6 VoceVallesina v V della della Anno 60° - N. 17 settimanale della Diocesi di Jesi euro 1 www.vocedellavallesina.it Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi famiglia 6 scuola 15 Domenica 12 maggio 2013 Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi personaggi Un bambino nella cittadina di Burkesville nel Kentucky Dal Lions Club due lavagne multimediali alla “G. Garibaldi” Una giornata per ricordare il dottor Alvise Cherubini C N G he bisogno abbiamo di regalare armi finte, giochi violenti, cartoni pieni di aggressioni? 2 iovedì 30 maggio sarà promossa una serata dedicata ad un amico conosciuto e stimato da tanti el multietnico quartiere San Giuseppe la Lim agevola il percorso didattico innovativo 1953 2013 storia 5 Ricerca storica di Riccardo Ceccarelli su Cupramontana L a chiesa della Madonna della Misericordia fu riedificata nel 1809 con l’aiuto di tutto il popolo I vescovi delle Marche hanno incontrato il Santo Padre per la Visita ad Limina «Bene, bene. Andate avanti, vi benedico» † Gerardo Rocconi, Vescovo I l 3 maggio scorso alcuni Vescovi marchigiani delle diocesi di Ancona, Fabriano, Jesi, Macerata, Pesaro, Senigallia, sono stati dal Papa per la Visita ad limina. Il 4 sono andati gli altri. Infatti ogni cinque anni i Vescovi di una regione hanno la cosiddetta “Visita ad limina Apostolorum”. In altre parole presentano una relazione approfondita sull’andamento della Diocesi, visitano le varie Congregazioni Vaticane e hanno un incontro con il Papa. La “Visita ad limina” è un momento importante perché sottolinea anzitutto la comunione dei Vescovi con il Papa e poi perché è l’occasione per avere delle indicazioni pastorali per la propria Chiesa. L’incontro con il Papa è stato un momento semplice e intenso. Entrati nella sala dove il Papa ci attendeva, abbiamo trovato pronte 7 sedie in cerchio, così come si fa con i ragazzi nelle nostre parrocchie. E così per quasi un’ora e mezza, il Papa e noi Vescovi, ci siamo raccontati le nostre fatiche, le nostre preoccupazioni. Il Santo Padre ci ha ascoltati, ci ha dato qualche consiglio, ci ha raccontato di sé. Fra le altre cose il Papa ci ha raccontato i suoi progetti… di riposo. Infatti come ogni Vescovo deve fare, anch’Egli a 75 anni ha dato le sue dimissioni dall’incarico. La San- Dialogando fraternamente, il Papa ci ha raccomandato i poveri, le famiglie e i giovani da andare a cercare ovunque, anche con le missioni. E la Diocesi ci sta provando: ad ottobre la prima missione per i giovani che ha ricevuto la benedizione del Santo Padre ta Sede gli ha, però, chiesto di rimanere alla guida della Diocesi altri due anni, scaduti i quali avrebbe mandato immediatamente un successore. I due anni stavano scadendo e pertanto il Card. Bergoglio era in attesa del nuovo Vescovo di Buenos Aires. Del resto motivi di salute gli richiedevano di rallentare un po’ (il Papa vive con un polmone solo e senza mezzi di amplificazione parla pianissimo). Nel frattempo, quindi, aveva prenotato una stanza in una casa di riposo per abitarvi all’arrivo del nuovo Vescovo. Ma, come sappiamo, le cose sono andate diversamente e… ha rinunciato al posto nella casa di riposo. A parte questa nota simpatica, abbiamo parlato a lungo, senza discorsi ufficiali, dialogando, quasi da vecchi amici. Nel dialogo, però, il Papa non ha mancato di farci tre importanti raccomandazioni. Anzitutto ci ha raccomandato i poveri e le persone in difficoltà. Ci ha raccontato qualche sua esperienza concludendo che di fronte a questi fratelli più svantaggiati bisogna essere segni della misericordia di Dio che si china su ogni sofferente. In secondo luogo ci ha chiesto di intensificare la nostra pastorale familiare, con una particolare attenzione a coloro che vivono nella sofferenza a causa del loro fallimento matrimoniale. In terzo luogo ci ha parlato dei giovani, ritornando più volte su questo argomento. Ci ha chiesto di non aver paura delle loro critiche e di non aver paura della fatica che si deve fare nel dialogare con loro. Ci ha chiesto di andarli a cercare ovunque anche organizzando missioni per i giovani. Ci ha detto di “saper perdere tempo” per loro, di accoglierli e ascoltarli, introdurli al Sacramento della Riconciliazione e di accompagnarli con la Direzione spirituale. Ha sottolineato poi, l’importanza del farli ritrovare insieme, magari in intense esperienze comunitarie. Al momento dei saluti personali gli ho detto che nella nostra diocesi è in programma in autunno una missione dei giovani per i giovani. Mi ha risposto: “Bene, bene: andate avanti e vi benedico”. Sì, andiamo avanti. È l’incoraggiamento che trasmetto all’intera Diocesi e ad ognuno che lavora nella Vigna del Signore. Subito alla ribalta del dileggio e degli attacchi politici la presidente Laura Boldrini e il ministro Cecile Kyenge Due donne che fanno discutere e che ci fanno onore Per chi mi legge e che non conosce o non usa il computer (pasto quotidiano dei loro figli e nipoti) faccio solo presente che Web (o www o internet) vuol dire “Grande Rete Mondiale” e dà la possibilità di contattarsi anche con milioni e milioni di persone semplicemente attraverso lo schermo del pc: leggere quello che altri scrivono da tutto il mondo e scrivere a tutto il mondo quello che noi vogliamo far sapere. Ebbene, in questi giorni c’è chi ha usato questo mezzo fantastico e potentissimo sul piano dell’informazione per denigrare la presidente della camera Laura Boldrini perché questa si sta presentando come una che, per dirla con le parole di Napolitano, adotta “il linguaggio sovversivo della verità”. È una marchigiana che ci fa onore non solo per la responsabilità che oggi ricopre, ma perché si sta rivelando sempre più come una che interviene e sa intervenire anche sui problemi più delicati e scottanti. Ora è accaduto, pochi giorni or sono, il drammatico e proditorio attentato a due carabinieri, di fronte al quale la Boldrini ha detto che “la crisi trasforma le vittime in carnefici”, alludendo al fatto che l’attentatore, disoccupato, arriva all’incredibile: sono un disperato e quindi uccido. È vero che, poi, si è saputo ben altro dell’attentatore (dedito al gioco e sciupone), e quindi che non merita certo alcuna attenuante, ma è anche vero che, in generale – ed è questo che ha spinto la Boldrini a dire quello che ha detto – si è verificato, e non da oggi, che diversi cittadini sono ricorsi ad episodi estremi come il suicidio o altro. La Boldrini, alle in- sinuose interpretazioni di una apparente giustificazione della violenza, ha risposto in modo forte e tale da fugare ogni sospetto in merito e che quindi non merita quanto avvenuto sul web: attacchi irriguardosi con fotomontaggi sfacciati e minacce di ogni genere. A questo punto si pone, e non da oggi, il problema del controllo di internet. Non è assolutamente lecito dire tutto, inventare tutto, minacciare di morte, esortare all’omicidio o magari violare la corrispondenza altrui (vedi quanto accaduto al M5S) e nascondere poi la mano. Si chiede interventi di legge. Ma pare che siano sufficienti, secondo molti, le leggi che già ci sono per non far confondere la liberà di pensiero e di espressione con “espressioni sconce, immagini vergognose, allusioni disgustose”. La libertà non va mai confusa con la licenza di poter fare e dire tutto. Certo, la soluzione del problema comporta anche intese a livello internazionale, data la natura di internet. E mi si permetta anche di sottolineare il comportamento incoraggiante di un’altra donna “di colore nero”, come dice lei, il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge. Che ci insegna la Kyenge? Che non gradisce che le si dica: è un ministro di colore, ma che si dica: “è nera”. Come a dire che sono dell’Africa centrale, sono orgogliosa di esserlo e anche se alcuni mi attaccano per il colore della pelle, non mi permetto tuttavia di dire che l’Italia è una nazione razzista perché non lo è. Così l’esempio di come comportar- ci ci viene proprio da chi vorremmo bistrattare e respingere. Aggiungo io che quei pochi che hanno arricciato il naso di fronte a un ministro “nero”, invece di complimentarsi con Letta per l’apertura e la sensibilità espressa di fronte a un mondo che cambia, non si sono ancora accorti che da oltre quattro anni la più potente nazione del mondo ha al suo vertice un nero. Chissà questi ciechi italiani quando si renderanno conto che il mondo corre verso il meticciato, verso il totale rimescolamento di quelle che un tempo chiamavamo “razze”, verso la piena presa di coscienza che non esistono razze, ma che, a governare tutte le cose e le piante e gli animali nel mondo (“Genesi”) c’è solo la razza umana. Vittorio Massaccesi [email protected] 2 v V della culturaesocietà VocedellaVallesina 12 maggio 2013 del più e del meno La speranza, nonostante tutto di Giuseppe Luconi «Non lasciatevi mai rubare la speranza», ha detto Papa Francesco, rivolto ai tanti che gremivano piazza San Pietro durante la Messa della Domenica delle Palme. Quelle parole ritornano in mente ogni volta che ci arrivano brutte notizie sui fatti del giorno. Fatti che sono «fattacci» (ed è, forse, dire poco). A cominciare dalle guerre e guerriglie che si combattono in diversi Paesi, provocando ogni giorno lutti, distruzioni e miseria su miseria: le guerre che non finiscono mai. Senza andare tanto lontano, basta guardare quello che sta succedendo nel nostro Paese. È come se si combattesse una guerra non dichiarata, tra le forze dell’ordine e la criminalità organizzata e non. E quando parlo di criminalità non intendo solo gli attentati alla vita umana, ma anche le rapine, le aggressioni, le truffe, fino ai comportamenti che offendono la dignità della persona. Al centro delle cronaca nera, in questo periodo, la «piaga del femminicidio», nei giorni scorsi in rapida successione: tre donne uccise nello spazio di ventiquattr’ore: quest’anno, 25 vittime dal primo gennaio (l’anno scorso erano state 127). Sono dati impressionanti. Anche le autorità dicono ora che è tempo di muoversi, di fare qualche cosa per impedire questi delitti. Ma che cosa? Si può dire che non passi giorno senza che la Guardia di Finanza non scopra finti ciechi che da anni riscuotono pensioni di invalidità non dovute accumulando cifre anche consistenti. Per non dire delle rapine alle banche, alle gioiellerie, ai furgoni portavalori, e a quant’altri. E non ignorando gli impiegati degli uffici pubblici che marcano (o si fanno marcare) il cartellino di ingresso al posto di lavoro ma se ne vanno per i fatti loro. L’altro giorno le cronache ci hanno fatto sapere che sono state arrestate 29 persone, di otto aeroporti italiani, addette ai bagagli: li aprivano, impossessandosi degli oggetti di maggior costo. E non si può non dire dei politici che utilizzano per uso personale i contributi che lo Stato dà ai partiti per le spese elettorali. A proposito dei politici che si sono uniti per tirarci fuori da questa grave emergenza, vediamo che sono ancora lì a piantare «paletti», a pesare col bilancino la distribuzione delle cariche e degli incarichi, ignorando che alla gente non interessa la tessera di partito delle persone chiamate a traghettare il Paese fuori dal tunnel, ma che siano persone competenti e con la voglia di fare, presto e bene. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per disegnare l’immagine di un Paese in dissesto, che si sta sgretolando, per abbandonarsi allo sconforto, al pessimismo, alla disperazione. Ma guai a lasciarsi andare. «Non lascatevi mai rubare la speranza», ha detto il Papa. Speranza che muove da una realtà di fatto, quella che – pur in presenza di una società inquinata da persone senza scrupoli, che pensano solo o soprattutto ai facili guadagni e alla carriera ad ogni costo – c’è ancora, per nostra fortuna, tanta gente onesta, dai sani principi, che, anche a costo di grossi sacrifici, fa il suo dovere e tiene in piedi questo Paese. propostabbonamento Mini-abbonamento di 4 mesi a 10 euro. Info in redazione nelle giornate di lunedì e di martedì, dalle 9,30 alle 19, tel. 0731 208145 o dal mercoledì al sabato dalle 9,30 alle 12 oppure inviare una mail. MONTE ROBERTO, CASTELBELLINO e SAN PAOLO DI JESI Minisindaci a convegno Si è svolto a Taverna (Cz) dal 16 al 20 aprile il XIII Convegno Nazionale relativo al progetto “Coloriamo il nostro futuro: minisindaci e minipresidenti dei parchi naturali d’Italia”, nello splendido paesaggio della Sila. Per l’istituto comprensivo “B. Gigli” di Monte Roberto, Castelbellino e San Paolo di Jesi erano presenti il dirigente scolastico prof.ssa Maria Luisa Cascetti, l’insegnante Maria Carmela Fichera referente del progetto, i minisindaci Andrea Bacci e Rebecca Marchegiani, i vice-minisindaci Alice Raggi e Federico Marchegiani, il presidente del consiglio Federica Manoni e il mini-assessore Davide Novelli. Una settimana speciale, in cui i minisindaci delle scuole delle regioni d’Italia aderenti al progetto (Trentino, Veneto, Marche, Abruzzo, Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) hanno avuto modo di incontrarsi, conoscersi e scambiarsi esperienze. Un programma fitto di impegni, di incontri istituzionali con i sindaci dei comuni della Sila che hanno ospitato il convegno e il prefetto di Catanzaro, nonché di momenti didattici, come il laboratorio di restauro in onore dell’artista tavernese Mattia Preti, la creazione di opere d’arte con elementi naturali (progetto Voici dalla terra) e la caccia al tesoro all’interno del parco della Sila organizzata dagli esperti del corpo forestale. Erano più di 300 i partecipanti a questo convegno, tra minisindaci, miniassessori, dirigenti scolastici, docenti referenti e amministratori “adulti”. L’ospitalità calabrese è stata davvero eccezionale: spettacoli di sbandieratori, di danze popolari, di rappresentazioni in costumi d’epoca hanno accolto, nei vari paesi, tutti i partecipanti al convegno, con i minisindaci che sfilavano in prima linea con la fascia tricolore. Il progetto nazionale “Coloriamo il nostro futuro” è legalità, ambiente, scambi culturali, cittadinanza attiva, storia, geografia, arte, impegno civile, educazione, confronto tra generazioni, inclusione sociale, turismo scolastico. Grandiosa è stata l’affermazione del nostro Istituto che, su 80 scuole, si è aggiudicato i due premi del Concorso, abbinato al Convegno, dal titolo “Paesaggi sensibili nell’arte dei parchi: il tuo parco tra arte e poesia. Per la sezione letteraria abbiamo prodotto un mini-poema dal titolo “Conero tra arte e poesia” in cui, come si legge nella motivazione del premio, viene presentata in versi l’arte e la storia del Conero, resa visibile con la tecnica del chiaroscuro, usata per riprodurre i monumenti più importanti, testimonianze di un passato di antica civiltà e di un futuro ricco di prospettive. Un lavoro poetico-letterario svolto nelle classi V delle scuole primarie e nelle classi I - II e III della scuola secondaria di primo grado, nel quale sono presenti