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IL
IL
SECOLO
SECOLO
XIX
XIX
MARTEDÌ
MARTEDÌ
22APRILE
APRILE2013
2013
savona
savona//provincia
provincia
GLI EFFETTI DELLA CRISI
INDAGINE UNRAE SULLA PROVINCIA DI SAVONA
Auto, crolla il mercato
vendite in calo del 27%
Nel 2012 vendute 2 mila vetture in meno rispetto all’anno precedente
IL CASO
TOMMASO DOTTA
Forse non l’El Dorado,
ma comunque un’isola felice. Questo era la provincia di Savona per il
mercato dell’automobile, fino a
qualche anno fa. Quando nel 2008
già la crisi stava facendo sentire i
suoi nefasti effetti sui consumi nel
resto d’Italia, la riviera savonese e il
suo entroterra sembravano tenere
duro. Oggi invece il quadro è radicalmente cambiato. L’isola felice è
in preda alla siccità più completa, a
una bonaccia che non fa muovere
una foglia. L’Automobile Club
d’Italia parla di un calo delle immatricolazioni in linea con i dati nazionali, intorno al 17 per cento tra il
2011 e il 2012. L’Unrae invece
(Unione nazionale rappresentanti
veicoli esteri) fotografa una situazione più critica in cui, dal 2011 al
2012, si sono vendute circa duemila
automobili in meno per un calo del
27 per cento.
Macosaèsuccesso,comesièarrivati a questo? Savona è una delle
province d’Italia con il maggior numero di veicoli a motore in circolazione (auto e moto sommate) nel
rapporto con gli abitanti. Su poco
meno di 290 mila cittadini residenti, si calcola un parco di quasi 260
mila veicoli a motore, quasi uno per
residente(forsedipiù,sesiconsiderano anche i tanti anziani che non
possono più guidare e un numero,
inferioremasignificativo,dibambini).
In realtà a incidere su questi valori è soprattutto il numero delle moto. Savona è infatti la seconda provincia d’Italia come numero di moto: 23,6 ogni cento abitanti. Il podio
di questa speciale classifica, stilata
dall’Istateconfermatadall’Unrae,è
tutto ligure: il gradino più alto per il
parco moto spetta a Imperia mentre la medaglia di bronzo va a Genova. In fondo, se si pensa alla conformazione del nostro territorio, questo dato non dovrebbe stupire. Gli
spazi di manovra sono spesso ristretti, le strade sono generalmente
dei veri sali scendi: due caratteristiche che incentivano l’utilizzo della
moto rispetto alla macchina, più
scomoda, o alla bicicletta. Infine le
condizioni atmosferiche della nostra Regione ne permettono l’uso
per otto o nove mesi all’anno.
Ma anche nel mercato dell’autovettura Savona si è sempre difesa
bene. Non tanto per il numero di
mezzi circolanti quanto per l’alto
tassodirinnovamentodelparcoauto, ovvero il numero di immatricolazioni ogni cento radiazioni. Secondi i dati Unrae, dal 2002 al 2007
il numero di immatricolazioni di
autovetture è stato sempre più o
meno costante: si è scostato da un
minimo di 10.044 nuovi veicoli vendutinel2005aunmassimodi11.375
nel 2007. Era un periodo in cui l’auto dava lavoro a centinaia di persone, tra le officine, le concessionarie
e gli agenti di commercio a loro collegati. Nei due anni successivi,
quando il resto d’Italia già sentiva
gli effetti pesanti della crisi, la provincia di Savona scricchiolava, ma
noneraincadutalibera.C’eranoancora tante persone che non si facevano problemi a compiere un inveSAVONA.
XnLYJLdlFuOWUmdyA5FBBbx0d3w7jBjiz+02m/+NZb8=
stimento importante, come l’acquisto di una nuova auto. Nel 2008 le
immatricolazioni sono state 9060.
