tirare) sono minime;
- esiste un’adeguata frizione tra piedi e pavimento (suole o pavimento non scivolosi);
- i gesti di sollevamento sono eseguiti in modo non brusco;
- il carico non è estremamente freddo, caldo, contaminato o con il contenuto instabile;
- il lavoro è eseguito in spazi non ristretti;
- il lavoratore è in buone condizioni di salute;
- il lavoratore è stato addestrato al lavoro;
- le condizioni microclimatiche sono ottimali (TEC = 19-23° C in estate o 17-21° C in inverno).
Il limite di peso raccomandato si ricava dalla seguente formula:
RWL =CP x FA x FB x FC x FD x FE x FF
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3.2 VALUTAZIONE DEL RISCHIO
La valutazione viene considerata trascurabile per i seguenti gruppi omogenei, visto che non si
sollevamento solitamente carichi superiori ai 3 kg:
GRUPPO OMOGENEO
G1) Docenti
Le maestranze svolgono attività di movimentazione manuale dei carichi nelle pulizie dei locali. Le
mansioni interessate sono le seguenti:
G2) Collaboratori scolastici
• MOVIMENTAZIONE SECCHIO (peso stimato 5 Kg)
• MOVIMENTAZIONE BANCHI (peso stimato 10 Kg)
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Calcolo di sollevamento: movimento secchio – uomo
ETA'
costante di peso
maschi
25
15
> 18 anni
15 < > 18 anni
altezza da terra delle mani all’ inizio del sollevamento
altezza (cm.)
0
25
50
75
fattore
0,77 0,85 0,93
1
>175
0
distanza verticale di spostamento del peso fra inizio e fine del sollevamento
dislocazione (cm.)
25
30
40
50
70
100
170
>175
1
0,97
0,93
0,9
0,88
125
0,85
25,00
150
0,78
fattore
100
0,93
femmine
15
10
0,87
0,86
0,85
0,97
0
distanza orizzontale tra mani e punto di mezzo caviglie (distanza max raggiunta)
distanza (cm.)
25
30
40
50
55
60
>63
fattore
1
0,83 0,63 0,5 0,45 0,42
0
dislocazione angolare del peso
dislocazione (gradi)
0
30
fattore
1
0,9
giudizio sulla presa del carico
giudizio
buono
fattore
1
frequenza in gesti (n° di atti al minuto )
frequenza
0,2
1
continuo < 1 ora
1
0,94
continuo da 1 a 2 ore 0,95 0,88
continuo da 2 a 8 ore
0,85 0,75
PESO SOLLEVATO CON UNA
MANO 17,11 X 0,6= 10,3
60
90
120
135
>135
0,81
0,7
0,52
0,57
0
0,83
1
scarso
0,9
in relazione alla durata
4
6
9
12
0,84 0,8 0,52 0,37
0,72 0,5
0,3
0,21
0,45 0,3 0,15
0
1
15
0
0
0
1
17,11
peso limite raccomandato
5
0,48
Kg di peso effettivamente sollevato
indice di sollevamento
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Calcolo di sollevamento: movimento secchio – DONNA
ETA'
costante di peso
maschi
25
15
> 18 anni
15 < > 18 anni
altezza da terra delle mani all’ inizio del sollevamento
altezza (cm.)
0
25
50
75
fattore
0,77 0,85 0,93
1
>175
0
distanza verticale di spostamento del peso fra inizio e fine del sollevamento
dislocazione (cm.)
25
30
40
50
70
100
170
>175
1
0,97
0,93
0,9
0,88
125
0,85
15,00
150
0,78
fattore
100
0,93
femmine
15
10
0,87
0,86
0,85
0,97
0
distanza orizzontale tra mani e punto di mezzo caviglie (distanza max raggiunta)
distanza (cm.)
25
30
40
50
55
60
>63
fattore
1
0,83 0,63 0,5 0,45 0,42
0
dislocazione angolare del peso
dislocazione (gradi)
0
30
fattore
1
0,9
giudizio sulla presa del carico
giudizio
buono
fattore
1
frequenza in gesti (n° di atti al minuto )
frequenza
0,2
1
continuo < 1 ora
1
0,94
continuo da 1 a 2 ore 0,95 0,88
continuo da 2 a 8 ore
0,85 0,75
PESO SOLLEVATO CON UNA
MANO 10,26 X 0,6= 6,16
60
90
120
135
>135
0,81
0,7
0,52
0,57
0
0,83
1
scarso
0,9
in relazione alla durata
4
6
9
12
0,84 0,8 0,52 0,37
0,72 0,5
0,3
0,21
0,45 0,3 0,15
0
1
15
0
0
0
1
10,26
peso limite raccomandato
5
0,81
Kg di peso effettivamente sollevato
indice di sollevamento
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Calcolo di sollevamento: movimento BANCHI– uomo
ETA'
costante di peso
maschi
25
15
> 18 anni
15 < > 18 anni
altezza da terra delle mani all’ inizio del sollevamento
altezza (cm.)
0
25
50
75
fattore
0,77 0,85 0,93
1
>175
0
distanza verticale di spostamento del peso fra inizio e fine del sollevamento
dislocazione (cm.)
25
30
40
50
70
100
170
>175
1
0,97
0,93
0,9
0,88
125
0,85
25,00
150
0,78
fattore
100
0,93
femmine
15
10
0,87
0,86
1
1
0
distanza orizzontale tra mani e punto di mezzo caviglie (distanza max raggiunta)
distanza (cm.)
25
30
40
50
55
60
>63
fattore
1
0,83 0,63 0,5 0,45 0,42
0
dislocazione angolare del peso
dislocazione (gradi)
0
30
fattore
1
0,9
giudizio sulla presa del carico
giudizio
buono
fattore
1
frequenza in gesti (n° di atti al minuto )
frequenza
0,2
1
continuo < 1 ora
1
0,94
continuo da 1 a 2 ore 0,95 0,88
continuo da 2 a 8 ore
0,85 0,75
60
90
120
135
>135
0,81
0,7
0,52
0,57
0
1
1
scarso
0,9
in relazione alla durata
4
6
9
12
0,84 0,8 0,52 0,37
0,72 0,5
0,3
0,21
0,45 0,3 0,15
0
1
15
0
0
0
0,88
22
peso limite raccomandato
10
0,45
Kg di peso effettivamente sollevato
indice di sollevamento
23
Istituto
comprensivo di
Poggio Moiano “F.
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
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24
Calcolo di sollevamento: movimento BANCHI– DONNA
ETA'
costante di peso
maschi
25
15
> 18 anni
15 < > 18 anni
altezza da terra delle mani all’ inizio del sollevamento
altezza (cm.)
0
25
50
75
fattore
0,77 0,85 0,93
1
>175
0
distanza verticale di spostamento del peso fra inizio e fine del sollevamento
dislocazione (cm.)
25
30
40
50
70
100
170
>175
1
0,97
0,93
0,9
0,88
125
0,85
15,00
150
0,78
fattore
100
0,93
femmine
15
10
0,87
0,86
1
1
0
distanza orizzontale tra mani e punto di mezzo caviglie (distanza max raggiunta)
distanza (cm.)
25
30
40
50
55
60
>63
fattore
1
0,83 0,63 0,5 0,45 0,42
0
dislocazione angolare del peso
dislocazione (gradi)
0
30
fattore
1
0,9
giudizio sulla presa del carico
giudizio
buono
fattore
1
frequenza in gesti (n° di atti al minuto )
frequenza
0,2
1
continuo < 1 ora
1
0,94
continuo da 1 a 2 ore 0,95 0,88
continuo da 2 a 8 ore
0,85 0,75
60
90
120
135
>135
0,81
0,7
0,52
0,57
0
1
1
scarso
0,9
in relazione alla durata
4
6
9
12
0,84 0,8 0,52 0,37
0,72 0,5
0,3
0,21
0,45 0,3 0,15
0
1
15
0
0
0
0,88
peso limite raccomandato
13,2
Kg di peso effettivamente sollevato
10
0,75
indice di sollevamento
24
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
GRUPPO OMOGENEO
Inferiore a 0,85
Tra 0,86 e 0,99
Oltre 1
Rischio
Rischio
Rischio
trascurabile
tollerabile
presente
G2) Collaboratore scolastico (uomo)
X
G2) Collaboratore scolastico(donna)
X
25
Pag.
3.3 Misure di prevenzione e protezione
Pur riscontrando un rischio trascurabile, il datore di lavoro ha adottate misure di prevenzione e
protezione, per tutti gli operatori che operano la MMC :
1. Informazione, formazione e addestramento (art. 169)
Il datore di lavoro:
a) fornisce ai lavoratori le informazioni adeguate relativamente al peso ed alle altre caratteristiche
del carico movimentato;
b) assicura ad essi la formazione adeguata in relazione ai rischi lavorativi ed alle modalità di
corretta esecuzione delle attività.
Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori l’addestramento adeguato in merito alle corrette manovre e
procedure da adottare nella movimentazione manuale dei carichi. (Procedure – Misure per la
corretta movimentazione manuale dei carichi)
25
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
26
6. VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO
6.1. INTRODUZIONE
Il presente documento contiene un’analisi dettagliata dei pericoli connessi all’utilizzo delle sostanze
chimiche nel laboratorio analisi, con indicazione delle mansioni interessate alla potenziale
esposizione.
6.2. CRITERI SEGUITI AI FINI DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO PER LA
SALUTE
La valutazione, per quanto riguarda il rischio per la salute, è stata effettuata secondo le linee guida
della Regione Emilia-Romagna, denominate MODELLO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA
AGENTI CHIMICI PERICOLOSI PER LA SALUTE AD USO DELLE PICCOLE E MEDIO
IMPRESE.
Il modello proposto dalla Regione Emilia-Romagna, è una modalità di analisi che consente di
effettuare la valutazione del rischio secondo quanto previsto dall’articolo 223 comma 1. Del
D.Lgs. 81/08 (Titolo IX Capo I “Protezione da agenti chimici”): nel modello è infatti prevista
l’identificazione e il peso da assegnare ai parametri indicati dall’articolo di legge e dai quali
non è possibile prescindere.
Il modello individua un percorso semplice, il più semplice possibile, per effettuare la
valutazione del rischio da parte delle piccole imprese Artigiane, Industriali, del Commercio e
dei Servizi senza dover accedere, almeno in questa fase, a valutazioni con misurazione
dell’agente chimico.
Infine, il modello va inteso come un percorso di “facilitazione” atto a consentire, alle piccole e
medie imprese, la classificazione al di sopra o al di sotto della soglia del rischio
IRRILEVANTE PER SALUTE.