gli elementi naturali e antropici del territorio. Il tutto assemblato in un “librone in carta invecchiata” sotto la guida delle docenti referenti prof.ssa Floriana Urbani e ins.te Maria Carmela Fichera. Per la sezione artistica i ragazzi della scuola secondaria, seguiti a gruppi dalla prof. ssa Maria Venturo, hanno prodotto un elaborato dal titolo “Naufragando dolcemente…” in cui, riportando la motivazione del premio, hanno saputo coniugare forme e testo attraverso il concetto della” Poesia visiva”. Un lavoro ben risolto graficamente, con inusitate soluzioni di scrittura che centrano il concetto e l’immagine significante. Maria Carmela Fichera Giovedì 30 maggio sarà una serata dedicata ad un amico conosciuto e stimato da tanti Ricordando Alvise Cherubini Direte voi: “Come è possibile ricordare il nostro Alvise con l’aiuto di un giornalista bravo e famoso quanto volete, ma che non lo ha conosciuto?” Verissimo. É che l’intento del comitato che si è costituito su proposta del Circolo Ferrini e che io ho l’onore di presiedere, non vuol essere quello di chiuderci ad alcuni dati anagrafici o a qualche episodio della vita di un nostro esemplare cittadino, quanto quello di richiamarlo alla memoria sulla base di temi di ampia cultura e attualità che lui, l’amico Alvise, ha sempre seguito con tanta passione e impegno. Niente agiografia, insomma, ma solo desiderio di approfittare della sua “presenza spirituale” per una riflessione su un tema di attualità come questo: “Papa Francesco eletto a mezzo secolo dal Concilio” che ci sarà presentato da un vaticanista di tutto spessore e a tutti noto qual è, appunto, Luigi Accattoli. E sarà su questo tema, proprio come Alvise avrebbe fatto per quell’amore che sempre ha espresso al Vicario di Cristo, che si aprirà la nostra riflessione. Se poi teniamo presente che ormai da anni si è aperto un dibattito sul completamento dell’opera voluta e portata avanti da Alvise in prima persona come assessore alla cultura negli anni ‘60 - cioè il dibattito per il completamento della visibilità esterna a 360 gradi del nostro bel san Nicolò - sarà del tutto naturale, con l’aiuto di amici e competenti, fare proposte concrete a chi di dovere perché, finalmente, il problema sia risolto. E “Italia Nostra” con alcuni amici si sta muovendo perché la piccola via che lambisce S. Nicolò sia intestata alla memoria di Alvise. Con la presenza anche del sindaco e del vescovo, ci sarà modo di lumeggiare diversi aspetti della vita e delle opere di Cherubini integrati dai vari interventi. Il tutto, come è desiderio del comitato, verrà raccolto in atti che potranno essere completati, successivamente, con le testimonianze di quanti hanno conosciuto e stimato il nostro concittadino e fratello. Vittorio Massaccesi regione VocedellaVallesina 12 maggio 2013 v V della 3 Alle origini dell’opera buffa: maschere e personaggi tipici scusateilbisticcio Da Pimpinone a Uberto, da Vespetta a Serpina (ghiribizzi lessicali) PeterPun (con la u) www.peterpun.it LINEA RECTA BREVISSIMA (risaputo assioma geometrico) Lapidario il giudizio espresso (pare) dalle Autorità cinesi nei riguardi dell’attuale compagine governativa italiana: LA LINEA LETTA è LA Più COLTA. Duplice – c’era da aspettarlo – il possibile significato dell’espressione: a) – il governo Letta avrà vita breve b) – il governo Letta realizzerà rapidamente i suoi obiettivi. Interpretazioni, tra l’altro, che non si escludono. NB – A parte gli scherzi, non dovrebbe apparire inverosimile che, in una dichiarazione ufficiale cinese, venga riecheggiata una celebre frase latina. Forse non tutti sanno che, tra le aperture della Cina attuale all’Occidente, figura anche un notevole interesse per la lingua di Cicerone e di Cesare. E sapete come suona l’efficace slogan coniato allo scopo? Eccolo: “STUDIATE IL LATINO: è BELLO COME L’ITALIANO. ESSENZIALE COME L’INGLESE!”. SPESSO E VOLENTIERI Cambio di iniziale per vanito-ambiziosi …chi a caccia va di visibilità si copre, ahilui, di risibilità LARGO AI (CENTRI) GIOVANI! Cartagine, Napoli, Novgorod: tre città diversissime. Eppure qualcosa le accomuna. Che cosa? *** Soluzione del gioco precedente: cinguetta, linguetta lacitazione A cura di Riccardo Ceccarelli Il nostro specifico Nella totalità delle creature è l’uomo l’unico di cui sappiamo che è interessato a interrogarsi sull’origine, il fine e il senso dell’essere e quindi su Dio. […] Questo significa che la capacità dell’uomo di riflettere e comunicare in chiave di visione del mondo, di religione e di etica rappresenta con evidenza la – o in ogni caso una – caratteristica essenziale della specie “uomo”. Essa fonda lo specifico, per noi percepibile, della dignità umana, a differenza dall’essere e dalla dignità di tutte le altre creature. Wilfried Härle, Dignità. Pensare in grande dell’essere umano, Queriniana, Brescia 2013, p. 78. lapulce GASTEROPODI L’ultima gita del Ferrini ha avuto come meta del mattino il sito preistorico di Dunarobba, unico al mondo, scoperto negli anni ‘70 vicino Todi, con tronchi di alberi giganteschi vecchi di 3 o 2 milioni di anni. Nel piccolo museo accanto c’è un quadro col disegno di alcuni “gasteropodi” (chioccioline a punta non più lunghe d’un centimetro) che vivevano lì quando quella foresta era ancora viva. L’ho notate perché da tempo me ne ritrovo uguali intente a risalire lentissimamente le pareti del mio terrazzo. Chissà da quali profondità del tempo son venute? Chissà dove vogliono arrivare?... Toh, le stesse domande che mi faccio pur’io! Delegazione ASSONAUTICA Attenti alle date. Occorre tenerne conto anche trattando la storia della musica: per comprendere non superficialmente, per stabilire priorità e conseguenze, per attribuire meriti; persino a volte per scoprire qualche segreto fra le righe di un’antica partitura. Una riflessione a proposito è offerta da una piccola opera semisconosciuta di Tomaso Albinoni, “Pimpinone”, che per la rassegna ‘Concerto a Palazzo’, sarà presentata il 12 maggio in una ideale cornice d’epoca quale è Palazzo Pianetti. Il titolo di questo intermezzo incuriosisce. Pimpinone: chi era costui? Chi avrà mai inventato questo personaggio? Ebbene, andando a leggere il libretto, di Pietro Pariati, si scopre che è similissimo ad un altro: a quell’Uberto de ‘La Serva padrona’ di Pergolesi tratteggiato con gusto da Gennaro Antonio Federico. Non solo. Nell’intermezzo di Albinoni Pimpinone ha a che fare con Vespetta che sembra una sosia perfetta della Serpina pergolesiana. Le somiglianze molto probabilmente non sono casuali. Cerchiamo allora di saperne di più e, addentrandoci nella letteratura musicale, facciamo un’altra scoperta. Georg Philipp Telemann, eclettico e fertilissimo musicista amburghese, è autore di un intermezzo dallo stesso titolo, ‘Pimpinone’, in cui sono presentati gli stessi personaggi. Rimettiamo allora in ordine le date. Il “Pimpinone” di T. Albinoni apparve per primo, nel 1708, come intermezzo dell’opera ‘Astardo’: quello di G.P. Telemann venne successivamente presentato, nel 1725. Era inserito come intermezzo buffo dell’opera seria ‘Tamerlano’ di Händel, quindi già avulso da uno specifico contesto melodrammatico. “La Serva padrona” di Pergolesi vide infine la luce nel 1733, quale intermezzo de ‘Il prigionier superbo’. Prima considerazione: l’opera pergolesiana che suscitò la famosa ‘querelle’ aveva dei precedenti. Il libretto, con poche variazioni, era già conosciuto ed era stato musicato da compositori ben noti. Come e quando allora un testo del genere era entrato nel repertorio teatrale? Occorrerà andare ancora indietro nel tempo. Risaliamo agli albori della commedia dell’arte, quando si recitava solo su ‘canovacci’ cioè su trame appena abbozzate. Sappiamo che già agli inizi del ‘500 si erano formate delle compagnie itineranti di attori che si presentavano anche come musici, danzatori, cantori Autoscuole Corinaldesi s.r.l. di serenate, madrigali e villanelle. Furono loro a far conoscere personaggi tipici che sarebbero passati poi all’opera buffa: come, appunto, Balanzone o Pantalone che diventerà Pimpinone o Uberto e Colombina, la servetta insolente e astuta che, con nomi allusivi al carattere, si identificherà in Vespetta o Serpina (o Despina, in ‘Così fan tutte’). Non è tutto. Nell’intermezzo pergolesiano appare anche un personaggio muto, Vespone che, guarda caso, si traveste da Capitan Fracassa, anche questo maschera tipica della commedia dell’arte. Per capire meglio queste contaminazioni occorrerebbe tener conto di altro ancora: del fatto che la commedia dell’arte ebbe larga diffusione al nord d’Italia; che a Padova si formò già a metà del ‘500 la prima compagnia di comici; che da Venezia in cui nacquero alcune fra le maschere più conosciute, fu facile la trasmigrazione di queste oltre frontiera; che veneziano era Pietro Pariati, librettista di Albinoni, come pure Apostolo Zeno, suo collaboratore, anche lui ideatore di soggetti trattati da numerosi compositori. Resta da aggiungere un’ultima considerazione. Già nel teatro greco e nella commedia plautina erano presentati personaggi tipici che saranno poi assimilati dalla commedia dell’arte. Fermiamoci qui. È Impossibile andare più lontano nel tempo perché mancano testimonianze scritte: ma chissà se qualcuno, prima ancora di Plauto, magari in occasione di qualche festa pagana abbia improvvisato un’esibizione nelle sembianze di un Pimpinone o di un Uberto ‘ante litteram’. Il ‘puzzle’ incomincia a ricomporsi. Resta però un ultimo interrogativo. Come mai, se il soggetto era stato trattato già più volte e da valenti compositori, solo con Pergolesi scoppiò una disputa che infervorò il mondo musicale e intellettuale di tutta Europa? Si potrebbe comprendere pensando in parallelo alla sorte del ‘Barbiere di Siviglia’ di Rossini. Perché Pergolesi, in complicità con un arguto e perspicace librettista, portò a perfezione un genere componendo secondo verità, con nuova, incomparabile arte spontanea e con una naturalezza fino ad allora sconosciute. Era tempo di scrollarsi di dosso il peso di artifici e orpelli ormai arrugginiti e di respirare aria nuova. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nelle foto: una recita in strada, dipinto di anonimo conservato al Museo della Point AUTOMOBIL CLUB d’ITALIA Scala. Buffoni francesi e italiani dei teatri reali: primo a sinistra Moliere (Museo Carnevalet di Parigi). Jesi è patria privilegiata per la grande musica, perché nel suo territorio hanno avuto i natali nomi scritti a caratteri cubitali nella storia della musica: compositori come Pergolesi, Spontini, Balducci, ma anche il più grande impresario d’opera dell’Ottocento –Alessandro Lanari- e interpreti di fama mondiale come Giovanni Paggi e Antonio Magini Coletti, solo per citare i nomi maggiori. Tutti figli di una tradizione antica che nel corso dei secoli si sedimenta e periodicamente produce frutti eccellenti. Tradizione che si è costruita attorno al “suo” Teatro -dall’antico Teatro del Leone per giungere al “Concordia”, poi chiamato “Pergolesi”- ma i cui germogli sono fioriti e continuano a fiorire anche in iniziative preziose e pregiate al di fuori di esso. È il caso, oggi, del nuovissimo FESTIVAL DELL’OPERA DA CAMERA, promosso dalla Fondazione “Lanari” in collaborazione con il Comune di Jesi e diversi partner istituzionali pubblici e privati. Secondo titolo in cartellone, il 19 maggio, una perla del Novecento che distingue ulteriormente la ricca proposta del Festival: “Il segreto di Susanna” di Ermanno Wolf-Ferrari, autore importante nel panorama compositivo italiano, ugualmente distaccato dalle avanguardie militanti e da esiti veristi, alla ricerca di una sua nuova moderna eleganza. Interpreti due artisti specialisti del genere, nomi ben noti e apprezzati dalla scena lirica internazionale: la soprano Paola Quagliata e il baritono Carlo Morini. Chiude il Festival il 26 maggio -a Palazzo Colocci, dimora di un casato tra i più antichi e illustri di Jesi per la prima volta aperta al pubblico proprio per l’occasione- un appuntamento con l’arte degli “evirati cantori”: “L’eroico voce d’angelo”, interprete il sopranista Angelo Bonazzoli, in un percorso tra compositori -da Gluck a Mozart, da Cimarosa a Rossini- che hanno scritto per la vocalità artificiale straordinaria dei “castrati”, accompagnato dal suono oggi poco praticato del fortepiano, strumento di transizione tra il mondo armonico del clavicembalo e quello del pianoforte. L’ingresso a ciascun appuntamento è di € 10. Info: 0731-4684. www.fondazionelanari.it Autoscuole – Scuola Nautica – Corsi di recupero punti per patenti – Corsi di Formazione Professionale CQC – per merci pericolose A.D.R. – per Autotrasportatori – Studi di consulenza Automobilistica e nautica Jesi, Via Mura Occidentali, 31 - tel. 0731 209147 c.a. - fax. 0731 212487 - Jesi, Via Gallodoro, 65 - tel. 0731 200809 - fax 0731 201914 Jesi, Via Gallodoro, 65 - tel. 0731 200809 - sede Consorzio Autoscuole Corinaldesi Jesi, Via Marx, Zipa - operazioni collaudi Senigallia, via R. Sanzio, 71 - tel. 07160062 Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi - Adriatica - Falconarese) - Ostra - Marina di Montemarciano - Marzocca di Senigallia 4 v V della attualità VocedellaVallesina 12 maggio 2013 1°maggio: lavoratori in cerca di lavoro di Remo Uncini Oltre la crisi economica, c’è una crisi più profonda di Riccardo Ceccarelli Il tema della crisi è quotidiano. Giornali e televisioni ci offrono dati economici sempre più preoccupanti, sulle aziende che chiudono, sulla disoccupazione, sul lavoro che non c’è, sulle prospettive sempre più lontane di una ripresa. E si discute e si discute sempre, senza arrivare ad alcuna conclusione. Non è un “mantra” informativo, è qualcosa di tragicamente inciso sulla carne viva tante famiglie e di tanti giovani. E neanche la formazione del nuovo governo, nonostante quasi due mesi persi, l’ha allontanata, anche se qualche toppa in breve tempo dovrà pur metterla. La crisi è così grande e grave che nessun governo da solo potrà risolverla, si spera che almeno per gli aspetti economici riesca a fare qualcosa considerate le molte ricette che vengono elaborate al capezzale di una situazione giunta vicino al collasso. Da troppo tempo le ascoltiamo e di fronte a una condizione che va peggiorando non sappiamo che dire o che altro aggiungere. Diciamo solo: fate presto, non perdete tempo se avete individuato la terapia (ma l’avete individuata e siete tutti d’accordo?), la gente non ne può più. Dal nostro punto di vista, che non è solo economico, si constata che la crisi è più grande di quanto si possa immaginare, potendo dire che quella economica in ultima analisi non è la più grave anche se è quella che addenta più incisivamente il portafoglio e lo stomaco dei più. In crisi, soprattutto irrisolto, sembra essere lo stesso “progetto uomo” che si è andato affermando progressivamente, per il quale, a dirla con il filosofo francese Rémi Brague, «non tollera nulla di