Nel 2009 si è addirittura registrata
una piccola crescita: 9578. Poi però
la marea è cambiata. Dal 2010 in
avanti la provincia ha davvero cominciato a perdere pezzi importanti: la crisi di alcune grandi aziende
da un lato e la forte disoccupazione
giovanile dall’altro sono fattori che
hanno aumentato vertiginosamente il numero delle persone in cassa
integrazione o comunque in difficoltà economica. E questi fenomeni, inevitabilmente, si riflettono sul
numerodinuoveautoimmatricolate,chesonoscesidicircaunmigliaio
ogni dodici mesi: 8451 nel 2010,
7473 nel 2011.
Forse le compagnie e le concessionarie si erano illuse che questi
fossero già dati preoccupanti, ma il
peggiononsieraancoravisto.Ilcalo
17
per cento
il calo delle
immatricolazioni
nell’ultimo anno, rispetto
al 2011, secondo l’Aci
260
mila
veicoli a motore circolanti
in provincia di Savona,
quasi uno ogni abitante:
media altissima
2012 5.468
l’anno
della caduta verticale delle
vendite. A partire
dal 2010 i primi segnali
di flessione
le nuove
autovetture acquistate
lo scorso anno. Nell’anno
precedente erano state
7.473
di mille immatricolazioni all’anno
era una pacchia al confronto di
quanto è accaduto nella passata stagione. Tra il 2011 e il 2012 i savonesi
hanno acquistato duemila nuove
autovetture in meno: da 7473 a
5468. E ora tutti si chiedono se sia
questoilfondooppuresesipossaulteriormente sprofondare. «È un fenomenocheancoranonhauneffetto visibile sulla circolazione – commenta Rosa Patrone, responsabile
dell’Aci di Savona – forse perché i
savonesi,perora,siaccontentanodi
tenereduroconlalorovecchiaauto,
senza cambiarla. Però bisogna notare che le vendite di auto usate sono costanti, non sono aumentate, e
anche i dati sulle pratiche di radiazione. Se i numeri continuano a essere questi, tra qualche anno potremmo notare conseguenze tangibili sul circolante. Vedremo probabilmente meno auto per le strade».
PIAZZA DEL POPOLO
LA VOCE DEI RIVENDITORI
«SOLO NELLE CONCESSIONARIE
PERSO IL 35% DEI POSTI DI LAVORO»
Rosini (Hyundai): «Costi troppo alti e i nostri margini non vanno oltre il 2 per cento»
SAVONA. Il crollo verticale delle
immatricolazioni di autovetture è
solo un numero, niente di tragico o
impressionante. I numeri, di per
sé, non trasmettono emozioni fino
a che non vengono spiegati i loro
effetti più tangibili. Come ad
esempio il conseguente aumento
delle persone che, proprio per colpa di quei numeri, tornano a casa
senza un lavoro.
«Solo nelle concessionarie della
provincia di Savona lavorano tra le
200 e le 250 persone. Non esagero
se dico che, tra quelli usciti durante il 2012 e quelli che sanno già di
dover uscire quest’anno, si registreràuncalodel35percentodegli
occupati». Quello lanciato da GiovanniDeFilippi,titolaredellaconcessionaria Autoliguria in via Nizza, non è un allarme. Gli allarmi,
nel settore dell’automobile savonese, stanno già suonando a sirene
spiegate ormai da quasi un anno. È
solo una drammatica conferma
degli effetti del feroce calo delle
vendute di autovetture che si sta
registrando in provincia in questi
anni. Un calo in linea con i dati nazionali, forse anche peggiore. «E
senza contare le conseguenze su
tutto l’indotto che gravita intorno
alle concessionarie – continua De
Filippi, che è anche rappresentante savonese di Ascom Confcommercio – come i meccanici o il personale di officina».