5.3. DEFINIZIONE DEL RISCHIO CHIMICO
Il rischio R per le valutazioni del rischio derivanti dall’esposizione ad agenti chimici pericolosi è il
prodotto
R=PxE
26
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
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27
P = Indice di pericolosità intrinseca di una sostanza o di un preparato (identificato dalle
frasi di rischio R)
E = Livello di esposizione (cutanea e/o inalatoria) dei soggetti nella specifica attività
lavorativa
Il rischio R, in questo modello, può essere calcolato separatamente per esposizioni
inalatorie e per esposizioni cutanee:
Rinal = P x Einal
Rcute = P x Ecute
Nel caso in cui per un agente chimico pericoloso siano previste contemporaneamente
entrambe le vie di assorbimento il rischio R cumulativo (Rcum) è ottenuto tramite il seguente
calcolo:
Gli intervalli di variazione di R sono:
27
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
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28
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
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6.3.1 Identificazione dell’indice di pericolosità
Il metodo per l’individuazione di un indice di pericolo P si basa sulla classificazione delle sostanze
e dei preparati pericolosi stabilita dalla normativa italiana vigente che, com’è noto, proviene da
direttive e regolamenti della CEE (Direttiva 67/548/CEE e successive integrazioni e modifiche). Ad
ogni frase di rischio R (singola o combinata) è stato attribuito un punteggio (score) da 1 a 10, che
tiene conto dei criteri di classificazione delle sostanze e dei preparati pericolosi. Si ottiene così un
indice numerico di pericolo, per ogni agente chimico pericoloso impiegato. Fra le proprietà
tossicologiche valutate non vi sono proprietà cancerogene e/o mutagene. Giuridicamente per tali
agenti non è possibile individuare una soglia di rischio al di sotto della quale il rischio risulta
moderato. Per gli agenti cancerogeni e/o mutageni, quando si parla di valutazione del rischio in
realtà ci si riferisce ad una valutazione dell’esposizione.
Come si valuta la pericolosità:
1. La determinazione dello score di pericoli è effettuata in base sia alle caratteristiche
intrinseche di pericolosità degli agenti chimici (Frasi R), sia alle vie di esposizione più
rilevanti (via inalatoria> via cutanea> via digestiva)
2. Un altro aspetto da considerare per la corretta graduazione del pericolo è relativo ai criteri di
classificazione ed etichettatura di sostanze e preparati percicolosi in base ai quali gli effetti a
lungo termine (es. tossici per il ciclo produttivo), allergenici subacuti o cronici (es.
sensibilizzanti) sono più importanti rispetto agli effetti acuti (effetti a lungo termine > effetti
acuti)
3. Considerando invece solo gli effetti acuti, la categoria del molto tossico risulta più
pericolosa rispetto a quella del tossico, a sua volta più pericolosa di quella del nocivo (molto
tossico > tossico > nocivo)
4. È stato attribuito un punteggio anche ai preparati non classificati come pericolosi, ma che
contengono almeno una sostanza pericolosa in conc.≥ 1% in peso, o ≤ 0,2% in volume.
5. È stato attribuito un minore punteggio anche alle sostanze non classificate pericolose, ma
per le quali esiste un valore limite di esposizione professionale
6. È stato attribuito un punteggio anche a sostanze e preparati non classificati pericolosi, ma
che nel processo di lavorazione si trasformano emettendo agenti chimici pericolosi
7. Il punteggio minimo non nullo è stato attribuito a sostanze e preparati non classificati e non
classificabili come pericolosi, e non contenenti alcuna sostanza pericolosa, neanche come
impurezza.
29
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comprensivo di
Poggio Moiano “F.
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
30
30
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
31
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
32
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
33
Pag.
5.3.2 Determinazione dell’indice di esposizione per via inalatoria
L’indice di esposizione per via inalatoria Einal viene determinato attraverso il prodotto di un Subindice I (Intensità dell’esposizione) per un Sub-indice d (distanza del lavoratore dalla sorgente
di intensità I):
Einal = I x d
Determinazione del sub-indice i (intensità di esposizione)
comporta l’uso delle seguenti 5 variabili :
1. Proprietà chimico-fisiche
2. Quantità in uso
3. Tipologia d’uso
4. Tipologia di controllo
5. Tempo di esposizione
33
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
34
Calcolo indicatore di disponibilità D da: proprietà fisiche-quantità d’uso
Vengono individuati quattro livelli, in
ordine crescente relativamente alla
possibilità
della sostanza di rendersi disponibile in
aria, in funzione della volatilità del liquido
e
della ipotizzabile o conosciuta
granulometria delle polveri:
• stato solido/nebbie (largo spettro
granulometrico),
• liquidi a bassa volatilità [bassa
tensione di vapore]
• liquidi a alta e media volatilità [alta
tensione di vapore] o polveri fini,
• stato gassoso.
Quantità d’uso (giornaliera)
34
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
35
Calcolo dell’indicatore d’uso u da: tipologia d’uso – indicatore di disponibilità (precedente)
Uso in sistema chiuso: la sostanza è usata
e/o conservata in reattori o contenitori a
tenuta stagna e trasferita da un contenitore
all’altro attraverso tubazioni stagne.
Uso in inclusione in matrice: la sostanza
viene incorporata in materiali o prodotti da
cui è impedita o limitata la dispersione
nell’ambiente (es. pellet, dispersione di
solidi in acqua, ecc.)
Uso controllato e non dispersivo:
lavorazioni che coinvolgono gruppi limitati
di lavoratori; adeguati sistemi di controllo
Uso con dispersione significativa:
esposizione incontrollata anche per altri
lavoratori e per la popolazione in generale
(es. irrorazione fitosanitari, vernici ecc.)
35
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
36
Pag.
Calcolo dell’indicatore di compensazione c da: tipologia controllo – indicatore d’uso
(precedente)
Contenimento completo: ciclo chiuso,
esposizione trascurabile
Ventilazione – aspirazione locale:
rimozione del contaminante alla sorgente,
impedendone la dispersione
Diluizione - ventilazione: naturale o
meccanica, richiede monitoraggio
continuativo
Manipolazione diretta: lavoratore opera
con DPI a diretto contatto con il materiale
pericoloso. Le esposizioni possono essere
elevate
36
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
37
Calcolo del sub-indice di intensità i da: tempo di esposizione – indicatore di compensazione C
(precedente)
Tempo di esposizione
• Inferiore a 15 minuti,
•
tra 15 minuti e le due ore,
• tra le due ore e le quattro ore,
• tra le quattro ore e le sei ore,
• più di sei ore.
Il tempo di esposizione si identifica a
livello giornaliero, indipendentemente
dalla frequenza d’uso. Se la lavorazione
comporta l’uso di agenti chimici, si
considera il tempo complessivo che espone
a tutti gli agenti chimici
37
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
38
38
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
39
6.3.3 Determinazione dell’indice di esposizione cutanea Ecute
L’indice di esposizione per via cutanea Ecute viene determinato attraverso una semplice matrice
che tiene conto di due variabili:
1. Tipologia d’uso
• sistema d’uso
• inclusione in matrice
• uso controllato
• uso dispersivo
2. Livelli di contatto cutaneo
• Nessun contatto
• Contatto accidentale (non più di una volta al
giorno)
• Contatto discontinuo (da 2 a 10 contatti/giorno)
• Contatto estese (più di 10 contatti/giorno)
39
Istituto
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
40
Il calcolo deve essere fatto per ogni posto di lavoro e per ogni sostanza o preparato pericoloso
utilizzato. La classificazione del rischio in irrilevante o rilevante per la salute, deve essere effettuata
tramite il valore dei rischio R che è risultato più elevato.
Quando una sostanza o un preparato presentino più frasi di rischio, per l’individuazione dello score
P da introdurre nella formula deve essere utilizzato il valore più elevato fra quelli ottenuti. Per un
40
Istituto
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
41
lavoratore sottoposto ad un’esposizione diretta ed all’esposizione di una sorgente ad una distanza d,
nella valutazione del rischio si dovranno sommare i 2 risultati di R ottenuti.
6.4. VALUTAZIONE DEL RISCHIO
INDIVIDUAZIONE REPARTI A RISCHIO:
PULIZIA LOCALI DI LAVORO
INDIVIDUAZIONE LAVORAZIONI:
PULIZIA LOCALI DI LAVORO
MANSIONE A RISCHIO:
•
COLLABORATORE
SCOLASTICO
41
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
42
6.5 .ESITO DELLA VALUTAZIONE
La valutazione di esposizione a rischio chimico secondo l’art. 223 del D.Lgs 81/2008, ha preso
in considerazione:
a) le loro proprietà pericolose dei prodotti chimici;
b) le informazioni sulla salute e sicurezza comunicate dal responsabile dell’immissione sul
mercato tramite la relativa scheda di sicurezza predisposta ai sensi dei decreti legislativi 3
febbraio 1997, n. 52, e 14 marzo 2003, n. 65, e successive modifiche;
c) il livello, il modo e la durata dell’esposizione;
d) le circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza di tali agenti tenuto conto della
quantità delle sostanze e dei preparati che li contengono o li possono generare;
e) i valori limite di esposizione professionale o i valori limite biologici; di cui un primo
elenco è riportato negli allegati ALLEGATO XXXVIII e ALLEGATO XXXIX;
f) gli effetti delle misure preventive e protettive adottate o da adottare;
g) se disponibili, le conclusioni tratte da eventuali azioni di sorveglianza sanitaria già
intraprese.
Ai sensi delle seguenti considerazioni, riguardante il rischio per la salute risulta, poiché l’attività
svolta per le pulizie è occasionale ed avviene in maniera saltuaria, il rischio per la salute è
considerato irrilevante:
MANSIONE
LIVELLO DI RISCHIO
Collaboratore scolastico
Irrilevante
6.6. MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Pur riscontrando un rischio chimico basso ed irrilevante, si procede con la seguenti misure di
prevenzione e protezione:
Misure igieniche
Il personale viene formato e sensibilizzato, sull’utilizzo delle sostanze chimiche (capitolo 5), con
particolare riguardo alle misure igieniche ma mantenere, ovvero:
 Non mangiare, ne bere, ne fumare durante l’impiego dei prodotti chimici
 Lavare le mani prima delle pause ed alla fine della giornata lavorativa
42
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
43
Pag.
 Lavare gli indumenti contaminati prima di riutilizzarli
Misure di protezione individuale
Ai fini della valutazione, per esposizione a sostanze chimiche, si evince di adottare tra le misure di
prevenzione e protezione (art. 225 D.Lgs 81/2008), di ridurre al minimo il contatto degli operatori
con dette sostanze, tramite utilizzo di D.P.I. appropriati:
•
GUANTI PROTETTIVI tipo CE EN374-3
•
MASCHERINA CE EN 149 FFP1
•
OCCHIALI CEEN 166
6.7. FORMAZIONE ED INFORMAZIONE
Tutti i dipendenti esposti, ai sensi dell’art. 36 e 36, sono stato formati ed informati circa:
-
gli agenti chimici presenti nel luogo di lavoro, l’identità degli agenti chimici, i rischi per la
salute e la sicurezza
-
disposizioni normative relative agli agenti chimici
-
azioni da intraprendere proteggere loro stessi e gli altri lavoratori sul luogo di lavoro
-
illustrazione circa l’accesso ad ogni scheda di sicurezza messa a disposizione dei fornitori,
secondo quanto disposto dal D.Lgs 52/97 e 285/98 e s.m.i.