superiore all’uomo: né natura, né angeli, né Dio. Ma in tal modo l’uomo è privato di qualsiasi punto di riferimento. L’uomo non può più sapere se è un bene continuare ad esistere e dunque se occorre proseguire l’avventura umana assicurando la riproduzione della specie. […] Vi è poi il sogno di un superamento dell’umano. […] Oggi, questo sogno di un “superuomo” è rafforzato dai progressi della biologia. Infine, c’è il dubbio dell’uomo su se stesso. L’uomo non sa più troppo bene se si distingue radicalmente dall’animale. E ancor meno se vale davvero di più. […] Molti tuonano contro l’antiumanesimo senza dire precisamente perché occorre difendere l’umano. Vi sono quelli che lottano per i diritti umani, il che è un’ottima cosa, ma sono incapaci di spiegare il perché l’uomo ha dei diritti » (Avvenire, 30 aprile, p. 23). Scambiando diritti universali per desideri o per opzioni del tutto personali. Difensori a parole della vita – incapaci anche qui di chiarire il perché e nel darle un senso – oggettivamente ci si è fatti paladini della morte con l’aborto programmato da una parte e con l’osannato suicidio assistito dall’altra, invocando leggi che ne garantiscano il diritto: l’uomo si fa Dio e cade così nel nulla perdendo anche quel poco di buono, di grande e di giusto che si illudeva di aver fatto. Una crisi radicale per cui si ignora o si vuole ignorare per superficialità o egoismo la propria identità unita ad un limite che, se accettato nobilita, se invece rifiutato avvolge di morte ogni orizzonte. Ragionamenti che ovviamente non calmano la fame che molte persone hanno oggi e non domani e che non risolvono la disoccupazione giovanile, che tuttavia fanno comprendere come lo stesso egoismo uccida, come ogni persona sia un valore in sé e non un ingombro da disfarsi quando non serve, come non si debba perdere tempo, come non sia possibile dimettersi dalla ragione o dalla razionalità, pena il precipitare nell’insignificanza e nell’assurdo. Tante nostre discussioni girano a vuoto, trovano “spiegazione” in una normalità fatta di nulla, si avvitano in esercizi e congetture complicate. Il futuro delle persone non è nel contenitore di ceneri dopo la cremazione seguita magari a un suicidio, è invece in quel farsi quotidiano con fatica e in quella condivisione dell’oggi che si esplicita e si avvera in attenzione reciproca, è in quel “progetto uomo” che intreccia e amalgama limite e Assoluto, ragione e fede, umiltà e coraggio. Più facile forse uscire dalla crisi economica, l’altra – più radicale – ce la porteremo dentro, ma risolverla è più decisivo. Sia per l’oggi che per il domani. Per iniziativa del circolo Acli di San Giuseppe di Jesi, tutti gli anni la festa dei lavoratori viene celebrata con una Santa Messa e un corteo per le vie del centro storico fino alla Residenza Comunale dove è apposta una lapide con i nomi dei morti sul lavoro. Anche quest’anno, pieno di preoccupazioni, si è dato un segnale di solidarietà e speranza cristiana al mondo del lavoro. Don Cristiano Marasca, parroco della Cattedrale, nell’omelia riferendosi alla Genesi ha parlato dell’importanza sociale e umana del lavoro perché è fonte di dignità dell’uomo, è il mezzo con cui Dio consegna la terra per possederla e farla produrre e crescere. Ha affermato che l’uomo nel lavoro trova non solo il sostegno morale e fisico ma anche il modo di realizzarsi e di essere fedele al progetto di Dio. Nella preghiera dei fedeli, diversi aclisti e partecipanti alla celebrazione hanno fatto pregare sul momento attuale invocando l’aiuto di Dio per chi oggi purtroppo celebra la festa del lavoro senza avere lavoro e con grande preoccupazione per l’avvenire. Con il sindaco Massimo Bacci e il Gonfalone del Comune di Jesi, si è formato il corteo per portare la corona in memoria dei caduti sul lavoro. Una piccola presenza ma significativa che con la festa del 1° maggio celebra il fondamento della Costituzione: L’Italia è fondata sul lavoro, diritto e dovere per ogni cittadino. Ma in un momento di crisi non bastano i principi. Il lavoro è legato all’economia, alla produttività, allo sviluppo del paese a cui tutti devono concorrere, con una maggiore responsabilità della politica che deve creare i presupposti per lo sviluppo sia per il lavoratore sia per l’impresa. Siamo di fronte a uno stravolgimento del mondo del lavoro che ora è flessibile e non più a tempo indeterminato, sempre più legato ai mercati soprattutto internazionali e con la necessità della flessibilità in un mondo industriale sempre più competitivo. Il 40% dei giovani è disoccupato, e i cinquantenni che hanno perso il 11 maggio: la cerimonia del Concorso “Il giornale della Scuola” presso la Banca Popolare lavoro non riescono a riconvertirsi e ricollocarsi come nuova forza produttiva. In Vallesina più di 3000 persone sono iscritte alle liste di collocamento; le piccole imprese sono in Sono più di ottanta le Scuole che hanno partecipato alla terza messi giornali di qualunque tipo e forma: stampati, ciclostilati, crisi per le difficoltà di rimanere nel mondo produttivo glo- edizione del Concorso “Il giornale della Scuola”. Grande lavoro fotocopiati, fatti a mano oppure on line. Il concorso è diviso bale. È necessaria la speranza, ma servono anche il coraggio per la Commissione incaricata di stilare la graduatoria finale: in due sezioni: Scuola primaria e secondaria di primo grado e e la solidarietà per evitare le tensioni sociali. Dopo aver po- le Scuole vincitrici hanno ricevuto una comunicazione ufficiale Scuola secondaria di secondo grado. Si poteva partecipare con sto la corona d’alloro, il sindaco Bacci ha ricordato quanto dall’Ordine dei giornalisti delle Marche con l’invito a presen- i giornali realizzati nell’anno scolastico in corso (2012-2013), sia fondamentale per la Vallesina la priorità del lavoro e ha ziare alla cerimonia di premiazione che si svolgerà a Jesi saba- oppure con quelli pubblicati nell’anno scolastico precedente detto che metterà tutte le sue forze nel creare opportunità to 11 maggio, alle 10, nell’Auditorium del Centro direzionale (2011-2012). sia per le aziende sia per i lavoratori affinché Jesi possa tor- Esagono della Banca Popolare di Ancona. La comunicazione non Assegnato un premio per il “servizio d’autore” e un altro per il nare vicina alla “piccola Milano industriale delle Marche” di indica però il premio assegnato perché la graduatoria sarà sve- miglior lavoro sulla musica. Il tema proposto è stato “La musica un tempo. lata solo sabato mattina nel corso della premiazione che avrà un linguaggio universale che trasmette emozioni”. La Commis- Giovani giornalisti crescono in ottanta scuole Il dottor Santoni risponde a Sbarbati Pensando all’Ospedale L’articolo di Silvano Sbarbati della settimana scorsa mette il cosiddetto dito sulla piaga. Da qualche anno anch’io mi pongo il dilemma: cosa faranno dell’edificio ex ospedale di Viale della Vittoria? La parte antica penso e spero che nessuno voglia trasformarla, ma bisogna preservarla. La parte nuova, dopo tutti i soldi che vi sono stati spesi per dotarla di tubi, per l’ossigeno, il vuoto, le sale operatorie…! L’abbatteremo? Ci faranno abitazioni? Passandoci sotto, alla sera, vedo tante finestre senza luce quando qualche anno fa, pulsavano di vita. I segni del degrado sono evidenti ovunque. Se girate per le corsie vedete una teoria infinita di porte chiuse con su scritto: studio del dott… e poi dicono che non ci sono posti letto. Quando cerchi di parlare con qualcuno di ciò che faranno di questi edifici, si mette a celiare o cambia argomento. Le varie associazioni hanno altro cui pensare. Va bene il San Nicolò! Va bene la statua di Pergolesi e quella di Federico Secondo, va bene il nuovo Corso Matteotti. Ma per un momento pensate all’immenso edificio dell’Ospedale di Viale della Vittoria con le pareti sgretolate, le finestre murate, i graffiti e l’immondizia ammucchiata contro le sue pareti. Ed il deserto attorno. Sono troppo pessimista?! Dal dibattito che seguirà, (se seguirà) potremo trarre un auspicio. Nazzareno Santoni anche momenti di svago e divertimento per i ragazzi che saranno i veri protagonisti dell’evento. Al concorso sono stati am- sione ha assegnato inoltre una serie di premi speciali in base alle caratteristiche dei giornali in concorso. t e r r e l e m e n t a r i Asfalto bollente e boom economico di Silvano Sbarbati Succede che ci si ritrova con persone di una certà età; quella certa età che dispone ai ricordi giovanili: e dunque è quasi naturale riportare alla luce aneddoti significativi (in quanto rimasti lucidamente ancora aperti nella memoria). Succede così che insieme snoccioliamo tutta una serie di episodi accaduti nei cosiddetti anni Sessanta, quella del boom economico, per intenderci. Mi colpisce il fatto che questi episodi abbiano tutti a che fare con il lavoro e con le esperienze giovanili ad esso legate. Parlo di lavoro… lavorato, ovvero di quel tipo di attività che richiedeva e richiede ancora l’intervento della forza fisica. Per stare dentro l’aneddoto, si ricorda che in una bollente mattina d’estate (precisiamo: anni Sessanta…) un carretto spinto a mano, lungo viale della Vittoria, da giovani apprendisti si ferma perché l’asfalto inghiottiva (letteralmente) le pesanti ruote. Ma, al di là dell’episodio e di tutti gli altri, mi porta a riflettere come in quegli anni del cosiddetto boom economico in realtà non so chi e quanti se ne stessero accorgendo. Voglio dire: i ricordi non hanno mai a che fare con storie del Bengodi, vacanze, acquisti, insomma, con la società del benessere. No. Forse c’era il boom ma chi lo stava vivendo in età giovanile non se ne accorgeva più di tanto, contento di avere quel poco che c’era, e di stare come si poteva dentro regole sociali anche allora imperfette ma tutto sommato condivise. Si cercava di capire dove si stava vivendo, forse, reduci da un periodo tristissimo di guerra e di privazioni. E il boom economico veniva alla luce senza che la gioventù d’allora ne avesse troppo lucida consapevolezza. E oggi, domenica 5 maggio 2013, mentre il clima ricorda novembre, debbo ammettere che della crisi c’è invece consapevolezza più decisamente lucida. O forse… vallesina VocedellaVallesina 12 maggio 2013 v V della 5 La monografia sulla chiesa di s.Maria a Cupra Montana Un santuario mariano da riscoprire Quando l’arciprete Ferracci mi ha messo fra le mani il volumetto “La chiesa di santa Maria della Misericordia a Cupra Montana” (100 pagine, riccamente illustrato a colori, anno 2013), mi ha sommessamente raccomandato “Facci pure per questo un articolo su Voce!” Chiaro il riferimento all’ultima fatica editoriale del suo dirimpettaio priore Maurizio, dal sottoscritto recensita nell’ultimo numero. Dato che a Cupra, quanto a pubblicazioni, non si scherza: in poco più di vent’anni ne hanno macinate in media una e mezzo all’anno, giunti come sono ora al 32° volume della collana La Pieve. Veramente un pizzichetto di gloria potrei attribuirmela anch’io, allorché nel giugno 2011 pubblicai al riguardo, nella serie “Interni di chiese”, un articoletto titolato “Una chiesa che più ‘mariana’ non si può”. Ma stavolta l’arciprete ha voluto fare le cose in grande, commissionando il volumetto a Riccardo Ceccarelli di cui è nota la competenza in storia locale, cuprense in particolare. E che, ovviamente, ha integrato, ampliato e anche corretto le cosette da me scritte in precedenza. Ma i meriti dell’arciprete (solitamente riservato, a differenza dell’estroso confratello con cui meravigliosamente collabora!) non finiscono qui. A quanto risulta dal testo, egli fa sapere di aver acquistato-riscattato nel 2004 la chiesetta dalla pubblica amministrazione, mentre nel 2010 ha curato il restauro dell’affresco quattrocentesco che costituisce dal punto di vista storico-artistico-devozionale il cuore del piccolo ma amatissimo santuario della capitale del verdicchio. Vengo così ad una veloce ricognizione del libro. Don Ferracci intanto nella presentazione accenna alla storia dell’edificio attuale (costruito nel 1807), agli ultimi preti che vi hanno officiato, concludendo con una richiamo caloroso alla fiducia filiale verso la Madre del Signore. Parte poi Ceccarelli con cinque capitoletti. Il primo su “La chiesa attuale”, il secondo su “Le testimonianze dell’arte”; il terzo “L’antica chiesa di s. Bartolo dal XIII al XV sec.”; il quarto “La chiesa di Santa Maria della Misericordia nel XV sec.”; infine il quinto “La chiesa di s. Maria della Misericordia dal XVI al XVIII sec.”. Segue BIBLIOTECALAFORNACE Via Fornace 23 | MOIE di MAIOLATI SPONTINI | Tel. 0731 702206 www.bibliotecalafornace.it | [email protected] Mercoledì22maggio| ore21 LA MENTE E L’ANIMA un’appendice: I prodigi operati da Maria SS.ma, Memoria dell’antica chiesa, Maggio (canzoncina a s. Maria del 1823), bibliografia. Mi piace a questo punto spendere una parola su quello che ho chiamato, ed è, il cuore del santuario: l’affresco centrale quattrocentesco (Maria che protegge col manto i fedeli) e che , anche agli occhi di un visitatore disattento, non può non “stonare” con l’insieme dell’interno, di chiara fattura ottocentesca. L’arcano è risolto considerando che si tratta di un dipinto staccato (col muro e tutto) dalla precedente chiesa e qui collocato di peso ai primi dell’800. Piange il cuore al pensare che, in questa operazione, è stato ritrovato solo un frammento di una dolcissima Madonna “alla maniera del Pinturicchio”, probabilmente con lo stesso soggetto (ora alla Cassa di Risparmio). L’affresco attuale, dovuto ai tre fratelli Dionisio, Girolamo e Giacomo Nardini da Sant’Angelo in Vado (datato 1497) non è all’altezza del precedente, e tanto meno lo sono le tele ottocentesche, dove la devozione non è pari alla maestria. E dove si dimostra ancora una volta che, nell’arte e non solo, il progredire del tempo non si identifica col progresso! E…a proposito: perché non inserire a pieno titolo nel catalogo dei quattro “santuari diocesani” (Madonna delle Grazie, Santa Maria di Monsano, Madonna del Soccorso, Adorazione) anche questa nostra chiesetta? [email protected] Museo diocesano di Jesi: l’11 maggio con i giovani e il lavoro Creatività, comunità e fare impresa “Cerco lavoro. Lo immagino. Lo trovo.” è lo slogan con cui il Comune di Jesi invita i giovani a partecipare a Jes!, un progetto che si propone di attivare e favorire processi di creatività intelligente, sostenibile e inclusiva, abitando i contenitori culturali cittadini. Sabato 11 maggio, Jes! apre ufficialmente le porte alla città, raccontando le tre anime che lo ispirano: la comunità e i giovani, la cultura e la creatività, il fare impresa. La giornata sarà densa di appuntamenti: dalle 16 alle 19 la Chiesa di San Bernardo accoglierà il pubblico per un incontro con esperti nel mondo della creatività e del lavoro; alle 19 l’Agenzia Interstiziale verrà ufficialmente aperta al pubblico con la presentazione dell’allestimento a cura di Simone