C’è un fenomeno che, più di ogni
altro, fotografa la difficoltà del settoreinquestaparticolarecongiuntura economia: l’estinzione della
categoria degli agenti di commercio. «Ci sono stati anni – racconta
GiovanniDeFilippi–incuiallanostra porta c’era letteralmente la
coda di aspiranti agenti di commercio,chesiproponevanodivendere le nostre autovetture. Ricevevamo una decina di domande ogni
mese e, ovviamente, eravamo costretti a mandarne via molti a boc-
SEGNO
DEI TEMPI
Una volta avevamo
la coda di aspiranti
agenti di commercio
che si proponevano.
Oggi non c’è nessuno
GIOVANNI DE FILIPPI
titolare Autoliguria
ca asciutta. Oggi invece il campanello non lo suona più nessuno.
Anche li volessi, non saprei dove
cercarli».
Forse gli agenti di commercio si
sono fatti i conti in tasca e hanno
capito che un lavoro pagato a provvigione, di questi tempi, è un rischioprofessionaletroppogrande,
che non ci si può più permettere. E
negli anni è cambiato anche il panorama delle concessionarie savo-
CONSULTAZIONE ONLINE
I CONSIGLI DELL’ACI QUANDO SI ACQUISTA
«SUBITO UNA VISURA DEL VEICOLO»
••• SAVONA. Chiedere la visura del
veicolo che si vuole acquistare all’ufficio provinciale dell’Aci. È questo uno dei tanti consigli che l’Automobile club dispensa agli acquirenti
di automobili prima di effettuare
l’acquisto. Consultando, anche online, il Pubblico registro automobilistico, si può infatti appurare se sulla
vettura che si intende comprare
non risultino iscritte ipoteche, non
ci siano vincoli che ne limitano la disponibilità, come ad esempio sequestri, pignoramenti, fallimenti o
fermi amministrativi, ma anche che
il veicolo non sia stato cancellato
dal Pra e quindi necessita di una
nuova immatricolazione. Ma non finisce qui: l’Aci consiglia anche di richiedere la consegna del libretto
con i tagliandi di garanzia già eseguiti, sorta di “cartella clinica” dell’automobile, e anche di chiedere al
venditore il “libretto d’uso e manutenzione” per evitare di ritrovarsi
impreparati su alcune operazioni di
sicurezza, economia di gestione e
conservazione del veicolo.
nesi. Alcuni colossi si sono accaparrati la possibilità di gestire in
contemporanea diversi marchi e
sono ormai poche le aziende che
sopravvivono appoggiandosi a un
solo marchio.
«I costi sono diventati troppo altieimarginidiunaconcessionaria,
rispetto a quelli delle grandi case,
sono insulsi – spiega Renzo Rosini
di Marina Motors, rivenditore
Hyundai di via Nizza -. Si parla di
un margine che non va oltre il 2 per
cento di quello che vende il rivenditore. Contro un margine delle
case che va dal 5 al 10 per cento.
Inoltre, ormai, si riesce a vendere
soprattutto a seguito di promozioni da parte delle case che, però,
vengono gestite in perdita da parte
delle concessionarie. I contributi
arrivano solo mesi dopo, a compensare la prima perdita, ma molti
sono in difficoltà per mancanza di
liquidi a disposizione».
Enonèuncasocheilnumerodei
concessionari sia diminuito drasticamente negli ultimi anni. Sempre meno, ma di dimensioni sempre più grandi per gestire bassi ricaviealtespese.«Bastipensaresolo al caso dei concessionari
Renault–concludeRenzoRosini-.
Ne conoscevo quasi cinquanta che
operavano nel settore nord ovest
italiano, tra Liguria e basso Piemonte. Ora, che io sappia, ne saranno rimasti poco più di cinque e
tutti di dimensioni molto grossi.
Gli altri sono falliti o hanno cambiato lavoro. Qualche azienda oggi
non fallisce, tiene duro, solo perchéilsempliceattodifallireètroppo infamante. Quindi molti di loro
stanno semplicemente nascondendo la loro effettiva situazione
interna di grave crisi». Secondo le
previsioni dei concessionari il
2013saràancoraunannodifficilissimo.