-
misure igieniche da adottare
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
44
7. VALUTAZIONE DEL RISCHIO AGENTI CANCEROGENI E/O
MUTAGENI
La valutazione del rischio da agenti cancerogeni e mutageni, basata sul D. Lgs. 81/08, Titolo IX,
Capo II, “Protezione da agenti cancerogeni e mutageni”.
L’attività, non prevede l’esposizione ad agenti cancerogeni e/o mutageni.
8. VALUTAZIONE DEL RISCHIO AMIANTO
Secondo quanto riportato dall’art. 249 D.Lgs 81/2008, il datore di lavoro valuta i rischi dovuti alla
polvere proveniente dall'amianto e dai materiali contenenti amianto, al fine di stabilire la natura e il
grado dell’esposizione e le misure preventive e protettive da attuare.
Nel caso di presenza di amianto nei luoghi di lavoro (posta la mancanza di contatto professionale
vista la tipologia di attività), si dovrà procedere a:
Determinare lo stato di conservazione dei substrati contenenti amianto e, successivamente, porre in
essere l seguente albero delle decisioni:
44
Istituto
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
45
L’analisi del ciclo di lavoro e dei locali non ha evidenziato la presenza di attività che implicano
l’esposizione ad amianto negli ambienti di lavoro così come previsto agli artt 246 e seguenti del
D.Lgs 81/2008.
45
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
46
9. VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO
9.1. INTRODUZIONE
Il titolo X del D.Lgs 81/08 prevede che il datore di lavoro valuti l’esposizione dei dipendenti
ad agenti biologici. L’art. 267 del D.Lgs 81/2008, ci da le seguenti definizioni:
–
agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato,
coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni,
allergie o intossicazioni;
–
microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di
riprodursi o trasferire materiale genetico;
–
coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi
pluricellulari.
Gli agenti biologici sono classificati in 4 categorie, a secondo del rischio di infezione (art.
268):
a) agente biologico del gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità di
causare malattie in soggetti umani;
b) agente biologico del gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggetti
umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaga nella
comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
c) agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in
soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l’agente biologico può
propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche
o terapeutiche;
d) agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattie
gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può
presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili,
di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche.
L’ALLEGATO XLVI del D.Lgs 81/2008, riporta l’elenco degli agenti biologici classificati nei
gruppi 2, 3 e 4.
46
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
47
Il datore di lavoro, può trovarsi di fronte ad una situazione di uso deliberato ed uso non
deliberato. Nell’uso deliberato deve rispettare quanto disposto dagli art. 269, 270 del D.Lgs
81/2008. Per la valutazione dei rischi deve rispettare le disposizioni dell’art. 271:
Articolo 271 - Valutazione del rischio
1. Il datore di lavoro, nella valutazione del rischio di cui all’articolo 17, comma 1, tiene
conto di tutte le informazioni disponibili relative alle caratteristiche dell’agente biologico e
delle modalità lavorative, ed in particolare:
a) della classificazione degli agenti biologici che presentano o possono presentare un
pericolo per la salute umana quale risultante dall’ALLEGATO XLVI o, in assenza, di quella
effettuata dal datore di lavoro stesso sulla base delle conoscenze disponibili e seguendo i
criteri di cui all’articolo 268, commi 1 e 2;
b) dell’informazione sulle malattie che possono essere contratte;
c) dei potenziali effetti allergici e tossici;
d) della conoscenza di una patologia della quale è affetto un lavoratore, che è da porre in
correlazione diretta all’attività lavorativa svolta;
e) delle eventuali ulteriori situazioni rese note dall’autorità sanitaria competente che
possono influire sul rischio;
f) del sinergismo dei diversi gruppi di agenti biologici utilizzati.
2. Il datore di lavoro applica i principi di buona prassi microbiologica, ed adotta, in
relazione ai rischi accertati, le misure protettive e preventive di cui al presente Titolo,
adattandole alle particolarità delle situazioni lavorative.
3. Il datore di lavoro effettua nuovamente la valutazione di cui al comma 1 in occasione di
modifiche dell’attività lavorativa significative ai fini della sicurezza e della salute sul lavoro
e, in ogni caso, trascorsi tre anni dall’ultima valutazione effettuata.
4. Nelle attività, quali quelle riportate a titolo esemplificativo nell’ALLEGATO XLIV, che, pur
non comportando la deliberata intenzione di operare con agenti biologici, possono
implicare il rischio di esposizioni dei lavoratori agli stessi, il datore di lavoro può
prescindere dall’applicazione delle disposizioni di cui agli articoli 273, 274, commi 1 e 2,
275, comma 3, e 279, qualora i risultati della valutazione dimostrano che l’attuazione di tali
misure non è necessaria.
5. Il documento di cui all’articolo 17 è integrato dai seguenti dati:
a) le fasi del procedimento lavorativo che comportano il rischio di esposizione ad agenti
biologici;
b) il numero dei lavoratori addetti alle fasi di cui alla lettera a);
c) le generalità del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi;
d) i metodi e le procedure lavorative adottate, nonché le misure preventive e protettive
applicate;
47
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
48
Pag.
Si riporta di seguito le attività, contemplate all’art. 271 comma 4, dove non vi è un uso deliberato di
agenti biologici
ALLEGATO XLIV
ELENCO
ESEMPLIFICATIVO
DI
ATTIVITA’
LAVORATIVE
CHE
POSSONO
COMPORTARE LA PRESENZA DI AGENTI BIOLOGICI
1. Attività in industrie alimentari.
2. Attività nell’agricoltura.
3. Attività nelle quali vi è contatto con gli animali e/o con prodotti di origine animale.
4. Attività nei servizi sanitari, comprese le unità di isolamento e post mortem.
5. Attività nei laboratori clinici, veterinari e diagnostici, esclusi i laboratori di diagnosi
microbiologica.
6. Attività impianti di smaltimento rifiuti e di raccolta di rifiuti speciali potenzialmente infetti.
7. Attività negli impianti per la depurazione delle acque di scarico.
9.2. FASI DEL PROCEDIMENTO LAVORATIVO CHE COMPORTANO UN
RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Il personale, interessato dalla valutazione del rischio biologico, ha interessato il settore delle pulizie
dell’ambiente di lavoro, ovvero nella mansioni specifica di G3) Collaboratore scolastico..
L’attività è la seguente:
□
Pulizie ambienti di lavoro (bagni)
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9.3. VALUTAZIONE DEL RISCHIO INDIVIDUABILI DALLE FASI DEL
PROCESSO LAVORATIVO
PULIZIA AMBIENTI DI LAVORO (Pulizia Bagni)
FONTI DI PERICOLO BIOLOGICO
Contatto con la pelle
PUNTI CRITICI
•
Pulizia bagni
VIE DI ESPOSIZIONE
Pelle.
EFFETTI SULLA SALUTE
Possibilità di contagio, dovuto al possibile contatto con liquidi biologici.
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Il rischio di esposizione nei possibili punti critici, è contenuto
PREVENZIONE E PROTEZIONE
DPI (Guanti)
9.1 Classificazione del rischio
Di conseguenza il rischio di esposizione ai seguenti gruppi di agenti:
o Gruppo 1
Rischio (PxM)
1 x 2= 2
In relazione a ciò, poichè l’attività comporta un rischio potenziale di esposizione ad agenti
biologici del gruppo 1 si raccomandano le seguenti misure di prevenzione e protezione:.
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
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9.2 Misure di prevenzione e protezione
Sono adottate come misure di prevenzione e protezione:
1.Dispositivi di protezione individuali
 protezione della mani CE EN 374-2
2.Informazione e formazione
Il datore di lavoro ha informato i dipendenti su:
 le precauzioni da prendere per evitare l'esposizione;
 le misure igieniche da osservare;
 la funzione degli indumenti di lavoro e protettivi e dei dispositivi di protezione
individuale ed il loro corretto impiego.
2.
10. VALUTAZIONE DEL RISCHIO RUMORE
L’attività prevede esposizione a rumore.
11. VALUTAZIONE DEL RISCHIO VIBRAZIONI MECCANICHE
Secondo il Titolo VIII del D.Lgs 81/2008, i lavoratori non sono esposti a vibrazioni meccaniche.
12. VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO
12.1 Oggetto e scopo
I criteri adottati per la valutazione dei rischi di incendio e delle misure di prevenzione e protezione
di seguito riportati sono conformi a quanto previsto dal D.M. 10 marzo 1998 “Criteri generali di
sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro” che si applica
integralmente per le attività non normate, mentre per le attività normate (come nel caso degli istituti
scolastici) si applica solo per le parti non trattate dalla norma specifica D.M. 26 agosto 1992
«Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica».
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
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12.2 Caratteristiche dell’insediamento
Trattasi di un edificio. Distribuito su nr. 1 piano terra ed un piano fuori terra (vedi anche cap. 2,
punto 2.3 del D.V.R. )
I locali a uso scolastico sono siti in un’area dove non sono ubicate, in prossimità, attività che
comportino particolari rischi d’incendio e/o di esplosione.
In caso di emergenza, l’istituto è facilmente raggiungibile dai mezzi di soccorso.
12.3 Persone occupanti l’edificio
< a 100
12.4 Descrizione dell’attività
Numero di persone presenti:
La struttura è un edificio su di un piano, classificato ai sensi della prevenzione incendi come
di tipo 0, ovvero scuole con numero di persone contemporanee fino a 100 (D.M. 26/08/1992).
Attualmente l’edificio risulta occupato da circa 38 persone presenti contemporaneamente.
Impianti e macchine utilizzate:
All’interno dei locali utilizzati dalla scuola per attività didattica attualmente ci sono le
seguenti attrezzature: televisori, videoregistratori, registratori audio, computer per uso
didattico e amministrativo.
Centrale termica
Il riscaldamento dell’edificio scolastico viene erogato tramite riscaldamento fornito dalla
centrale termica sita nell’area esterna dell’edificio.
Attività soggette al controllo dei Vigili del fuoco
Da quanto sopra descritto e dalle informazioni raccolte presso l’Istituto, risultano
individuabili attività per le quali potrebbe essere necessario il Certificato di prevenzione
incendi (D.P.R. 151/2001 concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di
prevenzione incendi). Nello specifico vengono soddisfatti i seguenti criteri:
• Attività nr. 74 - Impianti per la produzione del calore alimentati a
combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità superiore a 116
kW
Tale documentazione è stata opportunamente richiesta dal datore di lavoro all’ente proprietario.