Alessandrini, accompagnata da una breve sperimentazione pratica di stampa tipografica con Francesca Romana Bini e da un aperitivo di inaugurazione curato da La Rincrocca; dalle 19.30 alle 22.30 i principali contenitori culturali della città apriranno le porte al pubblico. Al Museo diocesano verrà presentato Viaggi brevi per un altrove, percorso espositivo dell’artista Sheila Rocchegiani che sarà visibile fino al prossimo 26 maggio. Il percorso sarà accompagnato dalla presentazione pratica del workshop sull’ecotintura vegetale su tessuto, a cui l’originale artista jesina si dedica con passione affidando a fili e tessuti il suo bisogno di consapevolezza. Semplicità, autenticità, naturalezza e capacità evocativa sono ciò che ricerca nei suoi manufatti. L’ingresso è libero e gratuito. Per ulteriori informazioni chiamare il museo allo 0731.226749 o consultare il sito www.jesplease.it. Tappe di un viaggio tra psicologia e spiritualità Con l’autore Federico Cardinali Interverranno Alessandro Barban, Priore Generale dei Monaci Camaldolesi Gabriella Guidi, Condirettrice dell’Istituto di Terapia Familiare L’appuntamento rientra in INTRECCI DI ARTE, FILOSOFIA, NARRATIVA E… in collaborazione con l’Università degli adulti radioDuomo SenigalliainBlu•95,2Mhz Donne e benessere in azienda La donna nel lavoro in tempi di crisi. Parte da questo tema il ciclo di formazione gratuito promosso dal Comitato Impresa Donna della Cna provinciale di Ancona e da Cooss Marche onlus. Il percorso formativo è rivolto a imprenditrici e imprenditori della provincia con l’obiettivo di fornire strumenti di lettura del contesto organizzativo per una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e per una più efficace gestione dei conflitti e delle tensioni aziendali. Tale azione è realizzata all’interno del progetto “Work harmony e benessere in azienda”, finanziato da un programma europeo e si articola nei seguenti appuntamenti: 17 maggio dalle 17 alle 20 (comunicazione); 18 maggio dalle 9 alle 12 (gestione dei conflitti), 24 maggio dalle 17 alle 20 (conciliazione dei tempi vita/lavoro), 25 maggio dalle 9 alle 12.30 workshop finale di sensibilizzazione con le testimonianze delle imprenditrici Cna e la partecipazione dell’assessore regionale Sara Giannini. Tutte le mattine alle 7,06 e in replica alle 24,00 il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi Giornale radio alle 12,30 e alle19,03 Il Palazzo e dintorni il giovedì alle 12,45 e alle 19,20 6 v V della psicologiaesocietà VocedellaVallesina 12 maggio 2013 IV Edizione Rassegna di Teatro della Scuola Promossi con ‘6+ in Lirica’ Come avviene per altri teatri non solo d’Italia, anche per il Pergolesi già da alcuni anni la Fondazione Pergolesi Spontini ha messo a punto alcune iniziative intese a promuovere nei giovanissimi l’interesse per l’opera lirica. È giunta alla quarta edizione la Rassegna di Teatro della Scuola ‘6+ in Lirica’ che, ideata da Silvano Sbarbati e patrocinata dal Comune di Jesi, ha ora ampliato il suo raggio operativo con il coinvolgimento di 445 alunni dai 3 ai 10 anni appartenenti alle scuole dell’infanzia ‘Sbriscia’ e ‘Rodari’ di Jesi, della Scuole Primarie ‘Cappannini’ di Jesi, ‘Rodari’ di Pianello Vallesina e ‘A. Moro’ di Castelbellino Stazione. Il tema assegnato e variamente svolto è stata l’opera “La Vestale” di G. Spontini, sulla quale ogni classe ha presentato un progetto didattico liberamente rielaborato. Guidati dai loro insegnanti e dagli operatori i bambini si sono impegnati a rappresentare brevi scene che illustrano la storia descritta nel melodramma, definite da vari titoli: ‘Giulia e Licinio’, ‘Il risveglio del sacro fuoco’, ‘La Vestale’, ‘Il fuoco sacro’ sono quelli dati ai loro lavori da 14 classi dell’Istituto Comprensivo ‘San Francesco’ di Jesi. Il progetto ha attivato diverse discipline e abilità: oltre a storia, mimica e gestualità, manipolazione e riscrittura del testo, ideazione di dialoghi, preparazione dei costumi e dell’oggettistica, iniziazione all’ascolto della musica del melodramma spontiniano, intenzionalmente agevolata dalla contaminazione di altri generi musicali. Le brevi ‘performance’ si svolgeranno dal 7 al 16 maggio nel Teatro Moriconi, in mattinata o nel primo pomeriggio e ad orari prestabiliti per le classi dell’Istituto Comprensivo di Jesi; in giugno e in data da definire nel Teatro di Pianello Vallesina per gli alunni dell’Istituto Comprensivo ‘B. Gigli’. Durante la conferenza stampa di presentazione della rassegna diversi sono stati gli interventi da parte di quanti hanno contribuito a realizzarla. L’assessore Luca Butini ha espresso la sua approvazione ritenendo l’iniziativa necessaria alla formazione di un nuovo pubblico. Silvano Sbarbati, gli insegnanti e i rappresentati delle scuole implicate hanno spiegato come non sia stato facile strutturare e mettere a punto il progetto con finalità educative. William Graziosi ha rilevato come quella che ha definito ‘l’azienda del teatro Pergolesi’ sia tenuta a promuovere iniziative per il territorio. Purtroppo in tempo di crisi gli orizzonti sono incerti e nebulosi. Occorrerebbero invece risposte immediate: il Pergolesi auspica che giungano al più presto, confidando soprattutto sui successi ottenuti e sulla validità delle iniziative fino ad oggi apprestate; attestate anche dal ricevimento, in due soli anni, di tre premi ‘Abbiati’, riconoscimento di massimo prestigio assegnato dalla più accreditata critica musicale. L’Amministratore Delegato ha aggiunto: “Ho avuto più volte occasione di constatare che il mondo vede l’Italia come la culla della cultura europea. È un primato di cui tutti dovremmo essere orgogliosi e che tutti dovremmo contribuire a tenere alto”. A sorpresa infine è stata rilasciata una comunicazione dall’assessore alla cultura di Monte Roberto Riccardo Ceccarelli, nostro fido collaboratore, che ha partecipato all’incontro. Ha annunciato che fra breve sarà presentato un libro in cui sono riportate tutte le parodie fatte nell’800 de ‘La Vestale’ di Spontini. Una vera ‘chicca’ per i palati sopraffini di studiosi e melomani. afc Nella foto i partecipanti alla conferenza stampa. La mente e l’anima colloqui con lo psicologo UN BAMBINO DI CINQUE ANNI UCCIDE LA SORELLINA DI DUE Papà cos’è la guerra? di Federico Cardinali “Papà cos’è la guerra?”. Silenzio e sguardo perso nel vuoto, a cercare parole. Poi: “La guerra è… quando ci sono gli uomini che vogliono uccidere i nostri e tu cerchi di impedirglielo”, “Ma vogliono uccidere anche te?”. E lui sa solo prenderla fra le braccia cercando di rassicurarla. Più o meno così il dialogo tra una bambina e suo padre che sta partendo per il Vietnam. Ma di sicuro – e qui il film non lo dice – un dialogo simile, una bambina e il suo babbo lo stavano facendo anche a Hanoi. Magari in quella stessa ora. E con il medesimo sguardo, perso in un vuoto incomprensibile per il cuore di un bambino. Sparagli Piero, sparagli ora E dopo un colpo sparagli ancora Fino a che tu non lo vedrai esangue Cadere a terra e coprire il suo sangue. È la triste Guerra di Piero che cantava Fabrizio De André C’è una cosa più assurda della guerra? Forse sì. Nella cittadina di Burkesville nel Kentucky, un bambino di cinque anni spara con il suo fucile alla sorellina di due. E la uccide. Glielo avevano regalato qualche mese prima per il suo quarto compleanno. Un fucile. Un fucile vero. A quattro anni. Non è possibile, direte. Invece no. È possibile. Nei civilissimi Stati Uniti d’America tutti possono acquistare armi. Non solo. Quel fiorente mercato da 32 miliardi di dollari mette in commercio anche armi per i bambini. Armi colorate, con le misure adatte alla loro statura, alle loro braccia. Armi fucsia, celesti, rosa. Ma armi vere. Che usano proiettili veri. Caroline, una bimba di due anni e il suo fratellino di cinque sono le ultime vittime di un mercato da 32 miliardi di dollari. Non so bene da dove partire per provare a dare voce ai miei pensieri. Se dai 32 miliardi di dollari o dai bambini. Se dal little crickett, così la fabbrica che lo costruisce chiama il fucile per bambini, o dai giochi che i bambini si aspettano per il loro compleanno. Quelli che guardano al fiorente mercato da 32 miliardi di dollari diranno che questo, in fondo, è soltanto un incidente, certo brutto, ma soltanto un incidente. Ci diranno anche che un mercato tanto fiorente non può essere messo in crisi. Soprattutto in tempi così difficili come i nostri. A uno di questi signori vorrei chiedere: e se fossero i tuoi quei due bambini coinvolti in questa tragedia, difenderesti ancora un settore industriale così… redditizio? Ora, però, il mio pensiero, confuso, va a Caroline che ha chiuso la sua vita a soli due anni. Poi va al fratellino. Vivo lui. Ma anch’egli morto, a cinque. Oggi non ancora del tutto consapevole della portata del suo gesto. Ma mentre lo accompagno con il mio pensiero negli anni che verranno, già sento la tristezza che diventerà dolore che diventerà rabbia che diventerà disperazione. E non so dire, adesso, in che direzione questa rabbia lo porterà. Contro se stesso? Allora arriveranno gli esperti e la chiameranno depressione. Se poi non dovranno chiamarla suicidio. Contro gli altri? Altri esperti allora arriveranno e chiameranno lui asociale, disadattato, malato di mente, criminale. E come guarderà ai suoi genitori? Que- gli adulti che gli hanno regalato un gioco troppo grande per lui, troppo pesante per la sua ancora piccola mente. Come riuscirà a trovare la forza di perdonarli per averlo messo nelle condizioni di uccidere, a soli cinque anni, una sorellina di due? E la forza per perdonare a se stesso? Poi penso a questi due genitori. Qui le parole sono ancora di meno. Provo a immaginarli e li vedo raggomitolati, chiusi. Disperati. Senza più aria da respirare. Senza più luce da far arrivare ai loro occhi. Con tutto il peso della superficialità che diventa colpa. Con tutto il peso della loro bambina morta. Uccisa dal fratellino – o forse da loro stessi. Perché questo fratellino, ora, chiede a loro di trovare un po’ di conforto. Consolazione. Speranza. Credo sia giusto sentirci vicini a questi genitori. Perché ritrovino, per loro stessi e per il loro bambino, la forza di vivere. E di sperare. Magari con l’aiuto speciale della loro Caroline e la benedizione del Buon Dio. Ma non riesco a sentirmi vicino a quei tanti genitori che continuano a regalare ai bambini giochi che non sono giochi. In Italia, grazie a Dio, non si vendono armi vere per i bambini. Ma che bisogno abbiamo di regalare armi finte, giochi violenti per la playstation, cartoni pieni di aggressioni, di violenze, di sparatorie, di omicidi? «Mettete dei fiori sui vostri cannoni» cantavamo, da giovani. Gandhi ha liberato la sua India dal dominio di un impero potente. E non aveva neanche un fucile. Ma è così facendo che ha ridato speranza al mondo intero. Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected]) o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI Donne sempre: grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi Prevenzione dei tumori femminili L’associazione Donne Sempre è gratuite rese possibili grazie alla ancora più attiva nella sensibiliz- disponibilità volontaria di medici zazione e prevenzione dei tumori specialisti. femminili, che insieme al sostegno fisico e psicologico alle donne operate al seno, rappresentano, da più di dieci anni, la missione solidale della onlus. Grazie infatti al finanziamento del progetto da parte del- «Alla Fondazione Cassa di Risparla Fondazione Cassa di Risparmio mio di Jesi va il sincero e sentito di Jesi, che ha erogato un contribu- ringraziamento dell’associazione to di 6000 euro, Donne sempre ha – dichiara la presidente di Donne potuto acquistare un ecografo pro- Sempre, Gavina Flore – per il sostefessionale per ginecologia da usare gno indirizzato al nostro progetto, durante le visite gratuite offerte alle che si è concretizzato nell’acquisto donne che afferiscono all’associa- dell’ecografo. Per la nostra associazione. zione è una novità importante di Uno strumento utile e prezioso con cui potranno beneficiare le donne cui la onlus potrà incentivare e qua- del territorio che hanno bisogno di lificare ulteriormente la sua attività visite ginecologiche di controllo, con di prevenzione delle patologie degli l’obiettivo primario, cui noi collaboapparati femminili, con particolare riamo, di rendere sempre più incisiriferimento a quelle tumorali, svol- va l’opera di prevenzione dei tumori ta attraverso visite ginecologiche femminili». Donne Sempre è un’associazione di volontariato impegnata nel sostegno fisico e psicologico (con terapie individuali e di gruppo) alle donne operate al seno e nella sensibilizzazione alla prevenzione e diagnosi precoce dei tumori femminili, attraverso varie iniziative, da corsi di formazione ad attività di prevenzione e controllo, realizzati in collaborazione con medici oncologi e operatori del settore. Tra i servizi offerti gratuitamente, figurano le sedute di linfodrenaggio, il sostegno psicologico, i corsi di ginnastica riabilitativa, le visite ginecologiche supportate con ecografia degli apparati femminili. Al fianco di questi servizi l’associazione promuove anche convegni, corsi di formazione per volontari e spettacoli di vario genere come occasioni di aggregazione e raccolta fondi. Per info: www.donnesempre.com fp vitaecclesiale VocedellaVallesina 12 maggio 2013 la chiesa locale IL DIARIO DEL VESCOVO GERARDO Giovedì 9 maggio Ore 9.30: Seminario, incontro di aggiornamento del Clero Vis. Past. a Poggio San Marcello: Ore 17: Confessioni e predicazione Ore 18.30: S. Messa e predicazione 0re 21: Incontro con l’UP su la “Sacrosanctum Con- cilium” Venerdì 10 maggio Vis. Past a Poggio San Marcello: Ore 17: Confessioni e colloqui Ore 18.30: S. Messa e S. Unzione dei malati Ore 21: Sala AC - Jesi, presentazione del libro su Carlo Urbani Sabato 11 maggio Ore 15: Macine, incontro con i ragazzi Ore 17: Vis. Past a Poggio San Marcello, Benedizione dei bambini Ore 18.30: Vis. Past a Poggio San Marcello, incontro con Amministrazione Com. e cittadini Ore 21: Loreto, Veglia vocazionale e mandato verso Rio per la GMG Domenica 12 maggio Ore 9.30: Poggio S.Marcello, S. Messa di conclusione della Visita Pastorale Ore 11.15: S. Maria Nuova, S. Messa e Cresima Ore 15.30: Santuario delle Grazie, S. Messa con i volontari della Croce Rossa Ore 17: Poggio San Marcello: Processione nella festa Madonna del Soccorso Ore 21: Incontro vocazionale Lunedì 13 maggio Ore 11.30: Incontro Bambini di Prima Comunione di San Marcello Ore 21: Parr. S. Massimiliano K. S. Messa con aderenti alla M.I. e Consacrazione a Maria SS. Martedì 14 maggio Vis. Pastorale a Macine: ore 10: Visita agli imprenditori e operai nelle fab briche Ore 15: Visita ai malati in casa Ore 21.50: Via Lucis Mercoledì 15 maggio Vis. Pastorale a Macine: ore 9,30: Visita agli imprenditori e operai nelle fab- briche Ore 15: Visita ai malati in casa Ore 17: Visita al Centro “Casa sollievo” Ore 18.30: Incontro con i Ministri Straordinari della Comunione Ore 21: Seminario, Consiglio Pastorale Diocesano Giovedì 16 maggio Ore 9.30: Consultori Vis. Pastorale a Macine: ore 19: Incontro con le società sportive Ore 21: Rosario e S. Messa “di zona” Venerdì 17 maggio Vis. Pastorale a Macine: ore 11: Incontro con i Bambini di Prima Comunione Ore 16: Incontro con Aderenti all’AdP Ore 21: Incontro con CPP e CPAE Voce dellaVallesina Settimanale di ispirazione cattolica della diocesi di Jesi fondato nel 1953 a cura di don Corrado Magnani [email protected] v V della 7 La parola della domenica In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e resuscitare dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su 12 maggio 2013 ascensione del signore Dal Vangelo secondo Luca (24,46-53) di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto”. Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio. Non è Gesù risorto che parte, ma noi PREMESSA: Confrontando i testi biblici che raccontano questo evento di Gesù risorto che “si stacca” dai suoi discepoli benedicendoli, ci sono varie incongruenze difficili da spiegare. Sarebbe stato un atto di buon senso, se non di furbizia, eliminare queste diversità (sul dove, quando e come) per dare credibilità ai vangeli stessi. Eppure questo non è avvenuto. Nessuno ci ha mai pensato. Questo fatto, caso mai, ci dice che i vangeli non sono “opera di getto” dei soli evangelisti; ci rivela la veridicità e la ricchezza di significato che lo stesso unico evento ha suscitato negli anni seguenti nelle diverse comunità cristiane alle prese con situazioni particolari e con domande e dubbi senza risposte. L’evangelista Luca non ci informa su dove, come, quando Gesù è “salito al cielo”. Vuole rispondere ai dubbi sul mistero della Pasqua di Gesù. Vuole riaffermare che la Resurrezione di Gesù ha segnato l’inizio del Regno di Dio sulla terra, ma non la conclusione della storia. La costruzione del mondo nuovo è soltanto iniziata. Richiede tempi lunghi e l’impegno di tutti. Luca vuole correggere le false attese dei cristiani del suo tempo, e lo fa introducendo un dialogo tra Gesù e Direttore responsabile Beatrice Testadiferro Comitato editoriale: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Lombardi Responsabile amministrativo Antonio Quaranta Proprietà: Diocesi di Jesi Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 i discepoli (Atti 1,6: prima lettura) in cui Gesù li invita a impegnarsi per il mondo e a portare a compimento il suo progetto di ri-creazione e la Sua missione. Entrando nella nuova condizione di vita piena presso il Padre (= “gloria” ; “salito al cielo”): in una dimensione nuova, di cui non abbiamo esperienza, e per parlare della quale ci mancano i termini, Gesù garantisce la sua vicinanza ad ogni uomo e in ogni tempo. La sua presenza limitata nel tempo e nello spazio, quando era in Palestina, si dilata e si espande fino a raggiungere tutti i viventi di ogni tempo e luogo. Con il suo Spirito di vita riempie tutta la terra. Con la sua “ascensione” quindi si fa più vicino a tutti gli uomini. NON È LUI CHE PARTE, ma siamo noi che dobbiamo immetterci sulle strade del mondo a portare la “lieta notizia” della vita che vince la morte e ad agire di conseguenza. L’impossibilità di vederlo non cambia nulla: Dio rimane con noi. Lo schema non è come per i grandi della terra: arrivo-soggiorno-partenza; ma venuta-presenza continuata anche se in forma diversa, universale. La “voce” (che Luca inserisce nel suo racconto in Atti 1,11: prima lettura di questa domenica) chiarisce che non sarà OGGI SPOSI 12 maggio: Marco Cantarini e Anna Veroni a Serra S. Quirico. Sabato 18 maggio Vis. Pastorale a Macine: ore 9: Visita ai malati in casa Ore 14.30: Incontro con i ragazzi del Catechismo Ore 18: Celebrazione di un matrimonio Ore 21: Cattedrale, Veglia di Pentecoste Domenica 19 maggio Vis. Pastorale a Macine: ore 9.30: S. Messa e Prima Comunione ore 11.15: S. Messa e Festa delle famiglie Ore 15.30: Incontro con RnS Ore 18.30: Cattedrale, S. Messa e Cresima degli adulti Ore 20: Macine, incontro con i giovani Composizione grafica Giampiero Barchiesi Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola Spedizione in abbonamento postale Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Questo numero è stato chiuso in redazione martedì 7 maggio alle 18 e stampato alle 7 dell’8 maggio. Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno il Signore a portare a compimento l’opera di rappacificazione dell’uomo con Dio, con sé stessi e con le cose del creato, ma lo saranno i discepoli che ne vengono “abilitati”, nell’arco della loro vita, a farlo (= è questo il significato del numero simbolico dei 40 giorni - ulteriore spiegazione, sull’uso e sulla presenza di questi simboli numerici, in altra occasione). Con la sua Resurrezione-Ascensione, Gesù ha attraversato il velo del tempio (Matteo 27,51) che separava il mondo degli uomini da quello di Dio, e ha mostrato come tutto ciò che accade sulla terra non sfugge al progetto di vita di Dio. Ecco il perché della gioia grande dei discepoli (Luca 24,52). Il Signore non se ne va ma rimane per sempre fino alla fine dei tempi (Matteo 28,20). Gli apostoli di ieri e di oggi,che siamo noi, chiamati ad essere testimoni della Pasqua di Cristo, devono affrontare un mondo in cui apparentemente nulla è cambiato, e annunciare che tutto è cambiato. Debbono affrontare un mondo ostile recando la pace e il perdono (=super-amore). E lo fanno, forti di una “potenza dall’alto” (=lo Spirito di Dio in noi) e testimoni della speranza. notiziebrevi 14 maggio: incontri per genitori separati Il 14, 21, 28 maggio e il 4 giugno si svolgono gli incontri che il Consultorio “La Famiglia”, con il patrocinio della Regione Marche, organizza per genitori separati dal titolo: “Coppia divisa? Genitori sempre”. Il tema della genitorialità è molto attuale e delicato perché concerne il mestiere più difficile al mondo, quello dell’essere genitore. Il corso è iniziato il 16 aprile. Per informazioni: Consultorio in piazza Federico II, 8 a Jesi 10-11 maggio: seminario sulla famiglia “PRO_MUOVERE LA FAMIGLIA: Conoscere e intervenire per arricchire i legami familiari” è il tema del seminario condotto da Anna Bertoni e Franco Cattaneo dell’Università Cattolica S. Cuore di Milano nei giorni 10 e 11 maggio. In un tempo in cui il termine povertà emerge e s’impone all’attualità come un’urgenza, l’associazione L’Albero di Pina – in collaborazione con l’ASP e il Consultorio familiare dell’Asur - vuole porre l’attenzione sulla povertà delle relazioni e delle competenze educative. Il seminario si svolge presso la sede dell’associazione in via Piandelmedico 2, il venerdì dalle 17 e il sabato dalle 9,30. utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge. Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Tel. 0731.208145, Fax 0731.208145 [email protected] www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Codice fiscale 00285690426 Questo giornale è stampato su carta riciclata. Abbonamento annuo 35 euro di amicizia 50 euro sostenitore 100 euro 8 v V della inmemoria VocedellaVallesina 12 maggio 2013 Roma: la beatificazione di mons. Luigi Novarese, apostolo dei malati Ricordo «Chi mi vuol seguire prenda la sua croce» Una nuova considerazione dei malati e di chi soffre: non “oggetti” del pietismo altrui, ma “soggetti attivi”, sia nella Chiesa sia nella società Sabato 11 maggio, nella Basilica di San Paolo fuori le mura, a Roma, si terrà la solenne Celebrazione per la Beatificazione del Venerabile Luigi Novarese, «l’apostolo dei malati», come venne definito da Giovanni Paolo II. In effetti, tutta la vita di Novarese è stata dedicata ad un solo scopo: modificare l’approccio verso i malati e verso coloro che soffrono, non considerandoli più solo come “oggetti” del pietismo altrui, ma come “soggetti attivi”, sia all’interno della Chiesa, sia all’interno della società. Ma che significa “soggetti attivi”? Occorre partire da lontano: cercare di comprendere il significato della sofferenza nella vita degli uomini. Perché Dio la permette? Ecco, allora, la risposta spirituale di Novarese, che ci dice: la sofferenza di ogni singola creatura, quando viene inquadrata dal soggetto che la vive come momento di “prova”, come risposta positiva alla volontà del Signore, come mezzo di adesione al suo Vangelo («chi mi vuol seguire prenda la sua croce ogni giorno») ha un valore redentivo assoluto. Non solo: ha anche una dimensione “vocazionale” perché il soggetto investito dalla sofferenza, una volta scoperto l’aspetto redentivo, quando dice «sì», come Maria, pur sapendo che umanamente dovrà portare una croce, a volte pesante, è anche cosciente di divenire un collaboratore stretto del Salvatore. Il sì a questa “vocazione” lo fa divenire anche “missionario”, perché andrà a mettersi sulle tracce degli altri fratelli che soffrono per donare anche a loro una prospettiva trascendente, uno slargo del cuore. Ecco perché, come dicevamo, nell’ottica della spiritualità di Novarese, il malato diviene un “soggetto attivo”. Una dimensione certificata da Giovanni Paolo II nell’Esortazione Apostolica «Salvifici doloris» quando afferma che la sofferenza accettata con questa consapevolezza è la cartina di tornasole dello status della nostra fede. Solo chi ha una fede adulta, matura, sinceramente orientata ad accettare qualsiasi proposta di croce che il Salvatore gli mette davanti può dirsi certo di amare Dio e il prossimo. Per dare sostanza a questa spiritualità della sofferenza, che egli stesso aveva sperimentato in prima persona (da ragazzino aveva avuto la tubercolosi ossea da cui guarì inspiegabilmente dopo una novena pregata insieme ai giovani di don Bosco, a Valdocco), il Beato No- varese ha fondato la Lega Sacerdotale Mariana nel 1943, dedicata a sacerdoti e religiosi malati, il Centro Volontari della Sofferenza (Cvs) nel 1948, i Silenziosi Operai della Croce (1950) e l’Associazione Fratelli e Sorelle degli ammalati (1953). In sostanza una vera e propria Opera che si è estesa in tante nazioni e che ha portato, nel 2006, a costituire anche l’Associazione Internazionale dei Cvs sparsi in tutto il mondo. La Diocesi di Macerata – Tolentino – Recanati – Cingoli - Treia è stata una delle prime ad accogliere e incardinare il Cvs e a favorire la conoscenza e la penetrazione della spiritualità novaresiana. Novarese stesso è stato a Macerata ed incontrò l’allora vescovo Cassulo. Anche Tonini sostenne il Cvs e si recava spesso a casa di Luigi Rocchi, mentre l’indimenticato mons. Carboni volle addirittura recarsi più volte a Re per predicare gli Esercizi Spirituali ai malati. Per onorare la figura di Novarese una nutrita delegazione del Cvs diocesano si recherà a Roma l’11 maggio, mentre sono in programma anche un incontro pubblico e una mostra fotografica che ripercorrerà la biografia di Novarese e lo sviluppo del Cvs nella nostra Diocesi, in modo da proporre le figure di personaggi del calibro di Luigi Rocchi, Sesto Gentiletti, mons. Balestra, Elia Monachesi (Sodc) e Roberto Cardosi. Romolo Sardellini Sodc Sabato 11 maggio a partire dalle 10,15 verrà trasmessa in diretta su Tele Pace la celebrazione in cui sarà proclamato Beato mons. Luigi Novarese. La liturgia è presieduta dal card. Tarcisio Bertone. Gilia Volpotti A Jesi, e non solo, in tanti l’hanno conosciuta e stimata. Ma soprattutto è il mondo della scuola che la rimpiange perché quello è stato il suo mondo, la sua vita, il suo impegno totale prima come insegnante e poi come preside (ai suoi tempi non era ancora giunta la riforma del settore dirigenziale) nella scuola media Duca Amedeo di Savoia. Gigliola – così amici ed estimatori l’hanno sempre affettuosamente chiamata - si è spenta dopo breve malattia nella sua abitazione proprio nel giorno del suo 86° compleanno e in coincidenza con le giornate tra le più caratteristiche della nostra città: il Palio, quel Palio che la Volpotti, nelle tante responsabilità che ha accettato durante tutta la sua vita per amore della sua città, ha sempre sostenuto con convinzione. Lei, sempre nell’ambito del volontariato – salvo la scuola - è stata, per così dire, una militante del volontariato. Si è responsabilizzata nella pro-loco, nel mondo politico operando con diversi incarichi nella socialdemocrazia e poi nel partito socialista, nel Rotary, nella Università degli adulti – la Luaj – dove ha ricoperto la presidenza per diversi anni. Don Attilio Pastori, il suo parroco, nel ricordarla durante la cerimonia funebre, ha sottolineato in particolare i motivi dei tanti colloqui avvenuti nelle circostanze più varie, fino ai più recenti, quando si sono incontrati casualmente in ospedale “a curare i disturbi Ricordo di madre per la perdita dell’unico figlio avvenuta pochi mesi fa. E forse quest’ultima avversità l’ha portata alla decisione di concludere volontariamente la sua vita nel giorno della festa della Liberazione nazionale. Daniela Cesarini Daniela Cesarini ha scelto il suicidio assistito in una clinica svizzera. A 66 anni, il 25 aprile, ha deciso di finire la sua vita lontano da Jesi, assistita solo dai medici. La notizia si è velocemente diffusa a Jesi e nella regione. Si sono espressi in tanti, sia sulla stampa che sulla rete, per esprimere commenti e ricordi di Daniela che, oltre al suo lavoro di bancaria, si è dedicata alla famiglia, alla politica e alla società sostenendo tante battaglie per il riconoscimento dei diritti dei disabili. Affetta da poliomelite fin da bambina, si muoveva sulla sedia a rotelle, ma ha saputo lottare contro i tanti problemi e sofferenze che ha incontrato. Vedova da qualche anno, ha provato su di sé lo straziante dolore Apprendo con tristezza la notizia della morte della signora Daniela Cesarini, una donna che si è tanto prodigata per difendere i diritti dei più deboli. Sono in viaggio per Roma dove domani incontrerò il Papa Francesco insieme ad altri vescovi delle Marche e sto leggendo uno degli ultimi libri dedicati al medico Carlo Urbani. Le pagine di “In volo… sul mondo che amo” esprimono il desiderio di vivere per gli altri, il coraggio di affrontare ogni difficoltà e l’impegno per i più indifesi che hanno contraddistinto la vita di Urbani. Di fronte alla morte che sapeva imminente, Carlo non si è disperato e ha dato una testimonianza di amore per la vita, fino all’ultimo. Mi pongo con rispetto di fronte alla decisione della signora Daniela ma sento che la vita richiede altri tipi di scelte. La sofferenza, l’angoscia, le tragedie che ciascuno incontra nel suo percorso di vita possono renderci più fragili ma se siamo capaci di vivere con fede, sempre e comunque sarà la fiducia ad accompagnarci. Avverto ancora di più la necessità di essere vicini a chi attraversa un periodo di dolore perché le risorse del cuore umano sono immense e possono aiutare a trovare nuove e spesso impensate soluzioni di vita e