RASSEGNA
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31 Ottobre 2014
SOMMARIO
GDS –
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Presidente polacco all’Ars. Chiusa la Cappella Palatina.
Raimondi:<<Una decisione coraggiosa e inattesa>>.
Medicina, il bluff del numero chiuso.
Un lungo viaggio nell’Isola a caccia di <<tracce>> spagnole.
La Repubblica –Padova, 6 politico ai professori. All’università studenti in rivolta.
–“Ai prof il 6 politico” E l’Ateneo di Padova fa infuriare gli studenti.
LiveSicilia – Medicina, riammessi 200 studenti. Nel mirino le Professioni sanitarie.
Ufficio Comunicazione Istituzionale - Responsabile per la Rassegna stampa Giusi Inzinna - [email protected]
Giornale di Sicilia
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Fatti&Notizie
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DISAGI PERI TURISTI. La replica dell'Assemblea: la decisione per motivi di sicurezza
Presidente polacco all'Ars
Chiusa la Cappella Palatina
PALERMO
Il presidente della Repubblica di
Polonia, Bronisaw Komorowski, è
giunto ieri a Palermo in visita, accolto
dal presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, con il quale si è
recato a villa Pajno. Successivamente
era prevista la visita di alcuni tra i monumenti più belli di Palermo, tra i
quali la Cattedrale, il Palazzo Reale, la
Cappella Palatina, San Giovanni degli Eremiti. Visita che ha causato non
pochi disagi ai gruppi dei turisti che si
sono visti negare l'ingresso alla Cappella Palatina. A questo proposito, dicono dall'Ars, l'ingresso alla Cappella
-•
è stato negato ai visitatori, per motivi
di sicurezza, solo per un'ora circa, dal-
le 16.15 allle 17.10 circa, in coincidenza con la visita di Komorowski alla basilica. Qualcosa però non avrebbe funzionato nel corso dell'intera giornata,
non solo alla Cappella Palatina ma
nei vari luoghi di interesse turistico
del capoluogo scelti per la visita del
capo di Stato polacco. Anche il traffico ne avrebbe risentito, con strade
chiuse per diverso tempo e conseguenti disagi per gli automobilisti.
Il presidente Komorowski si è soffermato a lungo sulla ricchezza storica e culturale delle realtà siciliane e
ha affermato che «oltre a essere il Parlamento più antico d'Europa è anche
il più bello». La visita di Komorowski
proseguirà oggi alle 10,30. Il presiden-
te polacco terrà una lectio magistralis
all'Università di Palermo sul tema «i
25 anni della libertà polacca». Intanto
il sindaco Leoluca Orlando ha rivolto
il saluto della città di Palermo e dei Comuni siciliani al presidente della Polonia. Il sindaco Orlando ha ringraziato
Komorowski «per la decisione divisitare la città di Palermo». Nel corso del
discorso ufficiale di saluto, il presidente Komorowski ha espresso apprezzamento per i luoghi visitati. Nell'ambito delle attività previste per
l'occasione, il capo di stato polacco
ha assistito ieri sera al concerto multimediale «Voci delle montagne», ospitato dalla Fondazione Teatro Massimo e organizzato in collaborazione
con il Comune di Palermo, il Consolato Onorario della Repubblica di Polonia a Palermo e l'Istituto polacco di
Roma. Ad accogliere il presidente
c'erano il sindaco Orlando e il sovraintendente del Teatro Massimo Francesco Giambrone.
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Fatti&Notizie
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L'INTERVISTAA docente palermitano: «Violato il principio di non retroattività, la sentenza della Consulta può influire sul ricorso di Berlusconi alla Corte di Strasburgo»
Raimondi:«Una decisione coraggiosa e inattesa»
Gerardo Marrone
«Sono sorpreso. Non mi aspettavo che, di fronte ad un caso così
clamoroso e delicato, il Tar avesse il coraggio di rimettere in sella
De Magistris».