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12.5 Identificazione dei pericoli d’incendio
Materiali combustibili e/o infiammabili
Il primo elemento di valutazione del pericolo di incendio è costituito dalla presenza di
materiali solidi, liquidi e gassosi, che potrebbero bruciare con sviluppo di fiamma, fumo e
calore ovvero generare fenomeni esplosivi.
Nel caso in esame, visto l’insediamento e considerata l’attività svolta, i materiali che in modo
significativo possono costituire pericolo per l’incendio sono costituti da:
Materiali
Luogo in cui sono presenti
Materiale cartaceo, legno, arredo e prodotti per le pulizie in
deposito.
-
Ripostiglio
Aule
Laboratori
Archivio
Materiale cartaceo (cartelloni) affisso alle pareti.
-
Aule
Laboratori
Sorgenti di innesco
I materiali combustibili e/o infiammabili sopra individuati dovranno essere mantenuti a debita
distanza dalle possibili sorgenti di ignizione, al fine di scongiurare ogni principio d’incendio.
Nel caso in esame, visto l’insediamento e considerata l’attività svolta, le possibili sorgenti di
innesco e fonti di calore che possono costituire cause potenziali di incendio, distinte per locali
o aree, sono rappresentate da:
1) Aule
2) plesso scolastico:
non si rilevano sorgenti di innesco particolari.
presenza di attrezzature elettriche quali: televisore,
videoregistratore.
3) aula
multimediale, presenza di attrezzature elettriche quali: televisore,
laboratori:
videoregistratore, registratore audio, vari computer, prodotti
chimici infiammabili.
Possibile sorgente di innesco può essere l’impianto elettrico, che deve essere realizzato
a regola d’arte (ex L. 46/90 – D.M. 37/08). Verrà richiesta la documentazione al
comune, ente proprietario, riguardante la certificazione dell’impianto elettrico, con le
verifiche dell’impianto di terra, secondo quanto disposto dal D.P.R. 462/01.
Presenza di fumatori
All’interno dei locali è presente il divieto di fumare, ed esiste un preposto alla sorveglianza di
tale divieto. È installata inoltre idonea segnaletica sul divieto di fumo.
Protezione contro i fulmini
Verrà richiesta la documentazione della fulminazione dell’edificio all’ente proprietario.
Lavoratori di ditte esterne
Sono presenti con cadenza periodica e programmata alcuni lavoratori di ditte esterne, quali:
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
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1. personale per controllo dei mezzi estinguenti (estintori)
2. personale dell’ente proprietario dell’immobile per interventi ordinari (tinteggiatura,
manutenzione impianto elettrico, manutenzione impianto termoidraulico, ecc…).
Individuazione delle persone esposte a rischio di incendio
Il danno maggiore che può causare un incendio è costituito dalla perdita di vite umane o dagli
infortuni a queste arrecate. Ricopre particolare importanza, pertanto, l’individuazione dei
lavoratori e delle persone presenti sul luogo di lavoro al fine di garantire a chiunque
un’adeguata sicurezza antincendio.
Nel caso in esame si riscontra quanto segue:
1. presenza di persone che non hanno familiarità con i luoghi e le relative vie di esodo
(genitori, parenti degli alunni durante gli incontri scuola famiglia).
Al momento della verifica è stata segnalata la possibile presenza di persone con handicap. È’
stata predisposta idonea procedure da attuare in caso di emergenza riportata nel piano di
evacuazione.
Si precisa che durante l’attività didattica è sempre presente il personale di servizio.
12.6 Eliminazione dei pericoli d’incendio
Questa fase della procedura di valutazione ha lo scopo di migliorare la situazione ambientale
esistente sotto il profilo antincendio, sulla base di quanto fin qui elaborato.
Ciascun pericolo di incendio identificato, sia esso relativo alle sostanze pericolose, alle sorgenti di
ignizione o alle persone esposte al rischio, sarà valutato e ridotto al minimo, compatibilmente con le
esigenze dell’attività.
Ciò consentirà di dimensionare le misure di protezione antincendio in relazione alle effettive
necessità, conseguenti la riduzione al minimo dei rischi, intervenendo quindi sui rischi residui.
Gli interventi evidenziati in corsivo nel presente documento dovranno trovare pronta attuazione da
parte del datore di lavoro e/o del proprietario dell’immobile, al fine di poter considerare efficaci le
misure di sicurezza che verranno stabilite in relazione al livello di rischio classificato.
Materiali combustibili e/o infiammabili
Come evidenziato in precedenza, nel luogo in questione sono presenti materiali che in modo
significativo possono costituire pericolo per l’incendio.
Relativamente ai punti succitati, osservando il numero d’ordine relativo, si considera quanto
segue:
1) Ripostigli
seguire le seguenti misure di prevenzione e protezione:
° provvedere tempestivamente all’immediata
rimozione del materiale non indispensabile per
l’attività e alla sistemazione del materiale
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
°
2) Aule :
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rimanente;
provvedere all’immediata rimozione dal locale
in oggetto dei prodotti utilizzati per le pulizie; il
materiale dovrà essere depositato in un locale
non accessibile al personale non addetto,
adibito esclusivamente al contenimento di tali
prodotti o tenuto in appositi armadietti chiusi a
chiave.
provvedere a fissare i cartelloni in maniera aderente alle
pareti, in modo tale che in caso d’incendio la combustione
risulti minima per la mancanza di ossigeno tra parete e
cartellone.
Sorgenti di innesco
Come evidenziato in precedenza, nel luogo in questione sono presenti sorgenti di innesco o
fonti di calore che possono costituire potenziali cause di incendio.
Relativamente ai punti succitati, osservando il numero d’ordine relativo, si considera quanto
segue:
o Realizzazione di impianto elettrico a norma ed acquisizione della
documentazione;
o Divieto di fumare nei locali di lavoro;
Individuazione delle persone esposte a rischio di incendio
Le persone esposte al rischio sono:
o Docenti
o Alunni
o Lavoratori ditte esterne
o Possibile presenza di persone che non hanno familiarità con i luoghi e le relative
vie di esodo (genitori, parenti degli alunni)
12.7 Classificazione del rischio d’incendio
I principali elementi che permettono di discriminare il livello di rischio residuo, a seguito
della valutazione e riduzione dei pericoli d’incendio, sono costituiti dai seguenti punti:
•
•
•
probabilità di innesco d’incendio;
probabilità di propagazione veloce;
probabilità di coinvolgimento di persone.
Nel caso in esame, una volta attuate le misure di eliminazione e/o riduzione dei pericoli
d’incendio stimate in precedenza, si ritengono comunque presenti condizioni locali e di
esercizio che possono favorire sviluppo di incendi, ma la cui probabilità di propagazione è da
ritenersi limitata.
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Alla luce di tali conclusioni, visti i criteri di classificazione stabiliti dall’allegato I del D.M. 10
marzo 1998, si ritiene di classificare complessivamente il plesso in oggetto, assegnando un
BASSO
Vista la tipologia di struttura, si prescrive di formare il personale nominato addetto
all’incendio, con un corso di formazione a rischio incendio BASSO. Data l’eventuale
rotazione del personale su scuole diversamente classificate, si prescrive di formare i
lavoratori con il corso a rischio MEDIO.
12.8 Adeguatezza delle misure di sicurezza
Materiali combustibili e/o infiammabili
Rimozione del materiale non necessario nei vari ripostigli, dove è accumulato.
Stoccaggio prodotti chimici nei laboratori e nei ripostogli stessi in appositi armadietti
chiusi a chiave.
Sorgenti di innesco
Gli interventi da programmare sono:
4)
Plesso scolastico:
Per l’impianto elettrico e di terra è necessario mantenere
aggiornata la documentazione tecnica (schemi elettrici) e
istituire un programma di verifiche periodiche atte ad
accertare lo stato di sicurezza degli impianti elettrici
installati. Tali impianti dovranno essere soggetti a un
programma di verifica periodica degli impianti di terra, da
parte degli organi competenti (ISPESL, ARPA), secondo
quanto disposto da D.P.R. 462/01 (richiesta documentazione
ente proprietario).
Tutti i locali devono essere mantenuti puliti e in ordine,
evitando accumuli di rifiuti o altro materiale combustibile.
Presenza di fumatori
Non si rilevano interventi da programmare. Mantenere la segnaletica sul divieto di fumare
nei locali di lavoro
Protezione contro i fulmini
Non si rilevano interventi da programmare (richiesta documentazione comune)
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
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Vie di esodo
Considerato che l’attività didattica in esame si svolge completamente all’interno
dell’edificio, si calcola che la lunghezza del percorso per raggiungere la più vicina via
d’uscita, dalle postazioni più lontane rientra nei limiti ammessi per luoghi a rischio di
incendio medio (45÷60m). (Allegato III Punto 3.3 D.M. 10/03/1998; Capitolo 5, punto 5.4,
D.M. 26 agosto 1992).
Si ricorda che durante la presenza di persone all’interno dell’edificio tutte le uscite
dovranno essere facilmente apribili (prive di lucchetti o non chiuse a chiave).
Numero e larghezza delle scale
Le scale rispettano quanto riportato nel capitolo 4, punto 4.1 del D.M. 26/08/1992
Porte installate lungo le vie di uscita
Non sono presenti porte che si aprono internamento sul percorso del deflusso, ma hanno
l’apertura nel verso dell’esodo.
Viabilità e ingombri
Non si rilevano problemi di viabilità e ingombri.
Segnaletica e illuminazione delle vie di uscita
All’interno dell’edificio scolastico è presente una segnaletica rispondente alle normative
vigenti. Le uscite di sicurezza risultano provviste anche di idonea illuminazione di
emergenza.
Mezzi e impianti di spegnimento
All’interno dell’edificio scolastico in oggetto sono presenti i seguenti impianti di
spegnimento:
o ESTINTORI
Rilevazione e allarme antincendio
Attualmente è presente un sistema di allarme sonoro, costituito dal citofono con adeguato
suono.
Sorveglianza, controllo e manutenzione
Vie di uscita
La verifica dell’efficienza delle vie di uscita deve essere effettuata con una costante
attività di sorveglianza, controllo da parte del datore di lavoro, o suo delegato, rimuovendo
o segnalando immediatamente situazioni di:
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
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- depositi di materiali o attrezzature lungo le vie di uscita,
- avarie alle lampade di sicurezza,
- anomalie sui dispositivi di apertura delle porte.