di speranza. Nessuno può giudicare il cuore delle persone: pur non condividendo la scelta attuata, sento di dover affidare al Signore l’anima di Daniela affinché, per le vie che Lui solo conosce, gli doni la pace. La morte è una realtà terribile, ma noi cristiani siamo chiamati a testimoniare la speranza che la morte non è l’ultima parola definitiva: è con questi sentimenti che esprimo le mie condoglianze ai suoi familiari. Gerardo Rocconi, vescovo di Jesi Si intrecciano in questi giorni notizie di cronaca e propaganda a favore dell’eutanasia, riferendo di persone che si sono suicidate nelle cliniche della morte, in Svizzera. Aiutate a morire. Con tutta la pietà che merita una persona senza più speranza e senza più la forza di vivere, ci prende una tristezza enorme. Vorremmo che la società ci aiutasse a vivere, non a morire. Oltre alla sofferenza, c’è inevitabilmente tanta solitudine dietro queste decisioni. Gli siamo mancati tutti. Don Giancarlo Giuliani offerti dall’anagrafe”. Proprio nei colloqui con un sacerdote, la Volpotti, nel manifestare sempre rispetto e apertura al dialogo, ha spesso affrontato i temi legati “ai massimi sistemi”: il perché della vita e della morte, se e come l’Aldilà, chi è Dio, l’umanità verso dove. La sua apertura mentale e culturale è dimostrata anche dal fatto che è stata un’assidua abbonata e lettrice del nostro settimanale cattolico Voce della Vallesina: dai primi tempi del direttore don Urieli fino ai nostri giorni. Leggeva, condivideva o non condivideva, ma era sempre rispettosa del pensiero altrui e delicatamente pervasa delle proprie convinzioni sempre inquadrate in una visione altamente democratica e libera della società. Vivace come temperamento, pronta con la parola e con l’azione, scrupolosa fino alla pignoleria in certe vicende, presente quasi sempre alle iniziative culturali promosse dalle diverse organizzazioni cittadine. Jesi perde con lei storia, cultura e quella simpatia aperta e bonaria di una concittadina che tutti vorremmo avere come amica e dialogante. v.m. foto Vincenzoni Il ricordo del Panathlon Con la morte di Gilia Volpotti, Gigliola per gli amici, se ne va una parte della storia della città di Jesi. Presidente del Panathlon dal 2000 al 2003, la Volpotti ha dato una svolta alla vita del club jesino. É stata, infatti, la prima donna nella storia del Panathlon della città, la quota rosa che si aggiungeva ad un panorama molto “maschile” e lei ne era tanto consapevole quanto poco interessata al fatto che questo evento sconvolgesse la vita di un insieme di persone che parlavano solo di sport e che, quindi dovevano essere, per antonomasia, assolutamente maschietti. Lo diceva con una punta di orgoglio, si definiva “la socia che da più tempo firma il verbale delle presenze”. E, inoltre, era convinta che “la presenza femminile, anche se non numerosa, partecipa attivamente alle riunioni, alle discussioni, ha preso parte alle iniziative organizzate, ha accettato gli incarichi affidatigli. Il rispetto per i principi etici propri del Panathlon è sempre costantemente perseguito perché crediamo in essi”. Sotto la sua presidenza a Jesi tutti ebbero modo di conoscere Josefa Idem, la grande canoista oggi ministro della Repubblica, appassionarsi e poi familiarizzare col rugby al femminile, discutere con serenità con campioni del motociclismo come Falappa, chiacchierare con delle amiche come le campionesse jesine Giovanna Trillini e Valentina Vezzali. Gilia mancherà a tutti perché era un personaggio pubblico, che si nutriva delle sue migliaia di libri che facevano l’occhiolino durante le riunioni, o anche dei quadri dei pittori jesini che lei tanto amava e che tappezzano i muri di casa sua. Ma mancherà anche la sua bonomia ed il suo saldo opporsi, con voce ferma e grave, a quello che non riteneva giusto. Un pezzo di storia che ci ha accompagnato per un lungo tratto della nostra vita. pastorale VocedellaVallesina 12 maggio 2013 Padre Sergio Cognigni al Corso della Milizia dell’Immacolata: il 13 maggio la consacrazione La buona notizia del Vangelo per il futuro La “Milizia dell’Immacolata”, associazione viva e operante in tutto il mondo, non è il frutto di un progetto terreno, ma dell’intuizione di un frate francescano polacco il quale, educato alla fede fin dall’infanzia e ispirato dall’Immacolata, in un tempo di diffuso ateismo comprende che per evangelizzare si doveva uscire dalle “sacrestie”..., affidarsi alla Madre di Cristo e cooperare alla sua missione per la salvezza dell’umanità. Nel 1917 fonda la “Milizia dell’Immacolata”. Padre Massimiliano Kolbe, che ha fatto sempre della propria vita un dono, morirà martire ad Auschwitz nel 1942. Oggi è venerato fra i Santi. Sul tema “Massimiliano Kolbe, vero francescano per il nostro tempo”, il 19 aprile nella sala-conferenze della parrocchia di san Massimiliano Kolbe, il padre conventuale Sergio Cognigni, assistente della Milizia per le Marche, ha svolto una catechesi del Corso per la Consacrazione all’Immacolata. «Dio, che nel Medioevo ha mandato Francesco, comincia a costruire una vita nuova per il nostro tempo», afferma padre Sergio, e va subito alle radici, al Vangelo vissuto “alla lettera” dall’alter Christus, Francesco d’Assisi, che convertendo se stesso ha rivoluzionato la logica del mondo. Sullo sfondo il XIII secolo, dalla crisi del feudalesimo al sorgere del nuovo ceto degli artigiani e dei commercianti; un tempo di conflitti e di crisi anche nella Chie- sa dove il bisogno di rinnovamento sfocia nelle eresie. Fissando il suo sguardo su Francesco, “la proiezione del padre Bernardone: lavoro e affari”, padre Sergio sottolinea che, pur ammirato da tutti, quel ragazzo non era contento.... e si interrogava sul senso della vita: chi sono io a 18 anni? La vita è qui?... Un giorno, cavalcando per la pianura di Spoleto, sente “il campanaccio” che avverte del passaggio di un lebbroso: sprona il cavallo e fugge; poi pensa: “É facile credere in un Dio che se ne sta in cielo. Dio è nel volto sfigurato di quel fratello”. Scende da cavallo e abbraccia il lebbroso. Quando a san Damiano il Signore lo chiama dicendogli “Vai a riparare la mia casa che è tutta in rovina!”, Francesco mette Il gruppo di Jesi si incontra ogni venerdì, alle 21, nella chiesa di san Massimiliano Kolbe per l’adorazione dell’Eucaristia e la preghiera del Rosario. Il rito solenne per la Consacrazione all’Immacolata e per il Rinnovo sarà celebrato dal Vescovo Gerardo durante la Santa Messa, lunedì 13 maggio, alle ore 21, nella chiesa di San Massimiliano Kolbe. v V della 9 Ricordo 12-9-1968 22-11-2012 Dio al primo posto, restituisce tutto al padre, si spoglia dei vestiti e del nome e va all’essenziale: vivere il Vangelo. “Solo l’amore vale” Tratteggiata la biografia di san Massimiliano Kolbe, i vari aspetti della vita familiare e sociale, l’incontro con i frati francescani, gli studi in Polonia e a Roma, la consacrazione all’Immacolata, padre Cognigni ha dichiarato: «Non ha vissuto in modo eroico la sua vita, ma ha tradotto la radicalità Massimo Guerro evangelica di Francesco nella realtà di oggi. Ed ha valorizzato al massimo il progresso tecnologico “Guariscimi, Gesù, sono davanti a te, per la gloria di Dio, convinto che la stampa, la con i miei peccati, con le mie pene radio, il cinema, tutti i mezzi della comunicazio- con le mie malattie, per avere da te ne devono essere usati per evangelizzare. Era un il perdono, il conforto, la salute. uomo che viveva l’amore, la carità, assistendo an- Gesù, guarisci la mia anima, che di notte i sofferenti e affrontando i problemi spezza le catene del peccato. della comunità. Ma era l’adorazione eucaristica a Liberami dalla schiavitù di Satana. dargli tanta forza. Il campo di concentramento di Rendimi santo, Auschwitz divenne la sua parrocchia: faceva i la- donami la guarigione spirituale, vori forzati, mangiava poco e dava il cibo agli altri. la salute dell’anima. Dicono i testimoni che in quel bunker della morte Gesù, guarisci il mio cuore. ha aiutato tanti moribondi: si udivano preghiere Togli ansia e paura, traumi e ferite. e canti e tutti si meravigliavano... Da Francesco Metti pace, serenità e coraggio d’Assisi a Massimiliano Kolbe, a Papa Francesco: per riuscire a portare la croce, una pagina nuova nella storia dell’umanità. Solo seguirti con fedeltà, amare i fratelli. l’amore vale. Il Vangelo è la base per realizzare la Donami la guarigione interiore, vita e noi siamo chiamati a costruire su basi nuove la salute del cuore. il Terzo millennio». Ancorata al Vangelo, la spiritualità della “Milizia” Gesù, guarisci il mio corpo. è cristocentrica e mira a fare di Cristo il cuore del Metto ai tuoi piedi le mie malattie. mondo mediante l’intercessione di Maria, la nuo- Come allora toccavi ciechi, storpi, va Eva. Possono entrare a far parte dell’associazio- zoppi, ne giovani e adulti che decidono di affidare all’Im- lebbrosi ed essi guarivano, macolata il proprio Battesimo e si impegnano a così ora tocca le mie membra malate. cooperare fedelmente per l’avvento del Regno di Donami la guarigione fisica, Dio con l’offerta di sé, la preghiera e la disponibi- la salute del corpo”. lità al servizio. (da un suo scritto) Maria Crisafulli 10 v V della indiocesi VocedellaVallesina 12 maggio 2013 “Cammino neocatecumenale”: Missione in piazza nell’Anno della Fede La tua vita cambierà e sarai felice «Chi è Dio? Chi è Dio per te? Noi siamo qui perché abbiamo incontrato il Signore. É Lui che salva! La vita cristiana non è una serie di leggi, è un incontro. Dio si è rivelato ad Abramo, padre nella fede, e gli ha detto: lascia la tua terra, il tuo clan e vai nella terra che ti mostrerò... Abramo si è fidato ed ha fatto esperienza del silenzio ma anche della potenza di Dio. Il cieco di Gerico va sulla pubblica via a chiedere l’elemosina e quando arriva Gesù, lo supplica: “Gesù, Figlio di David, abbi pietà di me!”. E Gesù lo guarisce Mc 10,46-52). Anche noi siamo ciechi e andiamo per le strade della vita ad elemosinare... Il peccato ci allontana da Dio che è la vita. Chiediamo amore e non sappiamo dare amore agli altri finché non torniamo a Cristo». Questo il messaggio rivolto da Alessandro Gabrielloni, responsabile del Cammino cate- cumenale della Diocesi, a giovani e adulti convenuti in piazza della Repubblica domenica 7 aprile, per il primo incontro della”Grande Missione piazza nell’Anno della fede”. Davanti al Crocifisso e alla Bibbia aperta sull’ ambone di legno, Alessandro con la famiglia (5 figli, 8 nipoti) e gli amici, animati dal desiderio di annunciare il Vangelo con amore e fermezza, in un tempo di indifferenza religiosa. Le persone che passeggiano per il Corso si chiedono: “Che succede in piazza?...”. La Chiesa va incontro al mondo perché il mondo possa incontrare Cristo. Una forma rara di evangelizzazione nell’era di internet, ma un tempo la piazza era luogo di incontro e di dialogo. La Missione, che si svolge nelle 5 domeniche di Pasqua, inizia con la recita dei Vespri; la musica, il canto e la danza coinvolgono giovani e anziani. Seguono testimonianze, catechesi, nostre: cercare la sicurezza nelle culmine nel Kerigma, l’Annuncio cose; chiedere miracoli; idolatrare della salvezza in Cristo, affidato ad preghiere. Piazzale San Nicolò è stato il ricchezza e potere... Ma Gesù dice: Amalia Spinaci del Cammino neocatecumenale di Jesi: «Il Signore luogo di raduno di domenica 14 “Prendi la tua croce e seguimi». può cambiare la nostra vita: Gesù aprile. Il responsabile interroga: Cristo è morto in croce per noi ed Chi sei tu? Perché vivi? Quale il L’annuncio di salvezza senso della tua vita? Tu sei felice? Domenica 21aprile c’è tanta gente è risorto. Lucifero, l’angelo bellisAmalia, poliomielitica, ha incon- in piazza della Repubblica. Sandro simo che si era ribellato a Dio, ha trato il Signore e racconta: «Seb- Gabrielloni saluta: “Cristo è risor- ingannato Eva portando la morte bene educata cristianamente, il to, alleluja!” e don Gianni Giuliani al genere umano. Un altro angeSignore non era entrato nella mia commenta: «Compito fondamen- lo, Gabriele, parla a Maria, che vita e mi ritrovavo con i miei pro- tale della Chiesa è annunciare di all’annuncio risponde: “Si compia blemi. Poi il Signore mi ha fatto Gesù Risorto; proviamo a vivere da in me la tua Parola”. Grazie al suo capire che Lui mi ama così come risorti e a portare la speranza». “Sì” è nato Gesù, il Salvatore, che sono. Dalla Legge alla grazia: gio- La voce di Stefano Mariani fa ri- dona la vita eterna e la felicità già ia, speranza, dono di sé agli altri. suonare la storia meravigliosa del- su questa terra. Ora per voi c’è un Ringrazio al Signore per avermi la vocazione del cristiano: “Erano terzo angelo e una terza donna: la fatto incontrare una comunità poveri come te e quella sera aveva- donna siete voi e l’angelo (=mesnella Chiesa di Cristo». Silvano, no gettato le reti nel lago o riscos- saggero) sono io e vi porto, umildi Porto Potenza: «Ero alla ri- so le tasse alle porte della città... e mente, l’annuncio di salvezza: Dio cerca del senso della vita; un bel quello che chiamavano Maestro ti ama e ti perdona. Fidati e camgiorno ho conosciuto la comunità era morto anche lui.... Un vento bia vita!». neocatecumenale e ho incontra- che scuote le porte, una voce che Maria Crisafulli to Gesù che ha dimostrato amore chiama è l’invito ad andare lontaper me peccatore. Lui è amore». no...”. Elisabetta attesta: “Vivevo Il quinto e ultimo incontro “GranTutti esprimono la fede e cantan- come il cieco del Vangelo. Soffe- de Missione dell’Anno della fede” do; poi ascoltano in silenzio Pao- renze, incomprensioni, crollo..., ma sarà domenica 12 maggio (è stato lo Pettinelli: «Alle domande “Chi Gesù è venuto in mio aiuto: duran- rimandato dal 5 maggio), ore 17, sono io? Perchè vivo?” la ragione te una catechesi l’ ho incontrato e la missione si concluderà nel piazrisponde con la filosofia e con la oggi sono felice”. Maria Carla di Ci- zale della chiesa di San Nicolò in scienza; ma c’è in noi il desiderio vitanova: “Dopo la morte di mio fi- corso Matteotti. Tema proposto: d’infinito, di eternità... Puoi vive- glio, ero nel buio totale; desideravo “Che cosa è la Chiesa? Quale è la re da alienato e non sai più chi un altro bambino, ma dalla scien- tua esperienza nella Chiesa? Vorsei. Non sei felice. L’unica rispo- za nessuna risposta... Mi è venuto resti essere aiutato da una comunista te la dà Gesù. Le tentazioni incontro il Signore e mi ha dato tà cristiana?”