Santuario di Monte Fasce - Genova Periodico di informazione e propaganda mariana • Anno 43 n. 3 maggio-giugno 2004 • Spedizione in abb. post. - 45% art. 2 comma 20/B - legge 662/96 - Filiale di Padova «Regina caeli» Regina del cielo, rallegrati, alleluia: Cristo che hai portato nel grembo, alleluia. È risorto come aveva promesso, alleluia. Prega il Signore per noi, alleluia. Rallegrati, Vergine Maria, alleluia. Il Signore è veramente risorto, alleluia. Con questa preghiera, abitualmente cantata in latino, nel tempo di Pasqua viene scandito il ritmo delle nostre giornate, in sostituzione alla preghiera dell’Angelus. Al mattino, a mezzogiorno e alla sera la tradizione cristiana ci raccomanda di affidarci all’intercessione di Maria, Regina del cielo. Sembra infantile questa usanza, ma non lo è! Noi crediamo che l’assistenza della Vergine sia di vitale importanza. Perché non pensiamo a questa preghiera come ad un farmaco, prescritto dal Medico, da prendere tre volte al giorno? Teniamo molto alla salute del corpo, perché non dovremmo occuparci anche della salute dell’anima? Il nostro pastore, Giovanni Polo II, lo scorso lunedì di pasquetta ha detto, all’ora dell’Angelus: “Affido alla Madre di Gesù crocifisso e risorto le attese e le speranze, le preoccupazioni e i timori del mondo intero”. Non possiamo far finta che tutto vada bene: la vita porta con sé gioie e dolori, ma per non fermarci solamente alla dimensione negativa, questa preghiera ci ricorda che “il Signore è veramente risorto”. Quindi è vivo e se è vivo ha qualcosa da dire a noi ora. Gesù porta la Pace e ci dona la gioia vera. La Vita ha vinto la morte, il peccato e ogni genere di dolore e sofferenza. «Prega per noi il Signore». È l’invocazione che eleviamo alla nostra Madre perché sia mediatrice di grazie. Come un bimbo corre dalla mamma perché chieda qualcosa per noi al papà, facciamo così anche noi! Aggiungiamo allora un metodo del tutto naturale ai tanti che, purtroppo, affollano la nostra vita: la preghiera del santo Rosario, che è il ricostituente che ci aiuta a supe- rare gli esami, che ci da un po’ di carica quando siamo giù e vediamo tutto nero… Non serve alcuna prescrizione medica o visita specialistica, non serve cercare la farmacia di turno: è sempre a nostra disposizione gratuitamente. Per fare questa “cura” approfittiamo del mese di Maggio dedicato a Maria, Regina del cielo e del Rosario. 1 - maggio-giugno 2004 FRATE MARIO Tutti i pesci dello stesso acquario? Alcune considerazioni sul New Age, un fenomeno esteso, dai contorni sfumati. Per conoscere, comprendere e… discernere! Il Pontificato Consiglio per il Dialogo Interreligioso hanno recentemente presentato uno splendido documento intitolato “Gesù Cristo portatore dell’Acqua Viva. Una riflessione cristiana sul New Age”. Si tratta di un rapporto molto importante, che tocca un tema cruciale per i cristiani del terzo millennio. Un “frullato misto” Da alcuni anni, ormai, si parla di “New Age”. Ma non tutti sono riusciti a capire il suo vero significato e la sua influenza nel mondo di oggi. Per spiegare alle persone questo fenomeno, durante le mie conferenze, utilizzo un oggetto un po’ particolare, che aiuta a comprendere e a fissare nella memoria l’argomento: un frullatore. Il New Age, infatti, non è né una setta, né una religione. È un’immensa corrente di pensiero che riunisce differenti pratiche: ufologia, spiritismo, medicine alternative, esoterismo, superstizione, astrologia, reincarnazione, ecologismo estremista, stregoneria, sincretismo religioso e tante altre cose. Durante le mie conferenze, spiego in che cosa consistono tutti questi elementi. Poi, uno alla volta, scrivo i loro nomi su dei foglietti di carta e li metto nel frullatore. In questo modo, la gente riesce perfettamente a capi- re che cosa sia il New Age: un grande miscuglio di idee, religioni e superstizioni. Un frullato misto, in cui i tanti sapori si perdono e si confondono tra loro. Domanda vera… risposta falsa “New Age”, in inglese, significa “Nuova Era”. I suoi seguaci credono che l’umanità stia entrando in una “nuova epoca” di pace e di benessere, ricca di mutamenti in campo sociale, politico e religioso. Il New Age dovrebbe prendere il posto dell’era cristiana, passando dall’età astrologica dei Pesci a quella dell’Acquario. Per questa ragione, i seguaci del New Age sono conosciuti anche come Acquariani”. Illustrando il documento, il cardinale Paul Poupard, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha detto: “Il New Age si presenta come una falsa utopia per rispondere alla sete profonda di felicità del cuore umano, in preda alla drammaticità dell’esistenza e insoddisfatto dell’infelicità profonda della felicità moderna. Il New Age si presenta come una risposta ingannevole alla speranza più antica dell’uomo, la speranza di una Nuova Era di pace, armonia, riconciliazione con se stesso, gli altri e la natura. Questa speranza religiosa, antica come l’umanità stessa, è un appello che sgorga dal cuore degli uomini specialmente in tempo di crisi. Il piccolo documento ora presentato aiuterà a prenderne migliore conoscenza, a discernere tra le pro- 2 - maggio-giugno 2004 poste e a suscitare nella comunità cristiana un rinnovato impegno ad annunciare Gesù Cristo, portatore dell’Acqua Viva”. Negli anni sessanta, il popolare musical americano “Hair” annunciava l’arrivo di una “nuova era” con la canzone “Aquarius”: “Questa è l’alba dell’Età dell’Acquario. Armonia e comprensione, simpatia e fiducia abbondano. Non più falsità e derisione. Una vita dorata, sogni e visioni. Rivelazione mistica da cristalli e la vera liberazione della mente”. Ovviamente, la “nuova era” non è mai arrivata. Ma nel frattempo il New Age è diventato un giro d’affari di miliardi, espandendosi a livello mondiale attraverso libri, compact disc, spettacoli, film, negozi, centri religiosi, cartomanti, santoni e sette orientaleggianti che promettono di cambiare la vita delle persone (in cambio di soldi, ovviamente). Una verità vale l’altra? L’elemento più rischioso del New Age è certamente il sincretismo religioso. Ovvero, il “frullato misto” delle religioni. Secondo il pensiero “New Age”, tutte le religioni sarebbero uguali. Di conseguenza, tutte le verità diventerebbero uguali. Ma se tutte le verità sono uguali, vuol dire che non esiste più nessuna verità. E quindi, si negano quei valori universali che sono scritti nel cuore di ogni uomo, al di là di ogni fede e cultura. Per questa ragione, si sfocia facilmente nel relativismo morale. L’uomo non ha più regole. Si mette al posto di Dio e si sceglie la “verità” che più gli fa comodo. L’idea del sincretismo religioso viene mascherata dai seguaci del New Age, che affermano di voler cercare la pace tra i popoli e favorire il diallogo tra le differenti religioni. Ma è soltanto un trucco per cercare di indebolire il Cristianesimo. Mettendo tutte le religioni sullo stesso piano, si punta a svalutare il messaggio di Gesù. Cristo diventa “uno dei tanto profeti”, come Budda, Maometto o chiunque altro. Il suo messaggio diventa un messaggio “come tanti altri”. E quindi, solo per fare alcuni esempi, la resurrezione viene posta sullo stesso piano della reincarnazione. La poligamia diventa uguale al matrimonio cristiano, che si basa sulla fedeltà dei coniugi. Ma si tratta di concetti ben diversi, che non devono confondersi tra loro. Dialogare con persone di altre religioni non significa rinunciare alla propria identità o svendere i valori in cui crediamo. Lo ha spiegato bene monsignor Michael Louis Fitzgerald, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso: “C’è nella Chiesa