Presidi antincendio
L’attività di sorveglianza deve essere gestita dal personale interno (adeguatamente
formato), mentre il controllo e la manutenzione dei presidi antincendio verrà espletata da
ditte specializzate, nei tempi e secondo le modalità previste dalla normativa tecnica
applicabile (semestralmente). Sono presenti come presidi estintori adeguatamente dislocati
(capitolo 9 D.M. 26/08/1992)
Gestione dell’emergenza
Per il plesso in oggetto sono state predisposte delle procedure scritte per la gestione delle
emergenze ed è stato redatto un piano di evacuazione (punto 5 del D.M. 26 agosto 1992 e
art. 5 del D.M. 10 marzo 1998).
Sono state programmate due esercitazioni, nel corso dell’anno scolastico, relative alle
prove di evacuazione (punto 12 del D.M. 26 agosto 1992); l’esito di tali esercitazioni è
riportato in apposito verbale (reperibili presso il plesso e la sede centrale dell’istituto).
Impianti tecnologici
Gli impianti tecnologici presenti all’interno del plesso che meritano di essere tenuti sotto
controllo ai fini antincendio, sono rappresentati dall’impianto elettrico nel suo complesso,
compreso l’impianto di terra e dalla centrale termica.
Informazione e formazione
Sono state nominate e formate le persone per quanto riguarda la lotta antincendio;
considerato il livello di rischio, le stesse hanno seguito un corso di formazione, secondo
il programma stabilito al punto 9.5 del D.M. 10 marzo 1998.
Tutto il personale dovrà essere a conoscenza delle norme di esercizio fissate al punto 12
del D.M. 26 agosto 1992.
13. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA LAVORO NOTTURNO
La valutazione del rischio per il “lavoratore a turni” (così come definito dal D.Lgs 66/2003) è stata
fatta sulla base dell’organizzazione dei turni aziendali e la valutazione delle misure di prevenzione e
protezione adottate per garantire la qualità della vita dei soggetti coinvolti. I dipendenti non
svolgono lavoro notturno.
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14. VALUTAZIONE DEI RISCHI PER LE LAVORATRICI IN STATO DI
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Per le lavoratrici in stato di gravidanza e in allattamento (sino al settimo mese) sono state
individuate le relative misure di prevenzione e protezione secondo quanto previsto dall’art. 28 del
D.Lgs. del 81/08 e dal Decreto Legislativo 26 marzo 2001 n°151. L’indagine, che è stata effettuata
in relazione alla situazione aziendale al momento della valutazione, ha carattere generale. La
valutazione dei rischi specifica in caso di situazioni soggettive anomale (prescrizioni specifiche da
parte del medico curante in casi di patologie o di gravidanza a rischio, condizioni di lavoro non
routinarie incompatibili con lo stato di gravidanza, ecc.) sarà eseguita, con la collaborazione del
Medico Competente, secondo i criteri specificati nelle Linee Guida citate e riportati in una scheda
personale custodita dal Medico Competente e vincolata al segreto professionale 151
Allegato: Procedure lavoratrice stato di gravidanza
15. VALUTAZIONE DEI RISCHI CONNESSE ALLE DIFFERENZE DI
GENERE
Valutate tutte le attività svolte, avendo come riferimento le differenze di genere come previsto
dall’art. 28 del D. lgs. 81/08, non sono stati evidenziati differenti livelli di rischio per gli uomini e
per le donne.
16. VALUTAZIONE DEI RISCHI CONNESSE ALLE DIFFERENZA D’ETA’
Valutate tutte le attività svolte, avendo come riferimento le differenze di genere come previsto
dall’art. 28 del D. lgs. 81/08, non sono stati evidenziati differenti livelli di rischio per l’età.
17. VALUTAZIONE DEI RISCHI CONNESSE ALLE DIFFERENZE DI
PROVENIENZA
Tutti i lavoratori stranieri impiegati nel ciclo lavoratori dovranno essere in possesso del permesso di
soggiorno e dovranno aver effettuato una formazione pratica.
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La formazione deve essere adattata:
- alle conoscenze e alla capacità di apprendimento (Prima di iniziare la formazione è bene essere
informati sulle conoscenze di cui dispone il nuovo assunto),
- alla formazione linguistica.
Allo stato attuale non sono presenti nell’organico aziendale lavoratori provenienti da altri paesi.
Qualora dovessero essere presenti, si farà ben attenzione alla comprensione o meno della lingua
italiana, al fine di adibirlo al lavoro e/o svolgere un’adeguata informazione/formazione.
18. VALUTAZIONE DEI RISCHI DA STRESS LAVORO CORRELATO
La valutazione dei rischi da stress-lavoro correlato è effettuata in ottemperanza all’art. 28, co. 1 del
D.Lgs. 81/08 secondo i contenuti dell’Accordo europeo dell’8 ottobre 2004, recepito con Accordo
interconfederale il 9 giugno 2008.
La valutazione è programmata analizzando i fattori di rischio indicati all’art. 4 dell’Accordo citato e
individuando le misure collettive e/o individuali, essenzialmente con riferimento alle aree
dell’organizzazione e della comunicazione (formazione, informazione, organizzazione dei turni e
orari di lavoro, ecc.), per prevenirlo, eliminarlo o ridurlo.
È stata programmata la valutazione dei rischi, secondo la proposta metodologica metodo operativo
completo di valutazione e gestione Versione 1.1 – ottobre 2010 elaborata dal Coordinamento
SPISAL della provincia di Verona, rete di scuole per la sicurezza della provincia di Treviso, rete
di scuole della provincia di Vicenza per la sicurezza. Tale indagine verrà completata entro fine
2015.
19. VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA ATMOSFERE ESPLOSIVE
L’applicazione delle disposizioni previste dal D.Lgs. 81/08 è obbligatoria in tutte le attività o
luoghi di lavoro dove possono essere presenti atmosfere esplosive dovute a gas, vapori, nebbie e
polveri; rientrano nella tipologia anche i lavori svolti in sotterraneo ed i veicoli destinati ad essere
utilizzati in atmosfere potenzialmente esplosive. Invece esso non si
applica a:
aree utilizzate direttamente per le cure mediche dei pazienti;
uso d’apparecchi a gas di cui al D.P.R. n.661 del 15/11/96;
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
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produzione, manipolazione, uso, stoccaggio e trasporto d’esplosivi o di sostanze
chimicamente instabili;
industrie estrattive soggette al D.Lgs. n. 624 del 25/11/96;
impiego di mezzi di trasporto terrestre, marittimo, fluviale ed aereo per i quali si
applicano le pertinenti disposizioni d’accordi internazionali (diritto pattizio).
Da una valutazione preliminare risulta che le caratteristiche della produzione e delle infrastrutture
aziendali escludono la possibilità di formazione di atmosfere potenzialmente Esplosive, se non nei
locali caldaia, dove è stata posta la seguente segnaletica:
20. VALUTAZIONE DEL RISCHIO SULLA PREVENZIONE DA INCIDENTI
SUL LAVORO ATTRIBUIBILI ALL’USO DI ALCOL E ALTRE SOSTANZE
PSICOTROPE
1. Riferimenti normativi applicabili
-
LEGGE 30/03/01, n. 125 Legge quadro in materia di alcol e di problemi alcol-correlati.
Provvedimento d’intesa Stato - Regioni Unificato 30/10/07. Intesa, ai sensi dell'articolo 8,
comma 6, della Legge 5 giugno 2003, n. 131, in materia di accertamento
di assenza di
tossicodipendenza. (Repertorio atti n. 99/CU).
-
Provvedimento Stato-Regioni 16/3/2006. Intesa in materia di individuazione delle
attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la
sicurezza,
l'incolumità
o la salute dei terzi, ai fini del divieto di assunzione e di
somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche.
-
Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81.
2. Valutazione del rischio
In osservanza a quanto disposto dalle norme di riferimento richiamate, il datore di lavoro individua i
dipendenti che esplicano una mansione a rischio identificata nella normativa vigente, da inviare al
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
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medico competente per la verifica dell’assenza di condizioni di alcol dipendenza e di assunzione di
sostanze psicotrope e stupefacenti.
3. Criteri per definire le mansioni soggette a rischio verso terzi
Vista la normativa vigente ed in attesa che l’accordo Stato Regioni riveda le modalità e le
condizioni per l’accertamento di alcol e tossicodipendenza, sono stati così definiti i criteri di
individuazione del personale da sottoporre ad accertamenti per la verifica di alcol e
tossicodipendenza
3.1. Tossicodipendenza
Si riporta di seguito l’elenco delle “mansioni che comportano particolari rischi per la
sicurezza, l'incolumità e la salute dei terzi” di cui l’”Allegato 1” del Provvedimento d’intesa
Stato-Regioni del 30/10/07 in materia di accertamento di assenza di tossicodipendenza
1. Attività per le quali è richiesto un certificato d’abilitazione per l'espletamento dei seguenti
lavori pericolosi:
a. impiego di gas tossici;
b. fabbricazione e uso di fuochi di artificio;
c. direzione tecnica e conduzione di impianti nucleari.
2. Mansioni inerenti le attività di trasporto:
a. conducenti di veicoli stradali per i quali è richiesto il possesso della patente di guida
categoria C, D, E, e quelli per i quali è richiesto il certificato di abilitazione
professionale
per la guida di taxi o di veicoli in servizio di
noleggio
conducente, ovvero il certificato di formazione professionale
con
per guida di
veicoli che trasportano merci pericolose su strada;
b. personale
addetto
direttamente
alla circolazione
dei treni e alla sicurezza
dell'esercizio ferroviario che esplichi attività di condotta, verifica materiale rotabile,
manovra apparati di sicurezza, formazione treni, accompagnamento treni, gestione
della circolazione, manutenzione infrastruttura e coordinamento e vigilanza di
una o più attività di sicurezza;
c. personale
ferroviario
navigante
sulle
navi
del
gestore
dell'infrastruttura
ferroviaria con esclusione del personale di camera e di mensa;
d. personale navigante delle acque interne con qualifica di conduttore per le
imbarcazioni da diporto adibite a noleggio;
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
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e. personale addetto alla circolazione e a sicurezza delle ferrovie in concessione e in
gestione governativa, metropolitane, tranvie e impianti assimilati, filovie, autolinee e
impianti funicolari, aerei e terrestri;
f. conducenti, conduttori, manovratori e addetti agli scambi di altri veicoli con binario,
rotaie o di apparecchi di sollevamento, esclusi i manovratori di carri ponte con
pulsantiera a terra e di monorotaie;
g. personale marittimo di prima categoria delle sezioni di coperta e macchina,
limitatamente allo Stato maggiore e sottufficiali componenti l'equipaggio di
navi mercantili
e passeggeri,
nonché il personale marittimo e tecnico delle
piattaforme in mare, dei pontoni galleggianti, adibito ad attività off-shore e delle navi
posatubi;
h. controllori di volo ed esperti di assistenza al volo;
i. personale certificato dal registro aeronautico italiano;
j. addetti ai pannelli di controllo del movimento nel settore dei trasporti;
k. addetti alla guida di macchine di movimentazione terra e merci.
l. collaudatori di mezzi di navigazione marittima, terrestre ed aerea;
3. Funzioni operative proprie degli addetti e dei responsabili della produzione, del
confezionamento, della detenzione, del trasporto e della vendita di esplosivi.