Per Salvatore Raimondi, già ordinario di Diritto amministrativo
dell'Università di Palermo e presidente dell'Associazione Avvocati amministrativisti della Sicilia, è «convincente» la questione
di legittimità costituzionale sollevata sulla «Severino» dai giudici
campani. La prima sezione del
Tar Campania sta trattando il ricorso del sindaco di Napoli, Luigi
De Magistris, contro l'ordinanza
prefettizia di sospensione dalla
carica che era stata emanata dopo la condanna in primo grado
dell'ex pm, accusato di abuso
d'ufficio.
cipio secondo il quale le norme
non possono avere effetti retroattivi».
*II Torna a far discutere la retroattività della legge Severino,
come avvenne per la decadenza
di Silvio Berlusconi dal Senato.
Una «mostruosità giuridica»,
per usare una definizione ricorrente?
«La definizione è forse esagerata.
Assistiamo continuamente ad usi
distorti della legiferazione. Questo è soltanto un dei tanti casi, ma
ce ne sono anche di peggiori».
*II Se la «Severino» dovesse es-
•Se Giudizio positivo sulla decisione del Tribunale amministrativo partenopeo. Perchè?
«Non conosco la motivazione
dell'ordinanza ma ritengo che la
questione di costituzionalità sollevata dal Tar Campania sia fondata. Nel modo in cui la norma è
stata applicata a De Magistris, effettivamente viene violato il prin-
Potrebbe, quindi, incidere
sulla valutazione della Corte di
Strasburgo?
«Verosimilmente, questa sarebbe influenzata da una sentenza
della Corte costituzionale che dichiarasse incostituzionali norme
aventi un contenuto analogo a
quelle applicate a Berlusconi».
si. Un ex assessore regionale
pugliese, Fabiano Amati, ha lamentato che nel suo caso
l'orientamento dei giudici amministrativi è stato di segno opposto. L'unicità del diritto è
una chimera?
«Ogni testa un Tribunale. Ogni
Tribunale almeno tre teste. A parte la battuta, se l'assessore pugliese; come credo, ha un giudizio
pendente, si gioverebbe della
eventuale sentenza di incostituzionalità». (*GEM*)
Salvatore Raimondi
Università degli studi di Palermo
sere giudicata incostituzionale,
per l'ex premier sarebbe solo
una vittoria morale o i suoi legali potrebbero intentare nuove
azioni legali?
«Le sentenze della Corte costituzionale trovano applicazione in
ambito nazionale anche per casi
diversi da quello in relazione al
quale la questione è stata sollevata purché si tratti di rapporti pendenti, ci sia cioè un giudizio ancora-in corso. Non so quale è la situazione di Berlusconi. Ricordo che
ha proposto un ricorso alla Corte
dei diritti dell'uomo».
—
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Sez-
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Cronache dall'isola
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UNIVERSITÀ. Gli studenti esclusi ai test fanno ricorso e vincono. A Palermo, Messina e Catania
si parla già di «ultraraddoppio» degli iscritti. E Lagalla si rivolge al Ministero
Si cercano aule e spazi idonei per
accogliere l'esercito dei nuovi ammessi. Oggi vertice all'Università
di Palermo per affrontare la pioggia di notifiche. E centinaia di ricorsi sarebbero stati presentati
anche dai bocciati ai test per le
Professioni sanitarie.
PALERMO
e** Il numero
chiuso a Medicina
non c'è più, è stato travolto dai ricorsi vittoriosi dei candidati che non
hanno superato i test. A Palermo, a
Catania, a Messina e in altri atenei si
parla già di "ultraraddoppio" dei candidati rispetto ai posti disponibili.
Non è la prima volta che i giudici amministrativi costringono i rettori a riaprire le immatricolazioni, ma stavolta è una valanga, i ricorsi sono tre volte più rispetto a tre anni fa, ai tempi
delle prime sospensive. L'anno scorso 300 iséritti con riserva in tutta l'Isola, quest'anno si parla del triplo: migliaia di ricorsi al Tardi Palermo e del
Lazio e tutti accolti perché "la prova
non garantiva l'anonimato".