. di Gesù nel deserto sono anche le un figlio”. La missione raggiunge il Tutti sono invitati a partecipare. Immagini del 4 maggio con San Floriano In una fantastica cornice è stata celebrata in Cattedrale dal Vescovo, mons. Rocconi, la Santa Messa in onore di San Floriano. Stendardi e gonfaloni, dame e cavalieri in costumi sontuosi, sindaci con fascia tricolore e tanti fedeli sono sfilati davanti all’urna del Santo esposta al centro della chiesa. Hanno solennizzato egregiamente il servizio liturgico le robuste voci del coro ‘Voci virili’ di Cremona. Mons. Rocconi ha ricordato il recente incontro con il Santo Padre Francesco e ha riferito il suo messaggio. Problemi gravi e ineludibili della nostra società sono i giovani, la famiglia, l’assistenza ai più deboli. A questi temi dovrebbe essere rivolta da tutti e da ognuno massimo impegno. Al termine della cerimonia a nome del Santo Padre Mons. Rocconi ha concesso ai presenti la Benedizione con indulgenza plenaria. afc pellegrinaggiojesiloreto Il pellegrinaggio a piedi Jesi-Loreto si svolgerà sabato15 giugno con partenza alle ore 20.30 dalla parrocchia di Sant’Antonio Abate (Minonna). Per informazioni: 0731-61374 335-7712291 UNODINOI (2) 280 x 430_Layout 1 27/04/13 20:05 Pagina 1 12 maggio 2013 Anch’io sono stato un embrione. AVVISO SACRO Blue-cc Puoi metterci la firma. Chiediamo all’Europa di fermare gli esperimenti che eliminano gli embrioni umani. L’inizio di ogni diritto. Ogni donna sa che l’embrione è già un essere umano, è già un figlio. Ogni uomo sa che l’embrione ha già la sua dignità e va già tutelato nella sua integrità. La Corte Europea di Giustizia definisce l’embrione umano come l’inizio dello sviluppo dell’essere umano. Noi lo sappiamo perché è stato anche il nostro inizio. L’inizio di tutti noi. L’Europa libera difende la vita. La campagna “Uno di Noi” è una iniziativa dei cittadini europei che hanno a cuore la vita umana fin dal suo inizio. Alla Commissione Europea si chiede di promuovere la tutela del concepito e la ricerca scientifica a favore della vita, della salute pubblica e dello sviluppo. Senza sacrificare gli embrioni umani. Come aderire. Ogni cittadino può aderire all’iniziativa, firmando una volta sola il modulo cartaceo o tramite il sito: www.firmaunodinoi.it. Il modulo scaricato dal sito può essere sottoscritto da più persone e inviato a: Comitato Italiano UNO DI NOI (Responsabile della privacy) Lungotevere dei Vallati, 10 00186 Roma Sostieni anche tu, come cittadino europeo, il diritto alla vita fin dal suo inizio. Firma sul modulo cartaceo oppure aderisci on line sul sito: www.firmaunodinoi.it. Perché l’embrione umano è già uno di noi. Iniziativa dei cittadini europei Comitato Italiano UNO DI NOI - Lungotevere dei Vallati, 10 - 00186 Roma - Tel: 06.6830.8573 - 06.6880.8002 12 v V della arte VocedellaVallesina 12 maggio 2013 Ultimo ‘Concerto di primavera’ con omaggio a Verdi per gli ‘Amici della Musica’ Potere e astuzia, seduzione e complicità Con un programma in parte a sorpresa è stato presentato il terzo ‘Concerto di Primavera’ degli ‘Amici della Musica’, conclusivo della prima fase della rassegna. Un po’ di curiosità fra i presenti intervenuti il 28 aprile nella Sala del Lampadario del Circolo Citta- dino e comprensibile l’attesa per l’esibizione di interpreti di solida reputazione. Dalle loro schede di presentazione si possono estrarre alcune brevi note. Il soprano Giacinta Nicotra dopo aver vinto il prestigioso Concorso Lirico del Teatro Sperimentale di Spoleto ha frequentato il repertorio sia classico che barocco cogliendo molti successi in grandi teatri: anche nel nostro, quale interprete de ‘La Salustia’. Il baritono Gianpiero Ruggeri è stato dapprima trombonista dell’Orchestra Sinfonica della Rai, poi, alla scuola di Sesto Bruscantini, ha intrapreso una brillante carriera internazionale di cantante lirico. Più volte è stato applaudito al Pergolesi. Meri Piersanti, pianista diplomata a pieni voti, ma anche cantante lirica, è maestro collaboratore della Stagione Lirica del Pergolesi, dello Sferisterio di Macerata e di altri teatri extraeuropei. Nonostante la giovane età ha dato prova di un’esperienza e di un’abilità notevoli. Il concerto era incentrato su alcuni temi spesso trattati dal melodramma: potere e astuzia, seduzione e complicità. Nell’omaggio a Verdi, a cui era dedicata la prima parte del programma, ad essere descritta dalla musica è stata una moralità convenzionale che determina una scelta drammatica. È il lungo duetto del secondo atto de ‘La Traviata’ fra Giorgio Germont e Violetta. Drammaticamente mosso, mette in luce sentimenti alterni. Violetta dapprima respinge con fierezza la richiesta di Giorgio Germont di allontanarsi da suo figlio. Germont, più conciliante, adduce allora la più convincente delle giustificazioni: è in gioco l’onore della famiglia. Violetta, sorpresa, non cede subito. Potrebbe rinunciare solo temporaneamente, non definitivamente ad Alfredo. Germont insiste ancora. Nemmeno crede alla malattia di Violetta che finirà per arrendersi. Le sue ultime parole di rassegnazione sono espresse sulle note di una melodia simile ad una marcia funebre. Con proprietà, sicurezza, intensità e varietà di accenti i due interpreti hanno cantato e recitato per intero la scena. Conoscono bene quest’opera. Gianpiero Ruggeri, in particolare, ha riscosso di recente un vero trionfo a Lecce nello stesso ruolo. La seconda parte del concerto comprendeva arie tratte da melodrammi giocosi di autori che precedettero la lunga era verdiana. Da sorridere, e di gusto, con ‘Udite, o rustici’ dall’Elisir d’amore’ di Donizetti, cantata e descritta con verve eccezionale da Gianpiero Ruggeri. Hanno fatto seguito alcuni duetti maliziosi e piccanti: ‘Il cor vi dono’ da ‘Così fan tutte’; ‘Dunque io son’ da ‘Il Barbiere di Siviglia’; ‘Là ci darem la mano’ dal ‘Don Giovanni’. E per dimostrare ancora di più il loro affiatamento e il loro eclettismo i due interpreti hanno offerto un ben assortito e non meno applaudito medley di canzoni napoletane e brani da operetta. Gli ‘Amici della Musica’ si congedano ora, ma solo temporaneamente, dando appuntamento a settembre per i ‘Concerti d’autunno’. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nella foto: la pianista Meri Piersanti, Giacinta Nicotra, Gianpiero Ruggeri. Amour, un amore d’altri tempi Amour vince la Palma d’oro alla 65ª edizione del Festival di Cannes. Il film del 2012, scritto e diretto da Michael Haneke si è rivelato di un successo straordinario. Il regista e sceneggiatore austriaco, che già si era aggiudicato nel 2009 la Palma d’oro col film Il nastro bianco, non rinuncia ad esplorare i volti oscuri e crudeli dell’esistenza, di una realtà sempre sfuggente e nascosta che indaga la più dolente senilità, argomento temuto e tenuto ai margini del discorso pubblico. è la storia di Georges (Jean-Louis DAL 1923 Trintignant) e Anne (Emmanuelle Riva), una coppia di ottantenni insegnanti di musica, che accompagnano il loro tempo in letture e concerti. Una vita serena dunque, fino a quando un ictus colpisce improvvisamente Anne rendendola paralizzata e umiliata dall’infarto cerebrale. Di fronte alla malattia, impietosa e severa di Anne, Georges non si scoraggia e continua ad amare e lottare, sopportando le drammatiche conseguenze affettive ed esistenziali della malattia di Anne. La forza dell’amore, come si evince dal titolo stesso, vin- ce la violenza della malattia che consuma a poco a poco il corpo di Anne e la sua dignità e la costringe ad una “esistenza vegetale” e degradata. I movimenti di macchina, che conducono lo spettatore a essere forzatamente implicato in una geometrica prigione, mirano a rappresentare lo stato di abbandono di Georges, ma più in generale, di tutti gli uomini che vivono questo stato di “senescenza” nella solitudine e nell’emarginazione. Il coraggio di Georges che del tutto impreparato si ritrova a vestire i panni di infermiere per soccorre- Tel. 0731-21.33.70 - www.mattoli.it re una moglie che lui stesso stenta a riconoscere, innesca nello spettatore un senso di indiscutibile angoscia. Il regista scava con una affilatissima ed impietosa lama le parti più segrete dell’anima mettendo in luce i caratteri visibili e invisibili della malattia. Un messaggio preciso di Amore che sembra volersi imporre in una società contemporanea vittima di valori futili e facilmente disgregabili. Il film di Haneke insiste su una critica a una struttura sociale ipocrita e vestita di apparenze, raccontando un amore d’altri tempi tra un uomo e una donna che, consumati dalla crudeltà della vecchiaia, non rinunciano all’eternità di un patto d’amore. Margherita Teodori vallesina VocedellaVallesina 12 maggio 2013 Artigianato: d opo la “spending review” nuovi problemi per lavorare con gli enti pubblici v 13 V della Il G.U.S. inaugura l’OPP STORE a Jesi La legatoria è un mestiere in estinzione Un aiuto contro la crisi Una piccola bottega al centro di Moie: Legatoria Roscani. Artigiani del libro da ventisette anni. La titolare è la signora Angela. «Ho aperto la mia attività nel marzo del 1986, dopo un periodo di apprendistato e formazione. Il mio maestro è stato Egino Basili, storico rilegatore di Montecarotto. Ho appreso questo mestiere attraverso corsi di formazione in legatoria, bottega del restauro, nel laboratorio di restauro e conservazione del Vaticano. Lavoro principalmente per Enti pubblici. Rapporti di fiducia costruiti con impegno, passione, onestà con molti comuni della provincia di Ancona e Macerata. Poco altro: rilegature di tesi di laurea. Qualche privato. Ma ora rischio di chiudere. Non per mancanza di lavoro, ma per i limiti posti dalle recenti normative che pongono ulteriori vincoli delle norme già esistenti sul sistema Consip.» Consip è una società per azioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ne è l’azionista unico, ed opera secondo i suoi indirizzi strategici, lavorando al servizio esclusivo delle pubbliche amministrazioni. Un modello organizzativo presente da tempo nella realtà italiana, che coniuga le esigenze delle amministrazioni con l’attenzione alle dinamiche del mercato, in un’ottica di massima trasparenza ed efficacia delle iniziative. Il Programma per la razionalizzazione degli acquisti nella P.A., avviato nel 2000, si basa sull’utilizzo delle tecnologie ICT applicate ai processi di approvvigionamento delle pubbliche amministrazioni e ha lo scopo di razionalizzare la spesa di beni e servizi, e di migliorare la qualità degli acquisti, riducendo i costi unitari grazie ad una approfondita conoscenza dei mercati ed all’aggregazione della do- manda. Il sistema ha inoltre l’intento di semplificare e rendere più rapide e trasparenti le procedure di approvvigionamento pubblico, grazie alla riduzione dei tempi d’accesso al mercato, con significativi impatti anche economici sui costi della macchina burocratica. Il decreto sulla Spending Review ha coinvolto tutte le amministrazioni pubbliche anche per quanto attiene le forniture di servizi ad esse destinate. Le stesse amministrazioni devono porsi nell’ottica di passare attraverso il portale del mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione. «Ho ricevuto delle informazioni frammentarie sull’iscrizione alla Consip, obbligatoria per poter continuare a lavorare per gli Enti che devono attingere da questa fonte,-continua la signora Angelae ho chiesto chiarimenti per le modalità di iscrizione. Ho trovato un’amara sorpresa: per l’iscrizione occorre un minimo di fatturato che la mia piccola bottega non raggiunge. Non potendo iscrivermi, perderò il lavoro con gli Enti, la quasi totalità della mia attività. Perderò il mio lavoro. Che cosa farò? La Confartigianato mi ha detto che finché la legge è così, non c’è niente da fare. Ma io penso che la legge deve aiutare i piccoli artigiani...» Un problema molto sentito da tante piccole imprese, che la CNA ha più volte segnalato. E la stessa Corte dei Conti ha in passato evidenziato come il metodo di acquisto centralizzato di beni e servizi non abbia dato grandi benefici. Tra i maggiori danni emersi, vi era quello subìto da numerose imprese che avevano registrato un calo verticale degli ordinativi, con ripercussioni negative sulla ricchezza del territorio e sugli stessi livelli occupazionali. La preoccupazione, ha evidenziato la Cna, è che il sistema finisca per favorire l’accentramento delle commesse pubbliche nelle mani di pochi soggetti di grandi dimensioni. Lo conferma la signora Angela: «L’azienda grande ha molte figure, al suo interno, che gestiscono diversi settori del lavoro. I piccoli artigiani come me sono legati al territorio, all’unicità dei prodotti e ai rapporti di fiducia con i clienti. Mi affidano pagine da unire, legare. Spesso documenti preziosi d’archivio, che attesteranno al futuro pezzi di vita di un territorio. La Legatoria è un mestiere antico che richiede capacità artigianali, manualità, senso della bellezza.» Mostra alcuni lavori: libri vestiti con le sue mani, con la pazienza e la sensibilità di chi non deve produrre tanto, ma produrre bene. Un lavoro fatto con amore per i libri e volontà di insinuarsi nella loro anima. «Qualche altro mese di lavoro. E poi?» E poi? Sono in tanti a porsi questa domanda. Angela, insieme a molti altri artigiani, attende una risposta. Un negozio non standard ha aperto a Jesi. Il G.U.S. Gruppo Umana Solidarietà che ha inaugurato sabato 13 aprile in Via del Fortino 3 a Jesi un “negozio” no profit: un OPP STORE. Una iniziativa di grande rilievo per il territorio in quanto i fondi raccolti verranno ri-distribuiti per contrare i fenomeni della povertà e dell’emarginazione sociale locale. L’OPP STORE offre un’opportunità a tutti: chi offre, chi dona e chi riceve. All’interno dell’iniziativa di solidarietà saranno messi a disposizione beni e servizi e ogni persona che verrà potrà fare una donazione ricevendo in cambio uno o più beni. Tutti coloro che verranno a portare il loro aiuto aumenteranno il numero delle persone aiutate, consentendo l’acquisto di derrate alimentari e del necessario per aiutare quanti in difficoltà. «Abbiamo iniziato da Falconara e continuiamo con Jesi ma, ben presto, apriremo altri OPP STORE per raggiungere un maggior numero di persone della nostra regione e un numero più ampio di famiglie in difficoltà e anche in estrema povertà. L’obiettivo è tentare di dare risposte concrete in un periodo di estrema crisi economica - spiega Giovanni Lattanzi, responsabile della Cooperazione Internazionale del GUS – a quanti si trovano in difficoltà. I Comuni stanno subendo forti tagli e non riescono a rispondere a tutti i bisogni. Ecco dunque che abbiamo pensato di aprire una serie di OPP STORE, per cercare di portare un beneficio a chi ne ha bisogno. Pertanto, più donazioni riceveremo, più riusciremo insieme ad aiutare il territorio». Agnese Testadiferro Festa del “Cantamaggio” di Morro d’Alba Ritorna a Morro d’Alba, la Festa del “Cantamaggio”, antico canto rituale di questua, che da secoli celebra l’avvento della primavera, della nuova stagione agricola e che affonda le sue radici nei riti pagani di fertilità, di augurio e di benessere per la comunità ed i singoli. Il “Cantamaggio”, organizzato e voluto fortemente dal Comune di Morro d’Alba, è curato del Centro Tradizioni Popolari e da La Macina, con il patrocinio della Provincia di Ancona, della Regione Marche, la collaborazione della locale Pro-Loco, La