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
La cassa automatica del park
Cambiano
le macchinette
nel parcheggio
dell’ex stazione
MARIO DE FAZIO
SAVONA.Nuovo
look per i parcheggi automatici di piazza del
Popolo. Ancora qualche giorno e
leapparecchiaturecheconsentono il pagamento e la sosta in uno
dei parcheggi più grandi del centro cittadino saranno completamente sostituite. I lavori di restyling, posti in essere dall’Ata
dovrebbero concludersi entro al
fine di aprile. L’intervento promosso dall’azienda multiservizi
prevede il rifacimento del sistema di gestione automatizzato del
parcheggio di piazza del Popolo.
In particolare saranno installate
nuovecasseautomaticheecolonnine per l’emissione dei biglietti
necessari ad entrare nell’area di
sosta e a conteggiare i tempi di
permanenza e la conseguente tariffa. Ma lo scopo dell’intervento
di Ata è soprattutto quello di velocizzare le operazioni di ingresso e uscita nel parcheggio e, conseguentemente, di ridurre le code che si verificano nelle ore di
punta, in qualche caso anche con
conseguenze negative sul già
congestionato traffico cittadino.
Ad essere sostituite saranno anche le macchinette che emettono
materialmente i biglietti sia all’interno delle colonnine che alle
casse poste all’ingresso del parcheggio. I nuovi meccanismi dovrebbero anche agevolare l’intervento degli operatori di Ata.
IL
ILSECOLO
SECOLOXIX
XIX
savona
savona//provincia
provincia
Veicoli commerciali
1.470
2002
11.089
2002
4.181
2002
2003
10.916
2003
4.335
2003
1.080
2004
10.453
2004
4.320
2004
1.127
2005
10.044
2005
4.166
2005
1.128
2006
10.579
2006
4.509
2006
1.085
2007
4.568
2007
1.168
11.375
2007
2008
9.060
2008
2009
9.578
2009
4.058
5.328
2008
930
2009
909
2010
8.451
2010
3.736
2010
895
2011
7.473
2011
3.347
2011
713
2012
535
5.468
2012
*Unrae
(unione nazionale
rappresentanti autoveicoli
esteri) dati immatricolazioni
provincia Savona
2012
2.312
*Dati Unrae e Ancma
(associazione nazionale ciclo
motocicli associati)
dati immatricolazioni
provincia Savona
GRAFICI IL SECOLOXIX
BENE SOLO LE VETTURE DI PICCOLA CILINDRATA
LA VALBORMIDA RESTA A GALLA
GRAZIE AI CLIENTI PIEMONTESI
LUISA BARBERIS
CAIRO. Le auto di grossa cilindrata
restano in garage. Neanche il mercato dell’auto si salva dalla crisi e, in
tempi di spending review, tengono
il mercato solo più le utilitarie. Con
iportafoglideiconsumatorisempre
più vuoti, oggetto del desiderio diventano le macchine che, più che al
passo con la moda, godono della caratteristica di consumare il meno
possibile.
È questa la fotografia del settore
che emerge dalla voce di alcuni dei
concessionari dell’entroterra. C’è
un’altra curiosità. La Valbormida
restaagallagrazieaiclientipiemontesi che, percorrendo pochi chilometri, si sommano ai liguri in cerca
di una nuova utilitaria e varcano il
confine per ricercare qui la loro auto. «Purtroppo in Valbormida gira
pochissima gente, il mercato è sempre difficile anche se si lotta per superare il momento – spiega Renato
Baiunco, titolare della Renauto di
Cairo – le macchine sopra ai 2 mila e
500 di cilindrata sono diventate invendibili perché i clienti temono
controlli ed è difficile anche ritirarle. Le comprano solo più gli stranieri.Lepiccolinehannotenutomeglio
XnLYJLdlFuOWUmdyA5FBBQyQn/Umnhr8elqAqL4yRjk=
ilmercatoancheseèsemprepiùdifficile ottenere finanziamenti. Anche i clienti sono in sofferenza, magari restano una rata indietro ed è la
stessa finanziaria che non concede
più nulla. Va meglio con l’usato, anche se per piazzare le macchine devonoesserecurate.Perresisterenoi
abbiamo investito molto sull’officinaeadottatounapoliticapertenere
bassi i prezzi in modo da dare assistenza e creare un valore aggiunto».