In questo momento a Palermo seguono le lezioni del primo anno di
Medicina e chirurgia quattrocento
matricole regolarmente iscritte dopo
aver superato i test, e circa 250 bocciati ai test che hanno vinto il ricorso
e si ammassano nel "secondo canale" di accoglienza, un'aula offerta dal
Politecnico. Mentre arrivano ogni
giorno decine di altri studenti che vogliono frequentare le lezioni perchè
sanno di aver vinto il ricorso ma non
hanno ancora avuto il via libera dopo
la notifica a Palazzo Steri. -
Sono già due i corsi di frequenza
aperti e si parla dell'apertura del terzo e del quarto. E mentre tutti i nuovi
arrivati chiedono di seguire le lezioni
invia preventiva e vanno a sedersi direttamente in aula, altre notizie vengono diffuse dal fronte degli avvocati: centinaia di ricorsi sarebbero stati
presentati anche dai bocciati ai test
per le Professioni sanitarie e anche
questi candidati in fase di riammissione sarebbero in fila per frequentare il primo anno. Si parla di "numero
chiuso espugnato dai ricorsi" e oggi a
Palermo il rettore dell'Università Roberto Lagalla coordinerà un vertice
dell'unità di crisi, con il presidente
della Scuola di medicina e chirurgia
Francesco Vitale e i dirigenti amministrativi delle segreterie.
"Le notifiche pioveranno a tempesta" temono dall'unità di crisi di Palazzo Steri, ma finora i numeri vengono considerati contenuti mentre nessuna notifica sarebbe finora arrivata
per eventuali ricorsi vinti dai candidati alle professoni sanitarie. Ma in
quel caso "i posti in più non sarebbe
difficile trovarli: per le professioni sanitarie i numeri sono contenuti e
non paragonabili a quelli di Medicina".
La giustizia amministrativa affolla
le aule, arrivano i nuovi immatricolati d'obbligo dal Tar del Lazio, che ha
riammesso duecento candidati esclusi ai test del 7 aprile "per violazione
dell'anonimato". In precedenza il
Consiglio di giustizia amministrativa
aveva stabilito che il test d'ammissione è illegittimo decretando nei fatti la
demolizione del sistema chiuso. Il rettore Roberto Lagalla, nel ruolo di vicepresidente della Crui, la Conferenza
dei rettori presieduta da Stefano Paleari, ha già preparato un documento
da inviare al Ministero. Con la richiesta di risorse aggiuntive per organizzare nuovi corsi per le matricole in
più, per affrontare la ricerca di nuove
aule per la didattica e soprattutto
nuovi docenti. "Dovremo ricorrere a
strutture esterne e alla contrattualizzazione di nuovi docenti, ma servono fondi. Una parte arriveranno dalle tasse universitarie ma chiederemo
al ministero un finanziamento aggiuntivo, a Palermo servono almeno
200 mila euro". com DELIA PARRINELLO
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Cultura & Spettacoli
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Inaugurata allo Steri la mostra «Un'anima comune: l'architettura siculo-aragonese»
Un lungo viaggio nell'Isola
a caccia di «tracce» spagnole
PALERMO
*** Anni di dominazioni, ricorsi,
viaggi e ritorni. E scambi, non solo
culturali. Gli anni spagnoli in Sicilia
sono stati spesso criticati e osteggiati, ma è indubbio che abbiano lasciato esempi straordinari di arte e architettura. Sono partiti alla loro ricerca
tre professori della Scuola di ingegneria e architettura dell'Università
di Saragozza, Luis Agustín HerMndez, Aurelio Vallespin e il fotografo
Riccardo Santonja che hanno ripercorso al contrario il tragitto degli spagnoli verso la Sicilia. Le loro note e
gli scatti formano una mostra che da
oggi si può visitare nel cortile dello
Steri.