Macina, L’Albero del Maggio, Circolo Morrese, Danzintondo, Circolo Acli, si svilupperà, nelle giornate del 17, 18 e 19 maggio, per poi concludersi, nella notte del 31 maggio, con il rituale Rogo in piazza dell’Albero del “Maggio”. Per info: La Macina www.macina.net Tiziana Tobaldi www.citroen.it CITROËN C1 1.0 Attraction da 7.600 Euro Clima Controllo di stabilità in curva SULLA GAMMA CITROËN CONTINUA LO SCONTO DIPENDENTI. TI ASPETTIAMO XXXXXXXXXXXXXXX. CRÉATIVE TECHNOLOGIE Consumo su percorso misto: più basso Citroën DS3 1.4 e-HDi 70 FAP Airdream CMP, Citroën DS5 Hybrid4 Airdream (cerchi da 17’’) 3,4 l/100 Km; più alto Citroën C4 1.6 VTi 120 GPL Airdream /Benzina (uso a GPL) 8,6 l/100 Km (uso a Benzina – cerchi 16”) 6,2 l/100 Km. Emissioni di CO2 su percorso misto: più basse Citroën DS3 1.4 e-HDi 70 FAP Airdream CMP 87 g/Km; più alte Citroën C5 3.0 V6 HDi 240 FAP c.a.6 Berlina/Tourer, Citroën C8 2.0 HDi 160 FAP c.a.6 189 g/Km. Offerta promozionale esclusi IPT, contributo PFU e bollo su dichiarazione di conformità, al netto dell’ “Incentivo Concessionarie Citroën”. Offerta delle Concessionarie Citroën che aderiscono all’iniziativa, riservata ai clienti privati, valida in caso di permuta o rottamazione di un usato immatricolato entro il 31/12/2006 e valida su tutte le vetture disponibili in rete fino ad esaurimento scorte non cumulabile con altre iniziative in corso. L’offerta “Sconto Dipendenti” non è valida sulla Gamma Citroën C3 e sulla Nuova Gamma Citroën C3 Picasso. Offerta valida fino al 31/03/2013. La foto è inserita a titolo informativo. XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX [email protected] 1 27/02/13 17.26 14 JESI v V della paginaperta VocedellaVallesina 12 maggio 2013 Circolo Acli S. Giuseppe e parrocchia s. Giuseppe IL PALAZZO E DINTORNI Tra crisi e speranza Primo Maggio con il Sindaco è tradizione che le Acli di Jesi organizzino ogni anno una particolare festa del Primo Maggio: Messa in duomo e omaggio ai caduti sul lavoro presso l’atrio del palazzo comunale dove i nostri caduti sono ricordati in una memoria marmorea, nome per nome. è diventata tradizione, da qualche anno, che alla cerimonia partecipi anche il sindaco con il gonfalone della città. E quest’anno, per la prima volta, ha partecipato anche il “nuovo” sindaco Massimo Bacci il quale, a conclusione della cerimonia presso il municipio, ha rivolto un pensiero in memoria dei caduti sul lavoro e l’esortazione a se stesso, alla sua amministrazione, al governo a tener presente il dramma della disoccupazione, il più grande problema creato da questa pesante crisi. Sulla stessa linea si sono mossi il presidente delle Acli Fabio Piattella e il dott. Vito Collamati, medico impegnato proprio nel mondo del lavoro. Questi interventi erano stati preceduti dal celebrante, il parroco della cattedrale don Cristiano Marasca che, pure, non ha potuto fare a meno, richiamando l’esempio di San Giuseppe lavoratore di cui nel primo maggio si celebra la festa, di sottolineare come il lavoro dia dignità alla persona e come ogni forza sociale debba fare del suo meglio perché soprattutto i giovani abbiamo il loro lavoro. La partecipazione del sindaco a una cerimonia sostanzialmente molto semplice come quella sopra descritta fa onore all’amministrazione comunale, alla città e a chi organizza l’iniziativa. Ma su questo va detta una parola più del solito perché ha ragione un mio amico che, fuori dei denti, m’ha detto: “Ma eravate appena un pugno, appena 17!”. Sinceramente non so dirvi quanti siamo stati a recerci in comune ad onorare la memoria dei caduti. Non li ho contati. Certamente più di 17! É vero però che, a differenza degli altri anni, in chiesa eravamo pochi e ancora di meno a partecipare all’omaggio presso la nostra Casa Comune. Chi rappresenta le Acli lo ha confermato, ne ha preso atto con dispiacere e non ha nascosto che questa’anno anche da parte dei responsabili dell’organizzazione ci sono state diverse mancanze e dimenticanze. Vogliamo fare qualche cosa di più e di meglio il prossimo anno? Ne vale proprio la pena. È opportuno che per tempo siano informati tutti i cittadini con una conferenza stampa, con un comunicato ai quotidiani e alla stampa periodica della città e anche con un congruo numero di volantini che, molto per tempo (e non all’ultimo momento quando non offre più alcun positivo effetto) siano diffusi presso le organizzazioni, le parrocchie e la città. Comunque, al di là di tutto, credo di interpretare il desiderio di tanti nell’esprimere al sindaco il ringraziamento per aver rispettato e fatta propria una tradizione che fa onore, ancor prima che al mondo cattolico, a lui stesso, a tutta la città e, in particolare, ai partecipanti che hanno inteso, ancora una volta, non dimenticare chi per amore della famiglia e per la difesa della dignità dell’uomo, sono caduti sul lavoro. Et censeo Pergolesianum Monumentum inamovibilem esse. v.m. foto Simone Bitti Anche quest’anno si è svolta la festa del I° Maggio, organizzata dal Circolo ACLI San Giuseppe e dalla Parrocchia San Giuseppe: un momento di festa e, per la circostanza economica in cui si trova il Paese, di riflessione sulla grave crisi economica che attraversa le famiglie dei disoccupati e giovani che spesso devono ritornare a vivere o restare a vivere con le famiglie di origine senza possibilità di formarsi una famiglia propria; poi gli esodati, le famiglie e i titolari delle moltissime ditte che vanno in fallimento, sia italiani che stranieri. Dobbiamo pensare a tutte le Istituzioni iniziando dal governo, che debbono riattivare il lavoro, spinta basilare per la vita della nazione. Questa giornata è stata realizzata come da molti anni, prima con la S. Messa al Duomo celebrata da don Cristiano Marasca, che nell’omelia ha ricordato la figura di San Giuseppe Lavoratore con alcuni riferimenti biblici, poi in corteo fino all’atrio del Comune dove le ACLI hanno deposto una corona d’alloro sulla lapide dei caduti sul lavoro. Il parroco don Cristiano ha invitato a pregare per i defunti a causa delle disgrazie sul lavoro e ha benedetto gli intervenuti. Ha preso la parola Fabio Piattella, per le Acli, facendo notare che purtroppo la partecipazione alla Giornata non è molto sentita. Vito Collamati, coordinatore della Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Jesi ha messo in evidenza con dati statistici, come anche oggi ancora accadono grandi disgrazie in Italia e in varie parti del mondo per mancanza delle opportune precauzioni sul lavoro. Il dottor Collamati ha invitato le Istituzioni a controllare e prendere gli opportuni provvedimenti. Il sindaco Bacci ha partecipato alla Santa Messa e alla cerimonia e ha sottolineato l’attuale difficoltà a tutti i livelli, non solo per chi non trova lavoro, ma anche perché molte ditte falliscono. Il Comune, oltre a cercare di aiutare il più possibile i cittadini, è in contatto con i sindacati e con le associazioni delle imprese per cercare le soluzioni. La cerimonia è stata un momento importante perché serve a tenere viva l’attenzione per coloro che hanno perso la vita per la mancanza di rispetto per la persona umana e dell’osservanza delle norme. Quest’anno la giornata è stata arricchita anche da un momento di Festa che si è svolto nel pomeriggio presso il Circolo ACLI di San Giuseppe negli spazi della Parrocchia, con musica e vettovaglie varie per offrire un momento di allegria e serenità ai vari intervenuti. Vogliamo sperare che questo evento importante continui nella nostra città. Fabio Piattella Festa delle rose ti aspettiamo dal 18 al 26 maggio presso Garden Europa in via Esinante, 5 a Jesi Aceri giapponesi... il piacere degli occhi vasto assortimento consulenza per la coltivazione sconti del 20% dal 18 al 26 maggio 2013 sport/tempolibero VocedellaVallesina 12 maggio 2013 Dal Lions Club il dono di due LIM alla “G. Garibaldi” Quando studiare diventa irresistibile Ha tagliato un insolito nastro il sindaco Massimo Bacci invitato ad intervenire alla cerimonia di inaugurazione delle due lavagne LIM che il Lions Club di Jesi, su indicazione dell’assessore Barbara Traversi, ha generosamente donato, lo scorso aprile, alla scuola “G. Garibaldi” del multietnico quartiere San Giuseppe. Le letterine di un sentitissimo “Grazie per la lavagna!” sono state scritte dai bambini della I B su bandierine colorate e poi composte dagli stessi in una frase inframmezzata da disegni e paroline spontanee. La loro gioia, incontenibile in qualche momento per il dono e la presenza di persone “importanti”, espressa anche con una canzone, è stata davvero rilevante. I bambini, per la maggior parte appartenenti a culture diverse anche se nati in Italia e comunque scolarizzati nelle scuole dell’infanzia jesine, avevano già intrapreso - all’inizio dell’anno scolastico in corso - un percorso didattico che, con l’aiuto delle nuove tecnolo- gie (computer e specifici software soprattutto), fornisse quel corredo culturale minimo, comune e indispensabile per intraprendere e proseguire tutti assieme con successo il primo viaggio formativo nel mondo dell’istruzione obbligatoria. L’arrivo delle due Lim, posizionate nella classe prima a tempo pieno e nell’aula di Inglese dagli operatori della Emy Computer Systems, ha notevolmente agevolato il percorso didattico innovativo intrapreso dalle docenti e ha aperto ai bambini le finestre di un universo che ogni giorno possono finalmente esplorare con gioiosa curiosità e immediatezza, e con cui possono efficacemente interagire sviluppando importanti competenze e, soprattutto, imparando ad amare o continuando ad amare i libri, la lettura, lo studio che risultano così un’incombenza leggera e gradevole da assolvere, irrimediabilmente affascinante e, dunque, irresistibile. Una triste conclusione di una stagione assai avara di soddisfazioni. Un PalaTriccoli semideserto (appena mille presenti) ha salutato l’ultima gara del campionato della Fileni Bpa, domenica scorsa contro Trieste. 84 a 73 per gli jesini è stato il risultato finale di una partita inutile, perché entrambe le squadre non avevano più nulla da chiedere alla loro stagione. “è stata una partita non bella nei primi due periodi – ha affermato il tecnico arancio-blu, Pecchia – Poi ci siamo sciolti. Griffin (nella foto di Candolfi) ha dato spettacolo sotto le plance”. Ora l’Aurora Basket è attesa da una estate che si preannuncia caldissima. L’uscita di scena dei Fileni pone seri interrogativi sul futuro del club. “A giorni convocheremo l’assemblea dei soci – ha detto l’amministratore unico, Altero Lardinelli in un’intervista a Basket Notizie – per verificare se ci sono le condizioni per portare avanti il progetto Aurora a livelli competitivi anche alla luce della crisi che attanaglia l’economia locale”. Per Lardinelli la stagione appena terminata è da considerarsi fallimentare. “Non abbiamo raggiunto nessuno degli obiettivi che ci eravamo posti – sono state le sue parole – Due gli errori commessi: l’eccessiva fretta nella campagna acquisti e le scelte sbagliate di alcuni giocatori”. La classifica finale della regolar season: Barcellona, Pistoia 38 punti; Casale Monferrato 36; Brescia 34; Forlì 32; Verona 30; Scafati, Trento, Bologna 28; Ferentino, Capo d’Orlando 24; Fileni Bpa Jesi, Trieste 22; Veroli*, Imola 16 punti. (* penalizzata di quattro punti). Le prime otto della classifica vanno a giocarsi i play-off promozione. Il sogno dell’under 19 dell’Aurora Basket di raggiungere le finali nazionali è sfumato nel girone interzonale di Pontedera, giocato tra il 29 aprile ed il 1° maggio. I giovani arancioblu allenati dalla coppia Rossetti-Pisconti avevano perduto le prime due gare contro Torino e Fortitudo Roma ma si erano riscattati battendo il Quartu Sant’Elena 86 a 70 nell’ultima giornata. Regione Marche II EDIZIONE L’UOMO, IL VIAGGIO, IL VILLAGGIO O N L U S una casa per crescere 15.16.17.18.19. MAGGIO 2013.JESI MERCOLEDÌ 15 MAGGIO RASSEGNA TEATRALE “6+ IN LIRICA” Spettacoli ore 14.15, ore 15.15 c/o Teatro “V. Moriconi” Jesi “EDUCARE È LIBERARE” incontro con il Prof. Roberto Mancini ore 17.30 c/o Palazzo dei Convegni Jesi “SI PUÒ FARE” (G.Manfredonia, 2008) Presentazione, visione, dibattito Il gioco delle Bocce nel 1959 Questa foto risale all’anno 1959 e ricorda il campionato di Bocce organizzato dalla parrocchia di San Giuseppe e dal presidente del comitato Giuseppe Pirani, alla quale ha partecipato la squadra di Via Roncaglia composta da Aurelio Barchiesi, Antonio Belli e Sauro Sassaroli. L’immagine è stata pubblicata su Voce della Vallesina, nel numero 47 del settimo anno in data 22 novembre 1959. La terna di Via Roncaglia è risultata campione dell’anno. Il trofeo del Premio è stato consegnato da Giuseppe Pirani a Sauro Sassaroli. 15 L’Aurora Basket si interroga sul suo futuro Paola Cocola “Carlo Urbani”, in collaborazione con il centro sociale “A” e con i genitori dei bambini della primaria. Il “Piedibus” è un “autobus” che va a piedi, formato da una carovana di bambini accompagnati da due adulti: un “autista” davanti e un “controllore” che chiude la fila. Parte da cinque capolinea, individuati nella cittadina di Moie. della BASKET LEGA DUE Sfumato il sogno dell’under 19 Moie: è partito il “Piedibus” Novità alla scuola primaria “Martin Luter King” di Moie. È partito lunedì 6 maggio per la prima volta, il “Piedibus”, che entrerà a regime dal prossimo anno scolastico. Un mese di sperimentazione, fino al termine delle lezioni, che consentirà di mettere a punto il progetto, realizzato dall’Amministrazione comunale e dall’Istituto comprensivo v V ore 21.00 c/o Teatro “V. Moriconi” Jesi CON IL PATROCINIO DI: GIOVEDÌ 16 MAGGIO RASSEGNA TEATRALE “6+ IN LIRICA” Spettacoli ore 9.30, ore 10.30, ore 14.15 c/o Teatro “V. Moriconi” Jesi “LA PEDAGOGIA SISTEMICA” incontro con la Dott.ssa B. Rupa Rodriguez ore 16.30 c/o Palazzo dei Convegni Jesi “IL MIO WEST” Teatrotello.it - Liceo Classico V. Emanuele II, regia Gianfranco Frelli CON IL CONTRIBUTO DI: ore 21.30 c/o Teatro “V. Moriconi” Jesi VENERDÌ 17 MAGGIO “SCRIVERE DI SÉ È UNA ESPERIENZA EDUCATIVA SENZA ETÀ” incontro con il Prof. Duccio Demetrio ore 16.30 c/o Sala Maggiore della Biblioteca Planettiana Jesi “ASSALTI AL CIELO” performance finale del laboratorio extrascolastico tenuto dal teatrale Teatro Pirata ore 21.30 c/o Teatro “V. Moriconi” Jesi SABATO 18 MAGGIO: FESTA FINALE DALLE 16.30 ALLE 24.00 STAND, LABORATORI, ANIMAZIONE, CONCERTI A JESI PRESSO LE PIAZZE: della Repubblica, Indipendenza, Spontini, delle Monnighette, Colocci e PRESSO: la Chiesa di San Nicolò e il Palazzo dei Convegni DOMENICA 19 MAGGIO: BICINCITTà A JESI PARTENZA ALLE 9.30 DA PIAZZA DELLA REPUBBLICA EVENTO ORGANIZZATO DA UISP … e inoltre il 31 maggio “Bi-sognerà” Scuola “F. Conti” ore 21.00 c/o Teatro “G. B. Pergolesi” Jesi MEDIA PARTNERS Info S.T.D.P. ASUR MARCHE A.V. 2 0731/534573 - [email protected] COOSS MARCHE SEDE DI JESI 0731/213660 - [email protected] WWW.FESTIVALDELLEDUCAZIONE.IT Giuseppe Papadia