una fede profonda nel dialogo che Dio intrattiene con ogni essere umano, e nel disegno finale della salvezza. Questa convinzione deve guidare ogni nostro incontro. Ma si può dialogare con frutto se la nostra identità è chiara. Non possiamo allo stesso tempo credere e non credere in un dio che trascende la Storia, credere e non credere in Cristo, Salvatore dell’umanità, credere e non credere nella sua mediazione unica. È dalla nostra chiara identità cattolica,m e da una spiritualità vissuta, che ci possiamo muovere per un incontro vero”. Anche il Papa, Giovanni Paolo II, ha promosso incontri di preghiera e di dialogo con le altre fedi. Ma è sempre stato molto chiaro nella sua identità e nel proporre il messaggio di salvezza del Vangelo. Un illusorio “fai da te” Il rischio del New Age è che ognuno si costruisca una religione “fai da te”. Una specie di “menù”, dal quale poter scegliere alcuni “piatti” ed escluderne altri (soprattutto quelli più scomodi, che richiedono un impegno personale). Nel New Age si parla spesso di “Dio”. Ma lo si riduce ad un’entità astratta, un “qualcosa” di indefinito che è sopra di noi, e che va bene per tutti i gusti. Non a caso, la parola “religione” viene sempre sostituita da “spiritualità”, che è un termine vago e meno impegnativo. La più grande colpa del New Age sta nell’aver rispolverato e rilanciato tutte le peggiori forme di magia e di superstizione, che il Cristianesimo ha sempre combattuto. Pensiamo, ad esempio, agli starni poteri che vengono attribuiti a gemme e minerali. Secondo gli Acquariani, sarebbero in grado di generare “energie positive” e curare le malattie. Molto diffusa è la cristalloterapia. Alcuni libri “New Age” sostengono che i cristalli avrebbero un’intelligenza nascosta, in grado di influenzare la nostra vita, ed insegnano a contattare il loro presunto potere. C’è, poi, un’autentica fissazione per gli angeli, che gli Acquariano vedono dappertutto. Ma i loro angeli non hanno nulla in comune con quelli cristiani. Hanno nomi strani e poteri simili a quelli di talismani e amuleti. A questi si aggiungono molte altre figure popolari nel New Age, come gli “spiriti-guida” ed “entità” varie. Per entrare in contatto con loro, gli 3 - maggio-giugno 2004 Acquariani praticano una moderna forma di spiritismo chiamata “channeling”. Tante persone, in buona fede, si avvicinano a certe superstizioni attraverso le riviste di contenuto “New Age” che sono in edicola, spesso vendute con un compact disc di musica piacevole e rilassante. Acquistando il compact disc, si compra anche la rivista. Si leggono gli articoli e ci si comincia ad interessare alle teorie della “Nuova Era”. La musica, quindi, può trasformarsi in un rischioso “ponte” tra la gente e le teorie acquariane. Anche l’ecologia, se vissuta in modo estremista, può introdurre in ambienti New Age. L’amore per la natura è sicuramente una cosa buona. Ma la Terra non può diventare una “Dea” da adorare. Bisogna fare molta attenzione alle derive ecologiste che confondono l’autentico rispetto per l’ambiente con una concezione pagana del mondo che ci circonda. Come difendersi da certi rischi? La parola chiave dell’utilissimo studio dei Pontifici Consigli è “discernimento”. Bisogna usare la testa e non “bere” passivamente tutti i messaggi che riceviamo dalla TV, da Internet, dalla musica, dalle riviste che leggiamo e dalle persone che ascoltiamo. Se qualcuno ci parla di Dio, chiediamoci: di quale Dio si tratta? Se qualcuno ci invita ad amare di più la natura, ascoltiamolo. Ma rifiutiamo di divinizzare gli alberi e la Terra. Se qualcuno vuole regalarci un cristallo dai magici poteri, diciamo: “no, grazie”. Ed aiutiamolo, con amore, a sostituire l’inganno dell’età dell’Acquario con l’Acqua Viva del Vangelo. CARLO CLIMATI (da “MILIZIA MARIANA” - aprile 2003) Accoglienza: dono d’Amore Desideriamo continuare a parlare dell’argomento “figli” riportando le parole del messaggio di Giovanni Paolo II per la quaresima appena trascorsa. Riteniamo infatti, anche grazie all’esperienza e testimonianza di alcuni nostri amici, che si possa essere genitori senza necessariamente aver generato, sperimentando una paternità e maternità spirituale che non è un’ esclusiva dei consacrati e dei religiosi votati alla castità, ma può essere vissuta anche dagli sposi con o senza figli propri, grazie alla fruttuosa esperienza d’amore dell’adozione e dell’affido familiare. (Messaggio papa) Carissimi Fratelli e Sorelle! 1. Con il suggestivo rito dell’imposizione delle Ceneri prende avvio il tempo sacro della Quaresima, durante il quale la liturgia rinnova ai credenti l’appello a una radicale conversione, confidando nella misericordia divina. Il tema di quest’anno – “Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me” (Mt 18,5) – offre l’opportunità di riflettere sulla condizione dei bambini, che anche oggi Gesù chiama a sé e addita come esempio a coloro che vogliono diventare suoi discepoli. Le parole di Gesù costituiscono un’esortazione a esaminare come sono trattati i bambini nelle nostre famiglie, nella società civile e nella Chiesa. E sono anche uno stimolo a riscoprire la semplicità e la fiducia che il credente deve coltivare, imitando il Figlio di Dio, il quale ha condiviso la sorte dei piccoli e dei poveri. In proposito, santa Chiara d’Assisi amava dire che Egli, “posto in una greppia, povero visse sulla terra e nudo rimase sulla croce” (Testamento, Fonti Francescane n. 2841). Gesù amò i bambini e li predilesse “per la loro semplicità e gioia di vivere, per la loro spontaneità, e la loro fede piena di stupore” (Angelus del 18.12.1994). Egli, pertanto, vuole che la comunità apra loro le braccia e il cuore come a Lui stesso: “Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me” (Mt 18,5). Ai bambini Gesù affianca i “fratelli più piccoli”, cioè i miseri, i bisognosi, gli affamati e assetati, i forestieri, i nudi, i malati, i carcerati. Accoglierli e amarli, o invece trattarli con indifferenza e rifiutarli, è riservare a Lui lo stesso atteggiamento, perché in loro Egli si rende particolarmente presente. 2. Il Vangelo racconta l’infanzia di Gesù nella povera casa di Nazareth dove, sottomesso ai suoi genitori, “cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2, 52). Facendosi bambino, Egli volle condividere l’esperienza umana. “Spogliò se stesso, - scrive l’apostolo Paolo - assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2, 7-8). Quando dodicenne restò nel tempio di Gerusalemme, ai genitori che lo cercavano angosciati disse: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” (Lc 2, 49). In verità, tutta la sua esistenza fu contrassegnata da una fiduciosa e filiale sottomissione al Padre celeste. “Mio cibo – Egli diceva – è fare la volontà di Colui che mi ha mandato e compiere la sua opera” (Gv 4, 34). Negli anni della sua vita pubblica, ripeté più volte che solo quanti avessero saputo farsi come i bambini sarebbero entrati nel Regno dei Cieli (cfr Mt 18,3; Mc 10,15; Lc 18,17; Gv 3,3). Nelle sue parole il bambino diventa immagine eloquente del discepolo chiamato a seguire il divino Maestro con la docilità di un fanciullo: “Chiunque diventerà piccolo come questo bambino sarà il più grande nel regno dei cieli” (Mt 18,4). “Diventare” piccoli e “accogliere” i piccoli: sono questi due aspetti di un unico insegnamento che il Signore rinnova ai suoi discepoli in questo nostro tempo. Solo chi si fa “piccolo” è in grado di accogliere con amore i fratelli più “piccoli”. 