«Un'anima comune: l'architettura siculo-aragonese» vive di montaggi anche azzardati, che mostrano la
doppia anima di ogni singolo «merletto» in pietra. Alla ricerca degli influssi architettonici tra Spagna e Sicilia durante il periodo di appartenenza di quest'ultima alla Corona d'Aragona (più di 200 anni di storia, dal regno di Pietro III a quello di Ferdinando II d'Aragona, re di Sicilia. In tutto
i tre studiosi hanno viaggiato e «raccontato» visivamente 46 edifici aragonesi e siciliani, tra palazzi nobiliari, chiese, castelli. Il confronto è nato subito dopo, con un gioco di montaggio che spesso ha preso in esame
particolari prospettici, bifore eleganti, merli, balconi, arcate. Alcune immagini sono state trattate al computer con un gioco di ombre e movimenti, in maniera tale da creare quasi un sipario elegante di immagini.
Sono esposte immagini della Cappella Palatina, di Palazzo Aiutamicristo, dell'Abatellis e dello Steri, dei palazzi Marchesi, Termine, Bonet, di
Palazzo Arcivescovile, della Catte-
drale, della Catena e dello Spasmo.
A Trapani ha preso vita, la chiesa di
Sant'Agostino; ad Erice, la Cattedrale; a Siracusa, i palazzi Mergolensi
Montalto, Lanza, Gargano, Bello mo, la Cattedrale e Santa Maria dei
Miracoli; a Messina, la Cattedrale
dell'Assunta; a Taormina, i palazzi
del duca di Santo Stefano di Spuches, Corvaja e Ciamp oli; e a Musso meli, il castello Chiaramonte.
Tanti riscontri vengono invece
dalla regione di Aragona, e dalle città di Saragozza, Caspe, Tobed, Torralba de Ribota, Daroca, Illueca, Tarazona, Teruel, Mora de Rubielos,
Rubielos de Mora, Puertomingalvo,
Alcaffiz, Valderrobres, Albalate del
Arzobispo, Sigena e Peracense.
La mostra si deve alla collaborazione tra il Governo di Aragona, l'Assemblea Regionale Siciliana, l'Ambasciata di Spagna in Italia, le tre università siciliane e la «collega» di Saragozza. Ieri la mostra è stata presentata dal presidente dell'Ars, Giovanni
Ardizzone, da Dolores Serrat, consigliere del Governo d'Aragona, dall'ambasciatore di Spagna in Italia,
Francisco Javier Elorza e dal direttore della Fondazione Federico II,
Francesco Forgione.
La rassegna - parte del progetto
europeo "Corona d'Aragona, storia
e arte" - dopo lo Steri dove resterà fino al 2 dicembre, raggiungerà Palazzo Bellomo a Siracusa, poi Roma e
Saragozza. (SIT)
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LA REPUBBLICA
La Polemica
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31/10/2014
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LA POLEMICA
Padova, 6 politico
ai professori
All'università
studenti in rivolta•
JENNER NIELEITI
PADOVA
una volta — correval'armo 1968—il
"18 politico". C'era
pure l'esame di gruppo, così
anche se"non dicevi una parola tornavi a casa con un voto in più sul libretto universitario. Per i ragazzi dei licei
c'era il "6 politico". Anni lontani.
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LA REPUBBLICA
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CRONACA
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•
La polemicar:s...:::•:
Parala sul corsi Fa discutere la decisione dell'università di "ritoccare" da quest'anno
la valutazione dei questionari compilati on line e allargare la platea dei decenti promossi
'
CASI
,.ì'•'
VENEZIA
Alla Ca' Foscari gli
studenti valutano
i professori alla fine
di ogni corso:
i tre docenti
migliori ricevono '
un bonus di
quattromila euro
GENOVA
Dall'anno scorso
la valutazione
degli studenti
influenza
lo stipendio
dei docenti
attraverso gli scatti
di anzianità
FIRENZE
L'ateneo fiorentino
è stato il primo
nel 1998 a
sperimentare la
valutazione della
didattica. Gli
studenti compilano
i test dal 2012
"Ai prof il 6 politico"
di
padova
E 1' ateneo
•
-
.