Le differenze ci sono anche a seconda delle case automobilistiche.
«Le marche low coast per esempio – spiegano i concessionari – offrono prodotti interessanti perché
riescono a contenere i costi». In una
crisi che, specie nel settore auto, è
globale a tutti gli effetti, chi non
BAIUNCO (RENAUTO)
«Per resistere
abbiamo investito
molto sull’officina
e tenuto bassi
i prezzi»
L’emozione
di guardare
il mondo da lassù.
molla la presa sono le italianissime
dicasaFiat.«Èverocherispettoagli
anni passati c’è un calo che si fa sentire,mailmercatoèspaccatoindue:
da una parte il nuovo, dall’altra
l’usato che è comunque richiesto –
spiega Alberto Pedrazzani, titolare
della concessionaria Fiat di Cairo in Valbormida c’è poi una predilezione per il metano e il gpl perchè si
cerca di risparmiare sul carburante.
Si vendono meglio le cilindrate piccole, ma incide anche il fattore moda: la 500, e ora la 500 L sono sempre in voga e molto presenti. Le italiane, la Fiat, ma anche la Lancia e la
Alfa Romeo, tutto sommato, hanno
perso meno di altre case: se il calo
delle vendite globale è del 20%, il
gruppo Fiat ha perso meno».
In controtendenza pare essere
invece il gruppo Peugeot. «In questi
mesi stiamo consegnando – spiegano dalla concessionaria Pellerino
Auto di Cairo - abbiamo parecchi
clienti che vengono da fuori Valbormida, anche dal Piemonte. L’anno
scorso è stato tragico, ma in questi
ultimi mesi sembra che qualcosa si
stia riprendo: vendiamo macchine
che non superano i 20 mila euro, ma
la situazione sembra migliore del
passato».
“Chilometro zero”
e super-usato,
boom in Riviera
«Ma rispetto al 2010 affari dimezzati»
IL CASO
LUCA BERTO
UN NETTO calo delle vendite, con
le “vite” dei mezzi che si allungano
sempre di più, sostituzioni che avvengono solo quando sono diventate inevitabili, un ricorso sempre più
massiccio all’usato (però a basso
prezzo) o al “chilometro zero” e al
meno costoso GPL. Il crollo del
mercato dell’auto ha colpito anche
il ponente savonese. Da Finale ad
Albenga, tutte le concessionarie
hanno dovuto fare i conti con una
diminuzionedellamolediaffariche
si è accompagnata ad un radicale
cambiamento nelle richieste da
parte della clientela.
A Finale la flessione pare essere
abbastanza contenuta, come spiega
Giorgio Vero del salone “Isnardi
Renzo”: «Fino a poco tempo fa in
città c’erano quattro concessionarie. Per diversi motivi ora siamo rimasti solo noi. Nonostante questo
la crisi si fa sentire. Gli affari sono
calati del 15 per cento». Non tutti,
però, patiscono le difficoltà allo
stesso modo:«I clienti benestanti
sembrano non avere grossi problemi, infatti continuiamo a vendere
mezzi sopra ai 40 mila euro piuttosto bene. Ad essere più penalizzati
sono i clienti che di solito acquistano auto dal costo inferiore. E non
solo per il prezzo, ma anche e soprattutto per motivi fiscali».
Senoncomprailnuovo,lagentesi
buttasull’usato: «Iclientisimuovono molto sul ‘chilometro zero’ o sull’usato da seimila euro al massimo.