3. Sono molti i credenti che cercano di seguire fedelmente questi insegnamenti del Signore. Vorrei qui ricordare i genitori che non esitano a farsi carico di una famiglia numerosa, le madri e i padri che, invece di additare come prioritaria la ricerca del successo professionale e della carriera, si preoccupano di trasmettere ai figli quei valori umani e religiosi che danno senso vero all’esistenza. Penso con grata ammirazione a coloro che si prendono cura della formazione dell’infanzia in difficoltà e alleviano le sofferenze dei bambini e dei loro familiari causate dai conflitti e dalla violenza, dalla mancanza di cibo e di acqua, dall’emigrazione forzata e da tante forme di ingiustizia esistenti nel mondo. 4 - maggio-giugno 2004 Accanto a tanta generosità si deve però registrare anche l’egoismo di quanti non “accolgono” i bambini. Ci sono minori che sono feritiprofondamente dalla violenza degli adulti: abusi sessuali, avviamento alla prostituzione, coinvolgimento nello spaccio e nell’uso della droga; bambini obbligati a lavorare o arruolati per combattere; innocenti segnati per sempre dalla disgregazione familiare; piccoli travolti dal turpe traffico di organi e di persone. E che dire della tragedia dell’AIDS con conseguenze devastanti in Africa? Si parla ormai di milioni di persone colpite da questo flagello, e di queste tantissime sono state contagiate sin dalla nascita. L’umanità non può chiudere gli occhi di fronte a un dramma così preoccupante! 4. Che male hanno fatto questi bambini per meritare tanta sofferenza? Da un punto di vista umano non è facile, anzi forse è impossibile rispondere a quest’interrogativo inquietante. Solo la fede ci aiuta a penetrare in un così profondo abisso di dolore. Facendosi “obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,8), Gesù ha assunto su di sé la sofferenza umana e l’ha illuminata con la luce sfolgorante della risurrezione. Con la sua morte ha vinto per sempre la morte. Durante la Quaresima ci prepariamo a rivivere il Mistero pasquale, che illumina di speranza l’intera nostra esistenza, anche nei suoi aspetti più complessi e dolorosi. La Settimana Santa ci riproporrà questo mistero di salvezza attraverso i suggestivi riti del Triduo pasquale. Cari Fratelli e Sorelle, iniziamo con fiducia l’itinerario quaresimale animati da più intensa preghiera, penitenza e attenzione verso i bisognosi. La Quaresima sia, in particolare, utile occasione per dedicare maggiore cura ai bambini, nel proprio ambiente familiare e sociale: essi sono il futuro dell’umanità. 5. Con la semplicità tipica dei bambini noi ci rivolgiamo a Dio chiamandolo, come Gesù ci ha insegnato, “Abba”, Padre, nella preghiera del “Padre nostro”. Padre nostro! Ripetiamo frequentemente, nel corso della Quaresima, questa preghiera, ripetiamola con intimo trasporto. Chiamando Dio “Padre nostro”, avvertiremo di essere suoi figli e ci sentiremo fratelli tra di noi. Ci sarà in tal modo più facile aprire il cuore ai piccoli, secondo l’invito di Gesù: “Chi accoglie anche solo uno di questi bambini in nome mio, accoglie me” (Mt 18,5). Con tali auspici, invoco su ciascuno la benedizione di Dio per intercessione di Maria, Madre del Verbo di Dio fatto uomo e Madre dell’intera umanità. Dal Vaticano, 8 Dicembre 2003 GIOVANNI PAOLO II UNA STORIA D’AMORE Vita di San Massimiliano Kolbe PERLA PREZIOSA O PIETRA D’INCIAMPO? Consacrazione all’Immacolata Il centro Nazionale della Milizia dell’Immacolata ha preparato due piccoli “libretti” molto interessanti e utili per conoscere meglio lo “spirito mariano” di Padre Kolbe, ci aiutano a portare nel nostro tempo l’ideale che ha spronato p. Massimiliano e i suoi confratelli. Il primo “libretto” è una nuova biografia: Vita di San Massimiliano Kolbe, Una storia d’amore, di Marta Rovagna, Roma 2003, 95 pp. Riprendiamo dalla Presentazione: “Il «libretto», chiamiamolo così, perché breve, elegante, fresco, risponde a molte richieste di chi voleva una biografia