JENNER MELETTI
595
IL VOTO
A Padova basterà la
media del 5,5 invece
del 6 per essere nella
"fascia intermedia"
795
LA VALUTAZIONE
È del 7,5 il punteggio
medio che serve ai
docenti per entrare
nella "fascia alta"
182.927
I TEST
Sono i questionari
on line compilati
l'anno scorso dagli
studenti (il 79%)
PADOVA. C'era una volta — correva l'anno 1968— il "18 politico". C'era pure l'esame di gruppo, così anche se non dicevi una
parola tornavi a casa con un voto
in più sul libretto universitario.
Per i ragazzi dei licei c'era il "6 politico". Anni lontani. Polemiche
quasi dimenticate che a volte ritornano. Stavolta, a decidere che
un cinque e mezzo diventa un sei
—in sintesi: invece di essere bocciato sei promosso — sono coloro
che stavano e stanno dall'altra
parte della cattedra: i docenti.
Succede a Padova, nel grande
ateneo dove Concetto Marchesi
fu rettore e già nel 1943, nella
città occupat a dai tedeschi, disse
che compito dell'università è soprattutto «discutere e sperimentare cosa sia la libertà». Forse non
era compresa la libertà di cambiare le regole. «Per alzare il numero dei docenti "promossi" —
protestano gli studenti dell'Udu,
Unione degli universitari—hanno abbassato la soglia di valutazione. Questa decisione, fuorviante e inaccettabile, promuove il demerito e alimenta l'inerzia».
I voti per valutare i decenti del
Bo, come nella scuola elementare, vanno dall'I al 10.A decidere
è il "Presidio di ateneo per la qualità della didattica e della formazione". Fino all'anno scorsoia sufficienza si otteneva ovviamente
con i16. Nella graduatoria nonvenivano annunciati i risultati precisi. Il professore veniva inserito
nella "fascia bassa", in quella "intermedia" oppure in quella "alte. Si è scoperto che il 5,5 è diventato un 6 solo quando la graduatoria per l'anno accademico
2013-2014 è stata pubblicata sul
sito dell'ateneo. È stata cambiata anche la soglia minima per la
fascia alta, portata da 7 a 7,5.
«Tutto questo— raccontano Anna Azzolin e Pietro Bean, studenti dell'Udu— è inaccettabile. Qui
davvéro si incentiva chi nonni dà
da fare, chi non si impegna a migliorare la propria didattica. E c'è
anche un problema in più. Sono
inseriti nella stessa fascia media
i prof chehanno preso 5,5 e anche
quelli che hanno raggiunto un
7,4. Come può, una graduatoria
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come questa, aiutare lo studente
nella scelta dei corsi da frequentare? Dobbiamo sapere se i docenti sono bravi o no a fare il loro
Perché lo sconto? «Alcuni colleghi — ha dichiarato Ettore Felisatti, delegato del rettore per la
valutazione della didattica — risultavano insufficienti pur avendo preso 5,8o 5,9. Abbiamo deciso di arrotondare per rispondere
Hanno capito lo schérzo, si sono
messi a ridere»..
La mutazione da ing-ufficienz a
a promozione appare strana in
questa universit àstatale che con
63.000 studentig
docenti
riceve comunqui.in gradimento alto: 7,5 per la soddisfazione
complessiva; 7,9 per gli aspetti
organizzativi, 78 iiér la didattic a. I questionariii, fanno da più di
quindici anni ed.1iazini:> dato risultati. Nel 2013; ad esempio,
due docenti aeontratto di Economia, accusatlibglistUclenti di assenteismo; Sdnóstittliiinossidall'incarico. «Anchequei contratti
non rinnoVati . dice il rettore,
Giuseppe Zadeiri4' hanno fatto clamore Mainttiltà sono stati una tempesta in un bicchiere
d'acqua. Io ho.fatto 11 preside a
Scienze politiebqper nove anni e
i contratti saltati *,r i decenti
non di ruolo, sono stati decine.