3.2 Modalità di verifica dell’assenza di assunzione di sostanze PSICOTROPE e
STUPEFACENTI
Il Datore di lavoro, prima di adibire un lavoratore alle mansioni comprese nell’elenco di
cui all’Allegato 1 dell’Intesa Stato-Regioni 30/10/07 e D.M. 186/1990, qualunque sia il tipo di
rapporto di lavoro, provvede a richiedere al medico competente gli accertamenti sanitari,
comunicando periodicamente i nominativi dei lavoratori interessati.
Il medico provvederà, come da linee guida regionali, ad eseguire i necessari e pertinenti esami.
In sede di primo esame, qualora venga evidenziata una positività all’assunzione di stupefacenti da
parte del lavoratore, il medico competente provvederà a comunicare al datore di lavoro la
temporanea non idoneità alla specifica mansione a rischio e inviierà il lavoratore al SERT per gli
accertamenti di secondo livello. Nel caso, l’idoneità al lavoratore, sarà rilasciata limitatamente
a quelle mansioni ritenute non a rischio per il contesto lavorativo.
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Nell’ipotesi il SERT accerti un uso occasionale di stupefacenti / sostanze psicotrope, e confermi
l’assenza di tossico dipendenza, il medico competente valuterà sia un programma di monitoraggio
per il lavoratore, sia il reinserimento nel contesto lavorativo. Diversamente, l’accertamento di
tossico dipendenza implicherà la messa in aspettativa temporanea del lavoratore, a titolo
cautelativo, e l’avvio ad un percorso di recupero.
La procedura è
puntualizzata nell’informativa destinata ai lavoratori sotto la responsabilità
del medico competente aziendale.
3.3 Divieto di Alcolici
A titolo esemplificativo si riportano di seguito le categorie su cui grava il DIVIETO di assunzione
di alcolici, in osservanza alla Legge 125/2001 e Provvedimento Stato-Regioni 16/3/2006, come
segue:
• Abilitati a lavori pericolosi (Gas tossici, Generatori vapore, Fochini, Fuochi artificiali,
Vendita fitosanitari,
• Direzione tecnica e conduzione impianti nucleari, Manutenzione ascensori)
• Dirigenti e preposti controllo processi produttivi e sorveglianza sistemi sicurezza in
impianti a rischio di incidenti rilevanti
• Preposti a lavori entro spazi con rischio di gas e vapori tossici o asfissianti ovvero
infiammabili o esplosivi
• Mansioni sanitarie (Medici, Infermieri, Operatori socio-sanitari, Ostetriche, Anestesisti,
Ferristi)
• Mansioni per l’infanzia o sociosanitarie (Vigilatrici d’infanzia, Infermiere pediatrico,
Puericultore, Addetto ai nidi, Mansioni sociali e sociosanitarie)
• Insegnanti
• Mansioni con porto d’armi
• Mansioni di trasporto (Carrellisti, Addetti guida con patente B,C,D,E, Taxi, Treni,
Piloti, Navigazioni, Manovratori, Fari, Controllori volo, Guida macchine mv. terra e merci
…)
• Esplosivi
• Edilizia e Lavori quota > 2 m
• Capiforno e forni fusione
63
Istituto
comprensivo di
Poggio Moiano “F.
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
64
• Tecnici manutenzione nucleare
• Addetti esplosivi e infiammabili
• Mansioni in cave e miniere
La procedura è
puntualizzata nell’informativa destinata ai lavoratori sotto la responsabilità
del medico competente aziendale.
1. Criteri per l’individuazione del personale da sottoporre ad accertamenti
La valutazione del rischio ha messo in evidenza un’attività di movimentazione dei carichi con
carrello elevatore da parte del personale di magazzino. A tal proposito l’azienda ha
provveduto ad identificare le mansioni comportanti l’utilizzo di carrelli elevatori e produrre
un elenco, degli utilizzatori. Copia dell’elenco è periodicamente aggiornata ed inviata al
medico competente. I lavoratori con mansione di “autista” (patente C) sono assoggettati alla
sorveglianza sanitaria così come previsto dai Provvedimenti d’intesa Stato - Regioni del
30/10/07, 16/03/06 e dalle norme di riferimento richiamate.
2. Personale esposto
A titolo esemplificativo sono riportati nella seguente tabella, i gruppi omogenei di
lavoratori assoggettati a possibili controlli su alcol e droghe:
MANSIONE
CONTROLLI
ALCOL
CONTROLLI
SOSTANZE
PSICOTROPE
G2) Docenti (Insegnanti)
SI
NO
64
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comprensivo di
Poggio Moiano “F.
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
65
21. INDIVIDUAZIONE DEI GRUPPI OMOGENEI
La seguente valutazione dei rischi derivanti dall’analisi delle attività lavorative e delle mansioni
specifiche comporta l’identificazione dei seguenti gruppi omogenei di lavoratori:
G1) Docente
L’attività didattica viene svolta dal personale docente. In base alla tipologia di materia insegnata, il
docente svolge la sua mansione, all’interno di un’aula scolastica, avvalendosi di strumenti cartacei
(testi, fotocopie e dispense) e di attrezzature quali la lavagna.
G2) Collaboratore scolastico
Il personale tecnico ausiliario si occupa della vigilanza ai piani e delle pulizie degli ambienti di
lavoro.
65
Istituto
comprensivo di
Poggio Moiano “F.
Ulivi”
DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
GRUPPO OMOGENEO
Pag.
66
RIEPILOGO FASI
LAVORATIVE
G1) Docenti
1, 2, 3, 4, 5,
6 (solo per docente ed. fisica)
G2) Collaboratore scolastico
3, 7, 8
66
Istituto
comprensivo di
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ATTIVITA’/FASI
DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
DESCRIZIONE
67
Pag.
GRUPPI
OMOGENEI
ATTIVITA’ 2
ATTIVITA’ DIDATTICA
Fase nr. 1
Attività generiche di ufficio
G1
Fase nr. 2
Archiviazione ricerca e movimentazione di materiale cartaceo
G1
Fase nr. 3
Utilizzo di fotocopiatrici e stampanti laser e a getto
G1
d’inchiostro
Fase nr. 4
Utilizzo del videoterminale
G1
Fase nr. 5
Attività didattica svolta in aula/insegnamento
G1
Fase nr. 6
Attività didattica svolta in palestra
G1
DESCRIZIONE
GRUPPI
ATTIVITA’/FASI
OMOGENEI
ATTIVITA’ 3
COLLABORATORI SCOLASTICI
Fase nr. 3
Utilizzo di fotocopiatrici e stampanti laser e a getto
G2
d’inchiostro
Fase nr. 7
Vigilanza al piano
G2
Fase nr. 8
Pulizia ambienti di lavoro
G2
67
22. VALUTAZIONE DEI RISCHI E MISURE DI PREVENZIONE E
PROTEZIONE RELATIVE ALLE ATTIVITÀ
NR. 1 ATTIVITÀ GENERICHE DI UFFICIO
VALUTAZIONE RISCHI
Possibile fattore di rischio
Evento/Danno
Dolori muscolari e
tendinei
Cervicalgia
Errata postura
Urti, inciampi
Cavi delle
Traumi
apparecchiature
elettriche che
costituiscono intralcio
Presenza di materiale
accatastato
CALCOLO DEL
LIVELLO DI
RISCHIO (P x M)
1x2=2
1x2=2
sul
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
ALLEGATI
Mantenere la schiena ed il collo in posizione eretta
il tavolo di lavoro deve essere mantenuto ad altezza adeguata
il tavolo di lavoro deve essere mantenuto libero da materiale non
necessario
i mobili e gli arredi devono essere disposti in modo da consentire
spostamenti agevoli
Mantenere chiusi i cassetti delle scrivanie per evitare urti
Rimuovere gli ostacoli eliminabili
Posizionare le apparecchiature in modo che i cavi di alimentazione non
provochino intralci
Raccogliere i cavi elettrici e di trasmissione dati
Evitare l’uso di prolunghe
pavimento
di Incendio
Intossicazione da
innesco
e materiale
prodotti della
combustione
combustibile
Ustioni
Presenza
di
fonti
Cavi scoperti
Imperizia nel utilizzo di
componentistica
elettrica
Componenti
elettrici
Contatto diretto
con parti in
tensione
Shock elettrico
1x2=2
Non gettare nel cestino dei rifiuti mozziconi di sigaretta
In caso di incendio attenersi alle istruzioni indicate nel piano di
emergenza
Togliere tensione alle apparecchiature elettriche alla fine della giornata
Evitare l’uso di prolunghe e di adattatori
1x2=2
Non tirare i cavi per togliere la spina dalla presa ma afferrare il corpo
isolante della spina stessa
Non eseguire autonomamente interventi manutentivi ma segnalare
l’eventuale
taglienti
stato
dei
collegamenti
elettrici
e
delle
apparecchiature alla manutenzione
danneggiati
Uso improprio di oggetti Tagli
cattivo
1x2=2
Non gettare nel cestino dei rifiuti vetri rotti o oggetti taglienti
Non usare impropriamente forbici, temperini e tagliacarte
Non lasciare forbici e temperini con le lame non protette sopra i tavoli
Istituto
comprensivo di
Poggio Moiano “F.
Ulivi”
DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
70
NR. 1 ATTIVITÀ GENERICHE DI UFFICIO
VALUTAZIONE RISCHI
Possibile fattore di rischio
Discomfort
microclimatico
Evento/Danno
Disagio termico
CALCOLO DEL
LIVELLO DI
RISCHIO (P x M)
1x2=2
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
ALLEGATI
Arieggiare periodicamente il locale
Regolare i caloriferi e tenere sotto controllo l’umidità dell’aria
Segnalare al personale preposto eventuali malfunzionamenti degli
impianti di aerazione e riscaldamento
Insufficienti condizioni
di illuminamento
Fatica visiva/
Cefalee
Disturbi oculari
Affaticamento
della vista
1x2=2
Mantenere i dispositivi illuminanti puliti
Mantenere le vetrate per l’illuminazione naturale pulite
70
Istituto
comprensivo di
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DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
71
NR. 2 ARCHIVIAZIONE, RICERCA E MOVIMENTAZIONE DI MATERIALE CARTACEO
VALUTAZIONE RISCHI
Possibile fattore di rischio
Errata movimentazione
di faldoni e risme di
carta
Evento/Danno
Traumi dorso
lombari da
infortunio
CALCOLO DEL
LIVELLO DI
RISCHIO (P x M)
1x2=2
Errato posizionamento Traumi
del
materiale
sulle
scaffalature
1x2=2
Traumi
Raggiungimento di
ripiani sopraelevati con
utilizzo di mezzi
impropri
1x2=2
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Dall’analisi delle attività è risultato che il massimo peso
movimentabile manualmente corrisponde a circa 3 Kg e la
movimentazione è saltuaria; pertanto non si configura il rischio da
movimentazione manuale dei carichi.