di S. Massimiliano Kolbe agile e di facile approccio. Con un testo immediato e avvincente di una giovane giornalista, una serie di foto e un corredo redazionale che richiama direttamente la corrispondenza di padre Kolbe, siamo convinti di offrire a tutti uno strumento di lettura che aiuta a conoscere e a far memoria di quello già conosciuto. A questo «libretto» si aggiungerà presto uno analogo nella forma e nello stile che avrà il compito di presentare la spiritualità di consacrazione all’Immacolata vissuta da san Massimiliano e proposta a tutti coloro che si sentono inseriti e attratti dalla Milizia dell’Immacolata”. Il secondo, come annunciato, si intitola: Perla preziosa o pietra d’inciampo? Consacrazione all’Immacolata, di P. Egidio Monzani, Roma 2004, 95 pp. Riprendiamo dalla Presentazione: “San Massimiliano, oltre che essere uno straordinario dono dello Spirito, apprezzato più fuori casa che in convento, è stato un uomo dinamico, coraggioso, proiettato nel futuro ed è tuttora vivo, e sopratutto è viva e attualissima la sua spiritualità mariana, occorre certo avere la buona volontà di riscoprirla per saperne valutare la straordinaria ricchezza. Dedichiamo allora qualche momento a ripensare al suo concetto dinamico di consacrazione, in particolare in questi tempi fiacchi e senza slancio per la nostra vita di fede. Ai militi affido questo libretto, mi auguro editorialmente piacevole, come strumento di riflessione creativa e innovativa nei gruppi, perchè possano fare della Milizia dell’Immacolata, come scrive Mons. Angelo Amato, segretario della Congregazione per la dottrina della fede, “una modernissima forma di vivere il Vangelo”. Chi fosse interessato a queste pubblicazioni si metta in contatto con noi o con il Centro Nazionale M.I. - via S. Teodoro, 42 - 00186 - Roma - tel. 06.6798962. 5 - maggio-giugno 2004 13 giugno: Sant’Antonio Vi offriamo un modo nuovo di guardare a Sant’Antonio, un modo che ci ha colpiti molto e che ci riporta alle parole di San Paolo: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.” (Rm 12,2) Sant’Antonio, icona del coraggio d’essere diverso Per seguire la sua vocazione, Antonio scontentò tutti: familiari, superiori, intellettuali, se stesso. Un non allineato, per i suoi tempi. Sant’Antonio non ci ha lasciato niente di scritto su come lui vedesse i disabili e il loro mondo. Nelle sue biografie non troviamo neppure episodi particolarmente significativi che ci narrino di incontri con “portatori di handicap”, fatti salvi i miracoli, che però rientrano nell’anedottica religiosa scontata. È anche vero che, ai suoi tempi, la categoria sociale e medica del “disabile” neppure esisteva, tutto rientrava nella più ampia definizione di malattia, più o meno conseguenza dei peccati della persona, e perciò tutto ugualmente “male”. Eppure Antonio, seppur indirettamente, qualcosa di molto importante l’ha suggerito anche su questo tema… Prima di tutto, ha suggerito un principio: che ciascuno ha diritto di essere quel che è, e a ritenersi soddisfatto e pienamente degno per quel che è. Checché la gente intorno a lui possa invece pensare o dire. E in qualsiasi definizione o categoria la società stessa ritenga di doverti rinchiudere, per stupidità, per vigliaccheria, per ignoranza. O, peggio, per comodo. Il prezzo della libertà Antonio ha dovuto pagare personalmente la libertà di essere “diverso” e di esserlo senza sentirsi un fallito. Pur beccandosi a più riprese del “non allineato”, del “ma perché non sei come gli altri?”