Ma allora non.c' éraYacebook, dove tutto viene Airanimatizzato.
Bastanounpaiodiassociazionidi
zoo
LA REPUBBLICA
CRONACA
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L'Udu denuncia:
"Si incentiva chi
non si impegna a
migliorare la didattica"
studenti e otto o dieci docenti per
fare scoppiare un caso che — anche in questo caso — è la classica
tempesta nel bicchiere».
Il Magnifico appare sicuro.
«Noi, questi voti in graduatoria,
non li abbiamo mai pensati come
rigide pagelle. Servono soprattutto a capire quali siano le aspettative degli studenti e a fare
emergere i problemi. Servono
anche a decidere gli incentivi per
i docenti, soprattutto per spingerli verso il miglioramento. Non
ci piace una lista che deprezzi il
nostro corpo insegnante». Il rettore annuncia una novità. «Da
circa due anni stiamo lavorando
perché i docenti, come succede
nelle migliori università europee, valutino da soli il proprio lavoro». Almeno in questo caso, si
spera, senza cambiare i cinque e
mezzo in sei.
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Venerdì 31 Ottobre 2014
Medicina, riammessi 200 studenti
Nel mirino le Professioni sanitarie
Il Tar del Lazio accoglie la sospensiva sul test di
aprile. Salgono a quota 700 le immatricolazioni
"extra". E adesso in arrivo ci sono altri ricorsi.
PALERMO – Al momento è solo una sospensiva. Ma l'udienza nel merito è fissata per gennaio del 2016, e quindi per un anno e
mezzo almeno l'università dovrà adeguarsi. Una nuova tegola piomba sulla facoltà palermitana di Medicina: il Tar del Lazio,
pronunciandosi sul ricorso di 200 studenti assistiti da Francesco Leone, ha riammesso alcuni degli esclusi al test che si è tenuto in
aprile, di fatto facendo esplodere le iscrizioni. Anche perché all'inizio di ottobre a pronunciarsi era stato il Consiglio di giustizia
amministrativa, che invece aveva deciso sulle ammissioni di settembre 2013 aprendo le porte di Medicina ad altri 300 studenti. E
adesso in vista ci sono altre due possibili grane: il ricorso per un centinaio di aspiranti medici sui quali la giustizia amministrativa si
pronuncerà entro la fine dell'anno e quello, ancora da notificare, per la riammissione di altrettanti studenti esclusi dalle Professioni
sanitarie.
Negli ultimi mesi, gli studenti riammessi a Medicina sono stati circa 700, immatricolati negli anni accademici 2013/2014 e
2014/2015. “Ormai – spiega Leone – la giustizia amministrativa ha un orientamento abbastanza netto sui test di ammissione. Di fatto il
sistema del numero chiuso è stato scardinato dalle sentenze”. Con conseguenze sull'organizzazione dell'università: l'ateneo palermitano
al momento non ha locali sufficienti per ospitare tutti gli studenti immatricolati, e quindi bisognerà fare ricorso a nuovi finanziamenti per
fronteggiare l'emergenza.
Un'emergenza che potrebbe estendersi anche ad altri corsi. “Per le Professioni sanitarie – assicura l'avvocato degli universitari –
c'erano alcune incompatibilità fra chi doveva sorvegliare e soprattutto non sono state fornite le buste per sigillare gli esami”. Insomma,
secondo i legali degli studenti, ci sarebbe una “violazione dell'anonimato”. Proprio la motivazione che ha spinto il Tar del Lazio ad
accogliere il ricorso di Medicina. Ma questa è un'altra storia. Ed è ancora da scrivere.
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