La vita media delle auto si è molto
allungata:daunlatoperchélevetture sono molto più efficienti, dall’altro perché si cerca di farle durare il
più possibile. Prima un mezzo con
60 mila chilometri era già vecchio.
Ora una macchina con 70 mila chilometri è un usato ‘fresco’. Non è raro che ci vengano consegnati mezzi
con 150 mila chilometri». E si cerca
di risparmiare su tutto, a cominciare dai carburanti: «Molti puntano
sudieseloGPL.Personalmentenon
credo che questo sia un mercato in
espansione: la manutenzione dei
mezzi è più cara, gli intervalli di
tempotrauntagliandoel’altrosono
più brevi e qui da noi è difficile tro-
Vetture esposte in un autosalone
vare distributori».
Ad Albenga il calo è stato molto
più forte e ha motivazioni diverse.
«Gli affari sono diminuiti del 30-40
per cento – racconta Teresa Gaibissodi“Autogi”–Albengaharisentito
meno di questa crisi perché qui c’è
ancora un discreto benessere. Ma
gli affari vanno a rilento e spesso
non si concludono nemmeno».
Questa stagnazione non è solo conseguenza della crisi attuale: «Si trascina da diversi anni. Il mercato è
‘drogato’: gli incentivi alla rottamazione hanno spinto molti a cambiare auto, così tantissime persone sono sommerse dalle rate. Ora sono
quasi più quelli che cercano di vendere la macchina acquistata anni fa
che non quelli che la vogliono comprare nuova». Senza contare altri
fattori: «A penalizzare sono anche i
costi legati ai passaggi di proprietà e
alle polizze. Quando si tratta di permutaremezzidamilleeuro:lapratica costa quasi quanto la macchina».
La concessionaria “Mediacar Autovillage” di Albenga è specializzata
in usato: «Rispetto al 2010 gli affari
sono calati del 50 per cento – spiega
Giorgio Nannei – Il vero problema è
l’accesso al credito. Molte persone
hanno scarsa liquidità e quindi le finanziarie che tengono in pieni il
mercato hanno chiuso i rubinetti».
IN CONTROTENDENZA
GINO LANCIA LA SFIDA
CON BMW E MINI
La generale crisi del marchio Toyota per quella di Impesettore, le vendite sempre più rare- ria. In un momento economico parfatte e difficili e una clientela soffe- ticolare come questo abbiamo capirentecheproprioperquestoavanza to che il modo migliore per risponrichieste diverse rispetto a quelle dereallacrisièscommetteresulnodel passato sono quei fattori “tipici” stro potenziale e investire in nuovi
che di solito spingono molte con- progetti».Etrainuoviprogettifigucessionarie a tirare i remi in barca e ra proprio l’apertura di nuovi punti
vendita nel capoluogo
a mettere a punto piani
provinciale e nella “città
aziendali volti a ridurre i
delle torri”: «Abbiamo ricosti per cercare di limitalevato le ex strutture di
re al massimo le perdite.
Savona Motori presenti a
Opposto il caso della
Savona e Albenga e vi abconcessionaria “Gino” di
biamo collocato puntiCuneo, la quale non solo
vendita di Bmw e Mini».
non si è tirata indietro di
L’obiettivo è riempire i
fronte alle difficoltà ma, al
“buchi” di un mercato che
contrario, ha deciso di rafin questa zona non preforzare la propria presenza in Liguria andando ad Autosalone Gino senta autosaloni specializzati nella vendita di
investire nel savonese e
anche nella zona della pianura in- questiduemarchiinparticolare:«Il
gauna. «La concessionaria Gino – progetto–confermaAlessandroGispiega il general manager Alessan- no – nasce dalla consapevolezza di
dro Gino – è presente già da molti un potenziale inespresso e di un’ofanni in Liguria con il marchio Mer- fertacarentenellazonaperimarchi
cedes-Benz per la zona di Savona, Bmw e Mini».
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