. Diverso dai sogni che Martino, il padre, nutriva su di lui, sogni di gloria militare, di benessere economico. Probabilmente quei sogni e quei progetti che normalmente, e anche giustamente, ogni genitore fa per i propri figli. Diverso fino al punto da dover rompere con il padre terreno, per poter essere tutto del Padre celeste. Diverso fino al punto di rifiutare energicamente di accontentarsi della prima soluzione: l’ordine agostiniano, il monastero di Lisbona prima e Coimbra poi. Proclamando per sé la novità dello Spirito e la libertà di aderire al Vangelo. Fino al punto di scegliere di lasciare la sicura e ordinata vita del monastero per l’insicurezza e la povertà dei frati minori. Diverso da ciò che i suoi seguaci avrebbero o hanno pur tentato di farlo diventare, rimanendo sempre, in barba a tutte le canonizzazioni e appropriazioni “intellettuali”, l’amico dei poveri e della gente semplice. Diverso persino dai suoi stessi progetti esistenziali e spirituali, disponibile ad andare a predicare quando avrebbe piuttosto preferito starsene in santa pace in un eremo solus cum Solo. Disponibile a cambiare direzione ogni volta che il suo Signore glielo indicava. Non si può certo dire che, con la sua vita, Antonio non abbia predicato e professato il diritto di ognuno ad essere…diverso. Ma nella proclamazione della piena dignità, umana e spirituale, di ognuno. Chiunque noi siamo, a qualsiasi punto le vicende della nostra vita ci abbiano portati, qualsiasi confusione abbiano fatto all’inizio i nostri cromosomi, qualsiasi titolo nobiliare preceda il nostro nome, qualsiasi “difetto” o pregio sia attribuito al nostro fisico, sia che sappiamo parlare come un libro stampato o che, invece, dalla nostra bocca escano solo sibili e bava, sia che scaliamo montagne o che qualcuno ci debba accompagnare anche al bagno. In qualsiasi caso, insomma, la nostra dignità ci proviene unicamente dal nostro essere tutti ugualmente figli di Dio. FRATE FABIO SCARSATO (da Messaggero di Sant’Antonio, 2004) O carissimo Sant’Antonio, ci rivolgiamo a te per mettere sotto la tua protezione ciò che abbiamo di più caro e prezioso: i nostri figli. A te, immerso nella preghiera, apparve Gesù bambino e, mentre lasciavi questo mondo confortato dalla visione del Signore, i fanciulli diffondevano l’annuncio della trua morte beata: rivolgi il tuo sguardo ai nostri bambini che ti affidiamo perchè tu li aiuti a crescere, come cresceva Gesù, in età, sapienza e grazia. Fa’ che essi conservino l’innocenza e la semplicità di cuore; concedi che abbiamo sempre accanto l’affetto premuroso e la guida saggia dei genitori; vigila su di loro perché, progredendo negli anni, arrivino alla completa maturità e come cristiani, diano testimonianza di una fede esemplare. O Sant’Antonio nostro patrono, sii vicino a tutti i bambini e sostieni anche noi con la tua continua protezione. Amen 6 - maggio-giugno 2004 Cronaca… Gentili lettori, desideriamo informarvi, con nostra grande gioia, che in occasione della processione in onore della Madonna di Fatima, che si terrà domenica 16 maggio alle ore 10, il chiostro esterno della chiesa presenterà le nuove ringhiere! Il pavimento e l’edicola con le statue di Maria e i pastorelli saranno realizzati durante la stagione estiva. Con il mese di maggio, inoltre, si conclude il nostro “anno pastorale”: 8-9 “Tempo di preghiera”; 29-30 “Cammino francescano”. Ci auguriamo di poter vivere insieme a tanti fratelli e sorelle la gioia della Pentecoste, che sarà proprio il 30 di maggio, ultimo ritiro dedicato ai giovani, che sono chiamati ad essere, insieme agli adulti, “i santi del nuovo millennio” (GMG 2000). Uniti a tutta la Chiesa vogliamo gioire della Vita Nuova che il Signore, dopo la Resurrezione, ci offre donandoci il Suo Spirito: “ Dovete rinascere dall’alto”(Gv 3, 7). La nostra preghiera è che tutti possano godere degli immensi doni che già il Signore ci ha fatto con il Battesimo, e che grazie all’effusione dello Spirito Santo scopriamo e riscopriamo ogni giorno, mettendo a frutto i vari carismi donati per l’utilità comune (cfr. 1 Cor 12). 