ALLEGATI
Principali norme
di sicurezza da
osservare negli
uffici
Quando si devono riporre o ritirare oggetti situati in alto, non
inarcare la schiena, ma usare una scala di altezza adeguata.
Adeguare la quantità ed la tipologia del materiale archiviato al numero
e alla dimensione degli scaffali
Non sovraccaricare gli scaffali
Disporre il materiale in modo stabile sugli scaffali partendo dai piani
più bassi
Posizionare il materiale in modo che non sporga dalle scaffalature in
modo pericoloso
Utilizzare esclusivamente scale portatili a norma
Non arrampicarsi su tavoli, cassetti aperti, sedie, etc. per raggiungere
ripiani sopraelevati
Principali norme di
sicurezza da
osservare negli
uffici
71
Istituto
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Ulivi”
DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
72
NR. 3 UTILIZZO DI FOTOCOPIATRICI E STAMPANTI LASER E A GETTO D’INCHIOSTRO
VALUTAZIONE RISCHI
Possibile fattore di rischio
Sostituzione cartuccia
toner e inchiostro
Evento/Danno
Emissione di
sostanze
pericolose/
Irritazione delle
vie respiratorie
Contatto cutaneo
con sostanze
pericolose/
Irritazione mani
CALCOLO DEL
LIVELLO DI
RISCHIO (P x M)
1x2=2
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
ALLEGATI
Le cartucce di inchiostro sono tutte sigillate per cui il rischio di contatto
con tali sostanze è trascurabile
MISURE COMPORTAMENTALI
Aerare frequentemente i locali ove sono installate fotocopiatrici e
stampanti laser
Mantenere il libretto delle istruzioni tecniche nelle vicinanze delle
macchine
Seguire scrupolosamente le istruzioni per il cambio delle cartucce di
inchiostro e toner presenti sul libretto d’uso e manutenzione degli
apparecchi
Non gettare le cartucce esaurite di toner e inchiostri tra i rifiuti ordinari
In caso di contatto cutaneo accidentale con inchiostri lavare
immediatamente la parte con acqua tiepida e sapone
Evitare di toccare gli occhi con le mani
72
Istituto
comprensivo di
Poggio Moiano “F.
Ulivi”
DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
73
NR. 4 UTILIZZO DEL VIDEOTERMINALE
VALUTAZIONE RISCHI
Possibile fattore di rischio
Evento/Danno
CALCOLO DEL
LIVELLO DI
RISCHIO (P x M)
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Attività statica e
protratta
Dolori muscolari
e tendinei
Cervicalgia
Disturbi oculari
1x2=2
MISURE COMPORTAMENTALI
Assumere e mantenere una corretta postura sulla sedia
Regolare l’altezza della sedia in modo tale che le gambe formino un
angolo di 90° ed i piedi siano ben appoggiati a terra
Richiedere, se può servire ad assumere una posizione più comoda,
pedane poggia piedi regolabili
Regolare l’altezza della sedia in modo tale da permettere l’appoggio
delle mani sul tavolo di lavoro e di formare con le braccia un angolo
retto
Regolare lo schienale della sedia in modo tale da formare un angolo
limitato tra i 90° ed i 110°
Posizionare la tastiera in modo da lasciare libero un margine tale da
permettere l’appoggio degli avambracci sul tavolo
Collocare i documenti in modo da evitare movimenti impropri della
testa e degli occhiSeguire scrupolosamente le istruzioni per il cambio
delle cartucce di inchiostro e toner presenti sul libretto d’uso e
manutenzione degli apparecchi
Non gettare le cartucce esaurite di toner e inchiostri tra i rifiuti ordinari
In caso di contatto cutaneo accidentale con inchiostri lavare
immediatamente la parte con acqua tiepida e sapone
Evitare di toccare gli occhi con le mani
Cattiva qualità
dell’immagine sul video
Fatica visiva/
Cefalee
Disturbi oculari
Affaticamento
della vista
1x2=2
MISURE COMPORTAMENTALI
Pulire regolarmente il video con prodotti adeguati perché polvere e
impronte possono impedire una corretta visione
Regolare il video evitando eccessiva luminosità e mantenendo il giusto
contrasto tra le scritte e lo sfondo
Richiedere l’intervento di un tecnico se l’immagine presenta
sfarfallamenti o non è stabile
ALLEGATI
73
Istituto
comprensivo di
Poggio Moiano “F.
Ulivi”
DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
74
NR. 4 UTILIZZO DEL VIDEOTERMINALE
VALUTAZIONE RISCHI
Possibile fattore di rischio
Evento/Danno
CALCOLO DEL
LIVELLO DI
RISCHIO (P x M)
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Condizioni sfavorevoli di Fatica visiva/
Abbagliamento
illuminazione (abbagli,
Cefalee
riflessi)
Affaticamento
della vista
1x2=2
MISURE COMPORTAMENTALI
Posizionare il monitor in modo che le fonti di luce lo colpiscano
lateralmente così che non ci siano riflessi fastidiosi sullo schermo
Regolare con le tende l’ingresso della luce naturale proveniente dalle
finestre
Posizionare le fonti di luce artificiale in modo da evitare riflessi e
abbagliamenti
Orientare ed inclinare lo schermo per eliminare eventuali riflessi sulla
sua superficie
Errato posizionamento Fatica visiva
del monitor rispetto agli Abbagliamento/
Cefalee
operatori
Affaticamento
della vista
Errata postura/
Dolori muscolari e
tendinei
1x2=2
MISURE COMPORTAMENTALI
Posizionare il monitor in modo che lo schermo si trovi a una distanza
dall’operatore pari a circa 50-60 cm
Posizionare il monitor in modo che il video si trovi ad altezza inferiore
rispetto agli occhi
ALLEGATI
Principali norme
di sicurezza da
osservare negli
uffici
74
Istituto
comprensivo di
Poggio Moiano “F.
Ulivi”
DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
75
NR. 5 ATTIVITÀ DIDATTICA SVOLTA IN AULA/INSEGNAMENTO
VALUTAZIONE RISCHI
Possibile fattore di rischio
Evento/Danno
Dolori muscolari e
tendinei
Cervicalgia
Errata postura
Urti, inciampi
Cavi delle
Traumi
apparecchiature
elettriche che
costituiscono intralcio
Presenza di materiale
accatastato
CALCOLO DEL
LIVELLO DI
RISCHIO (P x M)
1x2=2
1x2=2
sul
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
ALLEGATI
Mantenere la schiena ed il collo in posizione eretta
il tavolo di lavoro deve essere mantenuto ad altezza adeguata
il tavolo di lavoro deve essere mantenuto libero da materiale non
necessario
i mobili e gli arredi devono essere disposti in modo da consentire
spostamenti agevoli
Mantenere chiusi i cassetti delle scrivanie per evitare urti
Rimuovere gli ostacoli eliminabili
Posizionare le apparecchiature in modo che i cavi di alimentazione non
provochino intralci
Raccogliere i cavi elettrici e di trasmissione dati
Evitare l’uso di prolunghe
pavimento
di Incendio
Intossicazione da
innesco
e materiale
prodotti della
combustione
combustibile
Ustioni
Presenza
di
fonti
Cavi scoperti
Imperizia nel utilizzo di
componentistica
elettrica
Componenti
elettrici
Contatto diretto
con parti in
tensione
Shock elettrico
1x2=2
Non gettare nel cestino dei rifiuti mozziconi di sigaretta
In caso di incendio attenersi alle istruzioni indicate nel piano di
emergenza
Togliere tensione alle apparecchiature elettriche alla fine della giornata
Evitare l’uso di prolunghe e di adattatori
1x2=2
Non tirare i cavi per togliere la spina dalla presa ma afferrare il corpo
isolante della spina stessa
Non eseguire autonomamente interventi manutentivi ma segnalare
l’eventuale
taglienti
stato
dei
collegamenti
elettrici
e
delle
apparecchiature alla manutenzione
danneggiati
Uso improprio di oggetti Tagli
cattivo
1x2=2
Non gettare nel cestino dei rifiuti vetri rotti o oggetti taglienti
Non usare impropriamente forbici, temperini e tagliacarte
Non lasciare forbici e temperini con le lame non protette sopra i tavoli
75
Istituto
comprensivo di
Poggio Moiano “F.
Ulivi”
DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
76
NR. 5 ATTIVITÀ DIDATTICA SVOLTA IN AULA/INSEGNAMENTO
VALUTAZIONE RISCHI
Possibile fattore di rischio
Discomfort
microclimatico
Evento/Danno
Disagio termico
CALCOLO DEL
LIVELLO DI
RISCHIO (P x M)
1x2=2
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
ALLEGATI
Arieggiare periodicamente il locale
Regolare i caloriferi e tenere sotto controllo l’umidità dell’aria
Segnalare al personale preposto eventuali malfunzionamenti degli
impianti di aerazione e riscaldamento
Insufficienti condizioni
di illuminamento
Fatica visiva/
Cefalee
Disturbi oculari
Affaticamento
della vista
1x2=2
Mansione che comporta
particolari rischi per la
sicurezza, l’incolumità e
la sicurezza dei terzi
- Lesioni anche
1x4=4
gravi, dovuti ad
incidenti stradali
e/o ribaltamento
del mezzo
Mantenere i dispositivi illuminanti puliti
Mantenere le vetrate per l’illuminazione naturale pulite
- Attività di sorveglianza sanitaria
- Formazione ed informazione
76
Istituto
comprensivo di
Poggio Moiano “F.
Ulivi”
DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
77
Pag.
NR. 6 ATTIVITÀ DIDATTICA SVOLTA IN PALESTRA
VALUTAZIONE RISCHI
Possibile fattore di rischio
Evento/Danno
Urti, inciampi
Cavi delle
Traumi
apparecchiature
elettriche che
costituiscono intralcio
Presenza di materiale
accatastato
CALCOLO DEL
LIVELLO DI
RISCHIO (P x M)
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
ALLEGATI
1x2=2
Mantenere chiusi i cassetti delle scrivanie per evitare urti
Rimuovere gli ostacoli eliminabili
Posizionare le apparecchiature in modo che i cavi di alimentazione non
provochino intralci
Raccogliere i cavi elettrici e di trasmissione dati
Evitare l’uso di prolunghe
1x2=2
Non gettare nel cestino dei rifiuti mozziconi di sigaretta
In caso di incendio attenersi alle istruzioni indicate nel piano di
emergenza
Togliere tensione alle apparecchiature elettriche alla fine della giornata
Evitare l’uso di prolunghe e di adattatori
1x2=2
Non tirare i cavi per togliere la spina dalla presa ma afferrare il corpo
isolante della spina stessa
Non eseguire autonomamente interventi manutentivi ma segnalare
sul
pavimento
di Incendio
Intossicazione da
innesco
e materiale
prodotti della
combustione
combustibile
Ustioni
Presenza
di
fonti
Cavi scoperti
Imperizia nel utilizzo di
componentistica
elettrica
Componenti
elettrici
Contatto diretto
con parti in
tensione
Shock elettrico
l’eventuale
stato
dei
collegamenti
elettrici
e
delle
apparecchiature alla manutenzione
danneggiati
Discomfort
microclimatico
cattivo
Disagio termico
1x2=2
Arieggiare periodicamente il locale
Regolare i caloriferi e tenere sotto controllo l’umidità dell’aria
Segnalare al personale preposto eventuali malfunzionamenti degli
impianti di aerazione e riscaldamento
77
Istituto
comprensivo di
Poggio Moiano “F.