1 Nei mesi che seguiranno, come già accennato, verranno svolti ingenti lavori di ristrutturazione interna: rifacimento dell’impianto termico-idraulico-elettrico e, in alcuni ambienti, anche strutturale. Vi faremo sapere! Per il momento vi offriamo una “carrellata” di fotografie che abbiamo scattato durante l’autunno e l’inverno: ci sono sembrate significative e suggestive, anche e soprattutto per chi è lontano. 2 3 1. 2. 3. 4. Mercatino di evangelizzazione Le signore che fanno brillare la nostra chiesa La neve col suo manto ha coperto la piccola città Mari e monti, acque e nevi benedite il Signore 4 7 - maggio-giugno 2004 Cari amici, il Signore vi dia pace! Ringraziamo e benediciamo il Signore per tutte le persone (parenti, amici, conoscenti, vicini e lontani) che ci hanno sostenuti con aiuti spirituali e materiali, offrendo il loro tempo e il loro lavoro per mantenere vivo e ordinato questo luogo. Tanto lavoro ci aspetta ancora, ma non vogliamo essere di quelli che mettono mano all’aratro e poi, colti dalla stanchezza, volgono lo sguardo indietro; preghiamo invece il Signore che mandi nuovo operai nella Sua messe, perché la vigna è grande come il mondo intero, e c’è spazio, lavoro e soddisfazione per tutti! Vi assicuriamo la nostra preghiera quotidiana e la Santa Messa secondo le vostre intenzioni ogni ultima domenica del mese. La comunità Giornata di fraternità francescana missionaria delle Comunità Francescane Conventuali di Liguria - Piemonte - Lombardia Sabato 19 giugno 2004 Santuario Madonna della Guardia - Genova Per informazioni telefonare a: Centro Regionale Missioni - Tel. 010.7453664 PICCOLA CITTÀ DELL’IMMACOLATA - FRATI MINORI CONVENTUALI • Via Monte Fasce, 81 - 16133 Genova Tel. e fax 010.386278 • www.montefasce.it • E-mail: [email protected] Con approvazione ecclesiastica • Autorizzazione del Tribunale di Genova 5-5-1961 n. 541 Direttore responsabile: Don Giulio Venturini • Redattore: P. Mario Mingardi Proprietà: Provincia Ligure-Piemontese Ordine Frati Minori Conventuali Stampa: Villaggio Grafica - Noventa Padovana (PD) Caro/a amico/a, a norma della Legge 675/96, ti comunichiamo che i tuoi dati sono stati inseriti nella banca dati del periodico L’Immacolata e il suo Cuore, che li tratterà per i propri fini promozionali. Essi potranno essere elaborati anche da terzi e avrai diritto di verificarli, modificarli o cancellarli facendone richiesta a noi, grazie. 8 - maggio-giugno 2004 Piccola città dell’Immacolata Orari di apertura della chiesa: 9-12 e 15-18 tutti i giorni La Santa Messa domenicale e/o festiva viene celebrata alle ore 10.30 Per raggiungere il santuario Uscita autostradale Genova-Nervi, direzione centro. Al 5° semaforo (corso Europa) girare a destra (via Timavo), poi seguire le indicazioni sulla destra per Apparizione (via Tanini). Giunti alla piazzetta di Apparizione svoltare a sinistra per Monte Fasce e salire per circa 5 Km. C’è un cartello che indica la Piccola Città dell’Immacolata. Siete arrivati. Come ricevere questo giornalino «L’Immacolata e il suo Cuore» viene inviato gratuitamente a chi ne fa richiesta. Se te lo spediamo con l’indirizzo errato, se preferisci non riceverlo più, se è venuta a mancare la persona alla quale è indirizzato, se hai cambiato residenza, se c’è qualche tuo/a amico/a che desidera riceverlo… ti preghiamo di informarci, grazie! Ad ogni numero accludiamo il bollettino del conto corrente postale, non per sollecitare offerte, ma per praticità dei nostri lettori e su loro suggerimento. Per scriverci Piccola città dell’Immacolata Frati Minori Conventuali Via Monte Fasce, 81 16133 Genova - Italia Tel e fax 010 386278 CCP n. 361162, intestato a: Provincia Ligure-Piemontese Frati Minori Conventuali L’IMMACOLATA E IL SUO CUORE Via Monte Fasce, 81 16133 Genova - Italia Sito internet: www.montefasce.it e-mail: [email protected]