Ulivi”
DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
78
NR. 6 ATTIVITÀ DIDATTICA SVOLTA IN PALESTRA
VALUTAZIONE RISCHI
Possibile fattore di rischio
Evento/Danno
CALCOLO DEL
LIVELLO DI
RISCHIO (P x M)
Insufficienti condizioni
di illuminamento
Fatica visiva/
Cefalee
Disturbi oculari
Affaticamento
della vista
1x2=2
Rischio dovuti alle
attrezzature utilizzate
e/o attività fisiche
effettuate
Traumi di varia
entità (lievi
contusioni,
ecchimosi,
ferite superficiali,
ferite profonde,
traumi scheletrici
quali distorsioni,
contusioni o
fratture,
1x2=2
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
ALLEGATI
Mantenere i dispositivi illuminanti puliti
Mantenere le vetrate per l’illuminazione naturale pulite
Utilizzare attrezzature a norma ed in corretto stato di manutenzione
78
NR. 7
VIGILANZA AL PIANO
VALUTAZIONE RISCHI
Possibile fattore di rischio
Evento/Danno
Dolori muscolari e
tendinei
Cervicalgia
Errata postura
Urti, inciampi
Cavi delle
Traumi
apparecchiature
elettriche che
costituiscono intralcio
Presenza di materiale
accatastato
CALCOLO DEL
LIVELLO DI
RISCHIO (P x M)
1x2=2
1x2=2
sul
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
ALLEGATI
Mantenere la schiena ed il collo in posizione eretta
il tavolo di lavoro deve essere mantenuto ad altezza adeguata
il tavolo di lavoro deve essere mantenuto libero da materiale non
necessario
i mobili e gli arredi devono essere disposti in modo da consentire
spostamenti agevoli
Mantenere chiusi i cassetti delle scrivanie per evitare urti
Rimuovere gli ostacoli eliminabili
Posizionare le apparecchiature in modo che i cavi di alimentazione non
provochino intralci
Raccogliere i cavi elettrici e di trasmissione dati
Evitare l’uso di prolunghe
pavimento
di Incendio
Intossicazione da
innesco
e materiale
prodotti della
combustione
combustibile
Ustioni
Presenza
di
fonti
Cavi scoperti
Imperizia nel utilizzo di
componentistica
elettrica
Componenti
elettrici
danneggiati
Contatto diretto
con parti in
tensione
Shock elettrico
1x2=2
Non gettare nel cestino dei rifiuti mozziconi di sigaretta
In caso di incendio attenersi alle istruzioni indicate nel piano di
emergenza
Togliere tensione alle apparecchiature elettriche alla fine della giornata
Evitare l’uso di prolunghe e di adattatori
1x2=2
Non tirare i cavi per togliere la spina dalla presa ma afferrare il corpo
isolante della spina stessa
Non eseguire autonomamente interventi manutentivi ma segnalare
l’eventuale
cattivo
stato
dei
apparecchiature alla manutenzione
collegamenti
elettrici
e
delle
Istituto
comprensivo di
Poggio Moiano “F.
Ulivi”
NR. 7
DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
80
VIGILANZA AL PIANO
VALUTAZIONE RISCHI
Possibile fattore di rischio
Discomfort
microclimatico
Evento/Danno
Disagio termico
CALCOLO DEL
LIVELLO DI
RISCHIO (P x M)
1x2=2
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
ALLEGATI
Arieggiare periodicamente il locale
Regolare i caloriferi e tenere sotto controllo l’umidità dell’aria
Segnalare al personale preposto eventuali malfunzionamenti degli
impianti di aerazione e riscaldamento
Insufficienti condizioni
di illuminamento
Fatica visiva/
Cefalee
Disturbi oculari
Affaticamento
della vista
1x2=2
Mantenere i dispositivi illuminanti puliti
Mantenere le vetrate per l’illuminazione naturale pulite
80
Istituto
comprensivo di
Poggio Moiano “F.
Ulivi”
NR. 8
DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
81
Pag.
PULIZIA AMBIENTI DI LAVORO
VALUTAZIONE RISCHI
Possibile fattore di rischio
Evento/Danno
Urti, inciampi
Cavi delle
Traumi
apparecchiature
elettriche che
costituiscono intralcio
Presenza di materiale
accatastato
CALCOLO DEL
LIVELLO DI
RISCHIO (P x M)
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
ALLEGATI
1x2=2
Mantenere chiusi i cassetti delle scrivanie per evitare urti
Rimuovere gli ostacoli eliminabili
Posizionare le apparecchiature in modo che i cavi di alimentazione non
provochino intralci
Raccogliere i cavi elettrici e di trasmissione dati
Evitare l’uso di prolunghe
1x2=2
Non gettare nel cestino dei rifiuti mozziconi di sigaretta
In caso di incendio attenersi alle istruzioni indicate nel piano di
emergenza
Togliere tensione alle apparecchiature elettriche alla fine della giornata
Evitare l’uso di prolunghe e di adattatori
1x2=2
Non tirare i cavi per togliere la spina dalla presa ma afferrare il corpo
isolante della spina stessa
Non eseguire autonomamente interventi manutentivi ma segnalare
sul
pavimento
di Incendio
Intossicazione da
innesco
e materiale
prodotti della
combustione
combustibile
Ustioni
Presenza
di
fonti
Cavi scoperti
Imperizia nel utilizzo di
componentistica
elettrica
Componenti
elettrici
Contatto diretto
con parti in
tensione
Shock elettrico
l’eventuale
stato
dei
collegamenti
elettrici
e
delle
apparecchiature alla manutenzione
danneggiati
Discomfort
microclimatico
cattivo
Disagio termico
1x2=2
Arieggiare periodicamente il locale
Regolare i caloriferi e tenere sotto controllo l’umidità dell’aria
Segnalare al personale preposto eventuali malfunzionamenti degli
impianti di aerazione e riscaldamento
81
Istituto
comprensivo di
Poggio Moiano “F.
Ulivi”
NR. 8
DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
Pag.
82
PULIZIA AMBIENTI DI LAVORO
VALUTAZIONE RISCHI
Possibile fattore di rischio
Evento/Danno
CALCOLO DEL
LIVELLO DI
RISCHIO (P x M)
Insufficienti condizioni
di illuminamento
Fatica visiva/
Cefalee
Disturbi oculari
Affaticamento
della vista
1x2=2
Rischio biologico dovuto
al possibile contatto
durante le operazione di
pulizia
Possibilità di
infezioni dovuto al
possibile contatto
con liquidi
biologici
1x2=2
Rischio chimico
Possibilità di
dermatiti
allergiche da
contatti, dermatiti
irritative croniche
2x2=4
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
ALLEGATI
Mantenere i dispositivi illuminanti puliti
Mantenere le vetrate per l’illuminazione naturale pulite
- formazione ed informazione
- utilizzo di D.P.I. (guanti)
- formazione ed informazione
- uso dei D.P.I. (mascherine, guanti)
Valutazione del
rischio chimico
Asma bronchiale,
riniti
82
23. TABELLE RIASSUNTIVE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E
PROTEZIONE ADOTTATE
Le misure di prevenzione e protezione, vengono riassunte nelle seguenti attività:
-
Formazione ed informazione (art. 36, 37 D.Lgs 81/2008), con corsi ed incontri frontali, volti ad
illustrare la normativa, le procedure di emergenza, i rischi della attività e le procedure/istruzioni
operative specifiche alle mansioni svolte;
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La fornitura dei D.P.I. specifici alle mansioni svolte, secondo i gruppi omogenei individuati
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La sorveglianza sanitaria, secondo l’art. 41 del D.Lgs 81/2008
23.1 Formazione ed informazione
Il datore di lavoro ha provveduto ad un'adeguata formazione ed informazione di ciascun lavoratore
(Art. 36-37 D.Lgs 81/2008) su:
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Quadro normativo, riguardante la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
Rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro, connessi all’attività d’impresa generale
Procedure riguardanti primo soccorso, la lotta antincendio, l’evacuazione dei luoghi di
lavoro
Responsabile Servizio Prevenzione e protezione, medico competente, soggetti coinvolti
nel processo di sicurezza, compiti e funzioni
Concetti di rischio, prevenzione e protezione, organizzazione della prevenzione
aziendali, diritti e doveri dei vari soggetti coinvolti
I rischi riferiti alla mansione ed ai possibili danni
23.2 D.P.I. forniti per gruppi omogenei/attività
G2 COLLABORATORI SCOLASTICI
Tipo di dispositivo
Norma tecnica di
riferimento
Guanti
Mascherina FFP2
Scarpa antinfortunistica - antiscivolo
Occhiali protettivi
EN 388
EN 149
EN 345
EN 166
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24. PROGRAMMA DELLE MISURE RITENUTE OPPORTUNE PER IL
MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA
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Audit interni periodici finalizzati alla realizzazione di programmi per il mantenimento
dell’efficienza delle attrezzature e dei dispositivi di sicurezza esistenti e al miglioramento della
sicurezza attraverso una mappatura periodica degli adeguamenti strutturali, manutentivi,
funzionali e organizzativi che di volta in volta si rendono necessari.
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Maggior coinvolgimento di tutte le funzioni interessate riguardo alle problematiche inerenti la
sicurezza e la tutela della salute nei luoghi di lavoro.
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Informazione periodica dei lavoratori sui rischi specifici delle attrezzature e sulle procedure di
lavoro in sicurezza relative alle singole attività.
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Formazione e addestramento periodici degli addetti con specifiche mansioni in caso di
evacuazione, emergenza, incendio e primo soccorso.
85
25. ALLEGATI
Allegato. Tabella riassuntiva dei rischi.
Istruzioni operative
IOS1 - Buone prassi collaboratore scolastico
IOS2 - Buone prassi per il lavoro negli uffici
IOS3 – Procedura lavoratrici stato di gravidanza
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